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Introduzione|1
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|2
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|3
NICOLASEVERINO
PAVIMENTICOSMATESCHIDIROMA:
STORIA,LEGGENDAEVERITA
VOL.1INTRODUZIONEALLARTECOSMATESCA
Ilprimolibrochenarralastoriaesfatalaleggendadeipavimenti
cosmateschidiRoma
Edizioniilmiolibro.it2012
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|4
NicolaSeverino
PavimenticosmateschidiRoma
Storia,leggendaeverit
Vol.1Introduzioneallartecosmatesca
Primaedizione,Roccasecca(FR)
www.ilmiolibro.it2012
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havelovedandstudiedthebeautifullRomanpavements
forfiftyyearsandevennowwouldgoadaysjourney
toseeoneuknowntome.
Itisapitysofewhavebeenphotographedandthatonehas
torelyononessketchbookoronesmemoryto
recallthemintheirvariousloveliness.
EdwardHutton,TheCosmati,London,1950
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INDICEDELPRIMOVOLUME
ICOSMATI,CENNISTORICI
Premessaeintroduzione 9
Unaccennostorico 10
ChisonoiCosmati 11
ICosmati,uominimisteriosi 12
Lartesenzavolto 13
Cronologiadeimarmorariromani 14
IlPrecosmatescoeilCosmatesco 19
EsempidipavimentiprecosmateschidiRoma 20
IpreCosmati 21
BasilicadiSanClemente 22
BasilicadiSantaMariaMaggiore 23
BasilicadiSanGiovanniinLaterano 23
BasilicadiSantaCroceinGerusalemme 24
BasilicadiSantaPrassede 25
BasilicadeiSantiQuattroCoronati 25
OratoriodiSanSilvestronellaBasilicadeiSantiQuattroCoronati 31
LopustessellatumdeiCosmati 33
Ipavimentimusiviapartizionireticolari 41
IlpavimentodellabasilicadiSantaMariaAntiqua 45
Cennisullediversetipologiedimosaicipavimentali 50
IlpavimentoprecosmatescodellachiesaabbazialediMontecassino 54
LaGuillocheeilQuincux:storia,iconologiaesviluppoiconografico 56
PavimentibizantiniinpresuntarelazioneconquellodiMontecassino 73
Elementidiincertezze 79
IlrepertoriogeometricodeipreCosmatiequellodellabottegadiLorenzo:tesieconfronti 82
LachiesadiSantaMariadiCastelloaTarquinia:unaltrafirmacosmatescanonancora
beneidentificata 85
IpatternsdellanticopavimentodellabasilicadiMontecassino 97
LetdelpavimentocassinesediDesiderio 102
GlielementistilisticiessenzialideiCosmatineipavimentidiFerentinoeAnagnieilconfronto
conglialtripavimentidiattribuzioneipotetica 106
IlpassaggiodiIacoponellacattedralediTerracina 114
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Premessa
Introduzione
Unaccennostorico
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ChisonoiCosmati?
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ICOSMATIELARTECOSMATESCA
ICosmati,uominimisteriosi
Che bello! Meraviglioso. Mai visto niente di simile prima dora. Sembra
impossibile che ci stia camminando sopra, eppure mi sento come fossi guidato
da occulte direzioni. E questo il percorso che devo fare per avvicinarmi al
Sancta Sanctorum. Chiss cosa vogliono significare tutti questi simboli e motivi
geometrici.Certamentesonostaticreatiperunmotivobenpreciso,oltrecheper
renderemagnificoquestopavimentoagliocchidelvisitatore
E forse questa una delle pi comuni sensazioni che prova il fedele, o il
sempliceturista,entrandoinunachiesamedievaleincuisiastatorealizzatoun
pavimentocosiddettocosmatesco.
Siamonel2011,eppurenonriescoafareamenodirimaneresorpresoquando
neldialogareconamicieconoscenti,tracuianchepersonediunacertacultura,
notouncertoimbarazzonelconstatarelaloromeravigliaeignoranzadifronte
al termine cosmatesco. Non me ne vogliano coloro che ricordano questi
incontri e confesso che lo stesso valso per me, quando sono venuto
involontariamente a conoscenza di questo termine leggendo un libro sugli
affreschi medievali. Capita a tutti di restare stupiti nel sentire pronunciare la
parola Cosmati, o cosmatesco perch, anche se si tratta di un argomento
ben specifico e particolare della storia dellarte medievale, attualmente sono
pochiglistudiosichelaconosconoafondo.
Quandoper,passatalameravigliaerimastalacuriositsitentadicapirnedi
pi,siapreunveroepropriomondosconosciuto,ricolmodibellezzeartistiche.
Allora ci si rende conto di essersi spesso imbattuti in quei straordinari
monumenti, magari durante visite guidate oppure occasionali, nelle tante
basilichediRoma,odialtregrandicittitaliane;oneimagnificichiostridiSan
Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura, o nella splendida cattedrale di
CivitaCastellana.
Ci si rende conto di avere gi visto da qualche parte simili opere, ma senza
saperechesitrattavadiartecosmatesca.
Lartesenzavolto
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CRONOLOGIADEIMARMORARIROMANI
FAMIGLIADEICOSMATI:
Magister Paulus
1100
Giovanni Pietro Angelo Sasso
(1146-1148) (1153)
Nicola dAngelo
(1148-1153-1170-1180)
Tebaldo marmoraro
(1100)
Iacopo
(1170)
Lorenzo di Tebaldo
(1162-1190)
Iacopo di Tebaldo
(1204-1207-1210)
Cosma I
(1210-1224-1231)
Luca
(1234-1255)
Iacopo
1231
Pietro
Mellini
(1200)
Cosma II
(1264-1265-
1279
Iacopo III Giovanni Deodato Pietro Carlo
(1293) (1293-1299) (1290-1332) (1292-1297) (?)
Ranuccio o Rainerius
di Giovanni Marmoraro
Pietro
(1143)
Nicola
(1150)
Giovanni
(1166)
Guittone
(1166)
Giovanni
(1209)
Vassalletto
(1130-1154)
Pietro Vassalletto
(1180-1225)
Vassalletto figlio di Pietro
(1215-1262)
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Pertracciareunacronologiacorrettaper,necessariogeneralizzarelaparola
chepispessosiusa,ciocosmati,chedifattoriguarderebbelasolafamiglia
di Iacopo e i figli Cosma e Luca quali prosecutori della bottega di Lorenzo di
Tebaldo,comprendendotuttaquellaschieradipersonaggichesisonosucceduti
nellarco di un paio di secoli, a partire dal capostipite Magister Paulus e
considerando anche alcune famiglie e personaggi che in modo indipendente
hannostrettamentecollaboratoconimaestrimarmorariromani.
MagisterPaulus
E il capostipite da cui si fa iniziare la cronologia dei Cosmati. Se egli non ci
avesse lasciato la sua firma magister Paulus sul pluteo della recinzione
presbiteriale del duomo di Ferentino (FR), forse oggi non saremmo a
conoscenza neppure della sua esistenza. Nulla si sa, infatti, della sua vita, e
nemmenodelsuocognome.Aluisonostateriferitediverseopere,masoloforse
sullabasediunadatazionestoricadeirepertieapresuntesimilitudinistilistiche
neidisegnigeometricidialcunipavimenti.Attribuzioni che,daltraparte,non
si potrebbero altrimenti riferire a inesistenti o sconosciuti marmorari romani
del genere cosmatesco nel periodo che va dal 1099 al 1122. Egli oper
specialmentesottoilpontificatodiPasqualeII,chesipotrebbedefinireilpapa
cosmatesco considerato lo slancio che egli diede a questarte durante gli anni
delsuopapato.Siamosempreinperiodoprecosmatescoperdefinizione,dato
cheiCosmaartistiarriverannosolounsecolodopo!Quindi,comedetto,sulla
base della possibile datazione delle opere, sono attribuiti a magister Paulus i
pavimenti della chiesa di San Clemente, dei Santi Quattro Coronati (periodo
1084),lacattedradiS.LorenzoinLucina,ilpavimentodellaBasilicadiS.Pietro
in Vaticano (circa 1120) e, una mia scoperta, lattribuzione del pavimento della
chiesadelmonasterodiS.PietroaVillaMagnanelterritoriodiAnagni.Sempre
solo in base ad accostamenti stilistici e formali nei disegni geometrici e nelle
tessere marmoree utilizzate, vengono ancora a lui attribuiti i pavimenti delle
chiese di S. Maria in Cosmedin, San Benedetto in Piscinula, S. Antimo a
Nazzano Romano, Santi Cosma e Damiano, S. Croce in Gerusalemme e
SantAgnese in Agone. Magister Paulus il primo artista marmoraro romano
che conosciamo ad allontanarsi dallurbe per lavorare nel Patrimonium Sancti
Petri,manonsappiamofindovesispinto,oltreFerentinoedAnagni.Potrebbe
avercollaboratoaMontecassino,neidecennisuccessiviallaconsacrazionedella
Basilica per gli arredi liturgici, i quali dovevano essere certamente tra i pi
splendidi e grandiosi, come facile immaginare. Potrebbe essere interessante
accostare una sua probabile collaborazione con i primitivi pavimenti musivi
dellebasilichebenedettinefondatedaDesiderio,comeS.AngeloinFormisoS.
BenedettoinCapua,senonaddiritturanellabbaziadiS.VincenzoalVolturno.
Non possiamo dire pi di tanto, n sullartista, n sul suo operato, ma siamo
fieridiaverelasuaprestigiosafirmaqui,vicinoanoi,nelduomodiFerentino.
DiscendentidiMagisterPaulus
Da Paulus discendono almeno quattro figli che hanno ereditato la sua arte:
Giovanni,Angelo,Sasso(oSassone)ePietroiqualihannocontinuatoatenere
in vita la bottega paterna, a migliorarla e a renderla ancora pi famosa
depositandone i meriti direttamente nella storia dellarte medievale italiana.
Questiquattroartistidominaronotuttoilperiodochevadal1120circaal1200.
Lavorarono, da buoni fratelli, a volte insieme e a volte separatamente. Cos,
Giovanni, Angelo e Sasso realizzarono un famoso ciborio, purtroppo andato
perso, nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, continuando cos, lopera
maestra del padre iniziata nelle basiliche romane. Tutti e quattro insieme,
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Nellimmaginesotto,sivedeun
particolaredelmagnificocampanile
dellacattedralediGaeta,realizzato
daNicoladAngelo.Lusodelle
formellediceramicacolorateper
decorareicampaniliunausanza
propriadellarteromanica
dellItaliacentromeridionale.
invece, costruirono il meraviglioso ambone e altri arredi nella chiesa di S.
Lorenzofuorilemura,eperquestiabbiamoladatadel1148;curarono,inoltre,
gliarrediscomparsidellechiesedeiSantiCosmaeDamianoediSanMarco.E
diquestinonsisaaltro.
NicoladAngelo(figliodiAngelo)
Abbiamo invece notizia del figlio di Angelo, Nicola che si distinse come un
grande artista architetto e decoratore nella seconda met del XII secolo.
Soprattutto, sappiamo che egli lavor spesso e volentieri fuori Roma e,
particolarmente di nostro interesse, nel Basso Lazio. Egli arriv trionfante a
Gaeta,dagrandeartista,dopoaverrealizzatoilmeravigliosoatriocolonnatodi
S. Giovanni in Laterano, considerato unopera prima tra i portici e i chiostri
capitolini del XIII secolo. Nella citt marinara di Gaeta respir aria di
spensieratezza, di svago e di meravigliosa ispirazione artistica con un golfo
panoramico cheaffacciasu un mareazzurrocristallino.Infatti,apocadistanza
egliinnalzilgrandiosocampaniledelduomoe,moltoprobabilmente,realizz
altrepiccoleoperepavimentaliediarredonellachiesadiS.Luciaenellastessa
cattedrale. Sfortunatamente non mi stata data la possibilit di esaminare tali
opereequindinonpossoesprimermiinmododefinitivosuquantodetto,ma
presumibilmenterealisticochetalioperesianodaattribuirealsuooperatonegli
annichevisseaGaetaperlacostruzionedelcampaniledellacattedrale.Ancora
a Nicola dAngelo, sono riferiti alcuni lavori nella chiesa di San Bartolomeo
allIsola Tiberina e il grandioso candelabro per il cero pasquale in San Paolo
fuori le mura che fortunatamente ha firmato insieme allaltro grande artista
PietroVassalletto,padrediquelVassallettononbeneidentificatopernomema
che per noi diventa Vassalletto II. Egli firm la cattedra vescovile e il
candelabrodelceropasqualenellacattedralediAnagni.
FamigliaRainerius
FacciatadellachiesadiSanta
MariainCastelloaTarquinia,
dovevilavoraronodiverse
generazionidimarmorari,sia
deiRanuccio,comeNicola,
Pietro,GiovannieGuittone,sia
deiCosmatidellafamigliadi
LorenzodiTebaldo,dicuiho
individuatoinconfondibili
Nicola, Pietro Giovanni, Guittone e Giovanni figlio di Guittone Pi o meno
nello stesso periodo in cui i figli di Paulus lavoravano in Roma e nel Basso
Lazio, unaltra famiglia indipendente, quella dei Ranuccio o Rainerius, portava
avantilastessaarteinalcunecittnelLaziosettentrionale.Conosciamoilnome
di Rainerius perch si trova inciso in una porzione del pavimento cosmatesco
dellabbazia di Farfa in Sabina (anche se non pu essere dato per scontato che
egli fu lautore di detto pavimento e che la lastra, come spesso accadeva,
potrebbe essere stata collocata al suo posto nel corso dei secoli seguenti) e
ancora in un frammento di finestra del monastero di S. Silvestro in Capite,
stavolta unito ai nomi dei suoi figli Nicola e Pietro. Questi, a loro volta,
lasciarono la propria firma sulla facciata della chiesa di S. Maria in Castello a
Tarquinia nel 1143. Nicola ebbe due figli, Giovanni e Guittone, con i quali
realizzilciboriodellabbaziadiS.AndreainFlumineaPonzanoRomanoenel
1170 lo ritroviamo ancora con uno dei figli a costruire laltare maggiore del
duomodiSutri,inprovinciadiRoma.GiovannieGuittoneinvece,ritornarono
aSantaMariainCastelloaTarquinianel1168,cio25annidopochevierastato
il padre, e vi realizzarono il ciborio. Continuando la tradizione, il figlio di
Guittone, Giovanni, fu ivi chiamato nel 1209 a costruire lambone per il
completamento dellarredo presbiteriale. Questo Giovanni di Guittone, lo
stesso artista che costru nello stesso stile romano lambone nella chiesa di S.
PietroadAlbaFucens.
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LorenzodiTebaldoeiCosmati:LorenzoeIacopo.
LafamigliadeiveriCosmati,sifarisalirealmarmoraroLorenzodiTebaldoe
il loro operato ad iniziare da 1162, data ricavata da una iscrizione scomparsa
chesitrovavanellachiesadiSantoStefanodelCaccoaRoma.Nonvicertezza
assoluta, ma gli studiosi propendono per questa soluzione cronologica. Per
certo, invece, si sa che Lorenzo e Iacopo lavorarono insieme nel 1185, come
attesta liscrizione su un pezzo di architrave, ora conservata nel seminario
arcivescovile del duomo di Segni. A partire da questa data, loperato della
bottega di Lorenzo cresce sempre pi, insieme alla collaborazione del figlio
Iacopochedaallievo,passaalruoloprimariodiartistaallaparidelpadrenelle
realizzazioni di grandi opere come il ciborio purtroppo scomparso dei Santi
Apostoli a Roma e i lavori relativi al portale e alle opere cosmatesche della
cattedrale di Civita Castellana. Lopera di Iacopo di Lorenzo trov un grande
successo presso il nuovo pontificato di Innocenzo III, tanto da divenirne forse
uno dei suoi architetti preferiti, riuscendo cos ad ottenere eccellenti
committenze in Roma e nel Lazio, nonch alti titoli di carica. Ad iniziare dal
1205, le opere di Iacopo di Lorenzo si susseguono a ritmo serrato, come il
portale di San Saba e linizio dei lavori al grande portico del duomo di Civita
Castellana; quasi contemporaneamente realizza il pavimento del duomo di
FerentinoeilchiostrodelmonasterodiS.ScolasticaaSubiaco.
CosmaI,figliodiIacopodiLorenzoeifigli:IacopoIIeLuca
Dal1210abbiamotestimonianzedellacollaborazionetraIacopodiLorenzoe
ilfiglioCosmaI,ilprimoeprincipaleresponsabiledelledefinizioniadottatedi
cosmati e cosmatesco. La collaborazione inizia forse con il completamento
deilavoridelporticodellacattedralediCivitaCastellana,nel1210,percuioggi
si festeggia lottavo centenario dei Cosmati nella citt civitonica. Ancora, egli
lavoraalportaledelmonasterodiS.TommasoinFormisequestesonoleopere
dimostratedalleiscrizionistoriche.PoilafantasticastoriadeiCosmaticontinua
con il figlio Cosma I. Il padre, Iacopo di Lorenzo esce dalla scena quasi
contemporaneamenteallamortediPapaInnocenzoIII,nel1216.CosmaIlavora
aRomadove realizzailciborionellachiesadeiSantiGiovanniePaolo,mentre
attornoal1224vienechiamatoadAnagniperigrandiosilavorididecorazionee
ammodernamentodellacattedrale.Qui,dasolo, realizzailpavimento,stavolta
davverocosmatesco,enel1231eseguelavoridisistemazionedellaltarediSan
Magno nella cripta della cattedrale ed esegue insieme ai figli Iacopo II e Luca
anche il pavimento. La famiglia cosmatesca forse ancora tutta unita ad
Anagni,quandoterminatiilavorinellacriptadiSanMagno,sonoincaricatidi
realizzare un pavimento musivo nella locale chiesa di San Pietro in Vineis,
probabilmente a partire dal 1232 fino al 1235. Un periodo questo che qui
propongo per la prima volta a colmare una lacuna storica relativa a questa
bottega di marmorari di cui niente di pi si sapeva fino ad oggi. Da Anagni,
quindi,sispostanoaSubiacodovecompletanoilchiostrodiS.Scolasticafinoal
1240. Da questo momento in poi, sembra perdersi ogni traccia della bottega di
Cosma,mail vostroautore netrovauna, perdeduzione,masicuramentecerta
che fa rivivere questi artisti, o forse uno solo di essi, nel 1247, al loro ritorno
nellurbe. Di questa notizia far approfondimento nelle mie ricerche sui
pavimentiprecosmateschidiRoma.
Unabellissimaguillochenel
pavimentodelduomodi
Ferentino(FR),operadiIacopo
diLorenzo,realizzataintornoal
1204.
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PietroVassallettoeDrudodeTrivio,VassallettoII
Dalla seconda met del XIII secolo testimoniata lopera di unaltra famiglia
di marmorari che erano collaboratori e forse rivali dei Cosmati: i Vassalletto,
mentre contemporaneamente unaltro grande artista romano si affaccia sulla
scena,eglisichiamaDrudodeTrivio.
Pietro Vassalletto il primo grande artista di questa famiglia e si ritiene che
egli realizzasse, in collaborazione con Nicola figlio di Angelo della famiglia di
Magister Paulus, il candelabro per il cero pasquale del duomo di Gaeta, opera
interamente scolpita invece che intarsiata di lavori musivi e che attualmente
non ancora accessibile al pubblico! Ma il capolavoro assoluto di Pietro
VassallettoilchiostrodiSanPaolofuorilemurae,maggiormente,ilchiostro
di San Giovanni in Laterano, realizzato tra il 1220 e il 1230. Il figlio, di cui non
sappiamo il nome e che chiameremo semplicemente Vassalletto II, realizz
alcunilavoridicompletamentodelsuddettochiostroegliarredidelduomodi
Anagni,comelasplendidacattedravescovileeilcandelabrodelceropasquale,
entrambi firmati. Ancora a lui si deve, probabilmente, unaltra mia scoperta
relativa ad un piccolo tabernacolo cosmatesco di cui tratter nel descrivere la
chiesadiSanGiacomoinSanPaoloadAnagni.
DrudodeTrivioeseguilciboriodelduomodiFerentino,econLuca,figliodi
CosmaI,firmunodeiduepluteiconservatinellasagrestiadelduomodiCivita
Castellana.ConilfiglioAngelofirmnel 1240liconostasidelduomodiCivita
Lavinia. La sua firma compare anche sui resti in S. Francesca Romana e nel
Museo delle Terme a Roma. Secondo Giovannoni, che ha studiato a fondo
questo artista, pare che egli si chiamasse de Trivio perch la sua bottega di
marmorarositrovavanelrioneTreviinRoma,dellomonimafamosafontana.
PietroOderisi
Dal1250inpoiiniziaadaffermarsiilgustogoticocheinfluenzatotalmentegli
arredipresbiterialiesoprattuttoimonumentifunebri.PietroOderisiricordato
come autore delle tombe cosmatesche di Clemente IV e Pietro di Vico nella
chiesa di S. Francesco a Viterbo e, curiosamente, diventa il primo esportatore
dellarte cosmatesca fuori dItalia, realizzando il pavimento del coro ed altri
arredinellabbaziadiWestminster.
CosmadiPietroMellini
ArtistachediedevitaadunabottegasimileaquelladiCosma,tantodaessere
spessoconfusaconessainpassato,maoperantedal1280inpoi,quindinullaa
chefareconCosmaIcheavevalavoratopidimezzosecoloprima.Isuoifigli,
Deodato, Giovanni e Iacopo, sono famosi per aver realizzato diverse opere
cosmatesche, soprattutto arredi funerari. In particolare, Giovanni di Cosma,
produsselavoricherivelanounaforteinfluenzadellartediArnolfodiCambio,
questultimopuntodiriferimentopertuttinellostudiodelpassaggiodalmodo
romanoalgotico.
Artistiisolati
Traglialtriartistiisolati,sonodaricordarsiPietrodeMariachelavortrail
1229 e il 1233 al chiostro dellabbazia di Sassovivo; di un Johannes presbyteri
romani con il figlio, ualtro marmoraro di nome Alessio e un frate domenicano,
certoPasquale,autoredelcandelabrodiS.MariainCosmedin.
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Ilprecosmatescoeilcosmatesco
1
CamilloBoito,LArchitetturaCosmatesca,inGiornaledellArchitettoIngegnereedAgronomo,AnnoVIII,Milano,1860
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|20
Sipossonoquindidistingueredueperiodibenprecisi,unochesipudefinire
precosmatesco, il quale inizia con magister Paulus nellanno 1100 e termina
allincirca nel 11801190 con linizio della bottega di Lorenzo; laltro, dal 1185
circafinoal1250,pipropriamentecosmatesco,comedefinitodaBoito,chesi
fa iniziare con lapporto artistico di Lorenzo e il figlio Iacopo e della relativa
bottegachevedeilmassimodellosviluppoproprioconIacopo,CosmaIeifigli
LucaeIacopoII.
Nonostantesiachiaraladifferenzatraidueperiodi,nonfacile
stabilire una netta separazione stilistica nelle opere pavimentali
precosmatesche e cosmatesche, specialmente nei casi in cui essi
sono stati restaurati e modificati negli anni successivi alla loro
inaugurazione,dallestessemanidimaestricosmati.
Le chiese di Roma che ospitano pavimenti pre e cosmateschi,
sonounaeccellentedimostrazionediquestamescolanzadistilidi
cuiperseneaccennaquiforseperlaprimavolta.
Unerroregenericoincuiinspiegabilmenteoggiincorronoanche
diversistudiosiquellodidenominaregeneralmentepavimenti
cosmateschi,ipavimentiinopustellessatumdialcunebasiliche
paleocristiane e chiese romane e del Lazio. Possiamo osservare
che se la gran parte di queste chiese fu consacrata nel XII secolo,
quando cio lecito supporre che i pavimenti fossero stati gi
eseguiti a commessi marmorei, come si fa a definirli
genericamente cosmateschi e, soprattutto, chi furono gli artisti e le botteghe
marmorariechelieseguirono?Speciesesiconsiderachetuttiquestipavimenti
risalenti al XII secolo, sono moltissimi, mentre pochi sono quelli realizzati
realmentedalliniziodelXIIIsecolo.
Ipavimentiprecosmateschisi
distinguonodalleoperedeiCosmatidel
XIIIsecolo,perlusodiquinconcedi
enormidimensionicheavoltecoprivano
unazonainteradellanavatacentrale,di
solitoilcentro,dovesisvolgevanole
cerimonieimportantisullagranderota
porphyretica.Manmanotaligrandi
quinconcevenneroridimensionatifino
alledimensioniquasistandardizzate
utilizzatepoidaiCosmatidiIacopodi
Lorenzo,comesivedononeipavimentidi
certaattribuzionenellecattedralidi
FerentinoeAnagni.
Nellafoto,ilgrandequinconcedel
pavimentoprecosmatescodellachiesadi
SanPietroallaCaritinTivoli.
propriamenteadunperiodocosmatesco;lachiesadiSanSaba,doveprimadel
1144 erano insediati i monaci benedettini e si sa che in quel periodo erano
proprio loro i maggiori responsabili della realizzazione di pavimenti a
commessimarmoreiprecosmateschi;labasilicadiSantaCroceinGerusalemme,
icuilavoricosmateschisonoattribuitiamagisterPaulus,comeancheipavimenti
diS.MariainCosmedin,SS.CosmaeDamiano,SantAgneseinAgone,deiSS.
Quattro Coronati e di S. Pietro in Vaticano. Anche la basilica di Santa Maria
MaggiorehaunpavimentoriferibileinoriginealXIIsecolo.LachiesadiSanta
FrancescaRomana,costruitanelIXsecolo,ebbeunprimorestauronelXsecolo
ed un secondo e pi importante nel XII secolo, sempre in piena epoca
precosmatesca. Santa Maria in Aracoeli ha dei pergami realizzati da Lorenzo e
Jacopo, come si fa a pensare che prima dei pergami non ci fosse un pavimento
musivo?Infine,SantaMariainTrasteverefurinnovatadapapaInnocenzoIItra
il1130eil1143.
Questi sono solo alcuni esempi di chiese e basiliche, tra le pi importanti di
Roma, in cui sono presenti lavori e pavimenti definiti generalmente
cosmateschi dagli autori, ma che sarebbe pi corretto definire
precosmateschiperlepocaallaqualeessidevonoricondursi.
Sulla base di quanto detto possiamo desumere, quindi, quale ipotesi pi
verosimile, che nel 1200 i pavimenti musivi della maggior parte delle chiese e
basilicheantichediRomaeranofacevanogibellamostradise,indiversicasi,
vantavano forse anche pi di mezzo secolo di vita. Ma quali furono gli artisti
cheeseguironosucommissionequestipavimentiprecosmateschi?
IpreCosmati
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|22
di quindici persone in tutto! Compresi quelli che sono attestati solo per gli
arredi liturgici. E lecito chiedersi, quindi, chi realizz quella gran mole di
pavimenti musivi nella chiese e basiliche romane dal 1100 a 1190? E possibile
che per realizzare tutte queste opere nellarco di circa un secolo bastarono un
gruppo di una quindicina di persone? A questa domanda due sono le risposte
possibili: o noi non conosciamo abbastanza in dettaglio la storia, le vicende e i
gruppi di artisti marmorari romani che lavorarono in quel periodo, o bisogna
pensare che ad ognuno di questi personaggi fosse associata una bottega che
forgiava e dava lavoro a decine e decine di allievi che operavano insieme ai
magistrinellarealizzazionediunacosvastamolediopere.
BasilicadiSanClemente
Dopopiomenomezzosecolo,acausadellusura,dellincuriaedeglieventi
bellici, questi pavimenti precosmateschi dovettero subire delle
trasformazioni.Nonsappiamonelledistruzionierestauricosaandatoperduto
diquestipavimenti.Cichediconcretodiosservaoggieilfattocheessi,nella
lorofaciesattuale,sipresentanocondiverseanomaliestilistiche,cronologichee
di esecuzione. La gran parte di essi, nelle basiliche paleocristiane, conservano
solo una ridotta percentuale dei commessi marmorei originali, o restaurati nel
medioevo, mentre il resto praticamente rifatto ex novo tra la fine del XIX e i
primidecennidelXXsecolo.Cisiriscontraprincipalmenteincorrispondenza
delle navate laterali, mentre quelle centrali, spesso costituite da guilloche e
quinconce, esibiscono le parti pi vicine al litostrato originale. In San Clemente
tutto questo chiaramente visibile, ma oltre a ci, si ha la netta sensazione di
trovarsi di fronte ad un intervento postumo della bottega di Lorenzo e forse
proprio di suo figlio Iacopo. I motivi geometrici nella grande croce al centro
della chiesa, trovano forti analogie con quelli presenti nei pavimenti della
basilica superiore e della cripta, nella cattedrale di Anagni e in quelli che si
vedono nella cattedrale di Civita Castellana, dove questi marmorari sono
attestaticomeiprincipalimaestridecoratori,degliarrediedelpavimento.Cos,
in San Clemente, non solo lo stile di magister Paulus che si riscontra nelle
ricostruzioni moderne dei motivi realizzati con le tessere marmoree grandi,
similiaquellechevenivanoutilizzateneipavimentiprecosmateschiadiniziare
da quello di Montecassino e al quale Paulus dovette certamente ricollegarsi
stilisticamente; ma anche le opere et maestria di Jacopo di Lorenzo nei restauri
che certamente si ebbero nei primi anni del 1200. Tracce evidenti di questo
artista sono i fiori della vita che fioriscono sui plutei del lungo recinto
presbiteriale, come anche il triangolo di Sierpinski, in splendida esecuzione
cromatica, in una delle rotae della grande croce centrale, e gli altri elementi
pavimentali che contraddistinguono lo stile della sua bottega e riscontrabili
altrove,comedettoprima.
Loggettiva presenza di stili diversi, riferibili a periodi di epoche diverse, nei
pavimenti romani un dato di fatto che si riscontra quasi dovunque. Segno,
questo,disicuririmaneggiamentierestauridelleopereoriginalieseguiteprima
del XIII secolo. Lintervento delle botteghe cosmatesche, quindi, andato a
fondersi con quello che costituiva loriginario pavimento precosmatesco,
associandocoselementiantichiconquellidipimodernainnovazione,siadei
materiali che di concezione esecutiva. Da qui si rendono evidenti le differenze
tra le tessere marmoree moderne rimontate per ricostituire gli antichi motivi
geometrici delle ripartizioni rettangolari nelle navate laterali e quelle pi
minuteerealisticamenteantichedellefascenellanavatacentrale.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|23
BasilicadiSantaMariaMaggiore
Partedelpavimentoanticodella
basilicadiSantaMariaMaggiore,
incontrapposizionediquello
ricostruitonellanavatamaggiore
conmaterialeprevalentemente
moderno.
BasilicadiSanGiovanniinLaterano
BasilicadiSantaCroceinGerusalemme
Anche qui una visione generale del pavimento, che si mostra come gli altri,
rimaneggiato e restaurato per tutta la sua superficie, ci riconduce subito
allormainotostiledellabottegadiLorenzoeJacopo.Neiquinconcesiritrovano
gli stessi motivi geometrici, comunemente usati da questi marmorari e
laccentuazione dei colori porfido e verde antico, come fosse un marchio di
fabbrica.Idischihannoinpredominanzamotividitriangoliraggiantichenello
stile di Jacopo sono solitamente di giallo antico. Mentre luso dei triangoli
scaleniinsuccessione,rossieverdi,messinellefascedecorativedelleguilloche,
unitamente agli esagoni inscritti fatti di losanghe verdi romboidali, mostrano
senza ombra di dubbio la mano del maestro che qui potrebbe essere stata
affiancata anche dai figli Cosma e Luca. Nellutilizzare le tessere marmoree
originali, i restauratori moderni non hanno esitato anche a inserire nelle fasce
decorativesequenzeditessere,spessoquadrate,dicolorebianco.
Anchequi,quindi,sinotaappienolamescolanzaditessereanticheemoderne
in un restauro che non ha tenuto certo conto di come poteva essere il disegno
originarioesoprattuttodeicoloriutilizzati.
Apartelafasciacentrale,ilrestodelpavimentoquasideltuttorifatto,mada
quello che di antico si pu vedere, facile attribuire gran parte del litostrato
cosmatescoaJacopoeforseisuoiduefigli.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|25
BasilicadiSantaPrassede
ChiesadeiSantiQuattroCoronati
IlpavimentoprecosmatescoeloperarestauratricedellaBottegadiLorenzo.
