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Roccolto i ]unno,ro

Materiali archeologici
Monete Dipinti e sculture
a cura di
Maurizio Matteini Chiari
Electa
Editori Umbri Associati
r
ma et augustea annover per-
s9@
Le iscrizioni di esponenti di
questa gel4j sono state ln parte
messe in iuce negli scavi degli
inizi del XIX secolo eseguiti
dall' abate Di Costanzo, in parte
recuperate durante i lavori del
1938; altre infine individuate in
situazione di reimpiego.
I testi, che restituiscono dati re-
lativi ad almeno tre differenti
personaggi -
padre, figlio e ni-
_p--doccumenTnoiInIenitl-'
impegno di questa famiglia e le
sue benemerenze locali Si trat-
ta di' Titus-f_iscilius
Broc!_!usa3,
dell' omonimo figlio e del nipo-
t e f . Fi sci t i i i l P-rcul us Cappi a-
nus4.
Un testo, purtroppo perduto e
not o sol o da document azi one
f ot ograf i ca e che non vi ene pre-
so in esame in questo catalo-
go", p,g.t1g!b9__fo4tfe_l!Oi
ca:
_
zioni relative alla sistemazrone
delle
lsrme,
probabilmente
realizzate su iniziativa di questa
gens.
Mol t o orobabi l ment e el i scavi
d sLD,l_Qsa!apo_1deg,qr,9
4 9
p
9afe
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uJ.!_s i-el$.W.
jlii, o
q!419h9_4lqlc9$fu
zlqrc_d a
1
o
-
19.
e{g_tta. L_epqa
tq_9!p9]Ll4o,
ora conservata nell' Antiqua-
rium della cattedrale di San Ru-
fino in Assisi, c_o4
!l 4g-q1do--di
Uq,qpto:jqci
a d el I a S
p
a
gqp_-n
o n
meglio defi nita, -probabilmglr_te
l a Baet i ca, che un Pr ocul o ot -
t*nq:S1AAdoe1!-plo. jln*1.*' .
vol eva cel ebrare. nel muni cj pi o
d'orieine. i fas_ti4! qqg.$a
[Ar'rri-
glia
con un monumento che
ben si adattasse ad un edificio
di tipo residenziale privato,
piuttosto che ad uno pubblico.
Alla stessa serie potrebbe appar-
tenie ltrma frammentri in
ry
arlqo*914!!g_ an tico b recciato
(v. scheda n 66).
P e gs-qryggr-{r
1449o__q9qp_!91i
o
s949,
-49-9,b-e* llgn -o*n-ima
q e d i I is
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b_4; e y_p o-1t t tf9!1
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p l e. b
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9,l!l
t-qg,r"!7.i
_o*ng - aJ la
q ct e
-
da n. 59.
Al momento non possibile
identificare il Marcius ricordato
in un testo messo in luce dal Di
Costanzo nel 1805a8, personag-
e.l.e -{qrw-di-s!4!!be rEuar-d:4'.
A proposito di questo si puo os-
servare che il nome ootrebbe
costi tu i re anchEun rifiiinto
cronolo gi co,te*so._q._g g{br_rc
-!n
i qlply,glto
slels-ugcrslrele {e.l
locale municioio.
PrticolilEilernerenze locali
@u-
nus Aelian_Us, come- mostra
un' iscrizione onoraria"; il sena-
tore era il genero dell' imperato-
r9.-AUtoIrLa_B i o qy_qU!g-S"e_
SpS-
I
al-o-
"ls
!clts,--4sle.l.ie-Eadi1!al'
La frammentariet in cui e per-
venuta hon lascia riconoscere
con sicurezza f iscrizione a n-
lievo che compare sul coper-
chio di sarcofago con una scena
di barbari supplici innanzi ad
un generale (v. scheda n. 105),
opera certamente di ofIcina ur-
bana dell' et di Marco Aurelio
che si deve porre senz' al t ro i n
rapporto con qualche impor-
tante personaggio che il testo a
noi pervenuto non permette di
identificare.
[L S
]
Composizione sociale
del rnunicipio
Per quanto riguarda i dati relati-
vi alla popolazione ancora trop-
po pochi sono gli elementi a di-
sposizione per poter individua-
re tracce sicure e quanto dispo-
nibile permette di stabilire sol-
tanto alcune linee d' indagine,
quali quelle offerte dal recupe-
ro della stele del magister na-
vi um (v
. scheda n. 45) che docu-
menta, nella tarda et repubbli-
cana, la navigazione fluviale nel
territorio del municipio52 e la
presenza di addetti ai battelli.
