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Intervento di

Corrado Passera
Ministro dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti

Convention dei Servizi di Confartigianato La crisi finita. O no?

Roma, 18 aprile 2013

Convention dei Servizi di Confartigianato La crisi finita. O no?


Roma, 18 aprile 2013 Spunti per il Ministro

Diagnosi del ventennio perduto Il titolo riservato al mio intervento molto stimolante e necessita di un approccio concreto e pragmatico. Di fronte al susseguirsi di dati statistici negativi lecito farsi prendere dallo sconforto: ma la risposta al vostro stimolo, anche provocatorio, non pu e non deve essere negativa, pur nella consapevolezza che la fase recessiva non terminata. Pu sembrare un ossimoro ma, se mettiamo in fila tutti gli elementi e riusciamo a coniugare la prospettiva di breve periodo con quella di medio-lungo, ci accorgiamo che non cos. Iniziamo dalle recenti analisi del Fondo Monetario Internazionale: una nuova correzione al ribasso del Pil, che ha il sapore del dj vu perch riprende quanto gi avvenuto fin troppo spesso dal 2008 in poi. Il punto di svolta delleconomia si rinvia di mese in mese, in unattesa che dura ormai da troppo tempo. Certamente la fase pi acuta della caduta si arrestata, ma questo non ancora sufficiente a portare lItalia fuori dalla recessione. Il 2013 si chiuder con un segno negativo preoccupante: dopo il -2,4% dello scorso anno il FMI prevede un tasso del -1,5%. Per comprendere appieno le prospettive future, vorrei per ripercorrere con voi lanalisi delle cause che ci hanno fatto portato alla crisi. Mi sembra che questo sia un passaggio metodologico fondamentale: la diagnosi, la comprensione e la condivisone degli errori sono premesse indispensabili per evitarne la ripetizione. Le cause della crisi sono riconducibili alla deludente eredit di 20 anni della Seconda Repubblica, un tempo in cui lItalia ha vissuto al di sopra delle sue possibilit e al di sotto delle proprie responsabilit. Se compariamo i principali indicatori del Sistema Paese ereditati nel 2011 scopriamo che lItalia tornata sui livelli di fine anni novanta, se non addirittura pi indietro: o Il debito pubblico era intorno al 120% del PIL allinizio degli anni novanta e oggi lo troviamo pi o meno allo stesso livello. o Il Pil pro-capite tornato ai livelli del 1998, inferiore di oltre 2 mila euro al valore massimo raggiunto nel 2007. o Il Prodotto interno lordo di oltre 8 punti percentuali inferiore al massimo pre-crisi e, in termini reali, si riportato in prossimit dei valori del 2000. o Tutte le componenti interne della domanda mostrano una flessione: i consumi delle famiglie sono tornati ai livelli del 2000, gli investimenti sono crollati di quasi il 25% rispetto al massimo raggiunto nel 2007. Solo la domanda estera tiene meglio e ha interamente recuperato i livelli pre-crisi.

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Nellultimo decennio si generato un crescente gap di produttivit rispetto ai pi diretti concorrenti: uno spread che costa alle imprese manifatturiere italiane 70 miliardi annui di minor valore aggiunto (a parit di occupazione) rispetto a quelle tedesche. Mentre i nostri principali competitors coglievano le opportunit della cosiddetta rivoluzione informatica e delleconomia della conoscenza, le nostre imprese investivano poco per migliorare lefficienza complessiva del processo produttivo.

Riattivare, nellarco di pochi mesi, un percorso di crescita in un Paese che da quasi 10 anni non sa pi cosa vuol dire crescere era una missione impossibile. Ne siamo stati consapevoli fin dal primo giorno dellattivit di questo Governo. In una situazione di gravissima tensione finanziaria che colpiva a cascata debito pubblico, banche e imprese, nel bel mezzo di un poderoso sforzo di consolidamento e di messa in sicurezza dei conti pubblici che limitava le risorse a disposizione, era impensabile tornare subito a crescere.

Per quanto il compito fosse difficilissimo non ci siamo tirati indietro o dati per vinti. Al contrario, abbiamo voluto fare della crescita una costante direttrice di tutti gli interventi del Governo, a partire dal decreto Salva Italia. E abbiamo voluto farlo adottando una nuova e diversamente intesa politica industriale, perch pensiamo con convinzione che il declino non sia il destino ineluttabile del Paese. Tornare a crescere possibile e alla nostra portata.