LachiesadeiQuattroSantiCoronatiunadellepochediRomacheconserva
il pavimento precosmatesco per una discreta parte nello stato pi o meno
originale.Equellochepisiavvicina,nellostatodiconservazione,allezonedi
pavimento antiche della cattedrale di Anagni e della sua cripta e le sue
caratteristiche di antichit sono molto simili a quelle rarissime porzioni di
pavimentochesonogiuntefinoanoiinunostatopressappocoinalterato.Come
tutti gli altri esso ha subito i dovuti rimaneggiamenti e restauri, ma la fascia
centrale pu essere considerata una esempio delle condizioni di conservazione
in cui dovrebbe presentarsi un pavimento del tipo cosmatesco dopo mille anni
dallasuarealizzazione.Ci chesenepudedurredallasempliceosservazione
visivacheletesseremarmoreeelefascedelleripartizionirettangolariedelle
guilloche e quinconce, sono quasi tutte frammentarie. Queste si che sono
originali. Un semplice confronto con le fasce degli altri pavimenti mostra le
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|26
evidentidifferenze.Questopavimentoquindi,dovrebbeesserepresoamodello
per qualsiasi comparazione dello stato conservativo dei pavimenti cosmateschi
inrelazioneagliinterventicheessihannosubitonelcorsodeisecoli.
Undettagliodelmeraviglioso
pavimentocosmatescodella
BasilicadeiSantiQuattro
Coronati,unodeipiimportanti
chesiconservanoinRoma.Sipu
notareilmeravigliosogialloantico,
frammistoatessereromboidalidi
diversocolore,cheIacopodi
Lorenzoeforsegisuopadre
LorenzodiTebaldo,avevaadottato
comeunacaratteristica
riconoscibiledelsuostile.Comesi
vede,anchelefascecurvilineedi
marmobiancoeiraccordi,sono
presumibilmenteoriginalie
mostranolavistosa
frammentazione.
FotoN.Severino
IlpavimentodellachiesadeiSantiQuattroCoronati
Siestendesololungolanavatacentraleefinoatuttoilpresbiterio.Adestrae
a sinistra della fascia centrale composto di una serie di 14 ripartizioni
rettangolari per parte fino ai cancelli del coro. Qui vi sono altri rettangoli con
motivi geometrici e al centro tre guilloche allineate di fianco composte da tre
dischi di porfido ciascuna; quella centrale di dimensioni inferiore rispetto a
quelle laterali. La fascia centrale fino al coro composta da una guilloche di
cinquedischidiporfidocuisegueungigantescoquinconceconungrandedisco
di porfido rosso al centro e quindi unaltra guilloche di quattro dischi. Nel
presbiterio, dopo il coro, il pavimento stranamente composto da circa dieci
ripartizionitriangolariconvergentialverticeversolaltare.Nonavendopotuto
accederenalcoro,nalpresbiterio,non possodirese essosiaunrifacimento
modernoomeno.Imotivigeometricidelleripartizionirettangolarinellanavata
seguono un buon andamento simmetrico e sono costituiti in prevalenza dal
repertorio classico attribuito a magister Paulus. Alcuni di essi sono gli stessi del
pavimento di Montecassino con il quale condivide anche le dimensioni
maggiorate delle tessere che compongono i disegni, caratteristica prevalente in
tutti i pavimenti precosmateschi. Qui troviamo gli ottagoni collegati da
quadratinidiagonali;imotiviadquadratumeadtriangulum,iquadratidiagonali
con gli spazi triangolari esterni scomposti in 4 elementi minori; i rombi con i
quadrati interni; le grandi losanghe oblunghe a formare una croce interna a
quattro punte, con quadrato inscritto allinterno;i quadrati scomposti in
triangoliaformareunastellaottagonale,ecc.Questultimopatterncredosiaqui
rappresentato nel modo che doveva essere anche nel pavimento di
Montecassino, cio di dimensioni maggiorate, ma con la variante di una
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|28
Dibendiversostileinvecelafasciacentralechesembraquasisia
stata rifatta in un secondo momento e per questo potrebbe essere
anche attribuibile a Lorenzo (11601190). E qui che si osservano le
principali caratteristiche della bottega di questo maestro, anche se
viene meno una verifica importante che quella dei dischi
porfiretici.Infatti,inquestopavimentogranpartedeidischidevono
essere stati distrutti o prelevati per essere portati altrove. Solo in
questo modo pu spiegarsi lassurda presenza di quattro dischi di
marmobiancodievidentefatturascadenteedipirecentefabbrica,
di altri 4 dischi bianchi nella guilloche che segue il quinconce e di
altrisimilidischibianchimessinelleguillochedelcoro.Nonsipu
certo dire che questi dischi bianchi fossero la scelta originale del maestro
marmorario! Essi si mostrano in tutta evidenza quali dischi di sostituzione
di quelli originali che sono stati distrutti o trafugati. Inoltre, la stessa
situazione si rileva da una foto del 1865 a dimostrazione che almeno da
quellannononvisonostatiritocchinellafasciacentrale.
La concezione precosmatesca di questo pavimento la si vede anche nello
stiledelquinconcegigantechesipresenta,tuttosommato,semplice,sobrio,
con un grande disco di porfido rosso centrale una sola fascia decorativa
circolare della stessa grandezza della fascia bianca di marmo e delle semplici
fasce che annodano i quattro dischi esterni, realizzate con il motivo della stella
ottagonalefattadiquadratiniscompostiin4elementiminori.Moltoimportante,
per la comparazione stilistica, sono i due motivi geometrici a zigzag
realizzati,comediconsueto,conpredominanzadelcoloregiallo,verde,rossoe
bianco e che fa parte sostanzialmente del repertorio dei primi pavimenti
precosmateschi. Tale motivo lo si ritrova per la prima volta nel pavimento di
Montecassino.
Undettagliodelpavimentoconilnoto
patternadtriangulumcontessere
uniformiesagonalicollegatida
triangoliscompostiinelementiminori
intrecoloridiversi.
FotoN.Severino
Semplici anche le guilloche come i dischi di porfido, laddove sono rimasti
intatti, che potrebbero indicarci ancora lo stile sobrio di Tebaldo o di Lorenzo,
mentre Jacopo e Cosma avevano adottato la scomposizione interna dei dischi,
specie con quella per mezzo di grandi losanghe oblunghe e con triangoli,
rettangoli, esagoni e stelle, spesso a tessere grandi uniformi, o a loro volta
scomposteinelementiminori.Infine,credocheanchelintroduzionedellefasce
con sequenza di tessere romboidali gialle, come si vede nel grande quinconce
centrale,possaannoverarsitraimodistilisticiadottatidaTebaldoedaLorenzo.
Una caratteristica questa che si ritrova anche in altri pavimenti attribuibili agli
stessimaestri.
Unultima considerazione, credo non meno importante e che forse qui ne
accenno per la prima volta, sullo stile di alcune versioni delle fasce che
avviluppano i dischi delle guilloche. Come ho gi detto, questo pavimento
uno dei pochi che in diversi tratti deve essere arrivato a noi quasi intatto, o
almeno il restauro non ha cancellato totalmente ci che rimaneva di antico.
Abbiamoquiunadellepochissimepossibilitdiosservarealcunitrattidifasce
marmoree originali di cui alcune delimitano le partizioni rettangolari ed altre
appartengono alle guilloche. Qui si pu osservare, forse per la prima volta, un
raccordo marmoreo che non si vede in altri pavimenti. Esso serve di
collegamento esterno tra una ruota e la successiva delle guilloche ed ha la
curiosaformadiunaFallungataeunpodistorta.Essasiripetecostantemente
nel pavimento e credo sia un modello standard utilizzato dai maestri nel XII
secolo per realizzare le guilloche. Presumo che i modelli che ho scelto nelle
figure siano originali. Una si presenta integra, mentre laltra frammentaria.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|29
Entrambesonodicoloregiallastrorispettoaitratticompostidifascedimarmo
bianco,dalchepresumochequelledellostessocoloresianooriginali,mentrele
fasce bianche, seppure antiche, siano state inserite durante restauri e
rifacimenti.Tuttavia,altriframmentisimilipresentanocolorazionepivicinaal
bianco per cui difficile dire quali dei due tipi sia realmente originale e quale
dovutaarestauriantichi.
Figura1
Figura2
Figura3
Figura4
CriptadellacattedralediAnagni
Figura5
CattedralediCarinola(CE)
Figura6
Fotorisalentealperiodotrail1916eil1925
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|31
SS.QuattroCoronati,OratoriodiS.Silvestro
Ipotesidiattribuzionedelpavimentocosmatesco
Figura7
ByLalupa(Ownwork)[CCBYSA3.0(www.creativecommons.org/licenses/bysa/3.0)],via
WikimediaCommons
Nel complesso religioso della chiesa dei Santi Quattro Coronati, esistono gli
ambientidelpalazzocardinaliziocuisiaccededalchiostroantistantelingresso
dellachiesaperunaporticinasulladestradichiarrivadallesterno.Unpiccolo
ambiente accoglie il visitatore che resta subito attonito osservando laffresco di
un antico calendario religioso in quella che, per lappunto, denominata
stanzadelcalendario.DaquisiaccedeallacappelladiS.Silvestro.Purtroppo
non ho potuto visitare questo luogo che invece si rivela essere di primaria
importanza per lattribuzione dei lavori cosmateschi in questa cappella e nella
chiesaallabottegadiLorenzoeforse,piverosimilmente,almaestroIacopodi
Lorenzo.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|32
anche dagli studiosi da magister Paulus che oper nel primo decennio dellXI
secolo) e poi rimaneggiato o restaurato dai suoi discendenti dellarte
cosmatesca, nella fattispecie probabilmente da Iacopo di Lorenzo, nella sola
fasciacentrale.
Vistolostile,sensibilmentediversoneidisegnidecorativi,sipucredereche
il pavimento dellOratorio di San Silvestro fu realizzato nel 1247 dai nipoti di
Iacopo (figli di Cosma I), cio Luca e Iacopo II i quali adottarono,
conformemente allo stile del nonno nella chiesa, lo stesso modulo di
collegamento delle fasce tra i dischi dei quinconce. Ma di Iacopo II abbiamo
notiziasolonel1231(pavimentodellacriptanellacattedralediAnagni),mentre
del fratello Luca si ha notizia fino al 1255. Ci pu farci credere che sia stato
proprioquestultimoarealizzareilpavimentodellOratoriodiSanSilvestro.
A partire dal primo quinconce, qui tutto parla dellarte dei veri maestri
Cosmati. Le analogie con i pavimenti di Anagni sono fin troppo evidenti per
avere dei dubbi sulla paternit dellopera: i disegni decorativi allinterno dei
dischi, dove sono rimasti originali, sono gli stessi. I patterns decorativi delle
fascecheavviluppanoidischi,imotivigeometricidiriempimento,esoprattutto
lasceltadeicoloriabbinatiaidisegni,sonounafirmaevidentedellartista.Uno
stile chiaro che usa un metodo proprio, personalizzato e caratteristico della
propria personalit artistica. I colori delle simmetrie policrome sono gli stessi
cheinAnagni.Alcunimotivigeometricichesirincorrononellefascedecorative
costituiscono un linguaggio stilistico evidente e comune a molti altri lavori di
CosmaedeifigliIacopoIIeLuca.
Il pavimento doveva, in origine, coprire tutta la superficie calpestabile della
cappella dellOratorio. Lo si vede nella fig. 6 dal piccolo avanzo di motivo
geometrico sulla sinistra. Evidentemente il rimanete pavimento deve essere
andato distrutto e sostituito, nel corso dei secoli, con quello che si vede oggi
attorno alla fascia centrale. Un quarto quinconce si intravede proprio sotto
laltare(nonvisibileinfoto).
Le opere pavimentali di questo complesso religioso dei Santi Quattro
Coronati, ci offrono la possibilit di riflettere sul nostro modo di analizzare
questimonumenti.Inprimoluogomoltoimportanteconstatareinqueitempi
le commissioni che venivano offerte ad una bottega di marmorari per uno
stesso luogo, venivano rinnovate negli anni ai discendenti. Ci che potrebbe
essere accaduto, con ogni probabilit, anche in altri edifici religiosi. In secondo
luogo, se si allena locchio alle caratteristiche stilistiche di una bottega
marmoraria, possibile riconoscerne le tracce anche dove le loro opere non
sono firmate. Ed proprio sulla base di queste considerazioni che mi parso
possibile riconoscere lintervento della bottega marmoraria di Lorenzo, nelle
probabili opere restauratrici di Lorenzo, Cosma I e i figli, in alcune chiese di
Roma,comevistonelleprecedentipagine.
Ad iniziare da Paulus, quindi, e passando per Tebaldo, il figlio Lorenzo, poi
Cosma I e i figli Iacopo e Luca, insieme a tutti gli altri artisti marmorari,
possiamodisegnarelaseguentetabellagenealogica.
LopustessellatumdeiCosmati
01.Turchia,Myra,ChiesadiS.Nicola 02idem
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|35
03idem 04Turchia,MausoleodiBursaOrhanGazi
05BasilicadiSantaSofia,Nicea,oggiIznik
06Acholla,pavimentomusivodavillaromana
07Libia,VillaSileen,pavimentoromanoamosaico
08Roma,DomusAugustana
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|36
09Ercolano,CasadeiCervi
10Francia,VillaromanaadArlesinProvence
11Francia,VillaromanaadAixinProvence
12Efeso,mosaicodel5sec.
13Efeso,mosaicodelVsecolo
14MosaicodallavillaromanadiVeleio
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|37
15Libia,MuseodiJamahirya,mosaicodei
Gladiatoriinopussectile
16ReggioCalabria,villaromanaaCasignano
17Roma,SanLorenzoinDamaso,scaviromanidel
380d.C.
18Turchia,MonasterodiSagmata
19Turchia,MonasterodiSagmatadettaglio
20Turchia.MonasterodiSagmata,quinconce
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|38
21Roma,VilladeiQuintili 22Roma,VilladeiQuintili
23Giordania,Gadara,restidichiesaottagonale 24Giordania,Gadara,restidichiesaottagonale
25Giordania,Gadara,restidipatternottagonale
26Capernaum,Galilea
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|39
27Dettagliodella26
28Pompei,CasadelFauno
29Ercolano,CasadeiCervi 30Iznik(Nicea),SantaSofia
31CastrodeiVolsci(FR,Italia)Villaromanadiet
imperiale
32Ostiaantica,CaseggiatodiDiana(IIII3,4)
Negliesempiriportati,alcunisonodavverostupefacentiedimostranocomei
Cosmati abbiano ripreso dallantichit anche motivi complessi che forse fino a
pocotempofasicredevafosserooperadelloroingegnodicomacini.
Lesempiodellimmaginen.1quantomenosorprendente.LabasilicadiSan
NicoladiMyra,inTurchia,dellVIIIsecoloenel1087siritienechelespoglie
delsantofuronotrasportateaBaridacommerciantibaresi.Ilpatterngeometrico
chesivedenellefig.01e03pufarsirisalire,conogniprobabilitallaseconda
met dellXI secolo. Lo si ritrova spesso nei pavimenti precosmateschi e
cosmateschiitaliani.UnbellissimoesempiositrovanelpavimentodelLocale2
dellabbazia di San Vincenzo al Volturno. Mi sentirei anche di azzardare una
ipotesi su questo pavimento che sembra sensibilmente diverso, stilisticamente,
dainormalipavimentiinopustessellatumbizantini.QuestodellabasilicadiSan
Nicolaa Myrasembraesseretropposimileainostripavimenticosmateschi.La
fig. 03 mostra, inoltre, il pattern del triangolo di Sierpinski che mi sembra
alquanto strano ritrovare in pavimenti bizantini. La fig. 02, invece, mostra
alcuni elementi interessanti. Sullo sfondo si vede una porzione di pavimento
molto pi tipicamente bizantina, mentre le fasce rettangolari perimetrali,
mostrano un gusto evidentemente molto pi vicino a quello cosmatesco
italiano.Inoltre,lafasciainbassomostratesserequadratedispostedipuntache
hannomoltoachefareconipavimenticosmateschiitalianirestaurati.Essesono
comenuoveemostranoquindiuninterventodirestaurorecente.
Considerato che le popolazioni pugliesi si recavano sicuramente in visita nel
luogo per onorare il loro San Nicola (ora di Bari), possibile che tra quei
commercianti baresi vi fossero anche maestri marmorari che eseguirono il
pavimento musivo? Se la risposta affermativa, ci non potrebbe essere
avvenuto dopo la traslazione delle spoglie del santo a Bari, cio dopo il 1087,
perchnonvisarebbestataragioneperandarearendereomaggioalsantocon
larte cosmatesca quando le sue spoglie ormai non erano pi presenti nella
basilica. Se non si considerasse realistica tale ipotesi, allora ci troveremmo di
fronte allopera di maestri bizantini che hanno realizzato un pavimento
precosmatesco del tutto simile a quelli esistenti nel Centro Italia e nellItalia
meridionale.
LabasilicadiSantaSofiaaNicea(oggiIznik)unadiquellechesimostrano
pidirettamentevicineallostileprecosmatescosviluppatosiinItaliadal1071al
1100circa,specieinrelazioneallartemusivanellItaliameridionale.
IPAVIMENTIMUSIVIAPARTIZIONIRETICOLARI
Per quanto risulta infatti dal materiale finora pubblicato sembra che nei pavimenti
bizantini di et macedone predomini un gusto del tutto diverso, se non addirittura
opposto: invece di fasce marmoree racchiudenti specchiature di opus sectile si notano
infattisifascemarmoreemaalternateafasceinopussectileracchiudentisemplicilastre
oppuremotiviadannodature.
Sotto:unodeipatternsbasedei
pavimentiprecosmateschi,
costituitodatessereesagonali
uniformicolorate(ingenereverdee
rosso),collegatedalistellidi
marmobiancoaformarefiguredi
esagonichesiintersecano.Le
campitureinternesonoscomposte
inelementiminoritriangolari.
Nellafotoilpavimentostato
ricostruitoinunacappelladel
monasterodiMontecassino,
utilizzandopartedelmateriale
provenientedallanticopavimento
diDesiderio.
FotoN.Severino.
AbbaziadiMontecassino,per
gentileconcessionediDon
Gregorio.
Eaconfermadiquantoscrive,lastudiosariportaalcuniesempidellarea
bizantina, come Osios Lukas, la Koimesis di Nicea, il San Giovanni in
Studio e la chiesa del convento del Pantocratore, rilevando in tutti quanto
una differenza sostanziale dalla caratteristica struttura partizionale dei
pavimenticosmateschi.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|43
Atalpuntoallora,nonsipucheconcludere,conlaGuigliaGuidobaldi,che
ilgustocompositivoariquadriefascemarmoreeabbiaunoriginelocale,dariferirsi
forse in primis al lavoro dei maestri bizantini di Montecassino. La studiosa fa
inoltrepresentecheriquadriinopussectilepavimentaleeranousualianchenelV
secolo, forse non nella stessa concezione cosmatesca, e che stranamente tale
tradizionesiapoiscomparsadeltuttoneisecolisuccessivi.Cos,nonneppure
immaginabile che gli artisti bizantini chiamati da Desiderio volessero
recuperareunmodellovecchiocadutoindisusodasecoli.
Quale potrebbe essere stata allora la fonte ispiratrice per questa nuova idea?
E difficile dirlo in mancanza di reperti o scoperte che possano portare nuove
provedocumentaliegrafiche.
Fig.A
Lafig.Brappresentataquiaffianco,fu
disegnatadaRabanoMauroesitrova
inuncodicediMontecassinodatato
1028.Itrefilosofisonochiaramente
assisieiloropiedipoggianosuun
qualcosachesomigliamoltooadun
tappetooadunpavimento.La
successionedeiquinconce,anchedi
diversostile,unacaratteristicheche
ritroviamonelpavimentodi
MontecassinodisegnatodaGattola,
madiverranchelostileessenzialedei
CosmatidelXIIIsecolo.Siachesi
trattiditappetoodipavimento,
questaimmagine,allepocafamosa,
potrebbecostituirelantecedentepi
immediatodelpavimentocosmatesco,
almenodalpuntodivista
iconografico.
Fig.BCodice132,foglio372,diMontecassino,del1028
PossiamoimmaginarechelabateDesiderio,chieseaimaestribizantinidalui
chiamati ad abbellire la nuova chiesa del monastero, di trovare qualche
ispirazione nellopera che era considerata nellEuropa cristiana la pi
importanteenciclopediae,insieme,orgogliodellaproduzionemanoscrittadello
scriptorium cassinese. Sfogliando il codice 132, i maestri si ravvidero del
ricorrente motivo a quincux come elemento decorativo, gi noto in tal modo
nellarea bizantina e nella produzione dei codici miniati. Cos, studiando la
miniatura del foglio 372 dovettero chiedere allabate Desiderio se gli fosse
piaciuto che realizzassero il pavimento musivo per la chiesa riprendendo gran
partedeimotiviraffiguratinellaminiatura,aiqualiavrebberodatolamaggiore
visibilit ed importanza come fascia centrale della navata ed affiancando a
questaunaseriedifiledipartizionirettangolarimarmoreeconiconsuetimotivi
geometricidellanticorepertoriodellopussectile.
were in evidence in Rome by the ninth century, assumendo cos anche lei, con
qualche incertezza, che pavimenti esattamente identici a quelli cosmateschi
fosserogipresentiaRomaprimadelIXsecolo!Sembrerebbecoschelastoria
deipavimenticosmateschisiastravolta.Noncos.Sitrattasolo,amioparere,
diunsempliceerroredivalutazione.
Gli studiosi datano il pavimento di Santa Maria Antiqua al VI secolo e
prendonocometerminusantequemladatazionedegliaffreschimurali
Nelsettembre2011,hoavutounoscambioepistolareconilrestauratoredott.
AlessandroLugariilqualehascrittolasuatesidilaureapropriosullachiesadi
Santa Maria Antiqua e le sue conclusioni sulle problematiche di datazione da
mesollevatesonoleseguenti:
Il pavimento datato abbastanza precisamente dal punto di vista archeologico: o
contemporaneoaMariaReginaosuccessivo,macometerminusantequemabbiamoil
ciclo di Martino I (649 655). Daltra parte vi sono decine di pavimenti simili sia a
RomacheinGreciaeTurchiadalValVIIsec.Quellicosmateschidicuisiparla,sono
tecnicamente un altro mondo, i tagli spesso sono precisi, voluti, lo schema generale
segueunasimmetriarispettoadunassedelledificio.Inquestipiantichiitaglinonci
sono quasi mai. Le formelle sono tutte di recupero e spesso provenienti da pavimenti
diversi, quindi con misure e spessori differenti. tutto questo d a tali decorazioni una
caratteristica irregolarit e asimmetria, cosa che probabilmente, oltre che
unanecessit,indicaancheunostileeungusto.
Purtroppo non stato possibile, nonostante le mie insistenze via email, un
ulterioreapprofondimentodellaquestione,percuidevoprendereperdefinitive
leconclusionideldott.Lugariedavanzarelemieipotesiinmerito.Nonessendo
stato possibile analizzare personalmente da vicino i frammenti di
pavimentazione della basilica romana, devo attenermi al semplice confronto
delle foto pubblicate da Alessandra Guiglia Guidobaldi nellarticolo pi volte
citato in questo libro. E forse vero che in alcuni pavimenti di tarda epoca
romana, o comunque del VVI secolo, si vedono lacerti musivi molto simili a
quelliriprodottiinpartizionirettangolarineipavimenticosmateschi,ma,come
dice lo stesso esperto A. Lugari, questultimi sarebbero unaltro mondo, e
quindi perfettamente riconoscibili rispetto ai primi. Dal confronto delle foto
pubblicate da A. Guiglia Guidobaldi, invece, non possibile stabilire una
seppur minima differenza, n stilistica, n tecnica, n cromatica, se non forse
lievemente nello stato conservativo dei due manufatti per via delle diverse
vicende distruttive e di abbandono dei rispettivi edifici, che possa in qualche
modoconvincercichetraiduepavimentivisianoeffettivamentesettesecolidi
differenza! Di contro, ho visto dal vero pavimenti romani e di epoca tardo
romana, fino al VVI secolo, il cui lavoro in sectile pu essere simile nei motivi
base,ovveronelmoduloelementareeneipattern,maladifferenzastilistica,di
materialeedirealizzazionesinotaeccome.NelcasodiSantaMariaAntiqua,la
cosa pi sorprendente che sembra che addirittura i due pavimenti siano stati
realizzatidallamanodello stessomaestro,tantosono uguali. Nonsolo,manei
frammentipubblicatisiscorgeancheilconsuetoritoccooperatogipocotempo
dopo dellepoca in cui il pavimento musivo fu realizzato: tessere originali, si
presentano in successione cromatica giusta e in generiche simili condizioni di
stato conservativo, mentre le stesse file si alternano a tessere tipologicamente
diverse,meglioconservatecheindicanoforseunrestauroantico.Latecnicadel
sectileidentica,comegliincastri,itagliprecisielagrandezzadelletesserefino
almaterialechesembraidentico.Lediversecondizionidiconservazionechesi
osservano nelle immagini pubblicate non deve confondere nella valutazione
delladatazioneperchilpavimentodellabasilicadiSanClementetotalmente
ricostruitoerestaurato,comeanchegranpartediquellodellabasilicadeiSanti
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|48
Kourion, Cipro, Basilica Episcopale. Foto di David Walker del 2007 (da
Fotolibra)
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|49
Limmagineinbiancoeneroepocodettagliatadelpavimentodellabasilicadi
Kourion riportata da Guiglia Guidobaldi, non rende forse come dovrebbe la
reale differenza tra i due pavimenti, ma limmagine precedente
sufficientemente dettagliata perch siano ben visibili gli elementi che
diversificano i due monumenti. Daltra parte, un altro esempio che cavalca
questo appena riportato dato dalla fig. 25 della tabella in cui ho riportato un
elencodipavimentazioniinsectileantichichesitrovaaGadarainGiordania.
Dalla pianta della chiesa disegnata da Petrignani agli inizi del 900, si pu
osservarechelazonainbassoquellacheamioparerepuessereriferibileal
VIIVIIIsecoloenedimostratuttelecaratteristiche,manoniltessellatoditipo
cosmatesco. Questultimo invece quello che si vede, purtroppo in esigue
porzioni,nellazonacentralesuperioreechemostratecnica,stile,gustoemotivi
noti completamente affini ai pavimenti precosmateschi del XII secolo (ad
quadratum,adtriangulum,esagoni,losangheromboidali...).
Mentre si intravedono tracce di altre forme pavimentali (in basso a destra e
sinistra,einaltoadestra),certamentepiantiche,forseleprimitive,formateda
formelleabbastanzagrandidimarmo.NellachiesadiS.MariaAntiqua,quindi,
coesistono sicuramente due stili di pavimentazioni (almeno nella zona del
presbiterio), una, pi vicina allopus alexandrimun con motivi floreali e
geometrici semplici, riferibile al VIIVIII secolo; laltra, nel grande quadrato
centrale fino al perimetro in alto, in opus tessellatum precosmatesco riferibile ai
primidecennidelXIIsecolo.Infatti,dopoladistruzionetotaledellachiesa,essa
fu riedificata probabilmente sul finire del XII secolo, al tempo dei Cosmati e
forse proprio da questi maestri fu realizzato il nuovo pavimento in opus
tessellatumsullostratodellanticolitostratodelVIsecolo.
Lambiguitdelladatazionedelpavimentoditipocosmatesconellabasilicadi
Santa Maria Antiqua, nasce dal fatto che in quella chiesa gli affreschi presenti
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|50
Sui ruderi venne costruita nel XIII secolo una chiesetta, riedificata poi nel
1617dalLonghicoltitolodiSantaMariaLiberatrice(Wikipedia);
Ridottaadunrudereeinterratasiperlinnalzamentodelterreno,sulsuosito
sorsenelXIIIsecololachiesadiS.MariaLiberatrice;
The old church is thought to have been completely buried in 1084, when
nearbybuildingscollapsedduringthefirestartedbytheNormanswhossacked
Rome that year. However, this is a surmise and archaeological evidence is
wanting.Anewchurch,SantaMariaLiberatricealForoRomano,wasbuilton
thesiteinthe12thcentury,ontopoftheruinsoftheoldone.
(http://romanchurches.wikia.com/wiki/Santa_Maria_Antiqua)
Cennisullediversetipologiedimosaicipavimentali
I pavimenti in opus vermiculatum non fanno parte dei lavori cosmateschi
(almeno nei casi generali) in quanto sono quelli realizzati in pietruzze
minuscolenelmododelmosaicoparietale.
Il discernimento di queste tre tipologie di mosaici pavimentali non stata
cosa facile nel passato. La diversa nomenclatura e le diverse citazioni,
soprattutto degli autori latini, hanno dato seguito a diverse interpretazioni da
partedeglistoricidellarchitetturaedellarte,nonsemprechiareedesaustive.
Ancora oggi si portati a confondere i pavimenti tessellati con quelli sectili;
anche la dicitura a commessi marmorei, che deriva dai mosaici fiorentini in
cuiiltagliodellepietresifacevasecondoicoloridellestesse,vieneutilizzatain
sensogenericoperindicareipavimentisectili.
Anche lopus quadrataria, sembrerebbe derivare prettamente dai pavimenti in
opustessellatum,lecuitessellae,dovevanoesserepipiccolerispettoalletesserae
dimarmoottagonalicitatedaVitruvio.
Che le definizioni siano spesso poco chiare anche ai nostri tempo, lo
dimostrano i vari esempi che si possono leggere in articoli e voci
enciclopediche.Peresempio,inunosilegge:
Lopus sectile, otarsiamarmorea,unatecnicamusiva che utilizzalastre marmoree
divariotipo sagomateegiustapposteleune allealtresenzalasciare spaziintermediin
modoche,datalelavorazione,risultinovarieimmaginisiageometrichesiafigurative.
Inuntestosicuramentepielaboratoeautorevoledelsecoloscorsoinvece:
Lopus sectile, dove non manca mai campo, sia bianco sia nero: ma di qualunque
coloresiailfondooilcampo,sarsemprediversodalcoloredellescutulaeovergheche
lintersecano, e dallintersezione delle quali detto sectile. Lappellazione propria e
molto ingegnosa, perch comprende infinite figure geometriche, e bench ne campi
circoscritti dalle scultae oltre la figura geometrica possa ricevere ancora pitture a
mosaico;anzipossailsectilestessomostrarcollelineeovegetabiliodanimali,nonsar
maipersestessoundipinto,masempreundisegnoasemplicecontorno.
Le due definizioni esprimono lo stesso significato per un pavimento
composto di tessere marmoree generalmente di piccole dimensioni e
variamente colorate, disposte secondo una linea di costruzione (tessiture
ortogonali o diagonali secondo vari angoli definiti dalle stesse geometrie delle
tessere) e giustapposte senza fuga in modo che il tutto costituisca un piano
liscioelivellato.
Mentre il pavimento dei tessellarii, cio in opus tessellatum, dovrebbe riferirsi
pi propriamente ai litostrati composti di tasselli quadrati, generalmente
bianchieneri,aformareunascacchiera.
Non molto chiaro il dAgincourt
2
che sembra addirittura invertire il ruolo
delle definizioni facendo divenire lopus tessellatum il tipico pavimento dei
Cosmati:
Laprimaspeciedimusaico,nominataopustessellatum,servivadipavimento
in qualunque specie di edifizj; essa era composta di piccoli cubi, o dadi, di
figura e di proporzioni presso a poco eguali, per lo pi spesso di una lava
azzurra,, e di una pietra biancastra, come il travertino; questo musaico non
offriva comunemente, che questi due colori. Ma nei templi, e nei palazzi dei
grandi esso era formato di piccoli frammenti di pietre, o di marmi di colori
molto variati, ed anche di porfido, di granito, di serpentino, e di altre materie
preziose.
Questepietreeranotagliateinporzionipiomenograndi,chepresentavano
quadrati, circoli, triangoli e poligoni di ogni specie combinati in maniera da
produrre scompartimenti aggradevoli alla vistacome si osserva nei magnifici
2
G.B.L.G.SerouxdAgincourt,Storiadellarte,dimostratacoimonumenti,Vol.IV,Prato,1827,parteprima,pag.99.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|53
pavimenti di molte chiese di Roma, come Santa Maria in Trastevere, Santa
MariainCosmedin,SantaCroceinGerusalemme,ecc.
La seconda specie di musaico si nominava opus sectile. Esso era composto di
marmidiunsolocolore,odiduecolorisolamente,segatiinfogliette,olamine
sottili; si tagliavano secondo il disegno, che volevasi eseguire, poi
sincrostavano in un marmo di differente colore, in maniera da formare, o
scompartimenti di forme regolari, o rappresentazioni di uomini, di animali, di
fogliami, ecc. Questa specie di intarsiatura in marmo si adoprava per i
pavimenti,operricoprirelemura.
PichiaroPietroSaccardo
3
chescrive:Idiversigeneridilavoroamusaico
che nel greco idioma erano abbracciati dalla voce Litostrato (lapidibus stratum) e
designatiancheconquellediAsarotoePsiphologito,furonodistintinellalingua
del Lazio con nomi diversi; cio con quelli di opus tessellatum, sectile,
vermiculatum,musivum.
