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Callimaco, Chioma di Berenice, v. 45 Author(s): Federico Ageno Reviewed work(s): Source: Aegyptus, Anno 10, No.

2/4, FASCICOLO DEDICATO ALLA SEMAINE EGYPTOLOGIQUE DI BRUXELLES - 14-20 SETTEMBRE 1930 (Dicembre 1929), pp. 153-179 Published by: Vita e Penseiro Pubblicazioni dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41214031 . Accessed: 17/04/2012 07:37
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v. 45 Callimaco, Chiomadi Berenice,

della Chiomadi Berenice di Callimaco test frammento in due brandellidi papiro in onciale del sec. 1 ritrovato forse da xirrinco,e pubblicato da d. . provenienti datane Qirolamo Vitelli,dopo una notizia preliminare nel Marzocco del Io febbr.1929,prima in Studi italianidi filologia classica, n. s., Vili, 1, e poi in PSI, IX, 2, nu. 1092 (tav. VI), ha ' ' crigi una sua letteratura di annunci,osservazionie tentativi tici (1). ai vv. 44-64 di Il frammento corrisponde continuatamente Catullo LXVI e dell'originalecallimacheo,che Catullo si astrinse a renderenello stesso numerodi distici. Nonostantele non poche lacune, alcune delle quali assai gravi, esso ci sta ormai davanti integrato quasi dappertutto con sicurezza con probabilit, si potrebberaggiungermaggiore. quanta difficilmente
dal V. in PSI IX, 2, pp. 148-152 e p. XIV (1) Alle indicazionifornite : 15 nov. 1929) mi tuttorapervenuto 2 non class. di it. filol. VII, (Studi sono adesso da aggiungere: A. Rostagni in Rivista di filologia e d'istruzione classica, N. s., VII, 2, pp. 285-286; e H. W. Prescott in Classical Philology,XXIV, 3, pp. 289-292. Il Kroll nella seconda edizione del suo und erklrtvon Wilhelm Catullo (C. Valerius Catullus herausgegeben und durch Zustze vermehrte Auflage. Leipzig Kroll. Zweite berichtigte und Berlin,Teubner, 1929,8) ha potuto utilizzare solo parzialmentela nuova scoperta: v. Nachtrge pp. 297-298; nel testo al v. 54 stato inserito l'ora certo Locricos, ma il commento a pie di pagina (206) solo nei Nachtrgen.Dell'aver anch'io e vien rettificato rimastoimmutato insistitoa veder lo struzzo nel messo alato di Arsinoe a p. 170 del mio lavoro //codice 528 della R. Biblioteca Universitariadi Padova (Padova, Penada, 1928,8, pp. 224; estr.da: Atti e Memoriedella R. Accademiadi ed arti in Padova, voi. 43, 1926-27,e 44, 1927-2S) mi scusa scienze,lettere N. s., VII, 3, pp. 441-444 . Landi, senz' altro la data (cf. in Athenaeum, benevola sua recensione}. della che qui pubblicamente ringrazio
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Fa eccezione il v. 45 (del 44 non sussistonoche poche lettere non in fine),per il quale un'integrazione del tutto soddisfacente sembra si sia ancora trovata. Riproduco da PSI IX, 2 i primitre versi: [* * *]** *[ e. 15 lett. ]<[*][ x.atSta as[too'j] 45 ouTropoffapffivo **[***** *]q<reo okooti JVl7)Sso)v vyje;syiaav". Catullo : Ule quoque eversus mons est, quem maximumin oris progenies Thiae clara supervehitur, 45 cum Medi peperere(?) novum mare atque iuventus per mediumclassis barbara navit Athon (1). Dati complementari alla trascrizionedel testo greco : nella prima edizione al v. 44 si dava solo ]<pe[ ; la lettura ]??[*]?t[ posteriorealla congetturadi L. Castiglioni TrspJsfpsTat = Cat. supervehitur dimostrala legit(v. sotto), ma la fotografia timitdell'aggiunta; e la lacuna centralenella prima al v. 45 tra ou7ropo<7apTivo edizione notata solo una lettera frammentaria interpretata poi che le lettereframmentane come p ; in PSI la fotografia conferma son probabilmente due e che i la seconda non identificabile ' mentre ' della prima rimane solo estremitinferiore adattabile, oltrecha p, egualmentea u ' ; benchnon integro, sicuro ib., dopo la lacuna,il primo <x, . etc. come la conferma ; (Studi fotografia p. 10, 4), ib., la lacuna centrale computata in 7 lettere nella prima edizione ridottacoerentemente a 6 nella seconda ; dalla fotografia
(1) Codd. pot. O(xoniensis) = Bodl. Canon, lat. 30; G(ermanensis) = Paris. 14137; R(omanus) = Vatic. Ott. 1829; M(arcianus) class. XII lat. 80. : maximao>; in borissi. 43 quem: q O; maximumGuarino tribuitur 44 Thiae : Voss: Phitie vel Phytieta. 45 cum : turnGO1 ; peperere Itali : propere w ; atque O : cumque O, atque alias cumque RM. Il testo callimacheo sembra accertare ora ' atque ' come lezione originariae ' cumquef mirantead evitare lo iato, (gi preferitodagli editori) come correttura del quale, dopo la dieresi bucolica, non si hanno altri esempi in Catullo, ma che effettivamente resulta qui ' meno duro che altrove' (Vitelli, Studi etc. p. 10) e non ignoto alla poesia classica (cf. ex. gr. Verg. Aen. I, 405). - Sulla lezione archetipadi 45 e relativecongetturetorneremo pi oltre.

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e fccrso appare che tutto lo spazio compreso fra ourcopo<7ap<jivo del pentametro: pi di sette o, al corrisponde al gruppo vy)s<7s&y) quindi massimo, otto lettere, a partire dalla prima frammentaria, certo che non vi poteron figurare. Ed ora un po' di storia dei tentativi d'integrazione. In Studi etc. il Vitelli, partendo dal aso (o - finale di verbo), supponeva un'apostrofe al monte al sole e piuttosto a questo che a quello; ci che lo induceva a proporre, a mo' d'esempio, %] aso apstv p[usv [; spiegando e commentando : veru (se. ferreum) remotionem (se. ' ' montis) excavavit *; <rso,cio lungi da te, al buio nelle viscere del monte, oo-opo; senza osW; non fa difficolt, n apstv opusv e sim. Sar pi ardito di Tr^sp-ov (per pu-/)v <rrpaTseiv <opusv) . ? da riferireal nostro luogo Hesych. p<xtv a<p<xvi<jj.v Primo L. Qistiglioni in Bollettino di filologia classica, XXXV, 10, pp. 268-269 faceva per osservare : Due lettere del v. 44 conducono a fasp[f[&come clausola di quel pentametro, tradotto da Catullo alla lettera con supervehitur: se dunque dal v. 45 si deve concludere l'esistenza di un'apostrofe nel distico precedente, questa spetterebbe al monte e non alla progenie di Tia . A. Rostagni (1) aderiva poco appresso all'osservazione del Castiglioni rinforzandola, dal canto suo, col notare che, oltretutto, V idea di quella segreta (x]; aso) operazione sembra troppo ricercata ed estranea al contesto, e nel luogo di x] proponeva d'inserire piuttosto un vocativo opo];. Ma non gli sfuggiva che la frase conserva pur sempre qualche cosa di lambiccato e di strano, per lo speciale significato di ap<n; (5p<jivprrsiv= pu^ijv a indicare il ferro, e soprattutto per l'uso di ouTropo; p'JTTS'-v), s'induceva gli strumenti di ferro,in generale . Onde per ou7wopo; dotta di una desiderio dal a supporre determinata la scelta paronomasia per rievocare e quasi per ispiegare razionalisticamente, ecolgicamente, il nome dell'artefice persiano a cui la tradizione attribuiva il taglio del monte Athos : in Erodoto, VII 22, BouapYi; ?) (2) ; col che si spiegherebbe anche pi facilmente (); (1) Loc. cit. ' persiani', perch (2) Sarebbe statomeglio dire di uno dei due artefici o 6 ha: Erodoto [cf.V, 21 e Vili, 136] xa 'Apranoci'*); Bouapr); tou pyov.L'ipotesi , del resto,poco lireVraaav 6 'ApTtxt'ou TipcoLt ocvSps; non esiste) da un Greco, grecamente, po(Bou7cpr)<; plausibile: Bouap*); teva al pi essere interpretato (da ou-intensivoe aptc):cf.

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che Catullo, non potendoconservarela paronomasia,abbia girato tutto il concetto*, oltre rinunciarealP apostrofe. Nello stesso ordine idee si muove ancora il Prescott (1), bobus transfinonostanteosservi che the ox-piercer, il ver un tentativo di il piccone . nobilitare gendis aptam, grottesco non consente al Vitelli che senza Soltanto,egli osW; ou~opo; non faccia difficolt: gli esempi di ou-opoc (cf. Stephanus ed il nuovo Liddell and Scott) indicano che ou-opo; quasi invariabilmenteaccompagnatoda osMc,e la lacuna innanzi a crso , purch esattamente invece che ap?ivopfucev, prima si scrivaap<7&v [' riempita da {isi]. Sulla quai base, considerando inoltre di ap<7iv come necessario complemento (2), e accettando dal Castisi a attenta restituire tutto il periodo nel glioni u?:sp]<pe[psTai, egli modo seguente: [y*at u^ktts/.oXcovcov yp vsTps3"7), (pd&wv cov0) yvo;>.aA7rpbc TCp]<p[psTa] .),.(3). 46 ouTropo; , /.ai Sta /.[] osXojc pitv p[u' Catullo, oltre sopprimerl'apostrofe,avrebbe avuto il buon del piccone e quel gusto di eliminare la grottesca poetificazione ' . ' scavare una rimozione prosaico Anchea insistereper tal via, che non pi - diciamolosubito - n la sola n quella da considerare,almeno in tutto,come la pi probabile, lecito domandarsise le osservazionidel Rostagni e del Prescottrelativamente a ou-opo;siano senz'altro accettabili ed esatte. dirette di tale vocabolo, quante almeno se Le testimonianze
nel nuovo Liddell a. Scott. 11 Bouapr);erodoteo tornatoa poufipy); mente anche a P. Maas (Deutsche Literaturzeitung 1919, col. 613 e Vitelli in PS1 IX, 150): ma per vedere in lui lo stesso apostrofatoe desiderare, parrebbe(cf. Vitelli loc. cit.) il suo vocativo all'inizio del verso! (1) Loc. cit. Egli non pot usufruireche della edizione provvisoria in Studi etc. come gli esempi del suo uso (2) 11peculiarmenteprosaico ocpatv, dimostrano (ai luoghi citt. nel nuovo Liddell and Scott aggiungi Pap. Berol. n. 940), di regola accompagnato da un genitivo indicante che cosa rimosso. come fondamentodello sgraziato in oris catul(3) Nintendo scpocAojv liano. Per xoXo)vwv cf. YArsinoedi Callimaco (Pfeiffer p. 7) v. 47, bench per convenienza io abbia usata la formamascolina del nome . La restituzione di 44 par veramentefelice.

