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Arte e Cultura

Un sotterraneo sospeso nel vuoto: il Ponte Monumentale di Genova


di Roberto Bixio, Mauro Traverso, Stefano Saj - Centro Studi Sotterranei1

Il Centro Studi Sotterranei di Genova da oltre tre decenni si occupa della individuazione, esplorazione e documentazione delle strutture storiche nascoste sotto le strade e i palazzi della nostra citt allo scopo di realizzare una mappa del sottosuolo del Comune.

Sino ad oggi sono state indagate 160 strutture sotterranee, per uno sviluppo complessivo valutabile in oltre cento chilometri. Si tratta di opere di regimazione (52 rivi coperti che attraversano la citt, dai monti che le fanno corona, sino alla linea di costa); di opere idriche di trasporto e accumulo (antichi acquedotti e cisterne); di resti di forticazioni, da quelle medievali che cingevano la citt alle pi recenti opere belliche realizzate durante lultima guerra mondiale (quali i 64 rifugi antiaerei individuati no ad oggi); di opere connesse alla viabilit e/o modalit di transito (gallerie ferroviarie, pedonali, ecc.); di grottesche storiche e cripte. Tra queste strutture ipogee, tutte degne di nota per la loro valenza storica, architettonica o urbanistica, una delle pi sorprendenti, a rigore, non corrisponderebbe per sua collocazione, ai canoni di un sotterraneo in senso stretto. Ci riferiamo al Ponte Monumentale. Finito di costruire nel 1899 e sospeso a 21 metri di altezza, tale struttura, caratterizzata da unarchitettura evocativa degli archi di trionfo classici, a tre fornici, da 112 anni scavalca la centralissima via XX Settembre in sostituzione della cinquecentesca Porta dellArco. Ci che i passanti non possono vedere e, forse, neppure immaginare che dietro quei prospetti aulici il ventre del ponte celi un grande volume cavo, buio e intricato, riportato letteralmente alla luce dagli esperti in cavit articiali del Centro Studi Sotterranei. Infatti, nascosti al suo
A fronte Quinte trasversali in pietra a vista con arcate sub-circolari che appaiono concentriche per effetto della curvatura dellestradosso (foto Gilda Bologna - arch. CSS).

interno, praticamente sospesi nel vuoto, si sviluppano ambienti sovrapposti e comunicanti, raggiungibili attraverso cunicoli, passaggi e discenderie che richiedono tecniche di progressione del tutto simili a quelle necessarie per esplorare vani scavati nel sottosuolo. Le indagini del Centro Studi Sotterranei Laccesso alla cavit non in diretta connessione con Corso Andrea Podest, la strada che passa sul Ponte Monumentale, ma si trova, a sua volta, allinterno di un condotto tecnologico che si estende al di sotto del marciapiede sino alle Mura di S. Chiara. Da unapertura sul pavimento del condotto, protetta da un parapetto circolare in mattoni - una sorta di angusta torretta -, si scende in verticale per un paio di metri sbucando in un vano basso e lungo, situato tra lintradosso e lestradosso della arcata del cavalcavia. Ci si rende subito conto della particolarit di questa architettura in quanto linterno della costruzione non stato riempito da materiale di costipamento, come normalmente accade nella maggior parte dei ponti in muratura, bens, il suo cuore stato lasciato cavo e racchiude suggestivi scorci spaziali. Sullarcata insiste una serie di setti - aventi la funzione strutturale di sorreggere limpalcato stradale soprastante - in muratura di pietrame, paralleli tra loro, trapassati da grandi bucature circolari che si ingrandiscono proporzionalmente offrendo un singolare effetto prospettico. Una serie di archi pensili, in mattoni, a sesto ribassato, disposti a varie altezze, collegano tra di loro questi muri. Il lato interno superiore dellarcata presenta un rivestimen-

