Leed Terra di nessuno ha come oggetto di studio limpatto psicolo
gico che la Grande Guerra del 14/18 aveva avuto sulla personalit di chi laveva comb attuta.
Il testo parte dal presupposto che le caratteristiche assunte con il tempo dalla Grande Guerra si siano in qualche modo ripercosse sullesistenza dei reduci; non solo fisicamente ma anche psicologicamente la guerra avrebbe segnato gli uomini che avevano combattuto. Limpiego della tecnologia aveva portato a profonde modifiche delle tecniche di co mbattimento,gli eserciti erano costretti a tincerarsi e a posizionarsi su linee difensive, limpiego di armi innovative,potenziate,molto precise,ma molto pesanti avevano fatto si che la guerra di movimento si trasformasse in guerra di posizio ne:gli eserciti, per lunghi periodi allinterno di labirintiscavati nel terreno, si difendevano dagli attacchi del nemico schierato sulla linea opposta,costretti in condizioni igienico sanitarie disastrose,ma soprattutto costretti a vivere quot idianamente a stretto contatto con la morte e la violenza;la guerra era diventat a una macchina infernale che logorava il soldato fisicamente e mentalmente. La guerra coinvolse milioni di uomini,molti dei quali nellagosto del 14 ,furono tr avolti da unondata di entusiasmo collettivo in vista dello scoppio del conflitto. In realt la Prima Guerra Mondiale segn profondamente la vita di coloro che combat terono e in merito si svolsero innumerevoli dibattiti:la guerra aveva nobilitato o brutalizzato luomo? era stata in grado addirittura di trasformare radicalmente la sua personalit? Nessuno dei veterani torn dal fronte definendo la sua esperienza paragonabile all a vita condotta prima e dopo la guerra. La personalit plasmata dal conflitto fu t otalmente incomparabile a quella dellindividuo cresciuto in societ, un volontario tedesco scrivevanessuno uscir da questa guerra senza essere diventato una persona diversa ;lossessione ricorrente del veterano era quella di aver vissuto due vite d istinte:lesperienza di guerra cre una frattura profonda nella personalit del soldat o che impar che la guerra non aveva nulla a che fare con la realt civile e con que llo che aveva imparato per viverci. La guerra mise in discussione lipotesi che esistesse unio unico e indivisibile.Eri k Erikson costru la sua idea di io sulla base della sua esperienza nel trattament o di stress da combattimento nella seconda guerra mondiale:essi avevano la sensazio ne che le loro vite mancassero di unit e che non ne avrebbero pi avuta. Erikson riteneva che gli uomini psichicamente feriti in guerra non fossero pi in grado di cogliere se stessi in ununica identit. Il soldato non riusciva a capacita rsi di essere stato in grado di vivere due realt tra loro cos diverse,si sentiva r eso estraneo sia dalle persone che dalle cose appartenevano al suo passato. Ma c ome visse il combattente questo momento di rottura con lesperienza civile?come la identific e la assimil?
LA GUERRA E LA VITA SOCIALE FURONO MESSI IN RAPPORTO TRA LORO SECONDO DUE MODELL I La guerra funzionava come una valvola di sfogo di bisogni,pulsioni che non poteva no essere soddisfatte nella vita civile,un modo per incanalare laggressivit repres sa. Se la guerra quindi serviva a dare libero sfogo allaggressivit latente che poteva alterare lequilibrio sociale,essa non aveva altra funzione che quella di conserva zione della stabilit. Ladesione al conflitto manifestata nel 14 dimostra che molti attinsero allimmaginar io collettivo e considerarono la guerra come liberazione dalle costrizioni della vita civile. Nel modello di scarica pulsionalerientrano anche le convinzioni di chi ritenne il veterano di guerra un uomo imbarbarito,un criminale che sarebbe stato incapace di r iacquisire le abitudini civili. Deve essere riconosciuto un fondo di verit al modello scarica pulsionale,ma esso in carna una forte contraddizione:se la guerra fosse stata una valvola di sfogo per laggressivit frenata i collassi nervosi sarebbero dovuti essere lespressione del s enso di colpa e non si spiegherebbe la reale frustrazione provata dai soldati pe r unimmobilismo insostenibile(sul quale si basava poi il pensiero tattico della prima guerra mondiale). Continuit culturale Modello che pone laccento sulla continuit morale e culturale che caratterizz sia il momento di pace che quello di guerra. Dunque laggressivit che non si manifesta in societ perch tenuta a bada dalle regole sociali,non si manifesta nemmeno in guerr a perch gli abiti civili non potevano essere smessi con tanta leggerezza:i soldat i che combattevano non erano altro che il prodotto delle rispettive culture. Seg uendo questa linea si pu comprendere perch molti soldati si rifiutarono di combatt ere,ma non tutti affrontarono la guerra continuando a reprimere laggressivit come insegnava la societ,molti si lasciarono coinvolgere dal ischio e dallorrore. Sia il modello scarica pulsionaleche quello di continuit culturale traggono le loro conclusioni prendendo atto del fatto che per operare nel caos della guerra e della violenza bisognasse abbandonare il proprio bagaglio di abitudini social i. Ma per capire il perch di tanta partecipazione e consenso che sono caratteristich e dellagosto 1914,e limpatto che in realt ebbe sui combattenti utile a comprendere in che modo la guerra rappresent per molti unalternativa alla solita esistenza. ESPERIENZA DI GUERRA COME RITO DI INIZIAZIONE E PASSAGGIO
Carrington asserisce che chi partecip alla guerra era accomunato da unesperienza unica e incomparabile per tragicit e pragonabile per la sua impostazione ad un ri tuale di passaggio. Lindividuo che andava in guerra era sottoposto ad una sorta di rito di iniziazion e; Van Gennep individua tre fasi che costituiscono il rituale di passaggio: Riti Preliminari o Riti di separazione fase in cui lindividuo viene fatto trasferire dal suo ambiente abituale; Riti Liminari o Riti di margine fase in cui si stabilisce simbolicamente lidentit dellindividuo come dimorante tra due luoghi,condizioni,stati diversi; Riti Post-limiminari o Riti di aggregazione fase nella quale lindividuo riaccolto in un nuovo gruppo. Per Carrington ci che accomuna la sua generazione laver vissuto al limite;il fron te rappresenta una linea di confine,un bordo limmagine della Terra di nessuno. Qu esto termine cattura lessenza dellesperienza del soldato che visse la prima guerra mondiale,la sua sensazione di vivere tra il noto e lignoto,di aver