You are on page 1of 56

I

tK

:?!~*.'

,,

'

'V-V >.

':'..-'
JB
rcM
a

LE N V O V
M VSICHE

DI GIVLIO CACCINI DETTO ROMANO.

IN FIRENZE
APPRESSO
I

MARESCOTTI
C
I.

MD

JoFraFrancefco Tibaldi Fiorentino de Minori Conuentuali ho Ietto quefti Madrigali in mufica del Signor Giulio Caccim tornano, e dall'edr* compoiti in materia d'amorVn

danoin poi,non vi ho trouato cola repugnantc alia cattolica fede,ne tapoco contro Prelati di Santa Ciiiefa, Republiche, Prcncjpi * & in fpde di ci ho fcritro gasili quattro verfidi propria mano in Santa Croce di Firenze i'vltimo di Giugno i 6" 02.con la lettera dedicatoria al Signor Lorenzo Saluiat ,& vn altra a Lettori.
j

Concedei!

fi

{tampino col contento del Padre Inquifitore. il d

I.

Luglio

602

GqC Vicario 4 Fiorenza.


Si

concede licenza di Camparli in Fiorenza

In quorum fidem

Dat.Flor.die

.Inni j 1

fot

L'inquiitor di Fiorenza,

ALLILLVSTRISSIMO
SIGNOR LORENZO SALVIATI
VO SIGNORE QSSERVANDISS,

VNA
li

cofa inanimile pi

ad'offerire altrui e^iamdioipicei-

doni y che la gratitudine i chi talora fi e degnato riceuerlil

V* S, lUuiirijjma fi compiacque fempre di fauorire, e gradire, non dir i doni } ma $ faggi degli eferaci miei muficali : mentre
che il fuo nobile intelletto in tutte
dilettato
le belle di[cip line

affinato 9 fi

non folamte di afcoltare da me, e da chi e efercitato da me le mufiche mie, tf ricanto*, mafouente ancora dionorarle ca

mia e[pcrien%a dell'arte pubblicare alcuni fochi miei Madrigali , (f canzonette compofte a aria, le raccomando alla protezjon

tandole 11 perche douendo io per vna certa

fua ,

che con tanta cortefia fi e compiaciuta pregiarle :fi>erando che quelle Mufe,co le quali ella nelfuo nobibffmo giardino fi fuo le lare vtrtuofo diletto , che per yici-

fianca di luogo a quelle vmilijfme della


ricordata

mia cafa non fon difgiunte , debbiano tener

ffendo, defideS. IlluFtrijfma quella (eruit mia, che antica oramai e

ra y ejj?era ogniora pi internarfi nella fua virt , e nella benignit della gratta fua quale defederando io fempre che fia tUuHrata dalla grafia diurna, 4 leifo reper*

\a debitamente T>i Cafa in Firenze il dipnmo di febbraio ioi.


DiF.SfllluttrilFma

Obbligavamo Servitore

Giulio Caccini,

*A

*A*

a
E
fV^^fLS ^r^eV^fcS
fe'W fi?) /fc)
**> dfe^ cfc
citate
,

lettori;
dame
intorno alla nobile miniera di cantere dalffc
io
:

glifiudi della muficafatti

f ^ ctf tone del Palla mio maestro apprefa, -g) alt re mie compofizioni di pi m4 ar * e> comPfti da me in diuer ^rt a ^ * fi tempi io non ho fino ad hora manifefia*

&

&

ti,

ci

addtuenuto dal non iHimare

parendo

me ee affai di onore
amatori di cjueja

riceueffe-

w5

r a d?//f

w/> mufiche ,

f molto pia del merito loro

vergendole contmouamente cjer*


,

** / /' /Swtf/i

cantori, e cantatrici d Italia,

&

altri nobili

profieffione /

*JUa ora vergendo andare attorno molto di effe lacere,


Quei lunghi giri di voci femplici
,

eguasle,

$) in oltre malamente
l'vna nell'altra
,

adoperaifi

e doppi , cio raddoppiate, intrecciate

ri trottate

da

me per afuggir e avella antica marner di pa[faggi che gi fi cojlumarono


pienti di fiato, e di corde, che

pi propria per gli firn*

per

ie

re della voce,

l'efe Umazioni, trilli,


,

tare: fono fato necefftato


i

&

voci, fg) altres vfiarfi indifferentemente, il crefiere, efeema* e gruppi, altri cotah ornamenti alla buona maniera di can*

&

anco mofioda amici di fin slampare dette mie mufiche ;

&inque-

Ha prima impresone con ques~lo dificorfo a i Lettori mostrare le cagioni, che m' indfiero fimilma* do di canto per vna voce fola, affine che, non effendofine' moderni tepipajjati cojumate (chi'ioftp'
pia) mufiche di quella intera grafia eh' io finto nel mio animo rifonare, io ne pojja
ti lafe tare

in qucfttferita

alcun vefligio

e che altri pofia giungere alla


1

perfezione , che

T oca fiutila granfiarti*


]

fn 1 feconda-*

lo veramente ne

tempi che fioriva

Firenze la vtrtvofiffima Camerata dell' 11nonfilo gran parte del'


che

ivslrijfimo Signor (jicuanr.t


la nobilt,

Bardi de Conti

di Vernio, ove concorreua

ma ancora i primi mufici ,


,

&

ingegnofi h uomini , e Toeti, e Filofofi della Citt, hauen-

dola frequentata Anch' io

pofjo dire d' havere'.appref pi


,

da

loro dotti ragionari

m pi

di

trent' anni non ho fatto nel contrappvnto

impero che quefii intendentifimi gentiluomini mi ha*

nofmpre
che non

confortato, e con chiarifime ragioni

conumto
l

non pregiare quella forte di mufico-*

la fidando

bene intenderfi

le parole ,

guaf a

il concetto,

fc or cian do le filiab e per accomodarfi al contrappunto , quella marner cotan o lodata da Platone , fffi altri Filofofi , che affermarono
f

ffj tlverfo, ora allungando, f) ora laceramento della Poesa, ma ad attenermi a


la

mvfica altro non

efere, che la favella

Irithmo, fg)
3

ilfuono

per vltimo

enm

per

lo

contrario, voler e, eh e ella

pofia penetrar e nell'altrui intelletto

e fare

quei mirabili

effetti, che

ammirano gli Scrittori^ che no

potevanofarfi per

il

contrappunto nelle moderne mufiche,


di corde, che

particolarmente cantando vnfolofopra

non ne intendeua parola per la moltitudine de ipaffagoi, tanto f nelle fillabe brevi qvato lunghe, -f) in ogni qualit di mufiche pur che per mezzo di efiifivfiero dal

qualunque frumento

ia plebe e aitati

e gridati

per folenni cantori

ZJedvto adunque, fi com

io dico

che

tali
,

mufiche , e
poi che noti

mufici non dauano altro dilettofuor idi quello, che poteva l'armonia dare ali 'v'ditofilo

potevano

effe

muouere l

intelletto

fn^a

l'intelligenza delle parole, mi

vene penfiero introdurr e vna

forte di muffea, per

ho detto ) vna

quafiche in armonia favellare, vfando in efia (cerne altre volte certa nobile screziatura di canto, trapafiando talora per alcune fklf, tenendo per
cui' altri poteffe

la corda del baffofirma, eccetto che


j^o tocche dall' iftr amento per

quando io me ne volea feruire alt vfo comune, co

le parti
;

di mc%

efbrimere qualche affetto , non effendo buone per altro


,

La onde
,

da-

lo principio in quei tempi

quelli canti per vna voce fola

parendo a me che havefiero piforza


i

per dilettare ,
fimo
/'

e muovere, che le pi voci infieme ,

compofi in qvei tempi,


;

<JMadrigali ,

Perfidifi

"Lolio

%Jedr Hmio Sol,, T)ovro dunque morire


3 3

e fimili ; e particolarmente l'aria fopra^

Sgloga

delSanazz aro
,

Itene l'ombra degli amenifiggi in quello fide proprio, che poi mi fervi
.

per le favole che in Firenze fi fono rapprefentat e cantando


(amino mi moffero a trasferirmi k
dngali
(gf)

1 quali Madrigali,
il

m efja camerata con amoreuole applaujo, & efort azioni adefegvire


Roma
Aria, in eafa del Signor

&

tsiria vditi

mio prefvppoffo fine per tal

per dirne faggio anche quivi, oue fatti vdire detti

t^ia ,

Nero Neri molti gentiluomini ,

che quivi s adunavano

particolarmente al Signor Lione Strofi, tutti poffono rendere buona testimonial quanto mi efior ero continovare Cincominciata imprefa, dicendomi per fino qua tept, non bavere vditonut taf

armonia d\na vocefola ,fopra vnfempltce frumento

di corde

>

che bauejfc hauuto tantafior za de

muovere

muouere t'affetto de/tanimo quanto quei madrigali ; s per lo nuouo fide di e (fi come perche cofiu m^ndofi anco in quei tempi per vna voce fola i madrigali flampatt a pi voci, non parcua loro, che
per far tifato delle parti corri fondenti fra loro y la parte fla del ferrano di per [e fola canta' a ha Hej\e t n quei tempi fi v fi affetto alcuno, onde ritornato io Firenze e confederato, che altres jtiuano per i mufici alcune Canzonette per lo pi di parole 'vili , le quali pareu me, che non co f
,

Hentffero, e che tra gli

hupmini intendenti non

Jt fitmafero

mi 'venne anco penfiero per folieua.me*

a vfo di aria per poter vfirern coletto di pi Hrumenti di corde j e comunicato questo miopenfero molti gentiluomini delia (fitta fui compiaciuto cortefemente da efii di molte canzonette di mifur e varie i verfi,fi come anche apte talvolta degli animi opprefii, comporre qualche canzonetta
Preffo dal Signor Gabbriello Qiabrera
,

che in molta copta

&

afjai diuerfificata
,

da

tutte l'ali re

ne fui fa hot ito predandomi

egli grande occafone

dandar

variando

le

quali tutte compofle da

me
,

in diuerf arie dt tempo in tempo, fiate non fino poi disgrate erjanaio a tutta Itali a Jone dofi or 4
dtefio Hile ciafeuno, chehavolfto comporre per

vna voce filale particolarmente qui

in

Fir^e

ou e filando

io gifino trentafette

anni gliflipendi di quefli SercmJJimi Trincipi merc della loro b


1

Sa qualunque ha volfuto ha potuto vedere,

vdire afuo piacere tutto quello, che di continolo ho


l

operato intorno fiptti fludi, ne i qftali cos pie madrigali come nelle arie ho tempre procurata

imi

tastone de i concetti delle parole , ricercando quelle corde pia, e meno afjeituofe, fecondo
di effe, e che particolarmente haueffero grazi*,

fintimeli

hauendo

afeofio in effe

quanto pi ho potuto l'arte


le breui,

del contrappunto, e p fato

le

confinante nellefiliale lunghe, sfuggito

& ofn u

to l'tflejj*

vn certo adornamento io habbia vfato talora alcune poche cro^e fino al valor d'vn quarto di battuta vna mez^a il pi /pra fllabe breuipt r lo pi, le quali prrJ che pacano tatto e non fono pafj aggi ma vn certo accrefeimento di gr alia fi pofjono per metti re, (? anco per che ilgiudi a facciale fa ad ogni regola patire qualche eccezione ; ma perche difoyra io ho
regola nelfare ip*ff*ggi bench per

detto effer e malamente adoperati quei lunghi giri di voce, dfauuerttre, che ip*fiaggt no fonofia* ti rifrouati per eheftano necefiarij alla buona maniera di catare, ma credo io pi t otto per vna cer

ta

titillai ione

gli orecchi di quelli, che

meno intendono ,che cofa fa catare con

affetto, che

fi

ci

fa

ero indubitatamente i paffaggifirebbono abborriti, non effendi cofa pi contraria di loro ah*alfe: teff
to,

onde per ci ho detto malamente adoprarfi que lunghgtri di voce, per che da me fonofiati intra
'

dotti cos perferuir fine in quelle mufiche meno affettuofe, e foprafillabe lunghe, e n breui,

