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Elena Tosato

Delleterno titillare

Delleterno titillare
-apologia di Clitoride di Atene-

Il piacere lunica cosa di cui valga la pena avere una teoria.


Oscar Wilde

1. Di come tutto cominciato da un palinsesto


Rispondo dicendo che la causa del male il bene, nel modo in cui il male pu avere una causa: infatti bisogna sapere che il male, di per s, non pu avere causa1 ... La trattazione sul male o, in latino, la Quaestio disputata de malo, occupa la prima parte di un palinsesto rinvenuto nel monastero benedettino di D. che abbiamo da poco ricevuto in prestito dopo una serie di trattative di cui daremo cenno alla ne di questa narrazione, ma che sarebbe troppo lungo raccontare per esteso perch metterebbero a rischio le ambizioni di carriera di pi di una persona. Il ritrovamento stato del resto molto avventuroso: si trattato di una caccia al tesoro durata decenni, i cui protagonisti si sono ripetutamente ingannati anche senza conoscersi lun laltro perch vissuti in epoche diverse. A noi toccato il privilegio (e la fortuna) di raccoglierne i frutti. Nel ripercorrere la nostra vicenda partiamo proprio dalla ne, ossia dalle succitate righe di Tommaso dAquino. Lopera diffusa ed stata ampiamente tradotta e commentata, si trova ancoroggi in tutte le librerie. Quella sul male fa parte delle Quaestiones disputatae scritte da Tommaso su temi come la veritas, la potentia, lanima e le virtutes: affronta con i metodi della logica la natura e la qualit del male sviluppando largomentazione in sedici punti, ciascuno dei quali tratta un aspetto del problema, con un approccio tipico della losoa scolastica. Per quanto riguarda la causa del male e il problema dellassenso della volont, dobbiamo tenere a mente gli argomenti del losofo perch in questo breve saggio troveremo degli inaspettati parallelismi e, forse, un altrettanto inatteso precursore: sotto al testo di Tommaso dAquino, che risale al XIV secolo, ne stato ritrovato uno di precedente, probabilmente scritto attorno al X secolo, e che contiene il pi lungo frammento n qui conosciuto di Clitoride di Atene: il fatto sensazionale che buona parte del materiale era nora rimasto completamente ignoto. Si vociferava da tempo che parte dellopera di Clitoride potesse trovarsi in un monastero e tra quei codici; era stata una ferrea convinzione del lologo statunitense Graham Davies, fulcro e
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Tommaso dAquino, De malo, q. 1 a. 3 co.:... Respondeo. Dicendum quod causa mali est bonum, eo modo quo malum causam habere potest. Sciendum est enim, quod malum causam per se habere non potest.... 1

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catalizzatore del clitoridismo contemporaneo (ne parleremo diffusamente negli ultimi capitoli del saggio) che aveva ricostruito le vicende del losofo ateniese e dei suoi lavori con la massima dovizia di particolari, tenuto conto della relativa scarsit delle fonti. Davies morto da molti anni, ma a lui - e a suo fratello Scott, che ci ha dato laiuto decisivo - che corso il nostro pensiero quando abbiamo notato lironia di aver ritrovato alcuni fondamentali passi dellEtica di Clitoride proprio sotto alle dissertazioni teologiche del Doctor Angelicus. Questo del testo di Clitoride un viaggio che percorre senza linearit lEuropa centrale e meridionale e il Mediterraneo: parte in sordina nellAtene periclea, attraversa i rotoli di papiro di Costantinopoli, viene trascritto su un codice, poi su un altro, torna in Occidente, si frammenta e si perde sotto la pomice degli amanuensi, lambisce le Alpi andandosi a depositare silenzioso e quasi dimenticato in un monastero; inne, dopo duemilacinquecento anni, ridiscende a valle e arriva in questa biblioteca. Il palinsesto adesso sottoposto alle cure conservative dei responsabili del museo di R. e sar forse disponibile per una breve esposizione al pubblico gi nel corso del 2012; una trascrizione del testo di Clitoride stata invece messa subito allattenzione degli studiosi - nella fattispecie, dei gruppi di lavoro coordinati da Ruggero Damato, grecista, dal lologo Samuel Hitchens, da Maria Aaronen per quel che concerne la losoa greca precedente Platone e da Mark Grass che tra i massimi esperti di storia greca nel periodo attorno alle guerre del Peloponneso. Il nostro breve saggio vuol costituire unintroduzione al loro lavoro e, al contempo, una prima panoramica su un losofo importante, ma purtroppo dimenticato o misconosciuto dal grande pubblico. Clitoride di Atene un carattere curioso, talvolta lo si ritiene pi uno stilema che un losofo vero e proprio, spesso fatto assurgere dai pochi che lo conoscevano a contraltare simbolico del memento mori; era noto anche per il comportamento imprevedibile e inusualmente moderno: sembra quasi che nel corso dei secoli si sia divertito a spuntar fuori allimprovviso nella storia del pensiero, facendo delle comparsate senza preavviso e senza lasciare traccia di s subito dopo. Alcuni autori lhanno denito la primula rossa della losoa occidentale. Quel che certo che si tratta di un pensatore che avrebbe meritato ben altra mole di studi e ben altra passione interpretativa: appunto per questo il nostro saggio assumer sul nire un carattere apologetico e, nellultimo capitolo, verr trattata lesistenza del losofo stesso cos come impone lindagine ontologica. Se lo scopo di una ricerca conservare e tramandare informazioni, necessario individuare quali siano nel nostro caso le informazioni fruibili, al di l della vita e delle opere rimaste del losofo ateniese. Le invenzioni, le idee, le speculazioni, solo talvolta nascono sotto la spinta di un bisogno o di uno stimolo esterno; spesso invece si ritrovano ad essere per caso, per gioco, tramite una serie di prove ed errori, ed in un secondo momento che trovano eventuali applicazioni. Non chiaro a quale delle due casistiche sia opportuno ascrivere Clitoride, se la sua losoa sia frutto di caso o di necessit. Difcile comunque vederlo come un eroe solitario, anche se cos che ora ci appare, mondato dal suo contesto e sfrondato per colpa od incuria di buona parte della sua produzione: pi probabile che quello che chiamiamo clitoridismo fosse ab origine lespressione di unesigenza losoca comune. La stessa esigenza si ripresenta adesso, travalicando annosi e sterili dibattiti tra
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compagini postmoderne, nel momento in cui lepistemologia riscopre limportanza del tatto e delloggettivit. Del tatto non si discute tanto nei termini di un sensualismo la Condillac, nonostante il fatto che vi siano stati critici (Gabbiere, Sand et al.) che hanno sottolineato la vicinanza delle teorie di Clitoride con il solo senso che da se stesso giudica gli oggetti esteriori 2, quanto piuttosto per ampliare tramite Clitoride il tema dello svolgimento dello spirito, sia attraverso la sensazione passiva che attraverso quella attiva. A differenza di loso come Condillac (o Locke) Clitoride per interessato allessenza della realt pi che alle speculazioni sullintelletto, e cos sar anche per tutti i pensatori che si richiameranno al suo lavoro; e se si pone il problema del valore della conoscenza e della sua origine rimane pur sempre su un piano inerente alla losoa dellessere. La disputa ontologica cruciale ma necessario ricordare che il losofo di Atene va oltre a tutto ci. Negli anni, spesso forzando la mano con ripetuti anacronismi, stato visto anche come delicato poeta, come potenziale rivoluzionario, come proto-messia, come teorico del piacere, come icona giovanilistica, come elisir di lunga vita, come sguaiato libertino; Graham Davies diceva che con Clitoride ormai ci puoi fare di tutto: verr il giorno in cui sar banalizzato e ne vedremo degli epigoni ballare alla televisione. Lo scopo di questo saggio riportare i fatti al di fuori del mito, valorizzando loggettivit della scienza e della conoscenza clitoridea, separando i problemi dellinterpretazione del pensiero dellautore dalla cogenza intersoggettiva del suo esistenzialismo. Il palinsesto ritrovato nel monastero di D. sembra essere lultimo tassello disponibile di un rompicapo la cui ricostruzione cominciata moltissimi anni fa.

2. Della vita di questo losofo, e delle fonti da cui avremmo potuto sapere di lui.
Clitoride di Atene fu senza dubbio un personaggio sfuggente e difcilmente assimilabile alle scuole losoche dellantichit classica, per quanto non abbastanza incomprensibile da passare inosservato: ebbe allepoca una certa risonanza e la sua memoria non mai scomparsa del tutto dalla cultura europea. Quel che conosciamo della sua vita in parte dovuto a riferimenti postumi e in misura minore a quanto scrisse di suo pugno, non essendovi altre fonti contemporanee: nacque nel V secolo a.C. ad Atene, di poco pi vecchio di Platone. Le fonti concordano nel datarne la nascita ai tempi della battaglia di Maratona. Non conosciamo i nomi dei genitori; sulla madre vi sono opinioni discordanti, i pi avendola stimata ateniese, mentre alcuni ne facevano risalire la famiglia dorigine alla citt di Mitilene nellisola di Lesbo. Il padre, sicuramente ateniese, apparteneva alla classe degli zeugiti, una delle quattro classi in cui, a seconda del censo, era divisa la societ sin dai tempi della riforma di Solone (inizi del VI sec. a.C.), dopo i pentacosiomedimmi e
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Etienne Bonnot de Condillac, Trattato delle sensazioni, Parte seconda. Nel primo capitolo di questa sezione lautore denisce il tatto come sentimento fondamentale, quello tramite il quale il soggetto ha la sensazione dellazione reciproca delle parti del suo corpo, e soprattutto dei movimenti della respirazione; si nota il richiamo al gioco puramente meccanico del corpo come macchina gi visto in Cartesio. 3

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i cavalieri e prima dei teti. Era, quindi, un piccolo proprietario terriero. Agli zeugiti erano inizialmente riservate soltanto le magistrature minori; stando a quanto racconta Aristotele nella sua Costituzione degli Ateniesi, solamente con la riforma di Clistene decisero di designare anche tra gli zeugiti i candidati al sorteggio dei nove arconti, e tra questi per primo ebbe lincarico Mnesiteide 3. Di l a qualche anno, sotto larcontato di Antidoto e su proposta di Pericle, i diritti cittadini vennero limitati a chi fosse nato da genitori entrambi ateniesi. Clitoride ebbe alcuni discepoli, come ci racconta egli stesso in una delle due Lettere ritrovate e rivolte entrambe al glio Melisso. Bench mutile, queste lettere rappresentano un ottimo spaccato del suo modo di approcciarsi alle questioni losoche e della sua vita pubblica difcile e poco agiata. Nessuno dei discepoli, dei cui nomi conosciamo solo un certo Filocrate e un Archefonte, scrisse mai di lui. Sappiamo poi che in giovent si propose come autore di ditirambi e partecip agli agoni delle Grandi Dionisie, le celebrazioni liturgiche dedicate a Dioniso che si tenevano ad Atene durante la primavera e coinvolgevano tutta la cittadinanza: stando a quanto riportano le cronache non vi riport alcun successo. Fu probabilmente la scoperta del mancato talento poetico che lo fece propendere verso la losoa. Scrisse ancora in versi, comunque, come vedremo pi avanti, il suo poema sulla natura. Caratteristico inne pare fosse labbigliamento: il losofo era solito mostrarsi in Atene con un cappuccio che ne travisava parzialmente il volto. Diversamente -per fare un esempio conosciuto- dalla lanterna e dalla botte di Diogene di Sinope, il cappuccio di Clitoride non divenne paradigmatico; ancora oggi si stenta a considerarne lesistenza e non tutti ne colgono lutilit. Della vita di Clitoride sappiamo poco altro: mor a ridosso dellinizio della guerra del Peloponneso e, oltre alle succitate lettere, scrisse sicuramente unEtica e un Poema sulla natura, andati in buona parte perduti; dellEtica, prima del ritrovamento del palinsesto nel monastero di D., era disponibile solo uno scarsissimo numero di frammenti. Il resto scivola tra le nebbie che separano il mito dal pettegolezzo: si dice che in una sezione andata perduta dellopera di Sesto Empirico Adversus Mathematicos vi fosse una critica del suo pensiero; poco pi che una leggenda il fatto che Diogene Laerzio ebbe ad inserirne degli epitomi nel X libro delle sue Vite dei Filoso, quando parlava di Epicuro, ritenendo Clitoride in certi aspetti anticipatore della losoa di questultimo (tale impressione non rester isolata e porter guai ad entrambi, come vedremo); si dice inne che anche Fozio, patriarca di Costantinopoli nel IX secolo, scrisse di lui nella sua Biblioteca - il famoso catalogo in cui vengono passate in rassegna molte opere greche e bizantine, e che per alcuni autori rappresenta lunica prova della loro esistenza. Purtuttavia, nessuna di queste tre fonti reca, al giorno doggi, traccia alcuna dellopera di Clitoride. Per avere notizie di questo losofo bisogna fare conto su alcuni personaggi ancor pi improbabili di lui e di cui scopriremo vite e gesta piano piano nei prossimi capitoli.

3 Aristotele,

La costituzione degli Ateniesi, 26, 2, trad. Mario Bruselli, BUR 1999 4

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Si tratta a loro volta di loso, perlopi, o di persone coinvolte nello sviluppo coerente di unidea: mai di uomini di potere, n politico n economico. Tutti insieme -non sono poi moltiformano quella che abbiamo deciso di chiamare Corte Clitoridea: per visualizzarli nella loro interezza e nel loro mutuo rapporto, si potrebbe (se pure il paragone forzato) pensare allimmagine della Candida Rosa raccontata nel Paradiso dantesco, ove le anime clitoridee amano e mirano la fonte della loro esistenza; una fonte titillante, come avremo modo di vedere a breve: Nel suo profondo vidi che sinterna, legato con amore in un volume, ci che per luniverso si squaderna: sustanze e accidenti e lor costume quasi conati insieme, per tal modo che ci chi dico un semplice lume. La forma universal di questo nodo credo chi vidi, perch pi di largo, dicendo questo, mi sento chi godo4. Tutti questi personaggi concorrono alla comprensione di Clitoride: ma prima di introdurli necessario vagliare direttamente quello che fu il pensiero dellateniese, cos come ci risulta dalle sue stesse parole.

3. Della Natura, delle idee e di una parola ambivalente usata da Clitoride


Oltre ai frammenti delle lettere abbiamo traccia e testimonianza di altre due opere. Quella che plausibilmente la prima, in ordine cronologico, un poema sulla natura, o , scritto in esametri. Questopera ha interessanti paralleli, per motivi che vedremo, con due importanti lavori dellepoca, anchessi trditi col nome , ossia quello celeberrimo di Parmenide di Elea (VI-V sec.), che ebbe grande inuenza in tutto il mondo classico5, e quello di Empedocle di Agrigento, contemporaneo di Clitoride. Il testo clitorideo si presenta lacunoso in pi punti, ma i frammenti rimasti risultano comunque sufcienti a ricostruire la sua visione cosmogonica ed ontologica, almeno nella prima sezione; la seconda parte d adito, come vedremo, ad un maggior numero di incertezze. Nella prima parte dellopera Clitoride affronta il problema della genesi del cosmo e della materia. Si tratta di circa 350 versi su un totale stimato attorno ai 600. Da Parmenide prende il concetto di Essere indiviso e
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Dante, Paradiso, XXXIII 85-93

Il poema parmenideo and perduto tra il VI e il VII sec. d.C.; i frammenti a noi pervenuti sono dovuti principalmente a Sesto Empirico e a Simplicio. 5

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imperituro6 dal quale generano le radici del mondo materiale - qui palese il parallelismo con Empedocle, anche se dubbio che i due si siano mai conosciuti, e anche se lateniese riuta lorsmo tipico del siciliota; Clitoride infatti utilizza lo stesso termine di Empedocle, , per designare le radici molteplici ma in numero nito da cui traggono somiglianza gli oggetti tema, questo della somiglianza, che sar poi reso celebre da Platone7 nella sua teoria delle forme. Loriginalit speculativa del pensatore ateniese consiste nel processo tramite il quale la generazione avviene, e che il losofo chiama titillazione, derivando il sostantivo dal verbo , che indica il titillare sensuale. La titillazione di Clitoride (anche questo un concetto potenzialmente paradigmatico ma ignorato da molti) invece una necessit dellEssere e si sviluppa in quattro fasi, che i lologi contemporanei hanno schematicamente denito8 come eccitativa, di plateau, orgasmica9 e conclusiva. Le quattro fasi vanno comunque considerate come facenti parti di unazione unica e necessaria, che non pu non essere, intrinseca nella natura del cosmo unitario ovverosia dellEssere. Uninterpretazione della funzione delle quattro fasi proposte da Clitoride stata tentata a partire dai versi 24-28 del suo : lasciamo in originale il termine , che la chiave del pensiero clitorideo, e sul quale ritorneremo a breve. [...] Lessere secondo necessit cos infatti si contrae, attende e respira, uno e molteplice, e titilla nellaurora10 ed sul punto di essere, no a quando la tensione uisce nel divenire, e larmonia ritorna dopo linverarsi dell. Cos leterno movimento, cos leterno titillare. [...] La prima fase prevede un enarsi dellEssere attorno a se stesso, con una corrispondente produzione di quello che Empedocle chiamerebbe radice dellacqua, e che invece Clitoride indica genericamente come origine del uire; nella seconda, la tensione dellEssere oscillerebbe attorno ad un punto di equilibrio instabile, diretti verso il climax della terza. Nella quarta si ritornerebbe lentamente e con continuit alla situazione di partenza. In buona parte, queste fasi vennero indirettamente riprese dalla losoa successiva: leccitativa e la conclusiva nellestrinsecarsi della
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...che senza nascita lEssere e senza morte, tutto intero, unigenito, immobile, ed incompiuto mai stato o sar, perch tuttinsieme adesso, uno, continuo Parmenide, Poema sulla natura, fr. 7/8 vv. 8-11, trad. Giovanni Cerri, BUR 1999
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Platone, Repubblica, X, 596-599 Masters and Johnson, Human Sexual Response, Reproductive Biology Research Foundation (U.S.) Little, Brown 1966 Per una disamina del termine nel lessico di Clitoride, vedi infra e nota 17

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Laurora adatta alla titillazione in quanto dotata di rosee dita, il che un topos letterario gi ai tempi di Omero (il si trova frequente in entrambi i poemi omerici; tra gli altri: Iliade, I, 487; VI, 175; IX, 704; Odissea, VIII,1; IX, 152, 170, 307, 437, 560; X, 187...) 6

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potenza e dellatto in Aristotele11 , mentre possibile vedere nella fase di plateau un abbozzo dell dei neo-pirroniani12 . Per quanto attiene alla terza fase, lo stato attuale degli studi sostiene che la si debba considerare come il vero contributo originale dellautore alla storia del pensiero. Vale dunque la pena soffermarsi sul termine usato da Clitoride, , e farne una panoramica pi ampia. L designa un impulso naturale o una propensione, una disposizione danimo; correlata al verbo , che si riferisce al gonarsi con lumidit. In questa accezione viene utilizzata per esempio in Esiodo13 o in Eschilo14. In un senso pi specico il termine andato ad indicare una passione violenta, che coinvolge la rabbia e lira (spesso usato come sinonimo di ) no talvolta ad identicarvisi: questo il caso dellutilizzo in Erodoto 15, Aristofane16 o, al di fuori della cultura greca, nel Nuovo Testamento17. Come avremo modo di vedere meglio in seguito, Aristotele, nella Retorica e nellEtica a Nicomaco, la contrappone alla , o mansuetudine. Lo svilupparsi della fase dell stato oggetto di dibattito: alcuni studiosi (Gimpsey, Ramn et al.) la vedono addirittura come non necessaria al ne dellinverarsi dellEssere; altri, e sono la maggior parte (Arrow, Chambers, Valenski et al.), ritengono invece che sia un evento non meglio descrivibile e difcilmente ripetibile; la questione peraltro ancora aperta. Clitoride, in quello che un hapax legomenon dellintera sua opera, la chiama anche piccola morte, : questo potrebbe suggerire che vi sia un ulteriore parallelismo con il processo di aggregazione e disgregazione empedoclea18, dove la piccola morte assume le funzioni della discordia (). La seconda parte dellopera aveva un carattere metasico ed epistemologico. Se ne sono conservati solo due frammenti, per la lunghezza complessiva di sei versi: troppo poco per dare un giudizio e perno per azzardare unipotesi sulla struttura. Entrambi, in greco e in traduzione latina, sono inseriti nei Dialogi di Gaudino da Copula, benedettino vissuto a cavallo tra il XII e il XIII

11 Aristotele, 12

Metasica, XII, 1073a

Pirrone e Timone furono i primi a proporre il termine; la sospensione del giudizio, o , viene formulata correttamente dallo scettico Enesidemo (I sec. a.C.) il cui lavoro viene riportato da Fozio, Sesto Empirico e Diogene Laerzio.
13 14 15

Esiodo, Opere e giorni, 304 Eschilo, Prometeo incatenato, 61 Erodoto, Storie, 6, 85 Pace, 659

16 Aristofane, 17

In tutto il Nuovo Testamento tradotta come ira, che sia divina o meno; quella divina, () , si pu trovare per esempio in Giovanni 3:36, o Romani 1:18, Efesini 5:6, Colossesi 3:6, o ancora in Apocalisse 6:16-17. Laltra, sempre a titolo di esempio, riscontrabile in Matteo 3:7, Marco 3:5, Luca 3:7. Non raro che il termine si riferisca alla conseguenza di aver infranto la legge, pi che a una reazione emotiva. poi ovvio che lelenco dei passi succitati non ha alcuna pretesa di esaustivit; per un riferimento pi completo si consideri il lavoro di Henry George Liddell, Robert Scott, A Greek-English Lexicon, disponibile in rete.
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Empedocle, frammenti B35, B26, in Simplicio, Fisica, 31-34 7

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secolo e del cui lavoro ci occuperemo nel capitolo 5. Il primo frammento il pi lungo ed stato rinvenuto in una lettera del neoplatonico Peonide di Stobi (V sec. d.C.), autore tra laltro di una pregevole Metasica andata perduta e amico e concittadino dello scrittore bizantino Giovanni Stobeo19 , che cur unantologia sui principali autori greci - nella quale, comunque, Clitoride non menzionato. Si noti ancora una volta levocazione delleterno titillare: Esce dalla mente il titillare dellEssere Contratto ed espanso, per nominare le cose e non solo per portarle ad essere. Torna in s, ancora titilla, la mente e il tutto. Il secondo frammento, pure signicativo ma in parte corrotto, oltre che nel lavoro di Gaudino incluso anche nelle Questioni Pneumatiche di Iacopo Dal Ferro, matematico del XV-XVI secolo: Sono cos tutte le cose [...] e cos la mente, nellenarsi ancora, e luomo La pneumatica di Clitoride, a parte il nome, non ha molto a che fare con quella sviluppata in seguito da Erone di Alessandria o Filone di Bisanzio20; descrittiva e poco scientica. Laccezione di (mente) invece probabilmente assimilabile a quella di Anassagora21 , che fu contemporaneo di Clitoride e anchegli autore di unopera sulla natura, ossia quella di un intelletto cosmico. In Clitoride, per, questo intelletto si rispecchia in quello umano, come appare chiaro dal secondo frammento: la sovrapposizione con la visione di Anassagora non va dunque intesa in toto ma con la consapevolezza dellapporto originale di Clitoride, che sembra cos interessarsi alle cose terrene almeno quanto a quelle cosmologiche. Il passo nominare le cose e non solo (...) portarle ad essere quello che ha indotto alcuni, in epoca antica e recente, a interpretare la visione del losofo ateniese come un intento di separazione tra gli oggetti e la loro rappresentazione. probabile che con i suoi Clitoride avesse in mente qualcosa di simile; sin dal Medioevo stata avanzata la proposta, suggestiva ma priva di conferme, che si trattasse addirittura di un abbozzo di una teoria delle forme analoga a quella platonica, seppure appunto in versione pi rozza. Sarebbe, se vericata, una scoperta eclatante, dal
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Giovanni Stobeo ( ), nativo di Stobi in Macedonia, fu attivo nel V sec. d.C. La sua opera di raccolta antologica era composta da quattro libri, i primi due raccolti sotto il nome di Eclogues, i secondi sotto quello di Florilegium; contenevano riferimenti a centinaia di autori, come ricordato da Fozio, su argomenti quali la dialettica, letica, la losoa naturale e la politica. Della vita di Giovanni Stobeo nulla si sa.
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Erone di Alessandria (I sec. d.C. ?) fu ideatore e teorico di macchine pneumatiche, tra cui leolipila; Filone di Bisanzio (III sec. a.C.), discepolo di Ctesibio, fu autore di un Trattato sulla meccanica, andato in gran parte perduto. A Filone si attribuisce il merito di una risoluzione del problema della duplicazione del cubo.
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[...] , ./ Di qui dipende Anassagora per il quale tutte le cose nacquero insieme no a che venne la mente () a disporle in ordine. In Diogene Laerzio, Vite dei loso, Libro I, 4, trad. M. Gigante 8

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momento che la teoria delle idee venne formalizzata da Platone solo alcuni decenni dopo, in epoca posteriore alla morte di Clitoride. Non chiaro, peraltro, quanto stretta sia lattinenza dei con gli archetipi platonici. Ne parleremo pi diffusamente tra poco grazie a Gaudino.

4. Del monismo, delle donne e dellinuenza di Clitoride sui suoi contemporanei


necessario per, prima, inquadrare quello che fu il ruolo pubblico di Clitoride e quale sia stata la sua inuenza e quale il suo approccio ai problemi dellEssere. Dei suoi discepoli si detto; Clitoride stesso non organizz mai una vera e propria scuola, limitandosi a fare da precettore per brevi periodi ai gli di alcuni ateniesi eccentrici. La traccia lasciata da questo losofo sui suoi contemporanei quindi, per forza di cose, molto lieve. La sua linea ontologica parimenti stata, nei secoli, oggetto di interpretazione ambivalente: nonostante il pluralismo dato dallintroduzione dei , oggi si propensi a vedere in Clitoride un esponente di spicco della losoa monista. Anche il suo inusso su un classico pluralista come Epicuro, che si vociferava fosse talmente pregnante da risultare degno di nota da parte di Diogene Laerzio, da ritenersi inerente a questioni di etica e non tanto di ontologia. A proposito del monismo clitorideo, va inoltre ricordato che gi nel Cinquecento un anonimo esponente della Scuola Ontologica Monistica Veneta scriveva: El no ghe n fu m neguno come el Clitoride a dire che la giera una cosa, una e original, che fa devent i omegn gross, e fa stare miegio el mondo. A ghe son pur ariv a sto Essere, che a mhe p augur de arivarghe22 Il monismo di Clitoride propende verso limmanenza (come risulta chiaro dal frammento 2) ed radicato nella profonda convinzione dellunit dellEssere. Di fatto, parlare di monismo senza accennare alla gura di Clitoride mutila la storia della losoa e dellontologia. La Scuola Ontologica Monistica Veneta continu ad esistere no al 1797, anno del trattato di Campoformio con cui Napoleone cedette allAustria la Serenissima, e la Scuola si sciolse per contrasti interni. Lultimo lavoro prodotto riguardante lateniese una dissertazione in francese del 1735 chiamata Il titillar perenne che prende spunto dallopera di Leibniz e tratta di monadi e clitoridismo; di dubbia attribuzione, anche se molto suggestiva, la voce che ritiene che questa

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Si noti il lessico ruzantino: lultimo verso, in particolare, ricalca il primo della scena prima del Dialogo primo; Parlamento del Ruzante che iera vegn de campo (1529), a signicare i legami con la teatralit che tutti gli atti e i riferimenti clitoridei hanno acquisito via via nei secoli. 9

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dissertazione sia a lungo circolata nei salotti23 . Dopo unintroduzione didascalica sullintelletto attivo e passivo24 la trattazione si concentra sullazione del titillare: Giacch la titillazione e quel che ne consegue, si sa che assimilabile ad un miracolo, ed nella natura delle cose che ci accada: e anzi, questa una delle particolari volont di Dio, che nellapice sublime della titillazione trova il motivo, la causa e al contempo il ne ultimo, di discostarsi dalle leggi di necessit per trarne un bene maggiore; e questo apice sublime cosa talmente buona e giusta, che Dio a comandarla anche quando non accade. Cos il perenne titillare al di sopra delle massime subordinate; la sua natura cos estesa ed intensa da non poter essere concepita o prevista dai ragionamenti umani, poich come tutti sanno quando lapice della titillazione arriva, n lintelletto n la ragione possono spiegarlo o comprenderlo. Allora in questa che possiamo esprimere la nostra unione con Dio, e chiamarla soprannaturale25. (Il titillar perenne, 8) Per quanto riguarda la gura pubblica del nostro losofo, possiamo ricostruirne le caratteristiche e le difcolt di socializzazione da alcuni passi delle Lettere al glio Melisso. Di carattere schivo e delicato, nessuno sapeva mai come trattarlo. Usciva poco, perlopi travisato dal cappuccio. Egli stesso si descrive come molto suscettibile e facilmente eccitabile: spesso muoveva gli interlocutori al riso, ma i suoi motteggi potevano anche dar adito a mugugni e sospiri. Quanto ai suoi rapporti con gli altri loso, probabile che li frequentasse, ma senza riceverne attestati di stima. Conobbe sicuramente Socrate, di cui fu ammiratore. Emblematico il biasimo che gli tribut il fondatore dellAccademia, ancora con un parallelismo con Diogene di Sinope. stato tramandato che Platone ritenesse Diogene un Socrate divenuto matto 26 e che nella stessa occasione ebbe a denire Clitoride colui che vorrebbe farsi passare per Socrate lascivo, ma la sua empiet tale che non vale nemmeno la pena farne menzione. In questo modo, non esiste di Clitoride nessun accenno platonico; sorte, peraltro, condivisa da Senofonte27 , nonostante fosse anchegli allievo di Socrate cos comera Platone, ma del quale lautore della Repubblica non parl mai. Miglior successo ebbe invece con le donne ed egli stesso ne ricambi la buona considerazione. Nelle Lettere emergono molti punti in cui Clitoride parla delle donne con garbo, preoccupandosi del loro benessere, auspicando che potessero un giorno accedere allagor e al ginnasio, luoghi che erano loro tradizionalmente preclusi, e riuscissero nanche a riunirsi in assemblea e ad occuparsi

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La stessa aneddotica ne attribuisce la lettura a personaggi quali Giacomo Casanova, Restif de la Bretonne e Madame de Pompadour, che se ne sarebbe per annoiata ben presto, rifuggendo la venatura socialmente egualitaria di Clitoride.
24

Si veda per tale distinzione Aristotele, Lanima, III, 430a 10-19. Da questo concetto Leibniz trarr quello di intelletto agente dellanima razionale: vedi Leibniz, Discorso di Metasica, IV, 28
25 26 27

Si veda ancora Leibniz, Discorso di Metasica, I 7 e II 16. Diogene Laerzio, Vite dei loso, Libro VI, 54 Diogene Laerzio, Vite dei loso, Libro III, 34 10

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della democrazia come gli uomini 28, pur temendo che il loro ruolo potesse essere mercicato; egli stesso si diceva pronto ad esporsi in prima persona, pur di farle venire in Assemblea e in pubblico, e non si rassegn mai a vederle solo come contorno della vita civile ateniese ed eventuale oggetto di scambio col bene comune: giammai siano lasciate come animali o schiavi, nelle loro stanze ad adornarsi con oro e seta, come se solo queste potessero essere le loro armi. 29 Per questo motivo ancora oggi Clitoride ricordato in alcune festivit campestri di quelle che furono lEllade e la Magna Grecia come amico delle donne e il suo nome si sussurra in allegria e a or di labbra.

5. Del fatto che Platone non scrisse alcun dialogo su Clitoride e di come invece ci pens il monaco Gaudino da Copula.
La seconda parte del poema sulla natura and perduta quasi certamente gi poco dopo la morte dellautore, salvo i versi citati al capitolo 3. Il fatto peraltro stimol alcuni loso successivi di scuola neoplatonica, che a pi riprese si cimentarono a scrivere il dialogo tra Clitoride e Platone che durante la vita dei due non vide mai la luce. Il dialogo fantasma si accrebbe di varie straticazioni e non conosciamo il nome di quasi nessuno degli autori; si sa che fu lo spunto per un esercizio losoco di un giovane allievo di Carneade chiamato Ademato. Tale Ademato narr di un incontro con Clitoride avvenuto in una grotta, o forse in un anfratto: loriginale andato smarrito. Della sua storia conosciamo solo lambientazione, grazie a quanto ci stato raccontato a sua volta da uno studioso di Agostino, Gaudino da Copula, che la rielabor come se si trattasse di una vicenda occorsa a lui stesso. Signorano la vita e le altre opere di questo losofo al di fuori dei Dialogi, dei quali rimangono per intero solo quello su Clitoride e altri quattro di stampo teologico e apologetico che si occupano prevalentemente di rivelazione e di consustanzialit delle gure divine; Gaudino viene per sempre menzionato dalla critica perch considerato come colui che redasse la versione denitiva del dialogo sul losofo ateniese: lo intitol, semplicemente, Clitoride di Atene. Quella di Gaudino unopera in cui Clitoride affronta il problema delle idee e anche in questo caso la titillazione assurge a un ruolo cruciale. Il monaco copulense scrive in latino, ma con ogni evidenza conosce il greco e lascia alcuni termini, tra cui , non tradotti. Nella fattispecie, lutilizzo della parola nella stessa accezione considerata successivamente da Platone, che in Clitoride invece non compare, probabilmente un anacronismo voluto e, peraltro, non lunico, come avremo modo di vedere.

