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Ci che maggiormente stupisce della critica artistica la baldanza con la quale essa afferma, anche di fronte alle maggiori

i manifestazioni artistiche, dal contenuto eminentemente politico, che l'arte non pu avere connessioni con la politica. Guernica "non un dipinto politico", oppure "Che Guernica non sia un dipinto politico dipende dal fatto che le manifestazioni dell'arte moderna non si spingono oltre i limiti dell'universo proprio dell'arte". Questi e altri simili giudizi sono comunemente espressi dai maggiori critici contemporanei appartenenti all'area democratica. L'ostinazione della critica nel voler separare la politica dall'arte affonda i suoi presupposti concettuali nel solipsismo. Per il vescovo Berkeley il mondo non esiste fuori dall'intelletto che lo percepisce e le sensazioni o le idee si riducono a sensazioni o idee percepite dal soggetto. Nel solco di questa tradizione il simbolismo che per primo introduce nell'universo dell'arte le concezioni del solipsismo. Per i simbolisti, come per i solipsisti, il mondo non una realt esterna, n ha una esistenza separata dal soggetto. Ma se il solipsismo gi in Berkeley si rivel strumentale all'affermazione dell'idealismo assoluto (dio sostanza delle sensazioni e manifestazione del mondo) e successivamente si confuse tanto con l'idealismo assoluto, quanto con il materialismo, finendo, suo malgrado, utilizzato dalla scienza in lotta contro la propria indeterminatezza, il simbolismo si propone di restaurare quella preminenza del soggetto nei confronti del mondo che il solipsismo, confuso con le altre componenti filosofiche e con la scienza, non era stato capace di affermare. Pressato da questa disperata esigenza il simbolismo, se da un lato afferma che il mondo si riduce a sensazione soggettiva, dall'altro esprime che solo nella creazione artistica le sensazioni si fanno sostanza del mondo. Ridotto il mondo a quelle sensazioni che non hanno origine diversa dalla creazione soggettiva, il simbolismo in grado di rendere "rigoroso" il solipsismo: di postulare che la creazione artistica come manifestazione o fatto esclusiva sostanza del mondo e che quindi l'arte non ha e non pu avere altro rapporto che con se stessa. Come questa posizione, che rappresentava una reazione soggettiva ai tentativi razionalizzanti dell'illuminismo e dello scientismo, abbia potuto diventare la posizione della critica contemporanea non si spiega se non tenendo conto che le lite dirigenti occidentali avevano bisogno di creare un contraltare alla posizione espressa dalla critica dei paesi dell'est. Infatti, per i nostri critici, affermare che l'arte "principio e fine a se stessa", equivale a riconoscere che essa ha un ambito e una operativit diversi da quelli del potere politico e che quindi, a differenza dei paesi socialisti dove l'arte soggetta a questo potere, nei paesi occidentali essa gode dell'indipendenza. Equivale parimenti a postulare che i contenuti dell'arte sono fissati dalla soggettivit e che quindi, a differenza dei paesi dell'est dove essi sono prefissati dallo stato, nei paesi occidentali appartengono all'iniziativa privata. Nell'ambito del modello solipsista e simbolista queste affermazioni sono logiche, dal momento che, facendo del soggetto principio e fine del mondo, ogni postulazione che ammetta anche solo l'esistenza di un altro uomo illogica. Ma se, dal modello solipsista e simbolista, si passa a un modello di democrazia reale, allora i presupposti prescelti dai nostri critici - l'arte non ha connessione con la politica e l'arte principio e fine a se stessa- sono irrazionali e contengono tanto autoritarismo politico quanto ne contengono i presupposti sui quali si basa la critica nei paesi dell'est. Sono irrazionali in quanto pretendono di definire la libert in base alla limitazione: libero colui al quale non precluso nessun ambito alla scelta di operativit e non gi colui al quale prefissato da un potere esterno un campo al quale pu avere o no accesso. Sono autoritari in quanto, stabilendo che la soggettivit e la libera scelta non possono avere adito al potere politico, dal momento che devono esercitarsi in luogo diverso, postulano che siano a questo subordinati.

