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L'OREFICERIA
NELL'IMPERO DI COSTANTINOPOLI
TRA IV E VI1 SECOLO
M
EDIPCGLIA
Bari 1999
Iii copertina: Atene, Museo Benaki. Coppia di orecchini (inv. 1807).
Sul retro: Ravenna, S. Vitale. Particolare del mosaico con il corteo di Teodora.
Volume pubblicato con il contributo
del Dipartimento di Archeologia dell'università di Bologna
e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
gica generale del materiale noto (cap. 2), permettendo di fornire quindi tutti i
principali elementi di riferimento per lo studio di questo settore. Inoltre, non
mancano alcuni significativi approfondimenti sugli aspetti legati alla circolazio-
ne dei modelli espressivi aulici, ritenuti significativi indicatori di status, in un
fenomeno di omologazione che trova ispirazione nei comportamenti e nelle
scelte dei ceti sociali elevati, e in particolare della corte imperiale (cap. 3).
L'esigenza di un'esposizione analitica ed organica sugli innumerevoli dati
disponibili costituiva una necessità fondamentale per una classe di oggetti spes-
so considerata solo per il suo valore materiale o estetico, conosciuta in genere in
maniera estremamente disomogenea, con difficoltà di ricerca determinate anche
da edizioni non specialistiche, difficilmente rintracciabili a causa del loro carat-
tere locale; non bisogna dimenticare, infine, che gli studi più importanti finora
disponibili, traccia evidente nella conduzione del lavoro, per il carattere stesso
dell'indagine, limitato a settori geografici specifici o a tematiche particolari, se-
gnalavano in maniera ancora più significativa la mancanza di uno strumento di
lavoro unitario, che si ponesse il problema della produzione nei suoi aspetti
complessivi.
È importante inoltre che la ricerca sui materiali, anche per queste produzioni
venga ricollegata alla necessità di una lettura contestuale, di un recupero delle
associazioni e del loro significato, ad un attento esame della composizione e del
valore archeologico dei vari rinvenimenti e del loro livello di affidabilità, sotto-
lineando un'esigenza di metodo che costituisce una premessa imprescindibile
per la ricostruzione storica dei fenomeni produttivi.
La raccolta critica del materiale edito, la presentazione di numerosi reperti
inediti, la revisione diretta di molti altri già noti costituiscono le premesse per la
riflessione su un settore che trova gli studi sul tardoantico arretrati rispetto ai ri-
sultati conseguiti nell'analisi sulle analoghe produzioni di età classica; la docu-
mentazione raccolta contribuisce pertanto in maniera determinante alla com-
prensione di un tema di importanza non trascurabile per la conoscenza della so-
cietà coeva, stabilendo collegamenti con altre espressioni figurative e artigiana-
li e recuperando in sostanza il significato archeologico dei manufatti come do-
cumenti di storia. I1 lavoro di Isabella Baldini Lippolis si presenta dunque e per
metodologie di ricerca e per i risultati conseguiti come una monografia organi-
ca, che colma una lacuna nel settore degli studi sulla fine della tarda antichità e
del mondo protobizantino.
PREMESSA
Ad Anna Sojin
ed Elenn
in un modo che potesse essere funzionale ad una migliore valutazione dei singo-
li elementi. I tipi riconosciuti per ciascuna classe rappresentano quindi solo
un'ipotesi di lavoro, da discutere e costruire in maniera più dettagliata, per com-
prendere problemi artigianali e cronologie, alla luce delle implicazioni di carat-
tere sociale che, già da un esame preliminare, emergono come un aspetto condi-
zionante per le varie forme di produzione e di consumo.
La ricerca si è fondata su una prima ricognizione del materiale siciliano, con-
dotta per una tesi di laurea in Archeologia Cristiana discussa nel1'a.a. 1987188
presso l'università degli Studi di Bologna, sotto il coordinamento e con il fon-
damentale sostegno scientifico di R. Farioli Campanati. In questa occasione
sono stati preziosi la collaborazione della direzione del Museo Archeologico
Regionale di Siracusa e i consigli di P. Porta, che ha seguito la ricerca di tesi. Nel
prosieguo del lavoro importanti suggerimenti si devono a C. D'Angela, disponi-
bile a discutere sia aspetti generali che problemi di specifica interpretazione dei
reperti. Una borsa di studio offerta dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene
diretta da A. Di Vita ha reso possibile lo sviluppo delle tematiche relative alle
collezioni greche e turche e, in particolare, l'analisi della tipologia degli orec-
chini a corpo semilunato. I materiali di provenienza cretese sono stati esaminati
grazie alla disponibilità del Soprintendente M. Bourbudakis e di L. Kalokerinos,
mentre per quelli del Museo Kanellopoulos sono debitrice alla responsabile
della collezione, N. Saraga, e all'Eforia competente.
L'edizione del lavoro, realizzata anche per la disponibilità della Fondazione
della Cassa di Risparmio in Bologna, non sarebbe stata possibile senza l'interes-
samento di G. Sassatelli, direttore del Dipartimento di Archeologia dell'univer-
sità di Bologna. A G. Volpe sono grata, inoltre, per aver offerto l'occasione di
inserire lo studio tra le monografie curate da Edipuglia.
Per la collaborazione ricevuta in vari momenti della ricerca, sono ricono-
scente a J. Alchermes, L. Baldini, L. Caliò, L. Consoli, C. Gianfranceschi, A.
Indellicati e S. Zuzzi. Nel lavoro di redazione sono debitrice alla disponibilità e
cortesia di V. Natali.
Un grazie particolare, infine, ai miei genitori e a mio marito per aver incorag-
giato, sostenuto e condiviso questo lavoro.
Avvertenza: nel catalogo, salvo diversa indicazione, le immagini precedono le rispettive schede;
le misure espresse sono in centimetri e in grammi; nella descrizione dei reperti sono state utilizza-
te le seguenti abbreviazioni:
L lunghezza
I larghezza
a altezza
d diametro
P peso
p.i. provenienza incerta
S.P. senza provenienza
s.1.c. senza luogo di conservazione
s.n. senza numero -
Le iscrizioni sono state riportate nella trascrizione e nello scioglimento forniti dalla bibliografia
specifica. Analogamente ci si è regolati per la denominazione delle pietre utilizzate nei gioielli
nei casi in cui non sia stato possibile un esame autoptico degli esemplari.
l.
L'OREFICERIA BIZANTINA
I PROBLEMI DELLA RICERCA
P. Orsi, allora direttore del museo di Siracusa, di assicurare allo Stato almeno
alcuni oggetti (fig. 1): scoperto nel 1903, questo tesoro appare particolarmente
emblematico delle difficoltà incontrate dall'amministrazione statale nel recu-
pero dei materiali preziosi, facilmente smembrabili e trasportabili lontano dal-
l'area di rinvenimento. I taccuini e le osservazioni dell'orsi, che riuscì fortu-
nosamente a far fotografare e disegnare gran parte degli elementi rinvenuti,
redigendone anche un elenco, sono a questo riguardo estremamente significati-
vi j: ad essi si deve, tra l'altro, la possibilità di riconoscere alcuni dei gioielli,
conservati oggi presso collezioni americane 6, mentre altri, ancora inediti a
quasi un secolo di distanza, possono essere confluiti in collezioni private.
Furono ugualmente dispersi i trentasei gioielli di un unico «ripostiglio»
venuto alla luce in Egitto (fig. 2), venduti tra il 1909 e il 1912 da un antiquario
del Cairo a privati e ad istituzioni americane e tedesche7. La pubblicazione di
questi reperti, datati tra il DI e il VI secolo, venne curata a qualche anno dalla
scoperta da W. Dennison, che dedicò un'intera monografia ad un'analisi detta-
gliata delle oreficerie, offrendone una descrizione anche dal punto di vista tec-
nico e iconografico. La sua opera contribuì a far conoscere meglio anche altri
tesori del VI secolo, rinvenuti nello stesso decennio in Cilicia (Turchia) X, a
Cipro e in Ungheria"', ancora poco noti nella bibliografia: per la prima volta
l'attenzione venne focalizzata su espressioni artigianali difficilmente oggetto di
trattazioni scientifiche, considerate marginalmente anche nei cataloghi generali
dedicati interamente ad oreficerie, come quelli del British Museum curati da
1904, 367-368; Id., O.M. Dalton e da F.H.S. Marshall 12,e del Metropolitan Museum of Art di
1942, 134-141; Pace 1949,437- New York, comprendente i gioielli ciprioti della collezione Palma di CesnolaI3.
438; Fallico 1975.
Vbid. Al Dalton si deve anche un capitolo sull'oreficeria nel suo manuale sull'ar-
Dennison 1918; Greifenha- te bizantina del 1911 che, per i tempi, costituisce un importante tentativo di
gen 1970,65-71; Berli11 1988. sintesi generale del problema, esemplificato attraverso i materiali conservati al
Kondakov 1896.
9Sambon 1906. British Museum l".
InHarnpel 1905.11, 15-39. Più specificatamente orientato a chiarire il significato del Ku~zstwollentar-
"Dalton 1901; Id. 1912. doantico attraverso le manifestazioni artistiche ed artigianali era stato, quasi un
I2Marshall1907; Id. 191 1.
decennio prima, il capitolo sulle cosiddette «arti decorative» post-classiche di
l' Di Cesnola 1903.
IJDalton 191 1. A. Riegl l" che aveva rilevato le affinità decorative tra oggetti in inetallo e
l 5 Riegl 190 1. coeve manifestazioni scultoree. L'analisi morfologica dei manufatti, alla base
l6 Rosemberg 19 10. dell'esame formale proposto dal Riegl, rimase l'elemento guida per altri studi
l 7 Guilhou 1912; Knlebdjian
1913. di tipo storicistico, che valorizzarono gli aspetti tecnici di esecuzione dei
I S Ad esempio Fiorelli 1878; gioielli, allontanando la ricerca dai problemi legati ad una visione di insieme:
Orsi 1896; Id. 1904; Mengarelli si può ricordare a questo proposito lo studio in quattro volumi di M. Rosem-
1902; Taramelli 1904; Patroni
191 1;Tararnelli 1919; De Rinal- berg, del 1910-1925, che tracciava una storia delle tecniche orafe (<antiche>> 16.
dis 1916; Pasqui 1919; Putorti Nonostante queste prime elaborazioni della documentazione nota, nel
1920; Beliaev 1929.
I9Salinas 1873 ; Id. 1886; primo trentennio del secolo non esisteva ancora un interesse specifico per i
Pollak 1903; Hakkly Bey 1906; gioielli bizantini, che continuavano ad apparire saltuariamente in cataloghi
Sarnbon 1906; Orsi 1910; De d'asta 17, rendiconti di ritrovamenti casuali l8 e parziali rassegne dei materiali di
Ridder 191 1: Id. 1924: Accasci-
na 1929; voi Falke 1929; Zahn musei e collezioni Iy.
1929. Gli unici tentativi di sintesi sull'argomento sono costituiti da uno studio di
?"Ebersolt1923.
? ' Cabrol, Leclerq, Diction-
J. Ebersolt sulle arti suntuarie co~tantinopolitane~~~ e da varie voci del diziona-
naire. rio curato da F. Cabrol e H. Leclercq2J,ancora oggi utile strumento di cono-
L'oreficeria birantinn
2. Londra, British Museum: gioielli del tesoro di Antinoe (1.111.24: cat. 11.5.c.8 e 111.2.b.2).
L'oreficeria bizantina
Il catalogo della mostra di New York sulla tarda-antichità del 1979 offre
una notevole panoramica sulle manifestazioni artistiche comprese tra il IV e il
VI1 secolo "6: la sezione dedicata all'oreficeria, curata sempre da1 Ross, propo-
ne un notevole numero di oggetti corredati da schede che riuniscono alla
descrizione stilistica anche proposte interpretative sulla provenienza. Si rileva
la necessità di una verifica da effettuare cas0 per caso, con una revisione del
sistema attribuzionistico adottato fino a quel momento, che proponeva una
relazione meccanica tra luoghi di ntrovamento dei gioielli e sedi di produzio-
ne: viene al contrano evidenziata la possibilità di una circolazione degli arti-
giani e dei loro prodotti, fenomeno che spiega l'esistenza di uno <&le intema-
zionale», secondo un'espressione proposta quasi quaranta anni prima da B.
Sega1lS7.Si mette in risalto, in particolare, il ruolo emergente di Costantinopoli
come centro artistico oltre che politico dell'Impero, mentre altre città, quali
Alessandria, avrebbero perso una funzione significativa nella produzione
orafa. In sostanza viene proposto per Costantinopoli un ruolo determinante
nella manifattura di oggetti di oreficeria di alto livello qualitativo, mentre in
altre sedi sarebbero stati eseguiti solo gioielli meno pregiati, con un forte rife-
riment0 stilistico alle produzioni della capitalej8.
Il problema delle officine, tuttavia, non sembra ancora affrontato con suffi-
ciente approfondimento: ad esempio non viene indagata la possibilità di verifi-
care la presenza di botteghe sulla base delle indagini archeologiche condotte in
molti centri importanti dell'Impero. Anche da un punto di vista descrittivo,
non viene tentata alcuna suddivisione tipologica dei gioielli, presentati secon-
do un ordine che spesso non ne rispetta neanche la cronologia.
56 Age of Spirituality 1979, Mentre negli studi sull'oreficeria bizantina non sembra manifestarsi, percio,
con introduzione ai gioielli di
M.C. Ross: 0bjects f;om Dnily alcun sostanziale progresso metodologico, all'oreficeria gota e longobarda
Life, 297-301. sono dedicati approfondirnenti più analitici ed evoluti, sulla base della tradizio-
57 Segall 1938, 143; Age of ne di ricerca di area germanica59.Lo sviluppo della conoscenza dell'oreficeria
Spirituality 1979,297-301.
Ibid. «barbarka» ha posto, in particolare, l'attenzione sui prodotti atribuibili ai
59 Delogu 1974; Volbach popoli di immigrazione rispetto a quelli di tradizione romana, come ne1 cas0
1974; Werner 1974; Bierbrauer degli orecchini «a cestello», esaminati da O. Von Hessen 60 e da A. Melucco
1975; Hessen 1975a;Bierbrauer
1978. Vaccaro6', O delle fibule «a disco» con decorazione cloisonné, sulle quali si è
" Hessen 1971. soffermata R. Farioli Campanati 62.
6' Melucc0 Vaccaro 1978.
Tra il 1970 e il 1980 vengono pubblicati cataloghi di materiali più sistema-
62 Farioli Campanati 1984.
6' Pierides 1971 ; Stathatos
tici dei precedenti, anche se scarsamente interessati ai rapporti morfologici e
1971; Spieser 1972; Rudolph all'evoluzione tipologica dei gioielli bizantini, che sono ancora presentati in
1973; Victoria and Albert Mu- margine alla documentazione riguardante il periodo precedente 63. Un grosso
seum 1973; Wien 1974; Dorig
1975; Hackens 1976; Clairmont ostacolo nell'analisi dei manufatti continua ad essere rappresentato dalla scarsa
1977; Kent 1977; Lazovic 1977; disponibilità di indicazioni sull'oreficeria rinvenuta in Turchia e Siria, alla
Romans and Barbarians 1977;
Jewelry 1979. quale si fa riferimento senza potelne avere una sufficiente conoscenza diretta.
El-Chehadeh 1972. Parziali notizie sulla docurnentazione postenore al III secolo si hanno solo in
65 Zouhdi 1971; Id. 1974; Id.
1989.
pochi casi, come in uno studio di J. El-Chehadeh dedicato all'oreficeria
66 In Italia, ad esempio, sirianabJ,al quale si aggiungono alcune brevi note di B. Zouhdi6j.
D'Angela 1982; Id. 1988. Negli ultirni venti anni si sono moltiplicati gli scavi stratigrafici, che offrono
" 7. ad esempio Pani Ermini anche per questa tipologia di oggetti contesti sicuramente databili6h,con un in-
1981; Davidson 1984; Berlin
1988. cremento delle pubblicazioni sistematiche di collezioni musealib7.Ne1 1982 una
- I problemi della ricerca
raccolta di studi sui vari aspetti della cultura bizantina in Italia offre a R. Farioli
Campanati l'occasione per una sintesi sulle arti suntuarie e sui problemi legati
ai luoghi di produzione dei manufatti e agli influssi stilistici e tecnici costanti-
nop~litani~ si~tratta
: del primo e più approfondit0 tentativo di conoscenza del
problema delle interrelazioni con l'oriente sulla base dell'artigianato orafo, ac-
comunato in questo senso alle altri manifestazioni della cultura artistica.
Agli studi per singole aree geografiche 69 in questi ultimi anni si sono
affiancate anche numerose ricerche di carattere tipologico70: ne sono emersi
dati che fomiscono le premesse necessarie per un esame complessivo della
documentazione archeologica, che pub essere oggi esaminata in maniera più
approfondita grazie agli strumenti forniti dalle indagini chimico-fisiche. Gli
studi più recenti in questo campo 'l, tuttavia, difficilmente riguardano specifi-
catarnente i gioielli di epoca tardoantica, probabilmente in conseguenza del-
l'arretratezza delle ricerche storico-artistiche su questi manufatti, mentre sem-
brano concentrarsi sugli esemplari cronologicamente precedenti: anche per
questi ultimi, comunque, continua ad essere avvertita la necessità di prescinde-
re da «classificazioni tipologiche...impostate ancora sulle caratteristiche este-
riori più appariscenti degli oggetti, senza tenere conto dei ben più pregnanti
collegamenti e filiazioni tecnologiche» '?.
La quantità degli studi, onnai difficilrnente recensibili a causa della frarn-
mentazione in riviste e raccolte di scritti, ha reso necessaria la compilazione di
rassegne bibliografiche specifiche, come quelle di D.J. Content7' e di J.P. Sodi-
ni 74.In tali recensioni sono spesso presenti anche pubblicazioni di materiali
provenienti da scavi stratigrafici, soprattutto di necropoli: tali gioielli, infatti,
Farioli Campanati 1982. aprono nuove vie aila conoscenza dell'oreficeria bizantina, mostrando i tipi
69 Anamali 1993. maggiormente in uso 7Jb15 e i modelli di riferimento, ancorando le scoperte a
7 0 H e ~ ~1982;
e n D'Angela dati cronologici affidabili e permettendo la correlazione cronologica tra le
1986; Hetherington 1988; Bal-
dini 1991; Possenti 1994. diverse tipologie provenienti da1 medesimo contesto.
7 ' Formigli 1985; Devoto Un altro aspetto in corso di valorizzazione, inoltre, è quello del rapport0
1990.
72Formigli1985. 9. commerciale tra gioielli e vasellame coevo in Oro e argento, argomento per il
73 Content 1985. quale è stato raggiunto un elevato livello di conoscenza sia su1 piano dell'ana-
74 Sodini 1993. lisi tecnica sia su quello della valutazione economica e sociale del fenomeno
74b'"u questo aspetto, con un produttivo 75. La coincidenza tra i luoghi di provenienza del vasellame in
nesame di alcuni teson e con ri-
ferimento alle élite sociali, v. metallo prezioso e quella dei gioielli più rappresentativi, a Cipro, in Egitto, in
Manière Lévêque 1997. Sicilia e nella stessa Costantinopoli, potrebbe infatti presupporre l'esistenza di
75 V. ad esempio Cruikshank
Dodd 1961; Musso 1983; Cutler legarni a vario livello, non ultimo quello di una cornrnittenza comune.
1990; Scott 1990; Cahn 1991; Questa linea di ricerca, ancora ostacolata dalla framrnentarietà della docu-
Pirzio Biroli Stefanelli 199 1; mentazione, mostra anche in questo cas0 la necessità di un'integrazione tra i
Boyd 1992.
76Nonesiste un repertono di vari campi di indagine dell'oreficeria, dall'analisi delle fonti antiche 7h11'ag-
fonti sull'oreficeria bizantina: giomamento sugli aspetti tecnici, da1 riesame del materiale decontestualizzato
alcune indicazioni sono ricava-
bili da Barini 1959 e Guaitoli all'edizione sistematica dei gioielli provenienti da scavo, al fine di una rico-
1997. struzione più fondata e articolata della società bizantina.
3. Maarat, Museo: mosaico con busto di personificazione.
L'oreficeria bizantina
23
7a. Ravenna, S. Vitale: mosaico con corteo
Teodora (part.).
; busto nta.
La retorica e ln rnppresentnzione dei gioielli
IJ' Pirzio Biroli Stefanelli Da una località sconosciuta proviene un tesoro comprendente un bracciale,
1992,302.
IJ2 Esempi in Kassel 1980,
elementi di collaila, medaglioni e tredici solidi di Valentiniano ed Arcadio
tav. 20. (364-408). L'insieme venne venduto in un'asta a Parigi ne1 1970 e quindi fini
8. Londra, British Museum: cofanetto nuziale da1 tesoro delllEsquilino (1.III.l).
disperso tra Parigi, Londra e Washington 143. La presenza su uno dei medaglio-
ni (cat. 2.III.6.c.3, fig. IO), includente un solidus di Costantino, dell7indicazio-
ne della zecca di Sirmium, ha fatto supporre senza fondati motivi una prove-
nienza del rinvenimento da questo centro.
A Ténès (Cnrtenna), in Algeria, ne1 1936 un tesoro venne alla luce durante
la costruzione di un edificio pubblico in conispondenza probabilmente ad uno
degli ambienti termali di una villa di età imperiale. Il complesso comprendeva
diciannove oggetti, diciassette gioielli in Oro (cat. IV.l.b.3-5; 2.IV.4.a.2), un
recipiente di forma chiusa in argent0 ed un'ansa in bronzo. La datazione del
ripostiglio viene fissata attomo al 420 in concornitanza con l'invasione vanda-
la dell' Africa lu.
36
1.111.12. Deposizione: primi decenni del VI1 sec.
Ne1 1951 venne nnvenuto un tesoro a circa otto chilometri a sud di Mitilene
(Lesbo), durante i lavori di costruzione dell'areoporto della città (fig. 14).
Comprendeva venticinque gioielli (anelli, orecchini, bracciali, cinture, collane,
pendenti, fibbie: cat. 2.11.5.a.4; 2.111.1.b. 10; 2.111.1 .c.20; 2.III.6.a.3; 2.III.9.b.2-
3; 2.VI.l.a.8-13; 2.VI.l.b.2; 2.VII.l.b.3-4 e 6-7; 2.VIII.l.l-2; 2.VIII.4.d.l-2),
suppellettile liturgica in argent0 e monete. Il materiale numismatico, quattro
solidi aurei di Foca (602-610) e ventotto di Eraclio (613-629/630), permettono
di datare il tesoro nella prima metà del VI1 secolo lm. A. Lipinsky nota nei
gioielli caratteristiche stilistiche e tecniche che potrebbero rivelarne l'esecu-
zione da parte di una bottega locale l 6 I .
A Mersin, presso Tarso in Cilicia (Turchia), venne ritrovato ne1 secolo scor-
so un tesoro con gioielli e monete, databili tra il 630 e il 640 (fig. 15)Ih6.Tali
oggetti vennero donati ne1 1889 ad Alessandro III di Russia, divenendo cos?
parte della collezione dell'Hermitage 16'.
1 gioielli erano in tutto ventuno: un paio di orecchini (cat. II.7.b.41), tre col-
lane (2.111.1.a. 1; 2.111.1 .b.5; 2.111.2.a.1), un pendente cruciforme (cat.
III. 1O.b.1), quattro bracciali (cat. 2.VI. 1.a.2-5), anelli digitali (cat. 2.VII. 1.b. 1;
2.VII. 1.e. 1-2) ed elementi di cintura (cat. 2.VIII.2.a. 1); la composizione del
tesoro consente di ipotizzarne una originaria appartenenza a tre distinti pro-
prietari, che A. Grabar propone di identificare in una coppia di adulti e in un
bambino, forse un nucleo familiare Ibs.
l65 Ibid. Il secondo tesoro di Lambousa fu scoperto ne1 1902 sull'acropoli della città
Ib6 Kondakou 1896; Denni- e comprendeva undici piatti in argent0 con decorazione niellata, sedici meda-
son 1918; Grabar 1951; Banck
1966. glioni aurei di Maurizio Tiberio, Giustino e Giustiniano, Tiberio, oltre a colla-
167 Grabat 1951, 27; v. anche ne, croci, bracciali ed orecchini (cat. 2.11.4.e.8-9; 2.11.9.1; 2.III.l.a.2;
Manière Lévêque 1997.94-96.
Ibid. 2.III.l.b.6; 2.III.l.b.8; 2.III.l.c.15; 2.III.2.a.2-3; 2.111.6.a.l; 2.III.12.b.2;
169Dalton 1901, 86-90; sulla 2.IIi.13.b.l; 2.VI.3.d.l-2). Gli oggetti vennero rinvenuti in due luoghi diversi,
datazione del contesto v. Maniè- parte in un recipiente al di sotto di un piano pavimentale, e parte in una nic-
re Lévêque 1997, 92 (fine VI-
VI1 sec. chia. L'insieme venne portato a Parigi, in seguito acquistato da J. Pierpont
I7O Kent 1977. V. anche Morgan 17' ed è conservato da1 1917 al Metropolitan Museum di New York. Un
Cruikshank Dodd 1961, 113, nucleo di oggetti venne sequestrato dalla polizia a Karavas, vicino a Lambou-
220.
17' Dalton 1901, fig. 317; sa: si trattava di cinque piatti d'argento, orecchini, collane e altri oggetti di
Sambon 1906. omamentazione, oggi conservati al museo di Nicosia 17'. Tutte le argenterie si
17? Stilianou 1969; Pierides
1971,7. datano entro il 653/654, epoca di distruzione di Lambousa, e più probabilmen-
173 Cruikshank Dodd 1961, te nei decenni tra il 613 e il 629-630, indicazione fomita dai bolli impressi i73.
178-194; Kent 1977; v. anche Esistono divergenze nell'attribuzione dei manufatti a botteghe locali 17J oppure
Age of Spiritunlity 1979.7 1-72.
17-'Stilianou 1969.
costantinopolitanei7'; mentre per quanto riguarda la committenza degli oggetti,
I7%ent 1977. si fa genericamente riferimento a privati di elevato livello sociale.
L'archeologia dei tesori
Se l'attenzione degli studi è sempre stata attirata dai tesori, solo negli ultimi
decenni i risultati degli scavi stratigrafici delle necropoli offrono una base
documentaria affidabile sulla quale cercare di ricostruire collegamenti tipologi-
ci e cronologici.
Le cronache dei secoli scorsi riportano soprattutto notizie di indagini di sin-
gole tombe che causarono non solo la dispersione degli oggetti e dell'immagi-
1 9 ' Dennison 1918, 101; v.
ne del contesto, ma addirittura la distruzione materiale dei manufatti, nono-
anche Kent 1977,99, n. 16; Tait stante la loro evidente rilevanza da un punto di vista storico.
1986,99, fig. 22.
192 Dennison 1918, 101 : al III
Uno dei casi più clamorosi è quel10 ricordato da Nicolb della Tuccia di
sec. apparterrebbe ad esempio la Viterbo, che ne1 1458 descrive il rinvenimento nella cappella di S. Petronilla,
collana n. 8, contenente un au- adiacente a S. Pietro a Roma, di una tomba in marmo contenente un sarcofago
reus di Alessandro Severo (225-
235); v. anche Berlin 1988,359- e una cassa in legno di cipresso ricoperta d'argento. Al suo interno erano state
361. rinvenute ossa avvolte in un drappo aureo, che vennero attribuite all'imperato-
'93 Fiorelli1878: Dalton 19 11,
543; Guillou 1975, 85. re Costantino e ad uno dei suoi figli. Papa Callisto III prese possesso del ritro-
In Pace 1947 si mette in vamento, che comprendeva una lamina aurea cruciforme a bracci uguali, e
, rapport0 il rinvenimento con Io invib le parti in Oro e argent0 alla zecca vaticana per la fusione 195.Mezzo seco-
sbarco a Mazara de11'827.
1 9 De~ Rossi 1863; Lanciani 10 dopo è attestata un'altra esplorazione delle tombe della cappella: tra i gioiel-
1895; Battaglia 193 1; Monte- li rinvenuti sono attestate una collana d'oro con croce pendente e una croce
squiou 1937, 202; Age of Spiri- d'oro con smeraldi, di cui si ignora la sorte. Infine, ne1 1544, è documentata la
6
:
tuality 1979, 306, n. 279 (398-
407); Deichmann 1993.3 12. scoperta di un corredo comprendente balsamari di agata, gioielli e altri oggetti
preziosi, tra i quali una lucema d'oro e cristal10 e una teca a due valve a forma
di noce. Anche in questo caso i resti ossei erano avvolti in un drappo aureo, a
sua volta contenuto in una cassa di granit0 rosso, ad imitazione probabilmente
del porfido impenale. 1gioielli comprendevano anelli, orecchini, fibule, botto-
ni e aghi crinali in Oro, decorati con smeraldi, perle e zaffiri; solo un ago crina-
le e una fibbia erano eseguiti in argento. Di tutti questi manufatti, che vennero
attribuiti ad epoche differenti, si conserva solo un pendente (cat. III.6.d.l) che
reca iscritti i nomi dei membri della famiglia imperiale del ramo di Onorio,
secondogenito di Teodosio: si ritiene che tale gioiello, oggi al Louvre, apparte-
nesse a Maria, figlia di Serena e moglie dell'imperatore Onorio.
Fortunatamente una maggiore consapevolezza dell'importanza del contesto
di provenienza dei manufatti da un punto di vista della ricostruzione storica
arricchisce oggi la bibliografia di una notevole quantità di dati. Anche questa
documentazione, tuttavia, risente spesso delle passate carenze metodologiche e
presenta ampie lacune, soprattutto per aree di particolare interesse come
Costantinopoli e la Siria, cui vengono tradizionalmente attribuiti i modelli di
nferimento delle produzioni «provinciali», senza che possa verificarsi un con-
creto riscontro con manufatti di sicura provenienza locale e databili sulla base
di rapporti stratigrafici.
In questa sede non è ovviamente possibile fare nferimenti specifici agli
scavi condotti negli ultimi decenni nelle necropoli dell'oriente che abbiano
restituito gioielli. Da un punto di vista generale appare di particolare interesse
il problema del reale impatto di leggi suntuarie sulle consuetudini funerarie
locali, considerando soprattutto la varietà delle situazioni documentabili
archeologicamente e le apparenti deroghe frequenti alla normativa: a questo
proposito appare significativa, ad esempio, la polemica di S. Filippo di Agira
contro i suoi concittadini che «facultates suas in sepulchris condebant» ' y h .
Ancora agli inizi del VI secolo, comunque, Teoderico fa adottare ai Goti il
costume «romano» di seppellire senza corredo, episodio che sembra segnalare
una volontà di adeguamento, anche in questo campo, alle consuetudini e ai
modelli di nferimento diffusi nell'Impero 19'.
In complesso, comunque, l'assenza di oggetti nelle sepolture tardoantiche,
la difficoltà a ricostmire la cronologia e la capillarità di divulgazione del feno-
meno risultano i pregiudiziali per la conoscenza dei gioielli, negando alla
ricerca la possibilità di riscontn e confronti cultuali e culturali.
Come i teson, anche le necropoli «barbariche» possono favorire una verifi-
ca indiretta delle produzioni di ambito orientale, attraverso un'analisi del rag-
gio di diffusione in ambiti etnicamente e culturalmente diversi dei prodotti e
dei modelli bizantini.
Spesso, infatti, si verificano contaminazioni del costume tradizionale loca-
le, favorite da1 facile commercio dei prodotti e probabilmente, in qualche caso,
l"Allalectcl Bo[lnndinnn, ~ ~ b anche
- dalla circolazione degli artigiani: per l'esecuzione di alcune tipologie di
braio, 1, 684. gioielli, infatti, gli orafi bizantini potevano utilizzare strumenti facilmente tra-
1y7Gofi1994, 173.
r9Tagianode Azevedo 1967,
sportabili; inoltre, corn? già accennato, diversamente dagli altri artifices dopo
1125. il IV sec010 essi non erano vincolati giuridicamente al luogo di origine
L'archeologia dei tesori
18a-c. Ginevra, Musée d'art et histoire: matrice per anelli (inv. AD 7379).
19a. Londra, British Museum: stele palmirena. 19b. Copenhagen,NyCarlsbergGliptotek:stele palmirena (particolare).
- - - - - - - -
- - - - - - - - -
Ne1 IV secolo l'affermarsi del Cristianesimo determina la diffusione pro-
gressiva di nuovi modelli anche nella produzione dei gioielli; in particolare ini-
zia la manifattura di oggetti in materiale prezioso che rispondono ad istanze di
carattere religioso, sia per un uso personale, come ad esempio quelli legati al
fenomeno dei pellegrinaggi, sia per specifiche esigenze cultuali, corne il vasel-
lame d'argent0 di uso liturgico, e, più avanti ne1 tempo, stauroteche, lipsanote-
che e coperture di evangelari con ricche decorazioni di gemme e smaltiI0-'.
Ne1 cas0 dei gioielli, il mutamento del repertorio iconografico non si
accompagna ad alcun immediato cambiamento sostanziale da un punto di vista
tecnico O tipologico, essendovi continuità di tradizione artigianale e, certarnen-
te, anche di laboratori. La generalità del fenomeno, comunque, non impedisce
che vi siano eccezioni dovute a trasformazioni del costume sociale, corne ne1
cas0 delle corone, che progressivamente scompaiono dall'uso rituale e pubbli-
CO,rimanendo appannaggio dell'imperatore oppure essendo relegate all'ambi-
to funerario2"j.
In complesso il passaggio da1 III al IV secolo non determina, quindi, alcuna
deviazione forzata dalle tendenze naturali dell'oreficeria di età imperiale, men-
tre mutamenti più decisi cominciano ad avvertirsi solo a partire da1 secolo suc-
cessivo e soprattutto ne1 VI e ne1 VII: in questo periodo, infatti, la protratta
influenza dei prodotti orientali e la supremazia riconosciuta a questi manufatti
anche per il loro significato sociale in ambito bizantino ha ormai determinato
la formazione di uno stile con caratteristiche specifiche, mentre in Occidente il
sostrato artigianale romano si è andato anicchendo anche grazie ai contatti con
l'oreficeria delle popolazioni immigrate.
La documentazione iconografica offerta dalle stele palmirene (fig. 19)
offre, per i prirni tre secoli, un quadro esauriente della opulenza e della varietà
dei gioielli utilizzati in Siria, e soprattutto degli omamenti per il capo, degli
orecchini, delle collane e dei bracciali; è celebre, a questo proposito, la descri-
zione della regina della città, Zenobia, portata prigioniera a Roma da Aurelia-
no e fatta sfilare ne1 273 carica di gioielli d'oro e di pietre preziose206.
Anche la docurnentazione epigrafica testimonia a Palmira la presenza di
botteghe orafe ne1 II e ne1 III secolo, epoca alla quale risalgono un'iscrizione
t a ~ i f f a r i a 'ed
~ ~una dedica al principe Odenath da parte degli orafi della città208.
1 dati archeologici non contribuiscono in maniera altrettanto evidente
all'immagine di opulenza dell'oreficeria siriana; questa impressione, tuttavia,
più che con dati reali si spiega da un lato con la scarsità delle edizioni di mate-
riali, dall'altro con il fatto che molti gioielli di provenienza siriana, venduti su1
'OJ Numerosi esempi sono mercato antiquario, non conservano più le indicazioni del luogo di rinvenimen-
raccolti e discussi in Farioli
Campanati 1982. to. Al10 stesso modo restano pertanto sconosciute anche altre realtà artigianali
'O5 V. cap. 2.1. probabilmente assai rilevanti, come quelle certamente esistenti ad Antiochia e
?'" Trebonianus XXX, 24-25;
Pirzio Biroli Stefanelli 1992,
in altri centri fiorenti in epoca imperiale.
83-87; Guaitoli 1997, 43, nota È comunque possibile tentare, in qualche caso, una ricostruzione dell'area
28. di provenienza sulla base di-strette analogie formali. Un orecchino a cerchio,
?O7 Pirzio Biroli Stefanelli
1992, 83-87. decorato con fili perlinati e un granato, appartenente alla collezione Benaki di
'OX Ibid. Atene rivela, ad esempio, corrispondenze cos: strette con esemplan del museo
di Damasco e con una coppia di gioielli rinvenuta a Bosra, tanto da rendere
probabile una sua pertinenza ad una medesima bottega siriana del II O del III
secolo (fig. 20) ?O9.
Dalla stessa Bosra proviene un altro tipo di orecchino, particolarmente dif-
fus~ nello stesso arc0 di tempo, con castone centrale, comice in lamina trafora-
ta (opus interrasile), pendenti e a volte una breve catenella che serviva a fissa-
re più stabilmente il gioiello al lobo (fig. 21). Le botteghe che producevano
questa tipologia di gioiello, largamente attestata in tutti i paesi del Mediterra-
neo, non sono probabilmente localizzabili in un unico centro: l'uso della comi-
ce a traforo potrebbe tuttavia far pensare, almeno per la fase iniziale della pro-
duzione, proprio ad artigiani della Siria210.Ancora tra II e III secolo, orecchini
del tipo ora indicato e anelli d'oro presentano, a volte, l'aggiunta di un cam-
meo in sardonica che riproduce una testa stilizzata di Medusa. Gli esempi noti
provengono soprattutto dall'oriente, anche in questo cas0 principalmente da
Siria ed Egitto, da dove probabilmente venivano esportati "l. All'ambiente
siriano si deve anche la diffusione di gioielli di minore pregio, in vetro, soprat-
tutto bracciali e pendenti, la cui produzione continua con lievi variazioni tipo-
logiche fino all'età islamica2I2.Di importazione risultavano invece le materie
prime con le quali venivano confezionati i gioielli: l'oro dall'Arabia e dall'E-
gitto, le perle da1 Golfo Persico e molte delle pietre dall'1ndia2l3.
In stretto rapport0 con l'oreficeria sinana, anche Cipro continua ad avere in
età imperiale un notevole sviluppo artigianale, documentato dai numerosi
gioielli rinvenuti nell'isola, caratterizzati da una forte omogeneità e da un'im-
IW Baldini Lippolis 1989, 93-
94, nn. 19-20. pressionante continuità da un punto di vista tipologicoxJ.
!Io Ivi, 79-80 e 95-96, nn. 23- Tra le forme più diffuse di orecchini, ad esempio, è documentato un tipo a
24. lamina semilunata, talvolta ornato da castoni e pietre e, inferiormente, da un
Ivi, 84-85 e 114-1 15, n. 66.
?" Spaer 1988; Baldini Lip-
bordo perlinato, catenelle pendenti O pietre infilate in un fi10 aureo: tale forma,
~ o l i 1989,
s 81 e 83-84. la cui datazione oscilla tra l'età ellenistica e il II secolo d.C., si sviluppa duran-
3.' Pirzio Biroli Stefanelli te un lungo arco di tempo, passando dalla forma più semplice non figurataxs a
1992. 85.
Di Cesnola 1903; Kara- quella bizantina più elaborata, con pavoni e altri soggetti, fino all'epoca isla-
georghis 1962. mica2I6.
?15Laffineur1986, 19-28 e In Egitto è documentabile una intensa attività di intaglio delle pietre dure,
79-82.
x6Baldini 1991. che avevano probabilmente in Alessandria il proprio centro di produzione.
