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REGIONE SICILIANA ASSESSORATO AGRICOLTURA E FORESTE

LE PRINCIPALI ALTERAZIONI DEL POMODORO IN SERRA

REGIONE SICILIANA ASSESSORATO AGRICOLTURA E FORESTE Dipartimento Interventi Infrastrutturali Servizio XI Servizi allo Sviluppo Dirigente responsabile: Paolo Girgenti Dipartimento Interventi Strutturali Servizio IV Sviluppo Locale e attivit Agro-ambientali Dirigente responsabile: Giacomo Genna Coordinamento a cura: U.O. n. 56 S.O.A.T. Gela per il Dipartimento Interventi Infrastrutturali Dirigente responsabile: Giuseppe Santoiemma U.O. n. 21 O.M.P. di Acireale per il Dipartimento Interventi Strutturali Dirigente responsabile: Giuseppe Marano Testi, elaborazione grafica ed impaginazione a cura di: Giuseppe Campo, Salvatore Cataldi, Antonio Colombo, Anna Dinatale U.O. n. 21 O.M.P. di Acireale Giuseppe Santoiemma U.O. n. 56 S.O.A.T. Gela

Foto Archivio Osservatorio per le Malattie delle Piante di Acireale M. Scortichini da: www.atlasplantpathogenicbacteria.it La 1 edizione, edita nel dicembre 1999, stata curata da G. Santoiemma1, G. Campo2, A. Colombo3, con la collaborazione di G. Bellanti1, R. Areddia2, F.Sesto2, T. Serges3.
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S.O.A.T. n. 38 di Gela Osservatorio per le Malattie delle Piante (O.M.P.) di Acireale 3 O.M.P. di Acireale Sezione staccata di Vittoria

2a edizione: dicembre 2008

INDICE
PRESENTAZIONE .................................................................... PREMESSA ................................................................................ ALTERAZIONI NON PARASSITARIE ................................. - Danni da freddo................................................................... - Blotchy-Ripening ................................................................. - Marciume apicale ................................................................ - Scatolamento ........................................................................ - Umbonatura.......................................................................... - Danni da diserbanti............................................................... ALTERAZIONI PARASSITARIE ........................................... MALATTIE DA FUNGHI - Generalit ................................. - Muffa grigia ........................................................................ - Peronospora.......................................................................... - Oidio..................................................................................... - Cladosporiosi........................................................................ - Fusariosi radicicola ............................................................. - Radice suberosa................................................................... MALATTIE DA BATTERI- Generalit ................................. - Cancro batterico .................................................................. - Machiettatura batterica ........................................................ - Maculatura batterica ............................................................ - Necrosi del midollo ............................................................ MALATTIE DA VIRUS - Generalit...................................... - Accartocciamento fogliare giallo del pomodoro ............... - Avvizzimento maculato del pomodoro ............................. - Mosaico del pomodoro....................................................... - Mosaico del cetriolo ........................................................... - Mosaico del pepino - Clorosi infettiva del pomodoro e Clorosi del pomodoro ..... - Maculatura zonata del geranio..Pag. NEMATODI - Generalit .......................................................... - Nematodi galligeni .............................................................. INSETTI - Generalit ................................................................ - Aleirodidi (Farfalline bianche)............................................ - Liriomyze (Minatori fogliari).............................................. - Nottue................................................................................... - Tignola della patata .............................................................. - Afidi ..................................................................................... - Tripidi................................................................................... ACARI - Generalit ................................................................. - Ragnetto rosso ...................................................................... - Acaro rugginoso .................................................................. MALERBE - Generalit .......................................................... - Orobanche ............................................................................ GLOSSARIO ............................................................................ TABELLE SOSTANZE ATTIVE AUTORIZZATE ............ Pag. 4 Pag 5 Pag. 6 Pag. 7 Pag. 9 Pag. 10 Pag. 11 Pag. 12 Pag. 13 Pag. 14 Pag. 15 Pag. 15 Pag. 18 Pag. 20 Pag. 21 Pag. 22 Pag. 23 Pag. 24 Pag. 24 Pag. 26 Pag. 28 Pag. 29 Pag. 31 Pag. 32 Pag. 34 Pag. 36 Pag. 37 Pag. 38 Pag. 41 43 Pag. 44 Pag. 44 Pag. 47 Pag. 47 Pag. 50 Pag. 52 Pag. 55 Pag. 57 Pag. 59 Pag. 60 Pag. 60 Pag. 62 Pag. 64 Pag. 64 Pag. 66 Pag. 68

PRESENTAZIONE

Nellambito del settore agricolo siciliano, lorticoltura, connotata da precipue caratteristiche di precocit e da elevata qualit organolettica delle produzioni, continua a svolgere un ruolo determinante sia con riferimento ai livelli occupazionali che per la ricchezza prodotta. In particolare lorticoltura in ambiente protetto ha fatto registrare sensibili incrementi di superficie ampliando e consolidando cos il ruolo di importante risorsa economica ed occupazionale per i territori dellIsola. I nostri produttori nellintento di adeguarsi alla costante evoluzione dei gusti di un consumatore sempre pi attento agli aspetti salutistici, sono riusciti a far apprezzare ed affermare le produzioni orticole siciliane sui mercati nazionali ed internazionali, ambiti nei quali i prodotti orticoli rispettano i requisiti di salubrit intesa come conformit a parametri sanitari molto restrittivi. LAssessorato Regionale dellAgricoltura e delle Foreste, attraverso il paziente e capillare lavoro dei tecnici degli uffici periferici, che nellambito delle loro competenze aiutano gli agricoltori nella difficile lotta contro le malattie delle piante, ha svolto con costanza un ruolo incisivo verso un utilizzo pi corretto dei presidi fitosanitari. Considerato che il pomodoro per la sua grande diffusione nella nostra Isola attualmente la specie pi rappresentativa fra quelle coltivate in ambiente protetto e confortati dal successo della precedente pubblicazione e prodotta nel 1999, si ripropone questa nuova edizione che illustra le alterazioni attualmente pi diffuse per la specie, aggiornata con linserimento di nuove avversit. Lobiettivo del lavoro rimane quello di aiutare gli agricoltori nel riconoscimento e nella risoluzione delle pi ricorrenti alterazioni che colpiscono il pomodoro e dei pi diffusi errori nutrizionali. Ci si augura che tale supporto tecnico possa tornare utile per un uso pi razionale degli agrofarmaci al fine di ottenere una produzione di una migliore qualit igienico - sanitaria, in linea con le elevate qualit organolettiche sempre pi attenzionate e riconosciute dai consumatori. Si tratta di un'iniziativa che, sebbene volutamente semplice per quanto attiene allapprofondimento tecnico, esprime l'intenzione da parte dellAmministrazione di prestare il proprio positivo contributo agli operatori agricoli, fautori fondamentali della ricchezza della nostra Sicilia.

Prof. Giovanni La Via Assessore per lAgricoltura e le Foreste della Regione Siciliana

PREMESSA Il presente volume rivolto prioritariamente agli agricoltori e ai tecnici pubblici e privati che si occupano di assistenza tecnica. Per rendere agevole la fruizione delle informazioni stato dato ampio spazio alle immagini e utilizzato, nei limiti del possibile, un linguaggio semplice. Laddove ritenuto necessario, i termini tecnicoscientifici sono stati semplificati a vantaggio della chiarezza di lettura. Le avversit causa delle alterazioni pi diffuse nel nostro ambiente sono state raggruppate in Alterazioni non parassitarie e Alterazioni parassitarie, queste ultime distinte in Malattie da funghi, Malattie da batteri, Malattie da virus, Nematodi, Insetti, Acari e Orobanche. Ogni singola avversit trattata in una specifica scheda. La scheda riporta il nome comune dellagente che causa il danno (talvolta con a fianco il nome comunemente usato in campagna), seguito dal nome scientifico nel caso di parassitari. In base alla categoria di appartenenza stata scelta la seguente articolazione dei paragrafi: alterazioni non parassitarie: Sintomi, Condizioni favorevoli, Rimedi; funghi e batteri: Sintomi della malattia, Condizioni favorevoli, Difesa; virus: Sintomi della malattia, Trasmissione, Prevenzione; nematodi, insetti e acari: Descrizione del fitofago e danni, Difesa; orobanche: Descrizione del parassita e danni, Difesa.

Tenuto conto della continua e rapida evoluzione della fitofarmacopea e per non rendere il volume obsoleto in breve tempo, si scelto di non includere nelle singole schede i prodotti fitosanitari autorizzati per le rispettive avversit. Tuttavia sembrato opportuno allegare in appendice lelenco delle sostanze attive autorizzate, aggiornato al momento della stampa del volume. Resta inteso che i fruitori del presente manuale dovranno porre massima attenzione a quanto scritto nelletichetta di ogni prodotto fitosanitario, in riferimento ai campi di applicazione e ai parassiti bersaglio.

ALTERAZIONI NON PARASSITARIE

ALTERAZIONI NON PARASSITARIE


DANNI DA FREDDO
SINTOMI I sintomi indotti dal freddo possono essere vari e dipendono da molti fattori, tra i quali i valori termici raggiunti, la durata dellabbassamento di temperatura, il periodo stagionale, la fase di sviluppo della pianta, le condizioni nutrizionali, la variet, ecc. Nei casi meno gravi si evidenzia una colorazione verde pallido delle foglie superiori, soprattutto a carico della nervatura principale. Le nervature fogliari possono diventare di colore violaceo scuro (fig. 1). Talvolta le fogliesi colorano, in parte o completamente, di rosso rugginoso (fig. 2) o di bruno (fig. 3). Nei casi pi gravi tutte le piante della serra possono presentare lapice allessato.

Fig. 1 - Colorazione violacea delle nervature fogliari indotta da basse temperature

Fig. 2 Colorazione rosso rugginoso della lamina fogliare causata da freddo

Fig. 3 Imbrunimento fogliari indotto da basse temperature

Fig. 4 Tipica maculatura dei frutti immaturi causata da freddo

Sui frutti compare una tipica maculatura di colore verde pi intenso (fig. 4); si possono formare delle macchie marroni estese, d'aspetto cuoiaceo (fig. 5), a volte dai bordi frastagliati (fig. 6) in corrispondenza 7

delle quali la buccia ispessita. Anche in assenza di manifestazioni esterne, i frutti possono maturare in maniera irregolare, con le cavit interne che rimangono verdi ed i semi che diventano scuri. In ogni caso possono andare incontro ad infezioni di funghi parassiti che li fanno marcire.

Fig. 5 Danni da freddo: macchie marroni cuoiacee su frutti

Fig. 6 Danni da freddo: macchie marroni coi bordi frastagliati

CONDIZIONI FAVOREVOLI Piante giovani Elevata disponibilit di azoto Maggiore sensibilit di alcune variet

RIMEDI Concimazioni equilibrate Utilizzare un secondo telo di copertura al tetto (doppio telo) Riscaldamento della serra

BLOTCHY-RIPENING
SINTOMI Sui frutti ancora immaturi lalterazione si manifesta con aree appiattite di colore bruno; su quelli in fase di maturazione appaiono estese aree a contorno sfumato di colore verde-giallognolo (fig. 7 ) e frequentemente i sintomi interessano uno o pochi frutti del grappolo (fig. 8). In corrispondenza di tali macchie la polpa appare imbrunita allinterno.

Fig. 7 Particolare di frutto in maturazione con sintomi di blotchy-ripening

Fig. 8 Grappolo con sintomi di blotchy-ripening su un solo frutto

CONDIZIONI FAVOREVOLI Eccessiva disponibilit di azoto Suscettibilit varietale Eccessiva umidit del terreno e dellaria Terreno compatto Escursioni termiche elevate associate ad insufficiente illuminazione

RIMEDI Apporto di sostanza organica L'incremento del potassio nella fertilizzazione pu contribuire alla prevenzione dellalterazione.

MARCIUME APICALE
SINTOMI Allestremit del frutticino in accrescimento si forma una macchia di colore marrone chiaro che tende a scurire, fino a diventare nero intenso (fig. 9); tale area appare depressa e coriacea. In fase avanzata, lalterazione si espande interessando circa la met del frutto. Spesso si riscontra una muffetta nera causata dal successivo sviluppo di funghi parassiti (fig. 10).

Fig. 9 Grappolo di frutti con marciume apicale

Fig. 10 Frutto con marciume apicale e infezione fungina

CONDIZIONI FAVOREVOLI Repentini squilibri idrici Temporanee carenze nutrizionali, soprattutto di calcio Suscettibilit varietale Elevata salinit del terreno e/o dell'acqua d'irrigazione

RIMEDI Apporto di sostanza organica Utilizzo di sistemi dirrigazione localizzata Apporti di potassio tramite le fertirrigazioni Evitare eccessivi apporti azotati, che ostacolano lassorbimento del calcio da parte della pianta Possono essere utili trattamenti fogliari con nitrato di calcio E' utile abbassare la temperatura allinterno della serra attraverso vari sistemi (ventole, tinteggiatura del telo di copertura con calce o altre sostanze)

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SCATOLAMENTO
SINTOMI Lo scatolamento si manifesta in modo evidente alla maturazione. I frutti si presentano deformati (fig. 11), con diametro maggiore del consueto e leggeri, poich a causa del ridotto sviluppo dei semi e della placenta si formano delle anomale cavit (fig. 12).

