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Capitolo 2

LE GRANDEZZE FISICHE
2.1 Introduzione

La sica si occupa della spiegazione dei fenomeni naturali. Essa cerca di determinare quali sono le cause prime di tali fenomeni e, da queste, di ricavare informazioni sul loro svolgersi. Poich e si ritiene che uno specico studioso, o per dirla con termine scientico osservatore, non possa avere alcun carattere di particolarit` a ,` e necessario che le leggi siche siano uguali per tutti, in particolare le leggi siche devono far riferimento a grandezze che siano osservabili e come tali misurabili. Sorge pertanto il problema di denire in maniera univoca e non ambigua le singole grandezze siche e poi determinare, per mezzo di esperimenti, le relazioni che le legano. In poche parole ` e questo il contenuto del metodo scientico. Il primo problema da porsi ` e quindi quello di determinare come esprimere quantitativamente le grandezze in gioco poich e, per quanto abbiamo detto prima, una grandezza sica pu` o essere utilizzata se e solo se esiste un modo di determinarla quantitativamente. Questa caratteristica, o meglio potremmo dire esigenza, della sica ha portato alla denizione di un metodo, il metodo operativo, secondo il quale, per dirla in poche parole, una grandezza ` e denita se si sa come misurarla. Ad esempio si potrebbe dire che il tempo ` e ci` o che si misura con gli orologi. E ovvio che una denizione del genere, pur essendo completa ed esatta per quel che riguarda la sica (poich e individua univocamente la grandezza interessata), non appare soddisfacente dal punto di vista logico poich e occorrerebbe prima denire cosa sono gli orologi e cio` e quegli oggetti che, storicamente, sono stati creati a partire dal concetto di tempo. Accade cio` e che una visione storicistica del pensiero umano e del suo costruirsi i concetti ` e in contraddizione con la visione operativistica. In realt` a una contraddizione del genere si verica ogni qualvolta si pretende di ridurre in poche parole ci` o che ` e il risultato di un lungo e continuo processo di astrazione che ha avuto origine agli albori dellumanit` a. Non ` e possibile pensare di esprimere in poche parole ci` o che il pensiero umano ha creato in migliaia di anni. Occorre sempre far riferimento a concetti primitivi. La denizione del tempo data precedentemente ` e quindi giusticata poich e tutti sanno cosa ` e un orologio e pertanto tutti sono concordi nel qualicare ci` o che viene misurato da gli orologi. Il tempo diviene cos` i una quantit` a univocamente denita e priva di alcuna ambiguit` a, propriet` a fondamentali di una qualsiasi grandezza sica. Per concludere ricordiamo, quindi, che ogni qualvolta dovremo denire una nuova grandezza sica dovremo anche specicare come essa ` e misurata.

2.2

Grandezze dimensionali ed adimensionali

Abbiamo detto precedentemente che ogni grandezza sica deve essere misurabile ovvero la sua entit` a deve poter essere espressa con numeri. Si pu` o ora notare che, da questo punto di vista, le grandezze siche si dividono in due grossi gruppi: le grandezze dimensionali e quelle adimensionali. Nel 19

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CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

linguaggio comune possiamo dire che sono dimensionali tutte quelle grandezze il cui valore numerico va completato con una specica indicante la strumentazione adoperata. Ad esempio la lunghezza ` e una grandezza dimensionale poich e il suo valore numerico va completato con la indicazione di metri, centimetri od altro, ad indicare lo strumento o meglio ancora lunit` a di misura adoperata. In termini operativi possiamo dire che una grandezza ` e dimensionale se la sua quanticazione richiede luso di uno strumento di misura. In questo senso la lunghezza ` e una grandezza dimensionale mentre il numero di facce di un cubo non lo ` e. Diremo poi che una grandezza dimensionale ` e fondamentale se essa viene misurata con un solo strumento mentre la diremo derivata se essa deve essere misurata con pi` u strumenti. Ad esempio la lunghezza ` e una grandezza dimensionalmente fondamentale mentre larea ` e una grandezza dimensionalmente derivata poich e essa viene misurata mediante due distinte misure di lunghezza. Nel seguito vedremo che le grandezze dimensionali fondamentali sono tre e precisamente: la lunghezza la massa il tempo [L] [M] [T]

I simboli indicati allinterno delle parentesi quadre rappresentano le dimensioni. Nel seguito vedremo che ogni equazione ha una equivalente equazione dimensionale tale cio` e da uguagliare le dimensioni del lato destro e sinistro. In tali equazioni i diversi termini saranno appunto racchiusi tra parentesi quadre ad indicare che si tratta di equazioni valide dimensionalmente e non numericamente.