!17 Bonner 1950; Barb 1963. Specifici delle esportazioni egiziane sono soggetti sincretistici, greco-egizi,
Sulle produzioni alessandrine di accompagnati da iscrizioni di ispirazione ebraica, che risentono di un clima
stoffe e mobili in legno pregiato
e avorio v. Musso 1983, 115- religioso e sociale misto, tipico di una grande città cosmopolita 217.1 temi rap-
117. presentati e la disposizione delle lettere da sinistra verso destra, escludono un
? l a Mandrioli Bizzarri 1987,
129. uso di queste gemme per sigilli, evidenziandone piuttosto la funzione come
Esempi i n Manganaro amuleti ?IS. Lo stesso carattere apotropaico distingue anche manufatti egiziani
1963. posteriori, gioielli e lamine, la circolazione dei quali diede probabilmente
??O Ad esempio, Sub ascia
1987, 125; a questa attività si ac- impulso a produzioni locali di imitazione in zone di stretto contatto, come la
compagna quella locale dell'in- Sicilia ?19. La glittica egiziana giunge anche ad Aquileia, dove è documentata,
taglio delle pietre e dell'ambra
fino al III secolo, in concomitan- soprattutto ne1 II secolo, l'importazione di gemme gno~tiche??~.
za alla presenza di una commit- La disomogeneit? della documentazione archeologica non consente di veri-
tenza di alti funzionari imperia- ficare la reale entità delle produzioni egiziane di oreficerie in età imperiale: è
li: M.C. Calvi, in Aquileia 1980,
453-459. piuttosto la serie di ritratti funerari dell'area del Fayyum (figg. 22a e 23), a
La continuità della tradizione artigianale e la discontinuitcì dei modelli
24. Baltimora, Walters Art Gallery: collana (inv. 57.1600). 25. Parma, Museo Nazionale: tesoro dal Teatro Regio.
49
L'orejiceria bizantino
sono documentati in area palmirena tra I1 e III secolo '32. In genere prevalgono
invece ornamenti meno appariscenti, come la reticella di filo aureo e gli aghi
crinali d'oro, d'argento o di avorio?33.
Gli orecchini presentano una maggiore varietà tipologica, con una partico-
lare diffusione degli esemplari a cerchio o a gancio con pendenti, e di quelli a
gancio con applicazioni in lamina aurea2j4.
Tra le collane prevalgono le catene a treccia o a maglia, sempre più spesso
con pietre e perle. Ricorrono frequentemente gli stessi tipi di fermaglio, da
quello più semplice a gancio o a doppia voluta'35, alle forme più elaborate a
disco lavorato a giorno oppure sbalzato '". Spesso alle collane sono sospesi
pendenti circolari in lamina, con l'immagine di divinità o con monete riutiliz-
zate; particolarmente diffuse sono anche le lunulae auree, descritte anche dalle
fonti l''.
L'uso tipicamente maschile di fibule a croce sembra svilupparsi soprattutto
a partire dal I1 e 111 secolo, per affermarsi definitivamente nel IV238.Nello stes-
so periodo viene invece abbandonata la forma «ad arco», che sopravvive anco-
ra per qualche tempo arricchita di nuovi elementi decorativi 239.
piizio Biroli Stefanelli
I bracciali assumono proporzioni sempre più pesanti, sostituendo progressi-
1992. vamente al tipo assai diffuso, serpentiforme, in oro, spesse verghe liscie o
2"Higgins 1961, tav. 54; ritorte, a volte ornate da medaglioni, oppure alte fasce completamente lavorate
Jewel~y1979, 108-109.
Baldini 1987 (con biblio-
a traforo 24n.
grafia precedente, in particolare Anche gli anelli hanno proporzioni massicce, che a volte non corrispondo-
Bohme 1978). no ad un reale peso del gioiello: come in alcuni bracciali e pendenti, infatti, la
23bJewelry1979, 110-117.
Tert. De cultu, ed. R.F. verga viene di frequente eseguita in lamina con un materiale interno di riempi-
Refulé, Tumhout 1954,II, 10.4; mento. I tipi più consueti presentano pietre incastonate, a volte non decorate, e
Cypr. De habitu XIII ss.; Isid. una verga a profilo angolare o esagonale con decorazione vegetale ai lati del
XIX.. 31.. 17.
?'* Boube 1960; Higgins castone 24'. Analogamente ad altre classi di gioielli, dal II-IIi secolo anche in
1961,185. questo caso vengono impiegate monete, a volte sostituite da imitazioni che ne
?I9G.M. Facchini, in Milano riproducono lo schema icon~grafico'~~. Infine tra gli anelli destinati ad una
capitale 1990, 359.
Higgins 1961, 181-182; funzione specifica sono facilmente riconoscibili quelli nuziali, generalmente in
Lepage 1971. oro, con la raffigurazione dei busti affrontati degli sposi o della dextrarum
?4' G.M. Facchini, in Milano
capitale 1990,355.
iunctio, accompagnata da invocazioni augurali la, tipologia che avrà anch'essa
xzIbid. seguito nei secoli successivi, sulla base però di nuovi canoni iconografici e
?J3Marhall191 1, XXI-XXII. simbolici.
2.
LA TIPOLOGIA
E I MOTIVI DECORATIVI
La tipologia e i motivi decorativi
26a. Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet des Mèdailles: 26b. Monaco, Staatliche Munzsammlung: emissione con Costantino in abiti
solido di Costantino. militari.
I l Jones 1974,642. legame tipologico con le corone di serti di epoca classica, per assumere forme
Tert. De spect. VIII, 3. specifiche identificabili con un significato celebrativo e commemorativo 6 .
' L'uso ancora nella seconda Anche gli imperatori raffigurati nelle emissioni del 111 secolo indossavano
metà del IV secolo é attestato in
Claud. Laus Serenae 183. prevalentemente la corona di foglie, in alternanza con quella radiata, introdotta
Ivi, 183-184; indossata da in epoca neroniana, che era costituita invece da una fascia in lamina legata
Galeno in un ritratto ad Atene:
Age of Spirituality 1979, 13-14, sulla nuca e da tipici elementi verticali di forma triangolare '.
n. 6. Agli inizi del III secolo comincia ad apparire anche un terzo tipo di corona
Claud., Laus Serenae, 184.
In generale v. M. Pallottino, imperiale, che si ricollega invece in maniera specifica all'iconografia dei
in EAA, s.v. «Corona». sovrani ellenistico-orientali: per primo Caracalla (21 1-217), in emissioni di
' Milano capitale 1990, 47- Tarso, si fa infatti rappresentare come un re Partico, con il capo ornato di una
48, Id.
* Daremberg, Saglio, Dic- fascia profilata di perle Questa tipologia a fascia viene ripresa, nella seconda
tionnaire, S.V. «Diademe», fig. metà del III secolo, da Aureliano e Diocleziano 'O, ma si tratta ancora di un
2340.
9Aur.Vict. 35.
uso sporadico, che alterna questa alle altre forme più diffuse. Tra 11e 111 seco-
'ODaremberg, Saglio, Dic- lo, ad esempio, l'iscrizione dedicatoria di una statua di Iside completamente
tionnaire, S.V. «Diademe», fig. ornata di gioielli, include l'indicazione di pietre preziose e perle che decorava-
2341.
' l CIL, 11, 3386 e 2060; Bari-
no il «basilium» posto sul capo della dea li.
ni 1959, 29; Pirzio Biroli Stefa- Nel secondo decennio del IV secolo Costantino adotta definitivamente la
nelli 1992,52; Guaitolil997,44.
l 2 Eus. Vita Constantini, ed.
corona a fascia con pietre incastonate come segno esclusivo, insieme alla veste
F. Winkelmann, Berlin 1975, di porpora, della dignità imperiale (fig. 26) l ? . L'innovazione è resa ancora più
IV, 66 ss.; Cabrol, Leclerq, Dic- incisiva dal valore cristiano attribuito per la prima volta all'oggetto in quanto
tionnaire, S.v. «diadème»; Mac
Corrnack 198 1, 189. simbolo di un potere attribuito all'imperatore da Dio, concezione chiaramente
La tipologia e i motivi decorativi
V secolo deriverebbe dall'abbi- La monetazione del V secolo ripropone i due schemi iconografici, con pen-
gliamento dell'imperatrice, co-
me attestato per Flaccilla. prima denti laterali o posteriori 25, accostando a volte, alla corona tradizionale, l'elmo
moglie di Teodosio; per il ditti- ornato di perlez6. L'imperatore raffigurato nel «Colosso di Barletta» (fig. 31),
co di Probo v. anche Age of Spi-
rituali5 1979.5, fig. 4. forse identificabile con l'imperatore Marciano (450-457) !',indossa la stessa
'5L'imperatore in abiti mili- corona gemmata profilata di perle, con castoni sulla fronte e sulla nuca e due
tari indossa ad esempio un orna-
mento a semplice fascia ornata pendenti laterali che terminano con elementi a goccia: in età giustinianea tali
di pietre nel dittico Barberini, elementi sono ricordati come prependulia o kataseistà, in riferimento ad un
datato tra V e VI secolo: Grabar tipo specifico di corona, detto stemma28,probabilmente riconoscibile nelle raf-
1980,279, fig. 319.
' 6 Milano capitale 1990,413- figurazioni di S. Vitale (fig. 32) e di S. Apollinare Nuovo a R a ~ e n n a -in ~ , un
414.
27 Age of Spirituality 1979,
29-30, n. 23; v. anche Testini 28 Testini 1974,316, 323 e 327.
1974. Ibid., figg. 19-20. Sul rapporto tra mosaici ravennati e gioielli v. in generale Brown 1979.
28a. (a sinistra) Berlino, Staatliche Museum: gem-
ma con busto di Costanzo Il.
28b. (a destra) Parigi, Bibliothèque Nationale, Ca-
binet des Mèdailles: solido di Costanzo Il.
34. Istanbul, S. Sofia: mosaico con Costantino IX Monomaco e Zoe ai lati di Cristo.
57
La tipologia e i motivi decorativi
39. New York, Metropolitan Museum of Art: busto femminile con 40. Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet des Médailles: statuetta
mappa. di imperatrice.
La ripologia e i motivi decorativi
Byzance 1992. n. 6. martirio dei santi , dall'altro svolgendo una funzione importante nella liturgia
""V. Berielli 1992, fig. 9. nuziale, come testimonia già Tertulliano nel I1 secolo
6 1 De cerimoniis XLVII. Per
le acconciature femminili di arn- Al significato simbolico si può collegare anche la pratica, in continuità con
bito aulico in questo periodo a la tradizione pagana, di offrire corone votive nei luoghi di culto: l'uso è larga-
Costantinopoli v. Emmanuel
1993. mente documentato a Roma dal Liber Poiztzj7calis"; anche per Ravenna una
"Sulla documentazione nu- fonte di IX secolo, Andrea Agnello, attesta la presenza di questi donativi in
rnismatica v. Gerke 1966, 173-
186. Tra le numerose attestazio- chiese urbane e suburbane".
ni iconografiche si possono ri- Un esempio pervenutoci in ottimo stato di conservazione è costituito dalla
cordare il corteo rnusivo delle
vergini e dei martiri di S. Apolli- corona di re Recesvindo, oggi a Madrid, databile con esattezza tra il 653 e il
nare Nuovo a Ravenna (fig. 74) 672 (fig. 42). I1 gioiello, che apparteneva ad un tesoro di cui facevano parte
o la scena del Banchetto di Ero-
de del Codex sinopensis: Grabar almeno altre dodici corone votive, è del tipo a fascia decorata a sbalzo e trafo-
1980,204, fig. 227. ro, con perle, pietre e paste vitreee; l'aggiunta di ricchi pendenti e delle cate-
63 Tert., De corono, XIII: «co-
nelle di sospensione lavorate a traforo, rende tuttavia difficile un riscontro pun-
ronant et nuptiae sponsos...»; v.
anche Claud. Lnus Serenne 184- tuale con eventuali oggetti d'uso analoghih6.
185: «...iugalem coronam* . Lo stesso problema riguarda anche la «corona ferrea» del tesoro del Duomo
h.' V. cap. 1.11, nota 116.
- girali e clipeo
raffigurante un
busto femminile
con corona tur-
rita, interpretato come Tyche, inco-
ronata da due Vittorie alate e l'i-
cinque perle e cinque pietre.
Bibliografia: Metzger 1990, 9-10, fig.
4.
4. Diadema
I l
5. Diadema funerario
Kertch (Crimea), via Gospital'naja,
1904
San Pietroburgo, Hermitage (inv.
18201541)
scrizione «Koo/pia». Una pietra oro, granato; L 63.2; a 4.3
quadrata incastonata (moderna). Lamina aurea trapezoidale con granato
Bibliografia: Zahn 1929, 43-44, n. circolare incastonato al centro e
100; Baltimore 1947, n. 457, Ver- foglie in lamina applicate.
dier 1960, fig. 3; Jewelry 1979, S.P. Bibliografia: I. Zaseckaja in Goti
150, n. 421 (VI sec.); Metzger Baltimora, Walters Art Gallery (inv. 1994, 114-1 15, fig. 11.2 (ultimo
1990, 1O, fig. 5. 57.549) quarto IV-prima metà V sec.).
La tipologia e i inorivi decorativi
Tipo 1
Uno dei tipi più diffusi è l'orecchino costituito da un cerchio di filo metalli-
co rastremato alle estremità: la semplicità di questa forma, attestata com'è
ovvio anche in altri periodi, non ne consente una datazione su base tipologica,
44. Roma, S. Maria Maggiore: mosaico con Annunciazione (part.).
Tipo 2
In Pani Emini 1993.
V . ad esempio l'analogia Da tombe molto povere, prive di altri elementi di corredo e quindi di diffi-
strutturale della quarta variante
con orecchini di età classica cile datazione, provengono alcuni orecchini ad anello semplice rastremato, con
«a navicella assottigliata»: T. vaghi in pasta vitrea inseriti direttamente nella verga (Tipo 2). La loro presenza
Shojer, in Ori Taranto 1984,
130-137. nella necropoli di C a n n ~(Puglia) Vi colloca cronologicamente tra' VI e VI1
L D'Angela 1992b, 308. secolo (cat. II.2.3), ma si tratta di un termine che probabilmente deve essere
Orecchini
Tipo 3
Tipo 4
Bierbrauer 1975, 163-167.
'O Conimbrign VII, 142, n. Variante a: pendenti di filo senza chiusura.
217, tav. XXXIV. Variante b: pendenti di filo con pietre e chiusura a gancio
" Hessen 1983, 17. Dovrebbe - verga non decorata, un pendente
essere verificata l'associazione
tra orecchini di auesto tipo ed - verga non decorata, due pendenti
esemplari 'a cestdlo' (v. tipo 8) - verga non decorata, tre pendenti
in un contesto funerario di Sum- - verga decorata a globetti.
ma Vesuviana che comprendeva
anche monete di Arcadio: Paga- Variante C: pendenti di filo con pietre e chiusura ad innesto
no 1995, 40 (ritrovamento del
1938). - verga non decorata, un pendente
"Bierbrauer 1978, tav. CIX, - verga non decorata, tre pendenti
3; per alcuni esempi v. anche
Goti 1994, figg. 111.20, 111, 25; - verga decorata con filo perlinato, un pendente
In. 59-60,111.86,111, 97. - verga decorata a globetti, tre pendenti
47. Ravc S. Vitale: mosaico con il corteo di
Teodora -1.
72
Orecclziizi
ad innesto) e la forma del pendente (di filo aureo con perle e pietre, a catena o
treccia, a goccia, oppure circolare). 1
Ad una prima variante sono stati ricondotti esemplari di V-VI secolo perve-
nuti privi di chiusura e non apparentabili con sicurezza ad alcuno degli altri 1
gruppi riconosciuti (variante a: cat. II.4.a.l-6). Questi orecchini non sono rife-
ribili ad un preciso ambito geografico e cronologico: per una coppia in oro rin-
1
venuta in Croazia (cat. II.4.a.2) viene avanzata una proposta di attribuzione al
IV secolo, mentre gli altri esemplari si considerano più tardi, soprattutto sulla
base del confronto con tre orecchini appartenenti al tesoro di piazza della Con-
solazione a Roma (cat. II.4.a.3-5) datato tra la seconda metà del V e gli inizi
del VI secolo.
La forma del pendente costituisce un utile elemento di distinzione per gli
esemplari con chiusura a gancio e pendenti costituiti da segmenti di filo aureo
arricchiti da perle, pietre o paste vitree (variante b, cat. II.b.1-18).
Tra gli orecchini in oro si può supporre l'esistenza di prodotti costantinopo-
litani, come farebbe ritenere l'esistenza di esemplari rinvenuti in Turchia (cat.
II.4.b.l), in Oriente (presumibilmente i reperti cat. II.4.b.7-9 e 14) o in aree in
stretto rapporto con Costantinopoli, come l'Egitto (cat. II.4.b.12-1 3), la Grecia
,
(cat. II.4.b.15), la Sicilia (cat. II.4.b.2-3 e 16) e la Sardegna (cat. II.4.b.4-5); da
esemplari privi di contesto è documentata anche una variante con verga deco-
rata con triangoli di globetti (cat. II.4.b.17-18), caratteristica più tarda che,
comunque, appare maggiormente attestata tra gli orecchini con chiusura ad
innesto.
Cronologicamente la variante appare diffusa a partire dal IV secolo: un
orecchino costantinopolitano, ritenuto coevo al sarcofago che lo conteneva,
costituirebbe uno degli esempi più antichi (cat. II.4.b.l); entro gli inizi del VI
secolo si data un esemplare del tesoro di piazza della Consolazione (cat.
II.4.b.6). La continuità di produzione fino alla fine del VI secolo è documenta-
ta, almeno in Sicilia, da un esemplare in argento (cat. II.4.b.3) rinvenuto con
una moneta di Tiberio Costantino (578-582); anche gli orecchini di Corrzus
(Sardegna) vengono datati tra la metà del VI e il VI1 secolo (cat. II.4.b.4-5),
confermando la persistenza della tipologia e i suoi rapporti di stretta analogia
con quella con chiusura ad innesto e pendenti di filo aureo (variante C).
In quest'ultima variante la differenza nel tipo di chiusura, più che a ragioni
cronologiche, sembra potere essere imputata a preferenze ed abitudini dei sin-
goli laboratori artigianali; rispetto al gruppo precedente, gli esemplari con
chiusura ad innesto sembrano manifestare, nella maggior parte dei casi, una
resa tecnica più accurata e un maggiore pregio, includendo spesso pietre di
valore elevato o di notevoli dimensioni.
Si tratta inoltre del gruppo che avrà maggior seguito in Oriente durante
l'età mediobizantina IS, evolvendosi in tipi raffinati con bulle ai lati dell'arco
di sospensione ed elementi decorativi a smalto cloisonné, con l'aggiunta di
l 5 Due esempi rappresentati-
vi, uno dei quali con busto del- perle e pietre inserite, mediante grappe auree, negli anelli saldati inferiormen-
l'imperatore Giovanni I Tzimi- te. Negli esemplari tardoantichi, invece, a tali anelli sono sospesi pendenti,
(969-976)3in ' l o r y f' By- anche se conservati solo in rari casi, come ad esempio nell'orecchino della
zanlium 1997,244-245, nn. 166-
167. variante b al Museo di Kassel (cat. II.4.b.17) e in un altro esemplare deconte-
stualizzato del British Museum (cat. II.4.c.20): la sporadicità delle attestazio-
ni sembra comunque far escludere una sistemazione delle pietre analoga a
quella di età mediobizantina, dal momento che mancano comunque, negli
esemplari noti, tracce delle grappe auree utilizzate per il fissaggio di tali ele-
menti decorativi.
Per quanto riguarda i possibili centri di produzione valgono le considera-
zioni già espresse: un insieme abbastanza omogeneo di esemplari con verga
decorata a globetti attribuibili al IV-VI secolo, è attestato in Egitto (cat.
II.4.c.l-2, 8-9), Sicilia (cat. II.4.c.11-15, 18-19), Italia meridionale (cat.
II.4.c.3-4, 16-17) e settentrionale (cat. II.4.c.5), Tunisia (cat. II.4.c.6) e viene
generalmente ritenuto di esecuzione costantinopolitana, oppure di realizzazio-
ne locale per influsso della capitale d'Oriente.
In assenza di una chiara distinzione tra modelli ed imitazioni, una verifica
delle caratteristiche tecniche e stilistiche degli esemplari noti può portare in
qualche caso al riconoscimento di gruppi corrispondenti ad ambiti di produzio-
ne specifici. A botteghe costantinopolitane, ma diffusi soprattutto sulla costa
nord-africana, ad esempio, sembra possibile attribuire gli orecchini con pen-
dente costituito da un castone e da un segmento di filo aureo con pietre, docu-
mentati in Egitto e in Tunisia (cat. II.4.c.l-2, 6, 8-9). La provenienza costanti-
nopolitana, come già accennato, potrebbe essere documentata dal mosaico
ravennate con Teodora (fig. 47), che tuttavia non costituisce in ogni caso una
prova del luogo di esecuzione degli esemplari noti, ma solo della loro diffusio-
ne nella capitale nella prima metà del VI secolo. I1 gruppo si colloca, in base ai
dati editi, tra la fine del IV e il VI secolo.
Probabilmente tra la metà del VI e la seconda metà dell'VIII secolo la
variante si evolve nella forma semplificata eseguita a stampo, spesso in bron-
zo, che presenta triangoli di globetti e un ispessimento al centro dell'arco infe-
riore. Questo gruppo di esemplari, ampiamente documentato in Istria, viene
ritenuto un'imitazione di modelli bizantini e assume la denominazione di «tipo
Pinguentino» dal nome della necropoli nella quale è stato rinvenuto un rilevan-
te numero di attestazioni I h . La stessa tipologia tuttavia si riscontra con fre-
quenza anche in altre località dell'Impero, in Sicilia (cat. II.4.c.11-15 e 18-19),
Puglia (cat. II.4.c.3-4 e 16) e Campania (cat. II.4.c.17), apparentemente con un
aumento progressivo dei pendenti, che raggiungono il numero di sei nell'esem-
plare già citato del ~ r i t i s hMuseum (cat. II.4.c.20).
Un'origine orientale si può ipotizzare con maggiore sicurezza per gli orec-
chini ad anello, con pendenti costituiti da un segmento di catena o di treccia e
con chiusura a gancio (variante d: cat. II.4.d. 1-8) o ad innesto (variante e: cat.
II.4.e.l-11).
Anche in questo caso la distinzione tra gli esemplari in base alla chiusura
non sembra implicare differenze di datazione, ma solo una diversa tradizione
artigianale. Invece indicazioni cronologiche possono forse essere desunte dal
numero, che anche in qcesto caso sembra subire un aumento progressivo, e
dalla forma del pendente, con una probabile posteriorità degli esemplari a trec-
cia rispetto a quelli a catena, di tradizione tardoromana.
L.a tipologia e i ntotivi decorativi
~
cia che a corpo semilunato: pertanto sembra plausibile suporre, anche per que-
sto gioiello una datazione tra la fine del VI e la metà del VII secolo.
Tipo 5
Una versione più elaborata del tipo precedente è caratterizzata dalla presen-
za di un doppio pendente collegato all'anello di sospensione, in una forma che
ripete in maniera enfatizzata gli elementi decorativi e strutturali degli esempla-
ri del tipo già esaminato, aumentandone generalmente le dimensioni e utiliz-
zando pietre più vistose.
Negli orecchini di questo gruppo, tutti in oro, i pendenti inferiori sono
costituiti da un numero variabile di segmenti di filo aureo con pietre, mentre
quelli superiori possono essere rappresentati da un castone (variante a), da un
elemento filiganato (variante b), da una lamina (variante C) o da un disco con
decorazione cloisorzrzé (variante d).
Si tratta quindi di gioielli particolarmente appariscenti, non solo per le
dimensioni, che superano i 12 cm di lunghezza in esemplare egiziano (cat.
II.5.c.8), ma soprattutto per l'originalità dei modelli e per l'elevata qualità di
esecuzione, tecnicamente confrontabile con le migliori realizzazioni delle altre
classi di gioielli. Questo carattere di eccezionalità, nell'ambito tuttavia di un
linguaggio espressivo comune all'area orientale-mediterranea, permette di ipo-
tizzare per alcune varianti una provenienza costantinopolitana, considerando
anche l'ambito prevalente di rinvenimento degli oggetti in Turchia e in area
egea. Anche la concentrazione cronologica degli oggetti tra il VI e la metà del
VI1 secolo può contribuire a definire i caratteri di una produzione specifica di
botteghe di alto livello della capitale d'oriente.
A parte deve essere considerata l'esistenza di un gruppo omogeneo di pro-
venienza egiziana attribuibile al VII-inizi VI11 secolo, probabilmente realizzato
irz loco su ispirazione dei gioielli cui si è accennato, in uno stile sontuoso,
vivace e originale.
Un'attribuzione costantinopolitana è certa per gli esempi con il pendente
superiore ornato da castoni (variante a) e da segmenti di filo aureo con pietre,
rinvenuti in Turchia (cat. II.5.a.l-3): una datazione su base stilistica al IV seco-
lo, ipotizzata per due dei gioielli presentati, potrebbe segnalare l'esistenza di
una tradizioiie orafa che tuttavia si sviluppa soprattutto dopo il VI secolo,
quando vengono realizzati gli orecchini del tesoro di Mitilene (cat. II.5.a.4). A
questo orizzocte cronologico appartiene anche un'altro paio di esemplari, con
Ln tipologin e i rnotivi decornriili
Tipo 6
Variante a: circolare
- cerchio liscio e chiusura a gancio
- cerchio liscio e chiusura ad innesto
- cerchio ritorto e chiusura a gancio
Tipo 6
Variante a: circolare
- cerchio liscio e chiusura a gancio
- cerchio liscio e chiusura ad innesto
- cerchio ritorto e chiusura a gancio
Tipo 7
Variante a: filigranato
- a girali senza pendenti
- a girali a croce entro clipeo
- a girali con pendenti
Variante b: traforato
-cerchio distinto, globetti e pendente interno
- orlo perlinato
- bulle e castoni
- bulle
- bordo distinto e bulle
- dischetti ai alti dell'anello di sospensione e bulle
- bordo distinto, dischetti ai lati dell'anello di sospensione e bulle
- bordo distinto, dischetti ai lati dell'anello di sospensione e globetti
- filo aureo e perle lungo il profilo esterno
- orlo con globetti
Variante C:sbalzato
- decorato a registri con bulle
- bordo decorato con bulle
- bordo decorato a globetti
1:
Mersin (II.7.b.41) e di orecchini rinvenuti in una necropoli ungherese
(II.7.b.39) ".
I1 secondo gruppo esaminato, costituito da orecchini con lamina decorata ad
impressione e a traforo (variante b), sembra essere il più rilevante da un punto
di vista numerico, costituendo anzi una delle forme in assoluto più diffuse nel
! mondo bizantino.
I
I
1
2'Bibliografia in Baldini
1991.
VII, 7.
Karageorghis 1962.
!.' Werner 1974, 123- 124, tav.
Un unico rinvenimento da Homolion (Tessaglia) presenta una decorazione a
girali, un pendente aureo a goccia collegato all'anello di sospensione e nove
globetti saldati all'orlo (cat. II.7.b. l). Non si conoscono confronti per questo
esemplare, che rimane un unicum nella documentazione, nonostante i chiari
l :
legami morfologici con la tipologia generale e un richiamo a modelli prece-
denti di produzione probabilmente cipriota.
La presenza di un bordo esterno perlinato sembra connotare esclusivamente
esemplari provenienti da quest'isola (cat. II.7.b.2-5) e dalla Siria (cat. II.7.b.6),
che presentano un repertorio decorativo che ricorre anche in altre varianti, e
che appare limitato a soggetti vegetali o zoomorfi. Particolarmente diffuso è il
ricorso al motivo tipicamente cristiano dei due pavoni che si abbeverano al
kantharos o che si dispongono ai lati di un elemento vegetale, simboleggiante
l'Albero della Vita, o di una croce greca entro clipeo. Un solo esemplare del
Museo Kanellopoulos (cat. II.7.b.l l ) esibisce un altro motivo particolarmente
diffuso nelle altre varianti, ovvero un uccello, probabilmente un'aquila, fronta-
le e ad ali spiegate. Questo soggetto, oltre che in orecchini, appare anche nei
pendenti, nei fermagli di collana, negli anelli e in altri oggetti di oreficeria
orientale? di particolare interesse è l'inserimento di questa iconografia su una
patera d'argento del Museo Archeologico di Cagliari, dove l'aquila ad ali spie-
gate viene associata al serpente con un evidente significato simbolico di vitto-
ria sulla morte e sulle forze del malejh.
Forse a ricerche innovative locali in una fase cronologicamente più avanza-
ta si deve l'esistenza di una coppia di orecchini rinvenuti a Kruja (Albania),
che oltre alla consueta decorazione con pavoni ai lati di un elemento vegetale
includono quattro castoni per pietre (cat. II.7.b.14). L'accostamento delle pie-
tre al fondo aureo della lamina provoca un effetto coloristico particolarmente
evidente, mentre il carattere peculiare di questi gioielli non facilita una verifica
dell'attribuzione cronologica al VII-IX secolo: la somiglianza morfologica con
gli altri esemplari noti porta tuttavia a ritenere eccessivamente ampio l'arco
cronologico proposto, che difficilmente può estendersi oltre l'VI11 secolo.
La presenza di sfere cave a doppia valva (da quattro a sette), saldate all'orlo
inferiore degli orecchini, caratterizza il gruppo numericamente più rilevante
del tipo a lamina traforata (cat. II.7.b.14-36): alle tre varianti iconografiche già
riscontrate per l'elemento centrale della composizione figurata (Albero della
Vita, kantharos, croce entro clipeo) se ne aggiunge una quarta, ovvero un
uccello entro clipeo. I rinvenimenti ciprioti sembrerebbero, per la variante in
oggetto, meno numerosi di quelli turchi e siciliani; questi ultimi, in quantità
relativamente cospicua, vengono generalmente ritenuti prodotti costantinopoli-
35 V. cap. 2, cat. 111. l .a.4,
tani, collegandone la diffusione in Sicilia con la permanenza siciliana della
III.l.c.13, 111.8.2, VII.l.a.7, corte di Costante 11. È più probabile tuttavia che nell'isola stessa esistesse una
VII.l.a.21, VLI.3.b.l l, VlI.4.b.7, produzione locale di questo tipo di gioiello, dovuta ad orafi della capitale o
VII.4.b.8, VIII.2.b. l; il medesi-
mo soggetto compare in una elaborata sulla base di modelli importati 37.
croce aurea da Senise, conserva- La varietà dei luoghi di rinvenimento degli orecchini a corpo semilunato
ta nel museo di Reggio Calabria:
Geraci 1975, 25, tav. 111, dove il rende infatti improbabile l'ipotesi di un'unica sede di produzione, individuabi-
soggetto viene letto come un le unicamente in Costantinopoli 3X, mentre appare plausibile quella di una pro-
«pellicano ad ali spiegate che
sanguina dal petto squarciato». duzione policentrica: rimane tuttavia difficile stabilirne le sedi, data la carenza
'"Pani Ermini 1981.. 75.. n. dei dati di rinvenimento e la scarsità di informazioni circa l'attività delle botte-
118. ghe orafe dei singoli centri.
" Farioli Campanati 1982,
359. Al gruppo con bulle saldate all'orlo appartengono anche alcuni esemplari
3XRoss1965, 68, n. 87. che si distinguono per un'incomiciatura a giorno del campo figurato, che oltre
LA tipologin e i morivi decorativi
ai consueti pavoni affrontati presenta gli stessi uccelli disposti dorso contro
dorso; in un esemplare, che testimonia la diffusione del tipo in Puglia, è raffi-
gurato anche il motivo con un solo uccello ad ali spiegate (cat. II.7.b.26).
Un orecchino di ignota provenienza, oggi a Richmond (cat. II.7.b.36),
mostra l'associazione tra il bordo distinto lavorato a giorno e caratteristici
dischetti aurei saldati sulla lamina. in modo da coprire il punto di giunzione
dei fili perlinati. Questo espediente tecnico, che ricorre anche in altri tipi di
gioielli, potrebbe forse contribuire a definire gli oggetti prodotti da una specifi-
ca bottega: i luoghi di provenienza, tuttavia, appaiono come in altri casi impre-
cisi o piuttosto disparati, se si eccettua la comune dipendenza dall'orbita di
influenza bizantina. Appare interessante notare, tuttavia, il legame esistente da
un punto di vista tecnico e iconografico con gli orecchini con pendente a goc-
cia già esaminati (ad esempio cat. II.4.f.6), che in alcuni esemplari mostrano
dischetti aurei saldati e la tipica palmetta decorativo-simbolica. L'analogia a
volte è anche morfologica, caratterizzata dalla presenza di anellini esterni
all'orlo, entro i quali viene fatto passare un filo aureo con perle e paste vitree.
Negli orecchini a corpo semilunato questi elementi sono piuttosto rari, attestati
in un esemplare del Museo Benaki con la lamina traforata decorata da un
monogramma personale (cat. II.7.b.40), e in due esemplari rinvenuti nella
necropoli di Keszthely-Fenékpuszta (cat. II.7.b.39).
Come ultima variante degli orecchini a lamina traforata vengono considerati
gli esemplari con globetti saldati all'orlo in un numero variabile da tre a cinque
(cat. II.7.b.37-38 e 41-44); di esecuzione più semplice rispetto agli ornamenti a
doppia valva, prevedono una decorazione costituita prevalentemente da un
unico uccello ad ali spiegate: oltre ad una coppia del tesoro di Mersin (cat.
II.7.b.41), solo di due degli esemplari presentati, provenienti da Smirne e da
Erythrae, si conosce con certezza il luogo di rinvenimento (cat. II.7.b.42).
Gli orecchini a lamina non traforata decorata a sbalzo (variante C),costitui-
scono la forma più tarda del tipo: gli esemplari sono compresi all'interno di tre
varietà che sono state distinte in base alla partizione del campo figurato e alla
decorazione dell'orlo con bulle o globetti pieni. La prima varietà raggruppa
esemplari, rinvenuti in Puglia ed in Sicilia, caratterizzati dalla divisione della
lamina in registri e dalla presenza delle bulle (cat. II.7.c.l-3). I soggetti sono
quelli zoomorfi già riscontrati e, in un solo caso (cat. II.7.c.3), compare anche
la raffigurazione di grappoli ai lati di un elemento vegetale. Lo stesso motivo,
un'innovazione iconografica legata forse ad una datazione più recente, viene
espresso in modo più elegante in un orecchino della seconda variante, con
bordo decorato e globetti, assegnabile a bottega costantinopolitana (cat.
II.7.c.6). L'altro esemplare attribuito al medesimo gruppo proviene invece dal-
l'Albania (cat. II.7.c.4): vi è rappresentato il consueto uccello frontale ad ali
spiegate, motivo che non consente di specificare la cronologia dell'esemplare,
attribuito generalmente al VI1 secolo.
Gli orecchini con bordo decorato e completato da globetti (cat. II.7.c.6-10)
costituiscono l'ultima sottovariante del gruppo a lamina sbalzata, privo di indi-
cazioni di provenienza e di contesto. Alcuni tra quelli noti presentano i consueti
Orecchini
due pavoni ai lati del kantharos o due grappoli d'uva e sono stati datati su base
stilistica al IX-XIII secolo.
Qualora risultino confermate da rinvenimenti sicuri le datazioni proposte su
base stilistica per questi orecchini, ci si troverebbe di fronte ad una fase di svi-
luppo che mantiene a diversi secoli di distanza le caratteristiche di base degli
esemplari del VI e VI1 secolo. In assenza di dati cronologicamente probanti,
appare tuttavia verosimile ritenere i manufatti a lamina non traforata un'evolu-
zione diretta delle forme precedenti, probabilmente già a partire dal VI1 secolo,
soprattutto nel caso degli orecchini cretesi (cat. II.7.c. 9), siciliani (cat. II.7.c.l-
2), pugliesi (cat. II.7.c.3) ed albanesi (cat. II.7.c.4).
In un'epoca cronologicamente più avanzata, certamente posteriore alla fine
del VII secolo, il tipo continua comunque ad essere attestato in Oriente sia in
diretta continuità con le forme precedenti, arricchito di elementi filigranati e
cloisorzlzé, sia assumendo caratteristiche stilistiche specifiche di tradizioni arti-
gianali differenti, come documentato da esemplari di ambito islamico -" o
costantinopolitano (figg. 76-80)40.
Tipo 8
Tipo 9
l.a
a sezione circolare o ovale
1. Orecchino ~ i c i l i a ) ne:
; Analogo al precedente, con la verga de-
cropoli ter- corata da sottili incisioni.
Cimitile, Nola reno Tasca Bibliografia: Orsi 1942, 146, fig. 63;
(NA, Cam- Siracusa, Museo Fallico 1975, 318, fig. 5.
pania), S. Archeologi-
Tommaso, co Regionale
tomba E5, I1 oro, pasta vitrea
livello Verga chiusa a
Cimitile, Depo- gancio, con pasta vitrea conica.
sito Soprin- Bibliograjia: Orsi 1942, 123, fig. 122.
tendenza
(inv. ST 26)
bronzo; d 1.97, d 3. Coppia di orecchini
verga 0.25 Canne, (BA, Puglia), necropoli bizanti-
Anello rastremato con decorazione in- na. tomba 10 4. Orecchino
cisa a segmenti obliqui. Bari, Museo Archeologico Cornus (OR, Sardegna), necropoli
Bibliografa: Stasolla 1993, 255-256 e bronzo orientale
271, n. 15, figg. 28 e 43 (età bizan- Verga rastremata; in uno degli esem- Cuglieri, Antiquarium (inv. 803)
tina). plari con un vago. argento; d 2
La tipologia e i motivi decorativi
2. Coppia di orecchini
Lipovaca (Vukovar, Croazia), necropo-
li
Zagabria, Museo Archeologico (inv.
9202)
acquisto 1901
6. Orecchino oro, pietra; L 3.4, p 2.60-2.62
Imola (BO, Emilia Romagna), Villa Pendente costituito da un segmento di
Clelia. 1978 filo aureo con un «berillo» verde a
Imola, ~ u s e Civico
o sezione esagonale.
argento, d 1.8 Bibliografia: Croazia 1993, 160, n. 211
Analogo al precedente. 2. Coppia di orecchini (IV sec.).
Bibliografia: Imola, Villa Clelia 1990, p.i., Siria settentrionale
136-137, fig. 7, n. 9 (V-VI sec.). Kassel, Staatliche Kunstsamrnlungen 3. Coppia di
oro; d 3.2, p 7.4 orecchini
7. Coppia di orecchini A verga liscia, con chiusura a gancio e Roma, Piazza
Santa Sofia (FO, Emilia Romagna), poliedro decorato da elementi agra- della Conso-
tomba 2 nulazione; pendente perduto. lazione, teso-
bronzo, d 3.5 ca Bibliografia: Kassel 1980, 50-5 1, n. ro 1.111.8,
Analoghi al precedente. 112, tav. XIX (V-VI sec.). 1910
Bibliografia: Maioli 1982, 26-29; Imo- Washington,
la, Villa Clelia 1990, 136-137, fig. Dumbarton
3. Coppia di orecchini Oaks Collec-
7, nn. 7-8 (fine V-VI sec.).
p.i., Italia meridionale tion (inv.
Benevento, Museo del Sannio 52.7.1-2)
oro coll. J. Pierpont
Verga terminante in un poliedro deco- Morgan; B. da
rato a filigrana e a granulazione. Costa Green,
Bibliograjia: Cassanelli 1991, 106, fig. 1952
76 (VI1 sec.). oro, perla, zaffi-
ro; L 6.5
Pendente di filo
8. Coppia di orecchini 4. Orecchino aureo con ca-
S.P. p.i, Italia meridionale stone rom-
Amburgo, Museum fur Kunst und Napoli, Museo Nazionale (inv. 24710) boidale, perla, elementi di filo perli-
Gewerbe (inv. 1917, 1106) coll. Borgia nato e zaffiro a goccia.
oro; d 2 oro; d 1.6 Bibliografia: Ross 1965, 1-2, n. I, tavv.