Lopus tessellatum corrispondeva allopera tessulare o lavoro a tasselli di
marmo di varii colori e di varie forme; lopus sectile equivaleva alla moderna
tarsia; il vermiculatum esprimeva ci che noi diciamo la pittura a
musaicocrederei da ultimo che tutti questi lavori fossero abbracciati dalla
generica denominazione di opus musivum la quale vuolsi derivata dai luoghi
dedicatiallemuse,dettimusaea,ovesolevanoconveniregliuominidilettere,e
cheavevanoipavimentiadornidisimiliopere.
Anche Gugliemo Henzen
4
offre unottima descrizione dei due tipi di
pavimentimusivi:
Era dunque lopus tessellatum un lavoro a scacchi, nel quale salternavano
quadrelli di colore diverso; poteva anche variare il campo, ma non la figura
quadrata, da cui pigliano il nome. Nei musaici allopposto chiamati sectilia, o
variano sole le linee ossia scutulae, le quali circoscrivono un campo dun altro
coloreindiversissimefiguregeometriche,o,sevariaancheilcampo,perlopi
non varia, se non per accogliere in s stesso il musaico per eccellenza, cio il
vermiculum,oopusvermiculatum.
Riassumendo,quindi,possiamodirechelevoluzionestoricadeipavimentiin
mosaico inizia nellantichit e pu riferirsi a tre periodi distinti: nel primo
individuiamo lopus barbaricum di Plinio, dallVIII al III secolo a.C. in cui la
tecnicaquelladellapplicazionedelmosaicofattodiciottoli;dalIValIsecolo
a.C. si ha levoluzione dei vari tipi di pavimenti musivi, secondo le tecniche
sopracitate,mentredalIalVIIsecolod.C.sihailconsolidarsidituttalatecnica
musiva ereditata dallantichit. Per terminare questo breve escursus, riporto le
chiareparoledellaprof.ssaMichelaCigolachebenrappresentalevoluzionedel
mosaicopavimentaledallepocadeltardoImperoRomano:
In epoca tardoantica, a cominciare dal periodo costantiniano, la tecnica del
mosaico pavimentale diventa piuttosto rara, a favore delle pavimentazioni
marmoree, sia come ripresa e sviluppo dellopus sectile, che in tipi di
pavimentazione nuovi per gusto e per tecnica, nei quali si riscontra una
tendenza del gusto per una stesura compositiva del pavimento in un certo
mododisordinata.NelIVsecololaproduzionepavimentalediminuisceperpoi
riprenderenelsecoloseguente,inconcomitanzaconlaripresaediliziaconnessa
allacostruzionedellegrandibasilichecristiane.
3
PietroSaccardo,SaggiostoricosopraimusaicidellachiesadiSanMarcoinVenezia,InAteneoVeneto,RivistadiScienze,
LettereedArti,serieII,vol.I,,1864,pag.447esegg.
4
GuglielmoHenzen,Ilmusaicoantoniniano,BullettinodellInstitutodiCorrispondenzaArcheologicaperlanno1843,
pag.126.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|54
IlpavimentoprecosmatescodellachiesaabbazialediMontecassino.
Segliautoridelpassatohannoeffettivamentedistintoinmodocoschiaro
lopus tessellatum dallopus sectile, associando il primo allopus quadrataria
(come fece Henzen), dovremmo dire che le parole di Leone Ostiense,
relative allarte musivaria et quadrataria oltre a distinguere nettamente i
due campi: il primo con larte del mosaico parietale o pavimentale del tipo
opus vermiculatum, il secondo con larte del pavimento in opus tessellatum,
fattodilastrequadratemesseascacchieraealternandogeneralmentecolori
biancoenerononsarebberodeltuttodaassociarealloperadelpavimento
precosmatesco della basilica di Montecassino, in quanto esso fu realizzato
chiaramente in opus sectile. In sostanza si vuol dire che se Leone Ostiense,
con laggettivo quadrataria voleva intendere larte del pavimento a
scacchierainopustessellatum,alloralasuacitazionenondovrebberiferirsial
lavoro precosmatesco del pavimento realizzato nel 1071 nella basilica del
monasteroche,invece,inopussectile.
Ma su questo argomento possiamo solo avanzare ipotesi che alla fine
possonorisultareveritiereomendaci.
Di certo sappiamo che labate Desiderio decise di rinnovare a nuovo
splendorelabbaziadiMontecassino.Perquestoegli,nontrovandoinRoma
scuolediartigianichesoddisfacesseroaisuoidesideri,volleradunarealsuo
cospetto schiere di maestranze da Costantinopoli specializzate nellarte del
mosaico pavimentale e da intarsio per gli arredi liturgici. Tali maestranze
furono,inoltre,incaricatediaprirescuole,diinsegnareedivulgarelaloroarte
in Roma e nel Lazio. Fu proprio da questa scuola che, probabilmente, venne
fuori il primo marmoraro romano famoso, Magister Paulus, il quale lavor
oltre che a Roma, anche nel Patrimonium Sancti Petri. Siamo nel 1100 ed egli
AbbaziadiMontecassino.Statuadi
SanBenedettonelChiostrodel
Bramante.
FotoN.Severino
5
MichelaCigola,Mosaicipavimentalicosmateschi.Segni,disegniesimboli,inPalladio,rivistadistoriadellarchitetturae
restauro,nuovaserie,annoVI,n.11,giugno1993,pag.101.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|55
fuprecursoreecapostipitedeiCosmatieilavoricheidecoratoriemosaicistidi
Costantinopoli realizzarono nellabbazia di Montecassino, rappresentano il
primo esempio di arte che chiameremo precosmatesca, cos come i pavimenti
chefuronorealizzatiinepocaanterioreallacomparsadeiprimiveriCosmati.
Dal lavoro dei maestri di Costantinopoli si ebbe poi un irradiamento nel
territorio circostante dellarte del mosaico pavimentale precosmatesco che
ritroveremo in molte delle abbazie realizzate dallAbate Desiderio, soprattutto
nel territorio di Capua dove dovettero essere allopera magistri locali, a volte
forse affiancati da alcuni dei maestri romani che si spostarono a sud di Roma
chiamatiacollaborareallarealizzazionedelleopere.
Gli artisti bizantini chiamati dallabate Desiderio portarono in Italia,
attraverso la scuola di Montecassino, larte del mosaico bizantino e dellarte
quadrataria che nei secoli precedenti era in parte caduta in oblio. Molti
scrittori si sono adoperati per scrivere molte pagine, chi negando e chi
difendendolartemusivaruminItalia,matutticoncordipoinelritenerechedalla
riconsacrazione della basilica benedettina cassinese inizi un vero e proprio
rinnovamentodelleartifigurativeincuileserciziodelmosaicopavimentaleper
oltre un secolo determin le necessarie condizioni per lo sviluppo e la nascita
dellartecosmatesca.
Per tutti gli studiosi Montecassino rappresenta lelemento di passaggio e la
forzaspiritualegalvanizzantedituttigliartistidellepoca,edinparticolareper
il successo e il consolidamento del mosaico pavimentale precosmatesco di cui
quellodellabasilicacassineseneilcapostipitepiimportante.
E non molto verosimile ci che traspira dalle superficiali descrizioni
moderne del pavimento di Montecassino secondo le quali: Il tramite tra le due
culture artistiche (quella bizantina e quella musulmana, nda) sarebbe da
individuarenelpavimentooggiscomparso,mailcuiaspettoricostruibileattraverso
unincisione settecentesca del Gattola eseguito nel 1071 nellabbazia desideriana di
Montecassino
6
; oppure Di tale prototipo abbiamo notizia attraverso un disegno
settecentescoenumerosiframmentiogginelMuseodellAbbazia
7
.
Infatti, il pavimento desideriano stato conservato in buono stato fino al
XVIIIsecolo,elodimostraappuntolincisionediGattola(vedipiavanti),fin
quando sopra di esso fu realizzato il nuovo pavimento barocco, quindi senza
abolire il precedente che vi rimaneva distanziato sotto a circa mezzo metro di
quota. Fatto curioso, per, il pavimento antico non stato pi ricordato in
seguito e nel tempo si era arrivati a credere che fosse andato distrutto per
sempre, fin quando le bombe del secondo conflitto mondiale, sebbene ne
distrusserounadiscretaparte,loriportaronoallaluce.Indefinitiva,quindi,esso
non affatto perduto, come si scrive in molti libri, e non dato conoscerlo
solo attraverso lincisione settecentesca, perch i numerosi frammenti che
DonAngeloPantonifecericostruirenellevariecappelledelmonasterodal1950
in poi, sono molto di pi che semplici frammenti. Interi riquadri delle
ripartizioni rettangolari originali, unite alle precise e dettagliate descrizioni di
ci che vide Pantoni nel dopo guerra e alla preziosa incisione di Gattola,
formano un corpus di informazioni che potrebbero permettere la ricostruzione
abbastanza precisa dellintero pavimento realizzato dallabate Desiderio nel
1071.Quindi,cichediessosiconosce,nonsonosoloincisionieframmenti,ma
quanto basta per discernere un intero litostrato nello stile dei sectilia bizantini.
Cicherealmenteandatoperdutoinvecelapartedipavimentazionerelativa
allinteraareadelpresbiteriodellanticachiesa.
6
Luca Creti, I Cosmati a Roma e nel Lazio, Edilazio, Roma, 2002, pag. 46
7
Enrico Bassan, Itinerari Cosmateschi, Ist. Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 2006, p. 13
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|56
LaGuillocheeilQuinconce:
dueelementiprincipalidelpavimentocosmatesco.
Laguillocheeilquinconcesonoidueelementiprincipalichecostituisconogli
abbellimentielepartipiimportantidelpavimentocosmatesco.
Laguilloche
ILQUINCUX:INVENZIONEDEICOSMATI?
Storia,significatoedevoluzionedellelementoprincipaledeipavimenti
cosmateschi.
Figura8Masadamosaicodiuna
villabizantina
Potrebbe sembrare banale la domanda che intitola questo articolo, ma in
realt nessuno fino ad oggi ha potuto dare una risposta precisa e definitiva,
quindiessadeltuttolegittima.Mapertentarediaffrontarelargomentoconla
maggiore obiettivit possibile, in che modo possiamo procedere? Inoltrarsi in
uno studio storico e analitico dellarte del mosaico pavimentale dellet greco
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|57
Guidobaldiscrive:Praticamentetuttelesoluzionidisegnativepresentineipavimenti
mediobizantinidaunlatoeinquellicosmateschidallaltrosonorintracciabili,assaipi
specificamente di quanto non sia stati suggerito finora, nella produzione musiva;
lidentit tuttavia solo nello schema geometrico di base e non certo nella resa
decorativa poich la tridimensionalit, che nel mosaico spesso intenzionalmente
esaltatadaeffettichiaroscurali,nelleredazioniinsectilevienedecisamenteappiattitae
quindi ricondotta, secondo diversi canoni di gusto, quasi totalmente alla
bidimensionalit.
Equestounovvioeffettodovutoallatecnicadellopussectilechesidiversifica
inmodosignificativodaquelladelmosaicovermiculatum.Sicogliegiunprimo
nesso tra il passaggio dallarte pavimentale decorativa antica a quella
cosmatesca, specificando ladozione da parte dei marmorari medievali dei
motivi geometrici base del repertorio musivo antico e la differenziazione,
invece, nella ricchezza decorativa di cui i Cosmati furono maestri indiscussi
nellopus sectile. La Guiglia Guidobaldi evidenzia che tali motivi ad annodature
sono diffusi in et paleocristiana con maggiore o minore intensit in tutta larea
mediterranea e non sono destinati al solo mosaico pavimentale ma formano un
repertorio di base a cui attingono altri settori artistici come quello della scultura, della
pittura, della miniatura, dei tessuti, eccDal passaggio tra let paleocristiana e il
Medioevo, questo patrimonio decorativo, rimase per del tutto escluso da pavimenti,
mentre nellarea mediterranea orientale gli stessi motivi continuarono ad essere
utilizzati.
Par tali ragioni lautrice scrive che la vera invenzione (dei motivi ad
annodature cosmateschi) avvenne in area bizantina e tra gli esempi pi
significativiriportaquellidelpavimentodellachiesadiSanGiovanniadEfeso,
del VI secolo, del probabile coevo pavimento della distrutta basilica sul Monte
degli Ulivi a Gerusalemme e da quello pi elaborato di un mausoleo annesso
allachiesadiSantaEufemiadiCostantinopoli,datatotrailVIeilVIIsecolo.
In particolare, questultimo esempio visibile in una foto pubblicata da
Guidobaldi a pag. 62 del suo articolo (fig. 6) in cui si vede ci che potrebbe
essere un primo motivo specifico a quincux in cui le campiture sono decorate
con motivi vegetali nella tecnica del sectile ma a tessere grandi. Purtroppo lo
spazio pavimentale visibile in foto non permette di avere una certezza sulla
specificit del motivo a quincux, potendo essere anche un motivo a meandri
intrecciati. La tipologia del litostrato invece sembra potersi riferire con ogni
probabilital VIoVIIsecolo,anchesenonvisonocertezzeassolute inmerito.
Una sola obiezione potrei avanzare, relativamente al fatto che se di quincux si
tratta, esso sarebbe molto simile quelli primitivi precosmateschi, se si eccettua
lostiledecorativoelasemplicitnellatecnicaesecutiva,comuneaoperesimili
coeve a quelle di Montecassino o del tardo XI secolo. Daltra parte, la figura 7
successiva mostrata da Guiglia Guidobaldi, in cui si vede un frammento di
mosaicopavimentaledellachiesadiYakaciksempreaIstanbul,edatatoalIXX
secolo, sembra mostrare forti affinit di materiali, tecnica e gusto in una
rappresentazione che anche sembra essere una porzione di quincux che
potremmo definire non solo precosmatesco, ma anche primitivo. Potrebbe
esserci quindi un minimo di dubbio, che questi due esempi possano davvero
rappresentareledueformeprimitivediquincuxpavimentalepiantichechesi
conoscano.Inseguito,laGuigliaGuidobaldimostraaltredueimmaginiincuisi
vedonoduepavimenti:unodallachiesadellaKoimesisaNiceaeunaltrodalla
chiesadellaNeaMonaChios.EntrambiipavimentisonodatatiallXIsecoloe
mostrano, il primo due tipologie di quincux, entrambe precosmatesche e il
secondo un terzo tipo di quincux, anchesso lontano dallo stile dei Cosmati. Le
prime due tipologie (fig. 27 pi avanti), nella chiesa della Koimesis, mostrano
un quincux formato da un cerchio inscritto in un quadrato, composto da una
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|59
fasciadecorativamassicciaeungrandediscodiporfidoalcentro,mentreailati
vi sono quattro piccoli dischi di porfido in una cornice circolare annodata in
modosemplicealdiscogrande.Questoesempiopucostituireunodeimodelli
base del quincux primitivo precosmatesco che stato poi replicato anche dai
marmorariromani,lazialiecampaninelcentroItaliapertuttoilXIIsecolo.Esso
presente in forma pi ricca, nel pavimento desideriano della basilica di
Montecassino. Il secondo tipo di quincux, sempre dalla Koimesis, quello
semplice,inscrittoinunquadratoesterno.Ildiscocentralediporfidosempre
molto pi grande dei quattro dischi esterni ma questi ultimi sono annodati nel
modo che diverr poi stile cosmatesco nellepoca successiva. In particolare,
ancheidischiannodatiapannellidecorativirettangolarichefannodacorniceal
pavimentounafigurazionechestataripresaesviluppatainmodopersonale
assorbendola come componente stilistica primaria dalla bottega marmoraria di
Lorenzo di Tebaldo dei Cosmati. Infine, il quincux del pavimento della chiesa
della Nea Mon a Chios presenta annodature simili al precedente, ma le
proporzioni dei cinque dischi di porfido identiche, mentre le decorazioni delle
annodature sono semplici, in triplici file lineari e sottili. Entrambi i pavimenti
sonodatatidallautriceallXIsecolo,senzapoterstabilireunterminusantequem
e uno post quem, per cui resta una datazione ambigua se la si considera in un
tentativodicollocazionestoricarispettoalpavimentofattorealizzaredallabate
DesiderioaMontecassinoneltrail1060eil1071.Personalmentesonodelparere
chequestiduepavimentisianoposterioririspettoaquellodiMontecassinoper
via delle deduzioni che faremo tra poco sulle vicende evolutive del quincux
cosmatesco.
Nei casi di sectilia romani non si conoscono particolari decorazioni di
annodature alla bizantina e cos il pavimento della Basilica Emilia, della
TabernaVIII,mostratoinfig.14dallaGuigliaGuidobaldi,nullacidiceinpidi
quantosiastatodettofinora.
Ma se vero che tali motivi ad annodature, dei dischi di porfido, cerchi
genericiemotiviaformareiquincux,costituironoquelrepertoriocuiattinsero
in seguito tutti gli artisti bizantini e dellalto medioevo; e se vero che i
frammenti di pavimento delle chiese di SantEufemia a Istanbul e di
Yakacikche, datati (se correttamente) al VI secolo, mostrano primitive
annodature bizantine in quelli che potrebbero essere i primi quincux
pavimentali conosciuti, allora di tale stile dovrebbe trovarsi traccia anche nelle
raffigurazioni artistiche che ripropongono il motivo del quincux in nuce nella
vastaproduzionedimanoscritti,miniature,ecc.
Purtroppo per, per quanto mi sia sforzato di trovare rappresentazioni che
possanoricondurreadunprimitivoquincuxbizantinoealtomedievale,nonmi
capitatodivederelostiledelleannodaturebizantinecheleganoiquattrodischi
esterni al disco principale centrale attraverso le classiche fasce a meandro,
comespessovengonodette,comesenevedononeiquincuxclassicidellXIeXII
secolo.Comemai?Possibilechetalestilediannodaturefossepraticatosolonei
sectiliapavimentali?Ecomemaipoilasiritrovainmodoperfettoinuncodice
manoscrittodiMontecassinodellXIsecolo?
I pavimenti di Istanbul citati prima, in realt presentano forti affinit
stilistiche con quello dellAbbazia di San Vincenzo al Volturno e non sono
convinto che possano datarsi al VIVII secolo come invece possibile farlo con
maggiorecertezzaconquellodiSanGiovanniaEfeso.Inoltre,sidovrebbetener
conto anche di possibili manomissioni e soprattutto restauri e rifacimenti che
potrebberoesseredovutialXXIsecolo.
Dorothy Glass, nella sua tesi di laurea Studies on Cosmatesque pavements,
pubblicata nel 1980, cita il pavimento della chiesa di San Nicola di Olynthus,
datato (probabilmente) allultimo terzo dellXI secolo, in cui si vedrebbe un
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|60
Diversialtripavimentibizantini,dipocoantecedentiopiomenocoeviaquellodi
Montecassino, furono eseguiti per centralizzare la pianta della chiesa e sono cos
frammentari che permettono solo una analisi dei patterns individuali. Essi sono la
chiesa del monastero di Iviron sul Monte Athos (9761025), la chiesa di Dormition a
Nicea (1065 circa), Hagia Sophia a Nicea e il Mausoleo di Orhan Gazi a Bursa,
entrambipocodopoil1065,ilpavimentorimanenteneltransettodellachiesadiHosios
Lukos(circa10201040,)iquincuxrimanentianeaMonaChios(circa1050)eanord
nellachiesadiSanGiovanniBattistaaHebdomon,nellaperiferiadiIstanbul.Nessuna
diquestechiesenleduesummenzionatechiesebizantinemostranoiltipodipatterna
rettangolousatonelpavimentodiMontecassinoeneipavimenticosmateschi.
I primi quattro menzionati hanno tutti lo steso tipo sistema complesso di dischi
(rondelle),convariazioni,comesivedeaOlynthus.Alcunicombinanoquadratiedischi
per formare disegni simili a quelli visti a Studion. Daltra parte, Hosios Lukos e San
GiovanniBattistaaHebdomonhannoquincuxcomplessi.Questotipodiquincux,non
usatoneipavimenticosmateschi,esattamenteiltipovistonellincisionedelpavimento
di Montecassino dove esso ha le fasce intermedie di otto dischi addizionali e gli
sproporzionatamente piccoli dischi di contorno. La Nea Mon a Chios ha un quincux
identico a quello usato nei pavimenti cosmateschi, mentre uno dei frammenti del
MausoleodiOrhanGazihaancheunquincuxsimile.Taliproveindicanocheentrambi
le tipologie di quincux, quelle dei pavimenti di Montecassino e quelli dei pavimenti
cosmateschi,appaiononeipavimentibizantini,manoncragionedicrederecheiprimi
sianolafonteimmediataperisecondi.Epossibilecheentrambeletipologiesianostate
trasmesse per vie indipendenti dallEst. Sarebbe anche da ricordare che i pavimenti
cosmasteschi della famiglia di Ranuccio mostrano un sistema di dischi e rettangoli.
Questa forma non appare a Montecassino ma comune in diversi pavimenti bizantini
presiinesame.Inoltre,sembralogicopostulareunadiversafontediinfluenzabizantina;
ovviamente,nontuttiicreditisonodaattribuireallabateDesiderioeaMontecassino.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|61
Le supposte relazioni tra il pavimento di Montecassino e Bisanzio restano cos pi
spirituali che di qualche concretezza. I pavimenti bizantini sono composti da grandi
quantitdiporfidoeserpentino,materiali raramenteusatinellOccidentedurantequel
periodo.EiBizantinisembranoanchessiavercontribuitoaformarequincuxdifascedi
marmo intrecciate in modo cos bene, come il senso di bilanciamento e simmetria si
riflette in entrambi i complessi organizzativi e nei singoli pattern. Poi, il pavimento di
Montecassino non pu essere visto anche come una copia approssimativa di ogni
pavimento bizantino conosciuto. Esso, allo stesso modo, sembra avere pochi derivati
similiinItalia,soloipavimentidiSanMennaeS.AgatadeiGoti(circa1110)acirca
quaranta miglia da Montecassino, possono essere paragonati. Entrambi mostrano una
predilezione per le sproporzioni dei quincux e una inclinazione per la variazione degli
elementi centrali in modo che manchi quella consistenza vista nei pavimenti
cosmateschi. La natura ibrida del pavimento di Montecassino e lincertezza della sua
relazioneconBisanziosuggeriscelafutilitdiscoprireunasingolafontebizantinaodei
pavimenticosmateschi.
8
Fig.10
C
Fig. 11. Rabano Mauro, De rerum Naturis, miniatura dei Filosofi che hanno i piedi su un pavimento
cosmatesco!Montecassino,MS32,p.374,dettaglio.ArchiviodellAbbaziadiMontecassino.
figura in cui sono rappresentati i Filosofi (fig. 11), si riconoscono fin troppo
chiaramentelesagomeeildisegnodeiduetipidiquincuxpoiripresiinseguito
da tutte le scuole di decoratori: quello definito asimmetrico, con il quadrato
centraledispostodiagonalmente,equellonormale.Inoltre,abenosservare,tra
letanteraffigurazionidiquestosimbolo,sinotaanchelusodidisegniaforma
di gocce invece che dischi, proprio come furono utilizzate con le tessere a
formaoblunganeipavimentidiMontecassino,SantAgatadeiGoti,inprovincia
di Caserta, Sessa Aurunca e via dicendo. In questa immagine ci sono tutti i
dettagli appartenenti allarte del quincux che diverranno espressione principale
nelle opere dei pavimenti precosmateschi e cosmateschi, con tutte le varianti
cheimarmorariapportaronosecondoilpropriostile.
LacosapistupefacentechelaminiaturadiRabanoMauromostranonsolo
le decorazioni laterali dei quincux, ma luso degli stessi in successione per la
zona centrale della figura che io credo sia identificabile con il pavimento sul
quale poggiano i piedi dei filosofi e il basamento di tre piedi del tavolino sul
quale sta scrivendo il filosofo seduto a destra. Limmagine quindi raffigura un
vero pavimento, o almeno un pavimento immaginato dallartista che esegu la
miniatura. Si potrebbe trattare quindi della pi antica rappresentazione di un
pavimento cosmatesco fatto di successioni di quincux, proprio come avviene per
ilpavimentodellacattedralediAnagnienellacripta,eseguitodaCosmaefigli
entroil1231.
Nellastraordinariaimmaginesipossonocoglieredettaglifinora
forsesfuggiti.
I quinconce possono essere classificati in almeno tre tipologie:
unosemplice,compostodadiscocentraledidimensionimaggiori
e dai quattro dischi laterali colorati; uno ha invece il quadrato al
centro,dispostoindiagonale,conquattrodischicorrispondentiai
vertici e le campiture riempite con quattro dischi di forma
oblunga;unaltrohaunrettangoloalcentro,duedischisuperiori,
quattro dischi di forma oblunga e due campiture laterali di
triangoli. Ogni quinconce separato dallaltro per mezzo di una
larga fascia, proprio come nei pavimenti marmorei, mentre una
fascia pi lunga e di colore diverso separa una fila di quinconce
dallasuccessivalaterale.
SembracheRabanoMauroavessevolutoraffigurareproprioun
pavimento che deve aver visto ai suoi tempi da qualche parte,
fattodifilediquinconcenelmodochesivede.
Fig.12.RabanoMauro.DeRerumNatura,IXsec.
CapitoloDeUniverso,scenascolastica.Sottoil
dettagliodelledecorazionicherichiamanolafigura
delquinconce.
Che si tratti di un pavimento mi sembra che lo si possa evincere
conqualchecertezzadalfattocheipiedideifilosofivistannosopra,
comeancheilbasamentodeltavoloequindinondovrebberoesserci
dubbiinproposito.
probabilmente anche a seconda del tempo in cui si visse, delle proprie radici
culturali e religiose legate alla propria regione geografica. Ma il fatto che
nelliconologiageneraledeipavimenticosmateschisicredachegliartistifossero
stati molto attenti alla ricerca dei reconditi significati simbolici legati alla
simmetria, alla geometrica che rivela lordine spaziale universale delle cose, in
relazione ai significati religiosi, legando entrambi a ci che nellantico
rappresentavanoancheidiversicoloriimpiegatiperesempioneiporfidienelle
paste vitree, potrebbe derivare proprio dalla scelta di simbolismi che
esprimevano i nuovi concetti di rinnovamento che la chiesa cominciava
richiamava a gran voce alle soglie dellXI secolo, dopo che la consacrazione
della nuova basilica di Montecassino sort il suo primo effetto nellambiente
religiosodeltempo.
Rabano Mauro disegna una profusione di quincux nelle decorazioni
dellimmagine dei Filosofi nella sua opera De rerum Naturis: perch? Perch
probabilmente limmagine e il significato del quincux evidentemente legato a
quellordine spaziale e universale attraverso il quale si rappresenta limmagine
di una incorruttibile perfezione nella ricerca spirituale. Pi materialmente, il
quincux potrebbe indicare simbolicamente il ciclico corso del sole nel cielo e le
direzioni, come i punti cardinali che uniti da linee suddividono la terra in
quattro quadranti. Neipavimenticosmateschidellechieseromanicheessipure
indicano direzioni e sembrano concepiti per accompagnare il fedele nel suo
percorso, lentamente, fino ad arrivare al Santa Sanctorum. Qualunque sia il suo
significato iconologico, possiamo dire che la sua derivazione artistica trova le
sue radici pi lontane nellopera pi importante di Rabano Mauro, che stata
definitaunaimmensabibliotecadisaperiedunadellemaggiorienciclopedie
medievali, di cui le decorazioni delle immagini risaltarono agli attenti occhi
degli artisti bizantini e quando questi ne rintracciarono lo sviluppo nei codici
dellanno Mille, non ebbero pi dubbi nel rappresentare nella loro arte un
elemento che aveva, nello stesso tempo, un cos spiccato interesse simbolico
religiosoecheesaltavaradiciculturalidelluogoincuisitrovavanoalavorare.
Unainvenzioneartisticatrovatatoutcourtdagliartistibizantiniperevidenziare
unacaratteristicastilisticapropriadelluogoincuioperaronoechedivennepoi,
forse senza neppure che loro potessero immaginarlo, uno degli elementi
fondamentali di tutta larte cosmatesca che di li a poco avrebbe illuminato la
nuovafedeelenuovecattedrali.Malideadovetteesserecosilluminante,che
al loro ritorno a Bisanzio gli artisti decoratori si misero subito allopera per
adornarelebasilichebizantineconlanovitportatadallItalia.Furonoprodotte
probabilmenteinquelperiodoleoperecosmatescheeiquincuxchesivedono
in molte basiliche rinnovate nellanno Mille e nel secolo seguente nellarea
bizantina,maanchenegliedificireligiosidellecostenordichedellAfrica,come
ancheimonasteridelTibet.
E forse ancora alla stessa immagine dei Filosofi di Rabano Mauro che il
monacocassinesesiispirperprodurreilmanoscritton175MaiestasDomini,e
chiss che non abbiano la stessa origine ideologica le copertine dei codici
miniati,deglievangelarichepresentanounasortadiquincuxasimmetricosulla
copertina, e, infine, anche le forme geometriche simili in cui fu raffigurato il
Cristo in Maest nei tanti affreschi che decorarono le absidi delle chiese dai
tempidiRabanoMauroinpoi.
Pi verosimilmente quindi il quinconce cosmatesco dovrebbe assumere il
significato di indicatore di direzione nellambito delledificio religioso in cui
concepitoesimbolicamenteilCristoinTronoconiquattroEvangelistineitondi
periferici.
Credo, quindi, che non vi siano dubbi in proposito, osservando limmagine
del codice miniato 175 di Montecassino, Maiestas Domini, datato al X secolo,
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|66
nellaffermare che il quinconce dei Cosmati derivi proprio dagli sviluppi della
stessaimmaginecomestataquidescritta.
Mailmedioevoancheilperiodoincuisiassisteadunavastaproduzionedi
codici miniati, che abili amanuensi pazientemente riscrivevano e copiavano
nellisolamento delle loro abbazie. Lintreccio bizantino e figure associabili a
primitivi quinconce, nelle forme pi svariate, sono raffigurate, anche con
valenzasimbolica,nelleillustrazionienegliincipitdiMessali,Laudi,Evangelari
eBibbie.
Il codice 175 di Montecassino datato al X secolo, ma le immagini seguenti
mostranocheunqualcosadisimileeragiriprodottoneicodicimanoscrittigi
daqualchesecoloprima.
Fig.13
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|67
Fig.14
Fig.17.MaiestasDomini.Codice175di
Montecassino.Lunicodisegnoconosciuto
dellXIsecoloincuisivedeilquinconce
nellostilecosmatesco.
Fig.16MaiestasDomini,Abbaziadi
Montecassino.DisegnodiLuigiTosti
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|68
Sarebbeinteressantepoterinvestigareinchemodoilprimitivoquincux(figg.
131518) con i tondi esterni distaccati, come raffigurato nei manoscritti forse
finoalliniziodelXsecolo,sisiapoievolutoinquellochesivedenelcodice175
diMontecassino.Ineffettilamodificaessenzialechelorestituiscenellefattezze
del quinconce poi adottato dai Cosmati proprio quellannodatura bizantina
chelegaitondiesterniconisimbolideiquattroEvangelisti,alcerchiocentrale
con limmagine del Cristo Pantocratore. Il motivo di questa scelta estetico
artistica potrebbe rintracciarsi, a mio parere, nel tentativo di eliminare il
concetto visivo di distanzialit delle figure evangeliche, dalla centralit del
Cristo in Maest che fino ad allora aveva in qualche modo predominato nelle
raffigurazioni di questa immagine, dando una impressione di distacco degli
Evangelisti dalla figura di Cristo. Lannodatura bizantina, invece, risolve
elegantemente tale problema, unendo in una unica soluzione tutti gli elementi
iconologicidellarappresentazionereligiosa.
Laparolaquinconcederivadallatinoquincux,termineconiatoperlafabbrica
diunamonetadibronzoemessainItalia(RomaeSicilia)chevaleva5once.Da
questo termine si poi derivata lespressione disposizione a quinconce che
indica la disposizione di cinque unit, quattro laterali ed una centrale, nel
modochevieneraffiguratoilnumero5sullafacciadiundado.
Fig.18EvangelariodelIXsecolo.
Generalmente il quinconce cosmatesco formato dai quattro dischi laterali
piccoli, intrecciati secondo le fasce con annodatura bizantina, ed uno centrale
pi grande. Pi specificamente, la disposizione obliqua, rispetto ad una linea
orizzontaledibase,delsistemaaquinconce,coscomesivedeanchenelcodice
175 cassinese (fig. 17), deve aver prodotto quello che oggi viene denominato,
genericamente, quinconce asimmetrico. Credo di ritenere corretta lipotesi
che fa derivare questo tipo di disegno del quinconce da quelli realizzati a
mosaicooadaffrescoparietaliincuiilCristoPantocratorevenivarappresentato
al centro di un ovale verticale, scorniciato da un quadrato diagonale, con
quattrodischiaivertici,comesivedenellafig.18.
Lafiguraadestramostraunazonadel
pavimentomusivodellacattedraledi
Carinola,inprovinciadiCaserta.
