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V O L U M E I
G I U G N O M M I X
RIVISTA MEDICA ITALIANA DI PSICOTERAPIA ED IPNOSI
semestrale
S.M.I.P.I.
Società Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Via Porrettana 466
40033 Casalecchio di Reno BO
RIVISTA MEDICA ITALIANA DI PSICOTERAPIA ED IPNOSI
ANNO VENTUNESIMO VOLUME I GIUGNO 2009
Sezioni
1 Editoriale.
2 Contributi Teorici.
3 Lavori Originali.
4 Casi Clinici.
6 Prime Comunicazioni.
7 Applicazioni Extramediche.
Rubriche
1 Lessico.
2 Rapporti.
4 Temi di Ricerca.
5 Libri e Riviste.
6 Leggi e Decreti.
7 Corsi e Congressi.
RIVISTA MEDICA ITALIANA DI PSICOTERAPIA ED IPNOSI
ANNO VENTUNESIMO VOLUME I GIUGNO 2009
INDICE
Sezioni
Editoriale
- Lo specchio dei sogni. pag. 11
Silvana Radoani
- Libera di volare. “ 29
Riccardo Arone di Bertolino
Contributi Teorici
- Chronic care model ed intensità di cure: un modello di cura “ 41
del sert basato sulle evidenze.
Ugo Corrieri
Lavori Originali
- Vitiligine: la pelle e le emozioni. “ 55
Elena Bellodi
- Antropologia medica, sindromi somatoformi e psicoterapia. “ 65
Vincenzo Amendolagine
- L’ipnosi in fase preoperatoria: studio controllato in pazienti “ 71
chirurgici.
Elisa Cassi, Maurizio Massarini
- L’approccio psicologico al paziente pedodontico. “ 89
Emanuela Servadei
- Ipnosi e sedazione con protossido d’azoto in odontoiatria “ 97
infantile: un protocollo clinico integrato.
Maria Pia Robotti
- Terapia integrata del gioco d’azzardo patologico. “ 105
Ugo Corrieri
- Sensi, sessualità e sostanze psicoattive. Ricerca svolta presso “ 137
i Ser.T di Padova e Salonicco.
Maria Chiara Forcella, Lucia Claudia Bergamo, Alessia
Bastianelli, Guido D’Acuti, Theocraris Asouchidis,
Giulio Vidotto
Casi Clinici
- Trattamento ipnotico in un caso di disturbo psicosomatico. “ 175
Gudo Bozak
- Viaggio fra magia nera e disturbo psichiatrico. “ 187
Anna Rossi
- Impiego dell’ipnosi per la sedazione di una paziente odon- “ 197
toiatrica con sclerosi laterale amiotrofica.
Alberto Mori, Davide Celestino, Niccolò Maggiorelli,
Andrea Di Massa
- Una nevralgia atipica del trigemino. “ 205
Massimo Arcella
Rubriche
Leggi e decreti
- La psicoterapia e lo psicoterapeuta fra scelte culturali e rife- “ 251
rimenti legislativi.
di Vincenzo Amendolagine
Libri e Riviste
- Recensioni “ 261
di Patrizio Bellini
- Rassegna dalla letteratura internazionale sull’ipnosi “ 265
di Oriano Mercante
Corsi e Congressi “ 271
Tavole di Francesco Sforza pagg. 28, 174, 250
EDITORIALE
Vol. I - 2009 Editoriale 11
Silvana Radoani
I neuroni specchio
2
Naturalmente tutto ciò che viene percepito è elaborato, e spesso falsato,
in rapporto alla propria mentalità e concettualità. (R. A. di B.)
3
I neuroni specchio, di Marco Iacoboni
14 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
La suggestione
Paziente e psicoterapeuta
7
Lo specchio del tempo, di Brian Weiss
18 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
8
Hypnosis Complications, di MacHovec
9
Mindfucking, di Stefano Re
10
L’amore maestro, di Angelo Bona
Vol. I - 2009 Editoriale 19
11
Codesti pseudo terapeuti ne vogliono tanti, sempre in crescendo. (R. A.
di B.)
12
Psicoterapie folli, di Singer e Lalich
13
Ipnosi regressiva e linguaggio dei centri, di Angelo Bona (articolo repe-
ribile in Internet)
20 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
14
Per la diagnosi dello stato mentale di chi fa codeste affermazioni consul-
tare il DSM IV. (R. A. di B.)
Vol. I - 2009 Editoriale 21
15
Mindfucking, di Stefano Re
22 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Conclusioni
17
Istruzioni per rendersi infelici, di Paul Watzlawick
26 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
BIBLIOGRAFIA
APA – Diagnostic and statistical manual DSM IV – American Psychiatric
Press
Arone di Bertolino Riccardo – L’ipnosi regressiva – tratto da Rivista Medica
di Ipnosi e Psicoterapia, vol.I 2001, ed SMIPI
Arone di Bertolino Riccardo – La creazione dell’immagine e del desiderio –
tratto da Rassegna di Psicoterapie vol 13 n°2, 1986, ed. Min Medica
AA.VV. – Potenziali evocati uditivi in veglia, relax e trance ipnotica – Atti
del XI congresso nazionale AMISI, 1998, ed. Mosconi
Bandler, Grinder – Ipnosi e trasformazione – Astrolabio
Barber T. – Ipnosi: un approccio scientifico – Astrolabio
Bona Angelo – La dolce novella – Wormhole Communication
Bona Angelo – Il palpito dell’Uno – Wormhole Communication
Bona Angelo – L’amore maestro – Molte vite per raggiungere se stessi –
Oscar Mondadori
Cavazza Nicoletta – La persuasione – Il Mulino
Chellini Paolo – La dinamica del rito, tra gioco, senso del sacro e guarigio-
ne - tratto da Rivista “Simposio”, anno 3 n°2, sett. 2007
Cialdini Robert – Le armi della persuasione – Giunti
Damaso A.R. – Emozione e coscienza – Adelphi
David Gordon – Metafore terapeutiche – Astrolabio
Erickson, Rossi – Tecniche di suggestione ipnotica – Astrolabio
Groham David – R- come terapia – SIAD
Hambleton Roger – Ipnositerapia sicura – Armando editore
Hatfield, Cacioppo, Rapson – L’incidenza delle emozioni nei rapporti con
gli altri – San Paolo
Iacoboni Marco – I neuroni specchio – Bollati Boringhieri
Jodorowsky Alejandro – Psicomagia – Feltrinelli
MacHovec – Hypnosis Complications – Ed. Charles Thomas
Moody, Perry – Ricordi di altre vite – Mondadori
Re Stefano – Mindfucking – Castelvecchi
Singer, Lalich – Psicoterapie folli – Erickson
Stevenson Jan – Bambini che ricordano altre vite – Mediterranee
Stevenson Jan – Rivivere le vite passate – Mediterranee
Vasiljev Leonid – Esperimenti di suggestione mentale – MEB
Watzlawich Paul – Istruzioni per rendersi infelici – Feltrinelli
Weiss Brian – Lo specchio del tempo – Oscar Mondadori
Vol. I - 2009 Editoriale 27
Silvana Radoani
LO SPECCHIO DEI SOGNI
Parole chiave: vite precedenti, regressione ipnotica, neuroni specchio,
condizionamento, linguaggio, pericoli.
RIASSUNTO
Vari studi lasciano supporre che l’ipnosi regressiva che riporti il paziente
alle presunte vite precedenti sia sempre indotta dal terapeuta. Per analiz-
zare i pericoli che questa metodica può presentare, soprattutto se fatta da
persone inesperte di psicoterapia, abbiamo preso in forte considerazione
la recente scoperta neurofisiologica dei neuroni specchio e della loro in-
cidenza, soprattutto in momenti di default in cui la mente viene posta at-
traverso la tecnica ipnotica; questi, associati solitamente a tecniche di con-
trollo del linguaggio e del condizionamento psicologico.
Silvana Radoani
MIRROR OF DREAMS
SUMMARY
Several studies have highlighted that the past lives regression is always in-
duced by the therapist. In order to analyze the dangers of this practice e-
specially when carried out by therapists without experience in psychothe-
rapy, we have used a new discovery in neurophysiology: the so called mir-
ror neurons. These neurons can influence the mind especially in those
moments of default due to hypnotic technique in association with langua-
ge and psychological manipulation.
L’Autrice
LIBERA DI VOLARE
Premessa
Il caso
1
Tutti è impossibile, perché il vissuto di un rapporto profondamente u-
mano, come deve essere quello terapeutico, è inidentificabile in tutte le
sue componenti (affettive, comportamentali, empatiche).
2
Se avessi fatto un’anamnesi psicodiagnostica classica (che non faccio
mai) saremmo ancora lì e non solo avremmo perso tempo, ma avremmo
anche perso definitivamente tanti spunti ed occasioni per intervenire.
3
Far rivivere vividamente in trance una situazione traumatica, come pur-
troppo fanno ancora alcuni psicoterapeuti ed ipnotisti, è dannoso perché
rinnova gli effetti del trauma.
Vol. I - 2009 Editoriale 31
Lo scritto di Monica
Primo incontro
Arrivo al primo incontro con imbarazzo e un po’ di vergogna. Non
senza difficoltà spiego il motivo che mi ha spinto a chiedere aiuto e
cioè la paura che mi assale mentre cammino per i sentieri di mon-
tagna. Temo di risultare ridicola e di essere quindi mandata via. Ma
non succede.
Con poche parole racconto come circa dieci anni 6 fa ho scoperto
di avere paura del vuoto. Camminavo serena per i sentieri di mon-
tagna, quando ho avvertito un senso di smarrimento, un capogiro
che inizialmente ho confuso per euforia. Mentre con la coda
dell’occhio vedevo scorrere velocemente il panorama della vallata,
dentro di me sentivo nascere un pensiero. Man mano che prose-
guivamo e il sentiero si faceva sempre più stretto, il pensiero cre-
4
Chi sta maturando negli anni il suicidio od altre azioni cruente non lo
racconta a nessuno.
5
Se si è agito efficacemente è più che sufficiente, se si è perso solo tempo
è meglio piantarla ed aspettare una nuova occasione.
6
Ha pensato ma non ha specificato il tempo: la mia impressione è stata
che si trattasse di un fatto recente, come è sempre presente ciò che fa par-
te del vissuto patologico.
32 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Secondo incontro
Quando ci rivediamo racconto del giro in auto che ho fatto nei
giorni successivi al nostro primo incontro. In quei giorni ho avuto
l’occasione di percorrere un tratto di strada di montagna, dove
qualche anno prima ero stata vittima di un attacco di panico. Per
tutto il tragitto ho guardato fuori dal finestrino, cercando tra le
curve e i dirupi quell’attrazione che tanto temevo. Con stupore mi
sono accorta che quell’attrazione non c’era e che senza di lei man-
cava anche la paura. Dov’erano finite? Com’era possibile? Non po-
tevo essere guarita così in fretta. Non dopo aver trascorso oltre
dieci anni ad avere paura!
Spiego che la paura è solita assalirmi anche in occasione di tragitti
di montagna percorsi in auto. Guidare l’auto non mi è mai piaciu-
to, l’ho sempre trovata un’attività molto stancante.
La Guida mi parla e di nuovo le sue parole mi raggiungono. Devo
avere più fiducia in me, nelle nostre capacità. Insieme analizziamo
7
Interrompo il suo stato d’animo evocando qualcosa di piacevole e di vita-
le.
8
Ci scherzo su.
