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NOTE A ENNEADI, I
174
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19
21< I manoscritti.
portano il ti tolo nepl E'a-ywyijs (li suicdio): Porfirio, Vila, 4, CI li
il ti tolo nepl E'-yovE'a-yw-yijso(11suicidio razionale).
mE I'enunciazione di un oracolo caldaico: cfr. Psello, Expositio in oracula cbaldau
col. 1125 c-do
ENNEADE II
II 9,7,22-23
181
IMMARIO DI ENNEADI, II
cose - 14. La materia privazione? - 15. La materia non
limitato - 16. La materia dei mondo intelligibile un essere
(25) Il potenziale
n limite n
e I'attuale
qualit
1 (40) Il mondo
1. Perch il cosmo non ha n principio n fine? - 2. L'eternit dei cosmo
individuale o specifica? - 3. L'universo non ha nuUa fuori di s - 4. L'essere
senza inizio garantisce I'eternit deI cosmo - 5. Se il cielo nella sua totalit
eterno 10 sono anche gli astri - 6. li corpo dei cielo contiene soltanto fuoco7. li fuoco dei cielo brilla ma non arde - 8. I corpi celesti non hanno bisogno
di alimenti
( J 7) La mescolanza totale
I. La vera mescolanza deve rendere omogeneo il tutto - 2. Non Ia materia
come tale che si oppone aUa mescolanza - 3. Di che cosa consiste il corpo?
(J
piccoli
3 (52) L'influenza
degli astri
1. Gli astri annunciano gli eventi ma non li producono -2. Come potrebbero
gli astri renderei saggi o ignoranti? - 3. Gli astri gioiscono dei beni chc
posseggono -4. Di due pianeti che si guardano, come pu uno gioire, e I'altro
rattristarsi? - 5. Tutti i pianeti sono utili all'universo - 6. L'universo ha una
causa prima e un principio che si estende a tutto -7. Tutto pieno di segni
- 8. L'universo eterno perch dipende daI suo signore - 9. E' soggetto ai
destino chi privo deU'anima superiore? - ID. Ogni corpo ha, nell'universo,
Ia funzione di parte - 11. Le nostre disposizioni diventano cattive quando
restano in noi - 12. Importanza degli influssi esterni - 13. Tutti gli esseri
collaborano alia vita universale-14. Ogni evento ha Ia sua causa determinante -15. L'anima, in quanto ha lasua propria natura, causalit-16. L'anima
congiunge gli antecedenti ai conseguenti - 17. L'Intelligenza d le ragioni
seminali all'Anima deU'universo-18. I mali sono necessari ali'universo
4 (12) La materia
1. Qual Ia natura della materia intesa come soggetto? - 2. La materia i:
indefinita e informe - 3. L' anima I'indefinito rispetto all'Intelligenza -4. C'
qualcosa in comune nelle idee - 5. La materia intelligibile - 6. La materia
come ricettacolo dei corpi - 7. Gli atomi non sono Ia mate ria - 8. La matria
non pu essere un composto - 9. La quantit forma - ID. Come si pu
pensare Ia materia senza qualit? - 11. La materia sempre in movimento
verso Ia forma - 12. La materia
un reale soggetto bench invisibile c
inesteso? - 13. La natura deUa materia consiste nell' esse r diversa dalle altrc
.nsibile
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11I (40) IL MONDO
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attivo e veloce, perch non pua rimanere quaggi, cosi
rra non <pu rimanere> in alto; e non si creda che -clfuoco>,
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dllv deve fer~ars~ [15] e stabilitosi nella sua propria dirnora,
II h,i, come gli altri elementi, di fermarsi nelle due direzioni.
I I in alto non potrebbe, perch <1'alto> non c' e pi; muoversi
II 11 n e sua natura.
Gli rimane di essere docile nel seguire
I' 11111 naturale <che riceve> dall'anima e di muoversi, per vivere
, / )()f nella bella regione dell'anma, Se nasce il timore che esso
t" I i .uriamoci: il movimento circolare dell' anima, infatti, previeI ,ti I, 1 caduta e dominandolo 10 sostiene. E poich non c' ~ in esso
li' 1111 ulso verso il basso, esso rimane <lass senza tendere alla
I "I1P sta. Le parti del nostro <corpo>, che sono ordinate in una
I II
J cifica:-, non co~servano [25] Ia loro struttura organica ed
1111 I"s gno di altre parti per conservarsi; ma poich dal cielo nulla
11. vi", esso non ha bisogno di nutrirsi. Se di lass si staccasse e si
111
deI fuoco, bisognerebbe che un altro fuoco si accendesse: se
I. I 111, contenesse in s un altro elemento e questo se ne staccasse,
I 1I r bb~ che un altro fosse al posto di quello. Ma in questo
caso,
I 111 umversale [30] non resterebbe pi identico.
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1\ ( na poi chiedersi anche riguardo l' acqua se [45] l' acqua non
I qualora non contenga una parte di terra, E come si potr dire che
pnrtecipa della terra se essa e fluida? E riguardo al fuoco ci
1.1 .1 , .rno se esso abbia bisogno della terra e non abbia di per s n
'li I I nza n tridimensionalit.
Ed avrebbe solidit, non certo perch
Ir nelle tre dimensioni, ma per Ia resistenza che esso possiede in
\I 11I10/50] e corpo fisico? Ma soltanto alla terra appartiene
Ia durez L. compattezza dell'oro che
acqua, gli appartiene non per
huua deUa terra, ma per Ia sua densit e solidit. E perch il fuoco
" ,
per Ia presenza dell'anima non sarebbe cOSIconsistente per
1/'"11' di questa? Tra i demoni ci sono esseri viventi di puro fuoco.
1"111meremo cOSI[55] il principio che ogni essere animato trae Ia sua
, '11117.ne da tutti gli elementi?
I h I to 10si potr dire degli animali terrestri, ma elevare Ia terra sino
,,10 contrario alla natura e agli ordini posti da lei; non e credibile
11, rpi terrestri girino secondo il movimento circo1are pi rapido:
11-I be un ostacolo allo sp1endore e alla 1uce del fuoco celeste. [60]
,I.
e necessario
sicch Ia
11I posta al centro come un ponte, solida base per coloro che vi
1IIIIIinanosopra; [5] e gli animali che sono su di lei traggono necessaI 111111 da essa una solidit consimile. La terra possiede in proprio Ia
unuuit, ma e illuminata dal fuoco e si unisce all'acqua per non
" i; tuttavia, l'aridit non impedirebbe alle parti di unirsi tra loro:
1II P i rende 1eggera Ia sua massa". [10] La terra, tuttavia, non si
I Illa al fuoco celeste per formare gli astri; poich ciascun elemento
1II I mondo, il fuoco gode di qualche propriet della terra come Ia
II 1li qualcuna del fuoco, insomma ciascun elemento di ciascun altro:
I I,111('11\0
per per goderne non e fatto di due cose, cio di se stesso e
I 1/" 11 di cui partecipa, ma, [15] per il collegamento universa1e, pu
, ," li re in s, pur rimanendo ci che e, non un altro elemento, bensl
11' 11. propriet, come ad esempio non l' aria stessa, ma Ia fluidit
1\' ti i I o 10 splendore del fuoco: e questo mesco1amento gli d ogni
1 11 t r > dell' altro elemento, dando coslluogo a una coppia che non
IllIpli emente terra e fuoco, bensl <fuoco con> Ia solidit e Ia
11111'
IIt zza della terra.
I '11\ sta <Platone> [20] stesso quando dice: Dio accese una luce
I
ndo cerchio dopo Ia terra22, intendendo il sole che.egli chiam a
IIIIV l'astro pi brillante e pi fulgido", impedendoci cOSIdi credere
Ii
) consista d'altro oltre che di fuoco: esso per non di nessuna
I 1\ d" specie di fuoco [25] ricordate altrove, ma e 1uce differente,
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abbiamo detto che il movimento d~gli astri annuncia, i si~nti che accadranno, ma che non II produce, come e Opl:
IIIII( lti; e il nostro trattato ne ha addotto alcune prov
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I I uparlarne pi esattamente [5] e diff~samente,:erc
eu.~lt;o I
1IIII'IIrtanza pensare su tale argomento m un mo o o ne
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I, he i pianeti movendosi producono non solo Ia poverta e .~
1,I,Ia salutee Ia malattia, ma anchela brutte~za el~ bellez~a e, CIO
,111 vIII
i vizi e le virt ele azioni [10] che in ogm <?ccasl~)l~ene
~1I1111l(),
~ome se <i pianeti> fossero irrita ti contro gli uommr p~~
11 e li in cui questi non ha~~o al.c~n torto, appunt.o .perc e
I I I I ,11 loro a quelle disposizioni in cut SI~rova.no. E quelli -h da1no
e ,h
noi chiamiamo beni non perche ammo coloro c e ~ e~
1111, ma perch essi sono bene o ~al~ disposti secondo le reglon~
I I lor occupate e le loro intenzioni varl.ano a sec<?n?a ch~ e.ssl
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alcuni <pianeti> sono cattivi ed altri buoni; c e p~ro que I
1'1111 (I ui cattivi ci accordano
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11 h no
I uardano o no, come se essi non fossero m se que o c e so
1111111,1 sero a seconda che si guardano o no. Se g~.argano U? certo
I I I, l'inlusso e buono, se ne guardano
u~ altro, 1in usso SImuta.
I
in modo differente secondo Iaspetto da loro assunIIII( ano
. , di
d
lIa di
1111111/25] l'azione combina ta di tu~tl. e. Ivers~ <, a que
111111 I come Ia combinazion~
?i ~iquldl differenti da luogo a un
11,I"lhv rso da qudli mescolati insierne.
.
1
I III I
d altre opinioni come queste converr esaminare smgo arIlle
E nverr incominciare cosi.
17
IIl1n
P~d~
e"
1I
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,I
111111 i
208
PLOTIN
, NNEADI, 11 3, 23
209
Iri in movimento: [10] anche degli astri freddi gli effetti sono gli stessi.
ome essi potrebbero
farei saggi o ~gnoranti, grammatiei,
retori,
11 risti o altrimenti artisti, ricchi o poveri? E come produrrebbero
tutt~
'li HIi <accadimenti>
che non sono causati dal mescolamento
dei
"1 pi? Come, ad esempio, potrebbero darei q~d fratello, [15] .qu~ padre,
'li t figlio,
quella donna, procurarei
quer successi, farei diventare
11li go ore?
.
S sono animati ed agiscono volontariamente,
che cosa hanno
ti rto da noi, perch vogliano.farei?el
m~e~ ~al. momen~~.che S~~?
uuui in luogo divino e sono essr stessi essen divini? Non c em essi ClO
" I nde malvagi gli uomini [20] n a loro consegue bene o mal e alcuno
I \ 11 ne e dal male che per caso ei accada.
210
211
I NNEADI, II 3, 4-5
gioire,
e l' altro
I '"1.111
r
212
213
, 111.11
3. 56
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214
PLOII
Ot,
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215
I I, " " 67
uanti <sono i gradi> della Ioro ascesa e c?e com pia ciascuno
I.
. h
. ntino sulle dita per conoscere il
I \I ~estmo, quasi c efesslu prima di quello; [15J si nega cosl
ell I ire e non possano arn
a
1"
le1 ere il potere di governare e si d tutt~ ag I astn, cOde S non
un 010 da cui tutto dipende, che ad ogni essd~re,secdon o a sua
di
. n ere il suo fine e di fare, accor o con esso,
''I'. t:I:t~~a If:!~n~ si distrugge cosl e si .dis~~nohce ~ant:~d:
"eI l, [20J il qualeha una causa prima eun pnncipro c e si es
I1 seri.
1111 ( pieno
di segni]
..
r KIiastri soltanto indicano
g I'I evenn . f u t ur i , s.'e come
il fu s' dettohe
'1'1'::a ~:d:~~i;~~~lis~~~a~~~ ~~::ec~~:~nilr~:~no~d~inet?uf~f~tti,
. . e non fossero m un certo or me.
.: 11:'':~d~~~~~~h:l~ii astri sia?o co~e [5J Iettere. c.he si scri~ano
1 ielo o meglio gi scntte e movennsi, le quali pur
I,:",:dtan~~'~~r~ fu~zione abbiano .anche ~a facolt di Jignificae
111li
VI~~~~:
un
r~:il;e~~es~h~
.
(' 'I
216
PLOTIN
217
NflADI, II 3, 8-9
11.'universo
e eterno percb
Anche l' anima si muove a compiere l' opera ~ua - essa infat~i produce
poich ha Ia parte di principio <del ~o~.ento>
-; e sia che ~s~
'1.1( da direttamente
o venga turbata, Ia GIUStlZla segue ~utte le ~zlont
111
sa compie nel mondo perch <l'universo>, no~ dev esser distrut,,' F so sussiste in eterno [5J perch r~tto dall o~dme e dalla potenza
I I 110sovrano. Gli astri che sono parti, e non piccole, dd. cld~ con
I l"lruno coll'universo e servono magnificamen.te. da segm; essr an111111
i.no tutto cio che accade nel mondo sensibile, ma ~roducono
,li II\tO quegli eventi che manifestamente producono. NOI, da par:e
" 1111, com piamo quelle azioni [lOJ che sono nat':lr~l,men~e p.roprt~
, li' mima, finch non erriamo in mezzo alla molteplicit d~ untve~so,
f
rriamo, trovamo U castigo nell' errore stesso ,~nd catnvo d~stm~
f (I arrende.
Ricchezza e povert derivano .da? mc.ontro \ortulto di
f nimenti estemi. Ma Ia virt e Uvizio? ~a virtu d~rlv~ dali elemento
II murio dell'anima e Uvizio dai rapporn [15J dell anima con le cose
. Ma di cio s' parlato altrove".
'11111,
218
219
NNEADI. II 3. 911
ClIJ
O>, appartiene
S
cosi, bisogna ammettere che gli astri annuncino, ma non
I,"It!lIcano affatto tutte queste cose colloro essere intero, bensl solo gli
jI! Iti passivi dell' universo e con cio che di essi rimane, <tolta l' anima>.
1 .1 na inoltre ammettere che l'anima, prima di giungere alia nascita,
IIlti on s qualcosa: [5J non verrebbe, infatti, in un corpo se non
in s grande disposizione a parire. Bisogna ammettere, poi, che
.1 una volta entrata <nel corpo> sia sottomessa alia fortuna, poich
I 1111 entrata corrisponde al movimento <dell'universo>, Bisogna
11111\ uere che anche tale movimento con labori <col mondo> e com pia
I,! i che l'universo deve effettuare, daI momento che ogni corpo ha
I
o Ia funzione di parte. [IOJ
/1,1' nostre disposizioni diuentano cattiue quando restano in noi]
1\1 gna poi pensare che cio che c viene dagli astri non e pi, in quelli
111 10 ricevono, tale qual era nel partirsi da essi. Cosl, ad esempio, il
."" ()di quaggi oscuro, Ia disposizione ali' amicizia diventa debole in
III11 li eve [5J e non produce un'amicizia completamente bella; un
I. plll
,n chi non si trova nel giusto mezzo, dal quale si genera il
220
PWTINO
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VOU TT6PpoLa TTavolJpylav Kal yp l'l TTavolJpyla E6n VOUs [lO/
dvaL T\JXELV o EcplETaL OU S\JV~EVOS. rlvETaL ouv KaK EKaUT(I
rortcv EV l'l~v EKEL OU TOirrwv VTWV ETTEl Kal T EX.e6VTa, Kal TOI
OUK EKlva vrn, OU ~vn 0iJ8 rcrc ota f}6E O'(,)~aO'L ~L yv~EV(J
Kal vU Kal lOLS.
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111}
221
.11 11 qualcosa di onesto, crea Ia brama di atti onesti solo nell' appa . ti .110 intelligenza emana Ia scaltrezza che vorrebbe [10] eguagliare
111 nza, ma non pua arrivarvi. Tutte queste -cdisposizioni> diutive quando sono in noi, mentre lass non sono tali; e non
non sono pi quelle che erano, una volta arrivate <quaggi>,
111111 no rimangono tali quali erano appena giunte, poich subito
I 01 no col corpo,
con Ia materia e tra loro.
11111
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1'1 uone" prima <di parlare> delIa rivoluzione deI fuso ammette
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NI(ADI, II 3,14-15
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228
111,11
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PLOTINO
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232
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KaL
e indefinita
e informe]
0',
uuuo dobbiamo dire che non ovunque e da disprezzare l'inde[uella realt che, concepita in s come priva di forma, pua
I 111 realt superiori ad essa ed eccellenti. T ale e I' anima rispetto
11
234
PLOTINO
111,114, }4
235
IIt nza e alla ragione, dalIe quali informata [5} diventa un essere
I' I migliore. Negli intelligibili ci sono dei composti,
ma ben
I l.t ti corpi; infatti anche le ragioni
<seminali> sono com poste e
I 1111 attivit rendono composta Ia natura, quand'essa agisce per
11111 <le cose>. Ed essa e ancor pi <composta>,
poich <agisce>
111 I C
e deriva da altre cose.
uuu ria degli esseri generati, poi, riceve forme sempre nuove,
11 111111a degli esseri eterni rimane sempre identica a s.
I I, II r Ia materia sensibile e proprio l'inverso.
Qui ci sono tutte le
111111
dopo l'altra, ed una sola in ogni istante. Nulla in essa sussiste,
I l'una scaccia laltra: perci essa non e mai identica a se stessa.
I IIIV e sono
tutte insieme, n <Ia materia>
ha nulla in cui
1111111.
i, poich gi possiede tutte le forme.
1.11 non e mai priva di forma, [15} come non e mai rale nemmeno
II ibile, per in altro modo. Ma che <Ia materia intelligibile> sia
I ., icnerata ci sar manifesto, dopo che avremo compreso cio che
1111
/1
til
ompletamente
e assolutamente
indivisibile; ma in un certo
.livisibile. E ~e le parti sono separate le une dalIe altre, Ia
.11 Ia separazione sono affezioni della materia: essa infatti e
111viene divisa. E se pur essendo rnultiplo, esso e indivisibile,
I uioheplicit nell'unit e nell'unit come in una materia ed e Ia
,I, \I' unit: Ia sua unit e concepibile solo come varia e pluriforme 74
hlllqu~ senza forma prima di essere varia; se tu col pensiero gli
I ,llv rsit, le forme, le ragioni e gli oggetti dei pensiero, rimane
, 1III
I di informe e [20) di indefinito: nulla c' pi di cio chev'era
I m essa.
236
PLOTIN)
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II
237
111,114,5
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238
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EXOLd, dv'rK11 Kat oxl~a EXELV' WcrTE ETL ~ov 8O'EP'rOS EOT(II
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111,114,78
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I
243
111.114.8-10
I I
I 'flllllltit
e forma]
"111,1
I I quuntit che s' ac~osta alla materia non Ia estende forse maggiorI I 11I grandezza? Niente affatto: infatti Ia materia non e costretta
I , IIIl piccolo spazio; cio che d [15J Ia grandezza che prima non
I .I, l anche Ia qualit che prima non era.
Ir ame si pua pensare Ia materia senza qualit?J
'1111 dc:vo dunque
, 1111
PLOTIN"
244
111,I\~,
245
10-11
I 11.1 matria
!i
e sempre
1.& che ~tro, oltre alla grandezza e alie qualit, c' bisogno per Ia
IIIIIZI ne di un corpo?
I bisogno di un soggetto che le riceva.
\ IIlIqu.ee U? volume e, se volume, e anche una grandezza: perch
1\1
privo di grandezza non avrebbe luogo ove riceverle". Se fosse
1\ di estensione,
[5] ache servirebbe dai momento che non contriII I n alla forma n alla qualit, e nemmeno alia dimensione e alia
I' 11 i( ne, che dalla rnateria, ovunque sia, sembrano giungere ai
II'IR? In g~nerale, come ci sono realmente azioni, produzioni, durate
uuwrrnentt che non hanno nessun substrato rnateriale, [10] cOSI
,,!,me e necessario che i corpi primi abbiano una matria: ma
I \11I di essi e quell'insieme
che e in quanto trae Ia sua costituzione
I 11I m colanza di parecchie forme; sicch tale materia ines tesa e una
",11 vuota".
nzitutto <rispondiarno> non e necessario che ogni ricettacolo sia
11 " lume, [15] ameno che Ia grandezza non gli sia gi presente: infatti
11,11 l'anma, c~e tutto riceve, tutto possiede insieme; se Ia grandezza
I, un suo ac.cld.ente, essa possederebbe
ogni cosa nella grandezza.
\ I Ia rnatena nceve de forme> nelia estensione poich e capace di
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111dice cosi, forse di tutte le cose non fa delle qualit [15J e delle
11thizioni? Cosi anche Ia quantit sarebbe una qualit, ed anche Ia
111I. Se qualcosa e qualificato, dev'esserci una qualit. Ma e
.Iu dire qualifica to un essere che e diverso dalla qualit e non ha
I11 e esso e qualificato perch e altro <dal qualifica to>, e se e
111I in s, esso non e qualificato, poich nemmeno Ia qualit e
1111ara; se e altro semplicemente, non [20J per s e altro ma per
h I 1 I, come per l'identit identico. Neanche Ia privazione una
111 o un qualificato, ma l'assenza di qualit o di altro, come il
I III
<assenza> di rumore o di qualsiasi altra qualit: infatti Ia
lime una negazione mentre il qualitativo consiste in una afferI"" . La propriet delIa materia e negazione della forma, poich
111.11
ha n una qualit e nemmeno una forma; [25 J perci e assurdo
I 'til ilificata per il fatto che non e qualificata; come se si dicesse che
li 1 h e inestesa, ha perci stesso un'estensione. La propriet
I. 11Iueria non e cosa diversa daI suo essere; non consiste in un
110110,ma in un rapporto con altre cose, doe nell'essere diversa da
1 Ele altre cose non sono soltanto altre, ma hanno ciascuna [30J
11"1" ia forma; ma della materia si dice soltanto che essa e altro, o
1111.
iltre cose, affmch essa non sia determinata col singolare, ma se
1111
It hi l'indeterminazione coI plurale.
e
e
11./ materia
e priuazionesP]
I .11 oria" per Ia quale materia e privazione sono una cosa riguardo
1111trato, ma due nella nozione, deve insegnarci come si deve
1 I f pire l'una e l'altra nozione e come definire Ia materia [5J senza
111"Iirlenulla della privazione e viceversa. Infatti o nessuna delle due
1,1 il concetto dell'altra, oppure 10 implicano reciprocamente
I, due, oppure una soltanto implica l'altra. Se ogni nozione e
I I 1 dall'altra
e non Ia esige, materia e privazione sono due cose
I ,flOJ anche se Ia privazione un predicato della materia. Allora
1I1H1
delle due deve entrare nella defmizione <dell' altra>, nemmeno
I 1111
ilmente. Ese <sono traloro> comeil naso camuso e il camuso?',
I un I delle due
doppia ed e due cose. Se sono tra Ioro come il fuoco
I lore, ove il calore e nel fuoco, ma il fuoco non e implica to nel calore,
111 ria [15J e privazione, come il fuoco e caldo, cio Ia privazione e
" I, ua forma, ma il substrato, che e necessariamente Ia materia, e
I o, Neppure in questo caso, <mate ria e privazione> sono una cosa
I' r e Ia teoria per Ia quale materia e privazione sono una cosa
11111 al substrato, ma due nella nozione, vuoI dire che privazione
1\ If.loifica presenza, ma assenza di qual cosa e che Ia privazione e
111ln negazione; [20J se si dice non e, Ia negazione non aggiunge
"m.1I 4.1415
253
11,,11.,ma afferma solo che una cosa non e; allora Ia privazione equivale
1I li li essere. Se essa non e in quanto non e!' essere, ma altra cosa, le
zioni sono ancora distinte: quelia <di materia> si riferisce al
quelia di privazione si riferisce al rapporto del soggetto con
.11I cose. [25] Oppure -cil concetto> di materia e relativo alle altre
quello di substrato e esso pure relativo alle altre cose, e aliora -cil
'111 tto> di privazione, qualora designi 1'indeterminazione
della ma11.1, enza dubbio si riferisce alla materia; se non che riabbiamo
in
111 I l'unit riguardo al substrato e Ia duplicit delie nozioni.
Ma se Ia privazione, per Ia sua indeterminatezza, Ia sua infinit e Ia
11 I nqualifieazione
e identiea alla materia, come possono esser due
I 111 t nozioni?
111
1\
111, Irato,
e n limite
n limitato]
Bi ogna dunque rieercare ancora in che modo 1'infinit e l'indeterzza, qualora si trovino accidentalmente <nella materia> come in
1111 natura diversa, siano accidenti e se Ia privazione sia un accidente
\, lia materia>. Se ogni numero e ogni proporzione sono fuori dell'in111111 ) - infatti essi sono limite e ordine e [5] le altre cose ricevono da essi
I1 \11I ordinamento; e cio che ordina queste cose non e cio che e
111 .mato, ma e illimite, Ia deterrninazone,
Ia proporzione, poieh cio
til
ordinato e diverso da cio che ordina - e necessario che cio che e
'I I [mato e determinato
sia l'infnito. Sono ordinate Ia materia e tutte le
" r he pur non essendo Ia materia ne compiono Ia funzione perch
111 cipano di essa: [10] necessariamente
dunque Ia mate ria 1'infinito
I
, ma non e infinita per accidente o perch 1'infinito le appartenga
I I ntalmente.
Anzitutto, cio che e determinazione di una cosa deve essere un
.11I etto; ma 1'infinito non e un concetto. E poi di quale essere 1'infinito
I
be determinazione?
dellimite o del limirato; [15] ma Ia materia
uon e n limite, n limitato. Ancora: l'infinito unendosi allimitato, ne
11 Irugger Ia natura. Dunque l'infinito non
un accidente delia
I ria, ma Ia materia stessa, Anche negli intelligibili Ia materia e
l'rllimitato, generato dal1'infmit dell'Uno o dalla sua potenza o dalia
11
ternit; [20] ma questo infinito non e nell'Uno, ma e creato da esso,
unque <l'infinito> e nel mondo sensibile e in quelio intelligibile?
1, poieh duplice e l'infinito.
come si distinguono? Come il modello e Ia sua immagine.
L'infinito di quaggi t meno infinito? No, di pi: perch pi
111'immagine e lontana dal vero essere, pi essa e infinita. Infatti c' e pi
u.liniro in cio che e meno limita to; [25] e cio che e meno vicino al bene
piu vieino al male. E quindi e maggiormente immagine 1'infinito
1111 lIigibile, e meno 1'infinito inferiore, il quale, pi s' allontanato
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idice che qualcosa in atto o in potenza; si dice anche che c' atto
seri. Bisogna dunque cercare che cosa sia potenziale e attuale.
I in atto e identico all'atto, e cio che e atto e anche in atto? [5]
1'llIlre ognuno dei due diverso e non e necessario chel'essere in atto
, diverso dalI'atto?
(11
il potenziale si trovi negli esseri sensibili
chiaro; bisogna
I Ire se esso sia anche negli esse ri intelligibili; ora, in questi non c'
utualit; se ci fosse in essi un potenziale, questo rimarrebbe
111rm ente soltanto potenziale e se anche fosse eterno, non passereb11111
alI'atto poich in essi nulla si effettua nel tempo", [10]
nzitutto diciamo cos' l'essere in potenza; ora, il termine potenI non va preso in senso assoluto, perch non si pu essere in
,I. Il/.Udi nulla. Cosi, il bronzo e Ia statua in potenza'P'; se da esso e in
fi 11\111a
si formasse, se nulla dovesse formarsi con cio che esso era e
111,11 tesse diventare qualcosa, esso sarebbe [15] soltanto cio che era.
M, i che esso e esisteva gi e non appartiene al futuro: che cosa
Ir Io potrebbe diventare oltre il suo essere presente?
IIlInque <il bronzo> non e in potenza. Pertanto si deve dire
I Il/.i le quelI'essere che e gi altro da s, dal momento che un altro
I Ir pu venire dopo di esso, sia che quello permanga
rale dopo aver
,,,11111il secondo, sia che distrugga se stesso offrendosi alI'essere
'1' lI/i rle; [20] difatti il bronzo che e statua in potenza e diversamente
,. II"ale rispetto alI'acqua che e rame in potenza e all' aria che e fuoco
',1\1 nza.
11potenziale cosi concepito si chiam a anche potenza in rapporto
I 1'1 che verr, come il bronzo e potenza delIa statua? Se si
11 pi cela potenza come attivit produttiva, allora no: [25] infatti, Ia
I 111I intesa come attivit produttiva non si potrebbe dire in potenza.
111"11nziale si concepisce in relazione non solo alI'essere in atto, ma
, I, ,11'mo, l' essere potenziale sarebbe anchela potenza. Ma e rneglio
I 1'111hiaro riferire l'essere in potenza all'essere in atto, e Ia potenza
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<un complemento> del fuoco. Ma non si
he l'igneit e Ia sostanza <del fuoco> el' analogo rispetto
(J J
,. l'i neit del fuoco visibile
pur sempre il calore che
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tanza deI fuoco> e cosl e della bianchezza riguardo alla
11111111\1 le stesse cose, quando completano <Ia sostanza>, non
.'_Hlilllill I .quando non Ia completano, sono qualit; ma e assurdo dire
1""
no le stesse negli esseri che esse cornpletano e in quelli
IIIUI letano, [40] perch Ia loro natura resta Ia stessa.
I
bisogna dire> che le ragioni <seminali> che producono
o tanziali> sono tutte sostanziali, ma che quelle qualit
, I"I
ggono negli esse ri intelligibili una certa quiddit, mentre
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11 ibili sono sernplici qualit. Perc noi ci inganniamo
II I1 11 do alla quiddit d'un essere; mentre Ia ricerchiamo ce ne
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qualit <sensibile> differisce da quel1a del mondo intellidue infatti sono atti.
., : che Ia qualit <sensibile> non rivela Ia quiddit <d'una
() Ia differenza del substrato o il suo carattere proprio, ma
(I he noi chiamiamo qualit e che nel mondo intelligibile [lOJ
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110.
e illuminata]
I lunque <tre ipostasi e> non di pi; n si ammettano negli intelligi'1" lIe inutili invenzioni che essi non accettano, ma una sola
11 nza, identica, sempre 10 stessa, fermissima e imitatrice di suo
II 11 r quanto pu. La nostra anima ha una parte che e sempre [5]
ti
li intelligibili, un'altra che e presso le cose <sensibili>, un'altra
II r le due; essa e una natura unica con parecchie potenze, che ora
I' oglie tutta in quelIa parte che e Ia parte migliore di lei e dell' essere,
lu lia parte inferiore precipitando trascina con s Ia parte media:
"
11 n e permesso [10] che I'anima sia trascinata tutt'intera.
I t111 sta sventura le accade, poich non e rimasta nella bellissima
I IIV e rimasta l' Anima che non e parte <di noi> e di cui noi non
111 piu una parte: quest' Anima dona ai corpo deI T utto cio che esso
ti, vere da lei, eppure essa rimane immobile senza bisogno d' agire,
290
wv
291
NI AI I. II 9. 2-4
PLOTIN"
cio che e
di lei, con meravigliosa potenza. E pi essa s'affisa nella
1111 mplazione, pi e bella e possente; a cio che e dopo di lei essa d
"I
h riceve dall'alto ed illumina perch e sempre illuminata.
11
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e sempre
Ia luce,
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[55] dall'errore tanto difgli uomini; in segui to, essi hanno preso da loro molte cose, vi
1111 ) farto delle aggiunte poco convenienti con 10 scopo di contradI , unrnettendo <nell'intelligibile
generazioni e corruzioni d'ogni
"'I, biasimando questo universo, considerando una colpa [60] l'unione
li' mima col corpo, criticando Colui che governa il nostro mondo,
I nuficando il Demiurgo alI'anima ed attribuendo ad esso le stesse
toni che attribuiscono alle anime particolari.
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303
304
305
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I
I nsare che c' posto anche per altri presso Dio, n bisogna
10 noi nel suo seguito e, volando a Lui come in sogno, privarsi
,.11 civ entare, per quanto e possibile a un' anima umana, simile aDio.
1111111>
10 pu fino a quando l'Intelligenza Ia conduce: sorpassare
li. nza significa cader fuori di essa.
,I \I mini insensati si lasciano persuadere quando odono ad un
11.1 mili parole: Tu sarai superiore a tutti, non solo agli uomini, ma
111 II-lli dei. [55J Grande e Ia presunzione degli uomini, fossero
II I1I pprirna umili, modesti e semplici, quando odono: Tu sei figlio
I
li altri, che tu ammiravi, non 10sono, nemmeno <gli astri> che
I
hanno onorato; tu, senza fare alcuna fatica, sei superiore alio
.,li 10. Gli altri intanto applaudono. [60J Avviene come se un
1111'1
he non sa contare in mezzo a gente che ne sa quanto lui, sentisse
li.
alto mille cubiti!"; non crederebbe allora davvero di essere
11 I ubiti? Sentendo che gli altri sono cinque cubiti, immaginerebbe
111111
ro mille solo come un numero molto grande.
,
Dio provvede a voi, perch trascurerebbe [65J Ia totalit dei
,'lId ) nel quale voi siete? Se questo avviene perch Egli non ha tempo
I, uurdare ad esso, nemmeno dovrebbe guardare in basso <fuori di
I
'li.
1,.
t"
306
PLOTINI'
I ADI, II 9,10-11
te ;li Gnostici
307
non sanno cbi
e il vero Demiurgo]
tIii esamini molti altri punti e anche tutti, avr abbondante materia
mostrare, dettagliatamente, in che consista Ia loro dottrina'?". Ma io
1110 un certo ritegno di fronte ad alcuni nostri amici, che, essendosi
1,,111 uti in questa dottrina prima di diventare nostri amici, [5] persistono
li non so perch. Eppure essi non hanno alcuna incertezza ne1voler
npparire vera Ia loro dottrina con argomenti persuasivi; e credono
I .a sia vera e perci dicono quello che dicono. E poich nulla pi
, Irbbe convincere
quelli, non a costoro, ma ai miei discepoli io
"lHO il mio discorso, affinch [10] <i miei discepoli> non si lascino
'"1 rtare, non da11edimostrazioni da quelli apportate - ce ne sono
, f 1-, ma da11eloro vanterie; bisognerebbe
scrivere diversamente, se
"I . se confutare coloro che os ano criticare le parole degli antichi
urini divini, cosi belle e cOSIconformi al veto. [15] Bisogna dunque
, 1.11' da parte simile esame: chi abbia compres o do che abbiamo detto
, '" potr comprendere anche tutto il resto. Si deve pertanto concluI f c [uesta discussione, dopo aver additato un punto che sorpassa tutti
1I ,li ti in assurdit, se si deve parlare qui di assurdit.
, si dicono che l' anima e una certa Sofia hanno piegato verso il
fi,
ia che [20] l' anima abbia piegato per prima, sia che Ia Sofia sia
II I I" causa di tale inclinazione, sia che l'una sia identica a11'altra;
I 1111 ) poi che le altre anime siano discese insieme e che, membri di
,'L" ubbiano assunto un corpo, ad esempio quello umano, mentre
I lI, he e Ia ragione dell'inclinazione
del1e altre [25] non sia discesa
11 li
non inclini, ma illumini soltanto le tenebre: da questa <illumina"li
sarebbe nata un'immagine
de11a materia. lmmaginano inoltre
I u.unagine
de1l'immagine che attraversi do che chiamano materia o
II rinlit o altra cosa; essi infatti adoperano
ora l'uno ora l' altro
I ""11 e di rnolti altri nomi si servono [30] per rendere oscuro illoro
11 lt ro; fanno sorgere
cosll'essere da loro chiamato Demiurgo e
II III che Egli si allontani da11amadre e che da Lui proceda il mondo
'''' ,11' ultimo riflesso de1 riflesso: e cosi chi scrisse queste cose ha modo
1,1' irnare aspramente.
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e l'anima
uera]
308
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310
311
PLOTI
"111
"I
e buono]
Chi biasima Ia natura del mondo non sa ci che fa, n sin dove arriva
I, sua audcia. Questo avviene perch essi ignorano l' ordine regolare
,Irlle cose, dalIe prime alie seconde alle terze e cosl via sino alle ultime,
312
PLOII
av
313
111111he non bisogna biasimare [5] degli esseri perch sono
I prtmi, ma accettare
benevolmente
Ia natura di tutti gli esseri
I,. \lI imi e lasciando da parte Ia tragedia degli eventi terribili
11.111111loro opinione avvengono nelle sfere del mondo, che a
I .1t 111 ogni cosa gradita. Che hanno esse di terribile per
I 1\ 1101 coloro che ignorano le ragioni e non sono istruiti nella
1I ,I ci ntifica ed armonica -cdelle cose>?
I1I i loro corpi sono di fuoco, non si devono per spaventare,
111I Iuoco e proporzionato
all'universo
e alIa terra; bisogna
I 11111I.iderare le loro anime, per le quali anche i nostri avversari
.. ,,,,,,.,,111di ivervalore. Eppure i corpi stessi-cdelle sfere> sono distinti
I 10I Ila e [15] bellezza,
agiscono insieme e con Iaborano coi
.r"""",vlll nururali che non potrebbero
prodursi se non ci fossero le
I 11111, completano I'universo, di cui sono parti importanti.
Se
,"111 vulgono pi degli altri animali, tanto pi valgono i corpi
I ,Ir
non sono nell'universo
per esserne tiranni, [20] ma per
I 11"
rdine e regolarit.
, 11I pensare che gli avvenimenti che si fanno derivare da questi
1,1 1111 soltanto segni degli accadimenti futuri e che e differenze
I 1Iprovengono
dai casi - perch non e possibile che i medesimi
11\I 111 i giungano a ciascuno -, dalle circostanze della nascita, dalIa
I uz, dei diversi luoghi e [25] dalIa disposizione
delle anime.
tn 110bisogna esigere che tutti gli esseri si ano buoni, n <convieI . ,li h cio e impossibile, abbandonarsi
alIe accuse quaIora si esiga
,ti
s nsibili non differiscano
in nulla dalIe intelligibili; bisogna
I I h il male non e che affievolimento
della saggezza e diminuzio'I I iva e continua del bene; [30] sarebbe come dire che Ia natura
I11 II P rch non e anima sensibile, e cattiva Ia sensazione perch non
"11 .Altrimenti
essi saranno costretti ad ammettere dei mali anche
""11 li 1 intelligibile;
infatti l' Anima e inferiore alI'Intelligenza
e
111 nza a un altro principio.
I
I1
I
ItJf.:f.ezza
e superiore
alie
praticbe
magiche]
314
PLOTI
l1
il
l1
l1
il
315
'I"
il
l1
I,
11.1
degli Gnostici
e inferiore
a qaella di Epicuro]
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316
PLOTI
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317
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318
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SE:KaL TO dval KaL TO 1lcj>p6vws EtvaL. Ts yp OTWTHayp I
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TO 1lcj>alVIlEVOV v TlS do-rpoi EtOS KaL rrppoev 00011'
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lI.
I1 I,tli.
320
11
PLOII
321
I 11 esse
<vengono> di lass; per loro mezzo ammiriamo
11 11 I della Bellezza intelligibile senza fermarci a queste bellezze
I I 111 I da queste risaliamo alla Bellezza intelligibile, ma non le
11110"1.
Se esse hanno anche Ia bellezza interiore, bisogna
11 I r he l'interiore corrisponde all' esteriore; se sono interiormenI
1'"0
, I IlI0nel46 rimproverare
"'."1''1,
322
PI. II
[40] 'f)MTTooeeu.
Mf)1TOTE" ~ oUSE- EOTlV VTWS Tl Kav 81'
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lOTl TOi) lvoov. Ol &f: M)'~VOl Kaot. Tdv80v aloxpol JsEi)
TO Uw KOS"'X01.K1lV. EL 8l TlS q,f}OEl WpaKVeu KaoVs 61
VTas, aloxpoVs
st: rdvov, otllaL [45] IlEV airrov Ilr, wpa 1
' dolJ' dveu VOtJ.t(E:lV TOVs KaoVs' L ' pa TO alo 1
airrolS 1TlIcTT)Tov dVaL lCals TTJv q,ow oUal' 1To>-M )'p li
T Iew\laTa tval ~lV Els rOS". T41 ~ 1TaVTl Ka(} VII
fll1T6BlOV ~v tval Ka4! Kal Tdvoov; Knl Ilr,v ots Ilr, Tb T 1
[50] 1TfBwK:fv I; pxt)s r, q,OW, TOTOlS TX' dv OVK fS LI'
TlOS" )'VOl TO, WoTE"Kal </>aOlSlv8lXEOSaL )'EVOSaL, T41 BE: 11111
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1111
1,11' .
terno,
326
NOTE A ENNEAIlI
111
11 01 molti editori
11" olo l'ultimo
1
2
338 b 13.
, Cfr, Platone, Timeo, 33 B 2-4; Aristotele, li cielo, A 9, 279 a 23-28.
Cfr. Platone, Timeo, 92 e 2-6; Aristotele, IA generazione e Ia corruzione, B 11, I
b8-9.
.
Anassagora,
Cfr. Platone,
19 Cfr, Platone,
20 Cfr, Platone,
"efr. Platone,
"efr. Platone,
"efr. Platone,
efr. Platone,
" Cfr. Platone,
26 Cfr. Platone,
27 Cfr. Platone,
17
18
2.
28
327
INNI'ADI.1l
t:.
10,389 a 7-9.
112
in continuazione
deI capo 12. AlIa fine del capo 5 viene
periodo (<<
... come prove per analogia?).
11 WP 11543.
" l'lunne, Timeo, 41 A 8.
I! , IIII/'adi, I 8, 12.
I! l'I~,one, Repubblica, 616 e 4.
., 1'1~lOn , Timeo, 69 e 5 - D 3.
" 1'1uone, Repubblica, 617 E 3.
" 1'1 , n , Teeteto, 176 A 8 - B 1; Fedone, 67 B, C.
" 1'1 rene, Timeo, 47 E 5.
" I'llIon .Simposio, 202 D 13.
I 1'1 rone, Repubblica, 411 B-C.
" Ali, tele, Fisica B 2,194 b 3; Metafisica, e 8,1049 b 25-26.
I, 1'1 rone, Fedro, 246 e 1-2.
I, .11111, rr. B 11.
" l'Luone, Pedro, 246 E 6.
I, I'hllon .Fedone, 65 AIO.
" 1'1011
one, Repubblica, 617 D- E; 620 D- E.
I, l'l.uone, Fedro, 248 A 2.
I. " rorele, Uanima, A 1,403 a 11.
" I nneadi, I 1.
" 1'1uone, Fedro, 246 e 1-2; cfr. Enneadi, 11 3, 13.
I, I'h"one, Timeo, 43 e3.
I, I'lurone, Repubblica, 342 B 3.
I, 1'1",one, Timeo, 53 A.
,1110, Ir. B 10.
I"
discorso, ragiona~ento,
formale, forma razionale,
uunale (Harder, Formkraft; Armstrong, rational forming principie; Ferwer",llwS'';lIsefJ e denota, in Plotino, quel principio subordinato che, discendendo
1IIII/iona come arto dell'anima e come collegamento dell'intelligibile e dei
,,"11 ndo cosl possibile Ia costituzione dell'universo. Cfr. F. Turlot, Le lagos
r\,udes philosophiques
(1985),517 -528.
, l'l.llone, Fedone, 109 e 2; SVF 1105.
, 1'1.11ne, Timeo, 92 e 7.
113
Cfr. Enneadi, III
1,5.
Empirico, Contra i matematia, 5, 14.
,. Sesto Empirico, Contra i matematici, 5, 15.
'7
'8 Sesto
40
11 brano che va da qui (<<Lafaccia oscura della luna ..) sino alIa fine dei CIII'
, nneadi, 114,5.
, nneadi, V 9, 3-4.
Ati , tele, Metafisica, t:. 28, 1024 b 8-9.
I. 1'1 rone, Repubblica, 508 B 1-3.
li "li ri: cfr. Enneadi, 11 4, 1.
I, A""otele, Fisica, r 2, 201 b 19-28.
I. Ali I tele,FisicaA7,I90b20.
11 , tele, Il cielo, r 8, 306 b 17.
\ I 11479.
I'llInn .Simposio,
I nnradi, 117,2.
II/I/I'od,; V 3, 3.
11,
115
Cfr. Aristotele, Categorie, 10,73 a 30-31.
100 Cfr, Aristotele,
Pisica, r 1,201 a 30.
101
Aristotele, Metafisica, H 4,1044 b 7; li cielo, A 3, 269 b 29-31; 270"
102 Cfr. Platone,
Timeo, 52 B 7.
10} Cfr. Platone,
Fedro, 245 e 9.
104 Cfr. Platone,
Sofista, 256 D 5-6.
101 efr. Platone,
Repubblica, 382 A 4; Sofista, 254 D 1.
ce.
116
106
107
101
109
110
111
112
Cfr. Enneadi, V 2, 2.
11}
11.
III39.
111
116
117
117
111
fr. A 64.
175 D 6.
'1
1I
329
NI AI 1,11
328
I nneadi, II 9, 4 .
I 8, 1.
1''' 11m, Epistola IIl.
ft I'I"tone, Teeteto, 176 B.
I, linneadi, II 9, 3.
I, I'llItone, Fedro, 251 A 2-3.
ft I'lu ne, Fedone, 65 AIO.
ft I'lIlIone, Leggi, 715 E 8 - 716 A 1.
ft I'lmone, Timeo, 36 D 9 - E 1.
I, l'lutone, Fedro, 247 A 7; Timeo, 29 E 1-2.
10 l'lutone, Simposio, 211 e 4-8.
ft l'lntone, Repubblica, 509 A 6.
I , ti 1110,fr. B 92.
ft Plntone, Timeo, 43 B 7 - e 1.
ft "IGtone, Pedro, 246 B 6.
10 l'latone, Fedone, 68 C 1.
I I "'I/Icad,;
ENNEADE III
v6~os.
Nulla sfugge all'ordine scritto nella
iegge dell'universo, L'ordine non
nasce dai disordine, n ia legge
dall'illegalit,
ill2,4,25-27
II
333
lIudite e I'anima dell'universo -4. Ogni anima genera il suo Eros secondo
I 01 natura - 5. Eros non e il mondo sensibile - 6. L'anima pura genera iI
1111
Ero -7. Eros e aspirazione perenne - 8. Afrodite e I'anima di Zeus I I'or s e iI complesso delle ragioni che sono nell'Intelligenza
II
, I'lmpassibilit
1. Ogni evento accade per una causa -2. Le cause sono molte e di varu I
- 3. La teoria degli atomisti e assurda - 4. Tutte le nostre azioni, 111'
cattive, derivano da noi - 5. Contro le teorie astrologiche - 6. I mo\ li'
astrali hanno un puro valore analogico - 7. Contro il monismo stoirn
necessario ricorrere ali' anima come autodeterminantesi - 9. Soltamo I
pura determina se stessa - 10. Le azioni migliori vengono da noi
11
2 (47) La provvidenza,
I
I,
'I
~II
1I
libro primo
3 (48) La provvidenza,
libro secondo
"
I
I
4 (15)
n demone
che ci
e toccato
li
"
5 (50) Eros
1. Che cos' I'amore? - 2. Due sono le Afroditi: Ia terrena e Ia lI'l,
Jj~
untura, Ia contemplazione
e l'Uno
.11
in sorte
n destino
1 (3)
iderazioni varie
I 1111
-lligenza, dali a quale derivano le cose divise, rimane indivisa - 2.
1111"0lelle scienze - 3. L' anima non e nel corpo, ma il corpo nell' anima
111110e prima dei Tutto e non e iI Tutto - 5. Rispetto all'lntelligenza
'li' , c materia - 6. L'io dell'uomo e immagine dell'lo superiore - 7. II
," I 111
di l dei movimento e della quiete - 8. Soltanto I'essere non
, " w sempre in atto - 9.11 Primo non si riporta ad altro, ma tutto alui
334
335
III 1 (3) ITEPI EIMAPMENH~
DF TINO
III
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336
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T1pTTaaEv, 8' ou; KaL TWV ~olwv E:K TOU TTEPlXOVTOS ~ 61
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EpyWV; KaL Tp6TTOl 81) KaL T&r, 8l4>opa KaL Txal E:TTLT 11 ,
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3. llillaol
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111'
337
1,2,)
sono molte e di varie
specie]
,11 hi
.,,,,[1
e assurda]
33~
PU II
339
"1 111 I, )4
111
/I,
dIJ
noi]
I, 1\ un' anima unica trascorre per tutte le cose" e com pie tutto,
Il:ni essere, come sua parte, viene mosso come l'universo 10
I" 1 E se tutte le cause collegate insieme ne derivano, e necessario
111 d 'stino questa
continuit graduale e questo legame16? [5] E
I 111 i, in una
pianta che ha il suo principio nella rsdice, il quale
'" I1 di l attraverso tutte le sue parti, chiamassimo governo unico
, 11 u x nso, destino
della pianta quella Ioro reciproca correlazione
1I II
passivit.
uizitutto, tale assolutezza
della necessit [10] e di siffatto de.ll uugge il destino stesso e I'unione e Ia concatenazione
delle
. uando le nostre membra si muovono sotto il comando della
"
340
PI.ClI
341
111.1111,45
n ipale <dell'anima>, sarebbe assurdo dire che esse si muovonte - infatti cio che produce il movimento non diverso da
li/h
10 riceve ed utilizza l'impulso che ne deriva, ma cio che
1., arnba primo -; alIo stesso modo, se nell'universo cio che
I I che patisce fanno una cosa sola, se un essere non viene da
111' I
re differente secondo un nesso causaIe che faccia sempre
1 un altro, non
vero che tutti gli esseri avvengano secondo una
I (lI ma tutti saranno una cosa sola". E cosi noi non saremmo noi
1111' zione sarebbe nostra; non noi penseremmo, ma le nostre
'"1 irebbero i pensieri di un altro; non noi agiremmo, cosi come
'1111 j piedi che battono, ma noi che battiamo con essi. Perci
I ( I h ciascuno [25]
sia lui stesso, che le nostre azioni e i nostri
I 100 nostri, che le nostre azioni, buone o cattive, vengano da
1II gna attribuire alI'universo Ia produzione dei male".
1'1
1 1111
I'
11 11110
342
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SE: Te
01110
gli avvenimenti
[35]
considerandoli
I ti ognerebbe dire che anche gli uccelli e tutti gli altri esseri, cui
I '"11 p,1i indovini, siano autori delle cose che annunciano. Ma si
.111111giungere delle osservazioni ancor pi acute. Quelle cose che
1110
"li. , /40J avvengono, si dice, per opera degli astri che non solo le
,ma anche le producono. Ma quando parlano della nobilt
iullo>, in quanto discende da un tal padre e da tale madre,
I'" ono dire che <gli astri> producono quella nobilt che gi
\ II i uoi genitori prima ancora che apparisse quella costellazio/ ri ndo la quale essi predicono? E poi, dicono di conoscere la
I -nitori dall'oroscopo dei figli, da quello dei padri predicono
li' I(' Ia sorte futura dei figli che non sono ancora nati, da quello
II \1 110 la morte del fratello, da quello di una donna la sorte del
\ " nversarnente. [50] Come la posizione degli astri produrrebbe
11, l lr-tti che essi fanno derivare dai parenti? Infatti, o le costellazio,li uuenati sono quelle che producono gli eventi, oppure, se esse
11'111 lucono, nemmeno quelle altre li produrranno.
E inoltre la
ti nli mza nei tratti ai genitori ci dimostra
che anche la bellezza
I, I" uttezza derivano dai genitori, non dal movimento degli astri.
I" I' i che in uno stesso tempo nascono insieme uomini e animal i
I'C .ie: e poich per loro la congiunzione degli astri e Ia stessa,
I" Iebbero essere tutti eguali. E se le figure <degli astri> sono
1I , orne mai nascono insieme uomini ed altri esseri?
I" 1.11\
,,1.\11
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(11
>
344
345
pU!
invece sempre sulla sfera celeste [l!].e non c~nsertessa posizione rispetto alla terra. Ne SIdeve dire che
, .1111 I. he ne guarda un altro e secondo Ia relativ~ ~osizione,
,'1m
o migliore; n che ci fa del ~e~e se e 10. buo~~
." ,d 1male se in contraria; piuttosto <SI dica> che gli astn SI
I"~ I 1.. onservazione dell'universo, [20] ma portano anche un
'I I!: guardando agli astri come foss~ro Ietter~, coloro ch~
I 'I ,I grarnmatica riconoscono l' avverure delie figure che e~sl
li! ti avano metodicamente
il significato secondo l' analogia;
111 s che un uccello che vola alto annuncia alte azioni.
II monismo stoico]
,I, ! msiderare Ia teoria che ammette un principio unico che
,.IIII! tta tutte le cose fra Ioro, conferisca a ciascuna il suo modo
,1,1 quale tutto sia compiuto me~iante le ragi~ni. semi~~lj2J.
I' uuone 5] e vicina a quelia chefa d1pender~ ogm d1spo~1Zl0ne
'111\ nto
nostro e dell'universo, dali'Amma dell'universo,
111 101 opinione
intenda fare una concessione e amI?~tt~ cio
,I, dipende da noi. Essa contiene ?~nque Ia nece~s1ta di tutte
, IIni onsideriamo tutte le cause di ciascun avverurnento, non
''''IUII l/O! che questonon abbia1uogo; infatti non c' pi nulla che
,I'I~nl 1\ Iaccia SI che avvenga diversamente, se tutte de c~use>
"'M"I!W'
11\ prese ne1 destino. Ma cOSIcome sono, in quanto der1van~
1'lIlIlpio unico, esse non ci concederanno .n~a s~ non di
I dove esse ci condurranno.
Le rappresentazioni de~1veranno
mtecedenti le tendenze [15] saranno conforrni alie rapInlli Ia nostra libert sar solo una paro1a; n, per il fatto che
."',il!Il{' uoi 'I'impulso, sar maggiore, poich anch'essa deriva d~
'I >. La 1ibert non e cosa nostta pi che non sia qu~~ deg1~
111 ,li dei neonati spinti dai loro ciechi istinti, o dei folli: infatti
I ,111 hanno le loro tendenze; e, [20] per Zeus, anche il fuoco ha
I, 1111 .nze, come pure tutte le cose che sono sogg~tte alia loro
e si muovono conformandosi ad essa. Tutti constatano
non 10 negano, ma poich cercano altre cause a questa
I
',11
n si ferman ad essa come a un principio.
"li'
346
PLOTIN(I
Ws apxfis
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Kal airr'ls, WaTTPTa aa, E-KaTTp~TWV, aW
TTp)TOUP'rOUclrtc
oiXTr)s. "Avu ~Ev ouv O"(Il~aTOS oooa KUpLWTTT} TE airr'lsb Kal [101
E-u9pa KaL KOO~LKftS alTLas EW' fvq9Laa
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Ta ~Ev TTOLlV8La TaDTa, Ta 8E KpaToooav aim1v TaDTa OTTlJf8l>, t
a'rELv. IlMLW 8E KpaTl [15] T) a~dvwv,
MTTW 8E T) Xtpwv. 'li
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KpaEL O"(Il~aT6s TL V8Looooa
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TpaVVOS' T) 8E KaL v TOLs aun>ts TOTOLS aVTaxv, T) a'raO~
n')v <pOOLV,KaL T].otwo"V aTa ~.ov TlT].OLwe", WaT Ta ~~II
[20] ETEp0LOOaL, TOLs 8E aU'YXwpilaaL ~f) ~ETa KKT)s.
9. 'Ava'rKala
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Kal. l TL fK ",s <pops aUVTLTaL. "Ornv ~EV [5] ovv a.OLw8Elo(l
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Kal. oTav aim1 rrnp' aTf\s XLPWV oooa OUK 6p6a1s TTavTaxou ou
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rf)v Op~f)V <paTov lvaL f<P' T)~Lv Kal. EKOOOLOV, Kal. TOUTO dvell
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TTMV1lV f a'rvoLas TTaeaOl)S Tl f)TTav fK [15] f3tas fTTL8u~LWV, 0'1
TTpo<J8oooaL d'rOOOL xnl EMOOOL KaL OUKTL EP'ra fOOLV lval
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10. Tos 8i) <PllaLV o 'ros rrdvrn ~EV 0"1l~atvO"8aL KO
'rlvO"8al a KaT' al Ttas ~EV rrdvru, 8LTTas 8E TaTas' Kal. Ta 11 I'
imo tjJuxils, Ta SE 8l' a.as al Ttas Tas KK4l. Ilpar-roccc
tjJuXas on TTpTTOOOl KaTa ~EV 'rov [5] TToLOooas 6p8ov TTal'
alrrwv TTpTTELV, OTaV TTpTTWO"lb, Ta S' a.a fflTTOl(Oflvas Te
alrrWV TTpTTELV, TTaXlV T ~.ov Tl TTpTTELV. "OaT TOU 11 I'
flf) <ppovLva.a alTLa lVaL' Kal. TaUTa laws 6p8ov Ka8' dflap~vqt'
I'
,I
347
1)1,11I1,810
I I orne un importante
principio che unisca ogni cosa, senza essere,
1"111delle altre cose, uscita da un seme, perch essa e una causa
11,101
t rminantesi. Quando l'anima e senza corpo, essa e del tutto
1111/1:\
di s, [10] libera efuori della causalit cosmica/"; quando e stata
\111I
tata in un corpo, essa non pi padrona di s completamente,
11" posta tra esseri diversi. Gli eventi fortuiti conducono nelloro
'01nnri i molteplici esseri in mezzo ai quali e caduta, sicch essa ora
I I 1 otto queste influenze, ora le domina e le conduce ove vuole.
I 111masuperiore comanda di pi, [15] que11a inferiore di meno.
1011t'ultima infatti obbedisce al temperamento fsico ed e costretta a
111rare, ad adirarsi, ad essere umile ne11apovert, orgogliosa nella
I 111-zza e tirannica nei poteri. Quella, che ha una natura buona, resiste
,111 t sse circostanze, modifica le cose piuttosto che essere modificata,
, I li
{20] ne muta alcune, altre ne tollera, ma senza peccare.
se
stessa]
348
PLOTINO
I A I, III 1, 10
349
350
351
m 2 (47)
(47) LA PROVVIDENZA I
11 I proouidenza uniuersale
1. To IJ.EV T<!>aTolJ.T41 Kal. TX1:l 8L86vaL TOU& TOU 'lTaVT
nlv oocv xul UOOTaOW Ws- a-oyov Kal. v8ps
OTE VOUV olh
atuer,uLv
KEKTT)IJ.VOU, 8fj6v TIOU KaL TIpO 6you Kal. TIO..OLKCI
1KavoL KaTa(3~-T')VTaL 8ELKVVTES TODTO [5] 6yOL" TO SE TlS b
Tp6TIOS TOU TaDTa ylvEUEl<U EKauTa Kal. TIETIOLfjUSaL, GJV KCll
VlWV Ws- OUK paii}s yLVOIJ.vwv TIOptlV TIEpL Tfjs TOU TIaVT
TIf>D~Ola,S UUIJ.~lVEL, Kal. TOlS IJ.EV "TIfj.8E1J.T')8EdvaL dTIElV, TI
SE WS U'l'lO KaKou 8T')IJ.LOupyou "UTL YE'YEVT')IJ.VOS,"muK!pauSal'
TIp<><nKEL[10] avwSEv xal " pxfis TOV 6yov .af3(>VTas. TIp6VOLQ\I
TOlVUV nlv IJ.EV "cp'ExuT41, f "UTL 6yOS TIpO EpyOU 8TIWS 8 I
YEVUSaL Tl IJ.TJYEVUSaL TL TWV ou &6VTWV
TIpaxEnlvaL Tl 8TIw\
TL ElT') TlIJ.TJ ElT') llJ.lV, cpduSw' ilv 8E TOU TIaVTOS -Y0IJ.EVTIp6VOLall
ElvaL, TaTT)v imoSIJ.EvOL T [15] "CPEfjSbUUV'l'lTWIJ.EV. El IJ.EV Obll
TI TLVOS xp6vou
TIPTEpoV OUK vrc TOV KOOIJ.OV "-Y0IJ.C\I
YE'YovVaL, nlv aUnlv av T<!> 6Y41 "TLSIJ.ESa,o'(av KaL "TII. TOl
KaT IJ.pas "-Y0IJ.EVdVaL, TIp06paUlV ru-o Kal. -OYLUIJ.OVSEOU,
Ws- av yVOLTO T6& TO TIV, xcl Ws- av apLUTa KaT TO 8UVaT(')IJ
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353
354
I
1)1.III 2. 2}
PLOTIN,I
pXOVT
355
v rso il male elo porta verso l'irr~zionalit, [35 J .e~sendo essa ~tessa
onale; per, l'Inte11igenza domina sulla necessita. Il mondo intelII.H e soltanto ragione e non potrebbe nascerne ,un altro c?e fosse
.Ir 111I1ragione; se nasce un' altra cosa, questa sara ne.cessa~lan;ente
., 1jure e non <pura> ragione; nemmeno sar Ia materia, pOI~h~ essa
"rlV I di ordine; sar dunq~e un mis~o ~~e d~e. ~ mondo SIr~solve
111111'1in materia [40J e ragione: ne e ongine 1Anima che ~resle~e ~
"" Io mescolamento,
Ia quale non si deve credere che SI affatichi
,I. h governa l'universo molto agevolmente con una certa presenza.
I I
li, 110e il migliore degli esseri corpo rei, ed accusare chi e ca,'lsa delIa
II
j tenza. Anzitutto, esso esiste necessariamente
e non deriva da un
1111
di riflessione, ma da un essere superiore che genera per natura u~
'I
simile a se stesso: e se anche fosse stato prodotto per un atto di
111, j ne, chi I'ha prodotto non avrebbe da vergognarsene; poic~ il
IIItIl
he egli ha prodotto e bello e sufficiente a se stesso, uruto a .se e a
1111I sue parti, grandi e piccole, in mod~ egualme~te conveniente.
, u in chi accusa il tutto guardando alle parn [lOJfa un accusa assurda,
d. 11'bisogna esaminare le parti in relazione al tu~to}O,-::per vedere>
1mvengono ed armonizzano con esso, ed e~ammare il tut~o senza
1111
rrsi ai piccoli dettagli. Non accusa certo il mondo colui ch~ ne
"" idera separatamente qualche parte; e come se qualc~no co?s~de~
. di un animale [15J intero soltanto un capello o un dito dei piedi
I r urando Ia totalit ddl'uomo
che e un spettacolo divino; o come! ~e
11..ciassero da parte, per Zeus, tutti gli altri viventi per guardare al pl~
1,1,Ito o, tralasciando tutta una specie, ad esempio quelIa umana, SI
I 1111se al centro solo T ersite.
. ,
.
ra, poich cio che e statofatto e il mondo nella sua totalit, [2~J ch~
I onsideri cosi, forse 10 sentir parlare in questo modo: Un DI0 rm
f 11to ed io che son venuto da LUP' sono perfetto poich comprendo
11111i viventi, basto a me stesso e non ho bisogno di nessuno, poich~
1'"0 in me tuttele piantee gli animali egliesseri tutti che nascono, molti
I. I r turbe di demoni [25J anime buone e uomini felici per virt, Non
,Ir uuo Ia terra e adorna di piante e di animali di ogni specie e non
,Ir IIntOil mare ha ricevuto Ia potenza vitale; anche l' aria, l' etere e U cielo
""11 tutti partecipi di vita, poich ivi son tutt~ le anime ~u~me. che
, 1111I0
Ia vita agli astri e alla sfera eterna [30J de~ cielo che, ad Iml.tazlone
I. ll'lntelligenza, gira saggiamente con moto clrc?lare ~e~p:e tnto.rn~
1111desimo centro, poich nulla essa cerca al di fuori di se. Tuttl gli
I i che sono in me aspirano al bene e ciascuno 10 raggiunge secondo
I 110potere. Da Lui dipendono tutto il cielo, Ia mia anima intera, gli dei
356
PLOTINO
!JsUx\ KaL 01. V IlpEO'lV [35] Il01S 9EO(, KaL T C4>a SE 1TVTa KO\
cpVT KaL L TL d!Jsuxov ooKE1 E1vaL E:V E:lloL KaL T IlE-V TOU Elvol
IlETXELV ooKE1 Ilvov, T SE TOU Cflv, T SE llov
E:V T
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T SE T)BT'I -rov fXEL, T SE rronv Cl~V. Ou yp
T toa 1TaLTElV &1 T01S I.U) tOOLS' oUSE -rp OOKT4l TO [401
~1TELV, 6cpeallt\> TOTO, OOKT4l SE do, TO ElvaL
OOKT4l KaL TO airrou fXELV.
re
I,
011101
357
I. uno nelle mie parti, [35] tutti gli animali, le piante e gli esseri
1'1"11 ntemente inanimati che sono in me. Di questi esseri, alcuni
I' II ipano soltanto dell' esistenza, altri della vita, altri hanno in pi Ia
11 1 ilit'2, altri hanno anche Ia ragione, altri Ia vita completa. Non
1.1 ., na richiedere da questi esseri diversi effetti eguali; al dito [40] non
I 1"1 chiedere di vedere, ma all' occhio; al dito si richiede qualche altra
I, io di essere dito e di compiere Ia sua funzione.
li
111111
~"V
359
I ADI, 11I 2, 45
PLOTIN
358
(,li
'"1 inclinano ora verso il meglio, ora verso il peggio. Forse non
111 I ricercare da dove derivi l'inclinazione
verso il peggio; nel
1""11ipio quest'inclinazione
debele, [40J poi aumenta nel suo proII
rende sempre maggiori e pi numerosi gli erro ri. E poi il corpo
111111<all'anima> e necessariamente ne deriva il desiderio; infine, un
,'hou
subitaneo errore che non sia subito represso spinge Ia volont
I III ma completa caduta". Ma Ia pena tien dietro; e non e ingiusto che
I IIIIIHI, [45J diventata cosi <cattiva> subisca le conseguenze del suo
I 11'1,n bisogna esigere Ia felicit per coloro che non hanno fatto nulla
I" 10 e degno di felicit. Soltanto i buoni sono felici: e perci gli dei
1111clici,
til
360
PLOTII
"
361
I 11.lI, poich [30] rispetto al bene ci sono degli esseri inferiori gli uni
11.11ri ed essi, pur avendo nel bene, da cui differiscono,la
causa della
111 I tenza, divengono cio che sono allontanandosi
<da lui.
I'
363
NNEADI, III 2, 78
e come
1',11 recipino dell' ordine o, altrimenti, come queste cose siano un male.
111 ogni essere vivente le parti superiori, il viso e Ia testa, sono le pi belle,
non sono tali le parti mediane e inferiori. Gli uomini sono nella
" ione media e inferiore <dei mondo>, in alto sono il cielo [5] e gli dei
, I, sso contiene; gli dei e il cielo che circonda il mondo formano Ia
IIlfRgior parte dei mondo, Ia terra sta al centro e non e che un astro
'1IIIIunque. Ci stupiamo che negli uomini ci sia l'ingiustizia poich
11111
I!
365
I NNEADI, III 2, 8
PLOTIN)
366
ov
367
,I nza fosse tutto e fosse sola, sarebbe come non fosse: di che sarebbe
III(atti provvidenza? Esisterebbe solo 1'essere divino, E questo esiste
cllvvero, ma esso si diffonde a un altro essere [5} non per distruggerlo,
111 I si avvicina, per esempio, all'uomo per conservargli il suo essere di
II mo, cio una vita secondo Ia legge della provvidenza, o meglio, una
, mdotta fedele a quanto Ia legge prescrive,
Essa prescrive che coloro che diventano buoni avranno una vita
1111 na, Ia quale sar loro riservata anche pi tardi e che i cattivi avranno
/10} il contrario, Coloro che son diventati cattivi e domandano che altri
.llmenticando se stessi li salvino, fanno voti impossibili; nemmeno gli
,I i possono trascurare Ia loro vita per regolare le nostre cose e nemme110 ai buoni che vivono una vita superiore
a ogni potenza umana [15}
, nviene assumere il governo <dei cattivi>; costoro poi non si sono mai
, urati di aver dei buoni governanti n di cercare per s chi li diriga, ma
Iirovano rabbia se sorge qualche uomo di buona indole; poich sarebbero
di pi i governanti buoni, se essi li prendessero come capi. [20}
<L'uomo> non e il migliore degli esseri viventi, ma occupa quel
Jl sto medio che ha scelto e nelluogo dove egli si trova Ia provvidenza
11 n 10 lascia perire; il genere umano,
sempre ricondotto all'alto da
diversi mezzi di cui si serve l'essere divino per far trionfare Ia virt, non
p rde Ia sua essenza razionale, [25} ma partecipa, anche se non del tutto,
di saggezza, d'intelligenza, d'arte e di giustizia, che gli uomini <eserciruno> tra loro - infatti quando fanno un torto a qualcuno credono di
igire giustamente e di trattarlo secondo il suo merito -; cos l'uomo e
una bella creatura, tanto bella quanto pu essere, ed e posto [30}
nell'universo in modo da avere una sorte migliore di tutti gli esseri che
vivono sulla terra, Nessuno che abbia senno potr rimproverare <alla
provvidenza> l' esistenza di altri animali inferiori che sono l' ornamento
della terra". E infatti sarebbe ridicolo lamentarsi perch essi mordono
HIiuomini, come se gli uomini dovessero vivere sempre nel sonno. E
necessario che anche questi <anirnali> [35} esistano: alcuni sono manifestamente utili, altri svelano per 10 pi col tempo Ia Ioro utilit,
poich nessuno e inutile n per s n agli uomini. Obiettare che fra essi
i sono molte fiere selvagge e ridicolo, daI momento che anche alcuni
uornini diventano bestie; e se esse non si fidano degli uomini, ma
diffidano e si difendono, [40} che c' da meravigliarsi?
K6VTES,
368
PLOTINO
369
111
Ijll
Il. [L'unioerso
pluralistico]
e doouto]
Se dunque
rlla materia,
370
PLOTIN
Tb
-:0
NI.AI 1.11I2,12-13
371
11I,,,
I "I
I'
372
PLOTINO
fi
373
e conforme
e tutti
gli esseri]
I. migliore riflessione, questa non avrebbe trovato da creare, oh meraI .lio!, se non ci che noi conosciamo; [5] ed anche nelle singole cose
) deriva eternamente dali'Intelligenza piuttosto che da un ordine
I
ogitato> dalla riflessione. In ognuno dei generi di cose che inces111\ mente divengono, non c' da accusarela Ragione creatrice, purch
, 11uno non pensi che esse dovrebbero essere come gli esse ri imrnobili ed
I I ni che sono nel mondo intelligibile o in quello sensibile, [10]
, \1 I dendo cosi un' aggiunta di bene e giudicando insufficiente Ia forma
,\11,1 a ciascun essere; per esempio <si criticher> perch non <siano
I1I
date> le coma a un qualche animale, poich non si pensa che e
IlIlp ssibile che Ia ragione si estenda
a tutto, che U pi grande deve
, "11 Ienere Upi piccolo, che Ututto deve contenere le parti, le quali non
I'" no essere eguali, se no, [15] non sarebbero parti. Nel mondo
11111 lligibile ogni essere e tutti gli esseri, quaggi ogni cosa non e tutte
I ose. Anche l'uomo singolo in quanto e una parte <del mondo> non
I III 10. Ma se in alcune parti c' e un essere che non sia una parte, anche
111111 parti sono delle totalit. Non si deve richiedere all'essere parti, ,,\ Ire in quanto tale di raggiungere in perfezione Ia vetta della virt;
li umenti [20] non sarebbe una parte.
C rtamente l'universo non lesina per gelosia nell'adornare le sue
I' 1I I i per aumentarne Upregio: difatti esso fa pi bello UT utto, se le parti
""11 rneglio adornate. E queste parti diventano tali in quanto si fanno
IlIII\i al Tutto e possono irnitarlo e conformarsi alui, affmch ci sia,
111 h . nella regione degli uomini, [25] qualcosa che brilli, come gli astri
I iclo divino; di qui noi 10 contempliamo come una grande e bella
I .11111'0 animata e prodotta dali' arte di Efesto; sullasua frontesplendono
1,11 , altre sul suo petto [30] ed ovunque occorrer che esse siano
"li, ate a risplendere.
111
15. T ~V
PLOTINO
374
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KpaTl, >..>..11'aplx9T!, LVa OTW, llov SE:
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KaT' airrov Kal [15J aUVTaTT61lEva lTl TfI rEvaEl 11'VTWS OTWS.
Tls ow 'fi TOl) 11'OIlOUTOl) Kl1PKTOU v (t{x>LS Kal v vepW11'OLS
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11:conforme alia natura che tutti gli esseri non siano eguali]
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393
I NNIIADI, III 3, 45
.1
e proouidenza,
in basso
e destino]
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II
394
PLOTIN
I NNEADI, 1113, 5
395
si
si
1.,1 ma per cosi dire il canto unico dell'animale
che e Ia sua vita e il.suo
, mportamento. Infatti gli organi sono diversi ed hanno una funzione
-lrv rsa; in un modo agiscono i piedi, in un altro gli occhi, in un modo
I, rugione, in un altro l'intelligenza. [15]
.
i tutte le cose si forma un'unit, ed una e Ia provvidenza; se
,ominciamo dalle cose inferiori essa e destino, in alto essa e solo
I'lovvidenza. Nel mondo intelligibile tutto e o Ragione o sopra Ia
II.'Hione, cio Intelligenza ed Anima pura; e tut~o ci? che dis~en?e d~
I, li, cio quanto e nell' Anima pura e quanto di ll viene negli animali,
provvidenza. [20] La Ragione discende dividendosi in parti non
, "",li, e perci nemmeno produce cose eguali, e cosi avviene in ciascun
uurnale. Seguono poi le azioni degli esseri, le quali sono conformi a
I'lOvvidenza, quando si agisce in modo caro agli dei; perch Ia ~egge
I lia provvidenza e cara agli dei. Questi atti dunque le sono legati [25]
1111I non sono compiuti dalla provvidenza,
ma sono opera o degli uomini
'I di altri esseri, animati o inanimati; e quanto di bene ne deriva viene
H c lto dalla provvidenza,
in modo che ovunque trionfi Ia virt e si
, onvertano coloro che hanno errato e si correggano le colpe. AlIo stesso
iuodo [30] ne1 corpo di un animale Ia salute e stata data dalla provvi.1 nza, e quando sopraggiunge qualche feri ta od altro accidente, tosto
I , ragione <seminale> che governa <qud corpo> connette e unisce e
, elsl guarisce e rimette in buono stato Ia parte malata.
.
.
Perci i mali sono conseguenze, e conseguenze necessane; ed essi
.11 rivano da noi quando, senza essere costretti dalla provvidenza, [35]
, ungiungiamo da noi stessi le nostre azioni alle opere della provvidenza
, i quelle che derivano
da essa, ma non siamo capaci di accordare
'li ieme le nostre azioni secondo Ia volont della provvidenza
ed agiam o
ondo il nostro volere o secondo quello di un' altra parte delI'univerli, o non operando
secondo Ia provvidenza o accogliendo in noi [40]
qualche passione.
Infatti un oggetto non appare il medesimo a tutti, ma ad uno appare
111 un modo, ad un altro in un altro: per esempio Ia bellezza di Elena
nmmosse in un certo modo Paride, ma Idomeneo non ne prova Ia
11 sa impressione":
diverse sono le impressioni che prova l'intempermre che ne incontra un altro, di un uomo bello che incontri un suo
unile, di un uomo belIo e saggio di fronte [45] a un altro bello e saggio
II di fronte a un intemperante,
o di un intemperante di fronte a un uomo
'Hgio e belIo. L'azione compiuta dall'intemperante
non e n opera
.lrlla provvidenza n e secondo provvidenza; anche I' azione delI'uomo
11 gio non e compiuta
dalla provvidenza, ma da lui stesso, per e
I I mforme alIa provvidenza
poich si accorda con Ia ragione; nello stesso
modo [50] chi segue le pratiche dell'igiene, agisce egli stesso, ma
396
PLOTINO
NNF.ADI, III 3, 56
397
I"
398
PLOTINO
7. Kal ri
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NEADI,
399
11I3, 67
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/ L'uniuerso
e costituito
401
400
III 4 (15) ITEPI Tal'
11 (I ,) IL DEMONE CHE CI
E TOCCATO
IN SORTE 72
I'
I{:anima deve /uggire lass per non diuentare una potenza inferiore]
I. parole: L'anima in generale si prende cura dell'inanimato si
tlrl i cono soprattutto all' Anima universale; le altre anime agiscono in
11 Io modo. Essa gira per tutto il cielo sotto forme diverse secondo i
11I1I.hin,cio sotto Ia forma di anima sensitiva, d'anima razionale o
!'llIIima vegetativa. [5] La parte che in essa predomina com pie Ia sua
1'lIlpria funzione, ma [e altre sono inattive, perch rimangono fuori. E
, I nell'uomo le parti inferiori non dominano, ma sono in lui; nemme,\1111mina sempre Ia parte superiore, poich anche le altre occupano un
I" I accanto ad essa. Infatti anche l'uomo e un essere sensitivo ed
111
h'egli possiede degli organi di senso; e da molti punti di vista e come
1111
pianta; difatti egli ha un corpo che cresce [10] e che genera: e cosi
'111-le funzioni agiscono insieme, ma solo per quella superiore Ia forma
,,1.lle e uomo. Uscendo dal corpo <l'anima> diventa quella funzione
111i sviluppata di pi. Perci bisogna fuggire Iass", affinch non ci
40~
PI,(lIl
403
in una potenza sensitiva mediante l'assoggettamento alle
n ibili, o in una potenza vegetativa con l'assoggettamento
I ,t c suali [15] e ai piaceri della gola", ma in un essere intelli,,, uu'Intelligenza, in un dio.
111 I1t he hanno conservato
Ia loro umanit ridiventano uomini";
111 uno vissuti soltanto
secondo il senso diventano animali", Se
" ' uggiunta l'animosit, diventano bestie feroci; Ia differenza
I' I I lt determina Ia differenza degli animali<in cui rinascono>;
" li 'e aggiunto
[20] il desiderio e il piacere, diventano animali
,I rngordi'". Se oltre alIe stesse tendenze hanno una sensibilit
, ",,1,,1 ,IIv ntano piante; infatti alIora agisce o sola o preponderante
Ia
ctutiva e cosi gli uomini finiscono col diventare plante". Gli
1,1111musica, rimas ti nel resto puri, [25] diventano uccelli canori;
1111
i irasformano i re che sono vissuti irrazionalmente, ma non
I III altri viziB2; gli astronomi
che senza intelligenza osservano
II I1 d -10 si mutano
in uccelli che volano in luoghi alti". Colui che
I 1111 11 Ia virt civile rimane
uomo o se l'ha praticata poco diventa
I 111\ ti /30] socievole, come l'ape o altro similev",
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111,11I4,3-5
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tesso verso Ia quale egli e condotto e dopo quella ne pone
li. I cosi via sino al mondo superiore.
111 f 11\ i l'anima e molte, anzi tutte le cose, sia le superi<;>ri~~e le
11/
e Ia guida
/11 demone
morale dell'anima]
406
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409
411
/55] o dal suo stesso movimento, con cui egli si comporta
ondo il suo modo di fare. E cosi, ne1le medesime condizioI 111111 n si muove n vuole n agisce alio stesso modo. PC!ruomini
1111, n ircostanze diverse o eguali, i risultati sono diversi; per altri
.l 111 nti sono gli stessi, anche se sono diverse le circostanze: [60J
II III j illoro destino.
412
413
1.
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II
li
li
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(SO) EROS
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414
PLOTINO
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1 1>1.11I5. 1-2
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dell'unioerso]
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e un'essenza
,I, li' ssenza degli esseri, [5 J Ia quale contempla con forza Ia Essenza
418
PLOTINO
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-rn
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li gli ottiene Ia sua esistenza dalla visione~ Da E~os trae.~ suo nom~
1'..,1 ne corrispondente,
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I/iros
e aspirazione
perenne]
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425
111,1115.7
l'ipostasi di Eros. Ragione venuta in ci [1OJ che non radesiderio vago ed esistenza oscura, essa produce un essere
'I" d 11 ,insufficiente a se stesso e bisognoso, perch nato da un
11I, I i indeterminato e da una sufficiente ragione. <Eros>
perci
I .~ (1)
ma non pura, che ha in s un desiderio vago, irrazionale e
." '1IIh ; questo <desiderio> non sar mai soddisfatto finch [15J
I I' 1 avr in s Ia natura dell'indeterminato.
I lei dipende dall'anima avendo in essa il suo principio, ed e un
I 111 di ragione che non e rimasta in se stessa, ma s' mescolata
11111'\
1 rminato; per non Ia ragione stessa s' mescolata a quello, ma
, I 11e- proviene
da essa. Eros e come l' assillo!" che non possiede nulla
"1 pcr natura e, bench riceva qualcosa, subito ne ritorna privo; egli
'li 1'''
saziarsi poich non ha Ia necessaria mescolanza; pu saziarsi
1 "'1 .nre soltanto chi ha gi Ia pienezza nella sua natura. Egli invece
I hlcra sempre, per Ia sua immanente indigenza, ed appena si e
..1,11 Cattosubito rimane privo; anche Ia sua mancanza di risorse deriva
1.111 lia indigenza!", [25J mentre Ia capacit di ricercare gli viene dal1a
1'11111 <che e in lui>. E necessario dunque che anche gli altri demoni
111m tali e che di tali e1ementi <siano composti>,
( )gni demone, l dove e stato posto, e capace di procurare il suo bene
,1/ lera questo bene e perci e affine ad Eros; come questo, esso non
111.11 azio, ma aspira a qualcosa di particolare [JOJ come ad un bene;
I" I / I anche i buoni di questo mondo posseggono un Eros che li avvia
,I \\11 bene vero e assoluto!" poich non hanno un Eros particolare. Gli
ono posti sotto altri demoni, ciascuno singolarmente sotto un
"111
ne diverso, lasciando inattivo 1'Eros universale che possedevano
ndo secondo il demone [35J che hanno scelto!" in conformit del1a
II1 dell'anima pi attiva in loro. Coloro che desiderano il male per
111 li dei cattivi desideri sopraggiunti inceppano qualsiasi Eros che
1'1111[100 in s, nonch Ia retta ragione, che e innata, mediante le cattive
"l'lllioni sopraggiunte. [40J
L'amore, se naturale e innato, e bello; 1'amore di un'anima inferiore
rneriore per dignit e potenza, gli altri invece sono superiori; per
uuri si devono considerare essenze; invece l'amore contro natura delle
uune aberranti e soltanto una passione e non una essenza o un'ipostasi,
\11111 generato dall' anima, ma si accompagna semplicemente [45J al vizio
I lI'anima che produce qualcosa di simile a se stessa nel1e sue disposih 111i ed abitudini. In generale sembra che i beni veri e conformi a natura
I11 opri di un' anima che agisce entro i suoi limiti siano sostanziali, mentre
II iltri che non dipendono da un atto suo proprio non sono che
111 -zion. Similmente i pensieri falsi non si riferiscono affatto [50J a
II Ianze, mentre i pensieri realmente veri, eterni e definiti includono un
Ii )dei pensiero!", l' oggetto intel1igibile e Ia esistenza di questo ultimo,
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437
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1'0. siede perch non discende in lei dalla visione qualcosa come Ia
I. rma nella cera. Bisogna ricordare che i ricordi, come si disse!", non
uno <nell'anima>
a causa di impressioni depositare in lei, ma perch
I' mima risveglia in s il suo potere, sicch essa possiede anche cio che
uon possiede.
Come? {45] Prima di ricordarsi non era essa diversa da cio che e
.opo, quando si ricorda?
Diversa, se si vuole, ma non altera ta, purch non si chiami alterazione
11 passaggio dalla potenza all' atto155; nulla infatti s' introdotto in lei, ma
. a agisce secondo Ia sua natura. ln generale gli atti degli esseri
uirnateriali {50] si producono
senza che questi vengano alterati, altri111 nti si corromperebbero;
essi dunque piuttosto permangono,
mentre
ti parire nel passare all' atto appartiene agli esseri materiali. Se un essere,
11m essendo immateriale, patisse, non avrebbe in che sussistere; cosi
lllre nella vista, mentre Ia visione e in atto, cio che patisce e l'occhio: e
pinioni sono come visioni. {55]
E in che modo Ia parte irascibile dell'anima e vile e coraggiosa?
La vilt consiste o nel non guardare verso Ia ragione o nel guardare
-erso una ragione cattiva o nella mancanza di strumenti, - come se, ad
mpio, le armi materiali mancassero o fossero avariate - o nell' essere
unpediti ad agire o nel non essere mos si ed eccitati; il coraggio e nei casi
ontrari, Ma non c' e mai in essi {60] n alterazione n passivit. La parte
. oncupiscibile,
agendo da sola, produce Ia cosiddetta intemperanza;
quando essa fa tutto da sola e in essa non sono presenti le altre parti
dell'anirna>, alle quali toccherebbe
dominarIa e mostrarIe <il carnmino> ove fossero presenti, Ia parte conternplante
agisce intanto
rlt rove; e, se non del tutto, in qualche modo si compiace di contemplare,
p r quanto pu, {65] cose diverse <da quelle del desiderio>. Forse il
I O iddetto
vizio del desiderio e spesso una cattiva disposizione
del
I irpo, e virt il suo contrario+":
sicch n in questa n in quello nulla
t aggiunge all'anima.
II
439
NNI',ADI, III 6, 34
438
PLOTIN
&>eTlS aluxpou
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uxol<Tr)s, lVa Il~ TOLS vOl'lllauL e TTaVWIlEEla, imo TU IJivxfj OV Kat
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TOU ErOIlVOV ct>6f30u fV IlEV TU lJiuxfj ~ pxTl, TO 8' wxpv
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TOU a'lllaTOS ElUW. KaL Tfis loovi)s
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440
PLOTINO
441
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in quella
parte
dell'anima
umore,
affetta
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442
PLOTINO
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4J
443
NI'AOI. III 6. 56
1) ich una certa rappresentazione entrata in qudla parte <dali' aniI1II . che s' detta passiva produce di conseguenza un'affezione, un
111
hnrnento, al quale si aggiunge [5J l'imma~ine di un male atteso, ecco
III cre do che si dice passione e che Ia ragione vuole completamente
111pare e non lasdar entrare nell' anima, Ia quale, finch que11a
1,1( nte, non si trova bene, ma ridiventa imp~ssibUe a11~rch sparisce
I'lI"lIavisione inferiore che causa della passione: [lOJ e come se uno
1.1 ndo cance11are le immagini dei sogni, svegliasse l' anima che sta
,. nando: in questo modo si direbbe che s~no ~li og~e~ti es~er~i a
1'1odurre le passioni e si considererebbero gli stati passtvi de11anima
,"11I visioni.
Ma che sar allora Ia purificazione, se l'anima non stata affatto
IlIqllinata? E che significa separare l'anima [15J dal corpol6?
.
La purificazione consiste nell'isolare <l'a~im~~ af~lI~ch~ non <SI
ursca> ad altro e non guardi ad altro e non abbia pru opimoru est~anee~
1,1110
queste, opinioni o passioni, come s' detto, e n?n gu.a~dl ~uel
luutasmi n produca eon essi le passioni. Come non sara purificazione
sa procede cosi dal basso verso l'altra parte, doe verso. l' alto? [20]
1 anche separazione de11'anima che non e pi nel corpo 10 modo ~a
I,partenergli, come Ia luce che non ~ pi nella .n.ebb.ia ma ehe tuttavia
unpassibile anche dentro Ia nebbia. La pUflflcazlOne, p~r.la part~
\,,1 siva -cdell'anima>, consiste ne1 risvegliarsi.dal sogn.o dllns.~nsatl
luntasmi e ne1 non vederli piu; separarsi vuol dire non pregare ptu con
1111
peto [25] verso le cose inferior~ e n~m im~ag~arle pi. Separarla vu~l
.111 anche allontanare gli oggettl dai qual! Ia SIsepara, non quando -cil
I CIIpO>,per le torbide
esalazioni derivanti dalia vorad~ e dali'abbon:
.lnnza <del cibo>, non e ancora puro dalle sue carrn, ma quando e
1,.lmente remissivo da rimettersi facilmente in tranquillit.
. IL'anima
e impassibile
percb
e un essere intelligibile]
L' anima, che e un essere intelligibile e va posta tutta nell' ordine delle
[urrne dev'essere s' detto, impassibile. Ma poich anche Ia materia e
1111
in~orporeo, bench in altro senso, bisogna cercare ~H.lei i~ ch~
(Insista [5J se essa, come si dicel69, e passiva e suscettibile di ogm
mutamento, oppure se si debba ritenerla impassibile e quale sia il mod?
,11 questa impassibUit. Anzitutto, per avviarci all' argomento e deterrni11re quale sia Ia natura -cdella materia> bisog?,a compre~dere come Ia
11tura 1'essenza e l'essere dell'entenon sono CIO[lOJ che il volgo crede.
I.' senza che si pu dire veramente essere, e l' essere reale, vale a dire,
"
. ull a manca d e 11'essere 170
I I( ehe e l' essere in mo d o asso 1uto, CIOa cui n
,
I sendo completamente tale, esso non ha bisogno di nul!a per eonser~
I' i e per essere, ma anche alle altre cose che hanno 1 apparenza
di
re esso e causa de1loro essere apparente.
444
PLOTINI
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447
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~KOV VaM/3ELv aITo ds TO gv a6EvE'l. ITTWj..I.a OVV ol (3aPELOI
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tTpOtTLtTTOV Laxupv
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aLaEh'jaElS' <PaVTaj..l.aal rro-nv
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TaDTa e-VEPYELVPVOj..l.l(OOOlV
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li OpWaLV dval vmvLa vrc, Kal yp TO TI)S [70]alaEh'jaElS'
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.1l8wrl YPlyoP<]LS .1l8lvT) drr aWj..I.aTOS, ou j..I.ET aWj..I.aTOS',
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'H j..I.EVyp j..I.ET aWj..I.aTOS j..I.ETaTaaLs e-anv e-e a.ov
ds a..ov Vrrvov, olov e hpwv
&j..I.VlWV ~ 8' .ll!hls 8.ws nr6
TWV aWj..I.TwV, li [75] TI)S </>OOElS'VTa TI)S vavTlas
!J;uxfl r6
vaVTlov ds oualav EXH. MapTUPEL 8E xcl ~ yVWLS aITwv col
~ PoTJ Kal 1 </>80p ou TI)s TOU VTOS </>OOElS'oVaa.
p.rrti rimane separata. E come gli esseri invec~hiati per efftt? .di
'11\11I ono tali che, per il pi piccolo urto, ne r1mang<,>noco pm ~
111111 iati, cosi [60J cio che
corpo per e~cellenza .1? qu~n,to Sl
,I
di pi al non-essere, ~ imP<?te?t~ a. r1~om:p~rs1 m unita. La
,1111
\ e causa di urti pesanti e violenti, C10edi aZ10nb111
~~ corp<,>sopra
11 I ro: un essere debole cadendo su un essere de o e e orte nspetto
1I('stO e un non-essere contro un non-essere. [65J
.
'I ( ~Ie;te cose dunque vanno dette contro color0eilhe c~ns1d~rano
"1'1 sseri i corpi cercando una prova della ~eri.t n a ~e~umon1an~a
I, pllllrti e nei fantasmi derivanti dalle Se?SaZ10m;asso~llg~landd cos~a
I Ir che sognano e che considerano evidente tutto C10c .ev: ono m
I
[70J La sensazione infatti dell' anima che dorme, pOlche ~apart
;'ill,la~imache e nel corpo e dormiente; il vero ri~vefllO cons1st d~e
I Ii i davvero senza il corpo e non con esso. Levarsi co c<?rpovu
1r~
'
da un sonno all'altro quasi da un letto all'altro; mvec: evarsi
. ali1e,en.d o di D~
n tura
1i'I vurero e separarsi del tutto '.dai corpt, [75 J 1qu
_,
.uuraria all'anima hanno per essenza l'opposto a amma.,
1 C10
, Iimoniano Ia loro generazione, illoro divenire, Ia loro corruzrone che
01\ della natura dell'essere.
i,~:
"I
I 11,(1matria
e incorporea]
I,.
1;
'li'
448
PLOTINO
11
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EloTT~rrOl.
