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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI TORINO

FACOLT DI LETTERE E FILOSOFIA

CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE LINGUISTICHE

Tesi di Laurea

Tendenze dellitaliano neo-standard:


lelativo nel linguaggio giornalistico

Relatore
Prof. Gaetano Berruto

Candidata
Chiara Muoio
Matricola 256772

Anno accademico 2013-2014

Indice
1. Introduzione .................................................................................................................3

2. Metodologia ..................................................................................................................9

3. Analisi delle occorrenze del suffisso elativo -issimo................................................14


3.1 Etnici di nazionalit .......................................................................................16
3.2 Superlativi irregolari ......................................................................................18
3.2.1 Il tipo eccellentissimo ....................................................................20
3.3 Lessicalizzazione del suffisso -issimo ..........................................................22
3.4 Sostantivi in -issimo .......................................................................................26
3.5 Deantroponimici ............................................................................................34
3.6 Participio passato con -issimo ........................................................................35

4. Analisi delle occorrenze del suffisso accrescitivo -one ...........................................40


4.1 Aggettivi qualificativi ....................................................................................41
4.2 Sostantivi .......................................................................................................43
4.2.1 Denominali ......................................................................................45
4.2.2 Deverbali e avverbi .........................................................................46

5. Reduplicazione espressiva.........................................................................................47
5.1 Reduplicazione aggettivale ............................................................................49
5.2 Reduplicazione avverbiale .............................................................................51
5.3 Reduplicazione nominale...............................................................................52
5.4 Diffusione ......................................................................................................53

6. Prefissazione: i prefissi valutativi.............................................................................56


6.1

Prefissi elativi...........................................................................................63
6.1.1 Arci- ................................................................................................63
6.1.2 Iper-.................................................................................................68

6.1.3 Stra-.................................................................................................74
6.1.4 Super- ..............................................................................................80
6.1.5 Ultra-...............................................................................................83

6.2 Prefissi dimensionali ......................................................................................87


6.2.1 Maxi- e mini-................................................................................87
6.2.2 Macro- e micro-............................................................................95
6.2.3 Mega-, giga- e nano- ....................................................................99

7. Intensificazione avverbiale: estremamente e quanto mai .....................................102

8. Alcuni casi di intensificazione locutiva ..................................................................106

9. Conclusioni ...............................................................................................................109

Appendice ......................................................................................................................121
Bibliografia ....................................................................................................................151
Sitografia .......................................................................................................................154

1. Introduzione
Il presente studio si occupa di analizzare approfonditamente il tratto
dellelativizzazione tipico dellitaliano tendente al neo-standard, a partire da un corpus
di dati ricavati dalla prosa giornalistica.
Intorno agli anni Sessanta circa, litaliano standard comincia un processo di
rinnovamento favorito essenzialmente dallassunzione di alcuni tratti caratteristici
dellitaliano colloquiale. Forme e costrutti precedentemente esclusi dal canone, poich
tipici del parlato, finiscono per perdere parte della marcatezza sociolinguistica che li
qualificava come appartenenti allitaliano substandard. La disponibilit ad accettare
modelli non propriamente codificati sicuramente dipesa dalle nuove esigenze sociali,
economiche e culturali, frutto del progresso e della globalizzazione e dalla conseguente
necessit di estendere lo spettro dazione dellitaliano standard, da sempre ristretto allo
scritto e ad ambiti accademici o letterari. Il processo di evoluzione interna dellitaliano
ha riguardato - e continua a riguardare visto che il rinnovamento un processo in essere
- tutti e quattro i livelli di analisi della lingua, rendendo necessaria una ristrutturazione,
se non del sistema, certamente almeno della norma (Berruto, 2012, 75). Tra i principali
tratti dellitaliano neo-standard ritroviamo lelativizzazione, termine sotto il quale
confluiscono tutti i fatti di intensificazione verso il grado superlativo.
Il fenomeno dellintensificazione strettamente correlato alla nozione di
graduabilit poich comporta lamplificazione semantica di quantit o qualit e/o
lamplificazione dellespressivit in termini di funzionalit pragmatica: quantit, qualit
ed espressivit sono tutti concetti graduabili ed per questo che le due nozioni non
posso prescindere luna dallaltra. Si noti che ho fatto riferimento allintensificazione
esclusivamente come ad una forma di amplificazione. Non andr perci confusa con la
nozione pragmatica di intensit che invece include sia il rafforzamento (reinforcement,
talvolta tradotto con letichetta intensificazione) sia lattenuazione (mitigation o
mitigazione), che si configurano come i due poli opposti del continuum intensit. Infatti,
lintensit corrisponde all insieme delle molteplici strategie utili per modificare la
forza illocutoria degli atti linguistici, nei diversi contesti di interazione possibili (Gili
Fivela & Bazzanella 2009, 14) mentre lintensificazione uno dei due principali
meccanismi di modulazione dellintensit stessa. Nel corso di questa ricerca, che
3

basata su un corpus di dati ricavati dallo scritto, lintensificazione sar analizzata


tenendo unicamente conto dei meccanismi linguistici di cui si avvale e, in particolare, di
quelli morfologici e lessicali; non dovr, quindi, essere intesa come forma sinonimica di
rafforzamento poich questultimo non pu prescindere dallinterazione faccia a faccia
n dai fattori extralinguistici e puramente pragmatici che lo riguardano e che invece non
sono coinvolti nel linguaggio scritto1: mi riferisco ai fattori prosodici, allintonazione,
alla gestualit tipiche della conversazione che hanno un ruolo decisivo nella
determinazione della forza illocutoria dellatto linguistico.
Una delle tendenze di ristandardizzazione che si manifesta con maggior visibilit
riguarda il lessico e, in particolare, la preferenza per espressioni sintetiche ed
economiche (Berruto, 2012)2: questa tendenza, combinandosi con lavvicinamento alla
lingua comune e al marcato aumento dellespressivit e dellenfasi, ha generato il
proliferare di fenomeni elativizzanti (per esempio la derivazione tramite luso dei
prefissi elativi, che hanno valore superlativo e funzione sintetizzante) soprattutto in un
terreno fertile come pu essere quello della comunicazione mediatica, attento com ai
cambiamenti della lingua; tanto vero che vuole essere una lingua veloce, compatta,
funzionale che sfrutta intensamente fenomeni e tendenze per raggiungere una pi
efficace comunicabilit (Dardano, Frenguelli 2008, 60). Proprio per questo si presta
bene allo studio sincronico del mutamento linguistico, favorendo lidentificazione di
innovazioni che potrebbero altrimenti sfuggire. Infatti
quello che difficile osservare il cambiamento nel breve periodo [] come se fossimo
afflitti collettivamente da una forma di presbiopia: vediamo chiaramente i mutamenti del
passato, stentiamo a vedere quelli del presente (Renzi 2012, 21-22)

La scelta del giornale come corpus di base per lanalisi delle tendenze elativizzanti
risulta particolarmente adatta soprattutto per valutare la produttivit di quei processi di
formazione della parola che caratterizzano in modo particolare litaliano neo-standard e
cio quelli attivati dai prefissi elativi. Sar capitato a tutti di riscontrare, principalmente
nel linguaggio dei media e in quello parlato, una recente proliferazione dei prefissi arci-

Per lo stesso motivo, lo studio non approfondir la nozione di mitigazione, per la quale si rimanda a
Caffi (2008).
2
Per una rassegna dei caratteri principali dellitaliano neo-standard si vedano Berruto (1987 e 2012) e
Sabatini (1985).

, extra-, giga-, iper-, macro-, maxi-, mega-, micro-, mini-, stra-, super-, ultra-, che
rispondono efficacemente alle esigenze interne dello stile giornalistico, catalizzando
lattenzione del lettore ed enfatizzando in modo economico i concetti focali. Questi
affissi non contribuiscono con regolarit alla formazione di neologismi stabili eppure la
loro frequenza indubbiamente cresciuta negli ultimi anni. La semplice consultazione
di un dizionario, che al suo interno include i neologismi oltre che al lessico base, non
sufficiente a verificare landamento della produttivit di tali affissi. La produttivit
corrisponde alla capacit di un procedimento morfologico di essere riutilizzato per la
formazione di parole nuove: queste ultime possono andare incontro a lessicalizzazione,
possono cio essere istituzionalizzate e formalizzate nel lessico della lingua e quindi
comparire sui dizionari sotto forma di neologismi (supercarcere); o profilarsi come
occasionalismi o mode linguistiche e restare perci escluse dalla codificazione,
soprattutto se il loro significato interamente deducibile dalla scomposizione
morfologica e/o se non appartengono a linguaggi settoriali3 (superpremio ha
decisamente meno chance di essere codificato rispetto a superalimentazione). La sorte
delle neoformazioni non ha alcun peso sullindice di produttivit dei meccanismi
morfologici poich una parola pu essere possibile, cio rientrare nella competenza
morfologica del parlante, ma non essere elaborata e quindi lessicalizzata: ci che conta e
che sia possibile; tale possibilit che si riflette sulleffettiva produttivit di un processo
morfologico. Dressler (cfr. Dressler e Ladnyi 2000 e Dressler 2003) ha proposto una
concezione di produttivit che prescinde totalmente dal dominio della produzione e

delluso linguistico e che rientra esclusivamente nel livello della competenza:


Secondo questo autore, un procedimento morfologico altamente produttivo se d origine
a un alto numero di parole grammaticalmente accettabili, cio a parole possibili; il fatto che
queste parole vengano effettivamente coniate e utilizzate dipende da fattori di tipo
pragmatico e sociale che non hanno a che fare con la produttivit in senso stretto. I types e i
tokens effettivamente realizzati in un corpus appartengono al dominio della produzione,
non della competenza, e sono solo una parte delle parole possibili di una lingua; calcolare la
probabilit che una forma complessa compaia nelluso linguistico non corrisponde a

I dizionari dedicano ampio spazio al lessico speciale includendo parole tecniche che appaiono in
contesti significativi per la nostra vita sociale e culturale (De Mauro, 2007, XII). Dal momento che le
parole di ambiti strettamente specialistici sono milioni e milioni (De Mauro, 2007, XIII), il lessicografo
tende ad inserirle con maggior predisposizione rispetto agli occasionalismi che spesso hanno significato
trasparente e che probabilmente nessuno, neanche chi le ha usate, ripeter (De Mauro, 2007, VII).

calcolare la produttivit del procedimento che lha generata, perch tale probabilit dipende
da condizioni che esulano dalla competenza grammaticale (Johnson 2007).

Alcuni morfemi, come per esempio i prefissi elativi, registrano unalta applicabilit e
sono perci molto attivi sul piano della formazione delle parole; allalta frequenza di
types corrisponde, per, una bassa frequenza di tokens, che a sua volta indice di livelli
bassi di lessicalizzazione e alti di occasionalit. Ci significa che i dizionari
sottostimano la produttivit di tali prefissi e che questultima ha ragione di essere
misurata su corpora decisamente pi ampi e aggiornati. Per questi motivi, sar
decisamente pi adeguato un approccio basato su di un corpus giornalistico in virt
dellampia variet di testi, registri e soggetti che lo caratterizzano e per il fatto che, nel
complesso, si dimostra rappresentativo rispetto alla competenza linguistica di un
parlante mediamente acculturato oltre che in costante e continuo aggiornamento (Gaeta
& Ricca, 2003, 66). Volendo semplicemente osservare e confermare una tendenza, non
saranno necessari dati statisticamente precisi perch il computo dei types (le parole
effettivamente prodotte ma non tutte quelle possibili) sar solo una spia della
produttivit dei processi morfologici che interesseranno questo studio, mentre il
computo dei tokens valuter limpatto dei types, dando unidea della stabilit degli
stessi. Nel caso dei prefissi elativi in particolare, vedremo come linnovazione , entro
certi limiti, libera (Renzi 2012, 62) da quella che stata definita supernorma (Sabatini
1985, 178) dellitaliano standard e come essa stessa non sempre corrisponda a nuove
codificazioni lessicali.
Gli studi che segnalano il fenomeno dellelativo (Sabatini 1985; Serianni 2006;
Berruto 2012) sono concordi nel riunire sotto tale termine, o sotto quello di
intensificatori (Cimaglia 2011), tutte le procedure linguistiche che intensificano in
qualunque modo un concetto (Serianni 2006, 184). Anche nel corso di questa ricerca i
due termini saranno da considerarsi equivalenti nonostante esista tra i due fenomeni un
rapporto di subordinazione: lelativizzazione, infatti, corrisponde a uno dei possibili
gradi (quello massimo) dellintensificazione4. In italiano, lelativizzazione pu essere
ottenuta tramite alterazione suffissale (-one o -issimo), intensificazione prefissale
(stracolmo), locutiva o avverbiale (detto e stradetto o estremamente bello),
4

Ad un livello inferiore si posizionano lintensificazione ottenuta tramite i suffissi accrescitivi e quella


ottenuta tramite i gradi relativi del superlativo.

reduplicazione nominale (vacanza vacanza), aggettivale (bello bello) e avverbiale (bene


bene). In tutti questi tratti, lintensificazione accompagnata da una dimensione di
soggettivit (Napoli, in corso di stampa) e gli intensificatori possono essere considerati
particular markers of subjectivity, the prime function of which is to index a speakers
perspective/viewpoint/attitude (Athanasiadou 2007, 554). Come gi accennato, una
propriet che viene comunemente considerata tipica dei moduli dellintensificazione
lapplicabilit a basi implicanti nozione di graduabilit (per cui tendenzialmente ad
aggettivi). Eppure, dallo studio condotto, si riscontra una frequente attribuzione del
valore elativo anche a basi non graduabili, come ad esempio i sostantivi. Potrebbe
sembrare opportuno, perci, rivedere la stessa nozione di graduabilit o richiamare la
distinzione che Wierzbicka propone tra nomi prototipici e nomi atipici (1986, 361).
Secondo la studiosa, i primi hanno il compito di designare entit concrete e di evocarne
un insieme indefinito di caratteristiche: a questi, perci, non sarebbe possibile attribuire
graduazione, poich non sarebbe chiaro a quale particolare caratteristica ci si stia
riferendo (per esempio il sostantivo uomo); i nomi atipici, invece, si focalizzano su una
particolare caratteristica potendola perci pi facilmente misurare (per esempio il
sostantivo santo). In realt, vedremo come molti moduli formativi restringano la
selezione della base ai soli sostantivi, includendo nella scelta anche i prototipici, e come
perci la restrizione imposta dalla nozione di graduabilit sia stata superata dal processo
di rinnovamento linguistico che ha portato alla definizione dei pi moderni tratti neostandard dellitaliano.
La definizione delle principali caratteristiche dei tratti intensificanti non genera
particolari divergenze ma il dibattito si fa pi acceso quando si restringe il campo alla
categorizzazione dei prefissi elativi (arci-, super-, iper-, ecc) - che appartengono,
come vedremo successivamente, alla categoria dei valutativi - tant che una soluzione
condivisa - se considerarli primi elementi di composti o semiparole o affissi - sembra
ancora lontana. Tuttavia ritengo che per lintento di questo studio siano fondamentali i
contributi di Grandi e Montermini (2005) e di Iacobini (2004 e 2005), che finiscono per
identificare ununica categoria di affissi valutativi5, comprendente prefissi elativi e
5

Cfr. Grandi & Montermini (2005, 277): Considereremo come valutative tutte le strategie
morfologiche utilizzate nelle lingue per esprimere valori semantici collocati lungo la doppia polarit
SMALL vs. BIG (quantitativa) e GOOD vs. BAD (qualitativa). Agli estremi di tali scale si trovano i
valori espressi dallelativo.

suffissi alterativi, in virt delle comuni propriet semantico-sintattiche, bench i suffissi


si presentino come elementi pi prototipicamente affissali. Nei tipi linguistici con ordine
dei costituenti SVO, infatti, nessuna categoria semantico-funzionale di tipo
derivazionale pare realizzarsi sia prefissalmente che suffissalmente (Grandi,
Montermini 2005, 273), ad eccezione dei principali valori semantici valutativi.
I prefissi valutativi derivano da preposizioni o aggettivi delle lingue classiche, perci
potrebbero essere considerati primi elementi di composti o semiparole. Si tenga
presente, per, che gli elementi composizionali sono forme autonome che godono di
libert posizionale, mentre arci-, iper- e stra- non compaiono mai isolati n in posizione
differente da quella iniziale. Le semiparole, invece, sono forme dallo statuto ambiguo
(Grandi & Montermini 2005, 275) che sommano propriet tipiche degli affissi (sono
forme legate) a propriet tipiche delle forme libere, come per esempio la possibilit di
combinarsi tra loro (anglofilo); non tutti i prefissi valutativi possono combinarsi con
altre semiparole (*minifono, *superfilo ma macrodattilo) perci saranno esclusi anche
dallambito delle stesse e, nel seguente studio, trattati come prefissi, secondo la pi
comune classificazione basata su criteri semantici.

2. Metodologia
Per la raccolta dei dati far riferimento principalmente allarchivio on-line di
Repubblica e a quello storico di La Stampa (dal 1857 al 2006). Larchivio storico di La
Stampa comprende le edizioni cartacee a partire dalla sua fondazione. Si tratta di un
patrimonio di informazioni corrispondente a un totale di 1.761.000 pagine dalle quali ho
escluso, tramite gli appositi filtri, le edizioni di Stampa Sera, edita dal 1931 al 1992.
Alcuni articoli risalgono ai primi anni del Novecento perci si ammetta una percentuale
di errore dovuta alle condizioni di conservazione delle pagine originali che, attraverso il
delicato processo di riconoscimento ottico dei caratteri, sono state sottoposte ad una
serie di passaggi di riproduzione che ne hanno sicuramente alterato la leggibilit. Il
corpus de La Repubblica, invece, comprende circa 380 milioni di parole, appartenenti
ad articoli editi a partire dal 1984 perci decisamente pi affidabile, considerato anche
il suo carattere pi moderno.
Tenendo presente che lo studio vuole dimostrare come il linguaggio della
comunicazione di massa, e in particolare quello della prosa giornalistica, abbia
incrementato, rispetto ai primi del Novecento e in particolare a partire dagli anni
Sessanta, lutilizzo dei moduli elativizzanti e come lincremento della frequenza dei
prefissi elativi sia fortemente caratteristico degli ultimi ventanni circa, sarebbe ideale
poter disporre di archivi strutturalmente identici e relativi allincirca agli ultimi cento,
centoventi anni. In assenza di tale possibilit e considerando che non tutti i fenomeni
analizzati presentano lo stesso grado di acclimatamento - la maggior parte ha concluso il
processo di affermazione; alcuni sono talmente recenti da non autorizzare ipotesi future;
mentre per altri si pu parlare di semplice tendenza del momento - per ogni tipo far
riferimento allarchivio pi adeguato a descriverne lo sviluppo nel tempo; per
intenderci, per lanalisi dei prefissi elativi pi recenti (come per esempio maxi- o mini-),
consideratone il carattere estremamente innovativo, sarebbe inutile consultare larchivio
storico de La Stampa in riferimento ai primi anni del Novecento. Meglio, invece, quello
de La Repubblica, che maggiormente recettiva e disponibile ad accogliere e utilizzare
tratti tipicamente riferibili al parlato.
Per questo, nello studio dei fenomeni pi recenti, precisamente quelli sviluppatisi
negli ultimi ventanni circa, mi riferir principalmente allarchivio de La Repubblica,
9

che decisamente intuitivo e di facile consultazione per un tipo di approccio sincronico.


Per losservazione in diacronia, invece, preferir larchivio de La Stampa, anche a causa
di modifiche intervenute nel primo, che andrebbero a falsare i risultati della ricerca6.
Esempi e citazioni, infine, saranno ripresi indifferentemente dalluno e dallaltro.
Nellidentificazione dei tratti elativi, ho ritenuto opportuno restringere lo studio del
superlativo con suffisso -issimo ai soli casi di eccezione alla norma, che consistono
nelleffettiva innovazione linguistica. Saranno perci analizzate le occorrenze del
superlativo con:

aggettivi di relazione: in particolare gli etnici di nazionalit, che non esprimono


qualit intensificabili (italianissimo, americanissimo, ecc)

aggettivi che gi includono un valore elativo (eccellentissimo)

superlativi irregolari (celebrissimo, ottimissimo, minimissimo, ecc)

sostantivi (poltronissima, governissimo, ecc)

nomi propri (Massimissimo, Tottissimo, ecc)

deantroponimici (berlusconianissimo, prodianissimo, ecc)

alcuni tipi particolari di participio passato (mortissimo, rottissimo, ecc)

Tutti i casi di intensificazione tramite suffisso -issimo sono sufficientemente acclimatati


e per tutti se ne registra un utilizzo da parte della prosa giornalistica gi negli anni
Cinquanta; per questo, nella rilevazione delle occorrenze, far riferimento
principalmente allarchivio de La Stampa. Altrettanto rilevanti saranno gli utilizzi del
suffisso isolato, soggetto a lessicalizzazione. In questo caso, la ricerca stata complicata
dal fatto che Issimo anche la marca di una miscela di caff (Illy Issimo), il nome di un
ristorante, di una catena di supermercati, di unagenzia viaggi, di un festival e di un
alcune manifestazioni sportive e, perci, molte volte, compare in articoli promozionali o
di cronaca locale; ragion per cui stata necessaria lesclusione di tali occorrenze e
lidentificazione dei soli casi significativi. La ricerca dellelativo dei nomi propri stata
ispirata dal tipo Federerissimo, incontrato casualmente durante lesame relativo al
6

La Repubblica, a partire dal Duemila, aggiunge allarchivio le sezioni regionali, incrementando


notevolmente il numero degli articoli consultabili rispetto agli anni precedenti e, di conseguenza, il
numero delle occorrenze dei termini ricercati. Questo vale anche per parole il cui improvviso proliferare
non sarebbe giustificato dalle dinamiche di innovazione linguistica. Per esempio, per casa, nel 1999 si
registrano 9.872 occorrenze, mentre appena un anno dopo 42.422.

10

suffisso isolato, ed stata condotta su entrambe le testate. Federerissimo ha


immediatamente richiamato alla mente, per analogia contestuale e funzionale,
laccrescitivo Pupone, che il soprannome con cui viene chiamato il calciatore
Francesco Totti. I suffissi -one di Pupone e -issimo di Federerissimo, condividendo il
valore elativo-esaltativo, hanno inevitabilmente sollecitato linterrogazione degli archivi
circa leventuale presenza dellelativo Tottissimo, poi confermata. La stessa ricerca
stata condotta dopo aver individuato alcuni nomi di personaggi pubblici che si sono
distinti nellambito della politica, del calcio o dello spettacolo. Non per tutti stato
trovato un equivalente in -issimo: dati ed eventuali approfondimenti saranno discussi nel
capitolo dedicato ai nomi propri. Si tenga presente che lanalisi, inizialmente esclusa
dallo studio per la difficolt di reperimento dei dati7, ha fornito risultati che rispecchiano
la tendenza allelativizzazione pur riguardando una ristretta percentuale del campione
(che coincide con linsieme dei nomi propri dellitaliano).
Nellanalisi dei fatti di alterazione per mezzo del suffisso accrescitivo -one, che
riguarderanno in particolare la derivazione aggettivale, la derivazione sostantivale e
quella verbale si far riferimento allarchivio de La Stampa. Bench laccrescitivo
conferisca alla base una denotazione fissa in termini dimensionali (Merlini Barbaresi
2004, 264), spesso utilizzato sia in sostituzione del superlativo, soprattutto nel caso dei
sostantivi che non prevedono la formazione elativa in quanto prototipici, sia
sinonimicamente a questultima.
Passando ai metodi pi propriamente intensificatori, le reduplicazioni aggettivale
(bello bello), nominale (vacanza vacanza) e avverbiale (bene bene) saranno indagate su
entrambe le testate e precederanno la ricerca e lanalisi dettagliata dei prefissi elativi
(arci-, extra-, giga-, iper-, macro-, maxi-, mega-, micro-, mini-, nano- super-, stra-,
ultra- ). Per ogni prefisso, la funzione elativa andr naturalmente tenuta distinta da
quella prettamente etimologica, se differenti (per esempio, la funzione etimologica di
extra- in extraterritoriale andr tenuta distinta da quella elativa di extralusso). In questo
caso, per registrare il numero delle occorrenze, consulter larchivio storico de La

Per ottenere unanalisi ottimale, avrei dovuto ricercare la forma elativa di tutti i nomi propri italiani ma
questo avrebbe comportato un considerevole dispendio di tempo in rapporto agli scarsi risultati che avrei
ottenuto.

11

Stampa e confronter i dati ottenuti con quello de La Repubblica, al fine di descrivere


levoluzione nel tempo di ogni prefisso elativo, di dimostrarne i caratteri innovativi e la
recente comparsa sulle pagine dei giornali.
Non potranno mancare cenni sullintensificazione avverbiale (estremamente,
quanto mai) e su locuzioni elative, alcune suggerite da studi precedenti, altre riscontrate
personalmente (con la A maiuscola, detto ridetto stradetto).
Nei casi di prefissazione, la ricerca si concentrer su quelle neo-formazioni che
sono entrate a far parte del repertorio linguistico grazie alla prosa giornalistica
(ipermaggioritario piuttosto che iperalimentazione); chiaramente escluder i prefissi
che non esprimono un valore tipicamente elativo, come quelli iterativi (ri-) o con
funzione moltiplicativa (multi-, poli-). Saranno esclusi anche i prefissi di grandezza e
quantit minore (sotto- e sub-). Il carattere elativo di questi prefissi non
etimologicamente giustificato (come accade invece per maxi- e mini-) n
immediatamente percepibile; i significati con i quali appaiono pi frequentemente,
infatti, sotto quello locativo (subalpino), quello appartenente alla terminologia
scientifica che indica somiglianza (subcilindrico), quello attenuativo (subcosciente o
subacuto) e quello subordinativo (subaffitto). Solo in un numero decisamente inferiore
di casi esprimono inferiorit di grado, come ad esempio nel frequente tipo sottopagato.
Nellespressione dinferiorit, inoltre, implicito un valore indicativamente
quantificabile (sottopagato sta per pagato meno del dovuto, dove a dovuto si pu
attribuire un valore monetario approssimativo, per esempio un migliaio di euro) e
certamente ricavabile dal contesto, fatto che esclude questi prefissi dalla sfera semantica
dellelativizzazione.
Per non appesantire ulteriormente lanalisi, ho condotto lindagine servendomi
quasi esclusivamente del genere maschile; non mancheranno osservazioni e annotazioni
riguardanti le forme di genere femminile, ma riguarderanno esclusivamente
comportamenti peculiari o comunque differenti da quelli registrati per le forme
maschili.
Nella parte conclusiva dello studio, le occorrenze dei prefissi che identificher
come pi prototicamente elativi (e cio arci-, iper-, stra-, super- e ultra-) saranno

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suddivise tra types e tokens al fine di valutare approssimativamente il loro indice di


produttivit e confermare la teoria dalla quale ha preso spunto questo studio ovvero
quella relativa alla recente tendenza allelativizzazione dellitaliano neo-standard.

13

3. Analisi delle occorrenze del suffisso -issimo


Il superlativo assoluto intensifica al grado massimo laggettivo o lavverbio cui si
applica. In italiano si pu formare sia sinteticamente che analiticamente: nel primo caso,
tramite il suffisso -issimo o i prefissi elativi; nel secondo, per mezzo della modificazione
avverbiale o tramite reduplicazione espressiva o, ancora, grazie allutilizzo di alcune
locuzioni. Nei casi di estensione semantica, pu essere espresso anche per mezzo del
suffisso accrescitivo -one.
Come gi anticipato, ho ritenuto opportuno restringere lo studio del superlativo
con suffisso -issimo ai soli casi di eccezione alla norma, che consistono nelleffettiva
innovazione linguistica, la cui analisi rispecchia lo scopo ultimo di questa ricerca.
Luso grammaticalmente accettato del suffisso prevede che questo si leghi a basi
aggettivali, a participi passati e a espressioni avverbiali purch esprimano valori
intrinsecamente graduabili. Del resto, se il superlativo assoluto corrisponde
allespressione del pi alto tra i gradi di una scala qualitativa, non pu prescindere dalla
graduabilit stessa; eppure in molte formazioni contemporanee compare anche con basi
non graduabili. Inoltre, mediante il confronto con la lingua letteraria dei secoli passati,
si registrano impieghi del superlativo che oggi sono considerati agrammaticali ma che
un tempo venivano comunemente accettati quando non addirittura consigliati. Per
esempio, non era inconsueto che lavverbio molto precedesse la forma superlativa di un
aggettivo, come in un pulcino di molto bianchissimo colore (Salvi & Renzi, 2010,
291) cos come molto frequente era il tipo eccellentissimo: nelle formule onorifiche
veniva preferita luscita in superlativo rispetto a quella non marcata, mentre alcune
Grammatiche contemporanee, considerando il valore elativo intrinseco ad eccellente, ne
hanno delegittimato la forma suffissata. Bench ne venga sconsigliato limpiego, il tipo
eccellentissimo prosegue con la sua diffusione e oggi si ritrova nel linguaggio parlato, in
quello scritto della comunicazione mediatica, anteposto a sostantivi di ogni genere e in
espressioni informali. In alcune occorrenze con il participio passato, poi, il suffisso issimo assume un significato particolare, implicando irrevocabilit di alcuni eventi
(Paolo guaritissimo) o pluralit di partecipanti (questa hit ballatissima) pi che
intensificazione di qualit in senso stretto. Nel caso in cui il suffisso evochi pluralit di
partecipanti anche possibile dare allenunciato una contemporanea interpretazione

14

temporale in senso iterativo (Domenica colera, acqua e sapone sono state parole
usatissime8). Per analizzare le diverse sfumature semantiche del suffisso, sar necessario
approfondire il concetto di struttura scalare e introdurre quello di variazione scalare (cfr.
scalar change Napoli, 2013). Un immediato riferimento invece opportuno rispetto al
concetto di subjectification9 secondo il quale luso reiterato di forme o costruzioni
esprimenti significati concreti e oggettivi (tra cui il morfema -issimo, che ha
originariamente un valore oggettivo poich denota quantit o qualit di grado massimo)
pu comportare un incremento delle funzioni astratte e pragmatiche delle stesse, un
passaggio da una dimensione reale [] ad una pi astratta, come quella legata alle
funzioni di valutazione e intensificazione (Napoli, in corso di stampa) che non sono
altro che strumenti di espressivit linguistica. La parziale ma continua riduzione
dellintransigenza normativa dellitaliano standard ha favorito un incremento
dellespressivit linguistica - perci anche la diffusione di questi elativi dal
comportamento singolare, tra cui spiccano in particolar modo i prefissi elativi intaccando il linguaggio della comunicazione mediatica e caratterizzandolo in modo del
tutto peculiare.

Lesempio suggerito da Napoli (2013, 109-110) e ripreso da un brano tratto da La Repubblica.


Per la nozione di subjectification ho fatto principalmente riferimento allarticolo di Maria Napoli (2013),
che rimanda a sua volta a Traugott (2010).
9

15

3.1 Etnici di nazionalit


Un interessante caso riguarda gli aggettivi di relazione, in particolare gli etnici di
nazionalit. Dal toponimo, tramite suffissazione, si ottiene laggettivo denominale (in
questo caso

letnico) dal quale si ricava il superlativo: Italia italiano

italianissimo. Il fatto che letnico di nazionalit non implichi un valore possibilmente


graduabile e rientri perci nella classe dei nomi prototipici, non ha arrestato il processo
dintensificazione del concetto. Questo tipo di formazione si avvalso di
unintensificazione metaforica o contestuale (Merlini Barbaresi 2004, 448-449) che
ha permesso di quantificare tutti i tratti evocati dal sostantivo e di riassumerli sotto il
concetto di nazionalit, che sarebbe altrimenti inquantificabile. Consultando larchivio
storico de La Stampa si registra un dilagare di occorrenze di italianissimo negli anni del
ventennio bellico, a cui segue un calo significativo, che precede, a sua volta, una
riproposizione delletnico in -issimo tra la gli anni Ottanta e i primi anni del XXI secolo:

285

300
250

219

200
150

125

138

100
50
3

36

22

16 20 26

41

0
1890

1920

1980

2000

italianissimo
Sulla base di questi dati, si pu sostenere lacclimatamento del termine nonch un suo
pi recente riutilizzo. Questa forma ha funzionato da input per lelativizzazione di altri
etnici di nazionalit, in particolare di alcuni tra i pi rilevanti per la prosa giornalistica
italiana (americano, francese e inglese). Tutti e tre i superlativi - americanissimo,
francesissimo, inglesissimo - registrano un maggior numero di occorrenze a partire dagli

16

anni 80/90 e riconfermano tale frequenza nel decennio successivo, come dimostrano i
grafici10:
300
250
200
150
100
50

44 35
25 33
13
11
8
6 3
2 2 3

0
1890

1920

1970 1990

americanissimo

300
250
200
150
100
50

0 1 0 0 1 0 0 0 2 2

24 30

0
1890

1930

1970

2000

francesissimo

300
250
200
150
100
50
0

0 0 1 0 5 1 0 3 5 6
1890

1930

27 21

1970 1990

inglesissimo

10

I valori degli assi y dei grafici sono stati assegnati in base al numero massimo di occorrenze riscontrato
per italianissimo (circa 300) di modo che fosse visibile la differenza dimpiego rispetto alletnico pi
frequente.

