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Federico Chabod - Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896

e 1870 e le nuove elezioni. Presagi di N. T. avverati, e perch pi non si avverino, Firenze, 1870, p. 81). 774 P. V IGO, Annali dItalia. Storia degli ultimi trentanni del sec. XIX, Milano, 1908, I, p. 40 sgg. Per altri eccessi degli anticlericali, cfr. P ESCI, I primi anni di Roma capitale, cit., pp. 500-501. Contro la mascherata, protest la Gazzetta dItalia del 19 febbraio 1871; ma soprattutto protest il cardinale Antonelli in una circolare ai Nunzi, e il Beust richiam la pi seria attenzione del governo italiano su tali manifestazioni fort regrettables (d. Beust e Kbeck, 10 marzo; r. Kbeck a Beust, 14 marzo, n. 20; Saw P. A., XI/235). Cfr. anche il r. dellinc. daffari francese presso la S. Sede, Lefebvre de Bhaine, 22 febbraio, n. 33; AEP, C. P., Rome, t. 1049, f. 261 v. sgg. Per altre manifestazioni degli anticlericali a cui facevano degno riscontro manifestazioni clericali non meno grossolane cfr. V. G ORRESIO, Papalini e liberali dopo il 70, in Il Mondo, 23 luglio 27 agosto 1949. 775 Il banchetto, organizzato dai liberi pensatori di Pisa, provoc una richiesta di divieto al ministro di Grazia e Giustizia da parte di monsignor Ghilardi, vescovo di Mondov, e poi iniziative di espiazione (la via Crucis) da parte delle associazioni cattoliche di Torino, Milano e altre citt. Cfr. lart. del B ONGHI, che deplora decisamente il gesto dei liberi pensatori, pur non approvando nemmeno la richiesta di mons. Ghilardi (Fenomeni nuovi e vizi vecchi, in La Perseveranza, 11 aprile 1871). 776 A Girgenti, per il matrimonio di un ex-canonico, numerosa schiera di liberali si radun in municipio: il sindaco lod loperato degli sposi, auspic al progresso e augur che lesempio dato dalla coppia trovasse imitatori (G. Arr Carroccio, Il cattolicesimo ed il liberalismo, Firenze, 1872, p. 6, n. 1). 777 Ricasoli a Torelli, 9 novembre 1870 (in M ONTI, Il conte, L. Torelli, cit., p. 295). 778 Bon Compagni a Torelli, 27 luglio 1869 (ib., p. 288). 779 Cfr. lo Statuto della unione dei liberi pensatori gi societ, di mutua onoranza funebre tra i volontari, Firenze, 1871, p: 3. Art. 1: Scopo della Societ ... di togliere per mezzo della istruzione tutti i pregiudizi e credenze divulgate dalle religioni rivelate come cose dannose e contrarie alla civilt e libert di coscienza e di pensiero; art. 3: Credono che lattivit umana si esplichi in un progresso indefinito. E cfr. anche il

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Catechismo del razionalista, di Luigi Stefanoni, nel 1869 (in E. C ONTI, Le origini del socialismo a Firenze (1860-1880), Roma, 1950, p. 251 sgg.). 780 Il pensiero di Dante affrancamento del laicato, unit dItalia (F. D E S ANCTIS, Il pensiero di Dante, 1865, in Scritti politici, p. 32 sgg.). E si veda la curiosa lettera dellanticlericale Settembrini al Tinelli, del 22 luglio 1870: in un quadro del pittore Angelo Mazzia, Dante, discendendo dalla luce del Paradiso, guarda Roma immersa nelle tenebre, il Colosseo con corvi svolazzanti, sotto un nero nuvolato, e, tutto in ombra, il Vaticano: Il concetto del quadro vero pei tempi di Dante, vero pei tempi nostri. Dante, il gran laico, raffigura let moderna in contrasto col medioevo: ora i chierici non han pi ragione di comandare, anzi devono ubbidire, e in mondo non si cura di loro (Epistolario, cit., p. 247). 781 Giovanni Bovio intendeva contrapporre la cattedra dantesca, istituita a Roma nell87 a quella di Pietro (Carteggi politici inediti di F. Crispi, cit., p. 409). E quanto la cosa premesse ai circoli anticlericali, dimostra la lettera che il gran maestro della massoneria, Adriano Lemmi, scrisse allamico Crispi, presidente del Consiglio, perch, a persuadere il Carducci che accettasse la cattedra, gli offrisse anche un altro incarico universitario (per es., di letteratura medievale), permettendogli cos di integrar lo stipendio (lett. 24 settembre 1887, MRR, Caste Crispi, b. 660, 6/11). 782 V IGO, Annali dItalia, cit., II, pp. 283-85. 783 Lespressione del cardinale Umberto da Silva Candida nel frammento De sancta Romana ecclesia, circa il 1053 (P. E. S CHRAMM, Kaiser, Rom und Renovatio, Lipsia-Berlino, 1929, II, p. 129). 784 Lett. del 2 marzo 1873 (Epistolario, Verona-Padova, 1879, p. 315). 785 Cos lAmari al Michelet, il 6 luglio 1871 (Carteggio, cit., III p. 297). 786 Amari a Renan, 2 agosto 71 (ib., III, p. 297). 787 F. D E S ANCTIS, Il realismo moderno, 1877 (Scritti politici, p. 143). 788 Cfr. G. W EILL, Storia dellidea laica in Francia nel secolo XIX, trad. ital., Bari, 1937, p. 173 sgg.

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789 Lo disse il Messedaglia, nella seduta del 25 aprile 1872: Abbiamo posto il principio della separazione dello Stato dalla Chiesa ... siamo logici adunque; la Chiesa istruisca nel campo che il suo proprio e noi pensiamo a quello che nostro. Lo Stato di sua natura, e come lo vogliamo intendere noi, laico, e non pu avere che insegnamenti laici (A. P., Camera, p. 1721). 790 Cfr. M ATURI, l. c., Pp. XX-XXI. 791 Discorso Bon Compagni del 25 aprile 1872 (A. P., Camera pp. 1715-16). 792 Si vedano le belle pagine di G. B ARZELLOTTI, Lidea religiosa negli uomini di Stato del Risorgimento, in Dal Rinascimento al Risorgimento, 2 ed., Palermo, 1909, p. 145 sgg. Il Visconnti Venosta affermava al ministro di Francia nel 75 di credere allinfluenza e allo sviluppo del cattolicesimo nellavvenire (r. Noailles, 9 marzo 1875, n. 18, gi cit.; AEP, C. P., Italie, t. 391, f. 255). 793 Accenni alla necessit di Chiese nazionali si ebbero nel 70-71: cfr. il discorso contrarissimo, dellon. Toscanelli alla Camera il 23 gennaio 1871, Discorso ... , cit., p. 30; e Guarentigie papali. Lettera di Nicol Tommaseo al deputato Giovanni Bortolucci e risposta al medesimo, Firenze, 1871, p. 10. Le auspic sempre il Crispi, Pensieri e profezie, cit., p. 87; e anche lo Z ANICHELLI, Monarchia e Papato in Italia, cit., pp. 207-209. Per il Pannelli e il Prota Giorleo, cfr. S. J ACINI, Il tramonto del potere temporale nelle relazioni degli ambasciatori austriaci a Roma (1860-1870), Bari, 1931, p. 75. 794 Cfr. S. J ACINI, Un riformatore toscano dellepoca del Risorgimento. Il conte Piero Guicciardini (1808-1886), Firenze, 1940. Da notare, che la propaganda protestante in Italia costitu un altro motivo di ostilit della Curia Romana contro il governo italiano. Cos, per es., LOsservatore Romano del 6 settembre 1878 riferisce la protesta del vescovo di Tivoli (25 agosto) perch lex priorato di San Nicola, a Tivoli, dichiarato propriet demaniale, era stato poi affittato ad un ministro evangelico che viene a spargere la maledetta zizzania dellerrore e della seduzione (LItalia officiale protestante). 795 Al Lambruschini, 9 luglio 1833 (G AMBARO, Riforma religiosa, cit., II, p. 131 sgg.). 796 Oltre al noto Indirizzo dei professori della Universit di Roma (10 aprile 1871), che provoc grosse polemiche, cfr. la

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lett. al Dllinger premessa dallavv. romano C. Lozzi al suo opuscolo La questione pontificia delineata nella vita e nelle opere di Eusebio Reali, Civitavecchia, 1871. 797 Un paese come lItalia dove si contano pi fanatici o indifferenti che credenti veri e operosi, avrebbe da mettersi nella via della riforma religiosa e discutere seriamente se nel Vangelo di San Luca XXI, 32 si contenga o non si contenga linfallibilit pontificia?. LOpinione, 26 settembre 1874 (I vecchi cattolici in Italia). 798 Lett. al Naville, 10 marzo 1874 (Lettere e documenti, X, pp. 304-305). 799 Lettere e documenti, X, p. 299. 800 Lettere e documenti, X, p. 212. 801 Ib. Per la fiducia nel futuro rivivere del sentimento religioso, cfr. anche la lett. al Bonghi, del 27 marzo 1871, pubbl. dal M ATURI, Prefazione, cit., pp. XIX-XX. 802 Il Minghetti lunico consigliere chio abbia in questo negozio a detta dello stesso Cavour (La questione romana negli anni 1860-61. Carteggio del conte di Cavour, cit., I, p. 279) aveva da prima proposto, rosminianamente, la presentazione a clero e popolo (progetto del 1 febbraio 1861, ivi, p. 254); per le osservazioni del Cavour, che, al dir del Pantaleoni, voleva riservare al solo clero tali questioni (D. P ANTALEONI, Del presente e dellavvenire del Cattolicesimo. A proposito del concilio ecumenico, Firenze, 1869, estr. dalla Nuova antologia, dicembre 69, p. 42), la dizione finale del progetto di convenzione fu assai vaga: la nomina dei vescovi sar fatta con un sistema elettivo nei modi da combinarsi ... (La questione romana, cit., I, p. 315). Come risulta dalle Avvertenze, per (ib., p. 318), il governo aveva per scopo di cercare un sistema merc cui il clero stesso di ciascuna diocesi concorra per via di elezione alla nomina dellordinario. Il modo sarebbe da concertarsi in appresso. Niente pi intervento dei laici; ma sistema elettivo, s. Cfr. anche il progetto Artom (ib., p. 308 n. 2 e p. 328). 803 Cfr. P ANTALEONI, op. cit., p. 42 sgg. Sempre nel dicembre 69 LEmancipatore cattolico di Napoli, che, pi ancora dellEsaminatore di Firenze, era lorgano dei gruppi cattolicoriformisti, pubblicava (numero 50, dell11 dicembre) un Memorandum dei cattolici italiani membri della Societ Nazionale Emancipatrice e di Mutuo Soccorso del Sacerdozio Italiano in Na-

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poli del Prota Giorleo, ai vescovi congregati nel concilio per sostenere, fra laltro, il ritorno alla elezione dei vescovi a clero e popolo, giusta lapostolica disciplina (p. 6 dellestratto). Tali idee riapparvero ancora ad opera del noto padre Giacinto (H. L OYSON, Programme de la rforme catholique, Parigi, 1879, pp. 7-8). 804 Della libert della Chiesa, ne La Perseveranza, 7 gennaio 1871. 805 Cfr. M ATURI, Prefazione, cit., p. XV sgg.; F ALCO, La politica ecclesiastica della Destra, cit., p. 28 e soprattutto Il riordinamento della propriet ecclesiastica, Torino, 1910, p. 33 sgg. Il controprogetto Peruzzi (cfr. soprattutto art. 27 e 28) ripubblicato in F. S CADUTO, Guarentigie pontificie e relazioni fra Stato e Chiesa, Torino, 1889, pp. 257-58. 806 Questo, del tenere il temporale per influire sullo spirituale, pensiero che ispirava anche gli uomini di governo nel mantenere lexequatur: cfr. le dichiarazioni del guardasigilli Vigliani, il 4 maggio 75, alla Camera: noi possediamo i beni della mensa e continuiamo a tenerli fino a che, stanchi coloro i quali siedono vescovi non regolarmente nominati, siano costretti a venire ad atto di sommessione ed a regolarizzare le loro nomine (A. P., Camera, p. 2901). Era anche il pensiero del Lanza (T AVALLINI, op. cit., II, p. 93 sgg.). 807 Nel discorso alla Camera del 7 maggio 1875 (Discorsi Parlamentari di M. Minghetti, VI, p. 551). Stessi concetti in M IN GHETTI , Stato e Chiesa, Milano, 1878, pp. 178-81: introdurre il principio elettivo nellamministrazione ecclesiastica, e, grazie allamministrazione della propriet, mettere i fedeli in condizione di stringere la gerarchia ecclesiastica ad ascoltare le loro ragioni e anche le loro proposte di riforma. Propugnatore dellamministrazione laica del patrimonio ecclesiastico, ma con molto pi accentuato intervento dello Stato nella vita intima della Chiesa che il Minghetti rifiutava-era anche il P IOLA, La libert della Chiesa, Milano, 1874, pp. 234 sgg., 247 sgg. 808 Nellottobre del 70 il Minghetti, sempre fedele alle idee del 61, aveva proposto al Visconti Venosta: ... io direi che rispetto alla nomina dei vescovi, qualora la Santa Sede decidesse a ripristinare un sistema elettivo, S. M. il Re si dichiara sin da ora pronto a rinunziare ad ogni sua prerogativa in tale materia. Fino a quellepoca la nomina dei vescovi si far di concerto fra

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il Sommo Pontefice, ed il Re. In tale ipotesi il Re sarebbe solo il rappresentante degli elettori, lett. 4 ottobre, e nuovamente in lett. 12 ottobre dove si precisa ancor pi: qualora la Santa Sede volesse ripristinare il sistema della elezione dei vescovi a clero e popolo, S. M. il Re simpegna ecc. (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). il sistema preconizzato dal Rosmini. 809 E. S ERRA G ROPELLI, Parrocchia e Diocesi. Piano di guerra contro la fazione episcopale, Torino, 1864, p. 21 sgg. Stesse idee nello scritto posteriore Le cinque piaghe del Regno dItalia, Milano, 1870, p. 59 sgg., 69 sgg. 810 Sulla forte impressione prodotta dal Rosmini sul Minghetti giovane, cfr. M INGHETTI, Ricordi, cit., I, p. 81. 811 Cfr. anche in una lett. al Nigra del 15 settembre 1872: Quanto a me vorrei che ci sollevassimo pi alto, e sciogliessimo tutte le questioni con una sola legge che separasse la Chiesa dallo Stato. Ma temo che lopinione pubblica non sia matura a tanto; e di pi si richiederebbe molta calma mentre il Vaticano non lascia occasione di gittare lirritazione negli animi (A RCH . D E V ECCHI). 812 Cos Carlo Cadorna, allora ministro a Londra e poi presidente del Consiglio di Stato, in una lettera al Visconti Venosta del 16 febbraio 71 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Il Cadorna nega la validit del principio posto a base della legge delle Guarentigie che i preti soli sono la Chiesa; che la Chiesa Gerarchica (ossia i Preti) , in faccia allo Stato, un Potere: la Chiesa sono i preti e i laici. La legge, mantenendo gli enti morali benefiziarii, e tanti altri enti ecclesiastici di creazione civile, spoglia il laicato della libert che gli spetta sulle temporalit della Chiesa. Dando ogni libert ai Preti, e lasciando sussistere ci che toglie la libert a tutti gli altri cittadini; uno dei modi coi quali lo Stato si mescola nelle cose religiose. Occorrerebbe, invece, affidare tutte le temporalit della Chiesa a congregazioni elettive, diocesane e parrocchiali. Queste idee il Cadorna cerc poi di concretare nel suo progetto per il riordinamento dellasse ecclesiastico, nel 1887 (S CADUTO, op. cit., p. 602 sgg.; F ALCO, Il riordinamento..., cit., p. 36 sgg.). 813 Nel discorso alla Camera del 13 marzo 1871 (Discorsi Parlamentari di P. S. Mancini, III, specialmente p. 644 sgg.). Cfr. anche il discorso del 28 gennaio, ib., p. 462 sgg.; e quello del 3 maggio 75, ib., V, p. 39. Lart. 19 del controprogetto

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Mancini in S CADUTO, op. cit., p. 255. Anche il Crispi batte sullo stesso motivo, nel discorso del 13 marzo 71: ci che il governo propone non la libert della Chiesa, ma il dispotismo del suo capo (Discorsi Parlamentari, II, p. 115 sgg.). 814 Cfr. la tesi di A. B INCHY, Church and State in Fascist Italy, Oxford, 1941, p. 19 sgg., che insiste appunto su tale intreccio di questione religiosa e questione politica (cfr. anche G. S ALVEMINI -G. L A P IANA, Chiesa e Stato nellItalia del dopoguerra, in Nuovi quaderni di Giustizia e Libert, 2-3, luglioottobre, pp. 43-44). . Ed tesi che ha certo una parte grande di verit, ma sempre da completare nel senso, che il Piemonte aveva dovuto entrare nella via della legislazione ecclesiastica. Labbandono, dopo il 48, da parte della S Sede della politica filo-nazionale e il suo riaccostarsi allAustria e agli Stati assolutistici della penisola costrinse i liberali italiani a passare alla politica antiiclericale nellunico Stato da loro dominato, il Piemonte, che sino al 48 preoccupava i liberali proprio per il suo clericalismo. Politica ecclesiastica e politica italiana e liberale fecero cos tuttuno: cfr. G S ALVEMINI LItalia politica nel sec. XIX, in LEuropa nel secolo XIX, Padova, 1925, p. 356; ma soprattutto le assai belle pagine dello J EMOLO, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, cit., p. 182 sgg., che ha chiarito perfettamente il problema. Naturalmente, poi, lulteriore irrigidimento della Curia pontificia, e il contrasto in tutta la sua gravit. 815 Ne prova anche il colloquio che il cardinal Antonelli ebbe con il Blanc il 7 ottobre 1870. Alle assicurazioni del segretario generale del ministero degli Esteri sulle comunicazioni postali e telegrafici del Pontefice con lOrbe cattolico rispose di non dubitare degli attuali ministri del Re, ma di non aver nessuna sicurezza di continuit; e aggiunse, portando il discorso su un tema assai pi generale: Nello Statuto ... pure stabilito che la religione cattolica religione dello Stato, e tuttavia vediamo a che punto ridotta la Chiesa in Italia, e sappiamo a quali nuovi atti sintenda di por mano anche a Roma ... Meno male se, come nel Belgio ed altrove, la Chiesa fosse separata dallo Stato; ognuno in allora avrebbe a pensare ai fatti suoi; ma voi continuate ad impedire che siano provvedute le sedi vescovili, ponete ostacoli allesercizio dellautorit ecclesiastica ..., r. Blanc, 7 ottobre 1870, Libro Verde riservato Roma, cit., n. 10, nn. 17-18. Per i precedenti cfr. anche il colloquio tra Pio IX e

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il Minghetti, il 20 luglio 1857, nel quale Pio IX gi anticipa latteggiamento dellAntonelli nel 70 (Minghetti, Ricordi, cit., III, p. 179). 816 Non a torto lOriani pot poi battezzare don Giovanni Verit lultimo prete rivoluzionario (Fino a Dogali, p. 2). 817 Lo afferma lo stesso Cavour, nella lettera a Matilde de la Rive, il 13 febbraio 48, dieci giorni dopo cio la stesura dellarticolo per Il Risorgimento: je mnage beaucoup le clerg ... sil passait au radicalisme nous serions perdus. Sil reste aver nous, nous navons Tien craindre. Mais tout en le mnageant, je ne maveugle pas son gard, et je surveille attentivement tous ses mouvements (Lettere, V, p. 172). 818 Nellarticolo, celebre, pubblicato ne Il Risorgimento 4 febbraio 1848. 819 A. L UZIO, La Massoneria e il Risorgimento italiano, Bologna, 1925, I, p. 273; e cfr. ID., I Martiri di Belfiore e il loro processo, 4 ed., Milano, 1925, p. 191 sgg. 820 Cfr. A. M ARAZZA, IL clero lombardo nella Rivoluzione del 48, Milano, 1948, p. 68 sgg. 821 Cfr. p. es. la Dichiarazione del clero italiano, pubbl. dal giornale LAmicodi Genova, 1860, in cui 568 sacerdoti di Genova e della Liguria, dellEmilia, Toscana e Lombardia, e qualcuno del Piemonte, si rivolgono a Vittorio Emanuele II dichiarando che essi come cittadini Italiani amano la Patria loro e ne desiderano lesterna indipendenza e linterna libert quale viene assicurata dallo Statuto che ci governa: che in qualit di Sacerdoti essi disapprovano coloro che nel preteso nome del Clero sostengono teorie o manifestano desideri contrari allItaliana nazionalit, invocando o giustificando loppressione straniera, o mostrando esclusiva predilezione pei governi assoluti. 822 Petizione di novemila sacerdoti italiani a S. S. Pio Papa IX ed ai Vescovi Cattolici con esso uniti, Torino, 1862, Le firme raccolte furono 8943; altre erano annunziate, che avrebbero fatto ascendere il numero a pi di 10.000. Lindirizzo Passaglia, certo ortodosso, era contro il potere temporale (rprimable, lo definisce il M OLLET, La question romuine de Pie VI Pie XI, Parigi, 1932 p. 340): cfr. la prefazione del Passaglia, Petizione ... , clt., pp. 11-12, 15-16, 17 sgg.; e lo stesso indirizzo, perch il Papa annunzi la pace tra la voce di religione, di piet cattolica:

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Viva il Papa e la voce di patriottismo, e ... di nazionale indipendenza, Viva Roma Metropoli del nuovo Regno. Tra il maggio 1871 e il maggio 1875 vennero nominati dalla S. Sede 135 vescovi e 15 vescovi coadiutori con diritto di successione: di questi, soli 94 chiesero lexequatur, il governo ne concesse 28, ne neg 65, uno era in corso di esame il 7 maggio 75 (Discorso Minghetti alla Camera, 7 maggio 1875, Discorsi Parlamentari VI, p. 546. E cfr. anche il discorso Mancini, del 3 maggio, Discorsi Parlamentari, V. p. 41). 823 Si veda il quadro che dei clero rurale dellalta Lombardia traccia E. F ERRARIO, Qual la moralit de campagnuoli e come possa migliorarsi, Milano, 1875, p. 62 sgg. Questo studio aveva vinto il concorso Fondazione Ciani bandito dallIstituto Lombardo di Scienze e Lettere; giudici erano il Cant, il Cantoni e il Piola. Il solo nome del Cant basta ad assicurare che il Ferrario non era reo di tendenze anticlericali, e che la sua descrizione doveva esser ben fondata sulla realt. Il Ferrario in effetti sogna laccordo fra Chiesa e Stato, persuaso com, sulle orme del Lambruschini, che il miglioraento morale dei contadini deve effettuarsi soprattutto mediante lopera del clero. 824 Cenni sulla tregua accordata al Vaticano, premessi alla trad. di E. D E L AVELEYE, Lavvenire dei popoli cattolici, Roma, 1876, p. 11; e cfr. pure il discorso dellon. Tommasi Crudeli, 5 maggio 75, A. P., Camera, p. 2934. 825 Il parroco di Santa Maria del Carmine a Porta Portese in Roma, don Nicola Cafiero, sospeso a divinis per aver celebrato la messa per le reclute nella Pasqua del 71 (P ESCI, op. cit., p. 504). Le onoranze funebri e la stessa deposizione nel camposanto di Messina negate allon. Giuseppe Natoli, ex-ministro, per non aver ritrattato i suoi atti826 come ministro e legislatore; funerali e sepolcro parimenti negati allon. Gaetano Caruso, che aveva pure respinto linvito alla ritrattazione (Discorso Mancini alla Camera, 3 maggio 1875, Discorsi Parlamentari di P. S. Mancini, V, pp. 58-59). 826 Cos a Biella, allinizio, fa il vescovo nominato dopo le Guarentigie, uomo pio e caritatevole in s, ma cieco strumento dei gesuiti (S ELLA, Epistolario in., cit., p. 275).

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827 Cos a Biella, allinizio, fa il vescovo nominato dopo le Guarentigie, uomo pio e caritatevole in s, ma cieco strumento dei gesuiti (S ELLA, Epistolario in., cit., p. 275). 828 C. TACCHINI, La voce del sacerdote italiano sopra gli avvenimenti politico-religiosi compiuti nel 1870, Roma, 1871, p. XI. Per la reazione contro il clero dopo il 60, cfr. anche V. G ORRESIO, Il processo al clero dopo il 60, in Il Mondo, 30 aprile 28 maggio 1949. 829 In P. M ONGINI, Il nuovo Sinodo di monsignor Gastaldi arcivescovo di Torino indetto per i giorni 25, 26 e 27 giugno 1873 e le libert del clero, Torino, 18-3, p. 24 e cfr. anche p. 35. Il Mongini, gi parroco, poi scomunicato (cfr. J ACINI, Il tramonto ... , cit., p. 73), era un seguace del Passaglia; propugnava i diritti del laicato nella Chiesa, non solo per le elezioni ma anche per i sinodi, a cui avrebbe dovuto intervenire pure esso. 830 Op. cit., p. 47. 831 I TALICUS, Le condizioni presenti ed il prossimo avvenire della Chiesa, Roma, 1874 (estr. dal giornale Libert, gennaiofebbraio 1874), p. 31. Lautore sostiene che per tali motivi laccusa di antipatriottismo rivolta al clero in gran parte ingiusta. Rimedio, il solito: riforma della Chiesa, chiamando i laici a partecipare al governo di essa (p. 75 sgg). 832 Il clero e Linondazione di Roma, ne La Perseveranza del 4 gennaio 1871. 833 Memoriale, 20 gennaio 1872, cit. 834 L. C ARPI, Lincameramento dei beni parrocchiali, lesercizio delle ferrovie dello Stato e lammortamento del corso forzoso, Roma, 1877, p. 51 sgg., 55, 58, 73, 79. Lo studio era stato pubblicato ne Il Popolo Romano, lorgano ormai di Depretis. Cfr. anche M AZZOLENI, op. cit., p. 144: il povero clero inferiore ridotto sul lastrico. E si veda come gi nel 1861 il Pantaleoni, inviato dal Minghetti in missione a Napoli, sostenesse le necessit di guadagnarsi il basso clero, sin dallora incolpando la politica governativa di inerzia (F. D ELLA P ERUTA, Contributo alla storia della questione meridionale. Cinque lettere inedite di Diomede Pantaleoni (1861), in Societ, VI 1950, pp. 79 e 89). 835 Cos un sacerdote, don G UIDO P ICCARDI, cappellano di Cavriglia nel Valdarno Superiore, anti-codino, ancor par-

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tecipe dello spirito del clero patriota del Risorgimento e untiastensionista (Un viaggetto a Roma uscente il novembre 1876, in Le astensioni politiche dei 5 e 12 novembre 1876 celebrate in prosa ed in versi, Firenze, 1876, p. 64). 836 Discorso di Sidney Sonnino alla Camera, 30 marzo 1881 (Discorsi Parlamentari di S. Sovrano, I, p. 33). Giudizio non dissimile nello Z ANICHELLI, Monarchia e Papato in Italia, cit., p. 200. 837 Cosa lon. Tommasi Crudeli, alla Camera, il 5 maggio 1875 (A. P., Camera, p. 2934). Poich il Tommasi Crudeli era tra i pi risoluti oppositori della politica del Vaticano, le sue dichiarazioni sul patriottismo del vecchio clero sono significative. 838 Parole dure Pio IX pronunzi contro i cattolici liberali (parlando anche del Dllinger), ricevendo lamb. di Francia, dHarcourt, il 19 giugno 71; e anche ricevendo il 3 luglio 2500 ex funzionari pontifici: gli uomini del juste-milieu sono i peggiori di tutti (rr. dHarcourt, 21 giugno e 5 luglio, nn. 21 e 25; AEPC. P., Rome, t. 1051, f. 174 v. e t. 1052, f. 14 v.). Per combattere i cattolici liberali, ci si appellava anche alla grandezza della nazione, sfruttando motivi gi semi nazionalistici: cos, il 15 ottobre 1874, LOsservatore Romano deplorava il ritiro dellOrnoque da Civitavecchia, fatto che dimostra come nel cattolicisimo liberale lo spirito di dignit ed indipendenza nazionale sia pi basso che nel volterianismo e nella stessa damagogia, e come meglio da questi che da quello possano essere tutelati la grandezza e lonore della nazione. 839 Cos don G UIDO P ICCARDI (op. cit., pp. 37-38). Lultimo esempio di simile lotta contro il cattolico liberale laveva dovuto sopportare, a Firenze, Eugenio Albri. Anche labate A RR C ARROCCIO, op. cit., p. 13, constata, nel 1872, che lappellativo di cattolico-liberale, che molti ... lanciavano come uningiuria si loro avversari politici, ormai morto e sepolto. Egli, che ama la libert, non vede con sfavore tale fine perch, per lui, la religione deve mantenersi superiore ai partiti ed alle tendenze politiche, e non pu quindi essere n liberale n illiberale, n monarchica, n repubblicana. Egli rappresenta potremo dire la tendenza di centro, mentre il Piccardi la sinistra cattolica e il Nicora la destra.

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840 D ON L UIGI N ICORA, Sullintervento del clero nella politica, Milano, 1873 (estr. dal periodico La Scuola Cattolica, diretta da mons. Parocchi vescovo di Pavia), p. 16 sgg., 40. Il Nicora (poi vescovo di Como) ancora nel congresso cattolico di Bergamo del 1877 sostenne la tesi dellintransigenza assoluta: niente alleanze per le elezioni amministrative coi liberali, fossero essi progressisti, moderati o cattolici liberali: F. O LGIATI, La storia dellazione cattolica in Italia (1865-1904), Milano, 1922, p. 91. 841 Notato dallire. daffari francese, Tiby (r. Tiby, 6 ottobre 1875, n. 85; AEP, C. P., Italie, t. 393, f. 148 v.). 842 Zar Nominato senatore il 5 novembre 1866, mons. Giovanni Corti fu uno dei tre vescovi ascesi al laticlavio dopo le leggi Siccardi (cfr. I Senatori del Regno. Nomina-convalidazione ... ecc., a cura del Segretariato Generale del Senato, Roma, 1935, I, p. 82). 843 Cfr. Luzio, I Martiri di Belfiore e il loro processo, cit., pp. 246, 280, 292, 450 sgg. e passim (sul Corti, pp. 196-206); Profili biografici e bozzetti storici, II, cit., p. 393 sgg. E si veda del Martini stesso Il Confortatorio di Mantova negli anni 1851, 52, 53 e 55, pubbl. a Mantova proprio nel 1870, nel cui prologo egli dichiara: confesso di essere italiano anchio, ma confesso insieme di essere cattolico e di riparare mia gloria il professare la fede della Chiesa cattolica; cos come i martiri erano sinceramente cattolici e sinceramente italiani, cattolici e liberali insieme, amici dItalia senza essere nemici della Chiesa (II, p. 331). Sullassistenza a Calvi, II, p. 287 sgg.; anche Memorie politiche di Felice Orsini, ed. Ghisalberti, Roma, 1946, p. 269. 844 Sulla situazione delle diocesi di Mantova e di Pavia dopo il 70 e la caccia al sacerdote liberale da parte dei vescovi, cfr. il discorso di Anselmo Guerrieri Gonzaga, alla Camera, il 5 maggio 1875 (A. P., Camera, p. 2940). E anche il Raffini sottocit. 845 Cfr. A. C AUCINO, I frutti della legge sulle Guarentigie, in LUnit Cattolica, 23 luglio-4 agosto 1876, pp. 19-20 dellestr., Torino, 1876. 846 A. S. Giovanni del Dosso i votanti furono 207; a Frassine, 203.

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847 Per questi fatti cfr. C. G UERRIERI G ONZAGA, I parroci eletti e la questione ecclesiastica, Firenze, 1875, e art. ne Il Diritto, 30 giugno e 15 agosto 1875; LOpinione, 3 dicembre 1873 (I parrocchiani di Frassine); La Perseveranza, 7 dicembre 1873 (I parroci popolarmente eletti); la discussione alla Camera dei Deputati, il 4 dicembre 1873 (A. P., Camera, p. 290 sgg.), e gli echi nella discussione il 1, 4, 5, 6, 7 maggio 1875 (ib., pp. 2834, 2842, 2906, 2940, 2994, 3013), soprattutto il discorso Mancini che accenn anche ad elezioni consimili in alcune parrocchie della Sicilia e di altre regioni (Discorsi Parlamentari di P. S. Mancini, V, p. 61 sgg.); S CADUTO, op. cit., pp. 450 n., 452 sgg.; F. R UFFINI, Lelezione popolare dei parroci, in Scritti giuridici minori, cit., I, p. 337 sgg.; A. D ELLA T ORRE, Il cristianesimo in Italia dai filosofi ai modernisti, app. alla trad. di S. R EINACH, Orpheus, II, Palermo, 1912, p. 874 sgg. 848 Cfr. la prefazione del Lazio alle Memorie e lettere di Carlo Guerrieri Gonzaga, in Rassegna storica del Risorgimento, II (gennaio-febbraio 1915), p. 3 sgg. dellestr. (anche in Profili e bozzetti storici, cit., II, p. 473 sgg.); e le dichiarazioni del Guerrieri Gonzaga stesso, I parroci eletti ... , cit., p. 6 sgg., 61 sgg., 70. 849 l. p. Cadorna a Visconti Venosta, 16 febbraio 71, cit. 850 LItalia e la sua Chiesa, trad. ital., Roma, 1875, p. 39 sgg. Per altri esempi di elezioni popolari di parroci: estate 1875, a Pignano, presso Cividale (ib., pp. 44-45); nel 1879 a Ricaldone (Acqui), cfr. F. B ATTAGLIA, Lettere di Angelo Camillo De Meis a Donato Jaia, in Memorie Acc. Scienze di Bologna, serie IV vol. IX (1950), p. 128; ivi e a San Quirino (Udine), pure nel 79, D ELLA T ORRE, l. c., p. 927. 851 Libera Chiesa in libero Stato, nei Preussische Jahrbucher , cit., pp. 238-39. 852 La sentenza del tribunale riconobbe ai parrocchiani il diritto di riunirsi ed eleggere il loro pastore, come la minoranza a sua volta poteva scegliersi il parroco che le conveniva; e respinse la domanda degli attori che al Lonardi fosse interdetta ogni funzione spirituale nella parrocchia (ne Il Diritto, 5 luglio 1875). Lunico ad aver titolo ad azione sarebbe stato il vescovo di Mantova: ma mons. Rota, essendo privo di exequatur, non era tale agli effetti della legge civile (cfr. anche C AUCINO, l. c., p. 14 sgg.).

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853 Oltre lart. de La Perseveranza ora cit., cfr. anche, per comprendere bene il pensiero del Bonghi, il precedente discorso alla Camera, il 29 aprile 1872 (Discorsi Parlamentari, I, p. 387). Nessun movimento interno si pu produrre nella Chiesa sino a che al benefizio alla fabbrica, non venga sostituita, come soggetto giuridico della propriet ecclesiastica, lassociazione dei fedeli, dei parrocchiani, dei diocesani. Oggi, i cittadini non hanno altro diritto che uscire nudi dalla chiesa, di esserne cacciati, senza che lo Stato li difenda pi, n essi stessi abbiano nessun modo di difendersi ne loro diritti.. 854 Diffidenti riserve espressero pure taluni fra i maggiori giureconsulti dItalia, il Cassani, il Padelletti ecc. 855 Dichiarazioni Minghetti alla Camera, 7 maggio 1875: io auguro al mio paese che si risvegli il sentimento religioso, e che quello che succeduto in una o due parrocchie avvenga per vero e profondo sentimento in molti paesi, ma finch tutto si restringe a cos piccole manifestazioni, non posso credere che quella piccola scintilla produca gran fiamma. Ad ogni modo ... se taluno pu vedere con desiderio ridestarsi il sentimento religioso, e prendere quelle forme alle quali lon. Guerrieri Gonzaga alludeva, io credo per che il Governo debba astenersi completamente dallingerenza in simile materia. Lo Stato ... non [deve] mai farsi propugnatore ed eccitatore di riforme religiose (Discorsi Parlamentari, VI, p. 556). Cfr. pure la lett. dello Artom al von Treitschke, nel 1875, sulla legge delle Guarentigie, in E. A RTOM, Lopera politica del senatore I. Artom nel Risorgimento italiano, I, cit., p. 199: nessuna illusione sulle proportions microscopiques del movimento mantovano. Analogamente il Pansa, allora giovane funzionario al ministero degli Esteri, annotava nel suo Diario: mi pare che si sia esagerato limportanza del movimento mantovano (sub 6 novembre 1875). 856 Bisogna andar guardinghi prima di affrontar le insidie e i pericoli di un generale perturbamento degli ordini ecclesiastici. Simponga a vescovi e parroci, con leggi speciali, di rispettare la costituzione civile e politica del Regno; si frenino gli abusi ecclesiastici; si educhi il clero nelle scuole pubbliche; insomma, si promuova il rinvigorimento del senso religioso in Italia e da esso si attenda la riforma interna della Chiesa: ma niente imposizioni dal di fuori. Per ci egli era contrario anche ad istituire congregazioni laiche per lamministrazione dei beni

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ecclesiastici (Cenni sulla tregua accordata al Vaticano, premessi alla trad. italiana di E. D E L AVELEYE, Lavvenire dei popoli cattolici, cit., p. 15 sgg.). 857 Si rammenti come la questione dellelezione popolare nella Chiesa il Minghetti la proponesse, nel 61 e nel 70, come materia da far approvare dalla S. Sede (cfr. qui sopra p. 344-45, n. 208, e p. 346, n. 214).
858 motivo, questo, del momento politico che sattraversava fra il 74 e 75, con il Kulturkampf in Germania e, in Italia, le pressioni della Sinistra per una politica assai pi anticlericale, che va tenuto ben presente nel valutare lazione del governo e, in particolare, anche le dichiarazioni del Minghetti, presidente del Consiglio, alla Camera. Egli si oppone al programma della Sinistra, che si ridurrebbe a qualche durezza, a qualche persecuzione (e aveva ragione): perci, insiste sulla necessit che lo Stato rimanga estraneo, e attenua o persino sembra abbandonare alcuni suoi convincimenti, cherano invece ben radicati, e prima e dopo il 75 (cfr., per es., le sue dichiarazioni sul controprogetto Peruzzi e suo del 71, Discorsi Parlamentari, VI, p: 551). Ben ferma rimase, invece, sempre nel Minghetti lavversione a qualsiasi costituzione civile del clero (cfr. anche il discorso del 17 marzo 1871, Discorsi Parlamentari, V, p. 163 sgg.) e a qualsiasi intervento dello Stato nella vita interna della Chiesa (v. anche il discorso dell11 marzo 71, ib., pp. 154-55 e Stato e Chiesa, cit., p. 180). 859 Cfr. la discussione del 1 maggio 75 alla Camera (A. P., Camera, pp. 2834, 2841, 2847). Nel 75 ne invoc lapplicazione il M ARSELLI (La rivoluzione parlamentare del marzo 1876, cit. pp. 66-67 e 124); e vi torn su ancora il D E C ESARE, nella Nuova Antologia del 15 gennaio 1895. Nel maggio 1909 ne parl nuovamente alla Camera il Guardasigilli V. E. Orlando (cfr. F ALCO, Il riordinamento della propriet ecclesiastica, cit., p. VI sgg.). 860 La commissione, istituita con decreto 22 novembre 1871, design gli onn. Bonghi, De Filippo, Mauri, a redigere un primo progetto. Lon. Mauri ne present uno, in ventun articoli, che prevedeva deputazioni diocesane di sette membri (il vescovo, un canonico della cattedrale, un parroco della citt e uno della campagna, tre laici da designarsi dai Consigli provinciali), e deputazioni parrocchiali di cinque c tre membri,

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a seconda se la parrocchia annoverasse pi o meno di 10.000 anime (il testo, in B. D E R INALDIS, Dei rapporti fra la Chiesa e lo Stato e del riordinamento dellasse ecclesiastico a norma dellart. 18 della Legge sulle Guarentigie della S. Sede, Napoli, 1873, pp. 118-20). Altra commissione nel 1885 e progetto Cadorna del 1887, sempre a base di congregazioni parrocchiali e diocesane, costituite per solo da fedeli (cfr. S CADUTO, op. cit., p. 602 sgg.; F ALCO, op. cit., p. 36 sgg.). 861 Sui pericoli dellindifferenza del laicato insiste p. es. il B ORGATTI, Della libert della Chiesa cattolica nel Regno e delle sue necessarie attinenze alle altre libert, Firenze, 1870, p. 32. 862 La Perseveranza, 10 luglio 1867. Sulle difficolt di poter stabilire istituti misti di chierici e laici che offrano garanzie di regolare e buona amministrazione, insiste poi il P ACIFICI M AZZONI, La quistione romana nella seconda fase e la sua soluzione, Firenze; 1870, pp. 43-44; ma soprattutto insiste sui pericoli di una riforma come quella contenuta nel progetto Mauri, il D E R INALDIS, op. cit., pp. 5-6, 11-12, 117. Una simile sistemazione non farebbe che rafforzare il clero a danno della nazione. I laici sarebbero soverchiati e assorbiti dallelemento che essi invece dovrebbero ammodernare. Sul clero padrone delle eventuali congregazioni aveva insistito il D E R INALDIS, giannonista e tanucciano, gi nello scritto Sullemendamento dellonor. Peruzzi al titolo II della legge sulle relazioni della Chiesa con lo Stato firmato da altri 76 Deputati, Napoli, 1871, p. 49 sgg. Anche il M ARSELLI contrario alle comunit laiche: i beni ecclesiastici li amministri lo Stato (La Rivoluzione parlamentare ... , cit., p. 123). Favorevole invece il De Meis, che auspica anche lelezione popolare dei parroci e dei vescovi (B ATTA GLIA , l. c., pp. 127-28). 863 A. P., Camera, p. 6190 (discorso del 9 maggio 1873). 864 Lett. al De Cesare, s. d., ma primi mesi 1895 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Nel novembre 1875, dopo il discorso a Cologna Veneta del Minghetti, che sera nuovamente impegnato alla legge sulla propriet ecclesiastica, il ministro di Francia osservava che una legge simile sarebbe stata fonte di gravi turbamenti, che gli uomini di Stato italiani se ne rendevano ben conto, e che perci avrebbero cercato (secondo gli era stato dichiarato) di far una legge il meno possibile vessatoria e soprattutto di trascinar le cose in lungo come fu (r. Noailles, 9 novembre 1875, n.

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92; AEP, C. P., Italie, t. 393, f. 208 sgg.). Cfr. anche M INGHETTI,Discorsi Parlamentari, VI, pp. 551-52. 865 V IGO, op. cit., I, p. 39. Sul dilagare di tali associazioni, per cui i clericali vogliono combattere lItalia colle armi medesime che essa loro fornisce, introducendosi nei Consigli comunali e provinciali, occupando le amministrazioni delle opere pie, e di l muovendo guerra alle istituzioni politiche senza uopo di entrare in Parlamento e di passare sotto le forche caudine del giuramento, vedi lart. de La Perseveranza, 15 maggio 1871 (Agitazioni religiose). 866 Cfr. E. V ERCESI, Il movimento cattolico in Italia (18701892), Firenze, 1923, p. 12 sgg. Sulla storia del movimento cattolico in Italia, si vedano soprattutto fini osservazioni in F. F ONZI, I cattolici transigenti italiani dellultimo Ottocento, in Convivium, 1949, p. 955 sgg., e Per una storia del movimento cattolico italiano (1861-1919), in Rassegna storica del Risorgimento, XXXVII (1950), p. 140 sgg. V per da osservare che, se per il periodo pi tardo pu essere vero che gli intransigenti pervenissero anche a posizioni politiche e direi soprattutto sociali assai pi ardite di quelle dei transigenti, s da non poter esser battezzati semplicemente quali conservatori, per ben certo che per parecchio tempo dopo il 70 gli intransigenti furono, dichiaratamente, reazionari nel senso di avversare lunit dItalia con Roma capitale: e in tal senso la loro azione fu interpretata, in Italia e fuori dItalia, e pes sulla situazione del Regno. Dimenticare questo, sarebbe alterare tutta quanta la realt storica. E quanto agli appelli di stile spesso addirittura socialisteggiante che la stampa intransigente rivolge al popolo, gi dopo il 1860, va tenuto ben presente chessi sono mezzo tattico proprio per la lotta contro lo Stato italiano (cfr. qui appresso, p. 431 sgg.). 867 La Perseveranza, 17 ottobre 70 (Il Papa va o resta?). Cfr. anche 18 settembre. 868 Cos il Settembrini: la monarchia tutto dun pezzo, forte, con un principe rispettato, la monarchia stabilita in Roma, distrugger necessariamente e inevitabilmente il papato, un poco pi presto o pi tardi non importa (Epistolario, cit., p. 283). 869 Correspondance 1872-1892, pp. 15, 27, 29, 43, 131. E cfr. anche La crise religieuse en Europe (1874), in Mlanges religieux

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et historiques, cit., p. 15: impossibili i conclavi in Roma libera: il Papato dovr abbandonare Roma. Molto diversamente opinava lartista francese che nel 67 sconsigliava al Massari di andare a Roma y songez-votis ... placer un berceau dans un tombeau! (Discorso Massari alla Camera, 13 marzo 1872, A. P., Camera, p. 1183). 870 S. A GOSTINO, De civitate Dei, I, 1 e 7 (ed. Dombart, Lipsia, 1863, 1, pp. 4 e 11). 871 Si veda come egli attribuisca al Papato tutta la responsabilit delloppressione angioina in Sicilia; e come a 81 anni, rivedendo le tresche de papi con Pipino e Carlo Magno ... le basse adulazioni, le fraudolenti proposte, le insinuazioni superstiziose gli venisse la rabbia oggi come a 18 0 20 anni (Carteggio, II, pp. 258, 304). Quanto al giudizio sul Papato del sec. XIX, cfr. III, p. 291 (e II, p. 305): Oh, avessio lo spirito di Maometto, per convertire gli Italiani ad unaltra religione che non fosse la Cattolica Apostolica Romana!. Sulla sua educazione giovanile, del tutto irreligiosa, cfr. LElogio del DA N CONA (Carteggio, II, pp. 321-322 e 368, n. 6); e sul suo disincantamento, sul non credere pi alla spirale progressiva, Carteggio, II, p. 252. 872 A Renan, 30 marzo 1883 (Carteggio, II, p. 282 e cfr. p. 290). 873 Cos il Klnoky, allinizio delle trattative che condussero alla Triplice Alleanza, e, sulle sue orme, il barone Hiibner (G. P., III, p. 194; F. S ALTA, Per la storia diplomatica della questione romana, I, Milano, 1929, p. 169). Cfr. la mia nota Kulturkampf e Triplice Alleanza ... , in Rivista Storica Italiana, LXII (1950), pp. 261-62, 275. 874 Cos il Bismarck (G. P., III, p. 197). 875 Fra i quali, Anselmo Guerrieri Gonzaga, fratello di Carlo: cfr. Discorso dellon. A. Guerrieri Gonzaga agli elettori del collegio di Mantova, 19 ottobre 1876, Mantova, 1876, p. 24. 876 La diplomazia in Roma, 2 marzo 1872. 877 E la tesi del D E L AVELEYE, Lavvenire dei popoli cattolici, cit., p. 25 sgg. Nel 1872, il S ERRA G ROPELLI pubblic nel Diritto, e poi a parte, considerazioni su LItalia Nera, sostenendo che i popoli di religione papale o erano morti o andavano morendo (2 ed., Roma, 1873, p. 5). Anche per il M ARSELLI

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il cattolicesimo era una potente causa di rovina per le nazioni latine (La Rivoluzione parlamentare, cit., p. 103). 878 Nel discorso alla Camera il 6 maggio 1875 (A. P., Camera, pp. 2977-78). Anche il Vignoli insistette, nel 76, che il Papato non era nemico da prendere alla leggera; che il credere nella fine prossima del cattolicesimo era un errore funesto, un abbaglio comune a molti e causa di sconfitte continue per i liberali; e afferm la potenza e temibilit del Papato (Delle condizioni morali e civili dItalia, Milano, 1876, p. 71 sgg.). 879 Discorso alla Camera del 14 marzo 1881 (Discorsi Parlamentari, I, p. 301). 880 Visconti Venosta a Minghetti, 8 luglio 1874: ... non sono nel vero quei nostri amici della Camera e del giornalismo i quali simmaginano, solo leggendo i giornali, che il Papa diventato a un tratto meno che un canonico del Duomo (BCB, Carte Minghetti, cart. 35 a). Gi per La Nazione del 22 novembre 1870 i romani, cos impazienti, avrebbero dovuto considerare che il Papa ... non si pu trattare con tanto sprezzante confidenza (La politica a Roma). 881 Era quel che chiedeva Giuseppe Ferrari, nel dicembre 70 (Carteggio inedito, cit., p. 253). Cfr. Le carte di G. Lanza, cit., VI, p. 323. 882 Afferm egli stesso, nel discorso alla Camera del 28 novembre 1895, di non essere ateo ma deista (Discorsi Parlamentari, III, pp. 860-61). 883 Discorsi Parlamentari, III, p. 859; e cfr. Pensieri e Profezie, pp. 80 e 92. 884 Discorsi Parlamentari, III, p. 686. 885 Lett. 24 agosto 1894 (MRR, Carte Crispi, b. 660, n. 8/4): e cfr. anche lett. 6 novembre 1887 (ib., b. 660, n. 6/12). 886 Carteggio, cit., II, pp. 215-16. LAmari, per, non pensava n saugurava! quel mariage fra la Chiesa e il secolo bens fra questultimo et lutilit sociale du christianisme cio una riforma che della Chiesa romana avrebbe dovuto, certo, lasciar assai poco. 887 Leone XIII nellenciclica Quod Apostolici muneris, 28 dicembre 1878 (il testo ital. in Le encicliche sociali dei Papi, a cura di I. G IORDANI, 2 ed., Roma, 1944, p. 25).

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888 Tolgo lespressione al G IORDANI, op. cit., p. 13. Lindifferenza teorica della Chiesa per il principato duno o di molti, purch esso sia giusto e rivolto al comune vantaggio affermata gi com noto nella Diuturnum (29 giugno 1881) e nella Immortale Dei (1 novembre 1885; ib., pp. 57, 69, 81. Cfr. E. S ODERINI, Leone XIII, Milano, 1932, pp. 322-23). 889 In Francia, alla vigilia della politica di Leone XIII, gli ultra continuavano a ripetere, in perfetta linea col Sillabo: la societ attuale incurabile, essa uscita per intiero dall89, noi non distinguiamo l89 dal 93, combattiamo collo stesso ardore la causa e leffetto. Il cattolico doveva essere o controrivoluzionario o niente; e doveva sputare sulla rivoluzione, si chiamasse 89 o 93. Contro tali eccessi polemizz un cattolico sicuro come il D E F ALLOUX, La controrivoluzione, trad. ital., Firenze, 1879, pp. 12 e 27. 890 Su questa intesa col mondo moderno del Cattolicesimo, dopo il Sillabo e nonostante il Sillabo, cfr. efficaci osservazioni in G. P EPE, Il Sillabo e la politica dei cattolici, Roma, 1945, pp. 7-8, 34. E cfr. anche J ESOLO, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, cit., p. 191, sulle molte condanne di istituti e asserite inaccettabilit di situazioni, pronunziate dalla Civilt Cattolica e poi modificate. 891 Il gustoso episodio dellincontro fra Taine e Pasteur narrato dallo H ANOTAUX, Mon temps, cit., II, pp. 165-67. E si pensi, anche, alla conversione di Brunetire e al suo affermare il fallimento della scienza. 892 Cos lAmari, nel 1878 (Carteggio, II, p. 236). 893 Cfr. P. G OBETTI, Risorgimento senza eroi, Torino, 1926, p. 313. 894 Discorso alla Camera del 5 maggio 1881 (Discorsi Parlamentari di A. Depretis, VII, p. 681; e cfr. anche M. C OPPI NO , Commemorazione di A. Depretis letta a Stradella il 4 ottobre 1888, Torino, 1888, p. 38). 895 Cos lo S PAVENTA, La Politica della Destra, cit., p. 199. 896 Nella seduta del 9 marzo 1877 (A. P., Camera, p. 1922). 897 Congresso generale delle Societ Operaie Italiane tenuto in Roma nellaprile del 1872, Roma, 1873, p. 149 sgg.; in genere, G. M ANACORDA, Il movimento operaio italiano attraverso i

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conggressi operai e socialisti, suppl. al n. 8-9 di Rinascita (1949), p. 4. 898 Il quale approv infatti lordine dei giorno Arbib per listruzione obbligatoria, con sanzioni agli inadempienti (l. c., pp. 160-61). 899 Correspondance, IV, pp. 29-30, 56. 900 La rforme intellectuelle et morale, cit., p. 103. Naturalmente, esaltazioni delle Universit tedesche, focolai di libero pensiero, ma non di proselitismo indiscreto. 901 Que lEglise admette deux catgories de croyants, ceux qui sont pour la Iettre et ceux qui seri tiennent lesprit. A un certain degr de la culture rationelle, la croyance au surnaturel devient pour plusieurs une impossibilit; ne forcez pas ceux-l porter une chape de plomb. Ne vous mlez pas de ce que nous enseignons, de ce que nous crivons, et nous ne vous disputerons pas le peuple; ne nous contestez pas notre piace luniversit, lacadmie et nous vous abandonnerons sans partage lcole de campagne. Lesprit humain est une chelle o chaque degr est ncessaire; ce qui est bon tel niveau nest pas bon tel autre; ce qui est funeste pour lun ne lest pas pour lautre. Conservons au peuple son ducation religieuse, mais quon nous laisse libres (La rforme intellectuelle et morale, cit., pp. 98-99). difficile immaginare un pensiero dove preoccupazioni sociali-politiche in senso conservatore e aristocraticismo culturale si intreccino e influiscano luno sulle altre con maggior chiarezza. Da notare, anche, il mutamento del Renan 1871 di fronte al Renan 1848-49 il quale aveva invece affermato proprio lopposto, e cio la necessit delleducazione del popolo: per i progressi dello spirito umano non basta che alcuni pensatori isolati pervengano a grandi scoperte. Un risultato non acquisito che quando entrato in circolazione su vasta scala (Lavenir de la science, Parigi, 1890, pp. 325, 335, 364). Nel 1890, scrivendo la prefazione per LAvenir, continua sul tono del 71: le conquiste della Scienza non hanno alcun rapporto con lestensione dellistruzione popolare; anzi, volgarizzare la Scienza significa diluirla e quindi indebolirla (cfr. S TRAUSS, op. cit., p. 75). Le supposizioni del Sorel (Germanesimo e storicismo di E. Renan, l. c., pp. 432-34), che Renan nelle sue affermazioni de La rforme si devessere ispirato a Le Play e persino a Proudhon, non mi sembrano, nonch provate, nemmeno

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necessarie: il problema delleducazione del popolo a mezzo del parroco era, proprio in Francia, problema vecchio dal 48-49. 902 Cfr. S TRAUSS, op. cit., p. 230. 903 S TRAUSS op. cit., p. 260 sgg. 904 Classiche, al riguardo, sono le espressioni del Voltaire nelle lettere del 1, 13 e anche 28 aprile 1766 (Oeuvre compltes, ed. Parigi, 1911, XL, pp. 387, 392, 397). 905 G. W EILL, Histoire de tenseignement secondaire en France (1802-1920), Parigi, 1921, pp. 102, 108, 126; P. D E L A G ORCE, Histoire de la seconde Rpublique franaise, 93 ed., Parigi, 1925, II, p. 274; E. B EAU D E L OMNIE, Le responsabilit delle dinastie borghesi, trad. ital., Milano, 1946, p. 150. Anche ai suoi amici italiani, il Cousin raccomand gran prudenza: il Piemonte stesse quieto quieto, non facesse ricordare che era un paese libero, se non voleva perdersi (Il Risorgimento italiano in un carteggio di patrioti lombardi, 1821-1860, a cura di A. Malvezzi, 1924, p. 503).
906 interessante osservare la posizione assunta dal Cavour, al riguardo della legge Falloux, nella discussione alla Camera subalpina con lon. Valerio, il 21 novembre 1851: dove la fede del Cavour nella libert, e quindi anche nella libert di insegnamento, si contrappone ai timori del Valerio, corroborati proprio con lesempio della Francia, che la libert dinsegnamento si converta in potenza della Chiesa (Discorsi Parlamentari, ed. Omodeo Russo, IV, Firenze, 1934, p. 511 sgg.). tuttavia fuori dubbio che la legge Falloux signific il trionfo delle tendenze clericali in Francia e linizio di una dura reazione nellinsegnamento, di cui fecero le spese, ad esempio, un Michelet e un Taine. Sullatteggiamento del Cavour, cfr. alcune mie osservazioni in ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI, Convegno di scienze morali storiche e filologiche, 4-10 ottobre 1948. Il 1848 nella storia dEuropa, Roma, 1949, pp. 347-49. 907 D. H ALVY, Le courrier de M. Thiers, cit., p. 240 e cfr. anche p. 230; H. M ALO, Thiers, Parigi, 1932, p. 387 sgg. Per la reazione dei ceti medi francesi contro i montagnards del giugno 48 e a favore di una repubblica des honntes gens, D E L A G ORGE, op. cit., I, pp. 406 sgg. 908 ... veuillez mexpliquer la conduite de Thiers; est-il tellement vieilli quil a perdu le fil de ses ides? Que veut-il

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donc? Quespre-t-il? Costanza Arconati a Jules Mohl, 7 gennaio 1850 (Il Risorgimento italiano in un carteggio di patrioti lombardi, cit., p. 437). 909 C FR . H ALVY, op. Clt., p. 256 Sgg.; D E L A G ORCE, op. cit., II, p. 274 sgg.; M ALO, op. cit., p. 400 Sgg.; B EAU D E L OMNIE, op. cit., pp. 150-51; G. B OURGIN, La question scolaire en 1848 et la loi Falloux, Parigi, 1948, p. 183 sgg.; G. B OURGIN, La question scolaire en 1848 et la loi Falloux, in Convegno ... 1848, cit., p. 329 sgg. Il giudizio dato subito dal Marx era giusto (C. M ARX E F. E NGELS, Il 1848 in Germania e in Francia, Roma, 1946, pp. 226 e 301-302).
910 uno dei nomignoli con cui fu battezzato dai comunardi (R. D REYFUS, M. Thiers contre lempire, la guerre, la commune, 1869-1871, Parigi, 1928, p. 33-1, n. 2). 911 Altri per temettero anche linsegnamento medio; gli studi di umanit furono accusati di favorir il socialismo, per esempio dal Bastiat, e il risultato di queste preoccupazioni fu il piano di studi statuito dal governo il 30 agosto 1852, che faceva assai pi largo posto alle scienze e alle lingue moderne, ma che tendeva ad abbassare il livello degli studi, per il timore di eccitare troppe ambizioni e troppi sogni nei giovani (W EILL, op. cit., p. 134 sgg.). 912 Correspondance, III, p. 276 (9 settembre 1875). 913 Ib. IV, p. 204 (25 giugno 1885). 914 Si vedano le considerazioni del D E L AVELEYE, Nouvelles Lettres dItalie, cit., p. 57. 915 Cos, proprio il Visconti Venosta parlando dei contadini della Valtellina, in una Iett. del 1856 alla contessa Clara Maffei (C. O LMO, Lettere giovanili di Emilio Visconti Venosta, in Nuova Antologia, CCLXII, 1 luglio 1915, pp. 8-9). 916 Ora in L AMBRUSCHINI, Scritti politici e di istruzione pubblica, a cura di A. Gambaro, Firenze, 1937, pp. 465-66. Dei pensieri degli uomini di poca fede era partecipe anche Vittorio Emanuele II, il quale scriveva a Pio IX, il 21 settembre 1849: Le presenti callamit [sic!] dobbiamo riconoscerlo hanno per sola origine la mancanza di quella fede che promettendo un compenso alle pene della vita, insegna e persuade a soffrire, mentre quelle scuole invece che togliendo alluomo la speranza futura, gli insegnano soltanto a godere, lo spingono a cercare il

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suo a qualunque costo, e cos sconvolgono la societ. Lufficio principale del Clero limpedire che il popolo beva tali perverse dottrine in p. P. P IRRI S. J., Pio IX e Vittorio Emanuele II dal loro carteggio privato, I, Roma, 1944, p. 41. 917 In errogazione Bonghi, 13 giugno 1871, sopra il progettato congresso degli studenti universitari a Firenze ecc. (A. P., Camera, p. 2858 sgg. Manca nella raccolta dei Discorsi del Bonghi). Cfr. anche La Perseveranza, 15, 19 e 20 giugno, anche in polemica con Il Diritto, che aveva preso le difese delle associazioni universitarie. Si veda, anche, la discussione alla Camera, il 13 e 19 dicembre 1885, sul decreto Coppino che proibiva le associazioni politiche universitarie: gli uni temono i circoli cattolici, gli altri i circoli radicali la solita preoccupazione per i due pericoli, il rosso e il nero (A. P., Camera, pp. 15697 sgg., 15887 sgg., e soprattutto 15889). 918 Seduta del 20 gennaio 1874 (A. P., Camera, pp. 770 e 784). Motivi analoghi nel Ferrarlo: i contadini che hanno un po di istruzione, sono i pi svogliati al lavoro; o corrono avidamente a certi giornalacci ed opuscoli. Codesti letterati da villaggio, arruffoni ed intriganti, tengono conferenze nelle bettole, nei bugigattoli, nelle piazze, facendosi maestri di quelle dottrine che appianano meravigliosamente la strada ai seguaci dellInternazionale (Qual la moralit de campagnuoli e come possa migliorarsi, cit., p. 110). Identica deprecazione per la diffusione dei giornali rossi in T AINE, Correspondance, III, p. 181 (1872). 919 Relazione del ministro Coppino al progetto di legge sullobbligo dellistruzione elementare. 16 dicembre 1876 (A. P., Camera, Documenti, n. 42, p. 5). Gi lo Scialoja, allora ministro, nel 74 aveva trovato esagerati i timori dellon. Lioy (A. P., Camera, p. 799). 920 Seduta del 6 marzo 1877 (A. P., Camera, pp. 1818 e 1831). Gi Renan aveva detto che i mezzi letterati dovevano esser considerati come scimmie inutili e piene di pretese: op. cit., p. 230. 921 Cos lon. Luigi Ferrati, della Sinistra, che il 26 febbraio 1883 parl alla Camera contro linsegnamento elementare affdato ai comuni, proprio perch in molti di essi, dove lo spirito democratico non era ancora penetrato e spirava ancora unaria quasi medievale, i conservatori non avrebbero fatto nulla per

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far progredire sul serio listruzione del popolo (A. P., Camera, p. 1513). Nel 1894, di fatto, i proprietari terrieri della Sicilia, riuniti nella sala Aragona a Palermo, proposero di eliminare dalle spese obbligatorie dei comuni quelle che si riferivano allistruzione elementare nelle scuole che ci nonostante sussistessero, si doveva stabilire lobbligatoriet dellinsegnamento religioso (S. F. R OMANO, Storia della questione meridionale Palermo, 1945, p. 189. E cfr. lAvanti del 9 aprile 1897: gentile comunicazione dello stesso prof. Romano). 922 Discorso ala Camera del 3 dicembre 1878 (Discorsi Parlamentari, I, p. 680). 923 Su queste distinzioni fra educazione e istruzione, cfr. il discorso del De Sanctis alla Camera il 6 maggio 1878 (La Critica, XI, pp. 337-38). 924 Cos il Sonnino, nel discorso alla Camera del 30 marzo 1881 (Discorsi Parlamentari, I, p. 36). 925 Cfr. anche, durante le discussioni per la legge elettorale nel 1881, gli attacchi allistruzione monca, allistruzione disgiunta da educazione morale degli onn. Di Rudin, Brunetti, Pandolfi, Saladini alla Camera, il 25, 28, 31 marzo e 4 aprile (A. P., Camera pp. 4705, 4773, 4874 sgg., 5034. Anche, lon. Maurigi, ib. ib., p. 4695). 926 T. M ARTELLO, Storia della Internazionale dalla sua origine al congresso dellAfa, Padova-Napoli, 1873, p. 399. La scienza incompleta, superficiale e scompagnata dalla pubblica educazione, molto pi funesta allordine sociale dellignoranza: lon. Brunetti alla Camera, il 28 marzo 1881 (A. P., Camera, p. 4773). 927 1 aprile 1881 (A. P., Camera, p. 4923 sgg., 4927). 928 P. es., il col. A. Ricci, Appunti sulla difesa dellItalia in generale e della sua frontiera nord-ovest in particolare, Torino, 1872, p. 110, che protesta contro il miracolismo dellalfabeto e sostiene la necessit della elevazione della classe colta, che la grande caratteristica della civilt. 929 A Lidia, 21 marzo 1877 (Lettere, XI, p. 58. Per latteggiamento politico di allora, ib., pp. 57, 63-64, 172). 930 Seduta del 22 gennaio 1874 (A. P., Camera, p. 288). 931 Relazione, cit., p. 15.

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Seduta del 20 gennaio 1874 (A. P., Camera, p. 779). Seduta del 21 gennaio 1874 (A. P., Camera, pp. 805-806). 934 Seduta del 5 marzo 1877 (A. P., Camera, pp. 1810-11). 935 Op. cit., p. 430 sgg., 445. 936 Cos lAmari, nel 1879 (Carteggio, II, p. 244). LAmari scrive questo al Renan, contro una eventuale autorizzazione agli allievi dei Seminari di sostenere gli esami di licenza liceale senza aver prima fatto nessun anno di studi laici. Nel 1875, la stampa italiana anche moderata aveva biasimato la libert dellinsegnamento superiore, sancita dallAssemblea Nazionale francese: pericolosa, giacch metteva gli ultramontani in posizione soverchiante (cfr. La Perseveranza, 18 giugno 1875; La Nazione, 19 giugno 1875). Linc. daffari francese, Tiby, constata che in Italia quella libert ritenuta un abbandono delle costanti tradizioni francesi, a profitto dellultramontanismo (r. Tiby, 8 settembre 1875, n. 78; AEP, C. P., Italie, t. 393, ff. 105-105 v.). 937 Lon. Faldella, nella seduta del 16 marzo 1881 (A. P., Camera, p. 4406). 938 Lon. Fusco, nella seduta del 22 febbraio (A. P., Camera p. 1425. Cfr. anche gli on. Indelli e Merzario, il 23 febbraio, ib., pp. 1433 e 1442). 939 La libert della Chiesa, cit., pp. 198, 203. 940 Il problema sociale e morale in Italia, ne La Perseveranza del 30 maggio 1871. 941 La Perseveranza, 2 e 7 giugno 1871 (La voce de fatti e La donna a Parigi). Lart. del 2 giugno del Bonghi. 942 Discorsi Parlamentari, I, p. 487 (19 dicembre). 943 Studi e discorsi intorno alla Pubblica Istruzione, Firenze, 1937 (Opere, VIII), p. 124. 944 Discorsi Parlamentari, II, p. 287 sgg. Nella discussione, precisando, il Bonghi afferm di non aver detto che nella scuola fosse gi proibito di pronunziare il nome di Dio, ma che si era su di una via per cui a quel risultato si sarebbe arrivati in breve (A. P., Camera, p. 1626). Nelle lamentele sui maestri ecc. il Bonghi aveva fatto sue le proteste di un maestro elementare pensionato, leggendone alla Camera brani di lettera. 945 Le carte di G. Lanza, cit., X, p. 106.
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946 Cos il D E L AVELEYE, daccordo col Luzzatti, Nouvelles Lettres dItalie, cit., pp. 33-34. 947 Cos Diomede Pantaleoni in una lettera al De Laveleye, nel 1882 (D E L AVELEYE, op. cit., p. 103). 948 Pensieri e profezie, cit., p. 177. 949 Op. cit., pp. 163-64. 950 Appunti del dicembre 1896 (MRR, Carte Crispi, busta 668 n. 3/18). 951 Colloquio col Farini, 12 marzo 1895 (F ARINI, Diario, I, p. 663). 952 Si vedano le reazioni degli anticlericali irriducibili, e le dichiarazioni del Crispi, fermo nellopporsi allanarchia che si fa avanti colla dinamite e col pugnale (Carteggi politici inediti, cit., pp. 519-20; F ARINI, Diario, I, pp. 577-78). 953 Lon. Rosano, nella seduta del 2 marzo 1883 (A. P., Camera, p. 1605). 954 Discorso alla Camera, 2 marzo 1883 (A. P., Camera, p. 1616 sgg.). Per il discorso Bovio del 26 febbraio, ib., p. 1518. 955 Discorso alla Camera, 6 maggio 1875 (A. P., Camera, p. 2978). 956 Martini a Carducci, 16 ottobre 1894 (M ARTINI, Lettere (1860-1928), Milano, 1934, pp. 291-92). 957 Cos Il M INGHETTI, Stato e Chiesa, cit., p. 227 sgg. 958 Cfr. per la Francia C H . M ORAZE:, La France bourgeoise, Parigi, 1946, p. 122. 959 Considerazioni malinconiche, ne La Perseveranza dell11 settembre 1870. 960 La politica della Destra, cit., pp. 201-202. 961 Discorso alla Camera, 1 marzo 1883 (Discorsi Parlamentari, II, p. 284). Il Bonghi polemizza proprio contro gli intendimenti del ministro Baccelli, di rinnovare la storia romana e leducazione romana antica. 962 LItalie ne sera jamais avec personne, elle trahira toujours, jusquau moment o, dlivre de ses politiciens et de ses journalistes, esse se rsignera tre un Etat de second ordre, trs heureug sa manire (R ENAN -B ERTHELOT, Correspondnce, p. 504). Questo fu scritto nel 1881, dopo Tunisi.

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963 Cfr. anche il discorso Massari, alla Camera, il 13 marzo 1872 (A. P., Camera, p. 1183). 964 Leone XIII, nellenciclica Inscrutabili Dei consilio, 21 aprile 1878 (cfr. il testo ital. ora in Le encicliche sociali dei Papi, cit., p. 17). 965 C. Correnti al MicheIet, 20 febbraio 1871 (M ONOD, Jules Michelet, eit., p. 59). 966 Cfr. C. A. B ODELSEN, Studies in Mid-victorian Imperialism, Copenaghen-Cristiania-Londra-Berlino, 1924 pp. 124 sgg., 174 sgg., D. C. S OMERVELL, English Thougth in the Nineteenth Century, Londra, 1.929, pp. 182 sgg., 188-89; R. H. M URRAY, Studies in the English Social and Political Thinkers of the Nineteenth Century, II, Cambridge, 1929, pp. 185 sgg., 207-208; e in genere F. B RIE, Imperialistische Strmungen in der Englischen Literatur, in Anglia, 1916, f. I, pp. 110-184. 967 A Song of the English (The Seven Seas). 968 Non a caso lo Hanotaux, gran colonialista, dedic la sua opera di storico alla Histoire du cardinal de Richelieu. 969 Quartetto, ed. Milano, 1883, pp. 44-45. 970 Vi fu una certa irritazione in Italia per le iscrizioni del monumento ad Arminio: cfr. R. D E Z ERBI, Il trionfatore della doppiezza italiana, in Scritti Politici, Napoli, 1876, p. 401 sgg.; r. Tiby, 8 settembre 1875, n. 78; AEP, C. P., Italie, t. 393, f. 106. 971 De Laveleye, Nouvelles lettres dItalie, cit., pp. 67 sgg. 99-100. Lo scrittore belga gi nel 1871 aveva esortato lItalia ad accontentarsi di essere uno Stato di secondordine, anzich aspirare alla parte di grande potenza (Causes de guerre en Europe, Bruxelles, 1871, p. 122); e cfr. Lettres dItalie, Bruxelles, 1880, p. 365: Imbition dplorable de jouer un rle dans les complications de la politique europenne. Il B ERTHELOT invece trovava nel 1872 che gli Italiani avevano compreso que le bonheur est dans la mdiocrit (R ENAN -B ERTHELOT, Correspondance, p. 425). 972 Il De Laveleye infatti deplora che lItalia, priva di carbone e di ferro, voglia industrializzarsi, e le suggerisce di dedicarsi soltanto allagricoltura (Nouvelles Lettres, cit., pp. 16 s. 75). 973 Si veda infatti come anche il Nigra, al pari del Minghetti, reagisce contro lidea che lItalia possa limitarsi ad essere un

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grande Belgio, senza lindustria (l. p. al C RISPI, 7 agosto 1890, in C RISPI, Questioni Internazionali, p. 132, ripubbl. in C. M., D E V ECCHI D I V AL C ISMON, Lo scioglimento della Pro Patria di Trento nel carteggio Crispi-Nigra, in Rassegna Storica del Risorgimento, XXI 1934, p. 17). 974 Per linflusso che, pi tardi, gli eventi internazionali e il dilagar dellimperialismo ebbero sulla formazione del nazionalismo italiano, cfr. le belle pagine del V OLPE, Italia moderna, cit., II (1898-1910), Firenze, 1949, p. 341 sgg. 975 Seduta del 23 gennaio 1874, alla Camera (La Critica, XI, p. 324). 976 Sedute del 30 maggio e 17 giugno 1878 (La Critica, XI, pp. 398 sgg., 405 sgg.). 977 Cfr. M ORANDI, La Sinistra al potere, cit., p. 86. 978 Correnti a Cairoli, 28 aprile 1881 (MRP, Carte Cairoli, pacco 19). Queste cose Correnti le aveva dette a Crispi il giorno prima. 979 Discorsi alla Camera, il 16 marzo 1881 (Roma, 1881, p. 16) e al Senato, il 12 maggio (Roma, 1881, pp. 10 e 13), sul Policlinico e sul Palazzo delle Scienze in Roma. Per Roma, che fa convergere su di s come sopra uno specchio i raggi di sapienza e di luce delle cento citt dItalia, ecc., si veda anche il discorso in Campidoglio, l8 ottobre 1882, per la premiazione dei vincitori della gara fra i licenziati donore dei Licei, in G. G ORRINI, Guido Baccelli, Torino, 1916, p. 50 n. 1. 980 Discorsi alla Camera il 17 e 18 dicembre 1881, (Roma, 1882, p. 23). 981 Oltre ai discorsi gi citati, cfr. il discorso alla Camera del 28 febbraio 1883, in occasione della discussione del bilancio 1883 della Pubblica Istruzione (A. P., Camera, p. 1554 sgg.); la conferenza a Genova il 1 settembre 1881, su La scuola popolare. Lautonomia delle universit, pubbl. nel Giornale della Societ di lettere e conversazioni scientifiche di Genova, 1881 (soprattutto p. 8 sgg.) e, ancora, la conferenza tenuta a Roma nel 1897, Educazione nazionale ed esercito. Contro la romanit del Baccelli cfr. il discorso del Bonghi alla Camera (Discorsi Parlamentari, II, p. 283 sgg.). Esatto il giudizio del C AN DELORO Che Roma, mentre per Bonghi rappresentava un valore storico-culturale, per Baccelli invece era un ideale politico

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nazionale (prefazione a B ONGHI, Studi e discorsi intorno alla pubblica istruzione, cit., p. XV). 982 Educazione nazionale ed esercito, p. 12 sgg. 983 Educazione nazionale ed esercito, p. 20. 984 Educazione nazionale ed esercito, p. 28. 985 Scritti e discorsi politici, cit., p. 441. 986 Op. cit., p. 449. 987 Cos lA MARI nella chiusa della Storia dei Musulmani di Sicilia, apparsa nel 1872 (III p. 895; ora, nelled. Vallino, III, parte 3, Catania, 1939, p. 922). 988 C RISPI, Scritti e discorsi politici, cit., p. 496. E cfr. il discorso alla Camera il 10 marzo 1881, a favore del disegno di legge per il concorso dello Stato nelle opere edilizie e di ampliamento della capitale (Discorsi Parlamentari, II, p. 480 sgg.). 989 C RISPI, op. cit., p. 669 (Commemorazione di Marco Minghetti, 1887). 990 Op. cit., pp. 544, 712.
991 Scritti e discorsi politici, pp. 737 e 759. ben vero che, nel primo discorso (Palermo, 14 ottobre 1889) Crispi afferma di non voler limperio di Roma di cui lItalia ha scontato la gloria per troppi secoli: quindi, rispetto degli altri popoli. Ma, intanto, questo il discorso in cui Crispi si difende dallaccusa di megalomania, di voler fare una politica imperiale (ivi, p. 735). E soprattutto, come s detto e si dir (cfr. qui appresso p. 600 sgg.), mentre certo che sarebbe assurdo voler fare di Crispi un dottrinario dellimperialismo, anche solo dellimperialismo fine Ottocento, altrettanto certo che quegli appelli a Roma, alla potenza di Roma ecc., finiscono fatalmente con lo sfociare, tosto o tardi, nellanelito alla potenza. 992 Op. cit., pp. 593 e 603; Pensieri e profezie, pp. 21 e 173 (culto delle grandi memorie). 993 Il clamore irredentistico nel 76 comincia a Milano con la celebrazione del VII centenario della battaglia di Legnano (S ANDON, op. cit., I, p. 123 sgg.). E si tenga presente che linterpretazione corrente della storia comunale italiana era, allora, quella della lotta per la libert e lindipendenza contro glim-

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peratori tedeschi (carducciana Canzone di Legnano): interpretazione a cui soltanto sulla fine del secolo doveva succedere un diverso modo di valutare e comprendere. 994 La Riforma, 1 settembre 72 (La politica italiana in Oriente); e cfr. lesaltazione di Venezia ecc. oltre che di Roma in L. C AMPO F REGOSO, Del primato italiano sul Mediterraneo, Torino, 1872, pp. 4, 9, 52 sgg., 64 sgg. Anche P. L. B ARZELLOT TI , pur riluttando ai grandi voli dellimmaginazione e contento che lItalia potesse occupare u parte notevole nei commerci con lOriente, senzessere la prima, rievocava le gloriose tradizioni delle repubbliche marinari (La questione commerciale dOriente. LItalia e il Canale di Suez, Firenze, 1869, p. 63 sgg., 234, 237-38). 995 Canti di Aleardo Aleardi, Firenze, 1867, p. 176 (Le citt italiane marinare e commercianti). 996 Acutamente annotato dal M ARSELLI, Raccogliamoci!, 3 ed., Roma, 1878, p. 5. 997 A. F AGIUOLI, La Francia repubblicana, Verona, 1879, p. 67. 998 Cfr. le assai acute e giuste considerazioni del J ACINI, Pensieri sulla politica italiana, cit., pp. 73-75. 999 Sommario della storia dItalia, VI, 15 (ed. Firenze, 1856, pp. 190-93). 1000 Si pensi infatti a tutto il lavoro compiuto, negli ultimi decenni del secolo XIX e nei primi del XX, per mettere in luce la continuit della tradizione di Roma nel Medioevo e, in particolare, per rivendicare lelemento romano anche nellalto Medioevo, in confronto al germanico, per trovare i collegamenti, p. es., fra corporazioni medievali e associazioni romane di mestiere (su queste tendenze generali nella storia del diritto italiano cfr. L. B ULFERETTI, prefazione alla Storia del diritto italiano di Federico Patetta, Torino, 1946, p. XIII Sgg., e soprattutto G. P. B OGNETTI, Lopera storico-giuridica di Arrigo Solmi, in Rivista di Storia del Diritto Italiano, 1947, p. 173 sgg.). 1001 C ATTANEO, La citt considerata come principio ideale delle istorie italiane, ed. Belloni, Firenze, 1931, p. 102. Il saggio apparve nel 1858, dopo la ripresa quarantottesca dellidea di Roma. 1002 C AMPO F REGOSO, op. Cit., p. 7.