Analoghi al precedente. Analogo ai precedenti. I-V (inizi V sec.); Manière Léveque
Bibliografia: Hoffmann 1968, 130-13 1, Bibliografia: Breglia 1941, 57, n. 223, 1997, tav. 2, E (seconda metà V-ini-
n. 85, figg. 85 a-b. tav. XXV,4. zi VI sec.).
Orecchini
Anello liscio con ispessimento a metà Bari, Museo Archeologico All'arco inferiore con sei anelli di so-
dell'arco inferiore; cinque anelli argento spensione per brevi pendenti costi-
per pendenti alternati a triangoli di Due pendenti alternati a triangoli di tuiti da un vago aureo con gin perli-
globetti a stampo; due elementi glo- globetti; chiusura entro elemento nati e da una perla: in un esemplare
bulari per l'innesto. sferico. manca uno dei pendenti.
Bibliografia: Orsi 1942, 145, tav. XI,7. Bibliografia: Gervasio 1938, 417-418, Bibliogrnfia: Marshall 191 1, 308-309,
fig. 14 (VI sec. o posteriore); D'An- nn. 2681-2682, tav. LV (111 sec.);
12. Orecchino gela 1992b, 305-307, fig. 2 (VI-VII Kent 1977, 100, nn. 168-169 (VI
Tremilia ( S R , sec.). sec.).
Sicilia)
Siracusa, Museo 17. Orecchino
Archeologi- Cimitile, Nola (NA, Campania), Basili- 4.d
co Regionale ca Nova, tomba 1 pendenti a treccia o catena con
bronzo; d 4.4 Cimitile, Deposito Soprintendenza
Anello liscio (inv. BN 325) chiusura a gancio
L
con ispessi- bronzo; d 2.2; d verga 0.21 (VI-VI1 sec.)
mento a metà dell'arco inferiore; tre Arco inferiore con ispessimento centra-
m
anelli per pendenti alternati a trian- le e tre anelli per pendenti alternati un pendente
goli di globetti a stampo; due ele- a triangoli di globetti; chiusura en-
menti globulari per l'innesto. tro un doppio elemento sferico. 1. Orecchino
Bibliografia: Orsi 1942, 146, fig. 62,b. Bibliogrrifia: Stasolla 1993, 257 e 273-
274, n. 22, fig. 30 (fine VII-seconda Beit Jibrin (Palestina), tomba
13. Orecchino metà VI11 sec.). Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
27.369)
Palazzo10 Acrei- coll. W. Clay, Detroit
de (SR, Sicilia) verga decorata a globetti, quattro o oro, ametista; L 8.3
Siracusa, Museo più pendenti (VI- VZZ sec.) Pendente con ametista terminale.
Archeologico Bibliografia: Baltimore 1947, n. 479 C,
Regionale 18. Orecchino tav. LVIII.
Q
\< (inv. 43057)
oro; d 3.2-3.5; p San Lio, Palaz-
zolo Acreide 2. Coppia di orecchini
6.4
Arco inferiore costituito da una tripla (SR, Sicilia) p.i., Egitto
treccia di filo aureo, alla quale sono Siracusa, Museo New York, Brooklyn Museum (inv.
saldati tre anelli, per pendenti, alter- Archeologi- 05.464.1-2)
nati a triangoli di globetti. Due ele- co Regionale acquisto d a Aziz Khayat; E.C.
menti aurei per l'innesto. bronzo; d 3.8 Woodward Memorial Fund
Bibliografia: Orsi 1942, 158, fig. 74. Analogo al pre- oro, paste vitree; L 11.l e 11.6
cedente, con quattro anelli per pen- Analoghi ai precedenti, ma terminanti
14. Orecchino denti e forse uno mancante. con un filo aureo nel quale sono in-
Bibliografia: Orsi 1942, 146, fig. 62; seriti un vago sferico e una pasta vi-
Salemi (TP, Sicilia), Basilica, tomba 1 Pace 1949,442, fig. 18 1. trea.
Palermo, Museo Archeologico Bibliografia: Davidson 1984, 181, n.
oro; d 4.3; p 17.19 19. Orecchino 261 (VI-vu sec.).
Verga interrotta da una sferetta aurea;
tre anelli di sospensione decorati a Chiaromonte (RG, Sicilia)
Siracusa, Museo Archeologico Re- 3. Orecchino
globetti.
gionale p.i., Egitto
Bibliografia: Pace 1916, 717 (IV-V oro; d 4.9; p 17.3 New York, Brooklyn Museum (inv.
sec.). Arco inferiore con ispessimento centra- X.9)
le e cinque anelli per pendenti alter- acquisto da Aziz Khayat, 1907; E.C.
15. Coppia di orecchini nati a triangoli di globetti; due bulle Woodward Memoria1 Fund
Salemi (TP, Sicilia), Basilica, tomba 12 ai lati dell'arco di sospensione de- oro, paste vitree; L 5.5
Palermo, Museo Archeologico corate con fili perlinati. Pendente costituito da un segmento di
argento; d 4; p 8 Bibliografia: Orsi 1942, 145, 196, tav. treccia, legato ad un elemento go-
Tre anelli di sospensione decorati a glo- XI,2; Pace 1949, 442, fig. 180; Fa- dronato e ad una pasta vitrea tra ele-
betti; un anello interno; chiusura noli Campanati 1982, 413, n. 221, menti perlinati.
entro un doppio elemento sferico. fig. 294. Bibliografia: Davidson 1984, 183, n.
Bibliografia: Pace 1916, 717, fig. 6 264 (VI sec.).
(IV-V sec.). 20. Coppia di orecchini
S.P. 4. Orecchino
16. Orecchino Londra, Bntish Museum ( F 2681-2) p.i., Egitto
Canne (BA, Puglia), necropoli bizanti- acquisto A. Wolliston Franks, 1897 New York, Brooklyn Museum (inv.
na, tomba 15 oro, perle; d 4 X.8)
Orecchini
acquisto da Aziz Khayat, 1907; E.C. Tre pendenti a treccia con pasta vitrea e
Woodward Memoria1 Fund perla terminale.
oro, perla; L 6.9 Bibliogrnfia: Greifenhagen 1975, tav.
pendente a treccia con perla terminale. 51.9 (VI sec.); Berlin 1988, 371, n.
Bibliografia: Davidson 1984, 183, n. 14 (VI sec.).
265 (VI sec.).
3. Orecchino
5. Coppia di orecchini Beit Jibrin (Palestina), tomba
p.i., Fayoum (Egitto) Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
Londra, British Museum (F 2581-2) 27.374)
acquisto A. Wollaston Franks, 1897 coll. W. Clay, Detroit
oro, perle; L 10 oro, perle; L 10
Come i precedenti, ma con elemento Tre pendenti, con segmenti di treccia di
emisferico lavorato a filigrana tra la filo aureo e perla finale; anello di
catena e la perla. terminale, ora mancante, ed un ele- sospensione rotto.
Bibliografia: Marshall 191 1, 298, nn. mento cilindrico d'oro con orlo di Bibliogrnfia: Baltimore 1947, n. 479 b,
2581-2582, tav. LIV (11-111 sec.); filo perlinato. tav. LVIII.
Kent 1977, 100, nn. 166-167 (VI Bibliografia: Gjerstad 1956, fig. 34, n.
sec.). 24; Greifenhagen 1975, tav. 51.8; 4. Orecchino
Berlin 1988, 365, n. 29 (VI sec.). p.i., Egitto
6. Coppia di Baltimora, Walters
orecchini Art Gallery (inv.
Anapa (Ucrai- 4.e 57.575-6)
na) acquisto da Sheik
Berlino, An- pendenti a treccia o catena con Ismael, Cairo,
tikenmu- chiusura ad innesto 1930
seum (inv. oro, perle; L 7.7
11863,159) Tre pendenti di cate-
oro; L 11.5 tre pendenti (VI- VI1 sec.) na a maglia dop-
Verga con un pia, con vaghi e
pendente 1. Coppia di orecchini perla irregolare
costituito da Kutahya, (Bitinia, Turchia) all'estremità inferiore.
un segmen- Istanbul, Museo Archeologico (inv. Bibliografia: Jewelty 1979, 158, n. 447
to di treccia 2159) (VI sec.).
tra due glo- acquisto 1903
bi aurei cavi oro, perle; L 7; d cerchio 2 5. Coppia di orecchini
e da una sfera terminale a filigrana. Tre pendenti a treccia con perla finale, S.P.
Bibliografia: Greifenhagen 1970, tav. sospesi a tre anelli ornati a granula- Richmond, Virginia Museum of Fine
24.7 (VI sec.); Berlin 1988, 365, n. zione; chiusura entro un globetto. Arts
30 (VI-VI1 sec.). Rinvenuta con cat. II.5.a. l . coll. Glasgow
Bibliografia: Ergil 1983,53, n. 138 (VI oro, perle, paste vitree
7. Coppia di orecchini sec.). Tre pendenti con segmenti di treccia,
Anapa (Ucraina) pasta vitrea e pietra finale.
Berlino, Antikenmuseum (inv. 302 19, Bibliografia; Ross 1968, 23, n. 28-29
1104) (VI sec.).
oro; L 12.5
~ n a l o ~aih precedenti.
i
Bibliografia: Greifenhagen 1975, tav.
6. Orecchino
5 I .IO (VI-VI1 sec.); Berlin 1988, S.P.
365, n. 3 1 (VI sec.). Atene, Museo Archeologico Nazionale
coll. Stathatos
oro, perle; L 5.15; d anello 1.75
tre pendenti Tre pendenti di catena a maglia piatta
con perla finale.
8. Coppia di orecchini Bibliografia: Amandry 1963, 284, n.
Tamassos (Cipro) 204, tav. XLII (VI-VI1sec.); Maniè-
Berlino, Antikenmuseum (inv. GI re Léveque 1997.89-92, tav. 2, F.
1291130)
oro; L 6.5 2. Coppia di orecchini 7. Orecchino
Verga a treccia con tre anelli per la so- p,-iene (Turchia) S.P.
s~ensionedi pendenti di c atena a Berlino, Antikenmuseum (inv. 10580) Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
maglia piatta con una perla 0 pietra oro, perle; paste vitree; L 8.9 e 8.4 57.1729)
La tipologin e i motivi decorativi
acquistato da Dikran Kelekian; coll. H. Quattro pendenti di treccia aurea colle- 2. Coppia di orecchini
Walters; acquisto 1943 gati ad un breve segmento di filo Lambousa (Cipro), tesoro 1.111.17,
oro, pietre, paste vitree; L 9.5 aureo con un vago decorato a gra- 1883
Tre pendenti di treccia di filo aureo, ai nulazione, una pasta vitrea e una Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 424)
quali sono legate una croce, con ca- perla. Chiusura entro elemento sfe- oro, perle, ametiste; L 5.7 e 5.4
stone centrale circolare includente rico. Pendente con filo di perle tra due anelli
una pasta vitrea verde, e un'ameti- Bibliografia: Michalowsky 1962, 223- sagomati a goccia e godronati; ame-
sta a goccia. 224, figg. 257-258 (VI1 sec.); Ma- tista sospesa al centro dell'anello
Bibliografia: Baltimore 1947, n. 479 a, nière Léveque 1997. interno.
tav. LVIII; Jewelry 1979, 157, n. Bibliografia: Dalton 191 1, 535, fig.
446 (VI sec.). 317; Art Byzantin 1964,368, n. 402
(VI-VI1 sec.); Piendes 1971, 53, n.
quattro pendenti 1, tavv. XXXVI, 1 e XXXVII, 2 b
(VZZ-inizi VZZZ sec.) (VI-VI1 sec.); Manière Léveque
1997, 92 (fine VI-VI1 sec.).
8. Coppia di orecchini
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III. 18,
1902
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 426)
oro; L 7.5
Quattro pendenti a catena con vago au-
reo finale.
Bibliografia: Dalton 191 1, 543, fig.
327; Sotiriou 1935, tav. 152; Stilia-
nou 1969, fig. 45; Pierides 1971,
55, n. 4, tav. XXXVIII, 4 (VI-VI1
sec.); Manière Léveque 1997, 92
(fine VI-VI1 sec.).
11. Coppia di orecchini
9. Coppia di orecchini p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
Lambousa (Cipro), tesoro l .III. 18, 1 .III.24, 19 13
1902 New York, Metropolitan Museum of l I
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 428)
oro; L 7.5
Art (inv. 17.190.1665-1666)
coll. J. Pierpont Morgan, 1917 3. Orecchino 1
Analoghi ai precedenti, mancanti della oro, perle; d 2.5; L 10 Lambousa (Cipro), tesoro 1.111.17,
chiusura. Quattro pendenti di segmenti di treccia 1883
Bibliografia: Dalton 1911,543, fig. 327; aurea, con perla terminale. Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 425)
Sotiriou 1935, tav. 152; Stilianou Bibliograj'ìn: Dennison 1918, 151, nn. oro, perle, ametista; L 5.3
1969, fig. 45; Pierides 1971,55, n. 5, 16-17, tav. XLI (I11 sec.); Ross Pendente in lamina a goccia traforata al
tav. XXXVIII, 5; Manière Léveque 1959; Age of Spirituality 1979,327- centro, decorata da un'ametista; or-
1997, 92 (fine VI-VI1 sec.). 328, n. 306 (prima metà del VI1 lo esterno con filo di perle che se-
sec.). gue il profilo della lamina.
Bibliograjia: Art Byzantin 1964,368, n.
403 (VI-VI1 sec.); Pierides 1971,
53, n. 3, tav. XXXVII, 3 (VI-VI1
4.f. sec.); Manière Léveque 1997, 92
(fine VI-VI1 sec.).
pendenti a goccia
(VI1 sec.) 4. Coppia di orecchini (fig. 13)
1. Orecchino Caesaren Maritima (Israele), tesoro
I ,111.12,1962
p.i., Costantinopoli Milano, Museo Civico Archeologico
Washington, Dumbarton Oaks Collec- oro; L 3, p 3.73-3.74
tion (inv. 53.12.97) Anello di sospensione rastremato con
acquisto 1953 pendente in lamina traforata con gi-
oro, perle; L 2.8; d anello 1.7 rali, due pavoni e una croce greca
Pendente in lamina traforata decorato entro clipeo; orlo perlinato; chiusu-
10. Coppia di orecchini con motivi vegetali e con quattro ra a gancio.
Palmira (Siria), tesoro 1.111.19,1960 perle disposte a croce al centro; or- Bibliografia: Frova 1965,235, fig. 292;
Palmira, Museo Archeologico (inv. CD lo perlinato; chiusura a gancio. Id. 1979 (fine VI sec.); Manière
4 B 1-2) Bibliografia: Rcss 1965, 68-69, n. 89, Léveque 1997, 88-89, tav. 2, G (fi-
oro, perle, paste vitree; L 8.5 tav. XLVII (VI1sec.). ne VI-VI1 sec.).
Orecchini
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Pendente costituito da un castone ro- Castone circolare saldato all'arco infe- - ' '2
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tondo con pietra, due perle, un vago riore con orlo perlinato e onice; ad 5.c ., .
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in oro. esso è sospeso un pendente con ca- lamina con castoni e pendenti . '. J,? .
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Bibliografia: Ergil 1983,54, n. 140 (IV stone quadrato e un segmento di fi- di filo aureo . . T
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sec). lo aureo per pietre.
Bibliografia: Marshall 1911, 309, n. .. ..
.
4. Coppia di orecchini (fig. 14) 2688, tav. LV (V-VI sec.). lamina non traforata .l
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Mitilene (Lesbo), tesoro 1.111.13, 1951 @ne VI-VZZ sec.) ....,
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386 (VI1 sec.); Manière Léveque Anello con castone circolare con perla. ..
1997,92 (fine VI-VI1 sec.). Pendente con castone circolare con , .?
5.b
elemento filigranato e pendenti
di filo aureo 1. Coppia di orecchini
(VI1 sec.) p.i., Turchia
Istanbul, Museo Archeologico
oro, perle
Anello con castone circolare applicato;
pendente costituito da tre lamine
collegate, con castoni e decorazione
5. Coppia di orecchini a granulazione; cinque pendenti,
p.i., Spagna meridionale con perle e vaghi aurei, legati al-
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. l'orlo.
57.560,561) Bibliograjìa: inediti.
acquistati da Daguerre, Parigi, 1930
oro, perle, pietre; L 11.3,14.3
Anello con chiusura ad innesto entro
elemento perlinato; pendente costi-
tuito da nove castoni quadrati e ot-
tagonali con perle e pietre, montati
in forma triangolare; la lamina po-
steriore dei castoni presenta una de-
corazione a sbalzo di tipo vegetale; 1. Coppia di orecchini
ai tre castoni inferiori sono sospesi S.P.
pendenti di filo aureo, ciascuno con Atene, Museo Benaki (inv. 1807)
due pietre, una delle quali un'ame- oro, perle, pietre, paste vitree; L 9.7
tista. Pendente triangolare con orlo godrona-
Bibliografia: Baltimore 1947, n. 854; to e decorazione interna filigranata
Ross 196 1,23-25, n. 80; Age of Spi- a volute con l'inserzione di perle.
rituali@ 1979,314-315, n. 289 (600 Un filo aureo con paste vitree segue
ca); Jewelry 1979, 143, n. 405 (VI il margine esterno del pendente, al
sec.); Metzger 1990, 11, fig. 6. quale sono fissati inferiormente tre 2. Orecchino
pendenti, ciascuno costituito da un Aghios Vasileios, Rethymnon (Creta)
6. Orecchino castone circolare con pasta vitrea e Iraklion, Museo Storico (inv. 693)
S.P. da pietre (un'ametista al centro). oro, smeraldi, granati, calcedoni, paste
Londra, British Museum (Marshall Bibliograjìa: Sega11 1938, n. 240, tav. vitree; L 9.3,1.2.5
2688) 45 (VI sec.); Bromberg 1990,70, n. Pendente di lamina triangolare polilo-
coll. Hamilton 29 (fine V-iiiizi VI sec.); Ead. 1992, bata con smeraldi e paste vitree
oro, onice; L 7.9 fig. 30 (V-VI sec.). bianche; seconda serie di pendenti
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Orecchini
id.I .
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f ;. costituiti ciascuno da un castone 5. Coppia di orecchini
l,
:) circolare con un granato, un vago p.i., Italia
;,, aureo conico, una pasta vitrea e un Berlino, A n t i k e n m u s e u m ( i n v . G I
[:. ::. calcedonio azzurro. 200120 1)
L':
,
. ~ibliografia:Art Byzantin 1964,372, n. oro, perle; L 3.6
I. Pendente costituito da una lamina a pel-
L , . 415 (VI1 sec.); Manière Léveque
i- 1997, 86-88 (con provenienza da ta a tre estremità, con tre castoni
r;.
* circolari includenti perle; pendenti
i:. Aghios Nikolaos; fine VI-VI1 sec.).
i. mancanti
1I lamina non traforata, a pelta Bibliografia: Greifenhagen 1975, 67,
1.
'F.: (VI- VI1sec.) tav. 52.9 (bizantini-longobardi, VI-
f VI1 sec.); Berlin 1988, 371, n. 9
i.., (VI-VI1 sec.).
7 .', 3. C o p p i a d i
orecchini 6. Orecchino
E," ' -
Dolianova (CA, S.P.
Sardegna) Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Cagliari, Museo (inv. 940)
i.
l
Archeologi- oro; L 4, p 4.35
C .- co Anello di sospensione decorato con tre colari e quadrati, per paste vitree.
k,. oro, pasta vitrea fili perlinati; pendente costituito da Dal castone inferiore pende un seg-
i. Pendente costi- una lamina a pelta a tre estremità, mento di filo aureo con un vago
.- tuito da una con tre castoni circolari includenti d'oro, una perla o uno smeraldo e
l.
i.-.
lamina a pel- paste vitree azzurre e cerchi a fili- una seconda perla, oppure uno sme-
i:-. ta a tre estre- grana; pendenti mancanti. raldo a goccia.
1
C' mità. con ca- Bibliografia: Paolucci 1994, 9 1 (VI- Bibliografia: Dennison 1918, 15 1- 153,
!' stone a goc- VI1 sec.).
I nn. 18- 19, tav. XLII (VI sec.); Tait
cia centrale 1986, fig. 222.
(originaria- 7. Orecchino
mente c o n S.P.
una pasta vi- Londra, Victoria and Albert Museum 9. Coppia di orecchini
trea di cui re- (inv. 6570-1 855) p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
stano tracce) e orlo con triplo filo oro, smeraldi e «giacinti»; L 6.66 cm 1.111.24, 1913
E-{ godronato; cinque pendenti a cate- Pendente costituito da una lamina a pel- coll. Freer
ti::
F . .', nella con elemento finale aureo co-
nico o a forma di sfera sovrapposta
ta a tre estremità, con tre castoni
circolari e uno romboidale alternati
oro, perle, smeraldi, paste vitree; L 11;
p 27.2 e 26.3
ad un tronco di cono. Analoghi ai precedenti.
P
1:.. i.
a globetti; pendenti di filo aureo, i
due laterali con una pietra a goccia
.a.
Bibliografi: Tararnelli 1904, 145, fig. 8. Bibliogrnfia: Dennison 1918, 153-154,
.:k, e quello centrale con una perla e nn. 20-21, tav. XLIII-XLIV (VI
P-:. 4. Orecchino
una pietra a goccia. sec.).
Bibliogrnfia: Victorin nnd Albert Mu-
p.i., Italia meri- seum 1955, 10, a (VI sec.).
dionale 10. Orecchino
a
Napoli, Museo lamina traforata p.i., Egitto
1- Nazionale (VII-inizi VI11sec.) Cairo, Museo Ar-
D ,. -
I
t:
oro; L 3.8
Anello di s o - 8. Coppia di orecchini 1 cheologico
oro, perle, pietre
[ .
1.;:
spensione
decorato
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
1.III.24, 1913
I
1 I Cerchio rastrema-
to con chiusu-
:!l
con tre fili
perlinati;
pendente
Londra, British Museum (inv. MLA
1916.7-4.2-6)
coll. Burns
'$I I ra entro un
elemento sfe-
rico con d u e
i'
l :
costituito oro, perle, smeraldi, paste vitree; L 12.4 globetti ai la-
d a una la- Cerchio rastremato con chiusura entro ti; pendente di
lI
,
.i
.
mina d o p - elemento sferico con due globetti ai lamina lavo-
r . pia a pelta a lati . Pendente di lamina traforata e rata a sbalzo e
tre estremità, con quattro castoni sbalzata con due volute vegetali, sei ad incisione
i circolari e cerchi a filigrana; pietre
1; , - e pendenti mancanti.
castoni circolari includenti origina- con due pesci
e due volute
? I riamente paste vitree e, al centro,
p'
, Bibliogrnf;n: Breglia 194 1,97, n. 1 e 4, uno smeraldo. Al margine inferiore -
.
L 1
I
cciano
h e incorni-
una pie-
tav. XLI (VI-VI1 sec.); Siviero di questo elemento sono sospesi al-
;i' 1954, 118, n. 526, tav. 242 (VI-VI1 tri tre pendenti, ciascuno costituito tra; all'orlo inferiore sono sospesi
t .. sec.). da tre castoni, alternativamente cir- tre pendenti, ciascuno costituito da
!.;
i
F..
P,:
t
La tipologin e i motivi decorativi
tre elementi cuoriformi in lamina, pendente a disco cloisonné, con cli- Bibliografia: Davidson 1984, 169, n.
alternati a cerniere ornate, alle peo centrale raffigurante busto fem- 238 (VI sec.).
estremità, di perle. Dalla cerniera minile frontale con orecchini a goc-
inferiore pende un segmento di filo cia su fondo verde, entro cornice a 2. Coppia di orecchini
aureo con tre perle o, nel pendente segmenti di paste vitree blu e rosse p.i., Egitto
centrale, con due perle ed una pietra e bordo di perline inserite in un filo New York, Brooklyn Museum (inv.
a goccia. aureo; orlo esterno godronato al 05.440.1-2)
Bibliografin: Vernier 1907, nn. 525 10- quale è saldato un pendente cru- acquisto da Aziz Khayat; E.C.
525 11, tav. XXXV; Dennison ciforme a bracci patenti; chiusura Woodward Memoria1 Fund
1918, 153, fig. 45. ad innesto; sul rovescio della lami- oro; L 3.5 e 3.6
na del pendente è impresso il verso Due cerchi applicati alla sezione infe-
11. Coppia di orecchini di un solidus di Tiberio Eraclio e riore dell'anello con orlo perlinato
p.i., Antinoe (Egitto) Tiberio (659-668). L'orecchino interno ed esterno, e decorazione a
Atene, Museo Benaki (inv. 1779) viene considerato (Melucco Vacca- triangoli di globetti.
oro, perle, zaffiri;L 8.7 ro 1972) tra gli orecchini «a cestel- Bibliografia: Davidson 1984, 170-171,
Cerchio rastremato con chiusura entro lo» di tipo 4, con ipotesi di produ- n. 240 (VI sec.).
elemento sferico con un globetto; zione da parte di botteghe campane.
pendente di lamina ritagliata e de- Bibliografia: De Rinaldis 1916, figg. 1- 3. Coppia di orecchini
corata ad incisione con un serpente 2; Morassi 1936, 30, nn. 119- 120,
attorcigliato ad otto che include, p.i., Egitto
fig. 25; Hackenbroch 1938, 12; New York. Brooklyn Museum (inv.
nella spira superiore, una perla; al- Breglia 1941, 95-96, nn. 996-997,
l'orlo inferiore è sospeso un pen- 05.444.1-2)
tav. XLII, 1-2 e XLIII, 1-2 (fine VI acquisto Aziz Khayat
dente di filo con una perla e uno sec.); Siviero 1954, 120, n. 533,
zaffiro a goccia. Probabilmente ac- oro; L 5.1
tavv. 249-254 (fine VI1 sec.); Ori Analoghi ai precedenti, ma con tre cer-
quistati con la collana 1II.l.c.17. Italia 1962, 19; Lipinsky 1969b,
Bibliografia: Sega11 1938, n. 223; Art chi applicati ed un elemento circo-
276; Melucco Vaccaro 1972, 12-13 lare concavo con globetto centrale
Byzantin 1964,369, n. 405 (VI-VI1 (tardo VII sec.); Farioli Campanati
sec.). saldato sotto l'occhiello di chiusu-
1982, 406, n. 192, fig. 262; Ead. ra.
1984, 455-456; D'Angela 1992a;
Napoli 1994, 381 (VI1 sec.). Bibliografia: Davidson 1984, 173-174,
5.d n. 244 (VI sec.).
disco con decorazione cloi- 4. Coppia di orecchini
sonné e pendenti cruciformi
(seconda metà VI1 sec.) p.i., Egitto
New York. Brooklyn Museum (inv.
05.445.i-2)
acquisto da Aziz Khayat; E.C.
Woodward Memoria1 Fund
oro; L 5.1
Analoghi ai precedenti.
Bibliografia: Davidson 1984, 174, n.
6.a 245 (VI sec.).
circolare
5. Coppia di orecchini
p.i., Egitto
cerchio liscio e chiusura a gancio New York, Brooklyn Museum (inv.
(VI-VZZ sec.) 05.447.1-2)
acquisto da Aziz Khayat; E.C.
1. Orecchino Woodward Memoria1 Fund
p.i., Egitto oro; L 4.3 e 4.7
New York, Brooklyn Museum (inv. Analoghi ai precedenti.
05.438) Bibliografia: Davidson 1984, 175, n.
1. Coppia di orecchini acquisto da Aziz Khayat; E.C. 247 (VI sec.).
Senise (PZ, Basilicata), contr. Salsa, Woodward Memoria1 Fund
tomba, 1916 oro, perle; L 4.6 6. Coppia di orecchini
Napoli, Museo Archeologico Naziona- Anello con elemento circolare concavo, p.i., Egitto
le (inv. 153618) con globetto centrale, saldato sotto New York. Brooklyn Museum (inv.
oro, perle, pietre, paste vitree; L 6; d 2.2 l'occhiello di chiusura; cerchio ap- 05.44i.i-2)
Anello di sospensione decorato con ca- plicato al12 sezione inferiore, con acquisto da Aziz Khayat; E.C.
stoni rettangolari e anellini per il triangoli di globetti e perla inserita Woodward Memorial Fund
fissaggio di un filo aureo con perle; in un filo aureo. oro; L 4.8 e 5.0
Orecchini
Due cerchi applicati con orlo perlinato 10. Coppia di orecchini Analoghi ai precedenti.
interno ed esterno, e decorazione a N. Kilkis, Europos (Grecia), tomba, Bibliografia: Davidson 1984, 173, n.
globetti; tra i due elementi è saldato 1991 243 (VI sec.).
un pendente rigido costituito da una argento
sfera eseguita a filigrana tra due Analoghi al precedente.
globetti. Bibliografia: Sabbopoulou 1991, tav.
Bibliograjia: Davidson 1984, 171-172, 112a (V sec.).
n. 241 (VI sec.). emisferica o discoidale
(VI1 sec.)
11. Orecchino -.rz.z-.
..,.-..~'-.,.
--z.x-:2m
5. Orecchino
7.b
Polis (Cipro)
traforato Nicosia, Cyprus Museum (Inv. J 500)
oro; L 2.7
Due pavoni affrontati ai lati di un ele-
cerchio distinto, globetti e pendente mento vegetale in lamina ritagliata;
interno @ne VI- VI1sec.) orlo perlinato.
I l . Coppia di
orecchini
Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152;
Pierides 1971, 56, n. 9, tav. XXX-
VIII, 9 (VI1 sec.); Baldini 1991,78, 9. Coppia di orecchini
Homolion (Tes- n. 11.
saglia, Gre- S.P.
cia), tomba 2, 6. Coppia di orecchini Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 184)
1961 p.i., Siria oro; d 3
Larissa, Museo Parigi, Louvre (inv. Bj 2282) Analoghi al precedente, con croce cen-
Archeologico coll. De Clercq; dono Boisgelin, 1967 trale entro clipeo.
(inv. M56) oro; L 3.3 - 3.4 Bibliografia: Art Byzantin 1964,374, n.
L I
oro Due pavoni affrontati ai lati di un ele- 419; Baldini 1991.80, n. 15, fig. 1.
Lamina lavorata a traforo con motivi di mento vegetale in lamina ritagliata.
girali e pendente aureo a goccia in- Bibliografia: De Ridder 191 1, nn. 781- 10. Coppia di orecchini
serito nell'arco di sospensione; no- 782; Byzance 1993, n. 80.
ve globetti aurei saldati all'orlo in- S.P.
feriore godronato. Vienna, Kunsthistorisches Museum
oro; L 3.4, p 3.2
Bibliografia: Daux 1967, 874-875, fig. Analoghi ai precedenti, con due globet-
12; Baldini 1991,77, n. 8. ti ai lati dell'arco di sospensione.
Bibliografia: Wien 1974, 59, n. C 89
orlo perlinato (fine VI-VII sec.) a,b, fig. 30 (VI sec.); Baldini 1991,
80, n. 16.
2. Orecchino
p.i., Cipro
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 502)
oro; L 3.2
Due pavoni affrontati ai lati di una cro- 7. Orecchino
ce greca entro clipeo in lamina rita- S.P.
gliata; bordo inferiore perlinato. Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.)
Bibliografia:Sotiriou 1935, tav. 152; Pie- oro; L 3.9
rides 1971,55, n. 7, tav.-, 7 Due pavoni affrontati ai lati di un ele-
(VT[ sec.); Baldini 1991,79, n. 14. mento vegetale in lamina ritagliata;
orlo perlinato.
3. Orecchino Bibliografia: Art Byzantin 1964, 373- 11. Orecchino
p.i., Cipro 374, n. 418 (VI1 sec.); Baldini S.P.
New York, Metropolitan Museum of 1991, 78, n. 12, fig. 1. Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 164)
Art oro; L 3.3,12.6
coll. Palma De Cesnola Lamina ritagliata con raffigurazione di
oro; L 3,12.6 un uccello ad ali spiegate e bordo
Lamina con motivi vegetali a traforo; perlinato.
orlo perlinato. Bibliografia: Baldini 1991, 80, n. 17,
Bibliografia: De Cesnola 1903, tav. fig. 2.
XIX, n. 13; Baldini 1991,77, n. 9.
12. Coppia di orecchini
4. Orecchino
S.P.
p.i., Cipro Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 497) tion (inv. 52.13)
oro; L 3 acquisto 1952
Due pavoni addorsati ai lati di un ele- 8. Coppia di orecchini
S.P. oro; L 3.1-3.2 cm, 12.5
mento vegetale in lamina ritagliata; Due pavoni affrontati ai lati di un
orlo perlinato. Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.)
oro; d 3.4 kantharos; orlo perlinato.
Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152; Bibliografia: Ross 1965, 68, n. 87, tav.
Pierides 1971, 56, n. 11, tav. XXX- Analoghi al precedente.
Bibliografia: B~ldini1991, 78, n. 13, XLVII (VI1 sec.); Byzantine Col-
VIII, 11 (VI1 sec.); Baldini 199 1, lection 1967, n. 211 (VI1 sec.); Bal-
78, n. 10. fig. 1.
dini 1991, 80, n. 18.
Orecchini
ai lati di un elemento centrale costi- orecchini è stato fissato nella lacuna Bibliografia: Anntolia 1987, n. 265,
tuito da due volute unite al centro; un vago in pasta vitrea); doppio fig. 264 (VI-VI1 sec.); Baldini
orlo con cinque bulle. bordo perlinato e punzonato; sette 1991, 91, n. 38.
~ibliografia: Syrien 1993, n. 62 (VI1 bulle saldate all'orlo.
sec.). Bibliografia: Metger 1983, n. 30. 38. Orecchino
S.P.
33. Orecchino bordo distinto, dischetti ai lati Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 227)
S.P. dell'aizello di sospensione e bulle oro
Atene, Museo @ne VI-VZI sec.) Bordo distinto, lavorato a traforo con
Benaki motivo a zig-zag e nove globetti; ai
(inv. 1811) 36. Orecchino lati della lamina semilunata sono
oro; L 3.7 saldati due dischetti aurei come ne-
Lamina rita- S.P. gli esemplari precedenti; la decora-
gliata con zione principale dell'orecchino è a
unico uc- motivi vegetali schematizzati.
cello ad ali ~ i b 1 i o g r a f i n : ~ a l d i n1991,
i 90, n. 35,
spiegate; fig. 7.
due dischetti aurei saldati ai lati del-
la lamina, che presenta inferior-
mente gli attacchi di cinque bulle filo aureo e perle lungo
perdute. il profilo esterno (VZZ sec.)
Bibliografia: Segall 1938, 156, n. 244,
tav. 48 (VI sec.); Yeroulanou 1988,
fig. 8; Baldini 1991.87, n. 32, fig. 4. 39. Coppia di orecchini
Keszthely-Fenékpuszta (Ungheria),
tomba 5
34. Coppia di orecchini Richmond, Virginia Museum of Fine s.1.c.
S.P. Arts (inv. 66-15-7) oro
Atene, Museo Benaki (inv. 1810) coll. De Clercq e Glasgow Due pavoni affrontati ai lati di una cro-
oro; L 4.4 oro; L 5.7,14.2 ce entro clipeo in lamina ritagliata;
Bordo perlinato al quale sono saldate Settore centrale con due pavoni ai lati orlo inferiore con dieci anelli per
cinque bulle a doppia valva (una di una croce greca entro clipeo: il l'inserimento di un filo aureo con
mancante); clipeo con due uccelli di motivo è diviso a metà da un filo pietre e perle.
profilo disposti l'uno di fronte al- godronato verticale; bordo traforato Bibliografia: Barkoczi 1968, 295-296,
l'altro su una phiale baccellata; co- con motivo a zig-zag, distinto al- tavv. LV, 3-4 e LVI, 3-4 (fine VI-
me nell'esemplare precedente, due l'interno mediante un filo perlinato; VI1 sec.).
dischetti saldati ai lati dell'anello di nove bulle saldate all'orlo inferiore
sospensione. della lamina e cinque dischetti aurei
Bibliografia: Segall 1938, 155-156, n. lungo quello superiore.
243, tav. 48 (VI sec.); Andronikos Bibliografia: Ross 1968, 20-21, n. 20
1975, 368 e 376, fig.7~;Bromberg (tardo VI-VI1 sec.); Age of Spiritua-
1990,70, fig. 28 (VI1 sec.); Baldini lity 1979,315-316, n. 290 (inizi VI1
1991, 87, n. 33, fig. 5. sec.); Baldini 1991, 89, n. 34.
orlo con globetti (fine VI-VZZ sec.) grappoli d'uva ai lati di un elemen-
7.c to vegetale; nove bulle saldate al-
41. Coppia di orecchini (fig. 15) sbalzato l'orlo inferiore.
Mersin (Turchia), tesoro 1.111.16, 1889
P-
Bibliografia: Salvatore 1981a, 130-
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W 131,fig. 2 b-C;Pacilio 1991, 12-13;
decorato a registri con bulle Baldini 1991, 93, n. 41.
96) (fine VI- VZZ sec.)
oro; L 3.9; p 10.7
Due pavoni affrontati ai lati di un ele- bordo decorato con bulle
1. Coppia di
\I
mento, forse vegetale, in lamina ri- (VII-VZIZ, forse oltre)
tagliata; all'orlo, punzonato e perli- orecchini
nato, sono saldati cinque globetti. Racineci (CT, 4. Orecchino
Bibliografia: Grabar 195 1; Banck ~icilia);ne-
1966, n. 104 b; Yeroulanou 1988, cropoli in
fig. 6; Manière Léveque 1997, 94, proprietà Ta-
tav. 2, M (seconda metà VI-VI1 sca
sec.). Siracusa, Mu-
seo Archeo-
42. Orecchino logico Re-
I I gionale
p.i., Erythrae elettro; L 6.5-6.8
Londra, British Museum Lamina decora-
Lamina divisa in tre registri mediante ta a sbalzo
Acquisto A. Wollaston Franks, 1897 fili perlinati;al centro sono realizza-
oro; L 3 con un uc-
ti a stampo due uccelli addorsati e cello ad ali spiegate; doppio bordo
Due pavoni ai lati di un kantharos; tre con le teste in opposizione; i due re-
globetti saldati all'orlo. perlinato al quale si saldano sei bul-
gistri esterni, piuttosto danneggiati, le.
Bibliografia: Dalton 1901, n. 277, tav. V. sono ornati con motivi vegetali geo-
metrizzati; bulle a doppia valva Bibliografia: Arte albanese 1985, n.
(quindici in origine, ma alcune 394, 102 (VI1sec.); Albanierz 1988,
mancanti). n. 375, 458 (VI1 sec.); Baldini
1991.94, n. 42; Anamali 1993,441,
Bibliografin: Niederle 1930, fig.70,9; fig. 2.
Orsi 1942, 122-124, fig. 51 (VI-VI1
sec.); Bonomi 1966, 213 ss.; Wil- 5. Orecchino
son 1980, 238, nota 77; Farioli
Campanati 1982, 413, n. 217, fig. S.P.
290; D'Angela 1984, 188, nota 30; Washington, Durnbarton Oaks Collec-
Baldini 1991,91 e 93, n. 39. tion
oro
--.
7. Orecchino
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 53.12.25)
acquisto 1953
oro; L 5.6 cm
Due pavoni affrontati ai lati di un
kantharos eseguiti a sbalzo; bordo
decorato con cinque sferette piene. cestello a calice floreale
Bibliografia: Ross 1965, n. 138 tav.
LXVI (XII sec.); Baldini 1991, 95-
-
(seconda metà VI-inizi VI1 sec.)