oltrepassato un confine;lesperienza di guerra per molti signific marginalizzazione e mutamento d ell identit . Questi due stati emotivi e psichici del soldato sono ricollegabili alle nozioni di Riti di separazione e Riti liminari: Chi combatt la prima guerra mondiale e part per il servizio nel 14 visse due proces si di separazione: dalla vita abituale; dalla vita civile(si passa dalla condizione di cittadino al ruolo di soldato); SEPARAZIONE Per molti questo signific un veicolo di autorealizzazione e una liberazione(dalle c ostrizioni della vita borghese e dalla vita di tutti i giorni)che avrebbe condot to verso un nuovo sistema di comportamenti e rispolverato antichi valori. LIMINARIETA Il secondo passaggio iniziatico,consiste nel definire i simboli legati alla cond izione di chi sta fra;uno di questi simboli era la terra,il soldato si trovava a d oversi identificare con la terra che rappresentava per lui sia la salvezza sia l a contaminazione. Mary Douglas nel suo studio sul concetto di contaminazione nel le societ primitive sottolinea che sporco sta per contaminato e lo chi venuto a conta tto con una realt o con una sostanza che normalmente considerata tab.,fuori dalla norma. Contaminazione sta quindi per trasgressione delle regole e in guerra ci si verifica costantemente,non esiste pi alcun ordine. Colui che transita dalla vita civile a lla realt di guerra viene contaminato , diventa invisibile e queste due caratteristic he contraddistinguono la realt effettiva e simbolica del soldato. La Grande Guerra un evento nuovo,limmagine di unumanit in movimento,attiva nel comba ttimento non trova spazio nel conflitto del 14 18: il nemico,al riparo nelle prop rie fila, molto spesso nascosto,invisibile,il campo di battaglia sembra un vuoto d i soldatiquando nello stesso tempo ne saturo;la terra minaccia e rifugio e linvisi bilit priva il nemico di un contorno preciso,di sembianze umane,per il soldato sc oprire che il tanto demonizzato nemico un individuo come tutti gli altri unesperienz a toccante e sconvolgente,crea un profondo sconcerto nella persona. (Freud,analisi del perturbante) La guerra un trasgredire alle regole,rovescia la consuetudine del reale e da mol ti questo fu vissuto in chiave positiva e per altri questa fu unesperienza angosc iante,vissuta con profonda agitazione. Il soldato vive in costante contatto con la morte intesa in senso fisico e in senso metaforico. La nozione di morte perde il connotato di passaggio veloce tra vita e non vita,diventa una costante,il so ldato vive una perenne sensazione di distacco e sradicamento,di morte civile,di v acanza dalla vita(Schauwecker),una morte strutturale (Turner)intesa come senso di l ontananza dalle cose e delle persone dal passato . Limmagine di immobilit e ristrettezza limmagine pi ricorrente del trapasso. Numerosi soldati furono affetti da nevrosi del sepolto vivo. La sensazione di distanza,separazione,isolamento dal mondo esterno il risultato di una serie di processi che pongono il soldato in una condizione di ambiguit esi stenziale,processi come la spoliazione delle vesti e del nome. A molti veterani la guerra parve un evento positivo in quanto esperienza socializ zante,il sentimento di cameratismo scatur da una realt in grado di accomunare di uomini di estrazione sociale e nazionalit diverse; Remarque ha una visione bilate rale della guerra, da un lato come di unesperienza tragica per il suo orrore,per la morte,la distruzione e dallaltro un esperienza positiva per effetti come il cam eratismo e la socializzazione. Questa duplice reazione il prodotto di ununica mat rice ,la perdita di status,essa poteva essere fonte di angoscia ma a essere anch e vissuto come evento positivo in quanto in grado di abbattere le barriere socia li . La realt bellica port ad un livellamento delle condizioni di vita e tra individui di classi diverse si instaurarono relazioni pi libere dalle peculiarit di classe , non erano rari casi di collaborazione e sostegno tra camerati di estrazione soci ale diversa. Lesperienza liminare poteva in un certo senso anche intesa come esperienza di app rendimento; Per Carrington in guerra si apprendevaun segreto che non pu essere comunicato ,una conoscenza diversa da quella appresa nei banchi di scuola,su viveva unesperienza incomunicabile. I soldati subirono inoltre un processo di dissociazione e ricombinazione della c ultura, essi realizzarono quale fosse il peso della tecnologia nella societ moder na,mutarono la tradizionale concezione di rapporto uomo/macchina,si accorsero de l fatto che la tecnologia dominava il conflitto a prescindere dalla volont indivi duale,ed essa non era pi soltanto a servizio dei processi produttivi e di distrib uzione. La tecnologia,lindustria erano strumenti di guerra e di distruzione perde vano la loro patina di neutralit e con questo anche la fiducia che lumanit vi aveva riposto,si dimostravano in tutta la loro brutalit .Gli uomini impararono a consi derare in modo diverso la tecnologia in grado di modellare il reale indipendente mente dal volere delluomo. La Grande Guerra non si pu definire un evento rituale a tutti gli effetti in qua nto il rito della liminariet implica che un soggetto venga messo nelle condizioni di passare ad uno status nuovo rispetto al passato e che in questo nuovo status venga accolto e reintegrato;questo non avvenne sempre in guerra,essa rappresent ava un punto di non ritorno per il soldato che si sentiva trasformato e non solo ,sentiva che la realt attorno a lui era cambiata e quindi non esisteva un luogo i n cui ritornare,era come se fosse rimasto bloccato in una fase di passaggio . Il veterano era dunque consapevole della nuova situazione che lo circondava e la reazione a questa realt poteva essere quella di sostenere la guerra e considerarla un progetto nobile per la nazione e la comunit (Volontario del 14); quella di vivere il conflitto con un gran senso di frustrazione; quella di tradurre la frustrazione in rabbia e violenza. Il carattere del soldato subiva modifiche a diversi livelli e per questo essere soggetto di nevrosi,di alterazioni dellidentit in fase liminare o prodotta dalla sensazione di impotenza dinnanzi ai fatti. La guerra del 1418 pu essere paragonata ad un rituale di passaggio e ai simboli de lla limitariet in quanto segn indelebilmente la personalit di chi la aveva combattu to,il soldato poteva percepire con senso di orrore la realt nuova o come elevazio ne e progresso.
