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Il sesto potere: Internet strumento della controinformazione

La lotta contro il Nuovo Ordine Mondiale


Questa tesi ha come obiettivo la ricerca delle dinamiche comunicative e di azione dei popoli No Global in Rete e lanalisi dei valori e delletica che sostengono e nello stesso tempo producono la loro politica di comunicazione. Il mio interesse per lutilizzo della Rete da parte degli antiglobalizzatori si incentivata con la scoperta di un documentario no-profit distribuito sul web che ha avuto echi di portata mondiale: Zeitgeist. Tralasciando le tante critiche e alcune zone dombra, il film fa luce su retroscena bui pi o meno recenti della storia dell'umanit. A partire dalla nascita delle banche centrali, passando per il presunto attentato al World Trade Center e per finire a quello che c' dietro tutto questo: Il Nuovo Ordine Mondiale. L'ideologia di base e il messaggio cardine di Zeitgeist sono stati solo un approfondimento e una felice scoperta. Infatti avevo gi trovato riscontri su questo argomento in classici letterari come 1984 e capolavori cinematografici come Matrix, Fight Club e V For Vendetta, per citarne solo alcuni. Ovviamente Zeitgeist ha una storia a s. E' una denuncia palese e diretta, senza tanti fronzoli e senza metafore e simbologie da interpretare, ma soprattutto senza scopo di lucro, e la sua distribuzione sarebbe stata impossibile se non grazie ad Internet. Poi un ulteriore spinta mi stata data soprattutto da avvenimenti di cronaca oscura internazionale e dai recentissimi tumulti in tutto il mondo: Il fenomeno Wikileaks e l'arresto di Assange, Spider Truman e la Casta di Montecitorio, gli scontri a Toronto contro il G20, le manifestazioni studentesche degli Indignados a Roma e quelle in tutta Europa e nel mondo, la guerra NoTav, la crisi economica in Grecia, non contando poi il G8 a Genova del 2001 che verr approfondito sotto molti punti di vista nel capitolo terzo. Nel primo capitolo mapper l'evoluzione della Rete dal principio fino ai giorni nostri e quello dei suoi utenti, famosi e non, individualisti e gruppi organizzati. Infatti da sempre sono gli utenti a fare la Rete e non il contrario sebbene sia quest'ultima, intesa come una realt vera e propria, a determinare alcune caratteristiche dei suoi abitanti come in ogni ambiente sociale. Il Web l'arma, gli internauti i soldati che da sempre come vedremo combattono una guerra. Nel secondo capitolo approfondir lo studio sul nemico numero uno dei no-global, che ora viene combattuto anche e soprattutto su Internet, ossia quello che potremo definire il NWO (New World Order). Partendo da letteratura e cinema, vedremo alcuni aspetti teorici riguardanti il complotto sostenuti da dati storici su banche, petrolieri e politica, per finire poi col caso Kony 2012: unoperazione mediatica a scopo di lucro, apparentemente dal basso, simile a quella degli attivisti noglobal. Nel terzo capitolo mostrer le aree e i metodi specifici degli hacktivisti e dei mediattivisti attraverso il Web e la nascita di media indipendenti. La verit che muove da queste argomentazioni si nutrita nella incensurabile autostrada delle informazioni in modi disparati. Ma la Rete comunque solo il punto dove tutto convoglia. C' un file rouge che infatti collega tanti individui e tante collettivit, lontane e vicine nel tempo, che dicono la loro su questo argomento prima di lei e insieme a lei. I loro messaggi sono giunti a noi e si sono rafforzati attraverso il medium dei media. La scena underground mondiale e locale, e non solo, un esempio di come si cerca di aprire gli occhi o far aprire gli occhi su una realt scomoda, di mobilitare le masse su pi fronti e con pi mezzi. Si pensi al Rap e al Graffitismo, ai 99 Posse e a individui come Banksy, al Raggae, andando a ritroso nel tempo fino a Bob Marley e a John Lennon, al punk e a Joe Strummer e i suoi Clash. Una cosa sicura: di certo l'arte sempre stato uno dei mezzi della controcultura , della controinformazione e della rivoluzione. Ma tutto questo, oggi pi che mai, trova terreno fertile, libera circolazione e continuit nel luogo dei luoghi. In uno spazio anarchico e universale, il villaggio globale per dirla come Marshall Mcluhan.
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Una realt si, virtuale ma virtuale non vuol dire non reale! La globalizzazione, quella vera, per sembra sia gi avvenuta e non solo un'utopia. Lo sviluppo dei nuovi media, la nascita dei BBS1, la diffusione di massa di Internet e la rivoluzione digitale sono le premesse alla nascita di una rete di soggetti politici che si formano, si coordinano e, spesso, agiscono sul Web. Parte di questi soggetti, spesso molto differenti tra loro, sono accomunati dalla stessa tipologia di lotta politica e dallidentificazione dellantagonista nel medesimo soggetto: lattuale modello economico di globalizzazione. All'affacciarsi del nuovo millennio Internet debutta sul palco della comunicazione da protagonista. La Tecnologia del contropotere finalmente riesce ad alzare la voce e diventare solista a scapito di stampa e televisione, media del potere costituito. Internet da sempre stato un medium anarchico e rivoluzionario, che fin dai sui primissimi albori ha avuto come suoi sinonimi e peculiarit Libert, indipendenza, libera informazione, libera circolazione dei saperi, cooperazione sociale e soprattutto incontrollabilit, data la sua immensa potenza e grandezza. Infatti si pu dire che Una rete flessibile, adattabile, e pu sopravvivere ed espandersi finch le si forniscono energia e risorse; [] Le reti sono prive di confini come afferma Manuel Castells rispondendo a delle domande riguardanti la sua opera Let dellinformazione: economia, societ, cultura in un intervista rilasciata ad eurozine.com a cura di Giancarlo Bosetti.

CAPITOLO I
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GENESI DELLA TELEMATICA POLITICA

Dichiarazione dindipendenza del cyberspazio


Governi del mondo industrializzato, altezzosi giganti di carne e acciaio, io vengo dal Cyberspazio, nuova casa della Mente. A nome del futuro, vi chiedo di lasciarci in pace. Non siete i benvenuti tra noi. Non avete alcuna sovranit nel luogo dove ci riuniamo. Noi non abbiamo eletto alcun governo n lo faremo, quindi mi rivolgo a voi con la sola autorit con cui parla sempre la libert. Io dichiaro lo spazio sociale globale che stiamo costruendo come naturalmente indipendente dalle tirannie che vorreste imporci. Voi non avete il diritto morale di governarci n possedete strumenti repressivi in grado di farci davvero paura. Ogni Governo basa il proprio potere sul consenso dei governati. Voi non avete sollecitato n ricevuto il nostro. Non vi abbiamo invitato. Non ci conoscete, n conoscete il nostro mondo. (...) John Perry Barlow , Febbraio 1996

1.1 Il Cyberspazio
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Prima di addentrarmi nelluniverso dellattivismo digitale contemporaneo, nellera dellinvasione della protesta sociale in Internet, e delluso che ne ha fatto il movimento No Global, devo tracciare le linee generali della sua storia. Per capire il disegno complessivo di questo fenomeno non si pu prescindere, infatti, dalla sua genesi, la storia di quelle presenze che nascono nellambiente pioneristico e underground delle sperimentazioni tecnologiche, quando ancora non esisteva Internet e tutto era basato sul sistema dei BBS e sul lavoro appassionato di volontari. E la storia delle reti telematiche e la storia, ad essa intrecciata, dellhacking, inteso non soltanto come conoscenza e pratica materiale su sistemi informatizzati, ma anche e soprattutto come un fenomeno culturale legato a concetti come etica della libert, spazio incontrollato, autostrada dell'informazione, mezzo di sovversione che ha coinvolto le comunit cresciute intorno ai BBS, a Usenet, e alla chat IRC che tra poco approfondiremo specificamente. Per prima cosa il Cyberspazio visto come la dimensione immateriale che mette in comunicazione i computer di tutto il mondo in un'unica rete che permette agli utenti di interagire tra loro, ossia come lo "spazio concettuale" dove le persone interagiscono usando tecnologie per la comunicazione mediata dal computer (computer mediated communication, CMC). oggi comunemente utilizzato per riferirsi al "mondo di Internet" in senso generale. Il termine compare nella prima met degli anni ottanta nella fantascienza cyberpunk, coniato dallo scrittore canadese William Gibson, dove il cyberspazio comprende vari tipi di realt virtuale condivisa da utenti profondamente immersi in tali dimensioni, o da entit che sussistono all'interno dei sistemi informatici e lo descrive cos nel suo romanzo: Cyberspazio: un'allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno da miliardi di operatori legali, in ogni nazione, da bambini a cui vengono insegnati i concetti matematici... Una rappresentazione grafica di dati ricavati dai banchi di ogni computer del sistema umano. Impensabile complessit. Linee di luce allineate nel non-spazio della mente, ammassi e costellazioni di dati. Come le luci di una citt, che si allontanano [...]. (Neuromante 1984) Prima che il cyberspazio divenisse una possibilit tecnologica, molti filosofi suggerirono la possibilit dellesistenza di una realt "virtuale" simile al cyberspazio. Nella Repubblica, Platone precisa la sua allegoria della caverna, ampiamente citata come una delle prime realt concettuali. Egli suggerisce che noi siamo gi in una forma di realt "virtuale" della quale siamo illusi nel pensare che sia vera. La vera realt per Platone accessibile soltanto attraverso lallenamento mentale ed la realt delle forme. Queste idee sono centrali nel platonismo e neoplatonismo. Un altro precursore delle idee moderne del cyberspazio Cartesio, nel suo pensiero che il popolo sia ingannato da un demone malefico che lo nutre con una falsa realt. Questo argomento il diretto predecessore delle idee moderne di cervello in un contenitore (brain in a vat) e molte concezioni popolari del cyberspazio prendono ispirazione dalle idee di Cartesio.

L' hacker (termine coniato negli Stati Uniti che si pu rendere in italiano con smanettone) il protagonista indiscusso di questa realt. E' una persona che si impegna nell'affrontare sfide
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intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai suoi ambiti d'interesse (che di solito comprendono l'informatica o l'ingegneria elettronica), ma in tutti gli aspetti della sua vita. Esiste un luogo comune, usato soprattutto dai mass media (a partire dagli anni ottanta), per cui il termine hacker viene associato ai criminali informatici, la cui definizione corretta , invece, "cracker" che sfrutta le proprie capacit (o in certi casi quelle degli altri) al fine di distruggere ingannare e guadagnare. (To hack letteralmente tagliare, fare a pezzi. Hackerare in questo senso significa ribaltare, manomettere, infiltrarsi. )

Noi esploriamo... e ci chiamate criminali. Noi cerchiamo conoscenza... e ci chiamate criminali. Noi esistiamo senza colore di pelle, nazionalit, credi religiosi e ci chiamate criminali. Voi costruite bombe atomiche, finanziate guerre, uccidete, ingannate e mentite e cercate di farci credere che lo fate per il nostro bene, e poi siamo noi i criminali. Si, io sono un criminale. Il mio crimine la mia curiosit. Il mio crimine quello che i giurati pensano e sanno non quello che guardano. Il mio crimine quello di scovare qualche vostro segreto, qualcosa che non vi far mai dimenticare il mio nome. Potete anche fermare me, ma non potete fermarci tutti... Abstract di un manifesto Hacker

I Bulletin Board Systems (BBS) sono luoghi virtuali dedicati a un argomento d'interesse cui potete collegarvi, recuperando messaggi da una bacheca elettronica. Alcuni BBS hanno moderatori, mentre altri no. In italiano pu essere tradotto come sistema a bacheca: si tratta di tanti computer che utilizzando il modem si scambiano posta elettronica e messaggi relativi a discussioni collettive per argomento. Tutto ci avviene come se tutti i partecipanti decidessero di appendere i propri messaggi su di un pannello virtuale, una bacheca. Ad ogni bacheca si collegano i vari utenti ed i messaggi viaggiano di nodo in nodo nei momenti di connessione tra i vari BBS, che solitamente avvengono di notte, quando telefonare costa meno. Ogni nodo riceve e telefona al nodo pi vicino con un sistema a catena. Bastano alcuni computer collegati ad un modem per costituire un BBS amatoriale che offra servizi gratuiti se si esclude il costo degli scatti telefonici necessari al collegamento, quindi sono accessibili indipendentemente da internet se si conoscono i protocolli giusti. La prima data storica che getta le fondamenta dellattivismo telematico proprio la sua la nascita, nel 1978. In quegli anni Internet era ancora patrimonio esclusivo di una cerchia ristretta di accademici che lavoravano nella comunit scientifica. Nel frattempo a Chicago, Ward Christensen e Randy Suess creano il primo Bulletin Board System, chiamato CBBS7. Howard Rheingold, il primo studioso ad occuparsi di comunit virtuali, descriveva nel 94 i BBS come una tecnologia democratica e democratizzante per eccellenza, aggiungendo che a un prezzo inferiore a quello di un fucile, i BBS trasformano un cittadino qualsiasi in editore, reporter di testimonianze oculari, difensore, organizzatore, studente o insegnante e potenziale partecipante a un dibattito mondiale tra cittadini. E lanticipazione di tutto quello che sar incarnato da Internet. Usenet (contrazione inglese di "user network", in italiano "rete utente") una rete mondiale formata da migliaia di server tra loro interconnessi ognuno dei quali raccoglie gli articoli (o news, o messaggi, o post) che le persone aventi accesso a quel certo server si inviano, in un archivio pubblico e consultabile da tutti, organizzato in gerarchie tematiche e newsgroups, flussi (thread) di articoli sullo stesso tema (topic). La grandezza consiste nel fatto che non esiste nessun calcolatore centrale che amministri uno specifico argomento, tutti sono il centro di informazioni. Diversamente dai BBS le novit scorrono verso di voi automaticamente. Era il 1979. Nel suo libro The Virtual Community,
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Howard Rheingold descrive Usenet come una conversazione anarchica, refrattaria, resistente alla censura, aggressivamente non commerciale che, voracemente, si espande tra milioni di persone sparse per una dozzina di nazioni. Bisogna aspettare unaltra rivoluzione prima che i BBS si diffondano veramente su scala planetaria, vale a dire la creazione di Fidonet: il 1984 quando Tom Jennings collega Fido BBS con Fido2, il BBS amministrato a Baltimora dal "sysop" (operatore di sistema) John Madill. Si tratta per ora di due BBS collegati, ma nel giro di tre mesi saranno gi cinquanta. Jenning, il padre di Fidonet, rappresenta lo spirito libertario e anarchico dellhacker moderno, e concepisce una rete priva di regole, amministrata esclusivamente dagli utenti. "Non ho mai avuto problemi a gestire le bacheche elettroniche" spiega Jennings, "i problemi ce li hanno i cultori del controllo totalitario. Vorrei che fosse chiaro che la politica la fanno gli utenti, e se sono loro a determinare i contenuti ci pensano loro anche a vedersela con i cretini." Internet Relay Chat (IRC) sviluppa le caratteristiche di Talk (la conversazione elettronica) in una chiacchierata collettiva in cui possono intervenire numerosi partecipanti in tempo reale. Il primo programma IRC venne scritto nel 1988 da Jarkko Oikarinen dell' Universit di Oulu in Finlandia e si diffuse in tutto il mondo nel giro di un anno. Tra il 1985 e il 1995, i BBS diventano la tecnologia vincente, per pochi e semplici motivi: i programmi necessari al funzionamento di un BBS sono scritti per il gusto di far funzionare meglio la rete, senza scopo di lucro, e diffusi senza legge sul copyright. Linteresse nellavere una rete pi efficiente possibile e quindi migliorabile, con pi idee. Questo significa anche maggior ricchezza di risorse umane e utilizzo di strumenti tecnologici accessibili. Il punto di forza dei BBS sono i servizi di messaggistica e le chat ma anche la condivisione di files. E un universo di interessi diversi e di comunit diversissime tra loro, da quelle degli ufologi e dei collezionisti a quelle politiche. I BBS diventano spazi di riflessione culturale, spesso davanguardia. E nei BBS che si comincia a discutere di privacy, crittografia, censura di stato e libert, diritti telematici, copyright, cultura cyberpunk.

A Cyberpunk Manifesto, di Christian As.Kirtchev


Siamo le MENTI ELETTRONICHE, un gruppo di liberi pensatori ribelli. Cyberpunk.
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Viviamo nel cyberspazio, siamo dappertutto, non conosciamo frontiere. Questo e' il nostro manifesto. Il manifesto del Cyberpunk.