9
L’elaborazione che è iniziata dentro di lei è enorme. Effetto secondario
passeggero.
10
Continua autonomamente a rielaborare in positivo.
Vol. I - 2009 Editoriale 33
della morte di mio cugino, di non aver fatto nulla per evitarla, no-
nostante i segnali premonitori dei mesi precedenti. In quei mesi
avevo un sogno ricorrente: un angelo dai capelli biondi (mio cugi-
no era biondo) mi guardava e mi sorrideva dall’alto del tetto di ca-
sa. L’angelo mi trasmetteva amore, ma la ricorrenza del sogno mi
aveva inquietata. Inoltre, qualche giorno prima dell’incidente, ero
andata per gioco da una cartomante che mi aveva predetto da lì a
breve un incidente stradale in cui sarebbe morta una persona a me
conosciuta.
Da sempre provavo per mio cugino un sentimento ambivalente.
Da una parte gli ero affezionata perché eravamo cresciuti insieme e
mi rispettava. Dall’altra lo invidiavo per i privilegi e le attenzioni
che riceveva dagli adulti solo per essere, a mio avviso, nato ma-
schio. Aveva più giochi, più soldi, più lodi e più libertà di me. Pen-
savo che non si meritasse tanto. Non capivo come io potessi essere
la sua cugina preferita, quella a cui confidava i segreti, e come po-
tesse volermi così tanto bene. Gliene ero grata, ma ero a disagio
per non riuscire a ricambiare i suoi sentimenti.
Mi sentivo responsabile della sua sorte e i sensi di colpa mi schiac-
ciavano. Per molto tempo ho sofferto per la sua mancanza e per il
vuoto che ha lasciato. Ho soffocato quei pensieri (non mi sentivo
degna di piangere la sua scomparsa), fino a quando sono esplosi,
in un urlo di terrore, lassù, per i sentieri di montagna. Con il mio
vuoto da una parte (l’assenza di mio cugino) e la mia montagna
dall’altra (la presenza del mio compagno di sempre, che porta lo
stesso nome di mio cugino).
Di nuovo mi dico che non voglio più avere questi pensieri e in un
attimo, come in una centrifuga, escono da me e mi sento finalmen-
te libera! Arrivo a destinazione senza sapere come, il viaggio di ri-
torno in auto mi ha aiutata. Sono felice. Dentro di me qualcosa sta
cambiando. Sono raggiante e gli altri se ne accorgono. Nei giorni
successivi mi sorprendo della serenità con cui intraprendo i viaggi
in auto e da come arrivo a destinazione senza rendermene conto.
Sono sorpresa della tranquillità con cui affronto i problemi sul la-
voro e della quotidianità. Sono incredibilmente euforica e mi ritro-
vo a piangere lacrime di gioia e a cantare. Trovo che tutto ciò che
mi circonda sia meraviglioso e continuo a stupirmi di me stessa e
delle cose che mi succedono. Mi sento sicura, vincente e orgoglio-
Vol. I - 2009 Editoriale 35
Terzo incontro
Raggiante raggiungo lo studio. Racconto i netti miglioramenti. “Sei
guarita”, mi dice orgoglioso il Maestro. Ma io ho l’impressione che
la paura del vuoto non mi abbia ancora lasciata. “Sostituisci la pa-
rola paura con attenzione e prudenza”, mi suggerisce il Maestro.
12
Quando esco, la soddisfazione mi riempie e mi pervade. Sono
carica e pronta a scoprire il mondo. Prima del successivo ed ultimo
incontro sono riuscita a mettermi alla prova salendo più volte su
una torre. 13 Pur arrivando in cima senza problemi, durante la di-
scesa ho però avuto qualche incertezza. Ma, come poi ha avuto
modo di sostenere il Maestro, era una fotocopia sbiadita della pau-
ra della paura. Una sorta di abitudine.
Quarto incontro
Sempre più entusiasta arrivo in studio. Sono tornata sulla torre
dove ho “trotterellato” come mi ero visualizzata in un incontro
precedente. Posso toccare il cielo con un dito. Il mondo mi parla e
continuo a stupirmi. Mi sento sicura e attraente. Mi sento libera di
volare. Grazie!
Conclusioni
11
È stupendo come abbia quasi autonomamente ritrovato e modificato
tutto.
12
Uso come metafora il suo mestiere: come fai in un programma di com-
puter sostituisci questo comando.
13
La montagna era impraticabile per la neve di quest’inverno. La torre de-
gli Asinelli, altissima, è vuota dentro con una vecchia scricchiolante scala
di legno che gira attorno alle pareti.
14
Non tanto le parole quanto tutto l’atteggiamento.
36 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
NOTA
15
Non esistono due casi simili, l’eventuale somiglianza è solo negli effetti.
16
Poi dai libri di M.H. Erickson. Dai pochi maestri in carne ed ossa ho im-
parato l’esatto contrario di ciò che insegnavano, cioè a non ripetere i loro
errori.
Vol. I - 2009 Editoriale 37
RIASSUNTO
La psicoterapia deve avere come unico obiettivo la guarigione del pazien-
te, modificando concettualità e vissuti emotivi che causano sofferenza.
Non è possibile stabilirne a priori la durata, perché dipende da elementi
che emergono di volta in volta e dalla reattività del soggetto. A volte occor-
rono tempi abbastanza lunghi. I successi sono in larga misura da attribuire
ai pazienti e alla loro capacità di elaborazione.
Si riporta un caso risolto in sole quattro sedute. La paziente stessa raccon-
ta con soddisfazione e sorpresa come, con la guida dello psicoterapeuta,
abbia brillantemente superato la paura del vuoto (problema che l’aveva
portata in terapia), ma non solo: gli effetti dell’elaborazione profonda da
lei compiuta si sono estesi ad ogni aspetto della sua vita dandole un be-
nessere generale. L’elaborazione è stata innescata dalle sedute e portata
avanti autonomamente da lei, in un dialogo immaginario con lo psicote-
rapeuta.
38 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
SUMMARY
Patient's recovery should be the unique aim of psychotherapy, by modi-
fying concepts and emotional experiences which cause suffering. It is im-
possible to define a priori the lenght of a psychotherapy, because it de-
pends both on factors which come out each time and on patient's reacti-
vity. Sometimes a long time is necessary. Successes are especially due to
patients and their capacity of working-through. A case solved in four ses-
sions is reported. The patient tells with satisfaction and surprise how, un-
der the direction of the psychotherapist, she succesfully overcame the fear
of void (the problem that brought her to therapy) but non only: the effects
of the deep working-through spread to all aspects of her life, giving her a
general well being. Working-through, triggered by the sessions, was inde-
pendently led by herself, in an imaginary dialogue with the psychothera-
pist.
L’Autore
Ugo Corrieri
Conclusione
Ugo Corrieri
CHRONIC CARE MODEL ED INTENSITÀ DI CURE: UN MODELLO DI
CURA DEL SERT BASATO SULLE EVIDENZE
RIASSNTO
La complessità dei fenomeni delle dipendenze patologiche si incontra oggi
con l’esigenza di nuovi modelli organizzativi che tengano conto della qua-
lità delle cure, della limitatezza delle risorse e dell’utilità di politiche sani-
tarie che sviluppino l’empowerment delle persone e della comunità.
Il Chonic Care Model, basato sulle evidenze ed arricchito con spunti evo-
lutivi tratti dal Modello per Intensità di Cure, può fornire un valido aiuto
per organizzare un moderno modello terapeutico-assistenziale dei Servizi
per le Dipendenze (SerT) che differenzi gli interventi in 3 fasce: 1) livello
dell’alta intensità, per pazienti altamente complessi con co-morbidità mul-
tiple, circa il 3% dell’utenza, ad ognuno dei quali attribuire un “Case Ma-
nager” 2) livello del “Disease Management”, per utenti a rischio di scom-
penso, circa il 15-20%, che necessitino di cure di intensità media; 3) livello
della bassa intensità di cure e del supporto all’autocura, per i pazienti a
basso rischio di scompenso, circa il 70-80% degli utenti in carico.
L’attribuzione alle tre classi va concepita in maniera dinamica, con perio-
dica rivalutazione di ogni paziente (come minimo ogni 90 giorni, durata
massima di validità del piano terapeutico individuale).
Con questo modello l’autore propone una nuova concezione del lavoro
dell’equipe multidisciplinare del SerT e dei percorsi terapeutici degli uten-
ti, concepiti come evolutivi e tendenti al cambiamento, all’autocura ed alla
partecipazione attiva degli utenti ai processi di miglioramento e di guari-
gione.
Vol. I - 2009 Contributi Teorici 51
Ugo Corrieri
CHRONIC CARE MODEL AND INTENSITY OF CARE: AN EVIDENCE-
BASED SERT’S CARE MODEL
SUMMARY
The complexity of addiction meets today with the need for new organiza-
tional models that take into account the quality of care, the limited re-
sources and usefulness of health policies that emphasize the empower-
ment of individuals and community.
The Evidence-Based Chonic Care Model, enriched with some evolutionary
ideas derived from the Model of the Intensity of Care, can help to organize
a modern model of care at Addiction Services (SerT) within three levels of
treatment: 1) the level of high intensity of care, for highly complex pa-
tients with multiple co-morbidities, about 3% of patients, each of whom is
given a "Case Manager" 2) the level of "Disease Management", for patients
at risk of decompensation, approximately 15-20 % of patients, that need
average intensity of care; 3) the level of low intensity of care and support
to self-care, for patients at low risk of failure, about 70-80% of patients.
The allocation of patients in these three groups should be seen in a dyna-
mic way, with regular reassessment of each patient (at least every 90 days,
the maximum period of validity of the individual therapeutic project).
With this model the author proposes a new conception of the work of the
SerT multidisciplinary team and of the therapeutic pathways of patients,
which are seen as evolutionary and prone to change, to self-care and to
the active participation of patients in the processes of improvement and
healing.
L’Autore
Elena Bellodi 1
La vitiligine
1
Relatrice invitata al XVII Congresso Nazionale AIDA (Associazione Italiana
Dermatologi Ambulatoriali), 1-4 ottobre 2008, Palazzo dei Congressi di
Riccione.
56 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
da qui lo sconforto.
Come tanti pazienti ho voluto sapere cosa era la “vitiligine” e ho
trovato varie definizioni che in generale possiamo riassumere in:
“La vitiligine é una malattia che causa la formazione di chiazze
bianche sulla cute, queste si creano perché viene distrutta la
cellula che produce la melanina, il MELANOCITA. Colpisce l’1%
della popolazione mondiale senza significative differenze di sesso e
razza. Le zone decolorate sono bianche con un bordo netto e
possono insorgere in qualunque distretto cutaneo, anche se si
nota una certa prevalenza di alcune aree come le mani, il viso, i
genitali. Solitamente le chiazze insorgono su ambedue le metà
corporee distribuendosi bilateralmente, tuttavia anche questa é
una caratteristica frequente, ma non obbligatoria”. (GISV).
Accanto alle definizioni ho cominciato a leggerne le cause, il
cosiddetto “fattore scatenante”.
E qui si é aperto per me un aspetto ancora più interessante che mi
ha portato a fare altre ricerche e mi ha condotto alla fine ad occu-
parmi dei pazienti affetti di vitiligine da un punto di vista “emoti-
vo” trasformando ciò che all’inizio era per me una malattia in una
risorsa.
Ma torniamo alle cause.
