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1. Elementi di Malalingua
Prima che chiudessi gli occhi mi hai detto pirla
(E. Montale, "Il Pirla", Diario del '71 e del '72)
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notare. Sono ormai la metrica del dire politico e delle scritture enfatiche
dei tanti siti xenofobi e razzisti in rete (Rastier).
E sono persino richieste se non proprio desiderate. Nel lessico alfabetico
scientifico (sic!) che si autodedicato, Casalegno, definito "coreografo
nazi", e "distruttore dell'universo,","fallito", "peloso", "Telespalla
Bob", ecc, auspica un insulto ancora mancante, con la Z. Che venga
accontentato: c' l'imbarazzo della scelta!
3. Un'arte nobile
"Porca - vociferando - porca". Lo guardava
stupefatta la gente.
Lo diceva all'Italia.
(V. Sereni, "Saba", Gli strumenti umani)
Generalizziamo:
non
siamo
pi
alla
contestazione,
al
dibattito
grammaticalizzato, rituale e ammodo; siamo nel ribollente spazio pubblico
della polemica e della diatriba virulenta. A quella vis polemica che Gadda
qualificava: "salivose erogazioni della inanit verbace". Non miriamo, come
nei campi elisi di Habermas, alla persuasione e al consenso, ma al diverbio
e al dissenso. Anche gli imparziali hanno un loro partito. Siamo oltre la
satira che sermone e la parodia che gioco. Qui non si scherza e si non
danno lezioni, si procurano lesioni. Qui l'insulto che sbraita e vola,
offensivo e difensivo, lapidario e lapidante. Soprassediamo sull'impiego
parlamentare di oggetti a valenza simbolica - mortadelle, finocchi e via
significando e sulle minacce: "je sputo in testa". Limitandoci al lessico
solidamente documentato: Analfabeti, animali, arroganti,assassini, banditi,
boia, bonga bonga, buffoni, burattini, caimani, cadaveri, carampane,
carognette, checche, cialtroni, cessi, cloache, coglionazzi, corrotti,
(vecchie) coscione (svergognate), culattoni, delinquenti, abituali
e
recidivi, ebeti(ni), falliti, farabutti, fattucchiere, fifoni, furbetti,
(utili)
idioti,
impresentabili,
incapaci,
indecenti,
intrallazzini,
ipocriti, larve, ladri, markette, merda secca, miserabili, morti (che
parlano),
mostri,
musulmana
di
merda,
(vecchi)
maschi
rimbambiti,
ominicchi, palle (di velluto), prendiculo, psico-nani, vecchia puttana,
(padri) puttanieri, qualunquisti, salme, sfigati, sodomiti, streghe,
supercazzolari, traditori, troie, vajasse (appena ammesso nell'ultima
edizione dell'autorevole Zanichelli), vermiciattoli, vigliacchi, zombi,
zozzoni, ecc. Chi l'aspetta la dice: Berlusconi autore di "culona
inscopabile",
una
(linguisticamente)
rara
eiezione
ha
definito
complessivamente U. Bossi: Ladro (di voti), ricettatore, truffatore,
doppia, tripla, quadrupla personalit, pataccaro). Senza contare le rare
perifrasi - spregio lesivo della dignit, "onore e decoro" di chi lo
riceve, ma anche di chi lo emette. C' poi chi l'oltraggio lo raccoglie, se
ne ha a male e lo contraccambia secondo con la bronzea legge
dell'escalation: risentirsi e farsi sentire ripassando il segno altrui.
Come nell'antico duello, la legge non riconosce il diritto all'oblio
dell'offesa e autorizza la vendetta. Non mira al ridicolo, cerca
l'oltraggio degradante, quando pu l'infamia o per lo meno il malaugurio.
Ne saprebbe qualcosa il sarcastico Voltaire, "l'imbecille e disgustoso
Voltaire, simile a uno scimmione, vecchio e piscione" (P. Claudel).