17

Comprensibilmente, italianissimo a registrare il maggior numero di occorrenze in


assoluto, comparendo per la prima volta su La Stampa

nellagosto del 1873, in

riferimento a tal Antonio Bresciani, italianissimo di lingua (La Stampa, 11 agosto


1873, 1). Negli anni successivi si ritrova soprattutto nelle sezioni di Sport e Spettacolo,
mentre nellultimo decennio viene principalmente utilizzato come tratto distintivo dei
maggiori marchi di moda italiana, in segno di riscatto e di emancipazione dalle grandi
multinazionali americane e francesi. Del resto,
nel significato di italianit usato enfaticamente per indicare qualcosa di prettamente
italiano o un forte sentimento di identit nazionale (Cfr. Dizionario Treccani on-line).

proprio il sentimento di italianit ad essere metaforicamente elativizzato, fatto che


ancora pi eclatante nellunica espressione avverbiale riscontrata allitalianissima. Non
particolarmente rilevante il confronto con il sostantivo femminile che registra, per
tutto larco temporale, la met delle occorrenze.

3.2 Superlativi irregolari


Un caso altrettanto degno di nota riguarda i superlativi irregolari. Sebbene le
forme celebrissimo e miserissimo siano comunemente accettate, il loro impiego in
ambito giornalistico estremamente limitato, spesso virgolettato o quasi sempre
riferibile a citazioni o a interviste. Un duetto celebrissimo (La Repubblica, 6
dicembre 2007, 51); miserissimi sono uno stipendio (La Repubblica, 2 dicembre 2011,
44), un balletto (La Repubblica, 6 ottobre 1987, 1), un materasso vecchissimo sudicio
(La Repubblica, 13 ottobre 2007, 1), uno stile di vita (La Stampa, 11 febbraio 1966, 13)
e un omaggio (La Stampa, 2 novembre 2002, 37).
Per la frequenza piuttosto rara di queste forme, lo stile adottato dai quotidiani si
dimostra molto

pi conforme

alla norma

dello standard, pur

accettando,

contemporaneamente, lulteriore elativizzazione in -issimo di ottimo e minimo. Infatti, si


ritrovano occorrenze di ottimissimo e minimissimo, soprattutto negli anni Cinquanta e
Sessanta, come evidente dai grafici:

18

35

40

150
109

28

30
20

14 12

10
0

100

17

34

50

4 4 6

10
0 2 4 4 5 1

7 4 2

0
1890

1930

1960

1990

1890

ottimissimo

1930

1960

1990

minimissimo

Ottimissimo trova spesso applicazione nelle pagine dedicate allo Sport - o perch
frutto di trascrizione di interviste o perch scelto appositamente dal commentatore - ma
pu apparire anche su rubriche di approfondimento culturale o su articoli di cronaca
locale:
Lunica nostra pecca stata il gol subito, poi abbiamo tenuto il campo e comunque
abbiamo fatto un ottimissimo primo tempo. Ottimissimo Novellino a mettere Zauli
dallinizio [] (La Repubblica, 19 settembre 2005, 14);
Ancelotti: beata Juve. Novellino euforico: primo tempo ottimissimo (La Stampa, 19
settembre 2005, 14);
Questanno ha messo insieme un buon attacco, anzi ottimissimo (La Repubblica, 15
febbraio 2011, 68);
Lerner un giornalista ottimo, ottimissimo (La Stampa, 17 giugno 2000, 3);
[] il presidente della Provincia regionale Matera ha esclamato: A me questo cartello
sembra ottimissimo (La Stampa, 20 settembre 2002, 14).

Limprovviso aumento delle occorrenze di minimissimo in corrispondenza degli anni


Sessanta, invece, dipende dallinserimento su La Stampa dellinserto Annunci
economici, rimosso qualche anno dopo. naturale che il termine abbia riscosso
successo nellambito della compravendita: richiamando lidea del risparmio assoluto
(minimissimo rateo, minimissima spesa, ecc..), attira lattenzione del lettore in cerca
dellaffare. Dallarchivio de La Repubblica riscontro altre nove occorrenze, su articoli
sportivi, di cronaca e di politica. Ne cito due in particolare che si distinguono perch
situate ai poli opposti della dimensione dei sottocodici sullasse diafasico: da un lato, un

19

passo tratto da un articolo redatto in sottocodice scientifico, che descrive il fascino della
metafisica delle particelle; dallaltro, poche righe riprese da un lungo commiato a
Franco Lucentini, tutto romanzato e aderente al massimo alla supernorma letteraria, non
fosse che per la quantit, in proporzione sorprendente ma comunque studiata, di
superlativi in -issimo:
Qualche volta si verifica la collisione di un elettrone e di un positrone; ed entrambi si
annichilano in un lampo incandescente di energia. Questo evento minimissimo nel
sottosuolo di Ginevra riproduce quello che accadde, un istante dopo il Big Bang [] (La
Repubblica, 28 settembre 2010, 59);
Sul suo tavolo Lucentini teneva due oggetti amatissimi: un cannocchiale da marina con
cui contemplare le stelle, e un microscopio ottocentesco con cui osservare i lombrichi, i
vermi, le amebe, le formiche, i coleotteri. Non gli piaceva che il lontanissimo e il
vicinissimo, il grandissimo e il minimissimo: detestava ci che sta in mezzo [] (La
Repubblica, 28 settembre 2006, 56).

Dal numero esiguo di occorrenze riscontrate, si pu affermare che la tendenza


allelativizzazione e lattitudine allamplificazione dei concetti proprie del linguaggio
giornalistico riguardano solo marginalmente le forme gi etimologicamente superlative.
Le sole tre occorrenze di massimissimo (tra Stampa e Repubblica), infatti, avvalorano
questa tesi, la cui unica eccezione data dal diverso comportamento di eccellente (vedi
paragrafo successivo). Pi comuni, invece, gli impieghi nella letteratura moderna, come
testimoniato dalla Lessicografia della Crusca on-line11 e quelli nel linguaggio informale,
che trova ormai ampia applicazione sul web: da un forum cinematografico ricavo un
ottimo esempio nella frase Cordero ha davverissimo tratto il massimissimo dal
minimissimo che aveva a diposizione12.

3.2.1 Il tipo eccellentissimo


Un discorso a parte va affrontato nel caso di eccellente. La forma non marcata
possiede gi valore elativo perci luscita in -issimo sarebbe illegittima secondo il
canone dellitaliano standard. Eppure, eccellentissimo si diffonde nelle formule
11

Cfr. voci ottimissimo e minimissimo sulla Lessicografia della Crusca on-line.


Disponibile allindirizzo http://www.i400calci.com/2013/07/europa-report-ho-visto-le-lucine, data di
consultazione 23 dicembre 2013.
12

20

onorifiche e si sviluppa parallelamente a eccellente creando una sorta di divario di grado


tra le due forme tant che oggi, la maggior parte dei dizionari13 considera eccellente
come aggettivo qualificativo semplice e lo definisce come persona che superiore a
ogni altra del suo genere per meriti, qualit e simili (Hoepli); la definizione stessa
individua un divario di grado tra eccellente ed eccellentissimo, laddove suggerisce per il
primo una sorta di comparazione di maggioranza (la persona superiore ad ogni altra)
mentre il superlativo assoluto intensifica a un massimo grado ma senza riferimento
alcuno a termini di paragone (Gaeta, 2011, 1431-1432). La confusione cresce quando,
nelle stesse definizioni di eccellente (fatta eccezione per quella dello Zingarelli), si
ritrova suggerita la forma sinonimica ottimo, che innegabilmente superlativa. La
proposta di sinonimia con un superlativo contrasta con la decisione di considerare
laggettivo come un qualificativo semplice e trascura alcuni dei suoi pi moderni
impieghi che gli stessi dizionari ricavano dal linguaggio giornalistico contemporaneo,
ossia quelli relativi a persone particolarmente importanti coinvolte in fatti negativi e
criminosi (cfr. voce sul DISC). Il superlativo eccellentissimo viene cos considerato
come appartenente a variet marcata in diacronia e diafasia e relegato allimpiego nelle
antiche formule onorifiche; spesso ne viene affermato il declino14, ma il calcolo delle
occorrenze sin dai primi numeri de La Stampa registra ciclicamente cali piuttosto
contenuti, quindi non autorizza tal supposizione:
120
99

100
80

86

79
57

60

57

52

47
36

35

40

40

25

20
0
1890

1930

1960

1990

eccellentissimo

13

DISC 1997, Treccani, Hoepli 2011, Zingarelli 2010.


Il DISC, per esempio, riporta eccellentissimo: appellativo onorifico che un tempo spettava a sovrani e
personaggi dotati di grande autorit; oggi usato raramente in segno di deferenza. sec XIV.
14

21

Negli ultimi anni (dal 2010 al 2013), le occorrenze di eccellentissimo si concentrano


nellambito dello sport (eccellentissimo tecnico) e dello spettacolo (eccellentissimo
quartetto). La cronaca, invece, in linea con quanto poco sopra affermato, utilizza il
termine esclusivamente nei casi di eccellentissimi arrestati o testimoni. Segnalo luogo di
potere eccellentissimo (La Repubblica, 8 agosto 1997, 4) come unica occorrenza
riscontrata insieme a un elemento di significato locativo: in tutti gli altri casi, infatti,
laggettivo mantiene loriginale riferimento a nomi di persona: anche nel caso di
eccellentissimo omicidio o del gi citato quartetto, il riferimento da intendersi,
metonimicamente, alla vittima e al gruppo di musicisti.

3.3 Lessicalizzazione del suffisso issimo


Lestrema produttivit del morfema -issimo ha autorizzato, seppur in casi
piuttosto rari, un primo avvio alla lessicalizzazione del suffisso stesso. Lo definisco
primo avvio poich litaliano contemporaneo non prevede la sua effettiva
codificazione nel lessico, che corrisponderebbe alla fase finale del processo diacronico
in questione. Il suo impiego in qualit di aggettivo isolato, per, potrebbe essere
considerato come avvio del processo, nonostante sia impossibile ipotizzarne una sua
futura affermazione.
Le occorrenze del morfema sono distribuite in maniera omogenea dallinizio del
Novecento fino ai giorni nostri, ma non tutte testimoniano il suo impiego nello scritto
dei media. Infatti, come gi accennato, issimo anche il nome di una marca di caff
(Illy Issimo), di un ristorante, di una catena di supermercati, di unagenzia viaggi, di un
festival e di alcune manifestazioni sportive. Queste occorrenze non verranno
considerate; tuttavia, indicano che il processo che ha portato allautonomia del morfema
e alla sua integrazione nel lessico dei media ha preso avvio da contesti pubblicitari e di
mercato. Del resto, la scelta del nome Issimo funziona come ottima reclame: sottolinea
leccezionalit di prodotti o servizi e li distingue rispetto agli altri, facendoli emergere.

22

quasi certamente da questi usi che il fenomeno riceve lo spunto per affermarsi e
diventare pratica comune nella prosa giornalistica.
Laffermarsi della pratica nel sottocodice consente di delineare tre fasi
successive di lessicalizzazione, per ognuna delle quali fornir qualche esempio. La
prima fase consiste di espressioni metalinguistiche, nelle quali il morfema viene citato
in quanto suffisso:
-issimo il suffisso morandiano per eccellenza (La Stampa.it, 13 febbraio 2013);
Come accoglierebbe Levi la filastrocca dedicatagli da Emilio Jona se non rinnovando il
suo elogio del dialetto piemontese? Amo questo dialetto, che pure non contiene il verbo
amare [...] Prima che sia troppo tardi, vorrei dirne le lodi [...] Noi non abbiamo mai
accettato la desinenza barocca -issimo del superlativo latino e italiano. Non ne abbiamo

23

bisogno [...] Non possiamo, e non vogliamo, dire che una ragazza bellissima, diciamo che
bella come un fiore. Esageroma nen... (La Stampa, 16 settembre 2007, 47);
Leffetto scenografico deve essere notevole se si pensa che il sindaco Franco Rocca non
lesina aggettivi superlativi, tanto da arrivare a parlare, dopo diversi -issimo, di spettacolo
unico al mondo. (La Stampa, 6 settembre 2001, 37);
un governo che sia -one o -issimo probabilmente andrebbe benissimo: a nessuno salti il
ticchio di farlo -ino o -icchio (ma se una volta o laltra la fin-issimo?) (La Stampa, 21
gennaio 1996, 3).

Non sono rari i casi di reduplicazione del morfema, sempre considerato nella sua
funzione di suffisso: moltissimo issimo issimo (La Stampa, 17 giugno 1995, 4);
griffatissimo issimo issimo (La Stampa, 16 marzo 2004, 57); grandissimo -issimo a
livello mondiale (La Stampa, 30 agosto 2008, 40), qui con lulteriore apposizione
intensificativa della locuzione a livello mondiale15; incazzissimo (La Repubblica,
4 dicembre 2007, 8 e La Repubblica, 5 agosto 2007, 7). In questultimo caso,
lisolamento del suffisso ovvia conseguenza della censura apportata allintervista, ma
effettivamente loccorrenza rientra nel tipo comunissimo di superlativo assoluto
aggettivale.
Nella seconda fase, -issimo acquisisce autonomia semantica, accorpando su di s
un insieme indefinito di qualit implicite ma comunque intuibili dal contesto,
profilandosi come elemento prototipico della serie aggettivale che evoca.
Sono in quattro, studentesse quindicenni dellAndrea Doria, biondissime, piccolissime,
abbronzatissime. Escono di corsa dalla Berio, una loro amica di passaggio in Via XII
Ottobre ha segnalato la presenza di uno degli idoli del momento: palestratissimo,
lampadatissimo e bellissimo (fosse per loro gli issimo non finirebbero mai) (La
Repubblica,1 giugno 2005, 14);
Biondissimo, bellissimo (per il bravissimo ci sar tempo), un campionario di issimo (La
Repubblica, 20 luglio 2005, 14);

15

La locuzione, pur circoscrivendo uno spazio delimitato - anche se di significativa estensione - supplisce
spesso a forme di superlativo assoluto.

24

mentre Marzia sta studiando con il veterinario il sistema per passare alla omeopatia,
continuiamo a visualizzarlo in issimo: dolcissimo, affettuosissimo, allegrissimo e
golosissimo (La Repubblica, 27 maggio 2013, 13);

Nellultima fase il suffisso viene lessicalizzato, ma il frequente utilizzo della


virgolettatura rispecchia la cautela nel sancirne la lessicalizzazione. Chiaramente, il
fenomeno trova spazio nelle sezioni pi innovative dei quotidiani, in particolare nello
Sport, nello Spettacolo e nelle rubriche dapprofondimento ed piuttosto recente, anche
se la prima attestazione risale al 1988, dove le virgolette contrastano con la scelta di
proporre il nuovo impiego del suffisso nel titolo dellarticolo, in primissimo piano:

Lo spunto dipende certamente dal nome dello spettacolo, che non a caso Issimo, ma il
giornalista gioca con la doppia referenza del suffisso: da un lato, il nome dello
spettacolo, appunto; dallaltro il fatto di qualificarlo contemporaneamente come
superlativo. Qui di seguito, altri esempi di lessicalizzazione di issimo, in ordine di
occorrenza:
ecco pronto il Busi sbilanciatore, issimo per definizione (La Stampa, 2 luglio 1993, 4);
E tuttavia, almeno ieri, David Nalbandian si issato al livello di un Federerissimo meno
issimo del solito (La Repubblica,14 maggio 2006, 60);
LAntartide non ha mezze misure, ha solo degli estremi solo issimo (La Repubblica, 21
luglio 2000, 13).

25

3.4 Sostantivi in -issimo


Campionissimo, finalissima, fedelissimo sono i casi di intensificazione nominale
attualmente pi frequenti sulle pagine dei quotidiani. Il fenomeno dellelativizzazione
sostantivale si riscontra sin dagli anni Venti del Novecento e la sua diffusione , ancora
oggi, in costante crescita:
fedelissimo

campionissimo

finalissima
10.206

6.322

3.393
2.437

1890

1930

1950

1990

Tra tutte le procedure elativizzanti, quella agente sui sostantivi si pu considerare la pi


naturale, considerata lestrema affinit che intercorre tra aggettivi e nomi e che consente
agli uni di sostantivarsi, agli altri di aggettivarsi. Tuttavia, secondo la norma
dellitaliano standard, un sostantivo prototipico (come poltrona) ha la funzione
semantica di indicare una determinata realt/entit ma non quella di qualificarla, che
propria dellaggettivo; un sostantivo prototipico non , perci, graduabile e come tale
non potrebbe elativizzarsi. Diverso il caso di fedelissimo o campionissimo che,
derivando da un aggettivo, si possono considerare appartenenti alla classe degli atipici,
ai quali possibile applicare la nozione di graduabilit. Linnovazione in questo tipo di
procedura consiste nel superamento della restrizione normativa, che consente di affidare
al sostantivo prototipico una delle caratteristiche proprie dellaggettivo.
Il linguaggio giornalistico fa ampio uso dellelativizzazione nominale, tant che
alcuni sostantivi in -issimo sono ufficialmente entrati a far parte del lessico della lingua

26

italiana. I tre scelti - campionissimo, finalissima, fedelissimo (qui chiaramente nelluso


sostantivato) - ne sono un esempio lampante. Il fenomeno estremamente frequente,
soprattutto a partire dagli anni Novanta, e questo autorizza a parlarne in termini di
tendenza piuttosto affermata rispetto al secolo scorso, anche considerando che oggi non
prevede particolari restrizioni (troviamo governissimi, partitissime, poltronissime,
presidentissimi e addirittura casi di nomi propri al superlativo) ma che in passato le sue
occorrenze erano limitate a pochissimi tipi. Luso sostantivato di fedelissimo, per
esempio, si ritrova gi nelle formule onorifiche (cfr. Vocabolario Treccani on-line: del
superlativo fedelissimo sono da notare due usi particolari: storicamente, titolo onorifico
concesso dal papa Benedetto XIV a Giovanni V Re del Portogallo e ai suoi successori;
per antonomasia, la fedelissima, lArma dei Carabinieri) ma il suo impiego si dilata
quando comincia ad occorrere in contesti ideologici, politici e culturali, ampliando il
suo spettro dazione soprattutto a partire dagli anni Novanta del Novecento, come
evidente dal grafico sopra riportato e dagli esempi sottostanti:
[] Craxi; che avrebbe per preferito, per il vertice della Rai, abbinare alla presidenza
socialista di un cattolico la vicepresidenza di un fedelissimo (La Repubblica, 2 novembre
1985, 7);
Il Padrino tenta lultima beffa. Tradito da un fedelissimo. Se avr lergastolo la mafia
morir con lui (La Stampa, 21 gennaio 1992, 1);
Assassinato un fedelissimo di Milosevic (La Stampa, 26 aprile 2000, 9);
Un fedelissimo di Bush controller Wall Street (La Stampa, 3 giugno 2005, 19);
Roma: fedelissimo di Alemanno confermato dal governo (La Stampa, 1 agosto 2012, ?);
Il fedelissimo di Renzi incassa per il sostegno di molti esponenti politici (La
Repubblica, 13 dicembre 2013, 6).

Tramite unanalisi pi approfondita, ho rilevato che le occorrenze del superlativo con


valore nominale aumentano nel corso tempo rispetto a quelle con valore aggettivale (nel
1950 il rapporto di uno a sette, nel 1992 di uno a quattro e passa a uno a tre nel
2013), il che certifica il recente incremento del fenomeno dellelativizzazione
sostantivale e permette di ipotizzarne una sempre maggior frequenza a scapito di quella
aggettivale, almeno per quanto riguarda la forma fedelissimo.

27

Campionissimo e finalissima, a differenza di fedelissimo, si possono considerare


vere e proprie innovazioni del linguaggio giornalistico, in particolar modo della cronaca
sportiva. Per entrambi si pu considerare concluso il processo di lessicalizzazione, dal
momento che tutti i principali dizionari16 li includono nel lessico della lingua italiana,
non omettendo le relative prime datazioni: 1931 per il superlativo di campione, 1939 per
quello di finale.
Negli anni Trenta, Fausto Coppi divenne il Campionissimo per eccellenza grazie
alle sue imprese ciclistiche; a ben guardare, per, il lemma andrebbe retrodatato.
Sullarchivio de La Stampa, infatti, la prima attestazione risale al 191917 in riferimento a
Costante Girardengo, ciclista di gran fama che in quellanno collezion una serie di
successi consecutivi e, insieme, il meritato appellativo che lo accompagn per tutta la
carriera. La divergenza tra le due date dipende probabilmente dal fatto che, nei primi
anni, il termine veniva utilizzato esclusivamente in riferimento a Girardengo; i successi
di Coppi a pochi anni di distanza gli consentirono di aggiudicarsi lo stesso appellativo,
che per cominci a diffondersi anche in altri contesti e in relazione ad altri atleti
eccellenti. Probabilmente, il processo di lessicalizzazione di campionissimo fu innescato
solo negli anni di Coppi ed per questo che la datazione posteriore18. Oggi il termine
prolifera tra gli articoli sportivi, ma non sono rare attestazioni in sezioni di politica
estera, di spettacolo e di affari e finanza:
la nuova guerra dei mondi: la guerra dei mondi hitech. Apple contro Google. Google
contro Amazon. Amazon contro Facebook. Tutti contro tutti nel grande conflitto globale
della tecnologia [] Pronti a sfidarsi nella corsa a quattro che ha gi lasciato indietro un
campionissimo. Gi: che fine ha fatto Microsoft? (La Repubblica, 27 dicembre 2012, 1);
[] Bill Bradley, e dopo di lui da un campionissimo della politica, Bill Clinton (La
Repubblica, 26 marzo 2012, 1);
[...] questo era quel simpaticone di Fiorello. Suo figlio Beppe ne orgoglioso.
Quarantadue anni, nove in meno del campionissimo Rosario (La Repubblica, 27 novembre
2011, 10);
16

Per le datazioni ho fatto riferimento al DISC, allo Zingarelli 2010 e al GRADIT.


La notizia data dalla Gazzetta dello Sport che il campionissimo Girardengo ha deciso di non
partecipare al Giro di Francia stata appresa con rammarico da tutti gli appassionati di ciclismo (La
Stampa, 22 giugno 1919, 2).
18
A differenza dei dizionari citati, lEnciclopedia Treccani on-line dedica una pagina a Costante
Girardengo definendolo correttamente il Campionissimo.
17

28

Canio reagisce alle rigidezze paterne divenendo una specie di buffone irredento, e un
campione della tv commerciale pi spensierata e culturalmente deplorevole. Un
campionissimo, anzi. (La Repubblica, 7 ottobre 2010, 7).

Le stesse considerazioni valgono per finalissima: la datazione risale al 1939, ma il


lemma attestato gi a partire dai primi anni del Novecento, come dimostra il titolo
sottostante estratto da La Stampa del 2 giugno 1913:

Si tenga presente che il termine fu appositamente adottato nel 1912-1913 per indicare
una precisa fase del campionato di calcio italiano: gli incontri conclusivi fra i campioni
del Nord e quelli del Sud presero il nome di Girone Finalissimo, o semplicemente di
finalissima (cfr. voce finalissima su Wikipedia). Nel 1925 il governo fascista stabil la
riorganizzazione del campionato che contemplava labolizione della finalissima a
seguito della quale lespressione si generalizz. La considerevole diffusione del termine
potrebbe aver funzionato da incentivo per lespansione del sinonimico partitissima, che
datato 1964 ma di cui trovo una prima attestazione risalente al 194319. Limitati alla
cronaca sportiva fino alla fine degli anni Novanta - Partitissima anche il titolo di un
programma televisivo che and in onda nel 1967 - i loro impieghi cominciano ad
affiorare nel linguaggio metaforico scelto appositamente per la redazione di alcuni
articoli di politica interna e, pi precisamente, nei racconti o nei commenti alle vicende
elettorali, facilmente assimilabili a competizioni sportive:

19

Ventimila persone sugli spalti, il primato degli incassi battuto da lontano, unatmosfera accesa, da
partitissima (La Stampa, 25 gennaio 1943, 2).

29

Tra una settimana la finalissima della politica milanese. Pisapia come Mou: riuscir a
vincere il titulo di sindaco? (La Stampa, 21 maggio 2011, 34);
Le posizioni di partenza si erano irrigidite tra il centrosinistra che puntava a una sfida a sei
e il Pdl che lo ha subito escluso completamente. Gestire con equit la finalissima di
campagna elettorale non per nulla facile (La Repubblica, 31 gennaio 2013, 13);
Ora si apre una fase nuova, i renziani possono cantare vittoria e mettere allincasso la
presa del partito a Milano in vista della partitissima delle primarie nazionali (La
Repubblica, 5 novembre 2013, 6);
Con un editoriale pubblicato sul suo sito, Ichino esce cos allo scoperto, ricordando di non
essere il solo, tra i supporter del premier uscente, a praticare il voto utile in Lombardia: non
per la partitissima del Senato, dove peraltro lui candidato, ma in Regione (La
Repubblica, 19 febbraio 2013, 4);
Per passare dal calcio parlato a quello giocato bisogner aspettare la partitissima di
venerd a Palazzo Chigi (La Stampa, 22 marzo 2004, 9).

Oltre ai sostantivi appena analizzati, doveroso citare se non altro i prototipici


governissimo (attestato dal 1989 e tipico del linguaggio politico), presidentissimo (la
prima occorrenza del 1938: resta vincolato alla cronaca sportiva fino alla seconda
met degli anni Novanta, poi si ritrova anche in articoli di politica interna o di
economia), occasionissima, offertissima (tipici del linguaggio pubblicitario) e
poltronissima il cui impiego riservato ad articoli di Spettacolo dalla prima occorrenza,
che del 194220, fino alla fine degli anni Novanta, periodo dopo il quale si diffonde
anche in contesti politici (la poltronissima del Ministero degli Esteri).
Chiaramente, ogni autore seleziona in base alle proprie esigenze i termini
semanticamente pi adatti allargomento che tratta. Scelto un termine (per esempio
governo se la notizia riguarda la politica), decide di proporlo nella sua forma in -issimo
per esigenze comunicative. La prima fase di diffusione di governissimo vedr
concentrarsi il maggior numero di occorrenze su articoli di politica, ma la successiva
diffusione ad altri ambiti duso la vera testimonianza dellaccettazione dellinnovazione
20

Le poltronissime riservate agli eroi combattenti che hanno versato il sangue per la Patria vengono,
come si sa, sottoscritte con una cospicua oblazione e poi trasmesse ai competenti comandi. La
sottoscrizione stata ieri aperta dalla Fiat che ha fissato la prima poltronissima, versando la somma di
diecimila lire. Altre poltronissime sono state fissate dal direttore de La Stampa dott. Alfredo Signorelli
(La Stampa, 9 giugno 1942, 2).

30

linguistica (ovviamente lo stesso ragionamento vale per tutti i sostantivi in -issimo). A


seguire, alcuni esempi, oltre ai gi citati di finalissima, partitissima e campionissimo, di
sostantivi elativizzati in contesti differenti da quello dorigine:
Il Senato frena sul presidentissimo. Non passato il decreto per l'elezione diretta del capo
dell'esecutivo regionale (La Stampa, 19 marzo 2000, 37);
Quanto allEni, gli interrogativi sulla formula della spa, gi un guaio di per s, servono
alle lotte intestine dei pretendenti alla poltrona del presidentissimo (La Stampa, 22 giugno
1992, 13);
Stessa musica, stesse carinerie da Alfredo Biondi che lascia la legislatura da vicepresidente della Camera e si infila nella nuova da candidato alla poltronissima di presidente
dei deputati (La Stampa, 30 marzo 1994, 3);
Ma Bonifazi che fa? Perch non riesce a lasciare la doppia poltrona, perpetuando la
maledizione del gruppo Pd, dove ci sono altri precedenti simili (vedi Scino indagato) e anzi
il presidentissimo Giani (doppia poltrona in Regione e in Comune) finisce per far cadere i
suoi censori, la commissione di garanzia del Pd? (La Repubblica, 17 maggio 2013, 7).

Unulteriore considerazione va dedicata ai superlativi dei nomi propri. Non


questa la sede adatta ad approfondirne lo studio, se non altro perch, come gi spiegato
nel capitolo dedicato alla metodologia, la ricerca delle occorrenze stata condotta con
consapevole e personale limitatezza, seguendo le mode e i personaggi che hanno
popolato la scena sociale negli ultimi quindici anni; ma comunque interessante notare
che gi nel 1954 La Stampa titolava una riflessione comparsa sulla rubrica Come stiamo
a lingua Wandissima e altri issimi ad opera del giornalista e stimato linguista Leo
Pestelli, il cui intento era quello di denunciare non luso, ma labuso del superlativo
nellitaliano scritto:
Questo anzi il punto in cui la lingua viva si presa nei secoli pi gioco della
Grammatica, aggiungendo lissimo, non solo all'aggettivo, ma a un avverbio, a un nome, a
un pronome e persino a una voce di verbo; e usandolo, nonostante il divieto di quella, in
compagnia ora di complementi (La natura umana perfettissima di tutte laltre nature di
qua gi > Dante), ora di avverbi di accrescimento (Un monte molto *altissimo > Cavalca).
Coloro che spiritano udendo poltronissima (la poltrona insatirita delle prime file negli
spettacoli di rivista); Wandissima; campionissimo e altre moderne forme coatte di

31

superlativo, sappiano che ben altre capestrerie (o errori con ragione come li chiamava il
Tommaseo) si trovano presso i buoni scrittori (La Stampa, 9 gennaio 1954, 3)21.

Si nota, cos, che la tendenza - e non solo dellimpiego dei sostantivi elativi, ma anche
dellelativizzazione di nomi propri (Wandissima) - si gi manifestata negli anni
Cinquanta se non precedentemente; dellaffermazione e della riproposizione di
questultima, siamo testimoni ancora oggi: Berlusconissimo, Massimissimo, Paolissimo,
Tottissimo, Federerissimo sono solo alcuni degli esempi riscontrati, ai quali se ne
potrebbero sicuramente aggiungere altri. Nella tabella sottostante, ho riportato le
occorrenze ricavate dalla ricerca tramite archivio, con relative annate di prima
attestazione:

Berlusconissimo
Federerissimo
Massimissimo22
Paolissimo23
Tottissimo
Morandissimo
Dieghissimo24

LA REPUBBLICA
4 (2005)
57 (2006)
2 (2000)
1 (2006)
1 (2009)
1 (2000)
1 (2004)

LA STAMPA
2 (1995)
0
0
1 (1994)
0
1 (1969)
1 (1986)

Visto il basso numero di occorrenze, evidente come il fenomeno non riveli una
frequenza paragonabile agli altri moduli formativi, ma comunque indicativo di una
tendenza che pare aver superato ogni tipo di restrizione normativa. In queste occorrenze,
il suffisso -issimo ha la funzione di esaltare le qualit artistiche, sportive o intellettuali
che siano, del personaggio in questione. Sembra quasi che sostituisca, sinteticamente,
lespressione molto comune il superlativo X di cui riporto subito alcuni esempi:
Ed ecco il superlativo Massimo (La Repubblica, 27 marzo 2008, 18);

Da ieri va aggiunto il superlativo Inler tra i pilastri (La Repubblica, 3 dicembre 2012, 1);
il superlativo Mertens (La Repubblica, 28 ottobre 2013, 1);

21

Larticolo completo disponibile in appendice.


Massimo Troisi e Massimo Dalema.
23
Il calciatore Paolo Rossi.
24
Leditore Diego De Donato e il calciatore Diego Armando Maradona.
22

32

il superlativo Gabbiadini (La Repubblica, 4 agosto 2013, 15).

Il caso Berlusconissimo particolarmente interessante perch, nelle occorrenze trovate,


tramite il suffisso non si sono volute elevare le qualit del personaggio; -issimo stato
invece impiegato come suffisso aggettivale denominale, probabilmente la forma
contratta dellantroponimico berlusconianissimo, che sar discusso nel paragrafo a
seguire:
Il berlusconissimo Paolo Romani (La Repubblica, 7 luglio 2011, 2);
Lonorevole berlusconissimo Stracquadanio (La Repubblica, 16 settembre 2010, 1);
Sulla copertina del berlusconissimo rotocalco Chi (La Repubblica, 20 maggio 2005, 7);
[] direttore del berlusconissimo Tg5 (La Repubblica, 23 luglio 1993, 12);
[] direttore del berlusconissimo Tg di Italia Uno (La Stampa, 13 marzo 1995, 5);
[] in berlusconissimo completo scuro (La Stampa, 10 dicembre 2002, 3).

Del resto, come gi notava Marcato (2009, 23), il


cognome assai produttivo, come mostra Internet che offre derivati in gran quantit []
Varie altre formazioni con suffissi, prefissi e composti: euroberlusconi, filoberlusconismo,
teleberlusconi, ecc

Proprio su Internet ho riscontrato occorrenze del nome proprio elativizzato, come


dimostra il seguente esempio:
Berlusconissimo a Cagliari mostra cosa vuol dire essere un leader (Il Mattinale on-line,
disponibile alla pagina http://www.freenewsonline.it/?p=4217).

Anche nel caso di Federerissimo vale la pena spendere qualche parola in pi; lalto
numero di attestazioni potrebbe far pensare a una diffusione molto simile a quella del
gi citato Campionissimo, diffusosi negli anni Cinquanta tra i giornalisti di cronaca
sportiva e gli amanti del ciclismo, come identificativo di Fausto Coppi. In realt, il
superlativo Federerissimo diventato, negli ultimi anni, elemento stilistico
identificativo del giornalista a cui deve lorigine, pi che del tennista Federer: gli
articoli che contengono le occorrenze del superlativo, infatti, vedono apportata in calce
sempre e solo la firma del giornalista Gianni Clerici. Il caso analogo che analizzer

33

subito di seguito, permette di introdurre lultima categoria di sostantivi elativizzati:


quella dei deantroponimici.