Il nostro potenziale infatti tanto ampio quanto non colto. Non c ragione al mondo che possa impedire allItalia di sfruttare le opportunit offerte dallapertura globale dei mercati. Molti settori in cui lItalia fortissima godono e godranno di grandi spazi di crescita: dalla meccanica al sistema moda, dallagribusiness al sistema dellarredo casa, dalla filiera della sanit al turismo. Non c soprattutto ragione al mondo che un Paese come lItalia - dotato di un vantaggio competitivo naturale, insito nella sua identit storica, nella sua unicit mondiale, nel suo straordinario patrimonio culturale - non se la possa giocare alla pari con gli altri grandi Paesi protagonisti della crescita.

Il mondo artigiano uno degli assi portanti del nostro sistema economico, dal momento che le imprese artigiane: o o o o sono quasi 1,5 milioni (circa il 24% del totale); impiegano 3,2 milioni di addetti (il 20% del totale); generano 176 miliardi di euro di valore aggiunto (l11% del PIL italiano); originano 26 miliardi di esportazioni (l11% del totale);

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costituiscono il vero tessuto connettivo dei sistemi economici locali, operando nel 40% dei casi nel settore delle costruzioni e nel 24% in quello manifatturiero.

Nonostante gli effetti della crisi, il contributo dellartig ianato alla competitivit delle imprese del nostro Paese e in particolare alle esportazioni del Made in Italy resta fondamentale. In quantit, ma soprattutto in qualit. La cultura del saper fare, la tradizione, la ricerca della qualit e dellunicit possono creare un valore aggiunto considerevole e alimentare una profonda cultura di prodotto, capace di acquisire spazi di mercato globali.

Lartigianato non solo tradizione. Al contrario, la ricerca della qualit e del know -how costituisce una spinta potentissima al cambiamento e alla trasformazione del nostro tessuto produttivo, che solo cos pu riuscire ad affrontare le sfide poste dalla globalizzazione e a cogliere lopportunit di raggiungere nuovi consumatori in tutti i Paesi del mondo.

Dobbiamo essere lungimiranti: occorre guardare al futuro, volgendo per anche uno sguardo attento al nostro passato. indispensabile infatti cogliere le nuove opportunit del mercato senza snaturare il nostro capitalismo artigiano , senza perdere cio il valore delle nostre competenze e del nostro portato storico e culturale.

LAgenda per la crescita Per sviluppare pienamente il potenziale esistente del nostro Paese e riavviare una crescita economica che sia sostenuta - cio in grado di creare nuova occupazione - e sostenibile cio finanziariamente compatibile con una ordinata gestione della finanza pubblica - non esiste una singola ricetta magica, un silver bullet su cui puntare ogni speranza, sforzo e risorsa. Con il rapporto deficit/Pil ormai prossimo al livello soglia del 3%, i margini di manovra per rilanciare la crescita sono limitati. Quando ne abbiamo avuto la possibilit non li abbiamo sfruttati, basti pensare a come abbiamo divorato il dividendo dellEuro: almeno 500 miliardi di minori interessi sul debito che, se non sprecati, ci avrebbero potuto portare a essere tra i Paesi pi virtuosi dEuropa, con un rapporto debito/PIL pari all80%. Riattivare la crescita significa allora mettere in moto una serie di innumerevoli interventi mirati a risolvere centinaia di problemi dai pi piccoli ai pi grandi che si sono accumulati negli anni in cui alle politiche per lo sviluppo non si data la giusta priorit e attenzione. Misure pro-crescita indirizzate a sciogliere nodi, a sbloccare ritardi, a vincere resistenze, ad accelerare decisioni, a liberare energie. Il combinato disposto di

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questi interventi, che singolarmente presi possono essere considerati di impatto marginale, in grado di generare un risultato di grande portata. In questa logica sono stati adottati provvedimenti che riteniamo possano avere un impatto significativo sia nel breve che soprattutto nel medio e lungo periodo, misure in alcuni casi attese da anni o addirittura da decenni, che credo sia opportuno riepilogare per dare il senso dellimpegno per la crescita economica e per la competitivit delle nostre imprese. Mi concentro in particolare sulle numerose misure a beneficio delle PMI, ossia quelle che riguardano pi direttamente le vostre imprese. Parto dallultimo intervento in ordine di tempo, quello relativo ai pagamenti dei debiti commerciali scaduti della PA. Con un Decreto Legge recentemente approvato dal Governo, cha ha gi iniziato il suo iter di conversione in Parlamento, stato dato un forte impulso allo smobilizzo di gran parte di questi debiti. A questo proposito, verranno erogati nellarco dei prossimi 12 mesi 40 miliardi di euro, attraverso: o limmediato allentamento del Patto di stabilit interno ( 7 miliardi, incluso il cofinanziamento dei Fondi strutturali UE); o la creazione di un Fondo ad hoc per finanziare i pagamenti da parte delle amministrazioni locali (26 miliardi); o la ricapitalizzazione di un analogo Fondo gi istituito per le amministrazioni centrali (500 milioni); o lincremento delle erogazioni per i rimborsi dimposta (6,5 miliardi).