Fig. 11 Frutti scatolati

Fig. 12 Sezione di frutto scatolato con evidenti cavit

CONDIZIONI FAVOREVOLI Predisposizione genetica di alcune variet Fattori tecnici e ambientali che inducono una imperfetta impollinazione dei fiori; determinante il contributo di eventuali applicazioni non corrette di alleganti di sintesi Accentuati sbalzi termici e di umidit relativa (frequenti nelle giornate soleggiate nel periodo febbraio-aprile) Temporanee carenze idriche e nutrizionali

RIMEDI Impiego corretto degli alleganti, evitando d'irrorare i fiori nei giorni caratterizzati da forti escursioni termiche o riducendo la dose Impiego dei bombi per limpollinazione Concimazione azotata bilanciata

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UMBONATURA
SINTOMI I frutti assumono un aspetto a trottola (fig. 13), con la caratteristica protuberanza appuntita allestremit, in alcuni casi molto accentuata (fig. 14); spesso sono leggeri e vuoti.

Fig. 13 Frutti con umbonatura

Fig. 14 Frutto deformato con evidente umbonatura

CONDIZIONI FAVOREVOLI Ormonature eseguite in corrispondenza di basse temperature Dosi eccessive di fitoregolatori alleganti

RIMEDI Uso corretto degli ormoni alleganti Impiego dei bombi per limpollinazione dei fiori

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DANNI DA DISERBANTI
SINTOMI I diserbanti ad azione di tipo ormonale (es. 2,4-D) e gli ormoni usati in fioritura come alleganti, possono provocare gravi malformazioni di vario genere (fig. 15 e 16) fino a vere e proprie ustioni. Spesso le alterazioni alle foglie - quali contorcimenti, ispessimenti, increspature e laciniature della lamina - sono confuse con sintomi di virosi (CMV) o di infestazioni di ragno bianco (Polyphagotarsonemus latus); ma in questi ultimi due casi i sintomi si manifestano su singole piante o gruppetti di piante sparsi irregolarmente.

Fig 15 Deformazioni su foglia causate da uso scorretto di diserbanti (2,4D)

Fig. 16 Fusti gravemente danneggiati da trattamenti diserbanti (2,4D)

CONDIZIONI FAVOREVOLI Elevate temperature Scorretto dosaggio della miscela ormonale Scarsa attenzione nell'esecuzione dei trattamenti alleganti Presenza di residui di erbicidi nelle attrezzature irroratrici Insufficienti precauzioni nell'esecuzione dei trattamenti diserbanti lungo le zone limitrofe alle serre (effetto deriva a causa del vento, etc.)

RIMEDI Per la esecuzione dei trattamenti fitosanitari consigliabile non utilizzare le stesse attrezzature usate per i trattamenti alleganti o diserbanti; in caso contrario per eliminare ogni traccia di tali sostanze necessario effettuare scrupolosi lavaggi delle stesse Lacqua di lavaggio dei recipienti contenenti sostanze ormonali va smaltita nel rispetto della buona pratica agricola

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ALTERAZIONI PARASSITARIE

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ALTERAZIONI PARASSITARIE
MALATTIE DA FUNGHI
GENERALIT I funghi responsabili di malattie sono organismi che per vivere traggono le sostanze alimentari dalle piante, comportandosi quindi come parassiti. Sono costituiti generalmente da molte cellule e hanno dimensioni microscopiche. Invadono i tessuti di vari organi della pianta, formando muffe di vario tipo visibili ad occhio nudo e originando in molti casi marciumi molli o secchi. Tali patogeni causano malattie infettive, diffondendosi mediante vari tipi di organi di propagazione (ad esempio spore) che si possono trovare nellaria, nel terreno o nellacqua. Le condizioni d'elevata umidit dellaria o di bagnatura degli organi della pianta favoriscono linsorgere delle malattie fungine; altrettanto importanti sono le tecniche colturali e la suscettibilit delle variet. Le malattie provocate da questi patogeni generalmente si contengono con una vasta gamma di specifici prodotti fitosanitari.

MUFFA GRIGIA o BOTRITE


Nome scientifico agente patogeno: Botrytis cinerea
SINTOMI DELLA MALATTIA Il fungo attacca tutti gli organi aerei della pianta in qualsiasi stadio di sviluppo e pu causare danni molto gravi. Le ferite di potatura permettono al fungo di penetrare con facilit nel fusto, su cui si riscontrano lesioni allungate di colore grigio o bruno (fig. 17); sul frutto linfezione inizia spesso nel punto d'inserzione del peduncolo e produce un marciume acquoso grigio-brunastro (fig. 18 ). Una fitta muffa grigia ricopre le aree colpite.

Fig. 17 Fusto colpito da botrite con sviluppo della tipica muffa grigia

Fig. 18 Frutti marcescenti invasi da botrite

Sui frutti verdi la botrite pu determinare dei tipici anelli chiari (fig. 19), comunemente dette macchie fantasma, che permangono fino alla maturazione (fig. 20). La malattia colpisce anche le foglie, causando macchie (fig. 21) e disseccamenti (fig. 22). 15

Fig. 19 Caratteristiche macchie fantasma causate da botrite su frutti verdi

Fig. 20 Frutto maturo con macchie fantasma

Fig. 21 Foglia con sintomi da botrite

Fig. 22 Disseccamenti fogliari

CONDIZIONI FAVOREVOLI Temperature relativamente basse per la coltura in serra (20 C), umidit oltre il 90% e presenza per diverse ore di un velo dacqua sugli organi della pianta Accentuati abbassamenti della temperatura notturna, che possono causare piccole lesioni che permettono linsediarsi dellinfezione

DIFESA Larieggiamento della serra la misura di prevenzione pi importante da attuare Rispettare adeguate distanze tra le piante 16

Eliminare e distruggere i frutti infetti Evitare lesioni alle piante La lotta chimica incentrata su alcuni fungicidi con specifica azione antibotritica, il cui impiego non deve essere frequente, per evitare la selezione di ceppi resistenti del fungo. In prossimit della raccolta si raccomanda luso di prodotti con periodo di carenza breve. In ogni caso i trattamenti chimici non risolvono il problema senza un adeguato arieggiamento della serra

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PERONOSPORA (mal nero)


Nome scientifico agente patogeno: Phytophthora infestans
SINTOMI DELLA MALATTIA La malattia interessa tutti gli organi verdi della pianta, producendo su steli e fusto macchie brunastre irregolari (fig. 23), che anneriscono fino a provocare estesi disseccamenti (fig. 24); sulle foglie le macchie inizialmente sono giallastre, poi imbruniscono.

Fig. 23 Disseccamento di porzione del fusto causato da peronospora

Fig. 24 Estesi disseccamenti delle foglie e del fusto causati da peronospora

Una lieve muffetta biancastra pu ricoprire le parti colpite (fig. 25). Sui frutti ancora verdi compaiono macchie lucide irregolari, di colore verde oliva tendente al marrone e, in corrispondenza di esse, la superficie appare depressa (fig. 26).

Fig. 25 Macchie fogliari con lieve muffa biancastra di peronospora

Fig. 26 Frutti colpiti da peronospora

CONDIZIONI FAVOREVOLI Scarso arieggiamento della serra 18

Temperature tra i 20 e i 25 C ed elevata umidit relativa La presenza nelle prime ore del giorno di notevole umidit, facilmente visibile perch simile alla nebbia, causa di una veloce e spesso non pi controllabile diffusione della malattia

DIFESA Aprire le serre nelle notti invernali caratterizzate da venti sciroccali Utilizzare ventole o estrattori di umidit Per quanto riguarda i fungicidi antiperonosporici consigliabile prediligere, per quanto possibile, i composti del rame (efficaci anche nella prevenzione delle batteriosi)

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OIDIO o MAL BIANCO (biacca)


Nome scientifico agente patogeno: Leveillula taurica
SINTOMI DELLA MALATTIA E una malattia tipica delle regioni meridionali. Sulle foglie compare un'efflorescenza biancastra e farinosa (fig. 27 e 28); sulla pagina superiore, in corrispondenza di queste aree i tessuti appaiono dapprima ingialliti e poi disseccano (figg. 29 e 30), con conseguente deperimento e sofferenza della pianta. I frutti maturano con difficolt.

Fig. 27 Tipica efflorescenza biancastra e farinosa delloidio

Fig. 28 Pianta con evidenti sintomi di oidio

Fig. 29 Disseccamenti causati da oidio in corrispondenza delle macchie giallastre iniziali

Fig. 30 Pagina superiore e inferiore di foglie attaccate da oidio

CONDIZIONI FAVOREVOLI Le spore del fungo sono trasportate facilmente da lievi correnti daria e hanno la capacit di germinare in condizioni di bassa umidit ed elevata temperatura.

DIFESA Lo zolfo in polvere permette un buon contenimento della malattia se applicato regolarmente (ogni sette giorni) nei periodi favorevoli al fungo Per ovviare al problema dei residui di zolfo sui frutti, possibile distribuire zolfo sublimato attraverso appositi fornelli da accendere durante le ore notturne Nei casi pi gravi si possono utilizzare fungicidi specifici ad azione curativa

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CLADOSPORIOSI
Nome scientifico agente patogeno: Cladosporium fulvum
SINTOMI DELLA MALATTIA Malattia particolarmente grave in serra, colpisce soprattutto le foglie causando macchie giallastre (fig. 31). Sulla pagina inferiore, in corrispondenza delle suddette aree, si riscontra una muffetta di colore brunastro (fig. 32). Generalmente nel nostro ambiente i frutti non sono colpiti.

Fig. 31 Macchie giallastre causate da cladosporiosi sulla pagina superiore delle foglie

Fig. 32 Tipica muffa bruna da cladosporiosi sulla pagina inferiore delle foglie

CONDIZIONI FAVOREVOLI Alta umidit e temperatura compresa fra i 10 e i 27 C (optimum 22 C) Fra un ciclo colturale ed il successivo il fungo si conserva sui residui della vegetazione infetta rimasta nel terreno e sulle strutture in legno delle serre

DIFESA E fondamentale arieggiare bene la serra Ai primi sintomi consigliabile utilizzare fungicidi specifici Alla fine di ogni ciclo di coltivazione necessario disinfettare le strutture in legno (per es. con prodotti a base di tiram)

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FUSARIOSI RADICICOLA
Nome scientifico agente patogeno: Fusarium oxysporum f. sp. radicis-lycopersici
SINTOMI DELLA MALATTIA Le piante manifestano ingiallimenti delle foglie, appassimento generalizzato (fig. 33) e possono morire. Il fusto allesterno presenta lesioni brune (cancri) che partono dal livello del suolo e possono raggiungere laltezza di 25-30 centimetri. In corrispondenza di questi cancri i fasci vascolari si presentano inscuriti (fig. 34). Sulle radici la malattia si manifesta con limbrunimento del midollo, dei fasci conduttori e la disgregazione dello strato corticale esterno.

Fig. 33 Appassimento di pianta affetta da fusariosi radicicola

Fig. 34 - Sezione longitudinale di fusto con vasi linfatici vascolari imbruniti da fusariosi radicicola

CONDIZIONI FAVOREVOLI La presenza del patogeno nel terreno la principale condizione per il verificarsi dellinfezione Il vento trasporta le spore anche a lunga distanza Gli attrezzi contaminati e lacqua dirrigazione (soprattutto per scorrimento) favoriscono, insieme alle temperature (18-20 C), la diffusione della malattia

DIFESA La difesa difficile perch il fungo si conserva nel terreno anche per lunghi periodi. Adottare ampie rotazioni colturali Evitare di lasciare residui di piante infette sul terreno Evitare nuovi trapianti di pomodoro senza aver estirpato la coltura precedente ed aver sterilizzato il terreno Impiego di piantine innestate su portainnesto resistente Solarizzare il terreno nei mesi di giugno e luglio per almeno 50 giorni Impiego di disinfettanti del terreno

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RADICE SUBEROSA
Nome scientifico agente patogeno: Pyrenochaeta lycopersici
SINTOMI DELLA MALATTIA E una malattia che si riscontra con sempre maggiore frequenza e pu causare notevoli danni (fig. 35). I sintomi tipici si evidenziano alle radici con ingrossamenti rugosi e suberificati (fig. 36), che successivamente si fessurano. Se linfezione precoce, lapparato radicale presenta scarso sviluppo, ridotta produzione di ramificazioni secondarie ed assenza di peli capillari; con il progredire della malattia le radici marciscono. Talvolta anche la base del fusto pu suberificarsi. Le piante reagiscono emettendo nuove radici avventizie, che possono consentire loro di sopravvivere, ma l'accrescimento resta limitato, la produzione risulta scarsa e durante le ore calde si verificano appassimenti.