3.5 Deantroponimici
La categoria dei deantroponimici comprende tutte le forme derivate a partire da
nomi propri di persona (Marcato 2009, 65); tramite suffisso -ano/-iano, per esempio, un
individuo viene identificato come seguace, amante o esperto delleponimo25 di
derivazione (prodiano < Prodi); un oggetto viene identificato in base alla sua attinenza
o appartenenza (il pensiero leopardiano il pensiero di Leopardi) e cos via. Anche
questo tipo di derivato pu essere soggetto a elativizzazione nella prosa giornalistica. A
partire dal 2002 riscontro ben diciotto occorrenze di prodianissimo su La Stampa contro
le cinque di berlusconianissimo e la sola di renzianissimo su La Repubblica.
Escludendo questultima, le cui occorrenze sono probabilmente in numero inferiore per
il fatto che il personaggio a cui si riferisce nuovo alla scena politica, rilevo un
impiego pi diffuso di prodianissimo:

berlusconianissimo
renzianissimo
prodianissimo

LA REPUBBLICA
5 (2002)
1 (2013)
4 (1999)

LA STAMPA
2
0
18 (2002)

La maggior frequenza di questultimo dipende anche in questo caso da una scelta


stilistica identificativa della giornalista Antonella Rampino. A parte questa circostanza,
la tendenza allelativizzazione dei deantroponimici , seppur piuttosto rara comunque
significativa, come dimostrano le occorrenze degli altri tipi. Alle attestazioni di
berlusconianissimo su La Stampa, bisogna poi aggiungere quelle menzionate del tipo
Berlusconissimo, delle quali si pu testimoniare un uso piuttosto anomalo; non chiaro
se il loro utilizzo sia frutto di errore o se si possa parlare di suppletismo rispetto alle due
forme.

25

I nomi propri a cui risalgono le continuazioni deonimiche sono generalmente detti eponimi (Marcato,
2009, 21).

34

3.6 Participio passato con -issimo


Lanalisi dellimpiego del participio passato in funzione aggettivale e superlativa
conclude la rassegna dei suffissati in -issimo e dimostra come il suffisso possa acquisire
valori semantici differenti da quello originale e funzioni altrettanto inconsuete, come ad
esempio quella della pluralizzazione. Questa nuova prospettiva, che mi si aperta grazie
alle illuminanti osservazioni di Maria Napoli (rimando alle opere citate in bibliografia
per ulteriori approfondimenti), restituisce al suffisso una funzionalit espressivostilistica che convive con quella originale che invece di carattere morfologico. Con
alcuni participi passati, infatti, -issimo funge contemporaneamente da dispositivo
grammaticale e stilistico, consentendo di aggiungere espressivit allatto linguistico,
indipendentemente dalla natura dello stesso.
Il participio passato in italiano appartiene al paradigma verbale, ma possiede le
medesime propriet flessionali degli aggettivi (due generi e due numeri). Non avendo
un comportamento sintattico uniforme, difficile individuare i casi in cui un participio
passato impiegato in funzione verbale o aggettivale. Anche la nozione di graduabilit
(che abbiamo visto essere il criterio primario di identificazione degli aggettivi)
insufficiente al riconoscimento dei participi passati aggettivali in quanto possibile
che il suffisso si leghi ad una base verbale e che le conferisca aspetto aggettivale senza
che questa presenti possibilit di gradazione. Come pi volte ricordato, il superlativo
una strategia dintensificazione la cui funzione quella di descrivere una propriet che
si presenta al massimo grado: tuttavia, quando occorre con il participio passato, pu
anche rappresentare eventi (e non necessariamente propriet), descriverne lo stato o
semplicemente aggiungere enfasi.
Quando occorre con verbi telici, e cio con verbi che descrivono azioni che
raggiungono un determinato stato finale (come morire, chiudere o partire), il
superlativo suggerisce una lettura soggettiva piuttosto che oggettiva. Infatti, bench non
sia possibile graduare il processo della morte, -issimo si lega al participio passato
assumendo laspetto di uno strumento di valutazione puramente enfatica:
Non morta, mortissima (La Repubblica, 15 novembre 2012, 12);
Morto? Mortissimo, altroch (La Repubblica, 30 dicembre 2008, 14);

35

E la Bruges mortissima (La Repubblica, 3 febbraio 1998, 34-35);


Il cinema morto, mortissimo, lo vado ripetendo con accanimento inutile da anni, ormai
puro zombismo miliardario, zombismo televisivo, oppure documento (La Stampa, 1
novembre 1996, 8).

Con un verbo telico come morire, il superlativo may be an emphatic means to express
that the result state is reached and, as a consequence, it is irreversible (Napoli 2013,
102). proprio il concetto dellirreversibilit dellevento a caratterizzare il participio
passato dei verbi telici in -issimo, che acquisisce cos un nuovo valore. A conferma
riporto altri esempi ricavati dal verbo chiudere (1, 2) e ammalarsi (3):
1) Kak impossibile, mercato chiusissimo (La Repubblica, 27 agosto 2011, 59);
2) In bilico tra due scelte che gli fanno ugualmente venire i brividi: chiudere gli accessi
alla facolt, per il prossimo anno accademico, o imporre il numero chiuso, anzi,
chiusissimo (La Repubblica, 22 giugno 2010, 7);
3) La Francia sembra alla vigilia di un vastissimo movimento di rivendicazioni in ogni
campo di attivit, e non si vede come il governo possa soddisfare le richieste dei lavoratori
senza aggravare notevolmente la gi compromessa stabilit finanziaria e le condizioni
dellammalatissimo franco (La Stampa, 17 aprile 1957, 7).

Il modulo, anche in virt della somiglianza tra il participio passato e laggettivo,


presenta un buon livello di diffusione sulle testate giornalistiche e si rivela un utile
strumento dintensificazione espressiva, dal carattere affine a quello di un modificatore
di grado endpoint-oriented (Napoli 2013, 104) (vedi oltre). I verbi telici, infatti,
implicano che levento raggiunga un punto culminante, oltre il quale non si verificano
pi le condizioni di validit dellevento stesso (raggiunto il culmine della guarigione,
esplicato dal participio guaritissimo per esempio, si completamente sani e non ha pi
senso parlare di guarigione). Con questi verbi, -issimo funziona proprio come un
puntatore (cio un modificatore di grado endpoint-oriented): indica che levento
giunto ad uno stato irrevocabile, ad un polo specifico della struttura scalare evocata
dallevento stesso. Con il termine scala si intende un insieme ordinato di valori di un
particolare attributo (vedi, tra gli altri, Rappaport 2008, 17). Applicando la nozione di
scala ad un verbo come morire, che non graduabile, si pu intendere levento come un
processo il cui punto culminante coincide con la morte stessa. In questo modo, il verbo

36

assume il carattere graduabile di cui era originariamente privo e autorizza


lelativizzazione, che per viene percepita come enfatica pi che in senso oggettivo.
Sulla scala cos individuata, avviene un cambiamento scalare (scalar change, vedi
sempre Rappaport) cio un movimento verso una particolare direzione della stessa. La
direzione del movimento dipende dellevento e dal fatto che la scala sia mono o
bipolare, cio aperta o chiusa. Nel caso dei telici la scala chiusa e prevede un punto
apicale che corrisponde con la fine dellevento: -issimo indica proprio quel punto e
significa irreversibilit.
Nel caso dei verbi atelici (che non prevedono un completamento dellazione
come ad esempio invecchiare), il suffisso intensifica quello che Parsons (1990)
definisce target state e cio lo stato dellevento nel corso del suo svolgimento senza che
lintensificazione implichi irreversibilit o risoluzione. Dai verbi atelici si ottiene una
scala aperta, priva di polarit, quindi il processo descritto dallevento non prevede il
raggiungimento di uno stato ma semplicemente un incremento dello stesso26. Per questo
motivo, lintensificazione in questi casi molto pi simile a quella classica del
superlativo assoluto: un participio come invecchiatissimo facilmente parafrasabile con
lespressione molto invecchiato, mentre lavverbio non pu premettersi al telico guarire
(* molto guarito). Per riassumere, il suffisso -issimo ha valore intensivo anche con il
participio passato ma le diverse sfumature semantiche che assume dipendono dalla
struttura scalare del verbo: pi precisamente, quando il verbo implica una scala chiusa,
il suffisso indica il raggiungimento di uno stato e ricopre la stessa funzione di un
modificatore orientato verso un determinato punto della scala (ammette il quasi, come
in quasi guarito); quando invece implica una scala aperta, il suffisso descrive lo stato
temporaneo di un evento, collocandolo su un alto grado della medesima scala (non
necessariamente quello massimo) e ricopre la funzione di un generico modificatore
scalare di grado (ammette il molto, come in molto invecchiato). In entrambe i casi
lintensificazione risponde ad esigenze di natura espressiva perci pu considerarsi
soggettiva piuttosto che oggettiva.

26

Non c un limite da raggiungere affinch una persona possa definirsi vecchia perch
linvecchiamento un processo continuo. Diverso il caso del telico guarire: una persona pu
considerarsi completamente ristabilita solo se raggiunge la fase finale del processo di guarigione.

37

Unaltra importante osservazione riguarda i participi passati di quei verbi che in


costruzioni passive ammettono il complemento dagente: in queste occorrenze, -issimo
assume un effetto secondario di pluralizzazione e una lettura che pu definirsi
distributiva (cfr. distributive reading in Dressler 1968), cio relativa ad un evento
costituito da una pluralit di eventi minori (micro-events) ed eseguito da una pluralit di
agenti. Nel linguaggio giornalistico, espressioni di questo tipo sono estremamente
diffuse, soprattutto con verbi stativi di sentimento, come odiare e amare, o con verbi di
attivit, come seguire, ascoltare, giocare e cos via. Vediamo subito qualche esempio:
Lui odiatissimo, ha commesso il peggior atto di terrorismo in patria dellintera storia
americana (La Repubblica, 11 giugno 2001, 14);
In Romania il teatro amatissimo e molto seguito, e questo ci fa ben sperare (La
Repubblica, 8 giugno 2013, 14);
Il fortunato telequiz lanciato nel 1964 ancora seguitissimo (La Repubblica, 20 gennaio
2014, 12);
La battaglia apocalittica, risponde il venerabile Paul Krugman oggi ascoltatissimo e
citatissimo, fra due concezioni diverse e opposte della societ americana (La
Repubblica, 5 gennaio2013, 1);
Per la 145 volta il 34 sulla ruota di Napoli ha tradito i suoi inseguitori. Attesissimo, vicino
alla sortita, maturo, il numero centenario era stato giocatissimo a Napoli (La Repubblica,
18 agosto 1985, 11).

Nel caso dei verbi stativi amare e odiare, che sono graduabili, il suffisso ha doppia
valenza: intensifica di grado lazione espressa dal verbo e indica che lazione stessa
realizzata da una pluralit di agenti; invece, nel caso dei verbi di attivit che non sono
graduabili, il suffisso ha ununica valenza e intensifica lazione espressa dal verbo
esclusivamente in termini di quantit di agenti. Perci, con i participi passati dei verbi
che ammettono complemento dagente, -issimo pu essere sempre sostituito dalla
locuzione pluralizzante da molte persone: nel caso dei graduabili, il valore
pluralizzante si aggiunge a quello intensificativo classico, mentre nel caso dei non
graduabili il solo che possa essere desunto. Anche in questa circostanza la scelta del
superlativo assoluto risponde ad esigenze espressive ma il suffisso dimostra maggior
oggettivit rispetto al caso dei verbi telici, poich confortato dal rilevamento di

38

opportuni dati numerici (solo a seguito di determinati studi statistici si pu affermare


che un numero giocatissimo o che un programma seguitissimo).
Lesame condotto sui participi passati ha dimostrato come il suffisso -issimo sia
incline allacquisizione di diverse sfumature semantiche, ognuna dipendente dal
costituente di base. Da questa prospettiva, il suffisso acquisisce maggior flessibilit
bench i diversi significati condividano il valore intensificante, sia esso il frutto di
valutazioni oggettive o soggettive.

39

4. Analisi delle occorrenze del suffisso accrescitivo -one


-One lunico suffisso dellitaliano standard che forma alterati accrescitivi:
permette lintensificazione di tratti pertinenti (non solo dimensionali) di unampia
tipologia di nomi. Pu essere applicato anche ad aggettivi (zoticone) e, pi raramente,
ad avverbi (benone). A differenza dellantonimo inoconferisce alla base una denotazione fissa (di grandezza) che permane anche quando la
formazione accrescitiva impiegata in contesti in cui i significati connotativi e pragmatici
sono pi pertinenti. Per esempio, nellenunciato Come vorrei essere a casa nel mio lettino il
significato dimensionale di lettino del tutto reso irrilevante e, di fatto, il letto potrebbe
essere grande, mentre il corrispondente Come vorrei essere a casa nel mio lettone non pu
prescindere dal significato dimensionale di grandezza che sottost a quello pragmatico
(Merlini Barbaresi 2004, 288)

Non mancano le eccezioni: per esempio un pastone un miscuglio di cibi poco


pregiati (Merlini Barbaresi 2004, 288) in cui il significato accrescitivo di -one
neutralizzato da quello peggiorativo. La cancellazione del valore denotativo e il
mantenimento del solo valore connotativo un fatto tipico per i diminutivi, ma
estremamente raro nel caso dellaccrescitivo, che dimostra una ridotta flessibilit
semantica (Gaeta, 2011). In molti casi, per, mantiene loriginario valore spregiativo,
come in semplicione. Si pu quindi ipotizzare che dalla base semantica originaria di
esagerazione si siano evoluti significati distinti, che possono trovarsi combinati o
separati, a seconda dei casi.
Il suffisso infatti, deriva dal suffisso latino -(i), -(i)nis che discende a sua volta
da una famiglia di forme indoeuropee in * -e/on-, con funzione primaria di
caratterizzazione (Grandi, 2003). Per il latino si pu asserire che
linterpretazione delle forme in -(i), -(i)nis sia costruita [] sullo schema generale che
ha a che fare con X; che si caratterizza per X. Quando il referente di X coincide con una
caratteristica fisica o con labitudine a svolgere unazione poco edificante e in maniera
eccessiva, la forma derivata si arricchisce di unevidente sfumatura peggiorativa (Grandi
2003, 246).

La sfumatura peggiorativa contraddistingue anche alcune forme del greco antico in (), che deve la sua origine alla stessa famiglia indoeuropea del suffisso latino. Grandi

40

osserva come la forma greca abbia avuto un ruolo fondamentale nella definizione del
valore semantico peggiorativo del suffisso latino, a seguito dellinterazione tra le due
lingue e dellinflusso che la prima avrebbe avuto sulla seconda tramite la diffusione dei
generi letterari cosiddetti bassi, che sarebbero stati sede prioritaria di diffusione della
sfumatura connotativa.
Il passaggio dal valore semantico originale a quello accrescitivo (da chi /ha/fa
X esageratamente, a grande X) si sarebbe verificato successivamente, in modo
intuitivo e chiaro (Grandi, 2003, 248); il suffisso non si sarebbe pi limitato a
caratterizzare il possessore per una sua qualit, ma a caratterizzare la qualit stessa:
cpto, per esempio, avr inizialmente indicato un individuo caratterizzato da una testa
esageratamente grande, poi anche l esageratamente grande testa. Questo perch il
latino non disponeva di un suffisso tipicamente accrescitivo, perci dal significato
originario del suffisso si passati al valore attuale tramite risemantizzazione, che stata
determinata dallinnegabile vicinanza cognitiva delle due letture semantiche in esame (da
chi /ha/fa X esageratamente a grande X) entrambe caratterizzate dalla presenza,
esplicita o implicita, del tratto semantico [GRANDE] (Grandi, 2003).

Tratto semantico che potrebbe aver incentivato luso elativizzato del suffisso in italiano,
nonostante sia piuttosto problematico dimostrarne leffettiva tendenza e distinguere le
occorrenze di semplice accrescitivo da quelle superlative, come cercher di
dimostrare.

4.1 Aggettivi qualificativi


Il suffisso -one restituisce agli aggettivi qualificativi un significato denotativo di
grandezza ed uno connotativo (che spesso implica valutazione soggettiva),
combinandoli. Lalterazione infatti conferisce alla base una ricca gamma di significati
[] che variano a seconda della situazione comunicativa (Merlini Barbaresi 2004,
265) rimarcando linformalit della stessa. Questo particolare tipo di connotazione
tipico di tutti i suffissi alterativi e distingue il loro valore da quello del superlativo in issimo, che ne privo potendo ormai comparire indifferentemente in contesti formali o
informali. Il suffisso si applica ad aggettivi graduabili, quindi fa eccezione nel caso

41

degli etnici (italiano), degli aggettivi di relazione (regionale) e dei puntuali, che
esprimono stati irreversibili (morto) e spesso comporta sostantivazione dellalterato
(bionda > biondona/e). Biondona, per esempio, attestato come accrescitivo di bionda
e definito come donna procace e vistosamente bella con capelli di un biondo intenso
(Zanichelli, 2010). Il suffisso -one conferisce alla base una connotazione particolare,
evocandone lalta statura e insieme la corpulenza; il superlativo invece, tende piuttosto a
denotare la qualit espressa dalla base o tuttal pi un insieme generico di qualit
espresse al grado massimo: con biondissima si sottolinea il biondo particolarmente
intenso dei capelli o tutto linsieme delle qualit positive di una donna in particolare27.
Nel caso in cui la donna sia famosa, pu capitare che venga identificata proprio tramite
il superlativo, soprattutto in ambiti sportivi o relativi allo spettacolo, come per esempio
accadde a Marilyn Monroe (cfr. citazione sottostante ripresa da La Stampa).
Nel caso degli aggettivi qualificativi, quindi, lespressione del superlativo
preferisce la suffissazione in -issimo, in virt del carattere assoluto e privo di
connotazione pragmatica (quindi pi propriamente elativo) che la contraddistingue
rispetto allaccrescitivo. Tramite confronto contestuale evidente che le sfumature
espresse dai due suffissi sono decisamente differenti:
Attesa la biondissima atomica del cinema americano (La Stampa, 15 maggio 1956, 3);
Stavolta il tenore texano Jay Hunter Morris canta benissimo le mirabili allitterazioni
onomatopeiche del testo wagneriano, nella fusione della spada, ma si muove come una
massaia biondona e corpulenta affaccendata ai fornelli (La Repubblica, 28 novembre
2011, 58-59)

Il sottocodice giornalistico non fa ampio uso dellalterazione aggettivale. Dallanalisi


condotta su larchivio storico de La Stampa, riscontro una costante ma comunque bassa
frequenza del termine biondona per tutto il Novecento: il numero delle occorrenze
quattro volte inferiore rispetto a biondissima. Circoscrivendo il confronto ai primi anni
del Duemila, la differenza aumenta: una sola occorrenza di biondona ogni cinque di
27

La tendenza ad utilizzare il superlativo come intensificatore di un insieme di qualit aggiuntive rispetto


a quelle gi attribuibili alla base tipica del linguaggio pubblicitario e giornalistico: potrebbe considerarsi
come un tipo di estensione semantica e sicuramente dipendere dalla raggiunta autonomia del suffisso che,
come gi dimostrato, pu ormai occorrere anche in assenza di base, quindi isolato.

42

biondissima. Da queste ultime considerazioni risulta che lalterazione aggettivale


meno frequente sulle pagine dei giornali rispetto allelativizzazione in -issimo, quasi
certamente perch coinvolta in situazioni maggiormente informali, tipiche del parlato.
Nonostante il linguaggio della comunicazione tenda oggi giorno ad assumere tratti
oralizzanti, non sembra particolarmente recettivo rispetto allalterazione aggettivale. Le
due strategie si posizionano, quindi, su punti differenti rispetto agli assi diamesico e
diafasico. Del resto, entrambe appartengono allitaliano standard e sono perci
specializzate al fine di evitare situazioni di rivalit.

4.2 Sostantivi
Nel caso dei sostantivi, la formazione accrescitiva potrebbe considerarsi insieme
elativa, vista la teorica irregolarit della formazione superlativa (in -issimo) prevista per
i nomi e considerato che la modificazione quantitativa e non categoriale operata sulla
base dal superlativo non dissimile da quella ottenuta dai suffissi alterativi (Merlini
Barbaresi, 2004, 448). Infatti, anche nel caso di neoformazioni lessicalizzate, come per
esempio governissimo, non si riscontra particolare differenza contestuale o semantica
tra la formazione accrescitiva e quella superlativa. Un governone non poi
semanticamente dissimile da un governissimo, cos come non lo un affarone da un
affarissimo e cos via. In questi casi laccrescitivo pu considerarsi sinonimico del
superlativo, mentre supplisce alla mancata forma del superlativo in -issimo in tutti i casi
non lessicalizzati (per esempio signorone pu sostituire la forma irregolare *
signorissimo).
Una particolare considerazione va avanzata nel caso di finalissima/finalona/e e
partitissima/partitona/e: dallo spoglio degli archivi ho notato una differenza contestuale
nelle occorrenze dei termini, nonostante le forme siano interscambiabili e quindi
veicolino entrambe leccezionalit dellevento. Il superlativo particolarmente
utilizzato per esprimere unaspettativa, quindi prima del verificarsi della manifestazione
sportiva (esempi 1 e 2), mentre laccrescitivo sembra connotarla in modo pi concreto,
per cui preferito nelle pagine di commento successive allevento (esempi 3 e 4):

43

1) [] prima di assistere alle batterie del Derby, che si concluder con la finalissima del
26 dicembre (La Repubblica, 15 dicembre 2013, 9);
2) Ma con lavvicinarsi della partitissima di sabato sera crescono anche le inquietudini
(La Repubblica, 27 novembre 2012, 15)
3) Di nessuno dei suoi si ricorder la prova, ieri sera, tranne il finalone di Booker: eppure,
a 8' dal gong, superate burrasche tremende, era a +3 (La Repubblica, 22 maggio 2002, 9);
4) Sia chiaro, nel primo tempo la Fiorentina ha fatto un partitone, ha subito un gol e ha
pareggiato (La Repubblica, 17 febbraio 2011, 12).

Da notare che nelle formazioni accrescitive - e in generale nel fenomeno della


derivazione - piuttosto frequente il cambio di genere nel passaggio dalla base al
derivato. Negli esempi citati, troviamo finalone ma anche finalona; il primo
maggiormente diffuso delle sezioni di Spettacolo, il secondo in quelle di Sport. Da
partita, invece, si derivano partitona e partitone, questultimo omonimo del derivato di
partito (gruppo politico), perci piuttosto diffuso sugli articoli di interesse politiconazionale. Significative a partire dagli anni Novanta, anche le occorrenze di processone
- che registra unimpennata negli anni Settanta e cresce fino allultimo decennio,
quando comincia ad essere sostituito dal prefissato maxiprocesso (vedi grafico
sottostante) - cos come quelle di squadrone, polverone, tavolone e filmone.

1500
1000
500
0
1960

1970

1980

processone

1990

2000

maxiprocesso

Tipica invece degli ultimissimi anni la forma inciucione, praticamente limitata alla
politica interna, le cui prime attestazioni risalgono, sia ne La Repubblica che ne La
Stampa, alla fine degli anni Novanta. Per ognuna di queste basi, non prevista la

44

formazione superlativa, fatto che potrebbe avvalorare la tesi della doppia funzionalit
del suffisso -one.

4.2.1 Denominali
Alcuni sostantivi, tramite suffissazione, acquisiscono il tratto [+UMANO] (per
esempio naso o piede). Anche per il particolare caso dei denominali la formazione
accrescitiva potrebbe considerarsi insieme elativa. Il derivato identifica un individuo per
una sua qualit particolarmente evidente: da naso, tramite suffisso accrescitivo si ottiene
nasone, che indica un uomo con il naso eccezionalmente grande, oltre che un naso
grosso. Se applicassimo il suffisso elativo alla base nominale, otterremmo luscita *
nasissimo/*nasonissimo irregolare in quanto il sostantivo non prevede elativizzazione.
A lessicalizzazione compiuta, ci troveremmo, probabilmente, nella stessa situazione dei
sostantivi che prevedono uscita in -issimo, per cui le due forme - accrescitiva e
superlativa - sarebbero presumibilmente percepite come sinonimiche. A testimonianza
della sfumatura elativa che talvolta possibile percepire nellaccrescitivo, riporto un
interessante caso di piedone ricavato dalla cronaca sportiva, che dimostra oltretutto
come il termine sia particolarmente impiegato in contesti informali:
Ma lo sa che i tifosi, dopo le prodezze alla Garella della scorsa settimana lhanno
soprannominata Piedone?. Buona questa. E dire che porto soltanto il 42 di piede... (La
Repubblica, 19 maggio 2010, 20)

Il soprannome affidato al calciatore evoca le prodezze dimostrate in campo e la sua


eccezionale bravura pi che la dimensione del suo piede: se lo sostituissimo con *
piedissimo il risultato sarebbe identico, forse perfino inequivocabile.

45

4.2.2 Deverbali e avverbi


La stessa considerazione vale, infine, per avverbi e deverbali, per analizzare i
quali prendo, ad esempio, le forme sostantivate mangione e chiacchierone. In assenza
dei superlativi *mangionissimo, *mangissimo, *mangiatorissimo e *chiaccheronissimo,
*chiacchieratorissimo, *chiacchierissimo, laccrescitivo percepito anche come
superlativo. X-one, dove X sta ad indicare un verbo qualunque, un individuo che
compie lazione espressa dal verbo X non solo in grande quantit, ma alleccesso, cio
al grado pi alto della scala quantitativa. Anche in questo caso laccrescitivo supplisce
alla mancata forma del superlativo e come tale pu considerarsi, mentre nel caso di
benone/benissimo plausibile parlare di sinonimia.

46

5. Reduplicazione espressiva
La reduplicazione espressiva quel fenomeno morfosintattico che, tramite
ripetizione morfematica o lessicale, conferisce allatto linguistico intensit o espressivit
maggiori: , quindi, al pari dei precedenti, uno strumento di intensificazione (Dressler &
Merlini Barbaresi, 2004, 510). Il fenomeno considerato un possibile universale
semantico (De Santis, 2011) e ricopre funzioni differenti a seconda delle lingue che ne
prevedono lutilizzo. Nella maggior parte dei casi si tratta di un procedimento iconico,
quindi allincremento quantitativo della forma corrisponde lintensificazione del
significato. In italiano, questo metodo dintensificazione considerato come un
processo derivativo piuttosto che flessionale (Scalise 1994, 297) poich non contempla
la pluralizzazione tra le sue funzioni semantiche, come accade, invece, per altre lingue,
come per esempio quelle indonesiane.
In italiano, esistono due diverse possibilit di reduplicazione: quella lessicale,
che riguarda aggettivi, avverbi e sostantivi e quella fonologica, che comporta variazione
vocalica (per es., zig zag,) o variazione morfologica del secondo elemento (per es.,
vecchio e stravecchio; detto e ridetto), (De Santis, 2011): esamineremo qui, in
particolare, il primo tipo che il pi comune e frequente nel contesto giornalistico e
rimanderemo il secondo allanalisi pi pertinente delle locuzioni elative. A parere di
Dressler e Merlini Barbaresi, in italiano la strategia genera giustapposizioni
at an early state of univerbation or grammaticalization. The term juxtaposition refers to a
stage of grammaticalization between syntactic phrase and compound, particularly in
relation to tightness in both formal and semantic bonding (Dressler & Merlini Barbaresi,
2004, 512).

importante distinguere tra reduplicazione vera e propria, che non comporta pause
intermedie tra elementi e presenta un unico accento primario (piano piano) e quella che
viene definita clausale (Wierzbicka, 1991) o ripetizione (Sornicola, 1988, 151),
caratterizzata dalla pausa e dal fatto di presentare two phrasal accents of equal weight
(Ben arrivato, ben arrivato) (Dressler & Merlini Barbaresi, 2004, 511).
La distinzione tra reduplicazione e ripetizione stata approfondita da Gossen
(1954) e ripresa, tra gli altri, da Sornicola:

47

Il discrimine tra i due fenomeni sta nel fatto che la ripetizione pu operare su qualsiasi
tipo di categoria sintattica [], mentre la reduplicazione opera solo su categorie lessicali
[] Unaltra distinzione tra ripetizione e reduplicazione sta nel fatto che nella prima, tra il
costituente che subisce ripetizione e la sua copia, c caduta di pausa, mentre nella
reduplicazione non c caduta di pausa [] La ripetizione provoca nel testo una
proliferazione di blocchi informativi che espromono in primo luogo il coinvolgimento
emotivo del parlante (Sornicola, 1988, 151-152).

Anche Sorrento poneva laccento sul coinvolgimento emotivo del parlante, distinguendo
alcuni casi di raddoppiamento intensivo e ripetizione enfatica ritrovati nelle due edizioni
de I Promessi Sposi:
Breve il passo tra il raddoppiamento intensivo e la ripetizione enfatica. Pure ci sono casi
in cui la distinzione appare netta sia dal lato grammaticale sia dal lato semantico, nel senso
che si pu sostituire col superlativo un raddoppiamento intensivo, ma non una ripetizione
enfatica. Cos zitto zitto una ripetizione enfatica al cap.I (es. Zitto, zitto riprese il primo
oratore) e invece un raddoppiamento intensivo in altri casi notati (es. savviarono zitti
zitti, cap. VIII) (Sorrento, 1950, 346).

La funzione semantica principale della reduplicazione quella intensificativa, ma il


grado di intensificazione diverso a seconda del costituente che subisce ripetizione (per
esempio, solo nel caso degli aggettivi tipicamente elativo). Lincremento
quantitativo in presenza di costituenti graduabili (aggettivi o avverbi) ma in presenza di
sostantivi, che come pi volte si detto non sono graduabili, pi che altro qualitativo
perch riguarda enfasi e prototipicit. Lanalisi dettagliata delle singole classi di parole
interessate dal fenomeno aiuter a meglio comprendere quanto appena affermato.
Prima di passare ad approfondire ogni singolo caso, doveroso notare che la
reduplicazione, pur essendo un procedimento intensificativo, non implica esagerazione
o eccesso in senso spregiativo (cfr. exaggeration, Dressler & Merlini Barbaresi, 2004,
517 e Wierzbicka, 1991) che sono invece tipici delle formazioni accrescitive: questa
differenza attribuita al fatto che la reduplicazione manca del carattere pragmatico che
invece peculiare degli alterati28. Laffermazione non vale, ovviamente, nel caso della
reduplicazione di alterati stessi: in Paolo grassone grassone, lintensificazione
reduplicativa non mitiga, n modifica, leffetto spregiativo/esagerativo dellaccrescitivo;
28

cfr. Dressler & Merlini Barbaresi, 2004, 517: We ascribe such a difference to the fact that
reduplication lacks the pragmatic feature [fictive] that augmentatives (and diminutives) have.

48

anzi, si somma a tale effetto, conferendo allenunciato un profilo elativo-oggettivo


(denotazione) oltre che accrescitivo-soggettivo (connotazione).

5.1 Reduplicazione aggettivale


Gli elativi e la reduplicazione aggettivale sono partially interchangeable,
nonostante elatives may express overstatement better, because they intensify the
meaning to a higher degree than augmentatives or reduplication (Dressler & Merlini
Barbaresi, 2004, 518).
La reduplicazione aggettivale (bello bello) comporta intensificazione di tipo
quantitativo poich riguarda costituenti graduabili: non comporta, invece, emotivit
(tranne nel caso della reduplicazione alterativa, dove comunque la connotazione resa
dallalterazione, non dalla reduplicazione). Si pu asserire che il fenomeno della
reduplicazione aggettivale sia occasionale e tipico soprattutto del linguaggio infantile
(De Santis, 2011); perci il suo impiego ridotto nellambito della cronaca
giornalistica. Non affatto raro, invece, che assuma forme diverse da quella prototipica
Aggettivo-Aggettivo: sono comuni i casi di ripetizione enfatica (quindi intervallata da
pause o una virgole) a cui segue lapposizione di avverbi come davvero (buono, buono
davvero) o veramente - spesso anche anticipato29 - (forte, veramente forte) o, ancora,
quella di alcune locuzioni che ben veicolano lelativizzazione (freddo, freddo da morire
o caldo, caldo soffocante). In questi casi il risultato identico a quello ottenuto da una
reduplicazione vera e propria ma sono la presenza degli avverbi davvero e veramente o
della locuzione da morire o dellaggettivo soffocante a conferire allespressione il
valore elativo e non la ripetizione enfatica di per s.
Il tipo aggettivale , comunque, il pi frequente tra tutti i tipi di reduplicazione. Il
vincolo che lo lega al parlato testimoniato dal fatto che praticamente tutte le
occorrenze riscontrate dallo spoglio degli archivi provengano da interviste riportate per

29

Lelemento copia pu essere adiacente a quella che impropriamente chiameremo la sua testa (la
relazione sintattica infatti di giustapposizione, non di dipendenza) ovvero pu essere dislocato in
posizione di coda (Sornicola, 1988, 152)

49

mezzo del discorso diretto o da racconti in prima persona inseriti nelle rubriche
dapprofondimento o di cultura, come dimostrano gli esempi sottostanti:
Nel forum online, i lettori di Stampa Web suggeriscono proposte per i viaggi allultimo
minuto: [] Il posto bello bello bello bello (La Stampa, 7 giugno 2002, 44);
Il mare bello bello bello e nella spiaggetta ti puoi fare gratis gli impacchi d'argilla (La
Stampa, 3 luglio 2011, 17);
Poi, tra un luogo comune e l'altro, per fortuna arriva lestate che una stagione vera, fa
caldo caldo, bello bello o brutto brutto (La Stampa, 17 marzo 2000, 39)
Alta qualit, bello, bello e ancora bello a un prezzo contenuto aggiunge Nicholas
Hayek Jr. [] nei riguardi di uno Swatch (La Repubblica, 30 maggio 2000, 36);
Cos la vita sotto i monopoli. Ma il gioco bello, bello davvero (La Stampa, Tutto
Libri, 23 dicembre 2000, 10);
Il pronto soccorso si riempito di sangue, di gente che urlava di dolore. E poi cera odore
di carne bruciata e un caldo, caldo soffocante (La Repubblica, 1 luglio 2009, 3);
Poi annuncia le previsioni, che per i prossimi giorni sono facilmente sintetizzabili: caldo,
caldo e ancora caldo (La Repubblica, 6 agosto 2003, 8);
[] nello stadio pieno pieno e caldo caldo (La Stampa, 10 giugno 2006, 37);
Sui nomi scivolato pure il senatur quando, serio serio, ha detto Castelzoppi invece di
Castellani, gran rivale del suo pupillo sotto la Mole (La Stampa, 6 giugno 1993, 3)

La reduplicazione non modifica mai la categoria lessicale della base cui si


applica, tranne nel caso di alcuni aggettivi e sostantivi singolari, che, ripetuti, formano
locuzioni avverbiali (per esempio quatto quatto che si cristallizzata nel lessico; o
passo passo e man mano, che presenta anche elisione, come ben bene o bel bello).