&m

co-

den^efinali, non facendo


ri,

di mefiieri nel re fio intorno alle vocali altra offeruanra,


,fa

per dati lurghigi


,

fi non che la

vocale, , u,

migliore effetto nella voce del oprano, che del Tenore


le

e la vocale,

i,

meglio nel Tenore, {he la vocale y u,effendo


le aperte, che le

rimanenti tutte in ufo comune, f bene molto pi [onore aceto che chtufitcome anco pi proprie , e pifacili per efircitare la difpofizione,

&

ancorafi pure fi debbono quefii giri di noce ufire fi facciano co qualche regola nelle

mie opere offerua


'te

ta,enon

ca/,

ofu

U praticaidei contrappunto, ondefarebbe di mentori penfirli primanei

opere,

che altri' vuol cantar filo, efare maniera in ejf, neprometter fi, che il contrappunto fia bafieuolt3 per che alla buonamamera di comporre, e cantare in quefio fideferve molto pi l' intelligenza dclccetto,

delle parole

ilguslo, e l'imitazione di effo cos nelle corde affettuofe, come nello efbnmerlo co affetto
il

contrappunto, efiendomi iofruito di e fio per accordarfilo le due parti in* ficme, e sfuggire certi errori notabili, e legare alcune durezze pi per accompagnamento dello affetto, che per vfararte, fi come ancofi vede % che migliore effettofar ,e diletter pi vii aria, unma*

cantando, che nonfirue

dirigale incoiale Siile compofio fu lgufilo del concetto delle parole

da tale,che habbiabuona maniera-

di cantare, che non far a

vn

altro con tutta Carte del contrappunt,di che non fipu rendere migliore

ragione, che /aprQUa ifieffo-*.

Tale adunquefurono le cagionit che m'mdujfero fimile manie fa di


in chefilUbe,-^) vocali fi deano vfare 1 lunghi giri di voce
,

tanto per una uocefola, e doue, {$

refia,

era adire perche ti crefeere .efeemare


che altri

della voce, lx efilamazioni y trilli, egruppi, e gli altri effettifo-

tradetti ftano indifferentemente vfiti, per che allorafi dicono vfarfi indifferentemente ogni volta

fi nefirue

tanto nelle mufiche affettuo/,oue pi fi richieggono, quinto nelle canzonette

trailo ; lar adice

del qual difetto (f non

mingano)

cagionata perche

il mufico

n ben poff.cde prima

quellojche egli vuol catare^chef cijcffe mdubitatAnmciiQUwtrebl?c mcctali errori,} come pia

fi':

facilmente incorre quel tale , ehe format o fi Ufia maniera di cantare (verbigra^i-t) tutta dffettuofa cq

vnar egola generale, eh e nelcrcjccre, efcemare della voce, e nelle efilama-^itm fia
affetto , femprefi n' ferite in ogni forte di mtifica,

ilfond/imeio di efjo

non difcemendof le far ole il richieggono; la doue


i

coloro, che bene intendono

concetti, e ifentirneti delle parole cono/cono


effo affetta.:

nojlri difetti, e /anno di fi in


s~lud>.o

guere ouepi,e menofi rtcfieggia


te piacere, e pregiare

a quali

fi de u procurare

con ogni
;

di fomm-a-ne

pi la lode loro che l'applaufo del vulgo ignorante

Qjtfxarte non patifie la

mediocrit, e quanto pi fqutfi e^c per l'eccellenza fua fono in lei,con tanta pi fatica, edslijgjfv*
le

douemo
io,

noi

profefori df

effa ritrouare cqn ogni ttudio,

& amor

e, il quale

amore ha moffo me (vechi

dendo

che dalli fritti habbiamo lume d ogni fetenza

e et ogni arte)

lafciarne questo poco di


fi p r fifi corde pur che gi jm miro,
donne fino un certo

fj 'ir aglio nelle note apprefiq, edtfcorfi, intendendo io di mostrare

quanto appartiene a

/ione di cantarfolof opra l'armonia di Chitarrone , di altro ftrumento di


dotto nella teorica di epa mufica,e fuoni a bastanza
;

Non zia,

che ella non fi acquisii in qualche


e

parte anco per lunga pratica, come fi vede, che hanno fatto molti, ehuomini,

fgnpper; maperche la teorica

di quefii fritti fino al fegno fopr addettofk di mestieri.

Epoche

nella profeffone del cantante (per l'eccellenza] u) nqnferuonofolq le cofe particolari, ma tutte tnfie

me lafknno migliore ; per proceder e adunque con ordine dir,


menti fino
Vantaggio,
pili,

che i primi,
,

&

i pt

importanti fonda-

intonazione della voce

m tutte le corde, nonfilo


con

che nulla n manchi/etto, erefa di


tifata

ma habbia U buona maniera, come ellafi debba intonar e, la quale per effere
vedremo,
e l'vna, e l'altra, e
effetti,

per lo

in due,

le infraferitte note, mpftr eremo

quella
,

>

che a

me parr
cordai
,

pi propria per gli altri

che appreso nejeguono.


ter

Sono adunque alcuni che


la

nell intonazione

della prima uoce, intonano

una

^a

Cotto,

&

alcuni altri detta prima nota nella prepr^z

Jempre crefcendola,
in

dicendpfi quefta efiere la

buona maniera per mettere

uoce con grafia, la quile

prima, per non e molte confinari^ ella pon accordale fiere regola generale, poich che puellafipofia anco vfare, e diuenuta oramai maniera cotato or dinar ia,che in Teced'hauergra*
alla
zria

quanto

(perche anco alcuni trattengono nella ter fpa%io di tempo , elvella vorrebbe fi *&fiotto troppo pena efiere accennata) direi eh* ella fofie pi tofio rincrefceuole all'vdito , e che per l\ principianti

particolarmente ella fi doue

f ufare di rado,e come pi pellegrinarmi eleggerei in uece di effa lafecon da delcreficere la voce ; ^da perche io non mifono mai quietato dientro a i termini or dins.rjj y cy y-

fan dagli altri, anzjfono andatofempre inuefiigando pi nquit a me pofiibile,pur che la nouitfia Baia atta poter meglio confegutre tifine del mufico, cio dilettare, e muouere l'affetto dell'animo,
ho trouato
nare
efiere

maniera pi affettuqfa lo intonare

la

voce per contrario

effetto altaltro, cio into-

la prima

voce fcemandola, per che t efe Umazione, eh e me^f^opm principale per muouere-*

l'affetto: fj efclamatone propriamente altro

np n , che nel
}

lafar e delta voce rinforzarla

alqut

to:

cy tale accrefiimento di voce nella parte

di mene acut o,

&

del(oprano, mafftmamente nelle voci finte sf>effe uolte


occafiorii

impatibile

all'

ud to come in pi

ho vdito

io

Indubitatamente adunque

come affetto pi proprio per muouere, migliore

effettofhr l'intonare la

voce fcemandola, che crefee

dola; per che nella detta prima maniera, crefiendo. la voce perfar l'efclarnazjonc, fa di mefticropoi

nel lafiar di effa ereferia di vantaggio , e per ho detto, ch'ella apparifce sfor^ata,e cruda.
tutto
il

^Ma
ef

contrario effetto far a nellof aria, il darle ternaria, poi che nel Uff

un poco pi

fpirto la r?de~

r afempre pi affettuufa-, oltre che vfando anco tal uolta or l'vna, (por l' altra fipotr variare,

fendo molto necejjariala uaria^ione

m quest'arte,purche ellafia indirttta alfine detto.


tali affetti, e

Dimanie-

rache,fe quefa quella maggior parte della grafia nel catare atta apoter muouere l'affetto dell -a .

nimo, in quei concetti di vero ouepi ficonuiene vfare


ragioni ne viene in configuen^a dinuouo
,

f fi

dimostra con tante viue_*

che dagli*fcritti /impara altres quella grafia pi ne-

aria ce fi

che in miglior manierale maggior chiarezza perfua intelligenza non fipu defertuere, e* nondimeno fipu acqui/lare perfettamente, pur che dopo lo studio della teorica, e redole dette, fi po;

ga

in att quella pratica per la quale in tutte le arttfidiutenepi perfetto ,md particolarmente nelle
.

profeffone, e del perfetto cantore* e della perfetta cantatrtees

EfeU-

Efdamaze laguida.efclamazionepi viui.'

perefmpio.

cor

mio

dek

non langu

re.

gui

re.