-xc-.---.-
trea rossa e anello di rinforzo; cer-
chio di sospensione rastremato con
96, n. 46. 1. Orecchino u chiusura ad innesto.
p.i., Sardegna Bibliogrctfia: D'Angela 1988, 141, n. 1,
8. Orecchino Cagliari, Museo tavv. LXV,I-LXVI, 1 (VI-VI1 sec.);
p.i., Costantinopoli Archeologico Id. 1989a, 16-17; Id. 1991,812, fig.
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Nazionale 24; Possenti 1994,35 e 6 1, n. 9, tav.
tion (inv. 53.12.96) oro 111, 2-3 (seconda metà VI-inizi VI1
acquisto 1953 Cestello a calice sec.).
oro; L 4.6, 1 3.3 floreale con
Analogo al precedente, con sette sferet- orlo decorato
te saldate all'orlo punzonato (at- a granulazio-
tualmente solo sei conservate); due ne e castone
circolare per 8.b
piccoli dischi aurei ai lati dell'arco cestello emisferico a giorno
di sospensione. pietra; ma-
glia inferiore con filo aureo di ---.-
(fine VI-VI1 sec.)
Bibliografia: Ross 1965, n. 137, tav.
LXVI (XII sec.); Baldini 1991, 96, rinforzo desinente in una voluta e
n. 47. pendente conico con fili perlinati; con elemento centrale
anello di sospensione decorato con
filo perlinato e globetti; chiusura 1. Coppia di orecchini
9. Orecchino entro elemento cilindrico. Patti Marina (ME, Sicilia), tomba, 1973
Acladia, Ellenika (Sitia, Creta) Bibliogrnfia: Taramelli 1919, 146, fig. Siracusa, Museo Archeologico Regio-
Iraklion, Museo Storico (inv. 332) 1o. nale (inv. s.n.)
oro; L 3.4,12.6, L lamina 1.6 oro, perle, ametiste; L 7.5-7.8
Lamina con uccello di profilo ad ali 2. Orecchino Cerchio di sospensione rastremato con
spiegate; tre globetti aurei saldati al- chiusura ad innesto; cestello con di-
l'orlo; gancio di sospensione rotto. S. Andrea Frius sco anteriore ornato da un perla e da
Bibliograjìa: Art Byzantin 1964,340, n. (Sardegna) fili aurei lisci e godronati; nella par-
442 (X-XI sec.); Baldini 1991, 94, Cagliari, Museo te posteriore decorato con volute in
n. 44, fig. 8. Archeologi- lamina; pendente costituito da un
co Nazionale globetto, un castone ellittico con
oro; d anello 2 pasta vitrea rossa, un pendente a
Cestello a calice goccia in lamina, tre perle, due glo-
floreale con betti e una ametista a goccia.
orlo decorato
a granulazio- Bibliografia: Numismatica 1975, 7;
ne e castone circolare per pietra, Fallico 1975, 3 12; Possenti 1994,
mancante; maglia inferiore con filo 69, n. 33, tav. X, 2-3 (seconda metà
aureo di rinforzo desinente in una VI sec.).
voluta, priva del pendente; anello di 2. Orecchino
sospensione decorato con filo perli-
I- J nato; chiusura entro elemento cilin- Salemi (TP, Sicilia)
drico a tripla costolatura. Palermo, Museo Nazionale (inv. 2;
10. Coppia di orecchini 1.30642)
S.P. Bibliograjìa: Taramelli 1919, 147, fig.
11. oro; d 2.1
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 194) Analogo ai precedenti; pendente aureo
oro; L 2.5, e 2.4 a forma di anfora ornata a filigrana
Lamina aurea ornata da due racemi di 3. Coppia di orecchini con un motivo a tralci e grappoli
filo aureo, ornati da grappoli a gra- Avicenna (FG, Puglia), necropoli, 1953 d'uva.
nulazione; al margine inferiore so- Taranto, Museo Archeologico Nazio- Bibliografia: Ori Italia 1962, 153, n.
no saldati altri dieci grappoli forma- nale (inv. 54748 AIB) 480, tav. Il; Bovio Marconi 1969,
ti ciascuno da tre globetti. oro, pasta vitrea; d 2.9; L cestello 0.7 34; Melucco Vaccaro 1972, fig. 19;
Bibliografia: ~ a l d i n1991,
i 96, n. 48, Cestello pieno troncoconico in due par- Possenti 1994.69-70, n. 34, tav. XI,
fig. 2. ti saldate, con castone per pasta vi- 1 (seconda metà VI sec.).
-
La tipologia e i motivi decorativi
bronzo, paste vitree: L 3.9-4.3 oro; L 5.9 globetti; cestello in lamina aurea:
Analoghi ai precedenti; castoni con pa- Analogo ai precedenti. disco anteriore con doppio orlo go-
sta vitrea verde. Bibliografia: Breglia 1941, 58, n. 225, dronato, otto bulle emisferiche e ca-
Bibliograjìa: Possenti 1994, 92, n. 86, tav. XXXVIII, 2-3 (da Pompei); Si- stone centrale per pietra (perduta);
tav. XXXIV, 3-4 (prima metà VI1 viero 1954, 1 19, n. 53 1, tavv. 246- due ganci per pendenti saldati al-
sec.). 247; Possenti 1994, 84-85, n. 67, l'orlo inferiore.
tav. XXIII,4 (ultimo terzo VI-prima Bibliografia: Orsi 1942, 160, fig. 77;
16. Orecchino metà VI1 sec.). Melucco Vaccaro 1972, 12, fig. 22;
Cimitile (NA, Campania), basilica di S. Possenti 1994, 100-10 1, n. 109, tav.
Tommaso, tomba E5, I1 livello 21. Orecchino XL,2 (seconda metà VI1 sec.).
Cimitile, Deposito Soprintendenza S.P.
(inv. 231215) Atene, Museo Archeologico Nazionale 2. Coppia di orecchini
bronzo; d castone 1.92 coll. Stathatos p.i., Italia meridionale
Anello frammentario e castone centra- oro, granato; L 5 Napoli, Museo Archeologico Naziona-
le. Cerchio di sospensione rastremato e le (inv. 24717)
Bibliografia: Stasolla 1993, 259-260, decorato a filigrana e a granulazio- oro; L 3.8
n. 30, figg. 32 e 45 (VI1 sec.); Pos- ne, con chiusura a gancio; cestello Cestello con castone vuoto.
senti 1994, 92-93, n. 88, tav. con disco anteriore ornato da un Bibliografia: Breglia 1941, 97-98, n.
XXXIII, 5 (prima metà VI1 sec.). granato entro una cornice liscia, da 1006, tav. XLI, 6-7 (VI-VI1 sec.);
un doppio filo perlinato e da un bor- Siviero 1954, 118, n. 528, tav. 243
17. Coppia di orecchini do filigranato con motivi di volute; C-d(VI-VI1sec.); Melucco Vaccaro
Larino (CB, Molise), anfiteatro, tomba nella parte posteriore da volute in 1972, 12, fig. 24; Possenti 1994,
3 lamina; anello di sospensione del 100, n. 108, tav. XL, 1 (seconda
Campobasso, Soprintendenza archeo- pendente, oggi mancante, coperto metà VI1 sec.).
logica (inv. 24888-9) nella parte frontale da un elemento
bronzo argentato, paste vitree; L 3.7- semicircolare in lamina.
4.2 Bibliografia: Amandry 1963, 285, n. 8.d
Analoghi ai precedenti, con pasta vitrea 208, tav. XLII (VI1 sec.). cestello con capsula posteriore
bianca al centro del cestello. piana, parallela al disco
Bibliograjìa: Samnium 199 1, 355; Pos- con castoni (VI1 sec.) anteriore
senti 1994,71-72, n. 39, tav. XII, 3- (VI-VI1 sec.)
4 (seconda metà VI1 sec.). 22. Orecchino P-W---?-
1972, 16, nota 23; Possenti 1994, 3. Orecchino New York, Metropolitan Museum of
32, tav. XL, 3 (considerato perti- Art (inv. 17.190.145-146)
nente ad una forma intemedia, VI- Firenze, Museo Nazionale del Bargello dono J.P. Morgan
VI1 sec.). (inv. 943) oro, perle, ametiste
oro, paste vitree; L 4.8, p 7.10 Al gancio di sospensione sono saldati
Anello di sospensione decorato con tre due anelli concentrici; nell'anello
fili perlinati; disco anteriore con or- esterno sono infilate perline, mentre
lo perlinato, un castone circolare in quello interno è sospesa un'ame-
con pasta vitrea verde, otto castoni tista.
alternativamente romboidali e cir- Bibliografia: Stilianou 1969, fig. 44.
colari con paste vitree rosse e cerchi
filigranati; lamina posteriore con
busto imperiale di profilo a destra,
con diadema e pendilia, due croci e
l'iscrizione « ~ c l p i qOEOI)»(«grazia
di Dio»); pendente mancante.
Bibliografia: Melucco Vaccaro 1972,
13; Paolucci 1994, 90-91 (prima
metà VI1 sec. e ipotesi di una prove-
nienza da Benevento)
2. Orecchino
p.i. Italia meridionale
Napoli, Museo Nazionale (inv.
24774)
oro; L 6.2
Anello di sospensione decorato con ca-
stoni quadrati paralleli e anelli per
l'inserimento di due fili con perle;
disco anteriore con orlo perlinato e
filo con perle inserite lungo il mar-
2. Coppia di orecchini
S.P.
I
gine interno; al centro, castone cir- Atene, Museo Kanellopoulos
colare con pietra e sei castoni rom- oro perle, pietre; L 4.7
boidali disposti a croce; lamina po- Gancio di sospensione saldato ad un
steriore con l'impressione di una elemento circolare in lamina con
moneta osca di C. Papius Mutilus, castone centrale e decorazione a
del 91-88 a.C.; un pendente di flo globetti; orlo perlinato al quale so-
perlinato con una perla terminale. no sospesi cinque pendenti, quattro
Bibliografia: Breglia 1941, 57-58, n. perle e uno con un rubino incasto-
224, tav. XXV, 7 e XXXVIII, l (da nato, una palmetta in lamina aurea e
Ercolano, fine I sec. a.C.-I d.C.); Si- una «radice di smeraldo».
viero 1954, 119, n. 532, tav. 248 1. Coppia di orecchini Bibliografia: Arr Byzantin 1964, 360-
(VI-VI1 sec.); Melucco Vaccaro Lambousa (Cipro), tesoro I .III. 18, 370, n. 407 (VI1 sec.); Brouskari
1972, 13, fig. 29 (VIi sec. avanzato). 1902 1985, 145 (VI1sec.).
2.111.
COLLANE, PENDENTI E FERMAGLI
status e alla comspondenza tra i simboli del potere e il ruolo svolto dagli indi-
vidui all'interno della società.
Un altro uso delle collane pare fosse quello di dono in occasione delle
nozze: un passo della Vita di S. Alessio, ad esempio, ricorda che il santo, pro-
prio nella camera nuziale, regalò alla moglie una collana ed un anello ', consi-
derando implicitamente questo gesto come una tipica usanza matrimoniale. I1
dono, che dal brano citato non sembrerebbe comunque far parte del rito reli-
gioso vero e proprio, potrebbe trovare riscontro concreto sia nelle numerose
collane con medaglioni raffiguranti i busti degli sposi, sia in anelli con castone
decorato con analoghi soggetti
La provenienza dal mercato antiquario della maggior parte delle collane, la
possibile disomogeneità cronologica all'interno dei tesori e la continuità
morfologica rispetto al periodo precedente, contribuiscono a creare, anche per
questa classe di gioielli, numerosi problemi di datazione. In alcuni casi posso-
no verificarsi inoltre fraintendimenti tipologici e cronologici causati dalla crea-
zione, già in antico, di pastiche, combinazioni di esemplari diversi attraverso
l'adattamento di fermagli o pendenti a catene non pertinenti, sia per rendere
attuali i gioielli, sia per ragioni di economicità. Lo stesso problema riguarda a
volte, per cause differenti, anche la loro storia recente: il fenomeno appare evi-
dente, ad esempio, in una collana proveniente dal tesoro di Pantalica, disperso
agli inizi del secolo: il gioiello, infatti, noto da disegni dell'epoca del rinveni-
mento, presenta analogie strettissime con una collana oggi conservata a New
York, acquistata insieme ad altri oggetti di Pantalica, tanto da far ritenere che
si sia verificata una sostituzione del fermaglio originario con quello di un'altra
collana dello stesso tesoro (cat. III. l .c.27).
Tra gli elementi di valutazione oggettiva della cronologia nelle collane, la
situazione meglio comprensibile è fornita dagli esemplari con monete, fonda-
mentali elementi di datazione post quem che possono essere verificati median-
te gli strumenti dell'analisi stilistica, fornendo a loro volta a questo secondo
elemento di ricerca un'importante griglia di riferimento (ad esempio cat.
III.l.a.2, III.l.b.1, 6; III.l.c.36; III.2.a.4, 6; 111.3.2-3).
Un termine di confronto cronologico più generale può essere considerato il
tipo di fermaglio impiegato (fig. 50): la forma maggiormente diffusa in area
orientale tra il IV e il VI1 secolo sembra essere un elemento circolare in lamina
con orlo perlinato, spesso con una decorazione filigranata che disegna un moti-
vo a volute (cat. III.l.b.2, 4, 8-9, 12; 1II.l.c.16-17, 22-24, 27, 30, 32; III.l.d.1,
3, 5-6, 8; III.2.a.l), frequente anche in collane di elementi a giorno alternati a
pietre (cat. 111.l .c.2 e 6)
Dopo il VI secolo compaiono inoltre elementi vegetali o zoomorfi eseguiti
a traforo, spesso con caratteristiche apparentabili ad altri tipi di gioielli diffusi
Kent 1977.99.
Maggiori difficoltà impli- in Oriente, come orecchini e pendenti di collana con i quali condividono sia gli
cherebbe l'interpretazione del aspetti iconografici che quelli stilistici. In diversi casi di provenienza costanti-
termine «catena» con «cintura»:
v. cap. 2, cat. VIII. 1-2. nopolitana e cipriota fermagli consentono, ad esempio, un confronto diretto
q V. cap. 2, cat. 11.7. con gli orecchini del tipo a corpo semilunato9, databili tra la metà seconda del
Collane, pendenti e fermagli
Tipo 1
50. Esempi di fermagli di collana: 1. cat. 111.l.c.28; 2. cat. lll.l.c.15; 3. 51. Tipi di catena: 1. a maglia doppia; 2. a maglia piatta; 3. a volu-
cat. 111.l.c.23; 4. cat. 111.1 .c.16; 5. cat. 111.l.c.29; 6. cat. 111.2.b.24. te; 4. a maglia rettangolare; 5. la maglia quadrilobata; 6. ad ele-
menti a doppio cappio.
deva, oltre ad una collana di questo tipo, anche monete di Valentiniano I e Gra-
ziano (cat. III.l.c.4), permettendo pertanto di accertarne l'uso nel IV seco!o.
Per tutto l'arco di tempo considerato sono attestate collane a maglie di filo
aureo con perle, pietre (soprattutto ametiste, smeraldi, lapislazuli, zaffiri, cal-
cedoni) e paste vitree (variante C),diffusissime nel mondo romano-bizantino in
quanto dotate di un notevole effetto ornamentale. Rispetto alla produzione di
età romana, quella tardoantica presenta generalmente una struttura più pesante.
sia per lo spessore maggiore del filo aureo, sia per le dimensioni delle pietre,
che vengono tagliate in modo irregolare e lasciate completamente a vista. Que-
sta distinzione, tuttavia, non risolve completamente il problema dell'attribuzio-
ne degli esemplari decontestualizzati; l'analisi delle pietre, spesso oggetto di
fraintendimenti, potrebbe in molti casi contribuire alla definizione di gruppi
omogenei di oggetti, altrimenti difficilmente analizzabili data la ripetitività
della forma: la disparità dei luoghi di rinvenimento, tra cui la stessa Costanti-
nopoli, il numero degli esemplari noti e la varietà nel grado di preziosità dei
vaghi utilizzati, rendono plausibile che si tratti di una produzione policentrica,
ipotesi quasi obbligata per aree come Cipro, l'Egitto e la Sicilia.
Forse negli esemplari con smeraldi si può riconoscere l'esecuzione di botte-
ghe della capitale d'oriente, ambito nel quale è più facile immaginare una con-
centrazione di questo tipo di pietre: la stessa imperatrice Teodora peraltro
viene raffigurata in S. Vitale a Ravenna (fig. 47) con una collana di gemme
verdi alternate ad elementi aurei, una tipologia di particolare pregio che veniva
imitata anche mediante l'uso di pietre di minor valore oppure di paste vitree
del medesimo colore (cat. 111.l .c.9, 18, 20-24, 26-27, 30-32, 34).
Sulla base dello stesso criterio è possibile attribuire a botteghe egiziane, tra-
dizionalmente specializzate in pietre dure 1 3 , le collane con largo impiego del
lapislazulo, pietra di difficile lavorazione e quindi rifinita con una tecnica par-
ticolare. Un esemplare di grande pregio attribuibile ad atelier egiziani (cat.
III.l.c.l9), anche per confronto tra i vaghi aurei impiegati nella catena e gli
elementi utilizzati in altre collane di provenienza orientale (cat. 111.l .a. l ;
1II.l.c. 17 e 19; III.2.b.2; 111.12.3) e negli orecchini ad applicazione biconica 14,
è completato da un pendente in lapislazulo a forma di valva di conchiglia, che
include una raffigurazione ad altorilievo dell'Afrodite Anadiomene (fig. 52).
Si tratta di un gioiello di particolare importanza, nonostante la scarsa organi-
cità nella composizione della figura, sia per la scelta del soggetto, sia per il
raro impiego della pietra. L'iconografia di Afrodite sopravvive dopo l'età
imperiale con funzione essenzialmente ornamentale in oggetti preziosi d'uso
personale, come la capsella argentea di Projecta (fig. 8), oppure in ambito
musivo, dove il soggetto appare diffuso soprattutto in area nord-africana tra I1
l-' Devoto 1990, 134-139. e IV secolo, mentre è estremamente raro in Oriente 15; potrebbe essere anche
V. cap. 2, cat. II.6.c. questo un elemento di valutazione a favore di un'esecuzione egiziana del
l5 Balty 1977, 20; sull'cono-
grafia nelle fasi tarde v. anche gioiello, che M.C. Ross attribuisce invece alla capitale di Oriente 16.
Krug 1982, in particolare figg. Un'origine egiziana potrebbe essere ipotizzata, inoltre, per il tipo di catena
7-8.
I h Age of Spirirunlity 1979.
di elementi traforati e castoni, documentato da un esemplare del tesoro di Anti-
314. noe (cat. 111.l .c.34) e da un altro, da Hadra, oggi a Washington (cat. 111.l .c.35),
La tipologia e i motivi decorativi
.,,,
I
t Tipo 2
i{:,.
1, ;
prevalentemente militare del torques a verga cilindrica, indossati nei primi tre
casi dalle guardie imperiali, e nell'ultimo dai due santi, caratterizzati anch'essi
come milites.
L'uso femminile dello stesso tipo di collana, forse in una fase cronologica 1
più avanzata, è attestato invece da una stoffa copta del Museo Benaki (fig.
54) ?5 e da una collana egiziana, che reca iscritta un'invocazione di protezione
per colei che indossava il gioiello (cat. 111.3.2).
~
In due esemplari del tesoro di Antinoe è incluso una sorta di pettorale sal-
dato all'arco inferiore, costituito da monete montate ai lati di un elemento cen-
trale che imita un medaglione imperiale (fig. 55, cat. 111.3.2-3). I1 carattere
celebrativo e insieme il valore intrinseco di queste collane hanno fatto suppor-
re possibile l'interpretazione come donativo imperiale a funzionari insigniti di
una carica 16,ipotesi che comunque deve essere ovviamente esclusa nel caso
del torques con iscrizione già citato e forse anche per l'altro, considerando la
probabile pertinenza di entrambi gli esemplari a due parures di cui facevano
parte anche due coppie di bracciali del medesimo rin~enimento'~.
Tipo 4
Tipo 5
54. Atene, Museo Benaki: stoffa copta. 55. Berlino, Antikensammlung, Staatliche Museum: colla-
na (cat. 111.3.2).
56. Atene, Museo Benaki: matrice per croce pettorale (inv. 10902). 57. Monza, Tesoro del Duomo: croce di Adaloaldo (cat. 111.10.c.8).
123
La tipologia e i rnotivi decorativi
Tipo 6
Tipo 7
Si è già fatto cenno ai tre pendenti esagonali in lamina traforata con un soli-
dus di Costantino al centro e sei busti clipeati a distanza regolare lungo la cor-
nice (cat. III.7.1-3). La stretta analogia tipologica con gli esemplari circolari pre-
sentati, rende certa l'esecuzione di tutti gli oggetti da parte di un'unica bottega,
purtroppo non localizzabile. Resta da chiarire anche il significato dei busti cli-
peati, differentemente disposti nei diversi pendenti, ma sempre uguali da un
punto di vista stilistico, in alcuni dei quali è possibile riconoscere divinità.
Tipo 8
Tipo 9
Tipo 10
Farioli Campanati 1982, vitrei circolari eseguiti a stampo, con motivi decorativi semplici e ripetitivi
356. (tipo 11). Questi oggetti appaiono diffusi soprattutto in area siro-palestinese,
Collane. pendenti e fennagli
Tipo 12
Variante a: circolari
Variante b: con monete
Alcuni fermagli sporadici (tipo 12) comspondono a tipologie già riscontra-
te nelle collane pervenuteci intere. Tutti gli esemplari possono essere ricondot-
ti ad un unica forma-base di tradizione ellenistico-romanaj8, con gancio inseri-
to in un occhiello: ad essa si aggiungono spesso elementi in lamina, decorati a
filigrana o a traforo, le cui caratteristiche morfologiche e stilistiche costituisco-
no l'elemento più significativo da un punto di vista della datazione e della pro-
venienza degli esemplari.
Uno tra i fermagli più diffusi ha forma circolare con decorazione filigranata
ed orlo perlinato (variante a): di tradizione romana, questa variante assume, a
partire dal IV-V secolo, una tipica decorazione a quattro volute, e nel VI seco-
lo presenta prevalentemente un orlo di filo perlinato. I1 motivo è particolar-
mente documentato nel VI-VI1 secolo in Oriente, come dimostrano le attesta-
zioni turche (cat. III.2.a. l), cipriote (cat. 111.l .b.8; 111.l .d. l ) , siriane (cat.
111.l .b.9), israeliane (cat. TII. l .C.l6), egiziane (cat. 111.l .C. 17; 111.l .d.3 e 5-6),
siciliane (cat. 111.l .b. 12,111.l .c.22-24 e 27), e sarde (cat. 111.l .b.2).
Altrettanto diffuso a partire dall'epoca imperiale è anche il fermaglio con
12Spaer1988; Baldini Lippo- monete, spesso anche con orlo perlinato (variante b), testimoniato anche da
lis 1989. collane di provenienza ucraina (III.2.a.4) e siciliana (III.2.a.6). Lo smembra-
53 Mandrioli Bizzarri 1987,
129. mento dei contesti ha causato talvolta la separazione di parti dello stesso
54Spaer1988, 58. gioiello, come nel caso di una collana del tesoro di Lambousa (Cipro), il cui
55B0nner1950, 208-228; fermaglio è conservato a Nicosia (cat. III.12.b.2), mentre la catena si trova a
Barb 1963, 100-125.
%&id.; 1963. New York. Questo fenomeno appare particolarmente grave per una classe di
"Lees Causey 1983, 155. gioielli per i quali la presenza dei contesti di rinvenimento con materiale numi-
"Baldini 1987. smatico offrirebbe utili elementi di datazione e di comparazione tipologica.
Collane. pendenti e fennagli
Tipo 12
Variante a: circolari
Variante b: con monete
Tipo 12
Variante a: circolari
Variante b: con monete
Tipo 12
Variante a: circolari
Variante b: con monete
Tipo 13
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coli. Burns la zecca di Costantinopoli con le- Bibliograjìa: Age of Spirituality 1979,
oro; L 73.4; d medaglioni 7.7 genda «D(orninus) N(oster) Ho- 307-308, n. 281 (inizi V sec.); Ma-
Due grandi medaglioni in lamina nor/ius P(ius) F(e1ix) Aug(ustus)» nière Léveque 1997, 83, tav. 7, B
traforata collegati da quattro cate- sulla fronte; sul retro la personifica- (fine V-inizi VI sec.).
ne, ciascuna costituita da ventitre zione di Costantinopoli in trono con
dischi aurei (d 2.5) lavorati a gior- il globo e lo scettro, la legenda
no; i medaglioni sono decorati con «Gloria ro/manorum» e, in esergo,
sette dischi a motivi geometrici, «Con(stantinopolis) ob(ryzurn)»;
analoghi a quelli degli elementi doppio anello di sospensione a gior-
della catena, e con palmette vege- no con motivi vegetali e triplo filo
tali. perlinato.
Bibliogrnfia: Dennison 1918, 149-150, Bibliografia: Greifenhagen 1970, 65-
n. 15, tavv. XXXIX, XL; Kent 66, tavv. 45-46.1; Berlin 1988,361,
1977, 99, n. 163 (VI sec.); Brown n. 3 (inizi V sec.).
1984, 17-20, fig. 12, tav. IV; Tait
1986, 100, fig. 223 (600). 2. Collana
p.i., Sardegna, 1856
8. Collana Londra, British Museum
S.P. oro, argento; L 42.6
Mainz, Rornische-Germanische Zen- Catena a maglia doppia con sedici pen-
tralmuseum (inv. 0.37809) denti a goccia, quattro ovali decorati
a niello e una croce centrale in lami- 4. Collana
coll. privata svizzera
oro; L 91; croce 6.9 x 5.9 na; fermagli circolari decorati a fili- Reggio Emilia (Emilia Romagna), tesoro
Catena di ventiquattro dischi con orlo grana e con orlo perlinato. i .m.9. I 957
perlinato, alternativamente a giorno Bibliografa: Dalton 1901, n. 282, tav. V Reggio ~ & l i a ,Museo Civico (inv. 2335)
e a sbalzo; un disco in lamina, di di- oro, L 42.7, p 28.5
mensioni maggiori, presenta la raf- Catena a maglia doppia con elementi
figurazione a smalto di due pavoni aurei cilindrici ad orlo perlinato alle
che si abbeverano al kantharos; estremità; fermaglio a gancio con
croce pendente con castone centrale un disco decorato a filigrana e con
e con iscrizione filigranata sul retro orlo godronato.
« Q > o ~ - Z o q(«Luce,
n vita»). Bibliografia: Degani 1959, 58, tav.
Bibliograjìa: Brown 1984 (600). XVIII; v. Bierbrauer in Goti 1994,
206, III.28.p.
a maglia piatta
(metà V-metà V l l sec.)
catena a maglia senza pietre
5. Collana (fig. 15)
a maglia doppia (metà V- VI sec.) Mersin (Turchia), tesoro l .LII.16, 1889
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W
3. Collana 104)
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- oro, calcedonio; L 33; croce 4.9 x 3.8; p
ne, tesoro 1.111.8, 1908 33.9
New York, Metropolitan Museum of Catena a maglia piatta con fermaglio
costituito da due dischi con figure
Art (inv. 1958, 58.12) che reggono la croce e la legenda
oro; L 78.7; d medaglione 5.6; penden- «Con(stantinopolis) ob(ryzurn); sei
te 4.3 x 3.2 pendenti: un medaglione ovale ad
Catena a maglia doppia con due pen- orlo perlinato con una Vittoria che
denti, uno dei quali ovale, con orlo regge croce e globo, una croce a
godronato ed ematite intagliata di I1 bracci cilindrici con castone cru-
secolo raffigurante una divinità a ciforme centrale ed estremità gra-
testa di Gallo, Arpocrate ed iscri- nulate, un castone a goccia con C?-
1. Collana zioni cabalistiche; nel secondo pen- cedonio e tre elementi cilindrici in
Assiut (Egitto), 1916 dente, circolare, con doppia cornice lamina.
Berlino, Antikenmuseum (inv. 30505) liscia a orlo godronato, sono invece Bibliograjìa: Kondakov 1896, 187 ss.;
oro; L 87; d medaglione 9, p 133.5 rappresentati i busti di due sposi, Grabar 195 1.27-28, fig. 2, n. 6 (V-
Catena a maglia doppia; medaglione forse della famiglia imperiale, inco- inizi VI sec.); Banck 1966, n. 103 a;
circolare con cornice traforata a ronati da Cr!sto: la figura femmini- Garam 199 1 , fig. 4; Manière Léve-
motivi geometrici includente un so- le indossa aiadema e orecchini, que 1997,94 (seconda metà VI-VI1
lido aureo di Onorio (395-423) del- quella maschile una fibula. sec.).
Y
6. Collana a volute (prima metà VZZ sec.) sto, la Vergine col Bambino, due
Lambousa (Cipro), tesoro l .III.18, arcangeli) e al centro castone cru-
-
1902 ciforme; i laterali cilindrici in lami-
Nicosia, Cypnis Museum (inv. J 430) na, ciascuno con due anelli di so-
oro; L 29 spensione; fermagli circolari a fili-
Catena di maglie ad otto con una mone- grana con orlo perlinato.
ta di Giustino I1 e Tibeno I1 monta- Bibliografia: Ross 1965, 10, n. 6.B,
ta in un castone aureo forse non tavv. XII-XIII (VI1 sec.); Manière
pertinente; ad una estremità ele- Léveque 1997, 96 (seconda metà
mento a goccia in lamina. VI-VI1 sec.).
Bibliografrn: Dalton 1911, fig. 7; Sti-
lianou 1969, fig. 39; Pierides 197 1, a maglia rettangolare
54, n. 1, tav. XXXVIII, n. l (VI-VI1 (prima metà VI1 sec.)
sec.); Manière Léveque 1997, 93
(fine VI-VI1 sec.). 10. Collana (fig. 14)
Mitilene (Lesbo), tesoro 1 .III.13, 195 1
Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
Museo, inv. 3042)
oro; L 49.8. L pendente 2.5
Catena di maglie rettangolari con fer-
maglio costituito da due dischi in
lamina con orlo perlinato raffigu-
rante due elementi accostati ai lati
di una palmetta vegetale (Albero
8. Collana della Vita); pendente cilindrico ad
estremità emisferiche decorato con
Lambousa (Cipro),
. - tesoro l .III.18, sei fili perlinati.
1902 Bibliografia: Babritsas 1954, fig. I ; Art
New York, Metropolitan Museum of Byzantin 1964, 363, n. 387 (VI1
Art (inv. 17.190.151) sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27;
dono J. Pierpont Morgan, 1917 Manière Léveque 1997, 92 (fine
oro: L 91.4 VI-VI1 sec.).
~ a k n di
a maglia piatta con motivi a
volute e dieci vaghi cilindrici lavo-
rati a traforo con orlo perlinato, al- a maglia quadrilobata
ternati ad undici pendenti in lamina @ne VI-VZZ sec.)
a doppia valva, decorati a sbalzo e a
filigrana: otto a forma di anfora,
due di foglia e uno centrale, cru-
ciforme, con clipei alle estremità
7. Collana dei bracci e decorazione geometri-
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- ca; fermaglio circolare filigranato a
volute con orlo perlinato.
ne, tesoro l .III.8, 1908
~011.privata Bibliograjìa: Ostoia 1969, n. 20; Stilia-
~011.Baurat Shiller nou 1969, fig. 40; Age of Spiritua-
oro, ematite; L 106; pendenti 5.4 x 5.2 e lity 1979, 3 1 1, n. 285 (metà VI-
2.25 x 1.85 metà VI1 sec.); Manière Léveque
Catena a maglia piatta con due penden- 1997, 93, tav. 5.H (fine VI-VI1
ti; il primo circolare a doppia lami- sec.).
na, con orlo perlinato e, al dritto, di-
ciassette pietre incastonate alternate 9. Collana
a motivi vegetali a sbalzo; al rove- p.i., Siria, tesoro l .III.15
scio, rosetta sbalzata e cerchietti sul Washington, Dumbarton Oaks Collec-
fondo; il secondo pendente è costi- tion (inv. 38.2)
tuito da un'ematite incastonata e in- coll. Bliss, 1938
tagliata, con la raffigurazione di oro; L 5 1.2; a croce pendente 6.3; L ci- 11. Collana
Hecate. lindri 2.2 p.i., Siria
Bibliografia: Zahn 1929, n. 113; Catena a maglia piatta con motivi a vo- Pforzheim, Schmuckmuseum (inv.
Mobius 1941, 29; Age of Spirituali- lute; tre pendenti, quello centrale LBW 111971)
1979,309, n. 283 (inizi V sec.); Maniè- costituito da una croce in lamina oro, pietre; a pendente 5.4
re Léveque 1997, 83, tav. 7, C (fine V- con clipei alle estremità dei bracci, Catena formata da elementi quadrilobati
inizi VI sec.). ciascuno includente un busto (Cri- di filo collegati da maglie circolari;
La tipologia e i motivi decorativi
I: nato e tre castoni, uno ovale e due p.i., alta valle dell'Albenga (GR, To-
rettangolari, includecti una sardoni- catena a maglia con pietre
;j ca e due smeraldi; ad esso sono so-
scana), tomba, 1917
' i
Firenze, Museo Archeologico (inv.
spesi tre segmenti di filo con perle, 86567.a)
! i
smeraldi, uno zaffiro ed elementi di maglia di elementi filigranati
(ZVsec.) oro, pietre
filo perlinato; chiusura a gancio di Dieci dischi filigranati con volute, al-
verga appiattita e decorata a cerchi ternati a nove pietre; chiusura a
e punti. 1. Collana
gancio; rinvenuta insieme a monete
Bibliografia: Pforzheim 1980, n. 91 p.i., Smirne di Valentiniano I (364-375) e Gra-
(600). coll. Nelidow, 1903 (inv. G 8) ziano (375-383).
oro, pietre Bibliografia: Ciampoltrini 1991, fig. 7.
I ! Quattro elementi romboidali con volute
ad elementi e a cappio alternati a quattro pietre e gancio di
l
(VZZ- VZZZ sec.) chiusura; frammentaria. 5. Collana
ij' Bibliografia: Pollak 1903, n. 394, tav. S.P.
!
! XIV. Providence, Museum of Art, Rhode
i; Island School of desian (inv.
v .
l> i
I ; 21005)
dono Ostby e Barton Company in me-
1 ,l l
moria di E.C. Ostby
oro, paste vitree; L di un elemento
i.31-1.57
Catena di dieci elementi rettangolari fi-
ligranati con motivi di volute, alter-
nati a undici paste vitree blu; chiu-
sura a gancio.
Bibliografia: Hackens 1976, 138-139,
n. 71 (I11 sec.).
.i: j .
11;ìI:
; :i: 6. Collana
,,!i ;!i, ! (
S.P.
Chicago, Kennet Parvin Memorial Col-
Ijl
1;;; lection (inv. 466)
,'i' 12. Collana oro, comiole; L 40.7
:!.i: Campobello di Mazara del Vallo (TP, 2. Collana Catena di dodici corniole sfaccettate,
Sicilia), loc. Chiusa del Pellegrino, Licodia Eubea, (CT, Sicilia), 1921 alternate ad undici elementi circola-
tesoro 1 JII.25, 1878 Siracusa, Museo Archeologico Regio- ri filigranati con motivo a croce gi-
Palermo, Museo Archeologico Nazio- nale (inv. 41822) gliata.
nale oro, pietre; L 37.5; p 15.5 Bibliografia: Berge 1985, n. 26 (VI-VI1
oro; L 3 1.2 Nove elementi circolari eseguiti a fili- sec.).
;t Catena a maglia piatta alternata ad ele- grana, con motivi a volute, alternati
)l , menti cilindrici; pendente crucifor- a pietre; fermaglio con elemento a
!: me in lamina d'oro con la Vergine doppia voluta. Consegnata da P.
orante al centro e, alle estremità dei Orsi al Museo di Siracusa insieme I 1 7. Collana
bracci, tre busti maschili nimbati all'anello VII.2.d. l , ritenuto della S.P.
t Kassel, Staaatliche
entro clipeo, probabilmente di Apo- medesima provenienza.
i stoli; sopra il capo della Vergine si Bibliografia: Fallico 1975, 326, fig. Kunstsammlun-
!1 conserva l'iscrizione «H AytalMa- 10,7 e 9. gen
oro, zaffiri; L 32.4,
pt/a» («Santa Maria»); fermaglio
costituito da due elementi circolari p 8.2
3. Collana Catena di quattordi-
lavorati a filigrana con motivo a vo-
lute e orlo godronato. Su Pidaccio (SS, Sardegna) ci dischi filigra-
Sassari, Museo Archeologico (inv. nati con motivo
Bibliografia: Salinas 1886; Fiorelli 1501) a croce gigliata,
1878, 176; Pace 1949, 438, fig. oro, pietre; L 29.4 alternati a tredi-
174; Ori Italia 1962, 233, n. 825 Sei elementi romboidali con decorazio- ci zaffiri; chiu-
(VI1 sec.); Lipinsky 1958a; Id., ne filigranata a volute, alternati a sura a gancio.
1958b; Cutroni Tusa 1975, 171; sette vaghi; lacunosa ad una estre- Bibliografia: Kas-
Guillou 1975,85; Farioli Campana- mità. se1 1980, 27, n.
ti 1982, 415, n. 229, fig. 301; Pe- Bibliografia: Pfeiller 1970, tav. XIII 19, tav. VI1 (H-
trassi 1985, 85, fig. 81. (111sec.). VI1 sec.).
Collane, pendenti e fermagli
!.
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17. Collana
p.i., Egitto
Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
57.1817)
J. Brummer
15. Collana oro, perle, quarzi; L 36.8
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III. 18, Quattro segmenti di catena a maglia
1902 piatta alternati a sei elementi bico-
12. Collana New York. Metropolitan Museum of nici in lamina aurea e a tre quarzi,
~ . i .Costantinopoli,
, tesoro I .III.20 Art (inv. 17.190.1663) uno dei quali tra due perle; ferma-
La tipologia e i motivi decorativi
glio costituito da due elementi cir- pendente di lapislazulo incastonato do»; fermaglio costituito da due
colari con volute a filigrana e orlo in oro a forma di valva di conchi- elementi circolari decorati a filigra-
perlinato. glia, includente una raffigurazione na, con orlo perlinato.
Bibliografza: Jewelry 1979, 156-157, n. ad altorilievo in oro di Afrodite e Bibliografia: Orsi 1942, 138-139, fig.
441 (VI1 sec.). quattro castoni quadrati con lapisla- 61 ; Pace 1949, 440, fig. 175; Falli-
zuli; al pendente sono sospese tre co 1975, 322, fig. 1.
catene a maglia doppia con pietra
terminale. 24. Collana (fig. 1)
Bibliografia: Ross 1965, n. 12; Age of Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1.111.21,
Spirituality 1979, 313-314, n. 288 1903
(fine VI-inizi VI1 sec.); Cutler s.1.c.
1986,54; Deichmann 1993,313(fi- oro, perle, pietre
ne VI-inizi VI1 sec.). Catena di ventuno segmenti aurei con
perle, ametiste e «radici di smeral-
20. Collana (fig. 14) do»; fermaglio costituito da due
Mitilene (Lesbo), tesoro 1 .In.13, 1951 elementi ovali decorati a filigrana,
Mitilene, Museo (inv. 3041) con orlo perlinato.
oro, pietre; L 36.5 Bibliografzn: Orsi 1942, 138-139, fig.
Nove segmenti aurei con «radici di 61 ; Pace 1949, 440, fig. 175; Falli-
smeraldo»; fermaglio costituito da co 1975,322, fig. 1.