Tra i fattori scatenanti ho trovato:
· farmaci,
· alterazioni ormonali,
· stress emotivi,
· traumi psichici,
· forti emozioni,
· conflitti psicologici.
Da qui ho cominciato a ipotizzare che le emozioni, lo stress e i
conflitti psicologici di fondo influenzano la determinazione
dell’esordio della vitiligine e l’andamento del suo decorso nei
soggetti predisposti.
Inoltre é vero anche il contrario e cioé che la vitiligine può creare
disagi a livello emotivo, comportamentale e psicologico come la
dismorfofobia (dal greco dis – morphé, forma distorta e phobos
= timore) cioé la fobia che nasce da una visione distorta che si ha
del proprio aspetto, causata da un’eccessiva preoccupazione della
propria esteriorità.
Vol. I - 2009 Lavori Originali 57
- fototerapia,
- terapie naturali,
- terapie alternative,
- terapie topiche,
- terapie sistemiche,
- terapie biologiche,
- camouflage.
Accanto a tutte queste proposte purtroppo sono molto rare le
proposte di tipo psicologico e psicoterapeutico.
Conclusioni
BIBLIOGRAFIA
Ader et al., Psychoneuroimmunology, seconda edizione, San Diego,
Academic Press, 1990.
Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, Bompiani, 2000.
Aristotele, Etica nicomachea, Trad. It. di Armando Plebe, Bari, 1973.
R. A. di Bertolino, L’ipnosi per un medico, Bologna, Martina, 2003.
R.Bassi, Psiche e pelle, Torino, Boringhieri, 2006.
U.Galimberti, Dizionario di Psicologia, Utet, 2006.
D.Goleman, Intelligenza emotiva, diciottesima edizione, Milano, BUR
Psicologia e Società, 2007.
C.G.Jung, Pratica della psicoterapia,Opere, Torino, Boringhieri, 1981.
L.Marchino, M. Mizrahil, Il corpo non mente, Frassinelli, 2007.
P.Pancheri, Stress, emozioni e malattia,Milano, Mondadori, 1980.
S.Piroli, Il Counselling Sistemico, Parma, UNI.NOVA, 2006.
Vol. I - 2009 Lavori Originali 63
Elena Bellodi
VITILIGINE: LA PELLE E LE EMOZIONI
RIASSUNTO
Le emozioni, lo stress e i conflitti psicologici possono essere causa e con-
seguenza della vitiligine.
Cute e psiche, entrambe originate dallo stesso foglietto, l’ectoderma, sono
le due facce della stessa medaglia.Oggi la psiconeuroimmunologia studia
le interazioni tra psiche, sistema nervoso, sistema immunitario e cute. La
vitiligine potrebbe rientrare tra le malattie cutanee causate da
un’interazione del delicato equilibrio tra questi elementi considerati stret-
tamente interdipendenti.Il sistema endocrino, il sistema nervoso e la cute
sono sensibili a situazioni e stimoli emozionali stressanti.Le cure proposte
ai pazienti affetti da vitiligine non comprendono proposte di tipo psicolo-
gico. L’autrice propone alcune tecniche o modalità di intervento psicofisi-
che.
Elena Bellodi
VITILIGO: THE SKIN AND EMOTIONS
SUMMARY
Emotions, stress and psychological conflicts may be cause and conse-
quence of vitiligo. Skin and psyche, both originated from the same pack-
age, the ectoderm, are the two sides of the same coin. Today psychoneuro-
immunology studies the interactions between psyche, nervous system,
immune system and skin. The vitiligo could fall among skin disease caused
by an interaction of the delicate balance between these elements consid-
ered closely interdependent. The endocrine system, nervous system and
skin are sensitive to stressful emotional stimuli and situations. The pro-
posed treatment to patients suffering from vitiligo does not include psy-
chological proposals. The author proposes some technical or psycho-
physical means of intervention.
L’Autrice
Vincenzo Amendolagine
ANTROPOLOGIA MEDICA
SINDROMI SOMATOFORMI E PSICOTERAPIA
L’antropologia medica.
Le sindromi somatoformi.
1
Più definite ed a mio parere più correttamente “malattie psicosomati-
che”. (R. A. di B.)
Vol. I - 2009 Lavori Originali 67
La psicoterapia.
sé.
La psicoterapia, in questo tipo di patologia, deve avere come ar-
chetipo il capire, ossia il contestualizzare il paziente nella sua cul-
tura, società, attività lavorativa, affettività e nelle conoscenze che
egli possiede nel campo della salute.
In seconda istanza, è necessario riportare il sintomo fisico al ma-
lessere globale, che il paziente vive, attraverso la riattribuzione di
significati agli eventi della sua esistenza, cercando di modificare le
sue convinzioni culturali, intendendo con esse l’insieme delle idee
e dei comportamenti, acquisite nel corso dello sviluppo, e che ap-
paiono, nella realtà attuale, disfunzionali.
Il terzo momento è rappresentato dal prendere coscienza delle
proprie risorse e delle proprie carenze, per affrontare in maniera
realistica gli eventi e le sollecitazioni della vita e per debellare i
tentativi di fuga nella malattia.
Bibliografia
1. Ember, C. R. – Ember, M. – Antropologia culturale – il Mulino –
Bologna – 2004.
2. Hahn, R. A. – Sickness and Healing: An Anthropological Per-
spective – Yale University Press – New Haven – Conn. – 1995.
3. Loustaunau, M. O. – Sobo, E. J. – The Cultural Context of
Health, Illness and Medicine – Begin & Garvey – Westport – Conn. – 1997.
4. World Health Organization – Decima Revisione della Classifica-
zione Internazionale delle Malattie (ICD – 10) – Sindromi e Disturbi Psi-
chici e Comportamentali – Direttive Diagnostiche Cliniche – Masson – Mi-
lano – 1992.
5. American Psychiatric Association – DSM – IV TR – Manuale dia-
gnostico e statistico dei disturbi mentali – Masson – Milano – 2001.
6. Bellantuono, C. – Balestrieri, M. – Ruggeri, M. – Tansella, M. – I
Disturbi Psichici nella Medicina Generale – Il Pensiero Scientifico Editore –
Roma – 1992.
Vol. I - 2009 Lavori Originali 69
Vincenzo Amendolagine
ANTROPOLOGIA MEDICA
SINDROMI SOMATOFORMI E PSICOTERAPIA
RIASSUNTO
Nel presente lavoro, l’Autore esplicita i raccordi che esistono fra antropo-
logia medica, sindromi somatoformi e psicoterapia.
In quest’ottica, il paradigma biomedico, che domina la medicina dei paesi
industrializzati, determina una forma di degenerazione che si palesa nelle
sindromi somatoformi. Tocca, allora, alla psicoterapia riportare la medici-
na verso una dimensione olistica, recuperando la globalità del paziente.
Vincenzo Amendolagine
MEDICAL ANTHROPOLOGY
SOMATIC SYNDROMES AND PSYCHOTHERAPY
SUMMARY
In the present paper, the author explicates the links that exist among
medical anthropology, somatic syndromes and psychotherapy.
From this point of view, the biomedical paradigm, that dominates the
medicine of the industrialized countries, determines a form of degenera-
tion that reveals itself in the somatic syndromes. Psychotherapy should
bring medicine toward a global dimension, recovering the totality of the
patient.
L’Autore
Vincenzo Amendolagine
Medico – Psicoterapeuta
Dirigente Sezione Puglia – SMIPI
Via R. Leoncavallo, 35/B, 70123 Bari.
Tel. 080 5346005/3683666622
Vol. I - 2009 Lavori Originali 71
Introduzione
Materiali e metodi
Campione
Il campione dello studio è costituito da 42 soggetti, di età com-
presa tra i 17 e gli 84 anni ed è composto da 20 uomini e 22
donne. È stato suddiviso in modo randomizzato in due gruppi
indipendenti: un gruppo sperimentale che sarebbe stato sotto-
posto al trattamento ipnotico preoperatorio e un gruppo di
controllo che invece non avrebbe ricevuto alcun trattamento.
Entrambi i gruppi erano composti da 21 soggetti.
La patologia e il tipo di intervento del campione viene descritto
dalla seguente tabella.
cieco
C08 Protesi anca Coxartrosi sx S08 VDL + co- Calcolosi
sx langiomastia colecisti
intraoperato-
ria
C09 Tiroidecto- Gozzo lobo S09 Plastica Ernia epiga-
mia dx strica
C10 Emitiroidec-Gozzo iper- S10 Plastica Ernia ombe-
tomia funzionante licale
lobo dx
C11 Emicolecto- Neoforma- S11 Artroscopia Rottura cuffia
mia sx zione colon spalla dx rotatori spal-
sx + stenosi la dx
anostomosi
C12 VDL Calcolosi S12 Artroscopia Rottura cuffia
sintomatica spalla sx rotatori spal-
la sx
C13 Tiroidecto- Gozzo com- S13 PTA dx Coxartrosi
mia pressivo dx
C14 Artroscopia Rottura cuffia S14 Asportazione K testicolo
spalla sx rotatori spal-
la sx
C15 Colectomia Colecistite S15 VDL Calcolosi
acuta colecisti
C16 Emicolecto- K retto S16 PTA sx Coxartrosi sx
mia
C17 VDL Calcolosi S17 VLC + co- Calcolosi
colecisti langioma- colecisti +
stia+ aspor- cisti ovarica
tazione cisti
ovarica
C18 Artroscopia Rottura so- S18 Plastica + Laparocele
spalla sx vraspinato VDL periombeli-
spalla sx cale incarce-
rato
C29 Artroscopia Sindr. Del- S29 Gastrectomia K gastrico
capolungo totale
spalla dx
C20 VDL Colecisti sin- S20 VDL Calcolosi
tomatica colecisti
C21 VDL Calcolosi S21 VDL Calcolosi
colecisti colecisti
76 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Ansia
Dolore
Degenza postoperatoria
Richiesta antidolorifici
Per valutare un reale effetto analgesico della seduta ipnotica preo-
peratoria si è considerata la richiesta degli antidolorifici in fase po-
stoperatoria. È stata quindi registrata la somministrazione degli
anestesici dei pazienti nei quattro giorni successivi all’intervento.
Anche questa rilevazione è stata resa possibile dalla consultazione
delle cartelle mediche.
Trattamento
Risultati
Ansia
Sulla base delle caratteristiche del test che è stato impiegato per la
rilevazione dell’ansia, lo State-Trait Anxiety Inventory (STAI), si è
ritenuto opportuno applicare ai suoi punteggi delle metodologie
di analisi non parametriche.
Ansia di stato
STAI-X2 pre STAI-X2 post
Controllo 44,86 39,52
Sperimentale 42,2 32,2
Ansia di tratto
STAI-X2 pre STAI-X2 post
Controllo 42,33 41,05
Sperimentale 41,15 36,9
80 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Dolore
Componente sensoriale
Controllo Sperimentale
Giorno1 5,9 4,38
Giorno2 6,43 4,57
Giorno3 3,86 3,2
Giorno4 3,13 1,86
Componente affettiva
Controllo Sperimentale
Giorno1 6,14 4,38
Giorno2 6,95 5,05
Giorno3 4,57 3,7
Giorno4 4,22 2,24
Richiesta antidolorifici
Giorni di degenza
Discussione
Bibliografia
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ipnosi, Vol.2, 139-165.
