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COSTRUIRE IN LATERIZIO Abitare Mediterraneo . Siza A. Campo Baeza C. Ferrater T. Zoumboulakis E. Caravatti Tejedor/Linares/Lobato
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lvaro Siza Alberto Campo Baeza Carlos Ferrater E. Caravatti Dixon & Jones T. Zoumboulakis A. Wahed el Wakil A. Tejedor/M. Linares/P. Lobato E. Guazzoni
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Abitare Mediterraneo
COSTRUIRE IN LA TERIZIO
SOMMARIO
NEWS I
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III
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Randic -Turato arhitektonski biro Centro pastorale Aula Papa Giovanni Paolo II a Rijeka, Croazia Igor Maglica
FOCUS
XIII
Progettare con il clima, progettare nel contesto: tipologie, tecnologie e cultura materiale Monica Lavagna
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EDITORIALE
2 Architettura del Mediterraneo Roberto Gamba 4 lvaro Siza Villa sullIsola di Maiorca, Spagna Igor Maglica 12 Alberto Campo Baeza Casa Guerrero a Vejer de la Frontera, Cdiz, Spagna Igor Maglica 18 Carlos Ferrater & Associados Casa per un fotografo, Tarragona, Spagna Roberto Gamba 24 Abdel Wahed el Wakil Casa Halawa ad Agamy, Egitto Adele Picone 28 Antonio Tejedor, Mercedes Linares, Pedro Lobato Complesso residenziale a Los Palacios y Villafranca, Spagna Carmen Murua 32 Emilio Caravatti Casa unifamiliare a Marciana Marina, Isola dElba, Livorno Alberto Ferraresi 36 Edoardo Guazzoni Albergo S. Stefano allIsola dElba, Livorno Roberto Gamba 40 Theodore Zoumboulakis Residenze ad Agios Pavlos, Aegiali, Isola di Amorgos, Grecia Veronica Dal Buono 44 Dixon & Jones Villa in Haut Var, Provenza, Francia Veronica Dal Buono 48 Intervista ad Antonello Monaco Roberto Gamba 52 Porto turistico di Marina Cala De Medici a Rosignano, Livorno Claudio Piferi 56 Laterizio innovativo ad alte prestazioni termiche Andrea Campioli, Monica Lavagna 60 Ecolabel per gli edifici del Mediterraneo Maria Chiara Torricelli, Caterina Gargari, Elisabetta Palumbo 66 Laterizio e clima mediterraneo Monica Lavagna 70 a cura di Roberto Gamba 72
ENGLISH SUMMARY RECENSIONI DETTAGLI NORMATIVA TECNOLOGIA INTERVISTA PROGETTI
in copertina: lvaro Siza. Villa sullIsola di Maiorca, Spagna (foto di Fernando Guerra FG+SG)
Direttore Responsabile Managing Editor Gianfranco Di Cesare Comitato Direttivo Managing Board Catervo Cangiotti (Presidente), Daniele Castellari, Giorgio Giavarini, Michele Marconi, Canio Scianatico, Alessandro Vardanega Comitato Scientifico Scientific Advisory Board Alfonso Acocella (Universit di Ferrara), Andrea Campioli (Politecnico di Milano), Jean Luc Chevalier (CSTB Parigi), Manuel Garca Roig (ETSAM Madrid), Zheng Shilling (Tongji University Shanghai), M. Chiara Torricelli (Universit di Firenze) Comitato di Redazione Editorial Board Adolfo F. L. Baratta, Veronica Dal Buono, Alberto Ferraresi, Roberto Gamba, Igor Maglica, Davide Turrini Coordinamento Redazionale Editorial Coordination Davide Cattaneo, Caterina Zanni Art Director Igor Maglica Grafica Esecutiva Artwork Graphic Line, Faenza Organo Ufficiale dellANDIL Assolaterizi via Alessandro Torlonia 15 00161 Roma tel. 06.44236926 (r.a.) fax 06.44237930 andil@laterizio.it www.laterizio.it
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Editoriale
Roberto Gamba
Il Mediterraneo il centro della nostra civilt. Nei Paesi che vi si affacciano si sviluppata unidentit artistica che merita analisi e valutazioni approfondite, proprio per soddisfare il desiderio di consolidarne i caratteri, di renderli distinti dallinternazionalismo che tutto uniforma e appiattisce. Finora, lattenzione a questo argomento quasi sempre stata rivolta velocemente, con superficialit, e si rivelata incapace di evidenziare in modo sostanziale al di l dei sensi e delle forme di un certo folclorismo aspetti, funzioni, tecnologie, immagini in grado di valorizzare il Mediterraneo e, addirittura, proiettarne limmagine in ogni parte del mondo. In tale contesto, anche larchitettura mediterranea non da ritenersi solo un segno stilistico, appartenente a epoche o, per lo meno, ad anni del passato. certamente riduttivo cercare di definirla attraverso la monumentalit, la grandiosit, lo sviluppo di materiali e sistemi di avanzata tecnologia; essa rappresenta, nella sostanza, uno specifico modo di porsi di fronte al problema costruttivo, una tendenza, un atteggiamento, sicuramente una soluzione. cos simbolo di uno stile alternativo, semplice e affidabile, al dilagare di progetti che sono frutto di una fantasia sfrenata, che propongono le forme pi strane, le tecnologie pi esasperate, gli stridori pi spinti e che dimostrano indifferenza totale verso il paesaggio, la storia, la tradizione, la consuetudine. Larchitettura mediterranea pu essere oggi, pi che mai, insegnamento di metodo, superamento dellarbitrio, ricerca di essenzialit, pratica di risparmio e recupero ambientale...la sua universalit si pu rintracciare nel modo con cui fornisce risposte adeguate a bisogni essenziali e in una ricerca di rigore che oggi si pone come fattore etico di risparmio contro gli eccessi del consumo, lo spreco delle risorse, lo sfruttamento indiscriminato del territorio... (da La Casa Mediterranea - modelli e deformazioni, di Antonello Monaco, Quaderni Isam, Edizioni Magma, Napoli 1997). Quali definizioni per larchitettura mediterranea? Quali caratteri la distinguono? Pochi sono i suoi modelli abitativi, poich essa conforma il territorio secondo semplici percorsi di razionalit e geometria. Se si considera che la cultura architettonica ha oggi accettato la sfida del risparmio energetico, come motore di sviluppo e come impegno per la salvaguardia dellambiente, non si deve dimenticare che larchitettura mediterranea , in questo senso, un modello efficace, collaudato da secoli per affrontare questi aspetti. Si adatta alle accidentalit del terreno; si ripete linearmente negli insediamenti a schiera lungo le coste marine, o lungo le direttrici stradali di regioni interne; si esprime in costruzioni isolate che identificano punti di osservazione ed emergenze paesaggistiche. Si configura in tipologie volumetriche elementari che si compongono di parti distinguibili funzionalmente: il tetto a terrazza o a falda semplice; il patio, il fronte di affaccio; lintonacatura a colori tenui, per favorire la riflessione del calore o lidentificazione della superficie. Recente la ricerca di termini utili ed attuali per una definizione della casa mediterranea; oggi, anche a seguito dellamplificarsi della trattazione dei concetti legati al rispetto ambientale, al risparmio energetico, le formule descrittive e di determinazione di questa architettura si sono moltiplicate: cos, in questo numero di Costruire in Laterizio largomento viene affrontato non solo da un punto di vista di espressivit formale e stilistica, ma anche considerato riguardo ai caratteri tecnologici, di dettaglio, e alle prerogative di sostenibilit che esso offre. Le costruzioni nellarea mediterranea dimostrano in questo modo che
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larchitettura soprattutto unarte collettiva, poich accetta e affronta, con il contributo di diverse componenti tecniche, gli aspetti, le ideologie, le problematiche della realt e dello sviluppo sociale. Di sicuro, larchitettura del Mediterraneo offre interessanti e alternativi punti di analisi e valutazione della tecnologia costruttiva e pone a confronto i criteri di semplicit con quelli di pi avanzata tecnologia, quelli basati sulla tradizione con quelli rivolti alla sperimentazione; rende validi i principi dellisolamento e dellinerzia termica, offrendo al progettista una variet di soluzioni consapevolmente conseguenti, secondo un procedimento di razionalit, affidabili ed efficaci nel lungo periodo. Daltra parte, gli elementi e gli accorgimenti architettonici, che sono oggi alla base di una progettazione sostenibile, come per esempio le serre solari, le facciate o le intercapedini ventilate, le soluzioni dinvolucro massive sono in sostanza applicazioni compositive che derivano dallo studio di aspetti e caratteri propri dellarchitettura vernacolare. Lo sviluppo del tema trattato ha prodotto cos varie argomentazioni che possono contribuire ad individuare modalit pi attuali per interpretare larchitettura mediterranea: vengono qui presentate opere che si configurano nel loro rapporto con il paesaggio, che vivono del panorama in cui vengono inserite, che si caratterizzano nella semplicit e nella nettezza delle forme e dei colori, che presentano elementi ricorrenti per tradizioni e per opportunit. Gli edifici, realizzati in Italia, in Spagna, in Francia, in Grecia e in Egitto, sono il risultato di una selezione che ha valutato opere di tutti i Paesi che si affacciano sul mare Mediterraneo: case unifamiliari, per vacanza, insediamenti a schiera, villaggi, alberghi. In particolare, si affronta la questione sostenibilit, oggi assolutamente primaria, facendo riferimento a quegli accorgimenti tipici della casa mediterranea (ventilazione naturale, massa e inerzia termica, controllo dellinfluenza solare) che dovrebbero essere riproposti nelle costruzioni votate al contenimento dei consumi energetici, per riscaldamento e rinfrescamento. Sono posti, inoltre, sotto osservazione i principi di progettazione bioclimatica, i tipi di involucro pi adatti a mantenere nelledificio il comfort termico, i metodi di costruzione passiva. Si rivalutano certe questioni di stile, che possono essere ben rappresentate con riferimento agli esempi presentati, o a una catalogazione delle opere mediterranee, con la citazione, inoltre, di varie associazioni culturali dedicate. Una di queste lIsAM - Istituto per lArchitettura Mediterranea, che riunisce architetti di diverse nazionalit, per sostenere la riscoperta di un metodo di costruire in consonanza con lambiente, con i suoi caratteri fisici, i suoi materiali, la sua storia. Unaltra la Fondazione Laboratorio Mediterraneo, nata a Napoli nel 1994, che opera per valorizzare le differenti culture dei Paesi del mare interno. C lAIAT Associazione Italiana Amici della Tunisia , costituita da cittadini italiani nati e cresciuti in Tunisia che ha promosso la pubblicazione di numerosi testi di architettura, riferiti a quel Paese. Si deve, infine, ricordare WWF (Ricerche e Progetti) che ha elaborato di recente una ricerca, confluita poi in una pi ampia pubblicazione, a cura di Adriano Paolella, Simona Bardi, Rita Minucci, Rossella Venezia, Giamila Quattrone, su Architettura mediterranea e cambiamenti climatici (Edizioni Ambiente, 2009), focalizzata specificatamente su materiali, modalit costruttive, specificit e condizioni operative dei territori mediterranei. In essa vengono evidenziate strategie e pratiche attente alla qualit complessiva delledificio, piuttosto che allesclusiva rispondenza a parametri imposti dalle norme, dimostrando che i laterizi rappresentano concretamente una valida risposta costruttiva, in termini sociali e ambientali, ai cambiamenti climatici.
EDITORIALE
Progetti
Igor Maglica
Isola di Maiorca, nellestrema peninsula de Formentor, a poco pi di 100 miglia nautiche dalla costa spagnola, rappresenta senza dubbio uno dei luoghi simbolo della mediterraneit. lvaro Siza Vieira, premio Pritzker 1992, uno dei pochissimi architetti famosi che continua ad occuparsi di progettazione di case singole, secondo lui per due valide ragioni: perch il committente che ti ha scelto desidera una villa progettata proprio da te e perch un architetto per mantenersi in eserciziodeve saper cambiare di scala con naturalezza e scioltezza. Lincontro tra la natura delle Isole delle
lvaro siza
Vista del modello da ovest. Nella pagina a fianco: vista del volume centrale della villa da est.
il resto.Laccesso al sito avviene da nordovest per mezzo di una rampa carrabile che scende alla quota + 22,00 sopra il livello del mare. Su questa piattaforma sono stati dislocati tre volumi distinti, a loro volta composti da porzioni pi piccole e differenziate. Lentrata principale alla villa situata nella zona pi ad est, raggiungibile alla fine di un lungo percorso pedonale, posto tra il muro di contenimento a nord e le parti pi basse dei volumi a sud. Allinizio del tratto, nella parte ovest, situato il volume destinato allalloggio del custode, alto due piani fuori terra. Questo elemento puntuale segna linizio del percorso pedonale e marca lasse che conduce fino allentrata principale. Da l (+22,10), si scende o si sale di una quota (+18,60/+25,60) tramite scale interne alledificio e ci si collega alla quota inferiore della porzione centrale (ovest). A questo livello (+18,60), i due volumi diventano uno spazio unico che ospita il soggiorno, la cucina, la sala per il pranzo e altri locali. Invece, alla quota +22,10 sono situate le 4 camere da letto (3 nel blocco centrale). I volumi, con conformazioni geometriche differenti,uniti ad angoli di gradi diversi, creano spazi ricchi di interstizi, contrassegnati da alcuni grandi tagli in facciata. In questo senso, risulta curiosa la scelta di negare al locale adibito al soggiorno la splendida vista sul mare. Questa preferenza introspettiva stata molto probabilmente dettata dalla decisione di dare maggiore importanza architettonica ad altre aperture (balconi e terrazze) presenti nel fronte della villa rivolto verso il mare. In realt, il prospetto sul mare nasconde abilmente tutte le finestre e le porte che sono state posizionate nel muro retrostante, non su quello a filo esterno della facciata. Questa scelta stilistica di Siza contribuisce a rafforzare limpressione di un grande volume bianco articolato (come le rocce sottostanti), interrotto soltanto dai numerosi pini marittimi cresciuti dinanzi.
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PROGETTI
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Piante a vari livelli. Fila in alto, da destra: pianta delle coperture, pianta quota 25,60; fila centrale, da destra: piante a quota 22,10 e 18,60; in basso: pianta quota + 15,40. Legenda: 9. camera da letto 1. soggiorno 10. guardaroba 2. sala pranzo 11. terrazza 3. cucina 12. deposito 4. ripostiglio 13. locale tecnico 5. lavanderia 14. ascensore 6. dispensa 15. entrata 7. atrio dingresso 16. strada 8. disimpegno Nella pagina a fianco: vista verso il mare dal terrazzo situato tra i due volumi della villa.
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PROGETTI
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Scheda tecnica Progetto: lvaro Siza Collaboratori: Atsushi Ueno (fase 1); Ola Boman, Rafel Moranta, Miquel Capllonch (fase 2) Impresa: Consestelrich, Sr Bartomeu Estelrich Arrom Cronologia: 2002-04, progetto; 2004-08, realizzazione
Qui e nella pagina a fianco: vista parziale della villa da nord verso il mare. Sezione trasversale nord-sud. Nella pagina a fianco, dallalto: sezioni longitudinali ovest, ovest-est ed est-ovest; due sezioni trasversali sud-nord.
PROGETTI
Vista dal basso del fronte rivolto verso il mare. Schizzo di studio.
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PROGETTI
Progetti
Igor Maglica
Casa Guerrero si trova completamente immersa nel paesaggio mediterraneo della provincia di Cadice, nel sudovest della Spagna.Il territorio circostante,che presenta caratteristiche comuni a molte aree di sviluppo urbanistico disomogeneo, formato da ampie distese di campi lavorati, o lasciati naturalmente incolti, e grandi spazi verdi alternati a zone di scarsa densit edilizia e a villaggi turistici racchiusi dentro i loro recinti. A completare le caratteristiche di mediterraneit, contribuisce notevolmente il clima andaluso e la prossimit dellacqua, anche se il mare pi vicino lOceano Atlantico e non il nostro Mar Medit-
(8 m) che contengono un parallelepipedo di 18 m di larghezza per 33 m di lunghezza. Le pareti, prive di qualsiasi tipo dornamento e apertura (tranne unaustera porta dipinta di bianco), segnano un limite netto tra il mondo esterno e la vita immaginaria che si svolge dentro labitazione. Ma, una volta attraversata la semplice soglia dingresso, limmagine della cella chiusa, percepita dal di fuori, svanisce come dincanto per trasformarsi in un ambiente pieno di armonia, in cui luci e ombre, spazi aperti e chiusi si alternano intorno al cuore segreto della casa: il locale del soggiorno situato nellepicentro della composizione geometrica. Come in un hortus conclusus, il percorso immaginato attraversa tre fasce trasversali (nord-sud), di cui solo quella centrale (18x9 m) coperta. Dopo aver oltrepassato un patio con 4 alberi darancio, il tragitto conduce nella grande sala posta al centro (9x9 m, altezza 8 m) delimitata da due ampie pareti di cristallo, interrotte soltanto dai leggeri telai delle porte di vetro; alla fine, si arriva ad un altro cortile con 4 alberi e una piscina stretta. Due zone intermedie,coperte da porches (portici privi di pilastri) profondi 3 m, fanno da filtro alla fascia mediana dellabitazione e proteggono dalla forte luce e dal caldo del sole. Invece, seguendo le ripartizioni longitudinali ovest-est,ledificio contraddistinto da due pareti interne, lunghe 23 m e alte 3 m, che lo attraversano sino al cortile finale. Esse delimitano la base del patio dentrata a soli 9 m, sorreggono strutturalmente la fascia centrale coperta e nascondono, dietro di loro, una striscia formata da camere da letto e servizi che, come unintercapedine, favorisce un migliore microclima interno. I materiali costruttivi utilizzati sono i mattoni e il calcestruzzo, mentre le finiture sono in pietra e intonaco.Casa Guerrero unopera estremamente romantica e razionale in cui il progettista ha cercato di armonizzare al massimo gli elementi naturali per esaltare la loro straordinaria bellezza allinterno di un ambiente artificiale costruito dalluomo.
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PROGETTI
Scheda tecnica Progetto: Alberto Campo Baeza Collaboratori: Ignacio Aguirre, Miguel Vela, Diego Corrales Strutture: Mara Concepcin, Prez Gutirrez Impresa: Diego Brenes Superficie: 170 m2 (casa), 400 m2 (cortili) Cronologia: 2004-05
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Sezione longitudinale.
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PROGETTI
Vista parziale della sezione costruttiva. Particolare verso lentrata. Nella pagina a fianco: il cortile con la piscina.
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PROGETTI
Progetti
Roberto Gamba
Alcanar, 8.000 abitanti, sulla costa della Catalogna, a duecento chilometri a sud di Barcellona,tra i monti del Montsi e la baia de Els Alfacs, tra coltivazioni di agrumi. Questopera stata realizzata su una porzione di terreno coltivato, lunga e stretta, di 250x18 m, perpendicolare alla spiaggia e analoga per forma, dimensioni e orientamento alle centinaia di particelle in cui si suddividono i campi, in questa parte di territorio, segnato dalla foce del fiume Cenia,al confine con la regione Valenciana. La casa si trova ad una estremit dellarea, rialzata di 70 cm,su una piattaforma di doghe di legno. costituita da tre piccoli volumi,
e centro della vita familiare, destinato al godimento dellaria, della natura, dello spazio allaperto; in una sorta di reinterpretazione dello stare, come in un campeggio, tra una tenda (o un caravan) e laltra. Il patio pavimentato con grandi listoni di legno sbiancato, modularmente allineati, in continuit con la piattaforma di appoggio; i serramenti in alluminio rientrano nello spessore delle pareti perimetrali, creando ridotti spazi porticati (anche di protezione dalla pioggia e dal sole). Uno dei corpi racchiude il soggiorno, lo spazio di cottura e una zona soppalcata illuminata dallalto, in cui si espone una collezione di opere di arte primitiva; un altro ospita la camera da letto, i servizi e un piccolo spazio studio; il terzo, a sud, ha unaltra camera, una facciata traforata frangisole e una scala esterna che conduce al terrazzo panoramico sovrastante. Infine, in fondo alla particella stato ricostruito un antico manufatto che alloggia la lavanderia e spazi di deposito. Il progetto recupera la tradizione delle case coloniche e delle costruzioni rurali del paesaggio levantino; rappresenta, quindi, labitare mediterraneo, riproponendo gli elementi di quellarchitettura: la terrazza, il patio, il biancore degli intonaci, il nitore dei volumi, la nettezza delle ombre e dei chiaro-scuri prodotti dalla luce naturale e artificiale.La tradizione e il vernacolare sono lessenza dellintervento, sia per la concezione spaziale che per le tecniche e i materiali: sono adottati mattoni non intonacati, rivestimenti esterni a stucco di calce lisciata, piccoli manufatti realizzati appositamente per la finitura della copertura. Il rapporto con il paesaggio e lorganizzazione della casa, che si basa su un sistema funzionale di parti autonome; gli effetti di luce e ombra che si producono tra un volume e laltro; la materialit dei paramenti interni in laterizio rigato; leleganza dei pavimenti realizzati a getto monolitico; la tessitura degli incannucciati contribuiscono a mettere in rilievo gli aspetti pi sensitivi e materici dellopera architettonica.
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La casa realizzata su una particella, lunga e stretta, perpendicolare alla spiaggia. Planimetria.
Scheda tecnica Progetto: Carlos Ferrater & Asociados con Carlos Escura Impresa: Construcciones PJ 98, S.L. Cronologia: 2006, realizzazione
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PROGETTI
Veduta dei due fronti rivolti al mare, uno traforato per la camera, laltro vetrato sul soggiorno. Prospetti e sezioni.
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Il biancore degli intonaci e il nitore dei volumi risalta alla luce del tramonto. Prospetti e sezioni.
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PROGETTI
Uno dei tre corpi con il tetto piano a cui si accede da una scala esterna. Sezione costruttiva. Legenda: 1. mattonella speciale con finitura in calcestruzzo bianco 50x20x3 cm 2. membrana impermeabilizzante 3. malta di livellamento 4. gronda di lamiera metallica ripiegata 5. maglia elastica di fibra di vetro 6. mattone pieno 7. giunto elastico 8. membrana impermeabilizzante su gronda 9. staffa per calcestruzzo di finitura 15x20 cm 10. mattonella di calcestruzzo bianco 30x20x3 cm 11. isolamento termico 12. solaio 13. foro di ventilazione 14. ancoraggi di lamiera metallica (maglia ogni 100 cm) 15. mattone forato 25x12x9 cm 16. isolamento termico con schiuma di poliuretano iniettato 17. mattone forato 18. rinzaffo di malta cementizia e verniciatura 19. tavola di legno 20. malta a singolo strato 21. mattone forato 7 cm 22. griglia per laria condizionata 23. coperchio in legno laccato 24. tenda tessile 25. doppio profilo L 40x5 mm, a formare cassonetto 26. vetro 27. soletta di calcestruzzo a vista con ribasso per gocciolatoio 28. gocciolatoio 29. pezzi prefabbricati di calcestruzzo 25x25x4 cm 30. malta cementizia 31. soletta di calcestruzzo 20 cm 32. profilo tubolare metallico 20x20x1,5 mm 33. strato di malta autolivellante 5 cm 34. solaio di cemento armato 25 cm 35. profilo di acciaio L 50x5 mm 36. muretto di calcestruzzo 37. fondazione continua 38. intonaco di gesso Nella pagina a fianco: il patio su cui si affacciano i tre corpi abitativi, pavimentato a listoni di legno bianco. 35 36 37 33 34 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 38 11 12 19 20 21 22 23 24 25 26
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PROGETTI
Progetti
Adelina Picone
La casa trova la sua identit mediterranea nel rapporto con lambiente, diventando parte del millenario processo di codificazione di quel paradigma di abitazione per climi aridi che riassume il portato delle conoscenze tradizionali. Equilibrio non facile da raggiungere, quello dellinnovazione in continuit con la tradizione, soprattutto se si parte dallassunto di una necessaria fissit della forma. Abdel Wahed El Wakil, allievo delezione di Fathy, ha portato avanti la sua ricerca, raggiungendo, unico tra i suoi seguaci, un raffinato grado di qualit architettonica.
Casa Halawa: particolare di una musharabiya. Nella pagina a fianco: vista della corte interna.