In questo tiro a segno alla reputazione e il decoro, impossibile misurare
le parole e lo scritto: si sprecano infatti i punti esclamativi e le
maiuscole!!! Nulla di pi spontaneo infatti: se provocati reagiamo subito
con gli epiteti del nostro idioma natio. Data la difficolt nella
traduzione adeguata dell'insulto in lingue anche prossime, con risultati di
eufemia o di amplificazione preferibile offendere nella propria lingua;
non escluderei contumelie in idiomi esotici, ed eventualmente in lingue
morte8. Con effetti morfologicamente innovativi, come il gesto della
"quenelle", polpetta oblunga di fecola che d il nome ad un gesto della
destra antisemita in Francia. Un guitto - al solito - politicizzato,
Dieudonn ha eseguito una variante del gesto dell'ombrello - a braccio e a
mano sinistra aperti e tesi, con appoggio alla stessa spalla del destro
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Carta bianca agli improperi quindi e alla loro vis espressiva se e quando
siano oltraggi calibrati e non "contrabbando pertinace di argomenti
necessariamente confusi"; quando richiedano "alto livello di risolutezza e
profonda abilit mentale", associati a un buon-malumore, ma con un
principio di precauzione. L'insulto corrente - come la bestemmia,
rinvigorita dal ritorno del sacro e debitamente eufemizzata14 - trito e
ritrito. Espletivo per i linguisti o pleonasmo per i retorici, colma i
vuoti del discorso e le pecche dell'immaginazione. E se dice quando non c'
niente da dire svuotato di forze e votato alla pi cerimoniale
inefficacia. Sopravvive senza i dovuti "ritmo musicale e rilievo cromatico"
(Calvino). Le spregiudicatezze fasulle Impediscono anche la possibilit di
una replica ben calibrata: una semplice trappola per tropi. Non c' insomma
di che arricchire i lessici della maldicenza italiana, quella che per
Calvino era "la grande civilt dell'ingiuria, dell'aggressione verbale",
gi ricchissima in epiteti d'ogni sorta. Eppure le figure dell'insulto
sono, come la poesia, possibili scarti rispetto al linguaggio comune: hanno
caratteristiche
poetiche:
parallelismi,
allitterazioni,
assonanze:
ricordate come il duca di San Simon rispose al Mazarino che lo tacciava di
traditore (Traitre)? (Pretre) prete, gli sembr l'ingiuria pi appropriata.
Una magia verbale che parte dal basso (v. pezzi di bravura come il recente
nano nazi, psiconano, energumeno tascabile) ma pu giungere alle vette
dell'epigramma (in cui gli italiani eccellono15 e del pamphlet dove siamo
indigenti. Con la memorabile eccezione di C. E. Gadda, Eros e Priapo: per
Gadda l'ingiuria era la giusta forma letterario per sfuggire all'"umore
tetro" e risentito del neorealismo: "...la polemica aperta, la diatriba, il
grido, l'ingiuria sono preferibili ai termini pseudo-narrativi di una
supposta obbiettivit"...
La miglior ingiuria o il bell'insulto certamente la pi breve "infame!", mi pare un buon candidato, mentre sono sconsigliabili enunciati
colti come "ubriaco che si aggrappa alle cifre come ai lampioni"16 - ma non
bisogna sproibirsi dello stile elevato. Ci pu essere grandezza nella
nefandezza, come vide Napoleone in Tallyrand: "una merda in una calza di
seta". Ricordate le pacate osservazioni su Fiche: "un uomo a cui il fatto
di insegnare non ha mai lasciato il tempo di imparare" (Schopenhauer) o
sull'operato politico della Thatcher: "Quando pensa non parla e quando
parla non pensa"? O l'espettorazione su M. Duras: "Apologista senile di
infanticidi
rurali"?
Il
surrealista:
"Sei
il
metano
che
resta
nell'intestino di una vacca morta" di S. Dal, appunto? E il metafisico
"Nobodaddy" con cui Blake pronunciava il nome da non dire invano, se non di
straforo? E infine il profetico motto con cui S. Johnson additava un
demonizzato politico del suo e del nostro tempo: "Mor nel suo letto senza
insudiciare il patibolo"? (Borges).
Imprecatori ancora uno sforzo! Arte minore, l'insulto non affatto facile.
I sofismi e le beffe che articolano l'ingiuria devono essere. seppur
brevemente,
memorabili,
come
sosteneva
L.
Bloy
"gioielliere
in
maledizioni". Rileggiamoci i neologismi di Rabelais, i soprannomi e
sottonomi di Mussolini nel capolavoro di Gadda17. Detto senz'offesa: per far
la voce grossa del pamphlet non necessario usare parole povere
(Fallaci)18.
Impariamo
a
maledir
bene
e
creiamoci
un
vademecum
19
personalizzato con riserve forbite d'insulti mirati . Una panoplia che ci
torner utile anche nel caso di quelle finte aggressioni che sono marche di
vera solidariet.
Pi inventiva nell'invettiva!
Note
Ringrazio per il loro contributo gli studenti del corso, La Diatriba politica,
Semiotica dei linguaggi specialistici, LUISS, Roma, anno accademico 2013-14.
in
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foto-galleria con gli on. Di Pietro, Fini, Ingroia e altri "esclusi eccellenti".