28

Da Clitoride trasse forse ispirazione Aristofane per le sue tre commedie Lisistrata, Le donne al Parlamento e Le donne alle Tesmoforie.
29

Nella commedia di Aristofane parte del dialogo tra Lisistrata e Calonice riprende questo passo, il che fa supporre che le Lettere di Clitoride a Melisso fossero di pubblico dominio quando il losofo mor o che lo divennero in breve tempo. Cfr. Aristofane, Lisistrata, vv. 42-48. 11

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Di seguito riportiamo parte del dialogo ove Gaudino racconta la sua visione. Cos come era successo ad Ademato, mi trovavo in una grotta30 alle pendici di una montagna che gli abitanti del luogo chiamano Montevenere; da questa grotta si diceva si sentissero delle voci di spiriti o demoni31 . Non so come vi fossi arrivato; giacevo infatti stordito come da un lungo sonno, o inebriato da un vino dolcissimo. Quando mi svegliai mi accorsi dessere incatenato e di non potermi muovere; loscurit era immensa attorno a me, e ebile e quasi vana arrivava a rischiarare lantro la luce del sole. Accanto a me sedeva un uomo, che a causa del buio potevo vedere a stento; inoltre, il cappuccio del mantello gli copriva il volto per buona parte. Rifulgevano per nelle tenebre i sui occhi. Allora gli chiesi chi fosse, e mi rispose dessere il losofo Clitoride di Atene, vissuto quando visse Platone, e giunto n l dallAttica anni addietro. Io mi meravigliai, dicendo che certamente si sbagliava, perch Platone era morto prima della venuta di Nostro Signore Ges Cristo, e quindi non potevamo essere vivi entrambi, e io non mi reputavo dessere morto; allora egli rispose che quella che stavo vivendo era una visione. Pensai che fosse dunque quella di Clitoride la voce che gli abitanti del luogo riferivano che provenisse dalla grotta, e lui mi disse che non era cos, poich lui solitamente viveva nei pressi di quella spelonca, ma al di fuori e non dentro; vi era entrato solo per potermi parlare. Faceva caldo e laria era umida: tuttavia, nonostante la debolezza e i ceppi, stavo bene. Chiesi ancora perch mai fossi incatenato, ed egli cos rispose, con una sorta di enigma: Luomo nato libero e ovunque si trova in catene. Ma dimmi, Gaudino: tu le consideri reali, queste catene? A tal punto ti di dei tuoi sensi? Di questo mi vuoi parlare, Clitoride? Degli errori dei sensi? domandai a mia volta. Lateniese sorrise, o cos mi sembr, tra le pieghe ingannevoli del suo cappuccio. No ammise o meglio, non da qui che voglio partire. Anzi, per prima cosa ti chiedo di ritenerle reali e di comportarti come se lo fossero, e di cessare di interrogarti sullopinabile Ne convengo esclamai poich di ci che opinabile non si pu avere scienza: nemo autem habere disciplinam potest in animo, qui nihil didicit; nihil autem didicit, qui nihil novit; et nosse falsum nemo potest, diceva quello che, bench non abbia mai potuto conoscerlo, reputo sempre il mio maestro32. Molto bene disse Clitoride Convieni anche sul fatto che gli oggetti che vedi non sono che una mimesi delle forme reali, come diceva Platone? Anche su questo non ho dubbi e convengo assentii e dico che lapprendimento delle cose possibile sia attraverso i nomi degli oggetti che attraverso gli oggetti stessi33 e che gli universali sono conosciuti dalla mente e non dai sensi34; tuttavia nel sentire questi ceppi ai polsi e alle caviglie credo che i miei sensi non mi ingannino. Dunque tu stesso sei arrivato a parlare degli errori dei sensi rise Clitoride e del problema della certezza, che lo stesso che ti sei
30 31

Il riferimento dellambientazione al mito della caverna evidente; cfr. Platone, Repubblica, VII, 514-519

Per una trattazione pi dettagliata, per quanto allegorica, si veda Eve Ensler, Monologhi della vagina, trad. italiana di M. Bignardi, Tropea, 2000.
32 Agostino, 33 34

Contra Academicos libri tres, libro III, 3; 5

Platone, Cratilo, 439-440 Platone, Teeteto, 184-186 12

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posto quando mi hai visto qui. Confuso, aggiunsi a mezza voce: Ora non so pi cosa certo, in ci che mi sta succedendo! Eppure so che alcune cose possono essere conosciute con certezza, come le verit matematiche; invece alcuni loso della nuova accademia dedussero erroneamente limpossibilit di agire dal fatto che il saggio nulla pu conoscere con certezza. Stavolta tocca a me essere daccordo fece Clitoride, conciliante ma ti prego di ascoltare, perch anche io ho elaborato una teoria delle forme, io voglio parlare dell come direbbe Platone35 , e te ne voglio mettere a parte. In quel momento, come per un sortilegio, un fuoco rossastro e pulsante prese a brillare alle nostre spalle. Le catene mi impedivano gran parte dei movimenti del collo, ma non tanto da non vedere le scintille schioccare nellaria bruna della caverna. Esse subitaneamente mi parvero dei minuscoli volti umani, che ora ridevano, ora piangevano disperati, ed emanavano un fetore terribile; e allora non potei non pensare al viaggio avventuroso di un uomo36 che mor e torn in vita, e nelle ore in cui fu morto venne condotto in una valle profondissima che si schiudeva da un lato su amme fetide, dallaltro su una tempesta di grandine e neve, e da un pozzo si levavano e ricadevano palle di fuoco in cui scintillavano anime tormentate da demoni. Quel fuoco che pulsava alle nostre spalle mi fece dunque tremare e temetti dessere vicino alla Geenna; ma, ancora una volta, Clitoride mi rassicur e mi disse di non avere paura, e che quel fuoco non era malvagio. Il fuoco uno degli elementi costitutivi del mondo disse il losofo non cos? Secondo Platone certamente risposi, e continuai intimorito a cercare di sbirciare la palla ammeggiante. Il mondo, creato dal demiurgo per compiere lopera pi bella e giusta che si potesse, secondo necessit venne fatto liscio e in forma di sfera, per mezzo di terra e di fuoco, perch senza la terra non potrebbe essere palpabile, e senza il fuoco non potrebbe essere visibile; e proporzionali tra il fuoco e la terra furono poste laria e lacqua. Cos riferii a Clitoride, che annuiva. E come sono fatti, questi elementi, secondo Platone? mi domand ancora. Risposi con sicurezza: In forma di solidi perfetti costituiti da triangoli: lacqua in forma di cubo, laria di ottaedro, lacqua di icosaedro. E il fuoco, questo stesso fuoco che abbiamo dietro di noi? fece Clitoride, al che io: In forma di tetraedro37. Ottimo! si compliment il greco questo quanto sosteneva Platone. Ma io ti dico, Gaudino, che se il triangolo la forma fondamentale, su questa che bisogna soffermarsi, e

35

Secondo Diogene Laerzio (Vite dei loso, III, 64) Platone fa un largo uso di termini differenti per esprimere il medesimo signicato. Come sostitutivi di idea () utilizza appunto , , , e , ossia rispettivamente forma, genere, archetipo, principio e causa.
36

Quella narrata brevemente da Gaudino la vicenda di Drythelm, cos come ci stata tramandata nel VII-VIII sec. da Beda il Venerabile (Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum, libro V, cap. XII); la visione di Drythelm era molto nota ai tempi di Gaudino, essendo anche stata oggetto di studio e commento nei secoli X e XI da parte di Alfrico, abate di Eynsham, e di Otlone di St. Emmeram, autore questo di un Liber Visionum (PL, CXLVI, 380 e segg.); giocher un ruolo importante nellimmaginario della nascita del Purgatorio (J. Le Goff, La naissance du Purgatoire, d. Gallimard, Paris, 1981, edito in Italia come La nascita del Purgatorio, Einaudi 1982 e 1996, pp. 127 e segg.)
37

Per la teoria platonica degli elementi e dei triangoli costitutivi, cfr. Platone, Timeo, 27-52. 13

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non sui solidi da essa ricavati nello spazio38. Il triangolo una gura geometrica basilare ed il ne ultimo e la causa prima: sai dirmi perch? Posso immaginare quel che riguarda la causa prima dissi, dopo averci pensato un po ossia perch tre il numero minimo di rette per comporre una gura piana: lo diceva anche il dotto Agostino, ma ne parlava a proposito del fatto che lanima non si sviluppa cos come il corpo nelle dimensioni e nel tempo39 Ma convieni che le leggi della matematica sono conoscibili con certezza, lo hai detto prima; e convieni anche su questo, ovverosia che ogni gura, piana o solida, pu essere scomposta in triangoli? Non ti domandare se siano perfetti, cos come perfetto pu essere il cerchio: dimmi solo se concordi su questo punto seguit Clitoride. Risposi io: S, sono daccordo. Ma, risolto il problema della causa prima, anche per via geometrica, mi sfugge il motivo per cui dovrebbe essere il ne ultimo, dellagire umano o delluniverso. Lateniese sorrise: questa volta lo vidi bene, anche sotto il cappuccio. I riessi del fuoco gli facevano sfavillare ancor di pi le pupille e mi sembr che le tenebre della caverna si stessero diradando. Il triangolo la forma a cui luomo, per natura, ambisce, per il perpetramento della vita stessa, per necessit e per suo piacere, cos come necessario e piacevole al saggio il losofare, giacch solo cos pu ottenere la felicit. Il triangolo la forma. Luomo la sogna di notte, se ne infatua di giorno, vi si esalta, la sublima nellarte, ne fa motore e scopo della sua vita. Quando in guerra, quando in pace. Quando vive, per non morire. Nellangoscia cos come nella serenit. E, nonostante il suo conseguimento rappresenti la pi perfetta forma di armonia, spesso a causa sua scoppiano liti e sedizioni; lira ena gli animi, il capovolgimento dellordine continuo, e massimo il disordine sotto il cielo. Avevi mai pensato a questo, riguardo al triangolo? Al triangolo? no, non lavevo considerato risposi, e contemporaneamente arrossii perch in qualit di umile servo del Signore sarebbe stato mio compito rivolgere il primo pensiero alla Trinit, e quindi vedere un triangolo come lalfa e lomega40 non avrebbe dovuto rappresentare per me alcuna difcolt losoca, perch tale Dio. Invece, mi lasciavo vellicare dalle aporie come uno scolaro, e ne provavo vergogna. Ma non tutto disse allegro Clitoride ora ti mostrer quale sia il meccanismo per mezzo del quale, a partire dal triangolo, lEssere addiviene a se stesso e tutte le cose si inverano, per imitazione delle forme. Allora mi spieg la sua teoria riguardo alla genesi delle idee tramite titillazione, che posso a mia volta riassumere cos: lautoesaltazione di questo triangolo basilare provvede a creare una vibrazione nellEssere che, modulandosi in modo diverso a seconda dei casi, d origine alle idee. Mi fece il paragone dei modi di vibrazione di una corda, che producono i suoni, fatto questo gi noto ai pitagorici41; e come i suoni, anchesse dispongono di differenti altezze, di differenti intensit e anche di un precipuo timbro. Combinandosi insieme, possono sortire leffetto analogo ad una
38

La spazialit del triangolo-basilare e le sue vibrazioni fondamentali possono costituire un appiglio alla M-theory, come stato proposto di recente da alcuni arditi sici delle stringhe, pur senza una modellizzazione rigorosa matematica. Si tratta di una congettura, perch non dato sapere quale sia la conoscenza clitoridea di Edward Witten e degli altri stringhisti.
39 Agostino, 40 41

La grandezza dellanima, 8,13-9,14 e 15,25

, cos come viene citato nellApocalisse di Giovanni, 1:8, 21:6, 22:13 Platone, Repubblica, VII, 522a-b 14

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armonia42 , come anche diceva Platone, e come forse potrebbero fare anche le anime, sempre secondo Platone43 . Lunica cosa da tenere a mente che le idee, nella teoria di Clitoride, provengono dalla vibrazione di forme piane. La faccenda delle idee che emanavano dallEssere, sia pure tramite titillazione, mi ricordava da presso quanto diceva Plotino a proposito dellintelletto, e cos misi a parte Clitoride della mia riessione. Non conosco questa teoria ammise lui. Gli dissi allora brevemente cosa fossero le ipostasi, lUno, lintelletto e lanima; gli spiegai come quindi lintelletto fosse generato, e non creato, per emanazione dallUno, ossia per autocontemplazione estatica44 di questultimo, e gli riferii succintamente tutta la dottrina riguardo allanima; e quando Clitoride ebbe capito gli domandai se si sentisse vicino a siffatta losoa. Lemanazione in s non mi soddisfa replic lui, con una smora di disappunto preferisco davvero si parli di titillazione. Sono due concetti diversi. La titillazione, per quanto anchessa necessaria, non protrude. E quanto allanima, essa non precede il corpo, ma vi connaturata: quando il corpo inizia, essa inizia, e quando il corpo nisce, essa nisce45 . Inoltre, da quanto mi riferisci, lUno non potrebbe essere concepito se non tramite negazione: ecco, io sono di parere opposto, in quanto la titillazione che io propongo non assolutamente apofatica, bens positiva, e poi prevede, sempre secondo cogenza, che lEssere si soddis in una serie di s, s, s: e anzi, siccome esso eterno, bisognerebbe dire che la sua soddisfazione si espleta in un s, s, s, ancora. Se ci non fosse, non dovremmo nemmeno parlare di titillazione, quanto piuttosto di violenza, e nell non ve n necessit. Ci detto, tacque e mi ss, per vedere se il suo protrettico mi avesse convinto. Ravviso in questa concezione del mondo dei semi di empiet dissi io allora sia nella totale immanenza dellanima, sia nella necessit della titillazione Non ne dubitavo fece Clitoride, amareggiato per questo che ti trovi legato a questi ceppi, che rappresentano il tuo dogmatismo in materia di etica e, quel che pi grave, di ontologia. Ed io che ti avevo chiamato qui, sia pure in sogno, sperando che te ne liberassi, tramite la forza della dialettica! Seguimi, Gaudino: nulla hai da perdere se non le tue catene. Risposi con un diniego: per quanto tu cerchi di confortarmi, Clitoride, sento che la mia fede pi forte delle tue lusinghe. Per quanto senta di essere quello che, tra i mortali, pi sensibile alla tua dottrina e proclive ad accettarla, purtuttavia la rigetto: le genti di Copula e lintera cristianit ti volteranno le spalle, Clitoride, e se mi permesso indulgere nella mantica (anche se sarebbe meglio ascrivere la mia predizione a una deduzione rigorosa e logica), lo faranno ancora a lungo. Lunico fondamento salvico devessere il Cristo, come dice anche Agostino commentando la prima lettera di Paolo ai Corinti46, e chi non lo accoglier non potr essere salvato. Cristo non parla di titillazione, non v esegesi che lo faccia: quindi, la tua teoria va respinta47.
42 43 44 45

Platone, Timeo, 34b-34c, e Repubblica, VII, 531c Platone, Fedone, 85e-86d Plotino, Enneadi, V, 2 Il sensismo di Clitoride sfocia qui nel materialismo. La Citt di Dio, XXI, cap. XXVI

46 Agostino, 47

Almeno, fuori dal matrimonio. Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, artt. 2335, 2350, 2353, 2360, come approvato nel 1997 tramite la lettera apostolica Laetemur Magnopere di Giovanni Paolo II. 15

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Il fuoco che pulsava dietro di noi, quasi titillando, si spense di colpo, e mi sembr di udire un gemito provenire da quelle amme. I miei ceppi si fecero pi pesanti, ardevano ora essi stessi come se fossero brace, ma io non me ne curai, perch mi sentivo sereno. Clitoride si alz in piedi, lo scorsi appena nelloscurit, e usc lentamente dalla grotta, l, da quel pertugio che si scorgeva in lontananza. Chiusi gli occhi e mi addormentai di un sonno profondissimo. Al mio risveglio, mi trovavo nel mio letto, come se niente fosse successo.

6. Ancora sulla Natura secondo Clitoride. Elementi di clitoridismo dal Medioevo allepoca moderna: nella losoa, nellarte, nella lologia, nella scienza, nella letteratura e nella cultura popolare.
giunto il momento di stendere un rapporto pi completo sulla prima parte del clitorideo. Dopo un incipit dedicato ad una sommaria cosmogonia che deve molto a quella esiodea, Clitoride abbozza la sua teoria dell, che svilupper compiutamente nei vv. 118 e segg. Soffermiamoci ora invece sui versi 25-36. Appena lEssere sapparta e, contratto nella notte, vede il suono dolce e misterioso del cosmo germinante, ecco che subito, secondo necessit, compare il segno leggero del sospiro. Cos, come un vento, o un respiro violento, nasce e muore e rinasce; il palpitare tumultuoso del giorno che si scambia con lerebo inonda il mondo, e gli occhi, e tutto freme con passione; lEssere si distende, eterno ed innito, mentre titilla. Lontane sono da lui la vendetta e la vecchiaia, lungi gli uomini, e cos la discordia, linganno e la miseria48. Ecco che vedo il respiro farsi gemito e poi quasi soffocamento, come accade, qualche volta, alle donne, per loro natura. Concentriamo lattenzione su due termini. Il primo lo , qui tradotto come sospiro o gemito: sembrerebbe essere una caratteristica peculiare e forse addirittura necessaria dellEssere durante le quattro fasi dell, a tal punto che alcuni autori ne hanno proposto una correlazione con il concetto di . Tale correlazione rimane incerta e noi propendiamo per non considerarla

48

LErebo, secondo la Teogonia di Esiodo, la personicazione delle tenebre. Tra i suoi gli, sempre secondo Esiodo, alcune delle astrazioni qui citate da Clitoride: linganno, la discordia, la miseria, la vecchiaia, la vendetta. 16

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valida: a differenza del , lo non denisce lessenza dell, ma solamente una delle sue caratterizzazioni esteriori. Il secondo termine interessante , che compare nel verso 35 e viene tradotto come soffocamento. Immediatamente dopo si fa riferimento al fatto che questo soffocamento incorrerebbe secondo natura alle donne e questo ci fornisce un formidabile aggancio con il corpus di Ippocrate49, autore contemporaneo di Clitoride. Vale la pena spendere qualche parola sullutilizzo del vocabolo e sulla sua successiva evoluzione, perch ci permetter di seguire il clitoridismo nella cultura successiva. La una forma di soffocamento che allepoca, nel V sec. a.C., veniva attribuita allo spostamento dellutero. Secondo la tradizione ippocratica il movimento dellutero poteva essere causato da amenorrea, esaurimento, poco cibo, astinenza sessuale, secchezza dellutero stesso; tra le cure per questi sintomi, deniti genericamente hysterik50 in quanto legati allhysteron (utero), Ippocrate sottolineava la validit dello starnuto come decongestionante. Erano suggeriti anche rimedi erboristici: per esempio, Plinio il Vecchio (oltre allo starnuto) prevedeva lutilizzo di senape, elleboro bianco e nero e castoreum, una secrezione oleosa prodotta dalle ghiandole sessuali del castoro51. Anche Platone, contemporaneo di Clitoride e di Ippocrate, affront la questione, descrivendo lutero come un ente animato che desidera lunione e, qualora ne rimanga forzatamente privo, comincia a muoversi per il corpo bloccando il respiro e causando malattie52 . Gi nel V secolo per il fatto che lutero fosse o meno mobile era materia di discussione, e tale sarebbe rimasta nel seguito: nel secolo successivo si occuparono dei presunti movimenti uterini e delle patologie correlate Eraclide Pontico,53 autore di unopera perduta chiamata Apnous; e ancora Diocle di Caristo, secondo il quale era necessario, per curare i sintomi, pizzicare i capezzoli e spingere lutero con le mani verso il basso54 . Nel III secolo Erolo di Calcedonia55 , della scuola medica di Alessandria, fu probabilmente il primo a identicare le ovaie, le tube di Falloppio e le membrane che mantenevano lutero allocato al suo posto. Celso (I sec. d.C.) reputava lutero secondo solo allo

49

Il termine trdito nel De diaeta in morbis acutis (opere complete di Ippocrate, ed. A. Littr). Successivamente viene citato anche in Areteo di Cappadocia, medico che esercit a Roma nel I sec. d.C. Si veda Areteo, De causis et signis acutorum morborum, ed. Francis Adams LL. D.
50

Si tratta, ovviamente, della sindrome che verr successivamente denominata isteria. Per un rapido excursus storico, si veda ad esempio Helen King, Once Upon A Text, in Hysteria beyond Freud, AAVV, University of California Press, 1993, o il breve articolo di H. Merskey e S.J. Merskey, Hysteria, or Suffocation of the mother, Canadian Medical Association Journal (CMAJ), 1993 February 1; 148(3): 399-405, o ancora il classico I. Veith, Hysteria, the History of a Disease, Chicago: University of Chicago Press, 1965.
51 52 53

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, 7.52.175, 20.87.237, 25.31.53, 32.13.28 Platone, Timeo, 91a-d

Eraclide Pontico fu un astronomo e losofo del IV sec. Fu allievo di Platone (cfr. Diogene Laerzio, Vite dei loso, III, 46)
54 55

Come riportato da Sorano, Ginecologia 3.4.29, in Corpus Medicum Graecorum, 4.112.18-23; vd. anche infra, nota 57 H. von Staden, Herophilus: the Art of Medicine in Early Alexandria, Cambridge University Press, 1989 17

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stomaco per linuenza sul resto del corpo 56, in ci assecondando una visione prettamente clitoridea. Nel II secolo della nostra era il medico pi inuente fu Areteo di Cappadocia, la cui teoria combinava i movimenti uterini con lazione delle membrane di ancoraggio e introduceva il concetto di simpatia per spiegare come mai anche il resto del corpo soffrisse quando soffriva lutero. Anche il suo contemporaneo Sorano di Efeso, uno dei maggiori esponenti della scuola metodista, prese parte alla disputa, propendendo per limmobilit uterina57 . Lidea fu condivisa da Galeno58, che attribu il concetto di utero mobile a Platone e non ad Ippocrate; respinse anzi in toto lidea, dicendo che lutero sembra soltanto muoversi, ma in realt fermo e teso a causa delle membrane. Detta tensione, che per Galeno poteva essere causata dal fatto che le membrane erano piene di sangue mestruale che non riesce a deuire nellutero, richiama in modo cogente la titillazione clitoridea nel versi 43-44 del :
Si ena lEssere no ad esserne teso, allinterno, nascosto

e solo titillando riesce a calmarsi, dopo essere passato nell. Leredit culturale dei medici greci e romani fu presa in carico dai bizantini prima e dagli arabi poi. Nei centri medici e di Alessandria e Costantinopoli autori come Oribasio (IV sec), Ezio di Amida (VI sec.) e Paolo di Egina (VII sec.), a met tra lessere compilatori enciclopedici e medici essi stessi, combinarono contributi di Galeno e Sorano. A partire dal V secolo nellOccidente cristiano le conoscenze greche andarono rapidamente scemando, portando con s, oltre a Clitoride, una moltitudine di altri autori; seppure a Ravenna nel VI secolo si fossero salvati alcuni scritti di Oribasio e venisse tradotto in latino brani di Ippocrate e di Galeno, la maggior parte dei nuovi testi ora non erano che brevi lavori basati sullopera di Sorano 59. Molto venne salvato dagli Arabi, che dopo la presa di Alessandria dettero inizio ad una grande opera di traduzione (e sovente di implementazione) dei testi greci: fra i traduttori che pi inuenzarono il medioevo europeo annoveriamo Ibn al-Jazzar (X sec), che descrisse il soffocamento60 come causato dalla ritenzione del seme femminile, che viene cos corrotto; evento questo che occorre principalmente nelle vedove
56 57

Celsus 4.27, in Corpus Medicum Latinorum vol 1. pp 180-181

Sorano, cos come Areteo, non venne tradotto in arabo; fu tradotto direttamente in latino nel V sec. da Celio Aureliano e nel VI da Muscio. Una prima edizione a stampa della sua Gynaecologia in latino datata 1822; una pi recente quella della Johns Hopkins Press, 1956 (paperback 1991) tradotto in inglese da Oswei. In questa edizione, la suffocation () trattata nel libro 3, cap. IV.
58

Galeno, De usu partium corporis humani, nel Corpus galenicus edito da Carolus Khn (1821-1833). Buona parte del lavoro del medico di Pergamo fu tradotta in arabo nellVIII sec. da Hunain ibn Ishaq al-Ibadi e nel IX secolo nel Firdraws al hikma (paradiso di saggezza) da Ali ibn Rabban at-Tabari, in seguito alla presa di Alessandria da parte degli Arabi (642 d.C.; la scuola medica greca della citt continu comunque ad esistere no al 719 circa).
59

Green, Ancient Theories of Female Physiology and Disease, Ph.D. dissertation, Princeton University 1985, 135, 174-175 nn. 5-6
60

Lopera di Ibn al-Jazzar, Kitab Zab al-Musar, fu tradotta in latino col nome di Viaticum. Si veda Viaticum, libro 6, cap. 11. 18

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e nelle giovinette in et da marito. Dal seme corrotto si sprigiona un vapore che attraversa il diaframma e quindi giunge alla gola, provocando il senso di soffocamento. Siamo qui ben lontani dalla teoria clitoridea: non c correlato alla . A puro titolo di cronaca, riportiamo i fatti salienti, anche se ormai si discostano dalle tematiche trattate da Clitoride. NellOccidente latino il focus fu collocato sullaspetto pratico: i fattori eziologici delle malattie non erano pi un argomento di discussione. Galeno sarebbe tornato in Europa dal secolo XI, con la traduzione dallarabo in latino ad opera di Costantino lAfricano; nalmente, a Salerno nel XII secolo avrebbero avuto modo di reincontrarsi le tre culture, greca, bizantina e araba, con lopera di Giovanni Plateario61, autore di un trattato enciclopedico chiamato De aegritudinum curatione, che combinava Galeno, Paolo di Egina e Ibn al-Jazzar con la sua teoria dei vapori; Plateario rincar la dose dicendo che non erano i vapori a causare la pressione sugli organi per la respirazione (suffocatio) bens lutero stesso riempito di vapori; analogamente debitrice a Ibn al-Jazzar fu la dottoressa Trota, attiva nella Salerno del XII secolo e autrice di testi quali Ut de curis e Cum auctor 62 in cui si occup della suffocatio. La tendenza a comparare le fonti non solo fra di loro, ma anche con i casi reali, cominci nel XVI sec. Un esempio lo abbiamo con lObservationum et curationum medicinalium di Pieter van Foreest63 (1522-1597) in cui si continu a promuovere la terapia con gli odori, pur senza citare esplicitamente la titillazione. Lunico accenno riferito sicuramente a Clitoride e fatto durante il Rinascimento si deve, paradossalmente, ad un artista e non a un losofo o a un erudito: riportiamo alla pagina seguente il particolare di un ritratto dellateniese ad opera di Raffaello Sanzio. Il disegno64 dovrebbe rappresentare Clitoride e si tratterebbe di uno studio preparatorio per la Scuola di Atene con cui Raffaello affresc la Stanza delle Segnature in Vaticano su commissione del pontece Giulio II. Lattribuzione al maestro di Urbino rimane incerta: molto possibile sia opera di un allievo. Nelle intenzioni dellartista Clitoride si sarebbe dovuto trovare nel gruppo di estrema sinistra, alle spalle di Epicuro. La gura del losofo venne peraltro espunta nella versione nale dellaffresco, come tutti sanno.

61

Johannes Platearius II. cfr. Fr. Hartmann, Die Literatur von Frh- und HochSalerno und der Inhalt des Breslauer Codex Salernitanus, diss. Borna-Leipzig 1919
62 63

Green, op.cit, 267-268

Il XVI secolo vede anche la pubblicazione del fondamentale testo di anatomia di Andrea Vesalio (1543) De humani corporis fabrica. Nonostante ci, ancora per svariato tempo lanatomia e la chirurgia continueranno a basarsi sui libri pi che sugli esperimenti e sullosservazione.
64

Si riconoscono nel disegno: Tre uomini nudi in piedi (1504-1505), penna e inchiostro e tracce di carboncino nero su carta, 243x148 mm, Londra, British Museum; Studio per la testa di un uomo (1505), punta dargento su carta, 204x186 mm, Muse des Beaux-Arts, Lille; e, solo per la fronte e i capelli: Testa duomo (1504), carboncino su carta, 255x190 mm, Londra, British Museum, Department of Print and Drawings. 19

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Fig. 1: Raffaello Sanzio (?), Clitoride, ca. 1509.


(particolare, 141 x 260 mm. Bari, collezione privata)

Se lintento di celebrare Clitoride evidente nello pseudo-Raffaello a tal punto che tutti i critici lo riconoscono, ben pi controversa la questione che vede coinvolto Marsilio Ficino. Il verso 50 del recita infatti: titillando nasce lanima, che col mondo unita come medio grado e questo ha indotto alcuni studiosi, dagli anni 50 del secolo scorso, a scorgervi delle relazioni con la teologia ciniana, in particolare con il passo seguente: Igitur anima neque est corpus, sed copula corporis intima vel substantia copulatrix, neque forma divisa per corpus 65 e soprattutto con lintero passo in cui lumanista discettava dellanima come copula mundi66 , termine questo che sarebbe piaciuto molto a Clitoride. Non sappiamo con certezza se Ficino fosse stato messo a parte dei lavori dellateniese: non del tutto improbabile, dal momento che il losofo
65 66

Marsilio Ficino, Platonica Theologia de immortalitate animorum, Tomo I, Liber VI, Caput VIII

Marsilio Ficino, op. cit., Tomo I, Liber III, Caput II, il cui titolo Anima est medius rerum gradus atque omnes gradus tam superiores quam inferiores connectit in unum, dum ipsa et ad superos ascendit et descendit ad inferos. 20

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orentino conosceva bene il greco, tanto da tradurre opere di Platone e molti neoplatonici tra cui Plotino, ed era perdipi glio di un medico (il padre, Diotifeci, fu medico personale di Cosimo il Vecchio). A ci si aggiunga che una copia del , o parte di esso, era con ogni verosimiglianza presente nella Firenze medicea; fonti non ulteriormente vericate stimano poi quella copia del testo fra le mani di Zanobi Acciaiuoli, domenicano orentino e bibliotecario vaticano sotto Leone X, gran traduttore di testi greci67 , ultimo domicilio conosciuto del manoscritto in questione, di cui si persero fatalmente le tracce verso la ne del XVI secolo. Per quanto concerne ancora la visione medica della clitoridea, nei secoli successivi al XVI si accavall con la storia dellisteria: Nel XVII secolo era correlata allipocondria (che era ritenuta una sindrome maschile), in cui lo spleen emanava vapori, e alla melancolia, caratteristica in entrambi i sessi68 . La causa dellisteria fu quindi dislocata dallutero nel cervello o nellintero corpo. Nel XVIII secolo venne classicata come una nevrosi, determinata dalleccesso di sangue presente naturalmente nel corpo femminile69 e nel XIX secolo vi fu un sentimento ambivalente: alcuni autori, come Briquet70 , la videro ancora come nevrosi cerebrale; di contro ci furono invece altri71 che ne spostarono di nuovo la sede nellutero. La visione losoca in questi due secoli risent in buona parte dellinterpretazione anatomica del fenomeno. Ci riserviamo di trattare in un capitolo successivo le argomentazioni degli idealisti sul clitoridismo, che meritano, per vastit ed importanza, una sede propria; intanto, nel tardo XIX secolo non si pu non menzionare, a proposito dei primi timidi segnali di ripresa del clitoridismo, Nietzsche con la sua Nascita della tragedia (Die Geburt der Tragdie aus dem Geiste der Musik, 1872). Il losofo tedesco qui dovette ben ricordare che Clitoride, in giovent, era stato autore di ditirambi, e infatti sin dal principio dellopera parl del fatto che il rapimento estatico sorto dal profondo dellumana natura a dare unidea dellessenza del dionisiaco, che si presenta a noi [...] tramite lanalogia dellintossicazione 72. Ancora la che ritorna: in questo caso, i versi del a cui fare riferimento sono i vv. 100-107:

67

Zanobi Acciauoli (1461-1519) fu un erudito e allievo del Poliziano. Seguace di Savonarola e convertitosi poi come bibliotecario vaticano, gli si deve tra le altre cose - utili in qualche maniera al nostro studio su Clitoride in relazione alla medicina greca - unedizione latina del De curatione grecarum affectionum del vescovo greco Teodoreto di Ciro (393-458), che fu lultimo apologeta della scuola di Antiochia. Cfr. M. Danzi, La biblioteca del cardinal Pietro Bembo, 2005, Librairie Droz Genve, pp. 195-196
68

Ci si riferisce ad autori come Sydenham e Burton. Cfr. W. Mitchinson, Hysteria and Insanity in women, Journal of Canadian Studies, 1986;21(3), p. 89
69 70

Risse, Hysteria at the Edinburgh Inrmary, Medical History 32 (1988) 2-4

F.M. Mai and H. Merskey, Briquets Concept of Hysteria: An Historical Perspective, Canadian Journal of Psychiatry 26 (1981)
71

H. Landouzy, Trait complet de lhystrie, Paris and London, Baillire 1846. Citiamo per completezza dinformazione anche il Dictionnaire de la langue franaise di Emile Littr (Hachette, 1863-1872) alla voce hystrie: Maladie nerveuse qui se manifeste par accs et qui est caractrise par des convulsions, la sensation d'une boule qui remonte de la matrice dans la gorge et la suffocation, e la riporta come sempre esistita nella storia.
72

F. Nietzsche, Die Geburt der Tragdie aus dem Geiste der Musik, 1 21

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Ecco quel che succede quando lEssere si sveglia e rapito scorge che il mondo lha colto e cos come deve fare balla, e canta, come se questa fosse la sua saggezza: un grido favilla come un fuoco, subito titilla, e parla con la voce ispirata dal dio; giace, crollando, vibrando allinterno; subito si rialza, tra i vapori che lo seccano e lo squassano, e dal sonno della sua ignoranza si leva e respira, a tal punto che lestasi quasi lo soffoca e lo vince. Una chiosa a Nietzsche arriv dal Wilamowitz, seppure con molti anni di ritardo, e almeno per una volta i due sembrarono concordare su qualcosa73. Senza fare commenti sulla mancata protrusivit del clitoridismo (si ricordi il dialogo di Gaudino da Copula) e sulla necessit ontologica della titillazione, la cui coatta mancanza era spesso vista come iniziatrice di grandi tragedie, il lologo rimase nella tematica dionisiaca e per tacer della tragedia si espresse sul complementare: Wer den Phallus, das Symbol des Dionysos, nicht ehrt, ist der Komdie nicht wert. 74 Fu con il XX secolo che Clitoride cominci inne a vivere appieno la sua riscoperta, dapprima in ambito medico, indi nella scienza e nella cultura popolare. Se la sica, come vedremo tra poco, tard no agli anni Trenta per arrivare ad una modellizzazione rigorosa del fenomeno, Freud ne precedette gli intenti di almeno un quarto di secolo75. Puntando sugli stretti legami tra il clitoridismo e la medicina, analizzati qui sopra, la comunit intellettuale si dette da fare per dare una lettura a tutto tondo del pensiero del losofo ateniese. I manoscritti del ricevettero una nuova attenzione e furono editi un paio di studi critici (Dampskey nel 1908 e Jaroslach nel 1911) che focalizzavano lattenzione sulla attualit cosmogonica e ontologica di Clitoride; anche tra i letterati qualcosa si mosse, soprattutto in Italia: nel 1906 Amilcare Carletti, fornaio e poeta, in una lettera allamico Guido Gozzano abbozz dei versi sul (...) titillar leggiadro che rende chiara e diletta la via della salute, o vergine apparita, o via tutta orita di gioie ben godute, forse la buona via saresti al mio massaggio, un dolce beveraggio alla malinconia.76

73

Nel 1873 Wilamowitz aveva infatti pubblicato il pamphlet Zukunftsphilologie (la lologia dellavvenire) in cui attaccava duramente le tesi sostenute da Nietzsche nella Nascita della tragedia, polemizzando in special modo sul giudizio espresso su Euripide e Socrate.
74

Ulrich von Wilamowitz-Mllendorf, Die griechische Literatur des Altertums, in: Die griechische und lateinische Literatur und Sprache, Leipzig 1912, S. 92. Si noti che il Wilamowitz fa il verso ad un proverbio che recita Wer den Pfennig nicht ehrt, ist des Talers nicht wert, traducibile come chi non d valore al centesimo, non merita il tallero
75 76

I Tre saggi sulla morale sessuale sono infatti del 1905.

O via della salute, o vergine apparita,/ o via tutta orita di gioie non mietute/ forse la buona via saresti al mio passaggio,/ un dolce beveraggio alla malinconia. cfr. Guido Gozzano, Le due strade, vv. 29-32 in La via del rifugio, 1907. Non si sa se Gozzano abbia copiato senza il beneplacito del Carletti, ma stante questa ipotesi si prende a dubitare persino dellintegrit morale dellamica di nonna Speranza. 22

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Gi negli anni Dieci la titillazione venne timidamente sdoganata anche per un pubblico pi vasto, e ne d testimonianza questa immagine, proveniente da una pubblicit a mezzo stampa di quellepoca:

Fig. 2: il clitoridismo agli albori del XX secolo, pubblicit del 1910 riportata da Der Spiegel 1/1999, p. 145

La scienza si occup ufcialmente del caso. Con lo svilupparsi della meccanica quantistica il clitoridismo ritorn in auge e costitu un arricchimento teorico della sica dello stato solido. Per spiegare in che modo, necessario introdurre il concetto di fonone77 . Un fonone un quanto di vibrazione in un reticolo cristallino solido, ed strumento atto a descrivere la vibrazione elastica del cristallo. Come noto n dai corsi scolastici di chimica, un cristallo dotato di una struttura ssa di atomi (o molecole, o ioni) che si ripete indenitamente nello spazio78. Per studiare la vibrazione utile mettersi in un caso semplice come quello, per esempio, di un cristallo cubico e monoatomico, che ci pu far capire la situazione senza difettare di generalit. In questa situazione la propagazione dellonda avr quindi una soluzione pi elementare lungo le direzioni dello spigolo del cubo, della diagonale di una delle facce e della diagonale del cubo: dunque avremo un intero piano s di atomi che si muovono in fase, con spostamenti o paralleli o perpendicolari al vettore donda. Assumendo inoltre in prima battuta che lenergia elastica sia funzione quadratica dello spostamento relativo tra due arbitrari punti nel cristallo, il piano s si muover secondo lequazione

77

Il concetto fu introdotto da I. Tamm nel 1930 e il nome da Frenkel nel 1932: per la storia del fonone cfr. C.T. Walker and G.A. Slack, Who named the -ONs? American Journal of Physics, Vol. 38, n. 12, december 1970, pag. 1384
78

La struttura nota come reticolo di Bravais. 23

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ove M la massa di un atomo, C una costante e us la coordinata del piano79. Si tratta, come si vede, di una comune equazione differenziale del secondordine, le cui soluzioni descrivono la propagazione dellonda sonica; dovendo lavorare su scala quantistica, ecco che necessario quantizzare le onde della vibrazione che si propagano attraverso il solido. Una simile formalizzazione, rigorosa e quantitativa, non solo il primo approccio matematico contemporaneo alla titillazione clitoridea, ma rappresenta anche un cambio di paradigma tale da lasciar presagire degli interessanti sviluppi losoci: il di Clitoride potrebbe ora essere considerato lequivalente del limite classico della meccanica quantistica e se ne potrebbe addirittura tentare una riscrittura. La matematica per lambito in cui Clitoride ha stimolato maggiori riessioni: nel seguito dellopera accenneremo ad alcune di queste. Oltre allambito accademico il clitoridismo nel XX secolo ha trovato spazio via via anche nella cultura popolare, soprattutto dagli anni 60: icastico in tal senso il lavoro di ricerca musicale di Brian Wilson con Mike Love80 , che ha aperto le porte ad unapologia della titillazione esterna ed interna, nellarte gurativa, nel cinema e nel piccolo schermo81. pur vero che, almeno per quanto riguarda la musica, accenni forse inconsapevoli al modus clitorideus erano gi presenti da pi di trecento anni: si pensi alluso del vibrato o del tremolo82 da Claudio Monteverdi in poi, per esempio, ma si trattava pur sempre di applicazioni di rimando o, come si suol dire, di clitoridismo di seconda generazione. Negli ultimi cinquantanni invece la cultura popolare ha talmente monopolizzato il clitoridismo da rischiarne la banalizzazione e da rendere improcrastinabile, a nostro avviso, una riscoperta delle fondamenta teoriche dellintero impianto losoco, anche a costo di una deriva erudita e radical chic: chiediamo perci a gran voce pi Clitoride nei salotti e nei circoli dessai. Avremo allora speranza di poter dire, al termine di questo piccolo saggio, che il XXI secolo sar ricordato come il Saeculum Clitoridis.