18. Collana due elementi ovali a filigrana con
Antinoe (Egitto) orlo perlinato. 25. Collana
Atene, Museo Benaki (inv. 1778) Bibliografza: Babntsas 1954, fig. 1; Art
Byzantin 1964, 363, n. 385 (VI1 Pantalica (SR, Sicilia), tesoro l .IiI.21,
oro, perle, pietre; L 42.8 1903
Segmenti di filo aureo con sei smeraldi sec.); Manière Léveque 1997, 92
(fine VI-VI1 sec.). Siracusa, Museo Archeologico Regio-
alternati a cinque zaffiri e quattro nale (inv. 23400)
perle, ciascuno tra due globetti au- oro, perle, pietre; L 7.5; p 5.2
rei; fermaglio costituito da due di- 21. Collana (fig. 11)
Frammento di una collana originaria-
schi in lamina privi di decorazione. Cartagine, tesoro 1 .III.4 mente lunga circa due metri, frazio-
Bibliografia: Sega11 1938, n. 224; Art Londra, British Museum (inv. MLA npta al momento del ritrovamento
Byzantin 1964, 368-369, n. 404 AF 323-30)
acquisto A. Wollaston Franks, 1897 del tesoro di Pantalica: costituito da
(VI-VLi sec.); Bromberg 1990, 73, quattro segmenti aurei con una per-
n. 53 (V sec.); Ead. 1992, n. 53. oro, perle, pietre; L 39.4
Catena di cinquanta segmenti aurei con la, due ametiste rosa ed un prisma
«prismi di smeraldo», perle e zaffi- azzurro-verde.
ri. Bibliografia: Orsi 1910, 68-69; Id.
Bibliografia: Dalton 1901, 38, n. 242; 1942, 137 e 140; Fallico 1975, 312
Tait 1986,98, fig. 220 (400 ca); Pir- e 316, fig. 3.
zio Biroli Stefanelli 1992, 274, n.
263. 26. Collana (fig. 1)
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1 .III.21,
22. Collana (fig. 1) 1903
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro l .III.21, s.1.c.
1903 oro, perle, pietre
s.1.c. Catena di venticinque segmenti aurei
oro, perle, pietre con perle, ametiste e «radici di sme-
Catena di ventisette segmenti aurei con raldo»; fermaglio costituito da due
perle, ametiste e «radici di smeral- elementi cuonformi a filigrana con
do»; fermaglio costituito da due orlo perlinato.
elementi circolari con quadrifoglio Bibliografza: Orsi 1942, 138-139, fig.
a filigrana e orlo perlinato. 6 1 ; Fallico 1975, 322, figg. 1-2.
Bibliografin: Orsi 1942, 139, fig. 61;
19. Collana Pace 1949, 440, fig. 175; Fallico 27. Collana
p.i., Egitto 1975,322, fig. 1. Pantalica (SR, Sicilia), tesoro l .III.21,
Washington, Dumbarton Oaks Collec- 1903
tion (inv. 28.6) 23. Collana (fig. 1) New York, Metropolitan Museum of
coll. De Ménascé: coll. Bliss Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1.111.21, Art (inv. 52.76.1)
oro, perle, lapislazuli; L 83; a pendente 1903 coll. J.P. Morgan, 1944; J.J. Rorimer
4.5 s.1.c. oro, perle, pietre; L 48.2
Catena di vaghi aurei biconici alternati oro, perle, pietre Catena di venticinque segmenti di filo
a segmenti di filo aureo con lapisla- Catena di ventisette segmenti aurei con aureo con quattordici pietre («radici
zuli; vago biconico centrale con perle, ametiste e «radici di smeral- di smeraldo», ametiste, zaffiri) al-
Collane, penderzri e fermagli
4
4 a
0 9 oro, perle, smeraldi, zaffiri; L 40
" &B
con perle, smeraldi e zaffiri; ferma-
gli filigranati cuoriformi con tre ca-
i, stoni per perle e pietre.
Bibliografia: Ross 1965, 1.B, tavv. I- I1
Manière Léveque, tav. 5, A fine V-
temate a perle; fermaglio costituito inizi VI sec.). I
da due elementi circolari con volute
a filigrana e orlo perlinato. Si ritie- 32. Collana
ne che possa trattarsi della collana S.D.
precedente, descritta e fatta dise- ilt ti mora, Walters Art Gallery (inv.
gnare da P. Orsi alla quale sarebbe 57.544)
stato sostituito il fermaglio. oro, perle, quarzi, paste vitree; L 41.6
Bibliografia: Orsi 1910, 67; Orsi 1942, Segmenti di filo aureo con nove quarzi
139; Baltimore 1947, n. 434, tav. rosa, tre paste vitree verdi e tredici
LX; Gomez Moreno 1968, n. 129; perle; fermaglio costituito da due
Fallico 1975, 3 16, figg. 1-2 e 10.2; elementi circolari in lamina con
Age of Spirrtuality 1979, 312, n. motivo quadrilobato.
286 (VI-VI1 sec.). Bibliografia: Baltimore 1947, n. 429,
tav. LVIII, A; Jewelry 1979, 155, n.
439 (V-VI sec.); Hackens 1983,
15 1, n. 41 (V-VI sec.).
33. Collana
S.P.
I I Kassel, Staaatliche Kunstsammlungen
oro, granati e paste vitree; L 34.2, p
30. Collana 14.4
S.P. Catena di cinque paste vitree blu, due
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 450) corniole e sei
oro, pietre; L 38 fl
vaghi aurei;
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- Ventidue segmenti di filo aureo con j b
r~ pendente a
P 1:+
ne, tesoro l .III.8, 1908 dieci «radici di smeraldo»; ferma- goccia con
Washington, Dumbarton Oaks Collec- glio costituito da due dischi con de-
i
doppia corni-
tion (inv. 28.8) corazione a volute in filigrana. ce, di bulle tra
oro, perle, smeraldi, zaffiri, calcedoni; Bibliograjìa: Art Byzanrin 1964,369, n. fili aurei e a fi-
L 37 406 (VI1 sec.); Brouskari 1985, $ ligrana con
Costituita da due catene di segmenti di 145- 146 (VI1 sec.). motivo a zig-
filo aureo con perle, smeraldi, zaffi- Q zag, includenti
ri e calcedoni; fermagli emisferici
9 @ un granato a
in lamina con orlo godronato. 31. Collana
i i
goccia; anello
Bibliografia: Ross 1965, 1.A, tavv. 1-11; S.P. di sospensione
Manière Léveque, tav. 5, B (fine V- Atene, Museo Kanellopoulos a verga appiat-
inizi VI sec.). l
oro, perle, pietre; L 41 't i tita.
Segmenti di filo aureo con «radici di Bibliografia:
smeraldo*, perle e vaghi aurei a Kassel 1980,
29. Collana traforo; zaffiro al centro; fermaglio 26-27, n. 18,
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- costituito da due dischi in lamina tav. VI1 (cate-
ne, tesoro l .III.8, 1908 lavorata a giorno. na: 111 sec.;
Washingon, Dumbarton Oaks Collec- Bibliografia: Art Byzanfin 1964,370, n. pendente: età
tion (inv. 28.9) 408 (VI1 sec.). bizantina).
La tipologin e i nzorivi decorativi
maglia di dischi traforati e/o castoni oro; L 48 Catena con perle e «radici di smeraldo»,
fine VI-VZZ sec.) Catena a maglie quadrilobate a filigra- alla quale si collega una rete di filo
na con l'inserzione di paste vitree e d'oro con perle ed elementi aurei
di perle incastonate; medaglione emisferici con orlo perlinato e una
centrale con orlo perlinato e moneta serie di tredici pendenti crucifob;
di Tiberio Costantino (578-582). fermaglio: due elementi circolari a fi-
Bibliografia: Age of Spirituality 1979, ligrana con orlo perlinato.
299, fig. 37; Pforzheim 1980, n. 88 Bibliografia: Greifenhagen 1970, 69,
(seconda metà VI sec.). fig. IV, tav. 50.2; Berlin 1988, 361,
n. 1 (VI sec.).
1 .d
catena a maglia con pietre e
pendenti
34. Collana
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
1.111.24,1913 ad un pendente (seconda metà VI-
Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219, prima metà VZI sec.)
508 b)
coll. Von Gans 1. Collana
oro, perle, pietre; L 79 p.i., Lambousa (Cipro)
Catena di quindici dischi in lamina au- Nicosia, Cypnis Museum (inv. 1940LI- I I
rea con orlo perlinato, lavorati a 2311) 4. Collana
traforo, alternati a quindici castoni oro, perle, ametiste; L 43.5
circolari o rettangolari («radici di p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
Catena di tredici ametiste inserite in 1JII.24, 1913
smeraldo» e ametiste), con cornice segmenti di filo aureo; al centro
costituita da perle inserite in un filo Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219,
della collana è sospeso un pendente 508 C)
aureo; al centro è posto un cammeo costituito da un'ametista e da un
di sardonica, con busto femminile, coll. Von Gans
elemento a goccia di filo aureo con oro, perle, acquamarine; L 44
che W. Dennison ipotizza essere perline lungo il margine esterno e
un'aggiunta posteriore. Catena con perle e «radici di smeral-
ametista sospesa al centro; ferma- do», alla quale, nella parte centrale,
Bibliograjia: Dennison 1918, 144-145, glio: due elementi circolari filigra-
n. 12, tav. XXXII; Greifenhagen sono sospesi quindici pendenti au-
nati con orlo perlinato. rei (due mancanti) con perle inca-
1970, 69-70, fig. V, tav. 50; Berlin Bibliografia: Pierides 1971, 53, n. 1,
1988,361, n. 5 (V-VI sec.). stonate e acquamarine; fermaglio
tav. XXXVII, l (VI-VI1 sec.). costituito da dischi in lamina ad or-
35. Collana lo perlinato.
2. Collana Bibliograjia: Dennison 1918, 145-146,
Hadra (Egitto) S.P.
Washington, Dumbarton Oaks Collec- n. 13, tav. XXXIII; Greifenhagen
tion (inv. 38.69) Atene, Museo Archeologico Nazionale 1970, 69, tav. 50.1; Berlin 1988,
coll. Bliss, 1938 coll. Stathatos 361, n. 2 (V sec.).
oro, paste vitree; L 6 1.5 oro, paste vitree; L 27.2, L pendente 2.6
Catena di ventitre elementi alternativa- Catena di sessantaquattro paste vitree r I
mente circolari e trilobati in lamina blu inserite in segmenti di filo aureo;
aurea, nei quali sono inserite paste vi- al centro della collana è sospeso un
tree blu ad imitazione di lapislazuli. pendente a goccia in lamina aurea ad
Bibliograjia: Ross 1965, 19-20, n. 13; orlo perlinato, decorato con una cor-
nice traforata a zig-zag e da un ele-
tav. XXI. mento vegetale entro bordo punzo-
nato. Rinvenuta con gli orecchini
della stessa collezione n. 203 b.
Bibliografia: Amandry 1963, 284, n.
203 a, tav. XLII.
c ~ l lJ.P.
. Morgan Bibliografia: Gentili 1954, 403-404 mento a foglia con decorazione
oro, perle, zaffiri; L 45 (VI-VI1 sec.); Ori Italia 1962, 234, analoga, una croce con le estremità
Catena di vagli aurei, ciascuno costitui- n. 826; Carducci 1962, tav. 77a; clipeate e motivi vegetali e con uii
to, nella parte centrale, da tre globet- Fallico 1975, 319 e 326, figg. 9- 11 ; castone cmciforme al centro.
ti saldati, ai quali sono sospesi quat- Wilson 1980, 238, nota 77; Bibliografia: Kondakov 1896, 187, 187
tordici pendenti, dieci dei quali cru- Hackens 1983, 154; Corsi 1982.47; ss.; Grabar 195 1,27-28, fig. 2, n. 12
ciformi, di zaffiri e perle; fermaglio Wilson 1990, fig. 274 (V sec.). (V-inizi VI sec.); Banck 1966, n.
a disco filigranato con motivo a vo- 104 a; Garam 1991, fig. 10; Maniè-
lute e orlo perlinato. re Léveque 1997, 94, tav. 4, L (se-
Bibliografia: Demison 1918, 142-143, conda metà VI-VI1 sec.).
n. 10, tav. XXX.
2-3. Collane
6. Collana Lambousa (Cipro), tesoro I .III.18,
p.i., Egitto 1902
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 1925.5222) tion (inv. 55.10)
coll. K. Marrs acquisto 1955
oro, perle, zaffiri, paste vitree; L 48.3 oro; L 32.5
Catena di undici segmenti di filo aureo Catene a treccia prive di fermaglio.
con zaffiri e perle; dieci pendenti, Bibliografia: Ross 1965, 33-35, n. 36;
ciascuno formato da un castone Stilianou 1969; Manière Léveque
quadrato con una pasta vitrea verde 1997, 93 (fine VI-VI1 sec.).
e quattro perle; fermagli circolari fi-
ligranati. 8. Collana 4. Collana
Bibliografia: Baltimore 1947, n. 435, S.P. Michaelsfeld, Anapa (Ucraina), 1892
tav. LXI. Chicago, Field Museum of Natura1 Hi- San Pietroburgo, Hermitage (inv.
story (inv. 23918 1) 213411)
oro; L 33.7, perle, ametiste, paste vi- oro, agata; L 66, p 334.8
tree Catena a treccia; tre castoni pendenti
Catena di segmenti di filo aureo con ovali, in lamina aurea, con orlo per-
perle, paste vitree verdi e ametiste, linato e onice incastonata, due de-
collegati tra loro per mezzo di ele- corati con una croce gigliata, il ter-
menti quadrilobati che sostengono zo, centrale, con un chrismon e un
pendenti di filo aureo con le stesse ulteriore pendente di dimensioni in-
pietre; fermagli circolari a giorno feriori, a goccia; fermaglio circola-
con quadrifoglio e orlo godronato. re con cornice perlinata, includente
solidi aurei di Giustino I e Giusti-
Bibliogrnfia: Hackens 1983, 154, n. 44 niano della zecca di Costantinopoli,
(VI sec.). databili al 527.
Bibliografia: Banck 1966, n. 101 (VI
sec.); Ead.1985, nn. 93-94; Spier
I I
1987,5-8, fig. 5a-b.
7. Collana 5. Collana
Nissoria (EN, Sicilia), contr. Torre, Olbia (Ucraina)
1953 Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Siracusa, Museo Archeologico Regio- tion (inv. 40.1 . l )
nale (inv. 53402) oro
oro, perle, pietre; L 37 Catena a treccia con protomi leonine al-
Catena di ventidue segmenti di filo au- senza pietre le estremità; pendente ovale con orlo
reo con «radici di smeraldo» di for- (V-VII sec.) perlinato, in lamina sbalzata, con
ma prismatica e perle. Le maglie quadrifoglio inscritto in un rombo
«ad otto» che collegano un segmen- 1. Collana (fig. 15) decorato a linee parallele; fermaglio
to all'altro sostengono diciotto pen- Mersin (Turchia), tesoro 1 .III.16, 1889 costituito da due dischi in lamina
denti con perle, globetti aurei e ame- San ~ietroburgo,Hermitage (inv. W con busti femminili a sbalzo entro
tiste; fermaglio costituito da due 105) cornice baccellata e da un gancio
elementi cuonformi con volute a fi- oro; L 27; croce 5.7 x 3.9; p 43.8 con vago aureo.
ligrana e orlo perlinato. Rinvenuta Catena con fermaglio circolare a fili- Bibliografia: Ross 1965, 117-1 19, n.
insieme agli orecchini a ceste110 grana ed orlo perlinato; quattro pen- 166, tavv. LXXIX-LXXXII (inizi
II.8.b.3, all'anello con moneta di denti: due dischi a filigrana con mo- V sec.); Kondoleon 1987, fig. 6;
Valentiniano I11 VLI.2.b.13 e ad un tivi vegetali entro cornice ad onde Maniére Lèveque 1997,83-84 (fine
anello con castone troncoconico. ricorrenti e orlo perlinato, un ele- V-inizi VI sec.).
- -
acquisto 1930
oro, perle; d 14.6
Sottile verga con due castoni circolan
con perle alle estremità e chiusura a
'.\i gancio.
v
6. Collana Bibliografia: Jewelty 1979, 155, n. 437
3. Collana (V sec.).
Reggio Emilia (Emilia Romagna), teso-
Glodosy, R. Malaya Viska (Ucraina), ro 1.111.9.1957 2. Collana
1961 ~eggio-~rnilia, Museo Civico (inv. 2337).
MIDU (inv. AZS, 1967-1968) p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
oro, perle, pietre; L 42, p 16.32 1 .II1.24, 1913
oro; L 26.7; pendente 7.8 x 4.5 Quattro segmenti di catena a maglia
Catena a treccia con cinque castoni Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219,
doppia e quattro di treccia, alternati a 506-506a)
centrali, quattro circolari e uno ret- perle, a «radici di smeraldo» e ad un coll. Von Gans
tangolare, decorati a granulazione; almandino; fermaglio cuoriforme oro; d 23.5; p 377; d pendente 1.7, p 170.
al castone rettangolare è sospeso un con almandini e con una perla. Verga non decorata, con pettorale ante-
pendente circolare con orlo perlina- Bibliografia: Degani 1959, tav. XX; V. riore costituito da dodici monete
to e decorazione geometrica filigra- Bierbrauer in Goti 1994,206, IIi.28.r.
nata e a granulazione; ad esso è col- (Maurizio Tiberio, Giustino, Tibe-
legato un castone circolare con dop- rio I1 Costantino) e due dischi con
7. Collana iscrizione cmciforme «@wcjZoq»,
pio bordo perlinato e un ornamento
a goccia, in lamina, con orlo godro- S.P. montati ai lati di un elemento cen-
New York, Metropolitan Museum trale che imita un medaglione con
nato. Alla treccia è sospeso un se- ofArt (inv. 7.190.1660)
condo elemento di forma semiluna- busto imperiale ed invocazione
coll. J. Pierpont Morgan, acquistata da («Kv(~LE) @oq&zq <popouoa»:Si-
ta, in lamina, con due castoni circo- A. Canessa, 19 11
lari, decorato in maniera analoga al gnore, proteggi colei che la indos-
oro, pietre; d pendente 2.6 sa); al rovescio: imperatore in trono
primo; anche a questo pendente so- Catena di sei segmenti di treccia alter-
no sospesi un castone quadrangola- con il globo crucifero e la stessa
nati ad altrettante pietre (ametiste e iscrizione ripetuta. Cornice a girali
re ed elementi a goccia in lamina. smeraldi); fermaglio: due elementi a filigrana e granulazione entro
Bibliografia: Kiev 1987, nn. 67-69 (fi- cuoriformi con palmetta in filigrana doppio orlo perlinato; lo spazio di
ne VLI-VI11 sec.). ed orlo perlinato. Pendente costitui- risulta tra le monete è invece deco-
to da un castone circolare in lamina rato con fiori a tre petali in lamina.
4. Collana (fig. 1) aurea decorato con una croce a Pendente circolare, con cornice a
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1.111.21, bracci patenti entro cornice punti- motivi vegetali geometrizzati trafo-
1903 nata e con l'iscrizione «@w~-Zwq>> ro ed orlo perlinato: al diritto 1'An-
s.1.c. («Luce, Vita»); nel castone è inseri- nunciazione con la Vergine che fila
oro, pietre ta una pietra. la porpora, secondo la versione del
Quattro segmenti di treccia alternati a cin- Bibliografia: Spier 1987, pp. 5-6, fig. 3. Protovangelo di Giacomo (1 1, 1-2),
que pietre cilindriche; fermagliocosti- seduta su un trono di vimini. AI ro-
tuito da due elementi cuonformi con vescio, il miracolo di Cana accom-
volute a filigrana e orlo perlinato. pagnato da un'iscrizione tratta da
Bibliografia: Orsi 1942, 67, 138-139, . .. . .. . Giov. 2 , l l : «+llpoza uuyiov+»:
fig. 61; Pace 1949, 440, fig. 175; 1 i . ' "Inizio dei segni").
. %-
3. Collana
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
1 Ross 1965, 11, 46; Age of Spiritua-
l i 9 1979, 318-319, n. 295 (metà VI
n. i4,*tav.XXXVI; Zahn 1932, n. 65
Ross 1965, n. 47; Greifenhagen
1966, fig. 105, 38-39; Id. 1970,68-
69, fig. 111, tav. 49; Age of Spiritua-
l i 1979,310-31
~ 1, n. 284 (inizi VI1
sec.); Berlin 1988, 359, n. 2 (VI
1 JII.24, 1913 sec.). sec.).
New York, Metropolitan Museum of
Art (inv.17.190.1664)
coll. J. Pierpont Morgan, 1913; meda-
glione coll. Freer
oro, a 23.8 x 22; d verga 1; p 43 1;d me-
daglione 5; p 178
A verga cilindrica, con pettorale ante-
riore costituito da sedici castoni in-
cludenti monete (Antemio, Basili-
sco, Teodosio I, Teodosio 11, Giu-
stiniano) e da un elemento centrale
che imita un medaglione imperiale,
- forse giustinianeo, con cornice a gi-
rali in filigrana e granulazione e con
doppio orlo perlinato; lo spazio tra
le monete è decorato con fion a tre
petali in lamina, mentre sotto il me-
daglione centrale è posta una fascia
con decorazione a volute filigrana-
te, alla quale si collega un doppio
anello a verga appiattita per la so-
spensione del pendente. Questo è
costituito da un medaglione conte-
nente una moneta di Teodosio I en-
tro una complessa cornice costituita
da un bordo liscio perlinato, da una
fascia a girali in filigrana e granula-
zione, da un doppio bordo liscio
con orlo perlinato, da un motivo a
volute e fiori a tre petali in lamina e
da un orlo di bulle che, in corri- 1. Collana
spondenza dell'elernento di sospen-
sione, è interrotto da un segmento p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
di lamina con orlo perlinato e tre 1 III.24, 1913
fion a quattro petali. Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219,
Bibliografia: Zahn 191 6,44; Dennison 505)
1918, 109-121, nn. 1-2, figg. 15, 17 coll. V& ~ a n s
tav. I, VI, VII; Peirce 1934, 139; oro, smeraldi, ametiste, acquanmarine;
L 58, d 23, p 335
Collnize, pendenti e fermagli
- --:
! ,
--.-C-.+.
, !
'
-
,
,
,
1-
,
.-.. ..
C +.-i-
i..,
" ' I ,i ' ,
1. Pendente
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 53.12.45)
acquisto 1953
oro; L 2.1
1. Pendente Lamina lavorata a giorno con motivo
Sidibu Zeid, Barka-e1 May (Libia), vegetale e orlo perlinato.
1967-1968 Bibliografa: Ross 1965, 32, n. 33, tav.
1. Pendente coll. privata XXVI (VI-VI1 sec.).
oro; a 8.8; d 9.2; p medaglione 8.85
Roma, S. Pietro, Cappella di S. Petro- Medaglione con bordo liscio ed orlo 2. Pendente
nilla, 1544 punzonato e cornice traforata a gira-
Parigi, Louvre, Départment des Objets p.i., Siria
li e foglie cuorifonni, con sei clipei Parigi, Bibliothèque Nationale (inv.
d'Art (inv. 0A.9523) a doppio orlo perlinato, includenti
~011.F.Archinti, F. Caronni, A. della busti a rilievo di personaggi idealiz- 1973-1-478)
Torre di Rezzonigo; Trivulzio; coll. zati, tre femminili e tre maschili; so- coll. H. Seyrig, acquisto 1973
privata, Parigi lidus di Costantino emesso nel 321 oro; L 3.7
Oro, agata, smeraldi, rubini; 1.3 x 1.8 dalla zecca di Sir.nium: al diritto bu- Lamina lavorata a giorno con uccello
Pendente circolare costituito da due cam- sto di Costantino con corona radia- ad ali spiegate e orlo perlinato.
mei di agata legati da una lamina au- ta, di profilo a sinistra, e legenda Bibliografia: Byzance 1992, n. 78 (VI-
rea con quattro smeraldi e dieci rubi- D(ominus) n(oster) Constantinus VI1 sec.).
La tipologia e i motivi decorativi
personaggi ai lati di una croce, pro- spensione; al suo interno è stato nn-
babilmente coppia nuziale. venuto un riempimento terroso nte-
Bibliografia: S. Minguzzi, in Ravenna nuto proprio di un reliquiario, sup-
e Classe 1983, 199, n. 18.7 (VI-VI1 ponendone una provenienza dalla
sec.). Terra Santa.
Bibliografia: Heurgon 1958,57 ss., tav.
8. Pendente V.6 (420 ca); Guyon 1975.
S.P.
Atene, Museo Bizantino (inv. T 2285)
oro, ametista 9.b
Orlo esterno godronato; ail'interno, se- cilindrici
parato da quattro anellini attraverso (VI1 sec.)
i quali passava originariamente un
3. Pendente filo di perle, triplo filo godronato al
quale è sospeso un pendente di
p.i., Egitto ametista.
Londra, British Museum (inv. EA Bibliograjìa: inedito.
1877.11-12.34)
oro, pietre; L 5.5
Bordo punzonato e filo di perle che ne
segue il contorno; sette globetti sal-
dati all'orlo; lamina traforata con
motivi vegetali e ametista sospesa al
centro con orlo perlinato.
Bibliografia: Tait 1986, 100, fig. 225
(inizi ViI sec.).
1. Pendente
Salonicco, necropoli
Salonicco, Museo Archeologico (inv.
5453)
9. Pendente oro; L 4
S.P. Cilindrico, con tre anelli di sospensione.
Kassel, Staatliche Kunstsammlungen Bibliografia: Thessaloniki 1986, n.
oro, pasta vitrea; L 3.3, p 4.4 10.9.
Pendente con cornice di volute filigra-
nate tra due orli godronati; al cen- 2. Pendente (fig. 14)
tro, pasta vitrea blu di forma cru- Mitilene (Lesbo), tesoro 1.111.13, 1951
4-6. Pendenti ciforme inserita in un segmento di Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
S.P.,Creta filo verticale; anello di sospensione museo, inv. 3058)
Iraklion, Creta, Museo Archeologico in lamina. oro; L 2.5
coll. Yamalaki Bibliografia: Kassel 1980, 29, n. 29, Ad estremità emisferiche, decorato a
oro; L 5.8; 13.8 tav. VI11 (V-VI sec.). granulazione e sospeso mediante un
Lamina forata al centro, con orlo perli- anello.
nato e cinque globetti aggiunti; de- Bibliografia: Babritsas 1954, fig. 1 ;Art
corazione geometrica a sbalzo; Byzantin 1964, 364, n. 389 (VI1
anello di sospensione a verga piatta sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27;
costolata. Manière Léveque 1997, 92 (fine
Bibliografia: Art Byzantin 1964,371, n. VI-VI1 sec.).
41 1 (VI1 sec.); Manière Léveque
1997, 86-88, tav. 4, A (da Aghios 3. Pendente (fig. 14)
Nikolaos; fine VI-VI1 sec.). Mitilene (Lesbo), tesoro I .III.13, 195 1
Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
9.a museo, inv. 3059)
7. Pendente a prisma oro; L 2.5
Ravenna (Emilia Romagna), darsena, (V sec.) Analogo al precedente, sospeso me-
1855 diante due anelli.
Ravenna, Museo Nazionale (inv. RA 1. Pendente Bibliografia: Babntsas 1954, fig. 1; Art
2549) Ténés (Algeria), tesoro 1.111.3 Byzantin 1964, 364, n. 389 (VI1
oro; L 2 , l 1.8 s.1.c. sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27;
Bordo filigranato con motivo a zig-zag bronzo; L 5,11 Manière Léveque 1997, 92 (fine
tra fili godronati; lamina con due Prisma esagonale con tre anelli di so- VI-VI1 sec.).
Collane, pendenti e fermagli
circolari
---.r-
(IV-VI1 sec.)
. i
- --=--
1. Fermaglio
2. Pendente p.i., Kyrenia (Cipro)
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
p.i., Bosra (Siria) tion (inv. 55.10)
9. Croce Bosra, Antiquarium (inv. s.n.) acquisto 1955
S.P. vetro marrone; L 2.3, 1 2 oro; d 1.5
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. Analogo al precedente, con l'aggiunta Due elementi circolari in lamina con
54.59) di una stella al di sopra del leone. chiusura a gancio.
coll. J. Brummer; H. Walters, 1925 Bibliografia: Baldini ~ i ~ ~ o1989, l i s Bibliografia: Ross 1965, 33-35, n. 36,
bronzo; L 8.4 100, n. 28(III-IV sec.). tavv. XXVIII-XXIX.
Valva anteriore: Cristo crocifisso con il 3-7. Pendenti
kolobion; alle estremità dei bracci 2. Fermaglio
trasversali la Vergine e S. Giovan- p.i., Mediterraneo orientale
Malibu, J.P. Getty Museum (inv. p.i., Egitto
ni, ai lati del versetto tratto da Giov. New York, Brooklyn Museum (inv.
19,26-27: « I ~oEu[~]o[q]1oou / I ~ E 78.AF.321.1-5)
vetro; L 2.2 16.149)
q kqzqp oou» («Ecco tuo figlio coll. Garrét Ryckman Pier; dono del
...ecco tua madre»); sul capo di Cri- Circolari, con busto imperiale, di colo-
re giallo-ambrato ad imitazione di Wilbour Estate
sto il sole e la luna. oro; L collana 34.4
corniole o ambre.
Bibliografia: Jewelry 1979, 162, n. 463 Elemento circolare con volute a filigra-
(VI-VI1 sec.). Bibliografia: Lees Causey 1983, 154- na e chiusura a gancio; il fermaglio
155, n. 4 (VI-VI1sec). è inserito in una collana con vaghi
8. Pendente di «berillo» verde e un pendente
Mihalaseni (Romania), necropoli, tom- che raffigura la divinità egiziana
ba 123 Bes, datato al I sec. e probabilmen-
Botosani, Muzeul Judetean te non pertinente.
vetro verde oliva; L 2.4 Bibliogrnfia: Davidson 1984, 140, n.
Circolare, con la raffigurazione di una 192; Pirzio Biroli Stefanelli 1992,
tartaruga. 244, n. 100, fig. 146.
Bibliografia: I. Ionita, in Goti 1994, 3-4. Fermagli
105-106, fig. I, 169, cat. I.31.g (IV
sec.). Comus (CA, Sardegna)
Cuglieri, Antiquarium
9. Pendente argento, d 1.8
Mihalaseni (Romania), necropoli, tom- Due elementi circolari in lamina con
ba 123 decorazione a volute e chiusura a
Botosani, Muzeul Judetean gancio.
vetro azzurro; L 2.1 Bibliogrrtfia: Amante Simoni 1984,
Analogo al precedente, con busto fem- 188, nn. 146-147, tavv. CV e CX.
minile.
Bibliografia: I. Ionita, in Goti 1994,
105-106, fig. I, 169, cat. I.31.g (IV
sec.).
10. Pendente con monete
1. Pendente
p.i., Bosra (Siria)
Mihalaseni (Romania), necropoli, tom-
ba 123
M--.
(fine VI-prima metà
.--=*m.
-
r -
. VI1 sec.) I
-
13.b
elementi di sospensione per
pendente
- T - .(VI1 sec.) - - - - .
l. Elemento di sospensione
- I
Lambousa (Cipro), tesoro l .III. 18,
1902
13.a
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 432)
elementi di catena polilobati oro; L 5.5
(VI1 sec.)
"
-v
T.=.
- ?
Elmento a tre vaghi biconici con filo
perlinato nelle giunzioni. Anello di
1-2. Elementi polilobati sospensione in lamina, per penden-
p.i., Lambousa (Cipro) 4. Elemento polilobato te, saldato al vago centrale.
Nicosia, Cyprus Museum (inv. 1966 I1 p.i., Siria Bibliografia: Stilianou 1969, fig. 36;
e I1,I) Atene, Museo Bizantino Pierides 1971, 54, n. 4, tav. XXX-
oro; L 2.8 oro, argento; L 2.3 VII, 4 (VI-VI1 sec.).
In epoca tardo-romana con il terminefibula si intendeva la spilla utilizzata
nell'abbigliamento, sia maschile che femminile, per fermare il mantello: essa
compariva, secondo Isidoro di Siviglia, sulla parte anteriore negli abiti delle
donne e in corrispondenza di una spalla per gli uomini; ancora Isidoro riporta
un'altra accezione del termine, conservatasi nella lingua italiana, secondo cui
Jibula si riferiva anche alla cintura l .
Le fibule di uso femminile sono scarsamente riconoscibili nell'ambito della
documentazione archeologica e poco diffuse anche in quella iconografica: a
parte le raffigurazioni monetali e musive di imperatrici con fibule a disco (cat.
IV.4), una delle rare attestazioni è costituita dalla raffigurazione delle nozze di
David in un piatto d'argento del tesoro di Lambousa (fig. 58), databile entro la
metà del VII secolo, dove compare come un semplice disco aureo2.
L'uso di questo tipo di ornamento compare più frequentemente nell'abbi-
gliamento militare, del quale costituisce un complemento indispensabile e
caratteristico. Una lettera di Valeriano (253-268) cita, ad esempio, «duo pallia
gallica fibulata», da identificare probabilmente con l'abito detto in greco
«sagoclamydes»; inoltre, nell'editto di Diocleziano, sono citati «sagafibulato-
ria» e «palliafibulata», questi ultimi indossati soprattutto dai tribuni militari3.
Con la fine del I11 e con il IV secolo sembra che alla funzione meramente
pratica di fermare il mantello sulla spalla si aggiunga, anche in ambito milita-
re, una tendenza a dare a questi manufatti rilievo estetico, in quanto espressio-
ne di prestigio sociale: un segno di un mutamento in questo senso sembrerebbe
costituito, nella biografia di Aureliano (270-275), dal ricorso ad un'autorizza-
zione fornita dall'imperatore per portare fibule d'oro al posto di quelle d'ar-
gento, consuete fino a quel momento J.
Dopo il IV secolo è frequente l'uso di fibule d'oro da parte degli alti fun-
zionari e degli imperatori: sono documentati esemplari con iscrizioni che
fanno esplicito riferimento ai sovrani in carica ed esistono raffigurazioni di
ornamenti simili in mosaici, dittici e vasellame argenteo. I1 significato di status
assunto col tempo dall'oggetto sembra fissarsi progressivamente secondo for-
mule canoniche: di questo aspetto è testimone Procopio, che nel VI secolo, tra
i simboli della regalità, ricorda l'uso di reggere il mantello sulla spalla destra
per mezzo di una fibula aurea 5.
I Isid. XIX, 31, 17: «Fibulae L'accentuazione del significato simbolico della fibula sembra aver già
sunt quibus pectus feminarum
omatur, velpallium tenetur n vi- determinato in questa fase una progressione fissa nell'uso di determinate tipo-
ris in humeris, seu cingulum in logie a seconda del livello sociale. Il contenuto gerarchico dell'oggetto, imme-
lumbis».
? Grabar 1968, fig. 252.
diatamente percepibile, caratterizza in maniera evidente gli esemplari «a croce
-' Cabrol, Leclercq e Darem- latina» (tipo 1) e «a disco» (tipo 4), la cui forma trova ampia diffusione anche
berg, Saglio, Dictionnaire, s.v. nell'oreficeria germanica, in rielaborazioni eseguite secondo la tradizione arti-
«Fibula»; l'importanza attribui-
ta a questo oggetto è evidenzia- gianale barbarica che rivelano un carattere emulativo nei confronti di elementi
ta, ancora all'epoca di Alessan- ritenuti, in ambito bizantino, significativi di status.
dro Severo, dall'esistenza a Co-
rinto di un funzionario addetto Oltre ai due tipi citati, che rappresentano le produzioni destinate ad una
alle fibule, il «prnepositus a committenza elitaria, in età tardoantica sono attestati numerose altre forme di
fib(ulis)».
' H.A.. XLVI, 5. fibule, soprattutto in bronzo, eseguite certamente in gran parte da botteghe
Prok. Vand. I , 25. locali in tutto l'Impero. Di tali produzioni si ricordano, a titolo esemplificativo,
solo quelle azoomorfe» (tipo 2) e «ad anello» (tipo 3), particolarmente diffuse
in Italia meridionale e considerate tipiche delle popolazioni autoctone6.
Tipo 1
e:. .:...:. .-
-:a ;,.-.
._._I ,
a
59. Fibule a croce latina da Tamuda (cat.
IV.1 .a.2-3, da Boube 1960).
Tipo 2
Hessen 1982.26.
'"alvatore 1981,947-964. Tipo 3
" Hessen 1983, 13-15.
I R S. Antonino di Perti 1992. Un altro esempio di produzione standardizzata e di basso costo delle regio-
325. ni meridionali dell'Itslia tra VI e VI1 secolo è costituito dalla tipologia «ad
I D D'Angela 199211.
"D'Angela 1988, 161-162;
anello» (cat. IV.3.1-3), di origine tardoromana, attestata in ambito provinciale
Id. 1989b. 126-127. a partire dal secolo".
61a. Ravenna, S. Apollinare Nuovo: mosaico con busto im- 61b. Roma, Museo Nazionale delle Terme: medaglione di Teoderico.
periale.
Tipo 4
Variante a: lamina a sbalzo
Variante b: medaglione con cornice a traforo
Variante C:cloisonné
Variante d : con monete
Le fibule «a disco» appartengono anch'esse alla tradizione orafa romana,
con un'accentuazione progressiva della decorazione a partire dal IV secolo,
quando questo tipo di gioiello diventa prerogativa dell'abbigliamento dei
membri della famiglia imperiale e degli alti funzionari.
Già nella prima metà del IV secolo la documentazione nurnismatica testi-
monia la presenza nell'iconografia dell'imperatore di una fibula gemmata ad
orlo perlinato con tre pendenti, che sembra prevalere definitivamente nel corso
dello stesso secolo su quella priva di pendenti; quest'ultima appare invece sal-
tuariamente nell'abbigliamento femminile e in alcune raffigurazioni di perso-
naggi vetero-testamentari, come Melchisedec nei mosaici di S. Maria Maggio-
re a Roma (fig. 60)".
Le testimonianze iconografiche mostrano una variante del tipo con pendenti
nel missorium di Teodosio (fig. 29): la fibula indossata dall'imperatore e dai
due principi Valentiniano I1 e Arcadio presenta infatti un'ulteriore decorazione
del disco, con l'aggiunta di sei elementi globulari, forse perle oppure dischi in
I' Salvatore 1979. lamina; i pendenti, inoltre, appaiono collegati dai fili trasversali che probabil-
22 Ibid. mente servivano a garantire l'aderenza del gioiello al m a n t e l l ~ ?Nello
~ . stesso
"D'Angela 1992a, fig. 5. missorium di Teodosio compare anche un altro tipo, a forma di comucopia, che
24 Grabar 1980, fig. 155.
conosciamo solo dalle fontilh.
Per una ricostruzione del-
l'abbigliamento dell'aristocra- Anche le imperatrici del V secolo, come Galla Placidia e Licinia
zia v. il catalogo Milano capita- Eudossia 17,indossano fibule a disco con pendenti, che visibilmente rappresen-
le 1990,46, lc.3i, fig. p. 181
tavano un elemento caratterizzante del costume ufficiale in connessione col
26 Detta «kornoskopion»:
Lyd. De magistr. II,4, 169. mantello. L'uso imperiale del tipo a disco è attestato inoltre dalla scultura in
" Grabar 1980,317, fig. 368. porfido fino al VI secolo, come appare evidente dalle statue acefale del Museo
" R . Farioli Campanati, in Arcivescovile di Ravenna e di Berlino 2X. Per la prima metà del VI secolo
Milano capitale 1990,229.
'' Cor. In Iaudem Jusrini 11, abbiamo anche la testimonianza di Corippo, che descrive le fibule donate
122. all'imperatore Giustino, con catenelle pendenti ornate da pietre 29.