1. Siamo quelli, i Diversi. Ratti tecnologici, che nuotano nell'oceano dell'informazione. 2. Siamo quelli schivi, i ragazzini a scuola che siedono nell'ultimo banco, nell'angolo della
classe. 3. Siamo i giovani che tutti considerano strani. 4. Siamo gli studenti che hackano i sistemi, che esplorano la profondit della sua portata. 5. Siamo quelli cresciuti nel parco, seduti su una panchina, con il portatile sulle ginocchia, che programmano l'ultima realt virtuale. 6. Nostro il garage, riempito di aggeggi elettronici. Il saldatore nell'angolo della scrivania e vicino la radio smontata - anche queste cose sono nostre. Nostra la cantina con il computer, la stampante che ronza e il modem che fa beep. 7. Siamo quelli che vedono la realt in un modo diverso. Il nostro punto di vista mostra piu' di quello che la gente normale vede. Essi vedono solo quello che esternamente, ma noi vediamo dentro. Questo quello che siamo, realisti con gli occhiali dei sognatori. 8. Siamo quelle strane persone, per la maggior parte sconosciute ai vicini. Gente, assorta nei suoi pensieri, che siede tutti i giorni davanti al computer, che mette a soqquadro la rete per qualcosa. Non usciamo spesso, solo di tanto in tanto, solo per andare al vicino negozio di radiofonia, o al solito bar per incontrare i pochi amici che abbiamo, o per incontrare un cliente, o dal farmacista... o solo per una passeggiata. 9. Non abbiamo molti amici, solo alcuni con cui andare alle feste. Tutti gli altri che conosciamo, li conosciamo sulla rete. I nostri veri amici sono l, all'altro capo del filo. Li conosciamo con il nostro canale di IRC preferito, con i news-groups, con i sistemi nei quali cazzeggiamo. 10. Siamo quelli a cui non importa ci che gli altri pensano di noi, non ci importa di come sembriamo o cosa la gente dice in nostra assenza. 11. Alla maggior parte di noi piace vive nascosti, essere sconosciuti a tutti eccetto i pochi con cui inevitabilmente dobbiamo avere contatti. 12. Altri amano la pubblicit, amano la fama. Sono conosciuti da tutti nel mondo underground. I loro nomi sono sentiti spesso li. Ma siamo tutti uniti da una sola cosa - noi siamo Cyberpunks. 13. La societ non ci capisce, noi siamo "strani" e "pazzi" agli occhi della gente normale che vive lontano dalla libera informazione e dalle libere idee. La societ impedisce la nostra corrente di pensiero - una societ che vive, pensa e respira in una unica maniera - uno stereotipo. 14. Ci rinnegano perche' pensiamo come gente libera, e il libero pensiero proibito. 15. Il cyberpunk ha apparenze esteriori, non-movimento. I cyberpunks sono persone, che partono dalla normalit, sconosciute agli altri, all'artista tecno-maniaco, al musicista, allo studente superficiale, che suonano musica elettronica. 16. Il cyberpunk non pi un genere letterario, nemmeno una normale sottocultura. Il cyberpunk una nuova cultura della solitudine, figlia di una nuova generazione. Una cultura che unisce i nostri interessi e i nostri punti di vista. Siamo un'unit. Siamo Cyberpunks.

Infatti un aspetto cardine di questa realt la filosofia dei software open source. In informatica, open source (termine inglese che significa sorgente aperta) indica un software i cui autori (pi precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo realizzato mediante
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l'applicazione di apposite licenze d'uso. La collaborazione di pi parti (in genere libera e spontanea) permette al prodotto finale di raggiungere una complessit notevolmente maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro. L'open source ha tratto grande beneficio da Internet, perch esso permette a programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto. I software open source attualmente pi diffusi sono Firefox, OpenOffice.org, VLC, Gimp, 7-Zip, oltre ad un gran numero di progetti rivolti non all'utente finale ma ad altri programmatori. Sono inoltre degne di nota le famiglie di sistemi operativi BSD, GNU, Android e il kernel Linux i cui autori e fautori hanno contribuito in modo fondamentale alla nascita del movimento. La comunit open source molto attiva, comprende decine di migliaia di progetti, numero tendenzialmente in crescita. Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento open content (contenuti aperti): in questo caso ad essere liberamente disponibile non il codice sorgente di un software ma contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica. Wikipedia un chiaro esempio dei frutti di questo movimento. Attualmente l'open source tende ad assumere rilievo filosofico, consistendo di una nuova concezione della vita, aperta e refrattaria ad ogni oscurantismo, che l'open source si propone di superare mediante la condivisione della conoscenza. La tecnologia telematica e i suoi incredibili cultori sono portatori dei valori delluguaglianza, dellautonomia e della cooperazione. La storia dellantagonismo telematico si snoda allinterno di questo contesto tecnologico degli anni 80, ma si intreccia con lemergere di specifiche aeree di contestazione politica. Dallo svilupparsi del movimento antinucleare e di quello pacifista, al definirsi del movimento punk; tutte realt che sono interessanti per la formazione di esperienze artistiche e politiche nuove, iconoclaste, in conflitto con le istituzioni politiche ed economiche del momento. Si costituiscono spontaneamente spazi alternativi autogestiti, pratiche di strada come il graffitismo, contro-culture musicali e artistiche in genere che si esprimono nella sperimentazione di nuovi linguaggi comunicativi. Tra le spinte che muovono questi sperimentatori, c il rifiuto di un uso dei nuovi saperi tecnologici gerarchico, elitario, contrario alle potenzialit dei media stessi. Dalle due aree, quella strettamente movimentista e quella punk, nascono le zone di sperimentazione delle prime comunit virtuali italiane. Si formano allora delle aree di critica allattualit che oltre a promuovere contenuti politici antagonisti, sperimentano contenitori organizzativi rivoluzionari, basati sulla ricerca di forme comunicative antigerarchiche e sulla condivisione delle conoscenze: dal movimento antinucleare, a quello antiimperialista e pacifista. Allinterno delle aree messaggi di Movement e delle altre comunit emerge il mito della Rete, come territorio di aggregazione dei gruppi politici che non si ritrovano nel sistema politico mainstream, il sistema dominante, n in quello economico. Tali zone trovano terreno comune nel rifiuto del Nuovo Ordine Mondiale e in esso del modo in cui vengono pilotate le trasformazioni sociali, economiche e politiche. Nel rifiuto di un uso dei nuovi saperi tecnologici (vedi la telematica) che tende a mantenere una struttura sociale gerarchica, privilegiando gli interessi di unlite a discapito di ogni potenzialit egualitaria insita nei nuovi mezzi di comunicazione. E' un territorio di scambio per chi concepisce la tecnologia come qualcosa di smontabile e ricomponibile, su cui agire consapevolmente e collettivamente, su cui mettere le mani, per chi crede che essere un hacker un'attitudine: una zona libera di comunicazione, informazione, socializzazione e sperimentazione. La Rete al suo nascere gi possedeva uno spirito di Indipendenza soprattutto per la sua struttura, quindi una caratteristica innata indipendentemente poi dagli ideali che subito dopo l'hanno sostenuta. Internet e i tanti valori che incarna poi, sono arrivati a noi, fino a fondersi col movimento No Global.

1.2 Lattivismo digitale di massa


Non c' dubbio che la rete avvicini ci che lontano, e anzi in qualche modo annulli le lontananze. Se in tempo reale entro in comunicazione con qualcuno che sta dall'altra parte del mondo, senza che ci siano pi distanze inaccessibili, e se ci mi consentito da Internet, allora Internet avvicina e produce con questi avvicinamenti, fino a poco tempo fa impensabili, una
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dimensione di comunit1. Da quando Internet ha iniziato ad avere una diffusione di massa, non ha inglobato soltanto le comunit virtuali che gi operavano a livello politico nei BBS, ma migliaia di nuove e vecchie realt politiche e sociali, da quelle dei movimenti ecologisti alle storiche associazioni umanitarie. Sono gli anni in cui si intensificano gli scambi commerciali globali e leconomia diventa in un certo senso virtuale e incontrollabile. Nello stesso modo anche i movimenti cominciano a rivendicare diritti attraverso mezzi di comunicazione, indifferenti alle frontiere degli stati. Coloro che protestano per un qualche motivo ambiscono a farsi ascoltare dal mondo intero attraverso la rete che li unisce. Un fenomeno che, daltra parte, ha prodotto un forte cambiamento nelle modalit di mobilitazione politica per la natura reticolare, globale e sostanzialmente innovativa di Internet. Il fiorire di numerosi studi dagli anni novanta in poi interessati alle potenzialit delle nuove tecnologie nel modellare linterazione tra individui, dimostra che qualcosa cambiato nel rapporto tra queste. Come tutti i media che si sono via via integrati alla societ, anche Internet diventato nuovo terreno di dibattito pubblico, riguardo ai possibili rischi e pericoli legati al suo uso. Da una parte, critici e psicologi si sono affrettati a denunciare i danni che Internet avrebbe potuto causare a determinati consumatori sensibili, come i bambini. Dallaltra c chi si trovato a prospettare una Rete di incontrollabili attivit proibite, che comprendono non soltanto pratiche unanimamente condannate come la pedofilia ma anche attivit politiche clandestine. Tra queste si parlato della minaccia della Information warfare. Si temeva infatti che la Rete avrebbe offerto strumenti di comunicazione e attacco di basso costo e di grande efficacia, contribuendo, tra laltro, alla diffusione della conoscenza e del potere2. Come approfondir in seguito, la Rete delle reti, diventata paradossalmente la voce dei piccoli, delle minoranze globali, di tutti quei poli informali che hanno conquistato la capacit di coordinare azioni di massa su obiettivi condivisi incidendo a volte profondamente sulla realt. Su Internet un sito gestito da tre o quattro persone pu avere lo stesso impatto comunicativo di un sito che rappresenta unazienda o unassociazione o addirittura uno stato. Si creano allora coalizioni transnazionali tra organizzazioni anche molto piccole ed estremamente lontane tra loro che prese da sole risulterebbero insignificanti ma che iniziano a praticare scambi in tempo reale di informazioni e di strategie, negoziazioni del consenso e supporto reciproco: Quando, il 12 aprile 1999, i dipendenti di Elf Exploitation Production di Pau, in Francia, sono venuti a sapere che la direzione voleva licenziare la met del personale, hanno paralizzato il cuore informatico dell'azienda, organizzando un movimento inter-sindacale e creando un sito web, Elf-enRsistance che ha permesso la circolazione delle informazioni e la diffusione degli scambi: 4.000 lavoratori all'estero hanno partecipato all'azione. Un vero e proprio sciopero in Rete.3 La Rete, un po come il fenomeno delle radio pirata e libere negli anni settanta, diventa lavanguardia dellazione politica dal basso, lo strumento dei poveri, delle minoranze. Le nuove tecnologie dellinformazione hanno aperto nuove strade attraverso cui gli attivisti di tutto il mondo possono perseguire una strategia comune di contestazione e attraverso cui anche il risolvere problemi di natura particolare bloccando un sito web aziendale diventa una vera forma di lotta. Nicholas Negroponte nella conclusione del suo libro Being Digital diceva profeticamente: Oggi la super-autostrada dell'informazione pu essere per lo pi una montatura giornalistica, ma in futuro si tratter di un'affermazione adeguata. Esister al di l delle pi sfrenate predizioni della gente. Mentre i bambini si approprieranno di una risorsa di informazione globale.

1.3 Le prime infowar


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P. A. Rovatti, Per stare con gli altri nella rete impariamo ad abitare la distanza, in Comunit on line virtuali e reali, T e l e m a , n . 17/18, Estate/autunno 1999, cit.

http://www.fub.it/telema/TELEMA18/Rovatt18.html 2 F. Vitali, Vita e morte dei gruppi antiglobalizzazione al tempo di Internet, in I popoli di Seattle, Limes, 3/2001, pag. 19/36. Cit. pag. 20. 3 M.B., Sindacati virtuali, Manifesto/Le monde Diplomatique, Dicembre 2000.

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Il primo gruppo ad usare Internet per motivi esplicitamente politici e ad avere una risonanza mondiale stato il movimento zapatista in Chiapas. Subito dopo la sua nascita, in Messico, il 1 gennaio 1994, lesercito zapatista di liberazione nazionale, inizi ad essere contattato e supportato attraverso i messaggi e-mail da tutto il mondo. Questa rapida diffusione di informazioni e la conseguente rete di solidariet che si form in poco tempo contribu alla visibilit e sopravvivenza stessa del movimento, definito dalla nota rivista Wired nel 1998, la presenza politica meglio organizzata e pi dinamica di tutto il Web. Ma il movimento zapatista stato anche supportato da vere azioni elettroniche come il blocco dellaccesso al sito web dellAmbasciata Messicana organizzato da uno dei pi noti gruppi di hacktivisti, Il Teatro della Perturbazione Elettronica e con il coinvolgimento di 18.000 persone di 49 paesi diversi. La causa probabile di questo successo sta nel fatto che gli zapatisti non lottavano per ci che accadeva in Chiapas, non soltanto. Il Subcomandante Marcos attraverso i suoi messaggi virtuali ha lasciato intendere che questa apparente lotta etnica era in realt una lotta universale contro le disparit prodotte dal neoliberalismo economico, una lotta che coinvolgeva i popoli oppressi del mondo intero. Evidentemente unanticipazione delle tematiche No Global. Il movimento zapatista ha utilizzato la Rete per rafforzare il proprio ruolo politico ma non si pu dire che abbia innescato una vera guerra elettronica. La crisi balcanica nel Kosovo, a questo proposito offre un altro tipo di scenario: secondo Pekka Himanen, che dedica un paragrafo del suo libro ai tentativi di censura durante la crisi del Kosovo del 1999 e alle potenzialit della Rete nel contrastarla: appare...legittimo dire che la guerra in Kosovo sia stata la prima guerra in rete cos come quella in Vietnam venne etichettata come la prima guerra televisiva. Himanen fa riferimento allapprofondito studio sullattivismo on line di Dorothy E. Denning nel quale si analizza il ruolo dei nuovi media allinterno della crisi balcanica; in particolare la Denning interessata alluso che se ne fece per contrastare la censura alla libert di espressione del popolo serbo e kosovaro: mentre gli obiettivi della Nato comprendevano la distruzione dei media serbi per bloccare la propaganda di Milosevic, intenzionalmente non si bombardarono i provider Internet dellex Yugoslavia. James P. Rubin, portavoce del dipartimento di stato statunitense disse in quelloccasione: laccesso pieno a Internet pu soltanto aiutare il popolo serbo a conoscere la tremenda verit sulle atrocit e i crimini perpetrati in Kosovo dal regime di Milosevic. Spiegando questa mossa politica, la Denning mette in luce come, con il Kosovo, Internet diventi per la prima volta il canale privilegiato per la propaganda di guerra, con la possibilit di aggirare la censura di stato. Ma la Rete anche luogo di battaglie tra cracker serbi o filo serbi e cracker statunitensi o filo occidentali. Durante la crisi del Kosovo, molti siti web sono presi dassalto e deturpati. La Fox news riporta che il Kosovo Hacker Group, una coalizione di hacker albanesi ed europei abbia manipolato almeno cinque siti inserendo banner rossi e neri con il messaggio Free Kosovo. Mentre nello stesso periodo si registra unimpennata di nuovi virus, con conseguenti danni miliardari, inviati da gruppi individuati nellEuropa dellest a compagnie commerciali, organizzazioni pubbliche, istituti accademici. Infine la tecnologia ha avuto un ruolo simbolico anche nei negoziati di pace della crisi balcanica, quando la prima bozza del trattato venne scritta su un telefono mobile in Rete e i primi rapporti preliminari sui negoziati sono stati inviati ai diversi rappresentanti dei paesi come messaggi di testo.4 Dal Kosovo in poi non stupiscono pi le cyberwar, guerre di propaganda che si sovrappongono alle guerre reali tra stati. Nel novembre 2000 hacker palestinesi stravolgono una quarantina di siti web israeliani e i colleghi israeliani contraccambiano con loccupazione di quindici siti palestinesi. Un mese dopo anche gli hacker indiani e pakistani ne seguono lesempio con la propaganda sul Kashmir dai due contrastanti punti di vista. Un'altro tipo di attivismo recente, se cos possiamo chiamarlo, anche se di minore portata ma che comunque non va sottovalutato quello dei Blog e soprattutto dei warblog (si veda lesperienza italiana di Beppe Grillo e la nascita del Movimento Cinque Stelle).
4 P. Himanen , Letica Hacker e lo spirito dellet dellinformazione Editore, Milano 2001, cit. pag. 78. , Giangiacomo Feltrinelli )