79

Per una trattazione pi dettagliata si veda ad esempio C. Kittel, Introduction to Solid State Physics, 8th Ed., John Wiley and Sons, Inc., 2005, capitoli 4 e 5.
80 81

The Beach Boys, Good Vibrations, rilasciato come singolo il 10 dicembre 1966 per la Capitol Records.

Se il clitorideo non fosse mai stato scritto, sei stagoni di Sex and the City non si sarebbero potute nemmeno concepire.
82

Senza andare ad esaminare il contenuto spettrale delle armoniche tramite analisi di Fourier, il che esula dai limiti di questo nostro lavoro, ricordiamo che il tremolo una modulazione di ampiezza, mentre il vibrato una modulazione di frequenza delle onde sonore. 24

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7. A basso rischio catastematico: il vino, il piacere, alcune disposizioni siche.


giunto il momento di dedicarci agli aspetti della losoa clitoridea che maggiormente dettero scandalo e contribuirono alla censura postuma dellautore. Si tratta di alcuni elementi tratti dal , opera di cui ci siamo occupati nora, e di altri presi dalle Lettere e, soprattutto, dallEtica, che quindi ci permettiamo di anticipare alla luce di quel che sar il resoconto pi dettagliato riservatole nei prossimi capitoli. Un losofo anomalo e poco compreso come Clitoride spinge facilmente a cercare di rintracciarne il pensiero in autori successivi. Alcuni critici hanno tentato di associare la sua visione alle tematiche dellelegia alessandrina e latina, pur tenendo fermi i punti di distinguo: vedere Clitoride come precursore ideale di un Callimaco o, pi in l, di un Tibullo, o un Properzio o un Catullo, insidia allettante. Vediamo innanzitutto le discordanze: lateniese non si rivolge al pubblico dotto degli , ma a destinatari pi comuni ed eterogenei, e la sua ontologia non si prola come erotodidassi a differenza di quanto avviene negli elegiaci; la schietta ingenuit clitoridea fa s che non vi sia alcun invito alla nzione amorosa secondo canoni prestabiliti come invece potrebbe essere in Ovidio83; ancora, non c la presupposizione del dolore come base per la propria poetica84 , non c la ricerca di un rifugio nellidealizzazione della vita agreste (anche se, per molti, Clitoride in s visto come locus amoenus), non c lidea che la passione possa essere una schiavit85; anche del tutto riduttivo, nonostante le modulazioni dell, connare Clitoride alle sole tematiche amorose. Le discrepanze con gli elegiaci sono dunque insanabili: ma tuttavia si nota una propensione allindividualismo, alla vita ritirata dagli ideali della polis, come avverr in modo pi radicato durante lellenismo; si nota inne uninclinazione verso ideali che gli elegiaci latini avrebbero interpretato nel ribaltamento del mos maiorum, che pure non viene mai del tutto abbandonato: infamia, nequitia, inertia, ignavia. Non c autocompiacimento sterile in Clitoride, per: dice infatti nella seconda lettera a Melisso Se la ricerca della titillazione ti porter ai margini della societ, non curartene e non gloriartene, perch non c motivo: quello che accade conseguenza della titillazione, e non c gloria nel tormento, non c disdegno, solo quieta necessit. C, ancora, una ricerca di quale sia il modo migliore per vivere. Questo era un topos losoco e letterario gi consolidato ai tempi di Clitoride e che aveva delineato quattro tipi di esistenza: la vita poteva esser dedita alla conoscenza, al piacere, alla ricerca della gloria, alle ricchezze. Il losofo

83 84 85

Est tibi agendum amans, comprtati da amante, Ovidio, Ars amatoria, I,611 Si veda ad esempio Tibullo, Elegie, II, 5, 101-112

Lo stesso amore tiranno e inaccessibile, rivisitato sotto la luce dellideale cristiano di castit, verr preso a modello dai trovatori e dai cantori dellamor cortese. A titolo di informazione, segnaliamo che tra i linguisti si sono accese dispute per stabilire se il clitoridismo, eventualmente, fosse pi attinente alle asprezze allegoriche del trobar clus o alla soavit accessibile del trobar leu. 25

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ateniese nella sua esperienza di vita e nella sua disposizione losoca ne incarna due, le prime due, ritenendo inscindibile, come vedremo meglio in seguito, la conoscenza dal piacere. Laccusa principale che venne mossa a Clitoride fu quella desser stato sconcio, incontinente nel piacere ai limiti del moderno libertinismo, e dessere parimenti stato, se non lispiratore, quantomeno un degno precursore di Epicuro. Ci vero solo in parte, ed compito di questa breve introduzione al clitoridismo dissipare le eventuali misticazioni in proposito. Per quanto riguarda la sica, un raffronto tra quel che ci rimane del clitorideo e le due lettere di Epicuro ad Erodoto e a Pitocle86 sgombra abbastanza velocemente il campo da possibili sovrapposizioni. Analizziamo il testo di Clitoride dal verso 132, ossia quando l gi stata introdotta (v. 118 e segg.) E lEssere, uno e immutabile, per s tutto intero: errano coloro che ritengono che sia composto di parti, se non che sono simili ad esso, o sono generate dal triangolo o per il triangolo [...] il che conigge in modo insanabile con latomismo epicureo87, anche se non v dubbio che Clitoride avrebbe approvato lidea di postulare alla base della sica i concetti di luogo88 e di corpi89. Allo stesso modo avrebbe avallato lempirismo di Epicuro, come ricorda ancora Diogene Laerzio: Rigettano la dialettica come superflua, ch i fisici devono limitarsi ad adottare i termini naturali delle cose. Nel Canone Epicuro afferma che i criteri della verit sono le sensazioni (), le anticipazioni () e i sentimenti () a cui gli Epicurei aggiungono le apprensioni dirette della rappresentazione del pensiero ( ).90 e come si pu arguire nei versi clitoridei dal 140 al 145:

86

Per le lettere di Epicuro si far qui riferimento a: Epicuro, Lettere, trad. di Nicoletta Russello, con un saggio di Francesco Adorno, 1994 e 1999 BUR, testo al quale si rimanda per una bibliograa pi completa su Epicuro; al Libro X delle Vite dei Filoso di Diogene Laerzio (trad. M. Gigante, 1991) e allEpicurea di H. Usener, Lipsia, 1887. Ricordiamo che, stando a Diogene Laerzio (Vite dei Filoso, X, 27-28), anche Epicuro fu autore di un , ora in gran parte perduto, e di cui la lettera a Erodoto pu costituire un breve compendio. Alcuni stralci del di Epicuro sono stati rinvenuti attorno alla met del XVIII sec. nei papiri ercolanesi carbonizzati, scritti per mano dellepicureo Filodemo di Gadara (I sec. a.C.)
87 88 89

Epicuro, Lettera a Erodoto, 41 Epicuro utilizza per lo spazio il termine , che prettamente platonico (Platone, Timeo, 52d), e il termine .

Epicuro, Lettera a Erodoto, 39: lesistenza dei corpi testimoniata dalla sensazione, fondamento necessario alla dimostrazione tramite il ragionamento ( )
90

Diogene Laerzio, Vite dei Filoso, X, 31 26

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Quello che lEssere sente, non ingannevole; e qualora si inganni, ci dovuto solamente al giudizio che erratico si sovrappone alla sensazione91, volgendo il falso nel vero, il vero nel falso, come una titillazione dissonante; [...] o pi avanti (vv. 151-160), quando invita ad indagare la natura secondo le esigenze dei singoli fenomeni, accordando le spiegazioni e le esperienze, altrimenti si cade nel mito92. A parte queste analogie, che per lasciano il tempo che trovano perch non provato che Epicuro conoscesse lopera di Clitoride, sulla natura delle cose tra i due loso non possibile avanzare altre ipotesi di concordanza. Va meglio con letica. Come ovvio, l epicurea93 ha ben poco a che spartire con l di Clitoride, anche se alcuni autori ne hanno proposto lafnit con la fase conclusiva della titillazione; noi rigettiamo con forza lipotesi, avvalorando quegli studiosi (Hartman, Sandrelli) che hanno piuttosto rinvenuto in essa uninclinazione alledonismo cirenaico. I contatti con Epicuro per sono notevoli. Come vedremo pi diffusamente dal capitolo 10, l'eudemonismo clitorideo prevede unesistenza rivolta al privato che, anche pensando al ben noto cappuccio, ben si sarebbe potuta riassumere nel principio del 94 . Ancora, ecco che lepicureismo ricalca il clitoridismo nei paradigmi della vita beata: si confronti questo passo della lettera a Meneceo E per questo noi affermiamo che il piacere principio e ne della vita beata95 con questo dellEtica di Clitoride: Diciamo beato chiunque viva secondo il piacere, senza evitare il dolore, ma perseguendo il piacere come ne ultimo del suo agire e del suo pensare, perch di certo non pu che essere cos [...] (Etica, 11-13)

91 92

Cfr. ancora Epicuro, Lettera a Erodoto, 50

Analogamente a quanto detto da Epicuro nella Lettera a Pitocle, 86-87: anche il piombare nel mito viene espresso da Clitoride con le stesse parole, () (), che user Epicuro in seguito.
93

Latarassia, ossia limperturbabilit, ben descritta nella Lettera a Erodoto, 82, e in D.L., Vite dei Filoso, X, 136: L'atarassia o perfetta tranquillit dell'anima e l'aponia o assenza completa dei dolori del corpo sono piaceri stabili (...) Lotium clitorideo ha qualche punto di contatto con le tensioni inappagate di un Properzio o di un Ovidio, pur nei limiti di concordanza esaminati prima: inne, non dimentichiamo che la ne della titillazione lappagamento di questa tensione, cosa che negli elegiaci non si verica.
94

Riportato per esempio in Plutarco, Moralia, 1128c. Il principio del vivi nascosto fu ascritto anche ai pitagorici da Marino in Vita Procli, c.15 (Usener, Epicurea, LXIII), ma universalmente riconosciuto come epitome epicurea. Peccato per Clitoride, che fu ingiustamente accusato di esibizionismo.
95

Epicuro, Lettera a Meneceo, 128: 27

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Le modalit del piacere ricercato da Clitoride sono peraltro affatto diverse da quelle propugnate da Epicuro. pur vero che Epicuro fu dileggiato da critici e avversari come il pi porco e il pi cane96 , un cinedologo ovvero predicatore di sconcezze97 , e si dicesse che conviveva con letera Leonzio98 e faceva passare per sue la dottrina atomistica di Democrito e quella edonistica di Aristippo99 : stanti tali epiteti, si pu solo tremare al pensiero di quali sarebbero stati riservati a Clitoride. Cos pure innegabile che lepicureismo venne distorto e biasimato nei secoli successivi100 in quanto sinonimo di sfrenatezza dei costumi; per si tratta, appunto, di una distorsione sistematica, se vero che Epicuro denisce come principio e massimo bene la prudenza ()101 e che il piacere che bene completo da intendersi come il non avere dolore nel corpo n turbamento nellanima, al di l di ogni dissolutezza102 . Dice ancora Diogene Laerzio: Nella concezione edonistica differisce dai Cirenaici. Questi, infatti, non ammettono il piacere catastematico ovvero stabile o in quiete, ma solo il piacere in moto; Epicuro, invece, li ammette entrambi [...], sia quelli dell'anima sia quelli del corpo, come afferma nell'opera Della scelta e dell'avversione e nell'altra Del ne e nel primo libro Dei modi di vita e nell'epistola Ai loso in Mitilene.103 Di Epicuro manca al nostro losofo anche la perizia nellarte oratoria104 : Clitoride, al di l del cappuccio, parla con toni incerti, spesso timido, per un nonnulla trema o si irrita. Ma il piacere clitorideo, in s, ad essere tuttaltro: innanzitutto, necessario. Disgiungere Clitoride e piacere da
96 97 98

Fu lopinione di Timone, secondo Diogene Laerzio (Vite dei loso, X, 3) Insulto rivoltogli da Epitteto, sempre secondo Diogene Laerzio (Vite dei loso, X, 6)

Destinataria di una delle lettere i cui frammenti sono raccolti nellEpistolario: si veda Epicuro, Lettere, frammenti dellepistolario, 71
99

Opinioni di Posidonio Stoico, Nicola, Sozione e Dionisio di Alicarnasso; ancora in Diogene Laerzio, Vite dei loso, X,4. Per Aristippo, vedi infra, nota 106.
100

Cicerone non lesin attacchi (si veda ad esempio De nibus bonorum et malorum, II 96-97). Il cristianesimo, si sa, ne fece strame: il DeWitt tira in ballo gli epicurei come bersaglio della lettera di Paolo ai Filippesi; Dante caccia Epicuro nel sesto cerchio dellInferno; per un suo recupero bisogna attendere almeno lumanesimo e bypassare poi tutto lidealismo per riparare nel positivismo. Alla luce di questo, chiediamoci cosa avrebbe fatto Pomponio Leto se avesse conosciuto Clitoride, e quanto il nostro losofo avrebbe tratto giovamento dallaver avuto un Gassendi che si occupasse di lui, anche inlando a tradimento nella titillazione il Dio cristiano, come vedremo che sar fatto nel cap. 8 in un susseguirsi di esperienze prive di qualsiasi rigore lologico.
101 102 103 104

Epicuro, Lettera a Meneceo, 132 ibidem, 131 Diogene Laerzio, Vite dei loso, X, 136.

Dice lUsener, a proposito dellabilit oratoria di Epicuro: non obliviscimur Epicurum Nausiphanis discipulum fuisse qui tantam curam institutioni oratoriae impenderit, notum est. (H. Usener, Epicurea, Lipsia 187, p. XLII). Peraltro anche noto che lo stesso Epicuro disconobbe Nausifane come insegnante, riversandogli strali ed invettive (Epicuro, Lettere, frammenti dellepistolario: ai loso di Mitilene, lettera sulle occupazioni, 101: Nausifane era tale da partorire la millanteria di ciarle sostica; ancora in Diogene Laerzio, Vite dei loso, X, 7-8, Nausifane cadde in tal delirio da ingiuriarmi aspramente e da proclamarsi mio maestro (X,8)) 28

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sempre segno di empiet. Dicevamo che alcuni ne accostano le modalit alla visione cirenaica105, vuoi per il sensismo, vuoi per ledonismo: detrattori del III-IV sec. dellera volgare arrivarono perno ad attribuirgli la paternit del testo, generalmente considerato di Aristippo106, (Sulla lussuria degli antichi), o ad accomunarlo allateismo di Teodoro di Cirene107. Se il paragone con i cirenaici non del tutto azzardato, bisogna per ricordare che c in Clitoride qualcosa di completamente originale, che possiamo sintetizzare nei termini di una certa dolcezza. Nonostante lapparente tumultuosit dell, il piacere clitorideo cresce indiviso da sentimenti di tenerezza, dal coinvolgimento del corpo e dellanima108 e da un senso di pacata unitariet con luniverso, il cielo stellato e la legge morale. Di tanti palpiti foriero e meta, si fa sovente anticipatore dei risvolti impensabili della nzione che annega nel dramma109 , in particolar guisa nellanimo femminile; riscattato soltanto dallamore carnale, si appaga con la frequenza e la buona riuscita della titillazione. La dolcezza clitoridea, con la sua necessit ontologica, una gemma rara nella storia della losoa, ed stata colpevolmente lasciata in disparte anche dai pochi che si sono occupati di questo autore, tant che per trovarne un estratto dovremo arrivare al clitoridismo inconsapevole del XIX secolo (si veda il cap. 8). In sua vece si riproposto un meccanicismo privo di sentimento, lontanissimo dalla complessit del pensiero originale dellautore, porgendo quindi il anco alle inevitabili accuse di lascivia e alle altrettanto inevitabili calunnie da parte di quanti o non capirono o semplicemente temettero il clitoridismo nella sua forza dirompente e liberatoria. Motivi di biasimo nei confronti di Clitoride, abbiamo detto, se ne trovarono n da subito. La rinuncia ai piaceri della carne, avallata su ampia scala dallo stoicismo gi dal II secolo d.C.110,

105

I cirenaici ammettono due stati d'animo, il piacere come movimento calmo, il dolore come movimento aspro. (...)ll piacere non differisce dal piacere n v' un piacere pi dolce di un altro; tutti gli esseri animati aspirano al piacere, rifuggono dal dolore. Tuttavia il piacere quello sico, che anche ne supremo (...) Essi ritengono che il ne supremo sia diverso dalla felicit. Il ne, infatti, il piacere particolare, la felicit la somma dei piaceri particolari, in cui sono computati anche i passati e i futuri.(...) Il piacere particolare per se stesso desiderabile; la felicit non per se stessa, ma per i piaceri particolari. La prova che il piacere sia il ne costituita dal fatto che noi sin dalla fanciullezza istintivamente siamo attratti verso il piacere e una volta ottenutolo non cerchiamo di pi, e nulla evitiamo tanto quanto il suo contrario, cio il dolore. Il piacere bene anche se derivi da fatti vergognosissimi,(...) Diogene Laerzio, Vite dei loso, II, 86-88
106

Di Aristippo Diogene Laerzio racconta che orisse la scuola, in Atene, ai tempi di Platone (Vite dei loso, II, 63); inoltre era dotato di molle natura, che col tatto distingue il vero dal falso (II, 66)
107

Del cirenaico Teodoro (340(?)-250 ca. a.C.) Cicerone descrive lateismo in De natura deorum, Liber I, 2, 63, 117, accompagnandolo a quello di Diagora: li nomina come coloro qui omnino deos esse negabant (I, 117)
108

Tuttora vi sono alcuni che non tengono conto di questo aspetto fondamentale, ma, comera solito dire lo stesso Clitoride: perdona loro perch non sanno quello che fanno.
109

In situazioni come questa, la maggior parte delle donne chiacchierano come pappagalli: oh! come vi amano!... Dopo cinque anni si trovano allindomani del primo giorno di felicit, non possono lasciarvi, sono sublimi dindignazione, di disperazione, damore, di collera, di rimpianti, di terrore, di dolore, di presentimenti! Insomma, sono belle come una scena di Shakespeare. Honor de Balzac, Splendori e miserie delle cortigiane, trad. A. Premoli e F. Niederberger, Garzanti 1968, p. 93
110

P. Veyne, La famille et lamour sous le haut Empire romain, in Annales E.S.C. 1978. Limperatore Marco Aurelio, nei suoi Pensieri, VI, 13, parla dellaccoppiamento come uno stronamento del ventre e leiaculazione di un liquido viscoso accompagnato da uno spasmo. 29

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assurse ad ideologia nel medioevo cristiano, che pure del corpo si occupava in quanto il Verbo sera ben fatto carne e tramite il corpo di Cristo partecipava alla redenzione; essendosi posta la lussuria tra i peccati capitali, tra il V e il XII sec. 111, il gi negletto Clitoride fece una ne ancora pi amara di quella riservata ad Epicuro e al suo Giardino, bench ridurre leterno titillare ad una mera questione di attrito gaudente sia irrispettoso della profonda speculazione ontologica, etica e naturalistica del losofo di Atene. A ci si aggiunga che, oltre alla dolcezza dellamore, Clitoride esaltava a pi riprese anche la liceit di trovarsi in uno stato di ebbrezza alcolica, come se si potessero mescere una parte di vino e dieci di tenerezza. Troviamo ampi passi nelle Lettere a Melisso in cui lautore si rif ad alcune tematiche care ad Alceo, poeta di Mitilene cos come di Mitilene pare fosse la famiglia dorigine della madre di Clitoride. Per esempio, nella prima lettera al glio eccolo asserire E nel caso sia il dolore a vincerti, Melisso, bevi: ch il vino fa obliare i mali, come ce lha donato Dioniso glio di Semele, e cos il piacere potr sgorgarci dalla gola. Impossibile non pensare ai versi di Alceo: qui in particolare al frammento 346 112
Beviamo: perch aspettiamo le lucerne? Un dito il giorno; ragazzo mio, tira gi grandi coppe decorate: il vino, infatti, il glio di Semele e Zeus, oblio dei mali, don agli uomini. Mesci mescolando una misura dacqua e due di vino, colme no allorlo, e luna laltra coppa scacci

e al frammento 335 V113 : Non bisogna abbandonare il cuore ai mali, infatti angosciandoci non miglioreremo, o Bicchide, il miglior rimedio dopo aver preso del vino, ubriacarsi. La vicinanza con i temi alcaici si manifesta, nellopera di Clitoride, in alcuni stilemi, nella visione dellineluttabilit e dellimmutabilit del fato, retto da Zeus, e nella scelta del vino come punto di riferimento; certo, manca a Clitoride la diffusione riservata ad Alceo il quale vide il riuso di propri topoi da parte di altri autori (si pensi, ad esempio, alla metafora dei dadi o a quella della

111 112

Jacques Le Goff, Il corpo nel Medioevo, trad. F. Cataldi Villari, Laterza 2003, p.36

In asclepiadei maggiori, riportato dal grammatico Ateneo (X 430d, XI 481a, X 430a). Ateneo, egizio di Naucrati, fu attivo tra il II e il III sec. d.C. Fu autore di unopera chiamata Deiphnosophistai (I dotti al banchetto), nel XV libro della quale riport una serie di citazioni sul tema del simposio che comprendono, appunto, quelle di Alceo.
113

Per i frammenti di Alceo abbiamo fatto riferimento a E.-M. Voigt, Sappho et Alcaeus. Fragmenta, Amsterdam, Polak & van Gennep, 1971. 30

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nave in bala della tempesta, ripresa da Orazio114) e anche un orire di edizioni critiche, a partire da quelle curate dai lologi alessandrini dei secoli III-II a.C., soprattutto ad opera delledizione di Aristarco di Samotracia, dalla quale derivano i papiri pubblicati in epoca contemporanea115; e se Cicerone dimostrava di conoscere i carmi omoerotici di Alceo116, altrettanto non si pu dire che facesse con la gioiosa titillazione clitoridea, che in epoca romana fu coperta da ufciale disinteresse, e di quel che le capit in epoche successive non ne parliamo nemmeno. Tutti gli accenni postumi a Clitoride, che pure vi furono, come abbiamo illustrato nella nostra rapida panoramica nel capitolo precedente, furono caratterizzati da un senso di mistero e vergogna, quasi che il solo nominarlo fosse tab o che una serena analisi della sua losoa fosse uno sdoganamento della crapula e della lussuria. Rispetto ad Alceo vi sono poi grandi differenze riguardo alla lingua, che in Clitoride scevra di qualsiasi eolismo a partire da baritonesi e psilosi117 , e soprattutto riguardo al contesto: pur libando negli stessi lieti calici non v ora pi alcun accenno al simposio e ad eventuali compagni di eteria, cos come non ci sono polemiche politiche o agganci alla vita pubblica, in accordo col principio del vivere nascosto che Clitoride non tradisce mai. Un fatto inne da notare, nonostante nelle lettere non lo si approfondisca e nellEtica non ve ne siano che frustoli: lallegro lasciarsi andare dovuto al vino, al di l del suo patente valore analgesico e catartico, trova un riscontro di facile presa nella formulazione dell. Vediamo ora i due soli passi dellEtica in cui tale raffronto pu avere ragion dessere: il primo tradizionalmente accettato come autentico da tutti i commentatori I. bene che chi beva sia felice, e che chi felice beva; perch il piacere del vino fa smaniare lEssere, e lEssere giunge cos allimpeto della sua titillazione (Etica, 25-27) mentre il secondo, che considerato glossa da Hartman e accolto invece nel testo da Davies, dice II. Quando la gioia prorompe nel cosmo, allora bisogna bere118 (Etica, 29)

114

Orazio, Carmina, 1,14. Ad Orazio si deve anche la consacrazione del tema del carpe diem (Odi, 1, 11), gi affrontato da Alceo nel frammento XXII 5-10 in cui il poeta invita lamico Melanippo a cogliere lattimo.
115 116 117

Per la tradizione e la fortuna antica dei carmi alcaici cfr. A. Porro, Alceo, frammenti, Giunti 1996 Cicerone, Tusculanae disputationes IV 33,71 e De natura deorum I 79

Abbiamo seguito qui le lezioni del seminario del prof. C. Neri dellUniversit di Bologna, La lingua della lirica eolica e delle eterie: i frammenti di Alceo, reperibile in rete e agli atti del quale si rimanda per una bibliograa specica.
118

Vd. Alceo, fr. 332 V ( - ora bisogna ubriacarsi) meglio ricordato nellinterpretazione oraziana nunc est bibendum (Odi, I, 37,1) 31

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Lebbrezza alcolica si accosta all con un parallelismo che per fu spesso travisato; lo scopriremo nel prossimo capitolo affrontando la spinosa questione che correla Clitoride, estasi e misticismo nellEuropa cristiana, anche per mezzo delle lettere e dei diari di Bernardina de Florata, mistica di un paesino dellAppennino centrale dove mor poco pi che trentenne nel 1853, lasciando ai posteri poesie e riessioni molto vicine alle tematiche affrontate in questo nostro lavoro. Vale dunque la pena abbandonare per qualche pagina parte del rigore saggistico per immergerci nelle speculazioni di questa donna.

8. Dellestasi di Bernardina de Florata, o del clitoridismo inconsapevole.


Relegato ai margini della losoa e della storia ufciale, Clitoride riusc comunque a lasciare qualche seme della sua visione del mondo che germogli in accoliti pi o meno consapevoli. Dobbiamo procedere per spigolature e ritratti, non potendo scrivere una storia organica dello sviluppo del pensiero del losofo ateniese e dellanalisi delle sue idee in un periodo in cui lostracismo nei confronti dellateniese era ancora lungi dal terminare; questo ci permetter per di soffermarci su alcune gure minori della grande avventura umana. La pi nota di queste Bernarda de Florata, letterata e mistica, detta da tutti Bernardina per la piccola statura e i modi gentili. Bernardina nacque il 16 giugno 1820 in un piccolo borgo a nord della Val Vibrata, allepoca parte dello Stato Ponticio e al conne con il Regno delle due Sicilie. Ultima di sette gli di una famiglia di ottime condizioni e tradizione, i de Florata, che aveva lontane origini spagnole, sin dallinfanzia fu debole di salute: una polmonite rischi di ucciderla quasi in fasce e per tutta la vita fu spesso costretta a letto e a lunghi periodi di convalescenza. Era molto legata ad uno dei fratelli, Luigi, di otto anni pi vecchio di lei, studente di legge e pi tardi avvocato; questi, essendosi reso conto dellintelligenza acuta e speculativa della sorella, ne avrebbe sempre incoraggiato gli studi facendole recapitare da Roma, in cui spesso si trovava per lavoro, un buon numero di libri di losoa: tra gli altri, Montaigne, Pascal, Agostino. Bernardina usufru per certo anche della ricca biblioteca paterna; il conte Giacomo de Florata era considerato dai compaesani un bizzarro erudito -padroneggiava il latino e il greco, si vociferava che avesse simpatie spiccatamente liberali, perno atee (ma queste erano proprio dicerie delle malelingue), sinteressava di scienze- e tale si considerava a sua volta, lasciando che la sua rinomata lantropia facesse passare in secondo piano gli eccessi della sua altrettanto famosa eccentricit. Bernardina, di converso, era glia devota e religiosissima. Il suo pi grande desiderio, cos come apprendiamo dai suoi diari, era quello di prendere i voti e di raggiungere una cugina, Ada, nel vicino convento delle carmelitane scalze; spos invece molto giovane un possidente del luogo. Questo fatto, se da un lato le permise di rimanere nei pressi del paese natio e dei suoi affetti, daltro canto sembr accelerare la frequenza delle crisi mistiche cui andava soggetta da quando era poco pi che bambina. Il marito dopo uniniziale accondiscendenza si stanc ben presto della nervosa spiritualit della donna; ne irrideva

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altres la passione per le lettere e la losoa e quella smania puerile e viziosa di scrivere versi che non si addicono a una donna perbene; cominci a trascorrere sempre pi tempo fuori casa per affari o per diletto, a tal punto che nellinverno del 1853, quando Bernardina ebbe un nuovo attacco di polmonite, non giunse al capezzale della moglie che per vedersela spirare tra le braccia. Colto da rimorso, nelle settimane che seguirono la drammatica dipartita riprese i contatti con il cognato Luigi e gli afd i diari di Bernardina, afnch ne disponesse a suo piacimento: lavvocato de Florata si occup della loro diffusione ed grazie a lui se possiamo ora godere della prosa pensierosa e dei sonetti di Bernardina. Il misticismo della de Florata accoglie molto di quello di Teresa dAvila, che pure non fu affatto clitoridea119, ma con la quale condivide il rapimento e la passione; in una pagina del diario del 1837 la giovane scrive di una sua recente estasi (si noti la presenza dello ): Mi sento tremante, ancora, come una colombella, o la solitaria femmina del passero; il mio corpo debole e scosso da febbri cos dolci quali credevo di non avere mai provato. I sensi si dipanano in una mollezza, sospiro e lanima arde120. Come squassata da un tremito che non pu non esserci, il mio Signore mi ha rapita. Il corpo, s, il corpo, dicevo, sinamma anchesso: ed come se il mio intelletto e i miei sensi tutti fossero stati prima rasi al suolo, abbattuti i loro idoli, e poi riedicati, magnici, in un Nuovo Organo121 . Verichiamo lafnit con Clitoride in questo passo della seconda lettera a Melisso Quando scaturisce l il corpo trema, cos come lanima: bada allora a non ostacolare la vibrazione, afnch tutto posa uire nella giusta maniera, come una nuova vita. Ed ecco tutta la forza dell che prorompe in un sonetto intitolato Eccomi, Dio: vengo! scritto da Bernardina nel 1848, anno di moti, e anche Bernardina qui subisce dei sommovimenti che

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Almeno a sentire la stessa Teresa, in un ormai celeberrimo passo della sua Autobiograa (XXIX, 13): Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d'oro, che sulla punta di ferro mi sembrava avere un po' di fuoco. Pareva che me lo conggesse a pi riprese nel cuore, cos profondamente che mi giungeva no alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via lasciandomi tutta inammata di grande amore di Dio. Il dolore della ferita era cos vivo che mi faceva emettere dei gemiti, ma era cos grande la dolcezza che mi infondeva questo enorme dolore, che non c'era da desiderarne la ne, n l'anima poteva appagarsi che di Dio. Non un dolore sico, ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un po', anzi molto. un idillio cosi soave quello che si svolge tra l'anima e Dio, che io supplico la divina bont di farlo provare a chi pensasse che io mento. Non c nulla -ahinoi- che titilli.
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cfr. Teresa dAvila, Castello interiore, 4, 13, trad. di L. Falcone, Ed. Paoline 1976: quando il rapimento comincia, cessa il respiro e manca la forza di parlare, nonostante che gli altri sensi si conservino alle volte un po di pi. Talvolta invece si perde subito ogni senso: il corpo e le mani si raffreddano sino a sembrare di non avere pi anima, tanto che alle volte non si sa nemmeno se si respiri. Ma ci non dura molto intendo dire nel medesimo grado perch, scemando un poco questa grande sospensione, il corpo ritorna alquanto in se stesso e si rianima, ma per tornare a morire e a dar maggior vita allanima. Per questa estasi cos grande non dura molto.
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Per quanto impropria ai limiti della blasfemia, una evidente citazione dellopera di Francis Bacon. Poi non c da stupirsi se quello si mise a dipingere roba strana. 33

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la sconvolgono, a tal punto (lo si evince dal titolo) che teme per la propria vita e si sente pronta a raggiungere il Padreterno nellestasi suprema: Volte e conchiuse le ultime ugge del pensier mio che allaga la mente ecco che il cuore gi trepido sente quel che da lungi lanima strugge. l mio Signor, che l male distrugge: solo damor s fatto vincente. Come loblio, s caro, repente viene da me e poi tutta mi sugge. Bernarda, mi dice, non pi paura tu devi avere di quanta pu darne lintimo spasmo di eterne carezze. Ed io d al cuor novella apertura e gi il vibrare di tante dolcezze come spirto che invade la carne. Bernardina aveva unintelligenza poliedrica, anche se non supportata da studi adeguati; riprendendo forse gli interessi paterni dedic molte pagine dei diari a stabilire delle connessioni scienticamente plausibili tra gli effetti sici del suo misticismo e le leggi di natura. Per esempio, risalgono al 1848 anche alcune note sul moto dei uidi che, inquadrati in ottica clitoridea, danno uno squarcio suggestivo su una frazione della prima parte del che si sarebbe dovuta chiamare, stando ai lologi, Dellarte della necessaria lubricazione122 . Ne rimangono solo dei frammenti: bisogna dunque [sciogliere] quello che c degli umori afnch lumido vinca, poich altrimenti grande linganno e grande il dolore E cos, inconsapevolmente, pi di duemila anni dopo, Bernardina cavillava: Debbo constatare a malincuore che i uidi che percorrono il mio corpo123, quando il mio Signore mi ghermisce, scorrono vorticosi verso un unico punto, ch fonte del mio piacere e del mio straniamento: ma tale turbolenza diventa una palude di serenit e rimpianto non appena la visione nisce. Tutto mi uisce attraverso, come lacrime traslucide. Ma come si

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Sarebbe stata probabilmente utile a Navier e Stokes per derivare le loro ben note equazioni.