Fig. 35 Coltivazione gravemente danneggiata da attacco di radice suberosa

Fig. 36 Danni da radice suberosa

CONDIZIONI FAVOREVOLI La permanenza in serra dei residui della coltura precedente La dannosit della malattia aumenta col ripetersi di colture come pomodoro, peperone e melanzana sullo stesso terreno Il fungo penetra nelle radici attraverso le lesioni causate da insetti o nematodi.

DIFESA Adottare rotazioni colturali Evitare i trapianti senza aver estirpato la coltura precedente Evitare il trapianto di pomodoro, peperone e melanzana in terreni in cui si riscontrata la malattia Molto efficace la solarizzazione del terreno da effettuare nei mesi di giugno e luglio per almeno 50 giorni. Impiego di disinfettanti del terreno in alternanza alla solarizzazione Impiego di piante innestate su piede resistente

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MALATTIE DA BATTERI
GENERALIT I batteri sono organismi microscopici, costituiti da una sola cellula della lunghezza non superiore a tre millesimi di millimetro. Si trovano nellaria, nel terreno e nellacqua; penetrano negli organi delle piante attraverso ferite causate dall'uomo, da animali e dagli agenti atmosferici. Si moltiplicano dividendo direttamente la propria cellula fino a formare colonie costituite da milioni di individui, che invadono i tessuti della pianta, generando marciumi o alterazioni di vario tipo. Per la cura delle malattie batteriche non sono disponibili prodotti fitosanitari autorizzati, ad esclusione di alcuni prodotti a base di rame e di AcibenzolarS-methyl, che svolgono un'azione di prevenzione.

CANCRO BATTERICO
Nome scientifico agente patogeno: Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis
SINTOMI DELLA MALATTIA Il batterio si localizza nei tessuti conduttori delle piante. Inizialmente la malattia determina lappassimento delle giovani foglie col ripiegamento verso lalto dei margini (fig. 37) e il disseccamento parziale delle foglie basali associato a macchie allungate sui piccioli (fig. 38).

Fig. 37 - Giovani foglie appassite su pianta affetta da cancro batterico (foto M. Scortichini, da www.atlasplantpathogenicbacteria.it )

Fig. 38 Foglia parzialmente disseccata con macchie sui piccioli

Successivamente provoca avvizzimento generale, con estesi disseccamenti fogliari, mentre sugli steli si evidenziano striature e fenditure (fig. 39). Tagliando il fusto per lungo si notano ingiallimenti o imbrunimenti del tessuto conduttore. 24

Sui frutti si manifestano caratteristiche piccole macchie scure circondate da alone chiaro (fig. 40), che ricordano locchio di un uccello. Il batterio pu infettare anche il seme.

Fig. 39- Pianta colpita da cancro batterico, disseccamenti su stelo e foglie

Fig. 40 - Piccole macchie scure con alone chiaro dovute ad infezione da cancro batterico su frutto (foto M. Scortichini, da www.atlasplantpathogenicbacteria.it)

CONDIZIONI FAVOREVOLI Alte temperature ed elevata umidit relativa Ferite provocate dalluomo durante le varie operazioni colturali Presenza di residui vegetali sul terreno

DIFESA Per il trapianto utilizzare piantine originate da seme certificato e provenienti da vivai autorizzati, per avere le migliori garanzie di sanit Distruggere e non interrare i residui vegetali Attuare ampie rotazioni colturali

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MACCHIETTATURA BATTERICA
Nome scientifico agente patogeno: Pseudomonas syringae pv. tomato
SINTOMI DELLA MALATTIA La batteriosi pu colpire tutti gli organi della pianta. Sulle foglie si presenta con piccole macchie tondeggianti scure circondate da un alone giallastro (fig. 41) che possono confluire fino ad interessare ampie porzioni di foglia (fig. 42).

Fig. 41 Particolare di foglia con sintomi da macchiettatura batterica (foto M. Scortichini, da

Fig. 42 - Piccole macchie tondeggianti confluenti causate da macchiettatura batterica

www.atlasplantpathogenicbacteria.it )

Sul fusto e sui piccioli si osservano macchie depresse allungate e necrotiche (fig. 43). Sui frutti, soprattutto nei grappoli vicini al terreno, compaiono macchioline tondeggianti nerastre (fig. 44).

Fig. 43 - Tacche necrotiche allungate su piccioli fogliari causate da macchiettatura batterica

Fig. 44- Macchioline rotondeggianti nerastre su frutti affetti da macchiettatura batterica (foto M. Scortichini, da www.atlasplantpathogenicbacteria.it)

CONDIZIONI FAVOREVOLI 26

Basse temperature Irrigazione per aspersione

DIFESA Per le migliori garanzie di sanit utilizzare piantine prodotte da seme certificato e provenienti da vivai autorizzati Allo scopo di prevenire e limitare la diffusione della malattia, impiegare prodotti a base di rame dal trapianto a poco prima dalla comparsa dei primi fiori di basilare importanza non fare precipitare sulla pianta la condensa formatasi durante la notte; pertanto, luso di ventole o di estrattori d'umidit o, pi semplicemente, lapplicazione di un secondo telo di plastica al tetto ("doppio telo"), sono idonei accorgimenti per rimuovere leccesso di umidit

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MACULATURA BATTERICA
Nome scientifico agente patogeno: Xanthomonas campestris pv. vesicatoria
SINTOMI DELLA MALATTIA Linfezione pu interessare tutti gli organi della pianta. Sulle foglie i sintomi consistono in macchie scure di forma irregolare, circondate da un alone giallastro (fig. 45); i bordi possono disseccare. Sui fusti si osservano macchie depresse e fessurate, che possono confluire fino ad interessare vaste porzioni. I frutti presentano tacche scure depresse con bordo sopraelevato, spesso circondate da un alone di aspetto acquoso (figg. 46 e 47).

Fig. 45 - Maculatura batterica su foglia (foto M. Scortichini, da www.atlasplantpathogenicbacteria.it)

Fig. 46 - Frutti con tacche scure depresse circondate da alone acquoso determinate da maculatura batterica (foto M. Scortichini, da www.atlasplantpathogenicbacteria.it )

Fig. 47 - Frutto con tacche scure depresse circondate da alone acquoso determinate da maculatura batterica (foto M. Scortichini, da www.atlasplantpathogenicbacteria.it )

CONDIZIONI FAVOREVOLI Elevata umidit Temperature miti Presenza di residui vegetali infetti Ferite provocate dalluomo o da agenti atmosferici

DIFESA Per le migliori garanzie di sanit utilizzare piantine prodotte da seme certificato e provenienti da vivai autorizzati Eliminare i residui della coltura precedente

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NECROSI DEL MIDOLLO


Nome scientifico agente patogeno: Pseudomonas corrugata
SINTOMI DELLA MALATTIA I sintomi iniziali della malattia generalmente compaiono durante la maturazione dei primi frutti e si manifestano con ingiallimenti ed appassimenti delle giovani foglie apicali (fig. 48). Sugli steli compaiono striature longitudinali scure e depresse

Fig. 48 - Ingiallimento ed appassimento delle foglie apicali di pianta affetta da necrosi del midollo

Fig. 49 Sezione del fusto con evidente midollo cavo e imbrunimento dei tessuti causati da necrosi del midollo

Allinterno del fusto il midollo si presenta imbrunito e cavo (fig. 49); in fase pi avanzata, anche il tessuto vascolare pu assumere la stessa colorazione. Evidente lemissione di radici avventizie (fig. 50) dalle parti del fusto corrispondenti agli imbrunimenti interni. La malattia pu portare rapidamente a morte le piante.

Fig. 50 - Emissione di radici avventizie in corrispondenza delle parti interne alterate da necrosi del midollo

CONDIZIONI FAVOREVOLI 29

Elevata umidit Forti sbalzi di temperatura Presenza di residui vegetali infetti Acqua o terreno contaminati Eccessive concimazioni azotate

DIFESA Per le migliori garanzie di sanit utilizzare piantine prodotte da seme certificato e provenienti da vivai autorizzati Arieggiare le serre ed evitare i ristagni di umidit nel terreno Intervenire con prodotti a base di rame Concimare in modo equilibrato

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MALATTIE DA VIRUS
GENERALIT I virus sono entit vitali costituite da particelle di acidi nucleici e proteine che, penetrate nelle cellule delle piante, vi si moltiplicano e ne modificano le normali funzioni fisiologiche, causando gravi alterazioni degli organi. Le malattie da virus si possono manifestare con sintomi variabili in funzione delle condizioni climatiche e delle variet. Talvolta, i sintomi delle differenti virosi non sempre sono fra loro facilmente differenziabili e sulla stessa pianta possono verificarsi infezioni di pi virus. In qualche caso difficile distinguere una virosi da altre anomalie di diversa natura (fitotossicit, mutazioni genetiche, etc.). Pertanto, le infezioni da virus possono essere identificate con certezza solo con esami di laboratorio pi o meno sofisticati. Nel presente opuscolo si illustrano i principali sintomi indotti dai virus pi diffusi nel nostro territorio. Va precisato che non esistono prodotti fitosanitari in grado di curare le malattie virali, ma solo misure atte a prevenire le infezioni. La ricerca attivamente orientata verso la costituzione di variet tolleranti o resistenti alle virosi.

TRASMISSIONE DEI VIRUS La trasmissione dei virus pu avvenire per parti di pianta, per contatto o ad opera di organismi animali vettori (generalmente parassiti stessi delle piante, tra i quali alcuni insetti e nematodi). Nella trasmissione per parti di pianta le virosi si diffondono tramite gli organi di propagazione: bulbi, tuberi, talee, seme (in casi rari). Nella trasmissione per contatto il virus si trasferisce da una pianta ammalata ad una sana attraverso piccole lesioni determinate da sfregamenti o dai passaggi tra i filari durante le operazioni colturali. I vettori animali possono trasmettere i virus per via meccanica o biologica. Nel primo caso le particelle virali sono trasportate sullesterno dellapparato boccale del vettore, che le acquisisce alimentandosi su piante ammalate (modalit tipica di alcuni afidi); talvolta le particelle virali possono essere trasportate dalle zampette o altre parti del corpo. I virus trasmessi in tali modi sono detti non persistenti perch, non essendo capaci di moltiplicarsi allinterno del vettore, possono essere inoculati nelle piante entro un arco di tempo molto breve (da pochi minuti a poche ore). Nel secondo caso, invece, si realizza un rapporto stretto tra il vettore (afidi, aleirodidi, etc.) ed il virus: il fitofago, succhiando da piante infette, acquisisce il virus che raggiunge le ghiandole salivari, ove si moltiplica; successivamente, il vettore infetta altre piante sane iniettandovi, durante lalimentazione, la saliva contenente il virus. Questi virus si dicono persistenti perch possono essere inoculati dal vettore per un arco di tempo pi o meno lungo (alcune settimane o mesi).

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ACCARTOCCIAMENTO FOGLIARE GIALLO DEL POMODORO


(TYLCD = TOMATO YELLOW LEAF CURL DISEASE)
SINTOMI DELLA MALATTIA Le giovani foglie ingialliscono, s'increspano e i margini si accartocciano verso lalto (fig. 51). Le piante presentano accrescimento ridotto (fig. 52) a partire dal momento in cui si sviluppa linfezione. Se la penetrazione del virus avviene nei primi stadi (fig 53), la pianta non si sviluppa e non produce fiori; se avviene tardivamente laccrescimento si blocca (fig 54), i frutti prossimi alla maturazione la completano mentre gli altri non si sviluppano e possono andare incontro a cascola. La pezzatura ridotta.

Fig. 51 - Particolare di foglie apicali con sintomi da virus dellaccartocciamento fogliare giallo del pomodoro (TYLCD)

Fig. 52 Accrescimento ridotto di piante affette da TYLCD

Fig. 53 Precoce attacco del virus subito dopo il trapianto

Fig. 54 Infezione tardiva di TYLCD su interi filari di pomodoro

TRASMISSIONE 32

Il virus trasmesso da Bemisia tabaci (fig. 55), una delle note farfalline bianche delle serre. La trasmissione di tipo persistente e gli insetti infetti sono quindi in grado di inoculare il virus per oltre dieci giorni, alimentandosi su piante diverse. La velocit di diffusione della malattia maggiore nei mesi caldi. Il TYLCD non si tramette per seme o per contatto.