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Il termine weblog stato coniato il 17 dicembre 1997 dal blogger americano Jarn Barger. In italiano significa letteralmente diario di bordo ( log) della rete (web), vale a dire una pagina web personale. La parola comincia per ad imporsi ad un pubblico pi vasto in occasione degli attentati alle Twin Towers dell' 11 settembre 2001, quando la citt di New York diventa la sorgente dei diari in rete, con i cittadini di Manhattan impegnati a raccontare e documentare il disastro a cui assistevano o avevano assistito. Queste esperienze/testimonianze diventeranno poi un vero e proprio fenomeno in occasione della seconda Guerra del Golfo. Nel 2003, durante il conflitto in Iraq, i blog dimostrano tutta la loro capacit di sfuggire ad ogni controllo, fornendo un informazione non ufficiale, ma in grado di condizionare anche l'agenda dei media ufficiali. I warblog, i diari dei soldati che raccontano il conflitto in diretta dal fronte, diventano una nuova fonte di giornalismo partecipativo destinata a crescere, non tanto per gli scoop da prima pagina, ma perch parla ad un nuovo tipo di pubblico pi insofferente verso i media passivi. Abbiamo gi detto che Internet sta diventando lo strumento politico delle minoranze, dei pochi che diventano molti, amplificati dalleco dei bit che circolano in Rete di casa in casa, di stato in stato. La protesta informatica globale era cominciata proprio per dar voce a queste minoranze, prima con lappoggio al movimento di liberazione nazionale chiapaneco, poi in occasione della guerra del Kosovo. Gli attivisti che allora lavoravano a queste campagne non si riconoscevano ancora come parte di un movimento unitario, n esisteva un legame diretto tra la solidariet virtuale al Subcomandante Marcos e agli albanesi del Kosovo. Ci vorranno ancora alcuni anni perch questi fermenti di critica allattualit e ai potenti si identifichino in un qualcosa di definibile con terminologie composte ad hoc da giornalisti e sociologi: il Popolo di Seattle, il movimento No Global, gli antiglobalizzatori. Nel 1998 LAccordo Multilaterale sugli Investimenti (MAI) era stato preparato in assenza di rappresentanti del Terzo Mondo e prevedeva la limitazione del potere dei governi di regolare gli investimenti stranieri allinterno dei loro confini; gli attivisti che si occupavano di questa campagna reagirono dichiarando che il progetto era destinato a tutelare soltanto i grandi investitori e non appena ottennero il testo dei negoziati lo diffusero su Internet provocando la pronta opposizione degli attivisti in tutto il mondo. Alla data del prima votazione pubblica, il MAI, almeno nella sua forma originaria, era gi naufragato. Non fu chiaro il perch ma lecito pensare allinfluenza di una pressione dellopinione pubblica nei confronti dei governi, e in difesa del Terzo Mondo. Gli scontri di Seattle nascono dalle manifestazione nate durante la conferenza dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) del 1999 , programmata per essere il punto di lancio di un nuovo ciclo millenario di scambi commerciali. Gli avvenimenti presero piede il 30 novembre 1999, quando il World Trade Organization (WTO) si riunito presso il Washington State Convention and Trade Center a Seattle, Washington , Stati Uniti . I negoziati furono rapidamente oscurati dalle massicce proteste organizzate al di fuori degli hotel e del Washington State Convention and Trade Center, dove erano presenti i delegati di molti paesi stranieri. Le proteste vennero diedero inizio a quella che divenne la seconda fase del movimento anti-globalizzazione negli Stati Uniti. Il numero dei dimostranti, anche le stime pi basse, furono stimati in oltre 40.000, superando qualsiasi dimostrazione precedente avvenuta negli Stati Uniti nei confronti di un vertice mondiale portato avanti da una delle organizzazioni generalmente associate economia globale (come il WTO, il Fondo monetario internazionale (FMI), o la Banca Mondiale). Alcuni attivisti pubblicano un sito contenente informazioni sul vertice dellOrganizzazione Mondiale del Commercio. Il sito, http://www.gatt.org, formalmente identico a quello ufficiale ma a dispetto delle aspettative dei visitatori, contiene messaggi di critica agli assunti del libero mercato e della globalizzazione economica. Non finita qui: Durante una conferenza stampa on line presieduta dai funzionari del WTO, sono improvvisamente comparsi "giornalisti" con nomi tipo No- to-Wto, che ponevano domande piuttosto insolite. Quando il moderatore del Wto ha tentato di intervenire, gli hacker lo hanno semplicemente estromesso. E il resto della conferenza stampa andato avanti senza la

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partecipazione del Wto stesso.5 Inoltre a Seattle funzion il primo Indymedia Center e la sinergia tra hacker e attivisti No Global fu esemplare. Emmanuel Goldstein, uno dei leader storici tra gli hacker statunitensi aveva nientemeno che reso possibile per tutti i manifestanti il collegamento radio con le forze dellordine, permettendo a chi volesse di sapere in tempo reale i loro spostamenti. Le comunicazioni via etere non criptate, secondo la legge americana sono pubbliche e lui si era collegato col computer alle frequenze radio interessate collegandole poi ad un link sul suo sito. Nel febbraio 2001, al vertice di Davos per il Forum economico, un pirata informatico riesce a penetrare in uno dei computer degli organizzatori del summit che racchiude i dati personali di personaggi pubblici come Kofi Annan, e Hillary Clinton. I membri del gruppo che si fa chiamare Virtual Monkey Wrench rubano circa ottantamila pagine di dati riservati. In seguito i media svizzeri riceveranno in segno di protesta un cd- rom contenente dati anagrafici, indirizzi di ventisettemila iscritti al forum, e numeri di carte di credito.6 Siamo di fronte ad azioni che non sono pi causali o sporadiche ma fanno parte di un movimento globale contro il nemico comune del neoliberismo e delle sue distorsioni. Questo movimento di persone che girano il mondo a boicottare la globalizzazione nato coi nuovi media, aiutato dalla congiuntura favorevole del boom del Web. Seattle nasce dal tam tam della rete, e dopo Seattle, Quebec City, Praga, Davos, Napoli, Goeborg, tutti organizzati via Web. A Seattle nasce Indymedia. Tactical Media Crew diventa laltro pilastro di informazione di movimento. Si diffondono gli hacklab e gli hackmeeting, i luoghi fisici e gli incontri dedicati alluso antagonista e sociale delle nuove tecnologie. Tra il 2000 e il 2001 nascono numerosi collettivi di video attivisti come il VolsciVideoByte di Roma o il VisualCityVirus di Bologna. Nellultimo anno nascono decine di siti dedicati alle diverse voci del movimento. Sulle orme del Social Forum di Genova si sono formati il Roma Social Forum, il Firenze Social Forum, e almeno altri trenta forum locali. Ognuno coordinandosi con un proprio sito web e una propria mailing list. Ognuno coordinato agli altri con gli stessi strumenti. Tutti legati ai siti delle associazioni, a quelli di boicottaggio, ai network di informazione di movimento. In un'unica grande rete-citt invisibile.

1.4 Controinformazione
Per controinformazione si intende in genere la diffusione, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, di informazioni che si ritengono taciute o riportate in modo parziale e non obiettivo dagli organi di informazione ufficiali. Il termine viene utilizzato in Italia a partire dagli anni settanta (soprattutto in riferimento alla controcultura della contestazione giovanile del Nord America e Europa negli anni sessanta e anni settanta) ed stato in seguito sostituito da altre espressioni quali informazione alternativa,
5 Articolo on line di F. Patalong , Das Pentagon will die totale Abschreckung, Der Spiegel , 5 marzo 2001. Trad.it. di Isotta Toso, Il pentagono e la deterrenza totale, cit.

http://www.enel.it/it/enel/portale/html/index.htm, 6

G. Cadalanu, Hacker antiglobal scatenati, La Repubblica, 8 luglio 2001.

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mediattivismo ecc. In genere, chi presenta la propria opera come "controinformazione" implica che i media di un certo paese (o altro ambito sociale e culturale) siano, in parte o totalmente, asserviti a interessi politici o economici e quindi non siano in grado di rappresentare oggettivamente la realt dei fatti; in questo senso la controinformazione in genere associata a una denuncia di censure e di limiti alla libert d'informazione. Il termine disinformazione viene talvolta usato per enfatizzare l'idea che i mass media convenzionali facciano propaganda, mentano e omettano, e che quindi l'informazione da essi fornita debba essere smantellata contro-informando. Nel mondo occidentale, molte fonti che si autodefiniscono portatrici di "controinformazione" implicano che l'informazione sia asservita ai grandi poteri economici (ancora prima che a quelli politici). In questo caso la controinformazione pu essere intesa come uno dei mezzi della contestazione no global. Chi si propone di fare controinformazione non necessariamente presuppone la "corruzione" dei media convenzionali, ma pu semplicemente ritenersi detentore di una visione "corretta" della societ, della politica o della storia, ignota ai pi o osteggiata (per vari motivi) dalla cultura dominante. A tale categoria fanno riferimento anche i fautori di numerose teorie del complotto. Nel panorama italiano uno dei fenomeni di controinformazione di maggiore risonanza rappresentato dalle iniziative di Beppe Grillo, il cui blog uno dei pi noti internazionalmente, frequentemente citato anche da testate giornalistiche. Dalla sua diffusione, Internet rappresenta uno dei media pi facilmente accessibili a coloro che si propongono di "fare controinformazione". Infatti i contenuti generati dagli utenti (Used Generated Content) sono stati il fenomeno del 2006; celebrato addirittura dalla popolarissima copertina dedicata al personaggio dell'anno del Time che, per la prima volta nella sua storia, ha assegnato l'ambito di riconoscimento proprio al popolo della Rete ossia a chi ha contribuito allesplosione della democrazia digitale. Al posto della foto di un personaggio pi o meno noto, Time ha presentato in copertina un computer con uno specchio al posto dello schermo e all'interno la scritta: You. Voi navigatori, per aver preso le redini dei media globali

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A tal proposito giusto parlare di alcuni individui che, si pu dire, hanno cambiato e scritto la storia in questo senso. Julian Assange un giornalista, programmatore e attivista, noto principalmente per la sua collaborazione al sito WikiLeaks di cui il membro pi noto e influente. WikiLeaks (dall'inglese "leak", "perdita", "fuga [di notizie]") un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo, grazie a un contenitore (drop box) protetto da un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto (segreto di stato, segreto militare, segreto industriale, segreto bancario) e poi li carica sul proprio sito web. WikiLeaks riceve, in genere, documenti di carattere governativo o aziendale da fonti coperte dall'anonimato e da whistleblower. Il sito curato da giornalisti, attivisti, scienziati. Comunque i cittadini di ogni parte del mondo possono inviare (sono anzi invitati a farlo) materiale "che porti alla luce comportamenti non etici di governi e aziende" tenuti nascosti. Gran parte dello staff del sito, come gli stessi fondatori del progetto, rimane anonima. L'obiettivo dell'organizzazione di assicurare che gli informatori non vengano perseguiti per la diffusione di documenti sensibili. L'organizzazione dichiara di verificare l'autenticit del materiale prima di pubblicarlo e di preservare l'anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella "fuga di notizie". Nonostante il prefisso, il progetto non un wiki e non ha alcun legame con Wikimedia Foundation, l'organizzazione senza fini di lucro che possiede i server di Wikipedia. WikiLeaks, per scelta, non ha alcuna sede ufficiale. Infatti vuole essere una versione irrintracciabile di Wikipedia che consenta la pubblicazione e l'analisi di massa di documentazione riservata. Lo scopo ultimo quello della trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia, di etica e di una pi forte democrazia. Il sito fece la sua prima apparizione su internet nel dicembre 2006, in occasione della pubblicazione di un documento che provava un complotto per assassinare i membri del governo somalo, firmato dallo sceicco Hassan Dahir Aweys. La grande fortuna di Wikileaks iniziata nel 2007, quando entr a far parte dello staff di volontari un attivista che utilizzava il software di anonimato Tor. Attraverso questo software, Wikileaks intercett milioni di conversazioni all'insaputa degli interessati. Tra essi vi erano degli hacker cinesi che ricercavano su internet informazioni sui governi occidentali. Wikileaks cominci a registrare tutto il loro traffico. Una piccola frazione fu pubblicata sul sito dell'organizzazione e fu utilizzata come lancio del progetto. Lo staff, e Assange in primis, afferm di avere in preparazione la pubblicazione di oltre 1.200.000 documenti riservati. Nella seconda met del 2007 stata pubblicata una cospicua documentazione, anche di grosso impatto per i media; si va da materiale sull'equipaggiamento militare nella guerra in Afghanistan fino a rivelazioni sulla corruzione in Kenya. La gestione del Campo di prigionia di Guantnamo uno dei casi pi celebri venuti alla conoscenza del grande pubblico grazie a WikiLeaks. Nel 2008 il sito web stato chiuso per decisione di un tribunale californiano dietro le pressioni della banca svizzera Julius Br, ritenutasi diffamata da documenti che l'accusavano di supportare l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco. Il 29 febbraio 2008, lo stesso giudice che lo aveva chiuso autorizz la riapertura del sito web citando il primo emendamento e questioni riguardo alla giurisdizione. Il 5 marzo 2008 la banca rinunci alla causa. Una successiva richiesta della banca di
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bloccare la pubblicazione del sito web fu negata. Nel giugno del 2009 il sito aveva oltre 1200 volontari registrati, fra cui un consiglio direttivo composto da Assange, Phillip Adams, Wang Dan, C. J. Hinke, Ben Laurie, Tashi Namgyal Khamsitsang, Xiao Qiang, Chico Whitaker e Wang Youcai. Il 5 aprile 2010, durante una conferenza stampa a Washington, WikiLeaks diffonde un video di 17 minuti che mostra l'assassinio di almeno dodici civili iracheni, tra cui due giornalisti della Reuters, in un attacco messo in atto da due elicotteri Apache americani il 12 luglio 2007. L'autenticit del video, chiamato Collateral Murder, stata confermata da un militare americano. Nel maggio dello stesso anno il soldato dell'esercito americano Bradley Manning viene arrestato con l'accusa di aver divulgato il video e altre centinaia di migliaia di documenti riservati. In un'intervista al Guardian del dicembre 2010, Julian Assange lo ha definito un eroe. Del 25 luglio 2010 la notizia che WikiLeaks ha svelato ai quotidiani New York Times e The Guardian e al settimanale Der Spiegel, che verificano l'autenticit del materiale, il contenuto di alcuni documenti riservati dai quali emergono aspetti nascosti della guerra in Afghanistan. Tra le altre cose, le suddette informazioni riguardano: l'uccisione di civili e l'occultamento dei cadaveri; l'esistenza di un'unit segreta americana dedita a "fermare o uccidere" talebani, anche senza un regolare processo; il doppio gioco del Pakistan ufficialmente paese alleato degli Stati Uniti i cui servizi segreti tessevano rapporti di collaborazione con i capi talebani per combattere l'operato militare americano e organizzare perfino complotti contro leader afghani. Nell'ottobre 2010 WikiLeaks diffonde pi di 300.000 documenti riservati dell'esercito statunitense che rivelano gravi inadempienze delle autorit statunitensi nel perseguire abusi, torture e violenze perpetrate durante la guerra in Iraq. La divulgazione dei documenti ha rivelato anche la morte di oltre 15.000 civili in circostanze sconosciute e numerosi casi di torture da parte di militari iracheni ignorate dall'esercito statunitense. Nello stesso mese dello stesso anno, il numero due dell'organizzazione, il tedesco Daniel DomscheitBerg, ha rassegnato le dimissioni per dissidi con Assange. Il 18 novembre 2010 il tribunale di Stoccolma spicca un mandato d'arresto in contumacia nei suoi confronti con l'accusa di stupro, molestie e coercizione illegale. Il reato contestatogli sarebbe quello di aver avuto rapporti sessuali non protetti, seppur consenzienti, con due donne, Anna Ardin (militante femminista, segretaria dell'associazione "Brotherhood Movement" e autrice di una "Guida alla vendetta contro il partner" pubblicata sul web) e Sofia Wiln, e di aver successivamente rifiutato di sottoporsi ad un controllo medico sulle malattie sessualmente trasmissibili, condotta considerata criminosa dalla legge svedese. La denuncia era stata fatta dalle sue ex-amanti dopo che esse avevano appreso l'una dall'altra di aver avuto rapporti sessuali con lui; al momento dell'emissione del mandato di arresto contro Assange non esistevano comunque prove a suo carico che non fossero la parola delle due donne. Inoltre, secondo la stampa svedese, la poliziotta che ha raccolto la testimonianza della Ardin e la Ardin stessa erano molto amiche (addirittura lovers, secondo alcuni), e sarebbe stata proprio l'agente a incitare la donna a denunciare l'ex amante dopo averle spiegato che per la giustizia locale rifiutarsi di usare il preservativo durante un rapporto si configura come stupro. ora di sgonfiare quel pallone gonfiato ed esageratamente osannato di Julian Assange aveva dichiarato la poliziotta sulla sua pagina Facebook. Molti hanno infine sollevato giustamente dei dubbi sulla natura del provvedimento, mettendo in rilievo la coincidenza temporale con la pubblicazione da parte di Wikileaks dei documenti diplomatici statunitensi. Il 20 novembre l'Interpol e il Sistema di Informazione Schengen recepiscono il mandato di arresto Il 7 dicembre 2010 Assange si presenta spontaneamente negli uffici di Scotland Yard e viene arrestato in seguito al mandato di cattura europeo. Lo stesso giorno, il tribunale respinge la richiesta di libert provvisoria su cauzione appoggiata da diverse personalit del cinema e del giornalismo, e decide di tenerlo in carcere fino al 14 dicembre. Nel frattempo la Svezia presenta una richiesta di estradizione alle autorit britanniche: secondo alcune fonti, tale richiesta sarebbe finalizzata ad estradarlo in realt negli Stati Uniti dove lo attende un processo per spionaggio. Il 16 dicembre, dopo nove giorni di carcere, Assange viene rilasciato su cauzione, e la decisione sulla richiesta di estradizione rimandata. Il 2 novembre 2011 l'Alta corte di Londra d il via libera all'estradizione richiesta dalla Svezia.
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Il 2 febbraio 2011 un parlamentare norvegese del Partito Socialista ha candidato il sito al premio Nobel per la pace.

