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Ibam forte via Sacra, sicutmeus est mos, Andavo, per caso, lungo la via Sacra, come mia abitudine.

nescio quid meditansnugarum, totus in illis: meditando non so che cose tra le sciocchezze, assorto in quelle.

accurrit quidam notusmihi nomine tantum Mi corre incontro d͛improvviso un taleche mi era noto solo di nome.

arreptaquemanu, «Quid agis, dulcissime rerum?». Afferrata la mia mano: «come va, carissimo?»

«Suaviter, ut nunc est», inquam «et cupio omnia quae vis». «Benissimo, per ora» io dico «e ti auguro ogni bene».

Cumadsectaretur, «Numquid vis?» occupo. Atille Poiché mi seguiva, «Vuoi forse qualcosa?» lo precedo. Ma lui:

«Noris nos» inquit; «doctisumus». Hic ego «Pluris «dovresti conoscermi» disse «siamo entrambi letterati».

hoc» inquam «mihieris». Miserere discederequaerens, «Per questo varrai di più per me» gli dico. Cercando disperatamente di

ire modo oscius, interdum consistere, in aurem andarmene, andavo ora più velocemente, ora mi fermavo, dicevo non so cosa

dicere nescio quid puero, cumsudoradimos all͛orecchio dello schiavo, mentre il sudore mi scendeva fino

manarettalos. «O te, Bolane, cerebri ai talloni. «Beato te, Bolano, per il tuo bel caratterino!»

felicem» aiebamtacitus, cumquidlibetille dicevo in silenzio, mentre quello continuava

garriret, vicos, urbemlaudaret. Ut illi a cianciare di qualunque cosa, e lodava le vie e la città.

nilrespondebam, «Misere cupis» inquit «abire: Poiché non rispondevo a quello «cerchi disperatamente di svignartela»

iamdudum video; sednihilagis: usquetenebo; disse «Da un bel pezzo l͛ho notato. Ma non ce la fai: ti terrò

persequarhHinc quo nunc iter est tibi». «Nil opus est te ben stretto, ti seguirò da qui fino a dove andrai».«Ma non c͛è bisogno che tu

circumagi: quendam volo visere non tibinotum; faccia un giro così lungo: vado a trovare una persona che tu non conosci.

trans TiberimlongecubatispropeCaesarishortos». Giace malato lontano, al di là delTevere, vicino ai giardini di Cesare»

«Nilhabeoquodagam et non sum piger: usquesequar te». «Non ho niente da fare e non sono pigro: ti seguirò senza interruzione».

Demittoauriculas, ut iniquae mentis asellus, Abbasso le orecchie, come un povero asino di malumore

cumgravius dorso subiitonus. Incipit ille: quando sul dorso sostiene una soma più pesante. Quello disse:

«Si bene me novi, non Viscumplurisamicum, «Se mi conosco bene, non stimerai di più come amico

non Varium facies; namquis me scriberepluris né Visco né Vario; chi potrebbe infatti scrivere

aut citiuspossit versus? Quis membra movere più versi di me o più in fretta?chidanzare con più grazia?

mollius? Invideatquod et Hermogenes, ego canto». Io canto cose che anche Ermogene invidierebbe».

Interpellandi locus hic erat: «Est tibi mater, Questo era il momento buono d͛interromperlo: «hai tu unamadre,

cognati, quiste salvo est opus?». «Haudmihiquisquam. dei parenti per i quali è necessario che tu sia in buona salute?»

Omniscomposui». «Felices! Nunc ego resto. «Non ho più nessuno, tutti li ho sepolti» «Beati loro! Ora resto io.

Confice; namqueinstatfatummihi triste Sabella Finiscimi: un tragico destino incombe su di meche una vecchia sabina,

quodpuerocecinit divina mota anus urna: dopo aver agitato l͛urna divinatoria, predisse a me che ero bambino:

"Huncnequediravenenanechosticusauferetensis "Questo ragazzo non lo porterà via né crudele veleno né spada nemica né

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neclaterumdolor aut tussisnec tarda podagra: attacchi di pleurite né tisi né la gotta che rende lenti:

garrulushunc quando consumetcumque: loquaces, lo finirà, un giorno o l͛altro, un chiacchierone: eviti, se ha giudizio, i loquaci,

si sapiat, vitet, simulatqueadoleveritaetas"». appena si sarà fatto adulto»

VentumeratadVestae, quarta iam parte diei Si era giunti al tempio di Vesta, essendo ormai trascorsa la quarta parte del

praeterita, et casutumresponderevadato giorno, e per caso doveva proprio allora comparire in giudizio, avendo

debebat, quod ni fecisset, perdere litem. presentato garanzia, se non lo avesse fatto avrebbe perso la cauzione.

«Si meamas», inquit «paulum hic ades». «Inteream, si «Per favore» disse «assistimi qui un momento». «Che io possa morire,

aut valeo stare aut novi civiliaiura; se ho la forza di stare in piedi o se conosco il diritto civile; e poi ho fretta di

et propero quo scis». «Dubius sum quid faciam», inquit, arrivare dove tu sai». «Non so che fare?» disse

«tenerelinquam an rem». «Me, sodes». «Non faciam» ille, «rinuncio a te, o la causa in tribunale?» «A me, per favore»

et praecederecoepit; ego, ut contendere durum «Non lo farò» egli, e cominciò a precedermi; Io, dal momento che è dificile

cumvictore, sequor. «Maecenasquomodotecum?» gareggiare col vincitore, lo seguo. «In che rapporti è con te Mecenate?»

hincrepetit. «Paucorumhominum et mentis bene sanae». riprende da qui. «è un uomo di poca compagnia e di mente ben sana».