50

5.2 Reduplicazione avverbiale


Anche la reduplicazione avverbiale pu sostituirsi alle altre strategie elativizzanti:
piano piano, pianissimo, estremamente piano sono tutte unit sinonimiche o almeno
percepibili come tali. Chiaramente, per poter parlare di sinonimia e di alternativa
elativizzante, necessario che lavverbio sia graduabile o quantificabile affinch possa
prevedere lintensificazione di grado: nei casi in cui la base non sia graduabile, per
esempio con alcuni avverbi di luogo (qui, l), leffetto della reduplicazione sembrerebbe
piuttosto paragonabile a quello che agisce sui sostantivi, incrementando la precisione
dellindicazione veicolata dallenunciato: qui, qui ha la stessa accezione di proprio qui,
ma non pu considerarsi reduplicazione vera e propria; , piuttosto, una ripetizione che
incrementa la forza illocutoria di una richiesta. Lo stesso vale per l, l e proprio l. In
assenza di fatti prosodici, l l funziona come locuzione avverbiale sinonimica del quasi:
Sono giornate strane per il Cavaliere, l l sul punto di ributtarsi nella mischia alla guida
del Pdl (La Repubblica, 19 novembre 2012, 9)

Allo stesso modo, il quasi non prevede luscita in superlativo: ripetuto, esprime
una maggiore oscillazione del giudizio o della decisione: quasi quasi ci vengo anchio;
sarebbe quasi quasi meglio (cfr. Vocabolario Treccani) che sembra addirittura opporsi
alla perentoriet del giudizio tipicamente espresso dallelativo.
Altrettanto interessante, se non altro per lelevato impiego che si riscontra nel
linguaggio giornalistico, la locuzione sotto sotto che allaspetto avverbiale originale ha
aggiunto, per estensione semantica, il significato di segretamente:
Forse anche per legittima difesa, visto che Renzi a sua volta sospettato di lavorare sotto
sotto contro il governo (La Repubblica, 9 agosto 2013, 6);
La strategia quella di mantenere desta lattenzione sul Festival; la Rai si dissocia, ma
sotto sotto si frega le mani pensando agli ascolti record (La Repubblica, 16 febbraio 2012,
15).

51

5.3 Reduplicazione nominale


Come gi accennato, lintensificazione intesa come incremento quantitativo non
riguarda i sostantivi: Dressler & Merlini Barbaresi (2004, 612) parlano pi precisamente
di enfasi o incremento della specificit - quindi qualitativo - per quei costituenti che
includono il tratto semantico [NON VARIABILE/NON GRADUABILE]:
In this type, reduplication does not produce intensification, but classifies something as
prototypical [] Here intensification is of precision type, that is, the speaker refers to
prototypical object [...] (Dressler & Merlini Barbaresi, 2004, 516, 523).

Seppur rare, segnalo le occorrenze in contesto giornalistico di donna donna, che ben
dimostrano il carattere prototipico dellespressione. La non graduabilit dei sostantivi
sta alla base della problematicit nel classificare questo tipo di reduplicazione in termini
di strategia elativa. Non si pu tuttavia negare la possibilit di impiegarla come forma
sostitutiva del superlativo, anche se ad esse quasi sempre preferita la modificazione
avverbiale (molto donna)30:
Armani, con la sua donna donna, cattura applausi a scena aperta, in una giornata dove in
passerella dominano le proposte pensate per le giovani (La Repubblica, 1 marzo 2011,
51);
Piace la donna donna, tanto che nel 50 Sophia Loren, allora Sofia Scicolone, arriva
soltanto quarta perch giudicata una spilungona troppo magra, male impostata (La
Repubblica, 5 luglio 2009, 27);
S, anche la signora Thatcher sa essere molto donna (La Repubblica, 26 novembre 1988,
35).

Tra i vari casi di reduplicazione nominale che ho esaminato, il maggior numero di


occorrenze si riscontrano per vacanza vacanza e attrice attrice, sempre veicolanti
prototipicit:
Come mai sceglie i libri anche destate? Per due motivi. Il primo che certi libri sono
meglio di certi uomini. Il secondo che io non concepisco il riposo come inerzia, per me
deve esserci comunque movimento, del corpo e della mente. Non riesco a concepire una

30

Cfr. Poggi Salani, 1971, 68.

52

vacanza vacanza, cos come non riesco mai a staccare davvero (La Repubblica, 25 luglio
2008, 12);
Una vacanza normale, una vacanza vacanza, come i giovani russi hanno cominciato a
sperimentare (La Repubblica, 3 luglio 2002, 10);
Lunico dubbio che nessuno si sia permesso su di lei: che non fosse nata attrice attrice
attrice. Benedetta da una delle facce pi belle che si siano mai viste, fornita di un corpo
agile [] (La Stampa, 1 luglio 2003, 42).

5.4 Diffusione
La reduplicazione espressiva la tendenza oralizzante che ha avuto meno
impatto sulla prosa giornalistica, infatti le occorrenze del suo impiego non sono
paragonabili alle altre. I grafici confrontano la strategia della reduplicazione con le due
pi comuni che sono lelativizzazione tramite suffisso superlativo e la modificazione
avverbiale con molto: per ogni tipo rappresentata la somma delle occorrenze calcolata
sullarchivio storico de La Stampa dal 195031 al 2006. Il primo grafico prende a modello
il tipo bello bello, ma le proporzioni che si ottengono sono valide per la reduplicazione
aggettivale in generale (altri grafici sono disponibili in appendice). In questo preciso
caso, affinch la porzione corrispondente al tipo bello bello fosse visibile, stato
necessario falsare le proporzioni: sulla tabella di Excel relativa ai dati del grafico (qui
non visibile) al dato in questione stato appositamente assegnato il valore casuale di
948 poich il valore reale (di 148 occorrenze, come indicato dalletichetta
corrispondente) restituiva una fetta talmente piccola da essere appena percepibile
allocchio. Questo dimostra lassoluta preferenza da parte della prosa giornalistica per
strategie elativizzanti alternative rispetto alla reduplicazione aggettivale:

31

Ho scelto di cominciare il computo delle occorrenze negli anni Cinquanta, poich ho tenuto in
considerazione le teorie che datano in quegli anni laffermazione di costrutti, forme e realizzazioni che
non erano presentati nel canone ammesso dalle grammatiche (Berruto 2012, 73) cio quei tratti
identificati come appartenenti alla variet neo-standard, tra cui compare, appunto, la reduplicazione come
strategia elativizzante.

53

molto bello;
6249

bello bello;
148

bellissimo;
50673

Nel caso della reduplicazione avverbiale, occorre distinguere tra tipi che hanno
generato locuzioni ovviamente avverbiali (per esempio piano piano) e non. In presenza
di locuzioni affermate, infatti, limpiego della reduplicazione maggiore rispetto alle
altre strategie elativizzanti, mentre, in tutti gli altri casi, si uniforma alla situazione
descritta dal grafico relativo alla reduplicazione aggettivale (per questi tipi far
riferimento ai grafici in appendice):

pianissimo;
536

piano
piano; 4704
molto
piano; 97

Sono chiaramente esclusi dal confronto i tipi formati a partire da costituenti che non
prevedono suffissazione in -issimo (l l, sotto sotto, or ora); per lo stesso motivo, non
occorrer approfondire il caso della reduplicazione nominale.
Alla luce di queste considerazioni, si pu affermare la tendenza dellitaliano
contemporaneo allinterscambiabilit tra reduplicazione aggettivale/avverbiale e altre
tecniche elativizzanti, anche se in ambito giornalistico la preferenza ricade sulle

54

seconde. Si gi accennato allimpiego della reduplicazione in ambito letterario;


Sorrento dedica un paragrafo intero al raddoppiamento nelle due edizioni de I Promessi
Sposi, cos come Dressler e Merlini Barbaresi (2004, 518) segnalano la sostituzione
degli elativi nerissimi, quietissimi e fortissimamente della prima edizione con le
reduplicazioni neri neri, zitti zitti e forte forte della seconda; sempre Sorrento nota
occorrenze di raddoppiamento gi nei tardi scrittori latini (in Plauto, Terenzio, Petronio,
Catullo) o in trattatisti come il Minturno. In questi casi si tratta pi che altro di trovate
stilistiche, di tropi e figure (Sorrento, 1950, 331), mentre la diffusione del fenomeno nel
sottocodice giornalistico da ascriversi allinfluenza del parlato pi che a quella
letteraria, allassunzione di tecniche oralizzanti oltre che stilistiche.

55

6. Prefissazione: i prefissi valutativi


La classificazione dei prefissi presenta profonde divergenze dopinione. Come
gi accennato, riguardo ai prefissi che sono oggetto della presente trattazione non vi
unanimit nel considerarli affissi derivazionali o elementi lessicali e, di conseguenza,
nel considerare la prefissazione come un procedimento derivazionale piuttosto che
compositivo. Credo che un buon tentativo di superare le notevoli discrepanze sia stato
condotto da Iacobini (2004): al suo studio che far principalmente riferimento, sia per
la distinzione basilare tra prefissi ed elementi lessicali, che per lindividuazione delle
fondamentali caratteristiche definitorie. Iacobini sostiene che i prefissi sono degli
affissi (e non delle parole) e che la prefissazione un procedimento derivazionale (e non
compositivo) (2004, 99).
Esattamente come gli affissi, infatti, i prefissi sono elementi tendenzialmente
non liberi, che possono legarsi con altri affissi solo in rari casi, e non possono fungere
da testa delle parole prefissate. La loro funzione quella di determinarne il significato
attraverso un esclusivo rapporto di tipo subordinativo, contrariamente a quanto accade
per la composizione, che invece ammette tra i suoi costituenti anche un tipo di rapporto
coordinativo. In italiano poi, la testa dei composti endocentrici sempre il costituente di
sinistra, mentre nei prefissati la stessa posizione primariamente occupata dal prefisso.
Da questo breve ma illuminante confronto evidente che la prefissazione e la
composizione sono processi formativi differenti.
La distinzione tra elementi formativi neoclassici e prefissi presenta qualche
difficolt in pi e alcuni margini di sovrapposizione: non sono rare posizioni che
identificano i prefissi iper-, macro-, mega-, micro- con gli elementi formativi e che
perci li inseriscono nella stessa categoria morfosintattica dei formativi neoclassici. Dal
momento che non fungono da basi derivazionali n possono essere usati nella
formazione di composti coordinati, li considereremo prefissi, anche in virt del fatto che
sono ormai entrati a far parte della competenza della generalit dei parlanti e sono
premessi a numerosi neologismi duso corrente in costruzioni identiche a quella cui
partecipano i prefissi di pi antica attestazione in italiano e con i quali intrattengono
rapporti di tipo paradigmatico [] Il ristretto numero di elementi formativi che si
avvicinano per caratteristiche semantiche e funzionali ai prefissi, fino ad identificarsi con

56

essi, rappresenta il risultato finale di processi di grammaticalizzazione e di certo non


legittima lidentificazione tra gli elementi formativi neoclassici e i prefissi (Iacobini, 2004,
101).

Anche lindividuazione dei caratteri definitori dei prefissi non semplice:


Iacobini ne individua principalmente quattordici (Iacobini 1999, 388-389) ma le
numerose eccezioni che riscontra lo portano ad affermare che lattribuzione di un
determinato elemento alla categoria prefisso dipende dallinterazione delle diverse
caratteristiche e dal peso che si d ad ognuna di esse (Iacobini, 1999, 389). Per
esempio, il primo punto definisce i prefissi come elementi non liberi che si premettono
a una base lessicale (Iacobini 2004, 105): eppure maxi- o mini- possono essere
impiegati come sostantivi, e quindi possedere autonomia sintattica (maxi la forma
contratta di maxigonna, cos come mini lo di minigonna) o comparire in posizione
postnominale, come in pizza maxi o sconto maxi. Per ovviare a questa considerazione,
doveroso citare le ulteriori osservazioni di Montermini riguardo al concetto di grado di
prototipicit affissale (Montermini, 2008, 28-29). Nella definizione dei prefissi
dellitaliano, la tassonomia costruita su criteri semantici tipica delle principali opere di
riferimento perch presenta minori divergenze; ai fini della mia ricerca, prender in
considerazione i prefissi che rientrano nella sfera semantica dellelativizzazione e che
generalmente sono annoverati tra le costruzioni valutative:
una costruzione linguistica pu essere definita valutativa se ha la funzione di assegnare a
un concetto X un valore diverso da quello standard allinterno della scala della propriet
semantica che gli propria, senza fare ricorso ad alcun parametro di riferimento esterno al
concetto stesso (Grandi 2002, 52).

Iacobini li definisce alterativi, suddividendoli in dimensionali di grandezza e quantit


(macro-, maxi-, mega-, micro-, mini-) e valutativi di qualit, che distingue
ulteriormente in valutativi di livello alto (mega-, stra-, super-) e di livello massimo
(arci-, extra-, iper-, ultra-):

57

ALTERATIVI

DIMENSIONALI
di grandezza e quantit

VALUTATIVI
di qualit

macro- maxi- megamicro- minilivello alto


mega- strasuper-

livello massimo
arci- extraiper- ultra-

Serianni, invece, identifica gli stessi morfemi sotto un unico gruppo di prefissi
valutativi, cos definiti perch hanno la funzione di qualificare le basi a cui sono apposti,
graduandone lintensit semantica, da un valore massimo allo zero. Tra i valutativi,
segnala in particolar modo gli elativi, indicanti il massimo grado di intensit e produttivi
specialmente nel linguaggio politico o giornalistico e nelluso comune (Serianni,
2006, 554), mentre non approfondisce la classificazione dei dimensionali di Iacobini e li
identifica sotto letichetta generale di valutativi.

VALUTATIVI
ELATIVI
arci- iperextra- strasuper- ultramacromega-

maximicro-

mini-

La proposta di Grandi e Montermini si basa piuttosto su un concetto di valutazione che


viene definito polare. Secondo questa concezione, i principali valori semantici
valutativi farebbero riferimento allopposizione quantitativa SMALL vs. BIG e, in
misura minore, a quella qualitativa GOOD vs. BAD (2005, 273); nelle lingue con

58

ordine dei costituenti SVO sarebbero realizzati sia prefissalmente che suffissalmente
dalla classe degli affissi valutativi (si sottintenda, anche in questo caso, linserimento
dei morfemi a cui si sta facendo riferimento nella classe dei prefissi, piuttosto che in
quella degli elementi lessicali autonomi):
VALORI SEMANTICI VALUTATIVI
Prefissi

Suffissi

SMALL

micro-, mini-

-ello, -etto, -ino

BIG

maxi-, mega-

-one

arci-, extra-, stra-, super-, ultra-

-issimo (?)

GOOD
BAD

-accio, -astro

Credo tuttavia che questo tipo di classificazione non tenga conto dellestrema duttilit
della classe prefissale elativa, n del fatto che le caratteristiche aspettuali delle basi
influiscono sullinterpretazione semantica del prefisso (Iacobini 2004, 113): per
esempio, seguendo questo tipo di ragionamento, super-ricercato confluirebbe sullasse
espresso dalla polarit GOOD, quand invece ovvia la sfumatura negativa intrinseca
nel significato della base. Lasse SMALL vs. BIG sicuramente pi pertinente, potendo
contare su elementi non polisemici, con valore unicamente quantitativo (e per giunta
oppositivo nelle coppie macro-/micro- e maxi-/mini-) e liberi dal condizionamento
semantico della base; tuttavia, la sistemazione dei prefissi e dei suffissi alterativi sullo
stesso asse polare suggerisce tra essi un rapporto di sinonimia che gli stessi Grandi e
Montermini definiscono parziale e limitato alla sfera della denotazione, poich le
sfumature pragmatiche sono esplicate dai soli suffissi. La stessa proposta di sinonimia
tra prefissi e suffissi sarebbe da valutare con prudenza, perch nella tabella i due
studiosi hanno considerato esclusivamente il valore primario dei suffissi (non le loro
possibili estensioni), fatto che chiarisce linserimento del punto interrogativo accanto ad
-issimo, il cui valore migliorativo non coincide con quello superlativo primario. La
delicata questione della sinonimia tra prefissi valutativi dellasse SMALL vs. BIG e
suffissi alterativi aprir scenari particolarmente interessanti nel caso di maxi- e mini-, a
cui rimando per ulteriori approfondimenti.

59

Lestrema variabilit semantica il criterio sul quale si fonda la mia proposta di


classificazione dei prefissi valutativi; come dimostrer dallesame di ogni singolo
elemento, il numero delle neoformazioni lessicalizzate decisamente inferiore rispetto a
quello che definir occasionale o fortuito. Non essendo limitata da norme linguistiche
predeterminate, la scelta di un prefisso piuttosto che di un altro sempre pi spesso a
discrezione dellartefice della neoformazione, motivo per cui forme come supercontento
o arcicontento possono essere percepite come sinonimiche, nonostante Iacobini le
ponga su due livelli dintensit differenti (super- apparterrebbe al livello alto, arci- a
quello massimo). Per questa ragione, distinguer pi semplicemente la classe dei
prefissi dimensionali (macro-, maxi-, mega-, micro-, mini-, a cui aggiunger giga- e
nano-32) da quella dei prefissi arci-, extra-, iper-, stra-, super-, ultra-, che ho scelto di
definire elativi, caratterizzata da elementi provvisti di una maggiore mobilit e una forte
polisemia:

VALUTATIVI
DIMENSIONALI
macro- maxi- megamicro- mini- (nano-)
(giga-)

ELATIVI
arci- extra- iper- strasuper- ultra-

Sia chiaro che anche i prefissi dimensionali possono essere impiegati come strategie di
elativizzazione linguistica, nonostante sottintendano un valore talvolta simile a quello
espresso dai suffissi alterativi (accrescitivo o diminutivo) anche se non perfettamente
sinonimico (vedremo successivamente perch). Pi semplicemente: su unipotetica
scala di prototipicit basata su criteri semantici, gli elativi sono pi prototipicamente
superlativi dei dimensionali, che nonostante tutto sono ugualmente intensificanti e
possono assumere valore superlativo; la decisione di raccoglierli sotto etichette
differenti trae perci origine dal diverso grado di elativit che ho riscontrato tra i due
gruppi di prefissi.

32

Cfr. Montermini 2008, 169: quando occorre, per ragioni espressive, indicare misure ancora pi
estreme, sono i prefissi giga- e nano- [] che assumono questa funzione. Per una brevissima trattazione
di giga- e nano- rimando al paragrafo loro destinato.

60

Infine, ritengo estremamente interessante notare come i prefissi valutativi


assumano un comportamento assimilabile agli aggettivi (o agli avverbi che modificano
aggettivi) e come sia molto pi frequentemente possibile, rispetto ad altri prefissi,
vederli apparire in posizione attributiva, senza che il concetto espresso subisca alcun
tipo di variazione semantica; la struttura prefissata e quella attributiva, infatti, sono
perfettamente intercambiabili (per esempio sconto maxi e maxisconto). Il fenomeno
frequente in particolare
con i prefissi che esprimono la valutazione sullasse grande/piccolo (macro-, maxi-, mega, micro-, mini-), piuttosto frequente con [] extra-, iper-, super- e bloccato per [] arci-,
stra- e ultra-. Questa differenza si spiega probabilmente con la preferenza per i prefissi del
primo gruppo a selezionare basi nominali contro quella dei prefissi del secondo gruppo a
selezionare basi aggettivali (Montermini, 2008, 150).

Allo stesso modo, per i valutativi possibile apparire autonomamente rispetto alla base
che modificano: come nota Montermini (2008, pp. 139-140) questa peculiarit potrebbe
dipendere dal basso livello che i prefissi in questione occupano sulla scala di
prototipicit affissale, che va di pari passo con lavvicinamento degli stessi alle unit
sintatticamente autonome. Limpiego in funzione attributiva e lautonomia dalla base
che in alcune circostanze contraddistinguono i prefissi valutativi violano i punti 1, 3 e 8
di Iacobini33, dimostrando che alcune caratteristiche sono pi rilevanti di altre e che i
tratti definitori devono essere considerati con flessibilit.
Prima di cominciare la ricerca sugli archivi e di approfondire lanalisi, utile
indicare le date di prima attestazione del valore valutativo di ogni prefisso. A tal fine,
mi riferisco ancora una volta al Montermini, riportando i dati che questi ricava dal
Gradit:
strasuperarciiper-

strabondanza XIV sec.34


supereccelso 1348
arcicontento 1550
ipercritico 1639

micro-

microdose XIX sec.

33

Per una trattazione completa dei caratteri definitori dei prefissi si rimanda a Iacobini (2004).
La datazione proposta dal Montermini non concorda con quella proposta da Maria Napoli (2012, 89),
che retrodata il valore elativo del prefisso stra- al XII secolo.
34

61

ultraextraminimaximega-

ultraliberale 1818
extrauomo 1905
minimetro 1957
maxigonna 1967
megacasa 1978

Tutti i prefissi elencati sono ancora produttivi in italiano (ho appositamente escluso
quelli ormai caduti in disuso e quelli che hanno perso valore valutativo o che lhanno
conservato in rare occorrenze: per-, tra-, oltre-, sopra-, ogni-). Come si pu notare, a
parte stra- e super- che hanno una data di prima attestazione piuttosto antica, la maggior
parte dei prefissi registra un impiego con valore valutativo a partire dai secoli XIX e
XX. Il fatto che la produttivit si mantenga costante nel tempo indice di estrema
fluidit e vitalit, mentre la predisposizione ad accogliere prefissi tipicamente
appartenenti ad altre classi (per esempio ri-, nella locuzione detto, ridetto e stradetto)
testimone della natura aperta di questa classe prefissale, perci della sua minore
prototipicit affissale35.

35

La prototipicit inversamente proporzionale al grado di apertura delle classi prefissali: Si ipotizzer


che il carattere chiuso tipico delle classi pi prototipiche, mentre quelle meno prototipiche presentano
una maggior propensione ad accogliere nuovi membri (Montermini, 2008, 162).

62

6.1Prefissi elativi
6.1.1 ArciIl prefisso arci- la forma ereditaria del greco archi- (-, dal tema di ),
primo elemento di parole composte indicante superiorit, preminenza, grandezza,
principio o comando. In formazioni pi moderne, premesso a sostantivi o aggettivi (in
funzione prefissale) intensifica prevalentemente valori qualitativi (arcicontento,
arcinoto); talvolta pu assumere connotazione spregiativa (arcicattolico); nel caso dei
frequenti arcimilionario e arcimiliardario, intensifica valori quantitativi, assimilando la
sua funzione a quella dei prefissi dimensionali. Arci- perci polisemico ma registra per
i valori qualitativi una spiccata preferenza. In tutte le sue occorrenze implica eccedenza
ed per questo motivo che facilmente recepito come alternativa al pi classico
superlativo in -issimo, col quale spesso concomitante, soprattutto in formazioni pi
antiche del tipo benissimo, arcibene o benissimo, arcibenissimo (vedi oltre).
Dal XVI secolo circa, la forma arci- si diffonde nella letteratura cosiddetta bassa
e, in aggiunta al superlativo, in coniazioni iperboliche o ironiche (per esempio
arcibellissimo, arcistanchissimo), conservando principalmente il tratto semantico della
grandezza. Forme di questo tipo compaiono su testate giornalistiche fino agli ultimi anni
dellOttocento, fungendo quasi sempre da commento:
Alla Commissione, agli artisti tutti, al pubblico, non diciamo altro che: Benissimo!
Benissimo! Arcibenissimo! (La Stampa, 7 febbraio 1869, 2);
La Giunta fonda la sua deliberazione anche sopra una promessa del trasporto di
quattromila cavalli, che farebbe in citt unaltra Casa concorrente. E ci va arcibenissimo
(La Stampa, 1 dicembre 1896, 3)

Nel corso del Novecento il morfema guadagna autonomia rispetto al superlativo: le


coniazioni iperboliche di tal fatta cadono in disuso e ad esse vengono preferite le forme
non marcate (per esempio arcibene piuttosto che arcibenissimo):
Lo Stabile allordine del giorno. Arcibene, tutto. [] Dirigenti intelligentissimi.
Recitazione stupenda. Attori di primordine. Il Podda un direttore abilissimo. La signora

63

Podda perfetta. Due attrici, le signorine Pedrucci e Podetti, primaverili: la Petrucci


carattere-fuoco (La Stampa, 24 marzo 1932, 4).

Il prefisso acquisisce cos valore superlativo, mantenendo il tratto elativizzante che


aveva caratterizzato le espressioni di carattere farsesco. Oggi non raro il suo impiego
con tale valore, soprattutto nel caso di formazioni aggettivali o nominali, anche se tra
tutti i prefissi elativi uno dei meno produttivi. Premesso principalmente ad aggettivi e
sostantivi, tipico del linguaggio pubblicitario e colloquiale: arcicontento, che
corrisponde alla prima attestazione del prefisso con valore valutativo, stata per tutto il
secolo scorso una delle formazioni di arci- con valore elativo pi frequente. Dal grafico
sottostante, ricavato dallarchivio storico de La Stampa, si pu notare la diffusione del
termine nel corso degli anni:
19

20
18
16
14
12

10

10
8

4
2

2
0

0
1890

1910

1930

1970

1990

arcicontento

I dati, seppur relativi ad una formazione poco frequente e tipica del linguaggio
informale, sono in linea con le teorie che registrano un incremento delle tecniche di
elativizzazione intorno agli anni Sessanta36: anzi, in questo preciso caso, pi che ad un
incremento, ci troviamo di fronte alla riproposizione di una moda comparsa negli anni
Trenta. Infatti, un decisivo apporto alla diffusione del termine, che non pu essere
taciuto se non altro perch conseguenza del primo picco di occorrenze, da attribuirsi
36

Le occorrenze sono davvero poche, ma sufficienti a dimostrare che dagli anni Sessanta limpiego di
arcicontento non registra ulteriori cali n battute darresto, anzi continua a crescere per tutti gli anni
Novanta. Tuttavia, la bassa frequenza del prefissato impedisce previsioni circa il suo futuro andamento
tanto pi che, dallarchivio de La Repubblica, registro solo 9 occorrenze rispetto ai primi dieci anni del
Duemila.

64

al personaggio dei fumetti Sor Pampurio, ideato nel 1925 da Carlo Bisi; pubblicato per
la prima volta sul n.17 del Corriere dei Piccoli dell'aprile 1929 e fino al numero 45 del
1944, continu ad apparire saltuariamente nel dopoguerra sempre sul Corrierino sino al
numero 4 del 1978. Le sue storie iniziavano con la cantilena che recitava: Sor Pampurio
arcicontento del suo nuovo appartamento37. Le sue avventure
che

cominciavano

sempre

allinsegna

dellentusiasmo

[]

si

concludevano

immancabilmente allombra della frustrazione e del dispetto: Ma saccorge ch un


inferno, ora il traffico moderno. E Pampurio che non dorme, che non regge al chiasso
enorme, costretto, arciscontento, a cambiar dappartamento (La Repubblica, 17 agosto
1993, 30).

Si noti, tra laltro, la forma oppositiva arciscontento. Il tono sicuramente scherzoso e


le occorrenze dipendono da scelte letterarie e stilistiche, ma il fatto che compaia su una
delle riviste di fumetti pi influenti del Novecento, non pu che aver agevolato la
diffusione del termine e, probabilmente, la successiva proliferazione di neoformazioni
con prefisso arci-. Dagli anni Cinquanta fino alla fine degli anni Ottanta, la sezione
dedicata allo Sport a registrare il maggior numero di occorrenze, mentre il picco pi alto
si riscontra negli anni Novanta, in articoli di politica interna, sempre caratterizzati da
toni alquanto sarcastici:
Cosa far allora il garante lo scopriremo prestissimo e si capir se avr avuto ragione
Mentana a dichiararsi soddisfattissimo oppure Fede a definirsi arcicontento (La Stampa, 9
febbraio 1994, 7).

Come evidente dallesempio appena riportato, il termine conserva, in tutte le sue fasi di
sviluppo, il profilo umoristico-sarcastico originario; profilo che, per, sembra sfumare
nelle occorrenze del termine in fatti di cronaca sportiva, per lasciar spazio al valore
elativo privo di alcun tipo di connotazione:
Fantini arcicontento: finalmente una partita giocata con decisione (La Stampa, 8
gennaio 1980, 2).

37

Le informazioni relative a Sor Pampurio sono ricavate dalla pagina web che Wikipedia dedica al
fumetto.

65

Al picco degli anni Novanta, fa infine seguito un calo del numero delle occorrenze che
corrisponde, per, allincremento di neoformazioni pi propriamente inerenti al
linguaggio giornalistico (arcitaliano, arcinoto, arciricco, arcirivale).
Tra tutti i prefissi elativi, arci- probabilmente quello meno produttivo; la
formazione di cui si registra il maggior numero di occorrenze arcinoto/a, che lunica
lessicalizzata con data di prima attestazione risalente al 193938, ma di cui ritrovo
occorrenze gi nel 188939. Escludendo arcistufo che pare di stretto dominio del parlato,
dagli archivi si rileva un impiego: sporadico di arci italiano, con 18 occorrenze a partire
dagli anni Novanta e 55 nella variante arcitaliano, sicuramente stimolata dalla raccolta
poetica di Curzio Malaparte del 1929, edita in pieno clima fascista; piuttosto raro di
arciricco/a, con sole 4 occorrenze di cui la prima risale al 199240; non infrequente di
arcirivale, con 170 occorrenze a partire dal 1972.
Per quanto riguarda la forma arciitaliano/arcitaliano si pu notare il carattere
perfettamente sinonimico del corrispondente etnico suffissato in -issimo, che, come gi
osservato nel relativo paragrafo, designa il forte sentimento di nazionalit oltre al fatto
di accorpare la somma intera dei tratti etnici/culturali pi strettamente caratteristici
dellitaliano. Nonostante le due forme siano perci interscambiabili, si registra
lindubbia preferenza per lutilizzo del suffissato, come chiaramente dimostrato dal
grafico41:

38

Cfr. voce col DISC.


La prima attestazione si ritrova sulla rubrica Utili avvertimenti agli elettori: arcinoto che la legge
accorda di fare sulla scheda stampata quante cancellature si vogliano (La Stampa, 9 settembre 1889, 2).
Lesempio riporta uno degli usi pi tipici del termine, inserito nella locuzione arcinoto, di cui La
Repubblica registra 206 occorrenze su 659 totali.
40
Un tempio della lira, tempio tozzo e bianco, solido e senza fronzoli, sul corso Vittorio Emanuele, meta
di rapidi pellegrinaggi di lucenti e panciute Bmw e Mercedes, placidi e bonari squali metallizzati nel
grande mare danaroso della arciricca provincia gonzaghesca (La Repubblica, 01 ottobre 1992, 8), di cui
si noti lo stile particolarmente enfatico e la decisa ipotassi.
41
Per la raffigurazione del dato relativo a arciitaliano/arcitaliano, ho sommato le occorrenze di La
Repubblica e La Stampa, mentre per quello relativo al suffissato, ho riportato solamente quelle ricavate da
La Stampa, affinch fossero visibili entrambe le fette.
39

66

arcitaliano;
73

italianissimo;
1150

La situazione rappresentata pu dirsi valida relativamente a tutti i sopra citati prefissati,


ad esclusione della forma arcirivale: per questo tipo, la forma elativa pi comunemente
impiegata acerrimo rivale 42:

arcirivale;
1436

acerrimo
rivale;
10644

Quello delletnico anche lunico caso, tra tutti i prefissati in arci- qui presi in
considerazione, per il quale si riscontra un isolamento sintattico in funzione
metalinguistica. Nelle uniche due occorrenze, il prefisso ambiguamente impiegato in
funzione oppositiva con anti-:
La decadenza fa oggi giustizia di quegli scrupoli, ma il guaio che questo drammatico
processo non riguarda pi solo lui, ma l' intero paese e un pezzo della vita di ogni italiano,
arci o anti che si voglia considerare (La Repubblica, 28 novembre 2013, 14);
Per quanto masochista e mezzo accecato sia lo sguardo collettivo, come non vedere che
non arci ma antitaliana la funzione storica di quel signore? (La Repubblica, 20 agosto
2013, 28)

42

In appendice i grafici che confrontano arcinoto con notissimo e arciricco con ricchissimo.

67

Lultima considerazione riguarda arcirivale: la forma praticamente esclusiva della


politica interna, nonostante la base evochi con maggior consuetudine la sfera inerente
alle competizioni sportive.
A parte leccezione di arcinoto/a, il prefisso risulta poco frequente, ma i fatti
descritti sono comunque rilevanti se inseriti nel quadro dellinnovazione linguistica:
ancora una volta, la diffusione ha tendenzialmente inizio a partire della seconda met
del Novecento e si amplifica negli ultimi ventanni circa, caratteristica che, come si
dimostrer in seguito, riguarda la prefissazione elativa in generale.