LENTUSIASMO DELLAGOSTO 1914 Dellagosto 1914 risalta in particolar modo il senso di comunit che leg la gente di tutta Europa; fino a quel momento non si era mai manifestato un entusiasmo collet tivo simile in vista di un evento. La dichiarazione di guerra rappresentava un momento di passaggio dalla vita norm ale,familiare ad una vita alternativa non condizionata dal liberalismo borghese e dallindustrializzazione;la guerra era per molti unoccasione di rinnovamento soci ale e liberazione dal dominio della borghesia. La guerra appariva come lunico strumento in grado di stravolgere la realt individu ale e sociale. Walter Sheller (teologo e umanista)scriveva La mia prima impressi one fu che la guerra cambiasse gli uomini tanto quanto le relazioni tra di essi Resta in ogni caso difficile comprendere per quale motivo le folle,riversatesi in piazze,strade, avessero manifestato un tale eccitamento allidea di un evento ta nto estremo come la guerra;molti continuarono a considerarlo la manifestazione d i unirrazionalit contagiosa,ma resta il fatto che le giornate dellagosto del 1914 h anno segnato in modo tanto indelebile la storia successiva da non poter essere c onsiderate semplicemente frutto della follia umana. Alla base di un consenso cos ampio cera il desiderio di dare una svolta alla realt e scegliere la guerra significava proiettarsi verso un genere di vita diverso,al ternativo,magari lontano da casa, A muovere le grandi masse furono tanto le motivazioni individuali quanto quelle collettive,sociali come il desiderio di disgregare la civilt industriale con i su oi problemi e conflitti. Callois osserva come la guerra rappresentasse unoccasione di socialit paragonabile quasi ad una festa,infatti alla rigidit dello status sociale sembra sostituirsi un sentimento di fratellanza,agosto vide i partecipanti percepire se stessi in r elazione agli alti in modo inedito;la sensazione era che questo momento potesse cambiare le sorti della civilt e generare una situazione nuova e poteva soprattut to permettere contatti senza precedenti tra le diverse categorie sociali;lidea di una realt nuova port luomo ad accettare la promiscuit,gruppi eterogenei per condiz ioni e interessi riescono a riunirsi per un unico scopo:la guerra. Rilke defin lentusiasmo generale unimprovvisa apertura del cuore universale ;anche ch i non era propriamente favorevole alla guerra venne influenzato e trascinato dal limpeto di entusiasmo che fece crollare le certezze pi radicate, in un certo senso ci si arrese allondata di nazionalismo. In realt, la sensazione era che stesse v enendo meno linteresse materiale tipico della societ capitalistica tra le motivazi oni individuali che andarono a convergere in un desiderio comune, per questo si p u parlare di Europa del 14 come di una cultura. Cedere all ebbrezza collettiva (come la definisce il francese Romains) equivaleva a sentirsi liberi -dal dilemma di una presa di posizione pro o contro la guerra; -dalla noia quotidiana; La collettivit mossa dalla volont comune sprigion unenergia tale da costringere l io al la resa,costringendo lindividuo ad uno stato di fluttuazione e a subordinare cos la logica individuale a quella collettiva. Lo scoppio del conflitto venne talvolta celebrato in termini mistici,religiosi; secondo Zuckmayer la guerra induceva ad uno stato di trance,di grazia,di trasfigu razione individuale e collettiva;alcuni studi dimostrarono come anche nelle cult ura afro-americane raggiungere lo stato di trance fosse possibile grazie a parti colari ritmi musicali e soprattutto in determinati momenti di variazione ritmica;c os come nelle danze tribali anche nel 14 la variazione ritmica fra modalit culturali ben definite port allesplosione di un desiderio collettivo. La guerra rappresentava unalternativa alla realt e larruolamento costituiva unopport unit di sfuggire alle insoddisfazioni della vita civile/privata,apatica e ripetit iva;la vita in tempo di pace non offriva dinamismo e linsofferenza per una realt e conomica discriminante avevano portato allincremento del desiderio di cambiamento che sarebbe sfociato poi nella Grande Guerra,ma non si pu negare che i simboli e i valori associati alla vita militare non avessero costituito un incentivo ad ab bandonare luniverso familiare saturo di oggetti privi di senso.
