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LE N V O V
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IN FIRENZE
APPRESSO
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MARESCOTTI
C
I.
MD
JoFraFrancefco Tibaldi Fiorentino de Minori Conuentuali ho Ietto quefti Madrigali in mufica del Signor Giulio Caccim tornano, e dall'edr* compoiti in materia d'amorVn
danoin poi,non vi ho trouato cola repugnantc alia cattolica fede,ne tapoco contro Prelati di Santa Ciiiefa, Republiche, Prcncjpi * & in fpde di ci ho fcritro gasili quattro verfidi propria mano in Santa Croce di Firenze i'vltimo di Giugno i 6" 02.con la lettera dedicatoria al Signor Lorenzo Saluiat ,& vn altra a Lettori.
j
Concedei!
fi
I.
Luglio
602
In quorum fidem
Dat.Flor.die
.Inni j 1
fot
L'inquiitor di Fiorenza,
ALLILLVSTRISSIMO
SIGNOR LORENZO SALVIATI
VO SIGNORE QSSERVANDISS,
VNA
li
cofa inanimile pi
V* S, lUuiirijjma fi compiacque fempre di fauorire, e gradire, non dir i doni } ma $ faggi degli eferaci miei muficali : mentre
che il fuo nobile intelletto in tutte
dilettato
le belle di[cip line
affinato 9 fi
non folamte di afcoltare da me, e da chi e efercitato da me le mufiche mie, tf ricanto*, mafouente ancora dionorarle ca
mia e[pcrien%a dell'arte pubblicare alcuni fochi miei Madrigali , (f canzonette compofte a aria, le raccomando alla protezjon
fua ,
che con tanta cortefia fi e compiaciuta pregiarle :fi>erando che quelle Mufe,co le quali ella nelfuo nobibffmo giardino fi fuo le lare vtrtuofo diletto , che per yici-
ra y ejj?era ogniora pi internarfi nella fua virt , e nella benignit della gratta fua quale defederando io fempre che fia tUuHrata dalla grafia diurna, 4 leifo reper*
Obbligavamo Servitore
Giulio Caccini,
*A
*A*
a
E
fV^^fLS ^r^eV^fcS
fe'W fi?) /fc)
**> dfe^ cfc
citate
,
lettori;
dame
intorno alla nobile miniera di cantere dalffc
io
:
f ^ ctf tone del Palla mio maestro apprefa, -g) alt re mie compofizioni di pi m4 ar * e> comPfti da me in diuer ^rt a ^ * fi tempi io non ho fino ad hora manifefia*
&
&
ti,
ci
parendo
me ee affai di onore
amatori di cjueja
riceueffe-
w5
r a d?//f
w/> mufiche ,
** / /' /Swtf/i
&
altri nobili
profieffione /
eguasle,
$) in oltre malamente
l'vna nell'altra
,
adoperaifi
ri trottate
da
per
ie
re della voce,
&
voci, fg) altres vfiarfi indifferentemente, il crefiere, efeema* e gruppi, altri cotah ornamenti alla buona maniera di can*
&
&inque-
Ha prima impresone con ques~lo dificorfo a i Lettori mostrare le cagioni, che m' indfiero fimilma* do di canto per vna voce fola, affine che, non effendofine' moderni tepipajjati cojumate (chi'ioftp'
pia) mufiche di quella intera grafia eh' io finto nel mio animo rifonare, io ne pojja
ti lafe tare
in qucfttferita
alcun vefligio
perfezione , che
fn 1 feconda-*
lo veramente ne
Bardi de Conti
&
da
m pi
di
nofmpre
che non
conumto
l
la fidando
bene intenderfi
le parole ,
guaf a
il concetto,
fc or cian do le filiab e per accomodarfi al contrappunto , quella marner cotan o lodata da Platone , fffi altri Filofofi , che affermarono
f
Irithmo, fg)
3
ilfuono
per vltimo
enm
per
lo
e fare
quei mirabili
effetti, che
potevanofarfi per
il
non ne intendeua parola per la moltitudine de ipaffagoi, tanto f nelle fillabe brevi qvato lunghe, -f) in ogni qualit di mufiche pur che per mezzo di efiifivfiero dal
qualunque frumento
ia plebe e aitati
e gridati
io dico
che
tali
,
mufiche , e
poi che noti
mufici non dauano altro dilettofuor idi quello, che poteva l'armonia dare ali 'v'ditofilo
potevano
effe
muouere l
intelletto
fn^a
ho detto ) vna
quafiche in armonia favellare, vfando in efia (cerne altre volte certa nobile screziatura di canto, trapafiando talora per alcune fklf, tenendo per
cui' altri poteffe
le parti
;
di mc%
La onde
,
da-
per dilettare ,
fimo
/'
<JMadrigali ,
Perfidifi
"Lolio
Sgloga
delSanazz aro
,
Itene l'ombra degli amenifiggi in quello fide proprio, che poi mi fervi
.