FOTOGRAFIE Aga Khan (per gentile concessione dellAga Khan Trust for Culture)
modulari che configurano, a loro volta, rettangoli aurei, per la geometria e per lalternanza di spazi coperti e scoperti ricorda molto da vicino casa Stopplaere di Fathy. Per il suo progetto, El Wakil adotta il sistema costruttivo in muratura portante: una spoglia pietra calcarea locale, mattoni rossi cotti e malta di fango. Per le coperture utilizza sia la cupola che la volta nubiana.Senza ponteggio o centinature commenta, il muratore abbozza con il fango la forma parabolica della volta sulla parete di fondo della camera da coprire, parete che risulta alzata pi delle altre. Comincia quindi a deporre i mattoni, uno per uno, contro il muro: dopo cinque o sei corsi, viene conformandosi un arco inclinato parabolico appoggiato contro la parete della stanza e supportato al di sotto dalle due pareti laterali.Lintera camera cos gradatamente coperta e la volta intonacata sia allinterno che allesterno. Lambiente beneficia di un naturale condizionamento, grazie allaltezza delle pareti e alle aperture in alto. Quando la stanza ha forma quadrata, si ricorre alla realizzazione di cupole, il cui volume chiuso, costruito interamente a mano e ad occhio, richiede che il muratore lavori con notevole maestria, per trovare un proprio senso delle proporzioni, per tracciare strutturalmente la curva fondamentale della catenaria, proporzionata con lampiezza della camera da coprire. Il muratore che ha eseguito i lavori ad Halawa Alladin Moustafa, il mastro nubiano che aveva lavorato con Hassan Fathy a Gourna. El Wakil racconta:Alladin non legge il disegno di un edificio in pianta e sezione;bisogna solo indicargli il posto in cui dovr essere costruita una volta o una cupola ed egli intuisce il senso del volume, nella sua tridimensionalit. Non pu comprendere una pianta o un prospetto; la sezione un elaborato troppo sofisticato. Lavorare con Alladin mi ha fatto capire molte cose importanti: larchitettura unarte collettiva, che ha il suo specifico vocabolario; non appartiene al singolo indi-
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viduo. Quando parlavamo con Alladin di costruire un claustra, lui mi chiese: Vuoi il sette e lotto? Ed io gli risposi: Cos il sette e lotto? Dopo un po ho capito: il sette in arabo una V e lotto una V capovolta; ci corrisponde al modo in cui egli compone i mattoni per costruire un claustra. Ogni parola, nella sua testa, corrisponde ad una forma. La povert dellarchitettura contemporanea in larga parte dovuta anche al fatto che gli architetti credono di poter realizzare tutti i dettagli senza unapprofondita conoscenza delle tecniche e dei materiali. Lunica eccezione Mies van Der Rohe. Lutilizzo del dettaglio costruttivo,come ponte con labitazione della tradizione, palesa il senso del progetto di casa Halawa. Un elemento, in apparenza soltanto decorativo, assume invece una funzione climatica, come avviene per i claustra o per la musharabiya. A proposito dei claustra, Fathy, infatti, scrive: Una serie di piccole forature preferibile a grandi aperture, per questioni di privacy, sicurezza, di uniforme distribuzione del flusso daria; inoltre, blocca i raggi solari diretti e diventa un motivo ornamentale. Si possono praticare nelle facciate degli edifici delle
aperture grandi, utili soprattutto per illuminare e ventilare, schermandole con unopera a m di grata, che apparir come una parete forata. Queste grate, chiamate claustra, erano in origine usate nelle grandi aperture delle terme romane.Nellarchitettura vernacolare,esse sono di norma realizzate con vari motivi decorativi, costituite da bucature praticate sulla parete piana intonacata, non come la musharabiya,che di legno. I claustra sono per lo pi usati per espellere laria calda che si raccoglie nelle parti alte della stanza,oppure nei muretti parapetto che recingono le terrazze, per agevolare le correnti daria sulla testa di chi dorme sui tetti destate. La musharabiya ha diverse funzioni: controlla il passaggio della luce, regola il flusso di aria, riduce la temperatura delle correnti, aumenta lumidit dellaria, assicurare la privacy(2). Omar El Farouk, altro allievo di Fathy, ha studiato levoluzione storica della musharabiya ed il suo funzionamento,oltre che come elemento schermante in
grado di evitare labbagliamento,potenziando la ventilazione naturale, anche come umidificatore: le colonnine di legno trattengono,infatti,lumidit dellaria che passa attraverso.La musharabiya , infatti, un raffinato e sofisticato dispositivo di controllo ambientale, di funzionamento apparentemente molto semplice: gli elementi lignei del diaframma si dispongono in una grande variet di motivi decorativi, ad ognuno dei quali corrisponde la risposta ad una data esigenza di natura climatica. Il semplice accorgimento di ampliare la dimensione dei vuoti, man mano che si sale in altezza sulla parete, permette allaria calda di fuoriuscire pi facilmente e, contemporaneamente, alla luce di entrare in modo pi concentrato,visto che in alto non ci sono pi problemi di abbagliamento, n di privacy.
Note 1. Abdel Wahed El Wakil. Profile, in Mimar, n. 1, 1981. 2. Hassan Fathy. Natural energy and vernacular architecture: principles and examples with a reference to hot arid climates, University of Chicago Press, Chicago 1986.
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Abdel Wahed El Wakil Agamy, localit balneare egiziana sulla costa mediterranea Esecutore dei lavori: Alladin Moustafa Riconoscimenti: premio Aga Kahn Awards per lArchitettura
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PROGETTI
Nel 1950 Hassan Fathy realizzava casa Stopplaere, abitazione-simbolo del costruire con il clima, forma aulica dellabitare il deserto della Valle dei Re. La ricerca di una continuit con la tradizione era l espressa nelle forme, nellutilizzo delle tecniche, nei rapporti distributivi e spaziali. La residenza trova la sua identit mediterranea nel rapporto con lambiente, diventando parte del millenario processo di codificazione di quel paradigma di casa per climi aridi, che in questi luoghi riassume, nelle forme dellabitare,il portato delle conoscenze tradizionali. Questi sono gli elementi che consentono di mettere in atto il dispositivo climatico: la corte (le cui funzioni climatiche sono note: ombra, regolatore di temperatura, raffreddamento per differenze di pressione), il malkaf (torre del vento, posizionata in modo da captare le brezze prevalenti), la qaa (ambiente principale della casa che, grazie alla sua volumetria particolarmente pronunciata in altezza ed alle particolari proporzioni e finiture dello spazio interno, funziona da wind-escape), la susheika (copertura dello spazio centrale della qaa, realizzata con materiali leggeri per accentuarne il riscaldamento ed accelerare leffetto di tiraggio dellaria), lutilizzo dellacqua (fontane e vasche lungo il percorso dellaria per raffrescarla per evaporazione). A questi elementi corrisponde una configurazione formale, spaziale, proporzionale, ben definita nel bagaglio delle conoscenze tradizionali. Hassan Fathy ne ha studiato le innumerevoli variazioni nelle forme del vernacolo ed ha inteso, con le sue architetture, porsi in continuit con questo processo non rinunciando, tuttavia, ad imprimere un timbro di assoluta contemporaneit. senzaltro un equilibrio difficile da raggiungere, quello dellinnovazione in continuit con la tradizione, soprattutto se si parte dallassunto
di una necessaria fissit della forma. Abdel Wahed El Wakil,allievo delezione di Fathy, ne ha portato avanti la ricerca, raggiungendo, unico tra i suoi, un alto grado di qualit architettonica. El Wakil studia Guenon, Shoun, Burkardt, Swaller de Lubicz, che gli consentono di acquisire una conoscenza approfondita delle relazioni tra geometria e simbolo nellarchitettura arabo-islamica. Nel suo lavoro, la riproposizione dellarchitettura del passato viene coniugata con luso delle tecnologie informatiche; complicatissime sculture di mukarnas compaiono sotto le sue cupole,citazioni della memoria,costruite grazie alle pi sofisticate elaborazioni virtuali. Secondo il suo pensiero,la reinterpretazione delle forme archetipe ha svolto un ruolo centrale nellarchitettura tradizionale. Spesso stato anche un fatto importante, dal punto di vista sociale, il riconoscimento e la continuit nella trasformazione di qualcosa di familiare in qualcosa di nuovo(1). nella casa Halawa, costruita ad Agamy (localit balneare egiziana sulla costa mediterranea), che si manifesta, in maniera compiuta, questa ricerca di un costante equilibrio tra tradizione ed innovazione, tra continuit, memoria e modernit, che investe il progetto sino alla scala del dettaglio, alla cui definizione dedicata particolare attenzione. Questa casa stata loccasione a lungo attesa per mettere in pratica gli studi e le ricerche intraprese sullarchitettura vernacolare,mostrando gli aspetti esteriori e i significati interni delleredit dellarchitettura tradizionale,ed il suo uso nel progetto contemporaneo(2). La configurazione planimetrica delledificio, un rettangolo allungato di proporzioni auree, scomponibile in unit modulari che configurano, a loro volta, rettangoli aurei, per la geometria e per lalternanza di spazi coperti e scoperti ricorda molto da vicino la casa Stopplaere di Fathy. Non potendosi riferire ad una specifica tradizione locale, visto che Agamy non ha un bagaglio costruttivo proprio, El Wakil si avvalso dei caratteri estrapolati dallo studio dell'architettura vernacolare egiziana in generale,
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adottando, come sistema costruttivo, quello in muratura portante: una spoglia pietra calcarea locale, mattoni rossi cotti e malta di fango. Per le coperture, sceglie un utilizzo diffuso sia della cupola che della volta nubiana,impiegando tutti gli accorgimenti tecnici che la tradizione gli ha consegnato. Senza ponteggio o centinature, il muratore abbozza con il fango la forma parabolica della volta sulla parete di fondo della camera da coprire, parete che risulta alzata pi delle altre. Comincia quindi a deporre i mattoni, uno per uno, contro il muro: dopo cinque o sei corsi, viene conformandosi un arco inclinato, parabolico, appoggiato contro la parete della stanza e supportato, al di sotto, dalle due pareti laterali. Lintera camera cos gradatamente coperta e, una volta conclusa, la volta viene intonacata sia allinterno che allesterno. La stanza beneficia di un naturale condizionamento, con pareti pi alte del normale, dotate di aperture in alto. Quando la stanza ha forma quadrata,si ricorre alla realizzazione di cupole, il cui volume chiuso, costruito interamente a mano e ad occhio, richiede che il muratore lavori con notevole maestria, per trovare un proprio senso delle proporzioni, per tracciare strutturalmente la curva fondamentale della catenaria, proporzionata con lampiezza della camera da coprire. Procedimento, questo, che pu, a buon diritto, essere definito, come Fathy stesso sottolinea, architettura in tre dimensioni. Il muratore che ha eseguito i lavori ad Halawa Alladin Moustafa, il mastro nubiano che aveva lavorato con Hassan Fathy a Gourna. Abdel Wahed El Wakil racconta: Alladin, il mastro muratore, non legge il disegno di un edificio in pianta e sezione; bisogna solo indicargli il posto in cui dovr essere costruita una volta o una cupola ed egli intuisce il senso del volume, nella sua tridimensionalit. Non pu comprendere una pianta o un prospetto; la sezione un elaborato troppo sofisticato.Lavorare con Alladin mi ha fatto capire molte cose importanti, che studiando da solo a scuola mai avrei potuto apprendere: larchitettura unarte collettiva, che ha un suo specifico vocabo-
lario: non appartiene al singolo individuo. Per parlare di un edificio con qualcuno necessario dotarsi di una terminologia che riempia di significato limmagine; altrimenti il processo progettuale diventa difficile. Con Alladin ho cominciato dallapprendere il suo linguaggio. Quando parlavamo di costruire un claustra, lui mi chiese:Vuoi il sette e lotto? Ed io gli risposi: Cos il sette e lotto? Dopo un po ho capito: il sette in arabo una V e lotto una V capovolta;ci corrisponde al modo in cui egli compone i mattoni per costruire un claustra. Ogni parola, nella sua testa, corrisponde ad una forma.La povert dellarchitettura contemporanea in larga parte dovuta anche al fatto che gli architetti credono di poter realizzare tutti i dettagli senza unapprofondita conoscenza delle tecniche e dei materiali.Lunica eccezione MiesVan Der Rohe(3). Lutilizzo del dettaglio costruttivo, come ponte con la casa della tradizione, come elemento capace di fornire identit e valore allabitazione, fornisce la giusta chiave di lettura per comprendere appieno il senso del progetto di casa Halawa. Ed importante non dimenticare che,in queste architetture,anche un dettaglio apparentemente decorativo ha,invece, unimportante funzione climatica, come avviene per i claustra o per la musharabya. A proposito dei claustra, Fathy, infatti, scrive: Una serie di piccole forature preferibile a grandi aperture, per questioni di privacy, sicurezza, di uniforme distribuzione del flusso daria; inoltre, blocca i raggi solari diretti e diventa un motivo ornamentale. Si possono praticare nelle facciate degli edifici delle aperture grandi, utili soprattutto per illuminare e ventilare,schermandole con unopera a m di grata, che apparir come una parete forata.Queste grate,chiamate claustra, erano in origine usate nelle grandi aperture delle terme romane. Nellarchitettura vernacolare, esse sono di norma realizzate con vari motivi decorativi, costituite da bucature praticate sulla parete piana intonacata, non come la musharabiya, che di legno. I claustra sono per lo pi usati per espellere laria
calda che si raccoglie nelle parti alte della stanza, oppure nei muretti parapetto che recingono le terrazze, per agevolare le correnti daria sulla testa di chi dorme sui tetti destate(4). E, a proposito della musharabiya, sottolinea:La musharabiya ha cinque funzioni: 1) controllo del passaggio della luce, 2) regolazione del flusso di aria, 3)riduzione della temperatura delle correnti,4) aumento dellumidit della corrente daria, 5) rispetto della privacy(5). Omar el-Farouk, un allievo di Hassan Fathy, ha svolto approfondite ricerche sullevoluzione storica della musharabiya e sul suo funzionamento, scoprendo che essa, oltre a funzionare come elemento schermante, evitando labbagliamento, ed a permettere la ventilazione naturale, ha delle propriet igroscopiche: infatti le colonnine di legno trattengono lumidit dellaria che passa attraverso. La musharabiya,oltre ad essere annoverata tra le tipologie di finestre presenti nella casa araba, a tutti gli effetti un raffinato dispositivo di controllo ambientale. Un esempio di quanto sia in realt sofisticato il suo funzionamento, apparentemente molto semplice, dato dalla variet dei motivi decorativi con cui si dispongono gli elementi lignei del diaframma: ad ogni motivo corrisponde la risposta ad una data esigenza di natura climatica. A quella che, apparentemente, soltanto una molteplicit di motivi ornamentali corrisponde in realt, con il variare della dimensione dei vuoti e del diametro delle colonnine, una pluralit di modi di controllare lingresso della luce solare e la quantit di aria in entrata ed in uscita. Il semplice accorgimento di variare il partito decorativo, ampliando la dimensione dei vuoti man mano che si sale in altezza sulla parete, permette allaria che si riscaldata di fuoriuscire pi facilmente in alto e, contemporaneamente, alla luce di entrare in maggiori quantit e con modalit pi concentrata,visto che in alto non sussiste pi il problema dellabbagliamento,n quello della privacy. proprio nel progetto del dettaglio costruttivo che El Wakil riprende il senso e gli elementi della tradizione, esaltando la fissit della forma, nel tentativo di rein29
PROGETTI
terpretarla.Nel progettare una musharabiya nelle mie prime case racconta io non ero soddisfatto di certe curve. Era estremamente difficile risolvere il problema, e non riuscivano mai a raggiungere la bellezza di quelle antiche.Ad un certo punto, approfondii lanalogia tra il progetto e la scrittura manuale. Nellesercizio calligrafico ogni linea, ogni lettera, come una composizione musicale: dotata di spazio. Il modulo lo spessore della penna. Ci sono multipli di questa dimensione, inclinazioni diverse, ecc. Sono principi e regole che si sono evolute, nel tempo, nella tradizione. Lo stile ha un suo significato e le regole della bellezza sono estremamente difficili da alterare. Un individuo da solo non pu riuscirci; queste evolvono solo grazie ad uno sforzo collettivo(6). Oltre alla presenza di tutti gli elementi che appartengono al paradigma della casa per climi aridi, correttamente configurati nella residenza Alawa,sia rispetto allorientamento che alla direzione dei venti, El Wakil introduce con equilibrio anche segni tratti dal vocabolario del Movimento Moderno. Cos avviene lincontro, in un sofisticato intreccio formale, su una parete che riflette la nudit dell'intonaco bianco, tra gli archi parabolici delle volte nubiane ed i rettangoli aurei delle bucature delle logge, in una composizione spaziale che unisce il raumplan di Loos alla casa araba di Fathy. Adele Picone
Note 1. Abdel Wahed El Wakil. Profile, in Mimar, n. 1, 1981. 2. ibidem. 3. ibidem. 4. Hassan Fathy. Natural energy and vernacular architecture: principles and examples with a reference to hot arid climates, University of Chicago Press, Chicago 1986. 5. ibidem. 6.Abdel Wahed El Wakil. Profile, cit. Nota biografica Abdel Wahed El-Wakil (1943, Cairo), architetto, tra il 1965 e il 1970 collabora alla didattica con Hassan Fathy. Nel 1971 intraprende la libera professione ed apre uno studio sia in Egitto che ad Ashford, Kent, in Inghilterra. Nel 1979 diventa consulente dellUNESCO per la costruzione di un villaggio beduino nellarea storica di Petra in Giordania. Nel 1980 vince il primo dei due Aga Kahn Awards per la costruzione della Casa Halawa ad Agamy, in Egitto, completata nel 1975; il secondo nel 1989 per una moschea a Jeddah. Il corpus del suo lavoro include un gran numero di moschee. Ha vinto, nel 2009, il Premio Richard H. Driehaus.
Progetti
Carmen Murua
Allepoca della sua realizzazione, il complesso residenziale, costituito da 17 case unifamiliari, era situato in unarea ancora disomogenea, in fase di urbanizzazione.Da un lato,vi era la periferia residenziale e dallaltro, invece, unarea industriale sorta a seguito delloccupazione di terreni agricoli che circondavano il paese, un piccolo centro urbano a pochi chilometri da Siviglia. Di fronte a questa limitata definizione contestuale, i tre architetti spagnoli hanno riproposto lo schema classico di casa unifamiliare da utilizzare come cellula primaria del tessuto urbano e, con decisione, hanno riempito un isolato vuoto dalla forma
Assonometria del complesso residenziale. Nella pagina a fianco: vista parziale del fronte sud, con gli ingressi alle singole unit abitative.
edilizia popolare, gli alloggi presentano il doppio affaccio, che permette un buon riscontro daria (agevolato anche dallo sviluppo su due piani), una condizione ottimale di ombreggiatura nelle stanze e, soprattutto, spazi allaperto che ampliano le superfici degli ambienti interni verso lesterno.Al piano terreno, ci sono due cortili privati uno situato allingresso, laltro, pi grande e intimo, collocato nel retro dellabitazione e due terrazzi ricavati da un arretramento nei piani superiori dei due fronti.Allinterno, gli alloggi funzionano con riferimenti compositivi elementari e ortogonali. Essi non presentano la configurazione delle tipiche case mediterranee disposte attorno ad uno o pi cortili, ma sono organizzati in modo razionale, con un corpo laterale in cui si concentrano lingresso, gli spazi di distribuzione (scala, corridoio, disimpegni), i servizi e la cucina, in modo da far s che gli ambienti principali dellabitazione, quali il soggiorno e le camere, ampie e regolari, si aprano verso lesterno.I prospetti sono resi movimentati dalla ripetizione sistematica dellarretramento dei volumi e dei muri divisori fra le varie case,che,oltre a gettare grandi superfici dombra, danno un carattere scultoreo ai fronti.Su strada, gli edifici sono caratterizzati dalla replica di uno stesso tema compositivo che conferma limmagine dellarchitettura popolare mediterranea: le inferriate orizzontali delle finestre (al piano terra), che si allungano fino alla porta dingresso, permettono di intravedere dalla strada il cortile daccesso. Per mezzo di esse, si riesce a creare un forte contrasto tra il colore scuro del ferro e il bianco dellintonaco che riveste i muri di mattoni, e a conferire un grande effetto plastico ai prospetti rendendo omogeneo laspetto di tutto il complesso. Con questopera di architettura economica e popolare,i progettisti propongono una casa mediterranea rivisitata in unottica contemporanea, una fusione riuscita tra il tipo proposto dallarchitettura del Movimento Moderno e quello di estrazione prettamente tradizionale.
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PROGETTI
Qui e nella pagina a fianco: veduta del fronte nord e nord-ovest. Sezioni costruttive con i particolari dei diversi tipi di aperture. Legenda: 1. parapetto in mattoni estrusi 2. copertura non calpestabile (isolamento, membrana impermeabilizzante, ghiaia di protezione) 3. copertura calpestabile (isolamento, membrana impermeabilizzante, pavimentazione in cotto) 4. chiusura di facciata (tavelline, isolamento, intercapedine, mattoni forati) 5. architrave di mattoni armato 6. scala 7. architrave 8. chiusura con rivestimento in pietra su doppia parete isolata in mattoni 9. piastrellatura 10. cassonetto tapparella 11. chiusura vani in facciata 12. terreno compattato sotto platea 13. pavimentazione interna 14. terrazza-cortile in mattoni su platea di calcestruzzo 15. trave di cemento armato 16. ventilazione camera di pianterreno 17. doccione-sfioratore 18. scolo 19. pozzetto per ispezione impianti
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Scheda tecnica Progetto: Antonio Tejedor, Mercedes Linares, Pedro Lobato Collaboratore: Victor Baztn Cascales Impresa: IDELPA, S.L. Cronologia: 1997, progetto; 2000, fine lavori
Pianta del piano terra dellintero complesso. Pianta del piano terra (sotto) e del primo piano (in alto) di una casa tipo.
Veduta da nord-ovest.
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Progetti
Alberto Ferraresi
La villa, riprogettata da Emilio Caravatti sul sedime di una costruzione preesistente, si distende primariamente lungo lasse cardinale da ovest ad est, affacciando a nord e sud verso monte e verso mare, rispettivamente. Lopera aggiorna e modifica in modo sostanziale un fabbricato preesistente, risalente agli anni 60, di cui stato reso obbligatorio il rispetto delle principali dimensioni ed estensioni. Queste due condizioni quella della conformazione del lotto e degli specifici vincoli geometrici voluti da norma hanno offerto al progettista loccasione per un pensiero costruttivo particolarmente attento agli aspetti am-
emilio caravatti
Lame di luce mitigano e dosano negli interni la forza del soleggiamento diretto.
composizione dellintera opera giocata sullaccostamento di volumi regolari, suggeriscono ed infondono unidea certa di stabilit.I muri dinvolucro pure derivano la propria dimensione caratteristica, come per continuit, dai necessari setti a contenimento del terreno,definenti il perimetro del lotto e rigiranti anche sul lato verso valle, ove diventano parapetto, in affaccio sulla linea di massima pendenza. Questi setti, a loro volta, quasi spontaneamente ingaggiano un confronto con le sottili membrature metalliche a sostegno dei pergolati ed a completamento delle balaustre.I pergolati ed i muri contro terra di nuovo rimandano al tema delle scelte tecnologiche pi direttamente conseguenti alla lettura delle particolari condizioni ambientali. I primi presentano affacci con ampie aperture volte a sud, rispetto alle quali le pergole, completate da doghe in legno naturale leggermente scostate fra loro, a costituire un frangisole orizzontale, estendono in spazio ombreggiato esterno e panoramico le zone vocate alle attivit diurne dellabitazione; e questo degli sconfinamenti inter-esterni un carattere tipico dellabitare e del costruire mediterraneo. Il materiale prescelto per i serramenti ed i loro sistemi doscuramento, il legno, ben sadatta al contesto alberato dintorno, come pure alle piantumazioni accolte sul coperto della casa, nei terrazzamenti a tetto giardino strategicamente impiegati a temperare le differenze pi significative di clima fra interno ed esterno. La soluzione a giardino pure consente di preservare dallalto la continuit visiva della macchia mediterranea,distesa sul crinale naturale entro cui labitazione sinnesta. Del rettangolo di base, larchitettura di Caravatti porge il lato minore lungo la direzione di massima pendenza, cosicch le brezze percorrenti le direzioni fra costa ed alture possano attraversare trasversalmente il costruito mediante aperture sugli affacci nord e sud, innescando lievi moti convettivi interni. Sono essi utili per asciugare le murature da even-
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La planimetria generale dellintervento. Legenda: 1. accesso carraio 2. accesso pedonale 3. ingresso 4. soggiorno 5. pranzo 6. camera
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tuali giacenze umide, per rinnovare in modo naturale laria allinterno degli ambienti, per rinfrescare piacevolmente la permanenza entro mura durante i periodi pi caldi. La livrea bianca, stesa in modo uniforme sullintonaco, come tradizione vuole, posto a protezione dei muri e dei getti cementizi di tutto il fabbricato, oltre ad individuare pi compiutamente lintero intervento, attenua lassorbimento delle calure da irraggiamento diretto sulle molte superfici esposte della casa.
La sezione trasversale dellabitazione facilita la comprensione del percorso compiuto dalle brezze naturali.
Lo scorcio mette in evidenza il sistema di spazi inter-esterni a valorizzare la fruibilit della casa. I frangisole giocano con la luce diretta addomesticandola in fasci sottili.
Scheda tecnica Progetto: Emilio Caravatti, Matteo Caravatti, con Emanuele Panzeri e Andrea Carmignola D.L.: Emilio Caravatti Collaboratori: Andrea Bianchessi, Ronald Baer-fokker Strutture: Francesco Astolfi Impresa Specchio Costruzioni Dimensioni: volume 400 m3, sup. lotto: 1.600 m2, sup. coperta: 150 m2 Cronologia: 1999, progetto; 2001-02 realizzazione
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Larticolazione dellaffaccio verso mare. I quattro prospetti mettono in risalto la geometria semplice del fabbricato, frutto della composizione di forme primarie.
