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GENERALE

Presentazione di Raffaella Farioli Campanati


Premessa
1. L'oreficeria bizantina
I. I problemi della ricerca
11. La retorica e la rappresentazione dei gioielli
111. L'archeologia dei tesori
IV. La continuità della tradizione artigianale e 111 discontinuith dei modelli
2. La tipologia e i motivi decorativi
I. Corone. diademi e aghi crinali
Il. Orecchini
111. Collane. pendenti e fermagli
IV. Fibule
V. Lamine
VI. Bracciali
VII. Anelli
V111. Cinture e fibbie
3. La gerarchia e i simboli del nuovo impero cristiano
Bibliografia e abbreviazioni
Indici
Indice dei inusei e delle collezioni. 3-57 - Indice dei luo~liidi provenienza. 267 - Indi-
ce per sozzetti. 373 - Indice delle inoiietc. 277 - Indice dei tipi e delle varianti. 279
Referenze iconografiche
Isabella Baldini Lippolis

L'OREFICERIA
NELL'IMPERO DI COSTANTINOPOLI
TRA IV E VI1 SECOLO

M
EDIPCGLIA
Bari 1999
Iii copertina: Atene, Museo Benaki. Coppia di orecchini (inv. 1807).
Sul retro: Ravenna, S. Vitale. Particolare del mosaico con il corteo di Teodora.
Volume pubblicato con il contributo
del Dipartimento di Archeologia dell'università di Bologna
e della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

01999 - Edipuglia srl, via Dalmazia 22/b - 70050 Bari-S. Spirito


tel. 080. 5333056-5333057 (fax) - http://www.edipuglia.it - e-mail: edipugli@tin.it
Consulente editoriale: Giuliano Volpe
Redrrzione: Valentina Natali
Cmertina: Paolo Azzella
Starnpa: La Nuova Tecnografica - Modugno (Ba)
ISBN 88-7228-222-5
L'età tardoantica è senza dubbio un periodo storico particolarmente com-
plesso e articolato, contraddistinto da fenomeni eterogenei e a volte contraddit-
tori e da processi di trasformazione che modificano in maniera sostanziale non
solo le condizioni sociali ed economiche, ma anche l'assetto politico e l'identità
culturale del mondo classico.
Per la comprensione di questa fase fondamentale della costruzione dell'Eu-
ropa moderna la ricerca archeologica fornisce certamente una prospettiva di
studio privilegiata, permettendo di recuperare informazioni diversificate e diret-
te anche attraverso il confronto tra risultati e metodi differenti. I1 recupero dei
contesti e delle associazioni tra i materiali, le ricerche sul patrimonio iconogra-
fico e sui significati ideologici, l'analisi delle tradizioni artigianali, dalle opere
musive e scultoree alle produzioni ceramiche, lo studio delle forme e dei signi-
ficati della cultura del reimpiego forniscono risultati ed informazioni che con-
tribuiscono a restituire un'immagine più concreta del lungo e intenso periodo
compreso tra il IV ed il VI1 secolo.
L'impegno scientifico universitario deve essere volto proprio verso la ricerca
di una comprensione organica dei fenomeni culturali, artistici e produttivi del
periodo, e in questa direzione è necessario sollecitare anche i giovani ricercato-
ri, verso un confronto metodologico costruttivo e un adeguato approfondimento
degli strumenti critici disponibili al fine di realizzare, per quanto possibile, una
visione complessiva e interdisciplinare dei fenomeni presi in esame. In questa
direzione un momento fondamentale di ogni lavoro rimane sempre l'esame filo-
logico dei materiali, il recupero delle associazioni, le proposte di sintesi e di let-
tura organica che possano offrire nuovi elementi di discussione e di confronto.
I1 lavoro condotto da Isabella Baldini sulle oreficerie di età bizantina parte
senza dubbio da queste premesse e da queste esperienze scientifiche, proponen-
dosi di offrire una visione complessiva di un'espenenza produttiva sino ad ora
presa in esame in maniera frammentaria e a volte ancora fortemente ancorata a
tradizioni interpretative antiquarie (cap. 1.1). In questo senso sono particolar-
mente apprezzabili le capacità di riflessione e rielaborazione dell' Autrice, inte-
ressata allo studio dell'oreficeria sin dalle prime esperienze di ricerca effettuate
con la preparazione della tesi di laurea, una raccolta critica della documentazio-
ne disponibile sugli esemplari di produzione e di provenienza siciliana; il per-
corso è proseguito anche attraverso sostanziali esperienze di formazione, sia in
Italia che all'estero, che hanno reso possibile lo studio di specifiche tipologie,
come gli orecchini a corpo semilunato, e la ricerca su rilevanti collezioni e aree
produttive in Grecia, in Turchia, in Siria e in Italia, sempre affrontata con entu-
siasmo, impegno e serietà.
I1 risultato ora edito appare certamente importante come contributo signifi-
cativo a sollecitare ulteriormente la ricerca, offrendo un imponente corpus do-
cumentario di oltre 800 reperti suddivisi per oggetti e tipologie, che restituisco-
no per la prima volta un'immagine globale delle varie esperienze produttive del-
l'artigianato prezioso nel mondo costantinopolitano e nelle aree da esso diretta-
mente influenzate. Lo studio consente, anche in questo caso per la prima volta,
di vedere collegate la documentazione archeologica (cap. 1 .I11e 1 .IV) alle testi-
monianze letterarie e iconografiche (cap. l.II), in relazione all'analisi morfolo-
L'oreficeria nell'itnpero di Costantiizopoli tra IV e VII secolo

gica generale del materiale noto (cap. 2), permettendo di fornire quindi tutti i
principali elementi di riferimento per lo studio di questo settore. Inoltre, non
mancano alcuni significativi approfondimenti sugli aspetti legati alla circolazio-
ne dei modelli espressivi aulici, ritenuti significativi indicatori di status, in un
fenomeno di omologazione che trova ispirazione nei comportamenti e nelle
scelte dei ceti sociali elevati, e in particolare della corte imperiale (cap. 3).
L'esigenza di un'esposizione analitica ed organica sugli innumerevoli dati
disponibili costituiva una necessità fondamentale per una classe di oggetti spes-
so considerata solo per il suo valore materiale o estetico, conosciuta in genere in
maniera estremamente disomogenea, con difficoltà di ricerca determinate anche
da edizioni non specialistiche, difficilmente rintracciabili a causa del loro carat-
tere locale; non bisogna dimenticare, infine, che gli studi più importanti finora
disponibili, traccia evidente nella conduzione del lavoro, per il carattere stesso
dell'indagine, limitato a settori geografici specifici o a tematiche particolari, se-
gnalavano in maniera ancora più significativa la mancanza di uno strumento di
lavoro unitario, che si ponesse il problema della produzione nei suoi aspetti
complessivi.
È importante inoltre che la ricerca sui materiali, anche per queste produzioni
venga ricollegata alla necessità di una lettura contestuale, di un recupero delle
associazioni e del loro significato, ad un attento esame della composizione e del
valore archeologico dei vari rinvenimenti e del loro livello di affidabilità, sotto-
lineando un'esigenza di metodo che costituisce una premessa imprescindibile
per la ricostruzione storica dei fenomeni produttivi.
La raccolta critica del materiale edito, la presentazione di numerosi reperti
inediti, la revisione diretta di molti altri già noti costituiscono le premesse per la
riflessione su un settore che trova gli studi sul tardoantico arretrati rispetto ai ri-
sultati conseguiti nell'analisi sulle analoghe produzioni di età classica; la docu-
mentazione raccolta contribuisce pertanto in maniera determinante alla com-
prensione di un tema di importanza non trascurabile per la conoscenza della so-
cietà coeva, stabilendo collegamenti con altre espressioni figurative e artigiana-
li e recuperando in sostanza il significato archeologico dei manufatti come do-
cumenti di storia. I1 lavoro di Isabella Baldini Lippolis si presenta dunque e per
metodologie di ricerca e per i risultati conseguiti come una monografia organi-
ca, che colma una lacuna nel settore degli studi sulla fine della tarda antichità e
del mondo protobizantino.
PREMESSA

Ad Anna Sojin
ed Elenn

L'analisi stilistica può risolvere solo in minima parte i numerosi problemi


posti dallo studio dell'oreficeria, produzione meglio comprensibile applicando
innanzitutto una verifica rnetodologica consapevole e ponendo la necessaria
attenzione al sistema di riferimento restituito dalla ricerca archeologica.
Nel caso delle manifatture bizantine. in particolare, il problema appare più
L
erave, sia per l'incidenza dei reperti privi delle informazioni sui contesti di per-
tinenza. con un grave pregiudizio per una conoscenza corretta dei riferimenti
culturali e cronologici, sia per la mancanza di una proposta di lettura tipologica
generale. Si dispone invece di specifici contributi su alcune classi di oggetti in
cui è frequente il ricorso non sistematico all'uso dei rimandi incrociati tra i
reperti, che non possono essere considerati risolutivi in quanto gli stessi mate-
riali di riferimento presentano analoghe difficoltà di inquadramento.
La complessità dei problemi delineati non permette una risoluzione univoca
e definitiva, soprattutto per il carattere estremamente lacunoso delle conoscenze
e dei materiali che dovrebbero costituire il fondamento della ricerca, quelli cioè
rinvenuti a Costantinopoli. in Turchia e in Siria.
I1 lavoro condotto è stato finalizzato quindi a verificare la possibilità di una
sintesi omogenea delle informazioni disponibili per contribuire alla dialettica
scientifica.
L'esame si è fondato su un repertorio di attestazioni. cercando di ampliarlo il
più possibile sulla base del materiale edito e della ricerca diretta di alcune colle-
zioni e contesti, per offrire una campionatura delle produzioni che potesse
rispecchiare almeno in parte la situazione reale dell'artigianato orafo tra IV e
VI1 secolo nelle regioni dipendenti culturalmente da Bizanzio.
I1 catalogo è stato ampliato anche ad alcune manifestazioni locali o in mate-
riale non pregiato, come bronzo e vetro, che fossero però riconducibili alla tradi-
zione formale orientale. in maniera diretta o come derivazione dai modelli:
anche in questo caso è stato perseguito il tentativo di delineare l'aspetto genera-
le del fenomeno artigianale, escludendo di poter presentare una documentazione
esauriente e completa di tutte le attestazioni note. Per lo stesso motivo non sono
stati inseriti alcuni reperti che non sembravano «affidabili», sia perché probabil-
mente non autentici, sia perché di scarso interesse da un punto di vista tipologi-
co, cercando di privilegiare invece i manufatti con dati di provenienza e associa-
zioni sicure o quelli, anche decontestualizzati, che potessero comunque fornire
elementi utili alla ricostruzione di aspetti morfologici o produttivi significativi.
I1 confronto con le fonti letterarie ed iconografiche coeve è parso uno degli
strumenti fondamentali dell'analisi, utile alla ricostruzione di una maglia di rife-
rimenti ai quali ancorare forme ed elementi decorativi. Nella stessa prospettiva
si è cercato di riconsiderare in maniera critica anche i numerosi tesori di orefice-
ria noti, per cercare di trarne indicazioni incrociate sulle caratteristiche tipologi-
che e cronologiche dei manufatti; anche in questo caso si sono esclusi i contesti
apparentemente estranei all'ambito preso in esame, eccetto alcuni che, pur
essendo relativi ad aree politicamente esterne all'Impero d'oriente, per diversi
aspetti sembravano porsi in uno stretto rapporto di dipendenza culturale da esso.
In sostanza si è cercato di proporre la costruzione di un sistema che desse
forma ad un fenomeno produttivo complesso, attraverso l'aggregazione dei dati
L'ore3ceria nell'irnpero di Costantinopoli tra N e VII secolo

in un modo che potesse essere funzionale ad una migliore valutazione dei singo-
li elementi. I tipi riconosciuti per ciascuna classe rappresentano quindi solo
un'ipotesi di lavoro, da discutere e costruire in maniera più dettagliata, per com-
prendere problemi artigianali e cronologie, alla luce delle implicazioni di carat-
tere sociale che, già da un esame preliminare, emergono come un aspetto condi-
zionante per le varie forme di produzione e di consumo.
La ricerca si è fondata su una prima ricognizione del materiale siciliano, con-
dotta per una tesi di laurea in Archeologia Cristiana discussa nel1'a.a. 1987188
presso l'università degli Studi di Bologna, sotto il coordinamento e con il fon-
damentale sostegno scientifico di R. Farioli Campanati. In questa occasione
sono stati preziosi la collaborazione della direzione del Museo Archeologico
Regionale di Siracusa e i consigli di P. Porta, che ha seguito la ricerca di tesi. Nel
prosieguo del lavoro importanti suggerimenti si devono a C. D'Angela, disponi-
bile a discutere sia aspetti generali che problemi di specifica interpretazione dei
reperti. Una borsa di studio offerta dalla Scuola Archeologica Italiana di Atene
diretta da A. Di Vita ha reso possibile lo sviluppo delle tematiche relative alle
collezioni greche e turche e, in particolare, l'analisi della tipologia degli orec-
chini a corpo semilunato. I materiali di provenienza cretese sono stati esaminati
grazie alla disponibilità del Soprintendente M. Bourbudakis e di L. Kalokerinos,
mentre per quelli del Museo Kanellopoulos sono debitrice alla responsabile
della collezione, N. Saraga, e all'Eforia competente.
L'edizione del lavoro, realizzata anche per la disponibilità della Fondazione
della Cassa di Risparmio in Bologna, non sarebbe stata possibile senza l'interes-
samento di G. Sassatelli, direttore del Dipartimento di Archeologia dell'univer-
sità di Bologna. A G. Volpe sono grata, inoltre, per aver offerto l'occasione di
inserire lo studio tra le monografie curate da Edipuglia.
Per la collaborazione ricevuta in vari momenti della ricerca, sono ricono-
scente a J. Alchermes, L. Baldini, L. Caliò, L. Consoli, C. Gianfranceschi, A.
Indellicati e S. Zuzzi. Nel lavoro di redazione sono debitrice alla disponibilità e
cortesia di V. Natali.
Un grazie particolare, infine, ai miei genitori e a mio marito per aver incorag-
giato, sostenuto e condiviso questo lavoro.

Avvertenza: nel catalogo, salvo diversa indicazione, le immagini precedono le rispettive schede;
le misure espresse sono in centimetri e in grammi; nella descrizione dei reperti sono state utilizza-
te le seguenti abbreviazioni:
L lunghezza
I larghezza
a altezza
d diametro
P peso
p.i. provenienza incerta
S.P. senza provenienza
s.1.c. senza luogo di conservazione
s.n. senza numero -
Le iscrizioni sono state riportate nella trascrizione e nello scioglimento forniti dalla bibliografia
specifica. Analogamente ci si è regolati per la denominazione delle pietre utilizzate nei gioielli
nei casi in cui non sia stato possibile un esame autoptico degli esemplari.
l.
L'OREFICERIA BIZANTINA
I PROBLEMI DELLA RICERCA

La disattenzione per l'oreficeria bizantina riflette una situazione che inte-


ressa in generale la cultura tardoantica; infatti, la ricerca archeologica su que-
ste fasi è stata considerata per lungo tempo secondaria rispetto a quella sull'età
greco-romana, concidendo con lo scarso interesse generale per l'artigianato e
la cultura materiale come documenti di una specifica struttura sociale e stru-
menti di conoscenza storica.
Le ricerche sulle produzioni post-classiche di gioielli appartengono ad una
fase recente degli studi, che solo negli ultimi decenni hanno superato pregiudi-
zi metodologici di base e una diffusa superficialità nella presentazione dei
reperti. Pur essendo frequentemente oggetto di attenzione, a causa del valore
intrinseco dei manufatti, spesso l'oreficeria non è stata infatti equiparata alle
altre manifestazioni artistiche, sottovalutandone le possibilità di indagine
morfologica e cronologica e limitando le analisi a generiche considerazioni di
tipo antiquario.
Lo scarso rigore con cui è stato affrontato l'argomento, oltre che da motiva-
zioni di carattere preconcetto nei confronti del materiale post-classico, è stato
certamente causato dalla difficoltà di reperimento delle indicazioni sui luoghi e
sui contesti di provenienza. Questa lacuna della documentazione si deve a fat-
tori diversi, che dipendono sia da motivazioni tecniche, legate all'adozione di
una prassi di scavo spesso poco accurata, sia dal valore intrinseco degli oggetti
di oreficeria, immediatamente percepibile, aspetto che li ha frequentemente
esposti a furti e depredazioni. Soprattutto in passato la possibilità di trarre un
immediato vantaggio economico dai manufatti in oro e argento ha perciò
determinato un fraintendimento della stessa attività archeologica, scambiata
per una ricerca di «tesori nascosti».
A sua volta la mancanza di indicazioni circa i contesti di provenienza dei
gioielli ha condizionato il progresso nello studio dell'oreficeria bizantina,
dando luogo a proposte interpretative spesso superficiali e a generalizzazioni
arbitrarie, che rispecchiano un frequente disordine di metodo. Gli stessi termi-
ni cronologici appaiono assai imprecisi nella letteratura scientifica, spesso
applicati senza ricerca critica, fondandosi esclusivamente su ipotesi precedenti,
alle quali si attribuisce un valore assoluto. L'impossibilità di determinare i luo-
ghi di provenienza degli oggetti rende inoltre aleatori i tentativi di stabilire
nessi tra manufatti e officine produttrici, costringendo ad affidarsi a criteri
estetici che prescindono dall'analisi delle caratteristiche morfologiche.
Infine bisogna ricordare un diffuso pregiudizio di base che riguarda le
opere di insieme sull'oreficeria antica, le quali solitamente non trattano il
periodo bizantino se non per dimostrare un processo evolutivo nella sua fase di
«decadenza», con accenni alle soluzioni formali del periodo, considerate epilo-
ghi distorti e fraintesi dell'oreficeria greco-romana, oppure esordio di una
nuova sensibilità artistica e formale che introduce l'esperienza artigianale del
Medioevo ' .
Nei rari casi in cui l'interesse sembra essere maggiore, vengono proposti
frequenti riferimenti ad un artigianato orafo siriano e costantinopolitano, senza
tuttavia distinguere vaghe ipotesi da reali conoscenze su queste produzioni,
' Ad esempio, Labarte 1872. tuttora assai poco documentate e difficilmente definibili, a causa della parzia-
L'oreficeria bizantiila

lità delle attestazioni di sicura provenienza e soprattutto della scarsità e incom-


pletezza delle edizioni.
La ricerca sull'oreficeria bizantina in sostanza si basa in prevalenza sui
manufatti rinvenuti in Occidente o conservati in musei occidentali, e ritenuti di
importazione costantinopolitana; si effettua quindi un'analisi indiretta, suffra-
gata in alcuni casi dai confronti stilistici con altre classi di materiali e dalle
fonti letterarie, mentre continua ad essere molto limitato il collegamento diret-
to con una campionatura di sicura provenienza orientale.
La precarietà di tale sistema interpretativo viene messa in evidenza da distin-
zioni cronologiche spesso di carattere soggettivo, che riguardano addirittura
l'ambito culturale di pertinenza dei materiali, come i tentativi, spesso forzati e
preconcetti, di considerare antitetiche l'oreficeria bizantina e quella barbarica:
in molti casi, soprattutto in Italia, la ricerca attuale tende invece a sottolineare la
necessità di porre il problema conoscitivo in termini diversi, cercando di valo-
rizzare i numerosi rapporti di scambio culturale e tecnologico piuttosto che pro-
porre una lettura formale su un piano di contrapposizione etnica.
I problemi cui si è accennato appaiono tanto più gravi quanto più carente è
l'intero sistema di tutela dei beni archeologici. In alcuni paesi la situazione è
ancora oggi molto difficile, come documenta la scarsità di informazioni sui
luoghi di provenienza dei reperti venduti nelle aste internazionali: si tratta di
un fenomeno difficilmente quantificabile, anche perché il materiale acquistato
non sempre ricompare in collezioni pubbliche o comunque fruibili, almeno
attraverso cataloghi scientifici.
Solo nell'ultimo trentennio l'edizione di reperti da scavi stratigrafici per-
mette in alcuni casi di unire all'analisi stilistica e storico-artistica dei singoli
oggetti anche indicazioni sul loro significato cronologico, socio-culturale e
tecnologico, stabilendo un rapporto tra i dati archeologici e la documentazione
letteraria ed iconografica.
In Italia è soprattutto l'inadeguatezza dell'indagine sul terreno e la diffi-
coltà di una tutela non sempre efficace dei beni rinvenuti ad avere determinato
in passato la vendita sul mercato antiquario internazionale e la conseguente
dispersione di un ingente numero di gioielli. Molti di essi, infatti, non poteva-
no essere acquisiti dai musei di Stato per mancanza di fondi e di una idonea
legislazione di salvaguardia. In diversi casi, inoltre, è accaduto che gli oggetti
rinvenuti pervenissero in mano di privati per essere utilizzati come materiale
non lavorato, finendo per essere fusi o trasformati, in quella che, alla fine del
secolo scorso, fu definita la «metempsicosi» dei gioielli?.
Gli esempi purtroppo sono numerosi e riguardano anche reperti di signifi-
cato storico insostituibile, come il corredo di oreficerie funerarie pertinenti alla
famiglia imperiale teodosiana, che comprendeva gioielli attribuiti dalla tradi-
zione addirittura a Livia3; nella prima metà del XVI secolo l'esplorazione di
uno dei mausolei imperiali annessi a S. Pietro a Roma restituì, infatti, numero-
si gioielli e monete che finirono parzialmente dispersi e, per la maggior parte,
furono addirittura fusi Jagli orafi vaticani -'.
Guarneri 189 1.7.
'Claud. Epith. 10-13. Un altro caso riguarda le oreficerie bizantine ritrovate agli inizi di questo
.ILanciani 1895. secolo a Pantalica (Sicilia), che subirono la stessa sorte nonostante i tentativi di
I problemi della ricerca

P. Orsi, allora direttore del museo di Siracusa, di assicurare allo Stato almeno
alcuni oggetti (fig. 1): scoperto nel 1903, questo tesoro appare particolarmente
emblematico delle difficoltà incontrate dall'amministrazione statale nel recu-
pero dei materiali preziosi, facilmente smembrabili e trasportabili lontano dal-
l'area di rinvenimento. I taccuini e le osservazioni dell'orsi, che riuscì fortu-
nosamente a far fotografare e disegnare gran parte degli elementi rinvenuti,
redigendone anche un elenco, sono a questo riguardo estremamente significati-
vi j: ad essi si deve, tra l'altro, la possibilità di riconoscere alcuni dei gioielli,
conservati oggi presso collezioni americane 6, mentre altri, ancora inediti a
quasi un secolo di distanza, possono essere confluiti in collezioni private.
Furono ugualmente dispersi i trentasei gioielli di un unico «ripostiglio»
venuto alla luce in Egitto (fig. 2), venduti tra il 1909 e il 1912 da un antiquario
del Cairo a privati e ad istituzioni americane e tedesche7. La pubblicazione di
questi reperti, datati tra il DI e il VI secolo, venne curata a qualche anno dalla
scoperta da W. Dennison, che dedicò un'intera monografia ad un'analisi detta-
gliata delle oreficerie, offrendone una descrizione anche dal punto di vista tec-
nico e iconografico. La sua opera contribuì a far conoscere meglio anche altri
tesori del VI secolo, rinvenuti nello stesso decennio in Cilicia (Turchia) X, a
Cipro e in Ungheria"', ancora poco noti nella bibliografia: per la prima volta
l'attenzione venne focalizzata su espressioni artigianali difficilmente oggetto di
trattazioni scientifiche, considerate marginalmente anche nei cataloghi generali
dedicati interamente ad oreficerie, come quelli del British Museum curati da
1904, 367-368; Id., O.M. Dalton e da F.H.S. Marshall 12,e del Metropolitan Museum of Art di
1942, 134-141; Pace 1949,437- New York, comprendente i gioielli ciprioti della collezione Palma di CesnolaI3.
438; Fallico 1975.
Vbid. Al Dalton si deve anche un capitolo sull'oreficeria nel suo manuale sull'ar-
Dennison 1918; Greifenha- te bizantina del 1911 che, per i tempi, costituisce un importante tentativo di
gen 1970,65-71; Berli11 1988. sintesi generale del problema, esemplificato attraverso i materiali conservati al
Kondakov 1896.
9Sambon 1906. British Museum l".
InHarnpel 1905.11, 15-39. Più specificatamente orientato a chiarire il significato del Ku~zstwollentar-
"Dalton 1901; Id. 1912. doantico attraverso le manifestazioni artistiche ed artigianali era stato, quasi un
I2Marshall1907; Id. 191 1.
decennio prima, il capitolo sulle cosiddette «arti decorative» post-classiche di
l' Di Cesnola 1903.
IJDalton 191 1. A. Riegl l" che aveva rilevato le affinità decorative tra oggetti in inetallo e
l 5 Riegl 190 1. coeve manifestazioni scultoree. L'analisi morfologica dei manufatti, alla base
l6 Rosemberg 19 10. dell'esame formale proposto dal Riegl, rimase l'elemento guida per altri studi
l 7 Guilhou 1912; Knlebdjian
1913. di tipo storicistico, che valorizzarono gli aspetti tecnici di esecuzione dei
I S Ad esempio Fiorelli 1878; gioielli, allontanando la ricerca dai problemi legati ad una visione di insieme:
Orsi 1896; Id. 1904; Mengarelli si può ricordare a questo proposito lo studio in quattro volumi di M. Rosem-
1902; Taramelli 1904; Patroni
191 1;Tararnelli 1919; De Rinal- berg, del 1910-1925, che tracciava una storia delle tecniche orafe (<antiche>> 16.
dis 1916; Pasqui 1919; Putorti Nonostante queste prime elaborazioni della documentazione nota, nel
1920; Beliaev 1929.
I9Salinas 1873 ; Id. 1886; primo trentennio del secolo non esisteva ancora un interesse specifico per i
Pollak 1903; Hakkly Bey 1906; gioielli bizantini, che continuavano ad apparire saltuariamente in cataloghi
Sarnbon 1906; Orsi 1910; De d'asta 17, rendiconti di ritrovamenti casuali l8 e parziali rassegne dei materiali di
Ridder 191 1: Id. 1924: Accasci-
na 1929; voi Falke 1929; Zahn musei e collezioni Iy.
1929. Gli unici tentativi di sintesi sull'argomento sono costituiti da uno studio di
?"Ebersolt1923.
? ' Cabrol, Leclerq, Diction-
J. Ebersolt sulle arti suntuarie co~tantinopolitane~~~ e da varie voci del diziona-
naire. rio curato da F. Cabrol e H. Leclercq2J,ancora oggi utile strumento di cono-
L'oreficeria birantinn

scenza per l'ampiezza della documentazione, impostato con un taglio antiqua-


rio e che include anche indicazioni storico-letterarie.
Durante il secondo trentennio del Novecento le conoscenze sull'oreficeria
bizantina migliorarono grazie alla pubblicazione di cataloghi di collezioni pri-
vate fino ad allora inedite, come quello curato da B. Segall e destinato ad illu-
strare i materiali in oro e argento conservati presso il Museo Benaki di
Atene2!. Una ricerca importante in questo periodo riguarda invece le oreficerie
del Museo Nazionale di Napoli, pubblicate da L. Breglia nel 1941 '3; il sistema
di distinzione adottato in questo caso utilizza raggruppamenti cronologici:
all'oreficeria romana vengono attribuiti i gioielli del I-V secolo, mentre quelli
del VI-XV secolo vengono considerati «elementi bizantineggianti e del perio-
do longobard~»~% A queste due categorie sono dedicate osservazioni conclusi-
ve, che presuppongono un atteggiamento pregiudiziale per lo scarso valore
estetico dei gioielli post-antichi ed esprimono la necessità di astrarre singoli
pezzi di particolare rilievo; inoltre si pongono in antitesi i gioielli di tradizione
bizantina e quelli di «aspro gusto barbarico», considerandoli espressione di
due tradizioni entrambe presenti in Italia'j.
I1 catalogo di una mostra inaugurata alla Walters Art Gallery di Baltimora
nel 1947 26 costituisce il primo serio tentativo di divulgazione di una serie di
materiali di provenienza italiana ed orientale, acquistati sul mercato antiquario
e conservati presso i musei statunitensi: la maggioranza dei cataloghi america-
ni posteriori si basa su questa prima presentazione che, senza tentare alcuna
classificazione tipologica, ha l'indubbio merito di avere consentito la cono-
scenza di gioielli quasi completamente ignoti alla letteratura scientifica.
Contemporaneamente iniziavano a svilupparsi anche gli studi sulle tecniche
dell'oreficeria e su particolari tipologie, come le fibule, note prevalentemente
grazie alla ricerca scientifica di area germanica2'.
I1 dodicesimo volume della serie di monografie dedicate dalla Scuola Ameri-
cana a Corinto 'S, invece, presenta per la prima volta un gruppo di gioielli tar-
doantichi provenienti da un'area di scavo omogenea in un centro dell'impero
orientale, con ipotesi di datazione e illustrazione di elementi fino ad allora tra-
scurati, come gli esemplari in bronzo e le matrici; a questo testo si affiancano,
l? Segall 1938. nello stesso periodo, i risultati della spedizione archeologica svedese a Cipro, che
Breglia 1941.
?.' Ivi, 14.
include anch'essa l'edizione degli oggetti in metal10'~.Questi esempi hanno da-
'51vi, 129-131. to l'avvio alle pubblicazioni sistematiche di oggetti di oreficeria da scavo: per la
26 Baltimore 1947. possibilità di trarre indicazioni sulla cronologia dei manufatti e sulle associazio-
27 Riegl 1901; Aaberg 1923; ni all'intemo dei corredi, appaiono particolarmente rilevanti le indagini sistema-
Fuchs 1938; Aaberg1945.
28 Davidson 1952.
tiche svolte nelle necropoli post-classiche di Israele3" della Sicilia" e dell'Un-
?'Gjerstad 1956. gheria )?,mentre per altre aree sono stati proposti studi che recuperano i dati noti
Rahmani 1985. per regioni culturalmente omogenee, come la stessa Co~tantinopoli~~, Cipro3"e
'' Adamesteanu 1963; Bono- la Serbia 35.
mi 1966; Fallico 1967.
j2 Burger 1966; Barkoczi
Per quanto riguarda la Sicilia molte informazioni si dovevano all'attenzione
1968. dimostrata da P. Orsi per i materiali bizantini da scavi di necropoli: sulla base
MDelvoye 1965. di questa documentazione, L. Brehierjh e successivamente B. Pace 37 giungeva-
Karagheorghis 1962.
3sCoroviCLjubinkoviC 1963.
no ad ipotizzare l'esistenza di botteghe orafe locali, sottolineando la necessità
'"rehier 1936,45. di verificare tale possibilità sulla base di un esame complessivo delle oreficerie
Pace 1949. coeve provenienti da Costantinopoli e da altre regioni dell'Impero.
I problemi della ricerca

Nel 1953 fu organizzata la mostra dedicata all'oreficeria antica dell'Ernilia


Romagna: nell'introduzione al catalogo G. Mansuelli metteva in risalto il ruolo
svolto dai gioielli nella «ricostruzione del quadro storico del17arte»e notava le
possibilità di influssi stilistici orientali in aree occidentali e barbariche 38,
secondo una linea di tendenza valorizzata dagli studi successivi.
Tra le collezioni di gioielli decontestualizzati pubblicate in questo stesso
periodo si deve ricordare, inoltre, la raccolta di H. Stathatos, conservate nel
Museo Nazionale di Atene ed edita sistematicamente nel 1953 da P. A m ~ i n d r y ~ ~ .
Interamente dedicata all'oreficeria «antica», una monografia di G. Becatti,
pubblicata nel 1955, presentava i gioielli barbarici come epilogo delle testimo-
nianze di questa classe di manufatti: essa viene caratterizzata da elementi tipo-
logici e stilistici peculiari, quali un vivo senso coloristico e un uso preponde-
rante delle pietre, che non escludono la presenza di elementi attinti a tradizioni
orafe diverse, come quella bizantina, alla quale tuttavia non viene fatto un
chiaro n f e r i m e n t ~ ~ ~ .
L'anno successivo anche E. Coche de la Ferté pubblicava una breve storia
dell'oreficeria antica aggiungendo per la prima volta, alla semplice esposizio-
ne dei tipi di gioielli più diffusi, diversi paragrafi dedicati alle grandi collezio-
ni, al mercato antiquario e ai falsi 4'. Alcune tra le raccolte citate appartengono
oggi ai più importanti musei europei ed americani, come la De Luynes, con-
fluita nel Cabinet des Medailles di Parigi, la De Clercq, acquistata da H. de
Boisgelin e poi donata al Louvre, la Von Gans, oggi al Museo di Berlino, le
raccolte di J. Pierpont Morgan e di C. Palma di Cesnola, al Metropolitan
Museum of Art di New York4!.
Nello stesso periodo si moltiplicavano infine le notizie su nuovi rinveni-
menti di oreficerie bizantine, come quelle del tesoro di Ténès, in Algeria, ana-
lizzato dalla pubblicazione di J. Heurgon, del 1958.".
Nel decennio 1960-1970 la bibliografia sull'oreficeria bizantina si ampliava
ulteriormente grazie a presentazioni di materiali in gran parte inediti o poco
noti di area orientale, come i gioielli delle collezioni sovietiche, presentati e
analizzati da A. Bancka, con un importante incremento del quadro delle cono-
scenze e delle possibilità offerte dalla disciplina.
I1 catalogo di M.C. Ross dei gioielli della Dumbarton Oaks Collection di
Washington, pubblicato in due volumi nel 1962 e nel 196545,costituisce tuttora
uno degli studi più accurati sulle oreficerie bizantine: pur trattandosi di un'o-
pera che si occupa di materiali da collezione, viene cercata infatti una ricostru-
zione dei contesti, offrendo un'approfondita descrizione degli oggetti corredata
da numerosi confronti e da un buon apparato illustrativo. I1 Ross fornisce uno
strumento insostituibile nello studio dei gioielli di provenienza orientale, che
C.A. Mansuelli, in Ori sono noti più attraverso questa documentazione «indiretta» che sulla base degli
Emilia 1958.7-27.
'9Arnandry 1963. esemplari rinvenuti sicuramente in situ; per la prima volta, inoltre, viene ipo-
Becatti 1955. tizzata una correlazione tra gioielli e fenomeni di manifestazione di status eco-
'l Coche de la Fertè 1956. nomico e sociale, aspetto che costituisce una delle chiavi interpretative più
42 Ivi, 97-99.
convincenti nello studio drll'oreficeria bizantina.
'" Heurgon 1958.
44 Banck 1962; Ead. 1966.
Nella mostra italiana del 1961 intitolata Ori e argenti dell'ltalia antica è
Ross 1962; Id. 1965. significativa invece l'assenza di un'introduzione sulle oreficerie bizantine, che
L'oreficeria bizantinn

vengono tuttavia distinte da quelle barbariche e raggruppate al termine della


sezione dedicata alle argenterie romane 6. I criteri distintivi non sono espressi,
J

ma sembrano basarsi essenzialmente sulla provenienza degli oggetti da aree


soggette al dominio bizantino (Ravenna, Aquileia, Grado, Puglia e Sicilia),
senza affrontare problemi stilistici e comparativi.
Ad Atene un'esposizione sull'arte bizantina organizzata nel 1964 con il
contributo del Consiglio d'Europa 47 presenta una sezione, curata dallo stesso
Ross, dedicata ai manufatti in oro e argento, tra cui alcuni gioielli di un tesoro
del VI1 secolo rinvenuto un decennio prima a Mitilene 48 e di un altro impor-
tante ritrovamento, avvenuto nel 1902 a Larnbousa di Cipro49.
Ulteriori tentativi di sintesi ad opera di R.A. Higgins e di E. Coche de la
Ferté S I non toccano che marginalmente e superficialmente il problema dell'o-
reficeria bizantina; C. Carducci in uno studio complessivo sui gioielli non trat-
ta l'argomento, ma segue lo schema evolutivo del Becatti, contrapponendo
all'oreficeria romana quella barbarica, che completerebbe la storia antica di
questa classe artigianale j2. Dell'oreficeria bizantina si considerano solo alcuni
aspetti tecnico-stilistici, come l'uso del traforo e una generica finezza di esecu-
zione dei gioielli, proponendo a volte, come esempio di tali caratteristiche, 1
esemplari che in seguito hanno subito interpretazioni cronologiche alquanto
differenti sulla base di confronti di sicura attendibilità. La palese confusione
terminologica tra oreficeria barbarica, tardoantica e bizantina rivela inoltre
un'analisi superficiale di aspetti puramente stilistici e qualitativi, che non con-
sidera il problema né da un punto di vista culturale né da un punto di vista
tecnologico.
Più attento alle esigenze di una ricostruzione critica del contesto di prove-
nienza degli oggetti è il volume di A. Peroni sulle oreficerie e sui metalli lavo-
rati rinvenuti nel territorio dui Pavia, del 1967, nel quale si avanzano anche
ipotesi interpretative sulla presenza in loco di atelier specializzati, anche sulla
base di un'analisi tecnica dei manufatti 53.
In quest'ultimo senso appare importante, nell'ambito degli studi in lingua ita-
liana, l'opera di A. Lipinsky, che per un ventenni0 si è dedicato all'indagine
delle tecniche dell'oreficeria bizantina, cercando di chiarirne terminologia e li-
nee di sviluppo, anche sulla base della poco nota documentazione orientale. Le
sue ricerche sono incentrate prevalentemente su problemi tecnici, quali i luoghi
di provenienza dei materiali e i procedimenti di lavorazione dei metalli e delle
pietre, sintetizzati in un volume del 1975 che estende cronologicamente il pro-
prio interesse fino all'età rinascimentale 54. La profonda dimestichezza dell'au-
46 Ori Italia 1961.23 1-237. tore con i sistemi di lavorazione dei metalli consente, in molti casi, analisi di
47ArtByzantin 1964, con in- grande sensibilità, mentre non risultano equivalenti le considerazioni di carat-
troduzione all'oreficeria bizanti- tere storico.
na di M.C. Ross, 357-362.
Babritsas 1954.
Ad una classe specifica di oggetti e al suo sviluppo morfologico è dedicato
4"tilianou 1969. un articolo di C. Lepage sui bracciali romani e bizantini, fino allora sostanzial-
Higgins 196 1. mente ignorati dagli studi 55. La proposta di classificazione tipologica di tali
Coche de la Fertè 1967. gioielli appare particolarmente rilevante da un punto di vista metodologico:
52 Carducci 1962.
j3Peroni 1967.
viene avvertita lu necessità di verificare la continuità morfologica con i manu-
" Lipinsky 1975b. fatti di età imperiale, evitando di isolare a priori gli esemplari bizantini rispetto
55 Lepage 1971. alla tradizione orafa precedente.
1. Tesoro di Pantalica (1.111.21), collane (cat.
111.2.b.4, l.c.22, l.c.24, l.c.26 e l.c.23).

2. Londra, British Museum: gioielli del tesoro di Antinoe (1.111.24: cat. 11.5.c.8 e 111.2.b.2).
L'oreficeria bizantina

Il catalogo della mostra di New York sulla tarda-antichità del 1979 offre
una notevole panoramica sulle manifestazioni artistiche comprese tra il IV e il
VI1 secolo "6: la sezione dedicata all'oreficeria, curata sempre da1 Ross, propo-
ne un notevole numero di oggetti corredati da schede che riuniscono alla
descrizione stilistica anche proposte interpretative sulla provenienza. Si rileva
la necessità di una verifica da effettuare cas0 per caso, con una revisione del
sistema attribuzionistico adottato fino a quel momento, che proponeva una
relazione meccanica tra luoghi di ntrovamento dei gioielli e sedi di produzio-
ne: viene al contrano evidenziata la possibilità di una circolazione degli arti-
giani e dei loro prodotti, fenomeno che spiega l'esistenza di uno <&le intema-
zionale», secondo un'espressione proposta quasi quaranta anni prima da B.
Sega1lS7.Si mette in risalto, in particolare, il ruolo emergente di Costantinopoli
come centro artistico oltre che politico dell'Impero, mentre altre città, quali
Alessandria, avrebbero perso una funzione significativa nella produzione
orafa. In sostanza viene proposto per Costantinopoli un ruolo determinante
nella manifattura di oggetti di oreficeria di alto livello qualitativo, mentre in
altre sedi sarebbero stati eseguiti solo gioielli meno pregiati, con un forte rife-
riment0 stilistico alle produzioni della capitalej8.
Il problema delle officine, tuttavia, non sembra ancora affrontato con suffi-
ciente approfondimento: ad esempio non viene indagata la possibilità di verifi-
care la presenza di botteghe sulla base delle indagini archeologiche condotte in
molti centri importanti dell'Impero. Anche da un punto di vista descrittivo,
non viene tentata alcuna suddivisione tipologica dei gioielli, presentati secon-
do un ordine che spesso non ne rispetta neanche la cronologia.
56 Age of Spirituality 1979, Mentre negli studi sull'oreficeria bizantina non sembra manifestarsi, percio,
con introduzione ai gioielli di
M.C. Ross: 0bjects f;om Dnily alcun sostanziale progresso metodologico, all'oreficeria gota e longobarda
Life, 297-301. sono dedicati approfondirnenti più analitici ed evoluti, sulla base della tradizio-
57 Segall 1938, 143; Age of ne di ricerca di area germanica59.Lo sviluppo della conoscenza dell'oreficeria
Spirituality 1979,297-301.
Ibid. «barbarka» ha posto, in particolare, l'attenzione sui prodotti atribuibili ai
59 Delogu 1974; Volbach popoli di immigrazione rispetto a quelli di tradizione romana, come ne1 cas0
1974; Werner 1974; Bierbrauer degli orecchini «a cestello», esaminati da O. Von Hessen 60 e da A. Melucco
1975; Hessen 1975a;Bierbrauer
1978. Vaccaro6', O delle fibule «a disco» con decorazione cloisonné, sulle quali si è
" Hessen 1971. soffermata R. Farioli Campanati 62.
6' Melucc0 Vaccaro 1978.
Tra il 1970 e il 1980 vengono pubblicati cataloghi di materiali più sistema-
62 Farioli Campanati 1984.
6' Pierides 1971 ; Stathatos
tici dei precedenti, anche se scarsamente interessati ai rapporti morfologici e
1971; Spieser 1972; Rudolph all'evoluzione tipologica dei gioielli bizantini, che sono ancora presentati in
1973; Victoria and Albert Mu- margine alla documentazione riguardante il periodo precedente 63. Un grosso
seum 1973; Wien 1974; Dorig
1975; Hackens 1976; Clairmont ostacolo nell'analisi dei manufatti continua ad essere rappresentato dalla scarsa
1977; Kent 1977; Lazovic 1977; disponibilità di indicazioni sull'oreficeria rinvenuta in Turchia e Siria, alla
Romans and Barbarians 1977;
Jewelry 1979. quale si fa riferimento senza potelne avere una sufficiente conoscenza diretta.
El-Chehadeh 1972. Parziali notizie sulla docurnentazione postenore al III secolo si hanno solo in
65 Zouhdi 1971; Id. 1974; Id.
1989.
pochi casi, come in uno studio di J. El-Chehadeh dedicato all'oreficeria
66 In Italia, ad esempio, sirianabJ,al quale si aggiungono alcune brevi note di B. Zouhdi6j.
D'Angela 1982; Id. 1988. Negli ultirni venti anni si sono moltiplicati gli scavi stratigrafici, che offrono
" 7. ad esempio Pani Ermini anche per questa tipologia di oggetti contesti sicuramente databili6h,con un in-
1981; Davidson 1984; Berlin
1988. cremento delle pubblicazioni sistematiche di collezioni musealib7.Ne1 1982 una
- I problemi della ricerca

raccolta di studi sui vari aspetti della cultura bizantina in Italia offre a R. Farioli
Campanati l'occasione per una sintesi sulle arti suntuarie e sui problemi legati
ai luoghi di produzione dei manufatti e agli influssi stilistici e tecnici costanti-
nop~litani~ si~tratta
: del primo e più approfondit0 tentativo di conoscenza del
problema delle interrelazioni con l'oriente sulla base dell'artigianato orafo, ac-
comunato in questo senso alle altri manifestazioni della cultura artistica.
Agli studi per singole aree geografiche 69 in questi ultimi anni si sono
affiancate anche numerose ricerche di carattere tipologico70: ne sono emersi
dati che fomiscono le premesse necessarie per un esame complessivo della
documentazione archeologica, che pub essere oggi esaminata in maniera più
approfondita grazie agli strumenti forniti dalle indagini chimico-fisiche. Gli
studi più recenti in questo campo 'l, tuttavia, difficilmente riguardano specifi-
catarnente i gioielli di epoca tardoantica, probabilmente in conseguenza del-
l'arretratezza delle ricerche storico-artistiche su questi manufatti, mentre sem-
brano concentrarsi sugli esemplari cronologicamente precedenti: anche per
questi ultimi, comunque, continua ad essere avvertita la necessità di prescinde-
re da «classificazioni tipologiche...impostate ancora sulle caratteristiche este-
riori più appariscenti degli oggetti, senza tenere conto dei ben più pregnanti
collegamenti e filiazioni tecnologiche» '?.
La quantità degli studi, onnai difficilrnente recensibili a causa della frarn-
mentazione in riviste e raccolte di scritti, ha reso necessaria la compilazione di
rassegne bibliografiche specifiche, come quelle di D.J. Content7' e di J.P. Sodi-
ni 74.In tali recensioni sono spesso presenti anche pubblicazioni di materiali
provenienti da scavi stratigrafici, soprattutto di necropoli: tali gioielli, infatti,
Farioli Campanati 1982. aprono nuove vie aila conoscenza dell'oreficeria bizantina, mostrando i tipi
69 Anamali 1993. maggiormente in uso 7Jb15 e i modelli di riferimento, ancorando le scoperte a
7 0 H e ~ ~1982;
e n D'Angela dati cronologici affidabili e permettendo la correlazione cronologica tra le
1986; Hetherington 1988; Bal-
dini 1991; Possenti 1994. diverse tipologie provenienti da1 medesimo contesto.
7 ' Formigli 1985; Devoto Un altro aspetto in corso di valorizzazione, inoltre, è quello del rapport0
1990.
72Formigli1985. 9. commerciale tra gioielli e vasellame coevo in Oro e argento, argomento per il
73 Content 1985. quale è stato raggiunto un elevato livello di conoscenza sia su1 piano dell'ana-
74 Sodini 1993. lisi tecnica sia su quello della valutazione economica e sociale del fenomeno
74b'"u questo aspetto, con un produttivo 75. La coincidenza tra i luoghi di provenienza del vasellame in
nesame di alcuni teson e con ri-
ferimento alle élite sociali, v. metallo prezioso e quella dei gioielli più rappresentativi, a Cipro, in Egitto, in
Manière Lévêque 1997. Sicilia e nella stessa Costantinopoli, potrebbe infatti presupporre l'esistenza di
75 V. ad esempio Cruikshank
Dodd 1961; Musso 1983; Cutler legarni a vario livello, non ultimo quello di una cornrnittenza comune.
1990; Scott 1990; Cahn 1991; Questa linea di ricerca, ancora ostacolata dalla framrnentarietà della docu-
Pirzio Biroli Stefanelli 199 1; mentazione, mostra anche in questo cas0 la necessità di un'integrazione tra i
Boyd 1992.
76Nonesiste un repertono di vari campi di indagine dell'oreficeria, dall'analisi delle fonti antiche 7h11'ag-
fonti sull'oreficeria bizantina: giomamento sugli aspetti tecnici, da1 riesame del materiale decontestualizzato
alcune indicazioni sono ricava-
bili da Barini 1959 e Guaitoli all'edizione sistematica dei gioielli provenienti da scavo, al fine di una rico-
1997. struzione più fondata e articolata della società bizantina.
3. Maarat, Museo: mosaico con busto di personificazione.

L), I V V I I I I ~uiyrlilalum; lrisiyriia uei barries aacra-


rum Largitionum (ed O. Seeck).
1.II.
LA RETORICA E LA RAPPRESENTAZIONE DEI GlOlELLl

La documentazione letteraria sull'oreficeria del IV, V e VI secolo consiste


prevalentemente in citazioni incidentali, senza alcun preciso intento tecnico O
descrittivo. 11 carattere moraleggiante della letteratura cristiana di questo perio-
do, ne1 solco della tradizione di età imperiale 77, riduce inoltre ulteriormentela
possibilità di trame informazioni concrete; i gioielli, infatti, vengono ricordati
quasi esclusivamente in quanto espressione della vanità del mondo e dei passa-
ti usi pagani, quindi come oggetti che i fedeli non dovrebbero nè utilizzare da
vivi nè porre nelle sepolture 78. Le restrizioni riguardano innanzitutto l'us0
eccessivo delle oreficene, ma non trascurano di entrare anche ne1 merito dei
soggetti raffigurati, che vengono a volte attnbuiti a forme di superstizione O
addinttura a culti demoniaci 79.
È interessante, a questo proposito, la prima delle testimonianze conservate,
una rninuziosa presentazione dei terni raffigurati sugli anelli digitali scritta da
Clemente di Alessandria tra il II e il III secolom: la netta distinzione dei sog-
77 Per una sintesi v. Guaito- getti in categorie permesse O vietate ai fedeli fornisce, infatti, una chiara e
111997, 24, 33, 43. attendibile descrizione del repertorio iconografico più diffus0 ai tempi del10
78 Hier. De virginibus serv.,
ed. F. Glone, Turnhout 1970; Id. scnttore, come anche l'impegno nella definizione di un corretto comportamen-
Epistulae VIII, CXXX, VII, to cristiano.
CVII, v .
"'Sulla legislazione e sulle Meno rilevanti appaiono le notizie restituite da altri autori cristiani, nei
prescnzioni ecclesiastiche si ve- quali prevale l'intento propagandistico: l'esortazione alla modestia e la satira
da Barb 1963, 119-120.
contro il lusso del tempo non contengono infatti, nella maggior parte dei casi,
S0 Ciem. Al. l-icri6ayoyO~Ab-
YOS alcuna indicazione reale su1 costume e sulle tipologie in uso, ma solo generi-
" Ioh. Chrys. Cath. bapt. 1, che allusioni ad un impiego eccessivo dei gioielli.
35.
Ad esempio FI. Volpisci In assenza di documentazione archeologica, tuttavia, anche invettive come
Syracusii Divus Aurelianus, in quella di Giovanni Crisostomo contro le donne di Antiochia che, alla fine del
H.A., I I , ed. E. Hohl, Leipzig
1971, e Greg. Nyss. Vita Macri- IV secolo, usavano recarsi in chiesa cariche di gioielli contribuiscono ad
nue. integrare i dati ricavabili dalle fonti iconografiche, che ne1 cas0 della città siria-
'8 Aug. Epistulae; Hier. Epi-
na testimoniano musivamente la ricchezza dell'oreficena fernrninile (fig. 3).
stulae; Porph. Ad Marcellam.
Nor. Dign., ed. O. Seek, Le citazioni nsultano quindi in genere più utili ed attendibili, in quanto non
Berlin 1876, 148 e 154. appaiono distorte da un intento ideologico pregiudiziale: molti dati si ricavano,
8' Sodini 1979, 94, nota 218
(con bibliografia). ad esempio, da biografie di imperatori e di santis e soprattutto da lettere priva-
86Cutler1986, 22. te, come quelle di S. Agostino, S. Gerolamo e Porfirio X3. Un'altra fonte impor-
$7 I V ~21-22.
, tante, anche se difficilmente utilizzabile è la Notitia digrzitaturn, document0
" Il Santo, prima di diventare risalente alla prima metà del V secolo, che include tra le largitiones anche
ne1 641 vescovo di Noyons e di
Marsiglia, dingeva un'officina a gioielli, avvalorando l'interpretazione di un uso di alcune tipologie come dona-
Lemovacium (Limoges) ese-
guendo oggetti di oreficeria per tivi imperiali (fig. 4)".
la corte di Clodoveo e Dagober- Per quanto riguarda gli aspetti produttivi, testi agiografici come le Vite di
to: S. Audoenus Vira S. Eligii, in Daniele Stilita, Giovanni Kalyytos e Teodoro di Sicione, offrono utili elemen-
Schlosser 1992, 44-47; v. anche
Lipinsky 1975a, 19-20. A S. Eli- ti sulla terminologia utilizzata per indicare gli artigiani specializzati nell'ese-
gio era legato S. Tillione, vissu- cuzione di determinati tipi di gioielli Y5. Appare inoltre di per sè significativo
to tra la seconda metà del VI1
sec. e gli inizi dell'VIII: di fami- dell'importanza attribuita al mestiere il fatto che alcuni santi vengano ricorda-
glia pagana sassone, questo se- ti come orafi O maestri di zecca, quali Andronico e Anastasia di Antiochia,
condo personaggio era stato por-
tato prigioniero dai Franchi a attivi attomo al 380 X6, Anastasio, vissuto in Persia all'epoca di Cosroe ", O
Venandois dove venne riscattato Eligio di Noyons, vissuto tra la fine del VI e la metà del VI1 secolo presso la
da S. Eligio che gli insegnb I'ar-
te orafa. corte franca".
--

L'oreficeria bizantina

Anche dalle prescrizioni legislative derivano indicazioni utili alla cono-


scenza dell'oreficeria bizantina, per gli aspetti connessi all'ambito sociale e
meno strettamente tipologici. Gli argomenti trattati riguardano, infatti, la perti-
nenza giuridica dei tesori e dei gioielli rinvenuti casualmente in terreni di pro-
prietà non imperiale e l'attività degli orafi. Il problema di una regolamentazio-
ne legale dei ritrovamenti occasionali di oggetti preziosi appare ad esempio già
avvertito agli inizi del IV secolo, come si desume dalle norme nguardanti i
manufatti in Oro e argento rinvenuti in terreni pnvati 89,tra i quali vengono
espressamente menzionati i monilia 90. Una disposizione del 337 concedeva
l'irnmunità dalle imposte a molte categone di art@ces tra cui appunto gli orafi,
89 Cod. Theod., ed. T. Momm-
affinchè potessero svolgere la propria arte e avviarvi i figli 9i. Il fatto che questi
sen, P.M. Meyer, Berlin 1962,
XVIII (de thesauris). artigiani non fossero soggetti all'obbligo di residenza poteva essere un incenti-
Cod. Theod. XVIII, 2 (del vo a spostamenti temporanei O trasferimenti nelle regioni che offrissero mag-
380).
91 Cod. Theod. XIII, 4, 2 (=
giore mercato, mobilità che pare interessasse anche il personale addetto alla
Cod. lust., ed. P. Krüger, Berlin z e c ~ a Ne1
~ ~ .IV secolo la legislazione ci informa inoltre della creazione di
1959, X, 66, 1). manifatture imperiali a Costantinopoli per la creazione di fibule a ~ r e edesti-~~,
92 Monneret de Villard 1919,
16-17; Lipinsky 1975a, 35. nate alla corte, ma utilizzate probabilmente anche come d ~ n a t i v i ~ ~ .
93 Cod. Theod. XVI, X , 21, 1- In età giustinianea è attestata l'usanza da parte degli orafi di investire dena-
3: Cod. Iust. XI, 8,2; X I , 9, 1. ro in cariche per sè e per i propri figli 95. Ulteriori informazioni derivano da un
94 Alla fine del10 stesso seco-
Io una norma legislativa proibi- decreto del 536 con il quale Giustiniano li esonera da1 divieto di entrare nelle
va aile donne che cornparivano milizie, mentre vi sono inclusi altri negotiatores9%Sembra quindi che gli
sulla scena di indossare gioielli
con gemme: Cod. Theod. XV, imperatori in generale favorissero questa categoria di artigiani attraverso esen-
VII, 2. zioni fiscali e altre agevolazioni, probabilmente in previsione di crediti per
95 Cod. Iust. NOV.CXXXVI,
attività militari 97.
del 535; Ed. VII, 542.9.
% Cod. Iust. XII, 57, 12.
La presenza di orafi a Costantinopoli è documentata da citazioni incidentali
97 Cracco Ruggini 1970, 103. di diversi autori a partire da1 400, quando Gainas attacca la città, tentando di
98 Soz., ed. J. Bidez, G.C. saccheggiame le botteghegR.Potrebbe essere correlata l'esistenza di un Portico
Hansen. Berlin 1960. LXVII.
1524, VIII, 4; ~bersolt'l923,3. '
degli Argentieri sulla Mese, ricordato da1 Chronicon Paschale e da Teofane a
99 Chron. Pasch., ed. L. Din- proposito dell'incendio del 532 e, nuovamente, in riferimento al saccheggio
dorf, 1, Bonn 1832, 623; perpetrato dalle fazioni del circo ne1 54099;il Liber Pontificalis, infine, localiz-
Theophanis Chronographia, ed.
C. De Boor, 1-II, Leipzig 1883- za i laboratori degli orafi non lontano da1 palazzo imperiale lm.
1885, a.m. 6024 e 6042; v. an- Per altri centri le indicazioni sulla presenza di manifatture derivano dalla
che Ebersolt 1923,4.
'OD Liber PontiJcalis 23, 1, 1: toponomastica: a Cartagine, per esempio, conosciamo un vicus argentariorum
II, 15. V. anche Ebersolt 1923.6. su1 quale si affacciavano le botteghe specializzate in oggetti d'argent0 ln). Ulte-
IO1 Musso 1983, 123-124, no-
ta 297.
riori indicazioni provengono poi dalle epigrafi, che menzionano maestranze
In2 IG XII, 200, n. 67; Sodini dedite a specifiche tecniche di lavorazione dell'oro e dell'argento: vengono
1979,94, nota 217. citati ad esempio aurarii IO2, x p u o o ~ 6 o t(letteralmente: fonditori d'oro) Io3 e
IosIvi,nota 218.
IMIvi,95, nota 219. V. anche
cipyupoic6not (fonditori O cesellatori di manufatti in argento) ;'oI i cavidarii
RUSSO 1999,278-279. sembrano essere stati, invece, i mercanti O i tagliatori di pietre preziose los.
'" Ivi, 95. In Oriente la documentazione epigrafica è piuttosto scarsa e attesta l'esi-
'" Ivi, 94. stenza di ~ p u o o ~ ad6 0Atene
~ e nella Siria meridionale 'O7: a Bosra un'iscri-
'" Ibid. zione del teatro conferma l'esistenza di questi stessi artigiani, olh-e che di cavi-
IO8 Ibid.
Io9 Rey Coquais 1900, 155; darii IOS. A Tiro due epigrafi documentano la presenza di orafi specializzati nel-
Sodini 1979.94. l'esecuzione di anelli, detti daktyiid(arii) IW. Al medesimo ambito artigianale si
"O Mitchell 1977, n. 39; Ro-
bert 1978,497; Sodini 1979,94. riferiscono alcune iscrizioni di Ankara, con la citazione di un xpuoox605 "O, e
I l 1 Sodini 1979,94. di Cartagine, dove viene menzionata l'esistenza di un aurifex Il1.
5. Treviri, Bishofliches Museum:
personificazione O personaggio
della farniglia irnperiale (part.).

6. Antiochia, Museo: mosaico con personificazione della Megalopsychia.

23
7a. Ravenna, S. Vitale: mosaico con corteo
Teodora (part.).

; busto nta.
La retorica e ln rnppresentnzione dei gioielli

Anche in Occidente esiste una notevole sproporzione tra la scarsità della


documentazione epigrafica e la grande quantità dei manufatti circolanti. Sem-
bra cornunque indicativa in alcuni centri, come per esempio a Roma, la concen-
trazione dei testi epigrafici tra gli inizi del V e la metà del VI secolo, durante
un moment0 produttivo che anche i rinvenimenti permettono di considerare
particolarmente favorevole all'attività orafa di alto livello Il2.
Alle fonti che rivelano direttamente la presenza di artigiani e di gioielli si
aggiunge la documentazione letteraria che cita in maniera accidentale la presen-
za di vasellame prezioso e di grandi quantità d'oro in centri importanti dell'Im-
pero, come ad esempio Roma, Ravenna, Siracusa e soprattutto Costantinopoli.
Per la capitale d'oriente, in particolare, si conservano enfatiche descrizioni
degli arredi d'oro e d'argento del palazzo imperiale e delle chiese Il3, cui si
aggiungono episodi specifici legati a vicende di corte. Ne1 secondo decennio
del VI secolo, ad esempio, l'imperatore Anastasio (491-518) trasmette per suc-
cessione un tesoro personale di oltre 145.000 chilogrammi di Oro Il4. Alla fine
del10 stesso s e c o l o ~ ~ r e ~ odir i Tours
o riferisce invece dei nurnerosi e ricchi
doni d'oro di Tiberio II (698-705), portati in patria dagli ambasciatori del re
Chilperico al ritorno da Bisanzio I l s .
Anche ne1 caso di Roma le biografie del Liber Pontificalis documentano la
presenza di numerosissimi oggetti votivi e di arredo ecclesiastico, tra cui can-
delabri, reliquiari, corone e vasa sacra, offerti alle chiese dai pontefici e dagli
I l 2 Venturi 1901, 540; Sodini
imperatori "6. La quantità di questi donativi e il loro valore, desumibile da1
1979,94. peso degli oggetti annotato ne1 testo, permettono di avere un'idea, per quanto
" 3 D ~ ~ ~ ~ e n t a zraccolta
ione parziale, della massiccia circolazione di manufatti in materiale prezioso nella
in Labarte 1872, 124; Ebersolt
1923, 3-6. città in concornitanza con il consolidamento e l'incremento delle pertinenze
Il4Petrassi 1985, 85. ecclesiastiche.
H5 Greg. Tur. Historia Fran-
A Ravenna il Liber Pontificalis di Agnel10 attesta l'esistenza di un impegno
corum, ed. J.P. Migne, LXXI,
VI-2. decorativo degno di una capitale, con ingenti donativi imperiali e vescovili
I l 6 Liber Pontificalis Roma- all'interno dei luoghi di culto, dalle corone votive, i calici e la lucerna «cum
nus, in Schlosser 1992, 59-100;
v . anche Farioli Campanati cereostato ex auro purissirno» offerti da Galla Placidia in S. Zaccaria e in S.
1982, 353-354; Petrassi 1985, Vitale, al ciborio d'argento e I'altare d'oro «cum starninibus siricis» di Vittore
79-84; Bertelli 1992, 179.
"'Liber Pontificalis Eccle- nella basilica Ursiana, agli altri arredi sacri, tra cui stoffe auree, croci argentee,
siae Ravennaris, in Schlosser coperture di evangeliari e lipsanoteche Il7.
1992, 100-116. Una ricca testimonianza letteraria riguarda anche Siracusa, per la quale si
I l 8 Liber Pontificalis Eccle-
siae Ravennatis; Pace 1949. hanno circostanziate notizie sulla presenza di vasellame aureo e di consistenti
I l 9 Nicephori Callisti Histo- tesori ecclesiastici: si ricorda a questo proposito il riferimento di Agnello ai va-
ria ecclesiastica, ed. J.P. Migne, sa di rame e d'argento portati a Ravenna dai dromoni del diacono Benedetto al
Berlin 1865,78.
I2O O E O S O O ~ O MVo v a ~ o û ritorno da Siracusa Il8. Due h o v ~ f j d'oro,
p ~ ~ menzionati come prodotti di botte-
1 k p i rijs A;lhaeoç Cvpairoû- ghe siciliane, facevano parte inoltre del bottin0 di Costantino I isu Unni, Bulga-
vç,ed. C. Zuretti, in Centena- ri e Sclaveni, del 763 I l 9 . Secondo un'altra fonte del IX secolo, infine, durante il
rio di M. Amari, Palermo 1911,
166; v. anche Pace 1949, cap. saccheggio della cattedrale di Siracusa de11'878, gli Arabi si impossessarono di
IV. oltre una tonnellata di Oro I2O. Nell'isola, inoltre, sembra esistessero ancora sta-
I 2 l Al-Baladuri e Ibn Khal-
doun, in M. Amari, Biblioreca tue d'oro e d'argento con gemme, anch'esse oggetto di depredazione l 2 I .
arabo-sicula, 1-11, Torino.-Ro- Queste notizie, accompagnîte dai rinvenimenti nell'isola, rendono attendi-
ma 1880-1881, in particolare 1,
368 e II, 112 e 164. bile un'attribuzione a botteghe locali, oltre che dei vasa sacra, anche dei
'22 GuiIlou 1975.73. gioielli scoperti nei tesori e nelle necropoli bizantine 12'.
Non ci sono pervenute fonti tecniche sull'artigianato orafo post-classico
prima del X secolo, quando ne1 cenobio benedettino di S. Pantaleone a Colonia
un presbitero di nome Theophilus compose un'opera generale da1 titolo Diver-
sarum artium schedula 12):ne1 terzo libro sono infatti fomite minuziose indica-
zioni sulla conduzione di un laboratorio, dalla costruzione degli ambienti
necessari alla scelta degli strumenti, alla esecuzione vera e propria dei gioielli
e degli altri oggetti di oreficeria. A. Lipinsky, mettendo in risalto il significato
del lavoro e considerando il patrimonio di conoscenze tecniche in esso conte-
nute, ritiene che queste debbano essere riferite ad una probabile origine bizan-
tina dell'autore 12? si tratterebbe quindi di una sintesi delle nozioni pratiche
ereditate dalla tradizione orientale, particolarmente illuminante per un arc0
cronologico che non ci ha restituito testi scritti.
Per i secoli precedenti rimangono infatti solo alcuni testi sulle proprietà
delle pietre: il De Duodecim Lapidibus di Epifanio, vescovo di Salamina di
Cipro, tratta delle proprietà delle dodici pietre contenute ne1 Razionale del
Sornrno Sacerdote Ebraico 125; il sedicesimo libro delle Ethymologiae di Isidoro
di Siviglia, scritto tra la seconda metà del VI e il primo trentennio del VI1
secolo, considera invece le virtù magico-terapeutiche delle pietre 12".In entram-
bi gli scrittori, comunque, vengono prese le distanze dalle credenze riguardanti
i poteri delle gemme, riproponendo apparentemente la medesima linea di !
opposizione alle forme di superstizione seguita dagli altri autori cristiani 12'. l
Al10 stesso Isidoro di Siviglia si deve anche la codificazione terminologica
delle tipologie di gioielli, dei quali precisa significato e modalità di impiego.
In alcuni casi, tuttavia, è difficile stabilire se si tratti di usi locali, non applica-
bili ad un ambito geografico differente da quel10 del10 scrittore, e fino a che
punto le indicazioni riportate non riecheggino in maniera preponderante testi
precedenti l'epoca di compilazione delle Ethymologyae.
Un ultimo aspetto della documentazione scritta riguarda le indicazioni epi-
grafiche presenti sugli stessi oggetti, in massima misura vasellame liturgico: il
7
complesso sistema amministrativo bizantino prevedeva infatti 1 impressione di
bolli e un controllo da parte del cornes sacrarum largitionum, un funzionario
statale che apponeva il proprio monogramma; questa pratica, in uso fino alla 1
,
seconda metà del VI1 secolo, all'epoca del regno di Costante II (641-668)128,
consente di datare molti dei manufatti rinvenuti e di stabilire relazioni cronolo-
giche con i gioielli provenienti dagli stessi contesti.
La documentazione iconografica pone problemi completamente diversi:
anche in questo cas0 si parte da fonti eterogenee, soprattutto musive e sculto-
ree, che risentono di pregiudizi e di schemi formali vincolanti, anche nell'abbi-
gliamento attraverso una diffusa tendenza al classicismo e alla standardizza-
zione dell'immagine imperiale e di quella sacra. D'altro canto, le stesse tecni-
'?? Lipinsky 1975b. 155-159.
che espressive, come il mosaico, l'affresco, la tessitura, risultano spesso ina-
'?"bidem. datte ad una descrizione puntuale degli attributi dell'abbigliamento personale,
Iz5 Epiph. De Duodecim b p i - dando adito ad interpretazioni difficilmente verificabili, se non in presenza di
dibus.
Isid.
manufatti reali ai quali fare riferimento.
127Devoto 1990, 15. La tendenza ad una schematizzazione delle figure provoca inoltre una sele-
"Tipinsky 1975b. 162-163. zione dei gioielli, escludendo quelli che, pur noti dalla documentazione
- Lri retorica e Io r~ppreseiirci:ioiiedei gioielli

archeologica, non rivestono alcun significato di status, oppure, più semplice-


mente, risultano di difficile rappresentazione.
Ovviamente la selezione operata all'interno delle manifestazioni figurative
risente anche della preferenza per soggetti di livello sociale elevato e di conse-
guenza per gioielli di notevole significato e preziosità: mancano quindi raffigu-
razioni di omamenti in bronzo. che costituiscono al contrario la maggioranza
dei rinvenimenti da scavo.
La scelta iconografica rispecchia peraltro un ordine gerarchico definito: in
scene complesse, infatti, i membri della corte imperiale e di quella ultraterrena,
assimilata iconograficamente alla prima, indossano ornamenti d'oro, con pietre
preziose, mentre le altre figure ne risultano prevalentemente prive. Questo
aspetto mette in risalto l'importanza di un'integrazione tra elementi figurativi e
dati archeologici, con un approfondimento del significato sociale e rappresen-
tativo dei gioielli attraverso un'analisi del linguaggio espressivo e degli schemi
gerarchici adottati. 1 manufatti, cos? come le vesti, devono contribuire a rivela-
re immediatamente 10 status dei personaggi: la lettura di questo contenuto,
implicito nelle immagini, pub servire quindi a comprendere anche il carattere
emulativo nella diffusione di determinate tipologie di omamenti e della loro
riproduzione in rame, in bronzo O in bronzo dorato, fenomeno considerato con
ironia già dalle fonti di età imperiale 'IV.
In alcuni casi la presenza di mosaici figurati in cui compaiono gioielli pub
contribuire infine a documentare l'esistenza di un commercio e forse di attività
orafe in centri per i quali non si hanno concrete certezze da un punto di vista ar-
cheologico. In questo senso, ad esempio, si possono probabilmente interpretare
le raffigurazioni conservate in alcune sedi di corte, come l'affresco su1 soffitto
del palazzo di Treviri (fig. 5), i mosaici di Antiochia con personificazioni (fig.
6) O i numerosi mosaici delle chiese ravennati (fig. 7a-b).
Manca purtroppo integralmente, per questi secoli, la documentazione ico-
nografica costantinopolitana, a volte deducibile da manufatti riferiti alla capi-
tale ma rinvenuti in altre località, come le statue di membri della famiglia
Iz9 V. docurnentazione in Guai-
imperiale, i dittici ebumei, O i missoria con raffigurazioni di personaggi della
toli 1997,21, nota 1. corte che indossano gioielli.
sembrato utile proporre una breve rassegna di alcuni tesori rinvenuti in territo-
rio bizantino O contenenti manufatti che rivelano un rapport0 tipologico diretto
con l'oreficeria bizantina, presentati in ordine cronologico. In questo elenco
sono stati inclusi percih anche alcuni ritrovamenti che, pur essendo caratteriz-
zati ne1 loro insieme da elementi di diverso significato etnico e culturale, risen-
ton0 in maniera evidente dell'influenza orientale.
Per ognuno dei tesori viene indicata la probabile epoca di deposizione, che
in diversi casi, come si è accennato, pub essere anche sensibilmente diversa da
quella di esecuzione dei singoli manufatti.

1.111.1. Deposizione: intorno al 410

Un tesoro di oreficerie e gioielli venne rinvenuto in due tempi ne1 1793 a


Roma, presso la chiesa di S. Martino ai Monti alle pendici dell'Esquilino, in
un ambiente con copertura a volta che faceva parte probabilmente di una
domus tardoantica 13h. Un0 degli oggetti di maggiore rilievo, un cofanetto
nuziale con decorazione figurata recava iscritti i nomi di Securzdus e Proiecta
(fig. 8): quest'ultima viene generalmente identificata con una componente
della famiglia dei Turci, morta ne1 383 e nota da un epitaffio di papa Dama-
so 13'; il primo personaggio, invece, potrebbe essere riconosciuto in un suo
parente, praefectus urbis del 363 138.
La circostanza dell'abbandono del tesoro, oggi diviso tra il British Museum
e il Louvre, viene riconosciuta generalmente nell'assedio di Roma del 410,
ipotesi che concorda con l'attribuzione su base stilistica alla seconda metà del
IV secolo del vasellame argente0 rinvenuto. A questo proposito si pu6 ricorda-
re il brano della Historia Nova di Zosimo secondo cui, in occasione del Sacco
di Alarico, i senatori avrebbero nascosto i beni preziosi, al fine di non doverli
consegnare al sovrano goto 139.
Per quanto riguarda l'esecuzione di questo materiale, si pensa generalmente
ad una bottega romana. 1gioielli che facevano parte del rinvenimento, noti per
Visconti 1793; Id. 1825;
la prima volta da un disegno pubblicato da E.Q. Visconti ne1 1827 (fig. 9) IJ0,
Lipinsky 1965,414-416; Cagia- comprendevano aghi crinali, un anello, orecchini e fibule; gli esemplari resti-
no de Azevedo 1967, 1109; tuiti graficamente, tuttavia, non appaiono omogenei cronologicamente, tanto
Bunchausen 1971; Shelton
1981; Id. 1985; G. Sena Chiesa, da far ritenere che il Visconti possa aver inserito nella sua presentazione anche
in Milano capitale 1990, 80-81 ; esemplari pertinenti ad altri rinvenimenti, analogamente a quanto è stato dimo-
Pirzio Biroli Stefanelli 1992,
302; sulla domus dell'Esquilino strato per gli oggetti di argenteria I 4 I . In particolare, devono essere ritenuti
v. Guidobaldi 1995 (con biblio- molto posteriori al V secolo gli orecchini mostrati da1 Visconti, sicuramente
grafia precedente).
'j7C. Compostella, in Milano
non tardoantichi, ma confrontabili con esempi del IX-X secolo 14?.
capitale 1990.81, 1g.Id.l.
""IL, VI, 1772.
t39 Zos., ed. F. Paschoud, Pa-
ris 1971-1989, 41.4-5. 1.111.2 Deposizione: prirni decenni del V sec.
IJnVisconti 1825.

IJ' Pirzio Biroli Stefanelli Da una località sconosciuta proviene un tesoro comprendente un bracciale,
1992,302.
IJ2 Esempi in Kassel 1980,
elementi di collaila, medaglioni e tredici solidi di Valentiniano ed Arcadio
tav. 20. (364-408). L'insieme venne venduto in un'asta a Parigi ne1 1970 e quindi fini
8. Londra, British Museum: cofanetto nuziale da1 tesoro delllEsquilino (1.III.l).

9. Tesoro dell'Esquilino (l.III.l):


gioielli (da Visconti 1825).
L'oreficeria bizantina

disperso tra Parigi, Londra e Washington 143. La presenza su uno dei medaglio-
ni (cat. 2.III.6.c.3, fig. IO), includente un solidus di Costantino, dell7indicazio-
ne della zecca di Sirmium, ha fatto supporre senza fondati motivi una prove-
nienza del rinvenimento da questo centro.

1.111.3. Deposizione: primi decenni del V sec.

A Ténès (Cnrtenna), in Algeria, ne1 1936 un tesoro venne alla luce durante
la costruzione di un edificio pubblico in conispondenza probabilmente ad uno
degli ambienti termali di una villa di età imperiale. Il complesso comprendeva
diciannove oggetti, diciassette gioielli in Oro (cat. IV.l.b.3-5; 2.IV.4.a.2), un
recipiente di forma chiusa in argent0 ed un'ansa in bronzo. La datazione del
ripostiglio viene fissata attomo al 420 in concornitanza con l'invasione vanda-
la dell' Africa lu.

1.111.4. Deposizione: prima metà del V sec., forse intomo al 439.

A Cartagine, sulla collina di Byrsa, ne1 secolo scorso venne rinvenuto un


tesoro di gioielli e vasellame d'argent0 (fig. 11). Il materiale viene messo in
relazione con la farniglia pagana dei Cresconi, documentata in Afnca setten-
trionale tra IV e V secolo 14' e ricordata da un'iscrizione su uno dei piatti.
La circostanza dell'abbandono degli oggetti viene collegata a disordini reli-
giosi della fine del IV secolo, oppure all'invasione dei Vandali della prima
metà del secolo seguente. A questo proposito si deve ncordare che dopo la
presa di Cartagine del 439, nei confronti dei proprietari contran alla cessione
di un terzo dei propri possedimenti fu previsto l'esilio, con un ulteriore smem-
brament0 dell'aristocrazia dirigente locale.
Da1 1897 gli oggetti, comprendenti argenterie e sette gioielli (v. cat.
2.11.4.c.6; 2.111.1 .c.21; 2.111.2.a.9; 2.VII. l .b.8), sono conservati al British
Museum IA6.

1.111.5. Deposizione: prima metà del V sec.


IJ3 Duval 1973; Pirzio Biroli
Stefanelli 1992,256.
14J Heurgon 1958; Cagiano
Il territorio pavese ha restituito diversi ripostigli di gioielli e monete tar-
de Azevedo 1967, 1112; Roma- doantichi. Pur trattandosi di oggetti stilisticamente e tecnicamente omogenei e
nelli 1970, 348.
'45 PLRE II, 1980,329.
quindi attribuibili con certezza a botteghe locali nord-italiche, per alcune tipo-
1.46 Dalton 1901. 79-81: RO- logie si manifesta con evidenza l'adesione a forme di diffusione mediterranea-
manelli 19709 348; Tait1986, onentale, perrnettendo di verificare la portata dell'influenza bizantina anche in
98; Pirzio Biroli Stefanelli 1992,
274-275. ambiti non direttamente soggetti da un punto di vista politico.
14' Patroni 19 1; Degrassi Ne1 19 11 presso la Certosa vennero alla luce tre anelli, torques e monete di
1941, 307; Peroni 1967, 106-
110. Onorio IJ7:tra i gioielli era un anello con monogramma a scatola su1 castone
la Patroni 191 1. (cat. 2.VII.2.b.28) laX.
L'arcl~eologicidei teso~-i

1 10. Parigi, Museo del Louvre: medaglione (cat. 111.6.c.3).

1 11. Tesoro di Cartagine (1.111.4).


12. Tesoro di Reggio Ernilia (1.111.9): monete. 13. Tesoro di Caesarea Maritirna (1.111.12).

14. Tesoro di Mitilene (1.111.13). 15. Tesoro di Mersin (1.111.16).

36
1.111.12. Deposizione: primi decenni del VI1 sec.

Un tesoro venne rinvenuto ne1 1962 dalla Missione Archeologica delllUni-


versità di Milano in una delle tom della fortezza che circonda il teatro di Cae-
sarea Maritima (Israele) (fig. 13). Dell'insieme facevano parte gioielli (una
collana, una coppia di orecchini, due anelli aurei rastremati, quattro pendenti:
cat. 2.11.4.f.4; 2.111.1 .c.16; 2.III.6.b.2-3), due crocette in osso rivestito di lami-
na aurea e un reliquiario, oggi conservati al Museo Archeologico di Milano.
Insieme a questi manufatti vennero individuati alcuni resti ossei, che furono
interpretati come residuo di una sepoltura di cui forse avrebbe fatto parte
anche il tesoro.
Sulla base dell'attribuzione cronologica avanzata per la fortezza di Caesa-
rea, tra V e VI sec., e considerando le vicende storiche che interessarono la
città dopo tale periodo, il seppellimento dei manufatti preziosi viene datato tra
la fine del VI e gli inizi del VI1 secolo Is9; è probabile comunque che la deposi-
7
zione possa risalire a11 invasione araba in Palestina.

1.111.13. Deposizione: prima metà del VI1 sec.

Ne1 1951 venne nnvenuto un tesoro a circa otto chilometri a sud di Mitilene
(Lesbo), durante i lavori di costruzione dell'areoporto della città (fig. 14).
Comprendeva venticinque gioielli (anelli, orecchini, bracciali, cinture, collane,
pendenti, fibbie: cat. 2.11.5.a.4; 2.111.1.b. 10; 2.111.1 .c.20; 2.III.6.a.3; 2.III.9.b.2-
3; 2.VI.l.a.8-13; 2.VI.l.b.2; 2.VII.l.b.3-4 e 6-7; 2.VIII.l.l-2; 2.VIII.4.d.l-2),
suppellettile liturgica in argent0 e monete. Il materiale numismatico, quattro
solidi aurei di Foca (602-610) e ventotto di Eraclio (613-629/630), permettono
di datare il tesoro nella prima metà del VI1 secolo lm. A. Lipinsky nota nei
gioielli caratteristiche stilistiche e tecniche che potrebbero rivelarne l'esecu-
zione da parte di una bottega locale l 6 I .

1.111.14. Deposizione: prima metà del VLI sec.


159Frova 1965;Id. 1979;Ma-
nière Lévêque 1997,88-89 (fine
VI-VI1 sec.). Un tesoro forse rinvenuto a Latakia (Siria) e cornposto da tre gioielli (ad
I6OBabritsas 1954;Manière esempio cat. 2.VI.3.a.l). viene attribuito da M.C. Ross alla seconda metà del
lgg7:fine sec VI sec010 lu. La datazione proposta, che si basa sulla presenza di medaglioni di
Per la suppellettile argentea v.
Cruikshank ~ o d 196 d 1, 125, Maurizio Tiberio (582-602) inclusi nei gioielli, viene confermata dall'analisi
142,145-149,158-162. stilistica dei manufatti, e in particolare da1 confronto con la Croce reliquiaria di
Lipinsky 1975,255.
ROSS 1965.4-5.n. 2. Giustino II (565-578) 16'.
lm ibid.; per la crice di Giu-
stino II, v. Farioli Carnpanati
1982,409,n. 204. 1.111.15. Deposizione: intomo alla metà del VI1 sec.
tavv. XII-XiV: l'attribuzione al: Non si conosce l'esatta provenienza di un altro gruppo di oggetti ritenuti
la Siria nsaie all'epoca di acqui-
sizione dei pezzi da parte costantinopolitani O più probabilmente siriani conservati a Washington lM.Si
Dumbarton Oaks Collection: tratta di un tesoro di otto gioielli comprendente (due collane, due croci pettora-
ibid.9 l. V . mcheManière li, due anelli, un orecchino, una fibbia (ad esempio cat. 2.11.6.a.9; 2.III.l.a.6;
Lévêque 1997,96-97 (fine VI-
VI1 sec.). 2.III.l.b.9; 2.III.lO.a.3-4; 2.VII.2.b.3) e due monete: queste ultime sono solidi
L'orefceria bizantina

aurei di Eraclio (610-641) della zecca di Costantinopoli, che consentono di


datare il ntrovamento entro la prima metà del VI1 secolo Ih5.

1.111.16. Deposizione: intomo alla metà del VI1 sec.

A Mersin, presso Tarso in Cilicia (Turchia), venne ritrovato ne1 secolo scor-
so un tesoro con gioielli e monete, databili tra il 630 e il 640 (fig. 15)Ih6.Tali
oggetti vennero donati ne1 1889 ad Alessandro III di Russia, divenendo cos?
parte della collezione dell'Hermitage 16'.
1 gioielli erano in tutto ventuno: un paio di orecchini (cat. II.7.b.41), tre col-
lane (2.111.1.a. 1; 2.111.1 .b.5; 2.111.2.a.1), un pendente cruciforme (cat.
III. 1O.b.1), quattro bracciali (cat. 2.VI. 1.a.2-5), anelli digitali (cat. 2.VII. 1.b. 1;
2.VII. 1.e. 1-2) ed elementi di cintura (cat. 2.VIII.2.a. 1); la composizione del
tesoro consente di ipotizzarne una originaria appartenenza a tre distinti pro-
prietari, che A. Grabar propone di identificare in una coppia di adulti e in un
bambino, forse un nucleo familiare Ibs.

1.111.17. Deposizione: intomo al 653-654

Da Lambousa (Cipro), l'antica Lapethos distrutta dagli arabi ne1 653-654, a


sud di Kyreizia, provengono due tesori. Il primo, scoperto ne1 1883, includeva
oggetti (v. cat. 2.11.4.f.2-3; 2.III. 1.a.3; 2.111.1 .c.13, 2.VI. 1.a.6-7) databili entro
la metà del VII secolo, epoca a cui si attribuisce una coppa con la raffigurazio-
ne di S. Sergio, assegnata sulla base dei marchi di fabbrica al 641-651 169. Si ri-
tiene che questo tesoro appartenesse ad una chiesa I7O.

l.III.18. Deposizione: intomo al 653-654

l65 Ibid. Il secondo tesoro di Lambousa fu scoperto ne1 1902 sull'acropoli della città
Ib6 Kondakou 1896; Denni- e comprendeva undici piatti in argent0 con decorazione niellata, sedici meda-
son 1918; Grabar 1951; Banck
1966. glioni aurei di Maurizio Tiberio, Giustino e Giustiniano, Tiberio, oltre a colla-
167 Grabat 1951, 27; v. anche ne, croci, bracciali ed orecchini (cat. 2.11.4.e.8-9; 2.11.9.1; 2.III.l.a.2;
Manière Lévêque 1997.94-96.
Ibid. 2.III.l.b.6; 2.III.l.b.8; 2.III.l.c.15; 2.III.2.a.2-3; 2.111.6.a.l; 2.III.12.b.2;
169Dalton 1901, 86-90; sulla 2.IIi.13.b.l; 2.VI.3.d.l-2). Gli oggetti vennero rinvenuti in due luoghi diversi,
datazione del contesto v. Maniè- parte in un recipiente al di sotto di un piano pavimentale, e parte in una nic-
re Lévêque 1997, 92 (fine VI-
VI1 sec. chia. L'insieme venne portato a Parigi, in seguito acquistato da J. Pierpont
I7O Kent 1977. V. anche Morgan 17' ed è conservato da1 1917 al Metropolitan Museum di New York. Un
Cruikshank Dodd 1961, 113, nucleo di oggetti venne sequestrato dalla polizia a Karavas, vicino a Lambou-
220.
17' Dalton 1901, fig. 317; sa: si trattava di cinque piatti d'argento, orecchini, collane e altri oggetti di
Sambon 1906. omamentazione, oggi conservati al museo di Nicosia 17'. Tutte le argenterie si
17? Stilianou 1969; Pierides
1971,7. datano entro il 653/654, epoca di distruzione di Lambousa, e più probabilmen-
173 Cruikshank Dodd 1961, te nei decenni tra il 613 e il 629-630, indicazione fomita dai bolli impressi i73.
178-194; Kent 1977; v. anche Esistono divergenze nell'attribuzione dei manufatti a botteghe locali 17J oppure
Age of Spiritunlity 1979.7 1-72.
17-'Stilianou 1969.
costantinopolitanei7'; mentre per quanto riguarda la committenza degli oggetti,
I7%ent 1977. si fa genericamente riferimento a privati di elevato livello sociale.
L'archeologia dei tesori

1.111.19. Deposizione: seconda metà O terzo quarto del VI1 sec.

Indagini condotte ne1 1960 a Palmira (Siria) dalla Missione Archeologica


Polacca hanno portato alla luce un tesoro di sei gioielli (fig. 16) e ventisette
monete, rinvenute nell'area del Tetrapilo all'intemo di un vaso invetriato di
forma chiusa attribuito al VI1 secolo. Il materiale nurnismatico si data tra Foca
(602-610) e Costante II (642-668). Le oreficerie comprendono tre orecchini
(cat. 2.11.1 .a.2, 2.11.4.e. IO), una croce pettorale (cat. 2.111.10.c.2), un anello
(cat. 2.VII.l.a. 10) e un elemento forse da cintura di dubbia interpretazione 17h.
Il seppellimento pu6 essere collegato ad un evento posteriore alla conquista
araba della Sina e della Palestina (ne1 635 di Damasco, ne1 638 di Gerusalem-
me), forse ad un'occasione connessa con le guerre intestine del primo califfato.
La mancanza di monetazione araba potrebbe confermare una datazione al
secondo quarto del VI1 secolo.

1.111.20. Deposizione: ViI sec.

Un tesoro compost0 da sei gioielli viene attribuito alla capitale d'oriente:


l'insieme comprende un paio di orecchini (cat. 2.II.l.d.l), una collana (cat.
2.III.l.c.12), una croce pettorale (cat. 2.III.lO.a.l), un bracciale (cat.
2.VI. 1.b.1), un anello nuziale (cat. 2.VII. 1.a. 1) e una fibbia. Gli esemplixi sono
conservati presso la Dumbarton Oaks Collection di Washington e vengono
considerati costantinopolitani, anche se nella pubblicazione di M.C. Ross non
appaiono del tutto chiari i termini dell'attribuzione, trattandosi di materiale
acquistato 177. La proposta di datazione, avanzata da110 stesso Ross, al VI1 seco-
10 si basa su confronti stilistici con gioielli rinvenuti insieme a materiale nurni-
smatico, in particolare dei tesori di Mersin e di Mitilene 178. Sembrerebbe trat-
tarsi di una parure femminile completa; la somiglianza morfologica tra brac-
ciali e orecchini accentua l'impressione che possa trattarsi di un unico conte-
sto. La tipologia del fermaglio di collana e I'anello nuziale tendon0 a confer-
mare una datazione al VI1 secolo.

1.11121. Deposizione: seconda metà del VI1 sec.


17h Michalowsky 1962, 223-
226, nn. 138-141; v. anche Ma-
nière Lévêque 1997, 94-96. Il tesoro di Pantalica (Sicilia) venne rinvenuto ne1 1903 durante lavori in un
177 ROSS 1965,7-8, n. 4, tavv. terreno di proprietà di G. Francica Nava, in una cavità della roccia ne1 cortile
V1ll-lX; ". anche Manière dell'anaktoron della città, sopra un recipiente di bronzo che conteneva centi-
Lévêque 1997,97.
I7Vbid.
....
-
naia di monete (fig. 1) 179. Il materiale numismatico si riferiva all'epoca degli
17' Orsi 1904, 367-369: Dal- imperatori Costante II, Costantino IV, Eraclio e Tiberio (641-668) e venne per
ton 191 1, 542-543; Brehier 1, maggior parte ifuso 180.
1936; Orsi 1942, 134-141; Pace
1949, 437-438: Agnel10 1962. Come riporta 10 stesso Orsi «...sort0 conflitto fra il garzone scopritore e i
277;Fa11ic0 i975; gabellotti del fondo, il tesoro and6 frazionato e dispeiso, anzi taiuni degli
1975, 84.
'"Orsi 1942, 135-136. oggetti spezzati per dividerlb 18'. Una parte dei materiali venne quindi acqui-
lx' Ibid. stata dall'orefice G. Serges di Sortino che li vendette negli Stati Uniti dopo
L'oreficeria bizantina

aver permesso a P. Orsi, allora direttore del Museo Archeologico di Siracusa,


di farne eseguire una parziale documentazione grafica e fotografica. Oltre agli
oggetti visti dall'orsi facevano parte del ritrovamento anche una collana di
oltre due metri di lunghezza, con pietre e perle, un «centurino» decorato al
centro da una pietra lavorata della grandezza di una mandorla Ix2 ed un anello a
Verga ottagonale con Cristo tra due santi e un'invocazione di protezione per il
propnetano, forse una donnaIR3.
Gli oggetti superstiti sono oggi conservati in collezioni statunitensi (v. cat.
2.III. 1.c.27, probabilmente identificabile con 2.111.1.c.26, e 2.VI.2.1); un solo
frammento di collana appartiene al Museo Archeologico di Siracusa (cat.
2.III.l.c.25). Gli altri gioielli sono dispersi (cat. 2.11.6.e.l; 2.III.l.c.22-24;
2.111.2.b.4; 2.111.6.b.4; 2.VI.l.a.15; 2.VII.l.c.l; 2.VII.2.c.2; 2.VII.4.b.12).
Da Pantalica sappiamo provenire anche un altro tesoro, del quale ebbe notizia
P. Orsi durante le vicende giudiziarie legate alla dispersione dei gioielli citati IxJ.

1.111.22. Deposizione: seconda metà del VI1 sec.

Un tesoro contemporaneo al precedente e anch'esso probabilmente rinve-


nuto in Sicilia appartiene oggi alla Dumbarton Oaks Collection lx'; esso com-
prende almeno nove pezzi, un pendente (cat. 2.111.6.b.5), due fibbie (cat.
2.VIII.4.c.9; 2.VIII.4.d.3), un frammento di bracciale, due segmenti di catena e
quattro anelli digitali. 1gioielli vengono accostati da un punto di vista stilistico
ad esemplan dei tesori di Pantalica e di Mersin, con una datazione nella secon-
da metà del VI1 secolo Ix6. Non si pub escludere che possa trattarsi del materia-
le cui accenna Orsi, a proposito di un secondo tesoro di Pantalica disperso
pnma del 1903 IY7.

1.111.23. Deposizione: seconda metà del VI1 sec.


Is2 Ibid.
la' L'iscrizione riportata in
Orsi 1904, potrebbe infatti esse-
A Siracusa (Sicilia) durante i lavori per la costruzione delle ferrovia Siracu-
re integrata corne nel cas0 de] sa-latania, nella località detta «I Gelsi», venne rinvenuto ne1 1872 un tesoro,
pendente III.6.a.6: ( < K ( v P ~ ) & del quale non si conosce l'entità precisa jus. L'area di scavo venne identificata
poqb(ei) 7q cpopo(vq)», anzi-
~ ~ ) ~ in via ipotetica con i resti dei «Bagni di Dafnè», luogo dell'uccisione dell'im-
con ( < K ( ~poqb(El)
T~(h~o)cpopo». peratore Costante II, in Sicilia tra il 663 e il 668: tuttavia i dati emersi non
la' Orsi l4 sembrano documentare livelli d'uso posteriori al IV secolo lX9.
nportato in Fallico 1975, 330.
ROSS 1965. 8-10. n. 5. tav. Gli unici oggetti sopravvissuti alla dispersione sono alcuni solidi aurei di
XI; v. anche ~ a n i è r e ' ~ é v ê q u e Costante II e un anello nuziale (cat. 2.VII.4.b.10), acquistato per il museo di
1997,96.
Ia6 Ibid.
Palermo da A. Salinas, che ne curb la pubblicazione '"0.
Is7 V. nota 184.

I Y 8 Salinas 1873; Dalton


1911,543; Cultrera 1954. 1.111.24. Deposizione: inizi dell'VIII sec.
I x 9 Cultrera 1954; Wilson
1990,125.
I w Salinas 1878; v. anche Pri- Un tesoro rinvenuto agli inizi di questo sec010 a nord di Assiut, nelle rovine
vitera 18797479; Cecchelli di un chiostro, O a Shekh Abada (Antinoe, Egitto) cornprendeva almeno trenta-
1947; Guillou 1975, 84; Farioli
Carnpanati 1982,413, n. 222. sei gioielli, oggi divisi tra i musei di Berlino (cat. 2.111.1 .c.34; 2.111.1 .d.4;
L'archeologia dei tesori

2.111.3.2; 2.111.4.1; 2.III.lO.a.5; 2.VI.l.c.5-6; 2.VI.3.b.3, 2.VI.3.d.3-4), Londra


(cat. 2.II.5.c.8; 2.III.l.a.7; 2.111.2.b.2) e New York (cat. 2.II.4.e.11, 2.III.l.d.5;
2.111.3.3; 2.VI.3.d.3-4). Non è del tutto certa l'entità del rinvenimento, che
venne acquistato ne1 1909 da un antiquario del Cairo e successivamente ven-
dut0 a piccoli nuclei, insieme ad altri manufatti che provenivano invece da
Alessandria. A W. Dennison si deve il tentativo di ricostruire l'insieme del
contesto, attraverso I'esame della documentazione nota e mediante alcune
osservazioni di carattere tecnico, ipotizzando anche l'area di produzione degli
oggetti 19'.
Il riferimento cronologico più recente è costituito da monete di Giustiniano
(527-565), Giustino II (565-578), Tiberio II (698-705) e Maurizio impiegate in
una delle collane (cat. 111.3.2): i gioielli vengono datati da1 Dennison tra il III e
il VI1 sec010. ' 9 1

1.111.25. Deposizione: seconda metà dell'VII1 sec.

A Campobello di Mazara del Val10 (TP, Sicilia) un tesoro costituito da tre


collane (v. cat.2.III.l.b.12 e 2.III.2.a.6) e da monete venne rinvenuto ne1 1878,
in località Chiusa del Pellegrino, durante i lavori della ferrovia lu.'. Il termine
cronologico inferiore è indicato da tre aurei di Onorio e di Teodosio II (408-
450) utilizzati in una collana come elementi ornamentali ne1 castone centrale e
nei fermagli. Le monete più tarde sono invece di Leone III (717-741) e
Costantino V (741-775), che hanno fatto ipotizzare un collegamento tra il sep-
pellimento del tesoro e le incursioni musulmane Iq4.

Se l'attenzione degli studi è sempre stata attirata dai tesori, solo negli ultimi
decenni i risultati degli scavi stratigrafici delle necropoli offrono una base
documentaria affidabile sulla quale cercare di ricostruire collegamenti tipologi-
ci e cronologici.
Le cronache dei secoli scorsi riportano soprattutto notizie di indagini di sin-
gole tombe che causarono non solo la dispersione degli oggetti e dell'immagi-
1 9 ' Dennison 1918, 101; v.
ne del contesto, ma addirittura la distruzione materiale dei manufatti, nono-
anche Kent 1977,99, n. 16; Tait stante la loro evidente rilevanza da un punto di vista storico.
1986,99, fig. 22.
192 Dennison 1918, 101 : al III
Uno dei casi più clamorosi è quel10 ricordato da Nicolb della Tuccia di
sec. apparterrebbe ad esempio la Viterbo, che ne1 1458 descrive il rinvenimento nella cappella di S. Petronilla,
collana n. 8, contenente un au- adiacente a S. Pietro a Roma, di una tomba in marmo contenente un sarcofago
reus di Alessandro Severo (225-
235); v. anche Berlin 1988,359- e una cassa in legno di cipresso ricoperta d'argento. Al suo interno erano state
361. rinvenute ossa avvolte in un drappo aureo, che vennero attribuite all'imperato-
'93 Fiorelli1878: Dalton 19 11,
543; Guillou 1975, 85. re Costantino e ad uno dei suoi figli. Papa Callisto III prese possesso del ritro-
In Pace 1947 si mette in vamento, che comprendeva una lamina aurea cruciforme a bracci uguali, e
, rapport0 il rinvenimento con Io invib le parti in Oro e argent0 alla zecca vaticana per la fusione 195.Mezzo seco-
sbarco a Mazara de11'827.
1 9 De~ Rossi 1863; Lanciani 10 dopo è attestata un'altra esplorazione delle tombe della cappella: tra i gioiel-
1895; Battaglia 193 1; Monte- li rinvenuti sono attestate una collana d'oro con croce pendente e una croce
squiou 1937, 202; Age of Spiri- d'oro con smeraldi, di cui si ignora la sorte. Infine, ne1 1544, è documentata la
6
:
tuality 1979, 306, n. 279 (398-
407); Deichmann 1993.3 12. scoperta di un corredo comprendente balsamari di agata, gioielli e altri oggetti
preziosi, tra i quali una lucema d'oro e cristal10 e una teca a due valve a forma
di noce. Anche in questo caso i resti ossei erano avvolti in un drappo aureo, a
sua volta contenuto in una cassa di granit0 rosso, ad imitazione probabilmente
del porfido impenale. 1gioielli comprendevano anelli, orecchini, fibule, botto-
ni e aghi crinali in Oro, decorati con smeraldi, perle e zaffiri; solo un ago crina-
le e una fibbia erano eseguiti in argento. Di tutti questi manufatti, che vennero
attribuiti ad epoche differenti, si conserva solo un pendente (cat. III.6.d.l) che
reca iscritti i nomi dei membri della famiglia imperiale del ramo di Onorio,
secondogenito di Teodosio: si ritiene che tale gioiello, oggi al Louvre, apparte-
nesse a Maria, figlia di Serena e moglie dell'imperatore Onorio.
Fortunatamente una maggiore consapevolezza dell'importanza del contesto
di provenienza dei manufatti da un punto di vista della ricostruzione storica
arricchisce oggi la bibliografia di una notevole quantità di dati. Anche questa
documentazione, tuttavia, risente spesso delle passate carenze metodologiche e
presenta ampie lacune, soprattutto per aree di particolare interesse come
Costantinopoli e la Siria, cui vengono tradizionalmente attribuiti i modelli di
nferimento delle produzioni «provinciali», senza che possa verificarsi un con-
creto riscontro con manufatti di sicura provenienza locale e databili sulla base
di rapporti stratigrafici.
In questa sede non è ovviamente possibile fare nferimenti specifici agli
scavi condotti negli ultimi decenni nelle necropoli dell'oriente che abbiano
restituito gioielli. Da un punto di vista generale appare di particolare interesse
il problema del reale impatto di leggi suntuarie sulle consuetudini funerarie
locali, considerando soprattutto la varietà delle situazioni documentabili
archeologicamente e le apparenti deroghe frequenti alla normativa: a questo
proposito appare significativa, ad esempio, la polemica di S. Filippo di Agira
contro i suoi concittadini che «facultates suas in sepulchris condebant» ' y h .
Ancora agli inizi del VI secolo, comunque, Teoderico fa adottare ai Goti il
costume «romano» di seppellire senza corredo, episodio che sembra segnalare
una volontà di adeguamento, anche in questo campo, alle consuetudini e ai
modelli di nferimento diffusi nell'Impero 19'.
In complesso, comunque, l'assenza di oggetti nelle sepolture tardoantiche,
la difficoltà a ricostmire la cronologia e la capillarità di divulgazione del feno-
meno risultano i pregiudiziali per la conoscenza dei gioielli, negando alla
ricerca la possibilità di riscontn e confronti cultuali e culturali.
Come i teson, anche le necropoli «barbariche» possono favorire una verifi-
ca indiretta delle produzioni di ambito orientale, attraverso un'analisi del rag-
gio di diffusione in ambiti etnicamente e culturalmente diversi dei prodotti e
dei modelli bizantini.
Spesso, infatti, si verificano contaminazioni del costume tradizionale loca-
le, favorite da1 facile commercio dei prodotti e probabilmente, in qualche caso,
l"Allalectcl Bo[lnndinnn, ~ ~ b anche
- dalla circolazione degli artigiani: per l'esecuzione di alcune tipologie di
braio, 1, 684. gioielli, infatti, gli orafi bizantini potevano utilizzare strumenti facilmente tra-
1y7Gofi1994, 173.
r9Tagianode Azevedo 1967,
sportabili; inoltre, corn? già accennato, diversamente dagli altri artifices dopo
1125. il IV sec010 essi non erano vincolati giuridicamente al luogo di origine
L'archeologia dei tesori

Ancora maggiori possibilità di movimento potrebbero aver riguardato gli


orafi longobardi, la cui attività pare fosse strettamente collegata con la vita
militare; gli strumenti di un artigiano attivo attorno al 600 sono stati rinvenuti,
ad esempio, a Cividale del Friuli e anche la tomba di un orefice longobardo,
trovata a Milano, conteneva il necessario per gioielli a cera perdutaZm.
La circolazione dei manufatti e delle maestranze pone tuttavia notevoli pro-
blemi di attribuzione, suscitando una notevole varietà di ipotesi per spiegare la
scarsa uniformità degli oggetti di alcune necropoli rinvenute in Italia, O per
tentare una definizione «etnica» di singoli oggetti O corredi.
Il superamento di preconcetti nella valutazione dei fenomeni stilistici e
tipologici porta oggi la ricerca ad analizzare la produzione orafa secondo para-
metri diversi, con gli strumenti già efficacemente adottati per le altre classi di
materiali. Ancora arretrato da un punto di vista dell'elaborazione tipologica
delle produzioni, 10 studio dei gioielli ha perb approfondit0 gli aspetti legati
alle tecniche della metallurgia, esigenza avvertita anche per distinguere i
numerosi falsi immessi su1 mercato antiquario.
Sono ancora pochi gli impianti produttivi noti, di particolare importanza per
la determinazione dei luoghi di produzione e, sulla base degli stampi, delle
diverse tipologie di manufatti "". Recentemente il ritrovamento a Roma di
oggetti per la fabbricazione di gioielli nell'area della Crypta Balbi2"' ha per-
messo un collegamento tra alcune forme di oggetti, tra cui fibbie, fibule e croci
pettorali e botteghe sicuramente ubicabili, fornendo la base di partenza per
considerazioni più dettagliate circa la produzione e la circolazione dei modelli.
Diverse matrici per gioielli tardoantichi sono conservate anche in musei e
collezioni, come la Benaki (fig. 17) e la Kanellopoulos ad Atene, ma si tratta
'" Brozzi 1972; Petrassi 1985. di oggetti decontestualizzati che, come tali, non ci consentono alcun collega-
?"Lipinsky 1975b. 153. mento tra oggetto e luogo di produzione. Anche questo materiale pu6 comun-
20' Sodini 1993. que fornire elementi alla ncerca, consentendo ad esempio la connessione cro-
x2Sagul 1993,415-416.
nologica ira tipologie di manufatti presenti all'intemo della medesima matrice.
'O3 M.C. Ross. ad esempio, in
Age of Spirituality 1979, 298 In altri casi le indicazioni, anche ipotetiche, di provenienza degli stampi
mette in dubbio l'esistenza di contribuiscono a dare verosimiglianza a ipotesi interpretative circa la presenza
una produzione egiziana sulla
base di un passo di Procopio di laboratori in regioni dalle quali provengono realmente gioielli. Una matrice
( P r o k . Anecdoia, ed. H . B . per anelli del museo di Ginevra (fig. 18), ritenuta di provenienza egiziana e
Dewing, London 1960, XXVI,
33-39), secondo il quale i negozi datata al VI1 sec010 ma più probabilmente assegnabile ad età imperiale, po-
di Alessandria, ai tempi del10 trebbe ad esempio fornire ulteriori indicazioni circa le produzioni egiziane
scnttore, erano chiusi. Sulla do-
cumentazione papiracea v. Rus- sicuramente protrattesi fino ad epoca tardoantica, penodo per il quale sussiste
so 1999. una notevole discordanza di opinioni circa l'esistenza di ateliers 10cali'~~.
17. Atene, Museo Benaki: matrice per croci pettorali e per orecchini
a corpo semilunato, fine VI-VI1 sec. (inv. 10918).

16. Tesoro di Palmira (1.111.19).

18a-c. Ginevra, Musée d'art et histoire: matrice per anelli (inv. AD 7379).

19a. Londra, British Museum: stele palmirena. 19b. Copenhagen,NyCarlsbergGliptotek:stele palmirena (particolare).

