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I viaggi di Gadda

Analisi del racconto I viaggi di Gulliver, cio del Gaddus

Lavoro personale di Yasmine Tonini Corso annuale La Cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda. Lingua, stile, strutture narrative del prof. Manzotti UNIGE, Autunno 2012

I viaggi di Gadda

Yasmine Tonini

Introduzione
Il testo che verr analizzato nel presente lavoro intitolato Viaggi di Gulliver, cio del Gaddus Alcune battute per il progettato libro. Si tratta di un racconto incompiuto scritto da Carlo Emilio Gadda nel 1933, ma pubblicato nella sua integralit solo nel 1970, per le cure di Gianfranco Contini, in un volume miscellaneo dedicato a Raffaele Mattioli. Il testo divisibile in due parti distinte che per, a livello tematico, trattano sempre dello stesso argomento, toccandone aspetti differenti. La prima parte si dilunga per oltre dodici paragrafi, fino al tredicesimo che inizia con la frase: Questa terra felice Breanza gode []. Nella prima sezione sviluppata la critica allarchitettura delle ville. La seconda parte, che comprende tutto il testo successivo, sviluppa invece il tema delle diverse generazioni di felicit che fanno della Brianza una terra felice. Questa ricerca sar dedicata allanalisi della prima parte. Dal punto di vista della struttura del racconto, il testo sviluppato secondo un procedimento di ripresa dei termini da un paragrafo allaltro, favorendone la continuit narrativa. Il processo pu essere definito come anadiplosi.1 Seguono, a titolo esemplificativo, le riprese osservabili nei primi sette paragrafi: - i maggiori nostri (I) i discendenti dei vecchi signori (II) - i capimastri e i bozzolieri (II) questi capimastri (III) - quelli modi del costruire (III) questi modi nuovi detti liberty e floreale (IV) i detti liberty e altri modi e il pessimo stil nuovo (V) - Sicch [] questo chalet (V) Sicch li chalets (VI) - cos turpe e scimmiesco malfare (anafora concettuale, riprende tutto quello che stato detto in precedenza)(VII) Malgrado la sua incompiutezza caratteristica comune a numerosi altri lavori che ci sono stati lasciati da Gadda I viaggi di Gulliver rivela, a livello di struttura, una certa unit e coerenza di contenuto che fa di questo testo un piccolo racconto a s stante, in cui centrale il tema della descrizione della Brianza.2

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BERSANI, Mirabilia Briantea, p. 114. Ibidem, p. 110.

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Analisi del testo


Nel corso dellanalisi del testo, si cercher di approfondire, paragrafo dopo paragrafo, i temi pi interessanti, nel tentativo di trarre una possibile interpretazione.

Questa terra felice, denominata Breanza, da 'bre' che significa fortunato, tra le pi ridenti e verdi della provincia nostra ed la natural sedia di quelle amplissime e venustissime ville che i maggiori nostri edificarono a loro dimora per l'ozio loro, dopo le urbane contenzioni e li affanni delle politiche invidie: piantandovi d'attorno convenienti ed acconcissime piante, che superstiti sopra la banalit popolano d'uno fantasioso e nobile popolo antichi giardini.

Il sintagma iniziale, questa terra felice, indirizza il lettore verso un discorso che dovrebbe precedere il paragrafo, tuttavia ci si trova di fronte allinizio di un nuovo testo, per cui si comprende che in realt il rinvio intertestuale. In conseguenza, con questo meccanismo, lautore d per scontata una certa conoscenza a priori della propria produzione letteraria. Il riferimento ha quindi valore deittico3, richiamando qualcosa che esterno al cotesto e che fa appello alle conoscenze del lettore. Nel corso dellanalisi, verranno evidenziate alcune riprese tra i Viaggi e la Cognizione, in modo tale da esemplificare lintertestualit sopra descritta; tuttavia importante ricordare che la composizione dei Viaggi precede, a livello di datazione, la Cognizione. Tornando al primo paragrafo si noter come la descrizione sia prevalentemente positiva, grazie allintroduzione del tema del mito della natura. Infatti, sono evidenti la bellezza e il rispetto che il mondo naturale sembra suscitare nel narratore. Lo conferma il ricorso a numerosi aggettivi di tipo nobilitante, spesso superlativi, utilizzati per descrivere la natura: terra felice, ridenti e verdi, convenienti ed acconcissime piante, superstiti sopra la banalit, fantasioso e nobile popolo, antichi giardini. In particolare limmagine del popolo degli alberi, che ricorre pi volte nel testo, diventa, anche nel resto di tutta la produzione gaddiana, lallegoria di un passato senza corruzione, definito dalla critica un modello di societ senza frode, di tacita e solidale saggezza (Roscioni).4 Possiamo osservare nella seguente citazione, estratta dalla Cognizione del dolore, la presenza di questo tema fondamentale, utilizzato per sviluppare la critica nei confronti dellarchitettura moderna milanese: [] protette dolmi o dantique ombre dei faggi [], gli architetti pastrufaziani avevan o ingioiellato, poco a poco un po tutti, i vaghissimi e placidi colli delle pendici preandine, [] .5

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BERSANI, Mirabilia Briantea, p. 115. Ibidem. 5 GADDA Carlo Emilio, La cognizione del dolore, p. 22.

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Questo popolo e lumanit sono messi a confronto: luomo, che avrebbe dovuto vivere in simbiosi con la natura, se ne invece allontanato, distruggendo lambiente naturale. Nel testo si profiler il punto di vista dellautore, fortemente critico nei confronti della societ umana. Al contrario quella degli alberi considerata una societ pi nobile e pura. Allinizio, gli esseri umani sono legati alla bellezza del paesaggio, le loro costruzioni sono descritte come amplissime e venustissime ville, confermando un rapporto dintegrazione delluomo nella natura. Ma in seguito, con lintervento delle nuove generazioni, questo legame si capovolger.6 Malgrado, come gi spiegato, il paragrafo sia caratterizzato da una generale positivit, nel testo si possono rilevare i segni di un tono a volte critico e negativo: il primo segnale la relativa questa terra felice, denominata Breanza da bre che significa fortunato, poich appare evidente come questa etimologia fittizia7 voglia portare il lettore a diffidare dellapparente positivit dellincipit. In realt, se ricercassimo la vera etimologia del nome Brianza scopriremmo che essa deriva da Brigantia (dal celtico briga), che sta a designare molto semplicemente sommit, rocca.8 Inoltre il tema della felicit in realt nel testo indica tutto lopposto, in particolare nella seconda parte del racconto essa sar oggetto di unironia sferzante. Si vede infine lintroduzione di un argomento che verr ripreso nel paragrafo successivo, cio quello della politica, qui accennato brevemente (le urbane contenzioni e li affanni delle politiche invidie) ma poi chiaramente attaccato dalla critica dellautore.