6.1.2 IperIl prefisso iper- deriva dalla preposizione greca hypr ( sopra, oltre che) e
indica qualit (iperperfetto) o quantit (ipervelocit) superiori al normale o eccessivi
(con frequente accezione spregiativa, come in iperprotetto). Nel campo medico si
sviluppa col significato di stato patologico superiore ai valori riscontrati di norma43,
mentre nella sfera letteraria con quello generale di eccesso come sinonimo di super-44.
perci polisemico ma, come arci-, preferito per lintensificazione di valori qualitativi.
Pu premettersi produttivamente ad aggettivi, nomi o deantroponimici, verbi e avverbi,
dimostrando unestrema flessibilit. I primi impieghi in italiano sono da attribuire a
DAnnunzio, che promuove un uso metaforico del prefisso: ancora oggi questimpiego
si ritrova nel sintagma apparato burocratico ipertrofico, che motivato dalla
concezione dello Stato come di un corpo o nellespressione ipertrofia dellio (De Boer,
2003, 523), motivata dalla concezione della Psiche come di un organo.
Le neoformazioni ascrivibili a tale prefisso vengono il pi delle volte considerate
occasionalismi pur essendo, in realt, indice di processi di formazione libera [] non
occasionali (De Boer, 2003, 524), anzi frequentissimi. Solo dallanalisi di adeguati

43

Cfr. Vocabolario Treccani on-line.


iper- viene effettivamente percepito, in virt della sua forma pi esotica e associata a contenuti
specialistici, come altro da super-, con un di pi che si pu riferire anche alla quantit (Novelli S.,
Tutto il mondo nelloutlet super, Istituto dellEnciclopedia Italiana; consultato il 21/01/2014. Disponibile
allindirizzo http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/parole/outlet.html
44

68

corpora si pu registrare luso effettivo e dimostrare lestremo dinamismo, insieme


allattualit e alla produttivit del prefisso. La raccolta dei dati stata complicata
dallassenza di una norma formale che stabilisca se il prefisso debba comparire
attaccato alla parola che modifica (ipertecnologia) o staccato (iper tecnologia/ipertecnologia). Sugli archivi scelti in questa sede non prevista la ricerca di singoli
morfemi perci, considerando la possibilit per questo prefisso di comparire
sintatticamente isolato e considerando il fatto che questa stessa possibilit distingue
alcuni prefissi elativi dalle altre classi prefissali - dimostrandone la minor prototipicit ho calcolato landamento nel tempo di iper- isolato e solo successivamente ho
approfondito lanalisi dei derivati pi frequenti tra tutti quelli cos riscontrati45.
Chiaramente, i dati non sono da considerarsi numericamente precisi, ma rispecchiano
comunque la generale tendenza dellimpiego di questo tipo di procedura elativizzante.
Da un iniziale approfondimento sullarchivio de La Stampa, il primo picco di
occorrenze si registra intorno agli anni Settanta del Novecento:
900
800
700
600
500

iper-

400
300
200
100
0
1950

1960

1970

1980

Sicuramente, un incremento notevole delle occorrenze del prefisso stato conseguenza della
fondazione nel 1973 dellazienda della grande distribuzione organizzata Iper, La

45

Si sarebbe altrimenti potuto stilare preventivamente una lista di prefissati, ma la scelta sarebbe stata
maggiormente imprecisa poich avrebbe certamente escluso un gran numero di formazioni possibili.

69

grande i: ancora oggi, la maggior parte delle occorrenze riguarda il tipo ipermercato (e
la sua forma abbreviata iper)46:
si tratta di una voce di diffusione internazionale; sembra che [] a battezzarla non sia
stato linglese, ma il francese, con il suo hypermarch (1968), poi adattato in inglese in
hypermarket (1970)47

A partire dai primi anni del Duemila, il prefisso registra un incremento di produttivit;
dal 2002, infatti, il numero delle occorrenze annuali calcolate sullarchivio de La
Repubblica non mai inferiore a 90:
200
180
160
140
120
100

iper-

80
60
40
20
0
2000 2001 2002 2003

2009 2010 2011 2012 2013

La diffusione esponenziale del numero delle occorrenze procede quindi di pari


passo con lincremento di produttivit.
Limpiego del prefisso, in un primo tempo, riguarda principalmente la sfera
medica: Ipertensione, malattia sociale (La Stampa, 27 giugno 1973, 8) una delle
numerosissime occorrenze di ipertensione/iperteso che si registrano negli anni Settanta,
quando la malattia raggiunge una diffusione statisticamente allarmante; per tutto il
46

Cfr. Bombi (1995, 155). Per gli altri valori di iper-, compreso quello pi recente che si sviluppa a
partire dalla matrice ipertesto, si vedo lo stesso articolo della Bombi.
47
Novelli S., Tutto il mondo nelloutlet super, Istituto dellEnciclopedia Italiana, (Internet); consultato il
21/01/2014. Disponibile allindirizzo http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/parole/outlet.html

70

decennio, inoltre, riscontro solo alcuni casi di utilizzo metaforico del termine
(ipertensione civile, ipertensione monetaria o politica), spesso accompagnato dal
prefisso correlativo oppositivo ipo-:
Ci vale a dire che c in Italia un iperpotere cui giova mantenere una determinata
gestione del potere, lipertensione civile, alimentata da fatti delittuosi la cui caratteristica,
che si prenda o no lesecutore diretto, quella della indetinibilit tra estrema destra ed
estrema sinistra, tra una matrice di violenza e laltra, tra luna e laltra estrazione degli
esecutori indiziati o accertati (La Stampa, 3 giugno 1973, 3);
Per esempio, lInghilterra soffre di ipotensione monetaria, mentre la Germania soffre di
ipertensione. Ma, insieme, hanno alzato i propri tassi. Questo perch tutti i Paesi occidentali
hanno allorigine dei loro mali linflazione, che cercano di controllare aumentando il costo
del denaro (La Stampa, 3 agosto 1973, 12).

Il decennio successivo caratterizzato da un incremento dei prefissati aggettivali


e nominali, accompagnati dallalto e costante numero di occorrenze della forma isolata
iper,

abbreviante

di

ipermercato,

dalle

prime

attestazioni

di

ipertecnologico/ipertecnologia: in pieni anni Novanta, spopolano formazioni come


ipercrescita, iper-reazione, iper-realista.
Il carattere innovativo dellimpiego del prefisso, per, si manifesta con
lincremento delle neoformazioni a partire da nomi propri o nomi di marca; per questo
motivo lecito parlare di un vero e proprio processo di diffusione ed innovazione
linguistica, che diventa prassi comune per il linguaggio giornalistico e pubblicitario:
iper Celentano, iper Faletti, iper Liguria, iper Auchan, IperCoop, Iper Nova, e cos via.
Procedendo nellanalisi dettagliata delle occorrenze, ho notato un improvviso
aumento di prefissati aggettivali con forestierismi da collocare intorno ai primi anni del
Duemila, principalmente nei settori di moda ed economia e finanza: ipertrash,
ipertrandy, iperbritish, iperchic, ipermachista, iperupper class, iperpackaging, iper
leaderistica, iper tech, iper local, iper reality show, iper crme, iper cult, iper pop,
iperglamour, ipersexy. Da ascrivere a questi anni, anche alcune neoformazioni
riguardanti tendenze e mode tipiche della societ contemporanea, della politica interna e
delleconomia capitalistica: iperpalestrato, ipertatuato, ipercuperliano, iperbossiano,

71

iperulivista,

ipermontiano,

iperberlusconiano,

iperconsumismo,

iperafflusso,

iperinflazione.
Unulteriore fase riguarda lassunzione della funzione attributiva, che conferisce
maggior autonomia al prefisso: alcune rare occorrenze si registrano gi durante i primi
anni del Duemila, ma intorno alla fine del primo decennio che si riscontrano le pi
significative, se non altro perch in numero sufficiente ad autorizzare unipotesi di
tendenza in espansione; riporto alcuni tra i pi significativi esempi: generazione iper
(La Repubblica, 20 giugno 2001, 10); formato iper (La Repubblica, 29 marzo 2008,
17); slancio iper mega superomistico (La Repubblica, 7 febbraio 2009, 4); centro
commerciale iper (La Repubblica, 27 aprile 2012, 26); drammaturgia maxi e iper
(La Repubblica, 19 aprile 2010, 34); agitazione in fase iper (La Repubblica, 13 aprile,
2010, 33). Notevole anche la frequenza di cumuli e reduplicazioni prefissali: si noti
drammaturgia maxi e iper ma anche iper iper tutto (La Repubblica, 4 giugno 2000, 40),
iper ipermercato (La Repubblica, 27 dicembre 2001, 1), iper iper ottimisti (La
Repubblica, 11 agosto 2002, 27), offerte super iper (La Repubblica, 30 ottobre 2002, 1),
iper dea potentissima (La Repubblica, 9 marzo 2003, 32), ultra iper super sfavoriti (La
Repubblica, 12 novembre 2010, 13), iperinformazione e mininvasivit (La Repubblica,
10 febbraio 2012, 14), supermanager iper retribuiti (La Repubblica, 8 maggio 2012,
11).
Non si ancora accennato al fatto che, gi a partire dagli anni Ottanta e per tutti
gli anni Novanta, il prefisso comincia a comparire in posizione preverbale
principalmente per la famiglia di iperprotezione (cfr. anche De Boer, 2004, 527):
Abbiamo voluto iperproteggere la figura del parlamentare (La Repubblica, 9 aprile
1993, 5). Dallo spoglio delle occorrenze del prefisso isolato, a parte qualche sporadica
occorrenza precedente, assisto ad unestensione, particolarmente attiva a partire dal
2011, delle famiglie verbali interessate dal fenomeno della prefissazione in iper-;
iperspecializzare, iperassimilare, iperconsumare, iperreagire, ipervolare:
Forzati a ridisegnare larchitettura dei corsi abbiamo ceduto: avanti tutti con le triennali,
abbassiamo pure la qualit, spezzettando e iper-specializzando il sapere pur di preservare,
meglio moltiplicare, corsi e quindi posti (La Repubblica, 10 luglio 2007, 19);

72

Lintegrazione un aspetto positivo e maggioritario, ma c sempre una minoranza che


iperassimila i valori della societ in cui vive, per paura di non venire accettata (La
Repubblica, 1 marzo 2011, 49);
Cos c il rischio che durante i saldi di gennaio ci si porti a casa prodotti che
iperconsumano (La Repubblica, 4 gennaio 2011, 1);
Rassegnato ma non per questo meno combattivo, soprattutto se il Pdl dovesse, dice lui,
iperreagire (La Repubblica, 30 luglio 2013, 4);
Domani si ipervola. Laereo del futuro? Sar un missile ipersonico senza pilota (La
Repubblica, 28 luglio 2013, 34).

A questo punto della ricerca, ho ristretto lanalisi alle sole occorrenze relative
allanno 2013, per concentrarmi sulle conseguenze derivate dallimpiego di questo
formativo: su 180 occorrenze totali di iper-, 53 riguardano la famiglia ipermercato, 93 il
gruppo dei prefissati aggettivali e 30 il gruppo dei prefissati nominali; in 3 casi le
neoformazioni fanno parte della categoria dei prefissati verbali e in un solo caso di
quella dei prefissati avverbiali48. Nel caso degli aggettivali, la strategia elativa ha
riscosso un moderato successo, ma la sua frequenza non paragonabile a quella delle
altre pi comuni, come per esempio la suffissazione superlativa o la modificazione
avverbiale: fa eccezione la famiglia di tecnologia, per la quale si adopera con maggior
frequenza la prefissazione elativa (nel 2013 registro 6 occorrenze di tecnologicissimo,
22 di molto tecnologico, 394 di supertecnologico/super tecnologico e ben 629 di
ipertecnologico/iper tecnologico).
La situazione esattamente opposta nel caso dei prefissati nominali: iperdiventa uno dei principali veicoli delativizzazione per tutti quei sostantivi, che sono la
stragrande maggioranza, che non prevedono suffissazione in issimo-: ipervirilit,
iperspiritualizzazione,

iperproduzione,

iperpressione,

iperfinzione,

ipervelocit,

iperreattivit, iperottimismo, ipercrescita49. Alcuni tipi, infine, conservano il significato


etimologico sopra, oltre; per questi, che rientrano tutti nella sfera della subcultura
cibernetica, sarebbe impreciso parlare di valore elativo, in quanto il prefisso indica
48

Iper- poco produttivo rispetto alla categoria degli avverbiali; cito comunque alcuni esempi ricavati
dallo spoglio degli archivi: in modo ipercubista (La Repubblica, 13 febbraio 2013, 16), in fase iper (La
Repubblica, 13 aprile 2010, 33), bilancio in iper attivo (La Repubblica, 22 dicembre 2001, 12).
49
Si noti il carattere perfettamente sinonimico, in tutti i casi, rispetto al prefisso super-.

73

proprio il superamento di un confine piuttosto che il possesso di una qualit al grado


massimo: liperspazio tecnicamente uno spazio dove possibile superare la velocit
della luce, liperluogo e lipertempo sono realt virtuali e cos via.
Alla luce di queste considerazioni, si pu confermare anche per iper- la tendenza
ormai stabilizzata allimpiego in funzione suppletivo-elativa.

6.1.3 StraIl prefisso stra- deriva dalla preposizione latina extra- fuori: in alcuni
composti, come per esempio straordinario o straripare, conserva il valore etimologico
originario; quando forma prefissati verbali indica eccesso (straparlare, stravincere,
strafare) oppure rafforzativo del prefisso tra-, come in stravasare o straboccare

50

infine, quando anteposto ad aggettivi o sostantivi, ha valore di superlativo (stracolmo,


stracarico, stravecchio, strapaese). Le prime attestazioni del valore elativo risalgono
gi al XII secolo (Napoli 2012, 89)51 e riguardano quasi esclusivamente aggettivi: per
questo motivo, linnovazione vera e propria riguarda limpiego del prefisso in posizione
prenominale, che si diffonde considerevolmente solo intorno a met del Novecento.
Lanalisi si chiaramente concentrata sui soli valori elativi, che intensificano
qualitativamente (strabello) e quantitativamente (stracarico).
Considerata lestrema produttivit dellelemento, dovuta allassenza di
particolari restrizioni formative, lo studio sincronico limitato a sole quattro annate
(2002 e 2003; 2012 e 2013) e condotto digitando sul motore di ricerca dellarchivio de
La Repubblica la stringa stra-. In questo modo, si ottengono quattro gruppi di prefissati
A (2013), B (2012), C (2003), D (2002) , ognuno contenente forme staccate del tipo
50

Cfr. Vocabolario Treccani on-line.


In latino extra non apparteneva alla classe di strategie con funzione valutativa. Tuttavia, proprio
loriginario valore di extra (per esempio lat. extraclusus escluso) ha fatto sorgere gi in epoca latina un
significato secondario di eccessivo, che oltre misura (extraordinarius) (Rohlfs 1969, 353). Per
lesattezza, laggettivo extraordinarius, che ha dato origine allitaliano straordinario, a parte che con il
significato di aggiuntivo, scelto (limitatamente allambito militare), aveva sviluppato in latino classico il
significato di fuori dallordinario, insolito; allo stesso modo, il sintagma extra ordinem significava
letteralmente fuori dallo schieramento, da cui il significato esteso (avverbiale) di eccezionalmente,
irregolarmente (Napoli 2012, 93-94).
51

74

stra-X, dove X indica una categoria lessicale qualsiasi tra aggettivi, verbi o sostantivi.
Cos facendo, c per il rischio che il gruppo A risulti poco rappresentativo per lanno
2013, poich non garantito che ricopra lintera gamma di combinazioni possibili del
prefisso, che contenga cio tutti gli X che in italiano possono essere soggetti a
prefissazione di stra- (lo stesso vale per B, C, D). Per intenderci; in A, che contiene solo
forme staccate, non compare stragrande, vista la tendenza a scriverlo attaccato. Il
fatto che compaia staccato in tutti gli altri gruppi, per, ha permesso di non tralasciare
la formazione in assoluto pi frequente e di ricercarla, ovviamente attaccata, anche
nellanno 2013. Dovrebbe essere chiaro che lulteriore ricerca dei prefissati attaccati
dovuta alla mancanza di quella che nel caso di iper- ho definito norma formale52 e che
la ricerca stessa ha permesso di evitare che un numero di X, tra laltro inquantificabile a
priori, venisse escluso.
Per questa seconda indagine, ho quindi riunito i gruppi A, B, C, D in un unico
insieme Y, costituito da forme attaccate (che risultato abbastanza rappresentativo sia
relativamente ai quattro anni, sia allimpiego del prefisso) al fine di ricominciare il
computo annuale delle occorrenze attaccate. In tal modo, landamento del 2013 da
considerarsi relativo alla somma di AX (forme staccate) e di YX (forme attaccate), quello
del 2012 alla somma di BX e YX e cos via.
Come evidente dal grafico sottostante, landamento decrescente: il numero di
occorrenze totali dimezza nel giro di una decina danni, fatto che potrebbe suggerire un
calo di produttivit di stra-:
3000
2500

2501
2140

2000

1649

1500

1034

1000
500
0
2002 2003

2012 2013
stra-

52

Cfr. p. 69

75

In realt nel 2002 su 2501 occorrenze totali ben 862 sono relative alla formazione
stragrande: ci significa che un terzo delle occorrenze di stra- impiegato nella
derivazione dellaggettivo grande e che la produttivit del prefisso non pu essere
calcolata sulla base del numero di occorrenze totali e cio sul numero dei tokens senza
valutare quello dei types. Confrontando i gruppi A, B, C e D, infatti, ho notato che
anche le forme stracolmo, strafare, strapieno, strapotere e stravincere sono
decisamente pi frequenti rispetto alle altre e che la loro ricorrenza finisce per influire
significativamente sul numero di tokens totali, rendendo impossibile un calcolo
approssimativo delleffettiva produttivit.
Sostituendo, per, il computo del numero di occorrenze con quello relativo al
numero di types interessati dal fenomeno della prefissazione, si potuto osservare un
graduale incremento del numero di questultimi che testimonia, questa volta
correttamente, laumento di produttivit del prefisso stra-. Se nel 2002 il numero di
types pari a 27, nel 2012 sale a 40:
50
40
40
30

35
27

27

20
10
0
2002 2003

2012 2013
types

Per le sei formazioni pi comuni si riscontra un minor impiego, mentre aumentano


quelli che potrebbero essere definiti hapax e si riscontra un maggiore utilizzo del
prefisso in formazioni avverbiali (stra daccordo, stra a posto, in modo stra corretto);
cresce la frequenza con nomi propri, soprattutto con nomi di squadre di calcio o di
personaggi sportivi o politici (stra Formigoni, stra Milan, stra Inter, stra Stramaccioni,
stra Handanovic); alle formazioni pi ricorrenti se ne aggiungono altre che, in poco
tempo, registrano un alto numero di occorrenze, profilandosi come nuove mode
linguistiche (stratassare, strameritare, strafatto); si consolidano limpiego con

76

forestierismi (stra market friendly, stra boom, stra glamour, stra cult, stra upper class)
e laccumulo prefissale (stra stra contento, stra iper usato, ultra stra super ortodosso).
In nessuna occorrenza53 lelemento assume funzione attributiva. Si tenga in
considerazione che le caratteristiche fonologiche di un prefisso influiscono
notevolmente sulla possibilit di impiegarlo in funzione aggettivale, poich decretano il
suo grado di autonomia rispetto alla base. Mentre i prefissi pi prototipici
(monosillabici e terminanti in consonante) tendono a formare ununica parola
fonologica con la loro base, quelli meno prototipici tendono a formarne una autonoma,
semanticamente e formalmente assimilabile allaggettivo. Secondo Nespor (1984, 197198) infatti, i prefissi che costituiscono parola fonologica indipendente sono quelli
polisillabici terminanti in vocale (maxi-, mini-, ecc). Stra- monosillabico e termina
in vocale perci, come a-, bi-, co(n), de-, pre-, pro-, ri- e tri-, presenta soltanto una
delle due propriet identificate come favorevoli allintegrazione fonologica
(Montermini 2008, 103) e si allontana perci dal formato della parola italiana
prototipica (definita come prototipica o minima in Thornton 1996, 83), che invece
bisillabica, accentata sulla prima sillaba e terminante in vocale, esattamente come i
prefissi che presentano maggior grado di autonomia dalla base e che per lo stesso
motivo sono pi facilmente trattati come parole autonome dal punto di vista fonologico.
Per tutte queste ragioni, la funzione attributiva generalmente ricoperta dal sinonimico
extra-, soprattutto nel settore pubblicitario, come gi notava Tristano Bolelli, autorevole
linguista pisano e autore del singolare articolo titolato Questa vergine extra o super,
che comparve nel 1989 sulla rubrica de La Stampa, La Lingua che parliamo:
[] Un altro caso molto divertente lolio extra vergine doliva, che non tanto una
espressione pubblicitaria quanto un modo divenuto comune ed usato senza nessuna remora,
anzi senza nessun sospetto di incongruenza. Si pensi un po al fatto che extravergine
superlativo di vergine, come se la verginit ammettesse di essere pi o meno grande: la
verginit c o non c, a meno che non ci si riferisca alle famose demi-vierges di cui parl
un celebre romanzo francese. Extra-, che chiaramente si rif al latino, rende superlativo
laggettivo al quale premesso: cos extrafino vuol dire finissimo, extrarapido rapidissimo.
La forma italiana di extra stra-; ed infatti troviamo straricco, strapieno e, con verbi,
53

Ho gi accennato che lestrema produttivit di stra- ha reso impossibile analizzare ogni singola
occorrenza. Non si pu, perci, escludere a priori lutilizzo in funzione attributiva del prefisso, soprattutto
se occasionale. Tuttavia, si pu certamente affermare la tendenza ad evitarlo.

77

strafare e stramaledire. curioso questo extra che, anche da solo, pu indicare una qualit
elevata: un vino extra vuol dire un vino eccellente; a stra- non concesso tale privilegio.
(La Stampa, 20 settembre 1989, 2)54.

Lautore ricorda che nella maggior parte dei casi, per, il prefisso extra- ricalca il valore
originario latino, motivo per cui ho deciso di non approfondire la ricerca sugli archivi; il
valore elativo, infatti, comune nel linguaggio pubblicitario pi che in quello
giornalistico. Ci significa che, sugli archivi, le rare occorrenze55 di aggettivi prefissati
in extra- non possono essere considerate tendenze oralizzanti, quanto piuttosto prestiti
da un sottocodice differente:
[] La pubblicit in prima linea nella ricerca di mezzi espressivi che indichino la
massima bont di un prodotto, tanto che si sente dire che tale bevanda pi, pi, pi. Si va
diritti nello slogan [] Il famoso che pi bianco non si pu unaltra formula, spia di
insoddisfazione rispetto alla lingua che non consente di esprimere tutte le qualit
eccezionali che si vorrebbero sottolineare [] certo da riscontrare una variet di
espressioni fin troppo spinta per la volont di dire di pi di quanto sia necessario. una
fortuna che le lingue, ad un certo punto, sappiano trovare un loro equilibrio interno ed
espellano certe ridondanze [] Speriamo che non venga in mente di ripristinare tali forme
a qualche pubblicitario a corto di trovate (La Stampa, 20 settembre 1989, 2).

Nonostante tutto, levoluzione del prefisso stra- a partire dalloriginario extra- latino
consente

di

approfondire

il

concetto

di

soggettivizzazione,

gi

accennato

nellintroduzione e nellanalisi del suffisso -issimo e valido per alcuni tratti di


intensificazione e valutazione. Il mutamento semantico del prefisso sarebbe appunto il
frutto del processo definito subjectification secondo il quale il nuovo significato
verrebbe inferito dalloriginale (da oltre che vecchio, per esempio, a pi che vecchio,
quindi stravecchio, vecchissimo); tale inferenza, che testimonia il passaggio da un
valore locativo ad uno valutativo, aumenterebbe il grado di pragmatizzazione del
prefisso, consentendo allo stesso lespressione di valutazioni e sentimenti propri del
parlante (Napoli, in corso di stampa).

54

Larticolo, che accenna nelle righe successive a tutti i prefissi elativi, si ritrova, intero, in appendice.
Fa eccezione extralusso: nellultimo decennio, solo La Repubblica registra ben 1113 occorrenze del
termine.
55

78

Tornando nuovamente a stra-, concludo con il confronto con larchivio storico


de La Stampa, tramite il quale possibile osservare lincremento, in prospettiva
diacronica, della prefissazione tramite stra-: tralasciando gli hapax e i prefissati meno
frequenti, si scelto di osservare landamento delle sei formazioni pi comuni. Per tutte
si pu confermare lespansione a partire dagli anni Sessanta circa; a seguire i grafici
relativi a strafare, stragrande, strapotere, mentre per le altre formazioni si rimanda
allappendice:
2500

12000

2000

10000
8000

1500

6000
1000

4000

500

2000

0
1960

1980

2000

1960

strafare

stragrande

5000
4000
3000
2000
1000
0
1960

1980

1980

2000

strapotere

79

2000

6.1.4 SuperIl prefisso super- ricalca la forma della preposizione latina sper- sopra;
loriginaria connotazione spaziale ha favorito il processo di estensione semantica che ha
restituito il valore attualmente concorrente di superiorit, eccezionalit tipico
soprattutto del linguaggio giornalistico, dove risulta molto produttivo. La funzione
elativa del prefisso, infatti, permette di enfatizzare in modo economico e sistematico
concetti e qualit qualitativamente e quantitativamente rilevanti, secondo un
procedimento specifico per il settore (per esempio superpoliziotto, supermulta,
superbollo).
Lestrema produttivit del prefisso facilmente dimostrabile consultando
larchivio di una qualsiasi testata giornalistica; rispetto agli altri prefissi elativi, super- si
dimostra in assoluto il pi frequente56:

Prefissi Valutativi
3%
super 28%
iper 3%
stra 10%

28%

24%

extra 11%
arci 5%
mega 3%
5%

3%

8%

10%
5%

maxi 8%

ultra 5%
mini 24%

11%

3%

micro 3%

56

Il computo delle occorrenze riguarda i prefissi in posizione isolata (X B o X-B o B X dove X uno
qualsiasi tra i prefissi elencati e B la base, scelta tra una qualsiasi delle principali categorie sintattiche: per
esempio super bollo, super-bollo, bollo super); stato ricavato dallarchivio storico de La Stampa
relativamente al periodo compreso tra 1867 e 2005. Dal grafico stato appositamente escluso il prefisso
macro-, poich registrava in Excel una percentuale pari allo 0,47%, corrispondente a sole 2308
occorrenze. I dati sono da considerarsi approssimativi ma comunque rappresentativi.

80

Non esistendo particolari restrizioni per la selezione della base, super- si pu


aggiungere ad aggettivi (superveloce), nomi (superprefetto), verbi (supervalutare) o a
interi sintagmi (super summit di maggioranza, super controlli antidoping o super
bicchiere dacqua calda); pu modificare nomi propri (super Mario), generare
locuzioni avverbiali (davvero super) e ricoprire ruolo aggettivale (equipaggiamento
super). Insieme a extra-, maxi- e mini-, infatti, uno dei prefissi che ha visto
concludersi il processo di lessicalizzazione relativo alla propria funzione aggettivale.
Sullo Zingarelli (2010), oltre alla definizione prefissale del morfema, super- altres
considerato aggettivo (modello super), sostantivo singolare femminile (super quando
indica benzina) e, raramente, sostantivo maschile singolare, con significato di grado
massimo, non plus ultra. Gi Migliorini (1963) riscontrava lisolamento del prefisso
intorno agli anni Trenta del Novecento:
la lingua della pubblicit ha anche isolato super dandogli varie funzioni: Super come
nome di ditta (1935), il super di Capra (cio il superfilm, 1936), la decadenza delle super
(cio le superstelle, 1939) [] (Migliorini, 1963, 87).

Lo studio appena citato mette in luce il repentino successo del valore elativo del
prefisso, introdotto nel 1894 dal DAnnunzio attraverso la traduzione italiana
superuomo dellUebermensch nietzschano: lo stesso Migliorini la definisce breccia
(1963, 77), poich da essa deriverebbero la fortuna del prefisso e il suo precoce
proliferare: a partire dai derivati (superomismo 1917), passando per fenomeni di
irradiazione sinonimica responsabili tra laltro delle coniazioni di genere femminile
(superfemmina 1912), il prefisso dilaga in tutti i domini, dallalimentare al
cinematografico (supervino 1929 e superdiva 1917), dallo sport alla statistica
(superallenamento 1932 e supertraffico 1928), dalla politica (superstato 1922), alla
guerra (superaviazione 1926), alla finanza (superbanca 1929)57.
Basta osservare le date di prima attestazione dei prefissati e appurare che la
diffusione raggiunge praticamente ogni dominio del sapere umano, per constatare che
limpiego di super- gi enormemente esteso nella prima met del Novecento. Sempre
secondo quanto riportato dal Migliorini, dal 1924 si assiste al progressivo dilagare di
57

Tutti gli esempi, con le relative date di prima attestazione, sono ricavati dal secondo capitolo del
volume del Migliorini.

81

sostantivi in super-, mentre gli aggettivi gi abbondano. Minori i casi di prefissazione


verbale (supercapitalizzare 1933, superindustrializzare 1929, superlavorare 1929),
spesso dovuti allinfluenza dellinglese, come in supervisionare (1932) o superprodurre
(1929): nonostante super- sia esente da particolari restrizioni di formazione, fatto che
agevola la sua applicazione a voci di qualunque forma (Migliorini, 1963, 88), ancora
oggi limpiego in funzione verbale risulta piuttosto limitato.
Bench il prefisso abbia conosciuto uno sviluppo relativamente precoce, non
significa che debba essere escluso dal processo di espansione attivo a partire dagli anni
Sessanta ma loriginale mancanza di restrizioni nella selezione della base rende
complicato un tipo di analisi simile a quelli gi applicati, per lenorme quantit di dati
che si dovrebbero analizzare. Pur tuttavia, nello spoglio delle occorrenze ricavate dagli
archivi, si pu certamente notare un pi recente impiego di super- nel settore sportivo,
particolarmente con nomi propri o soprannomi, in funzione prefissale o aggettivale:
SuperPippo, SuperMario, SuperTaddei, Milic super, Asta e Vergassola sono super,
Mancini super, ONeal super, e cos via.
Altrettanto in espansione sembra essere limpiego del prefisso con sintagmi
nominali o aggettivali: oltre a quelli gi citati, segnalo super Ministro degli Esteri (La
Repubblica, 10 febbraio 2006, 20) a cui si aggiungono super fine settimana
rigorosamente doc (La Repubblica, 19 gennaio 2002, 10), super polo oncologico (La
Repubblica, 31 gennaio 2012, 7), super sfida di Champions (La Repubblica, 2 dicembre
2013, 7) con altre 8 occorrenze, super competitivo campo del balletto (La Repubblica,
27 gennaio 2012, 45), super yacht nuovo di zecca (La Repubblica, 18 gennaio 2012,
21), super sindaco della Toscana (La Repubblica, 13 gennaio 2012, 5), super materiali
bio-ispirati (La Repubblica, 12 gennaio 2012, 10).
Numerosi anche i forestierismi: analizzando la frequenza nelle annate 2002,
2003 e 201258 trovo superjolly, supersexy, superpoker, superstar, superboss,
superwagon, superblitz, superbike, super low cost, superbunker, superchef, supercar,
supertop, superbonus e supersummit.
58

La scelta delle annate dipesa dal tentativo di effettuare un confronto con il prefisso stra-, poi
naufragato a causa del numero eccessivamente ampio di forme da analizzare: quelle riportate, infatti, sono
state scelte selezionando per ogni anno il solo mese di gennaio.

82

Relativamente alle stesse annate, riscontro una forte preferenza nella selezione di
basi nominali: su 254 occorrenze totali del prefisso isolato (69 del 2002, 82 del 2003 e
103 del 2012) si contano ben 152 prefissati nominali, contro i 39 aggettivali. Questa
tendenza potrebbe dipendere dalla percezione che sempre pi frequentemente si ha del
prefisso come di un aggettivo e che, quasi certamente, conseguenza del maggior
impiego dello stesso in funzione aggettivale.

6.1.5 UltraDalla forma latina ultra oltre, di l da, di pi, pi derivano i significati attuali
del prefisso ultra-. In funzione di sostantivo, ultra oggi impiegato per indicare tifosi
fanatici di squadre di calcio e deve la sua diffusione allabbreviazione francese di
ultrarvolutionnaire o ultrapatriote che negli anni della Rivoluzione individuavano facendo particolare riferimento alleccesso e allostentazione ideologica spesso violenta
- reazionari e militanti di gruppi estremistici politici. In funzione prefissale pu ricalcare
loriginario valore della preposizione latina (per esempio ultraterreno, oltre, al di l
della terra o delle cose terrene) oppure, soprattutto nel linguaggio comune, in quello
pubblicitario e giornalistico, assumere valore elativo, di qualit o quantit superiore al

normale (ultramoderno, ultrafacile e cos via) premettendosi principalmente ad


aggettivi e sostantivi.
Tra tutti i prefissi elativi, ultra- ha un profilo decisamente particolare poich, a
seconda delle occasioni, pu veicolare un valore quantitativo definito e per questo
assimilabile ai prefissi che ho definito dimensionali, oppure un valore indefinito,
tipicamente elativo. La differenza dipende dalla base a cui si lega e dalla sfera di
appartenenza del derivato. Nei composti scientifici come ultravioletto o ultrasuono, per
esempio, si riscontra valore dimensionale, laddove il prefisso indica superamento delle
relative misure di grandezza59, che stabiliscono la soglia (ununit di misura specifica)
oltre la quale si entra nella sfera semantica del prefisso, che viene perci percepito come
numericamente determinato. Identico valore si riscontra nei prefissati numerali in
funzione nominale o aggettivale, come ad esempio ultraottantenne: qui evidente che
59

Una radiazione elettromagnetica avente frequenza pari a 7,51014 Hz per ultravioletto e una vibrazione
elastica in un mezzo materiale con frequenza superiore 20 kHz per ultrasuono.