- - - - - - - -
- - - - - - - - -
Ne1 IV secolo l'affermarsi del Cristianesimo determina la diffusione pro-
gressiva di nuovi modelli anche nella produzione dei gioielli; in particolare ini-
zia la manifattura di oggetti in materiale prezioso che rispondono ad istanze di
carattere religioso, sia per un uso personale, come ad esempio quelli legati al
fenomeno dei pellegrinaggi, sia per specifiche esigenze cultuali, corne il vasel-
lame d'argent0 di uso liturgico, e, più avanti ne1 tempo, stauroteche, lipsanote-
che e coperture di evangelari con ricche decorazioni di gemme e smaltiI0-'.
Ne1 cas0 dei gioielli, il mutamento del repertorio iconografico non si
accompagna ad alcun immediato cambiamento sostanziale da un punto di vista
tecnico O tipologico, essendovi continuità di tradizione artigianale e, certarnen-
te, anche di laboratori. La generalità del fenomeno, comunque, non impedisce
che vi siano eccezioni dovute a trasformazioni del costume sociale, corne ne1
cas0 delle corone, che progressivamente scompaiono dall'uso rituale e pubbli-
CO,rimanendo appannaggio dell'imperatore oppure essendo relegate all'ambi-
to funerario2"j.
In complesso il passaggio da1 III al IV secolo non determina, quindi, alcuna
deviazione forzata dalle tendenze naturali dell'oreficeria di età imperiale, men-
tre mutamenti più decisi cominciano ad avvertirsi solo a partire da1 secolo suc-
cessivo e soprattutto ne1 VI e ne1 VII: in questo periodo, infatti, la protratta
influenza dei prodotti orientali e la supremazia riconosciuta a questi manufatti
anche per il loro significato sociale in ambito bizantino ha ormai determinato
la formazione di uno stile con caratteristiche specifiche, mentre in Occidente il
sostrato artigianale romano si è andato anicchendo anche grazie ai contatti con
l'oreficeria delle popolazioni immigrate.
La documentazione iconografica offerta dalle stele palmirene (fig. 19)
offre, per i prirni tre secoli, un quadro esauriente della opulenza e della varietà
dei gioielli utilizzati in Siria, e soprattutto degli omamenti per il capo, degli
orecchini, delle collane e dei bracciali; è celebre, a questo proposito, la descri-
zione della regina della città, Zenobia, portata prigioniera a Roma da Aurelia-
no e fatta sfilare ne1 273 carica di gioielli d'oro e di pietre preziose206.
Anche la docurnentazione epigrafica testimonia a Palmira la presenza di
botteghe orafe ne1 II e ne1 III secolo, epoca alla quale risalgono un'iscrizione
t a ~ i f f a r i a 'ed
~ ~una dedica al principe Odenath da parte degli orafi della città208.
1 dati archeologici non contribuiscono in maniera altrettanto evidente
all'immagine di opulenza dell'oreficeria siriana; questa impressione, tuttavia,
più che con dati reali si spiega da un lato con la scarsità delle edizioni di mate-
riali, dall'altro con il fatto che molti gioielli di provenienza siriana, venduti su1
'OJ Numerosi esempi sono mercato antiquario, non conservano più le indicazioni del luogo di rinvenimen-
raccolti e discussi in Farioli
Campanati 1982. to. Al10 stesso modo restano pertanto sconosciute anche altre realtà artigianali
'O5 V. cap. 2.1. probabilmente assai rilevanti, come quelle certamente esistenti ad Antiochia e
?'" Trebonianus XXX, 24-25;
Pirzio Biroli Stefanelli 1992,
in altri centri fiorenti in epoca imperiale.
83-87; Guaitoli 1997, 43, nota È comunque possibile tentare, in qualche caso, una ricostruzione dell'area
28. di provenienza sulla base di-strette analogie formali. Un orecchino a cerchio,
?O7 Pirzio Biroli Stefanelli
1992, 83-87. decorato con fili perlinati e un granato, appartenente alla collezione Benaki di
'OX Ibid. Atene rivela, ad esempio, corrispondenze cos: strette con esemplan del museo
di Damasco e con una coppia di gioielli rinvenuta a Bosra, tanto da rendere
probabile una sua pertinenza ad una medesima bottega siriana del II O del III
secolo (fig. 20) ?O9.
Dalla stessa Bosra proviene un altro tipo di orecchino, particolarmente dif-
fus~ nello stesso arc0 di tempo, con castone centrale, comice in lamina trafora-
ta (opus interrasile), pendenti e a volte una breve catenella che serviva a fissa-
re più stabilmente il gioiello al lobo (fig. 21). Le botteghe che producevano
questa tipologia di gioiello, largamente attestata in tutti i paesi del Mediterra-
neo, non sono probabilmente localizzabili in un unico centro: l'uso della comi-
ce a traforo potrebbe tuttavia far pensare, almeno per la fase iniziale della pro-
duzione, proprio ad artigiani della Siria210.Ancora tra II e III secolo, orecchini
del tipo ora indicato e anelli d'oro presentano, a volte, l'aggiunta di un cam-
meo in sardonica che riproduce una testa stilizzata di Medusa. Gli esempi noti
provengono soprattutto dall'oriente, anche in questo cas0 principalmente da
Siria ed Egitto, da dove probabilmente venivano esportati "l. All'ambiente
siriano si deve anche la diffusione di gioielli di minore pregio, in vetro, soprat-
tutto bracciali e pendenti, la cui produzione continua con lievi variazioni tipo-
logiche fino all'età islamica2I2.Di importazione risultavano invece le materie
prime con le quali venivano confezionati i gioielli: l'oro dall'Arabia e dall'E-
gitto, le perle da1 Golfo Persico e molte delle pietre dall'1ndia2l3.
In stretto rapport0 con l'oreficeria sinana, anche Cipro continua ad avere in
età imperiale un notevole sviluppo artigianale, documentato dai numerosi
gioielli rinvenuti nell'isola, caratterizzati da una forte omogeneità e da un'im-
IW Baldini Lippolis 1989, 93-
94, nn. 19-20. pressionante continuità da un punto di vista tipologicoxJ.
!Io Ivi, 79-80 e 95-96, nn. 23- Tra le forme più diffuse di orecchini, ad esempio, è documentato un tipo a
24. lamina semilunata, talvolta ornato da castoni e pietre e, inferiormente, da un
Ivi, 84-85 e 114-1 15, n. 66.
?" Spaer 1988; Baldini Lip-
bordo perlinato, catenelle pendenti O pietre infilate in un fi10 aureo: tale forma,
~ o l i 1989,
s 81 e 83-84. la cui datazione oscilla tra l'età ellenistica e il II secolo d.C., si sviluppa duran-
3.' Pirzio Biroli Stefanelli te un lungo arco di tempo, passando dalla forma più semplice non figurataxs a
1992. 85.
Di Cesnola 1903; Kara- quella bizantina più elaborata, con pavoni e altri soggetti, fino all'epoca isla-
georghis 1962. mica2I6.
?15Laffineur1986, 19-28 e In Egitto è documentabile una intensa attività di intaglio delle pietre dure,
79-82.
x6Baldini 1991. che avevano probabilmente in Alessandria il proprio centro di produzione.
!17 Bonner 1950; Barb 1963. Specifici delle esportazioni egiziane sono soggetti sincretistici, greco-egizi,
Sulle produzioni alessandrine di accompagnati da iscrizioni di ispirazione ebraica, che risentono di un clima
stoffe e mobili in legno pregiato
e avorio v. Musso 1983, 115- religioso e sociale misto, tipico di una grande città cosmopolita 217.1 temi rap-
117. presentati e la disposizione delle lettere da sinistra verso destra, escludono un
? l a Mandrioli Bizzarri 1987,
129. uso di queste gemme per sigilli, evidenziandone piuttosto la funzione come
Esempi i n Manganaro amuleti ?IS. Lo stesso carattere apotropaico distingue anche manufatti egiziani
1963. posteriori, gioielli e lamine, la circolazione dei quali diede probabilmente
??O Ad esempio, Sub ascia
1987, 125; a questa attività si ac- impulso a produzioni locali di imitazione in zone di stretto contatto, come la
compagna quella locale dell'in- Sicilia ?19. La glittica egiziana giunge anche ad Aquileia, dove è documentata,
taglio delle pietre e dell'ambra
fino al III secolo, in concomitan- soprattutto ne1 II secolo, l'importazione di gemme gno~tiche??~.
za alla presenza di una commit- La disomogeneit? della documentazione archeologica non consente di veri-
tenza di alti funzionari imperia- ficare la reale entità delle produzioni egiziane di oreficerie in età imperiale: è
li: M.C. Calvi, in Aquileia 1980,
453-459. piuttosto la serie di ritratti funerari dell'area del Fayyum (figg. 22a e 23), a
La continuità della tradizione artigianale e la discontinuitcì dei modelli

testimoniare la varietà tipologica dei gioielli in uso tra I e IV secolo?21.Quelli


rappresentati non sembrano rivelare caratteri specifici, che li differenzino in
maniera sostanziale dagli altri rinvenuti in regioni differenti del Mediterraneo;
viene confermata piuttosto l'impressione generale di un'accentuazione pro-
gressiva delle dimensioni e dell'effetto di policromia dei gioielli, mediante un
crescente uso delle pietre e di parti decorative in lamina traforata.
La policromia dei gioielli egiziani dipende anche dalla relativa facilità di
reperimento delle pietre, soprattutto smeraldi e lapislazuli, e delle perle, di cui
Plinio ricorda la diffusione a Roma dopo la conquista di Alessandria ?'l: le
perle, in particolare, considerandone la difficile lavorazione, pare venissero
esportate in Occidente già forate 223.
Nel I11 secolo anche in Egitto si diffonde l'uso delle monete montate in
medaglioni con cornice ad opus interrasile, soprattutto per collane e penden-
ti ?l4.L'inserzione di materiale numismatico nei gioielli (figg. 24-25), docu-
mentata in tutto il mondo romano in virtù di una produzione di tipo policentri-
co 225, costituisce uno degli elementi più caratteristici dell'eredità orafa tardo-
imperiale, continuando ad essere diffusa anche in età bizantina. I1 fenomeno
sembra caratterizzarsi, in epoca severiana, soprattutto come forma di tesauriz-
zazione in un periodo di forte inflazione2'$ nel IV secolo diminuisce l'utilizzo
di monete fuori conio, mentre aumenta l'inserzione nei gioielli di materiale
numismatico raro o di recente coniazione, spesso con aggiunta di elementi
decorativi che semranono accentuarne il carattere celebrativo2".
In Italia è Roma a costituire probabilmente il principale centro di produzio-
ne e di esportazione di gioielli per tutta l'età imperiale. Mentre esiste una
discreta documentazione epigrafica sulla presenza di artigiani dell'oro 228, i dati
22J Parlasca 1966. Su questa
importante documentazione, in-
archeologici sono piuttosto scarsi: tra quelli meglio documentati si deve ricor-
tegrata con i testi papiracei, v. il dare una sepoltura della seconda metà del I1 secolo, che ha restituito il corredo
recente contributo di S. Russo funerario di una bambina, Crepereia Tryphaena, seppellita con una collana,
(Russo 1999).
222Plin.nat., ed. L. Ian, C. una fibula, orecchini e tre anelli digitali 229,secondo un uso attestato anche in
Mayloff, Stuttgart 1897, IX, 117 altri casi 230.
SS.
In età medio e tardo-imperiale Roma non dovette certo costituire l'unico
223 Lipinsky 1966a, 349-350.
224 V. ad esempio Dig. VII, 1,
centro importante di produzione di gioielli: se per altre città è verosimile ipo-
28: ~nornismataaurea ve1 ar- tizzare la presenza di orafi di alto livello, soprattutto in presenza di ceti cittadi-
gentea vetera, quibus pro gem-
mis uti solent~;Jewelry 1979, n. ni abbienti, pur tuttavia la mancanza di chiari elementi archeologici di riferi-
328; Metzger 1980b; Zadoks Jit- mento, insieme alla generale tendenza ad una koiné tipologica e alla circola-
la 1987; Pirzio Biroli Stefanelli
1992, 88-95; Guaitoli1997, 46- zione di esemplari e di artigiani, rende molto difficile una distinzione tra le
47. varie produzioni e una collocazione dei centri artigianali. Resta pertanto dub-
225 Vengono ipotizzati centri bia l'attribuzione di rinvenuimenti anche cospicui, come quello del Teatro
di produzione anche in Gallia e
nell'area danubiana: Pirzio Bi- Regio di Parma (fig. 25), attribuito alla seconda metà del LI1 secolo e partico-
roli Stefanelli 1992. 88-95. larmente rilevante per i rapporti di continuità tipologica con le produzioni atte-
220 Pirzio ~ i r o i Stefanelli
i
1992. 88-95.
state nei secoli successivi.
227 Ibid. Esaminando le tipologie in uso in età tardoromana, per quanto riguarda gli
228Lipinsky 1966a, 303; He- ornamenti per il capo, diademi e corone, questi sembrano rifarsi in modo
nig 1981.
esclusivo alle forme note ii7 epoca ellenistica, delle quali costituiscono uno svi-
Crepereia Tryphaena 1982.
Bordenache Battaglia 1983. luppo mediante forme progressivamente sempre più semplificate e stilizzate"'.
2" Higgins 1961, 176- 177. Gioielli femminili particolarmente elaborati, con pietre incastonate e pendenti
I l
20a. Bosra, Antiquarium: orecchini (s.n. inv.).

20b. Atene, Museo Benaki: orecchini (inv. 2658).

21. Bosra, Antiquarium: orecchini (inv. 642-


643). 22a. Detroit, The Detroit Institute of Arts: ritratto da Antinoupolis.

22b. Souweida, Museo:


mosaico da Philippopolis.
23. Treviri, Stadtliches Museum, Simeonstift:
ritratto femminile.

24. Baltimora, Walters Art Gallery: collana (inv. 57.1600). 25. Parma, Museo Nazionale: tesoro dal Teatro Regio.

49
L'orejiceria bizantino

sono documentati in area palmirena tra I1 e III secolo '32. In genere prevalgono
invece ornamenti meno appariscenti, come la reticella di filo aureo e gli aghi
crinali d'oro, d'argento o di avorio?33.
Gli orecchini presentano una maggiore varietà tipologica, con una partico-
lare diffusione degli esemplari a cerchio o a gancio con pendenti, e di quelli a
gancio con applicazioni in lamina aurea2j4.
Tra le collane prevalgono le catene a treccia o a maglia, sempre più spesso
con pietre e perle. Ricorrono frequentemente gli stessi tipi di fermaglio, da
quello più semplice a gancio o a doppia voluta'35, alle forme più elaborate a
disco lavorato a giorno oppure sbalzato '". Spesso alle collane sono sospesi
pendenti circolari in lamina, con l'immagine di divinità o con monete riutiliz-
zate; particolarmente diffuse sono anche le lunulae auree, descritte anche dalle
fonti l''.
L'uso tipicamente maschile di fibule a croce sembra svilupparsi soprattutto
a partire dal I1 e 111 secolo, per affermarsi definitivamente nel IV238.Nello stes-
so periodo viene invece abbandonata la forma «ad arco», che sopravvive anco-
ra per qualche tempo arricchita di nuovi elementi decorativi 239.
piizio Biroli Stefanelli
I bracciali assumono proporzioni sempre più pesanti, sostituendo progressi-
1992. vamente al tipo assai diffuso, serpentiforme, in oro, spesse verghe liscie o
2"Higgins 1961, tav. 54; ritorte, a volte ornate da medaglioni, oppure alte fasce completamente lavorate
Jewel~y1979, 108-109.
Baldini 1987 (con biblio-
a traforo 24n.
grafia precedente, in particolare Anche gli anelli hanno proporzioni massicce, che a volte non corrispondo-
Bohme 1978). no ad un reale peso del gioiello: come in alcuni bracciali e pendenti, infatti, la
23bJewelry1979, 110-117.
Tert. De cultu, ed. R.F. verga viene di frequente eseguita in lamina con un materiale interno di riempi-
Refulé, Tumhout 1954,II, 10.4; mento. I tipi più consueti presentano pietre incastonate, a volte non decorate, e
Cypr. De habitu XIII ss.; Isid. una verga a profilo angolare o esagonale con decorazione vegetale ai lati del
XIX.. 31.. 17.
?'* Boube 1960; Higgins castone 24'. Analogamente ad altre classi di gioielli, dal II-IIi secolo anche in
1961,185. questo caso vengono impiegate monete, a volte sostituite da imitazioni che ne
?I9G.M. Facchini, in Milano riproducono lo schema icon~grafico'~~. Infine tra gli anelli destinati ad una
capitale 1990, 359.
Higgins 1961, 181-182; funzione specifica sono facilmente riconoscibili quelli nuziali, generalmente in
Lepage 1971. oro, con la raffigurazione dei busti affrontati degli sposi o della dextrarum
?4' G.M. Facchini, in Milano
capitale 1990,355.
iunctio, accompagnata da invocazioni augurali la, tipologia che avrà anch'essa
xzIbid. seguito nei secoli successivi, sulla base però di nuovi canoni iconografici e
?J3Marhall191 1, XXI-XXII. simbolici.
2.
LA TIPOLOGIA
E I MOTIVI DECORATIVI
La tipologia e i motivi decorativi

26a. Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet des Mèdailles: 26b. Monaco, Staatliche Munzsammlung: emissione con Costantino in abiti
solido di Costantino. militari.

Esempi di corone imperiali tra il IV e il VI1 secolo:


1. Costantino;
2. 'Colosso di Barletta';
3. 'Teoderico';
4. Giustiniano;
5. Eraclio.
2.1.
CORONE, DIADEMI E AGHI CRINALI

Attributo peculiare dei membri della famiglia imperiale, la corona ci è nota


prevalentemente in modo indiretto, attraverso ritratti, mosaici, emissioni
monetali ed impressioni su argenterie, cui si aggiungono menzioni spesso inci-
dentali delle fonti letterarie. Sono invece molto rare le testimonianze archeolo-
giche dirette su questo tipo di ornamento, che riveste una notevole importanza
anche da un punto di vista simbolico, come espressione di un potere che, con
l'affermarsi del Cristianesimo, deriva all'imperatore direttamente da Dio.
La ricchezza della documentazione iconografica rende possibile un riscon-
tro delle fasi principali di sviluppo di questo gioielli, che dopo il 111 secolo
acquistano espressioni formali e significati diversi e peculiari rispetto alla tra-
dizione. I tipi di corona in uso in epoca tardoantica sembrano potersi ricondur-
re essenzialmente ad istanze di tipo celebrativo. Una tassa tributata all'impera-
tore fino alla tarda antichità, I'aurum coroizarium, consisteva, ad esempio, nel-
l'offerta di corone d'oro da parte delle città al momento dell'ascesa al trono,
per i quinquennali di regno e in occasione dei trionfi l . Sino all'epoca di Tertul-
liano in circostanze particolari, come durante la celebrazione di ludi, la corona
di foglie oppure la sua riproduzione in metallo contraddistingueva inoltre i per-
sonaggi di maggiore importanza: gli imperatori, il magistrato che patrocinava i
giochi, i sacerdoti e persino le statue degli dei e degli uomini illustri2.
I diversi tipi di corone corrispondevano quindi alle varie esigenze e manife-
stazioni della vita pubblica; in genere si trattava di riconoscimenti conferiti per
meriti particolari, come la coroiza muralis, merlata3, la cororza civica, di foglie
di quercia40la coroiza izavalis, detta anche rostrata perché riproduceva i rostri
delle navi 5 . Si tratta di oggetti che, in età imperiale, avevano ormai perso ogni

I l Jones 1974,642. legame tipologico con le corone di serti di epoca classica, per assumere forme
Tert. De spect. VIII, 3. specifiche identificabili con un significato celebrativo e commemorativo 6 .
' L'uso ancora nella seconda Anche gli imperatori raffigurati nelle emissioni del 111 secolo indossavano
metà del IV secolo é attestato in
Claud. Laus Serenae 183. prevalentemente la corona di foglie, in alternanza con quella radiata, introdotta
Ivi, 183-184; indossata da in epoca neroniana, che era costituita invece da una fascia in lamina legata
Galeno in un ritratto ad Atene:
Age of Spirituality 1979, 13-14, sulla nuca e da tipici elementi verticali di forma triangolare '.
n. 6. Agli inizi del III secolo comincia ad apparire anche un terzo tipo di corona
Claud., Laus Serenae, 184.
In generale v. M. Pallottino, imperiale, che si ricollega invece in maniera specifica all'iconografia dei
in EAA, s.v. «Corona». sovrani ellenistico-orientali: per primo Caracalla (21 1-217), in emissioni di
' Milano capitale 1990, 47- Tarso, si fa infatti rappresentare come un re Partico, con il capo ornato di una
48, Id.
* Daremberg, Saglio, Dic- fascia profilata di perle Questa tipologia a fascia viene ripresa, nella seconda
tionnaire, S.V. «Diademe», fig. metà del III secolo, da Aureliano e Diocleziano 'O, ma si tratta ancora di un
2340.
9Aur.Vict. 35.
uso sporadico, che alterna questa alle altre forme più diffuse. Tra 11e 111 seco-
'ODaremberg, Saglio, Dic- lo, ad esempio, l'iscrizione dedicatoria di una statua di Iside completamente
tionnaire, S.V. «Diademe», fig. ornata di gioielli, include l'indicazione di pietre preziose e perle che decorava-
2341.
' l CIL, 11, 3386 e 2060; Bari-
no il «basilium» posto sul capo della dea li.
ni 1959, 29; Pirzio Biroli Stefa- Nel secondo decennio del IV secolo Costantino adotta definitivamente la
nelli 1992,52; Guaitolil997,44.
l 2 Eus. Vita Constantini, ed.
corona a fascia con pietre incastonate come segno esclusivo, insieme alla veste
F. Winkelmann, Berlin 1975, di porpora, della dignità imperiale (fig. 26) l ? . L'innovazione è resa ancora più
IV, 66 ss.; Cabrol, Leclerq, Dic- incisiva dal valore cristiano attribuito per la prima volta all'oggetto in quanto
tionnaire, S.v. «diadème»; Mac
Corrnack 198 1, 189. simbolo di un potere attribuito all'imperatore da Dio, concezione chiaramente
La tipologia e i motivi decorativi

esplicitata in emissioni monetali del 326-327 con l'immagine dell'incoronazio-


l3 Gerke 1966, 173-174; l'uso ne da parte della mano divina 13.
pagano della corona per l'inve- I ritratti di Costantino su monete a partire dal 324 e una testa conservata a
stitura imperiale è documentato
invece per Giuliano (Mac Cor- Belgrado I J mostrano chiaramente questo nuovo elemento dell'abbigliamento
mack 1981, 194-195). imperiale, probabilmente sviluppo di un tipo precedente, che continua ad esse-
l 4 Milano capitale 1990, 49-
52, 151-152; multipli da sei sili- re in uso anche per i suoi figli: i documenti numismatici e scultorei, come una
aue di Valente: ivi. 34-35, lb.3i. testa di Costante conservata a New York 15, trovano riscontro in citazioni coeve
I5Age of Spirituality 1979, di Ausonio e Amrniano Martellino, che alternano per lo stesso oggetto il ter-
22-23, n. 15.
Aus.: «colloque monile mine «diadema», che ne individua tipologicamente la forma, a quello di «coro-
Baccatum e! duplicem gemmis na», cui sembra attribuirsi un'individuazione tipologica più specifica della fun-
auroque coronam»; Amm., ed.
V . Gardthausen, 11, Stuttgart zione regale 16.
1967, XXI, 1: «et ambitioso dia- La corona a fascia gemmata con castone centrale, fissata sulla nuca
demate utebatur lapidum fulgo-
re distincton. mediante fili di perle, è attestata nella seconda metà del IV secolo in diverse
l7 Milano capitale 1990,324- varianti (fig. 27), una delle quali a doppia fascia, quella inferiore di filo di
325.5a.l~. perle e quella superiore con pietre incastonate: questa forma veniva utilizzata
l 8 Age of Spirituality 1979,
24-25, n. 17. sia dall'imperatore che dall'imperatrice, come documenta un ritratto femminile
l 9 ~ e s t i n1974,
i 330. conservato a Como l 7 O una gemma di Berlino raffigurante il busto di Costanzo
1°Ibid., fig. 23; per i confron- I1 I s (fig. 28). I1 gioiello poteva essere legato sulla nuca o chiuso con una cer-
ti: E. Lippolis in Ori Taranto
1984, 122, n. 53. niera 19: un ritratto marmoreo di Valente agli Uffizi mostra, inoltre, sul retro
* l Age of Spirituality 1979, della fascia un nodo erculeo, che si richiama direttamente ai modelli di età
74-76, n. 64; Milano capitale ellenistica ?O.
1990,44-45, lc.3d.
22 le pietre erano applicate La forma più frequente resta comunque quella a fascia gemmata chiusa da
mediante piombo, di cui restano fili di perle sulla nuca, che continua ad essere riproposta nei ritratti imperiali
tracce nella scultura: Age of Spi-
rituality 1979, 28-29, n. 22; By- della fine del IV e della prima metà del V secolo: nel Missorium di Teodosio
zance 1992, n. 5. (fig. 29), ad esempio, è il gioiello indossato dall'imperatore, da Valentiniano I1
I3 Claud.: «Quin et Sidonias
chlamyses, et cingulas baccis
e da Arcadio"; in un ritratto di Teodosio o di Eugenio, conservato a Parigi,
aspera, gemmatasque togas, vi- compare lo stesso tipo di ornamento, che presenta anche alveoli per l'inserzio-
ridesque smaragdo Loricas, ga- ne di pietre o paste vitree oggi scomparse 22; quest'ultimo aspetto trova un
leasque renidentes hyacinthis,
gestatosque patri capulis ra- riscontro nelle fonti, in quanto viene tramandato da Claudiano, che descrive la
diantibus enses et vario lapidum corona dell'imperatore come «vario lapidum distincta igne» 23. Anche Onorio
distinctas igne coronas».
24 Testini 1974, 330-331: se-
nel ritratto di Istanbul (fig. 30) e nel dittico eburneo del console Probus Ani-
condo P. Testini l'introduzione cius porta la stessa corona gemmata, nel secondo esempio con pendenti laterali
di questi pendenti laterali nella che sembrano assumere una funzione puramente decorativa, in quanto appaio-
corona imperiale maschile tra la
fine del IV e i primi decenni del no fissati lateralmente alla fascia in corrispondenza delle orecchiez ; J

V secolo deriverebbe dall'abbi- La monetazione del V secolo ripropone i due schemi iconografici, con pen-
gliamento dell'imperatrice, co-
me attestato per Flaccilla. prima denti laterali o posteriori 25, accostando a volte, alla corona tradizionale, l'elmo
moglie di Teodosio; per il ditti- ornato di perlez6. L'imperatore raffigurato nel «Colosso di Barletta» (fig. 31),
co di Probo v. anche Age of Spi-
rituali5 1979.5, fig. 4. forse identificabile con l'imperatore Marciano (450-457) !',indossa la stessa
'5L'imperatore in abiti mili- corona gemmata profilata di perle, con castoni sulla fronte e sulla nuca e due
tari indossa ad esempio un orna-
mento a semplice fascia ornata pendenti laterali che terminano con elementi a goccia: in età giustinianea tali
di pietre nel dittico Barberini, elementi sono ricordati come prependulia o kataseistà, in riferimento ad un
datato tra V e VI secolo: Grabar tipo specifico di corona, detto stemma28,probabilmente riconoscibile nelle raf-
1980,279, fig. 319.
' 6 Milano capitale 1990,413- figurazioni di S. Vitale (fig. 32) e di S. Apollinare Nuovo a R a ~ e n n a -in ~ , un
414.
27 Age of Spirituality 1979,
29-30, n. 23; v. anche Testini 28 Testini 1974,316, 323 e 327.
1974. Ibid., figg. 19-20. Sul rapporto tra mosaici ravennati e gioielli v. in generale Brown 1979.
28a. (a sinistra) Berlino, Staatliche Museum: gem-
ma con busto di Costanzo Il.
28b. (a destra) Parigi, Bibliothèque Nationale, Ca-
binet des Mèdailles: solido di Costanzo Il.

29. Madrid, Real Academia de la Historia: Missorium di Teodosio.

30. (a sinistra) Istanbul, Museo Archeologico: ri-


tratto di Onorio.
31. (a destra) Barletta, statua colossale in bronzo
di imperatore (part.).
La tipologia e i morivi decorativi

32a-b-C. Ravenna, S. Vitale: mosaico con il corteo di Giustiniano.


33a-b. Monza, Tesoro del Duomo, dittico di Stilicone, particolari: Serena e Stilicone.

34. Istanbul, S. Sofia: mosaico con Costantino IX Monomaco e Zoe ai lati di Cristo.

57
La tipologia e i motivi decorativi

ritratto in porfido di Giustiniano a Venezia 30, in emissioni monetali dell'impe-


ratore posteriori al 538-39 e in medaglioni 3 1 .
Da Procopio è nota, nello stesso periodo, anche una corona circondata da
bande d'argento che, durante la guerra di Belisario contro Gelimero, viene
citata tra i simboli del potere imperiale insieme ad uno scettro d'argento, un
mantello bianco fermato sulla spalla destra con una fibula d'oro, una tunica
bianca con fregi e un paio di calzari dorati ". In età giustinianea è attestata
inoltre una tipologia ornata di penne di pavone 33, di USO probabilmente limitato
I0Age of Spirituality 1979, 6 , alle parate militari, che nelle fonti viene chiamata toupha (fig. 35) e che com-
fig. 6. pare ancora nelle cerimonie ufficiali del D(.secoloj4.
I' Picozzi 1971, 114; Testini
1974, 323, fig. 24. Agli inizi del VI1 secolo la monetazione bizantina e le impressioni sul
" Prok. Vand., ed. J . Haury, vasellame argenteo consentono di cogliere un'ulteriore fase di sviluppo, con
G. Wirth, Leipzig 1962, I, 25. l'affermarsi di una nuova variante che rimane stabile almeno fino al XII seco-
j3 Ad esempio in un disegno
della Biblioteca Nazionale di lo: alla consueta fascia in lamina con orli decorati da perle viene aggiunta
Budapest, v. Testini 1974, 327, infatti una croce, probabilmente anch'essa in lamina, sormontante il castone
fig. 11.
34 Constantini Porphyrogeni-
centrale A questa nuova variante può essere riferita, ad esempio, la raffigu-
ti De cerimoniis aulae byzanti- razione di Giobbe come Eraclio, in un disegno della Biblioteca Nazionale di
nae, ed. J . J . Reiske, I, Bonn
1829, I, 46; Ebersolt 1923, 67; Napoli datato al 615-64036.Alla medesima forma corrisponde anche la corona
Becatti 1955, 90, Testini 1974, attestata in alcune stoffe persiane", oppure indossata dagli imperatori Alessio
327; Age of ~ ~ i r i t u a l1979.
i t ~ p. e Costantino IX Monomaco (fig. 34) nei mosaici di S. Sofia a Costantino-
60. fig. 7.
35 ybid., 74-75; Cruikshank poli 38; la stessa tipologia si può riconnettere, inoltre, alla corona del Sacro
Dodd 1961, tav. I, 6-8. Romano Impero, della seconda metà del X secolo, con un voluto richiamo
j6 Cod. I.B. 18, in Age of Spi-
rituality 1979, 35-36, n. 29. ideologico-rappresentativo, oltre che formale, alla tradizione imperiale bi-
'' Farioli Campanati 1982, zantina.
389. Passando all'ambito femminile, si notano notevoli differenze tra la corona
Sulla corona di Costantino
Monomaco v. Barany Ober- indossata dall'imperatore e quella riservata all'imperatrice. Purtroppo i .dati
schall 1937 e Kovaks 1980. I1 iconografici e quelli letterari sono molto più lacunosi rispetto a quelli riguar-
De cerimoniis di Costantino
Porfirogenito testimonia nel D( dante la figura maschile e consentono di tracciarne solo le linee generali di svi-
secolo l'uso imperiale di corone luppo, che in molti casi procedono di pari passo con l'evoluzione dell'accon-
di colore diverso (bianca, rossa,
verde, azzurra), a seconda delle ciatura.
occasioni ufficiali, non aggiun- Nel IV secolo comincia ad essere in voga una pettinatura vistosa, con i
gendo tuttavia particolari sulla
forma di tali oggetti: De cerimo- capelli riportati verso l'alto, appoggiati ad un posticcio e trattenuti alla base
niis, passirn. con un filo perlinato o con un nastro aureo ornato di pietre preziose (fig. 36) 39:
39 Emmanuel 1993, 113.
4nV.,ad esempio, Tert. De
questa moda, che non corrisponde ai canoni di modestia e semplicità propri di
virg. vel. XVI-XVII. una donna cristiana viene ripetutamente riprovata dalle fonti del tempo, da
J' Hier. Epistulae CXXX,7: Girolamo-" a Prudenzio" a Paolino da Nola J3, che ne testimoniano comunque
~alieniscripillis turritum verti-
cem struere~. la diffusione e la persistenza tra IV e V secolo.
J2 Prud. Psych. 183, ss. Anche la documentazione iconografica, a soggetto sia profano che religio-
J V a u l . Nol. Carmina 25,85, so, appare indicativa della sua adozione da parte delle classi elevate dell'Impe-
SS.
Age of Spirituality 1979, ro, come attesta ad esempio una statuetta di Aelia Flaccilla o Pulcheria prove-
26-27, n. 20; Byzance 1992, n. 4. niente da Cipro e oggi a Parigi, attribuita alla fine del IV o al secondo decennio
Claud. Laus Serenae 3-4:
«...solitam consurgere gem- del V* (fig. 40). La moglie di Stilicone, Serena, attorno al 400, viene raffigura-
mis...comam»; in un altro passo ta nello stesso modo in un dittico in avorio (fig. 33a), che trova riscontro peral-
(de VI cons. Honor., 527): «sub-
stringere comam gemmis». tro nelle parole che le' dedica Claudiano all'inizio del suo encomio45,e così la
46 Grabar 1980, fig. 161. Vergine nel mosaico con l'Annunciazione di S. Maria Maggiore4"fig. 44)>del
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - -
- - - - -
35. Budapest, Biblioteca Nazionale: disegno di statua eque-
stre di Giustiniano.

36. Esempi di corone femminili tra il V e il VI secolo: 1. Aelia


Flacilla; 2. Ariadne; 3. Imperatrice di NiS; 4. Imperatrice del Ca-
stello Sforzesco: 5.Teodora.

37. Milano, Museo Civico del Castello Sforzesco:


ritratto di imperatrice.
Ln tipologia e i motivi decorativi

432-440, che sembrerebbe avere i capelli trattenuti in alto da un filo di perle e


gemme, come nell'irnmagine precedente.
J7 Id. 1983, fig. 55. L'acconciatura potrebbe essere stata utilizzata almeno fino al secondo
.'8Age of Spirituality 1979, decennio del VI secolo, quando viene eseguito il dittico in avorio del console
33, n. 27 (datazione al 530-540).
49 Wien 1974, 19, n. A 19, fig.
Flavio Anastasio, nel quale appare più volte ripetuta per raffigurare i personag-
10; Age of Spirituality 1979, 3 1, gi femminili della famiglia imperiale 7.
J

n. 25; dittico del Bargello: Gra-


bar 1980, 276, fig. 318; Farioli Un'altra parallela linea di sviluppo del costume femminile si manifesta
Campanati 1982, 425-426, n. almeno a partire dalla fine del V o piuttosto dagli inizi del VI secolo, forse per
266, fig. 356; Paolucci 1994,
16-17 (con datazione ai primi un più stretto adeguamento alle norme religiose, con l'adozione di un coprica-
decenni del VI sec.). po non decorato, oppure omato di fili di perle, che tende ad avvolgere in modo
SnAgeof Spirituality 1979, sempre più completo i capelli.
292-294, n. 272 (primo quarto
del VI sec.); ~mmanueli993, La nuova acconciatura è documentata ad esempio, nei primi decenni del VI
116-117. fig. 4. secolo, in un ritratto marmoreo oggi al Castello Sforzesco di Milano (fig. 37) JX,
Ad esempio, in Age of Spi-
rituality 1979, 31, 33. in ritratti della famiglia imperiale, tra i quali due avorid9(fig. 38) identificati
Si tratta della prima figura come Ariadne, e in un altro busto di imperatrice con la mappa circense, in
da destra, evidentemente segna-
lata rispetto alle altre per il di- marmo (fig. 39). In queste raffigurazioni la forma regolare del copricapo,
verso rango nell'ambito della generalmente interpretato come una cuffia sembrerebbe far pensare ad un
rappresentazione. Un'altra, po-
sta in posizione di particolare ri- oggetto semirigido, forse sempre in stoffa, appositamente sagomato per conte-
lievo, appare immediatamente nere l'acconciatura raccolta in alto del periodo precedente.
alla destra dell'imperatrice, in-
dossando invece una sorta di L'usanza di dividere i capelli in due bande potrebbe inoltre avere influito,
parrucca, posta su una cuffia nello stesso periodo, sullo sviluppo di una forma caratteristica, insellata al cen-
analoga a quella delle altre dame
di corte: v. Angiolini Martinelli tro e con due rigonfiamenti ai lati, come nel ritratti già citati: in quello del
1969,48-50. Castello Sforzesco di Milano (fig. 37), due fasce perpendicolari decorate da un
53 Ad esempio nella scena
delle pie donne al Sepolcro in
doppio filo di perle si riuniscono in un medaglione circolare a tre pendenti
uno dei pannelli musivi di S. sopra la fronte e in un nodo erculeo sulla nuca; due profilature verticali di
Apollinare Nuovo a Ravenna: rinforzo, chiaramente caratterizzate sul retro della scultura, seguono la bomba-
Grabar 1980, fig. 164.
I4 Tra i numerosi esempi, v.
tura del copricapo. Nei due avori, invece (fig. 38), la fascia di perle presenta
l'affresco delle catacombe di un castone centrale quadrato sormontato da tre elementi, forse in lamina, ren-
Commodilla: Grabar 1980, fig.
176, e quello di S. Maria Anti- dendo ancora più vistoso l'effetto dell'acconciatura.
qua a Roma: ivi, fig. 178; il mo- L'uso del copricapo bombato appare in un'ulteriore variante a S. Vitale di
saico absidale di Parenzo: Pre-
log 1986, tav. 38, e della Ma- Ravenna indossato dalla stessa Teodora (fig. 47); nello stesso mosaico le figure
donna «Anghelokristos»di Kiti a femminili del seguito dell'imperatrice hanno invece il capo velato, coperto da
Cipro: Grabar 1980, fig. 144; la
raffigurazione della Vergine col una sorta di cuffia aderente o, in un solo caso, omato di diademas2 (fig. 7a):
Bambino del convento di Bauit: l'iconografia delle dame imperiali si inserisce in una tradizione iconografica
ivi, fig. 193; la scena della Pen-
tecoste nel Vangelo di Rabula ben consolidata, che sembra evidenziare il carattere cristiano delle immagini:
alla Biblioteca Laurenziana di si tratta infatti della forma prevalente scelta per i personaggi femminili neo-
Firenze: ivi, fig. 233.
s5 Delbrueck 1913,336,344-
testamentari 53, e in primo luogo per la Vergine54tra VI e VI1 secolo. Sul capo
345; Wessel 1961, 358; Lipin- di Teodora alla forma già evidenziata di copricapo imperiale sembra invece
sky 1962b, 397-398; Angiolini sovrapporsi la corona imperiale gemmata a fascia, arricchita da un castone ret-
Martinelli 1969.42-45.
56 Age of Spirituality 1979, tangolare tra due castoni triangole e con lunghi fili di perle ricadenti sulle
32-33, n. 26 (520-530). spalle s5.La stessa tipologia si riconosce in una testa coeva, attribuita all'impe-
57 Ad esempio un esemplare
del Louvre di provenienza siria- ratrice Eufemia e conservata a NiS (fig. 42)j6 e in pesi in bronzos7, continuan-
na, pubblicato in Byzance 1992, do ad essere attestata nella tradizione imperiale successiva, come ad esempio
n. 70.
"Farioli Campanati 1982,
nella raffigurazione costantinopolitana di Zoe, in S. Sofia (fig. 34), o di Irene
332,420-421. n. 250. nella Pala d'Oro di Venezia 5R.
38a. Firenze, Museo Nazionale del Bargello: avorio con imperatrice 38b. Vienna, Kunsthistorisches Museum: avorio con imperatrice in
stante. trono.

39. New York, Metropolitan Museum of Art: busto femminile con 40. Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet des Médailles: statuetta
mappa. di imperatrice.
La ripologia e i motivi decorativi

Nel VI secolo avanzato è ancora documentata la forma sagomata insellata


al centro e con rigonfiamenti laterali, che in quest'epoca non sono più bombati
ma appuntiti: un busto e una testa di imperatrice conservate a Parigi59(fig. 41)
e nel chiostro di S. Giovanni in Laterano"', presentano inoltre una serie di fili
di perle applicate, che potrebbero suggerire la presenza di cuciture o di profila-
ture in materiale diverso da quello della base del copricapo.
La tradizione dell'acconciatura alta continua in età bizantina fino a raggiun-
gere forme tanto accentuate da impedire addirittura la possibilità di svolgere i
movimenti previsti dal cerimoniale, come nel caso dell'investitura di una delle
nobildonne «zostai», uno dei gradi più elevati della corte del X secolo, descrit-
ta nel Libro della Cerimonie di Costantino Porfirogenito. L'interessata indossa-
va infatti un copricapo detto «propoloma», che viene descritto così ingombran-
te da non permetterle, se non con enormi difficoltà, l'atto di adorazione dinanzi
all'imperatore h'.
Attributo peculiare e simbolo del potere imperiale, la corona assume con
l'avvento del cristianesimo anche una valenza religiosa, caricandosi da un lato
S9Ageof Spirit~~nlit?l 1979,
30. n. 24; Grabar 1980, fig. 253; del significato della vittoria sulla morte attraverso il sacrificio di Cristo ed il
Q

Byzance 1992. n. 6. martirio dei santi , dall'altro svolgendo una funzione importante nella liturgia
""V. Berielli 1992, fig. 9. nuziale, come testimonia già Tertulliano nel I1 secolo
6 1 De cerimoniis XLVII. Per
le acconciature femminili di arn- Al significato simbolico si può collegare anche la pratica, in continuità con
bito aulico in questo periodo a la tradizione pagana, di offrire corone votive nei luoghi di culto: l'uso è larga-
Costantinopoli v. Emmanuel
1993. mente documentato a Roma dal Liber Poiztzj7calis"; anche per Ravenna una
"Sulla documentazione nu- fonte di IX secolo, Andrea Agnello, attesta la presenza di questi donativi in
rnismatica v. Gerke 1966, 173-
186. Tra le numerose attestazio- chiese urbane e suburbane".
ni iconografiche si possono ri- Un esempio pervenutoci in ottimo stato di conservazione è costituito dalla
cordare il corteo rnusivo delle
vergini e dei martiri di S. Apolli- corona di re Recesvindo, oggi a Madrid, databile con esattezza tra il 653 e il
nare Nuovo a Ravenna (fig. 74) 672 (fig. 42). I1 gioiello, che apparteneva ad un tesoro di cui facevano parte
o la scena del Banchetto di Ero-
de del Codex sinopensis: Grabar almeno altre dodici corone votive, è del tipo a fascia decorata a sbalzo e trafo-
1980,204, fig. 227. ro, con perle, pietre e paste vitreee; l'aggiunta di ricchi pendenti e delle cate-
63 Tert., De corono, XIII: «co-
nelle di sospensione lavorate a traforo, rende tuttavia difficile un riscontro pun-
ronant et nuptiae sponsos...»; v.
anche Claud. Lnus Serenne 184- tuale con eventuali oggetti d'uso analoghih6.
185: «...iugalem coronam* . Lo stesso problema riguarda anche la «corona ferrea» del tesoro del Duomo
h.' V. cap. 1.11, nota 116.

V. cap. 1.11, nota 117.


di Monza h7,appartenuta alla regina Teodolinda e successivamente utilizzata
"Madrid, Museo Archeolo- come votiva (fig. 43), in questo caso soprattutto a causa dei vari interventi di
gico Nazionale, inv. 653.72: modifica o adattamento effettuati sul gioiello che sembrano averne alterato,
Hubert 1980, 233, fig. 248; G.
Ripoll Lopez, in Medievnl Spain almeno in parte, l'aspetto originario. È comunque significativa l'adozione di
1993, 53-55, nn. 12a-b (con bi- una tipologia risalente alla forma del diadema tardoantico a placche decorate
bliografia).
Sull'oggetto v. Cassanelli da castoni con pietre, alle quali si aggiungono elementi tipici del linguaggio
1991, 197 (fine VI-inizi VI1 artistico bizantino, come gli ornati vegetali a cloisons.
sec.); E. Zanini, in EAM, S.V.
«corona», 344 (con bibliografia Gli esempi presentati in catalogo corrispondono ad ornamenti per il capo de-
precedente); per altri elementi finibili «diademi», e non «corone», in quanto non rappresentativi del potere im-
del tesoro, databili a partire dal-
la metà del VI secolo, v. Farioli periale, ma aventi una funzione privata, prevalentemente estetica oppure fune-
Campanati 1982, 41-412, nn. raria. Tale distinzione, già adottata per gioielli di età ellenistica", viene quindi
207-21 1 (con bibliografia).
E. Lippolis, in Ori Taranto
utilizzata convenzionalmente anche per gli esempi di epoca bizantina, per i
1984, 111-1 17. quali non esistono precisi criteri di definizione: Isidoro di Siviglia, ad esempio,
41. Parigi, Museo del Louvre: ritratto di imperatrice. 42. Ni5, Narodnj Muzej: ritratto di imperatrice.

43b. Monza, Tesoro del Duomo: Corona Ferrea.

43a. Madrid, Museo Archeologico Nazionale: corona di Recesvindo.


Ln tipologia e i motivi decorativi

definisce genericamente «diadema» un ornamento femminile «ex auro et gem-


mis contextum», senza fornire alcun elemento di carattere tipologico h9.
I diademi noti archeologicamente sono fasce auree con pietre e paste vitree
incastonate, del tutto simili a quella della dignitaria di Teodora nel citato pan-
nello musivo di S. Vitale (fig. 47) e nelle raffigurazioni delle spose di ceto ele-
vato nei medaglioni e negli anelli nuziali. Gli oggetti pervenuti fino a noi nella
maggior parte dei casi appartengono tuttavia all'ambito funerario e ad una 1
zona geograficamente circoscritta, identificabile con l'attuale Crimea: in que-
st'area, tra l'ultimo quarto del IV e la prima metà del V secolo, sono infatti 1
documentate necropoli gote di culto cristiano, con numerosi oggetti di corredo,
parte dei quali ritenuti di produzione bizantina70.
l
Questo tardo utilizzo del diadema funerario potrebbe essere interpretato
come un segno di continuità del rituale tradizionale in ambienti particolarmen-
te conservatori, svincolati dalle leggi suntuarie vigenti nel resto dell'Impero.
L'uso di deporre i defunti con ritratti ornati di corone di foglie in lamina d'oro
appare infatti diffuso anche in Egitto, ma solo fino al 111-IV secolo, come ,
documentano i rinvenimenti del Fayyum. Anche in altre aree, come quella
israeliana, sono attestati diademi funerari in lamina aurea, ma raramente con
pietre, almeno fino alla fine del 111secolo 7 ' .
Gli esemplari noti, a fascia leggermente trapezoidale, presentano una deco-
razione a foglie rese schematicamente mediante tratti incisi e un elemento cen-
trale, costituito da una pietra incastonata (cat. I.5), da una croce (cat. 1.7) o dal
busto nimbato di Cristo (cat. 1.8). In questa tradizione si inserisce anche un
esemplare, di provenienza forse egiziana, con il chrismon inciso in una delle
paste vitree della fascia (cat. I.2), secondo un uso attestato anche da S. Gerola-
mo in una lettera dei primi anni del V secolo 72.
Particolarmente rilevante per la cronologia d'uso di questi diademi, che
M.C. Ross ritiene protrarsi fino al VI secolo 73 è un esemplare che presenta al
centro l'impronta di una moneta di Valentiniano I (364-375) (cat. 1.6). La con-
tinuità del tipo fino alla fine del VI secolo potrebbe forse essere confermata dal
gioiello, purtroppo perduto, in lamina aurea sbalzata, chiuso da «un cammeo
grande come una mandorla», rinvenuto insiene agli altri oggetti del tesoro di
Pantalica 74.
Di difficile interpretazione è un elemento trapezoidale in lamina con raffi-
gurazione sbalzata di Thyche, scoperto in Turchia prima del 1921 (cat. 1.1) e
Isid. X I X , 31, I .
conservato alla Walters Art Gallery: interpretato come pendente di corona,
I.Zaseckaja, in Goti 1994, esso potrebbe costituire uno dei prependulia di un diadema più complesso dei
114. precedenti, forse femminile 75, per il quale tuttavia non abbiamo confronti.
Un esempio da Kefar Gila-
di in Holy Lund 1986, n. 123. Un altro unicum, di ignota provenienza, oggi alla Walters Art Gallery di
72 Hier. Epistulae C V I I : Baltimora, presenta una fascia ottenuta dalla giustapposizione di placche qua-
«...regum purpura et ardentes drate in lamina (cat. 1.4): la stessa tipologia sembrerebbe raffigurata in un
diadematum gernmas patibuli
salutaris pictura condecoran>. medaglione di Costantino I da Sciscia, oggi a Washington e consentirebbe per-
ROSS1968,33. tanto una datazione del manufatto al TV secolo 76.
74 Orsi 1904.
Viene attribuito alla fine del VI secolo invece un esemplare del tesoro di
75 Verdier 1960, 128.
76 Age of Spirituality 1979,
Varna (Bulgaria), con decorazione traforata della fascia e medaglione con
37, n. 41. castoni, pietre e perle (cat. I.3), caratteristica di altri oggetti di oreficeria,
Corone, diademi e aghi crinali

soprattutto bracciali, considerati da C. Metzger prodotti di un medesimo ate-


lier di elevato livello artigianale, probabilmente costantin~politano~~.
A parte si propongono esempi di aghi crinali in bronzo (cat. I.2.a-C) rinve-
nuti in Grecia, in Italia meridionale e nel ravennate, per evidenziare la larga
diffusione di questo tipo di oggetto, eseguito anche in osso e avorio, tra IV e
VI1 secolo 78.La distinzione sulla base della forma della testa (globulare, polie-
drica o biconica), proposta da C. D'Angela partendo dall'analisi della docu-
mentazione di Avicenna, consente di constatare la diretta continuità delle pro-
duzioni da quelle di epoca tardoromana, e di verificare le strette interrelazioni
tra mondo indigeno e popolazioni germaniche della penisola italiana j9, ambito
nel quale tali oggetti appaiono a volte attestati nelle sepolture di Vi-VI1 secolo
n Metzger 1990.
In generale su questa classe in associazione con veli di broccatoSo.
v. Davidson 1952, 279-280; A questa produzione minore in bronzo, che risente strettamente delle tradi-
Amante Simoni 1984, 167; zioni artigianali locali, si affiancava una classe di manufatti di lusso in oro,
D'Angela 1988, 163-164.
79 D'Angela 1988, 163- 164. poco documentata: emblematico è, a questo riguardo, il ricordo della presenza
Baldini Lippolis 1997, 148 di esemplari d'oro, con smeraldi, perle e zaffiri, e d'argento, rinvenuti nella
(con bibliografia precedente). tomba attribuita a Maria, prima moglie di Onoriom,oggi purtroppo perduti e
8 ' A g e of Spirituality 1979,
306. non riconducibili pertanto ad una specifica tipologia.

2. Diadema coll. E. Guilhou


p.i., Egitto oro, pietre; L 3 1.1; 12.5
Vienna, Kunsthistorische Museum Fascia costituita da dieci elementi qua-
coll. T. Graf drati in lamina lavorati a giorno
oro, paste vitree; L 37.5; 1 3.5 con un traforo a reticolo; ciascun
Fascia in lamina con paste vitree in- elemento ha quattro pietre (ameti-
castonate di colore blu, verde e ste e «radici di smeraldo»), o perle,
rosso, una delle quali con chrismon incastonate agli angoli e un castone
1. Pendente di diadema o corona centrale rettangolare o ovale. Plac-
inciso.
m p.i., Turchia
Baltimora. Walters
Art ~ a l l e (inv.
r~
Bibliografia: Swoboda 1900, 47 (IV-
VI sec.) Cabrol, Leclerq, Diction-
che terminali con bordo esterno
arrotondato.
Bibliografia: Baltimore 1947, n. 419,
vaire, S.V. «diadème», fig. 3729.
57.546) tav. LXV; Deer 1955; Coche de la
acquistato a Smir- 3. Diadema Fertè 1961, n. IV; Age of Spiritun-
ne; coll. Back- lity 1979, 305, n. 277 (IV sec.);
stitz; coll. Von Varna (Bulgaria), tesoro, 1961
Varna, Museo Narorini (inv. I11 555) Jewelry 1979, 150, n. 420 (V sec.);
Gans Deichmann 1993,312.
oro, pietre; L 17.1; 1 oro, perle, pietre
3.8 Fascia in lamina traforata con reticolo
Fascia trapezoidale di rombi campiti da quadrifogli;
in lamina deco- elemento centrale trapezoidale col-
rata a sbalzo, legato mediante cerniere, decorato
con fascia a a filigrana e con castoni includenti

- girali e clipeo
raffigurante un
busto femminile
con corona tur-
rita, interpretato come Tyche, inco-
ronata da due Vittorie alate e l'i-
cinque perle e cinque pietre.
Bibliografia: Metzger 1990, 9-10, fig.
4.

4. Diadema
I l
5. Diadema funerario
Kertch (Crimea), via Gospital'naja,
1904
San Pietroburgo, Hermitage (inv.
18201541)
scrizione «Koo/pia». Una pietra oro, granato; L 63.2; a 4.3
quadrata incastonata (moderna). Lamina aurea trapezoidale con granato
Bibliografia: Zahn 1929, 43-44, n. circolare incastonato al centro e
100; Baltimore 1947, n. 457, Ver- foglie in lamina applicate.
dier 1960, fig. 3; Jewelry 1979, S.P. Bibliografia: I. Zaseckaja in Goti
150, n. 421 (VI sec.); Metzger Baltimora, Walters Art Gallery (inv. 1994, 114-1 15, fig. 11.2 (ultimo
1990, 1O, fig. 5. 57.549) quarto IV-prima metà V sec.).
La tipologia e i inorivi decorativi

r 7Stelo a sezione circolare e testa globu-


lare.
Bibliografia: G. Guidoni Guidi, in
I
Ravenna e Classe 1983, 185, n.
6. Diadema funerario 16.8.
Kertch (Crimea), via Gospital'naja,
cripta 154, 1904 2.b
San Pietroburgo, Hermitage (inv.
18201317) a testa poliedrica
oro; L 47.5, a 3.5 (V-VI1 sec.) v
--.

Lamina decorata al centro con l'im-


pressione di una moneta di Valen-
tiniano I (364-375); ai lati foglie
schematizzate carnpite da piccoli
1. Ago crinale
Avicenna, necropoli l
Bari, M u s e o Archeologico (inv.
cerchi. 27833)
Bibliogra$a: I. Zaseckaja in Goti 1994, bronzo, L 5.7
124-125, fig. II.2.a (seconda metà Stelo a sezione circolare e testa polie-
IV sec.). 2.a drica.
a testa globulare Bibliografia: D'Angela 1988, 162,
7. Diadema funerario
p.i., Crimea
- z-"&
(IV-VII sec.)
--na-.%-
.
-.---.M.-
11.86, tav. LXXIX (V-VI1 sec.).
P--L. -
Richmond, Virginia Museum of Fine 1.Ago crinale
Arts 2.c
Corinto
Williams Fund Corinto, Museo Archeologico (inv. a testa biconica
oro; L 21 8 157) (VI-VI1 sec.)
& -.--
-L4 , -
Lamina decorata con foglie di palma e bronzo; L 5.6
croce greca centrale; fori alle estre- Stelo a sezione circolare e testa globu- 1. Ago crinale
mità per il fissaggio. lare. Bari, M u s e o Archeologico (inv.
Bibliografia: Ross 1968, 19, n. 18.b Bibliogrclfia: Davidson 1952, 281, n. 27843)
(VI sec.). 2272, tav. l 16 (IV-V sec.). Avicenna, necropoli
bronzo; L 2.2
8. Diadema funerario 2. Ago crinale Stelo a sezione circolare frammentario
p.i., Crimea Avicenna, necropoli e testa biconica.
Richmond, Virginia Museum of Fine Bari, M u s e o Archeologico (inv. Bibliografia: D'Angela 1988, 163, n.
Arts 27840) 92, tav. LXXIX (VI-VI1 sec.)
Williams Fund bronzo; L 5.8
oro; L 20 Stelo a sezione circolare e testa globu- 2. Ago crinale
Lamina decorata con fori alle estremità lare. Cimitile, Basilica di S. Tornmaso,
per il fissaggio; foglie di palma, Bibliografia: D'Angela 1988, 162, n. tomba G2, I1 livello
triangoli campiti a linee parallele e 8 1, tav. LXXIX (VI-VI1 sec.). Cimitile, Deposito Soprintendenza
due croci gigliate ai lati di un pan- (inv. S T 15)
nello rettangolare centrale con 3. Ago crinale bronzo, L 5.2, d testa 0.8, d ago 0.2
busto di Cristo, nimbato e benedi- Classe (Ravenna, Emilia Romagna) Stelo a sezione circolare e testa biconi-
cente. Ravenna, Museo Archeologico Nazio- ca
Bibliografia: Ross 1968, 19, n. 18.a nale (inv. BO 57946) Bibliografia: Stasolla 1993, 260-261 e
(VI sec.). bronzo; L 5.2 277, n. 32, fig. 47 (VI-VI1 sec.).
In epoca tardoantica l'uso degli orecchini sembra essere stato quasi esclusi-
vamente femminile, spesso in abbinamento con collane che ne riprendevano
gli stessi motivi decorativi.
Non è tuttavia da escludere un utilizzo anche maschile di questo tipo di
gioiello: S. Agostino, attorno alla metà del V secolo, lamenta ad esempio l'abi-
tudine da parte di alcuni uomini di portare un orecchino sospeso «irz ssinzmis ex
una parte auriculis... rzorz ad placerzdum homirzibus sed ad sewierzdum daenzo-
nibus» l : si tratta tuttavia probabilmente di un fenomeno circoscritto, forse di
origine orientale, come sembrerebbe documentare Isidoro di Siviglia, che defi-
nisce «greco» l'uso maschile di un unico orecchino indossato a destra'. Questi
accenni delle fonti appaiono di particolare interesse se confrontati con la docu-
mentazione archeologica di alcune aree dell'Impero, come ad esempio la Sici-
lia e la Sardegna, dove il rinvenimento di orecchini comprende quasi esclusi-
vamente un solo esemplare, o l'Italia meridionale, dove tuttavia lo stesso feno-
meno si manifesta in maniera meno accentuata, in rapporto a zone come l'E-
gitto, da cui provengono solo esemplari a coppie. Anche considerando la man-
canza di analisi antropologiche, situazioni di dispersione del materiale o aspetti
specifici del rituale funerario, non si può ignorare l'esistenza di elementi con-
comitanti alla definizione di un aspetto del costume che potrebbe aver interes-
sato anche l'ambito costantinopolitano, troppo parzialmente documentato per
questa tipologia di gioiello per poter essere utilizzato come termine diretto di
riferimento.
In generale, comunque, la documentazione iconografica e quella archeolo-
gica, sebbene spesso imprecise e lacunose, sembrano attestare la generale
appartenenza degli orecchini all'ambito femminile: come in età imperiale,
infatti, ai numerosi esemplari noti fanno riscontro gli ammonimenti, a volte
sarcastici, rivolti alle donne dagli scrittori cristiani affinché non indossino orec-
chini vistosi e pesanti3 e non permettano alle proprie figlie di forarsi i lobi4.
Questi gioielli sembrano infatti considerati, quasi piì~di tutti gli altri, ina-
datti ad una donna cristiana, tanto da non comparire quasi mai, al contrario
' Aug. Epistulae CCXLV, 2, delle corone o delle collane, nelle raffigurazioni della Vergine o di sante. Una
del 423. delle rare eccezioni è costituita dalla rappresentazione di personaggi femminili
? Isid. XIX, 3 ] , l o : «Inaures
ab aurium foraminibus nurzcic- nei mosaici di S. Maria Maggiore a Roma (fig. 44): qui, tuttavia, pare prevale-
patne, quibuspretiosa grana de- re il desiderio di evidenziare il ruolo preminente, sia della Vergine che delle
pendent. Harum usus in Grae- altre figure della narrazione musiva, come la sorella del faraone, proprio attra-
cia: puellae utraque aure, pueri
tantum dextra gerebantn. verso gli ornamenti preziosi, che contribuiscono ad indicare lo status e la cen-
Ad esempio Tert. De cuttu tralità dei soggetti.
I , 9 , 3: agraciles aurium cutes
Kalendarium expendunt*; Cypr. Tranne rarissime eccezioni, gli orecchini appaiono indossati solo da perso-
De hab. virgin. 14: d n vulnera naggi che non appartengono alla sfera del sacro, imperatrici, dame di corte e
inferri auribus Deus voluit...M
posteade aurium cicatricibus et personificazioni di concetti astratti o delle stagioni, raffigurate nei mosaici
cavernis pretiosa grana depen- parietali e pavimentali. Altre figure femminili con orecchini sono presentate
deant ... n ; Joh. Chrys. In sulle stoffe (figg. 45-46), mentre solo raramente la presenza di fori in corri-
Mattheum hom. L X X X I X ; In
Johanri. Hom. LXIX; 117 epist. spondenza dei lobi attesta l'originaria applicazione di questo tipo di ornamento
ad Philippenses CIII. in sculture di marmo '.
.' Hyer Epistulue. CVII, 5.
' Ad esempio v. Byzance Nonostante le esortazioni cristiane alla sobrietà cui si è accennato, tra il IV
1992, n. 4. e il VI1 secolo gli orecchini sembrano essere i gioielli più diffusi e tipologica-
Ln tipologia e i rnotivi decorativi

mente articolati, manifestando da un lato stretti legami con la tradizione orafa


tardo-imperiale, dall'altro documentando i'elaborazione di forme innovative
sia da un punto di vista tipologico, sia per l'aspetto iconografico.
La totale mancanza di un quadro di insieme al quale fare riferimento nell'a-
nalisi delle forme rende estremamente difficile un esame, anche a grandi linee,
della ricca documentazione esistente. Si è tentata un'esemplificazione di quelle
più diffuse, adottando, per quanto possibile, precedenti ipotesi di classificazio-
ne e cercando di dare uniformità ai dati. In questo modo sono stati individuati
nove tipi principali, con varianti e sottovarianti che dipendono da carattensti-
che formali o tecniche evidenti, ma non necessariamente significative da un
punto di vista cronologico.

Tipo 1: orecchini ad anello semplice (con sei varianti).


Tipo 2: orecchini ad anello con vaghi.
Tipo 3: orecchini ad anello con poliedro (con due varianti).
Tipo 4: orecchini ad anello con pendenti (con sette varianti).
Tipo 5: orecchini a doppio pendente (con quattro varianti).
Tipo 6: orecchini a cerchio con applicazione (con sei varianti).
Tipo 7: orecchini a corpo semilunato (con tre varianti).
Tipo 8: orecchini a ceste110 (con quattro varianti).
Tipo 9: orecchini a gancio.

Per le varianti e le sottovarianti di ogni tipo si è adottato un criterio discri-


minante che dipende da elementi formali, quali la diversa forma della verga, la
presenza di pendenti, di castoni o di altri elementi decorativi, che vengono spe-
cificati nella discussione di volta in volta.

Tipo 1

Variante a: a sezione circolare o ovale


- senza chiusura
- chiusura a gancio.
Variante b: a sezione circolare con decorazione a globetti.
Variante C:a sezione circolare con ispessimento al centro.
Variante d: a sezione circolare con ispessimento al centro dell'arco inferiore e filo
perlinato
- senza applicazioni
- con applicazioni
Variante e: a sezione quadrangolare, circolare alle estremità.
Variante f: a sezione piatta.

Uno dei tipi più diffusi è l'orecchino costituito da un cerchio di filo metalli-
co rastremato alle estremità: la semplicità di questa forma, attestata com'è
ovvio anche in altri periodi, non ne consente una datazione su base tipologica,
44. Roma, S. Maria Maggiore: mosaico con Annunciazione (part.).

45. San Pietroburgo, Hermitage: stoffa copta


con personificazione di Ge.

46. Londra, Victoria and Albert Museum: stoffa


copta con Nike.
Ln tipologia e i motivi decorativi

che risulta anzi impossibile in assenza di validi elementi contestuali di riferi-


mento.
Le difficoltà di attribuzione cronologica e la frequente presenza di esempla-
ri di scarso valore intrinseco, eseguiti in bronzo o rame, hanno determinato una
scarsa attenzione per questo tipo di gioiello, che solo recentemente ha ricevuto
una proposta di sistematizzazione da C. Stasolla, sulla base di un contesto
omogeneo, costituito dagli esemplari rinvenuti nella necropoli tardoantica di
Cimitile 6.
In base a questa distinzione gli esemplari proposti, databili tra VI e VI1
secolo, vengono raggruppati utilizzando come elemento discriminante la sezio-
ne dell'anello di sospensione, che può essere circolare o ovale privo di decora-
zione (variante a: cat. II.l.a.1-5) ) e presentare una decorazione a globetti
(variante b: cat. II.l.b.1-2), un ispessimento al centro dell'arco inferiore
(variante C: cat. 11.l .C. l-2), oppure entrambi questi elementi (variante d: cat.
II.l.d.1-3). La prima forma è stata ulteriormente distinta in due gruppi, a
seconda del tipo di chiusura, priva di elementi significativi oppure a gancio.
In tutte e quattro le varianti gli orecchini presentano soluzioni molto ele-
mentari che, oltre ad essere attestate anche in altri periodi ', vengono adottate
spontaneamente in ambiti diversi, senza che si debba necessariamente pensare
ad interazioni o a specifiche dipendenze morfologiche. Resta perciò ipotizzabi-
le, anche se difficilmente verificabile, la possibilità di un'influenza costantino-
politana solo per le varianti più complesse, con decorazione a granulazione o
con fili perlinati applicati alla verga, caratteristiche presenti su altri gioielli di
provenienza orientale, con possibili influssi sulla produzione degli esemplari
più semplici in oro e bronzo. Questa derivazione potrebbe essere documentata,
ad esempio, dagli esemplari della variante 2.II.l.d, e in particolare dall'orec-
chino 2.11.1 .d.3 di Atene, che sembra rappresentare una rielaborazione tipolo-
gica dell'esemplare costantinopolitano 2.11.1 .d.l, proveniente da un tesoro
databile tra la fine del VI e il VI1 secolo e morfologicarnente apparentabile a
un bracciale a verga dello stesso rinvenimento (2.VIi.l.b.l).
Gli orecchini di Cimitile hanno permesso di riconoscere altre due varietà
del tipo ad anello semplice, distinte sempre sulla base della sezione della
verga, che può essere anche quadrangolare (variante e: cat. II.l.e.1) o appiattita
(variante f: cat. 11.1.f.l): come per gli esemplari precedenti la classificazione
non sembra comportare alcuna distinzione cronologica significativa, probabil-
mente segnalando in questo caso solo differenti attività artigianali a livello
locale.

Tipo 2
In Pani Emini 1993.
V . ad esempio l'analogia Da tombe molto povere, prive di altri elementi di corredo e quindi di diffi-
strutturale della quarta variante
con orecchini di età classica cile datazione, provengono alcuni orecchini ad anello semplice rastremato, con
«a navicella assottigliata»: T. vaghi in pasta vitrea inseriti direttamente nella verga (Tipo 2). La loro presenza
Shojer, in Ori Taranto 1984,
130-137. nella necropoli di C a n n ~(Puglia) Vi colloca cronologicamente tra' VI e VI1
L D'Angela 1992b, 308. secolo (cat. II.2.3), ma si tratta di un termine che probabilmente deve essere
Orecchini

ritenuto solo indicativo, data l'estrema semplicità della forma. Lo stesso


discorso riguarda due esemplari siciliani, rinvenuti in aree cimiteriali datate
genericamente in età bizantina, la cui cronologia non può essere ulteriormente
dettagliata (cat. 11.2.1-2).

Tipo 3

Variante a: senza pendenti.


Variante b: con poliedro decorato a granulazione.

Una situazione più complessa caratterizza gli orecchini ad anello rastremato


terminante con un poliedro eseguito nello stesso metallo della verga (Tipo 3,
variante a): questi gioielli, denominati da V. Bierbrauer «Polyederohrringe mit
massivem Endkopfen» 9, provengono da aree diverse, tra cui Turchia (cat.
II.3.a. l), Grecia (cat. II.3.a.2), Sicilia (cat. II.3.a.3), Sardegna (cat. II.3.a.4),
Italia (cat. II.3.a.5-7), Spagna ed Europa centrale, determinando problemi
interpretativi circa l'origine della tipologia e i centri di produzione. La presen-
za del tipo a Conimbriga in un contesto del IV secolo In ha fatto avanzare l'ipo-
tesi di dipendenze della forma-base dal patrimonio tardo romano, con uno svi-
luppo successivo tra V e VI secolo, nelle altre regioni di sostrato latino e anche
in Oriente ' l .
Gli orecchini sono diffusi anche nell'oreficeria gota, dando luogo a varianti
nelle tipiche forme artigianali barbariche, con poliedro in lamina d'oro trafora-
ta e castoni contenenti almandini '?.
Un'altra variante, con il poliedro decorato a granulazione (variante b) è
invece attestata, purtroppo fuori contesto, in Turchia (cat. II.3.b.l), in Siria
(cat. II.3.b.2) e in Italia meridionale (cat. II.3.b.3-4): in questo caso potrebbe
trattarsi di una rielaborazione costantinopolitana della tipologia di base, espor-
tata dal190riente nelle regioni in stretto contatto commerciale ed amministrati-
vo con la capitale tra il V e il VII secolo.

Tipo 4
Bierbrauer 1975, 163-167.
'O Conimbrign VII, 142, n. Variante a: pendenti di filo senza chiusura.
217, tav. XXXIV. Variante b: pendenti di filo con pietre e chiusura a gancio
" Hessen 1983, 17. Dovrebbe - verga non decorata, un pendente
essere verificata l'associazione
tra orecchini di auesto tipo ed - verga non decorata, due pendenti
esemplari 'a cestdlo' (v. tipo 8) - verga non decorata, tre pendenti
in un contesto funerario di Sum- - verga decorata a globetti.
ma Vesuviana che comprendeva
anche monete di Arcadio: Paga- Variante C: pendenti di filo con pietre e chiusura ad innesto
no 1995, 40 (ritrovamento del
1938). - verga non decorata, un pendente
"Bierbrauer 1978, tav. CIX, - verga non decorata, tre pendenti
3; per alcuni esempi v. anche
Goti 1994, figg. 111.20, 111, 25; - verga decorata con filo perlinato, un pendente
In. 59-60,111.86,111, 97. - verga decorata a globetti, tre pendenti
47. Ravc S. Vitale: mosaico con il corteo di
Teodora -1.

48. Madaba, sala di Ippolito: mosaico con personificazioni di città (part.).

72
Orecclziizi

- verga decorata a globetti, quattro o più pendenti.


Variante d: pendenti a treccia o catena con chiusura a gancio
- un pendente
- tre pendenti.

Variante e: pendenti a treccia o catena con chiusura ad innesto


- tre pendenti
- quattro pendenti.

Variante f: pendenti a goccia.


Variante g: pendenti circolari.

La continuità con la tradizione dell'oreficeria romana si manifesta in


maniera evidente negli orecchini ad anello con pendenti mobili (Tipo 4); gli
esemplari di epoca bizantina devono essere considerati, infatti, l'evoluzione
naturale di precedenti produzioni non attribuibili ad unico centro artigianale,
con un'accentuazione di caratteristiche già evidenti negli esemplari del 11-111
secolo, quali l'accostamento dell'oro o del bronzo a pendenti policromi.
Dopo il IV secolo aumentano le dimensioni degli orecchini, che continuano
ad essere eseguiti con materiali diversi, oro, argento, bronzo, pietre preziose o
paste vitree, evidentemente per offrire la possibilità di costi differenziati. I
numerosi documenti iconografici, che confermano l'esistenza del tipo in oro
con pietre in relazione ad una classe socialmente elevata, non consentono nella
maggior parte dei casi di precisare la variante raffigurata, trattandosi di esem-
plificazioni rese necessariamente in modo semplificato: tra i numerosi esempi
uno dei più chiari è quello che riguarda Serena, raffigurata attorno al 400 nel
dittico di Stilicone con un paio di orecchini a cerchio con due grandi pietre
pendenti (fig. 46). Nella prima metà del VI secolo l'imperatrice Teodora, nel
pannello musivo di S. Vitale (fig. 47), sembra indossare invece orecchini a cer-
chio con un castone quadrato pendente collegato ad un segmento di filo aureo
con una perla ed una pietra e anche le dame del suo seguito portano orecchini
dello stesso tipo, con pendente di filo aureo ornato di pietre verdi, forse sme-
raldi (fig. 7). Di difficile identificazione sono gli esemplari rappresentati nei
mosaici di S. Maria Maggiore a Roma già ricordati (fig. 44), e in mosaici pavi-
mentali nord-africani e siriani 13, dove la resa schematica dei particolari rende
difficile un preciso riscontro tipologico.
La vasta diffusione degli esemplari e la tendenza ad un'omologazione della
produzione sono state messe in evidenza da G. Ciampoltrini, in un riesame
della tipologia tra IV e VI secolo sulla base di due gioielli in oro da Luni (cat.
II.4.c.6) 1 4 . L'uniformità degli orecchini noti e la difficoltà nel reperimento di
elementi datanti significativi non consentono di chiarire la scansione cronolo-
gica delle attestazioni, che continuano ininterrottamente, dopo il IV secolo,
almeno fino alla metà del VII.
Sulla base della documentazione archeologica, sono state distinte sette
" Ciampoltrini 1989, 737,
note 7-8. varianti principali degli orecchini ad anello con pendenti: gli elementi presi in
l4 Ibid. considerazione sono il tipo di chiusura dell'anello di sospensione (a gancio o
l
La tipologia e i rnotivi decorativi

ad innesto) e la forma del pendente (di filo aureo con perle e pietre, a catena o
treccia, a goccia, oppure circolare). 1
Ad una prima variante sono stati ricondotti esemplari di V-VI secolo perve-
nuti privi di chiusura e non apparentabili con sicurezza ad alcuno degli altri 1
gruppi riconosciuti (variante a: cat. II.4.a.l-6). Questi orecchini non sono rife-
ribili ad un preciso ambito geografico e cronologico: per una coppia in oro rin-
1
venuta in Croazia (cat. II.4.a.2) viene avanzata una proposta di attribuzione al
IV secolo, mentre gli altri esemplari si considerano più tardi, soprattutto sulla
base del confronto con tre orecchini appartenenti al tesoro di piazza della Con-
solazione a Roma (cat. II.4.a.3-5) datato tra la seconda metà del V e gli inizi
del VI secolo.
La forma del pendente costituisce un utile elemento di distinzione per gli
esemplari con chiusura a gancio e pendenti costituiti da segmenti di filo aureo
arricchiti da perle, pietre o paste vitree (variante b, cat. II.b.1-18).
Tra gli orecchini in oro si può supporre l'esistenza di prodotti costantinopo-
litani, come farebbe ritenere l'esistenza di esemplari rinvenuti in Turchia (cat.
II.4.b.l), in Oriente (presumibilmente i reperti cat. II.4.b.7-9 e 14) o in aree in
stretto rapporto con Costantinopoli, come l'Egitto (cat. II.4.b.12-1 3), la Grecia
,
(cat. II.4.b.15), la Sicilia (cat. II.4.b.2-3 e 16) e la Sardegna (cat. II.4.b.4-5); da
esemplari privi di contesto è documentata anche una variante con verga deco-
rata con triangoli di globetti (cat. II.4.b.17-18), caratteristica più tarda che,
comunque, appare maggiormente attestata tra gli orecchini con chiusura ad
innesto.
Cronologicamente la variante appare diffusa a partire dal IV secolo: un
orecchino costantinopolitano, ritenuto coevo al sarcofago che lo conteneva,
costituirebbe uno degli esempi più antichi (cat. II.4.b.l); entro gli inizi del VI
secolo si data un esemplare del tesoro di piazza della Consolazione (cat.
II.4.b.6). La continuità di produzione fino alla fine del VI secolo è documenta-
ta, almeno in Sicilia, da un esemplare in argento (cat. II.4.b.3) rinvenuto con
una moneta di Tiberio Costantino (578-582); anche gli orecchini di Corrzus
(Sardegna) vengono datati tra la metà del VI e il VI1 secolo (cat. II.4.b.4-5),
confermando la persistenza della tipologia e i suoi rapporti di stretta analogia
con quella con chiusura ad innesto e pendenti di filo aureo (variante C).
In quest'ultima variante la differenza nel tipo di chiusura, più che a ragioni
cronologiche, sembra potere essere imputata a preferenze ed abitudini dei sin-
goli laboratori artigianali; rispetto al gruppo precedente, gli esemplari con
chiusura ad innesto sembrano manifestare, nella maggior parte dei casi, una
resa tecnica più accurata e un maggiore pregio, includendo spesso pietre di
valore elevato o di notevoli dimensioni.
Si tratta inoltre del gruppo che avrà maggior seguito in Oriente durante
l'età mediobizantina IS, evolvendosi in tipi raffinati con bulle ai lati dell'arco
di sospensione ed elementi decorativi a smalto cloisonné, con l'aggiunta di
l 5 Due esempi rappresentati-
vi, uno dei quali con busto del- perle e pietre inserite, mediante grappe auree, negli anelli saldati inferiormen-
l'imperatore Giovanni I Tzimi- te. Negli esemplari tardoantichi, invece, a tali anelli sono sospesi pendenti,
(969-976)3in ' l o r y f' By- anche se conservati solo in rari casi, come ad esempio nell'orecchino della
zanlium 1997,244-245, nn. 166-
167. variante b al Museo di Kassel (cat. II.4.b.17) e in un altro esemplare deconte-
stualizzato del British Museum (cat. II.4.c.20): la sporadicità delle attestazio-
ni sembra comunque far escludere una sistemazione delle pietre analoga a
quella di età mediobizantina, dal momento che mancano comunque, negli
esemplari noti, tracce delle grappe auree utilizzate per il fissaggio di tali ele-
menti decorativi.
Per quanto riguarda i possibili centri di produzione valgono le considera-
zioni già espresse: un insieme abbastanza omogeneo di esemplari con verga
decorata a globetti attribuibili al IV-VI secolo, è attestato in Egitto (cat.
II.4.c.l-2, 8-9), Sicilia (cat. II.4.c.11-15, 18-19), Italia meridionale (cat.
II.4.c.3-4, 16-17) e settentrionale (cat. II.4.c.5), Tunisia (cat. II.4.c.6) e viene
generalmente ritenuto di esecuzione costantinopolitana, oppure di realizzazio-
ne locale per influsso della capitale d'Oriente.
In assenza di una chiara distinzione tra modelli ed imitazioni, una verifica
delle caratteristiche tecniche e stilistiche degli esemplari noti può portare in
qualche caso al riconoscimento di gruppi corrispondenti ad ambiti di produzio-
ne specifici. A botteghe costantinopolitane, ma diffusi soprattutto sulla costa
nord-africana, ad esempio, sembra possibile attribuire gli orecchini con pen-
dente costituito da un castone e da un segmento di filo aureo con pietre, docu-
mentati in Egitto e in Tunisia (cat. II.4.c.l-2, 6, 8-9). La provenienza costanti-
nopolitana, come già accennato, potrebbe essere documentata dal mosaico
ravennate con Teodora (fig. 47), che tuttavia non costituisce in ogni caso una
prova del luogo di esecuzione degli esemplari noti, ma solo della loro diffusio-
ne nella capitale nella prima metà del VI secolo. I1 gruppo si colloca, in base ai
dati editi, tra la fine del IV e il VI secolo.
Probabilmente tra la metà del VI e la seconda metà dell'VIII secolo la
variante si evolve nella forma semplificata eseguita a stampo, spesso in bron-
zo, che presenta triangoli di globetti e un ispessimento al centro dell'arco infe-
riore. Questo gruppo di esemplari, ampiamente documentato in Istria, viene
ritenuto un'imitazione di modelli bizantini e assume la denominazione di «tipo
Pinguentino» dal nome della necropoli nella quale è stato rinvenuto un rilevan-
te numero di attestazioni I h . La stessa tipologia tuttavia si riscontra con fre-
quenza anche in altre località dell'Impero, in Sicilia (cat. II.4.c.11-15 e 18-19),
Puglia (cat. II.4.c.3-4 e 16) e Campania (cat. II.4.c.17), apparentemente con un
aumento progressivo dei pendenti, che raggiungono il numero di sei nell'esem-
plare già citato del ~ r i t i s hMuseum (cat. II.4.c.20).
Un'origine orientale si può ipotizzare con maggiore sicurezza per gli orec-
chini ad anello, con pendenti costituiti da un segmento di catena o di treccia e
con chiusura a gancio (variante d: cat. II.4.d. 1-8) o ad innesto (variante e: cat.
II.4.e.l-11).
Anche in questo caso la distinzione tra gli esemplari in base alla chiusura
non sembra implicare differenze di datazione, ma solo una diversa tradizione
artigianale. Invece indicazioni cronologiche possono forse essere desunte dal
numero, che anche in qcesto caso sembra subire un aumento progressivo, e
dalla forma del pendente, con una probabile posteriorità degli esemplari a trec-
cia rispetto a quelli a catena, di tradizione tardoromana.
L.a tipologia e i ntotivi decorativi
~

I rinvenimenti riguardano essenzialmente l'area orientale dellYIrnpero,Tur-


chia (cat. II.4.e.l-2), Cipro (cat. II.4.d.8; 2.11.4.e.8-9), Siria (2.11.4.e.10), Pale-
stina (cat. II.4.d.l; 2.11.4.e.3), Egitto (cat. II.4.d.2-5; 2.11.4.e.4 e Il), Ucraina
l
(cat. II.4.d.6-7), collocandosi cronologicamente tra la fine del VI o gli inizi del
VI1 secolo, epoca di attribuzione degli orecchini di Lambousa (2.11.4.e.8-9) e i:
terzo venticinquennio del VI1 secolo: il termine più tardo sembra infatti costi-
tuito dalla coppia di esemplari (2.II.4.e.10) del tesoro di Palmira. La datazione,
oltre che dai dati di rinvenimento degli esemplari noti, viene confermata dalla
raffigurazione di questo tipo di orecchini su una stoffa con Hestia, oggi a
i~
Washington 17,e nel mosaico della Sala di Ippolito a Madaba (fig. 48) l*. l
Una migliore qualità di esecuzione ed il riferimento a tecniche e forme
orientali si manifestano chiaramente in un'altra variante degli orecchini del
tipo a gancio, che ha come elemento distintivo la presenza di un pendente a
goccia (variante 0:questo elemento, lavorato a traforo o a filigrana, in alcuni
esemplari presenta anche una raffinata inserzione di pietre, perle o paste vitree
sospese al centro del pendente.
La provenienza degli orecchini da Costantinopoli, Cipro, Israele, Creta e
dall'Italia Meridionale ha fatto supporre a M.C. Ross che la stessa capitale
d'oriente ne sia stata, tra VI e VI1 secolo, il luogo principale di produzione 19.
Una coppia di esemplari del tesoro di Caesarea Maritima (cat. II.4.f.4), databi-
le entro gli inizi del VI1 secolo, e gli orecchini del tesoro di Lalnbousa (cat.
II.4.f.2-3), confermano l'ambito cronologico proposto, permettendo probabil-
mente di precisare ulteriormente l'uso di questo ornamento tra la fine del VI e
la prima metà del secolo seguente.
Lo stesso tipo di pendente viene utilizzato in collane di provenienza orien-
tale, riferibili allo stesso arco temporale e al medesimo orizzonte culturale20:le
analogie formali tra gli esemplari potrebbe far pensare ad una produzione in
serie di alcuni elementi dei gioielli, utilizzati nelle varie classi di oggetti a
seconda delle necessità di committenza. Notevoli affinità si possono notare,
inoltre, con gli orecchini a corpo semilunato ", sia per la tecnica a traforo che
descrive motivi vegetali (cat. II.4.f.1, 4-6 e 8), sia per la lavorazione dell'orlo
I7Ross 1968,23.
della lamina, sia per l'aggiunta, in alcuni esemplari, di un filo aureo con vaghi
l8 Jordanien 1987,318-319. e perle che segue il profilo esterno dell'orecchino (cat. II.4.f.2-3, 5). In un
I y Ross 1965, 69. esemplare del museo di Napoli (cat. II.4.f.6) è presente, inoltre, un tipico
lo Oltre agli esemplari pre-
sentati in catalogo, v. i gioielli
dischetto saldato al vertice del pendente, che trova stretto confronto in un
siciliani recentemente presentati gruppo di orecchini della stessa forma, con elementi analoghi ai lati dell'anello
in Pazzi 1998,48-48 e 71, nn. 37 di sospensione2'.
e 39: si tratta di due pendenti in
oro con decorazione traforata a A favore dell'ipotesi di una esecuzione costantinopolitana della variante
motivi vegetali (L 2.8) e di una con pendente a goccia, potrebbe infine essere citata la schematica raffigurazio-
coppia di orecchini aurei con
anello di sospensione ritorto, ne di orecchini della stessa forma nella coppia di esemplari a disco di Senise,
ametista sospesa all'intemo del- attribuiti al VI1 secolo73.
la lamina e cinque bulle saldate
all'orlo (L 2.8); i manufatti ven- Molto vicino morfologicamente ai precedenti è infine un orecchino del
gono attribuiti al VII-VI11 se- museo di Damasco, con pendente circolare decorato a filigrana e con pietre e
colo.
perle (variante g: cot. II.g.1). La presenza di un filo aureo con perline che
V. cap. 2, cat. 11.7.
22 V. cap. 2, cat. 11.7.31-38.
segue la sagoma del gioiello e della caratteristica pietra sospesa al centro di
I3V.cap. 2,cat. II.5.d.l. esso, accomuna infatti questo esemplare ad alcuni orecchini sia del tipo a goc-
Orecchini

cia che a corpo semilunato: pertanto sembra plausibile suporre, anche per que-
sto gioiello una datazione tra la fine del VI e la metà del VII secolo.

Tipo 5

Variante a: castoni e pendenti di filo aureo


Variante b: elemento filigranato e pendenti di filo aureo
Variante C: lamina con castoni e pendenti di filo aureo
- lamina non traforata
- lamina non traforata, a pelta
- lamina traforata
Variante d: disco con decorazione cloisonné e pendenti cruciformi

Una versione più elaborata del tipo precedente è caratterizzata dalla presen-
za di un doppio pendente collegato all'anello di sospensione, in una forma che
ripete in maniera enfatizzata gli elementi decorativi e strutturali degli esempla-
ri del tipo già esaminato, aumentandone generalmente le dimensioni e utiliz-
zando pietre più vistose.
Negli orecchini di questo gruppo, tutti in oro, i pendenti inferiori sono
costituiti da un numero variabile di segmenti di filo aureo con pietre, mentre
quelli superiori possono essere rappresentati da un castone (variante a), da un
elemento filiganato (variante b), da una lamina (variante C) o da un disco con
decorazione cloisorzrzé (variante d).
Si tratta quindi di gioielli particolarmente appariscenti, non solo per le
dimensioni, che superano i 12 cm di lunghezza in esemplare egiziano (cat.
II.5.c.8), ma soprattutto per l'originalità dei modelli e per l'elevata qualità di
esecuzione, tecnicamente confrontabile con le migliori realizzazioni delle altre
classi di gioielli. Questo carattere di eccezionalità, nell'ambito tuttavia di un
linguaggio espressivo comune all'area orientale-mediterranea, permette di ipo-
tizzare per alcune varianti una provenienza costantinopolitana, considerando
anche l'ambito prevalente di rinvenimento degli oggetti in Turchia e in area
egea. Anche la concentrazione cronologica degli oggetti tra il VI e la metà del
VI1 secolo può contribuire a definire i caratteri di una produzione specifica di
botteghe di alto livello della capitale d'oriente.
A parte deve essere considerata l'esistenza di un gruppo omogeneo di pro-
venienza egiziana attribuibile al VII-inizi VI11 secolo, probabilmente realizzato
irz loco su ispirazione dei gioielli cui si è accennato, in uno stile sontuoso,
vivace e originale.
Un'attribuzione costantinopolitana è certa per gli esempi con il pendente
superiore ornato da castoni (variante a) e da segmenti di filo aureo con pietre,
rinvenuti in Turchia (cat. II.5.a.l-3): una datazione su base stilistica al IV seco-
lo, ipotizzata per due dei gioielli presentati, potrebbe segnalare l'esistenza di
una tradizioiie orafa che tuttavia si sviluppa soprattutto dopo il VI secolo,
quando vengono realizzati gli orecchini del tesoro di Mitilene (cat. II.5.a.4). A
questo orizzocte cronologico appartiene anche un'altro paio di esemplari, con
Ln tipologin e i rnotivi decornriili

il pendente superiore formato da nove castoni con perle e pietre disposte a


triangolo (cat. 11.5.a.5), rinvenuto in Spagna meridionale: la sua presenza viene
messa in relazione con l'ambiente di corte del re visigoto Recaredo, il quale,
nell'ultimo quarto del VI secolo, strinse stretti rapporti con la corte bizantina,
adottandone costume e cerimoniale IJ. I1 ritrovamento dei gioielli in Occidente,
quindi, probabilmente può essere spiegato con un'importazione da Costantino-
poli, forse come donativo imperiale, più che con artigiani locali che abbiano
imitato modelli orientali. A questa conclusione contribuisce anche il confronto
con gli oggetti cui si è già accennato a proposito del diadema di Vama?5,una
produzione omogenea evidentemente destinata alla classe dirigente bizantina.
Ad uno stesso ambito culturale di riferimento si deve probabilmente asse-
gnare una coppia di orecchini del Museo Benaki con pendente superiore trian-
golare eseguito a filigrana, con perle, pietre e paste vitree (variante b: cat.
II.5.b.l): si tratta di gioielli isolati da un punto di vista morfologico, anche se
tecnicamente confrontabili con altri orecchini e con pendenti caratterizzati da
un filo di perle lungo il margine esterno, attribuibili al VI1 secolo. Anche l'uso
della filigrana che descrive un motivo a voluta si ritrova in collane dello stesso
periodo, come nel caso di un esemplare del tesoro di Lambousa e in uno di un
tesoro siriano ?h, entrambi databili tra la fine del VI e la prima metà del VI1
secolo.
Orecchini a doppio pendente, con l'elemento superiore in lamina con castO-
ni (variante C),sono attestati in Turchia (cat. II.5.c.l) e a Creta (cat. II.5.c.2) tra
VI e VI1 secolo, mostrando le possibilità inventive delle botteghe della capitale
nella rielaborazione della tipologia tradizionale dell'orecchino ad anello con
pendenti: soprattutto nella coppia di Costantinopoli, la quantità delle perle e
delle pietre e l'accuratezza degli ornati a granulazione permettono di apprezza-
re in maniera evidente il gusto bizantino per la policromia e la sontuosità dei
gioielli destinati all'èlite sociale della capitale.
Morfologicamente sono stati distinti gli esemplari con lamina non ritaglia-
ta, cui si è fatto riferimento, da quelli a lamina traforata, provenienti dall'Egit-
to (II.5.c.8-l l), considerando a parte anche il gruppo con lamina traforata e
pendente a pelta, rappresentato da orecchini rinvenuti in Sardegna (cat.
II.5.c.3) e in Italia meridionale (cat. II.5.c.4-5).
Quest'ultima varietà costituisce probabilmente una produzione locale sud-
italica, sviluppatasi contemporaneamente a quella degli orecchini «a cestello»
(II.8), ai quali è legata da particolarità tecniche, quali gli elementi decorativi
con globetti dell'arco di sospensione e a granulazione del pendente, e l'area di
diffusione, comune anche all'ambito germanico ?'. I1 ritrovamento di alcuni
esemplari in Italia meridionale ha fatto ipotizzare l'esistenza di elaborazioni di
?.'Ageof Spirituality 1979, VI-inizi VI1 secolo che utilizzano tecniche locali adattandole ad una tipologia
314. di importazione centro-europea. A queste forme si affiancano inoltre manife-
'q. cap. 2, cat. 1.3.
V. cap. 2, cat. III.l.a.2 e
stazioni di ambito provinciale, rappresentate in catalogo da una coppia di esem-
cat. 111.1 .b.9. plari rivenuti in Sardegna (cat. II.5.c.3) che sembra avvicinarsi maggiormente al
?' Esempi senza castoni da gusto bizantino: la stessa tipologia si riscontra ad esempio in un pendente di
Assmeritz in Noll 1974, 72, nn.
K.2-7, fig. 5 l , datati al 400 ca. cintura del tesoro di MitileneZY, di fine VI-VI1 secolo, che si inquadra però in
'X V. cap. 2, cat. VIII.1.2. maniera molto più coerente nell'ambito delle produzioni orientali.
Passando ad esemplari pii1 tardi, come già accennato, i gioielli egiziani (cat.
II.5.c.8-l l), provenienti in prevalenza dalla zona di Antinoe, costituiscono un
gruppo tipologicamente omogeneo, con caratteristiche precise probabilmente
riferibili a botteghe locali attive tra il VI1 e gli inizi dell'VIII secolo. Si tratta
di esemplari molto lunghi, oltre i 10 cm, con una lamina triangolare traforata e
decorata con motivi vegetali o pesci e castoni con pietre; caratteristico è anche
il sistema di collegamento, mediante cerniere, tra gli elementi che costituisco-
no i pendenti.
Problemi analoghi a quelli della variante con pendente a pelta riguardano la
soluzione da un elemento circolare in lamina con decorazione cloiso~zrzée pen-
dente secondario cruciforme (variante d): l'unico esempio noto, una coppia di
orecchini da Senise (cat. II.S.d.l), accostata da A. Melucco Vaccaro al tipo «a
ceste110 con capsula posteriore piana, parallela al disco anteriore» 2y, presenta
strette analogie tipologiche anche con fibule ed anelli decorati a smalti entro
alveoli, rinvenuti prevalentemente in Italia Meridionale.
Questi orecchini forniscono un termine di riferimento cronologico sicuro
per l'intero gruppo, entro la seconda metà del VI1 secolo, sulla base dell'im-
pressione di un solidus di Eraclio e Tiberio (659-668) sul retro della lamina dei
due pendenti. La produzione dei gioielli viene attribuita ad orafi di Costantino-
poli, centro di sviluppo della tecnica degli smalti entro alveoli; non si può
escludere, tuttavia, anche in questo caso, che in Italia meridionale si fosse svi-
luppato un artigianato specializzato nella tecnica cloisomzé,a vantaggio di una
committenza locale con aspirazioni di emulazione nei confronti della corte
della capitale.

Tipo 6

Variante a: circolare
- cerchio liscio e chiusura a gancio
- cerchio liscio e chiusura ad innesto
- cerchio ritorto e chiusura a gancio

Variante b: emisferica o discoidale


Variante C: biconica
Variante d: di filo con pietre
Variante e: castone applicato
Variante f: lamina applicata

Ad un tipo morfologicamente differente rispetto ai precedenti appartengono


esemplari con elementi saldati all'arco inferiore dell'anello di sospensione
(tipo 6): sulla base della forma di queste applicazioni sono state distinte sette
varianti, dalle più semplici, ornate da un cerchio (variante a) o da un elemento
in lamina (varianti b-C),alle più complesse, decorate con pietre, castoni elami-
ne filigranate (varianti d-f). Vengono trattati a parte, per comodità di esposizio-
Melucco Vaccaro 1974, ne, gli orecchini «a corpo semilunato» (tipo 7) e «a cestello» (tipo 8), che pure
11. costituiscono soluzioni correlate a questo gruppo di gioielli.
Passando ad esemplari più tardi, come già accennato, i gioielli egiziani (cat.
II.5.c.8-1 l), provenienti in prevalenza dalla zona di Antinoe, costituiscono un
gruppo tipologicamente omogeneo, con caratteristiche precise probabilmente
riferibili a botteghe locali attive tra il VI1 e gli inizi delllVIII secolo. Si tratta
di esemplari molto lunghi, oltre i 10 cm, con una lamina triangolare traforata e
decorata con motivi vegetali o pesci e castoni con pietre; caratteristico è anche
il sistema di collegamento, mediante cerniere, tra gli elementi che costituisco-
no i pendenti.
Problemi analoghi a quelli della variante con pendente a pelta riguardano la
soluzione da un elemento circolare in lamina con decorazione cloisolzlzé e pen-
dente secondario cruciforme (variante d): l'iinico esempio noto, una coppia di
orecchini da Senise (cat. II.S.d.l), accostata da A. Melucco Vaccaro al tipo «a
ceste110 con capsula posteriore piana, parallela al disco anteriore» 29, presenta
strette analogie tipologiche anche con fibule ed anelli decorati a smalti entro
alveoli, rinvenuti prevalentemente in Italia Meridionale.
Questi orecchini forniscono un termine di riferimento cronologico sicuro
per l'intero gruppo, entro la seconda metà del VI1 secolo, sulla base dell'im-
pressione di un solidus di Eraclio e Tiberio (659-668) sul retro della lamina dei
due pendenti. La produzione dei gioielli viene attribuita ad orafi di Costantino-
poli, centro di sviluppo della tecnica degli smalti entro alveoli; non si può
escludere, tuttavia, anche in questo caso, che in Italia meridionale si fosse svi-
luppato un artigianato specializzato nella tecnica cloisomzé, a vantaggio di una
committenza locale con aspirazioni di emulazione nei confronti della corte
della capitale.

Tipo 6

Variante a: circolare
- cerchio liscio e chiusura a gancio
- cerchio liscio e chiusura ad innesto
- cerchio ritorto e chiusura a gancio

Variante b: emisferica o discoidale


Variante C: biconica
Variante d: di filo con pietre
Variante e: castone applicato
Variante f: lamina applicata

Ad un tipo morfologicamente differente rispetto ai precedenti appartengono


esemplari con elementi saldati all'arco inferiore dell'anello di sospensione
(tipo 6): sulla base della forma di queste applicazioni sono state distinte sette
varianti, dalle più semplici, ornate da un cerchio (variante a) o da un elemento
in lamina (varianti b-C),alle più complesse, decorate con pietre, castoni elami-
ne filigranate (varianti d-f). Vengono trattati a parte, per comodità di esposizio-
Melucco Vaccaro 1974, ne, gli orecchini «a corpo semilunato» (tipo 7) e «a cestello» (tipo 8), che pure
11. costituiscono soluzioni correlate a questo gruppo di gioielli.
Lo tipologin e i motivi decorativi

La variante con cerchio applicato (a) manifesta al suo interno differenze


nella forma dell'anello di sospensione, che può essere liscio o ritorto, nella
chiusura, a gancio o ad innesto, e nel numero delle applicazioni. L'interno del
cerchio saldato all'anello di sospensione può essere decorato a filigrana, con
un motivo a volute che descrivono una croce «gigliata», elemento che riscon-
triamo frequentemente anche nelle altre varianti.
La diffusione degli esemplari noti sembra interessare prevalentemente l7E-
gitto (cat. II.6.a.l-6 e 12-14), da dove, con ogni probabilità, potrebbe essersi
sviluppata una circolazione di prodotti e di modelli verso aree vicine, come la
Grecia (cat. II.6.a.7 e 10) e la Sicilia (cat. II.6.a.8 e 11) e forse anche in Orien-
te, come potrebbe far pensare l'esistenza di un orecchino della stessa variante
in un tesoro siriano (cat. II.6.a.9). Tuttavia forse è preferibile l'ipotesi di una
produzione policentrica, trattandosi di una forma di serie, comune e morfolo-
gicamente molto vicina a quella degli orecchini con pendenti e triangoli di
globetti sull'arco inferiore dell'anello di sospensione che, come si è visto,
costituiscono una delle forme più diffuse in tutto il Mediterraneo, soprattutto a
partire dal VI secolo e per un lungo arco di tempo. Da un punto di vista crono-
logico la variante con applicazione circolare sembra collocarsi in una fase ini-
ziale della produzione, tra il VI e il VI1 secolo, con un apparente coesistenza
dei due tipi di chiusura: uno degli esemplari siciliani (cat. II.6.a.11) rinvenuto
con monete di Tiberio I1 Costantino (578-582) stabilisce un termine di riferi-
mento sicuro, almeno per gli esemplari con innesto, nella seconda metà del VI
secolo.
All'anello di sospensione possono essere saldate anche applicazioni in
lamina di forma emisfenca o discoidale (variante b), con decorazioni a granu-
lazione e a filigrana: alcuni esempi provenienti da Sicilia (cat. II.6.b.3-4),
Ucraina (cat. II.6.b.l) e Croazia (cat. II.6.b.2) potrebbero rendere plausikile
uno sviluppo della variante a partire dalla fine del VI secolo; l'esemplare com-
preso nel tesoro di Kharievka (Ucraina) permette inoltre di prolungare la cro-
nologia d'uso di questa forma, in alcune zone, fino al VII-VI11 secolo (cat.
II.6.b. l).
In Egitto pare che siano diffusi invece gli orecchini con applicazione bico-
nica in lamina (variante C); resta purtroppo approssimativa la datazione al VI-
VI1 secolo degli esemplari noti (cat. II.6.c.l-Il), confluiti tutti nel mercato
antiquario 30; il confronto con collane che contengono analcghi elementi bico-
nici ", utilizzati come vaghi o come elementi di sospensione per pendenti,
sembrerebbe tuttavia dare consistenza a tale indicazione cronologica e alla
concentrazione geografica segnalata.
A Costantinopoli si può far risalire un orecchino di particolare pregio e ric-
chezza compositiva, con pendenti fissi di filo aureo e pietre, applicati all'arco
20 Numerosi altri esemplari inferiore della verga (variante d, cat. II.6.d.l). Purtroppo anche in questo caso
privi di provenienza sono con- si tratta di un unicum privo di elementi di riferimento contestuale, ed è pertan-
servati presso I' Antikenmuseum
di li^^ e vengono datati al 111 to possibile solo una datazione approssimativa del gioiello al VI1 secolo su
sec.: Berlin 1988,365, nn. 20-21 base stilistica.
e 23.
j1 V. cap. 2, cat. 111. I.a.1,
Le ultime due varianti sono rappresentate da forme piuttosto rare, riscontra-
III.l.c.17. te in Sicilia e in Basilicata, la cui aderenza a tendenze generali dell'oreficeria
Orecchini

bizantina potrebbe far ipotizzare un'influenza tipologica orientale. Al tesoro di


Pantalica (Sicilia) appartiene una coppia di orecchini con castone ad orlo perli-
nato saldato all'anello di sospensione (variante e: cat. II.6.e.l): gli orecchini si
datano, con il contesto di ritrovamento, al VI1 secolo.
Infine in un esemplare di Venosa (Basilicata), che viene attribuito al V e VI
secolo, è presente una lamina rettangolare decorata con racerni in filigrana
(variante f: cat. II.6.f.l), che può essere considerata probabilmente come una
nelaborazione locale di motivi orientali.

Tipo 7

Variante a: filigranato
- a girali senza pendenti
- a girali a croce entro clipeo
- a girali con pendenti

Variante b: traforato
-cerchio distinto, globetti e pendente interno
- orlo perlinato
- bulle e castoni
- bulle
- bordo distinto e bulle
- dischetti ai alti dell'anello di sospensione e bulle
- bordo distinto, dischetti ai lati dell'anello di sospensione e bulle
- bordo distinto, dischetti ai lati dell'anello di sospensione e globetti
- filo aureo e perle lungo il profilo esterno
- orlo con globetti
Variante C:sbalzato
- decorato a registri con bulle
- bordo decorato con bulle
- bordo decorato a globetti

Gli orecchini a corpo semilunato rientrano morfologicamente tra le varianti


degli orecchino a cerchio con applicazione. È sembrato tuttavia più utile consi-
derarli come un tipo a parte, a causa della quantità e qualità della documenta-
zione esistente, che ne fanno un campione tipologico particolarmente signifi-
cativo nello studio dell'oreficeria bizantina.
La denominazione del gnippo deriva dalla forma dell'applicazione in larni-
na, che veniva ritagliata e decorata a filigrana (variante a) oppure ricavata
mediante una matrice litica (varianti b-C). Le dimensioni a volte notevoli della
lamina stessa, che tuttavia è sempre molto leggera, potevano rendere necessa-
rio il fissaggio sul retro di una barretta di filo aureo destinata a sostenerne la
forma (cat. II.7.c.2).
La decorazione figurata presenta pochi soggetti, peraltro molto diffusi in
ambito bizantino, e occupa l'intera superficie della lamina senza suddivisioni
interne, oppure si distribuisce su registri sovrapposti, recanti ciascuno uno spe-
-
La tipologia e i inotivi decorotivi

cifico motivo ornamentale; ai soggetti raffigurati con la tecnica ad impressione


potevano aggiungersi elementi a traforo e ad incisione, a volte con l'inserzione
di castoni con pietre ed elementi pendenti. L'anello di sospensione ha, in tutti i
casi considerati, una chiusura a gancio e il margine inferiore dell'orecchino è
sempre ornato, presentando a seconda dei casi una decorazione perlinata, abbi-
nata a globetti o ad elementi sferici a doppia valva detti generalmente «bulle».
Poiché la forma-base è molto diffusa in Oriente fin dall'età arcaicax, I'on-
gine della tipologia, non risulta di facile individuazione. Riscontri significativi
di epoca ellenistico-romana si possono notare soprattutto nella produzione
orafa cipriota di orecchini in lamina semilunata non traforata, talvolta con
castoni e pietre, che presentano un bordo perlinato, anelli per la sospensione di
catenelle pendenti o per il passaggio di filo aureo3.
Una maggiore conoscenza di questa produzione cipriota sarebbe particolar-
mente importante per verificare la possibilità di una persistenza tipologica fino
alla tarda antichità: da Cipro, infatti, provengono gli esemplari a corpo semilu-
nato che sembra di dover annoverare tra i più antichi nell'ambito della produ-
zione bizantina. Altri confronti si possono stabilire con alcuni orecchini rinve-
nuti in Siria e a Tiro, probabilmente sempre riferibili ad una prima fase di pro-
duzione. Allo stato attuale delle conoscenze, potrebbe essere possibile, quindi,
identificare nell'area cipriota e siriana l'epicentro della diffusione tipologica
della variante filigranata, che sembra precedere quelle a lamina traforata e
soprattutto quella sbalzata, che costituisce la varietà di collegamento con le
successive produzioni islarniche e mediobizantine.
Gli orecchini con applicazione semilunata completamente filigranata
>
(variante a), attestati a Cipro (cat. II.7.a.1, 4-5), in Siria (cat. II.7.a.6-7), in
I Libano (cat. II.7.a.2-3), presentano una decorazione a girali geometrizzati o a
volute con croce centrale entro clipeo; raramente al margine inferiore della
lamina sono sospesi pendenti a catena (cat. II.7.a.6-8). Le attribuzioni crono-
1
logiche degli esemplari noti mostrano una grande divergenza di opinioni,
i
C basate essenziamente su criteri stilistici a causa della mancanza di elementi
!: contestuali. Pur tenendo presente la possibilità di una continuità della produ-
!
zione dall'epoca romana, periodo al quale è stato attribuito un esemplare di
ignota provenienza (cat. II.7.a.8), sembra preferibile ritenere questa variante
i.
I
coeva o di poco precedente a quella con lamina traforata, che viene attribuita
i'
alla fine del VI-VI1 secolo sulla base di un esemplare appartenente al tesoro di

1:
Mersin (II.7.b.41) e di orecchini rinvenuti in una necropoli ungherese
(II.7.b.39) ".
I1 secondo gruppo esaminato, costituito da orecchini con lamina decorata ad
impressione e a traforo (variante b), sembra essere il più rilevante da un punto
di vista numerico, costituendo anzi una delle forme in assoluto più diffuse nel
! mondo bizantino.
I
I
1
2'Bibliografia in Baldini
1991.

