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COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE PER LA TOSCANA - ORDINANZA 28


SETTEMBRE 2009, N. 127

Premesso che:
con ricorso innanzi la Commissione tributaria di primo grado la (......) impugnava gli avvisi di
accertamento dell'Agenzia delle entrate di (......), con i quali erano stati sottoposti a tassazione, per
gli anni 2001 e 2002, dei proventi distratti illecitamente dal sig. (......) dai conti correnti bancari
della (ABC) (di cui aveva poteri di rappresentanza e delega) e trasferiti ingiustificatamente a favore
della società ricorrente (di cui il (....) era legale rappresentante).
Tale accertamento derivava dal presupposto che detti proventi illeciti fossero tassabili a norma
dell'art. 14, comma 4, legge n. 537/1993, secondo cui “nelle categorie di reddito di cui all'art. 6,
comma 1, D.P.R. n. 917/1986 devono intendersi ricompresi, se in esse classificabili, i proventi
derivanti da fatti, atti o attività qualificabili come illecito civile, penale o amministrativo se non già
sottoposti a sequestro o confisca penale”.
La società contribuente rilevava, per contro, che i proventi ritenuti illeciti dall'Ufficio e derivanti a
suo parere dal reato di appropriazione indebita, non erano assimilabili ad alcuna delle categorie
previste dall'art.6 D.P.R. n. 917/1986, e quindi non erano tassabili. La società, inoltre, contestava la
tassabilità di detti redditi ai fini IVA, in quanto non trattavasi di redditi derivanti da operazioni
soggette per legge a tale imposta; nonché l'applicazione delle sanzioni, non potendo incolpare la
società di mancata auto-denuncia di eventuale reato.
La Commissione di primo grado respingeva il ricorso della società contribuente, condannando alle
spese di giudizio. (………….)

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LA VERSIONE INTEGRALE DELLA SENTENZA E’ DISPONIBILE SU

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