2.3

Grandezze scalari e grandezze vettoriali

Abbiamo gi` a detto che una grandezza sica deve essere espressa con numeri. Si pu` o per` o vericare che mentre alcune grandezze sono esprimibili completamente dando una sola informazione cio` e un sol numero (ad esempio laltezza di un edicio), per altre grandezze ` e necessario dare pi` u informazioni, cio` e numeri (ad esempio la posizione di una citt` a sulla Terra). Questa diversa caratteristica porta a distinguere le grandezze siche in grandezze scalari e grandezze vettoriali. Le prime sono esprimibili con un sol numero mentre le seconde devono essere espresse da pi` u numeri. Ad esempio prendiamo la posizione di un punto. Se supponiamo denito il piano di appartenenza di questo punto allora saranno necessari solo due numeri e quindi diremo che le dimensioni del piano sono due; nel caso in cui il punto sia denito invece nello spazio, dovremo dare tre diversi numeri e quindi diremo che la dimensione dello spazio ` e tre. E possibile costruire matematicamente degli spazi con pi` u di 3 dimensioni ma questi hanno un signicato abbastanza complesso e non spiegabile qui. Per quel che ci riguarda diremo che il mondo nel quale noi viviamo ` e un mondo tridimensionale e quindi i vettori saranno espressi da terne ordinate di numeri. Talvolta ` e possibile ridurre il numero di dimensioni da trattare (ad esempio se ci poniamo il problema di un treno che viaggia lungo i binari) e quindi si ridurr` a analogamente la quantit` a di numeri necessari ad esprimere un vettore. Possiamo ancora notare che in un mondo unidimensionale un vettore ` e esprimibile da un sol numero e quindi esso pu` o essere confuso con uno scalare. Diremo pertanto che uno scalare non ` e altro che la contrazione di un vettore ad uno spazio unidimensionale Nel resto del libro indicheremo che una grandezza ` e vettoriale adoperando il grassetto (a) oppure sovrapponendo alla lettera indicante il vettore una piccola freccia (a). Gli scalari saranno invece rappresentati da semplici lettere. Un vettore pu` o facilmente essere rappresentato in un graco. A tal scopo per` o conviene trattare il caso bidimensionale poich e il disegno appare in tal caso pi` u facilmente visualizzabile e quindi comprensibile. In uno spazio bidimensionale un vettore v ` e espresso dalla coppia ordinata (v x , vy ). Consideriamo allora due rette orientate formanti un angolo di /2 (cio` e 90 o ) ed indichiamo qual` e lunit` a di misura per ognuna delle rette. Abbiamo ottenuto il cosiddetto sistema di assi cartesiani ortogonali.

2.3. GRANDEZZE SCALARI E GRANDEZZE VETTORIALI

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Tutti i punti del piano sono univocamente individuabili fornendo le posizioni dei punti proiezione sugli assi del punto dato.

Figura 2.1: Le coordinate rettangolari bidimensionali di un punto P. Ad esempio, facendo riferimento alla Figura 2.1, la posizione di P ` e univocamente determinata dando le distanze di H dal punto O , dove H ` e la proiezione ortogonale di P sullasse orizzontale (detto asse x o asse delle ascisse), e quella di K da O , dove K ` e la proiezione ortogonale di P sullasse verticale (detto asse y o asse delle ordinate). Dette allora x P e yP rispettivamente le distanze OH ed OK avremo che la posizione di P ` e denita dalla coppia ordinata (x P , yP ) e diremo che xP ed yP sono le coordinate di P . In formula e : P (xP , yP ) Consideriamo ora un vettore v ed un sistema di due assi cartesiani ortogonali tali che lorigine O del riferimento coincida col punto iniziale del vettore. Se P ` e lestremo del vettore avremo che le coordinate xP ed yP di tale estremo sono le componenti v x e vy rispettivamente del vettore v , come mostrato in Figura 2.2.