Nel mosaico di S. Vitale con il corteo di Giustiniano (fig. 32a, C),inoltre, la
fibula dell'imperatore appare applicata su un disco in oro, con tre elementi ver-
ticali eseguiti con tessere musive scure. Sulla parete opposta del presbiterio
della chiesa Teodora (fig. 47) indossa, invece, una fibula a disco priva di pen-
denti, ma arricchita da un elemento superiore verticale a goccia, che potrebbe
essere una perla simile a quelle della corona.
Ancora a Ravenna, nella chiesa di S. Apollinare Nuovo, la raffigurazione di
un personaggio di rango imperiale (fig. 61a), ripropone una fibula più sempli-
ce, a tre pendagli, meglio dettagliata in un multiplo aureo di Giustiniano conia-
to dalla zecca di Costantinopoli, nel quale sono descritti anche i fili trasversali
tra i pendenti già evidenziati nel missorium di Teodosiox. Il tipo a disco con
tre pendagli continua ad essere in uso ancora nella seconda metà del VI1 seco-
lo, come testimonia la rappresentazione dell'imperatore Costantino N Pogo-
nato in un mosaico di S. Apollinare in Classe, sempre a Ravenna (fig. 62).
La distinzione gerarchica tra i personaggi di corte, resa visivamente tra i
vari elementi dell'abhigliamento anche dai diversi tipi di fibule, viene ripropo-
sta nell'iconografia sacra. Cristo, equiparato all'imperatore, viene ad esempio
raffigurato in abiti militari e con una fibula «a disco» con tre pendenti nella
Cappella Arcivescovile di Ravenna (fig. 63)". L'arcangelo Michele, come un
alto dignitario, indossa invece una fibula «a disco» con due pendenti nella
basilica ravennate di S. Apollinare in Classe (fig. 64) ".
Nel VI secolo, come si è già accennato, abbiamo chiare attestazioni di un
processo di assimilazione del costume imperiale bizantino da parte dei sovrani
barbarici: questo fenomeno interessa anche le fibule che, in quanto simboli del
potere, rivestono un'importanza particolare nella riproduzione delle manifesta-
zioni gerarchiche della corte. Procopio, ad esempio, descrivendo l'abito di un
re Armeno, evidenzia la presenza di una fibula d'oro con tre pietre pendenti1'
che dobbiamo immaginare tipologicamente affine a quella imperiale. Anche
nei corredi funerari dei sovrani barbarici si riconosce la volontà di riprodurre
forme espressive estranee alla propria cultura, in quanto manifestazione di sta-
tus sociale elevato, come si può ipotizzare per i re visigoti già citati, sepolti
con fibule «a croce greca» di tradizione romano-bizantina".
Ampiamente attestata in ambiente longobardo è, ad esempio, la fibula a
disco con pietre o bulle a rilievo ed una peculiare decorazione filigranata, che
viene interpretata come un riflesso di modelli romani e bizantini nello stile
tipico dell'oreficeria barbaricajS.
La «contaminazione» tecnica tra i vari ambiti di produzione rende spesso
difficile un ncouoscimento della cultura artigianale di provenienza dei gioielli.
7 0 ~ a c ~ o m a1981,tav.
ck 23. In alcuni casi l'attribuzione si può basare in via ipotetica su analogie stilistiche
"Farioli Campanati 1982, e di repertorio iconografico con gioielli meglio documentati appartenenti ad
171,n.5,fig.51.
" Ibid.
altre classi: ad area orientale, ad esempio, si può ricondurre probabilmente una
.:3prok. a e d i ~ ed.^.^. fibula'albanese decorata a sbalzo, con la raffigurazione di due pavoni ai lati di
Dewing, G. DowneY. London un kantharos (Variante a: cat. IV.a.l), soggetto che ricorre, come abbiamo
1961. 111.1.
"V. supra nota 15. visto, in orecchini e fermagli di collana di produzione orientale del VI-VI1
Due esempi in Brown 1987. secolo.
Allo stesso sottogruppo appartiene una fibula del tesoro di Ténès, datato
come il resto del contesto al 420 circa, con un busto femminile sbalzato che
viene ritenuto un ritratto imperiale (cat. IV.4.a.2).
L'analogia tecnica con altre classi di gioielli, come medaglioni e bracciali,
appare evidente nel caso delle fibule a disco con cornice a traforo e monete o
medaglioni (variante b: cat. N.4.b.l-4); anche in queso caso la mancanza dei
contesti di rinvenimento rende spesso solo indicativo l'utilizzo dei reperti
numismatici come termine di riferimento cronologico. Significativo a questo
riguardo è il caso della fibula di una collezione privata tedesca (cat. IV.4.b.1)
che comprende un aureus di Caracalla inserito entro una cornice databile stili-
sticamente al N secolo: al gioiello venne inoltre aggiunta in un secondo
tempo, probabilmente tra Vi e VI1 secolo, un'iscrizione cristiana, che dimostra
il lungo utilizzo dell'oggeno e la possibilità di assemblaggi antichi che, in con-
testi privi di materiale numismatico, risulterebbero certo più difficilmente per-
cepibili.
In un altro esempio (cat. IV.4.b.2) l'indicazione cronologica fornita dall'e-
lemento numismatico coincide con l'analisi stilistica della cornice. In questo
esemplare è interessante la presenza di un doppio elemento decorativo collega-
to da una fascia di maglia aurea, che ha fatto pensare anche ad una sua even-
tuale interpretazione come parte di cintura. I1 confronto con un gioiello morfo-
lo&imente analogo, conservato a Ginevra ed ancora inedito (cat. IV.4.b.4),
permette probabilmente di considerarlo una fibula di tipo più complesso, forse
originariamente legata ad un gancio che permetteva di fermare il mantello ad
un occhiello.
La stessa ipotesi si può avanzare per un reperto conservato a Parigi (cat.
N.4.b.3), costituito da un medaglione a tre pendenti con anelli laterali per il
collegamento ad altri elementi oggi non conservati.
Al gruppo omogeneo di gioielli con decorazione cloisonné (variante C: cat.
N.4.c.l-4). comprendenti anche orecchini e anelli, appartengono alcune fibule
a disco con tre pendenti, attestate prevalentemente in Italia meridionale. Anche
in questo, come per altri esempi del medesimo tipo rinvenuti nella stessa area,
vi sono incertezze circa la pertinenza a botteghe operanti in Italia meridionale
oppure ad artigiani costantinopolitani.
I1 numero relativamente ampio delle attestazioni illustra comunqLe il fatto
che. nel VI1 secolo, epoca di esecuzione probabile per questi manufatti, la tipo-
logia «a disco» con tre pendenti, originariamente tipica della dignità imperiale,
veniva ormai riprodotta per una committenza privata e aveva quindi perduto,
almeno parzialmente, il proprio valore esclusivo.
Un altro esemplare ancb'esso proveniente da Canosa (IV.4.d.l) testimonia
il raro reimpiego di materiale numismatico nelle fibule, probabilmente da con-
nettere con l'ambito femminile e con l'ambiente gotoX6,anche se non è del
tutto da escludere la possibilità di un eventuale impiego anche da parte di
popolazioni indigene sotto l'influsso culturale germanico, analogamente a
l6 D'Angela 1992, 865.
in Fori 1994, quanto riscontrato per altre aree italiche che presentanno simili problemi di
249. commistione, come ad esempio quella romagnola3'.
La tipologin e i motivi decorativi
Arco e braccio decorati a niello con mo- Bibliografia: Arena 1992, 5-6, fig. 1
tivi vegetali e a granulazione; ele- (fine IV sec.); Augentil996, 129-
menti globulari, niellati e traforati, 130 (V sec.).
alle estremità del braccio; staffa con
iscrizione niellata: «Iuliane vivas» 2. Fibula
p p
4.b
medaglione con cornice a
traforo
(IV-V sec.)
Taranto, Museo Archeologico Nazio-
nale 1. Fibula
bronzo; d 3.8
Verga rastremata appiattita decorata Limburg (Germania)
con solcature e terminante alle coll. privata
estremità con volute. oro
Bibliografia: D'Angela 1989b,122 e 126- Medaglione con bordo in lamina che
127, n. 3, tav. XLV, 3 (VI-W sec.) reca l'iscrizione: «Konstantia zeso-
men» (Costanza, viviamo) e aureus
3. Fibula di Caracalla (186-217) con cornice
del IV sec.
1. Fibula p.i., Canosa (FG, Puglia) Bibliografia: Zadoks Jitta 1987, 167-
p.i., Barletta (Puglia) Canosa, collezione privata 168, fig. 4 (VI-VI1 sec.).
Barletta, Museo Civico (inv. 595) bronzo; d 3.6
bronzo; L 3.2; 14.9 Verga rastremata appiattita, decorata
Cavallo decorato a cerchi con punto con iscrizione «Lupi1 biba» («Viva
centrale; croce latina sulla testa; Lupo») e terminante alle estremità
mancante dell'ardiglione. con due protomi zoomorfe stilizzate.
Bibliografia: D'Angela 1976, l 13 e Bibliografia: Santoro 1969, 12 1 - 125;
1 15; Id. 1992a, 912-913, n. 2 (VI- D'Angela 1978, 176, n. 4, tav.
VI1 sec.). LXXX, fig. 24 a; Salvatore 1979,
340; D'Angela 1992a, 91 3, n. 4
2. Fibula (VI-VI1sec.).
p.i., Barletta (Puglia)
Barletta, Museo Civico (inv. 609)
bronzo; L 2.8; 1 4
Analoga alla precedente, ma con pen-
nacchio sulla testa.
Bibliografia: D'Angela 1976, 113 e 2. Fibula (?)
115; Id. 1992a, 912, n. 1 (VI-VI1 S.P.
sec.). . .,.-W .- .
---
m -
Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
4.a 57.527)
lamina a sbalzo oro; d 8
(V-VI1 sec.) Medaglione di Costanzo I1 (337-361)
della zecca di Nicomedia montato
1. Fibula in una cornice a traforo tra fili perli-
nati; al diritto, busto dell'impera-
Komani (Albania) tore di orofilo a destra. con olobo e
Tirana, Museo Archeologico vittoriaalata, e legenda ~ ( c h i n u s )
oro, argento; d 7 n(oster) Constantius Max(imus)
A foglia: parte centrale in oro, decorata Augustus con chrismon; al rovescio,
con due pavoni affrontati ai lati di imperatore trionfante su quadrgia
1. Fibula un kantharos; fascia esterna in ar-
p.i., Barletta (BA, Puglia) tra vittorie alate e legenda D(omi-
gento decorata con motivi geome- nus) n(oster) Constantius P(ater)
Barletta, Museo Civico (inv. 1080) trici e vegetali. P(atriae) Augustus; tre pendenti a
bronzo; d 3.5 Bibliografia: Anamali 1993,439, fig. 1 maglia doppia con pietre terminali;
Verga rastremata a sezione ovale, deco- (VII-VI11 sec.). già considerato elemento di cintura,
rata a trattini incisi e terminante alle potrebbe essere piuttosto pertinente
estremità con volute. 2. Fibula ad una fibula analoga alla prece-
Bibliografia: D'Angela 1992a, 91 3, n. Ténès (Algeria), tesoro, 1936 dente; lo stato attuale del gioiello,
3 (VI-VI1 sec.). oro; d 9.4 montato su maglia a cinque catene
Al centro, testa femmiaile con diadema con un altro medaglione con mo-
2. Fibula ed alta acconciatura divisa in due neta di Faustina Maggiore, è fmtto
Vanze (LE, Puglia), necropoli, tomba 4 bande; tre pendenti. di una rielaborazione moderna.
Ln tipologia e i motivi decorativi
1. Fibula
Canosa (BA, Puglia)
Londra, British Museum (inv. 65.7- 2. Fibula
12.1)
coll. Castellani Capua (CE, Campania)
oro; d 6 Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet
Disco con orlo perlinato; cornice a des Médailles
quattro registri, due con anelli che oro; almandini
includono un filo di perle, uno con Disco traforato e lavorato a sbalzo; cor-
3. Fibula decorazione geometrica cloisonné e nice decorata da alamandini inseriti
uno liscio; clipeo centrale cloisonné in alveoli di fili d'oro con effetto
S.P. con la raffigurazione di un busto cloisonné tra fili perlinati; al centro,
Parigi, Louvre, (MNE 648) femminile di prospetto; maglie di raffigurazione di un grifo che af-
oro sospensione per tre pendenti. ferra un quadrupede; tre pendenti a
Medaglione con cornice liscia tra fili Bibliografia: Dalton 1911, 503 ss.; Ro- catena di maglia doppia con pietre
perlinati; al centro, chrismon, impe- senberg 1922; Burger 1930, 35; all'estremità.
ratore trionfante su carro a sei ca- Hackenbroch 1938, 12, fig. 5; Ross Bibliografia: Werner 1936, 58 ss.; Mo-
valli incoronato da una vittoria 1964, 144; Galasso 1969, 23; Fa- rassi 1936, n. 8 ; Ross 1964,
alata; esergo con simboli e foglie; 146,152; Lipinsky 1966b, 134; Id.
tre pendenti a catena, di cui uno per- rioli Campanati 1982, 334-335 e
406, n. 193, fig. 263; D'Angela 1967, 113 ss.; Galasso 1969, 16,
duto, con elementi semilunati in la- tav. IIb; Farioli Campanati 1982, n.
mina alle estremità; coppia di anelli 1984b, 361, fig. 425; Tait 1986, fig.
246 (VII sec.). 191, fig. 261; Ead. 1984,455.
sul diametro orizzontale.
Bibliografia: Metzger 1980a; Ead.,
1983, fig. 29 (W sec: elemento di
cintura).
4. Fibula
S.P.
Ginevra, Musée d'Art et d'Histoire
oro, perle, pietre
Medaglione con quadrupla cornice per-
linata; sulla fronte: al centro Cristo
nimbato in trono, tra due angeli e
due croci; sul retro, la Vergine in
trono con il Bambino, tra due an-
geli; tre pendenti di catena a maglia
doppia con vaghi conici d'oro, perle
e pietre a goccia; coppia di anelli sul
diametro orizzontale, ai quali su un
lato, è collegato un elemento sferico
baccellato con decorazione perli-
nata.
Bibliograjia: inedita.
centrale decorato a cloisonné con
un busto femminile di prospetto, 4.d
con orecchini. con monete
Bibliogrnfia: Ross 1961, 89, n. 37; Id.
1964, 144, fig. 2; Galasso 1969,22,
tav. 11; Jewelry 1979, 140, n. 392
(VI1 sec.); Farioli Campanati 1982,
406-407, n. 194, fig. 264.
4. Fibula
p.i., Italia
coll. Stroganoff; A. Loewi; J. Brum-
mer; M. Gutman
oro; d 3.7
3. Fibula Disco con orlo perlinato e cornice sud-
p.i., Comacchio (FE, Emilia Romagna) divisa in tre registri, a treccia, a li- 1. Fibula
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. nea ondulata di filigrana e ad anelli Canosa (Puglia), tomba, 1987
44.225) per l'inserimento di un filo con Bari, Museo Archeologico
coll. H. Walters, acquisto anteriore al perle; clipeo centrale con elemento oro; d.2.2
1931 quadrilobato danneggiato; tre rna- Solidus di Zemone (476-491) della
oro; d 3.8 glie per pendenti. zecca di Costantinopoli montato
Disco con orlo perlinato cornice suddi- Bibliogafia: Parkhurst 1961, 237-238; con un filo perlinato e, sul retro, con
visa in tre registri, a treccia, a bulle Ross 1964; Age of Spirituality occhiello e staffa.
e ad anelli per l'inserimento di un 1979, 317-318, n. 294 (VI-VI1 Bibliogrnjia: D'Angela 1992a, 865-866
filo con perle ora mancante; clipeo sec.). (prima metà VI sec.).
2.v.
LAMINE
Come è già stato accennato a proposito dei pendenti circolari di collana, una
classe di manufatti in oro spesso di difficile interpretazione è quella delle brac-
teae, lamine sottili ottenute mediante martellatura su modani, che potevano es-
sere ulteriormente arricchite di elementi decorativi con una lavorazione a ce-
sello l . Queste operazioni impiegavano artigiani specializzati chiamati bractea-
rii, che nella Roma di età imperiale sappiamo riuniti in corporazione ?, mentre
all'epoca di Costantino facevano parte delle categorie esentate dalle imposte 3.
Le lamine, appositamente ritagliate, a seconda dello spessore potevano
essere utilizzate per la confezione di gioielli a sbalzo, traforo o filigrana,
soprattutto medaglioni, orecchini, fibule e fermagli di collana, oppure come
elementi decorativi applicati direttamente su un sostegno. Quest'ultimo impie-
go è confermato dalla presenza di forellini per l'applicazione ad un supporto in
materiale deperibile come stoffa, cuoio o legno. In particolare, si suppone che
le brattee potessero essere cucite sugli abiti, oppure usate come ornamenti di
piccoli oggetti d'uso in legno, quali ad esempio cassette4.
Un esemplare circolare, rinvenuto nel 1886 a Siderno (Calabria) in una
sepoltura, rende certo questo utilizzo: esso rivestiva infatti il coperchio di una
l «Tenuissima lamina» viene
piccola scatola in legno, che si decompose appena aperta la tomba5. La decora-
definita la «brattea» in Isid. XV,
18; per una bibliografia aggior- zione della lamina, che raffigurava l'Adorazione dei Magi e la Natività, non si
nata su questa tecnica orafa v. distacca da quella di analoghi reperti rinvenuti in Italia meridionale, per i quali
Axboe 1982 e M. Delle Rose in
EAM, S.V. «Bratteata»; Sanna- viene proposto un uso come applicazioni per indumenti. In realtà l'uso delle
zar0 1997,93. lamine montate sugli abiti, spesso chiamato in causa per spiegare la funzione
? Insieme agli inauratores e ai
caelatores: CIL, V, 1, 1876. di questa classe di manufatti, non doveva essere molto frequente. Le brattee di
Cod. Iust. X, 66,l. questo tipo sono infatti molto sottili e fragili, e, cucite ad una stoffa, risultereb-
Farioli Campanati 1982, bero poco resistenti, adatte solo a contesti funerari. Inoltre, già a partire dal-
357.
' Diehl 984, 204; Volbach
l'età ellenistica, alle applicazioni in materiale aureo si preferiscono stoffe tinte
1943,66; Geraci 1975.27; v. an- di porpora ed intessute di filo d'oro 6, tradizione che prosegue nella tarda anti-
che Lipinsky 1969~1,1431 ; sul
retro della lamina si notava la
chità soprattutto per le produzioni destinate alle élites sociali '. Anche le stoffe
presenza di mastice resinoso per copte, a volte utilizzate come elemento di confronto per l'utilizzo di brattee
l'applicazione al supporto in le- applicate agli abitiS, nell'ornato riproducono prevalentemente elementi decora-
gno: Farioli Campanati 1982,
357 e 412, n. 212, fig. 285. Sulle tivi di filo aureo con pietre e perle, mentre non pare possibile riconoscervi con
lamine calabresi v. anche Spadea sicurezza anche applicazioni in lamina sbalzata.
1989; Fiaccadori 1994,752, con
considerazioni sulle risorse auri- Se per gli esemplari inseriti in medaglioni, fibule e pendenti è possibile for-
fere della Calabria e la possibi- mulare ipotesi stilistiche e cronologiche sulla base di più elementi combinati,
lità di produzioni locali di lami-
ne decorate. nel caso di quelle sporadiche appare particolarmente difficile individuare data-
h E. Lippolis in Ori di Taran- zione e destinazione originaria: gli esempi presentati, inoltre, attestano l'esi-
to 1984,327-337. stenza di una produzione con specifiche caratteristiche formali e stilistiche, ma
' S . Gerolamo, ad esempio, in
una lettera del 384 cita le vesti non sono con certezza identificabili come gioielli. Sulla base della forma sono
degli eunuchi, nelle quali «adte- sono stati distinti due tipi principali. A questi è stato aggiunto un terzo gruppo,
nuata infilum metalla texuntum:
Hier. Epistulae XXII, 16; anche rappresentato dagli esemplari di Luni (cat. V.3.1) (fig. 67), che costituiscono
Giovanni Crisostomo descrive un insieme omogeneo e vengono quindi considerati complessivamente come
personaggi coperti di gioielli e di
vesti ricamate: in Ioh. Chrys., elementi di un unica realtà decorativa:
VII, 501-502; sulle attestazioni
-
di età longobarda v. Baldini Lip- Tipo 1: lamine discoidali
polis 1997 con bibliografia pre-
cedente. Tipo 2: lamine cruciformi
n Ad esempio Sannazaro 1997. Tipo 3: sistemi deciorativi di lamine
La tipologin e i motivi decorativi
Tipo 1
Tipo 2
I1 secondo gruppo di lamine, di forma cruciforme, comporta apparentemen-
te minori problemi di interpretazione. I1 loro uso sembra infatti legato preva-
lentemente ad un ambito funeraro cristiano: in due esemplari di provenienza
7
cipriota, ad esempio, è aggiunta un iscrizione che raccomanda a Dio la salvez-
za ed il riposo dei personaggi nominati (cat. V.2.1-2). La presenza, anche in
questi casi, di fori per l'applicazione, rende plausibile l'ipotesi che fossero ori-
ginariamente cuciti ad un sudario o ad un velo funebre. Secondo una diversa
Farioli Campanati 1982, interpretazione, invece, le croci avrebbero una funzione votiva l" difficilmente
357; Ead. 1990,137-139. conciliabile, tuttavia, con il contenuto di iscrizioni come quella citata.
l o Grabar 1983, 129. Lo stesso problema interpretativo riguarda le croci auree rinvenute nelle
l ' V. cap. 2.III.l.a.l.
IZVierck1975.
necropoli di età longobarda, meglio documentate tuttavia dal punto di vista del
"Sintesi del problema in rituale funerario e quindi probabilmente attribuibili ad elementi in stoffa 1 3 .
Sannazaro 1997, 117, nota 44 Le lamine di ambito orientale potrebbero aver avuto lo stesso scopo di
(con bibliografia precedente).
Per l'ambito orientale v. anche un'altra classe di oggetti, più elaborata e meno diffusa, ma ugualmente cru-
Weidemann 1975. ciforme: si tratta di oggetti di piccole dimensioni, in oro, costituiti da una
65. Monza, Tesoro del Duomo: ampolla argentea dalla Ter-
rasanta.
L ,
66. Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale: croce
in lamina aurea con monogramma. 67. La Spezia, Museo Civico 'U. Formentini': lamine auree da Luni.
~p
breve asta alla quale è saldata una croce in lamina (fig. 66). Questi esemplari,
sui quali non esiste alcuno studio specifico nonostante l'indubbio interesse da
un punto di vista del rituale funerario, sono presenti in Italia meridionale in
contesti del VI-VI1 secolo 14. Uno di essi, rinvenuto nei pressi di Senise (Basili-
cata), presenta una decorazione incisa costituita da un monogramma, che viene
risolta come un'invocazione di protezione per un Teodoro, e da un'aquila ad
ali spiegate l J : lo stesso soggetto, reso con uno stile del tutto analogo, ricorre
come si è visto in altre categorie di gioielli e soprattutto in anelli di ambito
orientale 16, rendendo plausibile la possibilità di un'analoga area di provenien-
za. Un altro esemplare, scoperto invece a Pratola Serra (Campania), viene
datato al VIi secolo ed è interpretato da P. Peduto come una versione locale del
modello orientale rappresentato dalla crocetta di Senise l'. Si pone a questo
punto il problema dell'utilizzo funerario di queste crocette sia in Occidente che
eventualmente in Oriente, dove tuttavia la documentazione di sicura prove-
nienza è però assente, mentre sono documentate le croci, già presentate, in
lamina semplicemente ritagliata (cat. 2.V.2.1-3).
Tipo 3
1. Lamina
Adana (Turchia)
Istanbul, Museo Archeologico (inv. 1. Croce
3. Lamina p.i., Cipro
82a)
oro; d 8.2 p.i., Basilicata Nicosia, Cypms Museum (inv. J 503)
Medaglione circolare con orlo perlina- Berlino, Staatliche Museen (inv. 3330) oro; L 7,15:
to e cornice con busti di Cristo e oro; d 2.9
Disco con Vergine in trono e Bambino
.
Ouattro fori alle estremità dei bracci
degli Apostoli alternati a girali; per l'applicazione; iscrizione greca
disco centrale con decorazione e stella in alto a sinistra. invocante la salvezza per Leontias.
figurata su tre registri, con bordo Bibliografia: Garrucci 1881, 122, n. 4, Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152;
ed eserghi a motivi perlinati: mira- tav. 479; Wulff 1909, 229, n. 119, Pierides 1971, 57, n. 2, tav.
coli di Cristo e iscrizioni. tav. LV; Schlunk 1939,7; Lipinsky XXXIX, 2 (VI-VI1 sec.).
Bibliografia: Grabar 1983, 129, fig. 1969b, 267 ss.; Farioli Campanati
67; Pasinli 1992, 80, n. 93 (VI 1982, 412-413, n. 213, fig. 286 2. Croce
sec.); Gonosova 1997 (fine VI- (con bibliografia precedente). Lambousa (Cipro)
inizi VI1 sec.). Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 442)
oro; L 7.5; 1 6
Bordo a motivo perlinato; estremità dei
bracci arrotondate e fori per I'appli-
cazione; iscrizione greca: «unep
ccvanccuoey XpqozLvou Zohopovq<
K011 C L ~ ~ V V O(«per
Z ) ~il» riposo di
Chrisrinos, Solomoni e Sisinnom).
Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152;
Pierides 1971, 57, tav. XXXIX, n.
7; Vierck 1975.
3. Croce
4. Lamina Rimini, necropoli del Palazzo dello
Sport
p.i., Italia meridionale Rimini, Museo Civico Archeologico
Ginevra, Musée d'Art et d'Histoire oro; L.6,10.8
(inv. AD 7996) Uno dei bracci decorato con linee inci-
2. Lamina oro se parallele; l'altro con la raffigu-
Adana (Turchia) Disco con cornice a motivo perlinato e razione di una colonna tortile e
Istanbul, Museo Archeologico scena figurata resa a sbalzo con capitello corinzio; fori per l'appli-
oro; d 8.2 l'Adorazione dei Magi in alto e cazione; frammentaria.
Medaglione circolare con orlo perlina- croce lemniscata in esergo. Bibliografia: Maioli 1992; Sannazaro
to e cornice a meandro; disco cen- Bibliografia: inedita. 1997, 102-1 03, fig. 10.
«u/tere/felix» («usalo felicemen- p 0.89- 1.12) con orlo perlinato; cli-
te»); elementi in lamina applicati pei posti agli angoli e palmetta
sul retro; due fori per il montaggio centrale con orlo perlinato; tre o
ad un sostegno. quattro fori per l'applicazione.
2-3. lamine semiellittiche (2.2 x 2.9, p 8-1 1. lamine circolari (d 1.8, p 0.41-
0.74), una delle quali mancante 0.54): clipeo con doppio orlo perli-
della parte superiore, con un pavo- nato includente un busto di impera-
ne e un kantharos da cui esce un tore con corona ornata di pendilia e
1. Gruppo di lamine (fig. 67) elemento vegetale, incorniciate da con clamide fermata da una fibula.
Luni (SP, Liguria), 193 1 un arco di triplo filo perlinato su 12-16. lamine circolari (d 1.8, p 0.44-
La Spezia (Liguria), Museo Civico U. due colonne tortili con capitello 0.52): soggetto analogo a quello
Formentini (cat. Fabbricotti 1595) corinzio; quattro fori per I'applica-
oro; p complessivo 18.43 zione (cinque in un esemplare). della lamina 4; quattro fori per
Costituito da 30 elementi : 4. lamina quadrangolare (1.8 x 2.2, p l'applicazione.
1. lamina pentagonale ( 2.5 x 3.5, p 1.19) con orlo perlinato; clipeo 18-30 lamine circolari (d 0.5, p 0.06-
5.84) ad orlo perlinato, con raffigu- perlinato con leone gradiente verso 0.1 l ) con clipeo non decorato e
razione di due animali fantastici in sinistra, stella a sei punte ed ele- orlo perlinato; due fori per l'appli-
posizione araldica, ai lati di un ele- mento vegetale; nove fori per I'ap- cazione.
mento vegetale (Albero della Vita) plicazione. Bibliografia: Sannazaro 1997 (VI sec.),
e iscrizione in lettere capitali 5-7 e 17. lamine triangolari (2.2 x 3.2, con bioilografia precedente.
2.VI.
BRACCIALI
Tipo 1
69. Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet des Médailles: piatto con Afrodite.
Tipo 2
Tipo 3
Tipo 4
1. Bracciale
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 58.42) Verga ispessita al centro; chiusura ad
oro innesto entro elemento cilindrico.
Verga rastremata al centro. Bibliogrrlfia: Orsi 1942, 144, tav. X,1.
Bibiiografia: Ross 1965, n. 179, tav.
XCVI, G. 15. Bracciale I 1
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1.111.21, 2. Bracciale
2-5. Bracciali (fig. 15) 1903
Mersin (Turchia), tesoro I .ID.16, 1889 s.1.c. Mitilene (Lesbo), tesoro 1.111.13, 1951
oro; p 65 Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W museo, inv. 3043)
100) Verga ispessita al centro, decorato da
un anulo in rilievo; chiusura ad in- oro; d 5.7
oro; d 6-9, p 1 1.9-18.86 Verga ispessita al centro, decorato da
Verga cava rastremata al centro. nesto entro elemento cilindrico.
Bibliografia: Orsi 1904; Id. 1942, tav. un filo perlinato trasversale, da mo-
BibliogrLlfia: Kondakov 1896; Grabar tivi geometrici a stampo e incisione
1951; Banck 1966, n. 107, C-d;Ma- IX,8; Pace 1949,441, fig. 177.
e d a m monogramma risolto come:
nière Léveque 1997,94, tav. 3, A-D K L O R ( 0 ) S OY«.
(seconda metà VI-VI1 sec.). Bibliografia: Babritsas 1954, fig. 1 ; Art
Byzantin 1964, 366, n. 395 (VI1
6-7. Bracciali sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27;
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III.17, Manière Léveque 1997, 92, tav. 3,
1883 H (fine VI-VI1 sec.).
Nicosia, Cypnis Museum (inv. J 431)
oro; d 7.8
Verga ispessita al centro, decorato da
un anello in rilievo; chiusura ad in- 1 .C
nesto. 16. Bracciale verga con elemento centrale
Bibliografia: Art Byzantin 1964,368, n. S.P. (V-Vll sec.)
401 (VI1 sec.); Pierides 1971, 58, n. Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
8, tav. XXXIX (tardo VI sec.); Ma- -57.1844)
-
filattiche (busto radiato, segno ad N dono J. Pierpont tro castoni circolari con perle agli
ripetuto, penthalpha); negli spazi Morgan, 1917 angoli.
intermedi, invocazioni cristiane oro; d 8.3 Bibliograjìa: Dennison 1918, 163-164,
(Salmo 91, l ) e apotropaiche, queste Nastro con orlo per- n. 34, tav. LII; Greifenhagen 1970,
ultime non sempre intelleggibili. linato decorato 70, tav. 51, 2-3 (VI-inizi VI1 sec.);
Bibliografia: Maspero 1908; Enge- da una fila cen- Berlin 1988,359, n. 3 (fine VI-inizi
mann 1973, 18, fig. 3; Kitzinger trale di zaffiri e VII sec.); Metzger 1990, 9-10, fig.
1980, 151, fig. 14, b; Vikan 1982, plasmi di sme- 3a.
41-42, fig. 33 (VI-VI1 sec.); Id. raldo tra due file
1991, tav. I l flg. di perle; meda-
glione centrale,
3. Bracciale applicato con 3.c
cerniere, con nastro traforato
p.i., Egitto o Siria
Londra, British Museum (inv. MLA zaffiro incasto-
AF 351) nato al centro di 1. Bracciale
coll. Tyszkiewicz; acquistato al Cairo; un altro filo di
perle alternate a Desana (Vercelli, Piemonte)
A. Wallaston Franks. 1897 Torino, Museo Civico d'Arte Antica
oro; d 7.2 piccoli vaghi di
oro; retro deco- (inv. 9/ORr\%I
Nastro con cornice tubolare e pannello acqiisto 1938
delimitato da fascia a reticolo, con rato a filigrana
con motivi vege- oro; d 6.3, p 26.5
motivo a girali originati da un Nastro decorato da putti vendemmianti
kantharos affiancato da due pavoni tali.
Bibliografin: Den- e uccelli entro girali di vite..
e includenti uccelli; medaglione
circolare centrale, applicato con nison 1918, nn. Bibliografia: Goti 1994, 208-209, 111.
cerniere, con la Vergine orante en- 28-29, tav. XLIX; 29.k (con bibliografia precedente).
tro una doppia cornice, a reticolo e Ross 1965, nn.
ad archetti: ai lati quattro castoni 46-47; Lepage 2-3 Bracciali
quadrati. In Kent 1977 si accenna 1971, 19-20, fig.
S.D.
alla presenza di un pendant di que- 33 (prima metà --r~
sto esemplare, conservato nella col- V sec.); Age of Parigi, Bibliothèque Nationale (inv.
Spirituality 51 1-512)
lezione Dzialinski di Goluchow coll. De ~ u y n e s1862
,
(Polonia) fino al 1939. 1979, 323-324,
n. 300 (prima oro; d 6.5-6.7 (int.), 7.5-7-9 (est.), a fa-
Bibliografia: Dalton 1901, 45-46, n. - L - i
scia 1.6
279; Id. 191 1, 541, n. 279, figg. metà VI1 sec.).
Nastro decorato con iscrizione « Y ~ L E -
325-326; Dennison 19 18, fig. 5 1 ; vouoa xpo» («usalo in salute»).
Lepage 1971, fig. 31; Kent 1977, Bibliografia: Byzance 1992, n. 75, con
100, n. 170 (V-VI sec.); Tait 1986, bibliografia precedente.
fig. 499 (600 ca).
I I
3.b
nastro non traforato
con elemento centrale e pietre
(VI1 sec.)
4. Bracciale
3. Bracciale S.P.
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro Londra, British Museum (inv. F 2817)
1 .III.24, 1913 acquisto A. Wollaston Franks, 1897
Berlino, Antikenmuseum (inv. 30994) oro; d 6
coll. Von Gans Nastro decorato con quattro scene di
oro, smeraldi, granati; d 6.2, elemento caccia e vendemmia alternate ad
centrale d 3.1 elementi circolari non traforati, su
Verga decorata all'esterno da cinque fi- un fondo di motivi vegetali.
li ritorti alternati a due lisci; ele- Bibliografin: Marshall 19 1 1, 329-331,
mento centrale quadrato, applicato n. 2817, tav. LXI, fig. 91 (IV sec.);
1-2. Bracciali con due cerniere, composto da un Higgins 1961, 189, tav. 64A; Lepa-
p.i., Cipro castone centrale rotondo includente ge 197 1, 15, fig. 24; Kent 1977,58,
New York, Metropolitan Museum of uno smeraldo, circondato da otto n. 114 (IV sec.); Pirzio Biroli Stefa-
Art (inv. 17.190.1670.1671) castoni ovali con granati e da quat- nelli 1992, n. 254, figg. 65 e 280.
Bracciali
1-2. Bracciali
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
1 .III.24. 1913
Berlino, ~ntikenmuseum(inv. 30219,
508 a-b)
3-4. Bracciali coll. Von Gans
oro, pietre; d 7; p 51.70 e 5 1.88
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro Nastro costituito da un elemento a fili-
1JII.24, 1913 grana raffigurante tralci di vite con
New York, Metropolitan Museum of 1. Bracciale
viticci; grappoli e pampini, con ca-
Art (inv. 17-190. 1668-9) stoni e castoni circolari includono p.i., Bosra (Siria)
coll. J. Pierpont Morgan smeraldi, madreperla, paste vitree e Bosra, Antiquarium (inv. 448)
oro; d 7; p 162.5 e 1 64.5 perle; al centro è montato con due vetro celeste; d 7.5; spessore 0.4
Nastro a doppio orlo perlinato decorato cerniere un elemento a forma di fio- Verga liscia a sezione circolare irrego-
con motivo a treccia e fascia a re con due corolle di sei petali, an- lare.
meandro spezzato con riquadri or- ch'esso con castoni e ulteriormente Bibliografia: Baldini Lippolis 1989,
nati da palmette, uccelli di profilo, arricchito all'estemo da perle. 107, n. 5 1 (posteriore al 111sec.).
Ln tipologia e i motivi decorativi
2. Bracciale
4.C
p.i., Bosra (Siria) verga ritorta
Bosra, Antiquarium (inv. 445)
vetro blu; d 5.5; spessore 0.5 (VI-VI1 sec.)
Verga liscia a sezione semicircolare.
~ i b k o ~ r a f iBaldini
a: Lippolis 1989,
108, n. 54 (111-VI sec.).
C verga 4.b
decorata
(Ill-1V sec.)
I
1. Bracciale 1. Bracciale
p.i., Bosra (Siria) p.i., Bosra (Siria)
Bosra, Antiquarium (inv. 35 1) Bosra, Antiquarium (inv. 350)
vetro nero opaco; d 4.2; spessore 0.6 vetro blu; d 3.8; spessore 0.5
Eseguito a stampo, con sezione semi- A verga ritorta appiattita nel punto di
circolare e decorazione a fitte ner- fusione delle due estremità; sezione
vature trasversali. circolare.
Bibliografia: Baldini Lippolis 1989, Bibliogrnfia: Baldini Lippolis 1989,
108, n. 56 (111-IV sec.). 110, n. 58 (VI-VI1 sec.).
2.Vll.
ANELLI
Tipo 1
Variante a: con castone applicato
- circolare o ovale
- quadrato o rettangolare
- poligonale
- polilobato
- troncoconico o a calice floreale
Tra i soggetti cristiani sono attestati la croce (cat. VII.l.a.24, 29, 44), un
arcangelo stante con il globo e la croce (cat. VII.l.a.3-4 e 34), la Vergine col
Bambino (cat. VII.l.a.17, 19 e 28) e scene del ciclo cristologico come 1'An-
nunciazione (cat. VII. l .a.18). Un anello di provenienza ignota, conservato ad
Atene, presenta un castone ottagonale reversibile decorato sulle due facce: da
un lato è raffigurata S. Tecla orante, dall'altra un angelo con la croce e il globo
(cat. VII.l.a.39); l'iscrizione invocatoria incisa sul lato del castone è stata
interpretata in vario modo, mentre sembra certo lo scioglimento di un numera-
le indicante il 638-639, che costituirebbe l'anno di esecuzione dell'oggetto.
Particolarmente interessante è la raffigurazione conservata su un anello
attribuito da M.C. Ross al IV secolo e conservato a Richmond (cat. VII. l.a.36)
con un soggetto pagano costituito da Afrodite in trono raffigurata di fronte a
due personaggi di dimensioni inferiori, probabilmente eroti, con un'iscrizione
anch'essa di contenuto pagano.
Rari sembrano essere in questa variante i castoni ornati con animali: sono at-
testati in particolare il leone (cat. VII.l.a.1 l), secondo l'iconografia apotropaica
già riscontrata sui pendagli vitrei e sulle lamine auree, e l'aquila (cat. VII.l.a.7,
20-21, 32). Anelli con un'aquila ad ali spiegate vengono attribuiti ad un arco
cronologico che va dalla metà del V alla metà dell'VIII secolo 17. M.C. Ross col-
lega questo soggetto ad un decreto di Giustiniano del 538, con il quale l'impe-
ratore creava un nuovo ordine di consoli onorari aventi diritto ad insegne speci-
fiche, tra cui scettri coronati da aquile: si tratterebbe di conseguenza di un sigillo
di rango consolare 18. Come già accennato, tuttavia, il confronto con altre produ-
zioni coeve, e in particolare con gli orecchini a corpo semilunato raffiguranti
sulla lamina di un unico uccello ad ali spiegate, con pendenti e oggetti funerari
in oro di analogo soggetto, pu6 far sorgere il dubbio che si tratti di un motivo con
un significato diverso da quello ipotizzato, probabilmente anch'esso di prote-
zione nei confronti del possessore dell'anello. L'aquila, infatti, simbolo romano
di apoteosi rappresenta in ambito cristiano l'ascensione o la resurrezione di Cri-
sto e soprattutto la vittoria sul male, tanto da essere spesso utilizzata dalle fonti
come termine di paragone per il neofita rinnovato dal Battesimo 19. Si tratta in so-
stanza di un motivo che, alludendo alla salvezza dei fedeli, potrebbe non nsul-
tare molto diverso concettualmente dalle espressioni augurali di salute e di sal-
vezza ricorrenti sugli oggetti di uso personale.
