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FILOSOFIA TEORETICA

Meta=dopo, al di là, sopra. Metafisica=cioè che va oltre, sopra la fisica, il


soprasensibile. La Metafisica studia l’essere in quanto essere: della totalità delle
cose, di tutte le categorie; studio della sostanza. Metafisica=scienza della verità.

La Metafisica di Aristotele non è un opera per il pubblico(essoteriche= per quelli di


fuori), ma per la scuola(esoteriche= per quelli di dentro).

La Metafisica di Aristotele altro non è che un mix di testi scritti da Aristotele per le
sue lezioni, dello stesso argomento, operato da Andronico di Rodi.

In Aristotele troviamo il Platone delle dottrine non scritte, che viene criticato
appunto da Aristotele.

Aristotele non usa il termine Metafisica, quindi il titolo del libro non è stato dato da
Aristotele. Il termine che usava è Filosofia Prima, che tratta della totalità delle cose.

Nella metafisica Aristotele espone argomenti giovanili. platonici(primo motore


immobile) e argomenti della sua maturità. La Metafisica è divisa in 14 libri.

CONTENUTO

I CAPITOLO

L’uomo tende naturalmente al sapere= amore per le sensazione(aisthesis).


Aristotele sottolinea che l’amore per le sensazioni, per il vedere, va al di là delle
utilità. La vista ci aiuta a conoscere e ci fa chiare le differenze delle cose: conoscere è
cogliere le differenze. Senza memoria non avremmo esperienza: con essa infatti,
riuniamo i vari momenti dandogli un’identità. Gli uomini acquistano scienza e arte
attraverso l’esperienza: solo con l’esperienza possiamo giungere all’Universale. La
visione delle cose è sempre una visione globale, una ricerca della forma.

Esperienza: conoscenza particolare

Sapere: conoscenza dell’Universale

ESPERIENZA e ARTE

Òti:che dìoti: perchè

L’esperienza riguarda il dato di fatto, l’arte conosce il perché.

Gli empiristi si limitano a sapere il che: pc basta che funzioni, non mi interessa il
perché.

Ciò che distingue chi sa da chi non sa è la capacità di insegnare. L’arte è scienza, non
esperienza; coloro che posseggono l’arte sono capaci di insegnare, poiché
conoscono le cause, il perché delle cose. Nessuna sensazione è sapienza (sophìa).Le
percezioni sono conoscenza dei particolari, non ci dicono perché il fuoco è caldo, ma
ci segnalano che è caldo.

Esistono due tipi di conoscenze: quelle necessarie alla vita e quelle del benessere,
quest’ultime sono superiori alle altre.

Sapienza: ricerca delle cause prime e dei principi, il sapere ultimo definitivo. La
sapeinza in se è solo di Dio, algi uomini è concessa la philo-sophìa, ossia l’amore per
la sapienza.

(Le scienze teoretiche= scienze che mirano a vedere, al conoscere: le più


importanti/ scienze poietiche= scienze del fare produttivo, come si costruisce una
casa)

II CAPITOLO
Aristotele riprende i concetti del sapiente: chi riteniamo più sapiente degli altri?
Il sapiente non deve essere comandato, ma deve comandare. Il sapiente deve:

1. Conoscere tutto= conoscenza dell’Universale.


2. Conoscere le cose più difficili=cioè gli Universali, che sono le cose più
complicate da conoscere per noi.
3. Conoscere le cause, i principi primi= grazie a ciò sa insegnare
4. Conoscere il fine di ogni cosa= il Bene e in generale il Sommo Bene.

Il fine a cui si tende è il bene.

“Gli uomini hanno cominciato a filosofare a causa della meraviglia…ponendosi


problemi sempre maggiori”.

Non c’è scienza più divina della sapienza; solamente Dio la possiede nel grado
massimo e inoltre questa sapienza riguarda le cose divine:Dio infatti è causa e
principio.

III CAPITOLO
Aristotele spiega i 4 tipi di causa:

1. CAUSA FORMALE: La sostanza, l’essenza: ciò che rimane, il qualcosa che era
fin dall’inizio.

INCOMPLETO

VI CAPITOLO

Discorsi su Socrate e su Platone.


Socrate si discosta dai naturalisti e ricerca l’Universale

Platone è strettamente legato ai Pitagorici

Platone viene da Eraclito e poi diviene seguace di Socrate.

Platone sostiene che le definizioni non possono riferirsi al divenire(al sensibile), ma


alle idee.

Platone introducendo la Diade e l’Uno cerca di spiegare la molteplicità, ma in realtà


trascura la causa del movimento. Aristotele dici: ha fatto uso solo della causa
formale e materiale.

CAPITOLO VII
Ricapitolazione dei risultati dell’esame delle dottrine dei predecessori.

CAPITOLO IX (solo i paragrafi 1,6,8)


1 – Argomento del terzo uomo
L’idea è a sua volta una realtà a se stante, quindi per conoscere l’idea di uomo avrò
necessariamente bisogno del terzo uomo :un ‘idea ulteriore per arrivare all’idea di
uomo. Il terzo uomo serve per unire il sensibile e l’intelligibile.
Dice Aristotele che il difetto dei platonici è l’aver introdotto, per spiegare le realtà
sensibili, entità soprasensibili in numero eguale rispetto alle entità sensibili.

6 – Quale vantaggio portano le Forme (idee) agli esseri sensibili?


Dice Aristotele: le idee non sono in grado di spiegare il divenire, il movimento

8 – La Forma può essere trascendente o deve essere in qualche modo immanente?


Sembra impossibile che la sostanza esista separatamente da ciò di cui è sostanza.
Concetto di sinolo: la forma non può essere separata da ciò di colui è forma.
II LIBRO DELLA METAFISICA

CAPITOLO I
La ricerca della felicità può essere facile o difficile. È impossibile per un uomo
cogliere la verità in modo adeguato, come è impossibile non coglierne almeno
qualcosa. La difficoltà può essere nelle cose oppure in noi: gli occhi delle nottole
sono accecate dalla luce del giorno, cosi anche l’intelligenza in noi si comporta
riguardo le cose che sono le più evidenti di tutte.

La Filosofia è la scienza della verità che ci aiuta a giungere alla spiegazione di tutto.

CAPITOLO II
1 – Le cause possono essere infinite?
Non si può andare all’infinito, poiché dev’esserci un termine primo. La causa di 3
termini in seguito è il primo infatti per esempio.
Non è possibile procedere all’infinito neppure discendendo nella serie delle cause.

CAPITOLO III
Parla delle metodologie: l’efficacia delle lezioni dipende dalle abitudine degli uditori.
Ciò che è abituale infatti, è più facilmente conoscibile.

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