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: Erodoto 2, 135; Euripide Anne trovancitate,sono le seguenti dromaca 1134 e Ciclope 302; SenofonteAnabasi 7, 8, 14; Filone di Bisanzio p. 92 e 99 Thevenot (1) ; Polluce 6, 88. 9, 77. 10, 95. Erodotonel luogo citatoraccontadella famosaRodpi (sec. VI) e com'ella, desiderosa di lasciare in Grecia memoriadi s, convertissela decima parte delle sue sostanze in tanti osXouc (iou-che invicome dono votivo a Delfi,dove ancora pou. . . (jtSyipou, poteva vedersene il mucchio dietro Faltare dei Chii davanti al tempio (2). Secondo lo Stein (3), come secondo la generalitdei erano effettivamente dei giganteschi lessici, questi osXot ou7ropot ' da bovi interi da cucina, degli spiedi ', destinati trapassar spiedi ad essere adoperati nei grandi sacrifici: e della stessa opinione, sembra esser pure A. Reinach (4). per via dell'aggiunto (ouTcpot, Ma che si trattipropriodi tali arnesi della cucina sacrificalenon del resto assai alcuni fatti, affatto certo (5). Convienrammentare noti (6). Prima dell'introduzione della moneta,che, secondo la tradizione greca, sarebbe stata 'inventata' da Fidone, re d'Argo (7),
(1) Philonis Mechanicae Syntaxis libri quartus et quintus. Recensuit Richardus Schoene. Berolini,G. Reimer,1893, 8o.

singolare e celebre dono fecero menzione anche Epicarmo e Cratino (Ateneo Vili, 362 b e XIII, 596 e: ci Stein ad 1. Herod.); v. inoltrePlutarco de Pyth.orac. 14 e Suida s. v. cPo8oWi8o; vobr^a. (3) Herodotos erklrtvon Heinrich Stein. I Bd.,2 Heft: Buch II. 2.e Aufl.,Berlin,1864. Non ho edizione pi recente alla mano. - II Sayce Withnotes,intro(The ancient Empires of the East: Herodotos /.-///. and appendicesby A. H. Sayce. London, 1883) non ha nulla al ductions, riguardo. (4) In Darembero-Saqlio, Dictionn.des antiqu.gr. et rom.,art. Vem, 739 V, b, nota 13 : Faut-il penser des broches assez longues pour un bufentier,audessus des chaudronsenormescommeceux transpercer qui ont t trouvs Tylissos? . non detto oeXouc eXou$(/. (5) La glossa esichiana al passo erodoteo: v. oltre. che si riferisca (6) Per quanto segue pu bastare il rimando a Daremberg-Saglio, : Lateres (Babelon) III, 955 a ; Moneta (BabelonDictionn.etc., articoli Lenormant) III, 1964; Obolus (Babelon) IV, 140 a ; Vera gi cit.(A. Reinach) V, 739 b. Parium 1145-47 (IG. IX, 5, 1, p. 106) 'l'invenzione' (7) Nel Chronicon di Fidone posta 631 anni prima di quella della compilazionedella Cro-

(2) T9c tav8exx7)toW ^ 7:ot7)a>afj.ev7) fUXo ouirrfpouc * Sffovf Sexrv) o, 77[7 etc AsXcpo o xo vv fei <7i8ir)peou, tv XToi ve'^eaav, vn'ov 8 tou vyjou.Del cojjLOU oiciffSre ffuvvev%Toct, [Jtiv

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si serviva per gii scambi commercialidi il mondo mediterraneo pani e verghe di metallo: quest'ultimepresso i Greci chiamavansi e tra i metalli usati v'era anche il ferro(1). oeXoiod fsXt<>xot, Sorta la moneta vera e propria,l'uso antico non cess, naturalmente, un subito: nel mondo greco, Sparta continu ancora a fedeleai suoi pani (Tr&avoi)e ai suoi ' spiedi' lungo a mantenersi di ferro(2) ; fuori del mondo greco, per esempio, 1'Egitto non ebbe moneta prima della conquista persiana. Ora noi sappiamo che Rodpi mand il suo dono dair Egitto e che questi spiedimonete potevano essere oggetto di consacrazionevotiva. L' Etydi Orione e VEtymologicum Magnum, con notizia che mologicum risale alla collezione aristotelica delle IloXixem e verosimilmente che Fidone, dopo aver ci raccontano infatti TwoXiTsa, all^Apyewv battute le prime monete in Egina, ritir dalla circolazione gli
naca stessa, e cio nelP 894/93 a. Cr. ; ma le monete pi antiche che si conoscono non possono farsi risalire oltre il VII sec, e a quest'et andr nell'art. Moneta cit. assegnato anche Fidone: ci Babelon-Lenormant (1) Sei 'spiedi' (sXoi, donde ooXot) di ferro di rame riempivano una mano, formavano una 8/.^ 4manipolo ' (cf. 8[, 8p;, opera). Secondo i ritrovamenti peso di ciascun o. gr. 420-480 (mina eginetica gr. 612, attica antica 599, euboica 432), lunghezza m. 0,60-1,2ft. usv o-jv ot 07)f4a?ot (2) Presso Plutarco {Fab. 27) si legge : 'E7roci*Etvo)v8av oSv Sta Tcevtav ?usXt7cev 6 ofocot teXeuttq^ocvtoc ^v 8r)(xo<ria yp v^ip eSra^av BsXfoxov(n&rpov tcXt^v .Alcuni affermano, altri negano epyj^Yvai

di uno spiedo-moneta. Contro questa seconda interpretache si trattasse zione vengono allegati l'et stessa (362 a. Cr.) e un passo analogo di Frontino (Strat. IV, 3, 6): Ep amino ndasy dux Thebanorumtantae abstinentiaefuit, ut in supellectilieius praeter stoream et unicum veru nihil inveniretur;dal quale s'indurrebbe nella fonte originaria piuttostouna allusione a scarsa e povera supellettiledomestica,a cui esempio e prova poteva bastare anche la menzione di un solo spiedo fra gli arnesi da cucina, in quanto - come ricorda il Reinach nell'art. cit. - nel sec. IV una batteria da cucina completasoleva comportarne ben dodici (Anaxippos presso Ateneo IV, 169 b). Sennonch la frase di Plutarco si presta indubitatamente meglio alla prima interpretazione (' non fu trovato in casa sua puntodanaro, fuorchun antico soldone di ferro'): e pu benissimo supporsi - come fa il Babelon nell' art. Lateres cit. - un uso superstizioso talismanicodi quei ricordidi un' altra et. Quanto alla variante a di Frontino - senza pensare a una corrutteladel testo e ricorrere - pu essere semplicementeuna fioritura : la improbabili congetture storea teges in certo modo uno dei simboli della mendicit dell'estrema povert; cf. Giovenale V, 8. VI, 117. IX, 140 con le note del Friedlnder.

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1obelischi1e ne consacr un certo numero nel tempio di Era in ntWHeraiondi Argo (cito dal Reinach)(2) Argo (1). E precisamente un lottodi spiedi di ferroin tutto simili a quelli stato ritrovato dalle tombe e che sono senza dubbio quegli stessi che provenienti vi consacr Fidone (3). lecito quindi almeno il dubbio che l'offerta da Rodpi fatta i avesse analogo scopo e valore (4); un secolo dopo al tempiodi Delf n l'obbiezione mossa dal Reinach,che cio vi faccia ostacolo la presenza delPaggiunto ourcopot (5), par punto decisiva: perch in un lo stesso Reinach ricorda e che che Polluce, passo (IX, 77) sembra risalire anch'esso alle aristoteliche(6), chiama monete(7). Pu precisamente jeXou; questi antichispiedi-ouwopou; darsi che questo sia un equivoco di Polluce della sua fonte dallo stesso racconto erodoteo e da coerente magari determinato antica; ma, comunque,bisogna fare i conti anche interpretazione con la possibilit che ouTwopot sia un aggiunto pure in tal senso Evidentemente il vocabolo non pu aver nei allora legittimo. per due luoghi il significato'da trapassar bovi interi' e indicar di ; deve, pi modestamente, conseguenza degli spiedi enormi significarsoltanto 'da infilzar carne di bue' (la carne per eccellenza) = ' da cucina' ed essere assunto in funzione descrittivo-comparativa ad indicare la formadi tali spiedi-moneta, in tutto identica a quelli volgari da cucina. E, quanto alla pi intimaragione dell'aggiunto,vien da pensare se non sia da vedersi nel fattoche
(1) Etymol Orion., col. 118, 19 Sturz s. v. oXrf;: ... ; <>ei8u>v itvTO)v xat (8ta)8tSo; vrffxtorfAa 'Apyeio; vfAifffAOt (xotyevIv AtytvYj xat avaXatovtou; eXt'ffxoug ivrvjxs 9} v vApyet^Hpa. Variante delVEty: ... xat Si v^tajxa avaXawv . . . moL Magn. 613, 13 s. v. eXt'axo; Cf. Aristot. Fragra. 481 Rose. (2) Art. Veru gi menzionato. (3) Anche gli spiedi trovati nelle tombe etrusche e galliche possono aver avuto, almeno in parte, valore di moneta. (4) Tale opinione fu gi espressa da G. Karo in Journ. internat, archol. num., 1906, p. 289: cf. A. Reinach art. cit. (5) Nota 13 cit. : Mais ils sont dits pouiropot(galement par Suidas s. v. op. et Poil. IX, 77) ; faut-il penser etc. Il richiamo a Suida mal introdotto: ch Suida si riferisce al passo di Senofonte (v. oltre), Polluce non ha espresso riferimento all'offerta di Rodpi e, comunque, secondo si dimostra nel testo, infirma Pobbiezione del Reinach. (6) Aristot. Fragm. 481 Rose. tc5v oXiovovojaoco' (aIv oti irXociouiropoi; (7) T {/vTot oe. Xo~ i^pwvTO 7cp jAOtCJ