VII, 7.
Karageorghis 1962.
!.' Werner 1974, 123- 124, tav.
Un unico rinvenimento da Homolion (Tessaglia) presenta una decorazione a
girali, un pendente aureo a goccia collegato all'anello di sospensione e nove
globetti saldati all'orlo (cat. II.7.b. l). Non si conoscono confronti per questo
esemplare, che rimane un unicum nella documentazione, nonostante i chiari
l :
legami morfologici con la tipologia generale e un richiamo a modelli prece-
denti di produzione probabilmente cipriota.
La presenza di un bordo esterno perlinato sembra connotare esclusivamente
esemplari provenienti da quest'isola (cat. II.7.b.2-5) e dalla Siria (cat. II.7.b.6),
che presentano un repertorio decorativo che ricorre anche in altre varianti, e
che appare limitato a soggetti vegetali o zoomorfi. Particolarmente diffuso è il
ricorso al motivo tipicamente cristiano dei due pavoni che si abbeverano al
kantharos o che si dispongono ai lati di un elemento vegetale, simboleggiante
l'Albero della Vita, o di una croce greca entro clipeo. Un solo esemplare del
Museo Kanellopoulos (cat. II.7.b.l l ) esibisce un altro motivo particolarmente
diffuso nelle altre varianti, ovvero un uccello, probabilmente un'aquila, fronta-
le e ad ali spiegate. Questo soggetto, oltre che in orecchini, appare anche nei
pendenti, nei fermagli di collana, negli anelli e in altri oggetti di oreficeria
orientale? di particolare interesse è l'inserimento di questa iconografia su una
patera d'argento del Museo Archeologico di Cagliari, dove l'aquila ad ali spie-
gate viene associata al serpente con un evidente significato simbolico di vitto-
ria sulla morte e sulle forze del malejh.
Forse a ricerche innovative locali in una fase cronologicamente più avanza-
ta si deve l'esistenza di una coppia di orecchini rinvenuti a Kruja (Albania),
che oltre alla consueta decorazione con pavoni ai lati di un elemento vegetale
includono quattro castoni per pietre (cat. II.7.b.14). L'accostamento delle pie-
tre al fondo aureo della lamina provoca un effetto coloristico particolarmente
evidente, mentre il carattere peculiare di questi gioielli non facilita una verifica
dell'attribuzione cronologica al VII-IX secolo: la somiglianza morfologica con
gli altri esemplari noti porta tuttavia a ritenere eccessivamente ampio l'arco
cronologico proposto, che difficilmente può estendersi oltre l'VI11 secolo.
La presenza di sfere cave a doppia valva (da quattro a sette), saldate all'orlo
inferiore degli orecchini, caratterizza il gruppo numericamente più rilevante
del tipo a lamina traforata (cat. II.7.b.14-36): alle tre varianti iconografiche già
riscontrate per l'elemento centrale della composizione figurata (Albero della
Vita, kantharos, croce entro clipeo) se ne aggiunge una quarta, ovvero un
uccello entro clipeo. I rinvenimenti ciprioti sembrerebbero, per la variante in
oggetto, meno numerosi di quelli turchi e siciliani; questi ultimi, in quantità
relativamente cospicua, vengono generalmente ritenuti prodotti costantinopoli-
35 V. cap. 2, cat. 111. l .a.4,
tani, collegandone la diffusione in Sicilia con la permanenza siciliana della
III.l.c.13, 111.8.2, VII.l.a.7, corte di Costante 11. È più probabile tuttavia che nell'isola stessa esistesse una
VII.l.a.21, VLI.3.b.l l, VlI.4.b.7, produzione locale di questo tipo di gioiello, dovuta ad orafi della capitale o
VII.4.b.8, VIII.2.b. l; il medesi-
mo soggetto compare in una elaborata sulla base di modelli importati 37.
croce aurea da Senise, conserva- La varietà dei luoghi di rinvenimento degli orecchini a corpo semilunato
ta nel museo di Reggio Calabria:
Geraci 1975, 25, tav. 111, dove il rende infatti improbabile l'ipotesi di un'unica sede di produzione, individuabi-
soggetto viene letto come un le unicamente in Costantinopoli 3X, mentre appare plausibile quella di una pro-
«pellicano ad ali spiegate che
sanguina dal petto squarciato». duzione policentrica: rimane tuttavia difficile stabilirne le sedi, data la carenza
'"Pani Ermini 1981.. 75.. n. dei dati di rinvenimento e la scarsità di informazioni circa l'attività delle botte-
118. ghe orafe dei singoli centri.
" Farioli Campanati 1982,
359. Al gruppo con bulle saldate all'orlo appartengono anche alcuni esemplari
3XRoss1965, 68, n. 87. che si distinguono per un'incomiciatura a giorno del campo figurato, che oltre
LA tipologin e i morivi decorativi

ai consueti pavoni affrontati presenta gli stessi uccelli disposti dorso contro
dorso; in un esemplare, che testimonia la diffusione del tipo in Puglia, è raffi-
gurato anche il motivo con un solo uccello ad ali spiegate (cat. II.7.b.26).
Un orecchino di ignota provenienza, oggi a Richmond (cat. II.7.b.36),
mostra l'associazione tra il bordo distinto lavorato a giorno e caratteristici
dischetti aurei saldati sulla lamina. in modo da coprire il punto di giunzione
dei fili perlinati. Questo espediente tecnico, che ricorre anche in altri tipi di
gioielli, potrebbe forse contribuire a definire gli oggetti prodotti da una specifi-
ca bottega: i luoghi di provenienza, tuttavia, appaiono come in altri casi impre-
cisi o piuttosto disparati, se si eccettua la comune dipendenza dall'orbita di
influenza bizantina. Appare interessante notare, tuttavia, il legame esistente da
un punto di vista tecnico e iconografico con gli orecchini con pendente a goc-
cia già esaminati (ad esempio cat. II.4.f.6), che in alcuni esemplari mostrano
dischetti aurei saldati e la tipica palmetta decorativo-simbolica. L'analogia a
volte è anche morfologica, caratterizzata dalla presenza di anellini esterni
all'orlo, entro i quali viene fatto passare un filo aureo con perle e paste vitree.
Negli orecchini a corpo semilunato questi elementi sono piuttosto rari, attestati
in un esemplare del Museo Benaki con la lamina traforata decorata da un
monogramma personale (cat. II.7.b.40), e in due esemplari rinvenuti nella
necropoli di Keszthely-Fenékpuszta (cat. II.7.b.39).
Come ultima variante degli orecchini a lamina traforata vengono considerati
gli esemplari con globetti saldati all'orlo in un numero variabile da tre a cinque
(cat. II.7.b.37-38 e 41-44); di esecuzione più semplice rispetto agli ornamenti a
doppia valva, prevedono una decorazione costituita prevalentemente da un
unico uccello ad ali spiegate: oltre ad una coppia del tesoro di Mersin (cat.
II.7.b.41), solo di due degli esemplari presentati, provenienti da Smirne e da
Erythrae, si conosce con certezza il luogo di rinvenimento (cat. II.7.b.42).
Gli orecchini a lamina non traforata decorata a sbalzo (variante C),costitui-
scono la forma più tarda del tipo: gli esemplari sono compresi all'interno di tre
varietà che sono state distinte in base alla partizione del campo figurato e alla
decorazione dell'orlo con bulle o globetti pieni. La prima varietà raggruppa
esemplari, rinvenuti in Puglia ed in Sicilia, caratterizzati dalla divisione della
lamina in registri e dalla presenza delle bulle (cat. II.7.c.l-3). I soggetti sono
quelli zoomorfi già riscontrati e, in un solo caso (cat. II.7.c.3), compare anche
la raffigurazione di grappoli ai lati di un elemento vegetale. Lo stesso motivo,
un'innovazione iconografica legata forse ad una datazione più recente, viene
espresso in modo più elegante in un orecchino della seconda variante, con
bordo decorato e globetti, assegnabile a bottega costantinopolitana (cat.
II.7.c.6). L'altro esemplare attribuito al medesimo gruppo proviene invece dal-
l'Albania (cat. II.7.c.4): vi è rappresentato il consueto uccello frontale ad ali
spiegate, motivo che non consente di specificare la cronologia dell'esemplare,
attribuito generalmente al VI1 secolo.
Gli orecchini con bordo decorato e completato da globetti (cat. II.7.c.6-10)
costituiscono l'ultima sottovariante del gruppo a lamina sbalzata, privo di indi-
cazioni di provenienza e di contesto. Alcuni tra quelli noti presentano i consueti
Orecchini

due pavoni ai lati del kantharos o due grappoli d'uva e sono stati datati su base
stilistica al IX-XIII secolo.
Qualora risultino confermate da rinvenimenti sicuri le datazioni proposte su
base stilistica per questi orecchini, ci si troverebbe di fronte ad una fase di svi-
luppo che mantiene a diversi secoli di distanza le caratteristiche di base degli
esemplari del VI e VI1 secolo. In assenza di dati cronologicamente probanti,
appare tuttavia verosimile ritenere i manufatti a lamina non traforata un'evolu-
zione diretta delle forme precedenti, probabilmente già a partire dal VI1 secolo,
soprattutto nel caso degli orecchini cretesi (cat. II.7.c. 9), siciliani (cat. II.7.c.l-
2), pugliesi (cat. II.7.c.3) ed albanesi (cat. II.7.c.4).
In un'epoca cronologicamente più avanzata, certamente posteriore alla fine
del VII secolo, il tipo continua comunque ad essere attestato in Oriente sia in
diretta continuità con le forme precedenti, arricchito di elementi filigranati e
cloisorzlzé, sia assumendo caratteristiche stilistiche specifiche di tradizioni arti-
gianali differenti, come documentato da esemplari di ambito islamico -" o
costantinopolitano (figg. 76-80)40.

Tipo 8

Variante a: cestello a calice floreale.


Variante b: cestello ernisferico a giorno
- con elemento centrale
- con castoni

Variante C: cestello emisferico a capsula non traforata.


Variante d: cestello con capsula posteriore piana, parallela al disco anteriore.

Anche gli orecchini «a cestello» o <<acanestro» risulterebbero compresi nel


tipo già esaminato con applicazione saldata all'anello di sospensione; le carat-
teristiche peculiari di questa forma e l'approfondita analisi di cui è stata ogget-
to, ne rendono tuttavia preferibile una presentazione separata. Va comunque
messo in evidenza il rapporto con la tipologia di base e anche l'analogia
morfologico-decorativa con gli orecchini con pendente a pelta già esaminati,
che interessano probabimente il medesimo ambito geografico e cronologico.
Dopo studi di carattere generale sulla forma, ampiamente documentata in
Europa centrale e in Italia, una prima classificazione sistematica degli esem-
plari noti è stata formulata nel 1971 da 0 . von Hessen4', con alcune precisa-
39 Glory of Byzantium 1997, zioni successive di A. Melucco VaccaroJ2: in particolare il ritrovamento di
419-422, nn. 276-279 (X-XII
sec.). orecchini a cestello in Sicilia ha modificato l'opinione secondo la quale la
" Esempi in Art Byznntin tipologia sarebbe stata un prodotto esclusivo dell'oreficeria «barbarica». È
1964,379, n. 435 (X-XI sec. ) e
in Glory of Byzantium 1997, stata ritenuta improbabile anche l'ipotesi di un'origine orientale, sostenuta in
246-247, nn. 170-171 e 308- un primo tempo da A. Riegl, dal momento che non sono stati trovati orecchini
311, nn. 210-212 (XI-XII sec.).
a cestello nelle regioni siriaco-costantinopolitane. Si è giunti pertanto alla con-
" Hessen 197 1.
42 Melucco Vaccaro 1972.
clusione di ritenere il tipo una produzione locale in aree di «profonda e prolun-
43 Ibid. gata» romanizzazione, in continuità con la tradizione orafa tardo imperiale-".
Una successiva recensione tipologica di E. Possenti ha ulteriormente
approfondito lo studio di questi orecchini sulla base degli esemplari noti in Ita-
lia, sviluppando gli aspetti legati all'evoluzione della forma, alla sua produzio-
ne e alla diffusioneU. Anche in questo lavoro, come nei precedenti, l'elemento
saldato all'anello di sospensione, il cosiddetto «cestello» o «canestro» è stato
utilizzato come indicazione discriminante per la comprensione tipologica del
materiale.
Le varianti riconosciute sono tre, con cestello a calice floreale (variante a),
emisferico a giomo (variante b) ed ernisferico a capsula non traforata (variante
C); le prime due presentano caratteristiche morfologiche che permettono di
riconoscere alcuni sottogruppi.
Una quarta variante, descritta dalla Melucco Vaccaro e non trattata dalla
Possenti, presenta infine un cestello con capsula posteriore piana e parallela al
disco anteriore (variante d).
Gli orecchini con cestello a calice floreale (variante a) possono presentare
un anello di rinforzo indipendente, una fascia saldata sul retro del cestello e
utilizzata sia per rinforzo che per la sospensione di un pendente mobile, oppure
un anello di sospensione a cappio. I tre elementi si riscontrano in esemplari
databili tra la seconda metà del VI e il VI1 secolo, anche prima della conquista
longobarda dell'Italia e della Pannonia da parte degli Avari. Si tratta quindi di
una produzione locale policentnca, sviluppatasi su premesse tipologiche del-
l'oreficeria tardoromanaJ6. Assente in Oriente, rari esempi di questa forma,
con anello di rinforzo indipendente, sono stati rinvenuti in Sardegna (cat.
LI.8.a.l-2) e in Puglia (cat. II.8.a.3), mentre la maggior parte delle attestazioni
riguardano l'Italia settentrionale e l'Europa centro-meridionale 7.
J

Una dipendenza dalla presenza longobarda è stata esclusa anche per la


seconda variante, con cestello ernisferico traforato, segnalata, oltre che in Ita-
lia settentrionale, anche in zone rimaste almeno parzialmente intatte da tale
influenza, come la Sicilia (cat. II.8.b.l-5) e l'Italia meridionale (cat. II.8.b.6-
20) 48.
Alla Melucco Vaccaro si deve una specificazione ulteriore dei tipi proposti
da von Hessen, con la distinzione della variante con cestello a giomo in un
insieme di orecchini con disco anteriore decorato da castoni e semisfere sbal-
zate e in un secondo gruppo, col disco anteriore ornato da giri di fili perlinati o
godronati Questa suddivisione è stata leggermente modificata dalla Possenti,
che considera diversamente la cronologia delle sottovarianti, distinguendo
inoltre gli esemplari con un unico elemento centrale da quelli con più castoni.
Viene inoltre proposta una scansione cronologica che va dalla metà del VI alla
metà del17VIIIsecolo, con una progressiva diversificazione degli elementi
decorativi50.Alcuni orecchini relativi a questa variante, con uno o più castoni,
YPossenti1994. sono documentati in Sicilia e in Italia meridionale (cat. II.8.b.1, 4-5, 10, 13-20
dSMeluccoVaccaro 1972, 10. e 22), dove è invece assente la forma con lamine metalliche.
46 Possenti 1994,34-37. Gli orecchini con cestello emisferico a capsula non traforata (variante C),
"IV~, 48.
rinvenuti quasi esclusivamente in Sicilia (cat. II.8.c.l) e in Italia meridionale
'XPossenti1994,48.
4Y Melucco Vaccaro 1972.
(cat. II.8.c.2), si pongono invece probabilmente attorno alla metà del VI1 seco-
'OPossenti 1994. 32 e 37-45. lo. Tale indicazione, in mancanza di dati archeologici sicuri, si basa sul con-
fronto stilistico degli anelli di sospensione con quelli della coppia di esemplari
di Senise già ricordati. L'esame tecnico e stilistico degli orecchini riconducibili
a questa variante porta inoltre a considerare lo stretto legame esistente tra le
botteghe operanti in Italia meridionale tra IV e VI secolo e quelle di VI-VI1
secolo
Infine, gli orecchini a ceste110 con capsula posteriore piana (variante d),
documentati in Sicilia da un esemplare di Comiso (cat. II.8.d. l), che la Possen-
ti interpreta come una forma intermedia '?, costituiscono forse il prodotto di
un'evoluzione del tipo in botteghe locali dopo la metà del VI1 secolo. Scarsa-
mente documentata, la variante viene in genere datata sulla base dell'impres-
sione di un solidus di Costantino IV Pogonate (668-685) sul retro della coppia
di esemplari di Senise (2.11.5.d.l), che tuttavia in questa sede, per la peculiarità
della forma, si preferisce considerare come esemplificazione di una variante a
sé stante del tipo a doppio pendente5j. Un altro indizio cronologico è costituito
da un esemplare (cat. II.8.d.3) del Museo del Bargello, anch'esso con busto
imperiale impresso sulla lamina posteriore, qui con l'aggiunta dell'iscrizione
«X&PLS 8 ~ o C »(«grazia di Dio»); per questo esemplare, datato da F. Paolucci
alla prima metà del VI1 secolo, si suppone una provenienza da bottega sud-ita-
lica, forse beneventana, considerando l'esistenza di altre attestazioni localizza-
bili nel medesimo ambito geografico, come una coppia di esemplari del Museo
di Napoli (cat. II.8.d.2).

Tipo 9

Un ultimo tipo di orecchino, infine, si differenzia nettamente dai precedenti


per la forma dell'elemento di sospensione, che invece di essere un cerchio con
chiusura è costituito da un gancio «ad esse» saldato sul retro dei gioielli (cat.
11.9.1-2). I1 carattere sporadico delle attestazioni non permette di delineare uno
Ivi, 45 e 48-49.
sviluppo tipologico di questi esemplari, diffusi prevalentemente nel VI1 secolo
j'Possenti 1994. pnssirn. in ambito orientale, forse in diretto collegamento con le precedenti esperienze
"Lipinsky 1965,447-448. dell'oreficeria tardoromana.
La tipologia e i motivi decorativi

l.a
a sezione circolare o ovale

5. Orecchino centrale e globetto terminale di


senza chiusura p.i., Lazio chiusura.
Veroli, Biblioteca Giovardiana Bibliografia: Orsi 1942, 146, tav. XI.
1. Orecchino argento; d 1.7
Sardi (Turchia), Bin TepeIDuman Tepe Analogo al precedente. 2. Coppia di orecchini
inv. M 66.10: 7091 Bibliografia: Luttazzi 1992, 774, fig. Cimitile, Nola (NA, Campania), basili-
rame; d 2 2,4 (fine VI-inizi VII sec.). ca di S. Tommaso, tomba G6, I li-
Anello frammentario privo di chiusura, vello
ad estremità rastremate. Cimitile, Deposito Soprintendenza
Bibliografia: Waldbaum 1983, 123, n. (inv. ST 48)
724, tav. XLV (lidio o tardoroma- bronzo; d 1.67; d verga 0.2
a sezione circolare Verga ispessita al centro dell'arco infe-
no). riore.
con decorazione a globetti
2. Orecchino (fig. 13) (IV-prima metà VI sec.) Bibliografia: Stasolla 1993, 253-255
e 268-269, n. 7, fig. 27 (età bizanti-
Palmira (Siria), tesoro l .In.19, 1960 na).
Palrnira, Museo Archeologico (inv. CD 1. Orecchino
4 B 4) Cornus (OR, Sarriegna), necropoli
oro; d 2.6 orientale, tomba 90
Un'estremità rastremata e l'altra ap- Cuglieri, Antiquarium (inv. 1235) l .d
piattita. oro; d 1.6
Chiusura a gancio e tre globetti saldati sezione circolare
Bibliograjìa: Michalowsky 1962, 224, con ispessimento al centro
n. 139, fig. 257 (Vn sec.). all'arco inferiore.
Bibliografia: Martorelli 1984, 163 e dell'arco inferiore e filo perlinato
3. Orecchino 179-180, n. 15, tavv. XCV, CVI. (VI-VI1 sec.)
Cimitile, Nola (NA, Campania), basili- 2. Orecchino
ca di S. Tommaso, tomba E5, Ii li- senza applicazioni
vello Comus (OR, Sardegna)
Cimitile, Deposito Soprintendenza Cuglieri, Antiquarium
(inv. ST 27) argento, d 1.4
bronzo; d 2.5; d verga 0.18 Analogo al precedente, con quattro glo-
Anello ad estremità rastremate, con betti.
chiusura a gancio. Bibliografia: Martorelli 1986, 163 e
185, n. 103, tavv. C e CVIII (VI
Bibliografia: Stasolla 1993, 253-255 e sec.).
267-268, n. 3, fig. 26 (età bizanti-
na).

chiusura a gancio 1. Coppia di orecchini


l .C
p.i., Costantinopoli, tesoro l .III.20
a sezione circolare Washington, Dumbarton Oaks Collec-
4. Orecchino con ispessimento alcentro tion (inv. 59.65)
Comus (OR, Sardegna), basilica, tom- (VII-VIII sec.) acquisto 1959
ba 4 oro; d 2.8
Cuglieri, Antiquarium (inv. 74619) 1. Orecchino Ispessimento centrale dell'arco inferio-
oro; d l Siracusa (Sicilia), contrada S. Giuliano re decorato con un giro di filo perli-
Analogo al precedente. Siracusa, Museo Archeologico Regio- nato; chiusura a gancio.
Bibliografia: Martorelli 1984, 164, nale Bibliografia: Ross 1965,7,4.D, tav. IX
185, tavv. C, CVIII, fig. 30, n. 101 oro; d 1.9 (VI1 sec.); Manière Léveque 1997,
(IV-prima metà VI sec.). Verga rastremata con ispessimento 97, tav. 2, K (fine VI-VI1 sec.).
-
Orecchini

2. Coppia di orecchini Bibliografa: Gervasio 1938, 417-418,


l .f fig. 14 (VI secolo o posteriore);
Castro dei Volsci (FR, Lazio), tomba 2
(inv. 44908) a sezione piatta D'Angela 1992b, 305, fig. 2 (VI-
oro; d 2 (VI1 sec. ?) VI1 sec.).
Arco inferiore della verga decorato con
tre fili perlinati. 1. Orecchino - .
l
<.*%L. L .*C*-

Bibliografia: Fiore Cavaliere 1992, Cimitile, Nola (NA, Campania), basili-


515, n. 1, tav. V (fine VI-prima ca di S. Tommaso, tomba D5, I1 li-
metà VI1 sec.). vello
Cimitile, Deposito Soprintendenza
(inv. ST 22)
con applicazioni bronzo; d verga 0.12 I >A-.
I
--
Chiusura a gancio e decorazione im- -*---A- >--A

pressa a punti; frarnmentario. 3.a


Bibliografa: Stasolla 1993, 256-257 e senza pendenti
273, n. 19, fig. 29. -
(V-VI sec.)
- -- r --
l. Orecchino
Sardi (Turchia)
M 61 22 a-C:3232
rame; d 1.4
Verga rastremata ad un'estremità, al-
l'altra terminante in un poliedro.
Bibliograjin: Waldbaum 1983, n. 880,
3. Coppia di orecchini tav. 50.
S.P. 1. Orecchino
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 2. Orecchino
150) Piano delle
Cannelle, Tigani (Grecia), basilica, tomba 14
d 2.85 e 2.95 Cotorninello Atene, Museo Bizantino
Verga rastremata con giro di globetti al (CT, Sicilia) bronzo; d 1.5
centro dell'arco inferiore, al quale è Analogo al precedente.
saldato un pendente con perla. Siracusa, Mu-
seo Archeo- Bibliografia: Drandakis 1980, 253, n.
Bibliografia: Laffineur 1980, n. 16 1, logico Re- 4, tav. 148 z (V-VI sec.).
fig. l81 (IV-VI sec.).
bronzo 3. Orecchino
Verga rastremata con due vaghi di Pantalica (SR,
bronzo. Sicilia)
l .e Bibliogrnfa: Orsi 1942, 124- 127, fig. Siracusa, Museo
a sezione quadrangolare, 56. Archeologico
circolare alle estremità Regionale
2. Orecchino (inv. 28490)
(VI-VI1 sec.)
Racineci (CT, oro
.-.

1. Orecchino ~ i c i l i a ) ne:
; Analogo al precedente, con la verga de-
cropoli ter- corata da sottili incisioni.
Cimitile, Nola reno Tasca Bibliografia: Orsi 1942, 146, fig. 63;
(NA, Cam- Siracusa, Museo Fallico 1975, 318, fig. 5.
pania), S. Archeologi-
Tommaso, co Regionale
tomba E5, I1 oro, pasta vitrea
livello Verga chiusa a
Cimitile, Depo- gancio, con pasta vitrea conica.
sito Soprin- Bibliograjia: Orsi 1942, 123, fig. 122.
tendenza
(inv. ST 26)
bronzo; d 1.97, d 3. Coppia di orecchini
verga 0.25 Canne, (BA, Puglia), necropoli bizanti-
Anello rastremato con decorazione in- na. tomba 10 4. Orecchino
cisa a segmenti obliqui. Bari, Museo Archeologico Cornus (OR, Sardegna), necropoli
Bibliografa: Stasolla 1993, 255-256 e bronzo orientale
271, n. 15, figg. 28 e 43 (età bizan- Verga rastremata; in uno degli esem- Cuglieri, Antiquarium (inv. 803)
tina). plari con un vago. argento; d 2
La tipologia e i motivi decorativi

Analogo al precedente, con verga liscia


non decorata.
Bibliografia: Martorelli 1984, 163-164, con poliedro
179, n. 21, tavv. XCV, CVI (IV-VI1 decorato a granulazione
sec.). (VI-VI1 sec.)
5. Orecchino 1. Coppia di orecchini
Veroli (FR, La- p.i., Adana (Turchia)
zio) Washington, Dumbarton Oaks Collec- pendenti di filo senza chiusura
Veroli, Bibliote- tion (inv. 56.25) (V-inizi VI sec.)
ca Giovar- acquisto 1957
diana oro; L 4.3; d anello 2.7
argento; d 2 1. Orecchino
Anello a verga ritorta con chiusura ad
Analogo al pre- innesto entro un poliedro decorato Sardi (Turchia), Bin TepeIDuman Tepe
cedente. con croci a granulazione; pendente inv. M 66.5: 7053
Bibliografia: Luttazzi 1992, 773, figg. in filo aureo con una perla o una bronzo; d 2.1
2-3 (fine VI-inizi VI1 sec.). pietra, oggi perduta. Anello rastremato con pendente.
Bibliograjia: Ross 1965, 67, n. 86, tav. Bibliografia: Waldbaum 1983, 728-
XLVII (VI1 sec.); Byzantine Col- 729, tav. XLV (tardoromano-proto-
lection 1967, 58, n. 210 (VI1 sec.). bizantino).

2. Coppia di orecchini
Lipovaca (Vukovar, Croazia), necropo-
li
Zagabria, Museo Archeologico (inv.
9202)
acquisto 1901
6. Orecchino oro, pietra; L 3.4, p 2.60-2.62
Imola (BO, Emilia Romagna), Villa Pendente costituito da un segmento di
Clelia. 1978 filo aureo con un «berillo» verde a
Imola, ~ u s e Civico
o sezione esagonale.
argento, d 1.8 Bibliografia: Croazia 1993, 160, n. 211
Analogo al precedente. 2. Coppia di orecchini (IV sec.).
Bibliografia: Imola, Villa Clelia 1990, p.i., Siria settentrionale
136-137, fig. 7, n. 9 (V-VI sec.). Kassel, Staatliche Kunstsamrnlungen 3. Coppia di
oro; d 3.2, p 7.4 orecchini
7. Coppia di orecchini A verga liscia, con chiusura a gancio e Roma, Piazza
Santa Sofia (FO, Emilia Romagna), poliedro decorato da elementi agra- della Conso-
tomba 2 nulazione; pendente perduto. lazione, teso-
bronzo, d 3.5 ca Bibliografia: Kassel 1980, 50-5 1, n. ro 1.111.8,
Analoghi al precedente. 112, tav. XIX (V-VI sec.). 1910
Bibliografia: Maioli 1982, 26-29; Imo- Washington,
la, Villa Clelia 1990, 136-137, fig. Dumbarton
3. Coppia di orecchini Oaks Collec-
7, nn. 7-8 (fine V-VI sec.).
p.i., Italia meridionale tion (inv.
Benevento, Museo del Sannio 52.7.1-2)
oro coll. J. Pierpont
Verga terminante in un poliedro deco- Morgan; B. da
rato a filigrana e a granulazione. Costa Green,
Bibliograjia: Cassanelli 1991, 106, fig. 1952
76 (VI1 sec.). oro, perla, zaffi-
ro; L 6.5
Pendente di filo
8. Coppia di orecchini 4. Orecchino aureo con ca-
S.P. p.i, Italia meridionale stone rom-
Amburgo, Museum fur Kunst und Napoli, Museo Nazionale (inv. 24710) boidale, perla, elementi di filo perli-
Gewerbe (inv. 1917, 1106) coll. Borgia nato e zaffiro a goccia.
oro; d 2 oro; d 1.6 Bibliografia: Ross 1965, 1-2, n. I, tavv.
Analoghi al precedente. Analogo ai precedenti. I-V (inizi V sec.); Manière Léveque
Bibliografia: Hoffmann 1968, 130-13 1, Bibliografia: Breglia 1941, 57, n. 223, 1997, tav. 2, E (seconda metà V-ini-
n. 85, figg. 85 a-b. tav. XXV,4. zi VI sec.).
Orecchini

4. Coppia di con castone circolare, una pietra


orecchini (mancante), un vago cilindrico di
Roma, Piazza filo perlinato e un cristallo di rocca.
della Conso- Bibliografia: Paolucci 1994, p. 89 (V-
lazione, te- VI sec.).
soro 1 JII.8,
1910
Washington,
Dumbarton pendenti di filo con pietre
Oaks Col- e chiusura a gancio
lection (inv.
28.12)
coll. Bliss, 1928
-
(V-VI sec.) Verga rastremata con anello per la so-
spensione di un pendente.
oro, perle, sme- verga non decorata, un pendente Bibliografia: Amante Simoni 1984, 174,
raldi, zaffiri; L 7.5 187, n. 135, tavv. CIII e CIX (secon-
Pendente di filo aureo con una perla il 1. Orecchino da metà VI-VI1 sec.).
cui castone è decorato, sul retro, da
un motivo a rosetta con un globetto Kocamustafapasa, Costantinopoli
Istanbul, Museo Archeologico (inv. 5. Orecchino
aureo al centro, da uno smeraldo Cornus (OR, Sardegna), necropoli
circolare incastonato, da un vago 6884)
acquisto 1964 orientale, tomba 86
conico e da uno zaffiro a goccia. Cuglieri, Antiquarium (inv. 1531 b)
oro; L 2.6
Bibliografia: Ross 1965, 1, n. E, tavv. Rinvenuto in un sarcofago tardoantico argento; d 1.9
I-V (inizi V sec.); Manière Léveque (Istanbul, Museo Archeologico, Analogo al precedente.
1997, tav. 2, C (seconda metà V- inv. 5668); anello di sospensione Bibliografia: Amante Simoni 1984,
inizi VI sec.). per un solo pendente. 174, 187, n. 136, tavv. CI11 e CIX.
5. Coppia di Bibliografia: Ergil 1983,54, n. 141 (IV
sec.). 6. Coppia
orecchini di orecchini
Roma, Piazza 2. Coppia di orecchini Roma, Piazza
della Conso- della C o n -
lazione, te- Sofiana (EN, Sicilia)
soro 1.111.8, Gela, Museo Archeologico solazione,
1910 oro, perle t e s o r o
Washington, Pendente costituito da un elemento au- 1.111.8,
Dumbarton reo cilindrico con orlo perlinato e 1910
Oaks Col- da una perla. Washington,
lection (inv. Bibliografia: Adamesteanu 1963, 272, Dumbarton
28.14-15) fig. 27; Fallico 1975, 319; Guillou Oaks Col-
1975, 86. lection (inv.
coll. Bliss, 1928 28.16-17)
oro, perle, sme- coll. Bliss, 1928
raldi, zaffiri; 3. Orecchino
L 6.5 Magnisi (SR, Si- oro, perle, zaffi-
cilia) ri; L 6.3-6.5
Pendente di filo Pendente di filo
aureo con Siracusa, Museo aureo con
una perla, uno smeraldo circolare Archeologi- un castone
incastonato, un vago aureo conico e co Regionale
uno zaffiro a goccia. In un esempla- acquisto 1892 circolare, una perla e uno zaffiro a
re il vago aureo è sostituito da un argento goccia; elementi mancanti in uno
anello di filo perlinato e manca la Semplice cerchio dei due esemplari.
perla. con anello Bibliograjìa: Ross 1965, 1-2, n. F, tavv.
per pendente I-V; Manière Léveque 1997, tav. 2,
Bibliografia: Ross 1965, 1, n. G, tavv. B (seconda metà V-inizi VI sec.).
I-V (inizi V sec.); Manière Léveque saldato all'arco inferiore; rinvenuto
1997, tav. 2, D (seconda metà V- con una moneta di Tiberio I1 Co-
stantino (578-582). 7. Coppia di orecchini
inizi VI sec.).
Bibliografia: Orsi 1942, 13 1-132, fig. S.P.
6. Orecchino 59; Guillou 1975, 85. Atene, Museo Benaki
S.P. oro, perle, pietre; L 4
Firenze, Museo del Bargello (inv. 935) 4. Orecchino A cerchio rastremato con chiusura a
gancio; pendente di filo aureo con
oro, pietre; L 7.5, p 7.55 Cornus (OR, Sardegna), necropoli una perla e una pietra a goccia.
Anello di sospensione decorato con orientale
treccia di filo aureo e con chiusura Cuglieri, Antiquarium (inv. 153 1 a) Bibliografia: Sega11 1938, n. 238, tav.
entro elemento cilindrico; pendente argento; d 1.9 XXXV (VI-VI1 sec.)
Ln tipologia e i motivi decorativi

Venosa, Museo Archeologico Naziona- Arco inferiore decorato con quattro


le (inv. 389906) triangoli di globetti a stampo alter-
bronzo, paste vitree; d 3, L 2.6 nati a tre anelli di sospensione per
Verga con vago in pasta vitrea inserito pendenti; un altro anello, all'intemo
e due anelli per pendenti, ciascuno del cerchio di sospesione, anch'es-
di filo avvolto a spirale con tre va- so decorato con triangoli di globet-
ghi in pasta vitrea bianca. ti, era ornato in origine con una pie-
Bibliografia: Salvatore 1991, 287, t. 11 tra o, più probabilmente, una perla;
b (seconda metà VI sec.). due bulle ai lati dell'arco di sospen-
sione.
Bibliografia: Drandakis 1980, 253; n.
verga non decorata, tre pendenti 2, fig. 148 d (VI-VLI sec.); Byzanti-
no Mouseio Athinon 1985, 253, n.
(VI-VZZ sec.) 51 (VI sec.).
12. Coppia di orecchini 16. Coppia di orecchini
8. Coppia di orecchini p.i., Egitto Salerni (TP, Sicilia), Basilica, tomba 49
S.P. New York, Brooklyn Museum (inv. oro; d 2.5; p 6
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 174 05.446.1-2) Verga con globetto applicato.
a-b) acquisto da Aziz Khayat; E.C. Bibliografia: Pace 1916, 717, fig. 7
oro, smeraldi; L 4.8 e 5.1 Woodward Memorial Fund (IV-V sec.).
Pendente di filo aureo con uno smeral- oro, pietre; L 4.6 e 5.0.
do tra due elementi perlinati. Tre cerchi applicati alla sezione inferio-
Bibliografia: Laffineur 1980, n. 162, re dell'arco, con orlo perlinato
fig. 182. esterno; emisfera con punto centra-
le e orlo perlinato sotto l'anello di
chiusura.
Bibliografia: Davidson 1984, 174-175,
n. 246 (VI sec.).
13. Coppia di orecchini
p.i., Egitto
New York, Brooklyn Museum (inv.
05.448.1-2)
9. Coppia di orecchini acquisto da Aziz Khayat; E.C.
Woodward Memorial Fund
S.P. oro, pietre; L 3.8 e 3.9
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 366) Tre cerchi applicati alla sezione inferio- anelli per pendenti di filo aureo con
oro, pietre; L 3.3, e 2.5 re dell'arco. perle tra triangoli di globetti.
Cerchio con anello perlinato saldato al- Bibliografia: Davidson 1984, 176, n. Bibliografia: Kassel 1980, n. 98, tav.
l'arco inferiore e tre globetti aurei. 248 (VI sec.). 19 (VI-X sec.).
Bibliograja: inediti.
14. Coppia di orecchini
10. Coppia di orecchini S.P.
S.P. Atene, Museo Archeologico Nazionale
Richmond, Virginia- Museum of Fine coll. Stathatos
Arts oro, perle, paste vitree; L 1.7; d anello 1.4
coll. De Clercq e De Boisgelin Con tre pendenti di filo aureo decorati
oro, cristallo di rocca, paste vitree con perle e paste vitree tra elementi
Pendente costituito da un castone circo- perlinati.
lare con pasta vitrea, da un vago au- Bibliografia: Amandry 1963, 284, n. 18. Orecchino
reo conico e da un cristallo di rocca 205, tav. XLII (VI-VI1 sec).
sfaccettato. S.P.
Bibliografi: Ross 1968,15,n. 10 (V sec.). Kassel, Staatliche Kunstsammlungen
argento; d 4.9, p 6.2
verga decorata a globetti (VI-X sec.) Anello ispessito al centro con applica-
verga non decorata, due pendenti zioni triangolari di globetti alterna-
(seconda metà VI sec.) 15. Orecchino te a sei anelli per pendenti; un cer-
Tigani (Mani, Grecia), basilica, tomba chio interno all'anello con elementi
11. Coppia di orecchini 1o decorativi applicati.
Venosa (PZ, Basilicata), SS. Trinità, Atene, Museo Bizantino Bibliograja: Kassel 1980, n. 106, tav.
tomba 1 4 / 8 5 argento; d 3.9. 20 (VI-X sec.).
Orecchini

verga non decorata, tre pendenti


(VI sec.)
pendenti di filo con pietre e
chiusura ad innesto 8. Coppia di orecchini
(V-VI sec.) p.i., Egitto
New York, Brooklyn Museum (inv.
16.147)
verga non decorata, un pendente acquisto i884 (El Rodah, a nord di
Mellawi); dono del Wilbour Estate
1.Coppia di orecchini rame dorato. ~ e r l eL: 3.5: 12.4
, L

Verga cava priva di'chiusuia, leggermen-


p.i., Egitto te rastremata alle estremità; tre pen-
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. denti con una perla ciascuno, sospesi
57.594-5) ad anelli perpendicolari alla verga.
acquisto da Sheik Ismael, Cairo, 1930
oro, perle; L 6.4 Bibliografia: Davidson 1984, 180, n.
Anello con pendente costituito da un 260 (VI sec.).
castone circolare e da un filo aureo
con vaghi aurei alternati a perle. verga decorata con filo perlinato,
Bibliografia: Jewelry 1979, 157, n. 442 un pendente (VI-VZZ sec.)
(V-VI sec.). 9. Coppia di orecchini
5. Coppia di orecchini
p.i., Egitto
2. Coppia di orecchini Luni (SP, Liguria) New York, Brooklyn Museum (inv.
p.i., Egitto Firenze, Museo Archeologico (inv. X.4.1-2)
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. 72605) acquisto da Aziz Khayat, 1908; E.C.
57.592-3) coll. Remedi Woodward Memorial Fund
acquisto da Sheik Ismael, Cairo, 1930 oro, perle, ametiste, paste vitree; L 6.9- oro; d 2.5 e 2.4
oro, perle; L 7.4 6.4 Ad un pendente; chiusura entro ele-
Analoghi ai precedenti. Pendente costituito da un segmento di mento cilindrico perlinato.
filo aureo con una pasta vitrea ver- Bibliografia: Davidson 1984, 182, n.
Bibliografia: Jewelry 1979, 157, n. 443 de incastonata, una perla ed un'a-
(V-VI sec.). 262 (VI-VI1 sec.).
metista a goccia; chiusura entro fa-
scia a tre anelli.
3. Coppia di orecchini Bibliografia: Ciampoltrini 1989, fig. 1.
Avicenna (FG, Puglia), necropoli, 1953 a-b (entro la prima metà del VI
Taranto, Museo Archeologico Nazio- sec.); New York 1992 ,136, n. 66;
nale (inv. s.n.) Oro de Italia 1994, 148, n. 68.
oro; L 2; 1 1.7-1.9
Anello per la sospensione di un pen- 6. Coppia di orecchini (fig. 11)
dente; chiusura ad innesto entro fa-
scia a tre anelli. Cartagine, tesoro I XI.4
Londra, British Museum (inv. MLA
Bibliografia: D'Angela 1988, 143, n. 7, AF 323-30)
tavv. LXV-LXVI; Id. 1989a, n. 3 10. Coppia di orecchini
acquisto A. Wollaston Franks, 1897
(VI-VI1 sec.). oro, perle, pietre; L 5.7 S.P.
Pendente con un castone quadrato in- Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
cludente un «prisma di smeraldo», 57.606-7)
una perla e uno zaffiro. acquisto da Daguerre, Parigi, 1926
Bibliografia: Dalton 1901, 38. n. 243; oro; d 3.4
Tait 1986,98, fig. 220 (400 ca); Pir- Verga con applicazione esterna di filo
perlinato; un anello per pendente;
zio Biroli Stefanelli 1992, 274, n. elemento emisferico con globetto
262.
centrale a coprire la chiusura.
Bibliografia: Jewelry 1979, 158, n. 449
7. Orecchino (VI sec.).
S.P.
4. Coppia di orecchini Richmond, Virginia Museum of Fine verga decorata a globetti,
Avicenna (FG, Puglia), necropoli Arts tre pendenti (VI-VZZ sec.)
Taranto, Museo Archeologico Nazio- coll. De Clercq e De Boisgelin
nale (inv. s.n.) oro, zaffiri 11. Orecchino
bronzo dorato; L 2.7; 1 2.3 Pendente singolo di filo aureo con uno Avola (SR, Sicilia)
Analoghi ai precedenti. zaffiro; chiusura non riconoscibile. Siracusa, Museo Archeologico Regio-
~ibliografia-~ ' ~ n g e1988,
l a 143, n. 8 Bibliografia: Ross 1968,15, n. 9 (IV-V nale
(VI-VI1 sec.). sec.). rame dorato; d 5.8
La tipologin e i motivi decorativi

Anello liscio con ispessimento a metà Bari, Museo Archeologico All'arco inferiore con sei anelli di so-
dell'arco inferiore; cinque anelli argento spensione per brevi pendenti costi-
per pendenti alternati a triangoli di Due pendenti alternati a triangoli di tuiti da un vago aureo con gin perli-
globetti a stampo; due elementi glo- globetti; chiusura entro elemento nati e da una perla: in un esemplare
bulari per l'innesto. sferico. manca uno dei pendenti.
Bibliografia: Orsi 1942, 145, tav. XI,7. Bibliografia: Gervasio 1938, 417-418, Bibliogrnfia: Marshall 191 1, 308-309,
fig. 14 (VI sec. o posteriore); D'An- nn. 2681-2682, tav. LV (111 sec.);
12. Orecchino gela 1992b, 305-307, fig. 2 (VI-VII Kent 1977, 100, nn. 168-169 (VI
Tremilia ( S R , sec.). sec.).
Sicilia)
Siracusa, Museo 17. Orecchino
Archeologi- Cimitile, Nola (NA, Campania), Basili- 4.d
co Regionale ca Nova, tomba 1 pendenti a treccia o catena con
bronzo; d 4.4 Cimitile, Deposito Soprintendenza
Anello liscio (inv. BN 325) chiusura a gancio
L
con ispessi- bronzo; d 2.2; d verga 0.21 (VI-VI1 sec.)
mento a metà dell'arco inferiore; tre Arco inferiore con ispessimento centra-

m
anelli per pendenti alternati a trian- le e tre anelli per pendenti alternati un pendente
goli di globetti a stampo; due ele- a triangoli di globetti; chiusura en-
menti globulari per l'innesto. tro un doppio elemento sferico. 1. Orecchino
Bibliografia: Orsi 1942, 146, fig. 62,b. Bibliogrrifia: Stasolla 1993, 257 e 273-
274, n. 22, fig. 30 (fine VII-seconda Beit Jibrin (Palestina), tomba
13. Orecchino metà VI11 sec.). Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
27.369)
Palazzo10 Acrei- coll. W. Clay, Detroit
de (SR, Sicilia) verga decorata a globetti, quattro o oro, ametista; L 8.3
Siracusa, Museo più pendenti (VI- VZZ sec.) Pendente con ametista terminale.
Archeologico Bibliografia: Baltimore 1947, n. 479 C,
Regionale 18. Orecchino tav. LVIII.
Q
\< (inv. 43057)
oro; d 3.2-3.5; p San Lio, Palaz-
zolo Acreide 2. Coppia di orecchini
6.4
Arco inferiore costituito da una tripla (SR, Sicilia) p.i., Egitto
treccia di filo aureo, alla quale sono Siracusa, Museo New York, Brooklyn Museum (inv.
saldati tre anelli, per pendenti, alter- Archeologi- 05.464.1-2)
nati a triangoli di globetti. Due ele- co Regionale acquisto d a Aziz Khayat; E.C.
menti aurei per l'innesto. bronzo; d 3.8 Woodward Memorial Fund
Bibliografia: Orsi 1942, 158, fig. 74. Analogo al pre- oro, paste vitree; L 11.l e 11.6
cedente, con quattro anelli per pen- Analoghi ai precedenti, ma terminanti
14. Orecchino denti e forse uno mancante. con un filo aureo nel quale sono in-
Bibliografia: Orsi 1942, 146, fig. 62; seriti un vago sferico e una pasta vi-
Salemi (TP, Sicilia), Basilica, tomba 1 Pace 1949,442, fig. 18 1. trea.
Palermo, Museo Archeologico Bibliografia: Davidson 1984, 181, n.
oro; d 4.3; p 17.19 19. Orecchino 261 (VI-vu sec.).
Verga interrotta da una sferetta aurea;
tre anelli di sospensione decorati a Chiaromonte (RG, Sicilia)
Siracusa, Museo Archeologico Re- 3. Orecchino
globetti.
gionale p.i., Egitto
Bibliografia: Pace 1916, 717 (IV-V oro; d 4.9; p 17.3 New York, Brooklyn Museum (inv.
sec.). Arco inferiore con ispessimento centra- X.9)
le e cinque anelli per pendenti alter- acquisto da Aziz Khayat, 1907; E.C.
15. Coppia di orecchini nati a triangoli di globetti; due bulle Woodward Memoria1 Fund
Salemi (TP, Sicilia), Basilica, tomba 12 ai lati dell'arco di sospensione de- oro, paste vitree; L 5.5
Palermo, Museo Archeologico corate con fili perlinati. Pendente costituito da un segmento di
argento; d 4; p 8 Bibliografia: Orsi 1942, 145, 196, tav. treccia, legato ad un elemento go-
Tre anelli di sospensione decorati a glo- XI,2; Pace 1949, 442, fig. 180; Fa- dronato e ad una pasta vitrea tra ele-
betti; un anello interno; chiusura noli Campanati 1982, 413, n. 221, menti perlinati.
entro un doppio elemento sferico. fig. 294. Bibliografia: Davidson 1984, 183, n.
Bibliografia: Pace 1916, 717, fig. 6 264 (VI sec.).
(IV-V sec.). 20. Coppia di orecchini
S.P. 4. Orecchino
16. Orecchino Londra, Bntish Museum ( F 2681-2) p.i., Egitto
Canne (BA, Puglia), necropoli bizanti- acquisto A. Wolliston Franks, 1897 New York, Brooklyn Museum (inv.
na, tomba 15 oro, perle; d 4 X.8)
Orecchini

acquisto da Aziz Khayat, 1907; E.C. Tre pendenti a treccia con pasta vitrea e
Woodward Memoria1 Fund perla terminale.
oro, perla; L 6.9 Bibliogrnfia: Greifenhagen 1975, tav.
pendente a treccia con perla terminale. 51.9 (VI sec.); Berlin 1988, 371, n.
Bibliografia: Davidson 1984, 183, n. 14 (VI sec.).
265 (VI sec.).
3. Orecchino
5. Coppia di orecchini Beit Jibrin (Palestina), tomba
p.i., Fayoum (Egitto) Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
Londra, British Museum (F 2581-2) 27.374)
acquisto A. Wollaston Franks, 1897 coll. W. Clay, Detroit
oro, perle; L 10 oro, perle; L 10
Come i precedenti, ma con elemento Tre pendenti, con segmenti di treccia di
emisferico lavorato a filigrana tra la filo aureo e perla finale; anello di
catena e la perla. terminale, ora mancante, ed un ele- sospensione rotto.
Bibliografia: Marshall 191 1, 298, nn. mento cilindrico d'oro con orlo di Bibliogrnfia: Baltimore 1947, n. 479 b,
2581-2582, tav. LIV (11-111 sec.); filo perlinato. tav. LVIII.
Kent 1977, 100, nn. 166-167 (VI Bibliografia: Gjerstad 1956, fig. 34, n.
sec.). 24; Greifenhagen 1975, tav. 51.8; 4. Orecchino
Berlin 1988, 365, n. 29 (VI sec.). p.i., Egitto
6. Coppia di Baltimora, Walters
orecchini Art Gallery (inv.
Anapa (Ucrai- 4.e 57.575-6)
na) acquisto da Sheik
Berlino, An- pendenti a treccia o catena con Ismael, Cairo,
tikenmu- chiusura ad innesto 1930
seum (inv. oro, perle; L 7.7
11863,159) Tre pendenti di cate-
oro; L 11.5 tre pendenti (VI- VI1 sec.) na a maglia dop-
Verga con un pia, con vaghi e
pendente 1. Coppia di orecchini perla irregolare
costituito da Kutahya, (Bitinia, Turchia) all'estremità inferiore.
un segmen- Istanbul, Museo Archeologico (inv. Bibliografia: Jewelty 1979, 158, n. 447
to di treccia 2159) (VI sec.).
tra due glo- acquisto 1903
bi aurei cavi oro, perle; L 7; d cerchio 2 5. Coppia di orecchini
e da una sfera terminale a filigrana. Tre pendenti a treccia con perla finale, S.P.
Bibliografia: Greifenhagen 1970, tav. sospesi a tre anelli ornati a granula- Richmond, Virginia Museum of Fine
24.7 (VI sec.); Berlin 1988, 365, n. zione; chiusura entro un globetto. Arts
30 (VI-VI1 sec.). Rinvenuta con cat. II.5.a. l . coll. Glasgow
Bibliografia: Ergil 1983,53, n. 138 (VI oro, perle, paste vitree
7. Coppia di orecchini sec.). Tre pendenti con segmenti di treccia,
Anapa (Ucraina) pasta vitrea e pietra finale.
Berlino, Antikenmuseum (inv. 302 19, Bibliografia; Ross 1968, 23, n. 28-29
1104) (VI sec.).
oro; L 12.5
~ n a l o ~aih precedenti.
i
Bibliografia: Greifenhagen 1975, tav.
6. Orecchino
5 I .IO (VI-VI1 sec.); Berlin 1988, S.P.
365, n. 3 1 (VI sec.). Atene, Museo Archeologico Nazionale
coll. Stathatos
oro, perle; L 5.15; d anello 1.75
tre pendenti Tre pendenti di catena a maglia piatta
con perla finale.
8. Coppia di orecchini Bibliografia: Amandry 1963, 284, n.
Tamassos (Cipro) 204, tav. XLII (VI-VI1sec.); Maniè-
Berlino, Antikenmuseum (inv. GI re Léveque 1997.89-92, tav. 2, F.
1291130)
oro; L 6.5 2. Coppia di orecchini 7. Orecchino
Verga a treccia con tre anelli per la so- p,-iene (Turchia) S.P.
s~ensionedi pendenti di c atena a Berlino, Antikenmuseum (inv. 10580) Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
maglia piatta con una perla 0 pietra oro, perle; paste vitree; L 8.9 e 8.4 57.1729)
La tipologin e i motivi decorativi

acquistato da Dikran Kelekian; coll. H. Quattro pendenti di treccia aurea colle- 2. Coppia di orecchini
Walters; acquisto 1943 gati ad un breve segmento di filo Lambousa (Cipro), tesoro 1.111.17,
oro, pietre, paste vitree; L 9.5 aureo con un vago decorato a gra- 1883
Tre pendenti di treccia di filo aureo, ai nulazione, una pasta vitrea e una Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 424)
quali sono legate una croce, con ca- perla. Chiusura entro elemento sfe- oro, perle, ametiste; L 5.7 e 5.4
stone centrale circolare includente rico. Pendente con filo di perle tra due anelli
una pasta vitrea verde, e un'ameti- Bibliografia: Michalowsky 1962, 223- sagomati a goccia e godronati; ame-
sta a goccia. 224, figg. 257-258 (VI1 sec.); Ma- tista sospesa al centro dell'anello
Bibliografia: Baltimore 1947, n. 479 a, nière Léveque 1997. interno.
tav. LVIII; Jewelry 1979, 157, n. Bibliografia: Dalton 191 1, 535, fig.
446 (VI sec.). 317; Art Byzantin 1964,368, n. 402
(VI-VI1 sec.); Piendes 1971, 53, n.
quattro pendenti 1, tavv. XXXVI, 1 e XXXVII, 2 b
(VZZ-inizi VZZZ sec.) (VI-VI1 sec.); Manière Léveque
1997, 92 (fine VI-VI1 sec.).
8. Coppia di orecchini
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III. 18,
1902
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 426)
oro; L 7.5
Quattro pendenti a catena con vago au-
reo finale.
Bibliografia: Dalton 191 1, 543, fig.
327; Sotiriou 1935, tav. 152; Stilia-
nou 1969, fig. 45; Pierides 1971,
55, n. 4, tav. XXXVIII, 4 (VI-VI1
sec.); Manière Léveque 1997, 92
(fine VI-VI1 sec.).
11. Coppia di orecchini
9. Coppia di orecchini p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
Lambousa (Cipro), tesoro l .III. 18, 1 .III.24, 19 13
1902 New York, Metropolitan Museum of l I
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 428)
oro; L 7.5
Art (inv. 17.190.1665-1666)
coll. J. Pierpont Morgan, 1917 3. Orecchino 1
Analoghi ai precedenti, mancanti della oro, perle; d 2.5; L 10 Lambousa (Cipro), tesoro 1.111.17,
chiusura. Quattro pendenti di segmenti di treccia 1883
Bibliografia: Dalton 1911,543, fig. 327; aurea, con perla terminale. Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 425)
Sotiriou 1935, tav. 152; Stilianou Bibliograj'ìn: Dennison 1918, 151, nn. oro, perle, ametista; L 5.3
1969, fig. 45; Pierides 1971,55, n. 5, 16-17, tav. XLI (I11 sec.); Ross Pendente in lamina a goccia traforata al
tav. XXXVIII, 5; Manière Léveque 1959; Age of Spirituality 1979,327- centro, decorata da un'ametista; or-
1997, 92 (fine VI-VI1 sec.). 328, n. 306 (prima metà del VI1 lo esterno con filo di perle che se-
sec.). gue il profilo della lamina.
Bibliograjia: Art Byzantin 1964,368, n.
403 (VI-VI1 sec.); Pierides 1971,
53, n. 3, tav. XXXVII, 3 (VI-VI1
4.f. sec.); Manière Léveque 1997, 92
(fine VI-VI1 sec.).
pendenti a goccia
(VI1 sec.) 4. Coppia di orecchini (fig. 13)
1. Orecchino Caesaren Maritima (Israele), tesoro
I ,111.12,1962
p.i., Costantinopoli Milano, Museo Civico Archeologico
Washington, Dumbarton Oaks Collec- oro; L 3, p 3.73-3.74
tion (inv. 53.12.97) Anello di sospensione rastremato con
acquisto 1953 pendente in lamina traforata con gi-
oro, perle; L 2.8; d anello 1.7 rali, due pavoni e una croce greca
Pendente in lamina traforata decorato entro clipeo; orlo perlinato; chiusu-
10. Coppia di orecchini con motivi vegetali e con quattro ra a gancio.
Palmira (Siria), tesoro 1.111.19,1960 perle disposte a croce al centro; or- Bibliografia: Frova 1965,235, fig. 292;
Palmira, Museo Archeologico (inv. CD lo perlinato; chiusura a gancio. Id. 1979 (fine VI sec.); Manière
4 B 1-2) Bibliografia: Rcss 1965, 68-69, n. 89, Léveque 1997, 88-89, tav. 2, G (fi-
oro, perle, paste vitree; L 8.5 tav. XLVII (VI1sec.). ne VI-VI1 sec.).
Orecchini

segmento di filo aureo. I1 filo go-


dronato interno include una rosetta
ad otto petali ottenuta a filigrana; i
petali ed il centro della rosetta sono
a loro volta decorati, all'interno, da
vaghi alternativamente cilindrici e
sferici, inseriti in segmenti di filo
aureo.
Bibliografia: Zouhdi 1974, fig. 17.

5. Coppia di orecchini Pendente filigranato, con motivo a cerchi


p.i., Creta e triangoli entro filo perlinato sago-
Iraklion, Museo Storico (inv. 315) mato a goccia; al centro pietra so-
oro, perle, paste vitree; L 4.3 e 5.1,12.5 spesa blu e bianca. Chiusura a gancio.
Lamina lavorata a stampo e traforata, Bibliograjìa: inediti.
con motivi vegetali costituiti da una 5.a
palmetta entro cornice a zig-zag; al- 8. Coppia di orecchini castoni e pendenti di filo aureo
l'esterno dell'orlo filo aureo con S.P. (VI-prima metà VI1 sec.)
perline e paste vitree verdi; chiusu- Pforzheim, Schmuckmuseum (inv.
ra a gancio. 1958116) 1. Coppia di orecchini
Bibliograjìa: Art Byzantin 1964,373, n. oro, ametiste; L 5
416 (VI1sec.). Lamina traforata con motivo a girali ed Kutalhya (Bitinia, Turchia)
orlo perlinato; ametista sospesa al Istanbul, Museo Archeologico (inv.
centro del pendente. Chiusura a 2160)
gancio. acquisto 1903
Bibliograjìa: Pforzheim 1980, n. 82 (V- oro, smeraldi; L 7; d anello 2
VI sec.). Pendente costituito da un castone trian-
golare con smeraldo, un doppio ca-
stone di dimensioni inferiori a goc-
4.9 cia e tre vaghi in oro (uno conico e
pendenti circolari due sferici). Chiusura mancante.
(VI1 sec.) Rinvenuto con cat. II.4.e. l .
Bibliograjìa: Ergil 1983, 52, n. 137 (V
sec.).
2. Orecchino
p.i., Turchia
~stanbul,Museo Archeologico (inv.
6. Coppia di orecchini 8115)
p.i., Italia meridionale sequestro 1970
Napoli, Museo Nazionale (inv. 24746-7) oro, paste vitree; L 5.5; d 1.9
oro; L 4.2 Pendente costituito da un castone ro-
Lamina traforata con motivo vegetale tondo, un vago conico in oro, una
e dischetto saldato in corrispon- pasta vitrea, un vago cilindrico in
denza del vertice superiore del oro con orli perlinati e una pasta vi-
pendente; orlo godronato e chiu- trea finale.
sura a gancio. Bibliograjìa: Ergil 1983, 54, n. 139 (IV
Bibliografia: Breglia 1941, 98, nn. sec).
1007-1008, tav. XLIII,3; Siviero 1. Orecchino
1954, 118, n. 527, tav. 243a-b (VI- p.i., Siria 3. Orecchino
VI1 sec.). Damasco, Museo Archeologico
oro, perle p.i., Turchia
7. coppia di orecchini Anello di sospensione rastremato, rotto Istanbul, Museo Archeologico (inv.
S.P. ad una estremità. Pendente circola- 75.425)
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 182) re costituito da due anelli godronati sequestro 1970
oro, pietre; L 6,12.4 collegati da perline infilate in un oro, perle, pietre; L 5.4; d 1.6-2
La tipologia e i motivi decorativi
.i'2
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Pendente costituito da un castone ro- Castone circolare saldato all'arco infe- - ' '2
. ..,....
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,.',>?
tondo con pietra, due perle, un vago riore con orlo perlinato e onice; ad 5.c ., .
. .i
in oro. esso è sospeso un pendente con ca- lamina con castoni e pendenti . '. J,? .
..:.
,, *,
Bibliografia: Ergil 1983,54, n. 140 (IV stone quadrato e un segmento di fi- di filo aureo . . T

:..A
.<
sec). lo aureo per pietre.
Bibliografia: Marshall 1911, 309, n. .. ..
.

4. Coppia di orecchini (fig. 14) 2688, tav. LV (V-VI sec.). lamina non traforata .l
. ..
'-:'a
Mitilene (Lesbo), tesoro 1.111.13, 1951 @ne VI-VZZ sec.) ....,
:,
~ J,

Mitilene, Museo (inv. 3040) 7. Coppia di orecchini .


i:.
-.,:
7

oro, perle, pietre; L 3.3 S.D.


Anello con tre perle e castone pendente ~ k e n z eMuseo
, del Bargello (inv. 936- '.v,
I .'
con «radice di smeraldo». 937)
oro, perle, ametiste; L 7.1, p 6.1 :i
Bibliograjìa: Art Byzanrin 1964,363, n. .'(m

386 (VI1 sec.); Manière Léveque Anello con castone circolare con perla. ..
1997,92 (fine VI-VI1 sec.). Pendente con castone circolare con , .?

orlo perlinato e ametista; ad esso .,. 7


sono sospesi due segmenti di filo
aureo con un castone circolare
(vuoto), un vago conico e due perle.
Bibliografia: Paolucci 1994,89-90 (IV-
V sec.).

5.b
elemento filigranato e pendenti
di filo aureo 1. Coppia di orecchini
(VI1 sec.) p.i., Turchia
Istanbul, Museo Archeologico
oro, perle
Anello con castone circolare applicato;
pendente costituito da tre lamine
collegate, con castoni e decorazione
5. Coppia di orecchini a granulazione; cinque pendenti,
p.i., Spagna meridionale con perle e vaghi aurei, legati al-
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. l'orlo.
57.560,561) Bibliograjìa: inediti.
acquistati da Daguerre, Parigi, 1930
oro, perle, pietre; L 11.3,14.3
Anello con chiusura ad innesto entro
elemento perlinato; pendente costi-
tuito da nove castoni quadrati e ot-
tagonali con perle e pietre, montati
in forma triangolare; la lamina po-
steriore dei castoni presenta una de-
corazione a sbalzo di tipo vegetale; 1. Coppia di orecchini
ai tre castoni inferiori sono sospesi S.P.
pendenti di filo aureo, ciascuno con Atene, Museo Benaki (inv. 1807)
due pietre, una delle quali un'ame- oro, perle, pietre, paste vitree; L 9.7
tista. Pendente triangolare con orlo godrona-
Bibliografia: Baltimore 1947, n. 854; to e decorazione interna filigranata
Ross 196 1,23-25, n. 80; Age of Spi- a volute con l'inserzione di perle.
rituali@ 1979,314-315, n. 289 (600 Un filo aureo con paste vitree segue
ca); Jewelry 1979, 143, n. 405 (VI il margine esterno del pendente, al
sec.); Metzger 1990, 11, fig. 6. quale sono fissati inferiormente tre 2. Orecchino
pendenti, ciascuno costituito da un Aghios Vasileios, Rethymnon (Creta)
6. Orecchino castone circolare con pasta vitrea e Iraklion, Museo Storico (inv. 693)
S.P. da pietre (un'ametista al centro). oro, smeraldi, granati, calcedoni, paste
Londra, British Museum (Marshall Bibliograjìa: Sega11 1938, n. 240, tav. vitree; L 9.3,1.2.5
2688) 45 (VI sec.); Bromberg 1990,70, n. Pendente di lamina triangolare polilo-
coll. Hamilton 29 (fine V-iiiizi VI sec.); Ead. 1992, bata con smeraldi e paste vitree
oro, onice; L 7.9 fig. 30 (V-VI sec.). bianche; seconda serie di pendenti
>./..
..,. .
Orecchini

id.I .

E
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.k-. .
p::.
i.-
i.;. .
E.&.
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t': . :

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I;.
I:
f ;. costituiti ciascuno da un castone 5. Coppia di orecchini
l,
:) circolare con un granato, un vago p.i., Italia
;,, aureo conico, una pasta vitrea e un Berlino, A n t i k e n m u s e u m ( i n v . G I
[:. ::. calcedonio azzurro. 200120 1)
L':
,
. ~ibliografia:Art Byzantin 1964,372, n. oro, perle; L 3.6
I. Pendente costituito da una lamina a pel-
L , . 415 (VI1 sec.); Manière Léveque
i- 1997, 86-88 (con provenienza da ta a tre estremità, con tre castoni
r;.
* circolari includenti perle; pendenti
i:. Aghios Nikolaos; fine VI-VI1 sec.).
i. mancanti
1I lamina non traforata, a pelta Bibliografia: Greifenhagen 1975, 67,
1.
'F.: (VI- VI1sec.) tav. 52.9 (bizantini-longobardi, VI-
f VI1 sec.); Berlin 1988, 371, n. 9
i.., (VI-VI1 sec.).
7 .', 3. C o p p i a d i
orecchini 6. Orecchino
E," ' -
Dolianova (CA, S.P.
Sardegna) Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Cagliari, Museo (inv. 940)
i.
l
Archeologi- oro; L 4, p 4.35
C .- co Anello di sospensione decorato con tre colari e quadrati, per paste vitree.
k,. oro, pasta vitrea fili perlinati; pendente costituito da Dal castone inferiore pende un seg-
i. Pendente costi- una lamina a pelta a tre estremità, mento di filo aureo con un vago
.- tuito da una con tre castoni circolari includenti d'oro, una perla o uno smeraldo e
l.
i.-.
lamina a pel- paste vitree azzurre e cerchi a fili- una seconda perla, oppure uno sme-
i:-. ta a tre estre- grana; pendenti mancanti. raldo a goccia.
1
C' mità. con ca- Bibliografia: Paolucci 1994, 9 1 (VI- Bibliografia: Dennison 1918, 15 1- 153,
!' stone a goc- VI1 sec.).
I nn. 18- 19, tav. XLII (VI sec.); Tait
cia centrale 1986, fig. 222.
(originaria- 7. Orecchino
mente c o n S.P.
una pasta vi- Londra, Victoria and Albert Museum 9. Coppia di orecchini
trea di cui re- (inv. 6570-1 855) p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
stano tracce) e orlo con triplo filo oro, smeraldi e «giacinti»; L 6.66 cm 1.111.24, 1913
E-{ godronato; cinque pendenti a cate- Pendente costituito da una lamina a pel- coll. Freer
ti::
F . .', nella con elemento finale aureo co-
nico o a forma di sfera sovrapposta
ta a tre estremità, con tre castoni
circolari e uno romboidale alternati
oro, perle, smeraldi, paste vitree; L 11;
p 27.2 e 26.3
ad un tronco di cono. Analoghi ai precedenti.
P
1:.. i.
a globetti; pendenti di filo aureo, i
due laterali con una pietra a goccia
.a.
Bibliografi: Tararnelli 1904, 145, fig. 8. Bibliogrnfia: Dennison 1918, 153-154,
.:k, e quello centrale con una perla e nn. 20-21, tav. XLIII-XLIV (VI
P-:. 4. Orecchino
una pietra a goccia. sec.).
Bibliogrnfia: Victorin nnd Albert Mu-
p.i., Italia meri- seum 1955, 10, a (VI sec.).
dionale 10. Orecchino

a
Napoli, Museo lamina traforata p.i., Egitto
1- Nazionale (VII-inizi VI11sec.) Cairo, Museo Ar-
D ,. -
I
t:
oro; L 3.8
Anello di s o - 8. Coppia di orecchini 1 cheologico
oro, perle, pietre
[ .
1.;:
spensione
decorato
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
1.III.24, 1913
I
1 I Cerchio rastrema-
to con chiusu-

:!l
con tre fili
perlinati;
pendente
Londra, British Museum (inv. MLA
1916.7-4.2-6)
coll. Burns
'$I I ra entro un
elemento sfe-
rico con d u e
i'
l :
costituito oro, perle, smeraldi, paste vitree; L 12.4 globetti ai la-
d a una la- Cerchio rastremato con chiusura entro ti; pendente di
lI
,
.i

.
mina d o p - elemento sferico con due globetti ai lamina lavo-
r . pia a pelta a lati . Pendente di lamina traforata e rata a sbalzo e
tre estremità, con quattro castoni sbalzata con due volute vegetali, sei ad incisione
i circolari e cerchi a filigrana; pietre
1; , - e pendenti mancanti.
castoni circolari includenti origina- con due pesci
e due volute
? I riamente paste vitree e, al centro,
p'
, Bibliogrnf;n: Breglia 194 1,97, n. 1 e 4, uno smeraldo. Al margine inferiore -
.
L 1
I
cciano
h e incorni-
una pie-
tav. XLI (VI-VI1 sec.); Siviero di questo elemento sono sospesi al-
;i' 1954, 118, n. 526, tav. 242 (VI-VI1 tri tre pendenti, ciascuno costituito tra; all'orlo inferiore sono sospesi
t .. sec.). da tre castoni, alternativamente cir- tre pendenti, ciascuno costituito da
!.;
i
F..
P,:
t
La tipologin e i motivi decorativi

tre elementi cuoriformi in lamina, pendente a disco cloisonné, con cli- Bibliografia: Davidson 1984, 169, n.
alternati a cerniere ornate, alle peo centrale raffigurante busto fem- 238 (VI sec.).
estremità, di perle. Dalla cerniera minile frontale con orecchini a goc-
inferiore pende un segmento di filo cia su fondo verde, entro cornice a 2. Coppia di orecchini
aureo con tre perle o, nel pendente segmenti di paste vitree blu e rosse p.i., Egitto
centrale, con due perle ed una pietra e bordo di perline inserite in un filo New York, Brooklyn Museum (inv.
a goccia. aureo; orlo esterno godronato al 05.440.1-2)
Bibliografin: Vernier 1907, nn. 525 10- quale è saldato un pendente cru- acquisto da Aziz Khayat; E.C.
525 11, tav. XXXV; Dennison ciforme a bracci patenti; chiusura Woodward Memoria1 Fund
1918, 153, fig. 45. ad innesto; sul rovescio della lami- oro; L 3.5 e 3.6
na del pendente è impresso il verso Due cerchi applicati alla sezione infe-
11. Coppia di orecchini di un solidus di Tiberio Eraclio e riore dell'anello con orlo perlinato
p.i., Antinoe (Egitto) Tiberio (659-668). L'orecchino interno ed esterno, e decorazione a
Atene, Museo Benaki (inv. 1779) viene considerato (Melucco Vacca- triangoli di globetti.
oro, perle, zaffiri;L 8.7 ro 1972) tra gli orecchini «a cestel- Bibliografia: Davidson 1984, 170-171,
Cerchio rastremato con chiusura entro lo» di tipo 4, con ipotesi di produ- n. 240 (VI sec.).
elemento sferico con un globetto; zione da parte di botteghe campane.
pendente di lamina ritagliata e de- Bibliografia: De Rinaldis 1916, figg. 1- 3. Coppia di orecchini
corata ad incisione con un serpente 2; Morassi 1936, 30, nn. 119- 120,
attorcigliato ad otto che include, p.i., Egitto
fig. 25; Hackenbroch 1938, 12; New York. Brooklyn Museum (inv.
nella spira superiore, una perla; al- Breglia 1941, 95-96, nn. 996-997,
l'orlo inferiore è sospeso un pen- 05.444.1-2)
tav. XLII, 1-2 e XLIII, 1-2 (fine VI acquisto Aziz Khayat
dente di filo con una perla e uno sec.); Siviero 1954, 120, n. 533,
zaffiro a goccia. Probabilmente ac- oro; L 5.1
tavv. 249-254 (fine VI1 sec.); Ori Analoghi ai precedenti, ma con tre cer-
quistati con la collana 1II.l.c.17. Italia 1962, 19; Lipinsky 1969b,
Bibliografia: Sega11 1938, n. 223; Art chi applicati ed un elemento circo-
276; Melucco Vaccaro 1972, 12-13 lare concavo con globetto centrale
Byzantin 1964,369, n. 405 (VI-VI1 (tardo VII sec.); Farioli Campanati
sec.). saldato sotto l'occhiello di chiusu-
1982, 406, n. 192, fig. 262; Ead. ra.
1984, 455-456; D'Angela 1992a;
Napoli 1994, 381 (VI1 sec.). Bibliografia: Davidson 1984, 173-174,
5.d n. 244 (VI sec.).
disco con decorazione cloi- 4. Coppia di orecchini
sonné e pendenti cruciformi
(seconda metà VI1 sec.) p.i., Egitto
New York. Brooklyn Museum (inv.
05.445.i-2)
acquisto da Aziz Khayat; E.C.
Woodward Memoria1 Fund
oro; L 5.1
Analoghi ai precedenti.
Bibliografia: Davidson 1984, 174, n.
6.a 245 (VI sec.).
circolare
5. Coppia di orecchini
p.i., Egitto
cerchio liscio e chiusura a gancio New York, Brooklyn Museum (inv.
(VI-VZZ sec.) 05.447.1-2)
acquisto da Aziz Khayat; E.C.
1. Orecchino Woodward Memoria1 Fund
p.i., Egitto oro; L 4.3 e 4.7
New York, Brooklyn Museum (inv. Analoghi ai precedenti.
05.438) Bibliografia: Davidson 1984, 175, n.
1. Coppia di orecchini acquisto da Aziz Khayat; E.C. 247 (VI sec.).
Senise (PZ, Basilicata), contr. Salsa, Woodward Memoria1 Fund
tomba, 1916 oro, perle; L 4.6 6. Coppia di orecchini
Napoli, Museo Archeologico Naziona- Anello con elemento circolare concavo, p.i., Egitto
le (inv. 153618) con globetto centrale, saldato sotto New York. Brooklyn Museum (inv.
oro, perle, pietre, paste vitree; L 6; d 2.2 l'occhiello di chiusura; cerchio ap- 05.44i.i-2)
Anello di sospensione decorato con ca- plicato al12 sezione inferiore, con acquisto da Aziz Khayat; E.C.
stoni rettangolari e anellini per il triangoli di globetti e perla inserita Woodward Memorial Fund
fissaggio di un filo aureo con perle; in un filo aureo. oro; L 4.8 e 5.0
Orecchini

Due cerchi applicati con orlo perlinato 10. Coppia di orecchini Analoghi ai precedenti.
interno ed esterno, e decorazione a N. Kilkis, Europos (Grecia), tomba, Bibliografia: Davidson 1984, 173, n.
globetti; tra i due elementi è saldato 1991 243 (VI sec.).
un pendente rigido costituito da una argento
sfera eseguita a filigrana tra due Analoghi al precedente.
globetti. Bibliografia: Sabbopoulou 1991, tav.
Bibliograjia: Davidson 1984, 171-172, 112a (V sec.).
n. 241 (VI sec.). emisferica o discoidale
(VI1 sec.)
11. Orecchino -.rz.z-.

7. Coppia di orecchini Magnisi (SR, Sicilia), 1892 1. Orecchino


Tigani (Grecia), basilica, tomba 25 Siracusa, Museo Archeologico Regio-
Atene, Museo Bizantino nale Kharievka (Ucraina)
oro; d anello 3.4, d totale 4.8 argento Mosca, Musée des tresors historiques
Arco inferiore dell'anello di sospensio- Analogo al precedente; rinvenuto con d'ukraine
ne decorato con filo perlinato; ap- una moneta di Tiberio I1 Costantino oro; L 6,13.5
plicazione circolare di filo perlinato (578-582). Privo di chiusura, con applicazione
con volute filigranate all'interno e a emisferica decorata a globetti.
Bibliografia: Orsi 1942, 13 1 , fig. 59;
triangoli di globetti lungo l'orlo Pace 1949, 443, fig. 183; Guillou Bibliografia: Ukraine 1975 (VII-VI11
esterno. 1975, 85. sec.).
Bibliograjia: Drandakis 1980,252-253,
n. 1, tav. 148 e (V-VI sec.); Byzan- 2. Coppia di orecchini
tino Mouseio Athinon 1985, 52, n. cerchio ritorto e chiusura a gancio Cadjavica, Podravska Slatina (Croa-
47 (V-VI sec.). (VI- VZZ sec.) zia). 1929
12. Coppia di orecchini ~ a g a b i i aMuseo
, Archeologico (inv.
8. Orecchino 820- 1 )
p.i., Egitto argento; L 4-4.2
Naxos (CT, Sicilia) New York, Brooklyn Museum (inv.
Siracusa, Museo Archeologico Regio- Bulle decorate a globetti disposte ai la-
05.439.1-2) ti dell'anello di sospensione; appli-
nale (inv. 19533) acquisto da Aziz Khayat; E.C.
oro; d 4.3; p 4.4 cazione emisferica anch'essa deco-
Woodward Memorial Fund rata da globetti.
Applicazione costituita da un elemento oro; L 5.7.
circolare filigranato, con orlo deco- Anello ritorto con elemento circolare Bibliograjia: Croazia 1993,60, fig. 269
rato a triangoli di globetti. concavo con globetto centrale sal- d-e (da una tomba di principi Kutri-
Bibliografia: Orsi 1942, 145, tav. X1,I; dato sotto l'occhiello di chiusura; guri o protobulgari, fine VI-inizi
Fallico 1975, 326, figg, 9- 10 e 13. tre cerchi filigranati saldati all'arco VI1 sec.).
inferiore; ciascuno di essi ha un or- 3. Orecchino
cerchio liscio e chiusura ad innesto lo perlinato e una decorazione co-
(seconda metà VI-prima metà VZZ sec.) stituita da triangoli di globetti. Taormina (ME,
Bibliograjia: Davidson 1984, 169-179, Sicilia), ne-
n. 239 (VI sec.). cropoli
Siracusa, Mu-
13. Coppia di orecchini seo Archeo-
logico Re-
p.i., Egitto gionale
New York, Brooklyn Museum (inv. 3
' oro; d 4.6
05.442.1-2) Arco inferiore
acquisto da Aziz Khayat; E.C. decorato con un motivo filigranato
Woodward Memoria1 Fund sinusoidale tra &de fili perlinati; ad
oro; L 5.1 e 5.4 esso è applicata una lamina emisfe-
9.Orecchino Analoghi ai precedenti. I tre elementi rica decorata a triangoli di globetti e
p.i., Siria, tesoro l .III.15 circolari saldati all'arco inferiore a filigrana.
Washington, Dumbarton Oaks Collec- non sono filigranati, ma con orlo
perlinato esterno ed interno. Bibliografia: Orsi 1942, 158-159, fig.
tion (inv. 38.7) 75; Farioli Campanati 1982,413, n.
~011.Bliss, 1938 Bibliografia: Davidson 1984, 172, n. 216, fig. 289.
oro; L 3.8 242 (VI sec.).
Analogo al precedente: cerchio con
chiusura ad innesto; elemento cir- 14. Coppia di orecchini 4. Orecchino
colare filigranato applicato all'arco p.i., Egitto Taormina (ME, Sicilia)
inferiore e decorazione a triangoli New York, Brooklyn Museum (inv. Siracusa, Museo Archeologico Regio-
di globetti. 05.443.1-2) nale
Bibliografla: Ross 1965, 10-1 1, n. 6.G, acquisto da Aziz Khayat; E.C. oro; d 5.6; p 12
h. m; Manière Lévi5que 1997,96, Woodward Memorial Fund Analogo al precedente.
tav. 2, J (seconda metà VI-W sec.). oro; L 5.4. Bibliograjk: Orsi 1942, 144, tav. XI,3.
-
uI tipologia e i rnotivi decorativi

..,.-..~'-.,.
--z.x-:2m

acquisto Aziz Khayat Analogo ai precedenti; privo del filo


6.c oro, paste vitree; L 4.5 per l'inserzione della pasta vitrea
biconica Analoghi ai precedenti, con pasta vitrea. terminale.
(VI-VI1 sec.) Bibliografia:Davidson 1984,178, n. 252. Bibliografia: Davidson 1984, 178, n.
257 (VI-VI1 sec.) .
5. Coppia di orecchini
p.i., Egitto 10. Orecchino
New York, Brooklyn Museum (inv. p.i., Egitto
05.475.1-2) New York, Brooklyn Museum (inv.
acquisto d a A z i z Khayat; E.C. 05.480)
Woodward Memorial Fund acquisto ' d a Aziz Khayat; E.C.
oro, paste vitree; L 6.7 e 6.8 Woodward Memorial Fund
Analoghi ai precedenti, con l'aggiunta oro; L 6.6
di un filo perlinato nel punto di Analogo ai precedenti, con pasta vitrea
massima espansione e di un doppio terminale.
filo perlinato in basso. Bibliografia: Davidson 1984, 180, n.
1. Coppia di orecchini 258 (VI-VI1 sec.).
Bibliografia: Davidson 1984, 178, n.
p.i., Egitto 253 (VI-VII sec.).
New York, Brooklyn Museum (inv. 11. Orecchino
05.47 1.1-2) 6. Coppia di orecchini p.i., Egitto
acquisto d a Aziz K h a y a t ; E . C . New York, Brooklyn Museum (inv.
Woodward Memoria1 Fund p.i., Egitto 05.48 1)
oro, paste vitree; L 6.9 New York, Brooklyn Museum (inv. acquisto da Aziz Khayat; E.C.
Elemento biconico verticale saldato al- 05.476.1-2) Woodward Memoria1 Fund
l'arco inferiore; terminazione supe- acquisto d a Aziz Khayat; E.C. oro; L 7.0
riore a globetti e inferiore di doppio Woodward Memonal Fund Analogo ai precedenti, con filo perlina-
filo perlinato; in basso è sospeso un oro, paste vitree; L 5 e 5.4 to nel punto di massima espansione.
segmento di filo aureo con pasta vi- Analoghi al n. 2. Bibliografia: Davidson 1984, 180, n.
trea. Bibliografia: Davidson 1984, 178, n. 259 (VI-VI1 sec.).
Bibliografia: Davidson 1984, 176- 177, 254 (VI-VI1 sec.).
n. 249 (VI-VII sec.).
7. Orecchino
2. Coppia di orecchini p.i., Egitto di filo con pietre
p.i., Egitto New York, Brooklyn Museum (inv.
New York, Brooklyn Museurn (inv. 05.477) -- (VI1 sec.)
- ....-
=-e>s.- . - - * m

05.472.1-2) acquisto d a A z i z Khayat; E.C.


acquisto d a Aziz Khayat; E.C. Woodward Memorial Fund
Woodward Memoria1 Fund oro, paste vitree; L 6.8
oro, paste vitree; L 6.2 e 6.4 Analogo ai precedenti.
Analoghi ai precedenti, con terminazio- Bibliografia: Davidson 1984, 178, n.
ne inferiore di filo perlinato 255 (VI-VII sec.).
Bibliografia: ~ a v i d s o n1984, 177, n.
250 (VI-VI1 sec.). 8. Orecchino
p.i., Egitto
3. Coppia di orecchini New York, Brooklyn Museurn (inv.
p.i., Egitto 05.478)
New York, Brooklyn Museum (inv. acquisto d a Aziz Khayat; E.C. 1. Orecchino
05.473.1-2) Woodward Memorial Fund
acquisto d a Aziz Khayat; E.C. oro; L 4.7 p.i., Costantinopoli
Woodward Memonal Fund coll. privata
Analogo ai precedenti; pasta vitrea per- oro, perle, pietre; L 7 , 1 7
oro; L 5 e 5.2 duta.
Analoghi ai precedenti, senza pasta vi- Verga rastremata con probabile chiusu-
Bibliografia: Davidson 1984, 178, n. ra ad innesto; nell'arco inferiore so-
trea e senza decorazione di filo per- 256 (VI-VI1 sec.). no inseriti vaghi aurei e perle, alter-
linato.
nati a segmenti aurei verticali con
Bibliografia: Davidson 1984, 178, n. 9. Orecchino perle; sopra i pendenti sono saldati
251 (VI-VI1 sec.). p.i., Egitto tre anelli di filo perlinato, ciascuno
New York, Brooklyn Museum (inv. includente una perla, collegati su-
4. Coppia di orecchini 05.479) periormente da un elemento cru-
p.i., Egitto acquisto d a Aziz Khayat; E . C . ciforme con altre pietre e perle.
New York, Brooklyn Museum (inv. Woodward Memorial Fund Bibliografia: Age of Spirituality 1979,
05.474.1-2) oro; L 4.7 328, n. 307 (prima metà VI1 sec.).
Orecchini

- oro; L 2.5 a girali con pendenti (VZI sec.)


6.e Lamina filigranata decorata a volute.
castone applicato Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152;
(VI1 sec.) Pierides 1971, 55, n. 6, tav. XXX-
VIII, 6 (VI1 sec.); Baldini 1991,75-
76, n. 3.
2. Coppia di orecchini
Tiro (Libano)
Beyrouth, Museo
oro
Lamina filigranata con motivi a volute.
Bibliografia: Chehab 1986, 418, figg.
1. Coppia di orecchini 1-2 (Iii sec.); Baldini 1991,76.
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro I .III.21,
1903 3. Orecchino
s.1.c. Tiro (Libano)
oro, perle; d 2.4 ca Beyrouth, Museo
Verga rastremata innestata in un glo- oro
betto aureo; castone circolare appli- Analogo ai precedenti con l'aggiunta di
cato all'arco inferiore con perla e tre anelli saldati all'orlo, probabil-
orlo perlinato. mente per un filo perlinato esterno 6. Orecchino
Bibliografia:Orsi 1942, 138, tav. XI, 5- alla lamina. p.i., Siria
6 (VI-IX sec.); Fallico 1975, 321e Bibliografia: Chehab 1986, 684, fig. 3 New York, Brooklyn Museum (inv.
329, fig. 1. (111 sec.); Baldini 1991, 76, n. 5. 15.067)
oro; L-6.7, p 2.77
a girali e croce entro clipeo Decorazione filigranata a girali su quat-
6.f fine VI- VI1 sec.)
lamina applicata tro registri; all'orlo sono sospesi
(V-VI sec.) quattro pendenti, ciascuno costitui-
4. Orecchino to da una treccia e da un elemento
Tamassos (Cipro) terminale a goccia in lamina aurea.
1. Coppia di orecchini Berlino, Antikenmuseum (inv. GI 133) Bibliografia: Hackens 1976, 121-122,
Venosa (PZ), Basilicata, tomba esterna acquisto 1889 n. 55 (VI sec. o protoislamico); Bal-
alla chiesa della S S . Trinità oro; L 3.2 dini 1991,75, n. 2.
(5311973) Decorazione filigranata con motivo a
Venosa, Museo Archeologico Naziona- volute che prendono al centro la 7. Orecchino
le (inv. 257501) forma di una croce greca entro cli- p.i., Siria
bronzo dorato; d 3.2, lamina 0.8 x 3.3 peo; orlo godronato. Parigi, Louvre (inv. Bj 2272)
Lamina rettangolare decorata a filigra- Bibliografia: Greifenhagen 1975, 67, coll. De Clercq; dono Boisgelin, 1967
na con racemi entro cornice liscia. tav. 52.10 (bizantino, V-VI sec.); oro, perle; L 6
Bibliografia:Tocco 1973,472 (V sec.); Berlin 1988, 365, n. 28 (VI sec.); Filigranato, a girali, con cinque pen-
Salvatore 1991, 286, t. 8 (V-VI Baldini 1991, 76, n. 6. denti a treccia di filo aureo con per-
sec.). le terminali.
Bibliografia: Byzance 1993, n. 83 (VI1
sec.).
8. Orecchino
S.P.
New York, Brooklyn Museum (inv.
X.16)
acquisti da Aziz Khayat, 1907; E.C.
Woodward Memoria1 Fund
oro, paste vitree; L 4.4
filigranato 5. Coppia di orecchini Decorazione a volute di filo aureo;
(fine VI-VI1 sec.) Polis (Cipro) quattro anelli saldati al margine in-
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 499) feriore per la sospensione di catene
a girali senza pendenti oro; d 3.2 pendenti, due a maglia piatta e due
Analoghi al precedente. a maglia doppia, ciascuna con una
1. Coppia di orecchini Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 135; pasta vitrea terminale
Polis (Cipro) Pierides 1971, 55, tti;. XXXVIII, 8 Bibliografia:Davidson 1984, 108-109, n.
Nicosia, Cypms Museum (inv. J 498) (Va sec.); Baldini 1991, 77, n. 7. I O (U-III sec.); Baldini 1991,75, n. 1.
l

La tipologia e i motivi decorativi

5. Orecchino
7.b
Polis (Cipro)
traforato Nicosia, Cyprus Museum (Inv. J 500)
oro; L 2.7
Due pavoni affrontati ai lati di un ele-
cerchio distinto, globetti e pendente mento vegetale in lamina ritagliata;
interno @ne VI- VI1sec.) orlo perlinato.
I l . Coppia di
orecchini
Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152;
Pierides 1971, 56, n. 9, tav. XXX-
VIII, 9 (VI1 sec.); Baldini 1991,78, 9. Coppia di orecchini
Homolion (Tes- n. 11.
saglia, Gre- S.P.
cia), tomba 2, 6. Coppia di orecchini Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 184)
1961 p.i., Siria oro; d 3
Larissa, Museo Parigi, Louvre (inv. Bj 2282) Analoghi al precedente, con croce cen-
Archeologico coll. De Clercq; dono Boisgelin, 1967 trale entro clipeo.
(inv. M56) oro; L 3.3 - 3.4 Bibliografia: Art Byzantin 1964,374, n.
L I
oro Due pavoni affrontati ai lati di un ele- 419; Baldini 1991.80, n. 15, fig. 1.
Lamina lavorata a traforo con motivi di mento vegetale in lamina ritagliata.
girali e pendente aureo a goccia in- Bibliografia: De Ridder 191 1, nn. 781- 10. Coppia di orecchini
serito nell'arco di sospensione; no- 782; Byzance 1993, n. 80.
ve globetti aurei saldati all'orlo in- S.P.
feriore godronato. Vienna, Kunsthistorisches Museum
oro; L 3.4, p 3.2
Bibliografia: Daux 1967, 874-875, fig. Analoghi ai precedenti, con due globet-
12; Baldini 1991,77, n. 8. ti ai lati dell'arco di sospensione.
Bibliografia: Wien 1974, 59, n. C 89
orlo perlinato (fine VI-VII sec.) a,b, fig. 30 (VI sec.); Baldini 1991,
80, n. 16.
2. Orecchino
p.i., Cipro
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 502)
oro; L 3.2
Due pavoni affrontati ai lati di una cro- 7. Orecchino
ce greca entro clipeo in lamina rita- S.P.
gliata; bordo inferiore perlinato. Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.)
Bibliografia:Sotiriou 1935, tav. 152; Pie- oro; L 3.9
rides 1971,55, n. 7, tav.-, 7 Due pavoni affrontati ai lati di un ele-
(VT[ sec.); Baldini 1991,79, n. 14. mento vegetale in lamina ritagliata;
orlo perlinato.
3. Orecchino Bibliografia: Art Byzantin 1964, 373- 11. Orecchino
p.i., Cipro 374, n. 418 (VI1 sec.); Baldini S.P.
New York, Metropolitan Museum of 1991, 78, n. 12, fig. 1. Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 164)
Art oro; L 3.3,12.6
coll. Palma De Cesnola Lamina ritagliata con raffigurazione di
oro; L 3,12.6 un uccello ad ali spiegate e bordo
Lamina con motivi vegetali a traforo; perlinato.
orlo perlinato. Bibliografia: Baldini 1991, 80, n. 17,
Bibliografia: De Cesnola 1903, tav. fig. 2.
XIX, n. 13; Baldini 1991,77, n. 9.
12. Coppia di orecchini
4. Orecchino
S.P.
p.i., Cipro Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 497) tion (inv. 52.13)
oro; L 3 acquisto 1952
Due pavoni addorsati ai lati di un ele- 8. Coppia di orecchini
S.P. oro; L 3.1-3.2 cm, 12.5
mento vegetale in lamina ritagliata; Due pavoni affrontati ai lati di un
orlo perlinato. Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.)
oro; d 3.4 kantharos; orlo perlinato.
Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152; Bibliografia: Ross 1965, 68, n. 87, tav.
Pierides 1971, 56, n. 11, tav. XXX- Analoghi al precedente.
Bibliografia: B~ldini1991, 78, n. 13, XLVII (VI1 sec.); Byzantine Col-
VIII, 11 (VI1 sec.); Baldini 199 1, lection 1967, n. 211 (VI1 sec.); Bal-
78, n. 10. fig. 1.
dini 1991, 80, n. 18.
Orecchini

oro; L 4,13 1966, 213 ss.; Wilson 1980, 238,


Due pavoni affrontati ai lati di un nota 77; Farioli Campanati 1982,
kantharos in lamina ritagliata; cin- 413, n. 220, fig. 293; D'Angela
que bulle saldate all'orlo punzona- 1984, 188, nota 30; Baldini 1991,
to. 84, n. 25.
Bibliografia: Dikaios 1961,259, fig. 6;
Pierides 1971, 56, n. 10, tav. XXX- 19. Coppia di orecchini
VIII, IO (VI1 sec.); Baldini 1991, p.i., Sicilia
83, n. 22. Palermo, Museo Archeologico'Regio-
nale
13. Orecchino oro
S.P. Lamina lavorata a sbalzo e a traforo
Kassel, Staatliche Kunstsammlungen con la raffigurazione di due pavoni
oro; d 2.1, p 2.5 con le teste in opposizione ed i cor-
Due pavoni ai lati di un elemento vege- pi uniti al centro; cinque bulle mol-
tale; bordo punzonato ed orlo perli- to danneggiate saldate all'orlo pun-
nato. zonato.
Bibliografia: Kassel 1980, n. 102, tav. Bibliografia: Accascina 1929,228-230,
XX (VI-VI1 sec.). fig.3 (VI sec.); Baldini 1991,84-85,
n. 26.
bulle e castoni(VZZ sec.) 17. Orecchino
20. Coppia di orecchini
Siracusa (Sicilia)
14. Coppia di orecchini Siracusa, Museo Archeologico Regio- Sofiana, Gela (EN, Sicilia)
Kruja (Albania) nale (inv. 26710) Gela, Museo Archeologico
Tirana, Museo Archeologico (inv. oro; L 3.6, p 4.5 oro; 1 5.5
4843-484311) Due pavoni affrontati, ai lati di un ele- Due pavoni addorsati, ai lati di un cli-
oro, pietre; L 5.2 mento vegetale in lamina ritagliata; peo includente un uccello in lamina
Due pavoni affrontati ai lati di un ele- cinque bulle saldate all'orlo punzo- ritagliata; sette bulle saldate all'orlo
mento vegetale in lamina ritagliata, nato. inferiore della lamina, punzonato.
alla quale sono saldate cinque bulle Bibliografia: Orsi 1942, 146 e 16 1, tav. Bibliografia: Adamesteanu 1963, 272,
a doppia valva e quattro castoni per XI,4; Ross 1965,68; Bonomi 1966, fig. 27 (V-VI sec.); Bonomi 1966,
pietre. 213 ss.; Numismatica 1975, 6 (VI- 197 e 213-214, fig. 31; D'Angela
Bibliografia: Anamali 1979, tav. IX,l, VI1 sec.); Wilson 1980, 238, nota 1984, 188, nota 30; Wilson 1990,
86; Arte albanese 1985, n. 395, 77 (da Pantalica); D'Angela 1984a, fig. 274; Baldini 1991, 85, n. 27.
p.103; Albanien 1988, n. 370, 456; 188, nota 30; Baldini 1991, 83-84,
Baldini 1991, 82, n. 19; Anamali n. 24. 21. Orecchino
1993,439, fig. 2. S.P.
Londra, Victoria and Albert Museum
bulle (fine Vi-VZZ sec.) (inv. 805- 1893)
acq;isto A. ~ o l l a i t o nFranks, 1987
oro; L 5.1
15. orecchino Due pavoni affrontati ai lati di un cli-
p.i., Costantinopoli $o includente una croce in lamina
Washington, Dumbarton Oaks Collec- ritagliata e cinque bulle saldate al-
tion (inv. 53.12.95) l'orlo punzonato.
acquisto 1953
oro; L 3 , l 2.5 Bibliogra$a: Dalton 190 1 , n. 276, tav.
Due pavoni affrontati ai lati di un V; Victoria and Albert Museum
kantharos in lamina ritagliata; quat- 1955, fig. 10c (VI sec.); Baldini
tro bulle saldate all'orlo punzonato. 1991, 82, n. 20.
18. Orecchino
Bibliograjìa: Ross 1965, 69. n. 90, tav. 22. Coppia di orecchini
XLVII (VI1 sec.); Byzantine Col- Butera (CL, Sicilia)
lection 1967, 59, n. 212 (VI1 sec.); Siracusa, Museo Archeologico Regio- S.P.
Cutler 1986, 48; Baldini 199 1, 82- nale (inv. 23124) Londra, British Museum
83, n. 21. oro; L 4.5, p 5.9 Acquisto A. Wollaston Franks, 1897
Due pavoni addorsati resi con una una oro; L 3.81
16. Coppia di orecchini minuta punteggiatura; all'orlo della Due pavoni ai lati du una croce entro
~ . i .Cipro
, lamina, punzonato, sono saldate clipeo in lamina ritagliata; cinque
Nicosia, Cyprus Museum (inv. cinque bulle. bulle saldate all'orlo.
1960NI- 2112) Bibliografia: Orsi 1942, 160- 161, fig. Bibliografia: Dalton 1901, n. 276, tav.
coli. Karemphylakis 78; Agnello 1964, fig. 82; Bonomi v.
Orecchini

ai lati di un elemento centrale costi- orecchini è stato fissato nella lacuna Bibliografia: Anntolia 1987, n. 265,
tuito da due volute unite al centro; un vago in pasta vitrea); doppio fig. 264 (VI-VI1 sec.); Baldini
orlo con cinque bulle. bordo perlinato e punzonato; sette 1991, 91, n. 38.
~ibliografia: Syrien 1993, n. 62 (VI1 bulle saldate all'orlo.
sec.). Bibliografia: Metger 1983, n. 30. 38. Orecchino
S.P.
33. Orecchino bordo distinto, dischetti ai lati Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 227)
S.P. dell'aizello di sospensione e bulle oro
Atene, Museo @ne VI-VZI sec.) Bordo distinto, lavorato a traforo con
Benaki motivo a zig-zag e nove globetti; ai
(inv. 1811) 36. Orecchino lati della lamina semilunata sono
oro; L 3.7 saldati due dischetti aurei come ne-
Lamina rita- S.P. gli esemplari precedenti; la decora-
gliata con zione principale dell'orecchino è a
unico uc- motivi vegetali schematizzati.
cello ad ali ~ i b 1 i o g r a f i n : ~ a l d i n1991,
i 90, n. 35,
spiegate; fig. 7.
due dischetti aurei saldati ai lati del-
la lamina, che presenta inferior-
mente gli attacchi di cinque bulle filo aureo e perle lungo
perdute. il profilo esterno (VZZ sec.)
Bibliografia: Segall 1938, 156, n. 244,
tav. 48 (VI sec.); Yeroulanou 1988,
fig. 8; Baldini 1991.87, n. 32, fig. 4. 39. Coppia di orecchini
Keszthely-Fenékpuszta (Ungheria),
tomba 5
34. Coppia di orecchini Richmond, Virginia Museum of Fine s.1.c.
S.P. Arts (inv. 66-15-7) oro
Atene, Museo Benaki (inv. 1810) coll. De Clercq e Glasgow Due pavoni affrontati ai lati di una cro-
oro; L 4.4 oro; L 5.7,14.2 ce entro clipeo in lamina ritagliata;
Bordo perlinato al quale sono saldate Settore centrale con due pavoni ai lati orlo inferiore con dieci anelli per
cinque bulle a doppia valva (una di una croce greca entro clipeo: il l'inserimento di un filo aureo con
mancante); clipeo con due uccelli di motivo è diviso a metà da un filo pietre e perle.
profilo disposti l'uno di fronte al- godronato verticale; bordo traforato Bibliografia: Barkoczi 1968, 295-296,
l'altro su una phiale baccellata; co- con motivo a zig-zag, distinto al- tavv. LV, 3-4 e LVI, 3-4 (fine VI-
me nell'esemplare precedente, due l'interno mediante un filo perlinato; VI1 sec.).
dischetti saldati ai lati dell'anello di nove bulle saldate all'orlo inferiore
sospensione. della lamina e cinque dischetti aurei
Bibliografia: Segall 1938, 155-156, n. lungo quello superiore.
243, tav. 48 (VI sec.); Andronikos Bibliografia: Ross 1968, 20-21, n. 20
1975, 368 e 376, fig.7~;Bromberg (tardo VI-VI1 sec.); Age of Spiritua-
1990,70, fig. 28 (VI1 sec.); Baldini lity 1979,315-316, n. 290 (inizi VI1
1991, 87, n. 33, fig. 5. sec.); Baldini 1991, 89, n. 34.

bordo distinto, dischetti ai lati


dell'anello di sospensione e globetti
@ne VI-VII sec.)

37. Coppia di orecchini


Srnime-Bayndir (Turchia) 40. Orecchino
Istanbul, Museo Archeologico (inv. S.P.
3538) Atene, Museo Benaki (inv.1809)
oro; a 5.8 oro, perle, paste vitree; L 1.8
Bordo distinto e lavorato a traforo con Due pavoni affrontati ai lati di un cli-
motivo a onde ricorrenti; un pavone peo con monogramma cruciforme;
35. Coppia di orecchini nella parte centrale della lamina ri- al bordo perlinato sono fissati anel-
S.P. tagliata; ai lati della lamina sernilu- li per l'inserimento di un filo aureo
Parigi, Louvre, (inv. MNE 698) nata sono saldati due dischetti aurei e di vaghi (paste vitree e perle).
oro; L 5.4 come negli esemplari precedenti Bibliografia: Segall 1938, 155, n. 242,
Due pavoni ai lati di un clipeo perlinato globetti aurei (in origine cinque per tav. 48 (VI sec.); Andronikos 1975,
con elemento vegetale, rotto in en- ciascun esemplarej saldati all'orlo 376, fig.7a; Baldini 1991, 90, n. 36,
trambi gli esemplari (in uno degli punzonato. fig. 6.
La tipologin e i rnotivi decorativi

orlo con globetti (fine VI-VZZ sec.) grappoli d'uva ai lati di un elemen-
7.c to vegetale; nove bulle saldate al-
41. Coppia di orecchini (fig. 15) sbalzato l'orlo inferiore.
Mersin (Turchia), tesoro 1.111.16, 1889
P-
Bibliografia: Salvatore 1981a, 130-
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W 131,fig. 2 b-C;Pacilio 1991, 12-13;
decorato a registri con bulle Baldini 1991, 93, n. 41.
96) (fine VI- VZZ sec.)
oro; L 3.9; p 10.7
Due pavoni affrontati ai lati di un ele- bordo decorato con bulle
1. Coppia di

\I
mento, forse vegetale, in lamina ri- (VII-VZIZ, forse oltre)
tagliata; all'orlo, punzonato e perli- orecchini
nato, sono saldati cinque globetti. Racineci (CT, 4. Orecchino
Bibliografia: Grabar 195 1; Banck ~icilia);ne-
1966, n. 104 b; Yeroulanou 1988, cropoli in
fig. 6; Manière Léveque 1997, 94, proprietà Ta-
tav. 2, M (seconda metà VI-VI1 sca
sec.). Siracusa, Mu-
seo Archeo-
42. Orecchino logico Re-
I I gionale
p.i., Erythrae elettro; L 6.5-6.8
Londra, British Museum Lamina decora-
Lamina divisa in tre registri mediante ta a sbalzo
Acquisto A. Wollaston Franks, 1897 fili perlinati;al centro sono realizza-
oro; L 3 con un uc-
ti a stampo due uccelli addorsati e cello ad ali spiegate; doppio bordo
Due pavoni ai lati di un kantharos; tre con le teste in opposizione; i due re-
globetti saldati all'orlo. perlinato al quale si saldano sei bul-
gistri esterni, piuttosto danneggiati, le.
Bibliografia: Dalton 1901, n. 277, tav. V. sono ornati con motivi vegetali geo-
metrizzati; bulle a doppia valva Bibliografia: Arte albanese 1985, n.
(quindici in origine, ma alcune 394, 102 (VI1sec.); Albanierz 1988,
mancanti). n. 375, 458 (VI1 sec.); Baldini
1991.94, n. 42; Anamali 1993,441,
Bibliografin: Niederle 1930, fig.70,9; fig. 2.
Orsi 1942, 122-124, fig. 51 (VI-VI1
sec.); Bonomi 1966, 213 ss.; Wil- 5. Orecchino
son 1980, 238, nota 77; Farioli
Campanati 1982, 413, n. 217, fig. S.P.
290; D'Angela 1984, 188, nota 30; Washington, Durnbarton Oaks Collec-
Baldini 1991,91 e 93, n. 39. tion
oro
--.