Inoltre, il decreto prevede anche che nel 2014 possano essere rimborsati, attraverso lemissione di titoli di Stato, i crediti ceduti agli intermediari finanziari, che possono essere stimati in ulteriori 15-20 miliardi. La Legge di Stabilit per il 2014 potr stabilire anche altre modalit per completare il pagamento dellintero stock di debiti esistente a fine 2012.

Si tratta di un passo importante, lungamente atteso, che diffonder liquidit nel sistema produttivo. Ovviamente alcuni aspetti del provvedimento possono essere ulteriormente migliorati e spero che lo saranno nel corso del passaggio parlamentare, per garantire che i pagamenti vengano effettuati il pi celermente possibile. Limpianto generale tuttavia credo possa essere apprezzato dalle imprese, che giustamente da tempo reclamavano una misura di questo tipo, dal forte impatto sul tessuto economico.

Se lobiettivo del provvedimento, ossia generare un effetto moltiplicatore sulleconomia italiana attraverso la diffusione di liquidit nel sistema, sar raggiunto, le ricadute sul Pil saranno significative: secondo prime stime di Banca dItalia, per effet to di queste misure

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il Pil aumenter dello 0,7% in due anni, mentre Confindustria stima una maggiore crescita pari all1,4% in 5 anni (con la creazione di 243 mila occupati). Prima ancora di definire il provvedimento di natura straordinaria per sanare i debiti arretrati, il Governo ha recepito la Direttiva Europea sui ritardi di pagamento, per evitare che nuovo debito commerciale si vada accumulando nei rapporti fra imprese e PA e fra le imprese stesse. Per tutti i contratti di fornitura siglati a partire dal 1 gennaio del 2013 i pagamenti dalla PA dovranno avvenire inderogabilmente entro un massimo di 30/60 giorni, mentre i pagamenti nel settore privato potranno prevedere termini di pagamento pi ampi di 60 giorni solo se pattuiti fra le parti e giustificati. I vincoli finanziari alla crescita delle nostre imprese sono ancora pi ampi di quelli dovuti ai ritardi di pagamento della PA. Sono divenuti particolarmente acuti a causa della propagazione delle tensioni sul rifinanziamento del debito pubblico sul costo e laccesso al credito bancario, principale fonte di approvvigionamento delle risorse finanziarie per il sistema produttivo nazionale. Per cercare di rimuovere questi vincoli, sono stati adottati vari provvedimenti con lobiettivo di migliorare la competitivit delle nostre imprese: o stato rafforzato il sistema dei Confidi, prevedendo la possibilit che possano partecipare al loro capitale non solo le PMI, ma anche grandi imprese, enti locali e professionisti. Per agevolare la patrimonializzazione dei Confidi vigilati dalla Banca dItalia e accelerare il processo di aggregazione stata anche introdotta la possibilit di imputare a patrimonio i fondi rischi e gli altri fondi e le riserve patrimoniali costituiti da contributi da parte dello Stato, delle Regioni e degli altri enti locali. o stato rafforzato il ruolo del Fondo Centrale di Garanzia: attraverso il suo rifinanziamento per 1,2 miliardi sono state mobilitate ulteriori risorse, destinate in particolare alle PMI, in grado di assicurare circa 20 miliardi di garanzie sui crediti. o stata attuata una profonda liberalizzazione della finanza di impresa: le societ di capitali non quotate, anche di medie e piccole dimensioni, sono state messe in condizione di reperire finanziamenti da investitori qualificati non soci sui mercati di capitale emettendo obbligazioni e cambiali finanziarie, anche sui mercati internazionali, con il beneficio della deducibilit degli interessi e dellesenzione dalla ritenuta alla fonte. In soli 4 mesi di piena operativit della riforma, sono stati gi emessi titoli per un controvalore di quasi 2 miliardi di euro. Un dato importante che le singole emissioni hanno riguardato classi dimensionali tra di loro molto diverse (si va dai 780 milioni di euro di Cerved ai