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Progetti
Roberto Gamba
La frazione di Magazzini appartiene al comune di Portoferraio e si affaccia sulla spiaggia omonima. Questo piccolo complesso alberghiero si sviluppato in fasi successive con laddizione di diverse palazzine, sorte sul sedime di precarie preesistenze che punteggiavano unampia propriet, affacciata sul golfo; linsediamento si prodotto via via duplicandone la capacit ricettiva e dotandolo del servizio di ristorazione. Nelle vicinanze, sulla sommit del terreno, c anche la piccola chiesa di Santo Stefano, un edificio sacro che dominava lo scomparso insediamento delle Trane e che si avvicina, per struttura e apparato deco-
edoardo guazzoni
camere, i bagni e qualche locale di servizio comune. Tra essi, un edificio, denominato Padiglione, con riferimento ai pochi elementi dellapparato decorativo che lo caratterizzano (tetti a padiglione, finestre in legno a riquadri, pergolati in legno verniciato), insieme ai principali materiali impiegati (orditura e arredi in legno di rovere, pavimenti in cotto), ospita quattro camere a due letti, disposte in serie, dotate di servizi e con locale doccia separato.Un altro edificio, curiosamente denominato Pasquale, riprende, della precedente costruzione, la posizione sul pendio e la forma della grande esedra posta sul retro, ombreggiata per intero da un rampicante.Le quattro camere,adeguate agli standard proposti nellintero albergo, si dispongono su due piani e guardano tutte verso il mare. Il progettista (che svolge anche attivit didattica al Politecnico di Milano) ha voluto conservare con estrema semplicit i caratteri architettonici che pi corrispondono alla tradizione elbana, evitando di alterare il contesto panoramico che offre la vista del golfo e dei pendii coltivati verso linterno dellisola; per questo, ha definito il progetto senza ricorrere ad alcuna ricercatezza formale, ma proponendo esclusivamente elementi architettonici, materiali, metodologie e tecniche che derivano dallabitudine locale. Logge, pergolati, tetti a falde, che sono elementi presenti ovunque, qui arricchiscono il contesto e propongono un accostamento stilistico allarchitettura napoleonica,con influenze Schinkelianee neoclassiche, di rapporto con la natura e con i giardini. Se si considera la totale mancanza di elementi propriamente decorativi, si apprezza come il progetto di ogni singola casa si impreziosisca attraverso la corretta applicazione di ogni elemento:le falde con manto in tegole di laterizio, appena sporgenti sulla gronda e sulle superfici intonacate; le pavimentazioni esterne e interne in quadrotti di cotto; le assi di legno verniciato dei pergolati; gli arredi delle camere, spesso realizzati su misura, in ciliegio.
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Il cannocchiale visivo offerto sulla valle dalla disposizione di due casette su due livelli. Il fabbricato accoglie a piano terra cucine, bar e, al primo piano, le camere, allineate sul loggiato.
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PROGETTI
Il progetto, con influenze Schinkeliane e neoclassiche, si confronta con la natura e i giardini circostanti. Planimetria, prospetti e sezioni.
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Le cosruzioni sono impreziosite dalla corretta applicazione degli elementi: le falde in tegole di laterizio, appena sporgenti sulla gronda e sulle superfici intonacate; le pavimentazioni esterne e interne in quadrotti di cotto; il legno verniciato di pergolati e serramenti. Prospetti.
Scheda tecnica Progetto: Edoardo Guazzoni, con Antonello Bortoluzzi, Chiara Guazzoni, Riccardo Salvi, Marco Santagostino Strutture: Franco Maggioni Costruzioni: Impresa Fiumara, Portoferraio (LI) Cronologia: 2002, realizzazione
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Progetti
Acque cristalline, paesaggio mozzafiato. Nel cuore dellEgeo, la pi orientale delle Cicladi emerge dal mare come una cresta dentellata di montagne. Amorgos, isola dalla forma allungata che si estende per circa 120 km,nota per essere stata scelta dal regista francese Luc Besson come location del film Le Grand Bleu, e la pellicola non la smentisce: concretizzazione perfetta dellideale di autentica vita mediterranea.Sole,mare e natura: la vita scorre tranquilla tra colori e profumi, il molo del porticciolo turistico del paese e le bianche case sui pendii, icona delle Cicladi stesse. Il turismo di massa non ha raggiunto, fortunata-
theodore zoumboulakis
sono concentrate nei mesi da novembre a febbraio. Tipologicamente semplici, esse sono composte da morbidi volumi bianchi accostati, pensati con misurata e sobria intenzione dal progettista,Theodore Zoumboulakis, giovane ateniese che svolge attivit professionale quale architetto e interior designer non soltanto in Grecia,ma in costante collaborazione con studi professionali francesi (ha vissuto a Parigi per diversi anni, formandosi presso il Rena Dumas Architecture Interieure).Attraverso il progetto delle residenze in Amorgos,Zoumboulakis non ostenta la propria capacit a declinare un linguaggio contemporaneo e sceglie,invece, la strada della permanenza e attualizzazione dei modelli della tradizione. Le costruzioni si posizionano lungo un muro a secco esistente, ed proprio questo muro a divenire il tema progettuale delle abitazioni, assorbito dalla composizione puntuale. Gli spazi abitabili si sviluppano entro i volumi squadrati dal tetto piano,ma anche al di sotto del terrapieno stesso. Alla quota della terrazza inferiore, ampio spazio aperto e naturale estensione della zona abitabile nella bella stagione, in circa 130 m2, si distribuiscono le funzioni principali: nel corpo centrale, cucina e soggiorno comuni; ai lati, pi camere indipendenti con servizi, ognuna dotata di una propria uscita sullo spazio esterno antistante. Al piano superiore, ubicata la camera padronale, anchessa con servizio annesso e direttamente collegata al tetto terrazza superiore. Sono piccole e puntuali le aperture poste sul volume intonacato; chiari gli infissi che, con continuit, si ritrovano anche nel muro in pietra in corrispondenza delle stanze. nei nodi dinnesto tra i volumi e il muro in pietra a secco che la costruzione si distacca attraverso due lunghe e verticali aperture. La doppia muratura portante, realizzata in mattoni pieni a una e due teste, celata dallo spesso strato di intonaco di calce che caratterizza ledificio, non tange il muro in pietra; anzi lascia, mediante queste fessure, che esso attraversi intatto il corpo di fabbrica e la
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La costruzione si innesta nel muro in pietra originario. Vista da sud. Planimetria delledificio al piano terreno, a livello del primo terrazzamento.
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luce dellalba e del tramonto possano raggiungere gli spazi interni. I materiali dellarchitettura non contraddicono lo spirito del luogo:superfici bianche e continue per linvolucro murario; a vista solo la pietra, essenza stessa del contesto insulare. E il laterizio, ancora una volta, dimostra la propria adattabile natura di elemento costruttivo ideale ad ogni latitudine e clima.
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cement resin gutter rubber joint sealant cement finish asphaltic membrane
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ROOFTOP
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brick wall
metal mesh
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Theodore Zoumboulakis, Zoumboulakisarchitects Strutture: Apostolia Nasiopoulou Superificie dellarea: 8.300 m2 Superficie costruita: 480 m2 Volume: 1.440 m3 Cronologia: 1998-2000
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Vista generale di una delle residenze dalle pendici terrazzate sottostanti. Dettagli costruttivi. Sezione verticale degli edifici in corrispondenza dellinvolucro. Tipologia in doppia muratura portante a una testa.
Le isole antistanti Amorgos ed il Mar Egeo osservati dalla terrazza daccesso alle abitazioni.
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Lo spazio antistante le residenze ed i volumi in aggetto di una delle due tipologie residenziali.
Sezione trasversale delledificio: in evidenza la compenetrazione tra struttura muraria in laterizio ed il muro del terrazzamento in pietra a secco.
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Dal centro di Londra alla Provenza: questa la privilegiata scelta della famiglia inglese che ha individuato nel Haut Var il luogo ideale dove realizzare la propria residenza per il tempo della villeggiatura, dellotium, della vita domestica, in contemplazione della natura.A pochi chilometri dal villaggio di Bargemon, zona rurale del sud-est della Francia, il Col du Bel Homme, sul quale si attesta la costruzione, costituisce una naturale barriera per i venti da nord, aprendosi a sud attraverso la sella di colline che si affacciano sul Mediterraneo. Il progetto dellabitazione, realizzato dagli architetti inglesi Dixon & Jones,
La relazione tra spazi aperti e costruito: la piscina di Villa in the Var. Nella pagina a fianco: vista sullo spazio della corte interna con piscina.
devole promenade, funge da cornice alla vista prospettica ed al giardino.Anche le camere, poste al primo piano, godono del fortunato rapporto con gli spazi abitabili allaperto, grazie ai collegamenti assicurati da due rampe di scale: la prima sale direttamente dal soggiorno dingresso; la seconda conduce alla corte esterna con piscina. Planimetricamente, si tratta di una costruzione lunga e stretta, con piccole aperture sul lato nord per consentire la ventilazione, aperta verso il verde del parco e verso lorizzonte sul lato sud. Anche la sezione del corpo di fabbrica, con la profondit di una sola stanza e corridoio, favorisce unefficace e semplice ventilazione. Nel dipartimento del Haut Var vige un rigoroso regolamento di pianificazione con stretti vincoli nei confronti del patrimonio ambientale. Costruire ex-novo significa rispettare le convenzioni locali, non solo nella geometria delle costruzioni, alte non pi di sei metri e con tetto a falde, ma in particolare nella scelta dei materiali: finiture esterne conformi alla tradizione e, quindi, colori chiari che variano in sfumature dal beige al bianco per le superfici involucranti; forte presenza del cotto per le pavimentazioni; puntuale ricorso ai materiali naturali. Il progetto di Dixon & Jones si impegna ad inserirsi in questo contesto. Nonostante gli architetti inglesi abbiano dovuto dibattere a lungo con il Dipartimento di Pianificazione locale affinch il progetto fosse approvato (un iter dal 2002 al 2006), il Batiment de France (corrispondente alla nostra Sovrintendenza) ne ha infine stabilito la conformit alle norme, nello specifico definendolo distinto esempio di equilibrio a coniugare il linguaggio vernacolare dominante e leredit del moderno. A corroborare la valutazione, ha contribuito anche la scelta attuata per la costruzione in muratura portante, celata alla vista dal bianco intonaco, adottata con soddisfazione dal committente, anche per il regime esente da manutenzione che conferisce allabitazione stessa.
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PROGETTI
Vista dellabitazione da nord-ovest. Posa del blocco angolare sul sottile strato di malta orizzontale.
Il sistema costruttivo prescelto infatti la tecnologia del monomur, letteralmente mono-muro (A. Lusardi, Il monomur, in Costruire in Laterizio, n. 104, pp. 62-69, 2005), ormai un sistema classico per la Francia (e per altri Paesi quali Germania, Austria e Gran Bretagna), la cui qualit ecologica senza dubbio elemento delezione. La villa costituisce, dunque, uno specifico esempio di muratura in blocchi di laterizio rettificato a giunti sottili, in questo caso anche armati perch portanti e privi di telaio in cemento armato (fatta eccezione per la teoria di pilastri che costituiscono la pergola). Il sistema denota, inoltre, la propria adattabilit anche alla latitudine del regime climatico mediterraneo. Gli elementi strutturali in laterizio, in apparenza non dissimili dai comuni blocchi forati, sono in realt evoluti blocchi rettificati a incastro, ovvero realizzati con una particolare tecnologia produttiva che, grazie al taglio con dischi diamantati, permette che le facce di appoggio, superiore e
inferiore, siano perfettamente planari e parallele. In questo specifico caso, sono stati utilizzati blocchi dal formato standard 373x300x249 mm, dal peso non superiore singolarmente ai 20 kg. Tali elementi possiedono una particolare dentellatura di precisione sulle facce verticali che consente linnesto perfetto tra gli stessi, permettendo di eliminare lutilizzo della malta nei giunti verticali e limitandone limpiego al solo letto orizzontale. Questo significa ridurre anche i tempi di posa e, di conseguenza, i costi di costruzione e di gestione di un cantiere praticamente a secco. La planarit delle facce di appoggio dei blocchi, e la malta speciale che prescritto utilizzare per il giunto orizzontale, fanno s che lo strato risultante sia estremamente sottile: un millimetro di spessore contro i circa dieci necessari per i blocchi comuni. Con lincastro a secco, dunque, lungo il giunto verticale, il consumo di malta si riduce cos del novanta per cento e, assieme ad essa, si riduce limpiego di gru e di betoniere,
il consumo di acqua ed energia elettrica, la produzione di sfridi, con un cantiere pi pulito e sicuro. Le murature in blocchi rettificati, per la loro omogeneit, si pongono, inoltre, come un supporto ideale per lintonaco. Il comportamento uniforme di tutta la parete permette, cos, di evitare i fenomeni che si manifestano abitualmente sulle facciate degli edifici, quali
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fessurazioni e differenti colorazioni sugli intonaci. Unitamente allutilizzo di malte speciali per la preparazione e la messa in opera dei blocchi monomur, occorrono attrezzi specifici forniti dai produttori che assicurano anche un adeguato pacchetto di formazione e assistenza iniziale alle maestranze. I metodi di applicazione della malta speciale definita dalla norma tecnica specifica, la perfetta planarit degli elementi, il giunto verticale a incastro e la forma ergonomica dei blocchi, nonch lassenza delloperazione di bagnatura, rendono comunque la posa estremamente semplice e rapida. Specificatamente, i laterizi impiegati sono valutati come di elevata biocompatibilit in quanto prodotti unicamente con impasti di argille naturali e farina di legno, addizionata allimpasto nelle fasi iniziali della lavorazione per garantire ununiforme miscelazione, quindi totalmente privi di additivi chimici. durante la cottura che la farina di legno, sottoposta a combustione
totale, lascia allinterno del laterizio cotto uninfinit di microcavit vuote contenenti solo aria. Sono le microcavit a conferire al laterizio ottime qualit termoisolanti e una eccellente traspirabilit in grado di equilibrare gli eccessi di umidit interna: le pareti respirano, assicurando cos il rapido smaltimento del vapore che si produce nelle abitazioni, impedendo fenomeni di condensa interstiziale e riducendo costosi interventi di manutenzione. La microporosit garantisce un isolamento termico naturale, favorendo la riduzione dei consumi di energia, sia per il riscaldamento invernale, sia per il raffrescamento estivo, con conseguente risparmio sulle spese di gestione degli edifici e impatto nullo sullambiente. Linerzia termica della massa muraria, aggiunta al potere termoisolante, permette inoltre di mantenere pressoch costante la temperatura interna riducendo sensibilmente gli effetti delle escursioni termiche esterne. Nella muratura con blocchi rettificati, infine,
si ottiene un incremento della resistenza termica complessiva della parete grazie anche allincidenza praticamente nulla dei ponti termici dovuta alla sottigliezza del giunto orizzontale e allassenza di quelli verticali. Le prove in laboratorio ne hanno inoltre dimostrato le ottime prestazioni meccaniche, cos come la resistenza al fuoco ed il potere fonoisolante. Dal 1 luglio 2009, anche il Decreto ministeriale 14 gennaio 2008, riferimento nazionale per la progettazione, contempla lutilizzo strutturale dei blocchi rettificati in laterizio per le costruzioni in muratura portante (NTC 2008, capitolo 4.5, articolo 4.5.2.2. Elementi resistenti in muratura).
Scheda tecnica Progetto: Margot and Edward Jon Architects Strutture: Jean Paul Radigois Ingenieur Sup. area: 300 m3 Sup. costruita: 85 m2 Cronologia: 2002, progetto; 2007 costruzione
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PROGETTI
Roberto Gamba
Lintervista
Rivolgiamo qualche domanda ad Antonello Monaco, professore di progettazione architettonica presso lUniversit Mediterranea di Reggio Calabria e presidente dellIsAM-Istituto per lArchitettura Mediterranea, organismo costituito dal connubio di architetti ed operatori culturali che si occupa della valorizzazione dellarchitettura e del paesaggio mediterraneo. Innanzi tutto cerchiamo di definire il concetto di stile mediterraneo, vale a dire di delineare i caratteri di unarchitettura che, pur in contesti diversi, sembra aver mantenuto una forte continuit formale. Non parlerei assolutamente di connotati stilistici nel riferirci allarchitettura mediterranea, quanto di aspetti metodologici. Ci che oggi comunemente si definisce stile mediterraneo il prodotto di una riduzione estetizzante e di mediocre qualit di quei caratteri costruttivi che i nostri avi hanno perfezionato nel corso dei secoli. Il ricorso allarmamentario di segni cosidetti mediterranei, di un gusto assai dubbio dovuto alla vendibilit di un prodotto di basso consumo indirizzato al turismo di massa (vale a dire, quella profusione sconcertante di archi, volte, timpani, colonne, ecc. delle pi disparate forme, dimensioni e materiali), costituisce una falsificazione caricaturale di elementi derivati da necessit costruttive semplici, rispondenti ad essenziali esigenze abitative. Se ci si riferisce, invece, al metodo costruttivo mediterraneo, si entra in un campo ricchissimo di soluzioni spaziali basate sulla capacit di trovare risposte adeguate a quelle difficolt ambientali che Fernand Braudel identificava come uno dei tratti caratteristici dellambiente mediterraneo ed uno dei suoi principali motivi di impulso creativo. In un luogo difficile quale lambito mediterraneo, oggetto nel tempo di sommovimenti geologici che hanno conformato una natura aspra eppure incantevole, luomo ha dovuto trovare delle soluzioni semplici alle complesse condizioni morfologiche dei luoghi, per stabilirvi il proprio habitat. Soluzioni che costituiscono ancora oggi, a saperle vedere, un campionario straordinario non di motivi formali da copiare,
ma di sistemi costruttivi da studiare per la loro stretta aderenza ai caratteri morfologici ed ambientali del luogo su cui sono sorti. Come si colloca lIsAM allinterno di questa visione del Mediterraneo? Quali sono i suoi obiettivi? LIsAM nasce dalla consapevolezza della necessit di contrastare quella forza devastante che oggi viene definita stile mediterraneo. Una forza che, giorno dopo giorno, continua a produrre guasti irreparabili sul territorio, sospinta dalla corsa al profitto e allo sfruttamento massivo di quelle risorse ambientali che ci sono pervenute da un passato ricchissimo di eventi naturali e storici. A questa forza volgarizzante e distruttrice, necessario ed urgente contrapporre una nuova consapevolezza del perch profondo delle cose. Il conoscere il senso vero, la reale ragione dessere di ci che viene apprezzato, spesso superficialmente, consente non solo di acquisire una vera consapevolezza per la sua salvaguardia, ma di trasformarla in una risorsa attiva, capace di stimolare un diverso approccio progettuale, valido anche per le tematiche del presente. Tematiche che, soprattutto oggi, con lattenzione a volte anche sospetta rivolta sullambiente, non sono poi tanto distanti dalle soluzioni sperimentate nel passato. Quali sono le iniziative dellIsAM? Chi ne fa parte, quali attivit svolge? Le iniziative dellIsAM sono nate innanzitutto dal piacere di condividere con amici impegnati nel mondo dellarchitettura lo studio di un territorio cos ricco di storia quale quello mediterraneo. Un territorio oggi minacciato innanzitutto dallincapacit di comprenderne la grande attualit ed il valore che pu avere anche per operare nel presente. Il nostro impegno non stato mosso, quindi, da un gusto nostalgico, ma da un intento attivo, volto a fare di questo straordinario patrimonio un insegnamento per le attivit che oggi ci vedono impegnati e, conseguentemente, per sottrarlo alle minacce di distruzione prodotte dalla diffusa sottocultu-
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ra che lo utilizza per fini che ne corrompono la natura e ne compromettono lautenticit.A seguito di ci, abbiamo dato vita agli Incontri Ischitani: riunioni annuali realizzate sullisola dIschia che, nel tempo, si sono evolute, acquisendo connotati maggiormente istituzionali.A queste iniziative hanno aderito un numero sempre crescente di partecipanti: dapprima architetti, successivamente persone legate anche ad altri ambiti disciplinari, per arrivare ad interessare oggi il grande pubblico, probabilmente attratto anche da una nuova consapevolezza del valore del proprio patrimonio storico e naturale e dei fattori che ne mettono a rischio la sopravvivenza. Ma, lo ripeto, ci che vogliamo non avviare unazione di denuncia, ma unopera propositiva, che riteniamo sia lunica forma per una vera salvaguardia dei luoghi e dei beni storici minacciati. Quali sono le iniziative concrete attraverso cui si tradotto limpegno dellIsAM nei confronti delle tematiche enunciate? LIsAM ha promosso, sin dai suoi primi anni di vita, delle iniziative che hanno riconosciuto al progetto un ruolo di assoluta centralit. Le aree di applicazione sono state le tre isole partenopee: Capri, Ischia e Procida. I tre ambiti tematici di studio prescelti nella prima fase di attivit dellIsAM (la casa mediterranea, le torri costiere e i bacini portuali) hanno consentito di sperimentare lapplicazione di un concetto di rispondenza del progetto alle connotazioni del luogo su cui si colloca.Tre sondaggi capaci di restituire un quadro sufficientemente ampio delle possibilit dintervento del progetto moderno sullambiente mediterraneo, secondo i termini di un aggiornamento critico delle sue peculiarit insediative e di una orientata riattivazione delle sue potenzialit ambientali. In particolare, i progetti sulla casa mediterranea, declinati nella triade casa-patio a Capri, casa-terrazza a Ischia e casa-facciata a Procida, hanno indagato le possibili modalit mediante cui un organismo basilare della conformazione del paesaggio possa articolarsi in rapporto ai caratteri geo-morfologici del contesto. Nelle relazioni che la casa stabilisce, di volta in volta, con i tre ambiti localizzativi presi in esame, si riconoscono tre diverse modalit insediative che si traducono in altrettante
tipologie abitative, ognuna con un proprio, specifico sistema di occupazione dello spazio. Linteresse prestato alle torri costiere si focalizzato su cinque manufatti presenti sullIsola dIschia: il Torrione di Forio, la Torre Michelangelo, la Torre di Monte Vico, la Torre di SantAngelo, la Torre di Testaccio. Con ci si voluto porre lattenzione sul loro valore quali sistemi di controllo del paesaggio e rivisitarli come avamposti ed elementi strategici di una nuova organizzazione del territorio: postazioni estreme di itinerari dismessi, capaci di assumere il ruolo di custodi dei significati originari del luogo e attivare letture e suggestioni da recuperare alla fruizione pubblica, quali espressioni di un rapporto equilibrato tra risorse del territorio e modi della sua utilizzazione. Successivamente, il nostro sguardo stato rivolto ai bacini portuali, un patrimonio di notevole valore ambientale e di grandi potenzialit, e un tema di grande attualit per i processi in atto di riconversione funzionale e spaziale allinterno dei comparti urbani.A queste aree abbiamo guardato riconoscendone il ruolo trainante per uno sviluppo equilibrato del territorio, capace di coniugare potenziamento infrastrutturale e salvaguardia ambientale. Lattenzione analitica stata concentrata, in particolare, sui porti di Forio e Ventotene: due strutture storiche di notevole valore ambientale che, nel corso degli ultimi decenni, sono state fatte oggetto di interventi che hanno sconvolto il sottile equilibrio che da sempre istituivano con il proprio contesto urbano e paesaggistico. In definitiva, linsieme di queste elaborazioni costituisce un patrimonio a disposizione di quanti vogliano coltivare la speranza di una diversa attenzione da prestare alle specificit dei luoghi mediterranei, allinterno dei quali larchitettura rappresenta da sempre uno dei valori fondamentali. Pi di recente, lIsAM ha rivolto il proprio sguardo su temi in apparenza maggiormente legati alla modernit. Mi riferisco agli abbinamenti terminologici che hanno riguardato gli Incontri Ischitani pi recenti. possibile rinvenire in ci una pi diretta compromissione con le tematiche maggiormente attuali che muovono gli interessi disciplinari?
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Con le antinomie organico/razionale,antico/moderno e locale/globale si voluto sondare lattualit di alcune tematiche che definiscono da sempre i caratteri tipici della cultura mediterranea.Mediterraneo,daltro canto,non un termine univoco,ma un gioco dialettico di differenze, inclusioni, influenze, contrapposizioni, contrasti. Il Mediterraneo la patria del Mito, verso cui luomo muove nellanelito di astrazione dalla realt contingente, ma anche il luogo della Ragione, del lento, metodico processo di trasformazione del territorio, guidato da una logica fondata su scelte essenziali. La stessa architettura del Mediterraneo lespressione costruttiva di una condizione culturale sovranazionale segnata da affinit e differenze, da caratteri comuni e aspetti singolari, in cui rileggere lopposta aspirazione delluomo verso larmonia apollinea della ragione e verso il tumulto dionisiaco delle passioni. Organico/razionale sono due espressioni antitetiche che conoscono continue possibilit di mutui rimandi. La razionalit, quale espressione di una intenzionalit di dominio sulla natura e di imposizione di leggi convenzionali fondate su logiche mentali ed astratte, si contrappone allorganicismo, inteso quale intento di adeguamento a leggi derivate direttamente dalla lettura della natura e di intonazione al suo ritmo profondo. Su questa doppia linea di analisi, si innestano anche i termini antico/moderno, come connotazioni temporali che definiscono lappartenenza a una condizione passata che non ha necessariamente esaurito il proprio ciclo vitale e ad una presente che sembra dover continuamente contrattare la legittimit del proprio esistere. La frattura storica determinata da questa dualit comporta una discriminante di valore che spesso presuppone anche un giudizio di legittimit. Il Mediterraneo, con la sua storia millenaria materializzata da segni costruttivi stratificati nel tempo, fornisce a questo riguardo una risposta emblematica: la continuit che caratterizza levoluzione della sua architettura ha prodotto, infatti, una ricca e felice accumulazione di eventi costruttivi, in cui lantico rivive nel moderno e il moderno si dissolve nellantico. Analogamente, lantinomia locale/globale, il contrapporre regionalismi e universalismi, un motivo ricorrente del pensiero e della critica contemporanea, come espressione di una diffusa incapacit della cultura attuale di misurarsi con i luoghi, con le tradizioni e con le singolarit che caratterizzano la realt.Applicato al Mediterraneo, questo binomio appare ricco di implicazioni che consentono di comprendere le trasformazioni dellarchitettura e del paesaggio. Poche architetture come quella del Mediterraneo sono state capaci, infatti, di adattarsi nel tempo alle condizioni naturali, di dare forma e significato alle caratteristiche dei luoghi e dei paesaggi, ma anche di produrre soluzioni esemplari, la cui validit e universalit sono testimoniate dallenorme influenza che hanno esercitato nel tempo. Proprio questa capacit di riassumere dialetticamente gli opposti, di essere letta in una molteplicit di sensi, la caratteristica che consente di guardare ancora oggi alla cultura del Mediterraneo come a un riferimento insostituibile nelloperare.