86 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
RIASSUNTO
Obiettivi: Lo studio vuole dimostrare l’effetto che può avere una singola
seduta ipnotica effettuata in fase preoperatoria nella fase postoperatoria
per ciò che concerne la diminuzione dell’ansia, sia di stato che di tratto, e
la percezione del dolore sia nella componente sensoriale che in quella af-
fettiva.
Materiali e metodi: Il campione dello studio, costituito da 42 soggetti,
è stato suddiviso in modo randomizzato in due gruppi indipendenti:
un gruppo sperimentale che sarebbe stato sottoposto al trattamento
ipnotico preoperatorio e un gruppo di controllo che invece non avreb-
be ricevuto alcun trattamento. Entrambi i gruppi erano composti da 21
soggetti e provenivano dai reparti di Chirurgia e Ortopedia.
Si procedeva con la somministrazione dei questionari di valutazione
dell’ansia (STAI-X1 e STAI-X2). Venivano raccolte anche tutte quelle in-
formazioni che sarebbero servite al terapeuta durante la seduta ipnotica
preoperatoria.
Successivamente, per i soli pazienti del gruppo sperimentale veniva riser-
vata una stanza tranquilla in cui ricevevano il trattamento ipnotico nelle
ventiquattro ore precedenti l’intervento.
Nei giorni successivi l’operazione i pazienti venivano quindi visitati in
reparto e si procedeva con una nuova somministrazione degli strumen-
ti per la valutazione dell’ansia e degli strumenti per la rilevazione della
percezione del dolore, componente affettiva e sensoriale, nei quattro
giorno successivi di degenza. Infine veniva rilevata la richiesta di anti-
dolorifici e i giorni di degenza dei pazienti ricoverati.
Risultati: I soggetti del gruppo sperimentale in fase post operatoria han-
no evidenziato un calo nel livello di ansia (di stato e di tratto) e una minor
percezione del dolore nelle sue due componenti, sensoriale e affettiva. Un
effetto, seppur in minor misura, si è riscontrato nella diminuzione dei
giorni di degenza e nella richiesta di antidolorifici.
Conclusioni: L’ipotesi è stata dimostrata. Una singola seduta ipnotica in
fase preoperatoria comporta, nei pazienti chirurgici, una diminuzione del
livello di ansia ed una minore percezione del dolore in fase postoperato-
ria.
88 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Emanuela Servadei
La prima visita
L’ambiente
il mattino quando sia noi sia loro siamo meno nervosi, meno stan-
chi e più propensi al buon umore.
Inoltre è necessario, in queste situazioni, dedicare tutta la nostra
attenzione al paziente senza essere distratti, noi e conseguente-
mente lui, da troppe persone in studio o da interruzioni dovute
allo squillo del telefono e ad altri impegni. Può essere utile anche
fargli portare qualcosa di suo cui lui sia particolarmente affeziona-
to, come per esempio un gioco, in modo da rassicurarlo.
Ogni volta che la nostra assistente prepara il servomobile per ese-
guire una terapia odontoiatrica pediatrica dovrà tenere ben pre-
sente che quanto può evocare paura o può agitare, prima tra tutte
la siringa dell’anestesia o tutto ciò che sia provvisto di aghi o simili,
dovrà essere nascosto alla vista e pronto ad essere palesato solo
nel momento dell’utilizzo, e poi riposto subito lontano dagli occhi
del nostro bambino.
È anche utile ricordare che il tempo di esecuzione delle terapie
dovrà essere ridotto al minimo indispensabile per non abusare ec-
cessivamente della pazienza del nostro bambino.
Da ciò si evince che non solo noi ma anche chi ci assiste debba es-
sere educato all’approccio con il paziente pediatrico.
Anche l’attesa deve essere piacevole e breve, per evitare che il bim-
bo non si annoi e si spazientisca.
I genitori
Metodiche di approccio
Emanuela Servadei
L’APPROCCIO PSICOLOGICO AL PAZIENTE PEDODONTICO
RIASSUNTO
La pedodonzia è quella branca dell’odontoiatria che cura i bambini in
dentatura decidua e mista cioè fino a dodici anni circa.
Chi si dedica alla pedodonzia, tanto il medico quanto l’assistente,deve
quindi unire alle conoscenze tecniche anche e soprattutto pazienza e
capacità psicologiche atte a vincere la resistenza del piccolo paziente e
l’ansia dei genitori. Abbiamo analizzato alcuni tipi di approccio
psicologico.
Emanuela Servadei
THE PSYCHOLOGICAL APPROACH TO PEDODONTIC PATIENT
SUMMARY
The paediatric dentistry is a part of dentistry that treats the teeth of
children until twelve years old. The paedodontist, the doctor and the
assistent too, should add to technical knowledge, patience and
psychological ability to win the children’s resistance and the parent’s
anxiety. We analized some examples of psychological approach.
L’Autrice
Introduzione
1
Comunicazione presentata al X Convegno Modalità di Intervento Psico-
logico in Anestesia e Rianimazione, S.M.I.P.I., 30 maggio, Exposanità 2008
- Bologna.
98 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Questo gas esplica la sua azione a livello del SRA (sistema reticola-
re ascendente), formazione posta tra il talamo e la corteccia cere-
brale, modulando la percezione del dolore e determinando quindi
una analgesia relativa. Si instaura uno stato modificato della co-
scienza nel quale ansia e paura sono diminuite o soppresse, grazie
alla diversa interpretazione centrale dello stimolo doloroso.
Altre azioni operativamente vantaggiose sono rappresentate dalla
riduzione della secrezione salivare, dalla diminuita sensazione di
possedere la mucosa orale (desensibilizzazione superficiale),
dall’attenuazione del riflesso palatale, dallo stabilizzarsi dei para-
metri cardiovascolari, grazie alla neutralizzazione dello stato
d’ansia e della conseguente produzione endogena di adrenalina. Si
ha altresì un abbassamento delle scariche di istamina e serotonina
e un concomitante rilassamento del tono muscolare, che è alla ba-
se di uno dei segni fondamentali, quale è quello del sentirsi “gam-
be e braccia leggere”.
Protocollo clinico
1. Preliminari.
L’inserimento della tecnica della sedazione con il protossido
d’azoto comporta la modificazione della conduzione dello studio,
non tanto a livello strutturale, quanto soprattutto a livello mentale
e comportamentale di tutti gli operatori. È bene che siano
l’operatore stesso e i suoi collaboratori a provare per primi con
l’autosomministrazione per poi essere in grado di sapere “cosa” e
2
Che spesso hanno un effetto paradosso: per mantenere la vigilanza sulla
situazione vissuta come pericolosa l’ansia aumenta.
Vol. I - 2009 Lavori Originali 101
2. Induzione.
Essenziale che il genitore venga istruito a rimanere in silenzio per-
ché la sua voce costituirebbe un richiamo troppo forte per il bim-
bo, che uscirebbe subito dal suo stato di rilassamento. Il ritmo del-
la voce dell’operatore accompagna quello del respiro del piccolo
paziente e lo guida progressivamente verso una successione lenta,
tranquilla e regolare. Lo stesso dicasi per il genitore che spesso nel
setting pedodontico funge da mamma-poltrona o papà-poltrona
con il figlio sdraiato sopra .Utile tutto ciò che piace ai bimbi: fila-
strocche, ninnananne, rime buffe. Spesso i genitori spontaneamen-
te riferiscono di essersi rilassati anche loro, pur non facendo la se-
dazione con il protossido. Importante favorire poi l’accettazione
naturale di tutto ciò che accade, astenendosi dal voler per forza
attribuire definizioni troppo specialistiche (trance, levitazione ec-
cetera) anche perché superflue ai fini del buon andamento della
seduta.
3. Mantenimento.
Durante questa fase c’è un distacco temporo-spaziale del bambino
dall’ambiente che lo circonda ed è pertanto di grande rilevanza il
compito dell’odontoiatra che con l’accompagnamento continuo
della sua voce determina lo svolgersi dell’operatività. L’assistenza è
totale, si anticipano a voce i singoli passaggi e si mimano i gesti
prima di eseguirli.
102 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
4. Risveglio e dimissione.
Come tutte le altre fasi, anche questa si svolge con lentezza e con
l’accompagnamento totale. Si conta lentamente fino a tre e si dà la
suggestione di prendersi tutto il tempo che serve. Si somministra-
no 3 minuti di ossigeno e con gli ultimi rinforzi positivi e le ultime
istruzioni al genitore si effettua la dimissione.
In conclusione l’ipnosi è applicabile durante ogni singola fase del-
la procedura clinica ed è vantaggiosamente percepita da tutte le
persone coinvolte. Progressivamente nel corso delle sedute l’ansia
lascia il campo ad una serena collaborazione. Il bambino supera la
paura e dopo qualche tempo abbandona spontaneamente il sup-
porto della sedazione e si sottopone di buon grado alle cure ne-
cessarie con grande soddisfazione della famiglia e del dentista.
La paura è stata vinta:sarà stata l’ipnosi ad aiutare la sedazione o
viceversa? Forse non è poi così importante rispondere dal momen-
to che si integrano con grande facilità.
Bibliografia
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5.Valeri V. Fidanza F - Approccio psicologico e sedazione cosciente nel
paziente pedodontico Dent. Mod. Maggio2008
Vol. I - 2009 Lavori Originali 103
L’Autrice
Ugo Corrieri
Premessa
Giochi d’azzardo sono quelli nei quali c’è una posta in palio e
l’esito dipende da fattori che sono fuori della portata del giocato-
106 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
re. Si tratta di giochi che oggi sono alla portata di tutti, presenti in
quasi tutti i luoghi di aggregazione, per cui le persone, grazie an-
che alle massicce campagne pubblicitarie in atto, sono sottoposte a
stimoli pressanti che alimentano un mercato in espansione.
Alcuni dati: l’Italia è risultata nel 2004 la prima nazione al mondo
per la spesa pro-capite per gioco d’azzardo: 500 euro a testa. La
spesa è lievitata da 18 miliardi di euro nel 2002 a 46,5 miliardi di
euro nel 2008. Giocano oltre 30 milioni di Italiani. Il gioco
d’azzardo è, per fatturazione, la quinta industria italiana dopo Fiat,
Telecom, Enel e Ifim!
Dai pochi giochi presenti all’inizio degli anni ‘90, essenzialmente
totocalcio, lotto e scommesse alle corse dei cavalli, si è passati oggi
a innumerevoli offerte diversificate: tre volte a settimana vengono
estratti lotto e superenalotto, le lotterie istantanee sono pressoché
ubiquitarie , sono presenti in Italia (dati 2006) 242 sale bingo, ol-
tre 200.000 slot machine, 1.400 sale scommesse; aumentano con-
tinuamente le offerte di scommesse su Internet, esistono “call cen-
ter” telefonici per il gioco del lotto.
La continuità nel tempo del flusso degli stati della mente è genera-
ta in parte da vincoli interni, cioè le connessioni neuronali che so-
no state create in base a fattori costituzionali ed esperienze. In
questo modo, il sistema si muove verso livelli crescenti di com-
plessità mantenendo, di fronte a pattern di attivazione nuovi e
sconosciuti, elementi di continuità, identità e familiarità che sono
garantiti dalla sua stessa struttura. Nello stesso tempo, i suoi com-
portamenti possono indurre risposte all’ambiente, e quindi pla-
smare vincoli esterni. L’equilibrio fra flessibilità e continuità, tra
novità e familiarità, tra certezza e incertezza consente al sistema
dinamico del cervello di massimizzare la sua complessità coinvol-
gendo gruppi neuronali diversi in interazioni sempre più sofistica-
te.
