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SANTO GRAAL A ROMA: NUOVE CONFERME

Incontro col ricercatore Alfredo M. Barbagallo

el gi u gno del 2007 il GdM pu bblicò

N un arti colo in esclusiva dal titolo “Il


Santo Graal a Roma?” in cui Al fredo
M. Ba rba ga llo espo n eva la sua straordinaria
i potesi storica, e cioè che il Calice si trova s se
n ella Basilica di San Lorenzo fuori le mura, a
Roma. Du rante questi mesi l’autore ha co n ti-
nuato le sue ricerche e ci presenta oggi, dopo
aver già ricevuto l’attenzione della stampa
internazionale, gli ulteriori import a n ti svi-
luppi sul mistero.

Frace sca Vajro - A cosa conducono le sue


recenti ri cerche?
Alfredo M. Ba rbagallo - Saluto innanzi tutto i lettori del GdM, e tenterò di San Grego rio Ma gno nel
dipinto di Matthias Stom
essere esauriente, preciso e chiaro nelle ri s poste alla terribile questione.
Dopo tre anni complessivi di indagine, essenzialmente di carattere stori co-
archeologico, ho consegnato alle Autorità un complesso studio – oltre cin-
quecento pagine – dove ho ri tenuto in tutta umiltà di potere dimostrare la
probabile identità ori gi n a ria dell’elemento cristiano posto alla base della
leggenda medioevale del Santo Graal in un manufatto – per l’esattezza un
calice di vetro dei primi secoli – reperito nel maggio 1864 dal grande
archeologo Giovanni Battista De Rossi durante gli scavi del nartece della
Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, a Roma, sotto Pio IX, ed immedia-
tamente da lui ri condotto ai Musei Vaticani; per l’esattezza, al Museo Sacro
della Biblioteca Apostolica Vaticana, che
De Rossi allora dirigeva. Il manufatto non
presenta partico l a rità di sort a , ed è stato
eccezionalmente raffigurato, per mano
dell ’ a rcheologo stesso, con l’invi to ai
posteri di ogni tempo ad accert a rne senso
e significato.

D. Cosa le fa pensare che qu el manufatto


evidentemente cri s tiano possa essere il
mitico Santo Graal?
R. Innanzi tutto, la sua eccezionale posi-
zione. Lo stesso scopritore si pone chiara-