INNEADI, III 6, 78
449
I'
PLOTlNCI
NI'.ADI, III 6, 9
/1.0 matria
450
I
I
451
e impassibile]
I'
I'
452
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'I'\ltlre uno stato diverso da CIOche era ,m essa p~~a che l~ essa
"11111 giungesse Ia passione. Se dunque un altra qu~lta sopragglUnge
11
a, il ricettacoIo non e pi materia, [5Jma mat~tl~ qualificara, E se
11I I. questa qualit se ne va Iasciando qualcosa di se per effetto della
111 izione, il substrato <rnateriale> sar ancora cambiare. Av~nzan.d?
11 qu sto modo, il substrato
diven~er~ ,cosa ~iversa d~! mate~la, e CIO~
1110e moltiforme, sicch non sara pru un ~lcettacoIo , ,~a SIoppor~a
1/111 alIe numerose qualit che ~n.trano m. ~sso. ~e piu Ia materia
II i ter, n pi
sar incorruttibile: percio se, Cl d~ve ess~re. u?a
11 II ria, deve essere sempre identica a se stessa com era sin dal prmc~plO;
III dice che essa viene alterata non Ia conserva certo 9uaIe matetl~.
E poi, se in generaIe cio che viene alter~to n~cess~tlamente .Sus~lste
I/ I nella sua forma specifica e muta negli acc~dentl! ,ma non m. se, s:
luuque l'essere alterato necessariam ?te ~uss~ste,.CIOche sussiste ~l
Il non e cio che patisce. Perci ecco 1 inevitabile dilemma: o Ia materra
I 1\ altera ta, e allora esce dalla propria natura; oppure non ?e esce, e
11111a non viene affatto alterata 180. Se si dicesse c~e essaJ20J 10 quan~o
11 11 ria non si altera, non si potrebbe
dire anzttutto 10 c?e cosa sia
I1 rara, e poi si riconoscerebbe cos~che essa non e aI~erata ,10 se st~ssa.
IIII uti agli altri esseri che sono idee non apparnene 1 aI~eraz~on:
1.lI'essenza, poich l'essenza persiste nell'alt~razione; e COSI~pOlc~e
I nza della mate ria [25J e di essere rnatena, essa non puo ~enlre
hrrata in quanto e matria, ma suss~ste: E c0I"?elass Ia forma nmane
nunutabile, cosi anche qui Ia matena nrnane inalterata.
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precedenti; e Ia passione
11,
e sol?
nel co~po~to,
non in ~ual~iasi
II11'IrlO se questo
presente. La materia non guadag~a nulla Rer Ia
'1'11 I natura quando le s' accosta qu~lcosa; essa n~n .~Ivent~ CIOche
111 a di questo accostarnento, n dlvent~ meno d~CI? ~he e quando
li" i allontana ma rimane cio che era S10daI pnncrpio.
I' 1 gli esseri che hanno bisogno di ordine e di oq~a~izza~ione essere
IIlIlli e una necessit; [20] e l'ordine pu trovarsi m eSSIsenza alteII '" , come quando noi aggiungiamo a 9ual~osa .<':10~rnamento>;
una cosa viene ordinata in modo che I ordine sia 1Otrms~co aI suo
fI,
ssa che prima era brutta dovr essere altera ta e ordmat~ per
I ruare un'alrra e cosi da brutta farsi bella. Se dunque Ia mater~a era
111111
e poi diventa bella, essa [?5] n~n s~r pi cio c~e era prima a
11 01 della sua bruttezza: accogliendo 10 se questo ordine ~ssa perdelI. proprio l'essere suo di materia, specialmente se non tosse brutta
1 Il idente. Se essa fosse cosi brutta da essere Ia bruttezza stes~a, non
111 .iperebbe
dell'ordine, e se fosse cosi catti~~ da esser~ il ~ale
o, nemmeno partecip~rebbe ~d. be~e. Perci .Ia ~a:teclpazlone
II/non e per essa un panre, ma e di un altra specre, cioe ne ha solo
1'1 urenza,
.
I' me si pu risolvere in questo modo anche il problema: come Ia
Illrria possa, se cattiva, desiderare il bene e non per~ere,. per q~est~
II
ipazione, il suo essere. Se Ia cosi~detta parteclp~zlone di .CUI
rlinmo avviene in tal modo che Ia rnateria, come affermiamo, sussista
11111 rata [35] e rimanga sempre cio che e, non e strano che essa
'I Iccipi, bench cattiva, del bene. Essa. ~fatti n~n esce da se stessa 182,
II poich e necessario che ne part.ecI~I,. essa 10.5ualc~e modo ne
I urccipa fino a tanto che e tale; e poich nmane CIOche e, per qu~sto
1111I di partecipazione che Ia conserva nella sua natura, .essa non viene
, uineggiata nel suoessere [40] da cio che cosl la determm~, e fors~ essa
11"11
meno cattiva per il fatto che rimanga sempre CIO che e. Se
rlmente essa partecipasse e veramente fosse alterata daI ?e?e, e~sa
1111 arebbe cattiva per natura. Sicch chi dice che Ia matena e cattiva
li. Ia verit, se intende dire che essa non patisce I' azione .dd be~e:. [45]
, ,uesto e 10 stesso che dire che essa e assolutamente impassibile.
I
corpo n
ha affezioni
corporee]
Platone, cosi pensando della materia e consideran?o Ia.partecipanon gi come un'idea chevenga in un soggetto e gli lasci una for~~
., I da fare <con esso> un composto unico in cui le due parn SI
1111
xlifichino, simescolino e siano in simpatia reciproca, [5] ha voluto far
'pire che non voleva dir cosi e per mostrare come essa contenga le
111\
456
yo"
457
PLOTINI
"'11,1
I..
458
PLOTINCI
459
I ,0.1>1,m 6, 1213
I II > non viene divisa? E se esso per questa divisione patisce, [50]
II1 non sar anch'essa affetta da quelia passione?
I ,he cosa impedisce di affermare con 10 stesso ragionamento
anche
,11 truzione della materia? Perch mai Ia materia di un corpo non
I1( hbe distrutta, quando il corpo fosse distrutto? E poi bisogna dire
11111 orpo ha una quantit ed una grandezza: ma Ia materia, in quanto
111 una grandezza, non possiede alcuna affezione della grandezza e,
I ! rn generale, non essendo un corpo, non possiede alcuna affezione
I I. irpo; sicch coloro che Ia fanno passiva devono ammettere anche
111e-s a e un corpo.
!La materia
e anteriore
al divenire e all'alterazione]
I': poi conviene che ci spieghino in che senso dicono che essa fugge
lurrna; ma come fuggirebbe le pietre e i sassi che Ia racchiudono?
110 non diranno che essa talvolta fugga <Ia forma>, talvolta no. E se
,I vorr [5] fuggirla, perch non sempre <Ia fugge>? E se vi rimane
I necessit, non c' momento
in cui essa non sia in una forma. DeI
I1 (I poi che ogni materia non possiede sempre Ia stessa forma bisogna
I, ar Ia causa, piuttosto
nelle <forme> che entrano.
1~come dunque si dice che essa fugge <Ia forma>l86? Forse per Ia sua
I. sa natura e sempre. E cio che cosa significa se non che essa non esce
" 11/10] da s e possiede le forme senza mai possederle'F? AItrimenti
1"'11si potranno interpretare queste parole <di Platone>: TI ricettacolo
11nutrimento del divenire universale!".
Se essa ne e il ricettacolo e il
11\11 rimento, il divenire e diverso da essa e nel divenire sono le alterazio", fi erci essa e anteriore al divenire [15] e ali' alterazione. Ricettacolo
nutrimento significano che essa e impassibile, elo stesso <significa'" Ifrasi>: cio in cui entrando appare ogni cosa e da cui a sua volta
( ,'89 e illuogo e il sitO'90.
uesta espressione anche se corretta in luogo delle forme, non
111I1
dire che Ia materia sia passiva, [20] ma richiede un altro modo <di
I' 111 cipazione>.
Qual e questo?
Poich e necessario che questa natura di cui parliamo non sia
vuno degli esseri, ma rifugga ad ogni reale essenza e sia deI tutto
I1-crsa - quelie essenze infatti sono le ragioni che sono realmente -,
I" IIgna che essa, in quest'altro modo, conservi [25] e salvi quella <na1111,1che ha ricevuto, non soltanto non ricevendo gli esseri, ma anche,
,,' de si accosti> una loro immagine,
rimanendo
incapace
di
I'wopriarseIa. Perci essa e del tutto diversa; se essa albergasse in s
11111forma diventerebbe
diversa in sua compagnia, perderebbe
l'esser
1111 li altra e pi non sarebbe
illuogo di tutte le cose e il ricettacolo di
Ill.aI iasi cosa. Ma e necessario [30] che essa, quando le cose entrano,
460
PLOTINII
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467
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11I prima Ia luce e presente e poi se ne va. E se qualcuno si stupisse
I, , . a sia grande, pur non possedendo [25] Ia grandezza, e calda, pur
'" possedendo il calore, non <ditemo> che l' essere della grandezza
'11 10 stesso della materia poich Ia grandezza e immateriale come Ia
111111. E se noi vogliamo conservare Ia materia, <dobbiamo
dire che>
I tutte le cose per partecipazione;
ma una di queste cose e anche Ia
I uulezza,
Ai corpi composti dunque appartiene, [30] fra le altre qua11 Inche Ia grandezza, - non per separata <dalle altre> -, poich
111 11 Ia grandezza e inclusa nella ragione di un corpo. Ma nella materia
,,'11 c' nemmeno questa grandezza separata: essa infatti non e corpo.
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468
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I1 ~I materia
e perennemente
sterile]
I ( cose che entrano nella materia come nella loro madre'?", non Ia
uieggiano n le arrecano vantaggio. Nessun urto le viene da esse,
11I nlle une dalle altre, poich le forze <agiscono> sui contrari e non
111.11substrato, purch non si considerino [5J i substrati con le loro
f, Ill1le> inerenti. Cosi il caldo distrugge il freddo, il nero distrugge il
111o, oppure mescolandosi producono una terza qualit. I t~rmini
I'
I mescolano patiscono; patire per essi e non essere pi CIO che
11111,
Anche negli esseri viventi le passioni riguardano i corpi quando
I 1.1.giunge un'alterazione dipendente dalle qualit [10] e dalle forze
1'1.Iinerenti; e in quanto le combinazioni <delle qualit> si dissolvono,
.uupongono o si cambia no contro Ia loro naturale costituzione, le
ioni sono nei corpi, ma nelle anime giunge soltanto Ia conoscenza
I\' piu forti; altrimenti, esse non le conoscono. Ma Ia materia rimane
1i Ir sa>; [15] essa non patisce alcunch quando il freddo se ne va e
l'l.lngiunge il caldo; l'uno e l'altro non sono per essa n arnici n
.lIl i.
'11 h il suo nome pi conveniente e ricettacolo e nutrimento!";
I I detta anche in certo senso madre, poich non genera nulla.
1IIIIruche essa sia detta madre da quanti [20J pensano che Ia madre
11p sto della materia rispetto agli esseri generati, in quanto essa
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472
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lido che l'eternit e il tempo sono cose diverse l'una dali'altra
II til 111do sensibile, crediamo di avere da noi stessi nelle nostre anime,
111111I
amente e come per una certa subitanea intuizione del pensiehiara impressione [5] di queste due cose, e ne parliamo sempre
\I uominiamo ad ogni occasione. Quando poi tentiamo di procedere
1111I iro esarne e di avvicinarci di pi ad essi, siamo a nostra volta
,I,,, izzati dalie nostre opinioni; prendendo aliora in considerazione
II rrnazioni degli antichi su questo argomento, diverse talora, [10]
[or e anche, sotto forme diverse, simili, e arrestandoci
ad esse,
11I Imo che basti, se siamo interrogati, di riferirele loro opinioni e cosi
'11." fatti cessiamo di indagare pi in l su queste cose.
Bisogna credere certamente che aIcuni antichi e fortunati filosofi
1.I,I,mo scoperta Ia verit. [15] Giova per esaminare chi mai l'abbia
I unente raggiunta
e in che modo anche noi possiamo conoscerla.
I IItt utto bisogna esaminare che cosa sia l'eternit e che cosa pensino
li sa coloro che l'affermano diversa daI tempo: infatti, una volta
-uosciuta <l'eternit> immobile del modello, forse diventer pi
hl.ira anche l'idea delia sua immagine, [20] che si dice essere il temI ,I"', Ma anche se si immagina cio che e il temp~ p.rima ancora di ~v.er
1111mplato l' eternit, risalendo mediantela remimscenza daI sensibile
rll'uuelligibile si potrebbe rappresentare l'essere aI quale il tempo
I I miglia, ammesso che questo abbia una rassomiglianza con l' eter'"1 I
111' I.
I/.'eternit non
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475
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ava; e perci esso non era i1 tutto. Inoltre, che cosa potrebbe
,I rgli di contrario alla sua natura? Esso infatti non patisce affatto.
.lunque nulIa gli pu accadere, non c' per esso n futuro n passato.
lle cose generate si togliesse i1futuro, esse [20J cadrebbero nel
II s re immediatamente, perch cosl acquisterebbero ad ogni istante
I .tI liSO di nuovo; se alle cose non generate si aggiungesse il futuro,
, ti It -bbe a loro di decadere dalla dignit di esseri veri. E chiaro che
I I non era loro inerente, se esso e sopraggiunto
in loro nel passato
I v arrivare nel futuro. Indubbiamente 1'essere delle cose generate
,I v I dal principio della loro generazione sino alloro ultimo momento,
l'l"ule non sono pi: questo <per esse> e i1futuro, e, se questovenisse
'I,. (oIt020S,Ia loro vita verrebbe diminuita: e cosl anche illoro essere.
I 1\ he 1'universo sensibile ha un futuro aI quale tende. Esso si
" 1111 perci verso il suo futuro [30J e non vuole arrestarsi, attrae a s
1'1111 ria esistenza facendo ora questo ora quello e si muove circolar111 perch aspira all'essere; e cosl abbiamo scoperto Ia causa di
I 10 movimento che aspira, in chi ha un avvenire, a una esistenza
Illrtua. Ma negli esseri primi e beati non c' aspirazione al futuro; essi
I no gi i1 tutto ed hanno Ia vita totale che in qualche modo e
, uta a loro; sicch essi non ricercano nulIa, poich per essi non c' n
1I!lIIIro n i1 tempo, di cui il futuro fa parte.
Ihmque Ia sostanza dell' essere e intera e totale, non soltanto quella
II . nelle sue parti, ma anche quella a cui nulIa manca [40 J e a cui non
-ucbbe aggiungersi alcunch di non-essere. Non soltanto e necessario
" I11ui gli esseri appartengano all' essere intero e totale, ma anche che
1111 non-essere sia in quello: questo suo modo d'essere e questa sua
r.utcristica e l'eternit.
lufatti eternit deriva da essere sempre206.
I1 'eternit
e uita infinita
e completa]
( uando io, rivolto con Ia mia mente a qualche essere, penso, anzi
,111, che assolutarnente nulIa e sopraggiunto in esso, posso dire che e
I' 1110; se qual cosa <gli fosse accaduto>, esso non sarebbe sempre, n
I III stato sempre l'esistenza totale. E forse che io 10 <vedrei>
I 1110, se esso non avesse [51 tale natura da creare <in me> Ia prova che
mpre stato cosl e non altrirnenti, in modo che io, considerandolo
'111 "mente, 10 ritrovassi come prima? Che cosa <avverrebbe>,
dunI I', I'uomo non si distraesse da questa contemplazione, ma unendosi
I" . ti esseri e da Ioro affascinato fosse capace di far cio senza provar
1111 I ,dopo essere salito sino [IOJ all'eternit,
rimanesse cosi senza
, I I1
linare per esser eterno come loro, contemplando l' etemit e gli
Ii temi con cio che v' e di eterno in Iui? Dunque se l' essere che si
sl e eterno ed e sempre, cio che non tende per nulIa a un'altra
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e movimento,
ma il movimento
e nel tempo]
Non e possibile che il tempo sia movimento, sia che si prendano tutti
IlIllvimenti per considerarli come un movimento solo, sia che <si
'011rcleri> quello regolare: in ambedue i casi il movimento e sempre nel
IIlpO.E se un movimento non fosse nel tempo, esso sarebbe ancor pi
1'111mo [5J dall'essereil tempo, poich altro e ci in cui e il movimento,
ItllI e il movimento stesso. Altri argomenti si portano e si sono gi
IIlllIi, per baster dire che il movimento pua cessare o essere
111Imittente, ma non il tempo. E se si dir che il movimento dell'uniI 11 non si interrompe,
noi diremo che anche questo, se [JOJ si tratta
I 11\ vimento di rivoluzione, ritoma allo stesso punto, ma non nel
I 11I1'0in cui si e effettuata met <della rivoluzione>; questo <tempo>
111I I -cdell' altro> , e <il primo> doppio <dei secondo>; eppure i due
'"1 unenti, Ia rivoluzione completa e Ia sua met, sono ambedue un
li"
tmento dell'universo.
I',poi il dire che Ia sfera estema si muove dei movimento pi rapido
1'111
veloce [15J si accorda con Ia tesi che altro e il movimento <delle
1I ,e altro Ia sua durata. La pi veloce di tutte e tale perch percorre
" I .ti tanza maggiore, anzi Ia massima in un tempo minore; le altre
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111,11I7,8
111
IIIItV
aI movimento?
concepito come l'intervallo <del movimento>, <direrno>
""110 che non tutti i movimenti hanno 10 stesso intervallo, neppure
I 11111
lla medesima specie: infatti il movimento pua essere pi veloce
/11 piu lento, anche quello locale'". Ele estensioni <dei due movi111 ono misurate da un'unit, diversa da esse, che sarebbe pi
11 rhiamare il tempo. E di quaIe dei due il tempo
intervallo?
11 I ,di quaIe fra tutti, dato che ci sono movimenti infmiti? Se e
11111'1VallO>
del movimento regolare, nemmeno pua esser l'intervallo
" ni movimento regolare, poich [30] ce ne sono parecchi; ma cOSI
" libero anche molti tempi insieme. Se e l'intervallo del movimento
ll'universo e se e l'intervallo che e nel movimento stesso, che cos'
non il movimento stesso?
I
avr certo una lunghezza determinata.
M I questa lunghezza o sar misurata dalla Iunghezza dello spazio
I. 11I o da quel movimento: e allora l'intervallo sar 10spazio, non pi
I' 1111
o; [35] oppure quel movimento avr quell'intervallo per Ia sua
-uunuit e perch non cessa mai, ma riprende continuamente. Ma
I'" Io non e che un moltiplicare il movimento; e se osservando questo
'" 111\ nto si afferma che esso si moltiplica - e come se si di cesse che
I, ilore si moltiplica -, il tempo non ne esce perda evidente, [40] ma
I '1 ebbe soltanto movimento
che si rinnova continuamente, al pari
I 11'I qua che scorre sempre e poi ancora, - e l'intervallo che vi si
Iva. Quel rinnovarsi <del movimento>
sar espresso da un numero,
'1111'
due o tre, e l'intervallo da una lunghezza. Cosi dunque il tempo
lll,be o un numero del movimento, come dieci, [45] oppure l'inter11II del movimento che appare nello spazio percorso; questo intervallo
111non implica aIcuna idea di tempo, ma e <soltanto> una certa
lllllh zza percorsa nel tempo; oppure il tempo non sar ovunque, ma
I in un movimento
come in un substrato; ma cosi si ritorner di
IIIV all'affermazione che il tempo e movimento: infatti I'intervallo
.tI 1 movimento> non e fuori di esso, ma [50] e movimento non
IlIllaneo. Ma un moto non istantaneo si riporta all'istantaneo nel
11111
; in che cosa il non istantaneo differir dall'istantaneo se non per
11.110che esso e nel tempo? Sicch il movimento che si estende <in un
IIII rvallo> e il suo intervallo non sono il tempo, ma sono nel tempo.
si dir che il tempo e l'intervallo del movimento non come
"11rvnllo del movimento stesso, [55] ma come quello Iungo il quaIe il
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tIIlvimento si estende procedendo quasi con esso, non s' detto per
.111 t a sia questo intervallo. E chiaro che questo e il tempo in cui si
ti, I1\13 il movimento. Ma Ia questione che noi ponemmo sin da
1'111-ipio era questa: che cosa sia il tempo; ma questa tesi e simile a chi,
",UI interrogato su che cosa sia il tempo, risponda che esso e un
1I1!rvallo di movimento nel tempo. Ma come e questo intervalio che
li II cletto tempo da chi 10 considera fuori dell'intervalio proprio del
11111
unento? Infine chi pone l'intervallo nel movimento stesso non
1111 poi ove porre Ia durata della quiete. [65] Infatti una cos~ pu
uuioversi e un' altra restare immobile nello stesso tempo, eppure SI deve
,111 -he per ambeduele cose Ia durata ela stessa; e chiaro per cheessa
111he diversa da ambedue. Quale e dunque questo intervallo e qual
I1 lia natura? Non pua essere un intervalio spaziale, poich anche
I" 10 e estraneo <ai movimento e alia quiete>.
e la misura
del movimento?]
Dobbiamo considerare come il tempo sia numero o misura del mo1111nt0220- misura e termine migliore poich il tempo e continuo-.
Anzitutto bisogna chiedersi, come facemmo poco fa a proposito
.hll'intervallo del movimento, se si intenda parlare della misura di
111,11.
iasi movimento. [5]
.
Inatti come misurare il movimento irregolare e non uniforme?
ual
questo numero e questa misura, e secondo che cosa si
1111ura?
Se con Ia stessa misura si valuta qualsiasi movimento sia veloce sia
I, 111,questo numero e questa misura sar simile per ese~pio ai numero
11 i che misura tanto i cavalli che i buoi, o a quelle misure [10] che
I v no tanto ai liquidi che ai solidi. Se questa e Ia misura, si vien a dire
1.11che cosa il tempo e misura, e cio di movimenti, ma non cio che esso
", come il dieci pu essere pensato quale numero anche senza i cavalli
I orne Ia misura
ha Ia sua propria natura anche se non misura, non
,I v' ssere cosi [15] anche del tempo in quanto esso e misura?
E se esso in s e come un numero, in che differir da un numero,
, flII1Cil dieci, o da qualsiasi altro numero astratto?
, esso e una misura continua, esso sar una determinata misura,
'111 ad esempio un cubito. Sar dunque una grandezza simile a una
1111u che accompagna [20] il movimento.
Ma se questa procede <col movimento> come misurer cio con cui
, ICIl' de? E perch invece il movimento non misurer~bbe Ia line??221
I~poi e meglio e pi verosimile porre <questa misura> non m un
uuivimento qualsiasi, ma in quello che l' accompagna. Questa grandezza
I Vi, sere continua tanto quanto si estende Ia linea che l' accompagna.
Ma aliora cio che misura non deve essere preso separatamente e
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lIi ogna che noi ci riferiamo di nuovo a quella maniera d'essere che
I,I,i.lmo riconosciuto all' eternit: vita immutabile, tutt'intera, infinita,
"lIlpletamente stabile, ferma nell'Uno e rivolta all'Uno228. Non c'era
I" ora il tempo, [5] o almeno non c' era per gli esseri intelligibili, poich
" ar generato per opera del pensiero e della natura di cio che vien
I,'I' I, E poich questi <esseri> rimangono in se stessi in una quiete
1I11I1a,
<per sapere> come mai sia sorto il tempo229 non si possono
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o direbbe di se stesso cosi: p ima che avesse generato 1 anterionta
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ad essa avesse bisogn della posteriorit, esso riposava
re; non era il tempo, ma c nservava Ia sua immobilit nell'es-
(15/
I"
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passato.
S . si dicesse dunque che il tempo e Ia vita dell' Anima che muovenI" I passa da uno stato di vita ad un altro, [45] non si affermerebbeforse
1'111 sa? E poich l'eternit e una vita ~ella quie~e e nell'identit, ~ita
I, I utica a se stessa ed infinita, necessariamente
il tempo e immagme
I. li' I rnit esta ad essa come il mondo sensibile sta a quello intelligi I, In luogo della vita intelligibile bisogna dunque affermare un' altra
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T6& ),'YVT)Tal TO lTv' [25} KaL l I1~V xp6vos. B V xp6V41,
NI ADI,III
499
7,11-12
I ropria di quella potenza, cio d~' Anima, e,.che e.detta ~ta sol?
monimia; [50) in luogo del movunent,<;>dell. I?telll~~nza U m?~l:
"11 111 d' una parte dell' Anima; in luogo dell'identit,
dellunm?tabUua
.I lia permanenza, U cangiamento e l'attivit sempre nuova; 10 luog?
I, ll'indivisibilit e dell'unit, un'immagine dell:unit.l'uno
nel ~ontllIIulll; in luogo dell'infinito attuale e della to~allt, ~n pro~es~o mcesIIlll' verso I'infinito: [55} in luogo di cio che e tutto intero msieme, un
111110 he sar tale solo parzialmente e che sempre deve diventare tale.
IlIt uri l'universo sensibile, se aspira ad acquistar sempre pi di essere,
Irllllcr U Tutto attuale compatto e infinito; e cosl l'essere suo sar
uunngine dell'essere intelligibile.
..,
.
Ma non dobbiamo prendere U tempo al di fuori dell Anima, [60}
,'I I non <si deve prendere>
l' eternit al di fuori dell' essere; esso non
li I ompagna
<l'Anima> n le e posteriore, come non e tale l'eternit
I I I tto ali' essere>; ma si manifesta in essa, e in essa e con essa, come
I I rnir nell'essere
intelligibile.
11
I'
1 (
. I1I tempo
e stato generato
Bisogna perci concepire Ia natura <del tempo> come ?na ~ister:della vita -cdell'Anima che si svolge in mutamenti uniformi,
uurli <tra loro> e procedenti in silenzio, e che possiede un atto
onrinuo. Ed ora se noi col pensiero facciamo risalire [5} Ia potenza
,I lI'Anima e arrestiamo questa vita che ora non pu arrestarsi n
ure, poich essa e I'atto di un'Anima eternamente e~istent~, non
111 1 iore o rivolto verso di lei, ma consiste in una produzione
e muna
I 11 razione;
se dunque supponiamo che essa ~on. agisc.a pi~ e ~he
'1'11 10 atto si arresti [1O} e che questa'par~e dell ~~ma
rlto~n1 all ln1I Illgenza e alla eternit e alia tranquilla immobilit,
che CI sarebbe
"101 U oltre l' eternit?
Perch Umutamento, se tutto rimane nell'unit? E perch Uprima?
, I' rch Upoi? O piuttosto, a che co~a si rivolgerebbe l' Anima, se no~
ll'Intelligibile, nd quale essa e? Anzi, nemmeno a questo: [15] perche
I" 1 rivolgersi ad esso dovrebbe prima esserne.lontana: Nemmeno Ia
tIl I celeste ci sarebbe, perch non potrebbe esistere pnma dd tempo:
.1 infatti e nel tempo e si muove in esso. E se anche si arrestasse, nOI
,'"11 mo rnisurare Ia sua quiete solo in quanto l' Anima agisca e finch
I. tu ri della eternit. [20] Se dunque il tempo e annullato, quando
I nima di qui se ne va ad unirsi <all'Intelligibile>, e chiaro che
I uuziativa del movimento dell' Anima verso le cose sensibili e questa sua
I I producono il ternpo-", Perci e stato detto che U tempo e nato con
111 I
universo, poich I'Anima l'ha generato insieme con qu~sto
1IIIv r O.lnfatti anche questo universo e stato generato peropera
di un
.1, uro: [25] questo atto e U tempo, e I'universo e nel tempo.
11111
500
501
dicesse che anche Ia rivoluzione degli astri e stata chiam ata
ordj2H che <Platone> dice che gli astri sono stati generati
IlIli(
tare il tempo e per divide rIo ed anche per misurarIo
IlItrllteH Poich non era possibile all'Anima determinare il
I" 111
tesso n potevano <gli uornini> da se stessi misurare [30]
1I j I 1 t mpo, essendo il tempo invisibile e inafferrabile e sopratI I'r I h non sapevano ancora contare, <il Demiurgo>
cre il
I"
1, notte; dalla loro differenza si ricava il numero due, e di qui,
1'1... ne>235, deriva Ia nozione di numero. Perci osservando
I . 111 2)6che sta fra una levata del sole e Ia seguente possiamo
1IIIIIl1lreun eguale spazio di tempo, poich uniforme {35] e il
Itl\{ 1110 del sole, sul quale ci fondiamo, e di esso ci serviamo come
1 IIIli: cio permisurareil
tempo, poich il tempo non e misuraesso
j
I Ii
I' Ili
I' /11tempo
e nell'Anima
502
503
1.1 1117. I}
PLOTI'
I I
504
PLOTI '
r,p
505
I 11.1117.13
I1,,' prima dell' Anima non c' che l' etemit [45] che n l' ac,,' 11 n le si estende. L' Anima dunque
Ia prima <che va> verso
I 1111' 10 genera elo possiede
coi suoi atti.
I" r h -cil tempo>
ovunque? Perch l' Anima non assente da
"" parte deU 'universo, come <l'anima> nostra non
assente da
111I parte del nostro <corpo>240. Se si dicesse'" che il tempo conIrl qualcosa che non ha n sostanza n esistenza, [50] e chiaro che
If 1sbe a negare anche I' esistenza di Dio stesso, allorch si dice che
1uo e sar; Dio infatti sar ed stato solo in quanto esiste cio in
I 11afferma che sar. Ma contro coloro che affermano tali cose
'111 biettare in altro modo.
1111 alie cose gi dette, bisogna considerare quest'altra: quando si
I. [uanto sia andato innanzi un uomo che si muove, [55] si coglie
I 1.. quantit dei suo movimento; e quando si os serva il movimento,
, mpio quello compiuto per mezzo delle gambe, si vede anche Ia
1111 dei movimento compiuto prima del movimento <attuale>,
11 egli abbia continuato
intanto a muovere il suo corpo. Si
I1 Ia dunque il corpo mosso per un determinato tempo [60] a un
111nto determinato <a quello del cielo> - questo infatti e Ia causa
.111h alia durata di quest'ultimo, e questo al movimento dell' Anima
I divide in durate eguali. E a che cosa riporteremo il movimento
nirna? Infatti I'essere a cui 10si potrebbe riportare e gi indivisibile.
111movimento -cdell'Anirna> e dunque il primo che contiene gli
11111
non e contenuto in un altro, poich questo altro non esiste. [65]
I dell'Anima dell'universo.
, ,I linche in noi e il tempo? Esso e nell' Anima universale e conse111mente in tutte le anime, poich tutte sono un' Anima sola. Perci
Il1pO non si disperde <in esse>, come in un altro senso non si
I f Iele I' etemit negli esseri della stessa specie.
e
e
507
506
(lU) LA NA 111RA, LA CONTEMPLAZIONE
III 8 (30) ITEPI ~Y:EEm; KAI 9EOPI A:E KAI TOY ENO:E
azione tende
fll'fli
el
E L'UNO
alia contemplazione]
"
11,1 natura
508
PLOTINO
n,
509
'1.1118. 2}
Indu:
e contemplazione]
I 11111
1111
Ia natura
raggiunge Ia contem-
'"r,
PLOTlNI'
510
511
()I,1II8,3-4
K 'A6YOU TO CJK01TLCJeal
1TEpt TWV V airIT.\. 6.l Tt OOW [1~ '11\ I
oooa Kat 'A6yos Kat 8Va~lS 1TOLQOOa;
't Ap' BTl T
CJK01TW I
~~l TO ~il1TW lXElV; 11 SE:lXElg, Kat 8l rorro ~Tl lXE~ Kat 1TOl1\
To
1J tval airIT.\ B CJTl -roer CJTl TO 1TOlElV airIT.\ Kat &1
CJT~~otrr CJTl ~O 1TOLQUV.
"ECJTl SE:9Ewpta Kat 9EwPT)~a: YI
yp. Tw 01JVdVal 9Ewpta Kat [20] 9EwpT)~a Kat ~y~ T~4:4l
1TOlL{J' Tatrr CJTlv. 11 1TOtT)CJlS
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1
6 a ~OV, CJlW1TT)CJT)S,
Kat <j>OOElyEV~EVOV 8EwpT)~a, KaL 11
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K 9Ewptas Ti1s W8t TI)V <j>OOlVlXElV <j>lo9E\l(l\
1-
k~::~.
9Ew
hu
11.1"atura
e contemplazione
silenziosa e oscura]
PLOTlNI'
512
EXOVTES ElTl Ts
Txvas
Kal Ts
EpyaolCl
I:
r,
To
r,
513
1\1,11I8,4-5
di un'altra. Perci l'oggetto da lei generato [30] e compleprivo di forza, poich una contemplazione priva di forza
li 11 un oggetto senza forza. Similmente gli uomini, quando sono
",11 nel contemplare, producono un' azione, che e ombra delIa
111 mplazione e della ragione. Essendo incapaci, per Ia debolezza
li, \111 anima, di assurgere alIa contemplazione, nemmeno possono
1111I re deI tutto gli oggetti [35]e saziarsi <del loro aspetto>:
, lI, d siderosi di vederli, ricorrono alI'azione per vedere <con gli
111 .i che non possono vedere con l'Intelligenza. Quando pro'1111 qualcosa, essi stessi vorrebbero vedere e contemplare e sentire,
I III ttanto desidererebbero
dagli altri alIorch si propongono
I 11111 secondo Ia loro capacit. Noi troveremo
sempre che Ia
IlItlcne [40] e l'azione sono un indebolimento o una conseguenza
111 r onremplazione: un indebolimento se dopo l'azione compiuta
II
I pi nulla; una conseguenza se si pu contemplare un' altra cosa
I" Ilcll a quella prodotta. Infatti chi, potendo contemplare Ia verit,
\I "I 'r di preferenza alI'immagine della verit? [45] Ce ne danno
I'lova i fanciulli meno intelligenti, i quali, essendo incapaci di
111 u i alla scienza e alia contemplazione, si riducono alle arti e ai
111 I j manuali.
II
11\
111
I"
e piu
debole]
aver detto come nella natura Ia generazione e contemplazioe anteriore alia natura e <a dire>
1.. ua contemplazione, il suo amore per Ia scienza e per l'indagine,
f. li I() per generare derivante da cio che ella conosce e Ia sua pienezza
11111 lano sl che l'anima, diventata tutta oggetto di contemplazione,
,,1111 r un altro oggetto di contemplazione.
Nello stesso modo l'arte,
111\0
giunta alIa sua perfezione, produce un' altra arte in certo senso
11'11 r nello scolaro che ne possiede un'immagine; per questi oggetti
p \1 ontem pia e immagina in s sono oscuri e incapaci di sussistere.
I II prima parte dell'anima e in alto, [10] vicina alla cima, eternaI
ddisfatta e illuminata, e rimane lass; l' altra parte, che parte.\. lia prima, in quanto ne partecipa procede eternamente, vita dalla
11 e infatti attivit che si diffonde in ogni luogo ed e presente
111'1" <L'anirna>, procedendo,
lascia immobile Ia sua parte supeI1 I nel luogo che ha abbandonato: infatti se essa abbandonasse
uperiore, non sarebbe ovunque, ma soltanto dove essa finisce .
li he procede non e eguale a cio che rimane. Se e dunque
Ilri che <l'anima> sia ovunque, se non c' luogo ove sia assente
" utivit e se do che prima diverso da cio che dopo, [20] se
.1 uivit deriva o da una contemplazione
o da una azione, da
li 11I che ancora non c' era - poich l' azione non pu precedere Ia
111111
\' I
PLOTIN(I
514
(r"
Tols
515
- ne segue necessariamente
che Ia seconda
pi debele della prima, ma per sempre
,,"1 mplazione; cosicch l'azione, derivante dalla contemplazione,
,"hr essere una contemplazione assai debole. Difatti il generato e
11 I pre necessariamente
dello stesso genere <del generante>, ma e pi
1 1101 (25] perch nella discesa perde Ia sua forza.
l'utto cio avviene nel silenzio, poich I'anima non ha bisogno n di
" visibile n di contemplazione che proceda dall' esterno, n di
1111 ; quella che contempla e per anima e Ia sua parte che cosl
""1 mpla <procedendo>
e pi esteriore e non produce cio che vien
1"\1 110 stesso modo della parte superiore; eppure conternplazione
1',11I111 e contemplazione. [30] Difatti n Ia contemplazione n il suo
, ruo hanno un limite. Essa e perci ovunque,
I) ve infatti non e? Essa e in ogni anima, sempre Ia stessa, poich
1"" circoscritta nello spazio. Non e per allo stesso modo in tutte le
" r, n in tutte le parti dell' anima. Perci <dice Platone>, il cocchiere
1,Ifle ai cavalli [35] di cio che ha veduto246 ed essi 10 accolgono ed
1 hluro
che desiderano cio che hanno veduto, poich non I'hanno
, 1 II1 I tutto. E se essi desiderando
agiscono, agiscono in vista dell' oggetto
I" d iderano. E questo oggetto di contemplazione e contemplazione.
111
mplazione
ui emplaaone
11'I contemplazione
e il fine
PLOTINII
516
517
111.1118.6-7
til/O
11111 dunque
ed
e contemplazione,
","1 vere realt, quanto cio che deriva dalla loro contemplazione
e
pure oggetto di contemplazione, o per mezzo delIa sensazior mezzo della conoscenza, o per mezzo delI' opinione. Le azioni
111II1J Joro fine [5J nelIa conoscenza e illoro desiderio tende alIa
'"1 I .nza; Ia generazione,
che parte da una contemplazione,
si
li' "Imle
in una forma e in un altro oggetto da contemplare.
In
'" I II tutte le cose che producono,
in quanto sono immagini <delle
li prime>, producono
forme ed oggetti di contemplazione;
le
I IIIJ: generate,
immagini delle realt vere, rivelanocome
Ia causa
... 11111
ri non prenda come fine n Ia produzione [10 J n l' azione, ma
. "111-mplazione delI'opera compiuta. Il pensiero vuoI vedere queI' I I ,prima di lui, Ia sensazione, il cui fine Ia conoscenza, e, prima
I1I, I I natura Ia quale in s produce un oggetto di contemplazione
518
PLOllNII
r,
111,1118,78
519
i ne, ed effettua
IIU
I.
11 ]
521
I IlI,1II8,89
he cosa sia Ia vita. [25] Bisogna far notare che questa discusdimostra ancora una volta che tutte le cose sono conseguenza di
1Illl1lllazione. Dunque se Ia vita pi vera evita secondo il pensiero,
'I" 10 pensiero non e che il pensiero pi vero, il pensiero pi vero e
'111 ,e Ia contemplazione e I'oggetto di contemplazione vivono e
111.vil e fanno uno pur essendo [30] due. Ma come mai, se queste due
f mno uno, questa unit e poi anche molteplicit?
I I I h <1'Inte11igenza> non contempla un unico oggetto. Infatti,
111li [uandocontempla l'Uno, non 10contempla come uno; altrimenti
11111
111enza non sarebbe generata. Ma cominciando come una, non
111'li orne ha cominciato, ma diventa inconsciamente multipla, come
lal sonno, e dispiega se stessa per il desiderio di possedere tutto
I meglio sarebbe stato per per lei non voler ci, poich in questo
1.1 sa e diventata il secondo principio -, simile a un cerchio, che
'I' nndosi diventa una figura, una superficie, una circonferenza, un
111111,
dei raggi, un alto e un basso; migliore e illuogo donde <partono
I I ,peggiore quello a cui <tendono>, Infatti il centro non equivale
,"11 e alla circonferenza insieme, [40] e centro e circonferenza non
I'" ' rlgono al centro da solo. In altre parole, l'Inte11igenza non e
I' 11I nza di utta cosa sola, ma e Inte11igenza universale e quindi anche
11111le cose. E necessario dunque che essa sia tutte le cose e tutte le
I1 I he ciascuna delle sue parti possegga l' universo e sia tutte le cose:
1111111
nti, I'Intelligenza avrebbe una parte che non e Intelligenza e
, 1,1) composta di parti che non sono Inte11igenza; sarebbe perci un
li' I hi
[45] di cose messe 1l che aspetterebbero da tutte quelle parti
,li -cntare Intelligenza. Perci l'Intelligenza
infinita; e se qualcosa
" I1 da essa, non c' e diminuzione n per Ia cosa che procede, perch
.111questa tuttele cose, n per l'Inte11igenza da cui procede, perch
1I0n
un aggregato di parti.
li
I\()
'li
, ,I.
e piu semplice
dell'lntelligenza]
'I
522
PLOTIN
av
IAm, III
523
8, 9
.11
524
PLOTIN.
8laKplvEl.
To
"I
n,
525
I 111,111 8,9-11
nulla le distinguerebbe.
riore a tutti.
11'( lno
e Ia sorgente prima
di tutte le
e alcuno
degli esseri,
cose]
II1111a
"I .
I I/!'Uno
I
11I
col pensiero]
e visione
526
PLOTIN
111,11I8,11
527
111 I he
passata all'atto. Avr dunque una materia e una forma,
" una visione [5J in atto le implica ambedue; prima di vedere <in
,
era uno. L'uno poi e diventato due e i due sono uno. Alla
Ir I . deI senso> Ia perfezione e il compimento derivano dall' oggetto
, 11,11,alla visione dell'Intelligenza il compimento deriva dal Bene.
(o se il Bene stesso, che cosa dovrebbe vedere o fare? Le altre
l/()I agiscono per il Bene o a causa del Bene, ma il Bene non ha
, 1111di nulla, poich esso non possiede che se stesso. Perci chi vuoI
11 r
lel Bene non gli aggiunga nulla coI pensiero; poich se gli
11111
e qualcosa, in quanto gli aggiunge qualcosa, 10 diminuireb~ 1'1 iure <gli attribuirai> il pensare, affinch tu non <gli aggiunga>
'" i estranea e 10 renda duplice, cio Intelligenza [15J e Bene'".
I', 1I 11' l'Intelligenza ha bisogno del Bene, ma non il Bene dell'In1i II/U; e quando questa raggiunge il Bene ne assume Ia forma e ne
I1 uo cornpimento, poich Ia forma che essa ha in s deriva daI
I rende simile a lui, E quale e Ia traccia del Bene che si vede
111111 lligenza, [20J tale bisogna concepire il modello pensando il
'ti V I
secondo Ia sua traccia impressa nell'Intelligenza. II Bene ha
,,' 11I' I traccia di s all'Intelligenza veggente. Perci nell'Intelligenza
'"1 rlcsiderio ed essa sempre desidera e sempre ottiene, mentre <il
It
nulla desidera. Infatti che cosa <desidererebbe>P [25J E nemIII'lIlliene alcunch, poich nulla ha desiderato.
I \I dunque non e Intelligenza poich neIl'Intelligenza
c' un
,I, r e una tendenza alla sua propria forma. E poich l'Intelligenza
111, mzi il pi bello degli esseri, ed e posta nella pura luce e nel puro
1 111111I "ed abbraccia Ia natura di tutti gli esseri; poich il nostro
,,,111 (' sl bello ne e un'ombra [30J e un'immagine,
mentre esso nel
111111 splendore non accoglie in s n Ia non-Intelligenza,
n le
111 , n Ia sproporzione,
ma vive di vita felice, resta pieno di
I I ,I lia chi 10 vede e, come si deve, penetra in esso e si unisce ad esso.
'111 -hi contempla il cielo e vede gli astri brillare [35J pensa e cerca
"'1 .reatore, cosl chi ha contemplato, veduto e ammirato il mondo
IIllbile, deve ricercarne il creatore e chiedersi chi abbia fatto
I ( questo mondo e dove e come sia Colui che ha generato un figlio
l'Intelligenza, bello e perfetto, che ha tratto Ia sua pienezza daI
1i 1,10 J Questi non e n l'Intelligenza n Ia pienezza, ma e anteriore
""Iligenza e alla pienezza; ambedue sono dopo di luim, bisognosi
'Ir'i e di pensare. Sono vicine alui che di nulla abbisogna,
111I" di pensare, e hanno Ia vera pienezza e il vero pensiero poich
IIgono in modo immediato. Prima di loro c' il Principio che n
I " 111 n possiede; [45J altrimenti non sarebbe il Bene.
I'
529
528
(I.) ONSIDERAZIONI VARIE
I )1 ,
non
530
PLOTIN)
531
111.11I9.1-4
e opera
non dell'Intel-
11
.1 I
INol/ l'anima
e nel corpo,
ma il corpo nell'anima]
,I
'
e aI di sopra
di lei viene
lia, poich risiede nell'essere; portandosi verso ci che e dopo
I I,' va> verso il non-essere, E questo essa fa, quando si rivolge [lOJ
I e stessa. Infatti essa tendendo
verso di s produce dopo di s
111111 rgine di se stessa, il non-essere, perch cade come nel vuoto e
111 I ilquanro indeterminata; Ia sua immagine e del tuttoindeterminata
, I I Ira ed, essendo priva di ragione e di Intelligenza, e molto lontana
11
re260 Ma intanto l'anima e sempre nella regione intermedia,
1II I suo luogo proprio, e di nuovo guardando come con un secondo
1.1, Ia sua immagine le d una forma e soddisfatta discende in essa.
1111 11
fi
/lI/O
e prima
e il Tutto]
,w~'
533
I "01,11I 9, 49
PLOTINO
532
1"
I.
e material
11/1{1cttoall'lntelligenza l'anima
f I 'u: de!!'uomo
I'
e immagine
dell'Io superiore]
I/I/rimo
e ai di l dei movimento
e della quiete]
e sempre in alto}
I 'uuualit, per ogni essere che sia passato dalla potenza all'atto,
" I I nel rimanere sempre identico a s finch esso esiste; perci Ia
PLO'II
534
TO 1TpWTOV,
T ).).a 8f 1TEPLaTO Va1TaOOI1EValaTT'lKEKaL KLV L'TIII
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535
111 1119,9
11"
1\1 (
536
I NNEADI, III
NOTE A ENNflAIII I
IIIl
Cfr. Platone, Timeo, 28 A 4.
Epicuro, fr. 280 Usener.
l Cfr. Aristotele, L'anima, r 10,433 a 27-28; Meta/sica, A 7,1072 a 262/,
moto degli animali, 6,700 b 23-24.
4 Cfr. Aristotele, Pisica, B 5,196 b 33-34.
, Cfr. Platone, Leggi, 740 D.
6 GIi Epicurei; cfr. Epicuro, Leuere, I.
7 GIi Stoici; cfr. SVF 11945-95l.
8 Cfr. SVPII 928-929.
9 Cfr. Enneadi, III 1,4.
10 GIi astrologi.
11 Eraclito, fr. A 8.
12 lTIL TT<>K1'l TWV ahtwv: cfr. SVF 11 1000.
lJ Cfr. Enneadi, III 1,7.
14 Cfr. Platone, Fedone, 94 C l.
l' Cfr. SVF I495 e 976.
16 Cfr. SVP 11962 e 976.
17 Cfr. Enneadi, III 1,2.
18 Eraclito, fr. B 50.
19 Cfr. Enneadi, III 1,2.
20 Tolomeo, Apotelesmatica,
IV 2, 4.
21 Cfr. SVP 1518 (Cleante).
22 Cfr. Aristotele, Meta/isica, Z 7,1032 a 25-26; e 8,1049 b 25-30.
2l Cfr. SVF 11 1027.
24 Cfr. Platone, Leggi, 897 A 4.
21 Cfr. Platone, Gorgia, 527 E 2.
1
III2
t,
I "
I
11 ,
I , u lito, fr. B 10.
I, Aristotele, Metafisic, A 10, 1075 a 14-16.
"'"
Platone, Fedone, 107 D 6-7.
Enneadi, V 2, 1.
I " Platone, Timeo, 49 A 6.
I I, Platone, Pedra, 246 B 6-7.
I " Platone, Teeteto, 176 A 8 - B l.
I h. Platone, Repubblica, 519 B 1-2.
I " Platone, Fedone, 82 B 7.
( ", Platone, Repubblica, 620 D 4.
I Ir. Platone, Pedone, 81 E 5.
'I h , Platone, Fedone, 67 E 5; 81 A l.
I ft. Platone, Repubblica, 620 B 5.
I ", Platone, Timeo, 91 D 6-8.
I( It Platone, Fedone, 82 A 11- B 7; Aristotele, Ricercbe sugli animali, A 1,488
I "
537
1I f,
I I,.
I It
I latone,
Platone,
I 11, Platone,
I ". Platone,
h. Platone, Timeo, 90 A.
538
94Cfr. Platone,
" Cfr. Platone,
96Cfr. Platone,
'11 Cfr. Platone,
ge Cfr. Platone,
99Cfr. Platone,
100Cfr. Platone,
101Cfr. Platone,
102Cfr. Platone,
10)Cfr. Platone,
Repubb/ica, 620 E 1.
Timeo, 43 B 6.
Fedone, 107 D 7-8.
Timeo, 42 C 3.
Timeo, 42 D 4-5.
Timeo, 41 D 8.
Timeo, 35 A 2-3.
Timeo, 41 E 2.
Repubblica, 617 A 5 -7 .
Repubb/ica, 615 A 4.
IlH
104Cfr. Platone, Fedro, 252 B 2-3.
10' Cfr. Platone, Simposio, 202 D 13.
106Cfr. Platone, Simposio, 206 D 1.
107Aristotele, Meta/isica, N 6, 1093 b 1213.
108Concetto pitagorico: cfr. Aristotele, Metafisica, A 4, 985 a 23.
109Cfr. Platone, Simposio, 206 C 45.
110Cfr. Platone, Leggi, 775 D 1-2.
111Cfr. Platone, Fedro, 242 D 9; 265 C 2-3.
112Cfr. Platone, Simposio, 203 C 3-5.
11)Cfr. Platone, Simposio, 180 D 7 -8.
114Epimenide, fr. B 19.
m Cfr. Platone, Cratilo, 396 B.
116Cfr. Platone, Simposio, 199 D 1-2.
117Cfr. Platone, Fedone, 107 D-E; 113 D 2.
118Cfr. Platone, Simposio, 203 B-C.
119Cfr. Platone, Timeo, 34 BC.
120Cfr. Platone, Simposio, 202 D.
121Cfr. Platone, A/cibiade maggiore, 130 C; Leggi, 959 A 7.
122Cfr. Platone, Fedro, 265 C 2-3.
m Cfr. Platone, Simposio, 203 D 1-2.
124Cfr. Platone, Simposio, 202 D 11.
12' Eraclito, fr. A 9.
126Numenio, Test. 24 Leernans.
127Cfr. Platone, Timeo, 40 D 4.
128Cfr. Enneadi, III 5, 4.
129Cfr. Aristotele, Meta/isica, Z 10, 1036 a 9-11; H 6, 1045 a 34.
1)0Cfr. Platone, Simposio, 203 B 5-6.
'" olcrpoc: cfr. Platone, Fedro, 240 D 1; 251 D 6.
nz Cfr. Platone, Simposio, 203 D 3 - E 7.
i Cfr. Platone, Filebo, 21 A 1-2.
IH Cfr. Platone,
Repubblica, 620 D 8.
'" Parmenide, fr. B 3.
1)6Cfr. Aristotele, Meta/isica, t. 30. 1025 a 32.
m Cfr. Platone, Simposio, 203 B ~ -6.
1)8Cfr. Enneadi, III 5, 5 e 7.
m Cfr. Platone, Fedro, 246 E 4.
140Cfr. Platone, Lettera Il, 312 E 3.
141Cfr. Platone, Filebo, 30 D 1-2.
142Cfr. Platone, Simposio, 206 D 6.
14)Cfr. Platone, Simposio, 203 B 2 - E 6.
539
I.NNEADI. III
NOTEAENNEAII I
Simposio, 203 C
Platone, Simposio, 203 B
e I I Platone, Simposio, 203 B
e
Platone, Simposio, 203 C
I [r , Platone,
e rr.
i
r,
5.
5-7.
2.
5.
111 "
408
2.
IV 7, 6.
L'anima, B 5, 417 b 5-11.
e I I Platone, Timeo, 86 E.
I " Ilatone, RepubbCa,429 C-D; 430 A-B; Fedone,
83 B; Aristotele,
e II.SVFII53
e65.
(Ir.
VF I 484; II 458.
I I I. Enneadi, III 6, 2.
I e I I. Platone,
Timeo, 69 C 7 - D 2.
e h. Enneadi, III 6, 3.
e It.SVFIII386.
1ft. SVF II 458.
e " Platone, Filebo, 33 E 11.
I !t. Aristotele, Politico, A 5,1254 b 8.
I II Platone, Fedone, 85 E - 86 B.
e I1 Platone, Fedone, 67 C 5-6.
I 1,. SVF II 309 d18.
I I1 Platone,
Parmenide, 144 B 2.
I II Platone, Sofista, 246 A-B.
I I1 Platone in Aristotele, Metafisica, A 6, 987 b 20.
I I, Platone, Timeo, 50 C 4-5.
I I I Aristotele, La generazione e la corruzione, A 7,324
e I I Platone, Timeo, 52 A 8.
e " Enneadi, II16, 1-5.
e II Aristotele, La generazione e la corruzione, A 7,323
I It Platone, Filebo, 63 B 7 -8.
e It Platone, Timeo, 51 A 7.
e I1 Platone, Timeo, 50 B 7 -8.
I II Platone, Timeo, 50 C 4-5.
I It Platone, Timeo, 50 B 7 -8.
I Ir Platone, Timeo, 51 A 7 - B 2.
IIt mocrito, fr. B 9 e 125.
I I, Platone, Timeo, 52 D 5-6.
e I, Platone, Timeo, 49 E 2.
I " Plarone, Timeo, 50 B 7-8.
I Ir Platone, Timeo, 49 A 5-6.
I I, Platone, Timeo, 52 A 8 - B 1.
I II Platone, Timeo, 52 B 4.
I It Plutone, Sofista, 254 D 1.
I 11 Plarone, Timeo, 52 C 2-4.
a 1
S5.
b 26.
L'anima, A 4,
541
540
NOTEAENNI
NI.AOI.lII
194
III7
Cfr. Platone, Timeo, 37 D 7.
I Pitagorici: cfr. Aristotele, Fisica, 10,218 b l.
201 Cfr. Platone, Timeo, 37 D 3.
202 Cfr. Platone, Timeo, 37 D 6.
20) Cfr. Platone, Sofista, 254 D - 255 A.
204 Cfr. Platone, Timeo, 37 E 6 - 38 A l.
201 Cfr. Platone, Filebo, 24 D 2.
206 Cfr. Aristotele, Il cielo, A 9, 279 a 27.
207 Cfr. Platone, Timeo, 37 D 6.
208 Cfr. Platone, Timeo, 35 A 2-3.
209 Cfr. Aristotele, Meta/isica, r 2, 1004 b 18.
210 Cfr. Platone, Timeo, 29 E l.
211 Cfr. Platone, Timeo, 37 E 4 - 38 A 2.
212 Cfc. Aristotele, Fisica, 11,219 alO.
21) Gli Stoici: cfr. SVF II514.
214 Cfr. Aristotele, Fisica, 10,218 a 34.
m I Pitagorici: cfr. Aristotele, Fisica, 10,218 b l.
216 Lo stoico Zenone: cfr. SVF 193; II510.
217 Cfr. Aristotele, Fisica, 12,220 b 32.
218 Epicuro, fr. 294 Usener.
219 Cfr. Aristotele, fsica, B I, 192 b 14.
220 Cfc. Enneadi, III 7,7; Aristotele, fsica, 11,219 b 2; Il cielo, A 9, 274)
221 Cfr. Aristotele, Fisica, 12,220 b 14-18.
222 Cfr. Enneadi, III 7, 9.
22) Cfr. Aristotele, Fisica, E 4, 228 b 16.
22. Cfr, Aristotele, Pisica, 13,219 b 2.
m Cfr. Aristotele, fsica, 13,222 b 1-2.
226 Cfr. Aristotele, fsica, 14,223 a 21-29.
227 Cfr. Enneadi, III 7, 7.
228 Parrnenide, fr. B 8, 4-6.
229 Ornero, lliade, XVI 113 (Platone, Repubblica, 545 D 8 - E 1).
2)0 Cfr. Platone, Timeo, 37 D 5.
2)1 Parrnenide, fr. B 8, 6.
2)2 Cfr. Platone, Timeo, 38 B 6.
2)) Cfr. Platone, Timeo, 39 D l.
m Cfr. Platone, Timeo, 38 C 6; 39 B 2.
m Cfr. Platone, Timeo, 39 B 6 - C 1; Epinomide, 978 D 2-4.
2)6 Cfr. Aristotele, Fisica, 12,220 b 13-14.
m Cfr. Aristotele, Fisica, 12,221 b 22-27.
2)8 Cfr. Aristotele, fsica,
12,220 b 14-16.
2)9 Cfr. Aristotele, Fisica, 12,220 b 19.
2<0 Cfr. Aristotele, Fisica, 12,221 b 31 ss.
2<1 Critolao, fr. 14 Wehrli.
199
200
ENNEADEIV
IV 4,36, 18-21
545
11" I ENNEADI, IV
e grandezza
eppure
e in ogni grandezza
_ 2. L'anim
e indivisa e divisibile
"
no piaceree dolore? -20. II desiderio nel corpo e nelI'anima -21. La
I" 1\11>
ia e i1corpo -22. Soltanto I'anima giudica le ~ffezioni corpore~ -~3.
I 11ma percepisce solo tramite iI corpo - 24. Funzione delIe perce~lonl .I.' Anima delI'universo e orientata verso I'Intelligenza - 26. La simpatia
. 1111a - 27. L'anirna della terra: Hestia e Demetra - 28. L'animosit nel
I 1IIIono psicosomatico - 29. Luce e colori n~i.corpi .- 30. ~reghiere, ~~gia,
,I, IIwni e corpi celesti - 31. Il problema degli influssi astrali - 32. Unit dei
, "'" e comunione simpatetica - 33. La causa operante delI'universo non e
11111
eca -34. Le figure astrali influenzano le cose che noi facciamo? -35.
I nima delIa natura diffonde se stessa: il sole - 36. L'universo ha in s una
IlIp onda variet di potenze - 37. Ogni cosa esercita una sua potenza irraIIIlIllc - 38. Tutte le influenze cosmiche sono coordinate fra loro - 39. Il
I I I e in funzione dei tutto - 40. Le influenze magiche derivano dalIa
uupntla: Ia preghiera -41. L' armonia universale -42. ~a preghiera e~'ordine
IIIIIV.rsale -43. Demoni e magia -44. La conternplazione non soggrace alia
111,\iu - 45. Le influenze nel mondo umano
) Problemi deU'anima
m, o della
visione
dell'anima
546
547
IV 1
(<t)
ITEPI On;IA~
1ltYXH~ ITPOTON
11 'unima non
e grandezza
eppure
e in ogni grandezza]
1,1
548
111, IV I, 1
'li
11 parti:
549
550
To
551
NIAI)!, IV 1,2
'11
11:anima
e una e molteplice]
Che Ia natura dell'anima sia proprio tale e che, oltre questa, non
i esserci un'ani~a
o solt~to in~ivisibile o s?ltanto ~ivi~ibile, ma
I.
a sia necessariamente I una e I altra cosa, SI rendera evidente da
10 he segue.
l'anima avesse, [5] come i corpi, delle parti distinte, qualora una
" porte venisse affetta, non potrebbe un'altra parte arrivare ad aver
" c nza di questa affezione, ma quell' anima che
per esempio, in un
11111,
in quanto diversa dalle altre parti e con~istente in se stessa,
"I ir bbe I' affezione; sarebbero allora moltele anime che reggono [10]
I (uno di noi; ed anche questo universo non sarebbe governato d~ una
,,1.1 ma da infinite anime, distinte l'una dall'altra, L'appellarsi alla
"I' I inuit, poich essa non pu render conto di una vera unit, inutil~,
si pu accettare I'opinione di coloro che, ingannando se stessi,
11 rmano che le sensazioni arrivano alla parte egemonica dell'anima
11' rverso una trasmissione progressiva, Anzitutto, chi parla di una
,,111 egemonica [15] 10 fa senza una seria indagine, Come potranno
/ I le loro suddivisioni e dire: questa e una parte e questa e un' altra, e
IlI' ta e Ia parte e~e~onica?
Con 9~~e criteri~ di ~ran~ezza e con quale
Ifi renza di qualit faranno Ia divisione, se I anima e <per loro> una
""1 a unica e continua? lnoltre: soltanto Ia parte egemonica avr le
li azioni, oppure
anche le altre parti? E se il sentire [20] appartiene
"h nto alIa parte egemonica, in quale punto sar localizzata Ia sensa11m per esser tale? Ma se Ia sensazione si produce in un'altra parte
,I ll'anima non destinata a sentire, questa parte non trasmetter Ia sua
Ilezione alla parte egemonica, e Ia sensazione non ci sar affatto,
E poi: Ia sensazione, se colpisce Ia parte egemonica, o deve colpire
lrnnto una parte di essa [25] e, poich sar questa che percepir, le
h I non percepiranno, perch sarebbe inutile; oppure ci sararmo
IIIlllte anzi infinite sensazioni e non tutte simili; anzi, l'una direbbe:
1111 stata io Ia prima a sentire; e l'altra: io ho sentito l'affezione di
,,,,' rltra; e nessuna, eccetto Ia prima, sapr dove s' e prodotta I' affezione;
IIppure, ciascuna [30] parte dell'anima s'inganner credendo che l'~ft zione si sia prodotta l dov' essa e. Ma se non solo Ia parte egemoruca
quella che sente, ma anche ogni altra, perch allora una sar Ia parte
monica e un'altra no? Perch
necessario far risalire ad essa Ia
1\ azione? E come da molteplici sensazioni, per esempio da quelle
,I li orecchi e degli occhi, potr riconoscere qualcosa di unitrio? [35]
e invece, l'anima fosse assolutarnente una, cio completamente
nulivisibile e una in se stessa, e sfuggisse del tutto a qualsiasi inolteplicit
rivisione, nulla di cio che l'anima abbraccia sarebbe animato tutt'inI I ; rimanendo
collocata al centro del singolo corpo, lascerebbe
luunimata tutta Ia massa dell'essere vivente.
I'"
e,
552
PWII
ti
553
111 IV 1.2
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KOOIlOS puXs aVEU alllTlv lXl, otrros 8 Ts E-V aWIlOII
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TOLS aWllaalv. [5J 'EKEL 8 IlO 11 I
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556
557
IV 3 (27) ITEPI lItYXHL AITOPION ITPOTON
IlI) PROBLEMI
fI 'anima nostra
SULL'ANIMA
e parte
dell'Anima uniuersaler]
\I mto all' anima, sia che, dopo aver tanto dubitato, si debba
r a certezza, o, pur rimanendo nel dubbio, ottenere almeno il
io di sapere cio che v' di insuperabile, sar bene avviame Ia
'"1
ne. E su quale argomento [5] potremmo discutere pi ampia111 d esaminare meglio che su questo? Per molti e diversi motivi:
, unplia Ia conoscenza in due direzioni: sulle cose di cui essa e
1IIIII'io e su quelle da cui deriva. E poi, iniziando questa ricerca, noi
I" .lmrno aI precetto del dio che ci comanda di conoscere noi stessi".
I I vogliamo cercare e trovare ogni altra cosa, e giusto che ricerchiaIlIi e colui che ricerca: desiderando cosi di cogliere l'amorosa
1 11 delle cose supreme.
11 he nell'Intelligenza
universaIe esiste una duplicit; per Ia stessa
11111 ,nelle intelligenze individuaIi una parte e orientata in un modo
1II',IIIrain un altro. Bisogna indagare come avvenga Ia accoglienza
11 li i; [15] ma questa indagine Ia rimandiamo a quando cerchererno
." modo l'anima viene nel corpo; ora invece tomiamo a coloro per
1" til mche le nostre anime provengono dall'Anima dell'universo '".
I i diranno infatti che non e sufficiente affermare che anche le
IIr anime arrivano sino aI punto [20] cui giunge l'Anima dell'uni"1 non accetteranno che essa sia eguaImente intellettuale e, se
u uumettessero questa eguaglianza, continueranno tuttavia a so111I che esse sono parti dell' Anima universaIe: poich le parti sono
II'~' nee con il tutto.
.ldurranno anche Platone come difensore di codesta opinione, il
I1I , per mostrare che l'universo e animato, dice: come il nostro
.1/111 parte del corpo dell'universo, [25] cosi Ia nostra anima e parte
I I 'Anima universale!'. Affermano inoltre che <in Platone>" e detto
.11111trato chiaramente che noi seguiamo il movimento circolare
I ll'universo e riceviamo di l il carattere e il destino e, generati
ll'uuerno dell'universo, riceviamo l'anima daI cielo che ci circonda:
II11I ome ogni partein noi riceveuna partedall'anima
nostra, cosi, per
111111 ia, essendo noi parti rispetto aI tutto, partecipiamo,
in quanto
11, dell' Anima universaIe. Anche Ia frase <di Platone>: L' Anima
.111
i prende cura di tutto cio che e inanimatoI3[35]
vuol dire
I"'" I questo: egli non ammette, oltre I'Anima del T utto, nessun' altra
1111111, poich essa sola ha posto sotto Ia sua cura tutto cio che e
11111 III 110.
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dell'Anima uniuersale]
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9-10
1'11
11
1)opo aver imparato queste cose, bisogna tornare indietro a cio che
rnarnente inalterato e abbracciare
insieme il tutto; come l'aria, Ia
1
il sole, ovvero Ia luna, Ia luce e di nuovo il sole sono tutt' e tre
I 11111
e tuttavia, occupano posti di primo, secondo e terzo grado, [5]
11.1 I so modo dobbiamo pensare un' anima che sussiste eternamente,
., I ose prime e quelle che vengono dopo, e quali sono simili agli
IIi Itlli bagliori di un fuoco <questi vengono dopo Ia prima luce che
ne anch'essa dall'ombra
dell'ultimo
fuoco intelligibile>:
ed anI" questo viene illuminato nello stesso tempo, sicch c' come una
I 'li I che fluttua
su questo fondo che prima era dei tutto oscuro. [10]
1t orpo formato secondo ragione, poich I' anima possiede virtualI'I in s, nella sua totalit, Ia potenza di informare secondo concetti,
I me nei semi le ragioni <seminali> plasmano e informano
gli
11runli che sono piccoli mondi, perch ogni cosa che viene in contatto
"" l'anima viene formata conforme all'essenza naturale dell'anima.
\' II IIanima
agisce [15] non per riflessione estrinseca,
n attende
1,111, razione o esame: in questo caso non agirebbe secondo natura, ma
lindo un'arte venuta dai di fuori. Ma l'arte e posteriore alla natura:
, \11 imita producendo
soltanto delle immagini squallide e inerti, dei
I
576
PL011NII
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577
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\)1. IV 3.10-11
I 1111i
I li fantasmi ".
[20]
, 'unima, invece, per Ia potenza del suo essere, e signora dei corpi per
l.uro che
essa che li guida nel loro nascimento e nella loro
1I f 111 mazione, e i loro elementi primi non hanno il potere di opporsi
110 volere, Le cose posteriori, al contrario, si impediscono
spesso
l\,I camente e non riescono a raggiungere Ia loro forma propria,
li. forma che Ia ragione si propone in un piccolo ambito; [25] lass,
u I I , dove anche Ia intera forma si attua sotto il dominio dell'anima
Iv le cose che sono generate hanno il loro ordine, tutto cio che nasce
11/.' fatica e senza ostacoli e bello.
J "unima costrul nel mondo alcuni corpi come statue di dei, altri
'111t' case di uomini, altri ancora per altri esseri. Che altro poteva mai
re dall'anima se non cose [30] per Ia cui creazione essa avesse il
'\rl .? li compito del fuoco e di scaldare, di un altro elemento e di
lhccldare; ma il potere dell' anima si esercita, per un aspetto, su
111' ihra cosa, per un altro aspetto in se stessa. Nelle cose inanimate Ia
I
1 rnza che ne deriva e in esse, per cosi dire, in stato di sonno, mentre
1'1 IIl1 che si esercita su altra cosa consiste nel rendere simile a se stessa
'I lhe pu subirIa:
poich e carattere com une a ogni essere [35] di
1",,1 ire ogni cosa alla somiglianza con se stesso; ma I'azione dell' anima,
I1 quella che rimane in se stessa, sia quella che si riversa su altra cosa,
I mpre qualcosa di insonne. Essa fa vivere cosl le altre cose che non
I 'I bbero per se stesse e d loro quella vita di cui essa stessa vive. E
,,11 h essa vive in una forma razionale, d ai corpo una forma razionale
111 un'immagine di quella cheessa possiede-infatti
tutto cio che essa
I .1 corpo un'immagine della vita [40] - e d ai corpi le forme di cui
". iede le ragioni. L' anima possiede anche le ragioni degli dei e di tutte
I ( se. Perci il mondo possiede tutto.
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11" le loro scelte hanno il lorosegno nelle figure degli astri ed emanano
rto suono armonico [25] <e forse e questo il senso enigmatico della
"da della armoniosa musica delle sfere>,
Non sarebbe cosl se I'agire dell'universo non corrispondesse agli
rri intelligibili e il suo patire non avvenisse conforme alle misure dei
I li, ai periodi, alle collocazioni, ai vari tipi di vita che le anime
I ' ( rrono volgendosi ora lass, ora nel cielo, ora [30] verso questiluoghi.
Ma l'Intelligenza rimane tutta ed eternamente lass e mai si estrania
.1,\ stessa; e nondimeno, bench tutta stabilita nella regione superna,
I!lviualle cose di quaggi, per mezzo dell' anima, il suo influsso. L' anima,
I II le e vicina, si dispone secondo Ia forma che viene dall'alto e Ia
omunica agli esseri che sono dopo; l' Anima del mondo si dona
11 tantemente,
quella individuale in maniera diversa, [35] pur con, ando, secondo un ordine, il suo vagabondare.
Non sempre per l'anima discende nei corpi nella stessa quantit,
111 I ra pi ora meno, anche se discende in corpi del medesimo genere:
I 1,\' una discende nel genere che e pronto ad accoglierla, conforme alla
omiglianza del suo stato, Cio: essa si porta l dove e l'essere ai quale
unile: l'una verso l'uomo,l' altra, diversa, verso un animale differente.
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auvu<f>alvoooa T ~f)s EKElVOlS, aM:UTa IlEV TT)poooa, &111
SvaTal [20} atJ(nv ~aUT TTpOs-ri}v EKElVWVllV, T 8E dII
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585
I AllI, IV 3,15-16
'I ti he portano con s, [1O} oppure per tutte queste ragioni, o per
1.11Imo soltanto. Alcune soccombono totalmente alla fatalit di quagI 111
r solo qualche volta e, qualche volta invece, appartengono a se
" iltre si piegano al destino sopportando l'inevitabile, ma sanno
I I" rppartenere a se stesse quando si tratta delle loro proprie azioni,
1'1'" \I o vivono secondo un' altra legislazione, cio secondo quella che
11111
tutti gli esseri, [15} e ad essa si sottomettono interamente. Ma
Ir I' legislazione costituita dalle ragioni di quaggi, dalle cause in
II f ,I , dai movimenti delle anime e dalle leggi dd mondo intelligibi, IIII quali e d' accordo; di l essa riceve i suoi principi e connette con
I1
se inferiori, mantenendo intatti tutti gli esseri che sanno [20}
II , rvnrsi in armonia con illoro modello intelligibile e conduce con s
I, I ose dove devono andare per loro natura. Perci Ia causa per cui
1111 no qui ed altre sono poste altrove si trova nelle anime in quanto
1111
discese.
II'I/Igiustizia non
e ingiustizia nell'ordine
uniuersale]
586
S1ous SE: lXHV
I!l!tjsEWS alTtas.
PLOTlN 1
587
NI ADI, IV 3,16-18
na con rigore a ciascuno cio che gli spetta; ma le sue ragioni sono
". uhe [25] e a chi le ignora offrono motivi di biasimo.
e l'ultimo
nell'ordine intelligibile]
I,,, lHO celeste, si potrebbe provarIo con gli argomenti seguenti. Se il cielo
IIIH
IH,
588
PL 'li
111,IV 3,1819
589
590
PLOTI
l'
591
111, IV 3,1920
l'lllm dire che cosl anche negli altri sensi: infatti, poich cio che
del sentire e corpo, e necessario che anch'esso si divida, pur
11 I I 10 minore che nel tatto.
'
111he Ia facolt vegetativa dell'anima [20] e quella accrescitiva si
"1"lIlnno allo stesso modo. E se il desiderio risiede nel fegato e il
tf~w~tI(l nel cuore", 10 stesso discorso si pu fare anche per essi. Ma
,I orpo non riceve questi impulsi in questa sua mescolanza, o li
til tutt'altro modo e da qualcuna delle facolt gi ricevute. La
nne per e l'intelligenza [25] non si danno pi al corpo: Ia loro
1 11,\ io non si effettua per mezzo di un organo corporeo, e il corpo
'\1' 1 m ostacolo se 10 si voglia adoperare nelle ricerche del pensiero",
1IIIIlque l' indiviso e il diviso sono diversi l'uno dall'altro e non
I" 111111 unit derivante da una mescolanza, ma sono un tutto formato
I' 1111.iascuna delle quali e pura e separata [30] per potenza. Ma se
,', che diventa diviso nei corpbs" riceve da una potenza superiore
I ndivisibilit, alIora esso pu essere insieme indiviso e diviso,
li'
il suo essere si fosse mescolato con Ia potenza che dall'alto
rinlui.
I ,Ip
I'
I1 'anima non
e tuua
I '111
Ire.
592
PLOTINI
111m
.11
593
Il', IV 3, 20-21
1c re cose ancora si possono opporre alla tesi che l' anima sia nel
II 111110 se
I1 "mima
nella nave?]
594
PLOTINI
595
I Ili, IV 3, 2123
110
e nell'anima]
Itl,orpo
1111
111
110
"'11
1111) li
e negli occhi e Ia
e Ia potenza uditiva, che Ia
e negli
orecchi
596
597
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',,', IVl,23
t"
11 ,
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, .lunque necessario dare al corpo una parte dell' anima, e daria a
I I' It del corpo pi atta a riceverne I'attivit; ma l' altra parte
I
I, che non ha alcun rapporto col corpo, si dovette pure
,', 111comunicazione con quella parte che ne era solo [30] una
1" cisamente una specie dell' anima capace di percepire cio che
,I di I ragione.
I \( olt percettiva
in un certo senso, una facolt che discerne,
111nnmaginativa ha qualcosa di intellettivo; l'impulso e l' appetito
'1II11'immaginazione e Ia ragione. Insomma: Ia facolt di pensare
, I orne in un luogo, ma perch Ia facolt percettiva
che e II se ne
,I ome [35] Ia facolt percettiva sia localizzata ll l'abbiarno gi
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599
I AI I, IV 3, 24-25
I M II e e in un
r.
I Memoria e reminiscenza]
1)lIanto alla memoria, se il ricordare appartenga a quelle anime che
Hi partite dai luoghi terreni, oppure a quali si e a quali no; se si
.11 t ino di tutte le cose o solo di alcune; e se si ricordino sempre, o solo
f IfI\ certo tempo vicino alla loro uscita: sono cose altrettanto
degne
.une. [5]
I vogliamo impostare con precisione l'indagine su questi problemi,
'1llIumo anzitutto chiarire il concetto di cio che ricorda. Voglio
"
1\ n cio che e Ia memoria ma in quali specie di esseri risieda
uunlmente. Che cosa sia Ia memoria, 10 si gi detto altrove e
I uuamente: ma ora dobbiamo precisare meglio Ia natura di cio che
11 tllI. [10] Se Ia memoria riguarda una cosa acquisita, imparata o
II uu, allora il rcordare non potrebbe appartenere agli esseri impasI1I fuori del tempo. Perci Ia memoria non si deve porre n in Dio,
1111
'i
600
I A!ll, IV 3, 25-26
PLO'JJ
1J.V1lIJ.OVEELV.
MlIllJ.llV 81) lTEPL ge:ov oi& lTEPL TO V KaL VII
ge:TOV' oi&v )'p EtS airroUs oi& xp6vos, [15] ID' atwv 1T
TO V, KaL OirrE TO lTp6TEpoV ore TO <f>e:fJs,' EanV e:t t:
EXH V T4) airr4) OU &X6IJ.EVOV lTapaLv. To SE v T4) av,
KaL lJ.ot41lTWs dv v 1J.1Il1J.'IJ
)'VOLTO, OVK EXOV oVS' taxov d))..'1
KaTOTaaLV IJ.ES'fJv EtXE rrprspov, f) vllaLV dllV IJ.ET' d))..11'
'Lva v d'IJ [20] 1J.V1J",dl1S 8E 1J.V1lIJ.OVE1]
f)v EtXE lTp6TEpCOI
'A Tt KWELTs d>..>..wv IJ.ETaf30Ms e:tSlvaL ou IJ.ETa(3()LI,'
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PLOTINO
602
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OW~aTOS, 11 n)V 8L TOU OW~aTOS, 11 n)V
~"v
---------
603
NI Am, IV 3, 26
111
604
PLOTI
605
1>1,IV 3, 26-27
non avesse nulla di tutto questo nel suo essere, non 10 otterrebbe
[uando e nel corpo: essa invece ha si aIcune attivit che hanno
, 110 del funzionarnento
di certi organi per esercitarsi, ma porta gi
I
, quando scende nd corpo, di aIcune il potere soltanto, di altre
1/1' utualit stessa.
. per quanto riguarda Ia memoria, il corpo e anche un ostacolo:
11 11 nostra vita presente,
accade che ci dimentichiarno quando
11111 mo certe bevande, ma quando il corpo se ne libera e si purifica,
11 Ia memoria riappare.
Se dunque il ricordarsi e un perseverare,
I corporeo che si muove escorre sar necessariamente
causa di
Itlllldcanza e non di memoria. Perci [55] il fiume dell'oblo"
II 1lhe essere interpretato
in questo senso. Questa funzione dunque
I
gnata all' anima.
111111 I
111
1M imoria e reincarnazione]
a quaIe anima? A quella che noi chiamiamo pi divina,
me alla quale siamo noi stessi <il nostro io>, oppure all' altra che
I"
n dall'universo? Forse bisogna dire che ambedue hanno ricordi,
tltIl particolari, altri comuni; quando sono unite, hanno insieme tutti
IIIIH,
[5] ma se sono separate ed esistono e perseverano nella loro
\I rzione, ciascuna avrebbe per pi lungo tempo i ricordi propri e,
"I' r breve tempo, quelli dell' altra.
I .le e l' ombra di Eracle nell' Ade: quest' ombra, nella quaIe - io
11 li
dobbiarno vedere noi stessi, ricorda le imprese compiute nella
poich a quest'ombra appartenne soprattutto [10] Ia sua vita.
1.1 le altre anime, pur essendo l'insieme dell'anima superiore e di
11., mferiore, non avevano da raccontare niente di pi che le vicende
I" ta vita. Si, poich, essendo codesto insieme, non conoscevano
'111 te vicende, o, tutt' aI pi, quaIcosa di relativo alla giustizia. Ma
, t li
abbia detto l'Eracle vero, l'Eracle senz' ombra, questo <in
'Ir I)
non e detto. Ma che cosa potrebbe dire quest' altra [15] anima,
I
Ilha libera e sola? Finch essa e ancora sotto l'influsso corporeo,
, .hre tutto cio che l'uomo opero e sofferse; ma quando il tempo
lI/I, nell'ora della morte, possono
riaffiorare in lei ricordi di vite
.1. uori, aI punto da respingerne aIcuni con disdegno. Diventata ancor
101 !,,,ra, [20] essa potr anche richiamare alla memoria
quanto non
11 tte quaggi'"; ma se, andandosene, passa in un nuovo corpo,
'li I iccontare di eventi estranei aI corpo, dir cos' cio che ha appena
, LI' o e racconter anche molte cose delle vite precedenti, bench col
I' 'I I
sa dimentichi moltifatti che le sono accaduti. Ma, una volta che
I
v ramente sola, che cosa ricorder? Dobbiamo dunque esamiI unzitutto a quale [25] facolt dell' anima il ricordare si accompagni.
I
111'1(
606
PLOTINI'
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SE:
TO
'To
I /
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TO ata6T}TlK6v,
607
e impariamo? Oppure il
I lle cose desiderate si accompagna alla facolt con cui deside11111.
il ricordo delle cose che suscitano Ia nostra collera alla facolt
.11,11 ?
1',,1 h' - dir qualcuno - chi gode non dev~ ~s~re dive~s~ da c~i
Iti , il godimento;
infatti Ia facolt CO~CUPlsclbile [5]. SI r!sv~gI~a
11 " 100 con cui godette non appena 1oggetto dd desiderio SI sia
I ibile per mezzo del ricordo. Infatti, perch non si risveglia pi
I 11110 appare un oggetto diverso, o quando appare 10 stesso oggetto
I un aspetto
mutato? Che cosa impedisce di attribuire alla faco.lt
"" Iir iva Ia sensazione delle sue c.ose e, ~ercio, ~a facolt perc~tt1va
, II rio, e cosl per tutte le altre, 10 maruera che ciascuna tragga il suo
1111 do cio che predomina
in essa?60
I 111 C Ia sensazione giunge a ogni singola facolt battendo una strada
'I I:(10] peresempio,
e Ia vista chevede, non Ia parte che desidera,
I 1,,11 t che desidera e eccitata dalla p~rcezione. visiva per una s~ecie
I 11,1 missione, non in modo da saper dire cosa sia codesta pe~cezl~ne
I 111 modo
da subiria inconsapevolmente;
cosl, nell ambito
I li' I" cibilit e Ia percezione che vede l' offensore, e tosto sorge I'ira;
111 li pastor~ di un gregge vede il lupo, [15] m~ntre il cane, senza
1111 visto coi suoi occhi, se ne accorge solo al fiuto o al frastuono.
1I 1111 nte, Ia parte appetitiva e stata soddisfatta ~ conserva, a~zi, una
I' I I I di cio che e accaduto,
ma non come ricordo, bensi come
II 1"' izione e affezione: e un'altra Ia facolt che ha visto il ~odimento
1111111 in s il ricordo di cio che e accaduto. Ne
prova [20] il fatto che
1111 moria spesso non e consapevole di cio che provo Ia parte concu.1 I rhile; eppure, dovrebbe esserlo, se fosse in essa.
'11111
,,;r
608
PLOTINO
avo
I I
a\
609
, AI)(, IV 3, 29-30
11 11.0 parola
610
~, I,IV 3, 30-32
PL 'I'
I' ich altro e il pensiero, altro e l' apprensione del pensiero: noi
uno sempre, [15J ma non sempre ne abbiamo 1'apprensione,
11 il soggetto recettivo non accoglie soltanto pensieri ma anche,
li. I parte, sensazioni.
611
"
(M
Che diremo del ricordo degli amici, dei figli, della moglie, nonch
I, I.icordo della patria e di tutte le altre cose che anche un animo nobile
I" t ricordare senza vergognarsi? L'immaginazione porta con s questi
IIlordi, ciascuno con Ia propria passione; ma l'uomo nobile ricorda
1'" 10 enza passionalit. Forse in principio Ia passione [5J era presente
1O/lI'immaginazione; anzi le passioni pi nobili risiedono nell'anima
I~ ia, in quanto anch' essa ebbe un certo rapporto
con l' anima inferioI'
Ma conviene che l'anima inferiore desideri agire con Ia memoria
""1 l'anima superiore, specialmente se sia nobile anch'essa, poich
1'111 darsi che un' anima sia rnigliore o originariamente
o per l' educazio10 ricevuta dall'anima superiore; [1OJ questa per deve cercare di di-
612
PLOllNO
613
I AI)(. IV 3,32
e
e
614
IV 4 (28) fIEPI
615
1Itncm;
AfIOPION
~ErrEPON
) JlR
II I 'I/i alto
dipensiero
e senza tempo]
I li
cosa dir? quali ricordi conserver un'anima che sia entrata
1IIIIlndo intelligibile, vieino alIa realt suprema?
I 10 ico affermare che essa contempli ed operi fra quegli esseri in
11I ni quali si trova; oppure
essa non e affatto lass. Nulla essa
'1111 delle cose terrene, nemmeno,
per esempio, di aver studiato
I , I III , /5] n di aver contempla to, stando quaggi, gli Intelligibili. Se
.11 p ssibile che uno, quando si rivolge col pensiero a un oggetto,
.1,1qualcosa d'altro che pensarlo e contemplarlo; se nelI'atto dei
11i r non e contenuta l'idea di aver pensato, ma essa pu essere
li., 010 pi tardi, nel caso che avvenga qualche alterazione: [10] cosi
," possibile che colui che si trovi in stato di purezza nel mondo
III IIIHibile abbia rieordo
delIe cose che gli sono accadute una volta
'IW i,
I. P i, se - com' plausibile - ogni pensiero e senza tempo, poich
I ., di lass non sono nel tempo ma nell' eternit, non e possibile lass
111ordo, non solo delle cose di quaggi, ma di una cosa qualsiasi. Anzi,
, I 11ogni cosa e presente, poich non c' n un discorso n un
Iggio da cosa a cosa. Ma come? Non c' divisione, dall'alto, in
I, 11irie, e un salire, dal basso, alI'universale e al superiore? Si neghi
111questo all'Intelligenza che e tutta in atto; ma perch ci non
" bbe per l'anima, che si trova lass?
Lhe cosa impedisce [20] che anch'essa diventi l'intuizione subira" .1 di cose intuite tutte insieme? Forse e come l'intuizione di una cosa
III~:lia colta tutta quanta?
No, ma come se gli atti di pensiero, tutt'insieme, abbracciassero
1111111
. cose. Poieh, come Ia cosa vista e varia ta, cosi si fa variato e
IIlI,h plice anche l'atto dei pensiero; e molti sono i pensieri come sono
1111111
le sensazioni nella percezione di un volto, essendo visti nello
1I s tempo gli occhi e il naso e le altre parti. [25]
Ma se l' anima divide e dispiega qualcosa di unitario?
Nell'Intelligenza Ia divisione gi fatta, e un simile atto <per essa>
1IIIIIlostoun punto d' appoggio; nei generi il prima e il poi non hanno a
li fare col tempo, perci anche il pensiero dei prima e dei dopo non
I, uulla di temporale, ma ha soltanto un rapporto con rordine; cosi, in
IlIUI pianta, c' un ordine che parte dalle radiei [30] e va sino alla cima,
11111
per l'osservatore il prima e il poi valgono solo come ordinamento,
ItI,lh egli vede tutta Ia pianta in una volta sola.
Ma se l' anima guardi prima a un solo essere di lass e poi li possegga
616
PLOTINII
617
NI ADI. IV 4.12
1111quanti, come mai essa ne possiede prima uno e gli altri soltanto
I"po?
fo. perch quell' unica facolt <pensante> sifa molteplice in rapporto
,I ti. ro e non abbraccia tutti i suoi pensieri in un unico atto: [35J poich
I 1111atti non si compiono singolarmente ma tutt'insieme a causa della
1"'1 nza che riposa in se stessa; le cose invece appartengono al campo
I. 11, diversit. Cio l' oggetto del pensiero, non essendo pi uno, pu
, , ogliere in s Ia natura deI molteplice, che prima non esisteva.
Ma su questo basti cosl.
618
619
, ADI, IV 4, 24
PLOTINI
/11ricordo non
e un oalore supremo]
620
PLOTIN.
"11ADI,
621
IV 4, 4-5
I"
622
PLOTIN,'
623
I NNI~ADI, IV 4, 57
.IIIJI
ICle memoria
nelle steller]
624
SE: roro, KaL Tl lTp6TEpoV hEpol
PLO'nNII
KaL hEpa'
625
1 AI)[, IV 4, 7-8
I
1\
e cosl, osserver che prima c' erano altri uomini e altre cose:
nell'astro ci sar memoria.
e necessario
626
PL
'n
627
I AI)I, IV 4, 8-9
/I:opera di Zeus
e infinita]
"I
628
PL
I1
To
1\
n,
629
1'1 IV4.910
"
ere quante sono le sue operazioni. Egli sapr che esso e uno
'Iv di una vita eternamente unitaria. In questo senso esso e
til 11,
questa unit egli Ia conoscer non dal di fuori ma dall'opera
115/l'infinit cosi intesa e eternamente con lui, o meglio, 10
1"\1 Il(na ed e contemplata con un atto di conoscenza non acquisito.
1111 C' li conosce l'infinitezza della sua vita, cosi conosce anche
11
he si diffonde nell'universo, non in quanto e diffusa nell'uni1\ 111 I in quanto e una.
I1 'Anima
e unitaria
e unitaria
I I I I rincipio
.1
I'I iprio perch questa saggezza non subisce mutamenti, necessaria111 non pu mutare nemmeno l' anima: infatti non ci sono momenti
I ,"1 sa guardi lass e momenti in cui non guardi [15] (in tal caso,
111111 r bbe nell'incertezza).
L'anima e una e una e Ia sua opera: anche
li', 111 ipio reggente e sempre uno, e mai accade che una volta domini
1111 1 volta sia dominato: da dove infatti sorgerebbe quella molteplicit
I" I' trebbe generare il contrasto e l'incertezza? La potenza, unica, che
" Ina l' universo, vuol sempre Ia stessa cosa: perch dovrebbe volere
, , l'una ora l'altra cosa e oscillare ndl'incertezza? [20J
",ppure, anche se, rimanendo una, mutasse le cose, non rimarrebbe
1111 rvia nell'incertezza:
poich, se pur vi sono nel mondo tante forme e
" III! tanti contrasti fra le parti, non per questo l' anima sar incerta sul
11111 disporle: essa non comincia dalle cose ultime e dalle parti, ma
1,11
ose prime e, partendo da cio che e primo, procede senza ostacoli
111 110cammino [25J verso tutte le altre e d loroordinamento
e il suo
1IIIIIIinio e possibile perch essa persevera in un'opera unitaria e
"I. ntica e rimane sempre Ia stessa.
S essa volesse ora questa ora quella cosa, da dove verrebbe questo
, unbiamento? L'anima esiterebbe su quello che debba creare e Ia sua
630
1.1IV 4.10-12
PIIII
OylO'~LSlOCT1J.
631
111
I"
I'.
632
PI.IlII
III IV 4,12
I,
633
634
XpWI-U:VOS. OUSE O-rlal14i TOLVW oUSE 11vf)111J' frraKT
PLOTINII
-rp Talhu
,1.
DI,IV
635
4,12-14
{I,LI natura
e un'immagine
n riflessione n
del pensiero]
1.1ri ua natura?
111 nsiero e qualcosa di primo, Ia natura invece e qualcosa di ultimo.
II I1 ura infatti e un' immagine deI pensiero e, essendo l' ultima frangia
I 11' nima possiede anche I'ultima parte della ragione che irraggia in
I /57 come quando
in uno strato di cera un'impronta penetra in
1 londlt sino alla superfcie
opposta, nella parte superiore essa e
",110 nitida mentre in quella inferiore indistinta.
II rci Ia natura non conosce ma crea soltanto: do essa crea dando
1111 i che possiede, involontariamente,
a do che e dopo di essa, ai
Ill'oreo, al materiale; cosl come [10] un corpo riscaldato trasmette Ia
111111 deI calore a un oggetto che e in contatto con esso e 10 rende caldo,
11,11 e in grado minore. Appunto perci Ia natura non ha nemmeno
1"11111 ,jnazione; ma il pensiero e superiore
all'immaginazione, e l'im, I unuzione e intermedia
fra I'impronta della natura e il pensiero. La
1111I , non ha percezione
n coscienza di cosa alcuna, mentre l'irnma1I "I ne [15] ha coscienza dell'impressione
subira e d a colui che
1"1111 ina Ia conoscenza di questa impressione: il pensiero genera per
1I
o e agisce in forza dell'attivit stessa che ha agito.
L'Intelligenza dunque possiede, ma I'Anima dell'universo riceve
I, 111 irnente, e questa e Ia sua vita, e ci che via via appare e coscienza
11 "lima pensante; do che dell'anima [20] viene riflesso nella materia
" 11ma, e nella natura, se non anche prima, si fermano gli esseri reali,
'I' I ,li sono gli ultimi riflessi del mondo intelligibile: a partire di qui non
I 1111 ormai che copie" _E tuttavia Ia natura agisce ancora sulla materia
111,i ce l' azione dall' alto; l' anima, che Ia precede e le vicina, crea ed
11111 ,ti sibile: essa che in alto non agisce n sui corpi [25] n sulla materia.