Sebbenesitrattisicuramentediuna
ricostruzioneforseantica,ilquinconce
asimmetricoivirappresentato
straordinariamentesimileaquello
dellafig.18.Qui,lefascedimarmo
biancodeldisegnosonoquasitutte
originaliedrasticamenteinrovina,
mamostranolaconcezionedeldisegno
primitivoeilmododiraccordarei
cerchiesternialrombo.Ilpavimento
dellacattedralediCarinolaun
immediatosuccessivodiquellodi
Montecassino.
Foto,N.Severino
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|69
Sullabasediquantodetto,risultachelafiguradelquinconcenonfuintesadai
Cosmati come derivazione dal concetto del quincux romano, ma fu sviluppato
in modo indipendente da esso, traendo spunto dalliconografica cristiana del
Cristo Pantocratore come venne rappresentato negli affreschi a partire dal VII
secolo in poi. Ma la forma definitiva del quincux cosmatesco chiaramente
derivata,neidettagli,dallaraffigurazionedelcodice175diMontecassino,dove
le fasce che avviluppano i quattro dischi, la proporzione tra i dischi esterni e
quello centrale, la decorazione delle fasce, sono tutti elementi caratteristici del
quinconce che si sviluppato nellarte dei pavimenti musivi dei Cosmati.
Inoltre, la figura che si osserva nel codice 175 mostra il quinconce allo stadio
primitivo, se cos possiamo dire, che stilisticamente il pi vicino a come fu
realizzatoneiprimipavimenticosmateschi,compresoquellodiMontecassino.
Il Cristo Pantocratore una raffigurazione di Ges in atteggiamento
maestoso, assiso in trono e benedicente con la mano destra come nelluso
ortodosso.Fuderivatanelmedioevodallatradizionebizantinaesitrovamolto
spesso in mosaici ed affreschi parietali, ma, data limportanza, anche sulle
copertinedimanoscritti.Eovviosupporre,quindi,cheiCosmati,cosattential
significatosimbolicoreligiosodeisegni,ereditasserointuttacoscienzaartistica
ilquinconcedegliartistibizantinichelavoraronoaMontecassino,facendoneun
elemento essenziale della propria arte pavimentale e mosaicale. I tratti
essenziali dellarte musiva e pavimentale bizantina, ovvero la guilloche e il
quinconce, ripresi nei loro alti significati religiosi, divennero perci, anche i
tratti essenziali e particolari della maniera cosmatesca, con tutti gli elementi
innovativi che i magistri romani seppero tradurre e riproporre attraverso un
linguaggio personalizzato: una pi minuta scomposizione dei motivi
geometrici, pur attenendosi costantemente e fedelmente alla tradizione antica;
luso dei colori per stabilire e rafforzare particolari significati religiosi, come il
rossoanticoperilsanguedeimartiri,oilgiallodeitriangoliraggianti;ilfiore
dellavitachehoscopertoessereunacostantestilisticafondamentalenellarte
dellabottegacosmatescadiIacopodiLorenzo,eviadicendo.
La reinterpretazione, quindi, da parte dei Cosmati del quinconce bizantino
alla base dei pavimenti musivi delle botteghe marmorarie romane, ma anche
siculocampanedipidirettadiscendenzabizantina.Ilfattochenelpavimento
di Montecassino voluto dallabate Desiderio, sebbene non sia noto quello del
presbiterio,comeancheinquellidiepocadesiderianaeprecosmatesca,manchi
proprio una ricchezza nelluso della figura del quinconce, dimostra come esso
siastatosutilizzatodaimaestribizantiniedaimaestrimarmorarivenutidopo,
manonnellaricchezzadeimodiedeisignificatiripropostipoidaiveriCosmati,
chenefanno,insiemeallefiguredelleguilloche,unacomponenteprimariadella
propriaartepavimentaleedecorativadegliarredireligiosi.
Esullabasediquestainterpretazionechepossiamospiegarcifacilmenteluso
addiritturaesageratodeiquinconcenellabottegacosmatescadiLorenzo.
La serie interminabile di quinconce che si vedono nel pavimento della
cattedrale di Santa Maria in Anagni e nella sua cripta di San Magno, ne sono
unalampantedimostrazione.
Quinconce comunicanti tra loro, o giustapposti, a seconda della tradizione o
dei piccoli cambiamenti voluti da uno degli eredi della bottega di Lorenzo,
costituiscoormaiunafirmastilisticainequivocabiledellaloroarte.
Unafirmachenonsileggeneglialtripavimenti,anchesiculocampani,dove
la ricchezza di motivi data soprattutto dalluso di configurazioni prese a
prestito dallesclusiva tradizione bizantina e dove particolari, come luso di
iconografia zoomorfa, specie dei dischi di porfido, tipica delle scuole
campane.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|70
Gli stessi maestri marmorari romani, possono essere distinti, sotto questo
aspetto, per analisi stilistica. Cos emerso, nelle mie indagini, che del
pavimento dellOratorio di San Silvestro, nel complesso religioso dei Santi
Quattro Coronati a Roma, pur conoscendo la data in cui dovette essere
terminato per la consacrazione della chiesa, cio il 1247, nulla si sapesse sul
maestrocheloprodusse.Attraversolalogicadellamiainterpretazione,invece,
risulta piuttosto evidente che lopera fu eseguita da uno degli ultimi
componenti della bottega cosmatesca di Lorenzo, forse Iacopo II, o pi
probabilmente quel Luca che collabor con il fratello ed il padre Cosma alla
realizzazionedelpavimentonellacriptadiSanMagnoadAnagniechesecondo
altristudiosisarebbeaddiritturamortooscomparsoproprioinquelperiodo!
Infatti, i tre e pi quinconce, tra loro comunicanti, che ancora si vedono in
stato probabilmente originale, o poco modificato, mostrano ancora una volta
quella firma stilistica di cui andiamo dicendo. Inoltre, come gi detto in
precedenza occupandoci del pavimento dei Santi Quattro Coronati, lipotesi di
attribuzione a Luca o a Iacopo II, resa ancora pi verosimile se si pensa che
tuttiilavoripavimentalidelcomplessoreligiosoromanofuronoprobabilmente
assegnati inizialmente alla bottega di Lorenzo, come dimostrano le
comparazioni stilistiche del pavimento della chiesa: prima precosmatesco, poi
cosmatesco nello stile di Iacopo I e il figlio Cosma, infine nelloratorio di S.
Silvestro,nellostileforsedellultimodeiCosmati,LucaII.
In definitiva, quindi, sono propenso a credere che il quincux cosmatesco sia
una evoluzione bizantina di quello primitivo che a sua volta, derivando forse
dallantica iconografia simbolica cosmologica (le quattro et delluomo, ecc.),
venne reinterpretato ed adottato, dopo il periodo delliconoclasta, come
elemento decorativo probabilmente a partire dallVIII secolo in poi. E cos che
lo vediamo in varie forme e varianti nelle copertine degli evangelari, nelle
miniature, nei mosaici e nellarea bizantina si svilupp fortemente come
elemento decorativo nella raffigurazione dellabbigliamento e degli arredi,
specie dei troni. In Rabano Mauro divenne un elemento caratterizzante della
decorazioneminiata,nellevarianti(tessereagoccia,romboidali,tutteaquincux
con elemento a disco centrale) che si vedono nellimmagine dei Filosofi vista
primaedacui,probabilmente,natalideadeimaestribizantinidirealizzareil
pavimento della chiesa di Montecassino. Lelemento a guilloche delle fasce
esterne che annodano i dischi, deriva con ogni probabilit, dalladozione
dellimmagine vista nel codice 175 di Montecassino il cui sviluppo segn,
lelementocaratterizzanteneisecolisuccessividellartecosmatescapavimentale.
Adestrailmeravigliosoquincux
realizzatodaIacopodiLorenzo
nellacattedralediFerentino(FR)
cheesprimelostadioartistico
maturoelostandarddelquincux
cosmatescocomeereditatopoi
anchedalfiglioCosmaedainipoti
LucaeIacopo.Equestalaforma
definitivadelquincuxcosmatesco
delXIIIsecolochesidifferenzia
stilisticamentedaquellidelperiodo
precosmatescodipigrandi
dimensioni.
FotoN.Severino
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|71
SVILUPPOICONOGRAFICODELQUINCUX
VIIsecolo
VIIIsecolo
IXsecolo
IXsecolo
IXsecolo
IXsecolo
IXsecolo IXsecolo
Xsecolo
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|72
Xsecolo
XIsecolo
XIsecolo
XIsecolo
XIsecolo
XIIsecolo
XVsecolo
Inquestatabellapossibilevederelevoluzioneiconograficadelquinconce
dalVIIalXVsecolonellerappresentazionideglievangelarieuropei.Comesi
vede, solo il codice 175 di Montecassino mostra leffettivo quinconce come
utilizzato dai maestri marmorari laziali, campani e del meridione dItalia
dallXIalXIIIsecolo.Tralevariantitroviamoilquincuxasimmetrico,cionel
quadrato posto diagonalmente che fa parte anchesso del repertorio dei
pavimentimusivigenerali,adiniziaredaquellodiMontecassino.
Levoluzione che si vede in questa tabella mostra anche chiaramente
liconologia del quincux cosmatesco che resta sostanzialmente invariato nel
significatofilosoficoreligioso.
Limpiego delle tessere a goccia nel pavimento di Montecassino
facilmente spiegabile se si considera che tale forma, come anche le altre
varianti, sono comuni delle miniature di Rabano Mauro viste in precedenza
e, come si vede, anche nelle raffigurazioni del Cristo in Maest degli
Evangelari.Elementistilisticicomunineipavimentibizantinienelpavimento
di Montecassino in cui potrebbe essere rintracciabile proprio quellanello
mancante che sta alla base dellinfluenza bizantina nella produzione dei
pavimenti in opus sectile del medioevo normanno nellItalia centro
meridionale.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|73
PavimentibizantiniinpresuntarelazioneconquellodiMontecassino
Fig.19.ChiesadiHagiaSophiaa
Mystras.Questoquincuxchesi
mostrastilisticamente
precosmatesco,sullostilediquelli
discuolacassinese,dovrebbefar
rifletteresulfattochespessocisi
putrovaredavantiasemplicied
approssimativericostruzioniche
reimpieganomaterialeantico,
effettuateneiperiodisuccessivial
XIIIsecolo.Selachiesafossestata
costruitanelXsecolo,
probabilmentesisarebbedettoche
questoquincuxeradelXsecolo!Lo
stessosiscrittoperiquincuxdi
alcunechiesedeimonasteridel
Tibet.
Ilquinconcechesivedeinfig.19inopussectileedditipoprimitivo.Ad
osservarlo sembrerebbe pi antico dei quinconce cosmateschi, invece si tratta
solodiunacattivaoperaartisticainquantolachiesavenneedificatanel1350!Il
reperto frammentario, mancando due dei dischi di porfido con le relative
decorazioni circolari, ma la tipologia del quincux quella cosmatesca, sebbene
realizzata in modo molto approssimativo. Che gli artisti si ispirarono ai
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|74
Fig.20
Le figg. 2021e 22 mostrano una porzione dellantico pavimento della chiesa
bizantinadiSantaSofiaaIstanbul:unenormediscodiporfidogrigiocentralee
quattrodiscoporfireticimediailatiformanounasortadiquinconce.Intornoal
disco centrale per orbitano otto dischi di porfido che forse originariamente
erano annodati a treccia bizantina con dischi di collegamento, sempre di
porfido,mamoltopipiccoli.
Fig.21HagiaSophia Fig.22
Fig.23Montecassino Fig.24SessaAurunca
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|75
Comerisultaevidentedalleimmaginiproposteprima,ilpavimentodiHagia
Sophia ad Istanbul presenta, nonostante le variazioni dovute ai restauri e
ricostruzioni, la caratteristica principale che comune a diversi pavimenti e in
primis a quello di Montecassino e, ancora pi specificamente, quello della
cattedrale di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. Dischi di porfido medi
esterniaformarelafiguradelquincux,discodiporfidogigantealcentro(dove
allinterno venivano spesso realizzati ulteriori decorazioni, o immagini di
quincux e quadrati) e il maggior dettaglio, la corona di otto dischi di porfido
disposti in cerchio ed equidistanti gli uni dagli altri intorno al disco grande
centrale. E la figura che gli autori e soprattutto il monaco benedettino,
ingegnere ed archeologo, Angelo Pantoni di Montecassino, chiamava nei suoi
studi la grande ruota. Stessa configurazione si riscontra nel pavimento della
chiesadiSanMennaaSantAgatadeiGotiecosesimilinelduomodiSalerno,in
quello dellabbazia di San Liberatore alla Maiella, in quella di San Vincenzo al
Volturno,nellachiesagrandedelmonasterodiSanLucanellaFocide,ecc.
Hagia Sophia ad Istanbul fu quindi un antecedente importante per il
pavimentodiMontecassino?
Per rispondere a questa domanda dovremmo analizzare minuziosamente i
resti di pavimento in sectile visibili nella chiesa e rapportarli alle varie et del
monumentopercercaredi risaliread una datazioneattendibiledelpavimento.
Perfarequestoper,sarebbenecessarioanchefaredeiconfrontidiretticonaltri
pavimentipiomenocoevidialtrechiesebizantinelocali.Lofaremoattraverso
quella di Santa Sofia a Nicea, oggi Iznik. Personalmente ritengo che i resti del
pavimento della chiesa di Santa Sofia a Nicea siano tra i pochi reperti che
possono essere presi come punto di riferimento. Tuttavia questo di Nicea
datatogeneralmentealXIIsecolo,quindicertamentepostumorispettoaquello
di Montecassino. Eppure esso rappresenta, a mio avviso, il nocciolo dello stile
pavimentale bizantino nella regione di Costantinopoli. Voglio dire che gli altri
pavimentinondovevanoesserestilisticamentemoltodoversidaquesto.
Detto ci, passiamo ad analizzare i frammenti di pavimento della chiesa di
SantaSofiaaIstanbul.Lefoto21e22mostranoalcunidettaglidiquestagrande
ruota del tutto simile a quella del pavimento di Montecassino. La differenza i
duepavimentibizantini,IstanbuleNicea,stanelfattocheilprimototalmente
ricostruito in modo arbitrario, il secondo presumibilmente largamente
originale nel suo assetto primitivo. Ho analizzato la maggior parte dei
pavimenti cosmateschi e precosmateschi di Roma, del basso Lazio e della
Campania ed ho visto le differenze tra i pavimenti che mostrano tracce, pi o
menocospicue,diframmentioriginali;porzionietratticonsistentidipavimenti
smontati e ricostruiti nella stessa sede o in altre sedi lontane; miscugli di
frammentioriginali,trattirestauratietrattiricostruitieviadicendo.Esullabase
di tali osservazioni credo di poter dire che ci che si vede nelle figg. 20 e 21
soloilrisultatodiunaricostruzionearbitraria.Lostessostatoconservativodelle
fasce marmoree delle annodature tra i dischi, mostrano essere non pi antiche
del XVIIXVIII secolo. Che il pavimento sia stato totalmente ricostruito lo si
intuisce anche dallosservazione della fig. 22 in cui si vede un pastrocchio di
tessere mescolate con un sottofondo sbiadito di intento a formare un disegno
organicamente simmetrico, ma senza alcun senso. Il miscuglio cromatico
casuale,dovutoalrimontaggioinsededitesseredicoloridiversitralorosenza
alcun rispetto per la simmetria dei colori dei disegni originali, fa il resto. E
ovvio che le campiture tra i dischi un tempo erano decorate nei motivi che
conosciamo di cui qualcosa si intravede nel pavimento di Nicea, anche se
questultimo mostra fasce che annodano i dischi ben pi contenute rispetto a
questesproporzionateutilizzatenellaruotadiIstanbul.IldisegnodiGattoladel
pavimento di Montecassino, mostra comunque una grande ruota molto
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|76
semplice,senzaannodaturetraidischi.Nonpossiamocrederechetaledettaglio
sia andato perduto nella definizione del disegno ad incisione perch questo
presente nel dettaglio di altri quincux nello stesso rilievo. Evidentemente tali
grandi ruote si presentavano proprio come Gattola le ha disegnate, quindi
molto pi semplici di quella del pavimento di Nicea e probabilmente anche di
quella di Istanbul. Montecassino ancora in testa, quindi, nella cronologia del
quincuxedelpavimentoprecosmatesco.
Fig.25 Fig.26
Fig.27.Nicea,ChiesadellaKoimesis,pianta(daA.GuigliaGuidobaldi)
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|77
Fig.28.Chios,ChiesadellaNeaMon,Esonartece.XIsecolo.
Lefigg.da25a28sonotrattedallarticolodiAlessandraGuigliaGuidobaldi
citatoneltesto.
Se i reperti mostrati nelle figg. 25 e 26 mostrano alcuni frammenti conservati
nel Museo del Mosaico di Istanbul e provenienti il primo dal Mausoleo I
annesso alla chiesa di SantEufemia, il secondo dalla chiesa di Yakacik e se la
lorodatazionefossedavveroprecisa,senzaalcunaincertezza,facendorisalireal
VIVII secolo il primo reperto e al IXX secolo il secondo, avremmo finalmente
trovato, senza ambiguit di sorta, il precedente pi immediato (anche perch
unicofinora) delquincuxgeneraleeloriginediquello ditipocosmatescoconi
dischi finalmente annodati. In SantEufemia ancora in modo abbastanza
approssimativo, mentre nella chiesa di Yakacik in modo pi simile a come
mostratodalcodice175diMontecassino.
Purtroppo, per, non sono proprio convinto che questi frammenti di
pavimentorisalganorealmentealVIeXsecolo,nonostanteessiappaianoessere
molto antichi. La scomposizione della campitura nella forma elementare del
triangolodiSierpinski,chesivedeattornoaldiscodellafig.26,haunsapore
diepocaprecosmatesca,emifapensarecheessopossaesseredatatomeglioagli
inizi del XII secolo. Quello della fig. 25 mostra motivi vegetali tra le campiture
dei dischi in un assetto per che trova forti analogie, come anche la fascia
circolarecontriangoliraggiantiattornoaldiscocentrale,conipiccoliquinconce
presenti nel pavimento di Montecassino. Credo che la datazione di questi
frammenti sia stata fatta genericamente attribuendoli alla data di costruzione
dellachiesache,comehodettoprima,nonsempreaffidabileperladatazione
di pavimenti che, invece, potrebbero essere stati realizzati in tempi posteriori
persostituirequellipreesistenti.
Lo stesso discorso vale anche per i pavimenti delle figg. 27 e 28 datati allXI
secolo, evidentemente in riferimento alla costruzione delle chiese. Per quanto
riguarda lesempio della Koimesis, la pianta, molto interessante riprodotta in
Guiglia Guidobaldi, presenta almeno tre caratteristiche tipologicamente
contrastantinellacronologiadeipavimenticosmateschi.Iduetipidiquinconce
li ho descritti in precedenza, mentre qui vorrei evidenziare un altro elemento
che credo sia molto importante e che abbia influenzato, questo si, in maniera
determinantelostiledialcuniprincipaliartistidellascuolacosmatescaromana.
La fascia perimetrale del pavimento, composta da dischi annodati da fasce
circolari intervallate da rettangoli di diverse misure, un motivo che verr
ereditato, sviluppato e impiegato come tra i pi ricorrenti nel repertorio
decorativo dei Vassalletto e in buona parte anche della bottega marmoraria di
Lorenzo.
Questo elemento decorativo, uguale fin nei dettagli delle fasce annodanti i
dischi,conlunicadifferenzadeidischidiporfidoscomposti,stataimpiegata
daiVassallettoperdecoraretuttalatrabeazionedelchiostrodiSanpaolofuori
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|78
leMura!MalostessomotivolosiritrovainoperedeiCosmati,deiRanuccio,
e anche fuori di Roma, a Pisa, nella chiesa di San Pietro in Vinculis, come
grandeelementomusivopavimentale.
Fig.30Istanbul,SanGiovanniinStudio
Una variante di questa fascia decorativa quella che si vede nella chiesa di
San Giovanni in Studio, sempre a Istanbul (fig. 30), dove lo stesso disegno
sembraesserestilizzato.Talesoluzionetrovaanalogieconipavimentiditipo
cosmatescomarealizzateinItaliadamaestranzesiculocampanedicuiqualche
piccola traccia visibile nei pavimenti della cattedrale di Terracina e di Sessa
Aurunca. Il disegno classico, invece, venne perpetuato dai Cosmati soprattutto
nelledecorazionideiportali,degliamboniepiraramenteneipavimenti.
Fig.29.Turchia,chiesadiBursa
La fig. 29 mostra lo stesso disegno simile a quello della Koimesis, come si
vedenelMausoleodellachiesadiBursanTurchiacitataanchedaGlassedatata
dalla studiosa a poco dopo il 1065. Tuttavia, la tipologia del disegno, e le
decorazioni delle fasce mi sembrano molto pi vicine ai pavimenti
precosmateschidelprimoXIIsecolo.
Fig. 31. Lo stesso disegno della Koimesis come realizzato dai Vassalletto nel
chiostrodiSanPaolofuorileMuraaRoma(fotodellautore).
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|79
ELEMENTIDIINCERTEZZAINATTESADIVALUTAZIONE
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|80
Fig.32
Fig.33Dettagliodelmosaicopavimentale
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|81
La fig. 33 mostra un dettaglio del mosaico pavimentale che si vede nei resti
dellanticabasilicabizantinadelVIsecolo.
Fig. 34. Il quincux che si vede nellarea archeologica della chiesa di Limin
HersonisouaCreta.
Lafig.34mostraleccezionalerepertoacieloapertositonellareaarcheologica
delle rovine dellantica chiesa bizantina del VI secolo (alcuni la datano al V
secolo). Si tratta di un quinconce asimmetrico scorniciato da un riquadro a
fasciabianca,comeperrappresentareunafasciamarmorea.Leproporzionitrai
cerchiesterniequellointernoricalcanoquelledeiquinconceprecosmateschi.In
mezzo al disco centrale vi rappresentato un piccolo disco nero e, intorno,
come una doppia fascia, bianca e rossa. Le annodature tra i dischi esterni sono
quelle comuni ai quinconce cosmateschi. La figura eseguita in mosaico di
tessere lapidee quadratiche nello stile dellopus alexandrinum, perfettamente
simile al quinconce visto nel manoscritto 175 dellabbazia di Montecassino e
potrebbeessereunantecedenteeccellente.Lepochenotizietrovatesullachiesa
bizantina di Limin Hersonisous, dicono che essa risale al VI secolo e i mosaici
che si vedono nelle foto sopra possono riferirsi senza molta ambiguit a quel
periodo.EverocheagliinizidelXIIIsecolo,inseguitoallaIVCrociata,lisola
di Creta fu occupata dai Veneziani, ma non mi sembra possibile riferire a tale
epocailmosaicodellabasilica.
Ilquincuxdellafig.34,nonostantenonsiariuscitoavederlonelpienocontesto
delsitoarcheologicodella chiesa,sembramostrareanaloghecaratteristiche,sia
nellostilechenellatipologiadeimaterialiimpiegatineglialtrimosaici,comesi
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|82
vede dal confronto con la fig. 33, e quindi potrebbe realmente risalire al VI
secolo. In tal caso, si avrebbe il primo reale e pi antico antecedente di una
raffigurazionemosaicaledelquinconceinstilecosmatesco,marealizzatononin
opus sectile, ma in mosaico alessandrino. Cercavamo un antecedente
iconografico e questo, se confermata la datazione, potrebbe esserlo pi di ogni
altro esempio visto finora. In tal caso, sebbene il codice 175 di Montecassino e
lopera di Rabano Mauro siano comunque state una fonte ispiratrice per gli
artisti bizantini chiamati da Desiderio, non potremmo pi affermare che il
quinconce di tipo cosmatesco sia nato nel cenobio cassinese e derivato
dalliconografiapianticavistasopra.Sisperacheprestosiapossibilecondurre
pi approfondite ricerche in tal senso che possano smentire o confermare le
ipotesiquiproposte.
Miperdoniil lettore,elostudiosodiartecosmatesca,seusofrequentemente
iltermineprecosmati.Maritengoessenzialesottolineareladovutadifferenza
storica ed artistica tra le due scuole. Il repertorio geometrico dei preCosmati,
chegidiperseunretaggiopiuttostoprecisodiquellodellantichitclassica,
come si visto in precedenza, costituisce ad ogni modo la base di lavoro delle
botteghedeiverimaestriCosmati.
Le differenze pi vistose nei due repertori sono costituite essenzialmente
dalle dimensioni delle tessere realizzate: pi grandi e ariose il primo e pi
piccole, in una lavorazione di pi minuta scomposizione, il secondo. Le
variazioni a volte sono minime, mentre sono ben evidenti quando i Cosmati
decisero di applicare soluzioni pi personalizzate composte da patterns pi
complessi.
Levarianzesemplicisonodimodestaentit.Peresempio,nelpavimentodi
Montecassino troviamo la stella ottagonale base nelle tessiture ortogonali
sviluppatasuunasuperficiequadratasuddivisain9quadratini.Maineffettidi
questi, solo 5 sono realmente tessere quadrate uniformi, mentre gli altri sono
compostidaquattrotesseretriangolariunitealvertice,dicuiduebiancheedue
colorare.Letesserebianchedannolideavisuale,nellinsiemevistodaunacerta
distanza, della stella ottagonale. Una prima variazione, molto semplice, di
questo pattern la disposizione della tessera quadrata centrale in diagonale,
rispetto alla direzione della tessitura, invece che orizzontale. Questa scelta,
oculata, permetteva di risparmiare tempo e materiale ai Cosmati perch, come
sivededallafigura,vengonoeliminatele4tesseretriangolariscureadiacential
quadrato centrale. Considerato che questo pattern veniva spesso utilizzato da
Lorenzo,Cosmaeglialtridellafamigliasiaperlefascedecorativeesternedei
quinconce e guilloche, sia per i tappeti rettangolari, facile immaginare che la
soluzionefacesserisparmiare,alavorifiniti,centinaiasenonmigliaiadipiccole
tessere triangolari, senza peraltro alterare il risultato, o impoverire
artisticamente la bellezza del pavimento. E significativo, sulla base di quanto
detto,evidenziarecheneipavimentidellabasilicasuperioreenellacriptadiSan
Magno, nella cattedrale di Anagni, Cosma e figli abbiamo adottato questa
soluzionecheaccompagnatutteledecorazionidellefascecentrali,mentrenella
cattedralediFerentino,dovelavorsoloLorenzo,ritroviamoilpatternantico.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|83
MontecassinoAnagniFerentino
Nellefigurebenevidenteilvantaggiodellasoluzionesemplificataadottata
daCosmaefigliinAnagni.
Ladecorazioneastella
cosmatescachecorrelungoil
perimetrodelchiostrodellabasilica
deiSantiQuattroCoronatia
Roma.
Inbasso,ilfioredellavitainuna
dellerappresentazioniclassiche
degliornamentimusiviperarredi.
ChiesadeiSantiNereoeAchilleo,
Roma.
FotoN.Severino
Lastellaottagonalediventaunadellecaratteristicheprimarienellostiledella
bottegadiLorenzoefigli,comeanchelafigurageometricadelfioredellavita,
prevalentementeformatodapetalidicoloreverde,susfondorosso,eviceversa,
spesso inscritto in figure esagonali. Oppure le fasce strette costituite da fitti
mosaicidiquadratinicheadornanoleguillochenellefascecentrali.
riempimento decorative, possono costituire un insieme di elementi stilistici
sufficienti per essere costantemente associati ai lavori dei maestri Lorenzo,
IacopoI,CosmaI,IacopoIIeLuca.
Sullabasedici,sesivisitanoalcunedellebasilichediRoma,comequelleche
abbiamo visto in precedenza, si pu constatare come questi elementi siano
costantemente presenti e si ripetono, mescolandosi a quelli pi antichi
delloriginario pavimento precosmatesco, laddove tra la fine del XII e i primi
decenni del XIII secolo, lavorarono gli artisti della bottega cosmatesca di
Lorenzo.
Allostessomodo,sipuconstatarecomeinaltrebasilicheechiesediRomae
di altre zone a nord del Lazio, questi elementi non siano affatto presenti,
prevalendostiliessenzialmentediversichesonoriconducibiliadaltrebotteghe
marmorarie.
Fermorestando,quindi,cheilrepertoriogeometricocosmatescoderivatoda
quello precosmatesco, che a loro volta derivato da quello pi antico greco
bizantino,possiamodireconunacertaesattezzachegranpartedeglielementie
soluzioni che si vedono nella cattedrale di Civita Castellana e in quelle di
Ferentino ed Anagni, che sono i luoghi in cui i litostrati ci sono pervenuti nel
modo pi vicino possibile agli originali, possono costituire una base certa di
partenza per lo sviluppo di un database del repertorio geometrico dei veri
Cosmati. Repertorio che dovrebbe permetterci, poi, di distinguere con pi
chiarezzagliinterventideiCosmatineipavimentidellechieseromane.
E in questo modo che penso di essere riuscito a riconoscere gli stili della
bottega di Lorenzo nel pavimento della chiesa di Santa Maria in Castello a
Tarquinia.
LachiesadiSantaMariainCastelloaTarquinia:unaltrafirmacosmatesca
nonancorabeneidentificata.
Pur non avendo mai visitato lantica chiesa di Santa Maria in Castello a
CornetoTarquinia (pi avanti dir solo Tarquinia), mi accingo a proporre un
confrontostilisticodialcuneimportantipartidelpavimentocosmatescoperuna
nuova eventuale ipotesi di attribuzione, sostanzialmente diversa da quella cui
tutti gli autori sono giunti, nel corso di circa un secolo di ricerche. Tuttavia,
devoprecisarechequestamiaipotesiderivaesclusivamentedallosservazionee
comparazione stilistica delle parti di pavimento che andr ad analizzare, con
quelleevidentementemoltosimili,se nonidentiche,allamatricedellascuola o
degliartisticuirivoltalanuovaattribuzione.
Dellimportantecomplessoreligiosoespecialmentesuisuoiarredimarmorei,
scrisse, forse per primo in modo completo e competente, Giovanni Battista De
Rossi
12
, ma siamo nel 1875. Sebbene larticolo si intitolasse Il pavimento della
chiesa di S. Maria di Castello in CornetoTarquinia ed uno dei paragrafi interni
Delcosiddettoopusalexandrinumedeimarmorariiromanichelavorarononellachiesa
di S. Maria in Castello, lautore poco o nulla dice sul pavimento stesso, ed
essendolunicorepertodellachiesanonfirmatodaalcunartista,eglidicesipu
attribuire come logico ai maestri che vi lavorarono firmando gli arredi
liturgici. Nella fattispecie, il maggior indiziato sembrerebbe essere Pietro di
Ranuccio e suo fratello Nicola che lavorarono al portale e alla bifora della
facciatadellachiesa.
12
G.B.DeRossi,IlpavimentodiS.MariainCastellodiCornetoTarquinia,inBullettinodiArcheologiaCristiana,s.2,1875,
pp.133175
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|86
HicaditusvalvaeMariaevirginisalmae
Dumsicsplendescitmillenuscirculusexit
Etcumcentenisteneastresbisquevicenis
TumqueprioratusPanvinum(sic)sedelocatus.
IsteDeoscarusmeritisetnomineclarus
Insignisvitaevixitsinecriminerite
13
C. Boito, LArchitettura Cosmatesca, Milano, 1860.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|87
AdlaudemChrististuduitsuamoeniasisti
Adjuvathuncfactisveneranduspraesbyteractis
NonpinguitensumGeorgiusetdarecensum.
Dai recitati versi facile intendere che, nellanno 1143 furono splendidamente
adornate le porte (valvae) del tempio cominciato 22 anni prima; la cui fabbrica
(moenia)fueseguitaecompiutapercuradiPanvinioprioredellachiesa
RANUCIIPETRVSLA...DVN....OGMATEERVS
ISTVDOPVSMIRESTRVXITQVOQVEFECITOPIME
RanuciiPetruslapidumnondogmatemerus
Istudopusmirestruxitquoquefecitopime
Incuisidicechelartistanonignarodellartedellapietra!
Infatti,nellatraduzionediDeRossi:
Pietro figliuolo di Ranucio lapidum dogmate non merus, cio dellarte
marmorarianonignaro,chefecetemirabilioperedellafacciatadiS.MariainCastello
finoadoggierasconosciuto.
LabiforapigrandefuinvecerealizzatadalfratelloNicoladiRanuccio
14
ed
firmatainquestomodo:
DatatadaEnricoBassan
15
al1150circa.
Per quanto riguarda linterno della chiesa, De Rossi ci informa che dopere
marmoreeetessellatevediamosoltantoilpavimento,laltare,lamboneelagrandevasca
ottagonapelbattesimodimmersione.Questultimaprivadiepigrafielostiledellesue
corniciescultedecorazioni,lelastrequadratedialabastriedaltrimarmisenzafascen
intarsiditessellatomelafannogiudicareanteriorealsecoloXI.
Nel1168fucostruitoilciboriofirmatodaGiovannieGuittonefiglidiNicola
diRanuccio.