=^F*5
Di quello adunque, che pofia efiere, con maggiorer minor grafia intonato nella maniera detta,/} Cor mio deb non languire s per ne | pufar e esperienza nelle Jprajrittc note con le parolefolto che nella prima minima col punto fipu intonare, , Cor mio, fcemandoU a poco a poco e nel calar della simimmima crefeere la voce con yn poco pi [j>irito, everr fatta f e]clamaci one afiaf aftettupfaperla npta anco, che cala per grado; ma molto pi, sfiritofa apparir nella parola, deh ,, per
,
, ,

la tenuta della nota, che

non cala per grado, come anco foaui fama poi per

la riprefa dellaje a fi

mag.

fiore, che cala per alto, il che

ho volfuto ofieruare, per mofirare altrui, non folo che cofa

ejclama

wne,& onde nafea, ma cheppfjonp efjere ancora di due qualit una pi affettuofx dell' altra fiper
la

maniera co

la

qualefono aefiritte, intonate nell'un mpdp, nell'altro^ come per imitazione della
ella

par pia quado per


tilof

harfigmficato Cu

il

cocetto: oltre che

efclama-Qom in

tutte le mu fiche affetcol pitto per dtfee

p
e

una

redola generale fi poffono sepre ufarein tutte le minime, e

femimimme

dere ,

faranno ute pi affettuofe p

Lnotafufieqttente, che corre ,che

non faranno nelle femibreui,

nelle qualf

bara pi luego,

ilerefeere, e feemare della uoce fen^a ufar le efe Umazioni: intendedp per
e fi affettici debba

cpnfepuenza, che nelle mujicoe ariofe, canzonette ballp in uecc di

ufarfolo la

yiuezZt1 del canto, il quale fuple efiere trafiortato dall'aria ijlefia, nella quale bench talora vi babktaluow qualche eficlamazipnc , si deue lafilare l ifiejja viuezxa^e npnpprm affetto alcuno, che bob* Il perche noi venghiamo in cognizione quanto fa necefjarto per ilmufico vn certe ia del languido
.

tiudi%ip,

il

qualefittole preualere talvolta all' art e. Come altres paffiamo ancora conofeere daltefcpra
le prime

fritte note quanta maggior grafia habbiano


rola,, languire,
,

quattro cromefopra lafeconda fillcba della pa-

cos rattenute dallafeconda

croma col punto, che le vltime quattro uguali, cos deche


si

ferite per efempto.

^la perche moltefono quelle cofe,

ufino nella buona maniera di ctare

che per trouarfiin effe maggior grazia, de/crttte in


tra,

una maniera, fanno ctrario effetto luna diali'alonde si dice altrui cantare con pi grazia, men grazia mifar anno ora climpfirare prima, in che
fiato defritto

ttiifa,

da me il trillo,

il gruppo, e fa

maniera vfata da me per infgnaro gli

'n-

terejfati di cafa mia, cj? in oltre poi tutti gli altri effetti pi necejjarij, acci

non refitfquifitcz^a, da

me ofieruata,
Trillo

che non

si dimofitrt

gruppo.

dall' altra

mia uiuente,

che
e

ficurezza affermare,

f vero che l' esperienza fia maefira dittate le cofe pofio con qualche dire non si potere tifare miglior mez^pper infcgnarlo,ne miglior forma per
defriucrlo,

defc ruerh

che

tempi efyrcffp,

t tfipff etftfo.

Il qual trite e gruppo per cffvefcald necefia

rtd,

molte coffe, chefi de fcr tuono, efono effetti di quelld gra^id, che pi fi ri cerca per ben cantar t e come [opra detto, fritte in ina maniera, in altrafanno il contrario effetto di quell? , chefir
rna etiamdip tutti ej]i\ejjettidcficrittjifidw^ fifofcrio rifare, maniere con ttfteflo talor delle note, accio tutta via lenghiamo in cognizione, comefppra relitcerne

di

me flint, moHrer non fio,

cato to pi \oltc, che da mettifritti infime conia pratica fi poffonp imparare tutte lefquiftez^e di
e

Ha drte-**

'*

rf_j H

\^^t *J^^^^v

"*'

'

""

***

+"*

"-*

Trillo

Tri!'

Riba tti diolt


,,

JSlilIIIi
Cercata per ricorre
il

-j

difilli w>

fiat

Alrra cafetta fimile

'

'

" *

'*

'

'

il

'

'

'

i*' i

'

ww *| f i

'

*-

'l

'

i 'w

>.

<

nu li

! im *
1
.

Poich per
il

le

notefoprafertte in due
,

man ter e vegliarne haucrpijraa il numerofecondo t the


con
.

numero primo

aceto

adunque nepojfamofhr migliore eiperien^a, faranno qui appi deferitte al


<T infieme il Baffo per Io [hitarone , e tutti paffi affettuofifjmi

cune
la

di effe con le

par olefiotto

pr dca de quali

altri potr, efier citarfi in loro:

&dcquifldrncognimdggiQxperfe'fyjQnzj

v^

v-v

C-
mio
cleh

^
non

<t.s

Cor

ha

-<<ii j
i

-
** PP

gui re uSff'O.I+Xro

"

l'

'

n <

ii

^i

j ii

<

^IM ltt

ll

I ,

U HI IM' J

- -J-

..-f

~ 1

AT

deh

non

langui

re

trillo.

deh

non

lan

Sr:jzn~zrzfzr riEzEzEEEE: :zzEEEEEEzEEEEEE:EzrzEEEEz :5xzzz:E:iE3


m<

efclarmzione aflVtuofa

P^eIIS
gui
re

S-EEz-S
lan

isg
Ahim ch'io

deh

non

gui

re

"H'o 14X

w^
trillo.
f-t
.

in

'->

rriiDni.

trillo.

mo
6
5

ro
i.3io

Par

9X10

=*z*Jz^z|zz zzzzzzzEE
v

~>

"^
V
/

grzvzzzrrzz
,4

tnllo.

j-'

to.
-

Ahi
-

1-

.1

;Z^Z r*

-"**"_!
i

" *^

..

5 \* 1

"""*.

-*^1

rtete
^-44
ro
-X.- 1
'

*^W^
j\
'

'>

'

'

'

'

'

ii

duo
6

mo
1

ro.
IT

>i

io

^*^ ^^^" ^

^^i

pf

n (biwp>tw*
i

**"< ^

efcla.

tri'lo

ria di Romancfca.

gHii^iiiili^
divietato

Amor

come con

trillo.

r-^

^_^r-^

'.trillo.

fen

ti

eh

io

meni

vi
7

j|^z:rz^
"TCX^A~r3^f "== "Si^^-""-=
ta

iQ^^Ezi^E^

pc

nos ,c ri
IJ
12

a.

IlJf'O 14

==E;
feemardivoce
efcla.fpiritofa

U
deh

v-_->
pi viaa

efcla.

Eh
fcl(

douc foa

fuggiti

deh

doue fon

fpari

^6

=-4-*
efeta
eie'

fcla

trillo

e rcla

Z ^^t"g-.tti

\.i

gl'oc

chi de quali er
6

rai

Io

fon
6

ce
*;

ner orna

Au

re

3C

ano

nMio

-xxx:-j

--^-4 ~*x$*"*>*x

-*

czr

'

"'

fcn/a mtfurt;<iuafi faucllando in armonia con

la

fuddctta fprczzatura

trillo

e<cla

JK.f.Tirrz
Aure diuine
ch'errate

1=I
Deh
re
6

pere

grine

>*

queftapart',c in quella

un

'

"

'

'

"

^'*'

T^ uumu

'

i--i j

-.^iiii

^ J-4''T~**lrv"" "
1

!
rriU
>

efela

con mifura pi laro:

pigsiiiriilllilig
cate

mini 1^^^

nouella

dell'alma

luce
6

loro

Au

re ch'io
6

mene

mo
11

'IO

12

11M'

'

frU

e cla

cfcla.nnforzata

tr

pvnamezabat.

*
rodeh
recate

1.

~>

nouella dell'alma

luce

loro

Aure

Aure ch'io

mene mo
13

ro.

12

iiK'f

1*

E perche negli vlttmi due verfi[opra, le parole


nel madrigale appreffo,
, , >

rS

Ahi divietate amor,

in aria di romanefea

Deh

douefonfuggiti, ,fino dentro

tutti i migliori affetti,che fi poffono

V'

fate intorno alfa nobilt di quefa marner di cantigli ho voluti per ci deferiuere ; fi per moftrartj douefideue crefeere, efc emare la voce :fare tefelama^ioni, trillisgruppi, infomma tutti i te" Jori di que/r'arte,come anco per non efiere neceffitato altra volta dimostrar ci in tutte le opere , che

&

apprefofeguiranno: f) acciocheferuano per efempio


pellata da me quella, che
delle note

in riconofcere,in effe mufichc

mede/imi tuo

ghi, ouefaranno pi neceffartfecondo gli affetti delle parole ; auuenga che nobile manierafa cos ap-

va vfata,fcn-%afottoporfi a mifura ordinata,facendo


,

molte volte il valor

lamet menofecondo i concetti delle parole

onde ne nafte quel canto poi in fj>re%%atura


valerfenepoi , ouefa pi di meftieri,

chef
faria

detto; la doue poichfono tanttgli effetti


la

da vfarfiper l'eccelleva di efia arte, ne tanto necef

buona voceper

eff quanto
,

la refairanione del fiato per

far perci

vtile auuertimento

che

il

ra~ profefs ore di quefl' arte poi che egli deue cantar folofpraeffereforcato

Chitarrone, altro Strumento di cordeJen^a

occomodar fi ad altri, che feflefiofieU


le

ga vn tuono,
li

nel quale poffa cantare in voce piena, e naturale per if uggire

voci finte

; nelle

qua-

perfingerle, almeno nelle forzate, occorendo valer/ideila refbira^ione per non difeofrirle molto

(poich per lopifoglionp offendere tv dito, e di e/fa pur necefjario valer fiper dar maggiore ffirito

al crefeere, efeemar e della voce, alle efclama%ioni t c tuffigli altri effetti% che habbiamomoftrati faccia
s, che

non gli venga meno poi oue

iifogno.

^Ma dalle vocifinte non pu nafeerc nobilt di buo cacorde, la quale altrui potr maneggiare a

to: che najeer da

vna voce naturale comoda per tutte le

fuo talento,fen^u valer/ideila r evirazione per altrochper m^jrarfi padrone di tuffigli affetti mifltori che occorrono

vfar fi in sfatta nolnhffma

maniera di cantare, l'amor della quale , e general* mente *

mente ferafi

di tutta la mugica accefo in me.per lckmzjone di natura, e pergli fliii di tanti anni
io

mi fu
lo

mi foffe Ufiato trafp.ortar piw

rare, che il comunicar lo

mp arato
,

olire, che forf

non conueniua
a

a.

chi
i

non meno flima

impa.

alia reueren^a,che io porto

tutti

proffori

di queB'arte :

La

eguale belliffma ependo e dilettando


l'

naturalmen t e,' allora fifa ammirabile, e fi guadagna intera*

mtnie

ali r ut

amore, quando coloro.che la poffeggono,e con lonfeonare,ecol dilettare altrui eferci-

tandola /peffo, la fcuoprono, e appalesino per njn e/empio, e


bili ai

vnafembian^a vera
,

di quelle mar refia

monie celefli 3 dalle quali deriuano tanti beni fopra

la terra

fuegliandone ^intelletti vditori

alla contemplazione dei diletti infiniti in Cielo fommimftrati.

