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Per la conservazione deUe sffutture archeologiche ud Aquileiu: iI caso delle mara a zigzag

Maurizio Buora*
Aquileia era in epoca romana, con Milano, una delle due maggiori citt dell'Italia settentrionale (fig. 1). In alcuni momenti ebb un'importanza determinante per la storia politica, ad es. nel corso del II e del I sec. a. C. quando pi intenso fu lo sforzo di penetrazione oltre il settore orientale dell'arco alpino, oppure nel periodo tardoantico, quando si amplio di molto e, grazie alle sue nrimerose relazioni con le aree orientali, increment la sua funzione di porto di riferimento dell'Italia padana. Punto di sosta per eserciti e imperatori, fu anche occupata da usurpatori, in parte uccisi alle sue porte. Per questo il poeta Ausonio alla fine del IV sec. d. C., dopo la sconfitta di Magno Massimo, la celebra come moenibus et portu celeberrima (famosissima per le sue mura di cinta e per il suo porto). Oggi si vede del porto solo quella piccola parte che fu messa in luce da Giovanni Battista Brusin alla fine degli anni Venti del Novecento. Egli intervenne in un'area gi nota agli scavatori austriaci, prima della prima guerra mondiale. Quello che ogi si vede del tutto privo della grande congerie di anfore, strutture lignee e altri materiali deperibili che in parte sono attestati da vecchie fotografie. Per la mura urbiche la situazione ancora peggiore, in quanto sussistono solo modesti lacerti che mostrano notevoli segni di sofferenza e uno stato di forte degrado. Al fine di contribuire per quanto possibile alla manutenzione del patrimonio archeologico, dal 2010 la Societ friulana di archeologia-ONlUS, fondata nel 1989, attiva ad Aquileia in seguito a protocollo d'intesa stilato con la Soprintendenza p i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. Essa la maggiore associazione di volontariato culturale della regione, con una sede principale a Udine e pi distaccamenti territoriali. Essa si impegno negli scavi per il parcheggio sotterraneo in piazza Venerio, a Udine (1989). Il materiale allora recuperato fu in seguito sottoposto a restauro, schedato, analizzato e pubblicato in occasione di una mostra tenuta nel Castello di Udine nel 1993. Da allora si sono susseguiti numerosi scavi in varie localit del Friuli (ad es. Codroipo, Nespoledo diLestizza,Attimis, Cergneu, Castions delle Mura). Ad essi hanno fatto seguito pubblicazioni, mostre e in un caso (Codroipo) anche I'apertura di un nuovo museo. L'attivit in sede comprende anche un servizio di biblioteca,l'organizzazione di incontri, di convegni e di viaggi di studio. Dauna decina di anni opera con volontari e studenti nell'ambito della citt di Paestum, in accordo con la locale Soprintendenza, per operazioni di pulizia, manutenzione e valorizzazione di parte del complesso archeologico. La Societ pubblica annualmente i "Quademi friulani di archeologia" che nel 2010 toccano il numero 20, aperiodicit variabile un "Bollettino", che viene diffirso per lo pi via mail e alcuni volumi nella collanaArcheologia di frontiera, giunta ora al numero 8. Fa parte di Federarcheo, che intende collegare numerose associazioni di volontariato culturale in campo archeologico operanti in Italia. Gestisce un proprio sito, all'indirizzo www.archeofriuli.it, in cui sono disponibili informazioni sull'attivita, alcune pubblicazioni on line e notizie di carattere generale. Aquileia: stato di conservazione delle strutture archeologiche. La Societ ha iniziato ad operare ad Aquileia dal settembre del 2010 nel settore occidentale delle cos dette mura bizantine o azigzag della citta antica, databili alla met del VI sec. d. C. (figg. 2-3). Nell'area
furono effettuati scavi negli anni Trenta e Sessanta del secolo scorso, ma la zona non fu mai aperta alla visita del pubblico e la manutenzione corrente si limit sostanzialmente al taglio
* Societfriulana di archeologia

