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STORIA DELL'EUROPA ORIENTALE


L'Europa orientale è quella regione compresa tra il mar Baltico, il fiume Elba, il bacino del Danubio
e i mari Adriatico ed Egeo.
Tra '800 e' 900 l'intera regione fu interessata da fenomeni comuni:
● fine '700: l'Europa orientale è compresa in imperi multinazionali e dinastici (Prussia,
Austria, Russia e Impero Ottomano);
● '800: nascono le coscienze nazionali;
● 1918: fine degli imperi → sorgono degli stati nazionali che, però, riproporranno i difetti
tipici degli ex imperi di appartenenza. Questi stati nacquero fragili e dovettero confrontarsi
con entità più forti (la Germania nazista prima e la Russia comunista dopo);
● 1989-91: si sgretolò il blocco sovietico e riemerse la potenza tedesca;
● oggi: l'idea di Europa orientale si sta modificando a causa dei diversi percorsi intrapresi
dalle nazioni che la compongono: alcune si stanno integrando in Europa, la Russia sta
tornando grande...

LE SOTTOREGIONI
Prima dell'800, l'Europa orientale era divisa in tre sottoregioni geografico-culturali:
● Europa centro-orientale (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Slovenia)
Appartenne al''Impero asburgico, è cattolica e la più sviluppata economicamente;
geograficamente è l'ultima protuberanza della grande pianura eurasiatica;
● Balcani
Al momento della divisione dell'Impero Romano, furono compresi nella parte orientale;ciò
fu determinante per l'affermazione del rito ortodosso.
Nel 1453 entrarono a far parte dell'Impero Ottomano → influsso islamico; ad esempio, la
parola “Balcani” in turco significa “montagna boscosa”. Inoltre, fino all'800, i Balcani erano
chiamati “Turchia d'Europa” o “Rumenia” (da Roma);
● Russia e stati da essa distaccati
si estende anche in Asia: è difficile dire se fa parte dell'Europa orientale.
Per molto tempo fu popolata da popolazioni nomadi; in seguito, si formo l'Impero zarista, il
quale fu molto autoritario a causa della facile esposizione del territorio alle invasioni.

LA DISTRIBUZIONE ETNICA
Durante l'Impero Romano, in Europa orientale c'erano tre gruppi etnici:
● Balcani meridionali: Greci;
● Balcani occidentali: Illiri (gli attuali albanesi);
● Balcani orientali: Traci, comprendenti i Daci → conquistati dai Romani, si mischiarono ad
essi. Da questa commistione nacquero i Valacchi (gli attuali Romeni).
Nel VI secolo arrivarono gli Slavi. La loro collocazione precedente è sconosciuta, ma ciò ha
costituito un problema politico (rivendicazioni territoriali).
In seguito arrivarono i Magiari (di origine ugro-finnica) che si stanziarono nella pianura danubiana;
essi si mischiarono ai locali, ma mantennero la loro lingua.
Anche i Bulgari (arrivati nel VIII secolo) non erano indoeuropei ma, grazie alla commistione con le
popolazioni locali, divennero praticamente slavi.
Oggi la situazione è questa:

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● slavi occidentali: Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia;
● slavi meridionali: Croazia, Slovenia, Serbia, Macedonia e Bulgaria;
● slavi settentrionali: Russia, Ucraina e Bielorussia.

RAPPORTO CON IL MONDO TEDESCO


Al loro arrivo gli Slavi si stanziarono fino alla riva orientale dell'Elba, mentre i Germani erano ad
ovest.
In seguito (XII-XIII secolo) i Germani si spinsero verso oriente (fenomeno del drang nach osten,
spinta verso oriente). Fu un fenomeno pacifico (ost sied lung, insediamento ad oriente) che permise
agli Slavi di conoscere le più avanzate leggi e tecnologie dei germani.
Ma sulle rive del mar Baltico l'espansione avvenne con la violenza: le popolazioni baltiche (non
germaniche) non volevano convertirsi al cristianesimo: furono sterminati dagli stessi frati inviati a
convertirli.

LA RELIGIONE
Dopo l'arrivo degli Slavi la regione era prevalentemente pagana.
In seguito vi fu un fenomeno di cristianizzazione promosso sia da Bisanzio che dal SRI; ovviamente
questi due influssi erano molto diversi fra loro (cattolicesimi vs ortodossia).
Le differenze erano:
il ruolo del papato: a ovest il Papa era il capo assoluto, mentre il patriarca di Costantinopoli era solo
il primo tra i patriarchi. Inoltre ad est si crearono molte chiese autocefale (autonome da Bisanzio).
Ad ovest il potere spirituale e quello temporale erano divisi, mentre a Bisanzio vivevano in
“sinfonia” (l'imperatore protegge la Chiesa, la quale legittima il potere dell'imperatore).
Scisma del 1054, poi la rottura definitiva ci fu nel 1204 (quarta crociata).
Nell'anno 864 due missionari, Costantino (poi Cirillo) e Metodio si recarono nella Grande Moravia.
Essi erano di Tessalonica e conoscevano lo slavo.
Per diffondere le Sacre Scritture (visto che gli slavi non avevano una lingua scritta), essi crearono
l'alfabeto glagolitico, che riproduceva i suoni della lingua slava con caratteri derivanti dal greco.
Richiamati a Roma, la loro opera fui proseguita dai loro discepoli che modificarono l'alfabeto. Da
queste modifiche nacque l'alfabeto cirillico.
Ma la loro opera fu vanificata dai missionari tedeschi che, a causa della vicinanza geografica,
finirono per prevalere. Da questo dualismo nacquero quelle differenze che contribuirono la mancata
formazione di uno stato unico slavo (vedi il fallimento della Yugoslavia).
Nel X secolo viene cristianizzata la Rus' di Kiev (il più grande stato russo), in cui viene anche
introdotto il cirillico.
Dopo il 1453 i turchi non imposero la conversione. Solo due popoli si convertirono (Albania 70% e
Bosnia 50%). La relativa islamizzazione dei Balcani fu dovuta anche alla presenza di soldati ed
amministratori ottomani. Si diffuse la lingua araba.
Nel XVI secolo la riforma luterana si affermò nell'Europa centro-orientale . In questa regione,
alcuni magiari szekely (o siculi) divennero calvinisti, i sassoni protestanti e i valacchi ortodossi:
c'era una grande varietà religiosa.
Nell'Europa centro-orientale c'erano molti ebrei; essi appartenevano a due gruppi distinti:
● ashkenaziti: arrivarono ad est insieme ai germani; parlavano yiddish.
Erano maggioranza relativa in alcune città (come Vilnius) e alcuni contadini (shtetl)
colonizzarono le campagne;

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● sefarditi:espulsi dalla Spagna dopo la reconquista, si rifugiarono nei territori ottomani;
parlavano ladino e avevano grandi comunità a Costantinopoli e Tessalonica.
Un'altra presenza significativa in Europa centro-orientale era quella degli uniati, ovvero cattolici di
rito ortodosso. Ciò fu frutto della politica cattolica del periodo della controriforma, che permise loro
di mantenere la loro liturgia pur di non farli convertire al protestantesimo.
Ciò si sviluppò in zone di confine tra cattolicesimo e ortodossia (Polonia, Ucraina, Bielorussia e
Romania).