Lattenzione precipua alla meccanica dei uidi, cos libera dai dettami maschilisti della sica moderna incentrata sui solidi, sarebbe di certo piaciuta a Luce Irigaray. 34

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spiega tutto ci? Se una forza mi prendesse, e considerassi il suo usso che esce da me, a cosa mai potrei paragonarlo124 ? Io, davvero, nol so: e se ho temenza, lo dico, desser colta ancora ne sensi da questa rugiada soave, purtuttavia vero che credo che quella e la mia vita sieno fatte della medesima natura, per un desiderio di beatitudine e di santit. Lumidit un tema ricorrente nelle estasi di Bernardina, sia intesa come condizione di pesantezza spirituale (oggi diremmo psicologica) sia come leggera ipo-igroscopicit locale, con annessa trasudazione, che sembra si accompagnasse al suo misticismo e le causava sensazioni di inferiorit anche sica e problemi di parola, se comella stessa dice colto da piccoli spasmi, gridava il mio piccolo corpo; colte da piccol tormento, tremavano le mie piccole labbra (diario del 13 giugno 1847). Parla infatti dellumidit come precondizione allarrivo della crisi mistica in pi occasioni, e la situazione evolve costantemente in qualcosa che possiamo tranquillamente sovrapporre alla titillazione introdotta da Clitoride. un fatto curioso: nonostante lampia biblioteca di cui disponeva, Bernardina non ebbe alcuna occasione di imbattersi nellopera del losofo, e del resto a differenza del conte Giacomo non conosceva il greco. Clitoride infatti era ormai poco pi che un culto per adepti al contempo reietti e selezionati, segreto come una loggia e fonte di imbarazzo e continue ricusazioni: non c da stupirsi se la de Florata non ne aveva mai sentito parlare. La sua da considerarsi quindi come una riformulazione ex novo dei paradigmi clitoridei, tanto sorprendente quanto pi pensiamo al lasso di tempo che separa i due e al divario culturale e sociale intercorso. Alcuni studiosi vedono in questo la dimostrazione di una intrinseca naturalezza del pensiero di Clitoride. una tesi di una certa forza, sicuramente schierata, ma a nostro avviso non priva di riscontri concreti; vi sono recenti studi di neuroimaging funzionale che la supportano e il ruolo della serotonina e dei suoi recettori sta acquistando un peso sempre pi rilevante nellanalisi combinata, losoca e siologica, del pensiero dellateniese. Oltre che sullumidit, Bernardina concentra i suoi pensieri sulle tenebre, volgendosi verso un apofatismo125 che solo al primo approccio pu risultare di maniera e che , comunque, assai distante dal clitoridismo originale, come abbiamo visto nel dialogo di Gaudino. Vede la necessit di liberarsi dai semi della concupiscenza che le attecchiscono nellanima come germogli bastardi 126, e per farlo, nonostante lo sconquassamento sico (anche piacevole, non v dubbio) che le estasi le provocano, non teme di abbandonarvisi, rinunciando alla lucidit per ottenere la conoscenza. Non si

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Avesse studiato matematica, Bernardina si sarebbe risposta da sola: il usso uscente di quella forza (e di qualsiasi campo vettoriale regolare) attraverso la sua pelle, ossia attraverso una supercie chiusa (al netto di buchi, lacerazioni e altre oscenit topologiche) uguale allintegrale della divergenza svolto nel volume racchiuso da quella supercie. Il risultato, noto come teorema della divergenza, si deve a Gauss e in formule recita

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Lapofatismo un classico approccio al pensiero di Clitoride. Nel tardo medioevo si celebr il cappuccio come manifestazione del Clitoride nascosto, di fronte al quale ci si rivolge con dotta ignoranza; si consider spesso il mondo, o luniverso, come Clitoride contratto.
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Lespressione mutuata da Guglielmo di Saint Thierry, ne La contemplazione di Dio, 14. 35

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discosta qui molto dai modi di Dionigi lAeropagita127: certo, pur sempre pervasa da un senso di scontta e fallimento, come se si sentisse inadeguata a captare le sensazioni che descrive, le parole che usa; quasi (ella stessa lo dice) si sentisse di non esserne degna o di allontanarsi dagli affetti terreni per seguire leterno titillare: si domanda, e ci pare di vederla, mentre si torce le mani nellangoscia: Sento eziandio che se fossi maggiormente divota, qualunque giudizio che i miei familiari mi attribuissero, sarebbe una pena lieve; quanto durer ancora? come posso trarre da me cotesto supplizio, che ora mi grava, ora mi lascia esausta, ora mi rende spensierata e colma di quella beatitudine che avevo gi considerata dalla mia parte al punto di non reputar possibile che lanimo altrui non la scorgesse? La risposta che ricaviamo dallo scorrere la sua biograa dunque questa: cercando rifugio nella losoa e nella poesia dapprima128, e poi lasciandosi andare completamente alla dolcezza di tali estasi. In una ballata senza titolo (che non sia un caso?) composta nel dicembre del 1852, a pochi mesi dalla morte, scrive cos lultima stanza: Vuolsi cos qual speme nel mondo, chio rimanga felice: e questo d facondo sar per lAmor che lo benedice; allora, sospesa, qui lanima dice: Bernardina, sii lieta ch lestasi suprema ti fa cheta e dotta e degna di tanta sapienza. Il richiamo al clitoridismo sfocia nel sublime, ma subito lautrice se ne allontana in modo drammatico, con evidente frattura epistemologica. La quiete appagante, la consapevolezza, tutto ci che caratterizza la fase conclusiva della titillazione, sono qui riportati con estrema cura. Eppure Bernardina, contaminata dalle necessit religiose, trasferisce tutta quella dolcezza in un fumoso piano trascendente. Agli occhi di un clitorideo contemporaneo che ha riscoperto con tutto il

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Preghiamo per trovarci anche noi in questa tenebra luminosissima, per vedere tramite la cecit e l'ignoranza, e per conoscere il principio superiore alla visione ed alla conoscenza proprio perch non vediamo e non conosciamo; in questo consistono infatti la reale visione e la reale conoscenza. Dionigi lAeropagita, Teologia mistica capitolo 2, in Corpus Aeropagiticum.
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Del resto, con tutta la sua opera Bernardina d ad intendere di ben sapere il fatto, riportato da un suo (quasi) conterraneo di cui conosceva i lavori, che (...) comune al poeta e al losofo linternarsi nel profondo degli animi umani, e trarre in luce le loro intime qualit e variet, gli andamenti, i moti e i successi occulti, le cause e gli effetti dellune e degli altri: nelle quali cose, quelli che non sono atti a sentire in s la corrispondenza de pensieri poetici al vero, non sentono anche, e non conoscono, quella dei losoci G. Leopardi, Il Parini ovvero della Gloria, capitolo sesto, in Operette morali, introduzione e cura di Antonio Prete, Feltrinelli 1976 e 1992, p. 139 36

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possibile rigore lologico limportanza dellimmanenza nella genesi e nellesplicazione del titillare, il fatto stride. Dobbiamo per contestualizzare le argomentazioni di Bernardina in un ambito in cui (lo abbiamo visto al capitolo 6) il clitoridismo originario non avrebbe avuto modo di essere capito o accettato. In questottica riusciamo a colmare almeno parte della differenza che altrimenti scorgeremmo tra questo stralcio del diario, datato 15 maggio 1836: Rinunzio a me stessa, ai miei vizi quanto similarmente alle virt; tanta e disperata meraviglia mi coglie quando sento lanima vibrare, che subito intendo che siffatto dono del Cielo, e non certo un giuoco quale potrebbe essere il trastullo duna donnina piena di vezzi di bimba, ch questo io sono... e questo dellEtica di Clitoride, che tratta di argomenti analoghi Quando il titillare eterno sinvera, considera che sia cosa buona, conforme alla natura delle cose, trattarlo con la lieta spensieratezza di chi gioca: allora non dovrai darti pena di capire ci che bene e ci che male, perch lEssere vibrando gi ti avr indicato la strada, e tu sarai l, umano tra gli umani, beato e senza preoccupazioni, come un dio, perch questo non ha precipue volont, ma solo beatitudine129 (Etica, 20-23a) Si tratta in fondo di due facce della stessa medaglia, ossia di come affrontare il gioco e la meraviglia, argomenti insiti naturaliter nella titillazione. Questo pu sembrare un mero articio dialettico, ma non lo : casomai possiamo parlare di una tensione semantica tra opposti idempotenti. Con la sola analisi dellopera di Bernardina de Florata non ci possibile andare oltre, a causa della sua propensione per una teologia negativa che tiene salde le corde dei sentimenti e della piet trascendendo il ragionamento; infatti solo con lopera di un idealista tedesco che possiamo passare dal clitoridismo inconsapevole a quello consapevole e concludere nalmente la disamina della conoscenza clitoridea di quel periodo.

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Il tema anche epicureo: cfr. Epicuro, Lettera a Erodoto, 81: il turbamento maggiore per gli animi umani consiste nel credere che certe nature siano beate e incorruttibili e insieme abbiano volont [...] 37

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9. Del clitoridismo consapevole, o della lettura idealista: dialettica clitoridea sul reale e sul razionale.
In un periodo losocamente difcile per il clitoridismo come fu, in buona parte, il XIX secolo, vale la pena di ricordare gli sforzi epistemologici di un idealista quale Georg Friedrich Dderlein. Dderlein acque a Jena nel 1818, glio di un teologo, Wilhelm Gottlieb Dderlein; a Jena e nella sua universit si svilupp anche tutta la sua carriera accademica no alla morte che lo colse nel 1863. Come anticipato nel cap. 6, allepoca la conoscenza di Clitoride era veicolata principalmente dalla sua interpretazione in chiave anatomica. La critica losoca non si discost da questa lettura, eccezion fatta per il lavoro di Dderlein: il suo trattato del 1861 Erster Entwurf einer Phnomenologie des Klitoridismus (Prima bozza di una fenomenologia del clitoridismo) rimane un caposaldo nella storia dellanalisi del pensiero del losofo greco.

Fig. 3: Copertina della prima edizione (1861) dellopera di Dderlein su Clitoride (Bari, collezione privata)

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Ma chi era Georg Friedrich Dderlein? I testi di storia della losoa poco ci dicono su questo autore originale ma poco prolico, dedito pi allinsegnamento che alla pubblicazione. Fine grecista, di temperamento forte ed estroverso, attento alle istanze dellontologia, Dderlein seppe muoversi allinterno di una personale Weltanschauung cercando la coerenza tra il clitoridismo, che implement, e lidealismo maturo hegeliano, che conobbe e stim quale la pi alta vetta mai raggiunta dal pensiero umano. Il piano dellErster Entwurf einer Phnomenologie des Klitoridismus il seguente: dopo una prefazione in cui Dderlein richiama i paradigmi del clitoridismo antico e si propone di renderlo fruibile alla luce del pensiero moderno, vi sono tre sezioni dedicate alla critica dellempirismo, dellimpostazione anatomica tanto in voga allepoca per analizzare Clitoride, e inne dellIo penso kantiano, critica questa mutuata da quella classica dellidealismo e gi posta in atto da Fichte130. Vediamo brevemente la prima e la terza sezione. Dderlein e lempirismo Il problema gnoseologico della corrispondenza fra la realt esterna e le nostre rappresentazioni un ostacolo severo per gli interpreti idealisti del clitoridismo, e potrebbe essere facile cadere in tentazioni empiristiche o scettiche sullesistenza e sulla manifestazione della titillazione e dei suoi accidenti. Scrive Dderlein: stato da pi parti proposto131 che il pensiero di Clitoride possa essere letto secondo i crismi delle erratiche opinioni sullintelletto e sulla natura proposte da certuni loso inglesi. A giusticazione di ci si propone la titillazione clitoridea come massima graticazione e massima espressione dellEsperienza, e si paventa una sua impossibilit di dimostrazione a priori. Sovente viene citato il seguente passo: Lesistenza, perci, dun essere pu essere provata soltanto con argomenti tratti dalla sua causa o dal suo effetto: e questi argomenti si fondano completamente sullesperienza. Se ragioniamo a priori, ogni cosa pu risultare capace di produrre qualsiasi cosa 132. La presunta correlazione con limmanentismo clitorideo fallace: Clitoride presenta lEssere espunto da qualsiasi esperienza sensibile, ed noto altres che la titillazione, e vieppi l, in natura un mito creativo ma non trova corrispondenza nel mondo dei sensi. Se dovessimo dar retta allesperienza sensibile, di quale potremmo mai parlare? Clitoride non differenzia la titillazione in maschile e femminile, non gli interessa o forse lha gi intesa questa distinzione come non necessaria e superabile nellunit degli opposti; dal momento che

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J.G. Fichte, Grundlage der gesamten Wissenschaftslehre (Fondamenti dellintera dottrina della scienza)

Dderlein non fa i nomi e non ci dato sapere a chi si riferisse, giacch non ci risultano loso empiristi che si siano occupati del clitoridismo. Pu darsi che lautore fosse a conoscenza di saggi di relativa importanza andati per perduti, ma essendo lunico a parlarne non ci dato avanzare ipotesi: si pu pensare anche ad un mero espediente retorico per entrare in argomento.
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David Hume, Ricerca sullintelletto umano, Sezione dodicesima, parte terza; trad. M. Dal Pra, Laterza, Bari 1996 39

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solo luomo soggetto conoscente, non dunque possibile avere un puramente sensibile, al contrario di quanto vorrebbe la losoa empirista. Eppure essa -la titillazione dico, e cos pure l - esiste, essa e non pu non essere: sia o meno, il che materia da dirimere, causa sui, la sua esistenza dimostrata in modo chiaro e distinto. Questultimo concetto viene ripreso ed ampliato nella terza sezione: Dderlein e la non esistenza della cosa in s Ben consapevole delle contraddizioni dellIo Penso, Dderlin parte dal presupposto kantiano che la cosa in s, poich non determinabile dallesperienza n dagli a priori, sia pensabile ma non conoscibile; e come gli altri idealisti giunge alla conclusione che ci sia contraddittorio, dal momento che lessere inconoscibile una determinazione conoscitiva. La contraddittoriet della cosa in s implica, dunque, la sua non esistenza. Fin qui siamo nellambito dei risultati classici dellidealismo tedesco: gi Fichte vi era giunto, rimanendo per al punto che lIo, nito, avesse il compito innito di diventare Dio. Dderlein va oltre: poich lEssere , clitoridianamente, imprescindibile dalla titillazione e dall, anche la titillazione in s e soprattutto l in s sono contraddittorie ed inesistenti: questa deduzione, ben nota come Principium Ineluctabilis Frigiditatis, uno dei due importantissimi punti di arrivo dellanalisi del losofo di Jena. Laltro il superamento dello spirito assoluto, come vedremo a breve. Dalla non esistenza della cosa in s Dderlein si sposta intanto ad esaminare il paradigma clitorideo della realt attraverso la forma del triangolo: Clitoride basa la sua speculazione sulla gura basilare del triangolo; sappiamo che la matematica variamente si occupa di queste gure piane e che vi sono molti teoremi che ne trattano le propriet: Clitoride sembra non fare riferimento a specici triangoli, quali i triangoli equilateri o i triangoli rettangoli, bens al triangolo-in-s. In questo modo egli comprende anche quei triangoli che tra loro sono simili, ossia, ancora la matematica a dircelo, quei triangoli che, per necessit e sufcienza, hanno tre angoli ordinatamente congruenti; o alternativamente hanno coppie di lati proporzionali e langolo ivi compreso congruente. Questultimo un risultato che si pu dimostrare, matematicamente, tramite un teorema ascritto a Talete, secondo il quale un fascio di rette parallele intersecanti due rette incidenti determina su queste classi di segmenti direttamente proporzionali. Ancora, sui triangoli rettangoli possibile dire (con Euclide) che laltezza relativa allipotenusa media proporzionale tra le proiezioni dei cateti sullipotenusa stessa, o che il cateto medio proporzionale tra lipotenusa e la propria proiezione sullipotenusa. Tutte queste dimostrazioni, sappiamo, hanno il difetto di imporre la necessit, pi che lasciarla emergere dai dati del teorema, e di non considerare il triangolo-in-s, del quale si perde la

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cognizione durante la dimostrazione, riducendosi a parlare di sue parti133 ; perdere di vista il triangolo in s indice di un clitoridismo che nega se stesso eppure, non potendo coincidere col proprio opposto, non diviene autoproduzione irresistibile, puro spirito: lo sviluppo dialettico completamente trascurato. Quando si pu dire, per esempio, che un cateto diventa la propria proiezione sullipotenusa? forse insito nel diventare altro il cominciare ad essere? O forse liniziare ad essere della proiezione del cateto altro rispetto al cateto che viene proiettato sullipotenusa? Vediamo che gi questa assunzione, ossia che la proiezione del cateto sia, o divenga, come risultato del divenire, richiama a s il principio di identit degli indiscernibili e quello dellindiscernibilit degli identici134 ; e quindi il procedere matematico rimane un circolo autoreferenziale che nulla dice sullIdea e sullEssere. Pur apprezzando il fatto che il triangolo, concettualmente, ricordi la triade dialettica tesi-antitesisintesi, Dderlein non si ferma alla forma triangolare, che tanto aveva turbato i sogni di Gaudino da Copula in seguito alla visione riportata nei Dialogi, mandandolo, per restare al lessico idealista, fuori-di-s. Infatti, dopo qualche pagina, avoca a s il noto paradosso parmenideo135: Se si pensa che tutti i triangoli abbiano in comune lessere triangolo, allora necessario che essi partecipino anche ad una seconda idea di triangolo, cui partecipano sia i triangoli che lessere triangolo, e cos procedendo si arriva ad un regresso innito di cui Clitoride non tiene conto. Unica via di uscita per il losofo tedesco lintroduzione dello spirito assoluto, concetto che mutua di peso da Hegel, senza apportarvi modiche. A questo punto, nellErster Entwurf einer Phnomenologie des Klitoridismus, segue una trattazione dellassoluto che cos riassumibile con le stesse parole dellautore: La contraddittoriet della cosa in s va superata esponendo la logicit dellIdea. Per questo si deve applicare lo stesso metodo ad ogni determinazione dellIdea: dapprima essa si presenta come separata rispetto alle altre determinazioni, ma ogni determinazione di questo stadio, che chiamiamo intelletto, diventa il proprio opposto. Questo causa appunto

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Cfr. Hegel, Fenomenologia dello spirito, con la critica contenuta al procedere matematico nel paragrafo la Matematica nella Prefazione: a proposito del teorema di Pitagora il triangolo viene smembrato; le sue parti sono volta in altre gure fattevi sorgere dalla dimostrazione. Dunque, il triangolo intorno al quale si deve operare, veniva perduto di vista durante il procedimento, ed era l soltanto in pezzi che appartenevano ad altri intieri.
134

La terminologia leibiziana e il problema tuttora non banale; una logica del primo ordine pu essere sviluppata formalmente a prescindere dallidentit, ma lidentit pu essere anche inclusa, assiomatizzandola tramite due principii:

135

Cfr. Platone, Parmenide, 132b3-135c3 41

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la contraddizione, perch ogni determinazione si presenta come propria negazione; chiamiamo questo momento il negativo razionale. Ed ecco il superamento della contraddizione: considerate le determinazioni intellettuali non nel loro isolamento, bens nella loro unit, sopraggiunge la ragione, o lunit degli opposti. Questo il circolo dellautoriessione dellAssoluto. Da ci derivano, come noto, tutte le conclusioni a cui siamo avvezzi avendo letto Hegel: che v unit di Soggetto e Oggetto, che il pensiero lautomanifestazione dellEssere, che la coscienza insieme autocoscienza, che lEssere Sostanza assoluta; inne, che tutto ci che razionale reale, e viceversa.136 Ma Dderlein non pu non tenere in considerazione lontologia clitoridea e, con essa, concetti come la e lo (si veda ancora il capitolo 6). In-s e per-s, di conseguenza, lo spirito assoluto automanifestazione di un nuovo tipo di spirito, che viene chiamato il Dissoluto. Il Dissoluto lessenza e la rappresentazione della perfetta coniugazione dellidealismo con il clitoridismo: lEssere titillante una struttura identica nello Spirito e nella Natura, che si esprime tramite e la cui lo concilia con se stesso come opposto; e che sono quindi - nella loro apparente contraddittoriet che per altro non se non una complementariet pneumatica, sospiro e soffocamento in eterno divenire137 - soltanto individuazioni provvisorie ed accidentali della Sostanza titillante, coscienza ed autocoscienza che si invera nell. Indifferenziandosi soggetto e oggetto (come gi era stato in Schelling) la titillazione assurge nalmente a caratteristica fondante dellIdea; la logica viene a coincidere con la metasica e con lontologia e quindi, tutto lIdealismo viene ricondotto ad essere semplicemente una necessaria e dialettica titillazione del pensiero138. Questo il senso del Dissoluto di Dderlein, sviluppo in estensione ed intensione dellAssoluto tramite il clitoridismo, la clitoridizzazione della triade hegeliana, il porsi denitivo dellepistme. Le diverse strade intraprese dallidealismo dopo Dderlein (e dopo Hegel) perdono contatto con il clitoridismo. Qualcosa ancora si ritrova agli inizi del XX secolo grazie a un pamphlet anonimo uscito in Inghilterra negli ambienti socialisti e che tratta di un vagheggiato clitoridismo marxista; si intitola The necessary essence of tickling - one step forward, two steps back - repeat and fade e riscuote un discreto successo nella middle class, a tal punto che sar tradotto e brevemente ripreso negli anni Sessanta in Francia da alcuni bourgois bohmiens.

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Ci non vero per i numeri, come si sa sin dai tempi di Pitagora: reale, ma non razionale; il che, per Dderlein, dimostra inequivocabilmente linferiorit dialettica della matematica rispetto alla metasica. Nota: unelegante dimostrazione dellirrazionalit di dovuta ad Euclide e sfrutta il ragionamento per assurdo.
137 138

O di-venire, come sarebbe pi corretto, almeno nelle interpretazioni successive ad Heidegger. Opinione condivisa, curiosamente, dagli scientisti doggid. 42

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Al tickling si interessa anche Darwin139, ma senza accennare a Clitoride e alla sua ontologia: e del resto difcilmente un modus operandi che era sfociato nellidealismo di Dderlein si sarebbe potuto conciliare con il naturalismo dellautore dellOrigine delle specie. Per quanto riguarda invece le pi serie analisi sul Dissoluto, dalla morte di Dderlein dobbiamo attendere quasi un secolo prima che il concetto venga ripreso ed ampliato in un senso che valorizza ancor pi lontologia parmenidea e clitoridea. La corrente losoca inaugurata da Lo Piccolo (Terrasini, Palermo 1912 - Roma 1995) analizza nel dettaglio le quattro fasi costitutive della titillazione, cos come delineate dai lologi e ricordate al cap. 3 di questo essai: eccitativa, di plateau, orgasmica e conclusiva, e si sofferma in special modo sulla seconda, quella di plateau, a torto trascurata dagli altri studiosi clitoridei del XX secolo come se si trattasse di una fase meramente transitoria e non vi fosse, nellessere transiente, una specicit ontologica rivelatrice. Lo stesso Manfredi Lo Piccolo la chiama comunque fase di attesa e scrive, in un articolo del 1957 diventato famoso140: V, nella fase di attesa che precede l, quello che Platone avrebbe denito , loscillare tra lEssere e il Non Essere. Si tratta di eventi che quanto alla loro specicit erano niente e torneranno ad essere niente, sia come concetti che come sicit. dentro e a causa di questa titillazione che ricadono tutti i signicati dellEssere e del sapere, scientico, religioso, losoco. La negazione, che autonegazione, altro non che il destino della necessit, e fa s che lEnte, titillando, possa essere non immediato (tramite certezza e verit), ma segno e signicante dellimpossibilit del divenire inteso come divenire altro da s. Levidenza epistemica dell si esplica quindi interamente nella fase di attesa; e va notato che questa stessa fase non pu non essere considerata come sufciente e necessaria stabilit transiente delle fasi che, in circolo, la precedono e la seguono. La titillazione forma di vita; il Dissoluto sostanza ed accidente nel divenire del mondo, si vuole eterno, necessario per destino, quantunque alienato, per la contraddizion che nol consente141, e si invera nella prassi cos come nellintelletto. un tratto permanente nel pensiero occidentale, implicato da un pensiero immutabile e non smentibile, ossia dallepistme. Lessere Ente tramite titillazione. Essenza e sostanza mostrano cos il senso dellesser cosa in via immutabile ed evidente.

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The mind must be in a pleasurable condition; a young child, if tickled by a strange man, would scream in fear, C. Darwin, The expression of the emotions in man and animals, 1872.
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Molti critici hanno notato una certa afnit col pensiero di Emanuele Severino e con la suggestiva ed abbacinante fecondit del suo pensiero. Si consideri la correttezza sintattica che cela linconsistenza semantica come un omaggio di Lo Piccolo allassurdit della vita. E ad Alan Sokal e Jean Bricmont (Imposture intellettuali, 1998).
141

Dante, Inferno, XXX, 120 43

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Con le stimolanti parole di Lo Piccolo si chiude la trattazione storica dellontologia clitoridea. Ne abbiamo percorso i tratti lungo i secoli, labbiamo vista adeguarsi alle diverse scuole losoche, labbiamo persa e ritrovata, giacch il clitoridismo il vero evento carsico della storia del pensiero occidentale, spesso silente ma ineliminabile. Siamo ora pronti ad affrontare appieno la seconda parte del pensiero di Clitoride, quello sviluppato nellEtica, il che ci condurr direttamente ad esaminare limportanza lologica e losoca del manoscritto ritrovato nel monastero.

10. LEtica di Clitoride: il concetto di vellicabile.


Clitoride si occup a lungo del bene supremo: di cosa fosse, se esistesse, se fosse unico e se fosse conseguibile o meno dagli uomini. Grazie al manoscritto di D. ci ora pi facile ricostruire quale fosse la sua impostazione etica; possiamo addirittura sistematizzarla in modo organico, e seguendo le sue stesse direttive: la speculazione sul titillare, lungi dallessere una struttura inerente soltanto allontologia, ha risolto anche svariati problemi di losoa pratica. Ne abbiamo accennato al capitolo 7: giunto il momento di trattare lEtica in modo pi esaustivo. LEtica di Clitoride un testo breve, quasi un compendio, dedicata ai due discepoli Filocrate ed Archefonte. Si apre con questa considerazione: Il ne di essere virtuosi e felici, cos come quello di perseguire il bene assoluto proprio ad ogni uomo. Dobbiamo chiederci, ora: cosa intendiamo quando parliamo di felicit, virt e bene assoluto? Quando un uomo pu dirsi virtuoso e felice? Possono la virt e la felicit essere insegnate142 ? (Etica, 1-3) Virtuoso, per Clitoride, luomo che si propone dessere felice senza arrecare danno al prossimo. Fiero fautore della vita ritirata, la sua non dunque prevalentemente unetica di cittadinanza, come sarebbe stata, ad esempio, quella aristotelica: come abbiamo detto in precedenza, stato grazie alla propensione a vivere una vita che si accontenta materialmente di poco pur di poter godere della sapienza e della dolcezza della titillazione che si coltivato il lone del Clitoride elegiaco. pur vero che accenni alla vita sociale invece vi sono, e ripetuti, quando Clitoride si appella alla necessit di giustizia, ma non questa la sua cifra caratteristica: lEtica clitoridea un manuale per il singolo. Eppure difcile non pensare a questa Etica senza confrontarla con le successive Etiche dello stagirita, soprattutto con quella a Nicomaco, per le tematiche che Clitoride inconsapevolmente anticipa.

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Il fatto che la virt possa essere o meno materia dinsegnamento dibattuto anche nel Menone di Platone; per rispondere a questa domanda il dialogo andr a scandagliare quale sia lessenza della virt. Come vediamo, Clitoride molto pi apodittico e sbrigativo nel darne una denizione. 44

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S gi detto per esempio nel cap. 3 che Aristotele contrappone l alla , o mansuetudine143 . pur da sottolineare che qui riferito esclusivamente allira; Clitoride, relazionandola ai desideri non vincolati alla ragione (detti da entrambi gli autori, con la medesima accezione), e non avendo stabilito alcuna gerarchia tra i desideri mediati dalla ragione e quelli veicolati dagli istinti, congiunge dialetticamente l alla superando le contraddizioni e le opposizioni tra quelli che Aristotele avrebbe chiamato giusto mezzo ed estremi. Il metodo adottato al solito quello della titillazione. Vediamo come funziona applicato alletica. Per comodit ci rifacciamo qui alla schematizzazione delle quattro fasi cos come delineata dai lologi moderni (si veda il capitolo 3), anche se la terminologia non strettamente clitoridea. Deniamo innanzitutto cosa sia il piacere in questottica: Chiamiamo piacere lassenza di preoccupazioni, lessere in medio rapporto tra luomo e la natura: tale che gli occhi si chiudono e il riso prorompe beato. (Etica, 20-23) ossia uno stato di tranquilla armonia con s stessi e con il mondo esterno che differisce dalla classica 144 per le manifestazioni esterne di gioia. Tale allegria pu essere anche sfrenata o boccaccesca, come abbiamo visto parlando del vino, ma non necessariamente: limportante che sia accompagnata dalla dolcezza caratteristica del clitoridismo. Posto che il ne ultimo di una vita saggia il piacere, e quindi la felicit, bisogna innanzitutto capire come questo piacere possa essere conseguito. NellEtica il losofo paragona questo percorso ad una lotta; nella fattispecie, fa lesempio dei , che Aristotele nellEtica a Nicomaco chiama 145 , ossia coloro che praticano la lotta con la punta delle dita: era un tipo di lotta in cui gli agonisti, facendo leva luno sullaltro solo con il contatto dei palmi delle mani e delle dita, cercavano di spingersi vicendevolmente a terra. In senso lato, si chiameranno anche gli amanti uniti nellatto sessuale; non per certo questo che interessa Clitoride, il quale volto ad esaminare i comportamenti dellanima. Dice infatti che il conseguimento del piacere tuttuno con quello della virt:

143

Aristotele, Etica nicomachea, IV, 1125b25-1127a12, e Retorica, 1378a30-1380b34. Secondo Aspasio, commentatore di Aristotele, luso del termine negli autori precedenti designava la persona che non si arrabbia mai (119, 3-9). Cfr. Etica nicomachea, traduzione, introduzione e note di Carlo Natali, Laterza 1999, note 368-369. Le considerazioni sugli opposti, affatto diverse da quelle cui era giunto Clitoride, si possono leggere ad esempio in Categorie, 11b15-14a25. Ci sar utile nel seguito ricordare le parole del rigo 13b37: a un bene contrario necessariamente un male (Aristotele, Categorie, a cura di M. Zanatta, BUR 1989)
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Quanto a ci di cui senti la mancanza, qualcosa di grande, di eccelso, di vicino a dio, il non essere turbato. Questa stabilit dellanimo [...] i greci la chiamano , io la chiamo tranquillit (Quod desideras autem magnum et summum et deoque vicinum, non concuti. Hanc stabilem animi sedem Graeci vocant [...], ego tranquillitatem voco). Seneca, La tranquillit dellanimo, 2,3; trad. C. Lazzarini, BUR 1997
145 Aritsotele,

Etica nicomachea, 1111a15 45

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Come gli atleti lottano appena con le punta delle dita, poich solo con la punta delle dita che si pu destabilizzare laltro nella ricerca del piacere, cos lanima suscettibile delleccitazione che la guida verso la virt e il sommo bene. Questa unattivit cui luomo si dovrebbe occupare durante tutto il corso della vita, da fanciullo come da vecchio, senza temere dessere inesperto o ridicolo, perch i desideri non invecchiano quasi mai con let. (Etica, 50-54) Introduce quindi la chiave di volta e l dellattivit etica: il concetto di vellicabile. Per esprimere questo concetto abbandona lesplicito , troppo carico di sensualit e gi visto nello studio dellontologia clitoridea, e utilizza invece due altri verbi dalla connotazione pi neutra: e , rispettivamente traducibili con pungere/stimolare e con solleticare (il tickling gi incontrato in Darwin e nellanonimo pamphlet marxista, si veda il capitolo precedente). Lanima vellicabile, sia in modo consapevole e razionale che in modo inconsapevole e istintivo, reagisce agli stimoli esterni146 e soprattutto a quelli interni - ricordiamo che per Clitoride la titillazione una necessit precipua dellEssere. Parimenti Clitoride distingue un eudemonismo esterno e uno interno: il primo, che potremmo denire con un leggero anacronismo lessicale relativo agli accidenti, precisamente loggetto della titillazione; il secondo, che in analogia deniremo relativo alla sostanza, invece qualcosa di pi indenibile e meno accessibile agli uomini. Clitoride focalizza questa del piacere in un punto dellanima, denominato successivamente punto 147, ancor oggi per molti un mito; la sua denominazione stata data in onore delliniziale del , considerato a buon diritto come lunica via per la stimolazione della necessaria felicit, seppure esplicabile nei due diversi modi, esterno ed interno. In ambo i casi il una versione pi rafnata del , che invece adatto ai novizi e a coloro che non hanno ancora sufciente dimestichezza nella pratica della virt. Questo risolve in modo implicito la domanda se la virt sia insegnabile: il fatto stesso che Clitoride ne riconosca due diverse gradazioni e che parli di allievi e di esperti ci aiuta a rispondere affermativamente. Come si applica la teoria della titillazione alletica? Riscopriamo le quattro fasi: 1. (Fase eccitativa) Lanima viene eccitata dalle percezioni (titillazione esterna) o dalla speculazione sullEssere (titillazione interna). Clitoride si interessa maggiormente della titillazione esterna, che vede correlata alletica: in questo ambito la titillazione interna, forse per la sua natura pi strettamente connessa ai problemi dellontologia, rimane sottotraccia. 2. (Fase di plateau) Lanima cos eccitata soppesa le opzioni che le si propongono. Spesso questa fase dura a lungo: segno di attenzione al giusto discernimento. 3. (Fase orgasmica, ossia dell) In analogia con l, lanima agisce, sceglie di praticare la virt. Il desiderio che la spinge ragionevole, non istintivo: il termine che lo designa
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Un argomento analogo sostenuto da Aristotele in Categorie, 9b33-10a10.

Il gesuita Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) sembra riprendere il concetto introducendo il punto omega, identicandolo con il massimo livello di complessit e di coscienza cui tende luniverso. Naturalmente, una concezione cos riduttiva svilisce lessenza stessa del punto gamma, che rimane quindi intrinsecamente preferibile. 46

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. Questa non una fase tranquilla, anzi caratterizzata da un impetuoso oscillare tra gli estremi, tra gli eccessi della mancanza e della presenza, del troppo e del troppo poco. I commentatori vi hanno anche quindi intravisto un superamento della teoria statica del giusto mezzo. 4. (Fase conclusiva) Conseguimento della virt e susseguente serenit dellanima: una rivisitazione del classico concetto di . Soffermiamoci sul punto 3. La questione del giusto mezzo era, com noto, paradigmatica nella Grecia antica: liscrizione sul frontone del tempio di Apollo a Del per esempio diceva: Nulla di troppo 148. Il proponimento di Clitoride di arrivarci anche tramite gli eccessi, purch questi non vengano considerati un ne a s stante: qui si innesta perfettamente la sua dialettica sullebbrezza e sul vino, e cos quella sullimpetuosit positiva dell. Il , il giusto mezzo, ha valore sia morale che geometrico: ma non questo lunico aggancio delletica clitoridea con la matematica. Riprendendo infatti il concetto dei Pitagorici che identicavano le virt con i numeri149 , Clitoride elabora la teoria secondo cui a diverse frequenze della titillazione corrispondano diverse virt150. Sorge quindi la domanda: se tante sono le virt, esiste un sommo bene, ed unico? Sullesistenza ci risponde lo stesso losofo: Abbiamo dunque raggiunto il sommo bene quando tutte le virt sono state pienamente conseguite151(Etica, 178) Per quanto riguarda lunicit, possiamo invece facilmente desumerla dal rigo precedente e da un paragrafo successivo: Non si deve pensare che diversi tipi di virt possano essere in contrasto. Esse infatti sono tutte parti di un bene supremo, che felicit e piacere. Cos il coraggio, la liberalit, la dolcezza, la tranquillit, la sapienza e le altre virt di cui abbiamo esperienza sono da intendersi come componenti necessarie del bene supremo, ciascuna delle quali non sufciente e non sostituibile da altre pur simili. compito del losofo conseguirle tutte, cos come compito anche di ogni uomo essere losofo. (Etica, 184-191)

148 149

Il concetto sar ripreso anche da Orazio (Odi 2, 10, 5) con la locuzione di aurea mediocritas.

Il fatto riportato in Aristotele, Metasica 1078b21. Ci trova conferma indiretta in Diogene Laerzio (Vite dei loso, VIII, 591,10-15), secondo il quale Pitagora sosteneva che la virt armonia ( ' )
150 151

Ci coerente con quanto probabilmente scritto nel e riferito da Gaudino.