I discendenti de' vecchi signori intristirono nelle democratiche giostre, nel corso delle quali vennero tra le nuvole de' molti corindoli quasi al tutto disarcionati. Altri infetidirono nel commercio del borbonzola, sorta di odorosissimo e pedagno escremento venato d'un suo borbomiceto verde-azzurro che ne fa ghiotti i deglutitori sua. Sicch le antiche ville, o ne vennero segati appi i grandissimi ed alti sogni d'alberi, per cavarne legno d'opera e sul terreno edificarvi le scuole di chi non impara, o siffattamente diradarono nella verde piana, da parer pochi e verdi cespi fra le distrette d'un fumoso cantiere; dove comandano i capimastri e i bozzolieri.

Nel secondo paragrafo si parla della generazione che segue quelli che sono designati come i maggiori nostri/vecchi signori, rappresentanti di unantica cultura che si perder con lintervento dei loro successori. Il contenuto di questo paragrafo rappresenta il rovescio di quello precedente, con lintroduzione degli aspetti negativi che andranno a mutare il quadro iniziale della descrizione del luogo, il paesaggio viene infatti distrutto dalle nuove generazioni. La relazione tra uomo e

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ROSCIONI, La disarmonia prestabilita, p. 49. Ibidem, p. 113. 8 Dizionario di toponomastica, p. 100.

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ambiente naturale viene conseguentemente capovolta rispetto allincipit: non pi la Natura a nobilitare luomo con la propria nobilt, ma luomo che con la propria corruzione corrompe la Natura. I discendenti dei vecchi signori vengono collegati nel testo a due ambiti differenti: quello della politica e quello del commercio. Il primo ambito introdotto da una metafora legata alla letteratura cavallersca. Le giostre (contenzioni) richiamano infatti lidea dei tornei in cui i due cavalieri dovevano fronteggiarsi combattendo. Le occorrenze di questo termine sono numerose in poemi come il Morgante del Pulci o lOrlando furioso di Ariosto. A titolo esemplificativo citeremo un solo passaggio del poema ariostesco, i versi 78-79 del Canto XIX: Che solamente a giostre, a simil guerra,/ A caccie, a lotte, e non ad altro s' usa 9. La metafora viene rinforzata dal participio passato disarcionati, che descrive proprio il fatto di cadere da sella da parte del cavaliere che veniva sconfitto durante il duello. Il dibattito politico e le elezioni vengono quindi visti come dei combattimenti. Ma alla fonte ariostesca si affianca un secondo possibile significato di giostre, viste come attrazioni da circo, atte al divertimento del pubblico. Per cui, attraverso questo secondo significato, si ridicolizza il valore del dibattito politico. A conferma di questa seconda interpretazione abbiamo la presenza dei coriandoli, che raccolti in nuvole sono la causa del disarcionamento (della sconfitta) del politicante. I coriandoli, per loro definizione, sono oggetti estremamente piccoli, utilizzati durante i carnevali10, le feste e altre manifestazioni di vario tipo, tra le quali anche quelle politiche. Per cui, se ci riallacciamo al tema di questo passaggio, i politici vengono distratti da cose effimere che li portano alla sconfitta. Infine, il termine coriandoli ricompare allinterno della Cognizione in un breve passaggio collegato a un ricordo dinfanzia di Gonzalo, non casualmente ambientato durante un carnevale: Ma nulla si salvava dal lezzo, dal dialetto orribile, dalla braveria dai coriandoli, dai gusci darachide e di castagne arrosto, dalle bucce di naranza, dette pelli. Mandorlati rosa, croccanti, e ragazze si inturpivano, agli occhi del bimbo, nello svanire dogni gentilezza11. Questo passaggio contestualmente inserito in un ricordo rievocato dalla memoria di Gonzalo adulto a causa di una serie di odori fastidiosi che si ricollegano a esperienze olfattive del passato. Pu essere interessante osservare come limmagine dei coriandoli sia legata allolfatto nella Cognizione, esattamente come nei Viaggi di Gulliver al paragrafo in cui vengono nominati ne segue un altro collegato proprio al mondo degli odori. Infatti, il secondo ambito in cui si muove la nuova generazione di uomini descritta nei Viaggi di Gulliver il commercio di uno dei formaggi pi odorosi dItalia, il gorgonzola. La
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ARIOSTO Ludovico, Orlando furioso, a cura di L. Caretti. LEUCADI Giancarlo, Lodore della Malinconia, Gadda e la Brianza: nei luoghi della Cognizione , pp. 119-140. 11 GADDA Carlo Emilio, Cognizione del dolore, p. 173.
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descrizione ha un tono fortemente critico, come possibile osservare in modo particolare nel seguente testo: borbonzola, sorta di odorosissimo e pedagno escremento venato d'un suo borbomiceto verde-azzurro. Innanzitutto, Gadda applica una distorsione lessicale per mezzo dellaffisso borbo (borbonzola/borbomiceto), con la funzione di creare un gioco di parole per parlare delle muffe che infestano il formaggio. Vi un esplicito richiamo al borborigmo, voce onomatopeica che descrive il suono emesso nelladdome quando presente unesagerata quantit di gas12. Lobbiettivo dellautore chiaramente quello di richiamare degli aspetti legati alla digestione per provocare ribrezzo nel lettore. Attraverso laggettivo superlativo odorosissimo, entra in gioco il senso che viene qui pi disturbato, cio lolfatto. Lodore che caratterizza questo formaggio di due tipi: da una parte si tratta di qualcosa legato ai piedi (pedagno); dallaltra richiamata limmagine dellescremento.13 Lanalisi dei critici ha rivelato un rigetto nevrotico da parte di Gadda nei confronti di questo alimento. Infatti numerosi rimandi anche esterni ai Viaggi di Gulliver sottolineano lossessione nei confronti del gorgonzola, che si rivela essere un mezzo attraverso cui intensificare e sottolineare il senso di disgusto verso non solo il formaggio, ma anche tutto ci che indirettamente collegato ad esso, con particolare riferimento agli ambienti di bassa estrazione sociale.14 In conclusione, i due ambiti sopracitati, quello della politica e del commercio, vengono visti come qualcosa che corrompe la natura delluomo; sono spia di tale concetto i due verbi, intristirono o infetidirono, che rivelano linfluenza che questi due ambienti hanno sui discendenti. Ma la critica dellautore tocca anche un altro ambito, quello dellistruzione, attraverso il sintagma le scuole di chi non impara. Questa tematica affrontata in modo pi approfondito nella Cognizione del dolore. In particolare un personaggio, disprezzato da Gonzalo, pu essere visto come simbolo di questo tema: lallievo della madre, un giovane ragazzino che viene a farle visita a casa per poter prendere lezioni di francese ma che, secondo il protagonista, in realt non impara nulla e rimane un ignorante: Non una ragione per tirarsi in casa tutta la sua conigliera di nipoti! Il francese che se lo imprino a scuola che fatta apposta E se non lo imprano, guard fisso il dottore: se non lo imprano, szc!. Fece latto del frustar le gambe a un qualcuno, a un cavallo?; che ne avesse di lunghe, nude, diritte. Mise il capo in orizzontale ad accompagnare il sussulto della spalla, il gesto impetuoso del braccio, come avesse davvero a mano la frusta. Unira incredibile alter la sua fisionomia incoerente. E non lo imparano e non lo
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Voce onomatopeica, gorgoglio addominale che si avverte spontaneamente o si provoca con la palpazione quando vi meteorismo, ossia abnorme sviluppo di gas nel contenuto liquido delle anse intestinali. (Vocabolario Treccani) 13 Cfr. Per approfondimenti sullossessione degli odori LEUCADI Giancarlo, Lodore della Malinconia, Gadda e la Brianza: nei luoghi della Cognizione, pp. 119-140. 14 BERSANI, Mirabilia Briantea, p. 128-129.