Per ovviare a queste condizioni avevo gi auspicato che in campo filosofico e culturale la critica smettesse di strumentalizzare il solipsismo e facesse sua una posizione "universale" (il principio eclettico) e in campo politico abbandonasse il principio che l'arte non ha e non pu avere connessione con la politica, per lasciare liberi gli operatori di scegliere quale rapporto intendono che la loro arte debba stabilire con l'universo politico. Queste richieste sono ragionevoli e necessarie. Chi opera da tanti anni in un paese come l'Italia, dove il campo critico diviso fra gli appartenenti alla corrente marxista, clericale e "liberale", sa quanto beffardo sia il ghigno della critica. Come sia impossibile ad un artista avere la bench minima attenzione, come la sua condizione, sotto tanti aspetti, sia ancora pi disperata di quella degli artisti che operano nei paesi dell'est. Nel 1973, prendendo spunto da un libello scritto precedentemente in collaborazione con Vincenzo Francone dal titolo "Apertura del processo a Stalin", nel quale era espressa la tesi della graduale stalinizzazione dei paesi occidentali, gli autori volevano esporre alla Promotrice di Torino una "scultura" composta da una palina del tram (acquistata dall'azienda tranviaria municipale) e da un registratore collegato con un altoparlante posto alla sommit della palina. Scopo della esposizione era quello di diffondere parte del contenuto del libello, al fine di esprimere solidariet al dissenso culturale russo e al movimento per i diritti civili costituitosi sotto l'impulso di Sacharov. Il comitato responsabile della Promotrice negava l'autorizzazione all'esposizione della scultura, adducendo il pretesto che per regolamento non si potevano ammettere opere sonore. A questo diniego fece seguito, al momento dell'inaugurazione, un volantinaggio di protesta. Nonostante che vasti settori della critica e del giornalismo culturale fossero al corrente del contenuto dell'opuscolo, del tentativo di esposizione e del volantinaggio di protesta, non una parola veniva pronunciata in difesa della libert di espressione. Niente, come se nulla fosse accaduto. Eppure n l'opuscolo n l'opera da esporre erano insignificanti, se si pensa che quel tentativo di esposizione, pur con altro spirito, anticipava la Biennale di Venezia di quattro anni dopo. Nel 1976 era la volta di una mostra in cui esponevo la bandiera vaticana in fiamme, con l'intento dichiarato di richiamare l'attenzione sulla necessit di sostenere il principio di abrogazione del concordato fra stato e chiesa. Non mi proponevo di ricevere consensi dai critici cui avevo mandato l'invito a partecipare alla mostra. Quello che mi proponevo, in rapporto all'importanza del contenuto e alla solidariet espressa al partito radicale che concretamente operava per giungere alla affermazione di quel principio, era che fosse registrato che un artista invitava la critica e il mondo culturale ad esprimersi ufficialmente su un tema di grande rilevanza civile. Ebbene nessuno, ripeto nessuno, degli oltre 400 critici e operatori culturali messi al corrente dell'iniziativa, ha sentito il dovere di dare un segno di vita; non una riga, non una parola stata spesa, nemmeno per criticare il contenuto dell'iniziativa. Eppure riviste e giornali di grande tiratura spendono colonne, intere pagine, per esaltare magari chi in quel di Garessio lascia per decenni le proprie mani fatte di bronzo attorno a iner-mi piante, con la fredda determinazione di deformarle e martirizzarle. E' possibile non qualificare come cinici tali atteggiamenti e non negare a tale critica e cultura ogni legittimazione democratica? L'attuale iniziativa, che ha come oggetto principale di rappresentazione una bandiera dell'URSS in fiamme con impresso in rilievo il nome di Stalin, al di l del fatto che costituisce un'antologia di opere eseguite attorno agli anni '70 o di recente su progetti risalenti a quegli anni, vuole ribadire la solidariet con l'opposizione dei paesi dell'est e la necessit che quelle societ si democratizzino. Vuole inoltre affermare che urgente che, all'interno della cultura europea, si crei la consapevolezza della necessit di porre un freno al dilagare dell'ideologia e dei comportamenti clericali e neostalinisti, per fondare i presupposti di una pi robusta presenza liberal-socialista. Posto di fronte alla morte della Costituzione Italiana, alla mortificazione subita dal movimento dei diritti civili che non chiede altro che il rispetto delle garanzie minime alle libert individuali che uno stato di diritto deve garantire, al dilagare sul terreno sociale della pi proterva logica dello sfruttamento classista sostenuta dallo stato e dalle sue organizzazioni, Antidogma propone alla critica e alla cultura di vagliare attentamente se non convenga: 1)sostenere le iniziative promosse dal movimento radicale nei vari campi in cui si articola la lotta per i diritti civili;