14
da intendere che Pietro e Nicola erano due fratelli figli di un certo Ranuccio di cui non conosciamo il cognome.
15
Enrico Bassan, Itinerari cosmateschi. Lazio e dintorni. Ist. Poligrafico Zecca dello Stato, Roma, 2006, pag. 26.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|88
Voglioricordarechequestaiscrizionequellachehapermessodiaggiornare
la genealogia delle famiglie dei Cosmati per quanto riguarda la famiglia dei
Ranuccioechesottoinomidegliartefici,nellagenealogia,riportatalasolaed
unica data certa, quella del 1166, che possa essere attribuita ai due artisti
GiovannieGuittone.
Come si vede, una storia, quella dei Cosmati, che viene riletta in gran parte
soloattraversoimonumentiesoprattuttoleepigraficherecanoiscrizioni,nomi
edatedegliartefici.QuiseguequellachecitainomidiGiovannieGuittone.
Lambonedellachiesafurealizzatonel1209daGiovannifigliodiGuittonee
pronipotedelcapostipite,comesileggenelliscrizionechestasullacornice.Un
annodopolaconsacrazionedellachiesacheavvennenel1208daunconciliodi
vescovi della Tuscia. Da ci De Rossi scrive: Mi sembra chiaro che il pavimento
doveva essere fatto, quando a tanto solenne dedicazione del loro tempio i Cornetani
invitaronododicivescovi,malannoprecisodiquelloperanonsegnato.
Prima di parlare del pavimento, De Rossi si dilunga un pochino su questo
ambone dove lo studio delle iscrizioni gli permette cos di certificare
definitivamentelagenealogiadellafamigliadeiRanuccio.Ilpassomisembradi
qualcheimportanzaperlastoriacosmatescaequindiloriportointegralmente:
Lepigrafe dellambone, bene riferita dal Promis per quanto coi tipi comuni egli pot
riprodurla,dice:
Leultimeparolenellapietrasonoincisecos:
IlCampanarimalestamp
(SinoterchemancaunacnelnomeRanucii,perunerroredistampanella
miacopiadellarticolodiDeRossi).
AllultimoautoreilPromis attribuiscelambonedella chiesadiSanPietroad
AlbaFucens,comeancoraoggivienegeneralmenteaccreditato.
Madal1200inpoi,especiedal1204al1231,benaltrafamigliadiprestigiodi
marmorari romani era allopera in Roma e fuori dallurbe: quella dei veri
Cosmati,dellabottegadiLorenzodiTebaldo.Madiquestoparleremotrapoco.
Come detto sopra, De Rossi attribuisce il pavimento agli stessi maestri che
eseguironogliarrediecossiesprime:
Ilpavimento,secondoladottrinaespostainprincipiodiquestocapo,deeesserestato
lavorodeimedesimimaestrimarmorariiromani,chelealtreoperemarmoreefecerodiS.
MariainCastello.Eadistanzadicirca130anni,cossiesprimeEnricoBassan
nellopera citata: Anche il pavimento, bench non firmato e frammentario, sembra
logico sia stato eseguito dalla stessa bottega. Anche su questo passo ritorner tra
poco. Il Promis attribu il pavimento ad un certo Massarius Donnaincasa, nome
che lesse inciso su una fascia che cinge un disco di porfido davanti allaltare
maggiore. De Rossi smonta questa tesi, osservando che nel pavimento si
trovanodiversealtreiscrizionidinomichenonpossonoricondursiagliartefici
cheeseguironoilpavimento,ancheperchtraquestiviilnomediunadonna
e nessuno ha mai avallato lipotesi dellesistenza di una marmoraria femmina
(maestramarmorariadicelautore)nelmedioevo.
Lautore conclude il suo lungo articolo parlando delle fasce che separano i
riquadridelpavimentotessellatoedelfattocheimarmorariromani,coscome
tutti gli altri artisti, si rifornivano di questi preziosi marmi presso i vicini
cimiteriesitidivilleromanedovetalematerialeabbondava.Manulladicedel
pavimento in se stesso, delle sue caratteristiche, dei motivi geometrici e dello
stile. Per questo mi rifaccio a quanto scrive Enrico Bassan nellopera citata,
riportandoneunsuntoperavereunideachiaradituttoquantosiconosceoggi
sulpavimentodiquestachiesa.
La variet del disegno (del pavimento, nda) ha indotto per ad una ipotesi di
attribuzione,rimastatuttaviasenzaseguito,aduediversefamiglie,quelladiRanuccioe
quella di Lorenzo (Glass, 1980): alla prima apparterrebbe il tratto meglio conservato
nellazonaabsidaleedellascholacantorum,cherivelaanalogieconlapavimentazione
diS.AndreainFlumineaPonzanoRomano(doveNicolaconGiovannieGuittonesono
documentati al ciborio), alla seconda i resti della pavimentazione della navata, a sua
volta prossima, come disegno, a quella della cripta di Anagni (di Cosma di Jacopo di
Lorenzo). Lipotesi di attribuzione a queste due distinte botteghe meriterebbe una
verifica archeologica approfondita, ma sembra scarsamente motivata sia sul piano della
logica operativa sia perch membri della stessa famiglia sono ancora attivi nella fase
conclusiva dei lavori (ci che contrasta con lopinione della studiosa secondo la quale i
lunghi tempi di costruzione della chiesa avrebbero potuto consentire un cambio di
bottega). Daltronde la presenza di due diversi disegni di decorazione pavimentale
assai ricorrente().La messa in opera del litostrato appare peraltro successiva
rispetto al momento rappresentato dalla costruzione del ciborio (si sovrappone infatti
alle parti basamentali delle membrature architettoniche absidali e al pavimento delle
navateminori)cheGiovannieGuittoneavevanorealizzatonel1168
16
.
16
Enrico Bassan, op. cit. pp. 27-29
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|90
Devodirechealmomentoincuiscrivononhoavutomododileggerelopera
diGlass
17
equindiconmoltopiacereleggoilresocontodiBassancheintroduce
perfettamente il mio pensiero, allineato con quello della studiosa, nel credere
che non solo il pavimento di S. Maria in Castello sia opera di due o pi
botteghe, ma che in un tratto pi o meno cospicuo della parte pavimentale
anticameglioconservata,possibilericonosceredistintamentelostile,lospirito
e la mano dei maestri che lavorarono a Ferentino e ad Anagni, cio i veri
Cosmati, Iacopo di Lorenzo e suo figlio Cosma I anche se qui, a Tarquinia, i
figli di questultimo, Luca e Iacopo II che lo affiancarono ad Anagni nel 1131,
potevano essere forse ancora troppo piccoli per rendersi utili nella bottega del
padre.
Ci che n Dorothy Glass, n Enrico Bassan, n altri autori moderni hanno
rilevato ancora il fatto che sono molti i pavimenti definibili genericamente
precosmateschi,inquantorealizzatiinunepocacompresatrail1110e1190,e
chepresentanoquestastessacaratteristicadidiversistiliedisegni.Inrealt,non
abbiamocertezzachelafamigliadeiRanuccio,oRainerius,sianostatiarteficidi
diversipavimentinellechieseebasiliche.Intantoessioperaronoprincipalmente
(oesclusivamente)nelLaziosettentrionale
18
einomidituttiisuoicomponenti
sono rimasti incisi solo su opere di arredi liturgici marmorei, mentre solo
unepigrafe che riporta il nome di Rainerius si trova montata in una parte del
litostratodellabbaziadiFarfainSabina.Maquanteepigrafisonostatemontate
nei pavimenti in epoche diverse? Sia per supplire ai vuoti sia per riuso e
conservazione dei reperti. Cosma I ci pu insegnare che un vero maestro,
difficilmente imbratterebbe il suo pavimento con una epigrafe messa a
disturbo della loro meticolosa opera. Egli si firm sul gradino dellaltare nella
criptadiSanMagnonellacattedralediAnagni,noncertonelpavimento!Perci,
non mi sento di credere che Rainerius si sia firmato nel pavimento di Farfa
inserendoci una epigrafe messa dove capitava. E probabile invece che essa
potesseappartenereaqualchearredosmembratofattodalui.
Tutte queste considerazioni, a rafforzare la mia tesi secondo la quale le
botteghe marmorarie romane che realizzavano pavimenti in Roma e dintorni,
dovevano essere ben poche nel periodo preso in esame e che tra queste
spiccavano, per maestria e popolarit, quelle di magister Paulus, di Lorenzo di
TebaldoesuofiglioJacopoIfinoal1210equindidiCosmaI(figliodiJacopoI)
elasuafamigliadal1210al1250circa.
La consacrazione e quindi la realizzazione dei pavimenti nelle principali
basilicheechiesediRoma,sonoavvenutetuttenelperiodoanzidettocompreso
tra lXI e il XII secolo: Santi Quattro Coronati (1118), S. Maria in Cosmedin
(1124), San Clemente (1128), S. Maria in Aracoeli (1240 circa), Santa Prassede
(1198), sono solo alcuni esempi di basiliche in cui furono realizzati i cosiddetti
pavimentiprecosmateschiiqualituttihannostretteaffinitconilcapostipite
dellabbazia di Montecassino. Se si esclude, quindi, lopera delle scuole
campane che a Roma non credo ebbe grande eco, quali furono le botteghe
marmorarie che nellarco di circa un secolo realizzarono i grandiosi pavimenti
diquestebasiliche?
Perch in diversi pavimenti delle nominate basiliche ho avuto la stessa
impressione della Glass per quanto riguarda il pavimento di Santa Maria in
CastelloaTarquinia,ciocheessosiailrisultatodelloperadidiversebotteghe?
Aparteilfattocheinquestebasilicheromaneipavimentisonoperlamaggior
parterifattinuovi,sesiescludonoalcunitrattiincuisonostatilasciatielementi
originali restaurati. Tuttavia, nonostante la mano moderna delluomo, si
17
Dorothy Glass, Studies on cosmatesque pavements, Oxford, 1980
18
Luca Creti, In Marmoris arte periti, La bottega cosmatesca di Lorenzo tra il XII e il XIII secolo, Quasar ed., Roma, 2010, p. 5.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|91
Lorenzo, le cui caratteristiche vengono poi riprese dal figlio Cosma I nella
Cripta,adistanzadioltreventianni.
I tratti principali di questo stile, che vengono rappresentati in special modo
nellerotae,nelleguillocheeneiquinconce,sonolusofrequentedelverdeanticoo
del porfido rosso utilizzato in motivi geometrici che sembrano essere stati
forgiati come un simbolo, una firma della bottega stessa. E logico credere che
ogni artista, appartenente ad una stessa bottega marmoraria, avesse assunto
dellecaratteristichedistilelegateallusodeicolori,deidisegnigeometriciedel
materiale impiegato. Cos per la bottega di Jacopo e Cosma stiamo imparando
oggiariconoscerlainquestitratticaratteristicichesirivelanosoprattuttoperil
frequente uso di moduli geometrici ripetitivi, singolari, quasi personali, come
fosserounmarchiodifabbrica.
Fig.1.SantaMariainCastello
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|93
Fig.2CattedralediAnagni,basilicasuperiore
Fig.3 Fig.4 Fig.5
Dallefigg.1e2nasceunaltroconfronto,nonmenoimportante,chedimostra
visivamente cosa vuol dire un pavimento arrivato a noi quasi intatto, se si
escludonoalcuniritocchidirestauroneltempo,edunoparzialmenterifatto.Le
fasce di marmo bianco che separano le fasce decorative intorno ai dischi nel
pavimentodiAnagni,sononuovecomesivedebenedallafig.2,mentrequelle
dellafig.1inS.MariainCastello,sonoinbuonaparteoriginalieladifferenzasi
vede! Anche il modulo di raccordo marmoreo che collega la ruota alla
successiva,chesivedenellapartealtadellafig.1,simostranellasuaoriginalit
econdivideconlostiledeiraccordirealizzatinelpavimentodiMontecassino,il
taglio corto della Y, dettaglio che rivela quanto lo stile del litostrato cassinese
abbiaavutoinfluenzanellartedeipavimentiacommessimarmorei.
Itremotividecoratividellefigg.3,4e5rappresentanoperlabottegadiJacopo
e Cosma I una sorta di carta didentit stilistica. Sebbene essi possano essere
stati copiati e utilizzati anche da altre botteghe marmorarie, laddove si
riscontrassero con una maggiore frequenza, possibile pensare allintervento
dellascuolaoriginariadiJacopoeCosma.
Tra laltro, il motivo centrale del pavimento di S. Maria in Castello non
formato da serie di quilloche, rotae singole o quinconce, ma esso ricalca
esattamente il motivo che in genere viene utilizzato per decorare portali e
soprattuttoichiostricosmateschi.Losivedebenedallafig.6quisotto.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|94
Fig.6.FasciacentralenelpavimentodiS.MariainCastello
Fig.7S.MariainCastello
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|95
Fig.8Fig.9
Fig.10QuinconceinAnagni,basilicasuperiore
Fig.11 Fig.12
Fig.13 Fig.14
Lefigg.11,12e13,mostranolapplicazionedelmotivoastellanelpavimento
diFerentinoovesivedesoloalcentrodeidischidiguilloche.Lafig.14mostralo
stessopatternsiaalcentrodeldisco,anchequiformatodaesagonetticomenella
fig.13,anchesedaunasolafilacircolare,edanchenellefascedidecorazioneal
centrodiuninsistentemotivoadesagono.
Questi era Iacopo di Lorenzo. Suo figlio Cosma, insieme ai suoi figli Luca e
Iacopo II, realizzarono il pavimento della cripta di San Magno nella basilica
inferiore della cattedrale di Anagni, ma n nella basilica superiore, n nella
cripta si riscontra un solo elemento di questa caratteristica, mentre permane
ladozione dei motivi ad esagono e quelli visti nelle foto delle pagine
precedenti.
Ilgrandequinconcechesivedenellafig.16,ancheoperadiIacopoicuitratti
stilisticisonoancoraunavoltabenriconosciutiedocumentati,confortianalogie
nelpavimentodiFerentino.
Esso costituito da un disco centrale di porfido chiaro o bianco, molto
grande, contornato da ben quattro fasce decorative, in cui vi inscritto un
quadrato diagonale e scomposto in elementi minori quadrati come una
scacchiera.Elementiquadratinonscompostienonascacchiera,siritrovanonei
quinconce del pavimento della basilica superiore della cattedrale di Anagni e
non in quella di Ferentino. Ma ci vuol dire poco, perch il resto delle
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|97
decorazioni, esterne e delle fasce, e i motivi geometrici degli altri dischi, sono
praticamenteidenticialrepertorioutilizzatodalmaestroromano.
Da tutto ci, e considerato che la chiesa di S. Maria in Castello venne
consacratanel1208,ritengo,finoaprovacontraria,cheilsuopavimentovenne
realizzato da Iacopo di Lorenzo nei primi anni del XIII secolo, tra il 1204 e il
1208 e che Cosma I, forse in giovanissima et, avrebbe potuto collaborare,
essendoancorasottoaddestramentopaterno.
Terminata questa lunga digressione sulla chiesa di Santa Maria in Castello a
CornetoTarquinia,ritorniamoalnostrodiscorsosuipatterndeiCosmati.
Credo che quanto espresso fino a questo punto sia sufficiente per avere
unideaabbastanzachiaradeglielementistilisticichecontraddistinguono,come
un marchio di fabbrica, larte dei pavimenti musivi della bottega di Lorenzo.
Elementichesidistinguono,ovviamente,nelrepertoriocomplessivodeipattern
ereditato dalle scuole precosmatesche, e che costituiscono i segni particolari di
riconoscimento dellarte dei maestri Cosmati. A parte questo, per, possiamo
constatare come una buona parte del repertorio geometrico tradizionale sia
rimasto essenzialmente invariato. Ma duopo avvertire che sono proprio
quegli elementi caratteristici visti prima che ci permettono di riconoscere gli
interventi di Iacopo I, e di Cosma e figli dopo, nella confusione dei numerosi
rimaneggiamentineipavimentiantichidellebasilicheromane.Esiccomeglistili
di Cosma che abbiamo appena visto sono ben riconoscibili gi ad una prima
generica analisi visiva, possiamo ora analizzare con maggiore consapevolezza
tutti gli altri pavimenti e di stabilire se essi siano mai stati interessati da
interventi dei maestri Cosmati, in Roma, nel Lazio e fuori regione. Data
lenormefamachequesticonquistaronoinpocomenodimezzosecolo,ovvio
supporre che molti allievi e simpatizzanti avessero successivamente cercato di
simulare la loro arte, adottando gli stessi stili e le stesse soluzioni. Dico questo
perch, ricordo di aver visto nella chiesa di San Menna a SantAgata dei Goti,
alcune tracce che riconducevano troppo chiaramente allarte di Cosma, in un
pavimentochedaconsiderarsiunmistodiinterventididiversemaestranzedi
marmorari.Quindi,osideveipotizzarecheimaestriromaniebbero,seppuredi
rado,degliincarichifuoridalPatrimoniodiSanPietro,ocheessiebberodiversi
emulatorianchetralescuolediartistisiculocampani.
IpatterndellanticopavimentodellabasilicadiMontecassino.
Abbiamovistocheildisegnodelleguillocheedialcunedecorazioni,comele
fasceintrecciate,sonodichiaraderivazionebizantina.Mentrequandogliartisti
di Bisanzio vennero a lavorare a Montecassino, inventarono il quinconce
derivandolo dalle immagini sacre viste nei manoscritti latini e pi
specificamentedaquellidiMontecassino.
Il resto del repertorio geometrico derivato da quello dellopus sectile
dellantichitgrecaeromana,rinnovatopoiaBisanzionellepocacostantiniana
e quindi esportata in Grecia e in Italia nellXI secolo. A tal proposito vorrei
ricordare che sul Monte Athos, in Grecia, nel il monastero del Grande Lavra,
fondato nel 963 da SantAtanasio, si conservano al suo interno opere di tipo
cosmatesche. I due quinconce che si vedono nelle foto ne sono due esempi. La
loro somiglianza, nella concezione, forma geometrica e soluzione tecnica,
talmente vicina ai due quinconce che si vedono nellincisione di Gattola del
pavimento di Montecassino, da farci pensare senza ombra di dubbio che essi
siano stati eseguiti poco tempo dopo il rientro delle maestranze bizantine. E
ovvio supporre che al loro rientro, i maestri fossero chiamati ad adornare il
monastero e che questi avessero proposto la novit del quinconce come
realizzatoaMontecassino.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|98
IdueQuinconce,asimmetricoenormale,delMonteAthos.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|99
Comesivedenonsonopatternsparticolarmentecomplicatidalpuntodivista
dei motivi geometrici. Molti di essi per sono stati ripresi in modo identico
dallantico repertorio dellopus sectile e quindi successivamente dai Cosmati. In
generesipresentanoincomposizionigeometrichecontesseredidimensionipi
grandirispettoaimotivicosmateschi.Tuttaviaabbastanzaricconellavarietdei
disegni e dei colori. Gi in Montecassino si ritrova il pattern dellesagono fatto
di listelli marmorei bianchi collegati tra loro da sette piccoli esagoni uniformi,
nel cui interno si formano 5 triangoli a loro volta scomposti in altre quattro
piccole tessere di cui quella centrale sempre bianca. E questo uno dei punti di
riferimento principali, quando lo si ritrova di dimensioni maggiorate, nel
riconoscimentoadocchiodeipavimentiprecosmateschi,inquantoiCosmatilo
utilizzaronoesclusivamenteincomposizioni miniaturizzatesiaperi pavimenti
cheperledecorazionidegliarrediliturgici.
Patternallinternodifascedicollegamentodeiriquadri,decorativeedi
riempimento.
Se vero che per le partizioni rettangolari esterne alla fascia centrale nei
pavimenti precosmateschi si trovano motivi geometrici che utilizzano tessere
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|100
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|101
Fig.15
Lafig.15mostraqualcosacheforsesfuggita,neltempo,achihaanalizzato
lincisionediGattola.Essailrisultatodiunforteingrandimentodeldettaglio
dellangolo del riquadro di una delle due grandi ruote in cui si possono
riconoscere,incredibilmente,quellichesarannoglielementiessenzialidellarte
cosmatescapavimentaledeiCosmati:ildiscocentrale,irombichetrasformano
il disco in un sole raggiante; la fascia circolare nello stesso pattern che siamo
abituatiavedereneipavimenticosmateschie,cosastraordinaria,lascopertain
questa immagine del triangolo di Sierpinski base nella decorazione dellangolo
delquadrato.
Roma.S.GiovanniinLateranoRoma.S.MariaMaggiore
Roma.S.MariaMaggioreRoma.S.MariaMaggiore
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|102
Roma.S.MariaMaggioreCarinola(CE).Cattedrale
LetdelpavimentocassinesediDesiderio
19
E. Scaccia Scarafoni, Note su fabbriche ed opere darte medioevale a Montecassino, in Bollettino dArte, Roma, 1931-1938,
settembre 1936, S. III, XXX, 1936, 3, pp. 97-121
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|103
Non posso sapere con quali occhi Scaccia Scarafoni abbia visto lincisione di
Gattola, se labbia esaminata minutamente anche con una lente
dingrandimento,maiomisonofattounaideadiversadicicheoffreinvisione
lantica mappa del pavimento che, sebbene limitata nella definizione dei
particolari dalla tecnica dellincisione, mostra dettagli che se visti con occhio
critico fanno rabbrividire, come appunto quelli che ho descritto sopra. Sono
daccordo con Scaccia Scarafoni, invece, nellipotizzare che il pavimento
originale sia stato soggetto a manomissione nel corso dei secoli. La stessa
incisione, come rilevato anche da Pantoni, mostra una totale assenza di
pavimentazione musiva nei rettangoli centrali del terzo settore, in
corrispondenza degli ultimi due grandi riquadri. Segno evidente che il
pavimentocinquecentescoavevagisubitodanniconsistentierimaneggiamenti
orestauri.Dallostatodelletessere,coscomefudisegnatodaGattola,sievince
una situazione che ritroviamo analoga nei pavimenti cosmateschi oggi visibili,
dove la perfetta rispondenza simmetrica cromatica si ritrova solo in
piccolissime parti originali dei pavimenti o nelle zone totalmente restaurate in
tempi non antichi. E noto, infatti, che tale simmetria e le accortezze che
riportano il ripristino dello stato originale del pavimento, pu osservarsi oggi
solo nei restauri in cui stata posta attenzione specifica a questi particolari,
comeinS.MariainCosmedin,S.MariainTrastevere,S.GiovanniinLaterano,
ecc. Mentre il pavimento del presbiterio di Santa Prassede, sempre in Roma,
mostraevidentirimaneggiatiinepocabaroccaconrelativaperditadellelineedi
simmetriapolicromaegeometricaoriginali.
E assodato, quindi, e daccordo con Scaccia Scarafoni, che allepoca
dellincisione di Gattola, il pavimento antico della basilica di Montecassino era
in uno stato che risulta essere in buona parte alterato rispetto a quello che
dovevaessereilsuolaspettooriginaleallepocadiDesiderio.
Cosa e quanto sia cambiato non facile dirlo. Resta difficile, infatti, credere
cheunsimilelavorodiintarsiogeometricopolicromodovelasimmetriagioca
un ruolo primario di fusione di tutti gli elementi compositivi perfino
nelleffettivo significato finale, filosofico e religioso, degli elementi simbolici
rappresentati, sia stato concepito originariamente con tanto disordine, per
riutilizzare il termine preciso di Scaccia Scarafoni. A ben osservare, nella sua
interezza, la mappa di Gattola, il pavimento sembra pi che un lavoro
cosmatesco concepito per significare lordine universale, quella perfezione
espressa dalla natura quale concetto della creazione stessa di Dio, una
risistemazione abbastanza casuale di avanzi di un primitivo pavimento
originariamente concepito nellordine perfetto di ogni sua parte. Chi avesse
avuto il compito, qualche secolo dopo Desiderio, per esempio, dopo il 1349
quandoforseilterribileterremotochesconquasslabbaziapoteffettivamente
distruggere o sconvolgere buona parte della originaria composizione del
pavimentodesideriano,diripristinareilmegliopossibilelanticopavimento,si
trovadattuaredellescelteinfunzionediunacultura,quellalasciataineredit
dai maestri Cosmati, in funzione della quale si cerc di risistemare lopera
originale in modo il pi vicino possibile alle caratteristiche dei pavimenti
cosmateschi.
Se pensiamo ad una simile ipotesi, potremmo avere la ragione per cui il
pavimentodiMontecassinosipresenta:
1)nellincisionediGattolaleggermentealteratodalpuntodivistadellordine
simmetricopolicromoerispettoallorganizzazionearchitettonicadellenavate;
2) in linea di massima corrispondente allintento dei pavimenti cosmateschi
per quanto riguarda lassemblaggio di partizioni rettangolari a motivi
geometricisimililungolenavatelaterali;
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|104
3)allincentramentonellanavatacentraledeimotivigeometricipiricchinel
disegnoenellascomposizionemusiva;
4) alla conservazione delleffettivo stile bizantino precosmatesco di tutto
lapparatogeometricomosaicale;
5) infine, allesistenza di alcuni dettagli, come quello descritto sopra per le
fascedidecorazione,chesembravafinoadoraapparteneresoloallascuoladei
pavimenticosmateschi.
Edifficile,invece,esseredaccordoconScacciaScarafoninellipotizzarecheil
pavimento di Montecassino sia da datarsi addirittura al XIV secolo o alla fine
del XIII secolo. Le caratteristiche generali si mostrano in modo persino troppo
evidente legate allo stile del pavimento precosmatesco dellXIXII secolo, che
peraltrosiriscontrachiaramenteinmoltideipavimentidellebasilicheromane.
DaltraparteloScacciaScarafonihabasatolesueipotesisullapresuntacorretta
datazionedelpavimentodellabbaziabenedettinadiSerramonacesca,graziead
una lapide posta tra le tessere marmoree. Ma di lapidi murate nei pavimenti
doposecolichequestieranostatirealizzati,lechiesesonopiene.Cicheresta
pi evidente, invece, che il pavimento di Serramonacesca, tanto affine a
quellodiMontecassino,nonostantesiastatodistrutto,smontato,rimaneggiato
erimontatoinsedidiverse,certamentedadatarsi,comehogidimostratoin
un mio studio specifico, a poco dopo la realizzazione del pavimento
desideriano.
Sotto,lincisionesettecentescadelpavimento
dellachiesadiMontecassino,pubblicatada
ErasmoGattonanel1733ebasatasul
disegnodiGuiglielmellidifine600.
FotoN.Severino
Cichenonpotreicontrobatterelevidentemanomissionedelpavimentodi
MontecassinochesinotaanchenellincisionediGattola.Eforseveroche
nei pavimenti precosmateschi pi antichi il disegno unitario non
rispondevasempreapreciseleggisimmetricheeitantimotivigeometrici,
poi tralasciati da Cosmati (vedi le grandi tessere a forma di goccia, le
eliche,ecc.),assumevanounsignificatocheoggiingranpartecisfugge.
Ma ci che sicuro che nulla puramente casuale in un pavimento
concepitoconquestanuovaartemusiva.InquellodiMontecassinononsi
spiega bene il riquadro centrale con i due occhi che spezza la
successionedelleduegrandiruote,lineguaglianzadeglistessidue oculi
etantialtridettagli.
Ma i due riquadri diagonali che si trovano allinizio della navata
sinistra e che ospitano due piccoli quinconce, e che sembrano
unanomalia nel disegno generale dellopera, si possono invece spiegare
grazieadunaideadiArturoGallozzisecondola qualeessipotevanoun
tempo adornare il pavimento della piccola cappella di San Bertario,
successivamentedemolita,chesitrovavaproprioinquelpunto,secondo
ancheleplanimetriediSangallo.
Tutto ci che di disomogeneo, disallineato, asimmetricamente
policromo, alterato, rattoppato, sostituito, arrangiato, restaurato, ecc., si
pu osservare sia nel pavimento di Montecassino, sia nellincisione di
Gattolaeneirepertisopravvissuti,sipuspiegareconlunicomotivoche
mivienedapensare:ciochequantosopravvissedelpavimentooriginale
dopoilterremotodel1349,statoriassemblatoneltempoenelmodoche
vediamonellincisionediGattola,ammessochetaledisposizionenonsia
mutatanelcorsodioltretresecoli,ciodal1349al1728circa.
Non c alcun dubbio, invece, che buona parte di quanto possiamo vedere
nellastessaincisioneanchequantocipervenutodelmaterialeoriginariooggi
conservato nelle cappelle del Monastero, riferibile al lavoro originale
commissionatoaimaestribizantinidallabateDesiderioprimadel1071.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|105
CheilpavimentodellabasilicadiMontecassinosialaprimaepiimportante
opera del suo genere, da cui inizi tutta la scuola precosmatesca e
successivamente quella pi propriamente cosmatesca, non da mettere
minimamenteindubbio.
Stabilito che i pattern
geometrici dei pavimenti
precosmateschi, sono es
senzialmente quelli che si
vedononellatabellariportata
sopra, relativa al pavimento
della basilica di
Montecassino, ossia il pi
antico di tutti, vediamo ora
alcuni elementi principali
dello stile dei Cosmati, da
Iacopo di Lorenzo (che
chiamer Iacopo I), il figlio
CosmaIeinipotiLucaeIacopoII.Eovviochetalielementisonoincomunea
tutti e quattro gli artisti, ma ad una analisi pi minuziosa risulta evidente che
ognunodilorolihainterpretatisecondoilpropriogusto,mostrandocosalcune
caratteristiche proprie che permettono di distinguere loperato di ciascun
membrodellafamiglia.
Adestrasivedeunodeimotivi
geometriciricostruitidel
pavimentodesiderianodi
Montecassino.Ilmodulobase
statoripresodaiCosmatiin
diverseoccasioni.
FotoN.Severino
(pergentileconcessionediDon
Gregorio,bibliotecariodi
Montecassino.)
Fino ad oggi, gli studiosi hanno dato poca rilevanza ai pavimenti delle
cattedrali di Ferentino ed Anagni. Eppure essi sono gli unici litostrati
cosmateschi la cui paternit dei magistri romani accertata: a Ferentino da
documenti storici, ad Anagni direttamente dalle firme degli artisti! Neppure il
pavimento della cattedrale di Civita Castellana vanta la firma dei Cosmati,
eppure esso generalmente attribuito ad almeno uno dei membri di questa
famiglia. Sulla base di quali esempi, quindi, possiamo addurre ipotesi di
attribuzione dei pavimenti precosmateschi di Roma e degli altri litostrati
presentinelpatrimoniumSanctiPetrienellealtreregionilimitrofe?
A quanto pare, gli unici reali testimoni di quel tempo che possono venirci in
aiuto sono proprio i pavimenti di Ferentino e di Anagni. Non solo. Grazie alla
mia recentissima scoperta, si pu aggiungere con certezza assoluta, anche il
pavimentodellachiesadiSanPietroinVineis,sempreinAnagni.
Abbiamo,cos,degliesempioriginali,vericosmateschi,chesonopernoiuna
insostituibile guida quando tentiamo di riconoscere la mano degli artisti negli
altri pavimenti musivi della stessa epoca o anteriori. Personalmente, quanto
hofattodal2010,dopoaveranalizzatominuziosamenteipavimentisiFerentino
e Anagni. Essi mi hanno offerto la possibilit di riconoscere lo stile dei
principalimembridellafamigliadeiveriCosmatiedistinguerlodaglielementi
spureiderivatidalrestodeglialtrilitostrati,odiriconoscereilorointerventidi
manutenzione,restauroerifacimenti,specienellechiesediRoma.
E assolutamente necessario, quindi, partire dalla base principale, costituita
daipavimentidiFerentinoedAnagni,qualemodelloassolutodellostilematuro
e di transizione tra le generazioni della famiglia dei Cosmati, da Iacopo I a
Cosma I e figli. Per fortuna i detti pavimenti hanno una superficie
sufficientemente ampia per offrire un quadro generale di assoluta affidabilit
dellartediIacopoeCosma.Daquesti,integrandoconquellodellachiesadiSan
Pietro in Vineis e dellipotetica attribuzione del pavimento della cattedrale di
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|106
Civita Castellana
20
, possiamo finalmente avere una visione complessiva il pi
realisticapossibiledelveropavimentocosmatesco.
GlielementistilisticiessenzialideiCosmatineipavimentidiFerentinoe
Anagnieilconfrontoconglialtripavimentidiattribuzioneipotetica.