2. Alain sent il dolore di un forte colpo alla spalla. "Fa attenzione, imbecille!". Si
volt e si vide accanto il volto d'una ragazza che lo superava sul marciapiede a passo
rapido ed energico. "Mi scusi", le grid (con voce flebile). "Stronzo!" rispose la
ragazza (con voce sonora) senza girarsi. (M. Kundera, La festa dell'insignificanza,
Adelphi, Milano, 2013). In altri tempi era possibile al protagonista de ADA o ardore, di
V. Nabokov, Adelphi, Milano, 2000 - una virile reprimenda: al "Puah!" di Lucette: "Ti
prego di non usare quella particella espletiva".
Un fiume di parole trascorso dal distopico Corbaccio di G. Boccaccia, testo di
occhiuta fedelt al genere antifemminile del tempo. Fedelt generica: "la perversa
moltitudine delle donne viene qualificata gelosa, ritrosa, ambiziosa, invidiosa,
imperiosa, noiosa, vezzosa, stomacosa, importuna"; l'esecrabil sesso femmineo sarebbe
composto di "presuntuose e seccatrici, cos fiere, cos vili, cos orribili, cos
dispettose, da essere trattate senza ambagi da maiale". E Fedelt specifica: il
bersaglio del pamphlet una "vecchia rantolosa, vizza, malsana, gi stomachevole e
noiosa a riguardare", "pasto omai pi da cani che da uomini".
3. accaduto lo stesso ad una ministra francese: una rappresentante del Front National la
preferirebbe tra i rami degli alberi piuttosto che al ministero. Se Sparta piange
Messene non ride: anche se la Francia biasima il nostro stile politico.
Interessante invece per il semantico la minaccia della leader del Front National, M.me
Le Pen: denunciare chiunque la tacci d'"estrema destra".
4. "...li caricarono di insulti, chiamandoli villanzoni, camorra sdentati, rossacci della
malora, disutili, piscialletto, barabba, lime sorde, fannulloni ghiottonacci, panzoni,
fanfaroni,
buonianulla,
mascalzoni,
sbruffoni,
scrocconi,
pertichini,
leggere,
addormentati,
tangheri,
ciondoloni,
allocchi,
deficienti,
gabbamondo,
balenghi,
straccioni, sacchi di stronzi, pastori di merda, e altri simili epiteti diffamatori".
Oltre a quelli elencati nell'iscrizione dell'abbazia di Thlme, nel Monologue des sots
sono rivolti agli stolti un centinaio di epiteti offensivi e nel Nouveau monologue
almeno 150.
5. Con gusto rablesiano, U. Eco ha fornito un centone portatile di 139 insulti in una
"Bustina di Minerva" (Espresso)che suggeriamo ai rappresentanti della Lega Nord per
migliorarne prestazioni discorsive, piuttosto entropiche. Almeno per la parte in cui
invita a ritrovare l'arte della perifrasi dell'affronto e ne offre acrobatiche
esemplificazioni. "Taccia, Lei, il cui viso avrebbe potuto essere definito da un noto
maresciallo dell'Impero nelle ultime ore della battaglia di Waterloo!" "Ella ha una
scatola cranica che pi che alla speculazione sarebbe atta alla riproduzione." "La
invito a recarsi l dove potrebbe opportunamente qualificarsi come partner passivo di un
rapporto tra maschi adulti consenzienti!" "La smetta, o segmento fusiforme del prodotto
finale di un complesso processo metabolico!" "Il tale, nel suo giorno natale, era unito
da cordone ombelicale a una signora che aveva saputo condurre la poliandria a
manifestazioni quasi frenetiche." "Verga sicula, che gran bella porzione di ghiandole di
Bartolino e tube di Falloppio!" "Quello? Dalla paura pronto a secernere
preterintenzionalmente, e senza aver prima abbandonato i propri abiti, cellulosa,
cheratina, residui biliari, muco, cellule epiteliali desquamate, leucociti e batteri
assortiti!" "Gustavo solo un cinquanta per cento di deliquio dei sensi ottenuto
manualmente." "Silenzio, non imitate un luogo in cui si faccia mercimonio di grazie
della seconda met del cielo!" "Indigenza scrofa, l'ho ricevuta in vaso indebito!" "La
prego, non mi deteriori quelli che l'etimologia latina vuole quali testimoni!" "Come
dice Dante, usava la parte terminale dell'intestino retto come strumento per
segnalazioni militari." "Ragazzi, che operazione serramentaria!". "La baronessa? Ma si
dedica alla raccolta e accumulazione di gettoni che testimoniano della sua operosit e a
fronte dei quali ricever un corrispettivo in denaro allo scadere della seconda
settimana di attivit!" "Guardi, io di Lei e della sua opinione sottopongo a ripetute