2) sensibilizzare l'opinione pubblica sulla inaccettabilit dell'attuale sistema pensionistico e diffondere la consapevolezza che improponibile, in questo settore, qualsiasi riforma a carattere parziale o generale se preliminarmente la normativa pensionistica che vincola i dipendenti e i pensionati del pubblico impiego non viene uniformata con quella dei dipendenti e dei pensionati del settore privato e se non viene fissato un tetto pensionistico valido per tutti i tipi di pensione; 3) rivolgere ai costituzionalisti un pressante invito a esprimere parere sulla legittimit dell'attuale sistema pensionistico alla luce degli articoli 1, 2, 3 della Costituzione e ai giuristi un invito ad apprestare le vie procedurali pi idonee a trasformare in lotta politica le indicazioni contenute nel precedente punto; 4) avvertire gli amanti della pace e del progresso dell'Europa che se in Italia non si realizzer il ripristino delle garanzie di libert che la Costituzione tutela e non si incomincer a razionalizzare il sistema assistenziale, l'Europa verr investita dalla crisi economica e dall'involuzione politica che l'Italia destinata sempre pi ad esportare e a scaricare su tutti i paesi della comunit; 5) avvisare che Antidogma disponibile, in relazione ai contenuti fissati nei punti precedenti, a stabilire contatti con istituzioni, gruppi, singole persone che siano interessate a dare un loro contributo e che non persegue fini di lucro quando si dichiara disposto a partecipare alla organizzazione di manifestazioni artistico-culturali che si propongano il reperimento di fondi da destinare a movimenti che utilizzano i metodi della lotta non violenta, per affermare, sotto qualsiasi regime, i diritti civili e le fondamentali rivendicazioni di natura economica. Mi rendo conto che le richieste elencate sono incompatibili con quelle posizioni che fanno della arte e della cultura il regno delle morte intuizioni o delle vive forme care ai potenti che reggono il mondo, ma sono anche consapevole della legittimit di quelle posizioni che affermano che l'arte la vita e che essa non pu essere ridotta a rappresentazione. Si tratti del cestino di frutta di Caravaggio o di Guernica di Picasso, queste opere sono specchio e riassunto frammentario della natura e della storia. Se altri sceglie diversa interpretazione, se intende ridurre la natura e la storia a qualche chilometro di tela o quintale di carta, libero di farlo. Ma se consapevole dei tempi che corrono e intende usare l'arma della critica per castrare l'aspirazione, o la lotta, democratica, di fronte al gulag taccia, non si proclami innocente o, peggio, vittima.

Le trait le plus tonnant de la critique artistique est la prsomption dont elle fait tat lorsqu'elle affirme, meme face aux plus importantes manifestations artistiques au contenu minemment politique, que l'art ne peut avoir de connexions avec la politique. "Guernica dit-on n'est pas un tableau politique ou bien "Guernica n'est pas un tableau politique du fait que les manifestations de l'art moderne ne dpassent jamais les limites de l'univers artistique". Ce sont des avis qu'expriment normalement les critiques d'inspiration dmocratique les plus apprcis. L'obstination par laquelle la critique persiste vouloir sparer la politique de l'art s'enracine dans les prmisses conceptuelles du solipsisme. Pour l'veque Berkeley le seul monde qui existe est celui que l'intellect peroit si bien que les sensations ou les ides se rduisent aux sensations ou aux ides dont on a pris conscience. Dans le sillage de cette tradition se situe le symbolisme, le premier qui introduit dans l'univers de l'art les principes du solipsisme. Pour les symbolistes, tout comme pour les solipsistes, le monde n'est pas une ralit objective et ne peut etre dissoci du sujet. Mais, tandis que le solipsisme s'avre dj chez Berkeley un instrument pour parvenir l'affirmation de l'idalisme absolu (dieu substance des sensations et manifestation du monde) et se confond ensuite soit avec l'idalisme absolu qu'avec le matrialisme en finissant par etre exploit -malgr lui- par la science en lutte contre sa propre indtermination, le symbolisme se propose d'instaurer la prminence du moi individuel sur le monde, ce que le solipsisme, confus avec les autres composantes philosophiques et avec la science, n'avait pas t en mesure d'affirmer. Sous lemprise de cette exigence exaspre, le symbolisme soutient d'une part