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to intonacato con malta lisciata per proteggerlo dalle inltrazione di acqua piovana. In occasione dei diversi sopralluoghi non sono mai stati riscontrati rilevanti fenomeni di percolazione, presumibilmente inibiti dalle moderne asfaltature ma, al tempo della sua costruzione, la carreggiata soprastante il ponte doveva essere permeabile: infatti allinterno ben visibile tutta una serie di opere in ardesia per raccogliere, convogliare e canalizzare le acque che, evidentemente, ltravano dal manto stradale, impedendo loro di impregnare e rovinare la struttura muraria portante. II progetto, evidentemente, gi in origine prevedeva la possibilit di accedere allinterno della struttura, forse proprio attraverso il percorso attuale, per eseguire delle visite di verica e manutenzione, anche se il passaggio attraverso la torretta non risulta agevole: infatti lungo la curva dellestradosso, che progressivamente diventa sempre pi ripida man mano che converge verso la spalla del ponte, stata realizzata una scalinata in muratura che conduce ad un breve passaggio voltato, in mattoni, ricavato nello spessore nel piedritto. Il camminamento si affaccia su di un ampio e altissimo vano, delimitato sul lato occidentale da una possente muraglia munita di scarpa e cordolo di coronamento in pietra. Si tratta di unevidente testimonianza dellantica sesta cinta muraria, e pi precisamente del paramento esterno delle Mura di S. Chiara, adiacenti alla Porta dellArco, in parte demolite e inglobate, come vedremo, proprio nella costruzione del ponte. La costruzione del ponte Successivamente al primo sopralluogo sono state condotte ricerche di archivio al ne di reperire quelle informazioni che permettessero di comprendere i criteri e la successione degli eventi che portarono alle soluzioni strutturali constatate nel corso delle indagini. Qui si ripropongono sinteticamente. Tra il 1320 ed il 1327 venne edicato un nuovo tratto di mura che dallAcquasola giungeva al borgo di S. Stefano, saliva al colle di Carignano e da qui si congiungeva alla cinta preesistente presso le Grazie. Contemporaneamente veniva

aperto il varco di S. Stefano che costitu per molto tempo il pi importante passaggio verso la spianata del Bisagno e la Riviera di Levante. Nel 1539, per volere di Andrea Doria, vennero ristrutturate le mura ed inizi la costruzione della Porta dellArco, progettata da Giovanni Maria Olgiati, presso il monastero di Santo Stefano che, nelloccasione, venne in parte demolito. La strada, che dalla centrale piazza di S. Domenico (oggi piazza De Ferrari), attraversava la Porta dellArco, venne ampliata nel 1642 per opera di Giulio Della Torre in omaggio al quale fu denominata via Giulia. Nel 1868 ebbe inizio la discussione sul progetto di allargamento e costruzione di una nuova arteria di comunicazione con la zona di levante della citt ed in particolare con la stazione orientale della ferrovia ligure. La Gazzetta di Genova2, nellottobre di quellanno, in un curioso resoconto giornalistico sui problemi legati al transito della via Giulia, scriveva: Su un percorso cos angusto com strada Giulia, ci sono degli auriga che hanno lincoscienza di gareggiare tra loro, lanciando i cavalli a corsa sregolata con grave pericolo dei passanti. I negozianti non mancano di lamentarsi di tali cocchieri che, inoltre, hanno il malcostume di far schioccare la frusta per avvertire la gente a far luogo al loro passaggio, mentre un tempo lavvertimento veniva dato con un schietto. Cosicch, tra lo zoccolio dei cavalli, il fracasso delle ruote sul selciato ed i colpi di frusta, difcoltose diventano le contrattazioni dentro alle botteghe. Lo stesso succede alla porta dellArco. Nella piazza interna, ripida ed irregolare, omnibus, carrozze, carri ed ogni sorta di veicoli passano con una sfrenatezza da far rizzare i capelli anche al pi impassibile dei passanti. Soltanto il 6 aprile 1890 venne approvato il progetto per realizzare una nuova strada, dopo molti anni di sterili discussioni e disamine su pareri e progetti. Due anni dopo iniziarono i primi lavori di demolizione. Si stabil anche di sostituire il passaggio sulla Porta dellArco con un ponte assai pi decorato e di aspetto pi artistico e quindi il consiglio Comunale, l 6 maggio 1893, approvava il progetto di un ponte monumentale per congiungere le mura di S. Stefano colle mura di S. Chiara, importante (sic) una spesa di lire 450.000 3. Il progetto esecutivo fu afdato alling.
Prospetto orientale del Ponte Monumentale. Sullo sfondo, il Palazzo Ducale in piazza De Ferrari (foto Andrea Bixio - arch. CSS).