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impareranno mai! perch i vitelli non parlano idioma Stentano a scrivere due proposizi oni in castellano. E allora szc, szc, szc! sulle gambe nude Ecco che arriva la carit, la bont!. Urlava. Le lezioni di francese, arrivano! In coppa ai vitelli A gratis. Sullorlo della fossa per gli altri! per il peone per il nipotino qualunque cosa, pur che sia per gli altri per gli altri!.15 Concentrandoci sullanalisi del secondo paragrafo, osserviamo il ritorno del tema della natura, vista per come natura che viene distrutta dallintervento umano dei discendenti descritti in precedenza. La corruzione di questi sembra per lautore avere come effetto diretto (sicch) la distruzione dellambiente naturale. Viene cos ad instaurarsi un legame tematico con lincipit, costruito sui richiami che permettono di creare il parallelismo tra i due paragrafi (ad esempio le antiche ville richiama le amplissime e venustissime ville). Ma tutti gli elementi precedenti ricompaiono per essere visti sotto una luce negativa. Per quanto riguarda il tema della proliferazione delle piante possiamo mettere a confronto i due seguenti stralci di testo: il piantandovi d'attorno convenienti ed acconcissime piante del primo paragrafo si converte nel vennero segati appi i grandissimi ed alti sogni d'alberi; il frammento di testo popolano d'uno fantasioso e nobile popolo antichi giardini nel secondo paragrafo cambia in diradarono nella verde piana, da parer pochi e verdi cespi fra le distrette d'un fumoso cantiere. Da una parte abbiamo quindi latto di sviluppare la natura piantando, dallaltra essa viene invece distrutta e sfruttata per bisogni utilitaristici, non legati allestetica o al rispetto per lambiente in quanto tale, ma per cavarne legno o per costruire le scuole di chi non impara, segandone i piedi (questo ultimo sintagma inoltre permette di evidenziare la personificazione della Natura, gi presente nel paragrafo precedente con la scelta del termine popolo). Se prima cerano degli antichi giardini popolati dagli alberi, ora invece c un cantiere dove la vegetazione viene diradata, lasciando solo qualche cespuglio qua e l. Se prima il paesaggio si allargava, cos come il campo visivo, ora invece si restringe e si impoverisce (distrette).

Questi capi mastri trovarono gran fortuna nelle condegne anime de' salumai, de' fabbricatori di pitali, de' bozzolieri, de' tessitori di guendalini, e d'altri degnissimi artefici della ricchezza e della bruttezza lombarda. Li quali, visti li disegni de' mastri, subito presi d'ardore per que' tanto (a giudicio suo) venusti disegni, gli commessero senza porvi nessuno prudente indugio quale una casa, quale una casina, quale una villa, quale un villino, quale un villone. Da far prendere adeguato fresco, in su le belle sere estive, a loro coglioni spalancati nel terrazzo di dette ville.

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GADDA Carlo Emilio, La cognizione del dolore, p. 69.

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Ci che interessa in primo luogo in questo testo la presenza di accumulazioni16 di elementi in due forme differenti. Il primo elenco riguarda le anime di coloro in cui i capimastri trovarono fortuna frase che da leggere in chiave ironica, riallacciandosi allincipit, dove ricorre il termine fortuna che si distinguono in diverse categorie: de' salumai; de' fabbricatori di pitali (prima comparsa del tema pitali, che figura ricorrente in Gadda); de' bozzolieri; de' tessitori di guendalini; e d'altri degnissimi artefici della ricchezza e della bruttezza lombarda. Questo elenco vuole essere chiaramente ironico, creando una lista di persone, di bassa estrazione sociale, condegne ai capimastri, dunque al loro stesso livello, degni di loro, ma anche (grazie alla ripresa in derivatio) degnissimi artefici della ricchezza e della bruttezza lombarda. Sono in conseguenza loro la causa del nuovo aspetto della Brianza. A livello dellintertestualit possibile evidenziare il legame con unenumerazione presente allinterno della Cognizione: [] Quale per commissione dun fabbricante di selle di motociclette arricchito, quale dun bozzoliere fallito, e quale dun qualche ridipinto conte o marchese sbiadito, che non erano riusciti n luno a farsi affusolare le dita, n laltro, nonch ad arricchire, ma purtroppo nemmeno a fallire, tanto aveva potuto soccorrergli la sua nobilt danimo, nella terra dei bozzoli in alto mare e delle motociclette per aria. []17 Il secondo elenco riguarda invece i tipi di costruzioni che vengono commissionati da parte di tutte queste persone ai capimastri: quale una casa, quale una casina, quale una villa, quale un villino, quale un villone. Lenumerazione di diversi elementi, in questo caso le case, non casuale ma ha la funzione di creare unimpressione di caos, di pasticcio, associabile al tipo di metodo (o per meglio dire mancanza di metodo) seguito dai capimastri durante il loro lavoro. Viene trasmessa lidea di comporre a incastro le varie ville, un processo di costruzione che sembra procedere senza logica, quanto pi in modo cumulativo, allunico scopo doccupare gli spazi liberi. In altre parole, lidea di accumulazione, di accozzare elementi gli uni agli altri, si riflette nella stessa struttura sintattica, dove osserviamo leffetto di elenco degli elementi, gli uni accostati a gli altri senza criterio. Queste costruzioni, proprio per il modo in cui vengono costruite (e anche per la loro architettura, descritta nei paragrafi successivi) sono opposte alle amplissime e venustissime ville dellincipit. Infatti, si osserva nuovamente la ripresa degli elementi, ma rovesciati di segno, distorti e mutati. possibile fare un confronto con un passaggio de La cognizione del dolore, in cui Gadda descrive proprio il paesaggio nel quale si presentano queste ville: [] di ville! di villule!, di villoni
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ROSCIONI, La disarmonia prestabilita, pp. 24-33. GADDA Carlo Emilio, La cognizione del dolore, pp. 22.