Ferentino.IlpavimentodiIacopoI
Senza entrare nel merito di una troppo lunga digressione sul pavimento
21
,
vediamo di raccogliere gli elementi stilistici essenziali che rappresentano
levoluzione dal pavimento precosmatesco primitivo a quello della scuola
cosmatescadellabottegadiLorenzo.Atalpropositobeneevidenziarecheallo
statoattualenessunpavimentoriferibileconcertezzadocumentaleallamano
di Lorenzo di Tebaldo. Lo stesso Luca Creti, nelle opere citate in precedenza,
cherappresentanoglistudidimaggioreautorevolezzasullabottegadiLorenzo
fino ad oggi, descrive solo i pavimenti di Civita Castellana, di Anagni e di
Ferentino i quali, come sappiamo, non sono attribuibili a Lorenzo. Quindi la
nostra indagine inizia dallopera di Iacopo I, figlio di Lorenzo che in et forse
20
Infatti,ilpavimentodellacattedralediCivitaCastellananonfirmato,nvisonodocumentistoriciattendibiliper
una attribuzione certa. Alcuni elementi stilistici, rapportati con quelli di Anagni, ha fatto intuire alla Glass che esso
potrebbeesserestatorealizzatointuttooinpartedaunodeimembridellafamigliadiCosmaneiprimiannidelXIII
secolo.
21
PerunadescrizionecompletasivedaN.Severino,IlpavimentocosmatescodellacattedralediFerentino,edizioni
www.ilmiolibro.it,marzo2011.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|107
questasoluzionesiastatacongenialequasiesclusivamenteaLorenzoeIacopoI.
Da ci si pu supporre che la lunga guilloche presente nella navata centrale
della chiesa di Santa Prassede in Roma, quella nella cattedrale di Civita
Castellana e quella nella chiesa di San Clemente, potrebbero essere attribuite
tutte a Iacopo I. Per quanto riguarda Civita castellana, della stessa idea, ma su
supposizioni diverse perch basate sulla lettura di una epigrafe sullarchitrave
delportalemedianodellacattedrale,eraancheCharlesHutton(1950),mentre
solo in parte giustificata, secondo me, lattribuzione tarda della Glass (1980) al
primo quarto del XIII secolo. Infatti la studiosa giustifica la sua ipotesi
associando stilisticamente il pavimento di Civita Castellana con quello della
cripta di San Magno nella basilica inferiore della cattedrale di Anagni. Nella
cripta di San Magno non esistono guilloche estese, ma solo una lunga serie di
quinconce. Per, la forma e lo stile del quinconce di Civita Castellana troppo
sono troppo analoghi ai quinconce della cripta di San Magno. Ci potrebbe
significarecheIacopoIeilfiglioCosma I abbianopotutolavorareinsiemealla
realizzazione del pavimento in un periodo forse compreso tra il 1211 e il 1225.
Inoltre, lo stile e le scelte dei motivi geometrici presenti nei dischi di porfido
della lunga guilloche della cattedrale di Civita Castellana, presenta analogie a
dirpocostupefacenticonquellidiSanClemente(comeiltriangolodiSierpinski
allinterno del disco), motivo per cui anche questo pavimento pu essere
attribuitoaIacopoI.
Perci,credochelasceltadirealizzarefascecentraliconlungheguillochesia
uno stile da attribuire principalmente a Iacopo I, forse derivato dal padre
Lorenzo.
IltriangolodiSanClementeequellodiCivitaCastellana
IlquinconcediIacopoI.
del marmo e la prova, quindi, che lopera stata in buona parte manomessa e
ricomposta. Se la scomposizione minuta delle piccole tessere delle decorazioni
interne del quinconce viene osservata in modo ravvicinato, si pu vedere la
netta differenza di tessere pi recenti e meglio conservate rispetto ad altre in
buonaparteconsuntedaltempoedallusura.Leprimesimostranoincoloripi
vivaci e i lati perfettamente dritti, le pi antiche pi spente nei colori e nei lati
modellate come la superficie curva di un sasso sottoposto allazione perenne
dellacqua.Doveletesseresonounpomeglioconservatesiosservaunapiccola
parte di lavoro originale, mentre il pi delle volte si assiste ad una
disomogeneit dei colori e delle forme delle tessere perch dove mancavano
furono sostituite con quelle pi nuove. La simmetria dei colori discontinua
comeanchequellaneimotivigeometricideiriquadri.
IlquinconcediFerentinovistodallaltodelCoro.FotoN.Severino
Unadellecosepibellechedovevanodeliziaregliocchidellosservatore,era
sicuramente costituita dalle fasce curvilinee che avviluppano i dischi, formare
da un delicato ricamo di tessere quadrate minute di vario colore in cui
predominailgialloantico.Qui,comeinquasituttiipavimenticosmateschi,non
possiamoammirareloperaoriginale,perchnoncsimmetriatraicoloridelle
tessere, ma possiamo solo immaginare che effetto producevano le file
quadratiche continue di colore giallo, nella semioscurit della chiesa. Il giallo
che un colore usato certamente dai Cosmati per enfatizzare lilluminazione
spiritualeelaredenzione,inducendoilvisitatorearifletteresulcambiamentoe
laricercadelnuovo.
LastellacosmatescadiIacopoI.
Da qualche parte si trova scritto che lo storico dellarte Agincourt nel XIX
secolo reputava i Cosmati inventori del mosaico a stella, come si vede nel
chiostro della basilica romana di San Paolo fuori le Mura. Probabilmente
lAgincourt, avendo visto luso frequente della stella ottagonale e dei pattern a
stella nei lavori dei Cosmati, pens che essi ne fossero in qualche modo gli
inventori.Lefiguredistelleneimosaicicredochesianoancorapiantichee
quindiforsepossiamodirecheiCosmati,omegliocheaqualchemembrodelle
famigliedeiCosmati,piacquemoltoutilizzarelastellaneilavoridimosaico.Ma
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|110
diqualestellasitratta?LAgincourtsiriferivaadunoinparticolaredeidiversi
patternastellautilizzatidaimaestri?
a b
c) d) e)
Nelletrefiguresopra,sivedonoaltritreprincipaliesempidimosaicoastella.
in c) una stella esagonale al centro di un esagono pi grande; in d) inscritta in
unesagono;ind)ritorna lastellaottagonaleinpastavitreadoratastavolta per
gliarredi.EquestitreesempiesistononellacattedralediFerentinoincuilavor
Iacopo.Lastessaesagonaledic)lasivederipetutaduevoltenelledueseriedi
guillochenellastrisciacentraledelpavimento.Mentrelastelladellafig.d)esiste
in una lapide, forse originariamente pavimentale ma avrebbe potuto
appartenereaduncorooaltro,fissataalpavimentoneiprimiannidel900.
E ovvio che troppo generico, da parte di Agincourt, dire che i Cosmati
furono gli inventori del mosaico a stella. Quali artisti intendeva con il termine
Cosmati?ForseanchelealtrefamigliecomeIRanuccio?DiPaulus?DiDrudo
de Trivio o dei Vassalletto? Sicuramente il mosaico a stella fu utilizzato
costantementedatuttiimarmorariromaniedellItaliaMeridionale,percuinon
credo che si possa parlare di invenzione dei Cosmati. Ma il fatto che luso
della stella nei pavimenti labbiamo certificato nellopera di Iacopo I e non in
quelle di Cosma e figli, significativo e fa credere che si tratti in effetti di una
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|111
GlialtrielementistilisticidiIacopoInelpavimentodiFerentino
22
Sempre sulla base del fatto che il pavimento della cattedrale di Ferentino
lunico finora che vanta lattribuzione certa, comprovata da documentazione
storica, a Iacopo I, continuiamo a cercare di distinguere alcuni degli elementi
checisembranocaratteristicidellostiledelmaestroromano.
Abbiamo visto che egli amava creare lunghe serie di guilloche piuttosto che
creare serie di quinconce; che utilizzava, anche se con parsimonia, la figura
della stella, generalmente esagonale e di colore bianco, al centro di dischi di
porfido.
Ora vediamo alcuni tipi di pattern usuali che si riscontrano molto spesso nei
lavori dei Cosmati. Se questo di Ferentino il primo pavimento accertato
cosmatesco, allora dobbiamo convenire che qui si trovano accomunati una
quantitdipatternchevannoacostituireilrepertorioclassicodeiCosmatiche
seguiranno a Iacopo. E evidente, quindi, che questi elementi stilistici non
furono inventati di sana pianta da Iacopo, ma derivano da una pi antica
tradizione, quella di Montecassino da cui forse il primo maestro marmorario
romanoconosciuto,MagisterPaulus,latrasmiseaisuoiprimidiscendenti.
Nei lavori di Lorenzo di Tebaldo, questi elementi ci sono gi tutti. Come
anche nei pavimenti precosmateschi. Si trattava solo inserire nella tradizione
degli stilemi personali derivati, probabilmente, quasi esclusivamente da
sempliciscelteartistichenelcampodelledecorazionidegliarrediliturgiciepoi
applicateancheailitostratimusivi.
f g
Nellefigurefegsipossonovedereduepatternmoltobelliedimportantidel
pavimento di Ferentino. Il primo un esagono, al quale sia Iacopo che Cosma
rimarrannosemprelegatistilisticamente,incuisonorappresentatialtriesagoni
contesserealosangadallacuiintersezionesiformanofiguredistellescomposte
in triangoli e al centro di ogni stella vi una tessera esagonale uniforme. In
questo motivo prevale sempre il colore rosso e verde. Nella fig. g) si vede un
motivo geometrico unico nel suo genere, forse mai ripetuto in altri pavimenti.
Un disco con un triangolo interno sui cui lati sono costruiti tre cerchi che si
intersecano occultamente al centro del triangolo che a sua volta composto di
un frattale semplice di figure autosimili scomposte in triangoli minori. Lo
spazio rimanente tra le tre porzioni di cerchio sono tre triangoli sferici,
scomposti anchessi in figure autosimili partendo da un triangolo maggiore
22
Per una descrizione completa del pavimento della Cattedrale di Ferentino, N. Severino, Arte Cosmatesca, La Cattedrale di
Ferentino, edizioni ilmiolibro.it, Roccasecca, 2011.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|112
Dei motivi geometrici derivati dal repertorio del pavimento della basilica di
Montecassino, gli artisti romani presero in prestito quasi tutto. Ci che si pu
osservarequindinellavoropavimentalediIacopolinsistenteritornodelluso
di alcuni pattern principali che caratterizzeranno lo stile di tutti i pavimenti
prettamentecosmateschi.Alcunidiquestilipossiamovedereraggruppatinella
tabellachesegue:
Stellaottagonale
Triangoliraggianti
Losangaesagonale
scomposta
Quadratini
diagonali
Quadratinie
triangoli
Crocidiquadrati
Fig.h)
Fig.i)
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|113
Nellefigg.h)eg)sivedonoiduepatterndellastellaottagonale.Nelprimole
stellesiintersecano,nelsecondosonoindipendentierealizzateallinternodiun
singoloquadrato.
Le caratteristiche principali dello stile cosmatesco sono estremamente
evidenti.Traidettaglicherisaltanomaggiormentetroviamoimotivigeometrici
a forma di stelle, esagonali ed ottagonali, gli esagoni, a tessere uniformi,
intersecantesi con losanghe esagonali o in composizione mista di entrambi i
casi;itriangoliraggianti,sempliciecomplessi,lefigureautosimiliditriangolidi
Sierpinski nel livello semplice; le file ripetute e consecutive di quadratini
dispostidiagonalmenteo,comesidiceadquadratum,eviadicendo.
Nel pavimento di Iacopo a Ferentino troviamo ancora un paio di elementi
abbastanza personali, se vogliamo, che sono rappresentati negli ultimi due
dischidellaprimaseriediguilloche,dopoilquinconce.Lipossiamovederequi
sotto.
fig.L fig.m
quadrato voleva indicare la vicinanza del recinto sacro: il Tempio che era
prossimo al fedele. Il numero quattro il numero della perfezione divina ed
qui rappresentato dai quattro cerchi che sono intorno al centro immobile, il
quadrato, disposti in una direzione pi vicina a quelle dei punti cardinali.
Infatti, il pattern, come si riesce a vedere, si sviluppa in senso direzionale
sensibilmentesfasatorispettoallalineadellafasciacentrale.Sembraimpossibile
capirneilmotivo,senonsipensacheessostatointenzionalmentedisorientato
dalla linea della fascia, forse per accostarlo il pi possibile alle direttrici dei
punti cardinali rispetto ai quali la navata della chiesa orientata in senso Est
Ovest.
Nulla sembra essere lasciato al caso. Non abbiamo la certezza che gli altri
dischidelleguillochesianooriginali,maoltreaquelligivisti,nonvisonoaltri
pattern di particolare interesse che possano essere associati allo stile personale
di Iacopo. Un altro elemento che, a mio parere, pu essere di fondamentale
importanzanelriconoscimentodellostiledelmaestroromano,lusofrequente
di dischi di porfido uniformi nelle serie di guilloche, ma senza alcuna
decorazione o motivo geometrico interno. Se ne vede un buon esempio nel
pavimentodiFerentino,edfortementeconfermatoanchedallalungaguilloche
del pavimento di Civita Castellana dove anche molti dei dischi sono esenti da
motivigeometrici.Lastessacaratteristicavaleperilpavimentodellabasilicadi
San Clemente, dove incredibilmente tra tutti i dischi vuoti delle guilloche
presenti,siripeteeccezionalmentesoloildiscoconiltriangolofrattale,proprio
comeaCivitaCastellana.LostessosipudireperlabasilicadeiSantiQuattro
Coronati, dove pure lavor sicuramente prima Lorenzo, poi il figlio Iacopo I e
nellOratorio di San Silvestro, si riconosce lo stile dellultimo Cosma o dei figli
IacopoIIeLuca.
Insomma, senza timore di sbagliare troppo, possiamo dire che le guilloche
lunghe e quinconce con dischi pressoch vuoti di motivi geometrici,
appartengonoallostilediIacopoI,mentreleguillochecorteeleconcatenazioni
di quinconce con dischi di che esibiscono motivi geometrici elaborati nei modi
cosmateschi della Bottega di Lorenzo, appartengono pi direttamente allo stile
diCosmaefigli.
Per quanto riguarda i motivi geometrici delle ripartizioni rettangolari nel
pavimento di Ferentino, queste non offrono un quadro certo che si pu
attribuire esclusivamente a Iacopo. Infatti, non sappiamo se nel duomo fosse
presente un pavimento precosmatesco fatto realizzare in occasione della
traslazione delle reliquie del santo patrono SantAmbrogio, prima del 1110. E
da considerare che a quel tempo la chiesa fu forse ricostruita in buona parte,
sotto papa Pasquale II a cui si devono molti altri pavimenti musivi di allora.
Cos, non possiamo escludere che il primitivo pavimento fosse stato prima
realizzato da Magister Paulus sotto Pasquale II, successivamente rimaneggiato
e/o restaurato da Lorenzo di Tebaldo a cui segu il figlio Iacopo che si cur di
rifare forse principalmente la fascia centrale del pavimento. Storicamente
plausibile, in quanto ci che penso sia accaduto in massima parte per quasi
tuttiipavimentimusivimedievalidellebasilicheromane.Questospiegherebbe
ancheperchilpavimento,nellasuavisioneunitaria,sembraessereformatoda
zonedipavimentopivicineallostileprecosmatescoenellazonacentraleallo
stilecosmatesco.
IlpassaggiodiIacopoInellacattedralediTerracina.
Terracina non molto lontana da Ferentino dove sappiamo con certezza che
Iacopo I esegu il pavimento cosmatesco. Ma forse nel medioevo era pi facile
arrivareaTerracinadaRomavialitoraletirrenico.Adognimodo,Terracinanon
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|115
era certo cos fuori portata da chi viveva nella citt eterna. Sulle opere
cosmatesche della cattedrale di Terracina si letto di tutto, meno di un
particolare, forse il pi importante di tutti: levidenza dello stile di Iacopo I
riconoscibilissimo in ampi tratti del pavimento musivo. Elemento principale di
identificazione luso frequente della stella, specie nelle soluzioni geometriche
esagonali, di decorazione e nei dischi centrali di guilloche o quinconce. La
molteplicit degli stilemi di Iacopo I riconoscibili, oltre che nei singoli dettagli
anche nellinsieme di dischi porfiretici e fasce decorative, permette, secondo il
mio parere, di ritenere che il maestro romano abbia dato il suo contributo in
questa chiesa. Lanalisi di tutta la superficie pavimentale, comunque, mostra
che esso non ha quella omogeneit stilistica che avrebbe avuto solo se fosse
rimasto inalterato dal suo primo concepimento. E evidente che il risultato di
quantosivedeoggisialasommadidiversiinterventi,dirifacimento,restauroe
conservazione,dovutiadiversiartisti,intempidiversi.Generalmentesinotano
stilemi appartenenti ai pavimenti precosmateschi, vicini alla concezione di
quello della basilica di Montecassino, come anche caratteristiche, quelle delle
figurezoomorfe,tipichedellascuoladimarmorarisiculocampana.Mavisono
ampiezonedipavimento,soprattuttonelpresbiteriochemostranochiaramente
lo stile del pavimento cosmatesco romano, anche se a tratti frammisto ad
elementi estranei, come linserimenti di animali o di pattern geometrici pi
propriamente di stile campani. Tuttavia, la mano dellartista romano fin
troppo evidente in esempi classici, come quelli che si vedono nelle immagini
cheseguonoechemostrano,inparticolare,lecaratteristichedellostilediIacopo
IcheabbiamoriscontratonelpavimentodellacattedralediFerentino.
Prima di concludere, ritorno un attimo su un dettaglio delle pagine
precedenti, relativo al pattern della figura g in cui si vede un cerchio con un
triangoloalcentroetreporzionidicerchiocostruitisuicatetideltriangolo.La
scomposizione interna del triangolo e delle campiture esterne fatta con
triangoli e, come abbiamo gi detto, precisamente si riconduce al livello pi
elementare del cosiddetto triangolo di Sierpinski. Le campiture esterne per
formano tre triangoli sferici in cui la decorazione fatta in modo che,
utilizzando triangoli grandi e piccoli, sia ottenuto leffetto di una superficie
sferica a globo. Un pattern di grande effetto mai visto in nessunaltro
pavimento. E realmente una invenzione di Iacopo I? Di recente mi sono
casualmente imbattuto in una immagine che riporto nella fig. o, la quale
rappresentalafiguraartisretoricae.
Fig.g Fig.o
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.Libroprimo.Introduzione|116
SANBENEDETTOINPISCINULA
Storiaecronologia
Sotto:unacampituradel
pavimentodacuisievincecheil
patterngenerale,scaturitodal
modulobasedellascomposizione
diunquadrato,formatoda
tesseresupplitecasualmentein
diversicolorineirestauri
successivi.Segnoevidentedi
significativemanomissionidel
manufattooriginale.
Irestauri
LedimensionirilevantideiquinconceinSanBenedettoinPiscinuladovevano
servire,comehodettoallinizio,ancheperesaltarelaspazialitallinternodella
chiesa che si presentava piuttosto piccola, dando limpressione di camminare
sul pavimento di una grande basilica e, inoltre, a ravvivare, con lo scintillio
delle sue infinite tessere musive, un ambiente gi di per s piuttosto buio. La
mia ipotesi che il pavimento fosse esteso in origine a tutto il litostrato della
chiesafuespressagidalprincipeCamilloMassimoinunsuovolumespecifico
sulla chiesa in cui per, pur dedicando decine di pagine a raccontare la storia
delle famiglie cui furono dedicate molte lastre sepolcrali poste nel pavimento
nelleepocheincuifumanomessoillitostratooriginale,nulladispecificocidice
invecesullaformaesuidisegnidelpavimentocosmatesco.SecondoMassimo,il
pavimentodellaCappelladellaVergine,furiattatoattornoal1844pervolere
delCardinalTosti
3
.UnacuriositinteressanteraccontatadalMassimoriguarda
3
CamilloMassimo,MemoriestorichedellachiesadiSanbenedettoinPiscinulanelRioneTrastevere,Roma,1864,pagg82,89:
ondevenisseriattatoilpavimentodiquellaCappellachemessoatassellidimarmodiversicomenelrestodellachiesa.Pag.
91:IlpavimentodiS.BenedettoinPiscinula,amaggiormentecomprovarelavenerandaantichitdiquestainsignechiesa,trovasi
invariepartilastricatodicosdettaoperaAlessandrina,ossiaditessellatoinpietradura,diporfido,diserpentino,granitoedaltri
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|34
dallaparteopposta,oveorasivedesolomattonato.Quaelasinotanofascedi
marmochepossonoriferirsialXVIXVIIsecoloedaltre(comequellepilarghe
ed esterne alla sinistra della fila di guilloche) che appaiono essere le pi
moderne,riferibiliairestauridelXIXsecoloedaltreriferibilialXXsecolo.Cheil
pavimento sia stato restaurato in diversi punti lo si evince gi dal confronto
delleimmaginichepropongoquisotto(fig.1e2).
Descrizioneanaliticadelpavimento
Comedatradizionecosmatesca,nellintentodicrearequeltappetodipietra
che con la sua simbologia iconografica doveva accompagnare il passo degli
intrantes dalla porta principale della chiesa fino al Sancta Sanctorum, il
pavimento di San Benedetto in Piscinula inizia subito dopo aver varcato il
portone della facciata neoclassica che sostituisce il piccolo portico medievale,
manomesso nel 1687. Solo un lastrone di marmo bianco separa il pavimento
musivo dal portone. Due quinconce di significative dimensioni, nel senso che
nonsonontroppograndi,ntroppopiccoli,maabbastanzasovradimensionati
rispettoallecaratteristichedeipavimentidelXIIIsecolo,sonogiustappostitra
loro,erimangonoatestimoniare,moltoprobabilmente,chelafasciacentraledel
pavimentomusivoerafattanelmodochesivedeoggie,comedettoprima,che
nello spazio coperto attualmente dal mattonato doveva esserci anticamente il
terzoquinconceprimadiarrivarealpresbiterio.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|36
Lafasciacentrale
I due quinconce che aprono la strada al fedele dopo aver varcato la soglia
della chiesa, sono meravigliosi. Nove secoli di storia, durante i quali hanno
subito infinite vicende, non sono bastati a scalfire minimamente il fascino e la
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|37
Nellefotoinbassosivedela
primacampituratraidischidel
primoquinconce,allentrata
dellachiesa.Ilmoduloquadrato
scompostoinelementiminorie
triangolari,produceunpattern
diquadratiestelleottagonali.E
lastellacosmatescacitatada
Agincourt.
FotoN.Severino
bellezza del lavoro originale. Un lavoro che allocchio attento dellosservatore
risulta subito rivelare quella precisione di intaglio e incastro delle tessere
minute,quelgustocromaticochelegaelegantementeidiversimotivigeometrici
chefannodellartedeiCosmatiunanuovaeraartistica.
Cos, quei tre grandi dischi di giallo antico, lesionati, scalfiti e consunti dal
tempo, che si contrappongono a quelli pi piccoli di serpentino, sembrano
accogliere il visitatore che entra nella chiesa con un caloroso ed accogliente
abbraccio.Eilprimodisco didestra,chesembra unsolesplendenteconlasua
fascia circolare di triangoli raggianti rossi, verdi e gialli, mostra con quanto
calore il Signore accoglie chi cerca la redenzione e la pace spirituale nel suo
tempio.
La bellezza e leleganza della prima campitura trapezoidale sconvolgente e
possiamo solo immaginare leffetto di meraviglia che linterezza di una simile
operapotevadareachisiapprestavaadentrareinquellachiesanel1200.Quella
che lAgincourt dice fu inventata dai Cosmati, la stella ottagonale (facendo
riferimento ai motivi a stella del chiostro di San Paolo fuori le mura ed io
aggiungo anche quello dei Santi Quattro Coronati), il motivo che riempie la
campitura iniziale del primo quinconce, proprio come fu concepita dai maestri
nel primo periodo: semplice, intervallata da una tessera quadrata uniforme. In
questo spazio la sequenza realizzata in tessitura diagonale a 45 e le punte
della stella sono ricavate con piccole tessere triangolari bianche disposte di
punta. La sequenza del pattern mostra anche una quasi perfetta simmetria
policroma che raramente si vede nei pavimenti ricostruiti. Qui siamo di fronte
allavorooriginaledellabottegalaurenziana.Lefascecurvilineecheannodanoi
primi dischi sono anchesse delle chiare tracce stilistiche della bottega
cosmatescadiLorenzo:asinistra,esagoniinscritti,fattiditessereromboidaliin
porfido rosso e verde con una tessera esagonale uniforme al centro; gli spazi
interni scomposti in triangoli producono limmagine di una stella a sei punte
inscritta in un esagono. Questo pattern sembra che abbia una importanza
particolare in questo quinconce, visto che copre le intere campiture esterne
centraliequellainterna,oltrechediversefascecurvilinee.Glialtrimotivisono
abbastanzacomuni:triangoliraggianti,stelleottagonaliemotivialosanghe.
Iduedischisuperioridelprimoquinconce,sonodidimensionimoltoridotte
rispettoaglialtriestilisticamentemoltodissimili.Edifficilespiegareleragioni
diunasimilediversit,siadalpuntodivistaiconologicochepratico.Differenze
simili si notano anche in altri pavimenti cosmateschi, ma i dischi delle grandi
rotae del pavimento desideriano di Montecassino, per esempio, sono tutti del
tiporaggianteemostranodimensioniproporzionatecostantitraloro.
Il disco superiore di sinistra del primo quinconce di serpentino ed ha due
decorazioni circolari di triangoli scaleni rossi e verdi, alternati a scomposizioni
in elementi minori
5
. Il disco di destra, invece, ancora di serpentino, ha due
cornicicircolariconmotividirombigialliinunaeduefileditriangolinellaltra.
Anche in questo spazio si vede la mano dei ritocchi. La fila di rombi gialli
interrotta bruscamente da alcune tessere bianche! Mentre nelle file di triangoli
attornoaldiscononclacorrettasimmetriadeicolori.
Ancheidueprimidischidelsecondoquinconcehannocaratteristichediverse:
ilprimoasinistrapigrande,mahalestessedimensionidiquellocentrale,
lesionatoeconunadecorazionecircolarecompostadaunadoppiafiladipiccoli
5
Sono grato al monaco benedettino e ingegnere Angelo Pantoni che attorno al 1970 pubblic le sue ricerche sul
pavimento medievale della chiesa abbaziale di Montecassino, di San Vincenzo al Volturno ecc. ed ha usato questa
splendida definizione di scomposizione in elementi minori per riferirsi alle piccole campiture geometriche derivate
daglispaziformatidaimotiviatessereuniformi.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|38
triangolibianchi.Ildiscodidestra,dicolorescuroeframmentato,pipiccolo
di dimensioni, uguale agli altri tre dello stesso quinconce, ed ha una
decorazione circolare miniaturizzata che richiama quella del disco centrale.
Entrambeledecorazionisonofattediduefileditriangoliuniformirossieverdi
alternati alle relative campiture triangolari scomposte in elementi minori. E
comuneancheilpatterncherichiamalafiguradelfrattalenotacometriangolo
di Sierpinski del secondo livello. Le fasce curvilinee invece che annodano
entrambiidischidestroesinistrosonofinalmentediverse,essendoformateda
un motivo di quadratini rossi e verdi disposti di punta ed altri minori nelle
campiture, collegati tra loro da elementi triangolari sempre bianchi. Anche le
due campiture esterne che separano i due quinconce sono diverse dalle
precedenti e simmetriche nel motivo geometrico, formato da una alternanza di
quadratini uniformi rossi e verdi e scomposti in elementi minori e posti in
diagonale. I triangolini di riempimento sono tutti bianchi. Le campiture
superiorilateralisonoanchesseunacostantestilisticadellabottegadiLorenzo.
Il pattern tra i pi usuali ed antichi e si ritrova anche nel pavimento di
Montecassino. Quadrati uniformi qui disposti in diagonale alternati a quadrati
pipiccoliinscrittinellacampituraformatadatriangolini.
Dettagliodiunafasciacircolare
condecorazioneditriangoli
raggianti,compostadatessere
uniformiverdierossealternatea
figuretriangolariscompostein
elementiminoribianchi,rossie
verdi.Linterotriangoloformala
figurafrattalediSierpinski.In
questidettaglisipuosservarela
differenzadellintarsioconi
pavimenticosmateschiricostruiti
nellepocabarocca,dovesivede
lallettamentodellamaltaolasua
fuoriuscitacausatadalla
ricostruzione.Rif.figg.8e9.
FotoN.Severino
Il disco centrale del secondo quinconce devessere stato sostituito nel tempo
conquellochesivedeoggichenonappareneppureessereundiscodimarmo.
La magnificenza della cornice circolare, e la finezza del suo intarsio di tessere
minutetriangolari,mostralintentocosmatescodiesaltaregradualmenteipunti
pi importanti del cammino del fedele che si avvicina allaltare. Probabilmente
il terzo quinconce mancante doveva essere superlativo, con un disco centrale
magnifico, forse proprio di quel giallo antico che per essere cos prezioso e
ricercatofufattosparireneirestauri,comeriferitoprima.Eprobabilmentelasua
cornice circolare doveva essere simile a questa del secondo quinconce, ma
ancora pi complessa, fatta di tre file di triangoli raggianti e scomposti in
elementi minori, in una magnificenza di intarsio sectile minutissimo e
nelleleganza dei colori rosso e verde che esaltava tanto il giallo antico. I due
dischi superiori del secondo quinconce sono diversi: quello a sinistra
sembrerebbe un pavonazzetto frammentato, contornato da una decorazione di
rombi uniformi verdi e rossi e campiture scomposte in elementi minori
triangolari; quello di destra sembra essere una sostituzione ed anche la
decorazione circolare appare non essere conforme allo stile e al livello di
esecuzionedellealtre.
Infine, la campitura esterna superiore che riproduce il motivo di quadrati in
diagonaletuttirossisufondoditriangolibianchi,appareesseretropponuova
rispettoalrestodelpavimento.
Unosguardogeneraleallefascediinterconnessionedeidischidiporfido,cio
quelle che annodano le campiture con i dischi, mostra che esse sono di almeno
tre tipologie diverse ed appartengono ad almeno tre o quattro periodi storici
diversi,corrispondentiaidiversimomentiincuifuronooperatisulpavimentoi
restauripisignificativi.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|39
Fig.3varietipologiedimarmiperlefascecurvilineecheannodanoidischi.
Nella fig. 3 si vede la parte centrale del secondo quinconce in cui si notano
almeno tre cronologie diverse per limpiego dei marmi. Nella mia opinione, i
pochi frammenti che si mostrano pi ingialliti dal tempo sono i resti del
pavimentooriginale,mentrequellimoltoframmentatiepibianchipotrebbero
essere stati inseriti in restauri anteriori al XV secolo. Quelli pi bianchi, lisci e
menodanneggiatidaltempoedallincuria,macomunqueantichi,potrebbero
rappresentare gli interventi del XIX secolo. Le fasce grandi perimetrali sono
anchesse un misto di antico e moderno. Bisogna distinguere per le fasce
laterali destra e sinistra che potrebbero aver effettivamente suddiviso la fascia
contenentelafiladiquinconcedalrestodelpavimentoelafasciasuperioreoltre
laqualeiniziailmattonato.Questultimadeveperforzaesserestatainseritanei
restauriduranteilrifacimentototaledelpavimentoinquantoessanonavrebbe
avuto alcun senso nella fascia centrale dove vi la continuit dei quinconce
giustapposti. Inoltre, si nota anche in questo caso che il grosso della fascia
sinistra moderna, parte della fascia destra antica, e parte della fascia
superiore anchessa formata da elementi misti, in massima parte antichi e
forsetipologicamentediversidalresto.
Lafascialateralesinistra
A sinistra dei due quinconce si estende una fascia di sei dischi annodati a
formare una serie di guilloche. Siccome ho calcolato che manca un intero
quinconce fino al gradino del presbiterio, e visto che uno di quei quinconce
corrispondeinproporzioneacircatredischiannodatiaguilloche,presumoche
lafilaoriginalechedoveva costeggiarela fasciacentralefosseformatadanove
dischi di porfido. E ovvio supporre che la stessa doveva essere raddoppiata a
destra della fascia del quinconce. Sono totalmente convinto, e questo
importante,cheitredischidiporfidoannodatiaguillochesianoproprioquelli
che si trovano ora nellOratorio di San Benedetto e che fungono da guida
dallentrata della piccola Cappella della Vergine, fino allaltare sul quale c il
dipinto della Madonna. Questi dischi, avanzati dalla fila sinistra della fascia
centrale,furonoreimpiegatiinquestacappellanelmomentoincuisieseguirono
ilavoridirifacimentodelpavimento,sostituendolepartidistruttedelmosaico
cosmatescoconilmattonatocheoggiancorasivede.
Entrambe le parti appaiono essere ricostruite in diversi punti. Ci
abbastanza visibile dove si nota la differenza tra porzioni pavimentali in cui le
tessere intarsiate risultano essere senza fuga tra loro, e porzioni in cui risulta
benevidentelallettamentodellamaltatraletessere.
In massima parte ci risulta quasi ovunque nei tre dischi ricostruiti nella
Cappella della Vergine, mentre nella fila dei sei dischi che fiancheggiano i
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|40
quinconcesoloalcunepartimostranoquestecaratteristichedovutearifacimenti
erestauri.