COncioJia che io habbia coturnato in tutte le mie mujiche, che fon fuori in
i

penna di denotare per


ii

numeri/opra

la parte del 'Baffo le ter^e, e lefifle


le feti ime ,o

maggiori oue fegnato ildiefis e minori

bemolle, efmilmente, che


7j); rtfla

altre dijjonantijiano per

accompagnameto

delle parti di

me^j

ora

il

dir e3 che le legature nella parte del Bajo in quefla

maniera fono fiate vfaie da me ,


ella

perche doppio

la

confonando, fi ripercuotanolo la cordafegnata 3 effendo

lapin necejjaria

(le io non

errx) ) nella propria

pofa del Chitarrone, e la pijhctle d/ivfarf ,[e da fztrfip^aticam efa, effend

quedo frumento pi atto ad accompagnare la voce 3 e particolarmente quella del renore 3 che qualun que altro-, laf-ando nel rimanente in ar bitrio di chi pi intende,
corde, che pojlono ejjcre di migliore intendimento loro
,

il

ripercuotere comi Baffo qucllcs


la

o che pia

accompagneranno

par te, che can-

ta fola, non fi potendo fuori della ntauolatura per quanto io conofeo defcr merlo con] pi

fedita

veduta offeruan^a fngolare in Antonio N.aldi detto il Bardella <?ratiffmo fruitore a quesle Altere Serenif.ilqualef come veramete ne flato l'inue tore, cos e reputato da tutti per lo pi eccellete chefne a no fin tepi habbia mai fonato di tale slrU'
mento, come con loro utilit fannofede i prof/Jori,
rone;
e quelli, che fi dilettano nell'efirci^io del

^la intorno dette parti di me^o fi

Chitar-

f gi

egli

non auuemfje

lui quello, che

ad altri pi

volte! accaduto , cio che altri

f vergo-

gnale

l'hauere imparato dalle difctpline altrui, come f ciaf uno poteffe, doueffe ejjereinuentore di di i utte le cofe, e come f e*fu f tolto all'ingegno degli huomini poterfemore andar ritrouado nuo ne difciplme ad augumento di propria gloria, cy algiouamento comune .

Lo Stampatore a

Lettori.

LsA

dilazione del tempo dal d della dedicatoria di quefl*opera, chefu alprimo di Febbraio fino
di

quefo vltimo

fritta giugno, nel quale fitto

la licenzia

de Superiori, apparirebbe e~*


,

lunga, e difforme f il diferetto Lettore non fuJJe auuertito, che dopo il cominciamene dellafiampa infermit, e morte di Giorgio ftiari/cotti mio Padrefinofate la lunga infermit dell'autore, e

vere cagioni , e ffiaceuoli dt diuerfficare i giorni* e le date^s

Ouc

tema p ,e

mouete

ui a pie

del

mio cor
b

m
men
to
e

JIKJO

1 : Eizb*:
'

7-

'

l~ff

l'~

~ r ~f ~f= 'fsl^
:

'

PiigiiiiiaiiililSIiiilgiiiil
do
b
u'il

pianto
-4X5 *C

,c'ifofpuai

K'o

- f i^*'p'p

gE==flpf
-*~-*-+
non giunge Deh
yrv
r

E "5"

yt **/

ffiliiiililil
+-*

por

--.~..~- a

-,

~~^-.a-x

Il

IO

ta te

:e3?e$h?^

^.J
VOI
(un

u_
6

g portat'aure beni

gn'il

mio la
b

Si5rEi^:
n

m
il

i^liipltl

p|i|S?pSi
men
nX'o
io

ssiiiim
i
>

LafTo

Laflo ch'io prego


b

ve

to,enon

mauueg

gio moren

d'ohi

>

m-

ililIPSi *
~f*""T*~T-^T-^,<fe-

v~y~

".

6riL

t^ r ~!i

me ch'ai veto ahit'io chieggio LaflbllafTo'ch'io


4

X3

}fc

>*

^wtgpg^

prego il vto e non

giomord'ohi

^M>
chieg
glO.

jn ch'ai vento ahi


b

4*5
i

*f<

-*t- Jt* -i**-

$ ~ ^^- ^$~~^^rrrr $
r

W^ ^n W ll

JM l

Veflc
b

grim'ama
6

re Qeft'angofcjo
4

Co

JK3

*
Gruppo
^ian
to piato

fe=f$S3i|l^
m'*
ii

^*

non

ma

jague

del nvfe

r6xdt#3L5

iftiF 4'f-* ?
1

zz ^: :

$f f fflff^tl tifili?
i

<i

Je

<

rocor a 4 X? J&3

mio

ferito
b

da lo
6

itra

ulio UKio

^ i
4-7+ AJt

x X

JC5

t^.- -

w-

---l -4-_-

'

''*!
S^tMM

*
i

nipii

-~'
Mm
i

'

II

Ipk ^HHMNmrip

r"-*

delvoftro

fde

gnodej voilro
j.

fdc
t

gnoadamatino,eri

--

aSL.

M6

ut

w
fi

*'_

Ahi

laf

so

ne

lari

gue
) *

il

mio ipir

xb

4 ir

-#A*_

fcKfcf=l3
*

io vju

le ch'io

mi

ferito

mo

ri

re

fero (dgno pio

W
W->
cor afpro
b
i

*^CT

^iiilfl^ifilPi
defi
f((o i|
ii

io

'o

J lp.Ifr- A" ~

^n

<

Pi'

'

il

ii

ii ii<
i

i.

>if

y tT.^oy<^~'

>

'

p^HiiijilllIiiligglillI
re volete

pur ch'io

mo

ravo

frs~=-r=rrr:

^fpE^li^^^^^^lfg

|c

pur

ch'io

mo

ra

monro

i;

morir

ma.

=*
Vji.il

mJ

"SST

^SllilSlli
chi

mo

re

vn

^i

fi I.

UHI.

Il

'

Il

PJI

.f

y>.

..^

Q .,,,

^ ^,

1,

,i .|

|,

>,.-._

.!,

I'

'

_~.-^rt

r*

vole
b

te

pur ch'io mo
6

ra

volete

pur

ch'io

mo

ra
II

morir

ij

morir

Kio

X
W
I

[5I^=l|flI=I^flpl ^=
V p

I*- "

C-p*

Trillo

ina
b

chi

mo

re

vn chev'ado

:&
t*!"")
1
1

l
)

l|

li

fcin'.i

i|

\mtm.

iiilSSIii:ra.

<<|

>^%|^-1

<M^^^

5-
*-

~fer

{.

un

ti

*p*

-ii

>.!>., ^.^.i..,,

m i,,

un

...

liilii^^iiiliiillill
Olcif

fimo

fofpi

roch*efci da quella bocca


b b

oue
6

d*a

pigiiliiiiili^isigiit& p
mor oue d'amor
ogni dolcezza fioc

cadeh

deh
6

^JjTio

it

tt

Sfiia

lfl!iiEi=
r

lHiii^ii
vieni a raddol b
cir

V^^
3K*

^^^I^II
re

l'ama

roinio
7

dolo
7

Ecco

ch'iota
<

w~

iiiif^lfe^^iiiii
iS=^l|lilIlflIi
pt'il

co
ii

re

Ecco ch'iota

pr

il

co
li

re

Ma

ma

folle a chi

ri

dico

il

mio mar

Stfio

K'o

iilliplt^li

ti

read'vnfo fpiroerran
ri

te

che forf vola in $en


b

ad.

altro
b

armine che

forf vola in fen

ad

li^fra

io

7M$

m$
tro amanre che forf

volainfnad

altro

arnm

to

che forf vola in fen ad

|lf|iii|

m|
te.

i,^ >-"rv^* *}"

*"

re

ch'io parto

da

colei
6 6

ch*e

la

mia

vi

ta

Se ben

ella

gioifee

quand'il
b

mio
6

IIlEll|l^-:ifil

^iiiiiiiiiilgi^^^i^ii
gui
f<"e

O* O* du rezza incre

di bi

J'

9e

infini

r.a

P'apima
,
,

ehe'Jfuo
6
5

core

Pu
' l

reftarmor
*"^^""A'** w'^fcJ*'
'

t + 4" ^^y ^""T

" M g* Jr~*-*- t , f'-f-'r T"4''p**'"*t"'f' ^'f**^'**' '''''* l*''*^~'' <f

!* X

MI

*-(*-!-

3m

U .~~-

t.

'- I

III

fi

".

ll '

Pp;W^fi

ii|

nm

j , |
i i

wppllpi%pt^^

io,enon

fntir 6

lo

<-^-^ 'e

--- M;ij-H.

K
6
-

Io re

Ben mi t

6K1OI!

43- - -

l'I

--+ r-I HM

'

4.

jij

wwyw~ wp^

f-

fliillli::
b

fegeamo
6

sm- *fcx-~

re ia fpra mia pen'il l> 4

mio dolor

pun
7

*#*&?
s^--e=-->

"j

3&<fi

A-

l'il

3-- y --r -

km ' "li

li
J
1
i

Tii^ ih*" i

gente
Il

ma pi mi duo

duolm*

pi mi
i

duo!
mi
i

il
l

duoleh'el
-^k-

Uno

ien

IO

A w. i- ffil.'
i

ij

M.

rA-rrr:A^rr;r:=r:p l
bW

W N
.

!>

> M .3P!-^>mM^--^^*J.-

fallii

,,

*<*

i. l

* <?>

r-"^

f~*

^^ IlpplSffiiilg
teEenrni
tra

figge

Amo
'

re
.

l'afpr

mi*
_

* 3^T"T"T~T^~r~-~
j^_-i
I

-..-__i

ju

~*""t

^-~y-^ ->
" *
!
'

*~~'
ii

'

il

1
iP

T -x***t ir^a "Ti


,i
i

ii

i-

&wF"'

M*

|f'^-Ai >lV |iii

i;

' i'
)

m
'

'i

" i|S

1.

i n

i >'i ' iaijj

'

V >i

>-

^u i-^

ii

nn

ti^' K >i

--^<"^*llm**

j-pn'il

r*vo dolor
|

funge
-,

te
!i
g*^ "
^J

pi mi duo!
b f

il

duol naa
f
F-J <

1 S+s*

eP

7 6
'

io

f -f Trk -fcg

'y^-^^X~y^^y'^>^^^^^'^''"'"'^^ ^^'^f*-^'^^*^^^r^

** |MM-*H *""

:..4^

ry

-3B-

^fi H'll.<ll

i.WI

Jm<~Jrrf-&

m****'**^**

*!

l ilHW"^! W
!

Jn

'

Jl

-J *
1

la
i

-^-m

Tr

^ i-i

=-

$ h- w+w^-" i* "N i
>
'

"

'

duol'il duol ch'el

non

"SCIO
mfh
'i

6
i I
l

>> m""

<tS->i

'

in

A"wi

ii

ii

ferite.

if^w^i.^ i wJ

IliiilliliSI
On pi guerra piet
te Pietate occhi miei
belli

occhi mieitrion

gpliipgplg;

^ZZ

z^i

fanti

& che v'armate^ctrVn corchgiprefo,e vi

fi

rende

Ancidetei ru
-_l_--T-

tei

li

incidete

chi

tv.