Larchitettura vive oggi una fase in cui la proliferazione di formalizzazioni autoreferenziali sembra prevalere sulle tematiche dettate dal contesto, a fronte di unattenzione spesso ossessiva rivolta alle condizioni della sostenibilit ambientale. Pu larchitettura mediterranea costituire lesemplificazione di una equilibrata sintesi di creativit e coerenza con le nuove esigenze di vivibilit e salvaguardia ambientale? Come gi detto, larchitettura mediterranea costituisce un paradigma della diretta rispondenza che sussiste tra costruzione e condizioni contestuali o, se si vuole, ambientali. Ci vuole dire che oggi si discute (come detto, giustamente, in modi anche ossessivi) di questioni gi affrontate e risolte nel passato in maniera naturale, attraverso ricerche tecnologiche desunte dalla pratica quotidiana e da sperimentazioni condotte mediante un progressivo affinamento di soluzioni realizzate sul campo, nel corso dei secoli. Lartificializzazione dei processi moderni di costruzione, e dunque il loro sradicamento dalle ragioni del contesto, ha prodotto una drastica divaricazione tra modalit costruttive e condizioni ambientali. Ci ha determinato i guasti di cui oggi soffriamo: guasti estetici che, per, sono leffetto e non la causa di guasti costruttivi, frutto di una mancata adeguatezza ai caratteri dellambiente e alla sua vivibilit. La ricerca tecnologica, nelle sue applicazioni odierne che si distinguono per concretezza e per essere di stimolo a unevoluzione dei modi di progettare e di abitare, si applica primariamente ai temi della sostenibilit. In che modo pu contribuire a tali ricerche lattenzione ai metodi costruttivi del passato e la rivalutazione di concetti costruttivi come linerzia termica, la ventilazione naturale e la giusta esposizione, che sono caratteristici, tra laltro, proprio dellarchitettura mediterranea? Molto pu contribuire, soprattutto se si tiene presente che le soluzioni giuste sono quelle semplici, non a caso individuate ed applicate con successo nel passato. Ritengo siano da evitare i tranelli dellalta tecnologia e delle sperimentazioni troppo sofisticate e onerose, quasi sempre inapplicabili in contesti ambientali ed economici come i nostri. Ci vale, in generale, per tutto lambito mediterraneo, gravato da problemi di reperimento delle risorse e di costi di manutenzione difficilmente risolubili. Condivido, piuttosto, soluzioni volte a favorire sistemi di sfruttamento delle risorse naturali come quelle ricordate, tra le quali ritengo di particolare interesse quelle relative alla ventilazione naturale, con i sistemi di rivestimento delle facciate degli edifici che oggi si stanno sperimentando ampiamente e che possono favorire un gran numero di settori di applicazione, in larga parte ancora da identificare.
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Claudio Piferi
Tecnologia
intervento dellarchitetto Andrea Milani nel porto turistico di Marina Cala De Medici a Rosignano (LI) si inserisce allinterno di una vicenda progettuale gi precedentemente definita, che comprendeva una lunga diga foranea di 750 metri, nove nuovi pontili (sei fissi e tre mobili) atti ad ospitare fino a 600 imbarcazioni, unampia passeggiata che separava la porzione di area edificata dal mare distendendosi lungo tutto il perimetro ad est dellarea portuale, ed infine una grande banchina, limitata a sud dal cantiere navale (3.914 m3) e a nord dalle costruzioni destinate ai servizi (foresteria, esercizi commerciali, uffici, garage ed edificio direzionale del porto, per un totale di circa 13.700 m3); il tutto corredato da 2.400 m2 di aree verdi. Il progettista era stato invitato a proporre una variante per il solo edificio di direzione e controllo che, nel progetto
presentato precedentemente, necessitava, secondo il parere della Soprintendenza, di una semplificazione delle linee architettoniche che ne attenuasse la caratterizzazione di una torre di avvistamento costiera. Labilit di Milani, che riuscito a trascendere la dimensione delloggetto architettonico, misurandosi con il difficile tema di carattere infrastrutturale che il contesto proponeva, ha spinto la committenza ad estendere lincarico a tutto ledificato dei servizi, anche se con lobbligo di mantenere funzioni, superfici e volumetrie gi stabilite dal piano originario. La proposta precedente prevedeva per ledificato una sorta di borgo medievale, che si articolava in maniera quasi casuale intorno alla piazza della rosa dei venti, in uno schema compositivo molto lontano dalla tradizione culturale ed architettonica toscana e contemporaneamente poco attento al rappor-
to con il mare. Inoltre, appariva sostanzialmente priva di fondamento la sua quasi completa rinuncia ad ogni tentativo di contemporaneit. Il merito dellarchitetto Milani, in questo progetto, stato senza dubbio quello di fondare il suo contributo su un impianto teorico che attinge al repertorio della cultura architettonica toscana, senza per rinunciare a sviluppare unadeguata sintesi dei valori della contemporaneit, supportandola con le pi aggiornate tecniche costruttive; tutto ci gli ha permesso di approdare ad un risultato eccellente a livello funzionale e molto stimolante a livello culturale. Il progetto della torre direzionale propone ledificio, da un lato, come quinta, scena terminale della lunga passeggiata lungo la banchina che fiancheggia i pontili; dallaltro, quale punto focale della vita portuale, dei villeggianti, dei turisti, ma soprattutto dei
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12 Dettaglio tecnologico. Legenda: 1. facciata strutturale in vetro 2. sottostruttura metallica a doppia C 3. piastra di collegamento del frangisole in cotto 4. frangisole in cotto 5. tubolare metallico protetto con manicotto in neoprene 6. traverso in alluminio a taglio termico 7. piastra di ancoraggio della sottostruttura all'edificio 8. pannello di tamponamento opaco 9. controsoffitto continuo in cartongesso 10. trave IPE 11. isolante termico 12. infisso apribile in alluminio a taglio termico
residenti, per i quali ledificio diventa un importante elemento simbolico, una torre-piazza (cos la definisce Milani), luogo di approdo, di sosta ma anche strumento pubblico per la lettura e il godimento percettivo dellintero complesso portuale. Il corpo verticale della torre, in cemento armato faccia a vista, sembra quasi conficcato nel terreno ed configurato, sul fronte verso il porto, come una sorta di portale, grande e imponente, aperto verso lesterno, legato al cielo e al mare da leggeri setti azzurri. Oltre a proporsi, in questo senso, quale simbolo e segnale della nuova realt portuale, esso garantisce, a
diversi livelli, interessanti possibilit di affacci panoramici allaperto, prolungando e concludendo lo spazio pubblico della passeggiata e della piazza: ad ogni piano, infatti, possibile accedere ad una terrazza, protetta da parapetti vetrati traslucidi trasparenti e azzurri, dalla quale, attraverso una lunga fessura ottenuta distanziando i setti blu, possibile osservare il mare e il porto. A rafforzare la matericit della torre, si contrappone, in negativo, ledificioponte degli uffici: un volume orizzontale che sembra sospeso a tre metri e mezzo da terra, sostenuto da un lato dalla torre stessa, sulla quale si innesta fino a sfondarla, dallaltro da un
grande plinto in cemento armato, smaterializzato dalla tinteggiatura in vernice nera. Questa leggerezza, evocata dalla sospensione delledificio che protegge con il suo ventre la piazza, viene esaltata dalla tecnica costruttiva impiegata, risolta da un telaio modulare di acciaio, tamponato con superfici vetrate continue, protette sul prospetto che guarda il porto da una pelle di lamelle orizzontali, parte in laterizio e parte in metallo, che definiscono il fronte, caratterizzandolo con una sorta di impalcatura per carpenteria navale. Questa pelle conferisce alla costruzione un interessante carattere can-
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giante, che varia al variare della luce che la illumina, dallinterno o dallesterno: tanto leggero quanto impenetrabile alla vista durante il giorno, il volume degli uffici si trasforma in una sorta di lanterna luminosa di notte, quando, accendendo da dentro il percorso di distribuzione agli uffici, diviene anchesso un elemento segnaletico.
Luso del laterizio, sebbene impiegato in misura inferiore rispetto ad altri materiali quali il cemento armato, lacciaio e il vetro, caratterizza fortemente il progetto: le baguette in cotto che rivestono le facciate vetrate di alcuni edifici alleggeriscono notevolmente la massivit data dal cemento armato; limpiego del frangisole con la tecnolo-
gia del montaggio a secco, inoltre, accentua quel carattere di contemporaneit fortemente ricercato dal progettista. significativo ricordare come i sistemi di rivestimento di facciate in laterizio, a montaggio meccanico, nascano in Italia proprio in una citt di mare e, anche in quel caso, per il recupero di una zona portuale. Uno dei primi a sperimentare luso del mattone senza lapporto di colle o malte stato, infatti, Renzo Piano nel progetto di riqualificazione del porto di Genova, in occasione delle celebrazioni delle Colombiadi, nel 1992. Da allora, anche grazie alla continua ricerca portata avanti dal suo studio di progettazione, lutilizzo del laterizio montato a secco si evoluto, la gamma dei prodotti per tali soluzioni si notevolmente ampliata e i sistemi di ancoraggio sono stati ingegnerizzati in maniera sempre pi dettagliata e specifica. Nel caso particolare del porto di Rosignano, gli elementi utilizzati sono delle baguette in cotto a sezione ellittica di 500x63x32 mm con finitura arrotata, montate su una sottostruttura metallica. Le lamelle sono attraversate (due a due) da un tubolare metallico, opportunamente protetto nelle zone di contatto da elementi in neoprene, ancorato a piastre di acciaio, a loro volta fissate a montanti a doppio C. Limpiego della carpenteria metallica, anche per la struttura portante degli edifici, semplifica notevolmente lintegrazione tra la costruzione ed il rivestimento di facciata. In relazione alla riqualificazione dellarea portuale in esame, la propriet e i diversi Enti coinvolti nella gestione della stessa, una volta terminata la costruzione delledificio direzionale, hanno commissionato a Milani anche la progettazione del borgo, che doveva ospitare le foresterie, gli uffici commerciali, lo yacht club, il minimarket, la banca, al fine di estendere anche a questa porzione di edificato la medesima metodologia progettuale. Larchitetto ha quindi colto loccasione
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per ordinare in una composizione razionalista tutti i volumi, distribuendoli in fasce parallele, con leggeri sfalsamenti sullasse longitudinale, volti a produrre interessanti effetti dombra che movimentano il fronte e che si compongono in maniera tale da definire una piazza aperta verso il porto e il mare. In tal modo, ha decisamente modificato limpostazione irregolare, quasi casuale, con la quale era stata prevista la distribuzione del costruito dal progetto precedente, mantenendo per inalterata la scelta dei percorsi
coperti e della grande piazza centrale, riservando una particolare attenzione alla definizione del fronte verso la passeggiata sulla banchina, articolato da portici pedonali e terrazze. In questo senso, di grande interesse appare laggregazione volumetrica dello yacht club che, sul fronte rivolto verso il mare, alterna volumi pieni e vuoti in una progressione di aggetti assenti sul fronte interno e che esprimono lintento del progettista di mantenere vivo e articolato il dialogo con il bacino del porto.
Per tutti i volumi, vengono proposti gli stessi elementi costruttivi impiegati per ledificio direzionale: telai e superfici in calcestruzzo armato colorato, frangisole in laterizio e metallo. Le coperture sono piane, ma concepite quasi come prospetti, al fine di rendere ben visibili, anche dallalto, i diversi percorsi, che vengono differenziati proprio mediante la policromia delle coperture.
Scheda tecnica Progetto: Andrea Milani Team: Tiziana Capitani, Francesco Terzuoli, Annunziata De Comite, Sara Anselmi, Andrea Mezzedimi D.L.: Renato Marconi Strutture: A.I.C.E. Consulting s.r.l., Pisa, Leonardo Paolini Impianti: Luca Sani (meccanici), Gianmarco Magnifico (elettrici) Imprese: Impresa generale di Costruzioni B. Pizzi, C.M.R. s.r.l., ERRE.BI Dimensioni: superficie comp.: 37.650 m2 borgo: 6.828 m2 torre direzionale: 595 m2 cantiere navale: 408 m2 Cronologia: 2003, progetto; 2004-07, realizzazione
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introduzione, nel 2006, della normativa sul risparmio energetico ha profondamente modificato il settore delledilizia, orientando progettisti e imprese di costruzioni verso una maggiore efficienza energetica e qualit esecutiva, fornendo gli strumenti di informazione agli utenti finali per poter scegliere con pi consapevolezza la propria abitazione e stimolando le aziende produttrici ad innovare materiali e componenti edilizi per fornire prestazioni pi elevate. I cambiamenti pi radicali registrati nel modo di costruire e nellofferta produttiva sono derivati proprio dalla necessit di migliorare le prestazioni dellinvolucro. Per conseguire la riduzione dei consumi di energia (e delle correlate emissioni climalteranti), una delle strategie pi efficaci senzaltro il contenimento delle dispersioni termiche invernali attraverso le chiusure, agendo sulla trasmittanza degli involucri e sullinerzia termica, e quindi sulla scelta di materiali e soluzioni tecnico-costruttive ad alta efficienza energetica. Tutto ci ha portato a notevoli miglioramenti nellambito dei sistemi e dei componenti offerti al mercato. In un
primo momento, progettisti e costruttori si sono fortemente orientati ad attingere e copiare modalit costruttive dei Paesi del nord Europa, avvantaggiati, questi ultimi, da una maggiore tradizione ed esperienza in tema di risparmio energetico. In questa fase sono state dunque importate soluzioni leggere ed iperisolate, volte a ridurre drasticamente i valori di trasmittanza termica dellinvolucro e a contenere i consumi energetici invernali, a discapito per del comfort abitativo e dei consumi energetici estivi. LItalia, come noto, essendo un Paese a clima mediterraneo,infatti si caratterizza per avere consumi energetici elevati anche in estate, con una sempre maggiore diffusione dei climatizzatori. altrettanto noto,inoltre, che le soluzioni costruttive di involucro tipiche della tradizione edilizia di gran parte del territorio nazionale si sono da sempre contraddistinte per lelevata massa e inerzia termica al fine di attenuare e ritardare nel tempo lingresso dellonda termica estiva. A tutto vantaggio anche delle condizioni di comfort (sia invernale che estivo) e, di conseguenza, del contenimento dei consumi ener-
getici. Infatti, allinterno degli spazi abitati, la stabilizzazione delle temperature, garantita da involucri ad elevata inerzia termica, consente di percepire un maggiore benessere ambientale, permettendo cos di ridurre lapporto degli impianti e di utilizzare fluidi a basse temperature, a favore anche del risparmio energetico durante tutto lanno. Superata, dunque, una prima fase di smarrimento da parte del mercato italiano, gli obiettivi della normativa energetica sono diventati un forte stimolo per il settore e hanno favorito la ricerca di nuove soluzioni tecnico-costruttive e lo sviluppo di prodotti innovativi ad alte prestazioni in grado di dare risposte alle specificit della condizione climatica nazionale. Un primo percorso di innovazione ha riguardato lintroduzione in Italia delle soluzioni a cappotto, oltre alla maggiore diffusione di soluzioni a doppio strato con intercapedine isolata (anzich a cassa vuota). La riduzione della trasmittanza termica dellinvolucro richiesta dalla normativa stata, in una prima fase, facilmente garantita dallinserimento di strati di isolamento termico, fino al 2006 poco utilizzati in Italia,
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Soluzione a doppio strato con isolante in intercapedine. Sopra, la soluzione composta da blocchi a fori verticali in laterizio porizzato rettificato da 8 e 12 cm con interposto un pannello isolante in lana di vetro da 10 cm. La parete completa, con due strati di intonaco tradizionale da 1,5 cm, garantisce una trasmittanza termica di 0,27 W/m2K. Sotto, la soluzione composta da forati leggeri in laterizio da 8 e 12 cm con interposto un pannello isolante in lana di vetro da 10 cm. La parete completa, con due strati di intonaco tradizionale da 1,5 cm, garantisce una trasmittanza termica di 0,28 W/m2K. Questa soluzione per, essendo pi leggera, presenta pi bassi valori di sfasamento e maggiori valori di attenuazione, non garantendo adeguata inerzia termica a differenza della soluzione precedente. Soluzione a fori verticali a doppio strato con isolante in intercapedine. Sopra, la soluzione composta da blocchi forati in laterizio porizzato rettificato da 8 e 25 cm con interposto un pannello isolante in lana di roccia da 8 cm. La parete completa, con due strati di intonaco tradizionale da 1,5 cm, garantisce una trasmittanza termica di 0,25 W/m2K. Sotto, la soluzione composta da forati leggeri in laterizio da 8 cm e da blocchi in laterizio porizzato rettificato da 30 cm con interposto un pannello isolante in polistirene da 5 cm. La parete completa, con due strati di intonaco tradizionale da 1,5 cm, garantisce una trasmittanza termica di 0,26 W/m2K.
ma pervasivamente diffusisi dopo lemanazione del D.Lgs. 192. Cappotti e isolanti in intercapedine stanno da allora caratterizzando la maggior parte delle nuove costruzioni, con spessori sempre pi elevati (per poter rientrare nelle classi energetiche pi premianti), con ancora molti problemi di capacit di gestione di queste nuove soluzioni tecnologiche da parte delle imprese e dei progettisti, soprattutto in relazione alla correzione dei ponti termici. Il raggiungimento di alte prestazioni termiche, infatti, richiede una maggiore attenzione nella messa in opera: i materiali isolanti, ad esempio, sono fortemente deteriorabili, spesso maneggiati con scarsa cura in cantiere, non di rado disposti in maniera non uniforme ad avvolgere linvolucro e, dunque, poco efficaci. La diffusione degli isolanti termici ha, in un primo momento, eroso spazio e mercato ai materiali tradizionali. In particolare, il comparto del laterizio, da sempre dominante in Italia nella realizzazione di involucri, ha affrontato la sfida del miglioramento delle sue prestazioni termiche, puntando sulle specificit tecnico-realizzative e prestazio-
nali che lo caratterizzano come vincente e migliorando gli aspetti (legati soprattutto alla conducibilit termica) che lo penalizzavano nel confronto con altri materiali. Le specificit del laterizio sono la stabilit dei prodotti nel tempo (anche dal punto di vista prestazionale) e quindi elevata durabilit, la capacit di abbinare prestazioni di isolamento termico e di inerzia termica (grazie alla massa), la protezione acustica, lassenza di reazioni in caso di incendio. Le soluzioni monostrato in laterizio sono , inoltre, sempre state privilegiate dalle imprese di costruzione per la velocit e la semplicit di messa in opera rispetto a soluzioni stratificate con materiali differenti. Studi e ricerche sul laterizio, svolti preso numerosi centri universitari, per valorizzare le sue qualit e migliorare le prestazioni in campo energetico, hanno portato allintroduzione sul mercato italiano di nuovi prodotti. Un originale percorso di innovazione, avviatosi gi da prima della normativa energetica, ma reso particolarmente evidente dalla richiesta di soluzioni performanti dal punto di vista dellisolamento termico, la porizzazione e
alleggerimento del materiale di base. La densit dellimpasto dellargilla cotta influisce notevolmente sul valore di conducibilit termica del prodotto finale: pi il materiale poroso, minore sar la sua conduttivit termica. La produzione si da tempo orientata a inserire nellimpasto materiali, come segatura o scarti di cellulosa, che, bruciando durante il processo di cottura, lasciano dei micropori cavi che migliorano le prestazioni termiche, ottenendo un laterizio alleggerito in pasta. Unaltra interessante evoluzione produttiva riguarda lo studio di geometrie migliorate della foratura degli elementi, che ha portato, ad esempio, alla realizzazione di blocchi per murature a setti sottili, i quali abbinano ad una ridotta conducibilit termica elevati valori di sfasamento e ridotti valori di attenuazione (indicatori di inerzia termica): pi il blocco forato e poroso, maggiore la sua capacit di isolare termicamente. Laumento del numero di file di fori nella direzione perpendicolare al flusso termico migliora le prestazioni di isolamento, riducendo la conducibilit termica degli elementi. Altro percorso di innovazione riguarda
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TECNOLOGIA
Blocco a fori verticali in laterizio porizzato e rettificato da 30 cm, con isolante a cappotto in polistirene espanso da 5 cm. La parete completa, con due strati di intonaco (tradizionale interno da 1,5 cm e plastico esterno da 0,8 cm), garantisce una trasmittanza termica di 0,27 W/m2K.
Blocco a fori verticali in laterizio porizzato da 30 cm con inserti in polistirene. La parete completa, con due strati di intonaco tradizionale, garantisce una trasmittanza termica di 0,30 W/m2K.
Blocco a fori verticali riempito con materiale a cambiamento di fase (PCM). Il materiale a cambiamento di fase (PCM) in grado di accumulare il calore latente e rilasciarlo con uno sfasamento di tempo, in modo da ridurre le oscillazioni di temperatura allinterno degli ambienti e garantire una elevata inerzia termica. I granuli di materiale sono contenuti in sacchetti onde evitarne la dispersione. Si tratta di una tecnologia interessante, ma ancora poco applicabile per gli alti costi dei materiali PCM (paraffina, ecc.).
le modalit di messa in opera e il tipo di giunto tra i blocchi. Infatti, non basta considerare il miglioramento prestazionale dei singoli prodotti in laterizio, poich questi vengono poi assemblati e composti allinterno del sistema parete, con notevoli scostamenti di prestazione legati alluso di malte cementizie, ma soprattutto a errori di posa in opera, discontinuit nella muratura riempite con malta, ecc. Lintroduzione della malta termica, in sostituzione della malta ordinaria, ha portato ad un primo miglioramento della prestazione termica (con riduzioni della trasmittanza risultante fino al 15%), ma ancor pi significativo limpiego di blocchi ad incastro, che limitano luso della malta ai soli giunti orizzontali, e di blocchi rettificati, in cui il giunto di posa ridotto a pochi millimetri. Queste innovazioni, nate prioritariamente per velocizzare la messa in opera dei blocchi, in realt costituiscono un elevato vantaggio anche dal punto di vista termico poich limitano (nel caso dei blocchi a incastro) o eliminano (nel caso dei blocchi rettificati) i ponti termici determinati dai giunti di malta (la cui conducibilit termica superiore a quella del laterizio) e rendono maggiormente industrializzata la procedura di messa in opera, con minori rischi di discontinuit nella conformazione della parete legati a errori di esecuzione. In particolare, nel caso dei blocchi rettificati, la perfetta planarit delle facce di posa permette di usare malte-colla per realizzare giunti di ridottissimo spessore, velocizzando notevolmente le fasi di cantiere e migliorando drasticamente le prestazioni termiche della parete. Interessante, e con forti potenzialit di sviluppo, lintegrazione del materiale isolante tra i blocchi in laterizio in soluzioni preassemblate. Si tratta di un sistema costituito da una parte resistente (blocco in laterizio interno) e una parte di rivestimento (blocco in laterizio esterno) con interposto del materiale isolante fissato meccanica-
mente tramite tasselli ai blocchi stessi. cos possibile eseguire, con un solo prodotto, una parete pluristrato isolata, mantenendo i vantaggi di velocit realizzativa delle soluzioni monostrato, ma fornendo una prestazione pi elevata in termini di isolamento termico. Simile nella concezione, ma diversa nel risultato, la vera e propria integrazione del materiale isolante allinterno dei fori dei blocchi in laterizio. Si tratta di elementi porizzati la cui geometria presenta appositi fori nei quali, come ultima fase del processo produttivo, viene inserito del materiale isolante (lana di roccia, sughero, polistirene, perlite espansa, grafite, ecc.). Ulteriori innovazioni si stanno recentemente delineando, anche se ancora in fase sperimentale e quindi non reperibili in commercio. Per esempio, linserimento nei fori di PCM (materiali a cambiamento di fase) o coating riflettenti. Il trattamento delle cavit con rivestimenti e vernici basso-emissivi, capaci di limitare le dispersioni di calore dovuto all irraggiamento (di gran lunga superiori alle perdite per conduzione e convezione), determina benefici sia in inverno che in estate e permette di ottenere valori di conduttivit equivalente del blocco fino a 0,14 W/mK. Naturalmente, questi prodotti avanzati tendono a essere pi costosi rispetto ai blocchi in laterizio di uso corrente, ma si ripagano con il minor tempo necessario per la posa (quindi con minor costo di manodopera); inoltre hanno il vantaggio di evitare luso del cappotto, fornendo una soluzione pi durevole nel tempo, pi omogenea e affidabile nella prestazione. I percorsi evoluti sono tutti caratterizzati dalla ricerca di un equilibrio e di un giusto rapporto tra leggerezza, per diminuire la trasmissione del calore e isolare termicamente, e massa, per stabilizzare le temperature interne e garantire una idonea inerzia termica. Nel dualismo leggero e massivo, il prodotto migliore in termini di isolamento termico tende a essere il peg-
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giore dal punto di vista della capacit termica e viceversa. Gli orientamenti della ricerca sullinnovazione dei prodotti in laterizio stanno portando al progressivo alleggerimento dei componenti (forati, alleggeriti, porizzati, ecc.) a scapito della massa capacitiva, tipica per esempio del mattone pieno. Nel panorama delle soluzioni possibili, risulta quindi importante verificare quali prodotti riescano a soddisfare contemporaneamente entrambe le prestazioni termiche (isolamento e inerzia), raggiungendo un equilibrio: per esempio, i blocchi a setti sottili hanno una ridotta conducibilit termica, ma garantiscono, nel contempo, anche elevati livelli di inerzia termica. Molte sono ancora le criticit aperte da questi virtuosi percorsi di innovazione. Una di queste, per esempio, il comportamento nel tempo delle soluzioni accoppiate e contaminate: linserimento di materiali altrinel laterizio, se da un lato pu consentire una loro maggiore stabilit venendosi a trovare in un ambiente protetto, solleva, dallaltro, una riflessione sulle diverse curve temporali di decadimento prestazionale dei diversi materiali e limpossibilit di poter operare una sostituzione. Gli isolanti hanno, infatti, una durata notevolmente inferiore a quella del laterizio: limpossibilit di poter sostituire i materiali inglobati potrebbe, pertanto, comportare nel tempo una inevitabile perdita prestazionale delle pareti costruite con questi sistemi. Inoltre, libridazione comporta comunque la difficolt di separare ambiti materici differenti a fine vita e di poter, dunque, operare uno smaltimento selettivo, ostacolando il riciclaggio. In questo senso, soluzioni monomateriche, come i blocchi a setti sottili, rettificati e con giunti verticali ad incastro, sembrerebbero pi affidabili e con un minor impatto ambientale. Come sempre, la sperimentazione di nuovi prodotti richiede un periodo di verifica della bont delle soluzioni individuate e di controllo delle prestazioni ottenute sul campo, in fase di esercizio.