83

la soglia corrisponde allet di ottantanni ma, nel pi frequente caso di un essere


umano, il superamento potr riguardare una ventina o al massimo una trentina danni
per cui, anche in questi casi, il prefisso viene percepito come numericamente
quantificabile. Nei tipi ultradecennale o ultraventennale poi, il prefisso determina un
intervallo di tempo ben preciso, superiore al decennio o al ventennio ma comunque
inferiore al secolo (oltre il quale si avr ultrasecolare, poi ultramillenario e cos via).
In tutti gli altri casi, quelli che definirei pi tendenzialmente giornalistici60 e di
matrice oralizzante, si pu parlare di valore elativo vero e proprio, di forma sostitutiva
rispetto alle pi classiche strategie di suffissazione elativa (X-issimo) o di modificazione
avverbiale (molto X). Gli aggettivi ultramoderno, ultrapiatto o ultraleggero denotano
referenti le cui qualit sono stimate sempre come eccessive ma non concretamente
quantificabili; dello stesso tipo di eccedenza si parla nel caso dei sostantivi
ultraortodosso, ultracattolico o ultratradizionalista, cos come di tutti quelli inerenti
alla sfera politica e ideologica. Nellanalisi del prefisso e del suo valore di elativo,
perci, ho considerato esclusivamente questultimi tipi; ho escluso quelli con valore
dimensionale almeno approssimativamente quantificabile e il sostantivo ultra, ormai
semanticamente indipendente dal significato etimologico.
Il computo delle occorrenze stato eseguito seguendo la modalit utilizzata per
stra- e ha evidenziato, nelle quattro annate, un andamento variabile rispetto allimpiego
di ultra-, come testimonia il grafico sottostante:

450

500
400

339

300

286

2002 2003

2012 2013

300
200
100
0

ultra-

60

In considerazione dellampia frequenza riscontrata.

84

La successiva analisi dei types ha dimostrato lassenza di prefissazione verbale e


la stragrande maggioranza di prefissazione nominale e aggettivale. Nellarco di una
decina danni si assiste ad un aumento della produttivit del prefisso, il cui sintomo
riscontrabile nellestensione della prefissazione ad un numero di basi sempre maggiore,
indipendentemente dal numero di occorrenze. Infatti, dal confronto tra il grafico relativo
al numero di tokens totali e quello relativo al numero di types, si pu notare che alla
diminuzione di tokens registrata nel 2013 corrisponde, in realt, un numero di types
maggiore rispetto ai primi anni del Duemila:
120

107
93

100
73

80
60

55

40
20
0
2002 2003

2012 2013

types

Pur considerando questo aspetto, per, fondamentale notare che le neoformazioni


registrano un numero di occorrenze quasi sempre pari a uno, fatta eccezione per i tipi
ultradestra, ultraleggero, ultramoderno, ultraortodosso, ultrapiatto, ultrarapido,
ultrasinistra, ultrasottile, peraltro tutti gi lessicalizzati. Contrariamente a iper-, perci,
decisamente lecito parlare di occasionalismi, di scelte stilistiche fortuite piuttosto che
della riproposizione di modelli preimpostati. Chiaramente, esistono formazioni pi
fortunate di altre, ma la loro attestazione tardiva per autorizzare ipotesi di continuit.
A partire dal 2008, per esempio, a seguito dello sviluppo di nuove tecniche di
telecomunicazione, fa la sua comparsa sulle pagine dei giornali il calco banda
ultralarga dallinglese ultra wideband, che, alla fine del 2013, conta gi un centinaio di
occorrenze, bench resti ancorato al sottocodice tecnico-scientifico. Tutto italiano
invece ultraoffensivo, che testimonia come spesso sia la lingua dello sport ad apportare
le novit linguistiche pi rilevanti e di cui possiamo seguire le fasi iniziali di sviluppo.
La prima attestazione dallarchivio de La Repubblica risale al 1994, ovviamente in
ambito calcistico e in occasione di unintervista: negli anni successivi e fino ad oggi,

85

ultraoffensivi diventano schemi dattacco, derby, moduli, scelte o idee, squadre,


formazioni, impostazioni e atteggiamenti. Questo esempio consente di osservare come
per alcuni termini la strategia della prefissazione venga prima proposta attraverso un
occasionalismo (ultrapressing), quindi approvata e, in un primo momento, riproposta
selezionando la base della prima attestazione; successivamente ampliando la selezione
ad altri componenti appartenenti allambito calcistico (schema ultraoffensivo, modulo
ultraoffensivo, Palermo ultraoffensivo e cos via). La fase successiva, che non possiamo
testimoniare ma semplicemente ipotizzare, consisterebbe nellulteriore ampliamento
dellimpiego di ultraoffensivo ad altre sfere dinteresse comune (per esempio, tramite
linguaggio metaforico, al recettivo settore della politica interna).
Le riflessioni desunte dallapproccio diacronico concordano con la conclusione
pi volte menzionata che registra laumento delle tecniche elativizzanti a partire dagli
anni Sessanta circa. In occasione dello studio sincronico, ho potuto escludere il
sostantivo ultra e tutti quei prefissati tecnico-scientifici con valore approssimativamente
quantificabile, considerato il ridotto numero di annate prese in considerazione. Per lo
studio in prospettiva diacronica, invece, la mole di dati da analizzare e da scartare
sarebbe stata eccessiva. Ho perci consultato alcuni dei principali dizionari e ho
verificato che la maggior parte dei prefissati con valore elativo attestata a partire dagli
anni Sessanta e per tutto il ventennio successivo; per un paio di vocaboli, lattestazione
risale ai primi anni Cinquanta e solo raramente ai primi del Novecento. Ci significa
che il valore elativo del prefisso attivo e produttivo in particolar modo a partire dalla
met del XX secolo, come supposto dalla teoria. Unindagine statistica maggiormente
precisa promuoverebbe probabilmente questa affermazione, ma non essendo questa la
sede adatta ad approfondire, rimando unicamente alle tabulazioni con le relative date di
prima attestazione registrate dal GRADIT, qui presenti in appendice.

86

6.2 Prefissi dimensionali


6.2.1 Maxi- e miniIl prefisso maxi- fa la sua comparsa nella lingua italiana piuttosto recentemente,
allincirca intorno agli anni Settanta del Novecento. Si sviluppa in opposizione
referenziale e semantica a mini-, coniato probabilmente sul modello dellinglese, in cui
mini- pare sia stato ricavato dal sostantivo miniature61 e diffusosi grazie alla dilagante
fortuna incontrata dal sostantivo miniskirt (minigonna), da cui maxiskirt. La funzione
prefissale di entrambi gli affissi non etimologica; si sviluppa dalle forme ellittiche dei
superlativi latini mnmus e maxmus proprio negli anni in cui si registra lincremento
delle strategie elativizzanti che riflettono, come gi sostiene Haller (1988, 88) la
tendenza sociale alla quantificazione in molti domini della vita moderna.
Nel frangente di questa ricerca, perci, mini- e maxi- acquistano un ruolo
decisivo; la loro introduzione nel sistema linguistico italiano e la loro estrema diffusione
sono testimonianza dellesigenza di apportare novit al linguaggio iperbolico - ormai
piuttosto usurato dal persistere di forme pi o meno standardizzate - e dimostrazione
della necessit di innovazione linguistica, percepita particolarmente intorno alla met
del Novecento.

30000

25000

25000
20000

20617

24148
20000
18622 17305

15000

15000
5000

5000

2889

177

1904

0
1960 1966 1970 1980 1990

1960 1967 1970 1980 1990

mini-

61

7706

10000

10000

maxi-

Cfr. Vocabolario Treccani on-line.

87

Proprio intorno agli anni Sessanta, infatti, risalgono le prime attestazioni dei
prefissi, come dimostrato dai grafici: pi precisamente, il prestito miniskirt autorizza la
diffusione del calco minigonna a partire dal 1966 e dellantonimo maxigonna nel 1967,
preceduto dalle prime occorrenze del morfema maxi- in funzione aggettivale.
Dallarchivio storico de La Stampa riporto:
1) la prima occorrenza del prestito mini-skirt dall inglese:
Unonorificenza della Regina alla creatrice delle gonne corte: Mary Quant, la giovane
londinese che ha lanciato in tutto il mondo la moda delle mini-skirt, le gonne sopra il
ginocchio, stata insignita dalla regina Elisabetta dellOrdine dellImpero Britannico. Il
riconoscimento le stato conferito per aver contribuito allaffermazione della moda
inglese (La Stampa, 12 giugno 1966, 18);

2) larticolo che introduce limpiego del calco minigonna, accompagnato da una breve
riflessione metalinguistica:
Ed ecco, venendo ai nostri giorni, la fortuna, sempre per meriti femminili, del prefisso
mini- il quale non mozzatura dell'aggettivo minimo come potrebbe pensare qualche
distratto, ma del sostantivo inglese miniature, che fino a ieri preziosetto minigolf
diventato di colpo popolare, quanto popolare la minigonna. E poich i prefissi una volta
entrati nelluso, difficilmente si fermano (si pensi a tele-, mono-, auto- e tantissimi altri)
non pochi padri e mariti saspettano di darti il miniconto. La composizione minigonna,
interpretata come si deve (gonna in miniatura) vezzosa ma morfologicamente dubbia;
talch non sono mancati coloro che hanno proposto di sostituirla con termini pi snelli e
italiani [] Ma bisognava vedere se in questi casi il diminutivo ha la forza richiesta a
rappresentare la minigonna nella sua essenza, cio la cortezza (La Stampa, 19 giugno
1966, 11);

3) il primo impiego in funzione aggettivale di maxi, che si impone nel titolo di un


articolo dedicato alle nuove mode e tendenze:

Con la moda degli abiti cambia anche la linea del maquillage. Scomparso il mini, adesso
tutto maxi: i cappottoni da ussaro lunghi fino alle caviglie, gli stivali che si prolungano

88

verso la coscia, i cappelli da guardia canadese. Maxi devono essere anche gli occhi (La
Stampa, 3 agosto 1967, 4);

4) la prima attestazione dellantonimo maxigonna:


Quali, dunque, le novit della nuova cosmesi destinate, dopo averci trasformato nelle
stagioni passate in ninfette tenebrose e romantiche Shirley Tempie, a renderci questanno
degne dei cappottoni alla Anna Karenina e delle maxigonne scozzesi? (La Stampa, 8
settembre 1967, 4).

I primi impieghi di maxi- consentono di introdurre unimportante riflessione:


come evidente, affianco alle maxigonne scozzesi, vengono citati i cappottoni alla Anna
Karenina (4), gi presenti nellarticolo precedente nella variante dei cappottoni ussari
(3). La compresenza dellaccrescitivo suggerisce la percezione di una parentela
semantica tra prefissati e suffissati. Come gi osservato, Grandi e Montermini pongono
gli affissi maxi-/-one e mini-/-ino sullo stesso piano rispetto alla scala semantica
SMALL/BIG, ma sottolineano come tale parentela, che spesso sfocia nella sinonimia,
sia in realt soltanto parziale e limitata alla sfera della denotazione, poich per i
prefissi maxi-/mini- sono escluse le sfumature pragmatiche (Grandi & Montermini,
2005, 279) che invece valgono per i suffissi. A ben vedere, la connotazione stabile di
affettivit/emotivit che abbiamo finora considerato tipica degli alterativi, non
nemmeno sempre ravvisabile; basti pensare alla differenza tra una parola come
cappottone, dove laccrescitivo denota, almeno in origine, esclusivamente grandezza, e
ad una come bacione, dove la denotazione accompagnata dal tratto connotativo
dellaffettuosit e privilegia limpiego del termine in situazioni familiari o comunque
intime. Se limitassimo la parentela semantica tra suffissi alterativi e prefissi valutativi
alla sola sfera denotativa, forme come governone e maxigoverno dovrebbero percepirsi
come sinonimiche (e quindi sullo stesso piano della scala SMALL/BIG) anche qualora
inserissimo nel confronto il superlativo governissimo. Cos facendo, per, maxigoverno
sembra frapporsi tra le altre due forme e costituire un nuovo livello di gradazione, con
caratteristiche analoghe tanto allalterazione quanto allelativizzazione. Un importante
fattore che ha contribuito alla definizione di questo continuum semantico certamente
quello etimologico, di cui saranno subito descritti gli effetti.
Litaliano considerata, al pari di altre lingue europee, una lingua in movimento
che, a partire dalla met del secolo scorso, ha accolto in misura crescente alcuni
forestierismi, prevalentemente di provenienza angloamericana ed appartenenti ai
linguaggi tecnici, mediatici e pubblicitari (Bombi, 2005). il caso, appunto, di miniskirt

89

che dal linguaggio della moda inglese attraverso i mass media giunge in Italia,
favorendo la diffusione del suffisso e del suo antonimo. Il vocabolo minigonna si
diffonde perci nella nostra lingua, ma frutto di un calco strutturale di composizione
dallinglese62, che a sua volta si serve di un elemento latino ben preciso per veicolare il
significato dellestrema cortezza, cio del superlativo mnmus, che sceglie poi di
contrarre, dando cos vita al prefisso mini-63. La scelta di un superlativo etimologico non
certamente casuale per linglese, vista lassenza di metodi sintetici di formazione del
superlativo assoluto; laccettazione del forestierismo da parte dellitaliano in linea con
le mode linguistiche di fine anni Cinquanta; mentre la proposta di suggerire la sinonimia
con i suffissi alterativi non tiene assolutamente conto dellaltro scenario linguistico che
si apre negli stessi anni, proprio in Italia: quello della tendenza allesagerazione,
alleccesso, alliperbole. In molte neoformazioni, i prefissi mini- e maxi- potrebbero in
effetti essere percepiti come alterativi, ma il fatto che vengano introdotti in italiano negli
anni della diffusione delle tecniche elativizzanti e in particolare dei prefissi pi
tipicamente elativi (super-, stra-, ecc) potrebbe altres suggerire una sinonimia con il
grado superlativo, considerando anche il valore etimologico che li contraddistingue.
Vedremo successivamente che, a seguito dellintroduzione di maxi- e mini- nel
sottocodice giornalistico, le neoformazioni prefissate finiscono per sostituire molto
spesso le pi usurate alterate (per esempio maximulta vs multone/a). Questa tendenza
potrebbe confortare la teoria della sinonimia ma sembra piuttosto avvalorare quella del
confinamento diafasico dellalterazione al registro informale, escludendola dal
linguaggio della comunicazione mediatica, da dove in effetti ormai assente. Daltro
canto, la derivazione classica, la forma bisillabica e il comportamento dei due prefissi li
rendono sicuramente paragonabili agli altri elativi, bench non siano polisemici ed
esprimano un unico valore quantitativo (di grandezza) e per di pi polare.

MaxiIl prefisso maxi- seleziona basi nominali e il suo valore intensificativo pu far
riferimento esclusivamente a grandezze o dimensioni superiori alla norma. Con nomi
dazione, indica generalmente lelevato numero di persone coinvolte dallevento
(maxirissa, maxiprocesso) o leccezionalit dello stesso (maxiesposizione). Per il
prefisso, quindi, si registrano una specializzazione funzionale-semantica fissa sullasse

62
63

Per un approfondimento sulla classificazione dei calchi cfr. Bombi 2009.


Maxmus > maxi-.

90

quantitativo e una inattiva su quello qualitativo, che denotano il carattere monosemico


del prefisso.
Letimologia del prefisso e i suoi primi ambiti duso sono gi stati indagati,
perci non resta che analizzarne la diffusione nel tempo e osservarne alcuni dei
comportamenti pi peculiari. Gi Haller constata un precoce impiego di maxi- al di fuori
del settore della moda e una dilatazione al settore della criminalit, delleconomia e
commercio, del traffico e inquinamento, dello sport, insomma a tutte quelle sfere
legate intimamente alla cronaca della vita moderna (1988, 86-87). Il prefisso fa la sua
prima comparsa nel 1967 e Haller ne studia il comportamento nel 1988; ci significa
che, in appena una ventina danni, si diffonde esponenzialmente, raggiungendo, con una
rapidit eccezionale, tutte le sfere dinteresse sociale e smentendo le ipotesi di un suo
repentino abbandono64. In particolare, a un paio danni dalla sua comparsa, il prefisso ha
gi conquistato i settori automobilistico e immobiliare, prestandosi efficacemente anche
come marchio:
La lunghezza totale della vettura, che stata battezzata Maxi, [] di tre metri (La
Stampa, 7 febbraio 1968, 13);
Novit Citroen 1969: mini consumo, maxi confort (La Stampa, 29 marzo 1969, 22);
Le cucine Mini-Maxi della Snaidero riassumono in s una sintesi particolarmente riuscita
che costituisce una novit assoluta nel settore, sia per le soluzioni di estrema funzionalit
che per il nuovo concetto di arredamento dellambiente cucina (La Stampa, 29 settembre
1969, 19).

A partire dai primi anni Settanta, si stabilizzano limpiego in funzione attributiva (1) e
quello in funzione sostantivale (talvolta anche reduplicato, come in (2), che ne
dimostrano il veloce stato davanzamento, anche se il secondo resta ancorato al settore
della moda (in particolare: il femminile la forma ellittica di maxigonna, il maschile di
maxicappotto). Negli stessi anni, si registrano le prime attestazioni di cumuli prefissali
(3) e i primi casi di fattorizzazione (4), che precorre i tempi anche grazie alla
contemporaneit con la quale i prefissi maxi- e mini- entrano a far parte della lingua
italiana:

64

Pu darsi che luso di maxi- non abbia probabilit di dilatarsi molto oltre la sfera della moda in cui
finora pi o meno rimasto: forse anche la difficolt fonetica (la x) ne rende meno rapido lassorbimento
(Fabi, 1968, 57).

91

1) La sterlina diverr sempre pi mini e le buste paga sempre pi maxi (La Stampa, 21
marzo 1970, 17);

2)

Melbourne. I creatori australiani di moda sono per le


gonne lunghissime: ecco una maxi-maxi che si ispira ai
costumi del Caucaso, presentata dalla Casa Denis (La
Stampa, 5 agosto 1970, 15);

3)

Parigi: Britt Ekland con una super-maxigonna alla presentazione del suo ultimo film Gli
intoccabili (La Stampa, 16 gennaio 1970, 6);

4) La sarta Eleanora Garnett, che si dirige a una clientela signorile, non ha presentato
gonne maxi n mini, n a mezzo polpaccio, ma appena sotto il ginocchio (La Stampa, 21
gennaio 1970, 3).

Alla fine degli anni Settanta, troviamo maxifunghi, maximercati, maxidiscoteche,


maxibanconote, maximoto, maxispareggi, maxisalvataggi, maxiconcerti: la

92

proliferazione del prefisso nel pieno del suo corso. Incrementer ancora nei successivi
anni Novanta e Duemila, spopolando in formazioni comunissime come
maxiemendamento, maxinchiesta, maxiprocesso, maximulta, maxiparcheggio,
maxiretata, maxirissa, maxischermo, maxisequestro, maxitangente, o in sintagmi come
maxicappucci di pelliccia, maxicentro di rottamazione, maxicontrollo notturno,
maxisequestro di droga. La cumulazione prefissale, e in particolare quella elativa, resta
una procedura piuttosto ricorrente in occorrenze del tipo maxi super colpo estivo, maxi
super finanziaria, super maxi australiano, super maxi mega potentissima; riscontro
anche il tipo maxi concorsone, dove evidente la concorrenza prefissale e suffissale.
Alcuni dei vocaboli citati tra le pi frequenti neoformazioni, non ammettono
suffissazione accrescitiva (* emendamentone, * retatona/e) mentre altri, come inchiesta
o multa, la prevedono ma in rari casi: per questo motivo, soprattutto nellultimo
ventennio, la prefissazione valutativa diventa il principale metodo di intensificazione
sintetica, finendo per sostituire limpiego di -one anche nei vocaboli per cui la
suffissazione possibile. Dal 2002 al 2014 registro 120 occorrenze di rissone/a contro
le 769 di maxirissa; 4 occorrenze di inchiestona e 1133 di maxinchiesta; 12 di
multone/a e 881 di maximulta; senza contare il gi citato confronto tra processone e
maxiprocesso. In altri casi, invece, il successo di alcune formazioni suffissate tale da
ridurre significativamente, quando non addirittura bloccare, la diffusione dei prefissati
in maxi- (e in generale dei prefissati valutativi). Per la riduzione mi riferisco in
particolare a concorsone che, intorno al Duemila, secondo i dati ricavati dallarchivio de
La Repubblica, registra in due anni 199 occorrenze, contro le 39 di maxiconcorso e le
32 di megaconcorso. Per il blocco ripropongo biondona che impedisce, nonostante
siano grammaticalmente possibili, la diffusione di * maxibionda, * megabionda, *
iperbionda, ecc concedendo, dal 1984 al 2014, solo 8 occorrenze a superbionda.
Secondo quando osservato, perci, alcuni prefissi valutativi hanno partita vinta solo
quando i suffissi [] sono fuori dal gioco (Grandi & Montermini 2005, 289).

MiniMini- si premette molto produttivamente a nomi, per esprimerne valori


dimensionali minori, facendo generalmente riferimento alle dimensioni fisiche senza
particolari connotazioni affettive e distinguendosi in questo dai suffissi diminutivi, per i
quali la connotazione fondamentale e, talvolta, pu prescindere addirittura dal valore
denotativo del prefisso stesso. Per questo motivo, la percezione della sinonimia tra mini-

93

e i suffissi diminutivi pi debole rispetto a quella tra maxi- e -one, anche se tra i
membri del suo paradigma -ino ritenuto il suffisso dotato di valore diminutivo pi
chiaro e pi forte (Merlini Barbaresi, 2004, 281).
Il prefisso ammette unampia gamma di specificazioni condizionate dalle basi:
lunghezza (minigonna), volume (miniappartamento), dimensione generale (minicar),
durata temporale (minicorso), et (minibandito): il suo impiego teoricamente
illimitato, considerato che lelemento pu essere preposto a qualsiasi nome che lo
consenta dal punto di vista semantico (Fabi, 1968, 52). Nonostante tutto,
indipendentemente dalla base cui si annette, conserva un valore fisso sullasse
quantitativo, quello relativo alla piccolezza, mentre inattivo su quello qualitativo e
quindi pu considerarsi, al pari di maxi-, monosemico.
ormai nota la vicenda che ha portato allintroduzione del prefisso nella lingua
italiana; in realt, il prefisso compare in Italia gi qualche anno prima, sempre sotto la
spinta anglosassone, nel settore automobilistico (nel 1965 appare al salone dellauto di
Torino la prima Innocenti Mini Minor) ed in quello editoriale (Minifilm era il nome una
rubrica cinematografica edita dal 1964), ma fuor di dubbio che la massima spinta alla
diffusione di mini- sia venuta da minigonna (Fabi, 1969, 53). Lestrema e repentina
diffusione del prefisso pu essere testimoniata da un singolo articolo comparso su La
Stampa nel luglio del 1969, che ne descrive lavanzata irrefrenabile, in pochi anni
estesasi a qualsiasi ambito della vita sociale:
Sul prefisso [] o meglio prefissoide mini- (la cui fortuna sembra stabilita, ma con le
parole non si pu mai sapere!) si espresso scientificamente Angelo Fabi in Lingua Nostra
del giugno scorso. certo che ci viene dallinglese miniature; quasi certo che la prima
applicazione sia stata lamericano minigolf (tosto incalzato da minicamera e minicar);
certissimo che la massima spinta gli venuta da minigonna, dopo la quale soltanto, esso
diventa un fatto linguistico d'importanza internazionale [] E infatti, almeno in Italia, il
vecchio e consacrato prefisso micro- (gr. mikrs) si ben provato a scacciare lintruso
attaccandolo proprio nella roccaforte; se non che la concorrenza minigonna-microgonna
durata pochissimo e oggi si pu dire cessata. Vinta quella battaglia, fu vinta la guerra; e
oggi si inchinano a quel prefissoide lindustria, la pubblicit, la moda, lo sport, la politica, il
giornalismo, il linguaggio comune [] e persino la lirica (la minieffigie di Montale) [] La
ragione di tanta fortuna popolare che mini [] richiama subito e facilmente minimo,
meglio che non faccia il dotto micro; che la stessa ragione per cui allaltro polo leffimera
maxigonna la vince sulla macrogonna. Quel che si pu discutere se il maxiabuso di mini-,

94

sia o no unaltra grave breccia aperta nel gi sforacchiatissimo italiano [] (La Stampa,
29 luglio 1969, 3)65.

Compaiono cos, con grande frequenza, minilampade, minibambole, minitv, minigrano,


minialloggi, minifaraona, minijukebox, minicoalizione e cos via. Il prefisso si annette
anche a sintagmi nominali, come minimiracolo economico, minirimpasto governativo,
minidandy californiano, minicircuito mondiale, minidiscariche maleodoranti; a sigle e
forestierismi come mini imu, minisuv, minicar, minibar, minitablet, minibond,
minitournover; contempla funzione attributiva in gonne mini, iPad mini, tutto mini;
ammette fattorizzazione in schermo mini o maxi, rimpasto mini o maxi, banchine mini o
maxi; e reduplicazione nei tipi mini-minispettatori, mini-minisanatoria, mini-minigonne,
mini-minisommergibile. La reduplicazione compare anche in casi di sostantivazione o
aggettivazione del prefisso: Hillary ha indossato il suo saggio cappotto di cachemire,
Chelsea ha preferito una gonna pi lunga alla mini mini che aveva portato in chiesa e
l'aveva costretta a qualche nervosa acrobazia (La Repubblica, 21 gennaio 1997, 1);
una sanatoria mini-mini che si batte contro i grandi abusi (La Repubblica, 14 ottobre
2004, 2). Non mancano nemmeno episodi di cumulazione affissale: miniborsette,
minibicchierino, mini-superleggero, mini-supermarted e cos via.

6.2.2 Macro- e microIl prefisso macro- deriva dallaggettivo greco (lungo, esteso, grande).
Pu premettersi produttivamente a nomi (macroregione), aggettivi denominali
(macroeconomico) e sintagmi nominali (macrozone cittadine). Originariamente veniva
gi impiegato con funzione prefissale nella terminologia dotta e tecnico-scientifica.
Ancora oggi questo il suo principale utilizzo che per, a ben vedere, non pu essere
considerato strettamente elativo: in queste circostanze infatti, indica un insieme di
elementi considerati nel loro complesso (vedi macrocosmo, macroeconomia, ecc) pi
che grandezza superiore al normale (macrogioiello). Il suo impiego in funzione elativa
perci decisamente limitato sia rispetto al suo primo significato, sia rispetto agli altri
prefissi elativi, anche perch probabilmente stato spodestato dal proliferare del
sinonimico maxi-.
Osservando la diffusione del prefisso sullasse diacronico, si pu ancora una
volta confermare un aumento della sua frequenza intorno agli anni Settanta del secolo
65

Larticolo completo disponibile in appendice.

95

scorso, in linea col proliferare dei moduli elativizzanti. I progressi tecnologici poi,
hanno determinato un vero e proprio picco di occorrenze verso la fine degli anni
Novanta:
1000

901

800
600
400
223
133

200
10

33

0
1950 1960 1970 1980 1990

macroLapproccio diacronico non ha potuto tenere distinti i due principali significati a causa
della mole di dati che si sarebbe dovuta analizzare, perci il grafico non
rappresentativo rispetto al valore elativo di macro- bens rispetto alla sua diffusione
generale. Restringendo la prospettiva a un punto di vista sincronico e potendo cos
approfondire lanalisi ad ogni singola occorrenza, si pu affermare che il significato
tecnico-scientifico a registrare maggior frequenza mentre il valore elativo piuttosto
raro, frutto di occasionalismi o scelte stilistiche oculate (soprattutto nel settore della
moda). Tuttavia, se ne pu certamente testimoniare laumento, soprattutto negli ultimi
dieci anni. Alle formazioni pi comuni, che sono in assoluto le pi numericamente
significative (macrocosmo, macrosistema, macroarea, macroregione, macroeconomia,
macrotematica, macrozona, macrocapitoli) vanno infatti aggiungendosi alcuni impieghi
alquanto singolari, che dipendono probabilmente da scelte stilistiche (macrofiori,
macrogioiello, macropois, macrocchiali, macrodistillatore, macroscarafaggi). La
tendenza ad estendere il significato di macro- a valori assimilabili agli altri prefissi
elativi ha certamente arricchito la classe dei suoi derivati, causando un incremento delle
sue stesse occorrenze:

96

250
210
200
155

153

150
100

72

85

85

50
0
2002 2003 2004

2011 2012 2013

macroCome gli altri prefissi elativi, pu comparire in funzione attributiva (previsioni macro,
versante macro, livello macro, piano macro, dati macro) e fungere da sostantivo, come
forma ellittica di macroistruzione nel linguaggio informatico o macro obiettivo
fotografico; interessante anche limpiego metonimico che da macro < macro obiettivo si
estende a macro come forma ellittica di macrofotografia. Dallanalisi ho riscontrato
anche qualche sporadica occorrenza in funzione avverbiale, sempre simultanea a
fattorizzazione (nel macro e nel micro, nel macro come nel micro), alcuni casi di
cumulazione prefissale (super macrofunzione, impresa megamacro) e di occorrenza con
forestierismi (macropois, macrotrend di crescita, strategia global macro).
Il prefisso micro- molto pi produttivo rispetto al suo antonimo macro-;
derivante dallaggettivo greco , piccolo, conserva il significato originario in
molte parole moderne. Pu anche equivalere a microscopico o indicare comunque
relazione con lo strumento (cfr. Vocabolario Treccani on-line); in questi casi, se
anteposto a sostantivi o aggettivi inerenti alla vita quotidiana e appartenenti alla
terminologia comune, pu essere considerato un prefisso elativo, come per esempio in
microconflitto. Il prefisso si diffonde, in un primo momento, in ambiente scientifico per
cui in molte formazioni esprime il fattore 10-6 del Sistema internazionale dellunit di
misura (microampere). Nelle formazioni del tipo microorganismo o microstruttura
ricorda la relazione con il microscopio, cos chiamato perch capace di rilevare oggetti,
fenomeni, misure e variazioni di dimensioni o grandezze estremamente ridotte.
La maggior produttivit rispetto a macro- immediatamente percepibile dal
confronto relativo alla diffusione di entrambi i prefissi sullasse diacronico:

97

1000

8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0

901

800
600
400
223
133

200
10

33

0
1950 1960 1970 1980 1990

7284

2648

268

440

527

1950 1960 1970 1980 1990

macro-

micro-

Il rapporto tra limpiego di macro- e quello di micro- , mediamente, di 1 a 15, il che


suggerisce una proliferazione del secondo, dovuta probabilmente al successo delle
scienze microbiologiche e di quelle microtecnologiche, che hanno decretato la fortuna
di formazioni frequentissime sulle testate giornalistiche, specialistiche e non, quali
microorganismo, microclima, microcamera, micro USB, micro SD, micro polveri,
microchip e cos via66. Da queste derivano, probabilmente, lincentivo allutilizzo del
prefisso e la sua estensione a tutti i settori della vita moderna a partire dagli anni Ottanta
circa del Novecento. Restringendo lanalisi dal punto di vista sincronico, si nota
immediatamente una differenza rispetto a macro-; mentre il numero delle formazioni
pi comuni pressappoco identico, quello degli occasionalismi considerevolmente
maggiore per micro-. La tendenza dipende probabilmente dal fatto che lespressione
della piccolezza limitata ai soli prefissi mini- e micro-, mentre quella relativa alla
grandezza ricoperta da tutti i restanti elativi, che possono perci contare su una pi
ampia gamma di sinonimi. Gli elativi possono altres esprimere piccolezza, ma solo ed
esclusivamente a patto che le basi a cui si annettono contengano il carattere stesso
dellesiguit (per esempio super, quando esprime valori su scala quantitativa,
generalmente utilizzato per lintensificazione di misure grandi ma, anteposto
allaggettivo piccolo, veicola dimensioni estremamente ridotte). La tendenza
allelativizzazione di micro- ha certamente arricchito la classe dei suoi derivati,
causando un incremento delle sue stesse occorrenze, esattamente come osservato per
lantonimo macro-:

66

Tra le pi ricorrenti compaiono anche microonde, micro mondo, microcosmo, microcriminalit, micro
realt, microchirurgia, microimpresa, microazienda, microcassetta, micro nido.

98

500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0

425

449
340

248

252

243

2002 2003 2004

2011 2012 2013

microIl prefisso, attualmente, possiede tutte le caratteristiche che abbiamo considerato tipiche
della classe dei prefissi elativi: la funzione attributiva evidente nei tipi divano micro,
gonna micro, canottiera micro, taglia micro; quella avverbiale nella formula nemmeno
tanto micro; la possibilit di comparire con altri affissi ravvisabile nei tipi micro
borsettina, micro nanoscienza, mini microimprese, micro diseconomie; esempi di
fattorizzazione comuni sono quelli di coordinazione con lantonimo macro- o con
lelativo maxi- come in micro e macrocosmo, micro e maxiorganismi. Considerata
lappartenenza del prefisso alla terminologia settoriale, non sono rari gli impieghi con
forestierismi appartenenti al settore tecnologico (come per esempio microchip,
microcamera, microcar) o a quello della moda, relativo a tendenze contemporanee
(microbody, micro business, microshort, microt-shirt, microblogging). Ricorrenti sono
anche gli impieghi con toponimi, nomi di marche (micro Vietnam, micro Venezia, micro
Swarovsky, micro Fantasyland) e sintagmi nominali (micro lune di miele, micro mondi
botanici, micro getti dacqua, micro boom economico, micro robot teleguidato, micro
conflitto dinteressi, ecc).