Ad una seconda varietà (b) appartengono anelli a verga cilindrica con una
pietra o una pasta vitrea inserita in un castone circolare, quadrangolare o tron-
coconico/ a calice floreale. La forma degli esemplari conservati rientra nella
tradizione orafa romana, con un campionario formale che dipende dalle situa-
zioni artigianali locali e dalle diverse fasce di cornmittenza degli oggetti (cat.
VII.l.b.1-8).
Le situazioni risultano pertanto estremamente differenziate, dall'anello in
oro del tesoro di Mersin, databile al VI1 secolo, con castone ornato da un filo
perlinato che incornicia una pietra (cat. VII.l.b.1) a quello più modesto rinve-
llWaldbaum1983, 130.
l 8 ROSS 1968.25, n. 32.
nuto a Nissoria ( s i d i a ) , che riutilizza invece un vago forato in pasta vitrea,
l9 Guarducci 1975,677-681. probabilmente originariamente pertinente ad una collana (cat. VII. l .b.2).
Anelli
Tipo 2
Variante a: in lamina
Variante b: in lamina con castone
- circolare o ovale
- rettangolare
- quadrato
- troncoconico o a calice floreale
Variante C: in lamina traforata senza castone
Variante d: in lamina traforata o filigranata con castone
- circolare
- a calice floreale
Una prima fase evolutiva della tipologia comprende il gruppo degli esem-
plari privi di castone (variante a), attestati tra V e VI secolo: un anello del teso-
ro di piazza della Consolazione con iscrizione in latino (cat. VII.4.a.2) potreb-
be far supporre un'origine occidentale di questa variante.
La diffusione in Oriente è comunque documentata dopo il V secolo da un
altro gioiello assimilabile tipologicamente al precedente, ma con una serie di
lettere greche incise sulla verga decagonale: l'impossibilità di collegarle ad
una espressione intelleggibile ha fatto ritenere che si tratti di segni apotropaici
(cat. VII.4.a.3). Lo stesso significato è espresso da un anello dodecagonale di
provenienza orientale con simboli zodiacali (cat. VII.4.a.l), attribuito generi-
camente al IV-VI secolo.
Tra VI e VII secolo sembrano collocarsi tutti gli esemplari appartenenti alla
seconda variante, con verga poligonale arricchita da un castone in metallo di
forma circolare, ovale, quadrato o rettangolare (b). La verga a fascia ottagona-
le, utilizzata quasi esclusivamente in anelli nuziali, viene ritenuta da A. Grabar
un riferimento simbolico alla chiesa antiochena, a pianta ottagonale, dedicata
alla 'Op6vo~alConcordiaDivina3', mentre M.C. Ross mette in risalto il possi-
bile nesso concettuale con l'Ottavo giorno della settimana38.
I luoghi di provenienza permettono di suporre una prevalente produzione
degli anelli in oro nelle botteghe di Costantinopoli, mentre gli esemplari in
bronzo, che imitano i prototipi della capitale, probabilmente possono essere
considerati realizzazioni locali di altre aree orientali, come quella siro-palesti-
nese (cat. VII.4.b.6-8).
I soggetti più diffusi si incentrano sulla figura di Cristo, presentato in scene
maiestatiche (cat. VII.4.b.1, 13-14), in episodi neo-testamentari, come 1'An-
nunciazione (cat. VII.4.b.2-4) e l'Entrata in Gerusalemme (cat. VII.4.b.16)
oppure tra i due sposi, nella abituale raffigurazione nuziale (cat. VII.4.b.15 e
18-19); un anello in bronzo rinvenuto in una necropoli israeliana, probabil-
mente eseguito irz loco, presenta la raffigurazione meno consueta della Croce-
fissione con Cristo tra i ladroni (cat. VII.4.b.6). Sono attestati anche castoni
con soggetti più semplici o con le consuete invocazioni di protezione (cat.
VII.4.b.2, 5, 12). In due esemplari in bronzo è raffigurata l'aquila ad ali spie-
gate, in un caso nell'atto di afferrare un leone e un serpente (cat. VII.4.b.7-8):
"Grabar 1943, I, 222; Kanto- si tratta, come si è già accennato, ad una rappresentazione simbolica della vit-
rowicz 1960, 14.
3R ROSS 1968; Age of Spiritua-
toria sul male che su oggecti di uso personale assolve probabilmente funzioni
liry 1979,285. apotropaiche.
La tipologin e i rnotivi decorativi
Di particolare rilievo sono tre anelli con decorazione niellata sia sul castone
che sulla verga ottagonale; uno di questi esemplari è stato rinvenuto nel 1872 a
Siracusa, nell'area di un probabile complesso termale di età tardo-imperiale in
cui venne riconosciuto, in maniera piuttosto arbitraria, il luogo dove sarebbe
stato ucciso Costante I1 (cat. VII.4.b.10). I soggetti rappresentati a niello su
ciascun lato della verga sono tratti dal ciclo cristologico: Annunciazione, Visi-
tazione, Natività, Adorazione dei Magi, Battesimo, Crocifissione, Marie al
Sepolcro. I1 castone presenta invece l'immagine nuziale con gli sposi ai lati
della Vergine, accompagnata da un iscrizione tratta dal Salmo V, forse allusiva
della cerimonia delle nozze. Appare poco plausibile l'identificazione, più volte
proposta, del possessore di questo anello con lo stesso Costante 11, o con un
membro della sua mentre non è da escludersi un rapporto con la
corte, soprattutto considerando la raffinatezza di esecuzione dell'oggetto e il
suo isolamento nell'ambito delle produzioni locali.
Un altro gioiello siciliano raffigura un personaggio, forse un apostolo, un
profeta, oppure Cristo stesso, seduto con il globo e la croce alla destra di una
stella a otto punte e di un monogramma «a scatola» (cat. VII.4.b.11). Un altro
anello morfologicamente simile, forse di provenienza egiziana, presenta sul
castone la scena dell' Ascensione e l'iscrizione del Triagion, mentre sulla verga
ottagonale sono raffigurati gli stessi episodi neo-testamentari dell'esemplare
precedente, ugualmente resi a niello (cat. VII.4.b.9).
Agli episodi della vita di Cristo rappresentati sulla verga e alla scena nuzia-
le del castone si aggiunge, in un esemplare di provenienza siro-palestinese, un
versetto evangelico e un'invocazione di protezione per gli sposi, Petros e
Theodoti (cat. VII.4.b. 17).
A botteghe siciliane infine si potrebbe attribuire un anello con un personag-
gio seduto tra due stelle, con il braccio sollevato, forse identificabile con Cri-
sto o con un Evangelista (cat. VII.4.b.11); sulla verga ottagonale rimane un'i-
scrizione invocatoria agli arcangeli Michele e Gabriele, personaggi frequente-
mente nominati su oggetti profilattici ebraici e cristiani a partire dall'età tardo-
imperiale
Tipo 5
4. Anello
o;ei..
-V-
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec- $5,
tion (inv. 53.12.6)
acquisto 1953
bronzo; d 2.3
C 1,
'\'~!\\$/:~(4%
l.a Castone ovale con angelo stante che
con castone applicato regge un globo crucifero, alla sini- I I
stra di un monogramma a scatola.
circolare o ovale Bibliografia: Ross 1965, 54, n. 62, tav. dilia; sposo clamidato con fibula
(V-VZZ sec.) XLII (prima metà VI sec.) Byzarzti- sulla spalla; rinvenuto probabil-
ne Collection 1967, n. 195. mente con un fermaglio di collana
includente un solidus di Anastasio e
5. Anello Ariadne del 49 1.
p.i., Costantinopoli Bibliograjìa: Ross 1965, 56-57, n. 66,
Washington, Dumbarton Oaks Collec- tav. XLII (tardo VI sec.); Maniére
tion (inv. s.n.) Lèveque 1997, 84, fig. 1.I (seconda
acquisto 1953 metà V-inizi VI sec.).
bronzo, argento; d 2 9. Anello
Castone circolare con i busti niellati di
due sposi con corona nuziale ai lati p.i., Cipro
1. Anello di una croce sormontata dal busto Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 438)
p.i., Costantinopoli, tesoro 1.111.20 nimbato di Cristo; in esergo iscri- bronzo; d 2.3
Washington, Dumbarton Oaks Collec- zione niellata «Xaptc» («Grazia»). Castone circolare con monogramma
tion (inv. 59.60) Bibliogrcfia: Ross 1965, 57, n. 68, tav. cruciforme niellato.
acquisto 1959 XLIII (inizi VI1 sec.). Bibliogrnfia: Pierides 1971, 59, nn. 9-
oro; d 2.5; d castone 1.5 10, tav. XL, 9-10 (VI-VI1sec.).
Castone circolare con busti niellati 6. Anello
degli sposi ai lati di una croce e iscrizione 10. Anello (fig. 16)
«OEOUX C L ~ I ~ / O ~ «Grazia
O V O ~di C Dio,
I» p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Palmira (Siria), tesoro 1.111.19, 1960
Concordia»); figura maschile clamidata Palmira, Museo Archeologico (inv. CD
con fibula sulla spalla; figura femminile tion (inv. 53.12.4)
con corona e orecchini. acquisto 1953 4B3)
oro, argento; d 2.4 oro; d. 2.3
Bibliografia: Kantorowiczl960; Ross Castone circolare privo di decorazione.
1965, 7, n. 4.E, tav. IX (VI1 sec.) Castone circolare con i busti niellati di
Maniére Lèveque1997, 97, tav. 1. J due sposi con corona nuziale ai lati Bibliograjia; Michalowsky 1962, 224,
(fine VI-VI1 sec.) di una croce sormontata dal busto n. 138, fig. 257 (VI1 sec.); Maniére
nimbato di Cristo: in esereo iscri- Lèveque1997,92.
2. Anello zione nieiiata « f ~ G o v o ~ a > > " ( « ~ o n -
cordim). 11. Anello
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Bibliografia: Kantorowicz 1960; Ross Shivta (Israele), Ambiente N, 1934-
tion (inv. 47.2.2282) 1965,57, n. 67, tav. XLIII (inizi VI1 1935
dono G. Howland Shaw, 1947 sec.). Gerusalemme, Israel Department of
bronzo; d 2.3 Antiquities and Museum (inv.
Castone ovale con monogramma a scato- 7. Anello 47.4623)
la. Sardi (Turchia), Terme del ginnasio bronzo; d 2.1 ; castone 1.4 x 1.2
Sardi, Museo (inv. 66.3:7050) Castone ovale con leone entro cornice
Bibliografia: Ross 1965, 52, n. 55, tav. puntinata.
XL (prima metà VI sec.). argento; d 2.50 (est.); d castone 1.30
Castone circolare con aquila e mono- Bibliograjia: Rahmani 1985, 170, n. 6,
3. Anello gramma. tav. XLII:6 (fine VI-unma metà VI1
p.i., Costantinopoli ~ i b i o ~ r a f iWaldbaum
a: 1983, 130, n. sec.).
Washington, Dumbarton Oaks Collec- 834, tav. XLVIII (protobizantino).
tion (inv. 53.12.7) 12. Anello
acquisto 1953 8. Anello Hammat Gader (Israele), Sinagoga
bronzo; d 1.8 p.i., Trebisonda (Turchia), tesoro 1.111. Gerusalemme, Israel Department of
Castone ovale con arcangelo stante che 1o Antiquities and Museum (inv.
regge nella destra una croce astile e Washington, Dumbarton Oaks Collec- 33.1884)
invocazione «Boqeij Koopa» («Pro- tion (inv. 61.3) bronzo; d 1.9; castone 1.1
teggi Cosrna»); due coppie di globet- bronzo; d 2.1 ; d castone 1.2 Castone circolare con iscrizione tra due
ti aurei sulla verga ai lati del castone. Castone circolare con i due sposi stanti punti: « X ( p i o ~ ) eBolqeq Alv-
Bibliografia: Ross 1965, 54-55, n. 63, ai lati di Cristo nimbato e crucisi- Gpe/a(~)»(«Cristo, proteggi An-
tav. XLII (tardo VI sec.). gnato; sposa con diadema con pen- drea~).
Ln tipologia e i motivi decoratiiti
Pavia, Museo Civico Archeologico (inv. bronzo; d 1.9; castone 1.7 x 1.5 2. Anello
5967) Verga ottagonale a sezione triangolare; S.P.
oro; d 2.2 castone ovale con raffigurazione Atene, Museo Benaki
Verga formata da quattro file di globet- impressa di Santo cavaliere barbato oro; d 2
ti; castone circolare con due uccelli e nimbato, che con la croce astile Verga con orlo godronato e decorazio-
affrontati e tre stelle a sei punte. trafigge la testa di un serpente. ne a motivi vegetali.
Bibliograjìa: Degrassi 1P41, 305; Ori Bibliografia: Rahmani 1985, 177, n. Bibliografia: Sega111938, n. 265, tav. 49.
Italia 1962, 215, n. 744; Peroni 13, tav. XLIII: 13 (fine VI-prima
1967, 109-110, n. 66 (fine TV sec.); metà VI1 sec.).
G.M. Facchini, in Milano capitale
1990, 74-75, lf.4b.7 (prima metà 3. Anello 2.b
del V sec.). p.i., Caesarea (Israele), 1958 in lamina con castone
Gerusalemme, Israel Department of
5. Anello Antiquities and Museums (inv. circolare o ovale
S.P. 57.812) (VI-VZZ sec.)
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.) bronzo; d 2; castone 1.8 x 1.7
oro; d 2.3; d castone 1 Verga ottagonale a sezione triangolare;
Verga perlinata e castone circolare con castone ovale con raffigurazione 1. Anello
monogramma cruciforme inciso, impressa di Santo cavaliere barbato p.i., Costantinopoli
sciolto come «Kupihhtavou». e nimbato, con la croce astile. Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Bibliograjìa: Spieser 1972, n. 12, figg. Bibliografia: Rahmani 1985, 177, n. tion (inv. 47.2.228 1)
24-25 (metà VI-VI1 sec.). 14, tav. XLIII: 14 (fine VI-prima dono G.H. Shaw, 1947
metà VI1 sec.). bronzo; d 2.6
Verga decorata a foglie sovrapposte;
castone ovale con monogramma a
l .f scatola sciolto come «lTauhou».
verga poligonale Bibliograjìa: Ross 1965, 5 1-52, n. 54,
(IV-VI I sec.) tav. XL (prima metà VI sec.).
2. Anello
Djebail (Siria)
2.a Parigi, Louvre (inv. AC 924)
in lamina coll. De Clercq; dono Boisgelin, 1967
(VI1 sec.) oro; d 2, a castone 1.3
Verga con iscrizione tratta da Giov.
XIV, 27; castone ovale con scena
nuziale e iscrizione « O p o v o ~ a »
1. Anello («Concordia»).
S.P., Mediterraneo orientale Bibliograjìa: De Ridder 1924, n. 3511;
Richmond, Virginia Museum of Fine Byzance 1992, n. 86 (VI1 sec.).
Arts (inv. 67-52-11)
coll. De Clercq; poi coil. Boisgelin
oro, argento; d 1.9
Verga ottagonale a sezione triangolare
con iscrizione niellata: «Hht(oc)
~&L(&vT)) KPO(VOC) Z E ~ ( SAP(&C)
)
A ~ P ( ~ ~ L E!J!J(&<)
~ T ) C )Q P ( L ~ ~ ) > >
(Elios, Selene, Kronos, Zeus, Ares,
Afrodites, Ermes, Orion), con l'ag-
giunta di lettere apotropaiche; ca-
stone trocopiramidale con busto di 1. Anello 3. Anello
Asclepio, serpente e iscrizione re- Pantalica (SR, Sicilia) p.i., Siria, tesoro 1.111.15
trograda «Yyta» («Salute»). Siracusa, Museo Archeologico Regio- Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Bibliograjìa: Ross 1968, 13, n. 2; Age nale (inv. 25106) tion (inv. 38.6)
of Spiritualify 1979, n. 274 (11-111 oro, granato; d 1.8; p 3.1 coll. Bliss, 1938 I
sec.). Verga con orlo perlinato e castone rom- oro; d 2.6
boidale, decorato a granulazione e Castone circolare con globetti aurei ai
2. Anello includente un granato; forse perti- lati. l
Abu Shushe (Israele), tomba 74
Gerusalemme, Israel Department of
nente al tesoro rinvenuto nel 1903.
Bibliograjìa: O s i 1910, 470; Id. 1942,
Bibliografia: Ross 1965, 10-11, n. 6.F,
tav. XIV (VI1 sec.); Maniére Lè-
i
Antiquities and Museums (inv. 150, fig. 65; Fallico 1975, 316, veque1997, 96, tav. l.K (fine VI-
58.393) figg. 5 e 10.6. VI1 sec.).
1
I
i
4. Anello 12. Anello
irbid, Arbela (Giordania) Shivta (Israele) 1934-1935
Amman, Museo Archeologico Gerusalemme, Israel Department of
oro; d 2.5 Antiquities and Museum (inv.
Verga iscritta: «OEOTOKE Poqeq ~q 47.4626)
60vhq CTO~...» («Madre di Dio, pro- bronzo; d 1.7
teggi la tua serva...»); sul castone, Castone circolare con palma incisa.
monogramma cruciforme sciolto Bibliografia: Rahmani 1985, 174, n. 9,
come «Koopq>>. tav. XLII:9 (fine VI-prima metà VI1
Bibliografia: Giordania 1986, 230, n. sec.).
45 (VI sec.).
S. Anello
Gush Halav (El-Jish, Israele), ambiente
B
Gerusalemme, Israel Department of
Antiquities and Museum (inv.
30.1072)
bronzo; d 2.1 ; castone 1.4
Analogo al precedente.
Bibliograjìa: Rahmani 1985, 170, n. 4,
fig. 2, tav. XLII:4 (fine VI-prima
metà VI1 sec.).
13. Anello
I 1 9. Anello Nissoria (EN.
\ . Sicilia). ,. contrada Torre.
28. Anello Siracusa, Museo Archeologico Regio- Bibliografia: Battke 1953,38-39, n. 47,
Carpignano, Pavia, stazione ferrovia- nale tav. IX (IV-V sec.).
ria, tesoro l .III.5, 1909 oro
Pavia, Museo Civico Archeologico Analogo
- al -precedente.
Bibliografia: Orsi 1942, 122-124, tav. a calice floreale (V11 sec.)
oro
Castone con monogramma a scatola XI,4.
sciolto dubitativamente come «To-
rani»; rinvenuto in associazione
con monete di Onorio.
Bibliografia: Patroni 191 1; Degrassi
1941.307.
troncoconico o a calicefloreale
(VI- VII sec.) 3. Anello
p.i., Siria, tesoro l .III.lS
29. Anello 4. Anello Washington, Dumbarton Oaks Collec-
S.D. S.P. tion (inv. 38.5)
~ i r i g i Bibliothèque
, Nationale (inv. Londra, British Museum coll. Bliss, 1938
543) acquisto A.Wollaston Franks, 1897 oro, ametista; d 2.2
oro; d 2.1 oro; d 2, p 5.63 Fascia filigranata con orlo perlinato e
Verga a fascia con orlo perlinato; casto- Fascia traforata con girali tra due comi- iscrizione: « K u p t ~poq&l Mccptccq»
ne troncoconico con superficie de- ci liscie. («Signore, proteggi Maria»); casto-
corata da una scena nuziale e iscri- Bibliografia: Marshall 1907, 158, n. ne a calice floreale con ametista in-
zione «Oyo(voia)» («Concordia»); 987, tav. XXV (111-IV sec.); Hig- tagliata raffigurante un busto di san-
decorazione a globetti e con filo au- gins 1961, 191, tav. 63B (IV sec.); to con una croce nella destra e iscri-
reo applicato. Id. 1980, 184, n. 10, tav. 64B; Pir- zione: « A ...p oqeq... D ( « A...p ro-
Bibliografia: Byzance 1992, n. 87. zio Biroli Stefanelli 1992, 268, n. teggi...D).
232, fig. 266 (111-IV sec.). Bibliografia: Ross 1965, 10-11, n. 6.E,
tav. XIV (VI1 sec.); Maniére Lève-
que1997, 96, tav. 1. L (seconda
2.c 2.d metà VI-VI1 sec.).
in lamina traforata in lamina traforata o filigrana
senza castone 4. Anello
con castone Senise (PZ, Basilicata)
(IV-VI1 sec.)
Napoli, Museo Nazionale
1. Anello circolare (VI1 sec.) oro, pasta vitrea; d 2.3
Fascia decorata a traforo con racemi e
Kyrenia (Cipro) 1. Anello volute; castone troncoconico con
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 433) pasta vitrea verde.
oro; d 1.8 Licodia Eubea (CT, Sicilia), 1921
Siracusa, Museo Archeologico Regio- Bibliografia: Breglia 1941, n. 999, tav.
Fascia con motivo a girali tra due comi- XLII.4 (fine VI1 sec.); Cassanelli
ci puntinate. nale (inv. 41440)
oro; p 2 1991, 107, fig. 80 (VI1 sec.).
Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152; Fascia con decorazione a spirale e ca-
Pierides 1971, 59, n. 8, tav. XL, 8 stone ovale; consegnato da P. Orsi 5. Anello
(VI1 sec.). al Museo di Siracusa insieme alla S.P.
collana cat. 111.l .c.2. Atene, Museo Nazionale
2. Anello coll. Stathatos
Bibliograjia: Fallico 1975, 319, fig. 9;
Pantalica (SR, Sicilia) tesoro 1.111.21, Guillou 1975, 86. oro, rubino; d 2.1
1903 Fascia traforata con motivi a girali; ca-
s.1.c. 2. Anello stone a calice floreale includente un
oro p.i., Sicilia rubino.
Fascia decorata a girali, tra orli perlina- coll. Battke Bibliografia: Amandry 1963, 288, n.
ti. coll. Pappalardo, Catania 228, tav. XLIV (V sec.); Fallico
Bibliografia: Orsi 1942, 138, tav. IX.4 oro, pietre, paste vitree 1975, fig. 7.
(VI-IX sec.); Fallico 1975, 321 e Fascia a filigrana con motivo a volute;
329, fig. 1. elemento circolare a filigrana con 6. Anello
tre castoni sovrapposti: quello cen- S.P.
3. Anello trale, di forma oval2, con «radice di Richmond, Virginia Museum of Fine
Racineci, Caltagirone (CT, Sicilia), ne- smeraldo», gli altri quadrati con pa- Arts
cropoli terreno Tasca ste vitree. coll. Glasgow
Ln tipologia e i motivi decorativi
1. Anello
Modica (CT, Sicilia)
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 47927)
oro, smalto; d 1.65; p l l
Verga a fascia leggermente concava,
con motivo vegetale inciso che con-
serva tracce di smalto blu; castone
circolare piatto con iscrizione retro-
grada entro cornice puntinata:
« M q ~ q h i o u l u ~ o v o(ou)».
/p
Bibliografia: Ori Italia 1962, 236, n. 6. Anello
833.
Palazzolo Acreide (SR, Sicilia)
2. Anello Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 21843)
oro; d l .8; p 4.5
Verga a fascia; castone circolare piatto
con iscrizione retrograda: « ~ v e i -
pov».
Bibliograjia: Orsi 1942, 150, fig. 65.
4. Anello 7. Anello
p.i., Sicilia p.i., Sicilia
p.i., Sicilia Siracusa, Museo Archeologico Regio- Siracusa, Museo Archeologico Regio-
Siracusa, Museo Archeologico Regio- nale (inv. 24655) nale
nale argento; d 1.08; p l l bronzo; p 8.7
bronzo Castone piatto con iscrizione incisa: Analogo al precedente, con monogram-
Verga frammentaria; castone circolare «K(upi)&pc!qeq Baalthatov» en- ma cruciforme.
piatto con uccello inciso, di profilo. tro cornice puntinata. Bibliografia: Orsi 1942, 15 1 e 185, fig.
Bibliografia: Orsi 1942, 152, fig. 68. Bibliografia: Orsi 1942, 150, fig. 66. 67.
Anelli
10. Anello
p.i., Sicilia
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale 13. Anello
bronzo Agrigento (Sicilia)
Analogo al precedente; castone circola- Londra, British Museurn (Dalton, n.
re piatto con quadrupede rozzamen- 186)
te inciso, forse identificabile con un bronzo
felino. Verga a fascia priva di decorazione; ca-
Bibliografia: Orsi 1942, 152, fig. 68. stone circolare piatto con mono-
gramma cruciforme.
8. Anello Bibliografia: Dalton 1912, n. 186.
p.i., Sicilia
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 4881)
oro; d 2.1
Verga cilindrica decorata con rami di
edera; castone circolare piatto con
uccello di profilo entro cornice pun-
tinata.
11. Anello
Bibliografia: Orsi 1942, 151 e 157, fig.
67 (VI-VI1 sec.). p.i., Sicilia
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale
bronzo 14. Anello
Analogo al precedente; castone circola- p.i., Sicilia
re piatto con raffigurazione sche- Siracusa, Museo Archeologico Regio-
matica, forse zoomorfa ma non pre- nale
cisabile, ottenuta con cerchietti e bronzo
quadratini. Verga a fascia bombata; castone circo-
Bibliografia: Orsi 1942, 152, fig. 68. lare piatto con monogramma cru-
ciforme.
Bibliografia: Orsi 1942, 15 1, fig. 67.
9. Anello
Siracusa (Sicilia)
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale
bronzo argentato, argento, smalto
Verga con girali di edera che presenta-
no tracce di smalto scuro; iscrizione
con il nome del proprietario, niella-
ta in argento nella parte anteriore
dell'anello, sotto il castone, risulta
leggibile solo parzialmente a causa 15. Anello
di un'allargatura del gioiello: 12. Anello Su Bruncu e S'Olia (CA, Sardegna)
« K ( u ~ ~P(o~)qOq
)E Ayae...>> («Si- p.i., Sicilia Cagliari, Museo Archeologico
gnore, proteggi Agath...»); castone Cefalù, Museo Mandralisca (inv. 503) bronzo
circolare piatto con uccello di profi- bronzo Castone ovale con croce e monograrn-
lo, racemi e grappoli d'uva. Castone con animale inciso in maniera ma cruciforme entro clipeo rozza-
Bibliograjìu: Orsi 1942, 156-157, fig. schematica (forse un leone). mente inciso.
71 (VI-VI1 sec.). Bibliografia: inedito. Bibliografia: Taramelli 1919, fig. 3.
20. Anello
S.P.
coll. R. Harari
coll. E. Guilhou
oro, argento; d verga 1.9
Castone con monogramma cruciforme
niellato entro cornice puntinata; ai
lati, sulla verga, due monogrammi
cruciformi di dimensioni inferiori
entro clipeo puntinato.
Bibliografia: Guilhou 1912,95, n. 827,
16. Anello tav. XIII; Chatzidakis 1939, n. 68; to, Cristo in trono, nimbato e vesti-
Su Bruncu e S'Olia (CA, Sardegna) Boardman 1975, 50, n. 1 13 (Fine to con tunica e pallio, fiancheggiato
Cagliari, Museo Archeologico VI-VI1 sec.). da due apostoli con il rotolo; sul-
bronzo l'altro lato, raffigurazione delllEn-
Castone ovale con stella a cinque punte 21. Anello trata in Gerusalemme con Cristo
(pentalpha). S.P. giovanile in tunica e pallio, fian-
Bibliografia: Taramelli 1919, fig. 4. s.1.c. cheggiato da una croce, e un'altra
coll. E. Guilhou figura, china, che stende un drappo.
bronzo Bibliogrnfia: Age of Spiritnalih, 1979,
Castone ovale con raffigurazione incisa 525-526, n. 470.
della Resurrezione di Lazzaro.
Bibliografia: Guilhou 19 12, 95, n. 825,
tav. XIII.
22. Anello
S.P.
Richmond, Virginia Museum of Fine
Arts
17. Anello coll. De Clercq e De Boisgelin
Su Bruncu e S'Olia (CA, Sardegna) oro
Cagliari, Museo Archeologico Castone con ancora incisa e iscrizione
niellata: «Euzu~i/Mcrp~v~».
bronzo
Castone ovale con animale inciso. Bibliogrcrfia: Ross 1968, 13, n. 4 (IV
Bibliografia: Taramelli 1919, fig. 5. sec.)
. . - .7-.9,.*v. , ., :. .- ..
18. Anello
Venosa (PZ, Basilicata), area del com-
3.b
plesso termale, tomba 179 con castone~applicato
.. ..
-p.,,r....- ~
- ~.
- ~ . - ~
12. Anello
Pantalica (SR, Sicilia) tesoro 1.111.21,
1903
s.1.c.
oro, argento; p ca 10
Verga ottagonale con iscrizione
9
C K ( U(«Signore,
apqv» ~ LPoqeq
) ~ proteggi
<popooqc
colei
che lo indossa, amen»); castone
ovale con Cristo tra due personaggi
niellati in argento.
Bibliografia: Orsi 1942, tav. IX,3 (VI-
IX sec.); Fallico 1975. 329, fig. 1.
+ O<W~AONFYA~KL%CCCT
F+AN~CAC~+C 13. Anello
10. p.i., Sicilia,
coll. Battke
coll. Pappalardo, Catania
oro, argento
Verga ottagonale liscia; castone ovale
decorato a niello: Cristo stante, be-
nedicente, nimbato e crucisignato,
11 col Libro nella sinistra: ai lati, due
9. Anello possessore dell'anello nell'impera- elementi vegetali stilizzati.
tore Costante 11, assassinato a Sira- Bibliografia: Battke 1953, 38, n. 46,
p.i., Egitto tav. VI11 (VI1 sec.).
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. cusa nel 668.
45.15), Bibliografia: Salinas 1873, 57 ss.; Id. 14. Anello
oro, argento; d 2.2 1878, 52 ss.; Orsi 1942, 143-144,
158; Cecchelli 1947, 40-57 (VIII- S.P.
Verga ottagonale con scene cristologi- Pforzheim, Schmuckmuseum (vetrina
che a niello: Annunciazione, Visita- D( sec.); Pace 1949, 435-439; Cul-
zione, Natività, Adorazione dei trera 1954; Agnello 1962, 15; Ori 38)
Italia 1962, 236, n. 835 (VIII sec.); oro, argento
Magi, Battesimo, Crocefissione, Verga ottagonale; castone ovale con
Marie al Sepolcro; castone ovale Arr Byzantin 1964, 375-376, n. 425
(VI1 sec.); Lipinsky 1965, 447; Id. Cristo stante e benedicente, nimba-
con raffigurazione dell'Ascensione to e crucisignato, reso a niello.
e iscrizione niellata lungo il bordo: 1966a. 330; Lipinsky 1969a, 1425 e Bibliografia: inedito.
«Ayiooa Ayioc Aytoc Kup~oeZa- 1475; Engernann 1973, fig. 5; Ac-
Bao0» («Santo, santo, santo il Si- cascina 1974, 7; Fallico 1975, 318;
gnore degli eserciti»). Guillou 1975, 84, nota 196; Corsi
Bibliografia: in Jewelry 1979, 152-153, 1982, 173- 174; Farioli Campanati
n. 427 (VI sec.). 1982,413-414, n. 222, fig. 295.
11. Anello
10. Anello
Canicattini Bagni (SR, Sicilia), tomba,
Siracusa (Sicilia), tesoro 1.111.23, 1872 1904
Palermo, Museo Archeologico Regio- Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 31) nale (inv. 24289)
oro, argento; d 2; altezza castone 1.3; p oro; d 1.6; p 7
23.15 15. Anello
Verga a fascia ottagonale con invoca-
Verga a fascia ottagonale con scene del zione agli arcangeli: «Ta/Bp/tq/h S.P.
ciclo cristologico eseguite ad age- Mi/xa/qh» («Gabriele, Michele»); Richmond, Virginia Museum of Fine
mina e niello: Annunciazione, Visi- castone ovale piatto con personag- Arts (inv. 66.37.7)
tazione, Natività, Adorazione del gio seduto, di profilo a destra, con coll. Glasgow
Magi, Battesimo, Crocifissione, testa di prospetto tra due stelle; la oro; d 1.6
Marie al sepolcro; castone circolare figura, molto schematica, indossa la Verga ottagonale; castone circolare con
con l'immagine a figura intera degli tunica ed ha un braccio levato. gli sposi stanti ai lati di Cristo nim-
sposi disposti ai lati della Vergine, bato e cmcisignato; la sposa indos-
Bibliografia: Orsi 1942, 149-150, fig. sa un diadema con tre elementi ver-
con l'iscrizione ispirata al Salmo 65; Pugliese Carratelli 1953, 188,
V,13 «Q<onhov ~uGoicicr<E G T E ~ Q - ticali; in esergo iscrizione: «ORO-
nota 2; Manganaro 1963, 73; Ori vua» («Concordia»).
vooaq qpac» («Come scudo ci hai Italia 1962, 235, n. 831; Guillou
coperti di benevolenza»); è stata 1975, 85; Farioli Campanati 1982, Bibliografia: Ross 1968, 23, n. 27 (VI-
ipotizzata un'identificazione del 414, n. 226, fig. 299. VLi sec.); Age of Spirirualiy 1979,
285, n. 263 (VI-VI1 sec.).
La tipologia e i motivi decorativi
quadrato (ZV-
V sec.)
16. Anello
S.P.
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.)
argento; d 2.4; castone 1.4 x 1.1
Verga decagonale all'esterno e circola-
re all'interno: tre segmenti della
verga ai lati del castone decorati
con un kantharos tra due colombe
con un ramoscello nel becco; lato
della verga opposta al castone con
chrismon; castone rettangolare con
raffigurazione incisa dell'Entrata in
Gerusalemme: Cristo nimbato e be-
nedicente sull'asino tra due perso-
naggi.
Bibliografia: Spieser 1972, 7-8, n. 6,
figg. 11-13 (IV-V sec.).
17. Anello
p.i., Siria-Palestina iscrizione « O ~ o v / u a »(«Concor- 18. Anello
Washington, Dumbarton Oaks (inv. dia»); sullo spessore del castone, p.i., Agrigento (Sicilia)
47.15) iscrizione: «Kupie Boq0i 7ouc Fou- Londra, British Museum (inv. EC 130)
coll. J. Pichon; coll. E. Guilhou, 1947 houc oou ì l e ~ p o OEOFO~LC»
u~ («Si- acquisto A. Wollaston Franks
oro, argento; d 2.5 gnore, proteggi i tuoi servi Petros e
Verga ottagonale con scene neotesta- oro, argento; d 1.5
Theodoti»). Decorato a niello; verga a fascia ottago-
mentarie niellate: Annunciazione, Bibliografia: Guilhou 19 12, 100- 10 1,
Visitazione, Natività, Presentazio- nale con iscrizione greca, tratta da
n. 854; Ross 1965,58-59, n. 69, tav. Giov. XVI, 27 (+Ipqvqv zqv E F ~ V
ne al tempio, Battesimo, Crocifis- XLIII (VI1 sec.); Byzantine Collec-
sione, Mane al Sepolcro; sul bordo F ~ ~ o F«Vi
E :do la miapace»), entro
tion 1967, n. 205; Volbach 1968, cornice puntinata; castone crucifor-
della verga, versetto evangelico 196, tav. 736; Engemann 1973,20-
tratto da Giov., 14,27 «+Eipivqv me con la raffigurazione conven-
21, tav. 1 l c ; Age of Spirituality zionale dei due sposi ai lati di Cn-
EMV a<PIqpqW ~ ~ V + / + E ~ P ~ V T I1979,
V 496, n. 446 (VI1 sec., produ-
q v ~ p q v% F o ~ E upqv+» («Vi la- sto, nimbato e stante; l'immagine è
zione siro-palestinese); Kitzinger accompagnata dall'iscrizione Opo-
scio la pace, vi do la mia pace»); 1980, 151, fig. 13, a-d; Vikan 1982,
castone cruciforme con la coppia 43, fig. 35 a-C (VI1 sec.). v u a («Concordia»); attribuito a
nuziale tra Cristo e la Vergine e bottega siro-palestinese (M.C.
Ross).
Bibliogrtifia: Dalton 1901, n. 130, tav,
IV; Id. 19 1 1; Age of Spirituality
1979,496 (VI1 sec.).
19. Anello
S.P.
Londra, British Museum (inv. MLA
AF 231)
acquisto A. Wolanston Franks, 1897
oro, argento; d 2.7
Decorato a niello; verga a fascia ottago-
nale con scene cristologiche; casto-
ne analogo al precedente, con Cri-
sto e la Vergine, stanti e nimbati,
nell'atto di benedire i due sposi; so-
pra le teste delle figure centrali è
rappresentata una stella a sei punte;
in esergo, iscrizione «Oyovia»
(«Concordia»).
Bibliografia: Tait 1986, fig. 606.
Anelli
I Cod. Theod. X X V I : «De In epoca tardoantica le cinture costituiscono un elemento molto importante
conductoribus et hominibus do-
inus arignstae: ... null~~incuiusli- dell'abbigliamento sia maschile che femminile, assolvendo a funzioni pratiche,
bet nomen militiae irsurpent, ma divenendo anche in certi casi segno espressivo di stato sociale elevato; nel
nullirrs cingulo dignitatis utan- Codice Teodosiano, ad esempio, esse vengono espressamente citate come inse-
trir:..».Cing~rliirnera, nel mondo
romano, il cinturone militare, v. gne di grado l , significato confermato probabilmente dalla raffigurazione di fib-
M. Floriani Squarciapino, in bie d'oro tra le lnrgitiones nella Notitin Dignitatzim (fig. 1).
«EAA», S. v. «Cinturone».
Not. Dign., 148 e 154. Nello stesso senso continuano ad essere attestate nell'ambito della corte bi-
De cerimoniis, I, 59: patri- zantina almeno fino all'epoca di Costantino Porfirogenito, quando uno dei mas-
zie «zostai» erano donne della
famiglia imperiale ammesse, ad simi onori per le donne di alto rango era l'investitura a patrizia «con cintura» 3.
esempio, alla mensa dell'impe- Nell'abbigliamento militare degli imperatori è documentato l'uso di tradi-
ratore. zione ellenistica di fasce semplicemente annodate in vita, prive di elementi in
Milano capitale 1990,
lc.3e; sul cd. «stile militare» del metallo, come appare ad esempio nel dittico di Probo 4, dei primi anni del V
IV secolo: ibld., le.8. secolo, e nel colosso di Barletta (fig. 31)j. L'iconografia ufficiale imperiale non
5Testini 1974.
6Milanocapitale 1990,5a.lh.
militare e le raffigurazioni sacre tipologicamente riconducibili a modelli di
corte documentano tipi ancora più sontuosi, con gemme e perle: tra le attesta-
zioni, a partire dai primi decenni del IV secolo, si possono ricordare ad esem-
73. (a sinistra) Venezia, S. Marco:
gruppo dei Tetrarchi. pio i Tetrarchi di Venezia (fig. 73) e un torso clamidato in porfido proveniente
74. ( a destra) Ravenna, S. da Alessandria 6.