que le monde n'est que sensation subjective, mais il affirme d'autre part que seule la cration subjective est susceptible de transformer les sensations en ralit existante. Ayant rduit le monde sensations qui drivent du sujet, le symbolisme rend au solipsisme sa rigueur logique et affirme que la cration artistique, en tant que manifestation, est la seule substance au monde et que l'art ne peut avoir de rapports qu'avec l'art. On ne saurait s'expliquer comment cette position, qui reprsentait une raction subjective aux tentatives rationalistes de l'illuminisme et de la science positive, a pu devenir la position de la critique contemporaine, si ce n'est qu'en tenant compte du fait que les lites dirigeantes occidentales avaient besoin de contrecarrer la position exprime par la critique des pays de l'est. En effet, affirmer que l'art englobe, " la fois, son principe et sa fin" quivaut pour nos critiques reconnaitre l'existence d'un domaine et d'une sphre d'activit spars de ceux du pouvoir politique et qu' la diffrence des pays socialistes o l'art est soumis a ce pouvoir, dans les pays occidentaux il est indpendant. Cela quivaut en meme temps soutenir que les contenus de l'art sont fixs d'avance par la subjectivit et que, contrairement aux pays de l'est o ils sont tablis au pralable par l'tat, dans les pays occidentaux ils appartiennent a l'initiative prive. Dans loptique solipsiste et symboliste, ces affirmations apparaissent tout a fait logiques, car en faisant du sujet le principe et la fin du monde, toute affirmation qui admettrait l'existence d'un autre "moi" serait illogique. Mais si l'on passe du modle solipsiste et symboliste un modle de dmocratie relle, les pralables poss par nos critiques -l'art n'a aucune connexion avec la politique et l'art englobe son principe et sa fin- sont irrationnels et aussi autoritaires que les prmisses sur lesquelles se fonde la critique des pays de l'est. Ils sont irrationnels du fait que ils prtendent dfinir la libert partir de la limitation: l'homme libre n'est pas celui qui un pouvoir extrieur assigne le domaine auquel il peut accder, mais celui auquel aucun domaine n'est interdit. Ils sont autoritaires car, en affirmant que la subjectivit et le libre choix ne peuvent accder au pouvoir politique, puisqu'ils doivent s'exercer ailleurs, ils supposent qu'ils lui soient subordonns. Pour pallier cette situation j'avais dj prconis que dans le domaine philosophique et culturel la critique cesse d'exploiter le solipsisme et prenne une attitude "universelle" (principe clectique) et qu'elle abandonne en politique le principe d'aprs lequel l'art n'a et ne peut avoir de connexions avec la politique et laisse aux oprateurs culturels la facult de choisir le rapport que leur art doit instaurer avec la politique. Ces instances sont raisonnables et ncessaires. Celui qui opre depuis longtemps dans un pays comme l'Italie, o les courants marxiste, clrical et "libral" se partagent le domaine de la critique, sait parfaitement quel point la critique est railleuse, il sait qu'il est impossible pour un artiste de

recevoir la moindre attention et que sa situation, sous maints aspects, est encore plus dsespre que celle des artistes des pays de l'est. En 1973, s'inspirant d'un pamphlet prcdemment crit en collaboration avec Vincenzo Francone "Ouverture du procs a Staline" qui dnonait la stalinisation graduelle des pays occidentaux, l'auteur envisageait d'exposer la Promotrice de Turin une "sculpture" constitue d'un poteau indicateur de tramway et d'un magntophone connect a un haut-parleur et plac sur son sommet. Le but tait de diffuser le contenu du pamphlet afin d'exprimer la solidarit avec la dissidence culturelle russe et le mouvement pour les droits civils qui s'tait constitu sous l'impulsion de Sacharov. Le comit responsable de la Promotrice niait l'autorisation exposer la sculpture, sous prtexte que le rglement n'admettait pas d'ouvrages sonores. A ce refus je protestais par une distribution de tracts lors de l'inauguration. Meme si de larges secteurs de la critique et du journalisme culturel taient au courant du contenu du pamphlet, de la tentative d'exposition et de la distribution de tracts, aucun mot ne fut prononc en dfense de la libert d'expression. Cependant ni le pamphlet, ni la sculpture n'taient dpourvus de signification, si l'on pense que, avec tout autre esprit, ils devenaient la "Biennale" de Venise qui suivra quatre ans aprs. En 1976 ce fut le tour d'une autre exposition: le drapeau vatican en flammes qui devait attirer l'attention sur la ncessit de soutenir l'abrogation du Concordat entre l'tat et l'glise. Je ne m'attendais pas ni je visais recevoir