Lostiledeidischidiporfidonon,ingenere,quellochehacontraddistintole
guilloche di Ferentino e i quinconce di Anagni, opere di Iacopo e di Cosma.
Tuttavia, difficile stabilire con certezza delle differenze che potrebbero essere
solodovuteasceltelocali,operragionireligiose.LestrodiIacopoeCosmanel
decorare il disco interno con motivi geometrici, non si ritrova in questa chiesa,
per i dischi uniformi qui presenti si vedono anche in Ferentino e Anagni,
mentre lo stile della guilloche e delle sue decorazioni sembra proprio quella
cosmatesca.
Le decorazioni delle fasce di annodatura tra i dischi sono fatte di eleganti e
vivaci motivi di triangoli raggianti rossi e verdi; di quadratini di giallo antico,
verdi e rossi, mentre le fasce di marmo mostrano le stesse caratteristiche che
abbiamodettoperiquinconce.Chelatipologiadiguillochesiapianticaforse
diquelleprodottenelXIIIsecolopotrebbededursioltrechedallecaratteristiche
generali,anchedaunapeculiaritcheappareessereabbastanzasingolarenelle
operecosmatesche:lecampituretriangolaritralerotaeinquestocasomostrano
una composizione musiva diversa, formata da triangoli raggianti alternati che
fanno da cornice ad una lastra di marmo triangolare interna. Non possibile
stabilireconcertezzasesitrattidiunasceltaeffettuataduranteivaririfacimenti
delpavimentoodiunasoluzionevolutadalmaestrocosmato.Ancheinquesto
casoletipologiedeimarmitriangolarisonodiversetraloro,ilchedimostrache
essesonoprobabilmentedaconsiderareunreimpiego.Tuttavia,unadiesse(fig.
4)sembraessereoriginaleecipotrebbeconfermarechelintentooriginaledel
marmoraroeraproprioquellodirealizzarequestodisegnomusivo.
Fig.4.Unadellecampituredellaseriedi6dischiannodatiaguilloche
Unpavimentocosmatescooriginale
Dettagliodellefascemarmoree
bianche,alcunedellequali
originali,edelledecorazionidi
quadratinietriangoli.Lefasce
dimarmobianchediquesto
pavimento,pisottilie
frammentarie,dovrebbero
esserepreseamodellonel
confrontoconlealtrechesi
vedononeipavimenti
ricostruitiinepocabarocca.
FotoN.Severino
originale, restaurato e ritoccato pi volte, ma mai smontato e riassemblato,
come in quasi tutti gli altri casi, almeno nei resti che si vedono nella navata
centrale, un fatto di straordinaria importanza per eventuali rilievi,
misurazioni, studi sulla tecnica dellintarsio sectile e soprattutto per i necessari
confronti con tutti gli altri pavimenti simili. Spesso gli studiosi hanno scritto
moltepaginesupresunteteoriediproporzionalitnumerichecheriguardanole
misure di quinconce, guilloche e partizioni reticolari e che starebbero alla base
della realizzazione dei litostrati cosmateschi; pagine ed ipotesi di innegabile
fascino,masfortunatamenteapplicateasituazioniarchitettonicheirreali.Voglio
dire che tali studi
6
prendono in esame misure effettuate su litostrati
completamentesmantellatiericostruiti,spessoinmodoarbitrario,incuifurono
reimpiegati molti elementi estranei allopera originale, come plutei di amboni,
lastre di recinzione, lapidi tombali e quasi tutte le fasce marmoree che
delimitanolepartizionireticolariemotividiquinconceeguilloche.
Lo steso discorso ovviamente vale
anche per le descrizioni dei pavimenti
cosmateschi in generale che spesso
vengono presentati come fossero effet
tivamente i litostrati originali concepiti
dai Cosmati, mentre in realt si tratta di
ricostruzionieffettuateinepocabarocca.
Unadellecaratteristichepiinteressanti
invece che possiamo osservare nel
pavimentodiSanBenedettoinPiscinulae
chesiconservatagrazieproprioallasua
originalit, lo stato dellintarsio delle
tessere la cui differenza con i pavimenti
smontati e ricostruiti postumi si rende
assolutamenteevidente.Perquestoeperi
motivi sopra esposti il pavimento di
questachiesadaritenersitraipiimportantidelsuogenere.
Leimmaginichesivedononelleprossimepaginemostranochiaramentecosa
cipudirequestolitostratorispettoaglialtrisimiliequellicosmateschidelXIII
secolo.
6
DueesempiautorevolisonosenzaltroLucaCreti,InMarmorisArtePeriti:labottegacosmatescadiLorenzotrailXIIeil
XIII secolo, Roma, 2010, dove a pag. 163i, per esempio, fauna analisi metrologica nellarea dellanticaSchola cantorum
dellacattedralediAnagni.Lesuededuzionisembranoevidenziareladozionediunprocedimentodicontrolloproporzionale
delle singole parti, basato sullimpiego di figure geometriche semplici definite in fase progettuale attraverso luso della riga e del
compassoefacilmenterealizzabilidallemaestranzeincantiereconilcomuneimpiegodisquadreecorde.Cretiperprendele
suemisure,riportatenellapag.164inunoschizzodelpavimentochecomprendeunquinconcetradueguillocheditre
dischi,comprendendononsololefascemarmoreechenonsonooriginali,maprolungandoilraggiodelquinconceal
di fuori del limite della fascia stessa. Se vero quindi che gli architetti del medioevo lavoravano in base a precise
regole di controllo proporzionale, anche vero che le misure effettuate oggi possono risultare fuorvianti perch
ricavate su manufatti completamente ricostruiti, a volte arbitrariamente, dove sono reimpiegate soprattutto le fasce
marmoreelecuidimensioninonsipuesserecertifosseroquellerealiutilizzatidaiCosmati.Lestesseconsiderazioni
valgono anche per le teorie numericoproporzionali date da Dorothy Glass nel suo libro Studies on cosmatesque
pavements,del1980.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|42
Fig.5.Ilprimoquinconcepressolingressodellachiesa.
Fig.6Particolaredelleprimeduefascedecorativeattornoaldiscocentraledi
gialloantico
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|43
Fig.8
Fig.9
Nelle figg. 8 e 9 si vede una parte della decorazione delle fasce circolari
intornoadunaruotadelsecondoquinconceeildettaglioingrandito.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|45
Nellefigg.10e11sipuvedereunimmediatoconfrontodimotivisimili(non
uguali)indischidiguillocheequinconcechesitrovano,nellafig.10nellacripta
di San Magno ad Anagni e nella fig. 11 nella cattedrale di Ferentino, entrambe
opere cosmatesche rimaneggiate e in gran parte ricostruite. Il confronto con la
fig.9delpavimentodiS.BenedettoinPiscinulamostralanettadifferenzatrale
tipologie dellintarsio dei pavimenti. Il primo originale con le tessere accostate
tra loro e al di sopra del piano di allettamento della malta; negli altri casi le
tesseremostranoillettodimaltaelalorosuperficiequasiallostessolivello.
Un lavoro come quello della fig. 9 lo si riscontra solo in alcune zone del
pavimento della basilica dei Santi Quattro Coronati che pure viene ritenuto
essere in massima parte originale e probabilmente in alcuni elementi del
pavimento della basilica dei Santi Giovanni e Paolo al Celio. Ma di questo
parleremopiavanti.
Figg.12e13.UlterioreconfrontodaduechiesediRoma(S.Marcoasinistrae
S.MariaAracoeliadestra)
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|46
Fig.14.Laseriediseidischiannodatiaguillocheallasinistradellafasciacentrale.
Fig. 15. Una parte della serie di guilloche dove si vede anche il reimpiego di diversi tipi di marmo nelle fasce
curvilinee.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|47
Fig. 1617. Nella fig. 16 si vede la ruota pi a sinistra della guilloche di fig. 15 e nella fig. 17, il dettaglio
evidenziato dal rettangolo rosso di fig 16. Si nota chiaramente la parte superiore ricostruita a cui si affianca
quellainferioreoriginale.Lafig.17mostracontemporaneamentelecaratteristicheevidenziateinprecedenzanei
confrontifotograficitralafig.9elesuccessive.
Fig.18.Ilpavimentocosmatesco
nellanavataprincipaledella
chiesadiSanBenedettoin
Piscinulacomesivedenellasua
interezzadaunafotostampatasu
unodeipannelliesplicativiposti
allingressodelmonumento.Si
notaanchelostranoreimpiegodi
duetesseredimediagrandezzae
diformavagaagliangolidel
secondoquinconce.
Paginaseguente.Fig.19.Ildue
quinconcevistidallalto,conla
meravigliosacampituracentrale
chelicollega.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|48
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|49
Fig.20.Undettagliodelquinconce
Fig.21.PartedelpavimentoricostruitonellaCappelladellaVergine.
Sotto:Fig.22.IlportalecosmatescochefadaingressoallaCappelladellaVergine
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|50
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|51
Fig.23
Fig.24
Fig.25.
Nelle figg. 2324 e 25 alcuni dettagli della decorazione del portale
cosmatesco.
PavimentiCosmateschidiRoma:Storia,LeggendaeVerit.ChiesadiSanBenedettoinPiscinula|52
PavimentodiS.BenedettoinPiscinula.
PavimentiCosmateschidiRoma:ChiesadiSanCesareodeAppio.|53
S.ALESSIOINAVENTINO
DuecolonnedallIconostasidiS.BartolomeoallIsola,unafirmata.
A.ANTONIOABATE
Portale del 1269 con due sfingi. Liscrizione sopra la porta si riferisce al
cardinaleCapocci,patronodellospedale.
SS.APOSTOLI
UnleonesulportalefirmatoBASSALLECTUS.
S.BALBINA
Tronovescovile,TombadelCardinaleStefanodeiSurdi,firmata;
Learmidelcardinaleinmosaico,biancosusfondoblu.
S.BARTOLOMEOALLISOLA
Porticodel1113.
S.CECILIAINTRASTEVERE
Portico;CandelabroPasqualediArnolfodiCambio.
S.CESAREODEAPPIA(oinPalatio)
Dueambonidicuiquelloasinistradigranlungapiraffinato;Plutei
Paliottodellaltareprincipale;Paliottididuealtarilateralinellanavata;
Tronovescovile;BasediuncandelabroperilceroPasquale;Ciborio?Ilciborio
delXIIsecolo,inaccordoconVenturi(III,p.886)masembraesserepartediun
restaurodiClementeVIII.
S.CLEMENTE
Pavimento;Ciborio;TabernacoloperlEucarestia(1299);Ambone;Plutei.
S.COSIMATO
Chiostro.
S.CRISOGONO
Chiostro;Pavimento.
S.CROCEINGERUSALEMME
Pannellipavimentalinellanavata.
S.GIORGIOINVELABRO
Portico;Campanile;Pavimento;Ciborio.
SS.GIOVANNIEPAOLO
Portico;Campanile;Pavimentorifattonel1911.
PavimentiCosmateschidiRoma:ChiesadiSanCesareodeAppio.|54
S.GIOVANNIINLATERANO
Pannellipavimentalinellanavata;Figuradelpapainginocchiato
Ciboriofirmato;Tronovescovilenelchiostro;Variframmentinelchiostro.
S.GIOVANNIAPORTALATINA
Portale;Altaremosaicato.
S.GREGORIOMAGNO
Pavimento,rifattonelXVIIIsecolo.
S.LORENZOFUORILEMURA
Portico;Pavimento;Ciboriofirmato;Pulpito;Plutei;Tronovescovile;
TombadelCardinaleFieschi;Chiostro.
S.LORENZOINLUCINA
Campanile;Portico;Paliottodaltare;Tronovescovilefirmato.
S.MARCO
Ciboriofirmato;Pavimentoricostruito.
S.MARIAINARACOELI
Pavimento;Duepulpitioambonifirmati;TombadiOnorioIV;
TombadiLucaSavelli;TombadelCardinaleAcquasparta(1304);
AltaresotterraneodettodiAugustoconiscrizione.
S.MARIAINCOSMEDIN
Campanile;Portico;Pavimentoconiscrizionedelcommittente;Ambone;
candelabroPasqualefirmato;Ciboriofirmato;Chiesaricostruitanel18941899;
IlCiboriodiDeodatoesuofiglioCosmaII,ilrestodiPaulus.
S.MARIAMAGGIORE
PavimentotuttoricostruitoaltempodiBenedettoIV;
TombadiConsalvoRodriguesfirmata;Paliotto.
S.MARIASOPRAMINERVA
TombadiDurantediMendefirmata.
S.MARIAINNAVICELLA(oS.MariainDomnica)
Pavimentodata(?).
S.MARIAINTRASTEVERE
Pavimento.
SS.NEREOEACHILLEO
Ciborio;Altare;Paliotto;Tronovescovilesuleoni;Pavimento;
DueambonidicuiunodaS.SilvestroinCapite;
Candelabropasquale,sololabase.
S.PAOLOFUORILEMURA
Candelabropasqualefirmato;Chiostroconiscrizione.
S.PIETROINVATICANO
CappelladellaPiet,colonnatortile;
OttocolonnetortilinellaltarealladestradellaCappelladelSS.Sacramento.
PavimentiCosmateschidiRoma:ChiesadiSanCesareodeAppio.|55
GROTTEVATICANE
Tronovescovile.
S.PRASSEDE
Pavimento;TombadelcardinaleAnchrusdiTroyes;
Nellacripta:paliottomosaicato.
S.PUDENZIANA
Campanile;Portalerestaurato.
SS.QUATTROCORONATI
Chiostro;Pavimento.
S.SABA
Porticofirmato;pavimento;PaliottofirmatoVassalletto;Tronovescovile.
S.SABINA
Chiostro:archidecoraticonmosaicocosmatesco;
Scholacantorumricostruita;Tronovescovile;Pietratombale.
SANCTASANCTORUMCAPPELLA
Pavimento;Decorazione.SuunpilastroclafirmadiCosma.
S.TOMMASOINFORMIS
Portalefirmato.
SS.TRINITADEIMONTI
DuecolonnetortilivisteinSanPietroinVaticano.
LapiccolachiesettadiSan
CesareodeAppia,la
facciatachesitrova
alliniziodellanticavia
romana.
FotoN.Severino
SANCESAREODEAPPIA(oSanCesareoinPalatio)
InternodellachiesadiSan
CesareodeAppia.Nei
pressidelpresbiteriosi
vedonoleprezioseopere
cosmatesche.
FotoN.Severino
Ladisposizionesimmetricaincrociatadeimotivibasataprincipalmentesulla
predominanzacromaticadelverdeanticoedelrosso.Inentrambiicasilestelle
cosmatesche sono bianche, mentre le losanghe oblunghe sono rosse da una
parteconquadratinoverde,everdidallaltra,conquadratinorosso.
Sul gradino inferiore, in corrispondenza della fenestella confessionis, stata
ricostruita una ruota il cui diametro la lunghezza della finestra con la grata.
Una fascia bianca marmorea ne delimita la fascia interna decorativa, molto
larga,costituitadaduefiledirombigrigidispostialvertice,alternatiatriangoli
pipiccoli.Unasecondafasciadecorativasimileaitriangoliraggianti,mafatta
con tessere rosse tagliate a forma di trapezoide asimmetrico, alternate a
triangoli verdi, contorna il disco centrale di porfido verde. Anche questa parte
di pavimento totalmente ricostruita, reimpiegando parte di materiale antico
provenienteprobabilmentedaunaltrachiesa.
DallastoriasiricavacheilpapaClementeVIII(15921605),feceriedificarela
chiesadallefondamentaprobabilmentedallarchitettoGiacomodellaPorta,ma
dallo stato che si osserva nei reperti, la ricostruzione di questo lacerto
PavimentiCosmateschidiRoma:ChiesadiSanCesareodeAppio.|57
pavimentalepufarsirisalireaisuccessivirestaurivolutidapapaPioIX(1847
78).
Fig.1.Pavimentotraleduescalediaccessoalpresbiterio
Fig.2.Pavimentodavantiallafenestellaconfessionis.
Nellachiesasonopresentiimportantioperecosmatesche,comeidueamboni,plutei,itrepaliottifrontalidei
tre altari di cui uno sul presbiterio e due nella navata, il trono vescovile, forse anche il ciborio con alcune
decorazioni, ma secondo gli studi effettuati sembra che tali opere non sarebbero state realizzate per questa
chiesainquantofuronoquitrasportatedallabasilicadiSanGiovanniinLateranoduranteisuoirestaurinelXVI
secolo,altempoincuipapaClementeVIIIaffidlachiesaaipadriSomaschidelcollegioClementino.
PavimentiCosmateschidiRoma:ChiesadiSanCesareodeAppio.|58
Dueimmaginidelleoperedidecorazionecosmatescapresentinellachiesa.FotoN.Severino
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|59
BASILICADISANCLEMENTE
durantegliscavidellabasilicainferiore,lhannotrasformatanellostatoattuale.
Unanotiziainteressanteriguardanellospecificoilpavimentodellatribuna,o
Schola cantorum, e ci viene da Alessandro Atti, il quale nel suo libro Della
munificenzadisuaSantitpapaPioIX,felicementeregnante,pubblicatoaRomanel
1864,scriveva:
Racconciatoilpavimentoanticodimarmotessellatocompresofraidueamboninella
chiesadiSanClemente.
Da questa notizia si ha di certo che il pavimento costituito dalla bella
sequenza di dodici dischi di porfido annodati al modo di guilloche che nella
Scholacantorum,furestauratocompletamentetrail1859eil1864.
Unadelledecorazionidella
transennafrontaledella
ScholaCantorum.Eil
classicofioredellavita,
onnipresentenelleopere
cosmateschedellabottegadi
Lorenzo.Quinelclassico
verdeserpentinoanticosu
fondiditriangolirossie
bianchi.
FotoN.Severino
Il nostro compito ora quello di cercare nel pavimento odierno, dove
possibile, le poche tracce che possono dirci qualcosa su questi oscuri
avvenimentidirestauro.Maprimacredosiaindispensabilecommentarequanto
illustristudiosidiartecosmatescahannoscrittosuquestospecificoargomentoi
quali sembrano tutti concordi nellattribuire il pavimento e le suppellettili a
magister Paulus (cos anche il testo da Breve storia dei Marmorari Romani,
redattodallaUniversitdeiMarmoraridiRoma).
LavocepiautorevolenelcampoquelladiDorothyGlassilcuivolume
StudiesonCosmatesquePavements,sebbenepubblicatonel1980,sembraessere
ancora la bibbia seguita da tutti gli studiosi. Cos, mi pare doveroso
riconsiderarla qui come riferimento principale e riportare in libera traduzione
ci che la studiosa inglese scrive in merito al pavimento della chiesa di S.
Clemente.
labsidedellachiesa.Sebbeneabbiapersogranpartedeisuoipreziosiporfidieserpentini
e fu senza dubbio manomesso (disturbato nelloriginale, nda) durante gli scavi
della basilica inferiore tra il 1861 e il 1868, esso conserva ancora gran parte della sua
disposizioneoriginale
La basilica superiore di San Clemente risale ai primi decenni del XII secolo. I
patternsusatinelpavimentoancheconfermanoquestadatazione.
Luso di lunghe guilloche (dischi annodati a guilloche che Glass chiama
rondelle, nda) unico fra i pavimenti cosmateschi autentici. I quattro dischi
longitudinali iniziali allentrata della chiesa sono fiancheggiati su entrambi i lati da
venti rettangoli disposti in cinque file in larghezza e quattro file in lunghezza
(longitudinali)
3
. I rimanenti sei dischi sono fiancheggiati da pattern simili per un
totaledi25pannellireticolarisuognilato
4
.Sideverilevarecheitondisullassecentrale
della chiesa non si estendono fino allentrata, mentre sono preceduti da due porfidi
rettangolari di uguale dimensione. Probabilmente in origine vi erano due dischi in pi
nelleposizionioccupareoggidairettangoli.
La Glass ritiene che i dischi erano originariamente sei fino ai punti oggi
occupati dalle tombe, e ci sarebbe conforme alle soluzioni di altri pavimenti
cosmateschi.
Inoltre lei pensa che la zona pavimentale occupata dalle lastre tombali ha le
dimensionigiusteperchpotesseesserviinorigineunquinconce.
Inpraticalastudiosacercaintuttiimodiditrovareunmodelloconformealle
disposizioni caratteristiche comuni ai pavimenti cosmateschi del XII secolo,
comesivedonoaiSS.QuattroCoronatieinS.MariainCosmedin,negliesempi
da lei stessa proposti. Ma si tratta di conformit a pavimenti del XIII secolo e
non certo riferibili a pavimenti precosmateschi del 1128, anno in cui fu
consacratalabasilica!
In ogni caso, penso che la studiosa abbia fatto una giusta considerazione nel
valutare che al posto delle lapidi rettangolari al centro della croce dovesse
esserci un tempo almeno uno o due dischi che davano il senso della soluzione
dicontinuitalledueseriedifilediguilloche.Cosdovevaessere,ancheperch
inunararaincisionechehotrovato,eseguitadaLetarouilly
5
primadel1860,si
vedelapiantadellabasilicadiSanClementeconildisegnodellefileincrociate
diguillochenellanavataequellanellatribuna,oltrechetuttiipannellireticolari
correttamente riportati. In questo unico disegno non si vedono le lapidi
rettangolari al centro della croce, ma la continuit delle guilloche, cos come
doveva essere in origine. Tutto ci ben visibile nella fig. 1. Non credo che
lautore che, al di l dellimprecisione del numero di dischi riportati, essendo
comunque abbastanza attento ai particolari, non avesse tenuto conto delle due
lapidisequestefosserostatealloropostoalmomentoincuieglieseguivailsuo
disegno. Perci, credo che sia abbastanza attendibile e che possa finalmente
essere comprovata lipotesi di ulteriori due dischi di porfido nelle due file
incrociate, dove se ne contavano in origine 12 in longitudine e 9 trasversali. In
questo modo lasse longitudinale aveva 12 dischi prima della tribuna e altri 12
allinternodiessa,raggiungendounasignificativaarmonizzazionenumerica.
3
Giinquestopassocqualcosachenonquadra.Infattidarilieviottocenteschi,maancheallostatoattuale,lefilein
lunghezza sono tre e non quattro, per cui i rettangoli sono 15 per parte se si escludono quelli adiacenti alla stessa
altezzamanellenavatelaterali.
4
AncheinquestolaGlasssbagliaacontareipannelliperchvenesonoancora15perpartefinoaipilastridellenavate
laterali. Anche se avesse voluto comprendere i pannelli nelle navate, sarebbero molto superiori al numero di 25
indicati.
5
PaulMarieLetarouilly,dificesdeRomemoderneourecueildespalais,maisons,glises,couventsParis,1860,Vol.3,Plate
116.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|62
Fig.1
Lerrore di Letarouilly nel riportare un
numeroerroneodidischi,chetralaltro
un errore comune a molti altri autori,
come ha giustamente rilevato Glass nel
suostudio,probabilmentedovutoadun
errore di valutazione dello spazio nel
disegnopercuiriuscitoadinseriresolo
quel numero di dischi annodati a
guilloche anche perch, probabilmente,
egli aveva pi a cuore di mostrare
lunitariet del disegno che non il
dettaglio del numero di dischi. Infatti, le
ripartizioni reticolari a destra e a sinistra
dellasse delle guilloche sono entrambe
disegnate bene e riportano tre file
orizzontalidi5rettangoliperparte,come
sivedeancheoggi.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|63
Ildisegnodelpavimento
diSanClementeeseguito
daRossiniprimadel
1843,annodi
pubblicazionedelsuo
volume.
ContinuandoconiltestodiGlass,silegge:
patterns nella navata. Questa fila di rettangoli forse attribuibile a un goffo restauro
chedistrusseipatternsoriginali
6
.
La costante marcia dei dischi continua nella schola cantorum dove dodici
ininterrotti dischi prendono la sua intera lunghezza
7
. Immediatamente a destra e a
sinistra dei dischi sono cinque rettangoli disposti in una fila longitudinale; questi
mostranounaperfettacorrispondenza.Inoltre,cisonorettangoliallungati
verso lestrema sinistra e a destra dei dischi verso la parete interna della
schola cantorum; questi non sono corrispondenti. Questi secondi
rettangoli sono entrambi unici e scomodi. Essi sono forse da attribuire ad
unrestauro.
Infatti,inunaltrodisegnodiLetarouilly,sempreanterioreal1860,
nella tribuna, sul lato sinistro non si vede riportata la striscia di
mosaico che costeggia il muro perimetrale sinistro della tribuna
stessa, mentre oggi c. Potrebbe essere un dettaglio che il
disegnatore non ha riprodotto, ma siccome da dire che non
mancanodettaglianchepiminutidiquesto,difficilecredereche
essosiastatotralasciato.
Larigorosalogicadei
pannelli nella navata
centrale continua
Glassnonpermeai
rettangoli delle navate
laterali i quali, sebbene
di dimensioni e pattern simili a quelli della navata centrale, non rivelano una
corrispondenza di pattern. Mentre la maggior parte dei patterns seguono i patterns
originali cosmateschi, quelli adiacenti il muro esterno della schola cantorum
sembranoessereattribuibiliadunrestauro,coscomequasilinteranavatellasud.
Il pavimento in S. Clemente non confinato unicamente alle menzionate aree, ma
appareanchein:
Letreimmaginimostranoun
confrontodirettotrail
pavimentodisegnatoda
Rossini(asinistra),da
Ciampini(adestra)ecomesi
vedeattualmente,nellazona
dellatodestrodellaSchola
Cantorum(sopra).E
possibilevederecomesiano
diversiipannellipavimentali
siadellovalecheintornoad
esso,edancheimotivi
geometricicheli
compongono.
FotosopradiN.Severino
1) labside principale e intorno allaltare; qui il pavimento consiste di tre file
longitudinaliirregolari.Cisonotrerettangolisuciascunlatodellaltare.Versoilleggio
dellabsideviunasecondafiladinoverettangoli.Vicinoallacurvadellabsidesonodue
ampispazirettangolari.Unpodicorrispondenzesembranoosservarsi.
2) Le cappelle del Santissimo Sacramento e di San Giovanni. Queste cappelle sono
postmedievalieiloropavimentisonoimitazionideilavoricosmateschi.
LaCappelladelSS.Sacramentostatacostruitanel1617.Presumibilmenteil
pavimento di questa cappella stato dotato da subito di mosaico cosmatesco:
con quali tessere esso fu realizzato, considerato che il pavimento di San
Clemente era gi completo in ogni sua parte? Le risposte sono due: a) o il
pavimento stato rifatto con materiale nuovo nel 1617; b) o esso stato
realizzato con parte del materiale originale dellantico pavimento
precosmatesco e cosmatesco della basilica, evidentemente in parte distrutto o
smantellato.
ContinuiamoconiltestodiGlass:
6
QuestareadellanavatafiancheggiatasulladestradallaCappelladiS.DomenicoesullasinistradallaCappelladiS.
Caterina. Entrambe sono una assurda ricostruzione post medievale. Il pavimento potrebbe essere stato danneggiato
duranteilcorsodiquestilavori(notadiGlass).
7
Incisioni di questarea del XIX secolo sono contrastanti tra loro. Bunsen, Gutenson e Knapp, mostrano solo undici
dischi nel coro, ma nelle tavole successive essi mostrano 13 dischi.Letarouilly mostra solo 11 dischi.Luigi Canina in
Ricerchesullarchitetturapipropriadeitempicristiani,2edizione,Roma1846,indica12dischinellatavolaXXV,ma
soloundicinellatavolaXXIII(notadiGlass).
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|65
3) Tra il coro e laltare, vi un rettangolo con patterns sullo stesso asse dei dischi
della schola cantorum . Il rettangolo , a sua volta, fiancheggiato da tre rettangoli su
ognilato.Ipatternssonosimiliaquellidellanavataprincipale.
4) La cappella di S. Caterina fu eretta tra il 1411 e il 1431. Il pavimento post
medievale consiste in otto rettangoli, quattro disposti in fila per ogni lato dellaltare;
questi hanno una completa corrispondenza. Un rettangolo largo disposto davanti
allaltare.
LadescrizionechelaGlassfadelpavimentodiSanClemente,comesivede,
abbastanza limitata se si tiene conto che ancora oggi il suo libro considerato
una pietra miliare della letteratura sui pavimenti cosmateschi. La studiosa non
accenna minimamente alle tipologie dei patterns e alle vistose differenze che
essi mostrano tra loro in diversi punti della chiesa; alla possibilit che il
pavimento realizzato sotto Pasquale II, o un decennio dopo, cio entro il 1128,
possa essere considerato fondamentalmente unopera precosmatesca e in quali
caratteristiche ci potrebbe essere riscontrabile; non fa alcuna distinzione
stilistica tra le varie parti del pavimento, come non giustifica la sua ipotesi
dellimmaginario quinconce al centro della navata maggiore che nel caso fosse
precosmatesco dovrebbe allora essere troppo grande per lo spazio proposto e
nel caso di quinconce alla moda di Cosma I (come in Anagni), anche ci
andrebbestretto,forseperchlasoluzionepropostaquelladelXIIIsecolodei
Cosmati che restaurarono lantico pavimento. Insomma, un lavoro piuttosto
superficialedireiperunoperachevantaunacosconsolidatafamanellambito
deglistudicosmateschi.
Infatti,lesueteorieedipotesisonostatetramandateeripreseadocchichiusi
da molti studiosi, anche se qualcuno pi attento ha iniziato a considerare la
possibilit che anche la studiosa inglese, nonostante la fama, possa essere stata
indottainpiomenogrossolanierroridivalutazionequaelnelsuolibro.Per
esempio, trattando dellattribuzione esclusiva su comparazione stilistica dei
patternsdelpavimentodiSanClemente,larchitettoLucaCreti,pivoltecitato
inquestopera,hascritto
8
:
LaGlassconsideracoeviestilisticamenteassimilabilialpavimentodellacattedraledi
Ferentino i litostrati di Santa Croce in Gerusalemme, dei Santi Quattro Coronati, di
San Clemente e di Santa Maria in Cosmedin, tutti da lei assegnati a Paolo o ai sui
discendentiGiovanni,Pietro,AngeloeSasso(Glass,pagg.6566).Contardi(pag.104),
hatuttaviamessoinluce comeipavimentidi SantaCrocein Gerusalemme edei santi
Quattro Coronati siano molto pi tardi, e ha inoltre individuato notevoli differenze
stilisticheconilitostratidiSanClementeediSantaMariainCosmedin.
dellelorochiese,avvenutenelXIIsecolo,ripropongoancheperSanClementela
mia ipotesi che i Cosmati avrebbero restaurato o rifatto in parte o in tutto
lanticopavimentorealizzatosottoPasqualeII.Secosnonfosse,allorasarebbe
necessario rivalutare la cronologia che interessa tale monumento in quanto la
chiesa non sarebbe stata dotata di pavimento musivo cosa che non credo
possibile fino ad almeno il 1190, epoca in cui forse Iacopo inizi a lavorare
ancheindipendentementedalpadreLorenzo.Inoltre,sesiosservaattentamente
il pavimento, una singolare coincidenza che fasce rettangolari di motivi a
zigzag siano inserite nelle fasce marmoree tra i pilastri delle navate laterali,
proprio come nel pavimento di Montecassino? Potrebbe essere una tradizione
ereditata dallinsegnamento che il maestro Paolo ebbe presso la scuola
desideriana di arte musiva? Se il pavimento intero fosse cosmatesco del XIII
secolo,perchilrestodeipatternsnellepartizionireticolarisonotuttidiestrema
semplicit e riferibili essenzialmente al primo periodo precosmatesco, cio ai
primi decenni del XII secolo? E come mai le partizioni mostrano le
caratteristiche dei pavimenti cosmateschi, cio i rettangoli con i motivi sono
molto stretti e delimitati da fasce marmoree bianche sottili, mentre nei
precosmateschieranoentrambepilarghe?Solodueipotesihannosensosesi
seguequestoragionamento:
a) che lantico pavimento precosmatesco fosse stato semidistrutto per cui
verso la fine del XII secolo e i primi decenni del XIII si sarebbe ricostruito il
litostrato interamente, reimpiegando tutto il materiale che si poteva ricavare
dallantico;
b) che il pavimento antico, gi restaurato dai Cosmati con laggiunta della
croce di guilloche nella navata e la fila nella schola cantorum, fosse stato
ricostruitosottoSistoV,versolafinedelXVIsecolo.
Soloquestedueipotesipotrebberospiegare:
a)lincongruenzanellanavatellasudeinaltriluoghidellimpiegodipannelli
malricostruiti;
b) lassenza di simmetria policroma tra i motivi geometrici in tutto il
pavimento;
c) la coesistenza di elementi riferibili prettamente allepoca precosmatesca
(comelamaggiorpartedeipatternsedellatipologiadelletessereoriginali);
d)lacoesistenzadielementilapideioriginali,menoantichiemoderni;
e) infine, soprattutto il riscontro della maggior parte delle fasce di marmo
bianchechedelimitanoipannellireticolarilequalisimostranoessereingrande
evidenza non pi antiche del XVI secolo, specie se vengono confrontate con i
pochirestioriginalimoltoframmentati.