Tutte le esperienze che favoriscono lo sviluppo delle capacità di
processing dei due emisferi e/o favoriscono l’integrazione delle lo-
ro attività possono migliorare la vita interiore e interpersonale de-
gli individui.
Cambiamenti che portano maggiore coordinamento delle funzioni
dei due emisferi possono essere accolti con grande favore da mol-
te persone, mentre viceversa relazioni ed esperienze che hanno
portato a una mancanza di integrazione delle funzioni dei due e-
misferi possono determinare una particolare vulnerabilità nei con-
fronti di problemi emotivi e sociali.
Relazioni interpersonali che facilitano lo sviluppo di entrambi gli
emisferi e l’integrazione delle loro funzioni favoriscono il benesse-
re psicologico. Dialoghi “riflessivi” in cui il linguaggio viene utiliz-
zato per descrivere stati della mente di altre persone, inclusi i due
membri della coppia, possono favorire l’integrazione bilaterale fra
i due emisferi, nel bambino come nell’adulto. Le relazioni inter-
personali possono fornire esperienze di attaccamento che permet-
tono simili cambiamenti neurofisiologici anche nelle fasi più adul-
te o più tardive della vita di ogni individuo ed il cambiamento può
avvenire a ogni età.
Percorsi di crescita emozionale posso essere possibili attraverso
vari tipi di relazioni interpersonali, anche del tutto naturali, quali
amicizia, matrimonio e così via, le quali possono proseguire per
tutta la vita a influenzare lo sviluppo della mente.
In particolare, poi, le relazioni terapeutiche possono favorire la
114 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
sviluppo nella singola mente e nelle menti di più individui che in-
teragiscono tra loro, in una complessa interdipendenza biologica
dei nostri mondi interni e sociali.
Lo stabilirsi di connessioni dirette fra le menti coinvolge una forma
di risonanza in cui energia e informazioni possono fluire libera-
mente da un cervello all’altro. È in questi momenti particolarmen-
te intensi, in questi stati di risonanza interpersonale, che riusciamo
veramente ad apprezzare come le relazioni con gli altri possano
nutrire e curare le nostre menti.
L’approccio sistemico-relazionale-simbolico-esperienziale
Seconda seduta
Vengono Mario e Luisa. Lui mi restituisce, compilati, i “compiti a
casa”. Gliene avevo dati due: innanzitutto “La passione del gioco”,
di Robert Lacedeur (2003), che consiste nel rappresentare, anne-
rendo l’interno d’un cerchio vuoto, il posto che il gioco occupa
nella vita del paziente. Mario ha lasciato una parte bianca centrale
che “rappresenta la parte migliore di sé, agli inizi della sua carriera
di giocatore”, e un cerchio nero esterno, che “rappresenta la nega-
tività e il declino del suo essere”; ancora più fuori, vede “molto li-
mitatamente una piccola frazione di recupero”.
Il secondo esercizio è “La carta di rete”, di Lia Sanicola e Sabrina
122 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Luisa nel corso della seduta diviene un po’ meno arrabbiata. In-
troduco per l’estate l’idea di una vacanza in coppia. Confermo la
terapia farmacologica a Mario: valproato (“Depakin Chrono”) 500
mg. la sera, da controllare con valproatemia, e citalopram (20
mg/die). Come compiti a casa do’ loro quelli di preparare le foto di
famiglia e di portare in seduta i genogrammi, disegnati su un
grande foglio, delle loro famiglie di origine su almeno 3 genera-
zioni (nonni, genitori, i loro fratelli, loro due e i loro figli).
Punti importanti della psicoterapia: innanzitutto, la creazione del
legame terapeutico. La terapia inizia con l’incontro tra due sistemi,
terapeuta e famiglia, che fino ad allora non si conoscono. Fin dal
primo incontro tra questi due sistemi inizia la negoziazione della
relazione terapeutica, che viene costruita attraverso il “Joining”. La
parola deriva dall’inglese “to join” (unirsi, associarsi), la cui radice
è la stessa del “iugum” latino (il giogo che unisce due buoi a tirare
l’aratro). Si tratta di creare assieme un legame, innanzitutto emoti-
vo; di “associarsi” per dar vita al processo terapeutico. E questo
“associarsi”, come abbiamo visto, è già terapia! Occorre quindi che
il terapeuta proceda muovendosi tra le sue competenze, la sua
formazione di base e le risposte della famiglia alle sue iniziative;
che metta in azione quelle parti di sé che gli sembrano congrue
con quella famiglia, che conduca la terapia in adesione allo stile
della famiglia, promuovendo uno sviluppo compatibile: rispettan-
do le regole di quel sistema-famiglia, della sua organizzazione e dei
suoi tempi evolutivi. Occorre quindi affrontare il vissuto della fa-
miglia ed avere capacità di ascolto. Lavorare sullo spazio emozio-
nale, che consente di ottenere la chiave di accesso, il “passaggio
segreto” per entrare.
Sin dal primo incontro si introducono, poi, i temi che si sviluppe-
ranno meglio in seguito: la ricostruzione delle storie transgenera-
zionali (almeno 3 generazioni); il recupero del passato;
l’importanza del ciclo vitale di quella famiglia; il rilievo delle sog-
gettività individuali; l’esplorazione dei “miti” e dei fantasmi fami-
liari; il colloquio sempre ispirato al dialogo e alla co-costruzione
della relazione.
Quinta seduta
Mario dice subito che ha avuto una ricaduta. Ha giocato nuova-
mente con le slot machine; ha perso in tutto un centinaio di euro,
ripartiti in tre volte (ovviamente, non ha mai vinto). La moglie non
è molto arrabbiata, appare abbastanza disponibile anche se un po’
sarcastica.
Nella prima parte della seduta preferisco lavorare su aspetti cogni-
tivi: voglio tenere lì le emozioni (che sento che ci sono, e forti)
senza esasperarle. Parliamo di come funzionano le macchinette: su
100 euro, ad esempio, una parte va allo stato, una al gestore, una
al proprietario delle macchinette e una, infine al giocatore; dicia-
mo che ogni 100 euro giocati, 70 all’incirca tornano a chi gioca, 30
vanno agli altri. Quindi, più si gioca, più – per i grandi numeri – si
è sicuri di perdere…
Lui risponde che le slot machine attuali hanno il logo dei Monopo-
li di Stato “gioco sicuro”. Commento che “gioco sicuro” significa
che è un gioco legale. Per il resto, si è “sicuri” di perdere. Spiego
Vol. I - 2009 Lavori Originali 125
Sesta seduta
Sono più tranquilli, siedono vicini, con posture simili. Entrambi
abbastanza sorridenti, si alternano nel raccontare.
Non sono più andati a scuola di ballo perché la coppia che li ac-
compagnava ha smesso di andare e per adesso loro non hanno la
macchina (stanno facendo sacrifici per pagare i debiti).
Parliamo della passione che lui ha riguardo al mangiare, e tranquil-
lamente mi confessa che ha l’abitudine di associare ai pasti una
buona dose di vino, mi chiede se fa male, visti anche i farmaci che
prende. Spiego loro la reale tossicità dell’alcol e del vino anche a
basse dosi e del modesto effetto protettivo di quantità moderate di
vino ai pasti esclusivamente se si consumano cibi a base di carne e
grassi (effetto antiossidante). Parliamo delle varie dipendenze, tra
cui quella da fumo di tabacco che hanno tutti e due (specie Luisa).
Sui “punti deboli” che ognuno vede nell’altro, si rimproverano a
vicenda. Li invito a parlarsi e ascoltarsi di più, per cercare di im-
medesimarsi e capirsi l’un l’altra. Come per lei non è facile smette-
re di fumare, per lui non è facile smettere di bere vino, in quantità,
ai pasti.
Vol. I - 2009 Lavori Originali 127
Luisa racconta di come siano andati alla sala giochi, ma appena en-
trati lei è rimasta stordita dalle luci, dalla musica e da tutta la gente
che giocava, ha provato una forte vergogna ed è voluta subito usci-
re. Lui in questo mese non ha più giocato.
Mario definisce Luisa molto più forte e decisa di lui, e definisce la
sua reazione di rifiuto una “risposta dura a ciò che a me ha provo-
cato un danno”. Commento che gli ha fatto sempre da mamma. Lei
spiega che quando si fidanzarono, lei era più matura e “siccome lui
non aveva polso, il polso lo ha preso lei”. Mi racconta ad esempio
di quando, da sposati, andarono a vivere in case della madre di lui:
ma quando questa divenne troppo invadente, lei se ne andò e si
portò lui con sé; fecero sacrifici ma vissero indipendenti.
Andando avanti col racconto, arriviamo a quello che fu definito da
lui un periodo molto bello (dal 1993 al 1998). Domando cosa po-
teva essere successo perché, proprio alla fine di quel periodo, lui
cominciasse a giocare in modo sempre più forte. Mario mi raccon-
ta di come, a un certo punto, avesse cambiato lavoro, accettando
l’offerta di una nuova ditta che gli prometteva maggiori entrate: ma
la cosa non andò bene e si trovò a confrontarsi con un peggiora-
mento lavorativo. Disponendo di somme di denaro contante, si
mise a usarle per giocare al lotto: scattò una molla che lo fece gio-
care sempre di più (specialmente dopo la morte della madre, che
giocava regolarmente al lotto, ma somme modeste). Ripetiamo il
lavoro cognitivo sul “gioco sicuro”: chi lo fa, è “sicuro di perdere”
se gioca regolarmente. Non è per la vincita che lui gioca, ma per le
emozioni che prova giocando.
Li invito perciò a riprovare a giocare assieme: per capire che emo-
zioni lui prova, che piacere ne ha. Ripeto: al massimo 20 euro in
tutto il mese, meno di una sera in pizzeria.
Visto che parliamo di piaceri, Luisa torna a parlare del ballo, che le
piacerebbe “ma lui non ce la porta”; li consiglio di riprovare a una
scuola di ballo più vicina a casa, dove possono andare anche a
piedi.
Alla fine della seduta sono sorridenti e complici; si ammiccano
spesso tra loro, dall’iniziale posizione reciprocamente critica, a-
desso sono passati a farsi complimenti; lui le dice apertamente
che, anche così aggressiva, la moglie gli piace molto; lei è parteci-
pe e sorridente. Si capisce che non sono abituati a parlarsi l’un
128 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Settima seduta
L’ultima (sino adesso). Mi dicono subito che non hanno fatto la
“scelta salutista”, anche se hanno ridotto un poco le sigarette ed il
vino ai pasti. Tuttavia, proprio perché incompatibile col vino ai pa-
Vol. I - 2009 Lavori Originali 129
Conclusione
BIBLIOGRAFIA
Ugo Corrieri
TERAPIA INTEGRATA DEL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO
RIASSUNTO
Il gioco d’azzardo è praticato oggi da oltre 30 milioni di italiani; costitui-
sce la 5° industria del Paese, con 46,5 miliardi di Euro spesi nel 2008. Il
gioco d’azzardo patologico colpisce, come patologia da dipendenza, circa
2 milioni di persone in Italia. L’autore presenta la psicologia del gioco
d’azzardo, gli elementi di pensiero magico che ne fanno parte, la teoria
del “sensation-seeking”, il passaggio al gioco d’azzardo patologico, i fe-
nomeni di addiction ed i costi sociali. L’autore presenta inoltre una detta-
gliata spiegazione neurobiologica della psicoterapia relazionale e dei mec-
canismi interpersonali di crescita e cambiamento, evidenziando come le
menti di più individui interagiscono tra loro in una complessa interdipen-
denza biologica dei loro mondi interni e sociali. L’Autore introduce quindi
l’approccio sistemico-relazionale simbolico-esperienziale e riassume una
terapia familiare di un caso di gioco d’azzardo patologico, evidenziando
come sia fondamentale lavorare con le risorse delle persone e dei loro si-
stemi familiari e sociali.