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275 milioni di Guala Closures, fino ai 3 milioni di CAAR), a conferma del fatto che anche le imprese pi piccole stanno iniziando a fare ricorso direttamente al mercato. o Sono state incentivate fiscalmente le imprese che si rafforzano

patrimonialmente, introducendo una defiscalizzazione per chi incrementa il capitale sociale dimpresa (ACE - Allowance for Corporate Equity). o stata modificata la legge fallimentare. Laccesso alle protezioni divenuto pi semplice e rapido, consentendo sin dallavvio della procedura lerogazione di nuova finanza interinale in regime di pre-deduzione, per agevolare la continuit aziendale. Un altro ambito di intervento importante ha riguardato lenergia, che rappresenta un fattore di costo essenziale per molte aziende. LItalia storicamente ha registrato costi pi alti di quelli dei partner europei: buona parte di questo spread di costo dovuto a motivi strutturali, e quindi richiede tempo per essere azzerato. Per nellultimo anno si gi verificata una riduzione importante del gap. In particolare, il prezzo allingrosso del gas, che fino a un anno fa era pi alto di un 20 -25% rispetto al Nord Europa, si pienamente allineato. Addirittura, nel primo trimestre di questanno il prezzo italiano stato il pi basso dEuropa: la prima volta che avviene. Le imprese che acquistano gas per il loro ciclo produttivo stanno beneficiando gi da qualche mese di questa positiva dinamica dei prezzi. Gli effetti per le PMI sono tangibili: ne testimone il 4,2% di calo delle tariffe regolate a partire dal 1 aprile, cui seguiranno altre riduzioni gi programmate per il terzo trimestre di questanno. Anche il prezzo allingrosso dellelettricit calato di circa il 20%, in gran parte proprio a causa alla riduzione del prezzo del gas. Il calo delle bollette rappresenta un segnale importante di inversione di una tendenza che per molti anni aveva contribuito ad indebolire la competitivit delle nostre imprese, che spero le PMI abbiano colto. Questo stato possibile in virt di diverse specifiche misure: o Sebbene il governo Monti sia nato con un orizzonte temporale piuttosto limitato, a distanza di venti anni dallultimo Piano Energetico nazionale, stata presentata la nuova Strategia Energetica Nazionale, basata tra laltro sullobiettivo di allineare i costi energetici complessivi nel nostro Paese a quelli medi europei, con un risparmio previsto di 9 miliardi allanno (su 70 miliardi di spesa attuale). o Per quanto riguarda il gas, abbiamo avviato la separazione proprietaria fra SNAM ed ENI. Attraverso altre misure specifiche (liberalizzazione dello stoccaggio, autorizzazione alla costruzione di 3 rigassificatori) abbiamo spinto

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verso la liberalizzazione del mercato, con il risultato di azzerare in 12 mesi il differenziale tra i prezzi spot italiani e quelli europei. o Con riferimento allincentivazione delle fonti rinnovabili elettriche, abbiamo per la prima volta corretto le storture di un meccanismo che caricava di oneri l intero sistema (che cumulativamente raggiungono i 170 miliardi), apportando benefici solo marginali alla filiera dei produttori nazionali. Sono stati cos creati i presupposti per una riduzione dei costi in bolletta per imprese e famiglie, che vale circa 3 miliardi lanno rispetto allandamento inerziale, senza per questo compromettere il raggiungimento e il superamento degli obiettivi europei. o Abbiamo anche avviato una pi ampia azione di spending review sugli oneri in bolletta per ridurre costi e inefficienze. Ad esempio, sono stati rivisti gli incentivi del Cip6, che comportano un risparmio di oltre 400 milioni di euro lanno. Sono state introdotte delle misure di semplificazione fiscale, rendendo pi semplice e meno oneroso per le imprese intrattenere un rapporto corretto con lamministrazione tributaria: o stato elevato da 200 mila a 2 milioni di euro il tetto sul volume di affari annuale dei soggetti passivi (imprese e partite IVA) che hanno facolt di adottare il meccanismo dellIVA per cassa, posticipando il versamento dellimposta allatto delleffettivo pagamento del corrispettivo della fattura (pagamento sulla base del principio di cassa anzich di quello standard di competenza). Questa misura consente di rendere pi semplice la gestione di liquidit di breve periodo per un numero maggiore di imprese e di professionisti. o stato rafforzato il meccanismo di compensazione tra crediti e debiti fiscali, aumentando dal 2014 la relativa soglia da 516 mila euro a 700 mila e semplificando di conseguenza il rapporto con lamministrazione tributaria nel suo complesso. Sono stati fatti anche degli importanti passi avanti sul tema della semplificazione amministrativa e della riduzione degli oneri burocratici: o Lintroduzione dellAutorizzazione Unica Ambientale (AUA) per le PMI, per ridurre gli adempimenti di competenza di diverse amministrazioni, con un risparmio potenziale stimato i n 1,3 miliardi di euro allanno. LAUA sostituisce 7 precedenti autorizzazioni distinte. o Il potenziamento dello Sportello unico per ledilizia, come unico punto di accesso per tutte le pratiche amministrative riguardanti gli interventi edilizi, in

