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1.

Umanesimo e Rinascimento in Italia


1.1 Medioevo, Rinascimento, Riforma
Tra il 1450 e il 1550 di svilupparono parallelamente due eventi culturali che si caratterizzarono per il rifiuto dei comportamenti delle epoche precedenti: il Rinascimento, nostalgico dell Antica Roma, e la Riforma protestante, decisa a riportare la chiesa come era alle origini. Questi due movimenti culturali crearono il concetto di Medioevo, termine dispregiativo che gli intellettuali rinascimentali usavano per indicare il periodo di declino di Roma e della Chiesa. Pur avendo un punto in comune, questi due movimenti molto diversi fra loro, ma entrambi segnano la conclusione di un epoca, il Medioevo (questo termine viene usato ancora oggi, anche se non gli si attribuisce pi alcun valore negativo).

1.2 L imitazione di Roma


Parallelamente al Rinascimento si svilupp l Umanesimo, una corrente culturale che promuoveva la letteratura classica, considerata maestra di humanitas, ovvero delle caratteristiche morali che distinguono gli esseri umani. Gli intellettuali umanisti, a partire da Francesco Petrarca, manifestarono un vero entusiasmo nel riscoprire i testi antichi e nell imitare quello stile, dato che ormai con il tempo la lingua latina si era imbarbarita. Il Rinascimento potrebbe essere definito come il tentativo di imitare in tutti gli ambiti lo stile di vita del modello romano. Niccol Machiavelli (1469-1527), nella sua opera principale, (De Principatibus, o il Principe) Machiavelli, applic il principio dell imitazione del modello romano alla politica. Con la sua opera voleva consigliare ai prncipi come conservare ed espandere il proprio modello; per fare ci cit come esempi alcuni principi di Roma realmente esistiti, giungendo alla conclusione che ottiene la vittoria il principe pi spregiudicato e spietato. Machiavelli cade per in contraddizione nell ultimo capitolo, dicendo che Dio avrebbe condotto alla vittoria solo il principe che combatte per la giusta causa. In questo periodo della storia, nel momento in cui Roma veniva assunta come modello, la politica e l economia agivano senza seguire gli insegnamenti della Chiesa. Ad esempio, i grandi mercanti, anche cristiani, ignoravano il divieto della Chiesa di chiedere gli interessi sul denaro prestato, essendo accusati cos di usura, gravissimo peccato che comportava l inferno. Per, i mercanti, sentendo che la loro vita volgeva al termine, chiedevano perdono a Dio e cercavano di rimediare ai peccati commessi, credendo cos di poter accedere al paradiso dopo un periodo di espiazione nel purgatorio. Perci, almeno in punto di morte, i mercanti e i banchieri si mostravano sensibili alla vita ultraterrena che sembra non essere presente in Macchiavelli, se non nella contraddizione dell ultimo capitolo. La figura di Machiavelli caratterizzata da un pessimismo antropologico; infatti secondo lui gli uomini sono tutti tristi, cio egoisti e pronti a tradire e ad imbrogliare il prossimo

1.4 Erasmo da Rotterdam


Erasmo da Rotterdam fu il pi colto intellettuale del XVI secolo. Durante tutta la sua vita si sforz per far diventare la cultura Umanistica uno strumento per la riforma della vita cristiana. Erasmo critic fortemente il papato perch sosteneva che si occupasse soprattutto di politica e di creare uno stato piuttosto che di curare l aspetto della fede. Era anche contrario all eccessivo culto dei santi e delle reliquie che si stava diffondendo, sfociando quasi in superstizione, perch allontanava dalla centralit della figura di Cristo. Di conseguenza, Erasmo accusava ogni forma di ipocrisia, soprattutto il concetto di purgatorio che appariva una comoda scappatoia per i peccatori incalliti. Erasmo, al contrario del pessimismo di Machiavelli, credeva che gli uomini fossero dotati di libert, cio che spettasse a loro scegliere se compiere il bene o il male.

2. Le grandi potenze nel XVI secolo


2.1 La crisi degli intellettuali italiani
Machiavelli con la sua opera sperava di spingere i Medici (signori di Firenze) all azione pratica, perch credeva che la prestigiosa famiglia sarebbe stata capace di trasformare anche l Italia in una forte monarchia nazionale. I Medici invece non mostrarono alcun segno di interesse, e negli anni 20 l autore espresse una visione sempre pi pessimistica della storia.