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ripieni, di villette isolate, di ville doppie, di case villerecce, di ville rustiche, di rustici delle ville, gli architetti pastrufaziani avevano ingioiellato, poco a poco un po tutti, i vaghissimi e placidi colli delle pendici preandine []18. Si instaura quindi un rapporto stretto tra i Viaggi di Gulliver e queste particolari pagine della Cognizione del dolore. Gli elementi sono praticamente i medesimi, ma distribuiti in modo differente. Nei Viaggi si fa riferimento prima al lavoro dei capimastri, poi si parla di coloro che gli commissionano il lavoro, per infine inserire lelenco delle ville. Nella Cognizione invece inserito prima lelenco delle ville, considerate frutto del lavoro dei capimastri, per in seguito specificare chi abbia commissionato il lavoro. In riferimento al discorso dellintertestualit, dimostrato anche attraverso questo esempio di parallelismo tra i Viaggi e la Cognizione, si pu osservare come, dentro a tutta la produzione di Gadda, ci siano sempre gli stessi motivi e temi che ritornano in modo quasi nevrotico, anche se riproposti sotto forme differenti. Il legame intertestuale fondamentale perch permette di arricchire i significati delle diverse immagini messe in rilievo. Si dice infatti che Gadda appartiene a quegli autori che scrivono una sola opera ed ogni libro una raccolta di materiali o una proposta di varianti.19

E tante ne accozzarono e cos tipicamente capimagistrali e lombarde, che quella collina e quel primo e dolce monte che vide messer Antonio vinigiano, detto nel comune el Canaletto e che si titola La cassina della Gazzada presso a Varese dove la modestia dolce dell'edificio circonfusa di carezzevoli chiome di castani e di azzurrissima luce dei monti, ne venne un siffatto accampamento di pitaleschi orrori che Lombardia mi par voglia oggi dire itterizia. Io almanco ci sto come un malato presso alla cagione del male. Aiutarono la bisogna quelli modi del costruire che concomitarono il primo arricchimento di questi arfasatti nuovi e cupidi di varesina villa, da s medesimi denominatisi signori o <alla> lombardesca sciuri in cagione de' copiosamente parti dinai.

In questa seconda parte del paragrafo troviamo i termini accozzare e accampamento che, affiancati allaccumulazione precedente, rinforzano la descrizione del metodo di costruire dei capimastri, disordinato e senza criterio. Esso contrasta fortemente con la delicatezza e lequilibrio che invece si ritrovava nel primissimo paragrafo, dove limpressione era proprio quella di unintegrazione delle ville nel paesaggio.

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GADDA Carlo Emilio, La cognizione del dolore, pp. 22. BERSANI, Mirabilia Briantea, p. 114.

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La natura nuovamente confrontata, in questo tratto di testo, con ci che prodotto dalluomo che corrompe, col proprio costruire, lambiente.20 Essa connotata, come in precedenza, in senso positivo: quella collina e quel primo dolce monte, carezzevoli chiome di castani, azzurrissima luce dei monti. La

descrizione della vista, attraverso la porzione di testo la modestia dolce delledificio circonfusa, immerge le costruzioni contrario umane delle nella natura, al che

case

moderne

distruggono lambiente per prendersi spazio. Nel testo lautore fa riferimento a Giovanni Antonio Canal, pittore

Veduta della Gazzada, 1744

veneziano (vinigiano), vissuto a cavallo

tra il 1600 e il 1700. Si tratta di un errore di Gadda21, che citando il titolo del quadro La cassina della Gazzada presso a Varese si riferisce in realt a unopera realizzata dal nipote del pittore, Bernardo Bellotto. A questa immagine suggestiva, rievocata dal registro elevato della descrizione fatta da Gadda, si contrappone la frase successiva, in cui utilizzato un registro pi basso per spiegare come il paesaggio paradisiaco sia svanito: lespressione di pitaleschi orrori richiama il sostantivo pitale(qui aggettivo utilizzato per connotare le nuove costruzioni), oggetto che ricorre spesso in Gadda allo scopo di suscitare ripugnanza. Inoltre, sempre allinsegna di un linguaggio meno elevato, lautore utilizza espressioni collegate al campo semantico della malattia: nella frase Lombardia mi par voglia oggi dire itterizia si fa riferimento a una patologia precisa, il cui principale sintomo lingiallirsi della pelle (colore che si pu trovare associato ad alcuni personaggi gaddiani). Gadda ne fa uso per un registro comico, che sta a descrivere la Lombardia come un luogo che provoca naturalmente una bile repressa: Io almanco ci sto come un malato presso alla cagione del male. A conclusione del paragrafo inserito laspetto economico, marcando tutto il testo da una fortissima ironia. Gli arfasatti i capimastri, definiti con questo appellativo come privi di intelligenza diventano ricchi grazie alla commissione di queste ville; ne consegue il farsi chiamare con il titolo di sciuri, espressione dialettale che sta per signori, per il semplice fatto che sono diventati benestanti costruendo cose orrende agli occhi dellautore.
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Cfr. ROSCIONI, La disarmonia prestabilita. MANZOTTI Emilio, La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda , Letteratura italiana Einaudi, p. 41.