Alcune iscrizioni relative a mr-
l i i i i , "nG aa Rmi e ri d at t ri
centri dell' impero,
portA_no
s_s1!qtlq_r_!,_q9919{iS
!_|_q1 es_t
i
soldati con il nome Urvinu^m,
p3iao p_e1q_a_4;aj[e_lai v o-. a-
le fatto non permette di ricono-
scere la sicura provenienza del
personaggio", in quanto in am-
bedue i cent r i , not i con i l nome
dj
Urtjnrt IE, tll-,ierr_a.e:,it lvt
"
-
t4u-re-n q9':
-l
gJribrr-
4-qm-inen1
gs
la
[!-4!q,tina".
Di notevole interesse sono an-
che t i t ol i f unerari qual i i l ci ppo
di Caesgllia (v. scheda n. 76J re-
cent ement e r i nvenut o, che r i -
cglqa_nqil3 tipologia formula-
zion_i. pro_prie d-ella.cutura-etru-
s-ca. Il monumento ripete, an-
che se in parte"qtq-diflla4dale,
elpgMtze
_dgL
grtpt
_dr_Y_e.t
to
-
44' " e, p,9lq9 el!q_f1_eng4!t-
!et_q, isglq
de_!lg_U:le
-"lq
yi:
ci na Perusi a' ' . La st essa i scn-
zione segue 1'organizzazione
testuale dei monumenti etru-
schi, ma con alfabeto latino e
formula onomastica romana.
La stele di Satri4 (v. scheda n.
80), ricollegabile ad una serie di
esemplari diffusi in tutta I' area
centrale u mbra, _p:g4qqq pfq-
babilmente da un' ofIcina loca-
liz:ebile_C!t$9!g!0,
come la-
sciano riconoscere da una parte
l' uso del calcare del Subasio58,
dall' altra la notevole diffusrone
del tipo proprio nell' area di
questa coloniatn.
[L S.]
Vita economica
Assai poco l a document azi one
epigrafica riferisce intorno al-
l' economia locale basata, per
quanto e possibile arguire, sul-
l' agricoltura e sui commerci ad
essa connessi. In particolare la
stele sepolcrale di Priamus (v.
scheda n. 45). come accennato
in precedenza, permette di do-
cumentare epigraficamente la
pratica della navigazione inter-
na lungo i corsi dei fiumi um-
bri
Il territorio di Urvinum Hor-
t ense, post o al cent ro di un si -
st ema orograf i co di col l i ne di
----
m*og_qs!4__al!!!-ugl!e, neila
.
sua
zona in pianura, a ridosso del
tr-atto nid
-o
c ciden tal e d l'1' at-
tiiate vlG mEaiJcaro da
numerosi corsi d' acqua, alcuni
dei quali, come il fiume Topi-
lq
-
!:e[ti99,.Iinia
-,
navigatiili
ln eta romana.
Pl!n_io
_il
Vecchio, descrivendo
il Tevere, oflre dati relativr an-
che a quest o f i ume: "Tenurs
pnmo nec nisr prsclnrs cornva-
t us emi ssusque navi gabi l i s, si -
cut Ti ni a et Cl ani s i nf uent es i n
eum, novenorum lta conceptu
di er um, si non adi uvent i m-
bres. Sed Tiberis propter aspera
et confragosa ne sic quidem,
praeterquam trabibus venus
quam ratibus"6o. Il brano, senza
dubbio indicativo, non aiuta
per a ben definire quale tipo di
navigazione si praticasse nel
tratto umbro del Tevere e dei
suoi affuenti.
Un' indicazione in questo senso
ci puo forse venire dalle parole
chiave trabes e rdlSs del passo
pliniano in una recente inter-
pretazioneo' . L' autore, infatti,
in relazione al grande quantita-
tivo di legname fornito dalla zo-
na umbra pi propriamente
tQre_e dl trabes come tonc
s I egat i. dn d_g_q
Uefg11r1
ap-
L' i n-
zat
rchr
I nl -
I
penni ni ca, propende per un
te:pre!Azr-o_{r-9-dr1g!e";_99ry)9-:
nel contesto del loro trasporto,
u4e._y4l9nza_t9!0-BA
lale- _9
suc-
cessi va. I n un pri mo moment o,
l-ve il fiume era pi rapido, i
legni venivano infatti affidati li-
beramente all' acqua
-
non po-
t endo quest o t rat t o essere per-
corso da alcun genere di imbar-
cazioni
-
successivamente, do-
ve il fiume si faceva meno tor-
rentizio, i tronchi venivano rm-
bri gl i at i i n zat t ere per prosegui -
re gui dat i da una persona ad-
det t a.