Figura 2.2: Le componenti di un vettore in coordinate rettangolari bidimensionali. La corrispondenza tra le due componenti v x e vy ed il vettore v ` e biunivoca e pertanto il vettore sar` a denito da: v (vx , vy ) E possibile denire e rappresentare un vettore anche in un altro modo. La rappresentazione dello spazio tramite due rette ortogonali individua quelle che vengono dette coordinate rettangolari; vedremo ora che ` e possibile anche adoperare soltanto una semiretta orientata e rispetto a questa rappresentare il vettore tramite la sua lunghezza, detta modulo del vettore

22 ed indicata con: |v |

CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

e tramite langolo che esso forma con la semiretta orientata (detto angolo al polo del vettore ed indicato con nella Figura 2.3). In tal caso parleremo di coordinate polari.

Figura 2.3: Un vettore in coordinate polari. Consideriamo infatti un sistema di assi cartesiani ed un vettore v . Siano v x e vy le sue componenti rettangolari e langolo che il vettore forma con lasse delle ascisse, come mostrato in Figura 2.4.

Figura 2.4: Corrispondenza tra coordinate rettangolari e coordinate polari di un vettore. Dal teorema di Pitagora e dalla trigonometria piana si ha che: |v | sin = =
vy |v | vx |v | 2 + v2 vx y

(2.1)

cos = ovvero

vx = |v | cos vy = |v | sin

(2.2)

La rappresentazione di un vettore pu` o essere ovviamente eseguita anche in uno spazio tridimensionale. Per quanto riguarda le coordinate rettangolari si utilizza, di norma, un sistema di tre assi cartesiani ortogonali, indicati con le lettere x, y e z rispettivamente, orientati in modo che essi costituiscano una terna levogira, ossia tale che lasse x sia orientato come il pollice della mano sinistra,

2.3. GRANDEZZE SCALARI E GRANDEZZE VETTORIALI

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Figura 2.5: Rappresentazione in tre dimensioni di un vettore sia in coordinate rettangolari che in coordinate sferiche.

lasse y come il medio e lasse z come lindice, sempre della mano sinistra, come mostrato in Figura 2.5. Per quanto riguarda la rappresentazione in coordinate sferiche, si osservi la Figura 2.6. poich` e questo riferimento ` e comunemente utilizzato per la rappresentazione geograca sulla terra utilizzeremo, a scopo esemplicativo, la terminologia geograca, cui uniremo la pi` u scientica terminologia sferica. Consideriamo un riferimento cartesiano ortogonale rappresentato dai tre assi x, y e z, intersecantisi in O. Su tale sistema individuiamo un cerchio di raggio R giacente nel piano xy. Tale cerchio sulla Terra viene detto Equatore. Consideriamo un secondo cerchio, anchesso di raggio R, ma giacente nel piano xz. Tale cerchio viene detto meridiano di riferimento. Il punto di intersezione di tali cerchi e dellasse z (semiasse positivo) viene detto Polo Nord mentre il corrispondente punto sul semiasse negativo viene detto Polo Sud. Indichiamo con H lintersezione del meridiano di riferimento con lequatore e con lasse x, Consideriamo ora un generico vettore v che abbia origine nel punto O e termini nel punto P. Consideriamo ora il cerchio che contenga il punto P ed i due poli. Tale cerchio sar` a di raggio pari alla lunghezza del vettore v , che supporremo uguale ad R (raggio dei due cerchi precedentemente tracciati). Il cerchio che ora abbiamo denito intercetta lequatore nel punto Q e pertanto individua e rappresentata dalla longitudine mentre larco di un arco di circonferenza HQ la cui misura ` circonferenza compreso tra il polo Nord ed il punto P viene detto colatitudine ed ` e indicato col simbolo . Ricordiamo qui che nelle coordinate geograche si utilizza la latitudine ovvero larco di circonferenza P Q. Si pu` o notare che la corrispondenza tra vettore v ed i tre numeri modulo, colatitudine e longitudine ` e biunivoca e pertanto possiamo utilizzare appunto questi tre numeri per rappresentare il vettore. Spesso useremo dire che un vettore ha modulo, direzione e verso. Con ci` o intenderemo dare le tre indicazioni che in uno spazio tridimensionale individuano un vettore e cio` e la sua lunghezza, la direzione della retta di appartenenza ed il suo verso rispettivamente. Per passare dalle coordinate rettangolari a quelle sferiche occorre dapprima proiettare il vettore v sullasse z e sul piano xy . Questo componente poi viene,. a sua volta proiettato sugli assi x ed y . Dal teorema di Pitagora e dalla trigonometria si ottiene quindi: ax = |a| sin cos ay az = |a| sin sin = |a| cos (2.3)