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com' noto, erano usati a designare svariati os^o; e osXtraoc, d oggetti,i quali, in sostanza, poco avevano anche formalmente comune,salvo la lunghezza superiore di molto alla larghezza e allo spessore: oltre lo spiedo vero e proprio,p. es., il ferrodi un'arme in asta, la lama di una spada e quello che ancor oggi noi chiamiamoobelisco. anche significar semUna prova che owopo;osXocpot fors1 da senz'allusione a ecceziodimensioni cucina1, plicemente'spiedo da Euripide (1). nali, sembra esserci offerta Nei vv. 299-303 del Cclope Ulisse ammoniscePolifemoesser i naufraghi e non d'inlegge ai mortalid'accogliere ospitalmente filzarnele membraa<piouTropotat ora l'accenno ... osXotot (2): ai [), a secondo noi, dimostra che Ulisse non pensa affatto d'un del bove d'un uomo resto intero,quali pospiedi capaci tremmo aspettarci presso il Ciclope, e che ouwopoc adoperato : ' su quegli spiedi che son solamente con intenzionedi antitesi destinatiinvece ad infilzare carni bovine'. E in realt,quando poi Polifemo uccide due dei compagni di Ulisse, per cuocerli Tuno allesso e l'altro arrosto,li fa appunto a pezzi (3). Nt'YAndromaca,contro Neottolemocercato a morte entro il tempio di Delfi non son lanciati soltanto dei veri e propri eV/), vale a dire dei coltelli sacrificali'da ma anche <7<pay7) (, scannare smembrarbuoi ' (4). Anche qui (ourcpo; non sembra includeredavvero alcuna idea di eccezionale uso e grandezza.
(1) L' ordine cronologico dei due drammi Euripide in questione controverso:che le date proposte per l'Andromacaoscillano fra il 430 e anche aVAlcesti il 411, ed il Ciclope secondo alcuni sarebbe anteriore (438), sembra esser secondo altri non anterioreal 420. L'opinione pi accreditata quella di coloro che riferisconoYAndromaca ai primi anni della guerra peloponnesiaca (430-25) e il Ciclope agli ultimi del poeta (420-06): cf. Christ-Schmid, Gesch. d. gr. Lit. I, Ie, pp. 362 e 376; e in particolare Andromaca L. Mridier in Collection des universitsde France* per V Euripide, to. II (1927), p. 160 sgg., per il Ciclope la traduzione del WiLamoWitz (GriechischeTragdien II, Berlin,Weidmann, 1906) p. 20. Comunque, per noi il passo del Ciclope il principale.

(3) Vv. 396-404 : 402 b xai ^ | Xapw jxa^atpa <rapxa1(*)7:<. Truci,) V i * <p4xiv%o*xi ). Cf. anche 344, 358-9. exXt/co ) olcrrot, (' (4) Vv. 1132 b e sgg.: ... noil' 6(xou e'Xy), ttoowv Fix traduce Teobaldo ' fxcpojfioXot, I ffcpayvic irpo. ou7idpoi l^oSpouv

(2) |No(xo ^vtjtoTc, et ), ] xtoc e^earai ttovtiou; Icp^rapusvou I evi Souvai xai 7CEirXotitapxe'ffat, | ox txcp ouTtopotat l*^*) I os^oTfftvr,8v xai yvo&ov 7cX9j<jatSrev. 7CY)X/*rsvTa

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Ma, per rimanereancora nell'ambito della cucina, sacrificale no, tuttaviaindiscutibile che, accanto a questo senso, probabilmentefondamentalee, per cos dire, minore, di o^opoc, si svilupp anche un senso di aggiunto piuttosto determinante proprioin unione col sostantivo maggiorativi), osXo;.Quando Polluce (X, 95), elencando gli aAiesi del cuoco, pone nel loro novero aal os^oucouTopou; xat osXi<7*ouc, evidentemente o&Xou; egli, la sua fonte,intendedistinguerele varie dimensionidegli spiedi, come positivo,accrescitivo adopera i tre terminirispettivamente e diminutivo, su per gi come chi in italiano, anzich ' spiedi, ' ', dicesse, p. es., spiedi, spiedi lunghi e spiespiedoni e spiedetti ' detti (1). Qualche cosa d'analogo si riscontraanche in VI, 88, dove sono smilmente enumeratigli arnesi del cuoco : sennonch il : ... e Veditore testo qui porta osXiV/.oix;, os^ou; ouTropou; I. Bekker (cfr.anche Thes.) pone virgola soltanto dopo ., onde si avrebbe il senso di ' spiedi lunghi e spiedi corti' ; tuttavianon da escluderesenz'altro il sospettodi un'aplografia(. . . isXo, o che si debba semplicemente por jisXfoxou), (osXouc)ouTCopouc, anche virgola dopo ^sXo:, perch ou-opo; qual aggettivosostantivato non soltanto una legittimaipotesi fondatasu molte analogie: esso realmente attestato,come or ora vedremo,da un una altro autore, sia pure in diversa accezione (2). E Ve, infine,
il v. 1134: letalia veruta volabantante pedes, intendendo. come sostantivo principalee , come sua apposizione, ma ci non sembragiustificato II Mridierrettamente: 'coutelas percer les boeufs*.

(1) npoffapi^TjTeov toutoi; xai [/.ayetpou axeuv), / ^uxpSix /uTpSa (expaTav ttjv x^TPav * P?** xaXoat), &; XorncSta, iyvo'j$ i^ivaxou, /aXxa ^aXxfta, a^pa, la^pa Id^aptSa, ^uo7crp8a, XeffojTaXeTQTtaXeyjTapia, eXouc xat eXouc ouTropou; xai psXffxou, Iv 'A^apveudiv (1007) aApt<rro<pv7)

ma dei lessici anteriori, Polluce, com' noto, adoper, quali sue fonti, ad autori in ultima analisi i vocaboli qui elencati risalgono precipuamente comici ateniesi.
(2) 81 [AXfetpoucrxeur,^, 78<;, (';;^;, ^TpiSx, 3eXo ouTdpouc, eXtcrxouc,ry/jvov . da notare che anche

t^uoTTTptSa,Id^apSa: cf. Lex. 'I/^uoitt; iff^pa* ] irci tiv la^rpa a.) ; non v' ragione {xeYaXjv l^ojv (Porson : Dist. 'I^uottt; in ^uotttic n di sospettare che n di correggere ifuoizTce tySruoirrpi le parole ) twv (AeyXojv lySnjwvprovengano dalla glossa precedente come vorrebbe il Dindorf (v. Thes. s. v. tySruoirc). t/^u^xbVTpov,

Analogo rapporto sembrano avere fra loro anche ^poc, Ivy?^

(pepe t eXtffxouciva ^ (1. h* vocWpw) x xi^Xa.

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il cui rifeglossa di Esichio: ourcopo'j; osXooc syXou; [sXo;, rimento incerto(Erdoto? qualcuno dei poeti comicia cui risalgono gli esempi di Polluce? un autore tecnico militare? (1)), ma l'esistenza dell'accezione che, comunque,confermaesplicitamente maggiorativa(2). N questo passaggio di significatoe, in certo modo, pur di funzione(scadimentodell'intero compostoquasi al valore di affisso chi consideri l'etimologia alcuna difficolt, maggiorativo)presenta del vocabolo, abbastanza chiara ai parlanti,e capace effettivamente anche del senso di ' (spiedo) da trapassare,da infilzarci un bove che pu avervi esercitatoquell'abbastanza intero' (3), e l'influenza
compar qui come agg. sostantivato; fonti,in ultima analisi, tyr2ruoircpi8a; i comici. - II terzo passo di Polluce (IX, 77) anche qui soprattutto da noi esaminato stato pi sopra; n ci deve far meraviglia sia la gi doppia accezione di . ira IX, 77 da una parte e X, 95 + VI, 88 dall'altra, alla magrica: sia la doppia rassegna e tradizionedei vocaboli pertinenti Polluce compila nei varii luoghi da fontidiverse ed anche quale compilatore non un modello n di ordine ne di metodo. (1) Per questo, v. appresso. dir cos, sperimentalmente (2) Passi di autori greci che dimostrino, l'uso di spiedi giganti nella cucina io non ho a memoria: in Omero, di su i lessici speciali (cfr.anche A. Reinach art. com' facile verificare e loe. cit. no. 5), l'operazione dell'infilarela carne negli spiedi sempre ; nel Ciclope Euripide regolarmente precedutada quella del (AKrnjXXetv abbiamo visto che accade lo stesso. Ricordo invece due poeti Ialini: Marziale XIV, 221, 2 Spumeus in longa cuspidefumetaper (dove forse l'epiteto spumeusallude solo alla schiuma dell'arrosto:cf. Gioven. V, 116 lezione di P) e Giovenale I, 140-1 quanta est gula, quae sibi totos' Ponit apros. = ou; r' ouvcpaywv da confrontare sono oucpocyo; (3) Particolarmente = = ouvy^av8vo)v = noXu^wprjTo;. e ou^ocvS^c Qucpayoc a Simonide (Anth.Pal. attestatoin un epigrammaattribuito primamente VI, 217 = Sim. 179 Berqk = 158 Diehl, 4) e poi in un altro di Antipatro di Sidone (Anth.Pal. VII, 426, 1-2) qual epiteto di Xswv ; quindi in un epigramma di Antipatrodi Tesslonica (Ant. Pal. IX, 59, 7), come pure presso Luciano (Eroi. 4) e Porfiriodi Tiro (. ico^, e^u/ow I, 22), qual spiegazione di Esichio (s. v.) che pu fare epiteto di Eracle : TroXjcpyo; per tuttii casi ; ci nondimeno da notare che come aggiunto di Xewv sembra pi probabile il senso di ' sbranatoredi buoi ', in quanto il leone che quello di assale le mandre (cf. Anth.Pai. VII, 426 apogr. oucpo've), 4 '. ou^avSifo s' incontrasolo in un mangiatored'un bue di bovi interi te da Tegea (Anth.Pai. VI, 153) che comincia: ouepigramma di Any U Set? 'Epiaaicfaufo; | KXeooTo;(cf. Suida tiell'ed. Xv8r; Xe'y);-