Fig. 55 - Adulto di Bemisia tabaci, vettore di TYLCD

PREVENZIONE Utilizzare piantine provenienti da vivai regolarmente autorizzati, che abbiano quindi strutture idonee e che applichino scrupolosamente tecniche di difesa fitosanitaria adeguate (uso di reti escludiinsetto con maglie costituite da 20 x 10 fili per centimetro in ordito per trama, presenza di doppie porte, eliminazione delle erbe infestanti, esecuzione di adeguati interventi insetticidi) Distruggere le piante di pomodoro infette gi alla prima comparsa dei sintomi Prima del trapianto e durante la coltivazione eliminare le erbe infestanti ospiti del vettore, all'interno delle serre e lungo il perimetro esterno Impiegare idonee reti escludi-insetto, opportunamente fissate alle aperture, almeno fino all'allegagione del quarto grappolo fiorale per ostacolare lingresso degli insetti e prevenire le infezioni di TYLCD (fig. 56) Copertura delle serre con teli di plastica fotoselettiva, cio con capacit di filtrare la banda dellultravioletto (200-380 nm), efficaci nel limitare la capacit di alimentazione e riproduzione del vettore Usare pannelli gialli invischiati di colla per insetti (fig. 57), per valutare la presenza delle farfalline allinterno della serra e stabilire il momento pi opportuno per gli interventi chimici Nelle giovani colture a trapianto estivo, durante i primi due mesi, effettuare trattamenti insetticidi specifici per assicurare un elevato abbattimento delle popolazioni del vettore

Fig. 56 Rete escludi-insetto impiegata a protezione delle serre

Fig. 57 Pannello giallo invischiato di colla utilizzato per valutare la presenza della farfallina bianca (Bemisia tabaci)

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AVVIZZIMENTO MACULATO DEL POMODORO


(TSWV = Tomato Spotted Wilt Virus)
SINTOMI DELLA MALATTIA Le piante infette presentano nanismo. Le foglie hanno aspetto bronzeo (fig. 58), con macchie scure e maculature giallastre (fig. 59), che possono evolvere in parziali o estesi disseccamenti (fig. 60); le cime si ripiegano verso il basso (fig. 61). I frutti presentano caratteristiche macchie e anulature verdi, gialle o brune e talvolta anche annerimenti (fig. 62). La malattia spesso porta a morte le piante.

Fig. 58 Bronzatura della foglia causata dal virus dellavvizzimento maculato del pomodoro

Fig. 59 Parziali disseccamenti delle foglioline dovuti a TSWV

Fig. 60 Parziali disseccamenti delle foglie dovuti a TSWV

Fig. 61 Ripiegamento verso disseccamento delle foglie apicali

il

basso

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Fig. 62 - Frutti infetti da TSWV con maculatura bruna

Fig. 63 Adulto di Frankliniella occidentalis

TRASMISSIONE Il virus trasmesso in maniera persistente da alcune specie di tripidi, tra le quali Frankliniella occidentalis (Fig. 63) quella pi diffusa nei nostri ambienti. Non si trasmette per seme.

PREVENZIONE Utilizzare piantine provenienti da vivai autorizzati, che abbiano quindi strutture idonee e che applichino scrupolosamente tecniche di difesa fitosanitaria adeguate Distruggere le piante di pomodoro infette, gi alla prima comparsa dei sintomi Prima del trapianto e durante la coltivazione eliminare le erbe infestanti ospiti del vettore, all'interno delle serre e lungo il perimetro esterno Attuare scrupolosamente la lotta chimica o biologica ai tripidi sin dalle prime fasi di accrescimento delle piante Buoni risultati si possono ottenere nel periodo primaverile-estivo con lanci dellinsetto predatore Orius laevigatus

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MOSAICO DEL POMODORO


(ToMV = Tomato Mosaic Virus)
SINTOMI DELLA MALATTIA Sulle foglie si osservano alternanze di zone decolorate e di altre pi scure (mosaico) (fig. 64). In alcuni casi le foglie presentano bollosit (fig. 65), distorsioni e accartocciamento, cui si accompagna un'evidente riduzione di sviluppo. Quando si formano striature nerastre sullo stelo, lesioni scure sulle foglie e sui frutti la malattia viene definita mal della striscia. Sulle bacche verdi compaiono striature o maculature brune (fig. 66); a maturit invece sono visibili aree decolorate pi o meno estese, di aspetto traslucido. Allinterno i tessuti, soprattutto nella zona prossima allepidermide, sono imbruniti e di consistenza cuoiosa.

Fig. 64 Mosaico e bollosit delle foglie causati dal virus del Mosaico del pomodoro (ToMV)

Fig. 65 Bollosit delle foglie da ToMV

Fig. 66 Frutti con maculature brune determinate da ToMV

TRASMISSIONE Il virus si trasmette per contatto e per seme; si conserva a lungo nel terreno e nei residui di piante infette.

PREVENZIONE Per avere le migliori garanzie di sanit utilizzare piantine prodotte da seme certificato e provenienti da vivai autorizzati.

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MOSAICO DEL CETRIOLO


(CMV = Cucumber Mosaic Virus)
SINTOMI DELLA MALATTIA Le foglie presentano lieve riduzione di sviluppo, maculature giallastre con leggera bollosit o rugosit; pi frequentemente non si sviluppano in larghezza fino a ridursi quasi alle sole nervature (laciniature fogliari) e subiscono varie malformazioni (fig. 67). Nei casi pi gravi si evidenziano striature nere al picciolo e al fusto, macchie scure alle foglie e deformazione della superficie dei frutti, fino alla morte della pianta. La produzione notevolmente ridotta e i frutti possono mostrare chiazze chiare o scure (fig. 68 e 69).

Fig. 67 Foglie malformate e laciniate per infezione da virus del mosaico del cetriolo (CMV)

Fig. 68 - Frutti con sintomi da mosaico del cetriolo

Fig. 69 - Frutti con sintomi da mosaico del cetriolo

Fig. 70 Afide verde del pesco, Myzus persicae, comune vettore di CMV

TRASMISSIONE Responsabili della trasmissione del virus sono molte specie di afidi; i pi diffusi nel nostro ambiente sono lafide verde del pesco (Myzus persicae) (fig. 70) e lafide delle cucurbitacee (Aphis gossypii). Non si trasmette per seme.

PREVENZIONE Eliminare le piante infestanti ospiti di afidi Pacciamare il terreno preferibilmente con plastica riflettente Utilizzare reti escludi-insetto

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MOSAICO DEL PEPINO


(PepMV = Pepino Mosaic Virus)
SINTOMI DELLA MALATTIA I sintomi si evidenziano maggiormente a temperature pi basse e compaiono generalmente 2-3 settimane dopo linoculazione del virus. Le piante giovani spesso mostrano nanismo. Le foglie sono pi piccole, con il lembo bolloso e il bordo smerlettato (fig. 71), facendo assumere allapice un aspetto simile a quello dei danni provocati da erbicidi e/o ormonature; nelle foglie apicali o mediane a volte si possono osservare decolorazioni a mosaico e macchie scure. Nelle infezioni tardive i nuovi getti possono mostrare mosaico clorotico (fig. 72); a volte si possono notare anche macchioline giallo pallido (fig. 73) che mutano in chiazze angolari di un giallo intenso; le foglie basali evidenziano ingiallimento internervale e lieve bronzatura (fig. 74) che a volte pu evolvere in aree necrotiche.

Fig. 71 Foglie con lembo bolloso e bordo smerlettato per infezione da mosaico del pepino (PepMV)

Fig. 72 Foglia giovane con sintomi di mosaico (PepMV)

Fig. 73 Macchiolina fogliare giallo pallido (PepMV)

Fig. 74 Ingiallimento internervale e lieve bronzatura di foglie basali per infezione da mosaico del pepino (PepMV)

Sul fusto si possono notare striature brune, cos come sul rachide del grappolo fiorale e del palco fruttifero (fig. 75).Sui frutti compaiono butterature necrotiche (fig. 76), pi evidenti nelle variet di tipo cherry, e 38

macchie decolorate di aspetto marmoreo, pi facilmente riscontrabili nelle variet cosiddette a grappolo; la maturazione appare comunque irregolare.

Fig. 75 Striature brune su rachide di grappolo

Fig. 76 Butteratura necrotica

TRASMISSIONE Il virus molto contagioso e si trasmette per via meccanica attraverso gli attrezzi da lavoro, le scarpe, i vestiti, le mani ed il contatto tra pianta e pianta. I lavoratori delle serre quindi possono trasmettere facilmente il virus. Il patogeno stato riscontrato anche nelle radici e le infezioni possono avvenire attraverso gli attrezzi di lavorazione del terreno. Pu rimanere vitale nel materiale vegetale secco e sulle strutture. A 18-21 C le particelle virali rimangono infettive per circa 90 giorni; sui vestiti per almeno 14 giorni. Il rischio della diffusione attraverso il polline molto elevato. La trasmissione avviene anche per innesto. Non si esclude del tutto la possibilit di trasmissione per seme, dal momento che sono state riscontrate particelle virali sui tegumenti. PREVENZIONE Per avere le migliori garanzie di sanit utilizzare piantine prodotte da seme certificato e provenienti da vivai autorizzati A fine ciclo occorre rimuovere e distruggere tutti i residui della coltura di pomodoro, i fili di sostegno e quantaltro possa essere stato contaminato dal virus. Nel caso di una successiva coltura di pomodoro, prima del trapianto utilizzare disinfettanti su tutte le superfici sensibili (strutture serricole, impianti di irrigazione, substrati di coltivazione, teli di pacciamatura, etc.) E necessario un monitoraggio accurato e regolare della coltura per individuare precocemente i sintomi della malattia. Le piante sospette vanno contrassegnate e devono essere immediatamente sottoposte allattenzione di un esperto Rimuovere le piante con sintomi (vanno inserite in un contenitore di plastica o in un sacco) evitando il contatto con le piante sane; eliminare anche le piante attorno a quelle infette e bruciarle immediatamente Osservare rigide misure igieniche per i lavoratori in modo da evitare la diffusione del virus: ad esempio indossare indumenti usa e getta (camici, guanti, copriscarpa), disinfettare le mani usando idonei prodotti in dispenser localizzati presso tutte le entrate, riporre guanti e indumenti in contenitori speciali alluscita dalla serra 39

Sostituire gli attrezzi di lavorazione (coltelli, cesoie, etc.) o disinfettarli, prima di passare da una zona infetta ad una non infetta, immergendoli per qualche minuto in candeggina commerciale Disinfettare sia i carrelli per la raccolta che le cassette, o altri dispositivi per gli imballaggi, nebulizzando candeggina commerciale diluita o altri disinfettanti (es. fosfato trisodico) Distruggere le erbe infestanti attorno e dentro le strutture terricole, possono fungere da serbatoio per il virus Ridurre al minimo o evitare laccesso di visitatori

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CLOROSI INFETTIVA DEL POMODORO


(TICV = Tomato Infectious Chlororis Virus)

CLOROSI DEL POMODORO


(ToCV = Tomato Chlororis Virus)
SINTOMI DELLA MALATTIA Le due malattie virali si trovano spesso associate. I sintomi della clorosi infettiva del pomodoro (TICV) si evidenziano inizialmente sulle foglie pi vecchie con diffuso ingiallimento tra le nervature, che invece rimangono verdi (figg. 77 e 78). Successivamente nelle foglie pi piccole possono comparire aree ingiallite o biancastre. I tessuti fogliari diventano fragili e di consistenza vitrea. Le infezioni precoci possono causare danni rilevanti, con perdite di produzione per scarsa allegagione dei frutti. I sintomi di questa malattia sono spesso confusi con altri legati a carenze nutrizionali (soprattutto di magnesio) o a infezioni da patogeni del terreno che influenzano le capacit di assorbimento delle radici, ad esempio suberosi radicale. Le piante infette da clorosi del pomodoro (ToCV) mostrano sintomi simili a quelli appena descritti; lingiallimento intrnervale inizia sulle foglie basali, tuttavia successivamente possono comparire chiazze rossastre o bruno-necrotiche (fig. 79).