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CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

Figura 2.6: Le coordinate sferiche di un vettore.

2.4

Operazioni tra vettori

Lavere a che fare, oltre che con gli scalari, con i vettori impone la denizione delle operazioni algebriche sui vettori. Per poter denire le operazioni sui vettori dobbiamo avere due punti fermi e cio` e da un lato le operazioni tra vettori non devono essere altro che le estensioni delle analoghe operazioni tra scalari; daltra parte le operazioni tra vettori devono rispecchiare ci` o che in natura avviene. Nel seguito descriviamo i diversi tipi di operazioni possibili con i vettori; per semplicit` a faremo riferimento a spazi bidimensionali.

2.4.1

Prodotto di uno scalare per un vettore

Dato uno scalare k ed un vettore a (a x , ay ) si chiama prodotto dello scalare k per il vettore a, e lo si indica con b=ka quel vettore b (bx , by ) tale che sia : bx = k a x by = k a y In termini di coordinate polari (o sferiche) possiamo mostrare che tale prodotto d` a luogo ad un vettore avente la stessa direzione del vettore originario ed un verso inalterato od invertito a seconda che lo scalare sia positivo o negativo. Il modulo del vettore sar` a invece dato dal prodotto del modulo del vettore originario per lo scalare (vedi Figura 2.7).

(2.4)

2.4.2

Somma di vettori

Dati due vettori a (ax , ay ) e b (bx , by ) si chiama vettore somma di a e di b ,e lo si indica col simbolo c = a + b il vettore c (cx , cy ) tale che : cx = a x + b x cy = a y + b y Gracamente questa regola pu` o essere facilmente espressa con la cosiddetta regola del parallelogramma. Consideriamo i due vettori a e b. Se ora dallestremo del vettore a (cio` e dal punto A) facciamo partire un segmento parallelo a b ed analogamente dallestremo del vettore b (cio` e dal punto B )

(2.5)

2.4. OPERAZIONI TRA VETTORI

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Figura 2.7: Prodotto di un vettore per una costante.

facciamo partire un segmento parallelo ad a otteniamo un parallelogramma la cui diagonale OC ` e il vettore c, risultato della somma (vedi Figura 2.8).

Figura 2.8: La somma di due vettori con la regola del parallelogramma. Dimostriamo ora che tale regola del parallelogramma ` e coerente con la denizione di somma di vettori, com espressa dalla eq. 2.5. A tale scopo consideriamo un sistema di due assi cartesiani ortogonali e due vettori a e b (vedi Figura 2.9). Indicando le componenti dei due vettori e costruendo il parallelogramma si ottiene il vettore c, risultato della somma dei vettori a e b. Risulta infatti che le componenti del vettore c sono date da: cx = OH = (OA)x + (AC )x = ax + bx cy = OK = (OA)y + (AC )y = ay + by Questa regola del parallelogramma permette di eseguire non solo la composizione di due vettori ma anche la scomposizione di un vettore lungo due direzioni date. Baster` a infatti, dato il vettore e le due direzioni, costruire il parallelogramma che ha lati perpendicolari due a due alle direzioni date e la cui diagonale sia il vettore dato. I due vettori cos` i ottenuti sono detti i componenti del vettore originario.

