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CONSEGUENZE RESTAURAZIONE
· Le società segrete:
Le cause che scatenarono l’opposizione alla restaurazione furono: la questione delle libertà costituzionali dovuta al tentativo
di ripristinare le forme di potere assolutistiche; e la questione della nazionalità, dovuta alle modalità con le quali era stata
divisa l’Europa, senza tenere conto delle esigenze e delle identità dei popoli; non essendoci un mezzo di critica, la lotta fu
condotta per mezzo di organizzazioni clandestine (simili alle società segrete antinapoleoniche). L’obiettivo principale di
queste organizzazioni era di suscitare insurrezioni che costringessero i sovrani a concedere carte costituzionali. Tennero
vivi gli ideali di ribellione anche quando c’era l’oppressione da parte di governi e polizie.
Nonostante ciò avevano dei punti di debolezza: la segretezza, la vaghezza dei programmi, la gerarchia, la chiusura rispetto
all’esterno impedirono alle società segrete di diffondersi nella società
· Gli oppositori lombardi:
In Lombardia ci fu un forte nucleo di opposizione formato da imprenditori industriali, intellettuali, proprietari terrieri; era la
parte più dinamica della aristocrazia. Era insoddisfatta della dominazione austriaca a causa della mancanza autonomia
politica, la presenza di una ferma obbligatoria di otto anni, la imposizione di un sistema doganale.
Il sintomo più evidente della divaricazione tra il governo austriaco e la società lombarda, è la incapacità dell’amministrazione
austriaca di instaurare un rapporto con il ceto intellettuale lombardo; fecero un tentativo creando nel 1816 una rivista, che
fallì dopo poco a causa della mancata partecipazione di importanti autori e intellettuali.
Al contrario, le forze intellettuali si raccolsero e diedero vita al “Conciliatore”, una rivista che trattava argomenti letterali,
economici e scientifici fondendo tematiche romantiche, al fine di creare una opinione pubbliche moderata, borghese e
liberale.
· Insurrezioni:
1820-21: ci fu una prima ondata di insurrezioni in Spagna, Portogallo, regno delle Due Sicilie e Piemonte. L’ordine fu
facilmente dagli eserciti della santa alleanza, a causa delle divisioni che si manifestavano riguardo gli obiettivi e le modalità
della lotta.
1830-31: in Francia il re Carlo X, costretto dal popolo lasciò il potere in favore di Luigi Filippo d’Orleans che instaurò una
politica dai tratti più liberali. Nell’emilia romagna nel 1831 fallì una insurrezione, l’obiettivo era quello di ottenere
l’indipendenza dall’Italia centrale (soggetta al dominio pontificio).
MAZZINI
Moderati e Democratici:
Alla fine del 1700 l’ideale e l’obiettivo politico dell’unità italiana, videro delinearsi due orientamenti:
• Liberale-moderato: prospettavano una evoluzione verso l’indipendenza e l’unità nazionale con un governo di
tipo monarchico-costituzionale.
• Democratico-repubblicano: proponevano la via delle insurrezioni popolari, con l’obiettivo di formare una
repubblica democratica.
Il pensiero di Mazzini:
Fra i maggiori esponenti dello schieramento democratico troviamo Giuseppe Mazzini, che elaborò una proposta politica in
cui nazionalismo (patriottismo) e libertà erano strettamente uniti, nel quadro di un pensiero fortemente connotato in senso etico-
religioso e romantico. La libertà dei popoli, per Mazzini, ha come presupposto l’indipendenza nazionale, ed è frutto di una
lotta che richiede una fede profonda e una paziente opera di educazione morale. Ai popoli e alle nazioni Dio ha affidato il
compito di far avanzare il progresso dell’umanità
Insurrezioni e fallimenti:
Manzini fondò un’organizzazione politica aperta, nazionale e pubblica, la “Giovine Italia”, i fallimenti delle insurrezioni
mazziniane negli anni 30/40 aprirono una profonda crisi nel movimento democratico, al contrario maturava sempre di più
nella borghesia più interessata allo sviluppo economico una posizione riformista e moderata.