1 quali Madrigali,
il
&
tsiria vditi
t^ia ,
particolarmente al Signor Lione Strofi, tutti poffono rendere buona testimonial quanto mi efior ero continovare Cincominciata imprefa, dicendomi per fino qua tept, non bavere vditonut taf
di corde
>
muovere
muouere t'affetto de/tanimo quanto quei madrigali ; s per lo nuouo fide di e (fi come perche cofiu m^ndofi anco in quei tempi per vna voce fola i madrigali flampatt a pi voci, non parcua loro, che
per far tifato delle parti corri fondenti fra loro y la parte fla del ferrano di per [e fola canta' a ha Hej\e t n quei tempi fi v fi affetto alcuno, onde ritornato io Firenze e confederato, che altres jtiuano per i mufici alcune Canzonette per lo pi di parole 'vili , le quali pareu me, che non co f
,
Jt fitmafero
a vfo di aria per poter vfirern coletto di pi Hrumenti di corde j e comunicato questo miopenfero molti gentiluomini delia (fitta fui compiaciuto cortefemente da efii di molte canzonette di mifur e varie i verfi,fi come anche apte talvolta degli animi opprefii, comporre qualche canzonetta
Preffo dal Signor Gabbriello Qiabrera
,
&
afjai diuerfificata
,
da
tutte l'ali re
dandar
variando
le
me
,
in diuerf arie dt tempo in tempo, fiate non fino poi disgrate erjanaio a tutta Itali a Jone dofi or 4
dtefio Hile ciafeuno, chehavolfto comporre per
in
Fir^e
ou e filando
io gifino trentafette
operato intorno fiptti fludi, ne i qftali cos pie madrigali come nelle arie ho tempre procurata
imi
tastone de i concetti delle parole , ricercando quelle corde pia, e meno afjeituofe, fecondo
di effe, e che particolarmente haueffero grazi*,
fintimeli
hauendo
afeofio in effe
le
& ofn u
to l'tflejj*
vn certo adornamento io habbia vfato talora alcune poche cro^e fino al valor d'vn quarto di battuta vna mez^a il pi /pra fllabe breuipt r lo pi, le quali prrJ che pacano tatto e non fono pafj aggi ma vn certo accrefeimento di gr alia fi pofjono per metti re, (? anco per che ilgiudi a facciale fa ad ogni regola patire qualche eccezione ; ma perche difoyra io ho
regola nelfare ip*ff*ggi bench per
detto effer e malamente adoperati quei lunghi giri di voce, dfauuerttre, che ip*fiaggt no fonofia* ti rifrouati per eheftano necefiarij alla buona maniera di catare, ma credo io pi t otto per vna cer
ta
titillai ione
affetto, che
fi
ci
fa
ero indubitatamente i paffaggifirebbono abborriti, non effendi cofa pi contraria di loro ah*alfe: teff
to,
onde per ci ho detto malamente adoprarfi que lunghgtri di voce, per che da me fonofiati intra
'
dotti cos perferuir fine in quelle mufiche meno affettuofe, e foprafillabe lunghe, e n breui,
&m
co-
fi non che la
vocale, , u,
e la vocale,
i,
rimanenti tutte in ufo comune, f bene molto pi [onore aceto che chtufitcome anco pi proprie , e pifacili per efircitare la difpofizione,
&
ancorafi pure fi debbono quefii giri di noce ufire fi facciano co qualche regola nelle
ta,enon
ca/,
ofu
opere,
che altri' vuol cantar filo, efare maniera in ejf, neprometter fi, che il contrappunto fia bafieuolt3 per che alla buonamamera di comporre, e cantare in quefio fideferve molto pi l' intelligenza dclccetto,
