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ey GILARDINO Complete music for sol guitar 1965-2013 chitara Cristiano Porqueddu BRILINT CLASSICS 9425 (14 CD) DDD ‘2hgmsas weve «La mia opera non ha nulla in co- mune né con la musica nata dall’ deologia post-we- berniana né con la sorta di musica dintrattenimento che occupa larga parte del repertorio chitarristico cor- rente. Ma essa parla per chi sono io, intus et in cute: @ tutto cid a cui aspi avo nel momento in cui la serivevo, ela affido a interpreti e pubblico con nessun'altra richiesta se non che sia suonala e ascoltata con mente aper- ta, libera da pregiudizi ». Le parole con cui Angelo Gilardino conclude le note di copertina di questa integrale della sua musica per chitarra sola (f- no al 2013) sono estremamente si- gnificative non soltanto per un’orien: tativa collocazione del suo linguag- gio ~ certo non privo di elementi di «modernit» ma altrettanto distante dai due estremi dell ortodossia avan- guardista da una parte e dal cosid- detto crossover dallaltra-, ma per le caratteristiche stesse della sua per- sonalita compositiva e umana: una sincerita spinta alle sue estreme con- seguenze, una totale assenza di com- promessi e anche la necessita di con- trapporsi e distinguersi con forza da prospettive che avverte aliene. La coraggiosa impresa di Cristiano Porqueddu di presentare nella sua interezza 'opus per chitarra sola di Gilardino, parte davvero consisten- te del suo catalogo, ci consente di fare il punto (per quanto, ovviamen- te, provvisorio) su un cammino ‘compositivo che ormai ha toccato il cinquantesimo anno di attivita. Na to a Vercelli il 16 novembre 1941, gid awviato alla carriera concertisti- a, a diciotto anni il giovane chitar- rista sente lesigenza di ampliare la sua prospettiva sul suo strumento e sulla musica in genere mediante lo studio della composizione, affidan- dosi alllustre coneittadino Giusep- pe Rosetta. Dopo un intenso ap- prendistato, ai consueti esercizi di CHIGIANA INTERNATIONAL FESTIVAL & SUMMER ACADEMY 2016 SIENA GILARDINO composizione intercala la prima opera originale, Canzone Notturna (21965), che invia a Mario Casteinuo- vo-Tedesco, col quale stava intes- sendo un'intensa corrispondenza e che si era incuriosito dei suoi pro- gressi. Da Beverly Hills il Maestro fiorentino gli ritorna lo spartito sfrondato di una buon meta (la ver- sione poi pubblicata) ma senza al- tre correzioni, ¢ la significativa pro- fezia che prima o poi Gilardino avrebbe preferito la composizione al concertismo. Inizia cost il primo tra i periodi in cui si pud utilmente suddividere lopera del compositore piemontese, 'apprendistato, che si estende fino al 1973. In questa pri- ma fase predominano dapprima le forme libere, ma alla fine egli avver te lesigenza di confrontarsi con strutture pitt articolate: la suite Te- nebrae factae sunt ® probabilmente Yopera piu significativa di quel pe- riodo, non solo in senso formale e per illivello della composizione, ma anche perché questa suite inaugura un filone estremamente fecondo del suo opus, che viene chiamato ap- punto Tenebrismo, in relazione al- One: ACHIGIANA teed Gain mos ‘Seite ls comer mie ———noenfo cAM _ ‘aise areca Eres ae rome neweses Tica, Waele Be Ge nemo roe nue ae wc eae cosine Age pou runoroere sewarsco ya unexsrN {iateah tse) soa ase ran Asani meme tome puis, ee Davo KRacauee ors memada! nkxnizanl Into: yr chigionait-057 2200 comunso unsnscn—_GSPPE TONNE oceecponeread eer) Vomonima corrente figurativa ma anche ai contenuti profondi di un’ spirazione che non arretra di fronte alle manifestazioni pitt oscure del- Yanimo e del destino umano. Una prima pausa di riflessione nel- Vattivita creativa ha termine nel 1981, quando il vercellese decide ef- fettivamente di abbandonare una carriera concertistica di successo per dedicarsi completamente alla composizione, oltre che alla ricerca musicologia ¢ all'insegnamento (a soli ventiquattro anni aveva ottent- to la cattedra di chitarra al Liceo musicale di Vercelli, e in quello stes- so 1981 stava pasando al Conserva- torio di Alessandria). Gli anni Ottan- ta sono quasi interamente dedicati all'impresa dei sessanta Studi di virluosité e di trascendenza, pub- blicati in cinque serie nell’arco di sette anni, che costituiscono una delle opere pill significative del suo catalogo nonché della letteratura di- dattica contemporanea per chitarra: secondo Gianni Nuti, essi costitui- scono una «sintesi matura dei lavori precedenti, propulsiva e foriera di quelli successivi ». Ogni studio reca, un sottotitolo: « Omaggio a...», dedi: cato a un ampio scenario di compo- sitori e artisti, che rivela molto ov- viamente sulle predilezioni estetiche di Gilardino, il quale in questo modo cerca di «esprimere » la sua «perc zione della loro arte ». Quanto al ti- tolo della raccolta, esso allude al- Yauspicio che gli Studi possano es- sere utili alla formazione di uno strumentista capace «di portare la virtuosita al grado dell'annullamen to disé, cio’ alla trascendenza », mi rando all‘obbiettivo della formazio- ne di un chitarrista che facia dire alluditorio, come osservava Proust, che egli «suonava cosi bene che nessuno se ne accorgeva pit: