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Gianni tornatore. La storia di Gianni comincia prima ancora di Gianni. Cio prima ancora che Gianni uscisse delluovo.

soprattutto la storia di una famiglia, che come i piccioni, andava da una parte allaltra del mondo. Propio propio come i piccioni no, perch nessuno di loro sapeva volare, o al meno (se lo sapevano fare) nessuno al mondo lavrebbe indovinato, tanto erano bravi a nasconderlo. La bambina della casa, una bimba di occhi chiari e capelli biondi, un angioletto si potrebbe dire a giudicare dalle apparenze, era molto in gamba. Sapeva gi tutte le tabelline e qualche volta scriveva una poesa, cos , tanto per giocare a fare la scrittrice. Era brava a giocare a pallone e a nascondino, e a rubamazzetto . Ce`da dire che anche se ci sapeva fare con le bambole, la cosa non lattirava pi di tanto. La vita correva l fuori molto pi divertente di quanto una bambola potesse mai divertirsi , anche se pettinata e vestita a dovere. Fu cos, che , trovandosi a guardare dalla finestra come tutti i pomeriggi, vide arrivare un piccione e fermarsi sotto il camino del barbecue di suo padre. Suo padre! Quando pensava a pap immaginava grandi estensioni di colline e un profondo mare blu, perch lui veniva di unisola bellissima e antica, piena di bei ricordi. Ma pap era molto ordinato e la bimba immaginava la faccia del pdre il giorno in cui scoprisse che un piccione volveva vivere allombra del suo barbecue! Zitta zitta cominci a osservarlo. Il piccione, probabilmente una femmina, era tutta indaffarata portando al pulitissimo ripiano della griglia piume, pezzi di cottone, ramoscelli. Quella sera lei dovette andare con la mamma al denstista. Niente di grave per fortuna, ma quando torn era gi tramontato il sole e del piccione non ce ne erano trace. Il mattino dopo, si svegli pensando alla lunga giornata di vacanze ancora da passare prima del rientro a scuola. Si stiracchi come in gatto ed ad un tratto si ricord dell ospite. Fece un balzo sorprendendo sua madre che veniva a chiamarla per fare colazione. Ma lei pass oltre e continu di corsa fino alla finestra della griglia. L, immovile, seduta sulle sue piume e ramoscelli , cera la femmina piccione. Sedeva attenta, guardando la bimba un po di lato come fanno tutti gli uccelli. La voce della mamma da dietro le spalle le fece fare il secondo balzo della mattina: -Hai visto che bel nido? -Ma, quello un nido? -S , se lo lasciamo tra qualche mese ci potrebbe essere unuccelllino...

Lola (cos si chiamava la bambina) guard sua madre in modo da farle capire che non ci credeva pi di tanto. Soprettutto dopo aver visto che aveva in mano un libro chiamato Juan Salvador Gaviota (Giovanni Salvatore Gabbiano), tipico libro dei sognatori. Dopo di che, la primavera divent estate, e in quei giorni Lola fece la grande scoperta: cera un uovo sotto quel piccione. Se ne accorsero un pomeriggio mentre si discuteva il da farsi. Luccello sporcava e non se ne parlava pi di fare una buona grigliata. Cos il babbo e la mamma decisero di farlo volare via e, sorpresa! eccolo l solo soletto in mezzo al nido. Un uovo bianco e liscio. Santa Barbara diede passo al Natale, il Natale alla Befana, e la Befana port con se la possibilit di andare al mare. Al ritorno, luovo non cera pi. Al suo posto un bruttissimo esssere senza piume, pigolava e batteva quelle braccia strane chiedendo da mangiare. E veniva subito accontentato! Intanto la mamma aveva finito il libro e laveva lasciato su un ripiano del corridoio. Tutti i giorni quando andava a quella finestra vedeva il titolo Giovanni..... Cos una sera particolarmente calda in qui diedero insieme dellacqua a tutta la famiglia di pennuti, la bambina decise: -Si chiamera Givanni Tornatore Colombo, e guai a lui se non torna! Il ritorno a scuola era vicino quando Gianni Colombo cominci a fare finta di volare. Esercitava sempre di pi le ali che nel frattempo da quel orribile colore grigio marroncino , erano diventate di un blu cangiante, con riflessi rosa o violacei. Propio il primo giorno di scuola, Lola and a trovarlo, felice di raccontargli che andava a trovare i compagni dellanno scorso. - Aspettami Tornatore, mi raccomando, eh? Il solito tramtram di baci, commenti di vacanze e mani con il crampo per la mancanza di esercizio nello scrivere entro le righe , fecero per un po che la bimba dimenticasse il suo picicone. Ma a mezzogiorno, nessuno aveva tanta voglia quanto lei , di tornare a casa. Ma Gianni, quel traditore, quel briccone, era volato via. Non si sapeva quando. La mamma e il pap non riuscivano a capire perch Lola fosse cos triste. Non sapevano che lei aveva parlato a lungo con lui su questo fatto. Lui era Tornatore, quindi doveva tornare. Iniziavano gi a cercare unaltro modo di consolarla quando uno sbattere di ali vicino ai vetri, fece loro tornare lo sguardo verso la finestra. E l, senza un briciolo di paura, bello e robusto , quasi sorridente , avrebbe detto poi Lola, cera Gianni, il buono, il dolce , il Colombo tornatore.

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