delle parole
ilguslo, e l'imitazione di effo cos nelle corde affettuofe, come nello efbnmerlo co affetto
il
contrappunto, efiendomi iofruito di e fio per accordarfilo le due parti in* ficme, e sfuggire certi errori notabili, e legare alcune durezze pi per accompagnamento dello affetto, che per vfararte, fi come ancofi vede % che migliore effettofar ,e diletter pi vii aria, unma*
vn
altro con tutta Carte del contrappunt,di che non fipu rendere migliore
refia,
tradetti ftano indifferentemente vfiti, per che allorafi dicono vfarfi indifferentemente ogni volta
fi nefirue
mingano)
cagionata perche
il mufico
quellojche egli vuol catare^chef cijcffe mdubitatAnmciiQUwtrebl?c mcctali errori,} come pia
fi':
facilmente incorre quel tale , ehe format o fi Ufia maniera di cantare (verbigra^i-t) tutta dffettuofa cq
vnar egola generale, eh e nelcrcjccre, efcemare della voce, e nelle efilama-^itm fia
affetto , femprefi n' ferite in ogni forte di mtifica,
ilfond/imeio di efjo
a quali
fi de u procurare
con ogni
;
di fomm-a-ne
mediocrit, e quanto pi fqutfi e^c per l'eccellenza fua fono in lei,con tanta pi fatica, edslijgjfv*
le
douemo
io,
noi
profefori df
& amor
e, il quale
dendo
e et ogni arte)
quanto appartiene a
Non zia,
parte anco per lunga pratica, come fi vede, che hanno fatto molti, ehuomini,
Epoche
nella profeffone del cantante (per l'eccellenza] u) nqnferuonofolq le cofe particolari, ma tutte tnfie
che i primi,
,
&
i pt
importanti fonda-
ma habbia U buona maniera, come ellafi debba intonar e, la quale per effere
vedremo,
e l'vna, e l'altra, e
effetti,
per lo
in due,
quella
,
>
che a
me parr
cordai
,
nell intonazione
una
^a
Cotto,
&
Jempre crefcendola,
in
prima, per non e molte confinari^ ella pon accordale fiere regola generale, poich che puellafipofia anco vfare, e diuenuta oramai maniera cotato or dinar ia,che in Teced'hauergra*
alla
zria
quanto
(perche anco alcuni trattengono nella ter fpa%io di tempo , elvella vorrebbe fi *&fiotto troppo pena efiere accennata) direi eh* ella fofie pi tofio rincrefceuole all'vdito , e che per l\ principianti
f ufare di rado,e come pi pellegrinarmi eleggerei in uece di effa lafecon da delcreficere la voce ; ^da perche io non mifono mai quietato dientro a i termini or dins.rjj y cy y-
fan dagli altri, anzjfono andatofempre inuefiigando pi nquit a me pofiibile,pur che la nouitfia Baia atta poter meglio confegutre tifine del mufico, cio dilettare, e muouere l'affetto dell'animo,
ho trouato
nare
efiere
la
la prima
voce fcemandola, per che t efe Umazione, eh e me^f^opm principale per muouere-*
np n , che nel
}
alqut
to:
di mene acut o,
&
impatibile
all'
ud to come in pi
ho vdito
io
Indubitatamente adunque
effettofhr l'intonare la
dola; per che nella detta prima maniera, crefiendo. la voce perfar l'efclarnazjonc, fa di mefticropoi
nel lafiar di effa ereferia di vantaggio , e per ho detto, ch'ella apparifce sfor^ata,e cruda.
