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Sa Untana tra memoria e storia

Sa Untana, o Funtana, fa parte del vissuto degli anziani di Siniscola, che ricordano lenorme massa dacqua che arrivava dalla sorgente di Gana e Gortoe, sul monte Idda, a ridosso del paese. La grotta situata presso la sorgente era il rifugio della popolazione durante la guerra. Lacqua di sa Untana,che nei ricordi di ziu Battista Contu era lepia, frisca ona(leggera,fresca,buona), serviva come approvvigionamento per tutta la popolazione di Siniscola, che la utilizzava per usi domestici raccogliendola in anfore, e per lavare i panni. Gli uomini trasportavano grosse pietre (petra e lavare) sui carri e le donne le usavano come base per lavare. Attiguo alla fonte esisteva un modesto lavatoio che, ai primi del Novecento, venne demolito per ragioni digiene. In seguito alle proteste delle donne, nel 1913 il Regio Commissario Straordinario Avv. M.Mugoni propose la costruzione di un lavatoio coperto; spesa prevista: 5 o 6 mila lire da prelevare dalla vendita del bosco comunale.

Il deposito di Sa Untana venne presumibilmente costruito alla fine del secolo scorso. Nel 1931 vennero costruiti i depositi del primo acquedotto (Grassianu, Luittu, Ussule), e nel 1935 12 fontanelle pubbliche vennero sistemate nel centro storico. Siniscola, allepoca, si estendeva su via Piemonte, via S.Antonio, via Turritta, ora via Nuoro. Da allora in poi lacqua di Sa Untana venne utilizzata sempre meno come acqua da bere, in quanto ogni rione si approvvigionava dalla fontanella vicina alla propria casa. Restava comunque sempre in uso per lavare i panni. Nel 1942 venne costruita la struttura in pietra del lavatoio attuale. La decisione venne presa , dietro richiesta della popolazione, dal Sindaco di allora Giovanni Meloni, nominato dal Prefetto di Nuoro. Due grosse discese portavano alla fonte: erano usate per portare le bestie, in particolare i buoi, ad abbeverarsi. Il Sindaco Meloni decise tuttavia di vietare il passaggio al bestiame e fece costruire un abbeveratoio laddove ora situato il distributore Agip.

Un ingresso a forma di parallelepipedo sovrastava la fonte e due tubi erogavano lacqua perennemente. Solo destate si rilevava una diminuzione del getto. Nel 1932 lacqua venne convogliata in un canale di bonifica, realizzato sotto il controllo del Genio Civile. Tale canale convogliava lacqua della sorgente di Gana eGortoe , attraverso Sa Untana, fino al Rio Siniscola (Intro eflumene) e serviva per irrigare gli orti e gli agrumeti limitrofi. I proprietari di detti terreni si servivano dellacqua a turni prescritti: ognuno di essi , per irrigare il proprio orto, apriva una piccola saracinesca in legno per avvisare il vicino che si procedeva allirrigazione, quindi la massa dacqua necessaria sgorgava attraverso una porta pi grande, sempre in legno. Il canale venne poi coperto. Sa Untana ricopr una certa importanza non solo come luogo per lapprovvigionamento dellacqua ma anche per altri scopi. Gli anziani ricordano che era una tappa privilegiata per una sosta durante i funerali. Due persone trasportavano un tavolo, quattro uomini trasportavano la bara e, nel tragitto tra la chiesa di S.Giovanni e il cimitero (che esiste dal 1868) era necessario fare una sosta per riposarsi: la bara veniva sistemata sul tavolo, gli accompagnatori si riposavano, il prete dava lultima benedizione e rientrava in chiesa,

accompagnato dalle consorelle e dai confratelli, mentre il corteo trasportava la salma allultima dimora. Curiosit: pare che, a un certo punto, il prete venne persuaso ad accompagnare il morto fino al cimitero. Altra funzione di cui si ha memoria che Sa Untana serviva come punto dincontro per i proprietari di buoi che si recavano ad Abbasanta, al mercato del bestiame. Venivano fatte contrattazioni di compravendita e poi si incamminavano verso la mta. Vi anche una leggenda che va riportata: si riteneva che sas panas,le anime delle partorienti morte durante il travaglio, andassero a mezzanotte, per circa un mese, a lavare i panni insanguinati proprio a sa Untana. I panni non andavano battuti sulla pietra altrimenti le anime non avrebbero trovato pace. Queste notizie vanno fatte risalire alla fine del secolo scorso. Agli inizi degli anni 50 il deposito e labbeveratoio vennero smantellati per fare posto ad una struttura decisamente moderna : un distributore di benzina Agip, di cui era proprietario F.Antonio Masala. Labbeveratoio venne spostato allattuale incrocio con la strada che conduce a La Caletta (altezza Pescheria) mentre il deposito venne ridotto. Allinterno di questo si nota un residuo darchi in mattoni.

Alcuni anni prima , loriginaria fognatura venne collegata al canale di Untana e alla zona Furreddu, e scaricava nel fiume. Queste nuovi interventi hanno determinato il totale abbandono della struttura del lavatoio da parte della popolazione. La presenza del distributore di benzina ha, anche recentemente, determinato un grave inquinamento dellacqua con emissione di idrocarburi e riguardo la fognatura... beh, sulla sua attuale presenza non vi alcun dubbio! Gli anziani da noi intervistati hanno mostrato rimpianto per tale sito; per ziu Battista Sa Untana un monumento nazionale abbandonato. Loro stessi si sono impegnati con entusiasmo alla ripulitura del lavatoio, con in mente il nostro stesso proposito: ripristinare, ove possibile, lantica struttura progettando un restauro vero e proprio, dopo aver definitivamente proceduto allo smantellato totale del distributore e al disinquinamento della fonte. E qui noi, studenti dellITCG Oggiano, chiediamo anzitutto al Sindaco e allamministrazione comunale , poi direttamente a tutta la popolazione di Siniscola, di mostrare attenzione verso questo sito, cos nascosto da passare inosservato e cos maltrattato da aver perso le sue straordinarie funzioni.

Sa Untana pu essere di nuovo un luogo di incontro per tutti, e pu soprattutto essere una piccola area verde attrezzata in pieno centro cittadino; recuperiamo i nostri monumenti, restauriamoli, mostriamoli: tra laltro, anche i turisti hanno bisogno di scoprire nuove ricchezze ambientali, anche modeste, ma significative di un passato che esiste solo nella memoria e nei ricordi dei nostri vecchi, da cui tanto ancora possiamo imparare.

Il lavatoio In un piccolo paesino, tanti anni fa, non si mai saputo esattamente quando, ogni giorno era un via vai di vecchiette e giovinette. Per le stradine polverose dellestate e per quelle infangate dellinverno scendevano con i loro panni e le loro brocche di terracotta verso un rio dove, chiss quando e come, per magia era sorto un lavatoio.

Antiche pietre che in un tempo lontano furono simulacri in nuraghi e pozzi sacri, continuarono ad esserlo nelle scarne mani di quelle donne che con il sudore e i sospiri benedicevano le fresche acque del lavatoio. Omaggio al lavatoio di Siniscola da Lucio Todde.

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