Blocco a fori verticali in laterizio porizzato a setti sottili da 45 cm. Se il blocco non rettificato, la parete completa, con due strati di intonaco tradizionale da 1,5 cm, garantisce una trasmittanza termica di 0,27 W/m2K. Se il blocco rettificato, la parete completa, con due strati di intonaco tradizionale da 1,5 cm, garantisce una trasmittanza termica di 0,23 W/m2K. Se, nel caso di blocchi rettificati, allesterno viene utilizzato un intonaco termico da 4 cm possibile ottenere una trasmittanza termica di 0,20 W/m2K. La massa superficiale della parete non intonacata (nel caso dei blocchi rettificati) di 365 kg/m2 (sfasamento 20 ore; attenuazione 0,04).
Blocchi a fori verticali in laterizio porizzato da 24 e 12 cm, con interposto un pannello di materiale isolante in polistirene da 5 cm. Il sistema preeassemblato e i blocchi sono fissati tra loro tramite tasselli. La parete completa, con due strati di intonaco tradizionale, garantisce una trasmittanza termica di 0,29 W/m2K.
Blocco a fori verticali in laterizio porizzato da 38 cm con inserti in polistirene e in sughero. La parete completa, con due strati di intonaco tradizionale, garantisce una trasmittanza termica di 0,24 W/m2K ( polistirene) e di 0,27 W/m2K (sughero).
Blocco a fori verticali in laterizio porizzato da 31 cm, addizionato con grafite. La trasmittanza termica della parete intonacata di 0,294 W/m2K.
Blocchi di nuova generazione, ad altissima efficienza energetica, presentati al BAU 2009 di Monaco di Baviera (D).
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TECNOLOGIA
Normativa
Anche nel contesto mediterraneo, cominciano a diffondersi la valutazione e la etichettatura ambientale degli edifici, con il ricorso a strumenti normativi messi a punto in altri contesti climatici e di mercato o con la proposta di nuove regolamentazioni di riferimento. importante che largomento venga affrontato a partire dallo stato dellarte e alla luce di casi studio mediterranei sottoposti a valutazione e opportunamente confrontati
a regione mediterranea ha sviluppato, attraverso il tempo, forme urbane e architetture che hanno prodotto un patrimonio eccezionalmente adattato al clima specifico.A partire dalla seconda met del Novecento, questo tradizionale legame con il clima si andato perdendo. La situazione ulteriormente aggravata dal fatto che anche questa fascia geografica subisce gli effetti del cambiamento climatico, creandosi cos un circolo vizioso con gli edifici e le citt che a tale cambiamento contribuiscono sempre di pi, quanto maggiormente si ignorano le condizioni climatiche locali. La preoccupazione finalmente emergente e riconosciuta per la sostenibilit dello sviluppo, e quindi per la sostenibilit delle trasformazioni dellambiente costruito, impone, oggi, di rivedere queste tendenze e di riflettere sulla specificit di un clima temperato con cui tornare in relazione armoniosa,proprio in vista di elevare la qualit abitativa senza sprechi di risorse. La ricetta appare semplice, attraverso il ritorno alla tradizione: muri spessi e massivi,aperture ridotte,ventilazione trasversale e che sfrutta laltezza degli spazi abitativi, strade strette e ben orientate, ecc. Ma occorre fare i conti con modelli di fruizione mutati, economie e contesti industriali diversi: si pu pensare, dunque, ad una innovazione nella tradizione che sappia mettere a punto soluzioni appropriate, avvalendosi di conoscenze pi ampie dei fenomeni e che, proprio a partire dal clima e dalla tradizione, risultino efficaci sotto il profilo della qualit in rapporto alle risorse impegnate. in tale ottica che, in diversi ambiti, si cominciato a parlare di una specificit del tema dello sviluppo sostenibile del costruito nel Mediterraneo. Fra le prime iniziative, si pu citare la SD-MED International Association, promossa da Francia e Grecia. Fra le pi recenti, si segnalano il progetto, lanciato nel 2009, Teenergy schools, guidato e coordinato dalla Provincia di Lucca, e il progetto UE-Life Sun &
Wind (ENV/IT/000594), questultimo rivolto alle autorit locali perch promuovano luso di materiali e tecniche disponibili sul territorio. In questo quadro, si pone la necessit di mettere a punto appositi strumenti di valutazione e certificazione, comunemente detti ecolabel, per gli edifici nella regione mediterranea.
Sostenibilit degli edifici ed ecolabel Nel concetto di sostenibilit del costruito, si identificano tre dimensioni: quella ambientale, quella sociale e quella economica, declinate in senso globale e locale.Per promuovere la sostenibilit,occorrono procedure,metodi e strumenti di verifica e valutazione che rendano scientificamente fondato, coerente e trasparente un processo in grado di orientare le decisioni, le scelte, il miglioramento continuo. La specifica problematica affrontata,per tutti gli ambiti tecnico-industriali, dai sistemi di etichettatura e dichiarazione ambientale che sono stati inquadrati da norme di valenza intersettoriale,di livello internazionale ed europeo. La UNI EN ISO 14020:2002 stabilisce esaurientemente, a tale proposito, i principi generali e lo scopo delle etichette e delle dichiarazioni ambientali. La serie ISO 14020 identifica tre tipi di etichettatura (label) e dichiarazioni (declaration) ambientali: quelle di tipo I o label ambientali; quelle di tipo II o autodichiarazioni ambientali; quelle di tipo III o dichiarazioni ambientali.Label (tipo I) e dichiarazione (tipo III), sostanzialmente, differiscono nello scopo: nel primo caso, la etichettatura documenta, dietro verifiche condotte da parte terza, la conformit a determinati livelli di prestazione ambientale; nel secondo caso, si tratta invece di una dichiarazione delle prestazioni ambientali, sempre verificata da parte terza, che non include per un confronto di tali prestazioni con livelli predefiniti assunti come
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Lyce des mtiers du BTP et de lhabitat HQE de Blanquefort. Padiglione delle aule in muratura e schermi in legno (foto: Ateleier Positif ).
Lyce des mtiers du BTP et de lhabitat HQE de Blanquefort. Padiglione degli atelier con gli elementi di schermature in legno (foto: Atelier Positif ).
benchmark. Lautodichiarazione ambientale invece, non solo non prevede un riferimento a definiti livelli di prestazione, ma non neppure soggetta a verifica da un soggetto terzo. Sviluppatosi nellambito di problematiche ambientali, il label di tipo I denominato comunemente ecolabel, mentre la dichiarazione di tipo III contraddistinta con lanacronismo EPD (Environment Product Declaration). Un ecolabel redatto secondo i principi della norma deve stabilire i requisiti ambientali di un prodotto sulla base di indicatori derivati da considerazioni relative al ciclo di vita. Quando ci si riferisce agli edifici, i concetti di indicatore e ciclo di vita assumono particolare complessit e, soprattutto, diventa rilevante il sistema di prestazioni che la costruzione oggetto di analisi deve assicurare. Inoltre, per gli edifici in particolare, le prestazioni ambientali non possono essere disgiunte da quelle sociali e da quelle economiche. Le istanze per una valutazione complessiva del concetto di sostenibilit si vanno facendo sempre pi evidenti e riconosciute come fondamentali da parte degli enti di governo internazionali e in ambito normativo. Infine, occorre ricordare che lintervento edilizio pu riguardare il costruito esistente o una nuova costruzione: preoccuparsi di etichette ambientali o di sostenibilit solo per il nuovo vuol dire incidere su una porzione del mercato edilizio che in Europa dellordine appena dell1%. in questo contesto che si sono sviluppati, ancora su base volontaria, e in risposta alle pressanti istanze del mercato diversi sistemi di certificazione della qualit ambientale degli edifici. Se gli strumenti, quindi, sembrano essere finalmente disponibili, la sfida oggi quella di armonizzarli a livello europeo, stanti le difficolt di stabilire livelli di riferimento, indicatori, criteri di requisito, metodi di calcolo e di verifica riconosciuti e normalizzati.
Sistemi di ecolabel Si possono distinguere tre tipi di sistemi:una valutazione su base prestazionale, come quella proposta dal sistema anglosassone BREEAM; uno strumento di supporto alle decisioni, quale il sistema francese HQE; i sistemi di etichettatura propriamente detti come lo svizzero Minergie e il tedesco Passivhaus. Di seguito, si riporta una sintesi di quelli che hanno oggi maggior diffusione e/o rilevanza nel contesto internazionale, con particolare riferimento ai sistemi di interesse nel contesto mediterraneo. Il BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) un metodo messo a punto a partire dal 1990 in Gran Bretagna e integrato con i regolamenti edilizi ed energetici ivi vigenti. Prevede diversi criteri di valutazione per edifici nuovi, per interventi di ristrutturazione e per tipologia edilizia: residenze, uffici, industrie, ospedali, ecc. La valutazione si applica alle fasi di progettazione, costruzione e gestione e prende in considerazione otto categorie di analisi: esercizio, salute e comfort, energia, trasporti, acqua, materiali e rifiuti, uso del suolo ed ecologia, inquinamento ambientale. Il sistema si basa sullattribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilit delledificio, pesati e sommati per ottenere un singolo voto, sulla base del quale alledificio viene assegnato un indice di qualit. Il sistema prevede diversi livelli di prestazione ambientale e di certificazione dellintervento. Il metodo BREEAM comprende anche un tool internazionale per proporsi come criterio di etichettatura in contesti geograficamente diversi dalla Gran Bretagna. Sulla stessa linea il LEED (Leadership in Energy and Environment Design), sviluppato in USA e in Canada e applicato in 40 Paesi; prevede formulazioni differenziate per le nuove costruzioni e per gli edifici esistenti, e per diverse tipologie edilizie (residenziale, com-
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NORMATIVA
merciale, scuole, ecc.). I criteri di valutazione sono raggruppati in sei categorie che prevedono prerequisiti prescrittivi obbligatori e un numero di performance ambientali che, assieme, definiscono il punteggio finale delledificio: siti sostenibili, gestione efficiente dellacqua, energia ed atmosfera, materiali e risorse, qualit degli ambienti interni, progettazione ed innovazione. Il GBC (Green Building Certification Institute), istituto che presiede alla certificazione LEED in tutto il mondo, ha recentemente creato una sezione GBC Italia. Il Protocollo ITACA stato sviluppato in Italia da ITACA (Istituto per linnovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilit ambientale, associazione delle Regioni e Province autonome) e si applica al progetto di edifici residenziali. I criteri di analisi sono raggruppati in quattro categorie: ambiente esterno (comfort, inquinamento
locale, inserimento nel contesto), consumo di risorse (energia, suolo, acqua potabile, materiali), impatto ambientale (gas a effetto serra, emissioni liquide, rifiuti da costruzione e demolizione, rifiuti, impatto sui vicini), qualit dellambiente interno (manutenzione e gestione impianti, monitoraggio dei consumi, spazi comuni). Per ogni criterio e sottocriterio, il progetto riceve un punteggio da -1 a +5: il livello zero rappresenta la prassi abituale e la conformit ai regolamenti. La metodologia HQE (Haute Qualit Environmentale), messa a punto in Francia e applicata a partire dal 1994, stata sviluppata da Association HQE attraverso appositi Centri di Risorse regionali. Il sistema HQE si differenzia dagli altri per la forte connotazione di approccio gestionale lungo le diverse fasi del progetto ed costruito come insieme di strumenti integrato alla gestione ambientale
eco-gestione
Lyce des mtiers du BTP et de lhabitat HQE de Blanquefort. Grafico delle prestazioni valutate secondo il metodo HQE NF btiments tertiares Dmarche HQE.
0 eco-costruzione 1. prog. integrata delledificio con il contesto ambientale ed urbano 2. scelta integrata di materiali e tecnologie 3. cantiere a basso impatto 4. gestione dellenergia 5. gestione dellacqua 6. gestione dei rifiuti 7. manutenzione e riparazione 8. comfort igrotermico 9. comfort acustico comfort 10. comfort visivo 11. comfort olfattivo 12. condizioni igieniche 13. qualit dellaria salute 14. qualit dellacqua
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Lyce des mtiers du BTP et de lhabitat HQE de Blanquefort. Profilo delle prestazioni ambientali secondo valutazione GBC 2005 effettuata dal CSTB.
G. aspetti sociali ed economici F. mantenimento delle prestazioni E. sistemi di controllo e gestione D. comfort e qualit degli ambienti interni C. impatto ambientale B. consumo denergia e di risorse A. scelta del sito, progetto di insediamento e sviluppo 0 1 2 3 4 5
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Scheda HQE relativa al Lyce des mtiers du BTP et de lhabitat HQE de Blanquefort
Luogo Data di ultimazione lavori Gruppo di progettazione Blanquefort, Gironde 33 FR 2006 Isabelle Colas, capo progetto BDM architectes, atelier darchitettura Eccta Ingnierie, BET (strutture) Cap Ingelec, BET (impianti) Adret, BET (HQE) Viam Acoustique (acustica) Atelier Paysages (architettura del paesaggio) edificio scolastico 14.600 m2 19.901 m2 18.623 m2 consumo annuale denergia 72 kWh/m2 emissioni di CO2 8 kg/m2a consumo dacqua potabile 5,4 m3/a Eco-costruzione 1. progettazione integrata delledificio con il contesto ambientale ed urbano 2. scelta integrata di materiali e tecnologie 3. cantiere a basso impatto Eco-gestione 4. gestione dellenergia 5. gestione dellacqua 6. gestione dei rifiuti 7. manutenzione e riparazione Comfort 8. comfort igrotermico 9. comfort acustico 10. comfort visivo 11. comfort olfattivo Salute 12. condizioni igieniche 13. qualit dellaria 14. qualit dellacqua Gestione ambientale sistema di gestione ambientale delledificio integrazione ambientale integrazione ambientale del progetto nel contesto urbano studio dei percorsi e dellaccessibilit alledificio Gestione sostenibile del cantiere raccolta differenziata degli scarti di cantiere impiego di fosse di decantazione per i getti di calcestruzzo Impiego di materiali ecologici impiego di materiali sostenibili selezionati in base ad una analisi multicriteri (blocchi di laterizio, rivestimenti in legno, doppi vetri basso-emissivi, isolamento in lana di vetro) progettazione del verde trattamento delle acque di deflusso per il risparmio idrico Risparmio energetico riduzione dei consumi di energia primaria dal 10 al 26% rispetto allo standard RT2000 impianto di VMC con recupero di calore impianti per la produzione di calore e ACS alimentati per il 55% a gas e per il 45% a legna produzione di energia da fonti rinnovabili (sole + biomassa) pari al 42% del fabbisogno totale 120 m2 di pannelli solari 140 m2 di pannelli fotovoltaici Gestione della risorsa acqua 800 m2 di bacino di accumulo delle acque meteoriche reimpiegate per lirrigazione degli spazi aperti Gestione dei rifiuti gestione interna dello smaltimento dei rifiuti in unarea di compostaggio di 30 m2 impiego di vasche di decantazione per i getti di calcestruzzo Qualit dello spazio interno impiego di sistemi di schermatura e protezione dallirraggiamento fattore di luce diurna minimo del 2% sonde di rilevamento del livello di CO2 allinterno delle aule che comandano lapertura automatica delle finestre Monitoraggio delle performance impianto di Building Management manuale di uso delledificio
Tipologia superficie superficie lorda calpestabile superficie netta calpestabile HQE rating (NF Btiments Tertiaires dmarche HQE) Criteri HQE
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Lyce des mtiers du BTP et de lhabitat HQE de Blanquefort. Padiglione delle aule sul quale sono stati installati i pannelli fotovoltaici (foto: Atelier Positif ).
delloperazione. Il sistema appare tuttavia piuttosto rigido sotto il profilo della procedura di certificazione e qualcuno lo considera fin troppo flessibile sotto il profilo del controllo dei livelli prestazionali. La metodologia HQE, che riguarda oggi diversi tipi edilizi, dal residenziale al terziario, si integra con la regolamentazione energetica vigente in Francia secondo quattro categorie (Eco-costruzione, Eco-gestione, Comfort, Salute) articolate in 14 criteri: relazioni delledificio con il contesto immediato, scelta integrata di procedimenti e prodotti da costruzione, cantiere a basso impatto, gestione dellenergia, gestione dellacqua, gestione dei rifiuti da attivit, gestione della manutenzione, comfort igrotermico invernale ed estivo, comfort acustico, comfort visivo, comfort olfattivo, igiene degli spazi, igiene dellaria, igiene dellacqua. Un aspetto importante dellapproccio HQE, relativamente ai prodotti da costruzione, ladozione del sistema EPD dellAFNOR, fondato su un metodo di valutazione LCA oltre che sulla valutazione di aspetti sanitari (EPD+S). La Francia rende cos disponibile gratuitamente un data base (INIES) con gli EPD+S dei prodotti. Il metodo VERDE un metodo spagnolo sviluppato da Arquitectos, Urbanistas e Ingenieros Asociados, GBC Spagna e Consiglio Superiore del Collegio degli architetti spagnoli. Si applica a nuove costruzioni nel settore residenziale, terziario, sanitario e scolastico, alle diverse fasi del ciclo di vita di un edificio (per il momento non tutti gli strumenti sono stati messi a punto). Il sistema fa riferimento ad indicatori di impatto ambientale classici, calcolati sui prodotti e sulla fase di gestione delledificio, o espressi in termini qualitativi. Come nel Protocollo ITACA, si utilizza una scala di punteggio.
Aspetti significativi per un ecolabel nel contesto mediterraneo A questo punto, interessante prendere in esame, allinterno di alcuni dei sistemi di valutazione sopra descritti, due criteri che particolarmente sono connessi al contesto climatico e alle risorse locali tipici dellarea mediterranea: il comfort termico in estate e le conseguenze in termini di risparmio energetico e di impatto ambientale; le strategie di scelta dei materiali, riferite alla valutazione della loro durata e della manutenibilit nel lungo periodo. Il LEED tratta la questione dei materiali in termini di riciclaggio, riuso e loro rinnovabilit, ma introduce anche dei punteggi a favore correlati alla percentuale di impiego di prodotti regionali nella costruzione. Relativamente alla categoria efficienza energetica e inquinamento, affronta la questione del raffrescamento estivo con riferimento ai sistemi impiantistici per limitarne limpatto ambientale, i consumi energetici ed eventuali aspetti di insalubrit dellaria interna. Non c un esplicito riferimento a soluzioni tecnologiche e impiantistiche per il raffrescamento estivo passivo. Anche il BREEAM non fa esplicitamente riferimento al comfort estivo; tuttavia, nella categoria energia attribuisce punti per il ricorso a sistemi free cooling, fra i quali quelli basati sul raffrescamento notturno e sulla massa termica. Relativamente alla categoria materiali e rifiuti, fa riferimento alla Green Guide to Specification e valorizza il riuso dei prodotti negli interventi di recupero e, in generale, luso di materiali da riciclaggio. La questione climatica pi esplicitamente articolata nel sistema HQE e pertanto, tenuto conto delle diverse zone climatiche della Francia, fra le quali quelle propriamente mediterranee e quelle a clima temperato del sud, gli aspetti legati al comfort termico estivo
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Rosa Parks Elementary School Portland, Oregon (USA), progetto di Dull Olson Weekes Architects. Nellagosto 2007 stato certificato LEED Gold con un punteggio di 42/69.
sono ampiamente affrontati. Inoltre, unattenzione particolare data ai temi della durabilit dei materiali e della facile manutenibilit che permettono di valorizzare, non in astratto, le risorse disponibili a livello regionale. Per il comfort estivo, si pone laccento sulla interazione con le problematiche del comfort acustico (finestre aperte e rumori esterni) e della ventilazione (finestre schermate dal sole) e si differenzia per i casi con ricorso alla climatizzazione oppure a sistemi free cooling e alla geotermia superficiale. I criteri relativi alla scelta dei materiali e dei procedimenti costruttivi sono affrontati in una ottica multicriteri: qualit tecnica e prestazionale, durabilit e adattabilit al
tipo di edificio, facilit e basso impatto delle operazioni manutentive, prodotti che garantiscono il comfort e la salute, con un basso impatto nel ciclo di vita (EPD+S).
Lyce des mtiers du BTP et de lhabitat HQE de Blanquefort. Immagine di cantiere: la sala della biblioteca realizzata con pareti monostrato in laterizio alleggerito in pasta.
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Monica Lavagna
Dettagli
l paese di Iznjar si trova allincontro delle provincie di Granada, Malaga e Cordova (Spagna), su una collina, tra il fiume Genil e il torrente Priego. Si tratta di un piccolo paese che si distribuisce fra numerose frazioni disseminate senza un preciso schema per le campagne circostanti. Il paesaggio attraversato da una fitta e intricata rete di strade di tracciato medievale ed caratterizzato dalle colture dellulivo, interrotte da zone boschive e da un lago. I lotti su cui si collocano le residenze progettate da Solinas+ Verd Arquitectos si trovano in unarea di espansione del paese, subito fuori del centro urbano, verso est, nelle vicinanze del Quartiere la Venta. Posizionati in una zona di recente urbanizzazione, derivante dal Piano Particolareggiato di Cierzos e Cabreras, linsieme delimitato verso nord dal canale Real, verso sud da altri lotti dove si sono realizzati e si realizzeranno interventi similari, verso est da una zona residenziale consolidata e verso ovest da un Centro di trasformazione. Il progetto, risultato vincitore del Concurso Internacional Arquitectos Jvenes en Andaluca J5 nel 2004, stato sviluppato nel 2005 e ad agosto 2006 iniziata la costruzione, che stata portata a termine nell'aprile 2008. Lintervento suddiviso in due lotti, R1(B) pi a occidente con 11 unit residenziali, e R2(B), con 7. La morfologia dei lotti presenta una pendenza molto pronunciata, presentandosi con un dislivello di 12 metri. Laccesso alle abitazioni avviene lungo il fronte sud. Al piano terra si situano la zona giorno, il soggiorno, la cucina e un patio interno la cui vista protetta dallesterno grazie a due cancelli che ne salvaguardano il carattere privato. Un patio centrale si propone come dilatazione naturale verso lesterno della parte intima della casa, secondo la tipica tradizione andalusa. Questa successione di spazi giustapposti stata adottata anche nella organizzazione distributiva interna della casa. Il salotto-sala da pranzo stato pensato come il vano principale, attorno a cui si articolano le altre zone interne. La doppia altezza, illuminata zenitalmente, mette in relazione larea giorno del piano terra con quella destinata al riposo del piano superiore. Secondo Simone Solinas e Gabriel
Verd il complesso caratterizzato da una ... successione di spazi vuoti e pieni, interni ed esterni, che circondano e sono circondati, permettendo di giocare con i volumi, le luci e le ombre che scivolano sulle pareti. Il progetto delle residenze ha avuto come obiettivo prioritario la ricerca della maggior razionalit ed economicit costruttiva possibili, in modo da garantire la qualit delle abitazioni nei limiti economici imposti dalloperazione di realizzazione di 18 Viviendas de Proteccin Oficial en Rgimen Especial. Il costo complessivo dell'intervento stato di 1.009.635 euro (526 euro/m2). Si scelto di adottare una struttura di pilastri e travi di calcestruzzo armato, con solaio unidirezionale poggiato interamente su di un basamento anchesso di calcestruzzo armato, considerata la soluzione pi economica per questo tipo di alloggi e per la topografia del lotto. Il restrittivo programma di 70 m2 utili si arricchito grazie allincremento del volume interno delle abitazioni, aumentando le altezze minime obbligatorie per le residenze sociali e ottenendo tetti che vanno dai 7 metri nella zona della sala da pranzo fino ai 4 m in due delle tre camere da letto; tutto ci senza intaccare il costo finale dellopera. Sfruttando le rientranze della facciata e lalternarsi di vuoti e pieni, si potuto giocare con le luci e le ombre in modo efficace e vantaggioso per queste latitudini. La conformazione delle coperture, non solo aiuta a immettere la luce della mattina allinterno degli alloggi i lucernai favoriscono anche il controllo della ventilazione naturale, particolarmente efficace in fase estiva , ma fa s che, dal centro storico del paese, siano visibili solo le coperture e non le facciate. Le stesse rientranze consentono un adattamento naturale dell'insieme allimportante pendenza della strada. Negli estremi occidentali di ogni lotto, il ritmo della facciata si modifica per adattarsi allunicit delle particelle, proponendosi cos, in modo originale, come elemento di pausa o interruzione di ogni serie. Le tegole, dal classico colore del cotto e il bianco delle pareti stratificate in laterizio, in contrasto con il rosso scuro delle persiane del piano alto, contribuiscono ad una piena integrazione del progetto nel tipico paesaggio di Iznjar.