*t

.i

1 .

.i

'i

i-

-,

w-i-"

].sr8R4h__,_

j'arrna9 e(J

diteden

chi vin

tov'a

dora

volete voi ch'ionio

g^
x-*
morr purvo

_.*-<

^
morir
l'aftan

ri

yo

Jejeyo ch'ionio

ra

ftro,e elei

X
_

% P

"1

'

'
.

Al

~- t.

-,-~r-

> .i

__ w..

_^ lA y .

+m m

no

ftntir

lenti

r jmauoftroma voilrof

ra'l

dan

no vo

lete

voi ch'io

t S

-"
ii

ft

ii

A*

Jh. T lT A* "

'

"J'

ff
.

'

le

"

'

'

fT T'^T i* a
volete voi ch'io

t *

y"-^T^

a
ra
ij

"""

f ""IX"

.f

X
v
t

P " j""

x~y

~f "~~~f

"r^O
mo
ra

mo

morr purvo
3K<
5*:

ftro e del

2C

morir l'affari it^io

|fe==^^^^^^==^=^fe=^:^p==
f*

- >->tt

no
v
.

fentir

fi

Tenti

fi

ma voftromavoftroiai'l
T~.T1

danno.

-*~z,tzzx

v tt

T-

<-

iTTir"""*

.zi*

tt
-fcr4-

Ernchfjfimo

voi

to

Ben

l'vfata

bel lezzainte

fi

vede
TI

76

IO

f&2 -~

fr

"

>

<

|T?-"~ fr

i-' iul

>

*T'"n

w^f^fln n.

11

iiii

^iiii

u^

il'

nnj .

!'

v^>

.4-

RUE
'

r~

ITI~X-T~~
1
f

=f=*=S

T"^- f****

:#z:
de

31
Gimipareui
dirqueft'amo
rofe luci
6

Ma non l'vfata
S-t-i

chedolcemen
b

X 10
9

=3*

Sfazi i
te
ri

xztii-i?^
uolgo
6
*

-rt.

1 z^z :4^&:o.o^_4._iHE:x: :iz jSfci!*


pieto
(e

te

fi

bel],'e
||_3KI

fi

Prima vedrai tu (pente che fia (pento il defioch'a


J&

Ii^io
5T
"!

6^1011

iiT^io

X
"$-$

~lZ

.LL__-XX2&--X

'+

fu/
'5333
te

35

C*

<-~J

IIII^IeeSIeI^I
le

gi

raAhi

o ahichcipetoe'ldefi IlHiO 6

Ma

'

E^-rfc

zz:

zzj

j:|.

-$+

--*

<^r->

non

fpen
<

to cjuel

per cui io

{pira

l'abbandonato

co

0*O?

Zjfc-XIXli^i

*
re

E 3:l5 x5:_5 _:i: ig: T:~^


\

X--&- -*T" v'??' T^T~


:
i

S-_ JEEE
Pi n

O'

volto troppo vago,e rrop

p rio

per che

perdi

amore no perdi ancor va

z.S

ghezza noabaipari
iiX'9

noi

hai

paria
f,

la

belt fer
7

mezza O*
>K*

M)&!0

mpiz^ji^^^^^ii

fai volto troppo vago,c

r >p

rio
ll$lU

per che

(e

perdiamole noi perdi acorvaghez


6

6 C

X'O

H^IO

'za?

non

h ai

pari

o non

lui

pa

ri

a la belt

Ter

.___4..

--(^

-r-^*

wn

>

:-

*-1
za.

rtr-'

'

mez

^p

4--^

re

Edr'ljnio Sol hJKto

vedr'l

mio

Sol

vedr prima ch'io

r^ $_-^^^^^I^__^__^__^^_zr^^::_::zj_ zi w i..-

. a-

^.
..

B}UQ
7

ja

Qud

fpi

ra

to

giorno, che

faccia'l

vpftro

nini*

'

Pf-jr ^^r^-

~K

fYA^'f
mia
-.-

~F

T***

**J!!

f**

~ TT""" y ""T ff
,

&*"a 25~^?

raggio

me

ri

tor
">*f IO !4

no

C)'

luce o* mia

giia

O' mia

luce o'mia g:o


*

4-^*-'

Ki

*k-l-p*'-r'

0*---*- v

r.v.

i
.

i
.

* <-^

V-->

ia^Benpi m'dolc'jl jormeptar per vi Che'l gioir per

ai

trui

Ma

fenza

morpeionpo

y>

-*

^mmm&w
tr
b
foirire
6

Vn

&

fiungomar 'goii n ^C:o il

tire

E s'io

morr morr mia


b

spe
b

mean

tiK'o

-^ ii, .,.^

-3l3C- i

ii

i
i

J im

<,

mt

'

yr

n!

'
i

ii

w-_>

ZZ%~ra Dj .veder maid'vnfi bel di Pi veder ma: d'vo PO ii^io b b.


fi

bel di
b

l'aqro

ra d'vnfibel
b

iiIioi4

3K==iti=J:fe
di
l'auro
6

tHiISii 1 1
lucc mia gio
6

ra
11.

O'

mia
r

ia

O'

mia

fuoTi orni''

Il^io

M.

k+1 TT -e-4 -V

^T**"

*~~

^at*

jZL.

?, ^ ffg^

^f tei ~~

4^

ja

Ben pi

me

dolc'il

tormentar per vui Ch'il gioir per


:
:

altru

Ma

fenza

mort'ion p

i:f EE~ ^izr=?zrExsiT f t


v

ErE|:~ :i t:Ex tEEz :Ezr

v
!

II
s-w

jr fotfri

reVnfii

gomar

ti

re
b

s'io

morr
b

morr mia fpe


b

an

i:lio
-*
-

i.

.JL.^

rJxr*^fc^^$Y~fEr~zzr
v

-f- -fi-r-*

w w * 1> f

coi a

Diveder maid'vnfibej
b

di

Di veder inai d'vn

fi

bel di
b

l'Auro
It

radYnf
iou

U)%

r-w-*

di

l'AUl'O

-^

-i

... .

'

..

-v uni

i Li

m*

ifHPjg~w
>
.

^
f

mi

| >>

'
.

g^** *

-; j.

'

** * * * * l'Ol i *

ra,

21*-

=pg

*~r iy-fr ~\ *~7^t 'A "!" -ffU-*t*2"*"$tfr7g* -- a'"^ *i*"1 'A f

,"*:r

*""*-

Me

rilli

f&ia

bella

Np credi Adelmio cor

do,Vc

dfl

D'efler

tu

l'amor mi

Credi

lopijr

fp

ti

mor

tafla

I?

Prendi quatto mioftrale

V-*-^

V.J

s-^-

W-^

4"

^-w^

?F

""

*"^" *
!

Aprim'il
.

petto,
s

vedrai

fermo il co

re
14

Amaril

li

Ama

ril

*.

"l'o
.
.

^H
:

"

~'^~~t*---J-J

tdsf*-

"f"

1 -*--++ -4

rA*

|Fj^g":^^|i|=y^p|ip|^|^^:|||||%p|||^
li

Ama

rilli e*!

mio amo

re

Credilo

pur,

timor

t'affale
7 6

Prendi quefto mio

"*'

35$?$-

fS ^
^.

H * r

r:

V-wJ

Arale

Apiim'il

65'

petto,

vedrai feritto ileo b hM;ioi +

Amaril

li

Amaril

r=**
JcdeSK:""
li

-A-

Ama

rsli e*l

mio amo

re

Ama

ril

lie'l

mio a

M)K:oi4

***

=zir~ ^"tL-3 sH--** 3^*


$

^w><nnwV*- j

ar=9

13
'

"

"

i f"*^'^"'4A.M'">'ni'

g_:.

5p;__ j:

-^i^;t

?'

$:

m
re.

ma

-t-^r -

^illlllililiii
Vn inferni
d'amore Sotto notturno cielo il fuo do

lo

re

dice* fifloin loro

m
o'

:$:-||p:lf:
fi

immagini

belle dell Idol

mio ch'adoro

come a

memo

a
Art

teMctrecosi

iplendete

la

Tua rara

beltate

cosi

moftraftealei

Mentre cotanto

ar

rfcl~
itili: :^:lzimi$E:

t" +rf"

fr

^"^ ^:t:zE~|Ez^
ri

ililllili

&' " SEjffeS

dete I

vini ini ardo

:=$=:
.
1 '
1

111!

miei "JC1014

L*

farete co'lvoftro aureo fcbiate


b

Pictofafi

Pieto

fajfl

come me fa

"f'^

iir

jpfflSK P^i
D

-ir

f -"t^

t-t55-:i:^::^:f:?:
J_a

feamantf

fa refte

col yoftrp aureo sbijjtc

Pietpfa

*i

pietp $a

si

comemefa

Wn^ "^

S$P"r

-^T*

t~

mante

eoirje

m#
'

fa

__ju-4-*
i n -

r X f .m i

i^'-^yg"

s>
THno

>*W.i

i.

in ijiMP

j|g||p||||||
i

-*-*
i|

i'

ti..

I.

II

J* ^^*4 ^, - j)
?e

hB~ ^~'
il

|i

II

11^

tea

man

list ? -^
1
;

g^fcl^gfi
n -*"T" "H 'Pf
nj

< ^*m^^#ipw^^*i ^y

Wlltpl ""f " tt' ' ^"****

w w y ni ji
i

-j

Omin-to

augelli

PO Che dolce

fai

rifonar

colli

?*

RIe|e

Tu

la fera,e

matti

no Del tuo dolce defio gl'occhi nK'O* _


I
.

{atol

li

Lafs'io del
b
b

iiJCio 14

fei^^pE^jiapip

,+w*v

igsS
pianger mol
b
7 *-
li

Gli honqtt/egior
b 6

no
i'M'99

cantar

de

f^E^i^i^^^^^^ *

fio

Efron

voci

di

duol

dal petto

niio

Maj'almiob

vi

ci

rt
:

:SI J:xd: si:?:


rerti,e

J~i5$^$
ci ocelli

ito w'afsido giorno ach'io

Far forf pa

muto,eroco catado ifuoidol

cacando i

fuoi^ol
b

ciacchi

e'1

mio b elfo

co Cantando
b

Tuoi dol

ci

occhi Cantando ifuoidol


b

n)Kio

=fefc
occhiai mio
foco

ci

bel

e'1

mio bel fo

"Mio

\mf

-V1

" A
-

-
' ,

-..
'

"

m*

..