(2.6)

2.4.3

Dierenza tra due vettori

Per eseguire la dierenza tra due vettori basta considerare che: c = a b = a + (1) b

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CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

Figura 2.9: Dimostrazione della regola del parallelogramma per sommare due vettori.

ovvero basta considerare di eseguire prima il prodotto del secondo vettore per lo scalare -1 e successivamente si esegue la somma dei due vettori.

Figura 2.10: Dierenza di due vettori. Gracamente si pu` o considerare ancora il parallelogramma di Figura 2.10; in tal caso il vettore dierenza tra a e b ` e dato dal vettore che ha origine in B e termine in A.

2.4.4

Prodotto scalare di due vettori

Per quel che riguarda il prodotto di due vettori dobbiamo considerare che esistono due distinti tipi di prodotti e cio` e il prodotto scalare e quello vettoriale. Deniamo dapprima il prodotto scalare e cio` e quello che ha per risultato uno scalare. Si denisce prodotto scalare di due vettori a (a x , ay ) e b (bx , by ), e lo si indica col simbolo k =ab quello scalare k tale che : k a b = a x bx + a y by (2.7) Utilizzando le coordinate polari ` e possibile mostrare che, detto langolo compreso tra i due vettori, risulta k = |a| b cos (2.8) E da notare che il prodotto scalare gode della propriet` a commutativa ovvero che invertendo lordine dei fattori il prodotto non cambia: ab=ba (2.9)

2.4. OPERAZIONI TRA VETTORI

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2.4.5

Prodotto vettoriale di due vettori

Per prima cosa occorre notare che il prodotto vettoriale tra due vettori ` e denibile solo in uno spazio tridimensionale e non pu` o essere trattato nel caso di spazi bidimensionali. Avremo che si denisce prodotto vettoriale di due vettori a (a x , ay , az ) e b (bx , by , bz ), e lo si indica col simbolo: c=ab quel vettore c tale che : 1. |c| = |a| b sin ove ` e langolo compreso tra i due vettori;

2. La direzione del vettore c ` e quella della retta perpendicolare al piano individuato dai due vettori a e b. 3. Il verso del vettore c ` e quello di avanzamento di un cavaturaccioli che ruota nel senso in cui deve ruotare il primo vettore per sovrapporsi al secondo da lato pi` u corto. Si pu` o notare che il prodotto vettoriale gode della propriet` a anticommutativa ovvero invertendo lordine dei fattori il risultato cambia solo di segno: a b = b a Una propriet` a molto utile nel seguito ` e quella relativa al doppio prodotto vettoriale. Risulta infatti che: a (b c) = b (a c) c (a b) (2.10) Tale relazione ` e abbastanza complicata da dimostrare per via analitica e necessita della denizione del prodotto vettoriale componente per componente. Poich e tale denizione non ` e stata qui data non ` e possibile dimostrare questa formula. In ogni caso se si considerano solo vettori ortogonali ` e possibile mostrare che in questo caso, con le denizioni date precedentemente, essa risulta valida. Tale dimostrazione ` e lasciata al lettore.

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CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

2.5. ESERCIZI

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2.5

ESERCIZI

Esercizio 2.1 : Determinare le componenti del vettore che ha modulo |a| = 3.0 , colatitudine = 30 e longitudine = 45 . Esercizio 2.2 : Determinare il vettore c somma dei due vettori a = (2.0, 0.0, 1.0) e b = (1.0, 2.0, 1.0) e langolo che tale vettore forma con lasse y . Esercizio 2.3 : allasse x. Esercizio 2.4 : allasse z . Esercizio 2.5 : Esercizio 2.6 : Dato il vettore a = (4.0, 2.0, 1.0) determinare il modulo e langolo formato rispetto

Determinare la direzione della retta perpendicolare al vettore a = (1.0, 1.0, 4.0) ed

Determinare la direzione della retta di giacitura del vettore a = (3.0, 2.0, 1.0) . Determinare il modulo, la colatitudine e la longitudine del vettore a = (6.0, 5.0, 1.0).

Esercizio 2.7 : Calcolare il valore del prodotto scalare dei due vettori a = (3.0, 1.0, 2.0) e b = (1.0, 1.0, 2.0) nonch` e langolo compreso tra i due vettori. Esercizio 2.8 : b = (1.0, 1.0). Esercizio 2.9 : Calcolare con entrambe le formule il prodotto scalare dei vettori a = (3.0, 1.0) e

Determinare le coordinate polari del punto P , di coordinate rettangolari (4.0, 2.5).