GLI STATI BALCANICI NEL MEDIOEVO


Nel medioevo si affermarono alcuni stati che furono, in seguito, assorbiti dai grandi imperi.
Da notare che questi stati si formarono in seguito alla cristianizzazione dei popoli che li avrebbero
composti: lo stato aveva bisogno della legittimazione religiosa.
● Regno dei Bulgari
Alla fine del VII secolo, i bulgari sconfissero i bizantini e fondarono uno stato guidato da un khan.
In seguito alla conversione, lo stato ottenne legittimità internazionale. Fu anche adottato l'alfabeto
cirillico.
All'inizio del X secolo, il regno raggiunse il massimo splendore: conquista molti territori di
Bisanzio ed arriva ad assediare Costantinopoli.
E' questo il periodo in cui al titolo di re si sostituisce quello di zar e in cui viene creato un
patriarcato bulgaro (poi ridimensionato ad arcivescovado autocefalo) con sede a Ohrid.
● Serbia
L'entità statale serba ebbe il suo primo nucleo in Montenegro e cambiò nome varie volte: Doclea,
Regno di Zeta, Raška (XI sec.) e infine Serbia.
Comprendeva il Montenegro, il nord dell'Albania, il Kosovo e la Serbia occidentale.
Tra il XIII e il XIV secolo attraversò una fase di espansione, guidata dalla dinastia dei Nemanja: la
Serbia divenne un impero guidato da uno zar. L'arcivescovado autocefalo divenne un patriarcato
(con sede a Peć), ma poi fu ridimensionato.
● Regno di Bosnia
Cresciuto grazie alla decadenza serba, si trovava al confine tra le due cristianità. Vi si affermò
l'eresia dei bogovidi (ma secondo alcuni è solo una forma rozza di cristianesimo): il regno fu
bersaglio di varie crociate. Ciò faciliterà l'affermazione dell'islam.

GLI STATI CENTRO-ORIENTALI NEL MEDIOEVO


● Boemia
La caduta della Grande Moravia spostò il baricentro del potere verso la Boemia: nel 900 dC sorse lo
stato boemo. Era slavo ma incuneato nel mondo tedesco: nelle città boeme c'erano molti tedeschi ed
ebrei.
Il granducato si trasformò in regno sotto la dinastia dei Přemyslidi (pr. Gemislidi); lo stato divenne
parte del SRI e il re boemo fu nominato Grande Elettore (e fu imperatore per due volte, ad esempio
Carlo IV). Questo splendore generò fermenti intellettuali e religiosi: si sviluppò, ad esempio, un
movimento pre-riformista che anticipò di un secolo la riforma luterana. Esso, guidato da Jan Hus,
chiedeva la lettura della Bibbia nella lingua nazionale e la comunione “in entrambe le forme”
ovvero anche con il vino.
Invitato al Concilio di Costanza dopo avergli concesso un salvacondotto, Jan Hus viene arrestato a
tradimento, processato e bruciato. Ma i suoi seguaci (gli hussiti) riuscirono a resistere a varie
crociate lanciate contro di loro.

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● Ungheria
La creazione dello stato ungherese fu contemporanea alla cristianizzazione del suo popolo, cioè
avvenne nel 950 dC. Il regno fu guidato dalla dinastia degli Arpadi il cui esponente più importante
fu Stefano, colui che convertì il suo popolo e che fu proclamato santo.
Il regno comprendeva Ungheria, Slovacchia, Transilvania e Croazia. Fu spesso in competizione con
Venezia per il controllo del litorale adriatico.
Un importante re fu Mattia Corvino. Il regno scomparve nel 1240 a causa dell'invasione mongola,
ma poi risorse.

Mattia Corvino - ducato 1458-90


● Polonia
Lo stato polacco nacque nel 1000 dC, fondato dalla dinastia dei Piasti.
Tra l'altro comprendeva anche la Slesia con la città di Wrocłav (Breslau).
1240: invasione mongola, ma lo stato si ricostituisce;
1285: la Polonia divenne una grande potenza: l'unico erede della famiglia reale è una donna che
sposa Jogaila, il signore di Lituania. Da questo matrimonio deriva l'unione personale (un solo re per
due regni distinti) di Polonia e Lituania e la nascita della dinastia degli Jagelloni.
In questo modo i polacchi continuarono il loro regno e i lituani (ancora pagani) si convertirono ed
ottennero la legittimazione internazionale.
Il potere centrale lituano era debole e molti sudditi erano ortodossi. Il paese era un grande
esportatore di cereali;
1569: i due stati si fondono in un solo regno (rzeczpospolita) la cui lingua ufficiale era il polacco e
governata da un'assemblea di nobili (sejm) che aveva fin troppo potere: quella di re era ancora una
carica elettiva, quindi i nobili scambiavano i loro voti con privilegi che andavano continuamente
crescendo. Inoltre i nobili erano spesso corrotti dalle potenze straniere (si arriverà ad avere dei re
stranieri) ed anche uno solo di loro poteva porre il veto ad una decisione dell'intera assemblea.
Tutto ciò era causa di grande debolezza;
1610: la Polonia conquistò ed occupò Mosca;
1772-93-95: le “tre spartizioni”: la Polonia fu smembrata in tre parti ed assorbita da Russia, Austria
e Prussia e scomparve.
● La Rus' di Kiev
Era situata nel bacino del fiume Dnepr, corrispondente all'attuale Ucraina.
Lo stato fu fondato da guerrieri vichinghi e il primo grande principe fu Oleg. Le risorse
economiche più importanti erano pellicce, miele, cera e schiavi → venduti sul mercato di
Costantinopoli.

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Uno dei principali problemi era costituito dalla grande estensione territoriale, difficile da gestire:
alcune città divennero sempre più autonome.
860: i kievani cercarono invano di conquistare Costantinopoli e poi sconfissero i bulgari,
segnandone il declino;
980: avvenne la conversione al cristianesimo ortodosso: a Kiev viene creata una chiesa autonoma
con a capo un metropolita. Con ciò Bisanzio si garantì solidi legami con i russi;
1240: in seguito all'invasione mongola la Rus' di Kiev scomparve per sempre: l'ovest fu assorbito
dalla Polonia (poi Polonia-Lituania) e nel nord est sorsero alcuni piccoli stati che divennero vassalli
dei mongoli (a cui fornivano tributi e truppe). Uno di questi stati era quello di Novgorod, che nel
1241 sconfisse i Cavalieri Teutonici.

Novgorod – denga (senza data)


immagine tratta dal sito rustypennies.com

In questi anni si accentuò la divisione tra Russi, Ucraini e Bielorussi;


1380: il Granducato di Moscovia inflisse una prima sconfitta ai mongoli;
1480: i mongoli sono definitivamente sconfitti;
1500-50: i vari khanati eredi dell'Orda d'oro sono spazzati via.

I TRE GRANDI IMPERI MULTINAZIONALI

● L'Impero Ottomano
Fu fondato da Osman. Gli ottomani si stabilirono nella parte centro-occidentale dell'Anatolia, a
contatto con Bisanzio. Infatti molti di essi furono assoldati per partecipare alle guerre civili
bizantine.
1354: i turchi oltrepassano gli stretti (Bosforo, Dardanelli, mar di Marmara);
1371: i turchi vincono la battaglia della Marica (pr. Mariza) contro serbi e bulgari;
1389: i turchi vincono la battaglia di Kosovo Polje contro i serbi → questa battaglia genererà in loro
un sentimento di rivincita e la volontà di riconquistare il Kosovo → problema odierno;
Dopo una fase di arresto causata da Tamerlano, nel...
1453: i turchi conquistano Costantinopoli. Il conquistatore Maometto II ne fa la capitale;
inizio '500: vengono sconfitte le ultime resistenze (come quella di Skanderbeg → deriva da
Alexander bey ovvero il signore Alessandro. Fu ostaggio a Costantinopoli e combatté per gli

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ottomani. Tornato in patria, guidò con successo la resistenza ma, alla sua morte, gli ottomani ebbero
la meglio).