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numerosaclasse di compostinominalisostantivie aggettiviin cui ou-, con traslato che risale alla stessa et indoeuropea, aveva appunto il valore di prefissomaggiorativo intensivo( Con Senofontee, a riprova, con Filone di Bisanzio siamo semplifuoridel campo delP arte magrica: iouTupo osXt'crjto; cementeou-opoc (nota !) una vera e propria arma militareda In sulla fine dell'Anabasi, Senofonteracconta di un mal riuscito assalto al castello, presso Pergamo, del Persiano Asidate, il quale non fu catturatocoi suoi e con la sua roba se non quando fuoridel castello stesso. I Greci di avventurarsi ebbe l'imprudenza della torre; alla mattinail muro era il muro scavano nottetempo ... : ma attraverso la breccia uno degli assediati ourcopw sfondato a la coscia dell' assalitore da pi trafigge parte parte h$zki<j/.i
Adler 1928, 477 e Zonaras Lex. 398); ma il medesimo Esichio ci con altre forme,altri luoghi: ou^avSsa attesta indirettamente, izokuy tv Se di il vocabolo I nell'epigramma Anyte [xs'yav XerjTx. prjta. ou^avSa* vada inteso alla lettera no, interessaqui meno: ad ogni modo, sulla grandezza,talvolta realmenteenorme,dei lebeti votivi cf. DarembergSaglio Dictionn. etc. Ill, 1000 (art. Lebes di A. De Ridder) e V, 739 no. 13 gi cit. (]) Cf. i lessici greci (Thes. e nuovo Liddell a. Scott) sotto ou-, m boum et ab his dici pleraque aiestate Varrone de re rust.11, 5, 4 (novi. . . m boopin,uvam quoque bumammam' bupaeda, bulimon, magna, ut busycon, ed inoltre H. Hirt, Indogermanische Grammatik,Teil IV ; Doppelung, Verbum (Heidelberg, 1928) p. 53 no. - Al confronto Zusammensetzung, non direttocon otnuopoc, composto oggettivo,si prestano,naturalmente, ma quelli possessivi come oii7rai;, i composti sostantivitipo ouxopuCoc *admodummucosus = stolidus duvero; ; (Hesych.: vai'cftvjTo;, ouxo'puCo; oujjLadTo; cf. in lat. gli oraziani emunctae naris, naris obesae)y oofjia<j^o; * (se. ) uva tumidisracemis (Verg. Georg. II, 102) vel mammarum 'multamluetam modo tumens(Plin. XIV, 1, 3), uva bumamma' omraXi; A nth. Plan. habensy(sSrXo<ruvY) IV, 67), (se. ^;) oupuTo; ouTraXeoj; ' *torrens letteralm. piuttosto (Hesych.: oupuxo;^; ^sujxaX.WV il noto epiteto omerico che appunto Sstvv io; utv/.),oG)7tt;, non significaaltro se non 'magnos culos habens} (cf. Varr. loe. cit.), sinonimodel posteriore comunqueaggettivicome il pur omerico ouYaio;, ma originariamente <; r,yapoc Xaojv, (Boisacq, significante ; yatwv sembra de la langue gr. s. v.). Non inutile ai raffronto Dictionn.tym. infineanche l'aristofanesco (Ran. 924), cio, come spiega f^. . . oetoc xai ttXeoc. lo scoliaste (xsyaXa txv) (1).

offesa.

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vicino, e gli altri poi a furia di frecce tolgono ai Greci la voglia di accostarsi troppo (1). Che il ou-opoc oeXt'axo;non sia qui un'arma occasionale, un lungo spiedo da cucina conarme brandito scagliato, non vale a dimostrarcelo Suida, il quale, citando proprio questo passo, assegna a oeXtTtto; il significato di ToXa = lat. subilla (2). Giacch con questo vocabolo, oltre il noto strumento del calzolaio, s'indicava nei bassi tempi non solo un' arme vera e propria (3), ma anche per Vappunto 1' osXb; v co otctoujasv(4). Ce ne assicura in cambio Filone di Bisanzio, tecnico militare del IH sec. a. C. Nel cosiddetto quinto libro della sua ^ l dove parla delle difese da apprestare contro gli assedi, <7vTat, avverte che si debbono anche praticare delle feritoie nei muri egli le quali con missili di varia specie colpire gli attraverso obliqui, assalitori : ... /.at /, v xXayttovttccov v, bi9 <)vto orca; 7:0t) dueovTtoi; xxt Tat; Ctuvat;xat rot; our;opot; e X <7 /.o t T7TTStv et; TuXyta; st; aA<poSatao;/ivou;(p. 92 Thev. 11.43-46) ; e pi oltre, discorrendo dei cuniculi, consiglia di servirsi, fra l'altro, di armi a mano e di macchine da getto, quando scavatori e controscavatori s'incontrino : ... v Se vTtjxetv evXoev<7uvTpY)3-yj TaXXeuvTwv :, <7uvX3"/i ^ et; >.TwTOv TTt toi; xat Tot; ; ^t'ivat; p7)GTSOv ouTropot; yatdot;
(1) ^AfjLa 8 tv ^(/.epot (6 ^;)* xat w; 7tptoTov8tecpv7)r tv ayjpv tou *)' ^ |7^ evSo^ev oimdpip ti; peXiaxto 8tau.7Tp<; 8 Xoi7rv Ixtosovts 7Totouv(ATjBsicapiEvai eri crcpaX vat.

Cf anche Corp.Oloss. Lat. V, 648,39 verutum : missile et in angulatum extimo tenuatum ...in formam subulae ... iv TUToufxev (4) Corp.Gloss.Lat. II, 378,49: sXo; [cos]' subula, hoc veru. Cf. ancheIII,23,51; 204,35; OsberniOlocestriensis(sec. XII) Sylburgiis. v. psXidxo 8s fjicpTspa . . . xat peXd. (eXfoxoc (jYjfxavei i citt. dal Gr. Lex. ; Sophocles, aouXxc)infine, luoghi of the Rom.a Byz. Periodss. v. cjoXa.
Panormiam p. 557 Mai (subula = broca ferrea); Etym. Magn. in ed.

f| - ' (2) 'OsXo; xai eXtVxoc (rotiXa. Hsvocpv'E7rTaev s. v. : Subulae etiam interarma recensentur, (3) Cf. DucANQE quibus scilicet loricarumdefectusscrutarentur. Will. Brito 1. II Philipp, pag. 234: Hic sudibus, telis hic dimicat,ille bipenni, Hic vru bus, cultrisaHer subularibusarctas Scrutatur thorace vias galeaeque fenestris, Qua ferroqueat immissoterebrarecerebrum. : Infra In cerebrumcasu ferrum subulare recepii .

CALLIMACO, CHIOMADI BERENICE, V. 45 xxi toi; .- TpbTXbS'xf/.oi; y.x to?;

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(p. 99 Thev. II. 13-18). Il ouxopo; ou-opo; fo# /,che compare qui osXtaco;, in compagnia dell' xvxtov, della tov7) (ijivv), <7toviov, (jtyuvr,;, era verosimilmente e del (yafoo), un'arma analoga ciyvvT);) un'arma da gettoche un'arma da mano, a queste, e cio piuttosto del un'arma tipo giavellotto che del tipo picca (1). piuttosto inoltreevidenteche nell'aggiunto(owpo;il valore etimologico superato,che esso senz' altro equipollente a un ; , e che tale caratteristica(della lunghezza pi ancora che dello spessore) era in certo modo quella peculiare dell'arma, se questa il termine anche da essa soltanto: ou-opoc. soleva indicarsi Infine, a come diminutivo, che, prima giunta, par quasi in ^XtV/.oc, c'induce a pensare che si trattasse, non di contrastocon ou-opo;, un'armeolosiderica,ma di un'arme in asta : il vocabolo os^uxaoc, come gi accennammo,era anche adoperato a designare infatti, la parte in ferrodi tali armi in opposizione all'asta di legno ( jIov) (2) ; qui si avrebbe, dunque, una sinecdoche,e cio denominato il tutto dalla parte principalee sua lunghezza. il confronto con l'antico veruium Sorriderebbe italico, che nel nome ricordaegualmentelo spiedo (3) ed era egualmenteun'arme
basti il rimandoa Daremberq-Saglio, Dictionn.etc., (1) Per l'xvxtov v. la med. op. IV, Ili, 594 (art.Jaculumdi A. De Ridder); per il difuvvy); 1336 b (art. Sigyna di A. J. Reinach), - G. Colonna Ceccaldi, Notice des anciens etc. in Revue archologique1879, sur la sigyneet le verutum I, pp. 363-375,- Paul Couissin, Les armes romaines(Paris, Champion, Daremberq-Saglio II, 1428 (art.Gaesum 1926), pp. 197-198; per il di Sal. Reinach) e Couissin, pp. 214-218. Quest'ultimoeccellentelavoro la fonte principale per le considerazioni che seguono, bench del non vi si trovi menzione. ., naturalmente, ourco'po; il Polibio (VI, 23) distingue Descrivendo pilumdei Romani(<j<jo$), (2) Xov e eXo;,Appiano (IV de reb. Gali., 1) l-Xov e tv (ji'87)pov ; : ma, tra i due, Dionigi Alicarnasso (V, 46) ?Xa e tou oeXt'axou;
"Kort 8 eXr) Twjjuxtojv, ctuviovts etc ypoLc,IaxovTtoucri.Xa irpoTE XXI ^EipO7rXy)^Y (7))7) ofieXTXOUC TpiWV Ox YjTTOV7To8G>V<Tl8?]pOU e^ovTa 7rpo'j^ovTa ' g^siav Ix twv otxpo>v,[xeTpiot xovTioi aa (Tuvto> (TiS^pio. ex TOUTwv 8yj twv acrtov 7Tpt toT axpoic twv oeXt'axcriv

XijAvat'ot; 7:sTpo{Xoi;

: an. a. Chr. n. 477). vTq7TTovTo (emicatio pilorum cpXYs; una connessione etimo(3) Tra oeXo;e veru stata anche affermata di e istruz. class. Riv. 36, filoL 576-78), ma i pi, per logica (Nazari, de la langue gr.; Walde, contro,la negano: cf. Boisacq, Dictionn.tym. Lat. etym.Worte rb.; Muller Jzn,Altital. Wrterb. s. v. gueru.