Anche questo sar ripreso da Aristotele, secondo il quale le virt non vanno solo contemplate ma anche attuate, sia quelle teoretiche che quelle pratiche: Etica nicomachea, 1100b17-20 47

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Ma quali sono le virt a cui si deve mirare? Tutte sono denite come necessarie, ma sono da intendersi anche tutte sullo stesso piano? La principale, sostiene Clitoride, la sapienza: ancor pi che la saggezza (), la sapienza () ad assumere lo scopo necessario di una vita che possa dirsi felice. La tesi dellateniese che non si pu conoscere senza amare152, non si pu amare senza provare piacere, e quindi senza provare piacere non si pu raggiungere la sapienza: maggiore sar la consapevolezza del piacere, maggiore la possibilit di conseguire la conoscenza in s. Il destino dellEtica di Clitoride segu lo stesso percorso di abbandono di cui fu vittima il , venendo dimenticata abbastanza presto, eccezion fatta per pochi eruditi. Sebbene fosse spesso da costoro studiata in sinossi con le etiche aristoteliche, i principali commentatori dello stagirita, Aspasio153 in epoca antica e Tommaso dAquino in epoca medievale154 , non ne fanno menzione. Tommaso per doveva conoscerla, quasi certo, anche se non si sa tramite quali fonti lopera clitoridea gli fosse pervenuta; lo vediamo dal modo in cui affronta la questione del male e della giustizia, in unopposizione al clitoridismo che troppo netta e circostanziata per poter essere casuale. Nella parte nale dellEtica, di cui abbiamo nalmente trovato una testimonianza nel manoscritto di D., il losofo ateniese abbozza infatti problemi analoghi. Vi scrive queste poche righe appassionate: Giustizia considerare le cose secondo armonia e misura155. Ma indubbio che esistano azioni volte a distoglierci dalla giustizia e dalla virt, e dal piacere, proponendoci piaceri falsi o ttizi; cos senza giustizia siamo infelici, senza giustizia non solo siamo colpiti come cittadini, ma soprattutto ne risente la nostra felicit. Siamo come le bestie, preda degli istinti pi bassi, quali il piegare la natura e lo Stato al nostro capriccio; lEssere deturpato e la felicit impossibile. (Etica, 212-217) Clitoride si chiede da dove arrivi la propensione a compiere azioni siffatte, se dallignoranza (come sosteneva Socrate) o dalla volont; esprimendoci ancora con un anacronismo, possiamo dire che si pone il problema della necessit ontologica del male, che lui vede come una complessione ad allontanarsi dalla virt. Unico tra i loso, risponde cos: il male, ossia lallontanamento dal piacere e dalla virt (e quindi dal sommo bene, come teleologicamente si pu inferire) dovuto allassenza della titillazione. Di pi: il male lassenza stessa della titillazione. Un Essere che non titilla,
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Successivamente, alcuni commentatori cristiani fecero un po di confusione tra conoscere e amare, arrivando a sovrapporre i concetti anche sul piano corporale, traviati come furono dalla Bibbia (si veda ad esempio Gen. 4, 1-2; Nm 31,17; Gen 19,5; Gdc 19,22; no al Nuovo Testamento, Lc 1,34). Il clitoridismo originario nulla ha a che fare con questa sovrapposizione di intenti, ne culturalmente avulso: ma anche se proprio non la prevedeva, sar da questa indebita generalizzazione che arriveranno molti pretesti per la censura dellautore.
153 154 155

Filosofo vissuto nel II sec. d.C. e autore, secondo Boezio, di svariati commentari sullopera di Aristotele. Tommaso dAquino (1225-1274) comment lEtica nicomachea nei dieci libri della Sententia Libri Ethicorum. Simili argomentazioni si trovano in Platone, Repubblica, libro V. 48

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secondo Clitoride, appassisce e marcisce al contempo, come un frutto non raccolto; tristezza, irascibilit, acidit e malevolenza simpadroniscono di lui. Afnch nel mondo regnino armonia e tranquillit, continua il losofo, indispensabile che tutte le manifestazioni dellEssere titillino quotidianamente, con serena abnegazione, e che non vengano trovati impedimenti dettati da una falsa morale che li distolgano da quella che dovrebbe essere la loro occupazione morale primaria. Il male come astinenza dalla titillazione, dunque: questa la novit nella parte dellEtica ritrovata nel manoscritto, che ci permette di dare al pensiero clitorideo una nuova luce: la titillazione non pi un metodo, non pi soltanto lessenza e la forma delle cose, ma anche causa del bene e del male. Un simile approccio alla questione rende nalmente pi chiare le parole che Gaudino da Copula (lo abbiamo incontrato al capitolo 5) riserva nel Dialogo su Clitoride: Chiesi dunque a Clitoride se il male potesse esistere, rafgurandosi come assenza di qualcosa, poich io sapevo che non era cos156 . E gli domandai anche in che modo potesse essere soddisfatta la necessit della continenza, giacch il lui tutto sembrava essere smodato, e invece come dice il mio maestro noi abbiamo bisogno della continenza e riconosciamo che essa un dono di Dio, mediante il quale il nostro cuore non si lascia andare a parole maliziose volendo scusare i peccati. Della continenza abbiamo bisogno per trattenerci da ogni sorta di peccati e non commetterli. Per suo mezzo ugualmente, qualora il peccato sia stato commesso, ci asteniamo dal difenderlo con micidiale superbia. In ogni maniera, dunque, necessaria la continenza se vogliamo evitare il male. Fare il bene, invece, sembra esser compito di un'altra virt, la giustizia.157 Ed egli mi rispose, con scherno crudele: La continenza come tu la intendi una compagna vigliacca e mendace lungo la via della felicit, Gaudino: non rispecchia le necessit dellEssere, ma solo le paure degli uomini che non sanno e non vogliono aprirsi al piacere e quindi alla conoscenza e alla virt. solo con la titillazione che luomo felice, e il cuore gli si scalda, e canta e balla, in armonia con il mondo, tanto che le sue parole si perdono e i suoi occhi in dolcezza si chiudono di un sonno che non morte, ma vita. E infatti subito rise e cominci a cantare sguaiatamente, colto dal giubilo dei sensi e di quello che chiamava, empiamente, Amore158.

156

La totale privazione del bene signica dunque inesistenza, e, viceversa, lesistenza suppone il bene (Agostino, Le confessioni, Libro VII, capitolo XII; trad. di Carlo Vitali, BUR 1958 e 1998)
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Continentia nobis opus est, et eam divinum esse munus cognoscimus, ne declinetur cor nostrum in verba maligna ad excusandas excusationes in peccatis. Cui autem peccato cohibendo non habemus necessariam continentiam, ne committatur, quando et hoc ipsa cohibet, ne commissum si fuerit nefaria superbia defendatur? Universaliter ergo continentiam nobis opus est, ut declinemus a malo. Ut autem faciamus bonum, ad aliam videtur virtutem, hoc est ad iustitiam pertinere. (Agostino, De continentia liber unus, 7,17)
158

Di l a pochi anni il passo di Gaudino avrebbe ispirato niente meno che Iacopone da Todi, nel suo Iubelo de core: O iubelo de core, /che fai cantar damore!/ Quanno iubel se scalda, / s fa lomo cantare; /e la lengua barbaglia,/ non sa que se parlare;/ drento no p celare/ (tant granne!) el dolzore. [...] (Iacopone da Todi, Laude, a cura di F. Mancini, Laterza 1974) 49

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Della questione della volont, e quindi di come si possa coscientemente riutare la titillazione, si occup Lubrico di Cunnisburg, un domenicano originario della Foresta Nera ma vissuto a Piacenza tra la ne del XIII e linizio del XIV secolo. Il suo nome ci noto in quanto copista dei testi di Tommaso dAquino, al quale deve molti spunti, e come autore di unopera originale intitolata Sine gaudio nulla spes che, tra le altre considerazioni, tratta anche brevemente del rapporto controverso tra il clitoridismo e il male. Sosteneva san Tommaso, commentando lEtica nicomachea, che il bene si manifesta nella sostanza, che lente principale dal quale derivano tutti gli altri generi159 ; Lubrico si accoda a tale interpretazione e la assume come punto di partenza di tutta la sua analisi, in cui si preoccuper anche dei problemi dellassenso della volont e di quello dellintelletto. Utilizzando il metodo tipico della lectio scolastica si chiede, a sua volta, se il male possa essere eterno: La volont di tenersi lontani dalla summa titillatio in essere quando lanima turbata o scossa, o preda di altri pensieri, o rivolta a idoli fallaci: e questo il male che agisce nel mondo, com chiaro agli uomini. Lateniese Clitoride si domanda se il male possa esistere: e si visto che, per quel che la sostanza, esso non . Ma purtuttavia lo vediamo allopera, e non pu dunque non trattarsi di un allontanamento dal bene ultimo e supremo. Dio causa dellazione del male, non del male in s: e allora chiediamo se il male, una volta che , possa essere per sempre. Rispondo, dicendo di no. Alcuni sostengono che lo sia, perch sostengono che la titillatio animae sia necessit dellEssere, e come tale eterna; dimodoch anche la sua mancanza eterna. Ma questo falso, giacch sappiamo che in tutto ci che riguarda il gaudium substantiale, in analogia con la concupiscentia carnis spiritusque, quando il peccato entra in un pertugio dellanima, ci che fa male fa male solo la prima volta, e poi lanima si abitua, e cos anche il pertugio. Posto che non vi siano in seguito violenze effrattive dellanima, il male dunque cessa la sua azione, per necessit. La volont dunque cardine della scelta della mancata titillazione, ammette Lubrico di Cunnisburg, anche se pu essere traviata per ignoranza e senza cognizione di quello che si sta perdendo. Quando lanima conscia del bene della titillazione, e cos lo la ragione, nulla pu distoglierla dalla sua pratica: solo un pazzo, o un disperato, non titillerebbe. Ivi ci dar sede la retta volont e non vorremmo mai altro se non rimanervi in eterno, avrebbe chiosato Agostino160 parlando peraltro di luoghi di altre beatitudini, pi aleatorie. Ed questa la peculiarit delletica clitoridea: la titillazione via e sostanza, scopo e tramite di se stessa. Dunque, con il porsi in atto del male, a mancare non la titillazione intesa solo come bene, ma anche come necessario strumento per conseguire la virt.

159 160

Cfr. Tommaso dAquino, Sententia Ethic., lib. 1 l.6 n. 7

Ibi nos conlocabit voluntas bona, ut nihil velimus aliud quam permanere illic in aeternum. (Agostino, Le confessioni, Libro XIII cap. IX, op. cit. ) Il vescovo di Ippona si riferisce qui alla casa di Dio. 50

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I passi dellEtica relativi a questa analisi sono stati ritrovati di recente, come scopo di questo saggio raccontare. V per tra essi un breve paragrafo, estrapolato in epoca ignota dallopera clitoridea, che visse quasi di vita propria e concorse drammaticamente a cristallizzare i canoni del clitoridismo percepito su binari avulsi dalle intenzioni dellautore. Vedremo in che modo ci accadde nel prossimo capitolo; e questa ricostruzione storica ci sar anche utile a fare nalmente giustizia e luce sulla dolcezza profondamente umana delletica clitoridea.

Fig. 4: Illustrazione anonima161 del tardo XV secolo, forse degli inizi del XVI, tratta da una copia del Sine gaudio nulla spes di Lubrico di Cunnisburg. Il clitoridismo qui parte di una rivisitazione della classica iconograa della danza macabra: stavolta per il losofo a scacciare la morte. (circa 190x196 mm, Padova, collezione privata)

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Lautore rimasto sconosciuto, ma si notano chiari riferimenti a Hans Holbein il giovane e Michael Wolgemut e alle loro varie Danze macabre. 51

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11. Di un nto enigma e della sua fortuna, e sfortuna, nel marasma teologico che precedette il Concilio di Nicea
Lultimo paragrafo dellEtica conosciuto prima del ritrovamento del manoscritto recita: E cos, se mai luomo si trover di fronte ad una contraddizione, e non sapr distinguere la verit, badi soltanto ad essere lieto. Dimentichi tutto, partendo come se fosse solo, incurante della tempesta o della bonaccia, consegua il piacere e sia felice del giorno che passa. Di molte empiet lo accuseranno, ma non vi dovr prestare ascolto, resister invece come fece Ulisse al canto delle Sirene162 . Tutta larmonia si compensa in se stessa e solo questo bisogna tenere a mente: chi viene, viene; solo chi viene, vive, e solo chi davvero venuto, davvero vissuto. (Etica, 404-410) A lungo fu lunica parte dellopera di cui venne tramandata memoria; soprattutto il motto nale, che divent un indovinello molto conosciuto e, mancando di contro il resto dellEtica, sempre pi oscuro man mano che leco del pensiero di Clitoride si faceva pi ebile col passare degli anni. A causa di questa indebita estrapolazione vennero attribuiti al passo citato i signicati pi disparati. Vale la pena di raccontare, in particolare, una delle tante storie che vi orirono attorno: come spesso accade per quel che riguarda il losofo ateniese, la narrazione sintreccia col mito, ed dunque in questa veste che ne renderemo conto, senza pretesa di analizzarla da un punto di vista scientico e lologico. Il motto chi viene, viene; solo chi viene, vive, e solo chi davvero venuto, davvero vissuto fu fatto proprio, sotto forma di enigma, da una setta cristiana molto attiva nel III secolo, riunitasi attorno alla gura ispirata e carismatica di un certo Imeneo di Dildi. Della vita di questo personaggio quasi nulla si sa: certo che ammettesse le donne al sacerdozio e alla vita comune con i chierici, tant che le sue idee furono dichiarate eretiche durante il primo concilio di Nicea nel 325163 e se ne perse traccia di l a poco. Il clitoridismo di Imeneo trdito nei cosiddetti Atti di Marpione, chiamati in questo modo perch a lungo ritenuti opera del losofo romano Gaio Marpione, e che oggi sono invece considerati apocri. Ne riportiamo degli estratti. Arriv dunque tra di noi Imeneo di Dildi, chiedendo di rispondere alle domande che da pi parti gli venivano poste. Era una sera in cui il vento sofava con rabbia da settentrione, e molti tremavano per il freddo: ma quando arriv Imeneo il vento si plac, come se una

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Omero, Odissea, XII 216-265 Concilio di Nicea, Canone III: Delle donne che vivono nascostamente con i chierici. 52

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mano gentile lo avesse scosso via dalla terra. Le nuvole scivolarono dal cielo e lasciarono vedere le stelle che brillavano come occhi severi. Un profumo intenso di rose si impadron dellaria, e molti gemettero perch era vicino linverno: cos pensammo che fosse vicino un segno chiaro e inevitabile. Imeneo non guard il cielo, come se sapesse gi che cosa vi stava succedendo, e parimenti non dette modo di avere inteso il profumo delle rose; avanz piano come se non toccasse terra e poi si sedette in mezzo a noi e disse: Io sono Colui che venuto per conto di chi ha parlato, e del Signore che risorto, che grande ed rimasto sconosciuto nel passaggio nel mondo164. In verit vi dico che il mondo, a compimento della sua salvezza, deve vibrare come mosso da un fremito interno; ci stato in origine, questa la causa per cui Tutto ; e di conseguenza cos devessere nel compimento dei giorni. Quando ci sar, ogni tempo sar presente, e i giusti avranno dimora. Non temete! Perch chi stato conscio della sua venuta, vivr in eterno, e non parlo solo dellanima, ma anche certamente del corpo, poich il corpo vivr a sua volta, dolce e perfetto, a causa della necessit della titillazione. Alla ne del tempo tutto sar cos come devessere, larmonia render conto di se stessa, ecco che le acque si placheranno dopo le innite tempeste, il cielo si tinger dei colori del fuoco; il cosmo vibrer della retta musica, e voi giusti vi distinguerete dagli empi perch potrete discernere chi venuto ed vissuto, potrete discernere chi viene e vive. Cos parl Imeneo di Dildi, e il popolo ammutol di stupore. (Atti di Marpione, 10, 40-11, 5) Il passo di Clitoride si ricollegherebbe dunque ad una visione escatologica secondo la quale la titillazione la ne del mondo. Non del tutto implicito, secondo molti commentatori, che Imeneo vi legga un accenno alla parusia: La grande titillazione delluniverso, quella in cui saremo chiamati a rispondere e a scegliere di seguire la nostra chiamata, e diremo s! ora!, sar tale da squarciare il cielo come una folgore, guizzando da un capo allaltro165, e saremo tutti chiamati a venire, e quindi saremo chiamati a vivere. (Atti di Marpione, 11, 18-20) Qui sinnesta anche la concezione del passo clitorideo come indovinello o enigma: la sua risoluzione era nota soltanto agli iniziati della setta di Imeneo? O propendeva egli forse per farsene latore anche nei confronti di coloro che non lo seguivano? Marpione non ci dice altro, a proposito.

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C una vicinanza con un passo della Seconda Apocalisse di Giacomo, testo gnostico scritto probabilmente attorno alla met del II secolo: Io sono colui che fu chiamato per primo da Colui che grande e da Colui che ha ascoltato il Signore che passato attraverso i mondi senza essere riconosciuto (Codice V, 46, 10-13, in Le Apocalissi gnostiche, a cura di Luigi Moraldi, Adelphi 1987). Per il resto, il pensiero di Imeneo di Dildi si discosta in modo netto dallo gnosticismo: pertanto curioso segnalare questa coincidenza.
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Cfr. Lc 17,24: Perch come la folgore, guizzando, brilla da un capo allaltro del cielo, cos sar il Figlio delluomo nel suo giorno. Analogo in Mt 24,27. 53

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Si dilunga invece sul ruolo che avrebbe avuto il corpo nelleresia imenea. Per corpo sintende quello puramente umano, non v alcun contatto con il docetismo e le teorie del corpo di Cristo, e tuttavia anche queste opinioni valsero ad Imeneo la ripulsa dellortodossia cristiana: in particolare, indicativa la denizione secondo la quale il corpo il ne della divina titillazione. Scrive Gaio Marpione, riguardo al giorno in cui avverr questa sorta di apocalissi titillante: Il corpo si libera, nalmente, dallessere lotta tra carne e spirito: non pi lanima lo imbriglia, non pi i sensi lo dilaniano. Quando il giovane e il vecchio pari saranno, ecco che non avr importanza sapere chi sar il giusto e chi liniquo, e se su entrambi piover. Allora infatti saranno beati coloro i quali hanno saputo ricercare la giusta felicit. Costoro vedranno Dio, e non altri; ad essi parler Dio, e non a chi s invano controllato. (Atti di Marpione, 33, 30-35) Vi nellultima frase una polemica netta nei confronti di un altro testo molto noto allepoca, quegli Atti di Tecla attribuiti allapostolo Paolo - anche se si tratta, come ben sappiamo, di pseudoepigraa166. Essi infatti contengono un esplicito messaggio di rinuncia sessuale che contrasta col clitoridismo originario e anche con quello cristianamente rivisitato di Imeneo di Dildi: Beati i puri di cuore, perch vedranno Dio. Beati coloro che hanno conservato casta la carne, perch diventeranno un tempio di Dio. Beati coloro che si controllano, perch Dio parler loro. Beati coloro che hanno mogli come se non le avessero, perch saranno gli eredi di Dio. [...] Beati i corpi delle vergini, perch piaceranno a Dio e non perderanno il premio per la loro castit.167 Nel clitoridismo imeneo non solo non c propensione alla rinuncia, ma anzi questa viene osteggiata con forza. Era prassi che tra i suoi seguaci vi fossero donne, che esercitavano con le stesse opportunit dei maschi; molti di loro vivevano in comune, con atteggiamenti che i detrattori non mancavano di tacciare di promiscuit bestiale. Immancabile, assieme a quella di immoralit, anche laccusa di ateismo. Quello che pi infastidiva gli avversari delleresia di Imeneo era per luso sfrontato dellenigma, del passo tratto dallEtica di Clitoride che veniva ripetuto come unica difesa ogniqualvolta si cercava di muovere loro qualche accusa. Ancora Marpione ci riferisce quanto segue: I seguaci di Imeneo sono soliti rispondere con fermezza. Non hanno paura di affrontare i loro nemici, nemmeno chi tenta di ucciderli: con mitezza asseriscono di conoscere il nome di chi viene e quindi vive, di chi davvero venuto e quindi davvero vissuto. Se gli si

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Tertulliano, nel suo trattato Sul battesimo (cap. 17), riporta la storia della falsicazione degli Atti da parte di un presbitero in Asia minore. Vd. B. Ehrman, I cristianesimi perduti, pp.52-61, trad. L. Argentieri, Carocci editore 2005
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di Tecla, 5-6 54

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domanda se si riferiscano alla redenzione completa168 , essi si limitano a sorridere. Alcuni cos intendono che per loro la seconda venuta sia gi accaduta o sia in atto: essi non smentiscono, e nemmeno confermano. Il vescovo Frigerio, grande accusatore di Imeneo, sostiene che essi credano che ciascuno dei cristiani, e non soltanto il Figlio dellUomo, possa dire di s che davvero venuto e quindi davvero vissuto. una falsa accusa, perch se cos fosse dovremmo dire che Imeneo non crede nella redenzione e nella salvezza, e che il Cristo non sia morto per i nostri peccati, mentre lo stesso Imeneo ha detto pi volte il contrario. Proprio per questa contraddizione per lenigma degli imeneici permane ancora pi forte ed oscuro. (Atti di Marpione, 18,35 - 19,7) Non sappiamo se i seguaci di Imeneo di Dildi fossero a conoscenza dellintera Etica clitoridea, o se almeno ne conoscessero i capisaldi: certo se cos fosse sarebbero stati gli unici depositari di un sapere andato ormai in gran parte perduto. Lipotesi suggestiva e, per quanto ci dicono gli studi del settore, non del tutto infondata: darebbe inoltre soluzione allenigma, perch alla luce del pensiero di Clitoride chiaro che chi viene e vive lEssere nella sua interezza e compiutezza, che dei cristiani avrebbero ben potuto identicare con Dio. A questo punto il loro tacere sul Cristo porrebbe ulteriori questioni: era Imeneo un fautore della teoria del Ges , ossia della consustanzialit fra il Padre e il Figlio 169, o si accost in qualche maniera al patripassismo170 ? Legami noti con lo gnosticismo, s visto, nel pensiero imeneico sembra non ce ne siano; pertanto la domanda rimane aperta. Riportiamo poi quanto Marpione riferisce sulle usanze e sulle preghiere dei membri di questa setta, tramite le vicende di Imeneo e della sua discepola Fillide. Imeneo si trovava gi da alcuni mesi nel nostro paese, e con s aveva alcuni discepoli che lo seguivano per imparare le sue dottrine che tutti noi dicevamo essere misteriose e di cui avevamo un timore mai sopito. Non cercavano di insegnarle al prossimo; ma quando qualcuno voleva aggregarsi, lo accoglievano con benevolenza. A causa del loro comportamento che cercava di proteggere Imeneo (molti erano i suoi nemici gi a quel tempo) quasi come fa la pelle nei confronti del corpo, il gruppo da loro formato era chiamato dalle genti del posto la Membrana. Cera tra i suoi discepoli una giovane di nome Fillide, che spiccava tra le altre donne per la grande bellezza e, al contempo, per la grande compostezza. Era una donna che sapeva
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Romani, 8, 22-23: Poich sappiamo che, no ad ora, tutta la creazione geme insieme ed in travaglio e non solo essa, ma anche noi che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo
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laggettivo (della stessa sostanza) fu discusso prima nel sinodo di Antiochia alla ne del III secolo e quindi accettato dal Concilio di Nicea nel 325.
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ossia la teoria, poi bollata come eretica, propugnata da Sabellio e i suoi seguaci (III sec), secondo la quale il Padre soffr sulla croce le stesse pene del Figlio. 55

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leggere e conosceva la geometria e la losoa, tanto che Imeneo, colpito dalla sua intelligenza, fece di lei la sua discepola prediletta. Questo suscit ben presto le invidie delle altre donne, ma per rispetto di Imeneo non vi furono dispute pubbliche: esse si limitavano a mormorare nellombra, come le serpi. La sera Imeneo era solito discorrere con Fillide delle questioni del cosmo e del bene e del male e spesso succedeva che il risultato delle loro discussioni divenisse lo spunto per la predica del giorno successivo, o per una qualche lezione. Molti, specialmente tra le donne invidiose, ritenevano che Fillide fosse a conoscenza di un signicato nascosto del monito di Clitoride chi viene, viene; solo chi viene, vive, e solo chi davvero venuto, davvero vissuto: ma era linvidia, e quindi Satana, a parlare per loro. Fillide non se ne curava, per non turbare il maestro, ma le maldicenze non si fermavano. Un giorno Imeneo cadde ammalato e molti temettero per la sua vita: egli convoc allora Fillide per metterla a parte delle ultime cose che ancora non sapeva sul bene e sul male, prima che la morte lo cogliesse. Fillide cara disse Imeneo quando un giorno prenderai il mio posto, ricordati solo che lamore deve venire prima di ogni cosa. Ti denigreranno per la tua bellezza: lasciali fare. Ti odieranno perch anche coloro che dicono di servire Dio in realt non lo servono. Lasciali fare. Denigreranno i segni del tuo amore, denigreranno la dolcezza della titillazione, dicendo che si tratta di magia: diranno che porti limpurit sulla terra. Diranno che tu stessa sei una malattia, un terribile morbo: s, Fillide, un morbo cruento e velenoso, legato soltanto al corpo, anzi alla carnalit, come se tu stessa non avessi anima. Invece ricorda che noi siamo membrana171 tra linnito e il mondo, tra lamore del Padre e le miserie della terra. Quindi prega il Padre tributandogli lAmore: come dice levangelista, pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perch il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate172 . E lamore pu avere molte forme, Fillide diletta: ma solo una non ingannevole, solo in una di certo non si pu simulare, ed quella che chiamiamo titillazione. Predica questa, afnch la pace e la salvezza si palesino al mondo. Cos parl Imeneo, e quindi chiuse gli occhi esausto. Fillide si spavent, ma Imeneo non era morto: dormiva invece di un sonno simile alla morte. Ella dunque lo abbandon, turbata, e corse a cercare gli altri discepoli perch prestassero soccorso al maestro. Ma gravi eventi la attendevano, e la pur fosca profezia dImeneo non avrebbe fatto in tempo ad avverarsi: la congiura delle donne, malnate glie dEva quale pure lei era, minacciava la sua stessa vita. Le donne di Imeneo le avevano teso una trappola e avevano chiesto aiuto ad altri discepoli per sbarazzarsi nalmente di lei. Il primo dei discepoli che Fillide incontr fu un certo Paolo, uomo coltissimo ed istruito che era stato un dotto referente dei nemici di Imeneo ma che si era unito a lui da anni. E Paolo, sentita la situazione, cerc di

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Imeneo gioca con la somiglianza tra il proprio nome e quello dato ai suoi discepoli, ossia il termine greco , per lappunto membrana.
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Mt, 6; 7-8. possibile che anche Imeneo attingesse alla fonte Q. 56

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tentare la fede di Fillide, perch abbandonasse Imeneo morente e condasse a lui gli insegnamenti del maestro: Non puoi guidarci tu, Fillide, poich sei donna: questo Imeneo lo sa, me lha detto personalmente. Ma Fillide non gli credette e corse via, e Paolo non la segu. Fu allora che la donna incontr un altro discepolo, Ioasse, che solo da poco tempo li aveva raggiunti, ma che gi brillava per malizia e per la capacit di affascinare le genti. Imeneo ne aveva sempre avuto sospetto, ma quello si era sempre comportato in modo corretto e solerte. Quando Fillide gli fu davanti e gli chiese aiuto, egli la derise: Sciocca donna, che diffonde sciocchi timori e vana sapienza, lingua biforcuta, serva del demonio e della corrotta Babilonia url, e cerc prima di corromperne la virt con parole viziose; poi, vedendo che lamore di lei gli era precluso, e che quella anzi continuava a parlare della dolcezza dellamore che le aveva insegnato Imeneo, si risolse a prenderla con la forza. Fillide non riusc a scappare come aveva fatto di fronte alle parole di Paolo, e grid che qualcuno la soccorresse. Segni di minaccia si avvicendavano nel cielo: le nubi si accalcavano prima rosse, poi verdi, poi nerissime e gravide di pioggia e foriere di calunnia e tribolazione; un vento feroce prese a mugghiare tra le rocce, e nessuno pot udire la voce di Fillide. Tu volevi predicare che chi viene viene e solo chi viene vive: ma sei venuta da me, e morrai le profetizz Ioasse, storpiando con la bocca fetida di empiet lenigma di Imeneo. Indi, afnch la sventurata Fillide non avesse a denunciare la colpa di cui egli si era appena macchiato, le serr orrendamente la gola con le mani e gliela strinse no a soffocarla173 . Ed ella mor cos, tra le braccia di Ioasse che laveva profanata, spezzata come un orcio da un bastone nodoso e dalla collera dei folli. (Atti di Marpione, 27,10-29,45) Imeneo si riprese dalla malattia, ma in seguito alla morte di Fillide le cose cominciarono ad andare sempre peggio per lui e la sua setta: defezioni incontrollate, tentativi di assassinio, denunce e persecuzioni divennero allordine del giorno. Ioasse spar subito dopo il delitto; Paolo invece rimase, e sebbene tacciato pi volte di tradimento fu in realt tra gli ultimi ad abbandonare il maestro. Mor in solitudine, ormai vegliardo, senza averlo rinnegato mai. Con la condanna di Imeneo e delle sue teorie come eretiche la possibilit di ristabilire un senso allenigma clitorideo e alla sua risposta venne meno, e la storia si perse in breve tempo tra le nebbie del mito. Cos caddero in disuso anche le pratiche e le preghiere degli imeneici, e la Membrana si sgretol inesorabilmente no a sparire del tutto. Quanto alla gura di Fillide, molti critici la ritengono ttizia174 : sarebbe stata inventata a bella posta da Marpione o pi probabilmente addirittura dallo stesso Imeneo. In un articolo intitolato

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Impossibile non vedere in questa scena un cruento contrappasso della e dello clitoridei.

Il nome Fillide stato ripescato dalla mitologia classica. Narra Apollodoro che Fillide fu la glia del re di Tracia Sitone, protagonista sfortunata della storia damore con il glio di Teseo, Demofonte (Apollodoro, Bibliotheca, Epitome al libro 4) Sfugge peraltro il nesso di questo personaggio con la dottrina di Imeneo. Sono state avanzate diverse ipotesi a riguardo, ma nessuna soddisfacente. 57

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Prospetti e diramazioni dellideazione clitoridea dal I al V secolo (Rivista internazionale di critica losoca, anno LXIX, n. 3, vol. 2, p. 147, Hefner edizioni 1986) Anderson argomenta cos: Da sempre succede che gli autori inventino dei personaggi e se ne innamorino perdutamente, o viceversa prendano ad odiarli con pulsione viscerale o con lucidit. Lidenticazione con le proprie storie narcotizzante quanto quella con i personaggi. E non raro che, rapiti dalla vanit di farsi demiurghi, proiettino tali personaggi sulle persone che incontrano nella vita reale, dannandosi e offendendosi quando queste fanno qualcosa che non corrisponde alle linee del personaggio che stato loro attribuito, o meglio, appiccicato sopra. Fu cos anche per quanto riguarda Fillide? Noi propendiamo per ritenerla lidealizzazione di una gura che realmente frequent i seguaci di Imeneo, ma ci naturalmente non toglie nulla sulla plausibilit della sua immagine. Se non vi fu una sola Fillide, quasi certo che vi furono gure a lei simili, di cui licona-Fillide simboleggia e raccoglie caratteristiche funzionali alla propaganda della dottrina e al suo consolidamento. Comunque siano andate le cose, certo che anche dellultima parte dellEtica di Clitoride si persero le tracce ancora per qualche tempo. Qualcosa fu recuperato a partire dal VI secolo, ed proprio questa strada a condurci direttamente al nostro manoscritto.

12. Di come siamo tornati a questo palinsesto.


San Francisco, 1967. Graham Davies era un giovane di buona famiglia che faceva ricerche lologiche presso il San Francisco State College175 . Si occupava di losoa medievale e stava scrivendo la sua tesi di dottorato su Abelardo. Oltre a ci, cantava e suonava discretamente la chitarra: con la sua Rickenbacker 360 era leader di un gruppo chiamato The Graham Positives. Coautore dei testi e delle musiche era il bassista Roger Harris, studente di medicina e ideatore del nome della band, che sarebbe morto prematuramente in un incidente nel 1968, decretando cos la ne del gruppo. Pur senza avere inciso dischi, Davies e i suoi vennero notati e apprezzati dal pubblico con qualche serata nei locali della zona: chi li ha ascoltati racconta che la loro musica ricordava i primi Byrds. Fu poi coinvolto marginalmente nel movimento per i diritti civili e si fece vedere in marce e sit in, il che gli provoc riprovazione e biasimo da parte dei genitori e del fratello maggiore, Scott. Questi, totalmente avulso da questioni politiche, lavorava come matematico nella vicina Stanford e mantenne col pi giovane Graham rapporti epistolari frequenti. La losoa di Clitoride entr nella vita di Graham Davies per caso. In un memoriale del 1981 dichiar egli stesso:

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Solo dal 1974 questa universit (pubblica) prese il nome attuale di San Francisco State University. 58

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Ero andato in biblioteca per cercare alcuni articoli sulla disputa sugli universali. Ma, non so perch, quel giorno non avevo proprio voglia di lavorare alla mia tesi; cos mi misi a spulciare un libretto che faceva menzione di alcuni personaggi minori della losoa scolastica, e mi imbattei in un autore di cui non sapevo nulla. Si trattava di Lubrico di Cunnisburg. Un po imbarazzato della mia ignoranza mi immersi quindi nella lettura. Il libro non era un granch, dal punto di vista del rigore, per era scritto in maniera accattivante e questo serv da un lato a scacciare la noia che mi aveva assalito dal mattino, e dallaltro ad aprirmi la strada verso quella che sarebbe diventata la passione della mia vita. Lautore -non ricordo il nome, adesso- raccontava per sommi capi la vita di Lubrico, dalla prima giovinezza dissoluta (quasi sulla falsariga di quella di Agostino) no allapprodo al cenobitismo. Sembra che fosse stato molto colpito dallopera di Clitoride, ma che per pigrizia e devozione avesse ritenuto pi opportuno dedicarsi alla copiatura dellopera di Tommaso. Io dellateniese sapevo poco, quel poco che pu sapere un ex studente che, anche se ha studiato losoa, non s mai dovuto occupare della titillazione. Eppure, mentre leggevo le avventure di Lubrico e i suoi discorsi sul clitoridismo e sullEtica, mi rendevo conto che il monaco di Cunnisburg era a conoscenza di parti del lavoro di Clitoride che a noi non erano giunte e delle quali, addirittura, molti pensavano che egli stesso sarebbe dovuto essere alloscuro. Non so perch ebbi quellimpressione. Dapprincipio mi detti dello sciocco e dellarrogante. Era evidente che, se un certo numero di studiosi si era occupato n l sia di Clitoride che di Lubrico e non aveva trovato nulla di strano, ero io ad avere le traveggole: tanto pi che non ero affatto un esperto del ramo. Eppure cera qualcosa che non mi tornava. In uno dei passi riportati nel libretto che stavo leggendo cera scritto che Lubrico parlava di certi argomenti clitoridei -relativi allappagamento dellanima, per esempio- di cui sera persa traccia da almeno mille anni; quindi, o aveva a disposizione una parte, se non lintera versione, dellEtica, oppure faceva riferimento ad un codice intermedio, che ora era andato smarrito. Pungolato nel vivo della mia curiosit andai a cercare lopera originale di Lubrico, la Sine gaudio nulla spes, che ebbi la fortuna di trovare in unedizione critica molto ben curata degli inizi del XX secolo. Ritrovai il passo citato dallautore del libretto. Nelledizione originale una nota pi di pagina mi informava che il passo era ritenuto da quasi tutti i critici materiale da espungere, in quanto apocrifo; forse era opera di uno scoliaste successivo. Il problema non si spostava che di un metro: da dove aveva attinto lo scoliaste? Trascorsi un bel po di tempo su quel libro, tralasciando il mio lavoro su Abelardo, che del resto era quasi terminato. Mi ritrovavo a fantasticare su Clitoride sempre pi spesso, tanto da ripromettermi che mi ci sarei dedicato a fondo, non appena ne avessi avuto lopportunit. In quel periodo, curiosamente, del losofo ateniese si ricominciava a parlare, dopo anni di oblio. Poco tard che Clitoride cominci ad essere davvero sulla bocca di tutti i miei amici, almeno di quelli che volevano darsi un tono discutendo di argomenti la page. Nelle manifestazioni contro la guerra o per i diritti civili, per rimorchiare qualche ragazza, per fare propaganda ad un
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clitoridismo allepoca essenzialmente autodidatta, o anche solo per millantarne la conoscenza, parlare di Clitoride sembrava andare alla grande176 . Ma io volevo vederci chiaro e fare le cose con un po di criterio. Dopo il primo fortuito incontro con il clitoridismo Davies accanton il progetto per alcuni mesi. Concluse la sua tesi di dottorato alla ne del 1967 e lanno seguente si trovava con la sua danzata, studentessa dellultimo anno al College, mentre questa partecipava al famoso sciopero delluniversit di San Francisco contro la guerra in Vietnam e per i diritti degli studenti di colore177 ; i due si sarebbero sposati allinizio del 1969. La morte di Harris lo allontan denitivamente dalla musica; cos nel 1970, ottenuto un impiego a Berkeley, decise di riprendere ad occuparsi di Clitoride. Recuper lopera di Lubrico di Cunnisburg e part alla volta dellEuropa. Con quel libro tra le mani, alla ricerca come un disperato, mi sentivo il fedele di una religione confess in una lettera alla moglie. I colleghi e gli amici lo presero per matto: solo il fratello gli concesse unapertura di credito (non solo spirituale: un paio di volte, nel corso degli anni, gli mand dei soldi), perch anche lui era meticolosamente ossessionato dalle proprie ricerche. Un suo consiglio soprattutto gli rest scolpito nella memoria: Mio fratello Scott raccontava ancora Davies era solito dire che ci sono troppe persone che si complicano a bella posta la vita perch non sono in grado di pensare in modo semplice. Mi ammon allora di essere il pi possibile lineare e consequenziale. Ma fosse stato facile! Ero sballottato su e gi per lEuropa: prima andai a Cunnisburg e in tutti i luoghi in cui sapevo essere stato Lubrico, e questo da solo mi fece spendere parecchi mesi; e non ne ricavai nulla che non sapessi gi. Mi diressi poi a Copula, la citt di Gaudino, e vi trovai ancora attivo il monastero: che fortuna! Uno dei frati della locale Certosa, tale frate Ilario, mi rifer che qualcosa di utile per la mia ricerca avrebbe potuto essere stato salvato dai bizantini, forse in un certo monastero di cui mi disse il nome, cos lasciai lItalia e prenotai un volo per Istanbul prima ancora di essermi interrogato sul perch a Copula si fosse a conoscenza di informazioni su Clitoride oltre a quelle che potevano riguardare Gaudino. Il giorno prima della partenza Davies venne informato dalla moglie, rimasta in California e che nel frattempo ha rivisto pochissimo, che sua madre era stata ricoverata in ospedale. Torn quindi a casa e decise di proseguire le sue ricerche da l, tra libri ed archivi, rimandando lindagine sul campo a tempi migliori.