Vol. I - 2009 Lavori Originali 135
Ugo Corrieri
INTEGRATED THERAPY OF PATHOLOGICAL GAMBLING
SUMMARY
Gambling is nowadays practiced by over 30 million Italians and is the 5th
industry of the Country, with 46.5 billion Euros spent in 2008. Pathologi-
cal gambling is also affecting in Italy, as addiction disease, approximately 2
million people. The author presents the psychology of gambling, the ele-
ments of magical thought that are part of it, the theory of “sensation-
seeking”, the transition to pathological gambling, the phenomena of ad-
diction and their social costs. The author also presents a detailed neuro-
biological explanation of relational psychotherapy and interpersonal me-
chanisms of growth and change, emphasizing how the minds of most
people interact with each other in a complex biological interdependence
of their internal and social worlds. The author then introduces the syste-
mic-relational symbolic-experiential approach and finally summarizes a
family therapy of a case of pathological gambling, highlighting how it is
essential to work with the resources of individuals and their family and
social systems.
L’Autore
Premessa
Fisiologia dell’orgasmo
Neurotrasmettitori e sessualità
Sistema colinergico
Esistono alcune prove in base a cui tale sistema di neurotrasmis-
sione potrebbe essere implicato nel funzionamento sessuale in
quanto nell’uomo alcuni agenti psicotropi, (ad esempio antide-
pressivi triciclici), producono disturbi dell’erezione e inibizione
orgasmica.
Sistema dopaminergico
Tale sistema è diffusamente distribuito per tutto il sistema nervoso
centrale (SNC) e anche in organi periferici, come la pelvi, il pene e
i vasi deferenti.
La stimolazione dopaminergica della porzione ventrale dello stria-
to produrrebbe un aumento del desiderio sessuale, mentre lo
striato dorsale controllerebbe il processo della penetrazione e
dell’eiaculazione. Secondo questo punto di vista, la dopamina
Vol. I - 2009 Lavori Originali 141
Sistema noradrenergico
È noto che la somministrazione di antidepressivi triciclici del tipo
“noradrenergico” (come la desipramina e la nortriptilina) produce
inibizione del desiderio, disfunzione dell’erezione e anorgasmia.
Di conseguenza, si potrebbe ipotizzare che una minore operatività
noradrenergica sia connessa a disfunzione sessuale, anche se non
è chiaro se i problemi sessuali nei depressi trattati con tali farmaci
siano da imputare alla condizione patologica stessa o all’agente te-
rapeutico impiegato.
Sistema serotoninergico
Sembra che l’azione serotoninergica possa esercitare sulla sessuali-
tà effetti sia inibitori sia stimolatori ma i precisi meccanismi di que-
sti non sono stati ancora chiariti.
Riassumendo Schematicamente:
Dopamina recettore DI e D2 facilita
Noradrenalina recettore alfa e alfa2 inibisce
Serotonina recettore 5HT-1° facilita/inibisce
recettore 5HT-1C facilita
recettore 5HT-2 inibisce/facilita
Acetilcolina facilita
ACTH facilita
C.R.F. inibisce
GABA inibisce
Ossitocina facilita
142 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Ormoni e sessualità
Gonadotropine
Abbiamo visto che l’LH, l’FSH e la prolattina sono i tre principali
ormoni ipofisari di tipo gonadotropinico la cui produzione è inne-
scata e regolata da fattori ipotalamici.
L’LH presenta tre effetti specifici: incrementa il flusso sanguigno
alle ovaie o ai testicoli e quindi aumenta la fornitura di sostanze
necessarie alla sintesi degli ormoni steroidei. In secondo luogo,
promuove la sintesi degli steroidi dalle gonadi, fondamentalmente
stimolando la trasformazione del colesterolo in pregnenolone e,
nelle femmine, in progesterone. Nel maschio, tale stimolazione in-
duce le cellule interstiziali o di Leydig dei testicoli a produrre te-
stosterone. Nella femmina l’LH induce l’ovulazione in un follicolo
che è stato attivato dall’FSH.
144 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Ormoni steroidei
Gli androgeni svolgono un ruolo fondamentale nella differenzia-
zione sessuale nelle prime fasi ontogenetiche. Il loro aumento nel
corso della pubertà produce nei maschi il definitivo sviluppo delle
caratteristiche sessuali primarie e secondarie: l’ingrossamento del
pene, dello scroto, dei testicoli, oltre alla maggiore sensibilità di
questi tessuti alla stimolazione tattile; la distribuzione pilifera ma-
schile (che si esprime completamente solo nella vita adulta); le
modificazioni della laringe con relativo abbassamento della tonali-
tà della voce; l’attivazione delle ghiandole sudoripare e sebacee
Vol. I - 2009 Lavori Originali 145
Fattori Vascolari
Nel maschio:
· Sistema Arterioso.
· Sistema Cavernoso.
· Sistema Venoso Penieno.
· Controllo locale dell’erezione.
Controllo neurologico dei muscoli lisci, comprende:
· Componente adrenergica: il controllo adrenergico è tonico
mantiene lo stato di flacidità. Farmaci alfa –bloccanti produco-
no erezione.
· Componente Colinergica: ancora non del tutto chiarita.
· Componente non Adrenergica non Colinergica: comprende va-
rie sostanze come VIP, sotanze P, CGRP-calcitonin-gene related
peptide.
Controllo non Neurologico:
· L’acetilcolina provoca contrazione dei muscoli a condizione che
l’endotelio sia integro. Il mediatore è stato definito EDRF (en-
dothelim derived relaxation factor) e identificato come ossido
nitrico.
l’impotenza.
La MDMA comunemente detto ecstasy molto in voga nelle disco-
teche e nei Raves Parties, associa un lieve effetto psichedelico a
quello stimolante, disinibente ed empatizzante. I consumatori rife-
riscono di poter avere rapporti sessuali per molte ore e di poter
ballare continuativamente anche per otto ore.
La somministrazione acuta di oppiacei, come l’eroina, riduce i
tassi plasmatici di testosterone comportando difficoltà di erezione,
ritardo dell’eiaculazione ed impotenza.
Gli antagonisti degli oppioidi come il Naltrexone provocano ec-
citazione alle dosi di 50 mg. per os con comparsa di erezione e
fantasie erotiche per circa tre ore.
Il Naloxone, analogo molto meno potente, induce desiderio ses-
suale in soggetti abitualmente indifferenti ma non in quelli con ri-
ferita normale attività copulatoria.
La dietilamide dell’acido lisergico nota come LSD è un potente al-
lucinogeno che deprime l’attività sessuale.
La Nicotina ha effetti sui livelli plasmatici degli ormoni sessuali
prevalentemente inibitori. I danni arrecati al microcircolo sono alla
base dell’impotenza.
La Cocaina ha effetti simili a quelli delle anfetamine con cui con-
divide la capacità di dare euforia per esaltazione dei centri del pia-
cere, sensazione di potenza, tolleranza alla fatica, aumento del de-
siderio sessuale. Poiché è un potente vasocostrittore i suoi effetti
sull’attività sessuale sono differenti a seconda delle dosi, aumen-
tando inizialmente la prestazione per aumento del vigore con un
ritardo dell’eiaculazione per dosi molto basse, inibendo comple-
tamente l’orgasmo a dosi medie, rendendo impossibile l’erezione
a dosi elevate. Il consumatore cronico in genere è affetto da para-
noia, inappetenza, stanchezza, abulia ed è privo di interesse per
qualsiasi attività compresa quella sessuale.
La Pemolina è uno stimolante del sistema nervoso centrale utiliz-
zata alla dose di 20-50 mg. per potenziare le facoltà mentali senza
avere gli effetti collaterali delle amfetamine, in combinazione con
ioimbina, stricnina e metiltestosterone è stato proposto in al-
cuni paesi come farmaco per aumentare la potenza sessuale.
Veniamo ora ad un gruppo di sostanze di derivazione vegetale.
Alcune, specialmente quelle provenienti dall’Oriente, hanno avuto
150 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
4) Metabolici ed antifatica
Supplementi ed integratori
Erbe e prodotti fitoterapici
5) Effettori locali
Papaverina
Prostaglandine
Sidenafil
Il campione
Risultati
Dall’analisi quantitativa dei questionari, relativamente al tema della
tossicodipendenza, emerge che quasi la totalità del campione di
120 soggetti (94%) è in terapia per eroina e il farmaco su cui si ba-
sa la terapia è il metadone (87%). Più della metà dei soggetti (64%)
156 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
COSA IL SOGGETTO
HA PROVATO
SOTTO L’EFFETTO
DI SOSTANZE A
BREVE TERMINE
Considerazioni conclusive
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Vol. I - 2009 Lavori Originali 171
RIASSUNTO
Esiste una correlazione tra l’uso di sostanze psicoattive e l’insorgenza di
disturbi cognitivi comportamentali e della sfera sessuale.
Riportiamo i dati di uno studio condotto su 120 soggetti in cura presso i
Ser.T di Padova e Salonicco da cui risulta che il 70% di questi soggetti pre-
senta sia disturbi sessuali che disfunzioni sessuali
172 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Gli Autori
Gudo Bozak
TRATTAMENTO IPNOTICO
IN UN CASO DI DISTURBO PSICOSOMATICO
Presentazione
Trattamento
L’ipnosi
spensabile per avere successo dopo… Con calma, ora lei si mette
qui a pensare … Invece di far pensieri lunghi e difficili con tante
idee dentro, provi a fare dei pensieri brevi e semplici… dove ogni
pensiero contiene una sola idea, semplice e chiara… così poi
quando parlerà, ogni cosa risulterà chiara e convincente… e andrà
tutto bene… Si prenda tutto il tempo che le occorre e prepari be-
ne tutti i suoi pensieri.”
Dopo una quindicina di minuti, Giacomo ci comunica che i pen-
sieri sono pronti.
N.: “Benissimo. Ora provi a immaginare una scena in cui lei e il
suo parente siete insieme, in un posto tranquillo… e lei gli parla
… Riesce a visualizzare questa scena?”
G.: “… sì… siamo io e lui… camminiamo nel parco… io sto par-
lando… lui ascolta…”
N.: “Molto bene… continui a guardare questa scena in cui lei dice
tutte le cose che deve dire… le dice con calma, semplicità, chiarez-
za… ma anche con fermezza… e il suo interlocutore capisce tutto
subito senza fare confusione.”
Lasciamo parlare Giacomo e noi restiamo in silenzio. Aspettiamo.
Dopo cinque minuti circa, Giacomo prende la parola.