Il fatto che questo imbriglia-
mento fosse necessario per mo-
t i vi st ret t ament e l egat i al l a si cu-
rezza della navigazione 1o si
evince dalla ricca legislazrone
perl i nent eo2.
Un' ul [ ei i re con-
ferma della navigabilit degli af-
fluenti del Tevere si ricava dalla
descrizione che Strabone fa del-
l ' Umbri ar, nel bral o dove si
parla del trasporto dei prodotti
l ocal i l ungo i l i umi Teheas e Nar
(ideniiicat
ilqiliivmen te con
il Topino e il Nera).
Altra fonte indicativa , senza
dubbio, una lettera di Plinio il
Ci ovane i n cui vGi e' dFsri rt a
l -navi eazi one l unqo i l corso
delflllu nio e-la frb uentazio-
ne-elle siie sponde6a.
In mancanza di dati certi, sareb-
be altres intEressante poter co-
noscere qualcosa di piu intorno
ai residui lacustri e palustri del-
la vIl-Umbralh et romana,
onde pot r df i ni i i i ruol o che
questi ebbero in relazione ar
fiumi e alla navigazione, anche
se, vista la situazione deile fonti
letterarie
-
che sono soDrattut-
to poetiche65 -
dati inteiessanti
si potranno avere solo da nuove
ricerche
Il corso dei fiumi Tinia e Cli-
tunno, come del resto tutta la
rete idrografica della zona, sub
attraverso i secoli modifiche e
spostamenti a causa della pre-
cari a reg;olarnenlazLo_ne__ delle
acque. t ant o che. l a val l ai a. nel
suo assetto attuale, altro non
che i l ri sul t at o di secol i di l avori
contro gli straripamenti e gli
impaludamenti""
, !ay_o-i _ d.r_!o-
nifica devono per
essere stati
-:l ---:_---i _-
eJLel t uat r I rn_da et 4 rgpubbl i ca-
86
Materiale epigrafico rinvenuto
durante l e campagne di scayo
del 1932 e del 1938
na per r i cavar e r r cc di uso agr a-
i i o comc di most r a l ' occupazi o-
ae
dj bgqng part e del l a pi anura
cgq q1r9!!!.tq qiap.-ubbliche che
priv_ate Per ovviare al problema
del l a carenza di acqua del l ' al t o
corso del Tevere durant e I ' est a-
t e
-
di cui ci t est i moni a anche
Pl i ni o i l Gi ovane6? nel l ' i l l ust ra-
zt one oei l i sua vl l l a l n I uscl s
-
e oer suot t l l l uent l l l nl a e
Chi ani , nonche per ovvi are al l a
t ort uosi t dei l oro f ondal i , Pl i -
ni o i l Vecchi o ci di ce che. spe-
ci al ment e durant e l a st agi one
d magra, la discesa lng-o i fiu-
mi uv v c ni va per mezz o del l a r i -
t enz one del Je ucquc. ul i l i znn-
do sbarrament i apert i ogni no-
ve gi orni . probabi l ment e i n oc-
casione delle nundinae
-
giorno
i n' cui i ' prdot t i veni vano t ra-
sport at i al mercat o
-
i n modo
da usuf i ui r e del maggi or c f l us-
so possi bi l e""
Una ri prova del l a navi gabi l i t
del Ti ni a, ol t re che dal l e f ont i
suddct t e, ci st at a oonservat a
dal l a t arda t esl i moni anza dcl
mart i ri o di san Vi ncenzo di Be-
vagna che, stando alla iracltzro-
ne, avvenne prcsso I ' ant i co por-
t o f l uvi al e di Mevani a, i nt orno
al l a f ne dcl I I I secol o d. C
o"
Non mancano t rai ce di appro-
di . se non di por t i ver i e pr opr i .