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Il losofo ateniese ancora centro di diatribe politiche, come vedremo meglio nel capitolo 15: Clitoride, come altri dopo di lui, odia gli indifferenti.
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Si tratt del pi lungo sciopero universitario della storia degli Stati Uniti. 60

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Mi sentivo recluso. Per quanto possibile continuai a documentarmi a distanza, da San Francisco. Lessi avidamente tutto ci che riuscii a trovare su Clitoride, che pure allepoca non era molto. Non potendo dedicarvi troppo tempo al lavoro, me lo portai a casa, come unossessione. Una copia commentata del stazionava regolarmente sul mio comodino. A mia moglie non parlavo daltro. Mi avr preso per un pazzo, per un ssato. Mia madre guar, ma laccavallarsi dei miei impegni fece s che soltanto nel 1973 potei riprendere, nalmente, il viaggio. Tra lo scetticismo dei colleghi e la rassegnazione dei parenti Graham Davies atterr a Tel Aviv nel maggio del 1973, per un congresso di due giorni cui era tenuto a partecipare, e di l apprott per spostarsi ad Istanbul, soffermandosi in Turchia per una settimana178 . Il giorno dopo il suo arrivo nella citt sul Corno dOro scrisse una lettera alla moglie: Questa caccia a Clitoride si sta rivelando sempre pi un incessante movimento su e gi per lEuropa e il Mediterraneo. Stamattina mi sono alzato molto presto, ancora intontito a causa del fuso orario, che non ho smaltito nonostante siano passati tre giorni dal mio arrivo. Mi sono messo a guardare il mare dalla nestra. Faceva caldo, gi prima dellalba, e cera una luce intensa, dava quasi fastidio. Ho ripensato allopera di Clitoride che sto inseguendo. Dal momento che nessuno crede nelle mie ricerche, ho pensato che mi posso denire come una specie di bracconiere. Sono il bracconiere di Clitoride. Questa Etica che nessuno ha pi visto da secoli, se davvero ancora esiste, ha attraversato il Mediterraneo in lungo e in largo, in cerca di occhi che la leggessero o al contrario cercando di sfuggire a chi poteva farle del male, come una bestia ferita: io mi ci sono immedesimato. stato cos che ho cominciato a sentire quello che chiamano il clitoridismo dellanimo: una sensazione di dolcezza e pace e al contempo di intensa felicit. Mi sono sentito come una rosa in procinto di sbocciare, o un carnoso ore notturno che si apre ai raggi della luna. Vellutato e fresco come un ore. Oscillo dal pensare di essere pazzo alla consapevolezza di essere sulla buona strada. Vorrei che tu fossi qui. Vorrei condividere tutto questo con te. Dopo una sosta di qualche giorno in citt, dove prese contatto con le istituzioni accademiche nel tentativo di recuperare ulteriore materiale per i suoi studi, Davies costeggi per un breve tratto la riva meridionale del Mar Nero. La destinazione era un antico monastero, dove pareva che qualche frammento di Clitoride, in un lontano passato, fosse transitato: non era molto, come indizio su cui lavorare, ma Davies non aveva altro in mano. Il resoconto della spedizione lo riport egli stesso nel suo memoriale, nel 1981:

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Per sua fortuna lascer larea prima dellinizio della guerra dello Yom Kippur, dalla quale a sua volta scaturir la crisi petrolifera del 1973. Davies disse in seguito che se avesse rimandato il viaggio anche solo di sei mesi avrebbe di sicuro perso il suo spirito clitorideo, che necessitava di serenit e pace. 61

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Mezza giornata di viaggio scomodo e travagliato, di cui il ricordo che serber pi a lungo un misto di impazienza e sete dacqua, ed eccomi arrivato al monastero. Il custode parlava un discreto inglese, per mia fortuna, e fu pertanto con lui che mi relazionai. Gli altri monaci mi guardavano con freddezza; una volta che ebbero capito che avrei parlato solo col custode, si trincerarono nella loro indifferenza. Questo monaco aveva due occhi spiritati, tanto che temetti per la coerenza e la sensatezza di quanto mi avrebbe detto. Nonostante i miei pregiudizi sul suo aspetto mistico, per, le sue parole uivano senza grossi intoppi. Sapevo che prima o poi qualcun altro sarebbe arrivato sospir. Come sarebbe a dire qualcun altro? chiesi. Quello mi squadr con una certa comprensione: A fare le domande che fa Lei non viene quasi nessuno. Per questo ci tramandiamo memoria di chi le fa. Circa centanni fa arriv un inglese. Voleva sapere quando avevamo perso lEtica di Clitoride. A questo punto sobbalzai: In che senso avete perso lEtica? Voi avevate lEtica? Non labbiamo perduta, naturalmente si stizz quello Ci stata rubata. Questo monastero custodiva una copia dellEtica del grande losofo ateniese. Ci stata rubata. Rubata, s. Che perdita immane! E quando vi stata rubata? chiesi. Il monaco rise: Oh, pi di settecento anni fa, durante la quarta crociata. In quel periodo, sfortunatamente, lEtica si trovava, cos come alcuni nostri monaci, a Costantinopoli. Venne trafugata dopo la caduta della citt179. Tremendo fu il saccheggio, cruenta la strage prosegu, ricercando a fatica le parole nel suo inglese non allenato di recente Che ne abbia fatto lEtica, non so: allapparenza non era unopera pregiata, e Clitoride non lo conosceva pi quasi nessuno, nonostante la sua grandezza; forse andata distrutta, forse ha ripreso la via dellOccidente. Non mi stupirei se fosse nita dai Veneziani, o nelle Fiandre, in omaggio a re Baldovino180. Rise ancora, guardando un punto lontano alle mie spalle. E cos, anche linglese di centanni fa se ne and a mani vuote dissi. Oh no! si inalber il monaco Tutto si pu dire, tranne che se ne sia andato a mani vuote! In un modo che ancora noi non ci spieghiamo, riusc a rubare alcuni documenti da questo monastero; documenti che riguardavano Clitoride. Non erano opere fondamentali n originali, per erano comunque una testimonianza del suo inusso. Risalivano al... sedicesimo, diciassettesimo secolo. Chiss perch le rub: forse per stizza, per ripicca. Non ci avrebbe ricavato nulla, se il suo scopo era trovare lEtica. Congedatosi dal monastero e dalla Turchia, a Davies si aprirono due strade. La prima era quella di mettersi sulle tracce dellinglese, di cui il custode non gli aveva saputo (o voluto) dire nemmeno il nome; la seconda era invece quella di sdare la fortuna e, condando che le supposizioni del
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Il custode del monastero fa riferimento alla presa di Costantinopoli da parte di Veneziani e Crociati del 1204.

Baldovino IX di Fiandra fu il primo imperatore dellImpero Latino, il quale a sua volta era il risultato della frammentazione dellimpero bizantino in seguito alla quarta crociata; ebbe termine nel 1261 con la riconquista bizantina di Costantinopoli. Baldovino IX era conte di Fiandra e Hainaut. 62

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monaco fossero corrette, cercare palmo a palmo tra Venezia e le Fiandre se vi fosse ancora qualche traccia dellopera perduta di Clitoride, sempre sperando che, nel caso, vi fosse rimasta circoscritta. Era unimpresa folle, ben oltre la soglia della legittima ambizione. Le probabilit di riuscita erano talmente basse da sorare il ridicolo. Davies era per ormai talmente ossessionato dal pensiero del losofo ateniese da dedicarvisi a tempo pieno. Il suo matrimonio naufragava, ma lui non si dette per vinto. Per tre anni, no al 1976, lo avremmo visto correre in giro per lEuropa, ora entusiasmandosi per quello che riteneva un valido indizio, ora deprimendosi perch si ritrovava a dover gettare a mare tutto il lavoro fatto nei mesi precedenti. Dopo una serie quasi innita di buchi nellacqua arriv in Belgio nella citt di Leuven. E qui fece la pi grande scoperta del XX secolo riguardo al clitoridismo: rinvenne lopera di un pensatore ormai dimenticato, un libriccino di poche pagine intitolato De titillationis necessitate, more geometrico demonstrata. Lautore era un tale Dirk van Petting, nato a Leida nel 1645 e vissuto a Leuven, dove lavor come commerciante, no alla morte che lo colse ancora giovane nel 1671. Il ritrovamento dellopera di van Petting fu talmente rocambolesco da meritare una digressione. Anche Davies ci scherzava spesso sopra: Una tale serie di coincidenze fortunate non me la sarei mai aspettata. Se le avessi raccolte in un romanzo, qualsiasi editore mi avrebbe respinto il manoscritto e allegato una lettera prestampata di insulti. lo stesso Dirk van Petting a parlare di s e della sua vita nel suo libello. Nacque a Leida da famiglia cattolica e impar da solo il latino; si trasfer ben presto con i genitori e i tre fratelli a Leuven e trov lavoro presso dei parenti della madre, che si occupavano di commercio; lopera non specica la natura delle merci: van Petting si lamentava soltanto di non sentirsi portato per fare il mercante, preferendo occuparsi di metasica. Economicamente non se la passava molto bene, ma ci non gli imped mai di dedicarsi per quanto possibile allo studio. Dalla lettura del De titillationis necessitate Davies infer che van Petting avesse letto lEtica, perch dai pochi stralci dellopera clitoridea noti nel Novecento non gurava nulla che potesse ispirare in quel modo le riessioni del ammingo: ecco dunque che quella che sembrava una sarcastica boutade del custode del monastero sul Mar Nero assunse contorni pi solidi e, contemporaneamente, pi inquietanti a causa della sua preveggenza. Davies non avrebbe mai rinvenuto lEtica; per trov lopera di van Petting. Questo successe, per puro caso, mentre in un pomeriggio libero stava rovistando tra gli scaffali di un antiquario: Di van Petting non avevo mai sentito parlare. Trovai questo libretto in una edizione degli inizi del XIX secolo: a parte let non sembrava avere un grande valore, lautore era sconosciuto. La comprai, tutto eccitato. Spesi qualche settimana, una volta tornato a San Francisco, per cercare di capire chi fosse van Petting, e che ne avessero fatto i suoi libri. Venni a sapere che ne erano stati stampati pochi, gli ultimi a met dellOttocento, e che erano trattati pi come curiosit che come elementi di un qualche interesse letterario o losoco. Lopera di un buontempone, piena di fallacie, che si faceva apprezzare per i contenuti strampalati e nulla pi. Non si stimava che al mondo ne circolassero pi molte
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copie: quella che avevo comprato io, seppi in seguito, apparteneva alla biblioteca delluniversit cattolica di Leuven ed era sfuggita allopera di distruzione bellica nel 1914, in un curioso parallelismo con la copia dellEtica di Clitoride che si era salvata dal sacco di Costantinopoli: parallelismo tanto pi marcato in quanto anche il libro di van Petting si trovava casualmente fuori dalla biblioteca quando questa fu data alle amme dai Tedeschi181 . Lessi lopera con attenzione: era vero quel che si diceva, era piena zeppa di strafalcioni. Ma era pur sempre qualcosa che mi manteneva sulla strada di Clitoride; anzi, era lunica prova nota che almeno no alla met del XVII secolo qualcosa dellEtica doveva essere sopravvissuto, anche se non avevo la minima idea di dove potesse trovarsi, se mai fosse stata preservata no ai giorni nostri. Una rapida analisi di questo libro sar tema del prossimo capitolo. Per ora torniamo a Graham Davies e alle sue ricerche. Una volta acquisito il lavoro di van Petting, lo studioso si concentr sulle sorti del misterioso inglese che aveva sottratto i documenti al monastero alla ne del XIX secolo. Torn in Turchia, per interrogare di nuovo il custode e, stavolta, anche gli altri monaci. Dal furto erano passati quasi centanni: se erano troppi per avere dei testimoni diretti, non lo erano per notizie di seconda o terza mano; e di certo non lo erano se si avevano a disposizione delle cronache di quei tempi. Il lavoro di Davies fu certosino. Improvvis delle abilit da agente segreto, ricorse allaiuto delle autorit turche, dellambasciata americana, del direttore di un museo, di strani faccendieri che sembravano sapere tutto quello che uno aveva bisogno di sapere, e nel momento in cui ce nera necessit. Riusc a recuperare qualche informazione sullinglese, alcuni dei falsi nomi che utilizz, a ricostruire parte della sua vita e dei suoi spostamenti nellarco degli anni. Talvolta gli sembrava di perderlo, ma subito lo ritrovava. Riprese a viaggiare, stavolta sulle tracce del ladro e non pi su quelle dellEtica; ripercorse mezza Europa nel giro di tre anni. Forse il senso di tutta questa mia avventura era che viaggiassi molto ironizz in una lettera al fratello nel 1978 O forse sono io che mi sforzo di trovare un senso in tutto questo, per non cadere nello scoramento del vedere me stesso come una mosca impazzita e intrappolata in una grande scatola di vetro, muovendomi alla cieca e andando a sbattere sulle pareti. Dalle testimonianze dei monaci Davies era riuscito a scoprire che i documenti rubati riguardavano qualcosa con cui linglese aveva sperato di risalire alloriginale clitorideo. Non riusc mai invece a scoprire cosa contenessero realmente: spariti, insieme a chi li aveva presi. Nel capitolo 14 ne diremo di pi. Davies rietteva nel suo diario: Eppure qualcuno sa. Qualcuno sa e non parla. E non si tratta solo di questi monaci turchi, ma anche di altri, di tuttaltri ordini. Come facevano, i monaci di Copula, a sapere che mi sarei dovuto recare sulle rive del Mar Nero? Esiste un segreto che lega tutti i clitoridei, tant che sembra che il lo non si spezzi mai, ma chi ne al di fuori ne del tutto ignaro?

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Lincendio della biblioteca, nel 1914, distrusse circa trecentomila volumi. Un secondo incendio ridurr in cenere la maggior parte degli allora novecentomila libri conservati nella biblioteca universitaria di Leuven anche nel 1940, durante la seconda guerra mondiale. 64

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E sono informazioni che mancano in sede accademica182 . Oh Dio, sto davvero diventando paranoico. No, i monaci di Copula mi hanno consigliato la Turchia perch si basavano su calcoli probabilistici - ecco che mi ritrovo a parlare come mio fratello, povero me... su calcoli probabilistici, perch avranno pensato: se qualcosa si conservato, pi facile che si sia conservato nel vecchio impero bizantino, piuttosto che in unEuropa agellata dal fanatismo che distruggeva tutto ci che, di greco o ellenistico, non poteva essere riletto alla luce della nuova religione. S, avranno pensato cos. E allora stata solo fortuna? O Clitoride che mi chiama a s? Chiamava a s anche questo inglese, centanni prima di me? E ci arriver mai, io? Nel maggio del 1979 Davies aggiunse lultimo tassello al suo puzzle: i passi dellinglese lo portarono inequivocabilmente al monastero di A., sui Vosgi. Era l che il ladro era stato, poco prima di morire; ed era l che, sentendosi addosso la morte, aveva lasciato i documenti. Malauguratamente, si trattava di una falsa pista: dei documenti non cera traccia. Indagini ossessive e ripetute da parte di un Davies sempre pi disperato e incredulo gli portarono la conferma: i documenti, nel monastero di A., non cerano mai stati. Non cerano proprio arrivati: erano spariti nel nulla, cos come Clitoride, cos come lEtica. Davies abbandon le ricerche e fece ritorno a casa. Per qualche tempo accarezz lidea di riprendere delle piste che in un momento gli erano sembrate sterili, ma aveva perso lentusiasmo. Pi di dieci anni della sua vita erano trascorsi dietro ad una illusione. Nonostante cercasse di riprendere a lavorare, nessuno era pi disposto a dargli credito, e cadde pertanto in uno stato di profonda depressione. Si dedic a scrivere un corposo memoriale sulla sua drammatica avventura clitoridea, allegandovi tutto quello che sapeva e aggiungendo tutte le ipotesi che gli erano venute in mente negli anni ma che aveva scartato, e annotando anche i motivi per cui le aveva eliminate. Mor di l a poco, nellinverno del 1982, per le complicanze di una polmonite mal curata, e con lui scomparvero per quasi ventanni lo studio sul clitoridismo e la speranza di dargli nuova linfa. Del resto il decennio appena iniziato suggeriva alla speculazione losoca temi meno oscuri e delicati: Clitoride e il suo dolce e pacato titillare, negli anni Ottanta, declinarono dalle mode intellettuali e tornarono sommessamente nellombra.

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Scrive Davies, nel suo memoriale, a proposito di questa sua illazione: Scoprii in seguito che non era proprio cos, anzi: le informazioni, potenzialmente, cerano gi tutte; che Clitoride era considerato -tra mille risolini- come un argomento di scarso interesse, ed erano ben altri i loso di cui era opportuno occuparsi. 65

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13. Del clitoridismo razionale e dei suoi scolii.


Le ricerche di Davies avevano appurato questo: almeno una copia dellEtica di Clitoride esisteva ancora allepoca di Lubrico di Cunnisburg e buona parte, se non tutta, si era conservata no al XVII secolo, come si evince dalle considerazioni di van Petting. Inoltre, no a quel periodo la censura ufciale ecclesiastica sembra non essersi occupata delle opere del losofo ateniese, o dei frammenti rimasti: Clitoride, almeno no a tutto il XVII secolo, non risulta toccato dallIndice; analoga sorte inspiegabilmente benigna tocc a van Petting. Qualche storico, tra i quali lo stesso Davies, ipotizz tra il serio e il faceto una speciale protezione da parte dellallora Grande Inquisitore Francesco Barberini183 , a causa dei continui accenni di van Petting ai metodi di Galileo, quello stesso Galileo alla cui condanna il Barberini si era opposto, ma non vi erano indizi in tal senso; per anni si stimato pi probabile che lopera fosse stata ritenuta innocua. Solo di recente (Stefani e Sandrelli, 2002) abbiamo scoperto che van Petting non la pubblic mai e che una sua versione vide le stampe solo nel 1752 in poche copie perdendo subito di interesse e scampando fortunosamente alla censura, forse prottando del clima di moderatismo dettato dal pontece dellepoca, Benedetto XIV184 . Fu ristampato ancora una volta in Inghilterra nel 1812 - questa ledizione cui fa riferimento Davies ma rimase connato alla conoscenza di qualche letterato eccentrico e nulla pi. Il De titillationis necessitate si struttura in quattro parti, riprendendo quindi la ripartizione clitoridea classica della natura e dellEssere. La prima parte si occupa di denizioni e assiomi, tramite i quali van Petting delinea lambito del suo trattato. La seconda parte deduce una serie di dimostrazioni dalle denizioni e dagli assiomi della prima; la terza una raccolta di scolii, la maggior parte alle dimostrazioni, ma una piccola frazione direttamente volta a commentare lEtica clitoridea e la quarta si occupa dellapplicazione alla losoa naturale e alle macchine. Siccome van Petting di fatto lunico esponente del clitoridismo razionale che si innesta nel solco cartesiano e spinoziano e anticipa, in qualche misura, sviluppi matematici futuri, vediamo nel dettaglio il suo pensiero. 1. Le denizioni e gli assiomi Luniverso di van Petting al contempo cristiano, razionale e clitorideo, dominato dalla logica aristotelica con tutti i crismi ereditati dalla losoa scolastica. Cos come era stato per Cartesio, gli assiomi e le denizioni su cui basa il suo impianto teorico devono avere come vincolo quello di essere evidenti come le proposizioni matematiche185 ; denisce allora innanzitutto la Sostanza, Dio e

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Francesco Barberini (1597-1679) fu un cardinale italiano, nipote del papa Urbano VIII. Si dimostr un attivo mecenate in campo artistico e studi a Pisa assistito da Galileo Galilei. A capo del SantUfzio dal 1633 alla morte, fu uno dei tre cardinali che si opposero alla condanna dello scienziato.
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Prospero Lorenzo Lambertini (1675-1758) fu pontece dal 1740 e autore, tra le altre cose, dellabrogazione del divieto di leggere la Bibbia in volgare.
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R. Descartes, Discours de la mthode, 143. Al contrario di Clitoride, Descartes n allIndice. 66

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lUniverso come tre estrinsecazioni della medesima Natura. Necessit, esistenza e autoevidenza sono le caratteristiche che van Petting vi riscontra: tutto il resto, dice, o affezione della volont, o attribuzione falsa od ingannevole, o ancora attributo secondo qualit o quantit o le altre categorie che conosciamo La divinit intesa quella incausata, perfettissima, eterna e innitamente buona e giusta e che purtuttavia interviene attivamente nelle vicende umane. Linnesto clitorideo si riscontra nella descrizione - meglio, nella denizione - di universo come Ente Titillante: esso esteso e illimitato, libero in se stesso e autoconsapevole; inoltre, si esplica nellestensione titillando, attraverso le quattro fasi descritte da Clitoride nel . Dopo essersi spremuto un po la ghiandola pineale Davies soprannomin scherzosamente questo ente titillante res coitans; la denizione non del tutto azzardata perch in effetti luniverso-natura di van Petting va insieme sia alla realt intensiva che a quella estensiva. Quanto alla sostanza, van Petting assume che sia una e indivisibile; postula poi che essa sia indagabile tramite i metodi della ragione, nella sua essenza e nei suoi modi; e anche - qui semina il germe della sua futura dannazione intellettuale - che sia umanamente conoscibile, pur se non sempre comprensibile, nelle sue cause e nei suoi ni186. 2. Le dimostrazioni La necessit di identicare la titillazione col bene supremo si rivela un problema. Van Petting avrebbe potuto assumerla tra i suoi postulati, ma ritiene che non sia abbastanza evidente e quindi si perita di dimostrarla partendo da verit pi essenziali. Se tutte le dimostrazioni concernenti la necessit del titillare sembrano procedere senza intoppi logici, infatti in quelle inerenti la sua particolare teodicea che van Petting incappa in una aporia insanabile. Nella seconda parte della sua opera van Petting azzarda una corrispondenza tra il cosmo e lessere umano: Questo universo - ma dico questo invero, giacch non ve ne sono altri, proprio per averne una determinazione - come quelluomo che, posto dinnanzi a ci che non capisce o non si aspetta, sta in piedi e non sa tenere le mani a posto. Ora le stringe a pugno, ora cerca rifugio nei vestiti, ora le strona nervosamente, o le nasconde dietro la schiena, allimprovviso, come se nelle mani dovessero trasparire i suoi desideri e le sue debolezze. Tale a questuomo luniverso, quando perviene a se stesso tramite la titillazione. Ed stato detto che ci bene, anzi, che ci il sommo bene: ma vediamo come ci possa essere motivo di complicazioni logiche. stato detto che il bene supremo, tra coloro che perseguono la virt, qualora sia conseguito secondo ragione e non secondo le passioni e gli

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Van Petting si rif ancora a Cartesio, stavolta in maniera critica: ...sapendo che la mia natura molto fragile e limitata, e che invece la natura di Dio immensa, incomprensibile, innita, tanto basta perch io sappia anche che egli pu fare innumerevoli cose di cui io ignorer le cause (Meditazioni metasiche, quarta meditazione, 63, trad. di S. Landucci, Laterza 1997) 67

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affetti, comune a tutti e tra tutti pu essere condiviso187; per anche vero che, essendo tale bene ottenibile, giacch in effetti luniverso titilla e ne abbiamo prova costante, il sommo bene si degradi con il tempo, in qualit oppure in quantit, oppure in entrambe. Afnch ci non fosse, ossia afnch la titillazione in s non possa far degradare la perfezione, saremmo costretti ad assumere questultima come innita; cosa che stata fatta da tutti, ma io vi ravvedo un errore. Infatti, assumendo nellipotesi ci che vogliamo dimostrare nella tesi, non facciamo logica bens opera da ciarlatani, come quei falsi medici che vanno nelle piazze e dicono di possedere lelisir di lunga vita, ingannando i poveri di spirito con parole complicate e ragionamenti tanto oscuri quanto fallaci188 . Ma che tale perfezione si degradi, lo abbiamo provato nei fatti; e poich noi basiamo il nostro ragionare sullevidenza, e non sui sosmi che ingannano i villani, dobbiamo tenerne conto. Del degradarsi della perfezione abbiamo dimostrazione poich vediamo il male nel mondo: e questo non solo nei fatti, ma anche ontologicamente necessario che sia cos189 . Incappato nellinevitabilit del male, van Petting ha delle esitazioni. Cerca di tornare sui suoi passi e di trovare difetti nella dimostrazione o nellevidenza degli assiomi e delle denizioni che ha assunto in precedenza, ma non ne trova. Quindi opta per unaltra via: se la titillazione necessaria, ma al contempo fonte di una necessaria degradazione, le sue quattro fasi devono avvenire nel modo pi rapido possibile: Si pone dunque il problema di fare s che tutto ci che nelluniverso, e quindi anche luniverso stesso, viene, deve venire velocissimamente, per preservare la perfezione che degrada con il tempo. Van Petting non si pone il problema di quanto grande debba essere questa velocit190, ma imposta il suo ragionamento sulla brevit dei tempi da riservare alle varie fasi della titillazione. Non ha a disposizione il concetto di innitesimo o quello di limite n tanto meno i metodi dellanalisi, che verranno sviluppati soltanto da Newton e da Leibniz; procede quindi senza il necessario rigore, afdandosi ad intuizioni di stampo qualitativo. Il suo approccio comunque scientico, perch come modello di universo prende proprio luniverso sico, lungi dal trarne visioni stereotipate e pregiudiziali sulla base di presunte armonie celesti di derivazione platonica o aristotelica.

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Cfr. Spinoza, Etica, parte IV, prop. 36, che presenta argomentazioni simili, seppure non anche simili conseguenze. possibile che van Petting abbia attinto da qui e poi abbia concluso in maniera originale.
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Nei suoi appunti, a questo proposito, Davies rivela il suo animo burlone e melomane descrivendo il medico come colui la cui virt preclara / e i portenti inniti / son noti in tutto il mondo... e in altri siti. (da Lelisir damore di G. Donizetti, su libretto di Felice Romani, 1832) (in italiano nelloriginale di Davies)
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Evidente elaborazione del pensiero agostiniano del male come privatio boni; van Petting va oltre (pericolosamente oltre, ai limiti delleresia) inferendo tale privatio anche allente supremo.
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Non gli era del resto noto che la velocit non avrebbe potuto essere innita: una fortuna che abbia impostato il problema diversamente. 68

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3. Meditazioni in uno scolio La terza parte dellopera di van Petting dedicata a cercare di venir fuori dai guazzabugli in cui lautore si invischiato nelle due sezioni precedenti e a cercare di relativizzarne i problemi. Il male, dunque, esiste. Non solo: una necessaria conseguenza della titillazione; infatti, se luniverso funzionasse come quel mondo perfettissimo che si dice sia lEssenza, il male non avrebbe modo di esistere; ma dal momento che esiste, se il modus tollens non ci inganna, ci devessere qualcosa che inceppa i meccanismi della titillazione, scombinando verit di ragione e verit di fatto. Van Petting ritiene che il problema sia drammaticamente insito nel clitoridismo e non derivi piuttosto dalle sue successive interpretazioni, e dedica quindi uno scolio ad una proposizione sullesistenza del male ad analizzare dei paragoni sici e a interrogarsi sul meccanismo di questo problema191. Immaginiamo dunque che tale titillazione sia come unoscillazione che con il tempo si afevolisca per lintervento non di un ente esterno, bens per sua propria natura. Come noto dalle questioni meccaniche, ci porterebbe presto o tardi alla stasi completa, al fermarsi del titillare; quindi, giacch male lassenza del titillare, luniverso intero sarebbe come un morto, e pervaso ovunque da un inestricabile male. Ci non pu essere, con tutta evidenza: la piccola perfezione di ogni vivente in s un urlo che riuta una sorte simile. Dio stesso potrebbe non essere pi, e questo altrettanto impossibile, essendo tra i suoi attributi quello di essere eterno ed immutabile e di non esser vittima della casualit, ma solo della necessit192 Per salvare la situazione van Petting introduce una condizione retticatrice e vi si applica per tutta la quarta sezione del suo trattato. Si tratta di una condizione necessaria, naturalmente, e anzi essa stessa testimonianza dellesistenza divina e dellintervento di Dio nel mondo, ivi inclusa tutta la parafrenalia di incarnazione, redenzione e passione. Vedremo subito di cosa si tratta, ma prima dobbiamo fare un rapido preambolo per spiegare come sia fatto luniverso di van Petting, secondo le sue stesse parole, e come si debba comportare. 4. Il mondo sico. Il moto perpetuo. Nelluniverso titillante di van Petting necessario, secondo lautore, individuare certe orbite lungo le quali ogni cosa arriva a destinazione nel pi breve tempo possibile. La praecocitas che in epoca contemporanea vista come un problema, per lEssere titillante, non era dunque tale nella concezione dei pensatori del XVII secolo: ricordiamo che van Petting lunico tra i letterati e gli studiosi di quel periodo ad affrontare il clitoridismo non solo da un punto di vista siologico ma anche e soprattutto in chiave ontologica ed etica, sicch le sue considerazioni assumono un valore
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Impresa pressoch impossibile, tant che tutti i commentatori contemporanei si sono chiesti: come pu uno scolio arginare il male?
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Dispute successive sulla sua eventuale passione per il gioco dei dadi non intaccano il solido edicio del clitoridismo, che regge anche agli sviluppi teorici della sica e dellepistemologia del Novecento, come abbiamo visto nel capitolo 6. 69

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anche dal punto di vista losoco. Queste pseudogeodetiche dellEssere, ossia le traiettorie pi brevi193 che lEssere deve compiere per il raggiungimento dell, sarebbero una caratteristica della geometria delluniverso stesso194, e van Petting spiega con due paragoni distinti che proprio luniverso a seguirle, e non solo i corpi limitati e imperfetti in esso immersi: Pu luniverso, nel suo titillare, non seguire le stesse regole che esso pone per le sue parti? Noi diciamo che non pu, poich non ne ha ragione sufciente: cos come un uomo non pu vivere, se non vivono le sue membra e la sua anima, cos come di una ruota non si pu dire che rotoli, se tutte le sue parti non ruotano (e intendo dire naturalmente che esse ruotano a turno, poich la parte della ruota che a contatto col suolo ferma). Luniverso di van Petting dunque concepito come una macchina in cui le traiettorie privilegiate sono quelle che permettono il raggiungimento della meta nel minore tempo possibile. Era gi noto ai tempi di Galileo che una sfera, per raggiungere un punto B da un punto A, impiega meno tempo muovendosi lungo un determinato arco piuttosto che in linea retta; il problema fu poi formalizzato da Johann Bernoulli alla ne del Seicento e la curva prese il nome di brachistocrona, ossia letteralmente del tempo pi breve. La risoluzione del problema195 fu trovata indipendentemente da Leibniz, Newton e de lHpital, ma ci avvenne dopo la morte di van Petting, che quindi dovette considerare la curva come esistente pur senza sapere, matematicamente e sicamente, come essa fosse fatta. Ecco dunque luovo di colombo per ripristinare leternit della titillazione e limpossibilit della vittoria nale del male (e quindi della morte di Dio): Io immagino dunque che luniverso, questo libro che abbiamo innanzi a noi scritto in linguaggio matematico, sia come una macchina che si muove tramite meccanismi a noi parzialmente noti e parzialmente sconosciuti, un continuo gonarsi di vapori e sati, e un vorticare di ingranaggi e pulegge, tutto mosso per in armonia tale e siffatta, che non ci accorgiamo del suo movimento; e pure, movendosi, e titillando, i suoi palpiti sono talmente brevi che la sua perfezione non si degrada. Io chiamo questa macchina, che affermo invero di saper ricostruire in modello, o perlomeno di darne un disegno cos chiaro che il suo funzionamento risulti evidente, macchina del moto perpetuo delluniverso, anzi per meglio dire perpetuum mobile sub specie clitoridea.

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Parliamo di pseudogeodetiche perch van Petting non considera lo spazio, quanto il tempo; il concetto di geodetica come adesso lo intendiamo gli , per necessit di cose, del tutto estraneo.
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In un mondo ampiamente pre-riemanniano le speculazioni di van Petting hanno davvero dellincredibile.

Adesso sappiamo che la brachistocrona altro non che un arco di cicloide, curva gi nota a Nicola Cusano e cos denominata da Galileo Galilei. La cicloide la curva generata da un punto sso su una circonferenza che rotola (senza strisciare) su una retta. Paradossalmente, lidea sarebbe potuta venire in mente anche a van Petting, dal momento che nel suo lavoro fa riferimento proprio ad una ruota che gira e ai punti sulla circonferenza. 70

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Per rimediare ad una fallacia logica van Petting introduce quindi un secondo errore, cio la macchina del moto perpetuo; questa del resto fu chimera accarezzata da molti altri prima e dopo di lui e denitivamente messa in softta, in quanto sicamente impossibile, soltanto con la teoria termodinamica nel XIX secolo. La macchina di van Petting non manca di ingegno: il moto delluniverso causato da un alternarsi ritmico di tumescenze e detumescenze, con lafusso di pneumi e linterruzione del loro scarico con susseguente aumento della pressione, quasi come se luniverso, alla stregua di un corpo umano, subisse una contrazione tonica delle arterie e delle cellule muscolari; il tutto modulato nelle quattro fasi della titillazione clitoridea, le cui tempistiche vengono strettamente rispettate. Con tutto ci non riesce comunque ad evitare di affrontare il grande argomento dellesistenza del male, ma lo conna a brevi, impalpabili battiti (oggi diremmo: di misura nulla) che non intaccano limmensit del bene, del piacere e di Dio. Prima di avventurarci oltre dobbiamo ancora fare una piccola sosta sul perpetuum mobile sub specie clitoridea. Van Petting non ci ha lasciato disegni, ma soltanto alcuni calcoli abbozzati sulle orbite e sul funzionamento della macchina-universo. A questo proposito, quando avevamo appena intrapreso le ricerche abbandonate da Davies, ci arrivata una mail da suo fratello Scott, il matematico. Si metteva a disposizione per fornirci tutto il materiale recuperato da Graham, anche e soprattutto quello rimasto inedito, e poi ci dava qualche ragguaglio sui lavori di van Petting. Scott Davies ha speso gli ultimi anni della sua vita ( morto lanno scorso) a cercare di vericare se quelli di van Petting fossero sistemi integrabili196 , e innanzitutto se si trattasse o meno di moti centrali197 (si stima di s, ma la congettura non stata ancora dimostrata), il che ci fa comprendere limportanza del clitoridismo e delle sue derivazioni anche in campi cruciali della meccanica analitica. Questo non ci aiuta molto nella speculazione sulla teodicea n nellanalisi ulteriore dellEtica, per indicativo della fertilit intellettuale che il losofo ateniese si trascina dietro a distanza di quasi venticinque secoli dagli anni in cui scrisse i suoi lavori: Clitoride tuttora un aiuto e un vivido pungolo nella vita quotidiana di un numero crescente di studiosi, interessati e gente comune, pi di quanto sarebbe lecito aspettarsi da parte di un autore che ci ha lasciato cos poco, ma che si rivela terreno fertile per le indagini del pensiero di ogni epoca. Anche Scott Davies ci ha aiutato ancora. Anzi, possiamo proprio dire che se siamo arrivati a mettere le mani su questo fondamentale manoscritto il merito in buona parte suo, che ha corretto e completato le ricerche di suo fratello Graham. Non ci resta allora che raccontare la ne della nostra lunga avventura a caccia dellinafferrabile Clitoride, del viaggio lungo secoli che partito nellAtene periclea, si incuneato a Costantinopoli e ha resistito alloblio e alle maldicenze; e inne, sotto la minaccia della pomice degli amanuensi e scampando a misteriosi tentativi di furto, arrivato in incognito in un oscuro monastero sulle Alpi, dove lo abbiamo svegliato da un lungo sonno per restituirlo allamore e alla conoscenza dellumanit.
196

Questione spinosa, quella dellintegrabilit dei sistemi di van Petting, a causa della vaghezza del testo originale. La comunit matematica ci sta ancora lavorando. La possibilit di ricorrere eventualmente a metodi asintotici al vaglio.
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Nel qual caso sarebbe stato possibile trovare degli integrali primi: detto H lhamiltoniano, M il momento angolare e scelta arbitrariamente lasse z del sistema di riferimento, si conservano e sono a due a due in involuzione (ossia la loro parentesi di Poisson nulla) le quantit M, Mz e H. 71

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14. Della ne di questo viaggio.