Caso dei gruppi giovanili tedeschi
Lentusiasmo della guerra deve essere concepito,soprattutto nel caso della Germani a,come qualcosa di pi della critica alla modernizzazione,qualcosa di legato piutt osto alla reazione contro la societ Guglielmina. Per molti giovani intellettuali tedeschi la guerra signific unoccasione di liberaz ione dalla scioccheria e pochezzatipicamente borghesi, come dice Zuckmayer ,sosten ere lo sforzo bellico equivaleva a rompere con il mondo borghese degli agi ,del profitto e della sicurezza e questa convinzione port ad unidentificazione forte c on la nazione. Nel caso tedesco lo scoppio della guerra fu vissuto come momento di emancipazion e da ogni tipo di restrizione interna ed esterna,aleggiava infatti un forte malc ontento nei confronti della Gran Bretagna. Il movimento giovanile prese le mosse da vasti agglomerati urbani come Berlino e Amburgo ,coinvolgendo sia la borghesia agiata sia quella pi modesta;si verific q uindi una vera e propria fuga da se stessadella borghesia tedesca. La guerra fu ac colta con fervore perch anche in questo caso si pensava fosse in grado di distrug gere lantico ordinamento economico,aveva dunque matrici anti-economiche e molti g iovani si precipitarono agli uffici di reclutamento temendo di non poter dare il loro contributo per un evento che essi immaginavano di breve durata(perch consape voli dei limiti delle risorse umane e materiali).Si sperava di potersi liberare dal materialismo e dellindustrializzazione e la guerra divenne il simbolo di ide ali puramente morali e valori non utilitaristici. Il desiderio di principale e ra quello di un ritorno al passato, ad uno stile di vita autentico ( per autenti co si intendeva preindustriale),libero dal materialismo e dalla tecnologia,fonte di corruzione e di disagio. Le immagini bucoliche contenute nelle lettere invia te dal fronte sottolineano questa diffusa tendenza. Limmagine che i giovani avevano della guerra era quella di un conflitto tradizion almente inteso;alla base stava un profondo idealismo e il loro entusiasmo posava sulla convinzione dellesistenza di due mondi diversi luno forgiatosi con la guerr a e laltro con la pace. Lesperienza del 14 si rivel molto diversa da come molti lavevano immaginata sia per coloro che combatterono sia per quelli che seguirono levento in patria .
LABIRINTO DELLA GUERRA
In guerra il soldato in guerra subisce due processi di apprendimento Esteriore ,in quanto gli richiesto di imparare a riconoscere e acquisire familia rit con gli eventi riuscendo a percepire il pericolo,un tipo di conoscenza pratic a finalizzata alla sopravvivenza; Interiore,una conoscenza integrata al corpo del combattente,intesa come presa d i coscienza delle potenzialit individuali; Ma lesperienza di guerra fornisce un tipo di conoscenza che pu essere definita disg iuntiva ,ovvero in grado di separare coloro che vi parteciparono da quelli che no n parteciparono ,ma disgiuntiva anche nel senso che segment la vita dei combatten ti in un prima e in un dopo. I soldati appresero una conoscenza non cumulativa che non poteva dunque integrar si al bagaglio culturale del soldato ,egli cominci a divenire cinico perch la guerra era stata in grado di trasformare le certezze in verit relative. Si pu parlare dunque di disillusione:coloro che speravano che la guerra potesse in cambiare le sorti della societ dovettero riscontrare che il conflitto non aveva m inimamente portato agli esiti sperati. Molti combattenti si abituarono a rapportarsi ad ogni cosa,nei termini della lor o esperienza di guerra:la politica ad esempio era paragonata alla realt di trince a,dominata dal caos. Qualsiasi situazione richiamava al sistema labirintico di t rincea perci il soldato non riusciva a distogliere il pensiero da quello che avev a vissuto. Una metafora ricorrente per rappresentare la guerra di trincea quella del LABIRI NTO e gli stessi reduci se ne servirono per i loro resoconti di guerra. La metaf ora del labirinto racchiudeva in se la natura del conflitto,la sua frammentazion e e limmagine stessa del paesaggio che esso forgiava. Limmagine del labirinto fu impiegata dunque per descrivere lenigmatica realt di tri ncea e lesperienza dei combattenti ,ma era anche emblematica in quanto utile a de finirne la struttura. DISILLUSIONE
La disillusione nella dottrina cristiana rappresenta unesperienza positiva,perch i ntesa come presa di coscienza, come rivelazione;nella prima guerra mondiale disi llusione non significa ascesa verso la grazia, ma piuttosto un perdersi danimo,un o sconforto psicologico e fisico. I soldati si videro costretti a piegarsi allonnipotenza della tecnologia e della macchina;in guerra disillusione equivalse ad una perdita di status sociale ed es istenziale e ad una sorta di ridimensionamento obbligato delle aspettative inizi ali. I volontari delle classi medio-alte dovettero rassegnarsi allidea che le lor o aspettative non equivalessero a quelle dei loro compagni delle classi inferior i e al fatto che la guerra non fosse in realt unoccasione di coesione sociale. Le disuguaglianze tra soldato semplice e volontario borghese non furono del tutto i gnorata e superata come ci si augurava .Le tensioni di classe sono riscontrabili in ogni esercito in guerra ma in modo particolare in quello tedesco,in cui il f enomeno della disillusione fu particolarmente accentuato .