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cio t. munitodi vervi) se. telum, in asta (yerUtum (1) da getto,se le tantopi abbonfossero non che su esso possediamo informazioni e danti,quanto meno contraddittorie generiche(2). Comunque,una italico loro attentacernita induce a credere che anche il verutum secoli non dei se e serviano (Livio, I, 43), seguenti,fosse quello Una delle cosiddetteGlossae un'arma di dimensioniconsiderevoli. : Nonii (Corp. Gloss. Lat. V, 648, 39) ci descrivesolo la sua forma in et a extimo sezione missileangulatum Verutum poligonale) (ferro dictum;ma un'altra contenuta tenuatum informamsubulae,a ver nei cosiddetti Excerpta ex libro glossarum (Corp. Gloss. Lat. V, un'indica253, 11) ci aggiunge, bench in maniera indeterminata, zione certamente non trascurabile sulla grossezza e la lunghezza : Verutigens a genere teli vocati,in quo ferrumsolidm del ferro est atque produetum (3). E della pesantezza originariadell' arma, non meno alla lunghezza dovuta certo, data la sua formaaffilata,
(1) Festo pp. 514-515 Lindsay: Veruta pila (il sogg. certamente quod velutverna habent pila, non veruta: Couissin p. 29 no. 1) dicuntur, agg. in Virg. Georg,li, 168 Volscosqueverutos(cf. Serv. praefixa; verutus ad loe. e Corp. Gloss. Lat. V, 253, 11 = VII, 407 Veruti,di cui appresso) strida 'ubussimiles '), in Grazio, Cyneg.110-11 turn e, con altro senso (' vet si trova vendis | Dentibus et gemina subierehastilia jurca. Per verutum veru, ma gli esempi che se ne recano adoperato anche semplicemente sono poetici: p. es. Virg. Aen. VII, 665 veruqueSabello (Serv. ad loe. multivolunt. . . per veruSabellumpila significan; ma i pila sono espressamente nominati nel verso innanzi). La vernina,invece, menzionata da Plauto Bacch. 889 (Si tibist machaera, at nobis verninaest domi, ' Quasoriana nenia), e ' Confessiorem qu dem te faciam, si tu me inritaveris, fidandosi a torto che qualcuno ha preso per un sinonimo di verutum, (ci Schanz-Hosius Gesch.d. Lat. Lit. I, 19274, p. 586) di Fabio Planciade Fulgenzio Serm ant 33 (Vernina est genus iaculi longum,quod aliquanti ' verutum vocant,sicut Gavius Bassus in satin's ait: Verninaconfodiende, altro se non uno spiedo da cucina. non te nauci faci y) non certamente (2) Cf. Colonna Ceccaldi mem.cit.; A. Reinach art. cit. in Daremberg-Saglio V, 740; Couissin op. cit. pp. 26-29, 121, 214-218. (3) II testo, correttodal Goetz, propriamente:Verutigens a genere caeli novatietc. La creazione di un popolo di Verutidipende da una falsa del gi ricordatopasso di Virgilio Georg. II, 168, dove interpretazione anche Servio annota, in maniera ambigua: Volscosque verutos. Italiae populi sunt; mentreil cosiddetto Servius auetus prosegue: et aliter . . . Vulscos verutos,quod verutispugnent. - Non utilizzabile,invece, con sicurezza, neanche per quanto si riferiscealla definizione di verutum (genus iaculi longum) il gi pur ricordato luogo di Fabio Planciade Fulgenzio Serm. ani. 33.

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che allo spessore del ferro, pu esser indizio anche il fattoche il velite dell' et serviana non portava,insieme con hasta, che un mentre nel 111e II sec. a. C, quando il verutum, unico verutum, col nome pi proprio,di vericalam o di hasta velitaris,aveva la lunghezza totale di circa quattro piedi, di cui al pi una spanna (m. 0,225) assegnata al ferro,il medesimo velite ne port fino a sette (1). Sappiamo inoltreche, in complesso, questo poderoso giavellotto del velite italico e serviano doveva presentareuna stretta somiglianzcol posteriorepilam della fanteria pesante,del quale anzi sarebbe, secondo la teoria pi recente (2), un antenatodi(1) Le misuredate da Flavio Vegezio Renato Epit. rei mil. li, 15, e onde pollici cinque (m. 0,12)t cio asta trepiedi e mezzo (m. 1,03),ferro a quanto pare, era gi al verutum antico. non si riferiscono Questo, pi fuor d'uso circa la met del IV sec. a. C. : nel 340 Livio (Vili, 8) assegna al giavellottodei fantileggeriun altroaome, quello di gaesum. Al gaesum succede pei velites una terza e nuova arma, Yhasta velitaris,le cui misure corrispondono appunto a quelle di Vegezio: Polibio, che le da il e una spanna al nome di ypoacpo, assegna due cubiti (m. 0,90) allo Xgv (VI, 22) ; e Livio, che ricorreper designarlaanche all'antico nome xevrpov che misudi verutum (XXI, 55 : an. 218 a. C.) ci fa sapere indirettamente rava in tutto quattro piedi (XXVI, 4; an. 211). Questa, senza dubbio, aveva in menteVegezio, dal quale inoltreapprendiamoche al suo tempo era tornata meglio rimastain vigore solo la denominazionedi verutum, in quanto pi piccola e pi leggera del ma che tale arma, evidentemente s'era gi chiamata pi propriamente vericulum verutum (quod originario, Sallustio Hist III 23 Kritz. nunc verutum turnvericulum, frgm. dicitur). parla poi di verutabinampedum; onde Nonio Marcello, a cui il framest telumbreveet angustum.Ma mento si deve (p. 890 Lindsay) : verutum in realt questi verutanon sono iacula, sono spunzoni adattatia un con(an. 74-73) rotolavano contro gegno che i Ciziceni assediati da Mitridate il nemico (saxaque ingenita et orbes axe iunctiper pronum incitabantur, axibusque eminebantin modum erici militaris verutabinumpedum). del FinalmenteSilio Italico III, 363 ha pur esso un accenno descrittivo verutum:tenui pugnax instareve ruto; ma ogni verutum pu esser chiamato tenue,data la forma del suo ferro ; di pi siamo, coli' azione, al utilizzabili HI sec. ex. e si parla di Phoenissa arma. - Le testimonianze romano pi antico restano circa la forma e le dimensioni del verutum dunque solo quelle ricordatenel testo. (2) Couissin p. 29 e 137: cf. contro le altre teorie sulF origine del : sec. IV ex. ; A. Schulten: iberica: pilum (A. Reinach: origine samnitica sec. Ill ex.) p. 181 sgg. La teoria del Couissin accettatacon un *forse* anche da H. M. D. Parker, The Roman Legions (Oxford,1928) p. 12 no. 3.

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retto: simigiiaiiza gi notata od ammessa dagli antichi, i quali, secondo una glossa di Festo (pp. 514-515 Lindsay) (1) e una nota di Servio (ad Aen. VI!, 665) (1), avrebbero talvolta adoperato e vera come sinonimidi pilum. Ora Parme verutum interpretato nazionale, per eccellenza, dei Romani , nella sua descrizione pi Senza antica (Polibio VI, 23) (2) un'armedi proporzionirispettabili. del il in ci basti ricordare che ferro entrare tipo particolari(3), Fasta da Polibio misurava3 cubiti(m. 1,35)e altrettanti descrittoci col suo saurotere; che la lunghezza totale dell'arma, dedotta la delle due parti nella giuntura(un cubito e mezzo), compenetrazione ; e che, infine, per riguardo superava alquanto i nostridue metri al peso, il ferroal punto inserzionenell'asta, cio ali' inizio del aveva lo spessore di un dito e mezzo codolo della linguetta, 28 mentre l'asta nell'uno dei due pila che ciascun (ca. millimetri), soldato portava presentava lo spessore di quella di un giavellotto comune (ca. 3 cm.?: tt; Xs-t;) (4), nell'altro invece, per tutta la sua lunghezza almeno in un manicotto insertoal punto di giuntura,raggiungevaquella di un palmo, vale a dire sette centimetrie mezzo (6. w/c) (5) : onde si calcolato un peso totale di gr. 1800-2000 per la prima specie e di almeno 2500-2600 p^r
(1) Vedine il testo alla nota (1) della pag. lf.6. descrive il pilum del suo tempo (ca. 150 (2) Polibio, naturalmente, a. C). Secondo il Couissin (p. 129 sgg.) esso per era in uso, conforme alla tradizioneletteraria (Livio II, 30 e 46; Dionigi d'AlicarnassoV, 46), sin dal principio del sec. V, e il famoso ferro di Vulci (ib. pp. 134-5 e fig. 37; Daremberg-Saglio V, 741 e fig. 7409), trovato in una tomba etnisca del V sec. e lungo in tutto,dal bocciuolo per l'inserzionedell'asta alla testa foliiforme, m. 1.20, ne sarebbe un esemplare arcaico, intermediario fra il verutum(a cui anche si pensato: cf. A. Reinach in Daremberg-Saglio loc. cit.) serviano e il pilum classico. Secondo il Parker p 11 introduzionedella nuova arma sarebbe dovuta invece a Camillo : cf. il luogo di Plutarco Cam. 40 pi sotto citato. (3) Per questi rimandiamo al Couissin pp. 195-210 e a Kromayerder Griechenund Rmer (Mnchen, Veith, Heerwesenund Kriegsfhrung 1928) p. 325 sg. : ma P. . aun auuusTpov ai^jvtov (4) Polibio paragona propriamente il senso sar quello indicato e la misura di 3 cm. corrispondebene allo spessore del ferro. (5) L' idea di un manicottodistintoinfilatonella partesuperiore dell'asta a rinforzodella giuntura del Couissin (pp. 207-209 e figg.56-57): l'eccezionale spessore a tutta il testo di Polibio sembra piuttostoattribuire l'asta. Il Veith,op. e loc. laud., citando Lindenschmidt,Tracht und Be-

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e pi forseai suoi antenati, ben la seconda. Ad un'armasiffatta, che le assegna Plutarco nellavita si pu convenire quell'epiteto il oureopo; di di Camillo (e. 40), e di cui, come gi sappiamo, Filone non , in armaanaloga,se non un sinonimo pi anticoe : bi to StXaEe toi; Otto; hpi raro b X0O; (!) ?<*$ ( JCtP^ a Callimaco* Se il v. 45 del nuovo E torniamo, finalmente, in quel senso e per quellavia che va intesoe supplito frammento e seguirono il Rostagni ed il nellaprima edizionesegnil Vitelli ' non ' il vera che evidente ormai Prescott, supposto possa, par di Filone, e che, caso mai,esseraltrose non il owopo; (e>i<rxo; buoi c'entrin n gli etimologici pi affatto (Preper conseguenza, di soldati e di un'arma scott: 'the oxpercer')n, per trattarsi in parte, a quello di e ben paragonabile, dal ferrocertorobusto e strana lecito ritenere lambiccata sia un piccone (Rotroppo (2), la sua sceltaa sostituir stagni) addirittura grottesca (Prescott) avesse tortoil Vi lo strumento n, infine, comune, poeticamente ancheda solo nonfarebbe che (Jouwpo tellinell'affermare difficolt, ne un trova se in accezione esempio. perchproprio questa io non mi nascondoche, ove fosseda insiCi nondimeno, stereancoraper la stessa via, resterebbe sempreluogo a varie come e dubbiezze. osservazioni anzitutto, negareche la lacuna E, e da nulPaltro davanti a ]ggzo potrebbe meglio pi semplicemente concordato sostantivo che da un adatto versodestra essercolmata a (ioo-oo;?Il che dato,non sarebbeneppurnecessario pensare al piccone. sostituita alla cuspidedi un verutum Che, poeticamente
des rmischenHeeres (Braunschweig, 1882) p. 13, considera waffnung ' * Wurfgeschoss quale un espequesto, conegli lo chiama, balkenartiges di dell'et rimentomal riuscitoe presto abbandonato Scipione Emiliano. 8 7 Cf. Polieno tous VIH, (Camillo): l55aetoTI-usto (1) e la sostituzionedi Plutarco dbu Polieno copia xp$ . ; non ha nessun valore: egli ha semplicemente con SudToT ucktoT; preferito al termined'origine barbarica,nonostante un vago terminetonico-attico che questo, da Polibio in poi, fosse diventato cos specifico dell'arme : (IV de reb.Gali., 1) : U 8 tv romana che Appiano pot scrivere 'PwtxaTot xaXoudtv Cf. CouiSSiN pp. 130-131 oOxiotxToc 5<. xovTot* e 195 no. 4. (2) Cf. Daremberg-Saglio, Dictionn.etc. Ill, 1852, fig. 4981 e 4982 (art. Metallo, di E. Ardaillon): il ferro del piccone, disposto invece, s'intende, ad angolo retto col manico, s'assottiglia anch'esso in una era il nome del solida punta. Probabilmente (cf. xevTsw, xeVrpov) dall' Ardaillon. tipo raffigurato
Aegyptus - Anno X - 12