6.2.3 Mega-, giga- e nanoMega- si premette produttivamente a sostantivi, intensificandone


quantitativamente e qualitativamente il valore; tuttavia, la distinzione tra le due
valutazioni non sempre possibile (Iacobini, 2004, 152). Il suo carattere polisemico
lo rende sicuramente pi affine ai prefissi elativi maggiormente prototipici; la scelta di
inserirlo tra i quantitativi dipende dal fatto che i primissimi impieghi del prefisso

99

restano connessi o al suo valore dimensionale, coincidente con la modificazione di


determinate unit di misura (di cui moltiplica il valore per un milione) o al suo
significato medico, che corrisponde allespressione di sviluppi organici eccessivi o
abnormi. In questi casi, quindi, lutilizzo di mega-, che deriva dal greco (grande),
ristretto alla terminologia scientifica e non interessa il linguaggio comune. Dallo
spoglio dellarchivio storico de La Stampa, infatti, ricavo attestazioni del prefisso
antecedenti agli anni Cinquanta, ma tutte relative ad unit di misura (megawatt,
megahertz, megavolt, ecc). I primi impieghi di mega- con valore elativo si registrano
intorno agli anni Sessanta (trovo mega allucinogeni e megastrutture) e aumentano
esponenzialmente negli anni Ottanta/Novanta, probabilmente per effetto del
decadimento dei pi usurati super- e maxi- (cfr. voce sul Vocabolario Treccani on-line):
9000
8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0

7666

1937
33

42

139

1950 1960 1970 1980 1990

megaIl prefisso ricopre unampia gamma di funzioni gi negli anni Settanta: lo trovo
anteposto a sintagmi nominali (megacentri economici e produttivi), a sostantivi popolari
come tartufo o balera e in funzione metalinguistica (Parlando della comunit alta
langa montana il termine mega quasi dobbligo, La Stampa, 11 novembre 1978, 2).
Negli anni successivi si sviluppa con significato e comportamento praticamente identici
a super- e maxi- ma con maggior libert, motivo per il quale si registra un minor
numero di lessicalizzazioni rispetto agli altri elativi. Unimportante peculiarit del
prefisso, che lo accomuna invece ai dimensionali, consiste nella maggior rigidit di
selezione della base che limita la scelta ai soli sostantivi.
Anche i prefissi giga- e nano- seguono lo stesso iter, sviluppando il proprio
valore elativo a partire da quello metrologico, ma non si pu assolutamente paragonare
la loro produttivit a quella degli altri elativi, essendo ristretta a un numero
considerevolmente ridotto di occasionalismi. Per il prefisso giga-, che deriva dal greco
(gigante) e che anteposto al nome di una unit di misura ne moltiplica il valore per
100

109, riscontro quattro sole occorrenze con valore elativo: un giga-seller da quattro
milioni di copie (La Repubblica, 8 novembre 2010, 37); un giga-yacht, come si
chiamano in gergo gli yacht giganti (La Repubblica, 6 ottobre 2008, 17); un ateneo che
nel caso de La Sapienza non neppure pi un megateneo, un giga-ateneo (La
Repubblica, 18 luglio 1998, 3); e un tipico caso di cumulazione prefissale elativa
nelloccorrenza [] o liper-giga-super-maxi-megascreen custodito nel doppio fondo
della ventiquattrore di Bondi, o il Tg1 ha moltiplicato per dieci i numeri di Berlusconi
(La Repubblica, 28 maggio 2004, 2). Come si pu notare dagli esempi, stato
recentemente incoraggiato il diffondersi di giga- ad altri ambiti rispetto a quello di
prima promozione, mentre per nano-, che deriva dal greco (chi ha gli arti
eccessivamente piccoli rispetto al proprio corpo) e che in metrologia indica la
miliardesima parte di ununit di misura, non si riscontra lo stesso dinamismo. Il suo
impiego in funzione elativa, infatti, resta ancora oggi circoscritto alla terminologia
tecnico-scientifica e al linguaggio settoriale: rilevo infatti nanotecnologia, nano
capitalismo, nano materiali, nano processore, nano caratteri, nano mondo, nano
dimensioni e cos via.

101

7. Intensificazione avverbiale: estremamente e quanto mai


Dal punto di vista funzionale, lavverbio una parte del discorso che viene usata
principalmente come modificatore di verbi (camminare velocemente), di aggettivi o di
altri avverbi (estremamente bello o decisamente lontano), o di unintera frase
(sicuramente, la nave non partir con questo tempaccio). Come mostrano questi
esempi, linterpretazione semantica dellavverbio dipende principalmente dal
costituente che modifica: generalmente, infatti, codifica informazioni temporali, spaziali
o modali se si riferisce a un verbo; ha funzione valutativa quando modifica aggettivi o
altri avverbi; indica il punto di vista del parlante nei confronti del contenuto della
proposizione a cui si applica.
Anche gli avverbi possono ammettere differenti gradazioni, tra cui quella
elativa: prestissimo, per esempio, si distingue da presto grazie al contributo del suffisso
elativo -issimo. Il superlativo degli avverbi di modo che derivano da aggettivi si ricava
dalla forma femminile elativa dellaggettivo, a cui viene applicato il suffisso -mente:
quindi forte fortissima fortissimamente. Se laggettivo contiene intrinsecamente
valore elativo, non necessario lintervento del suffisso -issimo affinch anche
lavverbio assuma valore elativo: il caso, per esempio, di estremamente, che si forma
tramite suffissazione (-mente) dallaggettivo estremo che , appunto, etimologicamente
elativo. Estremo deriva dal latino extremus, che la forma superlativa di exter che sta
fuori, quindi, per estensione semantica che eccede, che sta al limite, massimo.
Nellitaliano colloquiale e familiare e nei registri informali, estremo si comporta come
eccellente ammettendo, nonostante lelativit intrinseca, suffissazione in -issimo: sport
estremissimo, estremissimo piacere, estremissimo Nord, gioco estremissimo e cos via.
Anche la forma avverbiale estremissimamente comunemente accettata, ma risulta
piuttosto infrequente; ad essa viene di gran lunga preferita la forma non marcata
estremamente.
La ristandardizzazione dellitaliano, come gi accennato, ha riguardato tutti i
livelli danalisi della lingua: sul piano lessicale, testimoniata dalla notevole diffusione
di forme e locuzioni con carattere elativo che conferiscono maggior espressivit ed
enfasi. Non sembra perci strano che un avverbio come estremamente, che un
efficacissimo veicolo delativizzazione, registri un aumento di frequenza a partire dagli
anni Sessanta e, secondo larchivio de La Stampa dal quale ricavo il grafico che segue,
raddoppi addirittura il numero di occorrenze a partire dagli anni Settanta:

102

20000

16579

15000
8605

10000
5000

3695

3719

1930

1950

415
0
1890

1970

1990

estremamente
Dallo spoglio di ogni singola occorrenza relativa allanno 2013, ho riscontrato la
preferenza assoluta a comparire come modificatore di aggettivi.

638 occorrenze67 totali


aggettivi

630

avverbi

locuzioni

sostantivi

Appare quindi evidente laumento di frequenza dellavverbio, favorito sicuramente dal


carattere elativo che lo contraddistingue e che gli consente di rientrare a pieno titolo tra
i fenomeni che partecipano alla tendenza elativizzante.
Simile sorte toccata alla locuzione quanto mai (anche scritto quantomai) che
pu intendersi come forma ellittica di quanto mai prima di oggi/ieri/ecc.. o di tanto
quanto non sia mai successo; applicata a un aggettivo (pu essere sia preposta sia
postposta) concede valore di superlativo (per esempio quanto mai saggio o quanto mai
bello, quanto mai avvincente, ecc..). Come gi osservato per estremamente, lo spoglio
degli archivi dimostra maggior predisposizione a modificare aggettivi mentre sono
piuttosto rare le occorrenze sia con avverbi sia con altre locuzioni. Coerentemente con
gli altri moduli elativi, si diffonde in modo esponenziale intorno agli anni Settanta:

67

Numero di occorrenze dellavverbio estremamente, ricavate dallarchivio de La Repubblica


relativamente allanno 2013.

103

600
480

500
400
300
200
100

33
0 2 1 3 9 1 1 2

88

0
1900

1930

1970 1990

quantomai
Si noti che landamento di estremamente e di quanto mai coerente con la
proliferazione degli avverbi verificatasi intorno agli anni Settanta del Novecento e
descritta dal caporedattore de La Stampa Ugo Salvatore, che intitolava uno dei suoi
articoli Praticamente lavverbio estremamente di moda:
Non si ancora spenta leco del cio incastonato con prodigalit nel parlar comune e gi
serpeggia linflazione di altri avverbi impropriamente radicali nel discorso. I linguisti li
definiscono intrusi, ma ormai son di casa. La gente s affezionata al loro uso
incondizionato dacch alla radio e alla televisione s scatenata la proliferazione dei
dibattiti e delle conversazioni cosiddette dal vivo. Lavverbio assurto alla moda
chiaramente tanto che trotterella persino nelle pi oscure elucubrazioni sociologiche della
terza rete radiofonica. Seguono nella predilezione: estremamente, naturalmente,
evidentemente, praticamente (La Stampa, 27 febbraio 1978, 7).

Il valore elativo di estremamente ha contribuito ad un successo che si sarebbe


comunque verificato, ma che probabilmente non avrebbe avuto la stessa intensit. Basti
osservare il parallelo incremento di frequenza di avverbi dintensificazione non
propriamente elativa quali notevolmente, largamente, ampiamente; come dimostra il
grafico, lincremento valido anche per questi avverbi ma non cos netto, n cos
evidente come quello osservato nel caso di estremamente:

104

Avverbi a confronto
18000
16000
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
0

estremamente

notevolmente
ampiamente
largamente
1950

1970

1990

Il comportamento osservato per estremamente e quanto mai valido anche per


infinitamente, assolutamente e straordinariamente che hanno, direttamente o
indirettamente, valore elativo, cos come per veramente che, preposto o pi raramente
postposto a un sostantivo o a un aggettivo e spesso nellespressione proprio un/una
vero/a X, ne accentua enfaticamente il significato (veramente donna, proprio una vera
donna, veramente buono e cos via).

105

8. Alcuni casi di intensificazione locutiva


Con letichetta intensificazione locutiva mi riferisco a quel metodo
dintensificazione tipico dellitaliano colloquiale che impiega locuzioni per esprimere
amplificazione di grado. Nella terminologia tradizionale, il termine locuzione designa
genericamente ununit linguistica formata da pi parole (innamorato cotto) e rientra
nel dominio della sintassi e della formazione di parola. Anche la locuzione pu fungere
da modificatore di grado; coerentemente con lo studio fin qui condotto, saranno
sinteticamente analizzate alcune tra le pi comuni locuzioni elative e, in particolare, se
ne osserver limpiego nella prosa giornalistica.
Un esempio molto frequente nellitaliano costituito dalla locuzione detto,
ridetto e stradetto che risulta particolarmente interessante perch combina il
meccanismo della reduplicazione a quello della prefissazione. Lespressione rientra nei
tipi di reduplicazione che comportano variazione morfologica del secondo e terzo
elemento, al pari di visto, rivisto e stravisto: semanticamente, tramite reduplicazione e
prefissazione (ri-), conferisce al verbo valore iterativo mentre la sfumatura elativa resa
dal prefisso stra-. La diffusione di questo tipo di espressioni sicuramente stata favorita
dalla diffusione di stra-, per cui non sar necessario dimostrarne il carattere innovativo,
gi ampiamente discusso nel caso del prefisso. Ricordiamo che il modulo non
particolarmente adeguato alla tendenza sintetizzante del linguaggio giornalistico,
motivo per cui improbabile che la locuzione compaia nella forma a tre membri.
molto comune, invece, quella a due membri. In questi casi, si noti che la forma detto e
ridetto decisamente pi frequente della forma detto e stradetto (305 occorrenze contro
20) che, per la presenza del prefisso stra-, appare pi tipicamente elativa. La scarsa
frequenza della variante in stra- non completamente adeguata a confermare la teoria
della recente tendenza allelativizzazione. Dallarchivio de La Repubblica, per,
riscontro che lespressione ancora praticamente assente negli anni Ottanta mentre
comincia a diffondersi solo verso la fine degli anni Novanta. Questo esito potrebbe
essere spia di un nuovo processo di elativizzazione ancora in fase embrionale e
sicuramente rallentato dalla stabilit della sequenza detto e ridetto.
Altri esempi di locuzioni incontrate durante lo spoglio degli archivi si rifanno al
tipo caldo da morire: il significato dellespressione non corrisponde alla somma di
quello dei suoi componenti ma figurato. Ovviamente, la locuzione da morire funge da
veicolo delativizzazione richiamando lintensit massima del caldo. Espressioni come
questa hanno gran successo sia nellitaliano colloquiale sia in quello giornalistico,

106

grazie alla potenza espressiva che le caratterizza. Si segnalano anche, in ambito


meteorologico, le espressioni freddo record, freddo polare e cos via che vestono i
panni del superlativo anche se il significato composizionale non ha esplicitamente
valore elativo:

Segnalo infine la locuzione con la maiuscola che modifica principalmente sostantivi68


conferendo agli stessi valore prototipico, come gi si notava nei casi di reduplicazione:
vacanza vacanza e vacanza con la V maiuscola evocano lidea della vacanza modello
secondo limmaginario del turista. Leffetto dellespressione sul sostantivo il
medesimo che si ottiene modificando il concetto tramite laggettivo vero/a: una delle
espressioni pi frequenti in assoluto politica con la P maiuscola a cui segue spesso la
formula quella vera. Le stesse considerazioni valgono anche per il sostantivo storia, per
amore, giustizia, bont, verit e per tutti quei sostantivi che rientrano nella sfera eticomorale.
La locuzione restituisce valore pi tipicamente elativo quando compare con
aggettivi, verbi o nomi propri. Nel caso degli aggettivi, si propone come formula
alternativa di elativizzazione, anche se poco frequente:
una cassetta di sicurezza garantita con la G maiuscola (La Repubblica, 21 novembre
2012, 2);
bravo con la B maiuscola (La Repubblica, 14 settembre 2002, 11);
bella e godibile con la G maiuscola (La Repubblica, 22 giugno 2009, 33);

68

Lespressione compare sullarchivio de La Repubblica 806 volte, per un totale di 345 types: di questi,
103 tokens sono relativi a storia, 102 a politica, 27 ad amore, 23 a cultura, 18 a squadra, 14 a giustizia e
fortuna e cos via. In soli tre casi la locuzione compare con verbi, in undici compare con aggettivi e in
cinque con nomi propri.

107

Oggi il giorno di Niculescu un attaccante eccezionale con la E maiuscola (La


Repubblica, 31 agosto 2002, 2)

Il comportamento identico nel caso dei verbi:


Ora la Tunisia urla con la U maiuscola (La Repubblica, 13 gennaio 2011, 12);
Vogliamo con la V maiuscola (La Repubblica, 17 marzo 20120, 3);
qualche ragazzina che [] sogna con la S maiuscola (La Repubblica, 30 gennaio 2008,
13)

Quando lespressione compare con nomi propri, sempre relativi a personaggi noti alla
scena sociale, restituisce un effetto identico a quello del suffisso -issimo applicato a
nomi propri:
Brocchi con la B maiuscola (La Repubblica, 4 aprile 2000, 56).

Infine, segnalo ununica ma interessante occorrenza della locuzione con un alterato:


le richieste sono state pari a quelle di tre quattro anni fa, quindi un pienone con la P
maiuscola (La Repubblica, 13 ottobre 2003, 2).

108

9. Conclusioni
Dai dati ricavati attraverso la consultazione degli archivi si pu confermare la
teoria della recente tendenza allelativizzazione per litaliano neostandard.
La scelta del corpus risultata fondamentale: a partire dagli anni Settanta del
Novecento, e sulla spinta del quotidiano La Repubblica (Bonomi 2010) infatti, il
linguaggio giornalistico ha cominciato una fase di ristrutturazione incentrata
sullavvicinamento alla lingua comune. La grande diffusione dei quotidiani ha poi
contribuito al rinnovamento dellitaliano favorendo laffermazione di nuovi tratti. In
particolare, linnovazione stata incentivata dalla necessit di una comunicazione
chiara, immediata ed espressiva. Questa necessit si tramutata in una profonda
revisione della sintassi (ora decisamente frammentata), nellacquisizione di moduli
testuali miranti a creare attesa e a colpire e in un uso marcato e connotativo della
punteggiatura (Bonomi 2002). A livello lessicale, lapertura dei quotidiani ha
comportato la riduzione delle voci letterarie e burocratiche, il fiorire di neologismi e
laumento rilevante delle voci di carattere colloquiale che, imitando la lingua duso
quotidiano, hanno avvicinato il giornale al lettore e il lettore al giornale. In ambito
morfologico, invece, i quotidiani mostrano, nel complesso, unapertura pi contenuta
verso il parlato: il settore dove esibiscono spiccata inclinazione allinnovazione quello
della prefissazione, in particolare quello della prefissazione elativa.
Elativizzazione tra innovazione e tradizione
Grazie ai rilevamenti diacronici ottenuti attraverso lo spoglio degli archivi
possibile stabilire quali sono i fenomeni effettivamente innovativi e quali quelli pi
tradizionali, cio gi caratteristici dellitaliano standard.
Lelativizzazione dei sostantivi risulta particolarmente attiva a partire dagli anni
Sessanta/Settanta, perci pu considerarsi innovativa ed essere annoverata tra le
tendenze morfologiche di ristandardizzazione mentre la stabilit della frequenza degli
etnici di nazionalit e lo scarso impiego degli irregolari sono sintomatici di una maggior
aderenza allo standard, comunque caratterizzata da significative eccezioni alla norma,
confermate anche dallelativizzazione degli antroponimici.
Limpiego dellaccrescitivo rientra nelle regole standard di formazione di parola, perci
significativo ai fini di questo studio solo nei casi in cui -one acquisisce possibile
sfumatura elativa e supplisce alla mancata forma in -issimo dei sostantivi (per esempio
signorone per *signorissimo) e nei casi di intensificazione di sostantivi che non sono

109

esplicitamente graduabili (governone pu considerarsi sinonimico del lessicalizzato


governissimo).
Le reduplicazioni aggettivali e avverbiali possono considerarsi tradizionali poich si
trovano gi nei tardi scrittori latini mentre quella nominale non acquisisce il tratto
dellelativit ma veicola prototipicit. Ad assumere rilevanza sono i casi di
reduplicazione che hanno generato locuzioni avverbiali, come per esempio piano piano:
la marcata diffusione di questo tipo di espressioni nel linguaggio giornalistico comincia
intorno ai primi anni Cinquanta e non raro che limpiego di tali locuzioni superi in
frequenza le pi tradizionali forme in -issimo.
Come facilmente deducibile, il fenomeno in assoluto pi innovativo quello della
prefissazione elativa: anche se limpiego di qualche prefisso attestato gi in
precedenza (stra- e super- compaiono con valore elativo gi nel XIV secolo), la
diffusione esponenziale di questo particolare meccanismo di formazione delle parole
comincia negli anni Sessanta e continua ancora oggi. Oltre ad essere stato un importante
elemento per il rinnovamento del linguaggio giornalistico testimone comprovato della
ristandardizzazione dellitaliano.
Risvolti sui processi di formazione delle parole in italiano: un approccio
psicolinguistico
Sul piano della formazione delle parole infatti, la tendenza allelativizzazione ha
avuto dei risvolti sia nei processi di suffissazione che in quelli di prefissazione e ha
comportato lindebolimento delle restrizioni formative a vantaggio di una maggior
libert compositiva. Tramite il suffisso -issimo oggi non solo possibile ma piuttosto
frequente la modificazione degli etnici di nazionalit e dei sostantivi, specialmente di
quelli atipici perch distinguono unentit concentrandosi su una caratteristica
principale (santo per santit) e quindi possono essere pi facilmente soggetti a
graduazione. Secondo i dati ricavati dallo spoglio degli archivi, la forma italianissimo
oggi quella maggiormente utilizzata per esprimere il concetto dellitalianit assoluta.
Particolarmente diffusa anche la forma prefissata in arci-, che non risulta per
lessicalizzata 69:

69

I grafici scelti per il confronto dei moduli riguardano il numero di tokens ricavato dallarchivio de La
Repubblica nel periodo compreso tra 01/01/2000 a 01/01/2014. Nel grafico in questione, con altri si
intendano le forme iperitaliano, superitaliano e italiano italiano.

110

arciitaliano; altri; 5
97
molto
italiano; 376

italianissimo;
884

Lelativizzazione dei sostantivi ha avuto un successo tale da portare alla


lessicalizzazione di alcune forme: i casi analizzati nel corso dellindagine riguardavano
finalissima, campionissimo, fedelissimo e partitissima. Queste formazioni hanno
successivamente ridotto la naturale diffusione dei prefissati elativi corrispondenti alle
medesime basi: per esempio, la forma superfinale possibile e rientra nella competenza
morfologica di un qualsiasi parlante ma il successo del suffissato finalissima ne ha
notevolmente limitato la diffusione (2968 occorrenze di finalissima contro 49 di
finalona/e, 11 di superfinale, 1 di extrafinale, 1 di maxifinale e 1 di finale finale). Per
queste formazioni sembra perci valere una sorta di regola del blocco, che influisce sui
procedimenti di recupero del lessico mentale.
Esistono parecchi studi in psicolinguistica che tentano di trovare una correlazione tra il
concetto di produttivit e quello di frequenza; a questo proposito, sembra adeguato
citare le teorie avanzate da Baayen (1992) secondo le quali i procedimenti morfologici
pi produttivi sarebbero rappresentati da un alto numero di forme a bassa frequenza e da
uno scarso numero di forme con alta frequenza (esattamente come accade per i processi
morfologici formativi attivati dai prefissi elativi) mentre quelli poco produttivi
osserverebbero una distribuzione inversa.
La maggior parte dei modelli psicolinguistici prevede che il lessico mentale sia
composto da parole intere, da radici lessicali e da morfemi legati e che laccesso a una
parola complessa possa avvenire tramite accesso diretto (e cio tramite il recupero della
forma intera) o tramite scomposizione morfologica (e cio tramite il recupero dei suoi
componenti). Indipendentemente dal tipo di accesso, una forma rafforza la sua
rappresentazione nel lessico mentale quante pi volte viene richiamata. Se una forma
morfologicamente complessa molto frequente (come nel caso di finalissima,
fedelissimo, ecc), la sua rappresentazione come forma intera si rafforza e viene
richiamata con maggior frequenza rispetto alle altre semanticamente equivalenti ma
meno comuni (come per esempio superfinale).

111

Una forma poco frequente come superfinale, perci, non sar rappresentata come forma
intera nel lessico mentale; laccesso ad essa avverr attraverso scomposizione
morfologica quindi, nel caso in questione, identificher la base e il prefisso super, che
rafforzer la sua rappresentazione ad ogni comparsa con basi differenti. Maggiore sar il
numero delle volte che il prefisso verr attivato, maggiore sar il suo peso sul lessico
mentale. Questo rafforzamento favorir la percezione del prefisso come di una forma
intera e agevoler lelaborazione di qualsiasi forma complessa costituita con quello
stesso morfema; lo render produttivo e quindi attivo nei processi di formazione dei
derivati, come dimostreremo a breve attraverso il confronto types/tokens.
Le considerazioni valide per finalissima possono essere verificate dagli altri
sostantivi elativizzati tramite suffisso -issimo che infatti dimostrano maggior frequenza
rispetto agli altri moduli elativizzanti, come dimostrano i grafici 70:

campionissimo 724

supercampione 97

altri 2

70

partitissima 1024

superpartita 53

partitone/a 647

maxipartita 26

Nel grafico relativo a finalissima, la dicitura altri include le forme extrafinale e maxifinale; in quello
relativo a campionissimo le forme stracampione e ultracampione; in quello relativo a fedelissimo
superfedele, strafedele e ultrafedele. Si consideri che la forma maxipartita tendenzialmente utilizzata
per indicare un grosso quantitativo di merce quindi non tutte le sue occorrenze saranno sinonimiche
rispetto alla partitissima sportiva.

112

fedelissimo 7539
altri 5

molto fedele 165

Nonostante la flessibilit dei prefissi elativi, gi discussa e testimoniata nel corso


dellindagine, non sono rari derivati che compaiono nel corpus molto frequentemente
soprattutto nel caso di arci- e stra-. Concentrando lattenzione su di essi, possibile
stabilire limpatto che queste neoformazioni hanno sul sistema linguistico dellitaliano e
insieme quella che i prefissi elativi possono avere nei processi di formazione della
parola e nel campo semantico dellelativit. Per far questo necessario confrontare
nuovamente la frequenza dei derivati pi comuni con quella delle formazioni ottenute
tramite gli altri moduli elativizzanti. La scelta dei prefissati per la composizione dei
grafici si concentrata sui prefissati aggettivali, di modo che fosse sempre possibile il
confronto con la tradizionale forma in -issimo. Affinch i grafici siano immediatamente
leggibili, contrassegno le fette relative ai prefissi con una stella71:

noto

arcinoto 538

stranoto 134

ultranoto 16

notissimo 1081

tecnologico

ipertecnologico 607
ultratecnologico 60
tecnologicissimo 6

molto noto 1707

71

supertecnologico 343
molto tecnologico 21

Oltre ai grafici qui presenti si vedano gli altri aggiunti in appendice che includono anche prefissati
nominali e verbali.

113

pieno

esperto

strapieno 1117

pienissimo 281

pieno pieno 26

altri 9

superesperto 481

espertissimo 208

Come evidente, fatta eccezione per arcinoto, tutte le formazioni ottenute tramite i
prefissi elativi hanno, negli ultimi anni (ricordiamo che i dati sono relativi al periodo
compreso tra 2000 e 2014; cfr. nota 68), superato in frequenza quelle ottenute tramite il
suffisso -issimo. Limpatto dei prefissi elativi perci tale da generare neoformazioni
che spodestano anche il pi classico tra i moduli elativizzanti.
Il prefisso arci- il meno produttivo tra gli elativi e anche quello meno diffuso perci fa
eccezione rispetto agli altri: osservandone landamento nel tempo e paragonandolo a
quello del pi comune notissimo, per, ho riscontrato che la percentuale di arcinoto
rispetto a notissimo aumenta nel tempo, passando dal 5% dei primi cinquantanni del
Novecento all8% della seconda met del Novecento.
Dal momento che laggettivo tecnologico compare difficilmente con il suffisso -issimo,
ho ripetuto lo stesso ragionamento confrontando ipersensibile con sensibilissimo e ho
riscontrato che la percentuale pari all8% del primo periodo sale al 32% nel secondo.
Non ho considerato il prefisso ultra- perch le formazioni in assoluto pi comuni, che
sono ultrasottile, ultrapiatto, ultraleggero e ultralarga (banda ultralarga),
appartengono al sottocodice tecnico scientifico che, come tutti i sottocodici, ha la
particolarit di mettere a disposizione un inventario di segni per la comunicazione []
in modo che questa sia il pi possibile univoca, precisa ed economica e quindi pi
efficace e funzionale (Berruto 2012, 177). Perci, nel qualificare un elettrodomestico o
un cellulare come ultrapiatto per esempio, si servir sempre dello stesso vocabolo e
difficilmente far ricorso ad altri elementi formativi. Dal momento che il linguaggio
giornalistico ricco di tecnicismi, naturale che queste neoformazioni appartengano in
larga parte al linguaggio speciale e che perci non abbiano rivali. Come gi visto, il
prefisso comunque molto attivo e genera anche molti occasionalismi (ultraclassico,
ultraricco, ultradettagliato, ecc..) che per hanno poco impatto sul lessico.

114

Dai grafici risulta ancora evidente come queste neoformazioni spesso convivano con i
rispettivi alterati (finalona/e e partitona/e); se nellanalisi approfondita dei casi appena
citati si fatto riferimento ad un impiego contestualmente differente per le forme in issimo e -one (le prime creano aspettativa e vengono impiegate prima delleffettivo
svolgimento della manifestazione sportiva mentre le seconde dopo), non sempre
possibile una distinzione contestuale o semantica tra i due tipi di suffissati. Avevo gi
menzionato la sostanziale corrispondenza semantica tra governone e governissimo ma
potrei aggiungere le coppie festona/festissima, concertone/concertissimo,
filmone/filmissimo, squadrone/squadrissima (in ambito sportivo) ecc
Considerazioni finali circa la produttivit e il successo dei prefissi elativi
Sempre sul piano dei processi di formazione della parola, linnovazione
certamente pi incisiva da attribuire allintroduzione nella lingua italiana dei prefissi
maxi- e mini- che hanno da subito occupato il campo semantico della valutazione elativa
nominale lasciato praticamente libero dai suffissi, senza per entrare esplicitamente in
competizione con le rare forme suffissate in -one o -issimo, n con i diminutivi n con
gli altri prefissi elativi:
Bench esistano casi in cui la scelta di un affisso piuttosto che di un altro determinata da
fattori extralinguistici, ad esempio di carattere diafasico (i prefissi valutativi sono
estremamente produttivi nella lingua dei giornali o nel linguaggio giovanile, assai meno in
altri settori della lingua) o diatopico (si veda ad esempio la diversa distribuzione dei suffissi
-ino ed -etto, il primo privilegiato nelle variet settentrionali dellitaliano, il secondo in
quelle centro-meridionali) i morfemi valutativi in questione appaiono generalmente come
complementari luno allaltro e non danno vita ad una vera rivalit (Grandi & Montermini
2005, 288).

Quando le forme superlative e accrescitive di un sostantivo coesistono, diventa


interessante dal punto di vista del cambiamento osservare gli effetti che la forma pi
innovativa ha avuto su quella pi tradizionale in termini di frequenza dimpiego. A
questo proposito, si osservi nuovamente il grafico di confronto relativo alle forme
processone e maxiprocesso a cui affianco quello relativo a scooterone e maxiscooter. In
entrambe i grafici evidenziato un momento in cui limpiego del prefissato supera
quello del suffissato, finendo per prevalere. Seguono altri grafici utili a confermare la
violazione della regola del blocco da parte degli affissi valutativi: in essi, la
compresenza delle varie forme dimostra lassenza di rivalit tra gli affissi valutativi

115

anche se la frequenza di maxi- e mini- non paragonabile a quella degli altri affissi e ne
conferma il successo assoluto nel campo della modificazione nominale:

1500

40
30

1000

20
500

10

0
1960

1970

processone

1980

1990

2000

1993 1995

maxiprocesso

1998

scooterone

maximulta 511

supermulta 276

maxiinchiesta 329

multona/e 21

ipermulta 1

inchiestona 4

maxirissa 411

rissone 36

116

superrissa 4

2001

2005

maxiscooter

superinchiesta 3

Come pi volte ricordato, i suffissi diminutivi conferiscono di norma un significato


connotativo nettamente marcato che invece manca al prefisso mini-: questa distinzione
fondamentale ha permesso a mini- di diffondersi senza concorrenza, anche se in alcuni
casi le formazioni in micro- sono sinonimiche rispetto a quelle in mini- ma comunque
poco o imparagonabili in termini di frequenza:

minigonna 1339

microgonna 29

minicar 445

microcar 200

Ladozione da parte del linguaggio giornalistico dei gi noti e dei nuovi elementi
formativi ha cos comportato una maggior libert nellambito della composizione delle
parole e un ampliamento dello spettro dazione dei prefissi elativi. Una fondamentale
osservazione riguarda la composizione delle occorrenze riscontrate: analizzandole una
ad una, stato possibile ricavare il numero approssimativo dei types e dei tokens per
ogni prefisso. Questo rilevamento ci permette di stabilire che i prefissi elativi (e in
particolare iper-, super- e ultra-) registrano valori alti di types e piuttosto bassi di
tokens; le occorrenze di arci- e stra- si concentrano principalmente su un numero
ristretto di forme (arcinoto, arcinemico, arcirivale, arciitaliano, arcistufo e stragrande,
strapotere, stracolmo, strapieno, stravincere e strafare) ma il numero comunque alto di
hapax riscontrato (h, cio il numero dei derivati che compaiono una sola volta nel
corpus) dimostra unalta libert compositiva, comparabile a quella di iper-, super- e
ultra-. Secondo la prospettiva psicolinguistica di Bayeen, sarebbero dunque molto
produttivi e il loro indice di produttivit aumenterebbe di pari passo con laumentare
delle neoformazioni, in particolare degli hapax.
Le tabelle riportano il numero di types e tokens riscontrato nelle annate
2002/2003 e 2012/2013 per ogni prefisso. Poich arci- non compare mai isolato, non
stato possibile effettuare lo stesso tipo di rilevamento; i dati ad esso relativi sono
ricavati da un altro archivio on-line de La Repubblica72 che non consente la
72

Disponibile allindirizzo http://dev.sslmit.unibo.it/index.php. Larchivio stato ideato dalla Scuola di


Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione di Bologna.

