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http://www.corriere.it/esteri/15_gennaio_23/abdullah-tre-volti-re-ambiguo-riformatore-e3ac788c-a2dc-11e49709-8a33da129a5e.

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la morte del sovrano in arabia saudita

Abdullah, i tre volti del re


(ambiguo) riformatore
Pi che allobbligato successore Salman, ha pensato per tempo a
indicare il futuro erede, Muqrin, lo scaltro responsabile
dellintelligence saudita
di Antonio Ferrari

Nel regno pi conservatore del mondo, lArabia Saudita, dove il monarca ha un potere assoluto e dove la
rottamazione per ragioni di et uninsopportabile e intollerabile bestemmia, il sovrano quasi sempre
destinato a governare da malato. Accadde a re Fahd, scomparso nel 2005; accaduto ad Abdullah, lattuale
re, morto allet di 91 anni; dovrebbe accadere anche per il successore, Salman, 80 anni, per da tempo
malato, e recentemente debilitato da un grave infarto, tanto che tutti ormai guardano al principe ereditario
Muqrin, che ha solo 69 anni e gode di buona salute, ma soprattutto stato lo scaltro responsabile
dellintelligence saudita.
Il re Abdullah, per, lascia un vuoto molto particolare, sottolineato da quasi tutti i leader del mondo, a
cominciare dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Lascia un vuoto e molti rimpianti: non tanto
per quello che ha fatto dal momento della nomina a Custode delle due Santa Moschee, ma per ci che
aveva fatto prima, quando regnava di fatto perch il sovrano, Fahd, era stato colpito da un ictus, conseguenza
di una vita border line (ovviamente non in patria, ma in giro per il mondo). Abdullah, assai pi castigato, ha
sempre cercato dessere un accorto ma ambiguo riformatore.
O meglio, aveva due volti, forse persino tre: quello dellintransigente, contrario ad ospitare sul sacro
suolo del regno i soldati americani, che guidavano la coalizione creata nel 1990 per liberare il Kuwait dagli
aggressori iracheni; quello dellabile stratega che nel 2002, a nome di Fahd, port al vertice arabo di Beirut la
rivoluzionaria proposta di riconoscere (tutti, nessuno escluso) Israele, in cambio del ritiro dai territori

occupati, di tornare quindi ai confini del 1967, prima della guerra dei sei giorni. Infine, il volto delluomo che
comprende limportanza di attenuare conflitti e polemiche con lOccidente. Pare che la decisione di
finanziare (almeno allinizio) il califfo Al Baghdadi e il suo Isis sia stata presa dai falchi del regno, contro il
suo parere. Al punto che il re sarebbe poi riuscito a correggere il gravissimo errore, che stava minacciando, e
continua a minacciare direttamente lArabia Saudita. Il regno, terrorizzato dal contagio e dalle scorribande
dei tagliagole dellIsis, sta costruendo una muraglia altissima alla porosa e interminabile frontiera con lIraq.
Abdullah se ne va, e pi che allobbligato successore Salman, ha pensato per tempo a indicare il futuro
erede, appunto Muqrin. Le sfide globali avranno bisogno di energie giovani e di visioni nuove. Il prezzo
del barile ai minimi, e forse sar difficile, per un regno che conta oltre 10.000 prncipi, nuotare nelloro
come nel passato. Di sicuro Abdullah era ultramiliardario (secondo la rivista Forbes era tra i veri Paperoni,
con una fortuna di oltre 20 miliardi di dollari), ma essendo parco di natura, di sicuro li ha goduti poco.
Probabilmente non era corrotto, ma di sicuro era un abile corruttore.
aferrari@corriere.it
23 gennaio 2015 | 10:07

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