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accettando /sa]:del Prescott,sarebbe anche lecito intenderee ' la ' tradurre ya xvTvjjjLa poderosa cuspide (1) ; e chi poi e men preferisse altro, ambiguo, vocabolo potrebbe,p. es., supporre con lo stesso senso, opufHsv x] (2). In secondo luogo, quanto alla forma verbale da integrarea sinistranella lacuna sempretenendofermol'g[ , piuttostog*[ , della primaedizione - sarebbe forse da considerare,accanto alla proposta di 3pu[sv, la possibilit, invece, di u oge[ev. -= La frase p<rbv puVrsiv non ardita come il pi afferm, pu^yjv p. gi riferimmo, Vitelli nel proporia- di xas^ov cxpaTsetv e sim.: senza dubbio ; ed anzi, oserei aggiungere,la sua stessa singolarite novit sembrerebbe in Callimaco raccomandarla (3). Ci nondimeno, con tutte le possibilit bisogna fare i conti; e, dato p*[, anche op[sv ' ammissibile : che pyw dal senso specificodi ' porrigere(manum) e 'porrigere aliquid (manu)' passa in numerosefrasi ad un senso genericodi 'dare1 ' praebere' in cui - come del resto in ogni verbo di tal significato suole succedere - idea accessoria originaria della mano che si stende per porgere s' oscurata sino a frasi alle quali scomparire: cf. eu^o, xto, ^;, zzko psyeiv, andrebbe ravvicinato un apctv pystv col dat. Mr^si'ot;(v. 46) facilmente sottinteso(4). e quindidello stessopiccone.Da (1) Cuspidedi qualsisistrumento notare due cose: 1) che il termine tecnicoe propriodel verutum greco . oeXiffxo;, non sXo'c, onde gi per questo Callimaco non sarebbe, caso mai,incappato in una veraambiguit ; 2) e che,del resto, sXfexoc, e quindi presumibilmente anche sXo'c, sembraessersidettodella lama di qualsisistrumento e terminasse in punta: cos, purchfossediritta la lama della spada iberica p. es., Polibio (VI, 23) denominaoeXiaxov deglihastati.
Cf. Hesych. : xt' ...
xtdlV # uTY)fflV.

tam late patetquam Lat. Cuspis . (2) Thes. Gr. L. s. v.: In universum
oirXovr' eXoc dtSyjpouv, , tou eXou;. -

(3) Non farei invece gran conto della problematicaimitazione nonniana segnalata da P. Maas (Deutsche Literaturzeitung 1929 col. 613 cit.) e ricordataanche dal Vitelli (PSI IX, 150, 45) in una nota che riporter pi oltre,dato anche che pi-a;vi incerto (cf. Tediz. teubnerianadel Ludwich): forse ebbe ragione il Cunaeus (1610) di proporre(p)i-a e qualche editore di seguirlo. E neanche vorrei tirarein campo la congettura quattrocentina nel verso corrisponrupere(= rumpendoeffecerunt) dente di Catullo, che non meno incerta. (4) V. Thes. Gr. L. s. v. ; ou7ro'poc paiv opsf^ev xi]; jso potrebbe insomma tradursi: magna cuspis praebuit (se."Medis) remotionem (vel : cf. Cat. v. 43) tuam' eversionem

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Ma, come abbiamo pi volte accennato,questa via integra- a cui non avrebbe poi fatto troppo zione e interpretazione grave ostacolo la non rispondenzaformalecol v. 45 di Catullo, il quale e qui presso e in pi d'un altro luogo si concede variazioni piccole e grandi non tuttespiegabili con le necessit della traduzione metrica(1), ed ancor meno la mancanza di una qualsiasi
al monte Athos,men proba(1) 45 jadeo: apostrofeverosimilmente in Callimaco, sostituitacolla terza persona in Catullo; bilmenteal ferro, *r 45-46 iuventus . . . classi barbara navit; 47 ^ew^ev 46 oXoatvTje ejfydav </ ac Et qui principiosub terrasquaerere venas ' Insttit Ipyacrirjv uppaffav e GRM; ferrisfingereO: ferristrinduritiem ferristringere (ferris fringer
gere Heyse edd., ferri fingere Voss, ferri effringere Prescott loc. cit. : la tradizione porta pi naturalmente a ferri stringere per iscambio fra T ed F e falsa divisione delle parole); 51 pe . . woSewxov </>51-52 mea fata ... *r cum; 53-54 [] xuxXoW aXta ''; lugebant; 52 [xa] <s> 52-54 se ... impeliens nu^TYj I [Xarptc] to[]o3vou Aoxpix 'ApffivoTq
49-50

s* facient; oupea tooc </>talia; 48 u>; ^ luppiter, ut; ye'vo;</>omne genus;


Y'/)o^v vTeXXovxa, xaxv | , xa cpuxov, o (xtv ecpTrjvav

TU7c8wv

aera permis' ObtulitArsinoesLocricos alisequos (elocridicosalis tantibus AchillesStatius1566); 55 sgg. son assai mutili, equos OGRM iam corfexer. </* eo ; 59 : 57 im yfo[s, ma cf.tuttavia seguito o no da un dimostrativo, </> MtvwtSoc 60 ex Ariadneis... temporibus;59-61 o[pavv | fiot] vufxcpY); ^ dii vario . . . Iv TcoXeeaatv . . . ... | [X{j.Tcoj]v . . . v5rpw7:ot pi5r(/.to in luminecaeli ' . . . | Fixa . . . foret(al principiodel v. 59 di Cat. leggo col Lafaye e con Lenchantinde GubernatisHic dii per il corrottoHi dii ven ibi di OGRM: per me evidenteche ven ed ibi son due glosse, Tuna indicanteil sogg. Ven(us),Faltra a spiegazione di hi[c]; numineOGRM : xaX lumineed. Parm.1473,vulgo); 61-62 XX[cpaveyjv] | [*at epjevtxeio; ^ Devotae verteis r emus nos sed exuviae; ' flavi fulge quoque 7cXoxaa[o] eyw </* ad templadeum me; 64 [Ru7cpt]<; cedentem 63 {/.e ^a[vtou; vtovxa] Trap' i confronti tutti non e breve Il frammento ^ //Va. posson dirsi sicuri; ci nondimeno ve n' abbastanza per giudicare del genere delle libert catulliane: omissioni ed aggiunte e variazioni di solito assai modeste, che importano, ma talvolta anche variazioni profonde, pur in corrispone sostituzionetotale di frase. denza di senso, trasformazione fra il testo callimacheo e la traduBuone osservazionidi confronto zione catulliana ha il Fraenkel, Gnomon 1929, pp. 266-268: ma strano ^ uvidulum a di spiegare 63 [xjjiaTt] mi pare il suo tentativo Xourfjxtvov fluctucol supporreche gi dentroil tempio in riva al mare la treccia sia stata bagnata dagli spruzzi della marea, poich durante il viaggio toccati i flutti.Io credo che la difdalla terraal cielo non ha altrimenti Xoudaevov ficolt si possa superare ancor pi semplicemente, [yujxaxt] colloc 64: *Cipride me ascesa presso gli immortali da unire con otorpov fragli antichiastri astro nuovo che si bagna pur esso nell'onde' [viovxa[

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particella congiuntiva rispetto al distico precedente (1) - sembra ormai, almeno in parte (2), da abbandonare. Il Vitelli nella seconda edizione ne ha indicata un' altra e in complesso migliore, consigliata da una constatazione di fatto e da una suggestione ingegnosa. La constatazione, dovuta al Vitelli stesso, quella gi riferita che nel papiro, anzich V/j-osocy.sT'., e cio ritrovare nel vop*[ , possibile leggere [ioiJ7:opo7as'7ivoT*[ testo callimacheo le traccie del cum catulliano (3) ; la suggestione, dovuta a R. Pfeiffer ed O. Immisch, di vedere nella prima parola del verso non [4:;, ma un nuovo vocabolo vjttoso; - ;sya; esso al ' mare ' di Catullo (4). rispondente pur rcpo, e Xovojaevov indica azione abituale. Catullo corrisponde a un imperfetto cos ha inteso e perci,bench non troppo felicemente, tradotto:cedentem Gramm part. pres. in funzionedi part. perf.att. (cf. R. Krger, Ausfhrt. .Lat Sprache, Satzlehreneubearb.v. . Steomann I, pp. 756-57 = 136, 4 a); uviduluma f tuctu(uindulam a ftuctu OQ](?)R; uiridulurn a ftuctu G2(?)M: uvidulumParis. 8233; avidulam Guarinus) concordato con sidus (senza la svista dubitatadal Vitelli PSI IX, 152,63), e dove il riferimento di a fluctu ad uvidulutn, anzich al seguente emistichio, indicato un variando p1dalla cesura e pi dal contesto. Al poeta piaciuto- ripeter alquanto osservazione del Kalkmann cit. dal Fraenkel - di alludere nello stesso momentodella metamorfosi al consueto sorgere della stella, che la treccia ormai rappresenta. E va lasciata quindi cadere anche la spiegazione comune - superiore del resto a tutte le altre proposte e conciliante la lezione archetipacol senso della correttura quattrocentina a fletu- : 4dal fiottodi lacrimesparso pertanto sacrificio' (Lenchantin de Gubernatis comm. a Cat. 1928). un (1) Questa mancanza non conduceva di necessit ad ammettere asindeto quale si nota e dispiace nel tentativodel Prescott. Per convincersene, basta variare alquanto il primo emistichiodel suo v. 43, togliendone il verbo e sostituendoviqualche adatta zeppolina : xal yz r/101'; - xa yp xat ^eT'- xai yp xx ^reu.trXojv - xa yxp "' abi/y^rv e via ... inventando. (concordato con pcrtv) (2) Di questa limitazionedar conto in fine. come vedremo in altra nota. (3) II quale tuttavianon certissimo, (4) Riportandoci a quanto abbiamo osservato sul [4- thtatxov, avremmoqui il tipo omratc. bens vero che in questi composti il (Wjsembra mantenersempre un'apparenza di ragionevolezza etimologica,in al *bove ' implica quanto essi concernono cose per le quali il riferimento Y idea di di e forza inusitata effettivamente ; e che neanche il grandezza si a un adatto confronto : tuttavia,dal composto oupuToc (Hesych.) presta punto di vista teorico, da tener presentela possibilit di un'estensione analogica nell'uso del prefisso,una volta inteso come semplice prefisso