( Iual
e Ia differenza
I) i corpi, di cui si dice che nascano per opera della natura, gli
I. 111 -nti sono proprio questo, do corpi; ma gli animali e le piante
,, I dono Ia natura come se fosse adagiata in essi? E come nella luce?
'I" sta se ne va, I'aria [5] non ne conserva nulla; Ia luce invece sta a
I'aria sta a s senza mescolarsi; e come nel caso del fuoco e
I 11'1) getto riscaldato: quando il fuoco non c' pi, un certo calore
" ulura ancora, ma questo e ben diverso da quello che c' era nel fuoco,
'li 10 un'affezione
dell'oggetto riscaldato. Allo stesso modo Ia
,,"formazione, che Ia natura assegna alla cosa plasmara, dev'essere
636
av
637
NI AO[, [V 4,14-16
PLOTINO
IIHIi
'1IIe
> possieda qualcosa di differente oltre alla forma, qualcosa che sia
I'
dell'anima e
11,
, IIII
li' II1 iene un prima e un poi, se essa crea nel tempo, essa tende anche
, 11
I1n futuro; e se
e cosi,
li, rima e il passato sono soltanto nelle sue creature, [5] ma in essa
"li I
'e gi
638
PLO'II
639
I ADI. IV 4.1617
e comandando
dica: prima
I e poi quest' altro. Infatti, perch le cose non esistono tutte
11utlraneamente?
il Principio ordinatore
fosse diverso dall'ordinamento
stesso,
"'11 , egli sarebbe
tale da parlare cosi, ma se il principio che comanda
101 ntico {15] all'ordinamento
primo, egli non dice: prima questo e
1Iqu sr' altro, ma crea soltanto. Se egli parlasse, parlerebbe guardanI.. 11'ordinamento, e cosi sarebbe diverso dall' ordinamento.
(. me dunque gli e identico?
", perch il principio ordinatore non e materia e forma, ma pura
.111\U: e I' anima, potenza
e atto secondo dopo I'Intelligenza;
Ia suei< ne deI prima e deI poi {20] e soltanto nelle cose che non possono
, tutt'insieme.
L'anima, cosi concepta,
qualcosa di venerando:
1'"11 a un cerchio che si addossa al centro e che, dopo il centro, e il
hio pi piccolo possibile, a una distanza che non ha estensione.
111 to e dunque
I' ordine dei singoli piani dell' essere: se si fa deI Bene
I. r ntro, l'Intelligenza Ia si porr come un cerchio immobile e l'anima
1'111 /25] un cerchiomobile,
mobile a causa deI desiderio. L'Intelligenza
I ti ene di fronte e 10 tiene abbracciato, I' anima, invece, aspira a cio
I. ai dil 79. E Ia sfera dell'universo,
che ha in sl'anima con queI suo
1I 111 al Bene, si muove conforme
al suo desiderio naturale; ma, in
'1111I10 e corpo, l'universo
aspira naturalmente
a cio da cui e fuori, {JO]
1011 i srendersi tutt'intorno
e a tornare a se stesso: cio circolarmente.
I
11
'I
I ISolo nell'Anima
e le idee
640
I "1>1, IV 4,17-18
PLOTINfl
TL E'l TT1l lTVTT} 'rOIlVIl, KaL K TOV III 'rllaTOS TO"TlV a, 'A
el [20] KaL TO [3TLaTOV airro aa Bo(L; ~HTOl) KOlVOV -t, lTOp(u
KaL -t, o8ola'
K SE: TOV [kTlaTOlJ 'rOS pGOs Els 'fll
KOlvOV BoeLS T41 a8vTts dVal V T41lll 'rllaTL, OU TU airrov <1>00I
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' otov V lTo4l 8opi3<!> KKTJalas dpurro T I
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KaL [3oWVTwv, SE: K8T]TaL -t,alJxf} ouSE:v 81JV1l8lS, -t,TTll8Els SE 'fI
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643
NI'ADI,IV 4,18-19
PLOTINO
N n dobbiamo infatti pensare che quelle passioni siano sernplicedell'anima, [20J ma sono del corpo qualificato e dell'unione e
lrl'insieme <di anima e di corpo>. Quando una cosa e un'unit, essa
IIf iciente a se stessa: un corpo, ad esempio, che sia soltanto corpo,
111 .11 .ffezioni potrebbe provare, dal momento che e inanimato? Infatti,
111,.1 volta che sia diviso, Ia divisione non colpisce lui ma I'unit che e in
111'111
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644
PLOTIN(I
645
NNEAm, IV 4,19-20
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646
PLOTIN
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647
I AI T,IV 4, 20-22
,I idera il contrario
e come l'eco
cio che per noi
uuini e Ia facolt dei desiderare e che in esse e Ia potenza vegetativa?
"1'111
quest'altra cosa si trova in seno alIa terra (sempre che vi sia
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I,
nelIe piante,
si deve distinguere
qualcosa
che
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PLOTlNI
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IV 4, 22
649
un suo
lIisognerebbe cercare prima che anima sia quella che e nella terra:
I sia come un'irradiazione
diffusa sulla terra dalIa sfera delI'uni, 11- sembra che Platone" attribuisca ad essa soltanto un' animazione
,1111( rdiale - oppure se Ia terra sia - com' egli stesso ripete - Ia prima
I \'11'antica fra le dee che sono nel cielO84e possegga un' anima com' e
1" lu che egli attribuisce anche agli astri. [10] Come pu essere un dio
111111ha un' anima? Avviene cosi che il problema e difficile da risolvere,
,111 he dice Platone accresce, o non diminuisce certo, i nostri dubbi.
V -diarno anzitutto come possiamo formarei un' opinione verosimi( 11 Ia terra abbia un'anima vegetativa [15] si pu provare dalIeerbe
" vi germogliano; ma poich si vedono anche molti esseri viventi
I cre dalIa terra,
perch non dire che essa e altresl un organismo
111 ? E poich e un vivente cosl grande e una non piccola parte
ll'universo, perch non affermare che essa possiede un'intelligenza
I. \10 dio? E se ogni singolo astro e un vivente, perch non dovrebbe
I rale anche Ia terra [20] che e parte dell'universo
vivente? Certa,,"1 ,non si deve dire che essa sia tenuta insieme dal di fuori da
111' .mima estranea e che dentro non ne abbia una, come se essa non
il potere di possedere un'anima sua propria. Come potrebbero
me una i corpi di fuoco, e quelli di terra no? Entrambi sono corpi,
111\
si non ci sono n fibre n carne n sangue n umori; [251 bench
I
a sia un miscuglio molto vario e abbia in s tutti gli eIementi. Se
1".1 uno osservasse che essa e poco mobile, si potrebbe obiettare che
,\ c rale perch non si muove daI suo posto.
(,he diremo deI percepire? E che diremo allora delle stelIe? Non
inererno certo Ia percezione alla carne; anzi, in via generale, non si
I dare un corpo all'anima affinch essa percepisca, bensl un'anima
I,\" po affinch il corpo [301esista e si conservi'"; e all' anima, in quanto
'1mce di giudicare, spetta di pronunciare il suo giudizio, mentre bada
I. po, anche sulle sue affezioni. Ma quali sono le affezioni delIa terra,
,,".11i cose dovrebbe essa giudicare=P Anche le piante, proprio perch
"I' 11 tengono alIa terra, non hanno percezioni: di che cosa avrebbero
zioni, e con quali organi senzienti? Non sarebbe poi troppo
11 dato ammettere che ci siano percezioni senza [351 organi senzienti!
I l'C'r quale utilit dovrebbe servirle il percepire? Non certo per
'1I11S ere, poich Ia conoscenza
deI pensiero e sufficiente a quegli
rl che non traggono aIcuna utilit daI percepire. Ma questo punto
I vi Ia non 10 si pu concedere: perch nelle cose sensbili c', oltre
[l'urilit, [401 anche una certa conoscenza estranea ai bisogni pratici,
I ' c em pio, deI sole, delle altre stelle, deI cielo e della terra: Ia
I ,. zione di queste cose ci riesce dolce per se stessa. Questo per
1I ,I,I,iamo esaminarlo pi tardi"; ora invece domandiamoci ancora una
I."
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655
NI AI I, IV 4, 2425
dell'unioerso
e onentata
verso l'lntelligenza]
N n basta per che ci sia l' organo per vedere e, in generale, per
11111'ma l'anirna deve anche essere in tale disposizione da piegarsi
( Ill~ cose sensibili. E proprio invece dell' Anima dell'universo essere
I' nnernente rivolta agli esseri intelIigibili; e s' anche avesse Ia possibiI di percepire,
questa non [5] si attuerebbe, proprio per il fatto che
I rivolta a cose pi alte, Persino in noi essa non si attua finch siamo
I llIi intensamente alIe cose spirituali, allorch ci sfuggono le visioni
I 11.1vista e tutte le altre sensazioni; anzi, chi si dedica tutto a una
I. I( uninata cosa, non si accorge di tutte le altre.
nche il voler comprendere una parte di se stesso con un' altra parte
'1IfI) quando uno vuole contemplare se stesso - persino in noi, una
" I inutile e vana, [10] se non e fatta per uno scopo; e il guardare
un
11111
p rch e bello e proprio di chi si trovi nelIa passione e nel bisogno.
( .hi attribuisse olfatto e gusto all' Anima del mondo, le attrbuirebbe
,h'1I110imbarazzi e deviazioni; ma vista e udito possono appartenere,
,Id ntalmente, aI sole e agli altri astri. [15]
Affermazione non assurda, se si ammette che per mezzo di questi
e,
656
PLOTIN(I
657
NI ..01. IV 4, 25-26
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659
NI ADI, IV 4, 2728
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1111
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IH,IV 4,28
661
I, per, domandiamoci
che cosa sia Ia collera e che anima essa sia
lu rraccia che ne deriva operi nella zona dd cuore [20] o se invece
I"
o;
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PLQ11
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1'11ADI. IV 4, 28-29
663
664
665
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d'.
'1110il fuoco si e estinto, cerca dove sia il suo colore, cosi come
1111no cerca dove sia Ia sua figura.
( ra, Ia figura una certa posizione, com' Ia mano che si chiude o
I lide; ma il colore non e cosl, ma assomiglia piuttosto [25] alla
I ezza, Che cosa impedisce infatti che, bench il corpo dolce sia
111110,Ia dolcezza possa tuttavia durare - e 10 stesso si dica deI
1111110
di un corpo odoroso - ed entrare in un altro corpo? Se
na e profumo non sono pi percepibili, ci si deve al fatto che i
I orpi che li hanno ricevuti non sono tali da presentare
alIa
ti ne le qualit che vengono a possedere. [30] Allo stesso modo,
Ir lu luce dei corpi distrutti potrebbe persistere, bench non sussista
I riverbero che deriva dalle altre condizioni? Ameno che non si dica
lIoi vediamo le qualit solo per convenzione 96 e che le cosiddette
non esistono nei loro substrati. In questo caso, noi renderemo
uuuibili le qualit e non gi nascenti nella struttura dei corpi; [35]
1 I. gioni formali non produrrebbero i colori, come, per esempio,
I II(celli variopinti, ma li riunirebbero soltanto, in quanto esistereb"', oppure, se li producessero, si servirebbero anche dei colori
I IIl1nell'aria che ne e piena (nell'aria infatti i colori non sono tali,
I 111
nascono, come appaiono nei corpi), [40] Questa dificolr la, 1111.1
ora da parte.
I
i corpi persistono e Ia luce aderisce ad essi e non ne e separata,
111I1 edisce che Ia luce muti di luogo insieme col mutamento
deI
. ia que11a che gli aderisce propriamente, sia que11a che si
ic alla prima, anche se non Ia si vede quando dilegua come
, 111appare al suo arrivo. [45]
uurdo alI'anima, ci sono varie domande: se, di due potenze, Ia
11,1.segua alla prima e se que11e successive vengano dopo quelle
,lI nti; o se le potenze se ne stiano, singolarmente, per se stesse e,
" di ci che le precede, possano perseverare in se stesse; o se, in
dI , nessuna parte dell' anima sia separata, ma tutte queste potenze
ui'unit e insieme una molteplicit. Come avviene tutto questo?
I v dremo altrove".
lhe cos' ci che appartiene gi aI corpo ed e una traccia
"1"IlI? Se e anima, poich non ne e separato, deve seguire l'anima
, " , ma se e soltanto vita deI corpo, si pone ancora Ia stessa
llr di prima riguardo all'immagine
de11aluce: pu esistere una
, .mima? O esiste essa soltanto per Ia vicinanza di un' anima che
I I su un'altra cosa? Questo problema dev'essere esaminato ".
I..
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e superflua
ne11estelle; per
e oltre a quelle visive, le
666
I ADI, IV 4. 30-31
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PLOTINII
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671
NI ADI, IV 4, 31-32
i j affaccendino nelle cose degli uomini in modo che gli uni diventino
,111, altri mercanti di schiavi, se assina to ri o sacrileghi, altri vili ed
li, minati 107, infami nelle loro azioni e nelle passioni, operatori di
"pll udini. N on solo tutto questo non pu essere opera di dei, ma
1111neno [55] di uomini normali; anzi, di nessuno e proprio il compiere
I1 macchinare tali cose, dalle quali essi stessi non ricaverebbero il
1IIIIInovantaggio.
I Unit del cosmo e comunione simpatetica]
, dunque non attribuiremo
672
PLOTI
EV TOlS cp\JTOlS
Torro
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KaL TTpOs n)v airrou Xplav O hE"pov E~QlPE", KaL 8r, KaL Tp04.
ETToL11oaTo C11J'Y'YE"VESi~a KaL 8Lcf>opov impxov'
KaL OTTE:
~KaC1Tov a\JT41 KaT cpCHV,OOOV TE: OtKlOV TOU hlpou,
a~[3d,
ds airr6, KaL OOOV 6TPLOV ytVTO, cf>avl'L E"wolq. Tj aV'T
"Epyov TE: TO [40] airrou TTOlOW ~Ka(1TOV TO ~Ev 8UVT)eEv TTOa 1
TL TWV airrou EpyWV wcpT)OE:V, 8' 8vaTov
~v imo~E:lVaL ,
p~r,v TOU Epyou, 1<t>VLOV Ti E~alPE:V, WoTTEP ooa aoov6E"l"
TTapL6VTOS TTUp6s, Ti '4la TTW imo ~E:L,6vwv puou rrcpaov
(
Ti Kal TTOUTTaTT)SdT). ITVTwv BE TOTWV l [45] ylVE"C1LS i) TE: q,o."
olwC1LS TE" TTpOs TO XE:lpoV Ti ~TLOV n)V TOU vOs 'e>ou Kd,
VE"~TT68LOTOV KaL KaT cpOOLV EXOOOaV
TTOTE:El, hrd 11
ovx OL6v TE: ~V ~KaOTa OTWS EXE:LV, Ws ~6va VTa, oiJBE TIl
airr TO TOS E"tvaL KaL ~lTTE:LV ~lpT) VTa, >.M TTpOs EKI (\
OTTE"PKaL ~lpT), [50] 8Lcf>op TE VTa ~r, TTVTa TO airrwv V 111
'wij VTa EtEXE:LV' OVK ~V TE" ~lVLV oVBEv TTVTT) OOaTWS, Til
E~E:E TO TTv ~VE:LV V T41 KLVElO6aL TO ~lVLV EXOV.
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673
I ADI, IV 4, 3233
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674
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NI ADI, IV 4. 33-34
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676
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I Am. IV 4.34-35
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NI ADI, IV 4, 35
679
1'1" sta maniera vive I'universo, e gli influssi, essendo nati con questa
I"ti ne, concorrono insieme per opera di Colui che cre secondo
I'P lrti razionali. Le figure sono, per cOSIdire, i suoi pensieri e le sue
I I mze [20J e, secondo il paragone dei danzatori, i suoi ritmi e
, III ni; ele stelle, che distano fra loro e formano quelle figure, ne sono
v uie membra. Ma ci sono, in questo Vivente, altre potenze, a
I rindere dalla volont, le quali ne sono come le parti, poich Ia loro
,1'11 It e fuori di esse e non contribuisce a realizzare Ia natura di questo
rue.
11'
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680
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681
NI ADI, IV 4, 35-36
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&T]6v, aTE lTpOaLpOEWS V lTpoyEVOTEpoV'
oouEEL airrwv .b Tals BwIlEOLV.
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683
NI',ADI, IV 4, 3638
1 /
Cosl e
di quelli
II hanno fama di sapienti
volesse cercare quaIe sia Ia loro attivit, si
" r bbe in difficolt se non collegasse questa attivit aI fatto [5} che
I nell'universo;
elo stesso si dica per le altre cose comuni. E tuttavia
,I 11 n ci degniamo di fare delle ricerche o di avanzare dubbi sulle cose
I III 11i:ma nei riguardi delle potenze nuove che siano fuori della nostra
'li II tudine,
restiamo increduli sulloro comportamento
e andiamo
I 11111 ro con
stupore solo all'inconsueto;
mentre dovremmo
ancora
r.wigliarci [1O} di quelle cose abituali, se uno venisse a spiegarci,
1111 I che ne avessimo
Ia conoscenza, le loro operazioni.
I leve dunque riconoscere
che ciascuna cosa possiede una sua
I I ionale potenza,
in quanto e formata e configura ta nel tutto e
11 I ipa in qualche modo dell' anima da parte del tutto che e animato:
1,10 essa e contenuta
da questo universo ed e parte [15} dell'animato
I" '111' nulla e nell'universo
che non ne sia parte - e tuttavia alcuni
II
no pi potenti di altri nell' operare, sia fra gli esseri terrestri, sia,
I
.i r ragione,
fra i celesti, avendo questi un' essenza pi pura; e
1, I se avvengono a causa di queste influenze, non per una decisione
I' 11 I di coloro dai quali sembra provenirel' azione, perchl'influenza
, /20} anche in esseri privi di decisione; e nemmeno si volgono
I" 111l, all'influsso derivato, ancheseun
po' di anima partita da loro.
'111\
cosi da un vivente altri viventi, senza che una decisione li crei,
I 111 Ia vita si sminuisca
e senza che ne abbia coscienza, perch Ia
111\ dovrebbe
essere identica aI Creatore, se Ia possedesse, oppure
11 bbe Ia creatrice.
[25} Ma se il Vivente non ha decisione, a
'1111 ragione e privo di coscienza.
Non c' dunque
mula nell'universo
I r 1/1/(:
"
II
"I
684
PLOTINII
,!.lWv
B"
av
685
I ADI, IV 4, 38-39
1'1 vivere
1,. I)
11
e in [unzione
dei tutto]
esse sono annunciate da segni. Ma Ia virt non ha padroppure, anche Ie sue azioni rientrano nella coordinazione del
" li iich le cose sensibili dipendono da quelle intelligibili e le cose
I"" I universo dipendono [5J da esse ri pi divini: poich anche
111 mondo partecipa
dell'Intelligibile.
,li ivvenimenti dell'universo non dipendono dunque da ragioni
11I.1i ma da ragioni <pi vaste> che abbracciano anche quelle
11/1
he sono anteriori alle ragioni seminali: nelle ragioni seminali
'f
natti nulla di quanto avviene al di l di quelle ragioni stesse, n
III IItJ()[IOJ Ia materia contribuisce al tutto, n delle influenze che le
.1 J' itano fra Ioro. Ma sarebbe
meglio paragonare Ia ragione
uuv rso a un pensiero che ponga ordine e legge [15J in una citt:
II' I' nsiero conosce gi cio che faranno i cittadini e per quali motivi
11111',
cosi esso diventa Iegislatore su tutte queste cose e fa rientrare
I IIlhll ddla legge tutte le loro passioni e azioni e alie loro azioni
11 onori e punizioni, e in tal modo tutte le cose, come per virt
ti t, I oncorrono in armonia 114
v,lIi, poi, non hanno il preciso scopo di preannunciare; ma poich
, I V ngono come abbiamo detto, l'una ha nell' altra il suo segnale;
.I111) l'universo e appartenendo all'Uno, [20] una cosa pua es,.1111
iuta da un'altra, Ia causa dal causato e Ia conseguenza
wtt
I 'I,
686
NIIADI, IV 4, 39-40
PLOTINtt
EK TOU TTpoT)'Y11cra~VOU,
KaL TO crv6E"TOVTTO6aTpoU, r, !kh r<"
KaL eTEpoV 6~ou TTOlWV.El B~ TafITa p6Ws yTal, OlVTO I
'/)8T) a\. drroptm, ~ TE TTpOsTO KaKWV Sotv rrnp 6Ewv y(VEO 11
Tii> ~lTE [25] TTpOaLpcrElS EtVaL Ts rroroous, q,oolKalS
vYKaLS y(vEcr6al, ou EKEl6EV,Ws ~EpWVTTpOs~PT), KaL TT6!l 1'11
VOs CWU,KaL Tii> TTorrnp' aTwv TOlS ylvO~VOlS TTpoon6vclI
KaL Tii> TWV Bl80~vwv rrnp' KcrTWV o KaKWV VTWVEV Ti]!l(
I
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8E q,C7lVdo a(30ooav d
TTcrXElv KaL ~T)8E Bvacr6al KpaTf'lcraL TOU 806VTOS.
40. Ts 8E yOT)Tdas TTWs; "H Ti] cru~TTa6Etq, KaL Ii
TTEq,uKValcru~<t>wvlav dVaL 6~OLWVKaL EvaVTLwC7lvVO~OLWV,~!I
Ti] TWV Buv~EWV TWV TTOWV
TTOlKllq EtS EV Cii>ov crUVTEOVlhll
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yOT)TETaL' KaL 1) T)6l~ ~ayda 1) EV Tii> TTaVTLq,lLa Ka\
VElKOS a. KaL 6 y6T)s 6 TTpWTOSKaL q,awaKEUs ofrr6s Ecrnv,
KaTavolcravTES dv6pwTTOl ETT' lOlS XpWVTal aTOU 1111
<t>aWKOlS KaL TOlS yOT)TE~acrl. KaL yp, n EpV TTEq,Ka<n /,
T EpV [10] TTOlOUVTafKEl TTpOs T)a, Mtl EpwnKi)s I
yOT)Tdas TXVT)SyEyVT)Tal, TTpooTl6VTWVETTacf>Ls
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NhADI, IV 4. 40-42
/ L'ormonio universo/e}
11 sole,
690
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~al3Els impXElV Kal T4J, Kal el Bl T'Js Jsuxfl
BlB6aal, ~f} (XaTToUaeat aVTolS nlV Jsuxf)vKal T C1W~aTaainell
T aiIT ~VElV KaL, El Tl imE KpEl, valC1ef)TWS mVTOS Kal e'
lTpoO"lVTOS,el lTp60HC1l, aveVOVTOS.
43. '0
691
NEADI, IV 4, 42-43
11 rmoni e magia]
M.I ome e influenzato il saggio da rnagie e da filtri>
I li', nell'anima sua, insensibile alla magia e Ia sua parte razionale
1111 patisce I'influsso e non altera il suo pensiero; ma nella parte
1\I!lule, che appartiene alla totalit del suo essere, egli patisce, o
111 1/5] e quella parte che patisce in lui. E i filtri in lui non provocano
'li. dato che l' amore dipende dal consenso che l' anima superiore d
1'1 ione dell'anima inferiore. E se Ia parte irrazionale subisce
1111o degli incantesimi, il vero io del saggio con opposti incantesimi
11111quelle forze contrarie; da codesti incantesimi egli non pu
1111. omunque, se non morte o malattie o altre cose corporee; [lOJ
".
Ia parte dell'universo che e in lui pu subire influssi da
11I 1parte o dai tutto, egli stesso <cio il suo io> resta indenne. Non
I , , utrario alla natura che un'influenza agisca non subito ma dopo
1111I mpo.
111IIc i demoni non sono immuni, nella loro parte irrazionale, da
111111
Non e assurdo attribuir loro ricordi e percezioni; li si pua
. I. I in formule magiche e trarli giu per via naturale; [15J e quelli
'1111
I)iu vicini a noi e interessati alle cose terrene rispondono a chi
1111Tutto cio che ha rapporti con un altro essere e sottoposto al
, 'li I magico, poich questo essere, con il quale ha rapporti, 10
I
10 educe: solamente cio che si ripiega su se stesso sfugge alla
I I I () perch ogni azione pratica e esposta agli influssi magici, e
Itll
turra Ia vita dell'uomo pratico: egli infatti e attratto verso
" r /20 J che 10incantano. Di qui le parole: A un volto seducen-
PLOTINI
692
~r,
il
il
NNEADI, IV 4,43-44
693
I ippartiene
PLOTINI
694
av
au ,
695
I.
I ."..
I 11111I1'
e meraviglioso
1 venti si svolgono, per silenzioso cammino, secondo giusti"I essa nessuno pu sfuggire.
\111111
1
II
696
PLOTINII
697
NJ:ADI. IV 4. 45
uuorare
III
e possiede
Ia speranza
buona
degli
I.
I ti un piccolo organismo
699
698
IV 5 (29) TIEPI 1IIlXH~ AITOPION TPITON
H TIEPI 01llEO~
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698
IV 5 (29) TTEPI lII1"XH~ ATTOPION TPITON
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1\
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701
NNEADI, IV 5,12
702
PLOl1Nl1
703
I NNEADI, IV 5, 2-3
[v nte; [30] ma l' affezione avviene solo accidentalmente in cosa che sia
nntinua; altrimenti dovremmo dire che ogni cosa influenzata da ogni
111'1I; ma poich ogni singola cosa e influenzata solo da un' altra e questa,
IUl volta, da un'altra ancora, e mai allo stesso modo, in ogni caso il
1111l.Z0 non e necessario.
Direte che nella vista il mezzo e indispensabile. Ma perch? E
'Iil nteche cio che attraversol'aria [35] nonIa fa in alcun modo patire
111 I i limita soltanto a dividerla; per esempio, se un sasso cade dall' alto
I' I I fa soltanto questo: non 10 sostiene. E assurdo dire che Ia caduta del
o, che avviene secondo natura, sia dovuta al contraccolpo delI "LI DO_ AlIora anche il fuoco salirebbe in alto per il contraccolpo
I. II'nria; ma cio e assurdo. Anzi, il fuoco, col suo rapido movimento,
/1111 rende vano il contraccolpo <dell'aria>. Se poi si dicesse che Ia
locit di questo contraccolpo e aumenta ta dalla velocit del fuoco,
fi nvverrebbe
solo per accidente, ma non causerebbe il movimento
I () l'alto; poich l'impulso
muove gli alberi daI tronco verso l'alto
111. I bisogno di spinte; ed anche noi, camminando,
fendiamo l'aria, e
1"" i1suo contraccolpo [45] che ci sospinge; ma l'aria, dietro di noi,
I 1111 ie i vuoti che noilasciamo. Se dunquel'aria
sene esce daicorpi in
IlIlvimento senza esserne affetta, perch non dovremmo ammettere che
110 11 senza alcun solco essa conceda alle immagini un passaggio verso
.i 1 li? Ma se le immagini non percorrono l' aria nemmeno come in una
'I 1I nte, che bisogno c' e allora che l' aria ne sia affetta e l' affezione arrivi
IJI I noi solo per suo tramite, per il fatto che sia affetta prima?
( ,I( " se Ia nostra percezione fosse preceduta
da un'affezione delI ,I, noi non vedremmo
l'oggetto guardandolo direttamente, ma
I
v r mmo Ia percezione dall' aria circostante, come nel riscaldament ui infatti
evidente che non il fuoco, lontano, che ci scalda, ma
I I i riscaldata che ci circonda: [55] poich il riscaldamento avviene
I I outatto, ma negli atti visivi il contatto non esiste!": sicch I'oggetto
'11 pu essere visto se venga applicato sull' occhio ma e necessario che
11111 1'1. sia illuminato, perch I'aria
oscura. Ma se questa non fosse
111 I, forse non ci sarebbe bisogno di luce; ma poich l'oscurit e di
1111110 alla visione, e necessario che essa sia vinta dalla luce, [60] Ed
,," p r questo che un oggetto, posto a contatto con l' occhio, non si
I d re: poich porta con s l' ombra dell' aria e Ia sua stessa ornbra.
704
PWllNl'
av
r,
r,
r,
705
NI ADI, IV 5,3-4
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706
PLOT1N
8ol TO d.v TO) qxuTOs TO) OTptOV KaL \lETa~U iJ !jslS. >.>. TTpc
TO rrpp pv. To \lEV ouv el TO cf>G>s)'VOlTO dVV TO) [1OJ Mpc
OOTpoV' v)v 8f KlVO crKTTTOV.El \lEV )'p TO cf>G>sTOJTO
crwa<j>Es E\ltjsVXOV )'tvETal. KaL iJ tjsVxTl 8l' airro) cj>po\lV11KUL ,
uirr4i )'l )'VO\lV11. WaTTP KULTTLTO) Ev80v. v T4i ~VTlXa\l~VO
11
8lTTOv6V. TTP crTLV pV. oU8fv d.v 8OlTO TOV \lTa~V qxur
' ep'U EcrTaL [15J OlKOs TO pv Tiis paTltct;s 8w\lWS
I
qxuTL ~nXa\lI3aVO\lV11S
TTcrXOVTOS oUBE-v TO) \lETa~.
)'tvETaL Tiis !jsws epop hl.
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8lcrT11\l Tl lvaL Kl 8it TTopEveTlval ~v !jslV 1\ T4i (7(J)ll
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KaL el IlEV T4i crwlla V T4i 8lUcrTl~(l
[20J lvul' TO 8llp)'ov.
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8lcrT11\lU TTWS. pnv
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Tl l)'E:l KaL aTTTETaL. XM Ts TO) TTTO) TTcrX(l\~1
TTUnE:l 8lUepopS. KUL el Il~ 8le:tp)'0l [25J n. Kd.v TOUTO TT611
1)cr6ETO. "Aun )'p ~p IlETUU KUL iJlllS TTVpOs ulcr6av6p
OK va\le:tvuVTe:S
6e:Plluvf)fjVaL KlvOV. Mov )'OUV TO (, 11
6p\latvETaL TO C7Te:pEOV1\ lp' WaTe: 8l' airrou \lov. I
8l' nrr, El OW EXE:l 8VU\llV ds TO 8pv. TO 8f e:ls TO rrdo I
1\ KUl mooo)v [JOJ 1 ljJlS. 8l Tt dov &1TaL uoou ds 8vu ,
TTpOs TO rrorfjoui: Toro )'p \lTT08tov crTL &lcr6al. 'ETTEl KUL
TO cf>G>srrpoon TO TOU 1MOV. O TTp6TpoV &1 TOV Mpa e:tTel
iJ\ls. ' allu. KUl TTpLVnUs
Tiis IjJws )'Vcr6al TTo~M
VTOS aXou. Ws Il~ TTUe6VTOSTO) pos 1lls [J5J pv, 11 'li
VTOS TOU Il~ TTTTove6TOS KUl TOU epWTOs \llTTW 1l>..ve6Tos. "I
&1 ~v ljJlv crwtjsaL. 'ETTEl KUL TO Tiis VVKTOs pv T ~u
1\ >.ws TTUp XUTTOVTaT"!J T1i irrroelcrE:l TTe:v6WaL. El 8f P
\lEV iJ tjsvxTl ep' UvTf)s. qxuTOs 8f &lTal WaTTe:p l3aKT11ptus li,
TO cpecral. [40J E&l ~V VTt>"1ltjslV ~taLOv KUl VTpEt80VTOS' I
KUL TETU\lVOV TO) qxuTS. KUl TO alcre"Tv. TO xpW\la. ~ X
dvn TVTTOUVKUl uirro dvul' OTW )'p 8l ucou nl <t>aL I
Kal TTp6TpoV nUs )')'OV \l1l&VOs \lETU~U VTOS TT' O\Trhl
OOTpoV TO 8l uoou aTTTC76al TTOll ~V [45J )'VWcrLV. 0'0\
\lVl\llJ Kal ETl \lov crVO)'lcr\l4i' vuv 8f ox OTWS. 'A
707
NhADI, IV 5. 4
Ilt( o. E poi, l' occhio non ha bisogno di luce estranea e interposta per
I te semplicemente, ma solo per vedere da lontano.
V dremo pi tardi se Ia luce possa stare senza l' aria 134. [1OJ Esa11111 Imo ora l' altro punto: se questa luce che
in contatto con l' occhio
11 nta animata e I'anima vi si muove attraverso ed entra in essa come
-tene nella luce interiore dell'occhio, alIora, in quell'apprensione
ll'oggetto che il vedere, non c' bisogno del mezzo, ma Ia visione
1
imile a un contatto, [15J poich Ia potenza visiva percepisce nella
1
I uoi oggetti, senza che il mezzo ne sia affetto, anzi l' atto visivo si
Il1pl proprio 11.
( ha dobbiamo chiederci se Ia potenza visiva debba muoversi <sino
11"1( tto> perch e frapposto un certo intervallo, oppure perch in
I( intervalIo si trova un corpo. Se e perch nell'intervallo si trova
, .11 \>0, [20J Ia visione avverr quando questo ostacolo sia diminato;
\I rch c' semplicemente un intervalIo, bisogna allora supporre
I. natura dell' oggetto visibile sia inerte e inattiva nella visione. Ma
111 impossibile; poich il tatto non dichiara soltanto che qualcosa
ruo e che esso 10 palpa, ma annunda anche, attraverso I'affezione
,I! '. le particolarit dell'oggetto toccato e, se non ci fosse qualche
I " 1,10, [25 J percepirebbe anche do che e lontano. Infatti nelIo stesso
11111\10 in cui l'aria e interposta noi percepiamo il fuoco, senza dover
11.1 r prima che l' aria si riscaldi. Ora, un corpo solido vien riscaldato
I .1, 11'aria: perci esso e riscaldato pi attraverso l' aria che per causa
11 I1 I. Se dunque un oggetto ha il potere di agire e un organo ha Ia
I 111 di subire comunque [JOJ degli influssi, perch ricorrere a un
"Jl r operare su quanto pua operare?
f I ome ricorrere a un ostacolo. Quando Ia luce si diffonde non deve
1111I.lre prima l'aria e poi noi, ma contemporaneamente;
anzi, noi
I 111\0 'pesso <Ia luce del sole> ancorprima che sia vicina all'occhio,
uuntre e ancora lontana, e vediamo senza che I'aria ne sia affetta,
I lunque mentrefa da mezzo una cosa che non e affetta e Ia luce, con
l.t doveva unirsi, non ancora arrivata. Con questa ipotesi
li, piegare il fatto che di notte noi vediamo gli astri o un fuoco
t
I I
.h un bastone!"
708
PLOTINII
709
I NNEADI, IV 5, 4-5
Ora, se Ia luce che avvolge l' oggetto deve subire un' affezione e
I"C ta, in un secondo momento, deve trasmettersi alla vista, questa
'I'Cllesi equivale a quella secondo Ia quale l'oggetto sensibile altera
, Ilpprima il mezzo.
Ma su questa difficolt abbiamo gi discusso altrove!".
/11problema dell'udire]
uanto ali'udito, dobbiamo forse concedere - ammesso che l'aria
I(fetta - che l'aria contigua subisca direttamente da11a sorgente
111\ ira il primo movimento e che poi, essendo l'aria sottoposta via via
1111tessa affezione, il suono arrivi ad essere percepito? [5]
( ppure il mezzo e affetto solo accidentalmente, cio perch vi si
11. IV , in mezzo, ma, una volta eliminato il mezzo, quando si producesse
1111 Imo rumore, per esempio, a11'urto di due corpi, subito Ia sensazione
utugerebbe sino a noi? Oppure
necessario che l' aria sia scossa in un
.,11110 momento J37, e da allora in poi [10] il mezzo compir una funzione
11' rsa?
.i rede infatti che l'aria sia decisiva per il suono 138: cio il rumore
11 bbe non aver luogo quando due corpi si urtassero, se l' aria scossa
I I Ioro rapido scontro e respinta di 11non trasmettesse a sua volta Ia
.1
.i all' aria vicina sino alIe orecchie e all'udito.
. M se l'aria e cOSIimportante [15] per il suono e Ia scossa proviene
I . 1I movimento, da che cosa deriveranno le differenze fra suoni e
1111I ,ri? li bronzo su bronzo risuona in modo diverso che su un altro
" I rllo; ed ogni corpo risuona a suo modo. L'aria invece e sempre
" 11a. ed anche Ia scossa che si propaga in essa, mentre i suoni non
1 11 11. ono soltanto per intensit e debolezza. E se si concede che Ia
I I. urtando l'aria, [20] produca il suono, si dovr riconoscere che
I III
causa l'aria in quanto aria. L' aria infatti risuona solo quando
I' u li 10 stato di corpo solido e rimanga come un corpo solido prima
111 rnre in vibrazione!",
I I 'l e sufficiente che dei corpi cozzino l' uno contro l' altro, e illoro
1111 0, illoro urto, tramutato
in suono, giunge a11apercezione. Ne
I pr
va anche i rumori che sorgono nell'intemo del corpo degli
111111/25] e che non si formano nell' aria, ma sono dovuti ali' urto e alIo
'"110
delle parti fra Ioro: come, per esempio, Ia flessione delle
1\ iluzloni, 10 sfregamento
fra Ie ossa e gli scricchiolii, senza che
"1111I 1.'1.0ci sia aria.
\..
11 questo problema basti cOSI,dopo che esso, anche su questo
.uu-nto, ha preso Ia stessa piega dell'alrro che riguardava Ia vista,
\,lIlch anche l'affezione relativa all'udito
una specie di sentire
111111 quale si ha in un animale.
I
PL0l1Nl1
710
av
av
vw
NI ADI, IV 5, 6
711
712
PLOTINII
a ("
NI ADI, IV 5,6-7
713
I'
e una forza
operante]
PLOllNl1
715
NI',ADI, IV 5, 78
e,
I'I' .
,,1,11 .
I (h diremo della vita propria dei corpo?
\ o Ia possiede perch un' altra anima gli sta vicina.
I 1.1, quando il corpo perisce - poich cio che non partecipa
\I 11lima non pu sussistere-, se dunque il corpo distrutto e non gli
IIIU pi n 1'anima che gli diede Ia vita, n altra anima che gli fu
I' I. 1607 come potrebbe rimanere in vita? Come? Si e spenta Ia vita?
11, nemmeno questa si e spenta, poich anche qui si ha una
"11111 di irraggiamento: soltanto, essa non e pi in quel punto.
716
PLOTI'
717
NEADI, IV 5, 8
I~se codesto corpo, senza essere parte del Vivente, fosse colorato e
'r e altre qualit come il nostro mondo e fosse omogeneo al nostro
., mo visivo?
No, nemmeno in questo caso, se l'ipotesi e giusta; [10] ameno che
1 11 i tenti, con cio, di distruggere
Ia nostra ipotesi dicendo che e
urdo che rocchio non veda un colore presente e che gli altri sensi non
I .i tino Ia loro funzione rispetto alle cose sensibili che pur sono ad essi
I
enti. Ma donde si manifesta questa assurdit? diremo.
Indubbiamente, in questo mondo [15] noi agiamo e patiamo perch
11111 ) nell'Uno e apparteniamo
all'uno.
I bbiamo cercare se Ia ragione e questa. Se r esame e sufficiente, Ia
I dimostrata; altrimenti, occorrono altre prove. Che un vivente sia
I unpatia con se stesso e evidente; e se il mondo e un vivente, questo
I I; icch anche le sue parti, in quanto appartengono
a un vivente,
1111 in simpatia fra loro.
M I se qualcuno volesse ricorrere alla somiglianza? [20]
111 realt, Ia percezione e Ia sensazione hanno luogo in un animale
111,' un unico essere partecipa del simile: l'organo infatti
simile
1111 etto; sicch Ia sensazione sar una percezione dell'anima per
lCl di organi simili alle cose percepite. Se dunque il mondo, essendo
I11 .percepisce non cio che e in lui stesso, ma cio che e simile a quello
I, tn lui, [25] esso percepir in quanto e vivente? No, ma le cose
'"11I
percepite in quanto, pur non appartenendo a lui, sono per
til
cio che e in lui. Oppure, le cose percepite sono percepibili,
11110 simili, perch l'Anima <dell'universo>
le ha create simili a tal
111111
he esse non le sono pi estranee: perci, se quello che agisce
I'
del nostro mondo> fosse un' anima completamente diversa,
It I cose <di quell'altro mondo> [30] supposte simili, non avreb'li IIlIlIa ache
fare con l'Anima <del nostro mondo>.
li I, questa assurdit mostra che Ia sua vera causa risiede nella
\I uldlzione insita nell'ipotesi; Ia quale parla nello stesso tempo di
111'
non-anima, di affme e non-affine, di simile e dissimile; sicch,
rulo in s tali contraddizioni, non merita nemmeno di essere
1'''' si. [35] Essa ammette rAnima in codesto mondo e pone anche
I o e non-universo, diverso e non-diverso, nulla e non-nulla,
1I 110 non-perfetto. Dobbiamo dunque lasciar cadere l'ipotesi; non
J I 11 li cercarne le conseguenze, poich essa si distrugge da s.
.,1
719
718
(, (41) SENSAZIONE
I1 A sensazione
1. Ts ala61)<1ELs ou T1JtnOOELS 000' vcr<f>payt<1ELs yOVl
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ISpalJ.a '(80l' &1 yp [Katl 800 YEvo6aL T6 TE pWV xnl TO pll I
or,
non
E MEMORIA
e un'impronta]
Noi affermiamo che le sensazioni non sono impressioni o impron141he si producono nell' anima e perci neghiamo assolutamente che
111ordi consistano nella persistenza delle conoscenze e delle sensazioni
\I' mima finch duri l'impronta, poich tale impronta non e mai
I rua. [5J Perci le due tesi obbediscono
alio stesso principio: o si
II una che le irnpronte si producono nell' anima, e aliora anche i ricordi
'111Ilovuti alia persistenza di queste impronte; oppure si nega una
".I\lnque di queste tesi, e aliora si nega anche l'altra. Poich noi e
1I111111mo
ambedue, dobbiamo ricercare fi che modo si producano Ia
11.izione e il ricordo, dai momento che, secondo noi, n l'impronta
c1 lI'oggetto sensibile si produce nell'anima e vi si starnpa, n il
111
do e dovuto alia persistenza dell'impronta, Se osserviamo cio che
"11 nella sensazione pi chiara 144, troveremo forse cio che cerchia, Ilr rendolo anche alie altre sensazioni.
I vidente [15J fi ogni caso che noi, quando riceviamo Ia sensazione
1111lualsiasi oggetto mediante Ia vista, guardiamo e rivolgiarno Ia
I 1.1potenza visiva l dove si trova I'oggetto visibile, fi linea retta
IIIIi a noi, come se li, ovviamente, abbia luogo l'apprensione;
11111,\io guarda ai di fuori, perch - io penso - non si formo n si
11\' m essa [20J alcuna impronta, n essa vede perch accolga una
," . si ne com 'e l'impronta di un anello sulla cera. L'anima non
I1IIe' bisogno di guardare fuori in quanto avrebbe gi in se stessa Ia
'" rlell'oggerto visibile, qualora vedesse perch un'impronta e
I 1\ \1. in essa. E poi, se l'anirna assegna una distanza all'oggerro e sa
'111
I
re quanto esso lontano, [25 J come potrebbe vedere come
11111i che e fi essa e non distante da essa? Quanto poi alia granti -Il'oggerto, come potrebbe essa dire quanto sia fi se stessa,
11111,d esempio, sia grande il cielo, dai momento che l'impronta che
\ non pu essere certamente altrettanto grande?
1,1' irgomento pi importante e questo: se noi ricevessimo soltanto
I, 1111delle cose che vediamo, [30J come potremmo
vedere e cose
Vedremrno> soltanto immagini ed ombre degli oggetti visti,
h lr . se fi se stesse sarebbero diverse dalle cose che vediamo. ln
I ,I,
, come si dice, non si potrebbe vedere un oggetto che fosse
I II(I ulla pupilla, ma bisogna discostarsene per vederlo, a maggior
I deve riferire questo discorso all'anima: [35J se dunque po"I
111. 5a l'impronta dell' oggetto visibile, il punto in cui si e
I,I" rl'impronta non ne avrebbe affatto Ia visione. Occorrono infatti
'li'
720
PLOl'lNI
1-'-11KHI-'-VOU dVal,
lVa ~ paC7lS.
ov
721
NNEADI, IV 6,1-3
1"'
e,
-toria e reminiscenza]
questo, ci resta da parlare della memoria; e diremo anzitutto
11 ' da meravigliarsi, o meglio che c' da meravigliarsi, e che non
111111 l rimanere increduli dinnanzi a una tal potenza dell'anima, Ia
I 111/ ricevere nulla in se stessa, percepisce tuttavia [5] cio che
I '1/ I.' anima infatti e Ia ragione di tutte le cose, Ia ragione ultima
hurlllgibili e di tutti gli esse ri che appartengono aI mondo
110
722
PLQTINII
NNI~ADI. IV 6. }
723
e,
724
PLOTINI
725
I NNHADI, IV 6, 3
l'Ir I bustimento
uv
La persistenza
delle impronte
hllpr
nte
e tale
perch
II . ivit, quanto
e cedevole,
e siccome impronta
vuol dire
727
726
7 (2)'" L'IMMORTALIT
I f.'anima nostra
';IlWV, 1\ 4>&tpETal 1T
1\ T
1TElC1lV Eis C1KOOC1lVKaL cf>6opv, T SE Illl' 1
Eis
Et,
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ToVTo
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C1v6Tov yp
<f>C1lVlXEl;
rrv
DELL'ANIMA
e l'eio]
oppure se
,li ,111 to una parte se ne vada alia dispersione e alla distruzione, mentre
h 111, do il suo proprio io, sussista per sempre, questo 10impareremo
l m do seguente, indagando secondo un ordine naturale!".
L'uomo non e affatto un essere semplice, [5] ma c' in lui un'anima
I ~Iiha un corpo, sia che questo sia per noi uno strumento sia che esso
I I i I attaccato in un altro modo; 1'uomova comunque diviso in questa
I mera, e noi dobbiamo
esaminare Ia natura e 1'essenza di ciascuna
I I . Che il corpo, che
anch' esso un composto, non possa sussistere
I" lice Ia ragione, [10] ma anche il senso, che 10 vede dissolversi e
I omporsi e ricevere danni d'ogni sorta, mentre ogni sua parte
, urutiva ritorna ai suo luogo e una parte distrugge l' altra, si trasmuta
li' rlira e 1'annienta, soprattutto quando 1'anima, che le tiene arniche1111 nte unite, non e pi presente [15] alle loro masse. Ma anche
11 uul
una singola parte venga considera ta una cosa sola, essa non e
1uuit , in quanto ammettela scomposizione in materia e forma, di cui
"i corpi semplici sono necessariamente costituiti; e poi, avendo
I uundezza
perch sono corpi, essi si dividono e si riducono in
1111 -lle e perci sono soggetti a distruzione. [20] Se il corpo e dunque
I li me di noi stessi, noi non siamo interamente
imrnortali; se esso e
1111 tro strumento,
essendoci stato dato solo per un certo tempo, e
.rriamente temporale per natura. Ma 1'altra parte e l'e1emento
111 rpale, anzi e 1'uomo stesso; e se e rale, essa corrisponde
alla forma
I" 110 alia materia, do il corpo, o all'artefice rispetto al suo strurnen111 unbedue i sensi, 1'anima [25] e l'io1H
yE
/1
IIII/ro
i materialisti]
1,1 quale
PLOTlNI.
728
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I
'w"
av
729
NEADI, IV 7, 23
(' qualcuno sosterr che non e cosl, ma che sono gli atorni, o
I ibili, che concorrendo
insieme creano l'anima!", costui sar
lututo dana unitariet,
dana comunione simpatetica e dana
I rpposizione dell' anima, poich cio che unitarioe simpateticamente
.lIu
o non pu derivare da corpi impassibili [5] e incapaci di unirsi
1IlOm.
Ma l'anima ha simpatia con se stessa. E poi da corpi
t ibli non pu nascere n corpo n grandezza.
[noltre, se il corpo sernplice, essi certamente non diranno!" che Ia
111,11 rialit abbia, di per se stessa, vita - poich Ia materia e senza
II 1 ma se dicono che cio che ha Ia funzione di forma apporta Ia vita,
IIr Imer che questa forma e una sostanza, [10] e allora non l' insieme
!tI!' sar l'anima, ma solo uno dei due, il quaIe non e affatto
I I, 11 ich anche questo non deriva dalla materia, altrimenti po111111 riso1verlo a sua volta nei suoi elementi con 10stesso metodo; se
111111 mvece che Ia forma e una affezione della materia e non una
, 1I I, allora dovranno direi donde Ia affezione e Ia vita siano entrate
11 111.1 I ria, [15] poich non e Ia materia che informa se stessa n pone
!tlllll in se stessa. E perci
necessario che ci sia qualcosa che
I 1 lu vita, sia che Ia fornisca
alIa materia, oppure ai corpi, poich
II di I e al di sopra di tutta Ia natura corporea.
111" n ci sarebbe alcun corpo se non ci fossela potenza dell' anima.
orre e, per natura, e in movimento; [20] ed esso perirebbe
i fossero soltanto corpi, anche se ad uno di essi si ponesse il
mima. Esso infatti avrebbe Ia stessa sorte degli altri corpi,
li
730
731
NEADI,IV7,3-4
i\
4. Mcprupoxn
SE- KaL airroL imo Tfis dT)6Etas dy~ I
TL rrp TWV crW~Twv ElvaL KpElTTOV airrwv tjJuxfls fl
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TO lTVE~a KaL lTp VOEpOV TLS~EVOL, WcrlTEp dVEU 1TVj
KaL lTVE~aTOS OU 8wa~VT)S Tfis [5] KpLTTOVOS ~otpas EV 11
oTx)'LV ElvaL, TlTOV SE- (T)TolcrT)S Eis TO \.8pu6ilvaL, SOV (T)l I
Ws &1
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li
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li
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~I"
che
e necessaria
prima
, "11 i una forma ad essi superiore, l' anima 160,perch ammettono come
I
'11\10
I,,,
, 11 r
" ti
732
PL II
au,
733
NEADI, IV 7, 45
e non uno
di ogni corpo e unico? Se Ia causa di alcuni
n attribuita alIa scelta volontaria e quella di altri alIa ragione, cio e
I I ; per n Ia scelta volontaria
n Ia ragione appartengono
al corpo
, h sono diversi, [5] mentre il corpo e uno e semplice e partecipa di
, I 11eragione se non in quanto essa gli stata data da cio che 10 fece
r caldo o freddo.
11 far crescere a suo tempo, e fino a un certo limite donde potrebbe
rvure al corpo? Ad esso appartiene il crescere, [10] non il far creI ,se non in quanto,
nella massa della materia, sia riservato quel
11111 che serve all'anima per operare, per suo mezzo, quell'accresci\110. Se I'anima fosse corpo e facesse crescere il corpo, dovrebbe
I ere anch'essa
aggiungendo a s, evidentemente,
un corpo simile,
a debba crescere proporzionatamente
al corpo che essa ha fatto
I re. Ora, questa aggiunta
sar o anima, [15] o corpo inanimato. Se
nnna, donde e come entra e come vi si aggiunge? Se I'aggiunta e
I II
a di inanimato, in che modo essa si animer e si metter
I rordo con l' anima gi esistente,
e diventer unitaria e parteciper
11 medesime opinioni della precedente? In effetti, non dovrebbe,
11
nima straniera, [20] ignorare quelle cose che I'altra conosce. E
IIIhe nell' anima, come nella rimanente massa dd nostro corpo,
Ii a se neva e qualcosa si aggiunge, sicch nulla rimanga identico,
111 potremmo
avere dei ricordi? Come potremmo riconoscere le
11
cose pi intime se non avessimo sempre Ia stessa anima?
r l'anima e corpo e il corpo si divide, per sua natura, [25] in pi
'11, gni parte non sar identica al tutto; se l' anima e una grandezza
I uninata, essa non sar pi anima qualora quella grandezza diminu, ,110stesso modo che ogni altra quantit cambia, per sottrazione, il
re di prima; ma se essa e una grandezza che, pur diminuendo di
'. resta identica in qualit, alIora essa, in quanto corpo, e diversa da
111I1 in quanto qualit, per a causa della qualit che e diversa dalla
IIlila pu conservare Ia sua identit.
111, dato che il movimento
734
PLO'II
'(i~'
735
I AOI, IV 7, 5-6
( . a diranno dunque coloro che riducono l' anima a corpo? Anzi1111.riguardo a ciascuna parte delI'anima che e nello stesso corpo,
I 111\0
che ciascuna parte delI' anima e qualitativamente eguale alI' ani1111ra? E poi, che diranno di una parte rispetto [35) a un' altra parte?
111dunque Ia grandezza aggiunge alIa sua essenza; eppure, sarebbe
ario, se essa e quantit. E poi: anche come tutto essa pu
hrplicarsi; ma cio e impossibile per un corpo, cio che Ia stessa cosa
unta in pi luoghi e che Ia sua parte sia identica al tutto. Se diranno
I 11.cuna parte non
un' anima, I' anima alIora sar, per loro, formata
I' 11I iinanimate. [40} E ancora: ogni anima sar una grandezza deterI11I1e ai due limiti, sia dalIa parte del1'accrescimento sia dalIa parte
11 diminuzione, non sar pi anima, Sappiamo che da un solo ac'1'1,lmento o da un solo seme nascono dei gemel1i o, come negli altri
11I11i.molti piccoli, poich il seme si e diviso in pi [45} luoghi 164, e
Ic I ogni sua parte e un tutto; questo fatto non insegna forse a coloro
11 \iono imparare
che cio in cui Ia parte e identica al tutto ha
I\tO, nelIa sua essenza, Ia categoria della quantit e dev' essere
iriamente senza quantit? Esso pu cosi rimanere identico a se
li, mche se venga privato del1a quantit,
poich [50} non ha ache
11
on Ia quantit n con Ia massa, essendo Ia sua essenza di altra
I Perci l' anima e le ragioni <seminali> sono senza quantit.
ti '"lU(etto senziente e un
essere unitario]
I' mima e un corpo, risulter evidente da cio che diremo che non
n pi n sensazioni, n pensieri, n scienze, n virt, n altri
.1 Chi vuol percepire qualcosa, dev' essere uno in se stesso e deve
I. I gni oggetto con 10 stesso principio, [5) anche se molte sensa" li trino addentro
per varie vie sensoriali, o se molte qualit
I,ltll
un solo senso, o se attraverso un unico senso giunga una
leme complessa come quel1a di un volto (qui non c' una perce,11'1naso e un'altra degli occhi, ma una percezione sola per tutto);
11 \( he se una percezione si ha per mezzo degli occhi e un' altra per
li oI( lI'udito,
ci deve essere per un centro unico in cui ambedue
1111 1.1110;se le sensazioni non confluissero insieme in un unico
11. orne si potrebbe
giudicare del1a loro differenza? E dunque
111 ) che questo punto sia come un centro e che le sensazioni che
L.I'" da tutte le parti siano simili a raggi che convergono dalIa
," Ienza de! cerchio e terminino in esso. Cosi e il soggetto senziente:
111I111 unoI6'. [15) Ma se tale essere fosse esteso e le sensazioni
ro come ai due estremi di una linea, o esse si ricongiungeranno
1.111medesirno punto - circa nel punto di mezzo - oppure i due
111IVI' nno ciascuno sensazioni diverse: come se io sentissi una
111un'altral66
I 11
736
PLOII
737
NNEADI, IV 7, 67
I'
111\ mziente
e diverso
dal corpo]
I,
738
PLOTI
8. "Tl SE: oUSE: voe:1v ot6v Te:, el CJw~a Tt lj1uxiJ bnouv f TI)
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e:lll Kal. TO voe:1v TO 8l CJw~aTOS {5J KaTaa~lMvHv,
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El O!JV TO Voe:LV ECJTl TO ve:u CJw~all
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e:lVCll. "Eri el alCJ~Twv ~EV Tt atCJ~CJlS, VOllTWV SE: Tt V6T)Ol
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VOlCJH Kal. T41 ~e:plCJT41 TO ~Tt ~e:plCJTOV V01CJH; "H ~pH 'Til
~e:pe:1 nrroi). El SE: TOUTO, ou CJw~a ECJTCll TO vofiCJOV' OU yp 11
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OV ii ylyv6~e:VOV yLVWaKHV. El SE: 110
EV ll e:l8Wv rs VOlCJHS <l>lCJOOOlVe:lvCll, >J.. XWpl(O~VWV r
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CJapKwv ii WS llS b XWplCJ~Os KKOUKal. TplyWVOU Kal. ypallll
Kal. CJT)~dou. ~e:1 pa Kal. TJlV lj1uxiJv CJw~aTOS aiJnlv EV T41 TOlOII
xwptCJCll. M1 pa ~1lSE: aiJnlv CJw~a e:lvCll.
'A~ye:ee:s S, ol~Cll. Kal. TO KaOv Kal. TO 8tKaLOV' Kal. I
Tt TOTWV pa v611CJlS. "OCJTe: Kal. 1Tpoc1l6VTa ~e:pe:1 am I
lTo8nCll Kal. EV ai.rr1l EV ~epe:1 KdCJnaL TTWs 8' v Kal. CJw~a I I
739
NliADI, IV 7, 7-8
11
thll 10 doloroso sorgerebbero innumerevoli sensazioni, [15J e il printpil egemonico proverebbe perultimo tutte queste sensazioni e, in pi,
1" lia sua propria. E vero, invece, che ciascuna di quelle sensazioni non
I ensazione del dolore del dito, ma quella che e vicina aI dito
uurebbe il dolore nel piede, Ia terza sentirebbe il dolore della parte
111 ilra: ci sarebbero cosi tanti dolori e il principio egemonico [20J non
1I pirebbe il dolore nel dito ma il dolore che e in lui stesso e quello
11 mto, e lascerebbe da parte il resto, perch non saprebbe che e il dito
I" ffre. Se e dunque impossibile che Ia sensazione del dolore del dito
I propaghi per trasmissione,
se in un corpo, che e soltanto massa,
I 11 zione di un punto non pu essere cognizione [25J di un altro
"111 h ogni grandezza ha parti distnte), e necessario ammettere che il
11/1 nte e tale da essere identico,
in ogni sua parte, a se stesso. Ma
I" 10 operare appartiene soltanto a un essere che sia diverso dal corpo.
/I
'anima non
e corpo]
740
PL '11
I ADI. IV 7.8-8'
741
'1"11
i.
invece i corpi possano quello che possono per mezzo di forze
'I tlll ' ,diventa chiaro da cio che segue. Essi ammetteranno
certo
1'.1 li li' e quantit sono cose diverse, che ogni corpo e quantit (per
",111 corpo e qualit: per esempio,
Ia materia), [15} Ma, ammet"1/11 no, ammetteranno
pure che Ia qualit, essendo diversa dalla
11111 I, diversa anche dai corpo. Se essa non e quantit, come potr
111I po, se ogni corpo
e quantit? E se ogni corpo e ogni massa,
/1.1iinrno detto!", una volta divisi, non sono pi quello che erano,
.1 ima qualit
persiste
interamente,
malgrado
questo
111\ mto, [20] in ognisingola
particella del corpo: Ia dolcezza del
I(
742
PLOT' .
",V
t,
743
NI ADI, IV 7, 8'8'
I I ,per esempio, non e meno doIcezza nella singola parte che nel
110.Dunque, Ia dolcezza non un corpo. Ed cosi delle altre qualit.
11\ ltre: se le forze fossero corpi, sarebbe necessario che forze pi
r-nti avessero [25] grandi masse e quelle pi deboli piccole mas se.
r invece piccole forze sono in grandi mas se, mentre piccole anzi
,oli sime masse posseggono enormi potenze, allora questa attivit va
IIIIuiita a qualcosa che non e grandezza: cio all'inesteso. E sela materia,
1\ dicono!", e sempre Ia stessa, vale a dire corpo, e tuttavia produce
differenti [30] a seconda delle qualit che riceve, non e forse
I nre che queste aggiunte sono concetti immateriali e incorporei? E
v ngano a direi che i viventi muoiono perch il soffio o il sangue li
I, 1I1I10nano.
I Ilamente, senza queste cose non e possibile vivere; ma e imposI vivere anche senza molte altre, nessuna delle quali e I'anima.
\'111, [35] n soffio n sangue penetra no ovunque, ma soltanto
1111.
f I 'anima e incorporea]
, I' li, sel' anima che penetranel tutto fosse commista, Ia commistione
I II1I rebbe nello stesso modo che negli altri corpi. Se Ia commistione
I1 da sussistere in atto nessuno dei corpi commisti, nemmeno
111,1
rimarrebbe in atto [5] nei corpi ma solo in potenza, cessando
,11 sere anima: come quando mescolando il doIce e l'amaro, il
111mc' pi. Ma allora non avremmo pi anima.
n e un corpo ed e commista al corpo da parte a partem (in questa
111111 ne totale dove c' I'uno dei corpi c' anche l'altro, poich
,111('ono masse eguali ed occupano 10 stesso luogo; e poi nessun
1110(10] si effettua nel primo per l'intervento del secondo), non
I
ti un punto in cui non penetri. La commistione non avviene
11 I' r l'accostamento
di grandi parti alternate (si avrebbe cOSI
111," vien chiamata giustapposizione 176, ma Ia cosa introdotta
_1 .
,,,1. I I 111tutto il corpo, anche se pi piccola; per e impossibile che il
, olo i eguagli in estensione [15] al pi grande: comunque, mentre
1111I 1,10 ridurrebbe tutto in frantumi.
I.
deve frantumarlo in tutti i singoli punti e se non rimane
1,,111che esso non attraversi, sarebbe necessario che il corpo si
I 11)punti: ma cio e impossibile.
Se Ia divisione procedesse
111111
(ma un corpo, per piccolo che tu 10 prenda, e sempre
1,11I, /20] l'infinito dovrebbe esistere non solo in potenza, ma
11I11). E impossibile dunque che un corpo penetri totalmente un
111 per parte. Ma l' anima penetra ovunque: essa e dunque
ti
.1
PLO'II
744
hE:pov
745
NI ADI, IV 7, S'S'
non
e armonia]
e di altra
,ltv -rsa dal corpo, pur essendo qualcosa del corpo, come una
IPitagorici, pur intendendo questa armonia in un altro senso,
II I duto che essa fosse simile [5J all' armonia che e nelle cordel80
"111 sono tese, sopraggiunge ad esse qualcosa, una certa affezio, vrcn chiam ata armonia; allo stesso modo, poich il nostro corpo
I di una commistione di parti dissimili, Ia loro commistione,
cosi
1 [unlificata, produce vita ed anima, Ia quale perci sarebbe
11111(' di quel miscuglio. [10]
,,11m trare che cio e impossibile, molti argomenti sono stati gi
IIII.I?
I1
PL()II
746
""1
or,
1\
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EVTEXELa.
Kol Il"V
oU8 TO ETTLS1JIlOUV,11" ot
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747
1>1.
IV 7, 8'8'
11 'anima non
e entelecbia]
748
PLOTINtl
NJo.ADI, IV 7, 8'-9
749
I'"
,///11110
e principio
di movimento}
I1
11
750
PLOTINII
751
NI.ADI, IV 7, 910
11
dell'immortalit]
(:h l' anima sia affine a una natura pi divina, anzi alla natura eterna,
ultu evidente dalla prova che abbiamo dato del1a sua incorporeit'?'.
IlIli essa non ha n forma n colore, ed e irnpalpabile!".
Ma 10
I lama dimostrare
anche con altri argomenti.
I oich abbiamo riconosciuto [5] che tutto cio che e divino ed essere
111" ode di una vita buona e saggia!", dobbiamo esaminare quale sia
11,11 lira di cio che vien dopo, a partire dall' anima nostra. Prendiamo
11\ l'anima, non quel1a che, caduta neI corpo, accoglie desideri e
uumenti irrazionali e si rende disponibile ad altre passioni, ma quella
li , /10] purificatasi da tutte queste cose, non comunica pi, per
11111
le e possibile, col corpo'". Quest'anima inoltre ci mostra che i
li no del1e aggiunte esterne e vengono dal di fuori; ma, se essa si
li j a, i valori superiori, Ia saggezza e le altre virt, sono in lei come
I
\11"
priet'".
( )ra, se tale l' anima, quando risalga in se stessa, come non sarebbe
I di quel1a natura che, secondo noi, appartiene a tutto cio che e
111() ed eterno? Infatti, Ia saggezza e Ia vera virt, che sono divine, non
III hbero essere in cosa vile e mortale; ma
necessario che un rale
I
ia divino perch partecipa dei Divino per Ia sua affmit e
11 ustanzalit. Perc chiunque di noi sia tale, [20] e poco lontano
1I e seri superiori in cio che riguarda l'anima, anche se, per il fatto
1i nel corpo, ne e inferiore. Se tutti gli uomini fossero tali, o se Ia
i r parte di loro avesse un' anima simile, nessuno sarebbe cosi
II il da non credere che l' anima che e in loro sia dei tutto immortale.
I Ma poich osservano che l' anima, spesso nel1a maggior parte di
orrotta, non arrivano pi a pensaria come divina e irnmortale,
752
PLOTINI'
111
753
'li. poich
enza di cio, cui sono state fattele aggiunte. [30] Esamina dunque
1I Ina dopo aver eliminato cio che essa non e; o rneglio, Ia esamini colui
Ic l purificato se stesso e creder di essere immortale, quando
111mpli se stesso in una sede intelligibile e pura. Egli vedr allora una
I 11tHnza che non contempla nulla di sensibile, nessuna di queste
l1l rrali, ma nell' atto di intuire l' eterno con l' eterno; egli vedr tutto
I I I che e nel mondo intelligibile, diventato egli stesso un cosmo
\11ibile e splendente'?', illuminato dalla verit che procede dal
" . il quale, su tutti gli esseri intelligibili, irraggia verit: sicch gli
"\'1 ra spesso che questo verso sia stato detto con bellezza:
Salute: io sono per voi un dio imrnortale'?',
1111 gli ascende al Divino [40] ed e tutto proteso alla somiglianza
" hd. Se Ia purificazone ci immette nella conoscenza delle cose
1111' i, anche le scienze, quelle che sono scienze autentiche, sono
I 1111mo dell' anima. Infatti, non gi vagando in qualche modo fuori,
1111
I contempla
Ia temperanza e Ia giustizias'?', ma le vede per se
I"
l1acoscienza [45] di cio che essa e e di cio che era in principio,
(cI insediate in se stessa, come statue coperte dalla ruggine del
1'11, 10l1aquale essa le ripulisce: e come se dell' oro fosse animato e
11., I I e poi del terriccio che 10 ricopre202; esso era prima nell'igno1di e stesso poich non vedeva 1'oro, ma ora, vedendosi isolato,
I iupirebbe del proprio splendore e penserebbe di non aver
fllll di alcuna bellezza estranea, poich esso vale per se stesso ove
\1 'i esistere in se stesso.
hll
11., vila
I. ivendo senno, dubiterebbe che un tale essere non sia immorI HIi possiede da se stesso una vita che non pu perire; e come
I \.\
Ipl
754
PLOTlN
NIADI, IV 7,11-13
755
'li
"I,
756
PLOTINI
757
I A1)1, IV 7,13-15
I
dire a coloro che esigono
.111110~razlOne. Per coloro che richiedono una prova sensibile,
I ruo ricavarla da una tradizione assai diffusa su questo soggetto
I 111I oli degli dei 211, i quali comandano [5J di placare l'ira delle
I li' f
e, di rendere culto ai morti come se fossero ancora dotati di
11,111(,1:
cose che tutti gli uomini fanno verso i defunti. Molte anime,
11111111una volta in persone umane, uscite che siano dai corpi, non
"" dul beneficare gli uominj212; esse ci sono utili perch ci danno
11 l/DI ed altre cose ancora, ma dimostrano
inoltre, col loro
I,III~l-he anche le altre anime non sono perite.
759
758
IV 8 (6) ITEPI THE EIL TA LOMATA KAOO60r
THL IlirXHL
(M LA DISCESA DELL'ANIMA
NEI CORPI
"11
I .
760
PLOTINI
Kal KftpOl Kal TlXaL Kal [40J vYKaL. Knl EV TOtrrOLS lhT(1tH
~E"~clJ~E"vos ",V TllS clJuxils a4>LLv TTpOs O(;)~a, EV TL~aL41 TT I~
TOU&: TOU TTaVTOs MylV T6v TE" K60~ov ETTaLVl Kal 9E"ov >J.y I
dvaL E"i&L~OVa
n'jV TE" clJUxTJV rrcp ya60u TOU 8Tl~wupyOU TT
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a1To l&L dVaL, aVE"U SE: clJuxils OUX ot6v TE" 1)V TOiJTO yE"Va 11
'H TE" OW clJUxTJ1') TOU TTaVTOs TOtrrOU XpLV E"lS a1To TTap t
9E"ou ETT~<t>Orl,i) TE" KaTOU 1')~wv, TTpOs TO TE"OV a1To ElvUl
ETTH8Tt l&L, ooa EV VOTlT4l K60~41, T a1T TaiJTa yVT) (t{xuV 1(/1
EV T4l alae"T4l
[50J imPXHV.
",V
",V
'I
I xnr, IV 8,1-2
761
rte quaggi dalle Sentenze, dalla Sorte, dalla Fortuna, dalla [40J
r it.
11\ tutti questi passi/" Platone condanna Ia discesa dell' anima nel
'1'0; ma nel Timeo?", parlando di questo universo, fa l'elogio del
1110 e afferma che esso
un dio beato: l' Anima stata dona ta dalla
111.1 deI Demiurgo affinch infondesse intelligenza all'universo, poi(15/ era necessario che esso fosse dotato di intelligenza, ma senza
nrma ci non era possibile. L' Anima stata dunque infusa daI dio
IIlIniverso ed anche in ciascuno di noi, perch il tutto fosse perfetto:
I. ra necessario che tutte le specie viventi che sono neI mondo
111 ibile si trovassero anche nel mondo sensibile. [50J
11"
PLOTINI
762
le
B"
ICONOGRAFIA PLOTINIANA
a cura di Giovanni Reale
I c prime ipotesi, particolarmente significative e con precisi fonda1111,per una identificazione dell'immagine di Plotino, sono statefatte
I I Ia met del XX secolo, fra gli anni Quaranta
e Cinquanta, sulla
di un gruppo di teste scoperte ad Ostia, di cui e conservata anche
I I I t plica che si trova nei Musei Vaticani. Poco prima di tale ipotesi
li
ti stata presentata un'altra, molto interessante, anche se incerta e
1.,111matica, basantesi su un bel sarcofago del Museo Lateranense, ora
I II rtato nei Musei Vaticani.
11\ominciamo dali'esame delle teste-ritratto.
N 11945 Raissa Calza (Ritratto Ostiense Seoeriano, Arte Figurati ,I, pp. 69 ss.) pubblicava tre ritratti romani, che riproducevano Ia
'li' ". ima persona. Due di questi (cfr. nn. 4 e 7) erano stati ritrovati a
I J(II, uno si trovava nel Braccio Nuovo dei Musei Vaticani (cfr. n. 10).
11\1delle teste ritrovate a Ostia (n, 7), era rotta a met, ma se ne vedeva
1\ Ia parte superiore del viso (si noti aI n. 7, ben visibile, anche dopo
I I ( struzione, Ia linea secondo cui era avvenuta Ia rottura). La Calza
li ,li I roponeva
una identificazione specifica, e si limitava a congetturaI 11 si trattasse
di qualche letterato del secolo lU d.C., o di qualche
111 ( [o di et severiana o post-severiana, magari di origine orientale.
1.11 segnalazione di queste teste-ritratto
richiam l'attenzione degli
uuli si, e H.P. L'Orange, grande conoscitore della ritrattistica di
1''' (O periodo, nel 1951 proponeva di portare un po' pi avanti, ali' et
rltrnica, l'epoca di composizione di tali teste, e riconosceva in esse
uumagine di Plotino (The Portrait of Plotinus, Cahiers Archo, iques, V, pp. 15-30).
I. operazioni di sistemazione e ultimazione degli scavi iniziati ad
I 11' nel 1940, portarono
alia luce, nel febbraio del 1951, Ia parte
1lIIl0re della testa scoperta nel 1940 (n. 7), accanto ai resti di un
I uipietto, che, verso Ia met del lU secolo d.C., era stato trasformato
11111111
specie di aula con sedili collocati lungo le pareti (quindi un luogo
I1 uunioni culturali, e forse sede di una scuola), con una annessa zona
unale, di piccole dimensioni. lnoltre, nella vasca di una stanza della
.1\ , terrnale, fu trovata una testa-ritratto,
ben conservata, che rappre1\1 rva Ia stessa persona (quindi una quarta replica).
I) po queste scoperte, Ia stessa archeologa Calza abbracci Ia tesi di
I .( irnnge, perch trovava proprio in tali scoperte significativi appoggi
li
763
NEADI, IV 8, 2}
'Impregna del1a natura della cosa effettuata220. Ma se I'Anima divina11e Platone - governa tutto I'universo nel1a prima maniera; se essa,
lravanzandolo con Ia sua parte migliore, invia alI'interno dd mondo
I Ianto Ia sua ultima potenza,
non si potrebbe pi accusare Dio di aver
t to I'Anima [35] del1'universo in un luogo inferiore: l' Anima non
limo privata dd suo essere essenziale, poich possiede questo essere
" dall' eternit e 10 posseder sempre: questo suo essere e tale che non
tiO essere contro Ia sua natura: esso le appartiene
sempre e senza
'" rruzione e non ha mai avuto un inizio.
Dicendo poi che le anime degli astri hanno coi loro corpi 10 stesso
pporto che I'Anima universale ha [40] col tutto, <Platone> colloca
lU he icorpi degli astri alI'interno dd movimento circolare dell' Anima 221
uiva cOSI anche Ia beatitudine che ad essi conviene. Sono due le
ioni, per le quali l'unione dell' anima col corpo appare insopportabili rch essa e di ostacolo al pensare?", e perch riem pie l' anima di
I reri, [45] di brame, di dolori?". Ora, nulla di tutto cio accade a
n'anima che non s'immerge nell'interno del corpo e non appartiene a
uno: essa non sottost al corpo, ma il corpo ad essa; e questo corpo
I te' da non aver bisogno di nulla e da non mancare di nulla, e perci
mmeno I'anima si riempie di desideri [50] e di timori. Nulla di male
i aspetta da un tale corpo; nessuna preoccupazione pu inclinaria
I Il il basso e distrarla dalla sua contemplazione
superiore e beata224:
sempre rivolta alI'Intelligibile e mantiene in ordine il nostro
I Iv rso con infaticabile potenza.
764
PL '11
d.lv, TEMlOTp<l I1 ,
lKW.tJf Tils' airrfis cPOOI.
ftval KaL To.s das. "H Ws lK TOV TTaVTOsTTtJpOsTO ~EV ~(')'iI
TO [20] BE ~lKp TTUpLTr EOTl BE " rrou ooota " TOV TTaV11
TTtJp6s,~..ov BE cP'f)s- KaL " TOV TTaVTS'.1I1UxTlSBE EP'YOV
.O'YlKWTp<lSvoetv ~V, ou TO VOfLV BE ~VOV Tt 'Yo.p av KaL I
Bla<ppOl; TIpoo.af30ooa 'Yo.p T4i VOfp dval KaL d..O,KaeQ VII
OKl~HVfV' lXH Tf lpyov KaL [25] aiJn, LTTfpTTv, , lo.v
110
VOllTwv'. BTToooaBE TTpOs~Ev TO TTpOatJTiis VOfL, ds BE avl
TO ~fT' aTTJv, Koo~flb re KaL BLOlKfL KaL dPXH aUTOV' Tl P'l
otv re ~V OTl1val TO. TTVTaEV T4i VOllT4i, Bwa~vou EcPEfl "
IDou 'Yfvo6m ETTOVOS'~V, va'YKatou BE ftval, dTTfp [30/ I
TO TTpOaUTov.
<l't> TTMWSKaL BWaTWTp<l, oUBEv ~"v
n,
r'
765
NNEADI, IV 8, 3-4
111
PL
766
'IINI
I'
767
I NNEADI, IV 8,45
\'11'
I
e,
e duplice]
1,,1i ,
I , olpa <dell' anima> e duplice: l' una e quella che ha dato luogo alla
I, l'altra consiste nelle cattive azioni che essa compie, una volta
'I
768
PLOTlNII
769
I NNEADI, IV 8, 56
nuta quaggi; il castigo della prima colpa e il fatto stesso di discende, / nel secondo caso, quanto meno l' anima si immerge in corpi via via
hv rsi, [20] tanto pi presto ne riemerge conforme a un giudizio di
merito - qui con Ia parola giudizio si vuole indicare ci che accade per
tI
reto divino -; ma ad ogni grado enorme di malvagit corrisponde un
t Ir no castigo sotto Ia vigilanza di demoni vendicatori 23\.
E cosl l'anima, bench sia un essere divino e venga dagli spazi [25]
uperiori, discende nell'interno del corpo; essa, che e 1'ultima entit
t lvina, con inclinazione
spontanea viene quaggi per esercitare Ia sua
potenza e porre ordine in ci che si trova dopo di essa; e se poi riesce a
"'Kgire al pi presto, non riceve alcun danno per aver sperimentato il
ru ile e aver conosciuto Ia natura del vizio, ma rivela [30] le sue azioni e
I ue operazioni, le quali sarebbero inutili nel mondo corporeo perch
umarrebbero sempre inattuate: 1'anima stessa non saprebbe di posse.1 rle se esse non si manifestassero e non si estrinsecassero: e l' atto che
I nde sempre manifesta Ia potenza, Ia quale rimarrebbe
completamente
I\U costa e addirittura
[35] invisibile e inesistente se non si realizzasse.
( ,I. scuno infatti rimane meravigliato dell'interiorevedendo
Ia ricchezza
ti lle manifestazioni esteriori, com' esso si rivela dalla capacit di costruIr cose tanto raffmate.
dell'lntelligibile]
Non deve esistere soltanto 1'Uno; altrimenti tutte le cose rimarrebl.ero nascoste, non possedendo nell'Uno una forma distinta; n esistercbbe cosa alcuna se 1'Uno rimanesse immobile in se stesso; non ci
irebbe Ia pluralit di questi esseri che sono generati dall'Uno, [5] se da
I\li non avesse avuto origine il processo degli esseri che costituiscono
l'ordine delle anime. Per Ia stessa ragione non dovettero esistere
oltanto anime, senza che apparissero cose prodotte da esse: poich
ppartiene alla natura di ciascun essere di creare qualcosa dopo di s e
.li esplicarsi procedendo da un serne, da un principio indivisibile, sino
I termine ultimo che il fenomeno sensibile-". [10]
termine anteri re rimane eternamente nella sua sede propria, ma quello che vien
t lopo e come generato da una potenza ineffabile, qual e quella che esiste
1\ gli esseri superiori, Ia quale non poteva arrestarsi
come se fosse
.lelimirata da invidia: essa deve procedere perennemente sino ache
tutte le cose raggiungano 1'ultimo grado agli ultimi limiti del possibile;
questo avviene per opera di una immensa potenza che diffonde se
(essa su ogni cosa [15] e non pu sopportare che nulla rimanga senza
serne partecipe. Nulla impedisce che un essere qualunque partecipi
della natura del Bene, nella misura in cui e capace di parteciparne.
Anche Ia materia, se esiste dall'eternit, non pu, appunto perch
iste, non partecipare di quella potenza che dispensa a tutti il bene
PLO', ,
768
Ou
769
NNEADI, IV 8, 5-6
nuta quaggi; il castigo della prima colpa e il fatto stesso di discendesecondo caso, quanto meno l' anima si immerge in corpi via via
liversi, [20] tanto pi presto ne riemerge conforme a un giudizio di
merito - qui con Ia parola giudizio si vuole indicare ci che accade per
lecreto divino -; ma ad ogni grado enorme di malvagit corrisponde un
legno castigo sotto Ia vigilanza di demoni vendicatori 231.
E cosll'anima, bench sia un essere divino e venga dagli spazi [25]
uperiori, discende nell'interno del corpo; essa, che I'ultima entit
livina, con inclinazione spontanea viene quaggi per esercitare Ia sua
potenza e porre ordine in ci che si trova dopo di essa; e se poi riesce a
luggire al pi presto, non riceve alcun danno per aver sperimentato il
mule e aver conosciuto Ia natura del vizio, ma rivela [30] le sue azioni e
Ir sue operazioni, le qual i sarebbero inutili nel mondo corporeo perch
nmarrebbero sempre inattuate: l'anima stessa non saprebbe di posseI rle se esse non si manifestassero e non si estrinsecassero: e!' atto che
f nde sempre manifesta Ia potenza, Ia quale rimarrebbe completamente
111 costa e addirittura
[35] invisibile e inesistente se non si realizzasse.
( .iascuno infatti rimane meravigliato dell'interiorevedendo
Ia ricchezza
.1 Ilemanifestazioni esteriori, com' esso si rivela dalla capacit di costruIt cose tanto raffinate.
i nel
, (Jl sensibile
e riuelazione dell'lntelligibile]
Non deve esistere soltanto I'Uno; altrimenti tutte le cose rimarrebI,rro nascoste, non possedendo nell'Uno una forma distinta; n esisteI bbe cosa alcuna se l'Uno rima nesse immobile in se stesso; non ci
uebbe Ia pluralit di questi esseri che sono generati dall'Uno, [5] se da
lui non avesse avuto origine il processo degli esseri che costituiscono
l'ordine delle anime. Per Ia stessa ragione non dovettero esistere
oltanto anime, senza che apparissero cose prodotte da esse: poich
ppartiene alIa natura di ciascun essere di creare qualcosa dopo di s e
11 splicarsi procedendo da un seme, da un principio indivisibile, sino
I termine ultimo che il fenomeno sensibile!", [10] li termine antenore rimane etemamente nella sua sede propria, ma quello che vien
,llIpo e come generato da una potenza ineffabile, qual e quella che esiste
IIq~li esseri superiori, Ia quale non poteva arrestarsi come se fosse
lrlimitata da invidia: essa deve procedere perennemente sino ache
unte le cose raggiungano l'ultirno grado agli ultimi lirniti del possibile;
questo avviene per opera di una immensa potenza che diffonde se
I sa su ogni cosa [15] e non pua sopportare che nulla rimanga senza
me partecipe. Nulla impedisce che un essere qualunque partecipi
I lia natura del Bene, nella misura in cui e capace di partecipame.
Anche Ia materia, se esiste dall'eternit, non pua, appunto perch
I te, non partecipare
di quella potenza che dispensa a tutti il bene
770
771
NEADI, IV 8, 6-7
PLOII
conde le possibilit di ciascuno; [20] e se Ia sua nascita una necestia conseguenza di cause anteriori, non deve tuttavia essere separata
I I suo principio, come se questo principio, che le dono, come per
I zia, l'esistenza,
si arrestasse poi per impotenza di giungere sino ad
Dunque, cio che v' di pi be110nel mondo sensibile Ia manifestalone di cio che v' di migliore negli esseri inte11igibili, [25]deIla loro
1'111 nza e della loro bont; e tutti gli esseri, quegli intelligibili e quelli
li ibili, sono insieme uniti ne11'etemit: gli uni esistono per se stessi,
11 dtri invece, partecipando dei primi, ricevono un' esistenza imperitura,
111 quanto imita no, secondo Ia loro potenza, Ia natura intelligibile.
772
PL
'11
773
I NNEADI, IV 8, 7-8
11ci? che st~, sotto di essa e, allo stesso tempo, rimanere sempre
ongrunta a CIO che Ia precede, Essa pu l'una e l'altra cosa simulta" IIme~t~: [30] ricevere dall' alto e donare insieme quaggi, poich non
" ssibile che essa, essendo anima, non sia in contatto con le cose
I I rene.
/11destino delle anime singole]
,e.si deve a~che ~ve~e il coraggio di dire il proprio parere contro
l'npinione degli altri, direrno che anche Ia nostra anima non si
1'1 fon.data ~lI:tt~quanta,.ma che qual cosa di essa rimane sempre nel
IlIlIldo m.telhglbile; tuttavia, se cio che nel sensibile domina, o meglio,
II dominato e turbato, [5] non permette che noi abbiamo coscienza
II I i che Ia parte superiore dell'anima contempla: poich l'oggetto
t IlIlemp~ato dall'intelligenza
arriva sino a noi soltanto quando, discenI ndo, giunga alla nostra sensibilit. Noi non conosciamo tutto cio che
I ne in qualsiasi parte dell'anima prima ancora che arrivi all' anima
111 ra ..COSI, ~er .esempio, il desiderio: finch rimane nelIa parte concuI rtbile delI anima, [10] non
da noi conosciuto se non quando 10
I( piamo o con l'attivit sensitiva interna, o con Ia riflessione o con
11th
due. Ogni an~a po~siede qu~lcosa di inferiore che si v~lge aI
'I \I e qualcosa di supenore che SI volge all'Intelligenza. E l' Anima
".1 , .cio l' Anima del Tutto, ordina l'universo con quella parte di s
"
rivolta aI corpo e si mantiene in alto senza fatica, poich soltanto
IIU parte inferiore ordina il Tutto, [15] non mediante il ragionaI 111 , come noi, ma con l'intuizione intellettiva" come fa l'arte che
'" ~pe~a pe~ calc<?lo. Ma le anime individuali, che appartengono a
.lividui particolari, hanno anch'esse una parte superiore, ma sono
1"1 te a causa della sensibilit e assediate dall'apprensione di molte
he contrastano illoro essere e apportano sofferenza [20] e tur1111 nto: I;>0ich ci? di cui esse si prendono
cura
cosa parziale e
I 1I osa ~ mcontr~ intorno .a s molti oggetti estranei che essa in gran
11 desidera: anzi, ne ha piacere e il piacere Ia inganna. Ma c' anche
, purte che non gode dei piaceri efftmeri; e Ia sua vita conforme al
"
ere.
775
774
IV 9 (8) ITEPI TOr EI ITA:EAI \IIrXAI MI A
IJ-tav cf>a1J-E:V
EtVaL,
naVTaxov TOV aWlJ-aTOST\npEOTL, KaL lOTLV VTWS-TOV rp 1
TOlrOV IJ-ta, OUKo IJ-vTL airrfis wst, aO SE WSLTOV aWv.(J
lxoooa, lv TE TOIS alaEh)TLKLs ofrrws- [5J iJ alaar,TLKl, Ka\
To1S cf>\JT01SSE T\naVTaxO\) V KaT41 IJ-pEL,ofrrws- KaL l'\ 11
KaL l'\ <ri} IJ-ta KaL rrom IJ-ta; KaL lTL TO\) rrovrs l'\ V rrot 1'1
oux Ws )'K41 IJ-EIJ-EpLaIJ-VT},
naVTaxO\) TaUT6V; ~L rt "1' I
iJ V IJ-OLIJ-ta, iJ 8' v T41 rrcvrl ou IJ-ta; Ou )'p O)'KOS oUSE I" I
KE1 oUSE aWlJ-a. El IJ-E:Vovv K Tiis TO\) rrcvrs KaL l'\ IJ-l'l fi
iJ O'l, IJ-ta SE KdVT}, KaL TaTaS &1 dVaL ulav. El SE KaL l'\ 1 '
rrcvrs KaL iJ IJ-l'lK IjJvxils IJ-LS,nLv av rrom un, ATT\T !I'"
TtS iJ IJ-ta; 'A rrprspov MKTOV, L p8Gls l)'ETaL TO ucv 11
naas, WC11TEp
iJ VOs [15J K:aTOU.wATOnOV)'p, el un i) 11
KaL iJ OTOVO\)V aou' Xpf}v )'p flJ-0\) ala8avolJ-voU KaL d ,.
ala8vC79aL, KaL )'a60iJ OVTOS )'a90v
KE1vov EtvaL
"
m9uIJ-oVTos m9vIJ-E1v, KaL WS' olJ-ona9lv iJlJ-S TE Til"
1o\JSKaL npOs TO rrv, WaTE IJ-O\)na96VTOS aWaLaev OU"
TO rrv. [20J IlGls SE KaL IJ-LSO<JTlSiJ IJ-E:vO)'LKl, iJ SE d, 'Y
'
KaL iJ IJ-E:VV C4x>LS,iJ SE V cf>\JT01S
aT\; IlLv SE el IJ-l'lEh)a6p I
xdvws-, T6 TE rrv ~V OUK laTaL, IJ-ta TE pxTl IjJVXWV 111
EpEeT)aETaL.
lI/anima
e unit
e pluralit]
SE lTpo<TJ~EL
777
NEADI, IV 9, 2}
PL 'li
776
1\
CJ1.IVTEELlTpOs TO ov.
po unico unisse insieme i nostri due corpi: cosl le nostre due anime,
ue insieme, proverebbero le stesse cose.
i deve anche pensare che molte delle affezioni che hanno luogo
111 un solo e medesimo corpo sfuggano spesso all'insieme, [15] e tanto
I' \I quanto pi grande e il corpo; come si narra di certi grossi cetacei,
1\ Iquali un' affezione relativa a una parte del corpo non arriva ad essere
ntita da tutto l'animale per l'esiguit dello stimolo: perci non
111' essario che, se soltanto una parte del corpo
affetta, giunga alI'ani111 ile intero una sensazione ben chiara; [20] ora, che una certa simpatia
wveri nel tutto non assurdo n si deve disconoscerlo, ma non
11 cessario che ci sia un'impressione
consapevole.
Non c' da meravigliarsi che Ia virt sia in me e il vizio in un altro,
I" 11 h non impossibile cheia stessa cosa sia in movimento in un essere
unmobile in un altro. Noi non diciamo che l' anima e una nel senso che
(I I essa non partecipi affatto della molteplicit - cio va riconosciuto
lranto agli esseri superiori - ma vogliamo dire che essa e una e
molreplice e che partecipa della essenza che e divisa nei corpi e di
'111 lia indivisibiles":
cosicch essa e, ancora una volta, una. E come in
111 I'affezione che avviene in una parte del corpo non domina necessau.unente [30] sul tutto, mentre il fenorneno prodotto nella parte prinII,u!edi me esercita un effetto sulle altre parti, cosgli effetti dell'universo
11 iascun essere sono piuttosto chiari, essendo gli individui in rapporto
unpatetico col Tutto; ma non e altrettanto evidente che gli effetti che
[uovengono da noi agiscano sul Tutto.
III
e
e
. I L'anima
e una: obiezioni]
PLOTI
778
CTTTp~aTL
lTEto\JS'a\. 8tJV~ELS KaL ~v KaL E~ vOs~TOT~V lTO
~v ~l Tt ow ou lTaVTaxoi) rronr: KaL -yp llTL T11S~las tjJv
[20] lTaVTaxOU E-yo~VT}S Etvat 1 aLcrlh)crls OVK EV rrcn TO
~pEcrlV uotc, TE }..b-yos OUK Ev L!l. T6 TE 4>\JTlKOV
~Kat. EV Cll
~" aLcrlh)crlS KaL ~ws ets ~V vaTpXEL lTOOTVTa TOV crw~aT<
To SE epElTTlK6v. el EK TOU ov. lXEL KaL EKEtVT}S. ~l rt (ll'l
ou KaL lTap Tils 1~ETpaS tjJvxfls TO [251 epElTTlK6v; Tl
TpE4>6~EVOV~pos TOU ov. KaL lTalh)TLKWs atcrEh)TlK6v. 1
aLcrlh)crlS 1 Kptvoooa ~ET vou KcrTOV.
oV8Ev l&l lTMTT 11
TO imo TOU OV T1v lTMcrlV lxov. 'ElTEL Kd.v ElTotT)crEVaTi)v. I
~"
aiJTTtv
Etval.
779
NEADI, IV 9, 3-4
780
PLOTIN(I
781
NNEADI, IV 9, 4-5
. [L' anima
e un identico
nella pluralit}
I)
uuto,
NOTE A ENNEADI, IV
782
IVI
IV2
6Cfr. Enneadi, IV I, nota 1. 11presente trattato
(21 nell'ordine cronolgico).
7Cfr. Platone, Timeo, 35 A 1-3.
sCfr. Platone, Timeo, 35 A 1-3.
IV}
9Cfr. Platone, Protagora, 343 E.
10Gli Stoici: dr. SVF 1495; 11774.
11Cfr. Platone, Filebo, 30 A.
12Cfr. Platone, Timeo, 90 C.