Esercizio 2.10 : Un vettore a , di modulo |a| = 4.0, forma un angolo = 30 con una delle rette ed un angolo = 105 con laltra. Determinare i moduli dei componenti del vettore lungo le due rette. Esercizio 2.11 : polo 60 . Esercizio 2.12 : (1.0, 1.0, 2.0). Esercizio 2.13 : 2.4.5). Determinare le componenti, nel piano, del vettore di modulo 3.0 ed angolo al

Calcolare il vettore prodotto vettoriale dei vettori a = (3.0, 1.0, 1.0) e b =

Dimostrare la validit` a della formula del doppio prodotto vettoriale (formula

Esercizio 2.14 : Sia dato il vettore rappresentato dal segmento orientato P1 P2 , con P1 di coordinate (2.0, 5.0, 7.0) e P2 di coordinate (1.0, 0.0, 4.0). Calcolare il modulo del momento del vettore rispetto al punto O di coordinate (0.0, 3.0, 4.0). Esercizio 2.15 : Due vettori, di modulo |a| = 4.0 e b = 2.0, formano un angolo = 60 . Trovare

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CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

il modulo del vettore dierenza tra il primo ed il secondo nonch` e langolo che esso forma col secondo vettore.

2.6. SOLUZIONI

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2.6

SOLUZIONI

Svolgimento dellesercizio 2.1 : Utilizzando la denizione di colatitudine e di longitudine possiamo costruire la gura ??.

Figura 2.11: Vedi Esercizio 1.1 Come da denizione, la colatitudine e langolo formato dal vettore a rispetto allasse z mentre la longitudine ` e langolo formato dalla proiezione sul piano xy del vettore e lasse x. Dalleq. 2.3 si ottiene: ax = |a| sin cos ay az = |a| sin sin = |a| cos

e quindi, sostituendo i valori numerici otteniamo: ax = 3 sin 30 cos 45 = 1.1 ay az = 3 sin 30 sin 45 = 1.1 = 3 cos 30 = 2.6

Svolgimento dellesercizio 2.2 : Dalla regola algebrica per la somma dei vettori otteniamo che: c = ( c x , cy , cz ) ` e denito da: cx = a x + b x = 2 + 1 = 3 cy cz = ay + by = az + bz =2+0=2 =1+2=2

Per determinare langolo tra il vettore c e lasse y ricordiamo che un vettore parallelo allasse y e di modulo unitario, che viene detto versore dellasse y , ` e denito dallavere componenti j = (0, 1, 0) e quindi, utilizzando le due formule del prodotto scalare, si ha: k = |c| j cos = cx jx + cy jy + cz jz = cy

32 e quindi: = arccos

CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

cy 2 = arccos = arccos .485 = 1.1 rad ( 61 ) 2 2 2 |c| 3 +2 +2

Svolgimento dellesercizio 2.3 : Dalla denizione otteniamo che il modulo del vettore a dato da: |a| =
2 2 a2 x + ay + az =

42 + 22 + 12 = 4.6

mentre langolo formato con lasse x pu` o essere ottenuto, analogamente a quanto fatto nellesercizio precedente, per mezzo del prodotto scalare tra il vettore a ed i, versore dellasse x. Si ottiene: 4 ax = arccos = arccos = arccos .873 = 0.51 rad ( 29 ) 2 |a| 4 + 22 + 12 Svolgimento dellesercizio 2.4 : e essa deve essere perpendicolare Chiamiamo hatr = (rx , ry , rz ) il versore della retta cercata. Poich sia al vettore a che allasse z dovranno essere nulli i prodotti scalari di tale versore col versore k dellasse z e col vettore a. Deve quindi essere: rx kx + r y ky + r z kz = rz =0

rx ax + r y ay + r z az = r x + r y = 0
2 + r2 + r2 rx y z

=1 =0

In denitiva otteniamo: rz rx = 0.71 ry = rx = 0.71

Svolgimento dellesercizio 2.5 : Per dare la direzione della retta occorre dare il suo versore ovvero, come anche vien detto, i coseni direttori della retta (poich e le componenti del versore sono uguali ai coseni degli angoli che la retta forma coi tre assi). Cerchiamo pertanto un vettore di modulo unitario e parallelo ad a. Iniziamo col determinare il modulo del vettore a: |a| = 32 + 22 + 12 = 3.74 Se il versore r deve essere parallelo ad a le sue componenti devono essere proporzionali alle omologhe componenti del vettore a. Deve pertanto essere: rx = ry rz = =
az |a| ay |a| az |a|

