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Origami nellanalisi matematica

Emanuele Paolini
6 maggio 2010

Lorigami e lantica arte giapponese di piegare la carta. Da sempre gli origa-


mi hanno suscitato interesse da parte dei matematici. La rigidita del materiale,
infatti, impone dei forti limiti al tipo di forme che possono essere create senza
tagliare o incollare un foglio di carta. Per questo motivo la capacita di creare
forme artisticamente interessanti va di pari passo con la capacita di esplorare e
comprendere le regole di piegatura.
Nella letteratura scientifica si puo trovare una notevole quantita di studi
sugli origami. La maggior parte di questi puo essere catalogata nellambito del-
lalgebra, della geometria o della teoria degli algoritmi. In queste trattazioni la
definizione matematica di origami passa atraverso una descrizione combinatoria
delle pieghe a cui viene sottoposto il foglio di carta.
Recentemente, in una collaborazione con Bernard Dacorogna1 e Paolo Mar-
cellini2 riguardante la ricerca di soluzioni ad un particolare sistema di equazioni
differenziali, ci siamo involontariamente trovati di fronte a quella che possiamo
chiamare una definizione analitica di origami.
Un origami puo essere identificato dalla funzione che manda i punti del foglio
non piegato nei punti corrispondenti del modello piegato. In sostanza si tratta
di una funzione definita su una regione del piano (tipicamente un rettangolo)
a valori nello spazio. In questo modo abbiamo schematizzato la proprieta degli
origami di essere oggetti bidimensionali immersi nello spazio tridimensionale.
Non abbiamo pero ancora catturato le proprieta di rigidita della carta, in quanto
allo stesso modo potremmo rappresentare una superficie elastica, una pellicola
di sapone, un tessuto, etc. . .
Il fatto sorprendente e che la caratterizzazione del materiale carta corri-
sponde ad una condizione analiticamente molto semplice: il differenziale della
funzione deve essere una isometria. Questo si puo equivalentemente esprimere
dicendo che la matrice gradiente (una matrice 3 2) e ortogonale. In realta non
vogliamo pero richiedere che la funzione sia ovunque differenziabile. Si capisce
infatti che i punti in cui il foglio viene piegato sono proprio punti di non diffe-
renziabilita per la funzione. Si puo quindi definire un origami matematico come
una funzione lipschitziana (in particolare continua) con quasi ovunque derivata
ortogonale.
Universita di Firenze
1 EcolePolytechnique Federale de Lausanne
2 Universita di Firenze

1
La definizione cos data risulta molto generale, rispetto alle usuali definizione
combinatorie. In prima istanza questa definizione tiene conto della possibilita di
avere delle parti curve. In effetti se la mappa e regolare il foglio non ha nessuna
piega, ma potrebbe essere incurvato nello spazio. La superficie risultante ha la
proprieta di essere una superficie rigata. E anche possibile avere la coesistenza
di parti curve e di pieghe e in tal caso e anche possibile ottenere pieghe curve.
Se si traccia una curva su un foglio di carta e si prova a piegare il foglio lungo
tale curva si otterra facilmente una superficie rigata con una linea di singolarita,
ovvero un insieme di punti in cui non e definito il piano tangente.
Unaltro vantaggio di questa definizione analitica e che non richiede una
particolare struttura nellinsieme delle singolarita. In particolare si tiene in
considerazione la possibilita di avere origami originati da una quantita infinita
di pieghe. Questa particolarita permette ad esempio di trattare origami frattali,
in cui linsieme delle pieghe si accumula sul bordo del foglio di carta.
Infine la definizione non e ristretta al caso di fogli bidimensionali nello spa-
zio. La stessa identica definizione ci permette di definire le pieghe di fogli
tridimensionali o n-dimensionali.
Come riferimento rimandiamo al recente articolo:
Dacorogna Marcellini Paolini: Origami and Partial Differential Equations,
Notices of the American Math. Soc., May 2010.

2
Figura 1: In questa figura e rappresentato un esempio di origami frattale. Pie-
gando ripetutamente una striscia di carta e assottigliandola, si ottiene una forma
a spirale (7). Se si riapre il foglio, si vedranno impresse le linee di piegatura (ov-
vero le singolarita della funzione), che formano una struttura frattale ricorsiva
(10).

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Figura 2: In questa figura e rappresentato lanalogo della figura precedente in tre
dimensioni. In basso a sinistra e rappresentato il foglio tridimensionale (ovvero
un parallelepipedo) sul quale sono state disegnate le pieghe. In alto a destra e
rappresentato lorigami risultante che ha la forma di una spirale spaziale, che si
assottiglia sempre di piu.

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Figura 3: In questo diagramma e rappresentata una delle iterazioni nella costru-
zione frattale descritta nella figura precedente. La prima iterazione si ottiene
infatti da una successione di 4 pieghe lungo i piani colorati in rosa. Immagi-
nando di riaprire il foglio dopo la piegatura, si ritroveranno impresse le pieghe
sulla regione poligonale colorata in verde.

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