La disillusione di Zuckmayer e di altri volontari
Il caso di Carl Zuckmayer emblematico ,egli si arruol come volontario pieno di sp eranze,si augurava che la guerra potesse liberare la societ dalla borghesia e liv ellare le differenze di classe. Per il volontario larruolamento un atto di gratui t pieno di implicazioni morali,al soldato semplice invece larruolamento era impost o a prescindere dalla sua volont;questa differenza sfoci spesso nellumiliazione del volontario. Zuckmayer era consapevole che le beffe dei sui compagni erano lespre ssione di un risentimento non tanto nei suoi confronti ma nei confronti di tutti i soldati che erano scesi in campo volontariamente ,coloro che appartenevano a classi sociali medio-alte e che quindi avrebbero potuto restarsene a godere dei loro agi e delle loro ricchezze. Zuckmayer comprendeva di essere umiliato per il suo status sociale e questo significava che le speranze da lui riposte nel conf litto non potevano realizzarsi nella realt di guerra,la divisione in classi perma neva anche nellambiente di trincea. Alla base del conflitto tra categorie sociali cera una diversa concezione della v ita e del gesto eroico: per il rappresentante del popolo la vita era qualcosa da salvaguardare,una cosa preziosa,mentre per il volontario (caso di Schauwecker) era una cosa che acquisiva valore grazie al sacrificio. Limpatto con il popolo non pot che rivelarsi una delusione,le attese di un esperienza nazionale e anti-classistas i rivelarono in tutta la loro impraticabilit. Zuckmayer come Schauwecker si accorsero che la guerra non rappresentava unoccasio ne per negare il materialismo legato al loro passato,ma era bens lavoro,sacrifici o,fatica e il cameratismo non nasceva come sentimento spontaneo ma come prodotto di un inevitabile necessit di collaborazione nel lavoro.(Henry de Mann paragon il combattere ad un lavoro). La guerra era identificabile come una sorta di proletarizzazione militarizzata. Il lavoro di guerra si rivel unoccupazione noiosa perch caratterizzata da un costan te immobilismo,il rancore verso le alte cariche dellesercito scatur da questa real t e molti dei volontari cominciarono a covare lo stessa sensazione di ingiustizia che ,da sempre, provava il soldato semplice .La realt di guerra dimostr che i pro blemi che si credevano risolti con la sua dichiarazione erano invece insiti nell a struttura della societ industriale e capitalistica;problemi come lo sfruttament o delle classi subalterne,il rapporto di sottomissione delluomo alla macchina,sop ravvivevano nonostante la guerra.
Ma che realt produce la guerra?E come viene percepita dai combattenti? Tra il 14 e il 18 gli uomini sperimentarono sulla loro pelle la potenza della tecn ologia e la sua indipendenza dalluomo. Nel primo periodo del conflitto i soldati capirono che la guerra di trincea non era altro che il prodotto dello sviluppo tecnologico il quale aveva cambiato rad icalmente la realt tattiche militari : lincremento della portata e del volume del fuoco impose agli eserciti lapplicazione di strategie difensive che soccombevano alla potenza dellartiglieria;gi nella guerra russo-giapponese si era osservato che lutilizzo di nuovi mezzi come cannoni a tiro rapido,mitragliatrici oltre ad aver modificato le tecniche di combattimento avevano causato traumi psichici ai comb attenti. La guerra moderna e i nuovi strumenti di cui disponeva lavevano immobilizzata;l im mobilismo era imposto dal dominio tecnologico del fuoco difensivo che ridefiniva i l ruolo del soldato il quale non era pi impiegato nellattacco, nell offensiva,ma ne lla difesa. I militari schierati nella prima linea avevano lobbligo di difendere le retrovie dal fuoco nemico ,mantenendo la posizione fino allo stramo;lostinazione nel mante nimento della linea difensiva si rivel distruttivo in una guerra in cui ci che con tava era il lavoro dellartiglieria pesante collocata in posizione strategica oltr e la linea dellorizzonte. Nel 1916 il compito difensivo divenne pi elastico: la pri ma linea doveva essere tenuta con meno ostinazione ;la difesa elastica offriva il v antaggio di seminare il fuoco dartiglieria nemico che doveva mirare a pi punti di resistenza,ma questo vantaggio dur solo fino a quando i parchi dartiglieria non si moltiplicarono. Il tipo di tattica adottata si rivel per psicologicamente debilit ante in quanto annullava la natura della guerra concepita come offensive. Alla fine della guerra cominci a prendere piede un nuovo genere di difesa,la difes a in profondit nella quale i soldati erano posizionati a piccoli gruppi in diverse postazioni. L utilizzo dellartiglieria aveva inoltre sfigurato il teatro di guerra,dopo qualc he tempo le trincee furono distrutte,il campo di battaglia,disseminato di buche, era impraticabile e la frammentazione spaziale implicava un collasso a livello t emporale:i soldati immersi nel caos perdevano le posizioni ,la direzione, il sen so dellorientamento.