Pi recenti sono le gesta del giovane attivista egiziano Wael Ghonim, Responsabile del settore marketing di Google per il Medio Oriente e l'Asia. E stato tra i promotori della rivoluzione egiziana del 2011, attraverso il proprio blog. Per tale attivit, la rivista Time, lo ha indicato come la persona pi influente dell'anno 2011. Il 25 gennaio 2011 piazza Tahrir straripa di dimostranti. ormai chiaro che le difese del potere si stanno sgretolando, la gente si svegliata, lesercito interverr. Wael Ghonim scrive su Twitter: Buongiorno, Egitto! Mi sei mancato negli ultimi trentanni. La scintilla della rivolta lha accesa lui, su facebook, coordinando la protesta dalla sua pagina Siamo tutti Khaled Said, dedicata al giovane torturato e ucciso dalla polizia nel giugno 2010. La reazione dei giovani egiziani, nauseati da decenni di soprusi e sfiancati da un regime inamovibile, quasi miracolosa. E Wael finisce in prigione, arrestato con laccusa di fomentare il dissenso. La sua prima intervista dopo il rilascio, appena emerso dallincubo degli interrogatori, far il giro del mondo: in lacrime davanti alle telecamere incita i suoi connazionali a continuare a manifestare. La ribellione riprende vigore e poche ore dopo Mubarak si dimette. Non sono io leroe: voi siete gli eroi! grida il giovane blogger alla folla, ed per tutti il nuovo leader del movimento. Ad un anno da Piazza Tahrir, Wael Ghonim racconta nel suo libro Revolution 2.0 quei giorni, le piazze affollate, il carcere, riflette sulle proteste popolari che oggi stanno percorrendo il pianeta, ma soprattutto ci ricorda come Internet sia stata fondamentale per
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abbattere un potere autocratico e violento. Come accaduto? Come potrebbe accadere ancora, con altri poteri, in altre parti del mondo? Dalla Tunisia alla Spagna, da piazza Tahrir a Wall Street, la voglia di libert e partecipazione dei cittadini si svegliata, alimentata da uninformazione sempre pi globale e da mobilitazioni sempre pi rapide. E Ghonim si rivolge a chi vuole e deve tornare protagonista della politica: il popolo. La breccia nel muro del dispotismo e della corruzione ormai si aperta, e allargarla un dovere di tutti. Anche di un solitario blogger.

1.5 Indymedia

Il suo slogan ,da solo, basterebbe ad una presentazione:


Dont hate the media, become the media Non odiare i media, diventa i media

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Indymedia il nome meglio conosciuto dell' Indipendent Media Center (rete di mezzi di comunicazione di massa indipendenti), chiamata anche IMC, una rete di mezzi di comunicazione di massa e di giornalisti localizzati in posti lontanissimi tra loro ma legati da un progetto comune e naturalmente dallo stesso supporto: Internet . Fu creata nel novembre del 1999 per supportare le proteste del movimento no-global contro la World Trade Organization a Seattle. Nel 2002, a tre anni dalla fondazione, le IMC sparse per il mondo erano 89, localizzate in 31 stati e 6 continenti. Nei soli Stati Uniti d'America si trovavano ben 39 Indipendent Media Center, mentre in Canada 11. Caratteristica principale l' open publishing. Indymedia un network di media gestiti collettivamente per una narrazione radicale, obiettiva e appassionata della verit. Ci impegniamo con amore e ispirazione per tutte quelle persone che lavorano per un mondo migliore, a dispetto di distorsioni dei media che con riluttanza si impegnano a raccontare gli sforzi dellumanit libera. ( Dalla presentazione americana, accessibile da www.italy.indymedia.org.) Le cosiddette Centrali Indipendenti dei Media sono state concepite per neutralizzare la macchina dei media industriali, attraverso le quali gli attivisti possano parlare del movimento in prima persona. Le IMC sono centri-stampa di una protesta di massa, situati nelle citt nelle quali sono presenti gruppi attivi nel movimento: forniscono in tempo reale un commento critico sugli eventi locali o mondiali e facilitano una copertura giornalistica decentrata e indipendente dalle rivendicazioni. Gli attivisti volontari che scrivono, filmano o scattano fotografie significative per le manifestazioni possono pubblicare i loro materiali sul sito web. Filmati girati da attivisti delle IMC a Seattle, a Praga e a Genova sono stati parzialmente utilizzati per sostenere laccusa dei manifestanti di abusi da parte della polizia. Nello stesso tempo Indymedia ha sempre tenuto alla distinzione tra il piano della politica e quello dellinformazione, anche per una ragione pratica: Indymedia un collettivo super partes, un collante di centinaia di fermenti, ed praticamente impossibile che sia la voce ufficiale di un movimento spesso definito dalle mille anime. Sicuramente Indymedia viene classificata di matrice anarchica ma tuttavia il suo obbiettivo non quello di schierarsi: Noi attivisti mediatici non siamo politicizzati, non aderiamo per forza alle cose che vengono dette o alle iniziative ma le seguiamo dal punto di vista dellinformazione. Certo ci sono delle regole: per esempio la prima regola di un mediaattivista in un filmato di non riprendere mai in faccia i manifestanti. 7 A questo proposito chiarificatore L'Indymedia disclaimer: Indymedia Italia non e' legalmente responsabile del contenuto presente sul suo sito. Indymedia Italia non produce o finanzia alcun tipo di servizio giornalistico o audio-video ma utilizza soltanto il materiale e le informazioni messe a disposizione gratuitamente dagli utenti che si collegano al sito. Indymedia non e' legalmente responsabile per i pensieri e le affermazioni espresse dai suoi utenti.8 Insomma un tentativo di costruire una sorta di opinione pubblica internazionale libera dai poteri forti e dagli schemi dell'identit etnica, nazionale e corporativa. Una sorta di identit globale. Si legge dal post 9 di un utente: Dobbiamo aiutare il mondo intero - e nel nostro piccolo quello italiano/europeo - a disfarsi dell'identit nazionale, dei suoi finti privilegi e sicurezze, le sue decrepite identit e convincerlo che la societ non si ferma a Trieste o Siracusa, esiste solo una societ umana ed quella mondiale. Nel terzo capitolo approfondiremo il ruolo importante che occupa Indymedia nella lotta dellattivismo no-global, soprattutto in occasione del G8 a Genova nel 2001.
7 8

F. Nanni, A. Dasaro, G. Greco, Sopravvivere al G8, Editori Riuniti, Roma 2001. DallIndymedia disclaimer, in italiano disconoscimento: il rifiuto di assunzioni di responsabilit riguardo al contenuto del sito. Questa presa di posizione si basa sul fatto che con il metodo della

pubblicazione aperta chiunque pu scrivere qualunque cosa senza essere controllato. 9

Un post (dallinglese to post che vuol dire spedire, inviare) un messaggio testuale, con funzione di opinione o commento, inviato in uno spazio comune su Internet per essere pubblicato.

Per esempio su newsgroup, forum, blog, guestbook, e qualunque altro tipo di strumento telematico (con esclusione delle chat e dei sistemi di messaggistica istantanea) che consenta a un utente generico di Internet di lasciare un proprio messaggio pubblico.

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CAPITOLO II
VERSO UNA DITTATURA GLOBLALE?

A ognuno puzza questo barbaro dominio Il populo desidera non essere comandato n oppresso dai grandi, e li grandi desiderano comandare e opprimere il popolo Governare far credere
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Il Principe, Niccol Machiavelli

2.1 Dal cinema alla letteratura, dalla letteratura alla realt


Matrix un film del 1999 scritto e diretto dai fratelli Andy e Larry Wachowski. un film di fantascienza che ha vinto numerosi premi, tra cui quattro Oscar. Neo il personaggio principale e simbolicamente rappresenta ognuno di noi e la nostra capacit di prendere in mano la nostra vita e di fare la differenza in ci che facciamo. Volutamente introduco il secondo capitolo partendo dallanalisi di questa pellicola. In Matrix, film di riferimento della comunit cyber e anche delle comunit telematiche antagoniste, gli esseri umani vivono inconsapevoli allinterno di un software, the matrix. Dove il virtuale ingloba il reale "ammazzando" il principio di realt e la morale. Il protagonista, che non a caso un hacker, viene mostrato mentre nasconde software illegale in libro di Baudrillard. E non a caso, avr il compito di salvare il genere umano. E fin troppo semplice la relazione metaforica tra the matrix e il sistema globalizzato dominato dagli interessi delle multinazionali che, secondo i No Global, pervade tutto e tutti. Allora lhacker diventa licona di questa battaglia e, come dice Enrico Menduni, Internet diventa una vendetta della storia: voluta fortemente dallapparato militare americano per contrastare la vulnerabilit delle reti classiche di comunicazione, si trasforma in luogo di organizzazione e di conflitto dei gruppi clandestini in rivolta.10
10 E. Menduni, Autore e filosofo molto apprezzato in alcune aree intellettuali del movimento. Da L'abbraccio mediatico al movimento, in il Mulino , a. L, n. 397, settembre-ottobre 2001, pag. 893-901.

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A sua volta il film ricco di spunti e di riferimenti letterari scelti ad hoc. Il libro dove Neo nasconde i programmi, all'inizio del film, non a caso "Simulacra & Simulation" di Jean Baudrillard. Ponendolo nella scena iniziale, gli autori ci suggeriscono di fare attenzione ai simulacri e al simbolismo nel resto del film. La frase che Morpheus pronuncia rivolto a Neo "Benvenuto nella tua nuova desertica realt" ("Welcome to the desert of the real" nell'originale) la parafrasi del primo capitolo di questo libro filosofico. Baudrillard sostiene che il nostro mondo non pi "reale" ma bens "iperreale", una simulazione della realt sconnessa da ci che prima era reale; inoltre la maggior parte delle persone in Occidente preferisce questa simulazione alla realt effettiva. Da questa base si sviluppano i simulacri, copie di cose ricreate all'infinito finch non rimane pi traccia di qualcosa di originale. La simulazione la norma al mondo d'oggi e non va confusa con la "rappresentazione". Una rappresentazione pu essere usata per distinguere le cose false in quanto per definizione una rappresentazione riguarda una cosa esterna e diversa. Una simulazione invece proclama s stessa come la reale istanza di ci che viene simulato, e non una cosa esterna ad essa. In una simulazione non possibile distinguere dove il finisce il falso ed inizia il vero, perch all'interno della simulazione tutto contraffatto. Il reale, scrive Baudrillard, viene prodotto da cellule miniaturizzate, matrici e banchi di memoria, modelli di controllo - e pu essere riprodotto all'infinito partendo da questi elementi. Non ha pi bisogno di essere razionale in quanto non esiste pi un modello al quale essere confrontato. Deve soltanto essere operativo ed efficace. Questo naturalmente il concetto che sta dietro al mondo virtuale descritto nel film. "Hai vissuto in un mondo dei sogni creato da un computer, Neo", dice Morpheus. Baudrillard scrive: "E' sempre una questione di dimostrare il vero attraverso l'immaginario; provare la verit attraverso lo scandalo, provare la legge attraverso la trasgressione, provare il lavoro attaverso lo sciopero, provare il sistema attraverso la crisi..." Un esempio della iperrealt, continua Baudrillard, sono le simulazioni al computer che i media ci propinano quando non esistono filmati per illustrare l'evento (ad esempio incidenti, fatti di guerra o addirittura eventi sportivi). L'iperrealt ci viene spacciata come realt anche se ovviamente filtrata attraverso gli interessi di chi ci mostra questo materiale. Uno degli aspetti pi evidenti dell'iperrealt sono i gigantesci centri commerciali presenti soprattutto negli USA, nei quali andare a fare compere diventa un evento in s e non pi direttamente correlato all'acquisizione di cose che realmente ci servono. Si fa shopping solo per aver qualcosa da fare. Si comprano cose di cui non si ha bisogno, che in certo senso loro stesse ci hanno trovato attraverso l'esperienza dello shopping, la pubblicit e il marketing. Questo ancora pi vero con l'emergere dell'e-commerce, dove il denaro non passa materialmente di mano e si scelgono gli articoli solo attraverso foto e descrizioni scritte su un monitor. Dicendoci cosa di moda e cosa no, cosa giusto, cosa sbagliato, cosa pensare e cosa dire, i governi, le aziende e i media ci impongono cosa fare e cosa essere. Questa ovviamente una simulazione della libert di scelta: possiamo scegliere qualunque cosa dal men, ma non possiamo creare noi il men. Il capitolo sul Nichilismo particolarmente importante nello schema simbolico del film ed per questo che i fratelli Wachowski hanno deciso di citarlo cos prominentemente nel film. Baudrillard discute un nuovo tipo di nichilismo, non cos semplice come il classico "Dio morto". Invece il nichilismo moderno basato sull'inerente "sparizione" delle cose. Perci non solo il significato ma anche l'apparenza delle cose messa in discussione. Il risultato la generale e completa indifferenza presente tra le masse, anche tra chi si proclama "religioso". L'Agente Smith descrive a Morpheus lo stato del mondo con questa frase: "Miliardi di persone che vivono le loro vite.... incoscientemente". Questo il risultato di ci che Baudrillard chiama simulazione e ipersimulazione. La TV distrugge il significato delle cose, ad esempio, rovescia e simula la realt. Ultimamente sono molto popolari i "reality show": non siamo pi noi a vedere la TV, lei vede noi. Molti di noi si sentono come parti di un meccanismo in un vasto sistema di macchine. Baudrillard sostiene che la maggioranza delle persone perfettamente soddisfatta di esistere in questo sistema tecno-politico-economico che non ha significato al di l del proprio fine. La politica usa la gente per