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I disegni sono stati rielaborati da Davide Mondini sulla base della documentazione gentilmente messa a disposizione dallo studio Solinas + Verd Arquitectos.
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La tecnologia ha influenzato in ogni epoca la caratterizzazione architettonica di manufatti e complessi insediativi. Con la scomposizione del fabbricato in parti ed elementi, avvenuta nellet contemporanea, in struttura e involucro, la metodologia di progettazione ha acquisito libert di espressione formale, stilistica e funzionale. Con laffermarsi oggi dellobiettivo della sostenibilit e del risparmio energetico, lapplicazione di corrette tecnologie costruttive permette alla disciplina architettonica di riprendere un ruolo espressivo e significativo per lo sviluppo della societ. Le prestazioni richieste allinvolucro edilizio riguardano sempre pi il controllo dei parametri di comfort interno: protezione dal freddo e dal caldo, isolamento acustico, disponibilit di luce e ventilazione naturali, risparmio di energia. Questopera un compendio delle ricerche condotte, presso il Politecnico di Bari, dallautore, ingegnere edile, membro di ISES, International Solar Energy Society. In particolare, specie nella parte riferita alle prestazioni, a requisiti e tecnologia dell'involucro trasparente, rappresenta una rielaborazione della tesi di Dottorato di Ricerca, dal titolo Il controllo della luce naturale: tecnologia ed innovazione. Il testo, partendo dallo studio dei materiali,definisce caratteristiche, elementi e componenti del sub-sistema di involucro e riattribuisce al progetto la libert di riappropriarsi dei principi della tradizione. Il tutto contestualizzato al territorio italiano, alla sua area climatica prevalente, quella mediterranea. Nella prima parte il contributo dellarchitettura vernacolare alla progettazione climaticamente consapevole dellinvolucro edilizio -, partendo dalle tradizioni costruttive locali, sono analizzati i requisiti base e le soluzioni tecnologiche tradizionali adottate, in modo che queste possano costituire una base per la moderna progettazione. Nella se-
conda, viene richiamata sinteticamente la legislazione energetica nazionale ed internazionale, nella quale si inserisce la progettazione degli involucri edilizi, anche alla luce delle modifiche sostanziali che ha subito il nostro corpus normativo. La terza parte, fornendo anche alcuni presupposti teorici per la verifica dei singoli parametri prestazionali, analizza i requisiti e le prestazioni ai quali devono rispondere gli involucri di moderna progettazione: il benessere igrotermico interno, acustico, visivo, la ventilazione naturale. La parte centrale rappresentata dalla quarta, che tratta degli aspetti legati alla progettazione degli involucri. Partendo dalla classificazione dei diversi componenti ed elementi costruttivi dellinvolucro, opaco e trasparente, esamina le principali soluzioni: gli isolanti, lo strato di accumulo termico e di tenuta al vapore, il vetro, gli isolanti trasparenti, i sistemi elettrocromici, gascromici, a cristalli liquidi, i pannelli prismatici, gli schermi di deflessione; inoltre vengono analizzate le chiusure verticali isolate dallesterno, dallinterno, le pareti ventilate. Nella quinta parte sono prese in considerazione le possibilit di integrazione che oggi offrono gli involucri edilizi nei confronti delle tecnologie di sfruttamento passivo ed attivo della radiazione solare: i sistemi fotovoltaici e quelli di riscaldamento e raffrescamento passivo.
Francesco Fiorito Involucro edilizio e risparmio energetico. Soluzioni progettuali e tecnologie Flaccovio, Palermo, 2009 296 pp., 42,00
Questo volume raccoglie frammenti della ricerca La riforma tipologica e costruttiva della casa mediterranea,coordinata da Franz Prati, presso lUniversit di Genova. Nel tetto e nel coronamento delledificio stato identificato il tratto distintivo e peculiare che informa il principio insediativo dellarchitettura nel paesaggio costiero mediterraneo.A cura di Dunia Mittner, docente presso il Dipartimento di Architettura e Urbanistica dellUniversit di Padova, e di Chiara Visentin, docente a Parma in Scienze dellArchitettura, il volume accoglie contributi di studio diversi sui caratteri insediativi della Liguria. Quello di Donatella Morozzo della Rocca, Per necessit e per decoro La copertura della casa nella tradizione ligure, e quello della Visentin, Il tetto composito delleclettismo ottocentesco nellarchitettura costiera, sono tesi a indagare la tradizione costruttiva ligure sotto il profilo tipologico, in rapporto alle diverse configurazioni insediative (nuclei di formazione spontanea borghi pianificati), alle caratteristiche morfologiche del terreno, fino a rintracciare linfluenza di tali elementi allinterno di tipi edilizi urbani pi evoluti; oppure, le diverse soluzioni stilistiche adottate per le facciate e per i vari elementi costruttivi, che si caratterizzano in codici formali diversi: il neoantico, neoegizio, neoindiano, neocinese, neobizantino, neogotico, neoclassico, neoprovenzale, neorinascimentale. Cristiana Mazzoni, nella sua analisi, La copertura nellarchitettura razionalista della costa mediterranea, spiega come l'architettura esprima in maniera preminente la ricerca di dialogo con il paesaggio, attraverso il razionalismo costruito, lungo la costa mediterranea, reinterpretando i modelli ereditati dalla storia. Francesca Buccafurri, con il saggio,La tecnologia del tetto del borgo ligure e della villa genovese in antico regime, mette in luce laspetto tec-
nologico e linterazione strutturale tra copertura rurale e patrizia, analizzando il tetto del borgo ligure e della villa genovese in antico regime. Francesco Saverio Fera analizza, attraverso il suo approfondimento, Ledificio residenziale pubblico tra le due guerre in Liguria; Aldo de Poli propone La composizione del tetto tre questioni teoriche, che essa sottende, attraverso unantologia di autori del Moderno. La seconda parte del libro accoglie i risultati di unesercitazione progettuale, commissionata dallAzienda regionale territoriale per ledilizia di Imperia, per la realizzazione di prototipi di case di abitazione. Guido Campodonico illustra, a seguire, la vicenda del progetto; sempre sul tema, Marco Casamonti descrive le tecniche di costruzione delle coperture liguri, citando le novit tecnologiche e luso dei materiali antichi. Massimiliano Giberti identifica con puntualit le relazioni che il progetto instaura con il contesto e il paesaggio. In fondo, la selezione di testi di autori del Moderno mette in risalto il dibattito, negli anni Trenta del Novecento, sul ruolo della copertura per la messa a punto di importanti codici progettuali.A chiudere,Alex Vitali offre una selezione bibliografica di testi che definiscono parti ed elementi inerenti la copertura (attico, belevedere,colmo,lucernari,mansarda, solario, terrazza).
Recensioni
Dunia Mittner, Chiara Visentin (a cura di) Identit e forma. Il ruolo della copertura nellarchitettura costiera mediterranea Alinea, Firenze, 2002 96 pp., 15,00
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Larchitettura egiziana un esempio di convivenza tra progetto, clima e tradizione: in pratica, la definizione della vera architettura sostenibile. Il libro, presentato in collaborazione con il Dipartimento di Progettazione Urbana e Urbanistica dellUniversit di Napoli, propone unanalisi dei caratteri della casa egiziana, nei suoi diversi contesti ambientali: dalle oasi del deserto occidentale alloasi di Siwa, alle regioni rurali, allambiente urbano consolidato del Cairo. Chiavi di lettura del percorso, tracciato attraverso larchitettura vernacolare e quella contemporanea, sono: il rapporto tra gli elementi naturali, le influenze climatiche da essi determinate e la forma costruita; la considerazione del modo con cui larchitettura spontanea riflette in maniera diretta laccumularsi delle conoscenze tradizionali, senza porsi il problema dellinnovazione nella determinazione della forma, che invece tema centrale nel lavoro dellarchitetto. Ashraf M.Salama, nella prefazione, ripercorre la storia della capitale dEgitto, cercando di recuperare la memoria di una tradizione tipologica dellabitare arabo. Isadora dAimmo, nella presentazione, d invece valore alla ricerca qui riprodotta, sottolinenando il carattere di efficienza e funzionalit che pu offrire il modo di costruire legato alla civilt del Mediterraneo. La curatrice (docente allUniversit di Napoli), nellintroduzione, definisce la mediterraneit architettonica frutto del rapporto tra forma costruita e ambiente naturale (paesaggio, clima, suolo e tradizioni di conoscenza).Citando libri e autori darchitettura, sottolinea limportanza delledilizia minore, frutto di un processo spontaneo basato sullabitudine, sul vernacolare, sulla ripetitivit di un modello e ne richiama la definizione dei termini. Ricorda, comunque, il rapporto tra le architetture spontanee, sintesi delle architetture tradizionali e i progetti dau-
tore, che di quelle istanze forniscono uninterpretazione critica. Da ci giunge a dichiarare che i temi e i termini di quella relazione si palesano nella vicenda architettonica egiziana. La descrizione del modello abitativo, ove si sperimentano i principi di ventilazione naturale, selezione della luce solare, uso dellacqua per il miglioramento del comfort ambientale, loggetto specifico di studio dei primi quattro capitoli. Il quinto capitolo incentrato sullopera di un protagonista dellarchitettura del XX secolo, Hassan Fathy, e sul suo metodo progettuale, incentrato sulla varia articolazione di alcuni elementi base, invarianti tipologiche e formali, che lo studio della tradizione ha dimostrato derivare dal rapporto tra architettura ed elementi naturali. I successivi capitoli hanno come argomento cardine il lavoro di architetti come Ramses Wissa Wassef e Abdel Wahed El Wakil, individuando leredit culturale dei maestri,nel panorama architettonico dellEgitto contemporaneo e spunti di riflessione sul rapporto tra progetto, clima e tradizione. Dei progetti presentati allinterno del volume sono descritte le qualit compositive e formali, la semplicit e il rigore, la ricerca di equilibrio fra tradizione e innovazione. Il volume infatti, pur inserendosi nel quadro degli scritti che trattano specificatamente della cosiddetta architettura bioclimatica, si occupa principalmente degli aspetti progettuali di costruzione della forma; allontanandosi, quindi, dalle implicazioni tecnologiche, per rivendicare unappartenenza dei temi trattati alla sfera del progetto di architettura. Adelina Picone Casa araba dEgitto. Costruire con il clima: dal vernacolo ai maestri contemporanei Jaca Book, Milano, 2009 370 pp., 32,00
Il libro il catalogo delle tre mostre, tenutesi alla fine del 2006, al Palazzo Reale di Napoli, che hanno analizzato la cultura architettonica del Sud e del Mediterraneo. Con la prima, Paesaggi urbani del Mediterraneo, sono state messe a confronto nove citt,nel loro rapporto di osmosi con il Mediterraneo: Algeri, Alessandria dEgitto,Tripoli,Istanbul,Genova,Valencia, Marsiglia, Beirut, Napoli, presentando di ognuna testi di definizione e di riferimento,fra cui quelli di Marco Casamonti, Peter Greenaway, Efisio Pitzalis e Pedrag Matvejevic, con un apparato iconografico,immagini panoramiche e con la citazione di alcune architetture esemplificative. Con la seconda,20-06 Overview per larchitettura italiana,sono stati individuati sei progetti strategici, per promuovere rinnovamento, per attualizzare il rapporto tra nuovo e antico, messi a disposizione dagli enti coinvolti (Provincia di Napoli e Comuni di riferimento) e inerenti alle tematiche di densificazione, centralit, dismissioni industriali, Parco nord del Pptc, aree archeologiche, territorializzazione delle infrastrutture. La terza mostra, Learning from South, ha riguardato larchitettura della parte del mondo pi povera, che ha scelto per di tutelare la propria identit, con a corredo, tra le altre, architetture di Siza, De Carlo, Sert, Quaroni, Barragn, Fathy, Coderch, Pikionis, Ridolfi, Dieste, Utzon. Paolo Giardiello dichiara che essa si basa sulla conoscenza del luogo, sulla lettura della morfologia, dellorientamento, dei venti e della qualit del terreno,delle temperature e della vegetazione, su materiali rinvenuti nei luoghi e lavorabili con gli strumenti disponibili, per giungere a conformare volumi organizzati in modo armonico ed espressivo.
Con un ampio portfolio fotografico, realizzato da Mimmo Jodice nel 1983, si apre questo volume che racconta,anche con altre foto darchivio e dautore, la storia della costruzione di una fabbrica nel Meridione dItalia degli anni 50, e quella di un professionista definito architetto comunista che ha intrapreso una battaglia culturale per la dignit e la civilt del luogo di lavoro.Il libro insieme monografia di architettura, pubblicazione tecnica, documento celebrativo, negli scritti e nelle immagini, di quellavvenimento. Luigi Cosenza fa il punto sullarchitettura industriale; Cesare De Seta commenta lorigine del progetto; in quasi venti pagine sono raggruppati gli schizzi preliminari;viene schematizzato lo studio sul clima e sulla luce naturale degli spazi di lavoro.Il regista Francesco Rosi,nel suo ricordo di Cosenza, che interpell,durante lideazione del film Le mani sulla citt, definisce la fabbrica grande opera umanistica. Leleganza degli edifici, la loro discreta consistenza, il loro inserimento in un rigoglio di piante, cespugli, aiole, specchi dacqua, potrebbero appartenere a un villaggio turistico mediterraneo;in realt,sono il simbolo di una ricostruzioneilluminata,alternativa alla speculazione, di una rottura radicale con gli schemi tradizionali di progettazione industriale,di una qualit che permane anche dopo le trasformazioni dei 50 anni successivi. Tra gli altri saggi che il volume propone - oltre a quelli di Mario Lab, Riccardo Musatti, Ermanno Rea, Franco Purini, Alberto Campo Baeza,Carlos Mart Ars,Giulio Carlo Argan -, Paolo Perone parla del giardino moderno mediterraneo; e Roberto Guiducci della direzione dei lavori; Stanford Anderson crea un parallelo con lopera di Louis Kahn.
Marco Casamonti (a cura di) Annali dellarchitettura e delle citt Motta Architettura, Milano, 2006 240 pp., 49,00
Luigi Cosenza La fabbrica Olivetti a Pozzuoli Clean, Napoli, 2006 232 pp., 40,00
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RECENSIONI
ENGLISH SUMMARY
pages IX-XII The parish centre in Rijeka (Croatia), by RandicTurato architects, is a terra cotta volume with simple, contemporary shapes which bounds the sanctuary square on two sides. pages XIII-XVI Design focusing on energy conservation and sustainability is design that is aware of its context and capable of exploiting climatic resources by appropriately calibrating its shape, type and use of materials. pages 2-3 Mediterranean architecture is not a stylistic mark out of the past; it is a tendency and a way of responding to the demand for sustainability, combining the criteria of simplicity with those of the most advanced technologies and tradition with experimentation. pages 4-11 The white villa in Majorca is functionally divided into three blocks, the volumes of which, skilfully designed by the great Portuguese architect, interact with one another and with the steep landscape around them. pages 12-17 The Guerrero home is a work of great rigour and beauty in which Alberto Campo, reflecting on the concepts of space, light, matter and proportion, designs an introverted white parallelepiped volume surrounded by a high wall. pages 18-23 A holiday home on the Catalonian coast, built on a long, narrow lot perpendicular to the beach, consisting of three small volumes of irregular shape, plan and section arranged around a patio. pages 24-27 The attempt to achieve balance between tradition and innovation is the focus of the plan for the Halawa home by Abdel Wahed El Wakil, which won him the first of his two Aga Khan awards.
pages 28-31 Single-family dwellings blending themes common to the modern movement and Mediterranean popular tradition, such as rational construction, simplicity, economical use of space and skilful use of materials. pages 32-35 A redevelopment project on the ridge of the island offers an opportunity to transform a home in an environmentally sustainable way. Brick offers the inertia of thick walls, a citation of local tradition. pages 36-39 A holiday home on the Catalonian coast, built on a long, narrow lot perpendicular to the beach, consisting of three small volumes of irregular shape, plan and section arranged around a patio. pages 40-43 The holiday homes designed by Theodore Zoumboulakis on the island of Amorgos, in the heart of the Aegean Sea, are typologically simple, composed of massive brick volumes covered with traditional white plaster. pages 44-47 Dixon & Jones build a house of reinforced masonry in southeast France, made using the monomur building method, well-established in France, with ground blocks and fine joints. pages 48-51 Antonello Monaco, chairman of IsAM the Institute for Mediterranean Architecture defines Mediterranean architecture and construction method and the concept of designing a building to be appropriate to its location. pages 52-55 The Rosignano redevelopment project offers yet another opportunity to consolidate the seaside towns relationship with brick, showing how mechanical assembly represents the ideal link between the traditional and the contemporary.
pages 56-59 The search for high performance construction solutions which limit buildings energy consumption has led to an innovative process in building technologies which has had a particularly great impact on brick cladding systems and components. pages 60-65 Environmental assessment and labelling of buildings is becoming widespread in the Mediterranean as elsewhere, resorting to regulatory tools prepared in other climates and markets or proposing new regulations. pages 66-69 The 18 homes designed by Simone Solinas and Gabriel Verd in Iznjar offer an interesting example of Mediterranean architecture characterised by use of a vocabulary demonstrating awareness of the local context and identification of solutions for controlling indoor comfort. Alberto Ferraresi maturit classica, laurea a Ferrara in Architettura con Danilo Guerri. Progetta restauro e nuova costruzione, a scala architettonica e urbana. Collabora con Canali associati srl e svolge attivit critica in occasioni disciplinari. Roberto Gamba laureato in architettura nel 1977, progettista e pubblicista; presenta notizie, libri, opere e i risultati dei concorsi di architettura su vari giornali e riviste. Caterina Gargari architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dellArchitettura svolge la sua attivit presso il Dip. TAeD di Firenze sulle tematiche della progettazione sostenibile con particolare riguardo alla qualificazione energetica e alla valutazione di impatto ambientale. Monica Lavagna dottore di ricerca, professore incaricato di Tecnologia dellArchitettura presso la Facolt di Architettura e Societ del Politecnico di Milano. Svolge attivit di ricerca sulla valutazione LCA di prodotti edilizi presso il Dipartimento BEST.
Adele Picone architetto, ha pubblicato articoli su riviste di architettura e saggi in numerosi testi scientifici. autrice di un volume dal titolo: La casa araba dEgitto, Milano 2009, edito da Jaca Book. Claudio Piferi architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dellArchitettura, docente di Progettazione dei Componenti Edilizi, svolge attivit di ricerca presso il Dipartimento di Tecnologie dellArchitettura e Design P. Spadolini di Firenze. Maria Chiara Torricelli professore ordinario di Tecnologia dellArchitettura alla Facolt di Architettura della Universit di Firenze, Dipartimento TAeD. Svolge ricerca e ha pubblicato su materiali e sistemi costruttivi, prestazioni ambientali e sistemi edilizi complessi.
ELENCO INSERZIONISTI
Consorzio Alveolater viale Aldo Moro, 16 40127 Bologna tel. 051.509873 www.alveolater.com Gruppo Ribabianca via Santarcangiolese, 1830 47822 Santarcangelo di Romagna (RN) tel. 0541.626132 www.ripabianca.it Industrie Cotto Possagno via Molinetto, 80 31054 Possagno (TV) tel. 0423.9205 www.cottopossagno.com Palagio Engineering via Provinciale Chiantigiana, 36 50022 Greve in Chianti (FI) tel. 055.8590900 www.engineering.palagio.it SAIE Bolognafiere viale della Fiera, 20 48128 Bologna tel. 051.282111 www.saie.bolognafiere.it Solava via Urbinese, 45F 52026 Piandisc (AR) tel. 055.9156556 www.solava.it Terreal Italia San Marco strada alla Nuova Fornace 15048 Valenza (AL) tel. 0131.941739 www.sanmarco.it Wienerberger Brunori via Ringhiera, 1 40020 Bubano di Mordano (BO) tel. 0542.56811 www.wienerberger.it
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CONTRIBUTI A CURA DI
Andrea Campioli professore ordinario di Tecnologia dellArchitettura al Politecnico di Milano, dove svolge attivit di ricerca presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologia dellambiente costruito. Davide Cattaneo laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 2003; dal 2005 cultore della Materia di Storia dellArchitettura Contemporanea. Redattore della rivista Area, collabora con le riviste Materia, dArchitettura e con il portale Archinfo. Veronica Dal Buono architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dellArchitettura presso la Facolt di Ferrara; la sua attivit di ricerca si sviluppa intorno al rapporto tra luomo e i materiali dellarchitettura, tra tradizione e innovazione del progetto.
Igor Maglica laureato nel 1986 presso la Facolt di Architettura del Politecnico di Milano; dottore di ricerca in Composizione Architettonica (1997, IUAV di Venezia); dal 2001 redattore di Costruire in Laterizio e caporedattore di AL. Carmen Murua si laurea e ottiene il titolo di dottore di ricerca in Composicin Arquitectonica (1999) presso lETSAM di Madrid. stata per vari anni corrispondente in Italia delle riviste Arquitectura y Tecnologia e Arquitectura. Elisabetta Palumbo dottore di ricerca in Tecnologia dell'Architettura, svolge attivit di ricerca presso il Dipartimento di Tecnologie dellArchitettura e Design P.L. Spadolini di Firenze. Il suo campo di ricerca riguarda le metodologie e gli strumenti Life Cycle Assessment applicati ai prodotti e sistemi edilizi.
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idrorepellente di profondit, contro le efflorescenze umide per risalita. La sottostruttura dancoraggio, in acciaio inox, del tipo ad orditura doppia con montanti e traversi, permette, tra laltro, la posa a cortina. Le ampie facciate continue in vetro sono schermate da un sistema di frangisole, di sezione 15x5 cm e altezza 70 cm, montati a secco su una struttura in carpenteria metallica.
Lisola dei Musei, in mezzo al fiume Sprea, il nucleo centrale di Berlino e la sede delle massime istituzioni culturali della citt: cinque entit espositive, erette tra Ottocento e Novecento. Il Neues Museum, costruito nel 1859 da Friedrich August Stler e distrutto dai bombardamenti dellultima guerra, si affianca allAltes Museum e raccoglie lantichit dellarte egizia e preistorica. David Chipperfield (con Julian Harrap), che aveva vinto il concorso del 1997, ha oggi portato a termine la sua ricostruzione, aggiungendovi un nuovo corpo per i servizi comuni ai diversi musei.
Il riallestimento degli interni stato compiuto da Michele De Lucchi. Due percorsi distinguono la collezione egizia e quella della preistoria; ad esse si accede dalla Archeologische Promenade, realizzata nelle due grandi corti coperte, lgyptischer e la Griechischer Hof. Il restauro, per quanto possibile, ha visto consolidate le parti ammalorate e le numerose decorazioni, senza manometterne la sostanza; ha, inoltre, ricostruito intere parti andate irrimediabilmente perdute, come limponente scalinata dingresso, creando un distacco materico, divenuto volutamente segno dellintervento contemporaneo.
sottili, con conseguente scarso impiego di malta: in questo modo, la muratura in grado di assicurare un isolamento ottimale e unassenza quasi totale di ponti termici. Le murature in blocchi microporizzati sono dotate, inoltre, di una cospicua massa frontale, che accumula e rilascia il calore in maniera assolutamente naturale, non solo smorzando i picchi della temperatura esterna, ma differendoli nel tempo. La muratura Wienerberger impiegata per lesperimento poggiava su una soletta di base dello spessore di 12 cm, realizzata fuori opera e poi disposta direttamente a terra su un semplice spiano di sabbia. La copertura a due falde, con struttura in legno e copertura in tegole di laterizio, era isolata mediante un pacchetto di coibente, per uno spessore totale di circa 30 cm. Cos, mentre il cubo posto allesterno si completamente disciolto nel giro di 3 giorni, il blocco di ghiaccio inserito nellinvolucro, dopo 20 giorni, risultato pari a circa l80% del peso iniziale.
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Quello di Caltagirone (Catania) un importante cimitero monumentale della Sicilia, realizzato a tre chilometri dal centro abitato. Il complesso, in stile gotico-siciliano, ha pianta quadrata a croce greca, costituita da 170 arcate che vanno a formare i portici sulle quattro vie principali. Per la sua costruzione, vennero utilizzati materiali facilmente reperibili sul territorio, quali la pietra bianca del ragusano, la pietra lavica e la terracotta. Lungo lasse nord-sud vi sono gli elementi pi importanti: il portico dingresso, il Famedio, lOssario, interrato e posto al centro della croce greca nella piazza ottagonale. Il suo perimetro era delimitato da un muro di cinta smussato agli angoli, attraversato da aperture che consentivano una sorta di permeabilit visiva. Venne progettato nel 1866 da Giovan Battista Nicastro, gi autore del Palazzo di Citt, dopo che il progetto precedente, di Filippo Basile (1852), non venne attuato. Nel 1875 i lavori erano gi in fase avanzata e il cimitero si presentava come nei tempi odierni, ad eccezione della chiesa centrale. Successivamente, diversi furono i progetti redatti per il suo completamento, ma ogni volta le
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rappresentanza di una importante societ di costruzioni. Il complesso incarna una tipologia edilizia che, in Italia, ha avuto larga e pregevole diffusione, per applicare forme e principi del razionalismo italiano, un originale e variato repertorio di dettagli e un ricercato uso dei materiali. Ledificio, tre piani fuori terra e un interrato, prevalentemente di mattoni rossi, secondo una precisa scelta materica, attenta alle tendenze nordeuropee dellarchitettura moderna e rispettosa, nel confronto, della tradizione storica della costruzione della citt. Il cotto, applicato non come semplice tamponamento, ma come massa muraria, si abbina al cemento armato a vista, riservato, nei fronti, alle strutture orizzontali dei solai e ai loro aggetti. Lopera, a causa di uniniziativa di carattere speculativo, verr presto alterata, con regolare autorizzazione gi concessa
dallAmministazione Comunale. Lautore ha per chiesto ai cultori dellarchitettura di firmare una petizione per la sua salvaguardia. Dato il notevole valore e prestigio architettonico, per essa gi stata inoltrata richiesta di vincolo alla Sovrintendenza.