Fig. 77 Diffuso ingiallimento internevale per infezione da TICV

Fig. 78 Particolare di ingiallimento fogliare

Fig. 79 Ingiallimento internervale e chiazza bruna su foglia per infezione da ToCV

Fig. 80 Adulto di Trialeurodes vaporariorum con uova

TRASMISSIONE 41

Il TICV trasmesso in modo semipersistente dalla mosca bianca delle serre, Trialeurodes vaporariorum, (Fig. 80). Il virus non si trasmette n per seme n per contatto. Il ToCV trasmesso sia dalla mosca bianca delle serre che dalla mosca bianca degli orti, Bemisia tabaci. PREVENZIONE Utilizzare piantine provenienti da vivai regolarmente autorizzati, che abbiano quindi strutture idonee e che applichino scrupolosamente tecniche di difesa fitosanitaria adeguate (uso di reti escludinsetto con maglie costituite da 20 x 10 fili per centimetro in ordito per trama, presenza di doppie porte, eliminazione delle erbe infestanti, esecuzione di opportuni interventi chimici) Eliminare le erbe infestanti intorno e all'interno delle serre prima del trapianto e durante la coltivazione Impiegare idonee reti escludi-nsetto, opportunamente fissate alle aperture almeno fino all'allegagione del quarto grappolo fiorale Usare pannelli gialli invischiati di colla per insetti, per valutare la presenza delle farfalline allinterno della serra e stabilire il momento pi opportuno per gli interventi chimici Nelle giovani colture effettuare trattamenti insetticidi specifici con elevato potere abbattente

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MACULATURA ZONATA DEL GERANIO


(PZSV = Pelargonium Zonale Spot Virus)
SINTOMI DELLA MALATTIA Sulle foglie apicali si evidenziano maculature anulari di colore bruno, a volte associate a distorsione dei piccioli; su quelle medio-basali le macchie sono pi estese e per lo pi giallastre. Anche sui piccioli fogliari (fig. 81) e sui fusti (fig. 82) si notano spesso maculature brune concentriche ed incavate. I frutti spesso sono di piccola pezzatura, malformati, con tipiche anulature concentriche infossate e di aspetto idropico che possono diventare necrotiche. Lintera pianta ha un aspetto rachitico e cespuglioso, con scarsa fruttificazione a causa della necrosi dei fiori.

Fig. 81 Maculature brune su picciolo fogliare per infezione da PZSV

Fig. 82 Maculature brune concentriche su fusto per infezione da PZSV

TRASMISSIONE Il virus trasmesso da tripidi, mediante il trasporto passivo di polline infetto e penetra nella pianta attraverso lesioni provocate dallinsetto vettore sulla superficie della foglia. E inoltre trasmissibile meccanicamente, ma non per seme. PREVENZIONE Utilizzare piantine provenienti da vivai regolarmente autorizzati, che abbiano quindi strutture idonee e che applichino scrupolosamente tecniche di difesa fitosanitaria adeguate Distruggere le piante di pomodoro infette, gi alla prima comparsa dei sintomi Eliminare le specie di erbe infestanti ospiti che sono numerose, tra cui principalmente in Sicilia la ruchetta selvatica (Diplotaxis erucoides) Attuare scrupolosamente la lotta chimica o biologica contro i tripidi nelle prime fasi di accrescimento delle piante Buoni risultati si possono ottenere nel periodo primaverile-estivo con lanci dellinsetto predatore Orius laevigatus

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NEMATODI
GENERALITA I nematodi sono vermi microscopici che vivono generalmente nel terreno e nelle radici. Alcuni specie, i cosiddetti nematodi fogliari, svolgono una parte del loro ciclo sulle foglie. I nematodi dannosi alla piante hanno dimensioni comprese fra 0,2 e 2,0 millimetri di lunghezza e diametro compreso fra 0,05 e 0,1 millimetri. Non possibile individuare nel loro corpo zone ben definite, anche se la parte posteriore (coda) differisce da quella anteriore perch pi o meno appuntita. Nella parte anteriore hanno un robusto apparato boccale simile ad una siringa (stiletto) che utilizzano per pungere i tessuti delle piante e succhiare il contenuto delle cellule.

NEMATODI GALLIGENI
(patate o anguille)
Nomi scientifici: Meloidogyne incognita Meloidogyne javanica Meloidogyne arenaria
DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI I nematodi galligeni inducono vistose protuberanze (galle) sulle radici attaccate. Tali malformazioni sono dovute alla reazione dei tessuti radicali causata dalla iniezione di saliva tossica durante le punture di alimentazione. I maschi e le larve di seconda et (stadio infestante) hanno il corpo allungato e sottile (fig. 83) e vivono liberi negli strati di acqua presenti nel terreno; le femmine si fissano nelle radici e assumono una forma a pera (fig. 84) di colore bianco madreperlaceo. Lazione infestante svolta dalle larve che, appena sgusciate da uova contenute in ovisacchi gelatinosi deposti nelle radici, si muovono nel terreno alla ricerca di altre radici in cui penetrare.

Fig. 83 Larve di nematodi galligeni in acqua

Fig. 84 Femmina di Meloidogyne spp con la caratteristica forma a pera

Il sintomo caratteristico costituito dalla presenza di galle (comunemente dette patate) molto evidenti nelle radici (fig. 85 e 86). Lapparato radicale si presenta distorto e di dimensioni ridotte, con emissione di 44

radichette secondarie in prossimit del colletto e con presenza di pochi peli assorbenti (cosiddetta "radice ruvida"). Nel caso di gravi attacchi, le galle confluiscono fino a trasformare le radici in grossi manicotti deformi.

Fig. 85 Tipiche galle su radici

Fig. 86 Grave attacco precoce su radici di giovani piante

La parte aerea della pianta manifesta sviluppo stentato e ingiallimento diffuso (fig 87); la fioritura ridotta, di conseguenza la produzione scarsa e qualitativamente scadente. La pianta gi sviluppata pu sopportare queste alterazioni, ma appassisce quando le radici cominciano a marcire a seguito delle infezioni batteriche e fungine che si sviluppano sulle lesioni provocate dai nematodi. Le infestazioni molto precoci determinano l'arresto dell'accrescimento (fig. 88) e portano lentamente a morte le piantine.

Fig. 87 Sviluppo stentato e ingiallimento della pianta per infestazione da nematodi galligeni

Fig. 88 Arresto dellaccrescimento di giovani piante per attacco precoce di nematodi galligeni

CONDIZIONI FAVOREVOLI Terreni sabbiosi Elevata umidit nel terreno 45

Ripetuta successione negli anni di colture ospiti (pomodoro, melanzana, peperone, zucchino, cocomero, melone, etc.) Temperatura ottimale del suolo, compresa tra 20 e 30 C, soprattutto nel periodo primaverile ed autunnale

DIFESA Sterilizzazione del terreno con prodotti fumiganti Utilizzo, prima del trapianto, di prodotti ad azione nematocida (granulari o liquidi) Impiego sulla coltura di prodotti nematocidi in formulazione liquida al manifestarsi di sintomi dellinfestazione Impiego di piante innestate su piede resistente o tollerante Per colture con trapianti autunnali efficace la solarizzazione del terreno, eseguita per almeno 50 giorni nei mesi di giugno - luglio, preferibilmente abbinata a dosi ridotte di nematocidi specifici Utilizzo di essenze biocide (generalmente Brassicaceae) allevate e sovesciate prima del ciclo di coltivazione del pomodoro; di tali essenze sono disponibili sul mercato anche farine o pellets ottenuti dalla preventiva essicazione di colture di Brassicaceae appositamente selezionate per lelevato contenuto di sostanze tossiche ai nematodi E possibile impiegare anche sostanze oleose di origine naturale estratte dai semi o da parti diverse di alcune specie botaniche (Azadirachta indica, Quillaja saponaria, Tagetes spp., etc.), preferibilmente in abbinamento con la tecnica della solarizzazione.

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INSETTI
GENERALIT Gli insetti nel corso della loro vita compiono la metamorfosi attraversando le fasi di uovo, stadio giovanile e adulto. Questultimo generalmente provvisto di quattro ali (due paia); le mosche (Ditteri) hanno un solo paio d'ali. Le zampe sono sei (tre paia). La femmina adulta, accoppiatasi o meno col maschio, depone generalmente le uova sulle piante. Dopo alcuni giorni nascono le larve, che possono avere forme molto diverse e cambiano pi volte la loro "pelle" tramite le mute; lo stadio intercorrente tra una muta e l'altra detto et larvale. Il rivestimento delle uova e delle larve particolarmente ricco di una sostanza protettiva detta chitina; alcuni moderni insetticidi sono in grado di ostacolarne la formazione. La larva delle farfalle (Lepidotteri) il tipico bruco; essa, prima di diventare adulto, si trasforma in crisalide, cio lo stadio immobile e affusolato che ricorda una mummia. Nelle mosche la larva matura generalmente si rifugia nel terreno per trasformarsi in una sorta di astuccio rigido chiamato pupario, prima di dare origine all'adulto. Nelle cosiddette "farfalline bianche" o "palummedde" le larvette di terza e quarta et assomigliano a piccole scatolette rigide e immobili (pupari). Negli afidi lo stadio giovanile gi simile all'adulto. Tra i Lepidotteri e i Ditteri le larve solamente producono danni alle piante, nutrendosi con un apparato boccale masticatore. Nel gruppo degli Afidi, degli Aleirodidi e dei Tripidi, sia gli stadi giovanili che gli adulti provocano danni per mezzo di un apparato boccale pungente e succhiante.

ALEIRODIDI (farfalline bianche-palummedda)


Nomi scientifici: Trialeurodes vaporariorum; Bemisia tabaci

DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI Questi insetti somigliano a moscerini bianchi, ma non sono n mosche n farfalle. Si nutrono succhiando la linfa dalle piante ed emettono la melata (il liquido trasparente appiccicoso che imbratta foglie e frutti); su di essa si sviluppa abbondante fumaggine che riduce lattivit fotosintetica della pianta e quindi la produzione. Bemisia tabaci trasmette inoltre il virus dellaccartocciamento fogliare giallo del pomodoro (TYLCD). I due insetti si possono distinguere per alcuni caratteri esteriori: le ali di Trialeurodes vaporariorum sono disposte a triangolo (fig. 89) e sono poco inclinate; quelle di B. tabaci sono quasi parallele (fig. 90) e pi inclinate.

Fig. 89 Adulti di Trialeurodes vaporariorum

Fig. 90 Adulti di Bemisia tabaci

Il pupario (stadio giovanile che precede ladulto) di T. vaporariorum ha la forma di scatoletta ellittica con le pareti laterali verticali e lunghi peli (fig. 91), di colore bianco come le uova appena deposte; quello di B. 47

tabaci, di colore giallo, schiacciato come una lenticchia (fig. 92). Generalmente le infestazioni sono causate dai due insetti in associazione, ma negli ultimi anni prevalgono nettamente le popolazioni di B. tabaci.

Fig. 91 Pupari di Trialeurodes vaporariorum

Fig. 92 Pupari di Bemisia tabaci

DIFESA Impiego di idonee reti escludi-insetto (con maglie costituite da 20 x 10 fili per centimetro in ordito per trama), opportunamente fissate alle aperture almeno fino all'allegagione del quarto grappolo fiorale, per ostacolare lingresso degli insetti e prevenire le infezioni di TYLCD Uso di pannelli gialli invischiati di colla per insetti, per valutare la presenza delle farfalline allinterno della serra e stabilire il momento pi opportuno per gli interventi chimici Impiego di plastiche fotoselettive nei confronti di una certa banda dello spettro luminoso, corrispondente al blu-ultravioletto e al giallo (200-380 m), che condiziona alcuni comportamenti dellinsetto, quali il volo, lindividuazione degli ospiti e lattivit riproduttiva; in tal modo si ostacola la trasmissione del virus da parte di adulti di B. tabaci infetti Nelle giovani colture a trapianto estivo, durante i primi due mesi, effettuare trattamenti insetticidi specifici con elevato potere abbattente Numerosi sono i nemici naturali delle farfalline bianche, alcuni allevati in biofabbriche e commercializzati. Negli anni 80 i lanci della vespetta Encarsia formosa, eseguiti ad inizio primavera, hanno fornito buoni risultati contro T. vaporariorum; i pupari parassitizzati da questo utile insetto diventano neri e sono quindi facilmente individuabili anche dagli agricoltori. Un parassitoide specifico di B. tabaci Eretmocerus mundus, presente spontaneamente nelle nostre serre, se non falcidiato da interventi insetticidi. Da qualche anno anch'esso disponibile in commercio. Nel nostro ambiente risultano attivi, quali predatori di entrambe le farfalline, due cimicette di colore verde, Nesidiocoris tenuis (fig. 93) e Macrolophus caliginosus (fig. 94). Purtroppo, poich la minima presenza di B. tabaci allinterno della serra pu diffondere a tappeto il virus dell'accartocciamento fogliare giallo, la lotta biologica contro le farfalline bianche su pomodoro difficilmente applicabile, giacch tale strategia di difesa richiede una certa presenza dellinsetto dannoso, affinch possano insediarsi i suoi nemici. Nonostante tutto, nelle colture a ciclo vernino-primaverile, quando i rischi di infezione virale sono inferiori, l'azione degli ausiliari pu risultare valida ed essere potenziata con lanci di individui provenienti da biofabbriche.