= = =

3 3.74 2 3.74 1 3.74

= .80 = .54 = .27

Svolgimento dellesercizio 2.6 : Invertendo le eq. 2.3 si ottiene: |a| =


2 2 a2 x + ay + az =

62 + 52 + 12 = 7.9 = 1.4 rad ( 83 ) = .71 rad ( 41 )

z = arccos |a a|

= arccos 7.1 87 arccos 6


sin 1.44 7.87

sin = arccos ax |a |

2.6. SOLUZIONI

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Svolgimento dellesercizio 2.7 : Il prodotto scalare si pu` o calcolare utilizzando la relazione: k = ax bx + ay by + az bz = 3 1 + 1 1 + 2 2 = 8.0 mentre langolo tra i due vettori si pu` o calcolare utilizzando laltra formula del prodotto scalare: k = |a| b cos Risultando ora: |a| = b si ottiene: = arccos =
2 2 b2 x + by + bz 2 2 a2 x + ay + az =

32 + 12 + 22 = 3.74 = 12 + 12 + 22 = 2.45

k |a| b

= arccos

8 = 0.51 rad ( 29 ) 3.74 2.45

Svolgimento dellesercizio 2.8 : Con la formula riportata nelleq. 2.7 otteniamo direttamente: k a b = ax bx + ay by = 3 1 + 1 1 = 4.0 mentre per applicare la formula riportata nelleq. 2.8 dobbiamo dapprima calcolare langolo tra di due vettori. A tale scopo determiniamo gli angoli dei due vettori rispetto allasse x. Per il vettore a abbiamo (vedi Es. ??): a = arccos mentre per il vettore b si ha: b = arccos bx 1 = arccos = .79 rad ( 45 ) 2 1 + 12 b ax 3 = arccos = .32 rad ( 19 ) 2 |a| 3 + 12

Langolo compreso tra i due vettori ` e semplicemente la dierenza tra e b e a a ovvero: = b a = .78 .32 = .46 rad ( 27 ) Per il prodotto scalare si ha allora: k = |a| b cos = 32 + 12 12 + 12 cos .463 = 4.0 (2.11)

Svolgimento dellesercizio 2.9 : Detto a il vettore posizione del punto P dobbiamo determinare il modulo e langolo al polo di tale vettore. Dalla denizione riportata nelleq.2.1 otteniamo: |a| = =
2 a2 x + ay =
x arccos a |a|

42 + 2.52
4 4.72

= 4.7 = .56 rad ( 32 )

= arccos

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CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

Figura 2.12: Vedi Esercizio 1.10

Svolgimento dellesercizio 2.10 : Raguriamo gracamente il problema in gura ??. Il vettore a ha per estremi i punti O e P mentre i componenti del vettore sono i due vettori a 1 e a2 aventi per estremi i punti O e Q per il primo componente e O e P 1 per il secondo. Osserviamo ora che sia il triangolo OP Q 1 che il triangolo QP Q1 sono retti in Q1 . Dalla geometria abbiamo ancora: P OQ1 = QP Q1 = Risulta allora che: |a1 | = OQ = OQ1 + Q1 Q con OQ1 = |a| cos = P Q1 = |a| sin = in denitiva abbiamo che: |a1 | = OQ1 + Q1 Q = 6.4 + 1.5 = 7.9 Osserviamo ora che nel triangolo QP Q 1 la lunghezza del segmento P Q ` e pari al modulo del componente a2 e pertanto: Q1 Q |a2 | = P Q = = 2.1 cos ( ) Svolgimento dellesercizio 2.11 : Sfruttando le relazioni che legano le coordinate rettangolari a quelle polari otteniamo: |ax | = |a| cos = 1.5 |ay | = |a| sin = 2.6 6.4 1.5