2.2 Carlo V d Asburgo


Gli intellettuali italiani restarono colpiti dal duello che per svariati decenni contrappose Francia e Spagna che spesso vide l Italia come campo di battaglia. Nel 1503 gli spagnoli riuscirono ad impadronirsi del Regno di Napoli. Francesco I, re di Francia, per ristabilire l equilibrio riconquist Milano. Forte di questo successo ottenne un concordato molto vantaggioso infatti il pontefice riconobbe al sovrano il diritto di nominare egli stesso i vescovi. In questo periodo inizi ad emergere la figura di Carlo d Asburgo, nipote del sovrano d Austria e Maria di Borgogna e di Ferdinando d Aragona e Isabella di Castiglia. Nel 1506 divenne signore delle Fiandre e fu incoronato dieci anni dopo re di Spagna. Dopo aver ereditato anche il ducato d Austria divenne imperatore di Germania con il nome di Carlo V. Il papa cerc di ostacolare l elezione di Carlo a sovrano del Sacro Romano Impero. Anche il re di Francia si candid al titolo imperiale per Carlo riusc a corrompere il collegio dei principi elettori facendosi prestare denaro dai Fugger che in cambio ottennero lo sfruttamento delle miniere d argento in Tirolo. Non appena l imperatore part dalla Germania i parlamentari della Castiglia si ribellarono, la rivolta si diffuse in tutte le principali citt accusando il re di non aver a cuore i bisogni della Spagna. Ci vollero due anni per schiacciare la rivolta. Carlo trascorse tutto quel periodo fuori dalla Spagna.

2.3 L ideologia imperiale di Carlo V


Dopo un anno dalla sua elezione, Carlo V venne incoronato ufficialmente. Giur di rispettare la Capitolazione imperiale (obblighi e impegni verso i signori Tedeschi e le limitazioni del potere imperiale). Dai tempi di Carlo Magno nessun sovrano aveva mai esercitato il potere su cos tante terre. Nei circoli

intellettuali favorevoli a Carlo V furono ampiamente commentate le opere di Dante, che descriveva l arrivo di un imperatore capace di porre freno alla cupidigia degli uomini.

2.4 Lo scontro tra Francia e Spagna


Al primo posto tra i nemici di Carlo V troviamo il re di Francia Francesco I. Carlo voleva conquistare Milano per creare un passaggio attraverso l Italia per collegare i domini austriaci a quelli spagnoli aggirando la Francia. Carlo annient l esercito francese nella battaglia di Pavia, grazie anche all uso dell archiburgo (arma da fuoco portatile). Quest arma era micidiale nei confronti dei cavalieri; era per molto lento da ricaricare e perci venne abbandonato durante il 600. Con la cattura di Francesco I gli eserciti francesi vennero definitivamente espulsi dall Italia. L imperatore nel 1526 accus il pontefice di dividere la cristianit e di impedire alle sue forze di attaccare i turchi. Un esercito imperiale attravers le alpi e arriv in Val Padana. Nel 1527 gli ufficiali convinsero le truppe a combattere anche senza paga ma due anni dopo l esercito si ammutin e decise di marciare su Roma e saccheggiarla per diversi giorni (sacco di Roma) mentre il papa si rifugi a Castel Sant Angelo. Carlo precis pubblicamente che il saccheggio di Roma era avvenuto contro la sua volont. Il 29 giugno 1529 Clemente VII e Carlo V firmarono il trattato di Barcellona, il papa, cio, usc ufficialmente dalla lega dei nemici dell imperatore e stipularono la pace. In cambio, il papa Medici ottenne che un esercito imperiale riportasse la sua famiglia al potere a Firenze. Francesco I perse quindi l appoggio del papa e firm il 2 agosto successivo la pace di Cambrai nella quale la Francia rinuncia alla Lombardia in quell estate Carlo fu incoronato imperatore dal papa.

2.5 L impero turco nei primi decenni del Cinquecento


Nei primi decenni del 500 i turchi riuscirono ad espandere notevolmente le loro conquiste poich erano gli unici in Medio Oriente a possedere l artiglieria. Gli ottomani riuscirono a conquistare la Siria e l Egitto. Ormai l impero ottomano era padrone di tutto il mediterraneo orientale. Sul piano religioso per il sovrano Selim I, la conquista dell Egitto signific la possibilit di assumere il titolo di califfo, cio di successore del profeta.

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