Selim I - dinar 1512


1526: i turchi conquistano l'Ungheria, vincendo la battaglia di Mohács;
La Transilvania divenne vassalla dei turchi (tributi e armi). Poi, in seguito ad un matrimonio, gli
Asburgo divennero re d'Ungheria e ne conservano una fascia territoriale → sarà la base per
rivendicare l'intera Ungheria.
Intanto l'impero si espandeva anche in medio oriente e nord Africa (nel 1517 fu conquistato Il
Cairo).
I turchi erano talmente superiori da rifiutare qualsiasi accordo con le potenze occidentali.
Quali erano i loro punti di forza ?
● Dura selezione dell'erede al trono
L'erede era il primogenito, mentre i suoi fratelli minori venivano uccisi per evitare lotte fratricide:
l'Impero era politicamente stabile. Quando ciò fu abolito (l'imperatore era il più anziano dei parenti)
iniziò la decadenza.
● Esercito efficiente
Prima l'unico corpo dell'esercito erano i ghazi (molto motivati dal punto di vista religioso), poi si
aggiunsero i giannizzeri (cristiani balcanici) reclutati con il sistema del devşirme (tributo di
sangue). Ogni 5 anni si prendevano dei bambini cristiani che venivano tolti alle famiglie e portati a
Costantinopoli. Venivano convertiti all'Islam, diventavano schiavi del sultano e venivano destinati
ai servizi in cui erano più capaci. Potevano diventare cuochi, giannizzeri o burocrati (alcuni
divennero gran vizir, la più alta carica amministrativa dell'Impero). Il titolo di giannizzero non era
ereditario.
L'esercito usava armi moderne (come i cannoni).
● Società meritoratica
Il devşirme era innovativo: promuoveva la meritocrazia (al contrario dei sistemi occidentali).
Garantiva una grande mobilità sociale; venne abolito nel '600.
● Proprietà fondiaria
La terra veniva distribuita ai guerrieri, ma non veniva ereditata dai loro figli: tornava al sultano
(sistema del timar); questo impediva l'accumulo di privilegi. Poi questo sistema cambiò e le terre
divennero ereditabili (sistema del çiftlik).
● Convivenza religiosa

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I turchi non pretendevano la conversione dei popoli conquistati (al contrario dei cattolici).
Le varie confessioni si organizzavano in millet (comunità religiosa). Ogni religione ha il suo millet.
Inoltre il patriarca ortodosso aveva competenze giuridico-amministrative sugli appartenenti al suo
millet (ad esempio, un processo). Paradossalmente il patriarca aveva più potere ora che ai tempi dei
bizantini. Furono abolite le chiese autocefale e, nel '700, anche gli arcivescovadi di Peć e Ohrid.
Quindi c'era libertà religiosa ma solo gli islamici potevano portare le armi (es, i giannizzeri
dovevano convertirsi). Non servendo nell'esercito, i non musulmani dovevano pagare una tassa.
Ma ai non musulmani erano riservati alcuni lavori, come il commercio (in cui predominano i
greci fanarioti, ex aristocratici bizantini). Era fanariota anche gran dragomanno (ministro degli
esteri).
Ma la frammentazione religiosa sarà un elemento di debolezza quando sorgeranno i nazionalismi.
Perché si convertirono solo Bosnia e Albania ?
Perché è lì che passa il confine tra cattolicesimo ed ortodossia → non c'è unità, non c'è una
chiesa nazionale.
Il palazzo imperiale era il Topkapi, vicino al quale c'era la Sublime Porta, che portava all'aria
riservata al sultano e che, in diplomazia, darà il nome all'impero. Sull'altra sponda c'era il quartiere
di Pera (con Galata) in cui vivevano gli stranieri. Tra essi c'erano anche dei rappresentanti delle
repubbliche marinare avevano le capitolazioni → concessioni commerciali, che poi divennero
anche privilegi giudiziari (es, un veneziano commette un reato a Costantinopoli → lo giudica un
tribunale veneziano).
A capo dell'amministrazione c'era il sultano, poi il gran vizir, poi il gran dragomanno, ...
L'impero era diviso in regioni (vilayet) a loro volta divise in provincie (sangiaccati). Queste entità
erano governate dai bey o dai pascha, i quali rispondevano al gran vizir.
Ma esistevano regioni autonome: Moldavia, Valacchia e Transilvania che erano guidate da un
principe. Era autonoma anche Ragusa (Dubrovnik), vassalla del sultano.
Autonome di fatto erano Montenegro (riconosceva solo il vladica, un principe-vescovo ortodosso e
spesso non pagavano le tasse) e Albania settentrionale (riconosceva solo un abate cattolico).
L'autonomia inizialmente teneva aggregate le regioni lontane, ma poi si rivelerà elemento di
debolezza (si passerà dall'autonomia all'anarchia).

● L'Impero asburgico
Il nucleo originario dell'impero era l'Austria (“marca orientale”), sita nella regione danubiana.
La prima signoria della regione nacque nel X secolo; poi, dopo varie lotte, gli Asburgo ebbero la
meglio; essi rafforzarono la loro posizione grazie alla positiva risoluzione delle contese con Boemia
ed Ungheria.
In seguito si assicurarono la corona imperiale; controllavano dei territori al confine con Francia e
Germania, avevano feudi in Svizzera e (con Carlo V) acquisirono anche la Spagna.
Durante la sua esistenza l'impero affrontò due grandi sfide: la minaccia ottomana e la riforma
luterana.
La minaccia ottomana
Gli Asburgo avevano stipulato un accordo con il re d'Ungheria: se una delle due dinastie fosse
scomparsa, l'altra avrebbe acquisito i suo territori. Nel 1526 i turchi conquistarono l'Ungheria: agli
austriaci vanno la Boemia e alcuni piccoli territori ungheresi, mentre la maggioranza dell'Ungheria
divenne ottomana.
Ma contemporaneamente iniziò la pressione turca: Vienna fu assediata senza successo nel 1529 e
nel 1683 → gli austriaci, guidati da Eugenio di Savoia, avanzano fino al Kosovo, ma poi arretra →
trattato di Karlowitz (1699) che sancisce il primo arretramento ottomano (perdita di Ungheria e