l ungo i l t rat t o umbro del Teve-
re, qual i _Upbert i de, Pont e Val -
l eceppi , Ar nr , a nor d di Pei u-
gi a: Al vi ano. Ot r i col i . Or t c. ncl
t rat t o pi u a meri di onc"' ; o l un-
Bo
i suoi af f l uent i . come Nur ni
sul f ume Ner l c l br se Tor gi a-
no, al l a conf l uenza f ra i l Chi a-
scl o c r l I ever e
' -
La navi gazi one i nt erna del l a
val l c Ti beri na e dei suoi pnncr-
pal i af f uent i l ungo 1a val l c Um-
br a e quel l l r Ti bcr i nr er r , ovvi a-
ment e, cor r cl at a agl i i nt er essi
economi ci che l egavano i l t errr-
t ori o a Roma, soprat t ut t o per i 1
ri f orni ment o di mat eri c pnme
da cost ruzi one e di prodot t al i -
mentariil Per quanto riguarcla
tali traffici abbiamo notizia da
Li vi orl del l a f orni t ura di l egna-
me e di grano a f avore di Sc pi o-
ne, da part e di Perugi a e di al t re
ci t t et rusche, nel 205 a. C, i n
occasi one del l a su: r spedi zi one
i n Af ri cai s. Pl i ni o i l Vecchi o,
dal cant o suo, ri corda l a buona
qual i t degl i abet i appenni ni ci
i nsi eme a quel l i 1pi ni 76
81
-
sua particolare
conformazione
orografica, ricca di altopiani e di
valli fluviali, stata da sempre
lgggg_4llgzrsnq jSil
4t1!va-
rnento
prai[at
su. tpEa sralfT
Per quanto conceme i prodotti
della terra,
f]lgS_-4Jgg-chio
menziona, a proposito
di MevQ-
nia, un tiDo di vite a diffusione
&_c_aGm'ifril-
p r5-d6it m en t e
vino altres testimoniato da
vari rinvenimentis3.
NSg5rc9!_o_Cq9!-o fo4llettera-
rie relative all' ulivo_g ;ltt pro-
duzione dell' olio che forse, in
quel periodo, non doveva avere
la consistente diffusione e il ri-
lievo odierno, anchg*99.*_{_er-t
mancano testimonianze di resti
di frantoF.
ATo*ma, attraverso il Tevere e
la sua rete di affluenti, conflui-
vano anche o4aggi8t,
tultA86
e
prodotti
del I' industria manifat-
turierao' -
-Ila -fortuna
della navigazione
fluviale in ogni tempo e in parti-
colare nella tarda et repubbli-
cana, nonostante i problemi ad
essa connessi, va senza dubbio
ricondotta alla maggiore eco-
nomicit di tale
-ti-ai-riito
"?i-
spetto a quF_tlfiu stra-#{---
Non va dimenticato, infine, che
all' epoca alla
quale
si rilerisce
_------i'-
laLlglalg_gl-rllamus?
. lon
era
stato presum
i bilmenJe-df Tut-
to iGGm-aro
-qt' tiatt-o
otta
via Flaminia. pef
Nrna.Vius
ed][CttilgMgy4lria,
che in se-
guito avrebbe facilitato le co-
municazioni con Romase. Ana-
loga situazione doveva prSdn-
tare la vla Ameilna, altro gran-
de asse viario della zona. che.
tttilizzand.o
la vallata del fiume
Tevereeo, toccava il vicino cen-
tro di Vettona. Certamente la
navigazione interna costitu,
anche duranle
l'et,. iruperialg,
uqa_Y3! !a
el!gsqliye__@^ Fle-
minia, congestionata da un traf-
TiE"-troppo intensoer, e a tale
Instrumentum domesticum
Poco pervenuto
di testi relati-
vi all'instrumentum domesti-
cum; la documentazione epi-
grahca stata rinvenuta per lo
pi nei vecchi scavi come lascia
riconoscere una tegola con bof
Io'" e una
eemmlisciTTa Con il
iicordq drii
Ybfgliier."una fers
largamente attestata nell'Um-
bria centrale, in particolare nei
munic-ipi di Fulginiae6 e di Me-
vania". Durante gli scavi degli
anni trentavenne messo in luce
un fondo di coppa con lenera
gr4.rr1ra'".