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1003 S. A GOSTINO, De civitate Dei, V, 13 (ed. cit., I, p. 191) e cfr. anche 12 e 15. 1004 Cos il G ABOTTO nel discorso inaugurale dellanno accademico La gloria di Genova, Genova, 1907, p. 4. 1005 Caratteristica tradizione italiana quella di usare di mezzi spirituali, morali e apolitici con intenzioni patriottiche, ha osservato il V OSSLER (Lidea di nazione, cit., p. 108). 1006 Anche nel Mazzini, appello alla storia (cfr. A. C ODI GNOLA , I fratelli Ruffini, parte II, Genova, 1931, pp. LXXILXXII). Cfr. in genere, V OLPE, op. cit., I, pp. 38-39). 1007 Op. cit., introduzione, pp. 10-11, 13, 16. 1008 Per lItalia degli Italiani, Milano, 1923, p. 14. 1009 La canzone doltremare. 1010 Il dannunziano Canto augurale per la nazione eletta (Elettra) del 1899. 1011 AllAdriatico (La Nave). 1012 Per la morte di Giuseppe Garibaldi, Opere, VII, p. 456. 1013 A proposito del nome di Ruggero di Lauria imposto ad una nave da guerra, per Crispi a torto, perch Ruggero era un traditore e un pirata (Carteggi politici ined., cit., p. 397). 1014 Scritti e discorsi politici, cit., pp. 737-38. 1015 Fino a Dogali, pp. 311-12. 1016 C RISPI, Pensieri e profezie, cit., p. 111. 1017 Fino a Dogali, pp. 134-35. 1018 La rivolta ideale, ed. Napoli, 1908, pp. 282-85. 1019 Fino a Dogali, nn. 313 sgg., 319. 1020 P. E LLERO, La tirannide borghese, 2 ed., Bologna 1879, pp. 5, 14-17, 587 sgg., 660; La questione sociale, 3 ed., Bologna, 1889, p. 414 sgg. 1021 Il Turiello, per es., lamentava che lo Stato italiano non avesse preparato fuori pi nuove Italie ai diseredati, dando organismo e protezione ai numerosi emigranti, aprendo loro con larmi nuove dimore in terre nostre, e coltivando tra essi i legami morali; avviando con essi il curato ed il maestro. Ma il maestro gi dianzi avrebbe dovuto esser reso qui luomo venerato ed amato dalle famiglie per durar tale fuori; ed il

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curato di campagna avrebbe dovuto qui sentirsi protetto prima per un pezzo dallo Stato a casa sua (Governo e governati in Italia, cit., 242 ed., II, p. 222). Come anche in altri casi, la 242 ed. accentua il tono della l ed., dove mancava laccenno alle armi (aprendo fuori qualche dimora in terra nostra II, p. 322) e mancava tutto laccenno finale al curato di campagna). Da notare, inoltre, che anche la scuola il maestro qui apprezzata in funzione politica, di espansione. 1022 A. Lemmi al Crispi, 17 luglio 1892 a ... anche tutta la tua musica scritta su questo pentagramma (MRR, Carte Crispi, b. 660, n. 7/20). 1023 Al fratello Vincenzo, 5 ottobre 1870 (Lettere e documenti, X, p. 140). E. G. T ANCREDI, La vocazione dItalia. Programma, Genova, 1867, p. 12, aveva pure affermato che lItalia doveva dividere con la Francia il protettorato dei cattolici in Oriente. 1024 La fonte non sarebbe sicurissima trattandosi del pettegolo DI DEVILLE, Les pimontais Rome, cit., pp. 244-45. Ma in Francia si parl effettivamente di promesses les plus sduisantes del governo italiano a Propaganda Fide, di intrighi del governo italiano per soppiantar la Francia nella protezione dei cattolici in Oriente: e questo si potrebbe connettere precisamente alliniziativa del Pantaleoni, che avrebbe agito per solo di testa propria (L. V ALFREY, Histoire de la diplomatie du gouvernement de la Dfense Nationale, II, Parigi, 1872, p. 145). Gi nel 61 il Pantaleoni si lasciava emporter par son imagination (cos il Cavour) a determinare la parte che allItalia sarebbe toccata nelle spoglie dellOriente (La questione romana. Carteggio ... Cavour, cit., II, p. 233). E cfr. Le carte di Giovanni Lanza VI, p. 295. 1025 La Fdration et lUnit en Italie, Parigi, 1862, p. 47.
1026 , questo, un problema su cui si dovr ritornare nel prosieguo di questopera: basti, per ora, accennare ai timori per questa supposta volont italiana (il Visconti Venosta non ci pensava davvero!) di servirsi della Chiesa, soprattutto in Oriente, u danni della Francia (rr. Lefebvre de Bhaine, 11 gennaio, 1 e 15 febbraio 1871, nn. 4, 22, 30, AEP, C. P., Rome, t. 1049, f. 38 sgg., 167 sgg., 227 sgg.; r. dHarcourt, 6 giugno, s. n., ib., ib., t. 1051, f. 133 con annesso memoriale di mons. Simeoni, della Propaganda Fide, il quale chiede che i governi

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esteri proteggano la Propaganda da ogni ingerenza italiana, ff. 134-39). E. cfr. D.D.F., s. la, I, pp. 22-23; H ALVY, Le courrier de Monsieur Thiers, cit., p. 477; S. W. H ALPERIN, Italy and the Vatican at War, Chicago, 1939, pp. 205-206. 1027 Cit. in S. N EGRO, Seconda Roma, 1850-70, Milano, 1943, pp. 219-20. Il Rey per non era francese, ma ginevrino (R UFFINI, La giovinezza del conte di Cavour, cit., II, p. 278). Che il suo opuscolo fosse una prestazione politica a favore della tesi di Napoleone III, non toglie interesse alla osservazione su riferita, che , daltronde, perfettamente collimante con quelle di tutta una parte dei moderati italiani. 1028 Lett. 15 ottobre 1814 (Epistolario, II, Firenze, 1854, p. 69). 1029 La vita di Cola di Rienzo, ed. Ghisalberti, Firenze-RomaGinevra, 1928, p. 55. 1030 P. P IUR, Cola di Rienzo, trad. ital., Milano, 1934, p. 107 sgg. 1031 Cfr. ne LOpinione del 24 e del 26 ottobre 1870 il primo articolo (Il Re a Roma), la lettera del Rusconi e la controreplica. Sul progetto cfr. anche U. P ESCI, Come siamo entrati in Roma, n. ed., Milano, 1911, p. 245. 1032 LOpinione insisteva molto anche sul fatto che mentre lEuropa era travagliata da mali gravissimi; e due nazioni amiche dellItalia si combattevano con crudele accanimento, non era opportuno si pensasse a feste e onori trionfali da parte di chi, come glItaliani, faceva pur parte della grande famiglia europea. una caratteristica espressione di quelleuropeismo de moderati di cui s ampiamente detto. 1033 Si noti infatti che anche Il Diritto, lorgano allora di Depretis, svolge considerazioni assai similia quelle dellOpinione: ...lentrata del re [a Roma], pi che un trionfo dinastico, un trionfo nazionale un fatto nuovo e commovente per quanto possa avere parvenze modeste, in un paese come questo dove la storia, le vie, i ruderi grandiosi portano eterne tracce di cento e cento trionfi imponenti per sfarzo e splendore. Gli che consoli e imperatori, Mario come Cesare e Cesare come Tito entravano per la via trionfale in mezzo ad una folla plaudente di schiavi e cortigiani entusiasti nella presuntuosa albagia del civis romanus sum. Ma domani Vit-

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torio Emanuele passer in mezzo ad un popolo duomini liberi, fra i cittadini di un paese che non aspira n a rinnovare i fasti del cattolicismo n alle apoteosi del cesarismo (A Roma!, 3 luglio 1871, corr. part. da Roma). Concetti non dissimili aveva gi espresso La Nazione sin dal 10 ottobre 1870: Noi non siamo, a Roma, gli eredi n dellantica repubblica aristocratica, n dellimpero militare, n del Papato. Siamo a Roma glistauratori del diritto moderno ... Non la repubblica romana che risorge; essa peri per sempre a Filippi; non lImpero dei Cesari; la spada provvidenziale dei barbari ne liber il genere umano, e lultima forma superstite di lui si dissipa oggi, che il voto del Popolo Romano ha tolto di capo a Pio nono il diadema reale ... il nostro trionfo il trionfo del diritto e dellidee moderne contro lantico (Roma italiana). 1034 G UICCIOLI, Diario, in Nuova Antologia, 1 luglio, 1935, p. 86. 1035 NellOpinione, si ritorna pi volte su questargomento: troppa voglia di far festa, di afferrar loccasione per sospendere il lavoro e buttar denaro. Gi nellagosto del 71, di fronte alla disputa sul modo di celebrare il 20 settembre, il Dina ammoniva ... lItalia ha scelta Roma a capitale per assistere di continuo a celebrazioni di anniversari: sono i poteri assoluti che hanno interesse a divertire con feste i sudditi, mentre lo Stato libero deve preoccuparsi che il cittadino sinteressi della cosa pubblica (Le Feste, ne LOpinione del 23 agosto 71). Unaltra volta ancora si torna su questa mania delle dimostrazioni, mania quarantottesca (Le dimostrazioni, ib., 30 settembre 1873), dopo di aver gi per il carnevale romano osservato chesso era troppo lungo: dieci giorni di sospensione da ogni lavoro sono eccessivi e parrebbero indizio di una assai scarsa voglia di lavorare (II Carnevale, ib., 26 febbraio 1873: si noti che, in effetti, il carnevale del 73 fu di uno splendore straordinario, cfr. U. P ESCI, I primi anni di Roma capitale, cit., pp. 73, 301 sgg.). Infine, nel 1876, le discussioni vivacissime che per parecchi giorni avvinsero lattenzione della cittadinanza romana, sul ripristino o no delle corse dei barberi al Corso, ispirarono unaltra, e giusta, nota dellOpinione su questa frivolezza di sentire (Questioni municipali, 15 gennaio 76 e, anche, Il Carnevale, 26 gennaio). La Nazione, per conto suo, il 17 novembre 1870 aveva avuto dure parole per le dimostrazioni dei Romani sollecitanti lingresso del Re ... pare ... che finora della libert por-

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tata loro colla nostra bandiera, essi non abbiano preso sul serio che la facolt di dimostrare a tutte le ore del giorno ..., lItalia comincia ad essere noiata di dimostrazioni romane (Lingresso del Re a Roma). E cfr. anche 31 ottobre (A Roma). Ma i rimproveri per le tendenze eccessivamente festaiole dei Romani (e in genere degli Italiani) non derivano, solo dai moderati; anche nei giornali di sinistra, idee del tutto simili a quelle dellOpinione. Un articolo della Riforma, il 15 febbraio 1872, su Il carnevale di Roma, svolge idee identiche a quelle dellart. dellOpinione del 23 agosto 71: era il dispotismo ad avere bisogno delle feste rumorose, panem et circenses; ora invece ci sar lecito domandare se convenga ad un popolo libera ad un popolo chiamato ai alti destini il darsi in preda per dieci giorni allozio .... E Il Diritto, anchesso, pi volte torna sullargomento, sempre per ammonire a smetterla con le idee dei festeggiamenti (Non pi feste!, 11 ottobre 70; Gaudeamus!, 19 febbraio 1871; Il Re e la capitale a Roma, 29 giugno 71; Nuove feste, 13 agosto 1871), finendo col dar ragione al Times, che lItalia era proprio la nazione-carnevale. 1036 Con molta assennatezza protestava contro simili declamazioni uno dei due massimi organi della Sinistra, Il Diritto (La retorica a Roma, 25 settembre 1870). Al G REGOROVIUS, di ritorno dalla visita ai campi di battaglia in Francia, i vantamenti per Porta Pia facevano schifo. Diari Romani, cit., p. 460. 1037 ... Soltanto da Roma levasi un popolo che procede e si agita nellinfinito. Ogni famiglia vi ha un eroe: anzi una pleiade di eroi; ogni sasso ricorda un eroe ed ogni sepolcro racchiude un eroe. A petto di una razza che sola di al mondo uomini interi, oh quanto impiccioliscono ed immiseriscono le altre genti! ... Un popolo come il romano se continua nella vita dee continuare eziandio nella grandezza. Egli ha condizione di essere grande perch vivo: o nullo perch morto. Se Roma esiste, devono coesistere in essa le profonde cagioni di una esistenza immensa. Quelle cagioni che produssero la sua grandezza passata stanno l ferme ed operose per cominciare la sua grandezza avvenire. Nel libretto Roma ed i Romani nel loro passato, nel presente e nellavvenire, cit. in N EGRO, op. cit., pp. 226-28. 1038 Cfr. per es. la sua lettera alla regina Margherita, con laccenno alla citt eterna che deve essere la pi gloriosa delle me-

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tropoli capitali e invece affetta da lenta consunzione e occorre farla risorgere alla sua grandezza (in V IGO, Annali dItalia, cit., IV. pp. 40-41). Motivo analogo di Roma prima citt del mondo moderno come di quello antico, nellex-garibaldino V. N OGHERA, Lavvenire di Roma Capitale, Roma, 1871, p. 49. 1039 V. G HINASSI, Canti, Roma, 1871, e Il 27 novembre [1871]. Canzone. Al Parlamento Italiano in Roma. Naturalmente, i carmi doccasione fiorirono ovunque: v. per es., G. R IGHI, Una corona a Roma inaugurata capitale dItalia nei luglio 1871, Ferrara, 1871 (venti sonetti, con glimmancabili accenni ai prischi fati, alla risurrezione, allalma di Muzio trasfusa nei nipoti, ecc.). 1040 Il Canto dellItalia che va in Campidoglio del 12 novembre 1871. Uno spirito non dissimile nellO RIANI che biasima tempo e modo dellingresso del re a Roma (La lotta politica in Italia, 5 ed., Firenze, 1921, III, pp. 284 e 295). 1041 B. C ROCE, Giosu Carducci, 4 ed., Bari, 1946 p. 42 sgg. 1042 Proprio per evitare molte difficolt, per mnager con uno scopo di beneficenza e di soccorso molti sentimenti ed evitare le feste e i chiassi, il Visconti Venosta aveva insistito molto perch Vittorio Emanuele cogliesse occasione dalla inondazione del Tevere e facesse il suo primo viaggio a Roma (lett. al fratello Giovanni, 30 dicembre 1870, A RCH . V ISCONTI V E NOSTA ). 1043 Cos, assai giustamente, lo Z ANICHELLI, Studi politici e storici, cit., pp. 490-91. 1044 Lorgano magno della stampa europea, il Times, osservava infatti, il 6 luglio 1871, che se il ritardo dellingresso del re a Roma per un lato era stato biasimato non senza ragione, forse per si concludeva con un vantaggio per il governo italiano, perch dimostrava che la distruzione del potere temporale non era soltanto unimpresa possibile, ma anche sicura e facile, che poteva esser compiuta non per sorpresa, ma con calma e deliberazione, guardando fermamente il mondo in faccia, costringendolo a dar la sua adesione, se non la sua piena approvazione ed incoraggiamento. La maniera calma, temperata, seguita dal Lanza era quindi e se ne comprende bene il perch tuttaltro che indecorosa per lItalia. 1045 Cfr. la lettera al Chiarini del 23 dicembre 1870: tutto merita desser disprezzato, e massimamente questa ridicolissi-

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ma e vigliacchissima Italia col suo papa, col suo re, e co suoi democratici Lettere, VI, p. 262. Su questo atteggiamento del Carducci cfr. anche P. M. A RCARI, Le elaborazioni della dottrina politica nazionale fra lunit e lintervento (1870-1914), Firenze, 1934-1939, 1, p. 151 sgg. 1046 Io triumphe! (luglio 71). E v. anche Per il trasporto delle reliquie di Ugo Foscolo in Santa Croce (24 giugno 71) Co I bello italo regno non crebber Palme ... ... Ahi, ahi; mal con le impronte De le catene a i polsi e pi nel core, Mal con la mente da lignavia doma, Mal si risale il Campidoglio e Roma! XX Settembre ( del 1895), in Opere, XIX, p. 60. Cfr. C ROCE, op. cit., p. 45 sgg. E v. anche L. R USSO, La fede politica e il nazionalismo letterario del Carducci in Belfagor, V (1950), p. 12 [Ora in Carducci senza retorica, Bari, 1958, N.d.E.] 1049 Lett. gi cit. Borromeo a Minghetti, 12 giugno 1871 (BCB, Carte Minghetti, cart. XVI, fase. 4). Il 31 luglio il Borromeo ripeter allo statista bolognese il suo dispiacere per il ... modo quasi vergognoso con cui si andati e si rimane a Roma; e il 14 settembre continuer a dire: Siamo a Roma, come se fossimo allalbergo (ib., ib.,). 1050 Sulla posizione del Jacni e, in genere, le discussioni circa Roma capitale, cfr. J ACINI. Un conservatore rurale della nuova Italia, cit., II, p. 44 sgg.; In., La crisi religiosa del Risorgimento. La politica ecclesiastica italiana da Villafranca a Porta Pia, Bari, 1938, p. 380 sgg. 1051 A. P., Senato, pp. 120 e 123. 1052 C AVOUR, Discorsi Parlamentari, XI, p. 317 (discorso del 25 marzo 1861). 1053 J ACINI, Un conservatore rurale della nuova Italia, cit., II, p. 247. 1054 Della nazionalit italiana, cit., Introduzione, p. 10 sgg. 1055 DA ZEGLIO, Scritti e discorsi politici, a cura di M. De Rubris, III, Firenze, 1938, p. 372 sgg.; e cfr. anche De Rubris, Confidenze di Massimo DAzeglio cit., pp. 296, 302, 309.
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Contro lo scritto dazegliano si alzarono vivaci proteste romane: cfr. Sulle Questioni Urgenti di Massimo DAzeglio. Esame e confutazione di un romano, Torino, 1861; cos come contro uno scritto antiromano del Giorgini, protest pi tardi il duca S FORZA -C ESARINI, Che cosa Roma. Osservazioni su lultimo opuscolo del deputato Giorgini, Torino, 1865. E. F LORI ha voluto ora combattere la ridicola diceria dellavversione del dAzeglio a Roma capitale (Massimo dAzeglio e Roma capitale, in Nuova Antologia, ottobre 1950, p. 143 sgg.) ma il suo assunto riposa su di un equivoco: la confusione, cio, tra Roma italiana, che certo anche dAzeglio, Giorgini e poi Jacini volevano, e Roma capitale che era, per essi, tuttaltro problema, come nettamente specific poi, dopo il dAzeglio, il Jacini, nel suo discorso al Senato. 1056 Ib., p. 378. E per i vantaggi di Firenze su Roma, da quei punti di vista, p. 383. 1057 Ib., p. 452 sgg. 1058 Cfr. R UFFINI, La giovinezza del conte di Cavour, cit., I, pp. 221-22; N. V ACCALLUZZO, Massimo dAzeglio, 2 ed., Roma, 1930, p. 225 sgg.; P. E. S ANTANGELO, Massimo dAzeglio politico e moralista, Torino, 1937, p. 277 sgg. 1059 N EGRO, op. cit., p. 220 sgg. 1060 I vari scritti e discorsi dellAlfieri sul problema di Roma sono raccolti ne LItalia liberale, cit., p. 211 sgg. e specialmente 225-26. Ritenendo per inutile lopporsi alla corrente quasi irresistibile che trascinava il governo a Roma, lAlfieri voleva almeno il decentramento, per diminuire limportanza della capitale. La libert non ha nulla da guadagnare con Roma capitale; almeno si faccia in modo che non patisca danno. Motivi siili ritornarono anche pi tardi, e servirono anche da pretesto alla stampa clericale per cercar di eccitare la nobile indignazione dei Romani (cos, LOsservatore Romano, 20 novembre 1874, Roma e i suoi conquistatori, contro la Gazzetta d Italia di Firenze, che non voleva saperne del prepotere della capitale). 1061 Lettere romane di K. nella Nazione, 21 aprile 1871. 1062 Roma ci fatale, Firenze, 1870, specialmente pp. 12, 18, 19, 27-28, 30, 35, 47. 1063 Rimpianti di questo genere furono espressi ancora 1896 da G. C ORSI, Italia, 1870-1895 Torino, 1896, p. 20.

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1064 II senatore Gabrio Casati nella stessa seduta del 23 gennaio si associ alle considerazioni del Jacini, rinunziando anzi a parlare per non ripetere le cose gi dette dal suo conterraneo e amico (A. P., Senato, pp. 126-27). E si veda anche latteggiamento dellAlfieri, di Sostegno, del Monabrea e di alcuni altri (J ACINI, Un conservatore rurale della nuova Italia, cit., II, p. 47; ... La politica ecclesiastica italiana da Villafranca a Porta Pia, cit.) p. 384 sgg.; A. P., Senato, 2-1 e 25 gennaio, pp. 133 e 153). 1065 Cos sespresse una volta La Nazione: Roma ci fa paura. 1066 Cos il dAzeglio, nelle Questioni Urgenti (l. c., p. 376). 1067 J ACINI, Un conservatore rurale della nuova Italia, cit., II, p. 249. 1068 La questione di Roma al principio del 1863, Torino, 1863 pp. 8, 14 sgg. 1069 La Perseveranza, 20 settembre 1870 (Roma capitale) e 28 gennaio 71 nel commento al discorso Jacini. Identico sentire in quel deputato non nominato che nel settembre 1874 dichiacava allinc. daffari francese, Tiby: di tute le citt dItalia, Roma la peggiore di tutte come rapitale. Non ci si crederebbe in Italia. Eppure, essa ci necessaria non meno della Real Casa di Savoia per assicurare lopera della nostra unit (r. Tiby, 21 settembre 1874, n. 66; AEP, C. P., Italie, t. 390 ff. 161 v. 162). 1070 Si rammenti lespressione di Arnolfo forte dicetis: veneranda est Roma in Apostolo. Est utique; sed nec spernendum Mediolanum in Ambrosio Historia Irlediolanensis, R.I.S., IV, 29. E siamo nel secolo XI! 1071 Lespressione del Cattaneo, La citt considerata come principio ideale delle istorie italiane cit., p. 101 e cfr. 111. 1072 Lo osserva, giustamente, il N EGRO, Seconda Roma, cit., p. 10. 1073 Nel 64, il Manzoni volle andare a Torino a dare la sua approvazione, in Senato, alla Convenzione di Settembre (prima tappa, pensava, verso Roma), nonostante il dAzeglio facesse di tutto per dissuaderlo. (R UFFINI, La giovinezza del conte di Cavour, cit., I, p. 222; V ACCALLUZZO, op. cit., pp. 274-75); e per i gesuiti divenne allora ce dplorable Manzoni (pref. di F. G HISALBERTI a M ANZONI, Dellindipendenza dellItalia,

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Milano, 1947 p. XLVIII). Sul chiodo di Roma fitto pi che mai in testa al Manzoni nel 64, cfr. anche F LORI, l. c., p. 151. 1074 Sullantiromanit del Manzoni cfr. C ALOSSO, op. cit, p. 24 sgg. 1075 Questo motivo cavouriano , naturalmente ripreso anchesso dai politici del 70: si veda la Relazione dellUfficio Centrale del Senato (relatore Scialoja) sul progetto di legge per il trasferimento della capitale: Il primato fra le citt come fra gli upmini in gran parte opinativo. Esso pi sentito che ragionato; e cento furono le cagioni che tennero vivo negli animi il culto di Roma ed alta lammirazione per la sua grandezza e per la sua potenza, non sempre benefiche, ma pur sempre o gloriose o preponderanti nello svolgimento della storia (Senato, Documenti, leg. XI, sess. 1870-71, n. 23 A, p. 2). 1076 Le divergenze fra i glossatori della parola cavouriana furono; come noto, parecchie, a proposito della questione romana. Jacini dirigeva dalla communis opinio per la formula di Roma capitale, e con lui lAlfieri di Sostegno, autorevole certo quale congiunto del gran Conte (J ACINI, La politica ecclesiastica ... , cit., p. 384); il Padelletti, per la formula Libera Chiesa in Libero Stato (Libera Chiesa in Libero Stato, in Nuova Antologia, luglio 1875, pp. 690-91): entrambi sostenendo lopportunismo del Cavour nellun caso e nellaltro. Ma il 2 aprile 1861, inviandogli i suoi due discorsi su Roma, il Cavour aveva scritto al conte di Circourt: Jai parl sans rticence et sans arrire-pense, Cavour e lInghilterra. Carteggio con V. E. dAzeglio, II, Bologna, 1933, p. 293. Su tutto latteggiamento del Cavour, cfr. la fine analisi dello J EMOLO, Chiesa e Stato in Italia ... , cit., p. 165 sgg. 1077 Difendetevi!, cit., pp. 50-51. 1078 Cos il Crispi, nel 1881 (Scritti e discorsi politici, cit., p. 496). 1079 Cos il Crispi, nel discorso alla Camera del 10 marzo 1881(Discorsi Parlamentari, II, p. 480). 1080 Rassegna Politica della Nuova Antologia, LVI (1881), p. 367. 1081 Il partito moderato e la capitale dItalia, 22 settembre 1875.

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1082 Il 29 agosto 1875 LOpinione lamenta la mancanza di vita e dautorit politica della capitale; colpa anche del governo, che tratta affari importantissimi lungi da Roma. Le trattative per il trattato di commercio italo-francese, tra il Luzzatti e lOzenne, si svolgevano a Bellagio (I rappresentanti di Roma). 1083 L UZZATTI, Memorie, cit., I, p. 354; Epistolario di Aleardo Aleardi, cit., p. 400. Simili lamentele eccitavano a sdegno i Romani, che affermavano esser la citt sanissima e la malaria confinata nelle campagne (F. G ORI, Sullo splendido avvenire di Roma capitale dItalia e del mondo cattolico e sul modo di migliorare linterno della citt e laria delle campagne, Roma, 1870). Per le yoci e dicerie e pregiudizi su Roma, cfr. A. G ABELLI, Roma e i Romani, ed. Vinciguerra, Firenze, 1949, pp. 31-33. Ma eran, quelle almeno di carattere igienico, preoccupazioni vive anche negli stranieri; e il ministro di Francia, Fournier osservava quil y a un moment, o la nouvelle capitale de lItalie, nispire quune ide, celle de la fruir, tant la sant y court de mauvaises et soudaines chances (r. Fournier, 1 luglio 1872, n. 31; AEP, C. P., Italie, t. 385, f. 188). 1084 Alle frequenti e lunghe assenze del Re da Roma, e al loro duplice motivo, accenna con molta violenza di linguaggio La Riforma del 22 agosto 1873: Mac Mahon non teme lafa di Versailles, n fugge atterrito dalle censure degli internazionalisti di Parigi. Egli non tenta scontare un breve fallo di gloria inseguendo i camosci dei monti, o andando, con lussuria rimbambita, in traccia di ballerine e di simili fervine da conio (LItalia senza governo). 1085 Il 9 aprile 1875 il Re telegrafa, da Napoli, al Minghetti: La prevengo che fino a maggio io non desidero andare nella Citt eterna perch appena ristabilito un poco delle febbri che presi col non desidero andarne subito prendere delle altre (BCB, Carte Minghetti, cart. 35, b). 1086 Cfr. qui appresso, p. 708. 1087 Che al Re ripugnasse abitare il Quirinale, esplicitamente detto dal C ASTAGNOLA, Diario, cit., p. 86. Del tutto sbagliato il giudizio del Berti, dintonazione patriottico-apologetica, che il Re venisse a Roma a con tranquillit perfetta danimo (D. B ERTI, Leducazione di Vittorio Emanuele ed il suo matrimonio, in Nuova Antologia, LVII, 1881, p. 217). Pi esattamente riconosce il dolore del Re uno studioso pur tenero per lui come il

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M ONTI, Vittorio Emanuele II, Milano, 1941, pp. 387-88 e cfr. p. 376. Il Castelli, intimo di Vittorio Emanuele, scriveva il 13 luglio al Dina: Il Re fu contentissimo di essersi tolta la spina della sua andata a Roma ... molti credono che si inquietasse per la minacciata partenza del Papa ma singannano; egli preferirebbe di trovarsi solo a Roma, libero da quei contrasti personali e da quel contro-altare (Carteggio, cit., II, pp. 510-11 e cfr. p. 509). la conferma delle esitazioni dei dubbi e del dispiacere di Vittorio Emanuele di trovarsi fronte a fronte col Papa. Il giudizio del Castelli confermato dallinc. daffari francese, de Sayve, che garantisce lautenticit di ci che Vittorio Emanuele avrebbe detto alla regina dOlanda, di passaggio a Firenze nel novembre: vorrei che il Papa lasciasse Roma, perch non posso guardare dalle finestre del Quirinale senza vedere dinanzi a me il Vaticano e mi sembra sempre che Pio IX ed io siamo due prigionieri (r. 14 novembre 1871, n. 136; AEP, C. P., Italie, t. 383, ff. 201 v.-202). Frase analoga, detta, in altra occasione, allaiutante di campo, in A. L UMBROSO, Vittorio Emanuele II e Pio IX. Il loro carteggio inedito dal 1870 al 1878, in La Tribuna, 11 settembre 1911. Quanto alla frase famosa, che Vittorio Emanuele avrebbe detto al La Marmora, arrivando a Roma il 31 dicembre 1870 ci siamo e ci resteremo, anchessa sembra una amplificazione apologetica: lOriani, allora giovanetto e presente alla scena, dichiara che la frase, pronunziata col tono di un viaggiatore seccato del viaggio, fu, in piemontese Finalment i suma, finalmente ci siamo (La lotta politica in Italia, III, p. 285 e n. 1). Tanto esultante proprio, con Pio IX in Vaticano, Vittorio Emanuele non si sentiva: e lo conferma la espressiva frase riferita dal Menabrea, nel luglio 71, a proposito del rifiuto del Re di recarsi in Trastevere Il papa l a doi pass a sentir. I lhai gi faine abastansa a cool pover veii (in Lumbroso, l. c., 6 settembre 1911). Il ci resteremo o lhic manebimus optime sono inizialmente del Sella, non del Re che pronunzia il ci resteremo il 2 luglio 71, nel ricevimento ufficiale dei sindaci: questo il momento della storica frase che ebbe quasi valore e forza di giuramento e che fu di altissima soddisfazione ai liberali, i quali landarono ripetendo da un capo allaltro dItalia (V IGO, op. cit., I, p. 71). 1088 Naturalmente, erano soprattutto i giornali dellopposizione a deplorare che Roma non fosse capitale sul serio, per

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colpa del malgoverno dei moderati: oltre Il Diritto e La Riforma, cit., cfr. Il Popolo Romano del 5 settembre 1875, che lamenta lozio girovago dei ministri, lassenza del Re e dei principi (La Capitale). Ancora nel 1893 Guido Baccelli si sdegner: Il Vaticano sta qui tutto lanno; la Corte e tutti ne fuggono (F ARINI, Diario, I, p. 333). Anche i deputati sentivano di essere in una capitale che non era il centro dellopinione, dello spirito pubblico del paese (r. Fournier, 23 aprile 1873, n. 114; AEP, C. P., Italie, t. 387, f. 282 v.). 1089 Cos il Jacini, nel discorso al Senato del 21 gennaio 1879, svolgendo le sue considerazioni sul carattere generale della politica estera italiana eminentemente conservatrice della pace e dellordine europeo, si riferiva a dichiarazioni personali del Cavour lasciate che raggiungiamo la nostra mta, cio la nostra indipendenza nazionale, e vedrete quale garanzia dellordine europeo noi diverremo (A. P., Senato, p. 1110. Come noto, queste idee stanno a base dei Pensieri sulla politica italiana, cit., cfr. specialmente pp. 65-67). Cfr. anche le dichiarazioni Artom, ib., p. 1112. 1090 Bon Compagni al Minghetti, 28 ottobre 1870 (BCB, Carte Minghetti, cart. XV, fasc. 67). 1091 Cos il Bonfadini alla Camera, il 21 marzo 1872 (A. P., Camera, p. 1383). 1092 Cos il Castelli, confidente del Re, al Dina (Carteggio; II, p. 511). Il Castelli crede che in Roma linfluenza del Re pu spiegarsi molto pi nettamente, ed esercitarsi con vero benefizio della causa costituzionale; a Roma il nome del Re pu pi ancora che in altri luoghi. 1093 ... il programma di governo dee modificarsi rispetto allItalia. Politicamente dovrebbe diventare conservativo, amministrativamente discentratore (Carteggio Minghetti-Pasolini, cit., IV, p. 195). Nella seduta del 20 marzo 1872, il Minghetti ripet alla Camera il suo credo noi abbiamo sempre detto e crediamo che, giunti a Roma, il periodo della rivoluzione finito, che lItalia deve avere una politica essenzialmente pacifica nelle sue relazioni estere ed essenzialmente conservatrice nella sua condotta interna (Discorsi Parlamentari, V, p. 253). 1094 Minghetti a Visconti Venosta, 12 ottobre 1870 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1095 A. P., Senato (22 aprile 1871), pp. 776-77.

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1096 Nuovamente nel discorso della Corona del 27 novembre 1871: risorti in nome della libert, dobbiamo cercare nella libert e nellordine il segreto della forza e della conciliazione. 1097 A. P., Camera, p. 3389. 1098 r. Fournier, 28 marzo 1872, n. 3; AEP, C. P., Italie, t. 384, ff. 280-280 v. 1099 Cfr. R. M OSCATI, La diplomazia europea e il problema italiano nel 1848, Firenze, 1947, p. 8; il dispaccio Pareto al marchese Carrega, il 23 marzo 1848, in La diplomazia del regno di Sardegna durante la prima guerra dindipendenza, I, Relazioni con il Granducato di Toscana (marzo 1848-aprile 1849), a cura di C. Pischedda, Torino, 1949, p. 3 e le acute considerazioni del Pischedda nellIntroduzione, pp. XVI e LXXXVI-LXXXVII. 1100 Cos il La Marmora il 1 febbraio 1861 al ministro degli Esteri di Prussia, von Schleinitz, per contestare linvasione degli Stati pontifici (L A M ARMORA, Un po pi di luce, cit., p. 15). La carta giuncata da Cavour con Berlino fu sempre questa (V ALSECCHI, La politica di Cavour e la Prussia nel 1859, cit., pp. 49, 54-56, 59). Analogamente, il Peruzzi in missione a Parigi dopo Villafranca, minacci la repubblica in Toscana e poi in Italia e forse oltrAlpi, ove non si consentisse lannessione al Piemonte (Z ANICHELLI, Studi politici e storici, cit., p. 451). 1101 Cfr. le due grandi circolari ai rappresentanti italiani allestero, del 29 agosto e 7 settembre 1970, Libro Verde 17, nn. II e III, pp. 11 e 13. Ma anche il dispaccio al Minghetti, del 21 settembre, ib., XXIV, p. 36: nel Libro Verde anzi, forse appunto per evitare maggiori critiche da parte della Sinistra, stato soppresso tutto un periodo del testo originale, in cui il Visconti Venosta agitava assai di pi lo spettro rivoluzionario. Dopo le parole rcessits suprieures (p. 36, r. 13), il dispaccio proseguiva infatti: Il tat en effet urgent daviser a empcher que toute notion dautorit ne fut emporte dans le tourbillon du dsordre, et quon ne se trouvt tout--coup dans limpossibilit de sauvegarder le principe monarchique et lindpendance spirituelle du St. Sige. E cfr. nuovamente laccenno al principio di autorit rafforzato dallazione italiana nella circolare del 18 ottobre (ib., LVI, p. 71). 1102 Il governo ha occupato Roma dice per difenderla dalle incursioni garibaldine e mazziniane: ma, soggiunge il Capponi io non so veramente qual pericolo abbia fatto correre

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il Mazzini ... credo che la vigilanza esercitata sul Garibaldi fosse pi che sufficiente. (Senato, 29 dicembre 1870; Scritti editi e inediti di G. Capponi, cit., I, p. 459.) 1103 Contro gli umoristici pretesti del governo e per un procedere aperto e franco scrive La Riforma del 25 settembre 1870 (La moralit dellidea nazionale). Alla Camera, il 30 gennaio 71, lon. Oliva, direttore della Riforma, accus invece il governo di essere entrato nel territorio romano proprio perch spinto da motivi di sicurezza pubblica, dalla necessit della sua conservazione (A. P., Camera, p. 432). 1104 Sin dal 7 settembre La Nazione di Firenze aveva espresso idee alla Visconti Venosta: questatto [landata a Roma] cosa grave, che noi non possiamo giustificarlo, se non col mostrarlo, com veramente, conforme aglinteressi e alle necessit dellordine pubblico europeo. Compiendo questo atto, che nella forma rivoluzionario, noi veramente non facciamo che mostrare la nostra forza, affermare la nostra esistenza, come governo essenzialmente conservativo (La Francia repubblicana). 1105 Nella ben nota lettera dell8 settembre affidata al conte Ponza di San Martino. Anche nelle istr. del Lonza al Ponza di San Martino, identici motivi: si pu aspettare che lagitazione conduca a gravi disordini ecc. Il Blanc assicurava poi al card. Antonelli che il gen. Cadorna aveva preso Roma solo per impedirvi la proclamazione della repubblica, ad opera del Cernuschi incoraggiato da Parigi (r. incar. affari francese, Lefebvre de Bhaine, 28 dicembre 1870, n. 130; AEP, C. P., Rome, t. 1048, f. 398 sgg. Naturalmente, per il Lefebvre tutti questi erano pericoli immaginari, inventati). 1106 Il 18 ottobre 1870, dando istruzione al de Launay di parlare col Bismarck anche sulla questione di Roma, il Visconti Venosta osserva che essa, oltre a diminuire la libert dazione della politica italiana legandola a quella francese, era una di quelle parole dordine che non si possono lasciare, come un monopolio, ai partiti rivoluzionari perch realmente corrispondono a un sentimento nazionale vero e profondo nel paese. Nellinteresse del principio monarchico e conservatore il Governo doveva, con una risoluta iniziativa, prendere egli stesso nelle sue mani questa quistione per non lasciarla in mano della rivoluzione che si sarebbe accinta a risolverla colle forse sue e co suoi mezzi. Il partito rivoluzionario fu completamente disorganizzato dalla nostra iniziativa, esso fu ridotto allimpotenza e la pro-

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va ne nella stessa avventura sterile e inutile che Garibaldi andato a cercare in Francia. Anche la formula, proposta dal conte di Arnim, di Roma citt libera, pericolosa: ... Roma citt libera sarebbe inevitabilmente diventata la Repubblica romana (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Stessi concetti nei due dispacci al Cadorna (Londra), 30 marzo e 12 aprile 1871 (AE, Ris., 51): la presa di Roma se ha posto lItalia in una situazione internazionale difficile, ha per reso sicura e tranquilla la nostra condizione interna. I partiti estremi furono disarmati dogni mezzo dagitazione; le elezioni riuscirono buone; il paese sordo ad ogni esterno eccitamento; il governo padrone della situazione, e lItalia non domanda altro che di poter attendere con sicurezza al suo pacifico progresso. duopo chiedersi se tale sarebbe la condizione delle cose se il sentimento nazionale non fosse soddisfatto in modo definitivo, se la quistione di Roma rimanesse insoluta come una parola dordine per la rivoluzione ... invece di esser ora uno dei paesi pi calmi e tranquilli di Europa, quali sarebbero le nostre condizioni se, colla rivoluzione in Francia, Roma fosse un campo aperto ai Garibaldini? (30 marzo). E il 12 aprile insiste: Quant nous nous avons d songer surtout maintenir la tranquillit intrieure, viter le contxecoup des vnements de Parie. Mieux vaut avoir quelques discussions diplomatiques que lanarchie. 1107 Cfr. lopuscolo, anonimo, Pro populo italico, Berlino, 1871 (trad. ital., Difesa della nazione italiana, Roma, 1872, p. 21), scritto per controbattere le affermazioni di A. V ON R EU MOUNT . Pro romano pontefice, Bonn, 1870. La motivazione addotta dal Visconti Venosta (occupar Roma per mantener lordine), non era affatto una satira fatta dal governo italiano a se stesso siccome sosteneva il Reumont, ma una giusta preoccupazione: Mazzini e Garibaldi non si sarebbero accontentati della distruzione del potere temporale. 1108 La tesi sabauda nel 48 impedire che la Lombardia divenisse il centro di un movimento repubblicano in Italia era stata fatta propria dal governo inglese (M OSCATI, op. cit., p. 8). 1109 Minghetti (Vienna), 19 novembre 1870, n. 27. Analogamente, Jules Favre accettava largomentazione del Nigra, che se il governo italiano fosse rimasto inerte, tutto sarebbe stato perduto: i partiti demagogici si sarebbero impadroniti di Roma et la tempte qui ferait disparatre la papaut nous exposerait aux plus graves dsordres. E conchiudeva: je crois, comete

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vous, que si vous ny allez pus, Rome tombe: a au pouvoir dagitateurs dangereux. Jaime mieux vous y voir, pur rifiutandosi di esprimere alcun consenso formale (Rome et la rpublique franaise, Parigi, 1871, pp. 5-7). Il Rothan invece osservava che per molti anni lItalia era riuscita nou donner, dune lintrt de sa politique, le change sur sa situaton intrieure. Elle passait, en effet, en Europe, pour un foyer de troubles, tant quelle sest trouve sous la domination trangre. Ctait lpoque o ses hommes dtat conspiraient aver Mazzini et Garibaldi pour lindpendance de la Pniasule (r. 27 marzo 71, n. 77; AEP, C. P., Italie, t. 381, ff. 240-240 v.; cfr. R OTHAN, op. cit., II, p. 348, sub 21 marzo). Scettico, il Decazes il 22 dicembre 1873 avrebbe scritto: je crois le gouvernement italien plus matre chez lui quon ne le suppose. Je dirai volontiers quil exploite les ardeurs dmocratiques plutt quil ne les subit (in G. H ANTAUX, Histoire de la France contemporaine, II, Parigi, s. a., p. 394, n. 2). 1110 Nellindirizzo presentato al Re Guglielmo I di Prussia (Libro Verde 17, p. 110). 1111 Nel suo discorso alla Camera del 21 dicembre 1870, lon. Toscanelli rimproverava al governo questa politica della paura: la politica del governo , allinterno, di aver paura della Sinistra, e, allestero, di aver paura della Destra (A. P., Camera, p. 138). Ma il deputato toscano non saccorgeva come, nellinsieme, il governo sapesse sfruttare bene una posizione siffatta. 1112 Soltanto in questo senso esatta laffermazione del G RAMSCI, che storicamente il Partito dAzione fu guidato dai moderati (Il Risorgimento, Torino, 1949, p. 70 sgg.): cio nel senso che i moderati, da Cavour in poi, riuscirono, pi o meno felicemente a seconda dei tempi e degli uomini, ad imporre, in concreto, le soluzioni a loro pi accette. Ma, a loro volta, i moderati subirono, soprattutto dopo Cavour, il Partito dAzione, si mossero in gran parte perch premuti da esso: basti pensare agli eventi del settembre 1870 che, non fossero state la Sinistra e la minaccia del Partito dAzione, a Roma i moderati non ci andavano di certo, in quel modo. Sella pot imporsi perch aveva dietro a s la Sinistra. Esatto, invece, e anche naturale, che dopo il 70 la Sinistra perda ogni spirito rivoluzionario e simbeva di spirito e adotti metodi da moderati. 1113 M ARTINI, Confessioni e ricordi, cit., p. 71.

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1114 Ce qui est surtout indispensable cest de rprimer nergquement le moindre mouvement rpublicain en Lombardie. Faites moi fusiller fort et ferme le premier lombard qui poussera un cri sditieux, sans vous soucier des commentaires des Brofferio et des Valerio Cavour al duca di Dino, 14 marzo 1849 (Lettere, V, p. 193). E ancora nel 57, per Mazzini je payerais je ne sais quoi pour le faire arrter, e, se si trovasse che a capo del complotto per assassinare Napoleone III on le pendrait haut et court; la grande satisfaction des honntes gens de tous les pays (Carteggio Cavour-Salmour, Bologna, 1936, p. 129). Non lo avrebbe fatto; ma insomma ... 1115 La Francia repubblicana. 1116 Cfr. qui sopra, p. 466, n. 28, le lett. del Visconti Venosta, soprattutto quella del 12 aprile 71 al Cadorna che esprime pienamente quali fossero state le preoccupazioni del Governo dopo il 4 settembre (e cfr., infatti, per te immediate ripercussioni del 4 settembre parigino, i rr. dei prefetti di Bologna, Grosseto e Caserta, in Le carte di G. Lanza, cit., VI, pp. 57-58, 65-66, 68, 77). E per il Visconti Venosta, cfr. anche qui appresso, p. 733, n. 20. 1117 ACR, Verbali delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri, II, p. 69; pubbl. in Le carte di G. Lanza, cit., VI, pp. 404-405. E cfr. C ASTAGNOLA, Diario, p. 32. Da notare che, forse per iemozione, era stato scritto risoluzione del Governo Pontificio anzich italiano, come fu poi corretto, a matita blu, da altra mano. Cfr. anche G UICCIOLI, op. cit., I, pp. 300-301 che per anticipa al 3 settembre, alla notizia di Sedan, mentre fra il 3 e il 4 il Consiglio dei ministri ancora nettamente diviso (C ASTAGNOLA, pp. 30-31); e ora S. W. Halperin, Italy and the Vatican at War, cit., pp. 42-43. Chi ha visto perfettamente le cose stato lOriani o marciare tosto su Roma, o disporsi alla guerra civile contro la rivoluzione, La lotta politica in Italia, cit., III, pp. 277-78. 1118 Monarchia e Papato in Italia, cit., pp. 213-22. 1119 Correspondance, 1872-1892, p. 141. 1120 Pensieri e profezie, pp. 96-98. 1121 Cfr. G. F ALCO, Spunti sociali nel pensiero e nellopera di Cavour fino al 48, in Convegno di scienze morali ... Il 1848 nella storia dEuropa, cit., p. 377.

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1122

B ALBO, Della monarchia rappresentativa in Italia, cit., p.

322.
1123 Cfr. G. P ERTICONE, Gruppi e partiti politici nella vita pubblica italiana, Modena, 1938, p. 13 sgg. 1124 Lo confess egli stesso, molti anni pi tardi, al De Marcre (D E M ARCRE, Lassemble nationale de 1871, II, La prsidence du marcbal de Mac-Mabon, cit., pp. 7-8). Al ritorno da Parigi, lArrivabene raccontava a Torino che tutti questi vecchi liberali non hanno pi fede ne loro principi e quindi non avranno lenergia di difenderli (Il Risorgimento italiano in un carteggio di patrioti lombardi, cit., maggio 1850, p. 449). 1125 Diario, ed. Salvatorelli, Milano-Roma, 1941, p. 199. Cfr. anche R. D E M ATTEI, La prima coscienza in Italia duna questione sociale, in Storia e politica internazionale, marzo 1943, p. 98. 1126 Cfr. larticolo nel Risorgimento, 30 giugno 1848; e anche la lett. al Corio del 27 giugno (Cavour agricoltore. Lettere inedite ... a G. Corio, a cura di E. Visconti, Firenze, 1913, p. 230). E cfr. S ALVATORELLI, Pensiero e azione del Risorgimento, cit., p. 165. 1127 Timori e speranze [ottobre 1848], in Scritti e discorsi politici, cit., II, p. 83. 1128 l. c., p. 133 (Ai suoi elettori, gennaio 1849). 1129 Nel discorso alla Camera del 30 gennaio 1851 (Discorsi Parlamentari, ed. Omodeo-Russo, II, Firenze, 1932, p. 449). E cfr. in genere G. S ALVEMINI, La paura del socialismo fra il 1847 e il 1860, Appendice C a Mazzini, cit., p. 201 sgg. 1130 Margherita Collegno ad Antonio Trotti, 12 dicembre 1851 (Il Risorgimento italiano in un carteggio di patrioti lombardi, cit., p. 487). Questo il sentimento della grande maggiorit; la Collegno invece pensa con altri che il regno prepotente della spada un male certo, quello della demagogia non lo era. 1131 Cfr. qui sopra pp. 194-95, n. 395. 1132 Cos G. E. G ARELLI, Del principio di autorit, Torino, 1874 (Orazione inaugurale dellanno accademico nellUniversit di Torino), pp. 4344 e cfr. p. 8 e 17. Cfr. anche R. C ORNIA NI , II principio dautorit in Italia ed il partito conservatore, Torino, 1878, pp. 35-36, 151-52, 217.

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1133 1134

LItalia liberale, cit., pp. 477-78. Del governo rappresentativo in Italia, Roma, 1872, p. 32

sgg.
1135 Per il Bonghi, lo ha gi dimostrato il C ROCE, La letteratura della nuova Italia, III, 5 ed., Bari, 1949, pp. 274-75. 1136 L UZZATTI, Memorie, cit., I, p. 287 sgg., 411; II, p. 30 sgg. 1137 Cfr. N. R OSSELLI, Mazzini e Bakounine, Torino, 1927, p. 42 sgg. Per i moderati del 70 e dopo, possono valere parecchie delle osservazioni che il Pisacane faceva a proposito dei moderati del 48 (Guerra combattuta in Italia, eit., p. 355). 1138 Cos un tipico moderato come il F INALI, nel suo elogio del Minghetti (op. cit., p. 376). 1139 L. L IPPARINI, Minghetti, I, Bologna, 1942, p. 11; D. P ETRINI, Motivi del risorgimento, Rieti, 1929, p. 73. 1140 Al ritorno da una gita fra il Po, ii Panaro, il Secchia, Minghetti scriveva il 5 gennaio 1872 ad un amico di Bergamo vidi col grandi miserie, e bisogni di ogni genere, e pericoli per lavvenire (BCB, Carte Minghetti, cart. XVI, fasc. 57). 1141 Tolgo la felice espressione al B ACCHELLI, Il Mulino del P, III, p. 148. 1142 Cfr. C IONE, Francesco de Sanctis, cit., p. 269 sgg. 1143 Cos il senatore Alessandro Rossi, leminente laniere di Schio, certo benemerito dellindustria nazionale (Di una proposta di legge sul lavoro dei fanciulli e delle donne nelle fabbriche, in Nuova Antologia, XXXI, 1876, pp. 170, 171, 185. Contro, il L UZZATTI, La tutela del lavoro nelle fabbriche, ib., p. 397 sgg.). Per i suoi operai il Rossi faceva molto (asili, scuole, case, pensioni ecc.): ma in sede di discussione generale il suo urto col Luzzatti fu decisissimo (cfr. L UZZATTI, Memorie, cit., II, p. 30 sgg.). 1144 L UZZATTI, Memorie, cit., II, p. 36. 1145 Lett. 5 settembre 1843 al Gobineau (Correspondance entre A. de Tocqueville et A. de Gobineau, cit., pp. 8-9). 1146 B ALBO, Della monarchia rappresentativa, cit., pp. 182-3; lett. Capponi al Lambruschini, 14-18 agosto 1834, in G AMBA RO , Riforma religiosa nel carteggio inedito di Raffaello Lambruschini, cit., II, p. 107. Sulla scienza della carit, cfr. anche

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L AMBRUSCHINI, Scritti di varia filosofia e di religione, cit., pp. 209, 222 sgg. 1147 Cfr. la lettera al de Sellon, del marzo 1836 (in R UFFINI, La giovinezza del conte di Cavour, cit., II, pp. 33-34 e 50); e larticolo ne Il Risorgimento, 17 marzo 1843. Cfr. fini osservazioni in F ALCO, l. c., p. 378 sgg. Sullatteggiamento dei liberali italiani, in genere, pre 48, cfr. N. R ODOLICO, Convegno di scienze morali ... , cit., pp. 362, 391 e anche A. C. J EMOLO, ib., pp. 389-90. 1148 De la nationalit. Au Propagador, Scr. Ed. In., VII, p. 339. 1149 La disfatta della Francia, cit., p. 132. 1150 Lo osservava gi il Bonghi, nel 72 (cfr. P. A LATRI, Bonghi e la vita politica italiana, in Nuova Antologia, ottobre 1946, p. 177). 1151 R OSSELLI, Mazzini e Bakounine, cit., p. 13, n. 2 e p. 16. Naturalmente, stavano a s gli onn. Fanelli e Friscia, legati con lInternazionale (ivi, passim, e M. N ETTLAU, Bakunin e lInternazionale in Italia dal 1864 al 1872, Ginevra, 1928, passim). 1152 Scritti e discorsi politici, p. 472. Crispi approvava le idee del Minghetti (ib., pp. 673-74). 1153 Le accuse dellA NELLI contro la politica sociale dei moderati non colpiscono, per questo lato, nel segno (I sedici anni del governo dei moderati 1860-1876, Como, 1929, p. 85 sgg.). 1154 II Diritto, 31 marzo 71 (Il Terzo stato in Italia). Su questo sforzo delle classi superiori a pro delle inferiori cfr. anche, nel 70, il Bonfadini, cit., in L. B ULFERETTI, Socialismo risorgimentale, Torino, 1949, p. 250. 1155 Cfr. gli art. pubbl. nel Journal des Dbats il 22 giugno 1831, il 18 aprile 1832, il 17 maggio 1853, raccolti in Souvenirs et rflexions politiques dun journaliste, 2 ed., Parigi, 1873, pp. 114 sgg., 157-58. E si rammenti che anche per il Cavour la propriet grazie al Cielo, non era in Italia privilegio esclusivo di alcuna classe (F ALCO, l. c., p. 377). Cfr. pure Il Diritto, 30 marzo 1871 (La Francia). 1156 Simili tendenze affiorano gi prima del 48, in Piemonte per es.: cfr. B ULFERETTI, op. cit., p. 149.

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1157 Cfr. G. M ARTELLI, Ammonimenti morali agli artigiani, Torino, 1871, pp. 49-50, 74; I. S CARABELLI, I padroni, gli operai e lInternazionale. Libro di lettura popolare e di premio dedicato agli operai italiani, Milano, 1872, p. 7 sgg.; C. R E VEL , Il libro delloperaio, 4 ed., Torino, pp. 19 sgg., 41-42 ecc.; C. F ACCIO, Della possibile azione della societ operaia nelleducazione civile e sociale delle classi minori, Vercelli, 1875, pp. 13-14, 20-21; A. R AV, Consigli agli operai, Milano, 1878, pp. 7-8, 25 sgg. ecc.; anche E. S TRINI, Catechismo delloperaio, Torino, 1873, p. 7 sgg., il quale crede che il miglior libro da offrire agli operai sia un manuale alla buona di economia politica. Per la fortuna di Franklin, soprattutto G. D ECASTRO, La morale delloperaio desunta dalla vita e dai pensieri di Beniamino Franklin. Libro di lettura e di premio per le scuole popolari, Torino, 1874. Parecchio esaltato lo S MILES, Il carattere dest un poco di fanatismo, ebbe in un anno 3 ristampe (7000 copie, allora!); G. B ARBERA, Memorie di un editore, Firenze, 1883, p. 388. Contro gli eccessi della letteratura self-helpista cfr. G. B OCCARDO, Prediche di un laico, Forl, 1872, pp. V-VI. Anche la borghesia tedesca rinviava volentieri gli operai al Self-help (J. Z IEKURSCH, Politische Geschichte des neuen deutschen Kaiserreiches, II, Francoforte s. M., 1927, p. 328; per latteggiamento degli industriali educazione morale dei lavoratori ecc. G. W ITTROCK, Die Kathedersozialisten bis zur Eisenacher Versammlung 1872, Berlino, 1939, p. 186). Aiutati da te, raccogliendo le proprie forze morali e spirituali, diceva il deputato Braun di Wiesbaden (cit. in Aktenstcbe zur Wirtschaftspolitik des Frsten Bismarck, ed. da H. V ON P OSCHINGER, l, Berlino, 1890, p. 166, n. 1). 1158 P. es. cfr. A. A LBERTI, Memorie dun maestro di scuola. Libro di lettura pel popolo, Ferrara, 1877. 1159 La circolare del Menabrea ai consoli, in data 17 dicembre 1867, in M. L ESSONA, Volere potere, 14 ed., Firenze, 1889, pp. IX-X. Di questopera in otto anni si stamparono circa 20.000 copie, come dei Ricordi del dAzeglio (B ARBERA, op. cit., p. 360-361). 1160 Cfr. C. F. V OLNEY, La loi naturelle ou catchisme du citoyen franais, ed. Gaston Martin, Parigi, 1934, p. 136 e la n. 1 delleditore. Per il Mantegazza, L. B ULFERETTI, Le ideologie socialistiche in Italia nellet del positivismo evoluzionistico (1870-1892), Firenze, 1950, p. 106.

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1161 Pensieri e profezie, p. 62. Identico concetto ed espressione del discorso alla Camera del 28 febbraio 1894 (Discorsi Parlamentari, III, p. 686). E cfr. laffinit con latteggiamento alla Saint-Marc Girardin. 1162 Pensieri e profezie, pp. 53 e 56; discorso alla Camera del 28 febbraio 1894 (l. c.). 1163 Pensieri e profezie, pp. 12, 51 e 54. Cfr. qui sopra, pp. 305-306. 1164 Z ANICHELLI, Studi politici e storici, cit., p. 499. 1165 Nella Prefazione alla Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49 (ed. cit., p. 7 sgg.). E sulla borghesia che in Italia possiede le terre, i capitali, ha il monopolio del commercio, delle scienze, dellindustria, degli impieghi ecc., cfr. 1166 R. D E C ESARE, Le classi operaie in Italia, Napoli, 1868, p. 2 sgg., 11 sgg. 1167 Discorso dellon. Corrado Tommasi Crudeli agli elettori politici del Collegio di Cortona, a Foiano il 10 settembre 1876; Firenze, 1876, p. 28. Il Tommasi Crudeli stava col Sella: quindi, non era un sovversivo. Che queste cose venissero dette in un discorso elettorale, non argomento per ritenerle captatio benevolentiae: anzi, data la composizione dallora del corpo elettorale, un rimprovero di questo genere poteva semmai influire in senso opposto. In altro discorso, tenuto a Lucignano il 29 ottobre 76, il Tommasi Crudeli torna a parlare di proprietari avari e tirannici (Firenze, 1876, p. 18). Renan, in viaggio per lItalia, nellottobre 1871, osservava che in Lombardia, presso il basso popolo, vi erano certi rimpianti per lAustria: la nouvelle bourgeoisie est avare, conome, ne fait rien pour le peuple, tandis que les Tedeschi spendevano molto (R ENAN -B ERTHELOT, Correspondance, p. 413, sotto la data errata 1872). 1168 Discorso alla Camera del 30 marzo 1881 (Discorsi Parlamentari, I, p. 28). Per il Villari, cfr. B ULFERETTI, Le ideologie socialistiche ... , cit., p. 86 sgg. 1169 Discorso alla Camera del 13 maggio 1881 (A. P., Camera, p. 5687). 1170 osservazione del Renan (R ENAN -B ERTHELOT, Correspondance, p. 413).

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1171 Adolfo Thiers, in quel suo libro Della propriet, che meno splendido di altri, forse il pi esatto di tutti i suoi ... B ALBO, Della monarchia rappresentativa, cit., p. 121. 1172 Cfr., p. es., la lett. al fattore di Brolio del 7 agosto 1849, dopo una rovinosa grandinata: ci vuole una gran fede [in] Dio per rassegnarci a queste amarezze, e specialmente per me, che il primo pensiero dei contadini, e meno mi dispiacerebbe se mi fosse scritto che dieci botti si sono sfondate e ho perso tutto il vino (Carteggi III, p. 424). 1173 Soprattutto significative, al riguardo, le lettere al fattore di Brolio, Ferdinando Batistini, del 7 e 21 gennaio 1852 (Carteggi, IV, pp. 198 sgg., 207-208): Io non mi piglio a male che i contadini dicano che io voglio tutto quello che mi appartiene; lo voglio tutto ... s, ditelo, io guardo a tutti i bruscoli, perch appunto con i fuscelli che si fa il fuoco, e ripeto che assolutamente e rigorosamente voglio tutta la roba mia, e voglio cavar profitto da tutto; e non siete Voi, ditelo, ma io stesso che voglio cos, ed io ho ragione, ed i contadini hanno il torto, e non veggono il loro danno, perch cos mi disgustano e qualcuno la pagher ... Io provvedo perch tutti i contadini stieno il meglio possibile; ma voglio essere padrone e disponitore del mio, come ne ho il diritto. E pertanto io licenzier quel contadino che si sar permesso di parlare male di me ... esiger che mi si paghi quello che ho diritto che mi sia pagato, vale a dire tutto ci di cui si pu fare un ritratto, e che mi appartiene. 1174 Lett. al fattore, 14 e 28 febbraio 1849, e, per altra occasione, 11 aprile 1852 (Carteggi, III, pp. 313 e 322; IV p. 214). 1175 Sono espressioni del Lambruschini (Carteggi Ricasoli, III, p. 385). 1176 Cos il sen. Alessandro Rossi (Di una proposta di legge sul lavoro dei fanciulli e delle donne nelle fabbriche, l. c., p. 166). 1177 LOpinione, 14 marzo 1871 (Versailles-Parigi). Rientra anche in questordine di idee il tentativo fatto dai moderati, fra il 50 e il 60, di mantenere le societ operaie nellambito del mutuo soccorso: gli operai possono occuparsi di politica come singoli cittadini, individualmente, fuori delle societ; niente politica nelle societ (cfr. G. M ANACORDA, Sulle origini del movimento operaio in Italia, in Societ, III 1947, p. 49). Il popolo si astenga dalla politica: cos La Nazione di Firenze, fra

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61 e 62 (cfr. E. C ONTI, Le origini del socialismo a Firenze 1860-1880, cit., p. 37). 1178 R OSSI, l. c. 1179 C RISPI, Scritti e discorsi politici, cit., p. 726 (1889). 1180 P ERTICONE, op. cit., p. 21. 1181 Speranze dItalia, c. VIII (ed. Firenze, 1855, pp. 86-87). 1182 l. 1 aprile 1766 (Oeuvres compltes, ed. cit., XL, p. 387). 1183 Cfr. qui sopra pp. 279-80. 1184 Dichiarazioni Tavassi (Napoli) al Congresso generale delle Societ operaie in Roma, 18 aprile 1872 (l. c., pp. 64-65). Significativo che il primo tema del Congresso fosse proprio questo Cosa loperaio al cospetto della Societ Civile? (p. 15). E cfr. i democratici nella Firenze di dopo il 60, in Conti, op. cit., pp. 33-34. Per le preoccupazioni degli operai francesi, che, verso la fine del Secondo Impero, sinteressano sempre pi dellistruzione generale e meno di quella puramente professionale, cfr. G. D UVEAU, La pense ouvrire sur lducation pendant la seconde Rpublique et le second Empire, Parigi, 1948, p. 103 e cfr. pp. 9, 41, 111. 1185 Della monarchia rappresentativa, pp. 33-34. Non dissimili pensieri nel marchese Alfieri di Sostegno quando, difendendo in Senato il 12 dicembre 1881 il principio della riforma elettorale, chiedeva se della democrazia sintendeva sul serio esser perpetuamente pedagoghi e tutori (A. P., Senato, p. 2015). 1186 Discorso Pantaleoni al Senato, 10 dicembre 1881 (A. P., Senato, p. 1959). 1187 Cos il sen. Zini, nella discussione al Senato sul progetto di legge per la riforma elettorale politica, il 9 dicembre 1881 (A. P., Senato, p. 1922). Il giorno appresso, Diomede Pantaleoni tuonava anchegli centro quella lebbra del suffragio universale (ib. p. 1962). 1188 Discorso Zini, cit. (ib., pp. 1927-29; cfr. 1923-24). Concetti analoghi nel discorso del sen. Tinelli (ib., p. 1937). 1189 Il sen. Zini lamentava che dal dispregio verso la religione e i sacerdoti, a cui era stata avvezza, la plebe avesse appreso a disprezzare il principio di autorit e a deriderne i rappresentanti: oggi il monello quando incontra il parroco, invece di levar-

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si il berretto gli fa boccaccia e ride del sindaco, e delle guardie municipali e de questurini. Questo monello sar domani loperaio riottoso che non solo resister allautorit, ma provocher lagente e perfino i rappresentanti della legge; e dico provocher sul serio; proprio pel gusto di provocare (l. c., pp. 1926-27). Lamentele simili in un rapporto del delegato di P. S. di S. Spirito a Firenze, nel 1875 (in C ONTI, op. cit., p. 220 n. 1). 1190 Cos i senatori Zini e Tinelli (l. c., pp. 1922, 1928, 1937). 1191 Discorso Zini, cit., (l. c., p. 1932). 1192 Z ANICHELLI, Studi politici e storici, cit., p. 499. 1193 Discorso Pantaleoni, cit., (l. c., p. 1963). Il Pantaleoni trovava che il censo era il pi democratico di tutti i princpi elettotali esistenti al mondo, dato che il vero, il primo fattore del progresso e dellumanit ... sta nellaccumulo del portato del lavoro, e quindi nellaccumulo di quello che si chiama capitale (ib., p. 1944). 1194 A. P., Senato, p. 2190 (18 dicembre 1881). 1195 A. P., Camera, p. 4653 (24 marzo 1881). E cfr. anche lesaltazione del censo fatta dallon. Tenani (ib., ib., p. 4731, 26 marzo). 1196 Discorso Tinelli, cif. (l. c., p. 1937). Da notare che il Tinelli prelude con la constatazione che il Risorgimento proceduto dallalto ad opera dellaristocrazia dellintelligenza, della nascita, del censo, e cos dovrebbe continuare a svolgersi. 1197 Carteggi Ricasoli, III, p. 381 (2 maggio 1849). 1198 Discorso Cannizzaro, al Senato, 13 dicembre 1881 (l. c., p. 2037, con appello allesempio dei rurali francesi). Sono motivi comuni anche alla Civilt cattolica, da tempo (cfr. B ULFE RETTI , op. cit., p. 302). 1199 Cos il relatore Lampertico, al Senato, il 18 dicembre (l. c., p. 2188). Nelle campagne si trovano i buoni e forti costumi (on. Saladini, alla Camera, il 4 aprile 1881; A. P., Camera, p. 5034). 1200 Cos il Lampertico nel difendere lemendamento proposto dallUfficio Centrale del Senato, perch nelle lire 19,80 di imposte (limite di censo) fossero comprese anche: le sovrimpo-

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ste provinciali (A. P., Senato, pp. 2186-87). Lemendamento fu approvato con 102 s, 92 no. 1201 Lon. Codronchi, alla Camera, il 24 marzo 1881 (A. P., Camera, pp. 4651-52); e anche Giustino Fortunato riteneva sicuro il sacrificio totale della classe agricola allindustriale (ib., pp. 4678 e 4688; 25 marzo). Perci, e per la dura condizione creata al Mezzogiorno, egli era per il suffragio universale, come vari altri degli avversari della legge, per es. lon. Brunetti che negava il pericolo clericale (ib. ib., p. 4774; 28 marzo). 1202 Cos il ministro Zanardelli, al Senato, seduta 18 dicembre 1881 (A. P., Senato, p. 2183). Prima di lui, il sen. Griffini, il 12 dicembre (l. c., p. 2009 sgg.). Lo stesso Finali, tanto preoccupato dei rossi, ammoniva che se, invece del grido n eletti n elettori, si facesse sentire dal Vaticano un diverso grido, forse luniversalit del voto impaurirebbe (l. c., p. 2003). Alla Camera, lon. Parenzo aveva parlato dei rurali con tinte assai fosche: sono quasi dei bruti, parlano ancora della venuta degli Italiani come se si trattasse di un cambiamento di dominatori (2 aprile 1881; A. P., Camera, p. 4963). Cfr. anche il discorso Faldella, alla Camera, il 16 marzo 1881 (ib., ib., p. 4407). 1203 Pessina (A. P., Senato, p. 2171) e Zanardelli citano Taine; Lampertico, Vacherot. 1204 Il duplice timore viene espresso alla Camera dallon. Arbib (28 marzo 1881; A. P., Camera, p. 4783 sgg.); al Senato, dai senatori Pantaleoni, Finali, Ricotti. 1205 Cos i senatori Griffini e Ricotti (A. P., Senato, pp. 2012 e 2046). Il Griffini osservava: se, visti inefficaci gli altri mezzi per ricostituire il potere temporale, il Papato si ponesse alla testa del socialismo facendo appello al Vangelo? 1206 Il suffragio universale in Italia. Noterelle di un ex Deputato, Torino, 1873, p. 17. Dalla dedica al Dina, firmata E. Di S. (esemplare della Biblioteca Nazionale di Roma; anche la lettera di dedica a stampa firmata con la sigla D. S.), e da altri accenni (cfr. pp. 3, 4-5) argomento trattarsi del conte Ernesto di Sambuy, deputato per la X legislatura, sino al 70, rimasto fuori dalla Camera nell XI, rieletto nella XII e successivamente fino alla XV. Il Di S. , naturalmente, contro il suffragio universale, che avrebbe le conseguenze sopra descritte.

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1207 Che il suffragio universale conduca, tosto o tardi, alla repubblica, dicono chiaramente i senatori Pantaleoni e Vitelleschi (l.c., pp. 1961 e 1985); fra suffragio universale e monarchia costituzionale v inconciliabilit, e il primo implica un presidente elettivo, non un monarca. Anche per il Finali, lallargamento del suffragio chiesto dai partiti ostili alla monarchia (l. c., pp. 2003-2004). Invece il Sonnino affermava che il suffragio universale era, allora, monarchico, e che solo a rinnegarlo avrebbe potuto diventare domani rosso o nero (Discorsi Parlamentari, I, p. 42). 1208 Secondo A. G UALDO, La riforma elettorale, Venezia, 1879, gli stessi moderati, pur timorosi dei rossi, erano contrari al suffragio universale soprattutto perch temevano che da un corpo elettorale esteso uscissero vittoriosi i clericali (pp. 12 e 14). 1209 Scritti e discorsi politici, cit., p. 464. 1210 Nel discorso di Biolio, 18 ottobre 1874 (Discorsi Parlamentari, V, p. 880). Ma gi nella lett. al Dllinger, del 20 settembre 1872: Germania e Italia strettamente congiunte da pericoli comuni Eorum enim audaciam in dies increscere videmus, qui parricidium religione excusantes, nil intentatum se relicturos fatentur, ne bonis quibus vix potimur, et vel multorum sanguine, vel omnium fere consensu probatis, tandem aliquando frui liceat. Commune igitur ... bellum nobis gerendum (ib., I, p. 804). 1211 R OTHAN, op. cit., II, p. 344. 1212 Discorso alla Camera del 25 gennaio 1875 (Discorsi Parlamentari, II, p. 208). 1213 11 dicembre 1881 (l. c., p. 1976). Identiche osservazioni nei discorsi Griffini, Deodati, Rossi (ib., pp. 2011, 2058, 21902191). 1214 Discorso al Senato, il 15 dicembre 1881 (l. c., p. 2094). 1215 Lelogio dellistruzione, come ottima misura di valore perdiscriminare lelettore dal non elettore, soprattutto in Zanardelli, discorso al Senato del 15 dicembre 1881 (l. c., p. 2093). Ma vedi anche il discorso Allievi al Senato, l11 dicembre (l. c., p. 1922 sgg.). 1216 Vera bens la questione dei beni ecclesiastici, di cui serano venduti, al 31 dicembre 1877, 124.551 lotti per un tota-

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le di 535.297 ettari (G. C. B ERTOZZI, Notizie storiche e statistiche sul riordinamento dellasse ecclesiastico nel regno dItalia, in Annali di Statistica, serie 2, IV, 1879, p. 200). Ma a prescindere dal quesito, quanti fossero i proprietari interessati in tal modo alla difesa del nuovo ordine di cose (per lagro romano, sarebbero molto pochi, cfr. A. C ARACCIOLO, Le origini della lotta di classe nellagro romano (1870-1915), in Societ, V, 1949, p. 610), sta di fatto che lesperienza della Rivoluzione francese aveva dimostrato in concreto che in tal materia anche le Restaurazioni non erano poi troppo da temere. 1217 Su questo punto, dellindiffereliza cio delle masse per lideale politico del Risorgimento libert, indipendenza, unit si veda il suggestivo quadro, pur non potendosi sempre condividere i giudizi particolari, di R. B ACCHELLI, Il Diavolo al Pontelungo, 5 rist., p. 258 sgg.; Il Mulino del Po, II, pp. 334, 534, III, specialmente pp. 144 sgg., 211, 257 sgg. 1218 Cfr. N. R OSSELLI, Saggi sul Risorgimento e altri scritti, Torino, 1946, p. 262. 1219 Cos il F ERRARIO, a proposito dei contadini dellalta Lombardia, op. cit., p. 43. 1220 Cit. in A RCARI, Le elaborazioni della dottrina politica nazionale, cit., I, pp. 152-53. 1221 Cfr. le belle pagine dellO MODEO, La cultura francese nellet della Restaurazione, cit., p. 74 sgg. 1222 Cfr. A. S AITTA, Sullopera di Andrea Luigi Mazzini De lItalie dans ses rapports avec la libert et la civilisation moderne, in Annali della R. Scuola Normate Superiore di Pisa, serie II, X (1941), p. 109; D. C ANTIMORI, Utopisti e riformatori italiani, 1794-1847, Firenze, 1943, p. 177 sgg. 1223 Epistolario, cit., p. 144. E cfr. anche Saggio sulla Rivoluzione, cit., p. 108. Sui caratteri del socialismo del Pisacane, cfr. per, oltre alla prefazione di G. P INTOR al Saggio cit., p. 11, F ALCO, Note e documenti intorno a Carlo Pisacane, l. c., p. 292; T AVIANI, Problemi economici nei riformatori sociali del Risorgimento italiano, cit., p. 227 sgg. E, naturalmente, il Rosselli appress cit. 1224 Su questo, si vedano le fini osservazioni del P ETRINI, op. cit., p. 66 sgg., 71 sgg.

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1225 N. R OSSELLI, Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano, 2 ed., Genova, 1936, pp. 213-14; V. M AZZEI, Il socialismo nazionale di Carlo Pisacane, I, Roma, 1943, pp. 209-210. 1226 Carteggi Ricasoli, III, p. 388. 1227 Cfr. p. es., il discorso Zini al Senato, 9 dicembre 1881, sulla legge elettorale: bisogna evitare che i molti insipienti vengano a sopraffare i sapienti (A. P., Senato, p. 1921). E nel discorso Vitelleschi: il sistema delle maggioranze un progresso, quando sintenda fra idonei; un assurdo, applicato semplicemente al numero la sovrapposizione dellinsipienza sulla sapienza, del disordine sullordine, della ignoranza sulla coltura (ib., p. 1981; 11 dicembre 1881). 1228 M ACHIAVELLI, Principe, c. XVIII. 1229 G UICCIARDINI, Scritti politici e Ricordi, ed. Palmarocchi, Bari, 1933, p. 315. 1230 Cos in uno dei testi classici della polemica ugonotta contro lassolutismo monarchico, nella seconda met del Cinquecento (D U P LESSIS M ORNAY, Vindiciae contra tyrannos, ed. Francoforte, 1622, II, pp. 36-37). E cfr. nella Franco-Gallia di F. H OTMAN imperitae vulgi multitudinis cuius proprium est nihil sapere (ed. Francoforte, 1665, p. 1-17). 1231 Cos Scipione Ammirato, cit., in R. D E M ATTEI, Lidea democratica e contrattualista negli scrittori politici italiani del Seicento, inRivista Storica Italiana, LX, 1948, p. 7, n. 1. 1232 C RISPI, Pensieri e profezie, cit., p. 51. 1233 Questo quadro schizzato in una lettera di Jacob Burckhardt del 28 aprile 1872 (in K AEGI, Historische Meditationem, cit., I, p. 313). 1234 F. S CHNABEL, Storia religiosa della Germania nellOttocento, trad. it., Brescia, 19-14, p. 163 sgg. 1235 Della tendenza agli interessi materiali che nel secolo presente (1841), di cui la conclusione in appendice a La legislazione sociale, Milano, 1882, p. 53 sgg.; e nel secondo opuscolo Nuove osservazioni intorno alla tendenza agli interessi materiali che nel secolo presente; lettera al signor A. P. (pure 1841, parz. ib.; p. 64 sgg.); e Della economia pubblica e delle sue attinenze colla morale e col diritto, cit., p. 52. Per i consensi che le idee del Minghetti suscitarono cfr. Lipparini, Minghetti, I, cit., p. 262.

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1236 Colloquio con Pio IX, 6 agosto 1875, Ricordi, III, pp. 191-92. 1237 Cos tra gli altri il Gobineau al de Tocqueville, il 15 gennaio 1856 (Correspondance entre A. de Tocqueville et A. de Gobineau, cit., p. 274, e cfr. p. 279). 1238 Sella ad Amari, 25 aprile 1882 (Carteggio di M. Amari, II, p. 276 e cfr., la nota 1 del DAncona). 1239 Di unopinione sul carattere del secolo (1845), in Scritti storici, ed. Croce, Bari, 1945, III, p. 343 sgg. Cfr. anche lo scritto del 1846 Una disposizione dominante del nostro tempo: la noia (ib., p. 349 sgg.). 1240 Cfr. C IONE, op. cit., pp. 250-51. 1241 Sulla necessit che lo sviluppo intellettuale proceda di pari passo con lo sviluppo delle forze economiche cfr. linteressante lettera del Salvagnoli al Ridolfi, nel novembre 1842 (in R. C IAMPINI, Due campagnoli dell800. Lambruschini e Ridolfi, Firenze, 1947, p. 107). 1242 Nello scritto Erhebung der Geschichte zum Rang einer Wissenschaft, in Historik, ed. Hbner, cit., p. 386 sgg. 1243 La legge di evoluzione nella scienza e nella morale, Venezia, 1876; Lelemento morale nel progresso secondo la dottrina di Buckle, Venezia, 1876. Approva le idee del Luzzatti P. S BARBARO, Sulle condizioni dellumano Progresso, Macerata, 1877, pp. 10-11, 18 sgg. 1244 Oltre allopera Delleconomia pubblica ... , cit., cfr. anche La legislazione sociale, cit., soprattutto p. 48. Dei rapporti fra progresso tecnico e progresso morale lo statista bolognese dissert anche con la regina Margherita (Lettere fra la regina Margherita e Marco Minghetti, cit., pp. 42-43 e 53). Su strada analoga si mise anche il Toniolo: cfr. la prolusione a Padova, il 5 dicembre 1873, Dellelemento etico quale fattore intrinseco delle leggi economiche, Padova, 1874. 1245 M INGHETTI, La legislazione sociale, cit., p. 44. Linfluenza sana e benefica, cura dei malanni sociali, auspicata anche dalla Perseveranza (30 maggio 1871, Il problema sociale e morale in Italia). Considerazioni analoghe, sullesempio che devono dare i proprietari, anche in F ERRARIO, op. cit., pp. 73 sgg., 116 sgg. Ed erano motivi gi affiorati nel Cavour (F ALCO, l. c., pp. 379-80).