117

suddivisione dei tokens nel tempo ma che ha comunque permesso di valutarne il


comportamento. Per tutti i prefissi e per ogni annata stato poi calcolato il numero di
hapax e rapportato al numero di tokens 73: il risultato di tale rapporto, espresso nella
tabella in percentuale, indicativo della stabilit dei derivati che nascono dai processi di
prefissazione elativa, cio della possibilit che tali derivati vengano riutilizzati e che
diano avvio a processi di lessicalizzazione. Maggiore il numero di hapax minore la
stabilit delle neoformazioni:

Iper-74
2002

2003

2012

2013

types

tokens

types

tokens

types

tokens

types

tokens

53

68

74

101

85

128

84

124

h=46

h=65

h=66

h=66

67%

64%

52%

53%

Super2002

2013

types

tokens

types

tokens

350

454

441

546

h=247

h=300

54%

55%

73

Baayen considera la produttivit di un affisso come la relazione esistente tra il numero di hapax e il
numero di tokens ricavati su un corpus e relativi allo stesso affisso: questo indice misura la probabilit
che dopo un certo numero di tokens nasca una nuova formazione.
74
Nella tabella non sono state inserite le occorrenze di iper- in funzione aggettivale, per questo il numero
di tokens negli anni differisce rispetto a quello del grafico inserito nella sezione dedicata al prefisso.

118

Ultra2002

2003

2012

2013

types

tokens

types

tokens

types

tokens

types

tokens

55

339

73

300

107

450

93

286

h=33

h=45

h=76

h=66

9%

15%

17%

23%

2012

2013

Stra-75
2002

2003

types

tokens

types

tokens

types

tokens

types

tokens

19

193

21

138

30

186

31

123

h=10

h=12

h=21

h=22

5%

8%

11%

18%

types 28
miliardario
contento
famoso
vernice
maturo
satana
cattolico
strepitoso
fedele
poliziotto
diffusa
felice
blasonato
capitalista
diabolico

75

Arcitokens 118 romano


disponibile
30
eroico
20
specializzato
18
freudiano
5
bella
4
lusso
4
buonismo
4
bene
3
pallute
3
male
2
cuoco
2
europeista
2
millenario
2
confarsi
2
1

1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
h=16
13%

Le tabelle relative a stra- e arci- non includono i derivati pi frequenti sopra citati.

119

Come si pu notare, la maggior parte delle neoformazioni compare una sola volta nel
corpus: ci conferma la predisposizione dei prefissi elativi a legarsi con estrema libert
a basi sempre differenti e conferma che
this subsystem of contemporary Italian derivation really has fully peculiar properties: the
very high type frequency in the corpus consists of very few firmly established words []
reported in the dictionary [] and almost exclusively of a huge amount of nonce
formations (Ricca & Gaeta, 2003, 86).

La produttivit dei prefissi elativi , perci, potenzialmente smisurata ed per questo


che laffermazione di tali elementi nel sistema linguistico italiano ha comportato un
consistente incremento dellelativizzazione.

120

Appendice

1. Il suffisso elativo -issimo ..........................................................................................123


1.1 Etnici di nazionalit: i tipi italianissimo, americanissimo, francesissimo,
inglesissimo .......................................................................................................123
1.2 Superlativi irregolari: i tipi eccellentissimo, ottimissimo, massimissimo,
minimissimo ......................................................................................................125
1.3 Sostantivi a confronto: i tipi finalissima, campionissimo, fedelissimo,
partitissima ........................................................................................................126
1.3.1 Sostantivi lessicalizzati vs altri moduli elativizzanti ....................127
1.3.2 Il superlativo dei sostantivi: Si pu dire Canzonissima ............128
1.4 Il superlativo dei nomi propri: Wandissima e altri -issimi .......................130

2. Il suffisso accrescitivo -one......................................................................................132


2.1 Accrescitivi a confronto: i tipi filmone, polverone, tavolone ......................132
2.2 Accrescitivi e elativi a confronto: i tipi processone, maxiprocesso e
scooterone, maxiscooter ....................................................................................132

3. Reduplicazione espressiva.......................................................................................133
3.1 Reduplicazione aggettivale: i tipi bello bello, caldo caldo, serio serio.......133
3.2 Reduplicazione avverbiale: i tipi poco poco, tanto tanto, bene bene, piano
piano ..................................................................................................................134

4. Prefissi elativi ...........................................................................................................135


4.1 Arci- .............................................................................................................135
4.2 Iper- ............................................................................................................138
4.3 Stra- .............................................................................................................139
4.3.1 Sulluso di extra- e degli altri prefissi elativi: Questa vergine
extra o super? ......................................................................................141
4.4 Super- ...........................................................................................................143
4.5 Ultra- ...........................................................................................................144

121

5. Prefissi dimensionali: una prospettiva diacronica................................................146


5.1 Il successo di alcune neoformazioni: maximulta, maxinchiesta, maxirissa,
minigonna, minicar ............................................................................................147
5.2 Sul prefisso mini-: Mini- prefisso di moda ...............................................148

6. Intensificazione avverbiale .....................................................................................150


6.1 Estremamente e quanto mai in prospettiva diacronica ................................150
6.2 Avverbi a confronto: i tipi estremamente, notevolmente, ampiamente e
largamente ........................................................................................................150

122

1. Il suffisso elativo -issimo


1.1 Etnici di nazionalit: i tipi italianissimo, americanissimo,
francesissimo, inglesissimo

285

300
250

219

200
150

125

138

100
50

36

22

41

16 20 26

0
1890

1920

1960 1980 2000


italianissimo

300
250
200

150
100
50

13 11

44 35
25 33

0
1890

1920

1970 1990

americanissimo

123

300
250
200
150
100
50

24 30

0
1890

1930

1970

2000

francesissimo

300
250

200
150
100
50

27 21

0
1890 1910 1930

1970 1990

inglesissimo

124

1.2 Superlativi irregolari: i tipi eccellentissimo, ottimissimo,


massimissimo, minimissimo

120
99
86
100 79
80
57 52
57
47
60
36 40 30
35
40
25
20
0
1890
1930 1960 1990

40

35
28

30
20
10
0

4 4 6

1890

1930

1960

1990

ottimissimo

120

1.2

eccellentissimo

109

1 1

100

0.8

80

0.6

60

0.4

40

0.2

17

14 12

1890

1930

1960

20

34
10
0 2 4 4 5 1

7 4 2

1990

1890

1930

1960

minimissimo

massimissimo

125

1990

1.3 Sostantivi a confronto:


i tipi finalissima, campionissimo, fedelissimo

10.000

fedelissimo
campionissimo
6.000

finalissima

2.000

1890

1930

1950

1990

i tipi finalissima e partitissima

partitissima

10206

finalissima
6322

3393
2437
1026

1602

206
1920

1960 1970

126

1990

1.3.1 Sostantivi lessicalizzati VS altri moduli elativizzanti

campionissimo 724

supercampione 97

partitissima 1024
partitone/a 647

altri 2

superpartita 53
maxipartita 26

fedelissimo 7539
altri 5

molto fedele 165

127

1.3.2 Il superlativo dei sostantivi: Si pu dire Canzonissima

Entrata lItalia nel clima di Canzonissima, taluni lettori inviperiscono su quel


superlativo di sostantivo. Ma hanno torto: codesto fenomeno linguistico, di cui hanno
recentemente ritoccato Mario Medici e Bruno Migliorini, non n nuovo n delluso
pubblicitario soltanto (occasionissima, poltronissima, un lustrissimo per le scarpe ecc.);
ma suffragato da esempi antichi e moderni di buoni scrittori, rientra nella facolt che la
lingua italiana ha sovrana, di scherzare sopra se stessa. Il superlativo del sostantivo,
fastidioso quando dettato da un animo servile come negli esempi cinquecenteschi
servitorissimo, schiavissimo e simili, che il Croce attribu allinfluenza spagnola,
prospera e piace quando si muove, con significati ineffabili, nellambito della lingua
famigliare di tono ironico e scherzoso. Suocerissima, che vuol dire? Eppure il genero
che distinto arrivato a quel superlativo, sa quel che dice. Gli esempi sovrabbondano.
Ti mander fra poco - scrive il Leopardi al fratello Carlo - le bagattellissime che ho
stampato qui e pubblicate da qualche giorno. E il Giovio: Ho una vesta da sacerdote e
uno scodellone di porcellanissima. Lo stesso scrittore usa un prefettissimo (per
prefetto assai degno, assai valente) che si pu girare anche oggi ai patiti della
burocrazia. Il Da Ponte ha parolissima, il Baretti vergognissima, il Faldella
emozionissima, e persino il Pellico abatissimo. E dal barbagiannissimo del Nieri al
pupissima di Ferdinando Martini, al cometissima di Bacchelli, ai cervellissimi e
romanzissimo di altri contemporanei, non si finirebbe pi se si volesse tener dietro a
questa licenza, che come tutte le licenze va usata con intenzione e a caldo. Ma la lingua
pubblicitaria ne ha fatto un indifferente modo diperbole, magnificante le qualit del
soggetto, che si estende ormai ai nomi propri (Wandissima, Albertissimo) e che
attraverso giornali radio e tv si apprende anche ai bambini (apparissimo per Papalone).
Lo stesso linguaggio scientifico-tecnico conosce il superlativo del sostantivo, come si
vede nel termine sofflonissimo registrato dall'Enciclopedia italiana sotto la voce
Soffioni boraciferi. E sono assicurati alluso i salutissimi dello scrivente a corto di

128

aggettivi, i modi avverbiali a postissimo, in gambissima, daccordissimo e simili, e la


sequenza, del resto antica, sostantivo pi superlativo del sostantivo, per Bacco
Bacchissimo. Ce n quanto basta per smorzare gli sdegni circa linnocente
Canzonissima. Per i severi, gli ausiliari sono soltanto Avere ed Essere. Ma sono poi
dovuti venire a patti con la famiglia dei cosiddetti ausiliari impropri. Come farebbe il
marito della signora lenta a vestirsi se non potesse coniugare, come fa ab immemorabili,
lo stare aspettando? Ma circa stare accompagnato col gerundio sarebbe buona
avvertenza di non lo usare con quei verbi di moto da cui logicamente repugna, e invece
che sta andando, dire in procinto di andare. In quanto a venire come ausiliario,
oltrech con linfinito un turpe francesismo (venir di fare), oggi si abusa nel fargli fare
le veci di essere (venne ucciso, viene condannato ecc.) anche quando non si tratta di
esprimere, come appunto ufficio di venire, lattualit o la casualit dellazione. Gli
antichi usavano come ausiliari dinanzi a un infinito, dopo verbi esprimenti
comando/preghiera/esortazione, anche dovere/volere/potere, come quelli che sono causa
od occasione di ogni nostro atto. Nessuno super il Boccaccio nel maneggio di queste
che paion zeppe e non sono. Nella novella di Natan, il sublime vecchio voluto uccidere
dal suo emulo in cortesia, solo se nand al boschetto a dover morire. Chi non sente il
patetico di quel dover che ritrae il contrasto fra carne e spirito? Finezze certo ignote a
quel religioso, sacro alle risate dei nostri nonni, il quale usava volere come intercalare.
Vogliamo dire che il padre guardiano sia in convento? E il frate portinaio:
Diciamolo pure: ma diremo una castroneria (Pestelli 1962).

129

1.4 Il superlativo dei nomi propri

Una cosa luso, unaltra labuso: Molto altissimo diceva il Cavalca. Una cosa
luso, unaltra labuso. Nella loro avversione per il superlativo assoluto, per -issimo, i
moralisti della lingua non sempre osservano questa distinzione; e sciorinatoci lesempio
del Seicento coi suoi padroni colendissimi e servitori umilissimi, dimenticano poi di
dire che luso di questa forma assai gagliardo presso tutti i Classici, cominciando dai
pi verecondi Trecentisti. Questo anzi il punto in cui la lingua viva si presa nei
secoli pi gioco della Grammatica, aggiungendo -issimo, non solo allaggettivo, ma a un
avverbio, a un nome, a un pronome e persino a una voce di verbo; e usandolo,
nonostante il divieto di quella, in compagnia ora di complementi (La natura umana
perfettissima di tutte laltre nature di qua gi, Dante) ora di avverbi di accrescimento
(Cosi ottimo parlatore, Boccaccio). Coloro che spiritano udendo poltronissima (la
poltrona insatirita delle prime file negli spettacoli di rivista); Wandissima;
campionissimo e altre moderne forme coatte di superlativo, sappiano che ben altre
capestrerie (o errori con ragione come li chiamava il Tommaseo) si trovano presso i
buoni scrittori. Laustero Davanzati ha giureconsultissimo; Iacopo Nelli, nella
commedia La moglie in calzoni ha luissimo. Nella Bucchereide del Bellini troviamo:
poema arcifattappostissimo, nellArlecchino del Guerrazzi: lo vogliam dire,
dirissimo. Dove appare veramente che la lingua fantasia. Del resto i nemici
dell'issimo hanno molte maniere devitarlo. La pi piana dusare laggettivo semplice
accompagnato da un avverbio di accrescimento: molto bello, invece di bellissimo. Ma
possono anche ripetere due volte laggettivo stesso: bello bello. O usare due aggettivi
sinonimi: sano e salvo; ubriaco fradicio. O servirsi di brevi similitudini: bello come un
angelo, pulito come una mosca. E anche si pu premettere alla qualificazione d, dite o
dica (un pezzo di giovanotto ma dite bello); o il semplice articolo uno, una (un appetito,
una polvere!) e buone scappatoie sono anche me ne impipo: una donna che me ne
impipo e, pi modernamente, che levati cio bellissima; non vedersene un altro (una
suocera cattiva come quella, non se n vista unaltra); bisogna veder come (uno
scenario bisognava veder come); numero uno; un pozzo; un/una gran (una gran brutta
cera); che mai (pi ciuco che mai); altressimili locuzioni esaltatrici del parlare

130

famigliare. Come non bisogna spaventarsi dellissimo (dove casca, casca) cos quel
lettore che scrive di stare dubitoso tra le forme cotesto e codesto, temendoci una gran
differenza, si rassicuri, e canti come il Duca di Mantova del Rigoletto questa o quella
per me pari sono. La prima forma appena un po meno popolare e toscana della
seconda. Lo stesso faccia con la questione, soltanto in apparenza spinosa, della
concordanza del predicato con due soggetti, di cui il primo, singolare, sia unito al
secondo per mezzo della congiunzione con; se cio sia da dire: il capitano, coi soldati, si
mosse, o non invece si mossero. Molte penne vi rimangono sospese; e accade che
chiedendo lume ai prossimi, questi facilmente saccapigliano, non trovandosi daccordo
sulla soluzione. Ma anche questo un caso in cui la Grammatica si lascia cogliere in un
momento di buonumore, e concede sia luna sia laltra forma. La differenza, se mai, la
trova lorecchio, o pi gi lanimus dello scrivente. La moglie, col marito, risolvette
modo realistico, veridico. Ma non si dimentichi che se anche in codesta deliberazione
luomo ha contato quanto il due a briscola, egli ha pur sempre diritto grammaticale
dentrare nel predicato, e di farci dire: la moglie, col marito, risolvettero. Cauto invece
ha da essere lo scambio di figlio con figliuolo, due voci che luso odierno ha
indebitamente promiscuato. notabile, e assai bello, che le voci che in italiano
significano i vincoli e la carit del sangue, siano, chi ben guardi, dei diminutivi. Mentre
il francese ha frre e lo spagnolo hermano, dal latino frater e germanus, nomi positivi,
la nostra lingua per maggior tenerezza daffetto ha derivato fratello dal diminutivo e
vezzeggiativo fraterculus, e medesimamente sorella da sororcula, lasciando, come dice
il Rigutini, il frate e la suora ai poeti e ai conventi. Cos figliuolo e figliuola ci vengono
dai teneri filiolus e filiola, e dette forme, come sono pi affettuose, cos sono anche pi
italiane di figlio e figlia, le quali per molti secoli si trovano soltanto in poesia.
Senzarrivare a dire che sia male usare in prosa figlio per figliuolo, certo che questa
parola ha sopra laltra il vantaggio dellaffetto, e pertanto, dove affetto sia, da
preferire. Chi non sente che il famoso Et tu, Brute, fili mi? molto pi fedelmente
tradotto col figliuolo che col figlio? E per converso che non si potrebbe mutare la secca
lezione: figlio d'un cane? (Pestelli 1954).

131

2. Il suffisso accrescitivo -one


2.1 Accrescitivi a confronto:
i tipi filmone, polverone, tavolone:

1600
1400
1200
1000

filmone

800

polverone

600

tavolone

400
200
0
1950

1960

1970

1980

1990

2000

2.2 Accrescitivi e elativi a confronto:


i tipi processone e maxiprocesso, scooterone e maxiscooter:

1500

40
30

1000

20
500

10

0
1960

1970

processone

1980

1990

2000

1993 1995

maxiprocesso

1998

scooterone

132

2001

2005

maxiscooter

3. Reduplicazione espressiva
3.1 Reduplicazione aggettivale: i tipi bello bello, caldo caldo, serio serio

molto
bello; 6249

bello bello;
148

bellissimo;
50673

caldo
caldo; 156
molto
caldo; 1687

caldissimo;
1602

serio
serio; 157

molto
serio;
1798

serissimo;
1439

133

3.2 Reduplicazione avverbiale: i tipi poco poco, tanto tanto, bene bene,
piano piano

molto poco;
3702

poco poco;
230

pochissimo;
16871

tanto
tanto; 771

tantissimo;
4805

molto
bene;
28898

bene bene;
333

benissimo;
52793

pianissimo;
536

piano
piano;
4704

molto
piano; 97

134

4. Prefissi elativi

Percentuale di tokens per ogni prefisso secondo l'archivio storico


de La Stampa (1867-2005)
3%
super 28%
iper 3%
28%

24%

stra 10%
extra 11%
arci 5%
3%

5%

mega 3%

maxi 8%
8%

10%
5%

ultra 5%
mini 24%

11%

3%

micro 3%

4.1 Arci-

Arcicontento nel XX secolo: una prospettiva diacronica

20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0

19

10
6

4
1
1890

2
0
1910

1930

1970

arcicontento

135

1990

Prefissazione e suffissazione elativa a confronto:


i tipi arcinoto e notissimo

arcinoto;
1436

notissimo;
10644

i tipi arcirivale e acerrimo rivale


arcirivale;
1436
acerrimo
rivale;
10644

i tipi arcitaliano e italianissimo


arcitaliano;
73
italianissimo;
1150

136

Composizione delle occorrenze del prefisso arci-: types, tokens, hapax


types 39
noto
nemico
stufo
italiano
rivale
convinto
sicuro
conservatore
miliardario
contento
famoso
vernice
maturo
satana
cattolico
strepitoso
fedele
poliziotto
diffusa
felice
blasonato
capitalista
diabolico
bene
pallute
male
cuoco
europeista
millenario
lusso
arcimegasuperammiraglia
buonismo
confarsi
romano
disponibile
eroico
specializzato
freudiano
bella

tokens 2860
1639
455
150
137
126
88
79
68
30
20
18
5
4
4
4
3
3
2
2
2
2
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1

h=17
0,6%

137

4.2 IperOccorrenze del prefisso a partire


dagli anni Cinquanta
3500

3113

3000
2500

iper-

2000
1500
837

1000
500

525

371 351

0
1950

1970 1980 1990

Composizione delle occorrenze del prefisso arci-: types, tokens, hapax

Iper2002

140
120
100
80
60
40
20
0

2003

2012

2013

types

tokens

types

tokens

types

tokens

types

tokens

53

68

74

101

85

128

84

124

h=46

h=65

h=66

h=66

67%

64%

52%

53%

128

140
120
100
80
60
40
20
0

124

101
66

2002

2003

2012

2013

128

74
52

2002 2003

tokens

2012 2013

types

138

124

Il successo della forma


ipertecnologico

ipertecnologico 607
ultratecnologico 60
tecnologicissimo 6

supertecnologico 343
molto tecnologico 21

4.3 Stra-

Composizione delle occorrenze del prefisso stra-: types, tokens, hapax


Stra2002

3000
2500

2003

2012

2013

types

tokens

types

tokens

types

tokens

types

tokens

25

2501

27

2140

36

1643

37

1023

h=5

h=8

h=18

h=19

0,2%

0,4%

1%

2%

36

40

2501
2140

2000

30
1643

1500

25

37

27

20

1023

1000

10

500
0

0
2002 2003

2012 2013

2002 2003

tokens

2012 2013

types

139

Le forme stracolmo, strapieno e stravincere


800
700
600
500
400
300
200
100
0

400
350
300
250
200
150
100
50
0
1950

1970

1990

1950

1970

stracolmo

1990

strapieno

Il successo di strapieno
500
400
300
200
100
0
1950
strapieno 1117
pieno pieno 26

pienissimo 281
altri 9

1970

1990

stravincere

Le forme strafare, stragrande e strapotere

2500

12000

2000

10000
8000

1500

6000
1000

4000

500

2000

0
1950

1970

1990

1950

strafare

1970

1990

stragrande

140

5000
4000
3000
2000
1000
0
1950

1970

1990

strapotere

4.3.1 Sulluso di extra- e degli altri prefissi elativi

Anche il superlativo in crisi e non gi perch la volont di presentare persone,


avvenimenti, prodotti, nella luce pi favorevole sia in declino ma perch non sempre si
trovano le parole adatte ad esaltare le qualit e le virt di ci che si vuole
immensamente lodare o vituperare. La pubblicit in prima linea nella ricerca di mezzi
espressivi che indichino la massima bont di un prodotto, tanto che si sente dire che tale
bevanda pi, pi, pi. Si va diritti nello slogan. Del resto, in romanesco, er pi indica
un personaggio che al di sopra di ogni possibilit di elogio. Il famoso che pi bianco
non si pu unaltra formula, spia di insoddisfazione rispetto alla lingua che non
consente di esprimere tutte le qualit eccezionali che si vorrebbero sottolineare. Un altro
caso molto divertente lolio extra vergine doliva, che non tanto una espressione
pubblicitaria quanto un modo divenuto comune ed usato senza nessuna remora, anzi

141

senza nessun sospetto di incongruenza. Si pensi un po al fatto che extravergine


superlativo di vergine come se la verginit ammettesse di essere pi o meno grande: la
verginit c o non c, a meno che non ci si riferisca alle famose demi-vierges di cui
parl un celebre romanzo francese. Extra-, che chiaramente si rif al latino, rende
superlativo laggettivo al quale premesso: cos extrafino vuol dire finissimo,
extrarapido rapidissimo. La forma italiana di extra stra- ; ed infatti troviamo
straricco, strapieno e, con verbi, strafare e stramaledire. curioso questo extra che,
anche da solo, pu indicare una qualit elevata: un vino extra vuol dire un vino
eccellente; a stra- non concesso tale privilegio. Nella maggioranza dei casi, per,
extra- ripete il valore fondamentale del latino, per cui extraterritoriale vuol dire che
fuori dei poteri giuridici del territorio in cui si trova, extragiudiziale che non fa parte
del giudizio o degli atti giudiziari, extraconiugale si riferisce a qualcosa che avviene al
di fuori del rapporto matrimoniale. In questo ambito extra- vuol dire che non previsto
da un accordo, e gli extra sono le mance, i pagamenti supplementari. Cos extra in
italiano ha due significati che non vanno daccordo fra loro: in un prodotto, extra serve
a designare superlativi mentre un pagamento extra riguarda un esborso non compreso
nei patti. Ritornando allextravergine ben vero che nessuno ha osato creare al suo
posto verginissimo, che sarebbe risultato ancor pi ridicolo ed ricorso per un
superlativo molto inopportuno a quellextra. Oltre ad extra ci sono altri modi di
esprimere un concetto in modo superiore, al di l del comune -issimo: ultrarapido vuol
dire rapidissimo, superfluido della massima fluidit e cos via. Negli esempi che
abbiamo dato fin qui sono stati considerati solo aggettivi e, in un paio di casi, verbi. Ma
(ed abbiamo anche qui una prova della volont di forzare la lingua per esprimere qualit
eccellenti) ci sono superlativi di sostantivi. Qualcuno storce il naso (ed ha ragione) su
solutissimi, piuttosto volgarotto; ma anche poltronissima non scherza. Ci sono poi
veglionissimo, generalissimo per un generale (ne abbiamo purtroppo conosciuti e direi
che la specie non si estinta) al quale non basta essere chiamato generale,
processissimo, attestato fin dal 1942, discorsissimo, a proposito di un discorso di
Roosevelt del 1941; per non parlare del gi citato super- che serve anchesso a formare
superlativi di sostantivi (si pensi a supermercato), ed ha avuto perfino una vita sua
(benzina super). Come se non bastasse, si trova anche iper-, come testimonia
l'ipermercato su cui ci fu chi equivoc chiamandolo impermercato, con
uninconsapevole nostalgia dellImpero. A onor del vero, questa tendenza a forzare la
lingua non cosa nuova se vero che Omero dice che un certo personaggio pi cane
di un altro o che canissimo. Anche nella nostra storia linguistica troviamo esempi, a
partire dal Duecento Trecento, di superlativi, diciamo cos, un po eccentrici. Basti
ricordare pi antichissimo di Brunetto Latini, questo fatto molto gravissimo di
Albertano da Brescia, assai dolcissime parole di Masuccio Salernitano, (costumi) molto
lodatissimi di Leon Battista Alberti. Perfino in questo aspetto dellitaliano possiamo
notare, oltre al mai sopito anelito alla straordinariet dellespressione, ancora pi vivo in
un ambito in cui si vuole magnificare, lodare o biasimare, quella qualit che il grande
linguista svizzero Walther von Wartburg mise in rilievo, il fatto, cio, che la nostra

142

lingua pare in uno stato di perenne creativit, di continua ricerca del nuovo, sfruttando
ogni possibilit espressiva; e parlava di questo in contrapposizione al francese, cos
razionale, cos obbediente alle regole. Se questi discorsi possono essere considerati un
po vaghi nel campo dei superlativi, in cui il buon gusto non pare abbondare, certo da
riscontrare una variet di espressioni fin troppo spinta per la volont di dire di pi di
quanto sia necessario. una fortuna che le lingue, ad un certo punto, sappiano trovare
un loro equilibrio interno ed espellano certe ridondanze. Avvenne altrettanto in certi
momenti storici nellespulsione di parole straniere. In fondo, oggi nessuno dice brodosa
per ricamatrice (francese brodeuse) o volare per rubare come accadde nel Settecento.
Neppure molto gravissimo, molto lodevolissimo oggi nessuno li dice pi. Speriamo che
non venga in mente di ripristinare tali forme a qualche pubblicitario a corto di trovate
(Bolelli 1989)

4.4 Super-

Composizione delle occorrenze del prefisso super-: types, tokens, hapax


Super2002
types

tokens

types

tokens

350

454

441

546

h=247

h=300

54%

55%

546

600
500

2013

500

454

400

400

441
350

300

300
200

200

100

100
0

0
2002

2013

2002

tokens

2013

types

143

4.5 Ultra-

Composizione delle occorrenze del prefisso ulra-: types, tokens, hapax

Ultra2002

2003

2013

types

tokens

types

tokens

types

tokens

types

tokens

55

339

73

300

107

450

93

286

h=33

h=45

h=76

h=66

9%

15%

17%

23%

450

500
400

2012

339

120

107
93

100
300

286

300

73

80
60

200

55

40

100

20

0
2002

2003

2012

2013

2002 2003

tokens

2012 2013

types

144

Vocaboli lessicalizzati e relative date di prima attestazione

ultrabianco
ultracattolico
ultrachic
ultraclericale
ultracodificato
ultracolossale
ultracommerciale
ultracomodo
ultracompatto
ultraconservatorismo
ultradecadente
ultracorto
ultradestro
ultrafacile
ultrafelice
ultrafemminile
ultrametropolitano
ultraminoritario
ultramiope
ultramisantropo
ultramoderno
ultramoralista
ultramortale
ultranazionalismo
ultranervoso
ultranoto
ultrantiquato
ultraoggettivismo
ultraoriginale
ultraortodosso
ultraottimista
ultrapacifista
ultrapapalino
ultrapatriottico
ultrapensiero
ultrapessimista
ultrapiatto
ultraplatonismo

1941
1890
1999
1861
2004
1912
1992
2001
1992
1882
1972
1950
1937
1999
1974
1995
1992
1995
1963
1973
1916
1928
1905
2000
1966
1995
1952
1996
1964
1986
1919
1944
1938
1918
1950
1898
1983
1913

ultrapoetico
ultrapopolare
ultraportatile
ultrapositivo
ultrapotente
ultraprivilegiato
ultraprogressista
ultraprotezionista
ultraradicale
ultrarapido
ultrarappresentativo
ultrarassicurante
ultrarazionalismo
ultrarazzista
ultrarealt
ultrareazionario
ultraresistente
ultrariformista
ultrarigorista
ultraromantico
ultrasemplice
ultrasensibile
ultrasocializzazione
ultra sofisticato
ultrasostanza
ultrastorico
ultratecnologia
ultravecchio

1861
2000
1993
1904
1906
1963
2001
1937
1872
1936
1905
1928
1913
2001
1903
1905
2001
1957
1869
1841
2003
1854
2003
2001
1855
1971
2000
1952

Dallelenco dei neologismi in ultraricavato dal GRADIT sono stati esclusi


quelli ormai improduttivi.
I dati dimostrano che la maggior
parte dei neologismi (quelli in grassetto
e spuntati) stata coniata nella seconda
met del Novecento e che il suffisso
comincia a diffondersi anche in contesti
diversi
da
quello
ideologico
(ultrafacile, ultrapiatto, ecc).

145

5. Prefissi dimensionali: una prospettiva diacronica

25000

30000

20617

24148

25000

20000

18622 17305

20000

15000

15000
7706

10000
5000

10000

1904

177

2889

5000

0
1967

1990

1966

maxi-

mini-

1000

8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0

901

800
600
400

223
133

200
10

33

0
1950

1970

1990

1990

7284

2648
268
1950

macro-

440

527
1980 1990

micro-

10000
7666

8000
6000
4000
1937
2000
33

42

139

0
1950

1980 1990

mega-

146

5.1 Il successo di alcune neoformazioni: maximulta, maxinchiesta,


maxirissa, minigonna, minicar

maximulta 511
multona/e 21

maxirissa 411
superrissa 4

supermulta 276
ipermulta 1

rissone 36

minicar 445

maxiinchiesta 329
inchiestona 4

superinchiesta 3

minigonna 1339

microgonna 29

microcar 200

147

5.2 Sul prefisso mini-

Sul prefisso o meglio prefissoide mini- (la cui fortuna sembra stabilita, ma con le
parole non si pu mai sapere!) si espresso scientificamente Angelo Fabi in Lingua
Nostra del giugno scorso. certo che ci viene dall'inglese miniature; quasi certo che la
prima applicazione sia stata lamericano minigolf (tosto incalzato da minicamera e
minicar); certissimo che la massima spinta gli venuta da minigonna, dopo la quale
soltanto, esso diventa un fatto linguistico d'importanza internazionale; ultracertissimo
che si tratti duna graziosa stoltezza in quanto miniatura da minum, minio, cinabro, e
pertanto labbreviazione mini non rende punto idea di piccolo ma se mai di rosso. E
infatti, almeno in Italia, il vecchio e consacrato prefisso micro- (gr. mikrs) si ben
provato a scacciare lintruso attaccandolo proprio nella roccaforte; se non che la
concorrenza minigonna-microgonna durata pochissimo e oggi si pu dire cessata.
Vinta quella battaglia, fu vinta la guerra; e oggi si inchinano a quel prefissoide
lindustria, la pubblicit, la moda, lo sport, la politica, il giornalismo, il linguaggio
comune (un mininottambulo in pigiamino, per bambino che di notte scappa di casa), e
persino la lirica (minieffigie, Montale). Sulla comodit non si discute: la stessa che
offrirebbe di suo la lingua italiana a chi volesse approfittare dei diminutivi e dire
proteinuccia anzich miniproteina (quale sembra sia la Gramcidina S), auletta anzich
miniaula, divetta anzich minidiva, codino anzich minicoda, fanciulla anzich
minisignorina e via dicendo fino a miniopinione, minitopo, ministerlina, miniquadro,
minionde (della pettinatura) e altri esempi testimoniati dal Fabi. Il quale indica poi
benissimo la ragione di tanta fortuna popolare, ed che mini, quantunque scorciatura di
miniatura, richiama subito e facilmente a minimo meglio che non faccia il dotto micro;
che la stessa ragione per cui allaltro polo leffimera maxigonna la vince sulla
macrogonna. Quel che si pu discutere se il maxiabuso di mini-, sia o no unaltra

148

grave breccia aperta nel gi sforacchiatissimo italiano. La scuola insegna che il


congiuntivo il modo dellincertezza, della possibilit. Non si pu dubitare che, almeno
della prima, la nostra vita doggi non trabocchi. Eppure un lettore ha trovato scritto (e
stampato) pu essere che ci sono. Il pu essere, cosi emblematico dellincertezza,
sposato collasseverativo ci sono! Davanti a siffatti stupri di logica e di lingua, indici
dun pauroso terremoto sintattico, paiono scherzi inoffensivi i due neologismi che un
altro lettore ci segnala: ginnasticare (vivo da un pezzo nel gergo di caserma) e
citofonare (Pestelli 1969).

149

6. Intensificazione avverbiale

6.1 Estremamente e quanto mai in prospettiva diacronica

20000

600
500
400
300
200
100
0

16579

15000
8605

10000
5000

3695 3719
415

0
1890

1930 1950 1970 1990

480

0 2 1 3 9 1 1 2 33
1900

estremamente

1930

88

1970 1990

quantomai

6.2 Avverbi a confronto: i tipi estremamente, notevolmente,


ampiamente e largamente

18000
16000
14000
12000

estremamente

10000

notevolmente

8000

ampiamente

6000

largamente

4000
2000
0
1950

1970

1990

150

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