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Trasilvania).
Alcuni serbi si ritirarono insieme agli austriaci ed andarono a vivere in Slavonia e Krajina: gli fu
concessa autonomia e libertà religiosa ma dovevano garantire il loro impegno militare.
All'altro lato del confine c'era il più forte feudalesimo dell'Impero Ottomano: in questo modo i
signori locali erano contenti e garantivano un maggior impegno militare.
Anche i musulmani d'Ungheria si trasferirono nell'Impero Ottomano; essi avevano una visione
negativa dei cristiani ottomani → degenerazione della convivenza religiosa.
La riforma protestante
Essa causò l'indebolimento dell'autorità imperiale.
In Boemia la dottrina hussita si era indebolita, ma la riforma le rivitalizzò; l'Austria tentò la
ricattolicizzazione → i boemi si ribellano, gli inviati dell'imperatore vengono defenestrati e
proclamano re un tedesco protestante: inizia la fase boema della guerra dei trent'anni (1618).
L'Austria vince la battaglia della Montagna Bianca e quindi la guerra → la Boemia torna cattolica,
l'aristocrazia viene uccisa o esiliata e sostituita con una nuova aristocrazia straniera fedele
all'Austria → il ceco scompare come lingua scritta.
A fine '700 l'Austria acquisì parte della Polonia e Venezia.
Conclusione
L'Austria si espande in Europa orientale e la influenza; incorpora domini eterogenei uniti dalla sola
persona del sovrano.
'700: riforme promosse da Maria Teresa e Giuseppe II volevano trasformare l'Austria da un'unione
personale ad uno stato organico (no servitù della gleba, no dazi interni, il tedesco diventa lingua
ufficiale al posto del latino, più istruzione, più tolleranza religiosa), ma non si superano le
differenze linguistiche e nazionali → si acuirono a fine '700 → debolezza.

● La Russia
Nel 1240 scomparve la Rus' di Kiev e sorsero altri centri di potere (Novgorod, Vladimir, ...). Nel
XIV secolo nacque il Granducato di Mosca, situato al centro di una grande pianura bagnata da
grandi fiumi.
La presenza a Mosca del patriarca di Kiev servì al Granducato per legittimare le sue rivendicazioni
sui territori della vecchia Rus'. Nel 1430 Bisanzio e Roma tentarono la riunificazione (poi fallita)
delle chiese → Mosca si ribellò e il suo patriarca si rese indipendente da Costantinopoli.
Dopo il 1452 il principe russo sposò Zoe, la figlia dell'ultimo imperatore bizantino → nasce l'ide
ache Mosca è la terza Roma, erede della missione imperiale.
Nel 1480 la Russia si rende indipendente dai mongoli e diventa un impero. Nel '500 vengono
eliminati i khanati di Astrakhan e Kazan, mentre quello di Crimea si salva diventando vassallo degli
ottomani.
A fine '500 iniziò l'espansione ad oriente, a causa della richiesta di pellame. A fine '600 i russi
entrarono in contatto con la Cina → iniziò una lunga contesa.
Ma la Russia non aveva ancora sbocchi sui mari caldi → l'espansione si mosse verso il mar Nero e
il mar Baltico. Verso il mar Nero gli ostacoli erano i mongoli e gli ottomani, verso il Baltico erano i
polacchi-lituani e gli svedesi.
A fine '500 finì la prima dinastia → lotte che indeboliscono il paese → i polacchi occupano Mosca
(1610-12). Alla fine ebbero la meglio i Romanov.
Pietro il grande
Regnò tra '600 e '700 e fu artefice dell'autocrazia russa (lo stato ha un potere centrale ed assoluto
che domina in ogni settore della vita pubblica).

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Si interessò alla scienza e alla tecnologia dei paesi occidentali. Conquistò l'accesso al Baltico, sulle
cui sponde costruì San Pietroburgo e ne fece la nuova capitale → simbolo del suo progetto: una
Russia autocratica ma proiettata ad occidente.
Pietro rese più controllabili nobili e clero, in modo da non mettere in pericolo il suo potere:
● la nobiltà fu costretta a modernizzarsi e a vedersi contrapporre dei nuovi nobili;
● il patriarca fu sostituito con un sinodo.

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immagine tratta dal sito rustypennies.com

Caterina la grande
Ella portò a pieno compimento gli sforzi di Pietro:
● sconfisse gli ottomani (guerra del 1768-74 conclusa con il trattato di Kuçuc Kainarji),
consolidando il controllo dei mari caldi (mar Nero);
● annesse la Crimea.

Inoltre voleva controllare gli accessi al Mediterraneo (che però erano controllati dai turchi) → nel
1783 fu elaborato un piano di spartizione dell'Impero Ottomano fra Austria e Russia, ma non fu mai
attuato.
Con le “tre spartizioni” la Russia annesse Varsavia, la Bielorussia e l'Ucraina.

● La Prussia
Si espanse in Europa orientale (Polonia); comprendeva Konigsberg (oggi Kaliningrad) e Memel
(oggi Kaipleda, in Lituania).
Erano centri controllati dai Cavalieri Teutonici, la cui espansione fu contenuta dai russi e dai
polacchi-lituani.

Dopo la riforma, l'ultimo gran maestro sciolse l'ordine, diventa protestante e secolarizza i suoi
territori diventando un signore feudale. Era un Hohënzollern; era vassallo dei polacchi, ma
controllava i territori che separavano la Polonia dal mare (Danzica), quindi tutto il commercio
polacco passava per le sue mani.
In seguito la Prussia ottiene dei feudi nel Brandeburgo (Berlino) e in Germania orientale.

Tra il '600 e il '700 i rapporti di forza si capovolsero:


● nel 1701 la Polonia riconobbe alla Prussia il titolo di regno;
● fine '700: le “tre spartizioni”.

Nel '700 ci fu anche la contesa con l'Austria a proposito della Slesia → era ricca di carbone e di
ferro; la Prussia la ottenne con la guerra di successione austriaca (1740).

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L'unificazione tedesca del 1870 escluse l'Austria.
LA NASCITA DEL NAZIONALISMO
La nascita dei nazionalismi fu dovuta a tre fattori:
1. illuminismo e rivoluzione francese;
2. rivoluzione industriale;
3. nascita della borghesia.
L'illuminismo e la rivoluzione francese introducono il principio di sovranità popolare; inoltre per la
prima volta un esercito popolare sconfisse degli eserciti tradizionali.
Poi, durante il periodo romantico, si valorizzano il medioevo e le peculiarità dei singoli popoli
(cultura, lingua e letteratura) → ma a volte le si inventa (es, Scozia, ciclo di Ossian). È ora che
nasce l'idea di nazione → è astratta ed artificiale.
Herder sviluppò un'idea di nazione basata sulla condivisione di una cultura e di una lingua,
mentre Renan dice che l'idea è soggettiva e dev'essere sostenuta da una coscienza collettiva.
Infine, secondo Marx la nazione è una sovrastruttura che serve a coprire interessi di classe.
Ma bisogna tener presente che alcuni elementi culturali sono modificabili, ad esempio il ceco
scritto scomparve dopo la conquista austriaca ma nel '700 venne riscoperto → studi, dizionari,
fissate regole grammaticali → reintrodotto in scuole ed università.
Il principale fautore di ciò fu Palacky, uno storico che reinterpreta la storia boema come una
continua competizione con i tedeschi.
Poi dal piano culturale si passò a quello politico: Palacky voleva riformare l'Austria in senso
federalista. Nel 1918 la Cecoslovacchia divenne indipendente.
In definitiva si può dire che la nascita dei nazionalismi fu ispirata dalla rivoluzione francese e da
Napoleone che l'ha esportata. Egli usò l'elemento nazionale per indebolire gli imperi avversari,
creando vari stati (Regno d'Italia, Granducato di Varsavia, Provincie Illiriche). Per Napoleone
questi stati sono solo degli strumenti, ma per i popoli furono fonte di ispirazione.
Ma poteva anche avvenire il contrario: in Spagna e in Germania il sentimento nazionale nacque per
reazione contro l'invasione francese.
Il senso di nazionalità si sviluppò in tempi diversi a seconda delle etnie e dei luoghi (nell'Impero
Ottomano i millet furono protagonisti e ci fu una soluzione violente, mentre nell'Impero Asburgico
vi fu lungo dibattito sulla forma di stato =1848-1918=).
● La funzione della lingua nello sviluppo dell'identità nazionale
Ecco quattro esempi di come la lingua sia strettamente legata alla politica:
1. i serbi (ottomani e ortodossi) usavano il cirillico, mentre i croati (asburgici e cattolici)
usavano caratteri latini. Nell'800 si cercò di unificare la lingua → era divisa in tre moduli (o
dialetti: štokavo, čakavo, kaikavo). Si scelse lo štokavo che così divenne la lingua serbo-
croata, ma i caratteri rimasero differenti. Poi dalla lingua si passò alla politica: i croati
volevano unione slava all'interno dell'Impero Asburgico → serbi esclusi. I serbi volevano
essere il perno dell'unità jugoslava;
2. la minoranza slovacca dovette confrontarsi con un processo di magiarizzazione che le fece
perdere la sua identità; quest'ultima, però, era tenuta viva dal clero e dagli evangelici → la
loro Bibbia era scritta in ceco ed essi svilupparono uno slovacco influenzato dal ceco. Lo
slovacco centrale prevarrà su quello occidentale (voluto dai filo-cechi);
3. sulle sponde orientali dell'Adriatico la lingua d'uso era il veneziano. Quando ciò finì ('800)
si crearono due correnti: una maggioranza filo-slava ed una minoranza filo-italiana. Ciò
sfocerà nella vicenda delle foibe (1945);