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qualunque fine si prefigga; interessi esterni influenzano e controllano il governo che al momento al potere; le corporations e i governi invadono la nostra vita privata, ci controllano e manipolano i nostri consumi. Durante il suo incontro con l'agente Smith, Neo si ritrova senza bocca mentre invece vorrebbe urlare per chiedere aiuto facendo chiaro riferimento al libro Non Ho Bocca e Devo Urlare di Harlan Ellison. La trama racconta che dopo che un sistema informatico globale diventa consapevole ed intelligente, comincia a combattere contro gli umani per il controllo. Alla fine vince e come vendetta imprigiona alcuni esseri umani in un mondo artificiale creato dallo stesso sistema di computer. Un passaggio del libro ricorda da vicino il dialogo in cui l'Agente Smith racconta a Morpheus quanto odia gli umani. Singolare una scena in cui Morpheus allinterno di una realt simulata simile a Matrix tiene un monologo e mostra a Neo attraverso una televisione il mondo com realmente: Ti interessa sapere di che si tratta, che cos'? Matrix ovunque, intorno a noi, anche adesso nella stanza in cui siamo. quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. il mondo che ti stato messo dinanzi agli occhi, per nasconderti la verit. Come tutti gli altri sei nato in catene in una prigione che non ha sbarre, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. controllo. Matrix un mondo virtuale elaborato al computer, creato per tenerci sotto controllo, al fine di convertire l'essere umano in questa [Mostra una batteria]. Ci sono campi, campi sterminati dove gli esseri umani non nascono: vengono coltivati. Questultima frase e tutta la scena in generale, soprattutto per chi si interessa ai media e alla comunicazione, richiama senza ombra di dubbio ad uno studio sviluppato negli anni settanta dal professor George Gerbner, decano della Scuola di comunicazione Annenberg presso l'Universit della Pennsylvania: La teoria della coltivazione. E una teoria degli effetti cumulativi che studia le conseguenze della televisione sulla popolazione. Gerbner svolse tra gli anni '60 e '70 vari studi sugli effetti della televisione sulla popolazione negli Stati Uniti e giunse alla conclusione che la televisione non ha effetti specifici ed immediati sugli spettatori ma invece produce un effetto di cumulazione che porta lo spettatore a vivere in un mondo che somiglia a quello mostrato dal teleschermo. La tesi fondamentale della teoria attribuisce al mezzo televisivo la capacit di fornire allo spettatore, dallinfanzia allet adulta (per questo si parla di coltivazione), una visione del mondo comune e condivisa, operando in tal senso nella direzione di una unificazione della realt. In seguito venne analizzato il contenuto dei programmi televisivi e il pubblico dei diversi programmi. Vennero create 3 categorie di pubblico: Low-user (coloro che guardano meno di 2 ore al giorno televisione), Normal-User (tra le 2 e le 6 ore al giorno)e gli Heavy-User (pi di 6 ore al giorno). Attraverso l'analisi in particolare del terzo gruppo, coloro quindi che dovrebbero essere molto influenzati dai programmi televisivi, Gerbner formul la sua tesi della coltivazione: l'uso massiccio del mezzo televisivo non ha effetti immediati sul pensiero ma produce nel lungo termine un effetto di "coltivazione" e provoca un cambiamento della percezione della realt, facendo vivere lo spettatore in un mondo modellato su ci che viene trasmesso nella televisione (TV-World). In base a questa teoria venne osservato che color che utilizzano la televisione per pi di 6 ore al giorno hanno tendenzialmente pi paura della societ e credono di essere molto pi facilmente esposti ad un atto criminale rispetto a coloro che guardano meno televisione. Gli Heavy-Viewer hanno solitamente paura ad uscire per strada di notte, posseggono animali da guardia o armi per proteggersi, hanno poca fiducia nella politica e nella societ in generale, ritengono l'avere un figlio in un mondo cos brutto una irresponsabilit. La teoria della coltivazione ha subito molte critiche, soprattutto poich pone in modo causale il rapporto tra il vedere molta televisione e avere paura, mentre i due fattori dovrebbero essere osservati a livello correlativo. Infatti questi due fattori potrebbero anche essere associati in maniera opposta, ovvero coloro che hanno paura guardano la televisione per sentirsi pi sicuri (ad esempio guardando film o soap opera dove il mondo perfetto e i problemi si risolvono sempre).
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Inoltre il fatto se la televisione porta ad un aumento della violenza, per il quale motivo era stata commissionata la ricerca di Gerbner, risultato ampiamente negativo, poich la televisione solo un elemento di un problema molto pi complesso della societ in generale che ha provocato una sensazione di aumento della criminalit. Con la massiccia presenza in tutto il mondo di un palinsesto televisivo globalizzato, la teoria della coltivazione indica nella televisione uno strumento di omogeneizzazione culturale a livello mondiale, in cui i messaggi televisivi formano un sistema coerente che crea la corrente del nostro modo di pensare ("mainstream of our culture"). Dopo questa parentesi giusto chiudere il capitolo Matrix cos come si chiude sul teleschermo, ovvero col monologo sovversivo e pi che mai attuale del protagonista: So che mi state ascoltando, avverto la vostra presenza. So che avete paura di noi, paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andr a finire, sono venuto a dirvi come comincer. Adesso appender il telefono e far vedere a tutta questa gente, quello che non volete che vedano. Mostrer loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto possibile. Quello che accadr dopo, dipender da voi e da loro. Dal grande schermo, grazie ad autori di spessore, con prepotenza arrivano personaggi che occupano molta rilevanza nellideologia No-global. Neo uno dei tanti eroi cinematografici che si prestano a vere e proprie icone simbolo del movimento. Tyler Durdeen, protagonista di Fight Club, si erge fra tutti. La pellicola infatti una lucida analisi psicologica sul malessere diffuso di uno strato sociale abbandonato a s stesso, in cui, come per loperaio-automa di Tempi moderni, la ripetizione nauseante del gesto porta ciascuno ad estraniarsi dalle sue azioni coscienti, conducendo sulla via della ribellione. Attraverso una serie di scelte di vita drastica, ecco dunque come intraprendere una discesa negli inferi del proprio inconscio, che forse solo il sentimento di unaltra persona pu interrompere. Fight Club rappresenta il rifiuto, licona video del disturbo, la parabola di una realt insopportabile vissuta nelliperbole di un atto folle. Inquietante, surreale, durissimo e spietato. La Filosofia di Tyler Durdeen si pu riassumere in questi stralci di monologhi: La pubblicit ci fa inseguire le auto e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo n uno scopo n un posto. Non abbiamo la grande guerra n la grande depressione. La nostra grande guerra quella spirituale, la nostra grande depressione la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non cos. E lentamente lo stiamo imparando. E ancora sottolinea: Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantit di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, n il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca. Spazio, anche se poco, dobbiamo dedicarlo per forza di cose all eroe anarchico V di V for Vendetta che combatte contro una nuova dittatura in un futuro prossimo. Lo scenario del regime repressivo richiama quello Orwelliano di 1984. Infiniti spunti sono riscontrabili nella sceneggiatura, nei dialoghi e nei monologhi delleroe mascherato ma citer solo due battute per rendere lidea; la prima affidata al capo redazione della pi importante emittente televisiva del Paese che afferma: Il nostro compito riferire le notizie, non fabbricarle, quello compito del governo., la seconda pronunciata in prima persona da V: I popoli non dovrebbero temere i propri governi: sono i governi che dovrebbero temere i propri popoli. Comunque indispensabile parlare di questa pellicola dal momento che la maschera di Guy Fawkes 11 indossata da V, in questi anni di tumulti, manifestazioni e indignazione diventa il simbolo della rabbia generazionale che anima le proteste, della voglia di cambiare le cose, della speranza in un futuro diverso.12 Il 15 Maggio 2011, a Madrid, dopo una grande manifestazione contro la crisi, la precariet e la corruzione della classe politica, un gruppo di giovani si ferma a dormire nella piazza di Puerta del Sol.
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Era membro di un gruppo di cospiratori cattolici inglesi che tentarono di assassinare con un'esplosione il re Giacomo I d'Inghilterra e tutti i membri del Parlamento

inglese riuniti nella Camera dei Lord per l'apertura delle sessioni parlamentari dell'anno 1605.
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http://www.rollingstonemagazine.it/politica/notizie/lanno-della-rivoluzione/47221/

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linizio di una nuova rivolta. Ne abbiamo abbastanza di vedere governi democratici in ginocchio davanti ai mercati finanziari, mentre i politici si dimenticano della cittadinanza. Vogliamo che sia eliminata la corruzione e chiediamo una legge elettorale pi giusta, che metta fine ai paradisi fiscali e imponga tassazioni rigide alle transizioni finanziarie internazionali, dice il portavoce di Democrazia Real. "Non siamo noi anti-sistema, il sistema che anti-noi!" si scrive su Twitter. La maschera di Guy Fawkes ovunque: nelle strade, nelle piazze, viaggia sul web da un capo allaltro del mondo. solo un simbolo, certo. Ma sono i simboli come questo ad agitare le coscienze. Come ha scritto Arundhati Roy, su The Guardian riferendosi alle proteste del 2011 a Madrid e non solo: Questa lotta ha risvegliato la nostra immaginazione. Da qualche parte, nel suo cammino, il capitalismo ha ridotto lidea di giustizia al solo significato di diritti umani, e lidea di sognare luguaglianza diventata blasfema. Non stiamo combattendo per giocherellare con la riforma del sistema. Questo sistema deve essere sostituito. Buon 2012. Buona Rivoluzione.

Si pu dire che questa resistenza sia da considerarsi un atto deviante riconducibile alle subculture e alle dinamiche conflittuali di lotta fra classi. Osservate e teorizzate anche nella teoria della tensione e in quella del controllo sociale. 13 Il sociologo e antropologo Emile Durkheim, ci ricorda che ci che noi chiamiamo reato ci che la societ definisce come tale, nato da sentimenti collettivi in un preciso momento storico e protetti dal diritto penale legato a quel momento. Ma approfondiamo per un attimo il controllo sociale. Possiamo definirlo come un insieme di saperi, poteri, strategie e istituzioni attraverso cui le lite di potere preservano un particolare ordine sociale,
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Confronta WILLIAMS P. Frank, MCSHANE D. Marilyn - Devianza e criminalit, Il Mulino, 2002.

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collocato in un preciso momento storico, a noi contemporaneo, che dona specificit al concetto di normalit e di patologia. Questo avviene grazie all'uso degli strumenti e delle strategie di riduzione della devianza, terreno di coltura su cui prospera il controllo sociale. Come possiamo definire la normalit, la patologia e la devianza, come riconoscerla ed analizzarla? Si deduce che sia il normale sia il patologico sono concetti relativi, connessi con il tempo e con l'evoluzione di una particolare societ. I mutamenti sociali implicano un cambiamento dei valori dominanti, anche all'interno della stessa lite, che modificano le condizioni dell'esistenza collettiva. Ci che oggi patologico per l'ordine sociale pu essere necessario per l'evoluzione successiva dello stesso ordine sociale. Analizzare il controllo significa anche proporlo come fatto sociale e come tale spiegarlo, utilizzando altri fatti sociali, senza ricorrere a tautologie. Il controllo sociale non quindi un'entit trascendente ma un fatto sociale;. Georges Gurvitch in "Il controllo sociale" rileva che ci che appare come "ordine" (normale) ad un gruppo di individui pu essere considerato "disordine" (patologico o deviante) da altri elementi della stessa societ. Egli opera anche una distinzione tra specie e forme di controllo. Alle prime appartengono i valori connessi alla religione, la morale, il diritto, l'arte, la conoscenza, l'educazione, cui vanno integrate ed incrociate le forme del controllo sociale secondo la struttura politica della specifica societ, che variano dalla forma di controllo organizzato (sia autocratico, sia democratico), a quello spontaneo messo in atto dalle esperienze collettive (comprese le rivolte e le rivoluzioni), al controllo esercitato con l'aiuto di pratiche ed usi culturali ed, infine, a quello spontaneo messo in atto dalle idee e dagli ideali collettivi. Il tipo di controllo sociale di cui ci occuperemo soprattutto il primo, quello organizzato, in un contesto politico democratico. Tamar Pitch ci ricorda che possibile distinguere la sicurezza oggettiva, misurabile con strumenti adeguati lontani da pregiudizi e orientamenti politici, dalla sicurezza soggettiva, percepibile individualmente o collettivamente, che invece ammette di essere influenzata da pregiudizi, emozioni, modelli culturali. L'ordine pubblico ha a che fare con l'ambito nazionale mentre la sicurezza con l'ambito locale, cittadino. Per esercitare il controllo sociale, e le sue implicazioni in termini di sicurezza, si ricorre a modelli di soggetti devianti, patologie in seno alla societ, su cui scaricare le responsabilit del disordine collettivo. Capri espiatori di facile interpretazione e storicamente sostituibili che possono servire per mascherare le reali perversioni dell'ordine sociale imposto. Le strategie di contenimento dei fenomeni devianti consistono nel ridurre le possibilit di comportamento degli individui determinando vincoli, tecniche per rilevare le infrazioni e di punizione. Lo spazio di azione degli attori sociali limitato ad uno spazio conforme alla normalit. possibile riconoscere come istituzioni del controllo sociale le istituzioni totali come il carcere o i manicomi ma anche le fabbriche e la famiglia. Anche determinate scelte politiche producono maggiore o minore controllo sia in intensit sia in estensione. Queste scelte, agite attraverso la legislazione, possono produrre devianza, o meglio, ci che l'apparato istituzionale e le costruzioni sociali definiscono come tale. La devianza non un atto ma la risposta, un sintomo e non una causa. Dalla devianza alla sua criminalizzazione il passo breve. Ma anche qui Durkheim ci ricorda che ci che noi chiamiamo reato ci che la societ definisce come tale, nato da sentimenti collettivi in un preciso momento storico e protetti dal diritto penale legato a quel momento. Negli anni '80 assistiamo ad un incremento degli eventi criminali (che siano cambiati i parametri di rilevamento?) ed alla crisi del sistema di welfare state. Il sentire comune che chi delinque in grado di decidere e lo fa consapevolmente. Gli investimenti slittano dai programmi sociali di trattamento riabilitativo a quelli di deterrenza e intimidazione. Bisogna tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, questo il leitmotiv dominante. L'obiettivo ottenere il massimo della sicurezza con l'impiego minimo di risorse, inaugurando la politica economica di costi-benefici comparando gli investimenti finanziari ai livelli di sicurezza ottenuti. Si incrementano anche i costi non monetari ma repressivi con l'innalzamento delle pene carcerarie e, in alcuni stati dove gi era prevista dagli ordinamenti, un maggiore ricorso alla pena di morte, la condizione in assoluto pi "produttiva". Il fine di queste politiche la riduzione qualitativa e quantitativa delle condotte che possono pregiudicare la sicurezza della comunit senza per interrogarsi sulle cause che possono generare comportamenti illegali. Il controllo sociale fuoriesce dal carcere e dalle altre istituzioni totali per estendersi nel territorio urbano. Si giunge cos a pensare al territorio, qui inteso come ambiente fisico e spaziale,
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come luogo di repressione e prevenzione della microcriminalit di strada intervenendo anche modificando l'aspetto urbanistico preesistente. Assistiamo alla nascita di quartieri fortezza dotati di propri agenti della sicurezza, telecamere e cancelli. Le agenzie statali, le polizie, perdono cos il monopolio del controllo del territorio e della sicurezza affiancate da innumerevoli agenzie private. Nella nuova cartografia del territorio i luoghi di ritrovo tra gruppi e persone cambiano ubicazione. Agor - centro commerciale, ozio - negozio, ecco le nuove dicotomie: fino agli anni ottanta gli incontri avvenivano nella pubblica piazza, prodotto tipico della cultura urbanistica italiana, ed il controllo era affidato ad agenti delle polizie di stato (polizia, carabinieri, vigili urbani, etc.); poi i luoghi di aggregazione si sono spostati in ambienti privati, centri di consumo e produzione (centri commerciali, bar, discoteche) dotati di controllo affidato a polizie private (cittadini dell'ordine, mondialpol, etc.) il cui compito quello di controllare e segnalare alle autorit preposte eventuali irregolarit. Gli agenti privati sono armati e ci comporta un eventuale innalzamento del livello di scontro. Da un'analisi comportamentista di stimolo-risposta possiamo dedurre che alla presenza di agenti armati si contrappone un intervento delinquenziale munito di armi pi potenti. Si tutela la sicurezza pubblica e preserva l'ordine sociale, considerando il fenomeno criminale come normale, intervenendo nella gestione del rischio attraverso le logiche del mercato economico della domanda e dell'offerta. Il business della sicurezza in continua espansione: con le banche dati, le reti telematiche, le telecamere il controllo si realmente diffuso ovunque spalmandosi nell'arco di tutta la giornata. Le politiche di sicurezza creano particolari categorie di soggetti caratterizzate da un alto indice di rischio: immigrati, tossici, indigenti, soggetti politici radicali, solo per citarne alcuni. Il soggetto deviante si erge a "caso" idealtipico di una realt collettiva. Subentra la logica della prevenzione della microcriminalit che si esercita attraverso il controllo del territorio, spinto fino alla militarizzazione e alla limitazione dello spazio di azione dei cittadini. Illuminante in proposito l'esempio dei "quartieri a rischio" creati a Milano dall'amministrazione comunale alla fine degli anni '90. Il quartiere Stadera fu uno di questi: fu istituito il poliziotto ed il vigile di quartiere, una ronda che avrebbe dovuto fungere da deterrente per le azioni criminose, rafforzata l'illuminazione pubblica, istituiti posti di blocco sulle arterie principali. Rientrata l'attenzione dei mass-media la presenza delle forze dell'ordine tornata ai livelli precedenti, lasciando i problemi sociali che caratterizzano il quartiere irrisolti ma avendo gravato sui costi pubblici. Si agito sull'effetto e non sulla causa. I residenti del quartiere sono tutt'oggi lasciati in situazione di marginalit, senza un cinema o un teatro, esclusi dalle risorse culturali della citt oltre che da quelle economiche. La presenza costante delle forze dell'ordine ha, inoltre, infuso nei residenti la percezione di vivere realmente in un quartiere a rischio. Se gli uomini percepiscono determinate situazioni come reali, esse saranno reali nelle loro conseguenze. Si prodotto un nuovo immaginario sociale costruito sulla sicurezza e sul rischio, dove il controllo diventa la gestione dei soggetti sorvegliati in massa, il cui fine la cooperazione tra polizie pubbliche e private in collaborazioni con il cittadino per la cattura dei soggetti ritenuti pericolosi, devianti o semplicemente diversi. Tutti sono controllati e tutti sono controllori, come i personaggi di un romanzo distopico. La variabile della classe sociale non poi da tralasciare. Capita che gli agenti del controllo ed i giudici e magistrati agiscano mossi dal pregiudizio distribuendo pene diverse in base alle condizioni sociali, culturali ed economiche di chi infrange la legge. I reati perseguiti dalle classi detentrici dei poteri sono meno criminalizzati comparati a quelli commessi dalla piccola criminalit. Grazie ad un'abile manipolazione dei mezzi di comunicazione di massa, questi reati sono percepiti collettivamente come recanti un danno minore al bene comune e quindi minore il desiderio di "giustizia". L'uso strategico dei mass-media operato dalle lite al potere e dalle agenzie di controllo rende anche possibile deviare verso fenomeni contingenti il senso di precariet percepito dall'opinione pubblica determinato da situazioni di disagio economico, di alta disoccupazione, della precariet delle condizioni sociali e di lavoro. Il controllo sociale organizzato e gestito dalle lite, proposto alla collettivit come avviene oggi, trova riscontro nella strategia del controllo e del consenso: possibile manipolare le volont degli individui attraverso interventi di persuasione occulta (modulati sui loro fondamentali psicologici) progettati, pianificati, organizzati, armonizzati, ecoordinati in sistema, al fine di superare le naturali resistenze che, normalmente, ognuno oppone a qualsiasi palese forma di
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costrizione ad agire diversamente da quanto dettato dai propri principi e intendimenti.