Calice vitreo (Giovanni Battista De Rossi,


Bullettino di archeologia cristiana, Maggio
1864, pp.36-37) Raffigurazione di scavo
D. Perché a San Lorenzo?
L’eco nel mondo R. Le antichissime leggende dei primi secoli
L’immenso capitolo della stampa, romana, italiana ed interna- cristiani – Ambrogio ed Agostino, tra gli altri
zionale sul lavoro di Alfonso M. Barbagallo, a partire dal marzo – e poi la raffigurazione medioevale hanno
2007, fa delle prime notizie sulla vicenda romana di san s em pre visto nella figura del Di acon o
Lorenzo una delle tracce di ricerca storico-archeologica più dif- Lorenzo, m a rtirizzato nel fuoco nell’agosto
fuse al mondo, quanto meno dal dopoguerra. Solo tra i princi- 258, l’immagine del custode dei “Tesori
pali referenti, le grandi agenzie internazionali che ne hanno par- Sac ri ” della Chiesa, a lui affidati dal Pontefice
lato: l’americana UPI, la russa Novosti, la cinese Xinhua in lin- dell’epoca – Sisto II – nell’ambito della spie-
gua inglese; i quotidiani Daily Telegraph, Die Welt, Wall Street tata ondata persecutoria di Valeriano.
Journal, Het Volk, e tantissimi altri. In radio e televisione, al di Una rico s truzione leggen d a ria di questo tipo
là della RAI, molto attenta e presente, vi sono stati “speciali” è integralmente ri portata nella leggenda in
sulle emittenti pubbliche cèca (Vedunka Lunardi) ed ungherese relazione al Santo Caliz di Valencia – da
(Julia Sarkozy); poi la nota sul National Geographic, le richie- molti secoli identificato come il Graal – che
ste di intervento delle televisioni tedesca e messicana, lo specia- riconduce alla figura del Santo la prima
le di Jorge Rivas per la radio cilena; la richiesta di speciale per custodia del Calice di Cristo.
la tv australiana in lingua italiana, le note della TV polacca, e La nostra teoria è quindi che, in pertinenza a
così via. Per le emittenti cattoliche, gli illuminanti articoli di san Lorenzo ed alla sua funzione storica, si
Burkhardt Jurgens sul Kath News, le note sul sito brasiliano sia attestato all’area basilicale romana di
della Radio Vaticana, dell’Avvenire e dell’Ordine dei sepoltu ra un “giacimento reliquiario” che,
Cappuccini. una volta reperito alla tomba laurenziana,
L’impegno dei giornalisti italiani e romani: l’ADN Kronos sarebbe stato disperso in funzione sacrale ed
Cultura diretta da Patrizia Perilli, la redazione centrale di ANSA evangel i z z a trice in tutta Europa, con l’unica
Cultura, le segnalazioni all’AGI; l’impegno appassionato del
TG2 cultura (Ricci, Salvatori); i programmi di intrattenimento
eccezione del Calice vi treo, rimasto in Roma.
culturale del sabato televisivo; i collegamenti con i programmi
radiofonici di stato ed esteri e le citazioni dei grandi webnews a D. Chi avrebbe reperi to questo “giacimen-
carattere mondiale. Per i quotidiani italiani, gli articoli de La to reliquiario”?
Repubblica, dall’elegante firma di Orazio La Rocca; del R. Gregorio Magno. O, per essere più preci-
Messaggero web, de Il Mattino, de La Stampa, de Il Tempo, si, il Pontefice precursore, Pelagio II, di cui
nella serie di validi speciali di approfondimento di Cinzia Gregorio era segret a rio pontificale. Va chia-
Tralicci. Infine lo spettacolare collegamento Youtube, in quattro rito come all’epoca della morte di Pelagio –
grandi segmenti, del Voyager Fanclub, dal titolo “Aspettando primi mesi del 590 – e della successiva ele-
Voyager” a cura di Michele Rossi. zione di Gregorio, l’Occidente attraversava il
punto culminante della più grande tragedia
collettiva della sua storia: la pestilenza, che in
mente la questione del possibile “significato simbo- alcuni decenni miete, tra Occidente ed Oriente,
lizzante” del manufatto in senso reliqu i a rio per l’in- qualcosa come – pare – venticinque milioni di vi t-
tera Basilica. time. Papa Pel a gio stesso muore di quella peste, e si
Il Calice vi treo era posto – murato e interrato con inizia a parlare di fine del mondo…
evi denza sacrale – alla base del pilastro sinistro del
n a rtece (l’area riservata all’epoca ai Catecumeni, D. Allora ?
che devono ancora avere pieno ingresso nell a R. Gregorio scriverà quindi, n ella sua missiva
comunità cri s tiana) della Basilica di San Lorenzo, all’Imperatrice Costantina, che sotto Pelagio una
edificata sulla tomba del Santo nell’ultima decade c a m p a gna di scavi dell’epoca avrebbe involontaria-
del VI secolo, e poi frequentemente visitata da tut ti mente reperi to i resti stessi di san Lorenzo, e la col-
i pell egrini cristiani d’area durante tutto l’alto lera divina avrebbe sterminato in pochi gi orni tutti
Medioevo. i responsabili, tra cui i primi monaci della Basilica.
È fortemente probabile che l’eccezionale manufatto Penserei che l’avvenimento possa essere reale. La
sia stato posto, in termini di venerazione, in quel forza del contagio può avere realmente sterminato
preciso punto ri conducendolo dall’area catacom- l’intero gruppo basilicale, e riterrei che sia avvenuto
bale stessa di sepoltura origi n a ria di san Lorenzo, in quella circostanza il reperimento del “giacimento
posta in linea direttamente sottostante. reliquiario” laurenziano, la cui ri cerca era iniziata
evi dentemente per pura disperazione. L’elemento spettacolare processione di penitenza e preghiera,
più ri l evante di questo giacimento per la lettu ra di cui far partecipare per tre giorni l’intero popolo
fede deve essere quindi stato posto, in quegli stessi romano: la Litania Septi formis.
mesi – o forse giorni – del primo 590, a lla base stes- Al termine del terri bile avvenimento, la leggenda
sa della struttura di venerazione laurenziana; ma parla della celebre visione dell’Arcangelo Michele
poi la morte ha fatto il suo rapido corso, d i s trug- che ri n foderava la spada, segno della fine della
gendo in breve ogni memoria. Rimaneva in mano a pestilenza, sopra il Mausoleo di Adriano, da allora
Gregori o, eletto nel settembre dal suo chiuso luogo Castel Sant’Angelo. Possiamo congettu ra re come,
di pregh i era del Celio, un patrimonio indistinto di sotto qualche forma diretta o testimoniale a noi
reliquie sommariamente identificate, che, come sconosciuta, il Calice vi treo cristiano sia di riferi-
noto, d i s tribuirà per convertire i popoli europei; tra mento all ’ evento…
cui, probabilmente, il sunnominato Santo Caliz e la
mitica Ampolla di Glastonbury… D. Cioè?
R. …Cioè che qualcuno – non necessariamente
D. A chi Gregorio distri buisce le rel i quie? Gregorio – lo abbia condotto con sé a fini venera-
R. Nella tarda estate del 590 stesso, al culmine zionali, e poi risepolto – o sepolto – nella mu ra tu ra
supremo del contagio, Gregorio decide per una ori gi n a ria del nartece laurenziano. È una ipotesi che