Cominciammo a interessarci di Clitoride verso la met del primo decennio del secolo grazie ad un seminario cui partecipammo in Francia. Gli studi sul losofo ateniese erano da tempo approdati ad un punto morto; dopo aver fatto qualche ricerca scoprimmo che a livello accademico non se ne stava occupando a tempo pieno nessuno. Spinti da quelle curiosit che a volte ti prendono senza motivo e ti sfrigolano dentro come una piccola brace ci prendemmo un anno sabbatico e ci mettemmo a recuperare tutto il materiale disponibile su di lui. Dopo qualche tempo arrivammo agli studi di Davies. Non avevamo ancora nessun contributo originale da proporre ma, sperando di risollevare linteresse nei confronti di Clitoride, pubblicammo un breve articolo su una rivista non di primo piano, il Journal of Deep-minded Philosophical Studies di Boston, intitolandolo Pictures from an Inhibition - the mostly unknown controversy about Clitoridis, in cui facevamo il punto sulla situazione e lanciavamo alcune domande sulle sorti del clitoridismo contemporaneo. Naturalmente, oltre alle risposte di altri eminentissimi studiosi, ci aspettavamo anche che arrivasse qualcuno a sovvenzionare economicamente le nostre ulteriori ricerche, nel caso ci fossimo spinti al di l delle colonne dErcole dellindagine su Clitoride, ossia riuscire a dare una parola denitiva sulle sorti dellEtica. Altrettanto naturalmente, il tentativo si rivel essere un buco nellacqua. Fu soltanto un paio di anni dopo, nellottobre del 2009, che ci arriv unemail da parte di Scott Davies. Ci eravamo gi quasi scordati di Clitoride, quindi fu con crescente sorpresa ed eccitazione che la leggemmo: Mi chiamo Scott Davies, faccio il matematico e sono il fratello di Graham Davies, che ha dedicato la sua vita a inseguire quella che ritenevo essere una sciocca ossessione, ossia la ricerca dellEtica perduta di Clitoride di Atene, o di quel che ne resta.. Non mi si fraintenda: io stesso non faccio altro, sono ossessionato dai numeri e dallalgebra; ma quella di Graham mi sembrava del tutto avulsa dal mondo reale, al contrario della matematica, che la struttura stessa delluniverso. Quando mio fratello mor, fui io a prendermi carico dei suoi appunti e dei suoi lavori. Vi confesso che non ci avevo fatto caso no a che circa sei mesi fa non ho avuto modo di leggere il vostro articolo su Clitoride, avendo trovato la rivista in casa di un amico e collega; mi scuso per il ritardo con cui vi scrivo, ma quello che ho da dirvi spero mi giusticher e mi far ampiamente perdonare. Ma tu guarda mi sono detto esistono degli altri pazzi che si occupano delle cose di cui si occupava Graham. Ho ripreso in mano tutti gli appunti di mio fratello. Li ho studiati come linvestigatore che cerca il colpevole di un delitto e al contempo come il matematico che cerca lerrore in una dimostrazione. E credo proprio di averlo trovato, questo errore: Graham ha fatto tutto alla perfezione, tranne lultimo passo, ossia lindividuazione del monastero dove si troverebbe il fantomatico manoscritto, quello dove andato lavventuriero inglese prima di morire. Credo anche di aver capito qual il posto giusto, a questo punto. Preferirei che ne parlassimo di persona, se ve la sentite di dare credito a un vecchio che si messo a giocare alla caccia al tesoro con assoluta impreparazione storica e

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lologica. So di essere un dilettante, in materia. Ma penso di poter essere utile. Graham avrebbe detto che nalmente sono ammattito pure io per questo Clitoride. Due giorni dopo, visti alla mano, eravamo in viaggio alla volta di San Francisco, con scalo a Francoforte e Washington. Incontrammo Scott Davies a casa sua ancora mezzo tramortiti dal lungo volo, ma limpazienza era tanta. Davies era un anziano signore corpulento, con dei grandi occhi. Capimmo subito come mai aveva chiesto che fossimo noi a venire da lui: si muoveva su una sedia a rotelle. Da cinque anni, ormai. Riesco ancora a mettermi in piedi, se mi sforzo. Ma faccio sempre pi fatica. Venite, venite: sarete ansiosi di sapere cosa ho da dirvi, e anche io sono ansioso di parlarne. Siamo in cos pochi ad apprezzare Clitoride, che non sai mai a chi parlarne senza essere preso per uno svitato! Ci fece accomodare nel suo studio, dove trovammo posto a stento in mezzo a libri e carte sparpagliate ovunque. Ci offr del caff che bevve con noi. Sono sempre stato disordinato sorrise, ammiccando allindirizzo della gran confusione che regnava nello studio forse per questo che riesco ad orientarmi facilmente attraverso i guazzabugli. Ci ho fatto labitudine! Fu un incontro cordiale. Davies si commuoveva ancora parlando del fratello. Eravamo distanti, ma gli volevo bene. Avevo sempre pensato che... beh, mi capite. Chi pu spendere la propria vita a occuparsi di un Clitoride qualsiasi, oggigiorno? la gente vuole altro. Anche gli amanti del genere di nicchia, anzi soprattutto quelli, un Clitoride non lo apprezzerebbero. Troppo allegro, troppo sfacciato nel suo naturalismo. No? Io sono solo un profano. Non conosco a fondo questo losofo e con let che ho non penso proprio riuscir a saperne di pi. Cos ho pensato che se voi che siete ancora giovani riusciste a portarlo alla ribalta, come si dice, ecco, sarebbe una gran cosa... un omaggio a Clitoride e anche a tutti quelli che ci hanno dedicato la vita nelloscurit, sommersi dal pudore e dalla ritrosia. Dopo questo preambolo ci illustr i risultati delle sue analisi sulle ricerche di Graham. Non so nemmeno come abbia fatto a commettere un errore simile: probabile che sia inciampato sul sentiero, come i migliori alpinisti che non hanno problemi sulle pareti pi difcili ma si perdono per una distrazione. Dice di aver trovato una pagina del diario dellavventuriero inglese in cui questo descrive sommariamente il monastero in cui si era rifugiato. furbo, linglese: con ogni probabilit non vuol essere rintracciato, vuole lesclusiva del suo rapporto con Clitoride, o almeno non vuole dare troppi aiuti a chi dovesse scegliere un giorno di ripercorrere i suoi passi: si comporta come un amante geloso. vecchio e malato e sente che non potr continuare a viaggiare ancora per molto; inoltre, si pentito del furto compiuto ai danni del monastero sul Mar Nero. Ha ancora con se i documenti rubati, o almeno questo ci vuol fare credere. Ed sempre alla ricerca dellEtica. Ad un certo punto ritiene di averla individuata e per questo va a farle visita, come si farebbe con una vecchia amica; lascia i documenti nel monastero dove si trova lEtica e lo fa per mettersi in pace con la coscienza. Fin qui era storia nota: Graham Davies aveva cercato invano nel monastero di A. e la ricerca era morta l. Mio fratello pensava che linglese ci avesse ripensato, o che lEtica fosse comunque andata persa. Io mi sono fatto unidea diversa. Scott Davies ci mostr il diario di Graham in cui questi aveva riportato il resoconto dellavventuriero, al quale era arrivato, come diremo in seguito, dopo molto penare. Vedete? Non d una descrizione precisa: una serie di
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metafore, quasi fosse un gioco enigmistico. Dice che lEtica lha trovata, il bene sotto al male: qui Graham si era convinto che linglese alludesse al fatto che vi era stato scritto sopra qualche trattato di teodicea dagli amanuensi del convento; e quanto allubicazione del monastero, lEtica arriv in questo monastero, luogo freddo e aspro, dove cera quel famoso abate Berengario. Non viene scritto per esteso il nome del luogo: Berengario fu effettivamente abate di un monastero sui Vosgi, circa un secolo dopo che lEtica era stata portata via nel sacco di Costantinopoli, ed qui che andato a cercare Graham. Ma io mi chiedo: e se vi fosse un altro monastero, da quelle parti, che abbia avuto un abate Berengario? Mio fratello lo ha escluso, ma anche vero che non ha mai condiviso le sue ricerche, quindi ci che a lui pu essere sfuggito, un altro avrebbe potuto notarlo Detto ci, Scott Davies tacque. Rimanemmo un attimo in attesa, sperando che dovesse dirci qualcosaltro. Invece, niente. Ci aveva contattati e fatti venire l soltanto per comunicarci unipotesi. E unipotesi che non stava nemmeno troppo in piedi! Ore e ore di viaggio con lillusione che il clitoridismo potesse trovare nuova linfa si scontravano con una realt talmente amara che non avevamo nemmeno la forza di adirarci. Davies ci guard con quei suoi occhi grandi. Allimprovviso scoppi a ridere, proprio in faccia al nostro sconcerto. S, ho scherzato. C dellaltro. Qualcosa a cui Graham non aveva pensato, e mi domando perch. Mi sono peritato di fare delle indagini sullabate Berengario. Era uno studioso, un dotto, e come ben sapete era piuttosto noto e stimato allepoca: per questo linglese lo chiama famoso. Ho vericato anche che non trascorse tutta la sua vita nel monastero di A., dove fu abate. Per un certo periodo della sua vita fu a D., sulle Alpi francesi, in un piccolo convento benedettino che tuttora in piedi e ci allung un biglietto dove aveva scrupolosamente annotato il recapito e io ritengo pi che plausibile che lEtica si trovi l. Gliene chiedemmo il motivo. Perch Berengario, sin dallinizio della sua vita monastica, fu un copista; e fu anche, in seguito e per breve tempo, il bibliotecario di A., prima di diventarne labate. Linglese lo chiama labate perch questo il titolo con cui Berengario noto alla storia, ma i suoi contatti con lEtica risalirebbero a tempi precedenti, cancellati poi dalla sua carriera alla guida dellabbazia di A.. Era un monaco molto intelligente e molto colto. Conosceva il greco. Discettava di losoa. Ed era anche ricco di arguzia e di autorevolezza: si sarebbe dimostrato allaltezza di quel che era stato secoli addietro un Odilone di Cluny198 , se solo avesse potuto o voluto e ...beh, se solo il suo monastero fosse stato Cluny, naturalmente, e non un oscuro convento; ma la tempra ci sarebbe stata, invece per tutta la vita fu come frenato nei propri intenti, frenato dal non voler strafare. Gli avversari lo ricordano per la sua scarsa umilt e il suo amore per il vino, ma lo dileggiano: le sue inibizioni erano reali. Per questo ritengo verosimile che avesse letto lEtica: non si pu mai dire quanto la scoperta di Clitoride possa avere un effetto destabilizzante su un monaco vincolato ai voti di castit e obbedienza Era vero. Scott Davies si vers dellaltro caff e prosegu: Ho preso contatto con il monastero di D. e ho avuto dei nuovi indizi. Nella loro biblioteca conservano alcuni codici: in uno, risalente al XIV secolo, ossia lepoca di Berengario, ci sono due
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Odilone di Mercoeur (961 o 962 - 1049) fu abate di Cluny per cinquantacinque anni. Di nobile famiglia, fu autore della riforma cluniacense e innalz labbazia a vette di potenza e splendore, mantenendo ottimi rapporti con gli imperatori che via via si avvicendarono durante il periodo in cui resse. Le sue vicende vennero narrate dal biografo cluniacense Jotsaldo e quindi, in forma pi breve, da Pier Damiani. 74

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quaestiones disputatae di Tommaso dAquino, la de virtutibus e la de malo. Ricordate le parole dellinglese? il bene sotto il male. Non era solo una frase ad effetto, che sarebbe suonata anche piuttosto dozzinale nella sua banalit. Graham laveva intuito. Io dico che sotto a Tommaso si trova Clitoride. Non varrebbe la pena cercare? Forse Berengario stato a D. quando era gi bibliotecario in A., forse fu allinizio come copista: o ancora, visto che la fondazione di A. segue di una decina danni il suo arrivo in D., vi si trasferisce per diventarvi abate; mentre in D., copia o fa copiare lopera di Tommaso. Forse ha letto Clitoride, ne rimasto sconvolto, e ha riciclato la pergamena proprio con lopera che meglio sembrava emendarla. O forse qualcun altro gliene ha parlato, e lui ha provveduto a farci scrivere sopra - o a scriverci egli stesso - Tommaso. Morale della favola: Clitoride scompare, almeno in apparenza. Sembra una sciocchezza, eh? Roba da non credere. Ma arrivati a questo punto, fossi in voi ci proverei. Le fantasie di Scott Davies erano probabilmente esagerate. Ma il colpo di teatro stava comunque per arrivare: una volta tornati in Europa e recatici di persona nella cittadina di D., ci confermarono che lultima ipotesi che il matematico aveva avanzato era quasi del tutto corretta: Berengario fu effettivamente bibliotecario anche in quel monastero, prima di trasferirsi nella neonata abbazia di A., che in breve sarebbe diventata molto pi grande della madre, in D., la quale a sua volta sarebbe andata rapidamente declinando, pur se tuttora sopravvive. In quegli anni lEtica di Clitoride era arrivata in D., proprio come aveva scritto linglese. Dove Davies si era sbagliato era nello stabilire il ruolo di Berengario: dalla documentazione trovata nel monastero non trovammo traccia di un qualsiasi interessamento del futuro abate per lopera di Clitoride, che venne sovrascritta con ogni probabilit addirittura dopo la sua morte nel 1328. Quindi ci eravamo trovati nel posto giusto dopo aver seguito una pista sbagliata. Dobbiamo ora aprire un inciso sullavventuriero inglese e sui documenti che trafug sul Mar Nero, dei quali il monaco custode aveva dato a Davies una succinta descrizione ritenendoli di scarso interesse per la ricerca. Il custode non era stato del tutto sincero: linglese vi aveva trovato qualche utilit, anche se non ci sar mai dato di scoprire in che modo se ne serv. Di questo personaggio non si conosce nemmeno la vera identit; si sa che era poliglotta e dai modi affabili, ricco di famiglia e dedito alloppio in pi di unoccasione; probabilmente glio di un diplomatico e bene introdotto in molti ambienti. Fonti afdabili lo danno come spia nella guerra di Crimea sotto il nome di Virgil Forster e nel 1870 pare abbia seguito a breve distanza la spedizione di Schliemann in Anatolia, fornendo alle autorit un passaporto svizzero dal quale risulta che si facesse chiamare Leo Kiesler. In entrambe le occasioni dunque fu vicino al monastero sul Mar Nero, come un animale che ha utato la preda. Il furto risale al 1874 o al 1875, quando -sono le parole riportate da Graham Davies- il suo aspetto ne faceva stimare let attorno ai sessantanni. Le sue tracce si perdono nel 1884 in Francia. Allepoca era noto con il solo nome di battesimo e tutti lo chiamavano Monsieur Cdric e aveva dei folti baf grigi e amava i gatti e viveva dal 1881 a pensione da una vedova, Madame Sagnac, in una zona di Parigi in cui le luci della citt si facevano lente e peciose. Un altro dei pensionanti, un certo Guillaume Vallin, che vivacchiava scrivendo per il teatro, lo descrisse come
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un vecchio alto e dalla pelle insolitamente liscia, in cerca di donne che non sarebbero pi arrivate, triste e in fuga dal mondo. molto garbato: non saprei per se darmi di lui. Talvolta mi parla dei suoi viaggi e ho limpressione che inventi geograe a me sconosciute, paesi dove vivono sogni e creature fantastiche, al di l dellintelletto e della ragione, e in questi luoghi sempre notte e lui sta sempre fuggendo, sotto una tempesta di neve straziante e sempre uguale199 . Nella sua stanza ha un baule ricolmo di stracci e vestiti di strana foggia e ricordi, come se avesse saccheggiato un teatro oppure diverse vite, e bene avvolto in panni morbidi un servizio di posate dargento che forse si risolver a dare in pegno quando i suoi averi dovessero nire; a proposito, gli arriva una modesta rendita di cui non sono riuscito a scoprire lorigine e di cui lui stesso non parla, abbassando gli occhi ogniqualvolta qualcuno vi fa cenno e allora mostra un certo rimorso o vergogna - questa una mia congettura. Ha alcuni documenti, tra gli stracci, cui sembra essere affezionato, e sono molto antichi. Un giorno me li ha fatti vedere: piangeva, aveva voglia di condarsi, tant che ho temuto per la sua salute, o che fosse ubriaco della cattiva acquavite che ci danno qui, o addirittura che avesse trovato del laudano, quello stesso di cui mi raccontava daver fatto uso in giovent. Ho cercato di leggere i documenti ma non li ho capiti perch erano in latino. Lui allora mi ha detto che raccontavano una storia, una storia per arrivare a qualcosa a cui teneva particolarmente (non ho inteso se si trattasse di un libro o di qualcosa di simile), e che lui non laveva trovato, e che nessuno lo avrebbe trovato e che lui sarebbe comunque nito allinferno per i suoi peccati, ma che s, un giorno lavrebbe trovato di certo, cos doveva essere, avrebbe risolto lenigma, e a questo punto il suo racconto si fatto sconnesso, balbettava tra le lacrime come un ragazzo, tanto che mi sono risolto per aiutarlo a mettersi a letto: aveva una febbre altissima, ma quando gli ho detto che avrei chiamato il medico la sua voce tornata ferma e stentorea e mi ha risposto che non lavrebbe potuto pagare, e che lindomani si sarebbe sentito meglio. Le cose sono andate poi come aveva profetizzato: la mattina seguente era tornato in forze. Episodi simili non si si sarebbero pi vericati, stando a quel che scrive nelle sue carte Vallin. Linglese lasci la pensione alcuni mesi dopo -siamo nellautunno del 1883- senza lasciare un recapito n un saluto. A questo punto plausibile che avesse decrittato i documenti rubati (dopo dieci anni!) e che, alla smaniosa ricerca dellEtica, si fosse diretto verso il monastero per cercare di espiare le sue colpe, ossia per cercare di mettersi a posto la coscienza restituendo i documenti a degli uomini di Dio. E, naturalmente, per trovare Clitoride. Nel 1884 cronache locali di un paesino della Lorena riferiscono del lascito di una discreta somma in franchi-oro che un distinto e attempato nobile inglese, sir Walter Danbury, ha donato alle Sorelle di Maria Ausiliatrice. Nessun sir Walter Danbury risulta nei registri dOltremanica in quellepoca: vi sono pochi dubbi sul fatto che si tratti dellennesimo travestimento del nostro avventuriero e ladro. Con questultima
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Ci riecheggiano cos nella mente i primi versi di una poesia di Paul Vrlaine tratta dalle Romances sans paroles (1872-73): Dans linterminable / ennui de la plaine / La neige incertaine / Luit comme du sable. // Le ciel est de cuivre / Sans lueur aucune / On croirait voir vivre / Et mourir la lune. 76

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apparizione perdiamo di vista i documenti che aveva rubato; linglese mentiva, quando diceva di averli lasciati nel monastero. Smarriti, andati distrutti, sottratti da qualcuno, comunque fosse andata la vicenda avremmo dovuto fare come Graham Davies: ripartire alla ricerca dellEtica senza speranza che quelle carte potessero aiutarci. Seguendo invece lintuizione di Scott Davies fummo in grado di risalire al monastero in cui lEtica si trovava, e verso il quale era diretto linglese; sappiamo che vi soggiorn, ma non sappiamo quando; sappiamo anche che non vi mor. Nel 1884 si perdono le sue tracce. Sped il proprio diario in Inghilterra ad un duciario (fu cos che Davies, dopo estenuanti indagini, lo trov). Tra le altre mille riessioni, nessuna delle quali utile a fornirci indizi sulla sua vita, vi aveva scritto per quanto era riuscito a leggere nel manoscritto: ossia ben poco, ma abbastanza per capire che Clitoride si trovava sepolto sotto lopera di Tommaso. Purtroppo per lui non aveva alcun mezzo per riportare alla luce loriginale greco, poteva solo capire che era l, inaccessibile, e che non sarebbe stato lui a leggerlo, ma qualcun altro dopo di lui. Combattuto tra la propria vanit e il desiderio di rendere realmente Clitoride accessibile a tutti, sul diario dette le coordinate del monastero sotto forma di indovinello; centanni dopo, Graham Davies non sarebbe stato in grado di venirne a capo correttamente. Virgil Forster, o Leo Kiesler, o Walter Danbury, o Monsieur Cdric o come realmente si chiamasse usc di scena ad un passo dalla sua personale vittoria. Il mistero dellEtica rimase irrisolto. Una volta giunti a D. potemmo nalmente esaminare il palinsesto incriminato: in quello che stato catalogato come folio 18, sul recto, si intravvedeva in chiara luce ci che aveva fatto saltare sulla sedia linglese. Sotto alla quaestio disputata de malo, sotto alle poche righe citate in apertura di questa nostra apologia clitoridea, si leggevano chiaramente alcune lettere greche: addirittura parole complete, quali linequivocabile e . Ci prese un tuffo al cuore. Clitoride era l. Il passo successivo fu ottenere il permesso per portare il manoscritto fuori dallabbazia per farlo analizzare, in modo da poter leggere tutto il testo di Clitoride senza danneggiare, ovviamente, quello di Tommaso: un tempo si sarebbe cercato di riportare alla luce il testo originario con la galla, o pi avanti con bisolto di ammonio, o con altre diavolerie che avrebbero danneggiato la pergamena in maniera forse irreparabile. inutile dire che avremmo dovuto procedere altrimenti. Il palinsesto era, per nostra fortuna, in buono stato di conservazione. Gli sbalzi di temperatura e di umidit cui era stato sottoposto nel corso dei secoli non avevano danneggiato eccessivamente i pigmenti; tutto quel che restava da fare era sottoporlo a scansione digitale e acquisirlo al computer: le tecniche richieste sono molto sosticate e si basano sullanalisi multispettrale di immagini200 . Il lavoro ha comportato anni di dedizione assoluta; nalmente possiamo parlare dei risultati ottenuti e quello che abbiamo trovato , nientemeno, la parte conclusiva dellEtica di Clitoride. Alcune parti le conoscevamo gi, come lormai famoso chi viene, viene; solo chi viene, vive, e solo chi davvero venuto, davvero vissuto. Quanto segue invece totalmente inedito e lo riscopriamo ora, agli albori del XXI secolo, dopo che rimasto sepolto per pi di seicento anni.

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Negli stessi anni e con le stesse tecniche fu possibile recuperare il Codice C di Archimede; stato a questa esperienza che si ispirato il recupero dellEtica di Clitoride. 77

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Pari al nocchiero che, nella tempesta, soffre nel cercare di mantenere salda la guida della nave, ma al contempo si compiace di questo dolore e anzi, irride gli di; e con insolenza li dileggia, chiedendo che gli riservino ancora altri tormenti perch vuol sentirsi sapiente e impavido, mentre la sua nave squassata geme nei utti, rischiando di spezzarsi e affondare; cos luomo che si dice contento di non provare piacere, di non essere quindi completo. Stolta e vana arroganza201 , sia questa che quella! Perch tale leccesso, che il desiderio disonorevole del proprio appagamento fa andare luomo oltre alla ragione e alle regole della natura202 e oltre a ci leccesso diventa ne e causa di s stesso. V dunque chi si compiace di tanta molle inettitudine ad affrontare la vita, e come quel nocchiero insulta Poseidone lEnosigeo, domatore di cavalli e salvatore di navi, che fa sussultare la terra e il mare infecondo203, e la chiama virt, o peggio, la chiama saggezza. Quanto lontano, costui, dalla dolce perfezione del titillare! Quanto spreca la vita che passa, rendendola cattivo teatro! E questi suoi sgraziati lamenti, quanto pi egli si convince di essere losofo, altro non sono che il verso di un animale, la smora di un idiota. Noi, che spesso conduciamo una vita privata, quando la citt non ci chiama a servirla, ridiamo degli sforzi e della stoltezza di questi uomini che si servono delle disgrazie come se fossero un ornamento, o come se fossero un unguento muliebre, dileggiando cos ad un tempo le donne e gli uomini che nella tempesta cercano invece di rimanere se stessi e di sopravvivere no a quando il mare si placa e si torna a vedere la riva della dolce terra. Per questo dico che simili uomini non conoscono la titillazione del cosmo e si perdono in battaglie di poco conto, o ancora vivono nella nostalgia per delle passate illusioni; noi che la conosciamo, sappiamo accettare, sappiamo curarci solo di quel che necessario curarci, e ridere del resto, ch la morte sempre cos vicina da non lasciarci tempo di essere loso che parlano del nulla o poeti che ne cantano. Giacch, come tutti intendiamo, come si pu parlare del nulla204? Vale dunque la pena occuparsene il meno possibile ed essere felici.
201

Il testo riporta il classico termine . argomentazione si avr in Platone, Fedro, 238a.

202 Analoga 203

Per gli epiteti cfr. Inni omerici, XXII, vv 2 e 5. Una curiosit riguardo a Poseidone: Clitoride ha un nome che ricorda quello di Clito, fanciulla di Atlantide che dette dieci gli al dio degli oceani, tra i quali Atlante. Per questo mito vedi Platone, Crizia, 113d-e.
204

Clitoride non poteva ovviamente sapere che largomento nulla sarebbe invece diventato lelemento discriminante degli attuali dibattiti televisivi e di molta losoa continentale contemporanea, sia nelle vesti di contenuto che in quelle di metodologia: in ci fu nobilitato, tra laltro, dal De nihilo di Charles de Bovelles (1510) e, addirittura cinque secoli prima, dalla breve dissertazione De nihilo et tenebris (secondo altri, il titolo sarebbe De substantia nihili et tenebrarum) di Fredegiso di Tour, che sostanzializz il nulla gi nel IX secolo. In sintesi, il diacono Fredegiso d una dimostrazione grammaticale dellesistenza del nulla: sostiene che nulla sia un nome nito, e che come tutti i nomi niti signichi qualcosa; e, poich ogni signicante correlato a ci che signica, allora nulla qualcosa che esiste. A seguire, Fredegiso ricorda che la Chiesa insegna che Dio cre la terra, lacqua, laria e il fuoco, insieme alla luce, agli angeli e allanima delluomo, dal nulla. (Fredegiso di Tours, De nihilo et tenebris, in Patrologia Latina, a cura del Migne, 1855, tomo CV, coll. 751-756); quindi questo nulla qualcosa di grande e indenito che la mente umana non riesce a comprendere, pur non avendo argomentazioni per riutarlo. In termini clitoridei si potrebbe chiamare questo ragionamento titillare a vuoto, se non fosse che il termine vuoto richiama analoghe dispute ontologiche almeno dai tempi di Aristotele, risolte solo da Torricelli nel 1644. 78

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Cos si conclude lopera pi sfuggente della losoa antica, in modo schietto e sferzante come devessere stato il suo autore. Le dotte dissertazioni scolastiche di Tommaso sul male che vi sono state sovrascritte sembrano dun tratto perdere di sostanza malgrado il solido impianto logico che invece spesso difetta allateniese. Non un caso: di fronte alla potenza del titillare ci si sente spesso inermi e svuotati, con un senso di vertigine che muta ora in ebbrezza, ora in commozione, e del quale Clitoride stato linterprete insuperato. Il manoscritto, sottoposto a cure conservative, fa sfoggio di s sotto una teca appositamente predisposta, aperto alla pagina su cui stato ritrovato il primo paragrafo della conclusione dellEtica. Per il momento visionabile soltanto dagli esperti e da alcuni ospiti selezionati ed stato per tutti fonte di grande emozione; per questo motivo lallestimento di una mostra aperta al pubblico potrebbe essere la chiave di volta per dare al losofo la diffusione che merita. Lateniese si sarebbe imbarazzato di tanta dedizione, attento comera a vivere con riservatezza, lontano dal clamore. Ma al contempo avrebbe potuto ripetere le parole che rivolse a Melisso nella seconda delle lettere a noi pervenute: Le virt e il piacere appartengono solo agli uomini civili, e a quelli fra loro che non si curano di essere troppo desempio per gli altri. Ma prima che la tua felicit invecchi, rischiando di renderti agro come laceto e oggetto non pi di disinteresse bens di scherno, puoi fermarti e lasciare che essi ti guardino e silludano di trovare in te una morale che essi stessi si sono inventati. Cos, senza scopo, nasce la poesia e muore luomo, cos scorre dolcemente leterno titillare del mondo. Se immaginiamo Clitoride che, mescolato ai visitatori, osserva la sua Etica nalmente disvelata, da dietro al suo cappuccio non ci stupiremmo di vederlo sorridere.

15. Dello statuto ontologico di Clitoride di Atene.


La scoperta della parte nale dellEtica ha suscitato clamore e ancora prima che il restauro del testo fosse completato il lone del nuovo clitoridismo ha cominciato a produrre nuovi spunti. Tutti i lavori, che siano losoci, letterari o scientici, vengono raccolti in una rivista trimestrale, gli Analecta Clitoridea. Cominci tutto mentre eravamo a cena da Manlio Rizzo Frari, losofo della scuola di Lo Piccolo, insieme al medievista Gherardo Rinaldi e al losofo della scienza Gianni Maria di Castro, e noi due (chi scrive) fummo testimoni di un dialogo serrato tra i due ospiti e il padrone di casa. Le lampade mandavano una luce gialla a sbalzare le ombre sulla frutta. Rinaldi centellinava delluva allungato sul tavolo mentre di Castro, accanto a lui, poggiava le labbra su un vino passito. Non si pu presentare il lavoro senza unadeguata introduzione attacc Rizzo Frari,

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che invece ha sempre il difetto di inlarsi nelle conversazioni partendo dal mezzo oppure, viceversa, di divagare allinnito nei preamboli. Rinaldi smise di centellinare luva e si mise allascolto. Se di questo losofo si deve parlare, a un aspetto preliminare dobbiamo interessarci. Molti uomini tuttora ignorano tutto di lui e quei pochi che se ne interessano spesso non sanno dove trovarlo. Direi che a questo proposito lannosa ricerca dellEtica sia stata icastica. Il punto, su Clitoride, per un altro. E cio: esistito realmente? Il medievista Gherardo Rinaldi scoppi a ridere. Si tir su a sedere in modo composto e replic: Ma che ti viene in mente? La questione gi stata ampiamente dibattuta. Le fonti sono state analizzate. Il lessico vagliato. La plausibilit acclarata. Ma io non stavo parlando dellindagine storiograca, benedetto. Il discorso va analizzato da un punto di vista molto pi essenziale. Calc la voce su essenziale e fece una pausa per vedere se qualcuno di noi aveva capito, o almeno scuoteva il capo con gravit e degnamente ngeva. Laria era sospesa. Intendo dire prosegu, per non perdere il ritmo che dobbiamo trattarne lesistenza con tutti i crismi della logica e della ragione. Di Castro si produsse in un schio. Aaah. E perch no, anche dellesperienza. Rizzo Frari non colse la provocazione e ribatt con noncuranza che s, si poteva anche tenere da conto quellaspetto l, ma non era evidentemente la cosa pi importante. Una prova dellesistenza di Clitoride ricercata sola ratione205 disse Rizzo Frari si pu ottenere in vari modi. Facciamo un gioco. Vi chiedo daiutarmi per esaminarne il pi possibile. Qualcuno ha idee su come affrontare la questione della sostanza clitoridea?. Rinaldi si alz, giochicchiando con la propria forchetta rimasta colpevolmente in tavola e dalla quale si sprigionavano ancora gli aromi del brandy e delle erbe con cui era stato insaporito il fagiano al tartufo bianco che aveva costituito il piatto forte della cena, preparato per loccasione da Rizzo Frari in persona; il tartufo laveva ricevuto in dono durante un simposio cui aveva partecipato ad Alba. Prima ancora, Manlio, se mi permetti, direi che bisognerebbe spiegare cosa sintende per sostanza, ovverosia se la consideriamo una mera trasposizione del termine ipostasi oppure no 206. Cavillare a questo livello non serve disse laltro Dobbiamo rivolgerci ad un pubblico pi vasto, il nostro scopo quello di rendere Clitoride fruibile.