2.2 Il Nuovo Ordine Mondiale


Una teoria del complotto spiega un evento come il risultato di un presunto complotto di un gruppo o un'organizzazione segreta o, pi in generale, l'idea che importanti eventi politici, sociali o economiche sono il prodotto di trame segrete che sono in gran parte sconosciute al grande pubblico. La credenza nelle teorie del complotto diventato un argomento di interesse per sociologi, psicologi e esperti di folklore a partire almeno dagli anni 1960, quando l' assassinio del presidente americano John F. Kennedy provoc una risposta di pubblico senza precedenti contro la versione ufficiale del caso, come esposto nella relazione della Commissione Warren. Quella del New World Order fa parte di una teoria cospirazionista molto vasta e spesso maldefinita, che poggia su una supposta collusione fra il commercio e la politica, il governo ombra, la congiura del silenzio, arrivando sino a teorie pi fantascientifiche come quella dei Rettiliani di David Icke. Nell'ambito delle relazioni internazionali, il termine "nuovo ordine mondiale" fa invece riferimento a un nuovo periodo a seguito di drammatici eventi. Nel XX e XXI secolo lo hanno usato diversi uomini di stato, come Woodrow Wilson, Winston Churchill, Michail Gorbav, George H. W. Bush, Henry Kissinger, e Gordon Brown, per riferirsi a un periodo nuovo della storia cos come fu dopo la seconda guerra mondiale o la guerra fredda. Tale uso stato comunque interpretato dai complottisti come presunta prova della volont di imporre un governo totalitario. C da dire che il termine complottisti viene usato in senso dispregiativo a scapito della credibilit di queste teorie alternative. Nella sua critica ai totalitarismi del XX secolo, Karl Popper scrisse: "Non voglio insinuare che non accadano cospirazioni. Al contrario, sono tipici fenomeni sociali". E ancora: La storia della politica del potere non nient'altro che la storia del crimine nazionale e internazionale e dell'assassinio di massa. In questa variegata teoria vengono variamente richiamati a far parte del presunto complotto, di volta in volta, gli Illuminati, il Quarto Reich, l'ONU, gli Stati Uniti, comunit ebraica e la Nuova Massoneria. Nonch la maggior parte delle famiglie potenti e influenti, quali i Rothschild, i Rockfeller, la JP Morgan, la famiglia Du Pont, la famiglia Bush, il casato Windsor, il Gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale, cos come i monarchi europei e il Vaticano. E organizzazioni internazionali quali la Banca Mondiale, l'FMI (Fondo Monetario Internazionale), l'Unione Europea, le Nazioni Unite e la Nato sono spesso elencate come sotto-organizzazioni per lo sviluppo del Nuovo Ordine Mondiale. Secondo i complottisti, al fine di garantirsi un maggior potere il NWO avrebbe sviluppato e utilizzerebbe presunti sistemi di spionaggio di massa avanzati, tra i quali troverebbe posto anche ECHELON 14. Sempre secondo loro, l'organizzazione inoltre sarebbe occulta promotrice di nuove leggi sulla privacy, aventi il fine ultimo di limitarla considerevolmente. Queste organizzazioni vengono accusate di essere al lavoro per costruire una grande cospirazione, un nuovo ordine mondiale, per favorire banche, multinazionali, i poteri forti e le grandi potenze mondiali. Il logo degli Illuminati presente sulle banconote da un dollaro statunitense e, a partire dal 2006, da cinquecento grivnie ucraine. Altri loghi massonici sarebbero riscontrabili su banconote di altri Paesi: la cosa si presterebbe, secondo i sostenitori di queste ipotesi complottistiche, a confermare l'esistenza di una relazione fra poteri massonici e il cosiddetto signoraggio monetario.
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un nome in codice utilizzato dalle agenzie di spionaggio degli Stati Uniti per indicare un sistema di sorveglianza e intercettazione satellitare. Per estensione, la Rete

ECHELON indica il sistema mondiale d'intercettazione delle comunicazioni private e pubbliche (SIGINT), elaborato da Stati Uniti, assieme ai paesi del trattato UKUSA(Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda. stato anche descritto come l'unico sistema software in grado di controllare e intercettare il traffico dei satelliti commerciali.

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La Novus Ordo Seclorum (latino per "nuovo ordine delle epoche") appare sull'altro lato del Great Seal of the United States, disegnato inizialmente nel 1782 e stampato per la prima volta nel retro del dollaro USA One Dollar sin dal 1935. La frase appare anche nello stemma della Yale School of Management, Yale University. La frase spesso tradotta erroneamente come "Nuovo Ordine Mondiale" che in latino sarebbe invece Novus Ordo Mundi.