Il sistema difensivo aveva plasmato la personalit del soldato ,aveva trasformato il significato simbolico del suo ruolo;
PERSONALITA DIFENSIVA
La guerra di trincea aveva imposto al soldato il ruolo di difensore e non pi di a ggressore, aveva prodotto una personalit difensiva. La consapevolezza di essere soggetti al potere della tecnologia rendeva il solda to vulnerabile, le macchine erano il vero nemico a cui dover sopravvivere e di con seguenza lidentificazione con il nemico era inevitabile; non furono dunque rari i casi di fraternizzazione tra eserciti nemici,casi di accordi tra belligeranti u fficialmente nemici e si assistette addirittura a casi in cui la violenza divenn e ritualizzata. La solidariet umana pu essere considerata il prodotto dellalienazio ne dovuta alla mancanza di scopi precisi e la rabbia da scaricare verso il nemic o si rivolgeva alle alte cariche militari,che nonostante questo adottavano misur e sempre pi restrittive .Essendo rara lazione offensiva, diminu anche il senso di u tilit e dovere nei confronti della patria e il soldato si rende conto del caratte re illusorio del valore di s e della sua azione. Il combattente non era pi un eroe ,ma uno qualunque(Zuckmayer); non aveva nulla a che fare con lidea di uomo valoroso che si era fatto prima di esperire la realt di guerra. Si pensava che andare in guerra e sperimentare laggressivit significasse dare valo re e senso allio,ma molto spesso le attese vennero frustrate;questo si ripercosse nellinconscio dei soldati liberando fantasie o scatenando sintomi nevrotici. REPRESSIONE DELLISTINTO AGGRESSIVO E RICORSO ALLA FANTASIA
Molti soldati ricorsero a miti,fantasie,ritualizzazioni per affrontare una realt che appariva ai loro occhi come insensata;ci potrebbe sembrare in contrasto con li dea di guerra moderna,ma fu una conseguenza inevitabile delle condizioni a cui e ra costretto il combattente. Miti e fantasie servivano a colmare il gap tra aspe ttative iniziali e realt effettiva e a dissolvere in qualche modo le restrizioni fisiche e mentali del soldato, erano costruzioni utili a risolvere una realt prob lematica. Linvisibilit fu limpulso allo sviluppo di unaltra dimensione sensoriale,qu ella uditiva;ludito era fondamentale per individuare i pericoli che non potevano essere affrontati a viso scoperto. Limmobilismo rese il movimento unopzione lontan a,fantastica dalla quale prendevano origine miti e leggende. Molti psicologi int erpretarono queste fantasie come sintomi di regressione psichica ;questo signifi cherebbe dunque che il ricorrere al mito fosse una via di fuga dalla realt. Inizi almente il mito non era che un racconto sacro, un racconto utile a spiegare feno meni,realt,una sorta di documento anagrafico del reale; Barthes afferm che nella soc iet moderna il mito serviva a mediare le contraddizioni sociali e culturali,in qu anto rappresentava un tipo di linguaggio in grado di sottrarre alle forme il lor o contenuto originario ricombinandolo in nuovi messaggi pi accettabili e meno pro blematici che nella realt;il mito rappresenta una fuga dalla contraddizione . Sec ondo Levi-Strauss invece il mito una costruzione che permette di ai fatti di ess ere in qualche modo interpretati e in questo modo di alleviare la contraddizione , un modo per inquadrare diversi aspetti e mostrarne le virt latenti. Una dei miti pi ricorrenti e ovvi era quello di volare,ma anche le retrovie forni vano spunti per fantasie e temi bucolici. La tecnologia rappresenta limmobilismo e nello stesso tempo il movimento ed il pr oblema e la soluzione al tempo stesso.
Annullamento delle percezioni visive
Le condizioni di trincea generarono un profondo disorientamento e un forte desid erio di chiarezza di visuale;la sensazione di smarrimento era dovuta alle condiz ioni di vita del soldato e soprattutto dallalterazione del suo campo sensoriale. Ludito divenne molto pi importante della vista per distinguere gli eventi e limposs ibilit di osservare gli eventi cre una discontinuit tra campo dazione immaginato e q uello reale;molti veterani in visita nei luoghi della memoria non di rado rimase ro impressionati de come la realt appariva ora ai loro occhi e come appariva in t empo di guerra. L approccio uditivo alla guerra rese talvolta difficoltoso al red uce limpresa di raccontare la guerra a chi non laveva combattuta. Lassenza o quasi di campo visivo cre ansia nei combattenti molti dei quali ricorsero al mito e so prattutto alla scaramanzia per affrontare i combattimenti;luso di formule scarama ntiche la risposta alla perdita di controllo individuale sulla vita e sulla mort e, il prodotto del senso di impotenza provato dai soldati al cospetto della tecno logia. In altri casi la scaramanzia derivava dal condizionamento ipnotico del fr astuono dellartiglieria che comportava la perdita della sequenzialit temporale e i nnescava processi paralleli di pensiero che offrivano un irrazionale alternativa alla realt. Il frastuono e limpossibilit visiva scatenarono in moti soldati fenomeni nevrotici ;essi percepirono lincongruenza tra la guerra che avevano immaginato e la realt de i fatti e questo rappresentava gi di per s un motivo di ansia inoltre le dimension i della guerra erano sproporzionate rispetto allo spazio vitale di cui godevano effettivamente i soldati e questo rese inevitabile la perdita di fiducia nellazio ne individuale. Il fatto che la guerra non dipendesse dal volere del soldato pu s piegare la tendenza ad interpretazioni animistiche degli eventi,lirrazionalit rap presentava un tentativo di spiegare il caos del reale.