G.: “Ecco… gli ho parlato… gli ho detto tutto…”
N.: “Bene … continui pure a visualizzare la scena di voi due nel
parco… ma stavolta mentre fate un dialogo … Dopo che lei ha par-
lato e lui ha ascoltato, immagini che parli lui e le risponda qualco-
sa, non si sa cosa, ma qualunque cosa sia, lei ascolta, tranquillo…
quindi, lei gli risponde, tranquillo… e così via, vi alternate nel par-
lare… vi spiegate i punti di vista reciproci, con calma…
Si lasci andare a immaginare cosa potrebbe dire lui, cosa potrebbe
dire lei… resti un po’ così, a fantasticare sui possibili discorsi di
lui, di lei… e lei che parla sempre con calma, semplicità, chiarezza,
ma anche con fermezza…
Se fa attenzione a questo dialogo, e affina un po’ l’udito, può addi-
rittura arrivare a sentire le parole che i due personaggi si scambia-
no durante il loro dialogo.”
Restiamo in silenzio. Lasciamo Giacomo nel suo dialogo fantastico,
perché ci si alleni e ci faccia confidenza. Aspettiamo.
Dopo una ventina di minuti, Giacomo ci avvisa che il suo immagi-
nario colloquio è terminato.
182 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
1
In India questa energia vitale universale è il “prana”. Giustamente vanno
usate le metafore che il paziente conosce (o che è in grado di capire) con
il linguaggio con cui le conosce. (R. A. di B.)
184 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Conclusione
sue vicende.
Giacomo: “Ho incontrato il mio parente, ci siamo parlati. È stato
più facile di quello che credevo, ci siamo chiariti… e non ho più la
dissenteria. Sto bene. Ma… è possibile che sia guarito?”
Noi: “Sì. È possibile. È guarito.”
Lo abbiamo rivisto alcuni mesi dopo, in un incontro casuale, in cit-
tà.
Ci ha confermato che stava bene e non aveva più avuto ricadute.
Non succede sempre così. Di solito, occorrono più sedute per gua-
rire, ma a volte succede proprio così
186 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Gudo Bozak
TRATTAMENTO IPNOTICO IN UN CASO DI DISTURBO
PSICOSOMATICO
RIASSUNTO
Partendo dalla base di una relazione empatica, in cui la persona malata
ripone la propria fiducia nel terapeuta, L’Autore la guida verso la scoperta
di capacità psicologiche proprie, che la rendono fiduciosa di se stessa e
capace di guarire. Inoltre, L’Autore mostra l’uso dinamico e la grande ver-
satilità di quello straordinario strumento chiamato ipnosi.
Gudo Bozak
HYPNOTIC TREATMENT IN A CASE OF PSYCHOSOMATIC DISEASE
SUMMARY
Starting from the base of an empathetic relation, in which a sick man is
confident on the therapist only, the Author leads that man to the discovery
of his own psychological capacities, so that man becomes self-confident
and capable to heal himself. Besides, the Author shows the dynamic use
and great versatility of that extraordinary tool called hypnosis.
L’Autore
Anna Rossi
Introduzione
1
Tesi di Specializzazione in Psicoterapia ad indirizzo Ipnosi Clinica, Scuo-
la S.M.I.P.I., A.A. 2008/2009.
Vol. I - 2009 Casi Clinici 189
Un caso clinico
La storia
Paula è una giovane ballerina Brasiliana, residente in Italia da or-
mai dieci anni, affetta da un disturbo borderline di personalità. El-
la conserva intatta la capacità di valutare razionalmente la realtà
per comprendere lo svilupparsi degli eventi ed il concatenarsi del-
le relazioni. Racconta come i suoi disturbi, esorditi in età infantile,
siano collegati ad una vera e propria malattia psichica, e che su tale
sintomatologia si siano poi sovrapposti i disturbi collegati alla ma-
gia. Secondo la sua stessa definizione, Paula avverte una “dimen-
sione spirituale della vita”, con un atteggiamento distaccato e ra-
zionalmente consapevole. Questa dimensione animistica le viene
tramandata dal padre, in possesso di doti premonitrici relative ad
eventi negativi che si sarebbero sempre verificati ineluttabilmente
nonostante i suoi vani tentativi di modificarli.
I primi disturbi di Paula iniziano nella preadolescenza: ribelle,
provocatoria, aggressiva, violenta, entra in conflitto coi genitori
che sembrano non accorgersi della sua sofferenza, mostrando di-
sinteresse e profonda incapacità di accudimento affettivo. Su tali
disturbi si inserisce la componente magica, una “macumba” prati-
cata dall’amante del padre contro di lei, che aggrava la problemati-
ca della ragazzina.
Paula infatti, scoperta la relazione del padre, aveva aggredito fisi-
camente la donna ed informato il marito del tradimento, facendole
perdere la custodia dei figli.
Appare intuibile come si possa proporre una lettura dell’episodio
in termini di “senso di colpa” da parte della paziente, ma questo
non sminuisce l’importanza della spiegazione magica, che ne risul-
ta invece rafforzata, assumendo un significato ancora più preciso.
Da quando le erano state rivolte contro pratiche magiche, Paula
aveva iniziato a presentare allucinazioni uditive. Udiva la voce di
190 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Le allucinazioni
Paula, ha la capacità di discriminare l’effetto disturbante e irrazio-
nale delle proprie allucinazioni, ed inserisce questa fenomenologia
nella propria cultura.
Queste esperienze, osservate in senso animistico, appaiono in tota-
le sintonia e coerenza con la realtà nella quale si muove la pazien-
te, conservando così una trama di significati che possono essere
condivisi. Paula stessa, introducendo le premesse teoriche e ideo-
logiche della propria cultura, ha la possibilità di spiegare la propria
sofferenza salvando i propri valori religiosi, che osserva e rispetta
ma dei quali ha paura.
Riesce così, rassicurata da un atteggiamento privo di pregiudizi di
ascolto e di accettazione della sua parte più genuina, a dare spie-
gazioni culturali delle proprie allucinazioni, descrivendo le cause
che le determinano e le pratiche terapeutiche che le fanno scom-
parire.
Disperata per l’irrisolvibilità della situazione (le “voci” e l’angoscia
non erano svanite con la terapia farmacologia che pure assumeva
di buon grado 2) Paula decideva di tornare in Brasile per sottoporsi
ad un rituale di “ purificazione” dalla precedente fattura.
In un primo tempo si sottoponeva a massaggi con unguenti ed er-
be ma senza beneficio. La mancanza di risultati veniva spiegata dal
fatto che le era stata praticata una fattura di particolare forza che
richiedeva pertanto un intervento più complesso.
Per allontanare le forze negative responsabili di molte sofferenze si
rendeva così necessario l’intervento di tre terapeuti. Veniva quindi
allestito un rituale con un rogo purificatorio, in cui venivano bru-
ciati alcuni oggetti simbolici. Questo secondo trattamento aveva
garantito un deciso miglioramento delle condizioni della paziente:
2
Gli psicofarmaci non modificano le convinzioni profonde da cui nasce la
psicopatologia, al massimo possono attenuarne gli effetti. (R.A. di B.)
Vol. I - 2009 Casi Clinici 191
aveva nei confronti del marito. Le chiesi, visto che era una balleri-
na, se voleva danzare con me le tappe per affrontare il “drago”,
cioè la sua angoscia, passando attraverso varie tappe per trovare
delle soluzioni del tutto nuove.
Lei mi rispose che non era pronta a farlo. La rassicurai dicendo che
gliele avrei illustrate io stessa e, se la cosa le fosse piaciuta, le a-
vremmo potute esplorare insieme.
Mi feci un po’ di spazio fra i due letti della camera e disegnai con
un gesso sul pavimento i 5 cerchi della diversa consapevolezza del
“drago” e misi al centro un telo simbolo del “mantello del mago”
ciò che può trasformare il “drago”.
Le spiegai, muovendomi da un cerchio all’altro che:
- il primo riguardava l’innocenza: il sapere dell’esistenza del drago,
ma non il sapere su come affrontarlo;
- il secondo la solitudine: la sottomissione al drago;
- il terzo il martirio: il sacrificio per il drago;
- il quarto la distrazione: il fare finta che il drago non esista e oc-
cuparsi di altre cose;
- il quinto la guerra: il combattere il drago;
- quello al centro era il cerchio del” mago”, colui che col suo man-
tello può vedere il “drago” in un modo diverso.
Incuriosita e affascinata da questa nuova prospettiva, Paula si affidò
completamente e mani nelle mani ad occhi chiusi cominciai ad ac-
compagnarla coraggiosamente e amorevolmente incontro alla tra-
sformazione di una realtà che si proponeva come un angosciante
macigno. Danzando di cerchio in cerchio ad occhi chiusi, con sug-
gestioni che calavano, nella diversa consapevolezza di elementi e
modalità già vissute su come affrontare la paura, arrivammo final-
mente al cerchio del mago. A questo punto la invitai ad indossare
il mantello del mago per ascoltare quello che la sua paura aveva da
dirle.
Paula si fermò fece il gesto di indossare il mantello, le lacrime
sgorgavano dai suoi occhi chiusi e piangendo gridò: “ti amo”.
Il giorno successivo fu inviata in permesso a casa per festeggiare il
compleanno del figlio e trascorse in famiglia una giornata armo-
niosa.
194 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Discussione e conclusioni
Bibliografia:
3
Spesso in psicoterapia l’operatore cerca di “convertire” il paziente alle
proprie convinzioni, comportamento che molto spesso è solo uno spreco
di tempo; invece accettare ed entrare nella mentalità del paziente per rie-
laborarne in positivo gli elementi vissuti in modo patogenetico è il com-
portamento efficace. (R.A. di B.)
196 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Anna Rossi
VIAGGIO FRA MAGIA NERA E DISTURBO PSICHIATRICO
Anna Rossi
A JOURNEY BETWEEN BLACK MAGIC
AND ETHNOPSYCHIATRIC
L’Autrice
Introduzione
Descrizione
Comportamento clinico
Inquadramento
Preparazione
- fase A
Dopo essersi rilassata, la paziente è stata invitata a sperimentare un
piacevole stato di benessere immaginando una passeggiata in
campagna con i suoi figli che spingono la carrozzina e raccolgono
fiori per lei. Durante la trance è stata esortata ad annusare i fiori
che i figli le avevano raccolto e a respirare, a pieni polmoni e a
bocca aperta, l’aria di quel luogo immaginario dove la passeggiata
si svolge. Successivamente è stata poi ancorata l’apertura della
bocca alla piacevole sensazione del profumo dei fiori raccolti dai
figli durante la passeggiata4,5.
-fase B
Dopo il risveglio dalla trance, viene condotta da noi in sala opera-
toria direttamente dall’ambulatorio. Le abbiamo dato un occhiali-
no nasale per ossigeno terapia e l’abbiamo nuovamente invitata ad
aprire la bocca e a respirare solamente col naso; durante questo
esercizio, per simulare l’intervento odontoiatrico, abbiamo provato
a tappare con le mani la bocca già aperta della paziente, di modo
che non vi fosse alcun flusso di aria per via orale. Durante questa
manovra abbiamo detto alla signora che l’ossigeno erogato attra-
verso l’occhialino nasale era come il profumo dei fiori colti dai
propri figli durante la passeggiata, e nonostante avesse la bocca
letteralmente tappata dalle nostre mani, riusciva a respirare bene,
come prima non accadeva.
In seguito si regala alla paziente un dispositivo per somministra-
zione nasale di ossigeno, al fine di consentirle di esercitarsi a re-
spirare dal naso a bocca aperta, in vista del trattamento odontoia-
trico.
Trattamento
Conclusioni
Sul caso descritto gli autori possono trarre due conclusioni appa-
rentemente antitetiche: i medici che hanno trattato la paziente af-
fetta da SLA sono soddisfatti del risultato clinico; i ricercatori che
hanno descritto il caso sono insoddisfatti poiché non riescono a
dare spiegazione scientifica * di quanto hanno osservato.