Q1 Q = P Q1 tan ( ) = 1.5

Svolgimento dellesercizio 2.12 : Nel testo viene riportata solo una forma di denizione del prodotto vettoriale. Per risolvere questo esercizio ` e invece necessaria la forma analitica completa. Il vettore c risultato del prodotto vettoriale

2.6. SOLUZIONI di a e di b ` e denito dallavere le seguenti componenti: cx = a y bz a z by cy = a z bx a x bz cz = a x by a y bx e quindi abbiamo: cx = a y bz a z by = 1211 =1

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cy = az bx ax bz = 1 1 3 2 = 5 cz = a x by a y bx = 3 1 1 1 = 2 Svolgimento dellesercizio 2.13 : Riscriviamo qui la formula in questione: a (b c) = b (a c) c (a b) Per semplicit` a di calcolo e senza che la dimostrazione perda di generalit` a supponiamo che lasse x sia parallelo al vettore c e che il vettore b giaccia nel piano xy . Le componenti dei vettori saranno allora: a = (ax , ay , ax ) b c = (bx , by , 0) = (cx , 0 , 0)

Iniziamo ora col calcolare le componenti del prodotto vettoriale pi` u interno sfruttando la denizione data nellesercizio precedente: b c = (by cz bx cy , bz cx bx cz , bx cy by cx ) che, per le posizioni sopra indicate sui vettori di partenza, diviene: b c = (0 , 0 , by cx ) Il doppio prodotto pertanto ` e dato da: a (b c) = (ay by cx , ax by cx , 0) Daltra parte risulta che: b (a c) = (bx ax cx , by ax cx , 0) e: c (a b) = (cx ax bx + cx ay by , 0 , 0) Sottraendo membro a membro queste due ultime equazioni otteniamo: b (a c) c (a b) = (bx ax cx cx ax bx cx ay by , by ax cx , 0) ovvero: b (a c) c (a b) = (cx ay by , by ax cx , 0) = (ay by cx , ax by cx , 0) = a (b c)

36 come era da dimostrare.

CAPITOLO 2. LE GRANDEZZE FISICHE

Svolgimento dellesercizio 2.14 : Il vettore a = P1 P2 ha origine in P1 e termine in P2 e pertanto avr` a coordinate rettangolari date dalle dierenze tra le coordinate omologhe di P 2 e di P1 : a = (1 2 , 0 5 , 4 7) = (1 , 5 , 3) e dato da: mentre il vettore posizione del punto P 1 rispetto al polo O ` r = (2 0 , 5 3 , 7 4) = (2 , 2 , 3) Poich` e il momento di a rispetto al polo O ` e dato da: c = r a = (cx , cy , cz ) abbiamo che il suo modulo ` e |c| = |r | |a| sin . I moduli dei due vettori sono: |r| = |a| = 17 2 2 a2 35 x + ay + az =
2 2 c2 x + cy + cz =

Il valore dellangolo tra i due vettori pu` o essere calcolato tramite le due formule del prodotto scalare: rx ax + r y ay + r z az = 0.86 cos = |r| |a| ovvero e = 35 e quindi, in denitiva: |c| = |r| |a| sin = 17 35 sin 35 = 12

Svolgimento dellesercizio 2.15 : Rappresentiamo i due vettori in un sistema di assi cartesiani ortogonali in cui lasse x sia diretto come il vettore b ed il vettore a giaccia nel piano xy. In tal caso ` e possibile trattare il problema in due sole dimensioni. Con la nostra costruzione i due vettori sono rappresentati da: a = (|a| cos a , |a| sin a ) = (2.0 , 3.5) b= b cos b , b sin b = b , 0 = (2.0 , 0.0)

Sfruttando la denizione analitica della dierenza tra due vettori abbiamo quindi che il vettore dierenza ` e: c = a b = (2 2 , 3.5 0) = (0 , 3.5) Per calcolare langolo c tra c ed a basta calcolare langolo che c forma rispetto allasse x. Abbiamo allora: cx 0 c = arccos = arccos = 90 |c| 3.46

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