San Lorenzo diacono e martire


Forse da ragazzo ha visto le grandiose feste per i mille
anni della città di Roma, celebrate nel 237-38, regnando l’im-
peratore Filippo detto l’Arabo, perché figlio di un notabile
della regione siriana. Poco dopo le feste, Filippo viene detro-
nizzato e ucciso da Decio, duro persecutore dei cristiani, che
muore in guerra nel 251. L’impero è in crisi, minacciato dalla
pressione dei popoli germanici e dall’aggressività persiana.
Contro i persiani combatte anche l’imperatore Valeriano, sali-
to al trono nel 253: sconfitto dall’esercito di Shapur I, morirà
in prigionia nel 260. Ma già nel 257 ha ordinato una persecu-
zione anticristiana.
Ed è qui che incontriamo Lorenzo, della cui vita si sa
pochissimo. È noto soprattutto per la sua morte, e anche lì con problemi. Le antiche fonti lo indicano come
arcidiacono di papa Sisto II; cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Assiste il papa
nella celebrazione dei riti, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa. Viene, dunque, la
persecuzione, e dapprima non sembra accanita come ai tempi di Decio. Vieta le adunanze di cristiani, blocca
gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani. Ma non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cri-
stiana. Nel 258, però, Valeriano ordina la messa a morte di vescovi e preti. Così il vescovo Cipriano di
Cartagine, esiliato nella prima fase, viene poi decapitato. La stessa sorte tocca ad altri vescovi e allo stesso papa
Sisto II, ai primi di agosto del 258. Si racconta appunto che Lorenzo lo incontri e gli parli, mentre va al sup-
plizio. Poi il prefetto imperiale ferma il diacono, chiedendogli di consegnare “i tesori della Chiesa”.
Nella persecuzione sembra non mancare un intento di confisca; e il prefetto deve essersi convinto che la
Chiesa del tempo possieda chissà quali ricchezze. Lorenzo, comunque, chiede solo un po’ di tempo. Si affretta
poi a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Infine compare davanti al prefetto e gli mostra la
turba dei malati, storpi ed emarginati che lo accompagna, dicendo: “Ecco, i tesori della Chiesa sono questi”.
Allora viene messo a morte. E un’antica “passione”, raccolta da sant’Ambrogio, precisa: “Bruciato sopra una
graticola”: un supplizio che ispirerà opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli. Ma gli studi (cfr.
Analecta Bollandiana 51, 1933) dichiarano leggendaria questa tradizione. Valeriano non ordinò torture.
Possiamo ritenere che Lorenzo sia stato decapitato come Sisto II, Cipriano e tanti altri. Il corpo viene deposto
poi in una tomba sulla via Tiburtina. Su di essa, Costantino costruirà una basilica, poi ingrandita via via da
Pelagio II e da Onorio III; e restaurata nel XX secolo, dopo i danni del bombardamento americano su Roma
del 19 luglio 1943.
(da: www.santiebeati.it - Domenico Agasso, Famiglia Cristiana)
PARAPSICOLOGIA E MEDIANITÀ