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Viceversa, deprecazione dei cattivi esempi offerti da molti dei ricchi, i quali si adoprano senza volerne a promuovere lavvento dellInternazionale pi effcacemente assai del Comitato di Londra e dei demagoghi di tutte le capitali di Europa (B OCCARDO, op. cit., pp. 193-94). Anche qui, per il valore dellesempio, si potrebbe risalire su su nel tempo: basti richiamare la lett. del Voltaire, 13 aprile 1766 (Oeuvres compltes, ed. cit., XL, p. 392): il basso popolo deve essere ammaestrato dallesempio dei principali cittadini. 1246 Si veda linteressantissima lettera del Lambruschini al Ricasoli, 10 giugno 1847, in cui il solitario di San Cerbone esorta il barone a scrivere un articolo su quel tema per il primo numero della Patria (Carteggi Ricasoli, II, p. 230). 1247 Questo tardivo assolutismo fuminato dei privati gentiluomini di campagna stato acutamente visto da E. S ESTAN, Gino Capponi storico, in Nuova Rivista Storica, XXVII (1945), p. 9 dellestratto. 1248 Nellart. del 26 marzo 1871 ne La Perseveranza (Parigi e lEuropa). 1249 Cfr. K. R. G REENFIELD, Economia e liberalismo nel Risorgimento, trad. ital., Bari, 1940, passim. 1250 C AVOUR, Lettere, I, pp. 337, 350, 355, 360; V. p. 86; Diario, p. 234 sgg. 1251 Carteggi Ricasoli, IV, pp. 155, 160, 163, 167-68, 178. Per lagricoltura industrializzata, fondata sulla scienza e sui capitali, nel Ridolfi, cfr. La Mezzadria negli scritti dei Georgofili (18331872), Firenze, 1934, p. 156 sgg.; nel de Cambray-Digny, ib., p. 217. 1252 Che pure non manca, talora, nel Cavour (F ALCO, l. c., pp. 379-80). 1253 Lettere ... , V, pp. 46, 61-62, 66. Cfr. anche Cavour agricoltore. Lettere ... a G. Corio, cit., p. 13. 1254 Lettere, I, p. 305; V, p. 50: Mon but est de retirer la plus grande somme possible de la terre ... je tche de me procurer le plus grand nombre dcus. 1255 Diario, p. 122. 1256 Diario, p. 155; Lettere, V, pp. 62 e 79.

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1257 Cfr. fini osservazioni in L. A MBROSINI, Cavour agricoltore, in Cronache del Risorgimento, Milano-Roma, 1931, pp. 125-126 e 130-31; anche, Z ANICHELLI, Cavour, cit., p. 47; P. M ATTER, Cavour et lunit italienne, I, Parigi, 1922, p. 188. Nella famosa lettera del 18 ottobre 1840, il padre gli scrisse: ne parle pas constamment de la campagne pour rester en ville. R UFFINI, La giovinezza del conte di Cavour, cit., II, p. 218. 1258 Cfr. Nouvelles lettres indites, publl. da A. Bert, Torino, 1889, p. 15 sgg., 24-25, 80 sgg. E sulla mentalit delluomo daffari nel Cavour, cfr. fini osservazioni in V ALSECCHI, Lalleanza di Crimea, cit., pp. 133-34. 1259 Nel discorso al banchetto dei commercianti in Torino, il 29 dicembre 1847 (il testo ora in G. F ALCO, Lo Statuto Albertino e la sua preparazione, Roma, s. a. ma 1946, pp. 72-74). Certamente, non solo il Cavour a combattere il pregiudizio fondiario, n solo il Cattaneo: cfr. L. B ULFERETTI, Sul progressismo sociale della borghesia nel Risorgimento-Antonio Scialoja, in Miscellanea del centenario (Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, Comitato di Torino), Torino, 1949, p. 10. 1260 Art. ne Il Risorgimento del 15 dicembre 1847. 1261 Cfr. per questo il mio Lo Stato di Milano nellimpero di Carlo V, I, Roma, 1934, p. 197 sgg.; N. R ODOLICO, Il ritorno alla terra nella storia degli Italiani, in Atti. R. Acc. dei Georgolli di Firenze, 1933, pp. 329-30; G. B ARBIERI, Ideali economici degli Italiani allinizio dellet moderna, Milano, 1940, pp. 462 sgg., 471 sgg., 490-91. Tra questa corsa alla propriet fondiaria nel 500 e linvestimento fondiario da parte dei mercanti, per appoggiarvi su il sistema creditizio, nei secoli XIII-XIV (bene messo in rilievo da A. S APORI, I mutui dei mercanti fiorentini del Trecento e lincremento della propriet fondiaria, in Studi di storia economica medievale, Firenze, 1940, p. 43 sgg.), c una sostanziale diversit di scopi, di mentalit, di risultati. 1262 Nella Memoria ora ripubblicata in La Mezzadria negli Scritti dei Georgofili (1833-1872), cit., pp. 35-36 e cfr. anche p. 42. Anche Gino Capponi osserva che ogni capitale fuori della terra stimato cosa buona solamente da sprecare, o gelosa da nascondere (ib., p. 70). 1263 G REENFIELD, op. cit., pp. 208-209.

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1264 G REENFIELD, op. cit., p. 203. Ivi, continue e sagaci osservazioni non soltanto sul predominio della attivit agraria, ma anche sulla mentalit agraria in Lombardia per tutta la primamet dellOttocento. 1265 Cavour: je suis bien loin de me plaindre du sort qui m forc sortir de la paisible retraite agricole, o jtais renfertn polir me lancer sue la mer orageuse des luttes politiques (1 gennaio 1849; Lettere, V, p. 186). 1266 Lettere e documenti, X, p. 323. 1267 Sul fondo conservatore, anche in economia, dei Toscani, rimasti fuori dallidea della rivoluzione economica moderna, cfr. N. Q UILICI, La borghesia italiana, Milano, 1942, p. 242 sgg. Ma per le preoccupazioni di fronte allindustria, anche in Piemonte, cfr. il rapporto del jacquemond e lo studio del Massino Turina (A. F OSSATI, Il pensiero e la politica sociale di Camillo Cavour, Torino, 1932, p. 13 sgg.); e sul senso generale di disagio, attorno al 1830, per la rovina del sistema tradizionale (agrario), R. M ORANDI, Storia della grande industria in Italia, Bari, 1931, pp. 78-79. 1268 Cos la battezz il Salvagnoli (Carteggi Ricasoli, II, p. 216). 1269 La Mezzadria, cit., pp. 62-64. 1270 Cos, nel settembre 1871, il Lambruschini (La Mezzadria, cit., pp. 253-54. Cfr. anche pp. 175-76). Su questi problemi, cfr. ora fini osservazioni in E. P ASSERIN, Lanticapitalismo del Sismondi e i campagnoli toscani del Risorgimento, in Belfagor, IV, 1949, soprattutto p. 402 sgg. 1271 Cfr. anche G REENFIELD, op. cit., pp. 182-83 e 186. 1272 Cos il romanticissimo M ICHELET, che vede nella macchina lo strumento di sterminio (La France devant lEurope, cit., p. 43). 1273 Cfr. R. C IAMPINI, La Palinodia di Leopardi e il sistema di Gino Capponi, in Nuova Antologia, giugno 1948, p. 136 sgg. e soprattutto p. 142. 1274 Pensieri sulleducazione, in Scritti editi e inediti, cit., I, p. 304.

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1275 Per il vecchio Capponi, nel novembre del 1873, la stessa politica era ormai nella meccanica Lettere, cit., IV, p. 326 e cfr. anche 311: uomo tutto meccanico il Bismarck. 1276 G REENFIELD, op. cit., p. 292. 1277 S. Betti alla contessa Pepoli Serpieri, 24 settembre 1841 (in L IPPARINI, Minghetti, cit., I, p. 262). E cfr. M INGHETTI, Nuove osservazioni ... , l. c., p. 62. 1278 E. R UBIERI, Dottrine economiche e industriali (1856), ora in La Mezzadria, cit., pp. 139 e 144. 1279 Lo diceva il Ridolfi; e lo confermava quellaltro tipico agricoltore chera Giuseppe Pasolini, anchegli pienamente partecipe del modo di vedere dei Toscani (Memorie, II, Torino, 1915, p. 90 sgg., 137 sgg., 141). 1280 Linteressantissima discussione ora nel volume La Mezzadria negli Scritti dei Georgofili, cit., cfr. soprattutto pp. 16, 25 sgg., 33 sgg.,.49, 57, 62, 70-71, 74 sgg., 84. 1281 Nel colloquio con Pio IX, il 6 agosto 1875 (Ricordi, III, p. 192). Delle concezioni del Minghetti sono percepibili assai gli influssi del Rosmini, che pure subordinava leconomia alla morale e combatteva lutilitarismo (cfr. L. B ULFERETTI, Antonio Rosmini nella Restaurazione, Firenze, 1942, p. 172 sgg. e 179, n. 1). 1282 R UFFINI, La giovinezza del conte di Cavour, cit., I, pp. 81 sgg., 92; M INGHETTI, Ricordi, I p. 57, III, p. 200 sgg. Sul valore morale dellagricoltura per il Minghetti, cfr. G. M AIOLI, Marco Minghetti, Bologna, 1926, p. 315 sgg. 1283 Della famiglia, III (ed. Pellegrini, Firenze, 1913, pp. 379, 388-89, 392, 394). 1284 Carteggi, III, p. 299. 1285 Cfr. al riguardo linteressantissima lettera del Capponi al Lambertico, Lettere, IV, pp. 417-18. 1286 Anche nellInno a Satana, lunica nota di modernit, fra i ricordi classici e quelli di Wiclif e Lutero, quello della ferrovia bello orribil mostro. 1287 Per questo senso della terra e dellagricoltura nel Carducci, cfr. C ROCE, Carducci, cit., pp. 50-51. 1288 Lettere, cit., pp. 53 e 167. E cfr. Ricordi, III, p. 79.

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Diario, pp. 238 e 243; R UFFINI, La giovinezza ... , cit., I,

p. 95.
1290 significativa lammirazione del Minghetti per il Capponi, che una tipica figura di conservatore umanista (Lettere fra la regina Margherita e Marco Minghetti, cit., pp. 157-58). 1291 Lettere, cit., pp. 53 e 167. E cfr. Ricordi, III, p. 79. 1292 Lon. Lioy alla Camera, il 10 aprile 1881 (A. P., Camera, p. 4922). 1293 A. B ALDINI, Lettere per Robinson, nel Corriere della Sera del 10 agosto 1948. 1294 Tema prediletto dal dAzeglio anche nelle conversazioni private (M INGHETTI, Ricordi, III, p. 55). 1295 Cfr. p. es. la prolusione letta allUniversit di Genova il 22 novembre 1860 da P. G IURIA, Lettere e industrialismo, Genova, 1860, soprattutto pp. 9 sgg., 15-16; e G. B ERIO, Preminenza delle lettere e dellidealismo sulle scienze positive in ordine alla cultura dellindividuo, allincremento delle arti e degli studi scientifici, alla potenza ed al decoro della nazione, Oneglia, 1874. 1296 Lettere fra la regina Margherita e Marco Minghetti, cit., p. 212. Uno degli argomenti per negare che lInternazionale avesse possibilit di attecchire in Italia, fu, per il Martello, proprio il sentimento del bello, cos diffuso in Italia, e legame di unione, di rispetto fra i cittadini (Storia della Internazionale dalla sua origine al congresso dellAja, cit., 1873, p. 381). 1297 Cfr. p. es. P. S ELVATICO, Educhiamo il capitale alle industrie, Bergamo, 1871, pp. 21 sgg., 28 sgg. Contro la anticheria e per unistruzione necessaria alla operosit produttrice si schiera anche lon. B. C ASTIGLIA, Dellistruzione e del libro vivente, Roma, 1874, p. 5 prefaz.; p. 19 sgg. 1298 affermazione gi del B ALBO, Pensieri sulla storia dItalia, p. 290. 1299 Cfr. il giudizio del Berthelot: Renan ... avait moins de goit [que moi] pour la dmocratie, pour la Rvolution franaise, et surtout pour celle transformation la fois rationelle, industrielle et socialiste, dans laquelle est engage la civilisation moderne. Les anciennes monnires denvisager la protection des sciences, des lettres et des arts, par un pouvoir suprieure

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et autocratique, lattiraient davantage: il nen a jamais fair mistre (R ENAN -B ERTHELOT, Correspondance, p. 2). E cfr. infatti lassai significativo articolo La posie de lexposition, dove Renan, nel 1855, proclamava errore lesaltar sopra modo lindustria, rimpiange si sia persa la distinzione fra le arti liberali e non (a queste ultime appartiene lindustria) ecc. (ora in Oeuvres compltes, II, p. 239 sgg.). fondamentalmente, lo stesso stato danimo dei Capponi, Minghetti ecc. 1300 Discorso alla Camera del 5 maggio 1881 (Discorsi Parlamentari, VIII, p. 123). 1301 Carteggi Ricasoli, III, p. 333. Contro laccezione in cui si vuol intendere ora il popolo, cio la parte inferiore e meno educata della nazione, cfr. B ALBO, Della monarchia rappresentativa, cit., pp. 181-82. 1302 Su questo cfr. buone osservazioni in G. B ERTI, Appunti sullepoca romantica, in Societ, II (1946), p. 587 sgg. 1303 Carteggi, III, p. 444. 1304 G. Bardi al Ricasoli, annunziandogli la scoperta della societ di comunisti a Ponte al Serchio, presso Pisa, nel novembre 1846 (Carteggi Ricasoli, II, p. 179. Sullepisodio, cfr. G. A NDRIANI Socialismo e comunismo in Toscana tra il 1846 e il 1849, Milano-Roma-Napoli, 1921, p. 4 sgg.). 1305 L AMBRUSCHINI, Ricordi di fatti posteriori atl8 febbraio 1849, in Scritti politici e di istruzione pubblica, cit., p. 417. 1306 Qual fosse lopinione dei moderati, e del Minghetti in particolare, sullassassinio di Pellegrino Rossi noto: cfr. anche L IPPARINI, Minghetti, cit., I, p. 73 sgg. 1307 Carteggi Ricasoli, III, pp. 339-40; L AMBRUSCHINI, Scritti politici e di istruzione pubblica, cit., p. 419. 1308 Questo modo di vedere caratteristicamente espresso dal Bonghi ne La Perseveranza: l8 settembre 1870, contro la proclamazione della repubblica in Francia ad opera di un colpo di mano del popolo fuori delle vie legali; il 20 novembre 70 contro le impazienze dei Romani per il tardato arrivo del re; il 26 marzo 71 contro la Comune. 1309 Cos D OMENICO C ARUTTI, lo storico di casa Savoia, nellode Liberi Voti, Roma, 1878, vv. 33-36.

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1310 Cfr. anche la Traccia per un programma dellopinione nazionale moderata italiana nel 1856 di D IOMEDE P ANTALEO NI , il quale nel 1881 combatte lestensione del suffragio come eccitamento al disfrenarsi dei due partiti estremi, il rosso e il nero, e ad una tremenda lotta finale fra di essi (in L IPPARINI, op. cit., I, p. 288 sgg.). 1311 M INGHETTI, Ricordi, II, p. 143. 1312 Cos chiude il suo discorso al Senato sulla legge elettorale, il 12 dicembre 1881, il Finali (A. P., Senato, p. 2006). 1313 Discorso alla Camera il 5 maggio 1881 (Discorsi Parlamentari, VIII, pp. 116 e 132). Degli effetti assai temibili della legge elettorale il Minghetti parla anche ir. una lettera del 1 gennaio 1882 al Visconti Venosta (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1314 Lett. al fratello Giovanni, 7 febbraio 1882 (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). 1315 Discorso agli elettori di Cossato il 15 ottobre 1876, cit., p. 26 sgg. 1316 Carteggio di Michele Amari, II, p. 277. Anche lAmari era contrario alla legge (ib., II, pp. 264-65). Nel 1894, il Guiccioli ripeter fu errore fatale allargare il suffragio nel 1882 (F ARINI, Diario, I, p. 615). . Per il Sella e i suoi amici lestensione del suffragio voleva dire che padroni di tutto sarebbero le societ operaie; e perci nessuno ne vuol sapere (al La Marmora, 27 ottobre 1876; Epistolario inedito, cit., p. 76). Che se poi, nel 1881, taluni della Destra si mostrarono assai pi radicali dello stesso ministero Cairoli-Depretis, e proposero il suffragio universale, ci avvenne in buona parte per disperazione, secondo diceva il Depretis alla Camera (discorso 5 maggio 1881; Discorsi Parlamentari, VII, p. 675): e cio per contrappesare almeno, col voto celle masse rurali, il voto degli operai, per evitare che lo Stato cadesse in mano alle plebi cittadine (Sonnino, il 30 marzo; Discorsi Parlamentari, I, p. 36). Persino il Minghetti preferiva come minore male il suffragio universale a quello limitato dallistruzione perch quello include molti elementi conservativi, che questo esclude (l. 1 gennaio 1882 al Visconti Venosta, cit.; e cfr. Discorsi Parlamentari, VIII, p. 128). 1317 l. al Minghetti, 5 marzo 1881 (BCB, Carte Minghetti, cast. XXIII, fase. 14).

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M ARTINI, Confessioni e ricordi, cit., pp. 194-95. Minghetti al Luzzatti, 29 agosto 1881 (L UZZATTI, Memorie, II, p. 180); e soprattutto il discorso alla Camera del 12 maggio 1883, con la difesa del trasformismo legge generale delle cose viventi (Discorsi Parlamentari, VIII, pp. 253 rgg., 271 sgg., 276-77). 1320 Il Visconti Venosta, p. es., era un po restio a correre per la via chegli [Minghetti] apre. Se lopposizione che abbiamo fatto in questi sei anni, stata una cosa seria perch aveva le sue ragioni morali. Sinch non abbiamo delle guarentigie che attenuino queste ragioni credo che dobbiamo restare unopposizione, non intransigente, non faziosa, ma unopposizione (Al fratello, 17 ottobre 1882; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1321 Lo disse il Minghetti al D E L AVELEY, Nouvelles lettres dItalie, cit., pp. 96-97. 1322 Il Sella non era mai stato un ortodosso del dottrinarismo costituzionale, fermo allo schema dei due partiti contrapposti: il suo discorso alla Camera del 19 maggio 1871, in cui, rispondendo al La Marmora desideroso di sapere se il ministero Lanza fosse di Destra o di Sinistra, affermava che il ministero era indipendente dai partiti, scandalizz, imbrogliardo terribilmente le idee di tutti i dottori della scolastica costituzionale (G. G UERZONI, Partiti vecchi e nuovi nel Parlamento italiano. Lettera ad Antonio Mordini, Firenze, 1872, p. 68). Cfr. R. D E M ATTEI, Dal trasformismo al socialismo, Firenze, 1940. 1323 Quella volta, invece il Visconti Venosta era stato favorevole (ovviamente, dato che il perno della combinazione era Sella, cio uno della Destra); e ne scrisse al fratello Giovanni, il 4 luglio 1879: Vi era in realt unaccordo se non completo, abbastanza inoltrato, fra Sella e Nicotera per fare insieme un Ministero. Ma appunto lultimo giorno chio fui a Roma la combinazione era caduta perch Sella voleva poter dire che aveva fatta la cosa col consenso de suoi amici politici e incontr la pi decisa opposizione di Lanza e di Spaventa. Sella stesso me ne parl a lungo. La cosa in s desta tutte quelle repugnanze che tu comprendi. Io ero per dellavviso che non si dovesse prendersi la responsabilit di sconsigliare Sella e di trattenerlo perch, le elezioni essendo inevitabili, era questo forse il solo mezzo possibile ... per tirare a galla il nostro partito, collaiuto sicuro e necessario del governo, soprattutto nel mezzogior1318 1319

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no. (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA; e cfr. Visconti a Minghetti, 8 luglio 1879, BCB, Carte Minghetti, cart. XXI, fasc. 129.) E l8 aprile 1881: Quanto a Sella, egli sarebbe disposto a fare un Ministero andando in l verso i Centri e la Sinistra moderata. Ieri mi parl per sapere come la pensavo. Io lho molto incoraggiato, perch non vedo altro modo per trattenerci sulla china, per cominciare un riavvicinamento alle idee moderate, e per tenerci a galla nelle elezioni future (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Cfr. anche G UICCIOLI, Sella, cit., II, pp. 265-266, 338 sgg. 1324 C RISPI, Pensieri e profezie, p. 50. 1325 De la libert des anciens compare celle des modernes (1819), in Cours de politique constitutionelle, cit., II, p. 539 sgg. Per gli antichi, lindividuo, sovrano in quanto membro dellassemblea pubblica, era in privato uno schiavo presso i moderni, la sovranit dellindividuo limitata, appuente, ma il singolo come privato libero, indipendente in modo assoluto. 1326 Il Sella, scriveva Il Diritto, luomo che in un eccesso di smania autoritaria ha fatto sorgere in Italia una scuola di adoratori dello Stato, che accennano a concentrare nello Stato ogni forza morale, politica ed economica della nazione ... (Il capo dellopposizione, 7 maggio 1876. 1327 Il progetto fu infatti vivacemente combattuto da Francesco Ferrara e dal Majorana Calatabiano: cfr. la discussione alla Camera, il 19 e 20 aprile 1875 (A. P., Camera, pp. 2493, 2520 sgg.). 1328 Che fu la tesi sostenuta dallon. Merzario, alla Camera, il 20 gennaio 1871 (A. P., Camera, p. 763). Anche lon. Lioy fu contrario (ib., p. 772), e Cairoli dovette difendere il progetto dichiarando che linteresse sociale giustifica un vincolo alla libert il quale emancipa la coscienza (ib, p. 779). Contrario allobbligo era pure F RANCESCO F ERRARA, Il Germanismo economico in Italia, in Nuova Antologia, XXVI, agosto 1874, p. 1012. 1329 Cos lon. Merzario, nel discorso sopra cit., p. 763. 1330 C ONSTANT, l. cit., p. 541. 1331 Cavour agricoltore. Lettere ... , cit., pp. 64-66; G. P RA TO , Fatti e dottrine economiche alla vigilia del 1848. LAssociazione agraria subalpina e Camillo Cavour, Torino, 1919, p. 58

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sgg. Allesempio di Cavour, contro lobbligatoriet dellistruzione, si appella il F ERRARA, l. c. 1332 P RATO l. c., p. 181 sgg. 1333 Allo Stato spetta di mantenere e garantire la sicurezza delle persone e de beni, e lordine e a tranquillit pubblica; di reprimere le offese al diritto e alla libert; di punire le infrazioni alle leggi di tutela e interesse generale, le frodi, le coalizioni criminose, gli attentati alla libera concorrenza ... E lo Stato appunto il primo agente, e la prima di tutte le forze economiche della Nazione, in quanto produce la sicurezza, e mantiene la libert e il diritto (A. M AGLIANI, Lazione economica dello Stato, in Nuova Antologia, XXVIII, gennaio 1875, pp. 193-94). Tale e quale il pensiero dei redattori della Dichiarazione dei diritti. 1334 Ricasoli a Borgati, 10 febbraio 1875 (Lettere e documenti, X, pp. 338-39). E cfr. allo stesso, 5 marzo 1876: Dieci errori derivati dalluso della libert, non valgono un errore allingerenza Governativa attribuibile: che dico? dieci errori dovuti alla libert riescono a benefizio della Nazione, e unopera fatta bene dal governo, quando fosse di quelle che i privati possono compiere, si chiude infine con un malefizio (ib., p. 361). Condizione prima ad ogni efficace miglioramento dello stato sociale , per Luigi Ridolfi, nellottobre 1871, il rimuovere le cause delle perturbazioni nelle industrie restringendo le ingerenze governative (La Mezzadria, cit., p. 263). 1335 Il sen. Alfieri, al Senato, il 12 dicembre 1881 (A. P., Senato, pp. 2014-15). 1336 Artom a Minghetti, 21 maggio 1884 (BCB, Carte Minghetti, cart. XXIV, fasc. 65). 1337 Il Germanismo economico in Italia, l. c., p. 1011. Per il Ferrara, coloro che propugnano laccordo della morale e delleconomia sono gi dei convertiti al germanesimo e al socialismo della cattedra: di qui la polemica anche contro il Toniolo (ib., p. 1010). Per le discussioni tra scuola classica e scuola positiva o germanica cfr. S. M AJORANA C ALATABIANO, La scuola germanica e la scuola Adamo Smith in economia politica, Catania, 1875; L UZZATTI, Il centenario della pubblicazione dellopera di A. Smith, Roma, 1876, pp. 13-14 (estr. dagli Atti Acc. Lincei). Anche per il Ricasoli, la scuola economica che si vorrebbe oggi imporre rovinosa per lavvenire economico, civi-

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le e politico dItalia (Lettere e documenti, X, p. 362). Su queste discussioni cfr. ora anche B ULFERETTI, Sul progressismo sociale della borghesia nel Risorgimento Antonio Scialoja, cit., pp. 31-32. 1338 M INGHETTI, La legislazione sociale, cit., pp. 11 sgg., 30 sgg. Cfr. anche Ricordi, III, p. 207 sgg., dove il Minghetti afferma di serbare quella posizione mediana, gi assunta nellopera Delleconomia pubblica, fra la scuola economica ortodossa e il socialismo comunque si ammanti del nome di cattedratico o di popolare. Ivi, p. 208, contro la legislazione sociale alla Bismarck. Concetti analoghi sullazione indiretta e cooperatrice dello Stato nel M AGLIANI, l. c. 1339 Sul Piemonte della carit cfr. N. R ODOLICO, Carlo Alberto negli anni di regno 1831-1843, Firenze, 1936, p. 345 sgg. Su tale via sono le proposte come quella del conte Achille Laderchi, a Bologna, per unassociazione fra le persone abbienti che si occupino dei miglioramenti economici e morali del popolo (La lega del bene, Bologna, 1874). Anche in Francia, tradizionalismo della carit fin dopo il 70 (H. R OLLET, Laction sociale des catholiques en France, 1871-1901, Parigi, 1947, p. 8), nonostante gli sforzi delle prime correnti di cattolicesimo sociale (J. B. D UROSELLE, Les dbuts du catholicisme social en Franco (1822-1870), Parigi, 1951, soprattutto p. 699 sgg., ma anche, per il tradizionalismo della carit nellalto clero, p. 689 sgg.). 1340 Le regole per ben servire gli inermi, par. XXVI (in M. V ANTI, S. Giacomo degli incurabili di Roma nel Cinquecento, Roma, 1938, p. 132.). 1341 C ORNIANI, Il principio dautorit in Italia ed il partito conservatore, cit., p. 216. 1342 Terza Appendice alle Speranze dItalia, ed. cit., pp. 320321. Rapidissimi appunti per una storia di tal genere in Pensieri ed esempi, Firenze, 1856, pp. 337-40. 1343 Pensieri ed esempi, cit., p. 340. E cfr. Speranze dItalia, c. XI (ed. cit., p. 189): Come operosit pubblica, la carit scioglimento ultimo forse di quei grandi problemi economici ... di una quasi legge agraria del mondo cristiano. 1344 V IGNOLI, Delle condizioni morali e civili dItalia, cit., pp. 98 e 104 sgg. Il Vignoli, democratico, per la lotta contro il Papato, sempre affidandosi alla scuola (p. 80 sgg.).

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D E C ESARE, Le classi operaie in Italia, cit., p. 2 sgg. Cfr. p. es., la circolare Lanza ai prefetti, nel 1870, Le carte di G. Lanza, cit., VI, p. 362. 1347 Cfr. A RCH . STORICO DEL C ORPO DI S TATO M AG GIORE , Roma, Cart. Confid. del Ministro, cart. 75, fasc. I (1874); alla comp. disciplina il caporal magg. Zirardini Odoardo e il fratello soldato Giovanni, da Ravenna, perch affiliati allInternazionale, e in corrispondenza con Andrea Costa. Idem, per il soldato Venturelli, pure di Ravenna, ib., ecc. Il 26 aprile 1876 circolare del ministero della Guerra ai comandi generali di Milano e Torino perch vigilino sulla propaganda che il Comitato per la Rivoluzione Sociale, di sede a Locarno, cerca di far nellesercito (ib., ib., cart. 75); altra, riservata, del 16 dicembre 1876 (ib., ib., cart. 80), sullo stesso argomento, dopo informazioni dei ministeri Interni ed Esteri, sulla base di un rapporto del console a Ginevra; e il 13 settembre 1878 altra circolare, riservata, del ministero ai comandanti di Corpo dArmata sulla propaganda e la diffusione di manifesti clandestini dellInternazionale (ib., ib., cart. 81). Su questa propaganda fra la truppa la quale in parte gi guasta del partito repubblicano sociale, cfr. anche la relazione di un informator e anonimo al Visconti Venosta, il 27 novembre 1872 (ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 5, fase. 4). E si veda LOsservatore Romano del 14 settembre 1878 (Le soldatesche e linternazionalismo: espulso Dio dalle caserme, naturale che ventri linternazionalismo). Nel 1870, circa 3000 affiliati nellesercito (molti sottufficiali), A. R OMANO, Storia del movimento socialista in Italia, I, p. 317. 1348 Il ministro della Giustizia, Vigliani, al ministro della Guerra, 23 novembre 1874 (A RCH . STORICO C ORPO S TA TO M AGGIORE , l. c., cart. 75). 1349 Al riguardo, lenergico gen. Pianell comandante del II Corpo dEsercito (Verona), indirizz, il 16 aprile 1870, una lettera al ministro della Guerra, per ammonire di non riposare sopra una fatale sicurezza, di non continuare nella dissimulazione e contentarsi di una sorveglianza che alla fin fine non sappiamo quanto sia efficace, ma studiare un mezzo onde, almeno, espellere dallEsercito quei sottufficiali che, per forti indizi, si ritenessero rei di tradimento. E gi il 27 marzo aveva invitato il generale comandante la divisione di Milano ad attenta vigilanza: necessario che generali, colonnelli e comandanti in
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genere non tollerino quella specie di atonia da cui gli ufficiali paiono colpiti e che si mostrino rigidissimi (A RCH . STORICO C ORPO S TATO M AGGIORE, l. c., cart. 59). Da notare, che il rigetto del ricorso in grazia del Barsanti condannato a morte fu votato dal Consiglio dei ministri, il 18 agosto 70, solo a maggioranza e a scrutinio segreto tenute presenti le informazioni ricevute sulle conseguenze per la disciplina dellesercito (Verbali del Consiglio dei Ministri, II, p. 67, ACR; pubbl. in Le carte di Giovanni Lanza, cit, VI, p. 403). 1350 Cos nel 1874 il ministero degli Interni segnala a pi riprese lingresso nellesercito di internazionalisti, oltre che di republicani: 12 febbraio, Errico Malatesta; 6 e 15 marzo, 17 e 18 aprile, altri (A RCH . STORICO C ORPO S TATO M AGGIORE, l. c., cart. 75). 1351 N. R OSSELLI, Mazzini e Bakounine, cit., p. 229 sgg. 1352 La Perseveranza, 26, 28, 31 luglio, 6 e 8 agosto. In realt, com noto, si trattava di moti repubblicani, da cui il Mazzini trasse le sue ultime illusioni di uninsurrezione generale (cfr. A. C ODIGNOLA, Mazzini, Torino, 1946, p. 359 sgg.). 1353 R OSSELLI, Mazzini e Bakounine, cit., p. 268 sgg.; N ET TLAU, op. cit., p. 165 sgg.; R. M ICHELS , Storia critica del movimento socialista italiano, Firenze, 1926, p. 26 sgg. e 63 sgg. 1354 r. Nigra, gel 16 maggio 1871, n. 1539. Su questo processo, conclusosi l8 luglio, v. E. V ILLETARD, Histoire de lInternationale, Parigi, 1872, pp. 228 sgg., 311 sgg. 1355 Cos il 10 agosto 1870 il ministero della Guerra indirizz ai comandanti di Divisione una circolare riservatissima sullo Scompartimento del territorio continentale del Regno per servizio militare di ordine pubblico, che prevedeva disordini per opera dei partiti avversi allattuale stato politico dItalia (A RCH . STORICO C ORPO S TATO M AGGIORE, Cart. Conf. del Ministro, cart. 62, prat. 36). Di fatto, a Milano il gen. Ricotti temeva disordini repubblicani come contraccolpo di gravi torbidi in Francia, pur ritenendo di poter fronteggiare la situazione (ib., ib., cart. 69, prat. 6). 1356 Le carte di G. Lanza, cit., V, pp. 207-208 (l. p. prefetto di Bologna, 19 luglio 70). E si veda la lavata di capo del Lanza. Il 12 agosto, al prefetto di Genova che gli aveva chiesto con qual titolo e con qual mandato arrestare Mazzini (ib., V, p. 233). Per le pratiche bismarckiane in Italia a mezzo Holstein

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allo scopo di impedire lalleanza italo-francese, cfr. G. P. G OOCH, Holstein: oracle of the Wilhelmstrasse, in Studies in German History, Londra, 1948, pp. 395-96; C HIALA, op. cit., I, p. 84, n. 1. 1357 La Perseveranza, 8 agosto 1870, e cfr. anche 11 agosto (La Monarchia italiana e limpero francese). Entrambi del Bonghi. Anche il ministro degli Stati Uniti a Firenze, Marsh, aveva espresso, il 28 agosto, il parere, che se in Francia cadeva lImpero e si stabiliva la repubblica, ci sarebbero stati grossi pericoli repubblicani in Italia (H. R. M ARRARO, Unpublished American Documents on Italys Occupation of Rome, in Journal of Modern History, XIII, 1941, p. 51 sgg.). 1358 Lo stesso Thiers, non sospetto di voler attenuare il pericolo rosso, nella sua deposizione del 24 agosto, in occasione dellinchiesta, indic lingresso dei Tedeschi a Parigi come una delle cause principali della rivolta. E si vedano infatti le prime dimostrazioni del 26 e 27 febbraio (D REYFUS, Monsienr Thiers contre lEmpire, la guerre, la commune 1869-1871, cit., pp. 286-87). 1359 Renan p. es. notava lestrema complessit degli avvenimenti: lInternazionale non spiegava tutto (Correspondance, 1846-1871, p. 355). 1360 C FR . R OSSELLI, Mazzini e Bakounine, cit., p. 280 sgg. Marx e il Consiglio Generale dellInternazionale accentuavano naturalmente la rivoluzione proletaria, operaia (K. M ARX -F. E NGELS, Il partito e lInternazionale, trad. Togliatti, Roma, 1948, pp. 169, 181, 207-280). 1361 Basti vedere la circolare di Jules Favre ai suoi agenti allestero, il 6 giugno 1871 (Staatsarchiv, XXI, 1871, n. 4453). 1362 r. 21 marzo, n. 1448. 1363 r. Nigra, 22 marzo, s. n. (postilla autogr.). 1364 Cos il 31 marzo: Comitato Centrale o Comune, il potere che dal 18 marzo padroneggia Parigi, figlio primogenito dellInternazionale, non nasconde le sue speranze nel rapido e vasto contagio delle idee chesso rappresenta, nel prossimo scoppio daltre rivoluzioni e nello stabilimento di altre repubbliche, e finalmente nella fondazione della Repubblica universale (r. n. 1467. Meno esclusivo il rapp. 24 marzo n. 1454). E il 16 maggio, dopo aver rammentato i rapidi progressi fatti ...

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dalla Societ [lInternazionale], la recente sua apparizione sulla scena della politica in azione, le proporzioni formidabili della rivoluzione di cui essa fu ed lanima inviava, per istruzione del governo, una Notice Historique sur lAssociation Internationale des Travailleurs, compilata il 6 giugno 1870 per ordine di E. Ollivier e comunicata ad alcuni governi esteri (r. cit. n. 1539). Il cenno storico fu comunicato dal ministero degli Esteri allInterno, il 1 giugno. 1365 r. 2 aprile 1871, n. 805. 1366 r. 3 maggio 1871, n. 819. Che Parigi fosse diventata le rendez-vous des perversits du monde entier disse poi anche Jules Favre, nella circolare del 6 giugno cit. 1367 Cfr. R. M OSCATI, Costantino Nigra anticomunista, nel Risorgimento Liberale, 24 dicembre 1947 1368 r. 16 maggio cit. 1369 r. 22 aprile 1871, n. 815. Come la fantasia spaventata moltiplicasse le cifre, risulta anche dai dati forniti, pi tardi, dal M ARTELLO, che faceva ammontare gli aderenti allInternazionale in Europa, al minimo, ad 1.000.000, mentre un suo amico internazionale gli parlava di 2.594.000, e il Times nel giugno del 71 parlava di 2.500.000 (Storia della Internazionale dalla sua origine al congresso dellAia, cit., pp. 464-65); o dal F ORNI, gi questore di Napoli, che diceva di 1.864.000 affiliati nella sola Europa, pi due milioni al di l dellEquatore (LInternazionale e lo Stato, Napoli, 1878, pp. 49 sgg.). 1370 B ISMARCK, Ges. Werke, 11, p. 168. 1371 LOpinione, 3 aprile 71 (La Francia). 1372 LOpinione, 30 maggio 71 (La guerra sociale in Parigi). E cfr. gi 13 aprile (La repubblica sociale). 1373 LOpinione, 26 maggio 71 (Parigi). 1374 LOpinione, 26 maggio (art. cit.). 1375 LOpinione, 30 maggio (art. cit.). 1376 LOpinione, 25 giugno 71 (LInternazionale). 1377 Come la pensassero i moderati risulta anche dalla lettera 13 giugno 1871 del Castelli al Dina Prima che si faccia la replica del dramma parigino sar fuori di ogni politica di questo mondo; ma per quei che sono ancora giovani non hanno da metterla nel dimenticatoio Carteggio Castelli, cit., II, p. 505.

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1378 Cfr. anche gli articoli del 2 e 7 giugno (La voce de fatti e La donna a Parigi). Gli articoli del 26 marzo e del 2 giugno sono del Bonghi. 1379 Art. Parigi (26 maggio 1871); e cfr. anche Lanarchia francesee noi (31 marzo), Lezioni (18 aprile), I Giacobini (21 maggio). 1380 Nove anni di storia dEuropa, cit., II, pp. 469, 481, 492. 1381 La Riforma, 24 marzo 1871 (Gli avvenimenti di Parigi). 1382 La Riforma, 10 maggio 71. 1383 La Riforma, 24 agosto 71 (Gli Internazionalisti): lAssociazione Internazionale degli operai ha il peccato fondamentale di essere incompatibile colle esigenze e le necessit logiche del principio di nazionalit. superfluo il condannarne le teorie sociali rifrittura di errori giuridici ed economici Il punto di vista patriottico, che informa latteggiamento della Riforma, riappare, poco pi tardi, nel novembre, nella polemica tra Giorgio Pallavicino, arati-internazionalista, e Garibaldi che, com ben noto, fu allora di acceso entusiasmo filo-comunardo e filo-intemazionalista (cfr. Su le quistioni del giorno. Alcune lettere di Giorgio Pallavicino, a cura di B. E. Maineri, Milano, 1874, p. 47 sgg.; e cfr. p. 79). notevole che il Pallavicino, cos violento in genere contro gli uomini della Destra, di fronte al pericolo dellInternazionale uscisse poi in espressioni del tutto simili a quelle degli odiati moderati: la nuova irruzione di barbari, dalla quale siamo minacciati per le selvagge dottrine della Comune di cui egli parla al Guerrazzi nel 73 (ib, p. 96), richiama subito alla mente la nuova barbarie anatemizzata da LOpinione sin dal marzo del 71. 1384 Il Diritto, 21 marzo 71 (Anarchia e reazione). 1385 Il Diritto, 30 marzo 71 (La Francia). 1386 Il Diritto, 29 maggio 71 (Il Diritto di estradizione). 1387 R OSSELLI, Mazzini e Bakounin, cit., p. 283. 1388 Sui motivi che determinarono latteggiamento di Mazzini, cfr. R OSSELLI, op. cit., p. 284 sgg. Anche Giuseppe Ferrari condann, allora, la pazzia del movimento (La disfatta della Francia, cit., specialmente p. 119 sgg.; Carteggio inedito, I, cit., p. 257). E cfr. anche Giuseppe Petroni, direttore della maz-

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ziniana Roma del popolo, a Garibaldi (G. F ONTEROSSI, Garibaldi e lInternazionale, in La Stirpe, XI [ 1933 ], pp. 10-11). 1389 r. Basso, l ottobre, n. 25. 1390 Cfr. il rapp. del console generale A. Strambio, 11 marzo 1871, n. 51 (scioperi ecc.). 1391 LOpinione, 16 marzo 71 (La lega Internazionale). 1392 Cfr. Part. dellOpinione qui sopra citato e lart. dello stesso giornale in senso per assai pi ottimistico del 13 maggio (LInternazionale in Ispagna). Questa volta, si constata infatti, con soddisfazione, che in Spagna la setta ha poco successo. 1393 Memoria del console Cerruti. Parecchi particolari: ufficio centrale dorganizzazione, rue des Couronnes 3, Parigi; citt designate per linizio dellazione, Nizza e Genova: fra gli Italiani (la legione contava anche Francesi, Polacchi e persone di altre nazionalit) lavv. Semenza di Milano, Biffi pure di Milano, Miele di Napoli (AE, Rapp. Francia, all. a r. Nigra, 12 marzo 1871, n. 1436). Il problema dei garibaldini in Francia e del loro ritorno in Italia costitu motivo di gravi preoccupazioni, dordine interno, per il governo. 1394 G. V ISCONTI V ENOSTA, Ricordi da giovent, Milano, 1904, pp. 150-51. 1395 Cfr. S ALVEMINI, Mazzini, cit., pp. 202-203, e anche I partiti politici milanesi nel sec. XIX, con lo pseud. di Rerum scriptor, Milano, 1899, pp. 60-62, 102-106. Cfr. anche S. C ANZIO, La reazione e la paura del socialismo nel 1848, in Atti e Memorie del XXVII Congresso Nazionale dellIstituto per la storia del Risorgimento italiano, Milano, 1948, p. 157 sgg.; id., Lotta di classe nel 1848 in Lombardia, in Il 1848, quaderni di Rinascita, I, Roma, s. a. [1949] p. 77 sgg.; D. D EMARCO, Le rivoluzioni italiane del 1848, in Societ, V (1949), pp. 201 sgg., 218-19. 1396 Cos allamico Minghetti, parlando dei rossi, cio dei radicali, del suo collegio di Tirano (1. 31 agosto 1876, BCB, Carte Minghetti, cart. XX, fasc. 18). 1397 La conversazione, di carattere personale e non ufficiale, riferita dallo Zaluski nel rapporto al Beust del 21 aprile 1871 (S AW, P. A., XI/77, n. 29 B, riserv.). Ne ho pubblicato la traduzione integrale nella rivista Popoli, 15 giugno 1941.

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1398 Nel discorso alla Camera del 15 aprile 1851 (Discorsi Parlamentari, ed. Omodeo-Russo, III, pp. 268-69). Cfr. anche Ricordi di M. Castelli, cit., p. 121. 1399 Cfr, O MODEO, La cultura francese nellet della Restaurazione, cit., p 88. 1400 Cit. in M AZZEI, II socialismo nazionale di Carlo Pisacane, cit., p. 111. E cfr. anche L. D AL P ANE Il socialismo e le questioni sociali nella prima annata della Civilt cattolica, in Studi in onore di Gino Luzzatto, Milano, 1950, III, p. 126 sgg. 1401 Per un giuoco di palla nella valle di Fumane, 5 dicembre 1857 (Canti di Aleardo Aleardi, cit., p. 292 ma cfr. n. 3, p. 322. Cfr. C ROCE, La letteratura della nuova Italia, I, 5 ed., Bari, 1947, p. 85). 1402 Per lo Schwarzenberg, M OSCATI, op. cit., p. 80. 1403 Cfr. in genere A. G ORI, Gli albori del socialismo (17551848), Firenze, 1909, pp. 123, 328 sgg., C. S PELLANZON, Storia del Risorgimento e dellunit dItalia, III, Milano, 1936, pp. 389 e 430. E cfr. la protesta del Palmerston, nel novembre 1848, contro lAustria che fa del comunismo ed eccita le classi inferiori contro le superiori, in V ALSECCHI, Lalleanza di Crimea, cit., p. 47. 1404 R OSSELLI, Mazzini e Bakounine, p. 241, e cfr. Saggi sul Risorgimento e altri scritti, cit., pp. 263 sgg. e 273; M ORANDI, La Sinistra al potere, cit., p. 50. Per il Rosselli, la prima seminagione del sentimento classista tra le masse , in Italia, di color nero (Saggi ... , p. 273). Ancora il 25 giugno 1877. Domenico Farini scriveva a Depretis ammonendolo a non chiuder gli occhi per non vedere che a Saluggia, il giorno dello Statuto, ceran state luminarie con scritte a Pio IX trionfatore e inni al Papa Re. A chi rispondeva con viva V. E. i papisti rimandavano V. E. mette il macinato, Pio IX ci salva lanimi (testuale) (ACR, Carte Depretis, s. I, b. 22, fasc. 69). Roma capitale dItalia, ma la miseria cresce e i liberali non trovano altri rimedi che i provvedimenti di polizia contro le richieste della classe operaia; lItalia una volta era il giardino del mondo, paese invidiato per lagiatezza del vivere ventanni di dominio liberale le han fatto conoscere la piaga del pauperismo, lunico frutto, con la corruzione, della libert: sono temi su cui ricama la stampa clericale (cfr. LOsservatore Roman, 28 settembre 1878, Confronto di date; Civilt cattolica, Del paupe-

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rismo in Italia, s. 10 vol. IX, 18 gennaio 1879, p. 129 sgg.). Per questa propaganda clericale, di indubbia efficacia, e il mito del Risorgimento tradito, C ONTI, op. cit., pp. 10, 16 sgg., 133 sgg. 1405 Si veda la figura di don Asdrubale, nella Commedia soviale in 5 atti di A. R AV. Gli operai, premiata al concorso per drammi popolari bandito da Alessandro Rossi, il noto laniere di Schio, senatore del Regno (Milano, 1872). 1406 Cos, il 28 marzo, LUnit Cattolica sfrutta larticolo della Perseveranza del 26 marzo contro la bordaglia, per ammonire che quel che succede ora in Francia, succeder domani in Italia (Oggi in Francia e domani in Italia). 1407 LUnit Cattolica, 26 maggio (Lincendio di Parigi). 1408 Questo motivo, che riconduce daltronde allatmosfera della reazione cattolica fine Settecento e primi Ottocento, e in particolare a Novalis e a de Maistre, ripreso e svolto anche da papa Leone XIII, il 28 dicembre 1878, nellenciclica Quod Apostolici Muneris (Le encicliche sociali dei Papi, cit., p. 25) e, nuovamente, nella Diuturnum e nella Immortale Dei (1881 e 1885; ib., pp. 64 e 77). 1409 Sono tutti motivi gi toccati nel 48-49, quando comunisti, socialisti, democratici, massoni, liberali erano stati mischiati in una sola prava entit (M AZZEI, l. c.). Cfr. anche padre C UR CI , Sopra lInternazionale, nuova forma del vecchio dissidio tra i ricchi ed i poveri, Firenze, 1871, pp. 103-104; G. M ONTALDI NI , Uno sguardo al passato, al aresente e allavvenire dellEuropa, Torino, 1872, pp. 87 sgg., 124 sgg. 1410 LOsservatore Romano, 25 maggio (I veri comunisti dItalia). 1411 LOsservatore Romano, 1 giugno (Parigi). Concetti simili nella rivista politica settimanale del 28 maggio, 4 giugno, 2 luglio. 1412 LOsservatore Romano, 28 maggio (Rivista politica settimanale). 1413 LOsservatore Romano, 31 marzo (Rassegna politica). 1414 LOsservatore Romano, 23 aprile (Medici ignoranti).

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1415 LUnit Cattolica, 4 maggio 1871 (La repubblica e la guerra sul collo del Regno dItalia) e 20 maggio (La colonna Vendme a Parigi e la Basilica di S. Pietro a Roma). 1416 LOsservatore Romano, 23 aprile, art. cit. 1417 Alla questione, la Civilt Cattolica dedica tre articoli, che costituiscono la pi significativa testimonianza del tentativo dei clericali di volgere a profitto della reazione anti-liberale gli eventi di Parigi: I liberali italiani ed i comunisti francesi; Il liberalismo generatore del socialismo (serie 8 vol. II, 6 maggio 1871, p. 257 sgg., ib., 3 giugno 71, p. 524 sgg); La progenie dei comunisti (serie 8, vol. III, 1 luglio 1871, p. 16 sgg.). Che il liberalismo sia padre e maestro di questa mostruosit (socialismo ecc.) e quindi primo responsabile di ogni male, tema dobbligo anche in seguito: cfr., per es., Civilt Cattolica, serie 10, vol. IX, 1 febbraio 1879, p. 336; LOsservatore Romano, 18 settembre 1878 (Il socialismo). 1418 contro simili profezie di sciagura che il Minghetti ostentava, nel 78, il suo ottimismo, i suoi dubbi se davvero codesto universale diluvio sia per ricoprire la civilt (Stato e Chiesa, cit., pp. 227-28). 1419 Civilt Cattolica (LInternazionale e la circolare del ministro Favre, serie 8, vol. III, p. 284). 1420 Enciclica Quod Apostolici Muneris (Le encicliche..., cit., pp. 24, 30-31). Concetti analoghi nella lettera al card. Nina, del 27 agosto 1878: la violazione delle ragioni pi sacrosante della Sede Apostolica fatale anche al benessere e alla tranquillit dei popoli, nei quali, al vedere i pi antichi e i pi sacri diritti impunemente violati nella stessa Persona del Vicario di Cristo, resta profondamente scossa lidea del dovere e della giustizia, vien meno il rispetto alle leggi, e si giunge a rovesciare le stesse basi della civile convivenza (Leonis XIII ... Acta, I, Roma, 1881, p. 107; LOsservatore Romano, 27 settembre 1878). Riprende La Civilt Cattolica: ... seminando odio contro la Santa Sede, si raccolgon tempeste contro lo Stato. (La libert del Papa e lItalia, s. 10, vol. X, 19 aprile 1879, p. 139). 1421 Il deputato Palluel nel 1850 combatte, nel Parlamento subalpino, labolizione del foro ecclesiastico, perch occorre non perdere lappoggio del clero di fronte al socialismo. Cfr. S ALVEMINI, Mazzini, cit., p. 203 sgg.

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1422 Cos lo definisce il ministro di Francia, Fournier (r. Fournier, 26 giugno 1873, n. 142; AEP, C. P., Italie, t. 388, f. 98). 1423 Queste analogie fra i tempi presenti e i tempi di Cesare e Clodio, erano state gi poste innanzi da un cattolico come il conte Paolo di Campello, chera in rapporti col Menabrea, in un art. I demagoghi nel tempo di Cesare, nella Rivista universale, gennaio e febbraio 1870. Anche ora, il partito di Clodio (cio i settari) vuol far prevalere i suoi torbidi elementi (pp. 184-86; 287-89). 1424 A. P., Senato, pp. 825-27. 1425 Cfr. J ACINI, La politica ecclesiastica italiana da Villafranca a Porta Pia, cit., p. 267 sgg. 1426 Cfr. J ACINI, op. cit., p. 478. 1427 A Francesco Borgatti, 31 marzo 1871 (Lettere e Documenti, X, pp. 219-20). 1428 Cfr. anche Bonghi ne La Perseveranza del 12 maggio 1871 (Che sar della Francia?). In Germania, cfr. Part. del V ON T REITSCHKE, Parteien und Fractionen, in Preuss. Jahrbcher, 27 (1871), pp. 178-79 (crolla il culto della Rivoluzione ecc.). 1429 Nella nota al a ira (Poesie, ed. Bologna, 1902, p. 737). 1430 Cos alla Camera, lon. Broglio, il 14 maggio 1872 (A. P., Camera, p. 2115). 1431 Cfr. p. es. lopuscolo Concorso o astensione? Considerazioni proposte al clero italiano in occasione delle prossime elezioni politiche per C. S. F., Torino, 1874, p. 33 sgg.; C. V ANCIA NO . Come possa formarsi un partito conservatore, Napoli, 1879, pp. 8 sgg., 18 sgg., che propone lalleanza fra i cattolici e i moderati rispettosi della religione; anche C ORNIANI, op. cit., p. 213. Naturalmente, da parte cattolica risposta, negativa: cfr. la presa di posizione della Civilt Cattolica (Il disegno dun partito conservatore in Italia, s. 10, vol. IX, 1 febbraio 1879, p. 276 sgg. e anche s., 10, X, p. 5 sgg.). 1432 Cos Pietro Sbarbaro, ne La Perseveranza del 13 giugno 71. 1433 Cos il padre Tosti, il 2 giugno 71 (in F. Q UINTAVALLE, La Conciliazione fra lItalia ed il Papato nelle lettere del p. Luigi Tosti e del sen. Gabrio Casati, Milano, 1907, p. 336).

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C ONTI, op. cit., pp. 220-21. Lettera al Capponi, 9 agosto 1859 (N. T OMMASEO e G. C APPONI, Carteggio inedito dal 1833 al 1814, ed. da I. Del Lungo e P. Prunas, IV, parte 2, Bologna, 1932, p. 165). 1436 Crispi, nella discussione sullart. 7 della legge delle Guarentigie, il 3 febbraio 71 (Discorsi Parlamentari, II, p. 110. Simili preoccupazioni ritornano nel Crispi anche altre volte, Pensieri e profezie, p. 103). 1437 M. Amari a T. Massarani, nel 1878 (Carteggio, cit. II, p. 240). LAmari, parlamentarmente uomo della Destra, temeva la fortissima tentazione dei moderati di chiamare in aiuto questa parte s pericolosa (i clericali, p 228). Identiche preoccupazioni in Renan (ib., II, p. 239 e R ENAN, Correspondance, 1872-1892, cit., p. 131). Cfr. anche F ERRARI, La disfatta della Francia, cit., pp. 131-32. 1438 Non sospetto di tenerezza per i comunardi ces misrables, Flaubert tuttavia stomacato da questi borghesi: Ah! Dieu merci, les Prussiens sont l! est le cris universel des bourgeois. Je mets dans le mme sac messiers les ouvriers, et quon f ... le tout ensemble dans la rivire (Correspondance, IV, pp. 55 e cfr. 47 e 49). 1439 Voyage en Italie, cit., I, p. 385. 1440 Discorsi Parlamentari, I, p. 33. 1441 LOsservatore Romano, 27 settembre 1878 (Povera Francia!). 1442 Civilt Cattolica, s. 10 vol. IX, 1 marzo 1879, p. 518 (Gli ultimi avvenimenti della Francia). 1443 Dopo i suoi discorsi del dicembre 67, la Civilt Cattolica aveva infatti scritto: anche il Menabrea, altra volta si generoso in rifiutarsi a manomettere i diritti della Chiesa, ora si gloria di voler al tutto spogliare il Papa e compiere lassassinio iniziato dai Garibaldi! (cit. in J ACINI, La politica ecclesiastica italiana ... , cit., p. 271, n. 1). 1444 Lo diceva il Cialdini, sin dall11 settembre 70: Io vedo che lEuropa rimane in assoluta balla della Prussia e della Russia, vale a dire di una ineluttabile reazione (Carteggio politico di Michelangelo Castelli, cit., II, p. 481). E il 30 settembre, il Minghetti al Luzzatti: Non si pu dimenticare che il predominio prussiano dar allEuropa un periodo nel quale lele1434 1435

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mento conservatore sar rinforzato. Se sentisse questi Prussiani come parlano delle repubbliche e anche un poco dei governi parlamentari! E pensare che i nostri rossi prussieggiavano! (L UZZATTI, Memorie, I, p. 309). 1445 La Perseveranza, 13 novembre e 12 dicembre 1870 (LEuropa e la guerra; Due principati nuovi). Entrambi gli art. sono del Bonghi, acuto osservatore. 1446 l. p. al Cadorna, a Londra, 5 giugno 1871 (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). Sin dallinizio della Comune, il Visconti Venosta era inquieto per un terrore bianco in Francia, con inevitabili conseguenze internazionali (R OTHAN, LAllemagne et lItalie, cit., II, p. 373). Il timore di una reazione clericale fu vivo, per es., anche in Ungheria: cfr. un interessante rapporto del console generale a Budapest, Luigi Salvini, il 29 maggio 1871, n. 23. 1447 Lett. al La Marmora del 27 luglio 1852 Lettere, I, p. 524). E cfr. O MODEO, Lopera politica del conte di Cavour, cit., I, pp. 89 sgg., 127 sgg. 1448 Carteggio di M. Castelli, II, p. 518. Anche in Francia i liberali, pur aborrendo dalla Comune, non volevano fare il giunco dei reazionari, n lasciar toccare la libert: cfr. il Journal des Dbats, 18 giugno, 71. 1449 LOpinione, 1 giugno 71 (Le progenie dei comunisti). 1450 LOpinione, 9 giugno 71 (La festa nazionale). 1451 Il Diritto, 9 aprile 71 (Ipotesi). 1452 II Diritto, 2 luglio 71 (LInternazionale e gli Ultramontani). 1453 LOpinione, 24 settembre 71 (Un dilemma). 1454 Anche il M ARTELLO accusava lalto clero cattolico di essere alleato dellInternazionale, per il momento (op. cit., p. 440 sgg.). 1455 Nel febbraio 1872 il Visconti Venosta riceve dal ministro a Lisbona, Oldoini, notizia che in una conversazione intima Pio IX ha di recente detto al ministro portoghese presso la Santa Sede: nous sommes dans des temps impossibles. Cet tat de choses doit terminer dune manire ou de lautre. Ce sera lInternationale qui arrivera la premire pour tout dtruire. Il y aura ensuite grande raction qui aura beaucoup de difficul-

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t, mais reconstituera socit et retablira religion. Ministre des affaires trangres et comte Thomar [ministro portoghese presso la S. Sede] voyent dans ces paroles tout le programme prsent et avenir de la politi. que du Vatican et lalliance du parti qui linspire avec lInternationale (r. 5 febbraio 72, n. 165, annesso. Si tengano presenti i rapporti di parentela tra la dinastia sabauda e la dinastia portoghese, per cui questultima cercava di aiutare la prima relativamente alla Santa Sede. Di fatto lOldoini aveva avuto dal governo lincarico di fare del Portogallo ... lintermediario tra noi e la Santa Sede; appunti di diario Oldoini Mio ritorno in Portogallo, AE, Carte Oldoini, cart. 6, fasc. IX). I timori di Pio IX sono da lui stesso confermati al ministro dOlanda presso la S. Sede, du Chastel, nelludienza di congedo di questi, il 4 maggio 1872: Le Saint Pre stendit alors longuement sur la situation actuelle de lEurope, sur les principes dangereux qui y prdominent et qui doivent ncessairement conduire la socit sa perte si la Providence ne vient en aide (r. du Chastel, 5 maggio 1872; MRR, Arch. della Legazione dei Paesi Bassi, gentilmente comunicatomi dal prof. A. M. Ghisalberti). 1456 Un esempio caratteristico si ebbe nel 74, col tripudio dei circoli intransigenti cattolici per il notevole successo dellopposizione nelle elezioni politiche del 9 e 15 novembre: sconfitta che parve preludio ad un pi deciso scivolare a sinistra, cio, nelle speranze di quei circoli, alla rivoluzione e, attraverso a questa, alla vagheggiata restaurazione papale. Pi di buon senso, Pio IX era lungi dal credere che il trionfo del partito radicale potesse giovare agli interessi della Chiesa. Cfr. l. p. Wimpffen ad Andrssy, 28 novembre 1874, S AW, P. A., XI/82, da me pubblicata, trad., nella rivista Popoli, 15 aprile 1941, p. 27. Certo in quelle elezioni i clericali spalleggiarono la Sinistra, cos come nelle elezioni amministrative del 77 si unirono talora ai repubblicani e perfino ai socialisti contro i liberali (A MARI, Carteggio, II, p. 234). Gi nel 61, daltronde, secondo Diomede Pantaieoni, il card. Antonelli aveva invitato vescovi e cattolici a favorir nelle elezioni i repubblicani, in modo da aver, fra qualche mese, la repubblica in Italia (l. al Cavour, 7 gennaio 1861, La questione romana. Carteggio Cavour, I, p. 179). 1457 Questo dice il ministro dAustria, Wimpffen, al suo collega di Francia, Fournier, poco prima dellabdicazione di re Amedeo in Spagna (r. Fournier, 11 febbraio 1873, n. 97; AEP, C.

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P., Italie, t. 387, ff. 107-107 v.). Per conto suo, il Fournier, in occasione del comizio al Colosseo, nel novembre 1872, aveva gi riferito le voci contro il clero, accusato non sans motif, parait-il di servirsi dellInternazionale per disorganizzare la societ (r. Fournier, 20 novembre 1872, n. 68; ib. ib., t. 386, f. 145). 1458 r. inc. daffari Palomba, 30 novembre 1872, n. 12 (S AW, P. A., XI/229). Il Palomba esclude naturalmente che le alte gerarchie ecclesiastiche e i clericali intelligenti possano prestarsi ad intrighi del genere: essi hanno un vero orrore per qualsiasi soluzione rivoluzionaria e sanguinosa, anche se dovesse convertirsi poi a tutto favore della loro causa. Il card. Antonelli era persuaso, per, che le cose sarebbero sboccate nella rivoluzione. Pio IX, convinto che lItalia non sarebbe rimasta a lungo a Roma, pensava invece che questa sarebbe stata lopera della Provvidenza e sperava che Roma sarebbe stata sempre esente da ogni scena sanguinosa. Soltanto, talora, in occasione di discorsi improvvisati, Pio IX diceva cose che, malevolenza aiutando, potevano prestarsi ad uninterpretazione analoga alle aspirazioni degli ultraclericali (questosservazione del Palomba pu essere bene commentata col r. Oldoini sopra cit.). 1459 Il Tommaseo infatti sin dal 70 protestava contro la tattica astensionistica nelle elezioni. Che si spera? Che il disordine cresca, saccumulino le rovine, venga la giustizia di Dio a far la loro vendetta. Ci si appella a S. Michele. Speranze disperate, senza fede n carit (Roma e lItalia nel 1850 e nel 1870 e le nuove elezioni. Presagi di N. T. avverati, e perch pi non si avverino, cit., p. 8). Il Wimpffen, nella cit. l. p. allAndrssy del 28 novembre 1874, parlando dei clericali che nel Mezzogiorno avevano votato per la Sinistra, aggiungeva che, cos agendo, i clericali si uniformavano ad istruzioni non derivanti dal Pontefice, ma da un partito che attorniava il Pontefice et qui aujourdhui plus que jamais suit la maxime de chercher le salut dans lexcs du mal. 1460 lett. Wimpffen sopra cit. E cfr. la richiesta solo di un petit coin de terre, rifiutando i suoi antichi domini, nel colloquio col dHarcourt, laprile 1871 (Archives diplomatiques, 1874, II, p. 224; il commento di J. Favre, ib., p. 227).

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1461 Cos la cattolica Unione di Bologna del 3 gennaio 1879, cit. da G. Z OCCHI, Alle urne politiche si va? o non si va?, Bologna, 1879, p. 49. 1462 A. B ASCHIROTTO, La vita politica dei cattolici in Italia, Padova, 1879, p. 15. 1463 V ON S YBEL, Klerikale Politik im 19. Jahrhundert, Kleine Historische Schriften, III, Stoccarda, 1880, p. 454, e cfr. pp. 377, 448 sgg. 1464 L. F RIEDLEB, Die rothe und die schwarze Internationale oder Verhltniss der socialdemokratischen Arbeiterbewegung zur Religion, Monaco, 1874, polemizza contro le accuse al clero di lavorare per la rivoluzione e il socialismo. Cfr. E. N AUJOKS, Die katholische Arbeiterbewegung und der Sozialismus in den ersten Jahren des Bismarckschen Reiches, diss. Giessen (Neuen Deutschen Forschungen, 228, Berlino, 1939, pp. 14 sgg.). 1465 Mons. P. E. T IBONI, Il Comunismo e il Vangelo, Brescia, 1872 (discorso letto allateneo di Brescia il 7 gennaio 1872). 1466 Ges. Werke, 6 c, pp. 9, 16, 22 e soprattutto 32; 11, pp. 228, 241-42 (discorso alla Camera dei Signori, 24 aprile 1873: lo Stato minacciato da due partiti, entrambi internazionali contro la nazione: lo stesso motivo enunciato pure dal Sella nel discorso di Biolio del 18 ottobre 1874, contro linternazionale rossa e linternazionale nera, Discorsi Parlamentari. V, p. 880). E cfr. anche 14/11, p. 894; N AUJOKS, op. cit., p. 20 sgg. 1467 Cfr. G. H OOG, Histoire du catholicisme sociale en France 1871-1931, n. ed., Parigi, 1946, pp. 24-25. 1468 Cfr. A. S CHIAVI, La formazione del pensiero politico di Andrea Costa, in Nuova Antologia, maggio 1948, pp. 12-13. 1469 Fa eccezione La Perseveranza, per cui il pericolo c, e occorre premunirsene. Non giova dire che mancano i grossi centri operai: se lItalia deve progredire, si formeranno. E poi, in molte provincie dItalia le classi agricole sono assai pi piene di rancore contro i proprietari di quanto non siano in Francia, dove costituiscono invece una gran forza di conservazione (30 maggio 71, Il problema sociale e morale in Italia). 1470 La progenie dei comunisti. Si noti che laffermazione sulla scarsa pericolosit dellInternazionale per lItalia vien fuori in questo articolo che polemico contro i clericali e i reazionari. 1471 Il terzo stato in Italia.

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LOpinione, 13 giugno 71 (La circolare del signor Favre). LOpinione, 31 ottobre 71 (LInternazionale; Dina): contro la tendenza delle Cortes di Madrid, per leggi speciali contro la setta. In Italia lInternazionale ha avuto minor fortuna che altrove; e in alcune grida troppo clamorose sospettiamo un interesse di reazione che ci menerebbe troppo lontano. Quando poi il governo spagnolo diram la sua circolare del 9 febbraio 1872, per promuovere una difesa comune dei vari governi europei contro un nemico comune. Il Diritto prese nettamente posizione contraria: lidea di formare una lega di difesa contro lInternazionale, ci pare una di quelle utopie appena paragonabile a quellaltra utopia della Lega della pace che ha capo a Ginevra (La Lega dei governi contro lInternazionale, 26 febbraio 1872). Daccordo, LOpinione del 17 marzo 72 disapprova ogni idea di lega reazionaria e sconsiglia le prepotenze legislative (LInternazionale). Il 19 aprile altro articolo del Diritto in argomento (LInternazionale nella Camera dei Comuni), dove riappare il solito ritornello, che in Italiai pericoli derivanti dallInternazionale finora sono molto lontani. 1474 LOpinione, 2 settembre 72 (Il Congresso dellAja). 1475 Il Diritto, 28 ottobre 71 (LInternazionale in Italia e la quistione sociale). 1476 Cfr. Il Diritto, 8 agosto 72 (Padroni ed operai): una folla di operai abbandona il lavoro e porge allItalia il primo doloroso esempio di estesi scioperi. 1477 LOpinione, 12 (Gli operai e le autorit) e 20 agosto 72 (Gli scioperi). Gli scioperi non possono esser gran che pericolosi per lordine pubblico, dato che in nessun luogo gli scioperanti hanno assunto contegno ostile verso lautorit; lItalia non terra da scioperanti. 1478 I Governi, lInternazionale e la Chiesa. Cfr. anche 9 agosto (Gli scioperi); 21 agosto (I Sovrani a Berlino e lInternazionale) e 22 agosto (Rivista Politica). 1479 II Diritto, 29 luglio 1872 (LInternazionale e gli scioperi). Ma anche ora lorgano massimo della Sinistra afferma che i primi sintomi della comparsa dellInternazionale in Italia non devono impaurire nessuno, non devono provocare alcun rigore: Non bisogna trasformare in settari i pochi ed oscuri aderenti dellInternazionale, perch la lotta darebbe loro quella coesione e quella vita che naturalmente non hanno. Non leggi nuove e
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pi severe si devono invocare: ma dove occorra, si applichino severamente quelle che abbiamo. 1480 Il Diritto del 14 agosto 1872 (Unultima parola a proposito dei recenti scioperi) per nuovamente ottimista: s vista la differenza fra i nostri scioperi, presto sopiti, e quelli assai pi gravi, che avvengono altrove 1481 LOpinione, 29 luglio 1872 (lInternazionale). 1482 Cos, Il Petrolio, uscito a Ferrara ai primi del 74. Sul sorprendente estendersi dellInternazionale dalla seconda met del 71, cfr. R OSSELLI, Mazzini e Bakounine, cit., p. 299 sgg.; lespressione, del Consiglio Generale, p. 316. 1483 Cfr. infatti LOpinione, 18 agosto 73 (LInternazionale in Ispagna). 1484 La confusione palese nellOpinione (La polizia internazionale, 22 agosto 74) che ripete bens non essere lItalia matura per lInternazionale, mancando la grande industria, ma ammonisce sulla necessit di vigilare, dopo la dolorosa sorpresa. Il paese si destato come da un sogno molesto. 1485 Cos accade al Bonghi, dal caso di Villa Ruffi e dai disordini di Romagna e di Toscana condotto ad affermare che, in Italia, lInternazionale assai pi diffusa che non si credeva e che se nelle condizioni economiche della societ lInternazionale trova minor fomite in Italia che altrove, vi trova forse istrumenti pi preparati nelle inclinazioni turbolente, nelle combinazioni nascoste di alcune classi cio nello spirito di setta, antica e grave abitudine italiana; condotto, dunque, a temere che il campo prossime dei tentativi dellInternazionale dovesse essere proprio lItalia, dove gi pi duno dei figliuoli di essa rumina lincendio dei monumenti ereditati de padri, e il sovvertimento dogni relazione sociale pi stabile Rassegna Politica (31 agosto 74), nella Nuova Antologia, XXVII (1874), pp. 225-26. 1486 LOpinione, 17 novembre 1872 (Le conferenze di Berlino): La nostra fiducia tutta nellefficacia salutare della libert ... [Larmonia fra il capitale e il lavoro] non simpone con un sistema autocratico; soltanto la corrispondenza della legislazione coi progressi economici pu affrettarla. 1487 LOpinione, 21 ottobre 72 (Il Congresso dEisenach).

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1488 LOpinione, 14 settembre 73 (Il Congresso dellInternazionale). 1489 C HIALA, Giacomo Dina, cit., III, pp. 389 e 426-27; L UZZATTI, Memorie, cit., I. pp. 392-93. 1490 LOpinione, 19 maggio 1875 (Un processo politico). Si trattava del processo, svoltosi innanzi la Corte dAssise di Roma (cfr. qui appresso, pp. 317-18, n. 494). 1491 La proposta fatta dallOpinione il 22 agosto 74 (art. La polizia internazionale gi cit.): bisogna che le polizie dei vari paesi stiano fra loro in diuturno rapporto, si comunichino reciprocamente le informazioni e si prestino reciproco aiuto. 1492 Visconti Venosta al Launay, 29 aprile 1871, n. 207. 1493 Visconti Venosta al Launay, 10 luglio 1871, n. 216. Dispaccio analogo, sotto la stessa data, al Migra. 1494 Nel disp. Al Nigra, cit., n. 322. 1495 Da notare che tale preoccupazione era stata, si pu dire, suggerita al Visconti Venosta dal Lanza, il quale, il 21 aprile, gli aveva scritto di far eseguire le opportune indagini a Londra per verificare se veramente il Comitato internazionale repubblicano di Londra, di cui facevano parte Mare ecc., fosse in attiva corrispondenza coi capi del partito dazione in Italia e fornisse loro i mezzi per lattuazione dei loro progetti sovversivi (AE, Rapp. Inghilterra, n. 2527). 1496 Nigra, 28 aprile 71, n. 1519. Si trattava dellindirizzo ai Cittadini della Comune di Parigi, inviato il 14 aprile dalla Societ Democratica Internazionale di Firenze, oltre che ne Il Dovere a Genova, pubbl, ne LAmi du Peuple del 27 aprile e nel Journal Officiel del 28 aprile. Per un secondo indirizzo ai Superstiti della Comune, la Societ, che non era affatto una sezione della Internazionale, n un circolo socialista, fu sciolta. Cfr. R OSSELLI, op. cit., pp. 303-305; C ONTI, op. cit., Pp. 100, 116-17, 247-49. 1497 Min. Interno a Esteri, 22 maggio 71, n. 1938 (AE, Rapp. Francia). Dopo aver constatato, giustamente, che la Societ Democratica di Firenze non era una sezione della vera Internazionale, il dispaccio continua: In questi ultimi anni, e specialmente sul finire del 1868, e sul principio del 1869, venne segnalata a questo Ministro la partenza dallestero per il Regno di agenti dellInternazionale incaricati di trovar modo di stabilirla an-

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che in Italia, svolgendo la loro azione nei centri principali come Torino, Milano, Napoli, Palermo, ma dalle investigazioni che nel tempo furono fatte praticare, non si potuto acquistare la certezza dellarrivo dei medesimi. Ad ogni modo se vennero, la loro opera deve essere riuscita insufficiente. N a ci si limitarono le investigazioni di questo Ministero, che le ha estese anche a tutti gli scioperi di operai verificatisi in questi ultimi anni, non esclusi quelli recentemente avvenuti ad Oggiono (Como) ed a Milano, allo scopo di appurare precisamente se non vi fosse estranea lazione dellInternazionale. Per esse investigazioni portarono a stabilire il contrario, ed inoltre che vi fu anche estranea lopera dei partiti politici, i quali del resto in questi momenti, mostrano ben poche velleit di agitarsi, meno force nelle Romagne, mentre tutto il resto dItalia pienamente tranquillo. 1498 Lanza a Visconti Venosta, 2 luglio, n. 2590 (AE, Rapp. Inghilterra). Lindirizzo fu pubblicato a Parigi, dal Paris-Journal e dallOpinion Nationale; appariva firmato da Maldini, Giovacchini, Lon Dupont. Ne parl il Bonghi ne La Perseveranza per affermare che non solo i fatti di Parigi non avevano indotto a resipiscenza i membri dellInternazionale, ma anzi la grandezza della battaglia combattuta aveva infuso in essi il sentimento della propria forza; e per ripetere le sue vedute sulla gravit del pericolo (28 giugno 71, Limpressione de fatti). Alla falsit di questo indirizzo (ripr. in V ILLETARD), op. cit., pp. 265-66) si richiama il Visconti Venosta nel disp. cit. al de Launay del 10 luglio. 1499 Rapp. Inghilterra, n. 4623. Ancora a fine maggio del 72 il Lanza dichiarer al ministro di Francia, Fournier, di esser perfettamente informato sullattivit dellInternazionale in Italia, ma di esser pure molto tranquillo sulle sue possibilit attuali di propaganda su larga scala. Riteneva che il numero degli aderenti non superasse, in tutto il Regno, i 3 o 4000. Internazionalisti e mazziniani erano in contrasto; e Garibaldi, che vorrebbe unirli, non ha le qualit organizzative necessarie: Il nest gure qu un nom, et un drapeau dont le rle a fair son temps en Italie. Lunico pericolo relativo anche sarebbe in un avvicinamento fra lInternazionale e la Massoneria (r. Fournier, 31 maggio 1872, n. 23; AEP, C. P., Italie, t. 385, f. 128 sgg.). Per rendersi conto di un accenno di questo genere,

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si devono ricordare i rapporti fra Bakunin e la Massoneria, nel 64-65 (cfr. N ETTLAU, op. cit., pp. 22-24, 46-41, 58). 1500 16 ottobre 1871, in M ARX -E NGELS, Carteggio da e per IItalia (1871 1895), a cura di G. Bosio, in Movimento Operaio, II, nn. 3-4, dicembre-gennaio 1940-1950, p. 87. 1501 Cfr. R OSSELLI op. cit., pp. 268-69; N ETTLAU, op. cit., p. 167 sgg. Su analoghi raggruppamenti un po in tutto il Mezzogiorno, specie nella Puglia, A. L UCARELLI, Carlo Cafiero, Trani, 1947, p. 19. Tracce evidenti dellottimismo ufficiale si hanno ancora nellopera cit. del Forni (p. 50), che calcola a non pi di 2000 gli affiliati allInternazionale in Italia, di fronte ai quasi 2.000.000 di affiliati in Europa. E si che il Forni era stato per quattro anni questore di Napoli. 1502 Ministero Interni a Esteri, 7 settembre e 2 ottobre 1871 (nn. 3413 e 3762). Il Gambuzzi doveva rappresentare la sezione di Napoli alladunanza di Londra del 17 settembre (AE, Rapp. Inghilterra: notizie desunte da lett. sequestrata al Cafiero). Sul Meeting effettuatosi in una taverna situata in Percy Street n. 17 con la partecipazione pure di un italiano, probabilmente il Gambuzzi, r. Maffei, il 25 settembre (n. 248). Sullattivit del Gambuzzi cfr. anche M ARX -E NGELS, Carteggio da e per lItalia (1871-1895), cit., in Movimento Operaio, I, n. 1, ottobre 1949, p. 8, n. 2, novembre 1949, p. 47 sgg., II, nn. 3-4 dicembre-gennaio 1949-1950, p. 90 sgg. Sul nuovo procedimento contro gli internazionalisti di Napoli nellagosto 1871, ivi, n. 2, p. 51 e n. 3-4, pp. 92-93; N ETTLAU, op. cit., p. 225 sgg. 1503 Ministero Interni a Esteri, 7 settembre 1871, cit. 1504 ... regna attualmente un insolito movimento ed andirivieni di comunisti tra il continente e questo paese e ... il numero di rivoluzionari italiani in Londra pure maggiore dellusato r. Maffei, 25 settembre, cit. Ma gi il 31 agosto (r. n. 239) egli aveva cos riferito: Da pi fonti so che i membri dellInternazionale hanno in questo momento un centro attivissimo e, da uninformazione privata ... mi risulta che i famigerati Felix Pyat e La Cecilia riuscirono recentemente a prendere rifugio in Londra. 1505 La necessit di avere un agente speciale retribuito, essendo impossibile di ottenere qui il concorso della Polizia in affari di tale natura, sottolineata infatti dal ministro a Londra,

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Carlo Cadorna, sin dal 5 maggio 1871 (r. n. 215). Si tratta della richiesta Lanza 21 aprile: presunti rapporti fra capi dellInternazionale a Londra e capi del partito dazione in Italia. Dopo altre richieste del ministero dellInterno, Cadorna ripete esser necessario disporre di un agente privato (r. 10 luglio n. 225). Nuovo scambio di note fra il ministero degli Esteri e quello dellInterno (d. di questultimo, 5 agosto); nuovo r. Maffei, del 31 agosto (n. 239), in cui si ritorna sul fatto che le autorit inglesi sorvegliano s le mene dellInternazionale ma, secondo gli usi e i princpi della costituzione britannica, i risultati delle loro investigazioni sono tenuti gelosamente segreti; e il 2 ottobre (e nuovamente il 18 novembre) il Ministero dellInterno consente a che si stipendi per qualche mese un agente, agli ordini immediati della legazione di Londra. Il primo rapporto dellagente venne trasmesso dal Cadorna a Roma il 22 gennaio 1872 (n. 266). Ma i risultati non furono, a detta del Cadorna, soddisfacenti, e lagente chiese invece ottenendola maggiore rimunerazione (r. Cadorna, 29 luglio, n. 322). 1506 Il suggerimento , sempre, del Cadorna (r. 13 novembre 1872, n. 365); se si vuol essere informati di ci che fa qui lInternazionale e delle sue relazioni con lItalia, occorre organizzare un servizio di polizia, in modo che una persona pratica diriga e possa far eseguire le ricerche da dipendenti. Una simile organizzazione importerebbe una spesa annua di 240 sterline, cio di 6000 lire. Non risulta che la proposta si sia poi concretata. 1507 Il 21 marzo 1872 il Consiglio dei ministri delibera di annullare le deliberazioni dei Municipi portanti dimostrazioni a favore di Mazzini, sia collerezione di monumenti, che collintitolazioni dal suo nome di piazze e strade, siccome eccedenti il campo amministrativo ed afferenti quello della politica. Meno di un anno dopo, il 26 gennaio 1873, lo stesso Consiglio dei ministri delibera non doversi considerare atto politico la sottoscrizione i dei Municipi pel monumento a Napoleone III e non essere quindi il caso di vietarle (ACR, Verbali delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri, II, pp. 112 e 132; Le carte di G. Lanza, cit., VIII, pp. 667 e 681). 1508 Cos nel dispaccio, gi cit., del 21 aprile 1871 al min. Esteri. 1509 Lanza dichiar al Choiseul, ministro di Francia a Firenze, esser fuori dubbio che Garibaldi e i suoi due figli erano affiliati allInternazionale (r. Choiseul, 5 giugno 71, n. 104; AEP, C.

