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Concetti base del giusnaturalismo moderno

Anche se con esiti molto diversi i pensatori giusnaturalisti moderni hanno un comune orizzonte teorico:
stato di natura: non una fase storica, bens un'ipotesi che si ricava osservando le caratteristiche dell'uomo
sociale, che effettivamente non mai stato a questo livello. Si trovano popolazioni per a uno stato molto
pi vicino ad esso di quella occidentale, come gli aborigeni che in questi anni verranno studiati. Alcuni
elementi per di questo stato rimangono in noi e costituiscono la nostra parte pi recondita, pi animale.
Descartes lo definir come il grado 0 da cui partire per definire quanto una societ vi sia lontana, un
termine di confronto per un'analisi proto-antropologica.
patto/contratto sociale: ci che determina il passaggio allo stato civile, ovvero la nascita della societ
stato civile: livello attuale dello sviluppo dell'umanit, che per mantiene qualcosa dello stato di natura.
Esso opposto allo stato di natura, non ne un'evoluzione come in Aristotele (socialit=>famiglia=>polis)
leggi di natura: leggi che si oppongono alle passioni naturali ma vengono comunque naturali (possono
essere concordi con la legge terrena, opporvisi o costituire convenzioni, essere grafoi nmoi)
scienza politica: fine della politica aristotelica nel mondo del perlopi, dimostrazioni matematiche...

Hobbes
vita
nasce a Malmesbury nel 1588
precettore presso la potente famiglia Cavendish
compie un viaggio d'istruzione in Francia e Italia con un suo allievo
tornato in Ingh. conosce Bacone
compie un secondo viaggio in cui conosce Galileo e poi i cartesiani
va in Francia e si unisce agli ambienti nobiliari vicini agli Stuart e ai monarchici esiliati
nel 1651 torna in Ingh., sostiene il governo autoritario di Cromwell
nel 1660 la nuova monarchia restaurata gli garantisce onori
muore nel 1679, novantunenne
opere principali
Elementa Philosophiae: De corpore (1655), De homine (1658), De cive (1642)
Leviathan (1651)
Libert e necessit (1654)
scopo della filosofia procurare ci che utile agli uomini, cio non tanto ilo dominio sulla
natura (Bacone) quanto la sopravvivenza fisica e la possibilit di vivere in pace. Per fare
questo serve analizzare le regole secondo cui si organizza la vita umana e trarne conclusioni
pratiche: nasce una teoria scientifica del potere e della politica. Una vera scienza politica,
costruita con il rigore delle discipline matematiche.
Elabora un modello meccanicistico (quindi afinalistico, realt come macchina di parti che si
muovono in modo misurabile meccanicamente) della realt: realt ci che percepibile il
movimento di ci.
Tutta la realt fatta di corpi immanenti e ogni mutamento causa di un movimento
loro o di una delle loro parti
L'uomo materia legata da un movimento vitale, che lo spirito di autoconservazione,
quindi quanto lo riguarda analizzabile secondo una logica di causa-effetto (in quanto
anche le sue azioni e i suoi cambiamenti sono legati a movimenti meccanici).
La conoscenza nasce dallo scontro fra il fantasma dell'oggetto con gli organi di senso e
dall'unione di pi ricordi accumulati nella memoria nasce il pensiero: pensare cercare
nessi causa-effetto nelle sensazioni della memoria. Le sensazioni sono l'unica verit.
Dalle sensazioni noi traiamo i concetti, che sono per particolari. Universali possono
essere solo le parole, i nomi che diamo alle cose, che hanno un forte valore
convenzionale, nascono da un accordo tra uomini, e non possono quindi costituire verit.
Essi per sono alla base della convivenza perch la loro unione forma il discorso, che
pu solo affermare o negare qualcosa, cio una proposizione, che, come anche la

definizione, convenzionale.
Il ragionamento alla base della scienza (che rientra nella filosofia, intesa
enciclopedicamente, ed analizza i principi universali), che ovviamente sar anch'essa
convenzionale ma in grado di produrre verit. Essa si costruisce sulla base della
matematica: si sommano proposizioni (sillogismo) e le somme di sillogismi crea le
dimostrazioni; ma si possono anche sottrarre, quando falso il loro legame.
Non si deve puntare affatto alla forma (le parole ornate) o assecondando le
passioni di chi le ascoltava, o infine basarsi su auctoritates, perch cos non
si conclude nulla (De cive).
L'etica stessa convenzionale: nasce dall'utile degli individui, che varia in base ad
essi, ai loro scopi, comunque legati alla loro singola sopravvivenza.
convenzionale si potrebbe dire una qualunque creazione della mente umana
espressa attraverso il linguaggio, le parole, unit convenzionale, di base.
Le passioni umane nascono dall'incontro tra uno stimolo esterno e il movimento vitale.
Se assecondano quest'ultimo ci paiono positive e le desideriamo, e viceversa. Non
esistono valori assoluti come bene e male, ma solo soggettivit, su questo si basa la
riflessione etica di Hobbes. La passione pi alta l'onore.
Nasce quindi la sua scienza politica (nel De cive):
La natura umana (o uomo allo stato di natura) uno stato belluino caratterizzato da
impulsi egoistici ed aggressivi, dal desiderio di appropriarsi di tutto, ma allo stesso
tempo caratterizzato dall'istinto di sopravvivenza. Homo homini lupus in quanto non
trova limiti al suo agire.
Questo crea uno stato di precariet e pericolo (il bellum omnium contra omnes) che
va contro lo spirito naturale di autoconservazione.
L'uomo quindi diviso tra:
desiderio naturale di avere per s tutte le cose comuni
ragione naturale, che si sforza di evitare una morte violenta (De cive)
La ragione pone quindi la necessit di un accordo (patto sociale) fra gli uomini per
porre fine alla conflittualit permanente e garantirsi la pace e la sopravvivenza (lo scopo
utilitaristico e quindi non ha alcun valore morale), accordo che per pu avvenire solo
ponendo a capo una personalit forte1. Egli diviene l'essenza stessa dello stato, lo StatoLeviatano.
Deve per anche essere estraneo al patto (terzo), perch altrimenti avrebbe dei doveri
oltre che dei diritti, a fare il patto quindi sono i suoi futuri sudditi, che gli si sottomettono
in maniera incondizionata, rinunciando ai propri diritti su tutto2, a due a due, secondo la
formula: io autorizzo e cedo il mio diritto di governarmi a quest'uomo o a questa
assemblea di uomini, a condizione che tu ceda a lui il tuo diritto, e autorizzi allo stesso
modo tutte le sue azioni3 (Leviatano).
Il suo potere :
assoluto: per poter agire in maniera assoluta non deve avere limiti
irrevocabile: il patto stato compiuto per salvaguardare la societ dal bellum
omnium contra omnes quindi se fosse revocato questo tornerebbe, quindi il re
non pu revocarlo, mentre i cittadini non possono in quanto la loro volont