IJ Cfr. Platone, Fedro, 246 E.
14Sono gli Stoici: dr. SVF 11 1028.
" Cfr. cap. IV.
16Cio gli Stoici: dr. SVF 11828.
17Cfr. Platone, Teeteto, 184 D.
18Cfr. Parmenide, fr. B, 8.
19Cfr. Enneadi, V 3, 3-5.
20Platone, Timeo, 41 D.
21Platone, Filebo, 30 A-E.
22Platone, Timeo, 41 D.
2JPlatone, Fedro, 246 E.
24Cfr. Platone, Fedro, 246 E.
2JCfr. Platone, Timeo, 90 C.
26Cfr. Enneadi, III I, 8.
27Cfr.Enneadi, IV 3, 3.
2SCfr. Platone, Repubblica, 620 A.
29Cfr. Enneadi, IV 3, 6.
JOCfr. Platone, Leggi, 889 A; Aristotele, Fsica, B 2, 194 a 21.
li Riferimento aI mito di Dioniso (cfr. fr. 209 Kern): per il significato d li,
specchio vedi gli affreschi dei rito dionisiaco nella ViUa dei Misteri di Pompci, 111
quali dr. R. Pettazzoni, l Misleri, Bologna 1924; V. Macchioro, Zagreus, Studs )
torno all'Otfismo, Firenze 1930.
l2 Cfr. Platone, Simposio, 191 B (riecheggiato da Agostino).
" Reminiscenze stoiche: cfr. SVF 11599.
l4Cfr. Platone, Leggi, 904 A ss.
" Conceito caro a Goethe, di cui vedi Ia lirica Uruiorte, Orphisch .
J6Cfr. Esiodo, Le opere e i giorni, 60-89.
J7Cfr. Esiodo, Teogonia, 521-8.
"'11 rE A ENNEADI,
IV
783
1V4
Cfr. Enneadi, IV 3, 29.
Cfr. Enneadi, IV 3, 27.
10 Cfr. Esiodo, Opera, 471.
11Cfr. Platone, Fedro, 246 A.
12Cfr. Platone, Filebo, 30 D.
Il Cfr. Anassagora, fr. B 1.
7.GIi Stoici: cfr. Epicurea, fr. 352 Usener.
7lCfr. Platone, Timeo, 50 C.
76Cfr. cap. 18.
17Cfr. Aristotele, Fisica, !J. 12,221 a 18; 28-30.
78Cfr. cap. 11.
79 Cfr, Platone, Repubblica, 509 E.
10 Cfr. Platone, Repubblica, 562 D.
11 Cfr. ai capp. 15-17.
12 Cfr. Platone, Pilebo, 35 A.
, Cfr. Platone, Timeo, 36 E.
Cfr. Platone, Timeo, 40 C.
a, Cfr. Platone, Cratilo, 400 C.
16Cfr. Aristotele, L'anima, r 13,435 b 1.
'7 Cfr. cap. 24.
61
69
NOTE A ENNEAllI I
784
88Cfr. Enneadi, IV 50
89Cfr. Platone, Timeo, 33 C.
90Cfro Platone, Timeo, 33 Do
91Cfr, Platone, Fedone, 66 B.
92Cfr. capo 200
9}Cfr, Platone, Fedro, 251 C.
~ Cfr, Platone, Repubblica, 439 D-E e Aristotele, L'anima, r 9,432 a 2' 1.
9' Cfr, Aristotele, L'anima, A 4, 409 a 90
96Cfro Democrito, fr. B 1250
97 Cir.Enneai, IV 90
98 Alcuni codici plotiniani (AERJCM) conservano a questo punto 10 owll
famoso: ~ws TOVTOU'v TOlS ElKJ'TOXtou TO &\TfpoV rrepl tjJuxfis Kal 'l\px 1
TO TptTOVo 'v E TOlS Ilopupou OUVlTTfTal T 'efts T4J &UTflXll <giunll'
fin qui nell' edizione di Eustochio il secondo libro Dell' anima e cominciava il t 'I
ma nell'edizione di Porfirio i capitoli seguenti appartengono
aI secondo) I
questo scolio si arguita I'esistenza di un'edizione plotiniana a cura di Eustoclm
della quale si sarebbero serviti, secondo I'opinione di P. Henry tRecbercbes sur !
Prparation uanglique d'Eusbe et l' dition perdue des oeuures de Plotin, P 11
1935; Les Etats du texte de Plotin, Paris-Bruxelles
1948), sia 10 stesso Porfirio 11111
Sententiae ad intelligibilia ducentes, sia Eusebio che nella sua Praeparatio evan[l.rli,
inseri lunghi brani da Plotino, Enneadi, IV 7 (vedi nota 1) e V l.
99Cfr, ai capp. 6-80
100Cfr. capo 250
101Cfr. ai capp, 6-80
102Cfr, Anassagora, [r. A 20 biso
10}Cfro Platone, Leggl; 889 Do
I~ Cfr, Platone, Leggi, 889 Do
10'Cfr, ai capp. 40-420
106Cfro Aristotele, beieorologici, I, 378 b 11-13; La generazione e Ia corruzion
B3,330b3sso
107Cfr. Platone, Repubblica, 344 B.
108Cfr. Platone, Timeo, 30 D-31 Ao
109Cfr, Platone, Gorgia, 485 Ao
110Cfro Platone, Timeo, 30 Do
111Cfr. capo 320
112Cfr. Platone, Sofista, 248 C.
11}Cfr. Platone, Repubblica, 617 E.
"' Cfr. Platone, Politico, 305 E.
"' Cfr. Empedocle, fr. B 170
116Cfr, Platone, Simposio, 203 Do
117Il testo greco (ed. Henry-Schwyzer)
iI seguente: ~T)xaVT)O~fVOS 1 ~
'ElflVTi ai3<lJvt 'KflVOS rrorei T4J &WI<val )'OVV Tl olov ~fTaTl61v fi
'e ou s ooPer gli editori si tratta di un locus nondum sanatus; e Ia traduzion
che ne risulta non pu essere che incerta. Harder e Cilento accettano il testo
traducono rispettivamente: Es ist so wie bei einem Feuer; wenn da jemand rCII I
davon abnimmt und damit einem andern Ding schadet, so ist der Bewirker d
Schadens derjenige, der ins Werk setzte dass das Feuer zu jenem kam; oder der 1
es abnindem er ja etwas dargegen hat das er von einem zu einem andern bertru
autore deI maldestro e colui che diviso di andarsene o quello stesso che 10 stlllll'
daI fuoco poich fu il primo a dare quel tizzone di fuoco che di mano in mano dn uu
punto ad un altro va a colui che se 10 porta via.
118Cfr, Platone, Alcibiade maggiore, 132 A 50
119Cfr. Platone, Leggi, 644 E.
( ) I'E A ENNEADJ, IV
785
IV 5
122ce. Enneadi, IV 4, 230
12}Cfr, Enneadi, IV 4, 230 Cfr. Platone Timeo 45 B-C
12.Cfr. capo 50
'
o
12.1Cfro SVF II 864; ps, Plutarco, pinioni deifilosofi, IV 15 901 D
126Cfr, SVF II 8640
'
,
o
127Cfr. Platone, Timeo, 45 B-C.
12& lvo;aow: cfr. PSo Plutarco, Opinioni dei filosofi, IV 13,901
B.
129&JWv: cfr. Ps. Plutarco, Opinionideifilosofi
IV 13 901 A
1J0Cfr, Aristotele, Fsica, e 10 267 a 16-17
'
,
o
11ICfro Aristotele, L'anima, B 419 a 12-130
1J2ce. Platone, Fedro, 247 B 7 -C 10
I}}Cfro capo 80
1)4Cfr, capo 60
In cs. SVF II 864, 8670
1J6cs. Enneadi, IV 4, 230
IJ7Cfro SVF II 8720
118Cfro Aristotele, L'anima, B 8, 419 b 190
119cs. Aristotele, L'anima B 8 419 b 21-22
140Cfr. Aristotele, L'anima: B 7: 418 b 90
o
1', cs. Enneadi, IV 4, 290
142Cr. Enneadi, IV 5,30
r
7,
IV6
14}Cfr. Aristotele, Sulla memoria, I 450 a 30-320
144Cfr. Platone, Fedro, 250 Do
14' cs. Aristotele, L 'anima B 7 419 a 15
146Cfro Aristotele, L'anima: r 7: 431 a 1-20
147Cfro V 6,1-20
148Cfr, Aristotele, Sulla memoria 1450 a 25-27
149cs. Aristotele, Sulla memorl'a' II 451 a 20 o
"O Cf
'o'
o
ro R.-Mo Moss-Bastide, Bergson et Plotin Parigi 1959 pp 52-85
nr Cfr, Aristotele, Sulla memoria, 1449 b 7-80 '
'o
o
IV7
,I.
786
NOTE A ENNP.AIII
Eusebio non pot trarre IV 7 dall'edizione porfiriana perch ci sono moi ti 111
varianti che separa no nettamente l'archetipo di Eusebio da quello plotiniano
.
tratta dunque di due stati- distinti: di Porfirio e di Eustochio. L'Henry pot p 11
affermare l'origine non-porfiriana (e quindi eustochiana) de\le pericopi A, 1\ I
nella recensione di Eusebio.
m La critica e rivolta contro iI materialismo
stoico ed epicureo e si ItVV I
prevalentemente
delle argomentazioni di Aristotele nel L'anima.
lH Cfr. Platone, Alcibiade maggiore, 129 E 5,130 C 3; Aristotele,
Metafis/(~.
10,1035 b 14-16; H 3,1043 b 3-4.
m Cfr. SVF I 142; 518; 11 780, 790.
1~6AlIusione a Democrito (cfr. fr. A, 105): cfr. Aristotele, L'anima, A2,403 1111
4 a 3; e Epicuro, Lettera 1.
157 Cfr. SVF II479.
U8Cfr. SVF I 85; 11 309.
U9Cfr. SVF 11 786.
160Cfr. Aristotele, Parti degli animali, A I 642 a 19.
161Cfr. SVF 11 779; 806.
162Cfr. SVF 11 806.
16}Cfr. SVF 11 1047.
164Cfr. Ps. Plutarco, Opinioni dei filosofi, V 10, 906 C.
16~Cfr. Alessandro di Afrodisia, L'anima, 63,8.
166Aristotele, L'anima, r 2, 426 b 19 (Alessandro di Afrodisia, L'anima, 60, "
167Cfr. Platone, Teeteto, 191 D 7; Aristotele, Sulla memoria, 1450 a 32.
168Cfr. SVF II854.
169Cfr. Sesto Empirico, Contra i matematici, 7,217.
170Cfr. Aristotele, L'anima, A 3, 407 a 18-19.
171Cfr. SVF III 305.
172Cfr. Platone, Leggi, 897 A 1-2.
m Cfr. capo 5.
174Cfr. SVF II325.
m Cfr. SVF 1102.
176Cfr. SVF II41 (e cfr. qui aI capo 3).
m Cfr. SVF 11 806.
178Cfr. SVF I374, 377; II 835, 836, 837, 839 (e cfr. Enneadi, V 9, 4).
179Cfr. Enneadi, IV 2.1.
180Cfr. Platone, Fedone, 86 B 9-C 1; Aristotele, L'anima, A 4, 407 b 30.
181Cfr. Platone, Fedone, 92 B 9-C 1; Leggi, 896 C 2-3; Poltico, 311 C 6.
182Cfr. Aristotele, L'anima, A 4, 408 a 2.
183Cfr. Enneadi, IV 2, 1.
184E Ia nota definizione dell'anima di Aristotele: L'anima, B I 412 a 27-b I.
18~Cfr. Platone, Sofista, 248 A 11.
186Cfr. Platone, Timeo, 28 A 3-4.
187Cfr. Platone, Fedro, 245 C 9.
188Cfr. Platone, Fedone, 88 B 5-6.
189Cfr. Platone, Simposio, 211 A 1.
190Cfr. Parmenide, fr. B 8, 19.
191Cfr. Platone, Fedone, 65 A 10.
192Cfr. Platone, Repubblica, 547 B 6-7.
19}Cfr. Platone, Repubblica, 611 E 2-3.
194Cfr. Platone, Fedro, 247 C 6-7.
m Cfr. Platone, Repubblica, 521 A 4.
196Cfr. Platone, Fedone, 80 E 3-4.
197Cfr. Platone, Simposio, 209 A 3-4.
198Cfr. Platone, Fedone, 65 AIO.
fim
A ENNEADI.
IV
787
IV8
lIJ Questo stupendo esordio richiama a testi analoghi, anteriori: cfr. Corpo ErI, 1; Filone Alessandrino, La migrazione di Abramo, 34-35. Cfr. L. Sestov,
"(('rlas clauium, trad. franco Parigi 1928, p. 437.
114Cfr. Eraclito, fr. B 80; 60; 84 a; 84 B.
1Il Cfr. Empedocle, fr. B 115; 120.
I16Cfr. Platone, Fedone, 65 A-D; 67 A-D; 62 B; 66 C; Cratilo, 400 C; Repubblica,
1I A; 515 C; 517 B; 532 E; 619 O; Fedro, 246 C-D; 248 C; 247 A-O; 249 A-B.
117 Cfr. Platone,
Timeo, 34 B; 29 A; 30 B; 92 C; 39 E; 33 C; 38 C.
11IQui il passo sembra guasto. 11 Brehier corregge iI testo ricorrendo alia
11rologia Aristotelis (Dieterici, 12). Lo Harder 10 integra cOSI (in corsivo ne\la sua
I .luzione):
Ob der Schpfer .. wirklich zu ihrem Unheil die Secle dem Leibe
Ihund, indem er die Weltseele in den Kosmos, die Sternseelen
in die Gestirne und
II~inzel seelen in den Menschen leibeingehen liess. - Die Welt- und AlI- Seelesteht
'" li ber unsern Einzelseelen.Sulla
questione vedi Ia nota di B. Marin pubblicata
I I Cilento nel II volume della sua traduz. plotiniana, pp. 577-578.
119Cfr. Platone, Timeo, 33 C; Fedro, 246 C.
110Cfr. Platone, Fedone, 67 A.
11ICfr. Platone, Timeo, 38 C.
112Cfr. Platone, Fedone, 65 A.
l1JCfr. Platone, Fedone, 66 C.
li< Cfr. Platone,
Fedro, 247 A.
11' Cfr. Platone, Fedone, 81 A; 95 O.
116Cfr. Platone, Timeo, 30 C - 31 A.
in efr. Platone, Fedro, 249 E.
118Cfr. Platone, Timeo, 41 A-E.
19Questa e per Plotino Ia vera funzione dei mito: cfr. Sa\lustio, Degli dei e del
"lido, passim.
. '10Cfr. Platone, Fedone, 113 A; Timeo, 34 B-C; 41 O-E.
m Cfr. Platone, Fedone, 83 O; 113 E.
112Cfr. Platone, Timeo, 42 E.
li) Cfr. Platone,
Fedro, 230 A.
11<Cfr. Aristotele, Fsica, B 8, 199 B 28.
,(/(0,
IV9
III Cfr. Platone, Timeo, 35 A.
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VI, 1, 16-17
791
IMMARIO DI ENNEADI, V
n pensante
di primo e
CONTENUTO DELL'ENNEADE V
(3l)
e al di l
e dopo
1. 11Primo e semplicissimo ed
l'Intelligenza
e Ia potenza
AnCOI
1. L' oggetto percepito immagine della cosa -2. La verit si accorda SOIIIlIIo
con sestessa -3. L'Uno il Re della Verit -4. Leunit sono diverse dall'Uu.
di cui sono partecipi - 5. L'Essere e Ia traccia delI'Uno - 6. L'Uno e s 'li
forma - 7. L'lntelligenza vede una luce tutta interiore - 8. Donde appnr I
Luce? - 9.11 corpo e nelI'anima, e l' Anima nell'lntelligenza - 10. L'Uno I
Bene, il Primo e il Principio - 11. La grandezza fisica ha un minimo d,
esistenza - 12. L'aspirazione ai Bene e antica e inconscia - 13. 11Bene 11
scende tutti gli esseri
intelligibile
(5) L'Intelligenza,
n bello
le Idee, l'Essere
793
792
1(10) LE lPOSTASI PRIMARIE
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Ma per quale causa le anime, pur essendo parti dei mondo superiore
ppartenenti completamente ad esso, si sono dimenticate di Dio loro
I' dre e ignorano se stesse e Lui? Per loro il principio dei rnale fu Ia
I merariet e il nascere e 1'alterit originaria [5] e il desiderio di apparI nere a se stesse. In tal modo soddisfatte di quella loro manifesta
I isione, dopo aver abusato delloro movimento e aver corso in senso
ontrario, una volta allontanatesi di molto, ignorarono finalmente se
I se e illoro luogo d' origine: simili a fanciulli che, troppo presto rapiti
I loro genitori e aUevati per molto tempo [10] lontani da loro, non
111 noscono pi n se stessi n i genitori.
Le anime dunque, non vedendo pi n Lui n se stesse, disprezzan,Iosi, per ignoranza della loro schiatta, estimando tutte le altre cose pi
It se stesse, stupirono sbigottite di fronte ad esse e si meravigliarono
istaccarono [15] con tutte le loro forze dalle cose dalle quali si erano
llontanate con disprezzo. E dunque evidente che Ia causa di quella
"!I ale ignoranza di Dio
Ia stima deUe cose terrene e il disprezzo di se
I ssi, Infatti il perseguire e l' ammirare una cosa vuol dire, per chi Ia
I' rsegue e!' ammira, confessare nello stesso tempo di essere inferiore;
11\,1 chi si pone al di sotto delle cose che nascono e muoiono
[20] e si
11 de Ia pi spregevole
e caduca delle cose che stima, non sapr mai
I' nsare nell'anirno suo n Ia natura n Ia potenza di Dio.
Perci, se uno voglia orientare coloro che cos si comportano, verso
I via opposta e verso gli esseri primi e farli risalire alla cima pi alta 111 all'Uno [25]
e ai Primo -, e necessario che rivolga il suo ragiona1111 11 to in due direzioni. Quali sono? L'uno mettein evidenza il disvalore
1i cio che 1'anima attualmente apprezza: e questo 10 svilupperemo
111 glio altrove': l' altro ammaestra l' anima elefa ricordare, diciamo cosi,
I ua origine e il suo valore: e questo precede il primo e, una volta
lu.trito, preciser anche queUo. Perci dobbiamo parlame subito,
I II h esso e molto vicino [30] a do che andiamo indagando ed e utile
111 SI all'altro ragionamento. Cio che indaga e infatti I'anima, ed essa
" iI dovere di sapere che cosa essa che cerca, affinch possa sapere
nzitutto se abbia Ia forza di affrontare tale ricerca, se abbia occhi da
1'01 r vedere e se valga Ia pena di indagare.
Poich, se fossero cose estranee, ache pro ricercarle?
Ma se sono cose affini, non solo e conveniente cercarle, [35] ma e
111 he possibile trovarle.
I
I
794
PLOTlNP
795
NI.ADI, V 1, 2
1/: Anima
e unit
ed
e ouunque]
796
PU
II
797
ario che l' Anima, Ia quale e causa per cui gli dei sono dei, sia essa
, un dio pi antico di loro. Anche l' anima nostra e simile <agli dei>
11.,ua specie, [45] ma se tu Ia osservi spoglia delle sue aggiunte nella
I purezza',
troverai Ia stessa cosa veneranda che e l'anima, e pi
11randa di tutto cio che e corporeo. Infatti tutto e terra, ma se anche
fuoco, chi l' accenderebbe <se non l' anima>? E cosl e pure di ogni
10 omposto, anche se tu vi aggiunga l'acqua e l'aria". Ma se -cil cor'I o> e degno di considerazione
perch e anima to, [50] perch allora
I uri te stesso e cerchi un' altra cosa? Se apprezzi l' anima che e in un
1110, apprezza dunque te stesso.
{(:Anima
e immagine
dell'lntelligenza]
P ich l' anima e cosa preziosa e divina, tu, fidando ormai di poter
"lIire Dio per suo mezzo, sali su tale fondamento sino aLui: non ne
, molto lontano, perch gli intermediari non sono molti. Os serva
II i [5] quell' ambito, in alto, contiguo all' anima, che e pi divino di
, he e divina 14, dopo il quale e daI quale essa deriva. Pur essendo cosi
'"1 il nostro discorso ha mostra to, essa e pur sempre immagine
I 11'Intelligenza. Come il pensiero che si esprime nella parola e immagine
I, quello racchiuso nella mente", cosi anche l' Anima e un pensiero
I 11'1ntelligenza ed e Ia pienezza dell' attivit ela vita che dall 'Intelligenza
111<
de per far esistere un'altra realt: [10] alla somiglianza del fuoco
11r,ela un lato, e il calore ad esso immanente e, dall' altro, e il calore che
o ffonde. Nell'Intelligenza per non si deve pensare a un' attivit che
,'I re via, ma immobile in essa, e l' altra va pensata distinta. Ora, poich
I nirna deriva dall'Intelligenza, e intelligente e Ia sua intelligenza si
11IIifestanella sua attivit rilessiva, e il suo perfezionamento dipende
mpre da lei, che e simile a un padre che nutre il figlio generato
hllp rfetto [15] rispetto alui.
L'esistenza dell'Anima deriva dunque dall'Intelligenza, e il suo
usiero e in atto quando contempla l'Intelligenza: doe quando guarda
/ I11 Ielligenza , essa possiede nel suo intimo i suoi propri pensieri e i suoi
111.E bisogna dire che appartengono all' Anima soltanto gli atti inteluuali che nascono dal suo intimo, mentre le cose inferiori vengono da
luove e in un'Anima inferiore sono passioni. [20] L'Intelligenza
lunque rende sempre pi divina l' Anima, sia perch e <come> un
ll1re, sia perch le e presente; nulla, infatti, si frappone fra loro se non
di rit, in quanto l' Anima e il grado successivo ed e come il ricettacolo,
1.1I1mel'Intelligenza e forma, Essa e materia dell'Intelligenza e perci
l.clla, essendo intelligente e sernplice".
Ma che cosa sia I'Intelligenza si render chiara per il fatto stesso che
vale pi [25] deU'Anima che pur e tanto preziosa.
798
av
av
799
1 m, V 1,4
1'1
I'lntelligenza
e intelligenza
in quanto pensa,
e Essere
in quanto
"11/
1,1 si pu vedere anche nel modo seguente: se uno ammira questo
1,,10 visibi1e e ne considera Ia grandezza, Ia bellezza e l' ordine del
1111nto eterno, e gli dei visibi1i e invisibi1i che sono in esso", [5] e
111111
li e le piante, ris alga aI suo Archetipo e alla sua realt pi vera,
I1I-mpli lass tutti gli Intelligibili che sussistono eternamente
presso
111tn una coscienza e in una vita loro propria, e contempli l'Intel11 ,I purissima loro signora, Ia sapienza infinita e Ia vera vita che e
" "turno, i1 dio [10] che e saziet e Intelligenza.
lul.uti, l'Intelligenaa
abbraccia in se stessa tutte le cose immortali,
t uuelligenza,
ogni Anima, immobile per sempre": in che cosa doI I, cercar di cambiare, daI momento che e beata? In che cosa
II II .dal momento
che ha tutto in se stessa? E nemmeno cercherebbe
11111ntare, daI momento che e perfettissima. Perci, tutto quello che
I I I perfetto affinch essa sia interamente [15] perfetta e non abbia
li. , he non sia tale, L'Intelligenza non ha nulla che non pensi, ma
I non come
uno che cerchi, ma come uno che possiede". E Ia
1IIIIdine non e da Lei acquisita poich e gi tuttonell'eternit,
e anzi
1.1 eternit, della quale i1 tempo, che avvolge l' Anima e lascia
I, I alcune cose e altre ne aspetta, e un'immagine", Cose sempre
i sono infatti nell'Anima: [20] ora Socrate, ora un cavallo; ogni
, nza mai sosta. L'Intelligenza invece e tutto. Ha in s, immobi1i,
ti di esse ri: e soltanto"
e questo e vale sempre per Lei, mai i1
I I ; ed essa e anche allora, poich neppure i1 passato esiste:
111c' e cosa che sia trascorsa, ma tutto sussiste immobi1e,{25] in eterno,
IIII( o a se stesso, come se amasse di essere sempre cio che e. Ogni suo
I I Intelligenza, e ente e il loro insieme e tutto-Intelligenza
e tuttoII ; l'Intelligenza
fa sussistere l' essere nel pensiero, e I'Essere, in
111) e pensato, conferisce all'Intelligenza i1 pensare e I'esistere. Ma
I ,I dei pensiero e qualcosa di diverso, che e anche causa dell'Essere.
I unbedue [30] c' dunque una causa diversa da loro. Ma essi
I lona insieme e non si separano
mai; eppure sussiste quest' uno che
1111I da una dualit, in quanto e insieme Intelligenza
ed Essere,
11.mte e pensato: Intelligenza in quanto pensa, Essere in quanto
I .uo. Infatti non ci sarebbe i1 pensare se non ci fossero l'alterit e
111I1it22
I' o [35] dunque i Principi primi: Intelligenza, Essere, A1terit,
11111
; ma e necessario aggiungere Movimento e Riposo: i1Movimento
" h ~[Tntelligenza pensa, i1Riposo affinch sia identico a se stesso. E
\I
necessria l' Alterit affinch ci siano i1 Pensante e i1 Pensa to:
111,se elimini I' A1terit, si avr una mera unit e i1 si1enzio; e poi
lu-rit e necessaria affinch le cose pensate si distinguano
fra loro.
801
NEADI, V 1,4-6
PLOTINII
800
I1Ipensiero
e una oisione
[!
che vede}
802
VTOS.I1VOVTOSTJaxou lrKEWa rrVTwv. T otov rrpOs T L I
~ST)y~aTa
~aT6ha. l1ov SE ya~a TO rrprov [15] E:Kcf>avI
9Ea9al rrE</>T)vOsToJTOV TOV Tp6rrov' navrl T4) KlVOUI1V41&i 11
EtVaL. rrpOs KlVLTaL' I1TJOVTOSSE E:KEtV4111T)&vOs I1TJTl6W11 I
ain'o KlvELa9al. ' EL Tl I1ET' aUTO ytVETaL. E:lTlaTpa</>VTOS
803
NI.ADI, V 1,6
804
PLOTI'
'YvvflO'av Kal TOlTO 'YaTTQ. Kal lllO'Ta OTaV Wal 1l6VOl I'
'YvvflO'av Kal TO 'Y'YVVIlIlVOV' OTaV SE Kal TO plO'TOV fl I
'YvvflO'av. E:e v'YKTlS O'vwnv atm'ii. s Tfj Tp6TTlTl 11611(11
KXlpLO'a<ll.
7. Elxva
SE E:KELVOU'YOIlEV dV<ll
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805
NNEADI, V 1,67
I l.Uno
e soltanto
unit]
806
PL
'11
807
iziet: narrano poi che egli abbia generato Zeus <il figlio, il quaIe
saziers-", e perci l'Intelligenza, essendo perfetta, genera l' Anima.
I I necessario
infatti che l'IntelIigenza, perfetta com', generasse e che
I potenza non rimanesse sterile. Ma nemmeno in questo caso era
li
ibile che il generato fosse superiore, [40] ma doveva essere infeI,,, ,essendo immagine di Lei; esso e inoltre indeterminato, e viene
I I rminato e, diciamo COSI,informato daI suo genitore.
Ma il prodotto
dell'IntelIigenza
e un certo pensiero, e I'attivit
I 11ante <dell' Anima>
ne rivela l' esistenza. Questa e colei che si muove
nrorno aIl'Intelligenza
ed e luce dell'Intelligenza,
Ia traccia che le
ui.me sospesa: da un lato essa e unita [45] a Lei e se ne riempie e gioisce
purtecipa di Lei e pensa; dall'altro, e in contatto con le cose che
11' no dopo, o meglio genera anch' essa cose che sono necessariamente
Itll riori a11'Anima;
di esse parlererno pi avanti". Ma le cose divine
111 ono qui.
I
li'
11/Bene, l'lntelligenza,
E, su questo punto,
I'Anima]
anche Platone'" insegna
egli
il
lindo e intorno ai Secondo, e il terzo intorno ai Terzo. Ma egli dice
1I"IIl'e che Ia causa" ha un Padre [5] e chiama Intelligenza
questa
11 (\)6. Per lui infatti l'Inte!ligenza
e Demiurgo. Egli afferma che il
I miurgo crea l' Anima in que! suo cratere", e il Padre de11a causa, cio
I 1I'lntelligenza, 10 chiama il Bene, cio che e ai di l dell'IntelIigenza
" di l dell'Essere
e in parecchi luoghi chiama idea I'Essere e
1111 .lligenza". Platone
sa dunque che dai Bene [10] proviene l'Intel, nza e daIl'Intelligenza
l'Anima. Perci le nostre teorie non sono
'I<lV n di oggi, ma sono state pensate da molto tempo anche se non
manieta esplicita, e i nostri ragionamenti
sono I'interpretazione
di
"lI pli antichi,
Ia cui antichit ci e testimoniata dagli scritti di Platone.
, I Prima di lui, anche Parmenide accenn a una dottrina simile,
IlIlI\do identifico Essere e Pensiero e ripose l'Essere non nelle cose
11 ibili, poich Pensare
ed Essere sono Ia stessa cosas-" come egli dice;
I'oi afferma che l'Essere e immobile bench gli aggiunga il Pensare, e
li 11 ga ogni movimento" [20] affinch rimanga identico, e si serve
, lI'immagine di una massa sferica", poich esso racchiude insieme
ill te cose e poich il suo pensiero non e fuori ma dentro di s. Quando
II nei suoi scritti paria de!I'Un042, egli si espone alIa critica perch
'li 10 suo Uno finisce per essere molteplice'".
Invece il Parmenide di
I II I ne44 parIa con pi esattezza perch distingue [25] fra loro il primo
1111, l'Uno in senso proprio, il secondo che egli chiama Uno-rnolti e
I. 11.0 che e Uno e molti:". E COSIanch'egli e d'accordo con Ia teoria
11 tre nature.
Ir, s' aggira intorno ai Re deI tutto <e qui egli si riferisce aI Primo>,
808
NI.ADI, V 1. 910
PIClII
9. 'Avaay6paS'
8E vouv
809
uunette anche 1ui l'Uno come primo e separato, ma a causa della sua
1 no
11
I L'anima
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nostra e l'lntelligenza]
810
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I AI I, V2,2
817
111 riesce a identificarsi con I'essere, al quale vien dopo fmch sappia
rI .Se [5]un' anima fnisce in una pianta, Ia parte che e nella pianta
un'altra cosa: e Ia parte pi temeraria e dissennata in quanto e
, ino a tal punto. Quando scende in un individuo irragionevole,
r I h' Ia forza della sensibilit, avendo prevalso, ve Ia condusse; ma
I I' I entra in un uomo, questo movimento o si trova nella razionalit,
II I ende dall'Intelligenza, dal momento che l' Anima possiede una
'1'111 intelligenza e [10] una propria volont di pensare e, in generale,
111111 versi.
, torniamo ancora alle piante; quando in una pianta si tagliano i
, 1'11) bassi o quelli che crescono in alto, l' Anima che e in essi dove
IIIIire? AI suo principio: essa infatti non si e staccata spazialmente,
1'1 Ir sempre unitaria nel suo principio, E se rompi o bruci Ia radice,
a finire l' Anima che era nella radice? [15] Nell' Anima, poich
, II andata in un altro luogo. E poi, pur ammettendo che essa stia
11 nello stesso punto, e tuttavia in un altro, qualora torni indietro;
1111 nti, essa va in un altro essere vegetale, poich non Ia si costringe
Illmente; ma qualora torni indietro, rientra nella potenza che Ia
I ,Ma dov' questa potenza? In quella che le e superiore, quella
, he raggiunge l'Intelligenza, non certo nello spazio, poich nulla
I I spazialmente. A maggior ragione l'Intelligenza [20] non esiste
I, pazio, e perci nemmeno l' Anima. Ma se essa non e in nessun
", rientra fra quelle cose che non sono in nessun luogo, e perci
I' rtutto; se, invece, salendo in alto, indugia nella regione mediana
111 di arrivare veramente nella zona pi alta, essa vive una vita e in
li. lia parte si acquieta.
IlIui questi gradi sono Lui e non sono Lui; [25] sono Lui perch
f .lono da Lui, non sono Lui perch
Egli, rimanendo immobile in
I o. ha dato. E come un corso di vita che si estende in lunghezza:
111,1 delle sue parti e una cosa diversa, ma il tutto e connesso in se
e pur ogni cosa si differenzia da un' altra, Ia prima non si perde
I , nella seguente.
li diventa dunque [30] l' Anima entrata nelle piante? Non genera
I, '1, genera dove si trova. Dobbiamo per cercare il modo
111 IOdo un altro punto di partenza?'.
11
11111("
v,
818
819
E CIO CHE
E AL DI
( .io che pensa se stesso dev' essere moltep1ice affinch con una delle
parti possa contemplare 1e altre e perci si dica che esso pensa se
? E di conseguenza cio che e assolutamente semplice non potrebupiegarsi su se stesso e sul1a propria autocoscienza? E possibile che
I Inche un essere non composto venga ad avere il pensiero di s?
re, del qua1e si dice che pensa se stesso perch e composto, cio
Ii h con una delle sue parti penserebbe le altre - cosi come noi con
uostra percezione cogliamo Ia nostra forma e ogni altra qualit del
'Ir
corpo - costui non ha raggiunto affatto il vero pensiero di se
I
.In questo caso infatti [10] non e avvenuta Ia conoscenza del tutto;
olui che ha pensato 1e altre cose unite con lui, non ha pensato se
, o; e non si ha cosl cio che cercvamo, cio il pensiero di s, ma il
11 i ro di un' altra cosa.
II rci e necessario ammettere Ia conoscenza di s anche in cio che
mplice e cercarne il come, se possibile; oppure rinunciare all' opiniolhe qualcosa possa veramente pensare se stessa. [15] Rinunziare a
11 Ia opinione non giusto, perch ne conseguirebbero molte assur11
e vo1essimo negare questo pensiero di s all' Anima sarebbe gi
urdo, ma nega rlo all'Intelligenza sarebbe il massimo dell'assurdit,
II h cosi l'Intelligenza avrebbe Ia conoscenza delle altre cose, ma
I libe esc1usa dalIa conoscenza e dalIa scienza di s. [20]
I'er percepire 1ecose esteriori c' e Ia sensazione, ma non l'Intelligenza,
vogliarno, anche Ia riflessione e l' opinione; se poi l'IntelIigenza
1.1'1.10 non abbia Ia conoscenza di queste cose, conviene ricercarIo.
1I.lI1toalle cose intelIigibili l'Intelligenza non pua non averne conouza. Ma l'Intelligenza conosce queste soltanto, oppure conosce
111 11 se stessa come colei che le conosce? E poi, conosce se stessa
I,.mente perch conosce il suo contenuto, [25] ma non conosce chi
I sia? E quanto alIe cose intelligibili, sa di conoscerIe, ma chi essa sia
'li 10 sa ancora? Oppure
conosce e il suo contenuto e se stessa?
III,biamo perci indagare il modo di questa conoscenza e qua1e sia il
li' limite.
I
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Anzitutto, il frazionamento dell'io e assurdo. Come infatti 10 divideli? Non certo a casaccio. E chi 10 dividerebbe? Ch appartiene alIa
I goria delIe cose contemplanti,
o chi appartiene a quella delIe
11111 mplate? [10] E poi: come il contem plante riconoscer sestesso nel
.tl! emplato se si e messo nella categoria dei contemplanti? Il contemII li infatti non esiste nel contemplato. Cio, chi si conosce in questo
IlIdo dovr pensarsi come contempla to, non come conternplante,
" I ma cosi egli non conoscer se stesso nelIa sua totale interezza,
I"'I~ h cio che egli ha visto 10 ha visto non come contemplato, ma come
11111 mplante; e perci egli ha visto un altro, ma non se stesso. Oppure
11 da parte sua, aggiunger anche colui che ha contempla to per
re cosi uno che si e pensato tutto, aI completo. Ma se aggiunge anche
1 olui che ha contempla to aggiunge insieme le cose che sono state
I I . Ma se nelIa contemplazione ci sono le cose contemplate, alIora: o
1"C'stesono soltanto Ia loro impronta, e in questo caso egli non possiede
I I () e stesse; oppure possiede le cose stesse, [20] e in questo caso egli
'''1\ le vede n possiede se stesso perch si sia frazionato, ma l'Intellnza contemplava e possedeva se stessa prima di dividersi. ln questo
o,la contemplazione dev'essere identica alIa realt contemplara, e
11111 elligenza all' oggetto intelligibile=: se non fosse cosi, non ci sarebbe
11I; e chi afferrasse l' ente, ne avrebbe solo una traccia, Ia quale e cosa
11' rsa dall'essere; e nemmeno questa e [25] verit. La verit cio non
I VI: essere verit di altra cosa; ma cio che essa dice tale deve essere.
Sono cosi una cosa sola l'IntelIigenza e l' oggetto dell'lntelligenza; e
I"! sto oggetto l'Essere, il primo Essere; e Ia prima lntelligenza ha in
rli esseri, o meglio, e identica agli esseri.
Ma se il pensiero dell'lntelligenza e l'oggetto intelIigibile sono una
1111111 sola, in che modo il Pensante penser se stesso? [30] Il pensiero
1.111 accer si il suo pensa to, anzi sar identico a questo pensa to, ma non
1\ ora chiaro che pensi se stesso.
Se il Pensante e il pensato sono Ia stessa cosa - questo pensato, voglio
t
isare, e un certo atto; non e infatti una pura potenzialit, poich
lloru non sarebbe un intelligibile, n e fuori della vira, n ha Ia vita a
I rito, n il pensaregli appartiene [35] come a un sassoo ad altra cosa
umirnata - allora l'oggetto intelligibile e Ia Essenza prima. Se esso e
1111, e certamente
l'atto primo e il pensiero pi bello, e pensiero
rnziale, cio verissimo; ma un tale pensiero, in quanto e primo e
I1 mario, non pu essere che l'Intelligenza, Ia prima Intelligenza; ma
h li Ia prima Intelligenza
non e affatto in potenza, e nemmeno e
11 unta come se da un lato [40] ci fosse Lei e dall'altro il suo pensiero,
uh allora Ia sua essenza sarebbe potenziale. Se e dunque atto e Ia sua
nza e atto, l'Intelligenza sar un cosa sola con l' atto; ma una cosa sola
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"(~ sse, poi, verso un essere diverso; o piuttosto che un essere diverso
da Lei per via di somiglianza con lei: COSIcome il fuoco e,
111111,
fuoco in se stesso ed ha l'attivit del fuoco e solo COSIha Ia
'''I it [25] di produrre in un'altra cosa una traccia di s. Anche
1111 lIigenza e atto in s; l'anima, invece, possiede nel proprio intimo
", I he di essa e rivolto all'Intelligenza,
mentre cio che e fuori dell'In1\11' nza e rivolto aI mondo esterno; per una sua parte, essa e simile a
111 da cui deriva,
per l'altra, pur non essendo pi veramente simile,
," .rva una certa somiglianza anche quaggi, sia che agisca [30] o crei:
,,11 h, anche quando agisce, contempla e, quando crea, produce forme
t. no pensieri ben eseguiti, COSI,tutto in essa e traccia di pensiero
,11 Intelligenza: tutte le cose procedono a imitazione dei modello e
\, une, imitandolo, gli si avvicinano di pi, le altre, le pi lontane, ne
rlumo soltanto un'immagine vaga.
I IIVIIse
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/lInima e luce]
Ma come l'Intelligenza vede l'Inte1ligibile, e come vede se stessa?
intelligibile, e non si deve cercare in essa qualcosa che sia
me il colore e Ia forma nei corpi: poich ancor prima che queste cose
I ressero, gli Intelligibili c'erano gi, Anche il piano razionale che si
,I.. nei semi che producono colori e forme non e colore e forma, [5]
",1 h quei semi sono, per natura, invisibili; ancor pi invisibili sono gli
111 clligibili; Ia loro natura e eguale negli Intelligibili e negli esseri che li
(1IIInO,COSIcome sono eguali il piano razionale nei semi e l'anima che
1111 rta.
Ma l' Anima non vede cio che possiede.
Perch non l'ha generato da s, ma e anch'essa un'immagine, non
11 no delle forme razionali. Ci da cui essa e venuta e Chiarezza, [10]
Verit, e Originariet: perci esso appartiene a se stesso ed e per se
II'SSO.Quest'imrnagine non ha alcuna consistenza se non appartiene a
1111
ultro e non sussiste in un alrro": a un'immagine infatti; in quanto
Ippartiene a cosa diversa, sperta di trovarsi anche in cosa diversa, a
nu-no che non sia strettamente unita al suo modello. Perci essa
111 mrneno vede perch non ha luce sufficiente; e se pur riesce a vedere,
ndo essa compiuta [15] in un altro, vede quest'altro ma non se
te ssa. Nulla di tutto questo esiste lass: visione soltanto e, insieme,
l'oggetto di essa; e questo oggetto visto e della stessa specie della visione
Iavisione della stessa specie dell' oggetto visto. Chi dunque sapr dire
I orne esso sia? Colui che vede. Ma chi vede e l'Intelligenza.
Anche quaggi Ia nostra vista, essendo luce, o meglio essendo unita
lia luce, vede luce perch vede colori, [20] ma lass Ia vista non si serve
,11 un mezzo diverso, ma di se stessa, poich non ha un esterno. Essa
I de dunque
una luce con un'altra luce, non con un mezzo estraneo. E
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" I 111e che vede luce, un essere che vede se stesso. Questa luce,
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e nata dall'lntelligenza
UiVo nza, si ponga davanti agli occhi l' Anima, e dell' Anima Ia parte
uestopotrebbeforseavvenrenelmodoseguente:
anzitutto
rpo dall'uomo, e perci anche da te stesso; elimina poi
I' mima che 10 plasma [5} e, insieme, Ia sensibilit, nonch le
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NEADI,
837
V 3, 910
I Ire, che irradiando oltre Ia massa della sua sfera, si effonde intorno
,I a, [10] Non sarebbe possibile concedere che esista in se stessa Ia
tu r che viene daI sole e che 10 circonda; ne deriva invece una luce
mpre nuova, fino ache arriva a noi e sulla terra; diremo invece che
1111
I Ia luce che e intorno ai sole si trova in un altro corpo, altrimenti [15]
luvr mmo ammettere sotto il sole uno spazio vuoto di corpo,
Ma I'anima, nata dalI'Inte1ligenza, e come una luce che Ia circonda
I' rci le avvinta e non si trova in un alrro ma intorno a Lei e non ha
111\10spazio, come non ne ha nemmeno l'Intelligenza. Perci, mentre
1 111e dei sole sta nell' aria, l' anima, invece, e pura cosi da poter essere
ti 11 I mplata in s sia da se stessa, [20] sia da altra anima consimile.
L'anima deve cercare, sillogizzando, di quale natura sia l'IntelIigenza;
11111lIigenza, invece, si intuisce da s, senza sillogizzare su di s: infatti
I mpre presente
a se stessa, ma noi solo quando ci volgiamo a Lei; per
"I 'come se Ia vita fosse divisa e avessimo molte vite, ma l'Intelligenza
"tllI ha bisogno n di un'altra vita, n di molte vite, ma [25] quelle che
1"11;1,le dona agli altri, non a s; e nemmeno ha bisogno di esseri
111.riori n procura a s I'inferiore, poich possiede il tutto, non gi le
II 11 e, ma gli esseri primi, o meglio non li possiede ma li e,
Ma se qualcuno non ha Ia possibilit di raggiungere codesta Anima
111pensa in purezza, consideri l' anima opinante e [30] da questa risalga
11lho; e se nemmeno riesce in questo, prenda Ia sensibilit che fornisce
I Iorrne per spazi pi ampi, e cio Ia sensibilit in se stessa con le sue
"I nze, e Ia sensibilit gi estrinsecata nelle sue forme. E se si vuole,
I,lrscenda sino alI'Anima generante e a ci che essa produce; poi si
I .11'a di qua, dalIe ultime forme, [35] a quelIe che sono tali ma in
opposto, cio alIe prime.
11 ,/ La conoscenza
e desiderio]
Su questo basti cosi. Se esistessero soltanto le cose prodotte dalI nima generante, non sarebbero le ultime, Lass invece sono primi i
I 111\ipi creatori, e perci sono derti anche primi. E dunque necessario
111 ista il Principio creatore e che Primo e Creatore siano uno solo.
11Iimenti, ci sar bisogno di un altro principio. Che cosa? Non ci sar
II ogno [5] di un al di l di questo? Ma questo non l'InteIligenza?
I , I I h alIora non vede se stessa? Ma questa non ha bisogno di vedere.
A pi tardi questo problema".
Ma ora riprendiamo il nostro discorso, poich Ia nostra ricerca non
III u cosa di poca irnportanza. Dobbiamo dire ancora una volta che
11111.lligenza ha bisogno di vedere se stessa; o rneglio, [10] possiede Ia
I rone di se stessa, anzitutto perch molteplice, e poi anche perch
l'p;Irtiene a un altro, sia in quanto e necessariamente dota ta di visione,
," lia visione di quest' altro, sia perch Ia sua essenza e visione; e infatti
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. qualche altra cosa, Ia visione deve esserci, ma se non c' e mula, essa
1\ .L'Intelligenza
dev'essere pi che una per essere visione, e [15]
I leme deve identificarsi con Ia cosa vista; e cio che e visto da Lei
ere globalmente molteplicit. Cio che e semplicemente uno non
IIlIlIa su cui esercitare Ia sua attivit, ma essendo solo e solitario
, II~in assoluto riposo ",
I ) we c' e azione, si passa da una cosa a un' aItra; se non si passa da una
un'altra, come si agir, o come si progredir? [20] Perci e neti che cio che agisce, o agisca su una cosa diversa, o, qualora
lIelaagire su se stesso, sia rnolteplice, Se qual cosa non progredisce
I,IIV rso, dovr fermarsi; e quando l' arresto sar completo, il pensiero
1\ I t ar pi, E dunque necessario che il pensiero, quando pensa, si
I rn una dualit; e allora, o uno dei due termini fuori, oppure i due
IlItlli sono identici. n pensiero implica sempre un'alterit [25] e,
uriamente, anche un'identit; e gli oggetti pensati, in senso
UO, sono, rispetto all'Intelligenza,
identici e insieme diversi.
li he ciascuno degli oggetti pensati porta con s insieme Ia sua
11111, e Ia sua alterit. Che cosa si potrebbe pensare che non contenga
una cosa e poi un'altra? E infatti, se ciascuno di essi e una forma
onule, e rnolteplicit. Esso impara [30] cosl di essere simile a un
I,tll dai vari riflessi, o a un oggetto dai vari colori. Infatti, se tendesse
111111 e all'indivisibilit, sarebbe privo di concetto. Che cosa sapreb.til C' di un simile oggetto? O che cosa pensare?
I unlora questo oggetto, assolutamente indivisibile, dovesse definire
ISO, dovrebbe anzitutto dire cio che non e, e in questo modo, per
uno, cadrebbe ancora nella rnolteplicit: e poi, qualora [35]
C': io sono questo, se con questo intendesse
qualcosa di
) da s, direbbe il falso; se invece intendesse qual cosa di accidentale,
i defmirebbe come moIteplicit; oppure potrebbe dire: sono
e io io,
I
ci fossero soItanto due esseri e uno dicesse: io questo?
11 he cosl ci sarebbe necessariamente
una rnolteplicit; perch,
\lei diversi e proprio perch diversi, ci sarebbero gi il numero e
Ir iltre cose. [40]
11p nsante deve dunque cogliere sempre il diverso e il pensato; e il
" I ,essendo colto nel pensiero, dev' essere diverso, altrimenti non
I
lcun pensiero di lui, ma solo un tocco, o un contatto ineffabile
hllllllcepibile, anteriore all'Intelligenza, poich I'Intelligenza non
I,\' ancora nata e cio che tocca non penserebbe ". E necessario che
I 11 mte non resti semplice, [45] soprattutto se pensi se stesso: egli
.lualizzarsi, anche se si risolva l'intuizione in silenzio.
I 11 i, il Supremo non sente il bisogno di indagare su se stesso: che
mparerebbe pensando? Ancor prima che l'Intelligenza pensi, Egli
I i che e per se stesso. Anche Ia conoscenza
e infatti un certo
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I NNEADI, V 3.1011
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I NNEADI, V 3,1516
tnatti cio che non ha? Non certo a casaccio, e nemmeno riflettendo su
I( che vuol generare. Eppure, Egli non pu non generare. Si gi detto
I h qualora qualcosa derivi dell'Uno,
dev'essere diverso dall'Uno; ma
diverso, non e pi Uno. L'Uno infatti e Lui! E se non e uno, esso
.lue, cio, necessariamente, molteplicit; [40 J e cosi abbiamo alterit,
,<I ntit, qualificazione e cosl via90
Si e cosi dimostrato che cio che appartiene all'Intelligenza non e
un ; ma che esso debba essere rnolteplicit, e molteplicit corn'
Ifl' l1ache osserviamo in cio che e dopo di Lei, e cosa che merita di essere
I' rdiata. Ed anche Ia necessit di questo processo deve essere indaga ta.
1(,. [l/Uno
e potenza
inesauribile]
PLOl'l~111
852
853
NEADI, V 3,1617
vila appare amabile soprattutto perch essi sono cosi presenti da non
re diversi in nulla da essa. E se tutta Ia vita, Ia vita chiara e perfetta,
11ippartiene, anche l' Anima tutta e tutta I'Intelligenza [30] gli apI I ngono e nulla di cio che e anima e intelligenza e lontano da Lui.
~,Itbasta dunque a se stesso e non cerca pi nulla 94; e se non cerca pi
IIlIlIa,Egli ha in s cio che dovrebbe cercare se non 10 possedesse. Egli
" dunque in s il Bene e cio che e nella sua natura, cio che chiamiamo
11 I intelligenza, e ogni altra cosa che ad essi appartenga. Ora, se il
1\11\ fosse proprio questo, non ci sarebbe altro [35] aI di l di tali cose;
1 I I poich
proprio il Bene che esiste, e evidente che Ia vita e l' esser
1 t olti aLui, il dipendere da Lui, il ricevere da Lui l' esistenza. Poich
I ,h e il Principio. E dunque necessario che Egli sia superiore alla vita
ill'Inrelligenza. Solo cosl 'In telligenza pu dirigere verso di Lui quella
ti I che ha in s [40] - immagine di cio che e in Lui e secondo Ia quale
v -, e I'intelligenza che e in esso, immagine di cio che in Lui e reale,
1'1.llunque esso sia.
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e semplicissimo
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. Noi vediamo che ogni altra cosa, una volta giunta alla sua maturit,
IIt ra e non tollera di rimanere sola n se stessa, ma genera un altro
\ r , non solo chi abbia un valere cOsciente, ma anche chi, senza
I r cosciente, vegeta soltanto; [30) e persino Ie cose nanimate ce1.11I0 di s quanto possono: e cosi il fuo(Coriscalda e Ia neve raffredda
r urmaci esercitano un loro potere, secando Ia loro natura, su un altro
858
NF.ADI, V 4,12
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NI'.ADI, V 4, 2
863
862
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11
V (}2) GLI OGGETI1 INTELLIGIBILI NON SONO FUORI DELL'INTELLIGENZA. ANCORA SULBENE
I L'oggetto percepito
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e immagine
della cosa]
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871
I l/Essere
e Ia traccia dell'Uno]
zppure si deve risalire a Lui, cosi dicono, poich Egli rimane sempre
1,1 ntico a se stesso, anche se da Lui nasce il diverso. Nei numeri l'uno
I o tante, ma una diversa unit forma gli altri numeri: cio il numero
, lorma secondo il suo modelIo; ma quando si tratta di cio che e al di
"1'1'3 degli esseri, [5] Colui che, a maggior ragione, persiste, e l'Uno; ma
1"11h Egli persiste, non e un altro che genera quegli enti secondo quel
11111
lello, ma basta Egli solo a generarli. E come, nel caso dei numeri, Ia
11I1I1\adel primo, dell'uno, si trova in tutti in maniera primaria e
rondaria, poich ciascuno dei numeri dopo l'unit non partecipa
1 lI'uno allo stesso modo, [10] cosi, anche qui, ciascuno degli esseri
1'" reriori aI Primo ha in s come una certa forma di Lui,
( uaggi Ia partecipazione all'unit fa nascere il quanto; lass invece
I II iccia dell'U no porta ad esistenza l'Essere, sicch l'Essere e Ia traccia
1,II'Uno. E se del termine einai - con cui si designa l'essenza - [15] si
110 sse che esso deriva da ben, forse diremmo il vero. Infatti cio che vien
I 11 () on e questo primo essere che, procedendo di 11,per cosi dire, per
111
I' ',non volle pi andare avanti, ma voltosi indietro prese dimora in
I so e divent essenza efocolare di tutte le cose!". Se, parlando, uno
I utento al suono, [20] accade che il termine to hen gli mostra che
1111,il termine to on deriva da to ben, richiamandosi, come pu, al
IIltIl stesso della parola.
~"cast,.cio che nacque, l'essenza e l'essere, porta in s l'immagine
I, 11Uno, m quanto procede dalIa sua forza. Ma l'anima, che vide e
11111 commossa da quelIo spettacolo, imito cio che vide e pronuncio
I' Ir le: on, einai, [25] ousia, bestia. Questi suoni vogliono designare
\I tanza di cio che e generato
dalI 'Uno, poich imitano, come
ono, con 10 sforzo di esprimersi, Ia genesi dell'Essere.
/I:Uno
e senza forma]
IIqueste paroIe si dica pure cio che si vuoIe. Per, poich l' essenza
PLQTIN,
872
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873
NNEADI, V 5, 6-7
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874
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875
NNIW)I, V 5, 78
I onde appare
Ia Luce?]
876
PL 'li
877
I NNEADI, V 5, 89
Tutto
in colui che 10 ha
rnerato, oppure esiste in un altro, nel caso che esista qualcosa oltre il
rnerante stesso: egli infatti, essendo generato da un altro, del quale ha
.1 gno per nascere, ne ha bisogno in ogni caso. Appunto perci egli e
11 -he in un altro!". [5] Per conseguenza, le cose ultime stanno nelIe
'II'nultime e queste nelIe prime, le une nelle altre, sino al Primo che e il
1'1 incipio. Ma il Principio, non avendo nulla prima di s, non ha nu11a
111 ui inerire e, non avendo nulla in cui essere, mentre le altre cose sono
111 quelle che le precedono, le abbraccia tutte, [10] ma, poich le ab1'1 , cia, non si dissolve in esse ma le possiede senza essere posseduto.
ele possiede senza esserne posseduto, non c' punto dov'Egli non
,I' poich, se Egli non ci fosse, non 10possiederebbe,
perch, dove non
p sseduto, non e: perci Egli e e non e: per il fatto di non esserne
ompreso, non e, e per il fatto di esse r libero da tutto, non pu [15J
re ostacolato da nulla. Se ne fosse ostacolato, Egli sarebbe ostacoI I() da un altro, ele cose che vengono dopo di Lui non parteciperebbero
li Lui: Dio stesso arriverebbe solo a quellimite e non sarebbe pi per
878
PU
11 I
879
NNEADI, V 5, 9-10
tesso, ma dipenderebbe
dalle cose che vengono dopo di Lui.
mma, le cose che sono in qualcosa sono l dove e cio cui esse
\11 riscono; quelle invece che non hanno un dove, non c' punto dove
non siano. Infatti, se Egli non fosse qui, e evidente che un altro [20]
I' izio 10 conterrebbe,
ma se fosse qui, sarebbe in un altro, sicch
r bbe falso dire che Egli non e qU. Ora, e vero che Egli non e in
111I Iuogo, ed e falso che Egli e in un luogo - in modo che non sia in
111I ltro -, Egli non pu essere lontano
da nulla128 Se poi non e lontano
.1 nulla, pur non essendo in qualche luogo, Egli sar allora se stesso
IIvllnquel29 Infatti non e possibile che una sua parte sia qui e un' altra li;
1111' neppure
come tutto Egli e qui. Egli e dunque [25] tutto ovunque'P,
!'lIi h nessuna cosa 10 possiede, e tuttavia ognuna 10 possiede: perci
ni cosa e da Lui posseduta.
Ed ora guarda anche il mondo: poich prima di esso non esiste
" un mondo, esso non e in un mondo e nemmeno e in un luogo;
!,!li h quale luogo pu esserci prima dd mondo? Le sue parti, invece,
.11I0 sospese ad esso e in esso. Ma l' Anima non e in esso; il mondo,
ce, [30] e nell' Anima; nemmeno il corpo fa da luogo all' anima.
I 'Anima, invece, e nell'Intelligenza;
e il corpo e nell'anima'!';
e 1'Int lIigenza e in un Altro, ma oltre questo
non c' un altro, nd quale
1'\ ) I timo possa esistere. L 'Ultimo dunque non e in nessuno, e perci non
m nessun luogo.
Deve sono allora le altre cose? In Lui. Egli non si e dunque
llontanato dalle altre cose n risiede in esse, e non c' nulla [35] che 10
111( hiuda in s, ma Egli tutte in s le racchiude.
Egli e perci anche il
1\ ne per tutte le cose, poich tutte e sono e sono congiunte a Lui,
I 1,1 cuna a suo modo.
E inoltre, le une sono migliori delle altre, in quanto
uno pi enti delle altre.
111
'"V
11I.[L'Uno
e il Bene,
il Primo e il Principio]
880
PWII
NNI',ADI, V 5, 1012
881
I' 111 telligenza, I'essenza e I' essere; pensa che I'U no, poich semplice
primo; pensa che il Principio, poich da Lui hanno origine tutte le
\I r; [15J da Lui, e non in Lui,
il movimento primo; da Lui e il riposo,
II ( h Egli non ne ha bisogno!":
Egli infatti non e in moto n in riposo,
,( h non avrebbe un punto in cui riposare, n uno spazio in cui
iuoversi!": intorno a che cosa si moverebbe, o verso quale punto, o
I litro quale spazio? Poich Egli stesso il Primo.
Ma neppure Egli
limita to. Da chi 10 sarebbe? E nemmeno
lhmitato [20J come grandezza. Dove avrebbe bisogno di estendersi e
h osa diventare, dato che non ha bisogno di nulIa? Egli possiede
IllIfinitezza135 in quanto potenza, poich n attinge altrove, n si
urisce, poich anche le cose che non si esauriscono sono tali per
11'1 ra sua.
1111
I. une con gli occhi, altre con gli orecchi, e cosi via le altre. E bisogna
PJ.O II
882
883
NNEADI, V 5, 12
III he
ne,
884
PLOII
I NNEADI, V 5,121}
885
rnerato non avendo affatto bisogno di lui, e resta qual era prima di
v rio generato.
Egli sarebbe stato indifferente se il Be110 non fosse nato: poich se
li he un altro
essere avesse potuto [45] nascere da Lui, Egli non
vrebbe avuto invidia. Ma ora non e pi possibile che qualcosa nasca:
uon c' nulla ormai che non sia nato, poich tutte le cose sono state
rnerate. Egli non era il tutto cosi da aveme bisogno, ma, essendo al di
del tutto, Egli solo era capace di generare e di permettere
che il
cnerato sussistesse per conto suo e di rimanere al di l di esso.
I}.Ill Bene trascende tutti gli esseri]
886
PLQTINI
To
I NNEADI, V 5, 13
887
lu, di cui questo partecipa, non e nessuna di tutte queste cose. Perci il
1 ne non e nessuna di tutte queste cose.
Ma se il bene fosse in Lui [30] (come differenza specifica, e perci
irebbe bene il composto), Egli dovrebbe derivare da un altro, ma
II vrebbe essere soltanto semplice e bene: dunque necessario che sia
1 ne quello da cui deriva.
Il Be~e originario ci si e dunque mostrato superiore a tutti gli esseri,
I me unico bene, che non ha nulla in s, [35J ma e senza alcun rnisculio, ed aI di sopra di tutte Ie cose e causa di tutte.
n bello e gli esseri non possono derivare n daI maIe n da cosa
mdifferente. Il creatore e migliore delle cose create, perch e pi
" rfetto.
889
888
V 6 (24) TIEPI Tal' TO ETIEKEINA Tal' ONTO}; MH NOEIN KAI 11
TO TIram};
NOOl'N KAI TI TO ~EITEPO};
I. I 11pensante
~,I
e uno in quanto
pensa se stesso ]
li
PIIII
890
ov.
To
1(1(1
se
(l{
891
NI AI I, V 6, 2-}
/11pensare
e posteriore
all'Uno]
111'
I. l1ec~ssario [10] che Egli sia separa to se dev'essere distinto dagli
II I ( ssen; ameno che non si dica che Egli consista soltanto nell' essere
me con gli altri esseri; ma allora non sar semplice, e nemmeno
I
esserci il composto di rnolti: infatti ci che non pu essere
iplice non ha alcuna esistenza e, qualora il semplice non esista, non
I' ru neppure il composto di molti, [15] Ecco: se ciascun elemento
892
1'111
893
NJi.ADI, V 6, 3-4
\lI
/f 'Uno
e paragonabile
alia luce]
894
PWII
To
av
895
NI'.ADI, V 6, 5-6
Ili pensare
e qualcosa
di secondario]
"
111pensare
e molteplicit]
896
PL III
OTl TO TEOV TOU Elval rrnp' airrwv EXEL. ~E1 yp 111V 1TP<:11I
EYOIlVT}V OOOLaVOUt<:Elval TOU dval UKlv, >'X EXELV 1T>.11
TO Elval. [20] ITXlpES' S: :un TO dVaL, OTaV El80s TOU vOOV
Clv M~1]. 'OIlOU apa TO 1IOf1v, TO ClV, TO dVaL :V Tc!l VTI
apa V, Kat vOUs, Kat el vOUs, Kat V, Kat TO VOf1v 0ll0) 11
TOU ElvaL. ITo apa Kat OUX ~V TO VOf1v. 'AvYKTJ TOLVVV
11'1')TOLOlT4>1l11B( TO VOf1v dval, Knl Ka9KauTa B( :moOOLV' ,
<vElpW1TOU
v611ULS'Kab avElpl1TOS'xcl v611ULS'bl1T1TOUKat '(1T1T
8LKaLou v611ULS'Kat 8tKaLOV. ~l1T TOtVW a1TaVTa Kat TO ~V /
Kat au T 800 EtS' ~v EPXETaL. 'O B( OUK Eun TOTWV oi
EKaUTovc, oU8E :K 1TVTWV TWV 800 000' oWS' 800. "01TWS'
800 :K TOU VS',:V ax>'oLS'. 'AX>.' :1TKELVa
[30] oootaS' v TL
TOUVOE1v:1TKELVa
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TOU d8vaL airr -1]v TO ya6v TWV aWv - llMov I' I
:v Tc!l airrc!l, Ka6000v 8VaTal, :4>1TTEU9al:KELVOU.
I NNEADI, V 6, 6
897
899
898
V 7 (18) IlEPI
TO, EI KAI
ros
KA9EKAITA
EI~IN
IdEAl
av
humali,
E cos l'intero ciclo periodico!" com prende tutte queste forme; per,
I volta successiva, si ripetono le stesse cose secondo le medesime
i ni formali. [25] Ma non c' da aver paura riguardo all'infinitezza
" appartiene nel mondo intelIigibile: essa e interamente in un punto
n.livisibile ed esce fuori, diciamo cOSI,quando si fa operante.
900
II
111,V7,2}
901
902
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I NNEADI. V7.3
903
Se poi Ia creazione comportasse l'arbitrario, sarebbe un'altra quema se e accompagnata da una misura, per quanto grande essa sia,
I, quantit riuscir determinata {15J dal dispiegamento e dallo svolgi111 nto di tutte le forme, e allora, quando
tutto il processo si sia
I onchiuso,
nasce un nuovo principio, Certamente, l'ampiezza che il
mondo deve raggiungere, le fasi che esso ha da percorrere nel suo corso
vitale, tutto ci sussiste sin dall'inizio nell'essere che ha in s le forme
r izionali.
Ma allora anche negli altri animali, nei quali da un unico parto si ha
una prole numerosa, {20J noi ammetteremo altrettanteforme razionali?
Indubbiamente; e non dobbiamo spaventarci per l'infinit dei semi e
.lelle forme razionali, poich l' Anima contiene in s il tutto; ed anche
1\ ll'Intelligenza,
come nell'Anima, quella infinit va incontro a sua
volta agli esse ri superiori.
t ione;
904
905
on IL BELLO
NOHTor KAAAO~
INTELLIGIBILE
<PaI!EV TOV v
YE'YEVT\1i I
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'e dunque anche nella natura una forma razionale di bellezza, che
li) dello della bellezza corporea, ma Ia bellezza che e nelI'anima e
1\1 ra pi bella di quelIa che e nella natura, e da essa deriva anche Ia
ma che e nella natura; ancor pi chiara e quella che e in un'anima
gia, superiore, in bellezza, ad ogni altra. Essa, infatti, adornando [5J
I nima e infondendoIeluce da una pi grandeluce, Ia quale Ia bellezza
'1lIna, le fa dedurre - essendo nell'anirna - quale debba essere Ia
j:tioneanteriore ad essa, che non entra pi in altro, ma e in se stessa.
I' I i essa non e forma razionale, ma e il creatore della prima forma
1I nale, cio delIa belIezza che e nell'anima come in una materia; e
1"C'stocreatore e l'Intelligenza, [lOJ l'Intelligenza che e eterna, e non
111lia che e tale solo qualchevolta, poich essa non e estranea a se stessa.
ra, sotto quale immagine si potrebbe cogliere l'Intelligenza?
uulsiasi immagine si pu trarre soltanto da una cosa inferiore. E
I ssario, invece, che l'immagine
sia tratta dall'Intelligenza, cosi da
1I111ierla
non per mezzo di un'immagine, ma nel modo in cui si prende
111 p zzo d'oro come campione dell'oro in generale!"; e se quello che
I celto ha delIe impurit, si deve purificarlo, [15J o con un trattaI lHO speciale, o mostrando col ragionamento
che non e tutto oro il
ao scelto, ma solo quello che era prima nella ganga. Cosi, anche qui,
uiamo dall'Intelligenza che e in noi dopo averIa purificata, o, se
I liamo, dagli dei, cio dalI'Intelligenza
che e in loro.
v nerabili, certamente, e belli sono tutti gli dei, e Ia loro belIezza e
ulinitaU2; ma per quale causa [20J sono belli? Per l'Intelligenza; e
\,tI eh l'Intelligenza esercita su di loro maggiormente Ia sua potenza,
I ono cosi belli da essere visibili. Certo, essi non sono belli perch
HI belli i loro corpi; e anche coloro che hanno un corpo non e per
11 to che sono dei, ma sono dei per l'Intelligenza; e sono belIi perch
PLOTINII
910
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911
NNEADI, V 8, 3-4
ono dei. E nemmeno essi sono a volte saggi, a volte stolti, [25 J ma sono
temamente saggi nella loro Intelligenza impassibile m, immobile e pura,
mno tutte le cose e conoscono, non le cose umane ma le divine che
ppartengono a loro, cio tutto cio che l'InteIligenza vede.
Degli dei, quelli che sono in ciclo contemplano incessantemente, in
\,Irna beatitudine, ma come di lontano, le cose che sono in quel ciclo,
\, r h sopravanzano della testa Ia volta celeste, [30J Quelli, invece, che
111\ nell'altro ciclo e dimorano su di esso e in esso e abitano in ogni
\,unto di quel ciclo intelligibile - poich lass tutto e ciclo ed e ciclo Ia
I Ira e il mare e gli animali e le piante e gli uomini, tutto cio che
\lPartiene a quel ciclo e celeste -, gli dei che sono in esso non
li prezzano n gli uomini [35J n le cose di lass appunto perch sono
I li epercorrono in pace Ia contrada e illuogo celeste ...
(Lass Ia uita
e sapienza
immutabile]
e loro madre e
tutte le cose, non
lurlle cui appartiene il divenire ma quelle che posseggono I'essere 155 e,
li le altre, se stessi; lass tutto e trasparente, nulla [5J e tenebroso e
'''P netrabile, ognuno e manifesto ad ogni aItro nel suo intimo e in ogni
IIIV ,poich Ia luce e manifesta alIa luce. E infatti ognuno porta in s
11110 e in ogni altro vede tutto: perci ogni cosa e dappertutto,
ogni cosa
11I1t0 e ciascuno e tutto elo splendore e infinito. Ciascuno di quegli
cri e grande, poich lass anche il piccolo e grande; lass il sole e [lOJ
11111 gli astri, e ogni stella e un sole e tutti gli astri insieme. Eppure, ogni
111
10 essere e diverso e, nello stesso tempo, tutte le cose appaiono in
...poich lass Ia vita scorre serena!",
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rice, loro sostanza ed alimento; essi contemplano
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NNEADI, V 8, 5-6
pienza della natura come prima Sapienza, non avremo altro da dire,
I h cOSIessa non deriva pi da un altro, n e in un altro; ma se si dir
(10] essa e una forma razionale esistente nella natura ri che Ia natura
I
il principio, chiedererno donde Ia riceva; e se da un altro, da chio Se
III('St' altro Ia riceve da se stesso, ci fermeremo; ma se si arriver sino
1I'lntelligenza, dovremo vedere se l'Intdligenza abbia generato Ia
pienza, e se 10 affermeranno, chiederemo donde. Se l'ha generata da
tessa, e impossibile che l' abbia generata se non perch essa stessa e
pienza. [15] La vera sapienza e dunque essere e il vero essere e
pienza; e il valore dell'essere gli deriva dalla sapienza, e appunto
I Ich proviene dalla sapienza, e essere vero.
Perci anche tutti gli esseri che non sono dotati di sapienza, sono
hvc ntati esseri per mezzo della sapienza, ma poich non posseggono Ia
pienza in se stessi, non sono veri esseri. [20] Perci non bisogna creI I che gli dei e i beati pensino lass degli assiomi; invece le cose che
hliiamo nominato sono lass, singolarmente, delle belle immagini,
"IIIinoi immaginiamo nell'anima di un uomo saggio", immagini non
I gnate, ma reali. Perci anche gli antichi chiamavano le idee enti ed
J essenze'P.
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egiziani e Ia sapienza]
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NHADI, V 8, 7
11.'universo
e creazione silenziosa]
... in questo universo; e poich noi ammettiamo che esso derivi, nel
ssere e nella sua costituzione, da un aItro essere, dobbiamo forse
dere che il suo Creatore abbia dapprima immaginato da s Ia terra e
I necessit di collocarla aI centro, e poi l' acqua cosi che sovrasti Ia terra,
I)ui tutte e altre cose [5] sino aI ciclo, ein seguito tutti i viventieleloro
t tine, proprie di ogni specie, quante esistono ancora oggi, e dentro, in
una, le viscere e, fuori, le membra, e che, dopo aver ordinato
111 ttamente ogni dettaglio, abbia posto mano all'opera? No, questa
I maginazione non e possibile: poich donde sarebbe venuta ad uno
li non aveva mai visto nulla? [10] E, quand'anche l'avesse tratta da
1II ,non avrebbe potuto reaIizzarla come fanno gli artigiani che si
rvono di mani e di strumenti, perch mani e piedi vennero dopo.
Perci non ci resta che porre in altro Ia totalit degli esseri; ma senza
1I gno di alcun intermediario, per Ia sola vicinanza tra l' essere e
m'ultra cosa <l'Anima>, improvvisamente brill una forma, [15]
ur'immagine di Lui, sia direttamente, sia per mezzo dell'Anima - cio
on ha importanza per il momento - di un'anima qualsiasi. Di lass
lunque proviene questa totalit, anzi lass essa e ancora pi bella,
uch le cose di quaggi, non quelle superiori, derivano da mescolan. Tutto qui e tenuto insieme dalle forme daI principio alIa fine;
nzitutto, Ia materia [20] dalle forme degli elementi; poi, sulle forme
11 te se ne sovrappongono ed altre ancora di nuovo, sicch e difficile
, ovare Ia materia nascosta sotto tante forme. Ma poich anch' essa e una
irrna infuna, questo universo e forma e tutte le cose sono forme, poich
I modello era gi forma.
<li Creatore> produsse questo universo in silenzio, poich egli e
urto, essenza [25] e forma; anche per questo, Ia creazione si compie
nza fatica ed e creazione del Tutto proprio perch nascessel'universo.
on ci fu ostacolo allora; ma anche ora Ia creazione e dominatrice,
n he se le cose sono di ostacolo le une alle altre <ma non alla creazione,
mmeno ora>, poich essa, come totalit, sussiste. Eppure, a me
mbra che se noi fossimo archetipi, essenze e insieme forme, [30] se Ia
o tra sostanza fosse il modello che crea quaggi le cose, allora Ia nostra
r azione dominerebbe senza fatica; ma l'uomo, invece, se pure crea
ondo Ia sua propria idea, diventato quaIcosa di diverso dai suo vero
re; diventando uomo, egli si e aIlontanato dai Tutto; cessando di
ere uomo, egli - si e detto - si aggira nelle altezze e regge
l'universo intero, [35] poich, ridiventato parte del Tutto, crea il
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Dunque, il dio, che incatenato - affinch persista nella sua identi, - e che cedette al figlio il dominio di questo mondo - perch non
I onforme al suo genio abbandonare
il dominio di lass e accettarne uno
1,Iu giovane e inferiore alui, essendo sazio di cose belle! -, [5] lascia questo
universo e trasferisce in s il proprio padre e si deva in alto sino alui;
II a, poi, dalI' altra parte le cose che hanno il loro inizio, dopo di lui, da
110 figlio, e cosl viene a trovarsi, separa to, in mezzo ad ambedue, sia per
I' Iterit dovuta alIa mutilazione in alto, sia per il legame che 10
trattiene [10] in basso, da ci che viene dopo di lui; ed
perci
intermediario fra il padre che migliore e il figlio che minore di lui,
Ma poich il Padre troppo grande per essere bello, egli soltanto
II primo ad essere bello, bench anche l' anima sia bella: egli per Ia
upera in bellezza, in quanto essa una traceia di lui, e perci bella per
li tura, anzi ancor pi bella [15] quando guardi lass, Se dunque
l'Anima - l' Anima del Tutto, per spiegarmi pi chiaramente -, se
frodite bella in se stessa, come sar Egli stesso? Se essa possiede da
Ia sua bellezza, quanto sar Egli bello? E se riceve Ia bellezza da un
ltro, da chi Ia ricever l'Anirna, sia quella che le viene aggiunta, sia
uella che cresce insieme con Ia sua essenza? E cosi anche fra noi:
[uando [20] siamo belli, perch apparteniamo a noi stessi; quando
lama brutti perch ei mutiamo in un' altra natura; siamo belli quando
onosciarno noi stessi, brutti quando ei ignoriamo. La bellezza, dunque,
lass e proviene di lass,
Bastano le cose dette a far comprendere chiaramente cos' 10 spazio
uuelligibile, oppure
necessario tomarei su nuovamente battendo
un'altra strada'">
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Tutti gli uomini, fin dalla nascita, si servono dei sensi prima che
rlell'intelligenza e s'imbattono anzitutto nelle cose sensibili: alcuni
nmangono ferrni ad esse per tutta Ia vita e credono che esse siano le
"rime e e ultime ritenendo che il dolore [5] e il piacere che c' in esse
I il male e il bene; in tal modo trascorrono Ia loro vita sfuggendo l' uno
rincorrendo l' altro; e chi fra loro d una certa importanza alla filosofia,
o tiene che questa sia Ia sapienza 174. Costoro sono simili a quegli uccelli
pc anti che hanno avuto molto dalla terra e, resi pesanti, non riescono
volare in alto, pur avendo ricevuto le ali [10] dalla natura!".
Ce ne sono altri che si sollevano un po' daI basso, poich Ia parte
migliore della loro anima li spinge dal piacere alla bellezza, ma, essendo
uicapaci di vedere le vette e non avendo un altro punto sul quale
ppoggiarsi, cadono in basso, insieme con Ia loro parola virt, verso
I. vita pratica, [15] verso Ia scelta fra le cose terrene, dalle quali prima
vevano cercato di elevarsi!".
E c' e finalmente una terza schiatta di uomini divini 177 che hanno una
lorza maggiore e una vista pi acuta, i quali vedono con uno sguardo
I' netrante 10 splendore di lass e si eleva no al di sopra delle nubi e della
li bbia terrena e, disdegnando
[20] tutte le cose mondane, gioiscono di
que! luogo vero e familiare, come un uomo che, dopo tanto vagabondare, torna alla sua patria bene governata 178.
Qual
dunque questo luogo? E come vi si pu arrivare? Vi pu
rrivare chi e amante per natura, chi per costituzione originaria e
v ramente filosofo'": essendo amante, egli soffre le doglie del parto di
Ir nte alla bellezza e, invece di essere contento della bellezza corporea,
I {s'innalza da quaggiul80 verso le bellezze dell'anima: virt, scienze,
, stumi, leggi; e di qui nuovamente, verso I'alto, a cio che e causa della
liellezza nell'anima, e poi, ancora pi in alto, a cio che gli e anteriore,
mo a giungere a quel Primo che e bello in s e per s; arrivato qui, [10]
II uo dolore cessa; non prima'!'.
Ma come effettuer Ia sua ascesa? donde attinger Ia forza? Quale
dlscorso edificante diriger questo EroS?I82Eccolo: Ia bellezza e un'agiunta ai corpi dall' esterno, poich queste forme sono nei corpi come in
"na materia: perci il substrato muta [15] e da bello diventa brutto.
I)unque - continua il discorso - essi sono belli soltanto per parteciparone. Ma che cosa rende bello il corpo? Per un certo aspetto, e Ia
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PL II
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I NNEADI, V 9, 2-3
[20]
brutta. li bello dunque e nell' anima per opera della saggezza. E chi
dona saggezza all'anima? Necessariamente l'Intelligenza; ma l'Intellinza, quella vera, non e a volte Intelligenza, a volte non-Intelligenza!":
a e dunque bella per se stessa.
Ma e necessario fermarsi all'Intelligenza come se fosse il Primo,
nppure si deve andare al di l dell'Intelligenza''P Solo rispetto a noi
l'lntelligenza si trova dinanzi [25] al Principio primo e, vestibolo del
I ne, porta in s il messaggio di tutte le coselSS ed e piuttosto una im\Ir nta di Lui nella molteplicit, mentre Egli rimane in assoluta unit 186.
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11
943
I NNEADI, V 9, 911
T 'I
1]11
tutto
e presente
nel presente]
Tutto cio che esiste nel mondo sensibile come forma ideale, deriva
di lass; cio che non ha forma, no. Perci non c' nulla lass che sia
I ontro natura, cosi come non c' e nulla nell' arte che sia contro l' arte, n
I" nei semi Ia zoppaggine
(Ia zoppaggine [5J naturale dipende daI fatto
I he Ia ragione formale non pot dominare Ia materia; quella accidentale
d riva da un guasto della forma).
Qualit concordi e quantit, numeri e grandezze, generazioni e
I ornportarnenti,
azioni e passioni (finch sono secondo natura), movimenti e stati di quiete, sia nell'insieme che nel singolo, rientrano tutti nel
mondo superiore. Ma qui, invece del tempo, v' e l' eternit; 10 spazio,
I/OJ lass, ha il senso intellettuale di idea che e in un'altra.
Lass tutto e simultaneo: perci tutto quello che puoi intuirne, e
enza intelligibile, ogni cosa partecipa della vita, e identit e alterit,
moto e quiete, mobile e immobile, sostanza e qualit, e tutto e
senza210;e infatti ogni singolo essere e in atto non in potenza [15J e
11 rci Ia qualit non e separata dalla singola sostanza.
Ma allora esistono lass soltanto Ie idee delle cose sensibili, o ce ne
ono molte di pi? E bene tuttavia esaminare prima cio che appartiene
1\' arte; del male non esiste nulla lass, poich il male, qui fra noi, deriva
010 da mancanza, da privazione, da difetto: esso e il destino infelice
della materia e di cio che e simile alla materia. [20J
11. [Arti e scienze nell'Intelligenza]
Ci sono lass oggetti artistici ed arti? Le arti imitative, pittura e
ultura, danza e pantomima, che appartengono in qualche modo aI
nostro mondo e si servono di modelli sensibili, imitando e trasformando
hgure, [5J movimenti e proporzioni visibili, non possono riportarsi aI
111 ndo superiore
se non attraverso il pensiero umano. S l'arte, guar.lnndo alla proporzione degli esse ri viventi, coglie un carattere univerde dei viventi, essa e soltanto una parte di quella potenza che osserva
PIOII
944
NNr~DI, v 9,1113
94.5
1\
946
111011
947
I'NNEADI, V 9,13-14
948
NOTEAENN'
) rE A ENNEADI, V
VI
Cfr.
Cfr.
n Cfr.
"Cfr.
14 Cfr.
" Cfr.
16Cfr.
I] Cfr.
18Cfr.
\0
, e c r. 1
rtagorici presso Stobeo 149 1
Enned~t :'I~)~ne, presso Aristotele, Meta/isica: M 7, 1081 a 14-15
ri
(d/i(:,",.
Ferecide, fr. A 7.
: Cfr. Platone, Legg~ 898 A-B.
28
CCffr.EsPI~todne,!-epubklica,
547 A 4-5 (cfr. Omero Iliade VI 21 1)
r. 10 o, 1 eogoma, 453 ss.
',.
Cfr. Platone, Cratilo 396 B
H Forse in Enneadi 1I'4
.
J4 Cfr. Platone, Let;era 312 E 1-4
" Cfr. Platone, Lettem
323 D 4 .
J6 Cfr. Platone, Fedone
C 1-2 .
37 Cfr. Platone, Timeo '34 B - 35
41 D
38Cf PI
'
,.
r. atone, Repubblica 509 B 9
39Parmenide, fr. B 3.'
.
40 Parmenide,
fr. B 8, 26.
41 Parmenide,
fr. B 8 43
42
f
' .
C r. Platone, Timeo 30 C 7-8
: Cfr. Platone, Solista; 245 A 5 : B I.
Cfr. Platone, Parmemde 137 C - 142 A
4' Cfr. Platone, Parmenid;' 144 E 5; 155 5.
46 Anassagora,
fr. B 12.
47 Eraclito, fr. A I.
: Emped?Cle, fr. B,17, 7-8.
Cfr. Anstotele, L anima, r 5, 430 a 17.
n
32
vi
97
B'
li
\I
V2
Cfr. Platone, Parmenide, 160 B 2-3; Eraclito, fr. B 50.
Cfr. Platone, Timeo, 42 E 5-6 (cfr. Enneadi, IV 8, 6, 10).
61Cfr. Enneadi, III 4, 1-2; IV 4, 22.
'9
60
V3
Anassagora, fr. A 15.
Cfr. Platone, Sofista, 263 E 4.
64 Cfr. Platone, Fi/ebo, 28 C 7.
6' Cfr. Platone, Fedro, 246 C I.
66 Cfr. Aristotele, Metafisica, A 7,1072
b 21-22.
67 Cfr. Aristotele, Metafisica, A 9, 1074 b 33-34.
68 Anassagora,
fr. B 12.
69Cfr. Platone, Alcibiade, 133 C 5-6.
70 Cfr. Platone, Timeo, 52 C 2-4.
71 Cfr. Aristotele,
Metafisica, A 7, 1072 b 27.
72 Cfr. Platone,
Fedone, 95 C 5.
7J Cfr. ai capp. 11-17.
H Cfr. Platone,
Fi/ebo, 63 B 7 -8.
71 Cfr. Aristotele, Metalisica, A 7, 1072 b 21.
76 Anassagora,
fr. A 55.
n Cfr. Platone, Repubblica, 509 D 2.
78 Cfr. capo 1I.
79 Cfr. Platone, Repubblica, 509 B 9.
80 Cfr. Platone, Parmenide, 142 A 3.
81Cfr. Platone, Filebo, 63 B 7 -8.
82 Cfr. Platone, Parmenide, 142 A 5.
8J Cfr. Platone, lone, 533 E 6-7.
84 Anassagora,
fr. B 12.
8' Cfr. Platone, Repubblica, 508 C 1.
86 Anassagora,
fr. B 1.
87 Cfr. Platone, Parmenide, 144 E 5.
88 Cfr. Platone, Parmenide, 153 C 3.
89Cfr. quanto si dice in questo stesso capitolo.
90 Cfr. Platone, Solista, 254 E 5 - 255 A 1.
91Cfr. Enneadi, IV 8, 6; V 4, I; V 2, 1.
92 Cfr. Enneadi, V 4,1; VI 7, 32.
9) Cfr. Platone, Sofista, 248 A 12.
94 Cfr. Platone, Parmenide, 144 B 2.
'" Cfr. Platone, Repubblica, 509 B 8-9.
96Cfr. Platone, Repubblica, 490 B; Lettera !I, 313 A 4-5.
97 Cfr. Platone, Simposio, 210 E 4; Lettera VII, 341 C 7 - O 1.
62
6)
949
950
NOTE A ENNI'AIII
V4
Cfr. Platone, Lettera Il, 312 E 3.4.
Cfr. Platone, Parmenide, 141 E 10-11; 142 A 3-4.
100 Cfr. Platone, Repubbiica, 509 B 9.
101 Cfr. Platone, Fedro, 245 D 3.
102 Cfr. Platone, Parmenide, 144 E 5.
10} Cfr. Platone, Timeo, 29 E 1-2.
104 Cfr. Platone, Repubblica, 509 B 9.
10' Cfr. Aristotele, Metafisica, M 7,1081 a 13.15.
106 Cfr. Platone, Timeo, 42 E 5-6.
107 Cfr. Aristotele, Categorie, 7, 8 a 11.
108 Cfr. Aristotele, L'anima,
r 7, 431 b 17.
109 Cfr. Aristotele, L'anima,
r 4, 430 a 3; r 7, 431 a 1-2.
98
I )
I'E A ENNEADI. V
I<}
951
Cfr. Enneadi, V 4, 2.
V7
99
V5
Cfr. Arstotele, Metafisica, A 9, 1074 b 18.
Cfr. Platone, Lettera lt, 312 E.
112 Cfr. Platone, Repubblica, 509 A 6.
IIJ Omero, lliade, 1544.
114 Cfr. Enneadi,
III 8, 10-11.
m Cfr. Platone, Parmenide, 140 B 6.
116 Cfr. Enneadi, VI 2, 10; 6, 13; 9,1.
117 Cfr. Aristotele, Metafisica, M 7, 1082 a 1-7.
118 Cfr. Enneadi,
VI 6, 5 e 11.
119 Cfr. Platone, Cratilo, 401 C.
120 Cfr. Platone, Parmenide, 142 A 3.
121 Cfr. Plutarco, De lside 75, p. 381 s.
122 Cfr. Platone, Simposio, 210 E 4; 211 B 1.
12} Omero, lliade, VII 422.
124 Cfr. Platone, Repubblica, 508 A-B.
m Cfr. Platone, Poltico, 290 D 7.
126 Cfr. Aristotele, Metafisica, A 2,983 a 13-20.
127 Cfr. Platone, Parmenide,
145 B 6-7.
128 Cfr. Platone, Parmenide,
138 B 5.
129 Cfr. Platone, Parmenide,
144 B 2.
no Cfr. Platone, Parmenide, 131 B.
UI Cfr. Platone, Timeo, 36 E.
lJ2 Cfr. Platone, Repubblk, 521 A 4.
m Cfr. Platone, Sofista, 254 D 5.
IH Cfr. Platone, Parmenide, 139 B 3.
m Cfr. Platone, Parmenide, 137 D 7.
U6 Cfr. Platone, Parmenide, 137 D.
lJ7 Cfr. Platone, Fedone, 81 E 5.
U8 Cfr. Platone, Repubblica, 505 D.
lJ9 Cfr. Platone, Filebo, 63 B 7-8.
110
111
V6
140
141
142
144
V8
Cfr. capo 11.
Cfr. Platone, Repubblica, 509 B 9.
147 Cfr. Platone, Timeo, 37 D 6.
148 Cfr. Aristotele, Protrettico, fr. 11 Walzer;Meteorologici,
3, 381 b 6; Fisica,
1\ ,194 a 21-22.
149 Cfr. Enneadi,
V 8, 1.
"O Cfr. Platone, Simposio, 210 B-C; 211 C.
UI Cfr. Platone, Repubblica, 503 A 6.
m Cfr. Platone, Repubblica, 509 A 6.
m Cfr. Platone, Fedro, 247 A-B; 248 A 2-3; 249 C 3-4; Fedone, 109 D-E.
114 Omero, lliade, VI 138.
m Cfr. Platone, Fedro, 247 D 7.
116 Cfr. Pindaro, Olimpica, 81,21-22;
Sofode, Edipo a Colono, 1382; Platone,
t /'ui, 716 A2.
"7 Cfr. Platone, Fedone, 111 A 3.
"8 Cfr. Platone, Fedro, 247 D 7 - E 1.
"9 Cfr. Platone, Simposio, 216 E 6.
160 Cfr. Platone, Repubblica, 507 B; 509 B.
161 Cfr. Platone, Fedro, 246 C 1-2.
162 Cfr. Aristotele, Fisica, A 5, 188 a 27 -30.
16J Cfr. Platone, Timeo, 37 C 7.
164 Cfr. Platone, Fedro, 250 A 7 - B 1.
161 Cfr. Platone, Timeo, 35 C 7 - D 1.
166 Cfr. Platone, Repubblica, 509 A 6.
167 Cfr. Platone, Fedro, 246 E 4-6; 247 A 7.
168 Cfr. Platone, Fedro, 248 A 1.
169 Cfr. Platone, Pedro, 250 A-C.
170 Cfr. Platone, Simposio, 202 B 5.
171 Cfr. Platone, Fedro, 245 A 1-2.
172 Cfr. Platone, Repubblica, 516 E 8.
m Cfr. Enneadi, V 5.
14'
146
V9
174 AIIusione agli Epicurei.
m Cfr. Platone, Fedone, 81 BC.
176 AIIusione agli Stoici.
m Cfr. Platone, Fedone, 82 B 10.
178 Omero, Odissea, V 37.
179 Cfr. Platone, Fedro, 248 D 3-4.
180 Cfr. Platone, Simposio, 210 B 3 - C 6.
181 Cfr. Platone, Fedro, 251 E 5.
182 Cfr. Platone, Simposio, 210 E 3.
18} Cfr. Aristotele, L'anima,
r 5, 430 a 22.
184 Cfr. Platone, Repubblica, 509 B 9.
NOTE A ENNFAIII
952
186
ENNEADE VI
Que~t~
.la vira degli dei e degli
uorrum: dlstacco dalle restanti cose
d~~uaggiu, vita che non si compiace
piu della Cose terrene, fuga di solo a
solo.
VI 9, 11,49-51
I lMMARIO
955
DI ENNEADI, VI
(parte prima)
(, (34) I numeri
1. Ogni cosa non cerca un'altr ,ma se stessa -2.11 numero come pu essere
numero se infinito?-3.11 numero e movimento e riposo-4. 11numero non
ha un'origine soggettiva - 5. 11numero uno precede le cose - 6. Le idee esistono prima dei pensier ch le pensa - 7. La natura unitaria e unificante
deU'Intelligenza - 8. L'Essere e uno-molti - 9. L'Essere e numero contralto
nell'unit - 10. Precedcnza dell'uno e dei numero - 11. L'uno esiste lass
prima di ogni altra cosa - 12. 11numero e solo un'affezione dell'anima? -13.
Non si possono pensare le cose senza il numero - 14. Una cosa e una per
Ia presenza dell'uno - 15. L'universo e numero totale - 16. L'anirna e numero perch e essenza -17. II numero e infinito: che cosa significa? -18.