succussioni l'unica borsa in pelle fornitami da natura, con tutto ci che essa
contiene!" "Ma la smetta di adularmi! Lei un soggetto le cui papille gustative hanno
perduto ogni dimestichezza con il cibo prima che esso abbia subito tutte le
trasformazioni a cui viene sottoposto dal nostro organismo onde far fronte alla curva
generale dell'entropia!" "Se non la smette sono disposto a interfacciare la parte
inferiore delle mie Timberland con la sua zona perineale, imprimendo all'intero suo
corpo una forza propulsiva atta a farle percorrere un ampio tragitto senza che Ella
debba ricorrere ai consueti mezzi di deambulazione!" "Ha tutta la mia riprovazione, o
persona la cui parte posteriore inferiore del tronco necessiterebbe di un intervento
plastico a fini di restauro!" "Organo esterno dell'apparato genito-urinario maschile a
forma di appendice cilindrica inserita nella parte anteriore del perineo! Ho perso il
portafoglio!".Eco prendeva le mosse dal libro di K. Vonnegut, Hocus pocus, Bompiani,
1991, il cui protagonista decide di astenersi dalle parolacce e limitarsi a
circonlocuzioni quali: "che pezzo di escremento!", "che testa di pene!", "siamo in una
bella casa di tolleranza!"
6. Secondo S. Fischer, basta cancellare il determinativo richiesto dalla costruzione delle
Ingiunzioni e si passa ad esclamare insulti: specie di scemo. In italiano a partire da
questa struttura N di N si va dal grido all'onomatopea, dal nome spregiativo alla
struttura di tipo nominale - infine al gesto.
I linguisti di formazione grammaticale, cio d'incompetenza discorsiva, danno
dell'insulto - rispetto all'onomatopea e all'interiezione - una definizione mitigata:
l'attribuzione ad un allocutario di "un gruppo nominale isolato dal contenuto
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assiologico negativo", da parte di un "locutore che si fonda su una forma e uno scopo".
Lo spostamento retorico (pragmatico) di un termine tab all'insulto che ne mantiene il
valore negativo, pur modificandone la referenza, ricompreso nella categoria dei
"delocutivi".
Goffman chiamerebbe "laminazione di frame" questa porosit dei generi discorsivi. Negli
anni 70 un sociologo poteva ancora ritenere che i personaggi dello spettacolo fossero
celebri ma politicamente non presentabili (F. Alberoni). Da allora la laminazione del
frame elettorale e della sua comunicazione ha accelerato il suo corso. Ora
l'impresentabilit interna e centrale al frame. Come dimostra l'iniziativa solidale di
un gruppo di giornalisti che hanno letto ad alta voce la batteria d'insulti rivolti da
sim(anti-)patizzanti del Movimento 5 Stelle ad una collega, critica dei grillino. Una
sfilata di moda della povert linguistica; maggioranza rumorosa di varianti
escrementizie - merdaccia, e cessi, affibbiate non per lettura documentata, ma per
osservazioni "lombrosiane" sulla foto "segnaletica". Nella sputacchiera digitale
s'incontrano espressioni di qualche (scarsa) originalit: allucinata, alterazione
ormonale, brigatista, befana del nuovo millennio, brutta di lingua, ergastolana,
esodata, galeotta, gemella albina di Kienge, martello sui denti, non signora, sguardo di
trota pescata con la bomba, scolapasta scassato, stampo per fare i cessi nelle stazioni
ferroviarie, ruzzola, satana (o figlia del demonio), sgorbia, vomito in fotografia,
turca. Frequenti i lessemi animalieri che notoriamente caratterizzano i siti
dell'estrema destra in rete: batterio fecale scaduto, bertuccia, civetta con occhiali,
cozza, gufa, larva addormentata, lucertola, oca, pantegana infoiata, pappagallo
ammaestrato, parassita, pidocchiosa, pipistrello, pulce, rospo, scorfano, scrofa, troia,
topa, vacca, verme, zecca.
Preoccupanti gli inviti riflessivi: muori merda, crepa, datti fuoco, fatti fottere da un
somaro, impiccati, sparati merda nelle vene, vai a lavorare, a zappare e le istruzioni
transitive (i) specifiche: ammazziamola, diamole fuoco, impicchiamola, sopprimiamola,
tagliamola a pezzi, (ii) generiche: da eliminare, da lapidare, ai lavori forzati, al
patibolo, a pulire i cessi, al rogo, alla sedia elettrica subito, un metro di corda,
ospizio subito, pena di morte.
