You are on page 1of 3

Colpevolizzazione della vittima

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


La colpevolizzazione della vittima consiste nel ritenere la vittima di un crimin
e o di altre sventure parzialmente o interamente responsabile di ci che le accadu
to e spesso nell'indurre la vittima stessa ad autocolpevolizzarsi. Un atteggiame
nto di "colpevolizzazione" anche connesso con l'ipotesi che si deve conoscere e
accettare una supposta "natura umana" (che sarebbe maligna in questa visione, o
tendente all'abuso, alla sopraffazione), e -conseguentemente- adeguarcisi anche
a scapito dei propri desideri, opinioni e della propria libert.
Indice
1 Storia del concetto
2 Colpevolizzazione nei crimini sessuali e/o d'odio
2.1 Vittimizzazione secondaria
3 La colpevolizzazione come reazione a dissonanze cognitive
3.1 Rifiuto dell'ingiustizia
3.2 Tecniche di neutralizzazione
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Collegamenti esterni
Storia del concetto
Il concetto di "colpevolizzazione della vittima" stato coniato da William Ryan c
on la pubblicazione, nel 1976, del suo libro intitolato appunto Blaming the vict
im[1]. La pubblicazione una critica al saggio di Daniel Patrick Moynihan The Neg
ro Family: The Case for National Action del 1965, in cui l'autore descriveva le
sue teorie sulla formazione dei ghetti e la povert intergenerazionale. Ryan muove
una critica a queste teorie in quanto le considera tentativi di attribuire la r
esponsabilit della povert al comportamento e ai modelli culturali dei poveri stess
i. Il concetto stato ripreso in ambito legale, in particolare in difesa delle vi
ttime di stupro accusate a loro volta di aver causato o favorito il crimine subi
to.
Colpevolizzazione nei crimini sessuali e/o d'odio
Il tentativo di rendere la vittima colpevole di ci che le accaduto si riscontra c
on maggiore frequenza nei crimini a sfondo sessuale e nei cosiddetti crimini d'o
dio. Nel contesto dello stupro e della violenza di genere, questo concetto si ri
ferisce alla tendenza diffusa ad interpretare "colpevolizzandoli" i comportament
i delle vittime. Abusi e violenze sarebbero provocati quindi in molti modi: dal
flirtare, al tipo di abbigliamento indossato (in questo caso ci sono interessant
i variabili geografiche e culturali), all'essersi trovata nel "posto sbagliato a
l momento sbagliato"[2][3]. Nell'ambito della violenza domestica e nel mobbing i
l processo di colpevolizzazione della vittima stato descritto[4][5] come parte i
ntegrante della violenza fisica e verbale: i comportamenti della vittima vengono
sistematicamente interpretati come "provocazione" alla violenza[6].
In alcuni casi si cercano di colpevolizzare le vittime anche retrospettivamente,
analizzandone il vissuto, il lavoro, lo stato civile, il comportamento, presume
ndo quindi che la vittima "se l' cercata" o che abbia "meritato" la violenza subi
ta.[7][8]. In alcuni casi anche l'orientamento sessuale viene usato nel meccanis
mo di colpevolizzazione della vittima[9][10]. Le violenze e gli abusi sessuali s
ono particolarmente stigmatizzati nelle culture con costumi restrittivi e tab rig
uardanti sesso e sessualit. Ad esempio una persona sopravvissuta ad uno stupro (s
pecialmente se prima era vergine) pu essere socialmente percepita come "deteriora
ta". Le vittime in casi simili possono soffrire a causa del conseguente isolamen
to, dall'essere rinnegate da amici e parenti, della possibile interdizione al ma