«Nemo dexterius fortuna est usus.Haberes «Nessuno si è servito della fortuna con più destrezza. Avresti (in me)

magnum adiutorem, posset qui ferresecundas, un ottimo assistente, che potrebbe farti da spalla,

hunchominemvelles si tradere: dispeream, ni sesolo volessi presentargli quest͛uomo: possa andare in rovina, se non avresti

summossesomnes». «Non isto vivimusillic, già tolto di mezzo tutti i rivali ». «Là non viviamo in codesto

quo tu rere, modo; domus hacnecpuriorulla est modo che tu pensi; non c͛è una casa più pulita di questa

necmagishis aliena malis; nilmiofficit, inquam, né più lontana da questi mali; non mi dà ombra, te lo assicuro,

ditior hic aut est quiadoctior; est locus uni che il tale sia più ricco o più dotto (di me): ognuno ha il posto

cuiquesuus». «Magnum narras, vix credibile». «Atqui che gli spetta». «Mi racconti una gran cosa, quasi incredibile!» «Eppure è

sic habet». «accendis quare cupiammagisilli così!» «Mi spingi a desiderare ancora di più di essergli vicino!»

proximus esse». «Velistantummodo: quae tua virtus, «Basta che tu lo voglia: dato il tuo valore, lo espugnerai;

expugnabis: et est qui vincipossit,eoque ed è uno che può essere vinto, proprio per questo,

difficilisaditusprimoshabet». «Haudmihidero: lui rende difficili i primi approcci» «Non verrò meno a me stesso:

muneribusservoscorrumpam; non, hodie si corromperò i suoi servi con le mance; e, se oggi

exclususfuero, desistam; tempora quaeram, resterò fuori, non mi arrenderò; aspetterò le occasioni propizie,

occurram in triviis, deducam. Nil sine magno gli andrò incontro ai crocicchi, lo accompagnerò. La vita

vita laborededitmortalibus». Haec dum agit, ecce non ha mai dato nulla ai mortali senza grande fatica». Mentre fa queste

FuscusAristiusoccurrit, mihicarus et illum cose, ecco, ci viene incontro Aristio Fusco, a me caro, tale che doveva

qui pulchrenosset. Consistimus. «Undevenis» et conoscere bene quello lì. Ci fermiamo. «Da dove vieni

«quo tendis?» rogat et respondet. Vellerecoepi e dove vai? Chiede e risponde. Cominciai a tirarlo e ad afferrargli con la mano

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et prensaremanu lentissima brachia, nutans, le braccia assolutamente inerti, facendo cenni con il capo, strizzandogli occhi,

distorquensoculos, ut me eriperet. Male salsus affinché mi portasse via. Quello spiritoso a sproposito, ridendo,

ridens dissimulare; meumiecururerebilis. faceva finta di niente; la bile bruciava ilmio fegato.

«Certe nescio quid secreto velleloqui te «Se non sbaglio dicevi che volevi parlarmi di non so cosa

aiebasmecum». «Memini bene, sedmeliore in segreto» «Me lo ricordo bene, ma te ne parlerò in un momento più

tempore dicam; hodietricensima, sabbata: vin tu opportuno; oggi è il trentesimo giorno, è sabato: vuoi forse mancare di

curtisIudaeisoppedere?». «Nulla mihi» inquam rispetto ai circoncisi Giudei?» «Non ho» rispondo «nessuno scrupolo

«religio est». «At mi: sum pauloinfirmior, unus religioso». «Ma io ne ho:sono un po͛ meno sicuro (di te), uno

multorum. Ignoscens; alias loquar». Huncinesolem dei tanti. Perdonami; te ne parlerò un͛altra volta». Un sole tanto nero

tamnigrumsurrexemihi! Fugitimprobusacme doveva essere sorto per me quel giorno! Quella canaglia fugge e mi lascia

sub cultro linquit. Casuvenitobviusilli sotto al coltello.Per caso gli venne incontro il suo avversarioe:

adversarius et «Quo tu, turpissime?» magna «Dove te ne vai, mascalzone?» grida ad alta voce,

inclamat voce, et «Licet antestari?». Ego vero e: «Vuoi farmi da testmione?» Io ovviamente gli porgo

opponoauriculam. Rapit in ius:clamorutrimque, l͛orecchio. Lo trascina in tribunale: grida da una parte e dall͛altra,

undiqueconcursus. Sic meservavit Apollo. un accorrere di gente da ogni parte. E fu così che Apollo decise di salvarmi.


                 
    
   
            
        
 
 
  

      
         
   
                   
                 
             
     
              
                          
          
            
          
                 
    
               
                            
        
                              
                
                 
                  
             
               
              
          
                 
        
 
 


  

               
             
   
   
    
   
      

        
                  
              
                 
                     
           

 
 
 
  

 
 
 
   

             
 
  
 
  

          
  

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