Un singolo esempio nel doppiaggio del film di Almodovar Tutto su mia madre: una delle
protagonista (Nina) copre l'altra (Manuela) di contumelie, in forma affettiva e
scherzosa d'amicizia e solidariet. Ma la traduzione rende "cabrona" con "animale" o
caprona e "bruta" in "somara"; l'interiezione "joder" diventa "accidenti" e la locuzione
"por cojones" si trasforma in "per forza"; "un poco putn" viene tradotto "un po'
troia"."; hacer la carrera" che significa "battere", diviene "fare carriera"! Esistono
film che meritano l'Oscar della parolaccia: The wolf of Wall Street (regia di Martin
Scorsese e vincitore di un Golden Globe) detiene un provvisorio e perfettibile record;
ne contiene 687 nel corso di180 minuti: quasi 4 al minuto.
Per l'esplicita richiesta suggeriremmo il Pernacchio, un sberleffo sonoro - sfregio
regolato alla faccia altrui - che permette esecuzioni dal Si bemolle al Sol sovracuto,
al Fa acuto, con una frequenza che oscilla tra 61 e 1568 Hertz. Ricco in varianti che lo
rendono classico, corto, lungo, secco, di petto, a curva, a singhiozzo, strozzato, di
testa, a tromba, a sega, ecc., il significante fonico di un vigoroso atto illucutorio.
Lo precisava Eduardo De Filippo: "Il pernacchio la voce della gente che non tiene
voce. Il pernacchio un calcio in culo a tutti i potenti"; "pernacchio una
rivoluzione, la libert". Lungi dall'esserne un sinonimo l'alternativa semantica
alla pernacchia: "Il primo pu essere forte o debole, lungo o corto, massiccio o sdutto,
aquilino o camuso: ma sempre maschio, ma costruttivo e solerte, ma insomma lavora.
La seconda molle e pigra; tumida, bianca, sdraiata, come un'odalisca sui tappeti:
femmina..." V. G. Marotta, che ne L'oro di Napoli si addentrato nella sua complessit
culturale: "sberleffo totale, di petto, squassante, che lacerava l'aria avventandosi
sulla terra e sul mare; [e] altres lo sberleffo sottile e variegato, di testa, lo
sberleffo a proposito del quale si potrebbe scrivere, come per il canto dell'usignolo:
'Era un tema di tre note...' e continuare per due pagine; inoltre aveva lo sberleffo
affermativo e quello negativo, lo sberleffo tragico e quello comico; aveva lo sberleffo
eseguito con le sole labbra, pi interiore e pi lirico, remoto e denso, che liberava
come un fluido la sua carica di emotivit e di inespresso; aveva lo sberleffo che
dichiara e lo sberleffo che allude; aveva lo sberleffo che enunzia per sommi capi e
quello che minuziosamente racconta; aveva sberleffi sostantivanti e sberleffi
aggettivanti, aveva lo sberleffo come si ha il genio, senza limiti di volont e di
rappresentazione". Il ricevente modello di questa performance artistica di gran lunga
superiore alle male parole, per De Filippo, 'a schifezza, d'a schifezza, d'a schifezza
'e ll'uommene! Non possiamo che dolerci della sua progressiva scomparsa e sperare in un
fragoroso collettivo, meritato ritorno.
Nelle curve tifose, oltre ai noti mal sanzionati slogan razzisti, si canta
prevalentemente di bastardi, merda, puttane e troia. Gli avversari del Mezzogiorno, sono
ovviamente puzzoni, zingari, colerosi, terremotati, sporchi africani, ecc. Non mancano
alcuni momenti inventivi: per il Verona "Giulietta zoccola e Romeo frocio" e alcune
posizioni politicamente orientate, come previsto dal romanzo epico di N. Balestrini, I
Furiosi, Bompiani, Milano, 1994, - Il Luned che umiliazione / andare in fabbrica a
servire il tuo padrone, / oh juventino ciuccia piselli / di tutta quanta la famiglia
Agnelli... / Juve merda, Juve Juve merda... Oppure - Il Luned che gioia vera / pulirsi
il culo con la sciarpa rossonera / o Berlusconi, Gianni Rivera, / Canale 5 e la merda
rossonera / e Milan merda Milan Milan merda.
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Ricerca
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Roudinesco,
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Antropologia
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La
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Lega
Boringhieri,
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Nord,
Milano,
Minerva,
Stronzate,
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Rizzoli,
Milano,
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Quantits,
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