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Venezia – gazzetta emessa per i possedimenti dalmati ed albanesi (1684-1796)
4. gli ebrei dell'Europa orientale svilupparono una loro lingua: lo yiddish. Ma con la nascita del
sionismo si preferì tornare all'ebraico antico; però lo yiddish prevalse fino alla shoa, che
colpì sopratutto gli ebrei di lingua yiddish.
● I nazionalismi nell'Impero Ottomano
Sorsero prima rispetto agli altri imperi e causarono degli scontri immediati → perdite territoriali.
Ciò fu causato dalla crisi interna e dalla pressione delle potenze straniere: è la “questione d'oriente”,
l'Impero Ottomano è “l'uomo malato d'Europa”.
● La crisi interna ha varie origini:
1. nel '600, quando le terre divennero ereditarie dando vita ad un sistema feudale;
2. i giannizzeri non erano più un corpo di eccellenza: in tempo di pace fanno altri lavori e sono
concentrati nelle città → fanno pressioni politiche e pretendono continui privilegi →
perdita della capacità di espansione e arretratezza militare. Dopo un inutile riforma
volta a modernizzare l'esercito, i giannizzeri vengono eliminati nel 1826;
3. abolito il “tributo di sangue” → fine della meritocrazia;
4. le regioni autonome si rifiutano fornire soldati e pagare tributi; famiglie locali creano
proprie dinastie, ad es. Alì Pasha di Johanna (Epiro) e Mehmet Alì (il khedivè d'Egitto,
anche sotto formale sovranità ottomana).
5. non si uccidono più i fratelli dell'erede → sultani meno capaci e intrighi di corte.
Nel 1839 Abdul Mejid inaugurò un periodo di riforme (tanzimat, ovvero “ristrutturazione”) →
diritti individuali, parità religiosa, ... Questa fase durò fino al 1876 → costituzione.
In questo periodo i sultani, prima di salire al trono, maturavano esperienza in Europa come
ambasciatori.

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● La pressione delle potenze straniere
Austria e Russia prima bloccarono l'espansione dell'Impero Ottomano e poi lo fecero arretrare
→ per Impero Ottomano niente bottini → più tasse. Ma le due potenze erano divise sul futuro
dell'Impero Ottomano → agonia si allunga.
Profughi musulmani da territori persi → problemi sociali e di convivenza religiosa.
Fino al 1923 ci sono molte riforme, tutte vane o dannose.
Si vuole dare un'identità comune a tutti i popoli dell'Impero Ottomano, diventando così uno
stato nazionale. Ma non si capirà mai come fare e il 1800 sarà un secolo di continue insurrezione
dei popoli dell'Impero Ottomano.
● 1804: l'insurrezione serba
A Belgrado scoppiò una rivolta per il ripristino del buon governo e contro i signori locali
(giannizzeri). L'Impero Ottomano non acconsente e la rivolta diventa anti-ottomana; ciò durò fino al
1815, quando la Serbia divenne autonoma. Motore del nazionalismo serbo erano i commercianti
(soprattutto di maiali) perché erano i più vicini all'Europa.
Le famiglie dei due leader (Giorgio il nero detto Karadjordjević e Obrenovic) si alternarono alla
guida del paese, ma dopo una faida rimasero solo i Karadjordjević.
● L'indipendenza greca
L'insurrezione del 1821 fu guidato dai fanarioti; i greci erano i sudditi cristiani più vicini all'Europa
e avevano comunità in varie città europee: erano gli intermediari fra Impero Ottomano ed
Europa → fecero subito propri i nuovi ideali europei.
Nel 1821 un greco erano vice-ministro degli esteri russo e il primo protagonista della rivolta fu un
greco generale dell'esercito russo (Ypsilantis). La rivolta scoppiò in Moldavia e Valacchia (avevano
principe fanariota). Il romeno Tudorescu aiutò gli insorti ma, dopo dei dissidi, fu ucciso; mancava
l'unità fra i cristiani (romeni negarono il loro appoggio) e l'insurrezione fallì e si spostò in Grecia →
interesse internazionale → arrivano i volontari. La posizione strategica della Grecia spinse Francia,
Russia e GB ad intervenire distruggendo la flotta dell'Impero Ottomano.
La Grecia divenne indipendente nel 1831, ma con dei limiti: il territorio del nuovo stato era molto
meno di quello sperato, il nuovo re era straniero (perché un re tedesco, proveniente da un paese
spezzettato, non alterava l'equilibrio fra potenze).
● pulizia etnica dei musulmani greci;
● greci ottomani perdono privilegi: principi di Moldavia e Valacchia non furono più fanarioti;
● folla uccide patriarca di Costantinopoli: si altera la convivenza religiosa.