43. Orecchino 2. Orecchino Decorazione eseguita a stampo con due


grappoli d'uva incorniciati da un
S.P. Megara Hyblea (SR, Sicilia), tomba doppio bordo perlinato e punzona-
Kassel, Staatliche Kunstsammlungen Siracusa, Museo Archeologico Regio- to; all'orlo inferiore sono saldate
oro; d 2.4, p 2 nale (inv. 44515) undici bulle.
Uccello a traforo ad ali spiegate entro oro; p 8.8
cornice punzonata in lamina ntaglia- Decorazione su tre registri separati da Bibliografin: Ross 1965, 27, n. 37 (X
ta; cinque globetti saldati all'orlo. un filo godronato: nel settore più in- sec.); Baldini 1991, 94, n. 43.
Bibliografia: Kassel 1980, n. 101, tav. temo due pavoni addorsati ai lati di
20 (VI sec.). un clipeo con un uccello di profilo;
registri esterni con motivi vegetali bordo decorato e globetti
44. Orecchino stilizzati; sul retro, due piccole tra- (VIZ- VIZI, forse oltre)
S.P. verse di filo aureo per sostenere la
Berlino, Antikenmuseum (inv. lamina; quattro bulle superstiti delle 6. Orecchino
30219,439) originarie ventidue saldate all'orlo. p.i., Turchia
coll. Von Gans Bibliografia: Corsi 1982, 16 1 (VI1 Istanbul, Museo Archeologico (inv.
oro; L 3.4 sec.); Baldini 1991, 93, n. 40. 77.131)
Entro una semplice comice punzonata è acquisto 1977
raffigurato un uccello ad ali spiega- 3. Coppia di orecchini oro; L 4.6; 1 3.1
te rese a traforo e a punzone; all'or- Rutigliano (BA, Puglia), S. Apollinare, Lamina con due grappoli d'uva sbalza-
lo dell'orecchino sono saldate tre tomba 4 ti entro un doppio bordo perlinato e
sferette piene. Bari, Museo Archeologico (inv. 32458) punzonato; cinque globetti saldati
Bibliografia: Greifenhagen 1975, 67, oro; L 6,14.1 all'orlo.
tav. 52. l l (bizantino, VI-VI1 sec.); Lamina divisa in tre registri: nei due BibliograJa: Ergil 1983, 61-62, n. 157
Berlin 1988, 365, n. 28 (VI sec.); esterni motivo a onde ricorrenti; (VI1sec.); Pasinli 1989, n. 90 (IX-ini-
Baldini 1991,90-91, n. 37. nella zona centrale due schematici zi Xiii sec.); Baldini 1991,95, n. 45.
Orecchini

7. Orecchino
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 53.12.25)
acquisto 1953
oro; L 5.6 cm
Due pavoni affrontati ai lati di un
kantharos eseguiti a sbalzo; bordo
decorato con cinque sferette piene. cestello a calice floreale
Bibliografia: Ross 1965, n. 138 tav.
LXVI (XII sec.); Baldini 1991, 95-
-
(seconda metà VI-inizi VI1 sec.)
-xc-.---.-
trea rossa e anello di rinforzo; cer-
chio di sospensione rastremato con
96, n. 46. 1. Orecchino u chiusura ad innesto.
p.i., Sardegna Bibliogrctfia: D'Angela 1988, 141, n. 1,
8. Orecchino Cagliari, Museo tavv. LXV,I-LXVI, 1 (VI-VI1 sec.);
p.i., Costantinopoli Archeologico Id. 1989a, 16-17; Id. 1991,812, fig.
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Nazionale 24; Possenti 1994,35 e 6 1, n. 9, tav.
tion (inv. 53.12.96) oro 111, 2-3 (seconda metà VI-inizi VI1
acquisto 1953 Cestello a calice sec.).
oro; L 4.6, 1 3.3 floreale con
Analogo al precedente, con sette sferet- orlo decorato
te saldate all'orlo punzonato (at- a granulazio-
tualmente solo sei conservate); due ne e castone
circolare per 8.b
piccoli dischi aurei ai lati dell'arco cestello emisferico a giorno
di sospensione. pietra; ma-
glia inferiore con filo aureo di ---.-
(fine VI-VI1 sec.)
Bibliografia: Ross 1965, n. 137, tav.
LXVI (XII sec.); Baldini 1991, 96, rinforzo desinente in una voluta e
n. 47. pendente conico con fili perlinati; con elemento centrale
anello di sospensione decorato con
filo perlinato e globetti; chiusura 1. Coppia di orecchini
9. Orecchino entro elemento cilindrico. Patti Marina (ME, Sicilia), tomba, 1973
Acladia, Ellenika (Sitia, Creta) Bibliogrnfia: Taramelli 1919, 146, fig. Siracusa, Museo Archeologico Regio-
Iraklion, Museo Storico (inv. 332) 1o. nale (inv. s.n.)
oro; L 3.4,12.6, L lamina 1.6 oro, perle, ametiste; L 7.5-7.8
Lamina con uccello di profilo ad ali 2. Orecchino Cerchio di sospensione rastremato con
spiegate; tre globetti aurei saldati al- chiusura ad innesto; cestello con di-
l'orlo; gancio di sospensione rotto. S. Andrea Frius sco anteriore ornato da un perla e da
Bibliograjìa: Art Byzantin 1964,340, n. (Sardegna) fili aurei lisci e godronati; nella par-
442 (X-XI sec.); Baldini 1991, 94, Cagliari, Museo te posteriore decorato con volute in
n. 44, fig. 8. Archeologi- lamina; pendente costituito da un
co Nazionale globetto, un castone ellittico con
oro; d anello 2 pasta vitrea rossa, un pendente a
Cestello a calice goccia in lamina, tre perle, due glo-
floreale con betti e una ametista a goccia.
orlo decorato
a granulazio- Bibliografia: Numismatica 1975, 7;
ne e castone circolare per pietra, Fallico 1975, 3 12; Possenti 1994,
mancante; maglia inferiore con filo 69, n. 33, tav. X, 2-3 (seconda metà
aureo di rinforzo desinente in una VI sec.).
voluta, priva del pendente; anello di 2. Orecchino
sospensione decorato con filo perli-
I- J nato; chiusura entro elemento cilin- Salemi (TP, Sicilia)
drico a tripla costolatura. Palermo, Museo Nazionale (inv. 2;
10. Coppia di orecchini 1.30642)
S.P. Bibliograjìa: Taramelli 1919, 147, fig.
11. oro; d 2.1
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 194) Analogo ai precedenti; pendente aureo
oro; L 2.5, e 2.4 a forma di anfora ornata a filigrana
Lamina aurea ornata da due racemi di 3. Coppia di orecchini con un motivo a tralci e grappoli
filo aureo, ornati da grappoli a gra- Avicenna (FG, Puglia), necropoli, 1953 d'uva.
nulazione; al margine inferiore so- Taranto, Museo Archeologico Nazio- Bibliografia: Ori Italia 1962, 153, n.
no saldati altri dieci grappoli forma- nale (inv. 54748 AIB) 480, tav. Il; Bovio Marconi 1969,
ti ciascuno da tre globetti. oro, pasta vitrea; d 2.9; L cestello 0.7 34; Melucco Vaccaro 1972, fig. 19;
Bibliografia: ~ a l d i n1991,
i 96, n. 48, Cestello pieno troncoconico in due par- Possenti 1994.69-70, n. 34, tav. XI,
fig. 2. ti saldate, con castone per pasta vi- 1 (seconda metà VI sec.).
-
La tipologia e i motivi decorativi

6. Coppia di orecchini Cestello con disco anteriore decorato


Metaponto (MT, Basilicata), «castrum» da giri di filo godronato; castone
romano, tomba 3 per perla trattenuta da una sbarretta.
Metaponto, Antiquarium (inv. 12998) Bibliografia: D'Angela 1988, 141-142,
argento; L 2.5 n. 2, tavv. LXV, 2-LXVI, 2 (VI-VI1
Analoghi ai precedenti. sec.); Id. 1989a, n. 2 (prima metà
BibliogrLtfia: Giardino 1991, 851 ; Pos- VI1 sec.); Id. 1991, 810 e 812, fig.
senti 1994, 87-88, n. 75, tav. XX- 25; Possenti 1994,70-71, n. 36, tav.
VII, 3-4 (fine VI-prima metà VI1 XI, 2-3 (seconda metà VI sec.).
sec.).
11. Orecchino
7. Coppia di orecchini p.i., Taranto
3. Coppia di orecchini Rutigliano (BA, Puglia), necropoli di S. Detmold, Lippischen Landesmu-
Nissoria (EN, Sicilia), contrada Torre, Apollinare, tomba 6 seum (inv. U 122)
1953 Bari, Museo Archeologico Nazionale oro; d anello 2.7; L 4.3; p 8.6
Siracusa, Museo Archeologico Regio- (inv. 24284) Anello di sospensione con decorazioge
nale (inv. 53403) argento; L 2.9 godronata; cestello con disco ante-
oro; L 4.2 Cestello emisferico a giorno. riore decorato da giri di filo perlina-
Analoghi ai precedenti; cestello emi- Bibliografia: Pacilio 1987, 106-1 07; to e globetti lungo l'orlo.
sferico, lavorato a filigrana con mo- Ead. 1991, 12; Possenti 1994,88, n. Bibliogrczfia: Zelle 199 1, 269-270, n.
tivi a volute, saldato ad un disco 76, tav. XXVII, 5-6 (fine VI-prima 13, tav. 18.6 (VI-VI1 sec.).
con orlo perlinato, bordo esterno metà VI1 sec.).
decorato a spina di pesce e parte 12. Coppia di orecchini
centrale emisferica; gancio inferio- 8. Orecchino Pattano (SA, Campania), S. Filadelfo,
re per pendente. Rinvenuti insieme 198 1
alla collana cat. 111.l .d.7 e all'anel- Avicenna (FG, Puglia), necropoli, 1953
Bari, Museo Archeologico (inv. 27927) Ascea Marina, Ufficio scavi (inv. s.n.)
lo cat. VII.2.b.13. oro: L 3.1-3.3
argento; L 1.3
Bibliografia: Gentili 1954, 403-404 Frammento di cestello. ~ n a l o ~aih precedenti.
i
(VI-VI1 sec.); Ori Italia 1962, 234, Bibliografia: Possenti 1994, 7 1, n. 38,
n. 827; Melucco Vaccaro 1972, 19, Bibliografia: D'Angela 1988, 141-1 42,
n. 4, tavv. LXV,4, LXVI,4 (VI-VI1 tav. XII, 1-2 (seconda metà VI1
n. 31 ;Fallico 1975,319, fig. 9; Wil- sec.).
son 1990, fig. 235; Possenti 1994, sec.); Possenti 1994, 88, n. 77, tav.
85, n. 69, tav. XXV, 2-3 (ultimo ter- XXVIII, 1 (fine VI-prima metà VI1
sec.). 13. Coppia di orecchini
zo VI-prima metà VI1 sec.). Altavilla Silentina (SA, Campania),
4. Coppia di orecchini 9. Orecchino tomba 1
Corleone (PA, Sicilia), tomba 1 Avicenna (FG, Puglia), necropoli, 1953 Salemo, Centro Studi Archeologia Me-
Monaco, Prahistorische Staatssamm- Bari, Museo Archeologico dievale (inv. 125-126)
lung (inv. 1971,294 a) argento bronzo, paste vitree; L 2.3-3.8
oro, perle; L 5.3 Frammento di cestello. Analoghi ai precedenti; cestello con pa-
Analoghi ai precedenti; castone centra- sta vitrea bianca emisferica.
Bibliografia: D'Angela 1988, 142, tav.
le con perla. LXVI, a (VI-VI1 sec.); Possenti Bibliografia: Iacoe 1984, 100, tav.
Bibliografia: Hessen 197 1, 333-334, 1994,88,n. 78, tav. XXVIII, 2 (fine XVI, b-C; Possenti 1994, 91-92, n.
fig. 1,1, tav. 33; Melucco Vaccaro VI-prima metà VI1 sec.). 85, tav. XXXIII, 1-2 (prima metà
1972, 19, n. 32; Fallico 1975, 319; VI1 sec.).
Danheimer 1989, 40, nn. 29-30; 14. Coppia di orecchini
Possenti 1994, 85-86, n. 70, tav.
XXV, 4 (ultimo terzo VI-prima Casalbore (AV, Campania), necropoli
metà VI1 sec.). S. Maria dei Bossi, tomba 36
Casalbore, Ufficio scavi (inv. 489-490)
5. Coppia di orecchini bronzo; L 4.2
Corleone (PA, Sicilia), tomba 2 Analoghi ai precedenti; castoni con
Monaco, Prahistorische Staatssamm- riempimento biancastro di consi-
lung (inv. 1971,295 a) stenza gessosa.
bronzo, paste vitree; L 4.3 Bibliogrctfia: Possenti 1994, 92, n. 86,
Analoghi al precedente; castone con tav. XXXIV, 1-2 (prima metà VI1
pasta vitrea bianca. sec.).
Bibliografia: Hessen 1971, 333-334, 10. Coppia di orecchini
figg. 1, 3-4: Danheimer 1989, 40- Avicenna (FG, Puglia), necropoli, 1953 15. Coppia di orecchini
41, fig. 2,32-33; Possenti 1994,94, Taranto, Museo .Zrcheologico Nazio- Casalbore (AV, Campania), necropoli
n. 92, tav. XXXIII, 3-4 (prima metà nale (inv. s.n.) S. Maria dei Bossi, tomba 37
VI1 sec.). oro, perle; L 2,.2; d 2; a cestello 0.7 Casalbore, Ufficio scavi (inv. 501,507)
Orecchini

bronzo, paste vitree: L 3.9-4.3 oro; L 5.9 globetti; cestello in lamina aurea:
Analoghi ai precedenti; castoni con pa- Analogo ai precedenti. disco anteriore con doppio orlo go-
sta vitrea verde. Bibliografia: Breglia 1941, 58, n. 225, dronato, otto bulle emisferiche e ca-
Bibliograjìa: Possenti 1994, 92, n. 86, tav. XXXVIII, 2-3 (da Pompei); Si- stone centrale per pietra (perduta);
tav. XXXIV, 3-4 (prima metà VI1 viero 1954, 1 19, n. 53 1, tavv. 246- due ganci per pendenti saldati al-
sec.). 247; Possenti 1994, 84-85, n. 67, l'orlo inferiore.
tav. XXIII,4 (ultimo terzo VI-prima Bibliografia: Orsi 1942, 160, fig. 77;
16. Orecchino metà VI1 sec.). Melucco Vaccaro 1972, 12, fig. 22;
Cimitile (NA, Campania), basilica di S. Possenti 1994, 100-10 1, n. 109, tav.
Tommaso, tomba E5, I1 livello 21. Orecchino XL,2 (seconda metà VI1 sec.).
Cimitile, Deposito Soprintendenza S.P.
(inv. 231215) Atene, Museo Archeologico Nazionale 2. Coppia di orecchini
bronzo; d castone 1.92 coll. Stathatos p.i., Italia meridionale
Anello frammentario e castone centra- oro, granato; L 5 Napoli, Museo Archeologico Naziona-
le. Cerchio di sospensione rastremato e le (inv. 24717)
Bibliografia: Stasolla 1993, 259-260, decorato a filigrana e a granulazio- oro; L 3.8
n. 30, figg. 32 e 45 (VI1 sec.); Pos- ne, con chiusura a gancio; cestello Cestello con castone vuoto.
senti 1994, 92-93, n. 88, tav. con disco anteriore ornato da un Bibliografia: Breglia 1941, 97-98, n.
XXXIII, 5 (prima metà VI1 sec.). granato entro una cornice liscia, da 1006, tav. XLI, 6-7 (VI-VI1 sec.);
un doppio filo perlinato e da un bor- Siviero 1954, 118, n. 528, tav. 243
17. Coppia di orecchini do filigranato con motivi di volute; C-d(VI-VI1sec.); Melucco Vaccaro
Larino (CB, Molise), anfiteatro, tomba nella parte posteriore da volute in 1972, 12, fig. 24; Possenti 1994,
3 lamina; anello di sospensione del 100, n. 108, tav. XL, 1 (seconda
Campobasso, Soprintendenza archeo- pendente, oggi mancante, coperto metà VI1 sec.).
logica (inv. 24888-9) nella parte frontale da un elemento
bronzo argentato, paste vitree; L 3.7- semicircolare in lamina.
4.2 Bibliografia: Amandry 1963, 285, n. 8.d
Analoghi ai precedenti, con pasta vitrea 208, tav. XLII (VI1 sec.). cestello con capsula posteriore
bianca al centro del cestello. piana, parallela al disco
Bibliograjìa: Samnium 199 1, 355; Pos- con castoni (VI1 sec.) anteriore
senti 1994,71-72, n. 39, tav. XII, 3- (VI-VI1 sec.)
4 (seconda metà VI1 sec.). 22. Orecchino P-W---?-

18. Orecchino p.i., Basilicata


s.1.c.
S.P.,Italia meridionale coll. Dzialinsky (Polonia)
Napoli, Museo Archeologico Nazione- oro; L 4.8
le (inv. 2471 1) Cestello con quattro castoni triangolari.
oro; L 4.6 Bibliografia: Frohner 1897, 75-76, n.
Analoghi ai precedenti. 200, tav. XIII, 101;Lipinsky 1969b,
Bibliografza: Breglia 1941.97, n. 1004, 274, fig. 10; Possenti 1994, 98, n.
tav. XLI, 5 e 8 (VI-VI1 sec.); Sivie- 101, tav. XXXVIII, 2 (VI1 sec.).
ro 1954, 119, n. 530, tav. 245; Pos-
senti 1994,91, n. 84, tav. XXVIII, 5
(fine VI-prima metà VI1 sec.).
-T------- - .-v-
-"--WT- --
8.c
19. Orecchino cestello emisferico a capsula
S.P., Italia meridionale non traforata
Napoli, Museo Archeologico Naziona-
le (inv. 24712)
(seconda-,metà
-. - - ---
VI1 sec.)
1. Orecchino
oro; L 3.6 1. Orecchino Comiso (RG, Sicilia)
Analogo ai precedenti. Licodia Eu- Siracusa, Museo Archeologico Regio-
Bibliograjìa: Breglia 194 1,97, n. 1005, bea (CT, nale (inv. 335 11)
tav. XLI, 2-3 (VI-VI1 sec.); Siviero Sicilia) oro; L 4.2; p 2.1
1954, 118, n. 529, tav. 244; Meluc- Siracusa, Mu- Anello di sospensione decorato a gra-
co Vaccaro 1972, 17, n. 9; Possenti seo Ar- nulazione; cestello cilindrico lavo-
1994, 75, n. 47, tav. XIII,3 (ultimo cheologi- rato a filigrana con motivo a volute;
terzo VI-inizi VI1 sec.). co Regio- disco anteriore con doppio bordo
nale (inv. godronato e castone centrale per
20. Orecchino 43034) pietra o perla (perduta); gancio in-
S.P., Italia meridionale oro; L 3.6; p 4.2 feriore per pendente.
Napoli, Museo Archeologico Naziona- Anello di sospensione decorato a gra- Bibliografia: Orsi 1942, 160, fig. 76;
le (inv. 24653) nulazione con una doppia fila di Pace 1949, 447, fig. 189; Melucco
La tipologia e i motivi decorativi

1972, 16, nota 23; Possenti 1994, 3. Orecchino New York, Metropolitan Museum of
32, tav. XL, 3 (considerato perti- Art (inv. 17.190.145-146)
nente ad una forma intemedia, VI- Firenze, Museo Nazionale del Bargello dono J.P. Morgan
VI1 sec.). (inv. 943) oro, perle, ametiste
oro, paste vitree; L 4.8, p 7.10 Al gancio di sospensione sono saldati
Anello di sospensione decorato con tre due anelli concentrici; nell'anello
fili perlinati; disco anteriore con or- esterno sono infilate perline, mentre
lo perlinato, un castone circolare in quello interno è sospesa un'ame-
con pasta vitrea verde, otto castoni tista.
alternativamente romboidali e cir- Bibliografia: Stilianou 1969, fig. 44.
colari con paste vitree rosse e cerchi
filigranati; lamina posteriore con
busto imperiale di profilo a destra,
con diadema e pendilia, due croci e
l'iscrizione « ~ c l p i qOEOI)»(«grazia
di Dio»); pendente mancante.
Bibliografia: Melucco Vaccaro 1972,
13; Paolucci 1994, 90-91 (prima
metà VI1 sec. e ipotesi di una prove-
nienza da Benevento)

2. Orecchino
p.i. Italia meridionale
Napoli, Museo Nazionale (inv.
24774)
oro; L 6.2
Anello di sospensione decorato con ca-
stoni quadrati paralleli e anelli per
l'inserimento di due fili con perle;
disco anteriore con orlo perlinato e
filo con perle inserite lungo il mar-
2. Coppia di orecchini
S.P.
I
gine interno; al centro, castone cir- Atene, Museo Kanellopoulos
colare con pietra e sei castoni rom- oro perle, pietre; L 4.7
boidali disposti a croce; lamina po- Gancio di sospensione saldato ad un
steriore con l'impressione di una elemento circolare in lamina con
moneta osca di C. Papius Mutilus, castone centrale e decorazione a
del 91-88 a.C.; un pendente di flo globetti; orlo perlinato al quale so-
perlinato con una perla terminale. no sospesi cinque pendenti, quattro
Bibliografia: Breglia 1941, 57-58, n. perle e uno con un rubino incasto-
224, tav. XXV, 7 e XXXVIII, l (da nato, una palmetta in lamina aurea e
Ercolano, fine I sec. a.C.-I d.C.); Si- una «radice di smeraldo».
viero 1954, 119, n. 532, tav. 248 1. Coppia di orecchini Bibliografia: Arr Byzantin 1964, 360-
(VI-VI1 sec.); Melucco Vaccaro Lambousa (Cipro), tesoro I .III. 18, 370, n. 407 (VI1 sec.); Brouskari
1972, 13, fig. 29 (VIi sec. avanzato). 1902 1985, 145 (VI1sec.).
2.111.
COLLANE, PENDENTI E FERMAGLI

Come in epoca romana, anche tra il IV e il VI1 secolo la collana costituisce


7
un complemento del1 abbigliamento femminile molto diffuso. Nonostante le
esortazioni alla modestia e il biasimo degli scrittori cristiani del tempo l , la do-
cumentazione giunta fino a noi è infatti numerosa e varia, come anche le atte-
stazioni figurative, che riguardano soprattutto l'ambiente della corte bizantina o
soggetti di carattere religioso che da essa traggono ispirazione e modello.
Mentre l'iconografia mostra prevalentemente collane piuttosto corte, gli
esemplari noti raggiungono a volte lunghezze considerevoli, fino a due metri:
questi ultimi gioielli venivano probabilmente indossati a più giri, come in alcu-
ne rappresentazioni di imperatrici su monete; il loro effetto decorativo veniva
enfatizzato in molti casi mediante l'accostamento di pietre e perle all'oro della
catena a maglie, secondo il gusto dell'epoca per i gioielli vivacemente policro-
mi. Un'altra tipologia di notevole effetto era inoltre quella di derivazione elle-
nistica a quattro catene fermate al centro del petto e sulla schiena da medaglio-
ni, documentata da un esemplare del tesoro di Antinoe (cat. l.a.7, fig. 49) e
ampiamente attestata iconograficamente dal IV sec. a.C. all'età romana?.
Le forme note manifestano in generale una stretta dipendenza dalla tradi-
zione orafa romana, fenomeno dovuto principalmente alla continuità delle bot-
teghe, soprattutto in alcune aree come la Siria e l'Egitto, o in centri di partico-
lare importanza, e in primo luogo a Roma stessa. I modelli dell'oreficeria tar-
doromana potevano inoltre essere tramandati, anche a generazioni di distanza,
nel caso della trasmissione ereditaria di gioielli di famiglia, aspetto per il quale
abbiamo chiari riscontri nei tesori. Tra le possibili forme di continuità visiva
dei modelli precedenti si pu6 probabilmente includere anche la sopravvivenza
di immagini pagane ornate di gioielli, come quella di Iside già citata o quella
di Cibele, presente a Roma ancora agli inizi del V secolo, alla quale Serena,
moglie di Stilicone, sottrasse proprio una collana 3: queste forme residue della
tradizione romano-pagana, dovettero tuttavia scomparire progressivamente con
l'avvento del cristianesimo e le spoliazioni dei santuari.
L'uso delle collane sembra svolgere in età bizantina funzioni prevalen-
temente estetiche, cosi come i bordi decorativi delle vesti, che nei mosaici
(figg. 3, 6-7) e nelle tavolette ebumee (fig. 38) appaiono ornate di ricami e pie-
tre -'.
Alle istanze puramente decorative si accompagnavano, per alcune tipolo-
gie, motivazioni di tipo diverso: in quanto beni teusarizzabili, non sono infre-
quenti ad esempio le collane pesanti e interamente d'oro, a volte con monete
utilizzate come fermagli e medaglioni pendenti, secondo un uso di tradizione
i Aug. Epistulae. IV, 245; tardo-romana documentato anche dalle fonti letterarie 5 .
Hyer. Epistulae CVII.5; Porph.
Ad Marcellarn VII, 1-5.
Per alcune di queste collane auree si può ipotizzare anche un colllegamento
Dennison 1918, 150, fig. con donativi imperiali, soprattutto quando includono medaglioni coniati in
43. occasioni particolarmente significative da un punto di vista propagandistico;
' Zos. V, 38.
questa accezione viene resa esplicita, ad esempio, da Procopio, quando accen-
Queste fasce ornavano so-
prattutto il collo e i polsi degli na alle collane ed alle armille donate da Belisario ai soldati che si erano distinti
abiti; alcuni esempi ravennati in in battaglia6: in questo caso, al pregio intrinseco dei gioielli si aggiunge un
Angioiini Martinelli 1969.
SDig.VII, 1,28. valore celebrativo e di prestigio sociale facilmente percepibile da parte di una
Prok. Goth. 111. mentalità fortemente gerarchizzata come quella bizantina, attenta ai segnali di
uI tipologin e i motivi decorativi

status e alla comspondenza tra i simboli del potere e il ruolo svolto dagli indi-
vidui all'interno della società.
Un altro uso delle collane pare fosse quello di dono in occasione delle
nozze: un passo della Vita di S. Alessio, ad esempio, ricorda che il santo, pro-
prio nella camera nuziale, regalò alla moglie una collana ed un anello ', consi-
derando implicitamente questo gesto come una tipica usanza matrimoniale. I1
dono, che dal brano citato non sembrerebbe comunque far parte del rito reli-
gioso vero e proprio, potrebbe trovare riscontro concreto sia nelle numerose
collane con medaglioni raffiguranti i busti degli sposi, sia in anelli con castone
decorato con analoghi soggetti
La provenienza dal mercato antiquario della maggior parte delle collane, la
possibile disomogeneità cronologica all'interno dei tesori e la continuità
morfologica rispetto al periodo precedente, contribuiscono a creare, anche per
questa classe di gioielli, numerosi problemi di datazione. In alcuni casi posso-
no verificarsi inoltre fraintendimenti tipologici e cronologici causati dalla crea-
zione, già in antico, di pastiche, combinazioni di esemplari diversi attraverso
l'adattamento di fermagli o pendenti a catene non pertinenti, sia per rendere
attuali i gioielli, sia per ragioni di economicità. Lo stesso problema riguarda a
volte, per cause differenti, anche la loro storia recente: il fenomeno appare evi-
dente, ad esempio, in una collana proveniente dal tesoro di Pantalica, disperso
agli inizi del secolo: il gioiello, infatti, noto da disegni dell'epoca del rinveni-
mento, presenta analogie strettissime con una collana oggi conservata a New
York, acquistata insieme ad altri oggetti di Pantalica, tanto da far ritenere che
si sia verificata una sostituzione del fermaglio originario con quello di un'altra
collana dello stesso tesoro (cat. III. l .c.27).
Tra gli elementi di valutazione oggettiva della cronologia nelle collane, la
situazione meglio comprensibile è fornita dagli esemplari con monete, fonda-
mentali elementi di datazione post quem che possono essere verificati median-
te gli strumenti dell'analisi stilistica, fornendo a loro volta a questo secondo
elemento di ricerca un'importante griglia di riferimento (ad esempio cat.
III.l.a.2, III.l.b.1, 6; III.l.c.36; III.2.a.4, 6; 111.3.2-3).
Un termine di confronto cronologico più generale può essere considerato il
tipo di fermaglio impiegato (fig. 50): la forma maggiormente diffusa in area
orientale tra il IV e il VI1 secolo sembra essere un elemento circolare in lamina
con orlo perlinato, spesso con una decorazione filigranata che disegna un moti-
vo a volute (cat. III.l.b.2, 4, 8-9, 12; 1II.l.c.16-17, 22-24, 27, 30, 32; III.l.d.1,
3, 5-6, 8; III.2.a.l), frequente anche in collane di elementi a giorno alternati a
pietre (cat. 111.l .c.2 e 6)
Dopo il VI secolo compaiono inoltre elementi vegetali o zoomorfi eseguiti
a traforo, spesso con caratteristiche apparentabili ad altri tipi di gioielli diffusi
Kent 1977.99.
Maggiori difficoltà impli- in Oriente, come orecchini e pendenti di collana con i quali condividono sia gli
cherebbe l'interpretazione del aspetti iconografici che quelli stilistici. In diversi casi di provenienza costanti-
termine «catena» con «cintura»:
v. cap. 2, cat. VIII. 1-2. nopolitana e cipriota fermagli consentono, ad esempio, un confronto diretto
q V. cap. 2, cat. 11.7. con gli orecchini del tipo a corpo semilunato9, databili tra la metà seconda del
Collane, pendenti e fermagli

VI e il VI1 secolo: la chiusura delle collane è infatti costituita da dischi in lami-


na ad orlo perlinato decorati in modo analogo, a filigrana o a traforo con pavo-
ni (cat. III.l.a.4 e 8, III.l.c.12-13, 15).
Di diffusione più circoscritta sembrano essere invece altre forme, come il
tipo di fermaglio cuoriforme, con tre pietre e perle, che è attestato in Italia tra
la fine del V e gli inizi del VI secolo dai due esemplari di Roma (cat.
III.l.c.29) e di Reggio Ernilia (cat. II1.2.b.6).
I1 tipo di catena costituisce di per sè stesso un elemento cronologico relati-
vamente significativo, essendo caratterizzato prevalentemente da uno stretto
rapporto di continuità con la tradizione dell'oreficeria ellenistico-romana (fig.
5 1) lo: questo aspetto si manifesta soprattutto nella forma a treccia (cat. LTI.2), a
maglia doppia (cat. 111.1.b. 1-4) e a maglia piatta (cat. 111.1.b.5-7) il cui uso pro-
segue senza soluzione di continuità fino al VIi secolo e, nella forma base o in
varianti più complesse (cat. III.l.b.l2), anche oltre l!. Più specificatamente
ascrivibili al periodo bizantino, e soprattutto al VI1 secolo, sono invece i tipi
con maglia a volute (cat. III.l.b.8-9), rettangolare (cat. III.l.b.10) e di elementi
quadrilobati (cat. 111.1.b. 11), databili sulla base di contesti con materiale numi-
smatico.
Gli esemplari in catalogo, collane, pendenti e fermagli, sono stati distinti
sulla base di criteri diversi a seconda delle classi: per le collane, ad esempio
(tipo 1-4), è stato utilizzata come elemento discriminante la forma della catena,
con variabili dipendenti dalla presenza o meno di pietre, oppure di elementi
sospesi, o il materiale (tipo 5). Sono stati considerati anche i pendenti singoli
(tipo 6-1 l), pervenuti nelle collezioni museali privi della catena originaria, con
una suddivisione per forma e, solo nel caso di quelli vitrei, anche per materia-
le. Infine, i fermagli (tipo 12) e gli elementi sporadici (tipo 13), presentati
separatamente per comodità espositiva, sono stati distinti morfologicamente,
tenendo conto anche in questo caso delle tipologie generali di riferimento e dei
possibili nessi cronologici; gli esempi segnalati ripropongono infatti modelli
già riscontrati negli esemplari integri, fornendo ulteriori elementi all'analisi
generale delle attestazioni.
La suddivisione tipologica segue lo schema seguente:
Tipo 1: collane a catena (con quattro varianti).
Tipo 2: collane a treccia (con due varianti)
Tipo 3: collane a verga
Tipo 4: collane a fascia semilunata
Tipo 5 : collane in vetro
Tipo 6: pendenti circolari e rettangolari (con quattro varianti)
Tipo 7: pendenti esagonali in lamina
I0Baldini1987. Tipo 8: pendenti a goccia
Esempi mediobizantini di Tipo 9: pendenti a prisma o cilindrici (con due varianti)
catena a maglia doppia in Glory
of Byzantium 1997, 333-334, n. Tipo 10: croci pettorali (con tre varianti)
227 (X sec.); a maglia piatta: ivi, Tipo 1 1: pendenti vitrei
313, n. 213 (XII sec.), 497, n.
333 (XII sec.); a treccia: ivi, Tipo 12: fermagli di collaiia (con due varianti)
497-498, n. 334 (XI sec.). Tipo 13: elementi di collana (con due varianti)
- --

io tipologia e i motivi decorativi

Tipo 1

Variante a: catena di monete o medaglioni


Variante b: catena a maglia senza pietre
- a maglia doppia
- a maglia piatta
- a volute
- a maglia rettangolare
- a maglia quadrilobata
- ad elementi a cappio
Variante C:catena a maglie con pieire
- maglia di elementi filigranati
- maglia di filo aureo
- maglia di dischi traforati e10 castoni

Variante d: catena a maglia con pietre e pendenti


- ad un pendente
- a pendenti plurimi o rete di pendenti

Ad un primo gruppo appartengono collane formate esclusivamente da


monete o medaglioni in lamina, a volte lavorati a giorno ( Variante a). L'uso di
questo tipo di gioiello, che nel caso degli esemplari con materiale numismatico
si colloca nella tradizione dell'oreficeria di età imperiale, è particolarmente
diffuso tra la fine del VI e il VI1 secolo, epoca alla quale si datano gli esempla-
ri dei tesori di Mersin (cat. III.l.a.l), Lambousa (cat. 111.1.a.2-4), Antinoe (cat.
III.l.a.7), e di un altro ripostiglio di provenienza sriana (cat. III.l.a.6).
Una delle collane, proveniente dal tesoro di Mersin (cat. III.l.a.1) ha ad
esempio una catena interamente costituita da medaglioni con busti di impera-
tori ai lati di una croce e l'iscrizione augurale «Yytea» («Salute»); anche il
pendente è un medaglione con al centro l'imperatore, nell'atto di essere inco-
ronato da due personificazioni del Sole e della Luna. Un esemplare cipriota
(cat. III.l.a.2), invece, è costituito da solidi aurei e medaglioni imperiali,
coniati in occasione di uno dei consolati di Maurizio Tiberio, e databili quindi
tra la fine del VI e gli inizi del VI. secolo. Alcuni gioielli testimoniano, nello
stesso arco di tempo, la sopravvivenza di forme religiose miste cristiano-paga-
ne in manifestazioni artigianali di notevole valore, destinate ad un ceto sociale
elevato, come un esempio siriano interamente costituito da medaglioni raffigu-
ranti busti di divinità pagane, mentre altri due medaglioni di dimensioni mag-
giori, presentano una scena nuziale alla presenza di Cristo e un'invocazione
cristiana (cat. III. l .a.5).
La diffusione di queste collane, che costituiscono una delle classi di gioielli
più appariscenti e di maggior valore, esclusivamente in ambito orientale, per-
mette di ipotizzare l'esistenza di una produzione costantinopolitana destinata
ad una èlite che ostenta la propria adesione all'impero e alla fede cristiana,
come documentano i soggetti e le iscrizioni dei medaglioni. Si tratta tuttavia di
49. Londra, British Museum: collana da Anti-
noe (cat. 111.1 .a.7).

50. Esempi di fermagli di collana: 1. cat. 111.l.c.28; 2. cat. lll.l.c.15; 3. 51. Tipi di catena: 1. a maglia doppia; 2. a maglia piatta; 3. a volu-
cat. 111.l.c.23; 4. cat. 111.1 .c.16; 5. cat. 111.l.c.29; 6. cat. 111.2.b.24. te; 4. a maglia rettangolare; 5. la maglia quadrilobata; 6. ad ele-
menti a doppio cappio.

53a. Kiev, Museo: affresco con i Ss. Sergio e Bacco.

53b. Londra, British


52. Washington, Dumbarton Oaks Collection: collana Museum: coppa con
(cat. 111.1.c.19). S. Sergio.
La tipologia e i rnotivi decorativi

un atteggiamento prevalentemente formale, che utilizza i simboli e le invoca-


zioni religiose come se fossero elementi apotropaici, sommandoli in alcuni
casi con generiche iscrizioni augurali di buona salute (cat. 1II.l.a.l), o addirit-
tura con soggetti pagani (2.III.l.a.5), in un atteggiamento sincretistico eviden-
temente assai diffuso anche a livello pubblico.
Oltre a queste catene con monete e medaglioni, sono attestate collane a
maglia prive di pietre (variante b), utilizzate prevalentemente in associazione
con pendenti che costituiscono il vero elemento caratterizzante del gioiello. La
forma più diffusa, anche dopo il IV secolo è la catena a maglie nelle sei forme-
base a cui si è già accennato. Negli esemplari considerati le tipologie più anti-
che sembrano essere quelle a maglia doppia (cat. III. 1.b.l-4), documentate tra
la metà del V e il VI secolo, e a maglia piatta (cat. III.l.b.5-7), che continua
fino alla metà del VI1 e anche oltre, nella forma con elementi a doppio cappio,
testimoniata dall'esemplare di VII-VI11 secolo del tesoro di Campobello di
Mazara del Vallo (cat. 111.l .b.12). Contemporaneo a quello dei tipi a maglia
doppia e piatta è lo sviluppo delle collane con catena a volute (cat. III.l.b.8-9)
e rettangolare (cat. 1II.l.b. lo), datate alla prima metà del VI1 secolo.
Una catena di provenienza sconosciuta, oggi allo Schmuckmuseum di
Pforzheim (cat. III.l.b.ll), è formata interamente da elementi aurei quadrilo-
bati, simili a quelli sporadici rinvenuti a Cipro e a Creta (cat. 2.III.13.a); il con-
fronto con un esemplare della stessa collezione (cat. III.l.c.36) con castoni
includenti pietre e un medaglione di Tiberio Costantino (578-582), permette di
datarne l'uso tra la seconda metà del VI e il VI1 secolo.
I pendenti ripetono le caratteristiche già evidenziate per la variante prece-
dente, prediligendo soggetti cristiani (cat. III.l.b.2, 5, 8-9, 12), ma confonden-
doli a volte con elementi di diversa estrazione religiosa, quasi per aumentare la
carica positiva del gioiello indossato. Un esempio di questa commistione è
rappresentato da una collana appartenuta al tesoro di piazza della Consolazio-
ne a Roma (cat. III.l.b.3), che accosta un pendente dichiaratamente cristiano
con una scena nuziale, ad una pietra gnostica del I1 secolo. Allo stesso ritrova-
mento appartiene invece una collana di tipo analogo (cat. III.l.b.7), con un'e-
matite decorata con la raffigurazione di Hecate l 2 e un pendente circolare con
pietre e motivi vegetali.
Ad istanze prevalentemente decorative sono ispirate le collane della terza
variante (C),a maglia con l'inserzione di pietre, di evidente derivazione tardo-
romana: sono gli esemplari più numerosi della classe in oggetto e i più difficil-
mente databili a causa della ripetitività della forma e, nelle catene prive di fer-
maglio, dell'assenza di sicuri elementi di distinzione cronologica.
Una delle forme più antiche è quella costituita da elementi filigranati (cir-
colari o romboidali) alternati a paste vitree e pietre (cat. III.l.c.1-8), gruppo
che presenta notevoli difficoltà di attribuzione per la prevalenza di esemplari
decontestualizzati e per le strette analogie morfologiche con le collane di età
imperiale, epoca alla quale sono stati a volte attribuiti anche i gioielli presenta-
l 2 Sul significato di questo
soggetto v. Mandrioli Bizzarri ti in catalogo. L'unico elemento datante emerso fino ad oggi sembra essere
1987, 129. costituito da un contesto sepolcrale dell'alta valle dell'Albenga, che compren-
Collane. per~deiitie feriizagli

deva, oltre ad una collana di questo tipo, anche monete di Valentiniano I e Gra-
ziano (cat. III.l.c.4), permettendo pertanto di accertarne l'uso nel IV seco!o.
Per tutto l'arco di tempo considerato sono attestate collane a maglie di filo
aureo con perle, pietre (soprattutto ametiste, smeraldi, lapislazuli, zaffiri, cal-
cedoni) e paste vitree (variante C),diffusissime nel mondo romano-bizantino in
quanto dotate di un notevole effetto ornamentale. Rispetto alla produzione di
età romana, quella tardoantica presenta generalmente una struttura più pesante.
sia per lo spessore maggiore del filo aureo, sia per le dimensioni delle pietre,
che vengono tagliate in modo irregolare e lasciate completamente a vista. Que-
sta distinzione, tuttavia, non risolve completamente il problema dell'attribuzio-
ne degli esemplari decontestualizzati; l'analisi delle pietre, spesso oggetto di
fraintendimenti, potrebbe in molti casi contribuire alla definizione di gruppi
omogenei di oggetti, altrimenti difficilmente analizzabili data la ripetitività
della forma: la disparità dei luoghi di rinvenimento, tra cui la stessa Costanti-
nopoli, il numero degli esemplari noti e la varietà nel grado di preziosità dei
vaghi utilizzati, rendono plausibile che si tratti di una produzione policentrica,
ipotesi quasi obbligata per aree come Cipro, l'Egitto e la Sicilia.
Forse negli esemplari con smeraldi si può riconoscere l'esecuzione di botte-
ghe della capitale d'oriente, ambito nel quale è più facile immaginare una con-
centrazione di questo tipo di pietre: la stessa imperatrice Teodora peraltro
viene raffigurata in S. Vitale a Ravenna (fig. 47) con una collana di gemme
verdi alternate ad elementi aurei, una tipologia di particolare pregio che veniva
imitata anche mediante l'uso di pietre di minor valore oppure di paste vitree
del medesimo colore (cat. 111.l .c.9, 18, 20-24, 26-27, 30-32, 34).
Sulla base dello stesso criterio è possibile attribuire a botteghe egiziane, tra-
dizionalmente specializzate in pietre dure 1 3 , le collane con largo impiego del
lapislazulo, pietra di difficile lavorazione e quindi rifinita con una tecnica par-
ticolare. Un esemplare di grande pregio attribuibile ad atelier egiziani (cat.
III.l.c.l9), anche per confronto tra i vaghi aurei impiegati nella catena e gli
elementi utilizzati in altre collane di provenienza orientale (cat. 111.l .a. l ;
1II.l.c. 17 e 19; III.2.b.2; 111.12.3) e negli orecchini ad applicazione biconica 14,
è completato da un pendente in lapislazulo a forma di valva di conchiglia, che
include una raffigurazione ad altorilievo dell'Afrodite Anadiomene (fig. 52).
Si tratta di un gioiello di particolare importanza, nonostante la scarsa organi-
cità nella composizione della figura, sia per la scelta del soggetto, sia per il
raro impiego della pietra. L'iconografia di Afrodite sopravvive dopo l'età
imperiale con funzione essenzialmente ornamentale in oggetti preziosi d'uso
personale, come la capsella argentea di Projecta (fig. 8), oppure in ambito
musivo, dove il soggetto appare diffuso soprattutto in area nord-africana tra I1
l-' Devoto 1990, 134-139. e IV secolo, mentre è estremamente raro in Oriente 15; potrebbe essere anche
V. cap. 2, cat. II.6.c. questo un elemento di valutazione a favore di un'esecuzione egiziana del
l5 Balty 1977, 20; sull'cono-
grafia nelle fasi tarde v. anche gioiello, che M.C. Ross attribuisce invece alla capitale di Oriente 16.
Krug 1982, in particolare figg. Un'origine egiziana potrebbe essere ipotizzata, inoltre, per il tipo di catena
7-8.
I h Age of Spirirunlity 1979.
di elementi traforati e castoni, documentato da un esemplare del tesoro di Anti-
314. noe (cat. 111.l .c.34) e da un altro, da Hadra, oggi a Washington (cat. 111.l .c.35),
La tipologia e i motivi decorativi

entrambi di grande raffinatezza e originalità di esecuzione, oltre a quello del


museo di Pforzheim già citato (cat. III.l.c.36).
Un gruppo di collane a catena con gemme rappresenta un livello meno
omogeneo nella produzione dello stesso tipo di collana, con l'aggiunta, alla
forma base, di pendenti più o meno elaborati legati alla catena (variante d): in
questi esemplari risultano accentuati i caratteri di policromia e preziosità già
analizzati, con una parziale coincidenza dei luoghi di provenienza: Cipro, l'E-
gitto e la Sicilia.
La forma più semplice è documentata da un esemplare da Lambousa (cat.
III.l.d.1) e da uno decontestalizzato del Museo Nazionale di Atene (cat.
III.l.d.2), entrambi con un unico pendente a goccia legato alla catena, in due
varietà confrontabili tipologicamente con quelle degli orecchini a goccia j7 e
con esemplari conservati in collezioni museali come oggetti singoli (cat.
III.8.1-9).
Ad una tipologia più elaborata appartengono le catene a pendenti plurimi o
a rete, attestati prevalentemente in Egitto (cat. III.l.d.3-6) e datati tra il VI e il
VI1 secolo, così come l'unico esempio rinvenuto in Sicilia, a Nissoria (cat.
III.l.d.7), in un contesto che ha restituito anche una coppia di orecchini a
i ceste110 18. La stretta somiglianza morfologica tra gli esemplari di questa
variante potrebbe far pensare ad una datazione più compatta del gruppo e ad
una possibile produzione da parte di botteghe in stretto collegamento tra loro,
che tuttavia è ancora molto difficile caratterizzare.
:i :
.; .. ,
,: '
i

.,,,
I
t Tipo 2
i{:,.
1, ;

Variante a: senza pietre


i. Variante b: con pietre
.p.,
. ,.;,
I: :,'. !
.!: ,
.', .. Ad un secondo tipo di collane appartengono catene costituite da segmenti
!
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i'. I di treccia di filo aureo, analoghe a quelli utilizzati per i pendenti di una delle
;i
ti'
i ::
, varianti degli orecchini a cerchio 19. San Gerolamo riferisce il suggestivo nome
; ..
di «murenula», comunemente utilizzato tra IV e V secolo per questo genere di
.,? ;:
'$
collana, e ne spiega sinteticamente le cararatteristiche di esecuzione 20: la
$?
; j , ;, forma implica una lavorazione particolare della lamina d'oro, che come già
i 7; , :. , ! nell'oreficeria ellenistico-romana, viene «tirata» fino ad ottenere fili sottilissi-
;;.
:i l
i
mi che possono essere intrecciati in un'unica treccia flessibile.
t'. Le murenulae possono essere semplici catene tubolari senza pietre (variante
:I l
i5. :, a) o presentare segmenti di filo aureo, con pietre, alternati ai settori di treccia
:$ i l7 V. cap. 2, cat. II.4.f.
'I. I8V.cap. 2,cat. II.8.b.3. aurea (variante b). Attestate sia in Oriente, in Turchia (cat. III.2.a.l), Cipro
i I l 9 V. cap. 2, cat. II.4.d ed e. (cat. III.2.a.2-3) che in Occidente, in Ucraina (cat. III.2.a.4-S), Sicilia (cat.
1 i 20 Hier. Epistulae XXIV, 3 :
i I «...aurum..quam rnurenulam
III.2.a.6), Italia settentrionale (cat. III.2.a.7-8) e Tunisia (cat. III.2.a.9), come
i '.
3 vulgus vocat, quod scilicet me- cronologia si collocano prevalentemente tra il V e il VI secolo, in continuità
rallo in virgulas lentescente con i prodotti di età iciperiale, continuando ad essere utilizzate anche durante
quaedam ordinisjlexuosi carena
contexitur...>> . il secolo successivo.
Collaize, pendenti e ferinagli

Un primo gruppo (variante a) è caratterizzato dall'assenza di elementi poli-


cromi; in queste collane gli elementi decorativi sono costituiti dai fermagli e
dagli eventuali pendenti, alcuni dei quali con monete (cat. III.2.a.4 e 6).
Alla stessa variante appartengono due collane dei tesori di Zeccone e Tri-
volzio (cat. III.2.a.7-8), databili tra la fine del V e gli inizi del VI secolo, che
presentano un caratteristico fermaglio circolare ad orlo perlinato con decora-
zione interna a cerchi perlinati, forse indicativo di una produzione locale del-
l'Italia settentrionale che potrebbe essere anche ravennate.
Due esempi, da Olbia e da Cartagine (cat. III.2.a.5 e 9), attestano la diffu-
sione di un tipo con protomi leonine alle estremità, che potrebbero tuttavia
essere pertinenti ad una fase cronologica anteriore all'età tardoantica e costi-
tuire pertanto uno dei casi di riutilizzo di elementi diversi di cui si è già accen-
nato. In assenza di dati certi in questo senso, la collana di Olbia, che viene
datata da M.C. Ross agli inizi del V secolo 2', deve essere attribuita più proba-
bilmente ad una fase posteriore di circa un secolo sulla base di stretti confronti
proposti da C. Kondoleon per i due fermagli circolari con busto femminile
sbalzato, iconografia replicata anche nel medaglione di un esemplare di Mali-
bu (cat. III.2.a.11).
Più comuni sono gli elementi di chiusura di un gioiello a gancio semplice o,
come nel tesoro di Mersin (cat. III.2.a.l), filigranati con orlo perlinato, tipo
quest'ultimo già frequentemente riscontrato tra VI e VI1 secolo nelle catene a
maglie, al pari di quello circolare traforato con orlo perlinato, attestato da una
catena del Metropolitan Museum (cat. I11.2.a. lo).
Un secondo insieme di collane, caratterizzate da segmenti di treccia aurea
alternati a maglie con pietre e perle (variante b), sembrerebbe anch'esso utiliz-
zato per un lungo arco di tempo, tra la metà del V e gli inizi dell'VIII secolo,
con pendenti più o meno complessi. La forma è diffusa in ambiti geografici
diversi, a Costantinopoli (cat. III.2.b.l), in Egitto (cat. III.2.b.2), in Ucraina
(cat. III.2.b.3), in Sicilia (cat. III.2.b.4) a Roma (cat. II1.2.b.5) e a Reggio Erni-
lia (cat. III.2.b.6), tanto da rendere inverosimile, come per la variante prece-
*' ROSS 1965, 117-119. dente, l'ipotesi di un unico centro di produzione.
?? Kondoleon 1987; anche in
Manière Léveque 1997 il tesoro
viene datato alla fine del V-inizi
VI sec. Tipo 3
23 Isid. Etym. X I X , 3 1, 11 :
«Torques sunt circuli aurei a
collo ad pectus usque penden- Isidoro di Siviglia nel VI secolo riferisce dell'uso sia maschile che fernrni-
tes. Torques autem et bullae a nile di indossare «torques»,cerchi d'oro pendenti dal collo sul pettoz3.Qualora
viris geruntur; feminis vero mo- non si tratti di una generica espressione per indicare le collane, l'indicazione
nilia et catellae. Dictae autem
torques quod sint tortaen; in un potrebbe trovare corrispondenza nella tipologia a verga rigida con sezione cir-
altro passo, XiX, 3 1, 12, lo stes- colare (tipo 3), nota nella tradizione romana e attestata anche in età bizantina
S O Isidoro spiega il significato
del termine «monile»: «Monile da esemplari siriani (cat. 111.3.1) ed egiziani (cat. 111.3.2-3) di V-VII secolo.
ornametum ex gemmis est, quod I1 tipo è riprodotto nella documentazione iconografica della fine del IV
solet ex feminarum pendere col-
lo...». secolo, come il missorium di Teodosio (fig. 29), ed in quella dei due secoli
24 Dennison 1918, fig. 113; successivi, ad esempio nel pannello musivo ravennate di Giustiniano (fig. 32),
Age of Spirituality 1979, 548- in una coppa cipriota (fig. 53b) e in una pittura ad encausto del Sinai raffigu-
549, nn. 492-493; Bertelli 1992,
181. rante SS. Sergio e Bacco (fig. 53a)?":i documenti proposti testimoniano un uso
Lo tipologia e i rnotivi decorativi

prevalentemente militare del torques a verga cilindrica, indossati nei primi tre
casi dalle guardie imperiali, e nell'ultimo dai due santi, caratterizzati anch'essi
come milites.
L'uso femminile dello stesso tipo di collana, forse in una fase cronologica 1
più avanzata, è attestato invece da una stoffa copta del Museo Benaki (fig.
54) ?5 e da una collana egiziana, che reca iscritta un'invocazione di protezione
per colei che indossava il gioiello (cat. 111.3.2).
~
In due esemplari del tesoro di Antinoe è incluso una sorta di pettorale sal-
dato all'arco inferiore, costituito da monete montate ai lati di un elemento cen-
trale che imita un medaglione imperiale (fig. 55, cat. 111.3.2-3). I1 carattere
celebrativo e insieme il valore intrinseco di queste collane hanno fatto suppor-
re possibile l'interpretazione come donativo imperiale a funzionari insigniti di
una carica 16,ipotesi che comunque deve essere ovviamente esclusa nel caso
del torques con iscrizione già citato e forse anche per l'altro, considerando la
probabile pertinenza di entrambi gli esemplari a due parures di cui facevano
parte anche due coppie di bracciali del medesimo rin~enimento'~.

Tipo 4

Ancora probabilmente destinate all'ambito femminile sono le collane a


fascia semilunata, costituite da elementi in lamina decorati con pietre incasto-
nate e pendenti. I1 tipo, attestato da due esemplari egiziani (cat. 111.4.1-2), si
avvicina alla variante con pendenti delle collane a maglie (tipo I.d), rispetto
alle quali raggiunge un più evidente effetto decorativo.
Gioielli di questo tipo appaiono frequentemente raffigurati in immagini di
imperatrici e dame di alto rango, anche se la schematizzazione iconografica
può a volte creare confusione con i ricchi bordi a ricamo di perle e pietre degli
abiti da cerimonia: nella corte bizantina della prima metà del X secolo si parla
ancora di queste vesti con collari ricoperti di pietre preziose e perle, tipiche a 1
l
quel tempo dell'abbigliamento degli eunuchi di cortezS.Nelio stesso periodo la I
persistenza della tipologia della collana a fascia è documentata da un esempla-
re del tesoro di Preslav (Bulgaria), con pendenti a goccia e ricca decorazione
cloisonné 19. I

Tipo 5

Come esempio di una produzione standardizzata di ornamenti di scarso


25Delivo~as 1988,31, fig.16.
2%ge of Spirituality 1979, valore intrinseco e larga diffusione, è stata inclusa una collana in vetro del
319. museo di Kassel (cat. III.5), ritenuta di produzione siriana. I1 manufatto com-
27 V. cap. 2, cat. VII.l.c.1-4.
prende pendenti a stampo confrontabili tipologicamente con i numerosi esempi
De cerimoniis 11, 15; solo
in occasioni molto particolari ta- dello stesso materiale, analoghi per dimensioni e soggetti raffigurati, pervenuti
li collari potevano essere indos- singolarmente e pertanto esaminati come classe specifica (cat. 111.11). L'inte-
sati da alti funzionari imperiali.
29 V . Glory of Byzantium
resse prevalente per questo tipo di oggetto risiede nella possibilità di verificare
1997, 333-334, n. 227. le caratteristiche di un repertorio iconografico di largo uso, costituito da ele-
Collane, pendenti e fermagli

54. Atene, Museo Benaki: stoffa copta. 55. Berlino, Antikensammlung, Staatliche Museum: colla-
na (cat. 111.3.2).

56. Atene, Museo Benaki: matrice per croce pettorale (inv. 10902). 57. Monza, Tesoro del Duomo: croce di Adaloaldo (cat. 111.10.c.8).

123
La tipologia e i rnotivi decorativi

menti simbolici ripetuti e associati in maniera diversa, ma sempre per finalità


protettive nei confronti del proprietario dell'ornamento, spesso a prescindere
dal significato originario. Lo stesso sommarsi di elementi religiosi e magici
compare, allo stesso livello di committenza, nei bracciali vitrei figurati,
anch'essi esaminati separatarnente30.

Tipo 6

Variante a: a sbalzo senza pietre


Variante b: a sbalzo con pietre o paste vitree
Variante C: a sbalzo e traforo
Variante d: con cammeo

Come si è più volte sottolineato, lo smembramento dei contesti e lo svilup-


po del mercato antiquario hanno spesso causato la dispersione dei gioielli e la
separazione di elementi costitutivi di insiemi omogenei: per questo motivo
nelle raccolte museali e in quelle private è sempre compreso un grande numero
di pendenti isolati in oro, facilmente riutilizzabili e commerciabili. Solo nel
caso di pendenti di minor pregio, in bronzo o ferro, si può infatti pensare all'e-
sistenza di elementi di sospensione in materiale deperibile, come cuoio o stof-
fa, piuttosto che alla sparizione o alla dispersione delle catene originarie, che
per gli altri manufatti erano esclusivamente in oro.
Un primo gruppo è costituito dai medaglioni in lamina aurea sottile lavo-
rata a sbalzo (variante a: cat. 111. 6.a.l-5), con soggetti cristiani neo-testamen-
tari (cat. 2.III.6.a.l e 5), personificazioni (cat. III.6.a.2) o con motivi più sem-
plici, riferibili al repertorio iconografico cristiano (croci, busti di santi) o
imperiale (cat. III.6.a.4). È importante considerare questi manufatti come
espressione di un ambito produttivo omologato, che eseguiva lamine circolari
figurate da impiegare in gioielli di vario tipo, ma anche su abiti e su piccoli
oggetti, in legno o in altro materiale, come documentato archeologica-
mente 3'.I centri di esecuzione non sono ubicabili con sicurezza: la teoria pre-
valente è quella di ipotizzame la presenza a Costantinopoli, centro di riferi-
mento per le lamine sbalzate di provenienza turca, e forse in Italia meridiona-
le, area dalla quale provengono diversi esemplari, probabilmente utilizzati
anche come pendenti.
Ad un medesimo ambito culturale vengono riferiti i medaglioni circolari
con una singola croce sbalzata e orlo perlinato, stilisticamente e morfologica-
mente omogenei, che sono stati messi in rapporto da J. Spier con una koiné sti-
listica orientale sviluppatasi in età giustinianea e ancora fiorente nel VI1 seco-
lo: tale tradizione artigianale, circoscritta ad Asia Minore, Russia meridionale,
V. cap. 2, cat. VII.4.
Ad esempio nel caso di una
Palestina, Lesbo e Sicilia, dipenderebbe in modo duetto da Costantinopoli sia
lamina del tesoro di caesaren che i gioielli fossero prodotti nella capitale, sia che esistessero manifatture
Maritima, pertinente ad un pic- diverse influenzate dalla. capitale 32.
colo reliquiario circolare: Frova
1965. Nei pendenti circolari non è insolita l'inserzione di medaglioni imperiali (cat.
32 Spier 1987. III.6.a.l-2), analogamente a quanto riscontrato per gli esemplari con catena.
Collane. pendenti e fennagli

Anche in questo caso la provenienza degli oggetti riporta all'ambito orientale e


forse alla stessa Costantinopoli, dalla cui zecca provengono, tra la fine del VI e
gli inizi del VI1 secolo, alcune delle monete riutilizzate.
In un altro sottotipo (variante b: 1-6) sono incluse anche pietre incastonate:
in questo caso le dimensioni del pendente sono di solito minori e i soggetti
meno vari, prevalentemente croci a bracci patenti. In diversi esempi vengono
riutilizzate a scopo decorativo pietre di età ellenistica, come in un pendente
conservato a Malibu (cat. III.6.b.6).
La decorazione della lamina puo prevedere anche motivi a sbalzo e traforo
(variante C) ad incorniciatura dell'elemento centrale, che è costituito in preva-
lenza da una moneta. Questa forma specifica deriva da un uso di età imperiale,
ampiamente documentato nel I1 e I11 secolo, che continua soprattutto durante il
regno di Costantino: a questo imperatore si riferiscono, ad esempio, due meda-
glioni pendenti che includono monete coniate tra il 321 e il 324, amcchiti da
una cornice traforata con sei busti a rilievo entro clipei, quattro femminili e
due maschili (cat. III.6.c.2-3). L'ipotesi che si tratti di membri della famiglia
imperiale costantiniana non sembra convincente, mentre potrebbe essere più
probabile un generico riferimento a divinità pagane, parzialmente riconoscibi-
li, nonostante la forma scarsamente caratterizzata. La produzione di questi
oggetti comprende anche esemplari di forma esagonale, analoghi come sogget-
to e stile (111.7.1-3). Due dei solidi aurei inseriti nei pendenti provengono dalla
zecca di Sirmium,elemento che in via ipotetica ha fatto attribuire a questo cen-
tro gli esemplari noti, uno dei quali, tuttavia, l'unico di cui si conosca la prove-
nienza, è stato rinvenuto in Libia (III.7.1).
Di particolare interesse risulta un medaglione dello stesso tipo raffigurante
Alessandro Magno come Zeus Arnmon (cat. III.6.c.4): l'uso di manufatti con
l'immagine del sovrano macedone, documentato soprattutto dopo il I11 secolo,
trova riscontro anche in un'invettiva di S. Govanni Crisostomo contro i cristia-
ni che indossavano in maniera eccessiva tale genere di amuletox.
Un oggetto isolato tipologicamente ma particolarmente significativo per le
vicende storiche a cui appare legato è infine il pendente circolare miniaturisti-
co con cammeo (variante d: cat. III.6.d.l), proveniente da uno dei mausolei
imperiali contigui a S. Pietro a Roma. I1 gioiello, cui si è già fatto cenno, venne
rinvenuto nel XVI secolo in occasione di una ispezione delle tombe imperiali,
in seguito alla quale si determino la dispersione degli elementi di corredo e la
fusione di parte dei materiali aurei3". Oggi conservato a Parigi, si ritiene che il
pendente fosse appartenuto a Maria, figlia di Serena e Stilicone e prima moglie
di Onorio, come sembra dedursi dall'iscrizione a rilievo acclamante, su una
faccia, la famiglia di origine di questo personaggio (Stilicone, Serena, Euche-
n o e Termanzia), e sull'altra quella ufficialmente riconosciuta dopo il matri-
monio (Onorio e Maria, e come suoceri Stilicone e Serena). Le scarse indica-
zioni riguardanti l'oggetto, che potrebbe avere fatto parte dei gioielli cui
Sannazaro 1997, I 16, nota accenna Claudiano a proposito del tesoro imperiale 35, sembra aver avuto la
32. funzione di enkolpion, ipotesi basata sul rinvenimento di materiale terroso al
34 Lanciani 1895; Age of Spi-
r i t u a l i ~1979, 306. suo interno, anche se non può essere escluso, come in altri casi, un fraintendi-
' s Claud. Epith. 10- 13. mento del mastice di sostegno della lamina.
LA tipologia e i motivi decorativi

Tipo 7

Si è già fatto cenno ai tre pendenti esagonali in lamina traforata con un soli-
dus di Costantino al centro e sei busti clipeati a distanza regolare lungo la cor-
nice (cat. III.7.1-3). La stretta analogia tipologica con gli esemplari circolari pre-
sentati, rende certa l'esecuzione di tutti gli oggetti da parte di un'unica bottega,
purtroppo non localizzabile. Resta da chiarire anche il significato dei busti cli-
peati, differentemente disposti nei diversi pendenti, ma sempre uguali da un
punto di vista stilistico, in alcuni dei quali è possibile riconoscere divinità.

Tipo 8

Alcuni dei pendenti a goccia conservatisi singolarmente possono essere


attribuiti sia a collane che ad orecchini: non essendovi tuttavia elementi per
collegarli con sicurezza ad una delle due tipologie, questi ornamenti vengono
esaminati convenzionalmente tra i pendenti di collana, risultando più verosimi-
le, anche sulla base dei rinvenimenti in tesori, l'ipotesi di una dispersione della
catena originaria di un pendente rispetto a quella di un vero e proprio fraziona-
mento delle parti di un orecchino.
Gli esempi noti appartengono al un medesimo ambito cronologico (fine VI-
VTI secolo) e di provenienza: i luoghi accertati di ritrovamento, infatti, tra cui la
stessa Costantinopoli (cat. III.8.1), manifestano un legame diretto con la capitale
d'oriente, anche se i centri di produzione possono essere stati plurimi: tra le pro-
duzioni locali si può ad esempio segnalare un esemplare figurato da Ravenna,
con due personaggi ai lati di una croce, soggetto che, sebbene alquanto schemati-
co, sembra poter essere ncondotto all'iconografia nuziale (cat. N.8.7).
Oltre che con gli orecchini a goccia36,esistono analogie morfologiche con
altre tipologie di gioielli: tre pendenti (cat. 111.8.4-6) rinvenuti a Creta, per
esempio, presentano i caratteristici globetti aurei saldati all'orlo inferiore della
lamina, che si riscontrano anche in una variante degli orecchini a corpo serni-
lunato 37 probabilmente attribuibile al VI1 secolo. Anche la decorazione a gior-
no di un esemplare costantinopolitano (cat. III.8.1) e di un secondo pendente,
siriano (cat. III.8.2), con la consueta rappresentazione dell'aquila ad ali spiega-
te, confermano l'analogia tecnica e stilistica con le stesse produzioni.

Tipo 9

Un altro tipo di pendente in lamina aurea di provenienza orientale presenta


una forma a prisma o cilindrica, la prima attestata nel V secolo (cat. III.9.a),
mentre la seconda più tardi, tra la fine del VI e il VI1 secolo (cat. III.9.b).
Probabilmente si tratta di un oggetto con funzione profilattica, su imitazio-
ne di pendenti contenenti reliquie o iscrizioni religiose di ambito ebraico3'.
V. cap. 2, cat. II.4.f.
Questa possibilità m n può essere tuttavia avvalorata dal ritrovamento, in un
37 V. cap.2, cat. 11.7. pendente da Ténés (cat. III.9.a.l), di granelli di terra che sono stati interpretati
Heurgon 1958. come reliquia dalla Terra Santa, ma che potrebbero far parte del materiale di
Collaile. pendenti e fermagli

riempimento della lamina. Resta comunque valida l'ipotesi di una generica


funzione protettiva cristiana del pendente, che in una collana di provenienza
siriana si trova associato con una croce (cat. 111.l .b.9).

Tipo 10

I1 tipo di pendente cruciforme è quello più largamente documentato in tutto


il mondo cristiano a partire dal IV secolo, costituendo la più rilevante innova-
zione morfologica dell'oreficeria tardoantica.
Le croci pettorali erano prodotte in numero elevatissimo in numerosi centri
deIl'Impero, come attesta la quantità di esemplari noti e anche il ritrovamento di
matrici litiche impiegate per l'esecuzione in serie (fig. 17) 39. Questi oggetti ve-
nivano prodotti in metalli diversi per soddisfare le necessità di acquirenti di
censo differente, tra i quali figuravano anche i religiosi. Dalla Vita di S. Macrina
di Gregorio di Nissa si deduce, ad esempio, l'uso di una croce pettorale in
bronzo sostenuta da un laccio di cuoio da parte delle monache di un con~ento'~.
La scarsità degli studi specifici 'l rende difficile una scansione cronologica
della tipologia che, dato il numero degli esemplari noti e gli aspetti legati alla
diffusione delle iconografie, meriterebbe un corpus appropriato.
In linea generale, per l'arco cronologico considerato, si possono distinguere
tre gruppi principali di croci pettorali: ottenute a fusione e poi stampate
(variante a), con bracci cilindrici e pietra centrale (variante b) ed enkolpia cru-
ciformi a due valve (variante C). Nei tre casi i pendenti possono avere la fun-
zione di contenere reliquie, probabilmente della Vera Croce, uso attestato
Q

anche per altre classi di gioielli come gli anelli .


Alla prima variante appartengono esemplari d'oro o di bronzo con clipei a
rilievo alle estremità dei bracci ed un castone centrale che contiene una pietra,
una pasta vitrea, oppure una reliquia. I clipei terminali dei bracci possono
essere decorati con i busti di Cristo e della Vergine (cat. III.10.a.2 e Il), di
santi (cat. III.lO.a.10-12), o con semplici motivi vegetali o geometrici (cat.
III.lO.a.3-6, 8-9).
Una croce conservata a Washington presenta al centro la rappresentazione a
figura intera di Cristo con le braccia levate, vestito con il kolobioiz (cat.
1II.lO.a.l l), elemento che potrebbe collegare l'esemplare con l'Oriente e che
avrà seguito nelle croci pettorali mediobizantine sia in oro che in bronzo 3.
J

La produzione di questo tipo di enkolpion viene tradizionalmente attribuita


al VI-VII secolo, ma si tratta di un'indicazione generica che andrebbe verifica-
ta sulla base di più sicuri elementi datanti. Termini di riferimento certi sono
"9V.
cap. 1.111.
a Greg. Nyss. Vita Macrinae costituiti dai ritrovamenti numismatici in associazione con due esemplari siria-
mx. ni, rinvenuti con solidi di Eraclio della zecca di Costantinopoli (cat. III.lO.a.3-
'' Lipinsky 1958a;Id. 1958b; 4), che permettono un'attribuzione di questi manufatti al VI1 secolo.
Id. 1961; Id. 1966c.
42 Greg. Nyss. Vita Macrinae Le aree di provenienza devono essere individuate prevalentemente in
XXX. Oriente, ma non si pu6 escludere la possibilità di produzioni locali anche in
'' V. ad esempio Glory of By-
ambiti diversi, trattandosi di una forma molto semplice. Andrebbe perci6 ulte-
Zantiurn 1997, 169, n. 1 19 (X-XI
Sec.). 170, n. 120 (X-XI sec.). riormente analizzato il problema dell'esecuzione di croci-portareliquie in rap-
Ln tipologia e i motivi decorativi

porto all'ubicazione dei luoghi venerati e di un'eventuale dipendenza da atti-


vità commerciali connesse ai santuari cristiani.
Meno frequenti sembrano essere le croci a bracci cilindrici o a sezione poli-
gonale, rastremati verso il centro, dove è posto un castone o un semplice
dischetto aureo (variante b: cat. IIl.10.b.l-8). Anche in questo caso l'area di
produzione dei gioielli, eseguiti esclusivamente in oro, sembra essere preva-
lentemente orientale, come testimoniano i luoghi di ritrovamento, tra cui la
Turchia e Cipro. In base ai dati disponibili, il maggior sviluppo della variante
potrebbe essere collocabile, anche in questo caso, nell'ambito del VII secolo.
Di grande diffusione sono i pendenti cruciformi bivalvi, eseguiti soprattutto
in bronzo e quindi destinati ad un largo commercio (variante C). La decorazio-
ne della lamina principale presenta quasi sempre la figura di Cristo con il kolo-
bion, la Vergine o la scena della Crocifissione, accompagnate da iscrizioni
invocatorie in greco; la valva secondaria rafiigura inveci solitamente la Vergi-
ne oppure semplici motivi vegetali. In questo caso una datazione tra la fine del
VI e il VI1 secolo sulla base degli esempi con riferimenti cronologici accerta-
bili è probabilmente riduttiva rispetto all'elevato numero degli esemplari noti e
alla continuità di produzione anche dopo l'VI11 secolou.
Alcuni enkolpia bivalvi si differenziano dalla produzione corrente in bron-
zo per l'uso dell'oro e per l'impiego di tecniche Più elaborate e raffinate. Un
esempio tra i meglio noti è quello della croce di Adaloaldo, ritenuta l'esempla-
re donato alla fine del VI secolo da S. Gregorio Magno a Teodolinda per il bat-
tesimo del figlio (cat. III.lO.c.8) (fig. 57) J5. L'oggetto, che aveva soprattutto un
valore devozionale, dal momento che anche in questo caso serviva a contenere
una reliquia della Vera Croce &, presenta sulla valva principale una scena di
Crocifissione, con la Vergine e S. Giovanni ai lati di Cristo vestito con il kolo-
bion e un versetto tratto dal Vangelo di S. Giovamig.
Un'altra croce aurea proviene da Roma, rinvenuta alla fine del secolo scor-
so in una tomba presso S. Lorenzo fuori le Mura (cat. III.lO.c.7). La decorazio-
ne è eseguita su entrambe le facce, che in questo caso non sono apribili: si trat-
ta di un raffinato motivo a niello con girali di vite che incorniciano un'iscrizio-
ne cristiana di valore probabilmente apotropaico18. L'analisi di A. Lipinsky ha
evidenziato l'origine romana del gioiello, che presenta un tappo a vite cui è
collegato anche l'anello di sospensione 49: sebbene la vite non possa essere
considerata in realtà un elemento peculiare dell'oreficeria della città, essendo
uIbid. una caratteristica quasi costante nei bracciali di provenienza orientale 50 resta
''Farioli Campanati 1982, plausibile il riferimento da parte dello studioso ad una predilezione da parte
356 e 41 1, n. 210, fig. 282.
eGreg, M. Epistulae 12: dell'artigianato romano per una forma di decorazione aniconica, differente da
«id est aureum cum iigno sanc- quella prevalente in ambito costantinopolitano5'.
tue crocis Domini».
47 Giov.. 19.26-27.
4 ~ a r i o ' lCampanati
i 1982,
356; Ead. 1990,133. Tipo l1
J9 Lipinsky 1962b; Id. 1966a,
300-301; Id. 1974, 194. Gioielli di scarsG valore intrinseco ma di larga diffusione sono i pendenti
'O V. cap. 2.VII.

Farioli Campanati 1982, vitrei circolari eseguiti a stampo, con motivi decorativi semplici e ripetitivi
356. (tipo 11). Questi oggetti appaiono diffusi soprattutto in area siro-palestinese,
Collane. pendenti e fennagli

da dove probabilmente proviene la quasi totalità degli esemplari, contestual-


mente ad altre classi di gioielli, sempre in vetro, che presentano elementi figu-
rati analoghi j2. I pendenti erano utilizzati sia isolati, sia inseriti in un filo in
materiale deperibile, cuoio, lana, cotone o lino, assieme ad altri vaghi vitrei.
Tra il 111 e il IV secolo uno dei motivi più comuni è quello del leone gra-
diente (cat. 111.11.1-2), frequente anche nelle gemme 53, un soggetto simbolico
di origine egiziana che nei bracciali vitrei si trova associato a figurazioni tratte
dal repertorio giudaico, pagano e cristiano, come la menorah, la nike o il chri-
srnon jJ. Nei pendagli bronzei lo stesso animale è riprodotto insieme ad ele-
menti figurativi ed invocazioni esplicitamente apotropaiches5,mentre nei pen-
denti e in un gruppo di anelli in bronzo5Vo stesso significato viene riassunto
dalla sola figura del leone, a volte accompagnato da una stella.
Dopo il IV secolo la tipologia dei pendenti vitrei non cambia, ma aumenta-
no i soggetti raffigurati: imperatori, santi o altre immagini tipiche del reperto-
rio iconografico imperiale e cristiano (cat. 111.11.3-7 e lo), espressione dell'av-
venuta sostituzione di forme di religiosità più ortodosse al sincretismo religio-
so precedentes7.

Tipo 12
Variante a: circolari
Variante b: con monete
Alcuni fermagli sporadici (tipo 12) comspondono a tipologie già riscontra-
te nelle collane pervenuteci intere. Tutti gli esemplari possono essere ricondot-
ti ad un unica forma-base di tradizione ellenistico-romanaj8, con gancio inseri-
to in un occhiello: ad essa si aggiungono spesso elementi in lamina, decorati a
filigrana o a traforo, le cui caratteristiche morfologiche e stilistiche costituisco-
no l'elemento più significativo da un punto di vista della datazione e della pro-
venienza degli esemplari.
Uno tra i fermagli più diffusi ha forma circolare con decorazione filigranata
ed orlo perlinato (variante a): di tradizione romana, questa variante assume, a
partire dal IV-V secolo, una tipica decorazione a quattro volute, e nel VI seco-
lo presenta prevalentemente un orlo di filo perlinato. I1 motivo è particolar-
mente documentato nel VI-VI1 secolo in Oriente, come dimostrano le attesta-
zioni turche (cat. III.2.a. l), cipriote (cat. 111.l .b.8; 111.l .d. l ) , siriane (cat.
111.l .b.9), israeliane (cat. TII. l .C.l6), egiziane (cat. 111.l .C. 17; 111.l .d.3 e 5-6),
siciliane (cat. 111.l .b. 12,111.l .c.22-24 e 27), e sarde (cat. 111.l .b.2).
Altrettanto diffuso a partire dall'epoca imperiale è anche il fermaglio con
12Spaer1988; Baldini Lippo- monete, spesso anche con orlo perlinato (variante b), testimoniato anche da
lis 1989. collane di provenienza ucraina (III.2.a.4) e siciliana (III.2.a.6). Lo smembra-
53 Mandrioli Bizzarri 1987,
129. mento dei contesti ha causato talvolta la separazione di parti dello stesso
54Spaer1988, 58. gioiello, come nel caso di una collana del tesoro di Lambousa (Cipro), il cui
55B0nner1950, 208-228; fermaglio è conservato a Nicosia (cat. III.12.b.2), mentre la catena si trova a
Barb 1963, 100-125.
%&id.; 1963. New York. Questo fenomeno appare particolarmente grave per una classe di
"Lees Causey 1983, 155. gioielli per i quali la presenza dei contesti di rinvenimento con materiale numi-
"Baldini 1987. smatico offrirebbe utili elementi di datazione e di comparazione tipologica.
Collane. pendenti e fennagli

da dove probabilmente proviene la quasi totalità degli esemplari, contestual-


mente ad altre classi di gioielli, sempre in vetro, che presentano elementi figu-
rati analoghi 52. I pendenti erano utilizzati sia isolati, sia inseriti in un filo in
materiale deperibile, cuoio, lana, cotone o lino, assieme ad altri vaghi vitrei.
Tra il 111 e il TV secolo uno dei motivi più comuni è quello del leone gra-
diente (cat. 111.11.1-2), frequente anche nelle gemme s3,un soggetto simbolico
di origine egiziana che nei bracciali vitrei si trova associato a figurazioni tratte
dal repertorio giudaico, pagano e cristiano, come la menorah, la nike o il chri-
smon 5J. Nei pendagli bronzei lo stesso animale è riprodotto insieme ad ele-
menti figurativi ed invocazioni esplicitamente apotropaichess, mentre nei pen-
denti e in un gruppo di anelli in bronzos6 lo stesso significato viene riassunto
dalla sola figura del leone, a volte accompagnato da una stella.
Dopo il IV secolo la tipologia dei pendenti vitrei non cambia, ma aumenta-
no i soggetti raffigurati: imperatori, santi o altre immagini tipiche del reperto-
rio iconografico imperiale e cristiano (cat. III.11.3-7 e lo), espressione dell'av-
venuta sostituzione di forme di religiosità più ortodosse al sincretismo religio-
so precedentes7.

Tipo 12
Variante a: circolari
Variante b: con monete

Alcuni fermagli sporadici (tipo 12) corrispondono a tipologie già riscontra-


te nelle collane pervenuteci intere. Tutti gli esemplari possono essere ricondot-
ti ad un unica forma-base di tradizione ellenistico-romanas< con gancio inseri-
to in un occhiello: ad essa si aggiungono spesso elementi in lamina, decorati a
filigrana o a traforo, le cui caratteristiche morfologiche e stilistiche costituisco-
no l'elemento più significativo da un punto di vista della datazione e della pro-
venienza degli esemplari.
Uno tra i fermagli più diffusi ha forma circolare con decorazione filigranata
ed orlo perlinato (variante a): di tradizione romana, questa variante assume, a
partire dal IV-V secolo, una tipica decorazione a quattro volute, e nel VI seco-
lo presenta prevalentemente un orlo di filo perlinato. I1 motivo è particolar-
mente documentato nel VI-VI1 secolo in Oriente, come dimostrano le attesta-
zioni turche (cat. III.2.a. l), cipriote (cat. III.l.b.8; 111.l .d. l), siriane (cat.
111.l .b.9), israeliane (cat. III. l .C. l6), egiziane (cat. III. l .C. 17; 111.l .d.3 e 5-6),
siciliane (cat. 1II.l.b. 12,III.l .c.22-24 e 27), e sarde (cat. In. l .b.2).
Altrettanto diffuso a partire dall'epoca imperiale è anche il fermaglio con
S2Spaer1988; Baldini Lippo- monete, spesso anche con orlo perlinato (variante b), testimoniato anche da
lis 1989. collane di provenienza ucraina (III.2.a.4) e siciliana (III.2.a.6). Lo smembra-
" Mandrioli Bizzarri 1987,
129. mento dei contesti ha causato talvolta la separazione di parti dello stesso
"Spaer 1988,58. gioiello, come nel caso di una collana del tesoro di Lambousa (Cipro), il cui
5sB0nner 19501 208-228; fermaglio è conservato a Nicosia (cat. III.12.b.2), mentre la catena si trova a
Barb 1963, 100-125.
sIbid.;Manganaro 1963. New York. Questo fenomeno appare particolarmente grave per una classe di
"Lees Causey 1983, 155. gioielli per i quali la presenza dei contesti di rinvenimento con materiale numi-
"Baldini 1987. smatico offrirebbe utili elementi di datazione e di comparazione tipologica.
Collnne, pendenti e fennngli

da dove probabilmente proviene la quasi totalità degli esemplari, contestual-


mente ad altre classi di gioielli, sempre in vetro, che presentano elementi figu-
rati analoghi 52. I pendenti erano utilizzati sia isolati, sia inseriti in un filo in
materiale deperibile, cuoio, lana, cotone o lino, assieme ad altri vaghi vitrei.
Tra il I11 e il IV secolo uno dei motivi più comuni è quello del leone gra-
diente (cat. 111.11.1-2), frequente anche nelle gemme 53,un soggetto simbolico
di origine egiziana che nei bracciali vitrei si trova associato a figurazioni tratte
dal repertorio giudaico, pagano e cristiano, come la menorah, la nike o il chri-
smon 5J. Nei pendagli bronzei lo stesso animale è riprodotto insieme ad ele-
menti figurativi ed invocazioni esplicitamente a p ~ t r o p a i c h ementre
~ ~ , nei pen-
denti e in un gruppo di anelli in bronzo5Vo stesso significato viene riassunto
dalla sola figura del leone, a volte accompagnato da una stella.
Dopo il IV secolo la tipologia dei pendenti vitrei non cambia, ma aumenta-
no i soggetti raffigurati: imperatori, santi o altre immagini tipiche del reperto-
rio iconografico imperiale e cristiano (cat. 111.11.3-7 e lo), espressione dell'av-
venuta sostituzione di forme di religiosità più ortodosse al sincretismo religio-
so precedente".

Tipo 12
Variante a: circolari
Variante b: con monete

Alcuni fermagli sporadici (tipo 12) corrispondono a tipologie già riscontra-


te nelle collane pervenuteci intere. Tutti gli esemplari possono essere ricondot-
ti ad un unica forma-base di tradizione ellenistico-romana5" con gancio inseri-
to in un occhiello: ad essa si aggiungono spesso elementi in lamina, decorati a
filigrana o a traforo, le cui caratteristiche morfologiche e stilistiche costituisco-
no l'elemento più significativo da un punto di vista della datazione e della pro-
venienza degli esemplari.
Uno tra i fermagli più diffusi ha forma circolare con decorazione filigranata
ed orlo perlinato (variante a): di tradizione romana, questa variante assume, a
partire dal IV-V secolo, una tipica decorazione a quattro volute, e nel VI seco-
lo presenta prevalentemente un orlo di filo perlinato. I1 motivo è particolar-
mente documentato nel VI-VI1 secolo in Oriente, come dimostrano le attesta-
zioni turche (cat. III.2.a.l), cipriote (cat. III.l.b.8; III.l.d.l), siriane (cat.
111.l .b.9), israeliane (cat. III. l .C.16), egiziane (cat. 111.l .C. 17; 111.l .d.3 e 5-6),
siciliane (cat. 111.l .b.12,111.l .c.22-24 e 27), e sarde (cat. 111.l .b.2).
Altrettanto diffuso a partire dall'epoca imperiale è anche il fermaglio con
'? Spaer 1988; Baldini Lippo- monete, spesso anche con orlo perlinato (variante b), testimoniato anche da
lis 1989. collane di provenienza ucraina (LII.2.a.4) e siciliana (III.2.a.6). Lo smembra-
" Mandrioli Bizzarri 1987,
129. mento dei contesti ha causato talvolta la separazione di parti dello stesso
54Spaer1988, 58. gioiello, come nel caso di una collana del tesoro di Lambousa (Cipro), il cui
5 5 Bonner 1950, 208-228;
fermaglio è conservato a Nicosia (cat. III.12.b.2), mentre la catena si trova a
Barb 1963, 100-125.
j6Ibid.; Manganaro 1963.
New York. Questo fenomeno appare particolarmente grave per una classe di
"Lees Causey 1983, 155. gioielli per i quali la presenza dei contesti di rinvenimento con materiale numi-
" Baldini 1987. smatico offrirebbe utili elementi di datazione e di comparazione tipologica.
Collane. pendenti e fermagli

da dove probabilmente proviene la quasi totalità degli esemplari, contestual-


mente ad altre classi di gioielli, sempre in vetro, che presentano elementi figu-
rati analoghi 52. I pendenti erano utilizzati sia isolati, sia inseriti in un filo in
materiale deperibile, cuoio, lana, cotone o lino, assieme ad altri vaghi vitrei.
Tra il 111 e il IV secolo uno dei motivi più comuni è quello del leone gra-
diente (cat. III.ll. 1-2), frequente anche nelle gemme ", un soggetto simbolico
di origine egiziana che nei bracciali vitrei si trova associato a figurazioni tratte
dal repertorio giudaico, pagano e cristiano, come la menorah, la nike o il chri-
smon s4. Nei pendagli bronzei lo stesso animale è riprodotto insieme ad ele-
menti figurativi ed invocazioni esplicitamente apotropaichess, mentre nei pen-
denti e in un gruppo di anelli in bronzo $6 lo stesso significato viene riassunto
dalla sola figura del leone, a volte accompagnato da una stella.
Dopo il IV secolo la tipologia dei pendenti vitrei non cambia, ma aumenta-
no i soggetti raffigurati: imperatori, santi o altre immagini tipiche del reperto-
rio iconografico imperiale e cristiano (cat. III.11.3-7 e lo), espressione dell'av-
venuta sostituzione di forme di religiosità più ortodosse al sincretismo religio-
so precedente5'.

Tipo 12
Variante a: circolari
Variante b: con monete

Alcuni fermagli sporadici (tipo 12) corrispondono a tipologie già riscontra-


te nelle collane pervenuteci intere. Tutti gli esemplari possono essere ricondot-
ti ad un unica forma-base di tradizione ellenistico-romanas8, con gancio inseri-
to in un occhiello: ad essa si aggiungono spesso elementi in lamina, decorati a
filigrana o a traforo, le cui caratteristiche morfologiche e stilistiche costituisco-
no l'elemento più significativo da un punto di vista della datazione e della pro-
venienza degli esemplari.
Uno tra i fermagli più diffusi ha forma circolare con decorazione filigranata
ed orlo perlinato (variante a): di tradizione romana, questa variante assume, a
partire dal IV-V secolo, una tipica decorazione a quattro volute, e nel VI seco-
lo presenta prevalentemente un orlo di filo perlinato. I1 motivo è particolar-
mente documentato nel VI-VI1 secolo in Oriente, come dimostrano le attesta-
zioni turche (cat. III.2.a. l), cipriote (cat. 111.l .b.8; 111.l .d.l), siriane (cat.
111.l .b.9), israeliane (cat. III.l .C. 16), egiziane (cat. III. l .C. 17; III. l .d.3 e 5-6),
siciliane (cat. 111.l .b. 12,111.l .c.22-24 e 27), e sarde (cat. 111.l .b.2).
Altrettanto diffuso a partire dall'epoca imperiale è anche il fermaglio con
'?Spaer 1988; Baldini Lippo- monete, spesso anche con orlo perlinato (variante b), testimoniato anche da
lis 1989. collane di provenienza ucraina (III.2.a.4) e siciliana (III.2.a.6). Lo smembra-
"Mandrioli Bizzarri 1987,
129. mento dei contesti ha causato talvolta la separazione di parti dello stesso
%Spaer1988,58. gioiello, come nel caso di una collana del tesoro di Larnbousa (Cipro), il cui
55B0nner19501 208-228; fermaglio è conservato a Nicosia (cat. III.12.b.2), mentre la catena si trova a
Barb 1963, 100-125.
xfiid.; Manganaro 1963,
New York. Questo fenomeno appare particolarmente grave per una classe di
"Lees Causey 1983, 155. gioielli per i quali la presenza dei contesti di rinvenimento con materiale numi-
"Baldini 1987. smatico offrirebbe utili elementi di datazione e di comparazione tipologica.
La tipologia e i motivi decorativi

Tipo 13

Per ultimi sono stati considerati frammenti sporadici di collana in oro. Un


gruppo abbastanza consistente comprende elementi plurilobati (variante a)
costituiti da tre o più anelli aurei saldati ad un dischetto centrale che, in alcuni
casi, presenta una decorazione niellata, spesso un monogramma cruciforme, in
due elementi (cat. III.13.a.l-2) risolvibile in un'invocazione di protezione alla
Madonna per un fedele di nome Dositeo. Questi oggetti, rinvenuti in ambito
orientale, in Siria, a Cipro e a Creta, sono stati interpretati in vario modo e pre-
valentemente come applicazioni per abiti. Il confronto con due collane di pro-
venienza ignota conservate al museo di Pforzheim (cat. III.l.b.11 e III.l.c.36)
con la catena formata da elementi aurei quadrilobati morfologicamente simili,
potrebbe far ritenere probabile un analogo utilizzo anche degli esemplari decon-
testualizzati. Cronologicamente si possono collocare entro la metà del VI1 sece
lo sulla base degli esemplari di Cipro (cat. III.13.a.l-3), ambito di provenienza
che contribuisce a datare anche l'uso degli elementi biconici (variante b).

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Collane, pendenti e fermagli

Maurizio, databili agli anni 583 e niso, Hermes, Poseidone, Ascle-


602. pio); alle due estremità due meda-
Bibliografia: Dennison 19 18, 140, tav. glioni più grandi con scena nuziale:
XXV; Baltimore 1947, n. 422, tav. raffigurazione dei due sposi stanti
LIX; Grierson 1955; Id. 1961 ; Sti- ai lati di Cristo nella dextrarum
- lianou 1969,49-53,64, n. 16, figg. iunctio e iscrizione: «E5OEOU/O~O-
l.a 37-39; Age of Spirituality 1979, vualxcrptc uyta» («Da Dio concor-
catena di monete o medaglioni 7 1-72, n. 61; Manière Léveque dia, grazia e salute»); tra i meda-
1997, 92 (fine VI-VI1 sec.). glioni, pendenti dal gancio, due ele-
menti cuoriformi in lamina lavorata
1. Collana (fig. 15) 3. Collana a sbalzo con motivi vegetali.
Mersin (Turchia), tesoro l .III.16, 1889 Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III.17, Bibliografia: Segall 1938, 13, figg. 5-7;
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W 1883 Grierson 1955; Ross 1957, 258;
107-108) Nicosia, Cyprus Museum (inv. 1959BC- Kantorowicz 1960; Ross 1965, n.
acquisto 1893 911) 38; Byzantine Collection 1967, n.
oro; L 46; d medaglione 7.9; p 39.8 oro; L 56; d dischi 2.4 184; Wander 1973, 102, fig. 18;
Catena di venti medaglioni con busti di Catena di diciannove dischi in lamina a Kent 1977,99, n. 164 (600 ca); Age
due imperatori ai lati di una croce e giorno con decorazione geometrica of Spirituality 1979, n. 262, 283-
iscrizione «Yyt~ici»(«Salute»); fer- a due motivi alternati, a quadrifo- 284 (fine VI-inizi VI1 sec.); Cutler
maglio circolare ed elemento di so- glio e a losanga; chiusura a gancio. 1986, 54 (cintura matrimoniale).
spensione del pendente di forma bi- Bibliografia: Karageorghis 1960, 263, 6. Collana
conica; pendente a doppia cornice, fig. 33; Art Byzantin 1964, 367-
quella interna decorata a sbalzo con 368, n. 400 (VI1 sec.); Manière p.i., Siria, tesoro 1.111.15
motivi vegetali e quella esterna con Léveque 1997, 92, tav. 5.F (fine Washington, Dumbarton Oaks Collec-
teoria di animali; al centro tondo VI-VI1 sec.). tion (inv. 38.1)
con incoronazione di imperatore da coll. Bliss, 1938
4. Collana oro; L 32.5; a pendenti 2.8 e 3
parte di due Vittorie, simmetriche, Catena di diciotto elementi circolari la-
queila di sinistra con ramo di palma Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III. 18,
1902 vorati a giorno con palmetta; tre
e quella di destra con corona; nel pendenti: quello centrale rettango-
campo, ai lati della figura centrale, ~ e w ~ o rMetropolitan
k, Museum of
Art (inv. 17.190.150) lare con croce a sbalzo e orlo perli-
sole e luna; ai suoi piedi, due uccel- nato e i due laterali a due valve in
li si abbeverano al kantharos. oro; L 76.5
Catena di settantasei elementi in lamina lamina a forma di foglia; rinvenuta
Bibliografia: Kondakov 1896, 187 ss.; quadrata a traforo e un disco centra- probabilmente con solidi di Eraclio
Grabar 1951; Banck 1966, n. 102 le a giorno con uccello ad ali spie- della zecca di Costantinopoli.
(fine IV sec.); Age of Spirituality gate; tre coppie di pendenti: a disco, Bibliografia: Ross 1965, 10, n. 6.A,
1979, 72-74, n. 62 (fine VI sec.); a foglia, a goccia e cruciforme; fer- tav. XIII (VI1 sec.); Manière Léve-
Manière Léveque 1997,94, tav. 7.D maglio circolare decorato a traforo. que 1997, 96, tav. 5, I (seconda
(seconda meta VI-Vii sec.). Bibliografia: Stilianou 1969, fig. 41; metà VI-VI1 sec.).
2. Collana Brown 1984; Manière Léveque
1997, 93, tav. 5.G (fine VI-VI1
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III. 18, sec.).
1902
New York, Metropolitan Museum of
Art (inv. 17.190.147)
dono J. Pierpont Morgan
oro; L 64.7; p 360
Catena di venti solidi e quattro meda-
glioni della zecca di Costantinopoli;
le monete comprendono emissioni di
Teodosio 11, Giustino I e Giustiniano
e Maurizio Tiberio (582-602); i me-
daglioni sono identici e recano al
drittoil busto di Maurizio Tiberio con
la mappa e lo scettro, insieme alla le- 5. Collana
genda «D(ominus) N(oster) Mau- p.i., Antiochia (Siria)
ric(ius) Tiber(ius) P(er)P(etuus) Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Aug(ustus)»; sui verso, la raffigura- tion (inv. 37.33) 7. Collana
zione dell'imperatore sulla quadriga coll. Bliss, 1937 p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
in abiti militari e il chrismon. Po- oro; L 75,5; d medagliani 4.8 e 2.5 1JII.24, 19 13
trebbe trattarsi di emissioni celebra- Catena di ventuno medaglioni ad orlo Londra. British Museum (MLA 1916,
tive di uno dei due consolati di perlinato, con busti di divinità (Dio- 7-4.1)
La tipologin e i motivi decorativi

coli. Burns la zecca di Costantinopoli con le- Bibliograjìa: Age of Spirituality 1979,
oro; L 73.4; d medaglioni 7.7 genda «D(orninus) N(oster) Ho- 307-308, n. 281 (inizi V sec.); Ma-
Due grandi medaglioni in lamina nor/ius P(ius) F(e1ix) Aug(ustus)» nière Léveque 1997, 83, tav. 7, B
traforata collegati da quattro cate- sulla fronte; sul retro la personifica- (fine V-inizi VI sec.).
ne, ciascuna costituita da ventitre zione di Costantinopoli in trono con
dischi aurei (d 2.5) lavorati a gior- il globo e lo scettro, la legenda
no; i medaglioni sono decorati con «Gloria ro/manorum» e, in esergo,
sette dischi a motivi geometrici, «Con(stantinopolis) ob(ryzurn)»;
analoghi a quelli degli elementi doppio anello di sospensione a gior-
della catena, e con palmette vege- no con motivi vegetali e triplo filo
tali. perlinato.
Bibliogrnfia: Dennison 1918, 149-150, Bibliografia: Greifenhagen 1970, 65-
n. 15, tavv. XXXIX, XL; Kent 66, tavv. 45-46.1; Berlin 1988,361,
1977, 99, n. 163 (VI sec.); Brown n. 3 (inizi V sec.).
1984, 17-20, fig. 12, tav. IV; Tait
1986, 100, fig. 223 (600). 2. Collana
p.i., Sardegna, 1856
8. Collana Londra, British Museum
S.P. oro, argento; L 42.6
Mainz, Rornische-Germanische Zen- Catena a maglia doppia con sedici pen-
tralmuseum (inv. 0.37809) denti a goccia, quattro ovali decorati
a niello e una croce centrale in lami- 4. Collana
coll. privata svizzera
oro; L 91; croce 6.9 x 5.9 na; fermagli circolari decorati a fili- Reggio Emilia (Emilia Romagna), tesoro
Catena di ventiquattro dischi con orlo grana e con orlo perlinato. i .m.9. I 957
perlinato, alternativamente a giorno Bibliografa: Dalton 1901, n. 282, tav. V Reggio ~ & l i a ,Museo Civico (inv. 2335)
e a sbalzo; un disco in lamina, di di- oro, L 42.7, p 28.5
mensioni maggiori, presenta la raf- Catena a maglia doppia con elementi
figurazione a smalto di due pavoni aurei cilindrici ad orlo perlinato alle
che si abbeverano al kantharos; estremità; fermaglio a gancio con
croce pendente con castone centrale un disco decorato a filigrana e con
e con iscrizione filigranata sul retro orlo godronato.
« Q > o ~ - Z o q(«Luce,
n vita»). Bibliografia: Degani 1959, 58, tav.
Bibliograjìa: Brown 1984 (600). XVIII; v. Bierbrauer in Goti 1994,
206, III.28.p.

a maglia piatta
(metà V-metà V l l sec.)
catena a maglia senza pietre
5. Collana (fig. 15)
a maglia doppia (metà V- VI sec.) Mersin (Turchia), tesoro l .LII.16, 1889
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W
3. Collana 104)
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- oro, calcedonio; L 33; croce 4.9 x 3.8; p
ne, tesoro 1.111.8, 1908 33.9
New York, Metropolitan Museum of Catena a maglia piatta con fermaglio
costituito da due dischi con figure
Art (inv. 1958, 58.12) che reggono la croce e la legenda
oro; L 78.7; d medaglione 5.6; penden- «Con(stantinopolis) ob(ryzurn); sei
te 4.3 x 3.2 pendenti: un medaglione ovale ad
Catena a maglia doppia con due pen- orlo perlinato con una Vittoria che
denti, uno dei quali ovale, con orlo regge croce e globo, una croce a
godronato ed ematite intagliata di I1 bracci cilindrici con castone cru-
secolo raffigurante una divinità a ciforme centrale ed estremità gra-
testa di Gallo, Arpocrate ed iscri- nulate, un castone a goccia con C?-
1. Collana zioni cabalistiche; nel secondo pen- cedonio e tre elementi cilindrici in
Assiut (Egitto), 1916 dente, circolare, con doppia cornice lamina.
Berlino, Antikenmuseum (inv. 30505) liscia a orlo godronato, sono invece Bibliograjìa: Kondakov 1896, 187 ss.;
oro; L 87; d medaglione 9, p 133.5 rappresentati i busti di due sposi, Grabar 195 1.27-28, fig. 2, n. 6 (V-
Catena a maglia doppia; medaglione forse della famiglia imperiale, inco- inizi VI sec.); Banck 1966, n. 103 a;
circolare con cornice traforata a ronati da Cr!sto: la figura femmini- Garam 199 1 , fig. 4; Manière Léve-
motivi geometrici includente un so- le indossa aiadema e orecchini, que 1997,94 (seconda metà VI-VI1
lido aureo di Onorio (395-423) del- quella maschile una fibula. sec.).
Y

Collane, pentienti e ferinagli

6. Collana a volute (prima metà VZZ sec.) sto, la Vergine col Bambino, due
Lambousa (Cipro), tesoro l .III.18, arcangeli) e al centro castone cru-
-
1902 ciforme; i laterali cilindrici in lami-
Nicosia, Cypnis Museum (inv. J 430) na, ciascuno con due anelli di so-
oro; L 29 spensione; fermagli circolari a fili-
Catena di maglie ad otto con una mone- grana con orlo perlinato.
ta di Giustino I1 e Tibeno I1 monta- Bibliografia: Ross 1965, 10, n. 6.B,
ta in un castone aureo forse non tavv. XII-XIII (VI1 sec.); Manière
pertinente; ad una estremità ele- Léveque 1997, 96 (seconda metà
mento a goccia in lamina. VI-VI1 sec.).
Bibliografrn: Dalton 1911, fig. 7; Sti-
lianou 1969, fig. 39; Pierides 197 1, a maglia rettangolare
54, n. 1, tav. XXXVIII, n. l (VI-VI1 (prima metà VI1 sec.)
sec.); Manière Léveque 1997, 93
(fine VI-VI1 sec.). 10. Collana (fig. 14)
Mitilene (Lesbo), tesoro 1 .III.13, 195 1
Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
Museo, inv. 3042)
oro; L 49.8. L pendente 2.5
Catena di maglie rettangolari con fer-
maglio costituito da due dischi in
lamina con orlo perlinato raffigu-
rante due elementi accostati ai lati
di una palmetta vegetale (Albero
8. Collana della Vita); pendente cilindrico ad
estremità emisferiche decorato con
Lambousa (Cipro),
. - tesoro l .III.18, sei fili perlinati.
1902 Bibliografia: Babritsas 1954, fig. I ; Art
New York, Metropolitan Museum of Byzantin 1964, 363, n. 387 (VI1
Art (inv. 17.190.151) sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27;
dono J. Pierpont Morgan, 1917 Manière Léveque 1997, 92 (fine
oro: L 91.4 VI-VI1 sec.).
~ a k n di
a maglia piatta con motivi a
volute e dieci vaghi cilindrici lavo-
rati a traforo con orlo perlinato, al- a maglia quadrilobata
ternati ad undici pendenti in lamina @ne VI-VZZ sec.)
a doppia valva, decorati a sbalzo e a
filigrana: otto a forma di anfora,
due di foglia e uno centrale, cru-
ciforme, con clipei alle estremità
7. Collana dei bracci e decorazione geometri-
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- ca; fermaglio circolare filigranato a
volute con orlo perlinato.
ne, tesoro l .III.8, 1908
~011.privata Bibliograjìa: Ostoia 1969, n. 20; Stilia-
~011.Baurat Shiller nou 1969, fig. 40; Age of Spiritua-
oro, ematite; L 106; pendenti 5.4 x 5.2 e lity 1979, 3 1 1, n. 285 (metà VI-
2.25 x 1.85 metà VI1 sec.); Manière Léveque
Catena a maglia piatta con due penden- 1997, 93, tav. 5.H (fine VI-VI1
ti; il primo circolare a doppia lami- sec.).
na, con orlo perlinato e, al dritto, di-
ciassette pietre incastonate alternate 9. Collana
a motivi vegetali a sbalzo; al rove- p.i., Siria, tesoro l .III.15
scio, rosetta sbalzata e cerchietti sul Washington, Dumbarton Oaks Collec-
fondo; il secondo pendente è costi- tion (inv. 38.2)
tuito da un'ematite incastonata e in- coll. Bliss, 1938
tagliata, con la raffigurazione di oro; L 5 1.2; a croce pendente 6.3; L ci- 11. Collana
Hecate. lindri 2.2 p.i., Siria
Bibliografia: Zahn 1929, n. 113; Catena a maglia piatta con motivi a vo- Pforzheim, Schmuckmuseum (inv.
Mobius 1941, 29; Age of Spirituali- lute; tre pendenti, quello centrale LBW 111971)
1979,309, n. 283 (inizi V sec.); Maniè- costituito da una croce in lamina oro, pietre; a pendente 5.4
re Léveque 1997, 83, tav. 7, C (fine V- con clipei alle estremità dei bracci, Catena formata da elementi quadrilobati
inizi VI sec.). ciascuno includente un busto (Cri- di filo collegati da maglie circolari;
La tipologia e i motivi decorativi

pendente semilunato con orlo perli- 4. Collana


i
8 \

I: nato e tre castoni, uno ovale e due p.i., alta valle dell'Albenga (GR, To-
rettangolari, includecti una sardoni- catena a maglia con pietre
;j ca e due smeraldi; ad esso sono so-
scana), tomba, 1917
' i
Firenze, Museo Archeologico (inv.
spesi tre segmenti di filo con perle, 86567.a)
! i
smeraldi, uno zaffiro ed elementi di maglia di elementi filigranati
(ZVsec.) oro, pietre
filo perlinato; chiusura a gancio di Dieci dischi filigranati con volute, al-
verga appiattita e decorata a cerchi ternati a nove pietre; chiusura a
e punti. 1. Collana
gancio; rinvenuta insieme a monete
Bibliografia: Pforzheim 1980, n. 91 p.i., Smirne di Valentiniano I (364-375) e Gra-
(600). coll. Nelidow, 1903 (inv. G 8) ziano (375-383).
oro, pietre Bibliografia: Ciampoltrini 1991, fig. 7.
I ! Quattro elementi romboidali con volute
ad elementi e a cappio alternati a quattro pietre e gancio di
l
(VZZ- VZZZ sec.) chiusura; frammentaria. 5. Collana
ij' Bibliografia: Pollak 1903, n. 394, tav. S.P.
!
! XIV. Providence, Museum of Art, Rhode
i; Island School of desian (inv.
v .
l> i
I ; 21005)
dono Ostby e Barton Company in me-
1 ,l l
moria di E.C. Ostby
oro, paste vitree; L di un elemento
i.31-1.57
Catena di dieci elementi rettangolari fi-
ligranati con motivi di volute, alter-
nati a undici paste vitree blu; chiu-
sura a gancio.
Bibliografia: Hackens 1976, 138-139,
n. 71 (I11 sec.).
.i: j .
11;ìI:
; :i: 6. Collana
,,!i ;!i, ! (
S.P.
Chicago, Kennet Parvin Memorial Col-
Ijl
1;;; lection (inv. 466)
,'i' 12. Collana oro, comiole; L 40.7
:!.i: Campobello di Mazara del Vallo (TP, 2. Collana Catena di dodici corniole sfaccettate,
Sicilia), loc. Chiusa del Pellegrino, Licodia Eubea, (CT, Sicilia), 1921 alternate ad undici elementi circola-
tesoro 1 JII.25, 1878 Siracusa, Museo Archeologico Regio- ri filigranati con motivo a croce gi-
Palermo, Museo Archeologico Nazio- nale (inv. 41822) gliata.
nale oro, pietre; L 37.5; p 15.5 Bibliografia: Berge 1985, n. 26 (VI-VI1
oro; L 3 1.2 Nove elementi circolari eseguiti a fili- sec.).
;t Catena a maglia piatta alternata ad ele- grana, con motivi a volute, alternati
)l , menti cilindrici; pendente crucifor- a pietre; fermaglio con elemento a
!: me in lamina d'oro con la Vergine doppia voluta. Consegnata da P.
orante al centro e, alle estremità dei Orsi al Museo di Siracusa insieme I 1 7. Collana
bracci, tre busti maschili nimbati all'anello VII.2.d. l , ritenuto della S.P.
t Kassel, Staaatliche
entro clipeo, probabilmente di Apo- medesima provenienza.
i stoli; sopra il capo della Vergine si Bibliografia: Fallico 1975, 326, fig. Kunstsammlun-
!1 conserva l'iscrizione «H AytalMa- 10,7 e 9. gen
oro, zaffiri; L 32.4,
pt/a» («Santa Maria»); fermaglio
costituito da due elementi circolari p 8.2
3. Collana Catena di quattordi-
lavorati a filigrana con motivo a vo-
lute e orlo godronato. Su Pidaccio (SS, Sardegna) ci dischi filigra-
Sassari, Museo Archeologico (inv. nati con motivo
Bibliografia: Salinas 1886; Fiorelli 1501) a croce gigliata,
1878, 176; Pace 1949, 438, fig. oro, pietre; L 29.4 alternati a tredi-
174; Ori Italia 1962, 233, n. 825 Sei elementi romboidali con decorazio- ci zaffiri; chiu-
(VI1 sec.); Lipinsky 1958a; Id., ne filigranata a volute, alternati a sura a gancio.
1958b; Cutroni Tusa 1975, 171; sette vaghi; lacunosa ad una estre- Bibliografia: Kas-
Guillou 1975,85; Farioli Campana- mità. se1 1980, 27, n.
ti 1982, 415, n. 229, fig. 301; Pe- Bibliografia: Pfeiller 1970, tav. XIII 19, tav. VI1 (H-
trassi 1985, 85, fig. 81. (111sec.). VI1 sec.).
Collane, pendenti e fermagli

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8. Collana Washington, Dumbarton Oaks Collec- coll. J. Pierpont Morgan


S.P. tion (inv. 59.61) oro, perle, pietre
Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219, acquisto 1959 Catena di otto pietre cilindriche alterna-
327) oro, ametiste; L 52.3 te a perle; fermaglio: disco traforato
~011.Von Gans Catena di ventisette segmenti di filo au- con uccello di profilo entro cornice a
oro, perle, paste vitree; L 32 reo con tredici ametiste; fermagli volute e con orlo perlinato.
Catena di dieci elementi romboidali fi- circolari lavorati a giorno con due Bibliografia: Dalton 191 1, 541, fig.
ligranati con motivo a volute, alter- pavoni affrontati ai lati di un ele- 317; Dennison 1918, 146, tav.
nati a paste vitree blu e perle. mento vegetale e con orlo esterno XXXIV; Stilianou 1969, fig. 42.
Bibliografia: Greifenhagen 1975, 34, godronato.
tav. 31.3 (11-111 sec.); Berlin 1988, Bibliograjìa: Ross 1965, 7, n. 4.A, tav.
363, n. 9 (11-111 sec.). VI11 (VI1 sec.); Manière Léveque
1997, 97, t a v . 5 , D (fine VI-VI1
maglia di filo aureo (V- VZZ sec.) sec.).
13. Collana
9. Collana
Lambousa (Cipro), tesoro I .III. 17,
p.i., Costantinopoli 1883
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 429)
tion (inv. 58.33) oro, perle, ametiste; L 26
oro, perle, pietre; L 30.3 Catena di sette ametiste alternate a Der-
Catena di ventidue maglie di filo aureo le; fermaglio: dischi traforati con un
con «cristalli di smeraldo» e perle, uccello di profilo entro cornice per-
ciascuno tra due vaghi d'oro. linata.
Bibliografia: Ross 1965, tav. XCI, D Bibliografia: Art Byzanrin 1964,367, n.
(tardo VI sec.). 398 (VI1 sec.); Pierides 1971,53, n. 16. Collana (fig. 13)
10. Collana 2, tav. XXXVI, n. 2. Caesarea Maritima (Israele), tesoro
l .III.12, 1962
p.i., Costantinopoli 14. Collana Milano, Museo Civico Archeologico
Washington, Dumbarton Oaks Collec- oro, paste vitree; p 18.72
tion (inv. 58.29) Lambousa (Cipro)
Nicosia, Cyprus Museum Catena di tredici poliedri aurei alternati
oro, perle, pietre; L 33 a vaghi in pasta vitrea di colore blu;
Analoga alla precedente, ma più corta acquisto 1938
oro, perle, ametiste, cristallo di rocca fermagli circolari decorati a filigra-
di due maglie. na con motivo a croce gigliata e con
Bibliografia: Ross 1965, tav. XCI, E Con ametiste e perle alternate; penden-
te costituito da un cristallo di rocca orlo perlinato.
(tardo VI sec.). Bibliograjìa: Frova 1965,235; Id. 1979
entro cornice perlinata; fermaglio
con dischi a traforo. (fine VI sec.); Manière Léveque
11. Collana 1997, 88-89, tav. 5, E (fine VI-VI1
~ . i .Costantino~oli
, Bibliograjìa: Dikaios 1953, 141, n. 2.
sec.).
~ a s h i n ~ t o~Lmbarton
n, Oaks Collec-
tion (inv. 58.28)
oro, perle, ametiste, calcedonio; L 43.3
Catena a maglia doppia con quattro
perle, sette ametiste e due vaghi in
calcedonio blu; fermaglio costituito
da due dischi in lamina.
Bibliografia: Ross 1965, tav. XCI, B
(tardo VI sec.).

17. Collana
p.i., Egitto
Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
57.1817)
J. Brummer
15. Collana oro, perle, quarzi; L 36.8
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III. 18, Quattro segmenti di catena a maglia
1902 piatta alternati a sei elementi bico-
12. Collana New York. Metropolitan Museum of nici in lamina aurea e a tre quarzi,
~ . i .Costantinopoli,
, tesoro I .III.20 Art (inv. 17.190.1663) uno dei quali tra due perle; ferma-
La tipologia e i motivi decorativi

glio costituito da due elementi cir- pendente di lapislazulo incastonato do»; fermaglio costituito da due
colari con volute a filigrana e orlo in oro a forma di valva di conchi- elementi circolari decorati a filigra-
perlinato. glia, includente una raffigurazione na, con orlo perlinato.
Bibliografza: Jewelry 1979, 156-157, n. ad altorilievo in oro di Afrodite e Bibliografia: Orsi 1942, 138-139, fig.
441 (VI1 sec.). quattro castoni quadrati con lapisla- 61 ; Pace 1949, 440, fig. 175; Falli-
zuli; al pendente sono sospese tre co 1975, 322, fig. 1.
catene a maglia doppia con pietra
terminale. 24. Collana (fig. 1)
Bibliografia: Ross 1965, n. 12; Age of Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1.111.21,
Spirituality 1979, 313-314, n. 288 1903
(fine VI-inizi VI1 sec.); Cutler s.1.c.
1986,54; Deichmann 1993,313(fi- oro, perle, pietre
ne VI-inizi VI1 sec.). Catena di ventuno segmenti aurei con
perle, ametiste e «radici di smeral-
20. Collana (fig. 14) do»; fermaglio costituito da due
Mitilene (Lesbo), tesoro 1 .In.13, 1951 elementi ovali decorati a filigrana,
Mitilene, Museo (inv. 3041) con orlo perlinato.
oro, pietre; L 36.5 Bibliografzn: Orsi 1942, 138-139, fig.
Nove segmenti aurei con «radici di 61 ; Pace 1949, 440, fig. 175; Falli-
smeraldo»; fermaglio costituito da co 1975,322, fig. 1.
18. Collana due elementi ovali a filigrana con
Antinoe (Egitto) orlo perlinato. 25. Collana
Atene, Museo Benaki (inv. 1778) Bibliografza: Babntsas 1954, fig. 1; Art
Byzantin 1964, 363, n. 385 (VI1 Pantalica (SR, Sicilia), tesoro l .IiI.21,
oro, perle, pietre; L 42.8 1903
Segmenti di filo aureo con sei smeraldi sec.); Manière Léveque 1997, 92
(fine VI-VI1 sec.). Siracusa, Museo Archeologico Regio-
alternati a cinque zaffiri e quattro nale (inv. 23400)
perle, ciascuno tra due globetti au- oro, perle, pietre; L 7.5; p 5.2
rei; fermaglio costituito da due di- 21. Collana (fig. 11)
Frammento di una collana originaria-
schi in lamina privi di decorazione. Cartagine, tesoro 1 .III.4 mente lunga circa due metri, frazio-
Bibliografia: Sega11 1938, n. 224; Art Londra, British Museum (inv. MLA npta al momento del ritrovamento
Byzantin 1964, 368-369, n. 404 AF 323-30)
acquisto A. Wollaston Franks, 1897 del tesoro di Pantalica: costituito da
(VI-VLi sec.); Bromberg 1990, 73, quattro segmenti aurei con una per-
n. 53 (V sec.); Ead. 1992, n. 53. oro, perle, pietre; L 39.4
Catena di cinquanta segmenti aurei con la, due ametiste rosa ed un prisma
«prismi di smeraldo», perle e zaffi- azzurro-verde.
ri. Bibliografia: Orsi 1910, 68-69; Id.
Bibliografia: Dalton 1901, 38, n. 242; 1942, 137 e 140; Fallico 1975, 312
Tait 1986,98, fig. 220 (400 ca); Pir- e 316, fig. 3.
zio Biroli Stefanelli 1992, 274, n.
263. 26. Collana (fig. 1)
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1 .III.21,
22. Collana (fig. 1) 1903
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro l .III.21, s.1.c.
1903 oro, perle, pietre
s.1.c. Catena di venticinque segmenti aurei
oro, perle, pietre con perle, ametiste e «radici di sme-
Catena di ventisette segmenti aurei con raldo»; fermaglio costituito da due
perle, ametiste e «radici di smeral- elementi cuonformi a filigrana con
do»; fermaglio costituito da due orlo perlinato.
elementi circolari con quadrifoglio Bibliografza: Orsi 1942, 138-139, fig.
a filigrana e orlo perlinato. 6 1 ; Fallico 1975, 322, figg. 1-2.
Bibliografin: Orsi 1942, 139, fig. 61;
19. Collana Pace 1949, 440, fig. 175; Fallico 27. Collana
p.i., Egitto 1975,322, fig. 1. Pantalica (SR, Sicilia), tesoro l .III.21,
Washington, Dumbarton Oaks Collec- 1903
tion (inv. 28.6) 23. Collana (fig. 1) New York, Metropolitan Museum of
coll. De Ménascé: coll. Bliss Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1.111.21, Art (inv. 52.76.1)
oro, perle, lapislazuli; L 83; a pendente 1903 coll. J.P. Morgan, 1944; J.J. Rorimer
4.5 s.1.c. oro, perle, pietre; L 48.2
Catena di vaghi aurei biconici alternati oro, perle, pietre Catena di venticinque segmenti di filo
a segmenti di filo aureo con lapisla- Catena di ventisette segmenti aurei con aureo con quattordici pietre («radici
zuli; vago biconico centrale con perle, ametiste e «radici di smeral- di smeraldo», ametiste, zaffiri) al-
Collane, penderzri e fermagli

4
4 a
0 9 oro, perle, smeraldi, zaffiri; L 40

6 9 Costituita da un segmento di filo aureo

" &B
con perle, smeraldi e zaffiri; ferma-
gli filigranati cuoriformi con tre ca-
i, stoni per perle e pietre.
Bibliografia: Ross 1965, 1.B, tavv. I- I1
Manière Léveque, tav. 5, A fine V-
temate a perle; fermaglio costituito inizi VI sec.). I
da due elementi circolari con volute
a filigrana e orlo perlinato. Si ritie- 32. Collana
ne che possa trattarsi della collana S.D.
precedente, descritta e fatta dise- ilt ti mora, Walters Art Gallery (inv.
gnare da P. Orsi alla quale sarebbe 57.544)
stato sostituito il fermaglio. oro, perle, quarzi, paste vitree; L 41.6
Bibliografia: Orsi 1910, 67; Orsi 1942, Segmenti di filo aureo con nove quarzi
139; Baltimore 1947, n. 434, tav. rosa, tre paste vitree verdi e tredici
LX; Gomez Moreno 1968, n. 129; perle; fermaglio costituito da due
Fallico 1975, 3 16, figg. 1-2 e 10.2; elementi circolari in lamina con
Age of Spirrtuality 1979, 312, n. motivo quadrilobato.
286 (VI-VI1 sec.). Bibliografia: Baltimore 1947, n. 429,
tav. LVIII, A; Jewelry 1979, 155, n.
439 (V-VI sec.); Hackens 1983,
15 1, n. 41 (V-VI sec.).