2.3 Sapere potere: Il Gruppo Bildeberg, La Commissione Trilaterale e le banche centrali


Il Gruppo Bilderberg un gruppo che si riunisce una volta allanno e i cui incontri riservati furono organizzati per la prima volta a fine maggio del 1954 presso lHotel de Bilderberg (Oosterbeek, Paesi Bassi), luogo che diede anche il nome alliniziativa. Lassociazione nacque con lo scopo di contrastare lantiamericanismo nellEuropa occidentale e per incentivare maggiore collaborazione tra Stati Uniti e paesi europei sia sul fronte politico che su quello finanziario. Il gruppo organizza di norma una sola riunione allanno cui sono invitati meno di 150 partecipanti, solitamente personaggi influenti dal mondo delle imprese, della finanza, delle universit e della politica. Gli incontri durano pochi giorni e sono preclusi ai giornalisti, che non possono nemmeno avvicinarsi alle aree in cui si tiene il summit. La zona degli incontri sorvegliata di solito da societ di sicurezza private, a volte con il sostegno delle forze dellordine. Chi si avvicina o prova a ottenere informazioni viene rapidamente allontanato (Mario Borghezio della Lega Nord fu arrestato dalla polizia e successivamente bandito dal Cantone dei Grigioni per tutta la durata del summit). Proprio a causa dellestrema riservatezza, nel corso degli anni il gruppo Bilderberg stato accusato di ordire oscure cospirazioni da parte di attivisti e organizzazioni politiche, che paragonano spesso gli incontri dei partecipanti a quelli della massoneria intenta a creare un nuovo ordine mondiale, per quanto non ci sia alcuna prova che durante i convegni si siano mai fatte discussioni o prese decisioni di questo genere (non si capisce nemmeno quali dovrebbero essere, queste decisioni). Le opinioni sul tipo di cospirazioni cambiano molto a seconda dei detrattori e cos anche le ipotesi sui risultati raggiunti da oltre mezzo secolo. Gli organizzatori degli incontri difendono la scelta di svolgere tutto senza far trapelare informazioni: i partecipanti ai convegni si sentono cos liberi di dire davvero che cosa pensano senza temere la diffusione delle loro dichiarazioni da parte della stampa. Mario Monti membro del Consiglio direttivo del gruppo Bilderberg dallo scorso anno. Il Consiglio viene eletto ogni quattro anni e non ci sono limiti al numero dei mandati per i singoli consiglieri: si occupa di organizzare lincontro annuale e di selezionarne i partecipanti. Monti risulta tra gli invitati dellincontro dello scorso giugno a Saint Moritz in Svizzera, ma non lunico italiano ad avervi partecipato. Nella lista compaiono anche il Ministro dellEconomia Giulio Tremonti, Franco Bernab (Telecom), John Elkann (FIAT), e Paolo Scaroni (ENI). I temi affrontati durante lincontro sono stati molteplici: dal ruolo delle economie emergenti allinnovazione tecnologica nelle economie occidentali, passando per le sfide per leconomia europea. Il giornale londinese The Times, nel 1977, defin i Bilderbergers una congrega dei pi ricchi, dei pi economicamente e politicamente potenti e influenti uomini nel mondo occidentale, che si incontrano segretamente per pianificare eventi che poi sembrano accadere per caso. Il fondatore del Bilderberg Group, il principe Bernardo dOlanda, disse: E' difficile rieducare gente allevata al nazionalismo allidea di rinunciare a parte della loro egemonia a favore di un potere sopranazionale. (Al defunto principe subentrata sua figlia, la Regina Beatrice, che partecipa regolarmente agli incontri del gruppo Bilderberg.) C poi lex Ministro della Difesa britannico, Denis Healey, che disse: Quel che
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accade nel mondo non avviene per caso. Sono eventi fatti succedere, sia che abbiano a che fare con questioni nazionali o commerciali; e la maggioranza di questi eventi sono inscenati da quelli che maneggiano i soldi. Daniel Estulin, un giornalista madrileno e reporter investigativo, ha intrapreso lo scoraggiante e pericoloso compito di fare ricerche sul Gruppo Bildeberg, e che illustra quanto ha scoperto nel libro, recentemente pubblicato da Trine Day, intitolato "The True Story Of The Bilderberg Group". Intrigante, quanto i suoi struggenti racconti sull'essere stato pedinato e quasi ucciso in un paio di occasioni mentre lavorava al libro, il modo in cui Estulin connette i punti tra il Gruppo Bilderberg, gli eventi mondiali, politici famosi e tycoon aziendali e i due altri segreti mostri dell'elite al potere: il Council on Foreign Relations (CFR) e la Trilateral Commission (TC). Il suo progetto durato 15 anni ed stato motivato dalla curiosit su come sia possibile che i media mainstream non abbiano mai seguito in profondit gli incontri del Gruppo Bilderberg, le ricchezze dei cui membri, messe assieme, superano la ricchezza sommata di tutti i cittadini Usa. Ci che il libro di Estulin dice chiaramente che il gruppo, insieme al CFR e alla TC, diventato un governo ombra la cui maggiore priorit cancellare la sovranit di tutti gli Stati nazione e soppiantarla con il controllo corporativo globale delle loro economie sotto la sorveglianza di uno "Stato di polizia globale elettronico". La ricerca di Estulin rivela che "il Council on Foreign Relations crea e compie operazioni politiche manipolando la realt della gente attraverso tattiche di inganno, mettendo membri del Council da entrambi i lati di una stessa questione. L'inganno completo quando il pubblico portato a credere che i suoi migliori interessi vengano serviti dal compimento della politica del CFR". (117) Questo mondo parallelo rimane invisibile nelle lotte quotidiane di gran parte dell'umanit, ma, credetemi, e l: una scacchiera di doppiezza e bugie, parole con un doppio significato e allusioni, minacce e corruzione. un mondo surreale di agenti doppi e tripli, di lealt mutevoli, di assassini professionisti psicotici, agenti da operazioni segrete sottoposti al lavaggio del cervello, soldati di ventura e mercenari, le cui primarie fonti di guadagno sono le pi sporche e deplorevoli missioni sovversive guidate dai governi. Questo mondo, secondo Estulin, cos perverso e malvagio che " ha lasciato un marchio indelebile nella mia anima". Come potrebbe essere altrimenti? I loro membri gestiscono le banche centrali del mondo e hanno la possibilit di controllare i tassi di interesse, le forniture di moneta, i tassi di sconto, il prezzo dell'oro e quali paesi ricevano o no i loro prestiti. Un'altra agghiacciante citazione che Estulin include di William Shannon: I Bilderbergers sono in cerca dellera del post-nazionalismo: quando non avremo pi paesi, ma piuttosto regioni della terra circondate da valori universali. Sarebbe a dire, un'economia globale; un governo mondiale (selezionato piuttosto che eletto) e una religione universale. Per essere sicuri di raggiungere questi obiettivi, i Bilderbergers si concentrano su di un approccio maggiormente tecnico e su di una minore consapevolezza da parte del pubblico in generale. Nel 1991 Bill Clinton partecip alla conferenza Bilderberg a Baden-Baden dove, afferma Estulin, egli fu "consacrato" alla presidenza Usa, e subito dopo egli intraprese un inaspettato e non annunciato viaggio per Mosca. Sembra, dice Estulin, che sia stato mandato l perch venissero "sepolti" i documenti del suo periodo studentesco nel KGB quando era contro la guerra in Vietnam, prima di annunciare la sua candidatura alla presidenza, cosa che avvenne circa due mesi e mezzo dopo. Oggi Clinton membro di tutti e tre i gruppi: Bilderberg, CFR, e TC. Hillary Clinton membro del Gruppo Bilderberg. Estulin fa notare che "quasi tutti i candidati presidenziali di entrambi partiti hanno fatto parte di almeno una di queste organizzazioni, come molti membri del congresso e senatori Usa, gran parte di
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coloro che decidono le linee politiche, specialmente nel campo delle relazioni estere, molti membri della stampa, gran parte della leadership di CIA, FBI, IRS, e di molte delle rimanenti organizzazioni governative a Washington. I membri del CFR occupano quasi tutte le posizioni di gabinetto alla Casa Bianca" (80). Da Eisenhower in poi ogni presidente americano ha fatto parte del Bilderberg Group o del gruppo pi vecchio, ma parallelo, il Council on Foreign Relations (CFR) nato nel 1921. Quando consideriamo l'appartenenza ad uno o pi di questi gruppi da parte di quasi ogni presidente americano dalla nascita di queste organizzazioni, non possiamo pi fingere che qualunque candidato presidenziale democratico o repubblicano offra al popolo americano un'alternativa all'egemonia globale dell'elite al governo. Come la mette Estulin, in una corsa a due cavalli non c gara se ambedue sono tuoi. E' per questo che non importa quale partito politico sia in carica, perch in realt nulla cambia oltre allinvolucro. Le marionette che bevono alle fontane di champagne dei potenti fanno la volont dei loro padroni. Per cui il popolo diventa superfluo. Non soltanto in America per. Il Bilderberg Group e i suoi gruppi paralleli, tra i quali anche il Royal Institute of International Affairs (RIIA), con sede a Chatham House, Londra, e la congrega dei loro membri sono al lavoro in tutto il mondo occidentale e stanno tentando di mettere le grinfie sul resto. LUnione Europea una loro creatura. Quando la Bilderberger Margaret Thatcher, lalta sacerdotessa della privatizzazione, si tir indietro quando si tratt di adottare leuro come moneta per il Regno Unito, i Bilderbergers la liquidarono da primo ministro, rimpiazzandola con John Major. Proprio come il CFR, che nella sua storia ha abbracciato diverse ideologie, finanziando bolscevichi, comunisti, socialisti, nazisti e fascisti, il Bilderberg Group ha le mani in pasta ovunque. Perci nel 1980 decisero che Francois Mitterrand dovesse essere riesumato e rimesso al potere in Francia. Dopo aver partecipato allincontro del 1999, Romano Prodi fu proclamato presidente dellUnione Europea nellautunno dello stesso anno; quando poi concluse il suo mandato, nel 2005 fu eletto primo ministro in Italia. Estulin vuole essere ben chiaro che questa gente userebbe qualsiasi mezzo lecito o illecito per raggiungere il suo vero scopo, che quello di soggiogare il mondo al Nuovo Ordine Mondiale o Compagnia Unica Mondiale, come preferiscono chiamarla loro: guerre, colpi di stato, omicidi, controllo delle banche, dei gruppi finanziari, delle aziende, dei media, delleducazione, e persino la religione, per tenere la gente a bada. Osserva poi che David Rockefeller scrisse nelle sue Memorie: Alcuni credono che facciamo parte di una cabala segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti, definendo me e la mia famiglia come internazionalisti e di cospirare con altri nel mondo per costruire una struttura politica ed economica integrate un nuovo mondo, se volete. Se questa laccusa, mi dichiaro colpevole, e sono orgoglioso di esserlo. Nel 2000 poi disse: Siamo sull'orlo di una trasformazione globale, tutto ci di cui abbiamo bisogno la "giusta" crisi globale e le nazioni accetteranno il nuovo ordine mondiale. Interessante poi s questaltra affermazione: Siamo grati al Washington Post, al New York Times, al Time magazine, e ad altre grandi pubblicazioni i cui direttori hanno partecipato ai nostri incontri e hanno rispettato le loro promesse di discrezione per quasi quarantanni. Sarebbe stato impossibile per noi, sviluppare il nostro progetto per il mondo se fossimo stati esposti alle luci della pubblicit nel corso di questi anni. Ma il mondo adesso pi sofisticato e pronto a marciare verso un governo mondiale che non conoscer mai pi la guerra, ma solo la pace e la prosperit per lintera umanit. La sovranit sovranazionale di una lite
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intellettuale e di banchieri mondiali sicuramente preferibile allautodeterminazione nazionale esercitata nei secoli passati. Infatti Rupert Murdoch, il magnate mediatico, Conrad Black, Sumner Redstone, direttore generale della Viacom (sussidiaria della CBS), Katherine Graham del Washington Post (deceduta), gli opinionisti del Washington Post Jim Hoagland e Charles Krauthammer, il redattore del New York Times Arthur Sulzberger e gli opinionisti Thomas L. Friedman, William F. Buckley, jr. e Bill Moyers sono stati tutti tra gli invitati agli incontri del Bilderberg Group. "Le idee e la linea politica che vengono fuori dagli incontri annuali del gruppo Bilderberg sono poi usate per creare le notizie di cui si occuperanno le maggiori riviste e i gruppi editoriali del mondo. Lo scopo quello di dare alle opinioni prevalenti dei Bilderbergers una certa attrattiva per poterle poi trasformare in politiche attuabili, e di far pressione sui capi di stato mondiali per sottometterli alle esigenze dei padroni del mondo. La cosiddetta stampa libera mondiale alla completa merc del gruppo e dissemina propaganda da esso concordata", sostiene Estulin. Quando si considera che gran parte dei membri di spicco dei media mainstream sono anche membri di quella che la nipote di Theodore Roosevelt, Edith Kermit Roosevelt, defin "mafia legale", come si pu ancora affermare che gli americani ottengono le notizie da fonti indipendenti? La Commissione Trilaterale invece, sopra citata, un organizzazione non governativa fondata nel 1973 dal magnate statunitense David Rockefeller per favorire la cooperazione tra Europa, Stati Uniti e Giappone. Lobiettivo allepoca era quello di superare le distanze e i disaccordi tra queste tre parti del mondo, cercando di aprire il dialogo e il confronto su temi di natura politica ed economica. Il Nord America rappresentato da 120 membri, lEuropa da 170 e lAsia da 85 membri (nel corso degli anni lorganizzazione si aperta ad altri paesi orientali oltre il Giappone). La Commissione Trilaterale stata criticata da organizzazioni politiche e di attivisti con motivazioni simili a quelle usate per il gruppo Bilderberg. Laccusa quella di voler creare un sistema sovranazionale per gestire il potere senza alcuna legittimazione democratica. Mario Monti direttamente impegnato nellorganizzazione come presidente del gruppo europeo dal 2010, affiancato da un presidente per il gruppo americano e da uno per larea asiatica. Tra i membri italiani della Trilaterale ci sono anche Enrico Letta (PD), Carlo Pesenti (Italcementi), Luigi Ramponi (PdL, ex Comandante della Guardia di Finanza ed ex direttore del SISMI), Maurizio Sella (Banca Sella) e Marco Tronchetti Provera (Pirelli). Monti ha il compito di coordinare il lavoro del nucleo europeo dellorganizzazione. Nel corso degli incontri globali, in genere uno lanno, e di quelli in Europa, la Commissione Trilaterale si occupa di questioni economiche e produce analisi e previsioni sullandamento dei mercati, sulle opportunit per imprese e altre organizzazioni di collaborazione. I risultati degli incontri e degli studi vengono pubblicati regolarmente e pubblicamente, evitando le chiusure e la segretezza del gruppo Bilderberg. Lo scrittore francese Jacques Bordiot afferm, riguardo ai membri della commissione, che "il solo criterio che si esige per la loro ammissione, che essi siano giudicati in grado di comprendere il grande disegno mondiale dell'organizzazione e di lavorare utilmente alla sua realizzazione" e che "il vero obiettivo della Trilaterale di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale".(Prsent, 28 e 29 gennaio 1985). E considerato vero e proprio luogo cult del Potere nascosto, in grado comunque di condizionare i destini del mondo. Ovviamente sponsorizzato della star dellimprenditoria multinazionale, come Coca Cola, Ibm, Pan American, Hewlett Packard, Fiat, Sony, Toyota, Mobil, Exxon, Dunlop, Texas Instruments, Mutsubishi, per citare solo le pi importanti. Lassociazione come abbiamo sopra accennato nasce nel 1973, sotto la presidenza democratica di Jimmy Carter e del suo consigliere speciale per la sicurezza, Zbigniew Brzezinsky. A ispirare il
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progetto, le famiglie Rothschield e Rockfeller, i Paperoni dAmerica. Un progetto che ha irresistibilmente attratto i potenti del mondo, a cominciare proprio dai presidenti Usa, con un Bill Clinton in prima fila. Cos descriveva Giovanni Agnelli la Trilaterale: Un gruppo di privati cittadini, studiosi, imprenditori, politici, sindacalisti delle tre aree del mondo industrializzato (Usa, Europa e Giappone) che si riuniscono per studiare e proporre soluzioni equilibrate a problemi di scottante attualit internazionale e di comune interesse. Il solito ritornello. Di diverso avviso il giornalista Richard Falk, che gi nel 1978 - quindi a pochissimi anni dalla nascita - scrive sulle colonne della Monthly Review di New York: Le idee della Commissione Trilaterale possono essere sintetizzate come lorientamento ideologico che incarna il punto di vista sovranazionale delle societ multinazionali, che cercano di subordinare le politiche territoriali a fini economici non territoriali. E la filosofia delle grandi corporation, che stanno privatizzando le risorse di tutto il pianeta, a cominciare dai beni primari, come ad esempio lacqua: non solo riescono a ricavare profitti stratosferici ma anche ad esercitare un controllo politico su tutti i Sud - e non solo del mondo. La logica della globalizzazione. E i bracci operativi di questo turbocapitalismo sono proprio due strutture che dovrebbero invece garantire il contrario: ovvero la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Entrambi - scrive uno studioso, Mario Di Giovanni - sotto lo stretto controllo del Sistema liberale della costa orientale americana. Agiscono a tutto campo nellemisfero meridionale del pianeta, impegnate nella conduzione e assistenza economica ai paesi in via di sviluppo. E proprio sullacqua, la Banca Mondiale sta dando il meglio di s: con la sua collegata IFC (Internazionale Finance Corporation) infatti sta mettendo le mani sulla gran parte delle privatizzazioni dei sistemi idrici di mezzo mondo, soprattutto quello africano e asiatico, condizionando la concessione dei fondi allaccettazione della privatizzazione, parziale o pi spesso totale, del servizio. Del resto, la stessa Banca a calcolare il business in almeno 1000 miliardi di dollari. A proposito di banche, c da dire che c un unico potere in Europa, ed quello dei Rothschild. Non vi alcun indizio che il ruolo predominante dei Rothschild nella finanza europea o mondiale sia mutato; al contrario, con laumentare della loro ricchezza, essi hanno semplicemente incrementato la loro passione per lanonimato. I loro vasti possedimenti raramente ne riportano il nome. Le banche dei Rothschild, cooperando allinterno della famiglia e utilizzando le tecniche di riserva frazionale bancaria, divennero incredibilmente ricche. Verso la met del 1800 essi dominavano tutto il sistema bancario europeo ed erano sicuramente la famiglia pi ricca del mondo; una considerevole parte della dissoluta nobilt europea era fortemente indebitata con loro. I Rothschild concessero enormi prestiti per acquisire monopoli in svariate industrie, garantendo in questo modo la capacit dei debitori di restituire i prestiti alzando i prezzi senza paura della concorrenza, incrementando il loro potere politico ed economico. Essi finanziarono Cecil Rhodes, consentendogli di instaurare un monopolio sui terreni auriferi del Sudafrica e sui diamanti DeBeers; in America finanziarono la monopolizzazione delle ferrovie. La National City Bank di Cleveland, che nel corso delle udienze congressuali stata riconosciuta come una delle tre banche dei Rothschild negli Stati Uniti, ha fornito a John D. Rockefeller il capitale per iniziare la sua monopolizzazione nel settore della raffinazione del petrolio, cosa che ha poi portato alla fondazione della Standard Oil. Lo scrittore Frederic Morton ha scritto che i Rothschild avevano: conquistato il mondo in modo pi completo, pi astuto e molto pi durevole di quanto non abbiano fatto in precedenza tutti i Cesari. Essi dominavano i mercati delle nuove obbligazioni statali e aprirono filiali presso altre banche e imprese industriali in tutto il mondo; inoltre dominavano una costellazione di famiglie secondarie meno influenti, come i Warburg e gli Schiff, che accomunarono la loro vasta ricchezza a quella dei Rothschild. Infatti la seconda met del XIX secolo fu nota col nome di Era di Rothschild. Lo
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scrittore Ignatius Balla stim che la loro ricchezza personale nel 1913 ammontasse ad oltre due miliardi di dollari. Ricordate che il potere dacquisto del dollaro era maggiore di pi del 1.000 per cento rispetto ad oggi. Nonostante questa schiacciante ricchezza, la famiglia in genere ha coltivato unaura di invisibilit e sebbene essa controlli gli introiti di societ bancarie, industriali, commerciali, minerarie e turistiche, solo una manciata di esse porta il loro nome. Alla fine del XIX secolo un esperto stim che la famiglia Rothschild controllasse la met della ricchezza mondiale. Qualunque sia lentit della loro vasta ricchezza, ragionevole presumere che la loro percentuale della ricchezza mondiale da allora sia aumentata spettacolarmente, poich il potere persegue il potere ed il desiderio di esso. Tuttavia con larrivo di questo secolo, i Rothschild hanno attentamente coltivato la nozione che il loro potere sia in qualche modo diminuito, anche se la loro ricchezza e quella dei loro alleati finanziari aumenta in concomitanza con il loro controllo di banche, societ indebitate, media, politici e nazioni, il tutto tramite delegati, agenti, candidati e consigli di amministrazione interconnessi, che mantengono il loro ruolo nellombra. In virt della loro presenza come banchieri in cinque nazioni, i Rothschild erano in effetti autonomi, unentit indipendente dai paesi nei quali operavano. Se le direttive politiche di una nazione non favorivano loro o i loro interessi, essi potevano semplicemente non concedere ulteriori crediti in loco, oppure concederne a quelle nazioni o gruppi che contrastavano tali direttive. Soltanto loro erano a conoscenza dei luoghi in cui erano depositate le loro riserve doro e di altro genere, cos da essere protetti da confische, multe, pressioni o tassazioni governative, rendendo cos ogni revisione dei conti o indagine nazionale effettivamente insensata; soltanto loro erano a conoscenza dellabbondanza (o della scarsit) delle proprie riserve frazionali, sparpagliate in cinque nazioni - il che rappresentava un enorme vantaggio rispetto a semplici banche nazionali impegnate a costituire una riserva frazionale. Fu proprio il carattere internazionale delle banche dei Rothschild che confer loro dei vantaggi unici sulle banche nazionali e sui governi; e questo fu esattamente ci che i legislatori e i parlamenti nazionali avrebbero dovuto proibire, cosa che per non fecero. Tale situazione rimane inalterata per quanto riguarda le banche internazionali o multinazionali proprie dei nostri tempi e costituisce la forza trainante della globalizzazione - la spinta verso un governo mondiale. Mayer Rothschild dalla sua banca ammiraglia di Francoforte fece la seguente dichiarazione: Lasciate che io emetta e controlli il denaro di una nazione e non mi interesser di chi ne formula le leggi. (1790) Napoleone dichiar che quando un governo dipende dai banchieri per ottenere del denaro, i banchieri - e non i rappresentanti del governo - detengono il controllo: La mano che d sta sopra quella che prende. Il denaro non ha patria; i finanzieri non hanno n decenza n patriottismo: il loro unico scopo il guadagno. Anticamente le monete metalliche erano in oro e quindi con un valore intrinseco piuttosto alto. Il signore che coniava queste monete imprimeva loro un valore nominale pi alto per poterci guadagnare e permettersi cos un agio economico notevole. Infatti questo Potente riceveva loro (da ricchi commercianti o direttamente da miniere) con la richiesta di convertirlo in moneta sonante e semplicemente metteva la sua effige per garantire la bont del pezzo da lui creato (coniato). Era una sorta di garanzia e per questo aveva il suo guadagno. Una moneta veniva dichiarata come contenente 10 grammi d'oro mentre in realt ne venivano impiegati in fase di conio solo 9 grammi (con l'aggiunta di 1 grammo di metallo non nobile). La differenza tra il valore nominale dichiarato (10 grammi) e valore intrinseco effettivo (9 grammi) era il signoraggio (un grammo doro per moneta). Tecnicamente il signoraggio il lucro che si genera dal creare moneta. Quando alloro si sostituita la carta, le cose sono cambiate e il signoraggio arrivato a quasi il 100%.
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Anche Henry Ford ne sapeva qualcosa: E un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, Perch, se accadesse, credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina. La legislatura internazionale prevede attualmente che siano le Banche Centrali a creare moneta, sia contante che scritturale. Creare una moneta (sia essa di carta, in metallo o virtuale come un c/c) ha dei costi, dovuti alla materia prima, alla manodopera e ai servizi necessari di contorno, come la distribuzione, le tecniche anticontraffazione, etc.. Inoltre, tralasciando varie tasse, la moneta sottoposta ad un interesse che fa lievitare il debito dei Cittadini di un Paese sovrano oltre il valore nominale della moneta stessa. Ovviamente chi crea moneta tende a segnare un valore nominale pi alto possibile rispetto al valore intrinseco, altrimenti ci rimette (signoraggio negativo), come avviene ad esempio nel conio delle monetine da 1, 2, 5 o 10 centesimi di euro, poich per farle occorre spendere 15 centesimi. Guarda caso il conio di monetine metalliche riservato allo Stato e non alla BCE.. Infatti per stampare una banconota da 5 euro o una da 500 euro bastano 30 centesimi di euro e consideriamo anche che tale banconota non pi legata alloro (non ha pi copertura e non pi convertibile). Questo vuol dire che il Signore moderno, ossia chi oggi crea moneta (ad esempio la BCE in Europa o la Federal Reserve negli USA) ha un potere enorme. Infatti questi organi privati (tutte le Banche Centrali sono private) possono ricattare o comunque influenzare intere Nazioni. Basti pensare che la Banca Mondiale (di propriet della Federal Reserve e della Banca dInghilterra, a loro volta tutte due private e padrone anche del Fondo Monetario Internazionale) nega prestiti a quei Paesi che non accettano di privatizzare il settore dellacqua potabile. Democrazia, libert e sovranit nazionali sono anatemi per gli aspiranti padroni del mondo. Ma il gruppo Bildergerg ed equivalenti, con i loro esperti in giro per il pianeta si sono attivati per fare a meno di tutte e tre le cose. Elezioni sono state manipolate. Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna ma non solo, sono sullorlo di diventare stati di polizia attraverso luso gonfiato della finta guerra al terrore. Non tutti gli europei sono disposti ad adbicare alla propria sovranit nazionale a favore dellUE. I canadesi, che ne sanno molto di pi degli americani circa il progetto di una Unione del Nord America, sono diametralmente opposti a tale piano. Una rinata Russia, con laccortezza degli emarginati, ha idee proprie. E a dispetto di tutti gli investimenti fatti dagli occidentali in Cina, Pechino sta rivelandosi un problema perch si rifiuta di far fluttuare lo yuan per ovviare al pasticciaccio finanziario che gli avidi banchieri e finanzieri del gruppo Bilderberg hanno compiuto, il che potrebbe spiegare perch il Gruppo Carlyle ha venduto il 9.9% di se stesso ai cinesi nella speranza di attrarli dalla sua parte. Circa la questione della sovranit Bauman si sofferma in particolare sulle forme costituzionali e di governo che le comunit nazionali adottano in uno scenario di globalizzazione delleconomia, della finanza e dellinformazione. Si nota, a suo avviso, che i mercati finanziari mondiali impongono le loro leggi e regole allintero pianeta; con la globalizzazione la loro logica si estende a tutti gli aspetti della vita. Gli Stati si configurano cos come dei meri esecutori di forze che non hanno nessuna speranza di controllare sul piano politico. S creata infatti una frattura tra politica ed economia: il capitale si muove rapidamente tanto da tenersi sempre un passo avanti rispetto a qualsiasi entit politica che cerca inutilmente di contenerne il moto e dargli una direzione. Con unimmagine ripresa da Karl Lowith, Bauman presenta la globalizzazione come il nuovo disordine mondiale: gli affari mondiali hanno assunto un carattere indeterminato, di ingovernabilit, non c pi un centro, un ufficio di direzione. La globalizzazione, dunque, si riferisce a delle forze
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anonime, incontrollabili che erodono lautorit degli Stati nazionali.15