GIi esseri sono immobili nell'eternit
956
SOMMARJO DI ENNEAIlI
7 (38) Come
e nata Ia molteplicit
delle idee.
n Bene
9 (9)
n Bene
o l'Uno
""li
(1MMARIO DI ENNEADI. VI
957
in senso matematico solo per analogia - 6. L'Uno, che e Principio dei Tutto,
non ha bisogno dei Tutto - 7. L'anima, per raggiungere l'Uno, deve volgersi
alla sua interiorit - 8. L'anima si unisce ai centro dei Tutto mediante il
proprio centro - 9. La vita vera e soltanto nel Bene - 10. La visione dell'Uno
e inesprimibile - 11. La vita dell'uomo divino e fuga di solo a solo
958
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967
NNEADI. VI 1.5-6
l'un pronta che ne nasce e che le d una certa forma. La parola e dunque
un'azione, e un'azione significativa. Pi ragionevolmente si potrebbe
111 che questo movimento e questa scossa sono un' azione e l'urto [10]
11I1,1 passione, oppure che ciascun movimento e l'azione di uno e Ia
I' ione di un aItro, oppure un'azione che opera su un substrato e Ia
I' ione corrispondente nel substrato stesso. Se si definisse Ia voce non
nme scossa data ma come aria colpita, le categorie sarebbero due e non
\lllilsola e coslla prima categoria passerebbe, dall' essere sola significatrice,
" ssere significatrice insieme con un'altra categoria.
Quanto aI tempo, se [15] 10 si prende come cio che misura, bisogna
dere che cosa sia cio che misura, se sia I' anima o il presente; ma se il
I mpo e preso come cio che e misurato, in quanto cio e un certo tempo,
orne, ad esempio, un anno, esso e quantit; come tempo, per, esso e
\11111 natura diversa, poich cio che ha una certa estensione e tale in
I\lanto in se stesso e diverso.
TItempo non quantit; ma Ia quantit, [20] pur non avendo conI no con un altro soggetto, sar il quanto vero e proprio; ma se
olessimo porre come quantit tutto cio che partecipa dd quanto, allora
I rsino l'essenza dovrebbe essere il quanto in se8
Si deve ammettere che eguale e ineguale siano propriet delIa
uantit in s, non del1e cose che ne partecipano, ameno che cio non
vvenga per accidente e non nel loro essere stesso; [25] il tricubito, per
empio, e un quanto, ma anch' esso non si riduce a un unico genere, ma
de per sotto un solo genere e una sola categoria.
968
PI () 11
969
I NNEADI, VI 1,67
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ENNEADI, VI 1,7-8
971
evidente Ia realt [15J che nasce dal rapporto -: cessiamo dunque dal
( rcare se tale rapporto esista. Osserviamo soltanto che, in questi casi,
fino a quando gli oggetti rimangono come sono, anche se siano separati,
il loro rapporto esiste; in altri casi il rapporto nasce quando gli oggetti
'incontrano; altre volte invece, anche se essi rimangono tali, illoro
rapporto o cessa completamente o cambia: [20J e cosi dei destro e dei
vicino; e da questi che nacque il sospetto che qui non ci sia alcun
rapporto.
Dopo queste osservazioni, dobbiamo cercare che cosa ci sia di
identico in tutti i reIativi, e se esso vi sia come genere e non come
uccidente; e, una volta trovato questo identico, quale esistenza esso
possieda. E necessario intendere per reIativo non ci che si dice [25J
semplicemente di un'altra cosa, come, ad esempio, Ia disposizione di
un' anima o di un corpo, e nemmeno il fatto che l' anima sia di questo o
in quest'altro, ma soltanto ci Ia cui esistenza deriva esclusivamente
dalia reIazione, esistenza non dei soggetti ma quella che viene enuncia ta
ome reIativa: per esempio, il doppio riportato alia met non
onferisce realt n [30J al bicubito o, ingenerale, al due, n aI cubito
o, in generale, ali 'uno; essi esistono gi, ma per illoro rapporto-essendo
ssi due e uno -, il primo pua essere chiamato ed essere realmente
doppio e l' uno essere chiamato ed essere realmente met. E cosi
questi due fanno nascere da s un nuovo essere doppio e met, i
quali sono nati per illoro reciproco rapporto, [35J in quanto il doppio
upera Ia met e Ia met ne viene superata; sicch non e possibile che
l'uno esista prima e I'altro dopo, ma vengono insieme all'esistenza'". E
ontinuano ad esserlo? NeI caso dei padre e dei figlio e in altri casi simili,
il figlio resta figlio anche dopo Ia morte dei padre, [40 J e il fratello resta
ratello anche dopo Ia morte dei fratello: infatti noi diciamo che egli
omiglia al morto,
H. [Ancora sul relativo I
Noi per in questo m do abbiamo fatto una digressione; ma d'ora
in poi dovremo cercare p rch Ia cosa non vada alIa stessa maniera nei
casi precedenti.
Se questo essere con i I n lIa reciproca reIazione, ci dican e i
quale realt com une esso p
cgga. Che sia qualcosa di corpor
n ne
possibile; perci resta ch ia, 151 poich esiste realmente, qual
a di
mcorporeo, e aliora sar in si o fuori di essi. Se il rapp rto , .mpre
11 medesimo, e sinonimo, ma se muta a seconda dei asi,'
m nimo,
I'oich non basta chiamarlo rapporto per designar' unu med sima
s enza. Forse bisogna distinguere i rapporti ne1 m ) 10 gu nte: certe
\ ose sono fra loro in un rapporto inattivo; n i I ) 11l .mpliamo [lOJ
uell'atto stesso in cui si realizza; altre invece n in rupp no fra loro a
972
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I NNEADI, VI 1,910
975
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Se dunque si ammette l'unit generica dei rapporto dei relativo
ome un'idea, ci sar in tutti i casi un genere unico e un' esistenza unica,
I he e una forma razionale; ma se le forme razionali sono contrapposte
posseggono le differenze gi segnalate, forse i relativi non costituirann un unico genere, e tuttavia li si riduce tutti a qualcosa di simile [30]
li un'unica categoria.
Pur ammettendo che sia possibile ricondurre tutti i casi esaminati a
un'unit, sarebbe tuttavia impossibile fondere in un solo genere tutti i
asi che i nostri avversari pongono sotto Ia medesima categoria. Essi
inoltre raggruppano insieme le negazioni dei relativi e tutto cio che
deriva da essi, come Ia doppiezza e [35] il doppio". Ma come alIora un
unico genere pu contenere Ia cosa stessa e Ia sua negazione, il doppio
il non-doppio, il relativo e I'irrelativo? E come se, una volta precisato
I1 genere vivente, gli si ponesse insieme anche il non-vivente. E poi,
I doppiezza e il doppio sono come Ia bianchezza e il bianco, ma non
ono l'identico.
976
977
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F rse le qualit
978
PLOII
979
I NNEADI, VI 1, 1011
Ma, ancora una volta, che cosa sono le forze? Chi e pugile per natura,
tale per una sua predisposizione; ed e cosl anche di chi e incapace di
L,re qualcosa; in generale, Ia qualit e un'impronta che non e propria di
IIn'essenza: [55 J e un contributo che una stessa fonte si compiace di dare
rll'essenza e alia non-essenza, come, ad esempio, il calore, Ia bianchezza,
rl colore in genere. Cio che appartiene veramente ali' essenza e una cosa
I)cn diversa, e come il suo atto, mentre invece quel contributo e cosa
condaria e deriva da cio che e primo ed e come una cosa che e in
un'altra, una immagine di cio che e primo e simile ad esso.
Ma se Ia qualit corrisponde alia conformazione, alia caratteristica
alia forma razionale, [60J che diremo di cio che corrisponde all'impotenza e alia bruttezza? Dobbiamo dire che si tratta di ragioni imperfette,
ome Ia bruttezza. E nella malattia, come va intesa Ia forma razionale?
Anche qui Ia forma razionale c', ed e quella della sanit, ma e sconvolta.
Forse non tutte le qualit consisto no nella forma razionale, ma basta
lhe l' elemento comune, che consiste in questa o quella predisposizione,
ia fuori dell'essenza; e cosi, cio chevien dopo l'essenza [65J e Ia qualit
del soggetto. Quanto ai triangolo, esso e Ia qualit dei soggetto in cui
sso e; non intendo il triangolo puro e semplice, ma quello che e in un
soggetto e in quanto gli ha dato questa forma. Ma anche Ia umanit - si
obietter - ha dato forma all'uorno. No, rispondo, gli ha dato Ia sua
ssenza.
11. [Qua!it e forma; classificazione delle qualit]
Ma, se e cosi, perch tante specie di qualit? e perch gli stati e le
disposizioni sarebbero qualcosa di diverso? Che una qualit sia stabile
o meno, non crea diffico!t; comunque si presenti una disposizione", e
sufficiente per qualificare una cosa, mentre Ia sua persistenza e solo
un'aggiunta estrinseca {57 alia qualit, ameno che non si dica che le
disposizioni sono - come dire? - forme imperfette e gli stati forme
perfette. Ma se sono im] erfette, non sono ancora qualit: se sono gi
qualit, Ia persistenza e ltanto un'aggiunta.
E come le forze fisich ono un'altra specie di qualit"? Se esse n(
qualit in quanto sono f rz ,non e vero, [IOJ come si e detro", h 1.,
forza appartenga a tutte I . qualir; ma se affermiamo che il pUllilc' p .,
natura ha questa qualit p 'I una predisposizione, l'aggiung rvi L, /01 zn
non serve a nulla, poich Ia forzu e gi implicita nel compOII.III1Cllt).1~
poi, perch il pugile forte p r natura dovr distinguersi, p I '1,,1111[\, da
quello che e diventato tale p r apprendimento? Non ' IlIcunn diff I .nza fra di loro, se l'uno diventato pugile con l' ,( I 1110 l' ultr 10
/15] per natura: Ia differenza e solo estrinseca.
Ma qual e Ia differenza quanto all'idea st S.I d I pupllal?
come
t le qualit
derivassero in parte da una pa ione, 111parte no; <Ia
980
PL TINI'
981
I NNEADI, VI I, 1112
differenza> non consiste certo ne11asua origine ma, secondo me, ne11a
Irasrnissione e ne11avariet della qualit stessa.
Si potrebbe fare anche questa ricerca: perch si devono mettere [20]
nel medesimo genere le qualit se derivano da una passione e se si
esprimono in parte in un modo e in parte in un altro? E poi, se le une
i fondassero sulla loro origine e le altre sull'azione, avrebbero in
rornune soltanto il nome",
E che cos' Ia forma che e in ogni cosa? Se e Ia forma specifica
prpria di ogni cosa, essa non qualit; ma se ci che vien dopo Ia
forma specifica del substrato, come il be110 e il brutto, allora giusto
hiamarla qualit.
Quanto al ruvido e al liscio, aI raro e al denso, [25] e giusto chiamarli
qualit? Il raro, il denso e il ruvido non derivano dalla distanza e dalla
vicinanza reciproca delle parti, e nemmeno dall'anormalit della posizione e della superficie; ma se derivano anche da questi fattori, nulla
irnpedisce che siano anche qualit", Quanto al leggero e al pesante, e
ufficiente studiarli per sapere dove [30] si debba collocarli, Sul legero esiste un certo equivoco, qualora non 10 si riferisca al pi e aI meno
dei peso; e cosi si dica anche del magro e del sottile, che si collocano
In un genere diverso dai quattro.
982
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984
985
ieri, domani, un anno fa e consimili sono parti deI tempo",
rch non collocheremo anche queste dove si pone il tempo? Infatti
nche i termini era, e e sar, che sono specie deI tempo", sono
iustamente [5] ordinati l dov' il tempo. Si dice per che il tempo
rppartiene al quanto; ma allora perch e necessaria un'altra categoria~? Ma se si affermi che era e sar non sono soltanto tempo ome pure ieri e un anno fa, che rientrano nell' era e all' era
levono essere subordina ti - e che non sono soltanto tempo dell' ora,
ma tempo deI quando [10], bisogna anzitutto rispondere che se il
quando appartiene al tempo, esso veramente tempo; e poi, se ieri
tempo passato, esso dev'essere qualcosa di composto, qualora il
passato sia una cosa e il tempo un'altra: cio due categorie e non una
emplicemente.
Ma se essi dicono che il quando e cio che e neI tempo e non
tempo, il dire cio che e neI tempo vuol significare, [15] per
empio, che Socrate un anno fa esisteva, e allora Socrate viene dal di
fuori ed essi non dicono nu11adi unitario. Ma Socrate e Ia sua azione
ono in questo tempo, che altro vuol dire se non che essi sono in una
parte deI tempo? Oppure essi dicono parte deI tempo e, poich si
tratta di una parte, intendono che non si dica semplicemente tempo,
[20] e allora complicano le cose e aggiungono anche Ia parte, Ia quale,
in quanto parte, e un reIativo. E il passato, che vi e implcito, che altro
pu essere per loro se non una cosa identica all'era, vale a dire una
specie deI tempo? Ma se essi diranno che era e indefinito, mentre
ieri e un anno fa sono definiti, noi ci chiederemo anzitutto dove
dobbiamo sistemare questo era; e poi ieri e [25] un era definito,
e perci ieri e un tempo definito; perci, se il tempo e un quanto,
ciascuno dei suoi momenti sar un quanto determinato. Se poi, quando
dicono ieri, intendono che cio accadde in un determinato tempo
passa to, vengono ad ammettere molte pi cose; e finalmente, quando si
venga a porre una cosa in un'altra, si devono introdurre [30] nuove
categorie: come qui, quando diciamo cio che e neI tempo, noi
poniamo una cosa in un' altra e cosi scopriamo parecchie categorie. Ma
ne parleremo chiarament in cio che segue a proposito deI dove.
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rispondere {5] che le cose relative sono generate dai rapporto, ma non
perch una cosa sia posta in rapporto con un'altra'"; laddove c' una
osa esistente, sia che appartenga a un'altra sia che si trovi in rapporto
on un' altra, essa continua a possedere Ia sua natura avuta prima della
relazione. Ora l' atto e il movimento, anche se sono il comportamento di
un' aItra cosa, non cessano di essere cio che sono prima di ogni relazione
110] e di essere pensati per se stessi; altrimenti, in tal modo, ogni cosa
arebbe relazione, poich qualsiasi cosa pu essere sempre in relazione
on qualsiasi altra, come avviene anche dell' anima. E perch infatti
I'agire e l' azione non dovrebbero rifarsi, anch' essi, ai relativo, dato che
ono sempre o movimento o atto? Ma se essi ricondurranno I'azione ai
relativo {15] e faranno dell'agire un genere a s, perch allora non
ricondurranno ai relativo anche il movimento e non considereranno
I'esser mosso come un genere unico? Perch non divideranno I'essere
mosso, che e uno, in due specie, quella dell'agire e quella dei patire,
invece di ammettere, come fanno ora, due generi distinti, quello
dell'agire e quello dei patire'"?
18. [L'azione e il movimento]
Dobbiamo esaminare ancora se essi nell'agire distinguano gli atti e
i movimenti e affermino che gli atti sono improvvisi e che i movimenti
iano come il tagliare che si com pie nel ternpo'; oppure se debbano
essere tutti movimenti o congiunti col movimento; {5] se le azioni siano
tutte relative ai patire, o se ce ne siano aIcune di sciolte, come camminare
e parlare; se quelle relative ai patire siano tutte movimenti, ele sciolte,
invece, atti; e se in quelle e in queste ci siano el'atto e il movimento. Nel
camminare, che e sciolto, essi potrebbero ammettere un movimento, e
nel pensare, che non implica {10] alcun paziente, un atto; cosi io penso.
Oppure bisogna riconoscere che n il pensare n il camminare sono un
agire. Ma se queste cose non rientrano nell'agire, ci dicano dove
rientrano. Ma forse il pensare e relativo ai pensato come l' atto dei
pensare'", o come l'atto d I percepire e relativo ai percepito; ora, s
l'atto dei percepire e relativ ai percepito, perch (15] il percepire n n
deve pi riferirsi ai percepito>
Anche Ia sensazione, h implica un rapporto con un'altra
SI,
certamente in rapporto c 11 que ta cosa, ma, ai di fuori di Illl' 1)
rapporto, essa possiede quul ()S:I, io l'essere atto o passione. S
dunque Ia passione e tale inclip mdentemente dai fatto ch (' 1 ippur
tienea un soggettoed e prodoua da un soggetto, anche l'nuo
1'11I1
a
rl'altro. Ma anche il camminare, che implica I'appiu 1 11 I1ZU :I un
oggetto {20] <nonch ai suoi piedi>70 ed una causa, 111I I 1 \lI opri 'I di
es ere un movimento.
Dunque, anche il pensiero, oltre ad essere un r 1111 ivo, 1111 Ia pr prietu di essere movimento o atto.
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l'ugire e accidentale e l'atto e anch'esso accid I tulc, 1>01 h - n n mirava
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NNEADI, VI 1,22-24
1001
I ciar tracce; anche degli esseri inanirnati diciamo che agiscono, come
Ii( iamo, ad esernpio, che il fuoco riscalda e che Ia medicina ha avuto il
110 effetto. Ma su questo s' parlato abbastanza,
. r L'auere]
Ma, riguardo ali' avere", se l' avere si prende in pi sensi, perch non
Iportererno tutti i modi dell'avere a questa categoria? Vi si riporter
n he Ia quantit perch ha grandezza, e Ia qualit perch ha
olore, e il padre - e simili - perch [5] ha un figlio, e il figlio perch
ha il padre e, in generale, tutte le cose che indicano possesso, Se si
I nno rientrare le altre cose nelle categorie gi viste e si mettono nella
tegoria dell'avere solo le armi, [e calzature e tutto cio che riguarda il
orpo, bisogna anzitutto domandarsi perch. E poi, perch chi possiede
neste cose ne fa una categoria a s, mentre chi brucia, taglia, sotterra,
l' rde, non ne fa un'altra o molte altre? [1OJ Se e perch queste cose si
indossano, aliora ci sar un' altra categoria per il mantello che si trovi sul
I ll078, o se uno sia 11tutto ravvolto.
Ma se l' avere si intende come possesso e comportamento,
e
idente che anche tutte le altre cose che significano l' avere vanno
iportate ai comportamento,
ovunque esso sia; poich allora non ci
ranno pi differenze su cio che si possiede. [15]
Ma se non si deve dire aver qualit poich si e gi detto fin troppo
Iicendo qualit, allora nemmeno dovremmo dire aver quantit,
oich basta Ia categoria della quantit, o aver parti poich cosi si
fferma Ia categoria dell'essenza; perch alIora dovrebbe valere come
tegoria aver le arrni, una volta che si e gi I'essenza nella quale esse
icntrano? Calzari e armi, infatti, sono essenza. Ma come, in generale,
I' spressione costui ha le sue armi e semplice e designa una sola
ategoria? Essa [20] vuol dire semplicemente essere armato! E poi,
nesta espressione vale soltanto per un vivente o anche per una statua
he sia armata? Perch, in ciascuno dei due casi, avere ha un senso
iverso e soltanto Ia parola e in com une; anche Ia espressione si '
Izato non ha nei due ca i 10 stesso significato. E finalmente, cio ch si
I contra in pochi casi com' pua avere, logicamente, una nuova cal 'g<>
i?
4, [I I giacere]
Quanto ai giacere, anch'esso si applica a pochi casi, (0111"
re
ricato ed essere seduto; eppure il giacere non si di' d I 010"1, ma si
III essi giacciono in un certo modo e egli Hi Il
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ti -ggiamento. Anche l'atteggiamento e gi una
11 dlv I u; poi, se
11 incere vuol dire soltanto che [5] uno si trova in un I\lo/, , una volta
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iltre cose, quando il substrato e unico
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I NNEADI, VI 1,26-27
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NNEADI, VI 1.27-28
PLOTlNCI
1010
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1011
1NNEADI, VI 1,2829
mgola cosa che in esso; ma se il mondo fosse l' essere totale, come
porrebbe il substrato, che e non-essere, fargli da supporto? Ma Ia cosa
1'111 sorprendente
di tutte e che essi, con quella loro fiducia nella
ensazione in tutti i carnpi, ammettano come essere cio che Ia sensazione
non pu percepire: [20] non e giusto infatti che gli attribuiscano Ia
r . istenza?', poich Ia resistenza e qualit. Se dicono di coglierlo con
l'intelligenza, davvero strana questa intelligenza che colloca Ia materia
,rima di s e le attribuisce quell'essere che non ha dato a se stessa,
rci, se per loro I'intelligenza non esiste affatto, come potr essere
I gna di fede quando si pronuncia su cose che le sono superiori e con
I quali non ha nessuna affmit? [25]
Ma su questa natura e sui substrati ho parlato abbastanza anche
Itrove92.
PLO'IINII
1012
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Tols iTlS' EXOOOl, Kal ETl T IlEV rroi rrepl ~v T}ViTlS' EX0V111
T t8llS' S iTWS ExoVTa rrepl T rroui. 'A TWV iTOlWV a'11l1
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T}V aUTols avaTpXEl Kat rrepl ~v T}V EaTal. TI6is SE: ~v 1I
iTlS' EXOV iTofls [10J 8lacj>ops E:v aiJToLS O<Tr)S; TI6is yp I'
Tpl iTT}XIJxal TO EIJKOVds EV, TOU IlEv iTOOOU, TOU 8E iTOlOU OVT(
TI6is SE: TO iTOTE Kat TO iTOU; TI6is SE: >.ws iTlS' EXOVTa TO X
Kal TO iTpOOl Kal TO EV AIJKll+J Kat 'AKa8T}lllq; Knl >.ws 11Wsb xp6vos iTlS' EXWV; Ore yp aiJTOs ore T E:v [15J aT!> 11
xp6VI+J, ore T EV TiP TiTl+Jore b TiTOS.
SE: iTOlELV iTWs 111.
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>.ws ou iTlS', a>..M iTOlWV uvov Kat b iTaxwv ou iTlS' EXWV,
llv iTlS' iTaxwv T1 >.ws iTaxwv [oTlS'l". WI alS' 8' v 1161'111
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1013
I NNEADI, VI 1,29-30
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1014
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I NNEADI, VI 1,30
1015
1017
1016
VI2 (43) I GENERI DELL'ESSERE 11
1.
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2.
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Dopo aver fatto le nostre considerazioni 97 sulle cosiddette dieci caIl'gorie e aver parlato anche di coloro che rducono tutte le cose a un
cnere unico e ammettono, quali specie di questo genere unco, quattro
rutegorie'", siamo portat a dire quelIa che e Ia nostra opinione [5J su
[uesti problemi cercando di rcondurla al pensiero di Platone.
Se era necessaro stabilire l'unit dell'essere, non ci sarebbe stato
hisogno di porre le seguent questioni: se vi sia un unico genere sopra
uuti gl altri; se vi siano gener che non cadono sotto un genere unico;
sia necessario ammettere dei prncipi e se i principi siano anche gener
igeneri anche prncipi o se i prncipi siano tuttigener [10J ma i generi,
tnvece, non siano prncipi o vceversa, o se, in ambedue i casi, soltanto
I uni principi siano generi e soltanto alcuni gener siano principi, se nei
primi tutt gli uni siano equivalent agli altri, mentre nei secondi solo
I uni equivalgano agli altr.
Ma poich noi affermiamo che I'essere non e uno (Platone"? e altri
ti hanno detto il perch), si rendeforse necessario [15 J esaminare quest
problemi e vedere anzitutto quant e qual siano i generi delI'essere.
Poich I'indagine verte sulI'essere o sugl esseri, bisogna anztutto
I re, da noi stessi, le seguent distinzioni: come nointendiamo I'essere
111 quale giustamente facciamo ora Ia ricerca"? e cosa pensino gli altri
I Il'essere [20J che noi invece chiamiarno divenire, in quanto esso
non e affatto essere in nessun modo'?'. E necessario pensare queste cose
paratel'una dall' altra e non come se un genere, il qualcosa, si divida
111 esse, e non credere che Platone abbia fatto cosi. E ridicolo porre in
11110 stesso genere l' essere e il non-essere, come se si ponesse nelIo stesso
enere Socrate [25J e il suo rtratto. Qui dividerev'P vuol dire delimitare e mettere a parte; vuol dire affermare che cio che appare com
sere non e essere, dmostrando a loro che il vero essere e tutt' ali I li.
I' rci <Platone>'?' ,aggiungendo sempre aIl' essere, fa capire ( 11
I' ssere dev'esser taIe da non mentire mai [30J nella sua naturu, Ed
[uesto I'essere di cui parliarno ed e su questo, in quanto non (1110, (li
rte Ia nostra indagine. Soltanto pi tardi 104, se ci sembrer n ('
11 io,
,lIr mo quaIcosa dei divenire, di ci che diviene e dei m ndo cn ibil .
. I L'Essere e uno-molti]
Poich dunque, secondo il nostro pensier
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un quaIche numero, o
e infinito?
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1018
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I NNEADI, VI 2, 2
1019
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SE ots atTlOV awapl8lJ..ELTal, WS aUTO TO T'VOS KaL T aa <Pc I
-KaL EaTl [15] Blcpopa T <Pe-fls TTpOs aUT6, KaL ou KaTT)T'OpE1rtil
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1021
I NNEADI, VI 2, 2->
e ai di l dei generi]
Noi affermiamo dunque che i generi sono molti e che sono molti non
derivano dal!'Uno! Certamente dall'Uno; per, se
'unit non e predicabile di essi, nelloro essere, nulla impedisce che
l iascuno, non essendo eguale all' altro nella specie, sia un genere a s.
Cio, [5] quest'Uno, che e esteriore ai generi che ne derivano, e
dunque Ia causa ma non il predicato degli altri generi nella loro essenza?
Si, Egli e fuori: l'Uno e al di l e perci non pu essere messo nel
numero dei generi, poich i generi che, in quanto generi, sono eguali fra
loro, esistono per Lui.
E perch mai l'Uno non andrebbe messo nelloro numero? (10]
E perch noi indaghiamo sugli esseri, non su cio che e al di l.
Si, per Lui e cosi; ma allora cos' l'uno che viene annoverato fra i
generi? Ci si meraviglia infatti che l'Uno sia da mettere nel num ro delle
ose causa te.
Sarebbe assurdo che cadano sotto uno stesso genere qu 110 e queste;
ma se il causante sia messo nel numero dei causati, cosi ch il genere stia
per s e le altre cose vengano dopo e ci sia [15] una b lia differenza fra
quello ele cose che vengono dopo ed esso non sia pr di at di esse come
genere o come qualcosa d'altro, allora necessari
h anche le cose
causate siano generi ed abbiano qualcosa d' alt r
tto di s. Se tu
produci il camminare, non per questo tu sei il ner daI quale dipende
quel camminare; se anche non ci fosse nulla prim , quale suo genere, ma
vi fossero invece delle cose subordinare, (20/ lJora il camminare sarebbe il genere fra le cose reali.
Ma forse si potrebbe anche dir ch l'Uno non sia causa delle altre
cose, le quali, invece, sarebbero u parti, ,per cosi dire, suoi elementi
e formerebbero nelloro insiem un'uni a natura, spezzata soltamo dai
nostri pensieri, mentre, per Ia SUl1 m rnvigliosa potenza, esso ' Uno-inTutto che si manifesta come molteplicit e [25] divenra m It plicit
quando - diciamo cos1- si metta in movimento; e I'esparn i n della sua
natura Ia quale fa sl che l'Uno non sia pi uno, e n i, da parte nostra,
tiriamo fuori, per dir cosi, delle parti di Lui e di das una di esse
lacciamo un'unit ele diamo il nome di genere; e poich ~non sappiamo
di non averlo visto tutto insieme, 10 presentiamo un p zzo dopo l' altro
)r caso: perci
1022
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I NNEADI, VI 2, 3-4
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1025
ENNEADI, VI 2, 46
5. [Il corpo
e molteplicit]
6. [L'Anima, contemplandost,
l/a
molteplice]
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1027
I NNEADI, VI 2, 67
1028
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1029
I NNEADI, VI 2, 7-8
1030
PLOTIN(I
1031
"NNEADI, VI 2, 8
1032
PLOII
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I',NNEADI. VI 2. 8-9
1033
e genere]
Che questi siano generi primi si pu provare con i presenti argomenti e forse con altri ancora; ma che siano questi soltanto e non ce ne siano
ltri, come potremo esserne sicuri? Perch non vi aggiungiamo anche
l'uno? e non vi aggiungiamo Ia quantit e Ia qualit e Ia relazione [5] e gli altri generi che altri filosofi'24 hanno gi enumera to?
Quanto all'uno, se si tratta dell'Uno assoluto, ai quale non
ppartiene nulla'P, n anima n intelligenza n altra cosa, esso non e
predicato di nulla e perci non e generc'". Ma se si tratta dell'uno che
ppartiene all' essere, de1l'uno che noi chiamiamo I'uno che e, questo
non e affatto l'Uno primo. E poi, se esso e indifferenziato, [10} come
potrebbe produrre delle specie? Come infatti potresti dividerlo? Ma se
10 dividi, 10 renderai molteplice; e cos l'Uno sarebbe rnolteplicit e
distrugger se stesso se volesse essere genere. E poi tu dovrai aggiungervi qualcosa quando 10 dividi in specie, poich nell'Uno non ci
ono differer.ze come ce ne sono nell'essere. [15} La nostra intelIigenza
mmette che nell' essere ci sono differenze, ma nell'Uno come potrebbe
mmetterle? E poi, ogni volta che aggiungi una differenza, tu poni una
dualit e cosi distruggi l'Uno, poich, in general e, quando si aggiunge
un'unit si distrugge Ia quantit di prima.
Ma se si obietter che l'uno nell' essere e l'uno nel movimento siano
comuni anche agli altri generi, identificando cosl l'essere e {20} l'uno,
noi ris ponderemo che, come ne1 nostro discorso noi non facevamo
deIl'essere un genere dcgli altri generi, poich essi non sono propriamente esseri ma 10son in un altro sen o, cosi neppure l'uno e com une
IId essi, ma c' un un > in senso riginario e un uno in un senso
diverso!". Se poi si afe 'uni ch l'Uno non sia il genere di tutti i gen ri
ma soltanto un gener , ',proprio
come tutti gli alrri, allora
i
identifica con questo gen .re l'essere e l'uno e, poich l'esser 'gi
nnoverato [25] fra i g 11" i, i inu duce una parola vuota; ppure, i
distingue l'uno dall'alut t' i 11'1) a a una certa natura,
ali ra e si
ggiunge qualcosa, si pr rlu d. un erto uno128; e se n n i ug runge
nulla, si paria nuovamente di u lI'Uno che non pu' S I pr dieato
.Ii nulla.
Ma se si vuol pari are dell'uno che appartiene r 11'
1',11 idiremo"?
,1I0ra che non si tratta dell'uno originario.E h
1 irnp di ce che
questo uno sia in senso originario, qualorn i [n i, I trazione [JO}
1034
PL TINII
10. TIwS' otJv EKaaTov TOU OVTOS' EV; ~H Tij'i TL ~v OUX lI'
-lTo yp ,;Sl1 Tij'i TL EV -' llwVIlWS ~V EKaaTov TWV d8Wv
TO yp EtSos lTil60S'. WaTE ~V E-VTaOOa Ws- aTpaTOs- il Xops-.
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E6EWpELTO E-V Tij'i OVTL Kal TOLS' TL OVaL TO aUT6. "OaTE OU yv
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Ka6' OU SE- lTaVTOs- OVTOS' 116E1JETaL TO ~V Kal T VTLKElIlEVO
[Ka6' OU l16EooETaL TO ~V Ws- yvOS'l. KaT TOVrOU EaTaL oux
yVOS'. "OaTE [IOJ OVrE TWV lTpWTWV yEVWV 116EOOETaL Ws- y VQS',
ElTEllTEp Kal TO ~V OV OU llov ~V il lTo O TL TWV aLu11
yEVWV olTws ~V Ws- 111) lTO.. OVrE KaT TWV awv TWV OOTPWII
li lTVTWS lTO.. To S' ISov yvOS' oUBE-v EV' WaTE. sl TO ~V yVQS',
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yEv61lEVOV yvOS'. "ETL TO ~V pL61lij'i EV' el yp yvn EV. OU KUpL
EV. "ETL WalTEp EV TOLS' pL61l0LS' TO ~V OUX Ws- yvOS' KaT' aVTWv,
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IlE-V YETaL. OU yvoS' SE yETaL. oVrWS oUS' cl
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oVrE TWV lTVTWV. [20J "ETL WalTEp TO lTouv pxTl IlE-V v Elll
TOU oux lTou. OU Il1)V TOVrOU xcl yvOS' -lTouv
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1035
10. [L'Uno
e principio
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1036
PL 'IINII
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KaL ElTL TOU VS, el TO gv pX1, OUK lo rn
TWV ~T' aJTo yVOS, "EC7Tal OW ore TOU VTOS ore TWV dl'II'
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WalTEp clOIJ lTpOs clO VTOS 8la<f>op; 'A' sl OIJ~~Epl,Tal
VTl KaL Tii ool, KaL TO V Ti> ~Eplo~i> [JOJ KaL Ti> EV lTO.o
6E:WpE1oOaL TO aJTo yVOS, 8l rt OU KaL TO gv TooafITa <1>aLv6~ VOI
ou 1 OUoLa KaL ElTL T toa ~Epl,6~EVOV oJK av L11 yvos; "11
lTpWTOV OK vYKTJ. L Tl EV\JlTpXEL lTo01S, yvos EtVaL Oln
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1I:
1037
e uno
1038
PL 1I
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K,.
E vrn,
~NNEADI,
VI 2, 11
1039
JIUOanche accadere; ma non [15] si pUO dire che una cosa sia una in
uanto e ente; aI contrario, e possibile che una cosa, pur non essendo
nte in grado minore, abbia invece meno unit: un esereito o un coro,
d esempio, non hanno meno essere di una casa, hanno per meno
unit.
Sembra perci che l'uno che e in ogni cosa guardi soprattutto aI
ne; quanto pi essa raggiunge il Bene, tanto pi e una, e proprio in
uesto bene consiste Ia sua maggiore o minore unit. Ogni cosa infatti
non vuole essere cosi com' e [20] semplicemente, ma vuol essere insieme
01 Bene. Per questa ragione, ci che non e uno s'affretta, per quanto
pu, a diventare uno; le cose naturali che per natura convergono verso
un unico centro, desiderano unirsi a se stesse, poich le singole cose non
ercano di allontanarsi I'una dalI'altra, ma tendono l'una verso l'altra e
iascuna verso se stessa; anche le anime desiderano tutte di andare verso
l'Uno secondo Ia loro propria [25] essenza; per esse l'Uno e da ambo i
lati: Egli e cio illoro punto di partenza e Ia loro meta, perch dall'Uno
hanno Ia loro origine e tendono alI'Uno.
E cOSI anche del Bene.
Non esiste nelIa realt alcuna cosa - e se pure ei fosse, non persisterebbe -Ia quale non abbia questa tendenza alI'Uno. Le cose naturali
ono cOSI;ma anche nelle arti elo stesso: [30] ognuna di esse conduce
modo suo ogni sua opera verso questo uno dentro i limiti del suo
potere e per quanto l' opera stessa 10 permette. Ma l'Essere, che fra tutte
le cose e aI grado pi alto, 10 raggiunge poich gli e vicino. Le altre cose
ono chiamate semplicemente colloro nome, per esempio uomo; e se
noi dieiamo un uomo per contrapporlo a due, e se noi indichiamo
Iasua unit in un senso diverso, [J 5] 10 faceiamo mediante un' aggiunta.
Ma quando parliamo dell'Essere, noi dieiamo soltanto uno che em e
on uno vogliamo indicare Ia sua intima affinit col Bene. Cosi, anche
per I'Essere, I'Uno e principio e fine, ma non alIo stesso modo delle alrre
ose, ma in modo ben diverso; e perc anche il prima e il poi in esso
uno, e quindi esso nell'Uno.
Cos' dunque [40] l'uno che e in esso? Non e esso eguale in tutte J
ue parti e non e forse onsiderato come un elemento comun ?
Anzitutto, anche nelle lin e il punto e un elemento comune, eppur n( n
genere delle linee, e anche nei numeri I'uno, che e elemento c mune,
non e affatto genere: poichl'uno che e nell'Uno non e idenri o rll'un
he e nell'l, nel 2 [45] e negli altri numeri. E poi, nulJa im] 11 h
Inche nell'essere ci siano termini anteriori e posteri 11, ~ mpli i
r omposti; se questo uno e identico in tutti i t rrnim ti 11' S5 re,
1',1.senza in esso di differenze non pu dar luogo a . p x it; s n n pu
,I.,r luogo a specie, nemmeno pu essere gener .
1040
PWII
r, ,
'w'"
1041
I NNEADI, VI 2,12-13
e uno,
tende ai Bene]
Basti cosi.
,
.
Ma come pu essere un bene per i numeri, che sono cose I?aOlmate,
ere ciascuno un uno? Questo problema, veramente, e comun~
.
1
nche alle altre cose inanimate. Ma se qu al cuno 136 dircesse c h e 1?umer.
n esistono affatto, diremo che noi parliam~ soltanto. degli essen
nsiderati, ciascuno, come unit. [5J E se chiedessero 10 che senso
I punto partecipi del Bene? Ecco: se intendono p~rlare del pu~to come
I le, come di una cosa inanimata, allora Ia ques~lone non e diversa da
uella che tratta di altre cose analoghe; ma se intendono parlare del
punro che e in altre cose, come, per esempio, nel cerchio, il bene del
rchio e bene anche per esso, e Ia sua tendenza e verso questo ~ene ed
so si affretta, secondo le sue possibilit, per mezzo del cerchio, [10]
s.
Ma come esistono questi generi? Forse che essi sono e cose smgo e,
ln porzioni?
. .,
No, il genere esiste intero in ciascuna delle cose di CUle genere.
E come persiste nella sua unit?
.. ,
Esso e una unit generica, cio e tutt'intero nella molteplicit.
E forse soltanto nelle cose che ne partecipano?
No, esso e in s e insieme nelle cose che ne sono partecipi. Ma forse
uesto sar chiarito meglio pi tardi'".
13. [ll quanto e il quale non sono generi primi]
Ed ora domandiamoci perch Ia quantit e Ia qualit)~ no?
rientrino fra i generi primi. La quantit non e .genere ~~m~ gli altri,
rch gli altri sono in ieme con l'ess~re. ~ movImento.e lOs1e~e co~
ressere perch e Ia sua vita; [5] anche il ~<r~pos~,app~rt1e?~ all es~e~e,
ncor pi uniti gli sono I'alterit e I lde~tlta~), sl~che e po~slbil~
vederli insieme. Ma il numero viene dopo d essi e di se stesso: infatti
I numeri posteriori ven
no dopo ~uelli ~nteri~ri;.essi s~~uono ~'uno
l'altro e i posteriori s n compres 1negl~ an~er~or1:p'er~lOJIO] il nu
mero non pu essere c Hiato fra i genen pnrm; anzr, Cl SI doman Ia
ddirittura se sia un gen'l .
.
.
La grandezza, poi, m r pi posteriore e co~p~sta, P I h.. 111
sa c' gi un numero; e p li ' Ia Iin a, e son due, e ~01c e Ia 1I1 di .Ie:
on tre. Se dunque an h 11I r mclezza continua nene Ia 111 [unnut a
dlll numero e se il numero non g nere, c~~~ [15] pOI r 1>1 S8 r.lo Ia
randezza? E poi, anche nelle grandezze c e I anten I . li p t nore.
M" se a questi e comune I'essere-quantit, bisogna ,v d 'I ('h
sa ess~
I1 e, una volta scoperto, farne un genere p
I 11)1 ,11 n p rIo fra 1
1" imi; e se non rientra fra i generi primi, bis n I ri n lurl a qualcuno
1042
1043
I NNEADI, VI 2, 1315
e,
e l'essenza stessa]
Come possono dunque gli altri quattro generi portare l'essere alIa
1044
PL 11 I
ooolav KalrrooT)v
T'VT) ou lTpG)TCt
I NNEADI, VI 2, 15-16
\I
1045
1046
PLOTINII
1047
ENNEADI. VI 2.1718
e movimento
e riposo]
1048
PL011NCI
xal aiml
ENNEADI, VI 2,1819
1049
1050
rI.() /I
~
T~V
au VEprElQ: ~ev
eloi, Bw~Et Be TO OOV. Ka6000v ~ev 'YC~I'
TOUT?
~':OVTal elou-, VEprElq. elolv KElVO
rOVTat D fi
v rEVEt EKEtVO, [25] Buv~Et KElVO."O B' au,
~ev rvos 8va~1I
TTvTWV TWV TT'aUTO d8wv
Kal ou&v
VEprElq. KElV~V tl
rrdvm EV aUT4) 'I1auxa'
8e o an TTpOTWV dBWv EVEPrEl~ T(II'
ou, Ka~K:ra:~. El Si], E~TTEPVEprElq. EaOVTat 01 v E'C&l: ~I'
TT aUTOU EVEprEtaV ul nav rl rVEa6at.
rrw~
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ouv ~VWV aUTOs EV T4) r4> T v ~pEl rrot I,
TOUTO Se TaUTOV lTWS EK TWV TETTpwv EKElVWV T Er~ IJ t
1051
, NNEADI, VI 2, 20-21
li, / L'lntelligenza
11
l. [L'attivit dell'lntelligcnza]
Come pu dunque l'Intelligenza, ,pur riman 1\ 10 1IIH1 n l1a sua
produrrele cose particolari? Elo stesso h (Iolllunclarsi come
"ui quattro generi!" proceda il cosiddetto s g\lit > I 11 specie.
Guarda in questa grande e meravigliosa Int 111g Il;-;U, he non ha
Iruttura,
1052
PLonNl1
i\
INNEADI.
1053
VI 2. 21
1054
PLII
ov
I NNEADI,
VI 2, 21-22
1055
1056
PLOTIN(
To
1057
LNNEADI, VI 2, 22
riconduciamo all'unit, [20] rientrano nel numero. L'Intelligenza contiene dunque anche cio che viene dopo di essa, cio l' Anima; e perci
Inche I'Anima rientra nel numero sino ai suo ultimo limite: quellimite
he e orrnai, da ogni punto di vista, infinito.
Un'intelligenza cosi concepita, bench contenga in s tutte le cose
c sia totale, e una parte, ele intelligenze che sono parti dell'Intelligenza
universale esistono [25] in atto perch sono sue parti!": ma l'anima e
parte della parte, in quanto e atto che sorge da essa: poich l'Intelligenza
rivolge talvolta nel suo intimo Ia propria attivit, e da questo nascono le
ltre intelligenze; talvolta Ia rivolge fuori di s, e allora nasce I'Anima.
Quando poi I'Anima svolge Ia sua attivit come genere e come
pecie, le altre anime sono le sue specie, ed anche queste hanno una
doppia attivit: [30] l'anima che si volge verso l'alto e intelligenza;
quella che si volge verso il basso e il complesso delle sue potenze che
variano a seconda ddla sua discesa. L'ultima potenza
gi a contatto
eon Ia materia e le d una forma; per queste parti inferiori non
impediscono che il resto dell' anima sia sulla vetta. Ma forse quelle che
bbiamo chiamato parti inferiori dell'anima sono soltanto una sua
immagine: non separata tuttavia ma simile ai riflessi [35] negli specchi,
he durano finch l'oggetto rimanga l fuori. Bisogna per capire cosa
vuol dire questo fuori: esso e il mondo intelligibile che, nella sua totale
perfezione, risulta di tutti gli intelligibili e si estende sino alia regione
nteriore all'immagine. Di questo mondo superiore e immagine il
mondo sensibile, per quanto una figura di vivente e capace di conservare i lineamenti dei Viventi in s: come un disegno o un riflesso
ull' acqua [40] rappresentano I'oggetto che si trova davanti ali' acqua o
disegnatore. Ma l'immagine nella pittura e sull'acqua non ritrae
l'insieme dei formante e dei formato, bensi soltanto cio che e stato
formato dall'altro. Perci l'immagine dei mondo intdligibile contiene
non Ia rappresentazione di colui che 10 gener-", ma soltanto di cio che
contenuto nel genitore, cio dell'uorno e di ogni altro [45] essere viV nte; ed un vivente ia questa rappresentazione
sia iI genitore, ma in
IIn senso ben diverso; ed ambedue sono nel mondo intelligibile.
1058
1059
I)
(44)
av
av
To
wv
2. KaL
ouyxwpOVTas
1060
PI. TINII
av
av
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ENNEADI, VI 3, 2-3
1061
1062
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,,1
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I'NNEADI.
VI 3. 3-4
1063
Ir
1064
PL TINII
o,
1065
I NNEADI. VI 3. 4-5
I.'identico
forse cio che non si pua dire di un'altra cosa? Bianco e
n ro si dicono di un' altra cosa, vale a dire di cio che ha ricevuto il colore
hianco; e doppio si dice di un'altra cosa (io non intendo qui che si dica
I lIa met, [lOJ ma penso a un pezzo di Iegno raddoppiato); anche
I dre si dice di un altro in quanto
padre; e anche Ia scienza si dice di
IIn altro, cio di colui nel quale essa e; 10 spazio e il limite di qualcosa
I' Itro e il tempo e misura di qual cosa d'altro. li fuoco, invece, non si
lice di un' altra cosa, e il legno, in quanto e Iegno, non si dice di un' altra
) a, n l'uomo di un altro uomo, n Socrate, n, in generale, l' essenza
mposta'P"; n [15J Ia forma che appartiene
a un'essenza
si dice di
un'altra cosa, poich non e affezione di un altro: essa, infatti, non e Ia
irma della materia, ma
parte dell'insieme;
Ia forma dell'uomo
e
I'1I0mo sono Ia stessa cosa; anche Ia mate ria e parte di un tutto, ed e pari
li un altro in quanto quest' altro e il tutto, ma non in quanto Ia cosa d lia
uale essa si dice sia qualcosa di diverso; mentre bianco e cio che si di
O] di un altro. Se dunque cio che si dice di un altro, in quanto
ppartiene a un altro, non e essenza, l'essenza e cio che appartiene a
ISso; oppure, se e parte, e il necessario
completamente
di qu I
mposto; se esso esiste, ciascuna delle due parti o tutt' e due appart n
no aI proprio essere; ma in rapporto
al composto,
si dice h
ppartengono
ad esso in un altro senso, cio che, in quanto parti, /25/
riferiscono a un altro, ma in se stesse, nel loro proprio essere, Ia I r
enza non va predicata di nessun altro.
Inoltre, anche il substrato e comune alla materia, alla forma e aI 101
ieme; ma Ia materia fa da substrato alla forma in un certo modo,
in
Ih altro modo Ia forma o l'insieme
fa da substrato alle affezioni. M.I
rse Ia materia non e il substrato [30J della forma, poich Ia forma
iI
rfezionamento
della materia in quanto materia e potenzialit;
ppure Ia forma e nella materia, poich se due cose si accordun
ierne, non si pu dire che l'una sia nell' altra, ma che ambedue fann
substrato ad altro: ad esempio, uomo e un determinato
u III
nno da substrato alle affezioni e sono anteriori [35J agli atti e a11 I r
mseguenze. Da questa essenza derivano e altre cose ed esiston per
;I; in essa avviene il patire,
da essa procede l'agire.
I L'essenza
1066
1'1 C 111
el
xE'[ -1lc/>LO~11TELTQL,
Kal el K-KL, o TO KE1 TT-OXli' I 1
TO 1lT] V inrOKfLIlV41 dVaL KaT TTUTlSOooLas, el TO V inro 11' I
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I NNEADI, VI 3, 6-7
Ma come? li fuoco e l' acqua non sono essenze? Certo, 1'uno e l' altra
uno essenza. [5} Perch sono visibili? No. Perch hanno materia? No.
I rch hanno una forma? Neppure per questo. Ma nemmeno perch
uno un insieme di queste due. Perch allora? Per 1'essere.
Ma anche Ia quantit e e anche Ia qualit e,
SI, diremo; ma si tratta soltanto di omonimia.
Ma cosa vuol dire il verbo e nel fuoco, nella terra e in cose simili
in che differisce [IO} questo e da quello delle altre cose? Nel primo
o si usa semplicemente essere o ente; nel secondo caso si dice
ssere bianco!". Ma come? L' essere che si aggiunge a bianco sarebbe
Identico all' essere senza aggiunta? No, l' essere senza aggiunta e l' essere
li primo grado; l' altro invece e per partecipazione e secondario. Infatti,
l'aggiunta di biancoall'esserefa biancol' essere; {15} e!' aggiunta di essere
I bianco fa essere il bianco; e cOSI,in un caso il bianco e un accidente
I ll'essere e, nell'altro, l'essere e un accidente del bianco. Noi non
ntendiamo come chi dicesse che Socrate e bianco e che il bianco e
ocrate!", poich in ambedue i casi Socrate e sempre 10stesso. [20} li
1ianco, invece, non e il medes imo: nella frase il bianco e Socrate,
crate e compreso nel bianco, mentre nelI'altra Socrate e bianco,
bianco e solo un accidente. Anche nella frase <<1'
essere e bianco il
bianco e accidente, mentre il bianco e essere vuol dire che il bianco
compreso nell'essere. [25}
In generale, il bianco ha I'essere perch e presso l' essere e nell' essere
d ha perci l' essere dall' essere; l' essere, invece, e essere per s e riceve
bianco dalla bianchezza'", non perch sia nel bianco ma perch il
ianco e in esso. Ma poich anche questo essere che appartiene al
nsibile non e essere per se stesso, bisogna dire che [JO} trae l'essere
lalI'Essere vero e trae Ia sua bianchezza dal bianco in s: possiede co
I bianchezza in quanto partecipa delI'Essere intelligibile, il quale
, ssiede l'essere.
7. {La matria non
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ENNEADI, VI 3,1011
freddo-urnido,
O comunque si vogliano altri accoppiamenti.
E poi,
con queste coppie si formi una combinazione'?', e allora ci si pu fermare qui, ai composto; oppure 10 si divida ancora a seconda che esso sia
/57 nella terra o sulla terra; oppure secondo le forme, e non si dividano
Kli animali secondo le loro differenze, ma secondo i loro corpi che sono
to qualche modo i loro strumenti. Non e per fuori luogo Ia divisione
condo le forme e nemmeno quella secondo le qualit: caldo, freddo
imili. [10J Ma se qualcuno obiettasse che i corpi operano proprio a
ausa di queste qualit!", noi risponderemo
che essi opera no anche a
ausa dei loro miscugli, dei loro colori e delle loro figure. Poich il
n stro discorso riguarda l'essenza sensibile, non e fuori luogo consideraria con le differenze che si percepiscono
coi sensi; essa non certo
IIn ente in assoluto, ma e, nel suo cornplesso, un essere sensibile; {15J
I" sua realt apparente,
secondo noi!", e un complesso di propriet
nsibili che ricevono dalla sensazione Ia fede nella loro esistenza.
Ma se Ia loro combinazione
non ha fine, e rneglio dividere gli animali
I' r specie: per esempio, Ia specie umana corporea; una specie co 1non
che una qualit corporea: [20J perci non e assurdo dividere p r
[ualit. E poi, se noi abbiamo gi distinto'?' i corpi in semplici
mposti e contrapposto
il semplice ai composto, e altrettanto
ver
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bbiamo anche distinto!" i corpi materiali dai corpi organici senza dar
v rlore ai composto.
La divisione per non porta a contrapp
rre il
omposto ai semplice; anzi, noi con una prima divisione abbiamo p t
I corpi semplici, [25J poi, dopo averli fatti mescolare, e partendo dn 1I11
lrro principio subordinato,
dividiamo i composti per luoghi e fij.ture,
orne, per esempio, i corpi celesti e i corpi terrestri.
E sull' essenza nelle cose sensibili o sul divenire bastino quest
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1078
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INNEADI, VI3,l1-12
1079
1II nostra mente ammette Ia contrariet perch, quando diciamo grand(" e piccolo, ci facciamo delie rappresentazioni contrarie, come
[uando diciamo molto e poco. E infatti [5] anche su molto
p co dobbiamo dire suppergi cosl: ci sono molti in casa e una
I ressione che si usa invece di c' e pi gente con cui ci si riferis
a
[ualcosa d'altro; e diciamo anche pochi a teatro invece di m n
nre.
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I NNEADI, VI 3,15-16
cosa fatta di molte cose, non un qual cosa ma una pura e semplice
qualit; per esempio, Ia forma razionale del fuoco designa piuttosto il
110qualcosa, rnentre Ia forma che essa produce e qualit; anche Ia
forma razionale dell'uomo e il suo qualcosa, e invece cio che essa
produce [30} nella natura corporea, in quanto e soltanto immagine della
forma razionale, e piuttosto qualit: e come se, mentre esiste Socrate,
uomo reale evisibile, venisse chiamato Socrate Ia sua immagine disegnaI e dipinta in vari colori; cosi, mentre esiste una forma razionale per Ia
quale egli e Socrate, il Socrate che si percepisce coi sensi [35} consiste
111 colori220 e linee che sono immagini di tutto cio che v' e nella forma
r zionale; e persino questa forma razionale, in rapporto a quella che e
I ragione pi vera dell'uomo, viene a trovarsi nelle medesime condizioni. E basti cosi.
16. [L'anima e te uirt praticbe]
Ciascuno degli altri generi che appartengono alia cosiddetta essenza
111I0 essere preso separatamente: c' fra essi Ia qualit che non denota n
I1 qualcosa n Ia quantit n il movimento dell' essenza ma solo una certa
ratteristica che indica il tale e il quale, [5} come, per esempio, il
, 110e il brutto nei corpi. li bello di quaggi ha soltanto il nome in
omune col bello di lass; e perci anche Ia qualit, poich il nero e il
, i nco di quaggi sono diversi da quelli di lass. Ma Ia qualit che e
lia ragione seminale, cio nella forma determina ta, e identica o
hanto omonima con quella che si manifesta? E poi, va posta fra le cose
relligibili o fra quelle terrene? E che diremo [1O} del brutto che e
lI'anima? li bello, infatti - questo e evidente, ormai -, e diverso
li ggi rispetto a quello di lass. Ma se il brutto e una qualit sen ibile,
n he Ia virt dovrebbe essere una delle qualit terrene'". Certamente:
I une virt si trovano fra e qualit di quaggi, altre fra le sup riori.
n he delle arti, che sono forme razionali, c' da chiedersi se e se siano
f le cose sensibili; indubbiamente, esse sono forme nella materia, ma
"i Ia materia [15} l'anima. E tuttavia, quando si uniscono alia materia,
11I0in qualche modo fra le cose sensibili. L'arte del citaredo, per
mpio. Essa ha ache fare con le corde, e il suo canto, cio Ia sua voce
nsibile, e parte dell' arte, ameno che non Ia si consideri una sua attivit
on una sua parte. Sarebbero, comunque, sempre attivit sensibili. La
1\ zza di un corpo e incorporea, eppure noi l' abbiamo assegnata",
I I perch e sensibile, alle cose che si riferiscono aI corpo e sono del
p . Noi, fondando una duplice geometria e una duplice aritmetica,
Itllbiamo porre una loro specie qui, nella qualit terrena, e l'altra
11,\'iamo collocarla lass, in quanto si tratta di un'attivit dell'anima
"I, , verso l'Intelligibile. Anche della musica e dell' astronomia Pia toI , I ensa allo stesso modo".
1088
PLOTlNII
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ENNEADI, VI 3,16-17
1089
Dunque,le arti che sono relative al corpo [25] e si servono di strumenti sensibili e di sensazioni, bench siano disposizioni dell'anima,
devono essere poste fra le qualit terrene poich appartengono a
un'anirna volta verso i1 basso. Nulla impedisce di porre qui anche le
virt pratiche che svolgono Ia loro attivit nell' ambito della vita politica
e non staccano l'anima [30] dal mondo di quaggi per avviarla verso le
cose intelligibili, ma compiono qui le loro belle azioni guardando al
preferibile ma non al necessario-". li belIo e dunque nella ragione
seminale e, a maggior ragione, sono quaggi il nero e il bianco.
Come? Porremo forse nell'essenza terrena anche l'anima che ha in
s queste ragioni? [35]
No, noi non abbiamo considera to come corpi queste cose, ma
abbiamo postom le forme razionali fra le qualit sensibili perch esse
sono relative ai corpi e producono corpi; ma poich abbiamo affermato
che l'essenza sensibile risulta da tutte le cose che abbiamo enumerato,
non porremo affatto in essa un'essenza incorporea. E se abbiamo posto
fra le sostanze sensibili tutte le qualit che riteniamo incorporee, e
perch esse sono affezioni che inc1inano verso il basso [40 I e forme di
una certa anima226:l'affezione infatti si suddivide fra Ia parte alia quale
si applica e Ia parte in cui e: perci Ia assegniamo" alIa qualit he non
e corporea ma e in relazione col corpo; ma non riporremo mai l'anima
nell'essenza sensibile perch quelIa sua affezione relativa aI corpo noi
l'abbiamo gi assegnata-" alIa qualit: l'anima, invece, pensa ta senza
[45]l'affezionee senza Ia forma razionale.Ia attribuiamo alla regi ne da
cui deriva e non laseiamo quaggi nessuna essenza che sia di natura
intelligibile.
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I NNEADI. VI 3, 17-18
1091
Sarebbe assurdo infatti [15J distinguere una cosa per mezzo della
osa stessa: e come se uno dicesse che le differenze dell' essenza sono
ncora delle essenze. Come distingueremo il bianco e il nero? Come
Ilistingueremo i colori dai sapori e dalle qualit tattili? Ma se queste
listinzioni si fanno per mezzo dei differenti organi di senso, Ia differen1.11 non sar pi nei substrati; e poi, nei riguardi di una stessa sensazione,
120J come divide remo? Se e forse perch una cosa fa contrarre gli occhi
un'altra li dilata/", una cosa scioglie Ia lingua e un'altra Ia impedisce,
'e da dubitare anzitutto anche su queste affezioni, se cio esse siano
v ramente delle dilatazioni e delle contrazioni; e poi non s' detto
ncora in che cosa differiscano tali affezioni. Se si dicesse"! che differi cono per illoro potere, questa espressione [25J non sarebbe asurda, ma forse bisognerebbe rispondere che soltanto le cose invisibili
vanno distinte per illoro potere, come le scienze: perch delle qualit
" rcepite dai sensi dovrebbero essere distinte secondo le loro operazioni?
E poi, se distinguiamo le scienze secondo illoro potere, se, riguardo
Ile potenze dell' anima, noi le distinguiamo a seconda delle loro diverse
perazioni, [JOJ noi abbiamo sempre Ia possibilit di distinguere col
pensiero le loro differenze, purch guardiamo non soltanto alle cose cui
j riferiscono ma anche alie loro forme razionali. Se noi possiamo
listinguere le arti secondo le loro forme razionali e i loro contenuti
IJeali, come distingueremo le qualit che appartengono a un corpo?
nche neI mondo intelligibile c' e da chiedersi come differiscano fra loro
I stesse forme distinte. E evidente infatti [J 5 J che il bianco differisce dai
nero. Ma in che cosa?
Ecco ci che dobbiamo cercare.
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[40}resta per il dubbio riguardo alIa sanit e alla
Kiustizia246 Ma poich ognuna di queste ha una sua estensione, si deve
mmettere che siano delle disposizioni e presentino
un pi e un
meno. Ma lass ogni cosa e un tutto e non comporta
affatto tale
gradazione.
21. [Movimento e alterazione]
Riguardo poi al movimento, qualora 10 si debba considerare come
IIn genere, e necessario anzitutto chiedersi se convenga ricondurlo a un
ltro genere; e poi, se, nel definirlo, ci si debba servire di un concetto
uperiore; e infine, se esso produca delle specie dando luogo a molte
differenze specifiche. [5}
Ma a quale genere dovremo ricondurlo? Esso infatti non e essenza,
11' e qualit
delle cose che 10 posseggono,
e nemmeno pu ri ntrare
nell' agire, poich molti movimenti ci sono anche nel parire; e
nernmeno pu rientrare nel parire, perch molti moviment i sono
zioni. NeI movimento,
piuttosto, rientrano le azioni e le passiolIi.
E nemmeno sarebbe giusto far rientrare il movimento n Ir lativo,
dai momento che il movimento e movimento di qualcosa [JOf e non
ussiste in se stesso; allora, anche Ia qualit dovrebbe ri ntrare nel
relativo, poich anche Ia qualit e qualit di qualche cosa ,11 si te in
ssa, Lo stesso si dica della quantit. Ma se esse, pur appart en ndo a
qualcosa, sono reali e perci vengono chiamate l'una qualir
I'altra
quantit, allo stesso modo anche il movimento, anche se ali artiene a
[ualche cosa, e un qualcosa prima di appartenere a qualch
a [15}
va perci giudicato per quello che e in se stesso.
In generale, il relativo non e ci che prima e e poi apparti ne a un
hro, ma e soltanto ci che nasce dal rapporto e che, indip nd ntemenI dai rapporto che gli d il nome, e nulla in se stesso: I ppio, per
mpio, vien detto doppio in quanto riceve Ia sua na ira e Ia sua
istenza dai raffronto col cubito; [20} prima, non se ne av va affatto Ia
nozione. Soltanto in questo rapporto di una cosa con un'altra viene ad
v re il suo nome e il suo essere.
Cos' dunque questo movimento,
il quale apparti ne si a un'altra
osa, ma che, per appartenere a un' altra cosa, deve pur e sere qualcosa,
me Ia qualit, Ia quantit, l'essenza? Prima per bi ogna capire che
" lia di anteriore a esso viene affermato come genere.
Ma se qualcuno obiettasse che il mutamento
[251 e anteriore al
111 virnento",
bisogna rispondere anzitutto che egli o identifica muta111 nto e movimento,
oppure considera il mutamento come un genere
11(" fa un genere
diverso da quelli di cui si e gi parlato. E poi e chiaro
1,1' gli intende il movimento come una specie dei mutamento e oppone
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I NNEADI, VI 3, 22
1103
iposo; [15] o come causa delle altre forme che possano nascere dopo
li esso, oppure anche come vita dei corpi: e anche questa definizione
I I movimento di cui stiamo parlando non sarebbe insensata. E dobbiamo dire che questo movimento ha il nome in comune col movimento
I ll'Intelligenza e dell'Anima,
Che il movimento sia un genere se ne ha Ia prova nel fatto che non
per nulla facile, [20] anzi che e impossibile, darne una definizione".
Ma come pu essere forma un movimento che proceda verso il
peggio, ovvero un movimento passivo? E come nel riscaldamento che
viene dal sole, il quale fa crescere alcune cose e su altre produce I'effetto
pposto: in ambedue i casi, essendo qual cosa di com une, il movimento
pur sempre il medesimo e deve soltanto ai soggetti [25] Ia sua appar nte diversit.
Ma allora guarire e ammalarsi sono Ia stessa cosa256?
SI, riguardo al movimento, sono Ia stessa cosa.
Ma al1ora, in che cosa saranno differenti? Soltanto nei soggetti o in
qualche altra cosa?
Di questo parleremo pi tardi, quando tratteremo dell'alterazion '7. Ved'~amo adesso cio che e identico in ogni movimento: solo cOSI
50 ci apparir anche come genere, [30] altrimenti esso assumer molti
ignificati, come ci e accaduto con I' essere,
Quanto poi all'obiezione precedente, rispondiamo cosi: tutti i
ovimenti che portano a uno stato conforme a natura e sono essi stessi
gli atti conforme a natura, sono, come e stato detto258, quasi delle
rme, mentre quelli che portano a stati contro natura devono essere
iudicati in conformit di questi effetti. [35]
Che cosa c' dunque di comune nel1'alterazione, nel1'accrescimen, nel1a generazione e nei loro contrari, nonch nel cambiamento
ale? Per quale ragione sono tutti movimenti?
E perch ogni cosa non e mai nello stato in cui era prima, n resta
i in assoluto riposo, ma e, proprio per Ia presenza del movimento,
ntinuamente [40] sospinta verso uno stato diverso, ed anche in
uesto stato non rimane eguale: poich il movimento cesserebbe se non
i fosse sempre qualcosa di diverso.
Perci I' alterit non consiste nel suo compimento o ne1 restare in un
hro stato: essa e sempre alterit. Anche il tempo e sempre diverso,
, rch e iI movimento che 10crea: esso e movimento misurato [45] che
I n dura: corre insieme con esso, come trascinato dal1a sua corsa.
Com une a tutti questi movimenti e dunque il fatto che essi sono un
I' gresso, un avviamento dal1a potenza all'atto, poich tutto cio che si
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sia il suo movimento - possiede, ancora prima di
IIIII! versi, Ia potenza di agire o di patire in un certo modo.
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oggetti verso l' alto contrario alIoro movimento verso il basso, cosi
l me il moto circoIare e diverso da quello retrilineo'",
com' Ia differ nza? Lanciamo, per esempio, un oggetto aI di sopra della testa o sotto
piedi: Ia forza dd Iancio e ovviamente unica, ameno che [5] non si dica
lhe una e Ia forza che spinge verso l' alto e altra quella che spinge verso
I1 basso e che il movimento all'ingi e ben diverso rispetto aI movimento
11' ins. Questa diversit sarebbe molto visibile nei movimenti naturali,
dove si hanno Ieggerezza e gravit. Per l'elemento comune e identico
il fatto che l'oggetto mosso e trasportato in un suo luogo proprio;
" rci, in questo caso, c' il pericolo che questa differenza derivi dal
confronto di cose esterne.
Quanto poi [10] ai movimenti circolare e rettilineo, poich essi si
volgono in maniera rettilinea e circolare, perch il movimento sarebbe
diverso? Forse per Ia forma della corsa, ameno che non si dica che il
movimento circolare e misto, in quanto non e totalmente movimento n
completamente un uscire da s.
Sembra comunque che il movimento spaziale sia un certo tipo di
movimento che riceve le sue differenze da circostanze esterne.
25. [Altri movimenti: contrazione e dilatazione]
Che cosa dobbiamo pensare della contrazione e della dilatazione'F?
Sono movimenti diversi da quelli gi visti, cio generazione e corruzione, aumento e diminuzione, cambiamento locaIe e alterazione'", oppure vanno ricondotti a questi? Oppure alcuni di questi devono essere
onsiderati come delle contrazioni [5] o delle dilatazioni?
Se Ia contrazione implica I' avvicinarsi di una parte a un' altra e illoro
ccostarnento, e se Ia dilatazione implica, invece, un loro ritirarsi
reciproco, potremo considerarle dei movimenti locali, avvertendo che
queste due parti mobili vanno verso un punto unico, oppure si separano
l'una dall'altra. Ma se per contrazione si intende'" una fusione o un
miscuglio, [10] una mescolanza e una combinazone, in cui si va da
un'unit a un'altra e che nasce nell'atto stesso in cui si costituisce e non
combinazione avvenuta, a quale dei movimenti suddetti riporteremo
quei due termini? In principio, si tratta certamente di movimento
I cale, ma in seguito interviene una tutt' altra cosa; nell' accrescimento,
ler esempio, si ha all'inizio un movimento locale, [15] al quale succede
per un movimento di quantit": anche qui si comincia dunque con un
I ovimento locale, al quale non segue necessariamente Ia contrazione o
I dilatazione; al contrario, si ha Ia contrazione soltanto se le cose,
Iucontrandosi, si uniscono, e si ha Ia dilatazione, invece, se incontran.losi si separano. Spesso [20] Ia dilatazione e seguita o accompagnata daI
movimento locale, ma ben diverso e il processo delle cose che si dilatano
he non va pensato secondo il movimento spaziale; anche nella
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I NNEADI. VI 3. 25-26
1109
( nrrazione, un altro processo, cio l' avvicinamento, segue il movimene diverso da questo.
Dobbiamo forse prendere questi due movimenti in se stessi [25J e
'portare poi in essi I'alterazione? Poich quando c' Ia condensazione
, alterazione, ma Ia condensazione e identica alIa contrazione; quando
vece si ha Ia rarefazione, si ha anche l' alterazione, ma Ia rarefazione e
I ntica alIa dilatazione'=: quando si mescolano il vino e l' acqua, nasce
ualcosa di diverso da cio che essi erano prima; e questa e Ia contrazione
ha prodotto I'alterazione.
Anche qui bisogna dire [30J che le contrazioni e le dilatazioni predono alcune alterazioni ma che queste sono diverse dalle contrazioni
c1alledilatazioni. Infatti, n le altre alterazioni avvengono tutte allo
I sso modo, n Ia rarefazione e Ia condensazione sono sempre una
Iilatazione e una contrazione o, in generale, un loro risultato": in tal
so si dovrebbe ammettere il vuoto. [35 J E che diremo delle alterazioni
me il diventare nero o bianco? Chi dubitasse di queste cose, distrugrebbe anzitutto i colori e fors'anche le qualit, almeno Ia maggior
rte, o addirittura tutte; poich se di ogni alterazione (che noi definiamo
arnbiamento secondo qualit268) si fa una contrazione o una
ilatazione, ogni cosa che accade [40] sar soltanto un complesso di
se che si accostano o si allontanano. E allora, come l'imparare e
1'1 truirsi si ridurranno a contrazioni?
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llora gira dentro 10 stesso spazio come se questo fosse l'universo, dove
x[e, in ogni sua parte, interamente di Lui.
Se il mondo intelligibile fosse in un certo spazio, il mondo corporeo
Illvrebbe dirigersi verso di quello e muoversi in linea retta e toccare con
li! sua parte [45] una parte di Lui ed esserne cosi lontano e vicino;
1 poieh qui non c' n il vieino n il lontano,
necessario che Egli,
davvero e presente, sia tutto presente, In realt, Egli e presente per
I . cuno di quegli esseri, per i quali non c' e n vicino n lontano, ma che
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tessa quantit, non nelIa quantit dei corpo che viene solIevato [15] e
stenuto dalIa mano. E poi, se si aggiungesse alia pertica un altro corpo
Ia mano potesse portare anche quelIo, Ia sua forza alIora si estender
I nuovo peso senza essere divisa in tante parti quante sono quelIe dei
rpo.
E se poi immaginassimo soppressa Ia massa corporea della mano e
I sciassimo sussistere [20 J Ia forza che prima reggeva Ia sua stessa massa
tutto il resto, doe quelIa forza che prima era nella mano? Forse che
sa, indivisa com', non e identica nel tutto come in ogni parte?
Se immagini come centro una piccola massa luminosa e poni intorno
dessa un corpo pi grande, sferico e trasparente, in modo che Ia luce
/25J che v' dentro si diffonda in tutta Ia sfera, senza che nessun altra
luce dali' esterno Ia illumini, dobbiamo riconoscere che quel punto
interno non e soggetto ad alcuna affezione ma si diffonde su tutta Ia
massa esterna rimanendo immobile, e che Ia luce che si vede brillare in
quella piccola massa si diffusa in tutta Ia sfera esterna. Ora, [30 J questa
luce non deriva da quella piccola massa corporea: questa massa non
possiede Ia luce in quanto e corpo, ma in quanto e corpo luminoso, doe
in virt di urr' altra potenza che non e corporea; se supponi che uno
opprima Ia massa corporea e conservi Ia potenza delIa luce, dirai
ncora che Ia luce sia in un certo punto, o non piuttosto egualmente [35 J
ripartita dentro e in tutta Ia sfera esterna?
Non potrai certamente appoggiarti col tuo pensiero sul punto dove
prima si trovava Ia luce, e nemmeno saprai dire donde essa venga e dove
vada; ti troverai anzi nell'incertezza e ti sentirai dentro ai miracolo; ma
e rivolgi qua e l il tuo sguardo sul corpo sferico, saprai tu stesso che
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Anche nei riguardi dei sole, [40J tu puoi dire donde Ia sua luce si
diffonda nell'aria: basta che tu ti rivolga verso il corpo dei sole; eppure
lu vedi Ia stessa luce in ogni luogo e Ia vedi indivisa, Ne sono Ia prova
I corpi che Ia intercettano, i quali non Ia lasciano passare dalla parte
pposta a quella donde essa viene, e tuttavia non Ia dividono. Perci, se
il sole, invece di essere un corpo, fosse soltanto una potenza [45)
para ta dai corpo e producesse cosi Ia luce, essa non avrebbe qui Ia sua
rigine e tu non potresti dire donde essa venga; Ia luce sarebbe, una e
Identica, da per tutto e non avrebbe mai avuto n mai avrebbe origine.
K. [La partecipazione dell'Intelligibile]
Quanto alia luce, poich essa appartiene a un corpo, tu puoi dire
donde venga in quanto puoi dire dov' questo corpo; ma cio che e
mmateriale e non ha bisogno di corpo, poich esiste per natura prima
!li qualsiasi corpo e si fonda da s in se stesso, anzi [5J non ha nemmeno
"I ogno di un fandamento, cio che possiede una tal e natura e non ha un
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II rte dell' aria, perch non tutti udirebbero Ia stessa parola, se Ia parola
pr nunciata non esistesse intera in ogni punto dello spazio e se ogni
Ir cchio non Ia ricevesse tutta alio stesso modo.
Ma se, anche quaggi, Ia voce non si espande interamente per tutta
" ria in modo che una sua parte si congiunga [20] con una parte d' aria
, insieme, un'altra sua parte si suddivida con un'altra parte d'aria,
I rch dovremo sospettare che l'Anirna si espanda nello spazio divindosi con esso e non credere invece che essa, ovunque sia presentedessa e presente in tuttol'universo-epresenteindivisa?
L' Anima, una
volta venuta nei corpi, comunque vi sia discesa, presenta una certa
nalogia con Ia voce che e risonata nell' aria; [25] prima di scendere nei
orpi, l' Anima e simile a chi pronuncia o sta per pronunciare una parola
Ibench, anche quando si e unita a un corpo, essa non desista dal
r ssomigliare a uno che parla, il quale, mentre parla, possiede Ia propria
v ce e insieme Ia emette).
I caratteri del suono non sono affatto identici alle cose, alle quali ci
amo riferiti, per presentano una certa somiglianza. [30] Ma poich
"Anima e di natura ben diversa, e necessario comprendere che essa non
idivide in maniera che un suo pezzo sia nei corpi e un altro in se stesso;
sa invece e tutta in se stessa ed e nei molti solo in apparenza.
A seconda che un nuovo corpo procede per ricevere un' Anima, esso
ttiene, invisibilmente, cio che gi esisteva negli altri corpi. [35] Le cose
non sono state disposte in modo che un frammento di Anima, posto in
un certo luogo, giunga poi in un certo corpo; il frammento che, si dice'?',
venuto quaggi, era gi nell'universo in se stesso evi e ancora, bench
ia disceso apparentemente quaggi. Come infatti sarebbe venuto? Se
fatti essa non venne e tuttavia fu vista presente - presente senza aver
pettato un corpo che partecipasse di lei -, [40] e evidente che essa e
In se stessa pur essendo presente in quel corpo. Ma se essa e in s e
tuttavia e presente in esso, vuol dire che il corpo e andato da lei. Ma se
Ucorpo, che fuori dell'Essere reale, e venuto sino all'Essere reale e ha
reso posto nel cosmo vivente, questo cosmo vivente era gi in se stesso
tutt'intero in se stesso e per nulla diviso [45] nella sua massa; esso
nfatti non era una massa, e chi vi giunse non entro in una massa e
rtecip di esso interamente, non parzialmente; e se anche qualcosa di
traneo giunga in questo cosmo, parteciper di esso interamente.
Perci, se si dice che il cosmo e tutt'intero nell'insieme dei corpi, esso
r intero in ogni singola cosa. E cosl, esso e identico in ogni luogo, [50]
numericamente uno e indiviso e perci intero.
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I.NNEADI. VI 4.14-15
I oich lass non c' divenire, e perci nulla che si divida; soltanto a chi
1 riceve sembra che si divida, Cio che e lass esiste dai tempo pi
I ntano, anzi, sin dai principio; [15] cio che diviene, invece, si avvicina
rd esso e sembra che gli si congiunga e dipenda da Lui.
E noi? Chi siamo noi? Forse che noi siamo quell'Essere oppure
amo cio che si avvieina all'Essere e diviene neI tempo? Ancor prima
'he nascessimo, noi eravamo lass, uomini aIcuni ed altri anche dei,
nime pure e intelligenze unite [20] all'Essenza intera, parti deI mondo
intelligibile, n separa te n divise, ma appartenenti aI Tutto: infatti,
nche oggi non ne siamo separati.
Oggi, purtroppo, a quell'uorno spirituale si e aggiunto un altro
uorno che vuole esistere; egli ci ha trovati poieh non eravamo fuori
dell'universo e si e accostato a noi [25] e si e rivestito di quell'Uorno che
iascuno di noi era allora. t come un' uniea voce e un' unica parola: tutti,
hi da un luogo chi da un altro, tendono l'orecchio e Ia odono e Ia
ricevono, e cosi si giunge ad ascoltare in atto cio che si e presentato
ill'oreccho. Noi siamo diventati COSI una coppia di due uomini e non
iamo pi quello che eravamo prima; [30] anzi, qualche volta, siamo
ltanto queI secondo uomo che si aggiunge quando queI primo uomo
non opera pi ed e, in un certo senso, lontano.
15. [Anima e corpo nell'uomo]
Ma in che modo esso si e avvieinato?
perch ha una certa attitudine per cui riceve cio che
orrisponde alIe sue possibilit: ma esso era fatto per ricevere un' anima,
Ma cio che non nasce per rieevere tutta un' anima - quantunque l' anima
ia tutta presente ma non [5] per esso - accoglie soltanto, come gli altri
nimali e le piante, queI tanto di anima che e capace di ricevere, Per
empio, un suono che significa una parola ricevuto da alcuni come
una parola insieme col suono, da altri soltanto come un suono e un
rumore, Quando un animale e nato, ha presente in s un'anima che
viene dalI'essere [10] e per Ia quaIe esso si ricongiunge all'Essere
universale; esso possiede anche un corpo, il qual e non e n vuoto n
privo d'anima, e questo corpo non si trovava certamente, prima di
nascere, in un luogo inanimato; ora esso le si e fatto sempre pi vicino,
ppunto per Ia sua potenzialit, ed alIora non e pi corpo solamente, ma
nche corpo vivente che gode, per Ia sua vicinanza, [15] di una traccia
.Ii anima, non certo di una sua parte, ma piuttosto di un suo calore o
Irradiamento; soltanto alIora nascono in esso i desideri e i piaceri e i
.lolori, li corpo dell' essere vivente, nato in tal modo, non dunque una
li a estranea!
L' anima, che viene daI Divino, e serena, ferma in se stessa se-condo
li 110 carattere; [20] il corpo, invece, scorre per sua natura ed e colpito
t, certamente,
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Perch?
i dica che essa e l' anima di questo corpo, essa e pur sempre una parte
vulsa da! Tutto: Ia sua attivit infatti non e pi diretta verso il Tutto,
/25J bench appartenga ancora a! Tutto: e come se uno scienziato
operasse soltanto secondo un particolare punto di vista, mentre Ia
ienza consiste nella sua totalit: il bene per lui sarebbe di agire
condo Ia scienza totale che egli possiede, non secondo una parte della
ienza. Cosi, quest'anima, bench appartenga a! mondo intelligibile e
nasconda nel Tutto Ia sua particolarit, ba!za fuori, diciamo cOSI,dai
Tutto [JOJ nella parte, sulla qua!e esercita una sua determina ta attivit:
imile ai fuoco, che, pur potendo bruciare tutto, sia costretto a bruciare
poca cosa conservando intera Ia sua potenza.
L'anima, quando e completamente separata, e singola e non e
ingola; ma quando si allontana non spazialmente ma diventa in atto un
r'.sere particolare, e una certa parte e non e [J5J intera, bench in un
ltro senso sia intera; ma se non presiede a nessun corpo, essa e
veramente universale ed e parte, diciamo cosi, solo in potenza. Andare
11 11'
Ade311,poi, se vuol dire nell'invisibile, significa separarsi; se
I' i significa un luogo ancor peggiore, che c' da meravigliarsi? Anche
oggi si dice che l'anima e nello stesso luogo dov' il nostro corpo. E se
I1 corpo non esiste pi? [40J Se essa non si libera con forza dei fantasma
corporeo, come non diremo che essa e l dov' il fantasma? Se invece
I filosofia l'ha libera ta dei tutto, il fantasma se ne va, solo, nelluogo
I' ggiore, mentre essa rito ma, tutta pura, nel mondo intelligibile, senza
. sere stata spogliata di nulla. Ecco cio che accade dei suo fantasma;
/45 J ma se essa volge, diciamo cosi, Ia sua luce su se stessa e, inclinandosi
dall' altra parte, si congiunge a! T utto, non e pi anima particolare in atto
neppure muore.
Su questo basti cosi; ma ora, tornando ai discorso di prima, ricomininrno da principio'!"
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PIl~V n;s
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Che cio che e uno e numericamente identico possa essere tutt'inI ro sempre e in ogni luogo 10 ammette Ia nozione comune'P, quando
uuri, spontaneamente, parlano del dio che e in ciascuno di noi come di
IIn uno e identico. E poich non si pu chiedere a loro il modo in cui
quel dio e presente, [5] e nemmeno si ha Ia voglia di esaminare criticamente Ia loro opinione, essi sostengono semplicemente che e cOSIe,
I rmandosi a questo pensiero, si basano sull'uno e identico e mai
v rrebbero essere separati da questa unit. Ed questo il pi solido
principio di tutti!" che le nostre anime in qualche modo enunciano;
/10] e un principio che non viene dedotto da casi particolari ma che e
mteriore ad essi ed e anzi anteriore al principio che sostiene e afferma
lhe tutte le cose tendono al Bene. E infatti questo principio sar vero
oltanto a condizione che tutto aspiri all'Uno e I'Uno esista e l'aspirazione tenda aLui. Questo Uno, certamente, procede, [15] per quanto
Kli possibile, verso le altre cose, appare molteplice e in qualche modo
nche 10 ma l' antica natura 315 e l' aspirazione ai Bene, vale a dire a se
tesso, conducono realmente all'Uno, e aLui - e cio a se stessa - tende
ogni natura. Per ogni singola natura, infatti, il bene consiste nell' apparI nere a se stessa e nell'essere se stessa: [20] cio nell'essere una.
Altrettanto con ragione si dice che il Bene e proprio dell'Essere:
perci non bisogna cercarlo ai di fuori!". Dove infatti potremmo trovare un bene che sia fuori dell'essere? E come si potrebbe trovare il
proprio bene nel non-essere? E ovvio che esso va trovato nell'essere
p rch non e non-essere. Se esso esiste ed e nell' essere, esso sar in ogni
osa in se stessa. [25] Noi dunque non siamo separati dall'essere ma
amo in Lui ed Egli non separato da noi: tutti gli esseri sono perci
e;
Unom.
. [Essere e dioenire]
Ma Ia ragione che sta per esaminare cio che abbiamo esposto non e
qualcosa di unitario, bensl qualcosa di diviso e si rif, per Ia sua ricerca,
dla natura corporea e prende da essa il suo avvio: essa divide I'Essere
/ I perch 10 crede simile a se stessa e non crede all'unit ddl'Essere
I' rch non ha cominciato Ia sua indagine da giusti principi. Ma noi, per
Illgionare sull' Essere e sull'Uno dobbiamo avvalerci di principi adatti
farei credere, cio di principi intellettuali, collegati all'essenza vera.
t " infatti, da un lato, [10] I'essere che e mosso qua e l, soggetto a
ualsiasi specie di cambiamenti, situato in ogni luogo, che e pi giusto
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1155
I NNEADI, Vl5, 78
vuol dire che noi stessi siamo quegli Esseri, Perci, se partecipiamo della
v ra essenza, [5] noi siamo quegli stessi Esseri, non in quanto li ricevia111 in noi, ma in quanto noi siamo in essi. Ma poich anche gli altri, e
non noi soltanto, sono quegli Esseri, tutti siamo quegli Esseri, E cosl,
11\ ntre noi siamo insieme con tutti gli altri, siamo veramente quegli
I.sseri: siamo dunque tutte le cose e siamo un'unit.
Noi per, quando guardiamo al di fuori di Colui dal quale dipendia111 , ignoriamo di essere un'unit [10] e siamo come delle facce, numerose all' esterno, che hanno verso l'interno una testa unica in comune.
Ma chi potesse voltarsi o avesse Ia fortuna di esser tira to da AtenaJ29,
, drebbe come un dio se stesso e l'universo: certo, egli non vedr
d,lpprima se stesso come universo, ma in seguito, poich non sa dove
I ollocare se stesso e [15] come segnare i confini del proprio io, rinunI rr a delimitarsi
rispetto all'Essere universale e raggiunger l'universo
uuero senza aver bisogno di farsi avanti ma restando immobile dove il
uuto ha il suo fondarnento.
K. [L'idea
e una e informa
di s il non-uno]
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1163
I':NNEADI, VI 5,10-11
starnente una sua massa, sarebbe davvero ridicolo che quella si estenda
enza averne bisogno ed esca da se stessa.
Ma quale ostacolo impedisce l'unificazione? Lass infatti una cosa
non ne spinge via un'altra per occupare il suo posto, cosi come non
vediamo, quaggi, teoremi e scienze in genere trovarsi alla rinfusa [50]
nell'anirna. Si, dir qualcuno, ma Ia cosa e impossibile, poich si tratta
di essenze.
Certamente sarebbe impossibile, se le vere essenze fossero masse.
11. [La natura suprema non
e massa, ma [orza]
Ma come cio che e ines teso pu distendersi sopra tutto il corpo del
mondo, che ha una cosi notevole grandezza? E come questo essere, che
, uno e identico, non finisce per disperdersi? Questa difficolt si e
presentata molte volte e il nostro ragionamento intende dissipare il
dubbio del pensiero su questo punto. [5] Eppure, noi abbiamo dimotrato pi volte che e cosi, ma c'e bisogno ancora di qualche aggiunta.
Noi infatti abbiamo contribuito molto, anzi moltissimo, per creare una
persuasione su quella natura suprema: essa non e simile a una pietra o
a un enorme cubo che giace dove giace, occupa uno spazio eguale alla
sua mole e non pu sorpassare [10] i suoi limiti: Ia sua misura va soltanto
sino a un certo punto sia perch e una massa, sia perch il peso della
pietra e proporzionato a quella massa. Essa, invece, e una natura prima
non e soggetta n a misura n a limiti reIativi alla sua grandezza: anzi,
e con essa che si possono misurare le altre cose. Essa e totalmente forza,
di cui non si pu affatto determinare Ia quantit.
Perci essa non e nemmeno nel tempo, ma [15] fuori d' ogni tempo,
poich il tempo si espande continuamente in estensione, ma l'eterno
resta identico a se sresso"? e domina il tempo e con Ia sua infinita
potenza vale di pi del tempo che sembra correre senza tregua, simile
ti una linea che sembra estendersi all'infinito, mentre invece dipende da
un punto e gli corre intorno; [20] ovunque essa corre, il punto le appare
come un'immagine e, mentre questo punto non corre, essa gli gira
mtorno.
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ENNEADI, VI 6, 2-3
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e riposo]
1172
PLOTIN
1173
ENNEADI, VI 6, 3-4
1174
PLOTINCI
ENNEADI, VI 6, 4-5
1175
all' altra, e che i1numero nasce quando l' anima conta, cio quando essa
passa in rassegna le cose e dice fra s; questa e una cosa e questa e
un' altra; finch pensa una cosa sola e non pensa quella che vien dopo,
[20] essa ne dice una sola.
Ma quando dice che l' essenza e nel vero numeroJ52 e che il numero
e nell'essenza, Platone torna ad affermare che il numero ha una sua
esistenza, e non 10 fa pi risalire ali' anima che conta, ma fa nascere in
essa Ia nozione di numero dalla differenza delle cose sensibili.
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ENNEADI,V16, 6-7
1179
il pensiero dovrebbe essere anteriore alla cosa che venne all' esistenza
per opera del pensiero, se essa esistette perch fu pensa ta,
Ma se Ia giustizia viene a identificarsi col pensiero corrispondente,
[15] e assurdo anzitutto che Ia giustizia non sia che Ia sua definizione.
Che vuol dire infatti aver pensato Ia giustizia o il movimento se non che
si e intuito ci che essi sono? E impossibile infatti cogliere il concetto di
una cosa che non esiste.
E se qualcuno viene a direi che nelle cose prive di materia [20] Ia
sapienza si identifica colloro oggetto358, bisogna intendere queste parole in un certo senso: esse cio non intendono affermare che Ia scienza
e Ia cosa e che il pensiero che contempla e Ia stessa, ma dicono, aI
contrario, che l' oggetto, essendo privo di materia, e, nello stesso tempo,
realt pensata e atto pensante: atto pensante, per, non ne1 senso di
pensiero della cosa, [25] n di intuizione della cosa, ma nel senso
che Ia cosa stessa, che appartiene al mondo intelligibile, non e altro che
intelligenza e scienza. Poich Ia scienza non si rivolge a se stessa, ma
l'oggetto intelligibile rinnova Ia scienza, Ia quale era instabile quando
era scienza di cose materiali, e Ia rende scienza vera, cio [30] non
immagine della cosa, ma cosa in s,
Dunque il pensiero del movimento non ha creato il movimento in s,
ma il movimento in s ha creato il pensiero; e cosi esso cre se stesso
come movimento e come pensiero. li movimento intelligibile, infatti, e
pensiero dell'Intelligenza; e anche l'Intelligenza e movimento, poich e
il movimento primo, in quanto non ce n' un altro prima di esso, [35]
ed e il movimento realissimo, poich non appartiene accidentalmente
ad altra cosa, ma e atto di un essere che si muove in atto. Esso, perci,
e anche essenza; ma l'idea dell'essere, che vien dopo, e diversa,
E cosi anche giustizia non e pensiero di giustizia, ma un aspetto,
direi cosi, dell'Intelligenza, o meglio, una sua potenza, sicch il suo volto
e veramente bello, e non e simile n a Espero n [40] ad altra cosa
sensibilev", ma e come una statua intellettuale che si erge di per s e si
manifesta da per s, o meglio, e in se stessa.
7, [La natura unitaria e unificante deli'lntelligenza]
Dobbiamo dunque pensare le cose in una natura unitaria e questa
natura unitaria come qualcosa che racchiuda e avvolga tutte le cose, non
separatamente una per una come nel1e cose sensibili, dove il sole e in un
punto e un'altra cosa e in un altro punto, ma tutte insieme, nell'unit'".
E questa Ia natura dell'Intelligenza; [5J e allo stesso modo anche
l'Anima compie Ia sua imitazione, nonch quella che vien detta Natura, e per opera di questa e da questa sono generati i singoli esseri in
luoghi diversi, mentre essa rimane tutta in se stessa,
Eppure, rnentre tutti gli esseri sono uniti, ciascuno e distinto e
1180
PLOTINO
1181
ENNEADI, VI 6, 78
l'Intelligenza, che li possiede, guarda gli esseri che sono nell'Intelligenza e nell' essenza'?', e li guarda non dal di fuori, poich li ha dentro di s
e nonli separa l'uno dall' altro, in quanto essi sono gi distinti [10] in Lei
da sempre'P, E se c' chi si meraviglia, noi gliene diamo una prova
richiamandoci alle cose che ne partecipano; gli diamo una prova del1a
sua grandezza e del1a sua bel1ezza rieordando l' amore che l' Anima ha
per Lei, e rendiamo testimonianza dell' amore del1e altre cose per
l' Anima, rieordando Ia sua stupenda natura e tutto cio che le rende
simili ad essa.
E davvero assurdo che un singolo vivente sia bello, [15] se il Vivente
in s non sia meraviglioso per bel1ezza e inesprimibile. li Vivente
perfetto
dunque costituito da tutti i viventi, o meglio, racchiude in s
tutti i viventp63 ed e uno a tal punto da abbracciarli tutti: cOSIcome
anche il nostro universo e uno ed e tutto il visibile perch abbraccia tutto
do che appartiene all'ambito del visibile.
8. [L'Essere
e uno-molti]
1182
PLOTlNO
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1185
",NNEADI, VI 6, 9-10
1186
PLOTlN
1187
ENNEADI. VI 6. 1011
e altro
che tante
unit, se egli concede che l'unit esiste, perch allora conceder che
una sola unit esiste e dieci unit no? Perch mai quell'una ha esistenza
e non ce l'hanno anche le altre? [5] Non si deve infatti unire a un solo
essere quell'unica unit, perch in questo caso ogni altro essere non
sarebbe pi uno. Anzi, se e necessario che ciascuna delle altre cose sia
una, l'uno qualcosa di comune: cio una natura che viene predicata
di molte cose, ddla quale noi abbiamo affermato'"? Ia necessit di
un'esistenza a s ancor prima che sia osservata nei molti. [10] Ora, se
l'unit e in questo essere e poi si pu osservarla in un altro essere,
qualora anche questa esista, allora non solo quell'unit avr esistenza;
e cosi avremo un gran numero di unit. Se, invece, esiste soltanto Ia
1188
PLOTIN
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ENNEADI, VI 6, 1112
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ENNEADI, VI 6,12-13
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ENNEADI. VI 6. 13
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INNEADI, VI 6, 13-14
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Riguardo a cio che si e detto!" sul relativo e ragionevole rispondere che I'uno non e tale da perdere Ia sua propria natura perch il suo
correlativo patisce qualcosa che esso non patisce affatto; l'uno, invece,
qualora dovesse decadere dalla sua unit, subirebbe necessariamente,
una volta diviso [5] in due o pi, Ia privazione dell'uno. Perci, se una
massa, dividendosi in due parti, non perisce come massa, e evidente che
in essa, oltre il substrato, c'era in pi I'unit, perduta poi a causa della
divisione.