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P., Italie, t. 382, f. 111). Sullatteggiamento di Garibaldi di fronte allInternazionale, R OSSELLI, Mazzini e Bakounine, cit., passim, soprattutto p. 205 sgg., 317 sgg., 386 sgg.; N ETTLAU, op. cit., passim, soprattutto p. 214 sgg.; F ONTEROSSI, l. c., pp. 9 sgg., 65 sgg. Sui rapporti fra Man, ed Engels e Ricciotti Garibaldi che si reca a far vispa al Marx a Londra cfr. M ARX -E NGELS, Carteggio da e per lItalia, 1871-1895, cit., in Movimento Operaio, II, nn. 3-4, dicembre-gennaio 1949-1950, pp. 89-90. 1510 La proposta germanica comunicata al Visconti Venosta dal conte Brassier de Saint Simon il 10 luglio 1871. Nella comun. detto che lazione dellInternazionale si manifestata in Italia j dans lmuete de Pavie en mare 1810, dans le brigandage en Calabre et les agitations en Sicile. De plus aprs le 18 mare pass, un grand nombre des Garibaldiens qui avaient pris en France les armes contre les troupes allemandes, se firent remarquer ouvertement comme partisans de la Commune de Paris. Il est vident que la rentre de ces individus en Italie, ne fera que redoubler leur activit ... (AE, Rapp. Germania) Anche per rettificare simili apprezzamenti, in gran parte inesatti, il Visconti Venosta accentua il suo ottimismo nel dispaccio al de Launay, dello stesso 10 luglio. 1511 Visconti Venosta al de Launay, 10 luglio 1871, n. 216. La richiesta bismarckiana suonava dadopter pralablement comme principe, que les attentate la vie et la proprit, comete on les a vu se manifester Paris, appartiennent la catgorie de crimes communs et non de crimes politiques. La risposta italiana, pienamente daccordo circa limpegno di informazioni reciproche (nous acceptons donc avec empressement la proposition de S. A. le prince de Bismarck en ce qui concerne lchange rciproque des renseignements regardants lorganisation et les projets de lInternationale) suona cos circa il secondo punto: Quant la dclaration mettre au sujet des crimes et dlits dont elle serait le prtexte, je nai qu vous rappeler ... que nous avons t des premieres dclarer la France que nous tions disposs appliquer les conventons dextradition aux auteurs des homicides et des incendies dont Paria a t le thtre. Nous sommes dispos renouveler cetre dclaration soit vis--vis de lAllemagne, soit, vis--vis de toute autre puissance. A mon avis cela pourrait suffire pour parvenir au hut quo se propose le Prince Chancelier. La dichiara-

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zione suddetta alla Francia era stata fatta il 31 maggio, con nota del Visconti Venosta al conte di Choiseul (AEP, C. P., Italie, t. 382, ff. 100. 101, 109. Per altri provvedimenti di vigilanza alla frontiera, e il ringraziamento di Jules Favre, ib. ib., ff. 83 e 88. Cfr. A. P., Senato, 2 giugno 71, p. 1010. Per il pensiero di Bismarck, cfr. Ges. Werke, 6 c, pp. 7-8 (a Vienna, 7 giugno). 1512 Visconti Venosta a Nigra 10 luglio 1871, n. 322 (a proposito dellinvito di Jules Favre alle altre potenze per unazione comune: cfr. M. R ECLUS, Jules Favre, Parigi, 1912, pp. 493-94. Lincaricato daffari francese, de la Villestreux, comunic al Favre la adhsion complte del ministro italiano alle sue idee: il che non era, di fatto. Cfr. r. 12 luglio, n. 109; AEP, C. P., Italie, t. 382, f. 215). Sia in questo come nel dispaccio al de Launay dello stesso giorno il Visconti Venosta ricorda le precauzioni gi prese dal R. Governo les mesures prventives qui taient compatibles avec nos institutions; ricorda le disposizioni legislative recenti sulla tutela delle persone e della propriet, che danno al governo une plus grande latitude pour la dfense de lordre. Il Rmusat, successo alla fine di luglio al Favre, si sforz di attenuare, formalmente, la portata delle richieste francesi (non aver egli affatto intenzione di provocare una specie di Santa Alleanza contro lInternazionale); e quindi dichiar di ritenere sufficiente lo scambio di reciproche informazioni, promesso dal governo italiano (r. Ressmann, 18 agosto, n. 161-1). Ma a Berlino faceva sapere invece, ancor pi tardi, come egli giudicasse convenienti le misure preventive, cio il considerar delitto il fatto solo di appartenere allInternazionale: mostrandosi, dunque, pi repressivo che non col governo italiano (r. Tosi, 28 settembre 71, n. 878). 1513 Sulle preoccupazioni nutrite da re Guglielmo, dal Bismarck e in genere dai circoli dirigenti di Berlino a proposito dellInternazionale, molti ragguagli in D E G ABRIAC, Souvenirs diplomatiques de Russie et dAllemagne (1870-1872), Parigi, 1896, p. 233 sgg., soprattutto pp. 238, 242 sgg. Cfr. anche L. S CHNEIDER, Lempeseur Guillaume. Souvenirs intimes, trad. franc. Parigi, 1888, III, pp. 279-80. 1514 Due milioni di aderenti! (r. de Launay, 12 giugno 71, n. 832). 1515 Dichiarazioni del Gorciacov e del conte di Eulenburg al de Launay (r. de Launay, 5 giugno 1971, n. 825). Che liniziativa muovesse dal Gorciacov esplicitaratnte affermato dal

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principe stesso al de Launay: Le cabinet de St. Ptersbourg a charg ses diffrents Lgations de faire des rapports cot gard [lInternazionale], de suivre de prs les menes de cos associations dangereuses. Le Pr. Gortchacov se proposait den parler lEmpereur dAllemagne, et ne doutait point quo S. M. partagerait la mme manire de votr, sur la solidarit de tous les Gouvernements pour se mettre en garde contro le banditismo international. Dopo linsuccesso del tentativo, il Gorciacov affermava, nellautunno, in nuovi colloqui col de Launay, di non credere la possibilit de formuler entro les diffrents pays un accord sur cotte importante matire. La diversit des lgislations serait un des principaux obstacles; mais rien nempcherait quo chaque gouvernement prt chez lui des mesures nergiques pour mieux se garantir contro ce verrongeur de lEurope (r. Launay, 2 novembre 1871, n. 897). E di questo rinunciare del cancelliere russo ai provvedimenti necessari, si lamentava Guglielmo I di Germania (Occupation et libration du territoire, 1871-1873, Correspondances, I, Parigi, 1900, p. 155). Assai significativo che Eulenburg attribuisse una gran parte di responsabilit della Comune aux utopistes, aux libraux de mauvais alo, qui, sans en prvoir les consquences, ont contribu pendant des annes entretenr et aviver lesprit rvolutionnaire: come che in tali dichiarazioni venisse in luce quellatteggiamento non solo anti-internazionale, s anzi anti-liberale, che caratterizzava in Italia la polemica de clericali contro i fatti di Parigi. 1516 r. de Launay, 12 giugno 71, n. 832 cit., Bismarck avverte il ministro italiano dellimportanza attribuita dal governo russo e personalmente dallo zar ce que les diffrentes Puissances se montrassent solidaires pour surveiller et combattre les tendances dune associaton qui comptait plus de deux millions dadeptes. Son Altesse ne doutait pas quo nous partagerions comme le Gabinet de Berlin de semblables vues sur la ncessit dopposer une digue des doctrines qui sont la ngation de tout ordre social. Le Chanceiier Imprial navait pas nous donner des conseils. Mais il croyait quo nous ferions acre de sage politique si nous chargions notre mission en Russie de communiquer une dpche tablissante quo notre Gouvernement abonde dans le mme ides. En agissant ainsi, nous produirions le meilleur effet sur lesprit du Tzar. Cest une occasion quil nous conviendrait de ne pas ngliger. In pari tempo il Cancelliere germanico avverte il de Launay della richiesta che il Brassier de

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Saint Simon ha ordine di muovere al Visconti Venosta, e di cui qui sopra. 1517 Cfr. . R OTHFELS , B ISMARCKS ENGLISCHE B NDNI SPOLITIK , B ERLINO -L IPSIA , 192-1, p. 13 e anche M EINE , op. cit., p. 77. Questi due autori accentuano, nella richiesta bismarckiana, lelemento politica estera nel senso che, proponendo la creazione di un fronte comune contro lInternazionale, Bismarck avrebbe cercato anzitutto di attirare a s lInghilterra. Nila e soprattutto i rr. de Launay conducono a rettificare questinterpretazione. Liniziativa prima part dalla Russia, e proprio per motivi di politica interna ed ideologici; linvito fu fatto, non solo allInghilterra (come aveva supposto il Rothfels, che conosceva solo il carteggio Bismarck-Bernstorff), sl anche allItalia, allAustria e perfino alla Francia. Non quindi il caso di pensare a secondi fini, nei riguardi dellInghilterra, di parlare di erstes tastendes Sondieren. (N. J APIKSE, Europa und Bismarcks Friedenspolitik. Die Internationalen Bexiebungen von 1871 bis 1890 Berlino 1927, p. 21). Daltronde, Bismarck, che conosceva assai bene le tendenze degli inglesi in genere e del gabinetto Gladstone in particolare circa le libert Interne, avrebbe dato prova di singolare mancanza di senso politico nel cercare di avvicinarsi il Regno Unito proprio proponendogli uno sgradito accordo e rinfacciandogli la responsabilit morale chesso si assumeva, ospitando gli aderenti dellInternazionale (cos nel dispaccio al Bernstorff del 14 giugno 71). Nel suo sdegno contro lInternazionale Bismarck era allora, evidentemente, sincero: prova ne che due mesi appresso, nei colloqui di Gastein, tornava alla carica col Beust, per persuaderlo ad aderire alla repressione dellInternazionale; e, come lui, sia con il Beust sia con lo stesso Francesco Giuseppe insisteva il suo sovrano, Guglielmo I (B EUST, Mmoires, cit., II, pp. 491-92, 499; e cfr. qui sopra pp. 455-56). Cfr. anche il colloquio col Gorciacov, nellaprile 1873, in G ORIANOV, La question dOrient la veille du trait de Berlin (1870-1876), Parigi, 1948, p. 51. 1518 Cos il segretario agli Esteri, von Thile (r. de Launay, 15 luglio 1871, n. 848). 1519 Quanto alla Francia, gi promotrice essa di azione diplomatica contro lInternazionale, si manteneva in atteggiamento di comprensibile riserbo di fronte alla proposta germanica M. Thiers a dit au comte de Waldersee quune telle question mri-

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tait un srieux examen, et quil se rservait che lui donner une rersponse (r. de Launay, cit.). 1520 Au reste, Lord Granville ne semblait pas attribuer lInternationale, pour ce qui concernait du mains lAngleterre, une bien grande porte et une propagande dangereuse (r. de Launay, cit.). 1521 In Inghilterra prevale lopinione che la Societ Internazionale non eserciti molto prestigio sulle classi operaie, le quali sono unite in associazioni certamente fondate su basi democratico-radicali, ma non comuniste al pari delle affgliazioni che esistono per lo pi nelle stesse classi sul continente. Si crede dunque, che, anche ammettendo che lInternazionale abbia potuto trarre a s un certo numero di incauti, quando le masse inglesi si accorgeranno della perversit e della negazione dogni principio sociale da cui animata tal setta, si affretteranno a rescindere ogni le game con essa (r. Maffei, 31 ottobre 71, n. 255). 1522 Cos quando nel luglio 71 il governo francese chiede di poter inviare in Italia due agenti di polizia, con lincarico di assecondare lopera delle autorit locali per la ricerca degli individui che avevano partecipato alla Comune, il ministro dellInterno, Lanza, trova pi opportuno che i due agenti possano avere ingresso nel Regno, come ogni altro straniero, per compiervi le loro esplorazioni, senza per esercitarvi alcuna azione che avesse lapparenza di funzione pubblica, mediante dirette o indirette relazioni colle nostre Autorit, rimanendo ad essi naturale il diritto di muovere; col mezzo del Rappresentante della loro nazione, tutte quelle domande che fossero consentite daglinteressi internazionali e dai trattati in vigore (agli Esteri, 25 luglio 71, AE, Rapp. Francia). Che era une fin de non recevoir molto chiara. 1523 AE, Rapp. Spagna; cfr. d. Visconti Venosta a Robilant, 27 febbraio 1872, n. 25 (e simile alle altre Legazioni). La circolare esprime il desiderio che qualcuna delle grandi potenze si assuma il compito di concretare le basi dellaccordo. Dellidea del trattato, o almeno di un accordo speciale per lestradizione, come compresa nella circolare spagnola, parla il de Launay, r. 26 febbraio, n. 953. Per lazione del ministero Sagasta contro lInternazionale messa fuori legge cfr. J. G UILLAU ME , LInternationale. Documents et souvenirs (1864-1878), II, Parigi, 1907, p. 273.

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1524 Il ministro di Francia, Fournier, a Visconti Venosta, 16 aprile 72 (e, anche, Rmusat a Nigra, 22 aprile). La proposta di completare la convenzione di estradizione franco-italiana, firmando un articolo addizionale che ne estenderebbe lapplicazione ai delitti di cui nella legge francese del 14 marzo; da notare che in questa considerato delitto anche il solo fatto della affiliazione allInternazionale o ad ogni altra associazione che professi le stesse dottrine ed abbia lo stesso scopo. Nel testo definitivo di legge fu soppressa la seconda parte, contemplata nel progetto dellestate 71, contro i cittadini sospetti di mene separatiste (con il che, si voleva alludere alle mene a Nizza e in Savoia, r. Nigra, 22 febbraio 72, n. 1803). Sulla legge e gli scambi di vedute con gli altri governi assai sommario lo H ANOTAUX, Histoire de la France contemporaine, cit., I, p. 403. Da notare, che quando nel maggio il Lanza propose uno scambio continuo di informazioni fra i governi francese ed italiano sulla Internazionale (qui appresso, pp. 511-12, n. 465), il Rmusat torn ad insistere sullidea del completamento del trattato di estradizione (docc. ivi cit.), inutilmente: la cosa venne lasciata cadere da parte italiana. 1525 Dichiarazioni Thile a de Launay: il governo tedesco disposto a concludere, su queste basi, un trattato di estradizione con la Spagna. Bisognerebbe per sempre esaminare: si les lois actuelles de lEmpire qui rgissent le droit dassociation pourraient tre modifies dans ce sens ci di cui il de Launay dubita (r. de Launay, 2 marzo 72, n. 956). Vi fu poi un nuovo scambio didee fra Berlino, Vienna e Pietroburgo (r. de Launay, 22 aprile, n. 996); e la legge francese del 14 marco non spiacque a Berlino, ove si trovava chessa conteneva princpi e disposizioni dont il y aurait peut-tre lieu de tenir comete aussi en Allemagne, afin de se prmunir contre une association aussi dangereuse (dichiarazioni Thile a de Launay, r. de Launay, 25 marzo, n. 979). Ma, notavasi a Pietroburgo, la difficolt di stabilire un accordo era grande, specialmente con la Germania atteso il tenore della Legislazione Prussiana che non forniva i mezzi preventivi per contrastare ad una Associazione cos grandemente pericolosa, di cui non pertanto i fini politici erano celati, e i fini apparenti, prettamente economici e sociali, erano di tal natura da non poter provocare per se stessi lazione riparatrice della legge (dichiarazioni dellimperatore Alessandro II allinviato spagnolo: l. Caracciolo, Pietroburgo, 7/19 marzo 1872).

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1526 Il Gorciacov tuttavia osservava che il documento spagnolo gli pareva concepito ed espresso in forma troppo generale ed indeterminata, e che sarebbe stato mestieri, prima di venire di pi fermo ai negoziati, il definire quali sarebbero per lappunto i casi attendibili e i fatti specialmente criminosi degli affliati soggetti alla sanzione del trattato (l. Caracciolo, cit.). Il Gorciacov ammetteva una Estradizione speciale in vista della Internazionale. 1527 S, dissemi allora il Conte Andrssy, questa una questione nella quale parmi essere bene camminar daccordo, in quanto a me sembrerebbemi abbastanza pratica ed efficace lidea messa avanti dalla Spagna, di estendere per atto internazionale, lestradizione accordata pei reati comuni agli imputati di fatti dipendenti dallaffigliazione allInternazionale, e ci, non mi parrebbe difficile a conseguirsi ove Austria, Italia e Germania si mettessero su ci daccordo (r. Robilant, 15 marzo 72, n. 64). 1528 r. de Launay, 22 aprile, n. 996. Naturalmente, il de Launay trova fort regrettable il no britannico, dato che le misure preventive o repressive nel continente perderebbero la loro efficacia, lInghilterra accordasse asilo ai membri dellInternazionale. Ma il Thile gli dice che la risposta inglese non scoragger il governo tedesco de vouer tout ses soins combattre des menes cosmopolites et de faciliter, si possible, une entente avec les Etats qui jugeraient, comme lui, que le systme du laisser faire est hors de mise en pareille matire. 1529 Lanza a Visconti Venosta, 2 marzo 72, n. 1231 ris. (AE, Rapp. Spagna) e 8 aprile 72, n. 2282 riserv. Allo stato presente delle cose manca adeguata materia e fondamento legale ad una estensione tale dei vigenti trattati di estradizione, che comprenda i casi di affigliazione e di appartenenza allassociazione ... Non accade ricordare alla E. V. quale liberale interpretazione, tanto nelle discussioni e negli atti del Parlamento, come nel Consiglio di Stato sia prevalsa, in ordine al diritto di associazione, e quale larghezza alle discussioni filosofiche, politiche e religiose consenta la nostra legislazione sulla stampa. Finch una Societ si raccoglie intorno ad un programma economico politico, inspirato anche ai pi assurdi sofismi della Scuola socialista, il potere esecutivo, se non vede una offesa alle leggi od una minaccia positiva di distruzione dellordine esistente, non pu applicare la repressione penale. E daltra parte non conviene

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aprire processi, che nella maggior parte dei casi riescono solo a porre in maggior rilievo lassociazione che si intende di combattere. Il reato comincia solo quando dal campo delle vaghe aspirazioni verso nuovi ordini di cose ... si passa al fatto od alla diretta preparazione di questo, mediante accordi e tentativi per delinquere contro le propriet o le persone. In tali circostanze le disposizioni del nostro codice penale e lelenco dei reati per cui si concede lestradizione ... provvedono pei casi pi rilevanti. LInternazionale, massime in Italia, tuttavia in uno stato di formazione assai rudimentale e in tale condizione difficile ora di determinare i casi che dovrebbero essere colpiti da disposizioni penali, e riesce quindi anche pi difficile definire quali nuovi reati debbano iscriversi nellElenco di quelli per cui si fa luogo allestradizione [sic!]. La sostanza di questa nota di Lanza dell8 aprile (AE, Rapp. Germania) viene poi comunicata, il 12 aprile, da Artom a de Launay (d. n. 244). 1530 Proposta francese: De Falco a Visconti Venosta, 26 aprile 72. La conclusione : Se pertanto i fatti imputabili ad affiliati dellInternazionale costituiscono uno de reati enumerati nellart. 2 [della convenzione di estradizione italo-francese del 12 maggio 1870], od anche un reato non enumerato ma ammesso nella legislazione italiana, lestradizione dovr e potr accordarsi secondo i princpi vigenti. Di fuori di questi casi il Governo del Re, ad onta di ogni buon volere, non si troverebbe in grado di assecondare le domande che venissero fatte, perch il semplice fatto di affiliazione allInternazionale non annoverato fra i crimini o delitti nel codice penale italiano. Epper fino a tanto che lo stato della legislazione non venga mutato, sarebbe inefficace o superfluo lo stipulare un accordo nei sensi proposti dal Governo francese (AE, Rapp. Francia). 1531 Cfr. il Discorso pronunziato in Pavia ... il 15 ottobre 1878. Roma, 1878, p. 6 Lautorit governativa invigili perch lordine pubblico non sia turbato; sia inesorabile nel reprimere, non arbitraria col prevenire. 1532 Nel discorso elettorale dIseo, del 3 novembre 78, e nel discorso alla Camera del 5 dicembre (A. P., Camera, pp. 3077, 3081; e cfr. anche 6 dicembre, pp. 3085, 3089). 1533 Lautorit ha il diritto di prevenire, come lautorit giudiziaria ha il diritto di reprimere i reati. E la prevenzione consiste in un complesso di atti di prudenza; in molti provvedimenti cauti, sicuri e morali, merc cui il Governo mantiene la

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pace pubblica senza cadere nellarbitrio. difficile esercitarla. Chi lesercita, non solo devessere preveggente, ma deve aver un gran sentimento di giustizia, ed una grandissima moralit. Discorsi Parlamentari. II, p. 313 (5 dicembre 1878). Dove lestrema indeterminatezza dei criteri atti a prevenire, affidati in ultima analisi alla perspicacia di chi governa, apre la via, appunto, alle aspirazioni al governo delluomo capace, dal Crispi auspicato in quello stesso discorso (ancor sempre con alti omaggi alla libert, che e il nostro idolo, la nostra vita). 1534 Scritti politici di Francesco de Sanctis, cit., p. 220 sgg. 1535 Lespressione del Bonghi, avversissimo allInternazionale, ma avverso anche alla legge francese, e, in genere, a qualunque misura eccezionale: Rassegna Politica del 30 marzo 1872, in Nuova Antologia, XIX (18 7 2), p. 921 e Rassegna del 31 agosto 1872, ib.. XXI (1872), p. 222. La frase rispettare ... ecc., nella nota Lanza, 2 marzo, cit., n. 1231. 1536 Questo accostamento dei Gesuiti e dellInternazionale, fatto dal Fournier, che certo non era persona grata ai clericali e dopo la caduta del Thiers dovette lasciar Roma, provoc, a margine del rapporto, un ! negli uffici del Quai dOrsay. 1537 Fournier, 12 agosto 1872, n. 46; AEP, C. P., Italie, t. 385, ff. 295-295 v. 1538 r. Fournier, 31 maggio 1872, n. 23, gi cit.; AEP, C. P., Italie, t. 385, f. 128 sgg. 1539 La sezione di Vienna entrava in relazione con alcuni individui del partito demagogico in Italia (min. Interno a Esteri, 4 dicembre 71, n. 5063, AE, Rapp. Austria). 1540 Min. Interno a Esteri, 27 gennaio 1872, n. 553 (AE, Rapp. Francia): comunicato da Artom a Nigra il 28 gennaio, e da Nigra al ministro degli esteri francesi, Rmusat. Il governo francese era gi stato informato che pel 24 febbraio si sarebbe tentata una dimostrazione in qualche citt della Francia, e aveva preso perci le misure occorrenti (r. Nigra, 8 febbraio, n. 1793). Il 22 febbraio nuova comunicazione del min. Interno a Esteri, dove si accenna anche alla possibilit di un movimento in Spagna (n. 1055). Cfr. Part. del Journal des Dbats, nel dicembre 71 (R OSSELLI, op. cit., p. 396, n. 2). 1541 L8 marzo 1872 il Lanza comunica al Visconti Venosta (n. 1393) due circolari segretissime del Comitato Generale del

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Risorgimento Sociale [sic! la prima; solo Comitato Generale la seconda] di Londra, in data 24 settembre 1871 [scritto 1872] e 5 febbraio 1872, a firma rispettivamente di E. Woordel [sic?] ed Engels, sulle trattative con Napoleone III. Dapprima, il Comitato si impegnato con laiutante di campo dellimperatore visconte Baute de Liverny a coadiuvare potentemente per la riuscita della Casa Bonaparte al trono di Francia, sicuri, che riuscendo, noi avremo fatto un gran passo verso la nostra mta: il risorgimento e emancipazione sociale (su ci, il ministero dellInterno aveva gi trasmesso il 17 ottobre 71 agli Esteri, n. 4039, due circolari a firma Woordel, del 4 e 8 ottobre 71, AE, Rapp. Francia); poi, avendo Napoleone III mancato in alcune parti del contratto, il Comitato decide, il 3 febbraio 72, di tentare un doppio movimento in Francia ed in Ispagna e con un colpo di mano impadronirsi del potere. Obbedendo a tali ordini, continua il Lanza in altro dispaccio agli Esteri dello stesso giorno (n. 1421), lispettorato generale del Risorgimento sociale in Roma fa uffici alle Sezioni italiane dellInternazionale, affinch si tengano pronte per un movimento insurrezionale, che si ritiene favorito dalle presenti condizioni dellEuropa (AE, Rapp. Inghilterra). Tutto ci, naturalmente fantasioso anche se certo che vi fossero contatti fra gli ambienti bonapartistici ed elementi gi comunardi (cfr. R. S CHNERB, Rouher et le Second Empire, Parigi, 1949, pp. 296-298), ed da ricollegare con probabilit al curioso, ma reale tentativo di due degli internazionalisti di Lione del 70-71, Albert Richard e Gaspard Blanc, che avevano fatto offerte precise a Napoleone III e pubblicato, nel gennaio 72, un appello a favore dellimperatore e per ci erano stati condannati come traditori dal Marx e dallInternazionale (G UILLAME, op. cit., II, pp. 256-57, 260-61; N ETTLAU, op. cit., pp. 338-39). 1542 Febbraio e marzo 72: carteggio tra il ministero Interno ed Esteri, fra questultimo e il Nigra e il governo francese, su un certo Antonio Rocher, francese, affiliato allInternazionale, che ha partecipato allinsurrezione di Lione nel 71, e ora fa propaganda a Napoli finch vien espulso nel marzo. La sua espulsione diede origine ad uninterrogazione dellon. Friscia, alla Camera (A. P., Camera, p. 1293, 19 marzo 72). A Napoli, si agita pure un francese di origine italiana, Giuseppe Polio, che pare sia stato segretario di Flix Pyat, su cui pervengono rapporti del prefetto di polizia di Parigi (rr. Nigra, 25 aprile e 11 maggio, nn. 1842 e 1850). E il 14 giugno il Fournier segnala

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al Visconti Venosta la partenza da Ginevra per Torino di un certo Gaillard, agente dellInternazionale. 1543 Tra laprile e lagosto del 72 il Nigra, a Parigi, deve porsi sulle tracce di alcuni perugini, tutti in fama di appartenere al partito radicale, recatisi in Francia con gran sospetto del Ministero dellInterno (Interno a Esteri, 3 aprile); n vale che sin dal 7 e 14 maggio il nostro diplomatico assicuri, su notizia della polizia francese, che si possono escludere i motivi politici del viaggio. Poich a tutto il 25 giugno gli individui sospetti non sono ancora rientrati in Italia, il min. Interno chiede ulteriori informazioni: e da Parigi si tornano ad escludere i motivi politici (r. Nigra, 27 agosto n. 1908). Nel settembre il ministro degli Esteri francese, il Rmusat, avverte della partenza per lItalia di Mario Cacai, Marco Hridier a Guyot, accompagnati da altre 10 persone: il viaggio di questi membri dellInternazionale avrebbe, secondo il Rmusat, maggiore importanza che non lo si potesse supporre da principio, avendo essi il progetto di recarsi a Roma a fine di prepararvi uninsurrezione generale (rr. N igra, 3 e 8 settembre 72, n. 1910 e 1914). Nel dicembre, ricerche senza esito a Marsiglia, con la cordiale collaborazione delle autorit francesi, su presunte spedizioni di armi e di bombe per lItalia, in seguito al rinvenimento di bombe presso Livorno (min. Interno a Esteri, 28 novembre, e r. console generale a Marsiglia, Strambio, del 20 dicembre, n. 78). Con la Francia, dopo ulteriori informazioni trasmesse dal ministro presso il Quirinale al Visconti Venosta e da questi al Lanza (r. del console francese a Genova sulle mosse dellInternazionale e di Garibaldi: Lanza risponde al Visconti Venosta rilevando le inesattezze di tali informazioni e ribadendo che lInternazionale ha pochi aderenti e sprovvisti di mezzi: r. Fournier, 28 maggio 1872, n. 20, con annessa lett. Lama a Visconti Venosta, trad.; AEP, C. P., Italie, t. 385, ff. IIL-112), si addivenne, su proposta dello stesso Lanza al Fournier, ad uno scambio regolare di informazioni, pur se il ministro francese dellInterno facesse presente che le informazioni dalla Francia non potevano esser sempre complete, perch lInternazionale, perseguita dalla legge, vi conduceva differenza dellItalia attivit clandestina e non facile a controllare (rr. Fournier, 31 maggio 1872, n. 23, 10 luglio 1872, s. n. e annessa lett. Lanza 3 luglio; d. Rmusat a Fournier, 15 giugno 1872, n. 25; Rmusat al suo collega dellInterno, 15 luglio; ministro Interno francese a R-

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musat, 24 luglio: AEP, C. P., Italie, t. 385, ff. 128 sgg., 151-151 v., 206-208, 225-225 v., 254, 274). 1544 Si ricordi infatti che proprio dagli scioperi lOsservatore Romano traeva argomento per vaticinare limminenza della vendetta di Dio (cfr. qui sopra p. 443). 1545 Lo osserva l incaricato daffari austro-ungarico, Herbert, in un rapporto del 10 agosto allAndrssy (Saw, P. A., XI/80, n. 25 D). Per conto suo, invece, lo Herbert credeva, gi allora, allesistenza di un preciso programma unitario, ad una parola dordine emanante da organizzazioni pi o meno segrete. Comunque, dato linteresse che la questione offriva, egli chiese informazioni al governo italiano; e in effetti il 19 ottobre trasmise a Vienna (ib., ib., ad n. 35 C) un memoriale, inviatogli dal Tornielli, che insisteva sullazione dellInternazionale. Anche il rappresentante russo preso il Quirinale chiese informazioni sugli scioperi (min. Esteri a Interno, 19 agosto). Infine il de Sayve compil un ampio memoriale su Les socits ouvrires et politiques et lInternationale en Italie, trasmesso dal ministro Fournier a Parigi il 7 febbraio 1873 (all. a r. 94; AEP, C. P., Italie, t. 387, ff. 70-77). Sugli scioperi, cfr. L. V ALIANI, Le prime grandi agitazioni operaie a Milano e a Torino, in Movimento Operaio, ottobre-novembre 1950, p. 365 sgg. 1546 d. Peiroleri a Nigra, 27 luglio, n. 402. La risposta del Rmusat fu che non risultava al Governo francese, in modo positivo che vi fosse un nesso visibile e materiale tra gli scioperi dei due paesi. Ma egli mi parve convinto dellesistenza duna connessione morale prodotta in parte da cause identiche ed in parte dallesempio (r. Nigra 12 agosto, n. 1901). 1547 Ministro Interni a Esteri, 2 settembre (ivi, i dati sugli scioperi). Dichiarazioni analoghe dello Artom al ministro di Francia, Fournier: lInternazionale che ha cercato di agitare le popolazioni operaie delle principali citt dellAlta Italia. Si crede che questi scioperi fossero collegati con lattentato in Spagna contro re Amedeo (18 luglio): infatti si sono estesi, come per una parola dordine, su una parte della Francia dellItalia, della Spagna (r. Fournier, 16 agosto 1872, n. 48; AEP, C. P., Italie, t. 385, f. 315). Ad unintesa occulta dei partiti estremi in Italia, Spagna e Francia si torna a pensare al momento dellabdicazione di re Amedeo (r. Fournier, 11 febbraio 1873, n. 97; ib., ib., t. 387, ff. 107-107 v).

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1548 Di questi screzi, il ministero dellInterno al corrente: se ne parla gi in una nota di Lanza al Visconti Venosta del 1 maggio 72 (n. 2994; AE, Rapp. Inghilterra). Su di essi, cfr. R OSSELLI, op. cit., p. 433 sgg. 1549 Nel 1874, le sezioni dellInternazionale erano 155, con 32.450 iscritti (F. D ELLA P ERUTA, La consistenza numerica dellInternazionale in Italia nel 1874, in Movimento operaio, II, nn. 34, dicembre-gennaio 1949-50, pp. 104-106). Alla cifra ufficiale minore, si attiene il Conti, Op. cit., p. 146: ma nel 1874, le dieci federazioni dellInternazionale in Italia credevano di poter contare con sicurezza, per la ventilata insurrezione generale, su 33.000 seguaci pronti alle armi (L UCARELLI, Carlo Cafiero, cit., pp. 39 e 81), la prova concreta fu un crudo disinganno. 1550 Cos nel decreto Gadda (19 novembre) di proibizione del comizio. 1551 r. Fournier, 20 novembre 1872, n. 68; AEP, C. P., Italie, t. 386, f. 143 sgg. E cfr. pure i rr. 23 e 26 novembre, nn. 70 e 71, ib. ib., ff. 154 e 160 sgg. Cfr. gli articoli del Dina ne LOpinione del 19 e 21 novembre; Vico, Annali dItalia, cit., I, p. 208 sgg.; G. S PADOLINI, I radicali dellOttocento, ne Il Mondo, 10 febbraio 1951; e per la discussione alla Camera, il 25 novembre, S. C ILIBRIZZI, Storia parlamentare politica e diplomatica dItalia da Novara a Vittorio Veneto, Milano-RomaNapoli, II, 1925, p. 51. Dallaltra parte, in Vaticano, vi furono serie preoccupazioni che, in caso di disordini in citt, ci fosse un attacco diretto al Vaticano stesso: si presero misure di precauzione, ma il card. Antonelli era vivamente preoccupato (r. Palomba, 30 novembre 1872, n. 12, cit.). 1552 Cos nelle circolari del ministro dellInterno, Cantelli, il 5 luglio e 20 agosto 1873 (v. nellOpinione, del 30 agosto. Il 1 settembre il giornale torna per cono suo sullargomento con lart. LInternazionale e gli scioperi). 1553 Cos lAndrssy (r. Robilant, 11 marzo 72, n. 62). 1554 r. inc. daffari francese de Sayve, 25 gennaio 1872, n. 10; AEP, C. P., Italie, t. 384, f. 84 sgg. Il Rmusat rispose, il 31 gennaio (n. 4; ib. ib., f. 94), di non capire come il ministro svizzero avesse potuto dar importanza a tali voci. Il governo francese pu rammaricarsi che i fautori di disordini abbiano abusato dellospitalit svizzera per centralizzare i loro sforzi e

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assicurare limpunit alle loro colpevoli manovre: ma non pensa minimamente a ricorrere a tali misure! 1555 Cos nella circolare del 9 febbraio (cit. e disp. Visconti Venosta a Robilant, 27 febbraio, n. 25 cit.). Un anno pi tardi il ministro degli Esteri portoghese, preoccupatissimo per i progressi dellInternazionale, diceva allOldoini: Se io fossi ministro dun grande Paese ... tenterei liniziativa di un concerto europeo [contro lInternazionale] ... (r. Oldoini, 8 maggio 1873, n. 197, conf.; e r. 4 settembre 1872, n. 182, annesso lavorio del governo di Lisbona per convincere qualche grande potenza ad assumere liniziativa di un congresso europeo contro lInternazionale). 1556 Che a Berlino si discutesse dellInternazionale era stato nelle previsioni del governo italiano. noto che fra lAustria e la Prussia sono pendenti delle trattative per istudiare i rimedda opporsi alle tendenze ed alle imprese della Internazionale. Il gabinetto di Pietroburgo si spesse volte dimostrato molto preoccupato dei progressi che quella associazione faceva in Europa. Non adunque fuori di proposito il supporre che, come lanno passato a Salzburg ed a Gastein, cos questanno a Berlino la situazione, fatta agli stati dallassociazione anzidetta, abbia ad essere uno dei temi delle conversazioni dei sovrani e dei loro primi ministri. Sarebbe perci da considerarsi se non converrebbe che anche il Ministro dItalia a Berlino avesse delle notizie precise sopra i disordini accaduti fra gli operai italiani affinch, ove egli avesse loccasione di dover esprimersi sopra tale argomento, lo possa fare con la necessaria cognizione di causa. Min. Esteri (a firma Artom) a Interno, 19 agosto, gi cit. Il 25 agosto, in l. p. Artom al de Leunay: se dai colloqui di Berlino uscir qualche idea pratica, tale da poter essere accettata in un governo costituzionale, noi saremo lieti di associarvici. (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). DellInternazionale parlarono, in quelloccasione, lAndrssy e il Gorciacov al de Launay (rr. de Launay, 9 e 12 settembre, nn. 1061 e 1062); il Gorciacov al Gontaut-Biron (D.D.F., s. 1, I, n. 156, p. 186) e a lord Odo Russell (cfr. il r. Russell a Gran ville, il 12 settembre 1872, in W. TAFFS, Conversations between lord Odo Russell and Andrssy, Bismarck and Gorchakovin september 1872, in The Slavonic Review, VIII 1929-1930, p. 705). Chi prese liniziativa di parlar dellInternazionale, nel convegno, e con propositi decisamente reazionari, fu lAndrs-

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sy (cfr. r. Gorciacov ad Alessandro II, 9 settembre 1872, in A. M EYENDORFF, Conversations of Gorchakov with Andrssy and Bismarck in 1872, in The Slavonic Review, VIII, p. 405 sgg.). Cfr. G ONTAUT -B IRON, Mon ambassade en Allemagne (1872-1873), Parigi, 1906, pp. 157 e 166; E. V ON W ERTHEI MER , Graf Julius Andrssy, II, Stuttgart, 1913, pp. 74-75. 1557 Il pensiero del Bismarck al riguardo chiaramente espresso il 21 ottobre e il 17 novembre 1871 (Aktenstcke zus Wirthschaftspolitik des Frsten Bismarck, cit., I, pp. 160-61, 164 sgg.) E anche il 19 giugno 1872 (cfr. Ges. Werke, 6 s, pp. 10-11 e 22). Secondo il Beust, tuttavia, nei colloqui dellestate 71, Bismarck era venuto innanzi con la parte repressiva soprattutto: e sarebbe stato il ministro austriaco a insistere sulla parte diremo preventiva (cos anche dice il Tosi, r. n. 878 sotto cit.). Certo, nella risposta allo Itzenplitz, il 17 novembre, il Bismarck sottolneava anche il vivo interesse di Francesco Giuseppe per la questione, che diveniva quindi pure ein Bedrfniss unserer auswrtigen Politik. 1558 Cos il Beust stesso nei suoi Mmoires, cit., li, pp. 491492. 1559 r. Tosi, incaricato daffari a Berlino, 28 settembre 71, n. 878 (cenni gi nei precedenti rr. 5 e 10 settembre, nn. 872 e 873). Dopo i convegni, il Beust invi a Berlino successivamente due memorandum in cui insisteva sulla insufficienza della repressione e voleva che la commissione internazionale si prefiggesse apertamente come programma del suo lavoro, lo scopo di migliorare le condizioni delle classi sofferenti della societ e di soddisfare con maturo esame le loro richieste che ora paiono cos pericolose: la repressione sarebbe un corollario di questo programma, il quale non apparirebbe quindi siccome odioso alle classi popolari. Questo largo programma di miglioramenti sociali del Beust incontrava lapprovazione anche del nuovo ministro francese degli Esteri, il Rmusat, il quale per insisteva in pari tempo sulla necessit di reprimere (delitto il solo fatto dellappartenenza allInternazionale). 1560 r. Robilant, 11 marzo 1872, gi cit. Dichiarazioni di Andrssy: lunico risultato delle discussioni Bismarck-Beust era stato la compilazione da una parte e dallaltra di due memoriali, che nulla contenevano di pratico n di efficacemente corrispondente allo scopo che i due governi serano prefisso. Dopo di ci nulla erasi fatto, e la quistione erasi nuovamente posta

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a dormire. Andrssy qui equivoca: non vi furono due memoriali da una parte e dallaltra, ma due memoriali del solo Beust (r. Tosi sopra cit.). E il giudizio del conte magiaro sulla negativit dei memoriali conferma comegli non condividesse le vedute del suo predecessore sul prevenire, bens propendesse per il reprimere: come gi risultava dal diverso contegno dei due di fronte rispettivamente alle proposte francese e spagnuola. Invece, a Berlino fu nominata una commissione per i lavori preparatori (Aktenstcke, cit., I, pp. 161 e 167 n. 2): ma i lavori di essa procedettero nellinverno 71-72 con molta lentezza (r. d. Launav, 26 febbraio 72, n. 953 cit.). 1561 r. Robilant, 11 giugno 72, n. 86. La Conferenza di Berlino aveva mandato larghissimo, inteso per solo a sviscerare la questione ed al pi a proporre modificazioni da fare ai Codici Penali dei due Stati onde lInternazionale nei suoi affigliati o nei fatti delittuosi da essa commessi venisse colpita dalla legge. Cos si dichiar al nostro ministro, al Ballhaus. In realt, la conferenza soccup poi soprattutto della questione sociale in s, dal punto di- vista preventivo. Daltronde gi fra gli stessi delegati dellimpero austro-ungarico vera in proposito divergenza di vedute; giacch, secondo Robilant, i due delegati ungheresi parevano disposti ad introdurre nella loro legislazione disposizioni penali pel solo fatto della affiliazione allInternazionale, mentre gli austriaci sembravano poco disposti ad entrare in un ordine di idee che come accentuava la Neue Freie Presse pochi giorni fa, accenna ad un regresso delle idee liberali verso i principi dei 1815. Nuovamente, dunque, quel contrasto pure avvertibile fra latteggiamento de! Beust, liberale, e quello dellAndrssy, pi reazionario. Per la convocazione della conferenza, cfr. H. S CHULTES, Europischer Geschichtskalender, XIII, 1872, p. 17 sub 10 giugno. 1562 La commissione prussiana aveva concluso i suoi lavori particolari, proprio con dichiarazioni su molteplici punti (istruzione della classe operaia, protezione degli operai contro i capitalisti, miglioramento delle condizioni, materiali e morali, delle classi lavoratrici, componimento pacifico delle contese), ma anche con il deciso giudizio che quanto alle agitazioni dei socialisti, lo Stato non deve adottare nessuna misura repressva (ampio r. de Launay, 10 novembre 1872, n. 685). Che i lavori della conferenza plenaria austro-tedesca si concludessero pure proponendo misure preventive pi che repressive, detto nel

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r. de Launay, 9 dicembre, n. 704. Cfr. anche r. Robilant, 7 dicembre, n. 119. 1563 Alla domanda del de Launay, di aver qualche particolare sui risultati della Conferenza, il segretario di Stato, Balan, rispondeva si le travail des dlgus austro-allemandes tait vraiment de nature tre port la connaissance dautres Cabinets, que nous serions des premiers tre renseigns cet gard (r. de Launay, 9 dicembre cit.). E poi, fu il silenzio. Solo a Vienna il Bismarck faceva comunicare, nel gnaio 1873, unampia relazione sui lavori della Conferenza, con una lett. allambasciatore von Schweinitz dove, per, si diffondeva solo sui legami fra ultramontanismo e Internazionale, fra rossi e neri, toccati gi nella relazione (Ges. Werke, 6 c, pp. 32-33). . Su questo tentativo del 71-72, rimasto senza esito concreto, ma che offrirebbe gi i Grundzge della pi tarda politica sociale bismarckiana, secondo aveva annotato gi il P OSCHIN GER , Aktenstcke zur Wirthschaftspolitik, cit., I, p. 165, n. 1, cfr. B. S EESERG, Bismarck und die Soziale Frage, in Zeitschrift fr Kirchengeschichte, 59 (1940), p. 388 sgg. Un accenno, in O. Q UANDT, Die Anfnge der Bismarckschen Sozialgesetzgebung und die Haltung der Partenien. Das Unfallversicherungsgesetz 1881-1884, Berlino, 1938, p. 9. 1564 Per es., il ministro degli esteri portoghese, Andrade Corvo (e si tengan sempre presenti i legami fra la dinastia sabauda e quella portoghese per cui re Luigi sera anche rivolto direttamente a Vittorio Emanuele, per aver notizie sul processo istruito a Roma contro lInternazionale, r. Patella, 8 agosto 73, ann. n. 201) diceva allincaricato daffari, Patella, di non aver alcun dubbio che il Governo di Sua Maest sia al fatto di quanto ha luogo in Italia ove, dalle informazione qui pervenute, pare che siano rivolti i pi grandi sforzi della associazione Internazionale ... parecchi dei miei Colleghi mi hanno tenuto un identico linguaggio, poich le loro informazioni pare coincidino perfettamente con quelle del signor de Andrade Corvo r. Patella, 17 novembre 1873, n. 206. 1565 r. Cadorna, 28 luglio 72, n. 320. Il Cadorna era stato avvertito gi parecchio tempo prima che lattentato sarebbe stato commesso, e ne aveva reso edotta la legazione di Spagna. Lincaricato daffari, Maffei, ritorna il 2 settembre sulla questione, riferendo il racconto di Carlo De Dominicis sulle vicende dellattentato (r. n. 340).

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1566 Su di un attentato in preparazione contro lo zar di Russia, informa il ministro inglese a Roma, A. Paget, in una nota del 26 aprile 72 al Visconti Venosta. 1567 rr. Cadorna, 31 dicembre 1872, n. 373, 24 e 31 gennaio, 10, 17 febbraio 73, nn. 379, 380, 388, 392; min. Interno a Esteri, 9 gennaio 73. 1568 Alternarsi nelle stesse persone, che si sfogano contro il comunismo e, ad un tempo, dicono di non temerlo in Italia. Cfr., p. es., E. M USATTI, La Propriet, Padova, 1878 (memoria letta alla R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova), che da un lato tuona contro il comunismo, dallaltro afferma di non paventarlo in Italia, dove la propriet si fraziona sempre di pi (p. 29 sgg.). Il motivo della non pericolosit , naturalmente, svolto dagli avvocati a difesa nei processi contro gli internazionalisti: cfr. p. es. la arringa dellavo. F. S ARRI, nel processo di Trani del 1875 (La Internazionale innanzi alla sezione daccusa di Trani, Barletta, 1875, p. 15). 1569 Scriveva il V IGNOLI, gi collaboratore del Politecnico nel 1876: Odesi tutto giorno dalle persone di ogni ordine e dogni ceto, tra quelli pi agiati, lamenti e querimonie rispetto ai pericoli che ci sovrastano da parte della demagogia universale, e si paventa, si trema, simpreca, o si pronostica il finimondo. Ma questi tali non fan poi nulla, aspettando la spada salvatrice di un arcangelo (Delle condizioni morali e civili dItalia, cit., p. 96). Anche il Renan nel settembre 1874, trovava in Italia maggiori preoccupazioni di quei che avesse creduto, dopo i movimenti di Romagna. La situation est moins bonne quil y a deux ans, et, si le roi venait mourir, lItalie courrait des dangers R ENAN -B ERTHELOT, Correspondance, cit., p. 441. 1570 Cos lAleardi, che nutre cupi presagi: LEuropa, o presto o tardi, dovr passare per una guerra sociale che sar men nobile e pi crudele della guerra servile che Roma pass. Spartaco almeno non conosceva il petrolio Epistolario, cit., p. 309 (20 febbraio 1872). 1571 Nel processo di Roma, nel maggio 1875, per cospirazione ecc., su 10 imputati si ebbero 5 condanne a 10 anni di lavori forzati, e altre a 10 anni di reclusione (LOpinione, 9 maggio). Prima della lettura della sentenza, limputato Giuseppe Bertolani ribatt: il P. M. ci ha trattato da straccioni e da melma sociale. Noi siamo poveri ed onesti operai, della qual cosa ci sentiamo

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onorati. Linsulto non pu giungere infino a noi (F. C O LACITO , LInternazionale a Roma, Roma, 1875, pp. 125-126). Sulla sezione romana dellInternazionale, cfr. F. D ELLA P E RUTA , Nuovi documenti sullInternazionale in Roma, in Movimento Operaio, I, n. 2, novembre 1949, p. 38 sgg. 1572 Il motto, assai incisivo, del conte Roger du Nord, riferito dal B LOW, Memorie, IV, p. 476. Ma nella sua essenza gi implicito nei giudizi della stampa italiana nel 71-72. Da una parte, furori anarchici, e dallaltra frenesie reazionarie: ecco la Francia Il Diritto, 21 marzo 71 (Anarchia e reazione); e cfr. anche 23 marzo (La Francia giudicata da G. G. Gervinus) e 30 marzo (La Francia: pauroso dilemma della storia francese, anarchia e reazione). Da 80 anni la Francia si aggira in un circolo vizioso, tra insurrezione e dispotismi (La Riforma, 8 luglio 71 e cfr. 2 luglio e 31 agosto; e, ancora, 13 luglio 73). Il 3 gennaio del 73 LOpinione (La libert del pensiero in Francia) osserva che non v paese che dia lesempio di cos frequenti contrasti come la Francia. Ora ladorazione della libert, ora il disprezzo di essa; ora la tolleranza pi sconfinata, ed ora il pi irragionevole dispotismo. Si passa da un estremo allaltro. Identici giudizi in altri giornali, di varia tendenza: cos ne La Nazione dell8 settembre 1870 (La Repubblica e la libert). E cfr. anche nel F ERRARI la nazione francese mobile, irrequieta e capricciosa, esposta a trabalzi che oggi la rendono florida, allindomani desolata (La disfatta della Francia, p. 67). Giudizio simile nel Minghetti, nellottobre del 70 La Francia ... si trasciner fra il dispotismo e lanarchia (Carteggio Minghetti-Pasolini, cit., IV, p. 196). 1573 Si tenga presente che soprattutto nei primi anni il radicalismo di Gambetta spaventava i moderati (cfr. LOpinione, 1 e 7 ottobre 1872). Lappello del discorso di Grenoble alle nouvelles couches sociales piace poco anche al Nigra (r. 5 ottobre 1872, n. 1924). 1574 Il quale Le Fl, conversando con il nostro incaricato daffari a Pietroburgo, mostrandosi sempre molto preoccupato della questione sociale, propugnava risolutamente le repressioni sommarie (r. Marochetti, 6 agosto-25 luglio 1871, n. 249). 1575 ... on a constat une fois de plus le fait, combien il tait malais ces hauts fonctionnaires, ces juriconsultes, de combiner quelque chose de pratique et de salutaire dans les mesures adopter, soit en voce prventive, soit en voie

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rpressive. Il est craindre quon fasse des commentaires pene de vue sur la lgalit, sur les thories de lconomie politique, sur les droits et devoirs des patrons et des ouvriers, tandis que lInternationale mettra profit le temps pour tendre son organisation. Il faut encore esprer cependant que les Gouvernements scarteront de leur routine traditionnelle, et quils se mettront en guerre ouverte avec une association, qui ne vise rien moins qu renverser la socit, la famille et la propriete, par tous les moyens rvolutionnaires (r. 26 febbraio 1872, n. 953, cit.). 1576 Sempre parlando dei lavori della commissione tedesca, il de Launay commenta, il 23 giugno (n. 1027): Nous sommes donc bien loigns encore du but atteindre; il est mme presque a douter que la solution du problme fasce un vritable progrs. Tant que le niveau de la moralit publique ne sera pas lv, la meilleure garantie restera toujours celle de svir aver nergie contre les abus, qui se commettent par les ouvriers aussi bien que par les patrons. 1577 Le parlamentarisme, que je ne confonds pas aver le vritable et bon consttutionalisme, nous tuera, si ori ne lui oppose pas une digue. Questa, e le altre espressioni, in una lettera personale al Robilant, 7 marzo 1871 (AE, Carte Robilant). 1578 Dichiarazioni di Vittorio Emanuele al ministro di Francia, Choiseul (r. Choiseul, 21 aprile 1871, n. 95; AEP, C. P., Italie, t. 381, ff. 442-442 v.). E si vedano anche le dichiararioni fatte al Fournier (qui appresso, p. 790, n. 419). 1579 La Perseveranza, 6, 8, il settembre e 20 ottobre 1870. 1580 La Nazione di Firenze muta infatti radicalmente contegno: ancora il 17 agosto del 70 riafferma i vincoli di gratitudine e di simpatia per Napoleone III e la Francia (La Storia); ma il 7 settembre dichiara che la proclamazione della Repubblica impone nuovi doveri agli Italiani, ammonendoli di nuovi pericoli. Nessun patriota italiano pu volere in Italia glinflussi della Francia repubblicana e socialista. Si tratta di salvare la Patria e la societ minacciate; da oggi noi siamo un popolo conservatore e sciolti dai vincoli di gratitudine a Napoleone III non abbiamo, non vogliamo avere nulla di comune coi comitati di salute pubblica, colle repubbliche universali, coi falansteri e colle officine nazionali che la Francia gi ci minaccia (La Francia

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repubblicana; e cfr. 10 settembre, 13, 25, 29 settembre). Dopo la Comune, linvocazione: siate antifrancesi, per mantenervi civili (26 maggio 1871; Parigi). E cfr. il Civinini, nella Nuova Antologia, XVII (maggio 1871), p. 48 sgg. 1581 Nel luglio del 70, in fatti, laccettazione era stata decisa per aiutare la Spagna ad uscire dimbarazzo e al primo annuncio della infelice domanda di garanzia contro il ritorno della candidatura Hohenzollern, parve a Lanza ed a me che laccettazione del Principe potesse essere il contributo dellItalia alla conservazione della pace europea l. p. Visconti Venusta al Nigra, S luglio 1893 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). E cfr. E. M AYOR D ES P LANCHES, Re Vittorio Emanuele II alla vigilia della guerra del Settanta, in Nuova Antologia, CCLXXXIX, 16 aprile 1920, pp. 344-345. Questo, del servire la causa dellEuropa, la causa della libert e dellordine, della sicurezza generale che voleva poi dire anche la sicurezza dellItalia, fu la giustificazione ufficiale a cui il Visconti Venosta tenne fermo anche in Parlamento (cfr., alla Camera, il 18 marzo 1873, A. P., Camera, p. 5379). 1582 l. p. Visconti Venusta al de Launay, 18 ottobre 1870, gi cit., con lincarico di sentire Guglielmo I e il Bismarck (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Al governo italiano, quello spagnolo aveva fatto sentire che se il duca non accettava prima della fine dellanno, la repubblica sarebbe stata proclamata in Spagna (ib., e Visconti Venosta al fratello Giovanni, 22-25 ottobre 1870; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Anche il Massari bene informato di quel che pensassero i moderati parla dei pericoli che derivavano alla causa monarchica, dopo il mutamento successo in Francia, come del motivo determinante nella decisione italiana (La vita ed il regno di Vittorio Emanuele II, n. ed., Milano, 1896, p. 525). 1583 Cfr. anche A. S TERN, Geschichte Europas seit den Vertrgen voti 1815 bis zum. Frankfurter Frieden von 1871, X, Coccarda-Berlino, 1924, p. 443. Questo stesso motivo, e cio linteresse del principato dinastico in Europa, senza che la Spagna sarebbe stata repubblicana, con pericoli anche per il Portogallo, sottolineato pure dallOldoini, ministro dItalia a Lisbona. LOldoini vi aggiunge che cos lItalia si garantiva dunalleanza franco-spagnuola per la questione di Roma, pericolo certo se la regina Isabella fosse rimasta sul trono (?); e, soprattutto, che movente di Vit-

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torio Emanuele II era limitare lantica politica dei Borboni di Francia, applicata allItalia: in Italia, Spagna, Portogallo (?) sovrani sabaudi di sangue. Altissima politica, quella di Vittorio Emanuele (appunti di diario dellOldoini Mio ritorno in Portogallo. AE, Carte Oldoini, cart. 6, fasc. IX). Ma queste ultime sono considerazioni dellOldoini, da altri certo condivise in Italia, ma totalmente estranee al pensiero del Visconti Venosta. LOldoini, padre della pi famosa contessa di Castiglione, non era unaquila: cfr. il giudizio, sprezzantissimo, del Cavour, Carteggio Cavour-Salmoni, cit., p. 115 e cfr. p. 116. 1584 l. p. Visconti Venosta a de Launay, sopracit. 1585 t. Visconti Venosta a Cerruti (Madrid), 27 ottobre 1870: ... la France malgr ses malheurs actuels, restera toujours la plus puissante voisine de lItalie et de lEspagne: il faut viter, surtout prsent, davoir fair de ne pas tener compte de ses dispositions. Id. al Nigra (Tours), 28 otobre 1870: ... je mets un tel prix ne pas mengager officiellement dans cette affaire sans tre sr des dispositions de la France, que je vous prie de faire vous mme une dmarche confidentielle ... Voisine de lItalie et de lEspagne, la France pourrait ne pas tre indiffrente au choix du Roi dEspagne. Nous dsirons donc avant tout nous assurer et pouvoir constater au besoin que les trois puissances latines qui commandent la Mditerrane ont proced daccord dans cette occasion. E cfr. t. 29 ottobre al Cerruti, in cui si esprime la soddisfazione per ladesione della Francia. Il governo di Tours, nella sua risposta, si attenne alla stessa formula di cui gi sera servito nei riguardi del governo di Madrid, al quale spettava sondare ufficialmente le grandi potenze: ci si rimette alla volont del popolo spagnuolo; fra tutte le candidature, quella del duca dAosta nous convient le mieux (AEP, C. P., Italie, t. 379, ff. 327 v., 328, 329-30, 334). 1586 Visconti Venosta al fratello Giovanni, 22-25 ottobre 1870 Cit. (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). E cfr. le sue dichiarazioni al D E C ESARE, Il conte Giuseppe Greppi e i suoi ricordi diplomatici (1842-1888), Roma, 1919, p. 202: dove per non minimamente accettabile, e devessere frutto di una svista del De Cesare, che anche la Germania (leggi Prussia) premesse insistentemente con lInghilterra e lAustria perch il duca accettasse. 1587 l. cit.; e altra sempre al fratello del 1 novembre: II Duca dAosta che ha una gran voglia della Corona di Spagna, ognuno

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i suoi gusti, ha definitivamente accettato (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Prima, invece, il duca aveva dimostrato decisa riluttanza (M AYOR D ES P LANCHES, l. c.; M ASSARI, op. cit., pp. 525 e 544). 1588 La Perseveranza, 18 ottobre 70 (Il duca dAosta Re di Spagna). Lart. del Bonghi. 1589 Le peuple prend de plus en plus conscience de cette formule quil faut quil alt un 89, cest--dire quil fasse la bourgeoisie ce que le bourgeosie a fait la noblesse. Il est certain que la bourgeoisie avait eu tort de croire au caractre absolu de son idal; mais il est certain aussi que ces ides, pousses au summum de la logique, aboutissent la dcomposition de la socit (Renan Berthelot, 1 novembre 1896, R ENAN -B ERTHELOT, Correspondance, p. 355). E sono preoccupazioni che possono dirsi comuni a molti anche dei moderati italiani. 1590 Dellinsurrezione di Milano, cit., p. 293. 1591 Cfr. E. D OLLANS, Proudhon, Parigi, 1948, pp. 408409. Evidentemente sono diversi i motivi di Sorel e quelli di Proudhon, per il quale la ricostituzione delle nazionalit non era che un diversivo dei retrogradi contro la rivoluzione sociale. Proprio in Italia, lunit voluta dalla borghesia per fare i propri affari e sengraisser: cfr. anche M. A MOUDRUZ, Proudhon et lEurope, Parigi, 1945, p. 81. 1592 G. Mosca, I fattori della nazionalit, in Rivista europea a. XIII, vol. 27, fasc. IV (16 febbraio 1882), pp. 708-709, 720. 1593 Lettre Monsieur Strauss, l. c., p. 183. 1594 Per il Bonghi e la sua irriducibile avversione alla Germania e alla Triplice, oltre il M ATURI, La politica estera di R. Bonghi; cit., cfr. anche F. DOmno, Lavversione di Ruggiero Bonghi alla Triplice Alleanza, Campobasso, 1915. 1595 Tipica levoluzione de Il Diritto, che deciso sostenitore dellalleanza germanica fra il 71 e il 76, muta poi registro. Gi il 15 settembre 1874 dichiarava: Noi non siamo pi nemici della Francia che amici della Germania. Abbiamo approvato ed approveremo sempre la politica anticlericale del principe di Bismarck. Abbiamo combattuto invece la politica francese perch reazionaria e clericale. Se ... il Governo tedesco diventasse clericale e...il Governo francese prendesse a combattere

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gli oltramontani, anche noi muteremmo linguaggio (La politica del Governo francese). Il 7 marzo 1876 esprime la sua meraviglia per il fatto che nel discorso della Corona del giorno innanzi si sia parlato della Germania e dellAustria e non della Francia ora appunto che questa nazione, costituitasi definitivamente a repubblica, ... mostra di voler seguire verso lItalia una politica sinceramente benevola, una politica affatto anticlericale (Il discorso della Corona). Infine il 1 gennaio 1878 saluta Gambetta, leale amico dellItalia e difensore di tutte le libert, aggiungendo che quali che siano le conseguenze delle evoluzioni dei partiti [in Italia], tutti per sono unanimi nel considerare lItalia come amica naturale della Francia (Lon. Gambetta in Italia). LItalia amica naturale della Francia: qual mutamento dal linguaggio tenuto fra 70 e 74 Sin dal 13 settembre 1870 la Germania era, per Il Diritto, lalleata naturale e permanente dellItalia (La pace). 1596 l. p. Visconti Venosta a de Launay, 7 marzo 1871 (ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 5, fasc. 2 cit. 1597 Farini a Cairoli, 1 giugno 1878 (MRP, Carte Cairoli, pacco 31). La chiusa della lettera anchessa rivelatrice di come la questione romana pesasse su tutto il giudizio ... se un giorno cessi, e lo potrebbe presto, la lotta fra la Germania ed il Papato, io vedrei dileguarsi uno dei pi importanti punti di contatto, di affinit, di simpatia fra noi ed il potente impero. 1598 Carteggio, cit., II, p. 205. 1599 Nove anni di storia di Europa, cit., II, p. 357 (31 luglio 1870) 1600 3 gennaio 1877, da Pietroburgo (BCB, Carte Minghetti, cart. XX, fasc. 73). 1601 T OMMASEO, Colloqui col Manzoni, Firenze, 1929, p. 143. 1602 Lo osservava, gi nel 1877, lamb. austriaco, Haymerle: La politique trangre [de lItalie] est domine par lAllemagne, les condittons intrieures de lItalie subissent linfluence de la France (r. Haymerle, 22 dicembre 1877, n. 76 A; Saw, P. A., XI/86). E lo Artom scriveva al Nigra, il 23 novembre 1888: Qui continuiamo a far della politica radicale alla francese allinterno e teutonica allestero (AE, Carte Nigra).

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1603 Tra il 1870 e il 1880, infatti, gli scambi commerciali italo-tedeschi erano assai modesti, inferiori a quelli italofrancesi, italo-inglesi, italo-austriaci di gran lunga e perfino italo-svizzeri e italo-russi (C ORBINO, Annali delleconomia italiana, Citt di Castello, II, 1931, pp. 163-64). Considerevole aumento fra il 1881 e il 1890, soprattuto dopo il 1887 (ib., III, pp. 188-89), grazie anche alla rottura commerciale fra Italia e Francia; e tra il 1881 e il 1900 la Germania gi in primissimo piano negli scambi con lItalia (ib., IV, p. 182); e ancor pi dopo il 1900 (ib., V, p. 210). 1604 Cfr. M EINE, op. cit., p. 31; S. G ORIANOV, Le Bosphore et les Dardanelles, Parigi, 1910, pp. 193-95; K. R HEINDORF, Die Schwarze Meer (Pontus)-Frage, 1856-1871,, Berlino, 1925, pp. 100 e 107. 1605 La Perseveranza, 21 febbraio (La politica inglese) e 1 marzo 1871. I due articoli sono del Bonghi. 1606 Discorsi Parlamentari, II, p. 481 (discorso alla Camera il 10 marzo 1881). 1607 l. p. 9 giugno 1881 al Mancini. I rapporti fra Roma e Pietroburgo sono eccellenti e cordiali ma senza alcun impegno reciproco, che non v e non vi mai stato. In generale, non vi sono interessi divergenti; le due nazioni sono chiamate ad essere amiche e lo sono. (A RCH . D E V ECCHI). Sullinesistenza di qualsiasi accordo segreto fra Italia e Russia fra il 1876 e il 1882 e pure se ne era molto favoleggiato nella stampa, fra il 77 e il 78 il Nigra ritorna nel r. riserv. 1 febbraio 1888 (AE, Cas. Verdi, 16, fasc. 1). 1608 Cfr. qui appresso pp. 755-56, n. 186. 1609 Di questo, e cio dellatteggiamento del governo italiano alla Conferenza di Londra del 1871, si tratter ampiamente nel secondo volume di questopera [LA. si riferisce al volume che avrebbe dovuto far seguito a questo delle Premesse. N.d.E.]. Cfr. gi qui sopra pp. 106-107. 1610 Cfr. L ECATUS (pseud. di R. C ANTALUPO), Vita diplomatica di Salvatore Contarini, Roma, 1947, passim. 1611 Si veda come pe: lEngels, nel marzo 1871, la Russia si preparasse alla guerra, guerra di conquista (anche come diversivo alle difficolt interne), Notes ... , cit., p. 300 sgg. e cfr. anche p. 197.

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1612 C ONSTANT, prefazione alla la ed. De lesprit de conqute et dusurpation, l. c., II, p. 131. 1613 B ALBO, Delle speranze dItalia, c. IX (ed. cit., pp. 93-94). 1614 Nel 1840, riportate dal M ICKIEWICZ, in Lidea polacca e lidea russa (Gli Slavi, Torino, 1947, p. 291). 1615 Cfr. B. C ROCE, Russia ed Europa, in Pensiero politico e politica attuale, Bari, 1946, p. 52. 1616 Cos il M ARSELLI, Gli avvenimenti del 1870, p. 90. 1617 Cfr. F. V ALSECCHI, LAlleanza di Crimea, cit., pp. 450-51. 1618 Mmoire sur les derniers venements de lOrient (1844), ripubbl. di seguito alle Speranze dItalia, ed. cit., p. 495. Questo Mmoire, che propugna unalleanza anglo-franco-austropiemontese, prepara latteggiamento del Cavour. Per latteggiamento del Balbo di fronte alla Russia cfr. anche ib., p. 499 e Delle speranze dItalia, c. IX, pp. 102-103, dov da notare la gran somiglianza addirittura di immagine con il discorso del Cavour alla Camera il 6 dicembre 1855. Per il pensiero del Gioberti, anchegli contrapponente Russia ed Europa come servaggio contro libert, barbarie contro gentilezza, cfr. Primato, ed. Losanna, 1946, II, p. 129. E cfr. in genere E. R OTA, La partecipazione di Cavour alla guerra dOriente nei suoi precedenti ideali, in Studi in onore di Gino Luzzatto, cit., III, p. 149 sgg.; e anche D. V ISCONTI, La concezione unitaria dellEuropa nel Risorgimento, Milano, 1948, pp. 127, 155. 1619 Cfr. Il Risorgimento, 4 gennaio, 28 marzo, 23 maggio 1848 1620 Per lapprezzamento che il Cavour faceva dellappoggio russo, cfr. Lettere, VI, pp. 337 e 339-440; Il Carteggio CavourNigra, I, Bologna, 1926, pp. 174 sgg., 237-38; II, p. 117. Anche il Visconti Venosta riconobbe che la Russia favor piuttosto che osteggiare la nostra indipendenza ed unit: lostilit sua collAustria giov a noi e potrebbe giovare in appresso (nelle istruzioni al Cadorna per la conferenza di Londra, 28 dicembre 1870; AE, Missioni allestero,, cart. 2). Anche nelle istruzioni al Barbolani, nuovo ministro a Pietroburgo, il 16 gennaio 1875: ... noto che la Russia contribu efficacemente, daccordo con

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la Francia, al riconoscimento del Regno dItalia per parte delle altre Grandi Potenze. (AE, reg. Istruzioni [1875-1882], n. 22). Per lincontro di Varsavia, nel 1860, fra Alessandro II e Francesco Giuseppe, e le sue conseguenze vantaggiose per lItalia, cfr. L. S ALVATORELLI, Prima e dopo il Quarantotto, Torino, 1948, p. 153. Soprattutto cfr. limportante articolo di P. S ILVA, I rapporti fra il piemonte e la Russia prima dello scoppio della guerra del 1859, in Nuova Antologia luglio 1945, p. 247 sgg., basato su documenti russi inediti. Di fatto, ancora pi tardi, nella grave crisi dopo Mentana, quando in Europa parecchi credettero probabile lo sfasciarsi dellunit italiana, latteggiamento russo fu nettamente amichevole, certo molto pi di quello inglese: si vedano le dichiarazioni del Gorciacov al principe di Reuss, sullinteresse russo allunit dItalia, al rafforzamento e non allindebolimento dellItalia, sulla calda amicizia dellItalia. (Die auswrtige Politik Preussens, cit., IX, pp. 615-16. Per latteggiamento inglese, pp. 595-596.) Per le forti simpatie nella societ russa verso lItalia, cfr. la lett. di Adelaide Ristori al Cavour, il 4 aprile 1861, pubbl. da C. T UMIATI, ne Il Ponte, IV (1848), p. 1138. 1621 E. A RTOM, Lopera politica del senatore E. Artom nel Risorgimento Italiano, cit., p. 361. Per lArtom, le dichiarazioni del Cavour sulla necessit dellintervento piemontese in Crimea a fine di impedire lavanzata russa su Costantinopoli, erano dichiarazioni ad uso pubblico: scopo vero, spezzare lalleanza austro-russa (ib., p. 347 sgg.). 1622 Cfr. anche nel Cattaneo lavversione allautocrate russo e al principio asiatico dellarbitrio militare (Epistolario, ed. Caddeo, cit., I, p. 356 e cfr. 450). Per Andrea Luigi Mazzini la Russia era una potenza direttamente nemica della missione liberale dei popoli europei cit. in M ORANDI, Lidea dellunit politica dEuropa, cit., p. 51. 1623 Che in Europa il giudizio dei Russi fosse generalmente e sostanzialmente questo, osserva a pi riprese il DOSTOIEVSHIJ, Diario di uno scrittore, cit. pp. 434, 642, 821. E cfr. infatti, per scegliere testimonianze di diverso genere, Rattazzi et son temps, II, p. 486; D.D.F., serie 1, II, p. 319; G. Boglietti, lautocrazia e il nihilismo russo, in Nuova antologia, LVII (1881), p. 385. Ancora nel 1898 Paul Cambon scriveva: Le vrai Russe... est plus loin de nous que le Turc ou le Chinois. Nous jugeons la Russie sur une petite aristocratie aux apparences civili-

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ses mais quelles dsillusions nous rserve notre engouement! (Correspondance, I, Parigi, 1940, p. 446). 1624 Avvertiva il Dostoievskij che Anna Karenina poteva essere la gran prova che lEuropa culturale chiedeva alla Russia (op. cit.. p. 680). 1625 La dimostrazione della falsit del testamento gi sostenuta nel 1863 dal Berkholz fu data dal Bresslau nel 1879 (Das Testament Peters des Grossen, in Historische Zeitschrift, 41 1841, p. 385 sgg.). 1626 Questo art., Testamento di Pietro il Grande, pubbl. ne LItalia, nel 1864, fu attribuito dal Ferrarelli al De Sanctis e pubbl. negli Scritti politici di lui (p. 3 sgg. Lo scritto, secondo mi hanno assicurato Benedetto Croce e Nino Cortese, non , invece, del De Sanctis, anche se, pubblicato come fu nel giornale suo, debba ritenersi non contraddicente, anzi conforme alle sue idee). Baluardo contro la Russia, sar lunit germanica. . La propaganda pansalva un altro elemento su cui la Russia pu contare, oltre che sullesercito e sulla flotta, e ad esso non si pone lattenzione che merita (LOsservatore Romano, 26 luglio 1872, Rivista Politica). 1627 Quartetto, pp. 11-13. 1628 Cfr. G. B OGLIETTI, Nihilisti e slavofili, in Nuova Antologia, LVIII (1881), p. 255. 1629 Op. cit., p. 315 sgg. 1630 In un articolo della Gazzetta di Mosca alla vigilia del Congresso panslavista del 1867 (B OGLIETTI, l. c., p. 242). Su questo e sulla cosiddetta Bibbia del panslavismo, e cio lopera di Nikolaj Danilewskij, Russia ed Europa, cfr. K. S THLIN, Geschichte Russlands von den Anfngen bis zur Gegenwart, IV, 1, Knigsberg-Berlino, 1939, p. 264 sgg.; B. H. S UMNER, Russia and the Balcans,1870-1880, Oxford, 1937, pp. 56 sgg., 76 sgg. 1631 Op. cit., pp. 649 e 806. 1632 r. del console a Fiume, Seyssel di Sommariva, 10 febbraio 1871. 1633 Lettere fra la regina Margherita e Marco Minghetti, cit., p. 211. Per Crispi, cfr. Politica estera, cit., I, p. 287, dove, per una volta tanto, Crispi si appella al Cavour (alleanza di Crimea).

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1634 Lett. al Greppi del 29 dicembre 1886 (in D E C ESARE, il conte Giuseppe Greppi e i suoi ricordi diplomatici, cit., p. 241). 1635 B ALBO, Delle speranze dItalia, c. IX (ed. cit., pp. 103-104); Meditazioni storiche, pp. 536-37. 1636 B ALBO, Meditazioni storiche, pp. 518-19. 1637 Veramente, gi prima le idee di Cesare Balbo avevano ispirato tentativi almeno della politica ufficiale italiana: cos tra 63 e 65, la soluzione della questione veneta era stata cercata, dapprima, per via di accordi con lAustria, a cui avrebbero dovuto andare i Principati Danubiani (cfr. P. S ILVA, Il sessantasei, Milano, rist., 1919, pp. 220, 32 sgg.). 1638 La Perseveranza, 14 giugno 1871 (Le tribolazioni dellAustria). 1639 La Perseveranza, 17 giugno 1871. 1640 Questa idea da motu espressa, per es., allinizio stesso del 1878 (r. Haymerle, 19 gennaio 1878, n. 8 A; Saw, P. A., XI/87). 1641 Queste dichiarazioni il Robilant faceva in conversazioni con gli amici intimi (R. C APPELLI, Il conte Carlo Nicolis di Robilant, in Nuova Antologia, CLXXI, 1 giugno 1900, p. 392). Il Robilant era convinto che una vittoria in guerra dellItalia sullAustria potrebbe essere lo sfacelo di quella vecchia Monarchia che credo non andare errato, confortato daltronde dallopinione ripetutamente espressa da eminenti ingegni italiani, dicendo avere noi ogni interesse a conservarla in vita, onde mantenga lontano da noi il pangermanismo ed il panslavismo, la cui contiguit ci sarebbe ben altrimenti pericolosa. Perci, il Trentino sl, ma in conseguenza e come prezzo di una solida e duratura alleanza italo-austriaca (r. 3 ottobre 1878, pubbl. in Rosi, LItalia odierna, cit., vol. II, t. II, p. 1767). 1642 Ancora da ultimo la recisa opposizione dellAvarna e del Bollati allintervento dellItalia in guerra a fianco della Triplice Intesa, fu determinata oltre che dal ritenere preminenti per lItalia i problemi del Mediterraneo, e non la questione sentimentaledi Trento e Trieste proprio dalla convinzione della indispensabilit dellimpero asburgico per lequilibrio europeo, e dai umori dellavanzata slava verso Occidente (cfr. il carteggio fra i due ambasciatori, pubb. da C. A VARNA D I G UAL -

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TIERI , Il carteggio Avarna-Bollati. Luglio 1914-maggio 1915, in Rivista Storica Italiana, LXI 1949, pp. 249, 262-63, 389 sgg., LXII 1950, pp. 380, 391). 1643 Riprendo unimmagine del S ALVEMINI, La politica estera della Destra, l. c., 1925, p. 209, che ha gi perfettamente delineato il carattere della politica italiana verso lAustria e il persistere dei progetti alla Balbo, ivi, pp. 60 sgg., 210. 1644 Discorsi Parlamentari, V, pp. 260-6I (24 aprile 1872). 1645 S ANDON, op. cit., I, pp. 124-25. 1646 Questo pensavano Tornielli e Pansa (Diario Pansa, sub 31 dicembre 1882). 1647 concetto, questo, ripetutamente espresso dal Visconti Venosta (l. p. Robilant a Visconti Venosta, 28 aprile 1875; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1648 Carteggi Verdiani, III, p. 98. 1649 Un esempio tipico, nel 1890, quando il Crispi pens che latteggiamento del governo di Vienna nei riguardi della Pro Patria di Trento e della Dante Alighieri potesse dipendere anche dalle ispirazioni del Vaticano: al che il Nigra lo supplicava, per carit di non vedere i Gesuiti l dove proprio non ci sono. Non era questione di clericalismo, ma di irredentismo (C RISPI, Questioni Internazionali, pp. 126, 127, 128, 131). 1650 Su questo interessante episodio, cfr. il preciso studio di M. T OSCANO, LItalia e la prima conferenza per la pace dellAfa del 1899, in La Comunit Internazionale, IV (1949), p. 245 sgg. 1651 Contro questi timori, si veda lart. di H. V ON S YBEL, pubbl. nella Fortnightly Review, 1 gennaio 1871, e poi, col titolo Das neue deutsche Reich, in Vortrge und Aufstze, Berlino, 1874. 1652 M EINE, op. cit., pp. 55-56 (200.000 copie vendute fra maggio e dicembre). 1653 G ARIBALDI, Scritti e Discorsi Politici e Militari, cit., III, pp. 92-93. 1654 N OVICOV, La missione dellItalia, cit., p. 288 sgg. 1655 LOpinione, 19 settembre 72 (II tribunale di Ginevra) Sullimportanza della decisione dei due Stati di adire un tribunale internazionale cfr. pure 11 e 17 febbraio (La quistione dellAlabama; La risposta dellInghilterra). Pienamente favore-

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vole allarbitrato internazionale il giornale si dimostra anche il 20 luglio 73 (Larbitrato internazionale). Per le discussioni in Europa sul problema cfr. T ER M EULEN, op. cit., II, p. 89 sgg. 1656 Cfr. M ATURI, Ruggero Bonghi e i problemi di politica estera, cit., p. 416 sgg. 1657 Il Diritto, 14 settembre 1872 (LItalia allarbitrato di Ginevra). 1658 T ER M EULEN, op. cit., II, p. 45 sgg. Al Richard venne offerto un banchetto a Milano, il 12 dicembre 1873; qualche mese dopo vi veniva festeggiato pure il Lemonnier, vice-presidente della Lega della Pace di Ginevra (M AZZOLENI, op. cit., p. 461 sgg.). 1659 Discorsi Parlamentari di P. S. Mancini, IV, p. 233 sgg. (In A. P., Camera, pp. 33-36, anche il discorso del Visconti Venosta e del relatore Boselli). Uno dei pi ferventi propugnatori dellarbitrato fu allora Benedetto Castiglia (cfr. lett. al Minghetti, 29 agosto e 19 ottobre 1873, BCB, Carte Minghetti, cart. 39). Lanno appresso A. T URCOTTI pubblicava la sua Introduzione al Nuovo Codice del diritto delle genti (cfr. T ER M EULEN, op. cit., II, p. 113 sgg.). 1660 Della economia pubbica, cit., p. 494. 1661 Questi e altri dati sulla vita italiana sono desunti dalla pubbl. ufficiale nella Direzione di Statistica del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, LItalica economica nel 1873, 2 ed., Roma, 1874. 1662 H ANOTAUX, op. cit., II, p. 512 (ivi, altri dati sulla vita francese). 1663 Si tenga sempre presente che, nel 1860, nel Mezzogiorno su 1848 comuni 1621 mancavano di strade e quasi tutti di fontane (N ISCO, Storia civile del Regno dItalia, Napoli, 1890, V, p. 86); che verano soli 125 km. di ferrovie (niente nelle isole), in confronto degli 850 km. del Piemonte-Liguria, dei 607 del Lombardo-Veneto, dei 149 di Parma e Modena, dei 323 della Toscana, dei 132 dello Stato Pontificio (F. T AJANI, Storia delle ferrovie italiane, Milano, 1939, p. 69). vero che subito dopo il 61 sera dato inizio alla costruzione delle grandi arterie del Mezzogiorno: la Ancona-Brindisi, la Pescara-Sulmona, la Napoli-Foggia (ib., p. 70 sgg).