1 Questi rappresentato nel Leviatano come una sorta di Dio mortale cui tutti devono obbedienza. In quest'opera,
scritta in inglese, prevale per la volont di rendere la questione non pi uno scontro tra intellettuali ma un dibattito
popolare. I patti, senza le spade, sono solo delle parole, prive della forza di dare agli uomini una qualsiasi
sicurezza (Leviatano).
2 Anche se in realt secondo Hobbes il diritto su tutto solo virtuale perch impossibile esercitarlo se non vi un
sovrano forte che garantisce la propriet privata e gli altri diritti individuali.
3 Si cede quindi la propria libert e la propria volont, in modo che ci che ordina e vuole il capo sia ci che cogliono
i sudditi, perch hanno ceduto il loro arbitrio. Se infatti si mantenesse qualche diritto ci sarebbe la possibilit che
qualcuno ne abusi e si ritorni allo stato iniziale.

quella del sovrano


indivisibile: deve essere unico per poter rappresentare l'unit dello stato e non
essere limitato dal altri poteri (assomma in s potere legislativo, esecutivo,
economico, giudiziario e poliziesco), e salvaguardare quindi lo stato da possibili
disordini4.
L'unica limitazione al suo potere sarebbe garantire la vita dei sudditi, scopo per cui
nato il patto, ma anche se lo violasse:
nessuno potrebbe giudicarlo (la capacit di giudizio gli stata ceduta)
la volont di suddito e re sono uguali quindi morire sarebbe volont del cittadino
tanto quanto uccidere lo del re
se qualcuno ci prova sar ucciso o comunque punito e sar lui stesso suo punitore
Il patto (pactum unionis) contiene in s in realt due parti per Hobbes inseparabili:
pactum societatis, che fonda la societ, infatti ogni individuo si lega ad un altro
pactum subiectionis: ogni individuo legandosi agli altri perde i suoi diritti
per Hobbes senza di esso non ci pu essere societ, ordine...
Il sovrano effettua anche una sorta di censura: decide chi e quando pu parlare e
legge tutti i libri prima che siano pubblicati per autorizzarne la stampa.
Cos nato lo stato civile, la societ, che non pi lo stato naturale, esso infatti
creazione totalmente umana. La politica infatti frutto della cultura: gli uomini non sono
naturalmente sociali, ma creano la societ per fini utilitaristici.
Hobbes si occupa anche del rapporto tra potere politico e religioso: il re ha sopra di s solo il
Dio immortale, di cui rappresentante sulla Terra e quindi la suprema autorit religiosa,
perci esercita questo compito decidendo sulle pratiche cultuali e accettando o meno i
precetti contenuti nel testo sacro. Il regno di Dio non di questo mondo ha detto Cristo,
Hobbes lo ripete. Sulla terra quindi la Chiesa subordinata allo stato, fatto che peraltro evita
la formazione di sette che disgregano la societ, male che deve essere contrastato dal potere
sovrano (di cui Hobbes ha una visione in negativo, non come potere decisionale).
Nel sistema filosofico hobbesiano il centro di tutto resta la ragione, che porta alla nascita
della societ e quindi alla formulazione del patto sociale e a regolamentare i rapporti umani,
ma anche l'unica forza in grado di analizzare le sensazioni percepite, uniche verit.

4 Il valore di una sua decisione superiore alla common law inglese (diritto consuetudinario, legato alla legge di
natura, naturale ma contraria alla pulsione ferina che in noi) che per Hobbes, nel Leviatano, fare agli altri ci
che vorremmo fosse fatto a noi, e cio giustizia, equit, modestia, piet... ma non bastano, serve il sovrano per
farle rispettare), anzi, essa ha diritto solo se approvata tacitamente dal sovrano stesso, che la accetta vietando furti
ecc. solo per garantire l'incolumit dei sudditi di cui garante, ma non in maniera necessaria.

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