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grado di acquisire gli atti di assenso richiesti direttamente dalle amministrazioni competenti, oppure tramite le conferenze di servizi. o Lalleggerimento delle procedure per la costituzione e la gestione delle Srl. stata introdotta nellordinamento la forma societaria della Srl semplificata, che pu essere utilizzata in particolare da soci di et inferiore ai 35 anni. o stato avviato laccreditamento di unAgenzia per le imprese da parte di Confartigianato (maggiori dettagli sono forniti in una nota allegata). Si tratta di una struttura in grado di semplificare gli adempimenti burocratici per le imprese. o Sono ancora in corso di elaborazione ulteriori provvedimenti in questo campo. Ad esempio, sta per essere presentato un DPCM relativo al tema degli adempimenti di compliance antimafia, che saranno resi meno onerosi per le imprese. Siamo poi intervenuti per rafforzare i fattori reali su cui si deve fondare la competitivit dimpresa nelle moderne economi e globalizzate della conoscenza. Per quanto riguarda in particolare linnovazione: o stato costituito il Fondo per la Crescita sostenibile grazie al riordino e allabrogazione di quasi 50 leggi di incentivazione alle imprese gestite dal MiSE; vi sono state concentrate le risorse residue con la principale finalit di supportare i grandi progetti di ricerca e innovazione. stato introdotto il credito dimposta alle assunzioni di personale altamente qualificato impiegato in attivit di ricerca e sviluppo. Il tema dellinnovazione stato anche al centro di una serie organica di misure relative allAgenda Digitale e alle startup, mirate a tradurre la rivoluzione digitale in strumento per spingere imprenditorialit della conoscenza e innovazione. I pilastri di questo nuovo paradigma sono: o o o o possibilit di sviluppare imprenditorialit facendo leva su tecnologia e ricerca; circolazione del sapere e della conoscenza; condivisione delle informazioni, standard aperti e interoperabili (open&big data); crescente connettivit e servizi digitali al cittadino e alle imprese. Il digital divide sar presto eliminato dallintero territorio nazionale. Le misure sulle startup introducono una disciplina organica e semplificata rispetto a quella ordinaria, per agevolare la nascita e lo sviluppo di queste imprese, rimuovendo tutta una serie di vincoli - civilistici, fiscali, giuslavoristici - che fanno spesso dell'Italia un Paese

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in cui ancora troppo complicato, rischioso e oneroso trasformare un'idea innovativa in impresa. Lintervento sulle startup va interpretato come unampia operazione di diffusione della cultura dellimprenditorialit: lassunzione responsabile di rischio, la valorizzazione del merito, laccettazione e non la stigmatizzazione del fallimento sono connaturate a un sistema pi dinamico. In questo senso la disciplina delle startup pu rappresentare unarea di sperimentazione: la valutazione di impatto delle misure consentir di ottenere utili indicazioni per una pi ampia riforma in chiave pro-business. Un altro fattore reale di competitivit che abbiamo cercato di rafforzare

