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Lele Luzzati un artista un poeta

di Rosa Matteucci
Personaggio
Personaggio
Sarebbe stato contento, questo gran-
de artista, nel vedere angeli e diavo-
li, mefistofeli e principesse, pinocchi
e arlecchini, convenire insieme paci-
ficati davanti a lui per salutarlo, per
ringraziarlo di averli creati. Ho il
rimpianto di non averlo mai cono-
sciuto, eppure viveva lungo la diret-
trice del mio stesso fiumiciattolo sot-
terraneo, che corre sotto via Lucco-
li e quindi deve scendere da via Caf-
faro, dove ho saputo che il maestro
abitava. Gi, di quelli come Luzzati
si dice maestro, ma penso che di
fronte a un appellativo del genere ar-
cuasse ancor pi il suo inestimabile
sorriso, gli occhi dal taglio lontano.
Tutto, in lui come nel suo lavoro, a
pensarci bene sapeva di lontano. Per
cultura e tradizione Luzzati appar-
teneva alla stirpe ashkenazita, la gen-
te ebraica che popolava gli shtetl del-
lEuropa orientale, i villaggi che so-
pravvivono nei racconti di Isaac
Singer, luomo che si era proposto il
compito di conservare una storia at-
traverso la sua lingua destinata al-
loblio. Luzzati aveva forse deciso di
perpetuare la stessa tradizione se-
condo il registro opposto a quello
scelto dallo scrittore: anzich la me-
lanconia e il rimpianto, lallegrezza
e la levit. Eppure forme e colori dei
suoi personaggi, delle sue scene, del-
le sue sagome per la lirica e la pro-
sa, raggiungono il medesimo risul-
tato: evocare lirredimibile nostalgia
per un mondo perduto, forse mai esi-
stito se non nellimmaginazione di
Come accade in un grande romanzo del Novecento, mi piace
pensare che nel giorno della morte di Lele Luzzati tutti i suoi
personaggi si siano messi in cammino, dai quattro angoli del mondo,
per andare a salutare il loro artefice, un uomo che aveva lasciato
mille e mille tavole come figli, rimasto fanciullo fino alla vecchiaia.
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Personaggio
chi lo avrebbe abitato volentieri al
posto di quello reale assegnatogli
dalla sorte.
Il suo tratto inconfondibile, la sua
leggerezza nel tocco, la capacit di di-
sciplinare una naturale vocazione de-
miurgica anche in attivit apparen-
temente umili, al di sotto del livello
dei geni come lui. Non si mai ri-
sparmiato, non ha mai detto Que-
sto non lo faccio, piuttosto cerca-
va di fare ogni cosa con rispetto e con
passione, due coordinate che nobili-
tano qualsiasi attivit. Ha saputo co-
s creare uno stile irripetibile, suo e
soltanto suo, tanto che sarebbe im-
proprio qualsiasi paragone con altri
artisti capaci del paradosso di dipin-
gere la musica, dare a essa sostanza
e colore.
Non ci saranno un nuovo Luzzati,
un altro Luzzati, un erede di Luz-
zati, perch lartista era nuovo e al-
tro a se stesso, sapeva stupirsi e de-
stare stupore, risvegliare in ognuno di
noi quel bimbo al quale aveva sem-
pre saputo dare ascolto.
Pi che la sua opera, dispersa in mil-
le rivoli e da sempre insofferente a
ogni forma di classificazione, resta
quindi la testimonianza di unanima
felice e riconoscente verso il Miste-
ro che abita in fondo a tutti gli uo-
mini e anzi tutte le creature anima-
te e inanimate. Non un caso che il
sottofondo pi adatto alle sue fan-
tasie siano le note dei musicisti co-
me Mozart e Rossini, anchessi capaci
di risolvere in maniera incantevole il
problema estetico di coniugare il va-
lore immenso del contenuto con la
leggerezza della forma espressiva.
A uno a uno, come gli eteronimi di
Pessoa evocati da Saramago, i perso-
naggi di Luzzati sono accorsi presso
di lui, per ringraziarlo di aver dona-
to loro lesistenza, di averli chiama-
ti a esistere sul grande palcoscenico
del mondo. Alcuni hanno fatto in
tempo a vederlo sorridere ancora una
volta, altri devono accontentarsi del-
la memoria. Ma la memoria luni-
ca bussola possibile per orientarsi sul-
la strada verso il futuro. Cos Luzzati
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Personaggio
non scomparso, una volta comple-
tata ladunata dei suoi burattini e sol-
datini e rabbini e pastori e regine ha
ripreso il cammino mescolato insie-
me a loro, non davanti perch era
umile come tutti i grandi. A noi che
li vediamo partire resta la gioia per
averli ancora con noi, nella dimen-
sione dellarte che lunica salvezza
data in questo mondo alla povert di
tutto quel che non siamo e che vor-
remmo essere.
Lele Luzzati mentre disegna
un pulcinella e il pieghevole
della mostra a lui dedicata dal Comune
di Genova.
Sotto:
Porta Siberia, ove ha sede il Museo
Luzzati.
Pagina a fronte:
Personaggi creati da Lele Luzzati
e, sotto, una delle sculture esposte
nel Museo a lui dedicato a Porta
Siberia.

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