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Fu verso l'anno di Nostro Signore 1900 e fino a tutto il 14 e dipoi, nella saravanda che ne segu. E furon detti questi modi nuovi liberty e floreale, moderno o che so, ma erano solamente le sconce laidezze che possono piacere a' capimagistrali intelletti, al tutto grossi ed ignari di una lunga traduzione di bellezza e d'artificioso e nobil senso del costruire, quale si riscontra nella terra nostra, dove sono infiniti peccati, ma infinite virt. Perugia, Sena, Fiorenza, Roma, Vinegia ed altre cotali citt maestre, e la medema e purpurea Milano di monsignor Duca Giovan Galeazzo e del figlio del contadino, lo Sforza che edific lo spitale ed altri buonissimi e veramente lombardi edifici (ch lombardo significa virt grande se ne sai rimuovere la tristizia del lasciar vincere agli arfasatti) -questi norru erano pi discosti dalle anime e dalle scuole dei detti salumai e capimastri, che dall'anima mia Babylon o Tumbuct la citt del Gran Lama, che uno prete grandissimo de' Mammalucchi. E se alcun cenno vi avevano, era al tutto cartaceo e tolto di dozzinale quaderno, e non fatto di vissuta contemplazione, onde, al scimmiare, ne veniva una Vinegia e una Fiorenza di cartolina, scema al tutto di quella propia e accorta finezza che solo pu nobilitare la imitazione. N d'altronde io dico che si debba far copia, perch far copia da Vinegia o da Roma in Via de' Bossi mai non ne verrai a capo, o asino capomastro che ti improvvisi architetto: dico che si tolga da una traduzione antica, d'antiche armonie, il germine della nuova armonia.

A inizio paragrafo abbiamo una precisazione temporale, allo scopo di specificare quando hanno iniziato a diffondersi questi modi del costruire: si parte dal 1900, per poi fare tappa al 1914 (inizio della Grande Guerra) e in seguito estendersi agli anni successivi (dipoi). La specificazione temporale non inserita in modo casuale, ma corrisponde alla volont di sommare a un evento distruttivo, la guerra, un altro evento, la nuova architettura, che sembra distruggere quello ch e cera di buono della tradizione. In seguito, attraverso il termine saravanda, cio sarabanda che significa successione rapida e disordinata di cose o elementi tra loro diversi, in genere accompagnata da forte rumore si crea una sorta di volontario equivoco, vista la difficolt di comprendere se essa si riferisca alla guerra oppure alla somma di tutti quei modi del costruire che verranno poi elencati. Segue infatti una breve enumerazione di questi tipi di architettura: furon detti questi modi nuovi liberty e floreale, moderno o che so, che permettono di richiamare un altro passaggio della Cognizione del dolore, dove per lelenco pi lungo e aggressivo: Poich tutto, tutto! era passato pel capo degli architetti pastrufaziani, salvo forse i connotati del Buon Gusto. Era passato lumberto e il guglielmo e il neo-classico e il neo-neoclassico e limpero e il secondo impero; il liberty, il floreale, il corinzio, il pompeiano, langioino, legizio-sommaruga e il copped-alessio; e i casnos di gesso caramellato di Biarritz e dOstenda, il P.L.M. e Fagnano Olona, Montecarlo, Indianpolis, il Medioevo, cio un Filippo Maria di buona bocca a braccetto col Califfo: e anche la Regina Vittoria

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(dInghilterra), per quanto stravaccata su di unottomana turca: (sic). E ora vi stava lavorando il funzionale novecento, [].22 Alloperato dei capimastri, chiaramente connotato in senso negativo, viene contrapposta larchitettura del passato, realizzata con criterio, traduzione di bellezza e d'artificioso e nobil senso del costruire, e quindi pi apprezzata dal narratore, pur essendo completamente ignorata dagli architetti moderni. Interessante lutilizzo del aggettivo lombardo in buonissimi e veramente lombardi edifici che assume un significato ambivalente: da una parte esso viene associato ai peccati, dallaltra alle virt. unopposizione che corrisponde anche a quella tra i tradizionali (virt) e i moderni(peccato) modi del costruire. Ambivalenza che viene in seguito spiegata: ch lombardo significa virt grande se ne sai rimuovere la tristizia del lasciar vincere agli arfasatti , per cui il termine pu avere valore positivo o negativo, a dipendenza delle contesto. Nellultima parte del paragrafo inserita una breve riflessione sul tema imitarescimmiottare. Lautore distingue il primo verbo dal secondo e il confronto si basa su uno scarto a livello qualitativo. Quando si parla di copiare si intende che si tolga da una traduzione antica, d'antiche armonie, il germine della nuova armonia. Bisogna insomma basarsi su modelli che abbiano rispetto per le armonie in modo da creare qualcosa di nuovo, mantenendo tuttavia un certo equilibrio per mezzo di quella che lautore definisce unaccorta finezza. A questo si contrappone il scimmiottare, che sta a significare il prendere a modello ma in modo goffo, senza riuscire a riprodurne davvero le qualit. Nel paragrafo successivo verranno dati degli esempi per descrivere latto di scimmiottare dei capimastri lombardi.

Molto nocquero i detti liberty e altri modi e il pessimo stil nuovo. Ma pi ancora il frenetico che ebbon ed hanno questi lombardi delli anni 1900 d'aver sempre la faccia rivolta verso quella parte, d'onde ab antiquo discesero. Non era correggia che facci uno francese o uno alemanno che a questi bozzolieri non li paresse vento sublime dell'Alpe. Ed ebbono tale amore alla Sguizzera, ch' pure uno nobile popolo (ma nulla vi pertiene, lo edificar case a Milano e ville in su la Breanza, con la fierezza e i buoni oriuoli di detto popolo), che si pensorno far le sua ville nel modo degli chalets e delle baite o case di quegli eccelsi monti, e ghiacciate convalli delli Sguizzeri. Ma il ferragosto in Breanza pieno di mosche e di polvere: e la gallina ti fa uno coccod interminato nell'orecchio tuo, anche se lo hai grande e peloso e rivolto nel Settentrione. Sicch nulla ti conviene questo chalet: e poi, quand'anco ti convenisse per cagione di belluria, vi ti manca a farlo l'adeguata materia. Da poi che costruire ed architettare non significa trar con

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GADDA Carlo Emilio, Cognizione del dolore, p. 23.

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materia con che costruisci.