A fronte a sinistra Torretta di passaggio tra il condotto tecnico e linterno del ponte (foto Andrea Bixio - arch. CSS). A fronte a destra Piedritto meridionale del ponte addossato alle mura del Cinquecento (foto Corrado Leoni - arch. CSS). A fronte in basso Scalinata di servizio realizzata per scendere lungo la ripida arcata interna (foto Corrado Leoni - arch. CSS).

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Cesare Gamba, il quale pens di utilizzare un arco di scarico in mattoni alla stregua dei viadotti della ferrovia Busalla-Ronco, realizzando un modello in scala 1 a 2 nel salone delle scenograe del teatro Carlo Felice. La campata sarebbe stata poi vestita con una struttura monumentale, cos come la vediamo oggi, ideata dallarchitetto Haupt 4. La Porta dellArco fu smontata e ricomposta addossata alle Mura delle Cappuccine, come ricorda la relativa targa, l posta, datata 10 Giugno 1896. Il Ponte Monumentale - opera veramente gigantesca e perfetta - occupa una supercie di metri 43,30 per 28,20. Si innalza no a metri 21 sul livello di via XX Settembre e serve a dare il passaggio in alto al corso Andrea Podest (N.d.A.: sindaco della citt ai tempi della costruzione del ponte). La via XX Settembre corre al di sotto attraverso un passaggio centrale largo 20 metri ed alto 19, il quale, per mezzo di tre arcate di metri 3,80 comunica con i due porticati laterali larghi 4 metri e alti 8,50. La costruzione dellimmenso ponte consta di piedritti di metri 7,20 daltezza per 8 metri di spessore e di un arco di mattoni di metri 11,80. Questa costruzione non apparisce per, essendo ricoperta dalla decorazione architettonica in pietra di Mazzano (Brescia). Tale copertura fa s che il passaggio centrale gura soltanto sotto un arco di 20 metri di corda per metri 5,50 di saetta. 5 Ci che traspare da questo resoconto, ma non viene detto esplicitamente, che, in realt, il ponte sostenuto da una sola campata ad arco ribassato, di quasi 40 metri di luce, invisibile dallesterno. Infatti la struttura portante stata rivestita successivamente da una pelle architettonica (quella progettata da Haupt,), ma ben evidente dalle foto storiche, scattate allepoca della costruzione, e poi ritrovata e svelata nel corso delle indagini del Centro Studi Sotterranei. La struttura doveva essere particolarmente resistente allo scopo di permettere il transito sul ponte dei grossi pesi, quali sono quelli dei poderosi cannoni che guarniscono le batterie della costa sorgenti sulla Circonvallazione a mare, a difesa del porto, quindi il suo arco venne costruito di eccezionale robustezza 6 e per non gravare una campata cos ardita di ulteriori inutili carichi, si adott la soluzione innovativa di realizzare un cavalcavia sostanzialmente vuoto al suo interno.

Soltanto pi tardi, nellagosto del 1908 lUfcio Lavori Pubblici della Citt di Genova stilava un Programma di Concorso per le opere di scultura (cariatidi e bassorilievi a soggetto storico) che avrebbero dovuto arricchire la decorazione del Ponte Monumentale, che non ebbe per seguito, come pu constatare chiunque si soffermi a osservare gli attuali prospetti. Ringraziamenti
Si ringrazia Ezio Baglini e Alfredo Remedi per la collaborazione nelle ricerche bibliograche.

Note
1 Aderente alla Commissione Nazionale Cavit Articiali della Societ Speleologica Italiana. 2 Si riferisce a una citazione della Gazzetta di Genova contenuta in Piastra W., 1962, Storia di una strada, Tolozzi Editore, Genova, pp. 57-58. 3 Drago R., 1907, Contributo alla storia del Municipio di Genova. Cenni sui precedenti civici e sulle opere pubbliche 1849-1904 (con appendice sui prestiti del Corpo Decurionale, 1815-1848), ed. Pellas, Genova. 4 Nicoletti A. M., 1993, Via XX Settembre a Genova, Sagep. Genova, p. 82. 5 Queste indicazioni sono riportate da Piastra W., 1962, Storia di una strada, Tolozzi Editore, Genova, pp. 69 che, a sua volta, cita Genova Nuova, 1902, p. 95. 6 Anonimo, 1902, Genova Nuova, ed. A. E. Bacigalupi, Genova, p. 95.

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