Mito del volo e della macchina
Il mito del volo e limmagine idealizzata dellaviatore scaturirono dal desiderio di una prospettiva diversa dalla quale guardare e vivere gli eventi. Laviatore era colui che aveva accesso a questa alternativa e volare significava liberarsi , fu ggire o almeno comprendere in modo pi completo le vicende; laviatore era un indivi duo privilegiato in quanto poteva servirsi della tecnologia senza rimanerne schi acciato e poteva trovare pi senso agli eventi guardandoli dallalto. Ernest Jnger paragon luomo alla macchina perch utile a capire in che misura luomo dom ina s stesso. La macchina rappresenta lauto-regolamentazione e lordine,e lindividuo catapultato nella realt di guerra tenta di identificarsi con il meccanismo autono mo della macchina grazie al quale si poteva riappropriare di un certo potere sug li eventi;confidare nella macchina equivaleva a riappropriarsi di un certo grado di autorit. Di fronte allimmobilit causata dalla tecnologia Jnger ne aveva fatta un a fissazione, era vista come padre di tutte le cose ,idealizzando in questo modo l a tecnologia aveva rinvigorito la fiducia in s stesso,aveva reso s stesso una mac china da assalto; servendosi dellimmagine del nemico-macchina Jnger era diventato ne l contempo vittima e seguace della tecnologia.
NEVROSI:FUGA DAL LABIRINTO
La nevrosi fu un effetto particolare della guerra tecnologica;nei conflitti passa ti la patologia pi diffusa era la nostalgia di casa,ma nel corso della prima guerra mondiale listeria divenne il problema pi ricorrente. Limmobilit implicava un forte stress nel combattente: egli vedeva soccombere la volont individuale ai mezzi di distruzione che non aveva la facolt di dominare e da questo si generava un forte senso di frustrazione che finiva con il tradursi in nevrosi. Molti psichiatri di guerra colsero il rapporto tra le caratteristiche della guerra tecnologica e li ncidenza della nevrosi. Per i comandi questo fatto rappresentava un problema di grande portata,una minac cia per lordine e la disciplina ,ma furono costretti ad accettare che la nevrosi fosse una legittima malattia di guerra,una condizione psicologica e non una semp lice alterazione del coretto comportamento del soldato. Nevrosi, in tempo di guerra come in tempo di pace,significava fuga,era un distur bo funzionale il cui scopo consisteva nel creare consciamente e inconsciamente una linea immaginaria di demarcazione tra lindividuo e il fronte; sintomi come mutis mo,sordit,spasmi facciali,blocchi psicomotori erano tra le pi diffuse vie di fuga dal labirintodella guerra e venivano interpretate solitamente come violazioni del codice comportamentale del militare piuttosto che come patologie vere e proprie. Quando il soldato,privo di potere decisionale e continuamente oppresso dagli or dini superiori, anzich scaricare su s stesso le frustrazioni cominci a sfogare neg li ufficiali, la nevrosi divent funzionale anche agli alti comandi. Essa rapprese ntava una categoria di comportamento deviante che doveva essere curata. In caso di insuccesso il dottore acquisiva un ruolo politico e doveva indurre il pazient e a recuperare il suo ruolo militare. Si svilupparono due scenari terapeutici Trattamenti disciplinari:consistevano in un chiarimento morale del conflitto tra dovere pubblico e intenzioni private; Approccio analitico:pi legato ad uninterpretazione dei sintomi in chiave psicanali tica.
Terapia disciplinare
Le situazioni mediche create dai medici disciplinari per curare i pazienti erano pi simili a processi o a situazioni giudiziarie. Non veniva considerata nevrosi la sintomatologia connessa ad eventi fisici come il trauma da esplosione,ma turbe emotive come crisi di pianto s. La nevrosi era uninvalidit morale(magari anche innata) che si manifestava come man canza di coraggio o con forme di agitazione incontrollata:non cera differenza tra trauma da esplosione e codardia, annullarono il confine tra malattia e simulazi one . Il loro compito era quello di rendere talmente angoscianti le conseguenze del sintomo nevrotico da indurre il paziente a riacquisire il coraggio perduto. I terapeuti disciplinari consideravano la nevrosi nientaltro che un segno di debo lezza morale con sintomi fisici che poteva essere ereditaria;secondo limpostazion e darwiniana poteva rappresentare un segno di inadeguatezza al test per la sopra vvivenza . In realt anche i pi moralisti dovettero ammettere che la guerra aveva avuto la cap acit di alterare lequilibrio psichico degli individui. Le pratiche terapeutiche consistevano pi che altro in forme di minaccia come ad e sempio il metodo Kauffman che consisteva nellimporre scariche elettriche con coma ndi urlati per leseguimento di determinate azioni;il trattamento proseguiva fino a che il paziente non avesse obbedito agli ordini. Si obbligava dunque il paziente-soldato a dare la priorit alla sopravvivenza del paese piuttosto che alla propria e a subordinare il volere individuale al dovere pubblico. Trattamento analitico
Gli analisti criticavano soprattutto i metodi brutali dei moralisti e ritenevan o che la guarigione tramite lutilizzo della violenza fisica e psicologica fossero deleteri per il paziente. Secondo l approcio analitico il soldato finiva per ammalarsi perch incapace di ris olvere il conflitto dentro s stesso; molti dei veri nevrotici erano volontari ,se gno che la patologia nasceva da un conflitto inferiore che colpiva certezze e id eali e non era semplicemente una turba emotiva. Gli analisti ritenevano che la nevrosi non fosse un prodotto della volontariet de l soggetto ma il risultato inconscio di conflitti interiori. Prendere atto di qu esta realt implicava una scelta terapeutica pi impegnativa. Il sintomo era la chiave del dramma interiore e veniva curato con lipnosi:loperazi one consisteva nellaccompagnare il paziente a regredire,scavare e capire il momen to che aveva provocato la rottura che egli aveva rimosso.
Lobbiettivo degli analisti e dei moralisti era in ogni caso lo stesso:richiamare il soldato alle sue responsabilit di cittadino e di soldato e fare in modo che eg li continuasse ad adempirle. Nel caso degli analisti veniva per meno limperativo morale che spostava il suo obb iettivo:il problema non era se latteggiamento del soldato fosse morale o immorale o se la terapia fosse brutale o meno il problema era se la guerra stessa fosse moralmente accettabile o se superasse la soglia umana di sopportazione.