A Sesto San Giovanni (MI), continuazione urbana della parte nord occidentale della capitale lombarda, Mario Botta e Giancarlo Marzorati (collaboratori Claudio Orsi e Ivo Redaelli) hanno messo a punto un progetto di riqualificazione dellarea Campari, che comprende la nuova sede direzionale del Gruppo, il museo della storia aziendale, due torri ad uso residenziale di tredici e nove piani, una palestra con piscina, un parco giochi e un parco pubblico. Sul fronte di via Gramsci, la nuova sede uffici, gi inaugurata, si compone di corpi di fabbrica disposti perpendicolarmente tra loro e incastrati luno nellaltro. Cos il
vecchio stabilimento, costruito nel 1904 su progetto di Luigi Perrone, ora sovrastato a ponte da un nuovo edificio che si sviluppa per due piani, a livello del quarto e quinto di un edificio ad esso perpendicolare a nove piani. I nuovi manufatti hanno una doppia facciata, allesterno rivestita con tavelle di cotto. Gli altri edifici sono in avanzata fase di costruzione a cura del Gruppo Moretti. Allinterno dellarea, ricavata una piazza, parzialmente occupata dalla copertura che emerge curvilinea sulla sporgenza delle superfici dei piani inferiori e dei seminterrati, realizzata in legno lamellare con manto vegetale.
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PRODOTTI
Nuove tegole fotovoltaiche
Dal sole arriva una quantit enorme di energia che viene irraggiata sotto forma di onde elettromagnetiche dello spettro visibile (quella che comunemente viene chiamata luce) e di onde elettromagnetiche dello spettro infrarosso (il calore). Seppur attenuate in modo significativo dallatmosfera, tutte possono essere sfruttate per il miglioramento delle condizioni di vita della specie umana e per il risparmio energetico. La produzione di energia elettrica e di acqua calda per usi domestici un esempio semplice e pratico di come si possa, allo stesso tempo, salvaguardare lambiente e contribuire al bilancio familiare, migliorando il comfort abitativo. Tradizionalmente attenta allevoluzione degli stili di vita e di consumo, oggi sempre pi orientati a privilegiare il risparmio energetico e lutilizzo di fonti rinnovabili, Industrie Cotto Possagno, forte della sua esperienza nel Sistema Tetto, presenta una nuova serie di tegole fotovoltaiche per lo sfruttamento
Nasce SanMarcoLab
Per creare le giuste sinergie tra il mondo della progettazione architettonica, principale target di riferimento, e quello interno della Ricerca e Sviluppo, SanMarco - Terreal Italia, azienda di riferimento tra i produttori di elementi in laterizio per larchitettura, d vita a SanMarcoLab. Con sede a Noale, presso lo stabilimento storico aziendale, SanMarcoLab raccoglier idee e progetti da sviluppare in nuove linee di prodotto e in nuove produzioni personalizzate. Per questo sar dotato di un front desk in grado di fornire soluzioni e sistemi costruttivi, informazioni tecniche sui materiali (normative, certificazioni, prestazioni dei prodotti SanMarco) e assistenza alla progettazione ed alla posa in opera. SanMarcoLab un laboratorio che dar voce a progettisti, ricercatori universitari e operatori del panorama architettonico ed edilizio contemporaneo, affiancati dai tecnici SanMarco per sondare applicazioni, utilizzi e performance del laterizio, che giustifichino oggi la continuit con un nobilissimo
scino del cotto viene reinterpretato secondo le nuove tendenze dellinterior design, mantenendo inalterata la propria eleganza: oltre allutilizzo negli edifici storici, le collezioni diventano sempre pi un ideale complemento darredo per le abitazioni di ispirazione contemporanea. Ogni pezzo della collezione Artigiani a Mano presenta una superficie irregolare, ottenuta con lavorazioni manuali alternate a fasi di produzione altamente tecnologiche. Per soddisfare le esigenze della ristrutturazione, Il Ferrone ha diversificato i formati: oltre ai classici rettangolari e quadrati, la versione 15x30 cm oggi disponibile anche con spessore 13 mm, per facilitare la posa su pavimenti gi esistenti, senza dubbio una delle applicazioni pi richieste nellultimo periodo.
attivo dellenergia solare nelledilizia. Un sistema che unisce la funzionalit di una tegola in argilla alla moderna tecnologia fotovoltaica, mantenendo pressoch immutato laspetto estetico del manufatto. La tegola fotovoltaica VL, nella versione standard o per coppi a una cella, in silicio monocristallino (4,8Wp o 4,2Wp) certificata EN 61215, EN 61730, TUV per accedere alle agevolazioni del conto energia.
mio economico grazie alla movimentazione tramite energia solare, fonte pulita e inesauribile, il sistema consente di evitare interventi sulle murature per la posa di cavi elettrici. Linstallazione di questo tipo di motore, quasi invisibile nel vano finestra, permette cos di superare i vincoli costruttivi per le ristrutturazioni. Il sistema Quadra dispone di guide laterali regolabili telescopiche dotate di spallette per incasso nel blocco serramento o nella muratura. Le tende oscuranti e filtranti sono fornite con il tessuto bordato ai lati, rinforzato dalla termosaldatura e, nel caso delle oscuranti, dalla presenza di stecche in acciaio per evitare strappi dovuti alle correnti daria. Laffidabilit e la funzionalit delle tende sono garantite dal marchio CE EN 13651 Classe 3.
passato e lo proiettino verso il futuro per unarchitettura sostenibile e consapevole. Interfaccia privilegiata tra il mondo della progettazione e lazienda, San MarcoLab si avvale di un ricco team di professionisti: F.Favaro (coordinamento), M.Bendolini, P.Bergamaschi, G.Bianchi, D.Desiderio, F.Girardi, R.Massarotto, G.Nardi, F.Stangherlin.
Il Ferrone Vivaterra via Provinciale Chiantigiana, 36 50022 Greve in Chianti (FI) tel. 055 8590800 fax 055 8590354 www.ilferrone.it
Industrie Cotto Possagno via Molinetto, 80 31054 Possagno (TV) tel. 0423 9205 fax 0423 920910 www.cottopossagno.com info@cottopossagno.com
Suncover spa via 2 Agosto 1980, 13/15 40016 San Giorgio di Piano (BO) tel. 051 6650069 fax 051 6650271 www.suncover.com sun@suncover.com
SanMarco - Terreal Italia strada alla Nuova Fornace 15048 Valenza (AL) tel. 0131 941739 fax 0131 959733 www.sanmarco.it marketing@sanmarco.it
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PRODOTTI
Tegole ecologiche per la bioedilizia
Ecologica, perfettamente traspirante, stabile e sicura: sono le caratteristiche esclusive di una copertura realizzata con Unika, la nuova soluzione brevettata da Vardanega Isidoro e progettata sulla base delle tecniche proprie della copertura romana tradizionale. Frutto di unattenta ricerca che ha rivisitato un punto fermo del passato con le attuali tecnologie produttive, Unika un sistema dalle performance eccezionali, sia dal punto di vista costruttivo che sotto il profilo estetico. Esso basato sulla combinazione di quattro elementi: embrice di partenza, coppo tecnico, embrice di falda e colmo. La loro interazione consente di costruire un tetto con ottima ventilazione sottotegola, elevata stabilit dei componenti, maggiore uniformit e regolarit del manto, con una eccezionale chiusura dei coppi sugli embrici e un perfetto allineamento fra gli stessi; il tutto senza lutilizzo di malte, n di ganci a vista. Unika consente di superare le
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metallo. Anche Vintage, il cui nome retro fa riferimento al mood del prodotto, si presta per abbinamenti hitech: il grigio leggero, simile alla malta, una cromia che attualizza le tendenze del passato ed esalta laccostamento, tono su tono, con materiali metallici. Come tutti i prodotti S.Anselmo, anche questi nuovi mattoni sono disponibili in due formati: Normal ed Euro (24x11,5x7). Il valore estetico della muratura faccia a vista accentuato dalle misure dello speciale formato Euro (7 centimetri di altezza invece dei canonici 5,5). Tali dimensioni consentono di inserire allinterno del mattone una speciale camera daria che alleggerisce di peso ogni singolo pezzo (2,5 kg luno), garantendo un incremento delle prestazioni dal punto di vista termico e acustico.
attuali soluzioni per il fissaggio e la sigillatura dei laterizi, evitando luso di prodotti chimici, vivamente sconsigliati dalla normativa. La stabilit della copertura garantita dalla combinazione degli elementi. Il coppo tecnico sostiene il successivo embrice di falda: in questo modo, anche la spinta gravitazionale delle tegole risulta equiripartita su ogni linea di listelli e, di conseguenza, il manto acquista resistenza con prestazioni garantite. La soluzione Unika consigliata per chi vuole il meglio dalla propria casa, a cominciare dalla vivibilit del sottotetto.
nibili con cornice interna della medesima tonalit per ottenere luniformit cromatica. Bianchi sono anche i tasti, silenziosi e con una morbida finitura satinata - trattata con protezione ad alta resistenza per dare stabilit al colore - che conferisce una percezione tattile molto materica. Bianche sono le installazioni domotiche per controllare e gestire la casa: dallilluminazione al clima, dalla sicurezza al risparmio energetico, dagli automatismi alla videocitofonia. Il touch screen consente la supervisione di tutti i dispositivi del sistema By-me. Da una sola interfaccia si comandano luci, tapparelle, condizioni climatiche, scenari. Si pu visualizzare lo stato dei carichi ed eventualmente forzarli. Si gestiscono, inoltre, tutte le funzioni del sistema antintrusione.
gna a pellet permettendo il mantenimento della temperatura desiderata ed evitando sprechi di combustibile. I moderni impianti rientrano, inoltre, nella normativa per il risparmio energetico e, perci, la loro installazione d diritto alla detrazione fiscale del 36 o del 55%, a seconda della tipologia di intervento da attuare.
Fornace S.Anselmo via Tolomei, 61 35010 Loreggia (PD) tel. 049 9304711 fax 049 5791010 www.santanselmo.com info@santanselmo.it
Fornace Laterizi Vardanega Isidoro via Olivi, 71 31054 Possagno (TV) tel. 0423 920011 fax 0423 920819 www.vardanegaisidoro.it
Vimar spa viale Vicenza, 14 36063 Marostica (VI) tel. 0424 488600 fax 0424 488188 www.vimar.it vimar@vimar.it
Jolly Mec Spa via Fontana, 2 24060 Telgate (BG) tel. 035 8359211 fax 035 833389 info@jolly-mec.it www.jolly-mec.it
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PANORAMA
lare, coperture in laterizio, paramenti in cotto toscano, grandi vetrate con brisoleil - si avvale di tecnologie avanzate sul piano bio-climatico, come la copertura principale dell'edificio a tetto-giardino e le coperture ventilate. Il tetto ventilato stato realizzato con luso di guaina traspirante, pannelli isolanti sagomati (con listello perpendicolare alla linea di gronda) e orditura di listelli paralleli alla linea di gronda su cui poggiano le tegole in laterizio. Per la copertura ventilata, si utilizzato un materiale locale, naturale e tradizionale come le tegole piane in cotto della Solava, ma con una modalit di posa originale e dal gusto moderno come la cosiddetta posa a rovescione che prevede lutilizzo esclusivamente di tegole romane che invece, di solito, si accoppiano con il coppo per la tipica copertura maritata alla toscana. Una volta posate le gronde, si procede al montaggio delle tegole per file successive, in senso verticale, preoccupandosi di effettuare la sovrapposizione degli elementi di circa 58 cm. Tale sovrapposizione non deve impedire un certo gioco tra le tegole, per consentire al manto di copertura di effettuare i movimenti di assestamento dovuti alle escursioni termiche. Si sconsiglia, pertanto, di sovrapporre le tegole al massimo consentito dalla forma dellelemento, evitando di incastrarle le une con le altre. Dopo aver sistemato lo strato inferiore, si posano le altre tegole con i bordi rivolti verso il basso a chiudere gli spazi vuoti fra le diverse file, e quindi ad assicurare la necessaria tenuta all'acqua. Per le facciate degli edifici
stato, invece, scelto il mattone pieno faccia a vista sabbiato. questo un laterizio ottenuto per estrusione, che coniuga elevate caratteristiche estetiche con leconomicit di un prodotto industriale. Le argille con cui realizzato sono estratte dalle colline fiorentine ricche di ferro, resistenti al gelo e a compressione con alti carichi di rottura, come testimoniato dal cartiglio CE che accompagna ogni fornitura. Per dare vibrazione di luce e caratterizzare la massa architettonica, si realizzata una tessitura con un corso di mattoni 24x6 cm e 3 corsi di mattoni 24x12 cm montati a sbalzo.
Solava via Urbinese 45F 52026 Piandisc (AR) tel. 055 9156556 fax 055 9156508 info@solava.it www.solava.it
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PANORAMA
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SanMarco - Terreal Italia strada alla Nuova Fornace 15048 Valenza (AL) tel. 0131 941739 fax 0131 959733 www.sanmarco.it marketing@sanmarco.it
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PANORAMA
colose infiltrazioni nel sottotetto, con il concreto rischio di danneggiare i preziosi affreschi contenuti nella Chiesa. Per la realizzazione del nuovo manto e per conservare il valore originario della copertura, sono stati recuperati i vecchi coppi fatti a mano, preventivamente rimossi e selezionati, utilizzati come elementi di coperta. Come coppi canale sono stati, invece, impiegati nuovi laterizi gi predisposti con il foro di aggancio. Per proteggere lassito durante le fasi di lavoro e garantire una giusta protezione da eventuali infiltrazioni, stata posizionata a secco la guaina traspirante in poliolefine Jolly Air. Si quindi provveduto al montaggio del sistema Tuix che permette di fissare singolarmente ogni coppo distribuendone il peso in modo uniforme, evitando cos lo scivolamento del manto. Sulle linee di gronda sono stati fissati dei dispositivi antivolatile Variant in poli-
propilene che, con un semplice sistema a soffietto, possono variare la propria larghezza e conseguentemente adeguarsi al tipo di posa. Dopo aver definito il passo dei coppi, che grazie alla modularit del sistema pu essere variato per sopperire alle irregolarit delle falde, i posatori hanno avvitato i pezzi base metallici del sistema Tuix al tavolato e i fori praticati sul telo impermeabile sono stati sigillati con del giuntoplasto. I coppi nuovi, con foro sulla parte pi rastremata, sono stati agganciati ai pezzi base, mentre i coppi storici, precedentemente forati sulla parte stretta, sono stati fissati con un gancio a forcella che costituisce laltro elemento del sistema Tuix. A seguito dellintervento, i problemi di infiltrazioni sono stati risolti, il manto risulta perfettamente ancorato alla falda, laspetto esteriore stato preservato come da progetto.
Industrie Cotto Possagno via Molinetto, 80 31054 Possagno (TV) tel. 0423 9205 fax 0423 920910 www.cottopossagno.com info@cottopossagno.com
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PANORAMA
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Palagio Engineering via Provinciale Chiantigiana, 36 50022 Greve in Chianti (FI) tel. 055 8590900 fax 055 8590338 engineering@palagio.it www.engineering.palagio.it
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IN PRIMO PIANO
RANDIC TURATO ARHITEKTONSKI BIRO -
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Secondo la tradizione popolare, nel 1291, un gruppo di angeli portarono sulla collina di Trsat, in Croazia, la Santa Casa di Nazaret; dopo soli tre anni, ripresero il loro cammino con la sacra dimora, per fermarsi definitivamente a Loreto, in Italia. In ricordo di questo evento, alla fine del XIII secolo, fu realizzato nello stesso punto un santuario mariano al quale si aggiunse, successivamente, un monastero dei frati francescani. Entrambi, nel corso del tempo, subirono numerose modifiche e ampliamenti e la localit divenne uno dei luoghi pi importanti di pellegrinaggio. Nel 2003, papa Giovanni Paolo II, durante il suo terzo viaggio nel Paese, si ferm nel santuario dedicato al culto della Madonna per una visita privata e benedisse la prima pietra di un nuovo edificio (in quel momento ancora senza un progetto) da erigersi dentro il recinto del sacro luogo. Cinque anni dopo quella data, stata inaugurata una costruzione pronta ad ospitare il nuovo Centro pastorale di Rijeka, citt che ha ormai definitivamente inglobato allinterno del suo territorio il quartiere di Trsat. Ledificio stato progettato dallo studio di architettura cittadino Randic Turato costituito alla fine del 1992 da Sasa Randic (1964) e Idis Turato (1965) che, da qualche anno, fa parte delllite dellarchitettura croata e del ricchissimo e variegato panorama europeo. Il progetto, innanzitutto, ha inteso risolvere la difficile situazione urbanistica e logistica che ogni anno, il giorno dellAssunzione (15 agosto), si presentava dentro e nei dintorni dellarea del santuario, in occasione del raduno dei numerosi pellegrini. Unentrata ampliata, posta lungo la parete nord di recinzione, regola il flusso di traffico pedonale e offre una valida alternativa a quella principale a sud-ovest. In pi, la posizione scelta per il nuovo Centro pastorale dedicato a Karol Wojtyla, langolo nord-est dellarea, e la forma finale (a L) adottata dalledificio hanno favorito la creazione di un nuovo spazio: una piccola piazza leggermente in pendenza, situata tra un fianco del santuario mariano e il portico che definisce i due lati della costruzione progettata dalla coppia di architetti. La forma architettonica scelta per ospitare ledificio del Centro estremamente semplice ed efficace. Si tratta di due volumi uniti tra loro, di cui uno, quello principale, che ospita lAula, emerge sia come altezza, sia come colore, ma, soprattutto, come massa scultorea dallabbraccio del secondo, un portico alto un piano che circonda lintera costruzione sui lati della piazza. I volumi dialogano attraverso i materiali utilizzati (elementi in laterizio, cemento, pietra locale) e tramite altezze e profondit differenti, ma, nello stesso tempo, costituiscono un manufatto unico inserito senza alcuna soggezione nel paesaggio mediterraneo circostante. Il volume dellAula, che ospita attivit sociali e servizi della parrocchia, caratterizzato dalla sua forza archetipica, quella della casa primordiale. Si tratta di una sede di forme essenziali e pulite, con un tetto che la continuazione visiva e fisica delle pareti sottostanti (senza nessun salto di superficie), dove le
quattro falde, e le quattro pareti su cui si appoggiano, sono interamente ricoperte da elementi in terracotta dello stesso colore delle tegole delle coperture circostanti. La sua monumentalit, gi implicita in una forma cos pura, stata sapientemente alleggerita dai disegni di indirizzo optical art anni 60 che, strategicamente posizionati, contribuiscono a creare zone traforate mediante il semplice cambio del gap di distanza tra gli elementi in terracotta dellinvolucro, allungandolo o accorciandolo a seconda del disegno prescelto. Questa concessione architettonica ad una situazione di contemporaneit, il disegno che spazia tra loptical art e il computer graphic, conferisce alledificio (ma anche allintero complesso) uninaspettata patina di modernit in un complesso di cos forte connotazione funzionale-religiosa. In realt, ci lo rende solo pi laico, meno ortodosso, senza mai fargli perdere il suo carattere e la sua funzione originaria. Bisogna riconoscere che il committente ha pienamente indovinato la scelta di conferire lincarico per unopera cos importante ad uno studio di architetti giovani. Il secondo volume del Centro pastorale il porticato, ed anchesso presenta alcune soluzioni compositive originali, come le distanze irregolari (minori verso i bordi esterni) dei pannelli prefabbricati in c.a. e lintersezione angolare tra le due file di setti senza nessun tipo di mediazione classica, ma con un andamento che prevale sullaltro. Internamente, lo spazio dellAula semplice e segue lascetismo dellordine francescano, con le pareti, verniciate con colori bianco e giallo oro, illuminate da una luce uniforme, leggermente contaminata dal disegno trasmesso attraverso le superfici esterne.
Progetto Sasa Randic Idis Turato (Randic -Turato arhitektonski biro) , Collaboratori Sinisa Glusica, Gordan Resan, Iva Cuzela-Bilac Ana Stanicic , Impresa GP Krk Cronologia 2003 progetto; 2008 realizzazione Fotografie Sandro Lendler Testo Igor Maglica
Spaccato assonometrico. Nella pagina a fianco: vista frontale dellentrata e vista dal limite sud-est dellarea.
Vista da sud, dallarea riservata ai raduni dei pellegrini. Qui e nella pagina a fianco: vista dalla strada del fronte nord.
Planimetria. Qui e nella pagina a fianco: prospetti e sezioni. Entrata pedonale da nord, vista da ovest, fronte nord illuminato.
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FOCUS
Progettare con il clima, progettare nel contesto: tipologie, tecnologie e cultura materiale
La globalizzazione del settore delle costruzioni e la delega totale del comfort interno allimpiantistica hanno determinato, nellultimo secolo, la realizzazione sempre pi pervasiva di edifici omologati e poco relazionati al loro contesto climatico, culturale, materiale. Si fanno edifici uguali a Stoccolma e a Nairobi, a Shangai e a San Paolo, spazzando dun colpo principi costruttivi millenari (Butera, 2004): una sfida lanciata dalluomo alla natura, per dimostrare di essere capace di abitare indifferentemente in qualunque contesto e in qualunque clima. Per chiunque sia disposto a pagare la conseguente bolletta per lenergia consumata, ora possibile vivere in qualsiasi tipo o forma di casa piaccia, in qualsiasi parte del mondo venga in mente di stare. Grazie agli impianti di climatizzazione si pu vivere sotto soffitti bassi nei Tropici, dietro pareti sottili nellArtico e sotto tetti non isolati nel deserto. Tutte le regole per il controllo climatico attraverso la struttura e la forma sono rese obsolete (Banham, 1969). Ma oggi la questione ambientale impone un cambiamento radicale rispetto alluso indiscriminato di energia. Solo una progettazione rinnovata che, pur allinterno di un linguaggio e di modalit tecnico-costruttive contemporanee, sappia integrare scelte orientate allottimizzazione delle risorse locali (climatiche e materiche) pu aprire nuovi scenari di eco-efficienza. Dunque, il progettista, attraverso le sue molteplici scelte operate ai diversi livelli della conformazione, dellorientamento, dei sistemi di involucro e di impianti, a operare nella direzione della riduzione dei consumi energetici, garantendo al contempo il comfort abitativo. Princip di progettazione bioclimatica ed edifici passivi La progettazione volta al risparmio energetico e alla sostenibilit deve essere una progettazione attenta alle condizioni al contorno e capace di sfruttare le risorse che lambiente offre. Il risultato finale di tale atteggiamento necessariamente unarchitettura fortemente connotata rispetto al contesto, per forma, tipologia, uso di materiali. Ci non significa che debba essere necessariamente unarchitettura tradizionalista o vernacolare, in quanto le soluzioni morfologiche e tipologiche e quelle tecnico-costruttive subiscono unevoluzione nel tempo in relazione allemergere di nuovi bisogni e allintroduzione di nuovi materiali e nuovi sistemi di edificazione. Una progettazione attenta al contenimento dei consumi energetici e al comfort abitativo, capace di sfruttare le risorse naturali locali e il clima, si fonda generalmente su un approccio bioclimatico, mirando a controllare contemporaneamente tre livelli: climatico-ambientale, tipologico e tecnico-costruttivo. Se si cerca di leggere il filo rosso che lega le architetture mediterranee rispetto a questi tre livelli, si possono individuare alcune tipicit. Per quanto attiene al controllo degli aspetti relativi al rapporto tra edificio e ambiente, larchitettura mediterranea si da sempre dovuta confrontare con un clima caratterizzato da una notevole variet stagionale (di temperatura, umidit, ventosit, irraggiamento solare) che, dunque, sollecita la costruzione differentemente e impone soluzioni capaci di adattarsi a tali variazioni stagionali. Oltre al clima mediterraneo, le singole costruzioni rispondono anche alle condizioni microclimatiche del sito, ossia a specificit dei singoli luoghi in relazione anche alla conformazione dellinsediamento urbano o paesistico (che influenza, e a volte modifica, le condizioni climatiche tipiche di temperatura, umidit, ventosit e irraggiamento solare, connotando il singolo contesto con condizioni locali). Per quanto attiene al controllo degli aspetti tipologici, le costruzioni mediterranee si caratterizzano per la ricerca di un equilibrio tra una forma compatta in inverno (in base al pi vantaggioso rapporto tra superficie e volume rispetto alle dispersioni termiche) e aperta in estate (in base alla possibilit di favorire la ventilazione naturale), con spazi ad assetto variabile, aperto-chiuso, tra inverno ed estate (porticati, logge, patii, spazi filtro, serre). Per esempio, la tipica tipologia mediterranea la casa a patio, compatta ma porosa. Altrettanto efficace anche la tipologia in linea o a schiera, che permette di favorire la compattezza (intesa come addossamento di alloggi), ma anche di individuare due esposizioni privilegiate, ossia quella a sud (per permettere di usufruire degli apporti solari invernali) e quella a nord (per avere un fronte fresco in estate che inneschi la ventilazione naturale attraverso ledificio). Particolarmente critici nelle architetture mediterranee sono la distribuzione e lorientamento delle superfici trasparenti e il loro rapporto con la superficie opaca: la trasparenza costituisce un aspetto importantissimo in relazione allottenimento di un adeguato livello di illuminazione naturale e allo sfruttamento degli apporti solari diretti nel periodo invernale, ma richiede grande controllo dellirraggiamento nel periodo estivo. Larchitettura mediterranea si connota, dunque, per la presenza di elementi di protezione solare, come aggetti e schermature. Per quanto attiene al controllo degli aspetti tecnico-costruttivi, larchitettura mediterranea si caratterizza per luso passivo dellenergia solare tramite lo sfruttamento degli apporti solari in maniera diretta (finestre) o indiretta (accumulatori di calore) e per la presenza di una adeguata massa capacitiva (e inerzia termica) per conservare il calore dei contributi invernali (la captazione solare senza inerzia inefficace, poich le ore di irradiazione dinverno sono poche e le superfici trasparenti, durante le ore in cui non vengono irraggiate, sono molto disperdenti) e smorzare i picchi di temperatura (attenuazione e sfasamento dellingresso dellonda termica) in estate. Larchitettura mediterranea , pertanto, unarchitettura tradizionalmente massiva e massiccia, che si connota per luso di materiali ad elevata inerzia termica, come la pietra o il laterizio, in una variegata gamma di soluzioni costruttive. Dunque, orientamento delledificio, forma delledificio, caratteristiche dellinvolucro sono gli aspetti su cui si deve concentrare maggiormente il progettista. Una costruzione che sfrutta le caratteristiche al contorno si definisce passiva, da distinguersi rispetto a quegli edifici che costruiscono artificialmente, tramite gli impianti (e dunque in maniera attiva), il comfort allinterno degli ambienti (da non confondersi con il termine passivhaus, che fa riferimento a uno standard energetico). Ledificio passivo un edificio che abbina la possibilit di usare fattori climatici favorevoli (captare energia solare in inverno, veicolare flussi di vento in estate) con la capacit di conservare le condizioni favorevoli (immagazzinare calore in inverno e freddo notturno in estate) e di ostacolare quelli sfavorevoli (isolare linterno dallesterno in inverno, schermare la radiazione solare in estate), senza ricorrere a costose ed energivore integrazioni impiantistiche.