205

Lespressione tipica di Anselmo dAosta, vd. Monologion, Prologo. Tradizionalmente la ratio non verr mai usata senza il sostegno dellautorit del magistero, o peggio, in contrasto con quella: Anselmo si innesta qui nella linea di principio che unisce Lanfranco da Pavia, Pier Damiani, Bernardo di Clairvaux e papa Gregorio Magno. Buona parte dellargumentum di Rizzo Frari modulata sullopera di Anselmo, prevalentemente sul Monologion e sul Proslogion.
206

Correttamente Rinaldi riprende un problema gi analizzato dallo stesso Anselmo nel Monologion, da Agostino nel suo libro sulla Trinit e da Tommaso nel Proemium del suo Contra Errores Graecorum, ossia il fatto che in latino substantia, pur traducendo il greco hypostasis, nel signicato ricalca maggiormente quello di essentia, che invece traduce letteralmente lousa greca. Tenendo ben saldi gli argomenti di Basilio e Atanasio scrive Tommaso: [...]multa quae bene sonant in lingua Graeca, in Latina fortassis bene nonsonant, propter quod eandem dei veritatem aliis verbis Latini contentur et Graeci. Dicitur enim apud Graecos recte et Catholice, quod pater et lius et spiritus sanctus sunt tres hypostases; apud Latinos autem non recte sonat, si quis dicat quod sunt tres substantiae, licet hypostasis idem sit apud Graecos quod substantia apud Latinos secundum proprietatem vocabuli. Nam apud Latinos substantia usitatius pro essentia accipi solet, quam tam nos quam Graeci unam in divinis contemur. Propter quod, sicut Graeci dicunt tres hypostases, nos dicimus tres personas, ut etiam Augustinus docet in VII de Trinitate. 80

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Di Castro sghignazz, affondando le labbra nel suo passito. Rinaldi chiese allora se poteva mettersi al piano, perch suonare gli conciliava la riessione. La verit che sin da quando eravamo arrivati smaniava dal poter toccare il pianoforte di Rizzo Frari, che notoriamente un cane per tutto ci che riguarda la musica, ma possiede uno strumento meraviglioso. Gherardo Rinaldi invece suona bene, per non essere un professionista. Il padrone di casa gli accord il permesso e quello si sedette, si massaggi le dita e attacc a memoria le Harmonies du soir, dagli studi di esecuzione trascendentale di Franz Liszt, perch risaputo che Rizzo Frari, se c un compositore che detesta, quello Liszt, soprattutto se suonato meglio di quanto lui sarebbe mai riuscito a fare. Di Castro rise ancora e, avendo nito il passito nel bicchiere, se ne vers dellaltro. Lesposizione sola ratione di Manlio Rizzo Frari Cercher di essere quanto pi chiaro possibile, in modo che quello che ho da dire emerga per necessit dalle mie premesse. Se guardiamo al suo apporto alla losoa occidentale, Clitoride come concetto, non tanto come persona - si inquadra come il summum omnium, lid quo maius cogitari nequit, ci di cui non si pu pensare qualcosa di maggiore, o piuttosto, id quo melius cogitari nequit, ossia ci di cui non si pu pensare niente di meglio. Useremo maius e melius in maniera intercambiabile. Perch? Perch se ben ci riettiamo attorno al suo eterno titillare che ruotano lontologia e la metasica. Lo vediamo con i suoi scarsi epigoni diretti come Gaudino da Copula e soprattutto Lubrico di Cunnisburg, Bernarda de Florata o Georg Friedrich Dderlein, ma la cosa patente anche negli altri. Rispondere allenigma clitorideo non solo una mera questione storiograca, ma rimanda alle due domande classiche dellesistenza: an sit e quid sit, se Clitoride esista e che cosa sia. Dunque Clitoride, che ha fatto della sua intima locutio unesposizione rigorosa in modo da renderla sia teoria strutturata che modello realizzabile - una losoa da vivere - a buon diritto il limite del pensiero umano, quello a cui lessere umano inevitabilmente tende. Nel pensiero clitorideo si ravvisa il rapporto storico tra la possibilit e la necessit, ossia si deve volere ci che il massimo grado di ci che pu essere. E cosa questo massimo essere, se non il titillare e quindi, in una necessaria identicazione tra il verbo e chi lo professa207, Clitoride stesso? E quindi, ancora, lamore per la titillazione e per lessere? Dir per celia, citando Anselmo: una rationalis creatura, quae sibi inutilis sine hoc amore208, ad altro non pu tendere se non a Clitoride, a conoscerlo e ad amarlo. Rinaldi si alz dal pianoforte, dove era rimasto, seppure senza suonare; si sgranch le ginocchia e si mise a sedere su una poltrona. Posso fumare? chiese. E ci mancherebbe rispose Rizzo Frari. Rinaldi si accese una sigaretta, aspir due boccate e poi disse che Rizzo Frari stava cincischiando (us unespressione pi colorita, a dire la verit) e che tutto quello che stava dicendo non centrava con lesistenza di Clitoride. Laltro rispose che ci stava arrivando e gli offr un posacenere.
207

Gv, 1, 1-18 Monologion, parte VII. 81

208 Anselmo,

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Lesposizione sola ratione di Manlio Rizzo Frari continua Se abbiamo denito Clitoride, per i consistenti argomenti di cui sopra, come id quo melius cogitari nequit209 , allora la dimostrazione della sua esistenza segue necessariamente. un utile esercizio dialettico. Se il concetto di Clitoride nellintelletto, allora, poich lo abbiamo denito come lo abbiamo denito, non pu essere che sia nellintelletto e non anche nella realt, in re. Se ci fosse si avrebbe una contraddizione con la denizione. Lesistenza qui intesa come perfezione e come necessit. Certo c chi dice, forte della propria stoltezza e della propria ignoranza, che Clitoride non esiste, non mai esistito, che un feticcio che ci siamo inventati per dare credito ai nostri vizi, alla voluntas che diventa voluptas. Costoro, questi che obiettano e irridono, io li chiamo insipienti. Allora ribatto: se io penso a Clitoride - e non v dubbio che un losofo vi pensa spesso posso pensare al concetto che vi dietro (lo chiamer res) o proprio alla parola Clitoride, allinsieme di lettere, e questa la chiamer vox. Per gli argomenti esposti prima, lunico caso in cui si pu sostenere che Clitoride non esiste pensando alla vox, quindi si pu dire che Clitoride non esiste (magari per farsi belli con gli amici) ma non lo si pu certo pensare. Egli , necessariamente, nellintelletto. Ci sarebbe poi da parlare della conoscibilit e dellineffabilit del clitoridismo e della natura di Clitoride stesso, ma prima di addentrarci in simili questioni vorrei sapere se avete considerazioni da fare, critiche o aggiunte. Di Castro disse che s, aveva unobiezione pertinente, ma che lavrebbe tenuta per un secondo momento. Scusatemi disse mi sono immalinconito. Gherardo, non che puoi suonare qualcosa? La speculazione losoca va bene, ma Clitoride ha bisogno anche di arte e di poesia. Rinaldi si rimise al pianoforte; non aveva voglia di suonare a memoria e cerc qualcosa tra gli spartiti di Rizzo Frari. Scelse quello che gli sembrava pi adatto e sussurr un notturno di Chopin, mantenendosi di proposito pi discreto di quanto la partitura avrebbe richiesto. Di Castro si alz e and verso la nestra. Fuori era buio: calava la nebbia. Si gir verso di noi. nita la guerra? Rizzo Frari aggrott le sopracciglia: A quale guerra ti riferisci? C sempre una guerra disse di Castro a voce bassa. Noi pensammo che fosse stranito dal passito. Conoscevo una ragazza, quando ero ragazzo anche io. Le piaceva guardare la nebbia, diceva che laiutava a non pensare. Quando la stringevo per le mani tremava e sorrideva come se nella stanza ci fosse bisogno di luce. Sorridevo anche io e le stringevo ancora le mani. Se ho mai conosciuto la dolcezza lho conosciuta cos. Parlava cantilenando e tutto quello che diceva era poesia e matematica, lucido, perfetto. Poi se ne andata. Uh... impazzita, credo. Aveva dei fantasmi dentro e alla ne hanno vinto loro, si dice cos, no? Ricordo che il giorno in cui me ne resi conto era un giornata autunnale che odorava di terra. Smise di sorridere. Per questo ogni volta che c nebbia io mi chiedo se la guerra sia nita. Rinaldi indugi sulle ultime note. Sono i difetti dellesistenza dichiar.

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Lespressione mutuata di peso dallid quo maius cogitari nequit del Proslogion di Anselmo, ma denizioni simili si riscontrano anche in Seneca e, soprattutto, in Boezio e Agostino. 82

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Rizzo Frari avrebbe voluto dire qualcosa anche lui, ma non gli veniva. Cerc di pescare qualcosa dal suo repertorio latino. Poi tacque per un minuto che ci sembr cos lungo da essersi incollato nellaria. Al termine della pausa disse che era il caso di continuare. Di Castro annu e si vers un altro bicchiere di vino, senza berlo, lo guard soltanto: era giallo e dolce come lambra e lui ci si bagn le labbra. Come al solito sapeva di tregua. Lesposizione sola ratione di Manlio Rizzo Frari si conclude. Veniamo a parlare di conoscibilit ed ineffabilit. Continuiamo il nostro esercizio dialettico. Una volta appurato che Clitoride , almeno in losoa, il summum omnium, notiamo che lanima fa di tutto per cercare di vederlo, ma non lo vede210 ; la ragione comprende il che, ma non il come, comprende lineffabilit, ossia comprende che non si pu comprendere. Non a caso la caratteristica di Clitoride il cappuccio! Cos allo stesso modo comprendiamo che la parola che egli dice una similitudine di s, la parola creatrice che d vita agli uomini prostrati nella polvere211. Il tutto senza perdere di vista laccento sulla gioia che la scoperta di Clitoride provoca negli uomini, che poi il punto cruciale e il senso di tutto il clitoridismo: alcuni lo fraintendono e lo vivono con malinconia, struggendosi: come dice Anselmo, si sperava davere gioia, ed ecco invece donde si moltiplicano i sospiri212 ! Ma questo non incia la somma giustizia e la somma bont del losofo ateniese, che dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. Spendo unultima parola riguardo la collocazione spaziotemporale, quella che piace a Gherardo e alla sua smania di inquadrare storicamente tutto e tutti, e a tal proposito io dico che Clitoride sempre stato, nella storia del pensiero: non solo si fatto carne in un preciso periodo storico e in una determinata citt, ma essendo egli somma natura presente ad ogni luogo e tempo, bench non vi sia contenuto213. E con questo direi che la mia esposizione conclusa: Clitoride va capito per crederci, e ci si crede per capirlo. Rinaldi era disattento. Si vedeva perfettamente che la cosa non gli interessava: si era concentrato a guardare gli spartiti e aveva dato cenni di risveglio solo quando alla ne Rizzo Frari lo aveva nominato. Per questo accolse la ne dellintervento con un certo ritardo. Pi tardi ci disse che stava pensando alle fave in fricassea spolverate di pepe e ai tagliolini fatti in casa conditi con rape e noci con cui si era aperta la cena. Era un buongustaio e gli piaceva mangiare a casa di Rizzo Frari perch sapeva cucinare cose non banali: siccome diceva che non c niente di volgare quanto la banalit ogni volta stupiva i commensali con una creazione diversa. Avrebbe dovuto fare il cuoco, non il

210 211 212

vd. Anselmo, Proslogion, parte II Salmi, 118 (119)

Anselmo, Proslogion, Introduzione: Volebam ridere a gaudio mentis meae, et cogor rugire a gemitu cordis mei. Sperabatur laetitia, et ecce unde densentur suspiria! / Volevo ridere per la gioia della mia mente, e sono costretto a ruggire per il gemito del mio cuore. Si sperava letizia, ed ecco di che si moltiplicano i sospiri! (trad. di Italo Sciuto, in Anselmo, Monologion e Proslogion, Bompiani)
213

vd. Anselmo, Monologion, parte III 83

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losofo sospir e io avrei dovuto fare il musicista. Ci detto, si alz e si sedette nuovamente sulla poltrona, dopo aver misurato il salone ad ampie falcate come per dare ad intendere che la sapeva lunga. Di Castro invece aveva seguito con attenzione e si disse pronto a sollevare il suo contro-argomento. Era tornato allegro. La difesa dellinsipiente di Gianni Maria di Castro Lobiezione che voglio portare al vostro esame quantomai classica, miei cari signori, almeno quanto lo la tesi di Manlio. E gi che s arroccato sulle prove di Anselmo, con Anselmo che rispondo anche io: dobbiamo darci basi solide, afnch chi ci ascolta non si convinca che stiamo dipingendo sulle nuvole214 . Il problema di solidit della tua argomentazione evidente215 ; in primo luogo ti si pu contestare che quello di Clitoride sia un vero concetto presente nellintelletto: Clitoride in principio lo si pu pensare solo attraverso le parole (artisti e poeti ben lo sanno), giacch nella mia esperienza non ho mai visto niente di simile e, per come stato denito, non lo posso pensare tramite similitudini: andrebbe comunque oltre. Il secondo problema che, ammesso e non concesso che quello di Clitoride sia un vero concetto, se pure pensato secundum vocem, nulla si pu dire sul fatto che esista, fuor di dubbio, nel mondo reale. Mancano, a tal riguardo, argomenti certi e inoppugnabili. Quindi la sua non esistenza pu ben essere pensata: casomai non pu essere intesa, non pu essere scienticamente compresa. E qui si innesterebbe unulteriore polemica, ma se siete daccordo la approfondir in seguito. Non fai altro che procrastinare, stasera disse Rinaldi. Si accese una sigaretta e aggiunse: Per lobiezione pertinente. Io la lascerei l, cos come lascerei l tutte le argomentazioni propter quid, aprioristiche, che ha snocciolato Manlio. Ho anche io delle considerazioni da fare sullesistenza di Clitoride, e a partire questa volta dal concetto di onnipotenza. Che centra con Clitoride? fece di Castro. Rinaldi rispose: Centra, centra. Per esempio, dal fatto che Clitoride esiste si voluto inferire che egli pu tutto. vero o no?. Ci sono alcune correnti di pensiero che lo ritengono, s. Ma il dibattito aperto. S, ci sono quelli che dicono meraviglie, su quello che potrebbe fare Clitoride: aprire la mente, calmare la rabbia, collegarci col senso profondo dellesistenza e del cosmo. A me sembra spazzatura, ma mi rendo conto che non posso farci niente. Si discute su cosa sia, questa onnipotenza clitoridea, se a Clitoride sia concesso fare tutto ci che si esige secondo giustizia, se egli stesso sia extra legem, se non possa fare se non ci che fa, se possa soltanto far divertire, sospirare o piangere, quale sia la sua
214

Largomento esposto nel Cur Deus Homo? di Anselmo. A parlare Bosone, amico di Anselmo e mediatore delle ragioni umane: [...] qui picturam vult facere, eligit aliquid solidum super quod pingat, ut maneat quid pingit. Nemo enim pingit in aqua vel in aere, quia picturas rei gestae obtendimus, quoniam non rem gestam, sed gmentum arbitrantur esse quod credimus, quasi super nubem pingere nos existimant. [...]
215

Come Rizzo Frari aveva attinto a piene mani dal Proslogion, di Castro ricalca la celeberrima obiezione di Gaunilone, chiamata Pro insipiente, a difesa dellinsipiente, ossia colui il quale ritiene di poter pensare che Dio non esista. Qui sintende invece linsipiente clitorideo, concetto spesso assimilato, con qualche licenza di troppo, al moderno nerd. 84

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volont in relazione al suo poter fare o poter essere216 disse Rizzo Frari allargando le braccia Dovremmo in realt concentrarci sui capisaldi certi del clitoridismo, la titillazione, la dolcezza, senza farci tutte queste elucubrazioni sopra Rinaldi soppes le parole. Si pu partire dal fatto che Clitoride Amore217? Ne convenimmo: secondo il clitoridismo pi ortodosso e rigoroso lidenticazione era lecita. Ci fermammo tutti a pensare a questo fatto. Non vi si presta mai sufciente attenzione. Il ricordo della dolcezza clitoridea ci pervase e ne fummo invischiati. La tavola con i resti della cena sembrava un giardino devastato e in mezzo a questo paesaggio lantrione Rizzo Frari si stagliava imperioso. Ci raccont del momento in cui aveva scoperto Clitoride e il sommo amore. Larco mongolo e le rose. Quando aveva diciassette o diciottanni Manlio era basso e biondo, voleva laurearsi e diventare un logico. Gli sembrava una di quelle occupazioni esotiche di cui i racconti sono pieni: condottieri, saggi, ubriachi, cappellani, puttane, pugili falliti o spazzacamini. Nel pomeriggio, niti i compiti, andava al circolo a tirare con larco, e nel far ci si gurava di tendere lo strumento come se si trattasse del terribile arco mongolo, potente e difcile, che geme gi al momento dellincordatura; poi, quando aveva nito di spazzare le steppe, andava a riposarsi mangiando un gelato. Il circolo connava con quello dei canottieri, e la donna di cui Manlio si innamor usciva dopo aver vogato nel ume e si sedeva con i capelli sciolti e ancora umidi a mangiare lo stesso gelato. Lui ci disse che quel giorno il barman aveva osato proporre una sua creazione, un gelato di petali di rosa e vaniglia. Lei era ancora giovane, pi grande di lui di qualche anno, e per tutto il tempo che dur la loro relazione lui la tratt con una dolcezza ammutolita. Avrei potuto trattarla male. Avrei potuto schiaffeggiarla, umiliarla, ridere di lei. Non lho fatto, perch mi sarei fatto schifo, ma avrei potuto: me lo avrebbe permesso. Era il tipo di persona che ti avrebbe concesso di trattarla male, ma non ti avrebbe perdonato se lavessi annoiata. In questo era veramente stupida, di quella stupidit che conna col fascino. Il sabato pomeriggio potevamo stare insieme a lungo, perno a casa sua. Suo marito, che era istruttore di voga, non mi considerava una minaccia. Di certo mi riteneva ininuente, anche se sapeva che facevo lamore con lei: mi chiamava pulcino e talvolta mi offriva una birra. Leggevamo libri insieme bevendo rum e coca cola e ascoltando dischi di Glenn Miller e quello era il nostro modo per sentirci esotici, come i condottieri, i saggi, eccetera. Come and a nire? chiese Rinaldi. Se ne andarono a vivere in unaltra citt, tutti e due, marito e moglie disse Rizzo Frari facendo spallucce. E io rimasi qui. Non cercai di mantenere i contatti perch non ne avevo la forza. Per un
216

Pietro Lombardo dedic a tali questioni le distinctiones XLII-XLV del primo dei Sententiarum Libri Quatuor, testo paradigmatico per la teologia successiva e per lesegesi clitoridea.
217

Dallintuizione di Rinaldi si sviluppata una serie di articoli raccolti nel primo volume degli Analecta sotto il titolo di Clitoridis caritas est. Basilio Magno (si veda Migne, Patrologia Graeca, XXXII) denisce il tramite fra il divino e lumano come sufatio e effusio (lo riporta anche Tommaso nel succitato Contra Errores Graecorum, pars I, caput X), termini che ben si adattano al clitoridismo. 85

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po mi lamentai, e poi fu tutto un ricordo. Fu grazie a lei se mi avvicinai al clitoridismo. Ero innamorato. Non diventai nemmeno un logico, come noto. Le inventavo delle poesie. Tu? si stup Rinaldi, e rise. Che c di male? Avevo bisogno di mentire. Rizzo Frari era convinto che tutto quello che aveva provato fosse dimostrabile a priori. Se fossi stato meno conseguente avrei potuto raccontarle che ancor prima di conoscerla avevo capito che lei sarebbe arrivata. Per Clitoride lo stesso: se esiste, siamo salvi. Se non esiste, sar stata comunque una vita ben spesa218 . Di Castro affond la testa fra le mani e disse che era una stupidaggine. Rinaldi agguant unaltra manciata di uva e inlandosi in bocca un chicco alla volta annunci che era daccordo. Io sono dellopinione che lesistenza di questo sommo amore non possa essere provata a priori. Piuttosto si possono indicare delle vie a posteriori. Ne enumero rapidamente cinque219: la prima afferma che non si pu retrocedere allinnito alla ricerca di un motore primo, dunque esiste chi ha dato inizio alla titillazione, ed esso Clitoride. La seconda dice che ci devessere anche una causa prima, e per lo stesso motivo non possiamo che identicarla con lui. La terza sostiene che ci deve essere un ente necessario: se non ci fosse, non ci sarebbero gli accidenti, ma poich gli accidenti ci sono necessario che lente necessario ci sia, a sua volta. questo ente Clitoride? Direi proprio di s: come si possono immaginare altrimenti tutte le affezioni della titillazione? Per quel che attiene alla quarta via, si considera che esistono vari gradi di perfezione, e che quindi ve ne devessere uno di massimo. Inne arriviamo alla mia preferita, quella teleologica, che ci dice che ci deve essere unintelligenza ultima, uno scopo ultimo. Che si tratti di una prova mirabile lhanno capito in molti perch ho letto di recente un articolo di certi scienziati e loso texani che propugnano la teoria del clitoridismo intelligente. una teoria che si articola secondo alcune linee guida: innanzitutto dimostra che vi sono nel cosmo titillante alcuni esempi di dolce complessit irriducibile, come per esempio le quattro fasi, soprattutto quella dell. Potrebbe mai un formarsi per puro caso in un tornado? si chiedono, con una punta di sarcasmo. dunque evidente che vi sia un Titillatore, e questo Titillatore, questo progettista della titillazione, non pu che essere Clitoride. Che orrendo guazzabuglio, santo cielo squitt di Castro, levandosi in piedi. Era talmente nervoso da gesticolare ancor prima di essere riuscito ad articolare una replica. Lunica cosa evidente che questi signori non hanno capito un tubo del clitoridismo. Le obiezioni sono talmente tante, e cos denitive, da seppellirli nel ridicolo! Per esempio, per quanto riguarda il clitoridismo applicato alla vita la questione ampiamente spiegabile in termini evolutivi. Poi bisogna fare piazza

218

Cfr. B. Pascal, Pensieri. Il tema della scommessa clitoridea molto pi comune di quanto si pensi: stato di recente riproposto in due saggi di teoria dei giochi ed stato dimostrato che per ogni giocatore (il gioco , nella sua versione pi frequente, non cooperativo) la ricerca di Clitoride e del suo dolce ed eterno titillare, vera e non retorica pursuit of happiness, rappresentano un prolo strategico assimilabile allequilibrio di Nash.
219

Si tratta ovviamente del calco delle cinque vie di Tommaso, cos come appaiono in Summa Theologiae, parte I: ex motu et mutatione rerum, ex ordine causarum efcientium, ex rerum contingentia, ex variis gradibus perfectionis, ex rerum gubernatione. 86

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pulita di certo vitalismo clitorideo e di tutte le sue proiezioni animistiche: non sono necessarie, portano fuori strada, inferiscono ipotesi dove non ve n bisogno. E questo senza contare il fatto che il Titillatore titillerebbe egli stesso, e quindi avremmo soltanto spostato il problema della dolce complessit, senza risolverlo. molto pi plausibile ritenere Clitoride come il frutto di pressioni selettive220. Non conosciamo le condizioni iniziali, vero: ma confondere la teleonomia221 clitoridea con una generica teleologia, che oltretutto puzza cos tanto di religione, unempiet. Una bestemmia. Oltretutto, come ipotesi di lavoro nemmeno funziona! La stabilit del ciclo delle quattro fasi a questi texani sembra paradossale. Che idiozia! invece chiaro dalle evidenze sperimentali che essa il frutto dellazione combinata di mutazioni casuali nelle possibilit di titillazione e selezione naturale delle stesse, survival of the ttest, insomma222. Io ho solo riportato una teoria, non ho detto che la condivido mugugn Rinaldi, evidentemente offeso. Del resto mi rendo conto che si tratta di persone cui sfugge la differenza tra il concetto di sufcienza e quello di necessit. Magari difettano di afnit con le regole dinferenza logica. La serata cominciava a languire. Rinaldi gettava sul pianoforte sguardi disperati e vogliosi e di Castro aveva repentini sbalzi dumore tra la stizza e labulia, sui quali era talmente concentrato da dimenticarsi del passito. I suoi occhi scattavano qua e l come mosche. La nebbia si lasci tagliare dal disco rotondo della luna. Da ragazzi a questo punto ci saremmo drogati: ora occorreva ngere di non sentirne pi il bisogno e proseguire comunque. Il padrone di casa guardava un punto lontano e ondeggiava al tempo di una musica lenta che sentiva solo lui. Rizzo Frari disserta su quale possa essere litinerario della mente verso Clitoride. Eppure c il modo di considerare lessere umano come una scala verso Clitoride: ascende all facendo leva sulla ragione, ma in maniera tale che la conoscenza sia aiutata dai sensi. Vi dir come, per mezzo di tre vie, ciascuna delle quali si suddivide in due modi223. Le tre vie si riferiscono al cercare Clitoride rispettivamente fuori di noi, dentro di noi e sopra di noi. Una volta posto Clitoride come sinderesi, ossia centro del bene, vi si pu giungere tramite i sensi, la ragione, limmaginazione, lintelletto e lintelligenza: cos possiamo contemplarlo tramite le cose sensibili (e questo il primo modo) ma anche nelle cose sensibili (e questo il secondo modo). Dentro di noi, lo evochiamo con lopera della memoria, dellintelletto e della volont; in questo modo ne vediamo limmagine riessa sulla nostra anima, come un dolce sogno, un malinconico ricordo o un progetto tumultuoso. Per oltre a ci lo possiamo contemplare anche nella nostra anima, che sede della
220

Il dibattito in realt ancora aperto. Alcuni studiosi (tra cui E.A. Lloyd, 2005) ritengono lattivit, quando addirittura non lessenza stessa dell, un sottoprodotto accidentale dellevoluzione e del tutto inutile; altri (Zietsch, Santtila 2011) contestano invece questa impostazione. In particolare al vaglio degli studiosi il ruolo dellossitocina nelle fasi della titillazione dellEssere e quindi della sua importanza nella storia evolutiva del pensiero occidentale - si riconduce cos ancora una volta il losofo ateniese ad un problema biochimico, ignorandone la pregnanza ontologica e metasica.
221 222 223

Di Castro mutua la terminologia e gli argomenti da Jacques Monod, Il caso e la necessit, 1970. Herbert Spencer, Principles of Biology, 1864.

Il richiamo di Rizzo Frari al metodo di Bonaventura di Bagnoregio (1221-1274) esposto nellItinerarium mentis in Deum. 87

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sapienza clitoridea. Inne, vediamo Clitoride sopra di noi, ed questo che alimenta il nostro stupore: in un modo che rimanda al senso di Clitoride stesso, continuamente presente in quanto eterno, grande in quanto semplice, immenso perch perfettissimo. E questo era il penultimo modo. Lultimo si estrinseca nella contemplazione del Bene: riettendo sullidea di Bene infatti arriviamo a Clitoride. Cosa ci pu essere di meglio di Clitoride, ci chiediamo? Mi rendo conto che qui si ritorna alle scivolosit anselmiane, quando si afferma che pensarlo non esistente non possibile, perch meglio essere che non essere, e il Bene sommo non permette niente di meglio. Per la trovo ugualmente una via feconda, no? Ci inerpichiamo per questa scala e giungiamo a Clitoride attraverso sei gradi successivi di illuminazione, svolazzando come se fossimo trasportati dalle ali di un serano. Ne segue unestasi mistica che si pu ben identicare con la terza fase della titillazione, lanima trova pace. Questo il clitoridismo, nullaltro! Questo il grado denitivo dellamore224. Di Castro sbuffava come una vaporiera. Posso dirlo? Mi sembra un gioco lezioso. Si vuole con ci risolvere ogni problema? Come se Clitoride fosse una grammatica, un codice universale225 ? Si vuole, ancora, dimostrare lesistenza di Clitoride? La necessit di questa esistenza? Vogliamo assumere che essere Clitoride sia una propriet positiva226 ? Bene, allora si formulino delle condizioni da prendere come assiomi, vi si costruisca un modello, e inne si dimostri un teorema. Oppure ci vogliamo ricondurre a considerare lessere come un quanticatore e non come un predicato227? A me sembrano, insisto, concetti oziosi. Lobiezione che volevo fare prima appunto quella che ancora ci domandiamo se considerare Clitoride e il suo eterno titillare come realt o come modello della realt. Dovremmo piuttosto discutere su certe nuove teorie che considerano che linformazione contenuta nel cosmo possa essere spiegata da una teoria inerente alla titillazione della sua sola supercie: titillare la supercie delluniverso ci fa conoscere quello che vi contenuto. Lo chiamano bordo, o orizzonte clitorideo228, in modo assai suggestivo. Inoltre c da considerare la questione sul versante politico. Clitoride di Atene un losofo che spacca e divide229,

224 Anche 225 226 227

Bernardo di Chiaravalle nel suo De diligendo Deo aveva pensato a qualcosa di simile, in precedenza.

Vi sono stati alcuni tentativi di innestare la titillazione clitoridea come metodo nellArs generalis di Raimondo Lullo. Di Castro fa come fanno generalmente alcuni loso ad un certo punto della loro vita, ossia cita Gdel a sproposito.

Essere, evidentemente, non un predicato reale, ossia non un concetto di un qualcosa che possa aggiungersi al concetto di una cosa, o di certe determinazioni in se stesse. Nelluso logico, unicamente la copula di un giudizio (Immanuel Kant, Critica della ragione pura. Introduzione, traduzione e note di Giorgio Colli. Adelphi 1976 e 1999. Parte II, libro II, capitolo III, sezione IV, 401)
228

Questo modello di clitoridismo olograco, pur confondendo titillazione e uttuazione, pare conforme ad approcciare i numerosi paradossi emergenti da uninterpretazione rigorosa del pensiero del nostro losofo. Di Castro fa come fanno generalmente alcuni loso ad un certo punto della loro vita, ossia cita a sproposito anche la meccanica quantistica.
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Due topologi e numerari dellOpus Dei hanno denito lesistenza di Clitoride una catastrofe, cercando di legare la gura storica del losofo al concetto di singolarit matematica. In effetti, bench Clitoride ben si adatti a esser descritto in termini di pieghe e cuspidi e di singolarit dei conni di accessibilit, tale descrizione pecca necessariamente di eccessivo riduzionismo, limitandosi a considerare il clitoridismo funzionale. Per una casta introduzione allargomento si faccia comunque riferimento a V. Arnold, Teoria delle catastro, Bollati Boringhieri, 1990. 88

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oggi come secoli fa. Occupiamoci dei nuovi problemi sollevati da Clitoride, invece di rimestare sempre in quelli vecchi. Mezzanotte Rinaldi si arrese una volta per tutte alle lusinghe dello Steinway verticale, accenn due accordi e disse che ci avrebbe raccontato qualcosa. Per un paio di minuti si limit a suonare. Le sue dita, che abitualmente sembrano dieci lunghi insetti nodosi, scorrevano sui tasti del pianoforte come il miele si scioglie nellacqua. Era quasi mezzanotte. La casa di Rizzo Frari immersa in un grande giardino, e non cera pericolo di disturbare i vicini: le piante, spogliate in gran parte dallautunno, prendevano dalla nebbia una patina dargento. Nel momento in cui fossimo usciti tutte le parole che ci eravamo scambiati durante la serata sarebbero state solo ato bianco, perch faceva freddo. Le note di Rinaldi si susseguivano come testimoni; lui allora disse: Sto provando a improvvisare. Il mio contributo sar questo. Ci mettemmo pi attentamente allascolto. I miei nonni sono nati in un paese rumoroso, e cos i miei genitori, anche se a quellepoca il rumore si era un po placato - era diventato pi sordo, pi uniforme. Ma era pur sempre un paese rumoroso e tutti, dai paesi vicini, lo conoscevano per questo motivo. Nemmeno si ricordavano il nome, o chi fosse il sindaco, o se avesse una balla piazza: ma il rumore, quello, era inconfondibile. Con gli anni questo rumore si acquietava, la gente andava via e non tornava: Germania, Belgio, Francia, oppure semplicemente a Milano. Quando sono nato io il paese rumoroso era quasi ridotto al silenzio. Allora non ho avuto motivo per restare, e me ne sono andato. Ho studiato, mi sono sposato e ho divorziato quasi subito, non appena sono riuscito a districarmi con i tempi della legge. Di Castro chiese informazioni sul rumore. Rumore rispose Rinaldi nientaltro che rumore. Come una persona ha una voce, e urla o canta. Non si poteva denire suono perch era inarticolato, ma era altrettanto caratteristico di una voce umana o di un verso animale! e per dare forza alla sua descrizione percosse brutalmente i tasti del pianoforte. Poi continu a raccontare e a suonare. Mio padre mi insegn tutto quello che serve: qualche gioco con le carte e come sopportare lamarezza. Mia madre mi insegn il resto, cio a suonare il pianoforte. Dopo il divorzio ho imparato, da solo, altre cose. Per esempio che bisogna ridere di se stessi; poi, che non mi piacciono affatto le storie che hanno una morale. Inne, che ti puoi inventare un sacco di scuse articolate sullo stile, se vuoi giusticare il fatto che non porti camicie senza raccontare la verit, ossia che non sei capace di stirarle in modo decente. Non sei pigro o incapace: hai uno stile. Non ti piace andare al cinema? il tuo stile. Non ti piace la pasta al sugo? Certo, fa parte del tuo stile! Lo stile una cosa fantastica. Ho sempre incontrato persone che andavano matte quando lasciavo loro intendere che avevo uno stile. Ci vogliono credere. Sembra sia fondamentale. Impazziscono anche per le storie che hanno una morale o un signicato, purch siano loro a trovarlo, cos si sentono acuti. Spesso racconto loro la storia del paese che diventato silenzioso. Ci trovano un sacco di allegorie disse e scoppi a ridere, smettendo di suonare. Ridemmo tutti.

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Rinaldi si pass le mani sui pantaloni cercando di dar loro una piega e continuando a ridacchiare. Disse ancora: In fondo, va bene cos. Aveva un volto seraco e felice e la sua dolcezza ci contagi. Ci sentivamo tutti dolci come una manciata di datteri fritti serviti al termine di una cena daddio. Ci guardavamo lun laltro di rimando: eravamo a quel punto di sbronza o di intimit in cui lo sguardo, invece di posarsi in linea retta, dondola. Gianni Maria di Castro parve addormentarsi. Rizzo Frari gett unocchiata benevola sulla tavola e sui suoi resti. Uscimmo e ci avviammo a piedi verso casa con la testa piena di sonno. Lumidit bagnava la strada tanto da sembrare un conato di pioggia, ma al di l della poca foschia rimasta cera un cielo sereno e la luna era chiara sopra i nostri passi.

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Postfazione
Delleterno titillare unopera di fantasia, cos come frutto di fantasia il suo protagonista, Clitoride di Atene, e di conseguenza anche tutto ci che scrisse, o che il mondo scrisse su di lui, a partire dai due anonimi autori dellapologia che si palesano nel capitolo 15, e le citt contrassegnate solamente con la loro iniziale (D., A., R.). Ho cercato per di minimizzare gli elementi di pura invenzione, sia per quanto riguarda i fatti che per quanto riguarda i personaggi, limitandomi a quanti avrebbero avuto contatto diretto con Clitoride e i suoi scritti. Nellelenco seguente li cito tutti dividendoli per capitolo. Quanto scritto nelle note, viceversa, corrisponde a fatti documentati e a persone reali che realmente dissero e fecero quanto scritto che hanno detto e fatto. 1. Il lologo inglese Graham Davies, gli studiosi Ruggero Damato, Samuel Hitchens, Maria Aaronen, Mark Grass; i critici Gabbiere e Sand. 2. Melisso, glio di Clitoride; i discepoli Filocrate e Archefonte. 3. Gaudino da Copula (vd. cap. 5); Peonide di Stobi (Stobi era una citt della Peonia, regione abitata dai Peoni, che corrisponde adesso a una piccola fetta dei Balcani meridionali); il matematico Iacopo Dal Ferro e le sue Questioni Pneumatiche ( per omonimo e contemporaneo di Scipione Dal Ferro, matematico bolognese, che per primo dette risoluzione alle equazioni di terzo grado). 4. Lanonimo esponente della Scuola Ontologica Monistica Veneta, e la Scuola stessa; le festivit campestri in onore di Clitoride. 5. Ademato, discepolo di Carneade; Gaudino da Copula e tutto il dialogo. 6. Il disegno di Raffaello Sanzio (fotoritocco utilizzando tre veri lavori di Raffaello); gli studiosi Dampskey e Jaroslach; Amilcare Carletti amico di Guido Gozzano. 7. Gli studiosi Hartman e Sandrelli. 8. Bernardina de Florata e tutta la sua famiglia. 9. Georg Friedrich Dderlein, omonimo del vero medico Dderlein che d il nome ai batteri (lactobacilli) che formano la ora vaginale. Anche il padre, Wilhelm Gottlieb Dderlein, frutto di fantasia; la copertina dellopera di Dderlein; Manfredi Lo Piccolo.

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10. Lubrico di Cunnisburg; lillustrazione del Sine gaudio nulla spes, che riprende immagini dalle Danze macabre di Hans Holbein il giovane e Michael Wolgemut. 11. Imeneo di Dildi, Gaio Marpione, il vescovo Frigerio, la discepola Fillide e gli altri discepoli, Paolo e Ioasse; il critico Anderson, la Rivista internazionale di critica losoca e le edizioni Hefner. 12. I Graham Positives, Roger Harris, il monastero sul Mar Nero e i relativi monaci. 13. Dirk van Petting e la sua opera; gli studiosi Stefani e Sandrelli. 14. Il Journal of Deep-minded Philosophical Studies di Boston; Scott Davies, labate Berengario, lavventuriero inglese (Virgil Forster, Leo Kiesler, Monsieur Cdric, sir Walter Danbury); Madame Sagnac e Guillaume Vallin. 15. Manlio Rizzo Frari, Gherardo Rinaldi e Gianni Maria di Castro.

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Indice
1. 2. 3. 4. 5. Di come tutto cominciato da un palinsesto Della vita di questo losofo, e delle fonti da cui avremmo potuto sapere di lui Della Natura, delle idee e di una parola ambivalente usata da Clitoride Del monismo, delle donne e dellinuenza di Clitoride sui suoi contemporanei Del fatto che Platone non scrisse alcun dialogo su Clitoride e di come invece ci pens il

monaco Gaudino da Copula 6. Ancora sulla Natura secondo Clitoride. Elementi di clitoridismo dal Medioevo allepoca moderna: nella losoa, nellarte, nella lologia, nella scienza, nella letteratura e nella cultura popolare. 7. A basso rischio catastematico: il vino, il piacere, alcune disposizioni siche. 8. Dellestasi di Bernardina de Florata, o del clitoridismo inconsapevole 9. Del clitoridismo consapevole, o della lettura idealista: dialettica clitoridea sul reale e sul razionale. 10. LEtica di Clitoride: il concetto di vellicabile. 11. Di un nto enigma e della sua fortuna, e sfortuna, nel marasma teologico che precedette il Concilio di Nicea. 12. Di come siamo tornati a questo palinsesto. 13. Del clitoridismo razionale e dei suoi scolii. 14. Della ne di questo viaggio. 15. Dello statuto ontologico di Clitoride di Atene. 16. Postfazione

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Crediti delle immagini: Figure 1, 3, 4: elaborazione graca Elena Tosato Figura 2: immagine di dominio pubblico per la cessazione del copyright (tratta da: en.wikipedia.org/wiki/Female_hysteria)

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