Le iscrizioni di Urvinum Hor-
tense, oltre al gruppo qui preso
in esame. si conseryano a Can-
naraee, a Bettonaloo. ad Assisilol
e a Perugialo2.
JL.s.1
Note
t
Canelli Bizzozzero,1933, pp.
^143-181 ;
ld,em, 1972, pp. 48-50.
" L'iscrizione trascritta nel
codice Vaticano Latino 6040, c.
23:117 opera di Aldo Manuzio
il Giovane. Sul problema
si ve-
da: Campana, 1976, p. 87,
r
Su questo personaggio
si ve-
da: Forni, 1987, p. 15. Il codice
Museo lapidario Asisinate, rac-
co lto dal cat) al i ere Frances canto-
nio Frondini consewato pres-
so I'Archivio della cattedrale di
San Rufino. Nel lavoro, in parte
ripreso dal Di Costanzo, furono
trascritte, alle cc. 115-119, le se-
guenti iscrizioni: CIZ XL 5178,
5188, 5183, 5175, 6716, 100,
5172, 5174, 5196, 5180, 5204,
5175.
o
Museo lapidario Asisinate....,
c . 1 1 5 .
s
Di Costanzo, 7797, passim.
Cfr. Brunacci, 1981, pp. 255-
257.
6
Faloci Pulignani, 1885, pp.
640-660.
1
Cfr. crL XI, 5193.
E
Nissen, 1864"; Idem, 1864b.
' .^ctL
XI, pp. 747-753. 1384.
' u
Sulla chiesa di fondazione
benedettina, dipendente dal
monastero di San Giuliano di
Spoleto. si veda: M. Sensi,
1981, p. 48. L' edificio, a pianta
rettangolare con absidi sulla pa-
Dall'Umbria arivavano a Ro- scopo fu ltilizzata per tutta
I'antichit.
Per la particolare collocazione,
nell'area centrale umbra, lungo
J_qgqgda
cb-e sappiamo
Unrya
la
-yi4 4 n
g4se_9.9u-9lle_F! aqlqi a,
ll municipium di Urvinum Hor-
*tense
pot quindTFfiltaie
p-
pieno le possibilit offerte dal
percorso fluviale.
tM.R.P.l
Oflicine lapidarie
E importante anche un'osser-
vazione sulle ofIcine lapidarie
che hanno prodotto la docu-
mentazione qui presentata,
a
proposito delle quali valgono le
considerazioni gi in parte so-
pra dportate.
I mgteriali in calcare o traverti-
@
_!_o*q_i*-l-o-9q!,
fqrye qqq ad_Ilrvi-
qUgL
lgq11elle
comqqit_ l!!ii-
trofe, quali Asisium e Hispel-
'luq1,ldafit
press t-quati vi
erano cave d questi materiali
lapidei.
In oflicine esteme della regio
i , Y - -
._v-r,
probaDilmente
connesse
con le cave di estrazione, po-
trebbero essere stati eseguti i
teifi_!1r_-g-ry
o ihq rid[ tura
dell'impaginazione e della di-
sposizione dei caratteri, si pre-
sentano come interessanti e-
ccmp:_d _d-
cUnoe-nfu qi{ari:irt_
ficiali. Lo mostra in particolare
-laiirigo-IiE"ara
retta in onore
siiueuc! a s
]kl?ca"
(v.
schedan. 56), operaprodotta da
un'officina che lavorava il mar-
mo lunensee2.
Gli altri testi, in particolare
le
{sdjche
imp_er_iali, dovevano
essere connessr con statue ono-
' . * T * _ -
i
_ _ ' .
rane e con tmagnes oel perso-
.{l_49g1p*g9[gtr
cne, seppure non
pervenute, di certo giunsero in
questo piccolo municipio assie-
me alle statue, da lontano.
La frammentariet del materia-
le va senz'altro attribuita all'ab-
bandono del sito e al fatto che i
marmi furono destinati alla cal-
cinazione, come mostra Io stato
in cui sono giunti fino a noi: si
trattato probabilmeirte
di una
distruzione volontaria dalta
quale solo pochi lacerti sono ri-
masti esclusi.