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Grecia – 20 lepta 1831
immagine tratta dal sito greekcoins.gr (non è più on line)

● L'indipendenza rumena
I due principati si emanciparono dall'influenza russa in seguito alla sconfitta dello zar nella guerra
di Crimea (1859). In quest'anno i due paesi ebbero come capo di stato lo stesso principe; nel 1866 si
fusero in un unico paese che divenne indipendente nel 1878.
● La crisi del 1875-78
Bulgari e albanesi erano gli unici popoli rimasti nell'Impero Ottomano perché erano i più vicini a
Costantinopoli, quindi più controllati. Inoltre i bulgari pensavano che fosse vantaggioso stare con i
turchi perché avevano occupato i posti di rilievo lasciati liberi da serbi, rumeni e greci.
A seguito della riscoperta della storia bulgara, nel 1870 venne creato un esarcato bulgaro (chiesa
autonoma con giurisdizione su tutti i territori in cui erano presenti dei bulgari).
Ma nel 1875 i bulgari si ribellarono. I turchi reagirono con dei massacri → i russi intervennero per
proteggere i bulgari → guerra turco-russa → russi conquistano la Bulgaria e assediano
Costantinopoli → GB invia flotta davanti alla città → russi si ritirano (GB aveva interessi anche per
la recente apertura del canale di Suez, 1869).
Il congresso di Berlino (1878) prese le seguenti decisioni:
● indipendenza per Serbia, Montenegro e Romania;
● la Bulgaria divenne un principato autonomo;
la pace di santo Stefano prevedeva una Bulgaria indipendente, estesa e con sbocco al
mare (i russi volevano una grande Bulgaria da usare per conquistare Costantinopoli).
Ma a Berlino cambia tutto: il nord diventa il principato di Bulgaria e il sud il
governatorato di Rumenia orientale
● La Bosnia fu affidata all'impero asburgico (anche se rimase sotto formale sovranità
ottomana);
il passaggio non fu traumatico perchè l'elemento musulmanpo no perse importanza:
per l'Austria il problema erano i serbi; essi volevano espandersi per arrivare all'unità
jugoslava → Austria invia truppe nel sangiaccato di Novi Vazar per evitare
unificazione tra Serbia e Montenegro.
L'Austria favorì i musulmani per evitare che gli influssi serbi arrivassero in Bosnia
(es, NO riforma agraria =proprietari erano tutti musulmani=, sviluppo dell'identità
bosniaco-musulmana, ...)
● le grandi potenze si espansero nel Mediterraneo.
Francia → Tunisia // Inghilterra → Cipro // Austria → Bosnia
Solo l'Italia restò a mani vuote
La crisi incentivò le riforme (per evitare la fine dell'Impero Ottomano) → costituzione (1877) ed
elezione di un parlamento. Ma ciò fu effimero perché, dopo altre sommosse, a fine '76 ci fu un
colpo di stato e il nuovo sultano Abdul Hamid II accentrò il potere su di sé usando la violenza (il

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“sultano rosso”). Egli cercò anche di modernizzare l'impero (sviluppo militare e tecnologico).
● I giovani turchi
Gli emigrati ottomani nelle capitali europee formarono un movimento d'opposizione; essi non
credevano all' ”artificiosa” identità ottomana ma a quella turca. Inoltre volevano uno stato laico.
Si impegnarono nella riscoperta della cultura e della lingua turca.
Alcuni ufficiali di stanza in Macedonia si ribellarono (1808) e conquistano il potere, anche se
formalmente esso rimase del sultano.
In questi anni la crisi si acuì → Bulgaria indipendente e Bosnia annessa dall'Austria.
Ma non ci fu una crisi generale (Russia debole in seguito alla sconfitta contro il Giappone, 1905).
● Le guerre balcaniche
Nel 1911 l'Italia strappò la Libia all'Impero Ottomano → i paesi balcanici videro la debolezza
dell'Impero Ottomano gli dichiarano guerra. La I guerra mondiale sarà la continuazione di queste
guerre.
Serbia, Montenegro, Bulgaria e Grecia vogliono le loro “terre irredente” ancora appartenenti
all'Impero Ottomano. La loro è una facile avanzata ma poi ci sono dei dissensi sulla Macedonia: vi
erano presenti tutte le etnie e tutti la volevano, ma la Bulgaria vantava più diritti storico-culturali.
Inoltre si formarono varie bande armate come l'ORIM.
Nella II guerra balcanica Impero Ottomano, Serbia, Montenegro, Grecia e Romania sconfissero la
Bulgaria e la Macedonia sarà così ripartita → Grecia 50% (la regione sarà poi grecizzata con i
profughi greci dalla Turchia), Serbia 40% (l'attuale Macedonia) e Bulgaria 10%.
Inoltre la Tracia rimase all'Impero Ottomano; prima delle guerre balcaniche alcuni territori albanesi
furono annessi al Montenegro → rivolta della Lega di Prizeren fu la prima acquisizione di una
coscienza nazionale. Viene scelto l'alfabeto latino → rottura culturale con Impero Ottomano. Con le
guerre balcaniche tutti avanzarono verso l'Albania → si dichiarò indipendente. Austria e Italia
appoggiano ciò perché non vogliono espansione serba (l'Austria) e greca (l'Italia) sull'Adriatico → i
territori sull'Adriatico rispettarono divisioni etniche, ma all'interno no (Kosovo spartito tra Serbia e
Montenegro). Il re fu straniero (principe di Weed) e la rivalità tra vari elementi locali resero debole
lo stato; la situazione fu peggiorata dalla I guerra mondiale (11 diverse invasioni subite).
Principali conseguenze delle guerre balcaniche:
Impero Ottomano perse tutti i suoi domini in Europa // Macedonia spartita // Albania indipendente
● I nazionalismi nell'Impero Asburgico
Il secolo 1815-1918 fu un continuo confronto con il problema delle nazionalità, anche perché'
l'Impero Asburgico aveva capito che esse erano un pericolo. Ci furono poche crisi.
Nel 1815 fu riconfermato il possesso di Polonia e Lombardo Veneto. Nacque una Confederazione
Germanica guidata dall'Austria.
Poi crisi del '48 (in cui già si mise in discussione la struttura dello stato) e sconfitte del '59 e '66 →
crisi → ci si risolse a creare una nuova formula per mantenere l'equilibrio interno → ausgleich
(1867) → due stati separati accomunati solo da politica estera, militare e finanziaria. Nomi non
ufficiali: Austria = Cisleitania // Ungheria = Transleitania.

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Ungheria – 1 fiorino 1879 KB

Questo stimolò le altre nazionalità a fare richieste:


● i cechi erano la terza nazionalità (per numero); la borghesia ceca sviluppò desideri di
autonomia all'interno dell'Impero Asburgico → austroslavismo. Volevano il ceco
nell'amministrazione e nelle scuole; il dibattito si prolungò per decenni e non portò a nulla
→ il clima peggiorò.
● i croati richiedevano l'autonomia sotto forma di trialismo (Austria + Ungheria + Croazia).
Anche perché nel '67 i territori abitati dagli slavi meridionali erano stati divisi (la Dalmazia
all'Austria e la Croazia all'Ungheria). Poi, dopo il '78, si iniziò a guardare alla Serbia; il
problema peggiorò con l'annessione della Bosnia all'Austria;
● i polacchi vivevano meglio rispetto ai loro connazionali che erano in Russia e Germania;
● i romeni vivevano meglio rispetto ai loro connazionali indipendenti (Valacchia).

Dopo il 1867 Austria e Ungheria avranno vicende diverse riguardo le nazionalità:


Austria: graduale estensione del diritto di voto (1907 = suffragio universale) → vivacità politica
che coinvolge tutte le nazionalità;
Ungheria: suffragio censitario e voto non segreto; le varie nazionalità subiscono la
magiarizzazione, soprattutto dal punto di vista linguistico (ad es. gli slovacchi, che si ribellarono
guidati dall'abate Hlinka).
Colui che più si pose il problema delle nazionalità era l'arciduca Francesco Ferdinando; egli creò il
“circolo del Belvedere”, un gruppo di intellettuali che volevano progettare una riforma (la I guerra
mondiale vanificò tutto). L'arciduca voleva ridimensionare il potere dell'Ungheria e concedere
ampia autonomia agli slavi meridionali → probabilmente fu per questo che subì l'attentato (gli slavi
sarebbero rimasti all'interno dell'Impero Asburgico e non annessi dalla Serbia come volevano gli
attentatori).
Nel 1916 salì al trono Carlo I che concesse inutilmente l'autonomia solo nell'ottobre del 1918 (solo
per i territori austriaci, non per quelli ungheresi).