33. Collana
S.P.
I I Kassel, Staaatliche Kunstsammlungen
oro, granati e paste vitree; L 34.2, p
30. Collana 14.4
S.P. Catena di cinque paste vitree blu, due
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. 450) corniole e sei
oro, pietre; L 38 fl
vaghi aurei;
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- Ventidue segmenti di filo aureo con j b
r~ pendente a

P 1:+
ne, tesoro l .III.8, 1908 dieci «radici di smeraldo»; ferma- goccia con
Washington, Dumbarton Oaks Collec- glio costituito da due dischi con de-

i
doppia corni-
tion (inv. 28.8) corazione a volute in filigrana. ce, di bulle tra
oro, perle, smeraldi, zaffiri, calcedoni; Bibliograjìa: Art Byzanrin 1964,369, n. fili aurei e a fi-
L 37 406 (VI1 sec.); Brouskari 1985, $ ligrana con
Costituita da due catene di segmenti di 145- 146 (VI1 sec.). motivo a zig-
filo aureo con perle, smeraldi, zaffi- Q zag, includenti
ri e calcedoni; fermagli emisferici
9 @ un granato a
in lamina con orlo godronato. 31. Collana
i i
goccia; anello
Bibliografia: Ross 1965, 1.A, tavv. 1-11; S.P. di sospensione
Manière Léveque, tav. 5, B (fine V- Atene, Museo Kanellopoulos a verga appiat-
inizi VI sec.). l
oro, perle, pietre; L 41 't i tita.
Segmenti di filo aureo con «radici di Bibliografia:
smeraldo*, perle e vaghi aurei a Kassel 1980,
29. Collana traforo; zaffiro al centro; fermaglio 26-27, n. 18,
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- costituito da due dischi in lamina tav. VI1 (cate-
ne, tesoro l .III.8, 1908 lavorata a giorno. na: 111 sec.;
Washingon, Dumbarton Oaks Collec- Bibliografia: Art Byzanfin 1964,370, n. pendente: età
tion (inv. 28.9) 408 (VI1 sec.). bizantina).
La tipologin e i nzorivi decorativi

maglia di dischi traforati e/o castoni oro; L 48 Catena con perle e «radici di smeraldo»,
fine VI-VZZ sec.) Catena a maglie quadrilobate a filigra- alla quale si collega una rete di filo
na con l'inserzione di paste vitree e d'oro con perle ed elementi aurei
di perle incastonate; medaglione emisferici con orlo perlinato e una
centrale con orlo perlinato e moneta serie di tredici pendenti crucifob;
di Tiberio Costantino (578-582). fermaglio: due elementi circolari a fi-
Bibliografia: Age of Spirituality 1979, ligrana con orlo perlinato.
299, fig. 37; Pforzheim 1980, n. 88 Bibliografia: Greifenhagen 1970, 69,
(seconda metà VI sec.). fig. IV, tav. 50.2; Berlin 1988, 361,
n. 1 (VI sec.).

1 .d
catena a maglia con pietre e
pendenti
34. Collana
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
1.111.24,1913 ad un pendente (seconda metà VI-
Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219, prima metà VZI sec.)
508 b)
coll. Von Gans 1. Collana
oro, perle, pietre; L 79 p.i., Lambousa (Cipro)
Catena di quindici dischi in lamina au- Nicosia, Cypnis Museum (inv. 1940LI- I I
rea con orlo perlinato, lavorati a 2311) 4. Collana
traforo, alternati a quindici castoni oro, perle, ametiste; L 43.5
circolari o rettangolari («radici di p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
Catena di tredici ametiste inserite in 1JII.24, 1913
smeraldo» e ametiste), con cornice segmenti di filo aureo; al centro
costituita da perle inserite in un filo Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219,
della collana è sospeso un pendente 508 C)
aureo; al centro è posto un cammeo costituito da un'ametista e da un
di sardonica, con busto femminile, coll. Von Gans
elemento a goccia di filo aureo con oro, perle, acquamarine; L 44
che W. Dennison ipotizza essere perline lungo il margine esterno e
un'aggiunta posteriore. Catena con perle e «radici di smeral-
ametista sospesa al centro; ferma- do», alla quale, nella parte centrale,
Bibliograjia: Dennison 1918, 144-145, glio: due elementi circolari filigra-
n. 12, tav. XXXII; Greifenhagen sono sospesi quindici pendenti au-
nati con orlo perlinato. rei (due mancanti) con perle inca-
1970, 69-70, fig. V, tav. 50; Berlin Bibliografia: Pierides 1971, 53, n. 1,
1988,361, n. 5 (V-VI sec.). stonate e acquamarine; fermaglio
tav. XXXVII, l (VI-VI1 sec.). costituito da dischi in lamina ad or-
35. Collana lo perlinato.
2. Collana Bibliograjia: Dennison 1918, 145-146,
Hadra (Egitto) S.P.
Washington, Dumbarton Oaks Collec- n. 13, tav. XXXIII; Greifenhagen
tion (inv. 38.69) Atene, Museo Archeologico Nazionale 1970, 69, tav. 50.1; Berlin 1988,
coll. Bliss, 1938 coll. Stathatos 361, n. 2 (V sec.).
oro, paste vitree; L 6 1.5 oro, paste vitree; L 27.2, L pendente 2.6
Catena di ventitre elementi alternativa- Catena di sessantaquattro paste vitree r I
mente circolari e trilobati in lamina blu inserite in segmenti di filo aureo;
aurea, nei quali sono inserite paste vi- al centro della collana è sospeso un
tree blu ad imitazione di lapislazuli. pendente a goccia in lamina aurea ad
Bibliograjia: Ross 1965, 19-20, n. 13; orlo perlinato, decorato con una cor-
nice traforata a zig-zag e da un ele-
tav. XXI. mento vegetale entro bordo punzo-
nato. Rinvenuta con gli orecchini
della stessa collezione n. 203 b.
Bibliografia: Amandry 1963, 284, n.
203 a, tav. XLII.

a pendenti plurimi o rete di pendenti


(seconda metà VI-VZZ sec.)
1 5. Collana
36. Collana 3. Collana p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
S.P. Assiut (Egitto),~l916 1.III.24, 1913
Pforzheim, Schmuckmuseum (inv. Berlino, Antikenmuseum (inv. 30509) New York. Metropolitan Museum of
1957119) oro, perle, pietre; L 47. Art (inv. 17.190.1667)
-
Collane, pendenti e ferinagli

c ~ l lJ.P.
. Morgan Bibliografia: Gentili 1954, 403-404 mento a foglia con decorazione
oro, perle, zaffiri; L 45 (VI-VI1 sec.); Ori Italia 1962, 234, analoga, una croce con le estremità
Catena di vagli aurei, ciascuno costitui- n. 826; Carducci 1962, tav. 77a; clipeate e motivi vegetali e con uii
to, nella parte centrale, da tre globet- Fallico 1975, 319 e 326, figg. 9- 11 ; castone cmciforme al centro.
ti saldati, ai quali sono sospesi quat- Wilson 1980, 238, nota 77; Bibliografia: Kondakov 1896, 187, 187
tordici pendenti, dieci dei quali cru- Hackens 1983, 154; Corsi 1982.47; ss.; Grabar 195 1,27-28, fig. 2, n. 12
ciformi, di zaffiri e perle; fermaglio Wilson 1990, fig. 274 (V sec.). (V-inizi VI sec.); Banck 1966, n.
a disco filigranato con motivo a vo- 104 a; Garam 1991, fig. 10; Maniè-
lute e orlo perlinato. re Léveque 1997, 94, tav. 4, L (se-
Bibliografia: Demison 1918, 142-143, conda metà VI-VI1 sec.).
n. 10, tav. XXX.
2-3. Collane
6. Collana Lambousa (Cipro), tesoro I .III.18,
p.i., Egitto 1902
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 1925.5222) tion (inv. 55.10)
coll. K. Marrs acquisto 1955
oro, perle, zaffiri, paste vitree; L 48.3 oro; L 32.5
Catena di undici segmenti di filo aureo Catene a treccia prive di fermaglio.
con zaffiri e perle; dieci pendenti, Bibliografia: Ross 1965, 33-35, n. 36;
ciascuno formato da un castone Stilianou 1969; Manière Léveque
quadrato con una pasta vitrea verde 1997, 93 (fine VI-VI1 sec.).
e quattro perle; fermagli circolari fi-
ligranati. 8. Collana 4. Collana
Bibliografia: Baltimore 1947, n. 435, S.P. Michaelsfeld, Anapa (Ucraina), 1892
tav. LXI. Chicago, Field Museum of Natura1 Hi- San Pietroburgo, Hermitage (inv.
story (inv. 23918 1) 213411)
oro; L 33.7, perle, ametiste, paste vi- oro, agata; L 66, p 334.8
tree Catena a treccia; tre castoni pendenti
Catena di segmenti di filo aureo con ovali, in lamina aurea, con orlo per-
perle, paste vitree verdi e ametiste, linato e onice incastonata, due de-
collegati tra loro per mezzo di ele- corati con una croce gigliata, il ter-
menti quadrilobati che sostengono zo, centrale, con un chrismon e un
pendenti di filo aureo con le stesse ulteriore pendente di dimensioni in-
pietre; fermagli circolari a giorno feriori, a goccia; fermaglio circola-
con quadrifoglio e orlo godronato. re con cornice perlinata, includente
solidi aurei di Giustino I e Giusti-
Bibliogrnfia: Hackens 1983, 154, n. 44 niano della zecca di Costantinopoli,
(VI sec.). databili al 527.
Bibliografia: Banck 1966, n. 101 (VI
sec.); Ead.1985, nn. 93-94; Spier
I I
1987,5-8, fig. 5a-b.
7. Collana 5. Collana
Nissoria (EN, Sicilia), contr. Torre, Olbia (Ucraina)
1953 Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Siracusa, Museo Archeologico Regio- tion (inv. 40.1 . l )
nale (inv. 53402) oro
oro, perle, pietre; L 37 Catena a treccia con protomi leonine al-
Catena di ventidue segmenti di filo au- senza pietre le estremità; pendente ovale con orlo
reo con «radici di smeraldo» di for- (V-VII sec.) perlinato, in lamina sbalzata, con
ma prismatica e perle. Le maglie quadrifoglio inscritto in un rombo
«ad otto» che collegano un segmen- 1. Collana (fig. 15) decorato a linee parallele; fermaglio
to all'altro sostengono diciotto pen- Mersin (Turchia), tesoro 1 .III.16, 1889 costituito da due dischi in lamina
denti con perle, globetti aurei e ame- San ~ietroburgo,Hermitage (inv. W con busti femminili a sbalzo entro
tiste; fermaglio costituito da due 105) cornice baccellata e da un gancio
elementi cuonformi con volute a fi- oro; L 27; croce 5.7 x 3.9; p 43.8 con vago aureo.
ligrana e orlo perlinato. Rinvenuta Catena con fermaglio circolare a fili- Bibliografia: Ross 1965, 117-1 19, n.
insieme agli orecchini a ceste110 grana ed orlo perlinato; quattro pen- 166, tavv. LXXIX-LXXXII (inizi
II.8.b.3, all'anello con moneta di denti: due dischi a filigrana con mo- V sec.); Kondoleon 1987, fig. 6;
Valentiniano I11 VLI.2.b.13 e ad un tivi vegetali entro cornice ad onde Maniére Lèveque 1997,83-84 (fine
anello con castone troncoconico. ricorrenti e orlo perlinato, un ele- V-inizi VI sec.).
- -

Ln tipologia e i motivi decorativi

9. Collana (fig. 11) -


2.b
Cartagine, tesoro l .III.4
Londra, British Museurn (inv. MLA con pietre
AF 323-30) (metà V-inizi VIII sec.)
acquisto A. Wollaston Franks, 1897
oro; L 34.9 1. Collana
Treccia con estremità a protomi leonine. p.i., Costantinopoli
Bibliogrrtfia: Dalton 1901, 39, n. 245; Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Tait 1986,98, fig. 220 (400 ca); Pir- tion (inv. 58.27)
zio Biroli Stefanelli 1992, 274, n. oro, ametiste, smeraldo; L 46.7
264. Quattro segmenti di treccia alternati a
tre pietre (due ametiste ed uno sme-
10. Collana raldo); fermagli cuoriformi filigra-
6. Collana nati.
S.P.
Campobello di Mazara del Vallo (TP, New York, Metropolitan Museum of Bibliografia: Ross 1965, tav. XCI, C
Sicilia), loc. Chiusa del Pellegrino, Art (inv. 17.190.1659) (tardo VI sec.).
tesoro l .iII.25, 1878 coll. J.Pierpont Morgan, acquistata da
Palermo, Museo Archeologico Regio- A. Canessa, 1914
nale (inv. 431) oro; a pendente 3.2
oro; L 30.7; p 79 Treccia con castone pendente circolare
Treccia con chiusura costituita da due in lamina aurea, con croce a bracci
elementi, con orlo perlinato, che patenti su fondo di linee parallele,
reimpiegano aurei nuovi di Onorio entro un doppio bordo punzonato e
(395-423) e di Teodosio I1 (408- perlinato; fermagli a disco a traforo
450); pendente circolare con casto- con orlo perlinato.
ne includente materiale numismati-
co coevo e con orlo perlinato. Bibliografin: Spier 1987,5-6, fig. 2a-b.
Bibliografia: Fiorelli 1878, 176; Sali- 11. Collana
nas 1886; Pace 1949, 438 ss., fig.
274; Ori Italia 1962,233, n. 824 (V S.P.
sec.); Cutroni Tusa 1975, 171; Malibu, J.P. Getty Museum (inv.
Guillou 1975, 84-85; Farioli Cam- 83.AM.225)
panati 1982,414, n. 228, fig. 302. acquistata in Europa 2. Collana
oro; L 42.4; d medaglione 6.3 p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
7. Collana Treccia con medaglione circolare in la- 1 .III.24, 1913
Zeccone (Pavia, Lombardia), tesoro mina con orlo pedinato raffigurante Londra, British Museum (inv. MLA
l.III.6, 1869 un busto femminile, con orecchini e 19 16,7-4.2-6)
Pavia, Museo Civico Archeologico collana, incoronato da due vittorie coll. Burns
oro; L 44.5 alate sul globo; cornice liscia con oro, perle, smeraldi, zaffiri; L 94
Treccia con fermaglio circolare decora- otto pietre incastonate; cinque anel- Otto segmenti di treccia alternati a seg-
to da un triplo orlo perlinato e, al- li per la sospensione di pendenti, menti di filo aureo con smeraldi, va-
l'interno, da tre cerchi tangenti di l'unico superstite dei quali è costi- ghi perlinati e perle; al centro ele-
filo perlinato. tuito da una catenella con pietra fi- mento aureo biconico per la sospen-
Bibliografia: Ori Italia 1962, 215, n. nale. sione di un pendente circolare, con
743 (IV sec.); Peroni 1967, 106, n. Bibliografia: Walsch 1984, 257, n. orlo perlinato e doppio anello di SO-
58 (fine IV sec.). 143.2 (fine IV-inizi V sec.). spensione, decorato a filigrana: la
lavorazione comprende quattro di-
8. Collana 12. Collana pei disposti a croce, due con cornice
Trivolzio (Pavia, Lombardia), tesoro S.P. ad onde ricorrenti e due con un mo-
1.111.6, 1940 Malibu, J.P. Getty Museum (inv. tivo a volute; all'interno di ciascuno
Pavia, Museo Civico Archeologico 83.AM.226) di essi è inserita una pietra, uno
(inv. 5964) oro, calcedonio; L 55.4; d pendente 4.4 smeraldo cilindrico o uno zaffiro a
oro; L 44.5 Treccia con pendente ovale includente goccia, mentre al centro del penden-
Treccia con fermaglio circolare decora- un cammeo in calcedonio con busti te e ai quattro angoli è inserita Una
to da un doppio orlo perlinato e, al- affrontati maschile e femminile; perla. Sedici castoni, oggi vuoti, so-
l'interno, da quattro cerchi tangenti cornice a giorno con motivi di trec- no posti simmetricamente nei punfi
di filo perlinato. ce e losanghe e quattro castoni ova- di saldatura di tutti questi elementi:
Bibliografia: Ori Italia 1962, 215, n. li con pietre; visibili due fori e un Fermaglio costituito da due castom
747 (IV sec.); Peroni 1967, 108, n. anello per pendenti, non simmetri- circolari con orlo perlinato.
62 (fine IV sec.) G.M. Facchini, in ci; doppio anello di sospensione. Bibliografia: Dennison 1918, 143-1449
Milano capitale 1990, 74-75, Bibliografia: Walsch 1984, 257, n. n. 1 1, tav. XXXI; Tait 1986, f i ~
I f.4b.2 (prima metà del V sec.). 143.3 (fine IV-inzi V sec.). 223 (600).
Collane. pendenti e ferinagli

oro, perle, smeraldi, zaffiri; L 69


Sedici segmenti di filo aureo a treccia
alternati a perle, smeraldi e zaffiri;
fermaglio a gancio semplice di filo
ritorto, forse non pertinente.
Bibliografia: Ross 1965, l.C, tav. 11.

acquisto 1930
oro, perle; d 14.6
Sottile verga con due castoni circolan
con perle alle estremità e chiusura a
'.\i gancio.
v
6. Collana Bibliografia: Jewelty 1979, 155, n. 437
3. Collana (V sec.).
Reggio Emilia (Emilia Romagna), teso-
Glodosy, R. Malaya Viska (Ucraina), ro 1.111.9.1957 2. Collana
1961 ~eggio-~rnilia, Museo Civico (inv. 2337).
MIDU (inv. AZS, 1967-1968) p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
oro, perle, pietre; L 42, p 16.32 1 .II1.24, 1913
oro; L 26.7; pendente 7.8 x 4.5 Quattro segmenti di catena a maglia
Catena a treccia con cinque castoni Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219,
doppia e quattro di treccia, alternati a 506-506a)
centrali, quattro circolari e uno ret- perle, a «radici di smeraldo» e ad un coll. Von Gans
tangolare, decorati a granulazione; almandino; fermaglio cuoriforme oro; d 23.5; p 377; d pendente 1.7, p 170.
al castone rettangolare è sospeso un con almandini e con una perla. Verga non decorata, con pettorale ante-
pendente circolare con orlo perlina- Bibliografia: Degani 1959, tav. XX; V. riore costituito da dodici monete
to e decorazione geometrica filigra- Bierbrauer in Goti 1994,206, IIi.28.r.
nata e a granulazione; ad esso è col- (Maurizio Tiberio, Giustino, Tibe-
legato un castone circolare con dop- rio I1 Costantino) e due dischi con
7. Collana iscrizione cmciforme «@wcjZoq»,
pio bordo perlinato e un ornamento
a goccia, in lamina, con orlo godro- S.P. montati ai lati di un elemento cen-
New York, Metropolitan Museum trale che imita un medaglione con
nato. Alla treccia è sospeso un se- ofArt (inv. 7.190.1660)
condo elemento di forma semiluna- busto imperiale ed invocazione
coll. J. Pierpont Morgan, acquistata da («Kv(~LE) @oq&zq <popouoa»:Si-
ta, in lamina, con due castoni circo- A. Canessa, 19 11
lari, decorato in maniera analoga al gnore, proteggi colei che la indos-
oro, pietre; d pendente 2.6 sa); al rovescio: imperatore in trono
primo; anche a questo pendente so- Catena di sei segmenti di treccia alter-
no sospesi un castone quadrangola- con il globo crucifero e la stessa
nati ad altrettante pietre (ametiste e iscrizione ripetuta. Cornice a girali
re ed elementi a goccia in lamina. smeraldi); fermaglio: due elementi a filigrana e granulazione entro
Bibliografia: Kiev 1987, nn. 67-69 (fi- cuoriformi con palmetta in filigrana doppio orlo perlinato; lo spazio di
ne VLI-VI11 sec.). ed orlo perlinato. Pendente costitui- risulta tra le monete è invece deco-
to da un castone circolare in lamina rato con fiori a tre petali in lamina.
4. Collana (fig. 1) aurea decorato con una croce a Pendente circolare, con cornice a
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1.111.21, bracci patenti entro cornice punti- motivi vegetali geometrizzati trafo-
1903 nata e con l'iscrizione «@w~-Zwq>> ro ed orlo perlinato: al diritto 1'An-
s.1.c. («Luce, Vita»); nel castone è inseri- nunciazione con la Vergine che fila
oro, pietre ta una pietra. la porpora, secondo la versione del
Quattro segmenti di treccia alternati a cin- Bibliografia: Spier 1987, pp. 5-6, fig. 3. Protovangelo di Giacomo (1 1, 1-2),
que pietre cilindriche; fermagliocosti- seduta su un trono di vimini. AI ro-
tuito da due elementi cuonformi con vescio, il miracolo di Cana accom-
volute a filigrana e orlo perlinato. pagnato da un'iscrizione tratta da
Bibliografia: Orsi 1942, 67, 138-139, . .. . .. . Giov. 2 , l l : «+llpoza uuyiov+»:
fig. 61; Pace 1949, 440, fig. 175; 1 i . ' "Inizio dei segni").
. %-

Fallico 1975,324, fig. 1. ~

Bibliografia: Dennison 1918, 121-135,


nn. 3-4, tavv. XII-XIII, XVII; Grei-
5. Collana fenhagen 1970, 66-68, tavv. 46.2-
Roma (Lazio), piazza della Consolazio- 1. Collana 48; Age of Spirituality 1979, 319-
ne, tesoro I .III.8, 1908 p.i., Siria 320, n. 296 (inizi VI sec.); Berlin
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Baltimora, Walters Art Gallery (inv. 1988, 359, n. 1 (seconda metà VI
tion (inv. 28.10) sec.).
-~

Ln tipologia e i motivi decorativi

In lamina semilunata con diciassette


pendenti: costituita da undici plac-
che a giorno, ciascuna decorata a
motivi vegetali a traforo, da un ca-
stone cenirale quadrato con pietre
(perdute) e da due castoni circolari
con perle. Dieci delle placche sono
contraddistinte da una lettera, da a a
L, probabilmente per l'assemblaggio
del gioiello; i punti di collegamento
tra gli elementi sono coperti da lami-
ne rettangolari, contenenti tre casto-
ni con perle. Pendenti formati da un
castone quadrato con smeraldi, da
una perla e da un'acquamarina o da
un'ametista a goccia.
Biblioerafia: Dennison 1918. 146-149.

3. Collana
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
1 Ross 1965, 11, 46; Age of Spiritua-
l i 9 1979, 318-319, n. 295 (metà VI
n. i4,*tav.XXXVI; Zahn 1932, n. 65
Ross 1965, n. 47; Greifenhagen
1966, fig. 105, 38-39; Id. 1970,68-
69, fig. 111, tav. 49; Age of Spiritua-
l i 1979,310-31
~ 1, n. 284 (inizi VI1
sec.); Berlin 1988, 359, n. 2 (VI
1 JII.24, 1913 sec.). sec.).
New York, Metropolitan Museum of
Art (inv.17.190.1664)
coll. J. Pierpont Morgan, 1913; meda-
glione coll. Freer
oro, a 23.8 x 22; d verga 1; p 43 1;d me-
daglione 5; p 178
A verga cilindrica, con pettorale ante-
riore costituito da sedici castoni in-
cludenti monete (Antemio, Basili-
sco, Teodosio I, Teodosio 11, Giu-
stiniano) e da un elemento centrale
che imita un medaglione imperiale,
- forse giustinianeo, con cornice a gi-
rali in filigrana e granulazione e con
doppio orlo perlinato; lo spazio tra
le monete è decorato con fion a tre
petali in lamina, mentre sotto il me-
daglione centrale è posta una fascia
con decorazione a volute filigrana-
te, alla quale si collega un doppio
anello a verga appiattita per la so-
spensione del pendente. Questo è
costituito da un medaglione conte-
nente una moneta di Teodosio I en-
tro una complessa cornice costituita
da un bordo liscio perlinato, da una
fascia a girali in filigrana e granula-
zione, da un doppio bordo liscio
con orlo perlinato, da un motivo a
volute e fiori a tre petali in lamina e
da un orlo di bulle che, in corri- 1. Collana
spondenza dell'elernento di sospen-
sione, è interrotto da un segmento p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
di lamina con orlo perlinato e tre 1 III.24, 1913
fion a quattro petali. Berlino, Antikenmuseum (inv. 30219,
Bibliografia: Zahn 191 6,44; Dennison 505)
1918, 109-121, nn. 1-2, figg. 15, 17 coll. V& ~ a n s
tav. I, VI, VII; Peirce 1934, 139; oro, smeraldi, ametiste, acquanmarine;
L 58, d 23, p 335
Collnize, pendenti e fermagli

2. Collana corato da stella ad otto punte ornata


Fayum o Ossirinco (Egitto) da un motivo inciso a foglie nervate
Washington, Dumbarton Oaks Collec- ed elementi vegetali geometrizzati;
tion (inv. 38.67) doppio anello di sospensione.
coll. Bliss Bibliografia: Ross 1968, 24-25, n. 30
oro; L 40.5 (seconda metà VI sec.); Kondoleon
Catena di elementi circolari in lamina 1987 (fine VI-inizi VI1 sec.).
con orlo perlinato; ad essa si lega
una fascia semilunata costituita da 3. Pendente (fig. 14)
elementi emisferici in lamina aurea, a sbalzo senza pietre
(V-VI I sec.) Mitilene (Lesbo), tesoro I .III. 13, 195 1
con orlo perlinato; al bordo inferio- Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
re della fascia sono sospesi quattor- Museo, inv. 3039)
dici pendenti in lamina, in quattro 1. Pendente
oro; d 2
soggetti alternati (foglia, kantharos, Lambousa (Cipro), tesoro l .III. 18, Lamina circolare con orlo perlinato, de-
gallo, croce); fermaglio costituito 1902 corata al centro con una croce a
da un disco in lamina e da un ele- Washington, Durnbarton Oaks Collec- bracci patenti su fondo a triangoli
mento circolare filigranato. tion (inv. 55.10) campiti a linee parallele.
Bibliografia: Ross 1965, n. 1 1, tav. coll. J. Strzygowsky, Vienna Bibliografia: Babritsas 1954, fig. l ;Art
XVIII. oro; d 6.5
Lamina circolare con due anelli di so- Byznntin 1964,364, n. 388 (VII sec.);
spensione, bordo liscio e cornice a trec- Chatzidakis 1986, fig. 27; Spier
cia: medaglione coniato a Costantinopoli 1987, 5-10, fig. 7a-b; Manière Léve-
durante il regno di Maurizio Tiberio (582- que 1997,92 (fine VI-Vii sec.).
602), in seguito montato in forma di pen-
dente. Al diritto: in alto la Vergine in tro- 4. Pendente
no con Cristo tra due angeli; in basso, Na- Ténès (Algeria), tesoro, 1936
tività e Adorazione dei magi; iscrizione: s.1.c.
X ( p i o r ) ~o O(EO)Sq p o v / Boq0ioov oro
qpiv»: «Cristo nostro Dio, salvaci); al ro- Lamina circolare con bordo esterno a
vescio: Battesimo nel Giordano alla pre- foglie stilizzate e al centro busto
senza di due angeli e versetto evangelico femminile entro cornice perlinata;
tratto da Matt., 3, 17 («+Ouzoc ~ o z i vo
ueioc poul o clycini7oS EV o ~ ~ S o q o c r » : tre crocette pendenti.
«Questi è il Figlio mio prediletto, nel Bibliografia: Heurgon 1958, 63, tav. I
quale mi sono compiaciuto»). In Grierson (420 ca); Christern 1977, 270; We-
1961 si propone di collegare il medaglio- gner 1987, n. 1 (con identificazione
ne al battesimo di Teodosio, figlio di della figura in Aelia Flaccilla, Lici-
Maurizio Tiberio. nia Eudossia o Galla Placidia).
Bibliogrnfia: Ross 1957; Grierson
1961; Art Byzantin 1964, 367, n. 5. Pendente
399 (VI sec.); Ross 1965, n. 36; Sti- S.P.
lianou 1969; Pierides 197 1.54, n. 5, Londra, British Museum (inv. MLA
1. Collana tav. XXXVII, 5 (fine VI sec.); Age 1988. 7-4.1)
p.i., Siria of Spiritunlizy 1979, 312-313, n. oro; d 5.8
Kassel, Statatliche Kunstsammlungen, 287 (584); Manière Léveque 1997, Lamina circolare con raffigurazione
Antikenabteilung (inv. G 142) tav. 7.A. dell'Adorazione dei Magi e in eser-
vetro; d vaghi 0.5-0.78; L pendenti g o iscrizione « + K u p i ~poqel.
1.85-2.45 2. Pendente zql'popouq apqv» («Signore, pro-
Costituita da sessantacinque vaghi in p.i., Egitto teggi colei che lo indossa, amen»).
pasta vitrea blu scuro, sfaccettati, Richmond, Virginia Museum of Fine Bibliografia: Ross 1957; Tait 1986, fig.
alternati a dieci pendenti circolari Arts (inv. 66.76) 501 (600).
dello stesso materiale decorati ad Galerie Charpentier, 1966
impressione: quattro con un leone oro; d 8.9
gradiente verso destra sormontato Lamina circolare con cornice decorata
da stella e falce di luna, quattro con da dodici clipei tra due motivi perli- 6.b
un quadrupede, forse un equide, an- nati; otto di essi presentano busti a sbalzo con pietre
ch'esso gradiente verso destra e imperiali che si suppongono tratti o paste vitree
sormontato da stella e falce di luna, da monete di Giustino 11, e quattro
due con una figura stante con le croci; clipeo centrale con orlo perli-
braccia sollevate. Montaggio mo- nato e busto di personaggio femmi- 1. Pendente
derno. nile alato con fiori o frutta entro Beyrouth (Libano), tesoro I .III. 1 I
Bibliografia: Kassel 1980, 27, n. 20, lembo di stoffa teso tra le mani Beyrouth, Museo Archeologico
tav. IV (IV-V sec.). (personificazione di Ge); tergo de- oro,; L 4.3,14.8
La tipologia e i motivi decorativi

Lamina rettangolare decorata anterior- 6. Pendente


mente con tre castoni centrali tra S.P.
due file di cinque castoni di dimen- Malibu, J.Paul Getty Museum (inv.
sioni inferiori entro orlo godronato; 81.AN.76.101)
tergo con disco che include una lo- oro, calcedonio; L 2.9
sanga iscritta ed elementi vegetali a Castone con calcedonio raffigurante un
sbalzo; tre anelli di sospensione per cavallo in corsa (attribuito alla fine
pendenti. del IV sec. a.C.); tergo chiuso da
Bibliografia: Will 1980, figg. 4-5, tav. una lamina circolare con cornice
XL (V-VI sec.). esterna godronata e interna punzo-
nata, incisa al centro con una croce
2-3. Pendenti (fig. 13) a bracci patenti su fondo di foglie
traingolari nervate.
Caesarea Mnritima (Israele), tesoro Bibliografin: Boardman 1975, 99, n.
1.111.12, 1962 101;Spier 1987,5-6, n. 1, fig. la-C. oro; d 8.5
Milano, Museo Civico Archeologico Medaglione con bordo liscio ed orlo
oro, paste vitree; p 3.59-4.36
Lamine circolari con due paste vitree a - perlinato e cornice traforata a girali
e pampini, con sei clipei ad orlo
superficie convessa, una nera e l'al- 6.c doppio perlinato, includenti busti a
tra bianca. a sbalzo e a traforo rilievo di personaggi giovanili idea-
Bibliogrnfia: Frova 1965, 235-236, (IV-VI1 sec.) lizzati, quattro femminili e due ma-
figg. 293-294; Id. 1979 (fine VI schili; solidus di Costantino coniato
sec.); Manière Léveque 1997, 88- nel 324: al diritto busto di Costanti-
89, tav. 4, J (fine VI-VI1 sec.). no con corona radiata, di profilo a
sinistra, e legenda «Constantinus
4. Pendente Max(imus) Aug(ustus)»; al rovescio
busti dei Cesari Crispo e Costantino
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro l .III.2 1, I1 con legenda «Crispus et Constan-
1903 tinus nob(is) Cnes(ares)
s.1.c. Co(n)s(ule)s» e, in esergo, l'indica-
oro; d 2.6 zione della zecca di Sirrniurn; anel-
Lamina circolare con castone decorato lo di sospensione cilindrico lavora-
da una croce a bracci patenti su to a giorno.
sfondo di quadrati inscritti, a lati Bibliografia: Christie's 1970, n. 200;
concavi; anelli di sospensione per Bastien 1972, 49-82; Duval 1973;
tre pendenti (perduti). Vermeulel975, 5-32; Age of Spiri-
Bibliografia: Orsi 1942, 138, tav. IX, 7; 1. Pendente tuality 1979, 304 (324-326); Buck-
Spier 1987, 6 e 9, fig. 8. ton 1983, fig. 7; Pirzio Biroli Stefa-
p.i., Kalaat el-Markab (Siria) nelli 1992, 272, n. 256; Deichmann
Richmond, Virginia Museum of Fine 1993,312.
- 1 S. Pendente Arts (inv. 67.52.26)
p.i., Sicilia, te- coll. De Clercq e De Boisgelin; A.D. e 3. Pendente (fig. 10)
soro 1 .III.22 W.C. Williams S.P.
Washington. oro; d 9.5 Parigi, Louvre (inv. Bj 2280)
Dumbarton Medaglione decorato a traforo: cornice oro
Oaks Col- esterna ad astragali, cornice interna Medaglione con bordo liscio ed orlo
lection (inv. con decorazione su due registri: perlinato e cornice traforata a girali
69.15) motivi ad onde ricorrenti e a girali; e foglie cuoriformi, con sei clipei
oro, agata; L 2.5 clipeo centrale con motivo radiale (uno mancante) ad orlo perlinato,
I I Castone ovale di palmette ed altri elementi vegeta-
li; due anelli di sospensione.
includenti busti a rilievo di perso-
con cammeo naggi idealizzati, tre femminili e
in agata raffigurante Apollo e Daf- Bibliograjìa: Ross 1968,21, n. 21 (fine due maschili; solidus di Costantino
ne; retro chiuso da una lamina cir- VI-VI1 sec.); Age of Spiritunlity coniato il 1 gennaio 321: al diritto
colare con cornice esterna godrona- 1979, 316, n. 291 (fine VI-VI1 busto di Costantino con corona ra-
ta e interna punzonata, incisa al sec.); Brown 1984, 19-20, fig. 14; diata, di profilo a sinistra, e legenda
centro con una croce a bracci paten- Gonosova 1997, n. 35 (fine VI o D(ominus) n(oster) Constantinus
ti su fondo di foglie triangolari ner- inizi VI1 sec.). Max(imus) Aug(ustus); al rovescio
vate. busti dei Cesan Crispo e Costantino
Bibliografia: Ross 1965, 2, 8-9, n. 5c; 2. Pendente I1 (emissione inaugurale del loro se-
Cutler 1986, 52-53 (regno di Co- S.P.,tesoro 1.111.2 condo consolato); anello di sospen-
stante n); Spier 1987,5-7, fig. 4 a-b; Washington, Dumbarton Oaks Collec- sione cilindrico, lavorato a giorno
Manière Lévkque 1997,96, tav. 4, G tion (inv.-70.37) con motivo squamato.
(seconda metà VI-VI1 sec.). acquisto 1970 Bibliografia: Metzger 1983, n. 28.
Collane, pendenti e fermagli

ni; sui cammei, iscrizione acclamato- Mux(imus) A~~g(ustus); al rovescio,


ria a rilievo con lettere disposte a busti di Crispo e Costantino I1 con
chrismon attorno al monogramma legenda «Crispus et Constnnrinus
Chi-Rho: «Hon+ori(us),Maria, nob(is) Caes(are)s Co(n)s(ule)sII»;
Stel+icho, Ser+ena, viva+tis» al anello di sospensione cilindrico, la-
diritto e «Srel+icho, Serena, vorato a giorno.
Ech+eri(us), Thenna+nntia, viva Bibliografia: Schweitzer Besiti 1982,
+tis» al rovescio; ritenuto un enkol- 305, n. 182 (380-388), con biblio-
pion per la presenza di un riempi- grafia precedente.
mento interno terroso, forse però de-
composizione del-mastice di soste- 2. Pendente
gno della lamina. E probabile l'attri- S.P.
buzione del gioiello a Maria, prima Londra, British Museum (inv. MLA
moglie di Onorio e figlia di Serena e 1984,5-1.1)
4. Pendente Stilicone. oro; d 9.2
S.P. Bibliograjìa: De Rossi 1863; Lanciani Analogo al precedente.
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. 1895; Battaglia 1931 ; Montesquiou Bibliograjìa: Christie's 1970, 198; Ver-
57.526) 1937,202; Age of Spirituali- 1979, meule1975, 27-28, n. 52; Buckton
acquistato da Dikran Kelekian, 1928 306, n. 279 (398-407); Deichmann 1983, 15-19, fig. 7, tav. 1; Id. 1985,
oro 1993.312. 92-93; Tait 1986, 99, fig. 221 (IV
Lamina circolare; cornice a giorno con sec.); Pirzio Biroli Stefanelli 1992,
motivo di conchiglie e infiorescen- 271-272, n. 255, fig. 307.
ze entro clipei tra motivi perlinati;
al centro ritratto di Alessandro Ma- 3. Pendente
gno diademato di profilo a destra, S.P.
come Zeus Ammon. Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Bibliograjìa: Jewehy 1979, 119-120, n. tion
331 (Nsec.); Pirzio Biroii Stefanelli oro; d 9.2
1992,267-268, n. 230 (W sec.). Analogo al precedente.
Bibliograjia: v. cat. precedente e Pirzio
Biroli Stefanelli 1992, 272, n. 256,
fig. 282.
con cammeo
(fine IV-inizi V sec.)

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1. Pendente
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 53.12.45)
acquisto 1953
oro; L 2.1
1. Pendente Lamina lavorata a giorno con motivo
Sidibu Zeid, Barka-e1 May (Libia), vegetale e orlo perlinato.
1967-1968 Bibliografa: Ross 1965, 32, n. 33, tav.
1. Pendente coll. privata XXVI (VI-VI1 sec.).
oro; a 8.8; d 9.2; p medaglione 8.85
Roma, S. Pietro, Cappella di S. Petro- Medaglione con bordo liscio ed orlo 2. Pendente
nilla, 1544 punzonato e cornice traforata a gira-
Parigi, Louvre, Départment des Objets p.i., Siria
li e foglie cuorifonni, con sei clipei Parigi, Bibliothèque Nationale (inv.
d'Art (inv. 0A.9523) a doppio orlo perlinato, includenti
~011.F.Archinti, F. Caronni, A. della busti a rilievo di personaggi idealiz- 1973-1-478)
Torre di Rezzonigo; Trivulzio; coll. zati, tre femminili e tre maschili; so- coll. H. Seyrig, acquisto 1973
privata, Parigi lidus di Costantino emesso nel 321 oro; L 3.7
Oro, agata, smeraldi, rubini; 1.3 x 1.8 dalla zecca di Sir.nium: al diritto bu- Lamina lavorata a giorno con uccello
Pendente circolare costituito da due cam- sto di Costantino con corona radia- ad ali spiegate e orlo perlinato.
mei di agata legati da una lamina au- ta, di profilo a sinistra, e legenda Bibliografia: Byzance 1992, n. 78 (VI-
rea con quattro smeraldi e dieci rubi- D(ominus) n(oster) Constantinus VI1 sec.).
La tipologia e i motivi decorativi

personaggi ai lati di una croce, pro- spensione; al suo interno è stato nn-
babilmente coppia nuziale. venuto un riempimento terroso nte-
Bibliografia: S. Minguzzi, in Ravenna nuto proprio di un reliquiario, sup-
e Classe 1983, 199, n. 18.7 (VI-VI1 ponendone una provenienza dalla
sec.). Terra Santa.
Bibliografia: Heurgon 1958,57 ss., tav.
8. Pendente V.6 (420 ca); Guyon 1975.
S.P.
Atene, Museo Bizantino (inv. T 2285)
oro, ametista 9.b
Orlo esterno godronato; ail'interno, se- cilindrici
parato da quattro anellini attraverso (VI1 sec.)
i quali passava originariamente un
3. Pendente filo di perle, triplo filo godronato al
quale è sospeso un pendente di
p.i., Egitto ametista.
Londra, British Museum (inv. EA Bibliograjìa: inedito.
1877.11-12.34)
oro, pietre; L 5.5
Bordo punzonato e filo di perle che ne
segue il contorno; sette globetti sal-
dati all'orlo; lamina traforata con
motivi vegetali e ametista sospesa al
centro con orlo perlinato.
Bibliografia: Tait 1986, 100, fig. 225
(inizi ViI sec.).
1. Pendente
Salonicco, necropoli
Salonicco, Museo Archeologico (inv.
5453)
9. Pendente oro; L 4
S.P. Cilindrico, con tre anelli di sospensione.
Kassel, Staatliche Kunstsammlungen Bibliografia: Thessaloniki 1986, n.
oro, pasta vitrea; L 3.3, p 4.4 10.9.
Pendente con cornice di volute filigra-
nate tra due orli godronati; al cen- 2. Pendente (fig. 14)
tro, pasta vitrea blu di forma cru- Mitilene (Lesbo), tesoro 1.111.13, 1951
4-6. Pendenti ciforme inserita in un segmento di Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
S.P.,Creta filo verticale; anello di sospensione museo, inv. 3058)
Iraklion, Creta, Museo Archeologico in lamina. oro; L 2.5
coll. Yamalaki Bibliografia: Kassel 1980, 29, n. 29, Ad estremità emisferiche, decorato a
oro; L 5.8; 13.8 tav. VI11 (V-VI sec.). granulazione e sospeso mediante un
Lamina forata al centro, con orlo perli- anello.
nato e cinque globetti aggiunti; de- Bibliografia: Babritsas 1954, fig. 1 ;Art
corazione geometrica a sbalzo; Byzantin 1964, 364, n. 389 (VI1
anello di sospensione a verga piatta sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27;
costolata. Manière Léveque 1997, 92 (fine
Bibliografia: Art Byzantin 1964,371, n. VI-VI1 sec.).
41 1 (VI1 sec.); Manière Léveque
1997, 86-88, tav. 4, A (da Aghios 3. Pendente (fig. 14)
Nikolaos; fine VI-VI1 sec.). Mitilene (Lesbo), tesoro I .III.13, 195 1
Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
9.a museo, inv. 3059)
7. Pendente a prisma oro; L 2.5
Ravenna (Emilia Romagna), darsena, (V sec.) Analogo al precedente, sospeso me-
1855 diante due anelli.
Ravenna, Museo Nazionale (inv. RA 1. Pendente Bibliografia: Babntsas 1954, fig. 1; Art
2549) Ténés (Algeria), tesoro 1.111.3 Byzantin 1964, 364, n. 389 (VI1
oro; L 2 , l 1.8 s.1.c. sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27;
Bordo filigranato con motivo a zig-zag bronzo; L 5,11 Manière Léveque 1997, 92 (fine
tra fili godronati; lamina con due Prisma esagonale con tre anelli di so- VI-VI1 sec.).
Collane, pendenti e fermagli

4. Pendente 2. Croce circolari alle estremità dei bracci


Olbia (Ucraina), tomba p.i., Cipro al centro.
Londra, British Museum Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 496) Bibliogrnfin: Dennison 1918, 164, n
acquisto 1907 oro. oietra: L 6.5.14.7 35, tav. XXXIII,2; Greifenhager
oro; L 1.9 ~ n a i o g aalla précedente, con clipei in- 1970,70, tav. 5 1 ; Berlin 1988,359
Con estremità emisferiche, decorato a cludenti i busti di Cristo con il Libro, n. 4 (seconda metà VI sec.).
filigrana e a granulazione. della Vergine e due angeli.
Bibliografia: Marshall 191 1, 356, n. Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152;
2985, tav. XLV. Pierides 1971,56, n. 1, tav. XXXTX,
1 (VII sec.).
5. Pendente
3. Croce
i
S.P. p.i., Siria, tesoro
Germania, coll. privata 1.IU.15
oro; L 2.3 Washington,
Analogo al precedente, con due anelli Dumbarton
di sospensione a verga piatta deco- Oaks Collec-
rati con due ~lobetti. tion (inv.
Bibliografia: ~ k b o s t e 1977,
l 488, n. 38.4)
438. coll. Bliss, 1938
oro; L 3.8
6. Pendente Analoga alla
I I u 6. Croce
S.P. precedente,
Londra, British Museum con castone vuoto e clipei con moti- Aghios Vasileios (Rethymnon, Creta)
Franks, 1897 vo floreale; rinvenuta con solidi di Iraklion, Museo Storico (inv. 306)
oro; L 2.2, d 0.8 Eraclio della zecca di Costantinopo- oro; L 4.9; 1 3.7
Decorato a granulazione, con un anello li (613-620). Analoga alla precedente, con bracci ter.
di sospensione. Bibliografia: Ross 1965, 10, n. 6.C, tav. minanti in clipei includenti una pal.
XII (VI1 sec.); Manière LévEque metta stilizzata; castone centralc
Bibliografia: Marshall 191 1, 355, n. cruciforme.
2983, tav. XLV. 1997,96-97, tav. 4, E (seconda metà
VI-VII sec.). Bibliografia: Art Byzantin 1964,371, n
412 (VI-VI1 sec.); Manière LévE.
4. Croce que 1997,86-88, tav. 4, B (con pro,
p.i., Siria, tesoro venienza da Aghios Nikolaos; finr
1.111.I5 VI-VI1 sec.).
Washington,
Dumbarton
Oaks Collec-
tion (inv.
38.3)
1O.a coll. Bliss, 1938
oro, pietra; L 4.8
in lamina con clipei Analoga alla
alle estremità dei bracci precedente;
(VI1 sec.) rinvenuta
anch'essa con solidi di Eraclio.
1. Croce Bibliografia: Ross 1965, 10, n. 6.D, tav.
p.i., Costantino- XII (VI1 sec.); Manière Léveque
poli, tesoro 1997, 96-97, tav. 4, F (seconda
1.III.20 metà VI-VI1 sec.).
Washington, 7. Croce
Dumbarton 5. Croce
Oaks Col- p.i., Tornei o An- Aghios Vasileios (Rethymnon, Creta)
lection (inv. tinoe (Egit- Iraklion, Museo Storico (inv. 307)
59.63) to), tesoro 1. oro, argento; L 6; 1 4, d anello 0.6
acquisto 1959 111.24, 1913 Analoga alla precedente, ma con clipei
oro, pasta vitrea; Berlino, Anti- includenti una piccola croce e con
L 5.7,13.8 kenmuseum castone cruciforme ad estremità ar-
Pasta vitrea nel (inv. 30219, rotondate. Elemento di sospensione
castone centrale. 508 d) mobile con cemiera d'argento ossi-
Bibliografia: Ross 1965,7, n. 4.B, tav. X coll. Von Gans dato.
(VI1 sec.); Manière LévEque 1997, oro; L 6, p 15.2 Bibliografia: Art Byzantin 1964,372, n.
97, tav. 4, D (fine VI-VI1 sec.). Analoga alla precedente, con castoni 413 (VI-VI1 sec.).
La tipologia e i motivi decorativi

di sospensione a verga appiattita e 4. Croce


costolata. Axiopolis (Cernavoda, Romania), ca-
Bibliografia: Ross 1965, n. 15, tav. mera funeraria
XXIII; Age of Spirituality 1979, oro; L 2.6,12.2; p 4.17
324, n. 301 (prima metà VI1 sec.). Analoga alla precedente, con castone
centrale.
12. Croce Bibliografia: Rudulescu 1986, fig. 15.
S.P. 5. Croce
Atene, Museo
Kanelìopouios Senise (Basilicata)
(inv. 234) Napoli, Museo Nazionale
oro oro, lapislazulo
Analoga alla In lamina, con bracci a sezione poligo-
8. Croce nale e riempimento interno; al cen-
Kéléguiiskie Khoutora (Ucraina), teso- precedente,
con clipei in- tro, castone con lapislazulo; anello
ro, 1927 di sospensione per pendente.
Mosca, Musée des tresors historiques cludenti busti.
Bibliografia: Bibliografia:Breglia 1941,97, n. 1001,
d' Ukraine tav. XLII, 6 (fine VI1 sec.).
oro; L 5.1,13.7 Brouskari
Analoga alla precedente, con clipei in- 1985,144.
6. Croce
cludenti un motivo radiato e casto-
ne cruciforme centrale. S.P.
Bibliografia: Ukraine 1975 (VI sec.); Atene, Museo
Kiev 1987, n. 65 (Wsec.). Kanello-
poulos
9. Croce 10.b (inv. 116)
con bracci cilindrici oro, ametista
Kertch (Panticapaeum), 1900 Analoga alla
Londra, British Museum (VI1 sec.) precedente,
bronzo dorato; L 6-7 con bracci
Analoga alla precedente, con castoni 1. Croce (fig. 15) a sezione
includenti una palmetta stilizzata e ottagonale
castone cruciforme centrale. Mersin (Turchia), tesoro 1 .III.16, 1889
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W e ametista
Bibliografia: Dalton 1924; Frend incastonata al centro.
1977, 168 (inizi VI sec.). 95)
oro; ~ . 5 , 1 3p, 18.3 Bibliografia: Brouskari 1985, 144 (VI
10. Croce Bracci cilindrici rastremati verso il cen- sec.).
S.P. tro, occupato da un castone circola-
re. 1 7. Croce
Atene, Museo Archeologico Nazionale
coll. Stathatos Bibliografia: Kondakov 1896; Grabar S.P.
oro; L 4.9; 1 3.9 1951; Banck 1966, n. 107 a; Maniè- Atene, Museo
Analoga alla precedente, con clipei in- re LévEque 1997, 94, tav. 4, C (se- Benaki
cludenti busti degli Evangelisti. conda metà VI-VI1 sec.). (inv. 1849)
Bibliograjia: Art Byzantin 1964,372, n. oro; L 3
414 (VI-VI1 sec.). In lamina, con
2. Croce fiore a quat-
11. Croce Lambousa (Cipro) tro petali
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 443) applicato
S.P. oro, pasta vitrea; L 4.8 all'incontro
Washington, Analoga alla precedente; pasta vitrea dei bracci e
Dumbarton blu nel castone centrale.
L I
anello di SO-
Oaks Col- spensione ornato con globetti aurei.
lection Bibliografia: Pierides 1971, 57, n. 3,
(inv. 37.24) tav. XXXiX, 3 (tardo VI sec.). Bibliografia: Bromberg 1990, 76, fig.
oro; L 8,15.3 59 (inizi VI1 sec.); Ead. 1992, n. 59
Analoga alla (inizi VII sec.).
precedente, 3. Croce
con clipei Lambousa (Cipro) 8. Croce
includenti Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 444) S.P.
busti degli oro; L 3.6 Atene, Museo Archeologico Nazionale
evangelisti; al centro, Cristo a figu- Analoga alla precedente; disco aureo coll. Stathatos
ra intera con il kolobion e, sopra il all'incrocio dei bracci. oro, zaffiro; L 4,12.7
capo, una tabula trapezoidale iscrit- Bibliografia: Pierides 1971, 57, n. 4, In lamina, con castone centrale circola-
ta («I(qoou)c X(p~ozo)c»);anello tav. XXXIX, 4 (tardo VI sec.). re includente uno zaffiro: rinvenuta
Collnr~e,pendenti e fermagli

insieme all'anello n. 229 della stes- 4. Croce oro, argento; L


sa collezione. Reggio Calabria (Calabria), piazza Vit- 4,l 3
~ibliogrnfia:Amandry 1963, 289, n. torio Emanuele, 1888 Decorazione a
232, tav. XLIV (V sec.). Reggio Calabria, Museo Nazionale niello con
bronzo; L 5.5; 1 3.6 girali di vite
-6- %
., - Valva anteriore: raffigurazione della
Crocifissione; sopra il capo di Cri-
che incorni-
ciano un'i-
1o.c sto tabula ansata con la sola lettera scrizione;
bivalvi « X ( p ~ o ~ o c )nella
» ; parte inferiore valva ante-
(fine VI-VI1 e-m.-.
oltre) dei bracci trasversali iscrizione riore: «Ey-
-
P__.rurr--- v---

«I(qoou)< vrKcr» («Gesù vince»); yaVOU&L»


1. Croce sulla valva posteriore: Vergine (~Em~ilnnue-
orante tra due monogrammi cristo- le») sul brac-
Gonen (Turchia) cio orizzontale e «Nobisc~irnDeus»
Istanbul, Museo Archeologico (inv. logici e, in alto, iscrizione
« @ ~ o r o ( ~ o c(«Madre
)» di Dio»). («Dio con noi») sul braccio verticale;
71247) al rovescio: «Crux est vitali7 inihin
bronzo; L 9,3 Bibliografia: Di Lorenzo 1883,754; Pu-
torti 1920, 88-92; Lipinsky 1957,33 («la croce è per me vita») sul braccio
Valva anteriore: Cristo col kolobiorz e verticale e «Mors iizimice tibi» («la
due figure rese schematicamente al- ss.; Geraci 1975,241, tav. Ii a-b (VI1
sec.); Fatioli Campanati 1982, 415- morte ti è nemica») sul braccio oriz-
le estremità dei bracci trasversali. zontale; due monogrammi niellati,
Bibliografia: Pasinli 1992, 80, n. 92 416, n. 232, figg. 305-306.
sulle testate dei bracci orizzontali,
(VI-VI1 sec.). non sono stati interpretati; all'intemo
5. Croce
dell'oggetto era probabilmente con-
2. Croce (fig. 16) p.i., Italia meridionale servato un frammento della Vera
Capua, Museo Provinciale Campano Croce; il carattere aniconico della de-
Palmira (Siria), tesoro 1.111.19, 1960 bronzo, mica; L 9.9, 1 6.6
Palmira, Museo Archeologico (inv. CD corazione e particolarità tecniche,
Valva anteriore: Vergine «platytera» tra quali l'elemento di chiusura superio-
4 B 5) due piccole croci e iscrizione:
oro; L 4 re, a vite, cui è saldato l'anello di so-
«Mqzqp O E O ~(«Madre
D di Dio»); spensione, hanno fatto ipotizzare
In lamina aurea, con decorazione a sbalzo valva posteriore: decorazione vege-
(spina di pesce) e a granulazione; un'esecuzione romana (Lipinsky).
mancante di uno dei bracci trasversa- tale schematizzata e cinque fori Bibliografin: De Rossi 1863, 3 1-38;
li e della parte centrale anteriore. chiusi da una laminetta di mica. Volbach 1938, 6-7;, fig. 3; Cecchel-
Bibliografia: Michalowsky 1997, 225, Bibliografin: De Grueneisen 1904; Li- li 1951, 60; Lipinsky 1962a; Id.,
n. 140, figg. 257 e 259 (VI sec.) pinsky 196 1,69-79; Id. 1966c,; Ga- 1962b; Id. 1965,423; Id. 1974, 194;
lasso 1969, 38, tav. XV; Lipinsky Matt 1969, n. 127; Farioli Campana-
1969a, 111, 1459; Farioli Campanati ti 1982, 356; Ead. 1990, 133, n. 48
1982,415, n. 236, fig. 303. (V-VI sec.).
6. Croce
p.i., Italia meridionale 8. Croce (fig. 57)
Brindisi, Museo Archeologico Provin- Monza (MI, Lombardia), Tesoro del
ciale CF.Ribezzo* Duomo
bronzo; L 1 1; 1 5.5 oro; L 7.4, 1 6.5
Valva anteriore: Crocifissione tra la Valva anteriore: raffigurazione della
Vergine e S. Giovanni; sole e luna Crocifissione con Cristo indossante il
ai lati della tabula ansnta con il ti- kolobion tra la Vergine e S. Giovanni
tulus «I(qoou)c»; sotto le figure, sormontati dal sole e dalla luna e
iscrizione: « I ( q o o v ~X
) (pio~o)c iscrizioni: «I(~loou)cX(pio.ro)c» e
mica» («Gesù Cristo vince»); valva versetti evangelici tratti da Giov. 19,
posteriore: Vergine orante e busti 26-27 («Ecco tuo figlio ... ecco tua
clipeati degli Evangelisti. madre»); la stauroteca con coperchio
3. Croce
Bibliogrnfia: Camassa 19 12,26-29;Ar- in cristallo di rocca è attribuita al X
p.i., Siria te in Puglin 1964, n. 3, tav. 4; Li- sec., mentre la croce pettorale viene
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. pinsky 1969a, 111, 1450; Sciarra ritenuta parte dei doni offerti da S.
54.2352) 1976, VIII; Farioli Campanati Gregorio Magno alla regina Teodo-
J. Bnimmer: 1949 1982,415, n. 231, fig. 304. linda; in questo caso si tratterebbe del
bronzo; L 5.2 dono offerto in occasione del battesi-
Valva anteriore: Cristo stante crucisi- 7. Croce mo di Adaloardo, figlio della regina.
gnato e due figure rese schernatica- Roma, Necropoli presso S. Lorenzo Bibliografia: Lipinsky 1964, 85-90;
mente alle estremità dei bracci tra- Fuori le Mura,1863 Talbot Rice 1966,30; Zastrow 1975,
sversali; iscrizione in caratteri greci. Città del Vaticano, Musei della Biblio- 21; Farioli Campanati 1982, 355-
Bibliografia: Jewelry 1979, 162, n. 462 teca Apostolica Vaticana (inv. M.S. 356 e 4 1 1, n. 21 0, fig. 282 (seconda
(VI-VI1 sec.). 1101) metà V sec).
La tipologin e i rnotivi decorativi

circolari
---.r-
(IV-VI1 sec.)
. i
- --=--

1. Fermaglio
2. Pendente p.i., Kyrenia (Cipro)
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
p.i., Bosra (Siria) tion (inv. 55.10)
9. Croce Bosra, Antiquarium (inv. s.n.) acquisto 1955
S.P. vetro marrone; L 2.3, 1 2 oro; d 1.5
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. Analogo al precedente, con l'aggiunta Due elementi circolari in lamina con
54.59) di una stella al di sopra del leone. chiusura a gancio.
coll. J. Brummer; H. Walters, 1925 Bibliografia: Baldini ~ i ~ ~ o1989, l i s Bibliografia: Ross 1965, 33-35, n. 36,
bronzo; L 8.4 100, n. 28(III-IV sec.). tavv. XXVIII-XXIX.
Valva anteriore: Cristo crocifisso con il 3-7. Pendenti
kolobion; alle estremità dei bracci 2. Fermaglio
trasversali la Vergine e S. Giovan- p.i., Mediterraneo orientale
Malibu, J.P. Getty Museum (inv. p.i., Egitto
ni, ai lati del versetto tratto da Giov. New York, Brooklyn Museum (inv.
19,26-27: « I ~oEu[~]o[q]1oou / I ~ E 78.AF.321.1-5)
vetro; L 2.2 16.149)
q kqzqp oou» («Ecco tuo figlio coll. Garrét Ryckman Pier; dono del
...ecco tua madre»); sul capo di Cri- Circolari, con busto imperiale, di colo-
re giallo-ambrato ad imitazione di Wilbour Estate
sto il sole e la luna. oro; L collana 34.4
corniole o ambre.
Bibliografia: Jewelry 1979, 162, n. 463 Elemento circolare con volute a filigra-
(VI-VI1 sec.). Bibliografia: Lees Causey 1983, 154- na e chiusura a gancio; il fermaglio
155, n. 4 (VI-VI1sec). è inserito in una collana con vaghi
8. Pendente di «berillo» verde e un pendente
Mihalaseni (Romania), necropoli, tom- che raffigura la divinità egiziana
ba 123 Bes, datato al I sec. e probabilmen-
Botosani, Muzeul Judetean te non pertinente.
vetro verde oliva; L 2.4 Bibliogrnfia: Davidson 1984, 140, n.
Circolare, con la raffigurazione di una 192; Pirzio Biroli Stefanelli 1992,
tartaruga. 244, n. 100, fig. 146.
Bibliografia: I. Ionita, in Goti 1994, 3-4. Fermagli
105-106, fig. I, 169, cat. I.31.g (IV
sec.). Comus (CA, Sardegna)
Cuglieri, Antiquarium
9. Pendente argento, d 1.8
Mihalaseni (Romania), necropoli, tom- Due elementi circolari in lamina con
ba 123 decorazione a volute e chiusura a
Botosani, Muzeul Judetean gancio.
vetro azzurro; L 2.1 Bibliogrrtfia: Amante Simoni 1984,
Analogo al precedente, con busto fem- 188, nn. 146-147, tavv. CV e CX.
minile.
Bibliografia: I. Ionita, in Goti 1994,
105-106, fig. I, 169, cat. I.31.g (IV
sec.).
10. Pendente con monete
1. Pendente
p.i., Bosra (Siria)
Mihalaseni (Romania), necropoli, tom-
ba 123
M--.
(fine VI-prima metà
.--=*m.
-
r -
. VI1 sec.) I
-

Bosra, Antiquarium (inv. s.n.) Botosani, Muzeul Judetean l. Fermaglio


vetro marrone chiaro; L 2.3,l 1.8 vetro verde oliva; L 2.6
Circolare, con raffigurazione di un leo- p.i., Trebisonda (Turchia), tesoro
ne gradiente verso destra.
Analogo al precedente, con Daniele 1 .III. 1o
nella fossa dei !coni. Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Bibliografia: Baldini Lippolis 1989, Bibliografia: I. Ioniia, in Goti 1994, 105- tion (inv. 59.47)
99, n. 27 (111-IV sec.). 106, fig. I, 169, cat. 1.31 .g (Nsec.). oro; d 2.5
Collane, pendeilti e ferinagli

Fermaglio costituito da un castone ad Quattro anelli saldati ad un disco centrale


orlo perlinato includente un solidus con monogramma cruciforme niella-
coniato nel 49 1 per il matrimonio di to.
Anastasio e Ariadne. Rinvenuto Bibliogrnfia: Segall 1938, n. 269, tav.
con l'anello inv. 61.3. XLVIII (VI sec.).
Bibliografia: Ross 1965, 56-57, n. 66,
tav. XLII (fine VI sec.). 5. Elemento polilobato
S.P.,Creta
2. Fermaglio Iraklion, Museo Storico (inv. 308)
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III. 18, oro; d 2.1
1902 Analogo al precedente, con rnonogram-
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 441) ma cruciforme.
oro; d 3.5 Bibliografia: inedito.
Elemento circolare con un solido aureo Quttro anelli saldati ad un disco centra-
di Giustino I1 e Tiberio I1 del 587; le con monogramma cruciforme 6. Elemento polilobato
viene ritenuto pertinente ad una col- niellato in bibliografia sciolto come
un'invocazione di protezione alla S.P.,Creta
lana della medesima provenienza, Iraklion, Museo Storico (inv. 309)
anch'essa con solidi aurei, conser- Madre di Dio per un fedele di nome
Dositeo. bronzo
-. dorato; d 1.6
- - - --
vata al Metropolitan Museum of Analoco al precedente, senza mono-
Art. Bibliografia: Karageorghis 1966, fig.
3; Pierides 197 1 , 57, nn. 5-6, tav. gramma.
Bibliografia: Dalton 1901, fig. 7; Sti- Bibliogrnfia: inedito.
lianou 1969, figg. 37 e 39; Pierides XXXIX, 5-6 (VI1 sec.).
1971, 55, nn. 2-3, tav. XXXVIII. 7. Elemento polilobato
3. Fermaglio 3. Elemento polilobato S.P.
p.i., Kyrenia (Cipro) Atene, Museo Benaki
S.P.
Baltimora, Walters Art Gallery Washington, Dumbarton Oaks Collec- Oro,
Quattro anelli saldati ad un disco cen-
oro tion (inv. 55.10)
acquisto 1955 trale con monogramma cruciforme
Due elementi circolari in lamina con niellato.
monete di Maurizio Tiberio (582- oro: L 8.5
602), montati con pendente a croce e Tre elementi quadrilobati saldati insie- Bib'iogrnfiar 269* tav.
19387

vaghi biconici forse non pertinenti. me. XLVIII.


Bibliogrnfia: Age of Spiritualiry 1979, Bibliografia: Ross 1965, tav. XXIX, n.
298-299, fig. 36. 36. -.- ..
. - . --
7 .... . . . -. . - . .
,

13.b
elementi di sospensione per
pendente
- T - .(VI1 sec.) - - - - .

l. Elemento di sospensione
- I
Lambousa (Cipro), tesoro l .III. 18,
1902
13.a
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 432)
elementi di catena polilobati oro; L 5.5
(VI1 sec.)
"
-v
T.=.
- ?
Elmento a tre vaghi biconici con filo
perlinato nelle giunzioni. Anello di
1-2. Elementi polilobati sospensione in lamina, per penden-
p.i., Lambousa (Cipro) 4. Elemento polilobato te, saldato al vago centrale.
Nicosia, Cyprus Museum (inv. 1966 I1 p.i., Siria Bibliografia: Stilianou 1969, fig. 36;
e I1,I) Atene, Museo Bizantino Pierides 1971, 54, n. 4, tav. XXX-
oro; L 2.8 oro, argento; L 2.3 VII, 4 (VI-VI1 sec.).
In epoca tardo-romana con il terminefibula si intendeva la spilla utilizzata
nell'abbigliamento, sia maschile che femminile, per fermare il mantello: essa
compariva, secondo Isidoro di Siviglia, sulla parte anteriore negli abiti delle
donne e in corrispondenza di una spalla per gli uomini; ancora Isidoro riporta
un'altra accezione del termine, conservatasi nella lingua italiana, secondo cui
Jibula si riferiva anche alla cintura l .
Le fibule di uso femminile sono scarsamente riconoscibili nell'ambito della
documentazione archeologica e poco diffuse anche in quella iconografica: a
parte le raffigurazioni monetali e musive di imperatrici con fibule a disco (cat.
IV.4), una delle rare attestazioni è costituita dalla raffigurazione delle nozze di
David in un piatto d'argento del tesoro di Lambousa (fig. 58), databile entro la
metà del VII secolo, dove compare come un semplice disco aureo2.
L'uso di questo tipo di ornamento compare più frequentemente nell'abbi-
gliamento militare, del quale costituisce un complemento indispensabile e
caratteristico. Una lettera di Valeriano (253-268) cita, ad esempio, «duo pallia
gallica fibulata», da identificare probabilmente con l'abito detto in greco
«sagoclamydes»; inoltre, nell'editto di Diocleziano, sono citati «sagafibulato-
ria» e «palliafibulata», questi ultimi indossati soprattutto dai tribuni militari3.
Con la fine del I11 e con il IV secolo sembra che alla funzione meramente
pratica di fermare il mantello sulla spalla si aggiunga, anche in ambito milita-
re, una tendenza a dare a questi manufatti rilievo estetico, in quanto espressio-
ne di prestigio sociale: un segno di un mutamento in questo senso sembrerebbe
costituito, nella biografia di Aureliano (270-275), dal ricorso ad un'autorizza-
zione fornita dall'imperatore per portare fibule d'oro al posto di quelle d'ar-
gento, consuete fino a quel momento J.
Dopo il IV secolo è frequente l'uso di fibule d'oro da parte degli alti fun-
zionari e degli imperatori: sono documentati esemplari con iscrizioni che
fanno esplicito riferimento ai sovrani in carica ed esistono raffigurazioni di
ornamenti simili in mosaici, dittici e vasellame argenteo. I1 significato di status
assunto col tempo dall'oggetto sembra fissarsi progressivamente secondo for-
mule canoniche: di questo aspetto è testimone Procopio, che nel VI secolo, tra
i simboli della regalità, ricorda l'uso di reggere il mantello sulla spalla destra
per mezzo di una fibula aurea 5.
I Isid. XIX, 31, 17: «Fibulae L'accentuazione del significato simbolico della fibula sembra aver già
sunt quibus pectus feminarum
omatur, velpallium tenetur n vi- determinato in questa fase una progressione fissa nell'uso di determinate tipo-
ris in humeris, seu cingulum in logie a seconda del livello sociale. Il contenuto gerarchico dell'oggetto, imme-
lumbis».
? Grabar 1968, fig. 252.
diatamente percepibile, caratterizza in maniera evidente gli esemplari «a croce
-' Cabrol, Leclercq e Darem- latina» (tipo 1) e «a disco» (tipo 4), la cui forma trova ampia diffusione anche
berg, Saglio, Dictionnaire, s.v. nell'oreficeria germanica, in rielaborazioni eseguite secondo la tradizione arti-
«Fibula»; l'importanza attribui-
ta a questo oggetto è evidenzia- gianale barbarica che rivelano un carattere emulativo nei confronti di elementi
ta, ancora all'epoca di Alessan- ritenuti, in ambito bizantino, significativi di status.
dro Severo, dall'esistenza a Co-
rinto di un funzionario addetto Oltre ai due tipi citati, che rappresentano le produzioni destinate ad una
alle fibule, il «prnepositus a committenza elitaria, in età tardoantica sono attestati numerose altre forme di
fib(ulis)».
' H.A.. XLVI, 5. fibule, soprattutto in bronzo, eseguite certamente in gran parte da botteghe
Prok. Vand. I , 25. locali in tutto l'Impero. Di tali produzioni si ricordano, a titolo esemplificativo,
solo quelle azoomorfe» (tipo 2) e «ad anello» (tipo 3), particolarmente diffuse
in Italia meridionale e considerate tipiche delle popolazioni autoctone6.

Tipo 1: fibule a croce latina (con due varianti)


Tipo 2: fibule zoomode
Tipo 3: fibule ad anello
Tipo 4: fibule a disco (con quattro varianti)

Tipo 1

Variante a: staffa a verga


Variante b: staffa a traforo

Le fibule «a croce latina* o «Zwiebelknopflbeln»,di tradizione romano-


imperiale, sono caratterizzate da una testa cmciforme e da bracci che termina-
no con elementi emisferici cuspidati comunemente definiti «a cipolla»i.
Oggetti di questo tipo ricorrono iconograficamente nell'abbigliamento dei
militari e dei dignitari imperiali, che se ne servivano per fermare il mantello
sulla spalla destra" documentato in dittici ebumei, come quelli di Stilicone
(fig. 36b) e di Areobindo' e in mosaici parietali legati all'ambiente della corte
di Costantinopoli, ad esempio quelli di S. Vitale (fig. 32) e di S. Apollinare in
Classe a Ravenna (fig. 62).
Gli esemplari noti sono eseguiti prevalentemente in bronzo, a volte dorato,
e in oro, secondo le tecniche tipiche deli'oreficeria del tempo, in alcuni casi
con l'aggiunta di elementi decorativi a filigrana, granulazione e traforo. I1 pro-
gressivo arricchimento dell'arco e della staffa, con il prevalere della decorazio-
ne traforata, e successivamente ad agemina e cesello, sembrano corrispondere
ad un'evoluzione tipologica tra IV e V secolo l". Contemporaneamente le pro-
V e r altre tipologie attestate
porzioni cominciano a mutare, con un accorciamento dell'arco e del braccio
in Italia v. Hessen 1983, 15-17. trasversale che determina un'ulteriore trasformazione della tipologia (ad esem-
' Hessen 1982. 23; Condus- pio cat. IV.l.a.2-3, fig. 59).
sio 1992; Prottel 1993.
Wessen 1982. 26: G. Sena Nell'ambito di questo periodo è possibile distinguere almeno due varianti
Chiesa. inMilano capitale 1990, sulla base della forma della fibula e delle tecniche impiegate.
43. La prima (variante a) è caratterizzata dalla presenza di una staffa a verga,
9Grabar 1980,283, fig. 325.
'" G.M. Facchini. in Milano spesso decorata negli esemplari in oro con iscrizioni augurali in latino per il
capitale 1990, 359. possessore o per l'imperatore in carica (cat. IV. l .a. l e 5 ) . La presenza di queste
'1 G. Sena Chiesa, in Milano
epigafi ha fatto supporre che le fibule costituissero donativi imperiali forniti
capirale 1990.43.
"Amm.XX,4, 18. agli alti funzionari Il, ipotesi che potrebbe essere rafforzata dalla coincidenza
"Age of Spiritunliry 1979, tra il peso comune di questi gioielli e le unità ponderali utilizzate per i donativi
303. Sulla possibiliti di una cor- in metallo: sappiamo ad esempio che Giuliano, al momento della sua ascesa al
rispondenza tra il peso di g,_iqiel-
li e la suddivisione in unita di trono nel 361, promise ai propri soldati cinque aurei ed una libbra d'argento N2;
misura romane v. anche Johns tale quantità corrisponde esattamente al peso delle fibule, che sono spesso
1983,72-73.
"Jones 1974, 860-861; al multipli di una libbra, ovvero di cinque aurei 'LA conferma di questa interpre-
contrario di altri _oioielli,come tazione potrebbe essere considerata anche la notizia che dal IV secolo le
le fibbie, le fibule non compaio-
no per6 tra le «largiriones» n p - uniformi dell'esercito, fornite abitualmente dallo Stato, vennero commutate in
presentate nella Noritia. un valore equivalente in oro 14.
58. Nicosia, Cyprus Museum: piatto con le nozze di David dal tesoro di Lambousa.

e:. .:...:. .-
-:a ;,.-.
._._I ,

a
59. Fibule a croce latina da Tamuda (cat.
IV.1 .a.2-3, da Boube 1960).

60. Roma, S. Maria Maggiore: mosaico con il sacrificio di Melchisedec (part.).


Ln tipoiugia e i morivi decorativi

L'uso di donativi imperiali sotto forma di fibule, qualora corrisponda al


vero, potrebbe far ipotizzare una produzione da parte delle botteghe legate alla
corte, con un controllo diretto sulle manifatture, soprattutto per gli esemplari in
cui viene citato per mezzo di iscrizioni l'imperatore in carica. L'atto di dona-
zione da parte dell'imperatore avrebbe accresciuto in questo caso il valore del-
l'oggetto anche da un punto di vista del prestigio sociale, contribuendo alla sua
formalizzazione come simbolo di sratus. In questo senso apparirebbe ancora
più significativa la scelta operata per la sepoltura dei due sovrani visigoti Chil-
derico e Omhaus, deposti appunto con fibule a croce greca".
Una seconda variante delle fibule di questo tipo ha la staffa decorata a
traforo, con motivi vegetali e zoomorfi piuttosto omogenei, comuni anche a
bracciali ed anelli postenori al I11 secolo (b: cat. IV.l.b.1-6). Purtroppo la scar-
sità dei contesti di ritrovamento non consente un adeguato esame cronologico
dei manufatti, che vengono ritenuti posteriori a quelli a verga non traforata: sem-
bra comunque accertata una diffusione alla fine del IV e soprattutto nel V secolo,
epoca durante la quale si collocano tre esemplari in oro del tesoro di Ténés (Al-
geria), datato attorno al 420 (cat. N.l.b.3-5) e quello del Palatino (cat. IV.l.b.1).
Probabilmente più tarda è invece una fibula del tesoro di Reggio Emilia (cat.
IV.l.b.2) che raggiungerebbe i primi decenni del VI secolo. Una collocazione
cronologica della variante nell'ambito del V secolo inoltrato, allo stato attuale
delle nostre conoscenze, sembrerebbe essere quindi la pib attendibile.

Tipo 2

Oggetto di studi recenti da parte di M.R. Salvatore l6 e di 0. von Hessen l',


le fibule zoomorfe (cat. IV.2.1-2) costituiscono un esempio delle produzioni
sorte tra V e VII secolo presso le popolazioni autoctone deli'Italia: da tale
ambito i gioielli si sarebbero diffusi anche tra le popolazioni germaniche, come
attestato dalle necropoli longobarde, mentre il loro uso non pare aver compre-
so l'ambito orientale. Gli esempla.ri sono in argento e bronzo e sembrano esse-
re limitate prevalentemente all'ambito femminile 18.
Sulla base delle ricerche di 0. von Hessen vengono individuate due varian-
ti, con una distinzione in due gruppi : fibule <<piatte»e «a tutto tondo»; al
primo tipo appartengono esemplari a forma di cavallo, cane, cervo, leone,
pavone o gallo, mentre gli esemplari «a tutto tondo» sono soprattutto uccelli ad
ali aperte oppure chiuse IY.
In Italia meridionale la documentazione appare piuttosto ricca, come testi-
moniano i rinvenimenti di Barletta pubblicati da C. D'Angela e riferibili alla
prima variante (cat. IV.2.1-2).

Hessen 1982.26.
'"alvatore 1981,947-964. Tipo 3
" Hessen 1983, 13-15.
I R S. Antonino di Perti 1992. Un altro esempio di produzione standardizzata e di basso costo delle regio-
325. ni meridionali dell'Itslia tra VI e VI1 secolo è costituito dalla tipologia «ad
I D D'Angela 199211.
"D'Angela 1988, 161-162;
anello» (cat. IV.3.1-3), di origine tardoromana, attestata in ambito provinciale
Id. 1989b. 126-127. a partire dal secolo".
61a. Ravenna, S. Apollinare Nuovo: mosaico con busto im- 61b. Roma, Museo Nazionale delle Terme: medaglione di Teoderico.
periale.

62. Ravenna, S. Apollinare in Classe:


mosaico con Costantino Pogoriato.
63. Ravenna, Cappella Arcivescovile: mosaico con Christus miles.

64. Ravenna, S. Apollinare in Classe: mosaico con l'arcangelo


Michele.
Fibule

Fibule di questo tipo, con estremità rastremate a forma di protomi di anima-


le, sono particolarmente diffuse in Italia meridionale, soprattutto in Puglia e
Basilicata, tra VI e VI1 secolo3.
Numerosi esemplari recano iscrizioni che permettono di identificare l'origi-
ne greca, latina o germanica dei proprietari2?. I reperti presentati, pubblicati da
C. D'Angela, appaiono piuttosto omogenei, eseguiti in bronzo, ad estremità
rastremate, in alcuni casi con volute (cat. IV.3.1-2) o con decorazione a trattini
incisi, a solcature o con un'iscrizione acclamatoria, che ripropone in più di un
reperto lo stesso nome Lupus (cat. IV.3.3)23.
Come il tipo precedente, si tratta di una classe a diffusione soprattutto loca-
le, attestata in un'area amministrativamente soggetta all'Impero bizantino, ma
che non sembra avere alcuna specifica diffusione in Oriente.

Tipo 4
Variante a: lamina a sbalzo
Variante b: medaglione con cornice a traforo
Variante C:cloisonné
Variante d : con monete
Le fibule «a disco» appartengono anch'esse alla tradizione orafa romana,
con un'accentuazione progressiva della decorazione a partire dal IV secolo,
quando questo tipo di gioiello diventa prerogativa dell'abbigliamento dei
membri della famiglia imperiale e degli alti funzionari.
Già nella prima metà del IV secolo la documentazione nurnismatica testi-
monia la presenza nell'iconografia dell'imperatore di una fibula gemmata ad
orlo perlinato con tre pendenti, che sembra prevalere definitivamente nel corso
dello stesso secolo su quella priva di pendenti; quest'ultima appare invece sal-
tuariamente nell'abbigliamento femminile e in alcune raffigurazioni di perso-
naggi vetero-testamentari, come Melchisedec nei mosaici di S. Maria Maggio-
re a Roma (fig. 60)".
Le testimonianze iconografiche mostrano una variante del tipo con pendenti
nel missorium di Teodosio (fig. 29): la fibula indossata dall'imperatore e dai
due principi Valentiniano I1 e Arcadio presenta infatti un'ulteriore decorazione
del disco, con l'aggiunta di sei elementi globulari, forse perle oppure dischi in
I' Salvatore 1979. lamina; i pendenti, inoltre, appaiono collegati dai fili trasversali che probabil-
22 Ibid. mente servivano a garantire l'aderenza del gioiello al m a n t e l l ~ ?Nello
~ . stesso
"D'Angela 1992a, fig. 5. missorium di Teodosio compare anche un altro tipo, a forma di comucopia, che
24 Grabar 1980, fig. 155.
conosciamo solo dalle fontilh.
Per una ricostruzione del-
l'abbigliamento dell'aristocra- Anche le imperatrici del V secolo, come Galla Placidia e Licinia
zia v. il catalogo Milano capita- Eudossia 17,indossano fibule a disco con pendenti, che visibilmente rappresen-
le 1990,46, lc.3i, fig. p. 181
tavano un elemento caratterizzante del costume ufficiale in connessione col
26 Detta «kornoskopion»:
Lyd. De magistr. II,4, 169. mantello. L'uso imperiale del tipo a disco è attestato inoltre dalla scultura in
" Grabar 1980,317, fig. 368. porfido fino al VI secolo, come appare evidente dalle statue acefale del Museo
" R . Farioli Campanati, in Arcivescovile di Ravenna e di Berlino 2X. Per la prima metà del VI secolo
Milano capitale 1990,229.
'' Cor. In Iaudem Jusrini 11, abbiamo anche la testimonianza di Corippo, che descrive le fibule donate
122. all'imperatore Giustino, con catenelle pendenti ornate da pietre 29.
Nel mosaico di S. Vitale con il corteo di Giustiniano (fig. 32a, C),inoltre, la
fibula dell'imperatore appare applicata su un disco in oro, con tre elementi ver-
ticali eseguiti con tessere musive scure. Sulla parete opposta del presbiterio
della chiesa Teodora (fig. 47) indossa, invece, una fibula a disco priva di pen-
denti, ma arricchita da un elemento superiore verticale a goccia, che potrebbe
essere una perla simile a quelle della corona.
Ancora a Ravenna, nella chiesa di S. Apollinare Nuovo, la raffigurazione di
un personaggio di rango imperiale (fig. 61a), ripropone una fibula più sempli-
ce, a tre pendagli, meglio dettagliata in un multiplo aureo di Giustiniano conia-
to dalla zecca di Costantinopoli, nel quale sono descritti anche i fili trasversali
tra i pendenti già evidenziati nel missorium di Teodosiox. Il tipo a disco con
tre pendagli continua ad essere in uso ancora nella seconda metà del VI1 seco-
lo, come testimonia la rappresentazione dell'imperatore Costantino N Pogo-
nato in un mosaico di S. Apollinare in Classe, sempre a Ravenna (fig. 62).
La distinzione gerarchica tra i personaggi di corte, resa visivamente tra i
vari elementi dell'abhigliamento anche dai diversi tipi di fibule, viene ripropo-
sta nell'iconografia sacra. Cristo, equiparato all'imperatore, viene ad esempio
raffigurato in abiti militari e con una fibula «a disco» con tre pendenti nella
Cappella Arcivescovile di Ravenna (fig. 63)". L'arcangelo Michele, come un
alto dignitario, indossa invece una fibula «a disco» con due pendenti nella
basilica ravennate di S. Apollinare in Classe (fig. 64) ".
Nel VI secolo, come si è già accennato, abbiamo chiare attestazioni di un
processo di assimilazione del costume imperiale bizantino da parte dei sovrani
barbarici: questo fenomeno interessa anche le fibule che, in quanto simboli del
potere, rivestono un'importanza particolare nella riproduzione delle manifesta-
zioni gerarchiche della corte. Procopio, ad esempio, descrivendo l'abito di un
re Armeno, evidenzia la presenza di una fibula d'oro con tre pietre pendenti1'
che dobbiamo immaginare tipologicamente affine a quella imperiale. Anche
nei corredi funerari dei sovrani barbarici si riconosce la volontà di riprodurre
forme espressive estranee alla propria cultura, in quanto manifestazione di sta-
tus sociale elevato, come si può ipotizzare per i re visigoti già citati, sepolti
con fibule «a croce greca» di tradizione romano-bizantina".
Ampiamente attestata in ambiente longobardo è, ad esempio, la fibula a
disco con pietre o bulle a rilievo ed una peculiare decorazione filigranata, che
viene interpretata come un riflesso di modelli romani e bizantini nello stile
tipico dell'oreficeria barbaricajS.
La «contaminazione» tecnica tra i vari ambiti di produzione rende spesso
difficile un ncouoscimento della cultura artigianale di provenienza dei gioielli.
7 0 ~ a c ~ o m a1981,tav.
ck 23. In alcuni casi l'attribuzione si può basare in via ipotetica su analogie stilistiche
"Farioli Campanati 1982, e di repertorio iconografico con gioielli meglio documentati appartenenti ad
171,n.5,fig.51.
" Ibid.
altre classi: ad area orientale, ad esempio, si può ricondurre probabilmente una
.:3prok. a e d i ~ ed.^.^. fibula'albanese decorata a sbalzo, con la raffigurazione di due pavoni ai lati di
Dewing, G. DowneY. London un kantharos (Variante a: cat. IV.a.l), soggetto che ricorre, come abbiamo
1961. 111.1.
"V. supra nota 15. visto, in orecchini e fermagli di collana di produzione orientale del VI-VI1
Due esempi in Brown 1987. secolo.
Allo stesso sottogruppo appartiene una fibula del tesoro di Ténès, datato
come il resto del contesto al 420 circa, con un busto femminile sbalzato che
viene ritenuto un ritratto imperiale (cat. IV.4.a.2).
L'analogia tecnica con altre classi di gioielli, come medaglioni e bracciali,
appare evidente nel caso delle fibule a disco con cornice a traforo e monete o
medaglioni (variante b: cat. N.4.b.l-4); anche in queso caso la mancanza dei
contesti di rinvenimento rende spesso solo indicativo l'utilizzo dei reperti
numismatici come termine di riferimento cronologico. Significativo a questo
riguardo è il caso della fibula di una collezione privata tedesca (cat. IV.4.b.1)
che comprende un aureus di Caracalla inserito entro una cornice databile stili-
sticamente al N secolo: al gioiello venne inoltre aggiunta in un secondo
tempo, probabilmente tra Vi e VI1 secolo, un'iscrizione cristiana, che dimostra
il lungo utilizzo dell'oggeno e la possibilità di assemblaggi antichi che, in con-
testi privi di materiale numismatico, risulterebbero certo più difficilmente per-
cepibili.
In un altro esempio (cat. IV.4.b.2) l'indicazione cronologica fornita dall'e-
lemento numismatico coincide con l'analisi stilistica della cornice. In questo
esemplare è interessante la presenza di un doppio elemento decorativo collega-
to da una fascia di maglia aurea, che ha fatto pensare anche ad una sua even-
tuale interpretazione come parte di cintura. I1 confronto con un gioiello morfo-
lo&imente analogo, conservato a Ginevra ed ancora inedito (cat. IV.4.b.4),
permette probabilmente di considerarlo una fibula di tipo più complesso, forse
originariamente legata ad un gancio che permetteva di fermare il mantello ad
un occhiello.
La stessa ipotesi si può avanzare per un reperto conservato a Parigi (cat.
N.4.b.3), costituito da un medaglione a tre pendenti con anelli laterali per il
collegamento ad altri elementi oggi non conservati.
Al gruppo omogeneo di gioielli con decorazione cloisonné (variante C: cat.
N.4.c.l-4). comprendenti anche orecchini e anelli, appartengono alcune fibule
a disco con tre pendenti, attestate prevalentemente in Italia meridionale. Anche
in questo, come per altri esempi del medesimo tipo rinvenuti nella stessa area,
vi sono incertezze circa la pertinenza a botteghe operanti in Italia meridionale
oppure ad artigiani costantinopolitani.
I1 numero relativamente ampio delle attestazioni illustra comunqLe il fatto
che. nel VI1 secolo, epoca di esecuzione probabile per questi manufatti, la tipo-
logia «a disco» con tre pendenti, originariamente tipica della dignità imperiale,
veniva ormai riprodotta per una committenza privata e aveva quindi perduto,
almeno parzialmente, il proprio valore esclusivo.
Un altro esemplare ancb'esso proveniente da Canosa (IV.4.d.l) testimonia
il raro reimpiego di materiale numismatico nelle fibule, probabilmente da con-
nettere con l'ambito femminile e con l'ambiente gotoX6,anche se non è del
tutto da escludere la possibilità di un eventuale impiego anche da parte di
popolazioni indigene sotto l'influsso culturale germanico, analogamente a
l6 D'Angela 1992, 865.
in Fori 1994, quanto riscontrato per altre aree italiche che presentanno simili problemi di
249. commistione, come ad esempio quella romagnola3'.
La tipologin e i motivi decorativi

Arco e braccio decorati a niello con mo- Bibliografia: Arena 1992, 5-6, fig. 1
tivi vegetali e a granulazione; ele- (fine IV sec.); Augentil996, 129-
menti globulari, niellati e traforati, 130 (V sec.).
alle estremità del braccio; staffa con
iscrizione niellata: «Iuliane vivas» 2. Fibula
p p

(«Che tu viva, Giuliano»). Reggio Emilia


1 .a Bibliografia: Boube 1960, 321 (metà (Emilia Ro-
staffa a verga IV sec.); No11 1974; Milano cnpi- magna), te-
(IV-V sec.) tale 1990, lc.3g. soro 1.111.9,
1957
1. Fibula Reggio Emilia,
Museo Ci-
Vikovci (Croazia) vico (inv.
Zagabria, Museo Archeologico (inv. 2332)
9091) oro; L 8,14. l , p
argento; L 8.8 31.87
Staffa ornata con cerchietti e punti; sul- Staffa traforata
l'arco, iscrizione ~ V t e r felix*
e con decora-
(«usala felicemente»); priva dell'ar- zione a gi-
diglione. 6. Fibula rali inclu-
Bibliografia: Croazia 1993, 169, n. 250. denti motivi vegetali, zoomorfi (due
2. Fibula (fig. 59)
altim more, Walters Art Gallery (inv. uccelli) e una croce entro un bordo
57.562) a decorazione geometrica. Fili per-
Tamuda (Marocco) coll. ~ . ~ ~ a l t eacquistata
rs, da Da- linati alle estremità dei bracci.
bronzo dorato, argento; L 6.6 (senza il guerre, Parigi, 1924 Bibliografia: Degani 1959,55-56, tavv.
bottone dell'arco) oro, argento; L 5; 1 4.4 XV-XVI a-b (ultimo venticinquen-
Composta da dieci elementi: agemina- Arco con iscrizione a niello «Vivas/via- nio del V sec.); Ori Italia 196 1, n.
tura sull'arco con soggetti geome- tor» («Che tu viva, viandanten) e 769; Klauser 1969,794-795; Age of
trici (losanghe, punti e bordi ad decorazione a girali. Spirit~talify,303-304, n. 275 a (inizi
onde ricorrenti); estremità della Bibliografia: Baltimore 1947, n. 465, V sec.); Milano capitale 1990,
staffa decorata a volute. tav. LXVIII; Jewelry 1979, 150, n. 5c.6a.
Bibliografia: Boube 1960, 338-342, n. 417 (IV sec.).
28, fig. 4, tav. I (seconda metà o fine 3-5. Fibule
del IV sec.). 7. Fibula Ténès (Algeria), tesoro 1.111.3, 1936
S.P. oro
3. Fibula (fig. 59) Staffa traforata con decorazione ad uc-
Londra, British Museum
Tamuda (Marocco) oro celli su registri.
bronzo dorato con ageminature; L 6.4 Arco con iscrizione impressa: «+(OE)OU Bibliografia: Heurgon 1958, nn. 1-3,
Composta da dodici elementi: agemina- X a p t p («Grazia di Dio»). tav. XIV, 1-3 (420 circa).
tura sull'arco con una fascia a mo- Bibliografia: Dalton 1911, 541, n. 264
tivi geometrici compresa tra due bu- (non oltre il VI sec.). 6. Fibula
sti maschili; estremità della staffa
decorata. S.P.
Parigi, Louvre
Bibliografia: Boube 1960, 342-348, n. (inv. Bj 947)
29, fig. 5, tavv. I 1-111(seconda metà oro; L 10,16
o fine del IV sec.). staffa a traforo Staffa traforata
(fine IV-V sec.)
- con decora-
4. Fibula zione su
S.P. 1. Fibula dieci registri,
Parigi, Louvre (inv. s.n.) Roma, area del ciascuno con
oro, L max 6 Palatino, 1895 raffigura-
Arco semicircolare con iscrizione: Roma, Museo del- zione di due
«D(ominus) N(oster) Constantin(us) l'Alto Me- uccelli alter-
votis. X. multis XXP; frammentaria. dioevo nativamente
Bibliografia: No11 1974; Milano capi- oro addorsati e
tale 1990, lc.3f. Staffa decorata affrontati.
con croce che Fili perlinati
5. Fibula distingue quat- alle estre-
S.P. tro campi ret- mità dei bracci.
Vienna, Kunsthistorisches Museum tangolari con Bibliografia: Metzger 1983, n. 27; G.
(inv. VI1 B 3 10) uccelli e vi- M. Facchini in Milano capitale
oro, argento; L 10, 1 6 ticci. 1990, 5c.6b (IV sec.).
BibliogrBfia: Heurgon 1958, 114, tavv.
I, XXXII-XXXV, n. 19 (420 circa).

4.b
medaglione con cornice a
traforo
(IV-V sec.)
Taranto, Museo Archeologico Nazio-
nale 1. Fibula
bronzo; d 3.8
Verga rastremata appiattita decorata Limburg (Germania)
con solcature e terminante alle coll. privata
estremità con volute. oro
Bibliografia: D'Angela 1989b,122 e 126- Medaglione con bordo in lamina che
127, n. 3, tav. XLV, 3 (VI-W sec.) reca l'iscrizione: «Konstantia zeso-
men» (Costanza, viviamo) e aureus
3. Fibula di Caracalla (186-217) con cornice
del IV sec.
1. Fibula p.i., Canosa (FG, Puglia) Bibliografia: Zadoks Jitta 1987, 167-
p.i., Barletta (Puglia) Canosa, collezione privata 168, fig. 4 (VI-VI1 sec.).
Barletta, Museo Civico (inv. 595) bronzo; d 3.6
bronzo; L 3.2; 14.9 Verga rastremata appiattita, decorata
Cavallo decorato a cerchi con punto con iscrizione «Lupi1 biba» («Viva
centrale; croce latina sulla testa; Lupo») e terminante alle estremità
mancante dell'ardiglione. con due protomi zoomorfe stilizzate.
Bibliografia: D'Angela 1976, l 13 e Bibliografia: Santoro 1969, 12 1 - 125;
1 15; Id. 1992a, 912-913, n. 2 (VI- D'Angela 1978, 176, n. 4, tav.
VI1 sec.). LXXX, fig. 24 a; Salvatore 1979,
340; D'Angela 1992a, 91 3, n. 4
2. Fibula (VI-VI1sec.).
p.i., Barletta (Puglia)
Barletta, Museo Civico (inv. 609)
bronzo; L 2.8; 1 4
Analoga alla precedente, ma con pen-
nacchio sulla testa.
Bibliografia: D'Angela 1976, 113 e 2. Fibula (?)
115; Id. 1992a, 912, n. 1 (VI-VI1 S.P.
sec.). . .,.-W .- .
---
m -
Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
4.a 57.527)
lamina a sbalzo oro; d 8
(V-VI1 sec.) Medaglione di Costanzo I1 (337-361)
della zecca di Nicomedia montato
1. Fibula in una cornice a traforo tra fili perli-
nati; al diritto, busto dell'impera-
Komani (Albania) tore di orofilo a destra. con olobo e
Tirana, Museo Archeologico vittoriaalata, e legenda ~ ( c h i n u s )
oro, argento; d 7 n(oster) Constantius Max(imus)
A foglia: parte centrale in oro, decorata Augustus con chrismon; al rovescio,
con due pavoni affrontati ai lati di imperatore trionfante su quadrgia
1. Fibula un kantharos; fascia esterna in ar-
p.i., Barletta (BA, Puglia) tra vittorie alate e legenda D(omi-
gento decorata con motivi geome- nus) n(oster) Constantius P(ater)
Barletta, Museo Civico (inv. 1080) trici e vegetali. P(atriae) Augustus; tre pendenti a
bronzo; d 3.5 Bibliografia: Anamali 1993,439, fig. 1 maglia doppia con pietre terminali;
Verga rastremata a sezione ovale, deco- (VII-VI11 sec.). già considerato elemento di cintura,
rata a trattini incisi e terminante alle potrebbe essere piuttosto pertinente
estremità con volute. 2. Fibula ad una fibula analoga alla prece-
Bibliografia: D'Angela 1992a, 91 3, n. Ténès (Algeria), tesoro, 1936 dente; lo stato attuale del gioiello,
3 (VI-VI1 sec.). oro; d 9.4 montato su maglia a cinque catene
Al centro, testa femmiaile con diadema con un altro medaglione con mo-
2. Fibula ed alta acconciatura divisa in due neta di Faustina Maggiore, è fmtto
Vanze (LE, Puglia), necropoli, tomba 4 bande; tre pendenti. di una rielaborazione moderna.
Ln tipologia e i motivi decorativi

Bibliograjia: Vermeulel975, 28, n. 53;


Jewely 1979, 119, n. 330 (metà IV 4.c
sec.); Pirzio Biroli Stefanelli 1992, cloisonné
272, n. 258, tav. LIX, fig. 283 (ele- (V11 sec.)
mento di cintura; dopo la metà del

1. Fibula
Canosa (BA, Puglia)
Londra, British Museum (inv. 65.7- 2. Fibula
12.1)
coll. Castellani Capua (CE, Campania)
oro; d 6 Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet
Disco con orlo perlinato; cornice a des Médailles
quattro registri, due con anelli che oro; almandini
includono un filo di perle, uno con Disco traforato e lavorato a sbalzo; cor-
3. Fibula decorazione geometrica cloisonné e nice decorata da alamandini inseriti
uno liscio; clipeo centrale cloisonné in alveoli di fili d'oro con effetto
S.P. con la raffigurazione di un busto cloisonné tra fili perlinati; al centro,
Parigi, Louvre, (MNE 648) femminile di prospetto; maglie di raffigurazione di un grifo che af-
oro sospensione per tre pendenti. ferra un quadrupede; tre pendenti a
Medaglione con cornice liscia tra fili Bibliografia: Dalton 1911, 503 ss.; Ro- catena di maglia doppia con pietre
perlinati; al centro, chrismon, impe- senberg 1922; Burger 1930, 35; all'estremità.
ratore trionfante su carro a sei ca- Hackenbroch 1938, 12, fig. 5; Ross Bibliografia: Werner 1936, 58 ss.; Mo-
valli incoronato da una vittoria 1964, 144; Galasso 1969, 23; Fa- rassi 1936, n. 8 ; Ross 1964,
alata; esergo con simboli e foglie; 146,152; Lipinsky 1966b, 134; Id.
tre pendenti a catena, di cui uno per- rioli Campanati 1982, 334-335 e
406, n. 193, fig. 263; D'Angela 1967, 113 ss.; Galasso 1969, 16,
duto, con elementi semilunati in la- tav. IIb; Farioli Campanati 1982, n.
mina alle estremità; coppia di anelli 1984b, 361, fig. 425; Tait 1986, fig.
246 (VII sec.). 191, fig. 261; Ead. 1984,455.
sul diametro orizzontale.
Bibliografia: Metzger 1980a; Ead.,
1983, fig. 29 (W sec: elemento di
cintura).

4. Fibula
S.P.
Ginevra, Musée d'Art et d'Histoire
oro, perle, pietre
Medaglione con quadrupla cornice per-
linata; sulla fronte: al centro Cristo
nimbato in trono, tra due angeli e
due croci; sul retro, la Vergine in
trono con il Bambino, tra due an-
geli; tre pendenti di catena a maglia
doppia con vaghi conici d'oro, perle
e pietre a goccia; coppia di anelli sul
diametro orizzontale, ai quali su un
lato, è collegato un elemento sferico
baccellato con decorazione perli-
nata.
Bibliograjia: inedita.
centrale decorato a cloisonné con
un busto femminile di prospetto, 4.d
con orecchini. con monete
Bibliogrnfia: Ross 1961, 89, n. 37; Id.
1964, 144, fig. 2; Galasso 1969,22,
tav. 11; Jewelry 1979, 140, n. 392
(VI1 sec.); Farioli Campanati 1982,
406-407, n. 194, fig. 264.
4. Fibula
p.i., Italia
coll. Stroganoff; A. Loewi; J. Brum-
mer; M. Gutman
oro; d 3.7
3. Fibula Disco con orlo perlinato e cornice sud-
p.i., Comacchio (FE, Emilia Romagna) divisa in tre registri, a treccia, a li- 1. Fibula
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. nea ondulata di filigrana e ad anelli Canosa (Puglia), tomba, 1987
44.225) per l'inserimento di un filo con Bari, Museo Archeologico
coll. H. Walters, acquisto anteriore al perle; clipeo centrale con elemento oro; d.2.2
1931 quadrilobato danneggiato; tre rna- Solidus di Zemone (476-491) della
oro; d 3.8 glie per pendenti. zecca di Costantinopoli montato
Disco con orlo perlinato cornice suddi- Bibliogafia: Parkhurst 1961, 237-238; con un filo perlinato e, sul retro, con
visa in tre registri, a treccia, a bulle Ross 1964; Age of Spirituality occhiello e staffa.
e ad anelli per l'inserimento di un 1979, 317-318, n. 294 (VI-VI1 Bibliogrnjia: D'Angela 1992a, 865-866
filo con perle ora mancante; clipeo sec.). (prima metà VI sec.).
2.v.
LAMINE

Come è già stato accennato a proposito dei pendenti circolari di collana, una
classe di manufatti in oro spesso di difficile interpretazione è quella delle brac-
teae, lamine sottili ottenute mediante martellatura su modani, che potevano es-
sere ulteriormente arricchite di elementi decorativi con una lavorazione a ce-
sello l . Queste operazioni impiegavano artigiani specializzati chiamati bractea-
rii, che nella Roma di età imperiale sappiamo riuniti in corporazione ?, mentre
all'epoca di Costantino facevano parte delle categorie esentate dalle imposte 3.
Le lamine, appositamente ritagliate, a seconda dello spessore potevano
essere utilizzate per la confezione di gioielli a sbalzo, traforo o filigrana,
soprattutto medaglioni, orecchini, fibule e fermagli di collana, oppure come
elementi decorativi applicati direttamente su un sostegno. Quest'ultimo impie-
go è confermato dalla presenza di forellini per l'applicazione ad un supporto in
materiale deperibile come stoffa, cuoio o legno. In particolare, si suppone che
le brattee potessero essere cucite sugli abiti, oppure usate come ornamenti di
piccoli oggetti d'uso in legno, quali ad esempio cassette4.
Un esemplare circolare, rinvenuto nel 1886 a Siderno (Calabria) in una
sepoltura, rende certo questo utilizzo: esso rivestiva infatti il coperchio di una
l «Tenuissima lamina» viene
piccola scatola in legno, che si decompose appena aperta la tomba5. La decora-
definita la «brattea» in Isid. XV,
18; per una bibliografia aggior- zione della lamina, che raffigurava l'Adorazione dei Magi e la Natività, non si
nata su questa tecnica orafa v. distacca da quella di analoghi reperti rinvenuti in Italia meridionale, per i quali
Axboe 1982 e M. Delle Rose in
EAM, S.V. «Bratteata»; Sanna- viene proposto un uso come applicazioni per indumenti. In realtà l'uso delle
zar0 1997,93. lamine montate sugli abiti, spesso chiamato in causa per spiegare la funzione
? Insieme agli inauratores e ai
caelatores: CIL, V, 1, 1876. di questa classe di manufatti, non doveva essere molto frequente. Le brattee di
Cod. Iust. X, 66,l. questo tipo sono infatti molto sottili e fragili, e, cucite ad una stoffa, risultereb-
Farioli Campanati 1982, bero poco resistenti, adatte solo a contesti funerari. Inoltre, già a partire dal-
357.
' Diehl 984, 204; Volbach
l'età ellenistica, alle applicazioni in materiale aureo si preferiscono stoffe tinte
1943,66; Geraci 1975.27; v. an- di porpora ed intessute di filo d'oro 6, tradizione che prosegue nella tarda anti-
che Lipinsky 1969~1,1431 ; sul
retro della lamina si notava la
chità soprattutto per le produzioni destinate alle élites sociali '. Anche le stoffe
presenza di mastice resinoso per copte, a volte utilizzate come elemento di confronto per l'utilizzo di brattee
l'applicazione al supporto in le- applicate agli abitiS, nell'ornato riproducono prevalentemente elementi decora-
gno: Farioli Campanati 1982,
357 e 412, n. 212, fig. 285. Sulle tivi di filo aureo con pietre e perle, mentre non pare possibile riconoscervi con
lamine calabresi v. anche Spadea sicurezza anche applicazioni in lamina sbalzata.
1989; Fiaccadori 1994,752, con
considerazioni sulle risorse auri- Se per gli esemplari inseriti in medaglioni, fibule e pendenti è possibile for-
fere della Calabria e la possibi- mulare ipotesi stilistiche e cronologiche sulla base di più elementi combinati,
lità di produzioni locali di lami-
ne decorate. nel caso di quelle sporadiche appare particolarmente difficile individuare data-
h E. Lippolis in Ori di Taran- zione e destinazione originaria: gli esempi presentati, inoltre, attestano l'esi-
to 1984,327-337. stenza di una produzione con specifiche caratteristiche formali e stilistiche, ma
' S . Gerolamo, ad esempio, in
una lettera del 384 cita le vesti non sono con certezza identificabili come gioielli. Sulla base della forma sono
degli eunuchi, nelle quali «adte- sono stati distinti due tipi principali. A questi è stato aggiunto un terzo gruppo,
nuata infilum metalla texuntum:
Hier. Epistulae XXII, 16; anche rappresentato dagli esemplari di Luni (cat. V.3.1) (fig. 67), che costituiscono
Giovanni Crisostomo descrive un insieme omogeneo e vengono quindi considerati complessivamente come
personaggi coperti di gioielli e di
vesti ricamate: in Ioh. Chrys., elementi di un unica realtà decorativa:
VII, 501-502; sulle attestazioni
-
di età longobarda v. Baldini Lip- Tipo 1: lamine discoidali
polis 1997 con bibliografia pre-
cedente. Tipo 2: lamine cruciformi
n Ad esempio Sannazaro 1997. Tipo 3: sistemi deciorativi di lamine
La tipologin e i motivi decorativi

Tipo 1

Il primo gruppo comprende lamine discoidali lavorate a sbalzo (cat. V. l .l-5),


con soggetti neotestamentari comuni al repertorio iconografico di altre classi
di materiali coevi, come le ampolle a stampo di Terrasanta (fig. 65) 9, o altri
tipi di gioielli, come pendenti, fibule e fermagli; proprio a pendenti possono
essere attribuite alcune di queste lamine, spesso decontestualizzate e prive di
chiari elementi di identificazione.
Esempi rinvenuti ad Adana (Turchia) e attribuiti al VI secolo (cat. V.l.1-2)
raffigurano scene piuttosto complesse: busti di Cristo e degli Apostoli, ciclo
dell'infanzia di Cristo e miracoli. Secondo A. Grabar la scelta iconografica
riflette un significato soteriologico che, nel caso di oggetti di uso personale,
diventa apotropaico: tale funzione è resa esplicita in uno degli esemplari noti,
dall'aggiunta della parola «salute» lo, consueta in questo senso, come si è visto,
anche in altre classi di gioielli.
Costantinopoli è molto probabilmente il luogo di produzione delle lamine
rinvenute in Turchia, che spesso venivano utilizzate in medaglioni, come docu-
mentato ad esempio dal tesoro di Mersin I l .
Altri esemplari simili a quelli di Adana provengono dall'Italia meridionale:
si tratta di lamine figurate, che vengono datate su base stilistica al VI-VI1 seco-
lo (cat. V.1.3-5). I soggetti raffigurati sono anche in questo caso prevalente-
mente neo-testamentari, con una uniformità di stile e di scelte iconografiche
che potrebbe rendere plausibile sia un'esportazione da Costantinopoli, che
un'attribuzione a botteghe operanti in loco, influenzate dalle coeve produzioni
orientali. Resta forse più probabile, per le strette analogie riscontrabili da un
punto di vista tecnico, la possibilità di un importazione dall'oriente, conside-
randone il carattere di bene di prestigio e la facilità di trasporto e di utilizzo per
classi diverse di manufatti.

Tipo 2
I1 secondo gruppo di lamine, di forma cruciforme, comporta apparentemen-
te minori problemi di interpretazione. I1 loro uso sembra infatti legato preva-
lentemente ad un ambito funeraro cristiano: in due esemplari di provenienza
7
cipriota, ad esempio, è aggiunta un iscrizione che raccomanda a Dio la salvez-
za ed il riposo dei personaggi nominati (cat. V.2.1-2). La presenza, anche in
questi casi, di fori per l'applicazione, rende plausibile l'ipotesi che fossero ori-
ginariamente cuciti ad un sudario o ad un velo funebre. Secondo una diversa
Farioli Campanati 1982, interpretazione, invece, le croci avrebbero una funzione votiva l" difficilmente
357; Ead. 1990,137-139. conciliabile, tuttavia, con il contenuto di iscrizioni come quella citata.
l o Grabar 1983, 129. Lo stesso problema interpretativo riguarda le croci auree rinvenute nelle
l ' V. cap. 2.III.l.a.l.