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Fig. 93 Adulto di Nesidiocoris tenuis

Fig. 94 Adulto di Macrolophus caliginosus

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MINATORI FOGLIARI
Nomi scientifici: Liriomyza trifolii; Liriomyza huidobrensis

DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI Gli adulti di questi insetti sono piccole mosche della grandezza di due millimetri circa, di colore scuro con un puntino giallo sul dorso (fig. 95). Le femmine fanno punture biancastre di ovideposizione e di alimentazione sulla pagina superiore delle foglie (fig. 96). Le larve, nate allinterno della foglia (fig. 97), scavano tipiche gallerie visibili sulla pagina superiore (fig. 98); quelle di L. huidobrensis sono pi filiformi, possono interessare anche la pagina inferiore e spesso dislocarsi lungo le nervature fogliari (fig. 99). La larva, completato lo sviluppo, esce dalla mina e crea un involucro protettivo chiamato pupario, posizionato sulla superficie fogliare (fig. 100) o allinterno del terreno. Gli attacchi di L. huidobrensis sono pi nocivi, potendo causare una riduzione dellattivit fotosintetica, disseccamenti fogliari e talvolta la morte delle giovani piantine. Le piante adulte nella maggioranza dei casi sopportano le infestazioni delle minatrici, se non si utilizzano insetticidi a largo spettro dazione che falcidiano gli antagonisti naturali.

Fig. 95 Adulto di Liriomyza huidobrensis

Fig. 96 Punture di L. huidobrensis su foglia

Fig. 97 Larva di L.huidobrensis estratta dalla galleria scavata allinterno della foglia

Fig. 98 Mine fogliari prodotte da Liriomyza trifolii

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Fig. 99 Mine fogliari prodotte da L. huidobrensis

Fig. 100 Pupario di L. huidobrensis su foglia

DIFESA Nei nostri ambienti presente il parassitoide Diglyphus isaea, una piccolissima vespa lunga circa un millimetro e mezzo, di colore nero lucente (fig. 101), le cui minuscole larve (fig. 102) si attaccano sul dorso di quelle di minatrice per nutrirsene. Quando le popolazioni di questinsetto non sono ostacolate da trattamenti insetticidi poco selettivi, riescono a bloccare le infestazioni delle minatrici con eccellenti risultati. Si possono introdurre esemplari di D. isaea provenienti da biofabbriche (circa 100 - 200 esemplari per ogni 1.000 metri quadrati di serra), per anticipare o rafforzare l'azione delle popolazioni selvatiche. Durante il periodo estivo, lattivit di D. isaea pu essere insufficiente e si pu ricorrere a qualche trattamento con insetticidi specifici, selettivi nei confronti dell'insetto utile Luso di pannelli gialli invischiati di colla per insetti molto utile per verificare la presenza degli adulti della minatrice e per catturarne una grande quantit Evitare o ridurre, per quanto possibile, luso di insetticidi a largo spettro d'azione contro gli altri insetti nocivi

Fig. 101 Adulto del parassitoide Diglyphus isaea in cerca di larve di minatrici

Fig. 102 Larvette di D. isaea che si nutrono su una larva di minatrice

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NOTTUE (mascuni o virmina)


Nomi scientifici: Spodoptera littoralis;Chrysodeixys calcite; Helicoverpa armigera Autographa gamma

DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI Le nottue sono farfalle dal corpo tozzo e peloso, con apertura alare di circa 4,5 centimetri (figg. 103 e 104). Le loro uova sono deposte, generalmente sulla pagina inferiore delle foglie, in gruppi protetti da peli, nel caso di S. littoralis (fig. 105), o singolarmente senza protezione per le altre specie. I bruchi sono di colore verde da giovani (fig. 106), poi assumono tinte variabili, con linee e macchiette di diversi colori, e a maturit possono raggiungere la lunghezza di 5 centimetri (figg. 107 e 108). Si nutrono di foglie (fig. 109) e di frutti. Lattacco alle foglie pu essere letale per le giovani piante, ma sono noti casi eclatanti di infestazioni distruttive su colture in produzione. I frutti vengono erosi dallesterno (fig. 110) e dallinterno anche in fase di ingrossamento e vanno incontro a marcescenza per lo sviluppo d'infezioni batteriche.

Fig. 103 Adulto di nottua Spodoptera littoralis

Fig. 104 Adulto di Chrysodeixys calcites

Fig. 105 Tipiche ovature di Spodoptera littoralis

Fig. 106 Larva giovane di Spodoptera littoralis

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Fig. 107 Larva matura di Spodoptera littoralis

Fig. 108 Larva matura di Helicoverpa armigera

Fig. 109 Erosioni fogliari dovute a larve di nottue

Fig. 110 Frutto danneggiato da nottua

DIFESA E' importante verificare la presenza delle farfalle mediante la cattura con trappole al feromone sessuale, per stabilire la probabile epoca di deposizione delle uova e di nascita delle larve, al fine di eseguire il trattamento insetticida al momento pi opportuno E possibile impiegare trappole a feromone sessuale, dalla tipica forma a imbuto, atte alla cattura massale dei maschi, esponendole allesterno delle strutture serricole (fig. 111). Il batterio Bacillus thuringiensis var. kurstaki e aizaway, allorch ingerito, uccide le giovani larve di nottue infettandole (fig. 112) e producendo nel loro intestino una sostanza molto tossica. Da molti anni sono presenti sul mercato diversi prodotti molto efficaci contenenti le spore e la tossina del batterio. E preferibile utilizzare questi tipi di insetticidi poich sono pressocch innocui nei confronti di insetti utili e degli altri animali, compreso l'uomo. In corrispondenza delle prime catture consigliabile trattare con appositi prodotti a base di Bacillus thuringiensis (da irrorare nel tardo pomeriggio) in modo da colpire con buone probabilit le larve neonate e quelle giovani (di lunghezza non superiore ad un centimetro). Generalmente necessario intervenire almeno due volte, a distanza di una settimana, per avere una maggiore garanzia di intercettare sia le larve delle prime ovature che quelle nate successivamente Gli insetticidi chitino-inibitori vanno usati seguendo gli stessi criteri d'intervento riportati per i prodotti a base di Bacillus thuringiensis e sono efficaci anche sulle uova

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Fig. 111 Tipica trappola a feromone sessuale per la cattura massale dei maschi in volo

Fig. 112 Giovane larva di nottua uccisa da Bacillus thuringiensis

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TIGNOLA DELLA PATATA


Nome scientifico: Phthorimaea operculella

DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI Negli ultimi anni la tignola della patata ha fatto registrare insoliti attacchi su colture di melanzana e di pomodoro. Si tratta di una piccola farfalla con ali anteriori grigie segnate da macchioline nerastre ed ali posteriori di colore grigio uniforme (fig. 113). La larva matura grigio-verde con sfumature (fig. 114). Le larve causano i primi danni sulle foglie, dove scavano delle mine dapprima filiformi e successivamente rotondeggianti. Con laccrescimento la larva si dirige verso il fusto, penetrando attraverso le nervature o nel punto di inserzione del picciolo; ne consegue lappassimento di intere foglie.

Fig. 113 Adulti di tignola della patata in accoppiamento

Fig. 114 Larva matura di tignola della patata estratta dallinterno del fusto

Sulle giovani piante la penetrazione avviene allaltezza del colletto. La pianta manifesta uno stato di sofferenza generale, poich la larva recide i vasi conduttori; alla base si osserva una caratteristica incisione bruna trasversale che facilmente pu determinare la rottura del fusto (fig. 115). Sui giovani frutti di pomodoro si evidenziano gallerie giallastre che partono dal peduncolo senza estendersi molto nella polpa (fig. 116); a volte i frutti possono anche andare incontro a marcescenza. I danni sono generalmente confinati in alcune zone della coltura e su poche piante, ma in alcuni casi possono verificarsi seri attacchi a foglie, steli e frutti.

Fig. 115 Rottura del fusto di giovane pianta causato da larva di tignola

Fig. 116 Frutti danneggiati da tignola della patata

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CONDIZIONI FAVOREVOLI

Linsetto favorito da temperature abbastanza elevate; loptimum per lo sviluppo delle larve intorno ai 25-30 C; temperature ambientali sfavorevoli (inferiori a 10-13 C) bloccano lo sviluppo delle larve. Le colture di pomodoro vicine a campi coltivati a patata sono pi soggette a rischi di infestazione della tignola.

DIFESA Leliminazione dei residui colturali di patata prossimi alle colture di pomodoro costituisce un mezzo per prevenire linfestazione. Limpiego di trappole innescate con il feromone sessuale specifico utile sia per il monitoraggio delle popolazioni che per la lotta allinsetto attraverso la tecnica della cattura massale. Scadenti risultati si ottengono con trattamenti insetticidi sulla coltura poich le larve rimangono protette allinterno delle gallerie scavate negli organi della pianta.

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AFIDI (Suzzura o Prucchiu)


Nomi scientifici: Myzus persicae;Macrosiphum euphorbiae
DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI Questi insetti, comunemente chiamati pidocchi delle piante, succhiano la linfa dalle foglie provocando lievi deperimenti e, come le mosche bianche, imbrattano di melata la vegetazione ed i frutti. Hanno dimensioni di 1-3 millimetri e vivono in raggruppamenti pi o meno numerosi (fig. 117); il loro corpo verde o marroncino quasi sempre privo d'ali. Nelle colture ortive si riproducono con gran velocit, senza che avvenga l'accoppiamento tra maschio e femmina e senza deporre uova. In sostanza le femmine partoriscono altre femmine uguali a se stesse (fenomeno detto paretenogenesi) e pertanto durante l'anno si susseguono numerose generazioni. Per tali motivi se un individuo sviluppa resistenza ad un insetticida, nel giro di poco tempo le generazioni seguenti dimostrano di essere ugualmente resistenti allo stesso insetticida. Generalmente gli afidi non causano grossi danni diretti alla coltura di pomodoro, ma sono capaci di trasmettere virus, come quello del mosaico del cetriolo (CMV). DIFESA Nelle serre in cui si fa limitato uso di insetticidi le infestazioni possono essere ben contrastate da insetti parassitoidi e predatori. Tra i primi si annoverano piccolissime vespette nerastre, soprattutto Aphidius spp., le cui larve si sviluppano dentro il corpo dell'afide uccidendolo e trasformandolo nella cosiddetta "mummia" di colore nero oppure nocciola, in questo caso di forma rotondeggiante (fig. 118). Nel nostro ambiente la schiera dei predatori attivi contro gli afidi abbastanza numerosa e vanta come migliore rappresentante la comunissima coccinella a sette punti, Coccinella septempunctata (fig. 119), capace di ripulire dagli afidi le colture che visita. Altri predatori, quali Chrysoperla carnea (fig. 120) e Ditteri Sirfidi, possono contribuire validamente a contenere le infestazioni. In caso di forti infestazioni intervenire con aficidi selettivi o, se il caso, con insetticidi a largo spettro d'azione in modo localizzato sui focolai.

Fig. 117 Colonia di afide verde

Fig. 118 Afidi parassitizzati trasformati in mummie

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Fig. 119 Adulto di Coccinella septempunctata

Fig. 120 Adulto di Chrysoperla carnea

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TRIPIDI
Nomi scientifici: Frankliniella occidentalis;Thrips tabaci
DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI I tripidi sono insetti molto piccoli di forma allungata. La specie pi diffusa nel nostro ambiente Frankliniella occidentalis, il ben noto tripide californianio, le cui le larve (neanidi) (fig. 121) sono gialle e misurano circa un millimetro di lunghezza; gli adulti (fig. 122), di colore marrone chiaro, misurano due millimetri di lunghezza. Le punture producono macchioline argentate sulle foglie (fig. 123) e distorsioni delle nervature, con contorcimenti della lamina. Raramente il tripide causa danni diretti alla coltura e ai frutti, ma temibile per la sua elevata capacit di diffondere il virus dellavvizzimento maculato (TSWV). La lotta quindi pi che altro finalizzata alla prevenzione della virosi.

Fig. 121 Neanide di Frankliniella occidentalis

Fig. 122 Adulto di Frankliniella occidentalis

DIFESA Nelle prime settimane dopo il trapianto eseguire trattamenti con prodotti specifici selettivi per proteggere la coltura dalle infezioni del virus Buoni risultati si possono ottenere, nel periodo primaverile-estivo, con lanci dellinsetto predatore Orius laevigatus (fig. 124), allinizio della fioritura. Talvolta le popolazioni selvatiche di questo predatore riescono a contenere le infestazioni del tripide senza che necessitino i lanci propagativi.

Fig. 123 Punture di tripidi su foglie

Fig. 124 Adulto di Orius laevigatus, predatore di tripidi

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ACARI
GENERALITA Gli Acari fitofagi sono animali molto piccoli, le loro dimensioni variano da 0,25 a 1,0 mm. Gli adulti e stadi giovanili sono provvisti di quattro paia di zampe, mentre i neonati ne hanno solo tre paia. Sono privi di ali. Il corpo generalmente di forma ovoidale, piriforme o tondeggiante, pi o meno convesso e appiattito, oppure pu essere allungato e in qualche caso quasi vermiforme. La colorazione molto variabile, da tinte intense (rosso o giallo) a pi scialbe. Non presentano una divisione del corpo in regioni ben distinte, come nel caso degli Insetti e dei Ragni. Il loro corpo protetto da un tegumento simile a quello degli Insetti. Lo sviluppo avviene attraverso metamorfosi e mute.