● I nazionalismi in Germania
Vittorie contro Danimarca, Austria (1866) e Francia (1870) → unità.
Nel nuovo stato erano compresi anche polacchi e francesi (Alsazia-Lorena). Erano cattolici e
dovettero confrontarsi con il kulturkampf anti-cattolico di Bismark.
I polacchi stavano bene economicamente ma non potevano esprimere la loro identità culturale.

● I nazionalismi in Russia
Oltre alle nazionalità asiatiche c'erano ucraini, finlandesi, polacchi e baltici.

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Finlandesi e polacchi erano i più difficili da controllare (l'emigrazione polacca importava
nazionalismo).
Nel 1815 fu creata la “Polonia del Congresso” cioè una regione autonoma all'interno della Russia
(eliminata dallo zar dopo la fallita rivolta del 1830). Dopo una nuova sconfitta (1860) i patrioti
polacchi si convinsero che l'indipendenza non era possibile e che si doveva affidare l'unità polacca
ad una delle grandi potenze; si divisero in due correnti: filo-russi e filo-austriaci (tra questi ultimi
c'era anche il maresciallo Pilsudski che nel 1918 ricreò lo stato polacco).

LA PRIMA GUERRA MONDIALE


Allo scoppio della prima guerra mondiale nessuno pensava alla creazione di stati nazionali; si
voleva solo maggiore autonomia.

● L'Italia
Il 26 aprile 1915 l'Italia e l'Intesa siglarono il patto di Londra: l'Italia sarebbe entrata in guerra e, in
caso di vittoria, avrebbe avuto le terre irredente ed un confine sicuro (le Alpi); l'Italia, quindi,
avrebbe ottenuto anche l'Alto Adige (tedeschi) e Istria e Dalmazia (slavi) → perché c'era minoranza
italiana, per rendere difendibili le coste italiane e per penetrare nei Balcani.

● La Russia
Nel febbraio 1917 ci fu una rivoluzione liberale e regime parlamentare. Il nuovo governo non si
ritirò dalla guerra e non redistribuì la terra ai contadini. Ciò fece crescere l'appoggio ai socialisti
radicali e nell'ottobre 1917 i bolscevichi andarono al potere; nel marzo 1918 fu firmata la pace di
Brest Litovsk con cui la Russia perse Finlandia, Polonia, Ucraina, Bielorussia e paesi baltici.
● Gli USA
Entrarono in guerra nell'aprile 1917 come stato associato (per mantenere l'indipendenza dagli
alleati). Nel gennaio 1918 Wilson aveva enunciato i suoi 14 punti che prevedevano:
● autodeterminazione dei popoli;
● no alla diplomazia segreta e ai rapporti basati sulla forza;
● stato polacco con sbocco a mare;
● indipendenza di Serbia e Montenegro (allora occupate dall'Impero Asburgico);
● autonomia per i popoli dell'Impero Ottomano e dell'Impero Asburgico;
● confini italiani “devono seguire identità etniche riconoscibili” → irritazione dell'Italia.

● I popoli dell'Impero Asburgico


Furono leali all'impero e combatterono con entusiasmo, ma ci furono delle eccezioni: ad esempio
alcuni individui si recarono nelle nazioni dell'Intesa per chiedere l'indipendenza (ma ciò avvenne
anche in senso contrario).
Essi dapprima non furono molto considerati, mai il principio di nazionalità di Wilson cambiò tutto.
Il ceco Masaryk, insieme al collaboratore Beneš, propagandarono la creazione di uno stato
cecoslovacco, a loro poi si unì lo slovacco Štefanik. Ottennero la creazione di una legione
cecoslovacca nell'esercito italiano (20.000 ex prigionieri).
Il 28 ottobre 1918 la Cecoslovacchia divenne indipendente con Masaryk presidente (1918-35) e
Beneš ministro degli esteri (1918-35) e poi presidente (1935-38 e 1945-48). Invece Štefanik morì in
un incidente aereo. Era uno stato sbilanciato verso la componente ceca.
Lo stato jugoslavo era osteggiato dall'Italia ma appoggiato dalla Serbia. Il nuovo stato era inteso in
due diversi modi: i serbi consideravano “annessi” gli altri slavi, mentre questi ultimi volevano il
rispetto delle individualità. Questo problema rimase per sempre irrisolto.

IL NUOVO ASSETTO DOPO IL 1918

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I nuovi assetti furono decisi da cinque trattati, tutti siglati nei dintorni di Parigi:
1. gennaio 1919 - Versailles (Germania);
2. settembre 1919 – Saint Germain (Austria);
3. ottobre 1919 – Neully (Bulgaria);
4. giugno 1920 – Tranon (Ungheria);
5. agosto 1920 – Sèvres (Turchia) → poi rivisto nel 1923 a Losanna.

Nacquero dei nuovi stati che, almeno in teoria, furono formati su base nazionale; in realtà si
privilegiarono gli alleati e si penalizzarono i nemici.
La creazione di questi stati fu favorita dalla Francia che intendeva usarli per fermare
l'espansionismo tedesco verso est e quello russo verso ovest (ma anche per diffidenza verso
austriaci e bulgari).
I nuovi stati erano Finlandia, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Austria, Ungheria e i tre stati baltici.
Inoltre Grecia e Romania subirono modifiche.
Ma i nuovi stati dell'Europa orientale avevano problemi strutturali ed erano instabili.

● Polonia
Lo stato polacco nacque in seguito alla contemporanea scomparsa di tutte e tre le potenze spartitrici.
Pilsudski avrebbe voluto il ritorno alla grande Polonia pre-spartizioni, con ordinamento federale e
sbocco al mare → viene creato il corridoio polacco dividendo il territorio tedesco. Nel corridoio
era compresa la città di Danzica, ma essa era abitata al 90% da tedeschi → fu proclamata città
libera (governata dalla Società delle Nazioni) con unione doganale alla Polonia.

Danzica – 1 gulden 1932


Anche in Slesia (regione con ferro e carbone) c'erano molti tedeschi → plebiscito decise di stare
con la Germania → ma ci andarono solo quelle parti che avevano votato Germania (economia
prevalse su autodeterminazione).
Come detto esisteva il progetto della grande Polonia (comprendente anche Ucraina e Bielorussia),
ma le potenze attesero gli eventi russi prima di decidere il da farsi. Poi venne proposta la linea
Curzon, ma venne rifiutata sia dai polacchi che dai russi → guerra russo-polacca → fasi alterne
→ trattato di Riga (1921): 5.000.000 fra bielorussi ed ucraini entrarono nello stato polacco (fu la
base per la spartizione del '39; nel '45 si ritornò sui confini proposti da Curzon).
Con un colpo di mano la Polonia conquistò Vilnius → contrasti con la Lituania.
● Cecoslovacchia
La popolazione del nuovo stato era composta al 30% da tedeschi (ad ovest) e dall'8% di ungheresi

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(a sud). Inoltre vi erano degli ucraini nella Rutenia sudcarpatica e vi fu un contrasto (vinto) con la
Polonia per la ricca regione mineraria di Tesin.
Tutto ciò era aggravato dalla divisione fra cechi e slovacchi. I cechi erano vissuti in Austria, mentre
gli slovacchi in Ungheria e delle montagne li dividevano dalla Boemia, quindi le loro attività
economiche non erano indirizzate alle regioni ceche. Inoltre gli slovacchi erano insofferenti a causa
della superiorità ceca. Nonostante il sistema democratico e il rispetto dei diritti individuali e delle
minoranze, l'identità di queste ultime non era rispettata. Lo stato cecoslovacco scomparve nel 1938,
a seguito della conferenza di Monaco.