Apollinare Nuovo: mosaico con il
corteo delle Vergini (part.). In linea generale, comunque, l'evidenza iconografica e quella letteraria non
trovano riscontro nei manufatti conservatisi, riconducibili a forme meno impe-
gnative e costose.
Anche l'uso femminile delle cinture è documentato iconograficamente in
una serie di raffigurazioni che non trovano diretto riscontro nella documenta-
zione archeologica, trattandosi di immagini convenzionali che illustrano aspet-
ti ufficiali dell'abbigliamento di corte. Vengono infatti rappresentate prevalen-
temente fasce gemmate, con un elemento centrale che sembrerebbe costituito
da un castone con orlo di perle: attorno al 400, ad esempio, nel dittico di Stili-
cone (fig. 36a), Serena mostra una cintura di questo tipo, impreziosita da
gemme, con al centro un elemento rettangolare con una pietra ovale; un orna-
mento analogo appare indossato dalla Vergine nell'Annunciazione di S. Maria
Maggiore a Roma (fig. 44) e nel mosaico con il corteo delle Vergini in S.
Apollinare Nuovo a Ravenna (fig. 74) '. Nel campo dell'abbigliamento femmi-
nile non conosciamo iconograficamente altri tipi di cinture, che dovevano cer-
tamente esistere sia in oro che in materiali meno costosi, come la stoffa.
A partire dalla tarda età imperiale, alla germanizzazione dell'abbigliamento
maschile corrisponde una sempre maggiore diffusione di fibbie decorate, asso-
ciate ad altri elementi in metallo, come borchie e anelli, spesso non facilmente
riconoscibili come pertinenti a cinture. Ad uno di questi manufatti potrebbero
essere riferite in via ipotetica le lamine auree rinvenute a Luni (fig. 67), analiz-
zate nel capitolo relativo alle bratte.
Una maggiore attenzione nei confronti del materiale bronzeo da scavo ha
permesso solo recentemente di distinguere le fibbie da cintura da quelle per
calzatura, di dimensioni inferiori e di forma più semplice Y, sempre associate a
fasce in materiale deperibile come cuoio o stoffa.
Per quanto riguarda i reperti da cintura, gli esemplari più numerosi sono in
bronzo, a volta dorato, con caratteristiche tipologiche e stilistiche che dipendo-
no essenzialmente dalle tradizioni dell'oreficeria locale. La documentazione in
oro, invece, è più scarsa, rivelando un mercato più circoscritto, con alcune sedi
di produzione privilegiate tra cui Costantinopoli. Procopio fa menzione, ad
esempio, di cinture e fibbie in oro a proposito delle classi agiate della capitale,
costrette dalla frequenza dei furti, ad una sostituzione degli esemplari preziosi
con riproduzioni in rame 9.
Gli oggetti presentati sono stati distinti in quattro gruppi: i primi due com-
prendono cinture in oro, a catena o con altri elementi, sporadici, in lamina
aurea; gli altri due tipi si riferiscono invece alle fibbie da cintura, rinvenute
prive delle originarie fasce in materiale deperibile, e già oggetto, per il periodo
e per l'ambito culturale in esame, di uno studio tipologico da parte di J.
Werner 'O. A questa classificazione ci si è riferiti nella presentazione di una
Angiolini Martinelli 1969, campionatura esemplificativa dei tipi maggiormente attestati in ambito orienta-
fig. lo. le, privilegiando gli esemplari di sicura provenienza e quelli morfologicamente
W . ad esempio Torcellan
1986. assimilabili ai primi. Non sono state prese in esame le fibbie a semplice anello
Prok. Hist. Arcana, ed. J. ovale, che per la loro continuità tipologica dall'età romana presentano proble-
Haury, G. Wirth, Leipzig 1962,
VII. mi di attribuzione cronologica difficilmente risolvibili in mancanza di dati con-
lo Werner 1955. testuali.
Cinture efibbie
Tipo l
Vengono pubblicate come cinture due catene a maglie (tipo 1) in oro rinve-
nute a Mitilene (Lesbo) tra le oreficerie del tesoro attribuibile tra la fine del VI
e gli inizi del VI1 secolo: entrambe sono costituite da maglie ad anello e pre-
sentano una chiusura in lamina d'oro; in un caso l'elemento di chiusura ha la
forma di una palmetta (cat. VIII.l.l), mentre nella seconda cintura è semiluna-
to, con tre pendenti e una decorazione traforata raffigurante due pavoni affron-
tati ai lati di una palmetta (cat. VIII.1.2). Lo stesso motivo, eseguito nella
medesima tecnica, compare anche in fermagli e pendenti, orecchini a corpo
semilunato e con pendente a goccia apparentabili alle collane di Mitilene per
ambito cronologico e culturale. Desta comunque qualche dubbio l'identifica-
zione, generalmente accettata, dei due gioielli come cinture piuttosto che come
collane. La loro lunghezza (un metro circa), infatti, non può essere utilizzata
come elemento di valutazione, dal momento che esistono collane dello stesso
periodo lunghe fino a due metri I l . Anche da un punto di vista tipologico la pre-
senza della catena a grandi maglie in metallo non sembra di per sè significativa
di un utilizzo specifico dei manufatti.
Tipo 2
cemente una scelta di tipo tecnico che dipende dalle singole tradizioni artigia-
nali.
Tipo 3
Tipo 4
Variante a: rettangolare
Variante b: ovale
Variante C:semicircolare o serniellittica (= Werner tipo ad «U»)
Variante d: «a lira»
Variante e: triangolare ( = Werner: tipo «Corinto»)
Variante f: a «V» (= Werner: tipo «Balgota»)
Variante g: crucifonne
Variante h: ad insetto
Variante i: cuoriforme (= Werner: tipo «Bologna»)
- ...
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i'<C!. tra due campi, uno rettangolare e raffigurati due pavoni affrontati ai
t iv .. Mitilene (Lesbo), tesoro I .III.13, 195 1 l'altro semiellittico, entrambi con lati di un elemento vegetale; attorno
!:i
2
Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene, motivo geometrico; a quest'ultimo corre l'invocazione:
19 Museo, inv. 3057) 17. lamina «a lira» con cornice a trec- «Oeozoice/ p o e e i z/i qopouoa»
!'3. oro; L 95; d anelli 1.1 cia tra due fili perlinati e campo («Madre di Dio, proteggi colei che
i,]. '
Catena di anelli collegati da maglie centrale sagomato; spazio di risulta la indossa*).
«ad otto», con chiusura a gancio; tra placca e cerniera decorato a Bibliogrnfia: Baltimore 1947, n. 456,
ad un'estremità, pendente a pelta, punti e linee. tav. LXV; Verdier 1960, fig. 2
decorato a giorno con due pavoni Bibliografia: Kondakov 1896, 187 ss.; (VII-VI11 sec.); Art Byzantin 1964,
affrontati ai lati di una palmetta, e Grabar 1951; Banck 1966; Hessen 370-371, n. 410 (VI-VI1 sec.);
tre elementi sospesi in lamina, uno 1982, 28; Manière Léveque 1997, Yeroulanou 1988 (inizi VI1 sec.).
cuoriforme e due a goccia. 94 (fine VI-VI1 sec.).
Bibliografia: Babritsas 1954, fig. 1;
Art Byzantin, 364-365, n. 391 (VI1 2. Applicazione
sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27; di cintura
Manière Léveque 1997, 92 (fine Salonicco (Gre-
VI-VI1 sec.). cia), necropoli
Salonicco, Museo
Archeologico
(inv. 5499)
oro; a 3.4; L 10.7
Lamina semiel- 1. Fibbia
littica decora- Salamina (Cipro), 1967
;r ,
. _ ~ -. i . ta a sbalzo Salamina (inv. 2728 = B 85)
-
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4.a
6-7. Fibbie rettangolare 2. Fibbia
Rutigliano (BA, Puglia), contrada Pur- (V-VI1 sec.) p.i., Rutigliano (BA, Puglia), contrada
gatorio, tomba 6 Purgatorio
Bari, Museo Archeologico (invv. 1. Fibbia Rutigliano, coll. Archeoclub
24285-24286) p.i., Tiana (NU, Sardegna) bronzo; L 4.8, a 4
bronzo Cagliari, Museo Archeologico Nazio- Placca ovale con iscrizione puntinata,
Placche decorate con elementi vegetali nale (inv. 34827) a punzone, su due linee: «K(Z)~L)E
schematizzati. dono L. Gouin, 19 1 1 ~he1oov»(«Signore, pietà).
Bibliografia: Pacilio 1987, 106, figg. 60 bronzo; L 10.4, 1 3.5 Bibliografia: Damato 1984, 21 1-212,
e 63, t. 6; Ead. 1991, 23; D'Angela Placca con raffigurazione incisa: sulla tavv. LXIV-LXV, 6 (seconda metà
1989b, 131, n. 10, tav. L; Id. 1991, parte frontale volute attorno ad una VI sec.); D'Angela 1989b, 129, n.
817, fig. 34 (fine VI-inizi VII sec.). croce entro un triplo bordo liscio; 1. tav. XLIX.
Cinture efibbie
5. Fibbia 9. Fibbia
4.c
Adrano (CT, Sicilia) p.i., Sicilia, tesoro 1.111.22
semicircolare o semieliittica Siracusa, Museo Archeologico Regio- acquisto 1955
--(Werner: ad CCU,,,VI-VI1 sec.) nale
bronzo, L 9.8
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 55.29)
1. Fibbia Placca ad appendice semiellittica, con oro; L 6.2
orlo perlinato, decorato con la raf- Placca con orlo godronato e cornice a
p.i., Siria figurazione della Vergine «Hodi- quadrati campiti da triangoli cloi-
Damasco, Mu- ghitria». sonné, includente un motivo a squa-
seo Archeo- me nella stessa tecnica; appendice
logico (inv. Bibliografia: Orsi 1942, 187, fig. 91;
Aaberg 1923, 118, fig. 228; Hessen con monogramma cruciforme inter-
2569, A N pretato da M.C. Ross come «Mar-
1975, 432, tav. 2; Farioli Campa-
46) nati 1982, 416, n. 233, fig. 307 (VI kou»; ardiglione con castone se-
bronzo argenta- sec.). miellittico.
to; L 5.6, a Bibliografi: Ross 1965, 8, n. 5.B, tav.
1.1
Placca decorata [p
6. Fibbia XI (rinvenuta con monete del 641-
668); Manière Léveque 1997, 96
ad incisione S . M o r o sotto
(Sicilia) (seconda metà VI-VI1 sec.).
con girali
lungo il Siracusa, M u -
bordo; al- seo Archeo-
l'interno, logico R e -
tre clipei gionale
includenti bronzo
croci a tra- Placca con de-
foro; appen- corazione
dice circo- I impressa a
lare ad una cerchietti
estremità. concentrici con punto in mezzo, di-
posti a raggiera e collegati da linee.
Bibliografia: Syrien 1993, 407-408, n. Bibliogrnfia: Pace 1949,447, fig. 189.
26 (VI1 sec.).
2. Fibbia 7. Fibbia
Corinto (Grecia) S . M o r o sotto
Corinto, Museo Archeologico (inv. (Sicilia)
7 145) Siracusa,
bronzo, L 3.5 M u s e o
Placca con lotta tra un leone e un altro Archeologi- I I
animale, non distinguibile; orlo co Regionale
bronzo 10. Fibbia
puntinato.
Placca con Bomtta (SS, Sardegna), area di S. Pie-
Bibliogrc7fia: Davidson 1952, 273, n. decorazione tro di Sorres, 1965, tomba
2220, tav. 115 (anteriore al X sec.). incisa a Sassari, Museo Archeologico
motivi curvi- bronzo; L 10.3
3. Fibbia linei, con Placca con decorazione a motivi geo-
Corinto (Grecia) l'aggiunta di cerchietti concentrici metrici; ardiglione con rozza figura
Corinto, Museo Archeologico (inv. con punto in mezzo. umana incisa.
2843) Bibliografia: Pace 1949,447, fig. 190. Bibliografia: Maetzke 1965, 368-369
bronzo, L 3.8 (VI1 sec.).
Placca con uccello schematizzato entro
doppio bordo; tre maglie sul retro 8. Fibbia 11. Fibbia
per il fissaggio. S. Moro sotto p.i., Sardegna
Bibliograjìa: Davidson 1952, 273, tav. (Sicilia) Colonia, Romisch-Germanisches Mu-
115 (età bizantina). Siracusa, Museo seum (inv. D 960)
Archeologi- oro; L 6.4
4. Fibbia co Regionale Placca con raffigurazione a rilievo di a-
Tigani (Grecia), basilica, tomba 26 bronzo nimale fantastico («sirnurgh»),la
Atene, Museo Bizantino Placca con leo- cui iconografia è tipica del reperto-
bronzo, L 5.5 ne inciso. rio sasanide.
Placca decorata con motivo a lira inciso. Bi-bliografia: Bibliograjìa: Age of Spirituali& 1979,
Bibliografia: Drandakis 1980, 256, n. P a c e 1949, 325, n. 302 (VI1 sec), con bibliogra-
i, fig. 149 z. 447, fig. 190. fia precedente.
-
Ln tipologia e i motivi decorativi
Placca con tnplo orlo perlinato e raffi- ardiglione con due pavoni affronta-
gurazione di un uccello su fondo ti sotto due foglie di edera.
puntinato; mancante dell'anello e Bibliografia: Pani Ermini 1981, 1 12-
dell'ardiglione. 113, n. 184 (VI1 sec.).
Bibliografia: Pani Ermini 1981, 103, n.
160 (VI1 sec., di produzione loca-
le).
15. Fibbia
p.i., Sestu (Sar-
12. Fibbia degna)
Cagliari, Museo
p.i., Sardegna Archeologi-
Cagliari, Museo Archeologico Nazio-
nale (inv. s.n.) co Nazionale
(inv. 17145)
bronzo; L 4.6,13.5 dono V. Crespi
Placca con orlo perlinato e busto indos- bronzo; L 8.2, 1
sante corona, tunica, mantello e fi- 3.1
bula; mancante dell'anello e del-
l'ardigliene. Placca con orlo
ad ovoli e
Bibliografia: Pani Ermini 1981, 100, n. raffigurazio-
151 (VI1 sec., di importazione). 17. Fibbia
ne di un pa-
vone di profilo, rivolto verso un ele- p.i., Sirgius (Sardegna)
mento vegetale; al collo l'uccello Cagliari, Museo Archeologico Nazio-
indossa il pativ, elemento di origine nale (inv. 2417)
sasanide, simbolo di regalità; tre a- bronzo; L 9.1, 1 3.7
nelli sul retro per il fissaggio; ardi- Placca con raffigurazione incisa di Cn-
glione decorato con monogramma sto nimbato e benedicente tra due
interpretabile probabilmente come cipressi; anello con linee incise; tre
un'invocazione di protezione: maglie sul retro per il fissaggio.
« K u ( p ~ Boqeq»
) («Signore, pro- Bibliografia: Pani Ermini 198 1, 1 14-
teggi») 115, n. 189 (fine VI-VI1 sec., di
Bibliograjìa: Pani Ermini 1981, 106, n. produzione bizantina), con biblio-
13. Fibbia 169 (VI-V11 sec., di produzione bi- grafia precedente.
p.i., Sardegna zantina).
Cagliari, Museo Archeologico Nazio-
nale (inv. m . )
bronzo; L 6,I 2.5
Placca traforata con raffigurazione di
un bestiarius; anello con «occhi di
dado)).
Bibliografia: Pani Ermini 1981, 100, n.
152 (VI1 sec., forse di esecuzione
bizantina).
18. Fibbia
p.i., Sirgius (Sardegna)
Cagliari, Museo Archeologico Nazio-
nale (inv. 2418)
coll. Spano
16. Fibbia bronzo; L 9.1,13.7
p.i., Sardegna Placca con raffigurazione incisa di una
Cagliari, Museo Archeologico Nazio- coppia di rango imperiale e tre cro:
nale (inv. 2405) ci astili, quella centrale di maggion
14. Fibbia bronzo; L 11.5,13.8 dimensioni; mancante dell'anello e
p.i., Siurgius (Sardegna) Placca con cornice di fili perlinati e dell'ardiglione
Cagliari, Museo Archeologico Nazio- motivi a zig-zag; al centro, una stel- Bibliografia: Pani Ermini 1981, 115, n.
nale (inv. 10512) la a cinque ?unte (pentalpha), inci- 190 (fine VI-VI1sec., di produzione
coll. Spano sa, forse, in un secondo momento; bizantina), con bibliografia prece-
bronzo; L 5,14 tre maglie sul retro per il fissaggio; dente.
3.
LA GERARCHIA E I SIMBOLI DEL NUOVO IMPERO CRISTIANO
76. Baltimora, Walters Art Gallery: orecchino 77. Iraklion, Museo storico: orecchino (inv. 78. Ruvo di Puglia: matrice per orecchini.
da Kiev (inv. 44.302). 327).
79. Atene, Museo Benaki: coppia di orecchini (inv. 1862). 80. Atene, Museo Benaki: coppia di orecchini (inv. 1813).
236
La gerarchia e i simboli del 17UOVO intpero crisfiarlo
svolgere una funzione non secondaria nella produzione di gioielli di alto livel-
lo qualitativo.
Alla Siria si può attribuire ancora dopo il IV secolo una intensa e raffinata
attività nel campo dell'oreficeria, in diretto collegamento con la tradizione arti-
gianale di età imperiale. La documentazione iconografica attestata in alcuni
centri urbani sembra confermare la circolazione di modelli cosmopoliti a livel-
lo delle élites locali, rispecchiate dalle personificazioni allegoriche e dalle
figure mitologiche dei mosaici pavimentali.
Uno dei centri più fiorenti in questo ambito doveva essere Antiochia, dove
S. Girolamo alla fine del IV secolo documenta il largo uso di gioielli
femminili 27 e dove sono ricordati i due santi orafi Anastasia e Andronico, seb-
bene dalla capitale siriana non provengano rinvenimenti significativi. Anche la
zona dell'Hauran, e Bosra in particolare, conservano testimonianze epigrafiche
dell'attività di orafi locali, che tuttavia finora non hanno trovato un adeguato
riscontro archeologico 28.
Per Cipro la situazione documentaria appare inversa; ai ritrovamenti di
oggetti preziosi, sia suppellettile che gioielli, non corrisponde infatti alcuna
menzione letteraria o epigrafica. La posizione dell'isola lungo le rotte del
Mediterraneo, la sua vicinanza alla costa siriaca e la presenza di centri urbani
di notevole vitalità rendono particolarmente complessa l'interpretazione del
luogo di esecuzione dei gioielli. Anche in questo caso, tuttavia, appare deter-
minante la tradizione orafa locale, nota attraverso diversi manufatti con una
apparente continuità fin dall'età classica. Analogie tecniche e una certa omo-
geneità stilistica tra gli esemplari trovati in loco sembrerebbero comunque
svincolare anche i prodotti ciprioti dalle creazioni costantinopolitane, sebbene
entrambe le aree si servano dei medesimi tipi e appartengano allo stesso siste-
ma culturale.
L'esistenza di una produzione locale uniforme e meno problematica da un
punto di vista interpretativo emerge con chiarezza dall'esame dei manufatti
rinvenuti in Israele e Palestina. Infatti si tratta prevalentemente di oggetti
devozionali, legati ai luoghi della Terrasanta, con scelte iconografiche peculia-
ri e a volte esclusive di questa regione. Gli oggetti in oro sono quasi sempre
gioielli-portareliquie, gli unici probabilmente ad essere esportati, mentre il
resto della produzione è rappresentata da manufatti in bronzo e sembra avere
27 Carh. bapt., I, 35.
una circolazione limitata.
28 I gioielli dell'Antiquarium La situazione della Grecia è ancora poco nota e meno definibile da un
della città, infatti, appartengono punto di vista generale. Alle indicazioni sulla presenza di giacimenti aurifen
prevalentemente al periodo ro-
mano-imperiale: Baldini 199 1; anche in epoca bizantina 29 e alla documentazione epigrafica riguardante orafi
da località imprecisata dell'Hau- ad Atene e a Salonicco 'O, non sembra infatti corrispondere una produzione par-
ran provengono, tuttavia, alcuni
dei gioielli bizantini più notevoli ticolarmente ingente o morfologicamente significativa. Questa immagine tutta-
tra quelli conservati al Museo di via potrebbe essere fortemente condizionata dalla difficoltà di collegamento tra
Damasco: Abdulhak 195 1. In i numerosi gioielli conservati in Grecia e i loro luoghi di provenienza: trattan-
generale sui problemi di attribu-
zione all'arnbito siriano v.De dosi di materiale decontestualizzato, appartenuto a collezioni private oggi
Francovich 1974. musealizzate, le indicazioni a questo proposito risultano infatti praticamente
?'>Lipinsky1975b, 73; Jones
1974,641. assenti. Alcune eccezioni, che risentono di una prassi archeologica più attenta,
Lipinsky 1975b, 73. sono state fornite negli ultimi decenni da scavi eseguiti a Corinto, Salonicco e
1 La gerarchia e i simboli dei nuovo impero cristiano
ricerca. Uno di questi è l'indagine sui modi di reperimento della materia, sulla
sua circolazione e sull'immagazzinamento.
I1 primo ambito non ha finora portato risultati apprezzabili: durante il perio-
do considerato, infatti, l'oro e l'argento sembrano provenire in gran parte da
aree estranee o marginali rispetto a quelle di circolazione degli oggetti
lavorati 3'. Non si può quindi dedurre alcuna diretta correlazione tra presenza di
metallo grezzo e laboratori specializzati.
Maggiori indicazioni provengono invece dai dati riguardanti i vari livelli di
controllo statale sulla circolazione e lavorazione dei metalli preziosi. È stato
spesso suggerito, ad esempio, un legame tra le sedi delle zecche imperiali e i
principali luoghi di produzione di vasellame in oro e argento. Questa coinci-
denza, probabile per le produzioni dipendenti dall'organizzazione imperiale,
non riguarda però le botteghe private, che possono esserne state influenzate
solo in maniera indiretta.
L'oro di proprietà imperiale era sottoposto ad un complesso meccanismo che
ne regolava acquisizione, lavorazione e redistribuzione. I1 comes sacrarum lar-
gitioizum era il funzionario incaricato del controllo delle zecche, delle miniere
d'oro, delle fabbriche statali di armi e armature nelle quali fosse impiegato oro
o argento, dei donativi delle truppe, del vestiario dei membri della corte impe-
riale, dei funzionari statali e dell'esercito. Le sacrae largitiorzes avevano
magazzini di raccolta (thesaurii), sottoposti a praepositi e comites, anche con
'"
funzioni di contabilità nelle città più importanti Due sezioni si occupavano
dell'oro, lo scrirzium aurae massae e lo scrirzium auri ad respoizsum, rispettiva-
mente incaricati delle verghe in oro e delle riserve auree delle diocesi: una
costituzione del 384 elenca il personale di questi due scrirzia: orefici (aur$ces
specierum), coniatori (aurijìces solidorum), cesellatori (sculptores), argentieri
di corte (argerztarii comitatenses) e addetti all'applicazione delle lamine in
'".
materiale prezioso su armi e armature (barbaricarii) Aur$ces, sculptores e
argeiztarii completavano il loro servizio dopo trenta, quaranta o cinquanta anni
di lavoro, molto più degli altri scriizia 35.
Questo stretto sistema di controlllo si serviva dell'apposizione di marchi 3,
per l'età di Teodosio I documentati da verghe auree rinvenute a Cuma e a
Har~mszeker'~.
I1 problema della difficoltà di reperimento di oro per la monetazione aveva
Ad esempio dalle miniere reso necessari nel IV secolo provvedimenti fiscali ed economici, tra cui la con-
dell'Africa settentrionale e della
Macedonia, prima della conqui- fisca del tesoro dei templi, che consentirono l'utilizzo pubblico di ingenti
sta degli Urali nell'VIII secolo: quantità di oro, argento e pietre preziose 38. Al tempo di Costantino l'oro impe-
Cutler 1986,53.
Jones 1974, 639-641. riale veniva utilizzato prevalentemente per il pagamento dei donativi quin-
M Ibid. quennali alle truppe e per doni occasionali che, stando alla testimonianza di
'"vi, 8 12. Eusebio, non comprendevano solitamente gioielli, ma terre o denaro jY. Nel
.%Ivi,139.
j7 Lipinsky 1975b. 139.
365, sotto Valentiniano e Valente, vennero attuati provvedimenti per aumentare
"Jones 1974, 147-148. la circolazione di oro, tra cui una disposizione legislativa che stabiliva che i
' " I v i , 149-150: Eus. Vita cercatori d'oro pagassero una tassa fissa, vendendo il resto del loro prodotto
Constnntini IV, 1.
Jones 1974, 195. alle largitiones imperiali "'. Un'altra fonte di approvvigionamento del metallo
J' Ivi, 648. era costituita da una tassa in oro imposta ai proprietari dei giacimenti4.
L'oreficeria izell'iinpero di Costantinopoli tra IV e VI1 secolo
Per i periodici sono state utilizzate le ab- Andronikos 1975 = M. Andronikos. M. Banck 1966 = A. Banck, Byzantiite Art in
breviazioni dell'Archaologische Biblio- Chatsidakis, V. Karagheorghis, The rhe Collectio17s of the USSR. Lenin-
graphie. cui si aggiungono quelle specifì- 1 Greeks Museurns, Athens 1975. grad-Moskow, 1966
rate di seguito, secondo l'ordine aijabe-
fico adottato per la restante bibliograjia. 1 Angiolini Martinelli 1969 = P. Angiolini
Martinelli, Il costume femminile nei
mosaici ravennati, in CARB XVI
Banck 1985 = A. Banck, Byzailtii~eArts
in the Collections of Soviet Museums,
Leningrad 1985.
(1969), 7-64. Barany Oberschall 1937 = M. Barany
Aaberg 1923 = N. Aaberg, Die Goten Aquileia 1980 = Da Aquileia a Venezia. Oberschall, The Crowil of rhe Ern-
und Langobarden in Italien, Uppsala Una mediazione tra l'Europa e I'O- peror Constantine Monomnchos. Bu-
1923. riente dal II sec. a.C. al IV d.C., Mi- dapest 1937.
Aaberg 1945 = N. Aaberg, The Occident lano 1980. Barb 1963 = A.A. Barb, The Survival of
and the Orient in the Art of the Se- Arena 1992 = M.S. Arena, L. Paroli, Il Magic Arrs, in The Coi~jlictbenveen
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Stockholm 1945. guida alle collezioni, Roma 1992. Fourth Ceiztury, a cura di A Momi-
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tiquitées grec-romaines au Musée de @Artealbanese 1985 = L'arte albanese nei bris. I gioielli e le antiche romane.
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L'oreficeria nell'impero di Costantinopoli tra IV e VII secolo
257
L'oreficeria nell'iinpero di Costantinopoli tra IV e VI1 secolo
1; ,I
orecchino
orecchini
orecchini
orecchini
GI 133
GI 200120 1
10580
11863, 159
Tamassos
Italia
Priene
Anapa
fibbia
fibbia
fibbia
fibbia
10505
10511
10512
17145
2.ViiI.4.e. 10
2.VIII.4.e.9
2.ViiI.4.cI4
2.ViiI.4.c. 15
Sirgius
Sugius
Sirgius
Sestu
"Il
11
collana
orecchino
collana
collana
30219. 327
30219,439
30219, 505
30219, 506-506a
Tornei o Antinoe
Tomei o Antinoe
fibbia
fibbia
fibbia
orecchini
34827
43185
67922
-
-
2.VUI.4.a. 1
2.VIU.4.i.2
2.VIII.3.5
2.II.5.c.3
Tiana
S. Maria Vittoria
Tharros
Dolianova
Il bracciale
bracciale
30219,507a
30219, 507b
Tornei o Antinoe
Tornei o Antinoe
orecchino
orecchino -
2.11.8.a.l
2.11.8.a.2
Sardegna
S. Andrea Fnus
/! bracciale 30219, 508a Tomei o Antinoe anello - 2.VII.3.a. 15 Su Bruncu e {Olia
bracciale 30219, 508b Tomei o Antinoe anello - 2.VII.3.a.16 Su Bruncu e s'0lia
collana 30219, 508b Tornei o Antinoe anello - 2.VìI.3.a.17 Su Bruncu e s'0lia
1
collana 30219. 508c Tomei o Antinoe fibbia - 2.VUi.4.c.12 Sardegna
croce 30219,508d Tomei o Antinoe fibbia - 2.VIII.4.c.13 Sardegna
orecchini 30219, 1104 Anapa fibbia - 2.ViIl.4.f.l Sardegna
collana 30505 Assiut
I I collana 30509 Assiut Cairo, Museo Archeologico
I
bracciale 30994 Tomei o Antinoe orecchino - 2.11.5.c.lO Egitto
Indice dei musei e delle collezioni
261
L'oreficeria rzell'irnpero di Costarztinopoli tra IV e VI1 secolo
268
Indice d e i luoghi d i proi~eitienza
272
INDICE PER SOGGETTI
2.1. CORONE, DIADEMI E AGHI CRINALI 2.iI.5.c lamina con castoni e pendenti di filo aureo
2.1 .I Diademi lamina non traforata
2.1.2 Aghi crinali lamina non traforata, a pelta
2.1.2.a a testa globulare lamina traforata
2.1.2.b a testa poliedrica 2.iI.5.d disco con decorazione cloisoizizé e pendenti
2.1.2.c a testa biconica cruciformi
2.11.6 Orecchini a cerchio con applicazione
2.U.6.a circolare
2.n. ORECCHINI cerchio liscio e chiusura a gancio
2.11.1 Orecchini ad anello semplice cerchio liscio e chiusura ad innesto
2.II. 1.a a sezione circolare o ovale cerchio ritorto e chiusura a gancio
senza chiusura 2.II.6.b emisfenca o discoidale
chiusura a gancio 2.II.6.c biconica
2.11.1.b a sezione circolare con decorazione a globetti 2.II.6.d di filo con pietre
2.II.l.c a sezione circolare con ispessimento al centro 2.II.6.e castone applicato
2.11.l .d a sezione circolare con ispessimento al centro 2.II.6.f lamina applicata
dell'arco 2.11.7 Orecchini a corpo sernilunato
inferiore e filo perlinato 2.11.7.a filigranato
senza applicazioni a girali senza pendenti
con applicazioni a girali e croce entro clipeo
2.1Ll.e a sezione quadrangolare. circolare alle estre- a girali con pendenti
mità 2.II.7.b traforato
2.11.1 .f a sezione piatta cerchio distinto, globetti e pendente interno
2.11.2 Orecchini ad anello con vaghi orlo perlinato
bulle e castoni
2.11.3 Orecchini ad anello con poliedro bulle
2.II.3.a senza pendenti bordo distinto e bulle
2.IL3.b con poliedro decorato a granulazione dischetti ai lati dell'anello di sospensione e
2.11.4 Orecchini ad anello con pendenti bulle
2.II.4.a pendenti di filo senza chiusura bordo distinto, dischetti ai lati dell'anello di
2.11.4.b pendenti di filo con pietre e chiusura a gancio S. e bulle
verga non decorata, un pendente bordo distinto, dischetti ai lati dell'anello di
verga non decorata, due pendenti S. e globetti
verga non decorata, tre pendenti filo aureo e perle lungo il profilo esterno
verga decorata a globetti orlo con globetti
2.iI.4.c pendenti di filo con pietre e chiusura ad in- 2.II.7.c sbalzato
nesto decorato a registri con bulle
verga non decorata, un pendente bordo decorato con bulle
verga non decorata, tre pendenti bordo decorato a globetti
verga decorata con filo perlinato, un pendente
2.11.8 Orecchini a cestello
verga decorata a globetti, tre pendenti
2.IL8.a cestello a calice floreale
verga decorata a globetti, quattro o più pen-
denti 2.11.8.b cestello emisferico a giorno
con elemento centrale
2.11.4.d pendenti a treccia o catena con chiusura a
con castoni
gancio
2.iI.8.c cestello emisferico a capsula non traforata
un pendente
2.II.8.d cestello con capsula posteriore piana, paral-
tre pendenti
pendenti a treccia o catena con chiusura ad lela al disco anteriore
2.11.4.e
innesto 2.11.9 Orecchini a gancio
tre pendenti
quattro pendenti
2.II.4.f pendenti a goccia 2.111. COLLANE, PENDENTI E FERMAGLI
2.11.4.g pendenti circolari 2.111.I Collane a catena
2.11.5 Orecchini a doppio pendente 2.111. l .a catena di monete o medaglioni
2.11.5.a castoni e pendenti di filo aureo 2.III. l .b catena a maglia senza pietre
2.II.5.b elemento filigranato e pendenti di filo aureo a maglia doppia
L'oreficeria nell'impero di Costantinopoli tra IV e VI1 secolo
Le immagini, salvo diversa indicazione, sono state eseguite a cura Greifenhagen 1970: fig. 55, cat. iI.4.d.6, III.l.b.1, IILl.c.34, III.l.d.3-
delllAutore. 4, m.4.1. III.10.a.5, VI.l.c.5-6, VI.3.e.l-2.
Greifenhagen 1975: cat. II.4.d.8, II.4.e.2.
Atene, Museo Benaki: figg. 17, 20b, 56, 79-80. cat. II.7.b.33, II.7.b.40. Hackens 1976: cat. II.7.a.6, iII.l.d.8.,
Ginevra, Museé d ' M et d'Histoire: fig. 18, cat. IV.b.4, V.4. Higgins 1962: cat. VII.2.c.4.
Londra, British Museum: cat. VII.l.a.16, VII.l.e.3, VII.3.a.13. Hoffmam 1968: cat. IL3.a.8.
New York, Metropolitan Museum of Art: cat. 11.9.1. III.l.b.8, III.l.c.15, Jewel- 1979: figg. 24. 76; cat. 1.1.1, 1.1.4, II.4.c.10, II.4.e.4, II.5.a.5,
VI.2.1. III.l.c.17, III.l.c.32, 111.3.1, IiI.6.c.4, III.lO.c.3, III.lO.c.9, IV.l.a.6,
Soprintendenza Archeologica dell'Emilia Romagna: fig. 25; cat. IV.4.b.2, VI.l.a.15, VII.l.a.44, VII.4.b.9, VIII.4.d.12, VIII.4.d.16,
III.l.b.4, III2.b.6. VIII.4.d.17-19.
A. Tullio: cat. VII.3.a.12. Imoln. Villa Clelia 1990: cat. II.3.a.6.
Kassel 1980: cat. II.3.b.2, II.4.b.17-18, II.7.b.13, II.7.b.24, II.7.b.29,
II.7.b.42, iII.l.c.7, iIi.l.c.33, III.5.1, iiI.8.9.
Age of spirituali^ 1979: figg. 5, 8, 26b, 28a, 29, 33, 37, 38b-41, 45,
52, 53a-b, 58, cat. II.6.d.1, II.7.b.36, III.l.a.5, III.l.b.3, III.l.b.7, Kiev 1987: cat. III.2.b.3.
III.l.c.19, iIi.l.c.27, III.l.c.36, iII.6.c.l-2, IIL6.d.1, III.lO.a.11, VI.l.c.7, Luttazzi 1992: cat. II.l.a.5, II.3.a.5.
VI.3.d.l-2, VII.l.a.29, VII.l.f.1, VII.3.b.1, VII.4.b.15, VIII.4.c.22, Maetzke 1965: cat. ViU.4.c.10.
ViII.4.d.7. Manière Lévique 1997: cat. II.l.d.1, II.4.a.3-6, II.6.a.9, III.l.c.12,
Amante Simoni 1984: cat. II.4.b.4-5 III.l.c.16, III.l.c.28-29, III.6.b.5, 111.8.4-6, III.lO.a.1. III.lO.a.3-4,
Arena 1992: cat. IV.l.b.1. VII.l.a.1, VU.l.a.8, VII.l.b.1, VII.l.e.1, VII.2.b.3, VII.2.d.3.
Art Byzantin 1964: cat. II.4.f.3, VI.l.b.2, VIII. 4.d.l-2. Martorelli 1984: cat. ii.l.b.1, II.3.a.4.
Breglia 1941: cat. II.4.f.6, II.5.c.4, IL8.d.2. Metzger 1983: fig. 10; cat. II.7.b.35, III.6.c.3, IV.4.b.3.
Bromberg 1990: cat. I1.5.b.1, II.7.b.34, III.l.c.18, III.lO.b.7, VLl.c.1-2, Michalowsky 1962: fig. 16, cat. II.4.e.10.
VII.l.a.20, VII.2.b.20. VIII.4.d.15 ~Milnnocapitale 1990: fig. 36; cat. IV.l.b.2.
Brouskari 1985: fig. 54; cat. 11.9.2, III.l.c.30, III.lO.a.12, III.lO.b.6. Oro de Italia 1994: cat. II.4.c.5.
Cavallari 1997: cat. VII.1.a. 19. Orsi 1942: fig. 4, cat. II.l.c.1, 11.2.1-.2, II.3.a.3, II.4.b.3, II.4.c.12,
Chatzidakis 1986: fig. 14. II.4.c.18, II.6.b.3, II.6.e.1, II.7.b.18, II.8.d.1, VII.l.a.15, VII.l.a.17-18.
D'Angela 1988: cat. L2.a.2, I.2.b.1, 1.2.c.1, II.4.c.4, II.8.a.3, II.8.b.10. VII.2.a.1, VII.2.b.14, VZI.2.b.16, VII.3.a.l-6, VII.3.a.8-11, VII.3.a.14,
D'Angela 1989b: cat. VIII.3.6-7, VIII.3.8, VIII.4.b.2, VIII.4.c.19-21, VII.3.b.2-3, VII.3.b.9-10. VII.3.c.1, VII.4.b.10-11.
VIiI.4.e.11-14, ViIi.4.f.2, VIiI.4.h.l-2.. Pace 1949: cat. VIII.4.c.6-8, VIII.4.e.8, ViU.4.g.3.
D'Angela 1992a: cat. IV.4.d.l. Pani Ermini 1981: cat. VIII.4.c.12-18, VIII. 4.d.4, VIII.4.e.9-10,
Dennison 1918: fig. 71, cat. II.5.c.8, II.5.c.10, IiI.l.a.7, III.3.3, iII.4.1, VIII.4.f.1, VIII.4.i.2.
VI.3.b.l-2, VI.3.d.3-d.4. Pforzheirn 1980: cat. II.7.b.30, III. 1.b.l l .
EAA: fig. 19b. Rahmani 1985: cat. VII.2.b.5, VII.2.b.8, VII.4.b.6.
Engemann 1973: fig. 70. Sannazzaro 1997: fig. 67.
Farioli Campanati 1982: figg. 57, 65; cat. II.5.d.1, III.l.b.12, II1.2.a.6, Stasolla 1993: cat. II.l.e.1.
III.6.4, IV.4.c.l-3, V.3. Syrien 1993: fig. 72; cat. II.7.b.31, ViII.3.3, VIII.4.c.1, ViII.4.e.2.
Farioli Campanati 1990: cat. iIi.10.c.7. Tait 1986: figg. 2, 11, 19a, 49, cat. III.2.b.2, III.7.2, iII.8.3, VII.4.b.19.
Frova 1965: fig. 13. Taramelli 1904: cat. IL5.c.3.
Giordania 1986: fig. 48. Taramelli 1919: cat. II.8.a.1, II.8.a.2, VII.3.a.15-17.
Goti 1994: figg. 12, 61b; cat. 1.1.5-6. Thessaloniki 1986: cat. III.9.b.1, VIII.2.a.2.
Grabar 1966: figg. 6, 44, 46, 60, 68- 69. Ukraine 1975: cat. III.lO.a.8.
Grabar 1983: cat. V.l, V.2. Zouhdi 1974: cat. II.4.g. l .
Finito di stampare nel mese di luglio 1999
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