Testi di approfondimento
Il tema del rapporto tra edificio, contesto e clima stato oggetto di ampia riflessione per studiosi di diversa matrice disciplinare. Alcuni di questi testi, pur datati, rappresentano ancora oggi un fondamentale riferimento per chi si occupa di progettazione bioclimatica. Si citano di seguito quelli ritenuti pi significativi. Il rapporto tra clima e progetto Victor Olgyay, nel suo libro Design with climate (1958), fonda le sue argomentazioni sulla bioclimatologia, disciplina fondata da Kppen allinizio del Novecento che studia le connessioni tra clima e vita e definisce il modo in cui luomo costruisce la propria casa tenendo conto dei vari tipi di clima sulla terra. Progettare con il clima uno dei primi testi che propone in maniera sistematica un approccio bioclimatico alla progettazione, definendo anche un processo razionale per definire tipologie di edifici e forme di tessuto urbano per sistemi insediativi nelle varie aree climatiche e proponendo un nuovo regionalismo slegato dalle morfologie della tradizione, ma rinnovato dalle riflessioni linguistiche del Movimento Moderno. Il modello conservativo e i sistemi passivi Reyner Banham, nel suo libro The Architecture of the Well-Tempered Environment (1969), compie un interessante percorso storico, attraverso larchitettura moderna, evidenziando come in quel periodo la ricerca di leggerezza e di trasparenza, dovuta allintroduzione di nuovi materiali innovativi (strutture puntiformi in acciaio e cemento armato, vetro float, ecc.), si sia potuta appoggiare su una notevole disponibilit energetica che ha permesso di trascurare le prestazioni termiche dellinvolucro, gra-
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FOCUS
pagine XIII-XIV
Tipo e forma in relazione al clima La forma delledificio spesso vincolata da una situazione urbana determinata e pianificata. Quando possibile, poter determinare progettualmente la forma delledificio permette di poterne anche controllare il comportamento termico. Rafael Serra Florensa e Melena Roura Coch, nel libro Arquitectura y energia natural (1995), individuano due principali caratteristiche che definiscono la forma delledificio e che incidono sul suo comportamento energetico: la compattezza e la porosit. La compattezza il rapporto tra superficie esterna dellinvolucro e volume delledificio. A una maggiore compattezza corrisponde un minor contatto con le condizioni esterne: ci implica una minore possibilit di dissipare energia (ideale durante linverno). Per favorire la compattezza del volume riscaldato risulta, per esempio, conveniente collocare allesterno vani scala e balconi. La porosit la proporzione tra volume pieno e volume vuoto delledificio, data dalla presenza di patii. Un edificio con un elevato grado di porosit risulta dotato di molte superfici di scambio con lesterno: da un lato questo significa una maggiore difficolt di isolamento dalle condizioni esterne; dallaltro, per, risulta pi facile ventilare le zone interne (ideale durante la stagione estiva). Nei climi mediterranei, la compattezza vantaggiosa nel periodo invernale, mentre la porosit vantaggiosa nel periodo estivo: gli esempi pi interessanti di architettura mediterranea cercano di mediare tali opposti obiettivi, progettando elementi ad assetto variabile che possano permettere la chiusura di atrii, patii, gallerie e verande nel periodo invernale, garantendone, tuttavia, lapertura nel periodo estivo. La forma delledificio deve anche relazionarsi allorientamento. Nelle architetture mediterranee, si predilige lesposizione a sud in quanto le superAlexandros N. Tombazis. Kifissia, Atene, fici cos disposte ricevono la massima radiazione invernale (bassa e dunque Grecia, 2001. che entra in profondit allinterno delledificio anche in caso di presenza di sporti), mentre destate la superficie pi colpita la copertura e quelle disposte a est e a ovest (allalba e al tramonto). Gli edifici mediterranei si caratterizzano per una conformazione che tende a privilegiare il fronte esposto a sud, in modo da captare i raggi solari attraverso le vetrate in inverno, quando il sole basso, e schermare facilmente le superfici vetrate dai raggi solari in estate, quando il sole alto, con aggetti orizzontali (balconi, logge). Vengono, invece, limitati al massimo i fronti est e ovest, poich le aperture su tali lati portano scarsa energia in inverno, quando il sole debole e di durata limitata (il percorso solare dinverno breve), e surriscaldamento in estate (soprattutto a ovest), quando il sole basso ed entra in profondit (e il percorso solare pi lungo). Generalmente, il lato nord, che invece non riceve praticamente mai il sole (se non allalba e al tramonto in estate), caratterizzato da aperture ridotte al minimo, per evitare dispersioni, e da un significativo incremento dellisolamento termico delle pareti di involucro. Involucro e comfort termico nei climi mediterranei La presa di coscienza degli sprechi energetici determinati da edifici in cui il benessere abitativo viene garantito dalla creazione artificiale delle condizioni interne, tramite luso di impianti tecnologici, sta spostando lattenzione dei progettisti da una dotazione impiantistica sempre pi pervasiva, sofisticata ed energivora, a una progettazione dove linvolucro delledificio inteso come filtro di flussi di energia. Linvolucro ha dunque il compito, fra laltro, di modulare le condizioni ambientali esterne in modo da creare allinterno condizioni pi confortevoli. un compito che ha svolto per secoli, tanto da differenziarsi in relazione alle condizioni climatiche (Butera, 2004). Il problema non infatti la sola efficienza energetica degli impianti, ma un ripensamento complessivo del sistema edificio. La produzione di energia solare e luso di impianti ad elevata efficienza (pompe di calore, caldaie a condensazione, impianti di cogenerazione) non sufficiente a contrastare gli sprechi imputabili alla costruzione di edifici connotati da forti consumi. Ancora Rafael Serra Florensa e Melena Roura Coch (1995) individuano sei principali caratteristiche che definiscono il comportamento energetico dellinvolucro: isolamento, pesantezza, permeabilit, trasparenza, protezione dal sole, colore. Lisolamento si riferisce alla resistenza dellinvolucro al passaggio di calore. In un edificio molto isolato, lo scambio energetico interno-esterno ridotto e quindi si hanno poche dispersioni di calore durante linverno. Naturalmente, lisolamento delledificio deve essere differente in relazione alla zona climatica e agli orientamenti (occorre, ad esempio, un maggiore isolamento delle facciate esposte a nord e della copertura). Ragionando solo sui flussi di calore uscenti in inverno ed entranti in estate, si generata una corJos Antonio Coderch. Casa de la Marina, Barcellona, Spagna, 1992. rente di pensiero che promuove lisolamento termico quale principale elemen-
zie alla presenza di impianti che rigeneravano artificialmente le condizioni di comfort interno. Lo slegarsi dalla necessit di un confronto con il contesto climatico ha quindi portato a una indipendenza delledificio dal luogo di edificazione e a una globalizzazione dei modi di costruire. La tradizione invece rigorosamente caratterizzata da una relazione profonda con il contesto e con il clima. Banham individua due modalit di controllo ambientale operato nelle costruzioni tradizionali per garantire il comfort climatico: il modello conservativo, in cui ledificio realizzato con murature spesse e massicce (elevata massa termica), in modo da opporre alle condizioni esterne (climi freddi o caldi) un comportamento conservativo dellambiente interno, ossia di mantenimento delle condizioni termiche (inerzia termica); il modello selettivo, in cui ledificio filtra le condizioni ambientali esterne attraverso gli elementi costruttivi del suo involucro (finestre, schermature), in modo da favorire la ventilazione (climi umidi) e impedire il surriscaldamento. Entrambi questi modelli si basano su metodi passivi, che puntano sugli aspetti costruttivi: da un lato, isolando ledificio dallesterno e utilizzando componenti della costruzione caratterizzati da elevata massa termica (modello conservativo) in modo da mantenere dinverno il calore diurno durante la notte e destate il fresco notturno durante il giorno; dallaltro, lasciando entrare la radiazione attraverso le parti vetrate dinverno, ma proteggendo ledificio in estate tramite aggetti e schermature (modello selettivo). Banham introduce, poi, un terzo modello, il modello rigenerativo, in cui ledificio viene climatizzato grazie al ricorso a impianti, dunque producendo artificialmente le condizioni interne desiderate, indipendentemente dal clima in cui collocato e senza particolari accorgimenti tecnico-costruttivi. Tale modello si basa su metodi
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attivi, che si affidano prevalentemente alluso di impianti che creino le condizioni di comfort, adeguando la propria fornitura in relazione alle dinamiche climatiche esterne. Questo modello, diffusosi nellultimo secolo grazie alle innovazioni impiantistiche e alla disponibilit di energia, stato messo in crisi a partire dagli anni 60 dallemergere del problema energetico-ambientale. Il legame stabile tra comportamento fisico delledificio e ambiente Edward Allen, nel suo libro How Buildings Works. The Nature Order of Architecture (1980), mette in evidenza il ruolo del contesto ambientale nella progettazione al fine del corretto funzionamento degli edifici. Nellintroduzione afferma: Larchitettura ha un suo ordine naturale, un ordine non condizionato da epoche, luoghi o stili; pi durevole degli ordini dorico e ionico degli antichi Greci e pi ordinato del pi puro stile contemporaneo. lordine della funzione fisica, dei modi in cui gli edifici funzionano. Gli stili passano e i linguaggi si modificano, ma i principi fisici di comportamento delledificio restano sempre immutati. Allen prosegue illustrando come il funzionamento sia un corretto equilibrio tra possibilit tecniche e capacit di comprendere le condizioni al contorno, legate in particolare allambiente esterno, con le sue risorse e i suoi vincoli. Lidentit dei luoghi e il ruolo dellarchitettura Christian Norberg-Schulz, nel suo libro Genius loci: paesaggio, ambiente, architettura (1979), sostiene che la conoscenza scientifica e il funzionalismo non bastano per fare unarchitettura, che invece ha bisogno di basarsi su significati e simboli. Per cui introduce una concezione fenomenologica, qualitativa, dellarchitettura, sostenendo che lidentit delluomo presuppone lidentit del luogo. Dunque, momento basilare dellarchitettura comprendere la vocazione del luogo, tramite una
to di controllo del comfort abitativo e di riduzione dei consumi energetici. Questa interpretazione, nata nel nord Europa, sta spingendo alla realizzazione di ambienti iperisolati anche nelle aree mediterranee, con la convinzione che questo possa permettere di realizzare edifici pi efficienti. Ma isolare, nei climi mediterranei, non basta. Linvolucro di legno, grazie al suo potere isolante, riduce le dispersioni termiche verso lesterno. Quello di pietra o di mattoni fa qualcosa di pi: oltre ad isolare, consente grazie allinerzia termica di accumulare e rilasciare calore, e quindi permette che durante la notte la temperatura interna resti superiore a quella esterna. In un edificio con muri molto spessi, se le finestre e le porte non stanno sempre aperte, la temperatura interna in assenza di riscaldamento si mantiene pressoch costante, e molto vicina a quella media giornaliera esterna [] Nei climi caldi, linvolucro deve sfruttare lescursione termica giorno-notte, in modo da mantenere allinterno una temperatura intermedia fra i due estremi, e impedire lingresso della radiazione solare. Cos in questi climi labitazione tradizionale fatta di muratura pesante per trarre profitto dallinerzia termica della struttura (Butera, 2004, p. 134). La pesantezza associata al concetto di massa termica (legata ai tipi di materiali ed elementi costruttivi scelti per linvolucro): questa determina linerzia termica, ossia uno smorzamento (capacit della parete di attenuare allinterno delledificio i picchi e i minimi di temperatura esterna) e uno sfasamento (capacit della parete di far sentire pi tardi, nel tempo, gli effetti termici che si verificano allesterno). Per questo, nelle architetture mediterranee sono tradizionalmente presenti superfici pesanti, almeno negli orientamenti a sud, est e ovest e in copertura. La scelta di risposta inerziale delledificio deve essere effettuata in relazione alla funzione ospitata dalledificio e alle modalit duso e quindi, in inverno, al tipo di regime di accensione e spegnimento dellimpianto di riscaldamento o alla necessit di raffrescamento estivo. Ma anche la massa da sola non basta. Lefficacia della massa termica nei climi mediterranei, in estate, legata allassociazione con la ventilazione naturale. Se non si realizza un adeguato free cooling notturno tramite la ventilazione naturale, per scaricare durante la notte il calore accumulato dalla parete di giorno, la massa termica risulta inefficace ai fini del comfort e del risparmio energetico. Ecco, allora, un altro elemento che caratterizza le architetture mediterranee: la permeabilit dellinvolucro. La permeabilit si riferisce alla presenza di aperture nellinvolucro, che permettono il passaggio dellaria, e dipende dalle dimensioni e dalla posizione delle aperture stesse. Nelle architetture mediterranee, viene ricercata una ridotta permeabilit dinverno (per non dissipare calore) e una elevata permeabilit destate (per migliorare la ventilazione) tramite soluzioni ad assetto variabile. Le aperture verso sud, sud-est e sud-ovest consentono lingresso dellaria pi calda, mentre quelle a nord dellaria pi fredda: se collocate su facciate opposte, esse favoriscono la ventilazione incrociata. Permeabilit e traspirabilit dellinvolucro sono importanti, in tutte le stagioni, anche in relazione al controllo dellumidit e della qualit dellaria interna. Attualmente, vengono importati modelli abitativi caratteristici del nord Europa connotati da una elevata impermeabilit per evitare dispersioni termiche; in questo modo, per, nei climi mediterranei caldo-umidi, si rischia un peggioramento della salubrit dellaria interna, rimediabile solo attraverso sofisticati impianti di ventilazione meccanica. Tra le principali esperienze italiane di case a basso consumo energetico, viene spesso citata la Provincia di Bolzano e la certificazione Casaclima. Anche in questo caso, successivamente alla promozione di soluzioni costruttive iperisolate, si assistito a una regionalizzazione delle indicazioni progettuali nel momento in cui la stratega Casaclima ha cominciato a diffondersi nel resto dItalia. Peter e Ruben Erlacher, nel libro Casaclima in muratura massiccia, enfatizzano i vantaggi della costruzione massiccia in aree mediterranee e propongono un manuale di soluzioni costruttive per ottenere edifici a basso consumo energetico basate proprio sulluso della massa termica. Larchitettura mediterranea si confronta in maniera particolare anche con le gestione della trasparenza dellinvolucro. Mentre le costruzioni nordiche si connotano per una elevata trasparenza, dettata dalla ricerca del massimo apporto di luce naturale, le architetture mediterranee sono caratterizzate da soluzioni chiuse, dove prevalgono le superfici opache o quantomeno le trasparenze schermate. Edifici eccessivamente trasparenti, nei climi mediterranei, creano ambienti invivibili a causa delleffetto serra: la radiazione termica che attraversa il vetro viene assorbita dai materiali collocati nellambiente interno e viene riemessa con lunghezze donda maggiori, non pi in grado di attraversare il vetro: il calore viene cos catturato allinterno degli spazi. Se questo fenomeno pu essere vantaggioso in inverno, produce surriscaldamento in estate, trasformando gli ambienti in veri e propri forni, climatizzabili solo con costi energetici elevatissimi. Il progetto della dimensione, orientamento e posizione delle finestre deve dunque confrontarsi con diversi altri, importanti aspetti: il guadagno solare invernale, il soleggiamento estivo e il conseguente surriscaldamento, lilluminazione naturale e i possibili fenomeni di abbagliamento. Nelle aree mediterranee, le superfici trasparenti delledificio sono orientate a sud, sud-est e sud-ovest per favorire i guadagni termici dinverno, provvedendo ad adeguate schermature in estate. Le superficie trasparenti sono, invece, evitate negli orientamenti est e soprattutto ovest perch inefficaci dinverno, in quanto non irraggiate, e problematiche in estate, poich il sole, basso alla mattina e alla sera, colpisce in maniera diretta tali superfici. Anche le coperture trasparenti sono poco diffuse nelle aree mediterranee per il surriscaldamento estivo e uno scarso apporto termico invernale (il sole in inverno basso e non colpisce la vetrata, che diventa, dunque, una superficie disperdente anche di giorno). Le architetture mediterranee sono prevalentemente opache in quanto un edificio molto trasparente pu captare grandi quantit di energia radiante, ma anche un edificio poco isolato per cui la perdita di calore per trasmissione (di notte e dinverno) anchessa molto grande (a meno che non si Solinas Verd Arquitectos. Residenze sociali, Iznjar, Spagna, 2008. prevedano sistemi mobili di isolamento): di conseguenza, vi il rischio che
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conoscenza della storia, della cultura, della societ e delle abitudini locali, poich i luoghi ne sono profondamente intrisi. Levolversi degli edifici tra ricerca di comfort ed efficienza energetica Federico M. Butera, nel suo libro Dalla caverna alla casa ecologica. Storia del comfort e dellenergia (2004), compie un excursus attraverso le principali innovazioni tecnologiche che hanno trasformato i livelli di comfort delle abitazioni, migliorando da un lato le condizioni di vita, ma, dallaltro, approdando anche alla realizzazione di macchine energivore irragionevolmente sofisticate, rispetto alle quali occorre un radicale ripensamento a fronte dei problemi ambientali che lepoca attuale ha evidenziato. I nostri antenati erano energeticamente efficienti, per necessit, ma con pessime condizioni di comfort; oggi possibile godere di condizioni di comfort ottenute artificialmente attraverso gli impianti, indipendentemente dalla capacit di progettare correttamente. La cultura tecnologica e materiale come espressione del rapporto tra progetto di architettura e ambiente Marisa Bertoldini e Andrea Campioli, nel libro Cultura tecnologica e ambiente (2009), mettono in evidenza la centralit delle scelte tecnico-costruttive nel progetto di architettura, sottolineando come la tecnologia debba essere linguaggio culturale, architettonico e non solo, perch raccoglie in s, come prodotto finale, tutto il portato della localizzazione geografica, della produttivit, delleconomia, della sociologia, dellarte, dellantropologia, della sensibilit di un luogo e di unepoca. Il testo propone ricerche e studi maturati in diversi ambiti disciplinari e che coinvolgono diverse scale di approfondimento, dal territorio ai prodotti edilizi, con l'obiettivo di definire il ruolo essenziale del progetto di architettura nellindividuare percorsi di miglioramento rispetto ai problemi ambientali locali e globali.
di notte vengano disperse calorie pari a quelle guadagnate di giorno. Inoltre, nel periodo estivo, edifici troppo trasparenti rischiano di generare surriscaldamento e abbagliamento. Per questo, le architetture mediterranee si connotano per la presenza di aggetti e schermature in grado di ombreggiare, quando occorre, le superfici vetrate. Le schermature possono essere fisse (aggetti, balconi, logge) o mobili e vengono scelte in relazione allorientamento: di tipo orizzontale per le facciate esposte a sud (il sole alto) e di tipo verticale per le facciate esposte a est e a ovest (il sole basso). Per garantire una ottimale efficienza energetica, esse devono essere dimensionate in modo da garantire lirraggiamento invernale e il totale ombreggiamento estivo. Una progettazione attenta deve sempre verificare lefficacia delle schermature, in particolare nelle condizioni estreme, ossia il solstizio estivo (quando il sole ha unaltezza di 67, alla latitudine di 45) e invernale (quando il sole ha unaltezza di 22, alla latitudine di 45). Altra caratteristica importante nelle costruzioni mediterranee, il colore. Il colore (riferito principalmente agli involucri opachi) legato allassorbimento superficiale e quindi al trasferimento di energia ricevuta per irraggiamento: i colori scuri hanno un elevato coefficiente di assorbimento, mentre i colori chiari hanno un basso valore di assorbimento. Dunque, i colori scuri assorbono maggiormente la radiazione solare (da evitare nei climi caldi), mentre i colori chiari la riflettono, riducendo la captazione di energia termica. Larchitettura mediterranea si caratterizza da un lato per luso di cromatismi chiari e dallaltro per la scelta di materiali e superfici non riflettenti, che potrebbero creare fenomeni di abbagliamento nellintorno e surriscaldamento locale (isole di calore). A tale proposito, si stanno moltiplicando gli studi relativi al controllo del microclima e del comfort degli spazi aperti in relazione alle scelte progettuali relative non solo alla morfologia degli insediamenti ma anche ai materiali e ai colori scelti per le superfici che rivestono le pareti degli edifici e le pavimentazioni degli spazi aperti (Santamouris, 2000; Morello, Ratti, 2009). Nei climi mediterranei, la variabilit di temperature tra estate e inverno rende difficile la scelta di strategie progettuali e di sistemi di involucro: per esempio, privilegiare la compattezza o la creazione di spazi buffer ai fini del contenimento delle dispersioni termiche in inverno pu diventare sfavorevole in estate, perch limita la ventilazione naturale. Per questo, la variabilit di assetto dellinvolucro spesso adottata come strategia efficace per garantire una risposta adeguata alle differenti condizioni esterne che si hanno durante lanno. Progettare involucri ad assetto variabile possibile grazie alluso di sistemi mobili che permettono di modificare il rapporto di pieni e vuoti, di trasparenza e opacit, di isolamento dellinvolucro durante la giornata o nellarco delle stagioni. Cultura materiale e soluzioni costruttive locali Gli aspetti di controllo climatico e di funzionalit della costruzione non devono per mettere in secondo piano il ruolo dellarchitettura come espressione culturale. Anche in questa accezione, il legame col contesto fondamentale. Tale correlazione stata messa in evidenza dalla disciplina della cultura materiale, una disciplina di strutturazione recente (Moreno, Quaini, 1976; Pesez, Bucaille, 1978) che ricerca le connessioni tra tecniche e contesto geografico e storico, quali espressione della cultura di una collettivit, cio di una cultura condivisa, diffusa, interessata agli eventi che si ripetono, alle situazioni correnti, stabili e costanti che caratterizzano una comunit. Larchitettura una delle principali espressioni della cultura di una popolazione, di un luogo, di unepoca, veicolata anche attraverso la scelta dei materiali e delle soluzioni costruttive. Gli oggetti e le tecniche della cultura materiale sono la risposta degli uomini alle sollecitazioni e alle provocazioni suscitate dallambiente, in un rapporto che implica, sin dallinizio, allo stesso tempo innovazione e attaccamento alle soluzioni pi efficaci, sperimentazione e permanenza, in un cammino a volte equilibrato, a volte sconnesso, che non sempre segno di progresso e di linearit razionale (Bertoldini, 1992). Molti progettisti contemporanei possono essere citati per questa loro capacit di reinterpretazione di saperi costruttivi locali. Alexander N. Tombazis, Eduardo Souto de Moura, Alvaro Siza, Jos Antonio Coderch sono solo alcuni dei nomi eccellenti, il cui lavoro, attento agli stimoli della contemporaneit, comunque fortemente radicato ai luoghi e alla cultura materiale. Progettare oggi nei contesti mediterranei significa comprendere le ragioni legate al clima, alle risorse, ai materiali dei luoghi. Progettare in queste aree geografiche non impone un pedissequo riferimento alle forme delle architetture della tradizione costruttiva di quelle regioni ma, piuttosto, una innovativa reinterpretazione delle ragioni che per secoli ne hanno guidato la realizzazione. Monica Lavagna