dell'erba. Subito dopo gli scavi furono effettuati lavori di restauro conservativo. Essi comportarono in larga misura I'esecuzione di nuove fughe - con malta cementizia - su parte della muratura rimessa in luce e la ricostituzione di alcuni muri, sopra parte dei quali furono collocati, a mo'di copertura e perprotezione dalle intemperie, mattoni sesquipedali. Al fine di permettere il passaggio del canale principale che convoglia le acque delle fognature urbanena parte dei muri antichi fu demolita e ricostruita, sempre con malta cementizia. Furono inoltre consolidate numerose struthrre murarie, con la costruzione di supporti ex novo in mattoni modemi e con I'aggiunta di parti a sostegno, ricoperte da uno strato estemo di cemento lasciato al grezzo. La crescita non controllata della vegetazione, anche con alberi di alto fusto (ad es. alf interno della cistema allora scoperta, e sopra e a ridosso dei muri bizantini) ha determinato un progressivo smantellamento anche di alcune parti ricostruite nel 1970, con sollevamenti della parte muraria (fig. a). Le parti in elevato son state ricoperte da spessi strati di edera che si era insinuata negli interstizi dell'opera muraria, provocando in qualche caso la caduta di sue parti. Le nuove fughe di cemento in qualche caso sono state espulse dalle loro sedi, a causa dei movimenti prodotti sui laterizi dalla loro disintegrazione causata dalle gelate invemali. Alcune parti gi fissate con malta si sono staccate, mostrando fessure. Le quote inferiori dell'area sono pi basse rispetto al livello di falda, sicch in qualche punto I'aqua staziona perennemente. Inolhe esiste una sia pur minima circolazione di acqua sul letto dell'antico fosiato medievale chiamato Roggia del mulino, che circondavailtracciato delle mura patriarcali, sorte nel medioevo al di sopra di quelle bizantine. Si aggiunga il fatto che in occasine di precipitazioni importanti I'areanon riesce a smaltire tutta l'acquameteorica, sicch le struttuie antiche sono poste in ambiente prevalentemente umido, con conseguenze facilmente calcolabili.

Attivit preliminari svolte dal 2010. Per prima cosa stata segata parte delle piante (per lo piu di acacia) che minacciavano con le loro radici le strutture murarie. Quindi si proeduto a tagliare I'edera, lasciandone le radici, destinate ad essiccarsi, alf intemo degli interstizi (figg. 5-6). Si aggiunto uno sfalcio ripetuto pi volte in diversi momenti. n'indagine effettuata presso l'archivio dei disegni del museo archeologico nazionale di Aquileia non ha permesso di rinvenire una dettagliata documentazione cartografica degli scavi effettuati, sicch non sempre agevole distinguere i muri antichi dalle ricostruzioni moderne. Pertanto una delle prime operazioni, dopo I'asportazione delle parti vegetali che danneggiavano le strutture, stata quella di ricavare una dettagliata planimetria, quotata, della zona. Cio stato fatto anche con I'aiuto di studenti dell'istututo tecnico per geometri G. Marinoni di Udine, dei loro insegnanti e di professionisti esterni. Contemporaneamente sono state avviate operazioni di rilievo delle strutture murarie, sia con metodi tradizionali sia con I'ausilio della fotogrammetria. fumangono ancora parecchi dubbi sull'effettiva collocaziiie planimetrica di strutture che sono state indagate ipeciaimente nella prima met del Novecento: tra le finalit dell'operazione si intende anche accertame l'esatta collocazione. Si auspica che sia possibile in futuro segnalarla in superficie, oltre che con una adeguata cartellonlstica, con sagome o altri indicatori che permettano ai visitatori di avere una percezione visiva dell'effettiva collocazione delle diverse strutture e delle loro reciproche ielazioni spaziali. Future attivit di analisi, conservazione e presentazione. Su suggerimento del soprintendente dott. Luigi Fozzati,la Societ friulana di archeologia ha intrapreso contatti con il prof. Marino, dell'Universit di Firenze, al fine di poter organizzare urworkshop ad Aquileia, presumibilmente alla fine del mese di settembre del corrente anno. Scopo dell'inizitiva, che rivolta a neolaureati, professionisti ma anche a studenti di istituti tcnici e persino a operatori tecnici, di effettuare una completa diagnosi dello stato di conservazione delle strutture murarie, in particolare di quelle pertinenti al sito di Mottaron, owero al terminale occidentale delle cos dette mura a zigzag. Cio preliminare all'individuazione di inter-

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Pianta di Aquileia (da Bertacchi 2003) Dettaglio della zona interessata dai layori dei volonlari della Societfriulana di archeologia (da Brusin 1934) Dettaglio della parte meridionale della stessa zona dalla piana Bertacchi 2003. L'area prima dei primi interuenti (estate 2010) Le mura a zigzag dopo la prima pulitura da parte degli studenti dell'istituto tecnico Marinoni di Udine e dei volonari della Societfriulana di archeologia (settembre 2010).