Nel cosiddetto emicicloe3, mes-
s in tuce negliscavial-llls, si
potrehhe_Iiceleseg1e
con pib-
babilit un deposito nel quale
--furon.oplllaEhZ'&,lj-ir-r
rete di fondo e lungo le laterali,
presenta
una facciata con tetto
a capanna, composta per gran
parte di materiali di recupero e
caratterizzata da varie fasi edili-
zie. Alla primitiva
costruzione,
probabilmente
del XII secolo,
fu aggiunto il portale,
opera del
XIII secolo. Nel 1476 Nicolaus
Baldus probabilmente
ripristi-
n la chiesa, come si desume da
un' epigrafe ora murata, assie-
me allo stemma gentilizio, lun-
go le scale d.el palazzo
del Po-
polo di Bettona. Due stemmi
dei Baldeschi, ricavati da anti-
che pietre, sono collocati ri-
spettivamente sulla sinistra del
portale e lungo il fianco destro.
Varie iscrizioni erano riutiliz-
zate nelle tessiture murarie del-
I'edificio quali clz XI, 5164,
5166, 5168, 5182, 5187, 5191,
5197. Si tratta di testi attribuiti
con incertezza a Vettona e ad
Urvinum ma vale la pena ricor-
dare che nella stessa chiesa era
riufllizzata anche I'iscrizione
CIl. XI, 5391. che si deve con si-
crezza restituire ad Assisi. Se
si eccettua il testo CI, XL 5168,
con la dedica a Magnia Urbica
fatta dagli Urvinates, non pos-
sibile attribuire con sicurezzala
pertinenza
degli altri documen-
ti epigrafici ad una o all'altra 1o-
calit.
vola fuori testo.
l e
ct t 12. 3379.
20
Maurizi, 1979-1980. passim.
' '
Sensi , 1985, pp. 369-378.
"' ,lberti, 1793; Pietrangeli,
1953, pp. 105-107; Lanari, 1985,
lp.
349-353; Pietrangeli, 1985.
" Per una storia della ricerca
archeologica locale e sulla for-
mazione della piccola raccolta
si veda: Scarpignato, 1987-1988,
pp.235-244.
' n
Guida di Spetto,1978, pp. 60-
61.
25
Fomi, 1987,pp. 12-13.
' "
Sulle collezioni umbre si ve-
-d_a:
Pietrangeli
,
1988, pp.25-26.
" Canelli Bizzozzero,1933, p.
143; Tommasoni, 1989, pp. 119-
120.
88
45. Stele funeraria
Da Col l emanci o, i nt erno del
giardino di via Santo
St ef ano, n. 31.
76 x 42 x | 1, 5; h l et t ere 4, 5-5.
Calcare bianco.
La stele stata recentemente
recuperata, dopo che per molti
anni se ne erano perdute le trac-
ce. Resecat a l ungo t ut t i i margi -
ni, priva del coronamento,
originarimente cuspidato, e
dell' angolo inferiore sinistro
L' iscrizione si sviluppa su tre ri-
ghe con lettere dal ductus tre-
golare, inciso a tratto poco ap-
profondito. Di qualche interes-
se le A, di forme diverse tra lo-
ro, e la E resa con due tratti ver-
ticali; alla riga 2, nella parola
senusl a v ha val ore di doppi a; i
segni di i nt erpunzi one sono ci r-
colari.
I1 testo il seguente:
fu Lqnas.Mqls! 1. :_g ry-( : l !_,
^ o
-
8E!9trl-L-ryY-1!m
L' iscrizione ricorda uno schiavo
e presenta una formula onoma-
stica con il solo nomen sewlle
Pri amus (Sol i n, 1982, p. 514), se-
guito dal prenome Mar(cus?),
da riferire al dominus. ,\llaterza
riga I' intestatario qualificato
come magister navium.
Non e facile definire le funzion i
di questa carica nell' ambito de-
gli addetti alla navigazione,
stante la totale mancanza di do-
cumenti epigrafici e anche
I' ambiguit delle stesse fonti
letterarie che ne fanno riferi-
me t o (TLL VI I I , pp. 80-81).
E opportuno, nnanzi tutto, di-
_C!