tutto
il
^Ma
ef
contrario effetto far a nellof aria, il darle ternaria, poi che nel Uff
un poco pi
fpirto la r?de~
r afempre pi affettuufa-, oltre che vfando anco tal uolta or l'vna, (por l' altra fipotr variare,
Dimanie-
rache,fe quefa quella maggior parte della grafia nel catare atta apoter muouere l'affetto dell -a .
f fi
aria ce fi
che in miglior manierale maggior chiarezza perfua intelligenza non fipu defertuere, e* nondimeno fipu acqui/lare perfettamente, pur che dopo lo studio della teorica, e redole dette, fi po;
ga
in att quella pratica per la quale in tutte le arttfidiutenepi perfetto ,md particolarmente nelle
.
EfeU-
perefmpio.
cor
mio
dek
non langu
re.
gui
re.
=^F*5
Di quello adunque, che pofia efiere, con maggiorer minor grafia intonato nella maniera detta,/} Cor mio deb non languire s per ne | pufar e esperienza nelle Jprajrittc note con le parolefolto che nella prima minima col punto fipu intonare, , Cor mio, fcemandoU a poco a poco e nel calar della simimmima crefeere la voce con yn poco pi [j>irito, everr fatta f e]clamaci one afiaf aftettupfaperla npta anco, che cala per grado; ma molto pi, sfiritofa apparir nella parola, deh ,, per
,
, ,
non cala per grado, come anco foaui fama poi per
la riprefa dellaje a fi
mag.
ejclama
wne,& onde nafea, ma cheppfjonp efjere ancora di due qualit una pi affettuofx dell' altra fiper
la
maniera co
la
qualefono aefiritte, intonate nell'un mpdp, nell'altro^ come per imitazione della
ella
harfigmficato Cu
il
efclama-Qom in
p
e
una
femimimme
dere ,
nelle qualf
bara pi luego,
ilerefeere, e feemare della uoce fen^a ufar le efe Umazioni: intendedp per
e fi affettici debba
ufarfolo la
yiuezZt1 del canto, il quale fuple efiere trafiortato dall'aria ijlefia, nella quale bench talora vi babktaluow qualche eficlamazipnc , si deue lafilare l ifiejja viuezxa^e npnpprm affetto alcuno, che bob* Il perche noi venghiamo in cognizione quanto fa necefjarto per ilmufico vn certe ia del languido
.
tiudi%ip,
il
qualefittole preualere talvolta all' art e. Come altres paffiamo ancora conofeere daltefcpra
le prime
una maniera, fanno ctrario effetto luna diali'alonde si dice altrui cantare con pi grazia, men grazia mifar anno ora climpfirare prima, in che
fiato defritto
ttiifa,
da me il trillo,
il gruppo, e fa
'n-
terejfati di cafa mia, cj? in oltre poi tutti gli altri effetti pi necejjarij, acci
non refitfquifitcz^a, da
me ofieruata,
Trillo
che non
si dimofitrt
gruppo.
dall' altra
mia uiuente,
che
e
ficurezza affermare,
f vero che l' esperienza fia maefira dittate le cofe pofio con qualche dire non si potere tifare miglior mez^pper infcgnarlo,ne miglior forma per
defriucrlo,
defc ruerh
che
tempi efyrcffp,
t tfipff etftfo.