IZVierck1975.
necropoli di età longobarda, meglio documentate tuttavia dal punto di vista del
"Sintesi del problema in rituale funerario e quindi probabilmente attribuibili ad elementi in stoffa 1 3 .
Sannazaro 1997, 117, nota 44 Le lamine di ambito orientale potrebbero aver avuto lo stesso scopo di
(con bibliografia precedente).
Per l'ambito orientale v. anche un'altra classe di oggetti, più elaborata e meno diffusa, ma ugualmente cru-
Weidemann 1975. ciforme: si tratta di oggetti di piccole dimensioni, in oro, costituiti da una
65. Monza, Tesoro del Duomo: ampolla argentea dalla Ter-
rasanta.

L ,
66. Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale: croce
in lamina aurea con monogramma. 67. La Spezia, Museo Civico 'U. Formentini': lamine auree da Luni.
~p

Lo fipologia e i inotivi decornfii~i

breve asta alla quale è saldata una croce in lamina (fig. 66). Questi esemplari,
sui quali non esiste alcuno studio specifico nonostante l'indubbio interesse da
un punto di vista del rituale funerario, sono presenti in Italia meridionale in
contesti del VI-VI1 secolo 14. Uno di essi, rinvenuto nei pressi di Senise (Basili-
cata), presenta una decorazione incisa costituita da un monogramma, che viene
risolta come un'invocazione di protezione per un Teodoro, e da un'aquila ad
ali spiegate l J : lo stesso soggetto, reso con uno stile del tutto analogo, ricorre
come si è visto in altre categorie di gioielli e soprattutto in anelli di ambito
orientale 16, rendendo plausibile la possibilità di un'analoga area di provenien-
za. Un altro esemplare, scoperto invece a Pratola Serra (Campania), viene
datato al VIi secolo ed è interpretato da P. Peduto come una versione locale del
modello orientale rappresentato dalla crocetta di Senise l'. Si pone a questo
punto il problema dell'utilizzo funerario di queste crocette sia in Occidente che
eventualmente in Oriente, dove tuttavia la documentazione di sicura prove-
nienza è però assente, mentre sono documentate le croci, già presentate, in
lamina semplicemente ritagliata (cat. 2.V.2.1-3).

Tipo 3

Un terzo gmppo di lamine, utilizzate per creare un unico insieme decorati-


vo, è stato recentemente analizzato da M. Sannazaro a proposito di manufatti
recuperati nel 1931 a Luni (fig. 67) la.I1 ritrovamento avvenne casualmente
durante lavori agricoli e non è stato possibile ricostmire con sicurezza l'esatto
luogo di provenienza, che potrebbe avere coinciso con l'area sepolcrale esterna
'Vulla classe e. in particola- all'abitato e connessa alla basilica cimiteriale di S. Pietro: in alternativa ad una
re, su un esempio in bronzo, at- possibile interpretazione degli oggetti come parte di un corredo funerario, vi è
nibuito al VI1 sec. da una tomba
della basilica esterna della SS. tuttavia quella di considerarli elementi di un tesoro nascosto in un periodo di
Trinità di Venosa, v. Salvatore pericolo e instabilità.
1991, 281, t.1: si tratterebbe di
oggeni di uso funerario realizzi- L'insieme comprende trenta lamine (2.V.3.1) con fori per l'applicazione ad
ti su imitazione delle croci pro- un supporto in materiale deperibile, considerato in questo caso una stoffa.
cessionali. Alcune di esse presentano elementi decorativi di notevole interesse e strette
'I11 manufatto 6 conservato al
Museo Nazionale di Reggio Ca- affinità con altri manufatti in materiale prezioso, come la n. 1, con animali
labria (inv. 7194): Geraci 1975, araldici e l'iscrizione augurale utere felix che compare anche in fibule, anelli e
25, tav. 111.
cucchiai ". Anche il motivo del kantharos e del pavone, delle due lamine 2-3 è
stata già analizzato nelle diverse possibilità compositive e valenze simboliche
a proposito di orecchini e pendenti con analoghi soggetti. La diffusione del
leone gradiente accompapato daila stella a sei punte delle lamine nn. 4 e 12-
16 è stata inoltre verificata sulla base di pendenti vitrei del 111-IV secolo con
" ~ e d u t o1984, fig. 10: I'ori- significato apotropaicoD. Mentre per le ragurazioni citate è difficile fornire
ginaria pertinenza ad un sudario
viene riconosciuta sulla base precise indicazioni cronologiche nell'ambito di una generica attribuzione al
delle tracce di tessuto ossidato periodo tra IV e VI1 secolo, una più precisa puntualizzazione può essere avan-
sul retro della croce.
'aSannazaro 1997.93. zata sulla base delle lamine 8-11, con busto imperiale. La corona gemmata
191vi,102. decorata da prepeizdulia e castoni superiori, è infatti tipica della fase posteriore
O' V. ad esempio cap. 2. cat al V secolo, mentre l'aggiunta del castone centrale sormontante e tripartito
111.5.1.111.11.1.m.ii.z.
sembra potersi datare in età giustinianeau. La cronologia al VI secolo proposta
dall'editore sembra pertanto la più probabile.
Lamine

Di più difficile soluzione è il problema del luogo di esecuzione dei manu-


fatti e del loro impiego. L'iscrizione della lamina n. 4 suggerisce l'attribuzione
ad un'officina italica, che viene identificata in Ravenna, caposaldo anche in
questo periodo dei rapporti tra Italia e Oriente. L'ipotesi potrebbe essere con-
fermata dal rinvenimento a Rimini della crocetta aurea già citata (cat.2.V.2.3),
che ripropone il motivo della colonna tortile con capitello corinzio degli esem-
plari nn. 2-3. Non può tuttavia essere esclusa un'attribuzione del gruppo di
lamine a Roma, anch'essa centro di primaria importanza nella produzione di
oggetti in materiale prezioso di influsso bizantino.
La peculiarità delle lamine lunensi lascia insoluta la questione della loro
funzione. Il Sannazaro ipotizza che esse facessero parte di un abito da cerimo-
nia, probabilmente femminile, non escludendo tuttavia la possibilità di un uso
funerario 2', come nel caso delle crocette auree già esaminate. L'iscrizione
augurale, tuttavia, sembrerebbe rendere più plausibile un utilizzo differente
dell'oggetto di cui faceva parte questa complessa decorazione aurea, essendo
generalmente attestata, come accennato, in oggetti d'uso e, presumibilmente,
dati in dono. Non si può escludere pertanto che le lamine fossero impiegate per
decorare oggetti in cuoio, come una borsa o una cintura, possibilità quest'ulti-
ma che potrebbe riguardare un esemplare frammentario da Salonicco, anch'es-
so peraltro problematico e i rinvenimenti di MersinZ3.
Esistono incertezze interpretative anche riguardanti il ritrovamento, all'in-
temo di una tomba della chiesa centrale di Anemurium (Cilicia), di trentacin-
que elementi aurei, tra cui quindici bulle, dieci croci filigranate con motivo a
volute e sette applicazioni, a traforo e punzone, a forma di pavoni affrontati ai
lati di un elemento vegetale. Tali reperti, datati al VI-VI1 secolo, vengono
22Sannazaro1997, lo e 'l4. infatti considerati in forma dubitativa la decorazione di una stoffa o di un reli-
?' V. cap. 2, cat. VIII.a.1.
24Russel 1986, 1635-1637, quario in materiale deperibile, senza che sia stato tuttavia possibile ricavare
fig. 12. indicazioni certe sulla loro originaria destinazione ?.'
trale con decorazione figurata su 5. Lamina
tre registri, con bordo ed eserghi a p.i., Italia, 1921
motivi perlinati: Annunciazione, Berlino, Museum fur Spatantike und
Visitazione, Natività, Fuga in Egit- Byzantinische Kunst (inv. 6861)
to, Adorazione dei Magi, accompa- oro; d 5.2
gnate da iscrizioni tratte dal rac- Disco con cornice a motivo perlinato e
conto evangelico; doppio anello di raffigurazione dell'Incredulità di S.
sospensione. Tommaso alla presenza degli apo-
Bibliografia: Dennison 1918, 131, fig. stoli: Cristo nimbato, al centro, con
30; Grabar 1983, 129, fig. 67. il rotolo nella sinistra, mostra a S.
Tommaso la mano destra; in alto e
in esergo, iscrizione greca tratta da
Giov., 20,28-29.
Bibliografia: Schlunk 1939, 523,
n. 55; Effenberger 1992, 144, n. 56
(VI-VI1 sec.).

1. Lamina
Adana (Turchia)
Istanbul, Museo Archeologico (inv. 1. Croce
3. Lamina p.i., Cipro
82a)
oro; d 8.2 p.i., Basilicata Nicosia, Cypms Museum (inv. J 503)
Medaglione circolare con orlo perlina- Berlino, Staatliche Museen (inv. 3330) oro; L 7,15:
to e cornice con busti di Cristo e oro; d 2.9
Disco con Vergine in trono e Bambino
.
Ouattro fori alle estremità dei bracci
degli Apostoli alternati a girali; per l'applicazione; iscrizione greca
disco centrale con decorazione e stella in alto a sinistra. invocante la salvezza per Leontias.
figurata su tre registri, con bordo Bibliografia: Garrucci 1881, 122, n. 4, Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152;
ed eserghi a motivi perlinati: mira- tav. 479; Wulff 1909, 229, n. 119, Pierides 1971, 57, n. 2, tav.
coli di Cristo e iscrizioni. tav. LV; Schlunk 1939,7; Lipinsky XXXIX, 2 (VI-VI1 sec.).
Bibliografia: Grabar 1983, 129, fig. 1969b, 267 ss.; Farioli Campanati
67; Pasinli 1992, 80, n. 93 (VI 1982, 412-413, n. 213, fig. 286 2. Croce
sec.); Gonosova 1997 (fine VI- (con bibliografia precedente). Lambousa (Cipro)
inizi VI1 sec.). Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 442)
oro; L 7.5; 1 6
Bordo a motivo perlinato; estremità dei
bracci arrotondate e fori per I'appli-
cazione; iscrizione greca: «unep
ccvanccuoey XpqozLvou Zohopovq<
K011 C L ~ ~ V V O(«per
Z ) ~il» riposo di
Chrisrinos, Solomoni e Sisinnom).
Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152;
Pierides 1971, 57, tav. XXXIX, n.
7; Vierck 1975.
3. Croce
4. Lamina Rimini, necropoli del Palazzo dello
Sport
p.i., Italia meridionale Rimini, Museo Civico Archeologico
Ginevra, Musée d'Art et d'Histoire oro; L.6,10.8
(inv. AD 7996) Uno dei bracci decorato con linee inci-
2. Lamina oro se parallele; l'altro con la raffigu-
Adana (Turchia) Disco con cornice a motivo perlinato e razione di una colonna tortile e
Istanbul, Museo Archeologico scena figurata resa a sbalzo con capitello corinzio; fori per l'appli-
oro; d 8.2 l'Adorazione dei Magi in alto e cazione; frammentaria.
Medaglione circolare con orlo perlina- croce lemniscata in esergo. Bibliografia: Maioli 1992; Sannazaro
to e cornice a meandro; disco cen- Bibliografia: inedita. 1997, 102-1 03, fig. 10.
«u/tere/felix» («usalo felicemen- p 0.89- 1.12) con orlo perlinato; cli-
te»); elementi in lamina applicati pei posti agli angoli e palmetta
sul retro; due fori per il montaggio centrale con orlo perlinato; tre o
ad un sostegno. quattro fori per l'applicazione.
2-3. lamine semiellittiche (2.2 x 2.9, p 8-1 1. lamine circolari (d 1.8, p 0.41-
0.74), una delle quali mancante 0.54): clipeo con doppio orlo perli-
della parte superiore, con un pavo- nato includente un busto di impera-
ne e un kantharos da cui esce un tore con corona ornata di pendilia e
1. Gruppo di lamine (fig. 67) elemento vegetale, incorniciate da con clamide fermata da una fibula.
Luni (SP, Liguria), 193 1 un arco di triplo filo perlinato su 12-16. lamine circolari (d 1.8, p 0.44-
La Spezia (Liguria), Museo Civico U. due colonne tortili con capitello 0.52): soggetto analogo a quello
Formentini (cat. Fabbricotti 1595) corinzio; quattro fori per I'applica-
oro; p complessivo 18.43 zione (cinque in un esemplare). della lamina 4; quattro fori per
Costituito da 30 elementi : 4. lamina quadrangolare (1.8 x 2.2, p l'applicazione.
1. lamina pentagonale ( 2.5 x 3.5, p 1.19) con orlo perlinato; clipeo 18-30 lamine circolari (d 0.5, p 0.06-
5.84) ad orlo perlinato, con raffigu- perlinato con leone gradiente verso 0.1 l ) con clipeo non decorato e
razione di due animali fantastici in sinistra, stella a sei punte ed ele- orlo perlinato; due fori per l'appli-
posizione araldica, ai lati di un ele- mento vegetale; nove fori per I'ap- cazione.
mento vegetale (Albero della Vita) plicazione. Bibliografia: Sannazaro 1997 (VI sec.),
e iscrizione in lettere capitali 5-7 e 17. lamine triangolari (2.2 x 3.2, con bioilografia precedente.
2.VI.
BRACCIALI

I bracciali tardoantichi sono scarsamente analizzati dalla bibliografia: l'uni-


co studio di insieme per il periodo compreso tra il I1 e il VI secolo è infatti
quello condotto nel 1971 da C. Lepage l, che tuttavia analizza con maggiore
attenzione gli esemplari anteriori al IV secolo, scontrandosi in molti casi con
l'estrema difficoltà di reperimento di oggetti dotati di un contesto cronologica-
mente attendibile.
La documentazione letteraria, consistente prevalentemente in atteggiamenti
di deplorazione da parte degli scrittori cristiani sull'uso di questi gioielli, non
contribuisce in modo significativo alla ricerca sui manufatti attribuibili al
periodo tardoantico. Tertulliano nomina le viriae ?, di uso prevalentemente
maschile in quanto ottenute come ricompensa di imprese militari, alludendo
anche ad un impiego femminile dei bracciali, che circondavano il polso rica-
dendo sulla mano" Isidoro di Siviglia ribadisce la distinzione tra ornamenti
femminili e amzillae o viriolne maschili, legate al valore dimostrato in azioni
militari4, secondo un'accezione documentata anche da Procopio
Nell'ambito del materiale disponibile non siamo in grado, se non valutando
il diametro dei manufatti, di distinguere i bracciali dagli ornamenti indossati
attorno alle caviglie: questi ultimi, di tradizione ellenistico-romana h , sono
infatti documentati dalle fonti ancora nel VI secolo ', ma non compaiono in
alcuna raffigurazione tardoantica che consenta un riscontro tipologico.
Mentre non è facile riconoscere i gioielli destinati agli uomini, l'uso fem-
minile dei bracciali, a fini puramente estetici, trova riscontro in una notevole
quantità di esemplari di dimensioni piuttosto ridotte, spesso rinvenuti a coppie.
A tali attestazioni non corrisponde, tuttavia, un'adeguata documentazione ico-
nografica, risultando peraltro le espressioni figurative scarsamente utilizzabili
a causa dell'estrema semplificazione dei particolari: i bracciali da polso e da
avambraccio indossati da due Naiadi in una stoffa copta del V secolo (fig. 68)"
e da Afrodite in un piatto del VI secolo (fig. 69) 9, ad esempio, sembrano rifarsi
L Lepage 197 1.
direttamente ad un repertorio standardizzato risalente all'età classica, senza
Tert. De pallio 4: «...vestigia alcun particolare riferimento a tipologie specifiche del periodo.
cestuum viriis occupavib>. In documenti come il mosaico di Teodora a Ravenna (fig.7a), inoltre, i
Tert. De cultu X I , 13: bordi riccamente decorati delle vesti delle dame del corteo imperiale possono
«...manus spatalio circumdari
solita»...«Id. depallio IV: »...ar- essere facilmente confusi con bracciali; solo una delle figure indossa quello
millis, quas ex virorum fortium che potrebbe sembrare più verosimilmente un esemplare a verga con castone
donis ipsae quoque matronae ti-
mere usurpassent...D. circolare centrale, ma anche in questo caso non si può escludere che si inten-
Isid. desse invece raffigurare l'ornamento ricamato in oro della manica.
Prok. Goth. 111. Raramente documentati iconograficamente, i bracciali sono sempre presenti
Darernberg, Saglio, Diction-
naire, S.V.«Armilla»;A. Mau, in tra le oreficerie di alcuni tesori tardoantichi, come quello di Kyrenia (Cipro)
RE, S.V. ~Armbandem,«Ami/- (1 .III. 18), Mitilene (Lesbo) (1.III. 13), Assiut (Egitto) (1 .III.24) e Pantalica
lae»; P. Sticcotti, R. Pulinas, in
EAA, s.v. «Braccialetto»; A. (Sicilia) (1.111.21). Gli esemplari appartenenti a questi contesti, eseguiti in oro,
Dell' Aglio, in Ori Taranto 1984, a volte con l'aggiunta di pietre e di paste vitree, sono tra le espressioni più evi-
235.
'Isid. X X X I , 19: «perisceli- denti del gusto e della ricchezza delle classi elevate del tempo, soprattutto in
des sunt apud feminas crurum ambito orientale, dove devono probabilmente essere individuati anche i centri
ornamenta quibus gressus ea- di produzione degli esemplari più elaborati. Va evidenziata in alcuni dei brac-
rum omantun).
Grabar 1980, fig. 383. ciali presentati l'esistenza di una chiusura mediante un perno a vite, elemento
Ivi, fig. 346. che era stato ritenuto da A. Lipinsky tipico dell'oreficeria prodotta a Roma, ma
La fipologin e i morivi decorativi

che evidentemente non caratterizza in maniera esclusiva le botteghe di questa


città quanto piuttosto quelle di ambito orientale.
Sulla base dei gioielli noti è possibile distinguere almeno tre tipi fondamen-
tali in oro, cui si aggiunge una vasto gruppo di manufatti più economici in
bronzo, a verga liscia o ritorta di tradizione classica e in vetro. Le produzioni
in bronzo non vengono considerate in questa sede per la difficoltà di aggrega-
zione e di datazione degli esemplari: si tratta infatti quasi esclusivamente di
prodotti locali, con forme comuni anche ad altre fasce cronologiche.

Tipo 1: bracciali a verga (con tre varianti)


Tipo 2: bracciali a maglie
Tipo 3: bracciali a nastro (con cinque varianti)
Tipo 4: bracciali in vetro (con tre varianti)

Tipo 1

Variante a: verga non decorata


Variante b: verga decorata
Variante C:verga con elemento centrale

I1 primo tipo comprende bracciali a verga cilindrica rastremata, eseguiti in


oro o bronzo: si tratta di un modello molto comune, attestato anche in altri
periodi sia nella forma a verga non decorata (variante a) sia in quella decorata
(variante b).
Gli esemplari del primo gruppo, attestati anche in Turchia (cat. VI. l .a. 1 - 3 ,
a Cipro (cat.VI. l .a.6-7), Lesbo (cat. VI.l.a.8-13) ed in Sicilia (cat. VI. l .a. 14-
15), presentano spesso un caratteristico ispessimento al centro, analogamente a
quanto riscontrato in una delle varianti degli orecchini ad anello lo; la cronolo-
gia di questi esemplari, fondata sui dati ricavabili dal contesto di ritrovamento,
sembra collocarsi soprattutto nel corso del VI1 secolo.
Al gruppo con verga decorata (variante b) appartengono bracciali a verga
ispessita, con elementi aggiunti a granulazione e a stampo. Un esemplare forse
proveniente da Costantinopoli (cat, 2.VI.l.b.l) presenta una forma del tutto
analoga agli esemplari precedenti, salvo che per la presenza di un filo perlinato
che segue l'ingrossamento della verga: lo stesso motivo si riscontra su una
coppia di orecchini a cerchio rinvenuta nello stesso contesto e datata, come il
bracciale, al VI1 secolo, evidentemente prodotto della medesima bottega.
Al tesoro di Mitilene appartiene invece un gioiello della prima metà dello
stesso secolo, nel quale alla decorazione granulata si aggiungono due mono-
grammi crucifomi indicanti probabilmente il possessore (cat. VI. l .b.2).
Alcuni esemplari di V-VI1 secolo presentano un elemento centrale aggiunto
alla verga (variante C). Un bracciale proveniente dal tesoro di piazza della
Consolazione a Roma (cat. VI.l.c.7) ha la verga formata da un triplo filo
godronato, collegata ad un medaglione con il busto di Atena. Si tratta probabil-
I0V.cap. 2, cat. ii.1.c-d. mente di un gioiello legato ad una committenza romana di elevato livello
V. cap. 2. cat. II.l.d.1. sociale, manifestando, ancora tra la fine del V e gli inizi del VI secolo, la cir-
68. Washington, Dumbarton Oaks Collection: stoffa con Naiadi.

69. Parigi, Bibliothèque Nationale, Cabinet des Médailles: piatto con Afrodite.

70. Baltimora, Walters Art Gallery: bracciale (cat. V1.3.a.2).

71. Berlino, Antikenmuseum: bracciale da Antinoe (cat. V1.3.e.l).


La tipologia e i motivi decorativi

colazione di iconografie tradizionali di origine pagana per oggetti di uso perso-


nale. Nel caso specifico di Atena, inoltre, va notata la frequenza con cui tale
soggetto compare, in associazione con gioielli, in tesoretti e corredi funerari di
età tardo-imperiale e bizantina, quasi a ribadire un significato apotropaico del-
l'immagine. Oltre all'esempio citato, in cui il soggetto è parte integrante di un
gioiello, cammei di analoga iconografia sono state rinvenuti, ad esempio, in
una tomba di 111 secolo di Goito 12, in una sepoltura israeliana coeva l3 e nel
tesoro di Cartagine, attribuito come si è visto al V secolo 14.
Dal17Egittoprovengono altri quattro esemplari più tardi, rinvenuti a coppie,
databili tra la fine del VI e gli inizi del VI1 secolo (cat. VI.l.c.3-6) sulla base
delle monete impiegate nell'elemento centrale di uno di essi. Alcuni particolari
tecnici di questi gioielli, come l'uso di piccoli dischi aurei applicati, permette
di attribuirli con certezza al medesimo atelier, egiziano o costantinopolitano,
delle collane a verga cilindrica e pettorale di medaglioni che facevano parte
dello stesso tesoro 15.
La fascia leggermente bombata di una coppia rinvenuta a Cipro (cat.
VI.l.c.1-2) presenta infine motivi vegetali sbalzati, mentre il medaglione cen-
trale ha una croce a sei bracci inclusa in una cornice con cornucopie a traforo:
la datazione attorno alla seconda metà del VI secolo si fonda sull'analisi stili-
stica dei manufatti.

Tipo 2

Un secondo tipo è esemplificato da un unico rinvenimento, a maglie snoda-


te con motivo a doppia lira, proveniente dal tesoro di Pantalica e pertanto data-
to probabilmente nell'ambito del VI1 secolo (cat. VI.2.1). Definito da P. Orsi
«arte pesante e piuttosto ordinaria» 1 6 , il gioiello, oggi al Metropolitan
Museum, presenta tuttavia notevoli qualità decorative grazie ai contrasti lumi-
nistici ottenuti attraverso tocchi di punta sull'oro delle maglie. I1 suo isolamen-
to rispetto alle produzioni attestate in loco rende plausibile l'ipotesi di un'ese-
cuzione orientale e forse costantinopolitana, benché per il momento non sia
possibile, neanche in quell'ambito, un riscontro tipologico preciso.

Tipo 3

Variante a: nastro non traforato


Variante b: nastro non traforato con elemento centrale e pietre
Milano capitale 1990,282- Variante C: nastro traforato
283, 4e.2.g. l . Variante d: nastro traforato con medaglione
Treasures of the Holy Land
1988. 236-237, n. 122. Variante e: nastro filigranato con pietre e medaglione
l-' Pirzio Biroli Stefanelli
1992, 275, n. 266 (con biblio- Ad un terzo gruppo appartengono bracciali a nastro piatto o leggermente
grafia precedente).
' T a t . 111.3.2-3. bombato, decorato a sbalzo o traforato, in alcuni casi con l'aggiunta di pietre e
IhOrsi1942, 138. perle o di un medaglione centrale. La varietà delle forme ha reso necessaria
Bracciali

una suddivisione articolata in varianti, anche se in numerosi casi gli esemplari


sono sostanzialmente vicini da un punto di vista morfologico e cronologico.
Un bracciale in lamina ribattuta di provenienza siriana (variante a: cat.
VI.3.a.l), oggi a Washingto~,è decorato con un medaglione che nella faccia
principale presenta un imperatore sul carro tra due Vittorie alate, forse Mauri-
zio Tiberio (582-602), mentre sul tergo, tra altri motivi decorativi, un chrismorz
e un'iscrizione; il nastro ha invece una decorazione a rilievo con girali di vite e
grappoli. A proposito di questo e di un altro bracciale analogo, conservato
come il precedente a Washington l', S. Boyd ha evidenziato l'esistenza di falsi
moderni in argento prodotti da botteghe siriane o libanesi, conservati anch'essi
nella Dumbarton Oaks Collection 18.
L'uso di bracciali come talismani è documentato da un esempio in argento,
egiziano, del museo di Baltimora (cat. VI.3.a.2, fig. 70), con soggetti tratti dal
ciclo cristologico e invocazioni cristiane mescolati ad immagini sincretistiche,
come la stella di Salomone (perztalpha), il segno ad N collegati e il busto radia-
to, tutti elementi che compaiono anche su pendenti di collana e anelli aventi il
medesimo carattere apotropaico. Si tratta di produzioni molto diffuse soprattut-
to in bronzo, probabilmente sviluppatesi inizialmente in ambiente egiziano.
La convivenza con manifestazioni figurative rigorosamente cristiane nella
stessa area è documentata da un altro bracciale, oggi a Londra (cat. VI.3.a.3),
attribuito al 600 circa: il gioiello ha una decorazione del nastro a girali inclu-
denti uccelli e due pavoni affrontati ai lati del kaiztharos: il medaglione centra-
le presenta invece il busto nimbato della Vergine, orante, tra castoni originaria-
mente includenti pietre.
La tipologia dei bracciali a fascia non traforata prosegue nell'oreficeria
bizantina anche dopo il VI1 secolo, in forme assai simili a quelle precedenti
con l'aggiunta di elementi tipici del periodo di esecuzione, mostrando la forza
della tradizione nella trasmissione, anche a distanza di secoli, dei modelli
base 19.
In una seconda variante (b) sono comprese anche pietre e perle, utilizzate
per decorare il nastro e il medaglione centrale. Una coppia di bracciali rinve-
nuti a Cipro presenta ad esempio una ricca omarnentazione di perle, zaffiri e
smeraldi irregolari utilizzati nella fascia, con altre perle lungo l'odo esterno di
un vistoso castone centrale filigranato (cat. VI.3.b. 1-2). Si tratta di realizzazio-
ni eccezionali, sia per il valore intrinseco dei materiali utilizzati, sia per l'estre-
ma raffinatezza della lavorazione del castone. La fascia, con pietre incastonate
o semplicemente fermate con piccole grappe, documenta invece una tecnica
più approssimativa, comspondente al gusto per espressioni vistose tipico del
VI1 secolo.
Allo stesso ambito cronologico è attribuibile un altro esemplare del tesoro
l7 Dumbarton Oaks Collec- di Antinoe, con castone quadrato decorato di pietre e perle (cat. VII.3.b.3).
tion (inv. 50.38); citato in Ma- I bracciali a nastro traforato (variante C)sono morfologicamente abbastanza
nière Léveque 1997, 94.
'"oyd 1981, 10-11: invv. omogenei, con motivi decorativi prevalentemente vegetali, comuni anche negli
64.12 e 65.4. anelli a fascia.
'" Un esempio del Museo Be- Ad una prima fase di produzione viene attribuito un bracciale conservato a
naki in Glory of Byzunriurn
1997, 249, n. 174 (XI sec.). Londra e costituito da una fascia traforata con scene di caccia e vendemmia su
La tipologin e i motivi decorativi

fondo vegetale, alternate a dischi lisci (cat. VI.3.c.4.), datato al IV secolo. La


manifattura di questi esemplari prosegue anche nel V, epoca alla quale risalgo-
no esemplari simili di sicura datazione come quello di Ténès, del primo tren-
tennio del V secolo 20 e di Desana, datato entro gli inizi del VI (cat. VI.3.c.l).
La probabile esecuzione contemporanea da parte di botteghe diversificate sem-
brerebbe confermata, oltre che dai luoghi di rinvenimento degli oggetti in
Occidente, da un'altra coppia di bracciali conservata a Parigi, con iscrizione
augurale in greco a traforo (cat. VI.3.c.2-3), prova della diffusione anche in
ambito orientale.
Un ulteriore arricchimento della variante precedente caratterizza i bracciali
con nastro traforato e medaglione, attribuibili al VI1 secolo. I quattro esemplari
presentati provengono dai tesori di Lambousa (cat. VI.3.d.l-2) e di Antinoe
(cat. VI.3.d.3-4), mentre un quinto bracciale a nastro decorato da motivi geo-
metrici ed elemento centrale costituito da castoni giustapposti, conservato al
Louvre (cat. VI.3.d.5), è stato messo in relazione da C. Metzger con altri
gioielli di fine VI secolo, probabilmente eseguiti da una medesima bottega di
Costantinopoli ? l .
Ad un altro sottogruppo appartengono infine bracciali a fascia con meda-
glione centrale e pietre (variante e), databili nell'ambito del VI1 secolo. Anche
in questo caso sono documentati esemplari a coppie, evidentemente la forma
di utilizzo più diffusa per questo tipo di gioiello. Due reperti provenienti da
Antinoe (cat. VI.3.e. 1-2) presentano una decorazione particolarmente raffinata
ed elegante a girali di vite, con pampini di filo aureo, castoni a forma di grap-
poli d'uva e di foglie con pietre, paste vitree, perle e madreperla (fig. 71). Al
centro della fascia si trova un fiore, anch'esso formato da castoni con pietre e
perle. La stessa datazione alla prima metà del VI1 secolo viene proposta per
due bracciali morfologicamente molto simili ai precedenti, rinvenuti in un
tesoro a Varna: in questa coppia di esemplari il medaglione centrale è però
decorato con un motivo geometrico cloisonné con una perla centrale, mentre il
tergo presenta un uccello di profilo realizzato a sbalzo (cat. VI.3.e.3-4).

Tipo 4

Variante a: verga non decorata


Variante b: verga decorata
Variante C:verga ritorta

Un gruppo del tutto differente da un punto di vista morfologico è costituito


dai bracciali in vetro, prodotti prevalentemente in area siro-palestinese e
ampiamente diffusi, come gli altri gioielli dello~stessomateriale, in tutto l'Im-
pero. Una classificazione degli esemplari palestinesi di età pre-islamica elabo-
rata da M. Spaer permette di individuare le due varianti maggiormente diffuse
dopo il IV secolo 22: si tratta di una classificazione molto importante per una
Heurgon 1958, tav. XXV.
Metzger 1990. classe di materiali difficilmente inquadrabili cronologicamente e tipologica-
22 Spaer 1988. mente, data l'estrema semplicità e ripetitività. Se non sembrano esservi indica-
Bracciali

zioni sicure su una produzione di bracciali in vetro di età ellenistica e proto-


imperiale in Oriente ", la situazione è completamente diversa in Occidente,
dove tali prodotti sono discretamente diffusi a partire dal 111 sec. a.C., quando
appaiono nei contesti italici repubblicani '4. Un nuovo sviluppo del tipo sembra
che si possa registrare a partire dal I11 sec. d.C., in concorrenza con la produ-
zione in materiale prezioso: in questa fase sembra che si prediliga il vetro nero
opaco, particolarmente di moda nel peri od^'^, per poi allargare le possibilità ad
una vasta gamma di colori che garantirono probabilmente la fortuna del pro-
dotto.
Ad un primo sottogruppo, diffuso tra il I11 e il VI secolo, appartengono
bracciali monocromi privi di decorazione, con verga a sezione circolare o
semicircolare (variante a: cat. VI.4.a.l-2).
Una seconda variante (b) viene ritenuta la più diffusa in epoca pre-islamica:
si tratta di esemplari monocromi, specialmente neri, decorati mediante stru-
menti oppure eseguiti direttamente a stampo. Un bracciale rinvenuto a Bosra
(Siria) presenta una forma caratteristica a fitte nervature che permette una
datazione tra 111 e IV secolo (cat. VI.4.b.l). Alla stessa tipologia appartengono
anche esemplari con motivi figurati ottenuti a stampo: sebbene si tratti di un
gmppo raro, attestato prevalentemente tra N e V secolo, è di particolare inte-
resse la scelta dei soggetti utilizzati nella decorazione, tratti dal repertorio ico-
nografico cristiano (chrismon, figure nimbate o affiancate da croci) ed ebraico
(menorah); a questi soggetti se ne aggiungono altri di più difficile interpreta-
zione, come la colomba e il leone26,quest'ultimo riscontrato, come si è visto,
anche su pendenti vitrei e lamine auree2'.
*'Ivi, 5 1. Un terzo insieme di bracciali, i più tardi tra quelli considerati, si riferisce ad
24 Si tratta di produzioni ca- un arco cronologico collocabile tra il VI e il VI1 secolo; sono esemplari mono-
ratteristiche, ad esempio, del- cromi con verga ritorta a sezione circolare che si appiattisce nel punto di chiu-
l'ambiente celtico di area pada-
na, anche nelle fasi della roma- sura (cat. VI.4..c.l).
nizzazione: Haevernick 1960; La semplicità di esecuzione e il largo consumo di bracciali in vetro rende
Spaer 1988.
25 Loeschke 1925; Spaer
plausibile la possibilità di centn di produzione anche in Occidente, a proposito
1988,52; sono note tuttavia pro- dei quali tuttavia non è mai stato tentato per questa fase alcuno studio. Resta
duzioni di bracciali vitrei in Bri-
tannia tra I e I1 secolo: ibid.,52, pertanto da verificare fino a che punto le linee di tendenza individuate nel set-
nota 8. tore siro-palestinese, che rappresenta comunque l'area centrale di questa parti-
261vi58. colare manifattura, possano avere influito sulle altre produzioni, rendendo
2 7 V. cap. 2, cat. 111.5.1,
111.11.1, 111.11.2, V.3.4, V.3.12, applicabile la distinzione proposta dalla Spaer anche per i prodotti rinvenuti in
V.3.13, V.3.14, V.3.15, V.3.16. Occidente.
La tipologin e i motivi decorativi

Verga ispessita al centro, ornata da un


filo perlinato; chiusura ad innesto
entro elemento cilindrico.
Bibliografa: Ross 1965,7, n. 4.C, tav. IX
(VI1 sec.); Manière Léveque 1997,
P-
97, tav. 3. G (fine VI-VIi sec.).
1.a
verga non decorata
(V11 sec.)

1. Bracciale
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 58.42) Verga ispessita al centro; chiusura ad
oro innesto entro elemento cilindrico.
Verga rastremata al centro. Bibliogrrlfia: Orsi 1942, 144, tav. X,1.
Bibiiografia: Ross 1965, n. 179, tav.
XCVI, G. 15. Bracciale I 1
Pantalica (SR, Sicilia), tesoro 1.111.21, 2. Bracciale
2-5. Bracciali (fig. 15) 1903
Mersin (Turchia), tesoro I .ID.16, 1889 s.1.c. Mitilene (Lesbo), tesoro 1.111.13, 1951
oro; p 65 Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene,
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W museo, inv. 3043)
100) Verga ispessita al centro, decorato da
un anulo in rilievo; chiusura ad in- oro; d 5.7
oro; d 6-9, p 1 1.9-18.86 Verga ispessita al centro, decorato da
Verga cava rastremata al centro. nesto entro elemento cilindrico.
Bibliografia: Orsi 1904; Id. 1942, tav. un filo perlinato trasversale, da mo-
BibliogrLlfia: Kondakov 1896; Grabar tivi geometrici a stampo e incisione
1951; Banck 1966, n. 107, C-d;Ma- IX,8; Pace 1949,441, fig. 177.
e d a m monogramma risolto come:
nière Léveque 1997,94, tav. 3, A-D K L O R ( 0 ) S OY«.
(seconda metà VI-VI1 sec.). Bibliografia: Babritsas 1954, fig. 1 ; Art
Byzantin 1964, 366, n. 395 (VI1
6-7. Bracciali sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27;
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III.17, Manière Léveque 1997, 92, tav. 3,
1883 H (fine VI-VI1 sec.).
Nicosia, Cypnis Museum (inv. J 431)
oro; d 7.8
Verga ispessita al centro, decorato da
un anello in rilievo; chiusura ad in- 1 .C
nesto. 16. Bracciale verga con elemento centrale
Bibliografia: Art Byzantin 1964,368, n. S.P. (V-Vll sec.)
401 (VI1 sec.); Pierides 1971, 58, n. Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
8, tav. XXXIX (tardo VI sec.); Ma- -57.1844)
-

nière Léveque 1997, 92 (fine VI- acquisto, 195I


VI1 sec.). oro: d 7.6
~ n a l o g oal precedente.
8-13 Bracciali (fig. 14)
Bibliograjla: in Jewelry 1979, 150-15 1,
Mitilene (Lesbo), tesoro l .III.13, 1951 n. 422 (V-VI1 sec.).
Mitilene, Museo (inv. 3044-3049)
oro; d 6.5
Verga rastremata.
Bibliografia: Babritsas 1954, fig. 1 ; Art
Byzantin 1964, 365-366, n. 394
(VI-VI1 sec.); Manière Léveque verga decorata
1997, 92 (fine VI-VI1 sec.). (VI1 sec.)
1-2. Bracciali
14. Bracciale 1. Bracciale p.i., Cipro
Siracusa (Sicilia) p.i., Costantinopoli, tesoro I .III.20 Atene. Museo Benaki (inv. 1835-1836)
Siracusa, Museo Archeologico Regio- Washington, Dsmbarton Oaks Collec- oro; d'8.8; d medaglione 5.8
nale (inv. 13229) tion (inv. 59.64) Nastro bombato con motivi vegetali en-
coll. Mezio, 1873 acquisto 1959 tro orlo perlinato; medaglione cen-
oro; d 8; p 27.9 oro; d 5.5 trale applicato con cerniere ed orna-
Bracciali

oro; d 10.5-7.5; p 79.35 coll. J.P. Morgan, 1944; dono A. Brad-


Verga sagomata in sei cordoni godro- ley Martin, 1952
nati; elemento centrale, applicato oro; L 17.8; p 68 ca (68 ~trappesisici-
con cerniere, con due imitazioni di liani»)
monete imperiali, incastonate e con Nastro costituito da undici maglie sno-
orlo godronato, separate da due fio- date a «doppia lira» collegate da
ri a tre petali in lamina. coppie di maglie ad otto; chiusura a
Bibliograjìa: Dennison 1918, 159-161, cerniera.
nn. 30-3 1, tav. L; Greifenhagen Bibliografia: Orsi 1904; Id. 1910, 67;
1970,71, tav. 52 (seconda metà VI- Id. 1942, 138, tav. IX.8 (VI-IX
prima metà VI1 sec.); Berlirz 1988, sec.); Baltimore 1947, n. 452, tav.
to con croce a sei bracci entro cor- 361, n. 6 (seconda metà V-VI sec.) LXVI; Fallico 1975, 3 16 e 329,
nice traforata raffigurante comuco- figg. 1 e 4.
pie e con doppio bordo godronato
separato da un elemento liscio.
Bibliograjìa: Segall 1938, 169-171, n.
266, tav. 51 (meta VI sec., produ-
zione siriana); Lepage 1971, 17,
fig. 30; Age of Spirituality 1979,
321-322, n. 297 (seconda metà VI-
inizi VI1 sec., produzione costanti-
nopolitana); Bromberg 1990, 74, _--lm .v--* ---.-.--.". / r i q., ' ,.
fig. 54 (VI sec.); Ead. 1992, fig. 55 3.a
(VI sec.). nastro non traforato
3-4. Bracciali
7. Bracciale
Roma (Lazio), piazza della Consolazio-
ne, tesoro I .III.8, 1908
_
(VI-VI1
..i..-.
sec.)
i=_-_.l..__ -
Fayum o Behnesa (Egitto) 1. Bracciale
Washington, Dumbarton Oaks Collec- New York, Metropolitan Museum of
tion (inv. 38.64-5) Art (inv. 17.190.2053) p.i., Latakia (Siria), tesoro I .III.14
coll. Bliss, 1938 dono J. Pierpont Morgan, 1917 Washington, Dumbarton Oaks Collec-
oro; d l l oro; d 6.4 tion (inv. 50.37)
Verga ritorta decorata con filo perlinato Verga decorata con due fili ritorti ed oro; L 13.5; d medaglione 4.5
continuo e desinente in due cilindri uno liscio centrale; elemento cen- Nastro di lamina sbalzata decorato con
lisci, anch'essi orlati da filo perlina- trale a medaglione, applicato con girali di vite includenti animali e
to; elemento centrale, applicato con due cerniere. in lamina sbalzata raf- uccelli; elemento centrale a meda-
cerniera e gancio, costituito da cin- figurante il busto frontale di Arena, glione applicato a cerniera, con orlo
que monete di Foca (602-610), elmata, su fondo puntinato ed entro perlinato e scena figurata con impe-
Maurizio Tiberio (582-602), Era- cornice liscia ad orlo godronato. ratore (forse Maurizio Tiberio, 582-
clio (610-614) della zecca di Co- Bibliografia: Age of Spirituality 1979, 602) trionfante su un carro condotto
stantinopoli, orlate da filo perlinato 308-309, n. 282 (inizi V sec.); Ma- da sei cavalli: nella sinistra globo
e collegate da piccoli dischi aurei. nière Léveque 1997, 83. Tav. 3. I sormontato da vittoria alata; vittorie
Bibliograjìa: ROSS1965, 44-46, n. 46, (fine V-inizi VI sec.). alate con corona anche ai lati del
tavv. XXXVI-XXXVII; Kent 1977, carro ed esergo con simboli e fo-
100, n. 172 (614-640); Cutler 1986, glie; sul fondo, foglia, chrismon e
55. iscrizione.
Bibliogrnfia: Ross 1965, 4-6, n. 2A,
tavv. VIA-VIIA; Lepage 197 1, 19,
fig. 32; Manière Léveque 1997.93,
tav. 3. L (seconda metà VI-VI1
sec.).
2. Bracciale (fig. 70)
p.i., Egitto
Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
54.2657 A-C)
5-6. Bracciali argento; L 10
Nastro di lamina, parzialmente conser-
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro 1. Bracciale vato, con otto medaglioni circolari
I .III.24, 1913 Pantalica (SR, Sicilia), tesoro I .III.21, raffiguranti scene del ciclo cristolo-
Berlino, Antikenmuseum (inv. 3 12 19, 1903 gico (Ascensione, Annunciazione,
507 a,b) New York, Metropolitan Museum of Natività, Battesimo, Crocefissione,
coll. Von Gans art (inv. 52.76.1) Marie al Sepolcro) e immagini pro-
La tipologia e i motivi decorativi

filattiche (busto radiato, segno ad N dono J. Pierpont tro castoni circolari con perle agli
ripetuto, penthalpha); negli spazi Morgan, 1917 angoli.
intermedi, invocazioni cristiane oro; d 8.3 Bibliograjìa: Dennison 1918, 163-164,
(Salmo 91, l ) e apotropaiche, queste Nastro con orlo per- n. 34, tav. LII; Greifenhagen 1970,
ultime non sempre intelleggibili. linato decorato 70, tav. 51, 2-3 (VI-inizi VI1 sec.);
Bibliografia: Maspero 1908; Enge- da una fila cen- Berlin 1988,359, n. 3 (fine VI-inizi
mann 1973, 18, fig. 3; Kitzinger trale di zaffiri e VII sec.); Metzger 1990, 9-10, fig.
1980, 151, fig. 14, b; Vikan 1982, plasmi di sme- 3a.
41-42, fig. 33 (VI-VI1 sec.); Id. raldo tra due file
1991, tav. I l flg. di perle; meda-
glione centrale,
3. Bracciale applicato con 3.c
cerniere, con nastro traforato
p.i., Egitto o Siria
Londra, British Museum (inv. MLA zaffiro incasto-
AF 351) nato al centro di 1. Bracciale
coll. Tyszkiewicz; acquistato al Cairo; un altro filo di
perle alternate a Desana (Vercelli, Piemonte)
A. Wallaston Franks. 1897 Torino, Museo Civico d'Arte Antica
oro; d 7.2 piccoli vaghi di
oro; retro deco- (inv. 9/ORr\%I
Nastro con cornice tubolare e pannello acqiisto 1938
delimitato da fascia a reticolo, con rato a filigrana
con motivi vege- oro; d 6.3, p 26.5
motivo a girali originati da un Nastro decorato da putti vendemmianti
kantharos affiancato da due pavoni tali.
Bibliografin: Den- e uccelli entro girali di vite..
e includenti uccelli; medaglione
circolare centrale, applicato con nison 1918, nn. Bibliografia: Goti 1994, 208-209, 111.
cerniere, con la Vergine orante en- 28-29, tav. XLIX; 29.k (con bibliografia precedente).
tro una doppia cornice, a reticolo e Ross 1965, nn.
ad archetti: ai lati quattro castoni 46-47; Lepage 2-3 Bracciali
quadrati. In Kent 1977 si accenna 1971, 19-20, fig.
S.D.
alla presenza di un pendant di que- 33 (prima metà --r~

sto esemplare, conservato nella col- V sec.); Age of Parigi, Bibliothèque Nationale (inv.
Spirituality 51 1-512)
lezione Dzialinski di Goluchow coll. De ~ u y n e s1862
,
(Polonia) fino al 1939. 1979, 323-324,
n. 300 (prima oro; d 6.5-6.7 (int.), 7.5-7-9 (est.), a fa-
Bibliografia: Dalton 1901, 45-46, n. - L - i
scia 1.6
279; Id. 191 1, 541, n. 279, figg. metà VI1 sec.).
Nastro decorato con iscrizione « Y ~ L E -
325-326; Dennison 19 18, fig. 5 1 ; vouoa xpo» («usalo in salute»).
Lepage 1971, fig. 31; Kent 1977, Bibliografia: Byzance 1992, n. 75, con
100, n. 170 (V-VI sec.); Tait 1986, bibliografia precedente.
fig. 499 (600 ca).
I I

3.b
nastro non traforato
con elemento centrale e pietre
(VI1 sec.)

4. Bracciale
3. Bracciale S.P.
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro Londra, British Museum (inv. F 2817)
1 .III.24, 1913 acquisto A. Wollaston Franks, 1897
Berlino, Antikenmuseum (inv. 30994) oro; d 6
coll. Von Gans Nastro decorato con quattro scene di
oro, smeraldi, granati; d 6.2, elemento caccia e vendemmia alternate ad
centrale d 3.1 elementi circolari non traforati, su
Verga decorata all'esterno da cinque fi- un fondo di motivi vegetali.
li ritorti alternati a due lisci; ele- Bibliografin: Marshall 19 1 1, 329-331,
mento centrale quadrato, applicato n. 2817, tav. LXI, fig. 91 (IV sec.);
1-2. Bracciali con due cerniere, composto da un Higgins 1961, 189, tav. 64A; Lepa-
p.i., Cipro castone centrale rotondo includente ge 197 1, 15, fig. 24; Kent 1977,58,
New York, Metropolitan Museum of uno smeraldo, circondato da otto n. 114 (IV sec.); Pirzio Biroli Stefa-
Art (inv. 17.190.1670.1671) castoni ovali con granati e da quat- nelli 1992, n. 254, figg. 65 e 280.
Bracciali

griglie e croci; medaglione circola- Bibliografia: Dennison 1918, 161-163,


3.d re centrale, applicato con due cer- nn. 32-33, tav. LI; Greifenhagen
nastro traforato niere con protomi leonine alle estre- 1970,70-71, tav. 52; Age of Spiritua-
con medaglione mità, bordo a globetti e quattro regi- lity 1979,322, n. 298 (prima metà Vii
(fine VI-VI1 sec.) stri, con treccia, menadro spezzato sec.); Berlin 1988,361, n. 4 (VI sec.).
con riquadri e motivo geometrico
esagonale. 3-4 Bracciali
Bibliografia: Dennison 1918, 155-157, Vama (Bulgaria), tesoro, 1961
nn. 26-27, tav. XLVIII; Brown Vama, Museo Narodni (inv. I11 555)
1982; Metzger 1990, 9, figg. 2a-b. oro; d 6.3
Nastro con orlo a treccia filigranato in-
5. Bracciale cludente un tralcio di vite e grappo-
S.P. li d'uva formati da castoni circolari
Parigi, Louvre (inv. MNE 944) con perle e paste vitree; elemento
dono Société des Amis du Louvre, centrale a medaglione circolare, ap-
1988 plicato con cerniere decorate a teste
oro; d 6, d castone 4.5, p 74.5 zoomorfe, con orlo perlinato, deco-
Nastro traforato con orlo liscio e decora- rato all'esterno da motivi geometri-
1-2. Bracciali zione geometrica a rombi includenti ci cloisonné ed una perla centrale; il
Lambousa (Cipro), tesoro 1 .III.18, quadrifogli; elemento centrale qua- retro è ribattuto e conserva la raffi-
- .
1902 drato costituito da nove castoni alter- gurazione di un uccello di profilo
New York, Metropolitan Museum of nativamente circolaIi con orlo perli- incluso entro una cornice esagonale
Art (inv. 17.190.148-149) nato e rettangolari, includenti paste di foglie stilizzate.
dono J. Pierpont Morgan, 19 17 vitree; chiusura con perno a vite. Bibliografia: Dimitrov 1963, n. 8; Ve-
oro; d 5.7 Bibliografia: Metzger 1990 (fine VI nedikov 1965; Greifenhagen 1970,
Nastro con bordi decorati da fili perli- sec.); Byzance 1992, n. 76. 70; Hoddinott 1975, 329, tav. 194;
nati e motivo a girali di vite, grap- Age of Spirituality 1979, 322-323,
poli e foglie; medaglione circolare n. 299 (prima metà VI1 sec.); Ma-
centrale, a ~ p l i c a t ocon cerniere, nière LévEque 1997, 85-85, tav. 3.
con orlo pe;linato e decorazione K (fine VI-VI1 sec.).
3.e
analoga, che inquadra uno scudo
centrale ottagonale. nastro filigranato con pietre
e medaglione
Bibliografia: Sambon 1906, 126; Dal-
ton 1907, 361; Dennison 1918, fig. (VI1 sec.)
52; Stilianou 1969, fig. 43; Lepage
1971, 19, n. 87; Age of Spirituality
1979, 316-317, n. 292 (fine VI-ini-
zio VI1 sec.); Manière Léveque
1997, 92, tav. 3. J (fine VI-VI1
sec.).
4.a
Verga non decorata
(Ill-VI sec.)

1-2. Bracciali
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro
1 .III.24. 1913
Berlino, ~ntikenmuseum(inv. 30219,
508 a-b)
3-4. Bracciali coll. Von Gans
oro, pietre; d 7; p 51.70 e 5 1.88
p.i., Tomei o Antinoe (Egitto), tesoro Nastro costituito da un elemento a fili-
1JII.24, 1913 grana raffigurante tralci di vite con
New York, Metropolitan Museum of 1. Bracciale
viticci; grappoli e pampini, con ca-
Art (inv. 17-190. 1668-9) stoni e castoni circolari includono p.i., Bosra (Siria)
coll. J. Pierpont Morgan smeraldi, madreperla, paste vitree e Bosra, Antiquarium (inv. 448)
oro; d 7; p 162.5 e 1 64.5 perle; al centro è montato con due vetro celeste; d 7.5; spessore 0.4
Nastro a doppio orlo perlinato decorato cerniere un elemento a forma di fio- Verga liscia a sezione circolare irrego-
con motivo a treccia e fascia a re con due corolle di sei petali, an- lare.
meandro spezzato con riquadri or- ch'esso con castoni e ulteriormente Bibliografia: Baldini Lippolis 1989,
nati da palmette, uccelli di profilo, arricchito all'estemo da perle. 107, n. 5 1 (posteriore al 111sec.).
Ln tipologia e i motivi decorativi

2. Bracciale
4.C
p.i., Bosra (Siria) verga ritorta
Bosra, Antiquarium (inv. 445)
vetro blu; d 5.5; spessore 0.5 (VI-VI1 sec.)
Verga liscia a sezione semicircolare.
~ i b k o ~ r a f iBaldini
a: Lippolis 1989,
108, n. 54 (111-VI sec.).

C verga 4.b
decorata
(Ill-1V sec.)
I
1. Bracciale 1. Bracciale
p.i., Bosra (Siria) p.i., Bosra (Siria)
Bosra, Antiquarium (inv. 35 1) Bosra, Antiquarium (inv. 350)
vetro nero opaco; d 4.2; spessore 0.6 vetro blu; d 3.8; spessore 0.5
Eseguito a stampo, con sezione semi- A verga ritorta appiattita nel punto di
circolare e decorazione a fitte ner- fusione delle due estremità; sezione
vature trasversali. circolare.
Bibliografia: Baldini Lippolis 1989, Bibliogrnfia: Baldini Lippolis 1989,
108, n. 56 (111-IV sec.). 110, n. 58 (VI-VI1 sec.).
2.Vll.
ANELLI

Le tecniche impiegate nella produzione degli anelli tardoantichi sono quelle


già riscontrate nella esecuzione delle altre classi di gioielli: sbalzo, filigrana,
granulazione e traforo, spesso con l'inserzione di pietre o ricorrendo agli effetti
coloristici del niello e degli smalti cloisonné.
L'elemento più evidente e caratterizzante della classe è costituito dalla
decorazione del castone, occasione di espressione iconografica particolarmente
interessante per la conoscenza del repertorio figurativo tardoantico ad un livel-
lo non ufficiale. I1 ricorso frequente a immagini estranee all'ambito cristiano
mostra, ad esempio, l'ampia diffusione di convinzioni mistico-religiose anche
non ortodosse e la sopravvivenza di tradizioni iconografiche pagane che con-
fluiscono in un'espressività popolare, a volte manifestamente inconsapevole
rispetto al significato originario del soggetto. In maniera ancora più esplicita
che nelle altre classi di gioielli, dove pure si era riscontrato saltuariamente lo
stesso fenomeno, negli anelli il valore prevalente delle immagini appare infatti
quello di salvaguardare chi lo indossa dalle forze avverse durante l'esistenza
terrena ed ultraterrena: sulla funzione decorativa sembra prevalere, cioè, quella
profilattica, attuata appunto mediante il ricorso ad immagini alle quali si rico-
nosce convenzionalmente una funzione di protezione.
I1 confine tra religione e superstizione è in molti casi sfumata e tale doveva
apparire anche ai contemporanei, dato che tra la fine del I1 e gli inizi del 111
secolo si inizia a tentare una classificazione degli anelli distinguendo i soggetti
«ortodossi» consentiti ai cristiani l . Clemente di Alessandria, ad esempio, in
maniera esplicita si rivolge ai fedeli, sia donne che uomini, cercando di chiari-
re funzione ed uso di questa classe di gioielli ab origine: ai cristiani, Cristo
stesso avrebbe concesso il diritto di indossare anelli funzionali alle attività di
gestione quotidiana delle proprietà e dei pubblici uffici ', ad esempio come
sigilli 3; viene invece completamente respinta la possibilità di utilizzarli per
finalità estetico-decorative di tipo mondano 4. Gli anelli non devono essere
indossati dagli uomini alla maniera femminile, ovvero all'articolazione del
dito, bensì alla base del mignolo 5 , per lasciare libertà di movimento alla mano
nello svolgimento delle attività quotidiane; i soggetti consentiti sono limitati a
cinque (colombe, pesci, navi, lire, ancore), che vengono elencati in contrappo-
I Per un esauriente commento sizione ai soggetti proibiti (ritratti degli dei, spade, archi, coppe potorie, amanti
a questi aspetti e sul testo di Cle- ed etére) 6.
mente Alessandrino v. Finney
1987. Le indicazioni di Clemente segnalano il bisogno, interno alla chiesa, di
Clem. Al. llciiFciyyciuyÒq ho- creare regole comportamentali per un aspetto che sembra sfuggire ai canoni
YOS V 111, 57, 31-33; 58, 2, 21-
24. cristiani ed anzi incrementare tendenze filopagane. In realtà il problema
-' Finney 1987, 182-183. denunciato già in questa fase non sembra trovare soluzione neppure nei secoli
"Clem. Al. Paed. 111, 57, 1 , seguenti, quando anzi aumenta la produzione di anelli con soggetti apotropaici
32; 57,2- 58, 2.
Ivi, 111, 59, 1, 3.
e di altri tipi di amuleti, tanto da provocare una reazione anche legislativa7. La
h Ivi, III,59,2, 8-14.; un sesto situazione muta apparentemente solo nel VI-VI1 secolo, nel momento in cui
soggetto consentito sarebbe rap- l'iconografia cristiana ha ormai assorbito e reso propria una parte delle tradi-
presentato dal pescatore, secon-
do un'ipotesi di T. Klauser: v. zioni un tempo ad essa estranee, assimilando ed elevando ad un livello sopran-
Finney 1987, 184-185. naturale anche le manifestazioni di protezione e difesa dalle forze avverse.
Cod. Theod. XVI, 9, 4-7; Sopravvivono tuttavia forme sincretistiche, in particolare negli ambienti predi-
XVI, 7, 1; v. anche Barb 1963,
119-120. sposti culturalmente verso queste tendenze devozionali ed espressive, come
La tipologia e i motivi decorativi

l'Egitto. Sembrano resistere inoltre al processo di cristianizzazione i soggetti


che rientrano nell'ambito della pratica medicaS: ancora nel VI secolo, ad esem-
pio, viene considerato taumaturgico l'anello che reca sul castone il segno «N»,
ritenuto utile per curare le coliche 9.
Almeno dalla seconda metà del TV secolo è attestato l'uso degli anelli da
parte dei religiosi, come è documentato ad esempio dalla Vita di S. Macrina:
alla sua morte, infatti, il fratello della santa ne riceve in ricordo l'anello di
ferro il cui castone, cavo all'interno, conteneva un frammento della Vera
Croce lo. La stessa connotazione cristiana è documentata anche a proposito
degli anelli episcopali, sui quali tuttavia rimangono norme conciliari solo a
partire dal primo decennio del VI1 secolo ' l .
Nella classificazione dei gioielli sono stati considerati soprattutto gli aspetti
morfologici, utilizzando come elemento discriminante primario il modello
della verga e, come caratteristica distintiva delle varianti, la forma del castone
e l'eventuale aggiunta di pietre. La descrizione di queste ultime nelle diverse
edizioni appare eterogenea e non permette un'analisi complessiva delle attesta-
zioni, che risulterebbe invece particolarmente interessante come elemento di
conoscenza della lavorazione e diffusione delle gemme in età tardoantica, oltre
a permettere eventualmente di creare parentele, non solo morfologiche, tra i
diversi pezzi.

Tipo 1: anelli a verga (con sei varianti)


Tipo 2: anelli a fascia (con quattro varianti)
Tipo 3: anelli a fascia bombata (con tre varianti)
Tipo 4: anelli a fascia poligonale (con due varianti)
Tipo 5: anelli a fascia di archi o scudetti

Tipo 1
Variante a: con castone applicato
- circolare o ovale
- quadrato o rettangolare
- poligonale
- polilobato
- troncoconico o a calice floreale

Variante b: con castone e pietra


- circolare o ovale
- quadrangolare
- troncoconico o a calice floreale
Daremberg, Saglio, Dic- Variante C: verga con estremità serpentiformi
tionnaire, s.v. «Gemma», 1481.
Alexandri Trallensis O ~ o a - Variante d: verga ntorta
W E U T I K ~ed.
, Puschmann, ~ i e n Variante e: verga di filo perlinato
1879,377. Variante f: verga poligonale
'O Greg. Nyss. Vita Macrinae,
XXX.
A. Ghidoli, in EAM, s.v. Ad un primo gruppo del tipo a verga appartengono anelli con castone appli-
«Anello». cato di forma circolare, quadrata o rettangolare, poligonale o troncoconica
Anelli

(variante a). La forma più antica sembrerebbe la seconda, di tradizione trado-


romana, documentata dal IV al VI1 secolo, mentre le altre potrebbero essere
più tarde, soprattutto le ultime tre, con castone poligonale, polilobato e tronco-
conico o a calice floreale, attestate nel VI-VI1 secolo.
Gli esemplari di provenienza nota comprendono Costantinopoli (cat.
VII. l .a. 1-6, 42-43) e altre località della Turchia (cat. VII. l .a.7-8), Cipro (cat.
VII. l.a.9 e 40) la Siria (cat. VII.1 .a.lO), Israele (cat. VII.1 .a.ll-12), la Russia
I
meridionale (cat. VII. l .a.13-14), la Sicilia (cat. VII.1 .a.15-1 8), Ravenna (cat. l
VII.l.a.19): il quadro generale indica quindi la diffusione del tipo nell'oriente 1
bizantino e in zone occidentali direttamente soggette all'Impero. ,
Cronologicamente questi anelli sembrano collocarsi in maniera omogenea
tra VI e VII secolo, anche se gli elementi di datazione sono piuttosto rari e dif-
ficilmente verificabili. È molto probabile che la semplicità della forma ne
favorisca l'esecuzione per un arco di tempo più esteso rispetto a quello indica-
to, come potrebbe documentare l'esemplare ravennate (cat. VII.l.a.l9), attri-
buito per ragioni stratigrafiche al IV-V secolo.
I soggetti raffigurati sul castone sono piuttosto vari, in molti casi resi più
evidenti dal ricorso alla tecnica a niello. Un anello costantinopolitano presenta,
12plin. nat. XXXIII, 12; l'a- ad esempio, i busti degli sposi ai lati di una croce e l'iscrizione augurale tipica
nulus pronubus, in ferro e senza degli anelli nuziali (cat. VII.1.a. l). Si tratta di un tipo molto diffuso, che rien-
pietre, donato in occasione della
promessa di matrimonio, si dif- tra probabilmente nella tradizione romana dell' «anulus pronubus» donato alla
ferenziava da quello nuziale, futura sposa, testimoniato da Plinio 12; con l'avvento del cristianesimo l'anello
detto «cingulurn» o «vinculurn»:
v. A . Ghidoli, in E A M , s.v. nuziale d'oro assume ancora maggiore importanza, essendo considerato l'uni-
«Anello»; Guaitoli1997, 19; sul- co ornamento adatto ad una donna virtuosa 13: come per altri oggetti ritenuti
l'uso di indossare l'anello nuzia-
le all'anulare, per il quale passa- nuziali, come le collane con medaglioni di analogo soggetto, nella sua realiz-
va una vena che giungeva diret- zazione viene riproposta un'iconografia canonizzata, con Cristo, la Vergine o
tamente al cuore v. Macr. Satur-
nalia, ed. F. Eyssenhardt, Leip- una croce simbolica tra gli sposi IJ. Differenze stilistiche possono riguardare il
zig 1893, VII, 8; sull'iconogra- modo di raffigurare i personaggi (cat. VII.l.a.5-6, 8, 15, 22, 25, 35, 42-43, 45),
fia degli anelli romani v. Mar-
shall 1900, XXi-XXII; Carducci la presenza di particolari aggiunti, come le corone nuziali (cat. VII.l.a.6) o
1962, 133. attributi di status degli sposi, come in un anello da Trebisonda (cat. VII.1 .a.8):
l 3 Tert. Apolog., ed. J.P. Mi-
gne, I, 302, VI: «Aururn nulla lo schema iconografico è comunque lo stesso per tutti gli esemplari, a prescin-
norat praeter unico digito quarn dere anche dal valore intrinseco del metallo con il quale sono eseguiti i gioiel-
sponsus oppignorasset pronubo li. Mentre per gli anelli nuziali di particolare pregio e complessità iconografica
anulo*; il passo è neccheggiato
da Isidoro d i Siviglia, , XIX, 3 1, si deve pensare ad un'esecuzione su commissione, la produzione corrente si
17: «Ferninae non usae anulos, serviva probabilmente di esemplari preconfezionti cui l'orefice aggiungeva al
nisi quos virgini sponsus rnise-
rat, neque arnplius quarn binos momento della vendita le iniziali degli sposi o altri particolari richiesti dagli
anulos aureos in digitis habere acquirenti 15.
solebantn.
'"Lostesso schema iconogra- Molto diffuso, in questa variante, è anche l'anello a verga con monogram-
fico compare anche in altri og- ma personale, «a scatola» (cat. VII.l.a.2, 4, 30, 38) o cruciforme (cat.
getti di oreficeria, come meda-
glioni; un reliquiario in argento VII. l .a.9, 13-14, 20-21, 23, 26-27, 31-33), tipo quest'ultimo posteriore al VI
attribuito alla seconda metà del secolo 16: si tratta nella maggior parte dei casi di anelli-sigillai, con i quali
IV secolo presenta la medesima
scena accompagnata dall'iscri- autenticare atti e apporre il proprio diritto di pertinenza.
zione «Okovoia»: Pillinger Meno frequenti sembrano essere invece i castoni che recano incisa un'invo-
1985.
cazione di protezione a Cristo, alla Vergine o ai Santi (cat. VII. l .a.3, 12, 16, 19,
37-39), secondo le formule convenzionali comuni anche ad altri manufatti coevi.
La tipologia e i motivi decorativi

Tra i soggetti cristiani sono attestati la croce (cat. VII.l.a.24, 29, 44), un
arcangelo stante con il globo e la croce (cat. VII.l.a.3-4 e 34), la Vergine col
Bambino (cat. VII.l.a.17, 19 e 28) e scene del ciclo cristologico come 1'An-
nunciazione (cat. VII. l .a.18). Un anello di provenienza ignota, conservato ad
Atene, presenta un castone ottagonale reversibile decorato sulle due facce: da
un lato è raffigurata S. Tecla orante, dall'altra un angelo con la croce e il globo
(cat. VII.l.a.39); l'iscrizione invocatoria incisa sul lato del castone è stata
interpretata in vario modo, mentre sembra certo lo scioglimento di un numera-
le indicante il 638-639, che costituirebbe l'anno di esecuzione dell'oggetto.
Particolarmente interessante è la raffigurazione conservata su un anello
attribuito da M.C. Ross al IV secolo e conservato a Richmond (cat. VII. l.a.36)
con un soggetto pagano costituito da Afrodite in trono raffigurata di fronte a
due personaggi di dimensioni inferiori, probabilmente eroti, con un'iscrizione
anch'essa di contenuto pagano.
Rari sembrano essere in questa variante i castoni ornati con animali: sono at-
testati in particolare il leone (cat. VII.l.a.1 l), secondo l'iconografia apotropaica
già riscontrata sui pendagli vitrei e sulle lamine auree, e l'aquila (cat. VII.l.a.7,
20-21, 32). Anelli con un'aquila ad ali spiegate vengono attribuiti ad un arco
cronologico che va dalla metà del V alla metà dell'VIII secolo 17. M.C. Ross col-
lega questo soggetto ad un decreto di Giustiniano del 538, con il quale l'impe-
ratore creava un nuovo ordine di consoli onorari aventi diritto ad insegne speci-
fiche, tra cui scettri coronati da aquile: si tratterebbe di conseguenza di un sigillo
di rango consolare 18. Come già accennato, tuttavia, il confronto con altre produ-
zioni coeve, e in particolare con gli orecchini a corpo semilunato raffiguranti
sulla lamina di un unico uccello ad ali spiegate, con pendenti e oggetti funerari
in oro di analogo soggetto, pu6 far sorgere il dubbio che si tratti di un motivo con
un significato diverso da quello ipotizzato, probabilmente anch'esso di prote-
zione nei confronti del possessore dell'anello. L'aquila, infatti, simbolo romano
di apoteosi rappresenta in ambito cristiano l'ascensione o la resurrezione di Cri-
sto e soprattutto la vittoria sul male, tanto da essere spesso utilizzata dalle fonti
come termine di paragone per il neofita rinnovato dal Battesimo 19. Si tratta in so-
stanza di un motivo che, alludendo alla salvezza dei fedeli, potrebbe non nsul-
tare molto diverso concettualmente dalle espressioni augurali di salute e di sal-
vezza ricorrenti sugli oggetti di uso personale.
Ad una seconda varietà (b) appartengono anelli a verga cilindrica con una
pietra o una pasta vitrea inserita in un castone circolare, quadrangolare o tron-
coconico/ a calice floreale. La forma degli esemplari conservati rientra nella
tradizione orafa romana, con un campionario formale che dipende dalle situa-
zioni artigianali locali e dalle diverse fasce di cornmittenza degli oggetti (cat.
VII.l.b.1-8).
Le situazioni risultano pertanto estremamente differenziate, dall'anello in
oro del tesoro di Mersin, databile al VI1 secolo, con castone ornato da un filo
perlinato che incornicia una pietra (cat. VII.l.b.1) a quello più modesto rinve-
llWaldbaum1983, 130.
l 8 ROSS 1968.25, n. 32.
nuto a Nissoria ( s i d i a ) , che riutilizza invece un vago forato in pasta vitrea,
l9 Guarducci 1975,677-681. probabilmente originariamente pertinente ad una collana (cat. VII. l .b.2).
Anelli

Esemplari del tesoro di Cartagine (cat. VII.l.b.8) e di Mitilene (cat.


VII. l .b.6-7) permettono di stabilire una successione cronologica tra il tipo con
castone troncoconico, attestato nel V secolo, e quello a calice floreale, che ne
rappresenta probabilmente un evoluzione di fine VI-VI1 secolo.
In generale l'impiego delle pietre negli anelli in età tardoantica sembra
cadere progressivamente in disuso, forse per una minore disponibilità e circo-
lazione di materiale o perché volutamente sostituite dalle figurazioni e dalle
iscrizioni religiose realizzate direttamente sul castone metallico.
Tra gli esempi di questa tendenza è un anello siciliano, purtroppo perduto,
rinvenuto insieme alle altre oreficerie del tesoro di Pantalica (variante C: cat.
VII. l .C.l), databile al VI1 secolo. Tale gioiello, del quale resta solo una descri-
zione di P. 0rsi20, presentava sul castone la raffigurazione niellata di Cristo tra
due angeli, mentre la verga era costituita da due serpenti che con le teste reg-
gevano il castone.
Da contesti incerti di area orientale provengono due anelli (cat.
VII. l .d. 1-2) con verga ritorta e castone ovale includente una pietra o una
pasta vitrea (variante d), che mostrano come la produzione di questa forma
di anello duri piuttosto a lungo, essendo datati rispettivamente al IV-V e al
VI-VI1 secolo.
La variante di filo perlinato (e: cat. VII.l.e.1-5) deriva anch'essa da tipolo-
gie di tarda età imperiale e sembra essere in uso saltuariamente almeno fino al
VI1 secolo, come documentano due anelli del tesoro di Mersin (cat. VII.l.e.1-
2). La continuità del tipo rende comunque difficile una verifica della datazione
proposta per altri esemplari decontestualizzati sia una chiara distinzione tra
produzioni orientali e probabili manifatture occidentali rappresentate da un
anello del tesoro di Trivolzio, attribuito al periodo tra la fine del V e gli inizi
del VI secolo (cat. VII. l .e.4).
Ad un preciso ambito geografico e cronologico si possono invece riferire
alcuni esempi con verga poligonale a sezione triangolare, decorati con un
castone ovale o tronco-piramidale (variante f). La pertinenza di questi anelli ad
ambito orientale è documentata da due esemplari, ritrovati in necropoli israe-
liane, realizzati localmente tra la fine del VI e la prima metà del VI1 secolo
(cat. VII. l .f.2-3): il soggetto rappresentato sul castone di entrambi gli esempla-
ri è un Santo-cavaliere nimbato con la croce astile, secondo un'iconografia
tipica del concetto di vittoria sul male che viene precisata ulteriormente, in uno
degli anelli, dall'aggiunta del serpente trafitto.
Un altro esempio è costituito da un esemplare proveniente da una località
sconosciuta del Mediterraneo orientale, che reca iscritti sulla verga lettere apo-
tropaiche e i nomi abbreviati di otto divinità pagane, mentre il castone raffigu-
ra il busto di Asclepio, un serpente e il termine augurale «Yyia» (cat.
VII. l .f. l). Nonostante il contenuto pagano, l'anello può collocarsi nel medesi-
mo arco cronologico degli esemplari precedenti sia per la forma della verga sia
per l'uso del niello; il ricorso iconografico a divinità pagane, e in primo luogo
loorsi 1942, 138, tav. IX.2;
ad Asclepio, insieme all'iscrizione, rende plausibile un uso dell'oggetto a fini
Fallico 1975, 329, fig. 1. terapeutici.
Ln tipologia e i rnoriili decorarivi

Tipo 2

Un secondo tipo di anelli si differenzia morfologicamente dai precedenti


per la presenza di una verga a fascia, in lamina, con l'aggiunta di elementi
decorativi che permettono una suddivisione in almeno cinque varianti diverse:

Variante a: in lamina
Variante b: in lamina con castone
- circolare o ovale
- rettangolare
- quadrato
- troncoconico o a calice floreale
Variante C: in lamina traforata senza castone
Variante d: in lamina traforata o filigranata con castone
- circolare
- a calice floreale

Ad un primo gruppo appartengono esemplari a fascia liscia e orlo perlinato


(variante a), diffusi prevalentemente in ambito orientale; la decorazione della
verga può prevedere anche la presenza di una pietra inserita nello spessore
della lamina, come in un anello del tesoro di Pantalica (Sicilia) (cat. VII.2.a.l);
in un altro esemplare di provenienza incerta, invece, la decorazione è ottenuta
a cloisons (cat. VII.2.a.2). Per ragioni stilistiche e, per l'esemplare siciliano,
anche sulla base del contesto, si può ipotizzare per entrambi una datazione nel
VI1 secolo.
Un secondo insieme di anelli a fascia (variante b) presenta un castone di
varia forma applicato o ribattuto nella lamina stessa: anche in questo caso sem-
bra più antico l'uso del castone quadrato o rettangolare (cat. VII.2.b.26-28),
mentre quello circolare o ovale (cat. VLI.2.b.l-25) ha, tra VI e VI1 secolo, uno
sviluppo notevole sia in Oriente che in Occidente, in concomitanza con il pro-
gressivo declino degli anelli con pietra.
Indicativo di questo fenomeno è ad esempio un anello da Nissoria (Sicilia),
il cui castone include una moneta di Valentiniano I11 (425-455) (cat.
VII.2.b.13): questo elemento è saldato alla verga secondo un preciso intento, in
modo tale che risulti visibile il verso con il monogramma di Cristo e due stelle
entro corone.
Un certo numero di esemplari in bronzo, attribuiti alla fine del VI-VI1 seco-
lo, provengono da necropoli israeliane (cat. VII.2.b.5-12), ma il tipo è attestato
anche in Italia meridionale, come testimonia un anello di Venosa forse più
antico dei precedenti (cat. VII.2.b.19). La facilità di esecuzione spiega l'ampia
diffusione di questi gioielli, che presentano sul castone alcuni dei soggetti già
riscontrati negli anelli in oro del tipo a verga: il monogramma personale (cat.
VII.2.b.1, 4, 22, 28), le consuete iscrizioni invocatorie alla Madre di Dio affin-
ché protegga il possessore dell'anello (cat. VII.2.b.4), la coppia nuziale ai lati
della croce o di Cristo (cat. VII.2.b.2, 5-6, 21, 25, 29), la dextrarum iunctio
(VII.2.b.24). Al repertorio figurativo cristiano si richiamano anche alcuni
72. Hama, Museo: rilievo con S.
Simeone Stilita (inv. 1088).

esemplari con la rappresentazione maiestatica di Cristo (cat. VII.2.b.27) o un


arcangelo con il globo e la croce (cat. VII.2.b.23); in un anello del museo
Benaki (cat. VII.2.b.20) una raffigurazione niellata dell'Annunciazione, con la
Madonna nell'atto di filare la porpora, documentato anche nei medaglioni,
riconduce ad un ambito figurativo orientale, dove tale iconografia sembra svi-
lupparsi in modo particolare in seguito alla diffusione di Vangeli apocrifi".
In due degli esemplari israeliani compaiono anche rozze raffigurazioni
della Resurrezione di Lazzaro (cat. VII.2.b.10) e di S. Simeone Stilita (cat.
VII.2.b.l l). Anche in questi casi la scelta del soggetto conisponde al desiderio
di invocare protezione e salvezza sul proprietario; la resurrezione di Lazzaro si
collega infatti direttamente al repertorio cristiano «salvifico» '?. Nel caso del-
l'immagine di S. Simeone sembra invece che contemporaneamente alla diffu-
?' Farioli Campanati 1982. sione del culto e di una tradizione agiografica miracolistica si sia prodotta una
171, n. 4; per esempi di questa
iconografia in cammei di VI-VI1 specifica iconografia (fig. 72), sempre più schematizzata e frammista ad ele-
sec. v. Byzance 1992, nn. 40-41. menti di origine diversa, tanto da divenire progressivamente quasi incompren-
Grabar 1983, passim. sibile. Di questo fenomeno sono testimoni sia le fonti, tra cui Teodoreto a pro-
'' Theod. Religiosa Historia,
posito dell'uso ad Antiochia di porre immagini del santo nelle botteghe a
ed. J.P. Migne, LXXXII, 1463
ss.; attestazioni del culto di S. scopo profilattico, sia appunto i manufatti di uso per~onale'~.
Simeone attraverso gli oggetti
d'uso in Vikan 1982, 30-39. Alcuni anelli (cat. VII.2.b.14-17), di provenienza siciliana, presentano
Documentate anche sulle incisi sul castone rozzi soggetti apotropaici e forse esoterici di non chiara
gemme gnostiche: v. Zazoff interpretazione: tra i segni riconoscibili vi sono stelle a cinque punte
1983, tavv. 111-1 19; sulla stella
a cinque punte utilizzata come (penthalpha) o a sei 2J, croci egiziane", scale. Queste ultime, interpretate
amuleto v. anche Vikan 1982, come simbolo di derivazione egiziana, in seguito cristianizzato attraverso
35.
Attestate in contesto cri-
«concetti religiosi e simbolici ellenistici, dionisiaco-astrali ?$potrebbero inve-
stiano, associate alla croce, an- ce anch'esse richiamare l'iconografia di S. Simeone già ricordata, tanto più
che nel sarcofago di S. Irene a nei casi in cui vengono associati a busti nimbati o radiati. In un esemplare
Costantinopoli, un tempo attri-
buito a Costantino: v. Bovini compare anche il segno «N»ripetuto, che sappiamo utilizzato nel VI secolo
1962, 172, figg. 3-4. come simbolo terapeutico ?'. La produzione di questi anelli-amuleti si svolge
?"resciani 198 1,22 e 30.
-'V. nota 8 e Zazoff 1983, in Sicilia probabilmente su impulso delle produzioni egiziane, parallelamente
tav. 117,72. a quella di altri oggetti di superstizione, come lamine, sigilli e medaglioni,
La tipologia e i motivi decorativi

destinati ad influire positivamente o negativamente su cose e persone attraver-


so l'evocazione di forze soprannaturali I1 potere magico dell'anello risiede
nei simboli raffigurati, che fanno parte di un repertorio che attinge alla più
diverse tradizioni, da quella persiano-babilonese a quella ebraica e cristiana,
secondo una rielaborazione sincretistica tipica dell'ambiente egiziano. Come
attestato anche da altre classi di ornamenti, quali i bracciali in vetro '9, dove
compare anche l'immagine del leone gradiente (cat. VII.2.b.7-9), la compre-
senza sullo stesso oggetto di elementi iconografici di origine diversa deriva
dal fatto che essi hanno probabilmente già perso ogni legame logico con il
contesto originario, assumendo un valore genericamente positivo nei confronti
del possessore del gioiello.
Anelli simili privi di provenienza, uno dei quali a Londra (cat. VII.2.b.26),
presentano l'iscrizione «Fidern Constantino» incisa sul castone rettangolare e
sulla verga30. I1 tipo, esaminato da R. No11 nell'ambito di altre produzioni del
IV secolo con iscrizioni di tipo analogo, come le «Kaiserfibeln» 3 ' , viene
messo in relazione con l'ambito militare, e in particolare con i donativi impe-
riali destinati agli ufficiali. Questa ipotesi si fonda, oltre che sul contenuto
delle iscrizioni che citano sempre Costantino, anche sull'elevato numero degli
esemplari noti, tale da rendere plausibile una produzione standardizzata, di
ambito occidentale, destinata appunto ad uno scopo specifico.
Nell'ambito dello stesso tipo, due gruppi differenti di anelli presentano una
verga a fascia traforata, con o senza castoni (varianti C-d): la tecnica a traforo
per mezzo del bulino, volta a creare suggestivi effetti ottici di smaterializzazio-
ne, trova parallelo riscontro in altre classi di gioielli, come orecchini, pendenti
e bracciali, secondo il gusto dell'epoca. Gli esemplari noti, rinvenuti a Cipro
(cat. VII.2.c. l), in Siria (cat. VII.2.d.3), Sicilia (cat. VII.2.c.2-3; 2.VII.2.d. 1-2)
e Italia meridionale (cat. VII.2.d.4) sono caratterizzati dalla presenza di motivi
decorativi fitomorfi, soprattutto girali di vite (cat. VII.2.c.l-4; VII.2.d.4-6),
oppure geometrici. Nella variante con castone si manifesta una maggiore
varietà di soluzioni, con l'aggiunta di pietre e paste vitree policrome (cat.
VII.2.d.2 e 4-7), di scene figurate (cat. VII.Z.d.3) oppure di iscrizioni invocato-
rie (cat. VII.2.d.3).
Quattro anelli, uno rinvenuto in Basilicata (cat. VII.Z.d.4) e gli altri tre di
provenienza sconosciuta (cat. VII.2.d.5-7), devono probabilmente essere attri-
SuII'argomento v. Libertini
buiti ad area orientale per la presenza del caratteristico castone troncoconico a
1929; Pace 1949, 136-137; Vo- calice floreale, che include una pietra o una pasta vitrea e che si data, come
gliano 1948; Pugliese Carratelli abbiamo visto, nell'ambito del VI1 secolo.
1953; Burzachechi 1959, 403-
410; Di Vita 1961,211; Adame-
steanu 1963; Manganaro 1963;
Cracco Ruggini 1970, 30 ss.:
Bonomi 1966, 177, fig. 10; Bre- Tipo 3
sciani 1981, 30; Libertini 1981,
76-78; Bonfil 1981, 147; Sciac-
ca 1982,94-95. Gli anelli a fascia bombata sono piuttosto numerosi, derivando la loro
?9 V. cap. 2.VI.4. forma dalla tradizione orafa di età romana: dopo il IV secolo questa tipologia
?OUnesemplare inedito si tro- appare infatti così generalizzata da non poter essere ricondotta, di per sé stessa,
va al museo di Pforzheim (1995,
vetrina 37). ad un preciso ambito produttivo.
Noll 1971. All'interno di essa possono essere distinte almeno tre varianti, basate pnn-
Anelli

cipalmente sulle differenti caratteristiche del castone. La fascia a volte presen-


ta anch'essa una decorazione a motivi vegetali niellati o con smalti.
Variante a: con castone ribattuto
- circolare o ovale
- quadrato
Variante b: con castone applicato
- circolare
- quadrato
- romboidale
- poligonale
- troncoconico o a calice floreale
Variante C:con castone circolare e pietra

Nella forma più semplice il castone è ottenuto ribattendo direttamente la


verga e realizzando una superficie piatta di forma circolare, ovale o, in una fase
cronologica anteriore alle altre, quadrata (variante a). La superficie così ottenuta
può essere decorata ad incisione secondo un repertorio piuttosto vario, preva-
lentemente di ispirazione cristiana o con caratteristichs puramente decorative.
In un anello decontestualizzato, appartenuto alla collezione Guilhou (cat.
VII.3.a.21), è raffigurata una scena di ispirazione cristologica già riscontrata in
altri casi, la Resurrezione di Lazzaro; più frequentemente vengono riprodotte,
invece, iscrizioni invocatorie cristiane (cat. VII.3.a.4-5, 9) con il nome del pro-
prietario per intero (cat. VII.3.a.1, 6, 18), oppure in forma di monogramma
(cat. VII.3.a.7, 13-14, 20). Frequente sembra la rappresentazione di animali,
come leoni e uccelli (cat. VII.3.a.2-3, 8-12, 17), in alcuni casi difficilmente
precisabili a causa dello stile estremamente rozzo e schematico. Un anello di
provenienza sarda rappresenta invece la stella a cinque punte @entalpha),
usata frequentemente conme simbolo profilattico (cat. VII.3.a.16).
Anelli a fascia bombata con castone ribattuto sono particolarmente diffusi
in Sicilia, dove quasi sicuramente sono stati eseguiti gli esemplari rinvenuti in
loco: questi gioielli, in bronzo o in oro, raffiguranti soprattutto animali, presen-
tano infatti uno stile piuttosto omogeneo, che risente probabilmente l'influsso
di produzioni orientali: queste sono rappresentate da esemplari in oro di esecu-
zione più raffinata, come quello con smalto blu e scrizione retrograda che
riproduce il nome e il titolo del proprietario (VII.3.a.l).
La variante continua ad essere in uso in età mediobizantina, quando sono
documentati anelli-sigillo morfologicamente vicini agli esemplari più antichi,
con analogo uso del niello e le consuete invocazioni di protezione per i pro-
prietari dei gioielli 32.
Gli esempi più elaborati dello stesso tipo, con fascia bombata e castone
applicato alla verga (variante b) sembrano essere meno numerosi e con una
minore varietà di soggetti rispetto ai precedenti, ma con maggiori difficoltà di
inquadramento cronologico: il gruppo con castone circolare è certamente dif-
fuso per tutto l'arco cronologico considerato, mentre quello quadrato è attesta-
" Esempi in G f o '
f~ Byzan- to tra IV e V secolo; più tarde sembrano essere le varietà romboidale, poligo-
tium 1997, 247-248, nn. 172-
173 (X-XI sec.). nale e troncoconica, databili tra VI e VI1 secolo.
Anelli

cipalmente sulle differenti caratteristiche del castone. La fascia a volte presen-


ta anch'essa una decorazione a motivi vegetali niellati o con smalti.
Variante a: con castone ribattuto
- circolare o ovale
- quadrato
Variante b: con castone applicato
- circolare
- quadrato
- rornboidale
- poligonale
- troncoconico o a calice floreale
Variante C:con castone circolare e pietra

Nella forma più semplice il castone è ottenuto ribattendo direttamente la


verga e realizzando una superficie piatta di forma circolare, ovale o, in una fase
cronologica anteriore alle altre, quadrata (variante a). La superficie così ottenuta
può essere decorata ad incisione secondo un repertorio piuttosto vario, preva-
lentemente di ispirazione cristiana o con caratteristichr puramente decorative.
In un anello decontestualizzato, appartenuto alla collezione Guilhou (cat.
VII.3.a.21), è raffigurata una scena di ispirazione cristologica già riscontrata in
altri casi, la Resurrezione di Lazzaro; più frequentemente vengono riprodotte,
invece, iscrizioni invocatorie cristiane (cat. VII.3.a.4-5, 9) con il nome del pro-
prietario per intero (cat. VII.3.a.1, 6, 18), oppure in forma di monogramma
(cat. VII.3.a.7, 13-14, 20). Frequente sembra la rappresentazione di animali,
come leoni e uccelli (cat. VII.3.a.2-3, 8-12, 17), in alcuni casi difficilmente
precisabili a causa dello stile estremamente rozzo e schematico. Un anello di
provenienza sarda rappresenta invece la stella a cinque punte (perztalpha),
usata frequentemente conme simbolo profilattico (cat. VII.3.a.16).
Anelli a fascia bombata con castone ribattuto sono particolarmente diffusi
in Sicilia, dove quasi sicuramente sono stati eseguiti gli esemplari rinvenuti in
loco: questi gioielli, in bronzo o in oro, raffiguranti soprattutto animali, presen-
tano infatti uno stile piuttosto omogeneo, che risente probabilmente l'influsso
di produzioni orientali: queste sono rappresentate da esemplari in oro di esecu-
zione più raffinata, come quello con smalto blu e scrizione retrograda che
riproduce il nome e il titolo del proprietario (VII.3.a. l).
La variante continua ad essere in uso in età mediobizantina, quando sono
documentati anelli-sigillo morfologicamente vicini agli esemplaxi più antichi,
con analogo uso del niello e le consuete invocazioni di protezione per i pro-
prietari dei gioielli3?.
Gli esempi più elaborati dello stesso tipo, con fascia bombata e castone
applicato alla verga (variante b) sembrano essere meno numerosi e con una
minore varietà di soggetti rispetto ai precedenti, ma con maggiori difficoltà di
inquadramento cronologico: il gruppo con castone circolare è certamente dif-
fuso per tutto l'arco cronologico considerato, mentre quello quadrato è attesta-
'' Esempi in G'ocy'f Byzan-
tium 1997, 247-248, nn. 172-
to tra IV e V secolo; più tarde sembrano essere le varietà romboidale, poligo-
173 (X-XI sec.). nale e troncoconica, databili tra VI e VI1 secolo.
La tipologia e i motivi decorativi

I motivi decorativi si limitano a monogrammi (cat. VII.3.b.5 e 7), scene


nuziali (2.VII.3.b.8), rappresentazioni incentrate sulla figura di Cristo
(2.VII.3.b.1, 4, 6), l'aquila ad ali spiegate che ghermisce un serpente
(2.VII.3.b.11) e altri elementi più semplici e ripetitivi (2.VII.3.b.2-3, 9), diffi-
cili da collocare cronologicamente in assenza di dati contestuali di riferimento.
Un esemplare costantinopolitano presenta un castone circolare reversibile
piuttosto raro, di sicura ascendenza orientale (cat. VII.3.b.l): su un lato è raffi-
gurata una scena maiestatica con Cristo in trono tra due apostoli; sull'altro
invece viene descritta l'Entrata in Gerusalemme, un soggetto che riflette
modelli iconografici imperiali arricchiti dal significato salvifico della reden-
zione operata da Cristo ".
Tra gli esempi più singolari si può citare un altro anello, di provenienza
ignota (cat. VII.3.b.4), sul castone del quale è raffigurata una croce gemmata
con le lettere apocalittiche «alfa» ed <<ornega»sospese ai bracci orizzontali: il
tratto superiore del braccio verticale è costituito invece da una raffigurazione
di Cristo nimbato, con lo scettro e il globo. La scena è comune ad una serie di
oggetti come cammei, intagli, ampolle, ritenuti di provenienza palestinese e
mediorientale: l'origine dell'iconografia, e anche gli oggetti, vengono quindi
generalmente attribuiti all'ambiente palestinese, in riferimento alla croce gem-
mata fatta erigere da Costantino sul G01gota~~ o ad altre espressioni monumen-
tali dei Luoghi Santi35.Secondo A. Grabar, invece, il soggetto deriverebbe dal-
I'iconografia trionfale imperiale, adattata al contesto cristiano: si tratterebbe
quindi di una scena nata a Costantinopoli e successivamente diffusa nel resto
dell'Impero 36.
Alcuni anelli in bronzo di provenienza siciliana costituiscono la versione
semplificata degli esemplari in oro e con scene figurate: sono infatti ornati
semplicemente con cerchi incisi piuttosto irregolari, che rendono in modo
banale decorazioni più complesse e policrome (cat. VII.3.b.2-3, 9).
Ad un ultimo sottogruppo (variante C) appartengono esemplari con castone
circolare applicato includente una pietra: anche in questo caso si hanno sogget-
ti figurati tipici del repertorio iconografico corrente, come le colombe che si
abbeverano al kantharos in un esemplare del tesoro di piazza della Consolazio-
ne a Roma (cat. VII.3.c.2). La pietra incastonata può anche non essere incisa
(cat. VII.3.c.3), ma svolgere una funzione puramente coloristica, secondo una
nuova concezione tipicamente tardoantica dell'anello digitale, forse per condi-
zionamenti imposti dal diverso orizzonte produttivo delle pietre intagliate.
Anche un esemplare rinvenuto a Siracusa include una comiola raffigurante la
musa Talia che è probabilmente un elemento di reimpiego, al quale venne
aggiunto solo in seguito il nome del proprietario (cat. VII.3.c.l).

Grabar 1983,30, 66-67.


14 Boardman 1975,49-50.
Tipo 4
s' Age of Spirituality 1979,
564-565, nn. 524-525; Byzance Gli anelli a fascia poligonale (tipo 4), a sei, otto o dieci lati, costituiscono
1992, n. 37.
Grabar 1983; Byzance un gruppo tipologicamente omogeneo, il cui sviluppo più tardo ed elaborato,
1992, n. 37. tra VI e VI1 secolo, può essere individuato probabilmente a Costantinopoli. Gli
Anelli

esemplari noti possono essere a fascia semplice oppure presentare un castone


applicato, determinando uiia distinzione in due varianti principali:

Variante a: senza castone


Variante b: con castone in metallo
- circolare o ovale
- quadrato
- polilobato

Una prima fase evolutiva della tipologia comprende il gruppo degli esem-
plari privi di castone (variante a), attestati tra V e VI secolo: un anello del teso-
ro di piazza della Consolazione con iscrizione in latino (cat. VII.4.a.2) potreb-
be far supporre un'origine occidentale di questa variante.
La diffusione in Oriente è comunque documentata dopo il V secolo da un
altro gioiello assimilabile tipologicamente al precedente, ma con una serie di
lettere greche incise sulla verga decagonale: l'impossibilità di collegarle ad
una espressione intelleggibile ha fatto ritenere che si tratti di segni apotropaici
(cat. VII.4.a.3). Lo stesso significato è espresso da un anello dodecagonale di
provenienza orientale con simboli zodiacali (cat. VII.4.a.l), attribuito generi-
camente al IV-VI secolo.
Tra VI e VII secolo sembrano collocarsi tutti gli esemplari appartenenti alla
seconda variante, con verga poligonale arricchita da un castone in metallo di
forma circolare, ovale, quadrato o rettangolare (b). La verga a fascia ottagona-
le, utilizzata quasi esclusivamente in anelli nuziali, viene ritenuta da A. Grabar
un riferimento simbolico alla chiesa antiochena, a pianta ottagonale, dedicata
alla 'Op6vo~alConcordiaDivina3', mentre M.C. Ross mette in risalto il possi-
bile nesso concettuale con l'Ottavo giorno della settimana38.
I luoghi di provenienza permettono di suporre una prevalente produzione
degli anelli in oro nelle botteghe di Costantinopoli, mentre gli esemplari in
bronzo, che imitano i prototipi della capitale, probabilmente possono essere
considerati realizzazioni locali di altre aree orientali, come quella siro-palesti-
nese (cat. VII.4.b.6-8).
I soggetti più diffusi si incentrano sulla figura di Cristo, presentato in scene
maiestatiche (cat. VII.4.b.1, 13-14), in episodi neo-testamentari, come 1'An-
nunciazione (cat. VII.4.b.2-4) e l'Entrata in Gerusalemme (cat. VII.4.b.16)
oppure tra i due sposi, nella abituale raffigurazione nuziale (cat. VII.4.b.15 e
18-19); un anello in bronzo rinvenuto in una necropoli israeliana, probabil-
mente eseguito irz loco, presenta la raffigurazione meno consueta della Croce-
fissione con Cristo tra i ladroni (cat. VII.4.b.6). Sono attestati anche castoni
con soggetti più semplici o con le consuete invocazioni di protezione (cat.
VII.4.b.2, 5, 12). In due esemplari in bronzo è raffigurata l'aquila ad ali spie-
gate, in un caso nell'atto di afferrare un leone e un serpente (cat. VII.4.b.7-8):
"Grabar 1943, I, 222; Kanto- si tratta, come si è già accennato, ad una rappresentazione simbolica della vit-
rowicz 1960, 14.
3R ROSS 1968; Age of Spiritua-
toria sul male che su oggecti di uso personale assolve probabilmente funzioni
liry 1979,285. apotropaiche.
La tipologin e i rnotivi decorativi

Di particolare rilievo sono tre anelli con decorazione niellata sia sul castone
che sulla verga ottagonale; uno di questi esemplari è stato rinvenuto nel 1872 a
Siracusa, nell'area di un probabile complesso termale di età tardo-imperiale in
cui venne riconosciuto, in maniera piuttosto arbitraria, il luogo dove sarebbe
stato ucciso Costante I1 (cat. VII.4.b.10). I soggetti rappresentati a niello su
ciascun lato della verga sono tratti dal ciclo cristologico: Annunciazione, Visi-
tazione, Natività, Adorazione dei Magi, Battesimo, Crocifissione, Marie al
Sepolcro. I1 castone presenta invece l'immagine nuziale con gli sposi ai lati
della Vergine, accompagnata da un iscrizione tratta dal Salmo V, forse allusiva
della cerimonia delle nozze. Appare poco plausibile l'identificazione, più volte
proposta, del possessore di questo anello con lo stesso Costante 11, o con un
membro della sua mentre non è da escludersi un rapporto con la
corte, soprattutto considerando la raffinatezza di esecuzione dell'oggetto e il
suo isolamento nell'ambito delle produzioni locali.
Un altro gioiello siciliano raffigura un personaggio, forse un apostolo, un
profeta, oppure Cristo stesso, seduto con il globo e la croce alla destra di una
stella a otto punte e di un monogramma «a scatola» (cat. VII.4.b.11). Un altro
anello morfologicamente simile, forse di provenienza egiziana, presenta sul
castone la scena dell' Ascensione e l'iscrizione del Triagion, mentre sulla verga
ottagonale sono raffigurati gli stessi episodi neo-testamentari dell'esemplare
precedente, ugualmente resi a niello (cat. VII.4.b.9).
Agli episodi della vita di Cristo rappresentati sulla verga e alla scena nuzia-
le del castone si aggiunge, in un esemplare di provenienza siro-palestinese, un
versetto evangelico e un'invocazione di protezione per gli sposi, Petros e
Theodoti (cat. VII.4.b. 17).
A botteghe siciliane infine si potrebbe attribuire un anello con un personag-
gio seduto tra due stelle, con il braccio sollevato, forse identificabile con Cri-
sto o con un Evangelista (cat. VII.4.b.11); sulla verga ottagonale rimane un'i-
scrizione invocatoria agli arcangeli Michele e Gabriele, personaggi frequente-
mente nominati su oggetti profilattici ebraici e cristiani a partire dall'età tardo-
imperiale

Tipo 5

Si considerano a parte gli anelli con la verga costituita da elementi saldati


tra loro, di forma circolare o ovale (tipo 5): morfologicamente il tipo risale alla
tradizione tardoromana, come quello già citato con la verga di filo perlinato.
Dopo il IV secolo il dischetto centrale presenta prevalentemente motivi cri-
stiani: Cristo in trono (cat. VII.5.4), i busti degli sposi e la croce (cat. VII.5.5),
Salinas 1878. scene simboliche tra le quali una raffigurazione dell'Agnello Mistico, con la
V. ad esempio Sciacca colomba ed una croce (cat. VII.5.6). Sono attestati anche monogrammi cru-
1982, 94-95: riferisce il conte-
nuto di un testo talmudico, se- ciformi con invocazioni: ad esempio in un esemplare costantinopolitano (cat.
condo il quale si ricorreva ai due VII.5.2). La pertinenza a collezioni private degli esempi noti rende difficile
arcangeli nei momenti di diffi-
coltà. una datazione precisa, che resta approssimativamente indicata nel periodo tra
J 1 Vikan 1987. IV e V secolo sulla base di considerazioni di carattere stilistico4'.
Anelli

4. Anello

o;ei..
-V-
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec- $5,
tion (inv. 53.12.6)
acquisto 1953
bronzo; d 2.3
C 1,
'\'~!\\$/:~(4%
l.a Castone ovale con angelo stante che
con castone applicato regge un globo crucifero, alla sini- I I
stra di un monogramma a scatola.
circolare o ovale Bibliografia: Ross 1965, 54, n. 62, tav. dilia; sposo clamidato con fibula
(V-VZZ sec.) XLII (prima metà VI sec.) Byzarzti- sulla spalla; rinvenuto probabil-
ne Collection 1967, n. 195. mente con un fermaglio di collana
includente un solidus di Anastasio e
5. Anello Ariadne del 49 1.
p.i., Costantinopoli Bibliograjìa: Ross 1965, 56-57, n. 66,
Washington, Dumbarton Oaks Collec- tav. XLII (tardo VI sec.); Maniére
tion (inv. s.n.) Lèveque 1997, 84, fig. 1.I (seconda
acquisto 1953 metà V-inizi VI sec.).
bronzo, argento; d 2 9. Anello
Castone circolare con i busti niellati di
due sposi con corona nuziale ai lati p.i., Cipro
1. Anello di una croce sormontata dal busto Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 438)
p.i., Costantinopoli, tesoro 1.111.20 nimbato di Cristo; in esergo iscri- bronzo; d 2.3
Washington, Dumbarton Oaks Collec- zione niellata «Xaptc» («Grazia»). Castone circolare con monogramma
tion (inv. 59.60) Bibliogrcfia: Ross 1965, 57, n. 68, tav. cruciforme niellato.
acquisto 1959 XLIII (inizi VI1 sec.). Bibliogrnfia: Pierides 1971, 59, nn. 9-
oro; d 2.5; d castone 1.5 10, tav. XL, 9-10 (VI-VI1sec.).
Castone circolare con busti niellati 6. Anello
degli sposi ai lati di una croce e iscrizione 10. Anello (fig. 16)
«OEOUX C L ~ I ~ / O ~ «Grazia
O V O ~di C Dio,
I» p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Palmira (Siria), tesoro 1.111.19, 1960
Concordia»); figura maschile clamidata Palmira, Museo Archeologico (inv. CD
con fibula sulla spalla; figura femminile tion (inv. 53.12.4)
con corona e orecchini. acquisto 1953 4B3)
oro, argento; d 2.4 oro; d. 2.3
Bibliografia: Kantorowiczl960; Ross Castone circolare privo di decorazione.
1965, 7, n. 4.E, tav. IX (VI1 sec.) Castone circolare con i busti niellati di
Maniére Lèveque1997, 97, tav. 1. J due sposi con corona nuziale ai lati Bibliograjia; Michalowsky 1962, 224,
(fine VI-VI1 sec.) di una croce sormontata dal busto n. 138, fig. 257 (VI1 sec.); Maniére
nimbato di Cristo: in esereo iscri- Lèveque1997,92.
2. Anello zione nieiiata « f ~ G o v o ~ a > > " ( « ~ o n -
cordim). 11. Anello
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Bibliografia: Kantorowicz 1960; Ross Shivta (Israele), Ambiente N, 1934-
tion (inv. 47.2.2282) 1965,57, n. 67, tav. XLIII (inizi VI1 1935
dono G. Howland Shaw, 1947 sec.). Gerusalemme, Israel Department of
bronzo; d 2.3 Antiquities and Museum (inv.
Castone ovale con monogramma a scato- 7. Anello 47.4623)
la. Sardi (Turchia), Terme del ginnasio bronzo; d 2.1 ; castone 1.4 x 1.2
Sardi, Museo (inv. 66.3:7050) Castone ovale con leone entro cornice
Bibliografia: Ross 1965, 52, n. 55, tav. puntinata.
XL (prima metà VI sec.). argento; d 2.50 (est.); d castone 1.30
Castone circolare con aquila e mono- Bibliograjia: Rahmani 1985, 170, n. 6,
3. Anello gramma. tav. XLII:6 (fine VI-unma metà VI1
p.i., Costantinopoli ~ i b i o ~ r a f iWaldbaum
a: 1983, 130, n. sec.).
Washington, Dumbarton Oaks Collec- 834, tav. XLVIII (protobizantino).
tion (inv. 53.12.7) 12. Anello
acquisto 1953 8. Anello Hammat Gader (Israele), Sinagoga
bronzo; d 1.8 p.i., Trebisonda (Turchia), tesoro 1.111. Gerusalemme, Israel Department of
Castone ovale con arcangelo stante che 1o Antiquities and Museum (inv.
regge nella destra una croce astile e Washington, Dumbarton Oaks Collec- 33.1884)
invocazione «Boqeij Koopa» («Pro- tion (inv. 61.3) bronzo; d 1.9; castone 1.1
teggi Cosrna»); due coppie di globet- bronzo; d 2.1 ; d castone 1.2 Castone circolare con iscrizione tra due
ti aurei sulla verga ai lati del castone. Castone circolare con i due sposi stanti punti: « X ( p i o ~ ) eBolqeq Alv-
Bibliografia: Ross 1965, 54-55, n. 63, ai lati di Cristo nimbato e crucisi- Gpe/a(~)»(«Cristo, proteggi An-
tav. XLII (tardo VI sec.). gnato; sposa con diadema con pen- drea~).
Ln tipologia e i motivi decoratiiti

Bibliografia: Rahmani 1985, 178, n.