"eUgr"
q.a&n
tt _p.,qeli
glt_".-da
-q4_41elle-9{qt!l*gf
to*te!c,be
e giuridishe--daltaltra. Per
quanto riguarda le
prime
l'uti-
lizzazione de! termine viene
fatto in maniera generica, senza
un siglifcato iecnico preciso.
tanto che il magister navis ftni-
sce per essere confuso conTfa-
Tilq4qleE. rpve-(R-uJ
e6 6,
pp.234-238). Per quanto con-
cerne le_pg_cqnde, invece, la fon-
te principale
1l.-iv-io
(a. XXIX,
25, 7
-12),
dove, a.p_r-op ggi_t_o del-
l o sbarco i n Af ri ca di Sci oi one.
vtieono iic-oidati dei'
iirepost
i
al-s-ovrno delle navi con il no-
- : - - . . - ,
- _
- - -
_ - i . -
me di gubernaor e dr magiser
ravls. in-6adla qrlesta precisa-
zione eli studiosi moderni rico-
noscono la coesistenza nella na-
ve di due personaggi e ipolizza-
no che il primo si dgQQ.a o_qqgna-
re--d=e,lhrolta
da seguire, il se-
c_oldo_del-lq
stalg_dell
app_Lo_vvi-
gionamento (Rouge.
1966, p.
235). D-alla lettura delle fonti pi
propriamente tecniche, emerge
la netta digliqzip,ue t:a tWba-
ng19r, c\e .p:e*.,gqlq alla navi-
sazione intesa in senso stretto e
| | m a gJ.t-t-< r.
4!.y!ssne
sr l n te ressa
inygge_
{.e.! 1
"s
!_crl
y
Sg44_d
glJe, dzr :
rate e dei passeggeri durante la
nviZiii.-Rieftia tra gli ob-
blighi del magister navis anche
il rifornimento della nave. In
termini moderni questo perso-
naggio si potrebbe definire un
aCg_n1g_c!rnlglciale al
Wrv.izio
dell' armatore.
In epoca tardoimperiale i testi
einie,
qu[-r fDtrevo
CXIV,
1, 1, f ) e t l Codi ce Teodosi ano
( X, 9, 6; Xl l l , 6, 37; XI I I , 9, 3) .
-r-ip-re-rq_o - il _te11p-lqe lqlllagcg-
zione data da Livio.
apli" quln?i' plausibile, da
qanto esposto in precedenza,
che la stele faccia riferimento al
magister navis, tn questo caso
speci f i co prepost o al l a navi ga-
zione fluviale, navigazione flu-
viale che viene ricordata anche
da un passo del Digesto (XIX, 2,
13. 2) .
Interessante, nel caso del docu-
mento in esame, il fatto che
Priamus sia menzionato quale
mag i s t er n av iu m, specifi cazrone
che potrebbe indicare incarichi
relativi a p_iq
*_b,e1!9_Uj*fi-Uvr4li,
p t!1!9$o
9b9-eq-g!ru914!ar,e- e
ci certamente per la natura
_.q.lg
iIlbi-e*rzuZiqnp
d et
sistema fluviale, fqglratg_dai
Cglq'l-g?mn-li.ft!!!-1!-oit!o,
Clitunno e_lgvere. che veniva-
no ad interessare un territorio
relativamente ristretto.
La circostanza che tale canca
venisse ricoperta da uno schia-
vo, mentre sappiamo, soprat-
tutto dalle fonti epigrafiqbe.di
et i mpe_r-i al e
(Pavol i ni ,
1991,
pp. 129-139) che sol o i ngel ui e
liberti facevano parte_ delle_cor-
po-y9419ryi
ley 49r1_rgg!a_L{t,
lqlge-
re_b_!gpL9p_e_411q9_p_9tq43_-d_a14:
zione del documento ancora ln
et repubblicana.
Non va certo sottovalutato, alla
luce della documentazione at-
t ual ment e di sponi bi l e, che si
t rat t a del l ' uni ca at t est azi one
epigrafica dlln magller naris,
in o lio-lalt r I sciiZln io-
no-s ciuta, reltilaa qsf irea-
rico e graffita su di un'anfora
p rov enie rilild'P-d-nip i"@1la
Corte;-lY4qlp. fl0-111, n.
232). non conserva la formula
. ; .
- ; -
nota dal l e l ontl .
I-a OtaZne del documento,
sia in base ai caratteri paleogra-
fici sia in relazione ai dati ri-
guardant i l a si t uazi one st ori co-
economica della regione, da
assegnare, presumibilmente,
ancora alla fne del II secolo
a. C.
Bibliografia: CIL Xl, 5183; Di
Costanzo, 1797, pp. 507, 509-
511, n. 136; Canelli Bizzozzero,
1933, p 162.
tM.R.P.l

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