rtd,
molte coffe, chefi de fcr tuono, efono effetti di quelld gra^id, che pi fi ri cerca per ben cantar t e come [opra detto, fritte in ina maniera, in altrafanno il contrario effetto di quell? , chefir
rna etiamdip tutti ej]i\ejjettidcficrittjifidw^ fifofcrio rifare, maniere con ttfteflo talor delle note, accio tutta via lenghiamo in cognizione, comefppra relitcerne
di
cato to pi \oltc, che da mettifritti infime conia pratica fi poffonp imparare tutte lefquiftez^e di
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in aria di romanefea
Deh
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fate intorno alfa nobilt di quefa marner di cantigli ho voluti per ci deferiuere ; fi per moftrartj douefideue crefeere, efc emare la voce :fare tefelama^ioni, trillisgruppi, infomma tutti i te" Jori di que/r'arte,come anco per non efiere neceffitato altra volta dimostrar ci in tutte le opere , che
&
mede/imi tuo
ghi, ouefaranno pi neceffartfecondo gli affetti delle parole ; auuenga che nobile manierafa cos ap-
chef
faria
buona voceper
eff quanto
,
far perci
vtile auuertimento
che
il
ra~ profefs ore di quefl' arte poi che egli deue cantar folofpraeffereforcato
ga vn tuono,
li
voci finte
; nelle
qua-
perfingerle, almeno nelle forzate, occorendo valer/ideila refbira^ione per non difeofrirle molto
(poich per lopifoglionp offendere tv dito, e di e/fa pur necefjario valer fiper dar maggiore ffirito
al crefeere, efeemar e della voce, alle efclama%ioni t c tuffigli altri effetti% che habbiamomoftrati faccia
s, che
iifogno.
^Ma dalle vocifinte non pu nafeerc nobilt di buo cacorde, la quale altrui potr maneggiare a
fuo talento,fen^u valer/ideila r evirazione per altrochper m^jrarfi padrone di tuffigli affetti mifltori che occorrono
mente ferafi
di tutta la mugica accefo in me.per lckmzjone di natura, e pergli fliii di tanti anni
io
mi fu
lo
mp arato
,
non conueniua
a
a.
chi
i
impa.
tutti
proffori
di queB'arte :
La
mtnie
ali r ut
vnafembian^a vera
,
la terra
COncioJia che io habbia coturnato in tutte le mie mujiche, che fon fuori in
i
numeri/opra
accompagnameto
delle parti di
me^j
ora
il
perche doppio
la
lapin necejjaria
(le io non
quedo frumento pi atto ad accompagnare la voce 3 e particolarmente quella del renore 3 che qualun que altro-, laf-ando nel rimanente in ar bitrio di chi pi intende,
corde, che pojlono ejjcre di migliore intendimento loro
,
il
o che pia
accompagneranno
ta fola, non fi potendo fuori della ntauolatura per quanto io conofeo defcr merlo con] pi
fedita
veduta offeruan^a fngolare in Antonio N.aldi detto il Bardella <?ratiffmo fruitore a quesle Altere Serenif.ilqualef come veramete ne flato l'inue tore, cos e reputato da tutti per lo pi eccellete chefne a no fin tepi habbia mai fonato di tale slrU'
mento, come con loro utilit fannofede i prof/Jori,
rone;
e quelli, che fi dilettano nell'efirci^io del
Chitar-
f gi
egli
non auuemfje
ad altri pi
f vergo-
gnale
l'hauere imparato dalle difctpline altrui, come f ciaf uno poteffe, doueffe ejjereinuentore di di i utte le cofe, e come f e*fu f tolto all'ingegno degli huomini poterfemore andar ritrouado nuo ne difciplme ad augumento di propria gloria, cy algiouamento comune .
Lo Stampatore a
Lettori.
LsA
dilazione del tempo dal d della dedicatoria di quefl*opera, chefu alprimo di Febbraio fino
di
quefo vltimo
la licenzia
lunga, e difforme f il diferetto Lettore non fuJJe auuertito, che dopo il cominciamene dellafiampa infermit, e morte di Giorgio ftiari/cotti mio Padrefinofate la lunga infermit dell'autore, e
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che cantanofle
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come
h abbia vfato
buona,
le
nell'altre
che fi debba permettere , e per quefio, e per la variet come anco per lopriutlegto, che deue haueretn quefia parte, chi canta folo, non potendo errale
re con
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molti errori
"Ultime Coro del Rapimento di Cefalo confertato tra voci e frumenti dafettantacnque perfine
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Labelltfsima Aurora , onde s'aggiornano Mie notei , innanzi tempo ecco abbandonami
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Che tutti mici penfier dolcezza obWiarvo Er o fo (peno rie querele iproai.
DJua, che gli occhi miettjMito defiano, E che nuouc vaghezze oggi in te forgema,
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