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Cos fondata l'ipotesi che nel v. 45a il poeta latino, anzich una totale sostituzione di frase, abbia invece seguito permettersi abbastanza dawicino l'originalegreco, il Vitelliprocede pi oltre, vede la finaledi vso];, ponendo insomma: e nel davanti a reo 5p?ivV *[. . . vo]>. oUTTopo; anche se La buona probabilitdi questo tipo di restituzione, se come avverte anche Nonno un vocabolo nuovo, bo'jTTopo; che sembrare lo stesso Vitelli poco pi sotto attesti possa innegabile; n a (1), certamente piuttostoSoj-poche fto'S-opo; un significato me par punto necessario sospettare,allora, in ap<7',v sso ed unir alla frase da Esichio diverso da quello suggerito > come vocativo in (Plut. Mor. questa seguente assumendo un verbo a trovare 455 D) (2). Resta, vero, che possa opportuvso: = ' novummare* namentelegare insieme il soggetto fiotaopo;
e, nel caso concreto poi, secondo me, da fartesoro di una maggiorativo, fine intuizione avuta e dopo abbandonata dal Vitelli. Annotava infatti questi nella prima edizione: Pu venire in mente che Caliimaco si sia ma non lo credo,n allora la restituzione permesso lotoso; (=--[o't-oso;), di un contesto ragionevole sarebbe pi agevole . Su quest'ultimopunto ha cambiatoopinione; non s'indurr fors'ancoa credere i' illustremaestro da parte del poeta alessanabbia potuto facilitare, che appunto [io-nroso; ? di la creazione drino, [io-iroso; (1) P. Maas ha giustamentenotato che xat oia iligcoue ripreso da Nonno (Dion. 6, 375), e pu anche sembrareche tuttoil luogo di Nonno (nel diluvio universale Poseidon ^ bcpov uLeaofxcpaXov xai ot. .) attesti :o;a; (?) .(;> e i ' v t otcV/tcs, piuttosto[lotoso; che botoso; . V. anche qui nota (3) a p. 170. (2) lo non so se con l'esprimere il dubbio che ad apiiv pur 'in ' qualche manieragarantitodalla glossa di Esichio possa doversi attribuire diversoda quello di cpaviav un significato (per il quale e sensi analoghi cf. anche il nuovo Liddei.i. a. Scott s. v. II, 1, 2,4), il Vitelli non abbia pensato al sollevarsi delle onde nella marea, per cui si cita Ps.-Arist.de ; mundo 396a, 26 : iroXXai Xs^ovratxat x u u. cov ctocret s. v. i, 2; Diod. Sic. 3, 41 aggiunto come simile esempio nel Bailly, ma al significatodi amotio in Liddell . Scott con pi probabilit riferito reo andrebbe unito alla seconda proposiII, 1): in tal caso, certamente, del verso non sembra consigliare la pausa dopo zione. Ma F architettura vso; e iperbatodel xai ; e, una volta ammessa una pi precisa rispondenza anche in questo luogo fra testo greco e traduzionelatina,convien cesura trocaica -f dieresi pur notare, che Catullo ha, certissimamente, ad peiv. va riferito bucolica: ci pu essere un altro indizio che '
Ttva; (mcicjjlevou; xaipou; (LlDDELL cuul-ssoos-jS'.v s , <7Ar'vr, a, SCOTT

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-= remotionem e Foggetto pstvreo tuam; e Catullo non vi aiuta, avendo egli, in ogni caso, variatoalquanto il testo col far di novum di un soggettoMedi e di un verbo incerto(1). mareil complemento Ma non forse impossibile: i dati del senso, della metricae della lacuna nella loro ferrealimitazioneparrebberodover riuscirepiutsi pu tosto di guida che impaccio. Per il senso difficilmente ' ' ' sostitu ' ad un ad altro che segu (se pur questo pensare ammissibile con un nomea actionis come p*7iv per oggetto) ' < la immesso mare perfezionedell'opera) o, infine, complet (nel forse per troppo ardita vide '. La metrica con personificazione esige un trocheo e la lacuna residua di tre o, al pi, quattro si pu,al pi,ricavare peril ms.Veronese: (1) Dai datidellatradizione () cumque (O ; RM var.)

etc. Cum (G2RM) Medi properenovummare, atque (GM) iuventus avrebbe malamentesostituitealle lezioni Secondo questa ricostruzione, neanchecorrelativefraloro; G dapprintestualidue variantisoprascritte, la accolta prima variante, ma nella posterior revisione corretto cipio secondo la lezione testuale; RM = y gemello di G serbata per avventura ma anche una delle varianticome tale non solo la lezione testualeintatta, in riguardo non per certa,soprattutto (alias cumque).La ricostruzione : e*era veramente doppia lezione nel Veronese? e, alla prima particella nel caso, quella testuale tra turn?Il Baehrens (1893), p. es., assegna all' archetipoturn; il Kroll (19292) lascia la cosa incerta; Ellis non si pronuncia n nelPedizione maggiore (1867) n in quella minore(Bibl. del Lafaye(1922) manca addirittura ogni indicazione! Oxon.)' nell'apparato - atque, parrebbelecito Che se la lezione testuale del Veronese era Turn domandarsise forse non avessero ragione quei dotti i quali sospettarono che il properenascondesse un properare(cod. Hamburg. Philol. Serin. L 139 saec. XV; Scaliger; Conradinus de Ailio 1738): TurnMedi properare intendersicome inciso parenteticocon infinovummare potrebbeinfatti nito descrittivo;e in tal caso l'induzione di un ore callimacheo dal testo catulliano perderebbe, almeno, in tutto in parte (cum ss.), l'appoggio della tradizione. Ma ammettiamopure il cum e che, per conseguenza, indie.: quale ? Le congetture che Ellis ampere nasconda un perfetto - sono : peperere(cf. Man. V, 49 (1867) registra- n altre ne conosco nee undis ' Persida non invehet pelagus Xerxesfacietque tegetque) Itali; 301-2 dove freta. . . rupitha il senso Med. che Sen. rupere(cf., piuttosto di ' solc i mari' Ov. Met 5, 256-257 Fama novi fontis nostraspervenit , che il Forcellini ad aures ' Dura Medusaei quem praepetis ungula rupit Hier. Avantius ; humo acconciamente Itali; irrupere elicui) 'rupia spiega 135 et 1830 Litt. a. in Act. H. R. Statius Ach. p. Jen. ; propulere pepulere Rossbachius; fodere Bergkius; ecfodere Gul. Wagner. Mettendo pur da che su per gi anticipa l'idea espressa parte le meno verosimili(irrupere,

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lettere: dal che risultache occorre un aoristo o un imperfetto (1) del tipo
xa,

dove pu rappresentare anche un dittongo due consonanti. A queste condizioni di senso e di forma risponde anzitutto che subito viene in mente, ma che tuttaviascartereiper la zV)ty ^vs, assunto il verbo non ragione gi detta; e inoltrel'imperfetto nel significato di ' facer, efficere' ma di i perfisemplicemente cere, conficere,absolvere, ad finem adducere* (2), qui - come ' sopra s' accennato - quasi coronar V opera ' completare la sparizione del monte col subentrare nel suo luogo. Proporrei, : insomma
' r,[v*vso]; tin V/jttooo;371V parafrasando * vso; ti; ;/iyx; 'n-ooozs^sTsXst (i^zzlzGz) tvjv 3C37V aoaviwv 70'j s; tv 7ov tottov si^iXXoiv (sl^a^civ), o,

in latino,cum novummare perfecit tuam in tuumlocum amotionem immissum (3).

dalla fraseseguente; pepulere odere, troppoforzatonel senso; fodere ed ecf dove fo- od ecfo- > pro- paleograficamente poco soddisfa),ne restano tre fra le quali difficile scegliere. Gli editorimoderniaccettano generalmente ; ma anche rupere attraversoun prupere stranamente peperere attestatoda un'edizione antica (Ellis 1867: 'prupere ed. Paris saec.XV; incunaquest' edizione parigina non resulta per dal Peddie, Conspectus sotto Catullo) e prop(ul)ere(la cui breve iniziale sarebbe difesa bulorum, da Lucr.4, 195 e 6, 1026) hanno almeno ugual grado di probabilit.Dir di pi : se dovessi decidermi,io lo farei piuttostoa favore di propule rer di cui mi sembra percepireun'eco nello scolio a Gioven. 10, 174 (Xerxem in Achaia dicitur dica Persarumregem, montem qui Athonem perforasseet im mis is s e terris nov m m ar e etc.), il cui autore, a giudicare da ' novummare' ebbe forse a mente il luogo di Catullo. non parr dubbio, (1) Che sia lecito supporre anche un imperfetto chi ripensi al valore aoristico dell' imperfetto dei verbi indicantiazione dei due tempi in Omero, talvolta senpuntuale,e al trequentealternarsi z'altro motivo che la convenienza metrica.Cf. Brugmann-Thumb, Griech. Gramm. $ 552. ^v V1JIV sim. (2) Cf. le note frasipYov la parte frammentaria e mancante (3) Mi piace rilevare che con y[vs del verso risultain tuttodi settelettere,come indica il gruppo corrispondente del pentametro E cos pure che, data invece l'interpunzione vrjsusfir,. dal Vitelli il senso di ot.xu^rojv,potrebbe e proposta assegnato ad ctpctv forse indicarsicome verbo accettabileun r']pe : cumnovum mare concitava aestum.