Si indaga allora sulla natura della guerra per poter valutare la legittimit della nevrosi
Molti erano convinti che la guerra oltrepassasse il limite di sopportazione fisi ca e psicologica dei combattenti,ma rimaneva comunque difficile valutare la leg ittimit della nevrosi. A gravare erano le condizioni estreme generate della guerra e soprattutto il pen siero che dietro a questo orrore ci fosse lessere umano stesso che aveva innescat o un meccanismo e voluto un evento che non era pi in grado di controllare. La nevr osi non dipendeva dal carattere del soldato ma dal carattere della guerra e sopr attutto della guerra di tincea. Rivers analizza come siano connesse le nozioni di immobilismo nevrosi e regressi one
IMMOBILISMO,NEVROSI E REGRESSIONE
Rivers esamina lincidenza della nevrosi in aviazione:anche in questo caso la mala ttia coincideva con situazioni si immobilismo militare e per la scarsa intensit d elle battaglie. Nelle situazioni di stallo, laviatore come il soldato, doveva fare i conti con le proprie paure e con la propria ansia per ore e anche per giorni, ad un certo pu nto,lesasperazione portava alla rimozione della paura stessa che si trasformava i n sintomo nevrotico. Fuller divide in tre fasi il processo che conduce alla patologia Paura e spavento molto intensi; Il soldato diventa insensibile alla paura; La paura riaffiora sotto forma di ossessione.
La nevrosi nasceva da una convivenza prolungata con la paura senza avere la poss ibilit di sfuggirle. Secondo Ferenczi la regressione psichica era la reazione pi ovvia alla presa di c oscienza della superiorit della macchina sulluomo.
Con la fine delle ostilit si pensava si esaurisse anche la nevrosi da guerra,ma l e turbe psico-nevrotiche continuarono a manifestarsi e si rivelarono pi difficil i da combattere di quanto immaginato. Molti collassarono anche quattro o cinque anni dopo la fine della guerra,nemmeno ritorno in patria era stato in grado di soddisfare le speranze ei soldati, pote va essere unesperienza deludente e delusione significava collasso nervoso o nel p eggiore dei casi schizofrenia. Per altri la fine della guerra non coincise con crolli psichici,ma con il ripudi o della guerra o la ricerca di comprensione e affetto,tentando di dimenticare; c hi talvolta si impose di dimenticare non pot evitare il riaffiorare della paura,d i conseguenza anche ripudiare lesperienza poteva condurre allossessione. VETERANO TRE FRONTE E PATRIA
Il veterano era una figura fuori dal comune per il fatto di aver vissuto oltre i l limite e per aver sperimentato sulla sua pelle una condizione di margine. Lesperienza liminare condann il veterano ad essere vittima di pregiudizi, ma molt i impararono ad essere mediatori e tentarono di sostenere la pace a prescindere dalla loro idea politica. Altri invece si schierarono con il socialismo,ma non p erch lo avessero imparato nei libri, avevano subito un processo di proletarizzazi one ed erano diventati socialisti istintivi. La guerra aveva insita la realt del socialismo:uguaglianza della truppa,cameratis mo erano il prodotto della necessit di costruire un gruppo unito per contrastare la tecnologia che dominava incontrastata. Il soldato veniva catapultato fuori da lla societ civile e inserito in unambiente nel quale lunica relazione possibile era quella tra camerati. Altra figura di veterano generata dalla guerra era quella dellindividuo che non e ra pi in grado di confidare nella realt sociale. Il cittadino-soldato si sentiva creditore di undebito di sangue nei confronti dell a societ che aveva difeso. Il sacrificio consisteva nello scambio del proprio int eresse per fare linteresse della collettivit,colui che partecip alla guerra mise a disposizione la propria individualit:nel 14 il sacrificio per la patria era motivo di liberazione e di coesione ma una volta sperimentato il labirinto delle trini ncee le aspettative dei volontari mutarono completamente; i soldati si trovarono di fronte alla morte e al rientro in patria si accorsero che il loro sacrificio a nulla era valso .Le speranze finirono per trasformarsi in rancore e la guerra si rivel uningiustizia sociale.I veterani scaricarono il loro malcontento sopratt utto nei confronti dei pescecani, coloro che si erano arricchiti sfruttando le occ asioni economiche di guerra;il sacrificio si era rivelato vano e lobbiettivo di a bolire la realt capitalistica con il conflitto non ebbe successo,anzi lo rese pi s olido Leconomia del sacrificio si era piegata alla realt capitalistica. Alcuni veterani pretesero un risarcimento e si mobilitarono per ottenerlo ricorr endo ad atti di violenza, mentre altri finirono per accettare in silenzio gli es iti fallimentari del loro sacrificio. Per tutti i veterani fu difficile reintegrare s stessi in societ senza percepire l e perdite subite; avendo interrotto i contatti con la patria e con la societ e pr endendo atto che questo era avvenuto per una causa che non aveva avuto seguito e per un evento che non aveva premiato il sacrificio, molti veterani finirono con l identificarsi con la guerra con i camerati e questo avrebbe avuto conseguenze inevitabilmente disastrose per la stabilit psichica dell individuo. Sasson parla di spirito del battaglione. Lidentificazione con la propria unit era mo lto rischiosa in quanto lindividuo era inevitabilmente soggetto a continui lutti e questesperienza poteva avere uneffetto degenerativo. Scegliere di amare il front e e i camerati significava interiorizzare la guerra dover continuamente affronta re la morte.