era una finestra aperta sulla musica >. Con una pionieristica iniziativa Cri- stiano Porqueddu ha inciso integra le degli Studi in cinque co, tra il 2004 e il 2007: gli spartani credits del cofanetto e delle singole copertine, che riportano come date generali di registrazione T'ntervallo tra 13 gi ‘gno 2012 e 30 marzo 2015, potrebbe ro far pensare a una nuova incisio- ne, ma in realtA un ascolto attento ri- vela che si tratta di una ristampa della vecchia registrazione e quindi di una svista delle note di copertina. Liassorbente sforzo creativo di dar forma alla raccolta degli Studi la- scid spazio in quel periodo a poche altre composizioni, ma significative: si trattainfatti delle prime due Sona- te di Gilardino, anche queste nella forma dell Omaggio, rispettivamente ai pittori Antonio Fontanesi e Ra ‘mén Nadal. Quello delle Sonate & un altro ricco filone dellispirazione di Gilardino, che diede frutti partico- larmente ricchi negli anni Duemila: ‘ma nel frattempo, dopo aver comin: iato ad esplorare in maniera perso nale la forma delle Variazioni (1989- 1991), intervene un nuovo periodo i silenzio compositivo, in cui Gilar dino raccolse le energie peril diffic- le compito di confrontare la chitarra con altri strumenti e con Forchestra. La pausa di riflessione sfocia col 1996 nella composizione del primo concerto per chitarra e orchestra, Lecons de Ténebres, opera fonda: mentale nel catalogo del vercellese: prima di un filone che ha raggiunto ad oggi il numero di sedici partiture, per il quale mi permetto di rimanda- re al capitolo su Gilardino scritto per la Guida alla Musica da concer- to di Zecchini Bditore. La nuova im- presa catalizza ovviamente la mag- gior parte delle forze del composito: re per qualche anno, ma Gilardino ritorna a scrivere per chitarra sola nel 2000 (con Winterzeit), e tutti gli anni seguenti vedono la nascita di opere significative del repertorio, dal Colloquio con Andrés Segovia alla Sonatine des fleurs et des oi- seaur alla Sonata Mediterranea, omaggio a Castelnuovo-Tedesco. (Ormai il inguaggio del compositore si @ precisato: secondo lo stesso autore, esso ruota su due poli, «I dioma diatonico modale » oppure «I'approccio cromatico, atonale », rivelando sempre un'impronta per- sonale, che dimostra di avere assi milato in maniera autonoma i suoi riferimenti, tra i quali lo stesso auto- re cita la Generazione dell'Ottanta, Prokofiev, Bartok, de Falla; ma l'o- pera di Gilardino per altri aspetti pud ricordare Federico Mompou, oppure Arvo Part. L'itinerario com- positivo del vercellese nondimeno rivela alcune traicttorie assoluta: mente originali: la ricerca sul tim- bro; il recupero delle connotazioni modali ¢ delle melodie areaiche, in particolare del canto gregoriano; e inoltre l'emergere in primo piano di aspetti oscuri, selvaggi, primordiali poco battuti dalla vasta letteratura chitarristiea che potremmo definire “«impressionista ». Se molti brani appaiono qui in pri ma registrazione assoluta, per alcu- ni di questi lavori maturi esiste or- mai una ceria tradizione interpreta- tiva: ad esempio nel caso della So- nata Mediterranea, di cui abbiamo gi notato come I'interpretazione di Giulio Tampalini (susica 182) diver- ga marcatamente da quella succes- siva di Alberto Mesirca (wusica 235), irruente e brillante la prima, pitt morbida e meditativa la secon- da, Porqueddu si pone su una linea interpretativa ancora differente, che potremmo definire « oggettiva »: la «Ninna Nanna» (secondo movi. mento) appare dilatata quanto quel- la di Tampalini, ma meno abbon- dante di sfumature, e meno onirica rispetto alla visione di Mesirca; i «Pini sul mare» del movimenio conclusive appaiono mossi da un vento assai meno impetuoso di quello evocato dal collega bresci no, pur raggiungendo un potente climacr nel finale. Nella porzione pitt recente del cata- Jogo del compositore si fa notare il ritorno alla letteratura didattica, con i 20 Studi facili ei Sette prelu- di. | primi sono in effetti rivolti a una figura di studente pid vicino ai primi anni di studio, diverso quindi dal destinatario ideale degli Studi di virtuosita e di trascendenza: ne- sli Studi facili Gilardino mira a rea- lizzare una «simbiosi tra le compo- nenti tecnico-strumentali e la so- stanza musicale », adottando in ge- nere un linguaggio pid immediato e meno ruvido rispetto ad altre sue opere; ogni studio possiede un tito- Jo che, alla maniera castelnuoviana, ne evoca il contenuto. La serie ha avuto di recente un seguito nei Do- dicé Studi britianti non inclusi qui in quanto pubblicati te ai limiti temporali dell’integrale, nel giugno 2014; e in effetti la proli- fica vena di Gilardino rendera pre- sto necessario un upgrade di questa iniziativa, che potrebbe utilmente comprendere anche l'unica compo- sizione per chitarra sola qui eselu- sa, per ragioni peraltro intuibili e condivisibili: la sonata Winter Ta- es, composta nel 2008 per chitarra eptacorde russa. Ma intanto godia- moci l'eccellente realizzazione so- nora di questo lungo itinerario com- positivo, illuminato da fondamentali e puntuali annotazioni dell’autore (Soltanto in inglese). Roberto Brusotti

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