:E3
1
,

Sii!

co.

....

^ mm

ttmti

-,

__

l(l

i6
-

*. /

-*_*

s3i:lp ?
Ouidun
.
,

<]iie

mori

rcrPria^hedinuo-oiomiri Voi bramata


Jb

?X

cagion Jc

ipjiiii ~4^
3miei
marti
ri

mio perduto

teforo

no potr

dirui pria ch'io

mora io moro? iomo

ro^

3C"SlfcS>-

t^>

\Sj

~+w

-H|r

-^

*""::

O*,o'

mi
6

feria in

audi
ii^Cio
14.

ta

Non poter

dir a
6

voimor

romia
6

vi

ta

z*
Sij-.'z'^'Zi

7K6

IlX' +

X- -iX^-si - J*-_i- ---4- I V-- ^rt

A X*"~ t- ~f-~T^~-A-*^

wt-^^rT

Ta

dk'^fc*"

f-^

~>

f*">

O'
,

miferia in

au

di
7

ta

Non poter dir


*Xio

voi

moro mia

X^

11X10

->

pj=^j :*a8==dE3*KZ ::izz:i:


vita

Non
b

poter

dir
6

voi

mo

ro mia vi

ta

mo
b

ro

nX'o

nX'014

mia X10 M

\
r~~*\

~*">

__^^

._

,-_.

r^
ta.

.__ __

--

___.

__

vi

X*

"

nXiP

6v*~"

5 ?=* i=S=fcf= f |"


Illi

~
io

17
.

mirando il

eie

Dicea dogliofojn

tanco

3-rrr;

m$
perlVnbian
cp
ve
lo Io mi diftillo in pia
to

Empia

di calde

D'a

i^iig^llPiiiil assssa
piliilliiiigiliiMlSilllSfi
mor
b

laguico,c

moro

Neritro
b

ito piet

Neri

tmuo

pierat'o cicl'o
6

^^^^^^^^^^4t^^^^^=^
rt=jEE|-.f'
ftel

nfioX

cieP 6

o*

lliiillligiilillilil
e'I

le
1+

Io fon purgioainetta

crin ho d'oro, e colo

rit',e

belle
6

Sbram
6

le

guce mie

nKio

litio

Sfilili

a ^isg?iir^^~
rofe
6

*-

nouelle,

Ahi

Ahi

*hi qua!

fra'l

tormen
7
6

to?

Qud'haur d'oro

il

II^IO H5^I9

b6

v^

2!%;

p .. H
>I
I

mmmmmm
- to.? Ahi
-< T|

M
Ahi

voltOjt'i cri d'ai gen

iy

MH

II

|l !!

Il

Il

lllll

lll

W W n>i

>j -i

~t

~j~Vl

'

***

'

!**W"

<'

"

* J-.it

!!

m*

jM'

qual fafa'J tormen to?Quad haur


7

doro il voltoli cri d argcn


6 b

b 6

E:S~E EK

i4

r*

3u^^)t^^%^"- mtm ijw'

|l:5~||xf^:|f:Ef=|:
to

Qudo haur d'oro il volto,e'l crin

d'ar

gen

=3
Tri
Tri

-T

^- J-

~t
*

>,'

EsS
..
.

^i
,

<?

(-

IL

FINE DE JMJDRIGJLi.

19

O TV

battendo te potuto per molti impedimentijkr' iftampar e corner ti defident


di Qefklo

mio ti Rapimento
renijjmo

comporlo in mufica da me per comandamento del Se*


nello fj>ofalcio della Crtlia*
,

Oran Duca mio Signore rapprefemato


Regina
di

niffima Jftlaria <JMedtci

Francia , e di Nauarra

mi parfio ora-

con Cocca/ione di quefi' altre mie mufiche aggiugnere a quelle t'ultimo foro di effo Rapimento , acaoche vedutaft variet de t paffaggifatti da me per le parti

che cantanofle

io n$nfia necejfitato farne altra dimofir anione,


,

com 'baueapen/ato , potendofincU


due Tenori feguentt
offer tiare le
la

la parte del Baffo

che talvolta ricerca,


,

le

corde del Tenore


breut
.

e ne'

r copie vfate da me intorno alle fillabe

e lunghe, e
,

E hen>che io non
come

h abbia vfato

buona,

eia catnua fecondo


interuenqono
tali

le

regole del contrappunto

cos in quesle farti


f

nell'altre

m*e mufiche, oue


ejj la-

adornamenti, non dimeno perche non ho vfato di ripercuotere nel rigiro di


ci giudico,

corda del Baffo nelle dijfonan^e,


loro
,

che fi debba permettere , e per quefio, e per la variet come anco per lopriutlegto, che deue haueretn quefia parte, chi canta folo, non potendo errale

re con

parti di mez^p, come errore grande farebbe


,

f nelle altre mufiche, che fi costumano apit

aggi voci qualunque partefkcejfe paff

bafiando allora per non corrompere l'artifitto del contrap-

punto in

effe (oltre

molti errori

m che fi pu incorrere) vfar e folo la buona maniera, e l'affetto,


.

del quale nel Dtfcorfofopra bafianiaptr dichiaratone fi jkuellato

"Ultime Coro del Rapimento di Cefalo confertato tra voci e frumenti dafettantacnque perfine

iti

mc^ga Luna tanto quanto


il

tenea la Scena onde poi nefegt altri con/erti

f?

il

ballo

quale ad altra eccafione mander fuori.

<P~- _.i

+
te*;

l'i

T
-

- ..
ri

negabile ardore i]

Ch'agli alberghi del del

chiama

il

co

re.

<t:

fli$Ili
ij

Ineffabile ardore

Ch'agli alberghi del del

ri

chiam 1

il

co

re.

iitigSIiiSlii^^ii
<

'

Ineffabile ardore

i;

Ch'agli alberghi del

ciel richia

ma

il

co

re.

lllSi^llli
i;

$:
ri

Ineffabile ardore

Ch'agli alberghi del

ciel

chiama

il

co

re.

ch'a gl'ai borghi del eie!

ri

<

chia

mail
<r

co
~>

re.

SI^HiSi|il^i&
iutffabile ardore
i;

ch'a gli alberghi del ciel richa

mail

co

re.

?uef*ts4ri4 cant Joio con

propri} pajtaggi come

Ha Mdchi&r PdlomroUi

<JZ4 ufico Eccellente della (appella di

W. S
.

A.

<

ir

-,

V-V
<Voue
fi

dpi

f e>

fi

.foa

--4--*

+* ra

u guer

Litigando i.penfier belt

mor

"-

2^W
ili
le

Sw=: :f$*r fel****ata


"V

ch'avolo

vi*

_^

,__-

5Jm

''
.

zzzk^zt
rrl~*zzZ
1

in

Il

IJ

giSli
'"B-:xrt-t

^#T"
1 l'a

*
ZZ

miglili

,_

cor'non fpieghena mai

= -~-?^
-

';,"

iu '.."".

55

Et

trillo

Tri

e^r-*^
le

Per folle

uarfi

peregrin

da terra
6

Se non feen
6 OO 6

H=
^=t=f=*='=^^:$fff=-

jgj

- .r
*'

g2 S3^~ "^ ^
^4
defle rifuegliar
lo

11

r-S*

mo

re

f
.^-'tt^J

X'O

~w-^!
ri<i
ii

^^**M *#

'1

"li

Per.folleuarfi
jl

peregrin da terra Se noicendeisearifuegjiar


' '

'5

'

4-

r-a

^y

J3** liiiiSiai

mmmmm
mo
-*

JoA

=*r'.T

T"

--p^- r >-

Wj

'<w->
re.

Si replica Ineffabile ardore.

n)Kioi4

jH

dr panfofofo con filtri fjfogg fecondo il [ut mie Iacono Peri,


f&iufico Eccellente (li penatalo fa quefe AlteTgf Sereni^.

-5L_I__
v

JBjC

xa* "~xIX~ rjTli~*%? X !ZSZ*tZ -^ZsL-^tjt-Z ZXX2


di ci

Aducariam Lducaf

ma

di leggiadri fguar

da per morte

dilet

=rJ~

-.

;' ==

iiilMiiriSiiiiiiililiiiiJiiii
tofoaf
falto

Ma verace

belt

regna nell'ai

~V

--+$ -$

r-$

|UE
*

'

gtfjfiiiipilifpSfpigij
to Indj arrpa
/'a^ co^et

indi auuenra

dar

-t^
tm m
-

V
.,

:3u::
i

az=

"

...

^-

fl

<f

diChe'lcor

pia

*?E

&

4*

|SE& pEjj
ga
^C3^
r

-Aj*
..

-x---^-

iglpiif!
r

tp hai) di be

V4

Im(w

r**

p
?

f'^-"!/;
r- fr

>-

lo

-h

re.

Inerra.

EEEE
Qurft'aria. cardiofeto parte con i propri paJJ'aggi, e parte /tgufto
ti fame/i

Francefco Rajt Trottile

<iAr et ino moit o gr ato Ser ultore ali Alt.


,

Ser>

diMantoua

|IglS: ^
pi
II

Sol

qua giulobrenot

fUf

ne aggiorna Tale aipor fy

le

delle

almo foggior

r*

'

na
**-
*

co

fparge

fra

noi fulgidi

^t-

Il
i

II.

ai J^l
l

M
Il
I

>

trui

del fuo

~~7

{pldo

b gli

-: &-!
^^

*a

'

mttm

>

'

*
=::
'

-- ir " H-~

(
i

mm*r^*~

li

wi ^

.4

"

'J

'.

' |

--

* '

*;

PPIIeIIeII
Quand'il bell'anno
primauera infio
ra

D infini

ti

color

ride

il

ter re

no Onde yifinite ha

fa
Quand'il bell'anno
primauera infio

e
ra D'infiniti

;i||g;|g^||g
color
rid'il

terreno

Onde infinite ha

Quand'il

beli

anno primauera infio

ra

D'infiniti

color

rid'il

ter

reno

Onde in finite lu

-:

Quand'il bell'anno
l
.

primauera infio
i

ra D'infiniti
,
i

i'

ii

...

color

rid'il
f-i

.v

ter

nno
'.

Onde infinite ha
f.cT. r .:.. "f. iTi

#*=s;
."'"

rnrrttt^fczz
primauera infio
ra" D'infiniti

w.

Quand'il bell'anno

color

rid'il

terreno

Onde infinite ha

v ,-+-

'

'

*&

^m Qr~^T~'

t- '

Ti'

ijTf jT

Quand il bell'anno

juimauera infio

ra D'infiniti

color

rid'il

ter

re

no Ondeinfiniteha

.{

.f.

<^_ ->

l'Ocean nel feno

Ma minor pen'

numerarle

fora che d'amer celebrar 1 in clitoono

re.