Cio che in una stessa cosa ora e presente ed ora no, come non
dovremmo riporlo fra gli esseri, [10] ovunque sia? SI, esso e fra gli esseri
ome accidente; ma esiste in s e quando appare sia nelle cose sensibili
ome nelle intelligibili, si trova nelle cose posteriori come accidente,
mentre e in s e per s in quelle intelligibili, a causa del Primo, poich
prima esiste I'Uno e poi l'Essere.
Qualcuno potrebbe obiettare che I'uno, per addizione di un altro
uno, [15] non e pi uno, ma diventa due, pur senza subire nulla:
egli ha torto, poich I'uno non diventa due, n quello ai quale viene
addizionato, n quello addizionato'", ma restano ambedue uno come
prima; il due viene predicato del loro insieme, ma l' uno vale
ancora, separatamente, per 'uno e per I'altro, poich I'uno e I'altro
persistono nella propria unit. li due e Ia diade non sono dunque, per
loro natura, una relazione.
Ma se il due nascesse [20] dal concorso di due unit e questo
concorso producesse il due, forse due e diade costituirebbero rale
reIazione; se non che, anche nello stato contrario, torna di nuovo Ia
diade: poich, divisa una certa unit, nasce il due380 Il due dunque non
n unione n divisione per essere una relazione. Ma 10 stesso discorso
vale per qualsiasi [25] numero. Poich, qualora sia il rapporto quello
he genera una certa cosa, e impossibile che il rapporto contrario generi
Ia stessa cosa, COSI da rendere questa cosa identica a quel rapporto.
Qual e dunque Ia causa principale del numero? Una cosa e una per
Ia presenza dell'uno, e due per Ia presenza della diade, alIo stesso modo
he una cosa e bianca per Ia presenza del bianco, e bella per Ia presenza
dei bello, e giusta per Ia presenza dei giusto. Altrirnenti, bisognerebbe
unmettere [30] che il bello e il giusto non esistono ed escogitare dei
1196
PLOTlNCI
1197
ENNEADI, VI 6,1415
15. [L'uniuerso
e numero
totale]
Ed ora, conchiusi questi ragionamenti, torniamo aI punto di partenza381 e diciamo che I'Essere totale, l'Essere vero di lass, e Essere e
Intelligenza e Vivente perfetto ed
nello stesso tempo, tutti i viventi;
anche questo Vivente, che e I'universo, ha imita to quell'unit secondo
le sue possibilit, [5J perch Ia natura dell'universo sensibile e lontana
dall'unit di lass, in quanto esso doveva essere sensibile. Quel Vivente
dev'essere il numero totale; se non fosse perfetto, mancherebbe
di
qualche numero, e se in esso non ci fosse il numero totale dei viventi, non
sarebbe il Vivente completo'F. linumero e perci prima di ogni vivente,
[lOJ prima ancora deI Vivente completo.
L'uomo e anche gli altri viventi sono neI mondo intelligibile in
quanto posseggono l' essere e in quanto l' universo e un vivente perfetto;
e anche I'uomo terreno, poich I'universo e vivente, e parte di esso; e
pure ciascun vivente, essendo rale, lass, neI Vivente. Ma nell'Intelligenza, in quanto Intelligenza, tutte le intelligenze, singolarmente,
sono
presenti come parti [15J e anch' essehanno un numero. Certo, nemmeno
nell'Intelligenza
il numero e originario; ma poich e nell'Intelligenza,
esso e in tutte quante le operazioni
dell'Intelligenza,
e giustizia, e
e,
1198
PLOllN
,;~V.
1199
ENNEADI, VI 6,15-16
16. [L'anima
e numero
percb
e essenza]
Questi numeri che noi diciamo primi e veri, dove mai - ci chieder
qualcuno -li porrete, in quale genere degli esseri? Sembra che tutti li
pongano nella "quantit" e voi stessi, precedentemente!",
avete ricordato Ia quantit proponendo di porre fra gli esseri, [5J insieme con il
"continuo" ,anche il "discreto "388.D' altro lato, voi dite ancora una volta
che questi numeri sono i numeri degli esseri primi e ammettete, inoltre,
altri numeri oltre quelli e li chiamate "numeranti". Diteci ora quale
ordine ponete in queste cose, poich esse presentano una grossa
difficolt. Inoltre: l'uno che e nei sensibili [lOJ e un "quanto", ovvero
e un "quanto" quando e moltiplicato tante volte, oppure e soltanto
principio del "quanto" ma non e "quanto"389? E se esso e principio, e
1200
PLOTlNCI
1201
ENNEADI. VI 6. 16
dello stesso genere o e diverso? E giusto che voi su tutti questi punti ci
diate dei chiarimenti.
Risponderemo su tutte queste cose cominciando da qui: quando e necessario anzitutto orientare il discorso sui sensibili -, quando [15J
tu, presa una cosa dopo l' altra, dici due, per esempio un cane e un uomo,
o anche due uomini e pi, e poi dici dieci cio una decade di
uornini, questo numero non e essenza, nemmeno com' e nei sensibili, ma
una semplice quantit; ma dividendolo per l'unit e considerando
questi uno come parti di questa decade, tu fai e poi poni questi uno
come principio [20 J di quantit, poich ognuno di essi e uno dei dieci
e non uno in se stesso,
Quando tu dici che1'uomo in s e un numero, per esempio una diade
- vivente e razionale -, 1'operazione non e pi unitaria; ma in quanto
percorri e conti, tu vieni ad avere un quanto; e poich i substrati sono
due e ciascuno e uno, e poich le due unit [25 J costituiscono l' essenza
e tuttavia l'unit e in ambedue, quelIo che tu dici e un altro numero, vale
a dire un numero essenziale.
Una tale diade non qualcosa di posteriore e non dice soltanto il
quanto indipendentemente dalIa cosa, ma e proprio ci che e nell' essenza e contiene Ia natura della cosa. In questo caso non sei tu, certamente,
che crei il numero quando passi in rassegna cose [JOJ che gi esistono
per se stesse e non consistono affatto nella numerazione che tu ne fai.
Infatti che cosa si aggiunge all'essenza di un uomo quando esso viene
contato con un altro uomo?
E nemmeno si ha qui un'unit come quella che e nel coro, poich
questa decade di uomini viene ad avere esistenza soltanto in te che conti;
ma nei dieci che tu conti, non essendo essi coordinati in unir, non
[J5J si potrebbe parlare di decade, ma il dieci sei tu che 10 formi
contando, e questo dieci e un quanto; nel coro, invece, e anche
nell'esercito, c' qualcosa di esterno <a chi conta>.
E come e in te questo numero? li numero che giace in te prima dei
contare e di altra origine; il numero, invece, che nasce dal fatto che le
cose appaiono dalI' esterno rispetto al numero che e in te, o l' attuazione
di quegli altri numeri, oppure corrisponde ad essi, mentre chi conta [40 J
genera anche il numero e in questa operazione crea l'esistenza dei
quanto, come chi cammina crea, camminando,l'esistenza
dei movimento.
Ma qual e dunque il modo di essere dell' altro numero che e in noi?
Esso il numero della nostra sostanza; se questa, come dice <Pia tone>}90, partecipa dei numero e dell'arrnonia, anch'essa e numero e
armonia, poich essa non e - come dice qualcuno'" - n corpo n
grandezza. [45] L'anima dunque e numero, in quanto e essenza'". li
numero dei corpo e sostanza, in quanto e corpo; quello dell'anima e
sostanza, come sono tutte le anime. Lo stesso si dica, in generale, degli
1202
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ENNEADI. VI 6,17-18
1205
1206
PLOTIN()
1207
Anche quaggi una vita saggia e una cosa bella e venerabile, bench
Ia sua visione sia un po' annebbiata; ma lass Ia sua visione purissima.
[25J Essa dona al veggente visione e, insierne, potenza per vivere pi
intensamente e per aver Ia forza, in una vita cosi potenziata, di contemplare e di diventare cio che vede. Quaggi 10 sguardo si posa di solito
su cose senz' anima e, se anche si volga su cose vive, gli si presenta
dinanzi cio che di non vivo e in esse. Cosi e mescolata Ia nostra vita nd
suo fondo. Ma lass tutte le cose sono vive e vivono di una vita [JOJ
integralmente pura; e se anche qualche cosa ti apparisse come non fosse
viva, anch'essa ben presto farebbe risplendere Ia luce e Ia vita.
Ma chi contempla I'essere che scorre nelle cose intelligibili e infonde
in esse Ia vita, veramente immobile e imrnutabile, e contempla Ia chiarit
intellegibile e Ia sapienza e Ia scienza che sono in esse, dovr ridere di
questa nostra natura [J5J tanto presuntuosa di essere! Scaturendo da
tale essenza, Ia vita persiste e l'Intelligenza
immobile e immutabili
sono gli esseri nell'eternit; nulla smuove l'Essere n 10 scuote n 10
turba, poich non c' nulla, al di l di ui, che possa toccarlo; se ce ne
fosse qualcuno, sarebbe sotto di Lui; e s' anche esistesse qualcosa di
contrario, egli sarebbe immune dall'influsso [40J di questo contrario.
(Se questo contrario ci fosse, esso sarebbe stato creato non da Lui, ma
da un altro prima di Lui, il quale perci sarebbe stato com une ad
ambedue, e allora l'Essere sarebbe stato quell'altro! Perci ha ragione
Parmenide'P? quando dice: L'Essere e uno). Egli e dunque immune
da qualsiasi influenza esterna, non per Ia sua solitudine, ma perch e
l'Essere. A Lui solo, infatti, e concesso di essere per se stesso. Ma come
sarebbe possibile [45 J negare l' esistenza a cio che e da s e a ogni altro
essere che sia in atto e derivi da Lui? Poich fino a quando Egli e, Egli
li sorregge; ma Egli e eterno, perci anch' essi 10 sono. Egli e cosi grande
in potenza e in bellezza che incanta tutto; tutte le cose sono sospese aLui
e, qualora accolgano una traccia di Lui, Egli ne e contento e in seguito
cerca il Bene, [50J poich I'Essere
secondo noi, prima del Bene. T utto
questo universo vuoIe vira e saggezza al fine di essere; ed anche ogni
anima e ogni intelligenza vuole essere cio che e. Ma I'Essere basta a se
stesso.
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1208
1209
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1. [Nell'lntelligenza
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1211
ENNEADI, VI7,l2
mento e utile perch manca Ia potenza che e anteriore ad ogni ragionamento; e 10 stesso si dica della previsione, [J5J poich a chi prevede
manca quella potenza che avrebbe reso inutile Ia previsione. La previsione infatti necessaria affmch si abbia questo e non quello, e teme,
direi quasi, di fronte a cio che non e come si vorrebbe; ma dove non c'
che questo, non c' bisogno di previsione. Anche il ragionamento
pone un argomento di fronte a un altro; ma dove ce n' e uno solo, perch
si dovrebbe ragionare? Come cio che e solo, unico [40J e sernplice,
esigerebbe Ia scelta di un termine con l' esclusione di un altro? Perch
avverrebbe questo, se non ci fosse quest'altro? E perch questo, una
volta accaduto, si rivela utile e salutare? Queste sono le previsioni e i
ragionamenti.
Siamo tomati cosi a cio che abbiamo detto sin da principio: per
queste ragioni Dio avrebbe donato sensazioni e facolt, anche se [45J
poi questo dono e il modo di donare ci appaiono problematici.
Ma se ogni atto di Dio dev' essere perfetto, se non e permesso
pensare che qualsiasi cosa relativa aDio sia diversa dall'Intero e dal
Tutto, in ogni cosa che 10riguarda devono essere contenute tuttele cose;
ed e necessario che cio che appartiene al futuro sia in Lui nel presente.
[50J In Lui non c' nulla chevenga dopo, ma cio che lass e gi presente,
accade pi tardi di un altro. Se dunque il futuro e gi presente, e
necessario che esso sia presente come una cosa pensa ta anticipatamente
per l' avvenire, ed e cosi in quanto Egli non ha bisogno di nulla e perch
e inesauribile.
Perci tutto fu gi ed e in eterno ed e [55 J in modo che si possa dire,
pi tardi, questo dopo questo: e infatti solo se si estenda e si dispieghi,
esso pua manifestare questo dopo questo; ma finch e tutto insieme,
e soltanto questo, cio possiede in s anche Ia causa.
1212
PLOTINO
ENNEADI,
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1217
ENNEADI, VI 7, 3-4
E veramente assurdo che lass ci sia fin dali' eternit una facolt
sensitiva, e che poi essa si esplichi soltanto quaggi e passi dalia potenza
all'atto quando l'anima diventa peggiore!
4. [L'uomo
e un animale
ragionevole?]
Per risolvere questa difficolt dobbiamo vedere ancora una volta cio
che I'Uomo intelligibile e veramente. Ma forse e necessario chia rire
prima che cosa sia l'uomo di quaggi, affinch non ci mettiamo alia
ricerca di quelio inteliigibile mentre non conosciamo esattamente
neppure I' altro e crediamo tuttavia di conoscerlo. [5] E forse a qualcuno
sembrer che l'uno e l'altro siano 10 stesso uomo.
Cominciamo Ia nostra ricerca da questa dom anda: l'uomo sensibile
e una forma razionale di anima diversa da quella che produce quest'uomo qui e che gli fornisce vita e ragione? Oppure l'uomo e proprio questa
anima qui? [10] Oppure l'uomo e l'anima che si serve di questo determinato corp0408? Ma poich l'uomo e un animale ragionevole e
I'animale e cio che e composto di anima e di corpo, Ia sua definizione
non pu essere identica all'anima. Ma se Ia definizione di uomo
com prende l' anima ragionevole e il corpo, come potrebbe essere eterna
Ia sua esistenza, dal momento che quella definizione [15] non sarebbe
possibile se non quando corpo e anima si unissero?
Questo concetto esprimerebbe infatti soltanto un essere futuro e
non quell'uomo in s che noi intendiamo, e assomiglierebbe piuttosto a una di quelle definizioni che non ci indicano affatto I'essenza di una
cosa. Essa infatti non riguarda nemmeno l'idea che e nella materia, ma
mette in evidenza soltanto l'insieme dei due [20] che abbiamo dinanzi;
ma in questo modo l'uomo non e stato ancora trovato: egli era infatti cio
che corrisponde alia forma razionale, Ma se qualcuno ci venga a dire che
Ia definizione dev'essere un insieme dei due, vale a dire "l'uno
neli'altro"409, egli non cerca di dire quale sia l'essere di ciascuna cosa;
ma se necessario, nelle idee che sono nella materia, formulare i concetti
[25] ricorrendo anche alla materia, bisogna cogliere Ia forma razionale
che ha creato, per esempio, l'uomo; devono coglierla soprattutto coloro
che pretendono definiret'", volta per volta, l'essenza, quando ci danno
le loro definizioni vere e proprie.
Cosa e dunque l'essere uomo? Cio, cosa e cio che e in lui e non
separato, e che 10 fa uomo? [30] La sua definizione e animale ragionevole, cio l'insieme dei due termini, mentre Ia ragione formale
produce l'anirnale ragionevole? E questa che cos'?
Nella definizione, animale e aI posto di vita razionale. L'uomo
e dunque vita razionale. Perci vita senz' anima? No, perch I' anima
o d Ia vita [35] - e aliora l'uomo sar un atto dell'anima e non un'essenza -, o l'anima dev'essere l'uomo. Ma se l'anima razionale e l'uomo,
1218
ENNEADI,
PLOTIN(
TWV
qualora essa entri in un altro animale, come non potr pi essere uomo?
5. [L'Uomo ideale
5. A6rov
1219
VI 7, 4-6
e preordinato
all'uomo empirico]
1220
PLOTIN
ENNEADI,
VI 7, 6-7
1221
sensibile [5] I' accoglie in s con Ia sensazione e l' accorda sino ali' ultimo
con l' armonia di Iass, e accorda il fuoco col fuoco di lass che l' anima
superiore percepisce in analogia col fuoco intelligibile. Se dunque Iass
ci sono questi corpi, 1'Anima li sente e li percepisce; e c' l'Uorno
intelligibile, e c' 1'Anima [10] capace di percepire; e perci l'uomo
inferiore, che e una sua immagine, possiede in immagine le forme; e
l'Uorno che e nell'Intelligenza contiene in s il secondo uomo che e
prima di tutti gli uomini.
Questo Uomo irraggia sul secondo, e questo sul terzo, ma l'ultimo
ha in s, in certo modo, tutti gli altri, non perch diventi quegli altri, [15]
ma perch si accompagna ad essi.
Talvolta noi agiamo conforme ali' ultimo uorno; talvolta c' in noi
qual cosa che deriva dali' uomo anteriore; tal volta Ia potenza ci viene
dai primo Uomo; in tal modo ciascuno di noi si trasforma in colui
secondo il quale agisce, e ciascuno possiede tutt'e tre quegli uomini e
insieme non li possiede. La terza vita, ossia il terzo uomo, e separata dai
corpo; [20] e se Ia seconda vita vuol seguiria - e pu seguiria senza
separarsi dagli esseri superiori -, si dice che dove c' quella ci sia anche
questa vita di quaggi.
Ma qualora l' anima occupi il corpo di una bestia, ci domandiamo
con stupore come ci sia possibile, dato che essa e Ia forma razionale di
un uomo. E perch l' anima e tutto, ma agisce diversamente in tempi
diversi. Finch e pura e prima di diventare malvagia, essa vuole
l' Uomo [25] ed e uomo. Questo infatti vale di pi e I' anima crea ci
che vale di pi: crea per anche demoni che sono superiori all'uomo e
della stessa specie dell'anima che crea 1'uomo; e colui che e ai di sopra
di lei e un demone superiore, o rneglio, e un dio: il demone e un'immagine di dio e dipende da dio, come uomo da uomo, Poich non si
chiama [30] Iddio quello dai quale dipende l'uomo, in quanto ha in s
Ia differenza che le anime hanno fra loro pur essendo della stessa
schiera. Ma bisogna intendere per demoni quella specie particolare di
esseri che Platone chiam a COSI412.
Ma quando l'anima, pur unita a quella di quando era uomo,
accetti Ia scelta fatta della natura ferina'!', [35] d Ia forma razionale
della bestia di lass ai corpo dell'animale. Essa Ia possiede infatti; ma
quello e un atto inferiore.
7. [Le nostre sensazioni sono pensieri oscuri]
Ma se essa, degradata e corrotta, si plasmi un corpo di bestia, non
destinata fin dai principio a produrre un bue o un cavallo: in
questo caso, Ia forma razionale dei cavallo e il cavallo stesso sono contro
natura. Veramente, non contro natura, ma qualcosa di inferiore certamente; anzi, quell' essere superiore era, sin da principio, cavallo [5 J o cane;
e tuttavia
1222
PLOllN
ENNEADI.
1223
VI 7.7-8
se pu, l' anima crea Ia cosa pi bella, aItrimenti agisce come pu, poich
per lei il fare un ordine: simile a quegli artisti che sanno creare molte
cose, ma che poi fanno o cio che stato loro comandato o cio che Ia
lllateria permette con le sue virtualit.
Che cosa impedisce che Ia potenza dell' Anima dell'universo, [10J Ia
quale e forma dell'insieme, ancor prima che da essa si diramino le virt
dell' anima, presenti un primo schizzo e che questo primo schizzo entri,
come una luce precorritrice, nella materia? E che, seguendo queste
tracce, l' Anima, per creare, debba soltanto articolare le singole tracce
dello schizzo, [15J mentre ciascun'anima diventa cio a cui si avvicina e
a cui si adatta, come fa chi, danzando, si conforma aI terna drammatico
che gli e stato dato?
. Ecco fin dove siamo arrivati seguendo il filo dei nostri pensieri. Ma
il nostro problema era un altro: cio come Ia sensibilit possa essere
a~tribuita all'Uomo intelligibile e come gli esseri intelligibili non guardno verso le cose divenienti; e a noi apparve evidente - e il ragionamento
[20] ce 10 dimostr - che non sono gli esseri intelligibili che guardano
alle cose di quaggi, ma sono queste ad essere sospese a quelli e ad
ltnitarli; che l'uomo sensibile trae daI mondo intelligibile Ia sua forza e
guarda ad esso; che le cose sensibili di quaggi sono congiunte all'uomo
sen~i?~e. e quelle sensibili di lass all'Uomo intelligibile+": che gli Intelllglbill, che noi abbiamo chiamato sensibili i", [25J diventano, es- .
sendo incorporei, oggetto di percezione, ma in modo diverso; che Ia
no~tra. percezione e molto pi oscura della percezione di lass, che noi
c~~amlamo sensazione perch e relativa a corpi intelligibili, ma e molto
pi chiara; e che l'uomo e dotato di sensibilit soltanto perch Ia
possiede in grado minore e percepisce solo cose inferiori che sono
trnrnagini dei loro modelli. Perci [JOJ queste sensazioni sono pensieri
Oscuri e i pensieri intelligibili sono sensazioni chiare.
1224
PLOTINO
1225
ENNEADI. VI 7. 8-9
quaggi; anzi, gli esseri intelligibili esistevano gi e queste cose seguirono a quelli necessariamente, poich non e possibile che Ia realt si arresti
allimite degli Intelligibili. Chi potrebbe ferrnare una forza espace di
rimanere in s, come di progredire? {UJ
Ma perch questi animali sono lass? Perch sono nella divinit?
Per quelli razionali sia pure; ma in una cosi grande moltitudine di bestie
irragionevoli che c' di venerabile? Anzi, e proprio l'opposto.
E evidente che l'unit dell'Intelligenza debba essere molteplicet",
poich viene dopo l'Uno assoluto; altrimenti, non verrebbe dopo di Lui,
ma sarebbe Lui. Ma poich viene dopo di Lui, {20 J non potrebbe essere
al di sopra di Lui e diventare maggiormente uno; ma essere invece
rnanchevole rispetto a Lui. E poich il Perfetto e uno, l'Intelligenza
doveva essere pi di uno: qui infatti Ia molteplicit e una deficienza.
Che cosa impedisce dunque che essa sia diade? Ma allora ciascuno dei due termini compresi nella diade non potrebbe essere assolutamente uno, ma dovrebbe essere, a sua volta, per 10 meno dualir,
elo stesso si dica dei nuovi terrninr'", {25J E poi in quella prima diade
c' erano movimento e riposo, e c'era in essa l'Intelligenza e nell'Intelligenza
c'erala vita: Intelligenza perfetta evita perfetta'". Questo Essere dunque
un'Intelligenza, non unica, ma universale, che contiene in s tutte le
singole intelligenze ed e grande come tutte loro e ancor di pi; ed essa
vive non come un'anima singola, ma come tutte le anime insieme, {JOJ
poich possiede una potenza maggiore di quella che e necessaria a
creare le singole anime; l'Intelligenza
il Vivente perfetto"? che non
contiene in s soltanto l'Uorno; altrimenti quaggi esisterebbe soltanto
l'uomo.
9. [L'Intelligenza
e l'irrazionale]
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PWTIN
ENNEADI, VI 7, 9
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ENNEADI, VI 7,1011
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PLOTIN
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1231
ENNEADI, VI 7,11
mentre le altre sono molteplici e da quell'una [15] derivano necessariamente. Se cosi, Ia pianta prima dev' essere veramentevita everamente pianta, e da essa e sulla sua traceia le altre piante traggono una vita di
secondo e di terzo grado.
Ma come Ia terra pu aver vita? E che vuol dire essere terra? Ecos'
Ia terra di lass che possiede Ia vita?
Ma prima domandiamoei: cos' questa terra? cio, qual
il suo
essere? E necessario [20] infatti che anche quaggi essa abbia una forma
e una ragione.
Noi dicevamo che anche quaggi vive Ia forma razionale della
pianta. C' dunque vita anche nella terra di quaggi? Se consideriamo
quanto di pi terrestre
generato e plasma to nella terra, troveremo
anche quaggi Ia natura della terra. E guardando ai minerali che si
forma no e si accrescono, ai monti [25] che si vanno sollevando dal di
d ntro, noi dobbiamo pensare che tutto ci avviene perch una forma
animata crea e plasma dal di dentro, ed questa l'idea creatrice della
terra, Ia quale simile alIa natura degli alberi che chiamiamo vegetativa;
ci che vien detto terra corrisponde al legno dell' albero, e una pietra
staccata [30] da una roceia
come un ramo di una pianta viva non
ancora reeiso.
Dopo aver scoperto che Ia natura creatrice della terra interiore ad
essa come vita in una forma, potremmo ricavare di qui facilmente Ia
prova che Ia terra di lass e, 'a maggior ragione, anteriormente [35]
vivente e che c' e una vita razionale della terra, che essa e terra in s, terra
primordiale, dalIa quale deriva Ia terra di quaggi.
Se anche il fuoco, a sua volta, una forma immanente alIa materia,
come pure gli altr eIementi, e non si accende da s, per quale causa? 10
mi domando. Non certo da strofinio, come qualcuno potrebbe opinare,
poich 10 strofinio si ha solo quando il fuoco esiste gi neI mondo [40]
e quando i corpi che si strofinano gi 10 posseggono'F: Ia materia infatti
non ha tale potenza da poterlo produrre da s. Se dunque ragionevole
ammettere che sia necessaria qualche cosa che crei il fuoco, cio che gli
dia forma, che sar questa cosa se non un' anima capace di produrre il
fuoco, vale a dire una vita e una forma razionale, che sono una cosa sola?
Perci anche Platone sostiene che in ciascuno di questi elernenti c'
un'anima, [45] se non altro perch crea questo fuoco, cio il fuoco
sensibilef". Cosl ci che quaggi produce il fuoco e una vita ignea, il
fuoco vero. Per conseguenza, il fuoco intelligibile, essendo maggiormente fuoco, appartiene a maggior ragione alIa vita: anche il fuoco,
dunque, e, come rale, un essere vivente. Lo stesso discorso va fatto
anche per gli altri eIementi: per l'aria e per l'acqua.
Ma perch [50] non sono animati anche questi eIementi, come Ia
terra? E chiaro che essi si trovano nell' universo vivente e che sono parti
di questo vivente; eppure in essi Ia vita non appare, come, dei resto, non
1232
PLOTINO
dVaL'
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1233
ENNEADI, VI7,1112
appare sulla terra, dove per e possibile dedurla dagli esseri che
nascono in essa; anche nel fuoco, tuttavia, d sono degli esseri viventi e,
ancor pi chiaramente, nell'acqua; e anche [55} nell'aria si formano dei
viventi.
Ma il singolo fuoco, accendendosi e spegnendosi velocemente,
sfugge all'anima che nel fuoco intero e cosl non riesce a formare una
massa permanente che possa mostrare l' anima che in esso; ed cOSI
anche dell' aria e dell' acqua, poich se questi elementi possedessero una
natura consistente, Ia rivelerebbero; ma poich sono fluidi, non mostrano l' anima [60} che posseggono. E probabile che si trovino nelle stesse
condizioni anche gli umori che sono in noi, come, per esempio, il
sangue; Ia carne e tutto da che pu diventare carne trae, a quanto pare,
Ia sensazione dal sangue, ma il sangue che d luogo a sensazione sembra
non avere anima. E tuttavia e necessario che Ia sensazione ci sia anche
in esso, poich, anche se non gli accada nulla di violento, [65} esso e
sempre pronto a separarsi dall'anima che e in lui. Altrettanto si deve
pensare degli altri tre elementi. Anche i viventi che sono composti
soprattutto di aria condensata non subiscono alcuna impressione. E
come I' aria va oltre Ia luce che si diffonde e dura, finch resiste, in linea
retta, [70} allo stesso modo essa, col suo movimento circolare, va oltre
l'anima sua, e tuttavia non va oltre. Ed e cOSIanche degli altri elementi.
12. [L'lntelligenza
e tutti
i oiuenti]
1234
PLOTINO
13. "Eort 'rp OUTE voDs lTOw, OUTE 'fi E aVrou eplJxTl.
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[25] TWV Tpwv. <l>OOlvapa XEl Enl rrv TEPOLOOO9aL.El ~v
1235
ENNEADI, VI7,12-13
13. [L'lntelligenza
e identit
e diuersit]
1236
PLOTIN
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1237
ENNEADI, VI 7,13-14
14. [L'lntelligenza
e viva e unitria
molteplicit]
1238
PLOTIN
se
Ou
1239
ENNEADI, VI 7,14-15
15. [L'lntelligenza
Perci chi contempli questa Vita molteplice, universale, primordiale e unitaria, come non desiderer abitare in essa, disprezzando ogni
altra vita? Le altre vite di quaggi sono infatti tenebrose e meschine e
poich sono vili ed impure [5] imbrattano anche quel1e che sono pure.
Se tu volgi ad esse 10 sguardo, cesserai di vedere le vite pure e di
vivere Ia loro vita universale, in cui non c' nulla che non viva in piena
purezza e senza alcun male. I mali infatti esistono quaggi, dove non c' e
che una traccia di vita e una traccia di Intelligenza, mentre lass c' e
l'archetipo che, a quanto si dice, ha Ia forma del Bene434,poich [lOJ
possiede il Bene nelle idee.
Il Bene esiste di per s, ma l'Intelligenza e buona in quanto fa
consistere Ia sua vita nel1a contemplazione: essa contempla, ma gli
oggetti che contempla hanno anch'essi Ia forma del Bene e li possiede
da quando contempla Ia natura del Bene435_Ma questi giungono a Lei
non perch esistano gi lass, bensl in quanto -cl Bene> li ha gi in s:
Egli infatti il Principio [15] e da Lui scendono nell'Intelligenza e
l'Intelligenza e colei che li crea movendo dal Bene, perch non e
1240
PLOTINCI
1241
ENNEADI, VI 7,1516
e sull'Essere]
ENNEADI,
1243
VI 7, 16-17
Intel1igenza nel1a sua pienezza, affinch possegga cio che deve contemplare e veda insieme gli esseri e Ia luce, poich riceve anche Ia luce da
Colui che gli dona gli esseri.
Perci si dice che Egli causa non soltanto dell'essenza, ma anche
dei fatto che essa sia vista. Come il sole, il quale, [25 J per le cose sensibili,
causa sia del1'esser vste''", sia deIloro divenire, nonch del1a vista
(perci esso non e n Ia visionet" n 1e cose divenienri), cosi anche Ia
natura dei Bene, essendo causa dell' essenza e del1'Intelligenza ed
essendo luce che corrisponde a cio che lass oggetto visto"? e soggetto
che vede, non e n gli esseri n l'Intelligenza, ma e Ia causa [JOJ per Ia
quale, ad opera del1a sua luce che si effonde sugli esseri e sull'Intelligenza,
e possibile pensare.
Dunque 1'Intel1igenza nasce quando si riempie ed e quando e
riem pita e vede nello stesso tempo in cui raggiunge Ia perfezione. li suo
principio e Co1ui che esiste prima che essa sia riem pita; un principio
diverso, quasi esteriore, e quello che Ia riem pie e dal quale viene
riempita e insieme, per cosi dire, foggiata. [J5J
17. [L'lntelligenza
Ma come mai questi esseri sono in Lei e Lei stessa e questi esseri, dal
momento che essi non sono lass n in Colui che riernpie, n in colui che
sta per essere riempito? L'Intelligenza infatti non li possedeva quando
non era ancora riempita.
Non
necessario che uno possegga cio che dona: in questi casi,
1'essere [5J che dona dev'essere stimato superiore a cio che egli dona440.
Ecco come avviene Ia nascita degli esseri: prima deve esistere l' essere
in atto, e cio che viene dopo dev' essere in potenza cio che gli e anteriore;
il Primo e al di l degli esseri secondi e colui che dona e al di l di cio che
e donato, poich e superiore. Perci, se esiste [lOJ qualche cosa anteriore ali' atto, essa e al di l dell' atto e quindi anche della vita. Se dunque
in questa Intelligenza c' vita, Colui che dona ha dato si Ia vita, ma e
anche pi bello e pi prezioso del1a vita. L 'Intelligenza ha Ia vita, ma non
ha bisogno di un donatore multiforme: Ia vita soltanto una traccia di
Lui ma non e Ia vita di Lui. E questa vira, [15J fino a che guarda a Lui,
e indeterminata, ma quando guarda lass, assume un limite, mentre Egli
non ha alcun limite. La vita che contempla una cosa unitaria dei imita
immediatamente,
per opera sua, se stessa e acquista in s limite,
determinatezza e forma. La forma e ne11acosa forma ta, ma chi informa
e senza forma; illimite non e fissato daI di fuori come a una grandezza
ma appartiene interamente a quel1a [20J Vita universale che e molteplice e infinita e, come se Ia vita irradiasse da una natura corrispondente,
evita anch'esso, ma non vita di un certo essere perch allora sarebbe
. itata in quanto vita di un individuo. E tuttavia essa e limitata, e 10 e
1244
PLOTlNCl
1245
ENNEADI, VI 7,17-18
1246
PLOTIN(
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1247
ENNEADI, VI 7,18
oloro che 10 ricevono. Ora, una cosa che si rivolge all' atto primo
diversa da quella che viene donata per opera dell' atto primo e ancor pi
diversa quella che segue a quelle.
Nulla impedisce che ciascuna di esse abbia Ia forma del Bene, [15]
ma in misura diversa. Quale dunque Ia possiede di pi? E per
necessario farsi anzitutto questa domanda: Ia Vita e un bene in quanto
venga considerata in se stessa, nella sua semplicit? No, soltanto Ia vita
che deriva da Lui. Ma Ia vita che deriva da Lui che altro se non Ia vita
di questa specie? Ripetiamo: che cos' Ia vita di questa specie? La vita
del Bene. No, [20] non Ia vita del Bene, ma quella che viene da Lui.
Se questa vita deve provenire da Lui ed evita in senso assoluto, se
da Lui non deriva nulla di ignobile, allora bisogna dire che tutto bene
in quanto vita, e che e necessario dire altrettanto dell'Intelligenza, di
quella vera e prima Intelligenza che e buona; ed e evidente che anche
ogni idea [25] buona e ha Ia forma del Bene, cio possiede un certo
bene, sia esso com une o differente per ognuna, sia un bene di primo
grado o un bene di secondo grado per quella che vien dopo. Poich
abbiamo capito che ogni idea porta gi nella sua essenza qualcosa di
buono e che proprio per questo buona (anche Ia vita non un bene in
s e per s sem plicemen te, ma solo perch [3 O]viene riconosciuta come
vira vera e perch deriva da Lui; e 10 stesso si dica dell'Intelligenza vera),
allora bisogna vedere in Ioro qualcosa di identico. E poich esistono
cose diverse, qualora si predichi di esse l' identico, nulla impedisce
che questo si trovi nella loro essenza; e tuttavia si pu sempre coglierlo
separatamente col pensiero: come, ad esempio, I'animale nell'uomo
e nel cavallo [35] e il caldo nell' acqua e nel fuoco; l'uno come genere,
l'altro come cosa primaria nel fuoco, come secondaria neli'acqua.
Altrimenti, ciascuno sarebbe caldo, oppure ogni cosa sarebbe detta
buona solo per omonimia.
n Bene dunque inerente all' essenza delle cose? Ogni cosa e buona
nella sua interezza, ma il Bene non tale in una sola maniera. Come
dunque? Come seleidee fossero sue parti. Ma il Bene e indivisibile. [40]
Esso si unitario, ma un essere determinato 10 riceve in un certo modo.
L' atto primo' nfatti e un bene, cio che 10 limita e un bene ed e un bene
anche il loro insierne; e cio, il primo un bene perch deriva da Lui,
il secondo
un ordinamento che procede da Lui, il terzo e un bene
perch e illoro insieme. Da Lui, dunque, deriva tutto, e nulla e identico:
cosi, da una stessa persona derivano [45] Ia voce, il passo e ogni altra
azione, e ogni cosa com pie Ia sua funzione.
Per quaggi questo discorso va bene, poich qui c' ordine e ritmo.
Ma lass a che serve? Potremmo dire che quaggi l' esser belio viene dal
di fuori, poich gli elernenti in cui l'ordine consiste sono differenti;
lass, invece, le idee sono buone di per s.
1248
PLOTINO
1249
1250
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ENNEADI,
1257
VI 7, 242.5
PLOTINO
1258
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ENNEADI, VI 7.25-26
1259
Chi ha ricevuto dal Bene il dono di percepire, quando s' accosti aLui
10 riconosce e dice di possederIo.
Ma se si inganna?
Vuol dire che c' qualche sorniglianza, tale da trarIo in inganno. Se
e cOSI,sar bene per chi e ingannato [5] quella somiglianza che 10 ha
ingannato; e infatti, quando gli si presenta il Bene stesso, egli abbandona
cio che 10 ha ingannato. E poi, il desiderio che ogni cosa ha di Lui e Ia
sua intima tensione stanno a mostrare che esiste qualche bene per ogni
cosa. Gli esseri inanimati ricevono da un altro illoro bene; ma per quello
che ha un'anima, e il desiderio che gli fa ricercare il bene; e cOSI [10] i
corpi morti ricevono dai viventi cure e onori, mentre i vivi provvedono
da s a se stessi.
Che il Bene sia stato raggiunto e provato quando si diventa migliori
e non si prova pi alcun rimpianto, quando si e raggiunta Ia pienezza del
Bene e si rimane con Lui e non si ricerca nient' altro. Ecco perch il
piacere [15] non basta a se stesso: esso infatti non ama sempre Ia
medesima cosa, poich non e Ia medesima cosa quella che rinnova il
piacere: e sempre una cosa nuova quella che ci fa godere.
li bene che uno sceglie, non e affatto il sentimento che prova quando
abbia raggiunto il Bene: perci resta deIuso chi confonde questo
sentimento con il Bene vero, perch egli si limita a provare soltanto quel
sentimento, che anche un altro saprebbe ricavare da quel bene. Perci
nessuno [20] si accontenta del sentimento, se insieme con esso non
possiede l' oggetto sul quale esso e fondato; se questo oggetto, per
esempio, e un figlio, si prova gioia della sua presenza quando esso e
lontano? 10 non credo che quelli che ripongono il loro bene nel saziare
U corpo provino piacere senza mangiare, e che uno goda dei piaceri
1260
1261
ENNEADI, VI 7. 2628
PLOTINO
d' amore senza unirsi alla donna desiderata e senza far nulla vicino ad
essa.
e informe,
Ma ora dobbiamo esaminare cio che deriva daI nostro ragionamento. Se il bene che sopravviene a una cosa e, in ogni caso, una forma, se
il Bene per Ia materia e una forma, forse che Ia materia, se potesse volere,
vorrebbe diventare soltanto forma? Ma se fosse cosi, [5] essa vorrebbe
1262
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1263
ENNEADI. VI 7. 2829
perire; al contrario, ogni cosa cerca il proprio bene. Forse essa cerca,
non di esser materia, ma di essere semplicemente, e vuole, qualora
ottenga questo, eliminare Ia propria cattiveria. Ma come il male pu
desiderare il Bene? Veramente, noi non abbiamo posto Ia materia fra le
cose che hanno desideri; anzi, noi, attribuendole Ia sensibilit, non
facemmo che una supposizione, [10] ammesso che si possa attribuirgliela pur conservando Ia sua natura; noi ammettiamo invece che
quando Ia forma sopravviene, come un sogno di bont, nella materia,
questa viene a trovarsi in un ordine migliore.
Che Ia materia sia il male e gi stato affermato; ma se essa e qualcosa
d'altro, per esempio, cattiveria, e se il suo essere ne abbia coscienza,
forse che Ia sua tendenza verso il meglio sarebbe il suo bene? N on [15 J
Ia cattiveria che sceglie il meglio, ma colui che e diventato cattivo. Ma
se il suo essere identico al male, come pu scegliere il Bene? E se il male
aves se coscienza di se stesso, potrebbe amare se stesso? Come cio che
non e amabile pu diventare amabile? Noi infatti non abbiamo riposto
il Bene in cio che e proprio. [20J Ne abbiamo gi parlato abbastanza.
Ora, se in tutti i casi, il Bene e forma e se, quanto pi si sale, tanto pi
Ia forma e forma -1' anima infatti e forma di pi della forma corporea
e, nell'anima, c' una parte che vale e un'altra che vale ancor di pi; e
l'Intelligenza e forma pi dell' anima -, il Bene perci e dalla parte di cio
che e antitetico alIa materia, cio di cio che e puro [25] e nudo e appartiene a ogni cosa secondo le possibilit di ciascuna; ma il Bene
sommo appartiene a chi si e liberato di ogni elemento materiale!".
La natura del Bene e lontana da ogni materia, o meglio non le si
avvicina affatto, in nessun modo, ma rimane consolidata in una natura
informe da cui discende Ia prima forma. Ma su questo argomento a pi
tardi460
e somma
1264
PLOTINO
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1265
ENNEADI, VI 7, 29-30
nel chiedersi quaIe frutto ottenga nella sua parte di bene chi possiede
l'Intelligenza: poich egli non per nulla commosso quando ascolta
queste cose in quanto non le comprende affatto, [15J ma o ascolta soltanto o d ad esse un significato tutto diverso o cerca qualcosa di
sensibile e ripone il Bene nelle ricchezze o in altre cose deI genere.
Alui bisogna ris pondere che quando disprezza questi beni, egli
riconosce di porre, per se stesso, un bene, ma poich dubita dov' esso sia,
giudica queste cose secondo le proprie opinioni. [20J Non si pu dire,
infatti non questo quando non si ha n l' esperienza n Ia conoscenza
di cio che e questo. E forse cosl si ha anche il presentimento di cio che
e aI di sopra dell'Intelligenza.
E poi, se quello, pur andandogli incontro, ignora il Bene o cio che
gli vicino, deve partire dai suoi contrari per averne una nozione.
Oppure egli non riterr come male Ia mancanza di pensiero, bench
ognuno preferisca [25J pensare e si vanti di pensare. Persino le sensazioni ne sono Ia prova, poich anch'esse vorrebbero essere una specie
di conoscenza. Ora, se l'Intelligenza, soprattutto Ia prima Intelligenza,
e una cosa preziosa e bella, quale idea uno si dovrebbe fare, se potesse,
del Genitore e Padre di Lei?
Chi disprezza l'essere e il vivere testimonia contro se stesso e contro
tutti i suoi sentimenti. [30J E se qualcuno e disgustato della vita alla
quale e mescolata Ia morte, costui disprezza Ia vira, non Ia Vita vera.
30. [L'lntelligenza
non
e mescolata
al piacere]
1266
PLOTIN
1267
ENNEADI. VI 7, 30}1
31. [L'amore
Ma poich tutte Ie cose sono rese belle in grazia di Colui che prima
di esse e ne ricevono Iuce, I'Intelligenza accoglie 10 splendore dell'atto
intellettuale col quale illumina Ia natura; e l' anima, a sua volta, accoglie
Ia potenza per vivere, mentre una vita pi intensa penetra in essa. [5J
L'Intelligenza
si eleva lass e vi rimane, lieta di essere presso di Lui;
anche l'anima che ne ha Ia capacit si solleva verso l' alto per conoscerlo
e contempla rio e gode della visione e, per quanto le possibile di
contemplarlo,
ne assai stupita. Essa vede con immensa meraviglia ed
cosciente di avere in s quaIcosa di Lui e, in questa disposizione,
tutta
presa daI desiderio, come coloro che, [1OJ commossi dal ritratto della
persona ama ta, bramano di vedere Ia persona stessa. E come quaggi
1'amante si ingegna di assomigliare all'amato e dispone il suo corpo e Ia
sua anima per essere simile a lui e per non essergli inferiore, per quanto
pu, in saggezza [15J e nelle altre virt, altrimenti sarebbe spregevole
di fronte alle virt dell' amato - e sono questi che riescono a congiungersi con Ia persona ama ta -, cosi anche I' anima ama il Bene poich sin dai
principio fu sollecitata ad amare; anzi, l' anima disposta ad amare, non
attende il richiamo delle bellezze [20J di quaggi, ma, poich possiede
I'amore pur non sapendo di possederlo, cerca continuamente
e, deside
1268
PLOTINO
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ENNEADI, VI 7.3132
1270
PLOllN
1271
ENNEADI. VI 7. 32-33
e
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e informe}
ENNEADI. VI 7. 3334
1272
PLOTINII
1273
misurato: perci non deve avere una forma, n essere un'idea. Perci
Colui che e Ia realt prima ed e il Primo, e senza forma; e Ia Bellezza lass
e Ia natura dd Bene intelligibile.
Ne e testimonianza cio che sentono gli amanti; finch l'arnante si
attiene a cio che appare nel sensibile, egli non ama ancora; ma quando,
da quella figura, egli [25] genera in se stesso, nella sua anima indivisibile,
un'immagine invisibile, allora nasce l' amore; e se egli desidera vedere Ia
persona ama ta, e per ravvivare I' amore che sta per venir meno?". Ma se
com prende che bisogna risalire a cio che e ancor pi spoglio di forma,
allora potr tendere aLui, poich I' amore che egli sentl da principio non
era che il fioco raggio di una immensa luce. [30]
La forma infatti e Ia traccia dd1'informe, poich e questo che genera
Ia forma, non Ia forma che genera I'informe, e genera quando gli si
accosta Ia materia. Ma Ia materia e, necessariamente, molto lontana,
poich essa, delle forme inferiori, non ne ha, di per s, nemmeno una.
Se dunque
amabile non Ia materia ma cio che viene formato dalla
forma; [35] se Ia forma che e nella materia deriva dall' anima; e se I'anima
e tanto pi desiderabile quanto pi e forma; se l'Intelligenza e forma pi
dd1'anima ed e perci molto pi desiderabile: bisogna ammettere che
Ia natura prima dd Bello e senza forma.
1274
PLOTlN
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ENNEADI, VI 7, 3435
1275
1276
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~. KaL EaTLV aimJ IlE6HV ~TLOV li aEllvoTP4l dVaL TOla&n,sIl6r]s. TTap Ilpos BE o vOUs KELVOS"aa, T BE aoTE aa
opQ.; "H ou'
BE 6yOS" Bl&iaKwv ylv61lEVa nOlEL, TO BE EXH TO
VOELVEL, EXH BE KaL [30ho Iltl voetv, aWS KELVOV~nnv,
KaL yp opWV KELVOVEaXE yEVVT)llam KaL al!V'a9ETo Ka1 TOTWV
yEVOIlVWV Ka1 V6VTWV' Ka1 TaTa IlEv opWV YETaL VOELV,KELVO
BE fl BuvllH EIlEE VOELV. 'H BE tJiUxtl olov auyxaaa
Kal
cf>avlaaaa uvovro TOV v airriJ vouv, llov BE o voUs [35J aiJri
opQ. npWTOS",EPXETaL BE T] la Kal. ElS ai.rn'JV xnl T Bo EV ylvETal
'EKTa9EV BE TO yaev n' airroLS Ka1 auvapIloo9Ev nJ llcf>oTpwv
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mBpallov Kal. vWaav r Mo EnEaTLV aUToLS llaKap(av
BlOOils ala6r]alv
Ka1 6av, TOOOUTOVapas, WaTE IllTE iv T6m!l
Etval, IllTE EV T4l [40J a4>, v ols n<1>uKEvao v a4> dVal'
OUBE yp ai.ITS rrouBE VOT)TOs T6nOS" ev airrl), airrOs BE OUI<
v a4>. ~lO oUBE KlVELTaL l tJiUxtl T6TE, OTL IlT)BE KElVO, OUS<
tJiUxtl TO(VUV, OTl IlT)BE (1] KELVO, VrrEp TO (ilv. OuBE vOUs,
OTL IlT)BE VOEL' Oll0l0oo6aL yp &L, NOEl BE oUB' fKELVO, OTL[45/
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ENNEADI, VI 7, 3536
1277
e luce generante]
1278
PLOTlNI)
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Tj VOllaEl csuvorpou
aTou ao~vov Kal. TOU V0E1V Kpt:l TTOV
f) KaT' aTov aTtv OVTos, ).,A OK aTou aE~v(!VoVTOS T1)11
vnou-. Tvr )'p TO Tl~lOV fEl, Tj VOllaEl f) airr4l; El ~E:v TI,
vOT)aEl, airr4l o Tl~LOV f) ~TTOV, el SE airr4l, rrp Ti)s VOT)OEW.
aTl TElOS Kal OTj VOl'lOEl[lOJTEElO~EVOS. El 8' Tt Vp)' l
aTtv, ' o 8va~lS, &1 v0E1v, el ~E:V oou aTlv Et VOOVou
xcl TOTljl Vp)'Elav )'OOOl, 800 ~ws )'OOOl, T1)v oocv KCI\
T1)v V6T)OlV,Kal OXrrow )'OOOlV,M Tl fTEPOV rrpooTt8aoll'
airr4l, oorrEp q>ea~o1s TO pv KaT' Vp)'Elav, Kv Et ~rrwalv
[15] El 8' VEp)'t:lq. )'OOOlV, Tt Vp)'El aTl Kal v6T)alS, OJk
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VI 7, 36-37
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ENNEADI, VI 7,3738
1281
Colui che non e generato e non possiede nulla che sia anteriore, ma ha
sempre e soltanto ci che e, perch mai dovrebbe pensare?
Perci Platone=" dice giustamente che Egli e al di sopra dell'Intelligenza. Un'Intelligenza
che non pensa e, infatti, [25] una non-Intelligenza, poich chi per natura possiede il pensiero, qualora non
compia tale atto, non e Intelligenza. Se uno non ha da compiere tale atto,
perch assegnargli prima un compito e dire poi che ne e privo per il fatto
che non 10 esegue? Sarebbe come dire che Egli e non-medico!
Perci Egli non fa nulla, perch non ha nulla da fare; Egli basta [30]
a se stesso, perch non ha nulla da cercare al di l di s, essendo al di
sopra di tutte le cose, e basta a s e agli altri perch e in s quello che e.
38. [li Bene non pensa se stesso come bene]
Di Lui non possiamo nemmeno dire che e 487, poich di questo e
non ha affatto bisogno. E nemmeno possiamo dire che e buono:
questo possiamo dirlo soltanto per una cosa che e; ma anche in questo
caso, questo e non vale quando una cosa viene predicata di un'altra,
ma soltanto per indicare ci che e; e quando di Lui diciamo il Bene,
non [5] adoperiamo questo termine come attributo, cio come cosa che
gli appartenga, ma come Lui stesso. E poi, noi non intendiamo dire di
Lui che e Bene, e nemmeno intendiamo preporre a Bene l'articolo,
quasi che, se si eliminasse l' articolo, non si avrebbe pi nulla da
designare; perci noi diciamo il Bene per non aver bisogno del verbo
e; altrimenti, noi distingueremo
un soggetto e un predicato.
Chi accetterebbe
[10] una natura che non abbia coscienza e conoscenza di s?
Ma che cosa dovrebbe conoscere? 10 sono? Ma Egli non e.
E perch non dovrebbe dire almeno io sono il Bene?
Ma cosi Egli si attribuirebbe
di nuovo il predicato e.
E se cosi Egli si limita a dirsi il Bene, che cosa aggiunge mai? Si
potrebbe benissimo pensare il bene anche senza l'e, [15] ameno
che non 10 si predichi di un altro soggetto; ma chi pensa di essere lui il
bene, deve esprimersi cosi: 10 sono il bene, altrimenti egli penser si
il bene, per non sapr che questo pensare e lui stesso. E dunque
necessario che il pensiero sia: Sono il bene.
E se il pensiero stesso e il Bene, esso non sar pensiero di s [20] ma
del Bene ed Egli stesso non sar il Benemail pensiero; ma se il pensiero
del Bene e diverso dal Bene, allora il Bene esiste ancor prima del
pensiero che Egli ne ha. Ma se il Bene esiste prima del pensiero, Egli,
essendo sufficiente a se stesso, non ha affatto bisogno del pensiero che
10 pensi, per essere il Bene. Egli dunque [25] non pensa se stesso in
quanto Bene.
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PLOTINO
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39.
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PLOTINO
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ENNEADI. Vl7, 40
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Che in Lui non debba esserci pensiero, 10 sanno bene coloro che
sono stati in contatto con tale natura. E per necessario aggiungere a ci
che gi abbiamo detto, qualcosa di persuasivo, ammesso che s~apossibile adoperare Ia parola; e necessario infatti che al rigore della dirnostrazione si aggiunga Ia persuasione. {5]
...
Chi riflette su questo problema deve sapere che ogru pensiero deriva
da un essere e appartiene ad un essere. C' un pensiero, unito alla cosa
da cui deriva, il quale ha per soggetto l' essere di cui e il pensiero e ai
quale e sottoposto, in quanto e il suo atto e ne porta a compimento I~
potenza, ma esso non genera nulla, {JOJ poich il perfezionamento di
quell' essere di cui e il pensiero. li pensiero, invece, che e unito all' essere
elo fa esistere, non pu essere in ci da cui proviene, poich, se fosse in
esso, non genererebbe nulla. Questo pensiero, invece, essendo in ~~
stesso potenza di generare, genera; il suo atto e {J5] essere, e percio
coesiste nell' essere; di conseguenza questo pensiero e questo essere non
differiscono fra loro, e se questa natura pensa se stessa, il pensato e il
pensante sono diversi soltanto logicamente, poich il pensiero e molteplicit, come si e dimostrato pi volte"".
Questo dunque e l'atto primo che fa esistere l'essenza; e I'atto. {20]
e immagine di un altro Principio, che e cosi grande da trasformare
l'immagine in essenza. Ma se questo atto fosse in Lui e non sorgesse ~a
Lui, esso non sarebbe altro che un atto e non avrebbe una propna
esistenza. Per, dato che esso e I' atto primo e il pensiero primo, non pu
esserci prima di Lui n un altro atto n un altro pensiero. Perci, se,
partendo [25] dall'essenza e dai pensiero, si va oltre, non si arriver pi
all'essenza e aI pensiero, ma al di l dell'essenza e dei pensiero, a
quaIcosa di meraviglioso che non ha in s n essenza n pensiero, ma e
solitario-?' in se stesso e non ha affatto bisogno delle cose che derivano
da Lui.
Egli dunque [JOJ non genera l'atto dopo essersi attuato, poich
allora l' atto esisterebbe prima di nascere; e nemmeno Egli genera il
pensiero dopo aver pensa to, poich allora il pensiero esisterebbe ancor
prima di esistere. Vale a dire che il pensiero, se appartiene. ai Bene,
inferiore ai Bene e perci non pu appartenere al Bene. (Dicendo che
non pu appartenere aI Bene non intendo che sia impossibile pensare
ai Bene. Questo [J5] sia pure; intendo che il pensiero non pu essere
nello stesso Bene; altrimenti, il Bene e ci che e inferiore aLui sarebbero
una cosa sola). Ma se il pensiero e inferiore, 10 saranno, insieme, il
pensiero e l' essere; se invece il pensiero
superiore, sar inferiore
l'intelligibile, cio il pensato.
li pensiero, dunque, non c' nel Bene ed e inferiore aLui ed e per
il Bene [40] se e valutato in giusta misura; esso si trova in un' altra regione
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PLOTINII
ENNEADI.
VI 7. 40-41
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rispetto a quella in cui e il Bene; e in tal modo esso lascia il Bene immune
sia dalle altre cose sia da se stesso. Essendo immune dal pensiero, Egli
e assolutamente cio che e e non e contaminato dalla presenza dei
pensiero, il quale 10 priverebbe di purezza e di unit. Ma se qualcuno
volesse fare di Lui un pensante e pensato insieme, cio un Essere e,
{45} in pi, un Pensiero unito all'Essere, e se, in questo volesse fare
di Lui un Pensante se stesso, allora ci sarebbe bisogno di un altro
prima di Lui. Infatti, l'atto, cio il pensiero, essendo o Ia perfezione di
un soggetto diverso, o Ia coesistenza di pensiero e soggetto, esige a sua
volta, prima di se stesso, una natura diversa grazie alla quale possiede
l'atto dei pensare: cosi esso possiede cio che deve pensare, {50} in
quanto ha qualcosa prima di s; e quando pensa se stesso, esso conosce
cio che ha in s in quanto contempla questo altro.
Ma chi non ammette altro prima di Lui, n ha in s nulla che derivi
da altri, che cosa pu pensare e, soprattutto, come pu pensare se
stesso? Infatti, che cosa cercher? Che cosa desiderer? Vorr forse
sapere quanto grande sia Ia sua forza? Ma allora, questa sarebbe fuori
{55} di Lui perch Ia penserebbe! 10 l'affermerei, sempre che Ia forza,
che Egli vorrebbe conoscere, fosse una, e Ia forza con cui dovrebbe
conoscere, fosse un' altra. Ma se queste due forze sono una sola, che cosa
dovr cercare?
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PL TINI
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essere privo dellibero arbitrio? Oppure e necessario ammettere qualcosa di ancora pi alto dellibero arbtrio, qual ora non si conceda che
illibero arbitrio salga tanto in alto. [45}
7. [L'lntelligenza
e libera; l'anima
pu [arsi libera}
L' anima dunque diventa libera quando, senz' alcun ostacolo, tende
al Bene per mezzo dell'Intelligenza: cio che essa fa per Lui dipende
soltanto dal suo libero arbtrio. L'Intelligenza invece
libera per se
stessa?", mentre Ia natura del Bene di essere il desiderabile in s519,
e per Lui posseggono illibero arbtrio 1ealtre cose, [5] qualora possa no
o raggiungerlo senza ostacoli o possederlo,
Come dunque il Bene che e sovrano di tutti gli esseri superiori che
vengono dopo di Lui e occupa il trono eccelso-" al quale ogni altra cosa
desidera risalire e ai quale e sospesa, il Bene dal quale ogni cosa trae il
suo potere sino ad avere il suo libero arbitrio, come [1O} possiamo tirarlo gi fino a quello che e il mio e tuo arbitrio? Cio dove anche
l'Intelligenza era stata trascinata con fatica e tuttavia con forza?
Ameno che qualche discorso temera rio, venuto da un'altra scuola,
affermi che solo per caso l'Uno sia quello che e, e che non sia padrone
di essere quello che e, e che sia cio che e non per se stesso, e che non
possegga Ia libert n illibero arbitrio, e che non dipenda da Lui [15]
il creare o non creare cio che e costretto a creare o a non creare, Questo
discorso, rude e irnbarazzante, distrugge completamente Ia natura
dell' atto volontario e libero e persino il concetto di libero arbitrio, come
se le nostre parole siano state dette invano e siano puri suoni di cose che
non esistono: [20] in questo modo si viene ad affermare che nulla
dipende da nulla, ma persino a negare che si possa pensare o cornprendere il senso di questa parola. Ma se il nostro avversario confessa che
questa parola abbia un significato, diventa pi facile confutarlo, poich
il concetto di libero arbtrio si applica a quegli esseri ai quali, secondo
lui, non si dovrebbe applicare. li concetto non si preoccupa certo di
esistere [25} n conferisce a se stesso l'esistenza (poich e impossibile
che qualcosa crei se stesso e si porti all'esistenza): esso invece fatto per
conoscere quale essere sia schiavo degli altri, quale sia indipendente e
quale altro non dipenda da altri ma sia, di per s, padrone della propria
attivit: tutto cio appartiene in purezza agli esseri eterni in quanto sono
eterni [JO} e a coloro che tendono al Bene senza incontrare ostacoli o
gi 10 posseggono. Ma sopra questi esse ri c' e il Bene in s, e perci e
assurdo andare a cercare un altro Bene al di sopra di quello,
E nemmeno e giusto dire che Egli esiste per caso?' , poich il caso
esiste soltanto nel1e cose molteplici e secondarie; ma del Primo non
possiamo dire n che esista per caso, {J 5] n che non sia padrone del suo
nascere, poich Egli non mai nato. Ed assurdo dire che Egli non
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1305
ENNEADI, VI 8,6-7
1306
PL TINI I
ENNEADI,
VI 8, 7-8
1307
libero perch crea conforme alla sua natura: e come sostenere che Ia
libert ci sia soltanto quando Dio crei o agisca contro natura. Un essere
che possegga l'unicit non e privato per questo della sua libert, purch
questa unicit Egli non l'abbia a causa di un ostacolo estemo, ma [40]
sia identica alla sua stessa essenza, sicch Egli quasi si compiace di se
stesso e non possiede nulla che sia migliore di Lui; altrimenti, chi in tal
modo raggiungesse
pienamente
il Bene, sarebbe privato della libert.
Ora, se questo e assurdo, e ancor pi assurdo privare il Bene della libert
proprio perch e Bene e perch [45] sussiste in se stesso senza aver
bisogno di muoversi verso un altro - mentre gli altri esseri si muovono
verso di Lui - e senza aver bisogno di alcunch.
Ma poich quella che noi chiamiamo
esistenza
e identica alla
sua azione, - esse qui non sono diverse, se nemmeno
10 erano
nell'lntelligenza
-, allora affermare che Egli agisce conforme al suo
essere non e per nulla meglio che affermare che Egli [50] e conforme
al suo agire. Il Bene, dunque, non possiede un'attivit conforme alla
sua natura; Ia sua attivit, cio Ia sua vita, non pu venire predicata della
sua cosiddetta essenza; ma Ia sua cosiddetta essenza e uni ta e come nata
insieme con Ia sua attivit sin dall' etemit: Egli crea se stesso dal suo
essere e dal suo atto e appartiene a se stesso e a nessuno.
8. [L'Uno non ba alcun rapporto con lc cose]
Noi vediamo che Ia libert non e una cosa accidenta1e per Lui, ma,
partendo dalla libert che c' negli altri esseri ed eliminando i contrari,
osserviamo Ia libert in s: noi COSI trasferiamo aLui 1e qualit inferiori
che vediamo negli esseri inferiori, poich non siamo in grado [5] di
cogliere cio che dovremmo dire di Lui. N ulla noi sapremmo trovare che
10 riguardi, tanto meno poi che sia attinente alla sua essenza. Tutto cio
che e bello e santo e posteriore aLui, poich di tutto questo Egli e il
Principio (anche se, in un altro senso, non sia nemmeno principio). E
come abbiamo eliminato [10] da Lui ogni propriet, cOSI eliminiamo
come cose posteriori Ia libert e illibero arbitrio: questi infatti sono
attributi che enunciano una forza rivolta verso l' estemo, e cio che Egli
non ha ostacoli e che perci esistono altre cose di fronte alle quali Egli
e libero. E necessario invece negare che Egli abbia un qualsiasi rapporto
con esse, poich Egli e quello che e anche prima di esse. Gli togliamo
infatti anche il termine em e, [J 5] con esso, qua1siasi rapporto con gli
esseri.
Eliminiamo anche il termine secondo natura, poich anche questo vien dopo, e se 10 usiamo per gli esseri intelligibili, esso e detto
sempre per esseri che derivano da un altro: perci 10 si pu dire
anzitutto dell' essenza, poich questa e nata da Lui; ma se Ia natura
appartiene alle cose che sono nel tempo, non 10 si pu dire neppure
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PLOTINtl
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ENNEADI, VI 8, 89
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VI 8, 9-10
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13. [L'Uno
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PLOTINO
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1321
ed e inoltre identica alla sua esistenza, vuol dire che Egli stesso si e dato
l' esistenza: non e dunque per caso cio che e, ma e quello che Egli stesso
ha voluto.
e principio
1322
PL TINI!
1323
ENNEADI, VI 8, 1415
cose che provengono da Lui), allora il Bene, che e padre della forma,
delIa causa e dell' essenza causale '" -Ie quali, peraltro, sono ben lontane
dal caso-, e il Principio e, diciamo pure, I'esernplare di tutto cio che non
ha niente in comune con il caso: [40J Egli e immune daI caso, daUa
fortuna e dall'accidenralit, e Ia prima e vera causa di s ed esiste in s
e per s, nel suo essere; Egli e il Primo e al di sopra dell'essere.
15. [L'Uno
e amare
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1324
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1327
ENNEADI, VI 8,1618
e volto
solo a se stesso]
1328
PLOTIN
1329
ENNEADI, VI 8, 18
cosa. Oppure, Egli e dentro nell' abisso; ma ci che e fuori di Lui, come
in cerchio intorno aLui, in contatto con Lui e [5J in dipendenza da Lui,
ragione e Intelligenza; o meglio,
Intelligenza perch
in contatto e,
in quanto e in contatto ed e sospeso a Lui, solo da Lui viene ad avere il
suo essere Intelligenza.
E noto che un cerchio, proprio perch tocca il centro, trae le sue
propriet dal centro ed e, per cosi dire, [10 J centriforme, in quanto i suoi
raggi, convergendo al centro, sono, per quella loro estremit che e dalla
parte del centro, della stessa natura deI punto aI quale convergono e daI
quale partono; il centro, per, e pi grande dei raggi e delle loro
estremit, [15J le quali sono simili al centro, mentre in realt ne sono
deboli immagini e, per cOSI dire, una labile traccia, poich il centro e in
potenza quelle estremit ed e in potenza anche quei raggi che 10
posseggono totalmente; per loro mezzo il centro si manifesta cOSIcom'
e si sviluppa pur senza svilupparsi. AlIo stesso modo dobbiamo concepirel'Intelligenza
el'Essere: l'Intelligenza, generata da Lui [20J ed effusa
e sviluppata
e sospesa alia sua natura intelligibile,
testimonia
che
nell'Uno c' come un'Intelligenza
non-Intelligenza.
Egli infatti Uno.
E inoltre, il centro, nel nostro esempio, non e n il raggio n il cerchio,
ma e il padre deI cerchio e dei raggi, ai quali d solo una traccia di se
stesso, poich, nella sua immobile potenza, genera con una sua forza
immanente raggi e cerchio [25J che non si staccano affatto da lui. Allo
stesso modo, mentre Ia potenza deIl'InteIligenza
gli scorre intorno, Egli
e l'archetipo di quell'Intelligenza che, in quanto uno-rnolti, si muove
verso Ia molteplicit
e, a causa di questa molteplicit,
e diventato
Intelligenza:
perci, se Colui che e prima deII'Intelligenza
rimane
immobile e genera l'Intelligenza
dalla sua potenza, [30J quale evento
fortuito, quale impulso, quale accidente potrebbe avvicinarsi a una
simile potenza che e creatrice deIl'Intelligenza
e veramente creatrice?
Infatti ci che e in quell'Uno e molto di pi di ci che v' nell'Intelligenza. AlIo stesso modo Ia luce che ha origine da un unico punto
luminoso, immobile in se stesso, si diffonde nello spazio: [35J Ia luce
cosi diffusa e solo un'immagine
di quella sorgente che e Ia Luce vera; e
tuttavia Ia luce diffusa non e di altra specie, Cosi, l'Intelligenza e soltanto
un'immagine
e non esiste per caso, poich in ogni sua parte dominano
ragione e causalit; ma l'Uno e causa deIla causa. Egli e dunque causa
in un senso eminente e pi vero, poich racchiude insieme tutte [40J le
cause che devono nascere da Lui per costituire l'Intelligenza, ed e il
genitore di una realt che non e casuale ma come Egli l'ha voluta. E
questa volont non e priva di ragione: essa non opera a caso, o come le
capita di operare, ma opera secondo il dovere, poich lass nulla
avviene a casoS46
Perci Platone 10 chiama devere e momento
giusto?", [45J
1330
PLOTlN)
19. Aa~l3avTw TlS ouv EK TWV dpTl~vwv vaKlVfl6s 'lTpOc;EKElVO EKElVO airr6, KaL 6EO'fTaL KaL aUTOs OUX OOOV6fl El'ITEl\l
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ENNEADI,
1331
VI 8, 18-20
poich egli intendeva dire, per quanto gli era possibile, che il dover
essere quello che e e ben lontano dall'essere casuale. E se Egli e il
dovere, non e privo di ragione, e se e il momento giusto, e il sovrano
assoluto sulle cose che vengono dopo di Lui e, anzitutto, su Lui stesso,
e non e come gli accade, ma e quello che Egli stesso volle, poich Egli
vuole cio che deve, {50] dal momento che cio che deve essere e l'atto di
cio che deve essere sono una cosa sola. li dovere non fa da sostrato, ma
e l'atto primo che manifesta se stesso come dovere.
Ecco come dobbiamo parlare di Lui, essendo impotenti a parlarne
come vorremmo.
19. {L'Uno
e principio
dell'essenza]
1333
ENNEADI. VI 8. 20-21
1332
PLOTINO
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Non dobbiamo temere di porlo come atto [1OJ primo privo di essenza: anzi, bisogna identificare Ia sua ipostasi con questo atto. Se 10 si
concepisse come ipostasi senza questo atto, alIora il Principio, il pi
perfetto di tutti i principi, sarebbe difettoso e manchevole. E se si pone
questo atto come un' aggiunta, Ia sua unit va perduta. Ma se l' atto e pi
perfetto delI'essenza e se il Primo e perfettissimo, [15J Egli e l'atto
primo. Poich agisce, Egli e; e non si dica che Egli e prima di nascere;
in queli'istante non c' momento in cui Egli non esista, ma e gi tutto.
n suo atto non e dunque sottomesso alIa sua essenza, ma e pura libert
e perci Egli e se stesso per se stesso; infatti, se Egli fosse conserva to
nelI'esistenza [20J da un altro, non sarebbe primo per se stesso; ma se
si dice giustamente che contiene se stesso, aliora Egli e colui che si d
I'esistenza, daI momento che contenere naturalmente una cosa e crearla
sin dal principio si identificano. Se ci fosse un tempo in cui Egli
cominci ad essere, non potremmo dire di Lui, in un senso veramente
rigoroso, che Egli ha creato se stesso; ma poich Egli, [25 J prima ancora
che ci fosse l' eternit, era quelIo che e, quando diciamo che Egli ha
creato se stesso, intendiamo dire che I'aver creato e il suo essere
sono Ia stessa cosa: cio che il suo essere consiste nel suo creare e,
diciamo pure, nel suo generare eterno.
E Ia stessa cosa se si dice che comanda a se stesso549;se Egli fosse
una dualit, quelIe parole andrebbero intese in senso proprio, ma
poich e Uno, rimane soltanto cio che comanda, non essendoci alcuno
che sia comandato. Ma come [JOJ pu esistere un comandare se non c'
chi riceve il comando? Qui, il comandare implica che non c' nulla
prima di Lui. Ma se non c' nulIa, Egli e il Primo: non il Primo di una
serie, ma per sovranit e potenza assolutamente indipendente. In questa
assoluta indipendenza, non e possibile dire che lass qualcosa non sia
indipendente. Egli e dunque in se stesso nelIa sua piena indipendenza.
E allora, [35J che cosa gli appartiene che non sia Lui stesso? E che cosa
che non sia suo atto? E che cosa che non sia opera sua? Infatti, se in Lui
ci fosse qualcosa che non fosse opera sua, Egli non sarebbe assolutamente indipendente, n sarebbe onnipotente, poich non sarebbe
padrone di quella cosa e perci non sarebbe onnipotente: non avrebbe
infatti potere su quelIa cosa che Egli non fosse padrone di creare per se
stesso.
21. [L'Uno
e volont
purissima]
Egli poteva d unque crearsi diverso da quelIo che si cre? No, perch
alIora dovremmo negargli di fare il bene, dal momento che Egli non pu
fare il male. Lass Ia potenza non consiste nel potere i contra ri: quella
e una potenza incrolIabile e immobile, che e tale [5J al massimo grado
quando non si stacca dalI 'Uno: poich potere i contrari vuol dire che
1334
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1337
1336
VI9 (9) IL BENE o L'UNO
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1. [gni essere
1. Ildvra
e uno
e]
Tutti gli enti sono enti per l'Uno, sia quelli che sono tali in primo
grado, sia quelli che par teci pano in qualche modo de1l'Essere. Che cosa
sarebbero, infatti, se non fossero uno? poich nessuno di essi, privato
della sua unit, non e pi quello. Per esempio: non c' l'esercito [5] se
non e uno, n sono il coro o il gregge, se non sono uno; neppure sono
la casa o la nave se non hanno unit, poich la casa e la nave sono uno
e, tolta 1'unit,la casa non sarebbe pi casa, n la nave pi nave. Cosi le
grandezze continue non sarebbero se in esse non fosse presente 1'uno:
infatti, se vengono divise, in quanto [10] perdono l'unit, perdono il
loro essere.
lnoltre, anche i corpi delle piante e degli animali, essendo uno
ciascuno, se sfuggono all'unit, si dividono in molte parti e perdono
l' essere che avevano; e se diventano qualcosa di diverso, anche il nuovo
essere esiste in quanto uno. C' la salute in quanto il corpo si accorda
nell'unit; [15] c' la bellezza quando la natura dell'uno armonizza le
parti; c' la virt dell'anima quando le sue potenze si fondono in unit
e concordia.
Poich, dunque,l' anima conduce tuttele cose ad unit fabbricando,
foggiando, formando, ordinando, noi, una volta giunti ad essa, dobbiamo dire che [20] essa elargisca l'unit e che proprio essa sia 1'Uno? O,
invece, come elargendo altre propriet ai corpi, non e essa stessa quella
che d - ad esempio, la forma e la figura che sono diverse dall'anima -, cosi bisogna credere che, se essa d 1'unit,la dia rimanendo altro
da essa e che faccia una ogni cosa in quanto guardi all'uno; cosi essa crea
un uomo guardando all'Uomo, [25] accogliendo insieme con 1'Uomo
l'Uno ch
in lui. lnfatti, ciascun essere che detto uno uno in quanto
possiede cio che esso e: perci gli esseri mino ri hanno in s meno di
unit; gli esseri maggiori ne hanno di pi, Anche l' anima, pur essendo
differente dall'Uno, tanto pi ha unit quanto pi e secondo ragione;
[30] eppure essa non e l'Uno in s: l' anima infatti e una e 1'unit e in essa
come accidente: infatti anima e unit sono due termini, come sono due
corpo e unit. Il discontinuo - il coro, per esempio - e lontanissimo
dall'Uno, mentre il continuo gli e pi vicino, e ancor pi vicina gli e
l'anima che sia una in se stessa.
Se qualcuno obiettasse che l'anima non sarebbe anima se non fosse
una [35] e che perci l'anima el'Uno sono una cosa sola, risponderemo
che anche le altre cose sono singolarmente in quanto sono uno, eppure
l'Uno e altro da esse. Poich il corpo e l'Uno non sono una cosa sola, ma
PLOTINO
1338
2 . Ap' ow
1339
ENNEADI, VI 9, 1-2
il corpo partedpa dell'Uno; diremo poi che anche l' anima e molteplice,
bench non sia composta [40J di parti: molte infatti sono le sue potenze
- il ragionare, l' appetire, il percepire - le quali stanno insieme, come
legate da un vincolo, per virt dell'Uno. L' anima dunque, essendo una
per s, comparte l'unit ad altri, ma anch'essa Ia riceve da un altro.
2. [L'Essere
e molteplice
e perda
e diverso
dall'Ilno]
ooota
1340
PLOTINO
1341
essere Ia prima realt sar chiaro anche da cio che diremo: essa consiste
necessariamente nel pensare e, nella sua forma pi perfetta, cio in
quanto non guarda alle cose esteriori, {J5] pensa cio che le anteriore;
e cOSI, tornando a se stessa, torna ai suo Principio. Dunque, se il
pensante e il pensato, sar duplice, non semplice, e, per conseguenza,
non sar l'Uno; se guarda verso un altro, guarder in ogni caso verso cio
che le superiore e anteriore; se guarda verso se stessa e verso l' oggetto
superiore, [40] anche allora l'Intelligenza
seconda. E dunque necessario pensare che I'Intelligenza sia presente al Bene e al Primo e guardi
a Lui e insieme rimanga in se stessa e pensi se stessa e si pensi come colei
che tutte le cose. Essendo dunque COSIvaria, I'Intelligenza
molto
lontana dall'essere Uno.
Concludiamo perci che I'Uno non pu essere Ia Totalit, [45]
poich allora non sarebbe pi Uno, n Intelligenza; anche in questo
caso, infatti, sarebbe tutti gli esseri; e nemmeno e l'Essere, poich
I'essere Ia Totalit.
e nessuna
di esse]
Cos' dunque I'Uno, e qual Ia sua natura? Non dobbiamo meravigliarci che non sia facile dare una risposta, dai momento che nemmeno
si pu dire facilmente che cosa sia l' essere e l'idea, ammesso che Ia nostra
conoscenza si basi sulle idee. Quando l' anima si rivolge a cio che non ha
forma, impotente a comprenderlo [5] perch indeterminato e perch
non viene impressionato da nessuna impronta, essa si sente incerta e
teme di non ottener nulla. Fra tante difficolt essa perci si affatica e
volentieri ne discende abbassandosi sino a giungere ai sensibile per
riposare in qualcosa di solido: allo stesso modo, anche Ia vista, affaticata
[10] dalle cose piccole, si rivolge volentieri alle cose grandi.
Ma quando l' anima desidera vedere solo per se stessa e, cosi
contemplando, si raccoglie in unit ed e una perch e una con Lui, non
crede di possedere ci che ricerca perch non e diversa dall' oggetto del
suo pensiero. Proprio cosi deve fare colui che si avvia a filosofare
intorno all'Uno. Ora, poich [15] noi andiamo cercando l'Uno e scrutia mo il Principio di tutte le cose, cio il Bene e il Primo, non dobbiamo
allontanarci dai primi esseri per cadere nelle cose ultime, ma dobbiamo
elevarei ai primi svincolandoci dalle cose sensibili che sono le ultime, e
da qualunque malizia; [20] proprio perch desiderosi di avvicinarci ai
Bene, dobbiamo salire ai Principio che e immanente in noi e raccoglierci,
via dalla molteplicit, nell'unit, per raggiungere Ia contemplazione del
Principio e dell'Uno.
E necessario dunque che I'anima si trasformi in Intelligenza e tutta
si affidi e riposi in lei per poter accogliere, pienamente desta, cio che
l'Intelligenza vede e, con questo, per poter contemplare [25] I'Uno senza
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V6T)C1lV,
1343
ENNEADI, VI 9, 3-4
e ai di l dei sapere]
1344
PLOTIN
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o8E ypalTT6v, <jl11olv, d >JyO~Ev KaL yp<f>o~Ev lT~lTOVTESEls
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KaL Tl;S lTOpElas 1 8tSaCLS, 1 8E 9a aToD EpyOV i811 ToD t8E1v
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1 ~UxTl Tl;S KEl dyclas ~118E ElTa9E ~118E EOXEV V aUT4) olov
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WaTE Evap~ooaL KaL olov E<jl~ao9aL KaL 9tYELvb ~OL6TllTl KaL
Tij V aT4) 8uv~EL OUyyEVEl T4) drr' aToD' Ihav olirws EXIJ, Ws
ElXEv, TE ~9EV drr' aToD. i811 8VaTal t8E1v
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ECl, li 8l' EV&Lav ToD lTaL8aylyoDVTOS Myou KaL lTlOTLV lTE'p\
aToD lTapexo~vou. 8L' EKElVa ~V aTov V at Tlq. TL9oaw, Ka\
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d1TLOTELEEtlTlV. tilBE [35] 8LaVOElo9l.
ws
1345
ENNEADI. VI 9, 4-5
una presenza che vale di pi della scienza, L' anima, quando acquista Ia
conoscenza di qualche cosa, si allontana dalla sua propria unit e non
resta completamente
[5] una: Ia scienza, infatti, un processo discorsivo,
e codesto processo e molteplicit: perda, una volta caduta nel numero
e ne1la molteplicit, essa perde l'Uno. E dunque necessario oltrepassare
Ia scienza e non deviar mai dall'unitariet
dd nostro essere; e necessario
allontanarsi sia dalla scienza, sia dai suoi oggetti e da ogni altra cosa,
anche se sia be1la [10] da contemplare:
poich ogni be1lezza e inferiore
all'Uno, come Ia luce del giorno deriva tutta dal sole. Perda si dice che
Egli e ineffabilef" e indescrivibile. E tuttavia noi parIiamo e scriviamo
per avviare verso di Lui, per destare dal sonno delle parole alla veglia
della visione, come coloro che mostrano Ia strada a chi vuol vedere
qualcosa. [15] L'insegnamento
pua riguardare
soltanto Ia via e il
cammino="; ma Ia visione e tutta opera personale di colui che ha voluto
contemplare.
Ora, se uno non giunge alla visione, se I' anima sua non sa comprendere il suo splendore, se essa non sperimenta e non racchiude in s Ia
passione amorosa che ne e Ia sorgente e non riposa in Lui come I' amante
riposa in colui che ama; [20] se pur accogliendo Ia vera luce e avvolgendone tutta l' anima per esserne andato pi vicino, egli sale SI ma con
le spalle grava te da qualcosa che gli impedisce di contemplare;
se doe
sale non solitario ma insieme con qualcosa che 10 separa da Lui, non
essendosi ancora raccolto in unit ... ; in realt, Egli non e lonrano da
nessuno, eppure e lontano [25] da tutti; Egli e presente, ma e presente
soltanto a coloro che possono accoglierlo e che si sono preparati ad
armonizzare e ad entrare in contatto con Lui in virt di un' affinit e di
una potenza insita in Lui, consustanziale a c che da Lui deriva561; qualora
questa potenza si conservi cosi com' era quando usei da Lui, essi, allora,
sono capaci di contemplarIo nel modo in cui Egli e, per sua natura, [30]
visibile ... ; se quello, dunque, non e ancora giunto lass ma se ne sta al
di fuori a causa degli ostacoli che abbiamo menzionato
o per Ia
mancanza della ragione che 10 guidi e gli sappia infondere una convinzione su di Lui, alIora incolpi pure se stesso per tutti quegli impedimenti
e cerchi di starsene solo, lontano da tutti.
Perda, abbandonati
quei pensieri che meno son degni di fede,
rifletta ne1 modo seguente. [35]
5. [L'Uno
e uno
Chiunque pensP62 che gli esse ri siano governati dal caso o dalla
fortuna e provengano soltanto da cause corporee, costui e ben lontano
da Dio e dalla conoscenza dell'Uno; questo nostro discorso non e rivolto
Q costoro,
ma a coloro che ammettono un' altra natura diversa da que1la
corporea [5] e arrivano a riconoscere l' anima. E necessario che costoro
1346
PLOTIN
le
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1347
ENNEADI, VI 9, S
1348
PLOTIN
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ENNEADI, VI 9, 56
1349
1350
PLOTlN
CJT'f)O'ov ouvrv
ENNEADI,
1351
VI 9, 6-7
per le altre cose, Egli non trae cio che e da queste cose; quanto poi aI
benessere, potrebbe questo trovarsi fuori di Lui? Insomma, per Lui il
benessere non e accidentale, ma e Lui stesso. [30] E nemmeno ha bisogno di un luogo, poich non gli occorre un fondamento come se non
potesse sostenere se stesso. Cio che esige un fondamento e inanimato,
e cio una massa che precipita se non abbia trovato il suo sostegno.
Invece, anche le altre cose sono fondate per opera sua e solo per opera
sua giungono all' esistenza e posseggono illuogo aI quaIe sono assegnate:
poich manchevole anche cio che ha bisogno dei luogo.
Ma chi Principio non ha bisogno delle cose chevengono [J 5] dopo
di lui, poich il principio dei Tutto non ha bisogno di questo Tutto.1n
realt, cio che e bisognoso, e bisognoso in quanto tende aI suo principio;
ma se I'Uno bisognoso, pu cercare evidentemente questo soltanto: di
non essere Uno. Sicch Egli avrebbe bisogno dei suo distruttore! Ma
tutto cio che noi chiamiamo bisognoso, e bisognoso di bene: ha bisogno
cio di chi 10 conservi. Perci nulla e bene per I'Uno, [40] e quindi non
avr voglia di nessun bene, anzi Egli e Super-Bene, e non e bene per se
stesso, ma e bene per gli altri esseri che possono parteciparne. E
neppure Egli e pensiero, altrimenti in Lui ci sarebbe alterit. E neppure
e movimento, poich Egli e prima dei movimento e prima dei pensiero.
Infatti, a che cosa dovrebbe pensare? A se stesso? Ma allora, prima dei
pensiero, dovrebbe essere ignorante [45] e dovrebbe ricorrere aI pensiero per conoscersi, Egli che basta a se stesso! Perci in Lui non ci sar
mai ignoranza, in quanto Egli non conosce n pensa se stesso: poich
l'ignoranza sussiste quando esiste un secondo essere e l'uno ignora
l' altro. Ma Colui che e solo non conosce nulla, e nemmeno ha quaIcosa
da ignorare; invece, essendo uno e con se stesso, non ha bisogno di
pensare se stesso. [50]
Veramente, nemmeno dovremmo dire che Egli e con se stesso, se
vogliamo conservargli l'unit567; dovremmo, anzi, eliminare sia il pensare sia il conoscere, cio il pensiero di s e delle altre cose. Si deve infatti
porlo non nell'arnbito dei pensante, ma in quello dei contenuto dei
pensiero: infatti il contenuto dei pensiero non pensa, ma e causa dei
pensare per altri. Ma Ia causa non si identifica [55] col causa to; eppure,
Ia Causa di tutte le cose non
alcuna di esse. Perci non dobbiamo
nemmeno chiamarlo Bene, Egli che 10 elargisce, ma chiamarlo, in
tutt'altro senso, Bene superiore agli altri beni.
1352
PLOTIN
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Kat KaTXO~VT)V TlJlTw6flval T4J TOV lvaVT(OV Tirrr41, U' Warrp
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Bxa6al TOUs rrVTWV TirrrOlJS, OTW Kat rrou ~Uov vd&ov
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el [15] ~UH ~T)BfV l~rr6Blov lYKaef]~VOV
Eafa6al
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Kat TOtS d&alv,
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yva6al,
KdKLV41 alJ'Y'Yv6~vov Kat \.KavWs otov ~Lf]aavTa
T)KHV dyyUovTa,
el SvalTo, xcl a4l nlV lKl avvooo.av otav
Laws Kat M.vws rrOLO~VOSoopLan']s TOV LOs </>T)~(a6T)dvaL,
f}s ~~VT)~vos [25]'(Swa aUTfls TOUs v6~olJS h.6l Tij TOV 6tov
rra</>ds v6~wv rrT)po~VOS6alv. MH Kal T rrOLTLKOUKaeLa
airrov vo~(uas dEt 6H ~VELVavw, rrep Kat TtI rrou lvn
yVOLTO v rr6T)~a. Ou&v6s </>T)utvaTLv E~W, d>J.. rrot UVfaTlV
OVK dB6uL. <I>JyOOOlyp [30] nrrol aITov E~W, ~Uov Bf airrwv
E~W. Ou SvaVTal
ouv Etv v rrcf>Jyaalv, oUS' airro'
drroWEK6TS aUov (T)Ttv, oUBl y rrats airrov E~W iv ~av(q
yqVT)~vos dSf]aH TOV rrurpa- Bf ~a6wv aVTOV lS~uEL Ka\
rr6Ekv.
1353
ENNEADI, VI 9, 7-8
e presente.
1354
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PLOTINO
yp TO lXdV41 O'lJVT)IlIlVOV, TO
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epvxt1s otov KVTpoV ror O'Tl TO (llTOllfVOV; ~H do Tl
VOIlLO'al, ds TTVTa otov KVTpa O'VIlTTLTTTH;Kal Tl VaOYLq
TO KVTpoV TOf& TOU KKOV;OiJB yp OTl KKOSf} epV~ ,
TO O'Xfllla, ' Tl V auTfj Kat rrepl aim1v f} pxaLa [15] epO'l,
Kat Tl TTO TOlOTOV, Kat lTl Illliv
xal Tl XlplO'MO'al aI
Nuv 8l, TTfl IlPQS f}IlWV KaTXfTaL nTo TOU O'WllaTOS, otov T
TlS TOUs TT68as lXOl v BaTl, T4> S' d4l O'wIlaTl nTfplXOl, T
81') 111')I3aTTTl0'9VTl T4> O'wIlaTl nTfppaVTfS, TOT41 O'tJVTTTOIlv
KaT TO faVTwv [20] KVTpoV T4>olov TTVTlVKVTp!jl,Ka9TTfp T(}V
llf'YlO'TlV KKlv T KVTpa T4> nlS O'epalpas nlS TTfPlfXOO'l1
KVTp!jl, vaTTaOOllfVol. El IlEV ouv O'llla-TlKot ~O'av, ou epvXlI<o1
KKOl,TOTTlKWsdv T4> KVTp!jl O'tJvT)TTTOV
KaL TTOVKHIlVOlJ TO
KVTpoUrrepl aiITo dv ~O'av' TTft 8E [25] aiITal Tf ol epuxat vonrc,
nTEp VOUV Tf KflVO, StJVllfO'lV dalS, 1i TTepVKfTO VOOUV TTrX>5
TO KaTavoollfvov
O'tJVTTTHV,otT)TOV Tl')v O'tJVaep1')v ylVf0'9aL Kol
TTf6vlSTO VOOUV TTaplval IlOl6TT)Tl Kat TaiIT6TT)Tl Kat O'UVTTTlV
T4> O'V)'yfVfl oU&vOs SlflpyOVTOS. LWllaO'l IlEV yp [30] O'WllaT
KlfTal KOlVlVflV 1Ols, T SE O'wllaTa
O'wllaO'lv ou
SldpYfTal'
ouS' #O'TT)Kf TOlVUV1lvT6TT41,hfp6TT)Tl 8E KCJl
Sla<Popq' Tav ouv f} fTfp6TT)S 111')TTapf!, 1OlS T 111')fTfpU
rrdpso-nv. 'EKflVO IlEV ov 111')lxov hfp6TT)Ta ft rrdpeo-nv, f}IlCl
S' oTav 111')[35] lXlIlEV' KKElVO IlEV f}IlWV OUKepLfTaL, WaTf TTfpl
f}lls dVaL, f}IlElS 8E KflVOU, WaTf f}IlElS TTEpt KElVO. Kal d I
IlEV TTEpt aiIT6, OUK El 8E Els aUTO ~TTOIlEV,d' otov Xol.
~qSlV t<:alTTEp lXlV TTEpt TOV KOplJ<PalOVTpaTTdT) dv EtS TO lhl
nlS 9as, oTav SE TTlO'Tpltlsu,[40] 4&l rs KaWs xcl VTlS TTcpl
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OTl Kat f}IlElS dEt IlEV TTEpt aiIT6v, KaL Tavb Il~,
O'lS f}lllV TTaVTE1')SlO'Tal xul OUKTl 0'6IlESa' OUKc del 8E I
1355
ENNEADI, VI 9, 8
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1356
PLOTIN
1357
ENNEADI, VI 9, 8-9
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1358
PLOTlNO
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"EO'TaL SE OTE KaL TO O'UVEXESEO'Tal Tfls 6as OUKTl EVOXOUIlVll1
OU&lllav
EVXT)O'lVTOU O'w~aTOS. "EO'Tl SE TO WpaKOs ou TO
VOXO~EVOV, TO ao, [5] OTE TO WpaKOs pyEl TTjv etQV
O~K pyo~uv TTjv E1TlO'~~T)V TTjv EV rro&teEO'l KaL rrtcrsci
KaL TIl
TT)S tJ;UXT)SSLaOYlO'Il4l' TO SE t&lv KaL TO wpaKS EO'TlV OUK1'
Myos, ~
IlE1COVMyou KaL rrp Myou KaL l-rrL TQ MY4l, WalT P
KaL TO 6pw~EVOV. 'EaUTov ~EV ouv t8wv TTE. OTE 6pfJ.,{IO]ToLOVroll
tJ;ETal, ~ov SE airrQ TOlOT4lO'uvO'Tal KaL TOlOVrOV atO'6'f)O'ETol
rrouv YEVIlEvov. Txa 8E OUSEOtJ;ETaLEKTOV<
, <TOSE 6q,ev
ElrrEp &1 800 TaUTa YElV, T TE 6pG)v KaL 6pwIlEVOV, fll~
~V ~q,w' TO~T)pOs IlEV 6 Myos. TTE IlEV OUV OUTE 6pfJ. o
SlaKplVEl 6 6pwv [15] OUSE q,aVTCETal SOO. ' otov a
I
ENNEADI. VI 9. 9-10
1359
e inesprimibile]
1360
PLOTIN
u'
ENNEADI, VI 9, 10- 1i
1361
quello che era e ormai non pi se stesso, appartiene aLui ed e uno con
~ui, a.vendo fatto. coinci~er~, per cosi dire, centro con centro: quaggi
infatti due centn, se coincidono, sono uno; se si distinguono sono
ancora due. Cosl, per ora, anche parliamo delI'Uno come di un diverso.