15, tav. XLIII:15 (VI-prima metà
VI1 sec.).
13. Anello
Malaya Pereschchepina (Poltava, Rus-
sia meridionale), 1912
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W
1052)
coll. B.I. Khanenko, 1914
oro; d 2.7; p 26.37
Castone con monogramma interpretato
come «Papa~azou».
bronzo
Bibliogrnfia: Banck 1966, n. 106 a. Castone circolare tra due linguette, con 19. Anello
invocazione incisa parzialmente Classe (Ravenna), podere Chiavichetta,
14. Anello 1984
leggibile: «K(upt)&po(qeq)..>>
Malaya Pereschchepina (Poltava, Rus- («Signore, proteggi. ..»). soprintendenza Archeologica Emilia
sia meridionale) Bibliografia: Dalton 1912, n. 141. Romagna, Centro Operativo di Ra-
San Pietroburgo, Hermitage (inv. 1053) venna (inv. 8 1928)
coll. B.I. Khanenko, 1914 piombo argentifero; d 2; d castone 1.5;
oro; d 2.6; p 21.77 p 2.2
Castone con monogramma interpretato Castone circolare con raffigurazione a
come «@ehenxcrpou». stampo della Vergine in trono col
Bibliograjia: Banck 1966, n. 106 b. Bambino, di profilo; iscrizione gre-
ca ai lati della scena?tratta dall'ico-
nografia cristologica dell' Adora-
zione dei Magi: «H ayia/Mapia»
(«Salita Maria»).
17. Anello Bibliografìa: Cavallari 1997 (TV-V sec.).
p.i., Siracusa
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 3669 1)
oro, argento; p 5.4
Castone circolare decorato a niello con
raffigurazione della Vergine col
Bambino, entrambi nimbati, tra due
15. Anello cipressi.
Butera (CL, Sicilia) Bibliografia: Orsi 1942, 156, fig. 70
Siracusa, Museo Archeologico Regio- (VI-VI1 sec.); Farioli Campanati
nale (inv. 35261) 1982, 414, n. 224, fig. 297 (VI1
sec.).
oro; d 1.7; altezza castone 1.1 ; p 8
Castone circolare con i busti degli spo- 20. Anello
si ai lati di Cristo, nimbato e, sotto S.P.
le figure, l'iscrizione «Opovot/a» Atene, Museo Benaki (inv. 1829)
(«Concordia») sormontata da una oro; d 2.5
croce a bracci patenti; tracce di in- Castone circolare con aquila sormonta-
cisioni sopra le teste degli sposi. ta da un monogramma cruciforme.
Bibliografia: Orsi 1942, 158, fig. 73 Bibliografia: Bromberg 1990, 75, fig.
(VI-VI1 sec.); Ori Italia 1962, 235, 56 (VI-VI1 sec.); Ead. 1992, fig. 58.
n. 830 (VI-VI1 sec., con indicazione
della provenienza da Acquarossa- 21. Anello
Paternò, acquisto 1904); Accascina 18. Anello
1974, 7; Guillou 1975, 85; Farioli S.P.
Campanati 1982, 414, n. 223, fig. p.i., Sicilia Atene, Museo Archeologico Nazionale
296 (VI1 sec). Siracusa, Museo Archeologico Regio- coll. Stathatos
nale (inv. 29066) argento; d 2.6; d castone 1.2
bronzo; p 3.10 Castone circolare con aquila sormonta-
16. Anello Castone con due figure, nimbate e stan- ta da un monogramma cruciforme
p.i., Sicilia ti, affrontate, forse scena di Annun- interpretato come «Mapia».
Londra, British Museum (Dalton, n. ciazione. Bibliografia: Amandry 1963, 288, n.
141) Bibliografia: Orsi 1942, 152, fig. 68. 227, tav. XLIV (VI-VI1 sec.)
22. Anello oro 33. Anello
S.P. Castone circolare con la Vergine e il S.P.
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.) Bambino e invocazione di protezio- coll. R. Harari
oro; d 2; d castone 1.3 ne alla Madre di Dio. oro; d 1.9
Castone circolare con orlo perlinato e Bibliografin: inedito. Castone circolare con monogramma
decorazione a rilievo: busti degli cruciforme sciolto come «Nctou»
sposi ai lati di una croce; in esergo (Boardman 1975); due coppie di
iscrizione: «Xap~<» («Grazia»). globetti nei punti di saldatura alla
Bibliografia: Spieser 1972, n. 11, f i g . verga.
22-23 (VI-VI1 sec.). Bibliografia: Boardman 1975, 50, n.
I 12 (VI-VI1 sec).
23. Anello
S.P. 34, Anello
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.) S.P.
oro; d castone 1.1 coll. privata
Castone circolare con monogramma in- coll. Melvin Gutman, Oberlin, Ohio
ciso scolto come «Kap~ou». 29. Anello oro; d 1.4, castone 2.3
Bibliografia: Spieser 1972, n. 14, fig. Castone ovale con arcangelo che regge
28 (seconda metà VI-VI1 sec.). S.P.
Pforzheim, Schmuckmuseum (inv. scettro e globo.
24. Anello 1963142) Bibliografia: Parkhurst 196 1, n. 129;
oro; d 2.4; d castone 1.2 Age of Spiritunlity 1979, 539, n,
S.P. 484 (inizi VI1 sec.).
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.) Castone circolare con croce niellata a
oro, argento; d 1.4 ca; d castone 0.7 bracci patenti
Castone circolare con croce niellata. Bibliogrrlfia: Age of spirituali^ 1979, quadrato o rettangolare
Bibliografia: Spieser 1972, n. 16, fig. 30. 328-329, n. 308 (VI-VI1 sec.) (IV- VZI sec.)
25. Anello 30. Anello
35. Anello
S.P. S.P. S.D.
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. Richmond, Virginia Museum of Fine - -r

Arts Washington, Dumbarton Oaks Collec-


TL 1985.048) tion (inv. 58.37)
coll. Zucker, 1985 coll. Glasgow
oro oro; d 2.5
oro; d 1.9-2; d castone 1.2-1.4 Castone quadrato con i busti degli spo-
Castone circolare con Cristo tra i due Castone ovale con personaggio nimba-
to in trono di profilo con il globo si ai lati di una croce e iscrizione.
sposi ed iscrizione: « E ~ x...L». Bibliografia: Vikan 1987, fig. 8.
staurifero; a sinistra della figura, in
Bibliografia: Vikan 1987, fig. I O (VI- alto, stella a otto punte; in basso,
VI1 sec.). monogramma a scatola. 36. Anello
26. Anello Bibliografia: Ross 1968, 19, n. 19 (tar- S.P.
S.D. do V-VI sec.). Richmond, Virginia Museum of Fine
Gltirnora, Walters Art Gallery (inv. Arts
31. Anello coll. De Clercq e De Boisgelin
TL 1985.059)
- - --.
coll. ~ u c k e r 1985
, S.P. oro, argento
oro; d 1.8-2; d castone 1 Richmond, Virginia Museum of Fine Castone rettangolare con raffigurazione
Castone circolare con monogramma. Arts impressa di Afrodite in trono, di
Bibliogrnfia: Vikan 1987, fig. 12 (VI- coll. Glasgow fronte a due personaggi di dimen-
oro, argento sioni inferiori, probabilmente eroti
VI1 sec.). Castone con monogramma cruciforme e iscrizione greca, niellata, evocan-
27. Anello niellato. te la potenza salvifica della divinità.
S.P. Bibliografia: Ross 1968, 22, n. 23 (se- Bibliografia: Ross 1968, 13, n. 3 (IV
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. conda metà VI sec.). sec.).
TL 1985.060)
coll. Zucker, 1985 32. Anello 37. Anello
oro; d 2; d castone 1.3 S.P. S.P.
Castone circolare con monogramma. Richmond, Virginia Museum of Fine coll. R. Harari
Bibliografin: Vikan 1987, fig. 13 (VI- Arts coll. E. Guilhou (n. 824)
VI1 sec.). coll. Glasgow oro; castone 1.2 x 1 ;d verga 2
oro, argento Castone rettangolare con due gruppi di
28. Anello Castone con monogramma cruciforme tre globetti aurei ai due lati, nei pun-
S.P. niellato e aquila ad ali spiegate. ti di saldatura con la verga, e iscri-
Pforzheim, Schmuckrnuseum (vetrina Bibliogrrtfia: Ross 1968, 25, n. 32 (VI zione entro cornice puntinata:
9, n. 6) sec.). «+K(up~)& Bolqe.rl @lo.rqolapqv»
La tipologia e i motivi decorativi

(«Signore, proteggi Fotios, a - polilobato (VI-VZZ sec.)


men»).
Bibliograjia: Guilhou 1912, 95, n. 824, 40. Anello
tav. XIII; Chatzidakis 1939, 43; Kyrenia (Cipro)
Boardman 1975,48-49, n. 109 (tar- Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 436)
do VI1 sec.). oro; d 2
Castone quadrilobato.
poligonale (VI-VZZ sec.) Bibliografia: Pierides 1971, 58, n. 5, 44. Anello
tav. XL (VI-VI1sec.). S.P.
38. Anello Baltimora, Wal-
S.P. ters Art Gal-
coll. R. Harari lery (inv. 57.1582)
coll. Fillon e E. Guilhou oro, argento; d 3.4
oro; castone 1 x 0.9; d verga 2 Castone troncoconico con fila di pal-
Castone esagonale con iscrizione scar- mette a rilievo e supe cie superio-
samente leggibile sul bordo: «Ayi.o re niellata con croce a bracci paten-
(i. K)oopa itat Acxpqavo ...q ov» ti entro corona di alloro.
(«Santi Cosma e Damiano...»); mo- Bibliografia: Baltimore 1947, n. 509,
nogramma a scatola sul castone, tav. LXV; Jewelry 1979, 153, n.
sciolto come Fotino (Boardman 428 (VI-VI1 sec.).
1975). 41. Anello
Bibliografia: Cabrol, Leclercq, Dic- 45. Anello
S.P. S.P.
tionnaire, 2207; Guilhou 19 12, Atene, Museo Benaki (inv. 1826)
103, n. 864, tav. XIII; Chatzidakis Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.)
oro; d 2.9 oro; d 2; d castone 1.l
1939, n. 53; Boardman 1975, p. 49, Analogo al precedente; verga ingrossa-
n. I 10 (VI sec., produzione costan- Castone troncoconico con decorazione
ta in corrispondenza del castone. impressa: sposi stanti ai lati di Cri-
tinopolitana).
Bibliografia: Sega11 1938, tav. 50, n. sto nimbato e crucisignato, vestito
257; Bromberg 1990, 75, fig. 57 di tunica; la figura maschile è cla-
(VI-VI1 sec.); Ead. 1992, fig. 56 midata con fibula sulla spalla, quel-
(VI-VLI sec.). la femminile ammantata.
Bibliografia: Spieser 1972, n. 10, figg.
20-2 1 (inizi VI sec.).
troncoconico o a calice$oreale
(VI-VZZ sec.)
l .b
42. Anello con castone e pietra
p.i., Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collec- circolare o ovale(VZZ sec.)
39. Anello tion (inv. 53.12.3)
S.P. acquisto 1953
Atene, Museo Benaki (inv. 2107) bronzo; d 2.2
oro, niello; d 2.5, castone 1.3 Castone troncoconico con raffigurazio-
Castone ottagonale reversibile; su un ne della dextrarum iunctio di due
lato, S. Tecla, orante, tra due croci e sposi stanti ai lati di Cristo nimbato
due leoni; sull'altro, un arcangelo e crucisignato.
con la croce astile ed il globo; sullo Bibliografia: Ross 1965, 55, n. 64, tav.
spessore del castone sono incise XLII (VI sec.). rfi
is'crizioni, variamente interpretate:
da un lato «X(pi.ozoq) M(xmqh) 43. Anello
r(aBptqh)», oppure «X(ptozoq) p.i., Costantinopoli 1. Anello
M(aptaq) T ( ~ v v a ) »(Chatzidachis Washington, Dumbarton Oaks Collec- Mersin (Turchia), tesoro I .III.16, 1889
1939); dall'altro, un simbolo consi- tion (inv. 53.12.8) San Pietroburgo, Hennitage (inv. W 99)
derato un numerale, forse rifenbile acquisto 1953 oro, pietra; d 2.3, p 5.07
all'anno 6381639. bronzo; d 2 Castone circolare con orlo perlinato e
Bibliografia: Chatzidakis 1939; Age of Castone troncoconico con raffigurazio- pietra.
Spirituality 1979, 326-327, n. 305 ne di due sposi stanti e panneggiati Bibliografia: Kondakov 1896; Grabar
(638-639); Bromberg 1990,75, fig. ai lati di Cristo nimbato. 1951; Banck 1966, 107 e; Maniére
58 (VI-VI1 sec.); Ead. 1992, fig. 57 Bibliogra3a: Ross 1965,56, n. 65, tav. Lèveque1997,94, tav. 1, N (secon-
(VI-VI1 sec.). XLII (VI sec.). da metà VI-VI1 sec.).
Anelli

acauisto A. Wollaston Franks. 1897


oro, perla; d 2.2 i.e
Castone troncoconico con ~ e r l a . verga di filo perlinato
Bibliografia: Tait 1986, 98, fig. 220 (V-VI1 sec.)
(400 ca); Pirzio Biroli Stefanelli,
275, n. 265, fig. 309.

verga con estremità


2. Anello serpentiformi
Nissona (EN, Sicilia) (VI1 sec.)
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 53404) 1. Anello
oro, pietra; d 1.5 1. Anello (fig. 15)
Castone con vago forato di collana. Pantalica (SR, Sicilia) tesoro 1.III.21,
1903 Mersin (Turchia), tesoro 1 .III.16, 1889
Bibliografia: Gentili 1953, 382; Id. s.1.c. San Pietroburgo, Hermitage (inv. W
1954, 403-404; Ori Italia 1962,
234, n. 828; Wilson 1990, fig. 236. oro, argento; p 30 97)
Verga formata da due coppie di serpenti oro; d 2 . 1 ; 8.75
~
che, con le quattro teste, reggono il Verga perlinata e castone circolare con
quadrangolare (IV-VZI sec.) castone; quest'ultimo, sulla base Cristo tra gli sposi.
della descrizione di P. Orsi, conser- Bibliografia: Kondakov 1896; Grabar
3-4 Anelli (fig. 14) vava una raffigurazione di Cristo 1951 (fine VI-VI1 sec.); Banck
nimbato tra due angeli, con panneg- 1966, n. 103 b.); Maniére LèvE-
Mitilene (Lesbo), tesoro l .III.13, 1951 gi a niello. que1997, 82, fig. l.M (seconda
Mitilene, Museo (inv. 3053-3054) metà V-inizi VI sec.);
oro; a 2.4 Bibliografia: Orsi 1942,138, tav. IX,2
Castone piramidale con pietra ora man- (VI-IX sec.); Fallico 1975, 329, 2. Anello (fig. 15)
cante. fig. 1.
Mersin (Turchia), tesoro I .III.16, 1889
Bibliografia: Art Byzantin 1964,366, n. San Pietroburgo, Hermitage (inv. W
396 (VI1 sec.); Maniére LèvE- 98)
que1997,92 (fine VI-VI1 sec.). oro; d 2.3; p 8.85
verga ritorta Castone per pietra perduta. Fascia per-
5. Anello linata.
p.i., Catania (Sicilia) (IV-VI1 sec.)
Bibliografia: Banck 1966, n. 103 c.);
Londra. British Museum (inv. F 799) Maniére LèvEque1997, 82, fig. 1.N
acquisto A. Wollaston Franks 1. Anello (seconda metà V-inizi VI sec.).
oro, pasta vitrea; d 1.5; p 4.53 p.i., Costantinopoli
Castone con pasta vitrea blu sfaccetta- Washington, Dumbarton Oaks Collec-
ta. tion (inv. 57.52)
Bibliografia: Marshall 1907, 13 1, n. acquisto 1957
788, tav. XXIII (IV sec.); Kent oro, pietra; d 2
1977,58, n. 119 (inizi IV sec.). Verga ritorta; castone ovale con pietra
rosa, cornice liscia e orlo perlinato.
troncoconico o a calicefloreale Bibliografia: Ross 1965, 48, n. 48, tav.
(V-VZI sec.) 3. Anello
XXXIX (IV-V sec. ?).
p.i., Messina (Sicilia)
6-7 Anelli (fig. 14) 2. Anello Londra, Bntish Museum (inv. 864)
Mitilene (Lesbo), tesoro l .III.13, 195 1 acquisto A. Wollaston Franks, 1897
p.i., Egitto oro, plasma; d 1.4, p 4.66
Mitilene, Museo (inv. 3055-3056) New York, Brooklyn Museum (inv.
oro, pietra; d 2.9 Verga perlinata costituita da tredici glo-
05.534) betti; castone rettangolare con pla-
Castone a calice floreale con pietra. acquisto da Aziz Khayat; E.C.
Bibliografia: Art Byzantin 1964,366, n. sma.
Woodward Memoria1 Fund Bibliografia: Marshall 1907, n. 864,
397 (VI1sec.) oro, pasta vitrea; d 1.85 tav. XXII.
8. Anello (fig. 11) Verga ritorta; castone ovale con pasta
vitrea, orlo perlinato e due coppie di
Cartagine, tesoro l .III.4 globetti ai lati. 4. Anello
Londra, British Museum (inv. MLA Trivolzio (PV, Lombardia), tesoro
AF 323-30) Bibliografia: Davidson 1984, 186, n.
270 ( V I - m sec.). I JII.7, 1940
La tipologin e i motivi decorativi

Pavia, Museo Civico Archeologico (inv. bronzo; d 1.9; castone 1.7 x 1.5 2. Anello
5967) Verga ottagonale a sezione triangolare; S.P.
oro; d 2.2 castone ovale con raffigurazione Atene, Museo Benaki
Verga formata da quattro file di globet- impressa di Santo cavaliere barbato oro; d 2
ti; castone circolare con due uccelli e nimbato, che con la croce astile Verga con orlo godronato e decorazio-
affrontati e tre stelle a sei punte. trafigge la testa di un serpente. ne a motivi vegetali.
Bibliograjìa: Degrassi 1P41, 305; Ori Bibliografia: Rahmani 1985, 177, n. Bibliografia: Sega111938, n. 265, tav. 49.
Italia 1962, 215, n. 744; Peroni 13, tav. XLIII: 13 (fine VI-prima
1967, 109-110, n. 66 (fine TV sec.); metà VI1 sec.).
G.M. Facchini, in Milano capitale
1990, 74-75, lf.4b.7 (prima metà 3. Anello 2.b
del V sec.). p.i., Caesarea (Israele), 1958 in lamina con castone
Gerusalemme, Israel Department of
5. Anello Antiquities and Museums (inv. circolare o ovale
S.P. 57.812) (VI-VZZ sec.)
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.) bronzo; d 2; castone 1.8 x 1.7
oro; d 2.3; d castone 1 Verga ottagonale a sezione triangolare;
Verga perlinata e castone circolare con castone ovale con raffigurazione 1. Anello
monogramma cruciforme inciso, impressa di Santo cavaliere barbato p.i., Costantinopoli
sciolto come «Kupihhtavou». e nimbato, con la croce astile. Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Bibliograjìa: Spieser 1972, n. 12, figg. Bibliografia: Rahmani 1985, 177, n. tion (inv. 47.2.228 1)
24-25 (metà VI-VI1 sec.). 14, tav. XLIII: 14 (fine VI-prima dono G.H. Shaw, 1947
metà VI1 sec.). bronzo; d 2.6
Verga decorata a foglie sovrapposte;
castone ovale con monogramma a
l .f scatola sciolto come «lTauhou».
verga poligonale Bibliograjìa: Ross 1965, 5 1-52, n. 54,
(IV-VI I sec.) tav. XL (prima metà VI sec.).
2. Anello
Djebail (Siria)
2.a Parigi, Louvre (inv. AC 924)
in lamina coll. De Clercq; dono Boisgelin, 1967
(VI1 sec.) oro; d 2, a castone 1.3
Verga con iscrizione tratta da Giov.
XIV, 27; castone ovale con scena
nuziale e iscrizione « O p o v o ~ a »
1. Anello («Concordia»).
S.P., Mediterraneo orientale Bibliograjìa: De Ridder 1924, n. 3511;
Richmond, Virginia Museum of Fine Byzance 1992, n. 86 (VI1 sec.).
Arts (inv. 67-52-11)
coll. De Clercq; poi coil. Boisgelin
oro, argento; d 1.9
Verga ottagonale a sezione triangolare
con iscrizione niellata: «Hht(oc)
~&L(&vT)) KPO(VOC) Z E ~ ( SAP(&C)
)
A ~ P ( ~ ~ L E!J!J(&<)
~ T ) C )Q P ( L ~ ~ ) > >
(Elios, Selene, Kronos, Zeus, Ares,
Afrodites, Ermes, Orion), con l'ag-
giunta di lettere apotropaiche; ca-
stone trocopiramidale con busto di 1. Anello 3. Anello
Asclepio, serpente e iscrizione re- Pantalica (SR, Sicilia) p.i., Siria, tesoro 1.111.15
trograda «Yyta» («Salute»). Siracusa, Museo Archeologico Regio- Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Bibliograjìa: Ross 1968, 13, n. 2; Age nale (inv. 25106) tion (inv. 38.6)
of Spiritualify 1979, n. 274 (11-111 oro, granato; d 1.8; p 3.1 coll. Bliss, 1938 I
sec.). Verga con orlo perlinato e castone rom- oro; d 2.6
boidale, decorato a granulazione e Castone circolare con globetti aurei ai
2. Anello includente un granato; forse perti- lati. l
Abu Shushe (Israele), tomba 74
Gerusalemme, Israel Department of
nente al tesoro rinvenuto nel 1903.
Bibliograjìa: O s i 1910, 470; Id. 1942,
Bibliografia: Ross 1965, 10-11, n. 6.F,
tav. XIV (VI1 sec.); Maniére Lè-
i
Antiquities and Museums (inv. 150, fig. 65; Fallico 1975, 316, veque1997, 96, tav. l.K (fine VI-
58.393) figg. 5 e 10.6. VI1 sec.).
1
I
i
4. Anello 12. Anello
irbid, Arbela (Giordania) Shivta (Israele) 1934-1935
Amman, Museo Archeologico Gerusalemme, Israel Department of
oro; d 2.5 Antiquities and Museum (inv.
Verga iscritta: «OEOTOKE Poqeq ~q 47.4626)
60vhq CTO~...» («Madre di Dio, pro- bronzo; d 1.7
teggi la tua serva...»); sul castone, Castone circolare con palma incisa.
monogramma cruciforme sciolto Bibliografia: Rahmani 1985, 174, n. 9,
come «Koopq>>. tav. XLII:9 (fine VI-prima metà VI1
Bibliografia: Giordania 1986, 230, n. sec.).
45 (VI sec.).
S. Anello
Gush Halav (El-Jish, Israele), ambiente
B
Gerusalemme, Israel Department of
Antiquities and Museum (inv.
30.1072)
bronzo; d 2.1 ; castone 1.4
Analogo al precedente.
Bibliograjìa: Rahmani 1985, 170, n. 4,
fig. 2, tav. XLII:4 (fine VI-prima
metà VI1 sec.).
13. Anello
I 1 9. Anello Nissoria (EN.
\ . Sicilia). ,. contrada Torre.

5. Anello Gush Halav (El-Jish, Israele), Ambien- 1953


te B Siracusa, Museo Archeologico Regio-
Gush Halav (E]-Jish, Israele), Arnbien- Gerusalemme, rsrael Department of nale (inv. 53405)
te B Antiquiiies and Museum (inv. argento; d 1.8
Gerusalemme, Israel Department of 38.105 1) Castone costituito da una moneta di
Antiquities and Museum (inv. bronzo; d 2.1; castone 1.9 x 1.4 Valentiniano 111 (425-455), di cui è
38.1045) Analogo al precedente. visibile il verso; rinvenuto insieme
bronzo; d 2.3; castone 1.5 x 1.3 agli orecchini cat. II.8.b.3 e alla col-
Castone ovale con due busti ai lati di Bibliografia: Rahmani 1985, 170, n. 5,
tav. XLII:5 (fine VI-prima metà VII lana cat. 111.l .d.7.
una croce; in esergo iscrizione Bibliografia: Gentili 1953, 382; Id.
«Yyia» («Salute>>). sec.).
1954, 404; Ori Italia 1962, 234-
Bibliografia: Rahmani 1985, 168, n. 1, 10. ~ ~ ~ l l ~ 235, n. 829; Fallico 1975, 319;
fig. 1, tav. XLII: I (fine VI-prima Guillou 1975,86; Wilson 1990, fig.
metà VI1 sec.). p.i., Kibbutz Ziqim (Israele)
Gerusalemme. Israel Devartment of 236.
Antiquities and ~ u ' s e u m(inv.
6. Anello 56.938)
Beth Yerah (Israele), tomba 3 bronzo; d 1.3; castone 1.5 x 1.3
Gerusalemme, Israel Department of Castone ovale con raffigurazione della
Antiquities and Museum (inv. Resurrezione di Lazzaro.
53.157) Bibliografia: Rahmani 1985, 176, n.
bronzo; d 0.9-2.1 ; castone 1.1 x 0.8 11, tav. XLIII: l 1 (fine VI-prima
Castone ovale con i busti degli sposi ai metà VI1 sec.).
lati della croce.
Bibliografia: Rahmani 1985, 168, n. 2, 11. Anello
14. Anello
tav. XLII:2 (prima metà VI1 sec.). Gush Halav (Israele), tomba B
Gerusalemrne, Israel Department of p.i., Sicilia
Antiquities and Museum (inv. Siracusa, Museo Archeologico Regio-
7. Anello nale (inv. 34644)
38.1060)
Gush Halav (El-Jish, Israele), ambiente bronzo; d 2.1 ; castone 1.5 x 1.2 bronzo; p 5.8
B Castone ovale con schematica raffigu- Castone circolare piatto con soggetti
Gerusalemme, Israel Department of razione incisa di un busto su una apotropaici: testa (forse nimbata o
Antiquities and Museum (inv. colonna tortile, identificabile con S. radiata) tra due stelle a sei punte,
38.1065) Simeone Stilita, tra due croci. stella a cinque punte (pentalpha),
bronzo; d 2.1 ; castone 1.4 x 1.2 anke, elemento radiato.
Bibliografia: Rahmani 1985, 176, n.
Castone ovale con leone impresso. 12, tav. XLIII: 12 (fine VI-prima Bibliografia: Orsi 1942, 152, fig. 68;
Bibliografia: Rahmani 1985, 170, n. 3, metà VI1 sec.). -
Pace 1949, 448; Manganaro 1963,
tav. XLII:3 (fine VI- rima metà VI1 73 (riferimento errato a questo anel-
sec.). lo, v. cat. seguente).
La tipologia e i motivi decorativi

15. Anello 24. Anello


p.i., Sicilia S.P.
Siracusa, Museo Archeologico Regio- Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
nale 57.1715)
bronzo coll. Saidie A. May
Analogo al precedente; ai soggetti apo- oro; d 1.6
tropaici già indicati si aggiungono Verga con orlo perlinato; castone con
due scale. orlo perlinato e raffigurazione di
Bibliografia: Manganaro 1963,73. dextrarum iunctio a rilievo.
20. Anello Bibliografia: Baltimore 1947, n. 508,
S.P. tav. LXV; Jewelry 1979, 152, n.
Atene, Museo Benaki (inv. 1830) 426 (VI sec.).
oro, argento; d 1.6
Castone ovale con la raffigurazione 25. Anello
niellata dell'Annunciazione, con la S.P.
Vergine che fila la porpora; fascia san Pietroburgo, Hermitage (inv. W
decorata con busti nimbati, proba- 121)
bilmente di Apostoli, anch'essi ese- coll. A.B. Lobanov Rostovsky, 1897
16. Anello guiti a niello.
Pachino (SR, Sicilia) oro; d 2.1; p 7.9
Bibliografia: Bromberg 1990,71, n. 30 Castone raffigurante gli sposi ai lati di
Siracusa, Museo Archeologico Regio- (VI-VI1 sec.); Ead. 1992, fig. 29
nale (inv. 24627) Cristo e iscrizione «Opovota»
(VI-VI1 sec.). («Concordia»); fascia con versetto
bronzo; p 8.5
Verga con stelle a sei punte; castone 'tratto dal Salmo V: « K ( u p i ) ~oq
circolare piatto con soggetti apotro- 21. Anello oxhov ~uGoiciaqEozecpavooaq
paici: busto radiato tra una stella a S.P. qpaq» («Signore, come scudo di
sei punte e una stella a cinque punte Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.) benevolenza ci hai coronato»)
(pentalpha), elemento radiato, sim- oro, argento; d 2.3; d castone 2.3 Bibliografia: Banck 1966, n. 106 C.
bolo formato da tre N collegate. Castone con i busti della coppia nuziale
Bibliografia: Orsi 1942, 152; Manga- niellati: figura maschile clamidata e
figura femminile con orecchini e rettangolare (ZV sec.)
naro 1963,73.
diadema ai lati di una croce a bracci
17. Anello patenti sormontata da una colomba 26. Anello
Palazzo10 Acreide (SR, Sicilia) con ramoscello nel becco; in eser- S.P.
Siracusa, Museo Archeologico Regio- go, iscrizione niellata: «Opovoia/ Londra, British Museum (inv. GR 649
nale (inv. 45303) OEOZ) xaptq» («Concordia, grazia F)
bronzo di Dio»). '
acquisto A. Wollaston Franks, 1897
Analogo al precedente; castone circola- Bibliografia: Spieser 1972, n. 9, figg. oro; d 2.8, p 10.9
re piatto con soggetti apotropaici: 18-19 (VI1sec.). Iscrizione in lettere capitali sul castone
cerchio, busto radiato, due N sepa- rettangolare e sulla fascia: «Fidem
rate e contrapposte, segno «nA». 22. Anello Constantino» («per la fedeltà a Co-
Bibliografia: Manganaro 1963,73-74. S.P. stantino»).
18. Anello Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.3 Bibliografia: Marshall 1907, n. 649,
oro; d 2.2; d castone 1.1 tav. XVII; Kent 1977, 27, n. 17 (IV
Vicari (PA, Sicilia) Castone circolare con monogramma in-
Palermo, Museo Archeologico Regio- sec.); Ward 1981, n. 70.
ciso sciolto come « B a o t h a ~ ~ o u » .
nale (inv. 68)
oro; d esterno 2; p 6.8 Bibliografia: Spieser 1972, 12, n. 13,
figg. 26-27 (seconda metà VI-VI1 quadrato (V- VI sec.)
Castone con iscrizione: «Aacpvq». sec.).
Bibliografia: Pace 1949, 176; Ori Italia 27. Anello
1962,237, n. 837; Guillou 1975,85.
23. Anello p.i., Costantinopoli
19. Anello S.P. Washington, Dumbarton Oaks Collec-
Venosa (PZ, Basilicata), Masseria Palo Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.) tion (inv. 47.2.2284)
Rotondo oro, pietra; castone 2.4 x 1.6 dono G.Howland Shaw, 1947
Venosa, Museo Archeologico (inv. Castone ovale con ematite incisa raffi- bronzo; d 2.5
257503) gurante un arcangelo panneggiato Castone quadrato con personaggio
bronzo; d 2.4-2.6 con croce astile su globo. nimbato in trono, probabilmente
Castone circolare con lettera «T»ad api- Bibliografia: Spieser 1972, 12-13, n. Cristo, con lo scettro tra due figure
ci gigliati entro cornice puntinata. 15, fig. 29 (VI-VI1 sec.). stanti.
Bibliografia: Salvatore 1991, 286, t.6 Bibliografia: Ross 1965,52, n. 57, tav.
(V-VI sec.). XLI (VI sec.).
Anelli

28. Anello Siracusa, Museo Archeologico Regio- Bibliografia: Battke 1953,38-39, n. 47,
Carpignano, Pavia, stazione ferrovia- nale tav. IX (IV-V sec.).
ria, tesoro l .III.5, 1909 oro
Pavia, Museo Civico Archeologico Analogo
- al -precedente.
Bibliografia: Orsi 1942, 122-124, tav. a calice floreale (V11 sec.)
oro
Castone con monogramma a scatola XI,4.
sciolto dubitativamente come «To-
rani»; rinvenuto in associazione
con monete di Onorio.
Bibliografia: Patroni 191 1; Degrassi
1941.307.

troncoconico o a calicefloreale
(VI- VII sec.) 3. Anello
p.i., Siria, tesoro l .III.lS
29. Anello 4. Anello Washington, Dumbarton Oaks Collec-
S.D. S.P. tion (inv. 38.5)
~ i r i g i Bibliothèque
, Nationale (inv. Londra, British Museum coll. Bliss, 1938
543) acquisto A.Wollaston Franks, 1897 oro, ametista; d 2.2
oro; d 2.1 oro; d 2, p 5.63 Fascia filigranata con orlo perlinato e
Verga a fascia con orlo perlinato; casto- Fascia traforata con girali tra due comi- iscrizione: « K u p t ~poq&l Mccptccq»
ne troncoconico con superficie de- ci liscie. («Signore, proteggi Maria»); casto-
corata da una scena nuziale e iscri- Bibliografia: Marshall 1907, 158, n. ne a calice floreale con ametista in-
zione «Oyo(voia)» («Concordia»); 987, tav. XXV (111-IV sec.); Hig- tagliata raffigurante un busto di san-
decorazione a globetti e con filo au- gins 1961, 191, tav. 63B (IV sec.); to con una croce nella destra e iscri-
reo applicato. Id. 1980, 184, n. 10, tav. 64B; Pir- zione: « A ...p oqeq... D ( « A...p ro-
Bibliografia: Byzance 1992, n. 87. zio Biroli Stefanelli 1992, 268, n. teggi...D).
232, fig. 266 (111-IV sec.). Bibliografia: Ross 1965, 10-11, n. 6.E,
tav. XIV (VI1 sec.); Maniére Lève-
que1997, 96, tav. 1. L (seconda
2.c 2.d metà VI-VI1 sec.).
in lamina traforata in lamina traforata o filigrana
senza castone 4. Anello
con castone Senise (PZ, Basilicata)
(IV-VI1 sec.)
Napoli, Museo Nazionale
1. Anello circolare (VI1 sec.) oro, pasta vitrea; d 2.3
Fascia decorata a traforo con racemi e
Kyrenia (Cipro) 1. Anello volute; castone troncoconico con
Nicosia, Cyprus Museum (inv. J 433) pasta vitrea verde.
oro; d 1.8 Licodia Eubea (CT, Sicilia), 1921
Siracusa, Museo Archeologico Regio- Bibliografia: Breglia 1941, n. 999, tav.
Fascia con motivo a girali tra due comi- XLII.4 (fine VI1 sec.); Cassanelli
ci puntinate. nale (inv. 41440)
oro; p 2 1991, 107, fig. 80 (VI1 sec.).
Bibliografia: Sotiriou 1935, tav. 152; Fascia con decorazione a spirale e ca-
Pierides 1971, 59, n. 8, tav. XL, 8 stone ovale; consegnato da P. Orsi 5. Anello
(VI1 sec.). al Museo di Siracusa insieme alla S.P.
collana cat. 111.l .c.2. Atene, Museo Nazionale
2. Anello coll. Stathatos
Bibliograjia: Fallico 1975, 319, fig. 9;
Pantalica (SR, Sicilia) tesoro 1.111.21, Guillou 1975, 86. oro, rubino; d 2.1
1903 Fascia traforata con motivi a girali; ca-
s.1.c. 2. Anello stone a calice floreale includente un
oro p.i., Sicilia rubino.
Fascia decorata a girali, tra orli perlina- coll. Battke Bibliografia: Amandry 1963, 288, n.
ti. coll. Pappalardo, Catania 228, tav. XLIV (V sec.); Fallico
Bibliografia: Orsi 1942, 138, tav. IX.4 oro, pietre, paste vitree 1975, fig. 7.
(VI-IX sec.); Fallico 1975, 321 e Fascia a filigrana con motivo a volute;
329, fig. 1. elemento circolare a filigrana con 6. Anello
tre castoni sovrapposti: quello cen- S.P.
3. Anello trale, di forma oval2, con «radice di Richmond, Virginia Museum of Fine
Racineci, Caltagirone (CT, Sicilia), ne- smeraldo», gli altri quadrati con pa- Arts
cropoli terreno Tasca ste vitree. coll. Glasgow
Ln tipologia e i motivi decorativi

oro, perle, pietra


Fascia traforata con motivi a girali e or-
li perlinati; castone troncoconico
con pietra centrale e bordo costitui-
to da un filo aureo con perle.
Bibliografia: Ross 1968,26, n. 33 (pri-
ma metà VI1 sec.).
7. Anello
S.P. 5. Anello
Pforzheim, Schmuckmuseum (vetrina
p.i., Sicilia
38) Siracusa, Museo Archeologico Regio-
oro, sardonica 3. Anello
Fascia traforata con orlo perlinato; ca- nale (inv. 28435)
stone troncoconico con sardonica p.i., Sicilia . bronzo
incisa raffigurante un uccello. Siracusa, Museo Archeologico Regio- Verga cilindnca con motivi vegetali in-
nale cisi; castone iscritto: « K ( v ~ L ) E
Bibliografia: inedito. bronzo po(qòq) 7011 (popov~oq»(«Signore,
Analogo al precedente; castone circola- proteggi chi lo porta»).
re piatto con pavone rozzamente in- Bibliografia: Orsi 1942, 151 e 157, fig.
ciso. 67.
Bibliografin: Orsi 1942, 152, fig. 68.

con castone ribattuto


circolare o ovale(ZV-VZZ sec.)

1. Anello
Modica (CT, Sicilia)
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 47927)
oro, smalto; d 1.65; p l l
Verga a fascia leggermente concava,
con motivo vegetale inciso che con-
serva tracce di smalto blu; castone
circolare piatto con iscrizione retro-
grada entro cornice puntinata:
« M q ~ q h i o u l u ~ o v o(ou)».
/p
Bibliografia: Ori Italia 1962, 236, n. 6. Anello
833.
Palazzolo Acreide (SR, Sicilia)
2. Anello Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 21843)
oro; d l .8; p 4.5
Verga a fascia; castone circolare piatto
con iscrizione retrograda: « ~ v e i -
pov».
Bibliograjia: Orsi 1942, 150, fig. 65.

4. Anello 7. Anello
p.i., Sicilia p.i., Sicilia
p.i., Sicilia Siracusa, Museo Archeologico Regio- Siracusa, Museo Archeologico Regio-
Siracusa, Museo Archeologico Regio- nale (inv. 24655) nale
nale argento; d 1.08; p l l bronzo; p 8.7
bronzo Castone piatto con iscrizione incisa: Analogo al precedente, con monogram-
Verga frammentaria; castone circolare «K(upi)&pc!qeq Baalthatov» en- ma cruciforme.
piatto con uccello inciso, di profilo. tro cornice puntinata. Bibliografia: Orsi 1942, 15 1 e 185, fig.
Bibliografia: Orsi 1942, 152, fig. 68. Bibliografia: Orsi 1942, 150, fig. 66. 67.
Anelli

10. Anello
p.i., Sicilia
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale 13. Anello
bronzo Agrigento (Sicilia)
Analogo al precedente; castone circola- Londra, British Museurn (Dalton, n.
re piatto con quadrupede rozzamen- 186)
te inciso, forse identificabile con un bronzo
felino. Verga a fascia priva di decorazione; ca-
Bibliografia: Orsi 1942, 152, fig. 68. stone circolare piatto con mono-
gramma cruciforme.
8. Anello Bibliografia: Dalton 1912, n. 186.
p.i., Sicilia
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 4881)
oro; d 2.1
Verga cilindrica decorata con rami di
edera; castone circolare piatto con
uccello di profilo entro cornice pun-
tinata.
11. Anello
Bibliografia: Orsi 1942, 151 e 157, fig.
67 (VI-VI1 sec.). p.i., Sicilia
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale
bronzo 14. Anello
Analogo al precedente; castone circola- p.i., Sicilia
re piatto con raffigurazione sche- Siracusa, Museo Archeologico Regio-
matica, forse zoomorfa ma non pre- nale
cisabile, ottenuta con cerchietti e bronzo
quadratini. Verga a fascia bombata; castone circo-
Bibliografia: Orsi 1942, 152, fig. 68. lare piatto con monogramma cru-
ciforme.
Bibliografia: Orsi 1942, 15 1, fig. 67.

9. Anello
Siracusa (Sicilia)
Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale
bronzo argentato, argento, smalto
Verga con girali di edera che presenta-
no tracce di smalto scuro; iscrizione
con il nome del proprietario, niella-
ta in argento nella parte anteriore
dell'anello, sotto il castone, risulta
leggibile solo parzialmente a causa 15. Anello
di un'allargatura del gioiello: 12. Anello Su Bruncu e S'Olia (CA, Sardegna)
« K ( u ~ ~P(o~)qOq
)E Ayae...>> («Si- p.i., Sicilia Cagliari, Museo Archeologico
gnore, proteggi Agath...»); castone Cefalù, Museo Mandralisca (inv. 503) bronzo
circolare piatto con uccello di profi- bronzo Castone ovale con croce e monograrn-
lo, racemi e grappoli d'uva. Castone con animale inciso in maniera ma cruciforme entro clipeo rozza-
Bibliograjìu: Orsi 1942, 156-157, fig. schematica (forse un leone). mente inciso.
71 (VI-VI1 sec.). Bibliografia: inedito. Bibliografia: Taramelli 1919, fig. 3.
20. Anello
S.P.
coll. R. Harari
coll. E. Guilhou
oro, argento; d verga 1.9
Castone con monogramma cruciforme
niellato entro cornice puntinata; ai
lati, sulla verga, due monogrammi
cruciformi di dimensioni inferiori
entro clipeo puntinato.
Bibliografia: Guilhou 1912,95, n. 827,
16. Anello tav. XIII; Chatzidakis 1939, n. 68; to, Cristo in trono, nimbato e vesti-
Su Bruncu e S'Olia (CA, Sardegna) Boardman 1975, 50, n. 1 13 (Fine to con tunica e pallio, fiancheggiato
Cagliari, Museo Archeologico VI-VI1 sec.). da due apostoli con il rotolo; sul-
bronzo l'altro lato, raffigurazione delllEn-
Castone ovale con stella a cinque punte 21. Anello trata in Gerusalemme con Cristo
(pentalpha). S.P. giovanile in tunica e pallio, fian-
Bibliografia: Taramelli 1919, fig. 4. s.1.c. cheggiato da una croce, e un'altra
coll. E. Guilhou figura, china, che stende un drappo.
bronzo Bibliogrnfia: Age of Spiritnalih, 1979,
Castone ovale con raffigurazione incisa 525-526, n. 470.
della Resurrezione di Lazzaro.
Bibliografia: Guilhou 19 12, 95, n. 825,
tav. XIII.

quadrato (IV sec.)

22. Anello
S.P.
Richmond, Virginia Museum of Fine
Arts
17. Anello coll. De Clercq e De Boisgelin
Su Bruncu e S'Olia (CA, Sardegna) oro
Cagliari, Museo Archeologico Castone con ancora incisa e iscrizione
niellata: «Euzu~i/Mcrp~v~».
bronzo
Castone ovale con animale inciso. Bibliogrcrfia: Ross 1968, 13, n. 4 (IV
Bibliografia: Taramelli 1919, fig. 5. sec.)

. . - .7-.9,.*v. , ., :. .- ..
18. Anello
Venosa (PZ, Basilicata), area del com-
3.b
plesso termale, tomba 179 con castone~applicato
.. ..
-p.,,r....- ~

- ~.
- ~ . - ~

Venosa, Museo Archeologico (inv.


257504) circolare
argento; d 1.8 - 2.5 (IV- VII sec.)
Castone rilevato con iscrizione incisa
su tre linee: « A ~ E P ~ V O U » .
Bibliografia: Vago 1976, tav. 10; Sal-
vatore 1991,286, t.4 (V sec.).

19. Anello 2. Anello


S.P. p.i., Sicilia
Richmond, Virginia Museum of Fine Siracusa, Museo Archeologico Regio-
Arts nale (inv. 24622)
coll. Williams acquisto Mauceri
oro 1. Anello bronzo; p 8.5
Verga decorata a foglie in rilievo; ca- p.i., Costantinopoli Verga a fascia leggermente concava;
stone circolare con iscrizione propi- coll. privata castone circolare piatto applicato,
ziatoria. oro; d 2.5, d castone 1.3 con sette cerchi incisi, ciascuno con
Bibliografia: Ross 1968, 12, n. 1 (IV Verga decorata con foglie a rilievo; ca- un punto centrale.
sec.). stone circolare reversibile: su un la- Bibliografia: Orsi 1942,151, fig. 67.
3. Anello giato da croci, sciolto come «E.tecpa-
p.i., Sicilia vou ~av6i6urou»(Nesbitt 1976, in
Siracusa, Mu- Age of Spirituality 1979) o come
seo Archeo- «A&ivo~pazou» (Battke 1983).
logico Re- Bibliografia: Battke 1963, n. 24; Age of
gionale Spiritualify 1979, 317, n. 293 (VI-
bronzo VI1 sec.).
Verga a fascia
leggermente quadrato (ZV-V sec.)
concava; ca- gonale con busto frontale nimbato
I I stone circo- 8. Anello e benedicente.
lare applica- S.P. Bibliogrcifia: Orsi 1942, 15 1 , fig. 66.
to, decorato con tre cerchi incisi e Washington, Dumbarton Oaks Collec-
punto centrale. tion (inv. 47.18)
Bibliografia: Orsi 1942, 151, fig. 67. coll. E. Guilhou, acquisto 1947 troncoco~icoo a calicefloreale
oro; d 2.5 (VI-VZZ sec.)
4. Anello Castone quadrato con raffigurazione
S.P. impressa dei busti degli sposi ai lati 11. Anello
coll. R. Harari di una croce; iscrizione bustrofedi-
oro; castone a 4; d verga 1.8 S.P.
ca lungo l'orlo: «Apio.tocpuv/q~ Atene, Museo Kanellopoulos
Verga a fascia leggermente concava, con Ouyth(a)v/.t/iu» (~ArisrofanesVi-
tre globetti alle estremità del castone, oro; d 2.1 ; castone 1.4
gilantia»). Castone troncoconico con aquila ad ali
nei punti di saldatura; castone con Bibliogrclfia: Guilhou 1912,96, n. 829,
croce gemmata, ai bracci trasversali spiegate che ghermisce un serpente
tav. XIII (111 sec.); Ross 1965, 48- e con monogramma.
della quale sono appese le lettere apo- 50, n. 50, tav. XXXIX; Byrailtine
calittiche (Apoc., 1.5.8); il braccio su- Bibliograjia: Spieser 1972, n. 8, figg.
Collection 1967, n. 193 (fine IV-V 16- 17 (prima metà VI sec.).
periore invece è costituito da un per- sec.); Hackens 1983, 152, n. 42 (fi-
sonaggio nimbato che regge lo scettro ne IV-inizi V sec.).
e il globo, interpretabile come Cristo;
la raffigurazione viene considerata - -= --
.- -r

come un riferimento alla croce fatta romboidale (VI-VI1 sec.) 3.c


erigere da Costantino sul Golgota. con castone circolare e pietra
Bibliografia: Boardman 1975, pp. 49- 9. Anello (V-VI sec.)
50, n. 1 11 (VI sec.).
p.i., Sicilia
5. Anello Siracusa, Museo
Archeologi- 1. Anello
S.P. Siracusa (Sici-
coll. Battke co Re,'oiona-
oro, argento le lia), 1923
Castone con monogrammma a scatola, bronzo Siracusa, Mu-
niellato. Verga a fascia seo Archeo-
leggermen- logico Re-
Bibliografia: Battke 1953, 37, n. 44, te concava gionale
tav. VI11 (IV-VI sec.) decorata a (inv. 43648)
6. Anello piccoli cer- oro, corniola,
S.P. chi incisi con punto centrale; casto- smalto; d
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s a . ) ne piatto, applicato, con decorazio- 1.2-1.5
oro; d 2-2.3; castone 1.7 x 1.1 ne analoga a quelli della verga. Verga a fascia bombata decorata con
Castone ovale con figura stante e nim- Bibliografia: Orsi 1942, 15 1, fig. 67. spirali ad onda ricorrente in smalto
bata (probabilmente Cristo), clami- blu scuro; castone ovale con comio-
data, con la mano destra levata nel la incisa (d 0.6), raffigurante figura
gesto della parola e la croce astile poligonale (VI-VZZ sec.) femminile interpretata da P. Orsi
nella sinistra. come la Musa Thalia; croce entro
Bibliografia: Spieser 1972, n. 7, figg. 10. Anello cerchio sotto il braccio destro; at-
14- 15 (111 sec.). p.i., Sicilia torno corre l'iscrizione «K(upie)
Siracusa, Mu- poqeqt AEOVTO~ No.tap~ou»(«Si-
7. Anello seo Archeo- gnore, proteggi il notaio Leon~).
S.P. logico Re- Bibliografia: Orsi 1942, 157, fig. 72;
Pforzheim, Schmuckmuseum (inv. gionale (inv. Pace 1949,444, fig. 185; Ori Italia
1963141) 16210) 1962, 235-236, n. 832; Lipinsky
elettro e oro; d 3.1, castone 1.6 x 0.9 argento; p 8.15 1965,447; Guillou 1975,85; Fario-
Castone ovale, saldato o ribattuto, con Castone otta- li Campanati 1982, 414, n. 225, fig.
monogramma a scatola, fiancheg- 298.
La tipologia e i motivi decorativi

2. Anello Verga a dieci lati concavi con lettere 5. Anello


Roma, piazza della Consolazione, teso- greche (c<AvcpOovryriP>>),probabil- p.i. (Cipro)
ro 1.111.8, 1908 mente di significato apotropaico. Nicosia, Cypms Museum (inv. J 435)
s.1.c. Bibliografia: Boardman 1975,50-51, n. oro, argento; d 2
coll. E. Guilhou 114 (VI-VZI sec.). Verga ottagonale; castone ovale con
oro, zaffiro croce a bracci patenti e iscrizione
Castone ovale con zaffiro intagliato: greca niellata: «@EOU X~/PLS»
due colombe che si abbeverano al («Grazia di Dio»).
4.b Bibliografia: Pierides 1971, 58, nn. 6-
kantharos. con castone in metallo
Bibliografia: Guilhou 19 12,92, n. 813, 7, tav. XL, 6-7 (VII sec.).
tav. XIII (paleocristiano).
circolare o ovale
3. Anello (VI-VZZ sec.)
S.P.
coll. Battke; coll. Sangiorgi, Roma 1. Anello
oro, pietra p.i., Costantinopoli
Verga decorata con motivi vegetali in- Washington, Dumbarton Oaks Collec-
cisi; castone ovale con «radice di tion (inv. 47.2.2286)
smeraldo». dono G. Howland Shaw, 1947
Bibliografia: Battke 1953,37-38, n. 45, bronzo; d 2.5
tav. VIJI (VI sec.). Verga esagonale; castone circolare con 6. Anello
orlo a trattini incisi e figura nimba- p.i., Israele
ta (Cristo ?) in trono con globo CN- Gerusalemme, Israel Department of
cifero e scettro tra due rami di pal- Antiquities and Museum (inv.
ma. 71.356)
Bibliografia: Ross 1965,53, n. 59, tav. bronzo, argento; d 2.1; castone 1.6 x
XLI (VI-VI1 sec.). 1.5
Castone circolare con schematica raffi-
2. Anello gurazione ad incisione e niello della
Trebisonda (Turchia), tesoro 1 .III. l O Crocefissione: busto di Cristo nim-
Parigi, Bibliothèque Nationale (inv. bato sulla croce tra due figure croci-
Schl. 131) fisse; sul Golgota, ai lati della cro-
coll. G. Schlumberger, 1929 ce, due figure poco leggibili.
senza castone oro Bibliografia: Rahmani 1985, 175-176,
(IV-VI sec.) Fascia ottagonale con iscrizione: «&O- n. 10, fig. 3, tav. XLII: IO (fine VI-
z o ~Be ( o ) E ~TV~ L 80vAqv r ~ o p a p prima metà VI1 sec.).
1. Anello («Madre di Dio, proteggi Gioras,
p.i., Mediterraneo orientale tua serva»); castone circolare con 7. Anello
coll. privata l'Annunciazione. Shivta (Israele), Ambiente N, 1934-
oro; d 2 Bibliografia: Byzance 1992, n. 88. 1935
Verga a dodici lati con simboli zodiaca- Gerusalemme, Israel Department of
li. 3. Anello Antiquities and Museum (inv.
Bibliografia: Age of Spirituality 1979, Kyrenia (Cipro) 47.4625)
215, n. 191 (N-VI sec.). Nicosia, Cypms Museum (inv. J 434) bronzo; d 0.4; castone 0.6 x 0.4
oro, argento; d 2 Verga ottagonale; castone circolare con
2. Anello Verga ottagonale; castone circolare con aquila.
Roma, piazza della Consolazione, teso- Annunciazione eseguita a niello e Bibliografia: Rahmani 1985, 171, n. 7,
ro 1.111.8, 1908 palmetta stilizzata in esergo. fig. 2, tav. XLII:7 (fine VI-prima
s.1.c. Bibliografia: Pierides 1971, 58, nn. 3- metà VII sec.).
coll. E. Guilhou 4, tav. XL,3-4 (VI1 sec.).
oro 8. Anello
Verga poligonale con iscrizione: 4. Anello Harnrnat Gader (Israele), Israele
«Sep/tim/ine/Seb/eri/na v/ivas» e il p.i. (Cipro) Gerusalemme, Israel Department of
chrismon. Nicosia, Cypms Museum (inv. J 501) Antiquities and Museum (inv.
Bibliografia: Guilhou 1912,92, n. 815 oro, argento; d 2.2 33.1883)
(IV sec.). Verga ottagonale con iscrizione greca bronzo; d 1.6; castone 1.7 x 1.3
niellata di invocazione a Dio; casto- Castone ovale con aquila ad ali spiega-
3. Anello ne ovale con scena di Annunciazio- te su leone e serpente.
S.P. ne eseguita a niello. Bibliografia: Rahmani 1985, 172, n. 8,
coll. R. Harari Bibliografia: Pierides 1971, 58, nn. 1- fig. 2, tav. XLII:8 (fine VI-prima
oro; d verga 1.8 2, tav. XL, 1-2 (VI1 sec.). metà VI1 sec.).
Anelli

12. Anello
Pantalica (SR, Sicilia) tesoro 1.111.21,
1903
s.1.c.
oro, argento; p ca 10
Verga ottagonale con iscrizione
9
C K ( U(«Signore,
apqv» ~ LPoqeq
) ~ proteggi
<popooqc
colei
che lo indossa, amen»); castone
ovale con Cristo tra due personaggi
niellati in argento.
Bibliografia: Orsi 1942, tav. IX,3 (VI-
IX sec.); Fallico 1975. 329, fig. 1.

+ O<W~AONFYA~KL%CCCT
F+AN~CAC~+C 13. Anello
10. p.i., Sicilia,
coll. Battke
coll. Pappalardo, Catania
oro, argento
Verga ottagonale liscia; castone ovale
decorato a niello: Cristo stante, be-
nedicente, nimbato e crucisignato,
11 col Libro nella sinistra: ai lati, due
9. Anello possessore dell'anello nell'impera- elementi vegetali stilizzati.
tore Costante 11, assassinato a Sira- Bibliografia: Battke 1953, 38, n. 46,
p.i., Egitto tav. VI11 (VI1 sec.).
Baltimora, Walters Art Gallery (inv. cusa nel 668.
45.15), Bibliografia: Salinas 1873, 57 ss.; Id. 14. Anello
oro, argento; d 2.2 1878, 52 ss.; Orsi 1942, 143-144,
158; Cecchelli 1947, 40-57 (VIII- S.P.
Verga ottagonale con scene cristologi- Pforzheim, Schmuckmuseum (vetrina
che a niello: Annunciazione, Visita- D( sec.); Pace 1949, 435-439; Cul-
zione, Natività, Adorazione dei trera 1954; Agnello 1962, 15; Ori 38)
Italia 1962, 236, n. 835 (VIII sec.); oro, argento
Magi, Battesimo, Crocefissione, Verga ottagonale; castone ovale con
Marie al Sepolcro; castone ovale Arr Byzantin 1964, 375-376, n. 425
(VI1 sec.); Lipinsky 1965, 447; Id. Cristo stante e benedicente, nimba-
con raffigurazione dell'Ascensione to e crucisignato, reso a niello.
e iscrizione niellata lungo il bordo: 1966a. 330; Lipinsky 1969a, 1425 e Bibliografia: inedito.
«Ayiooa Ayioc Aytoc Kup~oeZa- 1475; Engernann 1973, fig. 5; Ac-
Bao0» («Santo, santo, santo il Si- cascina 1974, 7; Fallico 1975, 318;
gnore degli eserciti»). Guillou 1975, 84, nota 196; Corsi
Bibliografia: in Jewelry 1979, 152-153, 1982, 173- 174; Farioli Campanati
n. 427 (VI sec.). 1982,413-414, n. 222, fig. 295.

11. Anello
10. Anello
Canicattini Bagni (SR, Sicilia), tomba,
Siracusa (Sicilia), tesoro 1.111.23, 1872 1904
Palermo, Museo Archeologico Regio- Siracusa, Museo Archeologico Regio-
nale (inv. 31) nale (inv. 24289)
oro, argento; d 2; altezza castone 1.3; p oro; d 1.6; p 7
23.15 15. Anello
Verga a fascia ottagonale con invoca-
Verga a fascia ottagonale con scene del zione agli arcangeli: «Ta/Bp/tq/h S.P.
ciclo cristologico eseguite ad age- Mi/xa/qh» («Gabriele, Michele»); Richmond, Virginia Museum of Fine
mina e niello: Annunciazione, Visi- castone ovale piatto con personag- Arts (inv. 66.37.7)
tazione, Natività, Adorazione del gio seduto, di profilo a destra, con coll. Glasgow
Magi, Battesimo, Crocifissione, testa di prospetto tra due stelle; la oro; d 1.6
Marie al sepolcro; castone circolare figura, molto schematica, indossa la Verga ottagonale; castone circolare con
con l'immagine a figura intera degli tunica ed ha un braccio levato. gli sposi stanti ai lati di Cristo nim-
sposi disposti ai lati della Vergine, bato e cmcisignato; la sposa indos-
Bibliografia: Orsi 1942, 149-150, fig. sa un diadema con tre elementi ver-
con l'iscrizione ispirata al Salmo 65; Pugliese Carratelli 1953, 188,
V,13 «Q<onhov ~uGoicicr<E G T E ~ Q - ticali; in esergo iscrizione: «ORO-
nota 2; Manganaro 1963, 73; Ori vua» («Concordia»).
vooaq qpac» («Come scudo ci hai Italia 1962, 235, n. 831; Guillou
coperti di benevolenza»); è stata 1975, 85; Farioli Campanati 1982, Bibliografia: Ross 1968, 23, n. 27 (VI-
ipotizzata un'identificazione del 414, n. 226, fig. 299. VLi sec.); Age of Spirirualiy 1979,
285, n. 263 (VI-VI1 sec.).
La tipologia e i motivi decorativi

quadrato (ZV-
V sec.)

16. Anello
S.P.
Atene, Museo Kanellopoulos (inv. s.n.)
argento; d 2.4; castone 1.4 x 1.1
Verga decagonale all'esterno e circola-
re all'interno: tre segmenti della
verga ai lati del castone decorati
con un kantharos tra due colombe
con un ramoscello nel becco; lato
della verga opposta al castone con
chrismon; castone rettangolare con
raffigurazione incisa dell'Entrata in
Gerusalemme: Cristo nimbato e be-
nedicente sull'asino tra due perso-
naggi.
Bibliografia: Spieser 1972, 7-8, n. 6,
figg. 11-13 (IV-V sec.).

polilobato (VI1 sec.)

17. Anello
p.i., Siria-Palestina iscrizione « O ~ o v / u a »(«Concor- 18. Anello
Washington, Dumbarton Oaks (inv. dia»); sullo spessore del castone, p.i., Agrigento (Sicilia)
47.15) iscrizione: «Kupie Boq0i 7ouc Fou- Londra, British Museum (inv. EC 130)
coll. J. Pichon; coll. E. Guilhou, 1947 houc oou ì l e ~ p o OEOFO~LC»
u~ («Si- acquisto A. Wollaston Franks
oro, argento; d 2.5 gnore, proteggi i tuoi servi Petros e
Verga ottagonale con scene neotesta- oro, argento; d 1.5
Theodoti»). Decorato a niello; verga a fascia ottago-
mentarie niellate: Annunciazione, Bibliografia: Guilhou 19 12, 100- 10 1,
Visitazione, Natività, Presentazio- nale con iscrizione greca, tratta da
n. 854; Ross 1965,58-59, n. 69, tav. Giov. XVI, 27 (+Ipqvqv zqv E F ~ V
ne al tempio, Battesimo, Crocifis- XLIII (VI1 sec.); Byzantine Collec-
sione, Mane al Sepolcro; sul bordo F ~ ~ o F«Vi
E :do la miapace»), entro
tion 1967, n. 205; Volbach 1968, cornice puntinata; castone crucifor-
della verga, versetto evangelico 196, tav. 736; Engemann 1973,20-
tratto da Giov., 14,27 «+Eipivqv me con la raffigurazione conven-
21, tav. 1 l c ; Age of Spirituality zionale dei due sposi ai lati di Cn-
EMV a<PIqpqW ~ ~ V + / + E ~ P ~ V T I1979,
V 496, n. 446 (VI1 sec., produ-
q v ~ p q v% F o ~ E upqv+» («Vi la- sto, nimbato e stante; l'immagine è
zione siro-palestinese); Kitzinger accompagnata dall'iscrizione Opo-
scio la pace, vi do la mia pace»); 1980, 151, fig. 13, a-d; Vikan 1982,
castone cruciforme con la coppia 43, fig. 35 a-C (VI1 sec.). v u a («Concordia»); attribuito a
nuziale tra Cristo e la Vergine e bottega siro-palestinese (M.C.
Ross).
Bibliogrtifia: Dalton 1901, n. 130, tav,
IV; Id. 19 1 1; Age of Spirituality
1979,496 (VI1 sec.).
19. Anello
S.P.
Londra, British Museum (inv. MLA
AF 231)
acquisto A. Wolanston Franks, 1897
oro, argento; d 2.7
Decorato a niello; verga a fascia ottago-
nale con scene cristologiche; casto-
ne analogo al precedente, con Cri-
sto e la Vergine, stanti e nimbati,
nell'atto di benedire i due sposi; so-
pra le teste delle figure centrali è
rappresentata una stella a sei punte;
in esergo, iscrizione «Oyovia»
(«Concordia»).
Bibliografia: Tait 1986, fig. 606.
Anelli

gnore, proteggi») e orlo perlinato. coll. Dimitri; acquisto A. Wollaston


Bibliografin: Ross 1965, n. 71, tav. Franks, 1897
XLV; Byzantine Collection 1967, oro, argento; d 2.4
58, n. 207 (VI1sec.); Ward 198 1, n. Sette scudetti ovali niellati con busti al-
108. ternativamente maschili e femmini-
3. Anello li; quello centrale, quadrato, con i
busti degli sposi e una croce resi
p.i., Costantinopoli con uno stile completamente diver-
1. Anello Washington, Dumbarton Oaks Collec-
p.i., Costantinopoli tion (inv. 58.35) so da quello delle altre figure; cop-
Washington, Dumbarton Oaks Collec- oro; d 2.5 pie di globetti saldati lungo la ver-
tion (inv. 53.12.13) Fascia formata da tredici anelli. ga.
acquisto 1953 Bibliografia: Ross 1965, n. 179 R, tav. Bibliografia: Ward 1981, n. 100; Tait
oro; d 1.7 XCIV. 1986, fig. 586 (500 ca); Vikan
Fascia costituita da dischi alternati a 1987, fig. 7.
poligoni uniti da una fascia non de- 4. Anello
corata. p.i., Smirne 6. Anello
Bibliografia: Ross 1965, n. 49, tav. Londra, British Museum (inv. MLA S.P.
XXXIX (IV-V sec.). AF 288) Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
oro TL 10.1985.051)
2. Anello Sette scudetti ovali con Apostoli; quel-
lo centrale con Cristo in trono. coll. Zucker 1985
p.i., Costantinopoli oro; d 1.9-2.1 ;d scudo centrale 1.2
Washington, Dumbarton Oaks Collec- Bibliografia: Dalton 191 1 , 538 e 541,
n. 190, fig. 322 (V sec.); Vikan Verga formata da venti scudetti circola-
tion (inv.53.12.79) n (uno perduto); scudo centrale cir-
acquisto 1953 1987, fig. 6.
oro, perle; d 2 colare con la raffigurazione dell' A-
Fascia costituita da anelli, ciascuno 5. Anello gnello Mistico con una croce, sotto
contenente una perla; castone cilin- S.P. la colomba dello Spirito Santo.
drico doppio, con monogrammi Londra, British Museum (inv. MLA Bibliografa: Vikan 1987, fig. 5 (IV-V
cruciformi ( « K u p ~ epoqeq»: «Si- AF 304) sec.).
2.Vlll.
CINTURE E FIBBIE

I Cod. Theod. X X V I : «De In epoca tardoantica le cinture costituiscono un elemento molto importante
conductoribus et hominibus do-
inus arignstae: ... null~~incuiusli- dell'abbigliamento sia maschile che femminile, assolvendo a funzioni pratiche,
bet nomen militiae irsurpent, ma divenendo anche in certi casi segno espressivo di stato sociale elevato; nel
nullirrs cingulo dignitatis utan- Codice Teodosiano, ad esempio, esse vengono espressamente citate come inse-
trir:..».Cing~rliirnera, nel mondo
romano, il cinturone militare, v. gne di grado l , significato confermato probabilmente dalla raffigurazione di fib-
M. Floriani Squarciapino, in bie d'oro tra le lnrgitiones nella Notitin Dignitatzim (fig. 1).
«EAA», S. v. «Cinturone».
Not. Dign., 148 e 154. Nello stesso senso continuano ad essere attestate nell'ambito della corte bi-
De cerimoniis, I, 59: patri- zantina almeno fino all'epoca di Costantino Porfirogenito, quando uno dei mas-
zie «zostai» erano donne della
famiglia imperiale ammesse, ad simi onori per le donne di alto rango era l'investitura a patrizia «con cintura» 3.
esempio, alla mensa dell'impe- Nell'abbigliamento militare degli imperatori è documentato l'uso di tradi-
ratore. zione ellenistica di fasce semplicemente annodate in vita, prive di elementi in
Milano capitale 1990,
lc.3e; sul cd. «stile militare» del metallo, come appare ad esempio nel dittico di Probo 4, dei primi anni del V
IV secolo: ibld., le.8. secolo, e nel colosso di Barletta (fig. 31)j. L'iconografia ufficiale imperiale non
5Testini 1974.
6Milanocapitale 1990,5a.lh.
militare e le raffigurazioni sacre tipologicamente riconducibili a modelli di
corte documentano tipi ancora più sontuosi, con gemme e perle: tra le attesta-
zioni, a partire dai primi decenni del IV secolo, si possono ricordare ad esem-
73. (a sinistra) Venezia, S. Marco:
gruppo dei Tetrarchi. pio i Tetrarchi di Venezia (fig. 73) e un torso clamidato in porfido proveniente
74. ( a destra) Ravenna, S. da Alessandria 6.
Apollinare Nuovo: mosaico con il
corteo delle Vergini (part.). In linea generale, comunque, l'evidenza iconografica e quella letteraria non
trovano riscontro nei manufatti conservatisi, riconducibili a forme meno impe-
gnative e costose.
Anche l'uso femminile delle cinture è documentato iconograficamente in
una serie di raffigurazioni che non trovano diretto riscontro nella documenta-
zione archeologica, trattandosi di immagini convenzionali che illustrano aspet-
ti ufficiali dell'abbigliamento di corte. Vengono infatti rappresentate prevalen-
temente fasce gemmate, con un elemento centrale che sembrerebbe costituito
da un castone con orlo di perle: attorno al 400, ad esempio, nel dittico di Stili-
cone (fig. 36a), Serena mostra una cintura di questo tipo, impreziosita da
gemme, con al centro un elemento rettangolare con una pietra ovale; un orna-
mento analogo appare indossato dalla Vergine nell'Annunciazione di S. Maria
Maggiore a Roma (fig. 44) e nel mosaico con il corteo delle Vergini in S.
Apollinare Nuovo a Ravenna (fig. 74) '. Nel campo dell'abbigliamento femmi-
nile non conosciamo iconograficamente altri tipi di cinture, che dovevano cer-
tamente esistere sia in oro che in materiali meno costosi, come la stoffa.
A partire dalla tarda età imperiale, alla germanizzazione dell'abbigliamento
maschile corrisponde una sempre maggiore diffusione di fibbie decorate, asso-
ciate ad altri elementi in metallo, come borchie e anelli, spesso non facilmente
riconoscibili come pertinenti a cinture. Ad uno di questi manufatti potrebbero
essere riferite in via ipotetica le lamine auree rinvenute a Luni (fig. 67), analiz-
zate nel capitolo relativo alle bratte.
Una maggiore attenzione nei confronti del materiale bronzeo da scavo ha
permesso solo recentemente di distinguere le fibbie da cintura da quelle per
calzatura, di dimensioni inferiori e di forma più semplice Y, sempre associate a
fasce in materiale deperibile come cuoio o stoffa.
Per quanto riguarda i reperti da cintura, gli esemplari più numerosi sono in
bronzo, a volta dorato, con caratteristiche tipologiche e stilistiche che dipendo-
no essenzialmente dalle tradizioni dell'oreficeria locale. La documentazione in
oro, invece, è più scarsa, rivelando un mercato più circoscritto, con alcune sedi
di produzione privilegiate tra cui Costantinopoli. Procopio fa menzione, ad
esempio, di cinture e fibbie in oro a proposito delle classi agiate della capitale,
costrette dalla frequenza dei furti, ad una sostituzione degli esemplari preziosi
con riproduzioni in rame 9.
Gli oggetti presentati sono stati distinti in quattro gruppi: i primi due com-
prendono cinture in oro, a catena o con altri elementi, sporadici, in lamina
aurea; gli altri due tipi si riferiscono invece alle fibbie da cintura, rinvenute
prive delle originarie fasce in materiale deperibile, e già oggetto, per il periodo
e per l'ambito culturale in esame, di uno studio tipologico da parte di J.
Werner 'O. A questa classificazione ci si è riferiti nella presentazione di una
Angiolini Martinelli 1969, campionatura esemplificativa dei tipi maggiormente attestati in ambito orienta-
fig. lo. le, privilegiando gli esemplari di sicura provenienza e quelli morfologicamente
W . ad esempio Torcellan
1986. assimilabili ai primi. Non sono state prese in esame le fibbie a semplice anello
Prok. Hist. Arcana, ed. J. ovale, che per la loro continuità tipologica dall'età romana presentano proble-
Haury, G. Wirth, Leipzig 1962,
VII. mi di attribuzione cronologica difficilmente risolvibili in mancanza di dati con-
lo Werner 1955. testuali.
Cinture efibbie

Per la datazione dei manufatti presentati ci si è riferiti alle indicazioni di


edizione, quando risultano avvalorate da dati archeologici; negli altri casi si è
fatto riferimento alle cronologie proposte dal Wemer. I1 risultato globale sem-
brerebbe rivelare un ingente sviluppo produttivo tra la fine del VI e il VI1
secolo, mentre per il periodo precedente e per quello posteriore le attestazioni
sono quanto mai saltuarie e disomogenee: le ragioni di questo fenomeno, che
manifesta in maniera evidente tendenze riscontrabili anche per altre classi di
gioielli, non è facilmente spiegabile. Da un lato, infatti, questi dati potrebbero
rivelare la ripresa delle sepolture con corredo, essendo le tombe uno dei campi
di indagine privilegiato; non si può escludere, tuttavia, che nell'analisi dei cor-
redi e dei materiali decontestualizzati, che costituiscono la maggior parte degli
esempi noti, ci sia anche una tendenza a comprimeme eccessivamente la cro-
nologia.
I materiali proposti sono stati divisi secondo lo schema seguente:

Tipo 1: cinture a catena


Tipo 2: applicazioni di cintura in lamina (con due varianti)
Tipo 3: fibbie ad appendice fissa semicircolare
Tipo 4: fibbie ad appendice mobile (con nove varianti)

Tipo l

Vengono pubblicate come cinture due catene a maglie (tipo 1) in oro rinve-
nute a Mitilene (Lesbo) tra le oreficerie del tesoro attribuibile tra la fine del VI
e gli inizi del VI1 secolo: entrambe sono costituite da maglie ad anello e pre-
sentano una chiusura in lamina d'oro; in un caso l'elemento di chiusura ha la
forma di una palmetta (cat. VIII.l.l), mentre nella seconda cintura è semiluna-
to, con tre pendenti e una decorazione traforata raffigurante due pavoni affron-
tati ai lati di una palmetta (cat. VIII.1.2). Lo stesso motivo, eseguito nella
medesima tecnica, compare anche in fermagli e pendenti, orecchini a corpo
semilunato e con pendente a goccia apparentabili alle collane di Mitilene per
ambito cronologico e culturale. Desta comunque qualche dubbio l'identifica-
zione, generalmente accettata, dei due gioielli come cinture piuttosto che come
collane. La loro lunghezza (un metro circa), infatti, non può essere utilizzata
come elemento di valutazione, dal momento che esistono collane dello stesso
periodo lunghe fino a due metri I l . Anche da un punto di vista tipologico la pre-
senza della catena a grandi maglie in metallo non sembra di per sè significativa
di un utilizzo specifico dei manufatti.

Tipo 2

Ad un secondo gruppo appartengono alcuni elementi decorativi in lamina


Orsi 1942; v. anche Baldini
pertinenti a cinture in cuoio. La distinzione in due varianti sulla base della
1987. decorazione non sembra implicare alcuna differenza cronologica, ma sempli-
La tipologia e i inotivi decorativi

cemente una scelta di tipo tecnico che dipende dalle singole tradizioni artigia-
nali.

Variante a: applicazioni non traforate


Variante b: applicazioni traforate

Le applicazioni non traforate (variante a) sono documentate dall'insieme di


diciassette esempi del tesoro di Mersin (variante a: cat. VIII.2.a. l), databili tra
la fine del VI e il VII secolo, e da un elemento terminale in lamina aurea deco-
rata a sbalzo, rinvenuta nella necropoli bizantina di Salonicco e attribuita al V
secolo (cat. VIII.2.a.2). La sporadicità delle attestazioni in ambito orientale
non consente di caratterizzare la tipologia e di fornire ulteriori indicazioni
circa la sua evoluzione e diffusione, certamente in rapporto con le cinture
«multiple» di tipo germanico l * .
Al VI1 secolo viene datata una lamina traforata (variante b), che reca
un'iscrizione invocatoria in greco alla Madre di Dio e la consueta raffigurazio-
ne dei pavoni disposti ai lati di un elemento vegetale (cat. VIII.2.b.l): la tecni-
ca assai raffinata di esecuzione di questo oggetto, il tipo di iscrizione e la scel-
ta dei motivi decorativi potrebbero essere indicativi di una esecuzione costanti-
nopolitana.

Tipo 3

La documentazione archeologica che riguarda le fibbie in metallo è molto


ampia: la classificazione tipologica degli esemplari bizantini del museo di
Colonia effettuata da J. Werner nel 1955 l3 ha fornito la base per successivi
studi di carattere particolare riguardanti singole forme o specifiche aree geo-
grafiche. Si tratta di una documentazione limitata quasi esclusivamente ad
oggetti venuti alla luce in Italia meridionale e nella penisola Balcanica, mentre
sono molto rare le attestazioni di materiali dalla Turchia e dalla Siria. Lo stu-
dio delle tipologie «bizantine» risulta quindi prevalentemente fondato, come
spesso per altre classi di gioielli, sui dati indiretti ricavabili dalla documenta-
zione rinvenuta in Occidente.
Ad un primo gruppo appartengono fibbie con appendice eseguita in un
unico pezzo con l'anello (tipo 3). I1 Wemer riconosce questa forma come
caratteristica di fibbie con placca semicircolare rinvenute in Sicilia, denomi-
nandola tipo «Siracusa»; in realtà l'area di produzione è molto più ampia,
estendendosi ad esempio anche a Cipro (cat. VIII.3.1), alla Siria (cat. VIII.3.2-
3), alla Grecia (cat. VIII.3.4), alla Sardegna (cat. VIII.3.5) e all'Italia mendio-
nale (cat. VIII.3.6-9). Lo stile di esecuzione e il repertorio decorativo dipendo-
no essenzialmente da tradizioni dell'oreficeria locale, con una generale predi-
lezione per i soggetti-vegetali, resi sempre in modo estremamente schematizza-
l2 Hessen 1982. to. Cronologicamente il tipo presenta una certa uniformità di attribuzione al
l3 Wemer 1955. periodo compreso tra VI e VI1 secolo.
Cinture e fibbie

Tipo 4

Tra le fibbie in metallo il gruppo più consistente comprende esemplari ese-


guiti in due parti, in modo che la placca risulti legata all'anello per mezzo di
una cemiera o di un perno (tipo 4). All'intemo di questa tipologia sono ricono-
scibili almeno nove varianti che dipendono dalla diversa forma della placca,
secondo lo schema seguente:

Variante a: rettangolare
Variante b: ovale
Variante C:semicircolare o serniellittica (= Werner tipo ad «U»)
Variante d: «a lira»
Variante e: triangolare ( = Werner: tipo «Corinto»)
Variante f: a «V» (= Werner: tipo «Balgota»)
Variante g: crucifonne
Variante h: ad insetto
Variante i: cuoriforme (= Werner: tipo «Bologna»)

La prima variante (a) comprende esemplari con la placca di forma rettango-


lare, come in una fibbia di provenienza ignota del museo di Richmond (cat.
VIII.4.a.2); questo oggetto, eseguito in oro e ornato con fori regolari, viene
datato da M.C. Ross alla prima metà del V secolo per ragioni stilistiche. Più
tardo potrebbe essere invece l'esemplare rinvenuto a Tiana (Sardegna), con
raffigurazione di una stella a cinque punte sulla placca (cat. VIII.4.a. l), sogget-
to di carattere apotropaico già riscontrato in pendenti, bracciali ed anelli.
Un altro sotto,snippo, definito da 2. Vinsky «mediterraneo» l4 è caratteriz-
zato da fibbie con una placca ovale; uno dei rari esempi noti in Italia meridio-
nale, sicuramente di produzione locale, è rappresentato da una fibbia in bronzo
dorato rinvenuta a Siracusa (cat. cat. VIII.4.b.l), che propone sulla placca la
raffigurazione schematizzata di un animale. Un'altro esemplare proviene da
Rutigliano (cat. VIII.4.b.2): sulla placca appare iscritta in greco l'invocazione
«Kyrie eleison» («Signore, pietà») piuttosto rara in oggetti di uso personale 15.
Molto più numerosi sono gli esemplari a placca semicircolare o semiellitti-
ca (variante C), documentati in tutto il bacino del Mediterraneo il VI e il VI1
secolo I h nelle due forme principali ad «U» (Werner). Si tratta di una variante
frequentemente attestata in ambito orientale, ad esempio in Siria (cat.
VIII.4.c.l), Grecia (cat. VIII.4.c.2-4), Sicilia (cat. VIII.4.c.5-9), Sardegna (cat.
VIII.4.c.10-18) e Puglia (cat. VIII.4.c.19-21). Dall'Oriente la tipologia si
sarebbe diffusa anche in Occidente (cat. VIII.4.c.22, da Chiusi), con uno svi-
luppo della produzione in bronzo di imitazione 1 7 .
Le fibbie note sono eseguite sia in oro che in bronzo, con una notevole
variabilità anche stilistica tra gli esemplari. I1 repertorio decorativo comprende
I4Vinski 1967.41 ss.
I5Damato 1984,212.
elementi vegetali o geometrici e in qualche caso animali (cat. VIII.4.c.2-3, 8,
~ v ~ 1954,
~ 31 1l ss,;l 14-16
~ ~ e 20),
~ spesso eseguiti molto schematicamente negli esempi in bronzo;
Werner 1955, 36 ss.; Vinsky più raramente appaiono monogrammi cruciformi in posizione accessoria (cat.
1967, 29 ss.; D'Angela 1989b,
127 (con bibliografia). VIII.4.c. 9,15) o immagini sacre, come la Vergine «Hodighitria» su una fibbia
l 7 Hessen 1983,29-30. rinvenuta ad Adrano (Sicilia) che costituisce un'eccezione allo stile piuttosto
Ln tipologia e i motivi decorativi

grossolano degli esemplari siciliani (cat. VIII.4.c.5). Anche in Sardegna ven-


gono distinti, sulla base di un'esecuzione più o meno accurata, i prodotti locali
(cat. VIII.4.c.10 e 14) dagli esemplari importati (cat. VIII.4.c.11-13, 15, 17-
18), che presentano anche soggetti più complessi: un busto imperiale (cat.
VII.4.c 12), Cristo nimbato (cat. VIII.4.c.17), una coppia con attributi di status
(cat. VIII.4.c.18). Di particolare interesse tra i soggetti figurati è anche la rap-
presentazione di un animale alato su un'altra fibbia di provenienza sarda del
museo di Colonia, ripreso dal repertorio sasanide l 8 forse attraverso la media-
zione di Costantinopoli (cat. VIII.4.c.11). Allo stesso patrimonio figurativo si
collega la raffigurazione di un pavone con il pativ, simbolo di regalità, accom-
pagnata dall'invocazione greca di protezione in un esempio della stessa prove-
nienza (cat. VIII.4.c. 15).
Tra i materiali conosciuti un gruppo numeroso è costituito dalle fibbie «a
lira» (variante d), oggetto di ricerche specifiche da parte di 0. von Hessen che
ne suppone una specifica funzione distintiva nell'ambito della gerarchia impe-
riale 19. La denominazione del tipo, utilizzato per tutti gli esempi con la placca
semiellittica assottigliata al centro, riunisce in realtà diverse sottovarianti, sia
in oro che in bronzo, non ancora riconducibili in Oriente a precisi ambiti di
produzione.
Una rielaborazione costantinopolitana del tipo si sarebbe verificata, secon-
do von Hessen, tra la fine del VI e gli inizi del VI1 secolo in seguito all'intro-
duzione di modelli orientali dei popoli delle steppe nella capitale e presso i
popoli confinanti, come ad esempio i Longobardi in Italia. Le fibbie, diffuse
dalla prima metà del VI1 secolo, sarebbero state utilizzate prevalentemente
come elementi isolati; solo in un caso noto, quello del tesoro di Mersin (cat.
VIII.2.a. l), connesse a placche auree di ascendenza gerrnanica.
Da un punto di vista morfologico sono state distinte le fibbie senza clipei
interni da quelle con clipei che decorano la placca, che potrebbero rappresenta-
re una fase di produzione più antica.
Privi di clipeo sono due esemplari del tesoro di Mitilene (Lesbo), che testi-
moniano l'esistenza di una varietà a lamina traforata con motivi geometrici
(cat. VIII.4.d.l-2). Altre attestazioni esemplificative riguardano Cipro
(2.VIII.4.d.13), la Sicilia (cat. VIII.4.d.3), la Sardegna (VIII.4.d.4), l'Italia
meridionale (cat. VIII.4.d.5) e Classe (Ravenna) (cat. VIII.4.d.6), dove un
reperto in bronzo è stato interpretato sulla base di precisi indizi tecnici come
un modano da cui trarre altri esemplari 20.
Tre fibbie decontestualizzate (cat. VIII.4.d.10-11 e 20), di produzione pro-
babilmente costantinopolitana, sono state analizzate da 0 . von Hessen: le
prime due sono eseguite interamente in oro e presentano una decorazione geo-
metrico-vegetale entro una cornice godronata; la terza, inserita tra gli esempla-
ri con clipeo, include anche castoni per -pietre.
-

Su alcuni manufatti la decorazione prevede un clipeo nella parte arrotonda-


ta della placca: al suo interno può trovarsi un monogramma, cruciforme come
I8Ghirshman1962, 228-229.
in un esempio in oro di provenienza siriana (cat. VIII.4.d.12) o a scatola (cat.
l9Hessen 1982. VIII.4.d.15). I clipei con motivi figurati mostrano una resa piuttosto sommaria
?OHessen1980. dei soggetti, che vengono realizzati prevalentemente ad impressione e ad inci-
sione: una fibbia conservata a Baltimora rivela ad esempio l'adesione al reper-
torio figurativo cristiano, con la riproduzione all'interno del clipeo del busto di
Cristo (cat. VIII.4.d.17). Su altre due fibbie analoghe è rappresentata invece
una scena di lotta tra un uomo ed un leone (EracleISansone), o il solo leone
reso schematicamente (cat. VIII.4.d.18-19).
La decorazione della placca può avere anche carattere vegetale o geometri-
co ed essere resa talora a filigrana (cat. VII.4.d.2) o con la tecnica cloisorzizé,
elemento chz riporta, probabilmente all'ambiente costantinopolitano (cat.
VII.4.d.3).
Una diversa varietà delle fibbie ad appendice mobile viene definita dal
Werner «tipo Corinton (variante e), sulla base delle attestazioni note dagli
scavi americani nella città. La caratteristica più evidente di questi esemplari,
eseguiti in bronzo, è costituita dalla presenza di una placca triangolare che può
avere elementi decorativi diversi, spesso costituiti da semplici fori circolari. A
questi motivi sono spesso aggiunte linee incise, rette e curvilinee, eseguite in
maniera abbastanza sommaria.
La variante è attestata in tutto l'oriente bizantino, a Cipro (cat. VIII.4.e.l),
in Siria (cat. VIII.4.e.2), nella Grecia continentale (cat. VIII.4.e.3-6), in Sicilia
(cat. VIII.4.e.7-8), Sardegna (cat. VIII.4.e.9-10) e Italia sud-orientale (cat.
VIII.4.e.11-14), con esemplari datati nell'ambito del VI1 secolo.
Le fibbie con placca a «V» vengono denominate dal Wemer «tipo Balgota»
(variante f): attestate anche in Sardegna e in Italia meridionale, vengono rite-
nute coeve alle precedenti (cat. VIII.4.f.1-2)
In Grecia e Sicilia sono documentati anche esemplari con la placca cru-
ciforme (variante g: cat. VIII.4.g.l-3), con una decorazione a cerchietti con-
centrici con punto in mezzo che trova confronto in altri documenti di artigiana-
to locale in bronzo come anelli digitali e lucerne.
Ancora al VI1 secolo vengono datate le fibbie «ad insetto» (variante h):
analizzate dal Werner21;esemplari di questo tipo sono state rinvenute in Cri-
mea, in Sicilia e in Puglia (cat. VIII.4.h.l-2). La pubblicazione delle fibbie
pugliesi ha permesso recentemente a C. D'Angela un riesame della tipologia
che, sulla base dei documenti noti, potrebbe essere messa in relazione con bot-
teghe locali che producono manufatti di tipo bizantino in aree di particolare
sollecitazione commerciale e culturale 2?.
I1 Werner definisce infine «tipo Bologna» le fibbie con placca cuoriforme
traforata in bronzo (variante i): esempi noti in Grecia, Sardegna e Italia meri-
Werner 1955,38. dionale confermano anche in questo caso una datazione al VI1 secolo (cat.
22D'Angela1989b, 127-128. VIII.4.i.l-3).
Cinture ejbbie

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I::
[i.
L ..
C
i
l.
3
,.
* ,..
..
,

R'. Diciassette elementi :


I.<
t 1-13. lamine semicircolari con bordo a 2.b
;
1.,..,
segmenti paralleli e decorazione traforate
..,,
;,h interna costituita da una cornice *-m- . sec.)
(VII-VIII
-:
-

;lì filigranata a zig-zag e da un ele-


v;,.. mento geometrico centrale; l. Applicazione di cintura
I I.,
?
I: 1. Cintura ( ?) (fig. 14) 14. lamina ellittica con bordo a seg- S.P.
?t' menti paralleli e decorazione inter- Baltimora, Walters Art Gallery (inv.
k
$2.-
Mitilene (Lesbo), tesoro l .III.13, 195 1 na costituita da una cornice filigra-
,'.a- Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene, 57.547)
$: nata a zig-zag e da un elemento acquisto Parigi 1929
. .. Museo, inv. 3050) geometrico centrale;
oro; L 104.5; diam. anelli 1.5 oro; L 12; 1 4.1
Catena di anelli; ad un'estremità, ele- 15. lamina rettangolare con bordo a Lamina semiellittica lavorata a giorno
i5 segmenti paralleli e decorazione su cinque registri tra due comici ad
mento in lamina a forma di foglia a
>3':,. interna costituita da una cornice onde ricorrenti; dal basso: fascia a
:-;
.-..
tre lobi su girali; priva del gancio filigranata a zig-zag che include
. .. di chiusura. girali che includono, al centro, una
;3' due rettangoli con elemento geo- croce greca, due quadrati campiti da
t.+
Bibliografia: Babritsas 1954, fig. 1; metrico centrale;
i.1, Art Byzantin 1964, 364, n. 390
rombi con motivi vegetali all'inter-
16. lamina semiellittica con bordo a no e nei triangoli di risulta, quadrato
..,
'.L
(VI1 sec.); Chatzidakis 1986, fig. segmenti paralleli e decorazione analogo ai precedenti, con rombo
27; Manière Léveque 1997, 92 interna costituita da una cornice includente un clipeo punzonato con
T*-
.e.
(fine VI-VI1 sec.). filigranata a zig-zag che include un uccello ad ali spiegate e pannello
C
clipeo con monograma cruciforme semicircolare, entro il quale sono
2. Cintura ( ?) (fig. 14)
<l

i'<C!. tra due campi, uno rettangolare e raffigurati due pavoni affrontati ai
t iv .. Mitilene (Lesbo), tesoro I .III.13, 195 1 l'altro semiellittico, entrambi con lati di un elemento vegetale; attorno
!:i
2
Atene, Museo Bizantino (ex Mitilene, motivo geometrico; a quest'ultimo corre l'invocazione:
19 Museo, inv. 3057) 17. lamina «a lira» con cornice a trec- «Oeozoice/ p o e e i z/i qopouoa»
!'3. oro; L 95; d anelli 1.1 cia tra due fili perlinati e campo («Madre di Dio, proteggi colei che
i,]. '
Catena di anelli collegati da maglie centrale sagomato; spazio di risulta la indossa*).
«ad otto», con chiusura a gancio; tra placca e cerniera decorato a Bibliogrnfia: Baltimore 1947, n. 456,
ad un'estremità, pendente a pelta, punti e linee. tav. LXV; Verdier 1960, fig. 2
decorato a giorno con due pavoni Bibliografia: Kondakov 1896, 187 ss.; (VII-VI11 sec.); Art Byzantin 1964,
affrontati ai lati di una palmetta, e Grabar 1951; Banck 1966; Hessen 370-371, n. 410 (VI-VI1 sec.);
tre elementi sospesi in lamina, uno 1982, 28; Manière Léveque 1997, Yeroulanou 1988 (inizi VI1 sec.).
cuoriforme e due a goccia. 94 (fine VI-VI1 sec.).
Bibliografia: Babritsas 1954, fig. 1;
Art Byzantin, 364-365, n. 391 (VI1 2. Applicazione
sec.); Chatzidakis 1986, fig. 27; di cintura
Manière Léveque 1997, 92 (fine Salonicco (Gre-
VI-VI1 sec.). cia), necropoli
Salonicco, Museo
Archeologico
(inv. 5499)
oro; a 3.4; L 10.7
Lamina semiel- 1. Fibbia
littica decora- Salamina (Cipro), 1967
;r ,
. _ ~ -. i . ta a sbalzo Salamina (inv. 2728 = B 85)
-
:
5% '.. i..
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-- - ,--'
'

...-
<

- con motivi bronzo, L 4.6, a 32.3


,. i -1-'"--,'1
geometrici: Placca decorata a motivi vegetali sti-
due clipei con lizzati.
quadrifoglio, Bibliografia: Chavane 1975, 162-163,
un rombo con n. 466, tavv. 46 e 69 (VI-VI1 sec.).
2.a losanga in-
scritta e riem- 2. Fibbia
non traforate pitivi circola- TadmorPalmira nuova (Siria)
(V-VI1 sec.) ri, romboidali, Palmira, Museo Archeologico (inv.
cuoriformi e a 109n562, P 7)
1. Applicazioni di cintura (fig. 15) foglia; fori di bronzo; L 4.4, a 2.6
Mersin (Turchia), tesoro l .III.16, 1889 applicazione Placca traforata con motivo interno tri-
San Pietroburgo, Hermitage (inv. W lungo il mar- lobato.
109) gine. Bibliografla: Assad 1987, 143, tav. 1 1 ;
acquisto 1893 Bibliografia: Thessalonki 1986, 50, n. Syrien 1993, 405-406, n. 23 (VI
oro 10.8 (V sec.). sec.).
La tipologia e i motivi decorativi

3. Fibbia 8. Fibbia sul retro, pentalpha su fondo punti-


TadmorPalmira Mattinata (FG, nato; ardiglione con orlo perlinato
nuova (Si- Puglia), con- e decorazione ad archetti incisi e
ria), 1967 trada Stinco punti; quattro maglie sui retro per
Palmira, Museo coll. M. Sansone il fissaggio.
Archeologi- bronzo; Bibliografia: Pani Ermini 1981, 1 16-
co (inv. 1331 Analoga alle 116, n. 193 (VI1 sec., produzione
8086, P 4) precedenti. locale).
bronzo; L 6,2, a Bibliografia:
3.3 Sansone 2. Fibbia
Placca traforata 1980, 108, S.P.
in tre punti e fig.2; D'Angela 1984b, 350, fig. Richmond, Virginia Museum of Fine
decorata con 415; Id. 1989b, 131, n. 12, tav. L. Arts
piccoli cerchi. coll. Williams
Bibliografia: Assad 1987, 143, tav. 10; 9. Fibbia bronzo dorato
Syrien 1993,406, n. 24 (VI-VI1sec.). p.i., Puglia Lamina semiellittica lavorata a giorno
Taranto, Museo Archeologico Nazio- con motivi vegetali.
4. Fibbia Bibliografia: Ross 1968, 16, n. 12 (V
nale
Corinto (Grecia) bronzo; L 5, a 3.6 sec.).
Corinto, Museo Archeologico (inv. Placca traforata con motivo interno a
3287) palmetta; tre maglie sul retro per il
bronzo; L 4.3 fissaggio.
Placca decorata con elementi vegetali
schematizzati; due maglie sul retro Bibliografia: D'Angela 1988, 226, n.
per il fissaggio. 4, tav. CXXVIII, 2 (tipo «Balgota» ovale
con placca tipo «Siracusa», VI1
Bibliografia: Davidson 1952, 27 1, n. sec.). -- - .L
(VI sec.)
L-
-

2185, tav. 114 ( IV-V sec.).


A

5. Fibbia 10. Fibbia 1. Fibbia


Tharros (Sardegna) p.i., Roma Siracusa (Sicilia), contrada Grotticelli,
Cagliari, Museo Archeologico Nazio- Firenze, Museo Nazionale del Bargello ipogeo I1
nale (inv. 67922) finv. 1101) Siracusa, Museo Archeologico Regio-
bronzo; L 2.3,12.2 coli: L. carrand nale
Placca con decorazione a motivi vege- bronzo; L 4.8, 13.2 bronzo dorato
tali; mancante dell'anello e dell'ar- Placca con decorazione a motivi vege- Placca ovale con animale inciso.
diglione. tali . Bibliografia: Orsi 1896,338-339.
Bibliografia: Pani Ermini 198 1, 99, n. Bibliografia: Paolucci 1994, 80 (fine
149 (fine VI-inizi VI1 sec.). VI-inizi VI1 sec.).

4.a
6-7. Fibbie rettangolare 2. Fibbia
Rutigliano (BA, Puglia), contrada Pur- (V-VI1 sec.) p.i., Rutigliano (BA, Puglia), contrada
gatorio, tomba 6 Purgatorio
Bari, Museo Archeologico (invv. 1. Fibbia Rutigliano, coll. Archeoclub
24285-24286) p.i., Tiana (NU, Sardegna) bronzo; L 4.8, a 4
bronzo Cagliari, Museo Archeologico Nazio- Placca ovale con iscrizione puntinata,
Placche decorate con elementi vegetali nale (inv. 34827) a punzone, su due linee: «K(Z)~L)E
schematizzati. dono L. Gouin, 19 1 1 ~he1oov»(«Signore, pietà).
Bibliografia: Pacilio 1987, 106, figg. 60 bronzo; L 10.4, 1 3.5 Bibliografia: Damato 1984, 21 1-212,
e 63, t. 6; Ead. 1991, 23; D'Angela Placca con raffigurazione incisa: sulla tavv. LXIV-LXV, 6 (seconda metà
1989b, 131, n. 10, tav. L; Id. 1991, parte frontale volute attorno ad una VI sec.); D'Angela 1989b, 129, n.
817, fig. 34 (fine VI-inizi VII sec.). croce entro un triplo bordo liscio; 1. tav. XLIX.
Cinture efibbie

5. Fibbia 9. Fibbia
4.c
Adrano (CT, Sicilia) p.i., Sicilia, tesoro 1.111.22
semicircolare o semieliittica Siracusa, Museo Archeologico Regio- acquisto 1955
--(Werner: ad CCU,,,VI-VI1 sec.) nale
bronzo, L 9.8
Washington, Dumbarton Oaks Collec-
tion (inv. 55.29)
1. Fibbia Placca ad appendice semiellittica, con oro; L 6.2
orlo perlinato, decorato con la raf- Placca con orlo godronato e cornice a
p.i., Siria figurazione della Vergine «Hodi- quadrati campiti da triangoli cloi-
Damasco, Mu- ghitria». sonné, includente un motivo a squa-
seo Archeo- me nella stessa tecnica; appendice
logico (inv. Bibliografia: Orsi 1942, 187, fig. 91;
Aaberg 1923, 118, fig. 228; Hessen con monogramma cruciforme inter-
2569, A N pretato da M.C. Ross come «Mar-
1975, 432, tav. 2; Farioli Campa-
46) nati 1982, 416, n. 233, fig. 307 (VI kou»; ardiglione con castone se-
bronzo argenta- sec.). miellittico.
to; L 5.6, a Bibliografi: Ross 1965, 8, n. 5.B, tav.
1.1
Placca decorata [p
6. Fibbia XI (rinvenuta con monete del 641-
668); Manière Léveque 1997, 96
ad incisione S . M o r o sotto
(Sicilia) (seconda metà VI-VI1 sec.).
con girali
lungo il Siracusa, M u -
bordo; al- seo Archeo-
l'interno, logico R e -
tre clipei gionale
includenti bronzo
croci a tra- Placca con de-
foro; appen- corazione
dice circo- I impressa a
lare ad una cerchietti
estremità. concentrici con punto in mezzo, di-
posti a raggiera e collegati da linee.
Bibliografia: Syrien 1993, 407-408, n. Bibliogrnfia: Pace 1949,447, fig. 189.
26 (VI1 sec.).

2. Fibbia 7. Fibbia
Corinto (Grecia) S . M o r o sotto
Corinto, Museo Archeologico (inv. (Sicilia)
7 145) Siracusa,
bronzo, L 3.5 M u s e o
Placca con lotta tra un leone e un altro Archeologi- I I
animale, non distinguibile; orlo co Regionale
bronzo 10. Fibbia
puntinato.
Placca con Bomtta (SS, Sardegna), area di S. Pie-
Bibliogrc7fia: Davidson 1952, 273, n. decorazione tro di Sorres, 1965, tomba
2220, tav. 115 (anteriore al X sec.). incisa a Sassari, Museo Archeologico
motivi curvi- bronzo; L 10.3
3. Fibbia linei, con Placca con decorazione a motivi geo-
Corinto (Grecia) l'aggiunta di cerchietti concentrici metrici; ardiglione con rozza figura
Corinto, Museo Archeologico (inv. con punto in mezzo. umana incisa.
2843) Bibliografia: Pace 1949,447, fig. 190. Bibliografia: Maetzke 1965, 368-369
bronzo, L 3.8 (VI1 sec.).
Placca con uccello schematizzato entro
doppio bordo; tre maglie sul retro 8. Fibbia 11. Fibbia
per il fissaggio. S. Moro sotto p.i., Sardegna
Bibliograjìa: Davidson 1952, 273, tav. (Sicilia) Colonia, Romisch-Germanisches Mu-
115 (età bizantina). Siracusa, Museo seum (inv. D 960)
Archeologi- oro; L 6.4
4. Fibbia co Regionale Placca con raffigurazione a rilievo di a-
Tigani (Grecia), basilica, tomba 26 bronzo nimale fantastico («sirnurgh»),la
Atene, Museo Bizantino Placca con leo- cui iconografia è tipica del reperto-
bronzo, L 5.5 ne inciso. rio sasanide.
Placca decorata con motivo a lira inciso. Bi-bliografia: Bibliograjìa: Age of Spirituali& 1979,
Bibliografia: Drandakis 1980, 256, n. P a c e 1949, 325, n. 302 (VI1 sec), con bibliogra-
i, fig. 149 z. 447, fig. 190. fia precedente.
-
Ln tipologia e i motivi decorativi

Placca con tnplo orlo perlinato e raffi- ardiglione con due pavoni affronta-
gurazione di un uccello su fondo ti sotto due foglie di edera.
puntinato; mancante dell'anello e Bibliografia: Pani Ermini 1981, 1 12-
dell'ardiglione. 113, n. 184 (VI1 sec.).
Bibliografia: Pani Ermini 1981, 103, n.
160 (VI1 sec., di produzione loca-
le).
15. Fibbia
p.i., Sestu (Sar-
12. Fibbia degna)
Cagliari, Museo
p.i., Sardegna Archeologi-
Cagliari, Museo Archeologico Nazio-
nale (inv. s.n.) co Nazionale
(inv. 17145)
bronzo; L 4.6,13.5 dono V. Crespi
Placca con orlo perlinato e busto indos- bronzo; L 8.2, 1
sante corona, tunica, mantello e fi- 3.1
bula; mancante dell'anello e del-
l'ardigliene. Placca con orlo
ad ovoli e
Bibliografia: Pani Ermini 1981, 100, n. raffigurazio-
151 (VI1 sec., di importazione). 17. Fibbia
ne di un pa-
vone di profilo, rivolto verso un ele- p.i., Sirgius (Sardegna)
mento vegetale; al collo l'uccello Cagliari, Museo Archeologico Nazio-
indossa il pativ, elemento di origine nale (inv. 2417)
sasanide, simbolo di regalità; tre a- bronzo; L 9.1, 1 3.7
nelli sul retro per il fissaggio; ardi- Placca con raffigurazione incisa di Cn-
glione decorato con monogramma sto nimbato e benedicente tra due
interpretabile probabilmente come cipressi; anello con linee incise; tre
un'invocazione di protezione: maglie sul retro per il fissaggio.
« K u ( p ~ Boqeq»
) («Signore, pro- Bibliografia: Pani Ermini 198 1, 1 14-
teggi») 115, n. 189 (fine VI-VI1 sec., di
Bibliograjìa: Pani Ermini 1981, 106, n. produzione bizantina), con biblio-
13. Fibbia 169 (VI-V11 sec., di produzione bi- grafia precedente.
p.i., Sardegna zantina).
Cagliari, Museo Archeologico Nazio-
nale (inv. m . )
bronzo; L 6,I 2.5
Placca traforata con raffigurazione di
un bestiarius; anello con «occhi di
dado)).
Bibliografia: Pani Ermini 1981, 100, n.
152 (VI1 sec., forse di esecuzione
bizantina).

18. Fibbia
p.i., Sirgius (Sardegna)
Cagliari, Museo Archeologico Nazio-
nale (inv. 2418)
coll. Spano
16. Fibbia bronzo; L 9.1,13.7
p.i., Sardegna Placca con raffigurazione incisa di una
Cagliari, Museo Archeologico Nazio- coppia di rango imperiale e tre cro:
nale (inv. 2405) ci astili, quella centrale di maggion
14. Fibbia bronzo; L 11.5,13.8 dimensioni; mancante dell'anello e
p.i., Siurgius (Sardegna) Placca con cornice di fili perlinati e dell'ardiglione
Cagliari, Museo Archeologico Nazio- motivi a zig-zag; al centro, una stel- Bibliografia: Pani Ermini 1981, 115, n.
nale (inv. 10512) la a cinque ?unte (pentalpha), inci- 190 (fine VI-VI1sec., di produzione
coll. Spano sa, forse, in un secondo momento; bizantina), con bibliografia prece-
bronzo; L 5,14 tre maglie sul retro per il fissaggio; dente.
3.
LA GERARCHIA E I SIMBOLI DEL NUOVO IMPERO CRISTIANO

Durante i primi secoli dell'impero bizantino anche i gioielli vengono usati


l Considerando solo i manu- come simboli allusivi di condizioni economiche e di status caratterizzati da
fatti realizzati in età post-antica e
non quelli che riutilizzano ele- una funzione prevalentemente simbolica, in un sistema che tende a sostenere
menti di epoca precedente, v. ad in genere una riduzione della dinamica sociale e una scarsa mobilità, che sem-
esempio cap. 2, 111.l .a.5, 111.6. bra mantenerne inoltre un carattere più articolato solo nelle grandi città, e
a.2, III.6.c.3, 111.7.1, 111.7.2,
IiI.7.3 (busti di divinità pagane), soprattutto nella capitale. Questa comunità fortemente gerarchica utilizza gli
cat. 111.l .C.19, VII. l .a36 (Afro- ornamenti preziosi soprattutto come prerogativa di ceti aristocratici, a loro
dite), VII. l .f.l (Asclepio) e volta modello di comportamento per alcune classi subalterne.
I VI.l.c.7 (Athena).
? Ad esempio cap. 2 , cat.
Le iconografie riprodotte sui gioielli sono parte integrante di questo com-
VI.3.a.2, VII.2.b.14, VII.2.b.15, plesso linguaggio espressivo e rappresentano anch'esse un campo di indagine
~ W.2.b.16, VII.2.b.17, VII.3.a.13,
VII.4.a.l. VIII.4.c.16.
particolarmente importante, anche per i possibili rapporti con le altre manife-
Cap. 2., cat. 111.5.1. iII.1 I. 1.
stazioni figurative.
111.11.2, V.3.4, V.3.12, V.3.13, Dopo il IV secolo è evidente la progressiva marginalizzazione dei soggetti
V.3.14, V.3.15, V.3.16, VII.l. esclusivamente pagani (busti di divinità, Afrodite, Asclepio e Athena) l, feno-
a.11, VII.2.b.7, VII.2.b.8, VII.2.
b.9, VIII.4.c.8, VIII.4.d.6. meno non solo quantitativo ma anche qualitativo, considerando la sopravvi-
VIII.4.d. 19. venza quasi esclusiva delle raffigurazioni sincretistiche e magico-super-
Ad es. cap. 2. cat. II.8.d.3. '
stiziose rispetto a quelle ortodosse e tradizionali. Inoltre si può notare anche
III.l.a.l, III.l.a.2, 111.3.2, 111.6. una diversa incidenza dei soggetti a seconda degli oggetti e delle loro funzioni,
a.2, 111.11.3, 111.11.4, 111.1 1.5,
111.11.6, 111.11.7, IV.4.b.3. come ad esempio nel caso della prevalenza dei motivi apotropaici e del leone ;
IV.4.b.4, V.3.8, V.3.9. V.3.10, sugli anelli e sulle fibbie, soprattutto nelle produzioni locali in bronzo, diffe-
V.3.11. rentemente dal diagramma mostrato dalla diffusione delle immagini imperiali .'
v. cap. I .In. nei pendenti di collana in oro, destinati ad una committenza aristocratica, in
W d es. cap. 2, cat. 1.18.
III.l.b.9, III.I0.a.2, III.lO.c.l, alcuni casi riconoscibile certamente all'interno del ceto senatoriale5.
V.1.1, VII.l.c.1, VII.3.b.I. Gradualmente sembra strutturarsi in maniera sempre più complessa anche
VII.3.b.6 ( ?), VII.4.b.l ( ?),
W.4.b.12, VIIA.b.13, W.4.b.14, l'iconografia religiosa cristiana, in cui prevale l'immagine di Cristo, sia in rap-
VII.5.4, VIII.4.c.17, VIII.4.d.17. presentazioni maiestatiche h che in scene strutturate tratte dal ciclo della Vita e
' Ad es. cap. 2, cat. III.6.a. l , dei Miracoli ', con una preferenza per la Natività, per l'Adorazione dei Magi,
III.6.a.4, V.2, VII.4.b.lO, per la rappresentazione connessa a questo soggetto della Vergine col BambinoY,
VII.4.b. 17 (Natività), III.6.a. l ,
III.6.a.4, III.6.a.6, V.2, V.3, e per il Battesimo. Molto diffusa è anche la composizione con Cristo tra i due
VII.4.b.9, VII.4.b. IO (Adorazio- sposi negli oggetti di destinazione nuziale, soprattutto anelli9, in cui a volte la
ne di Magi), V.2 (Fuga in Egitto), presenza del Salvatore è sostituita in maniera emblematica dalla croce.
VII.4.b. 17 (Presentazione al
Tempio), III.6.a. 1, VI.3.a.2, La figura della Vergine sembra affermarsi più lentamente, comparendo in
VII.4.b.9, VIIA.b.10, VIIA.b.17, prevalenza nella scena del17Annunciazionel% negli episodi veterotestamentari
VII.4.b. 17 (Battesimo), V. 1,
VII.2.b. 10, VII.3.a.21 (Miracoli),
già ricordati, e quindi in maniera complementare alla memoria di Cristo, più
VI.3.a.2, VII.4.b.9 (Ascensione), raramente in soggetti nuziali dove appare integrativa rispetto alla presenza del
VII.3.b. l , VII.4.b. 16 (Entrata Figlio l', molto più di rado come unica figura protagonista l?.
in Gerusalemme), III.lO.c.4,
III.lO.c.6, III.lO.c.8, IIl.lO.c.9, Minore incidenza sembrano avere altri soggetti sacri, quali gli Apostoli 13,
VI.3.a.2, VII.4.b.6, VII.4.b.9, gli Evangelisti IJ, gli Arcangeli I S e i santi 16,mentre sono notevolmente diffusi i
VII.4.b. IO (Crocifissione),
VI.3.a.2, VII.4.b.9, VII.4.b.10, 1'' Cap. 2. cat. 111.3.2, V.2, VI.3.a.2,VII.l.a.18, VII.2.b.20, VII.4.b.2, VII.4.b.3, VII.4.b.4,
VII.4.b. 17 (Marie al Sepolcro), VII.4.b.9. ViIA.b.10. VII.4.b.17.
V.5 (Incredulità di S. Tommaso). Cap. 2, cat. VII.4.b.17, VII.4.b.19.
Cap. 2, cat. III.l.b.9, V.3, Cap. 2, cat. III.10.a.2, III.l.b.12, 111.6.1, III.lO.c.4, III.lO.c.5, III.lO.c.6, IV.4.b.3, VL3.a.3,
VII.l.a.17, VII.l.a.19, VII.l.a.28. VII.4.b. IO, VIIL4.c.5.
" Cap. 2, cat. III.l.a.5, 1:. Cap. 2, cat. III.l.b.12, III.lO.a.12, V.l, VII.2.b.20,VI1.3.b.l, VII.5.4.
III.l.b.3, VII.l.a.5, VII.l.a.6, '.'Cap. 2. cat. III.lO.a.10, III.lO.a.1 l, III.I0.b.6.
VII.l.a.8, VII.l.a.15, VII.l.a.25, '5Cap. 2,cat. III.l.b.9. 111.6.1, III.lO.a.2, IV.4.b.4, VII.l.a.3,VII.l.a.4,VII.l.a.34, VII.l.a.39,
VII. l .a.42, VII. l .a.43, VII. 121.45, VII.2.b.23.
VII.l.e.1, VII.2.b.25, VII.4.b.15, I h Cap. 2, cat. VII.l.a39 (S. Tecla), VII.l.f.2, VII.l.f.3 (Santo cavaliere-S. Giorgio),
VII.4.b. 18. VII.2.b. l l (S. Simeone stilita). V.5 (S. Tommaso).
75. Istanbul, S. Sofia.

76. Baltimora, Walters Art Gallery: orecchino 77. Iraklion, Museo storico: orecchino (inv. 78. Ruvo di Puglia: matrice per orecchini.
da Kiev (inv. 44.302). 327).