Ocean nel feno

Ma minor pena

numerarle

fora che d-amor celebrar l'in clitoono

re.

l'Cceannel fno

Ma minor pen' numerar

le

fora che d'amor celebrar l'inclito ono

re.

ssiiiii
lCcean nelfno

Ma minor pen' numerar le

fora che d'amor celebrar l'in clitoono

re.

l'OceannelienoMa

minor pen' numerar

le

fora che d'amor celebrar

l'in

clitoono

re.
i

l'Ocean nel fenoj^Ma minor pen'a numerar

le

fora ched'amor celebrar l'inclito

ono

re.

Aria, frin*. u.

ir.
mati

iiil^^fiilSliiiifliil
O parto w
SC[ft
lumi Rimi
rat'il

dolor
va'

Rimi

ra

t'il

dolor dtl

V*

*?=
~-!t:*:x:"rr:$:f:i:t:t$-^
Rimira

K &4-f-f^

la

parti

ta

Inquarta

fronte

pallid'e

fmarri

ta

t'il

dolor

Rimi

IIi=5!^|llliiil^Iy
rat'il

dolor

delta
6

parti

ta
9

In quefa fronte
6

palli

d*,efmarrita
t;

In
o

Kioii

nXio

Mie

i2

i-X

t?;

~
*-->
v
*

"

quefa fronde

pallid',e

Imam
l

ta.

Mio

ir^io

14

'-S&*

::

? I tFs$
:

-"' *-

-i

,i

,n-^

^1
r

5r^~~
ni

Fra cotanto

mar

tif

Fra co

tanto martir

non mi nega
6
7

te

Vnguar

do

non

d'amor

ma

M'o

ii

k<s

- 9 P g= fe^s^fag5^gMfetfjgttrzr
i'T
'

'

'

'

'

> W

>

m m <Mmm

pie

ta

te

Vn guar

non

d'amor

ma

+*fm*>

HW

-A - t *-

^ n

w * "|

ii

ii

di

pie
6

ta

te

Ma
4

di
> . . -, l
I

piet

te,

i.^io

Il=i

L i. g'> i^ ^,^.

" ' I *i
fi

K?'I

'**

.,,
"I

11^1014

y
<

.i..'. i-.

<_

i..wp

X-

--yy

- ~' |

*!

""

Opart'o

fttl

k,o'{o

li,

Occhi numi del cor ch'in tcrr'aJoro


m.

Io parto io

h *

^ic.ln

io

23 - J

,F-W
:

J" J-

"

i=il:liiiililSiMii^ll=
parto ahi

non pi par
--2

t'iomo

ro Occhi

numi

del cor ch'in tfrr'ado

ro Io parto
'

io

ry^tift

4-<

r -T-T+1

+~$--T-**- -f- Tffr^x

"

-f.%3-- *

parto ahi

non

pi par

'io

moro

Ahi

non pi

partiamo

ro.

W -'

'

IM

I,

~S

tt

'---

-^J" ^J"

Ofpirtormen

ti,'

do

glie

Fidi

compagni

llillliife^ill^iii^ > C
k>^... .

*7

\~^>

w^->

mia

<jucrtle,c pianti

Venitio

parto addio addio di

lettile

can

ti

ad

>

n..w m

NMm^

io
JO-"4-

dilcr

cari

ti,

t !

11-

nl i.

ji

[l

ni >

t*4"i***~

^"* "

<r*
Pdjo
tifi

iiiilii^iiiiiiii
addio gioie
lincia

Addio

candidi

giornee fdi

ci

re

R*

::*-*

w ^l^iiii^=il
I
1

ii 4'tftg^'*ltttnf ^iig3i^ ET!fU W w ^


*
1

11

m v
11

'

in

^ .^^.-txA.

.'

ftate

(eco

rf

ftate feco

incompagnia d'Amore

Addio candidi giornee

felici

ho

^a

^-^spigp^ia^
r

Retiate

feco

refta

te fcco incompagnia

d'amo

re

Incom

pagnia

d'

Ifg^BI^JiilplIgigl^
C
-

,.

^- Tu

^Y
i

T J T "*' "
nX'o
14

'

M **

mo
^^
I
1

re.

1 1
1

>

__
j

' iiinif

. p.
1

. .
l i

l'i

li

'

iiX

li

>

i ii hi i

iii

"I ' filrt

'

"

""

'

"" **

"

zArd. Seconda,

iS

g&&d T
R
^3r
i

Ardi

cor mi

o che non

fu vifta

f|

iyii^ssfc|=|

->

mai fam

ma

di piy

bei

rai

Ar

il

'

nn i

li

Ai

~4r

agpg^-

--

<w*wM pww^wi

di cor

mi

che'l

foco che

t'in

cendcPiu chiaro spiede de rai

del

biondo

le ili;

v 9
-

>~
E-.-&-

fi

Dio

Ar

^y
di cor

mio

HTFH fessi^

Ar

di cor

mi
l'M'O
'

o.
+

<

'^

-t"

Canta, mio core^ Canta con fsrta,e gioco


Jl

Luci ferene Per voi lieto , e ridente

Laccio iattc
Stringimi'l cor
fi

forte

tuo leggiadro foco


fa

Vmo

tra

fiamma ardente

Che noi difiolga morte


Laccio foaue
Si

Canta mio core

foaue tanto

La Che dettar

voce, e 1 canto
pofsa

luci ferene Per voi mi fon faui Qual ha piugraui

caro il cor m'annodi,

Che dolci i nodi

amore

Amor

tormenti, e pene

E libertini graue
Laccio foaue.

Canta mio core

Luci ferene.

Felice amante

Almo mio
Al tuo

Sole

Sofpir mai ne lamento

lucente raggio

Non fpargo indarno al vento


felice

amante
v.id'io

Tempo non faccia oltraggio Almo mio Sole


Splenda
Scaldi
il

Ancor mai non

bel

lume eterno

Men dolce ,

5 pio

Ne mai per verno


men , eh einonfuolc Almo mio Sole.

L angelico fembiante
Felice amante.

Aria Ter%*

Rd'il

mio petto

mife

ro

Alta fima lueen


6

te

fi

come

nXi

=*=*=
V

dure

(ielle al

tini per

mifro

ben che laffo il cor ne peni ardente non

nepen
il

*Cio

m~

J5

J-2.-

f'"-"

i * -t-
1

- --

4-4-;

te

Non

Jfe

n: pen
ii

te.

Kioji

Mio

14

l
J

.
ii

-* .
I

>^p^w*m tv i b^w^town

.-"*

~Stt

esasssr

A4 T^
Ic'ei
.
,

33jES
quantunque affliggami
Afprez 'em pia infini
.

ta,

dt|f 'ar

+-+-+

M *'

=s*

=s=s^=nr===fc=*

codi

fdegn'ognor

tra

fggami

Dolce

far

s'impetr'vn fguard'xn vita

gni
6

feri

iijgi

U-rt^

-J^X^^^^Jx'XI^xZZZZ^-J

gni

^-.ZXI ^:s-^4;--t-*-^

$T Scat-

:3:fc
feri
ta.

ta

u.

:
:

**

^>
confola
_,, _, _,
fi

#
.

Ma per
>..

l'eterno
t

6
>
,

cor u^Cio
,_:

._

V_^
batte
noftr'eta
t,e

volafi

cordi donna per altrui foccorfo,

e Tgr',e

*
S^!.-* JL.J-..,- -

^ ^-^ 5f -j
donna
o'

- X >*? *' T.foc

p.,...&.-... ^j

'*t

'

'

'"

d'orfo

o'

cordi

cordi donna per altrui

corfo

Tgr',e

d'or

_
w~f
fo

r'

?/

Tigr',e d'orfo.

Moti
-fL

11K1014

L i.

W.Q<.

Il|

.,

Ere

feluaggie,

Che per moti errate

II

pie fermata
7

In

quelle verdi
6

IS

ill|IIlifiiilIii^l|l!iiliiI
piaggie

dit'il

mio lamento eh a

ta

lor per piet

ferma
>foi

to
11

il

veti

to.
.<.

n^io

W^ S

lilide

mia

Mia

filli

de

bella

M'

fi

rubela

fi

fpietat',e

ria

Che mi

'

-^

iiiiiii.iSiililIiIItLfe
vede
morire

Che mi vede mo

rire

nevuolmoild'ilmio

cordo

g io

^^^^!|l5l^^lliyilp3Sj|^pE^p|?|=p2l

fc=g~=3ffe
9 S\wm m m
' iM

m-,

^'

'

di

re.
5

MM't4
z>-

-4.*'Jf

rrf-4-4-

HH'

* in

1.

..1

-*~
Erlei
irli

-,

- *.,_.,

1 .Al

fruggo Come

cer'al

foco

Ne

trouo

loco

S'io

m'aftido fuggo tal eh'*

,^t

fI

| -^- -Jr

tv

.i_

* _j

L..

.,

I >...

J.-31

J 1-A.f
.

..

.^....i

mai vint*,e fianco

Tento

lo

(pinoci cor venir

mi manco K'o ii n)&io

i*

ii

teli

voi

Se di

me

vi

cale Che'l

mio gra male

vien da ql 'occhi
_

Tuoi

7X6

"

r
Di
te

r:fe^:t:tE

h che

rimi

ri

Di

te

li

che

ri

mi

ri

mentre eh io moro alme


"~
.

noi miei

ETr^:qyh|

^^fei^
* "
>
'

|*

lj

^^
m

*(

ffpEE^Igg i
martiri

.*-

II^IO !4

5 90mm

vm mdmmwmmm*k mmm*

ziri ^~^

"^

* #
*ll

>l

^i

*ta*a*Wta

M^tavta*k^*t

|MHTCM^I|W|^ak|WNH

x^V/4 Quinta

V*

mia e mi

ie di

bel

g^il^iilili^lilil
J-^_ ~~J" -" TT^**
ta
Tei

i>

'*'
|

* -<-*">

ii j 'i

eer

'

'

"

I"'- >
tra

pi

ii

il

il

va g

D'ognal
""".**

cura o mai

tt

Pr,r"f*

'**~*

**

A.

L"

^F
j

"7**"

"**T -'1

X**"""
..

Tr^jfrgtg
t
"**

_'a,

~ ^"^

r*T

"*
-. .

f- tl

Tj

~""jl

'

"-

^cl^||S^^:p^pfprS||E*rE
>__~_>
difgom
bn'l core

Ardi d'amo
6
$

re

Ardi d'amo
6

4X)

siilo

M^iO

B^^iililPfiilpiiiifli

m
re 9t

-0
re.

di

d'amo
tl^IO

Arai d'amore neH'amorof fiamme


Rifplende di belt l'alto teforo Qual gemma in oro

Torna deh torna

alle

dolcezze prime
*

Non

ti fouien cor

mio de

lieti

giorni

?
;

Ardi d'amore Amor

pittore accorto

Perche non torni ? Credi cor mio per troppo fnno

folle ,

Safarleguanciedi color d'aurora, "1 crine indora.