RAGNETTO ROSSO
Nome scientifico: Tetranychus urticae
DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI Il ben noto ragnetto rosso un acaro che vive in dense colonie facilmente individuabili ad occhio nudo poich le femmine mature, di lunghezza non superiore a 0,5 mm, sono di colore rosso vivace (fig. 125) o rosso scuro. Le forme giovani ed i maschi sono ancora pi piccoli e di colore giallino. Le uova appena deposte sono piccolissime, perfettamente rotonde e di colore bianco traslucido o giallo pallido. Le punture d'alimentazione del ragnetto rosso sulle foglie inizialmente appaiono come puntini chiari e poi determinano chiazze sfumate di colore giallo intenso (fig. 126); ad infestazione avanzata le foglie possono disseccare (fig. 127) e ricoprirsi di una fitta ragnatela. Il danno sui frutti simile (fig. 128) e talvolta si possono determinare fessurazioni della superficie sulle variet costolute in accrescimento. Negli ultimi anni gli attacchi sembrano pi frequenti e consistenti, tanto che talvolta possono essere necessari interventi acaricidi specifici.

Fig. 125 Femmina di ragnetto rosso con tipiche uova rotonde biancastre

Fig. 126 Ingiallimento della foglia causato da infestazione di ragnetto rosso

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DIFESA Nel nostro ambiente presente lacaro predatore Phytoseiulus persimilis (fig. 129) che, nelle colture sottoposte a trattamenti fitosanitari selettivi, in grado di frenare le infestazioni di ragnetto rosso. Nella difesa integrata della coltura in serra, i lanci di questo predatore possono trovare utile collocazione nel periodo primaverile-estivo, purch non si abbassi troppo l'umidit dellaria. Altri predatori attivi nelle nostre serre sono il Coleottero Stethorus punctillum (fig. 130), una piccola coccinella nera (2 mm di lunghezza), il Dittero Cecidomide Therodiplosis persicae, il Rincote Antocoride Orius laevigatus, predatore anche di tripidi e il Neurottero Chrysoperla carnea Quando necessario eseguire trattamenti con acaricidi specifici e selettivi, avendo cura di associare un prodotto ad azione adulticida con uno ovicida Moderare per quanto possibile gli apporti di azoto Nella stagione primaverile ed estiva, durante le ore pi calde, cercare di abbassare la temperatura arieggiando le serre o umidificando laria con lirrigazione per nebulizzazione.

Fig. 127 Disseccamento delle foglie per attacco di ragnetto rosso

Fig. 128 Danno da ragnetto rosso su frutto

Fig. 129 Adulti e tipiche uova arancioni di Phytoseiulus persimilis, predatore di ragnetto rosso

Fig. 130 Adulto di Stethorus punctillum, predatore di ragnetto rosso

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ACARO RUGGINOSO
Nome scientifico: Aculops lycopersici
DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI E un acaro a forma di virgola (fig. 131) dalle dimensioni molto ridotte (circa 0,2 mm) e quindi difficilmente visibile ad occhio nudo. Le sue punture determinano sulla pagina superiore delle foglie una colorazione verde bronzeo lucido (fig. 132), che successivamente imbrunisce. Le foglie infestate si deformano accartocciandosi ai bordi (fig. 133) e ripiegandosi verso il basso. Anche il fusto assume colore bronzeo e pu presentare fessurazioni longitudinali. Sui frutti lattacco dellacaro pu provocare arresto dellaccrescimento, suberificazione di color bronzeo e screpolatura reticolata della buccia (fig. 134). Anche i fiori possono essere interessati allattacco ed andare incontro a caduta o ad irregolare fruttificazione.

Fig. 131 Colonia di acaro rugginoso su foglia

Fig. 132 Foglia di aspetto bronzeo lucido per attacco di acaro rugginoso

Fig. 133 Marcata colorazione bronzea associata a deformazione delle foglie per grave attacco di acaro rugginoso

Fig. 134 Gravi danni da acaro rugginoso su frutti

DIFESA 62

Lo zolfo in polvere o bagnabile combatte efficacemente l'eriofide; spesso i trattamenti con zolfo che si eseguono contro l'oidio sono sufficienti a tenere lontano il fitofago dalle colture. Alloccorrenza si pu intervenire con acaricidi selettivi

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MALERBE
GENERALIT Le malerbe parassite del pomodoro sono rappresentate soprattutto dal genere Orobanche e Cuscuta; questultimo non costituisce un grosso problema per le coltivazioni del pomodoro in ambiente protetto. Il genere Orobanche comprende numerose specie parassite di colture agrarie diffuse in diversi Paesi dellEuropa meridionale e del bacino del Mediterraneo e con la specie Orobanche ramosa risulta particolarmente dannosa. In Italia segnalata in diverse Regioni e risulta in rapida diffusione in nuovi areali. In Sicilia, in particolare nella fascia costiera meridionale, stata di recente rilevata unintensa attivit di parassitizzazione di colture di pomodoro in serra. Si tratta in generale di specie parassite totalmente dipendenti dalla pianta ospite per la propria nutrizione, in quanto prive di clorofilla e quindi incapaci di fare la fotosintesi.

OROBANCHE (lupa)
Nome scientifico: Orobanche ramosa L.
SINTOMI DELLALTERAZIONE Questo parassita non ha un vero apparato radicale e si fissa sulle radici dellospite. Possiede un fusto di altezza variabile tra 10 e 30 centimetri (Fig. 135), con portamento eretto, di colore variabile dal giallo pallido al bruno, con poche foglie lanceolate. Lo stelo porta uninfiorescenza lineare e allungata con fiori sottili, cilindrici, ingrossati alla base, di colore variabile (blue, lilla, bianco) (Fig. 136) . Il frutto costituito da una capsula che a maturit si apre liberando una quantit notevole di semi (fino ad 800) di colore scuro e con dimensioni molto ridotte (circa 0,2-0,3 mm).

Fig. 135 Stelo di orobanche sviluppato sulle radici di pomodoro

Fig. 136 Tipiche infiorescenze di orobanche

Come detto, lorobanche si accresce a spese della pianta di pomodoro sottraendo le sostanze nutritive e determinando un generale stato di sofferenza. In casi di infestazioni particolarmente gravi su piante giovani si pu giungere alla morte dellospite. I primi sintomi consistono in uno stato di avvizzimento pi o meno grave, che si pu manifestare ancor prima che il parassita fuoriesca dal terreno. In seguito allattacco, la radice dellospite non riesce a svilupparsi e si pu verificare la scomparsa di parti in prossimit dellinserzione del parassita. In relazione allassorbimento delle sostanze nutritive la crescita della pianta risulta compromessa e la produzione ridotta in quantit e qualit. 64

CONDIZIONI FAVOREVOLI

La temperatura ottimale per lo sviluppo delle orobanche intorno a 23 C. Lumidit non influenza la germinazione del parassita dato che si pu sviluppare sia in ambienti aridi che umidi. I semi di orobanche possono rimanere dormienti per pi di 20 anni e possono essere trasportati dalle attrezzature agricole e tramite lirrigazione Gli essudati radicali del pomodoro stimolano la germinazione e le plantule germinate si attaccano con le proprie radici a quelle dellospite. Le condizioni che favoriscono la crescita del pomodoro favoriscono anche lo sviluppo di orobanche

DIFESA La prevenzione costituisce il mezzo principale per ridurre i danni di questo parassita; bisogna evitare che i semi si diffondano attraverso il materiale di propagazione. Lestirpazione dei turioni sortisce scarsi risultati in quanto sullapparato radicale della pianta ospite rimangono comunque inserite le radici parassite e si ha conseguentemente lo sviluppo di una nuova pianta. Tra i mezzi agronomici assume una certa rilevanza o la cosiddetta falsa semina e/o la coltivazione della fava, con successivo sovescio della stessa prima della produzione di seme da parte dellorobanca (piante esca). Gli interventi di tipo fisico, ed in particolare la solarizzazione, possono consentire un parziale contenimento dellinfestazione. I semi possono tollerare temperature di 50 C per 35 giorni in ambiente secco, ma in condizioni di umidit muoiono nel giro di pochi giorni anche a 45 C. Un buon effetto nella riduzione dellinfestazione di semi presenti nel terreno viene assicurato da alcuni prodotti fumiganti, tra cui il metham sodio o il dazomet, i quali devono essere impiegati nei modi e nei tempi opportuni. La maggior parte delle sostanze ad azione erbicida evidenziano scarsa efficacia nei confronti dei semi dormienti.; quelle efficaci nei confronti della pianta parassita possono creare problemi di fitotossicit sulla coltura, soprattutto se impiegati a dosaggi pi elevati. Buone prospettive si stanno aprendo nella lotta biologica tramite limpiego di funghi patogeni dellOrobanche. In alcuni Paesi europei sono stati riscontrati eccellenti risultati nel contenimento attraverso limpiego di Fusarium orobanche o di Fusarium lateritium.

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GLOSSARIO Acidi nucleici - Sostanze presenti negli esseri viventi contenenti i geni che trasmettono le caratteristiche ereditarie dellindividuo Allessatura - Danno alla vegetazione che assomiglia all'effetto della bollitura Anulatura - Insieme di macchie a forma di anello di colore variabile Appassimento - E lo stato di sofferenza dovuto a carenza idrica, dal quale la pianta pu riprendersi non appena dispone di acqua Avvizzimento - E lo stato di grave sofferenza dovuto a carenza idrica che porta a morte la pianta, non essendo essa pi capace di riprendersi Bollosit - Incurvamento delle porzioni di foglia comprese tra le nervature dovute ad accrescimento non armonico dei tessuti, per cui la lamina appare non distesa Chitino-inibitore Sostanza attiva insetticida capace di bloccare la formazione della chitina, costituente fondamentale della parte esterna delle uova, delle larve e del corpo degli insetti. I chitino-inibitori devono essere impiegati in presenza delle uova o delle giovani larve, sulla base di un attento monitoraggio della popolazione del fitofago Clorosi Colorazione pallida delle foglie che pu trasformarsi in ingiallimento Coriaceo - Che ha la consistenza del cuoio Feromone sessuale - Sostanza prodotta dalle femmine di molte specie d'insetti per attirare i maschi a distanza, allo scopo di accoppiarsi. Analoghe sostanze prodotte da industrie chimiche vengono commercializzate per attivare trappole da impiegare per la cattura dei maschi. Con tale metodo possibile prevedere il momento dell'accoppiamento e della deposizione delle uova, al fine di stabilire quando eseguire il trattamento chimico. I feromoni sessuali possono essere utilizzati con apposite trappole per la cattura massale Fisiopatia - Alterazione di natura non infettiva, prodotta da fattori ambientali sfavorevoli (temperatura luce, etc.), da condizioni nutrizionali non idonee (carenze ed eccessi di elementi nutritivi, disponibilit di acqua, etc.) o da tossicit dovuta a sostanze chimiche (ormoni, sostanze inquinanti, prodotti fitosanitari, etc.) Fitofago - Insetto, acaro o nematode che si nutre a spese delle piante e che pertanto pu risultare dannoso. Galla - Protuberanza o bernoccolo rotondeggiante dovuto ad accrescimento anormale dei tessuti causato da parassiti Inoculazione - Introduzione di patogeni (funghi, batteri, virus) allinterno dei tessuti della pianta ad opera di vettori (animali, uomo, altre piante) Insetticida selettivo - Prodotto insetticida parzialmente o totalmente innocuo per gli insetti utili Laciniatura fogliare - Mancato accrescimento dei tessuti compresi tra le nervature, per cui le foglie appaiono ristrette e deformate, fino a ridursi a strisce contorte Maculatura - Termine generico che indica la presenza di zone di colore diverso dal normale Maculatura anulare - Presenza di decolorazioni a forma di anello Mosaico - Alternanza di chiazze di colore sbiadito (verde chiaro o giallastro) e di forma circolare o spigolosa Mutazione genetica - Alterazione del patrimonio genetico della pianta che pu determinare malformazioni pi o meno evidenti dei vari organi Necrosi - Morte di porzioni di tessuto dellorgano della pianta che assumono colore bruno o nero. Parassita - Organismo animale o vegetale che vive a spese di altri organismi

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Parassitoide - Insetto che vive a spese di altri insetti. La femmina depone luovo dentro o sul corpo dellinsetto, che diventa cibo della larva del parassitoide. Patogeno - Agente responsabile di malattia (fungo, batterio, virus) Placenta - Con riferimento ai frutti, tessuto di consistenza generalmente gelatinosa nel quale sono immersi i semi Spora - Cellula riproduttiva dei funghi e dei batteri capace di originare un nuovo soggetto. Essa pu conservarsi vitale per lunghi periodi e in condizioni ambientali difficili Suberificazione - Formazione di tessuto di cicatrizzazione in prossimit di ferite, che appare simile al sughero Tessuto vascolare (o conduttore) - Insieme di canali presenti allinterno della pianta, entro cui scorre la linfa

