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Introduzione
Ho scritto questa guida per permettere a chi suonicchia il pianoforte o la chitarra di riuscire a
calcolare - direi non proprio rapidamente, ma lo scopo non è questo! - come si suona un certo
accordo. In realtà, non ci saranno tutti gli accordi possibili, nelle varie tonalità: per semplicità, mi
limiterò a presentare quelli di do, oppure C nella notazione inglese. Toccherà a te trasportarli nella
tonalità che ti serve: in fin dei conti, queste sono pagine di teoria musicale. Se preferisci la pappa già
pronta, ti consiglio di cercare un "prontuario accordi": ad esempio, io ho trovato in rete questo su
CoMusic e questo su MbutoZone.
Come valore aggiunto, in compenso, scriverò anche qualcosa sul "tipo del suono" che corrisponde a
quel tipo di accordo, giusto per capire come può essere sostituito senza troppi problemi quando non
si ha voglia o capacità di suonarlo. In un futuro non credo troppo prossimo penso di preparare un
altro manuale complementare, che spieghi come si usano gli accordi relativi a una certa tonalità: ad
esempio, quali accordi possono seguire il mi bemolle in un brano in tonalità di do.
La scala cromatica
Come rapido ripasso iniziale, ti rammento come è fatta la scala cromatica, quella cioè che si suona
schiacciano ordinatamente tutti i tasti bianchi e neri del pianoforte, oppure tutti i capotasti di una
corda della chitarra. Se una nota può essere chiamata in due modi, li indico entrambi; vicino ad ogni
nota, inoltre, aggiungo anche il nome dei principali intervalli relativi al do. Non è uno sfizio, ma mi
servirà per far comprendere meglio la formazione degli accordi.
Per chi ama la completezza, mi affretto ad aggiungere che nella teoria ci sono anche altri tipi di
intervalli: ad esempio, quello tra do e do# sarebbe un intervallo di prima aumentata. Visto che però
questi intervalli non ci serviranno nel seguito, mi sono preso la libertà di semplificare un po',
rimandando alle mie Pillole di teoria musicale per una trattazione più ampia.
Partendo dal do, abbiamo queste note con i relativi intervalli. A sinistra possiamo anche vedere
quanti semitoni ci sono rispetto al do.
Come vedi, gli intervalli continuano anche dopo l'ottava, però! Chi ha visto un organo a canne, avrà
notato registri come il "decimino" o il "Flauto 19a". Come si vede dallo schema che ho preparato e
contempla due ottave, si può sommare 7 a ogni intervallo, e si ottiene la stessa nota all'ottava sopra.
Quindi un decimino suona come una terza all'ottava superiore, e il flauto una quinta due ottave
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sopra.
Ma questo ci porta fuori dal seminato: in pratica, negli accordi troviamo solo gli intervalli fino alla
tredicesima, con l'eccezione della dodicesima.
Tutta questa storia di intervalli ci servirà invece perché un accordo si può vedere come insieme di
intervalli: a prima vista questo può sembrare un'inutile complicazione, ma si rivela uno strumento
potentissimo. No, non per dire "posso riconoscere un accordo dal suo nome". Purtroppo, soprattutto
per la notazione italiana, non abbiamo una convenzione consistente. Però, se si sa contare, non ci
saranno problemi a costruire ad esempio un si bemolle settima; si costruiranno gli intervalli
corrispondenti, e voilà!
Gli accordi
Dopo tutta questa tiritera, ecco finalmente la lista degli accordi. Accanto ai loro nomi per così dire
"ufficiali", ho aggiunto quelli rari e da evitare, ma che possono apparire in qualche strano spartito e
quindi è utile conoscere!
Do7, C7
Dopo gli accordi principali, passiamo alla prima variante, vale a dire l'accordo di settima. Se uno
volesse essere pignolo, dovrebbe parlare di accordo di settima minore: infatti, esso si costruisce
aggiungendo una settima minore alle note che formano il corrispondente accordo maggiore. In
semitoni, abbiamo i salti "+4", "+3", "+3"; come note, do, mi, sol e sib.
Perché, ti sei forse chiesto, l'accordo di settima più "naturale" utilizza la settima minore e non quella
maggiore? Probabilmente perché è quella che dà il suono meno dissonante. Anzi, molti non lo
considerano per nulla dissonante!
L'accordo viene molto usato sul quinto grado, insomma un sol7 quando siamo in do; in questo caso,
si può spesso tralasciare la settima se non ci si sente sicuri: lo stesso vale per gli accordi sul secondo,
terzo e sesto grado (re, mi e la). Resta invece più difficile evitare di usarlo quando è costruito sul
primo grado, oppure sul quarto (do e fa rispettivamente). In questo caso, infatti, serve per dare al
suono uno stile più blueseggiante.