linternazionalizzazione del nostro sistema produttivo, attraverso le seguenti misure: o Per accrescere la proiezione internazionale delle nostre imprese stata ricostituita lICE, con una struttura organizzativa e una governance maggiormente orientate a garantire la vicinanza alle imprese. La sua mission stata ampliata, prevedendo anche un ruolo per agevolare lattrazione di investimenti esteri nel nostro Paese. o Pi in generale, in corso di razionalizzazione la presenza all estero delle nostre reti, attraverso una forte integrazione funzionale e organizzativa tra le Ambasciate, le sedi ENIT ed ICE e le Camere di Commercio estere. o stato istituito il Desk Italia, un unico punto di coordinamento stabile, tempestivo ed efficace, con funzioni di accompagnamento per i soggetti imprenditoriali esteri che abbiano il proposito di investire in Italia. Attraverso questo Desk saranno semplificate e velocizzate le procedure legate allinvestimento, accrescendo di conseguenza lattratt ivit del nostro Paese. o Con lacquisizione di SACE e SIMEST da parte di Cassa Depositi e Prestiti stato creato un sistema integrato di finanza a supporto della crescita internazionale delle imprese. Non posso non citare, a conclusione di questo riepilogo dellattivit svolta in questi mesi, tutto quanto stato fatto per consentire il recupero del ritardo infrastrutturale accumulato dal Paese. In questo campo sono state semplificate e accelerate le procedure di approvazione dei progetti, facilitando il coinvolgimento di capitali privati anche attraverso lintroduzione di strumenti innovativi come i project bond, il contratto di disponibilit e la defiscalizzazione delle grandi opere in PPP prive di contributo pubblico. Sono state utilizzate ingenti risorse non ancora impegnate, mettendo in moto cantieri fermi. Il Governo ha sbloccato una serie di opere ferme alla fase istruttoria e prive di

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finanziamenti per un importo globale di circa 45 miliardi di euro. Il Governo ha chiuso la fase istruttoria di un numero rilevante di progetti che potranno cos essere approvati e avviati a realizzazione entro il 2015 per un importo globale prossimo ai 50 miliardi. Dopo anni di immobilismo abbiamo quindi avviato una profonda e diffusa azione riformista. Naturalmente sono ancora molti i temi che dovranno essere affrontati dal prossimo Governo: penso in particolare alla riforma del sistema fiscale. Nel nostro Paese la pressione fiscale su lavoro e impresa ha raggiunto livelli senza precedenti. Le tasse sono particolarmente alte soprattutto per chi le paga tutte. Gli onesti sono costretti a pagare anche per i disonesti. La prospettiva non pu che essere quella di una progressiva riduzione dei carichi fiscali sui produttori, premiando i comportamenti virtuosi: chi innova, chi si internazionalizza, chi assume, chi cresce dimensionalmente.

La visione del futuro Per riuscire a superare la crisi attuale fondamentale ladozione di un metodo di lavoro adeguato. Occorre evitare di lavorare e pensare per silos, ossia in modo compartimentalizzato: al contrario, i diversi silos devono essere sempre collegati tra di loro. Per citare un modo di dire tipico degli americani, la parola dordine deve essere connecting the dots. fondamentale che tutti i diversi attori (parti sociali, corpi intermedi, Parlamento e Governo) lavorino insieme, avendo come obiettivo il perseguimento del bene comune. Solo cos si riesce a far leva su una risorsa importante come lintelligenza collettiva. Per sfruttarla al meglio occorre costruire serbatoi di idee e di connessioni, come i think tanks e i link tanks. Il nostro Paese ne ha bisogno, finora questi centri di elaborazione del pensiero non sono stati molto attivi e presenti nel dibattito. Il confronto e il dialogo vanno ricercati sempre, senza per sfociare nellimmobilismo di un assemblearismo permanente. Dopo la fase della condivisione, occorre prendersi la responsabilit di decidere, assumendosi il peso delle scelte e del ruolo connessi allesercizio della leadership. In caso contrario il Paese non riuscir mai a modernizzarsi. Per rilanciare la crescita non ci si pu focalizzare solo su singoli temi, basandosi sulla realt contingente. Si deve invece avere una visione di insieme e unottica di lungo periodo. Occorre sapere esattamente dove si vuole arrivare, ossia avere ben chiaro il tipo di Paese che si vuole costruire nei prossimi 5 o 10 anni. Altrimenti difficile riuscire a imboccare la strada giusta.

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Tutte le diverse dimensioni della nostra vita collettiva sono tra di loro fortemente interconnesse: economia, societ, qualit della rappresentanza e della democrazia sono ambiti che si valorizzano adeguatamente solo in funzione luno dellaltro. Per questa ragione fondamentale occuparsi dellinsieme, sentirsi responsabili del tutto, applicare sempre il concetto del melete to pan di Periandro.

Per uscire dallo stallo attuale al Paese manca pi di ogni altra cosa la fiducia nel futuro. Occorre a tutti i costi recuperare questa fiducia e riusciremo a farlo solo se saremo in grado di lavorare tutti insieme con questo obiettivo comune. Spero che lazione di questi mesi dellattuale Governo, che ha avuto sempre ben chiaro questo orientamento, rappresenti uneredit adeguatamente valorizzata dal Governo che verr.

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