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Un' ultima osservazione e ho finito.La novit singolare del la presuntaimitazionenonniana (Dion. 6, 375), composto ou-opo;, che attesterebbe la constatazione, piuttostoil noto ou-opo;, infine, che una variazionepi profondain Catullo non di per s inammissibile potrebbero anche indurre a dubitare se non si debba scegliere una via, per cos dire, di mezzo nel tentativod'integrare il lacunoso e pressoch disperato verso; e cio tenendo fermo accoglier soltanto, della seconda proposta del Vitelli,la (tourepo suggestione della lettura *[ . In tal caso mi pare che non disdirebbesupporre,col medesimoimperfetto di zvoj,e con interdi ed altro pretazione ouTwopoc supplemento gi pi sopra illustrati, V /.!., ouxopo; apctv ;^[vevxt']; cum magna cuspis con tuam (1). fecitamolitionem 1929 Padova, 15 novembre EP1METRON Quando il manoscrittodi quest'articolo era gi ultimatoe altri rifericopiato, ed io non avevo certo pi voglia di inserirvi menti ed altre discussioni,m'ebbe a pervenir finalmenteStudi italiani di filologia classica, N. S., VII, 2, dove sono due articoli che hanno dei punti di contattocol mio: l'uno di Massimo Lenchantinde Gubernatis,Catullo e la Chioma di Berenice di Callimaco (pp. 113-126); l'altro di W. E. J. Kuiper, De Cflllimachi fragmentonuper reperto (127-129). Dopo averli letti, non trovo nulla da mutarea quanto ho scritto; ma giudico tuttaviaopportuno questo breve epimetron. Il Lenchantinde Gubernatisstudia da par suo la restituzione del testo catulliano alla luce dell'originale, e non manca,nel farlo, di proporresupplementi e interpretazioni apprezzabili. Io mi sono di un solo verso del nuovo frammento, e occupato essenzialmente del testo catulliano non ho trattatoche in parte, per necessaria incidenza,in alcune note : mi limiterquindi ad esaminarei soli punti di contatto. V. 45. Non convincentemi sembra la difesa di rupere,come correzionesuperioread ogni altra. L' opj[c|ev non si Pu pi, oggi, sarebbequi,anzi,adoperato di rapnel suo sensoproprio (1) LMmpf. l'azionedel suo svolgimento presentare passato(aspetto cursivo). Federico Ageno

CHIOMADI BERENICE, V. 45 CALLIMACO,

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con Tac. Hist. 34, 4, 'ove giudicareprobabilissimo;e il confronto il Mediceo ha prupta in luogo di rapta con il p- inizialecancellato dalla primamano', non so quanto sia esatto: l'Andresen (Studia I, 23) in un'osservazione riprodottatal quale dal Goelzer nella sua edizione Hachette nel 1920 (cf. anche del medesimoGoelzer de France) rapl'edizione nel 1921 nella Collectiondes Universits Piuttosto,era da ricordareil presentala cosa assai diversamente. prupere di quel paleotipo di Catullo che 1'Ellis menziona nella sua edizione 1867: anche se non si pu considerarese non come valore di dell'antico errore congetturato, ripetizioneindipendente confrontocertamentegli compete. Ma grati dobbiamo essere al di averci indicato un altro luogo classico, oltre quello Lenchantin dal Forcellini,dove rampere ha analogo di Met 5, 257 registrato Sii. 5, 618 dissilienstellus parvos rumpit significato pregnante: hiatus. Nel medesimov. 45 il LenchantinrifiutaVatgue osservando ' che, per tacere della trascurabileimportanzache assume la coined atque, se cidenza di particelled'uso frequentssimo quali %<xt - l' iato il lo Vitelli ha notato si avrebbe si conservasseatque, in Si agil senza Catullo. che esempio dopo dieresi bucolica; rilievo bucolica verso la dieresi nostro nel che perde ogni giunga e e semisettenaria, alle cesure maschilisemiternaria in confronto l'esistenza dell'iato'. Ma il Vitelli non potrebbequindi giustificare da quel che parrebbe (Studi etc. N. S. VII, 1, p. 10), diversamente i mostra invece alieno non del le Lenchantin, parole leggendo ' meno duro suona lo iato,che giustamente dall'ammettere qui gli che altrove', e non so se accetterebbe, quanto alle cesure principali da riconoscersi in questo verso, l'opinione del Lenchantin stesso. vero che L. Mller (cf. Catulli, Tibulli, Propertii carmina ... ree. LucianusMueller. Editio stereotypa. Lipsiae,Teubner, 1913: a pag. LXVH) ebbe l'ardire di scrivere: 'Caesura bucolica, in versu Latino nulla' ; ma il post quartum quae fit dactylum, tempo in cui per le cesure principalinon si voleva tener nessun conto delle pause di senso credo sia superato. sostenuta invece la restituzione V. 50. Ottimamente ferri di semantica anche e la riconnessione duritiem stringere stringere a strictura,'massa ferri rudis, praesertimcandens, quae malleo strngi ac densari potes vel 'ipsa massae candentis tunsio et quae malleo fit' (Forcellini). densNatio, V. 54. Non saprei quanta probabilit abbia il supplemento e il coerente supposto 'Aprivo*)? sulcovou (?) Aoaptx [rivjyxGo;] il che Zfirosia consideratocome Pegaso di Arsinoe: in omaggio

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alla ' pressoch sicura' correzione ales equos in Catullo. Certo che Fobbiezione mossa controalisequos ha scarso valore: alisequos 'che segue con le ali' e ' in realt gli animali alati significherebbe traggono le divinita volo, ma non li seguono con Tali ' In realt qui non si trattadi trasportareArsinoe stessa a volo, ma una treccia; e se in Callimaco,ammessa la congetturadel Lenchantin, Pegaso rimane chiaramente semplice terminedi paragone, in Cail 3-yjXu; ha traducendo che io tyj; del testo, il tullo, soppresso vento parrebbe diventatosenz' altro cavallo : ora, a parte che i venti - come osserva lo stesso Lenchantin- assumono sempre un cavallo che trasporta una treccia non aspetto antropomorfo, 10 s' intendeo, peggio ancora, grottesco. Meglio dunque accetsenz'altro tare Yalisequos che la tradizionesuggerisce, o, piuttosto, il creazione considerando vocabolo un' ardita fornisce,e, quale da un da fatta e non un rassegnarsi poeta etimologista, analogica a interpretarlo alla buona come equivalente ad alatus famulus storia dell'interpretazione di uni(cf. v. 57 e cf. anche l'istruttiva v. al 53). gena che accetta il femminile uvidulam del V. 63. Il Lenchantin, che la correzionedi -lum Guarino,notando del resto giustamente, in -lam non presenta difficoltalcuna (secondo lo Chtelain i Veronese era un ms. in corsiva precarolina: cfr. Lafaye ediz. 1922 p. XXXI), rinunzia ali' interpretazione esposta nel suo commento del 1928 e suppone che il (/; fosse ' Xo'jasvo; dall'onda multa di o anche cui aveva bevuto dei profumi (yjj/.axb *[/.a<7i) milia' (cf. v. 76 sgg.) 'prima d'esser reciso dal biondo capo'. E prosegue,a confortodi tale spiegazione: 41 suo desiderio di profumidel resto non era cessato dopo la trasformazione in stella. Anzi in tale condizione il ^/;chiedeva con insistenzaalle doni dai vasi d'alabastro'. spose (v. 79 sgg.) di versargliprofumati Sar: ed almeno la spiegazione ingegnosa. Ma []lo'jy.svov induce ogni semplice mortalea pensarealle onde marine, e, bench Callimaco non iscrivessepei semplici mortali, non si potrebbe qui il vanto certo neanche a lui, oltrechal suo traduttore, attribuire di essere stato chiaro e felice nell'espressione. Ond'io non mi sento persuaso e, se non preferisco, per lo meno non respingo 11 tentativo di spiegazione mio proprio. Quanto alla proposta a cui il Lenchantin aveva pur anco pensato,credo [/ptfj!.y.(7t] Xouja., abbia fattobene a non soffermarvisi : oltrela scarsezza dello spazio disponibile (5 6 lettere),quel [^{] complicherebbele cose, perch non si capirebbe pi perch mai Catullo avesse tradotto

, CHIOMADI BERENICE, V. 45

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avidulam(ammettiamolo) a flucia piuttostoche, per esempio,uvidam ab unguentls. Passando al Kuiper,questi presentaanzitutto alcune congetture a propositodel v. 45. Non credo di doverle commentare : posso limitarmi a riferirle notando che esse partono tuttedalla prima lezione op[ e che postulano accezioni, immaginietc. davvero singolari. 1. Apostrofe a Lemno e ricordo del verso sofocleo -oj; Tjci^si vwra AyjjAva; po; (frgm.708 Nauck) ; 1'Athos stesso chiamato^ou^po' quippe qui gnomonis vice fungatur illi insulae' : . [ iiyj>i] ou-opo;ao<7bv 2. Apostrofeair Athos 'quem Arsinoes appellat obeliscum ex ': formaculminisin cuspidemexeuntis ; ouzopo;'Apfftv7j[ StopJtfT&o a. stesso aggiunge - de monumento ma nulla sappiamo Arsinoes in ilio monte psito'. 3. Apostrofeall'thos nella forma 'mons, qui surgis ut obe' liscus, perfodiebare: ouxopo; ap<7tv op[o; Stopujd^rso. 4. Apostrofeal ou-opo;= stimuluse riferimento a Erodoto

: 77xa*7Ttyojv 7,22 wpu<7<7ov

e senso di [io'ja Serse con identico riferimento 5. Apostrofe : -opo; ^. |/.<7[; ^ouTTpo; p*7vop[o; e ad '',;, a Bouapr,; che il poeta, *iocu6. Apostrofe lariterdetorquens' i loro nomi, cos evocherebbe: ' montem * TivdTso ', col verbo al singolarecome fa Omero 'Ap^vop; ; Nto; [, 145; , 295]. con la coppia Ivp; L'altra parte dell'articolo riguarda i vv. 59-61 per i quali si propongonosupplementicerto pi plausibili di quelli tentatiper il v. 45: 59ex- o[/^ st*sr/j] ; ; 60ex- s-t/povt'oi;]col Boissevain ricavareche Catullo al Ma dal proposto [TSips<it]v 61 in- [Ttps<rt]v. v. 59 abbia scritto Siderei en vario ne solum in lumlnecaell io non vorrei. 1929 Padova,23 novembre
Federico Ageno

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