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l'inchiostro sul foglio dei facili segni ma percepire invece e studiare e quasi annusando intuare la

Il primo esempio, che occupa anche il paragrafo successivo, riguarda il modello rappresentato dagli chalets svizzeri. La scelta, tra tutti i modelli possibili, descritta pi volte come un legame che viene sentito verso le terre del nord: la faccia rivolta verso quella parte, donde ab antiquo discesero; orecchio tuo, anche se lo hai grande e peloso e rivolto nel Settentrione; ebbono tale amore alla Sguizzera. Il confronto, tra Svizzera e Brianza, ancora una volta oppositivo e in questo passaggio la prima sembra quasi ereditare le caratteristiche che erano state date, nellincipit del testo, al popolo degli alberi: uno nobile popolo; fierezza e i buoni oriuoli di detto popolo; case di quegli eccelsi monti. Il popolo degli svizzeri sembra possedere delle peculiarit acquisite grazie al contesto in cui vive, per cui abbiamo fusione tra le qualit naturali del paesaggio e il popolo che lo rispetta. Lultimo elemento descrittivo utilizzato ghiacciate convalli, seguito nella frase successiva da il ferragosto in Breanza; per mezzo duna simile opposizione il lettore catapultato da un tipo di clima al suo estremo. Questo permette di costruire il paesaggio lombardo in completa antitesi con quello svizzero. In conseguenza, chiaro che larchitettura non pu essere la medesima, ci che si oppone alla possibilit di una buona imitazione sono le condizioni climatiche e lassenza della materia adatta. A tale proposito, alla fine del paragrafo, abbiamo un ultimo aspetto che viene introdotto e che aggiunge unaltra caratteristica necessaria a coloro che vogliono fare gli architetti: percepire invece e studiare e quasi annusando intuare la materia con che costruisci. Entra in gioco la dimensione sensoriale da notare laccento messo sul senso dellolfatto che porta a conoscere a fondo le cose, i mezzi del costruire, la materia.

Sicch li chalets, che li Sguizzeri di molto bosco li fanno con adagiar travi e legni sopra quattro cappelle di sasso, le quali salvino il legno dall'umido e tutta la casa dalla rampicata de' sorci, e poi li rivestono d'assi annerite con il fummo; questi capimagistrali cervelli de' lombardi agli anni 1900 li feciono invece di sasso e malta, come altrimenti non potevano fare, e poi vi pinsero sopra gli assi, con quel povero pingere che poterono simili capi mastri. E l'acquate cancellano i finti assi come il tempo ogni finta grandezza e ne rimane lo scalcinato muriccio. Di legno ci misero solo che la mantovana alla grondaia. Cos tradirono a un tempo la patria ne' suoi aspetti n conseguirono tampoco la Sguizzera, n altra settentrionale perfezione.

Continua, in questo paragrafo, lesemplificazione sullimitazione riguardante gli chalets, concentrando lattenzione proprio sulle risorse del territorio, a cui si era accennato a fine del

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paragrafo precedente. Infatti, nel testo viene contrapposta la materia utilizzata dagli svizzeri a quella dei capimastri lombardi. Nel caso degli chalets svizzeri la principale risorsa utilizzata il legno: travi e legni; sasso; legno; assi annerite con il fummo. Invece, nel caso dei capimastri lombardi esso sostituito da altre risorse e la sua apparente presenza dovuta al fatto che venga simulata attraverso la pittura: sasso e malta; vi pinsero sopra gli assi; finti assi; scalcinato muriccio; di legno ci misero solo che la mantovana alla grondaia. In questo modo, si rivela come da una parte venga tradita la propria patria, rifacendosi a una tradizione non italiana, ma di unaltra nazione, e dallaltra non si riesce a imitare la Svizzera, ma solo scimmiottarla. A favore del popolo svizzero nuovamente presente un passaggio nobilitante che laccomuna con quello degli alberi: sguizzeri di molto bosco; settentrionale perfezione. Infine importante sottolineare come questi due paragrafi siano richiamati da un altro tratto di testo, della Cognizione del dolore, qui riprodotto: [] qualmente taluno de pi in vista fra quei politecnicali prodotti, col tetto tutto gronde, e le gronde tutte punte, a triangolacci settentrionali e glaciali, inalberasse pretese di chalet svizzero, pur seguitando a cuocere nella vastit del ferragosto americano: ma il legno dellOberland era per soltanto dipinto (sulla scialbatura serruchonese) e un po troppo stinto, anche, dalle dacquate e dai monsoni. []23
E volendo io discorrere la cagione di cos turpe e scimmiesco malfare, dir che la si ritruova essere di quattro diverse generazioni: primo perch detti lombardi sono mescolati di Galli e di Germani e sentono come uno richiamo del sangue e delle terre da che ab antiquo convennono sotto il cielo ed i segni e le leggi nostrani: e questa cagione non disdicevole perch la congeniale, n vi ha luogo ad accusa. Secondo perch i traffici e le industriose fabbriche delli pitali di ferro smaltato, vennero loro nell'anno 1900 circa primamente dalla Magna; e col venir pitali motori elettrici e macchine da tessere essi pensorno, nel giudicio suo, ne dovesse venire in conseguenzia l'arte dell'edificio, che legata alle materie invece ed al clima, alle convenienze ed alle luci, alle opportunit delle genti e de' luoghi. Dimentichi al tutto che il Bramante e Giuliano di Sangallo, Baldassare Peruzzi e 'l Sansovino, e 'l Palladio, e 'l Vignola e l'altro che con sommo ed igual magistero sculpse, architett e color, quello che l'Ariosto lo allega e lo es tolle come supremo esempio dicendone Michel, pi che mortale, angiol divino24, dimentichi che cotesti tutti non presero il latte alle mamme d'Elvezia. La terza generazione dell'esser scimmie rivolte nel cielo settentrionale la pi grave e turpe, ed una sorta di mancamento della propria anima di popolo, o del senso, del valore e del vigor collettivo del popolo suo, che ne' popoli come nelle individue persone l'amore di farsi urinar addosso da uno altro. La Dio merc questo mancamento grave stato emendato e corretto dalla gravissima pruova a che si condusse la nazione nostra negli anni di N.S. 1915-1918 e seguenti. E la quarta generazione, dir a conchiudere, fatta d'ignoranza, di
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GADDA Carlo Emilio, La cognizione del dolore, p. 23. Cfr. ARIOSTO Ludovico, Orlando furioso, canto XXXIII, 2, v.4.

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cecit, d'ignavia, e di celtica e germanica presunzione mescolate nel sangue lombardo, senza l'attiva ricerca di quelli. E un credere che 'l mondo si esaurisca nel tuo quadernuzzo, e nell'eserciziuzzo della scuola de' capimastri, e che l'artificio sia cosa da ragazzoni zazzeruti e sani di Saronno, quando l' un affinato esperimento degli anni consunti e de' secoli consuntissimi, un portato di ripetizioni e di suggerimenti infiniti, di comparazioni severissime, dal di cui lungo magistero e dalla di cui consuetudine interminata tu traggi alfine il rapido atto e il vigore della certa creazione.