Anomaliedelpavimento
2)Lafiladiguillochelongitudinaledovevaessereoriginariamenteformatada
12 dischi, esattamente come quella della schola cantorum, mentre quella
trasversaledi9dischi.
3) Sul fatto che gli elementi formati dalle file a croce di dischi annodati e
quindianchelafiladiguillochenellascholacantorumsiaoperadeiCosmatidel
XIII secolo, probabilmente di Iacopo di Lorenzo, autore del pavimento della
cattedrale di Ferentino e forse coadiuvato dal figlio Cosma, accertato
stilisticamente dalla presenza di decorazioni specifiche dei dischi nella fila
trasversale che sono come una firma di questi maestri che assolutamente non
esistononeipavimentiprecosmateschideiprimidecennidelXIIsecolo.Idischi
centralidecoratiamotivigeometriciallorointernoliritroviamosolonelleopere
cosmateschedelXIIIsecolo,daIacopoinpoi.Cos,iltriangolodiSierpinski,che
nel secondo disco a sinistra dellasse longitudinale nella fila trasversale,
identicoaquellodelpavimentodelduomodiCivitaCastellana,mentreimotivi
ad esagono nei dischi sono una caratteristica dei pavimenti di Ferentino e
Anagni.
Interessantecuriosit
Inundisegno(fig.2)propostodaNolannelloperacitataprimaedatato1881,
sivedechiaramenteunaricostruzionediversadelpavimentoincuilepartizioni
reticolari suddivise da fasce marmoree bianche molto larghe sono di larghezza
almeno il doppio di quelle che si vedono oggi, pi precisamente due di esse
prendevanolalarghezzainteradiunodeilatiesternidellatribuna.
Questo fatto, sarebbe molto pi coerente con un pavimento precosmatesco
fatto forse da Paolo o dai suoi discendenti, ma la datazione del disegno di
Nolan del 1881, cio dopo che furono eseguiti gli scavi della basilica
sotterranea e dei relativi restauri, quindi se la datazione proposta esatta,
occorredirecheildisegnosbagliato!Viceversa,seladatazionefossesbagliata,
ildisegnosarebbegiustoelascopertaclamorosa.Sarebbedaverificareper,se
ildisegnononsiaunaraffigurazionedellinternodellachiesaprimadel1861.
Fig.2.DisegnodiNolan
dellinternodiSan
Clemente,incuisembra
diosservareun
pavimentodiverso
dallattuale.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|68
Lacrocecosmatescaprocessionale
(pag. 56, nota 59), che accenna ad un confronto con il pavimento di Civita
Castellana:
Un motivo simile a quello civitonico si trova allinterno del recinto della schola
cantorumdiSanClementeaRoma,dovetuttaviaicerchisonosoltantododiciehanno
dimensionimoltopipiccole.Lapresenzadiunarotamarmoreaalcentrodellachiesa
messainrelazioneconlacerimoniadiconsacrazionedelledificio,nelcorsodellaqualeil
celebrantepercorrevaunitinerariochecollegavadiagonalmentegliangolioppostidella
chiesa; il punto di incontro dei bracci di questa croce immaginaria veniva marcato
tramitelinserimentodiunelementidistintivo,ilpidellevolteunquinconce.Inaltri
casilacroceseguegliassi(longitudinaleetrasversale)dellachiesa.
UNOSGUARDOALPAVIMENTOATTUALE
menorecentierecentichedimostranoimoltirestauriacuiillitostratointero
statosottopostonellarcodialmenonovesecoli.Manonbasta.
Il mio timore, come gi espresso in precedenza, che il pavimento sia stato
completamente ricostruito in una epoca da stabilire, presumibilmente nei
restauriradicalivolutidapapaSistoV,duranteiqualisiaprlaportadiaccesso
laterale della chiesa, dopo aver smantellato ci che rimaneva del pavimento
precosmatescooriginale.
Infatti,mirisultadifficileaccettarelideacheilpavimentooggivisibileinSan
Clemente sia il risultato di un lavoro dei primi marmorari romani eseguito
entro il 1129! In tutti i pavimenti precosmateschi del XII secolo, non esistono
partizioni reticolari cos numerose e strette, ma solo rettangoli di pi o meno
grandidimensioni,conlasoluzioneunicadelgrandequinconcecentralechein
molticasistatoconservato(SanMarco,SS.QuattroCoronati,SantaFrancesca
Romana,AnticoliCorradoinprovinciadiRoma,SanPietroallaCaritaTivoli),
mentre in altri casi andato perduto. Le partizioni reticolari strette e lunghe
come si vedono in San Clemente, invece, si ritrovano in un esempio quasi
gemellarenellachiesadiSantaMariainTarquinia,dovesivedelostessoeffetto
cromatico delle tessere per ciascun pannello, che denota il restauro o la
ricostruzione totale. E lo stile di queste ripartizioni strette di Santa Maria in
Tarquiniaassociato,guardacasodallastessaGlass,allabottegadiLorenzoche
viavrebbelavoratoentrolannodellaconsacrazionedellachiesa,cioil1207!I
contitornanoallora,eperilpavimentodiSanClemente,osiaccetta,comedetto
prima, che il primitivo manufatto un rifacimento del litostrato eseguito dai
Cosmati stessi tra il 1200 e il 1220, o che la prima ed unica opera musiva
pavimentale non cera al tempo della consacrazione nel 1129, e ci mi sembra
improbabile,echeiCosmatilabbianorealizzatonuovonelprimoventenniodel
XIIIsecolo.
Dallanalisi fotografica e contrariamente a quanto affermato dalla Glass,
risulta che il pavimento della basilica di San Clemente stato completamente
ricostruito in ogni suo dettaglio. Ci facilmente deducibile dalle seguenti
osservazioni:
1) tutte le partizioni reticolari sono ricostruite con il reimpiego di materiale
(tessere)anticheecoevedeirelativirestauri;
2) tutte le fasce marmoree, con qualche piccola eccezione, che delimitano le
partizioni reticolari, mostrano evidenti caratteristiche di marmi del XVIXVII e
XIXsecolo;ipezzimodernisonomescolatiaquellipiantichidovenecessitava
aggiungereomodificare;
3)lamaggiorpartedelletesseredigrandidimensionicheformanoimotiviad
triangulumeadquadratum,sonomoderne;
4)lagranpartedelletesserepiccolecheformanoiriempimentidicampituree
motivigeometricisonodaconsiderarsioriginali,specienellafasciacentraledel
litostratoemoltomenoinquellelaterali;
5) i dischi di porfido reimpiegati sono in discreta parte originali e questi si
riconoscono soprattutto per la caratteristica comune della frammentariet e
lesioni dovute allincuria del tempo e delluomo; lo sono molto meno quelli
totalmente integri, anche se visibilmente antichi perch evidentemente
rimpiazzatiinepocabarocca;
6) diversamente dallintarsio sectile visibile in discrete parti del pavimento
della chiesa di San Benedetto in Piscinula, che sar in questo nostro viaggio
romanoilparalleloassolutoperogniconfronto,questodiSanClementemostra
chiaramente i segni della ricostruzione, con le comuni caratteristiche della
larghezzadellefughetraletessere,lavisibilitdellostratodiallettamentodella
malta,eviadicendo.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|71
Questi sei punti, dovrebbero essere sufficienti, a mio parere, per dimostrare
che il pavimento di San Clemente, come tutti gli altri di Roma, con la sola
eccezione di qualche caso isolato e ridotto a piccoli reperti, stato
completamentericostruito.
Nelleimmaginicheseguonosipuconstatareadocchioquantoriportatonei
puntiprecedenti.
Fig.3.Sipunotareinquesta
immaginequantodettoaipunti
1,2e4,sulladiversitdelle
fascemarmoreebianche
reimpiegatenellediverse
occasioni,notandochequelledi
colorgrigiodovrebberoesserele
pirecenti;inoltreimportante
osservarelatotalediversit
nellambitodellastessarota
centraledelleduefasceesterne,
probabilmenteoriginaleepi
strettaquellasuperiore(e
frammentarianaturalmente)e,
nellaparteinferiore,quella
reimpiegataforseneirestauri
barocchi,chemoltopilarga.
Inoltre,quiilreimpiegodi
tessereoriginalipiccole
abbastanzavisibile,comedetto
alpunto4).
Fig.4.Comefacilevederedaquestaimmagine,letesserebianchedigrandi
dimensioninonsonoaltrochematerialemodernooalpiimpiegatotrailXVIII
eilXIXsecoloperrestaurareecompletareilpavimento,inaccordoconilmio
punto3).
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|72
Fig.5.
Si vede un dettaglio molto interessante. La porzione della foto riguarda un
particolare della decorazione del quarto disco della prima fila di rotae
dallingresso della chiesa. In pratica lultimo disco prima delle due lapidi di
marmo rettangolari poste allincrocio delle due file di guilloche. E questo un
dettaglio al quale ho fatto caso mentre scrivo e che non avevo visto prima. In
effetti, nella logica e nellarte dei Cosmati, e prendendo come riferimento gli
altri pavimenti cosmateschi, risulta alquanto strano e inspiegabile un uso
esagerato del bianco nelle tessere minute che formano le campiture della
decorazione dei famosi triangoli raggianti dei dischi di porfido, quando
sappiamo che usualmente i Cosmati intendevano offrire alla vista una
irradiazionecalorosadigialloantico,cheesaltailcontrastoconiprofondicolori
deiporfidiverdierossi,specialmenteintornoaidischidiquinconceeguilloche.
Fig.6Impiegoditesseretriangolaribiancheinsostituzionediquelleoriginalidigialloantico.
Fig.7Reimpiegomistoditessereoriginalitriangolaridigialloanticoemoderne.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|74
Fig.8.InquestaimmagineriassuntalastoriadelpavimentodiSanClemente.Cosasipuosservare?Tutto
cichehoscrittofinora.Nellafasciadecorativaesternadeitriangoliraggianti,unadecinaditesseretriangolari
grandi originali di giallo antico si alternano ad altre tessere di colore bianco e rosa anche antiche,
presumibilmente di epoca barocca, ma non originali. Di contro gli spazi triangolari scomposti in elementi
triangolariminorieranoinorigine,presumibilmente,tredicoloreverdeequellacentraledigialloantico,mentre
quisivedeunmistodibianco,rosso,gialloeverde.IltriangolodiSierpinskialcentroformatodaunatessera
triangolare grande di porfido rosso e intorno i tre spazi triangolari scomposti in elementi minori, di cui quello
centrale pi grande sempre di porfido rosso e gli altri tre, scomposti in quattro tessere triangolari ciascuno,
dovevanoessere,inorigine,quellocentraleverdeeglialtritredigialloantico,mentrequisivededinuovoil
mistodicoloridovutoallaricostruzione.Ancheseinpercentualeminore,anchequisirendeabbastanzavisibile
la fuga tra le tessere e lallettamento della malta che denuncia la messa in opera delle tessere senza la tecnica
dellopussectile.
Fig.9S.BenedettoinPiscinula Fig.10SanClemente
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|75
Fig.11.UnapartedeidodicidischiannodatiaguillochenellaScholacantorum.
Anche qui si nota il completo rifacimento del pavimento e lassurdo uso del
biancoqualeunicocontrastodeiporfidirossieverdi.Sinota,adestrainalto,la
fascia decorativa curvilinea formata da una triplice serie di quadratini che
abbiamo imparato ad osservare negli altri pavimenti ricca di elementi di giallo
anticodelqualequirimaneunasolatessera!
11
Limpiegodellamaggiorparteditesseremarmoreebianchenelpavimentosigiustificaconilfattochelastredigiallo
anticoeranomoltoprezioseerareointrovabili,quindinonerafacilesostituiretuttoilmaterialeoriginale.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|76
Fig. 12 Tre tessere quadrate originali di giallo antico tra le tessere bianche
moderne.
Fig.13.Pannelloconpatternazigzag.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|77
Le tessere a losanghe sono nei colori rosso, verde e bianco e sono disposte
cromaticamente in perfetta simmetria. Loriginalit delle stesse, rispetto alle
molte tessere di epoca postuma, si vede dal fatto che essere risultano in buona
parte erose, quasi mangiate, dal tempo e trovano riscontro con quelle della
stessatipologiaestatoconservativonelmotivodiquadratiuniformiintessitura
orizzontalechesitrovasubitoadestrainalto.Unmotivoidentico,aquattroea
sei fasce disposte a zig zag, visibile nellincisione settecentesca di Erasmo
GattolaincuiriprodottoilpavimentofattorealizzaredallabateDesiderionel
1071 per la basilica di Montecassino. Anche in questo caso vi almeno un
esempioincuitalemotivo impiegatocomefasciadi collegamento decorativa
traunpilastroeilsuccessivo(aMontecassinoversolafinedellanavatasinistra)
ecomeriempimentotraduesuccessivipannellidecorativi.
Un motivo identico si trova nel pavimento della basilica di Santa Prassede,
dove per stato interamente ricostruito con materiale recente, come tutto il
pavimentodaltraparte.
Lostessopattern,sitrovainunpannellopiomenoallastessaaltezza,nella
secondafilaadestra,conladifferenzachesebbenevisiailreimpiegodibuona
partedelmateriale,essononoriginale.
Il fatto che le fasce marmoree siano tutte ricostruite insieme al pavimento,
dimostrato anche dai frammenti di lapidi con iscrizioni di epoca barocca,
mescolate ai listelli bianchi di varie epoche. Tutti i patterns delle ripartizioni
reticolarisonosemplici,deltipoprecosmatesco,elamaggiorpartesonouguali
a quelli presenti nel pavimento desideriano di Montecassino. I pavimenti
presenti delle due cappelle citate prima, sono ricostruiti allo stesso modo e
presentano le stesse caratteristiche, il che indica che i lavori che hanno
modificatoillitostratooriginaleinquellochesivedeoggifuronoeseguititrail
1450elepocadellacostruzionedellecappelle.
DueimmaginichemostranolaguillochedellaScholaCantorumnell800eaigiorninostri.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|78
Fig. 14. Uno scorcio del pavimento e della tribuna disegnato da Letarouilly
primadel1860.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|79
Fig.16.Vedutadelportaleprimadel1860.
Fig.17.Ilchiostroprimadel1860neidisegnidiLetarouilly
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanClemente|80
AlcunipatternsdelpavimentodellabasilicadiSanClemente.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|81
BASILICADISANCRISOGONO
Cronologia
1600. Durante restauri del XVII secolo alcuni dischi di porfido nei pressi del
santuariovennerosostituiticonlostemmadellaFamigliaBorghese:undrago
inpietrapolicroma.
1623. Rinnovata dal cardinale Scipione Borghese con architetture di Gio.
Battista Soria. Il Pavimento di questa chiesa di bellopera alessandrina, come
riferisceAntonioNibby,inItineraridiRoma.
1859.InRagguagliodellecoseoperatedalMinisterodelCommercio,1859,silegge:
Restaurataunapartedellastricodimosaicodioperaalessandrinanellachiesa
diS.Crisogono.
Daquantosipuricostruiredaquestacronologia,mitrovodaccordoconla
studiosaMichelaCigola,secondocuiilpavimentofurealizzatotrail1123eil
1129,comprendendoforse ancheiprimi annidelXIIIsecolo
3
.Lipotesicheil
pavimento sia stato realizzato dal cardinale Giovanni da Crema avvalorata
dallesistenzadelliscrizionechetestimonialaricostruzioneafundamentisdella
chiesa e quindi di un nuovo pavimento e dalla tradizione derivata dagli
insegnamenti di papa Pasquale II che dovette influire sul Giovanni cardinale
quando fu eletto nel 1116. Giovanni da Crema, infatti, ebbe un ruolo di primo
pianonelsuotempo;efului,inuncertosenso,aporrefinealladecennaleLottaperle
Investiture tra Papato e Impero guadagnandosi onori e riconoscenza da parte del
Pontefice; infatti solo un personaggio di grande potenza e molto influente avrebbe
potuto condurre a termine una impresa come quella della costruzione di una grande
basilica
4
. Facciatadellabasilica.
Assodatocheunprimopavimentomusivodovevaadornarelachiesaentroil
1129, possiamo immaginare che nella tradizione dei restauri di fine secolo XII
cheinteressaronogranpartedellechieseromane,vifosseanchedaannoverare
qualche ritocco allantico pavimento, che certamente tra incuria, guerre e
calamit,dovettesubirequalchedanno.
Lachiesacomesipresentava
duranteilRinascimento.
Considerato che i monaci Benedettini rimasero fino al 1199 prima di essere
sostituiti dagli Agostiniani, e che dal 1200 entr in carica come titolare il
cardinale Langton per il quale lecito supporre che la cultura cosmatesca
romana non avesse una forte tradizione, si pu pensare che nellultimo
decennio del XII secolo, presumibilmente tra il 1180 e il 1185, Lorenzo di
Tebaldo con la sua bottega di marmorari operasse in zona al servizio del
papato, per i restauri delle ornamentazioni e soprattutto dei pavimenti musivi
dellechieseromanicherealizzatemezzosecoloprimainTrastevere.
Nellesaminare il pavimento di San Crisogono, quindi, cercheremo di
identificare, come fatto in precedenza, le possibili tracce che possono essere
riferitealprimitivolitostratoprecosmatescoconquelle,sevisono,deipossibili
rifacimenti della fine del XII secolo da parte della bottega Laurenziana e di
quellicheseguirononelXVIIenelXIXsecolo.
Osservazionigeneralisulpavimento
1)Lefascemarmoreebianchedidelimitazionedellepartizionireticolarinelle
navate laterali e quelle della fascia mediana nella navata principale
3
MichelaCigola,LaBasilicadiSanCrisogonoaTrastevere,inAlmaRoma,numero56,settembredicembre1984,anno
XXV,pagg.4557.
4
M.Cigola,op.cit.pag.49.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|83
7)Lalungafiladiguillochechesitrovaalterminedellafasciacentraledopoi
quattro grandi riquadri, mostra caratteristiche che non hanno nulla a che fare
conipavimenticosmateschienondatosaperesesitrattadiunaricostruzione
arbitrariaprimainesistenteosemplicementediunaricostruzionediunaseriedi
guilloche, inspiegabilmente senza decorazione musiva cosmatesca nelle fasce e
con linsolita rappresentazione di figure zoomorfe mosaicate al centro in
sostituzionedeinormalidischidiporfido.Leunichenotiziestoriche,comevisto
dalla cronologia iniziale, sembrano riferire questo lavoro, o parte di esso, ai
rinnovamenti del cardinale Scipione Borghese con la sostituzione dei dischi di
porfidoconimosaicicheoggisivedono.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|84
Iquattrograndiriquadri
geometrici primitivi, sia stata rifatta nelle decorazioni prima dalla bottega di
Lorenzo, presumibilmente attorno al 1180 e poi restaurata da qualche
marmorario forse di influenza campana. E comunque da rilevare una
contraddizione stilistica: dei quattro riquadri, il primo, il secondo e il quarto
sono di chiaro stile cosmatesco romano; il terzo, invece, non presenta elementi
tali da poter dire lo stesso, anzi, mostra notevoli affinit ai modelli di scuola
cassiniana e campana nella struttura del disegno e nelle proporzioni dei dischi
di porfido rispetto alla ruota centrale, ma totalmente romano nello stile delle
decorazioni. Inoltre da evidenziare che, stranamente, i dischi di porfido
presenti in questi quattro riquadri, mostrano caratteristiche stilistiche e di
proporzionidiversetraloroeddarilevarechedituttiidischisololamaggior
parte di quelli del secondo riquadro mostrano decorazioni o scomposizioni
interne,esattamentecomequelleproposteneipavimenticosmateschifirmatida
Cosma ad Anagni e gli altri attribuiti alla stessa famiglia, come quello di
Ferentino,CivitaCastellana,SanClemente,ecc.
Tali caratteristiche del secondo riquadro, che possiamo definire un quinconce
nelquinconce,cipermettonodiaverelacertezzacheLorenzo,Iacopo,Cosmaoi
figli di questultimo, lavorarono in questa chiesa. Inoltre, ricordo che un
riquadro identico si trova anche nel pavimento della cattedrale di Civita
Castellana.Ildiscosinistroesternofattodiunatesseraesagonaleuniformedi
rossoantico,adornataditriangoliniraggiantieseilosangheesagonalidiverde
antico; due dei dischi del quinconce centrale sono formati da tre tessere
semicircolari che formano un triangolo interno scomposto in elementi minori,
unpatternmoltocaroallabottegadiIacopoeCosma;ildiscocentrale,uniforme
e grigio come gli altri due rimanenti che probabilmente sostituiscono gli
originali distrutti, ha una decorazione con motivo a zigzag formato da piccoli
listelliincuipredominailgialloantico,anchequestaunasoluzionericorrente
nellabottegalaurenziana.
Ilprimoriquadroassolutamentemeravigliosoeriflettelasobriaedelegante
classicitromanaincuispiccanoirettangoli,conilpigrande,diporfidorosso
al centro, viene messo in risalto dalla larga fascia decorativa rettangolare dove
iquadratinidigialloanticosonoinevidenza.Duedischiannodatiaguillochesi
trovano sopra e sotto il rettangolo di porfido centrale, mentre esso rimane
collegatodafascecurvilinee,adestraeasinistra,conaltriduegrandidischidi
porfido grigi. Nelle campiture rimanenti, vi sono a destra e a sinistra, tre
rettangolidiporfido,divariocoloreedimensioni,perciascunlato.
Tutteledecorazionidellefascecurvilineeedellecampiturepresentiinquesto
riquadro, in cui le due singolari rappresentazioni fitomorfe costituiscono una
singolare variante, sono caratteristiche dello specifico repertorio dei patterns
cosmateschidellabottegadiLorenzo.
Il secondo riquadro, descritto sopra, un quinconce asimmetrico nel cui
centroinseritounaltroquinconce.
Il terzo riquadro potrebbe anchesso definirsi un quinconce inscritto in un
altro quinconce. Il primo, quello pi esterno, disposto in diagonale, mentre
quello centrale risulta normale. La ruota centrale di porfido rosso la pi
grande di tutto il pavimento della chiesa; frammentata in pi parti e sembra
essere originale. I dischi di porfido che le ruotano intorno formando i
quinconce, sono sproporzionatamente pi piccoli, dando lidea dei dischi
satelliti ruotanti attorno alla ruota centrale come quelli che spesso si vedono
nei pavimenti di scuola campana, come a Sessa Aurunca, SantAgata dei Goti,
Salerno,ecc.Probabilmentequestalaruotaporfireticachevenivausataperle
cerimonie importanti ed essa si trova pi o meno al centro della navata
principaledellachiesa.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|86
Anchequitutteledecorazionidellefascecurvilineeedellecampiturepresenti
in questo riquadro sono caratteristiche dello specifico repertorio dei patterns
cosmateschidellabottegadiLorenzo.
Il quarto riquadro ha, come gli altri, una forte connotazione stilistica
nellambitodellascuolacosmatescaromana,intuttiisuidettagli,trannecheper
uno solo: una quadruplice rappresentazione fitomorfa, ovvero di un fiore a
campanula, realizzato a mosaico cosmatesco negli angoli delle campiture
esterne del quinconce centrale. Se nel caso precedente il fiore era appena
abbozzato, qui disegnato con maestria, sebbene nella sua semplice formula
stilizzata,compostadaunabasetriangolareetrefogliegrandiinporfidoverde,
iltuttosuunosfondoditriangolinibianchi,rossieverdi.Ilfattocheessisiano
identici, per stile e tipologia e anche nellimpiego come decorazioni delle
campiture triangolari dei riquadri, a quelli delle chiese predette, una prova
quasi certa che si tratta di un elemento stilistico inusuale della bottega di
Lorenzo, forse da parte di uno dei membri (probabilmente Lorenzo o Iacopo)
cheeraspessopivicinoallaculturamusicasiculocampana.
Le quattro campiture tra i dischi del quinconce mostrano tutte lo stesso
motivo geometrico, ma solo una di esse tutta in verde antico, mentre le
rimanenti tre sono di porfido rosso, una incongruenza simmetrica inspiegabile
se non pensando ad una ricostruzione arbitraria. Il tutti gli altri dettagli il
disegnorichiamaglielementidellaclassicitromana,comenelprimoriquadro,
attraverso la presenza di lastre di porfidi rettangolari, elegantemente decorati
da fasce rettilinee che mostrano i consueti patterns cosmateschi laurenziani.
Mentre del prezioso giallo antico, di cui larte di Lorenzo e Iacopo era
impregnata,sonoformatiitredischidelquinconce.
Aquestultimoriquadro,segueunaseriedisettedischiannodatiaguilloche,
dicuilultimospezzatodalgradinodelpresbiterio.Sitrattadiunrifacimento
completoedarbitrario,probabilmentedovutoairestauridelcardinaleScipione
Borghese, in cui sono state introdotte composizioni musive zoomorfe, estranee
allo stile delloriginale pavimento, che riproducono animali fantastici, come i
draghialati,derivatidallatradizionedeibestiarimedievali.Lefascemarmoree
che legano i dischi a guilloche, infatti, sembrano riferibili ad unepoca non
anteriorealXVIIsecolo,mentrelefascecurvilineedidecorazioneelecampiture
esterne,nonsonostateriprodotteinstilecosmatesco.
Tralefascemarmoreebianche,visonoalcunechemostranoiscrizioniesono
quindidireimpiego.
Luca Creti, riporta la notizia
5
secondo cui Glass avrebbe erroneamente
ritenuto che i due quinconce presenti nella fascia mediana siano stati realizzati
nel Settecento, la qual cosa, se fosse vera, metterebbe in luce una bravura di
sconosciutimarmorarisettecenteschipari,senonsuperiore,aquelladeglistessi
Cosmati.Tuttavia,percontrasto,intuttiglialtripavimentisiamostatiabituatia
vedere il degrado in cui furono lasciate intere porzioni di pavimenti mal
restaurati proprio nel Seicento e nel Settecento. Le fasce perimetrali ci dicono
che il pavimento stato rigenerato nella sua totalit, ma il grosso delle
decorazioni interne della fascia mediana, al contrario delle ricostruzioni totali
dellepartizionilaterali,sonosoloritoccatequaela,doveletesseremancavanoo
doveilmosaicoeradanneggiato.
In linea generale, nel pavimento si nota una prevalenza di pannelli
rettangolari nelle navate laterali che risultano ricostruiti in unepoca tarda, e
sonoformatiprincipalmentedatessereuniformiquadrateedesagonalidicolore
bianco.Mescolatiaquestivisonodiversipannellidivariedimensioni,sempre
pi o meno rettangolari, che esibiscono motivi ricostruiti perfettamente o forse
5
In Marmoris Arte Periti, op. cit. pag. 58, nota 62
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|87
originalierestaurati.Questisonoformatidapatternsdilosangheoblungheche
formano cerchi intersecantesi, motivi ad quadratum, ad triangulum, stellari, e via
dicendo.Inalcunezonevisibilechiaramentelaricostruzionetotalechemostra
lo strato di allettamento della malta e una minore attenzione alla disposizione
mosaicale delle tessere. Infine, si ravvisa un analogo utilizzo delle tessere
bianche, soprattutto quelle triangolari, nelle fasce di decorazione dei dischi di
porfido, caratteristica che abbiamo gi riscontrato nel pavimento della basilica
di San Clemente e che potrebbe essere indicativo della ricostruzione totale di
alcune parti, o di tutto il pavimento, nellimpossibilit di reperire le lastre di
gialloanticoperriprodurrelepiccoletesseremancanti.
Fig. 1 Veduta generale del pavimento nella navata centrale con il primo
riquadroinprimopiano.
Indefinitiva,nelpavimentodiSanCrisogono,sembradipoterosservareche
lamaggiorpartedeipannellidellepartizionireticolarinellenavatelateralisono
stati tutti completamente ricostruiti, utilizzando materiale antico e moderno;
nellafasciacentraleinvece,sembradipoterosservareunamaggiorepercentuale
di opera che in molti punti sembra essere originale, cos come tre o quattro
pannelli disposti nelle navate laterali, insieme a quelli ricostruiti. Anzi, nella
fascia mediana, si ha la sensazione che il pavimento non sia stato ricostruito
dopoesserestatosmantellato,machesiastataeffettuataunasostituzionequasi
totale delle fasce marmoree bianche, che non sembrano potersi riferire al XII
secolo, lasciando inalterate le fasce decorative che furono solo restaurate. In
questo modo il disegno unitario della fascia mediana risulterebbe quello
originale.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|88
Fig. 2 Il primo disco di reimpiego, insieme alla fascia circolare, del primo riquadro. Le decorazioni dei triangoli
raggiantiedeiquadratinisembranooriginali,mentrelefascedimarmocircolareerettilineesonoottocentesche.Inoltre
siosservacheiduedischidovevanoessereinorigineannodatiaguillochementrequinonlosono.
Fig.3.Partizionireticolarinellanavatasinistra.Motiviprecosmateschiricostruitireimpiegandoparte delmateriale
originale.Lefascemarmoreesonoinmassimaparteottocentesche.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|89
Fig. 4 File partizionali molto strette, con motivi classici del repertorio precosmatesco, fiancheggiano la fascia
medianadellanavatacentrale.Anchequilaricostruzionetotaleevidente.
Fig. 56 (sotto). Un pannello pavimentale reimpiegato tra le file di partizioni rettangolari. Sembra originale.
Bellissimoilmotivoconlistellidiverdeanticocollegatidaquadratinidigialloantico.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|90
Fig.6.
Fig. 7. Un dettaglio della cornice decorativa intorno alla lastra di porfido rosso del primo riquadro. Qui una
buonapartedellopera,adesclusionedellefascebiancheedelfioreasinistra,sembraessereoriginale.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|91
Fig.8.Decorazionicosmatescheoriginalidelprimoriquadro.Visonocertamentemoltiritocchi,comeilistelli
grigiinseritialpostodiquelligialloanticonellafasciarettilineacentrale.
Fig.9.Ilsecondoriquadro
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|92
Fig.10Ilquinconcecentraledelsecondoriquadro.
Fig.11.Unodeidischiconilmotivocosmatesco.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|93
Fig.12.UnaltrodiscocontesseraesagonaleedecorazionitipichedeiCosmati.
Fig.13.Unodeifiorirappresentatiaibordidelquinconce.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|94
Fig.14.Ilterzoriquadrocherichiamaneisuoilineamentilostiledeipavimenticampani.
Fig. 15. La bella ruota di porfido rosso e le decorazioni di stelle esagonali su sfondo giallo. Ogni dettaglio
decorativotipicoquidellabottegadiLorenzo.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|95
Fig.16.Dettagliodelledecorazioni.
Fig. 17. Il quarto ed ultimo riquadro nella navata centrale. Si notano i quattro fiori inseriti negli angoli delle
campituredelquinconcecentrale.Bellissimiidischidiporfidogialloanticoallineatialcentro.Evidentelostileclassico
dellartecosmatescaromanatraidischiesterni.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|96
Fig.18.Ilquinconcecentrale.
Fig.19.Lafiladiguillochefinaledopolultimoriquadro.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|97
Fig.20.Ilriquadronellanavatasinistra,unicoedinseritotraipannellirettangolari,maincorrispondenzadi
unaltrorettangoloforseoriginalenelledecorazioni,chemostraancoraglistessifioriinseritinellafasciacentrale
delpavimento,probabilmentedallostessomaestrochevollelasciaretracciadelsuostileduranteirifacimentie
restaurisuccessivialXIIsecolo.Fig.21(sotto).TipicadecorazionecosmatescadeiprimidecennidelXIIIsecolo.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|98
Fig. 22. Anche qui si riscontra lo stile di Iacopo e il fiore della vita nel pannello di destra identico a quelli
raffiguratineipavimentidiAnagni,adoperadiCosmaefigli.
Fig. 23. Vicino ai pannelli delle figg. 20, 21, e 22 si trova questa ruota che sembra essere un reperto quasi unico in
quanto sembrerebbe originale sia nelle fasce decorative che in quelle bianche. Fig. 24. Il portale laterale di S.
Crisogono.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|99
Alcunetralerotaepibelledelpavimento.
PavimentiCosmateschidiRoma.BasilicadiSanCrisogonoinTrastevere|100
Fig.24.Unrettangolomusivo,
appenadopolentrata,simostra
nellasuatotalitaffineallostile
ealletecnichediIacopodi
Lorenzo,databileaiprimianni
delXIIIsecolo,comeilgemello
pavimentodellacattedraledi
Ferentino.
Fig.25.Unriquadroinsolito,
dovutosicuramenteadun
rifacimentoconreimpiegodel
materialeantico.
Fig.26.Unpannelloquadrato
condoppiacornicemusiva,a
motivostellareedilosanghe
inseritoorizzontalmenteinuna
seriedicinqueoseifile
longitudinalidirettangolicon
motivicosmateschi.La
modernitdeimarmie
liscrizioneinunodiessi
dimostralatotalericostruzione
inquestazonadelpavimento
dellabasilica.