Parte di un muro, ricoperto nel I 970 con tegolonifssati con cemento, spaccato dalle intemperie e dalle radici di un albero vicino.
Le

fotografie sono dell' autore

venti di minima che potranno essere effettuati sul posto anche da apprendisti muratori e dai volontari della Societ friulana di archeologia. In particolare si dovr: - valutare lo stato di degrado provocato da edera e altri vegetali sulle strutture murarie in alzato; - analizzare i tipi di essenze (relativamente ai loro apparati radicali) cresciuti nell'area, il loro grado di pericolosit rispetto alle strutture antiche e la possibilit di utilizzo di elementi vegetali come indicatori dell'eventuale proseguimento delle strutture stesse nel sottosuolo; - verificare la possibilit di proteggere le creste dei muri con I'aggiunta di uno strato di terra ed eventualmente erba che impedisca la discesa dell'acqua piovana all'intemo dell'opera muraria nel corso dei mesi invemali; - procedere al taglio degli elementi vegetali infestanti e gravemente pericolosi per le strutture archeologiche; - cercare i modi pi semplici ed economici per fermare il distacco di parti delle strutture murarie, dowto anche alla disintegruzione dei laterizi in seguito alle oscillazioni climatiche; - eliminare ove possibile integrazioni/rifacimenti in malta cementizia e sostituirli con leganti pi adatti e tradizionali.

Prospettive future per l'apertura al pubblico. La Societ friulana di archeologia non una ditta specializzata, ma un'associazione di volontariato che ha a cuore la migliore conservazione del patrimonio archeologico e la sua fruizione da parte di tutti. Percio ntende farsi carico di una serie di problemi e promuovere lo studio di una metodologia di intervento, che potr essere effettuata nel corso di un progetto specifico affidato a tecnici del settore. L'area gi stata oggetto, occasionalmente di visite guidate effettuate dai membri della Societ, ma occorre preliminarmente metterla in sicurezza, creando un percorso obbligato che permetta a tutti, anche a persone anziane o portatori di handicap, di visitare in tutta tranquillit il sito, possibilmente realizzando anche un osservatorio a quota pi alta, in modo da godere di una prospettiva pi ampia. Buona parte del sito stata interessata da scavi, come si detto, fin dagli anni Trenta del Novecento. Bench questi figurino nelle piante archeologiche correnti, al visitatore - ma anche allo studioso professionista - sfuggono le concrete relazioni sul campo delle diverse parti indagate con lo scavo. Pertanto si ritiene quanto mai utile e necessario riproporre sulla superficie con mezzi facilmente asportabili - ad es. siepi,palizzate etc. - I'andamento di quanto gi stato individuato. Sar cos possibile ad es. avere un'idea concreta dello sviluppo delle cinte urbane del IV sec, delle sovrapposizioni del V e infine del "taglio" operato dalle mura azigzagbizantine della met del VI sec. nonch dell'andamento - visibile solo sulla cartografia dei secoli scorsi delle mura pahiarcali o medievali in quest'area. Si intende rendere la zona un campo base per un'azione continuativa di informazione e di awiamento all'archeologia verso volontari e studenti, per i quali si stanno organizzando dei soggiomi, della durata di una settimana, in Aquileia stessa. Si prevede altres di proporre una ricostruzione virtuale tridimensionale - che potr essere diffusa anche on line - delle diverse cinte difensive esistenti, che si incrociano, a livelli diversio nell'area, Intento finale di poter creare un nuovo itinerario che dalla zona del foro attraverso il primo decumano a sud della basilica forense (detto di Aratria Galla) e gli adiacenti scavi del fondo Comelli (zona dell'ex teatro) porti a questa parte di Aquileia, del tutto sconosciuta ai pi. Ci comporter la pubblicazione di una apposita guidina, poich I'area al momento non ha adeguate descrizioni accessibili ai comuni visitatori (n stata oggetto di pubblicazione scientifica che abbia considerato le decine di migliaia di frammenti, specialmente ceramici, recuperati in occasione degli scavi e giacenti in museo).

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