Ecco perch Ia visione e difficile ad esprimersi. [20] Infatti, in che
modo si potrebbe dar notizia di Lui come di un diverso, quando chi 10
vide non 10 vide diverso durante Ia contemplazione, ma 10 vide una cosa
sola con se stesso?
1362
PWTIN()
ENNEADI,
VI 9, 11
1363
1364
NOTE A ENNEAm,
VII
I
7).
Empedocle (de. Arstotele, Meta/tsica, A 3. 984 a 8).
) Anassagora (dr. Aristotele, Metafisica, A 3. 984 a 11-13) e Democrito.
Aristotele e Stoici.
'Cfr. Aristotele, Fisica, A 4.187 b 7-8; A 6.189 a 13; Meta/tsica, A 3,983 b 28 "
6 Aristotde: Cfr. Categorie, 4. 1 b 25-27; Topiei, 9. 103 b 22-23.
7 GIi Stoici (cfr, SVF II 369-375).
Cfr. Aristotde, Meta/tsica, B 3. 999 a 22-23 (cfr. Enneadi, VI 2, 2).
, Gli Stoici (de. qui ai capo 25).
10 Cfr. Aristotele, Metafisica,
r 2,1003 b 5-6; ~ 7, 1017 a 22-7.
11 Cfr. Enneadi,
VI 3, 5.
12 Cfr. Arsrotele, Metafisica,
B 3,999 a 6-7.
Aristotele, Metafisica, H 3,1043 b.
Cfr. qui ai capo 1.
Cfr. Aristotde, Metafisica, H 2. 1043 a 27 -28.
16 Cfr. Aristotele, Meta/tsica,
Z 3. 1029 a 29-30.
17 Cfr. Aristotele, Metafisica, Z 3.1029 a 18-19; SVF II 316.
18 Cfr. Aristotele, Categorie, 5.29 a 1415 (cfr. Enneadi,
VI 3. 9).
I'Cfr. Aristotele, Categorie, 5. 4 a 10-11.
20 Cfr. Aristotele, Metafisica,
18.1058 a 24.
21 Cfr. Aristotele, Categorie, 5.3 b 10; 5. 3 a 7; Fsica, ~ 11.219 aiO; l/anima, fi
406 b 12-13.
22 Cfe. Aristotele, Categorie, 5.2 a 31-32 (cfr. Enneadi,
VI 3. 4).
2J Cfr. Aristotele, Categorie, 6.4 b 23-24; 6. 5 a 38 - b 1.
2. Cfr. Aristotele, Categorie, 6.4 b 23-24.
v Cfr. Aristotele, Categorie, 6, 5 b 27 -29; 6. 6 a 8.
26 Cfr. Aristotele, Categorie, 6.4 b 32-33.
27 Cfr. Aristotele, Sull'interpretazione,
2. 16 a 19; 3.16 b 6; 4.16 b 26.
28 Cfr. Aristotele, Categorie, 6. 6 a 26.
., Cfr. Aristotele, Categorie, 7.6 a 39 - b 12; 7. 6 b 29-36.
)()Cfr. Aristorele, Categorie, 7.7 b 15-21.
Cfr. Aristotele, Categorie, 7.6 b 19-27.
Cfr. Aristotele, L'anima, r 8. 432 a 2-3.
)) Cfr. Aristotele, Categorie, 1. 1 a 12.
,. Cfr. Aristotele, Categorie, 8,8 b 25.
"Cfr. Aristotele, Categorie, 8.8 b 27; 8. 9 a 28-29; 8.10 a 11-12. 17.
}6 Cfr. Enneadi,
II 6.1 e 2; VI 2.14; 3.15 e 17.
)7 Cfr. Aristotele, Categorie, 8. 10 a 14.
,. Cfr. Aristotele, Categorie, 8. 8 b 26-28.
"Cfr. Aristotele, Categorie, 8.9 a 14-16.
Cfr. cap.10.
'1 Cfr. Aristotele, Categorie, 8.9 a 35 - b 11.
42 Cfr. Aristotele, Categorie, 8. 10 a 16-22.
) Cfr. Enneadi, VI 3.17.
Cfr. Enneadi, VI 3. 18.
, Cfr. Aristotele, Categorie, 7.6 b 2.
46 Cfr. capo 10.
47 Cfr. Platone, Fedone, 100 E 5-6.
Cfr. Aristotele, Categorie, 4.2 a 2 .
, Cfr. Platone, Timeo, 37 A 3-5.
2
I)
I'
I)
)1
)2
NOTE A ENNEADI. VI
1365
'I
)2
9)
9)
VI2
" Cfr. Enneadi, VII. 24 (critica delle dieei categorie arisrotelche).
1366
NOTE A ENNEADJ, VI
Cfr. Enneadi, VII, 25-30 (critica del1e quattro categorie degl Stoici, e soprattutto
delloro genere supremo ).
99 Cfr. Platone,Sofisla,
244 B - 245 E; Parmenide, 141 E 9-10.
100Cfr. Platone, Timeo, 27 D 5-6.
101Cfr. Platone, Timeo, 28 A 3-4.
102Cfr. Platone, Timeo, 27 D 5.
0) Cfr. Platone, Timeo, 27 D 6.
104Cfr. Enneadi, VI 3, 2.
'" Cfr. Platone, Parmenide, 145 A 2.
106Cfr. Aristotele, Melafisica, B, 999 a 22-23.
.07Cfr. capo 19.
101Cfr. Platone, Repubblica, 525 C 1-4; Parmenide, 144 C 3 -4.
109Cfr. Aristotele, Metafisica, r 4,1007 a 32-33.
110Cfr. Platone, Repubblica, 508 C 1; 517 B 5.
111Cfr. Enneadi, VI 2, 4.
12Cfr. Platone, Pedro, 245 C 9.
11)Cfr. Platone, Parmenide, 145 A 2.
11.Cfr. Platone, Sofista, 249 A 9 - B 3.
m Cfr. Enneadi, VI 3, 22.
116Cfr. Platone, Parmenide, 142 D 1.
117Cfr. Platone, Sofista, 248 A 12.
m Cfr. Platone, Sofista, 254 D 12.
19Anassagora, fr. B 12.
20Cfr. Enneadi, V 5, 5.
121Cfr. Platone, Timeo, 52 B 7.
122Cfr. Platone, Sofista, 254 D 4-5.
12)Cfr. Platone, Sofista, 254 E 2 - 255 A 1.
12.Cfr. Aristotele, Categorie, 4, 1 b 26-27.
12.lCfr. Platone, Parmenide, 142 A 3-4.
126Cfr. Platone, Parmenide, 142 D 1.
127Cfr. Aristotele, Metajisica, H 6,1045 b 1-7.
us Cfr. quanto si dice in questo stesso capitolo.
12'1Cfr. quanto si dice in questo stesso capitolo.
uo Cfr. Aristotele, Melafisica, B 3, 998 b 20-22.
u. Cfr. SVF, II 366, 368,1013 (dr. Enneadi, V 5, 4; VI 2,11; 6, 13).
112Cfr. Platone, Parmenide, 142 D 1.
I)} Cfr. Aristotele,
Melafisica, N 1, 1088 a 6.
)<Cfr. quanto si dice in questo stesso capitolo.
'" Cfr. Platone, Parmenide, 142 D 4.
,}6T eofrasto, Metafisica, 4 li 23 - b 1.
m Cfr. ai capp. 19-20.
U8 Cfr. Enneadi, VI 3, 13.
1), Cfr. Enneadi, II 6,1-2;
III 6,17-23; VII, 10; 3, 8.
.<0Cfr. capo 8.
Cfr. Platone, Parmenide, 144 E 5.
'u Cfr. Aristotele, Etica Nicomacbea, A 4,1096 a 21-22.
, Cfr. Aristotele, Fisica, A 5, 212 b 13-16 (cfr. Enneadi, VI 1, 14).
Cfr. Aristotele, Fsica, A 12,220 b 32 - 221 a 1.
, Cfr. Platone, Pilebo, 60 B 10.
.<6Cfr. Platone, Repubblica, 509 B 9.
1.7Cfr. ai capp. 7 -8.
Cfr. Enneadt; VI I, 18.
Cfr. Enneadi, Vl3, 18.
ti
1367
NOTE A ENNEADI. VI
"O Cfr. Ennead/: V13. 18.
." Cfr. Aristotele, Calegorie, 5, 2 b 20.
m Cfr. capo 18.
m Cfr. capo 19.
B 1; 39 E 7 -9.
144 B 4 - C 1.
E 1-2 .
C7 .
VI3
'" Cfr. Enneadi, VI2.
.60Cfr. Platone, Filebo, 17 B 3-4; 18 B 6.
16.Cfr. Platone, Filebo, 17 B - 18 C.
.6.2 Cfr. Enneadi, VII, 3, 6-22 .
.6) Cfr. Platone, Timeo, 48 B 8 - C 1.
.6<Cfr. Platone, Sofista, 254 D 4 - 255 A 1.
16'Cfr. Aristotele, Metafisica, A 8, 989 b 18.
.66Cfr. Aristotele, Metafisica, H 2, 1043 a 27 -28.
': Cfr. Aristotele, Analitici Posteriori, A 22, 83 a 25-28.
:69 Epicu~. fr. 294 Usener; SVF II 509; cfr. Enneadi, III 7, 10.
Cfr. Aristotele, Meta/isica, H 3, 1043 a 30 .
170Cfr. Aristotele, Categorie, 5, 3 a 7-8 .
171Cfr. Aristotele, Categorie, 2. 1 a 24-25.
172Cfr. Arsrotele, Categorie, 5,2 a 12-13.
17)Cfr. Arstotele, Categorie, 5,2 a 25-26.
17.Cfr. Aristotele, Categorie, 5,3 a 21-24.
m Cfr, Aristotele, Fisica, A 12,220 b 32 - 221 a 1.
'76Cfr. Aristotele, Fsica. A 4. 212 a 5-6.
tn Cfr. Aristotele, Meta/isica, A 7, 1017 a 7-8.
171Cfr. A~stotele, Analtiici primi, A 27, 43 a 35; Metafisico, r 4. 1007 b 8.
I7Cfr. Aristotele, Metafisica, A 7.1017 a 7-22.
,&o Cfr. SVF 1,85,87; II 316.
'"' Cfr. Enneadi, VII, 25-28.
1112 Cfr. Enneadi,
VI 3. 5.
'8) Cfr. Enneadi,
VI 3, 4.
, Cfr. Aristotele, Melafisica, Z 3. 1029 a 16-19 .
'"' Cfr. Aristotele, Melafisica, A 8. 1017 b 10-12.
:: Cfr. Aris~otele, Cat~gorie, 5,2 a 11. 14 (cfr. Enneadi, I 1.2).
.M In pole~llIca con Aristotele,
Metafisica. A 5,1071 a 2021; Categoria, 5,2 a 23-24.
Cfr. Aristotele, Categorie, 13, 15 a 4-5.
'"' Cfr. Aristotele, Categone, 5. 2 b 10-14.
:: Cfr. Ar!stotele, IA generav.0ne e Ia corruzionr, B 3. 330 a 31 - b 1.
Cfr. Aristotele, La generazione e Ia comaione, B 2, 329 b 9 .
.92 Cfr. Enneadi,
VI 3. 8.
'" Cfr. Enneadi, VI 3. 2 .
'" Cfr. Enneadi, VI}, 9 .
.Cr. Aristotele, Categorie, 6.4 b 2023 .
Cfr. Aristotele, Pisica, A 12. 220 b 32 - 221 a 1.
197Cfr. Aristotele, Fisica, A 4. 212 a 5-6.
, Cfr. Aristotele, Categorie, 6,6 a 8-11.
'99 C(r. Aristotele,
Categorie, 6.5 b 18-19 .
"6
1368
NOTE A ENNEADI,
,
2)l Cfr. Aristotele, Categorie, 8.9 a 14-16.
a 38~2 Cfr. Aristotele, Dei senso, 4.442 a 24-25; Categorie, 10. 12 a 18; Topici, H 3, I
200
2.,
N01,'E A ENNEADI. VI
1369
"1
VI4
,.. Cfr. Platone, Timeo, 35 A 2-3.
Cfr. Enneadi, IV 2, 1.
2S) Cfr. Aristotele, Melajisica,
t. 6,1016 b 31-32.
284 Cfr. Plstone,
Timeo, 48 E 6 - 49 A 1.
2S) Cfr. Aristotele, Fisica, t. 4. 212 a 6.
286 Cfr. Aristotele, Pisica, 2. 209 h 6; t. 4,212 a 11.
287 Cfr. Aristotele, Fisica, 6, 213 a 12 ss.
m Cfr. Platone, Timeo, 34 A 34.
m Cfr. Platone, Fedone, 113 A 4-5.
m Cfr. Platone, Timeo, 41 D 58.
291 Cfr. ai capp. 1-3.
m Parmenide, fr. B 8 25; 8, 5.
29) Cfr. Platone, Timeo, 35 A 2-3.
194 Cfr. Platone, Parmenide,
144 B 34.
m Cfr. Enneadl; IV 7,6-7, e IV 9, 2-3.
296 Cfr. Platone, Sofista, 253 D 5-9.
297 Cfr. Platone, Pa'lnenide,
142 D-E.
2&2
1370
NOTE A ENNEADI. VI
298
m eEr. Ennead~
)00 Cfr, Platone,
)01 Cfr, Platone,
Cfr. Enneadi,
)(l2
ar. Platone,
Anassagora,
)o, Cfr. Platone,
)06
Platone,
)O)
)04
ce.
Cfr, Platone,
)naCfr. Platone,
)07
Cfr. Platone,
Cfr, Plarone,
efr. Platone,
Cfr. ai capp.
)09
)10
)11
lU
)44
IV 7.
ar.
,., Cfr.
)46 Cfr,
)47 Cfr.
,.. Cfr.
Parmenide,
144 E 1-2.
IV 5 .3.
Pedra, 248 E 6.
fr. B 1.
Timeo, 4.3 B 6 - e 5.
Leggi, 689 B 1.
Fedro, 256 B 2.
Pedro, 248 e - 249 B.
Pedro, 248 E 6.
RepubbliCll, 508 e 1; 517 B 5.
Pedone, 81 e 11; Cratilo, 403 A 5-6.
1-3 .
)4,
11 termine
))I
))2
))9
ce.
VI6
H) Cfr, Platone,
Parmenide,
8, 108.3 b 36-37.
r 6, 206
b 16-18.
Anassagora, fr. B 1.
Cfr, Platone, Timeo, 39 A 7-9.
)62
Aristotele, Meta/isiCll, A 7, 1072 b 22-23.
)6) efr.
Platone, Timeo, 31 B 1; 30 e 7 -8; 31 A 4.
)64 Cfr, Platone,
Sofista, 248 A 11.
"" Cfr. Platone, Timeo, 31 A 4.
)66 Cfr, Platone, Sofista, 254 D - 255 A.
)67 cs. Platone, Filebo, 15 A 4-5.
)68 Cfr. Platone, Filebo, 15 A 6; Aristotele,
Meta/isiea, M 9,1086 a 12.
)6, Cfr, Platone, Fedro, 245 e 9.
)70 efr. i capp. 6, 10.
m Cfr. Platone, Parmenide, 144 E5.
m Cfr, SVF 11 864, 866.
m Cfr. SVF 11 164.
)7' Cfr. Platone, Sofista, 237 D 3.
m Cfr. Aristotele, Categorie, 5,2 a 11-12; Metafisiea, Z 1,1028 a 30-31.
376 Cfr. Platone, Sofiu 237 D 6-10.
m Cfr. Platone, Parmenide, 144 E5.
}78 Cfr, capo 12.
m Cfr. Aristotele, Metajisiea, M 7.1081 b 14-15.
)80 Cfr. Platone, Fedone, % E 8 - 97 B 1.
)81 Cfr. capo 8.
)82 Cfr. Platone,
Timeo, .31 B 1.
)8) Cfr, Platone,
Fedro, 247 D 6-7.
)84 Cfr. Aristotele,
L'anima, r 4, 430 a 4-5.
,., Cr. Platone, Fedro, 245 e 9.
)86 Cfr, Aristotele,
Fsica, !J. 11,219 b 6-7.
)87 Cfr, capo 14.
) Cfr. Aristotele, Categorie, 6, 4 b 20-24.
)89 Cfr. Aristotele,
Metajisica, N I, 1088 a 7 -8.
)90 Cfr, Platone,
Timeo, 36 E 6 - 37 A 1.
)91 Cfr. Aristotele,
L'anima, B 1.412 a; A 3,407 a 2-3.
m Allusione a Pitagora.
m Cfr, capo 2.
'94 Cfr, Aristotele,
Fisica, r 6, 207 a 7 -8; r 8, 208 a 16-17.
m Cfr. Aristotele, Fisica, r 7,207 b 28-29.
, Cfr, Aristotele, MetafisiCll, Z 2, 1028 b 25-26.
)60
)H
"2
Pisica,
Epicuro,
)61
H.
Aristotele,
VIS
)I)
1371
NOTE A ENNEADI, VI
r 4, 203
b 24; Metafir/c".
cs.
1372
NOTE A ENNEADI, VI
VI7
- Cfr. Platone, Fedone, 113 A 4-.5; Timeo, 44 E.5 - 4.5 A.
, Cfr. PIatonc, Timeo, 4.5 B 3.
402 Cfr. Platone,
Timeo, 33 A 3.
, Cfr. Platone, Timeo, 34 A 8.
404 Cfr. PIatonc, Timeo, 34 A 8.
.., Cfr. Arstorele, MetafisiCll, H 4,1044 b 14; Analitici Posteriori, B 2,90 a 15.
~ Cfr. Platone, Timeo, 27 D 6 - 28 A 1.
~ Cfr. Platone, Timeo, 48 A 1.
Cfr. Platone, Alcibiade maggiore, 129 E - 130 A; Fedone, 79 C 2-3.
Cfr. Aristotdc. Metafisica, Z 5. 1030 b 18.
"0 Cfr. AristotcIc. MetafisiCll, Z 4. 1029 b 14.
m Cfr. Platone, Alcibiade maggiore, 129 E 11; Fedone, 79 C 2-3 .
12 Cfr. Platone, Simposio, 202 D 13 - E 1.
m Cfr. Platone, Timeo, 42 C 3-4.
14 Cfr. capo 6.
" Cfr. capo 6.
"6 Cfr. Platone, Parmenide,
145 A 2.
m Cfr. Platone, Parmenide, 142 E 3 - 143 A 1.
Cfr. Platone, Sofista, 249 A-C.
Cfr. Platone, Timeo, 31 B 1.
420 Cfr. Aristotele, MetafiszC4, A 9, 1075 a 1-5.
<2. Cfr. Platone, Timeo, 30 D 3 - 31 A 1.
422 Cfr. Arstotele, Il cielo, B 7, 289 a 20.
<2, Cfr. Platone, Epinomide, 981 B-C; 984 B.C.
<2, Cfr. Platone, Timeo, 31 B 1.
." Cfr. Aristorele, L'anima, A 2, 405 b 28.
426 Cfr. Platonc, Sofista, 248 A 12.
m Cfr. Aristotele, MetafisiCll, A 9, 1074 b 17-18.
'28 Cfr. Platone, Timeo, 35 A 3-5.
o Cfr. Platone, Fedro, 248 B 6.
,)0 Cfr. Platone, Sofista, 248 A 12.
m Cfr. Plarone, Parmenide, 144 E5.
m Empedocle, fr. B 17, 7; 26, 5.
m Empedocle, fr. A .52.
.,. Cfr. Platone, RepubbliCll, 509 A 3.
" Cfr. Platone, Filebo, 60 B 10.
4), Cfr. Platone, Pedone,
110 B 7.
,)7 Cfr. Platone, RepubblzC4, 509 B 2-8.
m Cfr. Platone, Repubblica, 508 B 9.
." Cfr. Platone, Pilebo, 60 B 10.
Cfr. Aristotdc, Metafis,C4, 98, 1049 b 5.
Cfr. Platone, Parmenide, 14.5A 2.
2 Cfr. Aristotde, L'anima, r 8. 43 a 2.
44' A1Jusionc ai Pitagorici; dr. Stobeo, Antologia,
IV 1,49, p. 15,20.21.
Cfr. Plstone, Pilebo, .54 CIO.
, Cfr. Platonc, Pilebo, 20 D 8; Aristotele, E/IC4 Niromachea, A I, 1094 a 3.
~ Cfr. Platone, Simposio, 206 A 12.
NOTE A ENNEADI, VI
1373
..7
1374
NOTEAENNEAllI,
"
VIS
>00 Cfr. Arstotele, Etica Nicomacbea,
r I, 1110 a 1; r 3, 1111 a 2224; Alessandro dt
Afrodisia, Sul/ato, 14.
">1 Cfr. Aristotele, Etica Nicomacbea, E 10, 1135 a 28.30.
m Contro Aristotele, cfr. Etica Nicomacbea, r 2,1110 b 30.33.
,., Cfr. Aristotele, Etica Nicomacbea, r 4, 1111 b 89.
,.. Cfr. Aristotele, Etica Nicomacbea, r 3, 1111 a 2534; Alessandro di Afrudl 11,
Problemi, 29; De fato, 14.
m Cfr. Aristotele, L'anima, r 10,433 a 1820.
"'" Cfr. Alessandro di Afrodisia, Sulfato 14.
m Cfr. Enneadi, VI 8, 1.
,., Cfr. Enneadi, VI 8, 2.
m Cfr. Platone, Fedone, 73 A 910.
". Cfr. Aristotele, Etica Nicomacbea, r 1, 1110 a 2.
m Cfr. Anassagora, fr. B 12.
m Cfr. Aristotele, Etica Nicomacbea, K 8, 1178 b 6.
m Cfr. capo 1.
". Cfr. Aristotele, Etica Nicomacbea, r 7, 1113 b 6.
m Cfr. Platone, Repubblica, 443 C-D.
"6 Cfr. Platone, Repubblica, 518 D 10 E 2.
m Cfr. Aristotele, L'anima, r 9, 432 b 26.27.
"" Cfr. Platone, Filebo, 60 B 10.
m Cfr, Platone, Filebo, 20 D 8; Aristotele, Etica Nicomacbea, A 1, 1094 a 3.
'2' Cfr. Platone, Repubblica, 519 D 1.
'21Cfr. Aristotele, Fsica, B 6,198 a 910.
m Cfr. Platone, Parmenide, 141 E 9.10.
m Cfr. Aristotele, Meta/isica, K 8,1065 a 28 b 3.
'2. Cfr. Aristotele, Metafsica, A 3, 984 b 14; 2 7,1032 a 29; Fisica, B 4,195 h)'
m Cfr. Platone, Lettera 11, 312 E.
'26Cfr. Platone, Repubblica, 509 B 9.
m Cfr. Aristotele, Analitici Posteriori, B 1,89 b 24.25.
". Cfr. Platone, Fedro, 245 D 23.
m Cfr. Esiodo, Teogonia, 116; Aristotele, Fsica, 111,208 b 31.3.
m Cfr. Platone, Filebo, 20 DI; 54 CIO; 60 B 410.
m Cfr. Aristotele, Meta/isica, H 3,1043 b 2.3.
m Cfr. Arstotele, Meta/isica, H 3,1043 b 2.
m Cfr. Enneadi, VI 7,1.2.
,)< Cfr. Aristotele, Analitici Posteriori, B 2,90 a 15.
m Cfr. Platone, Lettera VI, 323 D 4.
'J6 Cfr. Platone, Fedro, 250 E 1.
m Cfr. capo 13.
m Cfr. capo 13.
m Cfr. Platone, Repubblica, 509 A 3.
,.. Cfr. Platone, Fedro, 250 C 4.
,., Cfr. Aristorele, Meta/isica, A 7,1072 b 17.
,., Cfr. Platone, Repubblica, 509 B 9; 521 A 4.
,., Cfr. Platone, Timeo, 30 B 6 . C 1.
,.. Cfr. Platone, Timeo, 30 C 8.
,., Cfr. Platone, Legg/; 716 C 4.
,..; Cfr. Platone, Filebo, 28 D 67.
,.7 Cfr. Platone, Politico, 284 E 6.7.
,.. Cfr, Platone, Repuhblca, 509 B 9.
1375
NOTE A ENNEADI, VI
,.. Cfr. Platone, Gorgia, 491 D 7.
VI9
,,. Cfr.
m Cfr.
m Cfr.
m Cfr.
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PLOTINO
APPENDICI E INDICI
a cura di Roberto Radice
1418
APPENDICI
5,368
5,43h
E INDU I
=>
TTpolVCl
I
1419
APPENDICEI
TWV
=>
TTOlOVVTOS
aiITs <~ov> Tl TTaBLv
=>
=> Mcrou
=> [lS)
yE rraalv
TTOaXOVKat
=> ol
Ol
APPENDICE I
INDICE DELLE VARIANTI DELLA VIT A DI PLOTINO DI PORFIRTO E
DELLE PRIME TRE ENNEADI NELL'EDIZIONE
RIPORT AT A
RISPETTO ALL'EDIZIONE DI FAGGIN
Vila di Plotino
1,3' aUTou ~
nbrou
rrcrXfl'To
aliToUs
TOV ~
5,2" yp lTl ~
yp Tl
1420
APPENDICI E INDI( I
Enneade l
I 1 ti tolo' TIEPI TOI
TI TO ZOI ON
=>
TI TO ZOI ON
1421
APPENDICEI
wv
1422
APPENDICI E INDI I
14,3,30dauTo
EV aya~
~ aUT~ EV aya~
14,3,31 e ets TO aplaTTJ EtVaL ~ Els TO aplaTT\v EtvaL
14,4,5" TOUTO ~ [TOUTO]
14,4, 18-19b aUT~ lTEp ~ aUT~ <T~> lTEp
14,5, l"WS ~ dANtis
14,5,20b
() EK SaTpolJ ~
() <TL> EK SaTpolJ
14,5,21 c TO Kp1TTOV ~ [TO Kp1TTov]
14,6, 14" OUXL TO 1111 ~ OUXL TOU 1111
14, 6, 15b auTi) <l>an ~ aUTi) <Ti <l>oon
14,6, 16c alTOLKOVOIlOllEVOS" KaL lTpo<JaIlf3vwv ~
alTOLKOVOIlOIlEVOSo
" KaL lTpo<JaIlf3vnv
14,6, 29d TT}V TWV lJlTOVTWVrmpoucnv C"TE1<TaL> ~ TT}V TGl"
EvaVTlwv lJlTOVTWVtmpouotcv C"TELTaL
14,7, 18" ou IlEyas ~ ou IlEya
14,7, 29b TO aWlla ourretn ~ TO aWlla <llv> aalTd"
I 4, 7, 38c llv 86aL ~ llv 80aaL
14,8, 12" ors Ta lJ1T11p~ OTE lJ1T11p
14,8, 13b yap d" ~ yap <llv> Et"
14, 8, 26c TaUTa ~ Ta rorcrc
14,9, 9a1fws llv d" ~ 1fws llv U
14,9, 10-11b alaSav61lEVOS 1l,,8 EVEpyWV ~ alaSav61lEVOS <8b
1l,,8 EVEpywv
14,9,27 _28c <l>UTlKOVlllwv lIlE1s, lIlE1s ~ <l>UTLKOV
lllE1s,
lllELS
14, 10, 3" 8oKE1 KaL rrspl TOTWV ~ &1 [KaL lTEPL TOTWV]
14, 10, 9b WalTEp EV KaT6lTTp<p ~ WalTEp TO EV KaT6lTT~
14, 10, 12c EVEpyd<t ~ EVEpyda
14, 10, 26d avaylvWaKoL ~ avayLvWaKn
14, 11, 11" yOl ~ yOLEv
14, 14, 12 "IlLvSnv Kal xdpw ~ IlLvSnv <&1> KaL xdpw
14, 16,6" KaL ou pq.8LOV YEvaSaL ~ [KaL ou 1>Q.8LOVYEvaSaLI
15, ti tolo" ITEPI TOl
XPONOI ~
EI TO El~AIMONEIN
EITI~O:EIN
EI TO El~AIMONEIN
EITI~O:EIN XPONO
1423
APPENDICEI
15,8,4"<I>po~aEWS
1l~1l" ~ <l>po~aEWS 1l~Il"V
1 5,8, 9b TL EXSES ~ TL XSES
15, 10,5" ao EK TWV lTapf"u86TWV ~ a lTap"u66TWV
1 5,10, 12b lTElTpayTOS ~ lTElTpaXTOS
16, 1,2-3" laTL 8 KaL EV IlOOOLKQKaL lTa" ~ [laTL 8E1 KaL
EV IlOOOLKQ lTa"
1 6, I, 10b Ka~ Ta rrdvrn ~ Ka Ta rrdvrc
16, I, 29c EllTEp xov ~ EtlTEp <TO> OV
16, I,31-32d lT vrc, OUK ~ lT vrc KaL OUK
16, I, 34e" daTpa apaSaL T~ Ka ~ [" dorpc] apaSal T~
KaMv
16, I, 44f 9EwPlIlaTa yp ~ 9EwPlIlaTa IlEV yap
1 6, 1, 51 g Ws apLSIlOs ~ Ws apLSlloL
16, I, 52h VTWV, EV rrotc ~ VTWVo 'Ev rroe
16,2,25" OLOVaTE ~ otov <d> aTE
o
16,2, 28b drr Sdwv ~ drr SEWV
16,3,3" tj;uX1, Txa 8 KaL aTT\ )'lJ ~ tj;lJxlo Txa 8 KaL
aUTT} yH
16,3, 28-29b al a<f>avELS~ Cal] a<l>avE1s
I6,3,30c
aVEaLV Kaou a~E1v ElTol"aav, EV d~
~ avEaLv
TOU Kaou a~v
ElTol"aav, <Ws> EV d~
16,3, 34d KaL aKwL olov ~ KaL aKLaL, <dI.> otov
16,4,7-8" ElTLTT\8fUllTWV To1s 1111 alT08EaIlVOLS ~
ElTLTT\8ElJllTWV<d> 1111 To1s alTOOEallVOLS
16,5,12" EV aUTo1s ~ EV aUTo1s
1 6, 5, 19b do TL <l>fj ~ do TL <l>laH
16,5,30-31 c a~ooa aLaxos ~ a~oooa <TO> alaxos
16,5, 32d Kav ~ KaKov
I 6, 5, 34 ou8
ou8 ~ OTE
oi'rrE
16,5,
EV auTi) ~ EV auTi)
I 6, 5, 51 g 8E TOU yEW&US ~ [8] TOU yEtOOOUS
16, 6, 2" av8pla ~ av8pla
I 6, 6, 6b KaL ES ~ KaL VES
1 6, 6, 9c v8pla ~ v8pda
16,7, l1"alTLOS ~ alTLOV
1 6, 7, 17b 8plllE1S lT680US ~ 8PLIlOS lT6SolJ
I6,7,34couTOS
~ VTWS
1 6, 8, I" SEa"TaL ~ SEaETaL
1 6, 8, 7b yv6vTas ~ yv6vTa
I 6, 8, 15c Tu<t>SEV ~ Tu<t>S<Kab EV
1 6, 8, 21 d MEV lTapl80IlEV ~ eEVlTEp ";SOIlEV
I 6, 9, I" t\ lv80v ~ l lv80v
16,9, 5b tj;ux1v t& ~ tj;ux1v l8
16,9, ]C Kal t8E ~ KaL l8E
000
vt'
000
1424
APPENDICI E INDI I
EvaVTtov;
WV
rdvcvrc
1425
APPENDICEI
I 8, 7, 2" &L TT)v T]V Etval => TT)v T]v EtVaL &L
18,7, 4b MEl1l-rI1VTJ -rp => MEl1l-rI1VTJ [-rp)
I 8, 7, 7 _8c KOOI1T]SELcravEK BEou TOU. 'A lTWs SVTJTT)vc/>OOlV
=> KOOI1T]BELcrav.'A>J.. el BEQ TO <lTv>, lTWs 8VTJTT)v c/>OOlV
I 8, 7, 13d airrov => aiITov
I 8, 8,4" -rtVOlTO => -rt -rVOLTO
18,8, 14b QlTEp ~v, el Ec/>'airrGiv => QlTEp <dv> ~v, el Ec/>'
aUTGiv
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<l 11" TOUTO
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OU OUK ~V l&Lv aUT' oUB' a(, aVEU TOU => TQ KaTallTELV
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I 8, 10, 15c 11t1<V> EvaVTta => [11") EvaVTta
18,11,8" '08l => ao9Ev
18, 11, 16b rrnp' aini;s => ncp' aTi)s
I 8, 12,4" TT)v 8lSE<JlV => TT)v alcrBEcrlv
I 8, 13, 1" TOT4l TO KaKOV => TOT4l KaKov
18, 13, 3b aUToLS => auTfj
18,13, 14c Ti)s KaKtas. 6Elpouvn => Ti)s KaKtas <KaL>
SElpouvn
18,13, 18d lTaVTEGis EtT] => lTaVTEGis LOl
18, 13,24eElS va8pl1U => ElS <dv> va8pllU
18,14,27" l tjluxi1s crSvfLa. "Eo-nv EV TOLS OOOlV => [l
tjluxils crSvfLa). 'Eo-nv o(,v EV TOLS OOOLV
18, 14, 35b U 8E lTapoooa => T] 8E lTapoooa
I 8, 14,51 c TT)v T]v => Tfj fj
18, 15, 12-13"TQ -raSQ. 'Errel tjluxij => TQ -raSQ' ElTd KaL
tjluxfj
18,15, 22b vEooacrav => vEooooav
18,15, 23c EcrTL KaKov => EcrTL [KaKov)
18,15, 25d KplTTETal TOTOlS => KplTTETal <8E>TOTOlS
1426
APPENDICI E INIIII
APPENDICEI
1427
1428
APPENDICI E INDU I
1429
APPENDICEI
zr
1430
APPENDICI
E INDU I
APPENDICEI
1431
1432
APPENDICI E INDICI
(0T)
II 9, 4, El B EvEOOE ~ El yp EVEOOE
II 9, 4, 10b EVEtlcrEV,oUB yp L 1lU8p&s EXEl, Ou llov ~
fVEUcrEV' L B yp llOOP&S EXH, EU lloV
II 9, 4, 18c oUB' dv ~ OUK dv
II 9, 4, 27d [3TLOV~ (3ETlwv
II 9, 4, 29< Kpl(3EcrTfpa xnl osuvorpc
1\ EUTaKTOTfpa ~
Kpl~EaTfpa 1\ EUTaKTOTfpa
II 9, 5, 1" 'A' aUTOUs ~ 'A' <aoyov> aUTOUs
1433
APPENDICEI
1434
APPENDICI E INDI( I
APPENDICEI
1435
tu
III
III
III
Ill
nr 1, 1,28hop~ijaaL
lrrnTa
8E
1437
1436
APPENDICI
E INDIC 1
APPENDICEI
III
III
III
III
1438
APPENDICI E INDICI
APPENDICEI
1439
III 2, 15, 56 KaL T01s aiIT01s ~ KaL [T01S] aiITot<:III 2,15,58< TTfpL aiITov TToall1fVOS TTalyvLov ~ rrspl airrov
TTOSl1fVOS[TTalYVLOV]
III 2, 16,8" EV 8pl1acrL ~ EV 8pl1aTL
III2, 16, 35-36bd 8pl1aTOS yOS ~ [el 8pl1aTOS yOS]
1112, 16,36co TOU 8pl1aTOS lxwv ~ o TOU 8pl1aTOS
<yOS> lxwv
III 2, 16, 39d TTOLOl1fVOS
~ TTOLOl1fVOV
III 2, 16,39< 8LacrTantlV ~ 8LacrTTwv
III 2, 16,41 f (TJn'lcrn ~ (TJn'lcrnf
III 2, 16,428 yoL ~ yov
III 2, 16, 46-47h dTTOVVim6TTovv ~ iJTT6TTOVVdTTOVV
III 2,16, 51i almtlv ~ aiITw
III 2, 16,531 TTpOs aUT6v ~ TTpOs airr6v
III 2, 16, 57m TfOS ~ Tnos
III 2, 16, 58n TTOL01ftvaL allT6v ~ TTOLf1[ftVaL auT6v]
III 2,17,6-7" ds TO aUTWV ~ ds TO aTWV
III 2,17, 13b rmp' aiITwv ~ rrnp' airrwv
III2, 17, 26cTTOLWV ~ [TTOLWV]
III 2, 17, 27d 01 TOLOUTOLTTOKpl
Tal ~ TOLOUTOL01 TTOKpl
Tal
III 2, 17, 30e rrnp' aiITwv ~ rrnp' aTwv
III 2, 17, 4i rrnp' aUTou ~ rrnp' uro
III 2, 17, 44g aUTou ~ aTou
III 2, 17, 53h au1ijs ~ a1ijs
lU 2, 17, 58i Opl(OOOL Kal T4'i crVVfTTLaI1(3vnv~ Opl(OOOL [Kal]
T4'i crvvfTTLaI1(3vnv
III 2,17,791 TOUs T6TTOUSExoooaS ~ TOUs Tp6TToUSExoooaS
III 2,17, 81m TTpOs dTJa~ TTpOs las
III 2, 18, 8" 4>SyyOVTaL~ 4>8f:yoVTaL
I1I2, 18, lO-l1bTToLlcraVTOS TOUs T6TTOUS~ TToLlcraVTOST6TTOUS
III 2, 18, 12c I1POS ~ I1pous
III 2, 18, 13d cruvdpwv ~ cruvdPfLv
III 2, 18, 15" lpywv 01 yOl ~ lpywv rol] yOL
III 2,18, 2i a1 SfL6TfpaL;' A I1pTJ~ nl SfL6TfpaL.
I1pTJ
III 2, 18, 29g uvov TTaVTOs ~ uvov <TOU> TTavTOs
lU 3,1, 12" (t>wv EV tTTTTWVyvn
yVOS
III
III
III
lU
III
lU
1440
APPENDICI
E INDICI
APPENDICEI
1441
1442
APPENDICI E INDIC 1
III
III
III
III
III
III
III
III
23d
6, 5,
1) lyfp<1LS ~ (1)] lyfp<1LS
6, 5, 28 Ka9apGlv ~ Ka9apOv
6, 6, 5" rrrepc ~ rrTfpov
6, 6, 12b I\l ~T)BEv ~ ~T)BEv
6, 6, 14<El 8l) TaiTa ~ El BE TaiTa
6, 6, 20-21 d rrnp' airro ~ rrap' aTo
6, 6, 22 rrap' airro ~ rrap' aTo
f
6, 6, 25 Kat o't<U- o't<VTOS)laTaL ~ Kat l O't<VTOS'
laTaL
III 6, 6, 36g ~OOyfLV~ ~OOYfl
III 6, 6, 39h ~Ov rfis ~ ~ov <v rfis
III 6, 6, 4i airroLs ~ aToLs
III 6, 6, 441 OOl ~ oc
m
III 6, 6, 50 TOLS aw~aaLv ~v' Kat ~t~T)aLV ~ TOLS aw~aaLv
Kat ~t~TJaLv
III 6, 6, 57-58n W(71TfPT rrayopooVTa ~ Warrfp <yp> T
rrayopooVTa
III 6, 6, 59 lXfL Ws rrrrTJKTaL~ lXfL Warrfp rrrrT)KTaL
III 6, 6, 68P WPYflV ~ lVfprfi
III 6, 7, 2" i\ r lrrt TU TJ~ Kat T lrrt TU TJ
lU 6, 7, 7b hfpa ~ hpa
lU 6, 7, 33< T lvopW~fva ~ T pW~fva
lU 6, 7, 35d TT)v ds airrTJv ~ ds [TT)v] airrTJv
lU 6, 8, 123 lv airrj ~ lv ainij
III 6, 8, 17b rr' f]).wv ~ dtr' f]).wv
3
III 6, 9, 9 OUTf lfl!jJfLS fls lKfLVO ~ OUTf TLS lfL!jJLS
lKflvw
III 6, 9, 3b airro ~ aTo
III 6, 9, 36< TL rraxol ~ TL rraXfL
III 6, 9, 39d i\ TOLS ds uTJa~ [i\l TOLS ds uT)a
III 6, 9, 42laTw
~ laTaL
III 6, 10, 13 el rraXfL ~ el rraXOl
III 6, 10, 2b i\ hpws ~ i\ <TO> hpws
III 6, 10,5< aUTT) ~ aTTJ
III 6, 10, 7d yt yvOLTO ~ ytVOLTO
III 6, 10, 10 TOLS lrrfLaLOOOLyl YV~fVOV, iI Tf TJo't<TL
~VfL' ~ TOLS lmoooL ylv~fVOV."H Tf T)OUKTL~fVfl'
III 6, 10, ld KaS' aUT ~ KaS' aT
III 6, 10, 24g olaTJs ~ <~fV>OX7TJS
III 6, 11, 8" ~Ov rrWs ~ ~ov <TO> rrWs
b
III 6, 11, 9 TOTWVTWV d8Wv rrnpvrtov ~ TOTWVrrap6VTwv
III 6, 11, 17<yt yVfTaL ~ ytVfTaL
III 6, 11, 20d ~fTaou.oofWS ~ OLWafWS
III 6, 11, 21 OTWTLS ~ OTWTL
III 6, 11, 25f TO alaxp ~ T4) alaxp
APPENDICEI
1443
1444
APPENDICI
E INDI .1
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
tJ!uxll
E1TayyUETaL
7, 3, 26d olhws => olhw
7,3, 31 e 1TEpl airro => 1TEpl aTOV
7,4, 3" Voooa rrnp' ailTils => V oiJalq. rrnp' airrfj
7,4, 15b Ws IlTl&vl => IOOTE IlTl&vl
7, 4, 19c yEVTlTOLS=> yEVVTlTOLS
7,4, 20d 1TpXEL 11" => 1TpXEL<TO> 11"
7,4, 24e yEVTlTOLS=> yEvVTlTOLS
7, 4, 2i 8" TO EaTLV ElVaL => SE TO laTaL ElVaL
7, 4, 28g TW 1TaVTl &L, => TW 1TaVTl SE
h '
,
7,4, 39 IlTl8' c'lv ln XEltJ!ELVKal TO IlTlSEv => IlTlSEv c'lv
hL UfltJ!ELV Kal T<l IlTlSEV
7,5,8" U auvwv => U <Ei> auvwv
7, 5, io- laTaL => aTalTl
7, 5, l l" TW
d V airrw' => TW
, V aTW
,
7, 5, 19-20 " EVVOLaXyEL' XyEL SE TOVr<!l T<l 8E<l. Kal
1445
APPENDICEI
KlVTl<JLVc'lv
rrouv
XyOLEV
1TEpL<j>poLT'
c'lv
III 7, 8, 15d Ws hE pov => IOOTE hE pov
II17, 8, 18< c'lv Kal Ilpos => VELVKal Ilpos
II17, 8, 35f ailTi\s => aTils
II17, 8, 428 airr<l => airrou
III 7, 8, 55h EXOL => EXEL
III 7, 8, 59i EaTL xp6vos => an O xp6vos
III 7, 8,591 TaUTOV => TailTo
III 7, 8, 61 m KaXELS => KaEL
III 7,9,4" Xyno => XyOL
III 7, 9, 18-19b TO 1TTlxuaLov IlyESos. MyESos => TO 1TTlxuaLov,
MyESos
III 7,9, 33c ElvaL => Ean
II17,9,37douXl
=> oux
II17, 9, 39< rrcp' aim'JV => rmp' aTIJV
III 7, 9, 41 f '(v' [~] " => Y.v' li
III 7,9,438 laTaL TI) KLlI1aEL=> laTaL <TOU> TI) KLlI1aEL
II17, 9, 53h MIl(3avIlEVos => aIl(3avOIlVTl
1446
APPENDICI
III7,9,59-60io
XPVOS ~ [o XPVOS]
III 7, 9, 67'1)VTLVOW ~ 1)vTLvaow
III 7, 9, 70m lem 'Yp au ~ dTJ 'Yp <'lv
III 7, 9, 81 n ftvaL ~ EaTLV
Ill 7, 10, 2" 8LBaKoVTOS" ~ 8LBaKHv
III 7,10, 3b EaTL TOfrrO TO TTapaKO>.ou60w ~
E INOI< ,
III
III
Ill
III
8,
8,
8,
8,
III
III
III
III
aTTov&i(Hv,
EaTL TO
TTapaKOou60w'
impx L
XPVOS'
III 7, 12, 3~ rmp' airrolS ~ rrup' airrolS
III 7, 12, 45h dH => vH
III 7, 12, 54i Kal el IlfTpoW ~ Kal ~ IlfTpoUV
III 7,13, l' aTTJ ~ airrf)
III 7,13, 12b 'YLVllfVOV TTfpt TL airrou => 'YLVllfVV TL rrepl
airrou
III 7,13, 16c r OV dTf => rt WV fLTE
III 7, 13, 21 d flfjq&L
=> dTJcj>vaL
III 7, 13, 24e Kal TTap&L 'Ylla => KaT TTap&L 'Ylla
III 7, 13, 36f rrnp' airrf)v => rrnp' a{rnlJV
III 7, 13, 39g airrfis => avTfjs
III 7, 13, 39h obrco => olhws
III 7,13, 50i tJ;f&a6ClL t Kal TO 6fOV => tJ;f&a6aL Kal TO 6JII
III 7, 13,55' TTpoafTJv6f => TTpofTJv6
III7,13,56mo~
TW Kal =>o~ xnl
ii
1447
APPENDICEI
8E TTat(Hv,
KTJpoTTMCJTaL,
ds
O\)S
1448
APPENDICI E INOI( I
j.LEV
cruvL6VTas
'
6wpovv
III 9,1, 8b aUTOU ~ airrov
III 9,1, 15c ' V airr41 T41 lv airr41 TO V01lTOV ~ ' V
airr41 TO V01lTOV
III 9, 1, 22d C!lWv yVT) Tcrcrapa ~ [(!lWv yVT) Tcrcrapa]
III 9, 2, 4" TOS, Kal otrrw ~ TOS, otrrw
1449
APPENDICEI
APPENDICE
11
EnneadelV
1452
APPENDICI E INDIC I
APPENDICE II
1453
3, 24,
3, 25,
3, 25,
3, 26,
3,27,
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
1456
APPENDICI E INDI I
Enneade V
APPENDICE II
1457
1454
APPENDICI E INDI I
IV
IV
IV
IV
1455
APPENDICE II
=>
yL'YV01lVOU,o8llrw
1458
APPENDICI
E INDI
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
APPENDICE
1459
11
f"
V
V
V
V
1460
APPENDlCI
E INIlU I
APPENDlCE
1461
II
rourrn VTaOOa,TaDTa
Enneade VI
1462
APPENDICI E INDI I
KaL IlpLOVtjsllxTlS'
VI
VI
VI
VI
V SE
TO
1TVTWV
VI2,8,42b1TWS
yE ~ 1TWSyp
VI2,9,21"1TEp
OVTa ~ 1TEpOV TL
VI2, 10,6-7" TJ6ETaL,oUKn ~ TJ6EOOETaL<TO ~V WsyVOS'>, oUKn
VI 2, l l , 16" ~TTOV orpcrc
~ ~TTOV <v> aTpaTOs
VI 2, 12, 10" KaL T KEPllan(llEva
~ KaTaKEPllaTL(IlEva
VI2, 14,2" IlET T1')v ootcv, t.EL SE ~ llT T1')v oolcv, [81
SE
VI 2, 14, 5b 1TOOTTJTOS'.
'Ev ~ 1TOOTTJTOS'_]
v
VI2, 14, 11 c TLV ootcv. T"v IlEV yp ~ nv oocv, [T1')v
IlEV yp
VI2,14,14dlXHv.
Ka(TOL ~ lXHV.] Ka(TOL
VI 2,18,17" yvolIS' ~ yvOS'
VI2, 19,20" [vouv dvad ~ vouv EtvaL
VI 2, 20, 12" KBl<xm6<u> KaTOIIS' ~ vOUs KaTOIIS'
VI 2, 21, 38" v TOLS' 1TpO <j>OOEWS
~ v TOLS' <VWTpw> 1TpO
<j>OOEws
VI 2, 21, 41 b IlO'YTJTLc'iv EtTJ ~ IlO'YTJTL<1Tv> c'iv dTJ
VI 2, 22, 24" lxwv, KaL 1TS' <IlPQS'> KaL ~ lxwv KaL 1TS',
t KaL
VI 2, 22, 25b [IlPQS'], tjsllxTl ~ IlPQS' t, tjsllxTl
VI 3, I, 10" (TJTELV8LaLpouVTaS' ~ [(TJTELV8LaLpouVTaS']
VI3, I, llb,lan
~ lan TJTELV>
VI3, 1,23CTp TO 1Tv ~ yp TO 1Tv
VI 3,3, 12" TOTW~ ToDTO
VI3, 3, 25-26b Tp(a <L> LS' ~v, EpoLIlEV KOLVVn, T1')v
VTaOOa ~ rpc ElS' ~v, <L>
EpoLIlEV KOLVVTL T1')v VTaOOa
VI 3, 7, 35" 8La<j>op ~ 8l<j>opa
VI3,8,30bv
1TVTWV ~ K 1TVTWV
VI3,9, 16"KaL IllyvVTa ~ KaTalllyvVTa
VI3, 11,27" llTa<i}tjsH> IlEySoIIS' ~ IlET Il'YSoIIS'
APPENDICE 11
1463
1464
APPENDICI
E INIlII I
.,
VI 6, 15,23 xal crwij. ~ Kal cruv vW.
VI6, 16, 18" rroov Kal Ilpl(ov KaS' ~va' Kal Tfis &KBos ~
rroov. Kal Ilpl(ov KaS' ~va Kal Tfis &KBos
VI 6,17,34-35" KaS' (4Jov 1\ lv T4l v4l rrprepov; ~ KaS'
(4Jov; 1\ lv T4l v4l nprsoovVI 6, 18,49" 11fT' airroD TO ra90v ~ IlfT ToDTO Tra90v
VI7, 1,40-41" ToDTO; Kal lll ~ TODTOKal lll
b
VI 7, 1, 42 rVIlVov. ITpod&TO ~ rVIlVOV; rrpoets-ro
VI7,I,43-44cdpa.
Kal 81') Kal TO vDv le pxfls XeEV Ts
alaef]crns ~ dpa Kal 81') Kal -TO vDv eapxfls XeEv _
Ts alaef]crns
d
VI 7, I, 44 ToDTO l8wK Kal Ts 8lJVllns, ~ ToDTO Kal l8wK
[Ts 8lJVllns],
APPENDICE
II
1465
1466
APPENDI!II INIIII I
APPENDICE II
1467
VI
VI
VI
VI
VI
VI
VI
aI corpo VI 3, 2 - classificazione
degli
dell'aldil)
AFFEZIONE: si trova solo nel corpo IV 4, 19 - si suddivide fra Ia parte alia quale
si applica e Ia parte in cui VI 3, 16.
l'anima III 5, 4; 5; 8 -
ALTERAZIONE:
una specie di movimento VI 3,21; 22 - un movimento che
trae una cosa fuori di se stessa VI 3, 21 - gli atti degli esse ri immateriali
avvengono senza alterazione III 6, 2.
-Ie cose
ma della
solo per
e pensato
AMANTE: (tipo d'uorno) deve com prendere da dove viene il bello intelligibile
13,2 - colui che vede una forma e tende ad essa III 8, 7 - anime amanti della
bellezza, bello I 6, 4.
AMICIZIA: I 4, 15 - in senso cosmologico VI 7, 14.
AMORE: cfr. Eros, Demone.
1. dell' anima: I' anima innamorata di Dio e desidera unirsi a Lui VI 9, 9 anima unita all'Intelligenza III 5,9. Cfr. Eros 3.
2. celeste e uolgare: VI 9, 9 cfr. Afrodite.
3. sessuale: volont
7.
ANALISI: (logica)
ANALOGIA: come
13,4.
legge universale III 3, 6.
e bello
III 5,
1470
ma nOI1
e separato III 9, 1.
il sentire 11,7.
Percezione.
I. In generale:
1. definizioni e caratteri essenziali:
a. in termini positioi: struttura metafisica delI'anima III 8,5 - e bella V
1,3 -e incorporea IV 9, 4. IV7, 8'
inestesa IV 6,3 -e intelligente
Vl,3 - e numero VI, 5 - e semplice VI, 3 - e affine alIa natura
eterna e divina IV7 , lO-eazione IV7,8'-edivinaIV
1, l-einfiniw
quanto a potenza IV 3, 8 - e intelligibile IV 1, 1 - e Ia potenza
vegetativa che e nelIe piante V 2, 1 - e sempre cio che e I 1,2 sostanza IV 9, 4. IV 7,8' - ha pi valore delIe cose che ha creato V
1,2 -Ie parti inferiori delI' Anima sono un'immagine dell' Anima VI
2, 22 - luogo dell'universo sensibile III 7, 11 - non vede cio ch .
possiede V 3,8 - precede Ia Natura ed e impassibile IV 4, 13 I'anima si unisce alI'essere che le e simile IV 3,12; 13 -e contenente
e non contenuta IV 3, 20 - non e quantit IV 7, 5.
=
2. Anima e anime: tutte le anime sono un'anima sola III 7,13. VI 5, 9contiene le anime dall'erernit VI 4, 14.
3. attioit contemplante dell'Anima: quando guarda a cio che e prima, pensa
IV 8, 3 -quando guarda a cio che
a se stessa si conserva IV 8, 3.
guarda
4. attivit generante: e creativit IV 7,8' - genera Ia sensazione III 4, 1allontanandosi dalI'Intelligenza genera Ia sensibilit V 2, 1 - genera 111
potenza vegetativa Hl 4, 1 - genera cio che e senza vita, cio che (
indeterminato e ricettacolo III 4, 1 - genera le cose sensibili VI, 7
genera per sua natura il mondo II 9, 4.
ANIMALE
1471
ANIMA
13. fra intelligibile e sensibile: ha una parte che e sempre presso gli Intelli-
INDICE DEI
1472
Nc I I I
11I
'H'
lUI
TUIIIII
1\
11 II
1111111111
------
-.
1473
ANIMA
ed e ilIuminata II 9, 2; 3.
7.in rapportoalleformeealle
8. immobilit, impassibilit: e immobile III 4, 4 - non ha passioni IV 8, 2e dotata di immobile saggezza IV 4, 10; 11 - non pu essere turbata 11
9,18 - unica I 1,8.
9. rapporti con le altre anime: l' Anima clell'universo e diversa dal1e ahrc
anime VI 4, 4 - sia I'Anima
universale che I'anima individual e, s no
principio di movimento IV 7, 12 - in essa (a differenza che nelle anime
individuali) ci sono unit, identit, uniformit IV 4, 18 - luog d l1e
anime individuali III 9, 3. Cfr., sotto, IV 2.
r.a
1476
INDICE DEI
e forma V 1 I.
- parte della ragione universale 1112, 18 - sono tutte ragioni li 1 ,I
e una forma 11,2 una forma razionale VI 2,5 -corrisponde 0111111I111
rispetto alia materia IV 7, l-Ia parte affettiva dell'anima
una 1111111
e dunque e impassibile III 6, 4. Cfr. Ragione II 1.
ti I
I
1111
1111111"
ti I
CUI 'o
'I
I
I" 111
111
VI 8,7.
1477
II
NI
26. rapporti [ra le anime: fra le anime esiste una simpatia perch derivano
dalla medesima anima IV 3,8 - ei sono differenze fra le singole anime
IV 3,8 -Ia diversit delle anime dipende da ci che contemplano IV 3,
8.
27. come realt intermedia: le anime posseggono una duplice vita, rivolta
verso lass e verso quaggiu IV 8, 4.
28. e tempo: non sono propriamente nel tempo, ma vi sono solamente le loro
affezioni e le loro azioni IV 4, 15 - sono eterne e il tempo vien dopo IV
4, 15. Cfr. Tempo 1 e 10.
dell'unicit dell'anima IV 9, 3 -I'anima e una e molteplice IV 9, 2 l' anima di ciascun individuo e una perch e presente tutta in ogni punto
dei corpo IV 9, 1 - quando distolgono 10 sguardo dall'Intelligibile,
ciascuna anima vuole appartenere a se stessa, si particolarizza e si
frammenta IV 8, 4 - rimane identica nel suo essere nei ricordi, nelle
tendenze, nelle impressioni e nella sua vita 111 6, 3 - conduce il
molteplice ad unit IV 3, 32 - non e divisa in parti 112,1- e tutt'intera
dovunque 112,1. Cfr. sopra 119.
32. e vila: posseggono una duplice vita, rivolta verso lass e verso quaggi
IV 8,4 -datricedi
vita III 4, 3.
in altro modo:
ill' 11I1111
universale IV 3, 12.
e dominate nell'anima [11 I,
nell'anima c' una parte che vale e una che vale ancor di piu VI I,
e tripartita IV 7, 14.
n I
(lIJlII
dallo stesso
5. anima degli esseri irragioneuoli: quando un'anima discende in esse ri irragionevoli e perch in lei e prevalsa Ia sensibilit V 2, 2.
1474
ANIMA
1475
2 - ha una propria volont di pensare V 2, 2 - non pu cogliere i sensibili
IV 4, 23 - coglie solo oggetti di pensiero IV 4, 23 - diventa cio che
ricorda IV 4,3 -I'anima deve cercare sillogizzando di qual e natura sia
I'Intelligenza V 3 , 9 -I' anima, pensando iI tutto, pensa se stessa nel tutto
IV 4,2. efr. Pensiero 2, Sostanza 3.
7. rapporti cal corpo: Ia parte che ragiona dell'anima nostra non ha bisogno
di alcun organo corporeo V I, 10 - corrisponde ali' artefice rispetto alio
strumento (=corpo) IV 7, 1- come patisce il composto di anima e corpo
I 1,5.
a. anima unita al corpo: I I, 3; 4 - nella materia I 8, 4 - mescolata,
intrecciata ai corpo I I, 3 - il modo di unione di anima e corpo I I,
4 - diffusione dell'anima e delle qualit nei corpi VI 4, 1 - non
appartiene interamente ai corpo IV 7, 13 - e in se stessa pur essendo
nel corpo VI 4, 12 -I'attivit dell'anima nel corpo appartiene ai
Tutto, ma non e diretta ai Tutto VI 4, 16 - anima estranea ai corpo
ci adduce ai divino II 3,9 - nel mondo sensibile le anime sono divise
nei corpi IV 2, 1 - quando e nel corpo non e pi dei tutto padrona
di se III I, 8 - ed e sottoposta ai temperamento fisico III I, 8 - ma
resiste ad esso quando e buona III I, 8 - sono temporaneamente
legate ai corpi IV 3, 12.
b. entrata nel corpo dell'anima: discendono dai Mondo intelligibile IV
2, 1 - come I'anima entra nel corpo: per trapasso da corpo a corpo;
per caduta dall'incorporeo IV 3, 9 - e iI corpo che va ali' anima non
viceversa VI 4, 12; 15. Cfr., sotto,IV 8 e Discesa dell' anima nel corpo.
c. anima senza corpo, nell'lntelligibile: separata dai corpo I I, 10 -Ie
anime sono nel Mondo intelligibile senza corpi IV 2, 1 - nel Mondo
intelligibile tutte le anime sono insieme IV 2, 1 - quando e senza
corpo e dei tutto padrona di s III 1,8 - quando e senza corpo e fuori
della causalit cosmica III 1,8 - esisteva prima d' essere in un corpo
IV7, 8'-I'anima separatadalla materia non ha vizi I 8,14 -separata
dai corpo e veramente universale e individuale in potenza VI 4,16.
8. e creazione: ha I'ansia di creare IV7 ,13 -deve acquistarcoscienza
che ha generato tutti i viventi V I, 2.
dei fatto
11. false concezioni dell'anima: contro le concezioni mal iriali tiche delI'anima IV 7, 2 - atomistiche IV 7, 3 - stoiche IV 7, 4.
1478
e quella
in cui sembrano
e tutt'intera
vegetale IV 9, 1.
19. grande anima:
e I'Anima
16. anima
1479
ANIMA AlTO
dell'universo
VI, 2.
VI 3,16.
IV 4, 35.
1. caratteri essenziali:
posteriore alia natura IV 3, 10 - imita Ia natura IV
3, 10 -Ie arti sono forme razionali che hanno rapporto con Ia materia
VI 3, 16 - qualit e un relativo VI 1, 12.
V 9, 11.
1. caratteri essenziali: gradi della ascesa VI 7,36 - doppia via della I 3,1; 2;
3.
2. alia ragione: tanto pi l'uomo
ATOMO, ATOMISMO: III 1,3 -gli atomi non si identificano con Ia matria II
4,6- assurdit dell'atomismo III 1,3.
ATTO, ATTUALE: II 5. Cfr. Azione.
1. Caratteri essenziali: cio che
in atto II 5,1,2.
e gi in atto e all'ultimo
posto VI 7,9 -
ss 'r
2. attuale: e potenziale II 5.
1480
11.
13. scala e gradi della Bellezza: gradi della bellezza I 6, 1- scala della bellezza
3. epassioa, e patire: il rapporto fra azione e passione VII, 20; 21 ;22 -agire
e parire sono relativi VI 1, 22.
B
BELLEZZA, BELLO:I 6. V 8. efr. Simmetria.
1. Caratteriessenz/~/i: e causa esemplare V 8, 7 - e simmetria delle parti I 6,
1 - e proporzrone I 6, 1 - non e un relativo VI 3, 11 - consiste nel
rassornigliare a Dio I 6, 6 - e unit I 6,2 - non e genere primo VI 2, 18
- iI BeJlonon risiede nella simmetria e nei colori I 6, 1- sol tanto cio che
partecipa della bellezza riceve Ia forma, ma non e Ia bellezza VI 7, 32.
all'Essere VI 8, 12.
1481
ATIOBENE
2. attivit dei bene: non fa nulla perch non ha nulla da fare VI 7,37.
3. in rapporto all'atto: ai di l dell'atto 17, 1 - atto della parte migliore di
ciascun essere 17, 1 - e un atto immobile VI 8,16 - e l'atto di se stesso
VI 8,16.
un
I 6, 1.
16,9. V 9,2.
14. vari tipi di bellezza: della natura V 8, 3 - dei corpo V 9, 2 - dell'anima
V 9, 2 - dell'Intelligenza V 9, 2.
e I'Essere
primo I
6, 9.
I 6, 6.
n )11 hu
I\t'l1 "
mu
e il Bene VI 7, 24.
1482
1483
BENE
(VI 8
'
10. come causa: Padre della causa VI 8, 14 - e causa dell' essere delle cose V I
7,42.
Ia Vita
e dali 'interno dell'Intelligenza
le anime e tutte le cose animate .
intelligibili VI 7,23 - il Bene nel generare non estingue nulla di se, ma
rimane se stesso VI 7,36 - crea se stesso VI 8, 7; 13.
15. in relazione ali' essenza e ali' esistenza: Ia necessaria esistenza dei bene in
s o dell'essenza dei bene VI 6,10 - d a se stesso l'esistenza VI 8, 16esiste di per s VI 7, 15 - non ha alcuna essenza VI 7, 40 - Padre
dell'essenza causale VI 8, 14.
16. e anima: I 2, 4 - gli uomini agiscono in vista dei bene che e nell'anima
lU 8, 6 - per le anime il Bene e il punto di partenza e Ia meta VI 2, 11
- dall'interno dell'Intelligenza crea le anime e tutte le cose animate e
intelligibili VI 7, 23.
b. e gli altri esseri: non e nessuno degli esseri eppure e tutti gli esse ri VI
7,32 - non pu guardare verso le cose, ma sono le cose che guardano
verso di lui VI 8, 16 - e diverso da tutte le cose VI 7, 42 - non
contiene nulla di quello che appartiene alie cose VI 7, 42 - tutte le
cose sono sospese ai Bene per mezzo di intermediari VI 7, 42 (=Uno) non e tutte le cose e nemmeno una di esse V 5, 13 - il Bene
non e Bene per s, ma per gli altri VI 7,41- ogni cosa partecipa dei
Bene I 7, 2 tutte le cose tendono a manifestarsi in bont V 4, 1.
18. come fine: il Bene e il fine VI 7, 30 - ai Bene tutti tendono, mentre non
tutti tendono all'lntelligenza VI 7,20 - tutto tende, desidera il Bene VI
8,7,13 - tutte le anime tendono ad un'unico Bene VI 5,10 - tutti gli
27. e pensiero: e causa della possibilit dei pensiero VI 7, 16 - nel Bene non
c' differenza fra pensante e pensa to VI 7, 36 - non ha bisogno di un
pensiero che 10 pensi per essere Bene VI 7,38 - esiste ancor prima dei
Pensiero VI 7,38 - non e pensiero, ma ai di l dei pensiero I 7, 1. VI 7,
39; 40; 41 - e il primo, poi viene il pensiero e poi il pensato VI 7, 41 non pensa nulla V 6, 4; 5; 6 - muove il pensiero verso di s V 6, 5.
28. e potenza eforma: e una natura informe da cui discende ogni forma VI
7,28 - e ai di sopra di tutte le Potenze e le forme VI 7,32 - e forma VI
7,28 - e il Padre della forma VI 8, 14. Cfr. Forma.
1484
CASO, FORTUNA:
1. e ordine e ragione: e contrario a ragione e all'ordine VI 8, 1017 17 (fortuna) non pu dare luogo a cose organizzate razionalmente VI 8, 10.
2. in relazione alie ipostasi: non genera I'IntelIigenza e neppure I'Uno VI 8,
'
10.
'
1485
BENE-CIELO
non
e~uttel.ecoseen:mmenounadiesseV5,13 (=Uno)esempliceesenza
bisogni V 6, 4 -e Ia stessa natura dell'Uno U 9,1- quanto pi una cosa
raggiunge il Bene tanto pi una VI 2, 11
U 3, 14 - delle
(= essere
BILE: I 1,5.
CICLO PERIODICO DEL MONDO: V 7, 1.
BRUITO, BRUITEZZA:
c
CADUTA DELL'ANIMA: I 8, 14. U 9, 4. Cfr. Anima IV 7b.
1. Caratteri essenziali:
2. anima e corpo del cielo: corpo deI cieIo II I, 2 - anima deI ciclo lT I, 2 prima che I'anima 10 animasse era corpo morto, non-essere, matcria V
1,2 - e unitario in virt della potenza dell'anirna V 1,2.
3. e astri: II 1,5.
4./igure celesti: hanno effetto sulla nostra terra IV 4, 33 - manifcstano un
unico ordine razionale IV 4, 35.
5. come fuoco: il corpo deI cieIo contiene soltanto fu co II 1,6 - il fuoco deI
1486
COLORE: U 8 - rapporti con Ia luce IV 44, 29 - deriva dai mescolarsi della lucc
con Ia corporeit IV 5,7 - gradazione dei colori VI 3,20 - il Bello non risied .
nei colori I 6, 1 - e I'oggetto primario della vista II 8, 1.
COLPA DELL' ANIMA: e duplice: quella che ha dato luogo allla discesa, e quellu
che dipende dalle azioni compiute quaggi IV 8,5.
COMMISTIONE: IV 7, 8
COMPENETRAZIONE
DEI CORPI: II 7, 1
telligenza V 9, 13.
dell'Uno contemplare e conternplante non sono pu ragione ma qualcosa che supera Ia ragione VI 9, 10 ai di l dei sapere VI 9,4.
e il fine
CONOSCENZA:
m 8, 7 -Ia
2.come autocoscienza: solo cio che e semplice pu avere una vera conoscen
za di s V 3, 1 - dell'Intelligenza
Intelligenza I 6c.
e Ia contemplazione
ts.forza creatrice: causa dei moltiplicarsi dell' anima VI 2,6 - ogni produzione contemplazione III 8, 3 -Ia contemplazione produce contemplazione
III 8, 5 -I'azione si fa a causa della contemplazione Ill 8, 6 - produrre
produrre una forma, cio riempire ogni cosa di contemplazione Ill 8,
7 - tutto deriva dalla contemplazione ed e contemplazione III 8, 7. Cfr,
Generazione 4.
2. di meteria e forma: II 4, 6.
conoscenza
dell'oggetto
1. accidentale: nasce dallo scontro delle cose sensibili e non si trova nell'ln
5. come fine:
COMPOSTO:
CONFLITIO:
1487
CIELO . CORPO
V 3, 6 - dell'anima
V 3, 6. Cr,
in ogni anima, ma
non alio stesso modo Ill 8, 5 - procede dalla natura ali' Anima e
dali' Anima all'Intelligenza III 8, 8- per contemplare l'Uno bisogna che
l'anirna si trasformi in Intelligenza VI 9, 3.
e linea,
CONTRAZIONE: VI 3, 25.
CORAGGIO: I 2, 1. I 6, 6 - nell'anima I 2, 3 - nell'Intelligenza
12,6.
1. caratteri essenziali e generali: costituzione dei corpo TI, 3. IT 4, 11soltanto molteplicit IV 1, 2 un composto IV 7, 1, 2 - non pu
sussistere di per se IV 7, 1 - temporale per natura IV 7, 1 - ogni corpo
1488
2. bellezza dei corpo: bellezza dei I 6, 8 - donde viene Ia bellezza dei corpi
16,6.
obbediente
D
DECADE: VI 6, 14.
DEI: cfr. Dia, divino.
1. caratteri essenziali: nunzi dell'Uno 11 9,9 - tutti gli dei sono onnipresenti
VI 5, 4 - sono felici III 2, 4.
11 1,3.
1489
CORPO DIALETIlCA
2. ceies/i: V 8, 3.
3. e demoni: III 5, 6.
4. visibili e inte/ligibili: III 5, 6. V 8, 4
DEMETRA: metafora per I'anima della terra IV 4,27.
all'Anima IV 8, 2.
IV 4, 1O-secondo
7.eilverouomo:non
e "noi", ma
"nostro" IV 4, 18-eun
nostrostrumento
IV 7,1.
corpo VI 4,3.
pi lontano dell'essenza
terrestre: e il
11.
incorporea
IV 3,17
4. sessuale: I 1,5.
DESTINO: III 1 - e soggetto aI destino chi e privo di anima superiore? U 3, 9
- dell'anima IV 3, 24. cfr. Proooidenza.
DIADE, DUE: cfr. anche Dualit.
che e substrato
VI,
hc
5 -
nell'lntellig
I.funzioni:
nza tuttc Ic
VI, 5
1490
DIALETIlCA
1491
ELEMENTO
discesa IV 3,4 - cause della discesa dell' anima nel corpo IV 8, 3 - secondo
i diversi filosofi IV 8, 1. Cfr. Anima IV. Cfr, Anima IV 7b.
DISORDINE: esiste perch c' I'ordine II12, 4.
DISTACCO DELL'ANIMA DAL CORPO: V I, 10. Cfr, Anima IV 7c, 9.
1. e qualit: VI 3, 18.
2. specificbe: distinguono fra loro le essenze VI I, 10.
3. e Mondo inte//igibile: Ia differenza separa le realt intelligibili VI 9, 8.
4. sostanziali: e qualit 11 6, 1.
DIVENIRE:
1. Caratteri essenziali:
e diverso
secondo le specie VI 3, 2.
2. e Bssere eterno: VI 5, 2.
3. e movimento: VI 3, 21.
DILATAZIONE: VI 3, 25.
DIVINAZIONE: I111, 3.
2. e gli altri esseri: ogni essere abbraccia Dio per necessit naturale 112, 2.
3. e anima: 112,2 - (= Dio supremo) l'Anima ela Vi ta sonosospese a lui VI
5,12.
2. all'infinito: IV 7,82
3. divisione logica: I 3, 4 - processo di divisione nella conoscenza VI 2, 4.
4. e indivisibilit: delle qualit IV 1, l-dell'essenza
IV I, 1-dell'anima
nei
corpi IV 1, 1; 2.
e, produce
9. petfezione, infinitudine, stabilit di dio e del divino: non perde mai nulla
III 7, 5 - non ha bisogno di nulla VI 7, 1 - non manca di nulla III 7, 5
infinito per potenza I117, 5 - inesauribile VI 5, 4. VI 7, l-Ia natura
divina infinita VI 5, 4 - in tutte le cose 112, 2 - stabile nella sua vita
III7,5.
-e
DIO, DIVINO:
e superiore
e nell'Anima V 6,1.
DUBBIO: IV 4,17.
e presente
VI 7, 1 - si identifica con
I'eternit III 7, 5.
13. nel rapporto con l'uomo: provvede agli uomini 119, 9 - seguire dio per
mezzo dell'anima V 1,3 - farsi simile adio 11 9, 9.
li elementi sono
1492
1. Origine e natura:
EROS . ESSERE
1493
13. e unit: e I'essenza dell'Uno VI 5,9 - in ogni singolo essere Ia sua essenza
e sostanza
e ipostasi III 5, 3; 4; 7 - nasce dalla contemplazione di un'ipostasi superiore da parte di una inferiore lU 5,
3 - demone nato dali 'anima in quanto questa manca dei bene e 10
desidera lU 5, 9 - essere misto III 5, 9 - essere affine alia mate ria III 5,
9-ha in s Ia natura dell'indeterminato III 5, 7
ragione dotata di un
desiderio vago III 5, 7 - non e il mondo sensibile III 5, 5.
-e
3. e anima: ogni anima e ogni tipo di anima ha il suo eros Ill 5, 4 -l'eros
dell'anima superiore e un Dio III 5, 4 -l'eros dell'anima congiunra a
materia e un demone lU 5,4 - conduce ogni anima verso il bene Ill5,
4 - forma che deriva da ciascuna anima venuta in questo mondo Ill5
6 - dipende dali 'anima di cui ha il principio III 5, 7.
'
4. e bellezza: VI 5, 10.
intelligibile e I'essenza
19. totale: VI 7, 3.
ESSERE: V 6. VI 4. V 9. VI 5. Cfr. Essenza 2, In/init 5, Materia 7, Potenza 3.
I. per s e in generale:
1. caratteri essenziali:
a. in senso negativo: non e il genere degli altri generi VI 2, 9 - non si pu
6. uniuersale: Ill 5, 7.
ERRORE: cfr. Male.
ESSENZA:.VI 1,2; 3. Cfr: Bene 15,20; Cfr. Divisibilit 4; Essere 12. lntelligenza
117; e inoltre, Materla I 6; Uno 15,19; Partecipazione 3; Qualit5;Substrato
2; Uomo 5,12.
.j(
Ia
VI,
-riore
ch hanno
IIIS I SUl
S'
1494
VI2,8.
y~~,
tO.
26. trascendenza: non si riversa nelle cose VI 5,3 - viene prima dei pensiero
1495
ESSERE
V9,8.
27. tutto, totalit: appartiene ai Tutto VI 4, 3 - contiene insieme tutto VI 4,
14 _ nulla e fuori dell'Essere V 9, 5 - e tutto nei molti VI 5, 3 - e
tutt'intero da per tutto VI 5.
28. unit e mo/teplicit: e uno VI 2, 11. VI 4,14 - e molteplice per alterit
e non spazialmente VI 4, 4 - e di una variet molteplice e di una
molteplicit unitaria VI4, l1-I'Essereuniversalee
uno VI4, lI-e uno
e molti VI 6, 8 - e uno-rnolti VI 2, 2 - e orma una e molteplice VI 4, 11
_ affermando l'essere di una cosa ne affermiamo l'unit VI 2, 11 - un
essere che perda Ia sua unit cessa di essere VI 9,2 - non e possibile che
suoi frammenti si stacchino da lui VI 5,3 - non e uno VI 2,1; 2 - e
indiviso VI 5, 2.
29. universa/e: l'Essere universale e uno VI 4, 11.
30. in rapporto all'Uno: e Ia traccia dell'Uno V 5, 5 - rientra nell'Uno VI 4,
11 _ se e rivolto verso l'Uno e uno VI 2,9 - per l'Essere I'U no e principio
e fine VI 2, 11 - e l'Uno che e VI 6, 9 - chi ha scoperto l'essere ha
scoperto anche l'Uno VI 9, 2 -I'Essere universale e uno VI 4, 11.
Vl4, 10.
DI. non-essere:
OJUlO
n n .sser n n pu unirsi
1496
2. accrescitiva: IV 3,19.
3. appetitiva: IV 3, 23.
4. percettiva: IV 3, 23. Cfr. Percevone.
5. sensitiva: 11,6. IV 3,19; 23. efr. Sensszione.
6. vegetativa: IV 3,19; 23. Cfr. anche Pianta.
ETERNIT:
11
~ n pro~~so n estensione III 7, 6 - e sempre III 7, 4, 6 incorrutribile 1117,6 -e una perfezione indivisibile e immodificabile 111
7,3 - e identica aDio III 7, 5.
2. e anima: prima dell'Anima non c' cheeternit
IV 3, 8.
1117,13 -l'anima
e eterna
3. come continuo: non contiene a\cun intervallo 1117,6 -non e dvisibile 111
7,3.
coessenaiale
9. come simultan~it~ e totalit: possiede sempre presente il tutto III 7,3 tutte le cose insierne III 7, 3 - e sempre nel presente III 7, 3 - non ha
passato e futuro Hl 7, 3; 4 - tutte le cose tendono a manifestarsi in
eternit V 4, 1.
10. e tempo: il tempo si riferisce alia realt sensibile I'eternit si rifersce alia
realt soprasensibile III 7, 1.
11. in rapporto all'Uno: e nell'Uno III 7,6 - il suo essere e l'atto di una vira
permanente che tende da se all'Uno III 7 6 - ferma nell'Uno III 7 11
- rivolta all'Uno III 7, 11.'
,
12. vita eterna: vita mmutabile IlI7, 11-vita intera IU7 5' 11-vita infinita
III 7, 11 - vita infinita perch completa III 7 5 - vi;a ~tabile III 7 11vita che persiste in se stessa III 7, 3 - vita identica a se stessa III 7' 11 e una vita nella quiete e nell'identit lU 7, 11.
'
3.
FELlCIT:
1497
ESSERE FORMA
FIGURA:
1. astrale: IV 4, 35.
2. geometrica: VI 6,17 -Ie figure geometriche sono nell'Intelligenza
VI 6.
17.
FILOSOFIA:
FILOSOFO:
3.3.
FILTRO MAGICO: IV 4, 43.
FORMA: cfr. Anima IV 12, Bellezza 9, Materia 8a,b, Natura 6. Qualit 6, Ragione
17.
1. Caratteri generali: le forme sono unit e numeri VI 6, 9 - i vari signifi ali
dei termine VI 3, 3 - e riposo VI 3,2 - ce n' un numero infinito V 7,
1 - tiene insieme iI mondo V 8, 7.
2.e bellezza: sol tanto ci che partecipa della bellezza riceve Ia forma, ma non
ela bellezza VI7 ,32-la Bellezzaveraesenzaforma
VI7 ,33 -Ia Bellezza
e forma I 6, 2.
F
cfr. Anima, in particolare IV 22.
1. In ~enerale: l'interrelazione delle facolt dell'anima IV 3, 28 -Iocalizza
FACOLT DELL'ANIMA:
pi dell'anima, il Bene e senza forma VI 7,28 -Ia gerar hia ~el\e ~orma
conclude a un Bello senza forma VI 7,33,34 -Ie forme razt nali sono
essere di grado superiore rispetto alia materia chc Ic ospita VI 3, 7.
5. inteltigibile:
e atto
e movimento VI 3, 2.
1498
FORMA - GIUSTIZIA
1499
3. e tempo: I'essere nel tempo non pu essere perfetto perch ha bisogno deI
futuro III 7, 6.
G
GENERAZIONE: cfr. anche Creazione.
1. V 3, 16-ogni
2. nel sensibile e nell' intelligibile: VII, 1- i generi dei mondo sensibile sono
2. delle ipostasi: V 2, 2.
3. e contemplazione: nasce da una contemplazione e finisce in un oggetto da
contemplare m 8, 7. Cfr. Contemplazione 6.
4. e processione: e processione da altri esseri U 9, 3.
VI 9,9.
2. dai mondo:
!6: 8 - separazione
FUOCO: 16,3.
1.
VI 3,16.
m 5,9.
GIOIA:
2. e luce: II 1,7.
3. come elemento: II 1,3.
1. dell'anima: VI 9, 9.
4. intelligibile: VI 7, 11.
3.ebene: VI7,24;27 -si accompagnaal possesso dei Bene VI7 ,27 -il Bene
d Ia gioia di sentire e contemplare VI 7,35.
FUSO: come segno deI destino II 3, 15 - meta fora dei cielo II 3,9.
4. e piacere: VI 7, 27.
dei Bello I 6, 7.
GIUSTIZIA: 12,1.
e
e
2. e lntelligenza: nell'Intelligenza
VI
1500
6, 6 -
e atto
dell'Intelligenza
VI 2, 18.
10. quali idee esistono: esistono solo idee de~I'Universale V,9, .12 -Ie idee di
3. nell'anima: I 2, 3.
realt negative non esistono nell'Intelltgenza ma nell anima V 9, 13 dell'Individuo: V 7, 1 - dei particolare V 9, 12.
11. e unit, Uno: e una I 6, 2 -Ie idee nascono dall' Uno V 4, 2 -l'idea e una
e informa il non uno VI 5, 8.
4. principio cosmologico: II 3, 8.
GNOSTICI: II 9.
GRANDEZZA: cfr. Quantit 3.
1. ln generale: non
e un relativo
VI 3, lI-Ia
V 5,11.
5. e lntelligenza:
1501
GIUSTIZIA . INDEFINITO
e determinata
III 6,
IDENTICO, IDENTIT:
1. nel mondo sensibile e in quello intelligibile: VI 3, 2.
e una
V 1,4.
17.
IMMAGINAZIONE:
1. Caratteri essemiali: e intermedia fra I'impronta dei pe~sie.ro e Ia natura
IV 4, 13 _ e quella facolt che viene eccitata dalle affezioni dei corpo VI
8, 3 - non permette di essere liberi VI 8, 3.
GRATITUDINE: I 4, 15.
GUSTO: IV 6, 2.
1. Caratten definitori:
4. eBene: ha Ia forma dei bene VI7, 18-tutte le idee hanno Ia forma dei Ben .
VI 7,16.
7,11; 12.
IMPASSIBILIT: (degli esseri incorporei)
III 6.
1. del/'Intel/igenza: VI 8, 4.
2. e libert: VI 8,4.
3. e ragionamento: VI 8, 2.
INCLINAZIONE: IV 4,19.
1. dei viventi: verso il meglio e verso il peggio III 2, 4.
2. dell'anima: 11 9, 4.
INCORPOREO: cfr. III 6.
INDEFlNITO: II 4, 3. Cfr. inoltre, Anima I 13a, Materia I 15.
1502
IN~m.~U~,
IN~I~~UALE:
se e~i~t~no idee ?ei ~ingoli individui V 7, 1 _ gli
individu presi 10 se sono infinir, ricondorr ali unit rientrano nel numer
VI2,22.
INFELICrr:
INFINITA, INFINITO:
SI
VI 6, 1.
4. e grande:aa: VI 6, 1.
5. e essere: VI 6, 3.
6. e limite: rapporti fra infinito e limite VI 6, 3.
INTELLEZIONE: I I, 1.
INTELLIGENZA: V 5. V 9. cs. Anima I 12a - c, rn 2, IV 16, Belle:aa 10, Bene
20, ConoscenZll4, Essere 115, Liber/ 3, Sagge:aa 3, Sapiema 3, Uno I 29.
I. Come Ipostasi:
1. Cara/!~ri generali: e il primo conoscente V 3, 12 - e gli esse ri prirni V 3,
8 - ~ ~ntera ?vunque 18,2 - e molte cose V 4,2 - e necessario che essa
deriv da un altra cosa Ill 8, 9 - e serena VI 9,5 - e stabile II 9 1 _ font
de.lla dialettica 13,5 - non contiene nulla di confuso V 9, 6':" non e aI
primo posto Hl 8,9 - non e possibile che I'Intelligenza sussista fuori di
se stes~a V?, 6.- ~on procede pe~ dimostrazione V 5, 1 - perch non pu
essere 11 Principio V 4, 2 - resta 10 se stessa 18,2 - rimane sempre lass
IV 3,12.
4,4.
1503
INDIVIDUO . INTELLIGENZA
conoscendo se stessa conosce Dio V 3, 7 -l'Intelligenza si intuisce da s senza sillogizzare V 3,8 - se qualcosa viene
dalI'IntelIigenza e perch essa e rivolta a s V 3, 7.
b. autocontemplazione:
b. rapporti col Bene: (Bene-Uno) III 8, 11, - ~ suo. b<:ne c~nsiste nel
pensare IJI 9, 7 - riposa nel bene ed e priva di bisogni VI 8, 6 diventa desiderabile quando riceve Ia luce dei Bene VI 7, 22 quando l'Intelligenza guarda iI Bene (= Uno) 10 pensa com~ rnolteplicit e 10 frantuma VI 7, 16 - gira intorno ai Bene I 8, 2- SI muove
circolarmente intorno ai Bene II 2, 3.
Ia cosa
1504
tutte le
INTELLIGENZA
1505
eter~amente
per Ia sua inesauribile attivit IV 7, 13 - e eterna~ente ,Immoblle VI 8,
17 _ e nella dimensione dell'eterno IV 4, 1- ogm cosa e presente IV 4,
1- e senza passato e futuro V 1,4 - e Ia vera eternit VI, 4.
alia
e attivit
contem plante V 5,8 - come I'Intelligenza contempla l'Uno III 8, 8; 9e una contemplazione vivente III 8, 8 - I'essenza dell'Intelligenza
visione V 3,10-in che modo l'Intelligenza contempla l'Uno V 3,11;5,
7 - vede Ia luce V 5, 7 - chi vede e l'Intelligenza V 3, 8 -I'Intelligenza
e buona perch fa consistere Ia sua vita nella contemplazione VI 7,15.
gli esseri sono uniti e distinti VI 6, 7 contiene le cose in maniera distinta I 8, 2 - non e identica, ma e distinta
dai pensiero e dall'intelligibile VI 7, 41.
e visione
18. e essere:
8. in generale e in assoluto: e l'essere V 9, 5 - Essere primo I 8, 2 - e Ia
legge dell'Essere V 9, 5 -e l'atto dell'essere VI 6, 8-e sempre come
e II 9, 1 - possiede I'essere nella sua pienezza V 6, 6 - se una cosa
e Essere e anche Intelligenza V 6, 6 - oggetto dell'Intelligenza e
l'Essere V 3, 5 - Intelligenza e Essere sono Ia stessa cosa V 4, 2l'Intelligenza ha creato I'Essere VI 2, 21 - nell'Intelligenza
(=
Essere) tutto procede senza sforzo VI 2,21 - deve essere concepita
come seconda dopo I'Essere VI 6, 1. VI 6, 8.
b. e esseri (particolari): e gli esse ri V 9, 6. III 3, 3 - finch splende
I'Intelligenza tutte le cose non possono venir meno V 8, 12 - e uno
con gli esse ri V 9, 6 - sorregge ci che e caduco V 9, 5 - nell'intimo
dell'Intelligenza ci sono tutti gli esseri V 3,11- (prima Intelligenza)
ha in s gli esseri, e identica agli esseri V 3, 5 - distinguendosi
incessantemente in identico e diverso, produce sempre nuovi esseri
VI 7, 13 - I'Intelligenza guarda gli esse ri che sono in s senza
separarli VI 6, 7.
c. essere e pensiero in rapporto all'lntelligenza: fa sussistere I'Essere nel
pensiero VI, 4 - e intelligenza in quanto pensa ed e essere in quanto
e pensato VI, 4 - i pensieri dell'Intelligenza corrispondono all'attivit dell'Essere V 9,8 - i pensieri dell'Intelligenza corrispondono
alia forma dell'Essere V 9, 8 - pensa realmente l'Essere e 10 fa
esistere V 9, 5.
?-
1506
30. /~'bert:VI 8, 6 - l'lntelligenza vive secondo Ia sua volont VI 8 6hbera per se stessa VI 8, 7 - e sommamente libera perch ha in s iI suo
b ene VI 8,4,
31. in rapporto a/ mondo:
8. intell,*,~i/e:
b,
7,
attivit dell'lntelligenza e
- in quanto pensata, pu
2 - e pensiero perfetto, cio
e dell'Uno) VI 9,2 - pensa
VI 9, 2,
32. e movimento:
1507
INTELLIGENZA
1508
vi
e intelIigenza
di
tutte
I
ecos
b. unfa~I/'Un?:vedeI'Unosenza
esserne separata VI, 6-non
ra I Intelligenza e l'Uno V 1,6.
c' n ll
u a
f'
3'J
INTELLIGENZA. INTELLIGIBILE
1509
(dell'uomo):
contemplativa
e libera VI 8, 6.
che si e
3. e anima: nell'Intelligibile
I'anima diviene anch'essa inalterabile IV 4, 2 nell'Intelligibile l'anirna intuisce simultanamente tutte le cose insieme
IV 4,1. Cfr. Anima IV 7c.
V 5,
1510
1511
IO-LUOGO
LIMITE:
e I' estremo
do i Ir ibil VI
limite dei Mon o mte Igl I e
4,16.
. .
non hanno limite VI 2,
M
. 16
parlato
21.
Cf
34.
LEGGE:
1. divina: IV 3, 24.
2. metafisica: IV 3, 13 - dei Mondo intelligibile IV 3, 15.
3. della ragione cosmica: IV 4,39 - conflitti dell'universo obbediscono
12,3 -linguaggio
a una
legge III 2, 4.
LUCE:
1. Caratterigenerali: non e corpo IV 5,4-eincorporealI
ma forza attiva IV 5, 6; 7.
1. come libero arbitrio: illibero arbitrio non consiste nell'azione pratica (VI
2. doce si trova: nelle ipostasi superiori VI 8,4 - esiste sol tanto nell'Intelligenza VI 8, 5, 6 - si trova in un'anima che sia conforme all'lntelligenza
VI 8, 5 - illibero arbitrio appartiene soltanto ai ragionamento esatto e
alia giusta tendenza VI 8, 2.
5. negli altri filosofi: illibero arbitrio non trova spazio nel monismo stoico
III 1,7.
,
r'
1,7 -non equa ita,
2. e anima: V 3, 8.
.
Ia Bellezza. luce come splendore della Bellezza
I 6, 9.
.
3 . rapportt con
4
rpo: IV 4 29 _ mescolandosi alia corporeit produce il colore IV 5, 7
. co_ 1~'luce 'dei corpi luminosi e un'essenza che corrisponde all'~sser~
formale di quei corpi IV 5,7 - e incorporea, anche se appartiene ai corpi
IV 5, 7.
esterna all'occhio IV 5, 4
LUNA: 11 1,5.1115,6
LUOGO:
dell'anima I 2, 3.
1512
7. in rapporto all'essere e al non-essere: nel mondo sensibile e pi gi delI'essere 11 4, 16 - e separata dall'essere II 5, 5 - e non-essere 11 5, 4 possiede un esserc di grado inferiore rispetto alie cose che accoglie in s
VI 3, 7 - non d l'essere alie cose che ospita VI 3,7 - e un non-essere
III 6, 7.
8. e forma:
7.per
cs. Avversione.
desiderio di appartenere
ha qualit I 8, 10.
1513
MALE: I 8.
MADRE MATERlA
11. impassibilit, inalterabilit della materia: e impassibile TIT6, 7; 9; 12 aumenta n diminuisce quando
1515
MATERIA MISURA
1514
12. infinitudine,
illimitatezza, indeterminezione,
indifferenziazione:
estranea ad ogni limite III 6,15 -e infinito 114, 6,15 -eI'infinito st . (I
e non per accidente 114, 15 - e un indeterminato di grande e piccol II
4, l l=- indeterminata 114, 1O-non hadifferenze VI3,3
l'indefinito
e l'altro II 4, 5,13.
=
16. in rapporto ali' ordine, a/Ia misura e a/limite: mai Ia materia e stata priva
di ordine IV 3, 9 - e senza misura I 8, 4 - e indefinita II 4, 3; 5 iIIimitata I 8, 4.