79. Atene, Museo Benaki: coppia di orecchini (inv. 1862). 80. Atene, Museo Benaki: coppia di orecchini (inv. 1813).

236
La gerarchia e i simboli del 17UOVO intpero crisfiarlo

soggetti simbolici del repertorio religioso, come la croce l 7 e il chrismorz più


spesso in composizioni ma anche singolarmente, il karzthnros 19, la palma2", il
"
pesce ". Uccelli l', colombe 23 e, in particolare, aquile e pavoni 25 rappresenta-
no gli elementi decorativi più diffusi, probabilmente con un riferimento escato-
logico di elevazione spirituale e di vittoria sulle forze del male, ma anche
come motivi di repertorio divenuti ben presto frequenti e tradizionali.
Anche da un punto di vista tipologico i gioielli mostrano una differenza di
importanza che si manifesta in maniera più forte e stabile rispetto al periodo
imperiale. Alcune classi, infatti, come le corone, rimangono appannaggio del-
l'ambito imperiale; per altre si ha certamente una committenza limitata ai
livelli aristocratici, come appare in molti casi per le collane. Altri manufatti,
ancora, soprattutto orecchini e anelli, presentano invece una diffusione più
ampia e, tranne casi particolari, sembrano generalmente dotati di un significato
gerarchico meno immediato, sebbene alcuni esemplari possano mostrare un
l 7 Cap. 2, cat. II.4.f.4. iI.7.a.4. impegno decisamente straordinario, che sottolinea la distanza dell'oggetto
II.7.a.5, II.7.b.28, III.2.a.4,
III.Z.b.7, 111.4.2, III.6.a.2, rispetto alla produzione più comune.
II1.6.a.3, III.6.b.4. III.6.b.5, Vengono valorizzati tipi che in precedenza avevano un'incidenza minima,
III.6.b.6, IV.l.b.1, IV.l.b.2. come le fibule, anch'esse connesse con particolari comportamenti rappresenta-
VII.l.a.24, VII.l.a.29. VII.1.
a.44, VII.4.b.5. tivi, e le cinture, evidentemente legate a specifiche forme di abbigliamento, in
IXCap.2,cat.1.1.2, III.l.a.2, entrambi i casi con una palese introduzione di elementi di derivazione germa-
II1.2.a.4, IV.4.b.3, VII.4.a.2,
VII.4.b.16, WI.4.e.9, VIII.4.g.2. nica. Costantinopoli comunque costituisce, anche in questo ambito, il centro
l9 Cap. 2, cat. iII.4.2 primario di rielaborazione di fenomeni di costume originariamente esterni e
?D Cap. 2, cat. VII.2.b.12.
legati a determinati ambiti etnici, definiti come estranei al costume romano più
2' Cap. 2, cat. II.S.c.10, ViiI.4.
d.5. tradizionale ma presto vissuti anche come esperienze acquisite e riproposte
Cap. 2, cat. II.7.b.2, mediante forme espressive autonome, come ad esempio nel caso degli orecchi-
III.l.a.1, III.I.a.8, VII.l.e.4, ni a p01iedro~~.
VII.Z.d.7, VII.3.a.2, VII.3.a.8,
VII.3.a.9, Vm.4.c.14, ViiI.4.c.20, La capacità di ricezione e rielaborazione della capitale spiega la tendenza
VIU.4.d.18, ViiI.4.e.4 . all'uniformità delle produzioni in tutto il bacino del Mediterraneo sia tipologi-
2x Cap. 2, cat. VII.2.b.21,
VII.5.6. ca che tecnico-stilistica. Questa omologazione ha portato ad enfatizzare il
?<ap. 2. cat. II.7.b.11, molo delle attività artigianali costantinopolitane, inducendo a supporre, in
maniera più o meno consapevole, che la città fosse il luogo esclusivo di attra-
zione e al tempo stesso di irradiazione di maestranze e manufatti. La documen-
tazione archeologica tuttavia non consente di valutare nel suo complesso la
portata delle esportazioni dalla capitale, e soprattutto non permette un riscontro
3 Cap. 2, cat. Ii.4.f.4, Ii.7.b.2, sicuro dei tipi realizzati in loco. Per altri versi sembra piuttosto delinearsi sem-
II.7.b.4, LI.7.b.5, I1.7.b.6, II.7.b.7, pre di più la possibilità di una produzione policentrica dei gioielli, secondo
II.7.b.8, II.7.b.9, II.7.b.10,
II.7.b.12, II.7.b.13, II.7.b.14, modalità non ancora completamente chiarite, pur continuando sempre a rico-
II.7.b.15, II.7.b.16, II.7.b.17, noscere a Costantinopoli e alla manifattura di corte un ruolo innovativo e
determinante nella diffusione di oggetti e di idee. Come si è già osservato que-
sti problemi interpretativi nascono, in primo luogo, dalla inadeguatezza meto-
dologica della ricerca scientifica e non riguardano solo Costantinopoli, per la
quale fortunatamente esistono compensazioni conoscitive di tipo storico-lette-
rario ed iconografico. La stessa mancanza di elementi di valutazione oggettivi,
infatti, limita in maniera spesso più grave la conoscenza delle attività artigia-
nali di altre città, che per le proprie tradizioni produttive e per la propria vita-
lità sociale ed economica sembrerebbero anch'esse potenzialmente adatte a
L'oreficeria nell'impero di Costantinopoli tra IV e VII secolo

svolgere una funzione non secondaria nella produzione di gioielli di alto livel-
lo qualitativo.
Alla Siria si può attribuire ancora dopo il IV secolo una intensa e raffinata
attività nel campo dell'oreficeria, in diretto collegamento con la tradizione arti-
gianale di età imperiale. La documentazione iconografica attestata in alcuni
centri urbani sembra confermare la circolazione di modelli cosmopoliti a livel-
lo delle élites locali, rispecchiate dalle personificazioni allegoriche e dalle
figure mitologiche dei mosaici pavimentali.
Uno dei centri più fiorenti in questo ambito doveva essere Antiochia, dove
S. Girolamo alla fine del IV secolo documenta il largo uso di gioielli
femminili 27 e dove sono ricordati i due santi orafi Anastasia e Andronico, seb-
bene dalla capitale siriana non provengano rinvenimenti significativi. Anche la
zona dell'Hauran, e Bosra in particolare, conservano testimonianze epigrafiche
dell'attività di orafi locali, che tuttavia finora non hanno trovato un adeguato
riscontro archeologico 28.
Per Cipro la situazione documentaria appare inversa; ai ritrovamenti di
oggetti preziosi, sia suppellettile che gioielli, non corrisponde infatti alcuna
menzione letteraria o epigrafica. La posizione dell'isola lungo le rotte del
Mediterraneo, la sua vicinanza alla costa siriaca e la presenza di centri urbani
di notevole vitalità rendono particolarmente complessa l'interpretazione del
luogo di esecuzione dei gioielli. Anche in questo caso, tuttavia, appare deter-
minante la tradizione orafa locale, nota attraverso diversi manufatti con una
apparente continuità fin dall'età classica. Analogie tecniche e una certa omo-
geneità stilistica tra gli esemplari trovati in loco sembrerebbero comunque
svincolare anche i prodotti ciprioti dalle creazioni costantinopolitane, sebbene
entrambe le aree si servano dei medesimi tipi e appartengano allo stesso siste-
ma culturale.
L'esistenza di una produzione locale uniforme e meno problematica da un
punto di vista interpretativo emerge con chiarezza dall'esame dei manufatti
rinvenuti in Israele e Palestina. Infatti si tratta prevalentemente di oggetti
devozionali, legati ai luoghi della Terrasanta, con scelte iconografiche peculia-
ri e a volte esclusive di questa regione. Gli oggetti in oro sono quasi sempre
gioielli-portareliquie, gli unici probabilmente ad essere esportati, mentre il
resto della produzione è rappresentata da manufatti in bronzo e sembra avere
27 Carh. bapt., I, 35.
una circolazione limitata.
28 I gioielli dell'Antiquarium La situazione della Grecia è ancora poco nota e meno definibile da un
della città, infatti, appartengono punto di vista generale. Alle indicazioni sulla presenza di giacimenti aurifen
prevalentemente al periodo ro-
mano-imperiale: Baldini 199 1; anche in epoca bizantina 29 e alla documentazione epigrafica riguardante orafi
da località imprecisata dell'Hau- ad Atene e a Salonicco 'O, non sembra infatti corrispondere una produzione par-
ran provengono, tuttavia, alcuni
dei gioielli bizantini più notevoli ticolarmente ingente o morfologicamente significativa. Questa immagine tutta-
tra quelli conservati al Museo di via potrebbe essere fortemente condizionata dalla difficoltà di collegamento tra
Damasco: Abdulhak 195 1. In i numerosi gioielli conservati in Grecia e i loro luoghi di provenienza: trattan-
generale sui problemi di attribu-
zione all'arnbito siriano v.De dosi di materiale decontestualizzato, appartenuto a collezioni private oggi
Francovich 1974. musealizzate, le indicazioni a questo proposito risultano infatti praticamente
?'>Lipinsky1975b, 73; Jones
1974,641. assenti. Alcune eccezioni, che risentono di una prassi archeologica più attenta,
Lipinsky 1975b, 73. sono state fornite negli ultimi decenni da scavi eseguiti a Corinto, Salonicco e
1 La gerarchia e i simboli dei nuovo impero cristiano

a Creta, ma la sporadicità delle attestazioni non consente ancora di valutarle da


un punto di vista globale.
Per quanto concerne l'Egitto si è a lungo discusso sulla possibilità di una
tradizione orafa locale di età bizantina: gioielli di provenienza egiziana si tro-
vano oggi smembrati nei vari musei europei, con riferimenti spesso ipotetici al
luogo di origine. Questa documentazione, ricca e morfologicamente piuttosto
omogenea, sembrerebbe tuttavia delineare con sufficiente chiarezza l'esistenza
di botteghe egiziane specializzate solo in alcuni tipi di gioielli, come le collane
con pietre e paste vitree pendenti o gli anelli con soggetti apotropaici di tradi-
zione gnostica.
Alessandria potrebbe essere stata una delle sedi privilegiate delle botteghe
orafe più importanti, ad un tempo partecipi delle tendenze artigianali mediter-
ranee e in grado di eseguire e rielaborare i modelli circolanti secondo il gusto
locale.
I1 problema dell'esecuzione in situ dei gioielli rinvenuti in Egitto si ripropo-
ne con maggiore evidenza sulla base dell'esame delle attestazioni venute alla
luce in Sicilia. L'isola, infatti, conserva una documentazione di altissima qua-
lità e tipologicamente molto interessante per le evidenti analogie con i gioielli
attribuiti all'Egitto stesso o a Costantinopoli. Si ripropone, quindi, anche in
questo caso, la difficile distinzione tra prodotti locali di ispirazione mediterra-
nea e importazioni, considerando anche la naturale apertura dell'isola agli
apporti esterni.
L'esistenza di botteghe orafe di alto livello viene generalmente ritenuta pro-
babile, funzionale alla presenza dei potentes stabilitisi in Sicilia in età tardo-
imperiale e soprattutto successivamente, nel VI1 sec., del ceto urbano legato
alla corte di Costante 11. I laboratori di maggiore prestigio vengono collocati
ipoteticamente a Siracusa, considerando il suo ruolo di capitale dell'isola, le
potenzialità economiche della città e anche la prevalenza dei rinvenimenti nel-
l'area sud-orientale dell'isola.
Pur essendo attendibile l'ipotesi di un'esecuzione siciliana di gioielli in oro
con pietre e perle, anche in questo caso la documentazione nota non permette
una chiara distinzione dei prodotti locali rispetto a quelli delle altre regioni di
influenza bizantina.
Come in Egitto e Palestina appare invece evidente un fenomeno di produ-
zione e circolazione locale di manufatti di minor pregio, in bronzo, che risen-
tono a loro volta dell'influenza degli esemplari in oro e che spesso ripropongo-
no immagini e iscrizioni propiziatorie, più o meno consone alla religiosità cri-
stiana.
Non meno composita, e anch'essa parzialmente influenzata da modelli
costantinopolitani, è la situazione dell'Italia meridionale. Mentre per i gioielli
di maggior pregio si propende generalmente per una diretta importazione dal-
l'oriente, i prodotti in bronzo corrispondono alle tipologie documentate nel
resto dell'Italia, a loro volta originatesi da una tradizione «di sostrato» tardoro-
mana.
Anche tra i manufatti in oro vi sono, comunque, alcune classi che vengono
ritenute di produzione locale. Si tratta, ad esempio, delle lamine ribattute, con
L'oreficeria nell'impero di Costclnrinopoli tra IV e VI1secolo

soggetti neotestamentari, che venivano utilizzate all'intemo di medaglioni o


per decorare oggetti di uso. Queste decorazioni, rinvenute in vari esemplari in
Calabria e in località imprecisate dell'Italia meridionale, trovano un confronto
puntuale in analoghi elementi di provenienza orientale, non consentendo di
chiarirne l'origine ma solo l'ambito di diffusione. Anche per i gioielli con
inserti cloisonné, di cui sono un esempio gli orecchini di Senise, non è stata
ancora deinita l'appartenenza ad una specifica orbita artigianale, da ritenere
comunque prossima alle tradizioni orafe costantinopolitane.
Infine non sono ancora state individuate con sicurezza le caratteristiche
specifiche dell'artigianato di Roma, che, per quanto riguarda le regioni italia-
ne, può essere certamente ritenuta uno dei centri più fiorenti nella produzione
ed esportazione di gioielli tardoantichi. Nella città, infatti, si sarebbero concen-
trate da generazioni le fortune delle famiglie senatorie 3 1 , che avrebbero conti-
nuato a fornire commissioni a maestranze specializzate.
L'esistenza di beni privati in materiale prezioso e in gioielli si riflette solo
parzialmente nella documentazione archeologica, mentre viene spesso messa
in risalto dalle fonti che enfatizzano le immense quantità di vesti di seta rica-
mata e di vasellame d'argento donate alla Chiesa da ricchi personaggi al
momento di abbracciare la vita monastica. Oltre ai privati, una fonte importan-
te di committenza a Roma è costituita proprio dall'ambiente papale, che,
secondo il modello imperiale, si serviva in particolari circostanze di doni in
materiale prezioso, molti dei quali certamente eseguiti da botteghe locali.
Le caratteristiche peculiari dei gioielli eseguiti dai laboratori romani, al ser-
vizio di una clientela di notevoli possibilità economiche e di gusti cosmopoliti,
non sono ancora sufficientemente definibili. Anche in questo caso, infatti, gli
scambi commerciali e culturali con l'oriente influirono probabilmente sul
carattere delle produzioni, uniformandole allo standard dei grandi centri del-
l'Impero e togliendo loro specificità tecnica. In questa direzione sembrano
infatti condurre i risultati di scoperte recenti, come quella già citata della Cryp-
tu Bulbi, che permettono di collocare alcuni prodotti locali nell'ambito delle
elaborazioni mediterranee di influenza orientale.
Altre città italiane con un ruolo politico primario in epoca tardoantica,
come Ravenna, non hanno restituito una documentazione tale da testimoniare
l'esistenza di laboratori orafi locali di notevole importanza. I manufatti raven-
nati, oltre ad essere numericamente poco rilevanti, difficilmente raggiungono il
livello di quelli rinvenuti in Oriente, in Italia meridionale o s Roma, rientrando
piuttosto nell'ambito delle produzioni normalmente attestate in Italia setten-
trionale. In nessun caso riflettono l'immagine di ricchezza e sontuosità del
vasellame liturgico citato dalle fonti o dei gioielli costantinopolitani raffigurati
nel mosaici parietali delle chiese, che ripropongono modelli iconografici speci-
fici dell'ambiente aulico e ristretto della corte imperiale. Una visione diversa
potrebbe dipendere, tuttavia, dalla possibilità di attribuire a Ravenna i materia-
li rinvenuti nei tesori di Reggio Emilia e Pavia, peculiari stilisticamente e col-
legati da un punto di vista tipologico con le produzioni orientali.
I tentativi di identificaztone dei differenti centri produttivi di oreficerie tra
Jones 1974,779-781. IV e VI1 secolo si possono avvalere in alcuni casi dell'ausilio di altri campi di
l La gerarchia e i sitllboli del nuovo impero cristiano

ricerca. Uno di questi è l'indagine sui modi di reperimento della materia, sulla
sua circolazione e sull'immagazzinamento.
I1 primo ambito non ha finora portato risultati apprezzabili: durante il perio-
do considerato, infatti, l'oro e l'argento sembrano provenire in gran parte da
aree estranee o marginali rispetto a quelle di circolazione degli oggetti
lavorati 3'. Non si può quindi dedurre alcuna diretta correlazione tra presenza di
metallo grezzo e laboratori specializzati.
Maggiori indicazioni provengono invece dai dati riguardanti i vari livelli di
controllo statale sulla circolazione e lavorazione dei metalli preziosi. È stato
spesso suggerito, ad esempio, un legame tra le sedi delle zecche imperiali e i
principali luoghi di produzione di vasellame in oro e argento. Questa coinci-
denza, probabile per le produzioni dipendenti dall'organizzazione imperiale,
non riguarda però le botteghe private, che possono esserne state influenzate
solo in maniera indiretta.
L'oro di proprietà imperiale era sottoposto ad un complesso meccanismo che
ne regolava acquisizione, lavorazione e redistribuzione. I1 comes sacrarum lar-
gitioizum era il funzionario incaricato del controllo delle zecche, delle miniere
d'oro, delle fabbriche statali di armi e armature nelle quali fosse impiegato oro
o argento, dei donativi delle truppe, del vestiario dei membri della corte impe-
riale, dei funzionari statali e dell'esercito. Le sacrae largitiorzes avevano
magazzini di raccolta (thesaurii), sottoposti a praepositi e comites, anche con
'"
funzioni di contabilità nelle città più importanti Due sezioni si occupavano
dell'oro, lo scrirzium aurae massae e lo scrirzium auri ad respoizsum, rispettiva-
mente incaricati delle verghe in oro e delle riserve auree delle diocesi: una
costituzione del 384 elenca il personale di questi due scrirzia: orefici (aur$ces
specierum), coniatori (aurijìces solidorum), cesellatori (sculptores), argentieri
di corte (argerztarii comitatenses) e addetti all'applicazione delle lamine in
'".
materiale prezioso su armi e armature (barbaricarii) Aur$ces, sculptores e
argeiztarii completavano il loro servizio dopo trenta, quaranta o cinquanta anni
di lavoro, molto più degli altri scriizia 35.
Questo stretto sistema di controlllo si serviva dell'apposizione di marchi 3,
per l'età di Teodosio I documentati da verghe auree rinvenute a Cuma e a
Har~mszeker'~.
I1 problema della difficoltà di reperimento di oro per la monetazione aveva
Ad esempio dalle miniere reso necessari nel IV secolo provvedimenti fiscali ed economici, tra cui la con-
dell'Africa settentrionale e della
Macedonia, prima della conqui- fisca del tesoro dei templi, che consentirono l'utilizzo pubblico di ingenti
sta degli Urali nell'VIII secolo: quantità di oro, argento e pietre preziose 38. Al tempo di Costantino l'oro impe-
Cutler 1986,53.
Jones 1974, 639-641. riale veniva utilizzato prevalentemente per il pagamento dei donativi quin-
M Ibid. quennali alle truppe e per doni occasionali che, stando alla testimonianza di
'"vi, 8 12. Eusebio, non comprendevano solitamente gioielli, ma terre o denaro jY. Nel
.%Ivi,139.
j7 Lipinsky 1975b. 139.
365, sotto Valentiniano e Valente, vennero attuati provvedimenti per aumentare
"Jones 1974, 147-148. la circolazione di oro, tra cui una disposizione legislativa che stabiliva che i
' " I v i , 149-150: Eus. Vita cercatori d'oro pagassero una tassa fissa, vendendo il resto del loro prodotto
Constnntini IV, 1.
Jones 1974, 195. alle largitiones imperiali "'. Un'altra fonte di approvvigionamento del metallo
J' Ivi, 648. era costituita da una tassa in oro imposta ai proprietari dei giacimenti4.
L'oreficeria izell'iinpero di Costantinopoli tra IV e VI1 secolo

Lo stato cercava in questa maniera di garantirsi la materia prima necessaria


ai diversi utilizzi, facendo di Costantinopoli e delle principali città dellYImpero
i centri di raccolta e di parziale redistribuzione dei materiali preziosi.
L'artigianato dei gioielli sembrerebbe vivere al margine delle attività stret-
tamente controllate dall'apparato burocratico: come altri tipi di manifatture di
lusso, la sua collocazione all'intemo del sistema statale sembra infatti legata
all'ambito ristretto dei donativi imperiali e dell'abbigliamento della corte.
L'importanza di questo contesto appare tuttavia determinante da un punto di
vista dell'imrnagine sociale. Pur svincolate dal controllo imperiale, infatti, le
botteghe produttrici di gioielli tendono a riprodurre in maniera molto attenta i
modelli aulici della corte imperiale, esaltando il significato di status sociale dei
manufatti. L'uniformità dell'oreficeria mediterranea di alto livello e la conse-
guente difficoltà nel ricostruire a posteriori i diversi centri di produzione, deri-
va in gran parte da questo desiderio di emulazione della corte imperiale da
parte delle classi emergenti e culturalmente determinanti.
Questo fenomeno, che inizia a svilupparsi in maniera evidente dopo il IV
secolo, tende a cessare con il VII. Durante questo periodo si assiste anche ad
una progressiva e totale omologazione iconografica tra la corte imperiale e
quella celeste, accomunate da una gradualità di elementi che culminano nelle
figure dell'imperatore e di Cristo: appare in questo caso ancora più chiaramen-
te il valore simbolico degli attributi, siano essi abiti, come la veste di porpora,
o gioielli (ad esempio i diversi tipi di fibula), utilizzati come emblema del
livello occupato nell'ambito di una gerarchia prestabilita J2. In una società
come quella bizantina, condizionata dai valori legati al ruolo e abituata ad
immagini convenzionali, si capisce allora come potesse sembrare naturale l'a-
dozione, anche al di fuori del ristretto ambito della corte, di oggetti d'uso che
rendessero immediatamente palese lo status occupato oppure il modello di
riferimento sociale.
Nei secoli seguenti si assiste invece ad una progressiva differenziazione tra
produzioni orientali e produzioni occidentali e alla costituzione di tradizioni
locali che si allontanano sempre di più dalle proprie premesse formative. L'e-
redità artigianale aulica «mediterranea», oltre che a Costantinopoli, continua
tuttavia ad emergere a tratti in recuperi classicistici di ambienti colti germani-
ci; infine perpetuandosi parzialmente, arricchita di elementi culturalmente dif-
ferenti, nell'oreficeria islarnica (figg. 79-80). L'affermazione sempre maggiore
di nuovi protagonisti politici, in Oriente come in Occidente determina l'eclisse
del ruolo esemplare rivestito fino a questo momento dal sistema bizantino e
della corte imperiale. Franchi e Arabi creano nuovi centri di aggregazione cul-
turale che interrompono la tradizione della koiizé mediterranea omologata,
J2 SUI molo dei materiali pre-
introducendo una fase completamente nuova non solo della storia istituzionale
ziosi come simboli di s,atus
Clark 1986. ma anche di quella produttiva e sociale.
BIBLIOGRAFIA E ABBREVIAZIONI
BIBLIOGRAFIA E ABBREVIAZIONI

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NSC, 1904, 173-175. shington 1982. rausgegeben von W. Hubener, Die
L'oreficeria nell'impero di Costantinopoli tra IV e VII secolo

Goldbblattkreuze des fruhen Mittel- I


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Yeroulanou 1988 = A. Yerolanou, The
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INDICI
INDICE DEI MUSEI E DELLE COLLEZIONI

Amburgo, Museum fur Kunst und Gewerbe fibbia - Tigani


orecchini inv. 1917, 1106 cat. 2.II.3.a.8 da - fibbia - Tigani
elemento di collana - Siria
Amman, Museo Archeologico
anello - 2.VII.2.b.4 Irbid (Giordania) Atene, Museo Kanellopoulos
croce 116 -
orecchini 150 -
Ascea Marina (Salerno), Ufficio Scavi
orecchino 164 -
orecchini - 2.II.8.b.12 Pattano -
orecchini 174 a-b
orecchini 182 -
Atene, Museo Archeologico Nazionale -
- orecchini 184
orecchini St. 510 orecchini 194 -
orecchini - - -
- I orecchino 227
orecchino - croce 234 -
orecchino - -
- orecchini 366 -
collana - collana 450 -
croce - - orecchino - -
croce - -
orecchini - -
anello - - -
- orecchini -
anello - anello - -
fibbia - - anello - -
anello - -
Atene, Museo Benaki anello - -
collana 1778 Antinoe anello - -
orecchini 1779 Antinoe anello - -
orecchini 1807 - anello - -
orecchino 1809 - anello - -
orecchini 1810 - anello - -
orecchino 1811 - anello -
anello 1826 - anello - -
anello 1829 - collana - -
anello 1830 -
bracciale 1835 Cipro Baltimora, Walters Art Gallery
bracciale 1836 Cipro orecchino 27.369 Beit Jibrin
croce 1849 -
orecchini 27374 Beit Jibrin
anello 2107 -
pendente di corona 57546 Turchia
orecchini - - diadema 57549 -
elemento di collana - - orecchini 57560-1 Spagna
anello - - orecchino 575756 Egitto
fibbia - -
orecchini 57.592-3 Egitto
orecchini 57.594-5 Egitto
Atene, Museo Bizantino orecchini 57.606-7 -
orecchino T 1854 - orecchino 57.1729 -
pendente T 2285 - fibula 44.225 Comacchio
pendente Mitilene 3039 Mitilene anello 45.15 Egitto
collana Mitilene 3042 Mitilene fibbia 54.2330 -
bracciale Mitilene 3043 Mitilene fibbia 54.2331 -
cintura ? Mitilene 3050 Mitilene fibbia 54.2332 -
fibbia Mitilene 305 1 Mitilene croce 54.2352 Siria
fibbia Mitilene 3052 Mitilene bracciale 54.2657 A-C Egitto
cintura ? Mitilene 3057 Mitilene croce 54.59 -
pendente Mitilene 3058 Mitilene pendente 57.526 -
pendente Mitilene 3059 Mitilene fibula 57.527 -
orecchino - Tigani collana 57.544 -
orecchino - Tigani fibbk 57.545 Hamah (Siria)
orecchini - Tigani applicazione di ciitun 57.547 -
fibbia - Tigani fibula 57.562 -

257
L'oreficeria nell'iinpero di Costantinopoli tra IV e VI1 secolo

collana 57.600 Berlino, Museum fur Spatantike und Byzantinische Kunst


I anello 57.1582 lamina 6861 2.V.1.5 Italia
anello 57.1715 -
collana 57.1817 Egitto Berlino, Staatlische Museen
bracciale 57.1844 lamina 3330 2.V.1.3 Basilicata
fibbia 57.1891
anello Ti, 1985.048 Beyrouth, Museo Archeologico
anello TL 1985.059 orecchini - 2.II.7.a.2 Tuo
anello TL 1985.051 orecchino - 2.U.7.a.3 Tiro
anello TL 1985.060 pendente - 2.III.6.b. I Beyrouth
fermaglio di collana -
Bologna, Museo Civico Medievale
Bari, Museo Archeologico
orecchini 24284 Rutigliano
orecchino - 2.II.7.b.23 -
fibbia 24285 Rutigliano
Bosra, Antiqitarium
fibbia 24286 Rutirgliano
fibula - Canosa bracciale 350 2.VL4.c. l Bosra
ago crinale 27833 Avicenna bracciale 351 2.VI.4.b.l Bosra
ago crinale 27840 Avicenna bracciale 445 2.VI.4.a.2 Bosra
ii I I ago crinale 27843 Avicenna bracciale 448 2.VI.4.a.l Bosra
orecchino 27927 Avicenna pendente 2.111.11.1 Bosra
Rutigliano pendente - 2.111.1 1.2 Bosra
I orecchini 32470
I orecchino - Avicenna
:l;
orecchino - Canne Botosani, Muzeul Judetean
orecchino - Canne pendente - 2.111. l 1.9 Mihalaseni
:Il
il
orecchini 32458 Rutigliano
pendente - 2.lII.ll.10
(Romania)
Mihalaseni

l! Barletta, Museo Civico


fibula
fibula
595
609
Barletta
Barlena Brindisi, Museo Archeologico Provinciale «F.Ribezzo»
(Romania)

fibula 1080 Barletta croce - 2.U. 10.c.6 Italia meridionale

Benevento, Museo del Sannio Cagliari, Museo Archeologico Nazionale


orecchini - Italia meridionale fibbia 2405 2.ViiI.4.c.16 Sardegna
fibbia 2417 2.WI.4.c.17 Sirgius
Berlino, Antikenmuseum fibbia 2418 2.VIII.4.c. l8 Sirgius
.I
fibbia 2425 2.ViU.4.d.4 Sardegna
ì/ orecchini GI 1291130 Tamassos

1; ,I
orecchino
orecchini
orecchini
orecchini
GI 133
GI 200120 1
10580
11863, 159
Tamassos
Italia
Priene
Anapa
fibbia
fibbia
fibbia
fibbia
10505
10511
10512
17145
2.ViiI.4.e. 10
2.VIII.4.e.9
2.ViiI.4.cI4
2.ViiI.4.c. 15
Sirgius
Sugius
Sirgius
Sestu

"Il
11
collana
orecchino
collana
collana
30219. 327
30219,439
30219, 505
30219, 506-506a
Tornei o Antinoe
Tomei o Antinoe
fibbia
fibbia
fibbia
orecchini
34827
43185
67922
-
-
2.VUI.4.a. 1
2.VIU.4.i.2
2.VIII.3.5
2.II.5.c.3
Tiana
S. Maria Vittoria
Tharros
Dolianova
Il bracciale
bracciale
30219,507a
30219, 507b
Tornei o Antinoe
Tornei o Antinoe
orecchino
orecchino -
2.11.8.a.l
2.11.8.a.2
Sardegna
S. Andrea Fnus
/! bracciale 30219, 508a Tomei o Antinoe anello - 2.VII.3.a. 15 Su Bruncu e {Olia
bracciale 30219, 508b Tomei o Antinoe anello - 2.VII.3.a.16 Su Bruncu e s'0lia
collana 30219, 508b Tornei o Antinoe anello - 2.VìI.3.a.17 Su Bruncu e s'0lia
1
collana 30219. 508c Tomei o Antinoe fibbia - 2.VUi.4.c.12 Sardegna
croce 30219,508d Tomei o Antinoe fibbia - 2.VIII.4.c.13 Sardegna
orecchini 30219, 1104 Anapa fibbia - 2.ViIl.4.f.l Sardegna
collana 30505 Assiut
I I collana 30509 Assiut Cairo, Museo Archeologico
I
bracciale 30994 Tomei o Antinoe orecchino - 2.11.5.c.lO Egitto
Indice dei musei e delle collezioni

Caltanissetta, Museo Archeologico Damasco, Museo Archeologico


orecchini 24888-9 2.11.7.b.31 Mimiani fibbia 2569, AN 46 2.VII1.4.c.l Siria
orecchino - 2.iI.4.g.l Siria
Campobasso, Soprintendenza Archeologica
orecchini 24888-9 2.iI.8.b.17 Larino Detmold, Lippiichen Landesmuseum
orecchino U 122 2.ii.8.b.l l Taranto
Capua, Museo Provinciale Campano
croce - 2.iII.lO.c.5 Italia meridionale Firenze, Museo Archeologico Nazionale
orecchini 72605 2.iI.4.c.5 Luni
Casalbore, Uficio Scavi collana 86567.a 2.m. l .c.4 Valle dell'Albenga
orecchini 489490 2.II.8.b.14 Casalbore
orecchini 501,507 2.II.8.b.15 Casalbore Firenze, Museo Nazionale del BargeUo
orecchino 935 2.iI.4.a.6 -
Cefalù, Museo Mandralisca orecchini 936-7 2.IL5.a.7 -
anello 503 2.VIL3.a.12 Sicilia orecchino 940 2.ii.5.c.6 -
orecchino 943 2.IL8.d.3 -
Chicago, Field Museum of Natural History fibbia 1101 2.VIII.3.10 -
collana 239181 2.111.1.d.8 -
Gallipoli, Museo Civico
Chicago, Kennet PaMn Memorial Collection fibbia - 2.VIiI.4.e.l l Gallipoli
collana 466 2.11. l .c.6 - fibbia - 2.ViII.4.e.12 Gallipoli

C i t i l e , Deposito Soprintendenza Archeologica Gela, Museo Archeologico


orecchino BN 325 2.II.J.c.17 Cimitile orecchini - 2.iI.4.b.2 Sofiana
ago crinale ST 15 2.L2.c.2 Cimitile orecchini - 2.iI.7.b.20 Sofiana
orecchino ST 22 2.11.1.f.l Cimitile
orecchino ST 26 2.U. l .e.l Cimitile Gerusalemme, Israel Department of Antiquities and Museums
orecchino ST 27 2.U. l.a.3 Cimitile anello 30.1072 2.VII.2.b.8 Gush Halav
orecchini ST 48 2.iI.l.c.2 Cimitile anello 33.1883 2.ViI.4.b.8 Hammat Gader
orecchino 231215 2.iI.8.b.16 Cimitile anello 33.1884 2.ViI. 1.a. 12 Hammat Gader
fibbia ST 40 2.VIII.4.i.3 Cimitile anello 38.1045 2.VII.2.b.5 Gush Halav
anello 38.1051 2.VII.2.b.9 Gush Halav
Colonia, Romisch-Germanisches Museum anello 38.1060 2.VIL2.b.l l Gush Halav
fibbia D 960 2.Vm.4.c.l l Sardegna anello 38.1065 2.VII.2.b.7 Gush Halav
anello 47.4623 2 1 a 1l Shivta
Corinto, Museo Archeologico anello 47.4625 2.VII.4.b.7 Shivta
fibbia 2624 Corinto anello 47.4626 2.VIi.2.b.12 Shivta
fibbia 2700 Acrocorinto anello 53.157 2.VII.2.b.6 Beth Yerah
fibbia 2843 Corinto anello 56.938 2.VII.2.b.10 Kibbutz Ziqim
fibbia 3287 Corinto anello 57.812 2.VII. l .f.3 Caesarea
fibbia 5419 Corinto anello 58.393 2.VII.l .f.2 Abu Shushe
fibbia 7066 Corinto anello 71.356 2.VIL4.b.6 Israele
fibbia 7145 Connto
ago crinale 8157 Corinto Ginevra, Musée d'Art et d'iiistoire
lamina AD 7996 2.V.1.4 Italia meridionale
Cuglieri, Antiquarium fibula - 2.IV.4.b.4 -
orecchino 803 Cornus
orecchino 1235 Cornus Imola, Museo Civico
orecchino 1531 a Cornus orecchino - 2.II.3.a.6 Imola
orecchino 1531 b Cornus
orecchino 74619 Cornus Iraklion, Museo Archeologico
orecchino - Cornus -pendente - 2.111.8.4 Creta
fermaglio di collana - Cornus pendente - 2.111.8.5 Creta
fermaglio di collana - Cornus pendente - 2.iI1.8.6 Creta
L'oreficeria nell'iinpero di Costcirztinopoli tra IV e VII secolo

Iraklion, Museo Storico pendente EA 1877.1 1-12.34 2.III.8.3 Egitto


croce 306 2.UI.lO.a.6 Aghios Vasileios anello EC 130 2.VII.4.b.18 Agigento
croce 307 2.IILlO.a.7 Aghios Vasileios orecchini F 2581-2 2.U.4.d.5 Egitto
elemento di collana 308 2.UI.13.a.5 Creta orecchini F 2681-2 2.U.4.c.20 -
elemento di collana 309 2.III.13.a.6 Creta orecchino F 2688 2.U.5.a.6 -
orecchini 315 2.II.4.f.5 Creta bracciale F 2817 2.VL3.c.4 -
orecchino 332 2.iI.7.c.9 Acladia anello GR 649 F 2.VU.2.b.26 -
orecchino 693 2.II.5.c.2 Ag. Vasileios anello Marshall 799 2.W.l.b.5 Catania
anello Marshall 864 2.VII.l.e.3 Messina
Istanbul, Museo Archeologico anello Marshall 987 2.W.2.c.4 -
lamina 82a Adana orecchini MLA 1916.74.24 2.II.5.c.8 Tornei o Antinoe
orecchini 2159 Kutalhya orecchini MLA AF 323-30 2.II.4.c.6 Cartagine
orecchini 2160 Kutalhya collana MLA 1916, 74.1 2.III.l.a.7 Tornei o Antinoe
orecchini 3538 Smime collana MLA 1916, 7-4.2-6 2.III.2.b.2 Tornei o Antinoe
orecchino 6884 Costantinopoli pendente MLA 1984, 5-1.1 2.III.7.2 -
orecchino 81 15 Turchia pendente MLA 1988, 74.1 2.III.6.a.5 -
orecchino 75.425 Turchia anello MLA AF 231 2.VU.4.b.19 -
orecchino 77131 Turchia anello MLA AF 288 2.W.5.4 -
orecchini - Turchia anello MLA AF 304 2.VU.5.5 -
croce 71247 Gonen collana MLA AF 323-330 2.UI.l.c.21 Cartagine
lamina - Adana collana MLA AF 323-330 2.III.2.a.9 Cartagine
anello MLA AF 323-330 2.VII.l.b.8 Cartagine
Kassel, Staatliche Kunstsammlungen bracciale MLA AF 351 2.V1.3.a.3 Siria o Egitto
collana G 142 Siria fibula 65.7-12-1 2.N.4.c.l Canosa
orecchini - Siria orecchino - 2.II.7.b.22 -
orecchino - - - 2.III.l.b.2
collana Sardegna
orecchino - croce - 2.UL I0.a.9 Kertch
orecchino - -
pendente - 2.iIL9.b.6 -
orecchino - -
pendente - 2.ilI.9.b.4 Olbia
orecchino -
orecchino - -
collana - - Londra, Victoria and Albert Museum
collana - - orecchino 805-1893 2.U.7.b.2 1 -
pendente - - orecchini 6570-1855 2.II.5.c.7 Tarnassos

Larissa. Museo Archeologico Mainz, RomischeGermanische Zentralmeuseum


orecchini M56 2.U.7.b. l Hornolion collana 0.37809 2.III.l.a.8 -

La Spezia, Museo civico U. Formentini Malibu, J. Paul Getty Museum


lamine Fabbricotti 1595 2.V.3.1 Luni pendente 78.AF.321.1 Meditemneo onent.
pendente 78.AF.321.2 Mediiemeo onent.
Lecce, Museo Provinciale pendente 78.AF.321.3 Meditemneo orient.
fibbia 2.VIII.4.e.13 Merine pendente 78.AF.321.4 Mediterraneo orient.
fibbia - 2.VIII.4.e.14 Gennanno pendente 78.AF.321.5 Mediterraneo orient.
pendente 81.AN.76.101 -
Linz, Stadtmuseurn collana 83.AM.225 -
orecchini 2307-8 2.U.7.b.32 Linz collana 83.AM.226 -

Lione, Musée des Beaux Arts Metaponto, Antiquarium


orecchini X 422 2.11.7.b.25 orecchini 12998 2.U.8.b.6 Metaponto

Londra, British Museum Milano, Museo Archeologico


anello Dalton 141 2.VII. La. 16 Sicilia orecchini 2.U.4.f.4 CoesoreaMoritima
fibula Dalton 264 2.N. l .a.7 - co!lana - 2.UI. l .C.16 CoesoreoMaritima
anello Dalton 186 2.W.3.a.13 Agrigento pendente - 2.UL6.b.2 CoemreoManhma
orecchino Dalton 277 2.II.7.b.42 Epthroe pendente - 2.III.6.b.3 CaesoreaMariho
Indice dei musei e delle collezioni

Mitilene, Museo orecchini Egino


orecchini Mitilene orecchini Egitto
collana Mitilene orecchini Egitto
bracciale Mitilene orecchino Egitto
bracciale Mitilene orecchino Egitto
bracciale Mitilene orecchino Egitto
bracciale Mitilene orecchino Egitto
bracciale Mitilene orecchino Egitto
bracciale Mitilene orecchino Siria
anello Mitilene orecch Egitto
anello Mitilene femaglio Egitto
anello Mitilene orecchini Egitto
anello Mitilene orecchino Egitto
orecchino Egitto
Monaco, Prahistorische Staatsammlung orecchino
orecchini 1971, 294 a 2.II.8.b.4 Corleone
orecchini 1971, 295 a 2.U.8.b.5 Corleone New York, Metropolitan Museum of Art
orecchini 17.190.1454 2.iI.9.1 Lambousa
Monza, Tesoro del Duomo orecchini 17.190.16654 2.II.4.e.l l Tomei o Antinoe
collana 17.190.147 2.m. l .a.2 Lambousa
croce - 2.III.lO.c.8 Monza bracciale 17.190.148 2.VI.3.d.l Lambousa
bracciale 17.190.149 2.VI.3.d.2 Lambousa
Mosca, Musée des tresors historiques d'ukraine collana 17.190.150 2.iii.l .a.4 Lambousa
orecchino - 2.iI.6.b. l Kharievka collana 17.190.151 2.iiI.l.b.8 Lambousa
croce - 2.m. I0.a.8 Kéléguiiskie collana 17.190.1659 2.iII.2.alO -
Khoutora collana 17.190.1660 2.iIi.2.b.7 -
fibbia 17.190.1662 2.Viii.4.d.7 -
Napoli, Museo Archeologico Nazionale collana 17.190.1663 2.iII.l.c.15 Lambousa
orecchino 24653 2.ii.8.b.20 Italia meridionale collana 17.190.1664 2.Iii.3.3 Tomei o Antinoe
orecchino 24710 2.U.3.b.4 Italia meridionale collana 17.190.1667 2.iii.l.d.5 Tomei o Antinoe
orecchini 2471 1 2.ii.8.b.18 Italia meridionale bracciale 17.190.1668 2.VI.3.d.3 Tomei o Antinoe
orecchino 24712 2.ii.8.b. 19 Italia meridionale bracciale 17.190.1669 2.VL3.d.4 Tomei o Antinoe
orecchini 24717 2.II.8.c.2 Italia meridionale bracciale 17.190.1670 2.VI.3.b.l Cipro
orecchino 24774 2.II.8.d.2 Italia meridionale bracciale 17.190.1671 2.VL3.b.2 Cipro
orecchini 27746-7 2.II.4.f.6 Italia meridionale bracciale 17.190.2053 2.VI.l.c.7 Roma
orecchino - 2.II.S.c.4 Italia meridionale collana 1958, 58.12 2.III.l.b.3 Roma
orecchino - 2.II.5.c.d.l Senise collana 52.76.1 2.M. I.c.27 Pantalica
croce - 2.m. 10.b.5 Senise bracciale 52.76.1 2.VI.2.1 Pantalica
anello - 2.VIi.2.d.4 Senise fibbia 95.15.98a 2.ViII.4.c.22 Chiusi
orecchini - 2.II.7.b.3 Cipro
New York, Brooklyn Museum
anello 05.534 Egitto Nicosia, Spm Museum
orecchino 05438 Egitto orecchini J 424 Lambousa
orecchini 05439.1-2 Egitto orecchino J 425 Lambousa
orecchini 05440.1-2 Egitto orecchini J 426 Lambousa
orecchini 05.441.1-2 Egitto orecchini J 428 Lambousa
orecchini 05.442.1-2 Egitto collana J 429 Lambousa
orecchini 05.443.1-2 Egitto ccollana J 430 Lambousa
orecchini 05.444.1-2 Egino bracciale J 431 Lambousa
orecchini 05.445.1-2 Egitto bracciale J 431 Lambousa
orecchini 05.446.1-2 Egitto elemento di collana J 432 Lambousa
orecchini 05.447.1-2 Egitto anello J 433 Ky renia
orecchini 05.448.1-2 Egitto anello J 434 Kyrenia
orecchini 05.464.1-2 Egitto anello J 435 Cipro
orecchini 05.471.1-2 Egitto nello J 436 Kyrenia
orecchini 05.472.1-2 Egitto anello J 438 Cipro
orecchini 05.473.1-2 Egitto fermaglio di collana J 44 1 Lambousa

261
L'oreficeria rzell'irnpero di Costarztinopoli tra IV e VI1 secolo

lamina J 442 Lambousa Pavia, Museo Archeologico


croce J 443 Lambousa collana - 2.Ii1.2.a.7 Zeccone
croce J 444 Lambousa collana - 2.III.2.a.8 Trivolzio
croce J 496 Cipro anello 5967 2.VIi.l.e.4 Trivolzio
orecchino J 497 Cipro anello - 2.VIi.2.b.28 Pavia
orecchini J 498 Polis
orecchini J 499 Polis Pfonheim, Schmuckmuseum
orecchini J 500 Polis collana 1957119 2.m. 1.c.36 -
anello J 501 Cipro orecchini 1958116 2.iI.4.f.8 -
orecchino J 502 Cipro anello 1963141 2.VII.3.b.7 -
lamina J 503 Cipro anello 1963142 2.ViI.l.a.29 -
collana 1940n1-2311 Lambousa orecchini 1972123 2.Ii.7.b.30 -
orecchini 196OM-2 112 Cipro collana LBW 111971 2.III.I.b.11 Siria
collana 1959K-911 Lambousa anello - 2.VII.l.a.28 -
elemento di collana 1966ll e W1 Lambousa anello - 2.VII.2.d.7 -
collana - Lambousa anello - 2.VII.4.b.14 -
Palermo, Museo Archeologico Providence, Museum of Art
orecchino 2; 1.30642 Salemi collana 2 1005
orecchini - Sicilia
anello 31 2.VIi.4.b.10 Siracusa Ravenna, Centro operativo Soprintendenza Archeologica deU'Emilia Romagna
anello 68 2.W.2.b.18 Vicari
ago crinale 57946 2.1.2.a.3 Classe
collana 43 1 2.III.2.a.6 Campobello
di Mazara anello 81928 2.VII.l.a. 19 Classe
collana - 2.111.1.b. 12 Campobello Ravenna, Museo Nazionale
di Mazara
orecchino - 2.II.4.c.14 Salemi pendente RA 2549 2.111.8.7 Ravenna
orecchini - 2.iI.4.c. 15 Salemi fibbia 19789 2.VIII.4.d.6 Classe

Palmira, Museo Archeologico Reggio Calabria, Museo Archeologico nazionale


croce - 2.m. 10.c.4 Reggio Calabria
fibbia 109n562. P 7 2.WI.3.2 Tadmor-Palmira
fibbia 13318086; P 4 2.WI.3.3 Tadmor-Palmira Reggio Emilia, Museo Civico Archeologico
fibbia 16118791, P 6 2.WI.4.e.2 Palmira fibula 2332 2.N.l.b.2 Reggio Emilia
anello CD4B3 2.W.l.a.10 Palmira
orecchini CD 4 B 1-2 2.II.4.e.10 Palmira collana - 2.m.l.b.4 Rggio Emilia
orecchino CD4B4 2.ii.l.a.2 Palmira
collana - 2.m.2.b.6 Reggio Emilia
croce CD4B5 Palmira Richmond, Virginia Museum of Fine Arts
orecchino 66-15-7 2.11.7.b.36 -
Parigi, Bibliothèque Nationale -
anello 66.37.7 2.VII.4.b.15
bracciale 51 1 - anello 67.52.1 1 2.VII.l.f.l Meditemeo orieni.
bracciale 512 - pendente 67.52.26 2.m.6.c.l Kaalat el-Markab
anello 543 - pendente 66.76 2.III.6.a.2 Egitto
pendente 1973-1478 Siria diadema - 2.1.1.7 Cnmea
fibula - Capua diadema - 2.1.1.8 Crimea
anello Schl. 131 Trebisonda orecchini - 2.11.4.b.10 -
orecchini - 2.iI.4.c.7 -
Parigi, Louvre orecchini - 2.II.4.e.5 -
anello AC 924 Djebail (Siria) anello - 2.VII. l.a.30 -
fibula Bj 947 - anello - 2.VIi. l.a.31 -
orecchino Bj 2272 Siria anello - 2.ViI. l .a.32 -
orecchini Bj 2282 Siria anello - 2.VII.l.a.36 -
pendente Bj 2280 - anello - 2.iii.2.d.6 -
fibula MNE 648 - anello - 2.VII.3.a.19
orecchini MNE 698 - anello - 2.VII.3.a.22 -
bracciale MNE 944 - fibbia - 2.VIII.4.a.2 -
pendente 0A.9523 Roma fibbia - 2.ViII.4.d.8 -
fibula - - fibbia - 2.VIII.4.d.9 -
Indice dei rnusei e delle collezioni

Rimini, Museo Civico Archeologico Siracusa, Museo Archeologico Regionale


lamina - 2.V.2.3 Rimini anello 488 1 2.VII.3.a.8 Sicilia
bracciale 13229 2.VI.l.a.14 Siracusa
Roma, Museo del19AltoMedioevo anello 16210 2.VII.3.b.10 Sicilia
fibula - 2.1V.l.b.l Roma orecchino 19533 2.II.6.a.8 Naxos
anello 21843 2.VII.3.a.6 Palazzolo Acreide
Roma, Musei della Biblioteca Apostolica Vaticana orecchino 23124 2.iI.7.b. 18 Butera
croce M.S. 1101 2.m. 10.c.7 Roma collana 23400 2.D. 1.c.25 Pantalica
anello 24289 2.VII.4.b.l l Canicattini Bagni
Rutigliano, coU. Archeoclub anello 24622 2.VII.3.b.2 Sicilia
anello 24627 2.VII.2.b.16 Pachino
fibbia - 2.VIII.4.b.2 Rutigliano
anello 24655 2.VII.3.a.4 Sicilia
anello 25106 2.W.2.a.l Pantalica
Salarnina di Cipro
Salamina orecchino 26710 2.II.7.b.17 Siracusa
fibbia 844 = P 0 65 2.VIII.4.d.13
Salamina anello 28435 2.VII.3.a.5 Sicilia
fibbia 2728 = B 85 2.VIIi.3.1
Salamina orecchino 28490 2.iI.3.a.3 Panialica
fibbia 3308 = B 84 2.WI.4.e.l
anello 29066 2.VII.l.a.18 Sicilia
orecchino 3351 1 2.II.X.d.l Comiso
Salerno, Centro Studi di Archeologia Medievale
anello 3464 2.VII.2.b.14 Sicilia
orecchini 125-6 2.IL8.b.13 Altavilla Silentina anello 35261 2.VII.l.a.15 Butera
anello 36691 2.VII. l .a. 17 Siracusa
Salonicco, Museo Archeologico anello 41440 2.VII.2.d.l Licodia Eubea
pendente 5453 2.IIL9.b. l Salonicco fibbia 41537 e 41544 2.VIIL4.g.2 Sicilia
applicazione di cintura 5499 2.Viii.2.a.2 Salonicco fibbia 41538 e 41540 2.VlII.4.e.7 Sicilia
collana 41822 2.111.l.c.2 Licodia Eubea
San Pietroburgo, Hermitage orecchino 43034 2.II.8.c.l Licodia Eubea
croce W 95 Mersin orecchino 43057 2.11.4.c.13 Palazzolo Acreide
orecchini W 96 Mersin anello 43648 2.VII.3.c.l Siracusa
anello W 97 Mersin orecchino 44515 2.II.7.c.2 Megara Hyblea
anello W 98 Mersin anello 45303 2.Vii.2.b.17 Palmolo Acreide
anello W 99 Mersin anello 47927 2.VII.3.a. l Modica
bracciale W 100 Mersin collana 53402 2.IILl.d.7 Nissona
bracciale W 100 Mersin orecchini 53403 2.iI.8.b.3 Nissoria
bracciale W 100 Mersin anello 53404 2.VII.l.b.2 Nissona
bracciale W 100 Mersin anello 53405 2.VIL2.b. 13 Nissoria
collana W 104 Mersin orecchino - 2.II.l.c.l Siracusa
collana W 105 Mersin orecchino - 2.11.2.1 Cotominello
collana W 107-108 Mersin orecchino - 2.11.2.2 Racineci
aapplicazioni di cintura W 109 Mersin orecchino - 2.iI.4.b.3 Mag~si
anello W 121 - orecchino - 2.II.4.c.l l Avola
anello W 1052 Malaya orecchino - 2.iI.4.c.12 Tremilia
Pereschchepina orecchino 2.U.4.c.18 Palazzolo Acreide
anello W 1053 2.VII.l.a.14 Malaya orecchino - 2.n.4.c.19 Chiaromonte
Pereschchepina orecchino - 2.II.6.a.11 Magnisi
diadema 182013 14 2.L1.5 Kertch orecchino - 2.II.6.b.3 Taormina
diadema 18201317 2.1.1.6 Kertch orecchino - 2.II.6.b.4 Taormina
collana 213411 2.iU.2.a.4 Michaesfeld orecchini - 2.II.7.c.l Racineci
orecchini - 2.IL8.b.l Patti Marina
Sardi, Museo anello - 2.VII.2.b.15 Sicilia
orecchino M 61 22: 3232 2.II.3.a.l Sardi anello - 2.vII.2.c.3 Racineci
anello M 66.3:7050 2.VII. l .a.7 Sardi anello - 2.VII.3.a.2 Sicilia
orecchino M 66.5: 7053 2.Ii.4.a.l Sardi anello - 2.VII.3.a.3 Sicilia
orecchino M66.10:7091 2.11.1.a.l Sardi anello - 2.VII.3.a.7 Sicilia
anello - 2.VII.3.a.9 Siracusa
Sasari, Museo Archeologico anello - 2.VI1.3.a.10 Sicilia
collana 1501 2.m. l .c.3 Su Pidaccio anello - 2.VII.3.a.l l Sicilia
fibbia - 2.VIii.4.c. 10 Borutta anello - 2.VII.3.a.14 Sicilia
L'oreficeria nell'irnpero di Costantinopoli tra IV e VII secolo

anello Sicilia collana 28.10 Roma


anello Sicilia orecchini 28.12 Roma
fibbia Sincusa orecchini 28.14-15 Roma
fibbia Adrano orecchini 28.16-17 Roma
fibbia S. Moro Sono croce 37.24 -
fibbia S. Moro Sotto collana 37.33 Antiochia
fibbia S. Moro Sotto collana 38.1 Siria
fibbia S. Moro Sono collana 38.2 Siria
fibbia S. Moro Sono croce 38.3 Siria
croce 38.4 Siria
Taranto, Museo Archeologico Nazionale anello 38.5 Siria
orecchini 54748 2.iI.8.a.3 Avicenna anello 38.6 Siria
orecchini - 2.iI.4.c.3 Avicema orecchino 38.7 Siria
orecchini - 2.U.4.c.4 Avicenna bracciale 38.64 Fayum o Behnesa
orecchini - 2.II.8.b.10 Avicema bracciale 38.65 Fayum o Behnesa
fibula - 2.N.3.2 Vanze collana 38.67 Fayum o Ossirinco
fibbia - 2.Vm.3.9 Puglia collana 38.69 Hadra
fibbia - 2.ViIi.4.c. 19 Vanze collana 40.1.1 Olbia
fibbia - 2.VIII.4.f.2 Taranto anello 47.2.2281 Costantinopoli
fibbia - 2.Viii.4.c.21 Taranto anello 47.2.2282 Costantinopoli
fibbia - 2.WI.4.h.l Vanze anello 47.2.2284 Costantinopoli
fibbia - 2.WI.4.h.2 Vanze anello 47.2.2286 Costaniinopoli
anello 47.15 Siria-Palestina
Tirana, Museo Archeologico anello 47.18 -
orecchino 28 2.iI.7.c.4 Shish Tufina bracciale 50.37 Latakia
orecchini 52.13 -
orecchini 4843-148311 2.U.7.b.14 Kmja
fibula - 2.N.4.a.l Komani orecchini 52.7.1-2 Roma
anello 53.12.3 Costantinopoli
Torino, Museo Civico d'Arte Antica anello 53.12.4 Costantinopoli
bracciale 91ON 2.Vi.3.c. l Desana anello 53.12.6 Costantinopoli
anello 53.12.7 Costantinopoli
Varna, Museo Narodni anello 53.12.8 Costantinopoli
diadema m 555 2.1.1.3 Vama (Bulgaria) anello 53.12.13 Costantincpoli
bracciale m 555 2.VI.3.e.3 Vama (Bulgaria) orecchino 53.12.25 Costantinopoli
bracciale m 555 2.VI.3.e.4 Vama (Bulgaria) pendente 53.12.45 Costantinopoli
anello 53.12.79 Costaniinopoli
Venosa, Museo Archeologico orecchino 53.12.95 Costantinopoli
orecchino 53.12.96 Costantinopoli
fibbia 57992 2.WI.4.d.5 Venosa orecchino 53.12.97 Costantinopoli
orecchini 257501 2.iI.6.f.l Venosa pendente 55.10 Lambousa
anello 257503 2.W.2.b.19 Venosa collana 55.10 Lambousa
anello 257504 2.VU.3.a.18 Venosa collana 55.10 Lambousa
orecchini 389906 2.iI.4.b.l l Venosa fermaglio di collana 55.10 Kyrenia
elemento di collana 55.10 Kyrenia
Veroii, Biblioteca Giovardiana fibbia 55.28 Sicilia
orecchino - 2.11. l .a.5 Lazio fibbia 55.29 Sicilia
orecchino - 2.iI.3.a.5 Lazio orecchini 56.25 Adana
anello 57.52 Costantinopoli
Vienna, Kunsthistorisches Museum collana 58.27 Costantinopoli
fibula Vii B 310 2.N.I.a.5 - collana 58.28 Costantinopoli
diadema - 2.1.1.2 Egitto collana 58.29 Costantinopoli
orecchini - 2.ii.7.b.10 - collana 58.33 Costantinopoli
anello 58.35 Costantinopoli
Washington, Dumbarton Oaks Collection anello 58.37 -
collana 28.6 2.III.l.c.19 Egitto bracciale 58.42 Costantinopoli
collana 28.8 2.m. 1.c.28 Roma fermaglio 59.47 Trebisonda
collana 28.9 2.Ui.l.c.29 Roma anello 59.60 Costaniinopoli
Indice dei inusei e delle collezioni

collana Costantinopoli orecchini coll. Freer 2.II.5.c.9 Tomei o Antinoe


croce Costantinopoli anello coll. Guilhou 2.ViI.3.c.2 Roma
bracciale Costantinopoli anello coll. Guilhou 2.VII.4.a.2 Roma
orecchini Costantinopoli anello coll. Guilhou 2.VII.3.a.21 -
anello Trebisonda anello coll. Gutman 2.VII. l .a.33 -
pendente Sicilia anello coll. Harari 2.VII. l .a.37 -
pendente - anello coll. Harari 2.W.l.a.38 -
collana Egitto anello coll. Harari 2.VII.3.a.30 -
pendente - anello coll. Harari 2.VII.3.b.4 -
orecchino - anello coll. Harari 2.VU.l .a.37 -
anello Costantinopoli anello coll. Harari 2.VIL4.a.3 -
fibbia coll. Marx-Sieck 2.VIlI.4.d.l l -
Zagabria, Museo Archeologico collana coll. Nelidow (G 8) 2.N.l.c.l Smime
fibbia coll. Sansone 2.VN.3.8 Mattinata
fibula 909 1 Vikovci fibbia coll. Sansone 2.Vlii.4.c.20 Mattinata
orecchini 82C-1 Cadjavica fibula coll. pnv., Canosa 2.N.3.3 Canosa
orecchini 9202 Lipovaca pendente coll. pnv..Germania 2.iiI.9.b.5 -
orecchino coll. privata 2.II.6.d.l Costantinopoli
collezioni private collana coll. privata 2.III.l.b.7 Roma
anello coll. Battke - pendente coll. privata 2.111.7.1 Sidibu Zeid
anello coll. Battke - fibula coll. privata 2.N.4.b.l Limburg
anello coll. Battke Sicilia anello coll. privata 2.VII.4.a. l M e d i t e m orient
anello coll. Battke Sicilia anello coll. privata 2.VII.3.b. l Costantinopoli
orecchino coll. Dzialinsky Basilicata fibbia coll. privata 2.VIiI.4.d.20 -
INDICE DEI LUOGHI DI PROVENIENZA

Albania Lambousa collana


Komani fibula cat. 2.IV.4.a. l Lambousa pendente
Kruja orecchini 2.11.7.b.14 Lambousa croce
Shish Tufina orecchino 2.11.7.c.4 Lambousa croce
Lambousa elemento di collana
Algeria Lambousa elemento di collana
Tamuda fibula Lambousa fermaglio di collana
Tamuda fibula Lambousa lamina
Ténès pendente Lambousa bracciale
Ténès pendente Lambousa bracciale
Ténès fibula Lambousa bracciale
Ténès fibula Lambousa bracciale
Ténès fibula Polis orecchini
Ténès fibula Polis orecchini
Polis orecchini
Austria Salamina fibbia
Linz orecchini 2.II.7.b.32 Salamina fibbia
Salamina fibbia
Bulgaria Tamassos orecchini
Varna (Bulgaria) diadema 2.1.1.3 Tamassos orecchini
Vama (Bulgaria) bracciale 2.VI.3.e.3 Tamassos orecchino
Vama (Bulgaria) bracciale 2.VI.3.e.4
Croazia
Cipro Cadjavica orecchini 2.Ii.6.b.2
Cipro orecchino 2.Li.7.b.2 Lipovaca orecchini 2.11.4.a.2
Cipro orecchino 2.11.7.b.3 Vikovci fibula 2.1V.l.a.l
Cipro orecchino 2.11.7.b.4
Cipro orecchini i.IL7.b. 16 Egitto
Cipro croce 2.III. 10.a.2 Egitto diadema
Cipro lamina 2.V.2.1 Egitto orecchini
Cipro bracciale 2.VL3.b.l Egitto orecchini
Cipro bracciale 2.VL3.b.2 Egitto orecchini
Cipro bracciale 2.VI.l.c.l Egitto orecchini
Cipro bracciale 2.VI.l.c.2 Egitto orecchini
Cipro anello 2.VII.l.a.9 Egitto orecchini
Cipro anello 7.VII.4.b.4 Egitto orecchini
Cipro anello 2.VII.4.b.5 Egitto orecchino
Kyrenia fermaglio di collana 2.111.12.a. l Egitto orecchino
Kyrenia elemento di collana 2.III.13.a.3 Egitto orecchini
Kyrenia anello 2.VII. l .a.40 Egitto orecchino
Kyrenia anello 2.VII.4.b.3 Egitto orecchino
Kyrenia anello 2.VII.2.c. l Egitto orecchino
Lambousa orecchini 2.ii.4.e.8 Egitto orecchini
Lambousa orecchini 2.11.4.e.9 Egitto orecchini
Lambousa orecchini 2.11.4.f.2 Egitto orecchini
Lambousa orecchino 2.11.4.f.3 Egitto orecchini
Lambousa orecchini 2.11.9.1 Egitto orecchini
Lambousa collana 2.III. l.a.2 Egitto orecchini
Lambousa collana 2.111. l .a.3 Egitto orecchini
Lambousa collana 2.III. l.a.4 Egitto orecchini
Lambousa ccollana 2.111.1.b.6 Egitto orecchini
Lambousa collana 2.111.1.b.8 Egitto orecchini
Lambousa collana 2.III. I.c. 13 Egitto orecchini
Lambousa collana 2.III.l.c.14 Egitto orecchini
Lambousa collana 2.III.l.c.15 Egitto orecchini
Lambousa collana 2.111. l .d. I Egitto orecchini
Lambousa collana 2.1iI.2.a.2 Egitto orecchino
L'oreficeria nell'impero di Costantinopoli tra IV e VI1 secolo

Egitto orecchino Aghios Vasileios croce 2.IiL10.a.6


Egitto orecchino Aghios Vasileios croce 2.III.lO.a.7
Egitto orecchino
Egitto orecchino Grecia, Eubea
Egitto collana N. Kilkis
Egitto collana
Egitto collana Grecia, Lesbo
Egitto pendente Mitilene orecchini
Egitto pendente Mitilene collana
Egitto fernaglio Mitilene collana
Egitto bracciale Mitilene pendente
Egitto anello Mitilene pendente
Egitto anello Mitilene pendente
Siria o Egitto bracciale Mitilene bracciale
Antinoe orecchini Mitilene bracciale
Antinoe collana Mitilene bracciale
Assiut collana Mitilene bracciale
Assiut collana Mitilene bracciale
Fayurn o Behnesa bracciale Mitilene bracciale
Fayurn o Behnesa bracciale Mitilene bracciale
Fayurn o Ossirinco collana Mitilene anello
Hadra collana Mitilene anello
Tornei o Antinoe orecchini Mitilene anello
Tornei o Antinoe orecchini Mitilene anello
Tornei o Antinoe orecchini Mitilene cintura ?
Tornei o Antinoe collana Mitilene cintura ?
Tornei o Antinoe collana Mitilene fibbia
Tornei o Antinoe collana Mitilene fibbia
Tornei o Antinoe collana
Tornei o Antinoe collana Grecia, Macedonia
Tornei o Antinoe collana Salonicco pendente 2.III.9.b.l
Tornei o Antinoe collana Salonicco applicazione di cintura 2.Viii.2.a.2
Tornei o Antinoe collana
Tornei o Antinoe croce Grecia, Peloponneso
Tornei o Antinoe bracciale Corinto ago crinale
Tornei o Antinoe bracciale Corinto fibbia
Tornei o Antinoe bracciale Corinto fibbia
Tornei o Antinoe bracciale Corinto fibbia
Tomei o Antinoe bracciale Corinto fibbia
Tomei o Antinoe bracciale Corinto fibbia
Tornei o Antinoe bracciale Corinto fibbia
Corinto, Acrocorinto fibbia
Germania Tigani orecchino
Lirnbug fibula 2.N.4.b.l Tigani orecchino
Tigani orecchini
Giordania Tigani fibbia
Irbid anello 2.VII.2.b.4 Tigani fibbia
Tigani fibbia
Grecia, Creta
Creta orecchini Grecia, Tessaglia
Creta pendente Hornolion orecchini 2.IL7.b.l
Creta pendente
Creta pendente Israele
Creta elemento di collana Israele anello 2.VIL4.b.6
Creta elemento di collana Abu Shushe anello 2.VII.l .f.2
Acladia orecchino Beit Jibrin orecchino 2.iI.4.d. l
Aghios Vasileios orecchino Beit Jibrin orecchini 2.iI.4.e.3

268
Indice d e i luoghi d i proi~eitienza

Beth Yerah anello Cimitile orecchino


Caesarea Maritiina orecchini Cimitile orecchini
Caesarea Moritima collana Cimitile orecchino
Caesarea Maritima pendente Cimitile orecchino
Caesarea Maritirna pendente Cimitile orecchino
Caesarea Maritima anello Cimitile orecchino
Gush Halav anello Cimitile fibbia
Gush Halav anello Pattano orecchini
Gush Yalav anello
Gush Halav anello Italia, Emilia Romagna
Gush Halav anello Classe ago crinale
Hammat Gader anello Classe anello
Hammat Gader anello Classe fibbia
Kibbutz Ziqim anello Comacchio fibula
Shivta anello Imola orecchino
Shivta anello Ravenna pendente
Shivta anello Reggio Emilia collana
Reggio Emilia collana
Italia Reggio Emilia fibula
Italia orecchini Rimini lamina
Italia lamina S. Sofia orecchini
Italia fibbia
Italia meridionale orecchini Italia, Liguria
Italia meridionale orecchino Luni orecchini
Italia meridionale orecchini Luni lamine
Italia meridionale orecchino
Italia meridionale orecchino Italia, Lombardia
Italia meridionale orecchini Monza croce
Italia meridionale orecchino Pavia anello
Italia meridionale orecchini Trivolzio collana
Italia meridionale orecchino Trivolzio anello
Italia meridionale croce Zeccone collana
Italia meridionale croce
Italia meridionale lamina Italia, Molise
Larino orecchini
Italia, Basilicata
Basilicata orecchino Italia, Piemonte
Basilicata lamina Desana bracciale
Metaponto orecchini
Senise orecchino Italia, Puglia
Senise croce Puglia fibbia
Senise anello Avicenna ago crinale
Venosa orecchini Avicenna ago crinale
Venosa orecchini Avicenna ago crinale
Venosa anello Avicenna orecchini
Venosa anello Avicenna orecchini
Venosa fibbia Avicenna orecchini
Avicenna orecchino
Italia, Calabria Avicenna orecchino
Reggio Calabria croce Avicenna orecchini
Barletta fibula
Italia, Campania Barletta fibula
Altavilla Silentina orecchini Barletta fibula
Capua fibula Canne orecchino
Casalbore orecchini Canne orecchino
Casalbore orecchini Canosa fibula
Cimitile ago crinale Canosa fibula
L'oreficeria nell'irnpero di Costarztinopoli tra IV e VII secolo

Canosa fibula Comus fermaglio di collana


Gallipoli fibbia Comus fermaglio di collana
Gallipoli fibbia Dolianova orecchini
Gennarano fibbia Sestu fibbia
Mattinata fibbia S. Maria Vittoria fibbia
Mattinata fibbia S. Andrea Frius orecchino
Merine fibbia Sigius fibbia
Rutigliano orecchini Sirgius fibbia
Rutigliano orecchini Sirgius fibbia
Rutigliano orecchini Sigius fibbia
Rutigliano fibbia Su Bruncu e slOlia anello
Rutigliano fibbia Su Bruncu e s'0lia anello
Rutigliano fibbia Su Bruncu e s'0lia anello
Taranto orecchino Su Pidaccio collana
Taranto fibbia Tharros fibbia
Taranto fibbia Tiana fibbia
Vanze fibula
Vanze fibbia Italia, Sicilia
Vanze fibbia Sicilia orecchini
Vanze fibbia Sicilia pendente
Sicilia anello
Italia, Roma e Lazio Sicilia anello
Roma orecchini Sicilia anello
Roma orecchini Sicilia anello
Roma orecchini Sicilia anello
Roma orecchini Sicilia anello
Roma collana Sicilia anello
Roma collana Sicilia anello
Roma collana Sicilia anello
Roma collana Sicilia anello
Roma collana Sicilia anello
Roma pendente Sicilia anello
Roma croce Sicilia anello
Roma fibula Sicilia anello
Roma bracciale Sicilia anello
Roma anello Sicilia anello
Roma anello Sicilia anello
Lazio orecchino Sicilia anello
Lazio orecchino Sicilia anello
Sicilia anello
Italia, Sardegna Sicilia fibbia
Sardegna orecchino Sicilia fibbia
Sardegna collana Sicilia fibbia
Sardegna fibbia Sicilia fibbia
Sardegna fibbia Adrano fibbia
Sardegna fibbia Agrigento anello
Sardegna fibbia Agrigento anello
Sirgius fibbia Avola orecchino
Sardegna fibbia Butera orecchino
Sardegna fibbia Butera anello
Borutta fibbia Catania anello
Comus orecchino Campobello di Mazara collana
Comus orecchino Campobello di Mazara collana
Comus orecchino Canicattini Bagni anello
Comus orecchino Chiaromonte orecchino
Comus orecchino Comiso orecchino
Comus orecchino Corleone orecchini
Indice dei Oioghi di proveniencci

Corleone orecchini Sofiana orecchini


Cotominello orecchino Sofiana orecchini
Licodia Eubea orecchino Taormina orecchino
Licodia Eubea collana Taonnina orecchino
Licodia Eubea anelo Tremilia orecchino
Megara Hyblea orecchino Vicari anello
Magnisi orecchino
Magnisi orecchino Italia, Toscana
Messina anello Chiusi fibbia
Miani orecchini valle dell'Albegna collana
Modica anello
Naxos orecchino Libano
Nissoria collana Beyrouth pendente
Nissoria orecchini Tuo orecchini
Nissoria anello Tuo orecchino
Nissoria anello
Pachino anello Libia
Palazzolo Acreide orecchino Sidibu Zeid pendente
Palazzolo Acreide orecchino
Palazzolo Acreide anello Mediterraneo orientale
Palazzolo Acreide anello Mediterraneo orientale pendente
Pantalica orecchino Mediterraneo orientale pendente
Pantalica orecchini Meditemneo orientale pendente
Pantalica collana Mediterraneo orientale pendente
Pantalica collana Mediteuaneo orientale pendente
Pantalica collana Mediterraneo orientale anello
Pantalica collana Mediterraneo orientale anello
Pantalica collana
Pantalica collana Romania
Pantalica collana Axiopolis croce
Pantalica pendente Mihalaseni pendente
Pantalica bracciale Mihalaseni pendente
Pantalica anello
Pantalica anello Siria
Pantaiica anello Siria orecchini
Pantalica bracciale Siria orecchino
Pantalica anello Siria orecchino
Patti Marina orecchini Siria orecchino
Racineci orecchino Siria orecchino
Racineci orecchini Siria orecchini
Racineci anello Siria collana
Salemi orecchino Siria collana
Salemi orecchini Siria collana
Salemi orecchino Siria collana
S. Moro Sotto fibbia Siria collana
S. Moro Sotto fibbia Siria pendente
S. Moro Sotto fibbia Siria croce
S. Moro Sotto fibbia Siria croce
S. Moro Sotto fibbia Siria croce
Siracusa orecchino Siria elemento di collana
Siracusa orecchio Siria anello
Siracusa bracciale Siria anello
Siracusa anello Siria fibbia
Siracusa anello Siria-Palestina anello
Siracusa anello -Siria o Egitto bracciale
Siracusa anello Bosra bracciale
Siracusa fibbia Bosra bracciale
L1ore$ceria nell'impero di Costantinopoli tra IV e VII secolo

Bosra bracciale Costantinopoli anello 2.VII. l .a.42


Bosra bracciale Costantinopoli anello 2.VII. l .a.43
Bosra pendente Costantinopoli anello 2.W. I.d. l
Bosra pendente Costantinopoli anello 2.VIi.2.b.l
Djebail (Siria) anello Costantinopoli anello 2.VII.2.b.27
Hamah fibbia Costantinopoli anello 2.W.3.b.l
Kaalat el-Markab pendente Costantinopoli anello 2.W.4.b.l
Latakia bracciale Costantinopoli anello 2.VII.5.1
Palmira orecchino Costantinopoli anello 2.W.5.2
Palmka orecchini Costantinopoli anello 2.W.5.3
Palmira croce Eqhrae orecchino 2.II.7.b.42
Palmira anello Gonen croce 2.111.10.c.i
Palmira fibbia Kutalhya orecchini 2.IL4.e.l
Tadmor-Palmira fibbia Kutalhya orecchini 2.11.5.a.l
Tadmor-Palmira fibbia Mersin orecchini 2.IL7.b.41
Mersin collana 2.IIi. l .a. l
Spagna Mersin collana 2.iII. l.b.5
Spagna orecchini 2.II.5.a.5 Mersin collana 2.III.2.a.l
Mersin croce 2.III.lO.b.1
Tunisia Mersin bracciale 2.VI.l.a.2
Cartagine orecchini 2.II.4.c.6 Mersin bracciale 2.VI. l.a.3
Cariagine collana 2.III.l.c.21 Mersin bracciale 2.VI. l.a.4
Cartagine collana 2.III.2.a.9 Mersin bracciale 2.VI. l.a.5
Cartagine anello 2.VII.l.b.8 Mersin anello 2.VII.l.b.l
Mersin anello 2.VIl.l.e.l
Turchia Mersin anello 2.VII.l.e.2
Turchia pendente di corona Mersin applicazioni di cintura 2.VIII.2.a. l
Turchia orecchino Priene orecchini 2.II.4.e.2
Turchia orecchino Sardi orecchino 2.II. l .a. l
Turchia orecchini Sardi orecchino 2.II.3.a.l
Turchia orecchino Sardi orecchino 2.IL4.a. I
Adana orecchini Sardi anello 2.VK l.a.7
Adana lamina Smime orecchini 2.II.7.b.37
Adana lamina Smirne collana 2.111. i .C. i
Antiochia collana Trebisonda fermaglio 2.Iii. 12.b. l
Costantinopoli orecchiN Trebisonda anello 2.VII. l.a.8
Costantinopoli orecchino
Costantinopoli orecchino Ucraina
Costantinopoli orecchino
Anapa orecchini
Costantinopoli orecchino
Costantinopoli Anapa orecchini
orecchino
Costantinopoli orecchino Crimea diadema
Costantinopoli collana Crimea diadema
Costantinopoli collana Glodosy collana
Costantinopoli collana Kéléguiiskie Khoutora croce
Costantinopoli collana Kertch diadema
Costantinopoli collana Kertch diadema
Costantinopoli pendente Kertch croce
Costantinopoli croce Kharievka orecchino
Costantinopoli bracciale Malaya Pereschchepina anello
Costantinopoli bracciale Malaya Pereschchepina anello
Costantinopoli anello Michaesfeld collana
Costantinopoli anello Olbia collana
Costantinopoli anello Olbia pendente
Costantinopoli anello
Costantinopoli anello Ungheria
Costantinopoli anello Keszthely orecchini

272
INDICE PER SOGGETTI

Adorazione dei Magi Bes


cap. 2, cat. III.6.a.1, III.6.a.5, V.2, V.3, VII.4.b.9, VII.4.b.10 cap. 2, cat. lII.12.a.2
Afrodite bestiarius
cap. 2, cat. iU.l.c.19, VII.l.a.36 cap. 2, cat. VUI.4.c.13
Agnello mistico busto di divinità pagana
cap. 2, cat. VII.5.6 cap. 2, cat. III.l.a.5, IIL6.a.2, III.6.c.3, III.7.1, III.7.2, III.7.3
Alessandro Magno busto femminile
cap. 2, cat. II1.6.c.4 cap. 2, cat. II.5.d.1, III.l.c.34, III.2.a.5, III.2.a.11, III.6.a.4,
animale fantastico III.11.9, IV.4.a.2, IV.4.c.1, IV.4.c.3, VII.5.5
cap. 2, cat. V.3.1 busto imperiale
grifo: cap. 2, cat. IV.4.c.2 cap. 2, cat. iI.8.d.3, III.l.a.1, iU.l.a.2, III.3.2, III.6.a.2, III.11.3,
simurgh: cap. 2, cat. VIII.4.c.l l m.ii.4,m.ii.5, rn.ii.6, 111.11.7, v.3.8, v.3.9, v.3.10, v.3.11,
v m . 4 . ~12
.
anke
cap. 2, cat. VII.2.b.14, VII.2.b.15 busto maschile
cap. 2, cat. IV.l.a.3, VII.2.d.3, W.3.b.10, VII.5.5, VIII.4.d.17
animali (quadrupedi)
cap. 2, cat. III.l.a.1, 111.5.1, VI.3.a.1, VII.3.a.10, VII.3.a.12, busto radiato
VII.3.a.17, VIIIA.b.1 cap. 2, cat. VI.3.a.2, VII.2.b.14, VII.2.b.15, VII.2.b.16,
Annunciazione VII.2.b.17
cap. 2, cat. III.3.2, V.2. VL3.a.2,VII.l.a.18, VII.2.b.20, W.4.b.2,
VII.4.b.3, VII.4.b.4, VIL4.b.9, VIIA.b.10, VII.4.b.17 cavallo
Apollo e Dafne cap. 2, cat. III.6.b.6, IV.2.1, IV.2.2
cap. 2, cat. III.6.b.5 chrismon
Apostoli cap. 2, cat. 1.1.2, III.l.a.2, III.2.a.4, IV.4.b.3, VII.4.a.2,
busti: cap. 2, cat. III.l.b.12, III.lO.a.12, V.l, VII.2.b.20 VII.4.b.16, VILI.4.e.9, VIII.4.g.2
ai lati di Cristo in trono: cap. 2, cat. ViI.3.b.1, VII.5.4 colombe
aquila ad ali spiegate cap. 2, cat. VII.2.b.21, V11.5.6
cap. 2, cat. II.7.b.11, II.7.b.24, II.7.b.26, II.7.b.33, II.7.b.43, con kantharos: cap. 2, cat. VII.3.c.2, VII.4.b.16
II.7.b.44, II.7.c.4, II.7.c.9, III.l.a.4, III.l.c.13, III.8.2, VII.l.a.7, su phiale: cap. 2, cat. II.7.b.30
VII.l.a.21, VII.3.b.11, VII.4.b.7, Vil.4.b.8, VIII.2.b.l
colonna tortile
Arcangeli
cap. 2, cat. III.l.b.9, 111.6.1, III.10.a.2, IV.4.b.4, VII.l.a.3, cap.2,cat.V.2.3,V.3.1
VII.l.a.4, VII.l.a.34, VII.l.a.39, VII.2.b.23 coppia imperiale
Gabriele in Annunciazione: cap. 2, cat. 111.3.2, V.2, VI.3.a.2, cap. 2, cat. VIII.4.c.18
VII.2.b.20, VII.4.b.2, VII.4.b.3, VII.4.b.4, VII.4.b.9, VII.4.b.10, coppia nuziale
VIL4.b.17
cap. 2, cat. III.2.a.12, UI.8.7, W.l.a.1, Vil.l.a.22, VlI.l.a.35,
Arpocrate VII.2.b.2, VII.2.b.5, VII.2.b.6, VII.2.b.21, VII.2.b.29, VII.3.b.8
cap. 2, cat. ILI.l.b.3 busti: cap. 2, cat. VII.5.5
Ascensione con Cristo: cap. 2,cat. III.l.a.5, III.l.b.3, VII.l.a.5, VII.l.a.6,
cap. 2, cat. VI.3.a.2, VII.4.b.9 VII.l.a.8, VII.l.a.15, VII.l.a.25, VII.l.a.42, VII.l.a.43,
Asclepio ViI.l.a.45, VII.l.e.1, VII.2.b.25, VII.4.b.15, ViI.4.b.18
cap. 2, cat. VII.l.f.1 con Cristo e Maria: cap. 2, cat. VII.4.b.17, VII.4.b.19
Athena con Maria: cap. 2, cat. W.4.b.10
cap. 2, cat. VI. l.c.7 cornucopia
cap. 2, cat. VI.l.c.1, VI.l.c.2
Battesimo di Cristo Costantinopoli (personificazione)
cap. 2, cat. III.6.a.1, VI.3.a.2, VIL4.b.9, VII.4.b.10, VII.4.b.17 cap. 2, cat. III.l.b.1
L'oreficeria izell'iinpero di Costantinopoli tra IV e VII secolo

Cristo dextrarzim izinctio


adorazione dei Magi: cap. 2, cat. III.6.a.1, IiI.6.a.4, III.6.a.6. V.2, cap. 2. cat. VII.1 .a.42, ViI.2.b.24
V.3, VII.4.b.9, VII.4.b.10
con angeli: cap. 2, cat. VI1.l.c.l Entrata in Gerusalemme
ascensione: cap. 2, cat. VI.3.a.2, VII.4.b.9 cap. 2, cat. VII.3.b.1, VII.4.b.16
bambino con Maria: cap. 2, cat. III.l.b.9, V.3, VII.l.a.17, Eracle (o Sansone?)
VII.l.a.19, VII.l.a.28 cap. 2, cat. VIiIA.d.18
battesimo: cap. 2, cat. III.6.a.1, VL3.a.2, VII.4.b.9, VIIA.b.10,
Evangelisti
VII.4.b.17, VII.4.b.17
cap. 2, cat. iIi.lO.a.10, II1.lO.a.l l. III.lO.b.6
benedicente: cap. 2, cat. 1.1.8
busto: cap. 2, cat. 1.1.8, III.l.b.9, III.10.a.2, V.l.l, VLU.4.d.17
Fuga in Egitto
busto su croce gemmata: cap. 2, cat. VII.3.b.4
cap. 2, cat. V.2
con coppia nuziale: cap. 2, cat. III.l.a.5, III.l.b.3, VII.l.a.5,
VII.l.a.6, VII.l.a.8, VII.l.a.15, VII.l.a.25, VII.l.a.42,
VII.l.a.43, VII.l.a.45, VII.l.e.1, VII.2.b.25, VII.4.b.15, gallo
VII4.b. l8 cap. 2, cat. UI.4.2
con coppia nuziale e Maria: cap. 2, cat. VIIA.b.17, VLI.4.b.19 Ge
crocifisso: cap. 2, cat. III.10.c.4, IILlO.c.6, m.lO.c.8, III.10.c.9, cap. 2, cat. IiI.6.a.2
VI.3.a.2, VII.4.b.6, VII.4.b.9, VII.4.b.10
entrata in Genisaiemme: cap. 2, cat. VU.3.b.1, W.4.b. 16 Hekate
con due figure: cap. 2, cat. VII.4.b.12 cap. 2, cat. In. l.b.7
fuga in Egitto: cap. 2, cat. V.2
incredulità di S. Tommaso: cap. 2. cat. V.5 kantharos
con kolobion: cap. 2, cat. III.lO.a.1 l , III.lO.c.l, III.lO.c.8, cap. 2, cat. 111.4.2
IiI. 10.c.9 con colombe: cap. 2, cat. VII.3.c.2, VII.4.b.16
miracoli: cap. 2, cat. V.l con pavoni: cap. 2, cat. II.7.b.12, II.7.b.15, II.7.b.16, II.7.b.42,
natività: cap. 2, cat. IiI.6.a.1, III.6.a.4, V.2. VIIA.b.10, VII.4.b.17 II.7.c.7, II.7.c.8, IV.4.a.1, V.3.2, V.3.3, VI.3.a.3
presentazione al Tempio: cap. 2, cat. VII.4.b.17 con uccelli: cap. 2, cat. 1II.l.a. l , III. l.a.8
resurrezione di Lazzaro: cap. 2, cat. VII.2.b.10, W.3.a.21
stante: III.lO.c.1, VII.3.b.6 (?), VII.4.b.13, VII.4.b.14, imperatore
VIII.4.c.17 busto: cap. 2, cat. iI.8.d.3, III.l.a.1, III.l.a.2, 111.3.2, III.6.a.2,
in trono: cap. 2, cat. W.4.b.l (?) 111.11.3,111.11.4, nI.ii.5, In.ii.6, m.ii.7, v.3.8, v.3.9, v.3.10,
in trono tra Apostoli: cap. 2, cat. VII.3.b.1, VII.5.4 V.3.11
su carro: cap. 2, cat. III.l.a.2. IV.4.b.3
Croce
incoronazione: cap. 2, cat. 111.l .a. l
cap. 2, cat. II.4.f.4, II.7.a.4, Ii.7.a.5, II.7.b.28, III.2.a.4, IiI.2.b.7, in trono: cap. 2, cat. IIi.3.2, IV.4.b.4
III.4.2, iiI.6.a.2, IiI.6.a.3, III.6.b.4, III.6.b.5, III.6.b.6, iV.l.b.1,
N.l.b.2, VII.l.a.24, VII.l.a.29, VIi.l.a.44, VII.4.b.5 Incredulità di S. Tommaso
gemmata con busto di Cristo sormontante: cap. 2, cat. VII.3.b.4 cap. 2, cat. V.5
tra pavoni: cap. 2, cat. II.4.f.4, II.7.b.2, II.7.b.9, II.7.b.10,
II.7.b.21, II.7.b.22, II.7.b.25, II.7.b.27, II.7.b.29, II.7.b.36, leone
II.7.b.39 cap. 2, cat. VII.l.a.11, VII.2.b.7, VII.2.b.8, VII.2.b.9,
VIII.4.c.8, VIIT.4.d.19
Crocifissione con croce: cap. 2, cat. VIiI.4.d.6
cap. 2, cat. IiI.10.c.4, III.IO.c.6, III.lO.c.8, IILlO.c.9, VI.3.a.2, in lotta con animale: cap. 2, cat. VIII.4.c.2
VII.4.b.6, VII.4.b.9, VII.4.b.10, VIIA.b.17 con stella: cap. 2, cat. 111.5.1, III.11.1, 111.11.2, V.3.4, V.3.12,
V.3.13, V.3.14, V.3.15, V.3.16
Daniele tra i leoni lettera N ripetuta
cap. 2, cat. 111.11.10 cap. 2, cat. VI.3.a.2, VII.2.b.16, VII.2.b.17
Indice per soggetti

Maria affrontati ed elemento vegetale: II.7.b.5, II.7.b.6. II.7.b.7,


adorazione dei Magi: cap. 2, cat. III.6.a.1, III.6.a.4, III.6.a.6, V.2, 11.7.b.8, 11.7.b.13, II.7.b.14, 11.7.b.17. 11.7.b.32, 11.7.b.35.
V.3, VII.4.b.9, VII.4.b.10 l U.7.b.41,11.7.c.2, III.l.c.12, VIII.1.2, VIII.2.b.l
annunciazione: cap. 2, cat. 111.3.2, V.2, VI.3.a.2, VII.l.a.18, affrontati e koiitharos: cap. 2, cat. II.7.b.12, IL7.b.15. II.7.b.16.
VII.2.b.20, VII.4.b.2, VII.4.b.3, VII.4.b.4, VII.4.b.9, VII.4.b.10, II.7.b.42, I1.7.c.7, II.7.c.8, IV.4.a.1, VI.3.a.3
VII.4.b.17 entro girali: cap. 2, cat. iI.7.b.28
con Bambino: cap. 2, cat. III.l.b.9, V.3, VII.l.a.17, VII.l.a.19, personaggio stante
VII. l.a.28 cap. 2, cat. VIII.4.c.10
busto: cap. 2, cat. III.10.a.2 personaggio in trono
con coppia nuziale: cap. 2, cat. VII.4.b.10 cap. 2, cat. VII.l.a.30, VII.2.b.27, VIIA.b.l I
con Cristo e coppia nuziale: cap. 2, cat. VI1.4.b.17, VII.4.b.19 pesci
fuga in Egitto: cap. 2, cat. V.2 cap. 2, cat. II.5.c.10, VIII.4.d.5
Hodigitrin: cap. 2, cat. VIII.4.c.5 phiale
natività di Cristo: cap. 2, cat. III.6.a.1, III.6.a.4, V.2. VII.4.b.10. con uccelli: cap. 2, cat. II.7.b.30
VII.4.b.17
Presentazione al Tempio
orante: cap. 2. cat. III.l.b.12, III.lO.c.4, III.lO.c.6, VL3.a.3 cap. 2, cat. VII.4.b.17
Plagtern: cap. 2, cat. In. IO.c.5
presentazione al Tempio: cap. 2, cat. VII.4.b.17 Resurrezione di Lazzaro
in trono: cap. 2, cat. 111.6.1, IV.4.b.3 cap. 2, cat. VII.2.b.10, VII.3.a.21
Visitazione: cap. 2, cat. V.2. VII.4.b.9, VII.4.b.17
Marie al sepolcro Sansone (o Eracle?)
cap. 2, cat. VI.3.a.2. VII.4.b.9, VII.4.b.10, VII.4.b.17 cap. 2, cat. VIII.4.d.18
Miracoli di Cristo Santo cavaliere
cap. 2, cat. V.l cap.2,cat.VII.l.f.2,VII.l.f.3
scala (?)
Natività cap. 2, cat. VII.2.b.15
cap. 2, cat. III.6.a.1, III.6.a.4, V.2, VII.4.b.10, VII.4.b.17 S. Simeone stilita
Nike (Vittoria) cap. 2, cat. VII.2.b. l l
cap. 2,cat. I.l.l,III.l.a.I,III.l.b.5, III.2.a.11, IV.4.b.3 stella
Nozze di Cana a cinque punte (pentalpho): cap. 2, cat. VI.3.a.2, VII.2.b.14,
cap. 2, cat. IIL3.2 VII.2.b.15, VII.2.b.16, VIL3.a.13, ViII.4.a.1, VIII.4.c.16
a sei punte: cap. 2, cat. VII.2.b.14, VII.2.bl5, VII.2.b.16
palma S. Tommaso
cap. 2, cat. VII.2.b.12 cap. 2, cat. V.5
pavone
cap. 2, cat. Ii.7.b.37, III.l.c.15, VIL3.a.3 tartaruga
cap. 2, cat. 111.11.8
con kanthnros: cap. 2, cat. V.3.2, V.3.3
con pativ ed elemento vegetale: cap. 2, cat. VIII.4.c.15 Tecla
cap. 2, cat. VII. 1.a39
pavoni
addorsati: cap. 2, cat. II.7.b.18. II.7.b.19, Ii.7.b.31, II.7.c.1, Thalia
IV. l.a.6 cap. 2, cat. VII.3.c.l
addorsati e clipeo con uccello: cap. 2, cat. II.7.b.20 Tyche (Fortuna)
addorsati ed elemento vegetale: cap. 2, cat. II.7.b.4, IL7.b.23 cap. 2, cat. I. 1.1
affrontati e clipeo con monogramma: cap. 2, cat. II.7.b.40
affrontati e croce greca: cap. 2, cat. II.4.f.4, II.7.b.2, II.7.b.9, uccello
II.7.b.10, II.7.b.21, II.7.b.22, II.7.b.25, II.7.b.27, II.7.b.29, semplice: cap. 2, cat. VII.2.d.7, VII.3.a.2, VIL3.a.8, VII.3.a.9,
II.7.b.36, IL7.b.39 VIIL4.c.14, VIII.4.c.20, VIII.4.e.4
L'oreficeria rzell'impero di Costarttinopoli tra IV e VII secolo

entro clipeo tra pavoni: cap. 2, cat. II.7.b.20 vendemmia


uccelli cap. 2, cat. VI.3.c.1, VI.3.c.2
affrontati: cap. 2, cat. ViI.l.e.4, VIII.4.d.18 Visitazione
con kniitharos: cap. 2, cat. IIi.l.a.1, iII.l.a.8 cap. 2, cat. V.2, ViI.4.b.9, VIL4.b.17
uva zodiaco
cap. 2, cat. iI.7.c.3, iI.7.c.5, ii.7.c.6, II.7.c.10, V11.3.a.9 cap. 2, cat. VII.4.a.l
INDICE DELLE MONETE

Caracalla cap. 2, cat. IV.4.b.l


Costantino I cap. 2, cat. II1.6.~.2~ III.6.c.3. III.7.1, Iii.7.2. III.7.3
Costanzo 11 cap. 2, cat. IV.4.b.2
Teodosio I cap. 2, cat. iIi.3.3
Onorio cap. 2, cat. IIi.2.a.6
Teodosio 11 cap.2,cat. III.2.a.6,III.l.a.l,III.3.3
Valentiniano Iii cap. 2, cat. VII.2.b.13
Antemio Procopio cap. 2, cat. Iii.3.3
Zenone cap. 2, cat. IV.4.d. l
Basilisco cap. 2, cat. 111.3.3
Anastasio cap. 2, cat. III.12.b.l
Giustino I cap. 2, cat. IIi.2.a.4, iIi.l.a.1, iIi.3.2
Giustiniano I cap. 2. cat. iIi.2.a.4, iIi.l.a.1, III.3.3
Giustino II cap. 2, cat. ili.l.b.6, III.12.b.2
Maurizio Tiberio cap. 2, cat. iII.l.a.2, iIi.3.2, Iii.12.b.3, VI.l.c.3, VI.l.c.4
Foca cap. 2, cat. VI.l.c.3, VI.l.c.4
Eraclio cap. 2, cat. VI.l.c.3, VI.l.c.4
Tiberio Eraclio e Tiberio cap. 2, cat. ii.5.d.l
Tiberio I1 Costantino cap. 2, cat. III.l.b.6, Iii.l.c.36, III.3.2, III.12.b.2
INDICE DEI TIPI E DELLE VARIANTI

2.1. CORONE, DIADEMI E AGHI CRINALI 2.iI.5.c lamina con castoni e pendenti di filo aureo
2.1 .I Diademi lamina non traforata
2.1.2 Aghi crinali lamina non traforata, a pelta
2.1.2.a a testa globulare lamina traforata
2.1.2.b a testa poliedrica 2.iI.5.d disco con decorazione cloisoizizé e pendenti
2.1.2.c a testa biconica cruciformi
2.11.6 Orecchini a cerchio con applicazione
2.U.6.a circolare
2.n. ORECCHINI cerchio liscio e chiusura a gancio
2.11.1 Orecchini ad anello semplice cerchio liscio e chiusura ad innesto
2.II. 1.a a sezione circolare o ovale cerchio ritorto e chiusura a gancio
senza chiusura 2.II.6.b emisfenca o discoidale
chiusura a gancio 2.II.6.c biconica
2.11.1.b a sezione circolare con decorazione a globetti 2.II.6.d di filo con pietre
2.II.l.c a sezione circolare con ispessimento al centro 2.II.6.e castone applicato
2.11.l .d a sezione circolare con ispessimento al centro 2.II.6.f lamina applicata
dell'arco 2.11.7 Orecchini a corpo sernilunato
inferiore e filo perlinato 2.11.7.a filigranato
senza applicazioni a girali senza pendenti
con applicazioni a girali e croce entro clipeo
2.1Ll.e a sezione quadrangolare. circolare alle estre- a girali con pendenti
mità 2.II.7.b traforato
2.11.1 .f a sezione piatta cerchio distinto, globetti e pendente interno
2.11.2 Orecchini ad anello con vaghi orlo perlinato
bulle e castoni
2.11.3 Orecchini ad anello con poliedro bulle
2.II.3.a senza pendenti bordo distinto e bulle
2.IL3.b con poliedro decorato a granulazione dischetti ai lati dell'anello di sospensione e
2.11.4 Orecchini ad anello con pendenti bulle
2.II.4.a pendenti di filo senza chiusura bordo distinto, dischetti ai lati dell'anello di
2.11.4.b pendenti di filo con pietre e chiusura a gancio S. e bulle
verga non decorata, un pendente bordo distinto, dischetti ai lati dell'anello di
verga non decorata, due pendenti S. e globetti
verga non decorata, tre pendenti filo aureo e perle lungo il profilo esterno
verga decorata a globetti orlo con globetti
2.iI.4.c pendenti di filo con pietre e chiusura ad in- 2.II.7.c sbalzato
nesto decorato a registri con bulle
verga non decorata, un pendente bordo decorato con bulle
verga non decorata, tre pendenti bordo decorato a globetti
verga decorata con filo perlinato, un pendente
2.11.8 Orecchini a cestello
verga decorata a globetti, tre pendenti
2.IL8.a cestello a calice floreale
verga decorata a globetti, quattro o più pen-
denti 2.11.8.b cestello emisferico a giorno
con elemento centrale
2.11.4.d pendenti a treccia o catena con chiusura a
con castoni
gancio
2.iI.8.c cestello emisferico a capsula non traforata
un pendente
2.II.8.d cestello con capsula posteriore piana, paral-
tre pendenti
pendenti a treccia o catena con chiusura ad lela al disco anteriore
2.11.4.e
innesto 2.11.9 Orecchini a gancio
tre pendenti
quattro pendenti
2.II.4.f pendenti a goccia 2.111. COLLANE, PENDENTI E FERMAGLI
2.11.4.g pendenti circolari 2.111.I Collane a catena
2.11.5 Orecchini a doppio pendente 2.111. l .a catena di monete o medaglioni
2.11.5.a castoni e pendenti di filo aureo 2.III. l .b catena a maglia senza pietre
2.II.5.b elemento filigranato e pendenti di filo aureo a maglia doppia
L'oreficeria nell'impero di Costantinopoli tra IV e VI1 secolo

a maglia piana 2.V. LAiWNE


a volute 2.V. l Lamine circolari
a maglia rettangolare
a maglia quadrilobata 2.V.2 Lamine cmciformi
ad elementi a cappio 2.V.3 Sistemi decorativi di lamine
2.III.l.c catena a maglia con pietre
maglia di elementi filigranati
maglia di filo aureo 2.M. BRACCIALI
maglia di dischi traforati e10 castoni
2.111.1.d catena a maglia con pietre e pendenti 2.VI.1 Bracciali a verga
ad un pendente 2.VI. l .a vega non decorata
a pendenti plurimi o rete di pendenti 2.VI. l .b v e g a decorata
2.VI. 1.c verga con elemento centrale
2.III.2 Collane a treccia
2.IiI.2.a senza pietre 2.VI.2 Bracciali a maglie
2.III.2.b con pietre 2.VI.3 Bracciali a nastro
2.III.3 Collane a verga 2.VI.3.a nastro non traforato
2.111.4 Collane a fascia semilunata 2.VI.3.b nastro non traforato con elemento centrale e
pietre
2.m.5 Collane in vetro 2.VI.3.c nastro traforato
2.1iI.6 Pendenti circolari e rettangolari 2.VI.3.d nastro traforato con medaglione
2.III.6.a a sbalzo senza pietre 2.VI.3.e nastro filigranato con pietre e medaglione
2.iII.6.b a sbalzo con pietre o paste vitree
2.III.6.c a sbalzo e a traforo 2.VI.4 Bracciali in vetro
2.IiI.6.d con cammeo 2.VL4.a verga non decorata
2.III.7 Pendenti esagonali in lamina 2.VI.4.b verga decorata
2.VL4.c verga ntorta
2.111.8 Pendenti a goccia
2.111.9 Pendenti a prisma o cilindr~ci
2.III.9.a a prisma 2.VII. ANELLI
2.lIi.9.b cilindrici 2.VII.I Anelli a vega
2.III. 10 Croci pettorali 2.VII.l .a con castone applicato
2.III.lO.a in lamina con clipei alle estremità dei bracci circolare o ovale
2.iII.10.b con bracci cilindrici quadrato o rettangolare
2.III.lO.c bivalvi poligonale
2.III.l l Pendenti vitrei polilobato
troncoconico o a calice floreale
2.III. 12 Fermagli di collana 2.VII.l.b con castone e pietra
2.m.12.a circolari circolare o ovale
2.III.12.b con monete quadrangolare
2.1iI.13 Elementi di collana troncoconico o a calice floreale
2.III.13.a elementi di catena polilobati 2.VII.l.c verga con estremità serpentiformi
2.iii.13.b elementi di sospensione per pendente 2.VIL l.d verga ritorta
2.VII.l.e vega di filo perlinato
2.VII. l .f verga poligonale
2.IV. FIBULE
2.1V.1 Fibule a croce latina 2.VII.2 Anelli a fascia
2.N.l.a staffa a verga 2.VII.2.a in lamina
2.N.l.b staffa a traforo 2.VII.2.b in lamina con castone
circolare o ovale
2.1V.2 Fibule zoomorfe rettangolare
2.IV.3 Fibule ad anello quadrato
2.1V.4 Fibule a disco troncoconico o a calice floreale
2.IV.4.a lamina a sbalzo 2.VII.2.c in lamina traforata senza castone
, 2.IV.4.b medaglione con cornice a traforo 2.VII.2.d in lamina traforata o filigrana con castone
2.iV.4.c cloisonné circolare
2.IV.4.d con monete a calice floreale
Indice dei tipi e delle vnrianti

2.VII.3 Anelli a fascia bombata 2.VIII. CINTURE E FIBBIE


2.VII.3.a con castone ribattuto 2.VIII.1 Cinture a catena
circolare o ovale
quadrato 2.VIII.2 Applicazioni di cintura in lamina
2.VI1.3.b con castone applicato 2.VIIi.2.a non traforate
circolare 2.Vm.2.b traforate
quadrato 2.VIII.3 Fibbie ad appendice fissa semicircolare
romboidale 2.VIII.4 Fibbie ad appendice mobile
poligonale 2.VIII.4.a rettangolare
troncoconico o a calice floreale 2.VIII.4.b ovale
2.VII.3.c con castone circolare e pietra 2.VIII.4.c semicircolare o semiellittica
2.VII.4 Anelli a fascia poligonale 2.VIiI.4.d «a lira»
2.VII.4.a senza castone senza clipeo interno
2.VIL4.b con castone in metallo con clipeo interno
circolare o ovale 2.VIII.4.e triangolare
2.VIIi.4.f a «V»
quadrato
2.VIII.4.g cmciforme
polilobato 2.VIii.4.h ad insetto
2.VII.5 Anelli a fascia di cerchi o scudetti 2.VIII.4.i cuorifome
REFERENZE ICONOGRAFICHE

Le immagini, salvo diversa indicazione, sono state eseguite a cura Greifenhagen 1970: fig. 55, cat. iI.4.d.6, III.l.b.1, IILl.c.34, III.l.d.3-
delllAutore. 4, m.4.1. III.10.a.5, VI.l.c.5-6, VI.3.e.l-2.
Greifenhagen 1975: cat. II.4.d.8, II.4.e.2.
Atene, Museo Benaki: figg. 17, 20b, 56, 79-80. cat. II.7.b.33, II.7.b.40. Hackens 1976: cat. II.7.a.6, iII.l.d.8.,
Ginevra, Museé d ' M et d'Histoire: fig. 18, cat. IV.b.4, V.4. Higgins 1962: cat. VII.2.c.4.
Londra, British Museum: cat. VII.l.a.16, VII.l.e.3, VII.3.a.13. Hoffmam 1968: cat. IL3.a.8.
New York, Metropolitan Museum of Art: cat. 11.9.1. III.l.b.8, III.l.c.15, Jewel- 1979: figg. 24. 76; cat. 1.1.1, 1.1.4, II.4.c.10, II.4.e.4, II.5.a.5,
VI.2.1. III.l.c.17, III.l.c.32, 111.3.1, IiI.6.c.4, III.lO.c.3, III.lO.c.9, IV.l.a.6,
Soprintendenza Archeologica dell'Emilia Romagna: fig. 25; cat. IV.4.b.2, VI.l.a.15, VII.l.a.44, VII.4.b.9, VIII.4.d.12, VIII.4.d.16,
III.l.b.4, III2.b.6. VIII.4.d.17-19.
A. Tullio: cat. VII.3.a.12. Imoln. Villa Clelia 1990: cat. II.3.a.6.
Kassel 1980: cat. II.3.b.2, II.4.b.17-18, II.7.b.13, II.7.b.24, II.7.b.29,
II.7.b.42, iII.l.c.7, iIi.l.c.33, III.5.1, iiI.8.9.
Age of spirituali^ 1979: figg. 5, 8, 26b, 28a, 29, 33, 37, 38b-41, 45,
52, 53a-b, 58, cat. II.6.d.1, II.7.b.36, III.l.a.5, III.l.b.3, III.l.b.7, Kiev 1987: cat. III.2.b.3.
III.l.c.19, iIi.l.c.27, III.l.c.36, iII.6.c.l-2, IIL6.d.1, III.lO.a.11, VI.l.c.7, Luttazzi 1992: cat. II.l.a.5, II.3.a.5.
VI.3.d.l-2, VII.l.a.29, VII.l.f.1, VII.3.b.1, VII.4.b.15, VIII.4.c.22, Maetzke 1965: cat. ViU.4.c.10.
ViII.4.d.7. Manière Lévique 1997: cat. II.l.d.1, II.4.a.3-6, II.6.a.9, III.l.c.12,
Amante Simoni 1984: cat. II.4.b.4-5 III.l.c.16, III.l.c.28-29, III.6.b.5, 111.8.4-6, III.lO.a.1. III.lO.a.3-4,
Arena 1992: cat. IV.l.b.1. VII.l.a.1, VU.l.a.8, VII.l.b.1, VII.l.e.1, VII.2.b.3, VII.2.d.3.
Art Byzantin 1964: cat. II.4.f.3, VI.l.b.2, VIII. 4.d.l-2. Martorelli 1984: cat. ii.l.b.1, II.3.a.4.
Breglia 1941: cat. II.4.f.6, II.5.c.4, IL8.d.2. Metzger 1983: fig. 10; cat. II.7.b.35, III.6.c.3, IV.4.b.3.
Bromberg 1990: cat. I1.5.b.1, II.7.b.34, III.l.c.18, III.lO.b.7, VLl.c.1-2, Michalowsky 1962: fig. 16, cat. II.4.e.10.
VII.l.a.20, VII.2.b.20. VIII.4.d.15 ~Milnnocapitale 1990: fig. 36; cat. IV.l.b.2.
Brouskari 1985: fig. 54; cat. 11.9.2, III.l.c.30, III.lO.a.12, III.lO.b.6. Oro de Italia 1994: cat. II.4.c.5.
Cavallari 1997: cat. VII.1.a. 19. Orsi 1942: fig. 4, cat. II.l.c.1, 11.2.1-.2, II.3.a.3, II.4.b.3, II.4.c.12,
Chatzidakis 1986: fig. 14. II.4.c.18, II.6.b.3, II.6.e.1, II.7.b.18, II.8.d.1, VII.l.a.15, VII.l.a.17-18.
D'Angela 1988: cat. L2.a.2, I.2.b.1, 1.2.c.1, II.4.c.4, II.8.a.3, II.8.b.10. VII.2.a.1, VII.2.b.14, VZI.2.b.16, VII.3.a.l-6, VII.3.a.8-11, VII.3.a.14,
D'Angela 1989b: cat. VIII.3.6-7, VIII.3.8, VIII.4.b.2, VIII.4.c.19-21, VII.3.b.2-3, VII.3.b.9-10. VII.3.c.1, VII.4.b.10-11.
VIiI.4.e.11-14, ViIi.4.f.2, VIiI.4.h.l-2.. Pace 1949: cat. VIII.4.c.6-8, VIII.4.e.8, ViU.4.g.3.
D'Angela 1992a: cat. IV.4.d.l. Pani Ermini 1981: cat. VIII.4.c.12-18, VIII. 4.d.4, VIII.4.e.9-10,
Dennison 1918: fig. 71, cat. II.5.c.8, II.5.c.10, IiI.l.a.7, III.3.3, iII.4.1, VIII.4.f.1, VIII.4.i.2.
VI.3.b.l-2, VI.3.d.3-d.4. Pforzheirn 1980: cat. II.7.b.30, III. 1.b.l l .
EAA: fig. 19b. Rahmani 1985: cat. VII.2.b.5, VII.2.b.8, VII.4.b.6.
Engemann 1973: fig. 70. Sannazzaro 1997: fig. 67.
Farioli Campanati 1982: figg. 57, 65; cat. II.5.d.1, III.l.b.12, II1.2.a.6, Stasolla 1993: cat. II.l.e.1.
III.6.4, IV.4.c.l-3, V.3. Syrien 1993: fig. 72; cat. II.7.b.31, ViII.3.3, VIII.4.c.1, ViII.4.e.2.
Farioli Campanati 1990: cat. iIi.10.c.7. Tait 1986: figg. 2, 11, 19a, 49, cat. III.2.b.2, III.7.2, iII.8.3, VII.4.b.19.
Frova 1965: fig. 13. Taramelli 1904: cat. IL5.c.3.
Giordania 1986: fig. 48. Taramelli 1919: cat. II.8.a.1, II.8.a.2, VII.3.a.15-17.
Goti 1994: figg. 12, 61b; cat. 1.1.5-6. Thessaloniki 1986: cat. III.9.b.1, VIII.2.a.2.
Grabar 1966: figg. 6, 44, 46, 60, 68- 69. Ukraine 1975: cat. III.lO.a.8.
Grabar 1983: cat. V.l, V.2. Zouhdi 1974: cat. II.4.g. l .
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E DEI PISISTRATIDI (Anzio, 30-31naggio e 1 giugno 1996) CESNOLA
Ed. 1997, pp. 280 con 135 ill. b/n e col., ril. Ed. 1997, pp. 370 con ill. b/n e col., ril. Ed. 1998. pp. 124 con ill. b/n e col., ril.
[ISBN 88-7228-152-01 L. 90.000 [ISBN 88-7228-186-51 L. 110.000 [ISBN XX-7228-204-71 L.80.000

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