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1664 Discorsi Parlamentari, III, pp. 324-26. Minore laumento delle strade provinciali e nazionali, da 22.493 chilometri nel 1863 a 27.217 nel 1870. Cfr. per questi ed altri dati: C ORBINO, Annali delleconomia italiana, cit., I, Citt di Castello, 1931, pp. 180 e 193; II, pp. 222 e 239; anche E. L MONON, LItalie conomique et sociale (1861-1912), Parigi, 1913, p. 23 sgg.; e il quadro riassuntivo delle ferrovie italiane, dal 1839 al 1884, in I. S ACHS, LItalie. Ses finances et son dveloppement conomique depuis lunification du royaume, 1859-1884, Parigi, 1885, p. 993. 1665 Per il periodo 61-70 invece, che fu periodo assai pi critico e perfino, in certo modo, di arresto e di crisi, cfr. lacuta disamina di G. L UZZATTO, Storia economica dellet moderna e contemporanea, II, Padova, 1948, p. 350 sgg. 1666 Cfr. C ORBINO op. cit., I, pp. 201 sgg., II, p. 222 sgg. 1667 S ACHS, op. cit., p. 793. Leggere variazioni di dati in S ELLA, esposizione finanziaria del 12 dicembre 1871, Discorsi Parlamentari, III, pp. 320-21; L MONON, Op. cit., pp. 33-34; V. P ORRI, Levoluzione economica italiana nellultimo cinquantennio, Roma, 1926 (nellopera I Cavalieri del Lavoro 1901-1926, p. 325). E cfr. C ORBINO, op. cit., I, pp. 121-23, II, p. 149. 1668 Questo progresso era apertamente riconosciuto dagli stranieri, giornalisti e diplomatici: p. es. il 15 dicembre 1871 lincaricato di affari austro-ungarico presso il Quirinale, conte Zaluski, osservava, a proposito del bilancio italiano per il 1872: si le trsor est loin de prsenter un aspect trs satisfaisant, la richesse publique se trouve en voie de progrs (SAW, P. A., XI/78, n. 79 B). Nel journal des Economistes del dicembre 1872 L. S IMONIN tesseva un grande elogio del meraviglioso sviluppo economico italiano (LItalie en 1872. Ses progrs et sa transformation, pp. 9, 23, 27 dellestratto, 2 ed., Parigi, 1873). E cfr. le giustissime osservazioni del R OSSELLI, Lopera della Destra, in Saggi sul Risorgimento e altri scritti, cit., p. 217 sgg. 1669 H ANOTAUX, op. cit., II, pp. 505-507. 1670 S ACHS, op. cit., p. 656. 1671 Secondo il Pantaleoni, la ricchezza degli Italiani ammontava, nel 1884, a poco pi di 48 miliardi, pari a circa 1660 lire a testa, mentre quella dei Francesi oscillava, secondo le diverse valutazioni, fra i 160-170 e i 215-220 miliardi, comunque

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sempre pi di tre volte tanto (M. P ANTALONI, Dellammontare probabile della ricchezza privata in Italia, in Rassegna Italiana, 1884, vol. IV, pp. 232-33 e 242). Secondo il C OPPOLA DA N NA , il reddito medio italiano era, nel 1870-76, di 94 unit internazionali mentre era di 235 in Francia, di 197 in Germania, di 295 in Gran Bretagna: saliva nel 1877-85 a 117 in confronto a 256, 225, 348 rispettivamente (Popolazione reddito e finanze pubbliche dellItalia dal 1860 ad oggi, Roma, 1946, pp, 49 e 67). 1672 M INGHETTI, Discorsi Parlamentari, V, p. 349. Cfr. A. P LEBANO, Storia della finanza italiana, Torino, 1899, I, p. 423. I dati per questi anni sono, come noto, tuttaltro che omogenei e sicuri: di qui le variazioni, anche notevoli, nelle cifre riportate dai vari studiosi, p. es., dal Sachs o dal Lmonon o dal Corbino. 1673 F. A. R APACI, Il bilancio dello Stato italiano dalla unificazione ad oggi (1862-1934-35), in Rivista di Storia Economica, II (1937), p. 148 (tab. II). La cifra minore nei rendiconti (ib., p. 141, tab. I; e cfr. Il bilancio del regno dItalia negli esercizi finanziari dal 1862 al 1907-1908, a cura della Ragioneria generale dello Stato, Roma; 1909, pp. 134-35). 1674 C ORBINO, op. cit., I, p. 272, II, p. 327. Fino al 68, invece, le entrate superavano, per il complesso dei Comuni, le spese: donde il giudizio che lo Stato, per raggiungere il pareggio della propria finanza, avesse messo a soqquadro quella dei Comuni (ib., I, p. 270). Anche i bilanci delle Provincie andavano gradatamente verso il dissesto (ib., II, p. 333). 1675 LOpinione, 11 agosto 71 (Il ritorno della fiducia); e cfr. il quadro statistico in C ORBINO, op. cit., II, p. 323. 1676 La media dellaggio nel 67 era stata di 7,81; nel 1873 sar di 14,21% (L MONON, op. cit., p. 18). 1677 Cambio medio su Parigi nel 71, 105,44; nel 73, 112,44 (L MONON, op. cit., p. 18, n. 1). 1678 Con la solita acutezza lo notava sin dallora il B ORGHI: ... oggi hanno perduto valori certi princpi ideali, che hanno negli anni scorsi creato un certo vincolo comune di simpatia tra popolo e popolo, sicch la dignit e la coerenza dei partiti liberali consistita nel professarli a dispetto d ogni apparenza di contrario interesse. Oggi, non basta, che una nazione parli di rivendicare il diritto suo, perch trovi aiuto, non diciamo di mano, ma neanche daugurio; e alla libert stessa si offre un culto meno spassionato... Rassegna Politica del 1 novembre

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1871, in Nuova Antologia, XVIII (1871), p. 679. E. cfr. C ROCE, Storia dEuropa, cit., p. 254 sgg. 1679 Per simili considerazioni, frequenti in Europa, cfr. i rapporti Bernstorff a Bismarck, 6 gennaio 1868 (scetticismo inglese sulla vita futura dellItalia, sulla Kraft und Lebensfhigkeit quindi sul Bestand des einheitlichen Italiens); e Reuss a Bismarck, 17 gennaio 1868 (desiderio russo che sia evitato uno smembramento Zerstckelung dellItalia). E cfr. Bismarck e Usedom, 2 febbraio 68: il capo del governo prussiano non condivide le preoccupazioni e gli apprezzamenti anglo-russi, ritiene esagerati quei timori e crede che lunit italiana troppo fondata su di un profondo e reale bisogno della Nazione per esser cos facilmente messa di nuovo da parte; ma anchegli riconosce che: il processo di consolidamento interno non ha fatto quei progressi che gli amici dellItalia si auguravano e che il primo interesse dellItalia vor allem sich in sich selbst zu krftigen, seine Einheit zu konsolidieren... die Finanzen zu regeln.... E, ancora, il dispaccio, sempre allo Usedom, del 9 marzo 68, gi in tono di assai minor simpatia per lItalia (Die auswrtige Politik Preussens 1858-1871, IX, cit., pp. 595-96 615-16, 653-54, 771-74). vero che sera dopo Mentana; ma il pessimismo sullItalia non fu solo di quel particolare momento. 1680 Cos, Francesco Ferrara, nel gennaio 1866 (cit. in L UZ ZATTO , op. cit., p. 351). 1681 R OSSELLI, Lopera della Destra, l. c., p. 217; L UZZAT TO , op. cit., p. 355. 1682 Lespressione del Giolitti, che lavor appunto a quellunificazione sotto il Sella (G IOLITTI Memorie della mia vita, I, Milano, 1922, p. 17. Per altre manchevolezze dellamministrazione, cfr. anche lett. Sella a Perazzi, nel 1872, in Epistolario inedito di Q. Sella, cit., p. 259). Fino al 72, in alcune regioni si riscuoteva direttamente, in altre col sistema degli appalti: e le conseguenze per lerario non erano piacevoli. Anche nella riscossione e ripartizione dei dazi consumo, estrema variet di criteri a seconda delle regioni (C ORBINO, Annali delleconomia italiana, cit., I, pp. 225-26. E cfr. anche, in genere, M AZZOLENI, op. cit., p. 289 sgg). 1683 Epistolario del duca Michelangelo Caetani di Sermoneta, Firenze, 1902, I, pp. 80, 107-108, 112, 118, 125, 128, 137-39 ecc. (lett. al Circourt del 1871, 1872, 1873, 1874).

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ib. p. 141 (22 novembre 1874). Cfr. la polemica del Diritto a questo riguardo: Il patriottismo dei capitali italiani e limprestito francese (22 luglio 72); Laggio cresce... (26 luglio); Limprestito francese in Italia. Avvertimento agli Italiani (28 luglio). Il 1 agosto il giornale si rallegra che in Italia non si siano sottoscritti pi di 620 milioni. 1686 P ESCI, op. cit., p. 161; N EGRO, op. cit., pp. 131 e 140. 1687 Questo fatto categoricamente affermato dal Farini, che, presidente della Camera, fu pregato dal Minghetti di evitare la commemorazione funebre del Caetani in Parlamento, appunto perch non saltasse fuori la ritrattazione (Diario, cit., I, pp. 282-83, ed ancora pp. 669, 710, 712). 1688 Si rammenti che, deputato, prima si dimise, poi pass con la Sinistra, malcontento di come andavano le cose. LAmari lo giudic una degli uomini pi dotti, vivaci e originali che conoscesse, piacevolissimo al conversare, cortesissimo ma assolutamente pessimista ne suoi giudizi su le cose che lo interessano da vicino o da lungi (Carteggio, III, pp. 347-48). 1689 Lo stesso Artom, Segretario Generale agli Esteri, che allinizio del 74 si adoperava per cercar di raccogliere in uno stesso Ministero il Sella, il Visconti Venosta e il Minghetti, come la sola combinazione che avrebbe potuto dar vere garanzie di seriet e di durata, annotava sconfortato, di fronte alla confusione dei partiti e agli intrighi: intanto laggio cresce, il disavanzo non diminuisce, la rendita ed il credito pubblico ne soffrono. Dio ce la mandi buona (al Nigra 5 febbraio 1874, AE, Carte Nigra). 1690 Epistolario, cit., p. 139. 1691 LOpinione, 4 luglio 71 (La nuova Roma). 1692 Questo stato visto benissimo dallO RIANI, che ha celebrato giustamente il Sella (La lotta politica in Italia, cit., III, p. 243 sgg.). 1693 S ILVIO S PAVENTA lo aveva avvertito sin dal 1867 In politica, questione unica: la finanza (Lettere politiche 18611893, cit., p. 108). 1694 Lo narra il Sella stesso al Lanza, in una lettera del 6 luglio 71 (Le carte di G. Lanza, cit., VII, p. 141).
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1695 Laneddoto ricordato dallon. Pisanelli nel discorso elettorale tenuto a Taranto l8 ottobre 1874 (cfr. LOpinione, 14 ottobre 74). 1696 LOpinione, 29 gennaio 1874 (La quistione politica). Dati i legami tra LOpinione ed il ministero degli Esteri, la notizia sicura; ed confermata nuovamente dallOpinione del 30 aprile, con laggiunta del consiglio sugli armamenti (Le spese militari in Italia). 1697 Dichiarazioni Bismarck al Keudell, ministro germanico a Roma, da questi riferite al de Launay (l. p. de Launay al Visconti Venosta, 10 settembre 1874, ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 8, fasc. 3). 1698 E si pu anche aggiungere il Thiers, il quale, in una conversazione con il generale Ricci, il 9 ottobre 1872, diceva di non comprendere come mai non si fosse ancora eliminato il deficit dal bilancio italiano (Prcis dune conversation de M. r le Prsidente de la Republique avec le gnral Ricci, ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 5, fase. 4). 1699 Fra il 1861 ed il 1870 il Tesoro pag, per interessi sui titoli del Debito Pubblico collocati allestero, 848 milioni di lire (di cui 743 sulla sola piazza di Parigi), mentre, per interessi dei titoli collocati allinterno, la somma spesa nello stesso periodo fu di 1748 milioni. Alla fine del 1870 verano allestero due miliardi di titoli di rendita italiana, su poco pi di 8 miliardi a cui ammontava nel complesso il Debito Pubblico del Regno. Quanto al capitale straniera investito in Italia alla fine del 70 soprattutto nelle ferrovie era lievemente superiore al miliardo (C ORBINO, op. cit., I, pp. 165, 169, 255 e cfr. anche L UZZATTO, op. cit., II, pp. 358 e 365). In questo; cera anche un vantaggio politico: ed era come notava il Peruzzi che in tal modo in quei momenti dincertezza politica, lItalia leg alle sue sorti gli interessi dei capitalisti grossi e piccoli dei principali Stati dEuropa (cit, in L UZZATTO, l. c., p. 358). 1700 Il Times era infatti il portavoce degli uomini daffari della City, possessori di rendita pubblica italiana e irritati di dover pagare limposta sulla rendita stessa (r. Cadorna, 4 dicembre 1872, n. 369; d. Visconti Venusta a Cadorna, 22 dicembre 72, n. 160; l. p. Cadorna a Visconti Venosta, Novara, 11 settembre 1874, ACR, Carte Visconti Venosta, 1874, pacco 8, fase 4). Ci non toglie che apparissero anche, di quando in quando, articoli

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elogiativi sui progressi economici dellItalia: cos il 12 settembre 1872. Per la diffidenza e lavversione di altri periodici inglesi alla politica finanziaria italiana, cfr. r. Maffei, 18 agosto 1872, n. 334. 1701 Cfr. LOpinione, 18 marzo, 8 aprile, 4 e 8 maggio 74. Anche in organi minori della stampa britannica si trovano in quegli anni, spesso, violenti attacchi allItalia per le sue condizioni finanziarie. Cos nellExaminer, ebdomadario, del 1 aprile 1871. Lattacco veniva confutato da un inglese amico del Cadorna e impastante uomo daffari, sir D. A. Lange, in The Asiatic del 18 luglio, a mezzo di dati forniti dal ministero delle Finanze per rettificare inizialmente presso uno dei membri del gabinetto britannico molte ingiuste accuse e osservazioni erronee dellExaminer; ma questultimo torn alla carica nellagosto (rr. Cadorna e Maffei, 6 aprile, n. 204, 22 luglio, n. 229, 1 settembre, n. 243). 1702 Cfr. P. W OLFFRAMM, Die deutsche Aussenpolitik und die grossen deutschen Tageszeitungen (1871-1890), Zeulenroda, 1936, p. 5. 1703 Nel gennaio 1873, una sua corrispondenza da Roma, contro il Visconti Venosta per il suo atteggiamento nellestate 1870, provoca un passo amichevole del de Launay presso il segretario agli Esteri, Balan (ll. pp. de Launay al Visconti Venosta, 22, 23, 28 gennaio, 10 febbraio 1873; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1704 Cfr. LOpinione, 30 aprile e 28 maggio 1874. La Spenersche Zeitung era giornale importante ben visto dal governo (cfr. H. V ON T REITSCHKE, Briefe, cit., III, p, 310). 1705 Voyage au pays du dficit il titolo, senzaltro, di un volume del N EUKOMM sullItalia (A RCARI, Le elaborazioni della dottrina politica nazionale, cit., p. 116, n. 28). 1706 Questo episodio fu narrato dal Sella stesso ad un gruppo di suoi elettori a Biella, la sera del 30 ottobre 1882. La conversazione fu pubblicata ne Il Monte Rosa di Varallo e riportata dallOpinione del 10 novembre. Il Sella non precis n quale fosse il diplomatico straniero, n lanno; probabilmente si tratta del criticissimo autunno 1864, il momento cio in cui il Sella assunse per la seconda volta il dicastero delle Finanze (cfr. G UICCIOLI, op. cit., I, p. 102, dove si parla di inammissibilit anche al punto di vista dellonore del paese delle condizioni pretese dai finanzieri esteri per ulteriori crediti, ed anche H.

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F RAENKEL, Storia di una nazione proletaria, Firenze, 1938, pp. 40-41). 1707 Che il ragionamento per es. di M. B ONFANTINI, Per una storia dItalia dal 1871 al 1915, in Societ Nuova, I, l (1945), pp. 7-8. Ma il Bonfantini, appunto, ragiona in base a premesse teoriche e senza rendersi esatto conto di quale fosse la situazione generale dellItalia di allora. Cfr. invece lelogio della politica del pareggio fatta dal C ORBINO, op. cit., I, p. 15, e dal L UZZATTO, op. cit., II, pp. 372-73 e 377, il quale osserva come, in quella situazione, la sistemazione del bilancio statale fosse la necessaria premessa anche per lo sviluppo delle iniziative in campo economico (p. 355): nellaverne dimostrata lurgenza, fu il vantaggio offerto dallo stesso corso forzoso (ib., p. 372). Nemmeno calza losservazione del S ERENI(Il capitalismo nelle campagne (1860-1900), Torino, 1947, p. 82) che la politica finanziaria della Destra stata politica di classe borghese e che gli sforzi per il pareggio perdono, perci, buona parte della loro aureola mistica: perch, anche ammessa la premessa, che invece non cos assoluta (cfr. pp. 572-73) sta di fatto che in unEuropa tutta borghese e tutta a finanza borghese lItalia non poteva fare, proprio essa, una politica rivoluzionaria in tal campo. Il pareggio del bilancio, con i metodi di allora, signific la salvezza dellunit dItalia nellEuropa di allora: questo, e non altro, il problema. 1708 P LEBANO, op. cit., I, p. 337. 1709 Cfr. A. G ARINO C ANINA, I princpi finanziari di Quintino Sella, in Rendiconti del R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, LXXIII (1939-40), p. 565. 1710 M ARSELLI, La rivoluzione parlamentare del marzo 1876, cit., p. 11; e cfr. M ORANTI, La Sinistra al potere, cit., pp. 64-65. 1711 Rispettivamente il 49,67% per le imposte sui redditi e patrimoni, ed il 44,37% per le imposte sui consumi. Con lavvento della Sinistra il rapporto diviene 47,40% e 46,62%, fra il 1876 ed il 1880; e poi, fra il 1881 ed il 1885, 45,45% e 48,34%, per continuare poi sempre con la prevalenza delle imposte sui consumi, eccetto che nel 1896-1900 (C OPPOLA DA NNA, op. cit., p. 102). Cfr. anche E. S CALARI, La politica finanziaria della Destra nel periodo delle origini (1860-1864), in Nuova Antologia, luglio 1947, p. 299, che pure non si pu dire favorevole a quella politica.

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Da notare, anche, che tutto il periodo della Destra segna con indirizzo costante il progressivo incremento della percentuale delle imposte dirette: nel 1861-65, il rapporto con le imposte sui consumi 46,73%-47,40% (il 5,87% dato dalle tasse e diritti): nel 66-70, gi 47,13% -46,90% per salire infine a 49,67% 44,37%, del gi ricordato periodo 71-75. Nel 1911-15, il rapporto fu di 38,46%-54,94%; nel 1936-40 di 37,97%-56,68%. (C OPPOLA DA NNA, l. c.) Che poi a popolazione pi povera, le imposte sui consumi gravassero pi pesantemente che non a percentuale anche maggiore su popolazione pi ricca; che il carico tributario fosse inegualmente distribuito; che, per es., la propriet fondiaria fosse gravata assai pesantemente, molto pi della ricchezza mobile, anche per effetto delle sovrimposte comunali e provinciali (cfr. anche N A TALE , Giolitti e gli Italiani, cit., p. 138 sgg.), quest certissimo. Ma rientra, appunto, nella ricerca affannosa dei mezzi che dessero risultati immediati, di cui s detto e chera imposta dalle circostanze generali. 1712 La definizione, felicissima, del B ACCELLI, Il mulino del Po, III, p. 144 1713 G ARINO C ANINA, l. c., p. 562; cfr. anche P ETRUC CELLI D ELLA G ATTINA , Storia dItalia cit., p. 158. La mancanza degli accorgimenti, ingegnosi e di lunga vista dei grandi finanzieri gli fu infatti poi rimproverata (La terza Italia. Lettere di un Yankee, trad, e ann. da F. G ARLANDA, 3 ed., Roma, s. d., p. 302; anche L UZZATTI, Grandi Italiani. Grandi sacrifici per la Patria, Bologna, 1924, p. 47, che per riconosce che nelle condizioni di allora non si poteva far diversamente. E il punto proprio questo, se gli accorgimenti dei grandi finanzieri potessero applicarsi allItalia dallora). 1714 Cfr. nel discorso di Biolio del 18 ottobre 1874: Supponete un nemico mortale dellunit e libert dItalia. Io non so quale condotta pi efficace al suo intento potrebbe tenere, che spingendoci allaumento di spese e trattenendoci dallincremento del lavoro e del sacrificio, cio delle imposte. (Discorsi Parlamentari, V, p. 873). 1715 Cfr. il discorso alla Camera del 27 marzo 1879 (Discorsi Parlamentari, V, p. 833). 1716 Nel discorso elettorale di Legnago, il 4 ottobre 1874 (ne LOpinione, del 7 ottobre).

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1717 Discorso alla Camera del 7 maggio 1875 (Discorsi Parlamentari, VI, p. 538). 1718 Il giudizio di un buon intenditore, il M ARTINI (Confessioni e ricordi, 1859-1892, cit., p. 130). 1719 Egli lo sapeva benissimo: Sella sente la propria importanza e vorrebbe far tutto; Lanza si lagna che Sella sia troppo imprudente e si occupi di cose non sue. Dina a Castelli, 19 novembre 1870 (Carteggio politico di Michelangelo Castelli, cit., II, p. 492). 1720 Cfr. LOpinione, 28 agosto 72 (Un giudizio sullItalia). Anche lincaricato daffari a Londra, Maffei, riferisce con compiacimento i commenti della Saturday Review, sulla situazione generale dellItalia e soprattutto sui rapporti col Papato (r. Maffei, 18 agosto 1872, cit.). 1721 Il S ACHS, op. cit., pp. 232 sgg., 274, offre i seguenti dati: spese effettive ordinarie e straordinarie comprese, per il Ministero della Guerra 230, 289, 246, 262, 189 milioni per gli anni 1861-1865; 174, 178, 155, 162, 161, 162, 181, 192, 187, 192 per gli anni dal 1867 al 1876 (il 66 evidentemente non pu essere calcolato). Per la Marina 79, 61, 59, 60 milioni (arrotondati) nel 1862-65; 46, 39, 32, 25, 29, 31, 35, 37, 38, 36 milioni, nel 1867-1876. Nel Bilancio del Regno dItalia, cit. p. 118 sgg., dove si analizzano le spese solo a partire dallesercizio 1868, le cifre sono le seguenti: Guerra, 167, 149, 183, 151, 166, 176, 183, 180, 186 milioni per gli anni dal 68 al 76; Marina, 35, 35, 32, 37, 31, 32, 34, 38 e 28 milioni. Il C OPPOLA DA NNA d le cifre complessive per la difesa militare (op. cit., p. 106), e le percentuali (p. 108), da cui risulta che mentre le spese militari nel quinquennio 1861-1865 gravavano per il 34,76% sul totale delle spese effettive dello Stato, nel quinquennio 1866-70 scesero, nonostante la guerra del 66, al 25,75% e nel quinquennio 1871-75 al 18,66%, per risalire poi al 20,47% nel 1876-80, al 21,95% nel 1881-85 ecc. 1722 Cfr. per es. G. B. B RUZZO, Considerazioni sulla difesa generale dellItalia, 2 ed., Napoli, 1871, p. 12. 1723 Gli avvenimenti del 1870, p. 72. 1724 Op. cit., p. 4. 1725 Op. cit., p. 7.

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1726 Op. cit., pp. 6 e 24. Per altre discussioni in materia cfr. A. G ANDOLFI, Bologna e lAppennino nella difesa dItalia, Bologna, 1871; e le preoccupazioni di Nino Bixio,. G. B USETTO, Notizie del generale Nino Bixio, II, Fano, 1876, pp. 88-89. 1727 26 marzo 1873 (La difesa non offesa); e cfr. 20, 22, 23, 24 marzo (La proposta Nicotera, Confidate nel Ministero!, Il trionfo del Ministero, Riflessioni). E gi il 25 luglio 72 (Si vis pacem para bellum). 1728 Lespressione cromwelliana ritorna pi volte nella stampa di Sinistra: cfr. La Riforma, 20 febbraio 71 (Adolfo Thiers); Il Diritto, 12 settembre 1872 (Le esagerazioni del Diritto). 1729 Lo stesso Luzzatti, nellottobre del 1870, temendo gli imbarazzi che sarebbero derivati dallessere a Roma, voleva un nuovo e formidabile assetto alla difesa nazionale... un forte esercito... E le finanze? evidente che peggioreranno; ma oggi bisogna rovesciare la formula dellattuale amministrazione e pensare prima a difenderci e poi allassetto finanziario (Memorie, cit., I, p. 310 e cfr. II, p. 96). In altri momenti invece il Luzzatti oscill tra le due esigenze (ib., I, p. 398). 1730 La Riforma, 17 febbraio 71, (Lorganizzazione della forza). 1731 Crispi alla Camera, 4 Febbraio 1872: ... la posizione dellEuropa mutata e... per essere forti ed aver pace, bisogna armarsi, armarsi e sempre armarsi (Discorsi Parlamentari, II, pp. 136-37). 1732 Discorso sopra cit., ib., II, p. 139. 1733 Su Cialdini oratore cfr. La Perseveranza 5 agosto 1870. 1734 Cfr. il Diario del generale Govone, in Le carte di Giovanni Lanza, cit., VI, pp. 375-76. 1735 A. P., Senato, p. 987 sgg. 1736 A, P., Senato, pp, 885-86. 1737 Arte della Guerra, VII (ed. Casella-Mazzoni, Firenze, 1929; p. 363). 1738 Marselli a Robilant, 8 gennaio 1874 (AE, Carte Robilant). Anche in altra lettera del 5 giugno 1874 il Marselli esprime i suoi timori che, con il vento avverso levatosi nel paese contro qualunque spesa militare, si finisca col rifare lopera di Govone alla vigilia di una guerra nellEuropa. Nuovamente nel 1881,

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nel noto articolo Politica Estera e Difesa Nazionale (Nuova Antologia, LVIII, p. 127) egli esprimer lo stesso pensiero in forma sdegnosa: i denari sono la sola cosa cui la politica passiva si studi di provvedere largamente, anzi quella cui tutte le altre sacrifica, compresa la dignit della nazione. 1739 Lett, a Gabrio Casati, 25 maggio 1871 (in Q UINTAVAL LE , La conciliazione..., cit., pp. 334-35 e cfr. anche 338). 1740 Cfr. lOpinione, 13 marzo 71 (art. di fondo): fine dei sogni dorati della pace universale ecc.; 29 marzo 71 (La difesa generale dItalia); 1 maggio 71 (Le spese militari): nelle nuove condizioni dEuropa sintende da ognuno che la forza morale duna nazione in ragione diretta della sua forza militare; 15 maggio 71 (Lordinamento dellesercito); 19 agosto 71: nazione pacifica, lItalia deve armarsi per toglier dalla testa a chicchessia di meditare unaggressione contro di lei (La vera questione); 3 gennaio 72 (La politica estera). 1741 Su questa espressioni il Bonghi chiude il suo primo discorso alla Camera sulla legge delle Guarentigie, il 31 gennaio 1871 (Discorsi Parlamentari, I, p. 237). Anche il Nigra se ne vale in una lettera al Visconti Venosta del 6 marzo 1871 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1742 Cos il Bonghi, (Nove anni di storia dEuropa, cit., II, p. 451). 1743 LOpinione, 17 gennaio 1871 (La questione militare). 1744 Cfr. qui sopra pp. 93-94. 1745 Molto assennatamente lo aveva detto il Lanza al Cialdini, nel dicembre del 69: Guardi, Generale, di non mettere al paese il dilemma: o riduzione dellesercito, o riduzione della rendita, perch rifiutando le riduzioni, lesercito che era meritatamente amato dal paese, sarebbe divenuto odioso ed il paese avrebbe detto; prima del fallimento, si distrugga piuttosto lesercito (Le carte di G. Lanza, cit., VI, p. 376). 1746 Le spese per lesercito delle grandi potenze europee nel 1874, p. es. furono le seguenti (lire it.): Russia 788.390.103; Francia 719.929.753; Germania 488.742.315; Gran Bretagna, 378.418.040; Austria-Ungheria 254.983.593; Italia 192.011.542. Anche proporzionatamente, nel bilancio generale dello Stato, lItalia era quella che dedicava alle spese dellesercito la percen-

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tuale minore (L. C ISOTTI, La pace armata e lesercito italiano, in Nuova Antologia, XXIX, 1875, pp. 921-23). 1747 Dai 29.637 reati di sangue del biennio 1863-64 si sale ai 55.825 del biennio 69-70. E va bene che si era aggiunto il Veneto (nella statistica Roma non centra ancora): ma laumento rimane pur sempre impressionante. Dal gennaio 1861 al maggio 1870, 75.000 mandati di cattura non erano stati eseguiti (relazione Lanza al progetto di legge per i provvedimenti speciali di P. S., Camera dei Deputati. Raccolta dei docum. stampati, Leg. XI, Sess. 1870-71, voll. II, n. 83, e allegato A; cfr. anche n. 83 B, all. A e N). Donde il giudizio: una polizia, che non dappertutto guarentisce la vita e la sicurezza de cittadini, una giustizia punitiva; alla quale in parecchie provincie manca il mezzo di raggiungere il delitto (B ORGHI, Nove anni di storia dEuropa, cit., II, p. 462). Cfr. LOpinione, 5, 7, 12 gennaio, 26 febbraio 71 (La sicurezza pubblica; Polizia-Tribunali-Giurati; Provvedimenti eccezionali; Lamministrazione della giustizia) e La Perseveranza del 5 e del 25 gennaio 71, che segnala la gravit della criminalit nella Romagna (lart. del 25, Cose serie, del Bonghi). Cfr. Carteggio Minghetti-Pasolini, cit., IV, pp. 203, 209, 213 sgg.; Crispi alla Camera, 10 giugno 1875 (Discorsi Parlamentari, II, p. 243 sgg.); LItalia economica, cit., p. 348 sgg. 1748 P. es. nel Times del 10 settembre 1872 vien pubblicata una lettera da Napoli che d un quadro assai tetro della recrudescenza del brigantaggio nel Mezzogiorno: lettera commentata in un editoriale di biasimo al governo italiano che non agisce con sufficiente energia (r. Maffei, 11 settembre n. 348). Ma poi, sempre nel Times del 3 dicembre 72, lettera contro le manette adoperate dai carabinieri, qualificate come strumento di tortura (r. Cadorna, 4 dicembre, n. 369 gi cit.). Dunque proteste contro le cattive condizioni della sicurezza pubblica, e ad un tempo, contro i veri o presunti soprusi delle forze di polizia 1749 X, in Rassegna politica della Nuova Antologia, XXVII (1874), p. 984. 1750 r. de Launay, 21 novembre 1870, n. 714. Gi nel r. 14 novembre, n. 708; ma soprattutto in quello del 17 novembre, n. 711: ltat de nos finances, moins de vouloir marcher una ruine complte, une banqueroute, nous impose de ne nous mler aucune guerre tant que notre territoire nest pas menaci.

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1751 LOpinione, 23 settembre 1870 (La pacificazione interna). E il Bonghi ne La Perseveranza del 18 ottobre: non v italiano che non aneli al posare (Il Duca dAosta re di Spagna). 1752 Nel discorso del 9 novembre 1870 al banchetto offertogli dalla Societ Patriottica di Milano (La Perseveranza, 11 novembre). Anche per lAmari, lItalia aveva bisogno di calma politica e di vigore amministrativo(Carteggio, III, p. 314). 1753 La Perseveranza, 20 settembre 1870 (Roma Capitale). 1754 Commemorazione, cit., p. 27. 1755 T AINE, Voyage en Italie, cit., I, p. 355. 1756 Pensieri sulla politica italiana, cit., p. 60. 1757 D. P APA, Il giornalismo, Verona, 1880, pp. 265-66. La tiratura complessiva di 525 tra quotidiani e settimanali era, nel 1874, di 797.590 copie. Va tuttavia notato, anche qui, lincremento del numero dei periodici, tra quotidiani, settimanali e mensili, che dai 185 del 1836 e dai 450 del 1864 era salito rapidamente ai 723 del 1870, ai 765 del 71, ai 1126 del 74, di cui 387 quotidiani (P. L IOY, Elettori e deputati, Milano, 1874, pp. 53-55). Per un raffronto con la tiratura dei maggiori giornali esteri, P APA, op. cit., pp. 27 e 51-52: 30.000 copie il Times e 170.000 il Daily Telegraph; 72.000 il Figaro e mezzo milione il Petit Journal. Sulla scarsa importanza della stampa in Italia insistevano linc. daffari francese, de Sayve (r. 3 febbraio 1872, n. 13; AEP, C. P., Italie, t. 384, f. 106 sgg.) e nuovamente, laltro inc. daffari Tiby, nel 74 (r. Tiby, 19 febbraio 1874 n. 16; ib., ib, t. 389, f. 112 v.). 1758 B ACCELLI, Il mulino del Po, II, p. 334. 1759 F ERRARIO, Qual la moralit de campagnoli, cit., pp. 31-32. 1760 B ORGHI, nella Rassegna Politica del 1 dicembre 1871 e del 30 novembre 1873, in Nuova Antologia, XVIII, p. 912, e XXIV, pp. 944-45. 1761 Cos il B ORGHI, Rassegna Politica del 31 gennaio 1872, in Nuova Antologia, XIX, p. 465; e cfr. le Rassegne del 30 marzo e del 30 giugno 1872, ib., p. 927, e XX, p. 696; e la Rassegna dei 2 novembre 72, ib., XXI, p. 746. 1762 La scuola e la questione sociale in Italia, in Nuova Antologia, XXI, 1872, pp. 477-78.

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M EINECKE, Johann Gustav Droysen, l. c., p. 249. B ORGHI, in Nuova Antologia, XIX, 1872, p. 927. 1765 Linc. daffari francese, Tiby, nel r. n. 51 del [?] luglio 1874 [arr. a Parigi il 22]; AEP, C. P., Italie, t. 390, f. 44. 1766 I dati in LItalia Economica nel 1873, cit., pp. 727-28. Sulle divergenze dei dati dal Manuale dei Senatori e Deputati, cfr. ivi. 1767 Lespressione gi nel J ACINI, Sulle condizioni della cosa pubblica in Italia dopo il 1866, cit., p. 17. 1768 Cfr. la tabella statistica in L IOY, Elettori e deputati, cit., p. 188. La percentuale degli aventi diritto a voto su 1000 abitanti era nel 1870: Piemonte 26,10; Liguria: 30,70; Lombardia 19,70; Veneto 15,10; Emilia 19,90; Toscana 22,40; Marche 15,10; Umbria 15; Lazio 15,20; Abruzzi e Molise 16,70; Campania 20,60; Puglia 20; Basilicata 17,20; Calabria 16,40; Sicilia 16,10; Sardegna 26,50. La media del Regno era 19,70. Nel 1876 sali a 22,60 sempre con forti sperequazioni fra le varie regioni. (Cfr. la Statistica elettorale politica a cura del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Roma, 1877, p. V). Anche nei singoli collegi forti sproporzioni: nel 65, solo 10 collegi avevano da 50 a 54 elettori per 1000 abitanti; 25 ne avevano da 8 a 10; 129 da 10 a 15; 138 da 15 a 20 ecc. (L IOY, p, 90). Non minore sperequazione nella formazione dei collegi, dato che ai 1848 elettori per collegio della Sardegna e ai 1589 della Liguria facevano riscontro i 776 della Calabria, i 775 del Veneto (1866), i 716 dellAbruzzo, i 694 delle Marche (ib., pp. 89-90). Con le ultime sperequazioni tuttavia si correggevano almeno in parte, empiricamente e territorialmente, gli inconvenienti della prima, nel senso che alla pi alta percentuale di elettori della Liguria e della Sardegna non corrispondeva, per effetto della distribuzione dei collegi, un maggior numero di rappresentanti in Parlamento. Anzi la Sardegna finiva con laver minor numero di deputati delle Marche. (Mi sono attenuto ai dati statistici dellepoca. Nelle tabelle di recente pubblicate nel Compendio delle statistiche elettorali italiane dal 1848 al 1934, a cura dellIstituto Centrale di Statistica e Ministero per la Costituente, Roma, 1946, I, tavv. 2 B e 6, pp. 9 sgg., 36 sgg., ci sono alcune leggere variazioni di dati (cfr. gi LItalia economica nel 1873, cit., p. 728): resta tuttavia ben fermo il fatto essenziale delle enormi disparit fra regione e regione sia per la percentuale di aventi
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diritto al voto, sia per il numero degli elettori formanti collegio; disparit denunziate dallo Zanardelli, nella sua celebre Relazione per la riforma della legge elettorale politica (Compendio, cit., p. * 97). Nel 1870 ci sono gi spostamenti rispetto al 65: secondo il Compendio (tav. 6 cit.) gli elettori per collegio erano 1614 in Liguria, 1540 in Sardegna, 1352 in Piemonte, 1201 in Toscana, per scendere a 850 nel Veneto, 827 nellUmbria, 805 nellAbruzzo, 790 in Calabria, 775 nelle Marche. La percentuale massima della Liguria e della Sardegna si spiega con il fatto che nelle due regioni (come nei circondari di Bobbio e di Novi) il minimum dimposta era di 20, anzich di 40 lire (cfr. M INGHETTI, Discorsi Parlamentari, VIII, p. 118). 1769 I votanti furono 561.683 (cfr. L. M ARCHETTI, I moti di Milano e il problema della fusione col Piemonte, in Il 1848 nella storia italiana ed europea, a cura di E. Rota, Milano, 1948, II, p. 723). 1770 G. F ERRERO, Potere, Milano, 1947, p. 307. 1771 Nei ballottaggi, la percentuale scese al 34,07%. 1772 Nel 74 si torn a salire al 55,7%; nel 76 al 59,2% (Statistica delle elezioni generali politiche per la XXV Legislatura, a cura dellUfficio Centrale di Statistica, Roma, 1920, p. XXXVIII). In Francia, nel 1876 si ebbe il 74%; in Inghilterra, nel 74, il 79%. 1773 LOpinione lamenta infatti che nelle grandi citt abbia votato appena 1/4 degli iscritti. questo un fatto che si ripeter costantemente: ancora nel 1919 lastensionismo sar molto pi accentuato nelle grandi citt che non nelle campagne. A Palermo vota solo il 18,3%, a Catania il 22%, a Napoli il 27,2%, a Roma il 29,7%, nella stessa Genova solo il 44,7%: questo, mentre nei collegi di Ravenna e di Forl si raggiunge l84,8% ed in quello di Cremona l83,6%. (Statistica delle elezioni generala politiche per la XXV Legislatura, cit., pp. XXXVI-XXXVII). E le cause oggettive, addotte a spiegazione del fenomeno, non lo spiegano che parzialmente. Cfr. ivi e anche Compendio cit., II, p. * 32 sgg. 1774 LItalia economica, cit., pp. 725-26. E cfr. LOpinione, 27 marzo 1873. Perfino in Spagna la percentuale era superiore (44%; L IOY, op. cit., p. 84). Anche in Belgio, per, si eb-

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bero fenomeni analoghi di astensionismo in elezioni municipali (Compendio, cit., II, p. * 19, n. 1). 1775 LOpinione, l. c.; cfr. anche L. P ALMA, La riforma elettorale in Italia, in Nuova Antologia, XXXVI (1877), p. 582. 1776 S ERRA G ROPELLI, Le cinque piaghe del Regno dItalia, cit., p. 157. 1777 Il Diritto, 28 giugno 72. 1778 Sui pericoli di questa situazione si sofferma infatti LOpinione il 27 marzo 1873; i piccoli Comuni sono anche quelli nei quali i partiti estremi e sovversivi possono maggiormente far proseliti. Dov soprattutto un accenno alla propaganda clericale. 1779 S ERRA G ROPELLI, op. cit., p. 158. 1780 Che i gruppi nazionali fossero una minoranza, era vero; ma anche gli altri, i clerico-legittimisti, erano una minoranza, e una minoranza fossilizzata, mentre laltra era attiva e trascinatrice: cfr. lacuta analisi del S ALVEMINI, LItalia politica nel secolo XIX, in LEuropa nel secolo XIX, cit., p. 372 sgg. 1781 Giuseppe (leggi Giovanni) Fabrizi al Ricasoli, il 15 novembre 1870 (Lettere e documenti di Bettino Ricasoli, X, p, 164). Il Fabrizi, deputato, rinunci a ripresentarsi. 1782 Sino al 71 valeva il responso della Sacra Penitenzieria del 1 dicembre 1866, che era, invece, in sostanza, favorevole alla partecipazione alla lotta elettorale (il testo, ancora in E UFRA SIO, Il non expedit, in Nuova antologia, CXCVII, 1 settembre 1904, p. 86); responso confermato dal Penitenziere Maggiore al vescovo di Mondov, il 25 febbraio 1867 (M ONTALDI NI , Uno sguardo al passato, al presente e allavvenire dellEuropa, cit., pp. 156-57). Nel marzo 1871 il Montaldini invi copia dellatto 1 dicembre 1866 alla S. Penitenzieria, chiedendo se nelle circostanze attuali... sia espediente concorrere alle politiche elezioni. La risposta fu non expedire (M ONTALDINI, op. cit., p. 152 sgg., che la pi precisa analisi in materia. E U FRASIO , sopra cit., ha qui equivocato, parlando di 1874 anzich di 1871). Tuttavia, con ci la questione non appariva affatto decisa. Per vero, il 5 luglio 1872 La voce della Verit, organo ufficiale della Societ per gli interessi cattolici, battagliando contro lastensionismo (Le elezioni), dichiarava di non conoscere una inibizione del Papa a votare (con ampi riferimen-

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ti proprio al Montaldini e alla risposta della S. Penitenzieria del marzo 1871); e LOsservatore Romano, decisamente favorevole nelle elezioni politiche alla formula n eletti n elettori, ribattendo il 6 luglio (Le elezioni comunali), non poteva addurre nessuna decisione precisa, e si limitava a genericit (evidentemente favorita [la formula] ed approvata dalle pi eccelse autorit) e a ricordare, le istruzioni di Pio VII al momento dellinvasione francese. Il mtamento radicale della situazione avvenne con il discorso di Pio IX alle donne del circolo romano di Santa Melania, l11 ottobre 1874, quando il Papa afferm non lecito andare a sedere in quellaula (Montecitorio. Cfr. LOsservatore Romano, 13 ottobre 1874, Ultime notizie, e il testo del discorso pontificio 14 ottobre, Ultime notizie; La Voce della Verit, 14 e 16 ottobre). Cos, LOsservatore Romano del 28 ottobre 1874 poteva dichiarare che largomento delle elezioni era ormai esaurito per i cattolici (nessuno pu pi essere tra questi il quale non senta il dovere di una assoluta astensione), richiamandosi questa volta non pi a Pio VII, ma a Pio IX e al suo discorso al circolo di S. Melania (Gli elettori alla corte dAssise; e cfr. 18 novembre Le elezioni). La stessa Voce della Verit, il 17 novembre 1874, dichiarava ... ubbidienti alla parola ispirata... del Sommo Pontefice Pio IX, i cattolici dItalia si sono astenuti. Pio IX torn sullargomento, in risposta ai cardinali, il 21 dicembre 1874, in forma ancor pi decisa, contro i ministri di Dio che non si vergognavano di partecipare alle elezioni (LOsservatore Romano, 25 dicembre 1874). Si pu quindi concludere che le prime elezioni politiche per la quali si ebbe una vera presa di posizione da parte delle supreme gerarchie ecclesiastiche, furono quelle del novembre 1874. Cfr. anche J ACINI, La politica ecclesiastica italiana..., cit., p. 370, n. 1; H ALPERIN, op. cit., pp. 377-78. 1783 Cos A. G IURIA, I cattolici e le elezioni politiche, Savona, 1870, per la partecipazione alle urne. A Roma, nel 79, adunanze e progetti per ottenere labolizione del non expedit (P. C AMPELLO D ELLA S PINA, Ricordi di 50 anni dal 1840 al 1890, Spoleto, 1910, p. 133 sgg.; T. F ITTONI, Ricordi personali di politica interna, in Nuova Antologia, CCCXLII, 1 aprile 1929, p. 308 sgg.). 1784 Cos, nel 1886, a San Damiano, a favore di Giolitti (G IO LITTI , Memorie, cit., I, pp. 41-42).

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1785 Su questo episodio si sofferma linc. daffari francese presso la S. Sede, Lefebvre de Bhaine (r. 25 gennaio 71, n. 15; AEP, C. P., Rome, t. 1049, f. 121 sgg.). 1786 Cfr. G. M ANFRONI, Sulla soglia del Vaticano, Bologna, I, 1920, p, 101. A Roma la lotta fin con la vittoria dei liberali (417 ai moderati, 217 ai clericali, 117 ai democratici), con gran tripudio della stampa, di Destra e di Sinistra, che esalt il nuovo esempio di senso civile e di operoso patriottismo, dato da Roma allItalia (cos per es. Il Secolo del 7 agosto). Ma il Tornielli, allora capo della divisione politica agli Esteri, deprecando che si fosse voluto dare un colore schiettamente politico ad unelezione che sarebbe dovuta rimanere sul terreno puramente amministrativo, osservava: A porte chiuse poi, noi non possiamo disconoscere che glinscritti non Romani nelle liste elettorali sono vicini a 4 mila; 3 mila i soli impiegati, uscieri, guardie, militari di guarnigione, ecc., confermando cos la grande accusa mossa dai clericali (Tornielli a Visconti Venosta, 6 agosto 72 e cfr. lett. 3 agosto: ACR, Carte Visconti Venosta, 1872, pacco 5, fase. 4). A Napoli, notevole successo dei clericali. Sullimportanza della partecipazione clericale alle elezioni si soffermavano prima lincaricato daffari, e poi il ministro austro-ungarico pressa il Quirinale, Herbert e Wimpffen, in rapporti a Vienna del 10 agosto, 7 settembre e 5 ottobre 1872 (SAW, P. A., XI/80). Cfr. anche DI DEVILLE, Les Piemontais Rome, cit., p. 266. 1787 Pio IX diceva: Ma s, ma s, non hanno capito eppure lho detto tante volte, che mi fa piacere, che mi fa piacere che vadano alle elezioni amministrative... (C AMPELLO D ELLA S PINA, op. cit., p. 121). E nel 1871 si fonda lUnione Romana, per far entrare un elemento cristiano in Campidoglio (ib., p. 119). Nellallocuzione agli ex impiegati del suo ministero del Commercio e dei Lavori Pubblici, il Pontefice ripeteva ognuno... faccia quello che pu, segua il consiglio di persone autorevoli, e se non si riuscir sar una prova di pi della ipocrisia delle guarentigie e della libert (LOsservatore Romano, 14 luglio 1872). 1788 Per la propaganda dei giornali cattolici, cfr. LOsservatore Romano, 5, 6, 12, 13, 16, 24 luglio; La Voce della Verit, soprattutto con lappello del 4 agosto Cristiani, accorriamo alle urne!. Il 6 agosto, La Voce della Verit deplora che i cattoli-

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ci si siano astenuti per pi di met, negando poi, il 7, che molti sacerdoti siano andati a votare. Per vero, a Roma laristocrazia nera si era quasi completamente astenuta dal recarsi alle urne, dopo aver gi prima deplorato che si fosse deciso e propugnato lintervento (rr. Palomba, inc. daffari austriaco presso la S. Sede, 13 luglio e 10 agosto 1872; SAW, P. A., XI/229, nn, 4 A e 6 F); e che anche non tutto il clero e non tutti i clericali, timorosi di guai, andassero a votare, riconosce pure il Manfroni. Ma ovvio che, dopo lo scacco, i giornali e ambienti clericali minimizzassero il pi possibile la loro partecipazione alle urne. Cfr. invece P ESCI, op, cit., pp. 511-12. 1789 Cos lamb. di Francia presso la S. Sede, Bourgoing (r. 3 luglio 1872, n. 17; AEP, C. P., Rome, t. 1055, f. 90 sgg.). Sul card. Riario Sforza e la sua azione allora cfr. F. D I D OMENICO, La vita del cardinale Sisto Riario Sforza, 2 ed., Napoli, 1905, p. 232 sgg.; E. F EDERICI, Sisto Riario Sforza cardinale di Santa Romana Chiesa arcivescovo di Napoli 1810-1877, Roma, 1945, pp. 300-301 (con laggiunta della assurda notizia che il cardinale sarebbe stato sollecitato dal prefetto di Napoli a nome del governo (!), perch si adoperasse a far votare i cattolici. Sullazione del prefetto dAfflitto, cfr. Le carte di G. Lanza, cit., VIII, pp. 211-14; e quanto invece al governo, basti pensare alla circolare Lanza ai prefetti l8 luglio, determinata proprio dalla preoccupazione per il deciso intervento dei cattolici nella lotta elettorale: Cfr. V IGO, op. cit., I, p. 174 sgg. 1790 Lo afferma una fonte non sospetta di antivaticanismo e filoitalianismo, come lamb. Bourgoing (r. sopra cit.). 1791 r. Fournier, 22 luglio 1872, n. 38; AEP, C. P., Italie, t. 835, f. 239 sgg. 1792 Nel discorso al comizio allArgentina, il 2 agosto (Scritti e discorsi politici, cit., p. 465). 1793 Su 15.369 elettori iscritti votarono 8029 cio poco pi del 52%. A Napoli, su 20.000 iscritti, 8407 cio il 42,03%. (A RCH . S TATO N APOLI, gab. Prefettura: dato gentilmente comunicatomi dal dott. Giuliano Procacci). Ed erano cifre record! 1794 Il F ONZI, nello studio cit. I cattolici transigenti italiani dellultimo Ottocento, l. c., pp. 961-62, sostiene infatti, sulla base dei dati elettorali, che il non expedit non attecch nel Mez-

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zogiorno, cattolico e magari legittimista-borbonico, ma anticlericale, e rimasto facile feudo del personalismo liberale e delle clientele locali, chiuso invece allOpera dei Congressi, e cio alla grande organizzazione dei clericali. Che la Lombardia e il Veneto fossero le regioni dove il movimento cattolico organizzato aveva le basi pi salde, risulta anche dalla petizione del 1887 (cfr. C ANDELORO, Lazione cattolica in Italia, Roma, s. a. ma 1949, p. 15). 1795 Nelle elezioni politiche del 1870 in prima votazione, a Piacenza votava il 33,04%; a Parma il 33,69%; a Reggio il 32,34%; a Modena il 36,38%; a Bologna, il 28,26%; a Ferrara il 33,64%; a Forl il 34,27%; a Ravenna il 31,69%; a Firenze il 28,95% ad Arezzo il 32,48%; a Lucca il 32,27%; a Pisa il 34,61%; a Livorno il 16,21%, la percentuale pi bassa di tutto il Regno (media generale, 45,8%). Le medie per regioni erano le seguenti: Piemonte 46,09; Liguria 40,76; Lombardia 40,34; Veneto 41,37; Emilia 32,42; Toscana 31,63; Marche 37,97; Umbria 30,77; Lazio 43,27; Abruzzi e Molise 56,99; Campania 50,32; Puglie 55,59; Basilicata 57,97; Calabria 58,59; Sicilia 61,15; Sardegna 46,32. Nei ballottaggi la percentuale fu, quasi ovunque, assai inferiore. (LItalia economica nel 1873, cit. pp. 729-31). Livorno, che pure era la citt dove la percentuale degli elettori in rapporto agli abitanti era la pi alta di tutto il Regno (L IOV, op. cit., p. 84), sera gi trovata allultimo posto nelle elezioni del 1865 con il 33%. Ed anche allora le provincie di Ravenna, Bologna, Forl, Ferrara, Modena, Parma erano state fra le pi basse, sempre inferiori alla media del Regno. Si noti che sino alle elezioni del 1909 la percentuale massima di votanti fu sempre data dal Mezzogiorno e dalle isole (Compendio.... cit., II, p. * 28; tav. 13 B, p. 9). 1796 Cfr. le osservazioni de La Perseveranza, 24 novembre 1870. Sulla varia ispirazione delle astensioni, cfr. anche Rattazzi et son temps, cit., II, p. 455. 1797 Gli articoli del Bertani su Gli astensionisti sono pubblicati ne Il Lombardo del 10, 17 e 29 gennaio, 14 e 15 febbraio, 6 e 7 marzo 1871. Sugli sforzi del Bertani per convincere i repubblicani a votare, cfr. J. W HITE M ARIO, Agostino Bertani e i suoi tempi, II, cit., pp. 357 e 361. Su tali contrasti interni fra i repubblicani, cfr. G. S PADOLINI, I repubblicani dopo lunit, ne Il Mondo, 28 aprile 1951, pp. 9-10.

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1798 Cit. in M AZZOLENI, op. cit., p. 44. Anche il Mazzoleni contrario allastensione. 1799 LOpinione, 27 marzo 1873 (Le elezioni amministrative). 1800 LOpinione, 15 novembre 1870 (Agli elettori). Sulla apatia e scandalosa accidia degli elettori cfr. anche La Perseveranza, 15 novembre 70 (Bonghi) e La Nazione, 16 novembre 70 e 15 gennaio 71. Il 2 dicembre Guido Borromeo segnalava al Minghetti che a Milano il Correnti doveva andare in ballottaggio, perch nessuno dei suoi sera recato a votare: questa indifferenza o meglio questo disgusto a parer mio la peggiore delle piaghe presenti (BCB, Carte Minghetti, cart. XV, fasc. 69). 1801 La Riforma, 18 gennaio, 6 agosto 1871. 1802 r. Kbeck, 13 gennaio 71 (SAW, P. A., XI/77, n. 4 A). Anche posteriormente, il 2 marzo (ib., n. 17 C), il Kbeck continua a porre in rilievo lpoque de calme relatif qui a succed aux motions de lanne dernire. Lincaricato di affari di Francia, de Sayve, parla a sua volta dellindifferenza politica, sia nei deputati, sia negli elettori (r. 23 gennaio 1872, n. 9; AEP, C. P., Italie, t. 381, f. 76). 1803 Ricordi, cit., p. 39. 1804 Cfr. soprattutto la lettera del Ricasoli a Francesco Borgatti, il 17 settembre 1870: Che ha dunque saputo fare fin qui il Regno italiano? Niente, niente di sapiente, e di storico, e di felice per s, e di esempio altrui! Che fece?... Demol!. (Lettere e documenti, X, pp. 131-32). Per il De Sanctis, cfr. il discorso alla Camera del 23 aprile 1874 (La Critica, XI, 1913, p. 331 sgg.) e gli art. del giugno 1877 nel Il Diritto (Scritti politici, ed. Ferrarelli, cit., p. 65 sgg.). Cfr. anche il giudizio del Crispi, in una lettera a Primo Levi del 29 ottobre 1882 (Carteggi politici inediti, cit., p. 393). 1805 Cfr. per es., il discorso elettorale del De Sanctis a Foggia, l11 maggio 1880 (La Critica, XI, pp. 475-76). 1806 Sono le lagnanze espresse gi dal J ACINI, Sulle condizioni della cosa pubblica in Italia dopo il 1866, cit., p. 21 sgg. Cfr. anche il giudizio del R ICASOLI, Lettere e documenti, X, p. 255 e lo sfogo del Lanza col Rattazzi, nel dicembre 71 (Rattazzi et son temps, cit., II, p. 487).

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1807 Cos il Ricasoli al Borgatti, 30 dicembre 1871 (Lettere e documenti, X, p. 239). 1808 Al Borgatti, 27 gennaio 1872 (Lettere e documenti, X, p. 248). 1809 Sulle condizioni..., cit., p. 25 sgg., 92 sgg. 1810 Cos lo Spaventa, sin dal 1877 (R OMANO, op. cit., p. 230 sgg.). 1811 Ma che apatia? Volete sempre che ci sia una agitazione nelle piazze? Discorso alla Camera del 18 marzo 1872 (Discorsi Parlamentari, IV, p. 177). 1812 Lo dice egli stesso (Lettere e documenti, X, p. 504). 1813 Al Ricasoli, 26 dicembre 1872 (Lettere e documenti, X, p. 271). 1814 Discorso alla Camera del 17 maggio 1873 (Lettere e documenti, X, p. 500). 1815 30 marzo 1881 (Discorsi parlamentari di S. Sonnino, I, p. 222 cfr. p. 40-41). 1816 Su questo tasto batte soprattutto La Riforma, 18 gennaio, 7 e 10 giugno 1871, 21 e 24 gennaio 1872, 11 e 16 marzo, 9 giugno, 20 novembre 73. Ma anche Il Diritto, 20 gennaio e 17 aprile 71, 7 novembre 72; LOpinione, 1 luglio 72, 10 marzo 73; La Perseveranza, 19 gennaio 71; Bonghi nella Rassegna Politica del 31 gennaio 1872 e del 30 novembre 1873, Nuova Antologia, XIX, p. 465, XXIV, p. 945. A Rattazzi, nel giugno 71, faceva pena assistere alle sedute della Camera spopolata (Carteggio politico di Michelangelo Castelli, cit., II, p. 503). Nella tornata del 7 marzo 1873, alla Camera, deplorazione pubblica del presidente, dellon. La Porta e del Lanza, per lassenteismo dei deputati, che non consente di raggiungere il numero legale per le votazioni (A. P., Camera, pp. 5130-31.). Nuove proteste il 22 e 28 aprile (ib., pp. 5902-5903, 5967). 1817 C. F., Le riforme militari e la legge del 19 luglio 1871, in Nuova Antologia, XVIII (1871), p. 115. 1818 Sono parole dello stesso Ricasoli nella sua lettera pubblica di rinunzia (LOpinione, 14 novembre 1870; cfr. Lettere e documenti, X, pp. 144 e 166). 1819 Cfr. le lamentele de La Nazione, 15 novembre 1870, e anche 12 novembre; LOpinione 10 novembre; La Perseveranza,

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10 novembre (Bonghi); lett. Massari a Ricasoli, 15 novembre, Lettere e documenti di B. Ricasoli, X, p. 163. Ma anche uno dei maggiori organi della Sinistra, Il Diritto, esprime il 10 novembre le stesse lagnanze. 1820 Cos la battezza LOpinione, 11 novembre 1870. Il Borromeo adduceva motivi di salute (ib., 16 novembre; la sua lettera anche ne La Perseveranza del 17 novembre). LAlfieri di Sostegno diceva di non potere assentire al trasferimento della capitale a Roma e lamentava la mancanza di ogni organizzazione del partito liberale, ib., 13 novembre. Un altro, Giovanni Fabrizi, rinunziava a tornare in Parlamento perch, offeso dal modo con cui si era andati a Roma, non intendeva porre il visto alloperato del Sella e del San Martino (Lettere e documenti di B. Ricasoli, cit, X, p. 165; err. firm. Giuseppe). 1821 Cos lAlfieri di Sostegno, nel 1868, nello scritto Del dovere di esercitare la libert (LItalia liberale, cit., p. 428-29). 1822 Lettere e documenti, X, pp. 143, 148, 150, 156, 161 sgg., 172, 175, 176, 186, 194, 198, 240, 248. Nuovamente nel 74 il Ricasoli estern il proposito di non voler pi tornare in Parlamento; e nuovamente torn a cedere (ib., pp. 317, 319-20, 323-24 e 328). 1823 LOpinione dell11 e 13 luglio 1873 lamenta che il ministero Minghetti sia composto quasi esclusivamente di uomini tolti dalla pubblica amministrazione. 1824 Cfr. le fini osservazioni del M ORANTI, La Sinistra al potere, cit., p. 63. 1825 Cos giudicava il La Marmora: pare inoltre che si diffonda in molti la sfiducia, sullandamento delle cose nostre, a giudicare dal numero, e qualit, delle rinuncie alla deputazione (Monale, Alfieri, Peruzzi, Ricasoli, ecc.). Al Lanza, 14 novembre 1870 (Le Carte di G. Lanza cit., VI, p. 248). Preoccupazioni non dissimili in D. P ANTALONI, Delle probabili sorti del Regno dItalia, in Nuova Antologia, XXI (1872), p. 624. 1826 Basti rammentare gli scritti del J ACINI, Sulle condizioni della cosa pubblica in Italia dopo il 1866, che del 1870, e del S ONNINO, Del governo rappresentativo in Italia, che del 1872 Cfr. R. D E M ATTEI, La critica antiparlamentaristica in Italia dopo lunificazione, in LEducazione Fascista, aprile 1928, pp. 193-201 e Il problema della democrazia dopo lunit, Roma, 1934, p. 13 sgg. e sopratutto p. 23 sgg.

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1827 questo anche il giudizio di C. M ORANTI, Il pensiero politico di R. Borghi, in Annali di Scienze politiche (Pavia), Il (1929), p. 233; M. D ELLE P IANE, Tendenze antiparlamentari in Italia ed accenni ad una risoluzione al di fuori del sistema dopo il 1880, in Studi Senesi, LII (1938), pp. 481-93; I D., Il liberalismo di Ruggiero Borghi, in Rivista Storica Italiana, serie VI, V (1940), p. 19 sgg. dellestratto (ora in Liberalismo e parlamentarismo. Citt di Castello, 946, pp. 15-28 e 52 sgg.); P. A LATRI, Bonghi e la vita politica italiana, l. c., pp. 173-74. 1828 Cos nella lettera del 31 maggio 71 a Carlo Lozzi (F. D E S ANCTIS, Pagine sparse, a cura di B. Croce, Bari, 1934, p. 112; la lett. a cura di C. Muscetta). 1829 Lonorevole Massari alla Camera, il 13 marzo 1872 (A. P., Camera, p. 1182). 1830 Cit. in L. D AL P ANE, Antonio Labriola. La vita e il pensiero, Roma, 1935, pp. 293-94. 1831 Marselli a Robilant, 25 marzo 1873 (AE, Carte Robilant). In questa lettera egli propende per la vecchiaia. 1832 Cos Il diritto, 11 gennaio 1875 (Lapatia politica). 1833 Su questo stato danimo, non ho che da rinviare alle pagine del C ROCE, Storia dItalia dal 1871 al 1915, 3 ed., Bari, 1928, p. 1 sgg. 1834 Cfr. R OMANO, Silvio Spaventa, cit., p. 271. 1835 M ARTINI, Confessioni e ricordi, 1859-1892, cit., p. 195. 1836 Lo osserv, ancora molti anni pi tardi, il B ULOW, Memorie, cit., IV p. 658. 1837 Lo lamentava il conte Guido Borromeo, in una lettera al Minghetti del 31 luglio 71: ... Alle tre principali Corti saremo rappresentati da Piemontesi. E poi si ride se il Papa parla sempre del Governo Subalpino(BCB. Carte Minghetti, cart. XVI, fasc. 4). 1838 r. Kbeck, 2 marzo 71, gi cit. Stesso giudizio gi nel r., pure cit., del 13 gennaio. 1839 J ACINI, Pensieri sulla politica italiana, cit, p. 60. 1840 Nel discorso elettorale di Tirano, il 25 ottobre 1874 (ne LOpinione, 30 ottobre).

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1841 Cos nella lettera al Nigra del 27 febbraio 1871lItalia, in una parola non ha bisogno che di una cosa sola, della sicurezza e della pace (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1842 LItalia paga di aver compiuto i suoi destini, non chiede altro, non ha progetti ostili contro alcuno. Essa ha soprattutto bisogno di pace, di tranquillit, di sicurezza per riordinare e per svolgere gli elementi della sua forza e della sua prosperit... Cos nella seduta alla Camera del 14 maggio 72 (A. P., Camera, p. 2121); e nuovamente il 27 novembre dello stesso anno LItalia vuole innanzitutto mantenere ci che ha acquistato, vuole conservare ad ogni costo ci che ha ottenuto collaiuto, vero, della fortuna, ma anche con una grande persistenza di sacrifizi, di volont e di fede. Ma questi cimenti, ai quali pure siamo preparati, la gran maggioranza degli Italiani preferisce di prevenirli. LItalia desidera di avere dinanzi a s un lungo periodo di pace, di sicurezza e di tranquillit durante il quale essa possa svolgere le sue risorse materiali e morali, possa restaurare le sue forze, attendere ad un grande lavoro di progresso interno (ib., p. 3397). Cfr. per tutto questo anche qui sopra pp. 135-37. 1843 G. Borromeo a Minghetti, 3 marzo 1871 (BCB, Carte Minghetti, cart. XVI, fase. 4). 1844 S. S PAVENTA, La politica della Destra, cit., pp. 201-202. 1845 Lespressione del Bonghi, nel discorso tenuto a Napoli il 29 ottobre 1874, che fu una calorosa difesa della politica estera della Destra (vedilo nel supplemento dellOpinione, 7 novembre, e nellopuscolo a parte, Roma, 1874 p. 9). 1846 X, in Rassegna Politica della Nuova Antologia,. LI (1880), p. 177. 1847 J ACINI, Pensieri sulla politica italiana, cit., p. 15 sgg., 66 sgg. Sola differenza fondamentale, che tutti questi scrittori pongono giustamente lo stacco netto fra i due periodi nel 1870, dopo la presa di Roma, mentre il Jacini fa punto al 1866, e di l inizia il nuovo periodo (pp. 11-12). 1848 LOpinione, 20 luglio 71 (I partiti parlamentari). 1849 A. P., Camera, p. 2687. Anche qui il raffronto con le idee del tutto analoghe svolte pi tardi dal Jacini dimostra come i moderati avessero realmente un programma comune di politica estera, in cui non cera quasi pi posto per divergenze

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individuali; e dimostra i vincoli stretti soprattuto del gruppo lombardo, Visconti Venosta, Jacini, Casati, ecc. ecc. 1850 LOpinione, 28 luglio 73 (La situazione politica). 1851 9 gennaio 72. 1852 Lett. gi cit. (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1853 Cos il Depretis, nel discorso agli elettori a Stradella il 10 ottobre 1875 (ne Il Diritto, 15 ottobre). 1854 Il Diritto, 31 ottobre 1874 (La politica estera), E cfr. il Discorso elettorale tenuto il 10 novembre 1874, ad Aragona, dal duca Gabriele Colonna di Cesar, uno dei caporioni della Sinistra in fatto di politica estera (Palermo, 1874, p. 9). 1855 La Riforma 8 settembre 1872 (Le condizioni dItalia secondo il ministro degli esteri). Cfr. anche 9 settembre, Ancora del discorso del ministro degli esteri. A tale discorso (il cosiddetto programma di Tirano) il Visconti Venosta accenn, nel discorso alla Camera del 27 novembre 1872 per dire anzitutto di aver parlato in un convegno improvvisato e di non poter accertare lesattezza di ogni relazione pubblicata nei giornali; e, in secondo luogo, che non era solito cercar frasi che rendessero il suo pensiero nel modo pi infelice. Sment insomma e non sment (A. P., Camera, p. 3397). 1856 Nel saggio su Goffredo Mameli che del 1872 (Opere, p. 398). 1857 Nel discorso agli elettori di Alba, settembre 1874 (cfr. LOpinione, 15 settembre). 1858 Cfr. lart. Dopo Roma ne La Perseveranza del 10 settembre 1870. Nessuno dei mali attuali dellItalia sar pi facile a risanare dopo lacquisto di Roma: non la grande fiacchezza morale dei cittadini, non la grande debolezza del governo, non il dissesto persistente della finanza. Si vada dunque a Roma ma senza nutrire alcuna illusione che questo sol fatto abbia virt di modificare tutto. 1859 Ma siamo a Roma? Ci siamo, vero, ma con tutti gli imbarazzi, con tutte le questioni che ci angustiavano a Torino ed a Firenze. Se un solo problema si fosse sciolto, io ne sarei lieto; ma i pi angosciosi dettagli sono allo stato di pendenza come due o tre anni or sono. Sento parlare del contatore come se fossi a Firenze; intendo strillare i contribuenti, come se fossi a Torino; non parlo del disavanzo, della carta monetata, ma ur-

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ge una riforma militare dispendiosa per raggiungere il progresso degli altri Stati, e vedo gli onorevoli ministri della guerra e della marina colle mani legate dal piano finanziario dellonorevole Sella, il quale per lo spazio di cinque anni loro vieta forzatamente, col piano suo, di fare le innovazioni necessarie (discorso alla Camera del 14 maggio 1872, A. P., Camera p. 2107). Analogamente, il Nicotera, nella seduta del 21 marzo (ib., p. 1374). 1860 Osserva non del tutto ingiustamente il Bonghi ne La Perseveranza del 20 agosto 1870 (Lopinione pubblica in Italia) che lopposizione vuole una qualunque direttiva politica, purch diversa da quella del governo; e com prussiana oggi, ed stata inglese ieri, diventerebbe russa domani, senza che, sotto tale tendenza, vi, sia nessun preciso concetto. 1861 Per questo trapasso del Melegari dal mazzinianesimo al moderatismo (come nel Visconti Venosta) cfr. G. F ERRETTI, Luigi Amedeo Melegari a Losanna, Roma, 1942; anche, Melegari lAcadmie de Lausanne, Lausanne, 1949. 1862 Seduta del 23 aprile 1877 (A. P., Camera, p. 2712). Per linflusso del re sul governo, in quel preciso momento, cfr. qui appresso p. 788, n. 407. 1863 Che laccusa mossa dallon. Miceli, il 14 maggio 1872, alla Camera (A. P., Camera, p. 2109 sgg.) 1864 A. P. Camera, p.3328. E per il discorso Miceli pp. 33223324. 1865 Cos lo battezz il Bonghi nel discorso di Napoli del 29 ottobre 74 (l. c., p. 11; LOpinione, 7 novembre). 1866 Cfr. il programma de La Riforma (C RISPI, Politica interna, Milano, 1924, p. 32). 1867 I doveri del Gabinetto del 25 marzo (1876) in Scritti e discorsi politici, cit., p. 408; e il discorso alla Camera del 13 dicembre 1871 (A. P., Camera, p. 199 sgg., non compreso nei Discorsi Parlamentari), che era programma di tutto un partito (La Riforma, 1 gennaio 1872. I nostri intendimenti). 1868 Pensieri e profezie, p. 130 e cfr. p. 135. In questo Crispi si ricollega alla corrente gallofoba di cui si parlato qui sopra; e, in modo preciso, a Mazzini (cfr. qui sopra, pp. 47-48). 1869 Io ritengo che gli Statuti non creino diritti, che i diritti individuali siano innati, anteriori a qualunque carta scritta. Gli

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Statuti possono affermarli guarentirli qualche volta anche offenderli, ma non sono gli Statuti cui luomo attinge i suoi diritti discorso alla Camera, 5 dicembre 1878 (Discorsi Parlamentari, II, p. 315; e cfr. anche III, p. 190). Per lidea di nazione, intesa giusnaturalisticamente, cfr. qui sopra p. 64. Cfr. anche C ROCE, Storia dItalia, cit., pp. 177-78; V OLPE, Italia moderna, cit., I, pp. 420-21 e Francesco Crispi, Venezia, 1928, p. 32; F. E RCOLE, La personalit storica e il pensiero politico di Francesco Crispi, in Pensatori e uomini dazione, Milano, pp. 354-55. 1870 Cfr. Discorsi Parlamentari, II, pp. 149, 211, 313; III pp. 214, 245, 459, 497, 500, 508 548 550-51 576 675 ecc. Per i frequenti appelli allesempio inglese, ib., III p. 14, 86, 194,196, 199, 208, 286, 454, 508, 560 594 761. Nella tornata del 26 maggio 1890, ad un suo ennesimo invito andate in Inghilterra, signori, lon. Luigi Ferrari linterruppe vien sempre fuori con lInghilterra!; e Crispi di rimando lInghilterra in coteste materie d lezioni a tutti (ib., III, p. 545). E cfr. le fini osservazioni dello J EMOLO sopra lo spirito legalitario di lui (Crispi, Firenze, 1922, pp. 51 sgg., 103 sgg.). Difatti, per il Turiello, che dottrinalmente era gi uomo di fine secolo, Crispi aveva s per primo cominciato ad intendere quel che avrebbe dovuto diventare lItalia in Europa e fuori ma la sua educazione dottrinaria e francese gli fa ostacolo ad ogni passo dentro (Governo e governati in Italia, cit.,2 ed., II, p. 214) 1871 F ARINI, Diario, I, pp. 607, 611, 625-26, 663. 1872 Cfr. il colloquio di Crispi con la regina Margherita, il 2 gennaio 1897 (Politica estera, cit., I, p. 281 n. 1). 1873 Discorsi alla Camera del 3 febbraio 1879, 7 aprile 1881, 4 maggio 1894 (Discorsi Parlamentari, II, pp. 335, 494, III, p. 743). 1874 I doveri del Gabinetto del 25 marzo (Scritti e discorsi politici, p. 405). 1875 Cos, nella lett. al Cavallotti del 30 settembre 1882, mentre da una parte condanna coloro che in politica internazionale si alimentano dillusioni e difendono in astratto le sane teorie di libert, e parla della Gran Bretagna che assicurer il suo predominio in Egitto, dallaltra difende lazione del governo inglese in Egitto: Questa volta il cannone non fu violatore del diritto, e lo straniero non apportatore di schiavit, Gladstone

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e Granville sono una garanzia di libert, ed agli Arabi di Egitto non avverr quello che avvenuto agli Arabi della Tunisia (Carteggi politici inediti, cit., pp. 391-92). 1876 Lettere fra la regina Margherita e M. Minghetti, cit., pp. 159, 175, 188-89, 195, 268. 1877 Discorsi Parlamentari di M. Minghetti, VIII, p. 47. 1878 A questo infatti riconduce laccenno alla risoluzione di sbarcare le nostre truppe a Tunisi: in un momento nel quale lItalia era in difficolt gravissime interne. Sul progetto di spedizione cfr. G. C APPELLO, La spedizione francese in Tunisia, in Memorie storiche-militari a cura del Comando del Corpo di Stato Maggiore, fasc. II, 1912, pp. 2-3, e, in genere, G. D E L UIGI, Il Mediterraneo nella Politica Europea, Napoli, 1925, p. 141 sgg.; P. S ILVA, Il Mediterraneo dallunit di Roma allimpero italiano, 7 ed., Milano, 1942, p. 329. 1879 A RCH . V ISCONTI V ENOSTA. 1880 C ASTAGNOLA, Diario, cit., p. 96. 1881 Cos ai primi daprile del 1872 parlando col ministro di Francia il Visconti Venosta affermava che lItalia non era abbastanza ricca per pagarsi il lusso di unAlgeria e che aveva a Tunisi interessi commerciali, mentre la Francia vi aveva interessi politici. Eran dichiaraioni fatte proprio al rappresentante della Francia, ma eran anche molto perentorie (D. D. F., s. I, I, p. 138). E per vero, le aveva gi fatte in forma molto simile(niente lusso dunAlgeria) nel 1871 (l. p. 23 marzo 71 al Cadorna; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA); e le ripeteva al Nigra, il 25 gennaio 1875: Noi non abbiamo col [Tunisi] altro in vista che il mantenimento dello statu quo senza arrire pense di sorta (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1882 Parecchi lo pensarono, infatti, allora: cfr. anche qui sopra pp. 306-307 e p. 618. 1883 A. P., Camera, p. 4286 (12 maggio 1864). 1884 Cos, in una lettera del 28 giugno 1864 ad Emanuele dAzeglio (cit. in E. P ASSAMONTI, Un colonialista del nostro Risorgimento, in Atti del Primo Congresso di Studi Coloniali, Firenze, 1931, p. 4 dellestratto). Perci, al riaprirsi della questione dOriente nel 76-77, il Visconti Venosta osserv chera scoppiata troppo presto perch lItalia potesse trarne quei

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vantaggi che poteva sperare (l. p. Corti al Visconti Venosta, da Berlino, 9 luglio 1878, A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1885 Cfr. V OLPE, Italia moderna, cit., I, pp. 98=99. 1886 Lettera al Visconti Venosta del 19 novembre 1870: lavvenire dItalia in gran parte nellOriente. Verso le Alpi non abbiamo a desiderare che rettificazioni di frontiera. Il nostro commercio si volge col. necessario che il Mar Nero non divenga un lago russo (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1887 Le carte di G. Lanza, X, pp. 383-84 e 446. 1888 Lettera al fratello Giovanni, 20 luglio 1878 (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). 1889 Discorsi Parlamentari di M. Minghetti, VIII, p. 216 sgg.; L UZZATTI, Memorie, II, p. 150, e Grandi Italiani. Grandi sacrifici per la patria, cit., p. 22. 1890 Robilant al Corti, 25 novembre 1883 e 1 marzo 1884 (AE, Carte Robilant). E al Minghetti, confermava il suo profondo convincimento che il governo italiano avesse fatto bene a rifiutare; anzi, riferiva un giudizio del Klnoky ... si Mr. Minghetti avait t Ministre des Affaires Etrangres la place de Mr. Mancini il naurait pas non plus lui accept daller en Egypte (Robilant a Minghetti, 20 marzo 1883; BCB, Carte Minghetti, cart. XXIV, fasc. 48). 1891 Robilant a Corti, 21 luglio, 8 settembre, 20 novembre 1884, (AE, Carte Robilant). Sulla fine del secolo, il Visconti Venosta diceva a Wickham Steed: Pour Tripoli, mme moi, je mettrais le feu aux poudres (W ICKHAM S TEED, Mes souvenirs, cit., I, p. 135). 1892 Giovanni Bovio, nel 1890 (Discorsi Parlamentari di F. Crispi, III, pp. 499-500). 1893 Cfr. p. es. il divieto opposto, nel 1889, alla commemorazione dei martiri del 6 febbraio 1853, in Milano, il successivo intervento della truppa ecc. (Discorsi Parlamentari, III, p. 277 sgg.). Anche in teoria, daltronde, Crispi trovava che il diritto di riunione... presenta maggiori pericoli del diritto di associazione, dopo aver affermato che quei due diritti sono i pi gelosi per un popolo libero (ib., ib., p. 544). 1894 Discorsi Parlamentari, III, p. 443.