17. passivit della materia: non produce nulla III 6, 7 - non ha attivit III 6.
18.
18. percezione della matria: non e percepibile a nessun senso 114, 12 - e in
s invisibile III 6, 13 - e percebibile da un ragionamento vuoto
("spurio") II 4, 12 - e percepibile mediante Ia parte indeterminata
dell'anima 114, 10.
19. come potenza, potenzialit: e potenziale 115, 2 - e in potenza tutte le cose
115,4;5.
S?S
11~ubt~r~~
,
d;!~~~t~~
dell'impronta
IV
6
1una specie di forza I
"
a 11a perslstenza
'
2. dei corpi celesti: le stelle non hanno memoria IV 4, 6; 8.
5. e ~~noscenZIJ:ruolo
,.'
.'
per
23. secondo g/i altri filosofi: (=substrato) critica alia concezione stoica che
pone Ia priorit ontologica della materia VII, 25; 26; 28; 29.
,
114 5 '
t nza completa 11 4 5 - e eterna
, - e
1. Natura e ?rlgt~e: e u~a
a
11 4 5 _ (= divina) possiede una vita
sempre denrica a se - e eterna
"
b
I 11 4 5 - e
11
le ben determinata 11 4, 5 - e un su strato rea e
'.
,
~~~i~~~~~ 4,15 -generata dall'~nfin~t~ (? d~lIa potenza o dall~ eternit]
dell'Uno 114, 15 _ nel mondo tnteltglblle e un essere 11 4. 1.
.
11 4, 4 - nel Mondo nrellgibile e un essere
dall'alterit intelligibile 114, 5.
15. negativit della matria: primo male 18, 14 - oscurit della materia 16.
3 - bruttezza della materia I 6, 2 - e male 114, 16. VI 7,28 - e cattiva I
8,4. II 4, 16-e menzognera III 6, 7 -e ombra, caduta di ragione VIJ.
7 - e un'ombra III 6, 18 - e un fantasma in atto II 5, 5 - e tenebrosa 11
4. 5 - e una cosa morta II 4, 5 -Ia materia e malvagia perch non ha
qualit I 8, 10.
dell'Uno
14. necessit de/Ia matria: e necessaria alia qualit, alia grandezza e ai corpi
11 4, 12 - necessit della sua esistenza I 8, 15.
l.
vuoto 11 4 11 - volume inesteso TI 4, 11.
27. come vo ume: v olume
,
8. e reminiscenza: IV 3, 25.
,
,.
9. come ricordo: come si produce nell'anima 1116, 2 - non e un irnpr ntu
nell'anima 1116, 3.
I ti ? 11 3 - mescolanza rotule
MESCOLANZA: 117 - anima e corpo sono mesco ai,
.
I
dei cor i 117 _ mescolanza delle qualit o della materia? II 7, 1 - no~ . a
.P
I h'
ne alia mescolanza 1I7, 2 -Ia vem m , o anza
matena cdometa e c e SIPIPtuOttoII 7 1- cio che essenziale sussis:
nza
deve ren ere omogeneo I
,
mescolanza 11,2. efr. Anima; Corpo.
25. unit, semplicit, uguaglzanZIJe continuit de/Ia matria: e una 114, 8 rimane sempre uguale 115, 5 - semplice U 4.8 - non un composto
II 4.8 - continua 114, 8 - non accoglie aleuna mescolanza Ill 6, 15 rimane in se stessa III 6, 15.
26. in rapporto ali' uomo e ali' anima umana: causa della debolezza dell' anima
(e dei vizio) I 8, 14.
MISTERO: I 6, 6.
h
rta a se stes 012,2.
MISURA: un essere diventa migliore per Ia rmsura c e app
1516
MOL TI:
una
'
1517
A, MOLTEPLICE,
MO~~,COSMO,
MISURA . MONDO
n l.
n 11, Uno J
I. Mondo intelligibile:
1. e alterit: III 7, 3.
n. Mondo
e sempre
presente VI 4, 2 -
3. e Essere: corrisponde
ogni essere
ragione o sopra Ia ragione III 3, 5.
8. /o/~!it, comp!e/e1.ZOde! Mondo in/el/igibi!e: e completo TIl 2, 1di se stesso VI 4, 2 - e tutto VI 4, 2 - e iI Tutto VI 4, 2.
e pieno
9. uni/ e mo!/ep!icit de! Mondo in/el/igibi!e: numericamente uno e indiviso VI 4, 12 - e unitario VI 5, 10 - vive in unit III 2, 1 _ e uno III 2
1 -Ia sua molteplicit non in contrasto con Ia sua unit VI 4 4 _ ha
un'u~i.ca na.t~r~ ~on molte pot;nz.e ,III 7,3 - nel Mondo intelligibile gli
ess~n intelligibili formano un umta III 7,3 - nel Mondo intelligibile
tutn gli essen sono un essere solo TI 6, 1 - fatto di molte cose diverse
e tuttavia e uno VI 7, 10.
e il Mondo
intelligibile III
2~2.-cornsponde
ali Intelligenza III 2,1- (e primo) non perde potenza
dividendosi III 2, 1 - da esso trae esistenza questo mondo ITI 2, 2 _ (=
universo vero, reale) non ha bisogno di spazio VI 4, 2 - non e in
nessun'altra cosa VI 4, 2 - in ogni luogo VI 4, 2.
V 9,13.
e cio
e ovunque
-e
7. e eternit:
1518
11. mobilit e immobilit dei mondo: e immobile eppure com pie grandi
opere 1112,l-attraversa
cicli di vita predeterminati
secondo cicli V 7, 1 - e quiete III 7, 3 .
IV 3,12 -proced
14. positivit dei mondo: bello perch immagine della Bellezza e dell'Esser
11 8, 11. III 2, 3. V 8, 12 - e bello perch accolse I'Uno VI 6, 1 un'immagine dell'lntelligenza 118, l1-non e disprezzabile, n criticabilc
119,4; 5; 13; 16. III 2, 3. V 8, 8 -tutto ha valore nell'universo IV 4, 35.
1519
MONDO MUTAMENTO
volontari VI 3, 26 - deI corpo e dell'anima VI I, 19 (cfr. n. 5) accidentale (ti pico deI mondo sensibile) VI 3,2 - Movimento primo 11
4,5 - circolare (cfr., sotto, n. 2) -Iocale (cfr., sotto, n. 7).
4. definizioni' positiue: come alterit 114, 5 - e Ia via che porta dalla ~tenza
a ci che si dice essere in potenza VI 3, 22 - come forma sveglia VI
3, 22 - e un genere VI 3, 22 - e un progresso, un avviamento dalIa
potenza ali' atto VI 3, 22 - e caratterizzato dalla potenza da cui deriva e
dagli oggetti in cui si trova VI 3, 23 - e un continuo VI 3, 11.
8 - l'anima si muove intorno all'Uno come aI proprio centro VI 9, 8e I'immagine della vita dei corpi III 6, 6 - il movimento dei corpi e
accidentale VI 3, 2.
6. e Essere: atto dell'essere VI 2,15 - va posto insieme con l'essere VI 2, 7
- non pu stare senza I'essere VI 2, 7.
di corpo
Passione Z,
1. Principali tipi di movimento: VI 3, 25; 26 - movimento primo 11 4, 5 dilatazione
VI 3, 25 - movimenti
naturali,
completamente
immobile IV 4, 26.
MUSICA: V 8, 1. V 9, 11.
contrazione,
artificiali,
l'armonia
1520
INDICE DEI
N( I I 11
1521
NASCITA NUMERO
1. e anima:
2.conforme a natura: e conforme a natura che tutti gli esseri non siano egu di
lU 3, 3 -vita conforme a natura I 4, l-il Bene e vita conforme a natur I
17, 1 - iI Bene e principio degli atti conformi a natura I 7, 1, -Ia feli it
e vita conforme a natura 14, 1. Cfr. Bene, Vila 12.
.
.
5. in relazione agli esseri naturali: sono l'ultimo riflesso dei Mondo intelli
gibile IV 4, 13.
6.forma, e ragione: deve essere forma Hl 8, 2 - e ragione III 8, 3 _ natura .
ragione dell'universo IV 4, 12 - possiede l'ulrima parte della ragion
dell'anima IV 4, 13 -Ia natura e ragione (=Iogos) che produce altra
ragione (= logos)
8, 2.
1. natura del numero: i numeri in quanto tali cadono tu~ti sotto iI.medesimo
genere VI 3, 13 - non e un genere primo VI 2, 14 -e 11qua~to I~eale della
molteplicit VI 6, 10 - e, per co~l dire sostanza
1, 5 - e antm~ VI, 5
-Iassu e ragione formale e Intelligenza VI, 5 - ciascun numero e forma
V 1,5.
6,
17 - numerato e numerante VI 6, 15 - primo e vero VI 6, 15 - solidi 11
1,6 - total e (corrisponde ai Vivente perfetto) VI 6,15.
3. come [orza creatrice: (primo e vero) e principio di esistenza p~r ~Ii esseri
VI 6, 15 - ordine della generazione
generazione degli esseri VI 6, 15.
4. due tipifondamentali
5. e anima: I'anima servendosi dei numero misura Ia molteplicit VII, 4 nell'anima che conta e nell'essenza VI 6, 4.
6. e Essere: VI 6, 9 -Ia forza dei numero frantuma I'essere VI,6, 9; 15 I'Essere 10 rende gravido della molteplicit VI 6, 9 - atto dell Essere VI
6, 9-I'Esseregenera
gli esseri secondo il numero VI 6, 15 -enell'e~sere
VI 6, 15 - l'Essere gener tanti esse ri quanto erano necessan per
esaurire iI numero VI 6, 15.
7. e lntelligenza, e Mondo intelligibile: nel Mondo intelligibile il numero e
limitato VI 6, 18.
8. e universo: I'universo e un numero totale VI 6, 15.
9. e uno (inteso come numero): VI 6, 5 -I'Uno
analogia VI 9, 5. Cfr. Uno.
8. e materia. e cio che viene riflesso dali' anima nella materia IV 4, 13 _ agisce
sulla materia IV 4, 13 abbisogna di una materia su cui agire Ill 8, 2 _ e
una forza modificatrice della materia 11 3,17.
naturale II 3 17
- crea i corpi IV 4, 20 +l'oggerto creato dalla natura e privo di forza IIJ
8,4 - non conosce ma crea sol tanto, involontariamente IV 4, 13.
NECESSIT: I 8, 7 - necessit
dall'Uno V 3, 15.
metafisica
della derivazione
delle ipostasi
m.
qu 110
110th .
. so 11
l1:till
ai Vivent perfett
VI 6,15 -sono numeri iI Vivente in se l'Intelligenza VI 6, 9-11 numero
e prima di ogni vivente VI 6,15.
NEGAZIONE: VI 3,27.
y~
(I,
14.
V I, . V 4,
'11111\'11/1
VI 6,!!
1522
ODORAro
volont III 6, 4.
4. in rapporto alie vir/li: le passioni sono estranee alia virt anche se moderate dali a ragione VI 8, 6.
ODORATO: IV 6, 2.
OPINIO~E: a chi appartengono
recettiva V 5, 1.
ORDINE: V 2.
cs. Ma/ma
1523
PENSIERO
le opinioni I 1, 1. I 3, 4. IV 4, 17. V 9, 7 _
PASSIVIT: e corruzione
III 6, 8.
16.
III 5, 7
2. e Anima:
3. alto del pensare: ogni atto di pensiero deve essere qualcosa di vario VI 7,
39 - non il Pensiero che pensa, ma cio che possiede il pensiero V 6,6.
4. in rapporto ai Bene: inferiore aI Bene VI 7,40 - secondo, dopo il Bene
VI 7,41 - per giungere aI Bene bisogna trascendere iI pensiero VI 7,40
OSCURIT: meta fora deI male I 8, 8 - secondo gli Gnostici II.9, 12.
5. di s: rimane uno V 6, 1.
6. discorsioo: 11,9 - coglie i concetti uno dopo I'altro V 3,17 - (=ragione)
PAROLA: VII, 5.
V 9, 5.
un corpo VI 4,13.
PU?
movimento VI 7,35.
10. in quanto pensante/pensato: dualit e unit nel rapporto pensato- pensante V 6, 1 - implica sempre dualit, alterit e anche identit V 3, 10.
9. e movimento:
dali,
1524
delI'lnteIligenza
11
V 9, 8.
'I
11
1525
PENSIERO . PRINCIPIO
4. e ipostasi: lass
superiori
IV 8,6.
PERCEZIONE:
e solo
- e tutt'intera
lU 4, 2.
piante V 2, 1
cs. Intelligenza
POTENZIALE: 115.
PREDICATO: appartiene
I 40.
e nulIa
per iI buono lU 2, 5.
presente Ia felicit I 5, 3.
3. e lntelligenza: nelI'InteIligenza
e
e presente
in cui e presente
tutto
1. signijicati e caratt~ri essenziali; come potenzialit e come potere di generare V 3, 15 - differenza fra potenza e qualit VI 5, 12 5,2.
Ill 4, 1.
7,83
8. unit e totalit: le potenze sono uguali fra loro e delIa stessa specie VI 4,
VI 7, 9.
7.potenza uegetatiua:
a. in generale: e posteriore alI'lntelIigenza e aIl'anima IV
b. e anima: V 2, 1 - I'anima genera Ia potenza vegetativa
c. e sole: il sole comunica I'anima vegetativa IV 4, 35.
d. e uomo: I'uomo e anche potenza sensitiva e vegetativa
e. nelle piante: I'anima e Ia potenza vegetativa che e nelIe
e il sustrato
II
PRIMO: V 2; 4.
Cfr, Uno.
PRINCIPIO, PRINCIPI:
1. caratteri essenziali:
e anche
fine V 8, 7 -
e ingenerato
V 4, 1 - non ha
1526
1527
PRINCIPIO - QUANTIT
e iI Riposo V 1,4 -
_I
I'Esser
identico ai
primo VI 2, 13; 14 -
e affezione
VI 3,
universale Ia conformit dei mondo alI'Intelligenza III 2, 1 3,5 - implica che ci sia iI meglio e il peggio III 3, 7.
e una III
e un'affezione VI 3, 16.
5. e essenza: e un'impronta che non e propria
7.e sostanza:
8. in rapporto all'intelligibile: ai concetti immateriali e incorporei IV 7, 81 nel Mondo intelIigibile le qualit sono atti II 6, 3 - gli archetipi delle
qualit sono atti II 6, 3 - nella sfera dell'Intelligibile VII, 12.
9. nella
10. origine: deriva dai Principi primi VI, 4 - deriva dalle sostanze II 6, 2,
III 2, 1 - si estende a
3 - (= qualificazione)
I 2,6.
QUANDO: secondogli
III 7, 3.
Aristotelici VII, 13
ci che
(r.
Tempo.
QUANTIT, QUANTO: cfr. Materia 21.
e uno strumento
dell'ascesa dell'anima VI 7 36
- consiste nell'isolare l'anima daI corporeo III 6, 5 - l'anirna pu
assurgere aI bello attraverso Ia purificazione I 6, 7.
e purificazione
bello attraverso Ia catarsi 16,7.
2. e belleaa. Ia bellezza
e un genere
PRIV AZIONE:
1. e anima: Ia purificazione
assurge ai
1. caratteri generali:
4. e grandezza: VII, 4.
5. e numero: in rapporto aI numero essenziale vr 6, I ( <.(,. Numero 4.
6. origine: deriva dai Principi primi VI, 4 - nn ti ,li, p ri' ipazi ne
all'unit V 5, 5.
1528
VII, 4.
produce cose ineguali III 3, 5 - produce armonia dei contrari III 2,16.
V 3, 7.
R
RAGGIO: metafora deI Mondo intelligibile VI 5, 5 - delle anime VI 4,3 - della
partecipazione VI 5,8.
RAGIONAMENTO: VI 7,1.
I. Ragione:
3. come armonia dei contrari: produce armonia dei contrari III 2, 16.
4. conforme a ragione": e conforme a ragione che ci siano esseri malvagi III
U
10. come pensiero dell'Uniuerso e natura: III 8, 3. IV 4,12; 13; 14: cfr. anchc
Natura.
le sono immediatamente
1529
QUANTIT. RELATIVO
dall'Intelligenza
Il 3,17.
V 3, 2.
III 4, 2.
RELATIVO:
1. definizione e caratteri essenziali: e cio che nasce dai rnp] 0111I .he
indipendenementedal
rapportochegli dil nome e null I in . SI '~s ) VI
3,21- rapporto di una cosa con un'altra VI3, 28 - impli 111 011 ors
sirnultaneo di due cose VI 3, 28.
3. e predicati: VI 3, 3.
\11t'sislt.'rwa
d eriva
1530
dell'Anima
V 3, 2 - dimostra I'immortalit
del-
dell 'Essere IV 8, 4.
2. e amicizia: I 4, 15.
3. e demone: e un demone III 4, 6 - ha un dio come demone 1114, 6.
4.felicit e serenit dei saggio: iI piacere e il dolore non aggiungono nulla alia
felicit dei saggio I 4, 14 - iI piacere stabile dei saggio e Ia serenit I 4,
12 -Ia felicit dei saggio non risiede nei beni esteriori 14, 11.
eidentica
a se stessa VI 4
'
VI
-e iI punto
1. della natura: V 8, 5.
2. e Essere: Ia vera sapienza e essere e il vero esssere e sapienza V 8, 5.
3. e lntelligenza e Mondo intelligibile: dell'lntelligenza V 8,5 -Ia sapienza
eterna dei Mondo intelligibile V 8,4.
6. e meteria: VI 3, 2.
e pi
8.
SAPIENZA:
2. e generiprimi,
primo VI 2,8; 9; 15; 16.
3. e idea: l'idea appartiene aI riposo VI 2, 8.
5.
6.
7.
8.
9.
SANGUE: I 1,5.
e ri poso VI 3, 2.
iI riposo e un genere
1. e forma: Ia forma
7. e movimento:
1531
REMINISCENZA . SEGNO
e Principio
VI 2 7 _ essere
'
,
primo VI, 4.
2. autentica, massima:
grande
e ci
e all'interno
dell'anima IV 7, 10 - Ia scienza pi
che si pu imparare sul Bene VI 7, 36.
nello
stesso tempo realt pensata e atto pensante VI 6, 6 - in essa l'oggetto
intelligibile non altro che Intelligenza e Scienza VI 6, 6.
VI 9,5 -1'lntelligenza diventa nell'anima fonte di scienza VI 9, 5 -Ie molte scienze sono
nell'Unica anima VI 4, 4.
7. e movimento:
e un processo
VI 2,18.
e diversa
da quella
e
e pieno
tuttavia
gli influssi
1532
1533
SEGNO SPAZIO
cosmici IV 4,39.
cs, D%re.'
SOFFERENZA: 15,6.
SEME: metafora dell'lntelligenza
6, 1. efr. Ragione m.
SEMPLICE: cio che
e semplice
II
e animato
perch
SENSAZIONE, SENSIBILIT: IV 6.
l'anima vegetativa IV 4, 35
un dio
V 1,2.
2. come meta/ora: (di lass) metafora dell'Intelligenza IV 3,11. V 6, 4immagine deI Bene 17, 1 - immagine deU 'Uno V 5,8.
e.
e identico
rn 6, 5.
ce, Qua/it
e un
1. caratteri essenziali:
7 e 10.
tutto II 6, 1.
3. e anima: I'anima
14, 14.
di
10
e una
sostanza completa II
e sostanza
e complemento
di una sostanza II 6, 2.
SPAZIO:
1. definizione e caratteri essenziali:
quindi non accoglie contrariet
e un relativo
VI 3, 12.
VI 3, 11 - non
e quantit
1.534
1.53.5
SPAZIO - TInTO
e incorporeo
IV 3, 20 -limite
3. e eternit: immagine dell' eternit III 7, 11. VI, 4 - differenza fra eternit
e tempo III 7,1- il tempo sta all'eternit come il mondo sensibile sta a
quello intelligibile III 7, 11.
VI 3, 5; 11.
e in un'altra
V 9, 10.
dell'intelligibile
e una
in
e il substrato
e nella
U 5, 2.
10. e vita:
una distensione
dell'anima III 7,11.
TENDENZA: non
Ill 7, 12 -
Ia vita
dell'anima Ill 6, 3.
-e un organismo
IV 4,27.
e mescolato
completamente
1. nell'anima: I 2, 3.
2. nell'Intelligen1.a: I 2, 6.
non
immobile IV 4, 26.
TUrrO:
e alterazione
13.
TERRA:VI7,Il.
e un
4. e potenza: Ia potenza
verso il
e quantit
una progressione
SPECIE:
SUONO: VI 4, 12 -
4. e intelligibile: VI 5, 11 -
'
1. tutto e parte:
1. e anima: I'anima non nel corpo come parte di un tutto IV 3, 20-I'anima
si d tutta a tutto il corpo e quindi c indivisa IV 2, l-I'anima, pensando
iI tutto, pensa se stessa nel tutto IV 4, 2.
2. e Anima dei Tutto: Cfr. Anima II 3 e Discesa dell'anima nel corpo.
3. rapporto dei tutto con gli esseri individui: 1112,3 - c!a~cu.n<;>d~gli ess~ri
1536
n. Tutto
1537
TUTIO-UNO
aI Tutto, ma non e
5. evita: e Vi ta VI 4,3 -Ia vita dei Tutto e Ia vita perfetta II 3,13 - iI Tutto,
che e esteso, partecipa di una vita che e ines tesa VI 4, 13.
V 5, 4.
tutto
vi ritorna III 3, 1.
UNO: IIl8. VI 8; 9. V 4.
a se stesso IV 4, 42.
6. e mondo:
a. intelligibile: iI Mondo intelligibile e tutto VI 4, 2 -e il Tutto VI 4,2.
efr. Mondo I 8.
h. sensibile:
I. Come ipostasi:
1. Caraueri definitori e generali:
a. in generale: cio che e semplice~ente
Cfr.
Mondo II 17.
7. e ragione: Ia ragione e principio ed e tutto lU 2, 15.
8. e sostanza: Ia sostanza e un tutto II 6, 1.
9. e unit, e Uno: ritorno all'Unit: tutto deriva dall'Unit e tutto vi ritorna
lU 3, 1 -I'Uno e Uno-tutto,I'Intelligenza
e Uno-molti V 3, 15 - tutto
aspira all'Uno VI 5,1- il Principio (=Uno) deI tutto non ha bisogno dei
tutto VI 9, 6. Cfr. Uno 31a, b, c.
VI 7, 41-e I'espansione deUa sua natura che fa SI che I Uno non sia
pi Uno VI 2, 3.
c. in negativo: non gli si pu aggiungere nulla lU 8, 11- e il non questo
V 5,6 _ non e qualcosa VI 9, 3 - all'Uno nulla accade VI 8, 8nulla pu accadergli VI 8, 9.
2. definito a partire dai suoi deriuati: cio che procede dali 'Uno ~ inferiore
all'Uno ed e non-uno V 3,15 - cio che deriva dall'Uno non e separato
dall'Uno e non e identico all'Uno V 3, 12 - I'uno che e nelle cose non
vale sempre alio stesso modo VI 2, lI-I' ordine degli esseri che derivano
daI Primo (=Uno) V 4, 1.
3. e anima: l'Uno e anima VI 9, 3 - nell'Uno I'anima e libera da passioni e
lontana daI male VI 9, 9.
4. e auiuit, e azione: poich agisce egli e VI 8, 20.
5. e atto: I'atto primo VI 8,20 - iI suo atto non e sottomesso alia sua essenza
VI 8, 20.
6 autocoscienza autoconoscenza, autocontemplazione dell'Uno: non ha co
IV 5,5. IV 6, 2.
1538
b. bene per gli altri esseri: non e bene per s, ma per gli altri VI 9, 6 - e
il bene degli esseri V 5, 9; 10. V 6, 6 - elargisce il bene, ma non e il
Bene VI 9, 6 - nulla e Bene per l'Uno VI 9, 6.
c.l'Uno pu dirsiBene: in chesenso l'Uno pu chiamarsi Bene V 3,11
- non dobbiamo nemmeno chiamarlo Bene VI 9, 6.
d. Super-Bene: l'Uno e il Super-Bene {= bene superiore agli altri beni)
VI 9, 6 - Uno-Bene.
12. in quanto causa: e causa della causa VI 8, 18 - esiste una causa superiore
all'Essere e aI Pensiero V 1,4.
5 - come dall'Un
1539
UNO
deriva no molteplicit,
VI 8, 10.
20. e Essere:
a. coincidente con l'Essere: e necessariamente
perfetto
quanto
sere VI
ci sono
?,
25. in rapporto ai concetti di identit (= indifferenziazione, indistinzi?,ne) differenza (= dioersit): Ia sua natura e identica a s.estessa II 9, 1-: CIO ~he
deriva dall'Uno non e identico all'Uno V 3,12 - nmane sempre identico
a s VI 9, 9 - diverso da ci che viene dopo di lui V 4, 1 - non poteva
crearsi diverso da quello che si cre VI 8, 21- e assolutamente
indifferenziato V 3, 10 - possedeva tutte le cose indistinte V 3, 15.
26. e immobi/it:
1540
rr 11
V 3,13. VI 9, 4 - indescrivibile
VI 9, 4.
29. e lntelligenza:
a. si genera dall'Uno: come l'lntelligenza nasce dall'Uno V 2, 1- com
dall'Uno procede l'lntelligenza V 4, 2 - come il Secondo deriva d I1
Primo V 4, l-I'Intelligenza nasce dali' autocontemplazione dell'Uno
VI, 7 -GenitoreePadredell'lntelligenza
V8, 1. VI7 ,29-principlll
dell'Intelligenza III 8, 9.
b. superiorit dell'Uno rispetto all'lntelligenza: non e Intelligenza VI 'J,
2. VI 9, 3 - e superiore, anteriore e ai di l dell'Intelligenza V 3, li,
16. V 8,1. VI 9, 3; 6; 8-e I'archetipo dell'lntelligenza VI 8,18 - eu
che e nell'Uno e molto di pi di quello che c' nell'lntelligenza VI
8, 18 - I'Uno e Uno-tutto, l'lntelligenza e Uno-rnolti V 3, 15
I'Essere cheviene dopo l'Uno (= Intelligenza) e simultaneo all'Uno
ed e rivolto ali 'Uno VI 5, 4 - non desidera diventare Intelligenza V
3, 12 - si comunica all'lntelligenza III 8, 11 - non ha bisogno
dell'lntelligenza V 1,6.
dall'Uno V 2, 2.
1541
UNO
5.
35. e luogo, e spazio: non si trova in nessun luogo 1119, 4. VI 8,11-
non 11.
bisogno di alcun luogo VI 9, 6 - e in ogni luogo VI 4, 2. IIl9, 4 - non
ha bisogno di spazio VI 4, 2 - si manifesta tutt'intero dappertutto VI ,
9.
quello
che e perch e perfetto VI 8,9,10 - non esiste per caso VI 8, 7 - non e
per caso (VI 8, 9; 10), n per accidente (VI 8, 9), e una necessit principio
di tutte le altre necessit VI 8, 9 - non e costretto da necessit, ma e egli
stesso Ia necessit e Ia legge delle altre cose VI 8, 10 - cio che I'uno genera
e necessario V 3, 15 - e necessario che le cose derivino dall'Uno V 4, 1
- e privo di ogni accidentalit V 4, 1.
43. come nulla, nessuno e negazione: e nulla VI 8,21- non si predica di nulla
VI 2,9 - non cerca nulla V 3, 16 - non e in nessun'altra cosa VI 4, 2non possiede nulla III 8, 11 - proprio perch non ha nulla e il Bene V
5, 13 - (= Ultimo) non e in nessuno V 5,9 -Ie cose che si dicono dell'U no
consistono in una negazione VI 8, 11.
44. pensare e parlare dell'Uno: in che modo si pu parlare dell'Uno V 3,14
_ quando pensi lui elimina ogni cosa VI 8, 21 - deU'Uno non si pu
predicare neppure I'essere VI 8, 8 - le cose che si dicono deU'Uno
consistono in una negazione VI 8, ll-dell'Uno
(=Bene) si pu dire solo
che e V 5,13 - dell'Uno noi diciamo quello che non e, non quello che
e V 3,14.
45. e pensiero:
a. diverso e superiore al pensiero: non e pensiero e non pensa 1118, 11.
III 9,7. V 6, 2. VI 7, 37. VI 9, 6 -e prima dei pensiero VI 9, 6 - (=
Uno-Bene) al di ldel pensiero III 9, 9. V 6, 5; 6-sefosse pensante,
avrebbe bisogno di pensare V 3, 12 - non ha bisogno di pensare se
stesso VI 9, 6 - in lui non c' ignoranza VI 9, 6.
b. Super-pensiero: e Super-pensiero
VI 8, 15; 16.
fOi
1543
UNO
1542
e perfettissimo
VI 8, 20 -
e perfetto
V 2,
e
e
e
e presente VI 9, 7 -
non lontano da
nessuno eppure e lontano da tutti VI 9, 4 - presente a suo modo nelle
cose V 4,1 - una cosa e una per Ia presenza dell'Uno VI 6,14.
- e semplice
e Principio
-e
e qualit
VI 9, 3. VI 8, 11.
e quantit
VI 9, 3 - non
estensione VI 8, 11.
e iIIimitato
e semplicissimo
tutto ovunque V 5,9 - in ogni luogo VI 4, 2 ovunque e in nessun luogo lU 9, 4 - si manifesta dappertutto VI 5,9.
assolutamente determinato in
quanto e unico VI 8, 9 - rimane sempre identico senza frantumarsi neUe
cose VI 9, 9 - se esistesse soltanto I'uno Ia molteplicit delle cose non
ci sarebbe IV 8, 6 -I'Uno non qualcosa di unitrio, ma l'unt in
s V 3, 12 - dopo iI Primo viene l'Uno-molti V 4, 1 - unit V 1,7 precede ogni molteplicit V 3,12 - non ha alcuna moltep\icit IV 1,2
- contiene neUa sua potenzialit Ia natura contraria aUa sua, cio Ia
molteplicit VI 5, 9 - (nel caso dell'Uno) anche Ia conoscenza di s
implica molteplicit V 3, 12.
e aI di l
dei pensiero III 9, 9-al di l deUa parola V 3,14
superiore aDio
VI 9, 6 - aI di l della sensibilit V 3, 14 - e aI di l della libert VI
8,8- aI di l dell'Intelligenza V 3, 14. Cfr., sopra, 29b, 57b.
-e
57. e tutto:
VI
di donarci Ia vita VI 9, 9 superiore aUa vita III 8, 10. V 3, 16 principiodelIa vitaIII8, 9-causadeUa vita III 8,10-daU'Unoderivano
Ia vita saggia e inteUettiva V 5, 10.
e tutto
9,2.
b.
47. potenza, onnipotenza dell'Uno: potenza di tutte le cose III 8, 10. V 1,7.
63. e volont:
l" 1
I(
11 ,
1544
2. uno che
e: I'uno
1545
UNO-VIRTO
nella materia VI 5, 6.
VERBO: dell'IntelIigenza
10. e ma/e, epeccato: i motivi metafisici della sua deviazione III 3 4 - e cattivo
involontariamente
III 2, 10.
'
12. e ragione, e razionalit: VI7 , 4 - e una ragione formale diversa dali' anima
VI 7,5 - non perde Ia sua essenza razionale Hl 2, 9.
13. tipi d'uomo: I 3,1; 2; 3 - i tre uomini: l'u1timo uomo l'uomo anteriore
il primo uomo VI 7,6 - i due uomini: I'uomo origi~ario (spirituale) ~
I'uo~o aggiunto VI 4,14; 15 - i tre tipi d'uomo: quelli che non volano,
quelli che. volano appena, uomini divni V 9, 1 - amante e filosofo I 3,
2; 3. Cfr. inoltre 15, e Amante.
aI tutto VI 4,14.
V 3,15.
I'Intelligenza V
VIRTU: cfr. 12. efr. Dialettica 4, Dio 14, Fe/icit7, Ordine 5, Passione4,Saggio
VI 7, 25.
3. e Bene, e Bello: non e iI bene I 8, 6 - non il Bene, ma concorre aI Bene
18,13 - non il Bello in s 18, 13 -Ia bellezza come virt dell'anima
16,1.
4. come contemplazione: Ia virt Ia contemplazione che segue alia conversione I 2, 4 - Ia virt dei saggio consiste nella contemplazione delIa
Intelligenza I 2, 7 _ Ia contemplazione
5. e dialettica: senza Ia virt non
1546
11. e passioni: le passioni sono estranee alIa virt anche se moderate dali
1547
VIRT . VOLONT
e Ia vera vita ed e forza operante dell'lntelligenza
VI 9, 9.
ragione VI 8, 6.
12. in potenza e in alio: nell' anima sono in potenza; sono in atto solo quando
l'anima tende all'Intelligenza VI 6, 15.
9. e percezione: IV 5.
10. ueggente e oisione: come identificazione con Ia cosa veduta V 8, 11 - nella
visione interiore veggente e visione sono l'una dentro l'altro V 8, 10.
VITA: cfr. Astri 9, Essere I 31, lntelligenza I 55, Mondo II 18.
1. anima: I 1, 6 - dell' anima individuale I 7,2 - della prima Anima I 7,2 come l'anima, e sostanza IV 7,11- non e alterazione dell'anima III 6,
3.
2. attributidella vila: completa I 4,3 -e felicit I 4, 3 -mista 14, 16-ottima
15,7 - perfetta 14,3; 16 - vera VI 9, 9.
3. Bene: e il Bene I 7, 3 - e I' atto che deriva daI Bene VI 7,21 - ha Ia forma
dei bene VI 7, 18.
VI7,17.
14. pensiero: ogni vita e un pensiero III 8, 8 -Ia vita pi vera e Ia vita secondo
iI pensiero III 8, 8.
15. perfeita: e Ia vita propria dei Tutto II 3,13 - sussiste nell'lntelligenza I
4,3.
VIVENTE:
1. in generale: e una cosa diversa dalle parti che 10 costituiscono
IV 3, 26.
VI 6, 8 -l'Intelligenza
e tutn
vivenn
VI 7,12.
1548
z
ZEUS: metafora dei demiurgo e dei principio dell'Universo IV 4, 10 - rappre-
ALESSANDRO
DI AFRODISIA
Sulfato
14: VI 8, I, nota 500
14: VI 8,2, note 504, 506
L 'anima
60,25: IV7,6,notal66
63,8: IV 7,6, nota 165
Problemi
29: VI 8, 2, nota 504
ANASSAGORA
A 15 DK: V 3, 2, nota 62
A 20 bis DK: IV 4, 30, nota 102
A 41 DK: 111,6, nota 17
A 54 DK: 11 7,1, nota 118
A 55 DK: V 3, 12, nota 76
A 107 DK: III 6,19, nota 198
B 1 DK: 11,8, nota 21; 114, 7, nota
80; IV 4, 11, nota 73; V 3, 15, nota
86; V9,6,nota2oo; V9, 7,nota205;
V14, 14,nota304; VI5,6,nota328;
VI 6, 7, nota 360; VI7,33, nota 473
B 12 DK: 111,6, nota 17; 114, 7, nota
81; VI, 9, nota 46; V 3,6, nota 68;
V 3,14, nota 84; VI 2, 8, nota 119;
VI 8,5, nota 511; VI 9, 3, nota 554
ANA
IMANDRO
ARISTOTELE
Analitici primi
A 1,24 a 16: 13,5, nota 77
A 1,24 a 22: 18,1, nota 167
A 27, 43 a 35: VI 3, 6, nota 178
Analitici secondi
A 10,76 b 24-25: V 1,3, nota 15
A 22, 83 a 25-28: VI 3, 3, nota 167
B 1,89 b 24-25: VI 8, 11, nota 527
B2, 90a 15: VI7,2,nota405; VI8, 14,
nota 534
Categorie
1, 1 a 12: VI 1,9, nota 33
2 1 a 24-25: VI 3, 5, nota 171
4' 1 b 25-27: VII, 1, nota 6
4: 1 b 26-27: VI 2,9, nota 124
4,1 b 27: VII, 15, nota 54; VII, 23,
nota 77
4,2 a 1-2: VI I, 14, nota 51
4,2 a 2-3: VII, 24, nota 79
4,2 a 2: VII, 13, nota 48
4,2 a 3-4: VII, 18, nota 68
4,2 a4: VI 1, 19, nota 72
4,2 a 6-7: VI 3,19, nota 239
5,2 a 11, 14: VI 3, 9, nota 186
5,2 a 11-12: VI6, 13, nota 375
5,2 a 12-13: VI 3, 5, nota 172
5,2 a 23-24: VI 3, 9, nota 187
5,2 a 25-26: VI 3, 5, nota 173
5,2a31-32: VIl,3,nota22
5,2 b 10-14: VI 3,9, nota 189
5,2 b 20: VI 2,19, nota 151
5,3 a 7: VII, 3, nota 21
5,3 a 7-8: VI3, 5, nota 170
1550
5,3 a 21-24: VI 3, 5, nota 174
5,3 a 25-28: VI 3, 14, nota 211
5,3 b 10; VI 1,3, nota 21
5,3 b 24-25: 18,6, nota 185
5,4 a 10-11: VII, 2, nota 19
5,29 a 14-15: VII, 2, nota 18
6 b 29-36: VII, 6, nota 29
6,4 b 20-23: VI3, 11, nota 195
6,4 b 20-24: VI 6, 16, nota 388
6,4 b23-24: VIl,4, nota 23; VI 1,4,
nota 24; VI 3,13, nota 207
6,4 b 24: VI 1, 13, nota 50; VI 3,13,
nota 209
6,4 b 25-26: VI 3,13, nota 205
6,4b32-33: Vll,5,nota26;VI3,12,
nota 204
6,5 a 1: VI 3, 13, nota 205
6,5 a 30-31: VI 3, 13, nota 208
6,5 a 38 - b 1: VII, 4, nota 23
6,5 b 18-19: VI3, 11, nota 199
6,5 b 27-29: VII, 4, nota 25
6,6 a 8: VII, 4, nota 25
6,6 a 8-11: VI3, 11, nota 198
6,6 a 12-14: VII, 14, nota 52
6,6 a 17-18: 18,6, nota 187;VI 3, 20,
nota 242
6,6 a 26: VI 1,5, nota 28; VI 3,15,
nota 216
7,6 b 19-27: VI 1,9, nota 31
7,6 a 11-12: VI 1,24, nota 80
7,6 a39 - b 12: VII, 6, nota 29
7,6 b 2: VI i, 12, nota 45
7,7 b 15-21: VII, 7, nota 30
7,7 b 15: VI 3, 28, nota 279
7,8 a 11: V 4, 2, nota 107
8,8 b 25: VI 1, 10, nota 34
8,8 b 26-28: VII, 11, nota 38
8,8 b 27: VII, 10, nota 35; VI 3,18,
nota 236
8,9 a 14-16: VII, 11, nota 39; VI3,
17, nota 231
8,9 a 28-29: VII, 10, nota 35
8, 9a35 - b 11: VII, 11,nota41
8,9 b 19-21: VI 3,19, nota 240
8,9 b 32-33: VI 3,19, nota 240
8, 10 a 14-15: VI 3, 14, nota 212
8, 10 a 14-16: II 6, 2, nota 116; VI 3,
14, nota 214
APPENDICI
E INI J( I
8 5,l106b24-28: VI3,20,nota24I
8 8, 1108 b 33-34: 18,6, nota 187
r i, 1110 a 1: VI 8,1, nota 500
r i, 1110a2: V18,4,nota51O
r2,111Ob30-33:
V18,1,nota502
r 3, 1111 a 22-24: VI 8, 1, nota 500
r 3,1111 a 25-34: VI 8,2, nota 504
r 4, 1111 b 8-9: VI 8, 2, nota 503
r 4, 1111 b 26-28: 14, 6, nota 96
r7,II13b6:
VI8,6,nota514
E 3, 1129 b 28-29: 16,4, nota 129;VI
6,6, nota 359
E 10, 1135 a 28-30: VI 8, 1, nota 501
Z 13, 1144 b 3: 13,6, nota 79
H 1, 1145 a 26: 12,6, nota 52
H 6,1147 b 24: 12,5, nota 47
H 2,1172 b 10: III 8,1, nota 242
H 4,1175 a 12: III 2,16, nota 55
H 6,1176 a 31: 14, I, nota 82
H 7, 1177 a 20-25: VI 7,30, nota 464
H 8,1178 b 6: VI 8, 5, nota 512
H 8,1178 b 8-15: 12, I, nota 39
H 9,1178 b28: 14,2, nota 86
H 14, 1153 b 10-12: 15,4, nota 118
H 14, 1153 b 11: 14, 1, nota 80
H 14,1153 b 12-15: VI7,30, nota 462
Fisica
A 3,186 a 15-16: VII, 16, nota 62
A 4, 187 a 17: 114, n, nota 90
A 4,187 a 22-23: II 4, 7, nota 80
A 4,187 b 7-8: VI 1,1, nota 5
A5,188a27-30: V8,7,nota162
A 6,189 a 13: VII, 1, nota 5
A 7,190 b 20: 114, 6, nota 78
A 9, 192 a 3-4: 114, 14, nota 93
A 9,192 a 5-6: 18, u, nota 201
A 9,192 a 31: 114,1, nota 68
8 1,192b 14: III7,8,nota219
82,194 a 21-22: V 8,1, nota 148
B 2,194 a 21: IV 3,10, nota 30
82,194 b3: 113, 12,nota51
B 4,195 b 31: III 2,1, nota 26; VI 8,
8, nota 524; VI 9,5, nota 562
B 5,196 b 33-34: III I, I, nota 4
B 5,197 a 23: 18,14, nota 207
B 6,198 a 9-10: VI 8, 7, nota 521
B 8, 199 b 28: IV 8, 8, nota 234
1551
rl,200b30-31:
VIl,17,nota65
ri, 201 a 11-12: VI 3, 22, nota 253
r 1,201 a 30: 115,1, nota 100; VI 3,
22, nota 254
r 1,201 b 1-2: VI 3, 22, nota 256
r 2, 201 b 17: VI 3, 22, nota 255
r 2, 201 b 19-28: 114, 5, nota 77
r2,201 b31-32: VII, 16,nota57
r 3, 202 a 16-17: VI 3, 23, nota 259
r 3, 202 a 25-30: VI 3, 23, nota 259
r 4, 203 a 16: 114,11, nota 90
r 4, 203 b 24: VI 6, 2, nota 343
r 5, 204 a 8-12: 114, 7, nota 83
r 5, 204 b 23: 114, 16, nota 95
r 6, 206 b 16-18: VI 6, 2, nota 344
r 6, 207 a 7-8: VI 6, 17, nota 394
r 7, 207 b 14-15: VI 6, 3, nota 347
r7,207 b28-29: 114,7, nota 83; VI6,
17, nota 395; VI 9, 6, nota 565
r8,8,208a 16-17: V16, 17,nota394
t11, 208 b 31-3: VI 8, 11, nota 529
t12, 209 b 1-2: IV 3,19, nota 43
t1 2,209 b 6: VI 4, 2, nota 286
t13, 210 a 24: IV 3, 19, nota 44
t14,212 a5-6: VI3,5, nota 176;VI3,
11, nota 197
t14, 212 a 6: VI 4, 2, nota 285
t14, 212 a 11: VI 4, 2, nota 286
t15, 212 b 13-16: VI 2, 16, nota 143
t16, 213 a 12 55.: VI 4, 2, nota 287
t1 7, 214 a 13: 114,11, nota 89
t11O,218a34: III7,7,nota214
t110, 218 b 1: III 7,2, nota 200; III 7,
7, nota 215
t111,219 a 10: III 7,7, nota212; VI I,
3, nota 21
t111, 219 b 2: III 7, 9, nota 220
t111,219b6-7: VI 6, 15,nota386
t112,220b13-14: III7,12,n ta23
t112, 220 b 14-16: III 7,13, nota2
t112, 220 b 14-18: nr 7, 9, nora 221
t112, 220 b 19: nr 7, 13. nota 2 9
t112,220b32-221 11 I: V12, 16,llmu
144;VI3,5, nota 17 ; VI ,11, nota
196
t112, 220 b 32: 111 /,7, nO!, 217
t112,221 a lI!; 11so. IV4, I ,n ta77
ti. 12,221 h
I' 111/, I ,n ta237
1552
12,221 b31 ss.: III7, 13,nota240
13,219 b 2: III 7,9, nota 224
13,222 b 1-2: III 7,9, nota 225
13,222 b 16: VI 3, 21, nota 251
14,223 a 21-29: III 7,9, nota 226
E 1,225 a 12-14: VI 3, 21, nota 248
E 1,225 a 12-17: VI 3, 21, nota 250
E 1,225 a 25-27: VI 3, 21, nota 249
E 1,225 a 34: VI 3, 21, nota 247
E 1,225 b 7-9: VI 6, 3, nota 348
E 2,226 a 12-15: VI 3, 27, nota 273
E 2,226 a 26: VI3, 22, nota 252; VII,
20, nota 73
E 4,227 b 15-17: VII, 16, nota 58
E 4, 228 b 16: III 7,9, nota 223
E 5,229 a 32 - b 2: VI 3, 23, nota 260
E 5, 229 b 12-14: VI 3, 21, nota 248
E 6,229 a 25: VI 3, 27, nota 275
E 6,230 a 1-4: VI 3, 27, nota 276
E 6,230 a 4-5: VI 3, 27, nota 274
E 6,230 a 19-20: VI 3, 26, nota 271
Z 2, 232 b 20: VII, 16, nota 60
Z 4, 235 a 10-17: VII, 16, nota 61
Z 6, 237 a 3-6: VII, 16, nota 63
H 2, 243 b 10-11: VI3, 25, nota 262
H 3, 246 a 11-12: VI 3,18, nota 235
H 3, 247 a 2: 14,2, nota 90
9 1,251 a 9-10: VII, 17, nota 65
96,259 b 20: V 9,6, nota 202
99,265 b 30-32: VI 3, 25, nota 266
99,266 b 22-23: VI 3, 25, nota 267
910,267 a 16-17: IV 5,2, nota 130
Frammenti
111,22-23 Ross: VI, 5, nota 25
Il cielo
A 5, 272 b 18-19: VI 3,14, nota 215
A 2, 269 a 19-20: V 9, 4, nota 190
A3,269b29-31:
II5,3,nota 101
A 3, 270 b 1: 115, 3, nota 101
A 3,270 b 21-22 111,2, nota 8
A 4, 271 a 2-5: VI 3, 24, nota 261
A 9, 279 a 14: III 7,9, nota 220
A 9, 279 a 17-18: 112,1, nota 31
A 9,279 a 23-28 111, 1, nota 3
A 9,279 a 27: III 7,4, nota 206
A 9,279 a 28-30: 16,7, nota 143; III
APPENDICI E INDICI
2,3, nota 32
B 1,284 a 27 ss.: 112, 1, nota 32
B 7,289 a 20: VI 7,11, nota 422
r 8, 306 b 17: 114, 6, nota 79
L'anima
1553
1554
Z 5, 1030 b 30-31: 114, 14, nota 94
Z 7,1032 a 25-26: III 1,6, nota 22
Z 7,1032 a 29: III 2,1, nota 26; VI 8,
8, nota 524; VI 9, 5, nota 562
Z 7, 1032 a-b 14: VI 3, 16, nota 221
Z 10, 1035 b 14-16: IV 7,1, nota 154
Z 10, 1036 a 9-11: 114,1, nota 71; III
5,6, nota 129
H 1, 1042 a 15: V 9, 12, nota 213
H 2, 1043 a 27-28: VII, 2, nota 15;VI
3,3, nota 166
H 3,1043 a 30: VI 3, 4, nota 169
H 3, 1043 b 2: I 1,2, nota 4
H 3, 1043 b 2-3: VI 8, 14, nota 531
H 3,1043 b 2: VI 8,14, nota 532
H 3, 1043 b 3-4: IV 7, 1, nota 154
H 3,1043 b: VII, 2, nota 13
H 4, 1044 b 7: 115, 3, nota 101
H 4,1044 b 14: VI 7, 2, nota 405
H 6,1045 a 33-35: 114,1, nota 71
H 6, 1045 a 34: III 5,6, nota 129
H 6,1045 b 1-7: VI 2,9, nota 127
e 3,1047 a 32: VII, 15, nota 55
e 8,1049 b 5: VII, 26, nota 86; VI7,
17, nota 440
e 8,1049 b 25-26: 113,12, nota 51
e 8,1049 b 25-30: III 1,6, nota 22
I 2, 1054 a 13: VI 9, 1, nota 550
I 4, 1055 a 4-5: III 2, 16, nota 58
I 7,1057 b 8-9: VI 3,17, nota 230
I 8,1058 a 24: VI 1,3, nota 20
K 8,1065 a 28 - b 3: VI 8, 8, nota 523
K 9, 1065 b 16: VI 3, 22, nota 253
K 9,1066 a20-21: VI 1, 16, nota 57
AI, 1069 a 23-24: VI3,19,nota238
A 2,1069 b 11-12: VI3, 25, nota 265
A 2, 1069 b 20-22: 114, 7, nota 80
A 3, 1070 a 29: VI 3,16, nota 221
A5, 1071 a 1-2: VII, 15, nota 55
A 5,1071 a 20-21: VI 3, 9, nota 187
A 7, 1072 a 26-27: III 1, 1, nota 3
A 7,1072 b 14: I 6, 7, nota 143
A 7, 1072 b 14: III 2, 3, nota 32
A 7,1072 b 17:. VI 8,16, nota 541
A 7,1072 b 20-21: VI7, 39, nota 490
A 7,1072 b20: VI, 9, nota 50
A 7, 1072 b 21-22: V 3, 5, nota 66
A7,1072b21-23: V9,7,nota204
APPENOTCI E INOTCI
1555
I 1: IV 8, 1, nota 213
CRlTOLAO
Epistole
I, passim: III 1, 2, nota 6; IV 7, 3, nota
156
lI, passim: I 4, 1, nota 85
III, passim: II 9, 15, nota 142
Frammenti:
280 Usener: III 1, 1, nota 2; VI 6, 3,
nota 349
294 Usener: III 7,7, nota 218; VI 3, 3,
nota 168
352 Usener: IV 4, 12, nota 74
447 Usener: 14,8, nota 101
601 Usener: 14, 13, nota 111
1556
APPENDICI
EPIMENIDE
B 19 DK: III 5, 2, nota 114
EPI1TETO
Diatribe
14, 18: 14, n, nota 107
128, 14: 14,7, nota 97
128,26: 14,7, nota 100
III 2, 5: 14, 9, nota 103
ERACLITO
A 1 DK: V I, 9, nota 47
A8DK: III I,2,nota 11
A 9 DK: III 5, 6, nota 125
B 5 DK: 16,5, nota 136
B 6 DK: II 1,2, nota 7
B 10DK: IO,I6,nota64; I1I3,I, nota
60
B 11 DK: II 3,13, nota 53
B 13 DK: 16,6, nota 138
B50DK: I1II,4,notaI8;V2,I,nota
59;VI5,I,nota317
B 54 DK: 16,3, nota 128
B 60 DK: IV 8, I, nota 214;
B80DK: IV8,I,nota214
B 82 DK: VI 3, n, nota 201
B 84 a DK: IV 8, I, nota 214;
B 84 b DK: IV 8, I, nota 214
B 92 DK: II 9, 18, nota 152
B 96 DK: V 1,2, nota 11
B 101 DK: V 9,5, nota 195
B 113 DK: VI 5, 10, nota 338
B 115 DK: VI 5,9, nota 334
Teogonia
47: Vila di Plotino, 22, nota 9
116: VI 8, n, nota 529
453 ss.: V 1,7, nota 31
521-8: IV 3,14, nota 37
Odisse
V 37: V 9,1, nota 178
IX 29 ss.: 16,8, nota 151
X 483-484: I 6, 8, nota 151
XI 602: I 1, 12, nota 37
XIX 178-9: VI 9, 7, nota 570
XVII 486: VI 5,12, nota 342
EURIPIDE
Melanippe, 486 Nauck: I 6, 4, nota
129
Troad,; 887-8: IV 4, 45, nota 120
ORFICI
fr. 209 Kern: IV 3, 12, nota 31
PARMENIDE
FERECIDE
A 7 DK: V 1,6, nota 28
FILOLAO
A 29 DK: II 4, 10, nota 84
FILONE DI ALESSANDRlA
LamigrazionediAbramo,
I, nota 213
34-35: IV8,
NUMENIO
11 Leemans: I I, 8, nota 22
24 Leemans: III 5, 6, nota 126
25 Leemans: III 9, 1, nota 257
OMERO
I1iade
ERODOTO
E INDICI
PINDARO
Olimpica, 81,21-22: V 8,4, nota 156
Pitiche, 4, 74: VII, 14, nota 53
PLATONE
Alcibiade maggiore
116 C 1-6: 16,9, nota 159
129 E - 130 A: VI 7,4, nota 408
129 E: 11, I, nota 2
129 E 5: IV 7, I, nota 154
129Ell: VI7,5,nota411
130 C: I115, 5, nota 121
130 C 1-2: r 4, ]4, nota 112
130C3: IV7,I,notaI54
131 A 2: 14,4, nota 94
132 A 5: IV 4, 43, nota 118
133 C 5-6: V 3, 7, nota 69
1557
Apologia di Socrale
21 A 6-7: Vila di Plotino, 22, nota 11
41 A: Vita di Plotino, 23, nota 13
41 D 1: III 2, 6, nota 38
Cratilo
396 B 5-7: III 8,11, nota 252
396 B 6-7: VI, 4, nota 18;V 9, 8, nota
207
396 B: III 5, 2, nota 115
396 B: V 1,7, nota 32
400C7: V9,5, nota 199;VI7 ,25, nota
453
400C: IV4,22, nota 85;IV8, l,nota
216
401 C: V 5, 5, nota 119
403 A 5-6: VI4, 16, nota 311
Epinomide
978 D 2-4: III 7, 12, nota 235
981 B 8: VI, 10, nota 57
981 B-C: VI 7, 11, nota 423
983 E 5 - 984 A 1: II 9, 9, nota 136
984 B-C: VI 7,11, nota 423
Fedone
62 B: IV 8,1, nota 216
63 B-C: IV 4, 45, nota 121
64 C 5-7: I 6, 6, nota 139
64 D 3-6: 12,5, nota 49
65 A: IV 8, 2, nota 222
65 A 10: I 8,4, nota 178;1I 3,13, nota
55; II 9,17, nota 146
65 A 10: IV 7,9, nota 191; IV 7, 10,
nota 198
65 A-B: IV 3,19, nota 41
65 A-D: IV 8, 1, nota 216
66 B 5: I 2,3, nota 42; I 6, 5, nota 135
66 B: IV 4, 27, nota 91
66 C: IV 8,1, nota 216; IV 8, 2, nota
223
66 D 6: I 1,9, nota 29
67 A-D: IV 8, I, nota 216
67 A: IV 8, 2, nota 220
67 B, C: II 3, 9, nota 47
67 C 5-6: III 6, 5, nota 168
67 D 1-2: II 9, 7, nota 133
67 E 5: III 4, 2, nota 81
1558
68 C 1: II 9, 18, nota 155
69C 1: 12,3,nota42
69 C 1-6: 16,6, nota 137
69C6: VI7,31,nota471
72 E - 73 A: IV 7,12, nota 206
72 E 5: V 9, 5, nota 196
72 E: IV 3, 25, nota 53
73 A 9-10: VI 8, 3, nota 509
77 E5: 14,15, nota 114
78 D 5-6: VI 9, 3, nota 557
79 C 2-3: VI 7, 4, nota 408; VI 7, 5,
nota 411
79 D 4-5: 13,4, nota 70
80 E 3-4: IV 7,10, nota 196
81 A 1: III 4, 2, nota 81
81 A; 95 D: IV 8, 3, nota 225
81 B-C: V 9, I, nota 175
81 C 11: VI4, 16, nota 311
81 D - 82 A: 11 9, 6, nota 127
81 E 5: III 4, 2, nota 80; V 5, n, nota
137
82 A 1: I I, n, nota 31
82 A 11 - B 2: 12, I, nota 40
82 A 11 - B 7: III 4, 2, nota 84
82 A 11: 12,3, nota 42
82 B 7: III 4, 2, nota 78
82 B 10: V 9, I, nota 177
83 B: I I, I, nota 1; III 6, 3, nota 157
83 D 7: 12,3, nota 42
83 D: IV 8, 5, nota 231
85 E - 86 B: III 6, 4, nota 167
86 B 9-C 1: IV 7, 8\ nota 180
88 B 5-6: IV 7,9, nota 188
92 B 9-C 1: IV 7, 8~, nota 181
93 C 8-9: III 6, 2, nota 153
94 C 1: III 1,3, nota 14
95 C 5: V 3,9, nota 72
96 B: IV 3, 23, nota 49; IV 3, 23, nota
50
96 E 8 - 97 B 1: VI 6, 14, nota 380
97 A - 98 C: 114, 7, nota 81
97 C 1-2: V 1,8, nota 36
97 D 4-5: 18, I, nota 167
100 E 5-6: VI I, 12. nota 47
105 D 10-11: IV 7, n, nota 204
107 D 1: 18,5, nota 180
107 D 6-7: 11I 4, I, nota 72; III 4, 3,
nota 85
APPENDICI E INDI I
Fedro
230 A: IV 8, 7, nota 233
240D 1: 1II5, 7,nota 131
242 D 9: III5, 2, nota 111
245 A 1-2: V 8,10, nota 171
245 C5: V 1,11, nota 58
245 C 9: 16,9, nota 158; 17, I, nota
161; II 5,3, nota 103; III 8,10, nota
249; IV7, 9, nota 187; V 1,2, nota3;
VI 2,6, nota 112; VI 6, 9, nota 369;
VI 6, 15, nota 385; VI 7, 23, nota
450; VI 9, n, nota 592
245 D 2-3: VI 8, n, nota 528
245 D 3: V 4, I, nota 101
246 A 2: III 2, 4, nota 33
246 A: IV 4,9, nota 71
246B6-7: III4,2, nota 75; V 1,2, nota
2
246 B 6: 11 9, 18, nota 154
246 B 7 - C 1: 18, 14, nota 208
246 B: IV 3, I, nota 13; IV 3, 7, nota
23; IV 3,7, nota 24
246 C 1-2: 11 3, 13, nota 52; II 3, 16,
nota 60; V 8, 7, nota 161
246 C 1: 13,3, nota 65; V 3, 4, nota 65
246C2: 119,4,nota 124; VI9, 9,nota
584
246C5:
Il,3,nota8
246 C-D: IV 8, I, nota 216
246 C: IV 8, 2, nota 219
246 E 4-6: V 8, 10, nota 167
246E4: 1II3,2,nota62;III5,8,nota
1559
139
246 E 5-6: 12,6, nota 50
246 E 6: II 3, 13, nota 54
246 E: II 9, 9, nota 137
247 A 6-7: 16,8, nota 149
247 A 7: II 9,17, nota 149; V 8,10,
nota 167
247 A 8: VI 7, 30, nota 469
247 A-B: V 8,3, nota 153
247 A-D: IV 8, I, nota 216
247 A: IV 8, 2, nota 224
247 B 5-6: 16,7, nota 146
247 B 7-C 1: IV 5, 3, nota 132
247 C 2: V I, 10, nota 54
247 C 6-7: IV 7,10, nota 194
247 C 6: VI 6, 17, nota 397
247 D - 248 A: VI 9, 8, nota 576
247 D 4: VI 9, 9, nota 587
247 D 6-7: VI 6, 15, nota 383
247 D 6: IV 7,10, nota 201
247 D7 - E 1: V8,4,nota
158; V8,4,
nota 155
247 E 5-6: III 8, 5, nota 246
248 A 1: 18,2, nota 171; V 8,10, nota
168; VI 9, n, nota 596
248 A 2-3: V 8, 3, nota 153
248 A 2: II 3,15, nota 57
248 B 6: 13,4, nota 71; VI7, 13, nota
429
248 C - 249 B: VI 4, 16, nota 308
248 C 2: 11I 2, 13, nota 49
248 C 9: VI 9, 9, nota 584
248 C: IV 8, I, nota 216
248 D 1-4: 13, I, nota 56
248 D 2: VI 9, 7, nota 573
248 D 3-4: V 9, 2, nota 179
248 E 6: VI 4, 12, nota 303; VI 4, 16,
nota 309
249 A-B: IV 8, I, nota 216
249B3-4:
Il,l1,nota31
249 C 3-4: V 8, 3, nota 153
249 C 4-5: 13,3, nota 65
249 C-D: IV 3, 32, nota 65
249 E: IV 8, 4. nota 227
250 A 7 - B 1: V 8, 8, nota 164
250 A-C: V 8, !O, nota 169
250 B 3: 16,5, nota 133
250 B 6: 16,7, nota 146
Fi/ebo
11 B 4-5: VI 7, 30, nota 462
15 A 4-5: VI 6, 9, nota 367
15 A 6: VI 6, 9, nota 368
16 A 7: 13,1, nota 57; I 6, 8, nota 147
16 E 1-2: VI 2, 22, nota 156
17 B - 18 C: VI 3, I, nota 161
17 B 3-4: VI 3, I, nota 160
18 B 6: VI 3, I, nota 160
20 DI: VI 7, 27, nota 456; VI 7, 29,
nota 461; VI 8, 13, nota 530
20 D 3: VI 9, 6, nota 566
20 D 8: I7, I, nota 163; VI7,20, nota
445; VI 8, 7, nota 519
20 E 6: VI 7,23, nota 449
21 A 1-2: I2,4,nota46;III5,7,nota
133
21D9-22A3:
VI7,25,nota452
22 A 3: VI 7,30, nota 463
24 D 2: III 7,4, nota 205
28 C 7: V 3, 3, nota 64
28 D 6-7: VI 8,18, nota 546
30 A-B: IV 3, 7, nota 21
30 A: IV 3, I, nota 11
1560
30 D 1-2: III 5, 8, nota 141; IV 4, 9,
nota 72
33 D 8-9: 14,2, nota 87
33 E 11: III 6, 4, nota 165
34 A: I 1,6, nota 19
34 B: IV 3, 27, nota 59
35 A: IV 4, 20, nota 82
52 C 1: I 1,2, nota 7
52 D 6-7: VI 7, 30, nota 467
54 CIO: VI7, 20, nota 444; VI 7,27,
nota 456; VI 8, 13, nota 530
56 A-57 D: VI 3,16, nota 223
58 D 6-7: 13,5, nota 75
59 C 4: I 1,2, nota 5
60 B 4-10: VI 8, 13, nota 530
60 B 4: VI 7, 27, nota 456
60 B 10: 14,3, nota 92
60 B 10: 16,9, nota 157; I 8, 2, nota
169; I 8, 3, nota 173; 119, I, nota
123; VI 2, 17, nota 145; VI 7, 15,
nota 435; VI 7,16, nota 439; VI 7,
28, nota 459; VI 8,7, nota 518
60 C 4: VI 9, 6, nota 566
61 B5-6: VI7,25,nota452
61 D 1-2: VI7,25, nota 452; VI7, 30,
nota 464
63 B - 64 A: VI 7, 30, nota 466
63 B 7-8: III 6, 9, nota 178; V 3,10,
nota 74; V 3, 13, nota 81; V 5, 13,
nota 139; VI 7, 30, nota 465
63 B 8: VI 7, 40, nota 494
64 B 2: VI 7, 30, nota 470
64 C 1: V 9, 2, nota 185
64 E 5: VI 7,30, nota 470
65 A 5: VI7, 30, nota 470
65 C-D: 14,12, nota 109
60 B 10 - C 4: VI 7, 23, nota 449
Gorgia
477 B: 18,14, nota 205
485 A: IV 4, 32, nota 109
491 D 7: VI 8, 20, nota 549
491 E 2: 16, I, nota 124
523 C-E: 16,7, nota 141
523 E: Vila di Plotino, 23, nota 13
524 B 2-4: 17,3, nota 165
525 A: 16,5, nota 134
527 E 2: III I, 9, nota 25
APPENDICI
E INDI .I
lone
533 E 6-7: V 3,14, nota 83
540 B: IV 3,17, nota 38
Ippia maggiore
282 A 7: IV 7,15, nota 211
289 A 3-4: VI3, n, nota 201
289 B 4: VI 3, n, nota 200
297 E - 298 B: 16, I, nota 120
Leggi
624A7-B3:
VI9,7,nota571
624 B 1: VI 9, 7, nota 569
644 E: IV 4,45, nota 119
655A5: V9,11,nota211
689 B 1: VI 4,15, nota 306
705 A 4: V 1,3, nota 14
715 E 8 - 716 AI: 119,17, nota 147;
VI 9, 9, nota 583
716 A 2: III 2, 4, nota 35; V 8, 4, nota
156
716 C 4: VI 8, 18, nota 545
731 C 2: III 2, 10, nota 46
740 D: III I, I, nota 5
775 D 1-2: III 5, I, nota 110
803 C 5: III 2,15, nota 54
817 B: III 2,15, nota 53
828 D 4-5: 119, 7, nota 132
872 C 6-9: III 2, 13, nota 48
889 A: IV 3,10, nota 30
889 D: IV 4, 31, nota 103; IV 4,31,
nota 104
894 B 10 - C 1: VI 3, 25, nota 262
896 C 2-3: IV 7,8\ nota 181
896 E 8 - 897 A 1: V 1,2, nota 8
896 E 8-9: V 1,2, nota 2
897 A: I I, I, nota 1
897 A 1-2: IV 7,81, nota 172
897 A 4: III 1,8, nota 24
898 A-B: V 1,7, nota 29
900 E 10: III 2, 8, nota 42
903 C: III 2, 3, nota 30
903 E 4-5: III 2, 6, nota 39
904 A ss.: IV 3,12, nota 31
904 A-E: IV 3, 24, nota 52
904 B 8 - C 1: III 3, 3, nota 63
904 C-E: III 2,17, nota 59
927 A 1-3: IV 7, 15, nota 212
1561
1562
273 D 6 - E 1: 18,13, nota 202
284 E 6-7: VI 8,18, nota 547
290 D 7: V 5,8, nota 125
305 E: IV 4,39, nota 114
311 C: IV 7,8" nota 181
APPENDICI E INOI I
nota 520
519 D 4-6: VI 9, 7, nota 572
521 A 4: IV 7,10, nota 195; V 5,10,
nota 132; VI 8, 16, nota 542
522 C 1-6: 13,6, nota 78
525 A - 530 B: VI 3,16, nota 223
525 C - 526 A: V 9, 11, nota 212
525 C 1-4: VI 2, 2, nota 108
529 D 2-3: VI 6, 4, nota 352
530 B 2-3: 111,2, nota 6
532C3: VI9,4,nota560;VI9,8,nota
580
532E3: 13, l,nota58'VI9, 11,nota
595
532 E: IV 8,1, nota 216
533 D 1-2: 18,13, nota 203
533 E 8 - 534 A2: V 9, 7, nota 203
534 B 3: 13,4, nota 68
534 C 6: 13,4, nota 69
534 C 7 - DI: 18,13, nota 204
545 D 8 - E 1: III 7, 11, nota 229
546 B 4: V 7,1, nota 144
547 A 4-5: VI, 7, nota 30
547 B 6-7: IV 7, 9, nota 192; IV 7,10,
nota 202
560 D 2-3: 16, l,nota 124
562 D: IV 4,17, nota 80
564 B 10: 18, 14, nota 209
566 A 4: III 2, 8, nota 43
588 C 7: 11,7, nota 20
589 A 7 - B 1: 11,10, nota30; VI, 10,
nota 55
590 A 9 - B 1: I 1, 7, nota 20
595 B 9-10: 119,10, nota 139
597 C 3: V 9, 5, nota 198
611 B 5: 11,12, nota 33
611 C 1 - 612 A 4: 11,12, nota 35
611 C 3: VI, 2, nota 12
611 C 7 - D 1: 11,12, nota 34
611 D2: V15, l,nota315; VI9,8,nota
577
611 E2-3: IV7, 10,nota 193
613 B 1: r 2,1, nota 38; 14,16, nota
116; I 6, 6, nota 140
615 A 4: III 4,6, nota 103
616 C 4: II 3, 9, nota 44
616 E 9: 111,7, nota 23
617 A 5-7: III 4, 6, nota 102
1563
617 C 1: III 4, 3, nota 86
617 D-E: II 3,15, nota 56
617 E 1-2: III 4, 5, nota 90
617 E 3: II 3, 9, nota 46
617 E 4: III 2, 7, nota 40
617 E 6: III 4, 5, nota 92
617 E: IV 4,39, nota 113
618 A 1-3: III 4, 5, nota 92
619 D: IV 8,1, nota 216
620 A: IV 3, 8, nota 28
620 B 5: III 4, 2, nota 82
620 D 4: III 4, 2, nota 79
620 D 8 - E 1: III 4, 5, nota 91; III 5,
7, nota 134
620 D-E: 113, 15, nota 56
620 E 1: III 4, 5, nota 94
621 C: IV 3, 26, nota 58
Simposio
175 D 6: 117,2, nota 120
180 D 7-8: III 5, 2, nota 113
180 D 8 - E 3: VI 9, 9, nota 585
182 D 2: III 2, 8, nota 44
187 E 5: V 9, 11, nota 211
190 E 7-8: Vila di Plotino, 7, nota 3
191 B: IV 3,12, nota 32
192 C 9: VI5, 1, nota 315
192 E 9: VI 9, 8, nota 577
199 D 1-2: III 5, 3, nota 116
202 B 5: V 8,10, nota 170
202 D 11: III 5, 6, nota 124
202 D 13 - E 1: VI 7, 6, nota 412
202 D 13: 113,9, nota 49; III5, 1, nota
105
202 D: III 5, 5, nota 120
203 B 2 - E 6: III 5, 9, nota 143
203 B 2: III 5, 9, nota 146
203 B4: 18,3, nota 177;II4, 16, nota
97; III 6,14, nota 193
203 B 5-6: III 5, 7, nota 130; III 5, 8,
nota 137
203 B 5-7: III 5,9, nota 145
203 B 5: VI 7,30, nota 468; VI 7,35,
nota 478
203 B 8 - C 1: III 6,14, nota 194
203 B-C: III 5, 5, nota 118
203 C 2-3: VI 9, 9, nota 586
203 C 3-5: III 5, 2, nota 112
1564
APPENDICI E INOI I
Sofista
Teeteto
156A5-7: Vl1,17,nota67
157 A 4-7: Vll,17,nota67
1565
1566
36 D 9: II19, 3, nota 259
36 D-E: IV 3, 22, nota 48
36 E 2: 11,3, nota 10; 112, 3, nota 35
36E3: V 1,2,nota5
36 E4: V 1,2, nota 6
36 E 6 - 37 A 1: VI 6, 16, nota 390
36 E: I 1,4,nota 13; IV 4,22, nota 83;
V 5, 9, nota 131
37 A 3-5: VI I, 13, nota 49
37 C 2: 112, 2, nota 33
37 C 6-7: 119, 8, nota 135
37 C 7: III 2,14, nota 50; V 1,2, nota
9; V 8, 8, nota 163
37 D 3: III 7,2, nota 201
37 D 5: 15,7, nota 119; 1II7,l1, nota
230
37 D 6: III 7,2, nota 202; III 7,6, nota
207; V 8, I, nota 147; V 9, 2, nota
186; VI 5, n, nota 340
37 D 7: III 7, I, nota 199; V I, 4, nota
20
37E4-38A2:
II17,6,nota211
37 E 6 - 38 AI: III7, 3, nota 204
37 E6: V 1,4, nota 21
38 B 6: III 7, 12, nota 232
38 C 6; 39 B 2: III 7,12, nota 234
38 C: IV 8, I, nota 217; IV 8, 2, nota
221
39 A 7-9: VI 6, 7, nota 361
39 B 4-5: 111,7, nota 22
39 B 6 - C 1: III 7,12, nota 235; VI 6,
4, nota 351
39 D 1: III 7, 12, nota 233
39E7-9: 119,6,nota 128;III9,I,nota
253; VI 2, 22, nota 154
39 E 8: V 9, 9, nota 209
39 E 9: III 9, I, nota 255
39 E 10: III 9, I, nota 256
39 E: IV 8, I, nota 217
40 A 8 - B 2: 112, 2, nota 34
40 C: IV 4, 22, nota 84
40 D 4: III 5, 6, nota 127; V 1,4, nota
17
41 A 7-8: 11 1',5, nota 13
41 A 8: 113,8, nota 42
41 A-E: IV 8, 4, nota 228
41 B 2-4: 18,7, nota 193
41 B 4: 11 I, I, nota 1; IV 7,11, nota
APPENDICI E INDICI
203
41 D 5-8: VI 4, 4, nota 290
41 D 7: III 3, 4, nota 66
41 D 8: II14, 6, nota 99
41 D-E: IV 8, 5, nota 230
41 D: IV3,6,nota20;IV3,7,nota22;
V 1,8, nota 37
41 E 2: III 4, 6, nota 101
42 C3-4: II13,4, nota 64; VI7, 6, nota
413
42 C 3: III 4, 6, nota 97
42 D 4-5: III 4, 6, nota 98
42 E 5-6: V 2, 2, nota 60; V 4, 2, nota
106
42 E: IV 8, 6, nota 232
43B5: Vl,2,nota4
43B6-C5:
VI4,15,nota305;ll,9,
nota 29; III 4, 6, nota 95
43B7-Cl:
119,18,nota153
43 C3: I4,8,nota 102;1I3,16,nota61
43 C: I 1,6, nota 19
43 E 1: VI 9, 8, nota 575
44 E 5 - 45 A: VI 7, I, nota 400
45 B 3: VI 7, I, nota 401
45 B 4-6: 11 1,7, nota 25
45 B-C: IV5,1, nota 123; IV 5,2, nota
127
45 D: I 1,6, nota 19
46 B 2-3: 14, 10, nota 105
47 A 4-6: VI 6, 4, nota 351
47 E 5 - 48 AI: I 8, 7, nota 190; III 3,
6, nota 68
47E5: 113,9,nota48
48 A 1-2: III 2, 2, nota 29
48 AI: VI 7, 3, nota 407
48 B 8 - C 1: VI3, 2, nota 163
48 E 6 - 49 A 1: VI 4, 2, nota 284
49 A 5-6: III 6,13, nota 188
49 A 6: 114, I, nota 68; III 4, I, nota
74
49 E 2: III 6, 13, nota 186
50 B 7-8: III 6,10, nota 180; III 6,11,
nota 182; III 6, 13, nota 187
50 C 4-5: III 6, 7, nota 173; III 6, l l,
nota 181
50 C 5: V 9, 3, nota 189
50 C: IV 4, 13, nota 75
50D3: III6,19,nota
197,
1567
50
50
50
51
1568
APPENDICI E INDI I
7,217: IV7,8,nota
169
Scbiui pirroniani
m 39: II 6, 2, nota 114
SIMONIDE
Edipo a Colono
54: 18, 14, nota 210
1382: V 8, 4, nota 156
Elettra
837-838: 18,15, nota 213
SPEUSIPPO
Antologia
149,1 a: VI5, 9,nota333' VI 5 nota
26
'
"
IV 1,49: VI 7, 20, nota 443
STOICI
1569
12 (19) Le virt
1. La virt consiste nell'essere simili aDio, 73
2. Un essere diventa migliore per Ia misura che apporta a se stesso, 75
3. La virt appartiene all'anima, non all'a lui, 77
4. La virt Ia contemplazione che segue alia conversione, 79
5. Sino a qual punto l'anima pu separarsi daI corpo? 79
6. L'anirna, nella forma superiore della virt, soltanto cio che
81
7. La virt dei saggio consiste nella visione dell'Intelligenza, 83
e,
13 (20) La dialettica
I. 11 musico si eleva intuendo l'armonia intelligibile, 87 .
2. L'amante deve comprendere donde deriva il bello intelligibile, 87
3. 11 filosofo e gi orientato verso le altezze, 89
4. La dialettica distingue e definisce, 89
5. Lu dialettica
Ia parte pi preziosa dell a filosofia, 91
6. Non possibile essere un dialettico senza Ia virt ,91
14 (46) La f licit
1. Possono .sscre felici tutti gli esse ri viventi? 95
2. La felicitt risicdc nell'anima razionale? 95
3. La vita p .rfcun sussiste nell'Intelligenza, 99
1575
1574
APPENDlCI
E INDlCI
16 (1) TIBello
1. II beIlo non risiede nei colori o nella simmetria, 127
2.11 corpo e bello perch partecipa di un'Idea, 129
3. Sono le armonie impercettibili che fanno le armonie sensibili, 131
4. Sol tanto gli amanti percepiscono Ia bellezza corporea, 133
5. L'anima e brutta quando inclina verso Ia corporeit, 133
6. La beIlezza realt vera, 135
7. L'anima pu assurgere ai bello solo attraverso Ia catarsi, 137
8. La nostra patria e lass, dov' il nostro Padre, 139
9. La luce della bellezza splende nell'interiorit dell'anirna, 141
t:
t:
t:
Ia vita, 173
TI 1 (40)
n mondo
11 2 (14)
n movimento
circolare
degli astri
1.
2.
3.
4.
1578
APPENDICI E INDIC(
118 (35) La visione, ovvero perch gli oggetti lontani sembrano piccoli
1. L'oggetto primario della vista
e il colore,
283
e inaccettabile,
2. La soluzione matematica
11 9
1579
o Contro
285
gli Gnostici
1. La provvidenza universale
Ia conformit dei mondo all'InteJligenza,
351
2. L'universo sensibile partecipa di I'Intelligenza e ragione, 353
3. Bisogna guardare all'universo nella sua totalit, 355
4. I conflitti nell'universo obbediscono a una legge, 357
5. I mali esistono quaggi in funzione dei bene, 359
6. Dubbi contro Ia provvidenza, 361
7. Ogni cosa occupa il suo posto nell'universo, 361
8. I malvagi comandano per Ia vilt dei loro sudditi] 363
9. L'uomo occupa nell'universo il posto che ha scelto, 367
10. L'uomo si muove liberamente nel mondo delle azioni, 367
I J. L'universo
nella sua struttura, pluralistico, 369
12. gni anima occupa il posto che le dovuto, 369
13. Gli eventi nel tempo accadono secondo giustizia, 371
14. Sol tanto nel mondo deJl'Intelligenza ogni essere e tutti gli esseri, 373
15. Significato dei conflitti nel mondo sensibile, 373
16. L'unit della Ragione cosmica deriva dai contra ri, 377
17. Lu parte delle anime nel dramma dell'universo, 379
18. TUII I anime, neJl'universo, sono parti della Ragione, 383
e,
1582
APPENDICl E lNDl
3. E ~onfor~e all~ n.atur~ che tutti gli esseri non siano eguali, 389
4. Gh essen inferiori deviano facilmente dalla linea retta, 391
5. In alto Ia provvidenza e provvidenza, in basso e destino 393
6. L'analogia contiene tutte le cose, 397
'
7. L'universo e costituito dal peggio e dai meglio, 399
III 4 (15)
n demone
che ci
e toccato
in sorte
e il principio
3.11 demone
re,403
e
e
e
e
1583
m 8 (30)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
e il complesso
427
La natura, Ia contamplazione
e I'Uno
lU 9 (13) Considerazioni
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
varie
L'I ntelligenza, dai quale derivano le cose divise, rimane indiviso, 529
Esempio delIe scienze, 531
Non l'anirna nel corpo, ma il corpo nelI'anima, 531
L'Uno
prima dei Tutto e non il Tutto, 531
Risp '110 all'IntelIigenza l'anima e materia, 533
L'io ti .ll'u mo e immagine dell'Io superiore, 533
li Primo nl di l deI movimento e delIa quiete, 533
Solranto I' ss ire non composto e sempre in atto, 533
li Primo non si ri porta ad altro, ma tutto alui, 533
IV 1 (4) L'essenza
dell'anima
IV 2 (21) L'essenza
1. L'anima
grandezza, 547
dell'animaIl
e indivisa
IV 3 (27) Problemi
e in ogni
e divisibile, 555
sull'anima
e
e
1587
1586
29.
30.
31.
32.
APPENDICI
607
11
E INDI
IV 6 (41) Sensazione
e memoria
deU'anima
e
e
1588
APPENDICI E INDICI
e cio che
e aI di l
e
e
1591
APPENDICI E INDICI
1590
16. L'Uno
potenza inesauribile, 851
17. Elimina ogni cosa! 853
V 4 (7) Come ci che
e dopo
Ancora sul
1. 11pensante
uno in quanto pensa se stesso , 889
2. L'Uno non deve pensare, 889
3.11 pensare e posteriore ali 'Uno, 891
4. L'Uno e paragonabile alia luce, 893
5.11 pensare e qualcosa di secondario, 895
6. II pensare
molteplicit, 895
909
di primo e di
V 9 (5) L'lntelligenza,
le idee, I'Essere
1594
APPENDICI
E INDI
e
e
10. L'Uno
principio delle cose, ma non genere delle cose, 1035
11. Tutto cio che non e uno tende a farsi uno, 1037
12. Ogni essere, in quanto
uno, tende aI Bene, 1041
13.11 quanto e il quale non sono generi primi, 1041
14. L'essenza deriva da un termine superiore, 1043
15.11 movimento e l'essenza stessa, 1043
16. Le categorie aristoteliche non sono generi prirni, 1045
17. 11movimento, cio Ia vira, e uno dei generi prirni, 1047
18. La scienza movimento e riposo, 1047
19. I generi primi producono delle specie? 1049
20. L'Intelligenza universale ele intelligenze singole, 1051
21. L' attivit dell'Intelligenza, 1051
22. L'Intelligenza opera sia in s, sia fuori di s, 1055
1595
uno e identico
e tutt'intero
da per tutto I
e tutt'intero
da per tutto 11
VI 6 (34) I numeri
1.
2.
3.
4.
5.
Ogni cosa
li num ro
li num ro
li numero
li numero
1596
APPENDICI
E INDICI
e nata
Ia molteplicit
deIle idee.
1597
30.
31.
32.
33.
34.
35.
fi Bene
VI9 (9) II
n me o I'Uno
'e
1598
APPENDlcr E rNDlCI
5. L'Uno
uno in senso matematico solo per analogia, 1345
6. L:U~o, che Prin:ipio deI Tutro, non ha bisogno deI Tutto, 1349
7. L anima, per raggiungere l'Uno, deve volgersi alia sua interiorit 1351
8. L'anima si unisce aI centro deI Tutto mediante il proprio centro' 1353
9. La vita vera soltanro nel Bene, 1357
'
10. La visione dell'Uno
inesprimibile, 1359
11. La vita dell'uomo divino fuga di solo a solo, 1361
ADE: 11,12,4;6,6,4;
6,8,15; 7,3,13;
8,13,25.11 9, 6,13. III 4,6,11. VI
3,27,7;4,16,37.
AQUILlNO:
ARES: 11 3, 5, 33; 6, 1.
DI AFRODISIA:
Vita,
Vita, 16,3.
ALESSANDRO
14,13.
Vita, 24,7.
APOLLODRO:
Vita, 16, 6.
xrnco,
Vita, 14,11
AMELlOGENTILlANO:
Vita, 1, 6,11,
18;2,32;3,38;4,3;5,7;7,2,7,26;
10,33;18,11,15,17,23;16,12;17,
2,4,13,16;19,22,31;20,6,8,11,
15,33,71,76,98,103;21,3,9,16;
22,8.
CALIPSO: I 6, 8, 18.
CARTERIO: Vita, 1, 11, 18;.
CASTRICIO: Vita, 2, 22, 33; 7,24.
Vita, 11,3.
CHIONE:
CIRCE: I 6, 8, 18.
ANASSA
CLEODAMO:
ANDRONl
RA: 114,7,2.
: Vita, 24,7.
V 1,9,1.
CLAUDIO: Vita,2,30,35;3,41;6,
Vita, 4, 2.
APOLLO: V 5,6,27.
15.
1600
APPENDICI E INDI I
V 8, 4, 42.
1601
FALARIDE: 14,13,7.
DIONISO: IV 3, 12,2.
FERECIDE: V 1,9,29.
METIS: III 5, 5, 3.
1,23;3,22,8;4,22,7
e 12; 8,1,23;
8,4,35. VI, 8,1; 1,8,9 ss.; 1,8,24;
1,9,12; 1, 10,10;8,4,52;8,8,7;9,
9,8. VI2, 1,5;2, 1, 14e23;2,22,
1
e 13;3, 1,2;3, 16,23;6,4, 11;7,5,
23;7,6,33;7,11,44;7,25,1;7,37,
24;7,39,29;8,18,44.
PLOTINO: Vita, 1, 1, 19;3,25,27,32;
4,4,6,10,68;5,3;6,3;7,11,15,17,
20 S., 25, 28, 44; 10,7,9,13,15,17,
35;11,4,19;12,1;15,15;17,5,27;
18,20;19,1,6,17;20,32,71,75,89,
92,101; 21, 3, 8,10,13,15,18,20;
22,9,12,63;23,14;24,1,12;26,4.
FIDIA: V 8,1,38.
EGIZIANO: V 8, 6, 1.
EPICURO: 11 9,15,8.
III 7,118
s.
ERACLE:I 1, 12,32ss.1V3,27,
IV 3, 32, 24 ss.; 3, 14, 16.
V19, 7,
7 e 13.
GRAZIA: V 8, 1, 10.
PRIAMO: 14, 5, 7.
ERACLIDI: VI 1,3,3.
ERACLITO: 11 1,2, 11. IV 8,1,11;
5,6. V 1,9,3.
8,
KRONOS:1I3, 12,22.III5,2,
V 1,4,9; 1,7,33.
19e33.
6.
LUCIFERO: 11 3, 5, 32.
MALCO: Vita, 17,8,9,12,14.
LINCEO: V 8, 4, 25.
PlTAG
PROMETEO: IV 3, 14,6.
IPPOCRATE: VI 8, 5,19.
POROS:III5,2,9;5,5,3;5,6,3;5,7,
2; 5, 8, 2 ss.; 5,8, 1 e 15; 5, 9, 34 ss.
e 45; 6, 14, 15.
1602
APPENDICI E INDICI
ULlSSE: 16.8.18.
URANO: m 5. 2. 15 e 34.
m 2.3.
18.
'"
SOMMARIO GENERALE
INTRODUZIONE
XVII
xxxv
Nota editoriale
XXXVII
PLOTINO: ENNEADI
51
Enneade I
53
Enneade II
179
Enneade III
331
Enneade IV
543
Enneade V
789
Enneade VI
953
BIBLIOGRAFIA
1377
1415
ICONO
Reale
Aurelio Agostino
Il filosofo e Ia fede
A cura di Onorato
Ruggero Bacone
La scienza sperimentale
Aurelio Agostino
La Citt di Dio
Aurelio Agostino
Ordine, Musica, Bellezza
A cura di Maria Bettetini
Alberto Magno
Il Bene
A cura di Alessandra
Canavero
Tarabocchia
Severino Boezio
La consolazione della filosofia
Gli opuscoli teologici
A cura di Luca Obertello
Traduzione di Luca Obertello
e Angioletta Ribet
Bonaventura da Bagnoregio
Itinerario dell'anima aDio
A cura di Letterio Mauro
Aristotele
Etica Nicomachea
Aristotele
La metafisica
A cura di Giovanni Reale
Giovanni Buridano
Il cielo e il mondo
A cura di Alessandro
Ghisalberti
Nicol Cusano
Aristotel
La poetica
La dotta ignoranza
A cura di Giovanni
Le congetture
Santinello
Dionigi Areopagita
Tutte le opere
Filone di Alessandria
L 'erede delle cose divine
John Locke
Scritti filosofici e religiosi
Maestro Eckhart
Trattati e Prediche
Filone di Alessandria
L'uomo e Dio
Epitteto
Erasmo da Rotterdam
La formazione cristiana dell'uomo
A cura di Edilia Orlandini
Traverso
Giamblico
I misteri egiziani
Con Ia Lettera a Por/irio
Dionigi Longino
Il Sublime
A cura di Elisabetta Matelli
Presentazione di Giovanni Reale
Ernest Naville
La logica dell'ipotesi
Introduzione di Dario Antiseri
Traduzione di Anna Fabriziani
Roberto Grossatesta
Metafisica della lace
A cura di Pietro Rossi
David Hume
Ricerche sull'intelletto umano
e sui principi della morale
A cura di Roberto
Filone di Alessandria
La migrazione verso l'etemo
A cura di Roberto Radice
Presentazione di Giovanni Reale
Gilardi
Immanuel Kant
Fondazione della metafisica
dei costumi
Critica della ragion pratica
A cura di Vittorio Mathieu
Filone di Alessandria
Le origini dei male
A cura di Roberto Radice
Traduzione di Claudio Mazzarelli
Antonio Rosmini
Filosofia della politica
A cura di Sergio Cotta
I Dialogbi
A cura di AIdo Marastoni
Parmenide
Poema sulla natura
A cura di Giovanni
e Luigi Ruggiu
Reale
Filone di Alessandria
La filosofia mosaica
Sren Kierkegaard
Gli atti dell'amore
A cura di Cornelio Fabro
Blaise Pascal
Pensieri, Opuscoli, Lettere
Teodorico di Chartres,
Guglielmo di Conches,
Bernardo Silvestre
Il divino e il megacosmo
A cura di Enzo Maccagnolo
Platone
Tutti gli scritti
A cura di Giovanni
Reale
Le Enneadi contengono tutti gli scritti di Plotino, ossia cinquantaquattro trattati, scritti fra il 254 e il 269, sistemati daI discepolo Porfirio in sei gruppi di nove trattati, donde il nome Enneadi (dal greco ennea, che vuol dire appunto nove).
Molte pagine delle Enneadi si colIocano alIo stesso livelIo delIe piu
belIe pagine di Platone e di Aristotele, e Ia storia dei loro influssi non
e seconda a quelIa delIe opere degli altri due grandi pensatori greci.
Quando i Greci si sono interrogati sul senso delI'uomo nel suo piu
alto significato e valore, hanno risposto in maniera concorde che esso
consiste nel contemplare.
Il ricercare Ia verit e il saper guardarIa nel suo intero, traendo tutte
le conseguenze che ne derivano, e Ia cifraernblematica
del grande pensiero dei Greci. In Plotino Ia "contemplazione" assurge a forza creatrice di tutta quanta Ia realt.
E proprio in questo consiste il messaggio piu sconvolgente di Plotino alI'uomo contemporaneo: 1'uomo di oggi crede che Ia prassi possa
mutare ogni cosa e salvarIo; PIo tino spiega invece che Ia prassi e solo
l' orma scomposta delIa contemplazione che svanisce. Il vero e costruttivo fare suppone sempre strutturalmente un contemplare, che 10 sorregge e 10 motiva. NelIa prassi l'uorno si svuota di s; nelIa contemplazione, invece, si riempie dell' Assoluto.
Inoltre, 1'uomo di oggi non conosce le ansie del "perrnanere nell' essere" e del "ritornare": cerca di respingere in vari mo di autorit e tradizioni culturali in cui trovare un approdo, n accetta sostegni metafisici in cui trovare Ia quiete delIo spitito. Il suo paradigma emblematico
e Ia velocit del correre, il fuggire da s, l' andare oltre, e il rifiu to di
tornare e di fermarsi.
Ma per 1'uomo di oggi che con Brecht dice: "Non lasciatevi sedurre:
non esiste ritorno", PIo tino costituisce come l' anamnesi metafisica del
contrario: "Non lasciatevi sedurre: il ritorno e il destino irreversibile
dell'uorno" .
I nuovi studi sulIa storia della scienza, di recente, hanno messo in
rilievo il fatto che le Enneadi e il Neoplatonismo hanno avuto un ruolo
determinante nell' affermarsi e nel diffondersi delIa rivoluzione scientifica e in particolare di quelIa copernicana. La grande rinascita che il
Neoplatonismo ha avuto nelI'et umanistico-rinascimentale
ha contribuito alIa dissoluzione di concezioni aristoteliche che facevano da supporto al paradigma tolemaico, spianando cOSI Ia via alIa diffusione di
quelIo eliocentrico alternativo.
In copertina: Sarcofaga di Platina (particolare raffigurante i valti di Platina e Porfiria), databile tra iJ 265 e il 270. Citt dei Vaticano, Museo Gregariana Profana (gi
Lateranense), Galleria dei Sarcafaghi. Foto A. Bracchetti.
ISBN 88-18-22020-9
L. 65.000 (i.i.)
I IIIII
788818
220209