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LEGENDA I.d.S.= Intervallo di sicurezza NT PSR = Sostanza attiva inserita nelle Norme Tecniche di difesa integrata del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Siciliana

PERONOSPORA Sostanza attiva Azoxystrobin Benalaxil Benthiavalicarb-isopropil Cimoxanil Clorotalonil Cyazofamid Dimetomorf Ditianon Dodina Fenamidone Folpet Fosetil alluminio I.d.S. 3 7 3 10 14 3 7 21 10 7 7 20 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 2 0,2 0,3 0,2 2 0,2 1 0,6 0,2* 0,02* 2** 100 Note NT PSR NT PSR NT PSR

NT PSR NT PSR

Applicazione al terreno con impianti a goccia o con distribuzione localizzata, NT PSR

Iprovalicarb 7 1 Metalaxil 14 0,2 Metalaxil -m 10 0,2 Metiram 7/- *** 3**** Propamocarb 20 10 Pyraclostrobin 3/7 0,2 Rame 3/20 5 Zoxamide 3 0,5 * Limite inferiore di determinazione analitica ** Somma di captano e folpet
*** Trattamento ammesso fino alla prima fioritura

NT PSR NT PSR NT PSR NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR NT PSR

**** Somma di mancozeb, metiram, propineb MUFFA GRIGIA Sostanza attiva Boscalid Cimoxanil Clorotalonil Cyprodinil Dicloran Fenexamide Fludioxonil Folpet Fosetil allumino Iprodione Mepanipyrim Metiram Pyraclostrobin I.d.S. 3 10 14 7 20 1 7 7 20 21 3 7/- ** 3 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 1 0,2 2 1 0,3 1 1 2* 100 5 1 3*** 0,2 NT PSR Note

NT NT NT NT

PSR PSR PSR PSR

NT PSR NT PSR

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MUFFA GRIGIA - Segue Pyrimethanil Rame composti del Tolclofos metile * Somma di captano e folpet 3 3/20 30 1 5 1 NT PSR Ammesso in agricoltura biologica

** Quando l'I.d.s. non specificato il trattamento ammesso fino alla prima fioritura

*** Somma di mancozeb, metiram, propineb OIDIO Sostanza attiva Ampelomyces quisqualis Azoxystrobin Bupirimate Ciproconazolo Difenoconazolo Miclobutanil Penconazolo Pyraclostrobin Tebuconazolo Tetraconazolo Triadimenol Zolfo * Esente dall'indicazione I.d.S. 3 3 10 7 3/7 14 7 3 4 14 5 L.M.R. (in mg/kg =ppm) -* 2 2 0,05 2 0,3 0,1 0,02 2 0,1 0,3 50 Note Ammesso in agricoltura biologica NT PSR NT PSR NT PSR NT PSR NT PSR NT PSR NT PSR NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

CLADOSPORIOSI Sostanza attiva I.d.S. L.M.R. (in mg/kg =ppm) NT PSR NT PSR Note

Azoxistrobin 3 0,05* Boscalid 3 1 Ciproconazolo 10 0,05* Clorotalonil 14 2 Difenoconazolo 7 2 Folpet 7 2** Metiram 7/- *** 3**** Pyraclostrobin 7/3 0,2 Rame composti del 3/20 5 Tetraconazolo 4 0,1 * Indica il limite inferiore di determinazione analitica *** Quando l'I.d.s. non specificato il trattamento ammesso fino alla prima fioritura

NT PSR

NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR ** Somma di captano e folpet **** Somma di mancozeb, metiram, propineb

FUSARIOSI RADICICOLA Sostanza attiva Dodina Trichoderma harzianum Trichoderma viride * Esente dall'indicazione I.d.S. 10 3 L.M.R. (in mg/kg =ppm) - * - * Note Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

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RADICE SUBEROSA Sostanza attiva Cloropicrina Trichoderma harzianum Trichoderma viride * Esente dall'indicazione I.d.S. 3 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 0,05 - * - * Note Applicare almeno 15 gg prima dell'impianto della coltura Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

CANCRO BATTERICO Sostanza attiva Rame composti del I.d.S. 3/20 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 5 Note Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

MACCHIETTATURA BATTERICA Sostanza attiva Acibenzolar-s-metile Rame composti del I.d.S. 3 3/20 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 1 5 Note NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

MACULATURA BATTERICA Sostanza attiva Acibenzolar-s-metile Rame composti del I.d.S. 3 3/20 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 1 5 Note NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

NECROSI DEL MIDOLLO Sostanza attiva Rame composti del I.d.S. 3/20 L.M.R. (in mg/kg =ppm) Note Ammesso in agricoltura biologica

NEMATODI GALLIGENI Sostanza attiva Azadiractina Cloropicrina Etoprofos Fenamifos I.d.S. 3 30 60 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 1 0,05 0,02* 0,05 Note Ammesso in agricoltura biologica applicare almeno 15 gg prima dell'impianto della coltura Possibilit di utilizzo solo in serre con struttura permanente e mediante applicazione per irrigazione a goccia Anche trattamento al terreno in pre-trapianto

Fosthiazate 0,02* Oxamil 21 0,02 * Indica il limite inferiore di determinazione analitica

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ALEIRODIDI Sostanza attiva Acetamiprid Alfametrina Azadiractina Beauveria bassiana Bifentrin Buprofezin Ciflutrin Clorpirifos Clorpirifos-metile Deltametrina Esfenvalerate Etofenprox Flonicamid Fluvalinate Imidacloprid Olio minerale Pimetrozina Piperonil butossido Piretrine Pyriproxifen Rotenone Sali di Potassio di ac. Grassi Spinosad I.d.S. 3 3 3 7 2 3 21 15 3 7 3 3 7 3/7 20 3 2 2 3 10 3 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 0,1 0,5 1 - * 0,2 1 0,05 0,5 0,5 0,3 0,05 1 0,3 0,1 0,5 - * 0,5 3 1 1 0,01** - * 1 0,5 0,2 0,5 Note

Ammesso in agricoltura biologica Ammesso in agricoltura biologica

Ammesso in agricoltura biologica

Ammesso in agricoltura biologica Ammesso in agricoltura biologica Ammesso in agricoltura biologica Ammesso in agricoltura biologica, effetto di contenimento

Thiacloprid 3 Thiametoxam 3 Zeta cipermetrina 14 * Esente dall'indicazione ** Limite inferiore di determinazione analitica

MINATORI FOGLIARI Sostanza attiva Abamectina Ciromazina Spinosad I.d.S. 7 14 3 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 0,02 1 1 Note

NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

NOTTUE Sostanza attiva Alfametrina Azadiractina Bacillus thuringensis var. kurstaki e aizawai Bifentrin Ciflutrin Clorpirifos Clorpirifos metile I.d.S. 3 3 3 7 3 21 15 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 0,5 1 - * 0,2 0,05 0,5 0,5 Note NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR NT PSR NT PSR

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NOTTUE - Segue Deltametrina Imidacloprid Indoxacarb Spinosad Zeta cipermetrina * Esente dall'indicazione 3 3/7 3 3 14 0,3 0,5 0,5 1 0,5 NT PSR NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR NT PSR

TIGNOLA DELLA PATATA Sostanza attiva I.d.S. L.M.R. (in mg/kg = ppm) -* -* 0,01 ** note Ammesso in agricoltura biologica Ammesso in agricoltura biologica Ammesso in agricoltura biologica

Bacillus thuringensis var. Kurstaki 3 Olio minerale 20 Rotenone 10 * Esente dallindicazione ** Limite inferiore di determinazione analitica

AFIDI Sostanza attiva I.d.S. L.M.R. (in mg/kg =ppm) Note

Acetamiprid 3 0,1 NT PSR Alfametrina 3 0,5 Ciflutrin 3 0,05 Etofenprox 3 1 NT PSR Flonicamid 3 0,3 NT PSR Imidacloprid 3/7 0,5 NT PSR Olio minerale 20 - * Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR Pimetrozine 3 0,5 NT PSR Piperonil butossido 2 3(n) NT PSR Piretrine 2 1 Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR Thiacloprid 3 0,5 Thiametoxam 3 0,2 NT PSR * Esente dall'indicazione (n) Limiti massimi di residui provvisori nazionali in attesa di armonizzazione comunitaria

TRIPIDI Sostanza attiva Abamectina Acrinatrina Beauveria bassiana Ciflutrin Clorpirifos metile Imidacloprid Lufenuron Orius laevigatus Spinosad * Esente dall'indicazione I.d.S. 7 3 3 15 3/7 7 3 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 0,02 0,1 - * 0,05 0,5 0,5 0,5 1 Note

NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

Ammesso in agricoltura biologica Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR

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RAGNETTO ROSSO Sostanza attiva Abamectina Acrinatrina Beauveria bassiana Bifentrin Clofentezine Exitiazox Fenazaquin Fenbutatin ossido Fenpiroximate Fluvalinate Piretrine Phytoseiulus persimilis Sali di potassio di ac. grassi Tebufenpirad * Esente dall'indicazione I.d.S. 7 3 7 15 7 7 30 14 7 2 3 14 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 0,02 0,01 - * 0,2 0,3 0,5 0,5 1 0,2 0,1 1 - * 0,5 NT PSR Ammesso in agricoltura biologica NT PSR NT PSR NT PSR NT PSR Ammesso in agricoltura biologica Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR Ammesso in agricoltura biologica, NT PSR NT PSR Note

ACARO RUGGINOSO Sostanza attiva Abamectina Bifentrin Fenbutatin ossido Fluvalinate I.d.S. 7 7 30 7 L.M.R. (in mg/kg =ppm) 0,02 0,2 1 0,02 NT PSR Note

Per informazioni aggiornate sui prodotti fitosanitari utilizzabili si rimanda agli Uffici che hanno curato la pubblicazione del presente opuscolo. Schede aggiornate sulle sostanze attive autorizzate sul pomodoro e su altre colture possono essere richieste allUnit Operativa n. 21 Osservatorio per le Malattie delle Piante (O.M.P.) di Acireale (Via Sclafani, 34 - 95024 Acireale - Telefono 095/894538) o alla Sezione staccata di Vittoria dellU.O. 21 O.M.P. di Acireale (C.da Fanello 97019 Vittoria - Telefono 0932/988609). Il servizio funziona anche a mezzo informatico tramite il seguente indirizzo di posta elettronica dellU.O. 21 - O.M.P. Acireale: agri1.controlloompct@regione.sicilia.it. Le S.O.A.T., Unit Operative del Dipartimento Interventi Infrastrutturali dellAssessorato Agricoltura e Foreste, sono presenti in molte localit del territorio regionale; per suggerimenti tecnici possono essere contattate tramite posta elettronica. Per ciascun ufficio lindirizzo di posta elettronica composto da - soat.nomedellacitt@regione.sicilia.it. Es. Allindirizzo soat.gela@regione.sicilia.it oppure soat.catania@regione.sicilia.it Contattater nel primo caso lufficio di Gela nel secondo lufficio di Catania E cos via per tutte le localit dove ha sede una S.O.A.T. Indirizzo Servizio 11 Sevizi allo Sviluppo: agri2.servizio11@regione.sicilia.it Sito dellAssessorato Agricoltura e Foreste: www.regione.sicilia.it/agricoltura
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ELENCO DELLE S.O.A.T. OPERANTI SUL TERRITORIO REGIONALE Acireale Agira Agrigento Alcamo Aragona Balestrate Brolo Bronte Buseto Palizzolo Caltagirone Campobello di Licata Canicatt Caronia Castelbuono Castellammare del Golfo Castell'Umberto Casteltermini Castelvetrano Castiglione di Sicilia Catania Cerda Cesar Chiusa Sclafani Cianciana Collesano Comiso Corleone Dattilo Delia Enna Francavilla di Sicilia Francofonte Gela Giampilieri Marina Giarre Gibellina Grammichele Grotte Ispica Lentini Leonforte Lercara Friddi Licata Marsala Mazara del Vallo Mazzarino Mazzarrone Menfi Milazzo Misilmeri Mistretta Modica Monreale Mussomeli Noto Palazzolo Acreide Palma di Montechiaro Partanna Patern Pedara Petralia Sottana Petrosino Porto Empedocle Prizzi Raffadali Ragusa Ramacca Ribera Riesi S. Croce Camerina San Cipirello San Giovanni Gemini Santa Cristina Gela Sant'Agata di Militello Santo Stefano di Camastra Sciacca Siciliana Siracusa Spadafora Troina Valledolmo Zafferana Etnea

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