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1895 Il 10 giugno 1894 il fedele Abele Damiani gli scrive: Mi sono accorto da molto tempo che con te si parla invano se non si riesce a darti ragione. Il tempo ha aggravato lindole del tuo spirito; ed oramai non basta n la fedelt de tuoi amici, n la loro et n il loro credito, nulla... tu devi avere ragione, specialmente quando hai torto lavvocato al posto del giudice; e il cliente sei tu!... ti ostini ciecamente a seguire un destino avverso, dimostrando anche a pi fidenti in te, che ti manca lenergia di altri tempi e ti perdura il dispreggio dogni consiglio. A me non resta che chiudere il libro perch vi ho letto abbastanza (MRR, Carte Crispi, b. 667, n. 32/19). 1896 P. es. il brusco richiamo del Ressmann dallambasciata di Parigi, il 5 gennaio 1895, fu deciso dal Crispi allinsaputa di tutti i ministri, eccetto il Blanc, ministro degli Esteri. Quando Umberto I gli rifer la sorpresa di Sonnino, Saracco, Boselli, Barazzuoli, Crispi rispose che non dovevano saperlo: Queste cose si fanno dal Presidente del consiglio, daccordo col ministro degli affari esteri, che ne riferiscono al Re... Si fatto cos dai tempi di Cavour sino ai tempi di Depretis... Non sono cose da consiglio de ministri (MRR, Carte Crispi, b. 667, n. 34/1. Niente di questo in Questioni Internazionali, pp. 174-75. E cfr. F ARINI, Diario, I, p. 631, con le proteste dei ministri e il commento di Umberto I, che approvava la sostanza del provvedimento, non il modo). Il modo fu certo brutale, come col Corti (qui appresso, p. 646, n. 257 e pp. 766-67, n. 266) e col Greppi (D E C ESARE, Il conte G. Greppi, cit., p. 249). Dai molto sommari verbali del Consiglio dei ministri (su cui cfr. E. R E, I verbali del Consiglio dei Ministri (1859-1903), in Notizie degli Archivi di Stato, II, gennaio-marzo 1942) non risulta tuttavia, che sempre e sistematicamente simili questioni venissero discusse collegialmente: cfr. le deliberazioni per nomine o trasferimento di diplomatici o accettazioni di dimissioni, del 16 novembre 1872, 4 gennaio e 11 aprile 1875, 7 e 28 febbraio, 17 marzo, 8 e 27 giugno, 23 novembre 1876, 7 ottobre e 30 ottobre 1879, 18 giugno 1880, 30 giugno 1881, 7 novembre e 13 dicembre 1885, 28 dicembre 1886. Per il periodo Crispi, cfr. le deliberazioni 16 e 24 dicembre 187 (collocamento a riposo di Corti ecc.), 22 febbraio 1888, 20 settembre 1894 (collocamento a disposizione di Tornielli, in aspettativa di Marochetti ecc.), 30 ottobre 1894. Per il collocamento in aspettativa di un console generale, Nicola Santasilia, la questione era stata portata al Consiglio dei ministri, il 28 ottobre 1894, poco prima del caso Ressmann.

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Del Ressmann il Consiglio dei ministri si occup il 16 gennaio 1895, per promuoverlo di classe; il 2 settembre, per passarlo dalla disposizione allaspettativa. (Verbali del Consiglio dei ministri, ACR, voll. II, III, IV, V, alla data.) 1897 Pensieri e profezie, p. 129. 1898 Cfr. T EMOLO, Crispi, cit., pp. 100-101. 1899 Certamente se continuano a governare coloro che hanno dimenticato le tradizioni della rivoluzione italiana, i suoi scopi, la grandezza alla quale miravamo, non solo cimmiseriremo allinterno, ma ci umilieremo sempre pi di fronte allestero. Crispi a Primo Levi, 14 novembre 1891 (Carteggi politici inediti, p. 462). Gi il 27 luglio 1862 aveva attaccato, alla Camera, i ministri che, non sentendo la forza che loro viene da una grande nazione, agiscono con la timidezza del piccolo Stato che fa nucleo al Regno dItalia... (Discorsi Parlamentari, I, 215). In questo, la coerenza di Crispi fu continua e assoluta. 1900 Nel discorso per linaugurazione del monumento a Garibaldi a Palermo, 27 maggio 1892 (Ultimi scritti e discorsi extra-parlamentari, cit., pp. 163-64). 1901 Tipico il giudizio del Castelli, gi intimo di Cavour e poi dei maggiori tra i moderati, confidente di Vittorio Emanuele II, che il 1 agosto 1870 scrive al Lanza: Dalle complicazioni degli imbrogli esteri ed interni sorta lItalia per azione propria negativa pi che attiva. Per coronare lopera ci voleva questa guerra e spero bene (Le carte di G. Lanza, cit., V, p. 217). 1902 Io conosco, per intime ed oramai lunghe e provate relazioni, le vostre convinzioni su questo grave soggetto della pace europea, e le divido con voi. So quindi che per parte vostra continuerete ad adoperarvi nella misura che vi permessa per allontanare leventualit duna guerra, la quale, comunque lesito riuscisse, sarebbe per la nuova Italia un disastro (l. p. Nigra al Visconti Venosta, 17 maggio 1875, a proposito della crisi di primavera; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). E infatti il Visconti Venosta dichiarava al Robilant, il 1 luglio: Desidero ardentemente la pace... la pace un assoluto interesse del nostro paese... un assoluto interesse che essa sia per lo meno aggiornata il pi a lungo possibile, quando in una crisi europea lItalia possa agire come una Grande Potenza e non apparire dominata da quella specie di fatalit che la legge dei de-

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boli in S ALVEMINI, La politica estera della Destra, l. c., 1925, pp. 193-94. 1903 Cfr. qui sopra p. 641, n. 244. E cfr. anche in S ALVEMINI, La politica estera della Destra, l. c., 1925, p. 188 (2 marzo 1875). 1904 Convengo pienamente con Voi che noi avressimo tutta convenienza acch la questione dOriente dorma ancora placidi sonni per dieci anni almeno...(l. p, al Visconti Venosta, 13 agosto 1875; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1905 tt. Depretis a Mancini, 19 e 28 luglio 1882 (AE, Telegrammi con il Presidente del Consiglio, nn. 15 e 32); t. id. a id., 25 giugno (MRR, Carte Mancini, b. 646, n. 13/6) e cfr. per questi sforzi del governo italiano, L. E. R OBERTS, Italy and the Egyptian Question, 1878-1882, in The Journal of Modern History, XVIII, 1946, p. 323. Circa la questione dOriente, stessi desideri nel Depretis che nel Visconti Venosta: mia opinione che lItalia deve fare ogni sforzo per mantenere la pace o ritardare lo scioglimento della questione dOriente... (t. Depretis a Vittorio Emanuele II, s. d., ma giugno 1876; ACR, Carte Depretis, serie I, b, 22, fasc. 69). 1906 r. Tavera, 30 settembre 1881 (SAW, P. A., XI/91, n. 46 A). Mancini tacque. 1907 Si veda, infatti, come il Bismarck nel gennaio 1880 parli di cinque grandi potenze il cui instabile equilibrio governa il mondo, mentre lItalia is of no account as a Great Power (The Saburov Memoirs or Bismarck and Russia, ed. da J. Y. Simpson, Cambridge, 1929, pp. 111 e 119). E cfr. lannotazione marginale n. 12 dellimperatore Guglielmo I al rapporto del Bismarck del 24 settembre 1879: Unser Beistand kann nur gegen eine der wirklichen Grossmchte gerichtet sein, zu denen Italien und die Trkei nicht zu rechnen sind (G. P., III, p. 99). Lesarchia formale del concerto europeo dopo il 70 era ancora, in sostanza, la pentarchia di prima il 1861. 1908 Was die knftige Haltung Italiens betrifft, so wird dieselbe von dem General-Sekretr dahin resumirt, dass dasselbe ohne die Rolle einer Grossmacht spielen zu wollen, zu der es nicht die Mittel besitze, zu den konservativen Traditionen des alten Piemont zurckzukehren habe und indem es die gleichen guten Beziehungen zu allen seinen Grenznachbarn unterhalte, sein Hauptaugenmerk auf die Haltung des materiellen Wohles

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des Landes richte (r. Tavera sopracit.). Secondo il Tavera, queste dichiarazioni del Blanc sarebbero da connettere come conseguenza con quelle Uxkull a Mancini. Le dichiarazioni analoghe del Blanc allincaricato daffari germanico, von Derenthall, pure verso la fine di settembre del 1881, in W. W INDELBAND, Bismarck und die europischen Grossmchte 1879-1885, Essen, 1940, p. 313. In parte, tali affermazioni erano certamente dettate dalla ansiosa preoccupazione di dissipare a Vienna e a Berlino i timori che unintesa con lItalia che il Blanc proprio allora lavorava a stabilire trascinasse i due imperi in questioni coloniali a favore dellItalia: le stesse preoccupazioni, cio, che inducevano il de Launay, nel gennaio 1882, a dichiarare che lItalia voleva solo il mantenimento della pace rinunciando perfino a qualsiasi idea di accrescimento della nostra influenza dalla parte del Mediterraneo (in A. F. P RIBRAM, Les traits politiques secrets de lAutricheHongrie, 1879-1914, trad. frane., I, Parigi, 1923, p. 186, n. 30; e cfr. L. S ALVATORELLI, La Triplice Alleanza. Storia diplomatica 1877-1912, Milano, 1939, p. 59). E infatti il Blanc dice al von Derenthall, niente pi politica coloniale avventurosa. In parte, per, erano anche riflesso dello stato danimo dei circoli dirigenti italiani, dopo lo scacco di Tunisi: lItalia si sentiva realmente un paese vinto in una guerra diplomatica (cfr. il suggestivo giudizio di G. S ALVEMINI, La politica estera dellItalia dal 1871 al 1915, 2 ed., Firenze, 1950, p. 59). 1909 Dichiarazioni di Umberto I al conte Ludolf, ambasciatore austro-ungarico, il 24 novembre 1882: il Re Se montra pntr de lespoir que lItalie a devant elle une priode de tranquillit intrieure, dont elle pourra profiter et dont elle profitera pour le dveloppement de ses ressources et pour slever au rang des puissances qui sont un garant solide pour le maintien de la paix (r. Ludolf, 24 novembre 1882; SAW, P. A., XI/92, n. 62 A). Naturalmente, cera in primo luogo la questione dellinferiorit militare dellItalia, su cui Umberto I si era gi soffermato nella prima udienza concessa al Ludolf (r. Ludolf, 7 luglio 1882; ib., ib., XI/92, n. 26 A). 1910 Nellarticolo La verit sulla nostra politica estera, pubblicato ne La Rassegna del 26 agosto 1882. Lincaricato daffari austro-ungarico, Tavera, trovava perfetta sincronia fra queste affermazioni e quelle del segretario generale agli Esteri, Blanc,

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tanto da attribuire a questultimo lispirazione dellarticolo (r. Tavera, 26 agosto 1882; SAW, P. A., XI/92, n. 41). Ancora nellarticolo della Rassegna, una constatazione alla Visconti Venosta La questione di Egitto sorta male a proposito, troppo presto per noi, troppo presto per le nostre alleanze. 1911 Art. del sen. C. Cadorna, ne LOpinione del 13 agosto 1881 (Italia e Francia). 1912 La Rassegna, art. cit. 1913 Auguri alla Patria, ne La Rassegna settimanale, 2 gennaio 1881. 1914 Lesercito e la marina, ib., 22 maggio 1881. 1915 Si veda, nel discorso alla Camera del 27 luglio 1862, il richiamo alla prima repubblica francese che simpose, non supplic di essere accettata tra i Governi dEuropa mentre alla timidezza del governo italiano pare toccare lapice della fortuna se una grande potenza ci riconosce (Discorsi Parlamentari, I, p. 215). 1916 Cos il F ARINI (Diario, I, p, 577). 1917 Alberto Pansa, che pure era tenuto in gran conto fra i diplomatici giovani (F ARINI, Diario, I, p. 130, n. 1), cos annota nel suo Diario, alla data del 16 agosto 1888 Arrivo a Roma. Visita alla Consulta. Ricevimento ineducato di Crispi. Anche il richiamo del Ressmann da Parigi fu brutale nella forma: t. Crispi a Ressmann, 5 gennaio 1895 Parigi non pi per voi. Ritornate in Italia consegnando lufficio al consigliere Gallina che funzioner fino allarrivo cost di un nuovo ambasciatore (MRR, Carte Crispi, b. 664, n. 18/6). Per il Crispi matre-charmeur invece, cfr. A. B ILLOT, La France et lItalie. Histoire des annes troubles, 1881-1899, Parigi, 1905, I, p. 182. 1918 Del resto con un cocchiere come Crispi a cassetta bisogna aspettarsi a sentire, a ogni tratto, urti e spintoni, Visconti Venosta al fratello Giovanni, 4 agosto 1888 (A RCH . V ISCON TI V ENOSTA ). Sulla mancanza di misura e di equilibrio della politica crispina, anche in lettera al Rudin, s. d. (1895), ib. 1919 Definirsi un vecchio cospiratore piaceva al Crispi: si veda infatti il discorso di Torino del 25 ottobre 1887 (Scritti e discorsi politici, p. 709). E ancora, in un teleg. al Nigra del 5 settembre 1887, accusando il Cappelli di aver fatto conoscere

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allOpinione consenziente il di Robilant, le clausole della Triplice nel febbraio 1887 Certes vous ne vous tonnerez pas de ces faiblesses de quelques vieux diplomates qui nont pas les habitudes des vieux conspirateurs (AE, Cas. Verdi, 1, fase. B). 1920 Si deve tuttavia osservare ed caratteristico per loscillare del Crispi fra prassi liberale e prassi autoritaria che il discorso di Palermo del 14 ottobre 1889 fu da lui accennato per sommi capi al Consiglio dei ministri del 10 ottobre; e quello di Torino del 18 novembre 1890 fu letto da lui al Consiglio dei Ministri del 15 novembre e da questo approvato (Verbali del Consiglio dai Ministri, alla data). Qui trionfa la prassi liberale. 1921 Acutamente osservato dal V OLPE, LItalia moderna, cit., I, p. 419. 1922 Cos dice del Gioberti Margherita Collegno (Il Risorgimento italiano in un carteggio di patrioti lombardi, cit., p. 481), a proposito del Rinnovamento. 1923 Discorsi Parlamentari, II, p. 486. 1924 La Riforma, 25 giugno 1872 (Il sentimento nazionale). 1925 Che un rimprovero non solo espresso nellarticolo citato, ma anche in altri art. de La Riforma; cfr. per es., 24 gennaio 72 e, anche, 1 febbraio 74. 1926 La Riforma, 1 febbraio 1874 (Non in solo pane vivit homo). 1927 La Riforma, 25 giugno 72 (Il sentimento nazionale). 1928 Per es., il 29 ottobre 1882, in un momento cio in cui latmosfera internazionale non aveva nulla di particolarmente inquietante, anzi sera nella fase di distensione franco-germanica e dei buoni rapporti russo-austro-tedeschi, Crispi scriveva a Primo Levi Io tremo al pensiero che, ove scoppiasse la guerra la quale non credo sia molto lontana noi non potremmo sostenerci validamente Carteggi politici inediti, cit., p. 394. 1929 Cfr. qui sopra pp. 98-99. 1930 Bene lumeggiato dallE RCOLE, op. cit., p. 336. 1931 Cfr. qui sopra, pp. 225-26. 1932 La Riforma, 22 agosto 72 (La politica italiana in Oriente). 1933 Cfr. qui sopra, p. 298 sgg.

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1934 Discorso al Senato del 3 agosto 1870 (A. P., Senato, pp. 987-92). 1935 A. P, Senato, p. 856, 4 giugno. 1936 Cfr. una sua lettera al Nigra del 10 gennaio 1874: difficile il compito del canavesano a Parigi centro deglintrighi, dei risentimenti, degli odii politico-religiosi che fermentano contro il regno dItalia (A RCH . D E V ECCHI). 1937 11 settembre 1870 (Carteggio politico di Michelangelo Castelli, cit., II, p. 481). 1938 Lambasceria fin presto; il Cialdini che avrebbe dovuto, terminata la missione straordinaria, rimanere a Madrid come ministro plenipotenziario, torn in Italia infuriato contro il Visconti Venosta, che, dopo la morte del Prim, ritenne non pi attuabile il progetto. E si lagn col re del modo di fare del ministro (Cialdini a Vittorio Emanuele II, 6 febbraio 1871; ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 4, fasc. 1); e si sfog contro il Visconti Venosta, che si era a suo dire preso gioco di lui, il Blanc e il Sonnino, che rinvi in Italia per avergli mancato dune manire inconvenante (lintero carteggio sulla questione, compresi t. e r. al Visconti Venosta, in A RCH . C ASA R EALE, Carte Vittorio Emanuele II, cart. V, amb. straordinaria a Madrid, 1870-71, Carte Cialdini). 1939 Cfr. qui sopra, pp. 25-26. 1940 G. V ISCONTI V ENOSTA, Ricordi di giovent, cit., p. 7; altre notizie, pp. 15, 64, 286, 518. 1941 B LOW, Memorie, cit., IV, pp. 335-36; F. P ETRUC CELLI D ELLA G ATTINA , Storia dItalia dal 1866 al 1880, Napoli, 1882, p. 157; E. D E L AVELEYE, Lettres dItalie, cit., pp. 245-46; C IMBRO [G. F ALDELLA], Salita a Montecitorio (1878-1882). Caporioni, Torino, 1883, p. 102; G. R ICCIARDI, Schizzi fotografici dei Deputati del 1, 2 e 3 Parlamento italiano, Napoli, 1870, p. 40; M AZZOLENI, op. cit., p. 331. 1942 Cfr. la lettera del Mazzini a lui, del 5 aprile 1853 (Scr. Ed. In., XLIX, Epistolario, XXVII, p. 38 sgg.). Per lostilit della Sinistra, Rattazzi et son temps, II, p. 392; e La Riforma del 5 agosto 1871: il signor Visconti Venosta, questo antico mazziniano, divenuto una calamit per lItalia, come tutti i rinnegati (Nulla dies sine linea).

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1943

Cfr. B ARBIERA, Il salotto della Contessa Maffei, cit., p.

213.
1944 Fu padre affettuosissimo tanto da smarrir quasi la ragione per la morte di una sua bambina (F ARINI, Diario, M RR, sub. 12 marzo ed anche 24 aprile 1898, e cfr. un suo commovente biglietto al L UZZATTI, Memorie, II, p. 153 e una lettera a lui di Giovanni Morelli, il 24 luglio 1886, che lo esorta a cercar di liberarsi dalla malinconia che lo opprime, pur avendo sacra la memoria della bambina, perduta, A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1945 Cos La Perseveranza del 27 gennaio 1871. Ivi, 21 agosto 1870 (Bonghi) per il suo discorso nella difficile seduta alla Camera del 19 agosto. Era fra gli oratori lenti; nei discorsi, pronunziava 80 parole al minuto, mentre il Minghetti 100, il Depretis 120, il Sella 150 C IMBRO [G. F ALDELLA], Salita a Montecitorio (1878-1882). Il paese di Montecitorio, Torino, 1882, p. 103). 1946 Fra laltro aveva in orrore le rivelazioni post facta ad opera di diplomatici ed uomini di governo troppo ciarlieri e preoccupati di s e della propria reputazione; ed un giorno scrisse al Nigra: Non piacevole il sapere, a ogni tratto, che si sar stampati vivi in tutte le conversazioni che si possono aver avute quindici o ventanni or sono. Sta bene che si debba sempre, rispondere delle parole che hanno avuto uneffetto positivo e concreto, ma non di quelle che, nel corso di un remoto colloquio, furono suggerite da un sentimento di opportunit morale che ora sfugge a ogni giudizio competente. Per conto mio, mi sono sempre astenuto dal farmi dei meriti retrospettivi, ma non repugno meno dalle polemiche, dalle rettifiche, dalle difese postume. Anche in questo, caro amico, siamo sempre stati di accordo (3 dicembre 1884, A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1947 Quando dovette accettare di esser arbitro italiano per la questione della pesca nello stretto di Behring, mentre egli avrebbe voluto si designasse un giurista, scrisse al fratello di vivere sotto un incubo: Non avrei esitato... se si fosse trattato duna quistione politica. Ma qui non sono al mio posto. Sono unuomo che sa suonare il flauto e a cui si fa suonare il violino (24 agosto 1892; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1948 A proposito della lunga, spinosa questione dellOrnoque, egli dichiar al Nigra di preferire infinitamente la soluzione del

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ritiro spontaneo della nave da parte francese, ad una richiesta ufficiale italiana. Questultima avrebbe potuto esser abbastanza popolare allinterno ma di quella popolarit chio pongo gran cura a non meritare (l. p. al Nigra, 17 agosto 1874; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1949 Per questo anche, allinglese, il Visconti Venosta non rinunziava alle sue vacanze, anche in periodi mossi, tra i commenti di taluno dei suoi subordinati, uno dei quali, il Pansa, scriveva nel suo Diario, il 7 settembre 1875: Anche il Ministro, finalmente, par si decida a tornare domattina; ecco uno, per esempio, qui ne se gne pas per andare a spasso quando gli accomoda. E cfr. lattacco della Riforma, 19 agosto 1871 (Il Ministro degli Esteri in vacanza). 1950 Soleva dire che per un diplomatico il est fort important de savoir retirer temps son pingle du jeu (B LOW, Memorie, III, p. 193). 1951 Che la politica del lasciar tempo al tempo richieda ad un certo punto, lintervento di una volont chiara e decisa, dice infatti lo stesso Visconti al Robilant, in una lettera del 12 aprile 1878. Non vedo neppur io con animo tranquillo landamento delle cose nel nostro paese. Pu darsi che, nel momento in cui parliamo, il pi savio partito sia di prender tempo. Ma la politica del differire le difficolt suppone poi lenergia e la decisione necessaria pel giorno in cui non potranno esser differite (A E, Carte Robilant). Di fatto, nel periodo pi difficile dei rapporti con la Francia, il Visconti Venosta aveva, s, cercato di non farsi sopraffare dai timori, come gli uomini della Sinistra, perdendo calma e sicurezza di giudizio; ma aveva pure cercato per tempo di premunirsi contro ogni sorpresa: Non rimane dunque che a trattare con una cura blanda una situazione di cui non si possono far scomparire a un tratto le cause, cercando di non compromettere lavvenire e sperando nei beneficii del tempo. Per parte nostra, cerco di seguitare questa politica, evitando gli incidenti, palliandoli alloccorrenza, facendo prova di disposizioni sinceramente amichevoli e concilianti... Ma voi comprendete che questa politica di posizioni calmanti non pu essere tutto. V anche unaltra politica di previdenza pei casi peggiori, indipendenti dalla nostra volont, politica che ci si impone come un dovere. Finch ci sar nella situazione unelemento di incertezza o di diffidenza naturale che noi facciamo corrispondere

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ad esso un elemento adeguato di precauzioni (l. p. al Nigra, 2 febbraio 1873: A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1952 Cfr. le sue dichiarazioni alla Camera, il 19 agosto 1870: Io credo, signori, che sia pericoloso chiedere al governo quale linea di condotta esso intenda precisamente seguire nelle attuali condizioni, e quando la nostra condotta pu essere determinata da circostanze che ora impossibile il prevedere e il definire. Noi, signori, non possiamo utilmente discutere le incerte eventualit, n vi alcun governo il quale possa prendere degli impegni sopra delle ipotesi (A. P., Camera, p. 4027). 1953 Lo ha notato, acutamente, per la praticit del Balbo, N. V ALERI, Problemi di storia del Risorgimento, Milano, 1947, pp. 101-102 (cit. in M ATURI, Laspetto religioso del 1848 e la storiografia italiana, in Convegno... 1848, cit., p. 267): ma losservazione calza anche per la maggior parte degli uomini della Destra post-cavouriana, Sella, e, forse, Minghetti eccettuati. 1954 In questo senso non del tutto inesatto il giudizio che di lui d il G UICCIOLI: Era un discreto ministro quando una prudente astensione, una accorta inazione erano saggezza. Il giorno in cui una linea di condotta ben determinata o, quel che pi grave ancora, rendesse necessaria una pronta e grave risoluzione, terr che V. sarebbe impari al suo compito (Diario cit., in Nuova Antologia, 1 luglio 1935, p. 86). Soltanto, in luogo di discreto ministro, bisognerebbe scrivere ottimo ministro. 1955 Cfr. C ASTAGNOLA, Diario, cit, pp. 6-7 (Consiglio dei ministri dell8 agosto 70). Inesatto, quindi, F. C ATALUCCIO, La politica estera di E. Visconti Venosta, Firenze, 1940, p. 53, che fa del Visconti il rappresentante nel Gabinetto Lanza della tendenza favorevole allintervento a fianco della Francia (erano decisamente per esso, invece, l8 agosto, Lanza, Castagnola, Gadda e Acton). Sul suo atteggiamento, cfr. anche la sua discussione col de Launay (cfr. sopra, p. 27): neutralit per ora; in caso si dovesse abbandonare, a fianco della Francia. E. cfr. G UICCIOLI, op. cit., I, pp. 263-66 che ha bene colto e lumeggiato la questione, soprattutto nel giudizio riassuntivo a p. 265. E cfr. anche qui appresso pp. 736-37, n. 38. 1956 Se per andare a Roma occorre il cannone, diceva ai capi della Sinistra, allora sarete voi ad andarci; quanto a me, io non faccio una simile politica, (Rattazzi et son temps, cit., II, p. 348.

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Questa notizia corrisponde effettivamente allatteggiamento generale e alle convinzioni del Visconti Venosta; e pu quindi essere accolta, anche se deriva da M.me Rattazzi). Sulla condotta del governo italiano sino al 20 settembre, che sar esaminata da Walter Maturi e a cui si accenna qui solo per quel tanto ch necessario ad illuminare la figura del Visconti Venosta, si veda lampia e precisa analisi di S. W. H ALPERIN, Italy and the Vatican at War, cit., p. 28 sgg. Meno importante, L. P ARKER W ALLACE, The Papacy and European Diplomacy, 1869-1878, Chapel Hill, 1948, p. 116 sgg. 1957 Al Cadorna, 12 aprile 1871 (A E, Ris., c. 51). La soluzione intermedia sarebbe stata la citt leonina (R OTHAN, op. cit., II, p. 280 e qui appresso pp. 737-38, n. 40). In lettera al fratello Giovanni (senza data, ma dei primi di settembre 1870): Oggi [a Parigi] vera della agitazione nei boulevards e vi erano grida di Viva la Repubblica, il Visconti Venosta diceva: Io temo di non andare daccordo co miei colleghi per Roma. Voglio fare al pari degli altri ma far bene e in modo di non mettermi dalla parte del torto e compromettere lItalia (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1958 C ASTAGNOLA, op. cit., pp. 30-31. Di questa seduta del 3 settembre nessun cenno nei verbali del Consiglio dei ministri, redatti dal Lanza, verbali daltronde estremamente sommari (A CR, Verbali delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri, II). probabilmente ad essa che si riferisce il colorito racconto di M.me Rattazzi, Rattazzi et son temps, II, p. 351, la quale, con la solita confusione cronologica, accomuna in un sol giorno discussioni e decisioni del Consiglio dei ministri durate pi giorni e precisamente il 3, il 4 ed il 5 settembre, e aggiunge particolari fantastici, come quello della mobilitazione a favore di Napoleone (che, semmai, fatto del 30 luglio). Pi che di seduta ufficiale per il 3 settembre, si deve parlare di riunione ufficiosa, a cui non si volle dar carattere ufficiale forse perch i dissensi sul quid agendum erano ancora troppo forti. 1959 t. al Minghetti (Vienna), 5 settembre: La situation est change aver la Rpublique. Je crois quil est maintenant le temps dosar. Telegraphiez moi vos conseils et le plan que vous suivriez dans la question romaine (A E, Ris., 51). 1960 Verbale del Consiglio dei Ministri dell8 settembre (A CR, Verbali delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri, II, pp.

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71-72; pubbl. in C RISPI, Politica interna, cit., p. 70 e in Le Carte di G. Lanza, cit., p. 406). Il Castagnola (p. 36 sgg.) attribuisce inesattamente questa dichiarazione al Consiglio dei ministri del 7 settembre. Da notare, che le istruzioni al gen. Cadorna approvate dal Consiglio dei ministri dicevano: che le truppe non procederanno alla occupazione della Citt di Roma quando fosse necessario espugnarla colla violenza: sera in quella fase, durata sino al 17 settembre, in cui il governo italiano silluse ancora nella non opposizione del Papa; o almeno, in un movimento popolare a Roma (cfr. anche l. p. Blanc a Minghetti, 12 settembre; B CB, Carte Minghetti, cart. XV, fasc. 66). degno di nota che nei laconicissimi verbali del Consiglio dei Ministri sia questo uno dei rarissimi casi in cui sia fatta espressa menzione del modo di vedere di un singolo ministro: segno che il Visconti Venosta volle marcar nettamente il suo dissenso. A voce, dichiar che in caso di occupazione di Roma con la forza egli si sarebbe dimesso (C ASTAGNOLA, op. cit., p. 39). 1961 C ASTAGNOLA, op. cit., pp. 46-48. Il Ponza di San Martino, di ritorno l11 sera da Roma e decisissimo nel voler limmediata occupazione, aveva ammonito coloro che erano al potere a non mettere bastoni fra le ruote mdash; proprio parlando col Visconti Venosta (l. p. Blanc a Minghetti, sopra cit.). 1962 Verbale della seduta del 17 settembre (A CR, Verbali, II, p. 75; C RISPI, Politica interna, cit., p. 71; Le carte di G. Lanza, cit., VI, p. 408; C ASTAGNOLA, op. cit., pp. 52-53). 1963 J ACINI, Un conservatore rurale della nuova Italia, cit., II, p. 46. 1964 Visconti Venosta a Lanza, 25 settembre 70 (il Consiglio dei Ministri aveva deliberato invece, il 24, di mandare il La Mormora a Roma solo dopo laccettazione del plebiscito). Lanza riusc a convincerlo a desistere dal proposito: Lanza a Visconti Venosta, 27 settembre (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA. Cfr. C ASTAGNOLA, Diario, pp. 68-69). La nomina del La Marmora fu infatti interpretata, allinterno e allestero, nel senso voluto dal Visconti Venosta (H ALPERIN, op. cit., pp. 90 sgg.). Da notare che ancora una volta nella seduta del 24 il Visconti Venosta aveva fatto inserire a verbale il suo dissenso dai

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colleghi (A CR, Verbali... II, p. 76; Le carte di G. Lanza, cit., VI, p. 409). 1965 Cfr. anche una lettera di D. Pantaleoni al Minghetti (a Vienna) il 22 ottobre 1870 Stimo urgente che tu venga e lasci Vienna... Visconti con quellonest che il caratterizza mi disse gi che egli avversava di portare la capitale a Roma. Poi il valtellinese muta parere; e lo stesso Pantaleoni ne avverte il Minghetti il 4 novembre: Godo moltissimo che il Visconti abbia receduto dallopinione che mi aveva manifestato. il migliore che abbiamo nel ministero e certo il pi leale (B CB, Carte Minghetti, cart. XV, fasc. 114). 1966 Lanza dichiarava al Castelli, il 10 novembre, che se il re fosse stato spinto (da Sella e compagni) ad andare a Roma prima che il Parlamento avesse approvato il plebiscito, egli e La Marmora si sarebbero dimessi. Se poi il Sella la vuole vinta a qualunque costo, io sono persuaso che questa volta andr a pentirsene a Roma (Carteggio politico di Michelangelo Castelli, cit., II, pp. 489-90). 1967 C ASTAGNOLA, op. cit., p. 86. 1968 C ASTAGNOLA, op. cit., pp. 143-44. Lemendamento Cencelli-Ruspoli, il 10 febbraio, al disegno di legge sulle Guarentigie (cfr. J ACINI, La politica ecclesiastica..., cit., p. 435) dichiarava propriet nazionale i Musei Vaticani e la biblioteca (il testo definitivo dellart. 5, dopo aver affermato che il Sommo Pontefice continuava a godere dei palazzi apostolici Vaticano e Lateranense, con tutti gli edifici, giardini e terreni annessi e dipendenti ecc., si limit ad aggiungere: I detti palazzi... ed annessi, come pure i Musei, la Biblioteca e le collezioni darte e darcheologia ivi esistenti, sono inalienabili, esenti da ogni tassa o peso e da espropriazione per causa di utilit pubblica). L11 febbraio il Visconti Venosta scriveva al fratello Giovanni che perdeva la pazienza ed aveva deciso di dimettersi: il meglio di lasciare questi signori [i deputati] nel guado perch imparino che ci vuole un po di discrezione e un po di disciplina (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1969 Capo della tendenza reazionaria nel Ministero: cos lo battezz il manifesto di un gruppo di liberali romani per proporre la candidatura Sella, nel novembre 1870 (La Perseveranza, 21 novembre 1870). Cfr. ancora nella seduta del 25 novembre 1872 le accuse del Miceli (A. P., Camera, p. 3324); e

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in quella del 16 maggio 1873 le accuse dellon. Oliva (ivi, p. 6418). Pi tardi, allapparir del Diario del Castagnola, Domenico Farini noter come tale pubblicazione metta a nudo la pusillanimit di Visconti Venosta nel 1870 (Diario, M RR, sub 20 settembre 1895: a proposito dellestratto apparso nel Popolo Romano). 1970 Nel discorso alla Camera, il 13 marzo 1872 (A. P., Camera, p. 1179). 1971 Cos lo battezzava il Lanza (Le carte di G. Lanza, VI, p. 268). Identica espressione in un bigliettino al Visconti Venosta del 15 novembre 70 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Quanto alle lunghe discussioni sulla questione Lanza-Sella di fronte al problema di Roma e sui meriti rispettivi (T AVALLINI, op. cit., II, p. 178 sgg., 453-54, 485, 489; Le carte di G. Lanza, cit., IX, pp. 68, 73, 79-80, 383 sgg., X, p. 376 sgg., 429) basti osservare che la volont pi decisa fu, senza dubbio alcuno, quella del Sella. Il 3 e il 4 settembre Sella insisteva per loccupazione anche di Roma e il Lanza vera contrario, mutando parere solo dopo le notizie sulla proclamazione della Repubblica in Francia, il 5 settembre (C ASTAGNOLA, Diario, pp. 30-32, decisivo al riguardo; G UICCIOLI, op. cit., I, pp. 300-301). Nelle critiche mosse dal G ADDA al Diario del Castagnola (Roma capitale e il Ministero Lanza-Sella, in Nuova Antologia, CLV, 16 settembre 1897, p. 193 sgg.), il Gadda rivendica al Lanza e al Visconti Venosta daver gi fissa in mente assai prima loccupazione di Roma. Unico punto di divergenza dal Sella: il momento di mettersi in marcia. Ce nera invece, occorre precisare, uno molte pi grosso: il modo dellazione. Sella propugn la politica di, forza, quella che poi tutti dovettero adottare: il Lanza (e non solo il Visconti Venosta, anche se questi fu sino allultimo fermo sul suo punto di vista) repugnava invece alla forza, e sperava anchegli o in un accordo col Pontefice, o almeno in uninsurrezione dei Romani che scaricasse il governo italiano dalle sue responsabilit di fronte al mondo cattolico (cfr. H ALPERIN, Op. cit., pp. 35-36). E tutta la questione qui, non se Lanza e Visconti Venosta volessero anchessi Roma italiana, che pacifico. 1972 Sella a Minghetti, 21 settembre 70: So che sei stato il pi efficace consigliere per decidere Emilio a superare le sue titubanze, le quali a dir lo vero non furono e non sono poche. Io ti ringrazio vivissimamente dellaiuto capitale che desti a

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coloro i quali come me vedono in Roma il fata trabunt. E lo invita a incoraggiare anche in seguito (plebiscito ecc.) il nostro bravo Emilio, cui giova fra tanto contrasto di opinioni un autorevole confonto, e niuno pi efficace di quello che proviene da te (B CB, Carte Minghetti, cart. XV, fasc. 127). Cfr. Pure Carteggio Minghetti-Pasolini, cit., IV, p. 195; L UZZATTI, Memorie, I, p. 308; C RISPI, Scritti e discorsi politici, cit., p. 672; F ARINI, Diario, M RR, sub 24 settembre 1895; M AIOLI, M. Minghetti cit., p. 270. 1973 Il 19 agosto 1870 Crispi aveva dichiarato alla Camera ... voi potete, soddisfacendo gli interessi nazionali, impedire lo scoppio della rivoluzione da voi temuta... Urge sciogliere la questione di Roma: 1 per la necessit della interna sicurezza del paese (Discorsi Parlamentari, II, pp 78-79). IlMancini lo stesso giorno: liniziativa della privata violenza... inevitabilmente soverchierebbe lazione del governo quando il paese fosse dominato dalla ragionevole diffidenza dellefficacia di volont e della capacit dei reggitori della cosa pubblica (Discorsi Parlamentari, III, p. 375). E il giorno appresso, il Bertani: Se non si provvede presto noi ci tra veremo davanti alla dura alternativa: o dispotismo, o rivoluzione (Discorsi Parlamentari, p, 141). E si veda lindirizzo della Sinistra al governo, il 3 settembre in C RISPI, Politica interna, cit., p, 68. 1974 Gli avvenimenti hanno fatto tutto per noi, e noi poco o niente Dina a Castelli, 17 ottobre 70 (Carteggio politico di Michelangelo Castelli, cit., II, p, 487; Ricordi di Michelangelo Castelli, cit., p. 188). 1975 La differenza tra i due caratteri bene delineata dal Sella stesso in una lettera al Minghetti del 5 ottobre 1878: Non dubitare che per parte mia faccio e far il possibile per andare in tutto daccordo con Emilio [Visconti Venosta]. Io il pregio ogni giorno pi per lelevatezza dellingegno e la nobilt del sentire. Se vi ha troppa indecisione o come tu diresti morbidezza hinc vi ha troppa durezza inde, e la chimica minsegna che tanto pi forte lattrazzione molecolare quanto pi antinomo lo stato elettrico delle molecole (B CB, Carte Minghetti, cart. XXI, fasc. 54). Non sempre per i rapporti fra i due uomini furono amichevoli; in genere anzi, come nel 70, vi furono forti screzi: cfr. Le carte di G. Lanza, cit., IX, p. 49: Carteggio politico di Michelangelo Castelli, II, p. 501. Nel febbraio 74 lo Artom, che si adoperava per raccogliere in uno

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stesso ministero Minghetti, Sella e Visconti Venosta, dovette faticar non poco per far cessare lo screzio personale fra i due (al Nigra, 6 febbraio, A E, Carte Nigra). 1976 Lo vide subito e bene il Minghetti, il quale scrisse al Luzzatti il 30 settembre 1870: Quanto a Roma... non potevamo non profittare di questa occasione. Il contegno di Visconti ha giovato per moltissimo ad abbuonire le Potenze; e se al primo momento avesse detto che volevamo entrare a Roma peti la breccia, non sarebbero forse mancate difficolt. Dinanzi a un Parlamento ci vogliono profili netti e recisi, ma in diplomazia ci vogliono contorni morbidi e sfumati. Quindi il Sella e il Visconti mi paiono necessari luno allaltro, e non vi sarebbe cosa peggiore che si separassero (L UZZATTI, Memorie, I, p. 309). 1977 Nel 1907, cos spieg il perch del suo procedere nellestate del 70: necessit di non compromettersi, di temporeggiare, alla vigilia di eventi di cui nessuno poteva prevedere la portata (Le projet dalliance franco-austro-italienne est 1869-70. Explications attribues E. Visconti Venosta, in Revue dItalie, settembre 1906. p. 605 sgg.). 1978 Libro Verde 17, p. 11. E si confronti la pi cauta espressione ufficiale del Visconti Venosta con quella del Lanza, assai pi decisa e precisa, perch in lettera confidenziale ad un amico: la soluzione poi definitiva della gran questione sul libero esercizio del potere temporale sar opera di un congresso delle potenze cattoliche. Al Castelli, 8 settembre 1870. A ci il Castelli reagiva come ai pi funesto degli errori. Non vi fate illusioni: Roma occupata, Roma capitale (Le carte di G. Lanza, cit., II, pp. 479-80: Carteggio politico di Michelangelo Castelli, cit., pp. 187-88). Alle promesse della circolare 29 agosto e delle altre dichiarazioni del Visconti Venosta si richiamarono poi, spesso, governi e diplomatici stranieri, per intervenire presso il governo italiano, sia in genere, sia per fatti speciali, e per lamentare il forte discostarsi delle leggi italiane da quelle promesse (rr. Trauttmansdorff a Beust, 20 e 24 dicembre 1870, S AW, P. A. XI/224, nn. 128 e 130 A; d. Beust a Hoyos, Parigi, 16 marzo 1871, ib., XI/235; rr. Lefebvre de Bhaine, 11 e 20 febbraio 71, nn. 25 e 32. A EP, C. P., Rome, t. 1049, ff. 190 sgg., 252 v.). Sempre alla circolare 29 agosto si richiam, nel 1874, M ONS . D UPANLOUP, Lettre de M. lvque dOrlans M. Minghetti... sur la spoliation de lglse Rome et en Italie, Parigi, 1874, pp. 7, 28, 54.

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1979 Questo memorandum del 29 agosto, non pubblicato (et pour cause!) nel Libro Verde, che venne presentato al Parlamento il 19 dicembre 70, in Das Staatsarchiv, XX (1871), 4290, pp. 219 sgg., sulla citt leonina pp. 226-27. Ora in B ASTGEN, Die rmische Frage, II, Freiburg i. B., 1918, p. 626 sgg. Redatto dal Blanc, esso non doveva essere divulgato; ma gi il 17 ottobre il card. Antonella ne parlava, nella sua circolare ai nunzi redatta precisamente per confutarlo. Il memorandum era stato confidenzialmente comunicato al cardinale: un exemplaire manuscrit est rest entre mes mains la suite dune circonstance tout fait accidentelle (Staatsarchiv, XX, 1871, n. 4291, p. 227; B ASTGEN, op. cit., II, p. 635. Cfr. F. S ALATA, Per la storia diplomatica della Questione Romana, I, cit., pp. 12 e 44-45). Il memorandum fu divulgato, afferm poi il Visconti Venosta, solo per una indiscrezione (r. Rothan, 10 marzo 1871, n. 61; A EP, C. P., Italie, t. 381, f. 133). Inopportunamente comunicato al Gabinetto Inglese dice lo Artom in 1. 26 marzo 1880 al Visconti Venosta (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Il memorandum del 29 agosto viene trasmesso confidenzialmente dal Blanc a sir A. Paget, che lo trasmette a Londra l8 settembre 1870 (r. n. 101; F. a. 45/166). Ma a fine agosto del 70, esso esprimeva bene i propositi del governo italiano! Sulla questione della citt leonina, cui era favorevole perfino il Sella perch il Papa avrebbe cos riconosciuto tutto loperato dellItalia , C ASTAGNOLA, op. cit., p. 27; G UICCIOLI, Quintino Sella, cit., I, p. 304. Anche il Minghetti approvava la clausola della citt leonina al Papa (ll. pp. al Visconti Venosta da Vienna, 25 settembre, e 4 ottobre 70; A RCH . V ISCONTI V E NOSTA ), se il Papa lavesse accettata. Cfr. le osservazioni dellon. Oliva, il 16 maggio 1873, sul memorandum che si cercato di far dimenticare (A. P., Camera, p. 6418); e le dichiarazioni Sella alla Camera, il 16 marzo 1880, Discorsi Parlamentari, I, pp. 201-202. 1980 Libro Verde 17, p. 13. 1981 Libro Verde 17, pp. 59 e 64. 1982 Per questo, cfr. G. P ALADINO, Roma. Storia dItalia dal 1866 al 1871, con particolare riguardo alla Questione Romana, cit., p. 201; H ALPERIN, op. cit., op. 109-10. 1983 Libro Verde 17, p. 69 sgg. Su questo non parlar pi delle vecchie promesse, quando si vide che le potenze europee si preoccupavano del potere temporale meno di quanto si fosse

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temuto, oltre allo H ALPERIN, op. cit., pp. 111-12, cfr. anche S CADUTO, Op. cit., pp. 111 e 205. 1984 Lettera al fratello Giovanni, 22-25 ottobre A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). 1985 Lett. sopra cit. 1986 l. p. Minghetti a Visconti Venosta, da Vienna, 21 settembre 1810: ... il Beust mi chiese anche con molta curiosit se fosse possibile il trasferimento immediato della capitale. Risposi che un certo tempo avrebbe dovuto passare necessariamente sia per riconoscere la volont dei romani, sia perch il Parlamento votasse il trasferimento e fornisse i fondi necessarii... concludo che bisogna in ogni modo camminare con tutta la rapidit che sia compatibile colla seriet e dignit degli atti. Nuovamente insiste il 25 settembre: ... dobbiamo trasportare la capitale a Roma con tutta la rapidit compatibile colla dignit e colla seriet di questo fatto; e il 9 ottobre (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). Quanto al Sella, i motivi che gli fanno apparir necessaria limmediata andata del re a Roma, sono esposti con estrema chiarezza nella lett. del 26 ottobre al La Marmora Epistolario inedito di Quintino Sella, cit., pp. 67, 68; cfr. anche pp. 66 e 69-70). 1987 Discorso Mancini alla Camera, 19 agosto 1870 - (Discorsi Parlamentari, III, p. 374). $ la stessa posizione del S ALVA TORELLI , La Chiesa e il mondo, Roma, 1948, p. 149 sgg. Sullatteggiamento delle potenze, cfr. H ALPERIN, op. Cit., pp. 39 sgg., 51 sgg.; S ALATA, op. cit., pp. 123, 129 sgg.; S CADUTO, op. cit., p. 186 sgg.; J ACINI, Il tramonto..., cit., p. 317 sgg. 1988 Il 1 ottobre 1870 il Nigra da Tours consigli vivamente al suo ministro di applicare al pi presto possibile alla questione di Roma la soluzione intiera m guisa che quando la guerra sar finita e lEuropa rientrer nel suo stato normale, essa si trovi in presenza dun fatto, anzi duna serie di fatti irevocabilmente compiuti (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 1989 Il 1 ottobre Minghetti telegrafava, da Vienna, al Visconti Venosta Je ne puis admettre en aucun cas votre demission. Vous avez le devoir et le droit dexiger lexcution... [spazio in bianco] de tout ce que vous avez promis lEurope pour lindpendance spirituelle du Pape acceptant franchement le transfert de la capitale comme une ncessit invitable pour tout le reste vous devez en imposer vos collgues. En dernier ressort

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jen appellerai au Roi plutt que de sortir du Gouvernement (A E, Ris., c. 51). 1990 ll. pp. Minghetti a Visconti Venosta, 25 settembre, 22 e 27 ottobre (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Nella stessa l. p. Visconti Venosta al de Launay, 18 ottobre, che veniva incaricato di parlare col Bismarck, non si accenna ad alcun consenso da chiedere al Cancelliere, anche se non precisissimo. Il Visconti Venosta cio giuoc assai bene la partita: si limit a comunicare le direttive del governo italiano, salvo a vedere, in caso di proteste gravi, che cosa poi convenisse fare. 1991 Cfr. qui sopra, p. 241. 1992 Si veda come giudicasse gli eventi il ministro inglese a Firenze, Paget, in un rapporto a Lord Granville del 29 settembre: Il governo italiano, quando invase il territorio pontificio, si mosse con intenzioni assai ragionevoli e moderate; Roma non doveva essere attaccata, lautorit del Papa doveva venir preservata; loccupazione doveva essere puramente militare e limitata a certi punti strategici necessari per il mantenimento dellordine... Il governo non ha agito in mala fede, ma stato trascinato dalia forza delle circostanze e dalla corrente popolare, resistendo alla quale si sarebbe potuto provocare una rivoluzione. Ed giudizio che, sostanzialmente, viene fatto proprio anche dallo H ALPERIN, op. cit., p. 65. Il giudizio esatto se riferito al Visconti Venosta e al Lanza; ma non lo pi, se sintende riferirlo a tutto il governo, dove cera un Sella che sapeva bene dove voleva arrivare. Al riguardo, mi sembra notevole anche il passo di una lettera dove Nino Bixio, destinato a Bologna, dice alla moglie, il 17 agosto del 70, che Sella gli ha parlato di cose molto delicate, tanto delicate da non poterle riferir per lettera tuttoch io sia luomo scelto da lui per lesecuzione. Son cose che Sella volge in mente: e, verosimilmente, si trattava proprio delloccupazione di Roma (il testo, prima in B USETTO, op. cit., p. 191, ma ora, completo, in Epistolario di Nino Bixio, a cura di E. Morelli, III, Roma, 1949, pp. 496-97). Anche da osservare, al riguardo, che il Bixio fu aggiunto, al comando della 2 divisione, al corpo di spedizione ad insaputa, anzi contro lespresso volere del gen. Cadorna (R. C ADORNA, La liberazione di Roma nellanno 1870 ed il plebiscito, Torino, 1889, pp. 61, 66, 531 sgg.; e cfr. contro i rilievi del Cadorna ostili al Bixio, e in pieno riconoscimento dellabilit con cui seppe afferrare il concetto delicatissimo del mandato ricevuto sembra che parli il Sella!

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, C. R ICOTTI, Osservazioni al libro di Raffaele Cadorna la liberazione di Roma nellanno 1870 ed il plebiscito, Novara, 1889, p. 29 sgg.). 1993 Cos il ministro austro-ungarico a Firenze, barone Kbeck, nel riferire al Beust la notizia delle dimissioni Visconti Venosta per lemendamento RuspoIi (r. 10 febbraio 1871; S AW P. A., XI/77, n. 11 B). 1994 r. Kbeck, 14 febbraio 71, sulla questione dellart. 7 della legge delle Guarentigie (S AW P. A., XI/77, n. 13 A). 1995 r. Kbeck, 10 marzo 1871 (S AW P. A.,. XI/77, n. 19 A). 1996 r- Kbeck, 4 febbraio 71 (S AW P. A., XI/77, n, 9 B). 1997 l. p. Kbeck, a Beust, 12 novembre 70 (S AW P. A., XI/76). Stessi giudizi nei diplomatici francesi, soprattutto nel Lefebvre de Bhaine, per cui addirittura sia il debole re che i suoi pi deboli ministri non sarebbero stati che i prestanome del partito radicale (r. 4 marzo 187.1, n. 40; A EP, C. P. Rome, t. 1050, f. 33. E cfr. anche rr. Choiseul, 28 maggio, 20 giugno 71, nn, 101, 106; ib., Italie, t. 382, ff. 80 e 142). 1998 r. Kbeck, 18 marzo 71 (S AW P. A., XI/77, n. 21 A). 1999 Il 23 dicembre il Kbeck, in una lettera personale al Beust, ne tracci il seguente profilo Visconti ist ein echter Italiener, wenn auch in der besseren Bedeutung. Er ist nchterner, bescheidener und zuverlssiger als die meisten seiner Landsleute in ffentlichen Stellungen, treibt aber instinktmssig italienische d. h. mehr oder weniger Machiavellische Politik. Seinem weichen Naturell entspricht es grsseren Schwierigkeiten aus dem Wege zu gehen durch expdients und vermittelnde Temperamente. Es fehlt ihm nicht an Ueberzeugungen und verstndiger politischer Combination, aber er hat nicht immer die Energie sie durchzufhren und, ohne eigene Initiative, lsst er sich auch gegen seinen besseren Willen leicht durch Seine mehr oder weniger radikalen Collegen beeinflussen. Sollte dies wirklich nur eine angenommene Rolle sein, so fhrt er sie jedenfalls gut und consequent durch; (S AW P. A., VI/76). 2000 l. p, Kbeck a Beust, 12 novembre 70, sopra cit. Anche il Thiers aveva piena fede nella saviezza e nella equit di Visconti Venosta, chera anche per lui, la rocca dellordine nel governo italiano (L UZZATTI, Memorie, I, p. 339). Il Sella, invece era poco accessibile ai consigli di moderazione per il suo

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anticattolicesimo attinto nelle universit tedesche e per i suoi legate con la Sinistra (r. Rothan, 6 aprile 1871, n. 87 A EP C. P. Italie, t. 381, f. 350 v. sgg.): Rothan dice di averla convinto a maggior moderazione. 2001 Dichiarazioni Visconti Venosta al Rothan (R OTHAN, LAllemagne et lItalie, cit., II, p, 280) e al Kbeck (cfr. la nota seguente). 2002 Dichiarazioni Visconti Venosta al Kbeck il 13 aprile 71 (r. Kbeck, 14 aprile 1871; S AW P. A., XI/77, n. 28 A). 2003 E infatti il Visconti Venosta riusciva assai simpatico ai diplomatici: lo riconosce perfino M.me Rattazzi (Rattazzi et son temps, cit., II, p. 392. E cfr., per la sua abilit nel trattare con i giornalisti, W ICKHAM S TEED, Mes souvenirs, cit., I, PA 106-107). 2004 Visconti Venosta a Nigra, 26 aprite 1885 (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). Nel 70 la forza superiore era limmediata e assoluta prevalenza militare della Prussia. Per Roma, gli eventi si sono svolti suivant la logique de la fatalit inhrente toutes les institutions [Papato] qui ne savent pas se modifier (al Cadorna, 12 aprile 1871, cit.; A E, Ris., c. 51). 2005 Alle prese con il Choiseul, con cui gli era necessaria la pazienza di Sant Antonio, il Visconti Venosta cercava di guarirlo delle sue fissazioni (ostilit italiana alla Francia) con effusione amichevole (l. p. a Nigra, 20 giugno 1871; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2006 R OTHAN, op. cit., p. 90. 2007 S AW P. A., XI/78, n. 53 A. 2008 Non possibile, per, condividere certi giudizi dei C A TALUCCIO (op. cit., pp. 7, 75-76, non giusto poi questo anche nella fattispecie, p. 111) sulla mancanza di ampio respiro, soprattutto sulla visione angusta della posizione dellItalia nella vita europea-mentre vero esattamente il contrario (cfr. anche M ATURI, Un buon europeo. Emilio Visconti Venusta, cit.). Giuste, invece, altre valutazioni del Cataluccio (pp. 8-9, 113), con cui mi accordo. Cfr. anche il giudizio di E. S ERRA, Emilio Visconti Venosta e il colpo di timone alla politica estera italiana, in Nuova Antologia, gennaio 1949, p. 42; ma soprattutto lalto elogio che ne tesse un giornalista di gran classe come W ICKHAM S TEED, Mes souvenirs, cit., I, p. 105 sgg.

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2009 Guido Borromeo a Minghetti, 29 marza 1871 (B CB, Carte Minghetti, cart. XVI, fasc. 4). Pi tardi, nel 96, il Rudin lamenter col Farini la irresolutezza e lirrequietezza del Visconti Venosta: se io non gli stessi ai panni, se non gli scrivessi i telegrammi non si verrebbe mai a capo di nulla (Diario Farini, M RR, sub 28 settembre 1896). Questo era, per lo meno, una esagerazione; ma anche il Martini lamentava, nel gennaio 1901, di aver inviato dallAsmara telegrammi su telegrammi al Visconti Venosta per questioni che esigevano pronta risoluzione, senza aver la minima risposta (Lettere, cit., p. 367). 2010 Oltre alle discussioni parlamentari, cfr. p. es., il Discorso elettorale del duca Gabriele Colonna di Cesar (uno dei sistematici oppositori alla Camera della politica estera del governo), tenuta il 10 novembre 1874 ad Aragana (cit., pp. 6 e 9). 2011 Cfr. p. es. alla Camera, 14 maggio 1872: se in certe questioni giovasse di chiamare un poco anche il tempo a nostra collaboratore (A. P., Camera, p. 2119). 2012 Discorso alla Camera del 27 novembre 1872 (A. P., Camera, p. 3387). 2013 Discorso alla Camera del 19 agosto 70 (A. P., Camera, p. 4027). 2014 Discorso al Senato del 24 agosto 1870 (A. P., Senato, p. 1230); stesso concetto nella discussione alla Camera il 19 agosto (ib., Camera, p. 4029) e nella risposta allo Scialoja e al Cialdini, il 3 agosto... lItalia chiamata a prendere il suo posto in mezzo alla grande solidariet degli interessi pacifici dellEuropa... linteresse principale dellEuropa e dellItalia... noi... al pari di tutte quelle altre potenze che non possono separare gli interessi della propria politica dalle condizioni generali dellequilibrio europeo (ib., pp. 997-98). 2015 Cfr. anche nel discorso alla Camera del 19 agosto 70: se tutte le questioni che riguardano lequilibrio e la libert dEuropa (A. P., Camera, p. 4028). 2016 l. p. al conte di Robilant del 1 luglio 1875 (pubbl. in S ALVEMINI, La politica estera della Destra, l. c., 1925, p. 194). Queste dichiarazioni confidenziali sono la piena conferma della sincerit del pensiero espresso, varie altre volte, nei discorsi pubblici, in Parlamento e altrove.

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2017 Cfr. la lettera cit. al Robilant, del 1 luglio 75 combinazioni eccessive, non naturali e quindi anche effimere, che ricorderebbero quelle con cui Napoleone I faceva e disfaceva le sue paci. 2018 Nella lett. cit. al Robilant del 1 luglio 75: se la Germania vincesse la Francia in una nuova guerra ne verrebbe fuori probabilmente unEuropa, di cui lOccidente apparterrebbe alla Germania e lOriente alla Russia. E cfr. pure i timori per la soverchia potenza e la prepotenza tedesca nel 77, al momento del viaggio di Crispi, timori espressi nella lettera al Minghetti del 13 ottobre 1877 (qui sopra p. 100): timori, cio, di interpretare la politica dellalleanza colla Germania in modo di dovere per necessit cadere nella sua assoluta dipendenza e di diventare in Europa non gi un elemento della pace, ma una ragione di timore e di pericolo. 2019 Su questo europeismo del Visconti Venosta, cfr. fini osservazioni in W. M ATURI, Un buon europeo. Emilio Visconti Venusta, cit.; ivi, le commosse dichiarazioni al Minghetti sullItalia. 2020 Cfr. qui sopra, p. 135 sgg. Per il Gladstone e gli altri liberali inglesi, cfr. F. R. F LOURNOY, British Liberal Theories of International Relations (1848-1898), in Journal of the History of Ideas, VII, n. 2 (aprile 1946), p. 195 sgg. 2021 Discorso alla Camera, 14 maggio 1872 (A. P., Camera, p. 2119). 2022 l. p. a Raffaele De Cesare, s. d., ma primi mesi 1895 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2023 Queste idee il Morini espresse in vari scritti su la Corruzione elettorale (Milano, 1894), Corruzione parlamentare. Il potere regio in Italia ecc.; cfr. anche La decadenza del sentimento monarchico in Italia, Firenze, 1900. 2024 lett. al Morini, s. d. ma 1895, a proposito del volume su la Corruzione elettorale (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Da notare che, dopo i fatti del maggio 1898, il Visconti Venosta usci dal ministero Rudin, provocandone la crisi. Giolitti lo battezza addirittura uno degli elementi di Sinistra del ministero, con Zanardelli ecc. (Memorie, I, p. I40): ci troppo, tanto pi che le dimissioni del Visconti Venosta furono motivate dal progetto, formulato proprio dallo Zanardelli, di togliere lexequatur allarcivescovo di Milano, vale a dire da un provvedimento in

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opposizione al principio Libera Chiesa in libero Stato e cio al classico principio dei moderati cavourriani. Nonch accordo, ci fu invece dissidio fra il Visconti Verosta e lo Zanardelli (M. R OSSI, LItalia odierna, vol. II, t. III, Torino, 1926, p. 1982; e soprattutto W ICKHAM S TEED, Mes souvenirs, cit., I, p. 116; L. A LBERTINI, Venti anni di vita politica, I, Bologna, 1950, p. 15). Ma certo, comunque, che proprio su di un principio fondamentale di libert il Visconti Venosta rimase allora irremovibile. 2025 Unopposizione pu temperarsi secondo i casi, pu sospendere lazione sua, pu anche patriotticamente cooperare...; quel che occorre una personalit politica elevata, conciliante, fedele ai princpi, superiore ai minori vincoli di parte lett. al Rudin, s. d., ma gennaio-febbraio 1895 (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). 2026 Di caparbiet in certe idee del Visconti Venosta parla anche il Codronchi (F ARINI, Diario, M RR, sub 12 marzo 1898). 2027 F ARINI, Diario, M RR, sub 4 giugno 1898. 2028 B ISMARCK, Erinnerung und Gedanke, in Ges. Werke, 15, pp. 317, 321, 323 (nella trad. it. Pensieri e ricordi, Torino, 1898, 11, pp. 98, 105, 108). 2029 Su questa antipatia del Bismarck per il Visconti Venosta concordano R ADOWITZ, Aufzeichnungen und Erinnerungen, Berlino-Lipsia, 1925, I, p. 279 e B LOW, op. cit. IV, p. 343. Cfr. anche la nota seguente. 2030 l. p. Wimpffen, ministro austriaco a Roma, ad Andrssy, 27 dicembre 1873 (S AW P. A., XI/81; gi citato in S ANDON, op. cit., I, p. 104). A margine, lAndrssy segn a matita Bismarck mi ha parlato di Visconti Venosta pressa poco nello stesso modo. Identica notizia nel r. Tiby, incaricato daffari francese, il 21 gennaio 1$74, n. 7: La Prusse, a dit M. Visconti Venosta, est un compagnon de promenade avec lequel il nest pas toujours agrable de faire route (A EP, C. P., Italie, t. 389, f. 49 v.). 2031 Nel discorso, gi ricordato, del 9 novembre 1870, al banchetto della Societ Patriottica. 2032 Discorso alla Camera del 14 maggio 1872 (A. P., Camera, p. 2118).

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2033 Cos il Borghi nel celebre saggio sul bismarckismo, ch del 1871; ora in Ritratti e profili di contemporanei, III, cit., pp. 150 e 161. 2034 Cos il B ONGHI nel saggio sul Gladstone (Ritratti e profili di contemporanei, II, cit., p. 302. E cfr. p. 304). 2035 Cfr. H. M ICHEL, Bismarck England und Europa, Monaco, 1930, p. 326. 2036 Tanto che nel marzo e nel luglio 1896, il Blow, allora ambasciatore a Roma, premette sul Di Rudin e sullo stesso Umberto I, perch il Visconti Venosta non diventasse ministro degli Esteri; e occorsero spiegazioni con Berlino, tanto la francofilia del valtellinese era sospetta lass! (F ARINI, Diario, M RR, sub 7 marzo, 20 luglio e 30 ottobre 1896, 6 aprir 1899). E cfr. anche il r. Blow del 26 marzo 1895 dove il Visconti Venosta designato, con il Borghi e il Prinetti, come uno dei pi tenaci avversari della Triplice (G. P., VII, n. 1462). 2037 Lelevatezza del carattere del Visconti , fra laltro, lodata da un severo giudice in materia, il Ricasoli (Lettere e documenti da Bettino Ricasoli, X, p. 124). 2038 Anche qui, identit di notizie in Radowitz e Blow: Minghetti va molto a genio al cancelliere. 2039 Cfr. fra i molti, il richiamo al gran conte fatto nella tempestosa seduta alla Camera del 19 agosto e in quella al Senato del 24 agosto 1870 (A. P., Camera, p. 4026, Senato, p. 1231); e la prefazione alla trad. t. di W. D E L A R IVE, Il conte di Cavour,. Torino. 1911, p, IX. 2040 S ALVATORELLI, Pensiero ed azione del Risorgimento, cit., pp. 176 e 188. 2041 Al Bon Compagni che esitava ad eseguire le sue istruzioni, di tener mano ai cospiratori toscani contro quella corte granducale presso cui egli era accreditato come ministro del re di Sardegna, il Cavour ripet che quelli non eran tempi di scrupoli (M ARTINI, Confessioni e ricordi, cit., pp. 4-5). Nel 1860, quando il cardinale Coseno Corsi, arcivescovo di Pisa, fu tradotto a Torino per render ragione della sua condotta apertamente antipatriottica e perfino antistatale, e a Torino trattenuto per pi di un mese e mezzo, il Cavour ne scrisse ai Ricasoli: latto forse poco legale, ma siffattamente conforme ai consigli della politica, chio mi lusinga di vederlo approvato an-

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che dai Puritani parlamentari (Lettere e documenti da Bettino Ricasoli, V, p. 81). 2042 Felice il giudizio del S ANTANGELO Sul dAzeglio che una vocazione piuttosto morale che politica rese lo stesso, un personaggio politico di primo piano in un momento in cui la morale e la politica venivano a coincidere (Massimo dAzeglio politico e moralista, cit., p. 280). vero che di recente il Cognasso ha parlato del solito cinismo del dAzeglio (Vittorio Emanuele II, Torino. 1942, p. 96); e a tale giudizio ha aderito p. P IRRI, Pio IX e Vittorio Emanuele II dal loro carteggio privato, cit., pp. 119 ^ e anche 196, n. 7. Ma laccusa, originata dalla nota lettera del dAzeglio al re, il 29 aprile 1855, stata esaurientemente confutata dal G HISALBERTI, Lintervento di Massimo dAzeglio nella crisi politico-religiosa del 1855, in Ricerche Religiose, XVIII (1947), p. 40 sgg. Quanto poi al giudizio del p. Pirri sullassai esiguo rilievo della personalit spirituale e morale del dAzeglio (Massimo dAzeglio e Pio IX al tempo del quaresimale della moderazione, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia, III, 1949, p. 191), baster osservare chesso ampiamente confutato dallinflusso proprio soprattutto di carattere morale che il cavalier Massimo ebbe su molti dei moderati, e che dur a lungo. 2043 R ICASOLI, Carteggi, II, p. 60. 2044 Lo osserv, una volta, La Perseveranza, in una discussione col Vidari che non ammetteva la tesi bonghiana (caduto limpero napoleonico, la Convenzione di settembre decade ipso facto e perci noi siamo liberi di andare a Roma) e affermava che un dAzeglio queste cose non le avrebbe dette. Il dAzeglio, ribatteva larticolista era certo onesto e leale ma anche... un po pi corto di mente del dovere per la condotta delle cose umane. Poich la onest; la lealt, comegli, in certi momenti di malumore le intendeva, non ci avrebbero condotti neppure al trattato di Zurigo; ora fortuna che coteste due virt non abbiano il passo cos breve: altrimenti tanto sono impazienti e sottili gli uomini sarebbero belle e spacciate (La convenzione del settembre, ne La Perseveranza, 10 settembre 1870). 2045 La felice espressione del G HISALBERTI, Doppia verit di Massimo dAzeglio, in Il Giornale dItalia, 4 febbraio 1948. 2046 Il Bonghi affermava nel 1886 che un popolo che si componesse tutto di ministri degli Esteri, avrebbe perso lanima

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(La politica estera dellItalia, in Nuova Antologia, LXXXIX, 16 settembre 1886, p. 305). 2047 Cfr. le sue dichiarazioni sulla lealt e la sincerit come malleverie migliori duna sana e buona politica e sul doversi badare in politica, pi che alla legalit, alla moralit delle azioni (Un po pi di luce sugli eventi politici e militari dellanno 1866, cit., pp. 120 e anche p. 89). caratteristico che il La Marmora battezzasse come triste il proverbio corsaire, corsaire et dem, che il Bismarck invece invocava: tanta era lantitesi dei due uomini che la sorte avvicin, per un momento, nel 66. 2048 Cfr. F INALI, op. cit., pp. 17-18. 2049 Bella e felice la raffigurazione che ne d lo J EMOLO, Chiesa e Stato, cit., p. 317. 2050 A. M AURI, Cenni biografici premessi ai Ricordi del Castelli, cit., p. 12. 2051 Lett. al Ricasoli di Giuseppe [Giovanni] Fabrizi, 15 novembre 1870 (Lettere e documenti da Bettino Ricasoli, X, pp: 164-65). 2052 Cos, secondo il B LOW (Memorie, cit., IV, p. 389) il Bismarck si sarebbe espresso con Blow padre nei riguardi di Holstein; cfr. G. P. G OOCH, Holstein: oracle of the Wilhelmstrasse, in Studies in German History, cit., p, 404. 2053 Cfr. le fini osservazioni di A. H UXLEY, Leminenza grigia, trad. ital., Milano, 1946, p. 171. 2054 Per il dAzeglio, cfr. V ACCALLUZZO, op. cit., p. 249. 2055 D E L AVELEYE, Nouvelles lettres dItalie, cit., p. 145. 2056 Cfr. nel discorso alla Camera del 19 agosto 70 la dichiarazione su una politica la quale crede.., che... la questione romana deve essere posta in condizioni tali da poter procedere per una via di ulteriori progressi verso una soluzione... pu darsi... che la via seguita dalla nostra politica sia lunga; rimane a vedere se ce ne sia unaltra pi breve, o se ve ne siano di quelle che possano chiamarsi tali soltanto perch dopo breve tratto conducono allabisso (A. P., Camera, p. 4027). E in Senato, il 24 agosto, rispondendo al senatore Siotto-Pintor: ed egli che vuole? vuole andarvi [a Roma] con una violenta ed immediata invasione, vuole sciogliere la questione con un fatto materiale qualunque esso sia, con unopera di conquista violenta e san-

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guinosa? Questa politica avrebbe due grandi inconvenienti... (A. P., Senato, p. 1231). 2057 Discorso del 19 agosto 70 alla Camera, l. c. 2058 Cfr. Per tutti il discorso del 14 maggio 1872 alla Camera, in risposta al violento attacco dellon. Miceli: Non sappiamo che in Italia non avvicineremmo il momento della conciliazione, anzi lo allontaneremmo, se volessimo cercare la conciliazione nella via della reazione e nella rinuncia ai princpi liberali... la conciliazione non intendiamo crearla per altra via che per quella della libert; di quella libert... che si ispira al rispetto di tutti i diritti, e quindi al rispetto del pi incoercibile del pi sacro fra essi, che quello della coscienza religiosa (A. P., Camera, pp. 2118-2119). 2059 Nella commemorazione di Carlo DAdda, cit., in C ATA LUCCIO , op cit., p. 22. 2060 Pi volte daltronde questo saggio consiglio ritorna nei discorsi del Visconti Venosta; cos il 14 maggio 72, alla Camera, rispondendo alIon. Miceli ... noi non abbiamo voluto complicare le questioni, non abbiamo voluto sollevare dei conflitti evitabili per un interesse di un ordine assai minore a quello che credevamo essere linteresse supremo del paese. Abbiamo applicato alla politica e alla trattazione degli affari pubblici quelle norme di volgare prudenza che si seguono con successo nella trattazione degli affari privati (A. P., Camera, p, 2121). Su questo passar sopra del Visconti Venosta alle questioni secondarie a vantaggio degli interessi essenziali, cfr. anche J. L A ROCHE , Quinze ans Rome avec Camille Barrre (1898-1913), Parigi, 1948, pp. 29-30. 2061 Discorso alla Camera del 27 novembre 1872 (A. P., Camera, p. 3385). 2062 Lett. al fratello Giovanni, 20 luglio 1878: Ma per vero che il trattato di Berlino colle sue conseguenze ha diminuito e compromesso la situazione che lItalia aveva in Oriente. Ora abbiamo i meetings! Questagitazione ha i suoi gravi pericoli e ci prepara a poco a poco una situazione diplomatica fiacca, isolata, sciocca e confusa. Ma pi del pericolo mi spiace il ridicolo, e loffesa a ogni vero e delicato senso dorgoglio e di seriet nazionale. doloroso lassistere a questo straripamento della politica da caff sul proprio paese (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA).