Cecoslovacchia – 50 haleru 1922


● Jugoslavia
Lo stato jugoslavo era osteggiato dall'Italia ma appoggiato dalla Serbia. Il nuovo stato era inteso in
due diversi modi: i serbi consideravano “annessi” gli altri slavi, mentre questi ultimi volevano il
rispetto delle individualità. Questo problema rimase per sempre irrisolto.
Il 28 giugno 1921 fu approvata la Costituzione → monarchia, stato centralizzato, NO autonomie.
Ma alla scrittura e all'approvazione non parteciparono i croati.
Il 28 giugno ebbero luogo la battaglia di Kosovopolje, l'attentato di Sarajevo e il
trattato di Versailles.
Il Montenegro si unì alla Jugoslavia ma questo causò una guerra civile → unionisti (bianchi) contro
indipendentisti (verdi). I colori erano quelli delle schede con cui si votò al plebiscito.
La Jugoslavia comprendeva minoranze ungheresi, albanesi e italiane. La regione di Klagenfurt
scelse (tramite plebiscito) di appartenere all'Austria. Zara e Fiume furono assegnate all'Italia (Fiume
fu città libera dal 1920 al 1924, poi fu spartita tra i due stati).
● Romania
Dopo la guerra annesse la Bessarabia (regione persa dalla Russia, oggi Moldavia).
● Grecia e Turchia
La Grecia si espanse molto, anche grazie agli inglesi che intendevano usarla per i loro interessi.
L'espansione avvenne ai danni dell'Impero Ottomano: Tracia orientale e Smirne furono assegnate
alla Grecia; inoltre nel trattato c'era una clausola che prevedeva, al verificarsi di alcune condizioni,
l'occupazione di Costantinopoli.
I turchi reagirono guidati da Mustafà Kemal ed ottennero una revisione del trattato (Losanna):
Smirne e la Tracia orientale tornarono turche e la clausola fu cancellata.
Nel 1922 l'Impero Ottomano scomparve e fu proclamata la Repubblica Turca, ma un membro della
famiglia reale rimase califfo. Già l'anno seguente, però, fu imposto il laicismo e il califfato fu
abolito.
Nel 1923, quindi, arrivò a compimento il processo riformista iniziato nel 1839 (anche perché

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Impero Ottomano era ormai ridotto alla sola Turchia).
Il trattato di Losanna prevedeva anche uno scambio di popolazione con la Grecia: i greci d'Anatolia
si trasferirono in Macedonia (che fu grecizzata) e i musulmani greci si spostarono in Turchia.
● Austria
Gli austriaci volevano unirsi alla Germania, ma i vincitori volevano una Germania debole →
divieto di anschluss (divieto di annessione) → violato il principio di autodeterminazione.
● Ungheria
Perse tantissimi territori e 2.500.000 di ungheresi finirono in altri stati.
● Bulgaria
Non subì grandi perdite territoriali ma solo perché era già uscita ridimensionata dalle guerre
balcaniche.

CONSEGUENZE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE


La nuova Europa nacque divisa: tra i nuovi stati c'erano tensioni e rivalità. Alcuni degli sconfitti
(Ungheria e Bulgaria) erano visti come potenziali nemici (Cecoslovacchia, Romania e Yugoslavia
si allearono contro l'Ungheria, formando la cosiddetta “piccola intesa”). Inoltre questi tre paesi,
insieme alla Polonia, si allearono con la Francia.
La contrapposizione politica era causa della debolezza economica (anche per l'istituzione di barriere
doganali).
I porti di Trieste e Fiume erano lo sbocco a mare dell'Impero Asburgico: su di essi veniva
canalizzata la maggior parte delle merci. Nel 1918 persero improvvisamente la loro
importanza.
Nel 1929 la situazione peggiorò: gli USA diminuirono le importazioni dall'Europa → comprò meno
materie prime dall'Europa orientale.
Dopo la guerra le potenze storicamente dominanti (Germania e Russia) erano deboli, ma a fine anni
'20 la Russia attraeva consensi tra le classi deboli di tutti i paesi (soprattutto tra montenegrini e
macedoni) e negli anni '30 la Germania, guidata da Hitler, prima tornò ad essere il riferimento
politico-economico per i paesi dell'Europa orientale e poi tornò ad espandersi:
1938: annessione dell'Austria e dei Sudeti;
1939: Boemia e Moravia nella sfera d'influenza tedesca e invasione della Polonia → guerra;
l'Italia imitò la Germania occupando l'Albania;
gli ungheresi annessero la Rutenia sudcarpatica e i territori slovacchi abitati da ungheresi.
Inoltre, il 23 agosto 1939 fu firmato il patto Ribbentrop-Molotov che prevedeva, tra l'altro, la
spartizione della Polonia fra Germania e Russia (a causa della presenza di minoranze tedesche ed
ucraine).

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Polonia – 10 zlotych 1940 (occupazione tedesca)

LA SECONDA GUERRA MONDIALE E LE SUE CONSEGUENZE


Principali avvenimenti riguardanti l'Europa orientale durante la seconda guerra mondiale:
● l'Ungheria annesse mezza Transilvania;
● l'Italia invase la Grecia;
● operazione Barbarossa: ai tedeschi serviva tranquillità nelle retrovie → i Balcani dovevano
essere pacificati → la Jugoslavia si allea con la Germania ma i serbi operarono un colpo di
stato → i tedeschi (supportati da italiani, ungheresi e bulgari) attaccarono la Jugoslavia → si
disgregò:
1. nacque la Croazia (che comprendeva la Bosnia);
2. la Slovenia fu spartita tra Germania e Italia;
3. il Montenegro divenne indipendente;
4. espansione territoriale di Bulgaria ed Albania;
5. l'Italia annesse la Dalmazia.
Durante e dopo la guerra si alterarono equilibri secolari: i tedeschi eliminarono la componente
ebraica dei paesi dell'Europa orientale, poi i russi espulsero 15 milioni di tedeschi (da Danzica e
dalla Slesia), gli slovacchi espulsero gli ungheresi e gli jugoslavi espulsero gli italiani.
I pochi cambiamenti territoriali furono dettati dalle esigenze dei vincitori: l'Urss annesse i territori
persi nel 1917 (Ucraina, Bielorussia, Moldavia e stati baltici), mentre la Polonia venne letteralmente
spostata verso ovest, espandendosi a danno della Germania; in questa occasione i russi espulsero dei
polacchi che andarono ad occupare i territori dai quali erano stati espulsi i tedeschi.
La Jugoslavia si ricostituì e riannesse Fiume, la Dalmazia e l'Istria. Trieste fu città libera dal 1947 al
1954; la questione triestina fu risolta solo nel 1975 con il trattato di Osimo.

Negli anni successivi alla guerra, in molti stati dell'Europa orientale si instaurarono regimi filo-
sovietici.

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