Di certo la chiave del successo conseguito non può essere tanto
ricercata nella sfera cognitiva legata in gran parte allo stato di ve-
glia, quanto piuttosto nella possibilità dello stato mentale di ipnosi
*
Chissà se mai sarà possibile dare una spiegazione scientifica di “miracoli”
come questo, d’altra parte sono più importanti: il risultato clinico pratico
e la dimostrazione della possibilità di realizzarlo. Questo esempio può es-
sere utile in altri casi con simili problematiche: gli interventi potranno es-
sere analoghi, ma naturalmente andranno di volta in volta adattati su mi-
sura per il singolo paziente. (R.A. di B.
202 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Bibliografia
SUMMARY
ALS is a neurodegenerative pathology. It makes increasingly die all the mo-
toneurons. The death of these motoneurons happens slowly, in an a-
mount of time that can go from a month at least to years at the most. The
motoneurons that are still working do the work even for the ones that are
already dead; when these ones can’t do the work of the dead ones, the
patient affected by ALS, can get a partial paralysis. ALS start to show up
with disfunctions of the motor system and it can brings to death because
the patient isn’t able to breath anymore.
We treated a woman affected by ALS. She on weelchair and was wasn’t a-
ble to speak and she needed an odontoiatric treatment, but she was an-
xious because she couldn’t breath with her nose while she was receiving
her treatment. We decided not to sedate her farmacologically because we
were afraid to cause some side effects. So we decided to go on with a
phsycotherapic approach: hypnosis.
This work wants to show a new approach to patients that because of their
situation don’t receive appropriate treatments.
Gli Autori
Massimo Arcella
Introduzione
delle vecchie amalgame che più o meno tutti abbiamo” che durerà
diverso tempo, con risultati opinabili.
Nel marzo del 2007 l’ansia è sempre più presente e decide per una
psicoterapia.
La psicoterapia
Trattamento
Gli obiettivi del percorso sono stati diversi. Prima cercando di libe-
rare la mente da preconcetti e modalità restrittive di sviluppo della
soluzione, questo ha aperto nuovi territori da esplorare e conosce-
re, grazie all’implementazione di nuove strategie e abilità persona-
li, questo ha portato la consapevolezza di livelli multipli del suo
essere. La terapia è durata 35 sedute a cadenza mista, prima setti-
212 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Bibliografia
Massimo Arcella
UNA NEVRALGIA ATIPICA DEL TRIGEMINO
RIASSUNTO
Un caso di nevralgia del trigemino atipica come sintomo di un disagio
comunicativo arcaico. L’utilizzo della metafora e dei vizi della linguistica
tra occidente e oriente come strumento di ristrutturazione in terapia, la
strada della consapevolezza. Inquadramento del caso, dalla storia passata
ai fattori oggettivabili; dalla rilettura e ristrutturazione delle relazioni fa-
migliari al miglioramento dei temi di colpa e vergogna. Il brutto anatroc-
colo diventerà un cigno.
Massimo Arcella
ONE ATIPIC TRIGEMINAL NEURALGIA
Key words: neuralgia, trigeminal, metaphor, communication, Koan.
SUMMARY
A case of atipic trigeminal neuralgia as a symptom of an archaic communi-
cative discomfort. The metaphor and the use of linguistic vices, between
the West and the East as an instrument of restructuration into the therapy,
the way of consciousness. The definition of the case, from the past history
to objectivable factors; from the rereading and the restructuration of the
family relations to an improvement of themes of blame and shyness.
“The ugly duckling will become/is going to become a swan…”.
L’Autore
REVISIONI
DELLA LETTERATURA
Vol. I - 2009 Revisioni della Letteratura 225
LA GESTALT
Introduzione
Presupposti teorici
Perls e i suoi collaboratori nel dar vita alla psicologia della Gestalt
hanno compiuto un’opera d’integrazione di svariate correnti psico-
logiche, filosofiche e psicoterapeutiche europee, americane ed o-
rientali. Sono stati tra i maggiori sostenitori della psicologia uma-
nistico - esistenziale, da cui è derivata l’idea che l’intervento tera-
peutico debba restituire alla persona il suo diritto alla propria uni-
1
Non esistono verità assolute nei molteplici universi mentali di persone
diverse.
2
Lo stato mentale di ipnosi non serve per somministrare suggestioni, ma
per rielaborare e cambiare le concettualità ed i vissuti da cui deriva la sof-
ferenza.
Vol. I - 2009 Revisioni della Letteratura 227
La teoria del Sé
Sia Perls che Goodman hanno una visione positiva della natura
umana, che sarebbe originariamente buona, tendente alla autorea-
lizzazione e all’“adattamento creativo” all’ambiente. Se incontra un
ambiente favorevole, l’individuo non deve far altro che lasciare a
questa tendenza la possibilità di realizzarsi e di svilupparsi. La na-
tura umana va solo “lasciata essere”. Dietro la corazza delle regole
e dei sintomi che sembrano formare la “personalità” di ogni indi-
viduo, esiste un nucleo primordiale positivo che deve essere ri-
portato alla luce: questo è il compito prioritario della terapia.
Al riguardo Goodman parla di “Prima Natura” 5 e di “Seconda
Natura” 6, intendendo nel primo caso il nucleo immutabile, che
possiamo anche rimuovere e nascondere sotto varie “incrostature”,
ma che è sempre presente. Se all’essere umano è impedito, o egli
stesso si impedisce, di seguire tale natura, vivrà disagio e malessere
e la sua Prima Natura cercherà sempre l’occasione per riemergere
e completare il suo sviluppo: si tratta delle Gestalt irrisolte che tor-
nano a bussare, non sempre in modi comprensibili e ortodossi,
per arrivare alla chiusura soddisfacente che non si è potuta realiz-
zare. Se la mancanza di chiusura è temporanea, come dovrebbe
essere, la Prima Natura può riemergere e continuare un percorso
di crescita sano. Se invece questi meccanismi di emergenza e di
5
Genetica?
6
Dovuta alla formazione educativa?
236 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Tecniche repressive
7
La psicoterapia non deve essere filosofia: complica solo le situazioni e
non solo non serve a nulla, ma può essere dannosa.
240 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Il continuum di consapevolezza
Tecniche espressive
Conclusioni
Bibliografia
Giusti E., Rosa V., “Psicoterapie della Gestalt”, 2002, A.S.P.I.C. Edizioni
Scientifiche, Roma
Perls F., Hefferline R. F., Goodman P., “Teoria e pratica della Terapia della
Gestalt“, 1971, Astrolabio, Roma
Perls F., “La terapia gestaltica parola per parola”, 1980, Astrolabio, Roma
RIASSUNTO
Si espongono e commentano principi e concetti teorici della Psicologia
della Gestalt riguardo il funzionamento dell’individuo sano e la genesi del-
la psicopatologia. In particolare viene descritto il processo di gratificazio-
ne dei bisogni (“ciclo del contatto - ritiro”) che sarebbe alla base della vita
psicologica di tutti gli individui. Se questo processo viene ostacolato con
varie forme di blocchi, si creano il disagio psicologico o la patologia.
Vengono trattati i temi principali su cui si fonda la pratica della psicotera-
pia della Gestalt e si descrivono le tecniche più usate, suddivise in due tipi
fondamentali: le tecniche “repressive” e quelle “espressive”.
Gli Autori
Dr. Riccardo Arone di Bertolino
Presidente della Società Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
Via Porrettana 466 - 40033 CASALECCHIO di RENO BO
Vincenzo Amendolagine
Bibliografia
10. Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Ve-
nezia – Linee d’indirizzo a servizio degli iscritti, a seguito dell’entrata in
vigore della LG. 248/06 (legge Bersani). Approvate dal Consiglio Direttivo,
con deliberazione n. 20/07 del 29 maggio 2007.
11. Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di
Massa Carrara – Pubblicità Sanitaria – Linee d’indirizzo – Approvate dal
Consiglio Direttivo, con deliberazione n. 33 del 29/03/2007
L’Autore
Vincenzo Amendolagine
Medico – Psicoterapeuta
Via R. Leoncavallo, 35/B, 70123 Bari.
Tel. 080 5346005/3683666622
Vol. I - 2009 Leggi e Decreti 259
LA PSICOTERAPIA
L’IPNOSI
LO PSICOTERAPEUTA
LA SCUOLA
Note
Il costo totale per anno di corso è di 4.000 euro versabile in due
rate, all’inizio di ogni semestre. Non è obbligatoria nessuna psico-
terapia didattica individuale.
276 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
III ANNO
Parte Generale: Psicologia generale III. Psicopatologia e diagno-
stica clinica III. Psicofarmacologia applicata. Neuropsicologia. No-
sologia psichiatrica. Fisiopatologia del dolore. Teorie e tecniche
dei tests. Emergenze psichiatriche. Basi relazionali della medicina.
Rapporto medico-paziente.
Parte Speciale: Psicoterapia psicoagogica e relazionale. Ipnosite-
rapia. Psicoterapia familiare. Psicodramma. Tecniche di regressio-
ne ipnotica II. Terapie corporee. Pratica della psicoterapia III. Se-
minario di ipnologia applicata. Seminario di psicodiagnostica. Psi-
coterapia Geriatrica.
IV ANNO
Parte Generale: Psicofarmacologia applicata. Psicologia forense.
Teorie e tecniche dei tests. Emergenze mediche. Basi relazionali
delle medicine alternative.
Parte Speciale: Psicoterapia psicoagogica e relazionale. Ipnosite-
rapia. Pratica della psicoterapia IV. Tecniche di comunicazione me-
taforica. Tecniche immaginative. Psicoterapia della coppia. L’ipnosi
in medicina generale. L’ipnosi in ostetricia e ginecologia. L’ipnosi
in pediatria. L’ipnosi in geriatria. L’ipnosi in odontostomatologia.
L’ipnosi in odontostomatologia pediatrica. L’ipnosi in dermatolo-
gia. L’ipnosi in gastroenterologia. Ipnosi e dolore. L’ipnosi in on-
cologia. Ipnosi ed alterazioni della coscienza. Eyes movements de-
sensitization and reprocessing.
Il programma di ogni anno è completato dalla partecipazione ai
Convegni S.M.I.P.I., dalla formazione e supervisione personale (50
ore) e dal Tirocinio (100 ore).
Informazioni ed iscrizioni
S.M.I.P.I., Via Porrettana 466, 40033 Casalecchio di Reno BO
tel. 051.573046, fax 051.932309 cell.347.3910625, e-mail inedi-
ta@tin.it.
278 Rivista Medica Italiana di Psicoterapia ed Ipnosi
SEDI e DATE
CORSO DI PSICOTERAPIA ED IPNOSI MEDICA PRIMO
LIVELLO
BOLOGNA
Primo seminario: - sabato 3 e domenica 4 ottobre
Secondo Seminario: - sabato 17 e domenica 18 ottobre
Terzo Seminario: - sabato 7 e domenica 8 novembre 2009
Sede: Starhotel Excelsior, Via Pietramellara 51 (Piazza della
Stazione) Bologna
Quota di partecipazione: EURO 800 + IVA 20% - Orari: 9/12-14/17
ANCONA
Date da stabilire: marzo-aprile 2010
Sede del Corso: Hotel Passetto, Via Thaon de Revel 1, Ancona,
tel.071.31307. Quota di partecipazione: EURO 800 + IVA 20%
Inserzioni