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2063 ... la quistione dell Ornoque piccola, se vuolsi, ma una di quelle questioni che toccano alle suscettibilit nazionali e, per questa sua natura, non pu essere sollevata che per essere risoluta. questo unaffare nel quale, una volta ufficialmente posto, il governo italiano non potrebbe per alcun modo rimanere in presenza duna fin de non recevoir. Il giorno in cui la richiesta formale fosse presentata, noi saremmo necessariamente preparati ad accettare tutte le conseguenze possibili (l. p. al Nigra, 17 agosto 1874, A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2064 Discorso alla Camera del 27 novembre 1872. Concetti analoghi nel discorso alla Camera del 14 maggio 72 (A. P., Camera, pp. 3398 e 2121). 2065 Cfr. il giudizio del Visconti Venosta sui consoli italiani e francesi a Tunisi, sul loro grossir les questions, per accrescere la propria importanza personale (conversazione col ministro di Francia, Fournier, aprile 1872, D.D.F., s. l, I, p. 138: gi la musica che giunger al crescendo del 1879-1880, con la rivalit Macci-Roustan). In genere, si veda quel che scrive al Nigra, il 30 maggio 1871, a proposito del ministro di Francia Choiseul: alquanto nuovo e un po esprit chagrin, non sa che cosa sono i consoli in generale e i consoli francesi in particolare... anche noi avevamo dei consoli in Francia, i quali mi mandavano dei pacchi di giornali francesi pieni di ingiurie contro il Re e lItalia. Io, dissi a Choiseul [che protestava per il contegno dei giornali italiani verso la Francia], vi confesso che... mi occupo poco dei giornali (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2066 Verbali del Consiglio dei Ministri, A CR, II, p. 85 (cfr. Le carte di G. Lanza, cit., VI, p. 415). 2067 Cfr. in genere E. A RTOM, Lopera politica del senatore I. Artom nel Risorgimento italiano, I, cit. 2068 Il 21 maggio 1884, scrive al Minghetti: ... ragioni per cui al concetto di libert di Cavour si contrapponga adesso una specie di Statolatria alla Bismarck, che ora appare come Socialismo dello Stato, ora come tirannia dello Stato sulla Chiesa (B CB, Carte Minghetti, cart. XXIV, fasc. 65). Il poco favore verso le forme autoritarie trapela anche dalle osservazioni sul Crispi; tu sai gi quale sia la condizione del [sic!] cose qui. una dittatura, anzi, come mi diceva Biancheri, una vera abdicazione del Parlamento. Il che pu avere vantaggi parecchi ed inconvenienti o pericoli che puoi indovinare da te stesso. Nel-

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lorizzonte politico italiano brilla un astro solo. Non v alcuno cui venga neanche n mente di fare opposizione (al Nigra, 21 dicembre 1887; A E, Carte Nigra). 2069 Lo dice lo Artom stesso al Nigra, in una lettera dell8 marzo 72: bench Visconti sia per me un amico assai pi che un ministro e mi abbia lasciato e mi lasci la pi completa libert (A E, Carte Nigra); e quando gli tocc lasciar lufficio, nel marzo del 76, scrisse al Nigra di abbandonare non senza pena queste camere ove abitai sei anni in comunione intima didee con Visconti e con te (31 marzo; l. c.). 2070 Questo desiderava il F ARINI, Diario, M RR, sub 26. marzo 1899. 2071 Si veda lalto elogio che ne fece il Cavour (DI DEVILLE, Journal dune diplomate en Italie, 1859-1862, cit., p. 239. Non accettabile per nel racconto del diplomatico francese invece che il Cavour anteponesse nettamente Artom a Nigra e che il giudizio su questultimo fosse in sostanza cos poco favorevole, mentre da fonti certissime sappiamo in quale considerazione il Nigra fosse tenuto dal Cavour: cfr. L UZIO, Garibaldi, Cavour, Verdi, cit., p. 265 sgg.; Aspromonte e Mentana, cit., p.60). Quanto al Visconti Venosta, diceva del suo collaboratore: quando non troppo pessimista, uomo di buon consiglio (al Minghetti, 8 luglio 1874; B CB, Carte Minghetti, cart. 35 a). 2072 Cfr. E. A RTOM, op. cit., p. 181 sgg. e La questione romana. Carteggio del conte di Cavour, I, p. 308, n. 2, e p. 320 sgg. 2073 La lett. dello Artom al Treitschke in E. A RTOM, op. cit., p. 196 sgg. 2074 Lo dice egli stesso, in una lettera al Nigra del 30 aprile 77 (A E, Carte Nigra). 2075 Il Salata osserva che lArtom lautore della importante lettera Visconti Venosta al de Launay, 21 marzo 1875 (F. S ALATA, Per la storia diplomatica della Questione Romana, cit., p. 272 sgg). 2076 Artom a Nigra, 29 settembre 1870: laccordo che esiste in generale fra noi sulle questioni pi importanti tale che rendeva quasi superfluo uno scambio di frasi. E il 10 giugno 72: quante volte vorrei poterti chieder consiglio! (A E, Carte

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Nigra). Quando il Nigra, nei giugno del 71, volle abbandonare la legazione di Parigi (cfr. qui appresso), il Visconti Venosta gli scrisse il 20: Oramai non possiamo lasciare le cose a mezzo e voi ed io e lamico nostro Artom abbiamo tutti un fato comune (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). E il Nigra rispondeva il 24 ricordando anche lamicizia comune del nostro bravo Artom che ci stima ed ama entrambi come noi amiamo e stimiamo lui. 2077 Nel 1898, p. es., il Visconti Venosta, desideroso di uscire dal ministero Rudin, consult Artom; questi lo consigli di interrogare il Nigra, e il Nigra rispose che il Visconti doveva restare al suo posto (Diario Farini, M RR, sub 22 marzo 1898). 2078 Si veda la bella e franca dichiarazione del Nigra al Visconti Venosta, quando i due uomini discutevano sullallontanamento del primo da Parigi: Anzitutto devo premettere una con siderazione sulla quale non dubito che sarete pienamente daccordo con me. Nelle vostre relazioni con me e nelle mie relazioni con voi, noi abbiam sempre preso e prendiamo per base in primo luogo linteresse del nostro paese, in secondo luogo la nostra reciproca e gi lunga amicizia, questa naturalmente subordinata a quello (Nigra a Visconti Venosta, 24 giugno 1871; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). E gi prima, il 20 novembre del 70, scrivendo allArtom che non accettava ora il posto di Vienna, offertogli dal Visconti Venosta, diceva: ... ci che ho dimenticato di dire a Visconti e che ti prego di dirgli a mio nome si che ora e sempre, con lui non far mai questione di posti, e che quando egli creda che vi un interesse vero di servizio dello Stato o unesigenza parlamentare in favore del grande partito a cui egli, tu ed io abbiamo sempre appartenuto, non solo pu liberamente disporre, com giusto, del posto che mi fu affidato, ma mi trover pronto ad accettarne un altro quale che esso sia, e bench non potesse convenirmi personalmente, il che probabilmente non farei con un altro Ministro (ib.). 2079 Carteggio Cavour-Nigra, II, pp. 87, 126, 133, 151. 2080 Cfr. L A M ARMORA, Un po pi di luce... cit., pp. 119, 122, 170, 295, 303. 2081 Cos lo descrive, sotto la data del 1864, la contessa Savio in un Giornale, inviato da Raffaele De Cesare al Nigra (A R CH . D E V ECCHI ). Cfr. anche C H . Z U H OHENLOHE S CHILLINGSFRST, Denkwrdigkeiten, II, Stoccarda-Lipsia,

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1907, p. 126; e F. T OMMASINI, Erinnerungen an Wien (19001912), in Berliner Monatshefte, XIX (luglio 1941), p. 470. 2082 Sullepisodio, narrato dal Mrime, cfr. N IGRA Poesie originali e tradotte, a cura di A. DAncona, Firenze, 1914, p. 29. Ma Eugenia interruppe bruscamente (H. S ALOMON, Lambassade de Richard de Metternich Paris, cita p. 63; R. S ENCOURT, Limperatrice Eugenia, trad. ital., Milano-Roma, 1932, p. 138). Non qui il caso di toccare il punto dei rapporti fra limperatrice e Nigra, che quello in cui la storia pi svanisce nella leggenda. Baster osservare che ad esagerazioni di un genere, si recentemente contrapposta lesagerazione del Sencourt, secondo cui Nigra avrebbe ispirato ad Eugenia non tenerezza bens odio. La contraddicono, non soltanto il ricordo che il Nigra serb sempre dellimperatrice, la quale gli aveva fatto dono di una sua miniatura bellissima (R. D E C ESARE, Gli ultimi anni di Costantino Nigra, nel Giornale dItalia del 4 dicembre 1915) e la visita che Eugenia fece il Nigra a Venezia, nellestate del 1905, ma i precisi giudizi di uomini ben informati come il Mrime, il generale Fleury, il principe di Metternich, che parlano invece di un Nigra persona grata anche allimperatrice, nonostante i suoi scatti e rabbuffi a proposito delle questioni italiane e soprattutto del Papa (S ALOMON, op. cit., p. 60 sgg.). Cfr. ora, C. R ICHELMY, Il silenzio di Costantino Nigra, in Il Mondo, 16 luglio 1949, p. 12 (visita di Eugenia a Nigra morente, nel 1907). 2083 Cos il Menabrea, per sua esplicita dichiarazione al Pansa, aveva una pessima opinione di Nigra come agente diplomatico Diario Pansa, sub 10 novembre 1875. Il L A M ARMO RA espresse pubblicamente, nel 73, la sua scarsa simpatia e stima per il Nigra (Un po pi di luce, cit., passim, e specialmente p. 334), provocando la difesa del Nigra fatta dal B ONGHI (Nuova Antologia, XXV, 1874, p. 719). Per lostilit del Rattazzi, cfr, Rattazzi et son temps, II, pp. 176 e 407 e L UZIO, Aspromonte e Mentana, cit., pp. 61, 397 sgg. Anche in Francia, voci ostili: oltre al dIdeville gi ricordato, cfr. M. D U C AMP, Souvenirs dun demi-sicle, I, Au temps de Louis Philippe et de Napolon III, 1830-1870, Parigi, 1949, p. 162 e II, La chute du Second Empire... 1870-1882, pp. 99, 104. 2084 Lo riconosce Emile Ollivier, in una lettera del 1 agosto 1905 al Nigra stesso: Peu dItaliens ont rendu de plus minents services que vous loeuvre de la rgnration nationale

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et en mme temps vous avez su, par votre tact et votre loyaut, gagner la confiance et lestime de ceux dont les intrts et les ides taient en contradiction avec ceux que vous tiez charg de sauvegarder. E subito prima, tra le doti del Nigra, ha enumerato la forte sincrit (A RCH . D E V ECCHI). Cfr. anche L UZIO, La Massoneria e il Risorgimento italiano, cit., I, p. 292. 2085 Secondo E. Ollivier, Nigra riuniva ad una grazia e ad una flessibilit seducente la pi chiara fermezza di spirito. Quando si negoziava con lui al primo momento si sarebbe potuto credere che egli avrebbe ceduto su tutto, tanto sembrava preoccupato di non ferire chicchessia, ma quando si giungeva al punto decisivo dun trattola sua figura diventava grave, i suoi occhi fissavano con una penetrazione ferma e l dove voi avevate sperato di trovare una debolezza incontravate una irriducibilit (Giornale dItalia, 3 luglio 1907). Il de Moy, che nellinverno del 70-71 era presso il ministero degli Esteri del governo di Tours, ricorda che nellottobre del 70 Nigra accoutum aux nuancens des conversations mondaines, sattachait couvrir des affabilits de sa parole la rserve calcule du Cabinet italien (Souvenirs et causeries dun diplomate, Parigi, 1909, p. 11). 2086 Nigra apprezzava, oltre a tutto, le alte qualit morali di Napoleone III (Il conte Costantino Nigra, necrologio di R. D E C ESARE, nel Giornale dItalia del 2 luglio 1907).
2087 alla luce di questa animosit personale del Rattazzi che bisogna interpretare le affermazioni di M.me Rattazzi sul Nigra (op. cit.. II, pp. 176 e 407). Ma gi prima di Mentana i rapporti fra i due uomini non erano facili: Rattazzi dice di lui [Nigra], quel che lui dice di Rattazzi. Stima, ma non amicizia posizione difficile per ambidue M. Castelli al Vimercati, 15 agosto 1867; (A RCH . C ASA R EALE, Corrispondenza Vimercati). 2088 Lett. 19 gennaio 1868 (A E, Carte Nigra, cit.). 2089 Cfr. , gi W. M ATURI, Costantino Nigra secondo il carteggio col Cavour, in Il Risorgimento italiano, XXII, (1929), p. 10 dellestratto. 2090 Cfr. la decisa lettera personale al Crispi del 7 agosto 1890 (C RISPI, Questioni Internazionali, cit., p. 130 sgg.; D E V ECCHI DI V AL C ISMON, Lo scioglimento della Pro Patria di Trento nel carteggio Crispi-Nigra, cit., p. 15 sgg.). Cfr. anche

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D E C ESARE, Gli ultimi anni di Costantino Nigra, nel Giornale dItalia del 4 dicembre 1915. 2091 Lavversione del principe Gerolamo per il Nigra poteva anche trovar alimento in questioni di donne (cfr., ancora, Ressmann a Nigra, 31 dicembre 1884, da Parigi: La sempre bella, ma di pi in pi copiosa Marchesa in ispecie mi fece vedere il ritratto di Nigra esposto nel suo salotto a marcio dispetto daltissime gelosie, M RT, Carte Nigra, 73/23); ma la causa essenziale dopo il 70 fu la leale condotta verso il nuovo governo francese del Nigra, che non volle farsi istrumento di certi disegni (evidentemente politici) del principe (Artom a Nigra, 29 aprile 1874; A E, Carte Nigra). Il principe (il tuo rivale come diceva lArtom) mosse pertanto guerra al Canavesano, venendo anche appositamente a trovare il suocero in Italia e consigliando addirittura il Visconti Venosta di richiamare il Nigra da Parigi proprio quando in Italia i giornali della Sinistra accusavano il Nigra di favorire le mene bonapartiste in Francia (r. de Sayve, 5 marzo 1872, n. 27; A EP, C. P., Italie, t. 384, f. 217 v. sgg.). Una volta che il Nigra, per restituire una visita fattagli, si era recato, come tutti i suoi colleghi, ad uno dei ricevimenti bisettimanali del conte di Parigi, il principe Gerolamo si affrett ad informarne, chiss con quali commenti, Vittorio Emanuele; e questi allora interpell il Vimercati che stava a Parigi... Il Nigra concludeva: mi pesa oltremodo e trovo anche umiliante, che mentre i due governi ed anche un po lopinione pubblica si mostrano favorevoli al mio mantenimento a Parigi, io sia poi esposto ad un capriccio del Principe Napoleone (l. p. Nigra a Visconti Venosta, 13 aprile 1874; A RCH . V ISCONTI V E NOSTA ). Va rilevato che, come il Nigra si rifiut, allora, di assecondare i disegni del principe Napoleone, parimenti, pi tardi, si rifiuta di intervenire in questioni interne francesi secondo gli aveva ingiunto il Melegari: e questo serv da spunto per la sua rinunzia a Parigi (cfr. C. M. D E V ECCHI DI V AL C I SMON , Lepisodio di Ems nel testo di C. Nigra, in Nuova Antologia, l settembre 1934, pp. 4-5 dellestratto). E va rilevato pure che pi tardi il principe Gerolamo chiedeva quattrini per fondare un gran giornale (Cialdini a Vittorio Emanuele II, 23 maggio 1877, A RCH . C ASA R EALE, Carte Vitt. Em. II, b. 40). 2092 Se gi nel 68 Vittorio Emanuele gli era avverso, forse per influsso di Rattazzi, pi tardi le cose peggiorarono ancora: nellautunno del 73 il re chiese personalmente al Nigra, venuto a

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Roma, di rinunziare a Parigi, e il 3 dicembre telegraf al fido Vimercati, che si trovava nella capitale francese: Jen ai assez de Nigra Paris. Faites en sorte que Mnistre Affaires Etrangres en France ne fasse aucune demande ce sujet et tlgraphiez (A RCH . C ASA R EALE, Corrispondenza Vimercati). Nigra torn a Parigi per starci solo ancora tre mesi; e il 16 marzo 1874 scrisse al Visconti Venosta mettendo a disposizione il suo posto e chiedendo la legazione di Berna (come gi prima: t. s. d. [ottobre 73?] del re allo Artom che Nigra desiderava essere trasferito a Berna: mi stupisce ma se vero dia corso alla domanda, proponendo per Parigi il suo caro Barral, A E, Ris., 87). Il Visconti Venosta invece tenne duro, persuadendo Nigra a rimanere al suo posto; Nigra consenti, ma preg il ministro di avvertire il re chegli non teneva a restare a Parigi a dispetto suo, tanto meno poi, se dovessi farvi una politica altra da quella che ho fatto finora che quella del re e dellItalia, e non quella delluno o dellaltro partito che scindono questa sciagurata Francia (ll. pp. Nigra a Visconti Venosta, 16 marzo e 13 aprile 1874; Visconti Venosta a Nigra, 24 marzo: A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Da notare che il principe Napoleone aveva annunziate al Viriercati, a Parigi, le resistenze del re al ritorno di Nigra a Parigi (Vimercati a Minghetti, 29 novembre 1873, B CB, Carte Minghetti, carta 39). 2093 l. p. al Visconti Venosta, 26 marzo 1871 (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). 2094 R. D E C ESARE, Nigra a Parigi dopo lImpero, nel Giornale dItalia del 30 ottobre 1915. Nigra era in ottimi rapporti con Thiers e Rmusat. Il salotto Circourt, tra laltro, gli aveva permesso di aver relazioni cordiali anche sotto lImpero, con uomini eminenti dellopposizione (cfr. lintrod. del Nigra, a Le comte de Cavour et la comtesse de Cireourt. Lettres indites, Torino-Roma, 1894, pp. 7 e 16). Importante, anche, lamicizia con i Rothschild. 2095 D E C ESARE nel Giornale dItalia del 4 dicembre 1915; T OMMASINI, l. c., p. 472. 2096 Io serbo per lImperatore Napoleone e per la famiglia imperiale ora in esilio la pi sincera riconoscenza per la benevolenza speciale che luno e laltra mi mostrarono costantemente. Questo sentimento io lo serber fedelmente, e lo confesso altamente l. p. al Visconti Venosta del 26 marzo 71 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA).

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2097 Fu il Nigra, e non il principe di Metternich a dare il braccio allimperatrce nelluscire dalle Tuileries (D E C ESARE nel Giornale dItalia del 30 ottobre 1915). 2098 Si veda la sua opera a favore dellistituzione di un tribunale arbitrale permanente, durante la Conferenza dellAia nel maggio-luglio 1899 (R UFFINI Scritti giuridici minori, cit., I, p. 268 e soprattutto T OSCANO, LItalia e la prima conferenza per la pace dellAia del 1899, l. cit., p. 261 sgg.). 2099 Il tempo che rimena la calma negli spiriti e colla calma il sano giudizio degli uomini e delle cose, e la vicenda delle circostanze potranno a poco a poco modificare questo sentimento [rancore dei francesi contro lItalia] e farlo sparire di poi al Visconti Venosta, 6 marzo 1871 (A RCH . V ISCONTI V ENO STA ). 2100 Tracciando un quadro magistrale della situazione della Francia nei riguardi dellItalia, nella lettera sopracit. del 6 marzo 1871, il Nigra scriveva: Vi ho tracciato la situazione quale sembra a me che sia in questo momento e per un dato tempo. Se voi mi domandate che cosa potr nascere fra uno: due o tre anni, esiterei a rispondervi, o per meglio dire risponderei che non ne so nulla e mi riserverei di rispondere in modo pi adeguato fra qualche tempo... Bisogna adunque lasciar molto ali imprevisto, ben inteso nelle congetture, e per contro nellordine dei fatti lasciare il meno che si pu al caso. 2101 Il savait tout dire et tout entendre, diceva di lui uno scrittore francese (T OMMASINI l. c., p. 471). 2102 Lespressione del Nigra nella lettera al Crispi del 7 agosto 1890 (C RISPI, Questioni Internazionali, p. 132). 2103 T. Catalani al Nigra, 25 mazo 1891 (M RT, Carte Nigra, 69/16). Il Catalani era stato col Nigra a Londra. I versi citati sono nel Richard II, atto V, scena V, 42-44. 2104 Cos al Mancini, da Pietroburgo, il 12-24 febbraio 1882 (A E, Personale, LVI). 2105 NellA RCH . D E V ECCHI (e anche in M RT) molte le lettere al Nigra del Novati, Balzani, DAncona, DOvidio, Parodi, Rajna, Del Lungo, Meyer-Lbke, Gaston Paris, Schuchardt, Th. Sickel, ecc.; soprattuto di Graziadio Ascoli. Quando il Nigra mor, di lui scrissero con alte parole il DA NCONA nel Giornale dItalia (7 luglio 1907) e il R AJNA nel Marzocco del 14 lu-

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glio 1907 (rip. come prefazione alled. cit. delle Poesie del Nigra). 2106 Non a sproposito gli scriveva un giorno il Mnz Ammiro sempre la sua grande dottrina, che la renderebbe capace doccupare una cattedra a qualunque Universit (M RT, Carte Nigra, 72/15 pubbl. da L. C OLLINO, Costantino Nigra nel pensiero dei suoi corrispondenti letterati ed artisti, in Il Risorgimento italiano, XXII 1929, p. 655). E si vedano gli alti elogi del DOvidio (nel Giornale dItalia del l gennaio 1904).
2107 significativo, infatti, che negli ultimi anni, dal 1904 al 1907, a Venezia, bruciasse gran parte delle sue carte, lasciando poi per altre (come i fascicoli dei Ricordi diplomatici) lindicazione tassativa da ardersi in caso di morte o simile. Fu una feroce distruzione (D E C ESARE, Gli ultimi anni di Costantino Nigra, cit.; C. M. D E V ECCHI D I V AL C ISMON, Costantino Nigra. Un capitolo inedito dei Ricordi diplomatici , in Nuova Antologia, 16 gennaio 1934, pp. 178-79; R ICHELMY, l. c., p. 11). 2108 D E V ECCHI, Costantino Nigra. Un capitolo inedito dei Ricordi diplomatici , cit., p. 177. Lo Joil, labile capo della Banca Commerciale, ammirava invece la freschezza spirituale del Nigra ancora nei 1905 (cfr. B OGDAN G RAF V ON H UTTEN -C ZAPSKI, Sechzig Jahre Politik und Gesellschaft, I, Berlino, 1936, p. 448). Lucidissima la memoria sino allultimo: era un archivio vivente dice il L UZIO (La Massoneria e il Risorgimento italiano, cit., I, p. 292; e cfr. D. O RSI, in Nuova Antologia, 16 novembre 1928, p. 138). 2109 Nella lett. del 26 marzo 71 al Visconti Venosta, pi volte cit., rifiutando per allora di cambiar sede proponeva di rimaner in Francia fin che durava la terribile crisi attuale ed il pericolo, ma di esser poi sollevato da questo enorme peso che ho sulle braccia, appena le cose di Francia fossero tornate allo stato normale. Allora, rinunziando anche allidea di chiedere il posto di Madrid e vi domando di darmi o congedo, o la disposizione, o la disponibilit, o laspettativa secondoch giudicherete meglio conforme a miei interessi e conciliabile coi regolamenti. Son certo che tutto ci che i regolamenti vi permetteranno di fare per me, lo farete. Ritirandomi, senza pensione alla quale non ho ora diritto, rimango a dir vero in una posizione molto difficile. Ma se posso conservare per un

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anno o due lo stipendio personale, avr tempo ed agio a tirarmi dimbarazzo e cos non sar di peso al bilancio dello Stato, e sar lieto se pigliando definitivamente congedo dalla carriera potr dire con qualche ragione di non rimanere debitore del governo. 2110 Cos raffigurato dal Fasciotti, chera stato con lui allambasciata di Vienna, in una conversazione con il Tittoni (appunti aut. del Tittoni, A E, Ris., carte personali riservate, busta Nigra). Cfr. giudizi non dissimili in C. R ICHELMY, La Triplice e gli ambasciatori italiani a Vienna, in Nuova Antologia, novembre 1950, p. 304. Anche sul Nigra degli ultimi anni, dunque, giudizi contrastanti: perch alle lamentele del Fasciotte e a quelle raccolte dal Richelmy si contrappone lammirazione di un Avarna, lentusiasmo di un Luzio che lo conobbe proprio a Vienna, e di altri studiosi come il Sorbelli (che me nebbe a parlare) per laffabilit dellaccoglienza ecc. 2111 Nigra a Visconti Venosta, 10 marzo 71 (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). Nella successiva lettera del 26 marzo identico pensiero: ... se avesse qualche anno de meno, se non fosse tanto affaticato de sperato e de corpo come sono, e se avesse un po pi di fiducia in me, non avrei esitato ad accettare la vostra offerta. 2112 La legazione di Vienna gli fu offerta dal Visconte Venosta il 17 novembre 1870; dopo una sospensione de due mesi, il ministro torn sulla questione il 26 febbraio 1871 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Vienna o Pietroburgo. 2113 Artom a Nigra dopo le terribili mutazioni avvenute in Francia, fu generale anche nei tuoi amaci pi schiette la convinzione che a te non convenisse pi rimanere a Parigi (A E, Carte Nigra; 14 marzo 1871). Anche il re era preoccupato (Nigra a Visconti Venosta, 24 giugno 1871; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Certo, della sostituzione del Nigra si continu a parlare, non solo nella stampa: il successore designato in pectore era il Minghetti (l. p. Artom a Robilant, 15 gennaio 1872; A E, Carte Robilant), al quale, su nuove insistenze del Nigra per venirsene via da Parigi, il Visconti Venosta se rivolse. Minghetti chiese tempo per rispondere... e la cosa fin l, certo perch il Minghetti non volle abbandonare la scena politica italiana (dichiarazione Visconti Venosta al Fournier; r. Fournier, 13 maggio 1872, n. 13, A EP, C. P., Italie, t. 385, ff. 51-52 v.; e cfr. gi r. de Sayve, 5 marzo, n. 27, ib., t. 384, ff. 218-218

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v.). Perfino LOpinione, il 26 novembre 1873, pur facendone grande lodi, riteneva necessaria la sua sostituzione a Parigi (La diplomazia italiana). 2114 Tra i malevole, Guido Borromeo che non tralascia occasione per lamentare che il Nigra rimanga a Parig: al Minghetti, 29 marzo, 31 luglio, 16 settembre 1871 (B CB, Carte Minghetti, cent. XVI, fasc. 4). Anche il Marselle era avverso al Nigra (al Robilant, 17 novembre 1873; A E, Carte Robilant). 2115 Alla stanchezza fisica e alle emozioni morali il Nigra accenna ripetutamente nelle sue lettere al Visconti Venosta e allo Artom, nel novembre del 70 e nel marzo-aprile del 71. 2116 A RCH . V ISCONTI V ENOSTA. 2117 l. p. Robilant a Nigra 15 ottobre 1886 (A RCH . D E V EC CHI ); tt. Robilant a Nigra e Nigra a Robelant, 8 dicembre 1886 (A E, Cas. Ver., ib.?; Triplice Alleanza). Ci non imped che, invitato come il de Launay dal Robilant a proporre una formula che meglio gli sembrasse garantire gli interessi italiani nel Mediterraneo (Africa e Balcani), il Nigra rispondesse proponendo una formula che nella sostanza, fu poi quella dellart. I del trattato separato italo-austriaco e soprattutto dellart. III del trattato separato italo-germanico. Robilant ringrazi, assicurando di aver tenuto particolar conto della formula Nigra nel redigere il progetto di trattato, trasmesso poi a de Launay e Nigra il 23 novembre 1886 (t. Robilant a Nigra, 27 ottobre; l. Nigra a Robilant, 1 novembre e l. p. Robilant a Nigra, 15 novembre; A E, Cas. Verde, 1b, Triplice Alleanza. Sullinvito al Nigra e al de Launay, cfr. gi C RISPI, Politica estera, p. 215). 2118 Nella posizione mia posso dire molto liberamente a loro [Klnoky ace.], come a Lei, come ad ognuno, quello che penso, anche quando ci che penso possa tornar sgradevole (l. p. al Crispi, 7 agosto 1890; C RISPI, Questioni Internazionali, p. 132). Declinando, l8 agosto 1887, lofferta del portafoglio degli Esteri, Nigra chiudeva cos il tel. al Crispi: Je parle un homme rsolu. Jespre quil ne me fera le tort de penser que ce langage puisse maner dune volont moins rsolue (A E, riservatissimi Leg. Vienna, fasc. C.). 2119 A Vienna riusc ad imporsi anche ad un Klnoky, notoriamante poco affabile con i diplomatici: unico, con gli ambasciatori di Germania e di Russia che per erano principi (fatto importante per una Vienna!) e poi avevano dietro le spal-

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le la potenza dei loro imperi, mentre Nigra valeva solo perch geistig so bedeutend (Erinnerungen und Gedanken des Botschafters Anton Graf Monts, Berlino, 1932, p. 122). Sul prestigio personale del Nigra cfr. anche J. M. V ON R ADOWITZ, Aufzeichnungen und Erinnerungen, cit., I, p. 72; W ALDERSEE, Denkwrdigkeiten, Stoccarda-Berlmo, 1922, I, p. 159. 2120 Il Catalani, in altra lettera al Nigra del 17 luglio 94, ricorda appuno le lunghe letture e le serate insieme trascorse (M RT, Carte Nigra, 69/17). 2121 Inutile insistere sul fascino mondano e sulle eccezionali doti di conversatore del Nigra, anche vecchio: cfr. D E C ESA RE , Gli ultimi anni di Costantino Nigra, l. c. Formatosi, da questo punto di vista, a Parigi nel salotto Circourt, Nigra rimase sempre convento, da diplomatico classico, della grande importanza delle relazioni mondane per la vita diplomatica (Le comte de Cavour et la comtesse de Circourt, cit., introd., p. 7). 2122 tt. Mancini a Nigra e Nigra a Mancini, 27 giugno 1885 (A RCH . D E V ECCHI e A RCH . M ANCINI). Il bello che il Mancini diceva contemporaneamente la stessa cosa al Robilant, con laggiunta Jespre et dsire vivement votre acceptation! 2123 Il tel. di Umberto I, del 7 agosto, era veramente un appello molto pressante: Nigra rispose, l8 agosto, pregando il re di non esigere da lui quel che non sapeva fare (je nai ni les qualits ni le temprament, ni la position ncessaires pour faire un bon Ministre des Affaires trangres) e ricusando (A E, riservatissimi Leg. Vienna, fasc. C). Stesso motivo nel tel. al Crespi, 8 agosto nexigez pas de moi ce qua je ne sais pas faire (ib.). 2124 C RISPI, Politica interna, cit., p. 187, e cfr. Carteggi politici inediti, pp. 410-11. Ancora nel febbraio 1891, dopo le sue dimissioni, Crespi indicava Nigra come augurabile ministro degli Esteri; ma Nigra un altro Ferini; non vuole assumere alcuna responsabilit (Politica interna, p. 267). 2125 Lo stesso re Umberto aveva telegrafato, il 30 luglio 1895, pregandolo di accettare il posto difficile di Pietroburgo. Ancora una volta, Nigra rispose al re con un rifiuto, piuttosto secco anzi, mettendo a disposizione del governo il suo posto di Vienna per andarsene a riposo. Gesto irritato, di chi sospettava reconditi fini nella proposta (A E, Carte Nigra. Ivi i tt. col Blanc e col Crispi nel marzo 1894 circa, Parigi, cfr. C RISPI, Questio-

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ni Internazionali, cit., p. 162 sgg,). Tant il Crispi lo assicur che nellanimo nostro non era un pensiero che fosse men che rispettoso per Lei (Crispi a Nigra, 12 agosto 1895; A RCH . D E V ECCHI); e il re stesso lo volle subito assicurare (I agosto) che a nessuno era venuto in mente di allontanarlo da Vienna, dove rendeva i migliori servizi (A E, Carte Nigra; e cfr. R ICHEL MY , in Nuova Antologia, 16 novembre 1928, p. 155 e nel Mondo, cit., p. 12), Calmatosi, il Nigra scrisse cordialmente al Crispi, il 15 agosto, spiegandogli perch non aveva potuto accettare: ragioni di et e di salute; necessit di poter col disporre di 50 mila lire annue, oltre allassegno; timore di suscitare nuovamente, andando nella capitale russa, le diffidenze ingiuste del Times (M RR, Carte Crispi, b. 662, n. 2/15). Non condivido linterpretazione del Richelmy che il Crispi volesse allontanar Nigra da Vienna, perch troppo triplicista (e il Crispi?), agiva da freno verso lAustria (C. R ICHELMY, La Triplice e gli ambasciatori italiani a Vienna, in Nuova Antologia, novembre 1950, cit., p. 304). Di fatto, Crispi cercava di uscire dalla difficile situazione italo-russa; riteneva necessario mandare a Pietroburgo un personaggio, che possa e sappia riannodare relazioni di vera amicizia tra i due governi; e perch il Blanc, ministro degli Esteri aveva detto a lui e al re che Nigra era amico del ministro russo degli Esteri, Lobanov, cos si pens a lui. 2126 Quando nel 1882 fu destinato a Londra, in connessione con la nomina di Menabrea da Londra a Parigi, Depretis e Mancini lo fecero perch nella capitale britannica attualmente abbiamo bisogno di eccezionale attivit lunga pratica di negoziati importanti (t. Mancini a Umberto I s. d. ma 5 o 6 novembre 1882, M RR Carte Mancini, b. 638, fase. 5/6). 2127 A E, Carte Robilant (cfr. anche D E C ESARE Il conte G. Greppi, cit, pp. 218-19). Da notare che Londra era sede desideratissima dal Niigra, secondo sue dichiarazioni al Mancini (t. Mancini ad Umberto I, [6] novembre 1882; M RR, Carte Mancini, b. 638, fasc. 5/10. E cfr. infatti l. Nigra a Mancini, 5 novembre, ib., ib., 5/5). Tre anni pi tardi, al momento di lasciar Londra per Vienna, riappare un identico stato danimo: Lascio a malincuore il posto di Londra, ove di dfficolt politiche, sociali o altre non v ombra. Non so che cosa mi attende a Vienna (Nigra a Minghetti, 26 novembre 1885; B CB, Carte Minghetti, cart. fast. 60).

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2128 Cfr. gli articoli de La Riforma, 11 gennaio e 29 ottobre 1872, 7 dicembre 1873. Il 2, 3 e 5 aprile 1876 Il Diritto disse chiaro che Nigra doveva cambiar sede; e uno dei primi consigli di Cesare Correnti al Depretis fu quello di mandar via. Nigra (cfr. il promemoria pubb. da M ORANDI, La Sinistra al potere, cit., p. 134. Per il libello del Petruccelli della Gattina contro di lui, nel 67, cfr. L UZIO, Aspromonte e Mentana, cit., p. 335 sgg.). La sede di Pietroburgo fu per richiesta al Melegari dal Nigra stesso, il quale, resosi subito conto della situazione, fece lui stesso il primo passo traendo accortamente motivo dallincauta istruzione del Melegari di intervenire nei dibattiti politici francesi interni, per ottenere la soppressione della ambasciata di Francia presso il Vaticano (si veda il racconto dello stesso Nigra, in D E V ECCHI, Lepisodio di Ems nel testo di C. Nigra, l. c.). 2129 il giudizio del D E C ESARE, nel Giornale dItalia del 30 ottobre 1915. 2130 Al Robilant che, data la situazione internazionale, non gli aveva concesso lannuale congedo, il Nigra scrisse da Vienna il 1 novembre 1886: Ella era qui colla sua famiglia e aveva qui una parentela estesa e amicizie contratte da un lungo soggiorno. Io invece sono qui solo. Se cado malato, sono in mano di mercenari. Pi invecchio, pi sento il bisogno di rivedere i pochi parenti e amici che mi restano e che non posso aver qui con me, almeno una volta allanno, perch lanno pu esser lultimo (A E, Carte Robilant). 2131 Lo notava il Vimercati, gi nel 61: Nigra dopo la morte di Cavour non pi il Nigra di prima. Avrebbe bisogno che il re lo sostenesse un po (L UZIO, Aspromonte e Mentana, cit., p. 172). 2132 Cfr. M ATURI, Costantino Nigra secondo il carteggio col Cavour, cit., p. 11. Identica affermazione al Crispi, 18 agosto 1887, declinando la nomina a ministro degli Esteri: nexigez pas de moi ce que je ne sais pas faire. 2133 Cfr. C ROCE, La letteratura della nuova Italia, V, 3 ed., Bari, 1950, p. 126 sgg.; G. P ETROCCHI, Scrittori piemontesi del secondo Ottocento, Torino, 1948, p, 3 sgg. 2134 Ne sono prova varie lettere al Crispi: p. es., il 5 settembre 1894: fo voti perch Ella voglia continuare a tener su questa nostra Italia, che ha tanto bisogno di Lei e in altra del 15

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agosto 1895: coraggio adunque e perseveri (M RR, Carte Crispi, buste 666, n. 4/6 e 662, n. 2/15). Cfr. anche D E C ESA RE , nel Giornale dItalia del 30 ottobre 1915. vero che il Crispi ebbe verso il Nigra un contegno di deferenza, di cui il Nigra parlava soddisfatto (D E C ESARE, Il conte Giuseppe Greppi, cit., pp. 250-Sl). Per es. al momento di recarsi in Germania per incontrarsi col Bismarck, Crispi telegraf al Nigra di desiderare che, su tutte le questioni delicate in corso, egli gli telegrafasse direttamente ai vari e successivi indirizzi (Milano, Francoforte, Amburgo): t. 27 settembre 1887, riservatiss. (A E, riservatissimi Leg. Vienna, fasc. B). Poco pi tardi, il Nigra esprimeva al Crispi un suo parere personale: considerez cet avis comme celui dun ami (Ib., ib., fasc. C). Laffermazione di G. A RDAU, Francesco Crispi, Milano, 1939, p. 315 (seguita dal R ICHELMY, La Triplice..., l. c., p. 304), che Nigra non facilit la politica di Crispi non ha fondamento. Quanto allammirazione per il Bismarck, cfr. H. V ON P O SCHINGER , Frst Bismarck und die Diplomaten, 1852-1890, Amburgo, 1900, pp. 6 e 452; e anche G. C ABASINO -R ENDA, Memorie e giudizi inediti di Costantino Nigra, nel Giornale dItalia, 22 dicembre 1907. 2135 Su questo stato danimo del dAzeglio vecchio cfr. V AC CALUZZO , op. cit., p. 285 sgg.; S ANTANGELO , op. cit., pp. 266-67; P. S ILVA, Figure e momenti di storia italiana, Milano, 1939, p. 170 sgg.; A. M. G HISALBERTI, Come sono nati I miei ricordi, in Rassegna Storica del Risorgimento, XXXIV (1947), p. 12 sgg. dellestratto. Ma per le sue origini che risalgono alle delusioni del 48, cfr. O MODEO, Lopera politica del conte di Cavour, cit., I, p. 129. 2136 Cfr. lesaltazione del Canavese nel carme per le nozze DAzeglio-Ricci (N IGRA, Poesie originali e tradotte, ed. cit., pp. 7-8). 2137 D E R UBRIS, Confidenze di Massimo dAzeglio, cit., pp. 263 e 291. 2138 Nel 1833 Cavour osservava ... qualunque sia la forma di un governo, inevitabile che la maggior parte degli individui che occupano il potere e di quelli che vi aspirano siano corrotti Diario, cit., pp. 43-44. 2139 F. Govean a Nigra, 12 gennaio 1879 (A RCH . D E V EC CHI ).

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2140 Je ne vous parte pas de notre pays et de tout ce qui sy passe de triste car vous devez le savoir aussi bien que moi, seulement vous vous rappellerei de tout ce que je vous en avais dit me sui s je tromp? (6 luglio 75. A RCH . D E V ECCHI). Il 20 novembre 1874, gli aveva scritto, che la prima volta in cui si sarebbero visti gli avrebbe detto comment je juge les affaristes (passez moi le mot qui nest pas franais) de notre poque (ib.). 2141 E. M. de Vog al Nigra, 5 settembre 1896 (M RT, Carte Nigra, 74/60). 2142 Da ultimo, infatti, Nigra sentiva ... di sopravvivere politicamente ai suoi tempi (D E C ESARE, Gli ultimi annidi Costantino Nigra, I. c.). 2143 Ancor pi tardi, si accor per le polemiche suscitate dalla pubblicazione: nel 1895, di un frammento dei Ricordi Diplomatici: che altro significativo indizio della sua natura (cfr. D E V ECCHI, Un capitolo inedito dei Ricordi Diplomatici di C. Nigra, cit., pp. 178 e 180; O RSI, l. c., p. 146). 2144 Il 12 aprile del 71 il Visconti Venosta scriveva al Nigra: La vostra lettera mi sembra scritta in un momento di sconforto. Questi sconforti li provo io pure. Lantica lena cade qualche volta e d luogo a un senso di stanchezza, direi di disgusto. questo pur troppo, io temo, un primo oltraggio degli anni. Ma allet nostra bisogna reagire e un po di riposo basta a rifare le forze... Non fra qualche mese, ma fra qualche anno, almeno, che potremo ripetere il nunc dimitte e dire alla generazione che ci incalza: lopera compiuta, a voi il conservarla (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2145 Un po pi di luce, cit., pp. 338-39. 2146 Artom a Nigra, 25 marzo 71: saremo quindi costretti a nominare l [Vienna] Barrai. Egli persona accetta a Vienna, ma inter nos, non mi pare allaltezza dellincarico (A E, Carte Nigra). A Vienna and invece il Robilant e il Barrai a Madrid, a fianco di Re Amedeo; e a volerlo a Madrid, accanto al figlio, fu proprio Vittorio Emanuele II (Visconti Venosta a Robilant, 10 maggio e 4 giugno 71; A E, Carte Robilant). 2147 B LOW, Memorie, cit., IV, p. 600. 2148 Artom a Nigra, 14 marzo 71: poco probabile per che si riesca a toglier di l [Londra] Cadorna. Pare che il clima gli

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giovi, convinto di far benissimo: amico personale di Lanza: insomma il nostro desiderio di levarlo di l ha poca probabilit dessere esaudito (A E, Carte Nigra) e cfr. Minghetti a Visconti Venosta 9 ottobre 70: confesso che qualche volta mi spaventa lincapacit di Cadorna a tanto ufficio (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Anche qui, come nel caso del Greppi, i documenti confermano il giudizio: diligente e preciso, ma niente pi. 2149 Per es., il 23 febbraio e il 18 giugno 1872 impartisce consigli al Visconti Venosta, mentre deplora linsufficienza dei giovani diplomatici, taluno del quali entra in carriera senza alcuna conoscenza, sapendo a malapena il francese, e senza alcuna seriet di carattere. In 19 anni, fra Pietroburgo e Berlino, soltanto tre dei giovani segretari di legazione lo hanno soddisfatto: fra essi, il Sonnino (A CR, Carte Visconti Venosta, pacco 5, fasc. 2). Pi tardi, col Mancini insistette perch ci si assicurasse delle condizioni personali necessarie ai giovani diplomatici (M RR, Carte Mancini, b, 644, fasc. 8/10). 2150 Nel 72, quando si tratt di inviare una missione militare per assistere alle manovre della Guardia Prussiana, con a capo un generale (Petitti di Roreto), avvert il Visconti Venosta che le questioni politiche dovevano rimanere per intero nelle sue mani: il ne faut pas que mon jeu soit gn par des courants qui mchapperaient. La position doit rester trs nette (12 agosto: A CR, Carte Visconti Venosta, pacco 5, fasc. 2). 2151 Gi il 1 ottobre 1866 lo scriveva al Greppi: necessario riorganizzare il servizio diplomatico; chiuderne laccesso agli estranei che oggi balzano innanzi, ai danni di coloro che si sono dedicati con lungo studio alla carriera (Lettres du comte Ed. de Launay... au comte J. Greppi, cit., p. 752). 2152 Si veda come rifiuti la nomina a senatore, perch, con le funzioni che ha, non potrebbe assistere alle sedute e, anche quando vi potesse assistere, non gli sarebbe dato di partecipare alle discussioni con quella indipendenza assoluta che sola d al voto un carattere veramente coscienzioso (in R OSI, LItalia odierna, cit., vol. Il, t. II, pp. 1758 e 1761 e il giudizio del Rosi, p. 1702). 2153 Verboso certo il de Launay appare dalla sua corrispondenza: il pi verboso di tutti i nostri rappresentanti allestero. Lo stesso Greppi, pur suo grande ammiratore, osserva che era di quelli che si ascoltano con compiacenza (Lettres...,

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cit., p. 739). Prolisso anche era nel conversare e nel discutere (H OHENLOHE -S CHILLINGSFRST, Denkwrdigkeiten, II, cit., p. 296; D E M OY, op. cit., p. 106). Dolciastro, lo definiva il Radowitz, secondo cui Bismarck non lo avrebbe amato durch sein vieles und etwas sssliches Gerede (op. cit., II, p. 30), pur apprezzando in lui il sicuro amico della Germania. Assai pi benevolo (una mente politica di valore) il giudizio di B LOW , Memorie, cit. IV pp. 320-21. Nellambiente cavouriano, aveva goduto reputazione di bon diplomate, anche se il Cavour lavesse, una volta, cacciato di pleurnicheur (Carteggio Cavour-Salmaur, cit., pp. 142 e 170). 2154 B LOW, Memorie, cit., IV, pp. 295-96. 2155 Sil fallait ici un reprsentant nayant pas la facult dmettre une opinion personelle, aussi longtemps du moins quil est sans mot dordre, il me faudrait de grands efforts pour me sottomettre ce rle de personnage muet vis-vis de mes collgues, l. p. de Launay a Visconti Venosta, 20 dicembre 1870 (A E, Ris., 10). 2156 t. de Launay a Vittorio Emanuele II, 18 [dicembre] 1877, (A CR, Carte Depretis, serie 1, b. 22, fasc. 69); e id, a id., 24 marzo 1876 (A RCH . C ASA R EALE, Carte Vittorio Emanuele II, b 32, e 41 per il 77). 2157 Il 2 febbraio del 71, seccato per il discorso di Riccardo Simeo alla Camera, osservava al Visconti Venosta esser vraiment regrettable qu chaque session de nos Chambres, des dputs si peu comptents sur la matiere se permettent de critiqur notte personnel diplomatque, sans que personne ne prenne la parole pour nous dfendre (r. n. 775). 2158 Cfr, qui sopra p. 459 e, ancora, il suo insistere, nel febbraio 1873 ... aujourdhui o il faudrait contrebalancer le trop plein de Iibert, en accentuant davantage les principes dordre et dautorit... (l. p. il febbraio 1873 al Visconti Venosta; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2159 Cos, nel 75: Llvation desprit de ce grand patriote [Cavour], son attachement aux doctrines vraiment librales, doivent nous inspirer plus de confiance que les principes lastiques de lcole utihtaire laquelle appartiene le pance de Bismarck (l. p. al Visconti Venosta, 31 marzo 1875; A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). Questo, a proposito dei rapporti con la Santa Sede e delle pretese bismarckiane di enrler des auxi-

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liaires contre le Pape e in primis lItalia. In tale questione, veramente, il de Launay assunse atteggiamento assai fermo, consigliando di respingere nettamente qualsiasi tentativo dintromissione germanica nella politica ecclesiastica italiana, e di far sentire chiaramente a Berlino che charbonnier est matre chez soi (ll. pp. al Visconti Venosta, 23 e 31 marzo 1875; ib.). 2160 Cfr. qui sopra, p. 17. 2161 Naturalmente, anche col Nigra vera poco accordo: cfr. qui sopra, p. 18, n. 4, e anche l. p. al Visconti Venosta, 21 febbraio 1875: ... il est compltement anormal que des agente de notre pays... soit Paris lors des ftes commmoratives de Petrarque... manifestent des opinione qui laissent trop clairement entrevoir quils mourront dans limpnitence finale de leurs sympathies outres pour la France (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2162 A E, Carte Robilant; gi in S ALVEMINI, l. c., 1925, p. 76. In una l. p. al Visconti Venosta, dell11 giugno 1875, il de Launay si sfoga apertamente: Je ne vous parte pas dautres sujets, mon cher: Ministre, puisque vous prenez le parti de ne pas rpondre mes lettres particulires... A vour la responsabilit. Lavenir prouvera qui des deux avait raison. Avant 1870 jai longtemps prch, dans le dsert. Les vnements ont fini par me donner raison (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2163 Il 4 gennaio 1872, Armand Ruiz, amico di Gambetta e, pi tardi, tramite fra questultimo e i capi della Sinistra italiana (cfr. pp. 793-94, n. 438), gli dice di scrivergli (da Parigi) non senza umidit, perch... jai su tout le mal que vous dites de nous... votre antipathie je dis antipathie pour tre poli contre mon fou de pays (A E, Carte Robilant). Nel 75, sar il duca Decazes, ministro francese degli Esteri, ad accusare il Robilant di non essere amico della Francia (l. p. Robilant a Visconti Venosta, 7 luglio 1875; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Su Ferdinando Ruiz, ufficiale napoletano poi stabilitosi in Francia, prefetto della Nivre, cfr. C. P ISACANE, Epistolario, a cura di A. Romano, 1937, p. 463, n. X. 2164 l. p. Robilant a Visconti Venosta, 7 febbraio 1873 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2165 de Launay a Robilant, 21 luglio 1871 Jabonde dans vos considrations sur notte Ministre des Affaires Etrangres. Je

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le crois,. comete vous irop port la conciliation vis--vis de la France.... E dopo una ampia esposizione del suo pensiero sui rapporti italo-francesi e italo-germanici, continua: Te sais que vous pensez comete moi. Peut-tre sommes nous les seuls dans le corps diplomatque qui soient anims de ces convinctions. Travaillons dune dun commun accord pour inspirer plus dnexgie nos gouvernants (A E, Carte Robilant; in parte ma non quella che qui interessa pubbl. in S ALVEMINI, l. c., 1924, p. 362). 2166 ...nous serons dsormais deux chefs de mission qui navigueront certainement dans les mmes eaux. Je vais mme plus loro, jespre que le poste de Vienne sera pour votis un marchepied pour arrmer un jour tre Ministre des Aflaires Etrangres pour mettre excution un programme de parfaite indpendance de ltranger. A Robilant non mancher certo il coraggio di dire apertamente il proprio parere au risque de dplaire Florence. Pour mon compte je rame souvent contre le courant. A Berlino, la sua nomina sar certo bene accetta car on connatre votre manire de voir et au besoin je suis l pour expliquer (a Robilant, 9 giugno 71; A E, Carte Robilant). 2167 Se ne veda il profilo tracciato dal D E M OY, op. cit., p. 224. 2168 Sai che sono uso a spingere la franchezza fino alla brutalit magari. Puoi dunque essere certo che quando ho parlato nulla pi mi resta da dire Robilant a Corti, 29 dicembre 1886 (A E, Carte Robilant). Radicato era il convincimento che in politica nulla ci ha di peggio che le illusioni, il nascondersi gli ostacoli che si frappongono al conseguimento di un risultato (r. 18 dicembre 1883, n. 2020). 2169 La frase del Klnoky: il Robilant un ambasciatore di relazioni leali e sicure, ma non comodo (C APPELLI, 1. c., p. 392). Stessa espressione nellufficioso Fremden-Blatt del 17 ottobre 1885, che nellarticolo di fondo saluta il Robilant ministro degli Esteri, con molti elogi. 2170 Di qui, forse, la ragione del dolciastro applicato al suo linguaggio dal Radowitz. 2171 Predic lenergia anche al Nigra, nei confronti del Ballhaus; e un giorno, a proposito di uno dei tanti reclami da muovere, osserv: Comprendo del resto benissimo che i continui reclami a rivolgersi al governo I. e R. le rechino noia; conosco

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troppo quei fastidi per averli sopportati durante oltre 14 anni; ma non men vero che col governo austriaco nulla si guadagna lasciando correre. La tolleranza a Vienna considerata pusillanimit; ed a lasciar correre ne va di mezzo il credito del governo ed il prestigio dellAmbasciatore. Sta di fatto che per reclamare conviene aver ragione, ma quando la si ha non si deve esitare mai a farla valere anche nel modo il pi energico (l. p. al Nigra, 14 maggio 1886; A RCH . D E V ECCHI e A E, Carte Robilant). 2172 r. 9 febbraio 1880. n. 1210 (A E, Rs., c. 27). E cfr. l. p. al Corti, 21 febbraio (A E, Carte Robilant); D.D.F., s. l, III, p. 34. Che Bismarck premesse su Vienna per un atteggiamento pi duro, verissimo (cfr. P RIBRAM, op. cit., I, pp. 172-73); The Saburov Memoirs, cit., p. 115; S ALVATORELLI, La Triplice Alleanza, cit., pp. 53-56; W. L ANGER, European Alliances and Alignments, 1871-1890, New York, 1931, p. 201; E. L ALOY, La politique de Bismarck, Parigi, 1939, p. 420); che potesse pensare di venirne al gran ballo e invitare alla danza, per prima e da sola, lItalia, escluso. Per vivere in pace con lItalia, egli riteneva die Furcht dort wirksamer als die Liebe (W INDELBAND, Bismarck und die europischen Grossmchte 1879-1885, cit., p. 111 sgg.). Uneco del giudizio del Robilant in C HIALA, Pagine, II, 2 ed., 1895, p. 49, dove pure si parla del Bismarck che eccitava lAustria ad agire. 2173 Questo giudizio sul Sella del B ARZELLOTTI, Studi e ritratti, 2 ed., Palermo, s. d. [ 1911], p. 192. 2174 C APPELLI, l. c., p. 388. 2175 Il de Moy, che fu ambasciatore di Francia a Roma quando il Robilant era ministro degli Esteri, lo ha cos raffigurato: Il dirigeait de haut les affaires extrieures, tout ensemble trs ferme, trs avis et trs rserv au fond sous une apparente cordiale et enjoue (op. cit., pp. 224-25). 2176 Alla fermezza di carattere del Robilant, oltre che allingegno, pensava il generale Govone nel 1869 quando voleva proporlo al Lanza come ministro della Guerra o della Marina (Le carte di G. Lanza, cit., VI, p. 364). 2177 Cos egli chiama la sua villa in una lettera al Corti del 1 marzo 1884, (A E, Carte Robilant). 2178 Il 16 aprile 1884 scrive al Corti: ... io sono pi che mai stufo del mestiere da trappista che faccio, costretto a riempire

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continuamente una secchia che perde lacqua da ogni parte. Su tutti i toni ripeto continuamente a Roma linvito, la preghiera, anzi, di darmi un successore pi di me capace o fortunato; per ora non mi si vuol dare ascolto, ma verr il giorno e questo sar quello del trionfo da noi dei Pentarchi, in cui mi incaricher io di risolvere definitivamente la questione (A E, Carte Robilant); cfr. anche lett. al Corti del 16 dicembre 1882 e del 1 marzo 1884 ... si parla della possibilit dei Pentarchi al potere. Non ci mancherebbe altro. Gi io pazzo non lo voglio diventare, e se gli uni o gli altri si uniscono per rendermi la vita qui impossibile, pianto l tutto e tutti, e vado a stabilirmi al mio Tusculum del Lingotto. Anche da ministro attende la sua liberazione (lett. al Corti, del 30 maggio 1886, l. c.). Di fatto, alla fine del 1882, il Robilant aveva offerte le dimissioni, per la questione della visita imperiale a Umberto I: Mancini le respinse (l. p. Mancini a Robilant, 4 dicembre 1882; Robilant a Mancini, 14 gennaio 1883, A RCH . M ANCINI). 2179 SElla potesse rimontarmi alquanto il morale... mi renderebbe un vero servizio, poich non Le nascondo che pi nero di cos non saprei vedere al Nigra, 4 gennaio 1882; e nuovamente il 4 dicembre: Dacch ci lasciammo, passai nuovamente cattivissimi giorni. Questi a dir il vero si ripetono con una tal frequenza che proprie mi sento oltremodo stanco e sfiduciato (A RCH . D E V ECCHI; anche A E, Carte Robilant, dove pure lett. Nigra a Robilant, 9 gennaio 1882: Per carit, non si perda danimo.). Anche al Minghetti il Robilant esprimeva, il 6 gennaio 188, la sua stanchezza (B CB, Carte Minghetti, cart. XXIV, fasc. 48). 2180 Robilant a Corti, 26 aprile 1887: Fui trattato come non avrei potuto esserlo diversamente, se nei miei 43 anni di carriera altro non avessi fatto che compromettere le sorti del Paese; e ben mi sta, non muovo lamento di sorta, comprendendo perfettamente che in un governo parlamentare, non pu essere diversamente. Capirai per che ci mi toglie ogni desiderio di rimettermi allopera. E tuttavia gi allora aggiunge Ben inteso che se per avventura la mia azione in qualunque direzione potesse ancora essere ritenuta di qualche utilit, non esiterei ad abbandonare il mio quieto vivere per servire il Paese collo stesso zelo ed attivit che pel passato (A E, Carte Robilant). 2181 Al Corti, 10 luglio 1887 (ib.).

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2182 Ci che accade prova del resto anche unaltra cosa, ed che se abbiamo fatto lItalia, non abbiamo fatto gli italiani e che anzi il regime inauguratosi colla venuta della Sinistra al potere, ha talmente corrotto gli Italiani, che non c pi da sperare di farne qualche cosa. Questo mio apprezzamento duro ma esatto (al Corti, 28 febbraio 1887, ib. Gi pubbl. dal S ALATA, Corriere della Sera, 1 agosto 1926). 2183 Nigra a Robilant, 11 dicembre 1882: Io mi rendo perfettamente conto di ci che si passa nel suo animo e comprenda gli accessi di scoraggiamento da cui Ella deve essere sovente assalito. Ma La scongiuro di resistervi. Ella ha la tempra dei forti, ed una delle rare persone su cui il nostro paese fa assegnamento ora e poi. Non si lasci scoraggiare dalle difficolt, e quando si presentano, pensi al primo motto della sua divisa pugna (ib.). 2184 Al Corti, 6 dicembre 1877 (ib.). 2185 Al Corti, 18 dicembre 1878 (ib.). 2186 Al Corti, 28 febbraio 1887 (ib.). 2187 tt. Mancini a Robilant e Robilant a Mancini (27 giugno, A RCH . M ANCINI); C HIALA, Pagine, III, 2 ed., 1898, p. 399. 2188 C HIALA, op. cit., III, pp. 399-400. Egli stesso cos comunic al marchese Cappelli, poi suo segretario generale, la sua accettazione, il 28 settembre: Dopo una resistenza disperata alle insistenze del Depretis vivamente appoggiate da Sua Maest, ha dovuto cedere! Il re mi espresse ieri il suo preciso desiderio in maniera equivalente ad un ordine; e siccome un vecchio soldato come me non discute gli ordini del suo sovrano, ho telegrafato che obbedivo... Sono rassegnato come sempre allorch ebbi con sagrifizio della mia persona a compiere il mio dovere pel servizio del re e per linseparabile bene del Paese. Non mi faccio illusioni di sorta ma ci nondimeno mi lancier con coraggio nellarringo disposto a precipitare dalla rocca Tarpeja anche senza essere passato dal Campidoglio (A E, Carte Robilant). E al Visconti Venosta, il 15 ottobre: Non mi faccio illusione di sorta sul conto mio. Il Paese stufEo degli avvocati applaud alla scelta fatta della mia povera persona, sperando chio potrei dar soddisfazione alle sue informolabili aspirazioni. La disillusione non tarder a farsi strada, ed allora nascer ci che potr (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). E cfr. t. e l. Robilant a Umberto I, t. Umberto I a Robilant, 27 giugno-27

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settembre 1885 (A E, Carte Robilant; R ICHELMY, La Triplice e gli ambasciatori italiani a Vienna, l. cit., pp. 299-301; la l. 27 giugno parzialmente gi in F. S ALATA, Il conte di Robilant, in Corriere della Sera, 7 agosto 1926). 2189 Cos, per il conte di Saint Vallier, ambasciatore di Francia a Berlino, il Robilant, s per famiglia s per le simpatie, apparteneva la droite la plus pure (8 marzo 1880; D.D.F., s. 1, III, p. 51). 2190 Egli stesso lo diceva al Corti: Del resto non si vorrebbe di me [come ministro degli Esteri] per troppe ragioni ed anche perch come mi fu detto recentemente ho una riputazione di autoritarismo che non consona colle nostre condizioni parlamentari. (8 settembre 1884, A E, Carte Robilant; e cfr. la lett. a Umberto I in R ICHELMY, l. c., p. 300). E infatti quando fu nominato, Coltoli si sfog con lamico Napoli, pigliandosela col Depretis che aveva osato ci che la Destra stessa pur avendo nel cuore lultraconservatore Robilant, non avrebbe mai osato: farne un ministro degli Esteri (6 ottobre 1885; M RP, Carte Cairoli, pacco 30). 2191 Stesso giudizio in una lett. del 4 dicembre 1884 al Greppi: ... certo che il prepotente cancelliere prepara dei brutti giorni al suo paese, pel giorno in cui sparir dalla scena, in (D E C ESARE, Il conte Giuseppe Greppi, cit., p. 234).
2192 A E, Carte Robilant. soltanto alla luce di tutto il suo modo di pensare che qui si cerca di lumeggiare che possono essere rettamente intese le dichiarazioni del Robilant stesso S davvero sarei autoritario, coi miei colleghi, col Parlamento, e col Paese... (l. a Umberto I, 27 giugno 1885; A E, Carte Robilant; S ALATA, Corriere della Sera, 7 agosto 1926; R ICHELMY, La Triplice e gli ambasciatori italiani a Vienna, l. c., p. 300), le quali, altrimenti, potrebbero farlo accostare a torto ad un Bismarck o ad un Crispi. 2193 Episodio molto commentato (cfr. C HIALA, Pagine, II, p.43). 2194 Del resto al giorno doggi i destini dEuropa stanno nelle mani del solitario di Varzin che fa manovrare uomini e cose a seconda della maggiore o minore giornaliera eccitazione dei suoi nervi, incalcolabile dunque lavvenire Robilant a Corti, 3 marzo 1880 (AE, Carte Robilant).

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2195 L8 settembre 1884, il Robilant scrive al Corti Bismarck sta odiando, come sa odiare lui, Gladstone, cio sino oltre la tomba (ib.). Che era giudizio esattissimo: cfr. E YCK, op. cit., III, p. 408, e sul Bismarck odiatore, ib., p. 14. 2196 Nella lettera al Greppi del 4 dicembre 1884 Lo scopo a cui Bismarck mirava era di ridurci allimpotenza; non lo si voluto capire allorch si era in tempo, ora lo scopo raggiunto e ci si tratta come limone spremuto (in D E C ESARE, Il conte Giuseppe Greppi, cit., p. 234). 2197 15 gennaio 1885 (AE, Carte Robilant). 2198 Cos l8 settembre 1884, proprio prima del convegno di Skiernevice a cui egli non voleva dare unimportanza massima, diceva al Corti: Il fatto per me capitale fu la chiamata di Klnoki a Vrazin per udirvi il Verbo e conformarvisi. In quel convegno vennero poste le basi di granito della politica europea fino acch Bismarck dura, tutto il rimanente non che accessorio. 2199 Il 2 settembre 1886 scrive al Corti Mi riuscirono grate le tue felicitazioni per la mia assenza dai vari convegni, ove pi o meno si prepararono i bei fatti che si verificarono test [in Bulgaria], e che probabilmente avranno ancora peggior coda. Come ben avrai capito mi sarebbe costato di alzar un dito, anzi di non far il sordo; ma mi applaudisco grandemente dellosservata riserva e della resistenza da me opposta a chi [Launay] forte della sua vecchia esperienza mi spingeva a non lasciar sfuggire loccasione di uno scambio di idee col pro tempore padron del mondo! (ib.). Sulle insistenze del de Launay, perch il Robilant si incontrasse col Bismarck, cfr. C HIALA, Op. cit., III, p. 468 sgg.; C RISPI, Politica estera, p, 213; S ALVEMINI, La politica estera dellItalia, cit., p. 72. 2200 Per queste campagne di stampa Cfr. B LOW, Memorie, IV, Pp. 510-11 (estate 79, per vincere le resistenze di Guglielmo I allalleanza austro-prussiana) 2201 l. p. Robilant a Corti, 8 febbraio 1879 (AE, Carte Robilant). 2202 Il 12 luglio 1887 scrive al Greppi: Crispi ... intanto ha acquistato il predominio assoluto da quasi dittatore del paese. Giustizia vuole che io dica, che di questo stia forte potere egli fa, sino ad ora, ottimo uso, reggendo egli la cosa pubblica

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con quella ferrea mano, che da tanto tempo non si faceva pi sentire (in D E C ESARE, Il conte G. Greppi, cit., p. 244). 2203 Per un momento ho avuto paura di un Ministero Crispi non per le conseguenze che un tal fatto avrebbe in ordine alla mia persona, ma unicamente pel danno immenso che ne toccherebbe al Paese nostro che gi durammo tutti tanta pena a ricondurre sulla buona strada; ma ora che ho sottocchio discorso testuale di quel Tribuno [di Palermo, del 18 novembre 1883: Scritti e discorsi politici di F. Crispi, cit., p. 536 sgg.] per quanto ha tratto alla politica estera, non posso pi ammettere che il re ed il Paese sopporterebbero che chi si lasci sfuggire quelle malsane ed insensate elucubrazioni possa afferrare il potere per sciupare unopera che tal volta parmi ancora impossibile si sia riuscito a compiere in mezzo a tutte le difficolt in cui ci trovavamo impigliati. (Al Corti, 25 novembre 1883; AE, Carte Robilant), 2204 Robilant a Tosi, 3 agosto 1882: Quelluomo [Crispi] vuol far parlar di s, ed io temo molto che se al riaprirsi della Camera il Depretis va gi, sii lui che ne raccolga la successione, ci sarebbe proprio fatale, ci sarebbe di che disperare delle sorti dItalia (ib.). 2205 Robilant a Corti, 10 luglio 1887: Certo chegli [Crispi] uomo di molto valore e che non vi ha pericolo si lasci prendere la mano dalla piazza; ma quando sar lui padrone assoluto potrebbe anche far correre dei seri pericoli alla nave dello Stato, poich i colpi di testa sono sempre a temersi con un uomo del suo carattere. Alcuni vorrebbero che Crispi si unisse a Robilant per affrontare lui le burrasche interne, lasciando a me di cavarmela allestero. Ma a tal soluzione si oppongono due difficolt gravissime, anzi insormontabili la prima che Crispi osi gettare il guanto in faccia ai Radicali venendo a cercare me. La seconda che io ricercato, mi associ ad un uomo che non sa, e non pu che dominare (ib). Nuovamente, l11 novembre al Corti: Sono colpi alla Crispi [il richiamo, brutale nelle forme, dello stesso Corti da Londra], e ben altri ne vedremo, poich quelluomo dincontestabile ingegno fu e sar sempre vittima dei suoi colpi di testa (ib.). Pi benevolo, il giudizio in lett. 20 novembre, sempre al Corti: LItalia attraversa un momento assai difficile. La situazione del Crispi presenta molti pericoli, ma al tempo stesso assai forte, nessuna sapendogli vedere un successore. Daltronde gli uomini della sua tempra non

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si lasciano facilmente sbalzare dal seggio; occorrerebbero per ci eventi che tutti dobbiamo augurarci Dio tenga lontani dalla Patria nostra. Il suo peggior avversario il suo carattere, ma c da credere che riuscir a vincerlo (ib.). 2206 Robilant a Corti, 8 aprile 1881 (ib.). A sua volta, com noto, Crispi era avverso al Robilant. Una volta, nella questione con la Colombia, trov che il Robilant proprio lui! non aveva saputo tutelare gli interessi italiani, anzi li aveva piuttosto compromessi con proposte inadeguate e con unassenza di dignit ed energia (ad Alberto Pisani Dossi, 20 agosto 1886; ACR, Arch. Pisani Dossi, busta 1, fasc. 1). 2207 Marselli a Robilant, 7 gennaio 1873 (ib.). Questa lettera, assai interessante, tutta un violento sfogo contro il dormire di tutti in Italia, proprio mentre i nostri possibili avversari non se ne stanno con le mani alla cintola. I presentimenti del Marselli sono oscuri, oscurissimi. Stesse idee in altra lettera del 25 marzo 73: dei miei presentimenti, tremo. Mi arrovello sempre sulla questione se noi siam vecchi o se siamo giovani con grande avvenire dinanzi (ib.). Cfr. qui sopra p. 159, n. 81. 2208 Non che il Robilant non avesse avuto proprio nessun rapporto con il Cavour: ne ebbe anzi personali istruzioni, sia nellautunno del 1858, al momento della missione dellAngrogna a Berlino, Pietroburgo e Mosca, sia nel marzo 1861, prima di recarsi a Napoli. Per il Robilant, Cavour era il pi grande uomo che lItalia avesse avuto (cfr. Notizie storiche sulla famiglia Nicolis ed in particolare sul conte Carlo Felice Nicolis di Robilant, raccolte e pubblicate dal figlio conte Edmondo, Venezia, 1929, pp. 16 e 18. E anche S ALATA, nel Corriere della Sera del 7 agosto 1926). 2209 Cfr. il giudizio che ne d alla regina Margherita (Lettere fra la regina Margherita e Marco Minghetti, cit., p. 209). 2210 Minghetti a Robilant, 30 dicembre 1882 (AE, Carte Robilant). 2211 Minghetti a Luzzatti, 12 agosto 1886 (L UZZATTI, Memorie, II, p. 263). 2212 Al Corti, 24 agosto 1887 (AE, Carte Robilant). 2213 Da noi tutto questione personale, linteresse, lonore del Paese un nulla al Corti, 11 aprile 1879 (AE, Carte Robi-

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lant). E nuovamente il 21 febbraio 1880, sempre al Corti: da noi... tutto niente a fronte del partito che ad ogni costo deve mantenersi al potere anche a malgrado una generale dgrangolade (ib.). 2214 Cfr. anche E. P ESCE Ruggero Borghi, in Civilt Moderna, III, 1931, p. 280-81. 2215 Per gli scoraggiamenti del Sella disgustatissimo fino alla nausea, del Lanza, che vedeva crescere il caos e buio lavvenire, e del Visconti Venosta, cfr. L UZZATTI, Memorie, cit., II, pp. 89, 106, 176, 223. Per il Luzzatti stesso, pp. 98, 103. Per il Ricasoli, Lettere e documenti, X, p. 421. Nel 1882, il Visconti Venosta dichiarava allamb. austriaco, Wimpffen, che par excs de Parlementarisme le Gouvernement nest plus que le comit excutif de la Chambre (r. Wimpffen, 17 febbraio 1882; SAW, P. A., XI/92, n. 10 B). 2216 Cos il Minghetti lumeggiava il trasformismo del Depretis al Robilant nella lett. cit., del 30 dicembre 1882. 2217 Questo carattere fondamentale della storia politica italiana stato acutamente segnato dallO MODEO, Lopera politica del conte di Cavour, cit., I, p. 144. 2218 Corti a Robilant, 20 marzo 1877: Per me credo che ci che pi desiderabile nellinteresse del paese, che si formi un gran partito nel centro sotto legida del Sella, il quale sia libero dagli elementi usati della Destra, e respinga apertamente gli ultrademocratici; e il Robilant gli risponde il 25: Ritengo io pure che il rimedio sii quello che tu mi indichi, ma credo poco alla sua attuazione per ora (AE, Carte Robilant). 2219 Robilant a Corti, 11 aprile 1879: Il Sella in cui ho lungamente sperato si mostra esso pure da qualche tempo al disotto del compito che gli spetterebbe e quindi cerco invano la stella in cui fissar lo sguardo (AE, Carte Robilant). E cfr. B ORGHI, Programmi politici e partiti, Opere, I, Firenze, 1933, p. 224. Ma Sella scriveva il Corti al Robilant il 20 marzo 77, dopo un colloquio col biellese, Sella crede assai poco allavvenire del partito che supposto dirigere ed il partito si diffida di lui. 2220 Cos il L UZZATTI, Memorie, II, p. 103.

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2221 ... le intenzioni di Depretis sono ottime, faccia Iddio che egli abbia la forza di tradurle in atto. Robilant a Corti, 16 dicembre 1882 (AE, Carte Robilant). 2222 ... abbiamo bens una maggioranza, ma forte non lo siamo: il Depretis fu sempre sommo negli espedienti, abilissimo, s, ma forte no, e tanto meno lo oggi colla grave sua et e cogli acciacchi al Corti, 30 maggio 1886. E il 16 marzo 1887, allo stesso: ... il peggior male... si la pessima salute ed anche la senilit del Depretis! (ib.). 2223 Del resto noi non facciamo politica estera, non facciamo che della politica interna, anzi dellalchimia parlamentare Robilant a Corti, 16 ottobre 1880. E nuovamente in altra lettera del 21 luglio 1884, allo stesso lalchimismo parlamentare domina ogni cosa e primeggia su ogni altra considerazione (ib.). E al Greppi, il 5 settembre 1884: lItalia pi isolata che mai, comera prevedibile poich col parlamentarismo che sgoverna in Italia, impossibile fare una politica estera... conseguente. Sono anni che non mi stanco dal predicare la seriet, ma la mia voce soffocata dal chiasso di Montecitorio (D E CESARE, IL conte G. Greppi, cit., p. 234 e cfr. anche pp. 236 e 239). 2224 L8 febbraio del 77, comunicando al Corti voci di prossimi rimpasti ministeriali, commentava: La matassa si arruffa pi che mai, e noi scegliamo precisamente questi momenti per darci il lusso di una crisi che pu imprimere un mutamento quasi radicale nella nostra politica estera. Ti accerto che parlo con riguardo della Turchia sempre per timore di odiosi confronti. Basta, Iddio ce la mandi buona (AE, Carte Robilant). E il 27 dicembre dello stesso anno, dopo luscita del Melegari dal ministero, commenta, sempre con il Corti ... in tutto ci c pi da piangere che non da ridere. In un momento come questo, darsi il divertimento di una crisi, e ci senza una ragione, un concetto qualsiasi, questione di persone, di consorterie sempre, s proprie di consorterie (ib.). E si rammenti lironico commento del Times, nel 1869, sulla vita parlamentare italiana: Uninterpellanza, una crisi ministeriale e un esercizio provvisorio; poi da capo, una crisi ministeriale, un esercizio provvisorio ed uninterpellanza! in J ACINI, Sulle condizioni della cosa pubblica in Italia dopo il 1866,. cit., p. 21. 2225 ... purtroppo difficile sperare colle condizioni nostre interne, si possa fare della sana politica allestero. Anzitutto converrebbe dare unintonazione generale uniforme, di cui la

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necessit si fa vivamente sentire: poich a cosa serve chio mi adoperi qui a riavvicinare i due paesi, mentre... a Bukarest chi rappresenta il governo italiano [Tornielli] si direbbe non si fa altro studio se non di metterci male collAustria. Lavverto caro collega che la mia pazienza da molti anni messa a ben dura prova, e che se io non fossi stato sorretto fin qui dalla mia devozione al re ed alla patria, avrei smesso da assai tempo dal far un mestiere in cui ebbi a pungermi a troppe spine al Nigra, 2 luglio 1881 (AE, Carte Robilant). E pi tardi: ... sono arcistuffo di quella prolungata navigazione senza bussola che sta facendosi sistema da noi al Corti, 31 luglio 1885 (ib.). 2226 ... nessuno ci bada in Europa, poich le circostanze hanno fatto s che il Gabinetto di Roma gode di un effacement che non potrebbe essere pi completo. Le relazioni diplomatiche esigono anzitutto stabilit ed un uomo anche mediocre alla direzione degli Affari Esteri d pi forza alla voce del suo Paese nei Consigli dellEuropa di quanto possono riuscire a dargli una successione di uomini anche di preclaro ingegno al Corti, 17 agosto 1876 (AE, Carte Robilant). Il 4 dicembre 1878, pure al Corti: in faccia allEstero lItalia non esiste gi pi; e il 22 maggio 1879, allo stesso: ... abbiamo ben si pu dire perduto ogni considerazione in Europa e non ce naccorgiamo, ci dimeniamo maledettamente quasi fossimo noi padroni della situazione (ib.). 2227 Al Nigra, 11 febbraio 1887 (A RCH . D E V ECCHI; AE, Carte Robilant). Gi pubbl. in S ALATA, Corriere della Sera, 7 agosto 1926. 2228 Cfr., p, es., lo Artom allAmari, 7 febbraio 1882 (Carteggio di M. Amari, III, p. 353). 2229 D.D.F., serie 1, III, pp. 385-86. Che questo non fosse solo un momentaneo sfogo di fronte al timore di vedere la Francia umiliata a Tunisi, dimostrano successive e non dissimili dichiarazioni, nel settembre 1881, cio dopo il trionfo a Tunisi (ib., IV, p. 111). 2230 P. C AMION, Correspandance, I, cit., p. 131. 2231 C APPELLI, 1. c., p. 392. 2232 Della bekannten Empfindlichkeit del Robilant parla lo Haymerle (r. 13 ottobre 1877, n. 61b, conf.; SAW, P. A., XI/86).