le consentement des critiques que j'avais invits participer l'exposition, mais en raison de l'importance du contenu et pour exprimer ma solidarit au parti radical qui oprait pour affirmer en concret ce principe, je voulais simplement que l'on sache qu'un artiste exortait la critique s'exprimer officiellement sur un thme de grande importance civile. Or, parmi les plus de 400 critiques et oprateurs culturels qui avaient t informs de cette initiative, personne, et j'insiste personne, n'a senti le devoir de donner un signe de vie; pas un mot n'a t crit, mme pas pour en critiquer le contenu, alors que des revues et des journaux grand tirage gaspillent des pages entires pour exalter des artistes tel celui qui Garessio laisse pendant des dcennies ses mains en bronze autour des plantes inermes dans le but de les dformer. Peut-on ne pas dfinir cyniques de telles attitudes et ne pas refuser cette critique ou culture toute lgitimit dmocratique? L'objet principal de l'initiative actuelle est la reprsentation d'un drapeau de I' URSS en flammes portant le nom de Staline en relief. A part le fait qu'elle constitue une anthologie d' oeuvres ralises aux environs des annes '70 ou plus rcemment a partir de projets datant de cette poque, elle veut raffirmer la solidarit avec l'opposition des pays de l'est et la ncessit que ces socits se dmocratisent. Elle indique galement la culture europenne la ncessit d'endiguer des idologies et des attitudes clricales et no-staliniennes et de poser les pralables d'une prsence libralesocialiste plus solidement affirme. Face la mort de la Constitution italienne, aux checs du mouvement des droits civils qui ne demande que le respect des moindres garanties aux liberts individuelles qu'un tat de droit doit assurer, la diffusion sur le pian social de la logique de l'exploitation de classe la plus effronte poursuivie par ltat et ses organisations, Antidogma propose la culture et la critique d'examiner s'il ne conviendrait: 1) d'pauler les initiatives du mouvement radical dans les diffrents secteurs o s'articule la lutte pour les droits civils; 2) de sensibiliser lopinion publique lgard du problme de notre systme actuel de retraite afin que lon prenne conscience que toute reforme partielle ou gnrale dans ce secteur est improposable jusqu' ce que les normes qui rglent la retraite des fonctionnaires du secteur public ne seront pas alignes celles des employs et des retraits du secteur priv et que lon ne fixera un plafond pour tous les types de retraite; 3) d'inviter instamment les experts en droit constitutionnel exprimer leur avis sur la lgitimit du systme actuel de retraite suivant les articles 1, 2, 3 de la Constitution et les juristes trouver une procdure susceptible de transformer en lutte politique les instances indiques plus haut;

4) d'alerter les hommes qui veulent la paix et le progrs de l'Europe que, si on ne parvient pas rinstaurer en Italie les garanties de libert prvues par la Constitution et si on ne commence pas rationaliser le systme de scurit sociale, la crise conomique et linvolution politique de l'Italie se dverseront sur tous les pays de la communaut; 5) de faire savoir que Antidogma est ouvert a toute prise de contact avec les institutions, les groupes ou les personnes qui souhaitent offrir leur contribution cette lutte, qu'il ne poursuit aucun but lucratif lorsqu'il se dit dispos a participer toute manifestation artistique et culturelle organise dans le but de reprer des fonds au profit des mouvements qui appliquent les mthodes du pacifisme et de la non violence pour affirmer, sous n'importe quel rgime, les droits civils et les revendications conomiques fondamentales. Je suis entirement conscient que ce que je viens d'noncer est incompatible avec les positions qui font de lart et de la critique le royaume des intuitions mortes ou des formes vivantes chres aux puissants de la terre, mais je suis galement conscient de la lgitimit des positions qui affirment que lart est la vie et qu'on ne peut la rduire une simple reprsentation. Soit qu'il s'agisse de la corbeille de fruits de Caravaggio ou de Guernica de Picasso, ces oeuvres sont un reflet et un fragment de nature et d' histoire. Si quelqu'un choisit une interprtation diffrente et prtend rduire la nature et lhistoire quelques kilomtres de toile ou de papier, il est libre de le faire. Mais s'il se rend compte des temps qui courent et envisage d'utiliser l'arme de la critique pour suffoquer les aspirations et la lutte dmocratique, face au gulag mieux vaut-il qu'il se taise et qu'il ne se dclare innocent ou, pire encore, qu'il se prtende une victime.

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