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L’atto col quale si propone la domanda può assumere le forme
dell’atto di citazione oppure quelle del ricorso. Perché la domanda
sia idonea ad avviare un processo indipendentemente dalla sua
attitudine a pervenire alla pronuncia sul merito basta che la
domanda possa obbiettivamente considerarsi tale.
Le azioni di cognizione
A fronte del diritto di azione sta il dovere decisorio del giudice cioè il
dovere di compiere tutti quegli atti che coordinandosi a vicenda
conducono alla pronuncia del provvedimento sul merito, ossia alla
decisione. Il dovere decisorio è fondato sull’art. 112 cpc che
stabilisce che “ il giudice deve decidere su tutta la domanda e non
oltre i limiti di essa (cd. Corrispondenza tra chiesto e pronunciato).
Possiamo dire, dunque che l’ambito della dovere decisorio del
giudice è determinato dall’ambito della domanda a cominciare dalla
sua attitudine ad ottenere la pronuncia sul merito. Il contenuto del
dovere decisorio del giudice è il giudizio che è la sintesi di due
distinti momenti logici:
Per quanto riguarda la valutazione delle prove l’art 116 cpc enuncia
il principio della libera valutazione da parte del giudice secondo il
suo prudente apprezzamento.
CAP V IL CONVENUTO
Nel caso che due o più azioni concorrenti vengano proposte nello
stesso processo, si verifica il fenomeno del cumulo alternativo di
azioni o di domande. Al quale fenomeno si contrappone quello del
cumulo condizionale che si verifica quando due o più domande
vengono proposte nello stesso processo alla condizione che una di
queste sia previamente accolta (cumulo successivo o condizionale
in senso stretto) e previamente respinta (cumulo eventuale o
subordinato). In questi casi la pronuncia sull’azione condizionata
non postula il passaggio in giudicato della pronuncia sull’azione
condizionante, ma può avvenire con la medesima sentenza.
CAP VI IL GIUDICE I SUOI AUSILIARI E GLI UFFICI
COMPLEMENTARI
I limiti in particolare
Le parti e i difensori
Tutte le sezioni
Parti nel processo sono dunque quei soggetti che compiono atti del
processo, ne subiscono gli effetti e sono perciò i destinatari dei
provvedimenti del giudice.
Tale è la qualificazione minia di parte processuale, per cui se c’ed
domanda c’è processo e dunque, parte.
Così dispone l’art. 75, comma 2, c.p.c. per cui chi non ha il libero
esercizio dei propri diritti può stare in giudizio mediante il proprio
rappresentante (se non rappresentati).
Gli enti che non sono riconosciuti come persone giuridiche, quali
associazioni, comitati ed enti non riconosciuti, possono stare in
giudizio ai sensi di cui all’art. 75, comma 4, c.p.c., a mezzo di
soggetti che hanno i poteri di agire in campo sostanziale e, dunque,
la legittimazione processuale.
Tuttavia, tranne che per gli atti urgenti e le misure cautelari, per cui
è sufficiente la qualità del rappresentante sostanziale, il potere
rappresentativo processuale si presume conferito al procuratore
generale di chi non ha la residenza o domicilio nella Repubblica e
all’institore (art. 77, comma 2, c.p.c.).
Il soggetto che “sta in giudizio”, ossia che compie atti del processo,
è la parte o il suo rappresentante, i quali spesso si avvalgono della
collaborazione dei “difensori” per stare in giudizio.
a) gli atti del processo richiedono l’ausilio del tecnico del diritto,
ossia del difensore;
b) il difensore assicura serenità e distacco necessaria per l’esame
della controversia rispetto all’animosità delle parti.
Tali due diverse funzioni del difensore sono poste a fondamento
della “difesa”, la quale:
A) L’ONERE DI ANTICIPAZIONE
B) LA REGOLA DELLA SOCCOMBENZA E IL SUO FONDAMENTO GIURIDICO
a) ad istanza di parte
L’ESTROMISSIONE
CAPITOLO 9
1. Il P.M. esercita l’azione nei casi stabiliti dalla legge per cui
egli assume la veste di attore e si verifica una sorta di
legittimazione straordinaria, in quanto al P.M. è
riconosciuta la qualità di parte nei casi previsti dalla legge
ATTI PROCESSUALI
Nel processo è prescritto l’uso della lingua italiana, per cui se deve
essere sentito una persona che non conosce la lingua italiana, il
giudice deve nominare un interprete o un traduttore per l’esame dei
documenti redatti in lingua straniera.
Invero, ai sensi dell’art. 4 del DPR n. 123/ 2001 “tutti gli atti e i
provvedimenti del processo possono essere compiuti come
documenti informatici sottoscritti con firma digitale” dalle parti o
dal giudice o dal cancelliere.
Non si tiene conto dei giorni festivi, salvo che esso coincida con il
giorno di scadenza, per cui essa è prorogata di diritto al primo
giorno seguente non festivo.
1) la sentenza
2) l’ordinanza
3) il decreto
La sentenza assolve la funzione decisoria (a conclusione del
processo)
LA SENTENZA
L’ORDINANZA E IL DECRETO
LE COMUNICAZIONI E LE NOTIFICAZIONI
Il 2° comma dell' art. 157 dispone dunque che «soltanto la parte nel
cui interesse è stabilito un requisito può opporre la nullità dell'atto
per la mancanza del requisito stesso, e deve farlo nella prima
istanza o difesa successiva all'atto o alla notizia di esso». Né basta
ancora, poiché, ad ulteriore limitazione dell'ambito delle persone
che possono far valere la nullità, e in applicazione di evidenti criteri
di logica e di equità, il 3° comma del medesimo articolo soggiunge
che «la nullità non può essere opposta dalla parte che vi ha dato
causa, né da quella che vi abbia rinunciato anche tacitamente».