trimonio o dal divorzio forzato se precedentemente sposate, ed infine possono an


che essere uccise[11].
Vittimizzazione secondaria
Generalmente si parla di "vittimizzazione secondaria" (o "post-crime victimizati
on") quando le vittime di crimini subiscono una seconda vittimizzazione da parte
delle istituzioni, dagli operatori e operatrici sociali, o dall'esposizione med
iatica non voluta. A questo proposito l'Assemblea generale delle Nazioni Unite,
nel 1985 ha formulato la "dichiarazione dei principi basilari della giustizia pe
r le vittime di reato e abuso di potere" (UN,1986; risoluzione annuale 40/34)[12
].
La colpevolizzazione come reazione a dissonanze cognitive
Rifiuto dell'ingiustizia
Alcuni[senza fonte] hanno proposto che il fenomeno della colpevolizzazione della
vittima coinvolga l'ipotesi del mondo giusto, in cui la gente tende a considera
re il mondo come un posto giusto e non pu accettare una situazione in cui una per
sona soffre senza un valido motivo. Quindi il ragionamento che viene fatto il se
guente: le persone che sono vittime di sventure, devono aver fatto qualcosa per
averle attirate su di s. Questa teoria risale a tempi molto antichi: il biblico L
ibro di Giobbe ne offre una spiegazione canonica.
I sostenitori di questa visione devono per forza accettare che fare altrimenti r
ichiederebbe loro di abbandonare questo atteggiamento consolidato, e credere inv
ece in un mondo dove "cose cattive" come povert, stupro, fame e violenza possano
accadere anche a "brave persone" e senza un "buon motivo"; ma facendo ci la disso
nanza cognitiva diventa insostenibile e produce la colpevolizzazione della vitti
ma.
Tecniche di neutralizzazione
La colpevolizzazione della vittima interviene come reazione individuale o social
e rispetto alle dissonanze cognitive che scaturiscono da condotte criminali, ill
ecite, o trasgressive dell'ordine sociale: questo particolare utilizzo la fa rie
ntrare all'interno di quell'armamentario di tecniche di neutralizzazione che ven
gono messe in campo per attenuare, o addirittura risolvere, il conflitto condott
e trasgressive instaurano nei confronti di regole morali e della morale sociale,
e che puntano all'esclusione, o almeno all'attenuazione, della responsabilit ind
ividuale nell'operato illecito, attraverso una ridefinizione del senso dell'azio
ne posta in essere.
In questo caso, la neutralizzazione del senso di colpa si attua attraverso l'inv
ersione della responsabilit del gesto: l'onere della colpa viene scaricato sulla
vittima, accusata di aver messo in atto comportamenti provocatori e quindi, indi
rettamente, criminogeni: la donna stuprata, ad esempio, spesso indicata quale ve
ra colpevole della devianza dello stupratore, il quale sarebbe stato indotto all
'approccio sessuale dalla condotta ammiccante della vittima, dal suo particolare
abbigliamento, o da eventuali atteggiamenti sensuali o provocanti. Come succede
nei casi di violenza sessuale, si tratta, molto spesso, di una percezione disto
rta dei comportamenti della vittima, a cui l'attore attribuisce "intenzioni e re
sponsabilit in realt inesistenti"[13].
Note
^ George Kent, "Blaming the Victim, Globally", su "UN Chronicle", rivista on
-line pubblicata dal Dipartimento della Pubblica Informazione delle Nazioni Unit
e.url visitato il 30 marzo 2010
^ "Londra, donne che odiano le donne", articolo di Francesca Marretta per "L
iberazione", URL consultato il 30 marzo 2010
^ "Indagine shock sulla violenza sessuale: per il 55% degli italiani colpa d
elle vittime troppo attraenti", dichiarazioni del presidente dell'Airs, Franco A
venia. URL consultato il 30 marzo 2010
^ Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali. La violenza perversa nella famig

lia e nel lavoro", Einaudi 2005, ISBN 88-06-17505-X, ISBN 978-88-06-17505-4


^ Marie-France Hirigoyen, "Sottomesse. La violenza sulle donne nella coppia"
, Einaudi 2006, ISBN 88-06-17974-8, ISBN 978-88-06-17974-8
^ Violenza psichica endo-familiare, plagio della vittima e rimedi terapeutic
i, di Domenico Chindemi e Valeria Cardile (articolo estratto dalla rivista Respo
nsabilit Civile e Previdenza, Fascicolo n. 3/2007, Giuffr Editore)
^ Montalto, 15enne stuprata dal branco - "Si divertita pure lei"
^ "La donna violata", Natalia Aspesi per la Repubblica
^ (EN) "Victim Blame in a Hate Crime Motivated by Sexual Orientation ". Url
consultato il 30 marzo 2010
^ Di Gregory M. Herek, Kevin T. Berrill, "Primary and secondary victimizatio
n in anti-gay hate crimes: official response and policy" in "Hate crimes: confro
nting violence against lesbians and gay men"
^ "Pakistan. 26enne stuprata dal cognato, ora condannata alla lapidazione"
^ Anna Costanza Baldry, "Assistenza alle vittime di reato. Obbiettivi, propo
ste e realt", documento che illustra le esperienze olandese, inglese ed italiana
in merito all'assistenza alle vittime, con bibliografia.
^ Anna Maria Giannini e Francesco Cirillo (a cura di), Itinerari di vittimol
ogia, Giuffr Editore, 2012 (p. 26)
Bibliografia
William Ryan, "Blaming the Victim"; ed. Vintage, 1976. ISBN 0-394-72226-4.
Marie-France Hirigoyen, "Molestie morali. La violenza perversa nella famigli
a e nel lavoro", Einaudi 2005, ISBN 88-06-17505-X, ISBN 978-88-06-17505-4
Marie-France Hirigoyen, "Sottomesse. La violenza sulle donne nella coppia",
Einaudi 2006, ISBN 88-06-17974-8, ISBN 978-88-06-17974-8
Anna Maria Giannini e Francesco Cirillo (a cura di), Itinerari di vittimolog
ia, Giuffr Editore, 2012 ISBN 978-88-14-15761-5
Voci correlate
Ipotesi del mondo giusto
Disturbo post traumatico da stress
Tecniche di neutralizzazione
Difesa da panico gay
Crimini d'odio
Collegamenti esterni

You might also like