Questo paragrafo raccoglie le 4 ragioni per le quali in Brianza si assiste a questa situazione, definita come scimmiesco malafare (e ricollegandosi quindi in particolare allatto di copiare il modo di costruire altrui). Le ragioni vengono definite dal narratore come generazioni, termine che, seguendo il significato dato da Machiavelli, equivale a tipi25. da notare che nella sua struttura e stesura tutto lo scritto Viaggi di Gulliver Cio del Gaddus si rif allo stile trattatistico di Machiavelli (attraverso lelencazione di generi, specie e sottospecie26). Le generazioni sono le seguenti: 1) Il fatto di sentire un naturale richiamo del sangue, che spinge a cercare come modelli quelli del nord. Questa prima ragione considerata in senso non negativo. 2) Perch cominci a svilupparsi il commercio e lindustria dei pitali di ferro smaltato e delle macchine da tessere, questo fece credere che sarebbe arrivata in conseguenza anche larte del costruire. Ma in realt essa legata ad altre variabili, a cui lesempio gi accenna: legata alle materie invece ed al clima, alle convenienze ed alle luci, alle opportunit delle genti e de' luoghi. 3) Perch c la mancanza di un sentimento dappartenenza a un solo popolo, una sorta di assenza dell orgoglio della patria, per questo si guarda a modelli che si trovano altrove, in altri popoli. 4) Lignoranza e la stupidit del sangue lombardo. Si osserva, in questo elenco, un cambio di registro netto che passa dai toni pi grotteschi e comici a toni pi rigidi, critici e taglienti. Sono infatti presenti da una parte termini bassi e espressioni volutamente comiche e ironiche: scimmiesco malafare, pitali, cotesti tutti non presero il latte alle mamme d'Elvezia, dell'esser scimmie rivolte nel cielo settentrionale, persone l'amore di farsi urinar addosso da uno altro. Daltra parte ricorrono anche passaggi dal tono pi alto, non pi comico. Da notare come lenumerazione dei vari architetti italiani del Rinascimento che costituisce il modello di tradizione italiana che avrebbe dovuto guidare i capimastri si differenzia da quelle
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MANZOTTI Emilio, La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda , p.22. Ibidem.

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precedenti perch raccoglie in s nomi importanti e si conclude con espressione nobilitante. Viene a crearsi cos un parallelismo, che si basa per su modelli opposti, con lelenco (riportato in precedenza) presente nella Cognizione del dolore, in cui vengono citati tutti i modi del costruire che disgustano il narratore. Lopposizione dunque tra una grande quantit di stili, tutti orrendi, ed unico stile ideale, quello rinascimentale.

Andate a veder mondo e paese! E modi e genti, torri e palazzi. Dietro la valle il monte, e dietro il monte altra valle, e questa torre altra e lontana saluta con la sua guardia verso i fuochi occidui, e cos fino al mare infinito, a cui tutti li fiumi decdono. Ogni operosa bont non pu ignorare gli emuli sua: poich se tu non li vedi, e' possono aver fatto senza tu lo sappi cento volte quel che tu fai. Tu ti conclami di dover esser considerato maestro, e sei meno che lo scolare. Perch, da solitario maestro, hai fatto meno che l'ultimo delli scolari di quelli. Cos se i benefici e munifici e filantropici filareti milanesi, che tanto feciono per la scuola de' zazzeruti capimastri, li avessino insegnato di fare una andata, potendo, nel Castello, nello Spirale, o nella Certosa, e li avessino assicurati che il loro diploma era per edificar le stalle (e nemmanco) e non ville, forse Lombardia la non la sarebbe cos ridotta. Ma che dico li capimastri? quando li architetti sono anime pi scempie di quelli? Non architetto a Milano, o all'Ufficio del Comune, che paia conoscere li angoli di gradi 30, 45, 90 e 135, che sono li angoli di meglio misura, con simmetrie perfette, e de' poligoni migliori. Dovendo sistemar le vie o le case ne fanno pasticci cos bislacchi, che uno uomo si domanda se io so n desto o se sogno alcuno vituperio. Mai, e non mai la si far Milano con cos corti uomini. Que' pochi buoni, costretti dal concorrere de' moltissimi e malvagissimi e dalla ignoranza esterrefatta de' spettatori, per vincer quelli si fanno da prima truculenti a bociare e poi pessimi a fare. E tutti congiuntivamente gridano in una vituperosa cagnara, e il cozzo de' gomiti nuovi toglie ai costruttori di metter giusti e di piombare i mattoni e i simulacri de' buoni dei.

La prima frase del paragrafo caratterizzata da un registro alto, perch legato alla natura e allimmensit del mondo, descritta non solo da termini specifici (lontana saluta verso i fuochi occidui, mare infinito) ma anche dalla stessa sintassi che ha quasi effetto di climax (dietro, dietro, ecc.). La volont quella di far saltare lo sguardo fino ad spingerlo oltre lorizzonte. Ricorre il termine torre (a cui si ricollega anche palazzo), che in tutta la produzione gaddiana simbolo del retto operare umano, dignitoso nel moto incessante del tempo27. I fuochi occidui sono, oltre che elemento descrittivo di un paesaggio, unindicazione temporale; il tramonto diventa infatti allegoria del trascorrere del tempo. A seguito di questa frase se ne presenta unaltra dove si cambia nuovamente registro: il narratore si rivolge direttamente a un interlocutore (il capomastro probabilmente) dandogli del tu
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BERSANI, Mirabilia Briantea, pp. 116.

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ed accusandolo della sua incapacit e ignoranza, soprattutto riguardo alle opere del passato che avrebbero dovuto insegnargli qualcosa sullarte del costruire. La critica prosegue aggiungendo lignoranza della geometria, materia carissima a Gadda e utile strumento per comprendere la realt del mondo.28 Spesso si nota nellautore lossessione nella descrizione delle forme iscritte in un mondo di misure, composte da triangoli, quadrati ecc. Uno degli obbiettivi quello di cogliere una verit intrinseca, davvicinarsi il pi possibile alla realt delle cose attraverso strumenti analitici come la geometria. Lignoranza verso questa materia, per altro base per la buona formazione di un architetto, corrisponde anche alla totale incapacit dei capimastri di percepire la realt del mondo. Infine il registro muta unultima volta, mescolando forme pi auliche con un linguaggio comico e ironico, attraverso le deformazioni di citazioni intellettuali come il se io son desto o se ogno alcuno vituperio, storpiatura del pensiero cartesiano. Altri esempi possono essere i seguenti: truculenti a bociare; vituperosa cagnara; piombare i mattoni e i simulacri de' buoni.
Rectos habuere deos29! quelli antichissimi ebbono archipenzolo e sinopi certi a levar le sue torri, e retti cio piombati gli dei. Noi abbiamo li dei nostri briachi dal vaniloquio, e andiamo a onde, che furono liberty, floreale, moderno, e sono ora il novecento e il razionale di certuni, che pi tetra irragione non la potresti rinvenire in un mare di barbari inferociti o di femmine convulsive nell'aborto.