Do7+, Cmaj7
Eccoci al primo accordo dove la notazione italiana e quella inglese divergono. Anche in questo caso
si aggiunge all'accordo maggiore la nota sul settimo grado, ma questa volta si parla di accordo di
settima maggiore, almeno in teoria... in pratica, si sente dire "settima più". E' facile immaginare che
in questo caso i salti saranno nell'ordine "+4", "+3", "+4" semitoni, e che le note che compongono
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Dom7, Cm7
Ancora un accordo minore con aggiunta una nota che forma un intervallo di settima con quella di
base. Come qualcuno forse ha intuito, nell'accordo minore settima anche l'intervallo aggiunto è di
settima minore. In teoria potremmo avere un "dom7+", ma è così cacofonico che non mi pare di
averlo mai visto.
I salti tra le varie note sono nell'ordine "+3", "+4", "+3" semitoni; le note che compongono l'accordo
di do minore settima sono do, mib, sol e sib. Il suono di questo accordo è molto armonico, anche
perché nasconde tra le sue pieghe un accordo maggiore: si può comunque tralasciare la settima nel
caso ci si trovi in difficoltà.
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Questo accordo è molto usato nell'ambito pop/rock, ed è quasi sempre visto come un passaggio per
ritornare sulla tonalità iniziale. In do maggiore avremo così la successione sol4/7 - sol7 - do; la
funzione di passaggio della quarta spicca perfettamente in questo contesto. Si può naturalmente
evitare di suonarlo, e usare al suo posto un semplice accordo di settima: per una volta, l'effetto non è
poi così rovinoso, il che sarà un sollievo per il chitarrista alle prime armi.
Do6/9, C6/9
L'accordo di sesta e nona, composto aggiungendo all'accordo fondamentale una sesta maggiore e
una nona maggiore, non è molto comune, e lo si trova principalmente nella musica brasiliana o
similare. Il suo suono è molto particolare, e non sostituibile facilmente.
Esso è formato da do, mi, sol, la e re; gli intervalli fanno un salto nell'ordine do "+4", "+3, "+2", e
"+5" semitoni.
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Do5b, Cb5
Un altro accordo dissonante, dove si sostituisce alla quinta giusta una quinta diminuita. A
differenza dell'accordo diminuito vero e proprio, però, in questo caso la terza rimane maggiore: le
note che compongono l'accordo di do5b sono pertanto do, mi e fa#, e i corrispondenti intervalli
fanno salti di "+4" e "+2" semitoni.
L'uso di questo accordo è piuttosto limitato, e lo si può quasi vedere come una fioritura intorno al
relativo accordo fondamentale. In pratica è molto più usato il suo fratellino esposto subito sotto.
Dom7/5b, Cm7b5, Cø
Un accordo comunissimo nel jazz... ma anche spesso usato da Claudio Baglioni, questo accordo
semidiminuito si forma a partire dall'accordo minore corrispondente sostituendo la quinta con una
quinta diminuita, e aggiungendo la settima minore, a differenza dell'accordo diminuito dove anche la
settima è diminuita. Le note che formano l'accordo di dom7/5b sono do, mib, fa#, e sib; gli intervalli
corrispondenti fanno salti di "+3", "+3", "+4" semitoni... con un altro "+2" implicito per completare
il giro e arrivare al do. Infatti, non è raro che si preferisca evitare di scrivere un accordo così ostico,
anche nella versione "cerchietto tagliato" degli inglesi, e si sfrutti la forma equivalente. Invece che
scrivere Dom7/5b si può infatti definire l'accordo come Mibm/Do.
Il suo uso, come ho accennato, è quasi onnipresente nella musica jazz, dando quell'atmosfera un po'
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casuale dovuta ai due intervalli di un singolo tono, eppure distanziati tra loro, nell'accordo. Anche in
questo caso bisogna rassegnarsi a impararlo, perché non ha in realtà un sostituto valido: nel nostro
caso, suonare un mi bemolle minore è forse accettabile, ma solo se qualche altro strumento suona il
do basso.
Mentre parlo di chitarra, un suggerimento se si deve cercare a mano un accordo perché non si ha un
prontuario sottomano. Un accordo è composto da tre o quattro note, mentre alla chitarra si suonano
quattro, cinque o sei note. Quali raddoppiare? La norma spannometrica dice che le note che
modificano l'accordo principale non devono essere ripetute, e che per quanto possibile si dovrebbe
raddoppiare la nota fondamentale dell'accordo. Inoltre, come ho detto sopra, bisogna evitare di
suonare due note a distanza di un semitono, anche se in effetti non è molto facile farlo alla chitarra.
Conclusione
Questo mio lavoro non pretende di essere completo, ma spero sia comunque utile: sono naturalmente
pronto a correggerlo e aggiornarlo, quindi non fatevi problemi a scrivermi...
Un grosso ringraziamento ad Alessandro Ranellucci e Gianluca Navarrini. Oltre a essere
probabilmente gli unici ad essersi letta tutta questa pappardella, mi hanno anche suggerito utilissime
correzioni e aggiunte.
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