Scozia da un vi a ggio sacrale a Roma. Da


qu el vi a ggio Blano avrebbe ricon do t to
nella sua area episcopale scozzese, di forte
tradizione monacale irlandese, una strana
rel i quia; del terriccio sac ro, t a l m en te
i m portante da determinare l’esclusione
delle donne – che avevano mancato di
rispetto ad esso – dall’area di sepoltura del
cimitero di Kingarth…
D. Vengono in mente Re Artù e Glaston-
bury...
R. Glastonbury significa “isola di vetro”, o
“del vetro”. Re Art ù , secondo le leggende
scozzesi e le attestazioni monacali, sarebbe
addirittu ra parente di san Blano. Si segua
con attenzione: la leggenda parla di san
Blano come figlio illegi t timo di Re Aedan
Kingarth, Chiesa di San Blano, XII secolo di Dalriada; ma lo stesso personaggio risul-
terebbe, dalle prime cron ache di
p a rrebbe connaturata agli eventi. È però un’ipotesi Adamnano del VII-VIII secolo, padre del re Art hur,
che avrebbe segn a to per sempre la nascita della leg- detto quindi Art hur Mac Aedan. Sembra incredibi-
genda del Gra a l . La prima ste su ra poetica di le, ma…
Chretien de Troyes parla infatti del Graal “proces-
sionale”, che vi ene esibito come simbolo di spiri tua- D. Ma?
lità suprema… R. Difficile arrivare a conclusioni. Ma da questa
antica cronaca med i oevale, Arthur ri su l terebbe
D. Come potevano gli uomini del XII secolo cono- ucciso in seguito ad uno scontro con tro i Pitti, in
scere gli avvenimen ti del Calice di cinque secoli nome della diffusione del Cri s tianesimo; intorno
prima? a llo stesso 597 in cui il Cristianesimo, ad opera di
R. È molto difficile, ovviamente, dare una risposta; Gregorio, giunge in Britannia…
ma possiamo presupporre una via di penetrazione
testimoniale della conoscenza degli avvenimenti di D. Quindi, sette anni dopo l’elezione di Gregorio e
postu ra del Calice laurenziano, nonché di possibile la morte di papa Pel a gio e di san Blano?
sua presenza alla processione di R. Esatto. Possiamo immaginare
Litania Septifo rm is; conoscenza che, nell’ambito della rico s tru-
che deve avere in qualche modo zione della postura del Calice
o l trepassato la ce su ra natu ra l e cristiano in San Lorenzo, Blano
costituita dalla rapida morte di fosse ivi presente ed operante in
tut ti i possibili testimoni, ri ferita Roma; e che sia morto anch’esso
da Gregorio. di con t a gio al suo ri torno in
La nostra ri cerca ci ri conduce ad Scozia, informando la cerchia
un semisconosciuto vescovo di politico-ecclesiastica d’area, tra
area scoto-irlandese, san Blano di cui Re Art hur Mac Aedan…
Bute.
Le sue attestazioni di venerazione D. Per cui?
ri sultano per noi stu pef acen ti ; R. Per cui, in pura linea teorica,
viene ri cordato il 10 agosto, gior- dalle leggende po trebbe ri sultare
no del celebre onomastico lau- un giovane Re Artù presente, con
renziano; e ri sulterebbe morto, Blano di Bute, a lla postu ra del
d a lla leggenda, nel 590 stesso, Calice in San Loren zo, e poi
poco dopo il suo ritorno in Papa Pio IX (1792-1878) m orto per esso.

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PARAPSICOLOGIA E MEDIANITÀ

D. Sembra incredibile. E poi come sarebbe andata D. In questo percors o, che va dal X al XIII secolo,
la faccenda nei secoli successivi? quali altri personaggi hanno un ruolo, secondo la
R. Possiamo immaginare la via di propagazione sua teori a ?
europea med i oevale, da Blano di Bute nel mona- R. Tra loro, e prima di loro, i Cavalieri dell’Ordine
chesimo irlandese d’epoca. Avremmo due tracce su del Tempio di Bern a rdo di Ch i a ravalle, che perpe-
ciò: il famoso vi a ggio marino fantastico di san tuano la versione di Gerberto facendola pervenire
Brandano, dove si parla di un Calice trovato mu ra- a Chretien, Boron, Wolfram, i grandi poeti del
to sotto una colonna in mezzo all’Oceano; e la fon- Graal, ma non solo. Finanziano e sostengono l’ed i-
d a z i one a Bobbi o, in Lom b a rd i a , del famoso ficazione di una nuova Basilica di San Lorenzo a
Convento di cultu ra monacale da parte del grande Roma, nel 1217, ad opera di Onorio III; e lasciano
san Colombano di Irlanda, nei primissimi anni del il loro “marchio” esclusivo di presenza cri s tiana nel
VII secolo. Blano, Brandano e Colombano doveva- Calice pavi m entale (vedi l’immagine in coperti n a ) ,
no direttamente far parte dello stesso mondo e nella complessa simbologia del capitello dell’ot-
monacale. t ava colonna de s tra. E non si fermano qui.
Acquistano terreni in prossimità della Basilica, ed
D. E in seguito? estendono la loro azione sull’intero asse pell egri n a-
R. Dopo secoli, nel 983, diviene Abate di Bobbio uno re sino a Tivoli…
dei più grandi fuoriclasse della storia del pensiero
cristiano: Gerberto di Aurillac, poi pontefice nell’an- Questa storia è davvero avvincente e vorrei con ti-
no Mille con il nome di Silvestro II. Di Gerberto nuare a far domande per capirne di più, ma lo
avevo già scritto in un lontano articolo sul GdM; ciò spazio ci fa fermare, per ora , qui. Con ti nueremo
che conta ora sapere è come Gerberto, dalle tracce di il mese prossimo ad ascoltare la sua eccezionale
Bobbio, riesca a ricostruire il cammino, fino al VI i po tesi sul lu ogo in cui è con s ervato il Santo
secolo, della postura del Calice laurenziano. Nasce Graal.
così nell’anno Mille l’archetipo della leggenda del
Graal, poi ripresa dai grandi poeti duecenteschi. [1. CONTINUA]

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