Continua, in questo tratto di testo, il confronto tra gli architetti del passato e quelli del presente. Quelli del passato erano guidati da divinit che facevano uso degli strumenti adatti (archipenzolo e sinopia) per poter costruire torri rette. Mentre quelli del presente sono guidati da divinit ubriache di futilit e frivolezze (vaniloquio) che li inducono a costruire a onde.

Ma voglio chiudere con un esempio che non razionale, ma degno di mentovarlo per gloria de' pitalieri, de' salumai e degli elettrici e dice il buon gusto di quelli. Uno ricchissimo e nuovissimo barone della provincia nostra, che diligeva le arti, commise all'architetto di fargli un quanto potesse venusto castello, presso allago dove si dice che il greco Julio si riducesse a insegnar Cristo a quelli subalpini pagani. Questo architetto, in riva del lago, e ne' colli donde si vede rosato ne' mattini quel ghiacciato monte, che sovra ogni altro sovrasta, verso il Sesia, gli fece un Alhambra finto, ovverosia dipinto come Alhambra su muri di capomastro, e una torre, che puoi dirla un poco di Alhambra e un poco di Kremlino. E cos quel barone grandissimo si vivette felice. Ma l'acqua dell'acquate cancella ne' muri quel povero Eldoraduzzo e di Spagna dopo la mala copia non per rimanere che un inutile desiderio. Sta invece il monte, come torre, contra il Ticino. Meglio che i mercatori lombardi accudischino alle loro buone opere,
28 29

ROSCIONI, La disarmonia prestabilita, pp. 8-10. ORAZIO, Odi, Libro IV, 4, v.48.

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non gli lo possono fare se non con il culo.

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generative di pane alle multitudini, ma l'Alhambra non lo faccino fare a loro cari capi mastri, che

Nellultimo paragrafo, presente, a chiusura della prima parte dei Viaggi di Gulliver, un esempio che ricorre anche in altri testi gaddiani. Quello della costruzione commissionata da un ricco e nuovissimo barone. Questo esempio definito chiaramente come non razionale, termine che riprende ironicamente il paragrafo precedente dove, fra i vari stili moderni, si trova anche quello definito razionale. Vi sono inoltre numerosi rinvii a momenti precedenti del testo: il primo lelenco dei committenti del terzo paragrafo (per gloria de' pitalieri, de' salumai e degli elettrici e dice il buon gusto di quelli); il secondo riguarda il fatto di non utilizzare veri materiali ma di dipingere per farne copia (finto, ovverosia dipinto); il terzo lintervento del clima che smaschera limbroglio (l'acqua dell'acquate cancella ne' muri). Lobbiettivo del lavoro degli architetti in questo caso la fusione delementi dellarchitettura spagnola con elementi di quella russa. Il risultato, gi di per s sconcertante, viene ridicolizzato attraverso lazione dellacqua che cancella la pittura

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stingendone le note spagnole. Questo aspetto pu essere letto in chiave metaforica: lacqua che spazza via il lavoro degli

architetti descrive leffimerit dellarchitettura del Novecento, in contrasto con la salda presenza e costanza di unarchitettura del passato, principalmente medievale, rappresentata da torri e castelli.30 Questo particolare esempio di architettura moderna si ritrover in seguito anche allinterno della Cognizione del dolore, leggiamo infatti, riguardo ai diversi tipi di ville: Altre ancora si insignivano di cupolette e pinnacoli vari, di tipo russo o quasi, un po come dei rapanelli o cipolle capovolti, a copertura embricata e bene spesso policroma, e cio squamme dun carnevalesco rettile, met gialle e met celesti. Cosicch tenevano della pagoda e della filanda, ed erano anche una via di mezzo fra lAlbambra e il Kremlino.31

30 31

BERSANI, Gadda, Villa Crespi e il brigadiere Pestalozzi da Orta , p. 251-252. GADDA Carlo Emilio, La cognizione del dolore, p. 23.

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Conclusione
La produzione letteraria di Gadda, proprio per il suo stile di scrittura unico ed estremamente complesso, si contraddistingue per una sorta di irraggiungibilit. Rileggendo i suoi scritti inevitabilmente si rimane sorpresi da qualcosa di nuovo che emerge dal testo. Certo i rimandi e i rapporti intertestuali possono in parte aiutare a comprendere e a cogliere il significato di paragrafi a volte oscuri e indecifrabili, ma daltro canto si comprende anche come lanciarsi nella lettura di uno scritto gaddiano corrisponda alladdentrarsi in un intero universo letterario. Dunque, concludendo questa breve analisi, la sensazione provata quella di non aver colto altro che una piccola parte di quanto il testo potenzialmente potesse esprimere. Il presente lavoro di fatto ha solo toccato la punta delliceberg, con la coscienza che altro si nasconde sotto la superficie dellacqua.

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Bibliografia
ARIOSTO, Ludovico, Orlando furioso, a cura di L. Caretti, Torino, Einaudi, 1966 [testo Debenedetti-Segre, Bologna, 1960]. BATTAGLIA, Salvatore, Grande dizionario della lingua italiana, Torino: Unione tipografico-editrice torinese, 1961-2009. BERSANI, Mauro e FRANCHI, Claudio, in Mirabilia Briantea, itinerari testuali di umori e nevrosi gaddiani, Strumenti critici, n.s., a. I, n; 1 (gennaio 1986), pp. 109-35. BERSANI, Mauro, Gadda, Villa Crespi e il brigadiere Pestalozzi da Orta, in Quaderni cusiani. Rivista dellassociazione Cusius, n;1 (marzo 2008), p. 251-252. ROSCIONI, Gian Carlo, La disarmonia prestabilita: studi su Gadda, Torino: G. Einaudi, 1995. MANZOTTI, Emilio, La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda, Letteratura italiana Einaudi. ITALIA, Paola, Glossario di Carlo Emilio Gadda milanese. Da La meccanica a LAdalgisa, Edizioni dellOrso, Torino, 1998. GADDA, Carlo Emilio, La cognizione del dolore. (cap. 1, Di ville, di ville). GADDA, Carlo Emilio, Opere, ed. dir. da Dante Isella, a cura di Andrea Silvestri, Milano : Garzanti, 1993. GASCA QUIERAZZA, Giuliano et. Al., Dizionario di toponomastica : storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino : UTET, cop. 1990. PORRO, Mario, Gadda e la Brianza: nei luoghi della Cognizione del dolore, Milano: Medusa Edizioni, 2007. Vocabolario Treccani Online: www.treccani.it Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale

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