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2233 Ma ai nostri grandi Patrioti doggi tutto ci poco importa, il loro ideale si il sistema che fiorisce nelle repubbliche dellAmerica del Sud, e bene avviati come il siamo non tarderemo a raggiungere quella desiderata meta al Corti, 4 dicembre 1878 (AE, Carte Robilant). Allo stesso, 22 maggio 1879: Il peggio si che il Paese non mi par suscettibile di un risveglio. Siamo caduti in uno stato ispanico colli differenza a nostro danno che non ci troviamo nelle felici condizioni geografiche degli Iberici, ed inoltre che quei nostri fratelli in razza latina possiedono virt che pur troppo fanno difetto alla massa degli Italiani (ib.). 2234 Lespressione vecchia imbellettata di Antonio Scialoja in una lettera al Luzzatti del 73 (L UZZATTI, Memorie, I, p. 358). 2235 Robilant a Corti, 31 luglio 1885: Indubbiamente c del marcio in Italia, ma vi ha pure del buono molto, il Paese si muove e lavora e di meglio non richiederebbe che di essere ben governato, locch non sarebbe poi risultato irrealizzabile. Splendido oltre ogni dire fu ieri il varo della Morosini ed anche per chi poco chauvinista, come lo sono io, cera di che insuperbirsene (AE, Carte Robilant). 2236 Che si fa nel paese? Apparentemente poco; ma in fondo ferve una certa vita nuova economica ed intellettuale... Una certa smania di studiare, dimparare il tedesco si destata. Un po di nausea della politica arcadica si svegliata. E nella nuova generazione si disegnano qui e l... aspirazioni virili e spunta la fede nelle grandi cose Marselli a Robilant, 13 gennaio 1872 (ib.). 2237 Una questione grossa. La decadenza del regime parlamentare, in Opere, I, cit., p. 310. E si veda anche la prolusione, improntata ad ottimismo, dello Z ANICHELLI, nel 1885, su Le difficolt del sistema rappresentativo-parlamentare (in Studi politici e storici, cit., pp. 91 sgg., 106, e cfr. anche Il partito liberale storico in Italia, ib., p. 218 sgg.). 2238 Cos, felicemente, il Bonghi (in A LATRI, Bonghi e la vita politica italiana, cit., p. 176). 2239 Mi sia lecito rimandare qui, al mio scritto Del Principe di N. Machiavelli, Milano-Roma-Napoli, 1926, passim. 2240 V OLPE, Italia moderna, cit., I, p. 263; D ELLE P IANE, Liberalismo e parlamentarismo, cit., pp. 22 sgg. (non mi par per possibile interpretare il passo dei Bonghi, I. s., p. 324,

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come lattesa di un uomo di genio: il Bonghi parla infatti delleffetto per lo pi poco durevole, arrecato dalluomo di genio che ha afferrato il timone dello Stato. Sullatteggiamento antipersonalistico del Bonghi cfr. invece A LATRI, I. c.). 2241 Il quale scriveva al Robilant, il 6 dicembre 1881: Non mai come ora lItalia avrebbe bisogno di uno di quegli uomini, de quali il Piemonte non ebbe difetto, e che in certe ore supreme hanno il coraggio di sfidar qualunque ostacolo, perch hanno la fede nel risultato benefico dellopera loro. In quella vece che abbiamo noi? Un paese indifferente, una Camera stanca e scettica, un governo tentennante, il quale si prepara a logorarsi intorno allo scrutinio di lista. Oh Dio! (A E, Carte Robilant). Soltanto, il Marselli andava assai pi in l del Robilant, e voleva i metodi bismarckiani. 2242 D ELLE P IANE, op. cit., p. 23. E cfr. lo scatto di Michele Amari: Sarei pronto, almeno nel malumore che ho in questo momento, a fare un baratto del suo tiranno [Bismarck] co miei arruffoni; dico della Camera dei deputati e degli idoli che essa ha creati, e ne spezza uno ogni sei mesi per poi rincollarlo e metterlo di nuovo sugli altari... Hanno perduto anco il pudore, poich dicono in pien Parlamento che il tale o tal altro provvedimento necessario al partito, come se si trattasse di questo, e non dellItalia!. Allo Hartwig, 7 luglio 1879 (Carteggio, II, p. 246. E cfr. anche II, p. 293 e III, p. 348). 2243 Robilant a Corti, 11 aprile 1879, gi cit.: Da noi tutto questione personale, linteresse, lonore del Paese un nulla. E proprio non c che dire, manchiamo completamente duomini o per meglio dire di Un uomo. E il 3 luglio 1880, sempre al Corti: ... alla Destra non c da pensare, manca lUomo (AE, Carte Robilant). 2244 Robilant al Corti, 3 marzo 1880 (ib.). 2245 Il 18 dicembre del 78, in un momento pure da lui ritenuto gravissimo, affermava al Corti, discutendo sulla formazione del nuovo ministero dopo le dimissioni di quello CairoliZanardelli: A riguardo poi di una formazione extra parlamentare anzitutto non ne vedrei la necessit n lopportunit (ib.). 2246 Nella lettera in cui auspica un gran re e un gran ministro, che sappiano dominare il Parlamento e riformare leducazione morale degli Italiani, il Lanza osserva che senza que-

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steducazione, lItalia non si rilever dal marasma che la consuma, rimarr una nazione fiacca, gracile e sbattuta da tutti i venti, ossia dalle passioni violente di qualche individualit audace o astuta (Le carte di G. Lanza, cit., X, p. 392;C AVALLI NI , Op. Cit., II, p. 202). Lanza riprende il motto dazegliano fare gli italiani. 2247 Questo stato danimo miracolistico e in s abbastanza contraddittorio, stato perfettamente colto dal C ROCE, Storia dItalia, cit., p. 176. 2248 Si veda lacuta analisi del V OLPE, Op. cit., I, p. 262 sgg. 2249 Nella lett. al Mazzini (Scritti e discorsi politici, cit., 352). 2250 Per il Marselli cfr. C RISPI, Carteggi politici inediti, cit., p. 429; per lAmari, Carteggio, II, p. 305 e anche 309. 2251 Cfr. infatti gi nel T URIELLO, Governo e governati in Italia, cit., 1 ed., II, p. 328 sgg. E accenni non dubbi anche nella commemorazione del Lanza fatta dallo Spaventa nellaprile 1882, La politica della Destra, cit., pp. 125-26. Certo lo Spaventa non era un vagheggiatore di uomini forti; ma la sua critica alla Corona, fatta apertamente responsabile della degenerazione politica, perfettamente conforme alle critiche del Robilant e a quelle del Bonghi (cfr. R USSO, Francesco De Sanctis e la cultura napoletana, cit., pp. 269-70; R OMANO, Silvio Spaventa, cit., p. 249 sgg.). Diversa profondamente invece la posizione del Turiello, il quale, invocando un uomo che apparisse franco, risoluto ed autorevole sulla scena politica, ed intendesse da s quello che il popolo saspetta dal governo allude apertamente ai due uomini che lItalia ha dato due volte in questo secolo ad una nazione vicina, ai due grandi di nome e sangue italiano che in questo secolo han rivelata due volte la Francia (1. c.). Il richiamo alle dittature napoleoniche significativo. 2252 F ARINI, Diario, I, pp. 218 e 222. 2253 AE, Carte Robilant. 2254 Cfr. D ELLE P IANE, op. cit., pp. 64-65, 90-91; F ARINI, Diario 1898 (II), in Nuova Antologia, aprile 1950, p. 373. 2255 Dichiarazioni di Umberto I allamb. austriaco, Wimpffen, il 24 giugno 1881: Le Roi ma dit quon peut ramener toutes les questions des intrts personnels et surtout des mobiles dargent. Il nen excepte, aucunement laffaire de Tu-

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nis et les agitations qui sy rattachent. A son avis elles nont t que des prtextes pour les passions individuelles et au fond personne ny pense plus srieusement depuis que la question a t rsolue par des faits accomplis quon peut regretter mais auxquels il ny a plus rien changer. Le Roi a fait trs bon march de Ses ministres auxquels il naccorde aucune confiance, mais Il a t particulirement svre pour Monsieur Depretis. Monsieur Depretis me dit Sa Majest est habile mais il ne vit que de compromis et de concessions et en le voyant je ne sais jamais quel nouveau mensonge il va me dbiter (l. p. Wimpffen, segreta, 24 giugno 1881; SAW, P. A., XI/91). Sette mesi prima, aveva fatto, invece, molti elogi del Depretis, di cui si diceva completamente sicuro (r. Wimpffen, segreto, 26 novembre 1880, ib., XI/90, n. 75 A). 2256 ... vorwiegend fatalistischen Zug im Charakter des Knigs Humbert (r. Wimpffen, 1 aprile 1881, ris.; SAW, P. A., XI/91, n. 16 A). La regina dimostra weit mehr Muth. E gi nel r. cit., del 26 novembre 1880, il Wimpffen notava che il re vede molto chiaramente quale sia la situazione interna dellItalia (agitazione repubblicana), ma che, non trovando n in s, n nel governo la forza e la volont di porvi rimedio Il sabandonne au courant et laisse aller les choses, en aimant dire, comme Il le fit aussi envers moi, quIl est un philosophe. 2257 Cfr. B ORGHI, Lufficio del Principe..., in Opere, I, p. 520. Anche il Visconti Venosta sin dall82, lamentava la passivit, la mancanza di fiducia in se stesso del re (r. Wimpffen, 17 febbraio 1882; SAW, P. A., XI/92, n. 10 B, cit.). 2258 Lo stesso Farini trovava che il re avrebbe dovuto muoversi di pi, visitare pi spesso le caserme: egli peccava da un lato, mentre Vittorio Emanuele II aveva peccato per il difetto apposto: voleva fare troppo (Diario Farini, MRR, sub 14 febbraio 1898. E s che il Farini era di coloro per i quali valeva il nihil de Principe. 2259 Nella Commemorazione del Lanza, dello Spaventa. 2260 C AVALLINI, Op. cit., II, p. 202. Ne Le carte di G. Lanza, X, p. 392, invece di re ci sono dei puntini. 2261 Aveva visto bene il Jacini, quando rifiutava con sdegno i primi sussurrii, gi dopo Mentana, sulla necessit, per salvare lItalia, di un colpo di Stato che abolisse lo Statuto e insediasse la dittatura regia. Questo era un rimedio da maniscalco di

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campagna il quale non sa far altro che recidere il membro ammalato, perch ignora larte di guarirlo, conservandolo intatto, Sulle condizioni della cosa pubblica in Italia, cit., pp. 79-80. 2262 ... vous soupirez aprs la tranquillit. Je crois fort ais de lobtenir; mais la conserver avec la libert, voil ce qui me parot difficile... Le repos et la libert me paroissent incompatibles; il faut opter (Considrations sur le gouvernement de Pologne, c. I; Oeuvres compltes, ed. cit., p. 356). 2263 Minghetti a Robilant, lett. cit. del 30 dicembre 1882. E cfr. anche la vera requisitoria dello Zanichelli contro i radicali (Studi politici e storici, cit., p. 175 sgg.). 2264 Cfr. C HIALA, Pagine di storia contemporanea, cit., III, p. 411; e anche DE M OY, Op. cit., p. 225: si sentiva in lui un certo disdegno da gran signore che nuoceva alla sua popolarit. 2265 Io, signori, non faccio sentimentalismo di sorta in politica. Intendo di fare la politica degli interessi e della dignit del mio paese, ma allinfuori di questa, non sono legato n da pregiudizi n da sentimenti (A. P., Camera, p. 16107). Proprio questa frase offr motivo al Baccarini per accusare il Robilant di intendimenti reazionari (e laccusa era cervellotica davvero): se dovessi prendere alla lettera le sue impressioni, dovrei dire che si rialza la bandiera sulla quale sta scritto Dieu et mon droit. Cfr. sullepisodio e le sue conseguenze, sino alla rettifica del Finali, C HIALA, op. cit., III, pp. 420-22. 2266 Marselli a Robilant, 17 novembre 1873: Il conte Manzoni... mi diceva che nella diplomazia si sparla sempre di tutti coloro che chiamano intrusi ma che per Lei si fa uneccezione (AE, Carte Robilant). 2267 Artom a Nigra, 11 maggio 1871 (AE, Carte Nigra). Invece, Francesco Giuseppe aveva fatto sapere al governo italiano che avrebbe gradito la nomina del Robilant (C APPELLI, 1. c. p. 391). A volerlo a Vienna, furono il Lanza e il Visconti Venosta. 2268 LOpinione, 22 giugno 1871 (La diplomazia italiana). Gli argomenti addotti erano due: la nessuna prova che si aveva delle attitudini diplomatiche del Robilant, e lingiustizia che si sarebbe commessa promuovendo di colpo a ministro plenipotenziario di 1 classe, anzich di seconda, un maggior generale. La nomina avrebbe potuto sollevare malcontento nel corpo diplo-

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matico. uno dei casi in cui pi agevole scorgere i legami fra il Dina e lArtom, giacch questi, in altra lettera al Nigra del 19 giugno, osservava che con la nomina del Robilant non vera pi alcun posto vacante nel ruolo diplomatico, ed era quindi impossibile concedere alcune promozioni richieste. Privatamente poi il Dina trovava che quella nomina era uno sproposito (Carteggio politico di M. Castelli, II, p. 504). 2269 Cos lo definisce il G IOLITTI (Memorie, cit., I, p, 20). 2270 Il 31 maggio 1872 invi improvvisamente le dimissioni al re, allinsaputa dei colleghi di Ministero, perch, mentre egli rispondeva a Nicotera, alla Camera, la Destra non era stata abbastanza silenziosa, e perch trovava che la Destra gli dimostrava malevolenza. Le ritir poi, anche per le pressioni del Sella (cfr. Le carte di G. Lanza, cit., VIII, pp. 171-72). Il retroscena fu svelato al Fournier dal Visconti Venosta, che tracci in quelloccasione un profilo del Lanza nel senso sopra riferito. Lanza un presidente del Consiglio peu conciliant dans les dtails de la vie (r. Fournier, 6 giugno 1872, conf. n. 24; AEP, C. P., Italie, t. 385, f. 131 sgg,). 2271 Cfr. S PAVENTA, La politica della Destra, cit., pp. 112-13 e 127-28; G. M ASSARI, Uomini di destra, Bari, 1934, pp. 115 e 140; F. F IORENTINO, Ritratti storici e saggi critici, Firenze, 1935, pp. 277-79. Indubbiamente eccessivo lelogio del B OR GHI , che egli fosse luomo di Stato pi compiuto dellItalia dopo il Cavour, bench a gran distanza dal Cavour, Ritratti e Profili di contemporanei, I, (Opere, IV), Firenze, 1935, p. 414. 2272 Bisogna collocarsi sopra un buon terreno, stabilire buoni accordi di vicinato, e poi se il vicino non vuole trattare, peggio per Lui. Noi rimarremo tranquilli senza molestarlo ed attenderemo che al vicino ritorni la calma e colla calma luso della ragione. Tutta la difficolt sta nel fare persuaso il popolo romano e la maggioranza del Parlamento essere questa la linea politica da seguire a Gabrio Casati, 27 ottobre 1870, in Q UIN TAVALLE , La conciliazione fra lItalia ed il Papato..., cit., p. 587. 2273 I moderati di Napoli consideravano il Sella per un ministro puramente e semplicemente di Sinistra (La Perseveranza, 29 aprile 1871). Cfr. anche P ETRUCCELLI DLLA G ATTINA, Storia dItalia, cit., p. 158. Secondo il G IOLITTI (Memorie), cit., I, 35, nel 1873 il Perazzi aveva consigliato al Sella di passa-

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re alla Sinistra, dato chegli rappresentava idee pi avanzate del resto della Destra ecc. 2274 Minghetti mentore e Visconti Venosta allievo: cos li definisce il ministro austro-ungarico a Firenze, Kbeck (l. p. Kbeck al Beust, 23 dicembre 1870; SAW, P. A., XI/76; e gi nella 1. 12 novembre cit.). 2275 Basti lesempio narrato dal Giolitti: il quale, durante le discussioni parlamentari, stava in tribuna, pronto ad accorrere ad un segnale del Minghetti, presidente del Consiglio e ministro delle finanze (un foglio rosso alzato), nel suo studio di presidente; al Minghetti forniva allora i dati tecnici necessari, e su di essi il Minghetti, rientrato in aula, svolgeva subito un bel discorso (op. cit., I, pp. 21-22). 2276 Il giudizio del Bacchelli sul Minghetti: lo statista forse meno energico ma pi sensibile fra quelli del Risorgimento (Il Diavolo di Pontelungo, p. 265), per la parte negativa ha il suffragio quanto mai autorevole e pi spicciativo e icastico del conte di Cavour stesso. Ercole Oldofredi, che del Cavour era stato intimo, scriveva al Nigra, il 14 giugno 1875: Il Minghetti uomo di maggior talento [del Farini] ma si destreggia troppo, e poi, come diceva Cavour, al a nen dc... [ non ha c... ]. A parole, colla facile parlantina vince tutti: a fatti gli tremano i polsi (A RCH . D E V ECCHI). 2277 Parte della stampa francese lo battezz prussofilo e gli fu avversa, quando costitu nel 73 il suo ultimo ministero (L UZZATTI, Memorie, cit., I, p. 361). 2278 Fin alla Camera indulgeva alle attrattive mondane: cfr. lepisodio narrato dal F ALDELLA, Il paese di Montecitorio, cit., p. 234. 2279 Cfr. P ETRUCCELLI DELLA G ATTINA, Storia dItalia, cit., pp. 177-78; L IPPARINI, Minghetti, cit., I, p. 254. 2280 Questo europeismo culturale del Minghetti, che lo faceva simile agli Italiani cari a Federico il Grande, quel che pi colpisce il Ranke, nel suo colloquio con lo statista bolognese il 26 settembre 1873, a Berlino (Tagebuchbltter, in Smtliche Werke, 53/54, Lipsia, 1890, p. 599). Cfr. L. B IANCHI, Una visita di Minghetti a Ranke, in LArduo, gennaio-dicembre 1923, pp. 156-57.

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2281 B ORGHI, Ritratti e profili di contemporanei, cit., I, pp. 289-291. 2282 Il 22 ottobre 1870, in un momento di contrasti grossi in seno al Ministero per la questione del trasferimento della capitale a Roma, il Minghetti scriveva al Visconti: Tu devi restare al Ministero ed imporre le tue opinioni agli altri. Vorrei che la facessi un poco alla Bismarck (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Era proprio ci che il valtellinese non avrebbe mai fatto, ed era incapace di fare! 2283 G UICCIOLI, op. cit., I, pp. 267-68 (una variante in L UZ ZATTI , Memorie, cit., I, pp. 306-307). Non sar inutile avvertire che il lavoro del Guiccioli fu corretto nel cap. VIII e nel cap. IX del I vol. (sugli eventi dellestate 1870), rimpastato dal Guiccioli tenendo conto delle conversazioni avute insieme e di nuovi schiarimenti fornitimi dal Malvano circa ai negoziati Vitzthum (Guiccioli a Visconti Venosta, 2 marzo 1885, inviandogli nuovamente il manoscritto, ora ritoccato; A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). Circa le pressioni del re sul Sella minacce lusinghe promesse appena credibili. Ingiurie, cfr. gli appunti del Sella stesso pubbl. da P. S ELLA, Quintino Sella nellAgosto del 1870, Milano, 1928 p. 3. Da questi appunti risulta anche che il 30 luglio il Consiglio dei ministri aveva deciso lintervento a lato della Francia. Solo Sella e Covone avevano votato contro. Sella sera dimesso allistante: allora, sera sospesa ogni cosa, non registrando neppure la deliberazione, dichiarandosi se ne sarebbe riparlato (p. 4). Secondo il Guiccioli (I, p. 277) si sarebbe trattato di mediazione armata dellItalia, non ancora di un intervento aperto a fianco della Francia. 2284 R OTHAN, LAllemagne et lItalie, II, p. 80; E. B OUR GEOIS -E. C LERMONT , Rome et Napolon III, Parigi, 1907, pp. 332 e 334; C OGNASSO, Vittorio Emanuele II, cit., p. 367. Vittorio Emanuele lo ripet al de Launay ancora nel 71: Nous lavons chapp belle l. p. n. 2 de Launay al Visconti Venosta, 10 febbraio 1873 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2285 Il re, Cialdini, Menabrea e altri erano infatti sicuri della vittoria francese sino al 6 agosto (G UICCIOLI, Op. cit., I, pp. 259 e 286). Nel prevedere la vittoria della Prussia erano pochissimi: Sella, Marselli, Bonfadini e pare anche Luzzatti (L UZZATTI, Memorie, I, p, 307), Il bello si che dopo il Venti Settembre Vittorio Emanuele rimprover Sella di non averlo saputo persuadere in tempo della vittoria tedesca; i avri pd

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ranch quaich cosa!. Sella ne fu molto colpito, e disse di aver compreso solo allora quale differenza corresse tra il modo di concepire del re ed il suo (P. S ELLA, op. cit., p. 6) 2286 T AVALLINI, Op. Cit., II, pp. 40-41; C ASTAGNOLA, Diario, p. 33; C ADORNA, La liberazione di Roma, cit., p, 37. 2287 Questa missione di Vimercati [a Metz, agosto 1870] ebbe luogo a mia insaputa e dei Ministri tutti e dietro le nostre spalle, l. p. Visconti Venosta al Nigra, 30 luglio 1893 (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Secondo il Visconti Venosta, Vittorio Emanuele per scendere in guerra a fianco della Francia, voleva Roma ... forte di una concessione [di Napoleone III] il Re si impegna ad ottenere il consenso dei Ministri e, se non lottiene, a mandarli a casa, per la quale eventualit egli ha gi un Ministero fatto, che sarebbe stato, suppongo, un Ministero Cialdini o Menabrea. Quanto al Nigra, egli non vide n volle vedere il progetto di trattato portato da Vimercati a Metz: Rimasi estraneo a tutto quel negoziato che prevedevo inconcludibile (Nigra a Visconti Venosta, 30 aprile 1885; ib.). E cfr. gi il tel. del 14 luglio del re al Visconti Venosta: dans cette grave question... je ne voudrais pas me trouver embarrass par des obstacles ministriels (in M AYOR DES P LANCHES, l. c., p. 351). Invece, le trattative svoltesi durante il ministero Menabrea, nel 1868-69, il Visconti Venosta le aveva approvate pienamente: questo gli obbiett il Vimercati, rispondendo ad un rimprovero di colpevole leggerezza mossogli dal Visconti Venosta (l. p. Vimercati a Visconti Venosta, 29 agosto 1870; A RCH . C ASA R EALE, Corrispondenza Vimercati). 2288 Lamentando col fratello Giovanni, il 18 aprile 1878, le indiscrezioni del principe Napoleone e del duca di Gramont sugli eventi dellestate 1870, il Visconti Venosta osservava che esse pongono in una situazione abbastanza spiacevole me e i miei colleghi del Ministero del 1870. Infatti noi potremmo facilmente mettere affatto in chiaro la nostra condotta, ma bisognerebbe scoprire il re Vittoria Emanuele e gli imbrogli che ci faceva dietro le spalle e che eravamo costretti fino a un certo punto, a tollerare, salvo poi il ripararvi colle resistenze nostre e del Parlamento. Se appena dunque sar possibile, io consiglierei di tacere (A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Sempre sugli stessi eventi in una lettera ad uno svizzero [Chenevrire di Ginevra] s. d. [1895] a proposito del chiasso fatto in

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Svizzera dalla pubblicazione del Nigra, Ricordi diplomatici, il Visconti Venosta diceva di aver taciuto per non aggravare la polemica et parce que je naurais p donner aux vnements leur vritable physionomie sans toucher un point dlicat, sans mettre en scne la personne du Roi et les relations entre le Roi et ses Ministres. Je crois quil y a des devoirs qui survivent aux fonctions quon a remplies (ib.). 2289 Limpratrice nous dteste et nous en donnera ainsi un nouveau tmoignage (recandosi a Baden e rimanendo cos assente da Berlino, al momento dellarrivo di Vittorio Emanuele) l. p. de Launay, 3 settembre 1873 (AE, Ris., 10). 2290 Quando il figlio Amedeo rinunci alla corona di Spagna, Vittorio Emanuele telegraf al Visconti Venosta da Napoli, il 12 febbraio 73: Tutto ci non mi insegna nulla di nuovo ma mi persuade sempre di pi che viviamo in un mondo cattivo (ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 6, fase. 10/C). 2291 Questa giusta fierezza cera, fuori dubbio. Cfr. la lett. ad Erminia Chisolfi, del 21 settembre 1870: ... la grande opera fu compiuta, il sogno dei secoli verificato. Sappiano gli italiani mantenersi degni delle loro glorie, delle loro fortune. Parla di giorno solenne per la Patria nostra: e la sua anima calma e la mente serena (in M ONTI, Vittorio Emanuele II, cit., p. 385, e cfr. A. M. G HISALBERTI, Introduzione alla storia del Risorgimento, Roma, 1942, p. 81, n. 1). 2292 R. B ALLERINI, Pio IX, Vittorio Emanuele II e Napoleone III. Ricordo storico del 1859-60, nella Civilt Cattolica, serie 14, vol. III, 3 e 17 agosto 1889, pp. 266 e 414. 2293 Cfr. la lettera di Vittorio Emanuele a Pio IX, il 13 febbraio 1852, in P. P IRRI S. J., Pio IX e Vittorio Emanuele II dal loro carteggio privato, I, cit., p. 95. Questo importante volume documenta bene come la politica ecclesiastica dei ministeri dAzeglio e Cavour fosse seguita contro voglia dal re: cfr. soprattutto la lettera del re al Papa del 9 febbraio 1855, con il poscritto che veramente uno strabiliante documento (p. 157). Per il cattolicesimo superstizioso del re e il suo timore di fronte al pensiero dei possibili castighi divini, cfr. H. DI DE VILLE , Victor Emmanuel, sa vie, sa mort. Souvenirs personnels, Parigi-Bruxelles, 1878, pp. 25, 27, 74, 77 n. 4; per i rimorsi, Rattazzi et son temps, II, p. 384. E cfr. anche laneddoto narrato dalla regina Margherita al F ARINI, Diario, cit., I, p. 91.

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Pettegolezzi; ma che trovano conferma come atteggiamento generale nei documenti e nei fatti. 2294 l. p. Fournier a Rmusat, 7 dicembre 1872 (AEP, C. P., Italie, t. 386, f. n. ma tra i ff. 189 e 190): Le Pape parle du Roi dItalie, le povero Vittorio en termes toujours affectuex et dit presque qu il ne pouvait pas faire autrement quil na fait. Ils sont en plus frquente correspondance quon ne le suppose, et le commandeur Aghemo, secrtaire du Roi, voit souvent le Cardinal Antonelli. Stesse dichiarazioni da parte del ministro di Portogallo presso la S. Sede, conte Thomar, allOldoini, nellestate 1871: Sua Santit parla sempre con affetto del re personalmente (r. Oldoini, conf., 25 luglio 1871, n. 145). Ancora nel 1877 lAghemo, che era infine riuscito a farsi ricevere dallo stesso Pontefice, dichiarava allamb. dAustria che Pio IX ntait pas aigri contre le Roi (Il est trop italien pour cela) (r. Haymerle, conf., 3 marzo 1877, n. 12 C; SAW, P. A., XI/85). 2295 Cos Vittorio Emanuele al ministro di Francia, Fournier, nella prima udienza (r. Fournier, conf., 26 marzo 1872, n. 2; AEP, C. P. Italie, t. 384, ff. 273-273 v.). Ivi: Il [le St. Pre] a aussi des mauvaises ttes qui lentourent: il y a des mauvaises ttes de toutes les couleurs. Perci, il re faceva pregar Pio IX che lo avvertisse, ogni qualvolta avesse un servigio personale da chiedergli; e di fatto intervenne pi volte per aggiustar faccende che stavano a cuore a Pio IX, anche se non erano faccende di rilievo politico (r. Haymerle, sopra cit.; e L UMBROSO, Vittorio Emanuele II e Pio IX..., cit., ne La Tribuna, 11 settembre 1911). Cfr. M ASSARI, op. cit., p. 538 sgg. e qui appresso. 2296 Nel 73 p. es., egli preg il ministro degli Esteri di evitargli lincontro con lo sci d Persia, che aveva espresso il desiderio di salutarlo a Torino nellestate: in quella stagione egli voleva dedicarsi alle sue dilettissime battute di caccia (tel. del capo-gabinetto Aghemo al Visconti Venosta, 24 giugno 1873; ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 6, fast. 10/G). E anche di fronte al ben pi grave problema del viaggio a Vienna e a Berlino, egli dapprima aveva preso tempo, dichiarando di aver assoluto bisogno di passare alcune settimane sulle Alpi. (Minghetti al principe Umberto, 5 agosto 73; t. e d. Visconti Venosta a Robilant, 10 e 28 giugno 73; BCB, Carte Minghetti, cart. 36 h). 2297 Nel luglio 1871 lintendimento di Vittorio Emanuele sembra soprattutto quello, dichiarando al Castelli, di sorveglia-

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re landamento dei partiti, dato che landata a Roma avrebbe dovuto portare ad un lavorio di trasformazione dei partiti: quindi, problemi di politica interna (Carteggio di M. Castelli, cit., II, pp. 510-511). 2298 Del tutto erroneo per quanto si afferma in Rattazzi et son temps, II, p. 408, dove si dice, riferendosi al febbraio del 71, che il re anche indirettamente ministro della Guerra non avendo Govone n autorit n iniziativa. Sta di fatto che da parecchi mesi ministro della Guerra era il Ricotti, succeduto al Govone, che si era dimesso sin dal 6 settembre 1870 (Le carte di G. Lanza, cit., VI, p. 71); e che la nomina del Ricotti il 7 settembre, aveva sollevate le ire di Vittorio Emanuele, che avrebbe voluto il gen. Bertol Viale (C ASTAGNOLA, Diario, p. 33). un pasticcio di M.me Rattazzi, che parla ancora, nel febbraio del 71, di rapporti diretti tra Vittorio Emanuele e Napoleone III (p. 407)!
2299 il giudizio dello Artom, che ne poteva parlare (E. A RTOM, op. cit. p. 222). 2300 Cfr. su questo fini osservazioni in Q UILICI, La borghesia, italiana, cit., p. 332 sgg. La monarchia sabauda dovette accettare il regime parlamentare perch vinta nel 48-49: H. M C G AW S MYTH, Piedmont and Prussia: The Influence of the Campaigns of 1848-1849 on the Constitutional Development of Italy, in The American Historical Review, LV, aprile 1950, p. 479 sgg. 2301 Il re nomina e revoca i suoi ministri. Cfr. C OGNAS SO , op cit., p. 374. Ed preziosa, al riguardo, la dichiarazione del re a Silvio Spaventa, nel dicembre 1862: Hai avuto torto di credere che io volessi formare un governo al di fuori del Parlamento: in ogni modo, non sarebbe stata una cosa cos incostituzionale, come pu parere a primo aspetto (S PAVENTA, Lettere politiche 1861-1893, cit., p. 43). 2302 O MODEO, Lopera politica del conte di Cavour, cit., II, p. 75. 2303 DI DEVILLE, Victor Emmanuel, cit., p. 86; C OGNASSO, op. cit., pp. 80 sgg., 370-71. 2304 Thiers si rivolgeva al re, tramite il Visconti Venosta, quando cerano lagnanze del Papa a carico del governo italiano (T HIERS, Notes et souvenirs, 1870-1873, Parigi, 1903, p. 377).

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Per rapporti col Pontefice, M ONTI, Vittorio Emanuele II, cit., p. 374 sgg., 390 sgg. Uno scambio di lett. fra il Papa e il re avvenne nel settembre 1871: lo comunic lo stesso Pio IX allamb. di Francia, dHarcourt (r. dHarcourt, 27 settembre, n. 60; AEP, C. P., Rome, t. 1052, f. 287. Pio IX scrisse a Vittorio Emanuele chegli aveva voluto far di Roma la capitale dellItalia e ne aveva fatto solo la capitale del disordine e dellempiet: la risposta del re fu rispettosa e deferente). Lanno appresso altra lett. di Pio IX a Vittorio Emanuele, e risposta evasiva di questi (r. Bourgoing, 22 settembre 1872, s. n.; ib., ib., t. 1056, f. 44 v.).. Altra lettera del re a lui Pio IX fa vedere al conte Campello della Spina (Op. cit., p. 130). In attesa del terzo volume dellopera cit. del p. Pirri, cfr. anche il L UMBROSO, Vittorio Emanuele e Pio IX. Il loro carteggio inedito, ne La Tribuna, 6 e 11 settembre 1911, cit., tenendo presenti le riserve del p. Pirri (Op. cit., I, p. VI). Come Vittorio Emanuele seguisse attentamente tutto ci che si riferiva alla Santa Sede, risulta anche dalla lettera del suo capo di gabinetto, Aghemo, al Visconti Venosta, il 21 gennaio 1874: ... ora debbo pur constatarle quanto la M. S. abbia trovato di sua pienissima soddisfazione e quanto abbia approvato il tenore della Circolare emanata dalla E. V. ai Regi Agenti sulla questione del Conclave (ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 8, fasc. 5). 2305 Il conte di Barral comunicava direttamente con lui, e a voce e per iscritto, oltre che col governo (l. p. Barral a Visconti Venosta, 13 marzo 1872; ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 5,. fasc. 1; ivi e anche f. 4 altre ll. pp. Barral a Visconti Venosta); ed era Vittorio Emanuele ad avvertire talora il Visconti Venosta (cos, t. 19 giugno 1872, da Firenze: La prevengo che gli affari di Spagna vanno al gran diavolo) e a dar le direttive generali: nellagosto 1872, dopo lattentato al figlio e di fronte alla gravit della situazione, espostagli a voce dal de Barral Vittorio Emanuele crede quil faut pousser lexprience jusqu bout e pensar allabdicazione solo dopo avoir puis tous les moyens de gouverner, et devant limpossibilit absolue daller plus loin (Barral a Visconti Venosta, 18 agosto 1872; ib., ib., pacco 5, fasc. 4). Al momento dellabdicazione, il 12 febbraio 73, Vittorio Emanuele telegraf al Vimercati a Parigi tout a march si vite quil ma t impossible arrter cours des vnements... (A RCH . C ASA R EALE, Corrispondenza Vimercati e v.

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anche in genere Carte Vittorio Emanuele II, bb. 32-35, 37). Per il tel. del 12 febbraio, anche M ASSARI, Op. cit., p. 545. 2306 Cos, per sollecitare la riforma giudiziaria in Egitto onde favorire i sudditi italiani in Egitto (tt. al Visconti Venosta,. 28 giugno 1872 e 20 aprile 1875; ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 5, fasc. 10 q e pacco 9, fasc. 9 e). Naturalmente venivano sottoposte allapprovazione di Vittorio Emanuele le nomine dei rappresentanti allestero: cos, il 30 marzo 1875 lAghemo comunicava al Visconti Venosta che il re approva le nomine di Greppi a Madrid e di Corti a Costantinopoli, che desidera, o contemporaneamente o in epoca prossima, la nomina a ministro con destinazione allestero del Tornielli, e che si trovi modo di non danneggiare possibilmente nella carriera il marchese Migliorati (ACR, Carte Visconti Venosta, pacco 9, fasc. 4). La nomina del Greppi fu approvata dal Consiglio dei ministri l11 aprile (quella del Corti non figura); la promozione del Tornielli, con il Maffei, a ministro plenipotenziario, invece avvenne solo il 17 marzo 1876 (Verbali delle deliberazioni del Consiglio dei Ministri; ACR, vol. II, pp. 215 e 252). Tale fu anche la consuetudine con Umberto I: per la nomina di Menabrea a Londra e di Nigra a Parigi, nel 1882, cfr. tt. Mancini a Umberto I, s. d., e Umberto I a Mancini, 6 novembre (MRR, Carte Mancini, b. 638, fasc. 5/6 e 7). 2307 Cfr. gi S ALVEMINI, La politica estera della Destra, l. c., 1924, p. 368. 2308 Quando decise, dopo molte esitazioni, di recarsi a Vienna e a Berlino nel settembre del 73, per presentarsi ad un antico nemico quale era Francesco Giuseppe, il re si appoggi ai vincoli di parentela fra le due dinastie (Ricordi di M. Castelli, cit., p. 274). 2309 Cfr. S ANDON, Op. cit., I, p. 113. Wimpffen poteva riferire che le Roi partage en tous points Votre opinion et les arguments dvelopps dans cette lettre (l. p. Wimpffen, 7 giugno 74; SAW, P. A., XI/82). A Vienna si fu, logicamente, molto soddisfatti (l. p. Robilant a Visconti Venosta, 28 giugno 1874; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). Cfr. anche S ALVEMINI, La politica estera della Destra, l. c., 1925, p. 190; per il convegno di Venezia, anche p. 189. Le parole del re erano state pressa poco analoghe a quelle del Visconti Venosta (l. Robilant, cit.; anche l. p. Wimpffen, 13 giugno, l. c.). In realt, il re almeno

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secondo lAghemo era andato pi in l, con lapprovazione dei concetti Andrssy. A proposito di questo documento di fondamentale importanza per i rapporti austro-italiani, non sar fuor dopera osservare che esso fu inizialmente ignorato, dopo lavvento della Sinistra al potere, sia dal Melegari ministro, sia dal Tornielli segretario generale (che pure nel 1874 era direttore della divisione politica alla Consulta), mentre il Wimpffen ne aveva parlato subito al Melegari come della base sulla quale si era stabilita la riconciliazione fra le due Monarchie. (E pi volte poi sera accennato, da parte austriaca, ad esso, come approvato anche da Vittorio Emanuele II, cfr. S ANDON, Op. cit., I, p. 126: un richiamo ad esso era fatto, per es., dal Gravenegg al Melegari, nellottobre 1876: r. Gravenegg, 14 ottobre, n. 75 A; SAW, P. A., XI/84.) Copia della nota fu trovata dal Tornielli pochi giorni dopo aprendo un buvard rimasto sul tavolo di lavoro del mio predecessore [Artom]: pi tardi, il Tornielli chiese al Robilant se la lettera dellAndrssy cos trovata, in data 24 maggio 1874, e di cui gli inviava copia, fosse la stessa cosa che la nota a cui ora il Gabinetto di Vienna si riferisce. Questo fu il modo con cui il Melegari e il Tornielli conobbero la nota Andrssy, senza per che risultasse loro nulla delladesione del re e del Visconti Venosta (l. p. Tornielli a Robilant, 10 novembre 1876; AE, Carte Robilant). 2310 Poich limperatore non aveva ancora restituito la visita a Vittorio Emanuele, creando una situazione per noi poco lusinghiera, il Robilant aveva creduto necessario mantener un contegno marcatamente freddo non solo col conte Andrssy ma anche a riguardo dellImperatore. Vi confesso per che temo assai questa mia tattica abbia servito a poco, poich il Re deve essersi espresso colladdetto militare austriaco a Roma in termini s calorosamente amichevoli per lImperatore, che questi ha molto probabilmente dovuto persuadersi, che lAugusto Nostro Sovrano non gli tiene affatto il broncio per la scortesia chEgli sta usandogli (l. p. Robilant al Visconti Venosta, 4 marzo 1875; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2311 Il pp. Robilant a Visconti Venosta, 7 marzo 1875, e Visconti Venosta al fratello Giovanni, 14 marzo (A RCH . V I SCONTI V ENOSTA ). Lo conferma lAndrssy al Krolyi, amb. a Berlino, l. p. 21 marzo, SAW, P, A., III/112. Cfr. M ASSARI, Op. cit., p. 575.

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2312 Ricevendo, il 6 febbraio 1877, il nuovo ambasciatore austro-ungarico, Haymerle, Vittorio Emanuele en me voyant entrer et sans me laisser le temps de prendre la parole, me tendit la main et me dit peu prs textuellement: je suis bien content que lEmpereur vous ait nomm son Ambassadeur; je tien tant lamiti de lEmpereur; je laime; Il a t si bon pour moi; je noublierai pas lacte gnreux de Venise, j ai dit lEmpereur que difficilement jen aurais fait autant. Jai donn ma parole lEmpereur que je suis et resterai son ami; je ne manquerai pas ma parole (cette phrase fut rpte dans le courant de lentretien) (r. Haymerle, 6 febbraio 1877; SAW, P. A., XI /85, n. 9 A. Cfr. S ANDON, Op. cit., I, p. I43). Dichiarazioni quasi identiche il re aveva fatte allincaricato daffari Gravenegg: ricordo gratissimo di Venezia; amicizia fedele a Francesco Giuseppe; volont di allontanare ogni causa di perturbamento nei rapporti fra le due nazioni (r. Gravenegg, 31 dicembre 1876; SAW. P, A., XI/84, n. 107). 2313 AE, Carte Robilant. La versione del Bertol Viale pienamente conforme a quella data dallAndrssy nel suo dispaccio del 14 settembre 1879 allincaricato daffari a Roma, principe Wrede: Le Roi Victor Emmanuel en a eu connaissance [della nota 24 maggio 74] et Sa Majest a daign approuver ma manire de voir, en mautorisant madresser directement Elle en tout ce qui concerne ces questions (in S ANDON, Op. cit., l. p. 259). E Cfr. infatti la comunicazione del Wrede al Maffei, segretario generale agli Esteri, il 18 settembre: t. Maffei a Cairoli, 19 settembre 1879 (e altro al Robilant in AE) in R O SI , LItalia odierna, vol. II, t. III, cit., p. 1880 e anche I Cairoli, cit., II, pp. 17-19. Il Sandon, che si era accorto, dai documenti, dellesistenza di relazioni dirette fra il re e il governo austriaco a mezzo dellAghemo senza dar loro, a dir vero, molta importanza si chiedeva a chi risalisse liniziativa di questo canale diretto (ib., p. 259, n. 2). Il dubbio ora risolto. 2314 Cfr. anche i tt. Cairoli a Umberto I, 1 ottobre, e Umberto I a Cairoli, 4 ottobre 1879 (AE, tel. a Sua Maest, n. 204-205). Umberto dichiara: Haymerle... ha detto a me le identiche cose che espresse nellabboccamento con Lei. Accenn alla lettera di Andrssy a Wimpffen, aggiungendo che, poich il Maffei non ne aveva accettato copia, egli laveva recata con s onde io ne avessi esattamente conoscenza; insistendo perch io lavessi ritenuta, chiedendomi che mi avessi pronun-

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ciato esplicitamente riguardo alla nota Wimpffen, dicendo che come erano conosciuti i sentimenti personali di Vittorio Emanuele, desiderabile che mi avessi pronunciato nello stesso senso, naturalmente dichiarandomi perfettamente informato (lettera Andrssy), neppure volli accettarne lettura. Riguardo allaltra Nota, ho risposto amabilmente che, senza entrare nelle ragioni che lavrebbero fatta accettare in quellepoca, non vedeva perch mi si chiederebbe di pronunciarmi in quel senso, vedendo in ci, stante i nostri buoni rapporti, certa diffidenza. Dallimpressione generale avuta da Haymerle, potei scorgere sentimenti di diffidenza marcata. I documenti austriaci a cui Umberto I qui accenna, in modo alquanto confuso, sono due: uno, la celebre nota Andrssy a Wimpffen del 24 maggio 1874; laltra, la lettera dellAndrssy allinc. daffari, principe Wrede, intorno allincidente provocato dalla pubbl. delle Italicae res, del colonnello Haymerle. Questa la comunicazione che il Wrede fa al Maffei, e di cui il Maffei dichiara di non voler ricevere copia, per non dar altro seguito allincidente stesso, (cfr. R OSI, op. cit., vol. II, t. III, pp. 1877 sgg. e soprattutto p. 1880; S ANDON, I, pp. 258-61). Nel colloquio Cairoli-Haymerle (su cui t. Cairoli ad Umberto I, 1 ottobre 1879; AE, tel. a Sua Maest, n. 204), Cairoli aveva dichiarato di ignorare la nota Andrssy del maggio 74: ma questo sembra essere soltanto un modo di evitare di entrar nel merito mentre lesistenza del documento doveva esser nota al Cairoli: (cfr. t. Cairoli a Maffei, 20 settembre 1879, in R OSI, l. c.; p. 1881). 2315 Il bello si che il Cairoli, allora presidente del Consiglio, sembrava non credere allimpegno preso da Vittorio Emanuele II grande anche per lo scrupoloso rispetto delle forme costituzionali [!] e delle manifestazioni del sentimento nazionale (t. Cairoli a Maffei, 20 settembre 79, in R OSI, LItalia odierna, cit., p. 1881, trasmesso al Robilant dal Maffei, in AE). proprio vero che il Cairoli era un candido uomo! Troppo pi intelligente, il Crispi non si nascondeva che lintervento del re in questioni estere poteva sembrare censurabile; lo difendeva, in base alla necessit della tradizione in politica estera, superiore ai mutamenti di Ministero; ma richiedeva che la volont del re non si esprimesse se non con lintervento del ministero responsabile proprio il contrario di quel che faceva Vittorio Emanuele (Scritti e discorsi politici, cit., p. 660-61).

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2316 Nigra a Robilant, 9 agosto 1886 (AE, Carte Robilant; A RCH . D E V ECCHI). Cfr. C HIALA, Op. cit., III, p. 475, n. 1, dove sono testualmente riferite le parole del Nigra, designato come il pi illustre fra i nostri diplomatici. 2317 Al Melegari, che il 18 giugno 1877 lo informava dellesito di un dispaccio al Cialdini sulla crisi francese del 16 maggio, Vittorio Emanuele rispose seccamente: Non conoscendo quali sono le istruzioni che Vous donnes au gnral Cialdini, que jaurais dsir connatre, La prego di Vous expliquer plus clairement. Tanti saluti (19 giugno; AE, tel. a Sua Maest, n. 35). 2318 A RCH . C ASA R EALE, Carte Vittorio Emanuele II, b. 38. Di fatto, da allora c una serie notevole di rr. de Launay e Menabrea soprattutto, ma anche di Robilant al re (ib., bb. 38, 39, 40, 41). Alcuni di essi si trovano anche in AE, Carte Robilant: cos il r., stringato, ma chiaro ed acuto, che il Robilant mand a Vittorio Emanuele il 26 gennaio 1877, sullinsieme dei rapporti italo-austriaci (cfr. qui appresso). A mezzo dellAghemo, il re espresse in modo assai marcato la sua soddisfazione, invitando il conte a ripetere queste cos utili informazioni politiche (Aghemo a Robilant, 8 febbraio 77). Altro, ma pi breve e meno importante rapporto del Robilant segu il 10 febbraio. Finalmente, il 23 dicembre il Robilant avvertiva telegraficamente lAghemo in pari tempo che il Ministero della pubblicazione nella Neue Freie Presse delle presunte dichiarazioni Andrssy alla delegazione cisleitana (se continuasse il movimento irredentistico in Italia, lAustria passerebbe alloffensiva e si prenderebbe il Quadrilatero. Smentita ufficiosa della Wiener Zeitung il giorno dopo: cfr. S ANDON, Op. cit.. I, pp. 170-71). Sempre a mezzo Aghemo, il re rispose telegraficamente, il 24 dicembre, da Torino: Tachez aller chez Andrssy dites lui que le Roi sil [sic!] sest montr trs offens de ce dont la Nouvelle Presse vient de pubblier parce que cest un acte de dfiance complete la parole que le Roi a donne lEmpereur. Dites lui en mme temps que si imprime des articles semblables en Austriche il ne dot pas stonner des polmiques qui peuvent natre (per questo tel. seguo il testo dellAE). Quanto al Menabrea, il 19 dicembre del 77 telegrafava al re sulla questione dOriente, annunziando anche un rapporto (ACR Carte Depretis, serie 1, b. 22, fasc. 69).

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2319 La lett. di Mac Mahon al re, in data 29 giugno 1876, fu recata da un ufficiale di ordinanza del maresciallo (lambasciata di Francia non era al corrente della cosa); Vittorio Emanuele telegraf a Mac Mahon il 17 luglio, inviando anche a Parigi (il 28 luglio) il prefetto di palazzo, Panissera, che parl col maresciallo. Questi il 18 rispose al re di accettare avec rsignation Cialdini (A RCH . C ASA R EALE, Carte. Vittorio Emanuele II, bb. 38 e 39). 2320 t. Vitt. Emanuele (da Napoli) a Depretis, 1 febbraio 1877 (ACR, Carte Depretis, serie I, b. 24, fasc. 85). 2321 t. Vitt. Emanuele a Depretis, 4 novembre 77; e cfr. t. Aghemo a nome del re a Depretis, 7 novembre, e t. Depretis a Aghemo, 10 novembre (ib., ib., b. 24, fasc. 84). Di fatto, fu sulla questione delle convenzioni ferroviarie che lo Zanardelli si dimise da ministro dei Lavori Pubblici l11 novembre, Depretis assumendosi linterim. 2322 tt. Aghemo a nome del re a Depretis, 22 e 23 dicembre 77 (ib., ib., b. 24, fasc. 85). 2323 t. Vitt. Emanuele a Depretis, 22 giugno 77 (ib., ib., b. 24, fasc. 85). 2324 t. Vitt. Emanuele a Depretis, 21 giugno 77 (ib., ib., b. 24, fasc. 85). Altra volta, il ministro dellInterno era andato a Napoli a conferire (t. Vitt. Emanuele a Depretis, 3 febbraio 77, ib., ib., b. 24, fasc. 85). 2325 tt. Depretis a Vitt. Emanuele, 21 aprile 1876, e allAghemo, 10 novembre 1877, ib., ib., b. 24, fasc. 85 e 84. 2326 t. Vitt. Emanuele a Depretis, 3 febbraio 77 (ib., ib., b. 24, fasc. 85). 2327 t. Vitt. Em., 4 febbraio (ib., ib., b. 24, fasc. 85). 2328 t. Depretis al re, senza data (ib., ib., b. 24 fasc. 85). 2329 Scriveva il Castelli al Vimercati, il 29 aprile 1875 che a questora egli [il re] pu tutto quello che vuole, lopinione pubblica lo mette al disopra di tutto, e di tutti (A RCH . C ASA R EA LE , Corrispondenza Vimercati). E gi l11 maggio 1873, deprecando la mancanza di uomini politici, aveva detto sempre al Vimercati: Tutto negativo, il re solo cresce ogni d pi nellopinione generale (ib. ib.). Non a torto osservava il Minghetti che non si poteva trattare con Vittorio Emanuele II come con un qualunque altro principe che avesse ereditato la Corona dI-

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talia e imporgli rigidamente tutte le forme costituzionali. Bisognava tener conto che egli era lautore primo della grande impresa della liberazione della patria (M. R OSI, Vittorio Emanuele II, Bologna, 1930 II, p. 246). 2330 t. 30 gennaio 1877 (ACR, Carte Depretis, serie 1, b. 24, fasc, 85). 2331 Cos, quando Vitt. Emanuele, nel febbraio del 1877, per non muoversi voleva ricevere a Napoli il nuovo ambasciatore dAustria, Haymerle, dicendo che ambasciatori ed ambascerie ne aveva gi ricevuti a Napoli e a Torino, Depretis rispose di esser dolente di non poter mutare il suo parere, che cio lambasciatore dAustria il re lo doveva ricevere a Roma. E allora Vitt. Emanuele gli fece telegrafare dallAghemo che per assecondare i desideri di V. E. e per farle piacere sarebbe partito subito per Roma, malgrado che ci lo contrariasse un po (tt. Depretis al re, senza data, e Aghemo a Depretis, 4 febbraio, ib., ib., b. 24, fasc. 85). 2332 Nel 1872, ad una allusione del Wimpffen Son talent de manier les hommes politiques de Son Pays, Sa Majest me rpondit En cela Vous pouvez avoir raison. Je connais leur corde sensible tous (r. Wimpffen, 16 novembre 1872; SAW, P. A., XI/235, n. 37 A). Al Vimercati, il Castelli scriveva l11 maggio 1873 che nessuno meglio di Vittorio Emanuele conosceva i suoi polli (A RCH . C ASA R EALE, Corrispondenza Vimercati). 2333 Il S ANDON, op. cit., I, pp. 143-44, non riporta queste affermazioni, che pure si trovano, oltre che nel rapporto, anche nel telegramma Haymerle: ... si les ministres italiens taient du parti avanc, ils avaient pourtant les meilleurs sentiments pour lAutriche-Hongrie et sils hsitaient le Roi leur ferait bien faire ce quil voulait. A margine di queste espressioni, anzi, lAndrssy tracci, a matita, un segno e un punto interrogativo. Certo, per, il Melegari si riferiva nei suoi colloqui con il rappresentante dellAustria, anche al vivo desiderio del re di aver le pi amichevoli relazioni con Francesco Giuseppe, desiderio a cui corrispondevano gli intenti del governo (r. Gravenegg, 14 ottobre 1876, n. 75 A, cit.; SAW, P. A., XI/84). 2334 LAghemo, osservava lo Haymerle, imparentato per via di matrimonio con la famiglia della contessa di Mirafiori, e tal parentela spiega in gran parte linfluenza di cui gode presso

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il Sovrano (r. 24 marzo 77; SAW, P. A., XI/85, n. 16 F). Lo Haymerle non ne aveva per grande stima: Aghemo ist politisch zu ungebildet, zu sehr gewhnlicher finasseur als dass man auf die genaue Wiedergabe dessen rechnen kann was man ihm sagt (l. p. Haymerle allAndrssy, 5 gennaio 1878; SAW P. A., XI/88). 2335 Die Minister kennen disen Willen des Knigs und insbesondere Depretis wird nicht einen Finger rhren ohne den Knig zu fragen (r. Haymerle, segreto, 24 novembre 77, SAW, P. A., XI/86, n. 69 A). 2336 Vous ne cessez pas de vous mfier de moi, dit le Roi, jai donn ma parole lEmpereur dtre son ami; je la rappelle chaque occasion pour prouver que je ne veux pas my soustraire, il nest pas bien de donner si peti de valeur ma parole... Rien ne se fera ici que Moi et le Parlement ne permettent; et Moi jai donn ma parole (r. Haymerle, 5 gennaio 1878; SAW, P. A., XI/87, n. 1 A. Molto sommario laccenno del S ANDON, op. cit., I, p. 177). 2337 Si vedano p. es., le dichiarazioni di Vittorio Emanuele al nunzio Antonucci, il 10 settembre 1849: ... faccia ben capire a S. S. che quando io ho detto una cosa quella, e che non permetter mai che sia fatto un torto alla Chiesa Cattolica nei miei Stati, in P IRRI, op. cit., p. 29 e cfr. p. 157 nella lettera del re a Pio IX il 9 febbraio 1855. E si veda la dichiarazione del re nel novembre 1876 a chi gli chiedeva se i suoi ministri fossero davvero radicali: Sieno pure radicali, ma che monta? non ci sono forse io?... se... fosse un ministero di cardinali, le cose non procederebbero diversamente, in M ASSARI, op. cit., p. 585; ivi, p. 586 il maestro di cappella. Anche al ministro di Francia, Fournier, Vittorio Emanuele, al termine della prima udienza, disse nel marzo del 72: Tenez... je connais bien lItalie et tous les partis. Quand vous aurez besoin darriver quelque chose que vous trouverez peu facile faire avec mes ministres venez me trouver: nous tcherons darranger cela nous deux. Je ferai de mon mieux (r. Fournier, cit., 26 marzo 1872, n. 2; AEP, C. P., Italie, t. 384, f. 273 v.). 2338 Osserva infatti e giustamente lo Haymerle nel rapp. cit. del 5 gennaio 78: Quoique la manire franche et dgage du Roi semble rendre la conversation avec lui facile, la di-

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scussion nest pourtant pas sans embarras pour son interlocuteur parce quIl revient toujours ses deux arguments de prdilection: Ayez confiance en moi et Rien ne se fera sans moi ou en dehors de moi. Or, comment exprimer un doute sur lune ou lautre de ces deux assertions? Les dtails de la politique trangre sont difficiles suivre; quant aux affaires intrieures les semaines dernires nont pas prouv quil est en Son pouvoir de les diriger son gr. Il y a un mois, le Roi tait bien dcid et convaincu de marcher aver Nicotera vers un rgime plus conservateur; aujourd hui Il en est arriv Crispi et en arrivera peut-tre Cairoli malgr toute laversion quIl professe pour cette ventualit. E lo ripete nella l. p., cit., della stessa data allAndrssy: Der Knig verlangt immer Vertrauen in sein Wort und in seine Macht; und dock lsst er schliesslich Alles geschehen. E gi altra volta, il 3 marzo 77, lo Haymerle aveva annotato: Je suis tout- fait convaincu de la sincrit et de la loyaut des assurances du Roi; mais je ne le suis pas galement de son initiative et de ltendue de son pouvoir. Javoue que la phrase quIl ma dit avec tant dassurance: Les Ministres ne feront que ce que je veux ma un peu drout; car cest videmment une illusion qui diminue la valeur des protestations du Roi (r. Haymerle, 3 marzo 77; SAW, P. A., XI/85, n. 12 B). Che anche a Vienna si avessero forti dubbi sulle effettive possibilit dazione di Vittorio Emanuele, prova il punto interrogativo posto dallAndrssy a margine di certe espressioni del tel. Haymerle del 6 Febbraio. 2339 Sempre nel rapporto del 3 marzo lo Haymerle osserva, dopo i dubbi sulla potenza effettiva del re: Cette rserve faite, je crois quil se prsente, pourvu quon arrive temps, dans les intentions actuelles du Roi un terrain favorable exploiter, sil sagit denrayer laction de ce Gouvernement, ou de le pousser dans une certaine direction. Proprio per arrivare a tempo, era utile lAghemo! E infatti a questultimo lHaymerle raccomanda vigilanza parce que le Roi est trs peu au courant de la marche des affaires; les Ministres ne lui rendent quun compte trs sommaire; on massure quil ne voit presque jamais les dpches qui vont ltranger; le laisser-faire lui a tellement russi quil se dpartira difficilement de cette douce habitude. 2340 Mr. Aghemo ajouta quil savait que le Roi lavait dsign V. E. [Andrssy] comme un homme de confiance et soffrit

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comme intermdiaire si javais quelques communications confidentielles faire parvenir Sa Majest (r. Haymerle, 3 marzo 77, cit.). Lo Haymerle rispose coi consigli di vigilanza, qui sopra riportati, e lAndrssy ringrazi, dicendo che alloccorrenza si sarebbe approfittato avec empressement dei servizi dellAghemo (d. Andrssy _ ad Haymerle, 18 marzo, SAW, P. A., XI/86; cfr. S ANDON, op. cit., I, p. 259, n. 2). 2341 Lo narr lAghemo allo Haymerle (r. Haymerle, 28 aprile 77; SAW, P. A., XI/85, n. 25 C): le Roi lavait expressment envoy de Pise ici pour bien recommander aux Ministres de tenir un langage correct lgard des puissances voisines. 2342 Vittorio Emanuele a Depretis (senza data, ma del 19 aprile) Ho preso conoscenza delle interrogazioni fatte nella seduta di avanti ieri alla Camera [17 aprile] intorno alla politica estera e Le significo come io desideri vi si risponda nella seduta di luned quando queste interrogazioni saranno svolte. Desidero che il governo si limiti assicurare che star sempre nella pi vigilante attenzione sul corso degli avvenimenti che si stanno svolgendo in Oriente e che qualunque deliberazione avesse a prendere avr sempre in mira il bene della Nazione, e sar ispirato a quellattitudine indipendente finora osservata dallItalia. Che se in avvenire si dovesse prendere qualche seria determinazione la Camera ne sar informata, e che frattanto il governo provveder perch gli interessi dei nostri connazionali siano convenientemente tutelati. Prego comunicare questi miei intendimenti ai ministri Esteri ed Interno. Risposta Depretis (20 aprile): Ho comunicato ai ministri degli Esteri e dellInterno il telegramma di V. M. e mi faccio un dovere di assicurare V. M. che nella prossima discussione sul Libro Verde ci atterremo ai desideri di V. M. (AGR, Carte Depretis, serie 1, b. 24, f. 85). 2343 A. P., Camera, p. 2710 sgg. (in quella importante seduta era stata svolta, fra le altre, anche la nota interrogazione del Visconti Venosta). Cfr. specialmente pp. 2712 e 2717 (la Camera sar consultata se si dovesse prendere qualche grave decisione, che sarebbe dettata dal nostro onore dai nostri interessi vitali, essenziali; si rassicurata lEuropa sulla politica italiana, ci sono ottimi rapporti con tutte le potenze ecc.); 2713 (protezione dei connazionali): dov una parafrasi delle istruzioni del re. 2344 E infatti lo Haymerle nel complesso espresse la sua soddisfazione allAndrssy, e trov, nellinsieme, un progresso in

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der richtigen Auffassung der Lage und des Verhltnisses zu uns... meiner Ansicht nach ist das Ministerium gegenwrtig in guter Richtung, pure con qualche riserva e dubbio per il futuro (r. Haymerle, 28 aprile 77; SAW, P. A., XI/85, n. 25 A). 2345 r. Haymerle (segreto) 12 maggio 77 (SAW, P. A., XI/85, n. 29 F). Con ci veniva tolto il dubbio sugli armamenti straordinari dellItalia, che lo Haymerle aveva ritenuto non eliminato dalle dichiarazioni Melegari e Depretis del 23 aprile. 2346 d. Andrssy a Haymerle (segreto) 22 maggio 77 (SAW, P.A., XI/86). A sua volta, Vittorio Emanuele ringrazi, a mezzo dellAghemo, che ripet le sue assicurazioni di tener al corrente, occorrendo, lo Haymerle (Aghemo a Haymerle, 25 giugno 77; SAW, P. A., XI/86). 2347 Von erbrmlichen Leuten ... r. Gravenegg, 31 dicembre 76, cit. 2348 Riproduco qui, sottolineando, il passo del r. Haymerle, 6 febbraio, gi pi volte cit., che non risulta dal testo del S ANDO N , I, p. 143, il quale segue non il rapp., ma il tel. Pi conciso Nous avons bien de ttes chaudes en Italie; je ne veux pas de toutes ces polmiques et demonstrations; mais souvent la repression empirerait le mal. Cependant si un acte vraiment coupable contre lAutriche se produisait, on le punirait svrement. 2349 Anche qui, sottolineo il passo del r. Haymerle: ... mais ce que nous sommes en droit de demander, cest quen Italie on considre dans toutes les ventualits, les comptes avec lAutriche-Hongrie comme entirement liquids Mais certainement! interjeta le Roi et que le Ministre se prononce franchement dans ce sens, si des doutes ou des projets contraires venaient se produire. Quant moi, Sire, jose placer sous Votre protection mes efforts pour maintenir les meilleurs rapports avec Votre Gouvernement. Vous pouvez y compter me rpondit le Roi; dites surtout lEmpereur combien je tiens son amiti. Anche nel telegr. lo Haymerle asseriva Der Knig begleitete diese Worte [sui conti liquidati] mit zeichen der Zustimmung. Questo, invece, non risulta dal S ANDON. Da notare che il rapp, Haymerle in francese, non in tedesco come il Sandon afferma nella nota 1 di p. 144. 2350 rr. HaymerIe 21 e 24 novembre 77 (SAW, P. A., XI/86, nn. 68 A e 69 A segreto).

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2351 Dichiarazioni al ministro austriaco a Torino, Apponyi, a fine giugno 1850: Il y a des gens que les mouvements populaires font trembler, moi, cela me fait rire. Rien nest plus facile que den venir bout; on tombe sur cette canaille et on lcrase, comme des mouches. Qu ils bougent seulement et ils verront; je les ferai pendre tout!. E tutto ci condito da esclamazioni e da termini troppo espressivi perch lApponyi si permettesse di riferirli allo Schwarzenberg (A. M ONTI, La giovinezza di Vittorio Emanuele II 1820-1840, Milano, 1939, p. 513). 2352 Dichiarazioni di Vittorio Emanuele al barone di Malaret, ministro di Francia (r. Malaret, 29 novembre 1867, Les origines diplomatiques de la guerre 1870-71, XIX, Parigi, 1926, p. 380. E cfr. L UZIO, Aspromonte e Mentana, cit., p. 431 sgg.). Il re era persuaso che, sgombrato cos il terreno, gli sarebbe poi stato molto facile accordarsi con il Papa. 2353 On reparle toujours dexpditions projetes contre le Trentin, de vises sur le Trentin et mme sur lAlbanie; je ny songe pas. Les individus qui chez nous mettent ces choses en avant, nous les considrons comme des chiens (textuel) (r. Haymerle, 5 gennaio 1878, cit.). Nel testo del telegramma, spedito subito dopo ludienza, il 31 dicembre 77 ... er [der Knig] denkt weder an Triest [sic! ], noch an Albanien; die Leute, die diese Frage aufwerfen seien Gesindel (SAW, P. A., XI/86, n. 93). Il Triest del tel. , evidentemente, un lapsus calami, oppure un errore di cifra o di decifrazione, facile a succedere, daltronde, data la somiglianza, Trient, Triest. 2354 Si veda, per es., come il Malaret lasciasse dire, ma senza prender troppo sul serio la sparata del re. Che non si debbano prender troppo alla lettera espressioni di quel genere, dimostra anche il fatto che, nel marzo del 1872, ricevendo per la prima volta il nuovo ministro di Francia, Fournier, e deplorando con lui il pericolo delle masse, della canaille... notre ennemie tous, Vittorio Emanuele ripeteva quasi testualmente le stesse cose gi dette, cinque anni innanzi, al barone di Malaret Si on mavait laiss faire comme je laurais voulu jaurais laiss 30 ou 40.000 vauriens, des communaux comme ceux de Paris semparer de Rome pendant quelques jours, y faire ce que font les communaux, mais pas un seul nen serait sorti. Cet t atroce peut-tre, mais lItalie et t purge de cette vermine, pour toute une gnration. Cela et bien simplifi les choses

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(r. Fournier, cit., 26 marzo 1872, n. 2; AEP, C. P., Italie, t. 384, ff. 272 v.273). Questo, cio, diventa un po un clich ad uso dellestero. E anche il Fournier annotava, in genere il y a dans sa [du Roi] parole plus de fougue que de conviction peut tre... (ib. f. 275). Nel re v un singulier mlange de grosse bonhomie, de finesse, dastuce mme. 2355 Cos lo stesso Robilant nel rapp. personalmente al re del 10 febbraio 77 Circostanze di varia natura impediscono in questo momento che le relazioni fra i due Governi siano tanto intime quanto sarebbe desiderabile: ma certo si : che mantenendosi cordiali i rapporti fra i due Sovrani, si conserva intatto il pi valido anello fra i due Stati, e le circostanze mutando, i rapporti fra i due governi potranno ritornar ad essere cordialissimi quali gi lo furono. 2356 Cfr. le tipiche espressioni di Guglielmo I di Germania, nellestate del 1879 (G. P., II, pp. 21-22, 66). 2357 Cfr. lespressione di Guglielmo I di Germania nella nota marginale n. 1 al r. Bismarck 24 settembre 1879 (G. P., III, p. 98). 2358 Dichiarazioni Blanc allinc. daffari austro-ungarico, von Tavera (t. Tavera, 8 ottobre 1881, segretissimo, n. 78; SAW, P. A., rot. 459. Mi valgo della copia dattiloscritta del sen. Salata, dato che il fascicolo non si era ritrovato nellArchivio, nel 1941). 2359 C RISPI, Politica estera, cit., I, pp. 8-9. 2360 Proprio a proposito dei colloqui col Bismarck e con Lord Derby nel 1877, Crispi rifer al Farini, nel 1896, che nel fargli lofferta dellAlbania Derby e Bismarck gli dissero: Ce sera... toujours un gage come se potesse poi barattarsi collAustria mediante cessione a noi della frontiera orientale (F ARI NI , Diario, MRR, sub 26 ottobre 1896. La versione Crispi del colloquio in Questioni internazionali, cit., pp. 237-38. Identica laffermazione per il solo Derby sul gage e identica linesattezza di far parlare prima Derby e poi Bismarck). Queste dichiarazioni di Crispi sono annotate dal Farini: a tutto ci bisogna fare la tara naturalmente perch Crispi dimentica volentieri o mente. Ora certo che almeno di imprecisione nel riferire si pu parlare nel Crispi: la stessa sua versione dei colloqui con Bismarck e Derby, si presenta in due forme non proprio identiche: quella espressa al Farini, la pi estensiva; e quella, pi restrittiva mancando il gage pubbl. in Politica estera,

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I, pp. 27, 34-35, 57. Per il colloquio con Bismarck, anzi, c una terza versione, riferita subito dal de Launay al Melegari, in base al racconto del Crispi: Bismarck avrebbe detto: Pourquoi ne songeriez vous pas lAlbanie? (come aveva gi detto prima allo stesso de Launay), che meno di prendetevi lAlbania e non tocca il gage, che riappare invece nel C HIALA, op. cit., I, p. 275 (r. Launay, 20 settembre 1877; AE, Ris., c. 27. Gi pubbl. dal S ALVEMINI, Alla vigilia del Congresso di Berlino, in Nuova Rivista Storica, IX, 1925, p. 86 sgg.). Cos si spiegano anche evidenti incongruenze nei resoconti del Crispi: tipica, quella di Fiume anzich Trieste, nel colloquio con lAndrssy il 20 ottobre 77 (Politica estera, I, p. 67; S ALVEMINI, Alla vigilia del Congresso di Berlino, cit., p. 75 sgg.). In altri casi, si tratta indubbiamente, chiaramente di voluta alterazione della realt: cos per le affermazioni, fatte nel 92 al Chiala, di non aver parlato col Bismarck di unalleanza sia pure, inizialmente, solo difensiva contro la Francia! (S ALVEMINI, l. c., pp. 85-86), anche se si debba qui tener conto della posizione di Crispi, sempre in lizza nel 92 per tornar al governo, e perci costretto a non compromettersi. 2361 Politica estera, p. 10. 2362 l. c., p. 38. Depretis a Crispi 21 settembre: Lasci in sospeso una grave questione e la pi urgente [quella dellAustria e degli eventuali compensi allItalia]. Procura, se non puoi ottenere altro, di lasciare un addentellato che ci permetta di ritornarci sopra e dinsistere. Pare a me si dovrebbe comprendere che nella questione Orientale non possibile rimanere indifferenti ad una soluzione che ingrandisce lAustria. E cfr. anche lett. Depretis, 26 settembre, dove, parlando delle cose estere, si tratta proprio soltanto dellAustria (ib., p. 53). Si osservi, ancora, come nel colloquio con lord Derby la questione essenziale proprio quella delleventuale ingrandimento dellAustria ad Oriente e del diritto italiano a compensi sulle Alpi secondo aveva gi detto, daltronde, il Menabrea (Politica Estera, I, p. 57 cfr. pp. 28, 35; r. Menabrea, 5 ottobre 1877. AE, Ris., c. 27). 2363 Cfr. C HIALA, op. cit., I, p. 280; G. S ALVEMINI, La politica estera di Francesco Crispi, Roma, 1919, pp. 9-10; S ALVATORELLI, La Triplice Alleanza, cit., p. 37. 2364 Questo colloquio, del 23 ottobre, riferito dal Crispi in Scritti e discorsi politici, cit., p. 659 sgg. Il re secondo il

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Crispi ritorna proprio lui sulla questione dellAustria: Voi sapete essere interesse dellItalia che nessuna grande potenza singrandisca a spese della Turchia. 2365 Vittorio Emanuele al principe Eugenio di Carignano, da Padova, 3 settembre 1866: non ho mai avuto tanti dispiaceri come da due mesi a questa parte e sono sempre pi convinto che la razza umana perfida. Imperatori e re, cattivi e spergiuri, popoli pazzi e dementi, ministri ignoranti e bastardi e incapaci, generali che non potevo guidare e che perdevano la bussola, bestialit sopra bestialit. Ti assicuro che mi sono trovato in un bel ballo. Ma ho avuto una famosa lezione, e ora so come devo regolarmi per lavvenire. Quel momento arriver ancora. Come me ne sia cavato non lo su, quel che so che in un modo o nellaltro la Venezia nostra e gli italiani devono essere contenti. Volere o non volere quando si ha il Quadrilatero si pu dire Alleluia e se quel barone di Broglie me lo lasciava prendere prima quando ci fu offerto a questora sarei a Vienna col mio esercito trionfante. Non pensiamoci pi, lesercito ancora la sola cosa buona che ci resti e far vedere unaltra volta cosa sa fare. Ma bisogna che mandi al diavolo certi generali. Nessuno mi vuole ascoltare quando dico le cose, ma purtroppo ho sempre ragione io. Addio caro Eugenio, mi preparo per Venezia e ti abbraccio di tutto cuore (A RCH . C ASA R EALE, Carte Vitt. Em. II, b. 24). 2366 Cos, secondo lAghemo (r. Haymerle, 3 marzo 1877, n.12D; SAW, P. A., XI/85). 2367 Lo raccont il Depretis allamb. dAustria (r. Haymerle, 5 gennaio 1878, n. 1 C, conf.; SAW, P. A., XI/87). Anche del Depretis linterpretazione della pressione sui deputati ecc., identica a quella che ne dava Crispi, e che era la versione ufficiosa (cfr. anche t. Haymerle, 2 gennaio, n. 1; ib., XI/87). Cfr. S ANDON, op. cit., I, p. 177. 2368 Tel. del re del 17 settembre (Politica estera, I, p. 32). 2369 Tel. del re del 7 ottobre (ib., p. 59). Si rammenti che a Roma la situazione del ministero era difficile: lo stesso Depretis telegrafava al Crispi, il 14 ottobre: procura... di affrettare tuo ritorno qui. Le cose si fanno gravi e la tua presenza qui assolutamente necessaria (ib., p. 60). Di fatto, si preparava la crisi che condusse, poco pi tardi, alluscita di anardelli poi di Nicotera e Melegari e allingresso di Crispi nel ministero.

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2370 Si veda infatti con quale soddisfazione il Crispi riferisca al re, e come facile sbocci sotto la sua penna lelogio di Vittorio Emanuele (op. cit., I, pp. 18-21); oppure come egli osservi al Depretis: S. M. il re fu pi gentile di te (ib., p. 36). 2371 Tra lagosto e lottobre del 76 and a Parigi e a Londra Domenico Farini (ACR, Carte Depretis, b. 23, fast. 76 e b. 29 fasc. 111); nellagosto del 77 and a Vienna e a Graz il gen. Luigi Seismit-Doda, con precise raccomandazioni del Depretis che Robilant non ne sapesse nulla (ib., b. 22, fasc. 69: Seismit-Doda a Depretis I e 10 agosto 77). Egli doveva raccogliere informazioni e vedere come si presentasse la situazione generale. (Su di lui, fratello del pi noto Federico, cfr, L. G. S ANZIN, Federico Seismit-Doda nel Risorgimento, Bologna, 1950, passim) Nuovamente nel febbraio 1878 Domenico Farini and a Bucarest, ufficialmente, sollevando le proteste del Tornielli, per il colore troppo manifestamente politico della missione che dispiacer ugualmente a Vienna e a Pietroburgo (Tornielli a Depretis, 6 febbraio 78; ib., b. 22, fasc. 71). Da Vienna, poi, il Depretis riceveva informazioni frequenti, e anche documenti (ottenuti da un impiegato del noto ministero), da Sigismondo Kaykowski. Tramite, spesso, Cesare Correnti (che ne trasmetteva anche al re: A RCH . C ASA R EALE, Carte Vittorio Emanuele II, busta 41); e altre volte il conte Ladislao Kulczycki, che gi nel 70-71 aveva inviate informazioni al Visconti Venosta sul Vaticano (AE, Ris., c. 51; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA), e che abitava a Roma, via dei Pontefici, 64 (ACR, Carte Depretis, serie 1, b. 22, fasc. 69 e 71). 2372 Questo, nei rapporti con la Francia, per i quali, alleato della diplomazia ufficiale, si ebbero le prese di contatto tra Gambetta e gli uomini della Sinistra, tramite spesso il Farina. Nel giugno e luglio del 77 il Farina trasmetteva al Depretis lettere da Parigi (ACR. Carte Depretis, b. 2, fasc. 69). Egli era in relazioni costanti. con Armand Ruiz, tramite con il Gambetta (ll. Gambetta a Ruiz, 14 marzo 77 e Ruiz a Depretis, 17 marzo 77: ib. lett. e tel. Ruiz-Farina in MRR, Carte Farini). Nel maggio-giugno 1878 stretti contatti Cairoli-FariniRuiz-Gambetta sia per il trattato di commercio italo-francese, sia per una visita di Umberto I allesposizione universale di Parigi, a cui da parte francese si annetteva grande importanza (Farini a Cairoli, 30 maggio e 1 giugno 1878; MRP, Carte Cairoli, p. 31. Anche l. Ruiz, 29 maggio, in ACR. Carte Depretis, se-

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rie 1, b. 22, fasc. 69). Altra missione il Farini assolse, presso Gambetta, nellottobre 1878 a proposito della questione egiziana (tt. Maffei a Cairoli, 28, 29, 30, 31 ottobre 1978; MRP, Carte Cairoli, reg. tel. al pres. del Consiglio, nn. 14, 16, 17, 21). Di questi rapporti fra Depretis, Cairoli, Farini e Gambetta (La politique occulte de Mr. Gambetta), sera al corrente anche in Francia (dichiarazioni Waddington allamb. austriaco Wimpffen; ll. pp., I e II, Wimpffen, segrete, 5 marzo 1880; SAW, P. A., XI/90). E lamb. dAustria, anchegli al corrente, informava Vienna: il Ruiz, naturalizzato francese, conosce bene lItalia e ha prestato servizio nellesercito piemontese, pare nel 1859; egli luomo di fiducia di Gambetta, di cui segretario, e viene spesso a Roma; Farini luomo politico italiano in cui Gambetta ha pi fiducia (r. Wimpffen, 25 giugno 1880, n. 44 C, segreto; SAW, P. A., XI/90). Sul Ruiz, cfr. Lettres de Gambetta, cit., nn. 312, 314, 354, 562, 562 bis. 2373 F ARINI, Diario, MRR sub 4 agosto 1898. Nel 1877; in primavera, ufficiato da Depretis stavo per recarmi a Berlino presso il Bismarck. Avevo messa una sola condizione. mi si procurasse il modo di farmi ricevere. Qualunque ne fosse il motivo Depretis ne abbandon il pensiero, surrogando alla mia, forse, la missione di Crispi nellautunno successivo. Il Farini era il ragguardevole uomo politico di cui parla il C HIALA, op. cit., II, p. IX. Cfr. anche F ARINI, Diario, I p. 115. 2374 Cos secondo il Keudell, che lo raccont allo Haymerle. Il Keudell va per notato era ostile al Melegari (r. Haymerle, 4 agosto 1877, n. 52 A, conf.; SAW, P. A., XI/86). 2375 Il grande influsso dellesperto Tornielli sulla politica estera italiana in un momento in cui al governo regnava linesperienza (Unerfahrenheit) Melegari compreso notato dallambasciatore austriaco (l. p. Haymerle ad Andrssy, 12 maggio 1877; SAW, P. A., XI/86). 2376 Conversazione avuta col sig, de Keudell il 2 luglio 1877 (AE, Ris. 10; carte rinvenute nello scrittoio del conte de Launay). Che si tratti del Tornielli risulta s dalla calligrafia, s dallaccenno credete a me che dal 1866 in poi non ho abbandonato un solo giorno la direzione del nostro dipartimento politico. Il Tornielli si sforz di persuadere il Keudell, e questi promise tutta la sua personale cooperazione per far entrare in un nuovo ordine didee il suo governo, ma (comera nel suo stile) senza urtar di fronte la tendenze finora prevalenti.

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2377 Lespressione dello Keudell, nel parlare con lambasciatore austriaco Haymerle dei suoi contatti con il governo italiano (r. Haymerle, 4 agosto 1877, n. 52 A, cit.; SAW, P. A., XI/86). 2378 Depretis al re, 9 agosto 1877 (ACR, Carte Depretis, serie 1; b. 24, fasc. 85). Id. a id. 19 agosto (A RCH . C ASA R EALE, Carte Vittorio Emanuele II, b. 40). 2379 9 agosto, I. c. Il Depretis insiste perch Crispi possa partire al pi presto, e chiede per lui udienza a Vittorio Emanuele, che aveva detto di ritardare al 25 o 26 agosto (t. Vittorio Emanuele a Depretis, da Valsavaranche, 12 agosto; t. Depretis al Re, senza data; ACR, l. c.). E insiste: Io ritengo sempre questo viaggio non solo utile ma indispensabile; nessun inconveniente pu derivarne giacch V. M. potr fissare i limiti della missione la quale affidata ad un uomo accorto e prudente potr illuminare il governo sui provvedimenti da prendersi nellinteresse dello Stato. 2380 Che Crispi si mettesse avanti da s afferm il C HIALA (op. cit., I, p. 270 sgg.), e riconosce anche il P ALAMENGHI C RISPI, Politica Estera, cit., p. 7; Politica Interna, cit., p, 160. Questo, contro la rettifica inviata il 16 febbraio 1892 dal Crispi al Chiala (C HIALA, op. cit., II, p. VII), in cui lo statista siciliano protestava che il viaggio non avvenne per mia iniziativa, ma a proposta dellon. Depretis e daccordo col re. Ora perfettamente esatto che lidea dinviare presso il Bismarck un missus speciale era, da tempo, del Depretis. Appare tuttavia assai verosimile, certo, che il Crespi si mettesse avanti per fare attribuire a s lincarico. Le due versioni cio devono essere completate luna con laltra (cfr. S ALVATORELLI, La Triplice Alleanza, cit., p. 34), 2381 Nel telegramma al re del 9 agosto, sopra cit. 2382 Che il Depretis volesse tener buono il Crispi era noto (cfr. anche r. Seiller 15 settembre 1877, n. 57 B; SAW, P. A., XI/86). 2383 Quando si discuteva della restituzione della visita da parti di Francesco Giuseppe, Depretis telegraf ad Umberto I, il 19 luglio 1882: Nelle circostanze attuali cio in prossimit elezioni generali la controvisita resa altrove che a Roma potrebbe avere gravi conseguenze nella politica interna (AR, Carte Depretis, serie 1, b. 24, fasc. 85). Il Blanc lo disse allinc. daffari tedesco (t. Tavera, sereto, 24 agosto 1882, n. 77; SAW, P. A., XI/92).

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2384 Su questi motivi di politica interna nella missione Crispi, ha giustamente e acutamente richiamato lattenzione W. S CHINNER, Der sterreichisch-italienische Gegensatz auf dem Balkan und an der Adria... 1875-1896, Stuttgart, 1936, p. 18. 2385 Infatti lAndrssy scriveva allo Haymerle, il 13 agosto 1877, che ... le Cabinet de Berlin a conseill au Gouvernement Royal de ne pas nous irriter. Je le sais, Votre Lettre du 4 du courant le confirme et je crois pouvoir attendre, sans crainte dtre dtromp, quau moment donn il renouvellera avec insistance Rome ces conseils de modration (SAW, P. A., XI/86, segreto. Cfr. su questo dispaccio S ANDON, op. cit., I, p. 169). Dallo Haymerle, lAndrssy veniva informato infatti della doccia fredda del Keudell sul governo italiano, nella questione Austria Bosnia ecc. (cfr. qui sopra); e anche che lamb. inglese, sir Paget, aveva dato al governo italiano energici consigli di star quieto (l. p. Haymerle, 4 agosto; ib., ib., XI/86). Logico, che a viaggio Crispi compiuto lo Haymerle dicesse al Depretis: ... je suppose que Mr. Crespi a rapport de ses voyages la convinction que nos relations avec lAllemagne sont trop bien tablies pour que lItalie puisse tre son amie, sans tre bien avec nous et sans se rattacher franchement la politique des deux Puissance. proprio quel che Andrssy ha detto a Crespi, risponde Depretis... (r. Haymerle, 27 ottobre 1877 n. 63 A; SAW, P. A., XI/86). 2386 Nellestate 1877 il Melegari dichiarava allo Haymerle che per lItalia non esisteva una questione del Trentino (l. p. Haymerle ad Andrssy, 4 agosto 1877, cit.). E al Keudell, nel colloquio cit., del 2 luglio, il Tornielli dichiarava che lItalia non chiedeva allAustria un pollice di terreno; voleva bens il mantenimento dello status quo nei rapporti di forza militare fra i due Stati. 2387 Sin dal 7 agosto 1875, cio sin dallinizio della nuova crisi dOriente: lAustria potrebbe finir con lessere costretta ad annettersi la Bosnia-Erzegovina, ci che forse nessuno desidera oggi. A me pare sabbia da parte nostra a star molto attenti, perch sarebbe per noi unoccasione forse unica di migliorare la nostra frontiera in Val dAdige o sullIsonzo (l. p. al Visconti Venosta; A RCH . V ISCONTI V ENOSTA). 2388 Cfr. il r. 3 ottobre 1878, pubbl. in R OSI, LItalia odierna, cit., vol. II, t. II, pp- 1765-67. Cessione da parte dellAustria

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del Trentino, come prezzo di una solida e duratura alleanza con lItalia. 2389 AE, Carte Robilant (minuta). 2390 Sono giusti gli elogi che alla diplomazia della Destra rivolse, nel 1881, un ex diplomatico (il marchese dArcais) autore del notevole articolo su Le alleanze dellItalia (Nuova Antologia, LIX, 1881, pp. 6-7). 2391 Cos, felicemente, il B ORGHI, Il Congresso di Berlino e la crisi dOriente, Milano, 1878, p. 1.

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