Chi pcnfandodiman
11

palla dolente

di prefente.

Ma

tu d'amore ogni fauilla fpenta

Ogni

penfiero, ogni difegno atterra

Al campo, al gregge fol penl , & affanni Nel fior degli anni Nel fior degli anni alle canute cure
Riuolto
i

Soura'l

goduto ben folnonpu morte,


forte.
frale
,

Ofato,
Filli,
Si

che penfi ahi come

vento

bei defir neglettole incolto

dileguano i giorni, efuggonl'ore

Latini bel volto,

Ardi d'amore

Aria Sesta

-A

A- A-

A.^.-.-*

A-*~- x+ ^4"T"A-^6 u-,^1 -Bfcr+

Qw*^

Dite v dite amanti Vdjte, fere erranti

CkI yftel!eO Lunato Sole Don'edon

lI"^?J:|S^

"
V

zelle

le

mie parole,

E la ragion mi

doglio Piangete

al

mio cor doglio pjageie al mio

cor

a*=

E~EE-=r FSSI
*

r^-m :::

doglio.

JLa bella

donna mia
corcefe,epia

Gi

fi

Care arnorofe Stelle Voi pur cortefi , e

Ohim, che
belle

tnfto

e folo

Sol'io fento'l

mio duolo y

Non fo perche
So ben che mai

Con

dolci fguardi

L'alma lo (ente
Sentelo'l core

Teneft'in vita

Non
Quei

volge a

me

Da mille dardi
l'alma
ferita

E Jocon/entCi
Ingiufo amore,
vi

dolci rai

Ecio pur viuoe fpiro


Sanie*, che marcir

Et or pi non

mir
.

A mor fe'l

vede, e tace,
.

Sentite che marcir

Et ha pur arco, e iace

ta Settima

Cch'inmortali

D Amrgioria,e/pldo
6

re

Armateui

di

fi

a m'e d'aurei

11^1014

M
^E^^^^^^^^fe^^fe^^^^^^^^^g
li

eEIe

Ecco'il

mio core

Ecco mio co
1

re,

Ecco! miq core

Che icore campo ardito


il

Gli fdegni, e lire Ohmai prendinoefiglic

All'armi occhi guerriei i,all'armi amore

Pi non pois

jo,

ne pi
.

gli

vp

fofTrirf

Su , ch'io

v'irmi co

In quel bel ciglio

$u, eh io y inuito Suonan fofpiri ardenti

In quel bel C'g'io


Faccia piet ritorno,

Spem

il

cor guida, e l'ha piet fornito

O, ch'a
I

Itancarui
t'1

combattendo

piglio

D'armi portenti.

nort ',
c'1

giorno

Darmi portenti
Armato; vuol morire,

J.a note',

giorno

Seinpr'vJire e pianti,
Se

O /cacciar vuol da voi Scel/e lucenti


Ciifdtgni^elire.

mpre

di foco, e

fiamma harete intero

Soipui erranti.

jifix Otuui*

43 % U3||||Eg|l?p:|EE|ff:f35t:||t|f^*g
di

IL.

Odi Euterpe

il

dolce canto Ch'a lo IlX'O

ftil
<5

Amor m'irci
n)K.o

^^SlS-^^^^SS^f^^^^pf
etra

Et accordaci dolce

canto l'aureo fu
6

della

mia cetra Ch'a dir quel

ch'ei
6

mi

ra

MjTio

Mjrio

dolc'amor mi fprona amor piona Troppo dolce amor mi fprona Troppo

mi {prona.

Pi notturno, e cafto velo


ta mia Lidia il fen copriaj Mah Luna in mezzo il Cielo Dolcemente il fen m'apria;
.*

Ne

fi viuo, vago appetto Port mai fu l'Oriitonte Ne pur quando il fuo diletto
:

Anzi ilumt, e lampi


i

fuoi

Men podenti
Lidia
il

meno ardenti
pi lucenti

Sol d^li occhi tuoi


chiari, e
il

R inni fu'l Cario monte;


C h'j mirar cose
fi

Fea pi

Ch'a mirar fihplteforo 'Lampeggi di fiamme d oro.

belle

E feopriua

tuo bel feno

Tanti

rai

fur

unte

Uelle

pur llumetuofereqo

Eredeafoaue,epura La fua neue il petto

E da
aprire;

quei fbaui albori

Ma

fi

dolce ardeua

il

core

Sfauillaua vn dolce foco ;

C h'ogni fiamma,& ogni dardo


In quel caro fen d'amore

fenda di dolce cura Nel mio petto il cor languirei

E le grazie con gli amori


Hauean quiui vn
dolce loco j

Rinfrefcaua ogni ora vn guardo

Efahrveloce,eleue
Jl

E f quiuul corgiungea,
Su la neue il corm'ardea.

E gi m era

il

cor ferito

mio

cor tra neue, e

neuc.

A le piaghe vn dolce inuito


Malanguia
la vifta

Iomiraua,etuferiui Lidia mia foauemente Jofpronaua,eturapiui

E f come

il

fno aprendo

inferma
;

Tante fiamme tu mouei Sfauillar potean vedendo


Tanti lumi gli occhi miei Nel tuo fen potea mirare
Maiauiglie a
lai ,

A l'aprir dj tanti obbietti


Ne
potea giamai
ftar

ferma
:

Nel tuo fen la vifta ardente, Io mouea poche fauille Tu le fiamm mille miU*

cercar tanti diletti


i

E morir

rai

mefehini
alabaftrini

pi care

Tra duoi pomi

Aria,

Nona

Elle ro

{e

purpu

ri

ne

che tra (pine

fu l'Auro

ra

iSi) Yr,

5?" *fc~*"fi

'*'jizilz*

- --- T -f'

4~ - - ^-x r

non

apri

te

Maminiftre degl'amori

Bejte (o

ri

Di bei den

ti

cu (lodi

te

Ma mi

-<^~,niftri

,.

+ _j_^.*_,,
ei tefori

*^-

degl'amori

Di

bei

den

ti

cu fio

dite

Di

bei

den

ti

cufici ite.

j,

E ci forf pera it*


Di mia
vita ,
alle voftr'ire,

e.

Sebel riofebell'auretta
'fra l'erbetta
,

7. Segi

mai

tra fior vermigli

Se
.

tra gigli

Che non regge

Su'lmattin mormorando erra


Se di
fiori

Veftel'alba vn'aureo velo,

Opur
>

perche voifete

vn

ptaticello

E su rete di Zaffiro^
Muoueingiro Noi diciam^he ride il Cilo
f

Tutte liete Me mjrando'n fu'i morire S

Si fa bello

Noi diciam, ride la terra.

Stanca Seconda

+++
I

te

ro

fc preti

ole

amoro

fcDit'ond'

che

s'io

m'affi

^^|^Tr^^3|c^^^^^^^:|^r^^
<
>

11X10

|I;$:$::Hf$4:I:i::^
ioNclbdguar
do
accefo ardente

Voi repente

Difcioglie

te

vn

bel Tornio

Difcioglie

11X10

"Kio

lltalM "

ffia

te

vnbelforrifo.

p E3
~*

fcritate

B*

^i

ii

i-

np

"^-w

r-u -i t

-'

M"

"

"*

4, Belle rofe,

6.

Quando

O pietate
Del A far la cagion fi lo vo dir in nuoci moii
Voftrclodi

auuien Per diletto

ck'vu Zeffiretto

S.

Ben ver quand' giocondo


Rid'il

mondo
quand' gioiofp,

Muoua'l
Si

pie fu l'onde chiara

Rid'il ciel

che 1 acqua in fu l'arena

Ben

ver

ma non fan poi

Scherzi a pena

Come voi
ride
il

Ma ridetetuttauia.

Noi diciam, che

nvre

Far vn nfograziof.

Aria

VimA

Hi mi

confort ahimechipi co

io

limi

Horchc'lmio hi che C bei

i^EEEEEE +$

i
i-

-^

^USPSSS
rag

giador

nano

II

de

fi

a to

lu

mcakilaf

soinuohmi

U de

fa

to

m spppf
lu m'ahi lai
6

0 inuo

"*

*?"""

"
'

"""
'

gjCfe^a

'

IT

-TBlami.

tlK' O 14
i

^i,

,,,

<

ti

Labelltfsima Aurora , onde s'aggiornano Mie notei , innanzi tempo ecco abbandonami

Quinci fi

trifta in
i

cor voce rifuonami,

Ne penfa, che aueftehorevnqua non romano,

Che tutti mici penfier dolcezza obWiarvo Er o fo (peno rie querele iproai.

DJua, che gli occhi miettjMito defiano, E che nuouc vaghezze oggi in te forgema,

Che dal metto

l'iton

fi

a dffuiano $

Mira che gl'occhi miei

lacrime

fio
n

in>'W^^^^^^^^
I"

MnJ

IH

-! -

^ec
=*:

-*r""

"^
nJKio
'4

che mcnrx* da] cor preghi

ti

nono

aslgMlilif iliilil
porgono mie reci
cc*ifofpir

]a
i>
>
,

7C6
1^-
I

Jl

m.

'

*'

'

'

'**
' '

'

*""'

'

"

"

"

T'^-- -

*~

.
.

I
rcom
6

mo
nKl'

uono Mie voci

) .

mt

mmwmm
F.fcl.Tri'lo

4--T"

ipSS

3iF!
*Vl
.

|-

'

"r;^^

ERRORI PIV NOTABILI


occorfi nello Stampare

A
la
s

Carte 2. quinta pofta minima-* .

nella parte del Baffo feconda cafella ,,

lafefta nota ha da efer

iA carte 7.
,

prima pofia
s s
.

nella parte del

Tenore , fconda caflla , /otto la prima n$ta va


nellafeconda nota h.fa h.

la paro

duol

cA carte

//. prima pofla nella parte del *Baffo quarta co/ella tldiefts che e nella notaftffequente, oue non ha da efiere-*

mi , va

%A carte
nirna
;

z 0. fetta poHa

nella parte del Baffo

prima cafella ,
,

lafeconda nota

neltamtr , che mi*


*

vogliono efere duefmminime legate

lafecondaf^natafoprafefiamaggiorcj

IN FIRENZE
Appretto li Hre di di Giorgio Marefcotti .
Con Licenza de Subirmi!

nm m

M D C Ih

n
Wtffl

ffluBai
;<U:

Hi

|HBV
il

il

II

VJ

*n

!iffl

H
IflU

T^

1
VI

III

You might also like