2.4 Kony 2012


Di fatto sono ben noti i legami che esistono tra personalit ai vertici della politica, delleditoria e delleconomia con societ segrete e organizzazioni massoniche; nonch la promiscuit di ricchissimi industriali che si danno alla politica, magari sostenuti nelle proprie campagne elettorali da qualche guerrafondaio, e con le loro conseguenti azioni politiche. Basti guardare la vita e la carriera politica, studentesca e lavorativa di George W. Bush. Jerry Bowyer, riferendosi alle accuse che la seconda guerra del Golfo fosse il risultato della volont di George W. Bush di seguire le direttive delle compagnie petrolifere, disse: Preferisco questa teoria del complotto, rispetto alle altre, perch una delle poche che permette di essere confutata empiricamente. Egli fece la considerazione che il prezzo in declino delle azioni di dette compagnie fosse una dimostrazione a confutazione di tale teoria. Oltre ai vizi e ai capricci di famiglia, che hanno portato alla tragedia delle Torri Gemelle (una manipolazione storica) e alla Seconda Guerra Del Golfo, chiaramente per un interesse particolaristico, lex Presidente riappare stranamente questanno dalla parte del Bene. Infatti appare tra i sostenitori di una campagna umanitaria chiamata Kony 2012. Kony 2012 un film creato da Invisible Children Inc. allo scopo di promuovere la campagna denominata "Stop Kony", con l'obiettivo di far catturare il criminale di guerra ugandese Joseph Kony entro la fine del 2012. Il film si diffuso in maniera virale sul web, tanto che su Youtube (dove stato inserito il 5 marzo 2012) ha raggiunto pi di 84 milioni di visite. Alcune celebrit, come Rihanna, Taylor Swift, Christina Milian, Nicki Minaj, Bill Gates e Kim Kardashian hanno dichiarato il loro supporto alla campagna, che prevedeva un maxi-evento nella notte tra venerd 20 e sabato 21 aprile 2012, quando tutti gli aderenti affiggeranno manifesti per pubblicizzarla, supportata tuttora con strategie di ninjamarketing. Invisible Children inoltre vende online posters, braccialetti e adesivi per "rendere Kony famoso". La campagna umanitaria promossa da Invisible Children si impegnata a selezionare un gruppo di 20 celebrit e di 12 politici che possano aiutare a sensibilizzare l'opinione pubblica sui crimini di Joseph Kony, che rapisce, tortura, recluta nel proprio esercito e uccide giovani ragazze e ragazzi. Tra le celebrit vi sono George Clooney recentemente arrestato, Angelina Jolie, Bono e Ryan Seacrest, tra i politici oltre a Bush ci sono Condoleezza Rice e John Kerry. Nel filmato viene anche mostrata la lettere con cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama comunica la decisione di stanziare un piccolo contingente militare in Uganda, per proteggere la popolazione civile dai ribelli guidati da Kony. Il film molto commovente, girato bene, semplice e fino ad un certo punto sembra quasi vero. Forse
15 Zygmunt Bauman Dentro la globalizzazione ,Humana.Mente n. 3, Novembre 2007

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girato troppo bene, forse perch troppo semplicistico, con alti intenti morali ma con vaghezze, contraddizioni che subito mi hanno suscitato dubbi. Il film documenta i progetti e gli sforzi di Invisible Children Inc per far s che Joseph Kony venga arrestato. In esso sono descritte le tattiche di guerriglia del suo Esercito di Resistenza del Signore e sono elencate le regioni in cui esso opera (Uganda, Repubblica democratica del Congo e Sud Sudan). Uno dei personaggi principali su cui il film ruota Jacob, un ugandese il cui fratello stato ucciso dall'esercito di Kony e a cui il regista del film e fondatore dell'Invisible Children Inc, Jason Russell ha promesso di fermare il sanguinario criminale. Nel film si afferma inoltre la necessit di interrompere la recluta di giovani e giovanissimi nell'Esercito di Resistenza del Signore pari a 30.000. Di controrisposta sul web rispondono giovani Ugandesi che non si spiegano questo mobilitarsi per lUganda. Pian piano anche alcuni giornalisti si interessano a questa strana campagna. Alex Jones da prisonplanet.tv l11-03-12 afferma: Gli eventi in questo pianeta si stanno intensificando. Il governo globale stato annunciato apertamente. Le 6 grandi mega banche controllano la maggior parte della ricchezza del pianeta, le risorse naturali, e le popolazioni. Attraverso la frode dei derivati e della riserva frazionaria bancaria sono riusciti ad avere il controllo quasi totale di tutto il mondo. Stanno rastrellando paesi del terzo mondo in Africa, America Latina, Europa orientale e le zone dell'Asia, e naturalmente, il Medio Oriente. Le stanno rastrellando tutte. Lo stratagemma del governo globale di impadronirsi di paesi finanziare i ribelli che poi attaccano il governo del paese. Non importa che il governo sia cattivo o buono indifferente. E poi le chiamano missioni umanitarie usando le forze speciali, le armi e i bombardamenti aerei. L'obiettivo quello di distruggere il paese facendo cadere il governo centrale. In questo modo l'Occidente pu andarci con dei mercenari e rubare tutte le risorse di quella nazione. 70 milioni di telespettatori e il conteggio continua, Kony 2012 gi il social video di pi successo che abbiamo mai visto, cosa ne pensi di questo film? Questa pura propaganda, non solo pieno di menzogne, ma semplicistico e cerca di dirige il pubblico americano a sostenere ulteriori azioni militari in Africa, dove gi ci siamo. Nel corso degli ultimi 26 anni di azioni militari che Kony ha fatto contro il governo dell'Uganda sono stati presumibilmente rapiti 30.000 bambini. Chi li ha rapiti non si sa. Il presidente dell'Uganda, Museveni, responsabile del genocidio nel nord dell'Uganda e ha bisogno di uno come Kony per essere in grado di giustificare il continuo sostegno militare degli Stati Uniti. E ora stanno mandando altre truppe, la stessa cosa che abbiamo fatto per un bel po 'di tempo. Kony viene tenuto li perch conviene all'interesse del governo degli Stati Uniti e agli interessi del governo ugandese. Perch, fin quando hanno lo spauracchio da indicare a cui collegare queste atrocit. Museveni pu incolpare questo tale, Joseph Kony, per il genocidio contro 2 milioni di persone e potra sempre chiedere agli Stati Uniti e al Pentagono per pi armamenti. Un aiuto che viene convertito in armamenti e pi truppe, esattamente quello che stanno facendo. Perch gli Stati Uniti che sono gi coinvolti in due guerre lunghe schierano le truppe ora? Tutto risale ad una sola cosa, al "PETROLIO"! Ricordiamoci che l'Uganda ha il petrolio, questo sempre cambia i calcoli della politica estera degli Stati Uniti. Se c' un paese che sembra essere ricco di risorse, diventa quasi una droga per gli Stati Uniti e le economie globali. L'elite utilizza sempre queste cosiddette "minacce" come dei pretesti per invadere terre straniere. La gente ha bisogno di realizzare che il massacro non in Uganda ... Anche Le iene il 24 marzo 2012 mandano in onda un servizio che prova che Kony 2012 una bufala.

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CAPITOLO III
Le armi della protesta

Le tecnologie della comunicazione sono strumenti politici ed armi politiche: i prodotti di tali tecnologie non sono servizi o merci materiali, ma percezioni e considerazioni umane. Il cuore stesso della democrazia, il fatto che la gente sia capace di realizzare auto-governo, un prodotto del saper leggere e scrivere. Gli analfabeti, chi non possiede la libert di esprimere le proprie opinioni, quanti non hanno accesso a libri e documenti - costoro non sono in grado di governare se stessi. Per far funzionare una democrazia occorrono tutti e tre gli elementi di ogni sistema di comunicazione pubblico: saper leggere e scrivere, libert, possibilit d'accesso. () Howard Rheingold , 8 Febbraio 1996

Noi diventiamo quello che vediamo...Diamo forma ai nostri strumenti, e in seguito i nostri strumenti danno forma a noi. Marshall McLuhan, Understanding Media

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3.1L'Hack-tivismo No-Global
George Gilder, un componente del Discovery Institute di Seattle, da sempre ha capito e creduto nella potenza e nel potenziale della Rete e del Web. Egli scettico rispetto alle recenti fusioni/associazioni di aziende fornitrici di contenuto, collegamento e servizi. Egli vede la Rete e il Web come un sistema globale potente in evoluzione, al di l del controllo di ogni azienda singola o associata. In un intervista rilasciata a Internet World, Gilder ha affermato: La mia profezia relativa agli ultimi cinque anni stata che le reti di computer di cui Internet il tipico esempio, dovrebbero usurpare sia la televisione che il telefono, e questo sta per realizzarsi. In primis bisogna spiegare il concetto di mediattivismo. E un insieme di pratiche di azione diretta che si avvalgono delle tecnologie della comunicazione per promuovere finalit sociali e per modificare e/o contestare il rapporto tra produttori e fruitori della comunicazione dei mass media tradizionali. Si sviluppa nella promozione di campagne relative alla comunicazione e ai media, la realizzazione di inchieste audio e video, la raccolta e diffusione di notizie attraverso il web. Possono essere intese come azioni di mediattivismo anche alcune pratiche di hacking e netstrike che presentino finalit politiche. Il mediattivismo si configura come una pratica di azione politica, ma nel contempo messo in atto come forma culturale e strumento di sperimentazione di nuovi linguaggi e forme comunicative. Le radici del mediattivismo affondano nelle pratiche di controinformazione sviluppatesi all'interno del movimento controculturale negli anni sessanta e settanta, ma a differenza di queste ultime, volte in particolar modo alla ricerca e diffusione di informazioni che non avevano spazio nei circuiti mediatici istituzionali, il mediattivismo degli anni novanta e duemila ha potuto giovarsi della vasta diffusione di nuove tecnologie a basso costo e di facile utilizzo, in particolar modo la rete internet gli strumenti di registrazione audiovisiva. Hacktivism un termine che deriva dall'unione di due parole, hacking e activism e indica le pratiche dell'azione diretta digitale in stile hacker. Nell'ambito della filosofia hacktivist, le forme dell'azione diretta tradizionale sono trasformate nei loro equivalenti elettronici: la manifestazione di piazza, il corteo, si trasformata nel netstrike, il corteo telematico; l'occupazione di stabili in disuso, nel cybersquatting; il volantinaggio all'angolo delle strade nell'invio massivo di e-mail di partecipazione e di protesta, il banchetto delle petizioni nelle petizioni on line; i tazebao scritti a mano diventano pagine web e le scritte sui muri e i graffiti vengono sostituiti dal defacciamento temporaneo di siti web. In omaggio all'etica primigenia dell'hacking, gli hacktivisti agiscono mettendo a disposizione di tutti risorse informative e strumenti di comunicazione. Le pratiche hacktivist si concretizzano nella realizzazione di server indipendenti e autogestiti per offrire servizi di mailing list, e-mail, spazi web, ftp server, sistemi e database crittografici, circuiti di peer to peer, archivi di video e foto digitali, webradio. Il termine stato coniato nelle interazioni fra i protagonisti delle prime azioni di disobbedienza civile in rete. In particolare stato riferito agli autori dei primi netstrike condotti a livello mondiale per protestare contro abusi dei diritti civili, governi corrotti o sentenze di pena di morte. Successivamente
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il termine hacktivism stato impiegato per indicare le pratiche di coloro i quali, usando reti e computer in modo creativo, hanno messo in discussione l'operato di governi e multinazionali organizzando petizioni online, virus benevoli, siti web di controinformazione, e altri strumenti per l'abilitazione di tutti i cittadini alla libera comunicazione elettronica. Sono in molti a ritenere che pratiche digitali come il mailbombing e il defacciamento dei siti, ma anche la realizzazione di virus e malware siano in disaccordo con l'etica hacker di facilitare l'accesso all'informazione in tutte le sue forme e quindi contrarie all'etica hacktivist che punta a promuovere la consapevolezza dell'importanza dell'informazione e della comunicazione come agenti di cambiamento sociale. Lattivismo elettronico si esprime in azioni molteplici, di matrici diverse e intensit altrettanto varie. Alcune per hanno almeno una cosa in comune, e cio lo stesso nemico: lattuale modello di globalizzazione economica e finanziaria. Sto parlando naturalmente dellattivismo elettronico del popolo No Global, un movimento che in pochi anni e con una velocit impressionante ha conquistato lattenzione mondiale. La capacit di coinvolgimento che ha dimostrato, e linfluenza che ha avuto nel condizionare lagenda politica dei suoi interlocutori, hanno determinato la repentina legittimazione di questo nuovo soggetto politico dalle voci plurime. Internet sicuramente il mezzo che ha determinato e continua a determinare la sua esistenza, mentre lapporto definitivo al suo successo mediatico stato dato dallattenzione che i media gli hanno rivolto, a causa di alcuni requisiti che lo rendono mediaticamente appetibile.16

3.2 Il Netstrike, ovvero il corteo telematico


Come prima cosa, bisogna introdurre il concetto di Netstrike che una delle forme pi comuni tra le proteste virtuali che non ha nulla a che fare con gli attacchi informatici veri e propri. Un netstrike una forma di protesta collettiva attuata attraverso Internet. Tecnicamente si pu definire come un attacco informatico non invasivo che consiste nel moltiplicare le connessioni contemporanee al sito-target al fine di rallentarne o impedirne le attivit. Questa metodologia di attacco stata inventata da un gruppo italiano nel 1995, che invitava a questa protesta elettronica di massa con questo testo: (EN) (IT) In spite of the name, (that sounded good A differenza del nome (che comunque suona bene), anyway), it is the networked version of a una versione distribuita di un sit-in pacifico. La peaceful sit-in. The metaphor that best metafora che meglio rappresenta il concetto di represents it is that of a number of people that netstrike la seguente: si immagini un numero di walk on pedestrian crossings with signs and persone che cammina in un incrocio pedonale pieno banners, if their number is really big they can di segnali e insegne, se il loro numero veramente stop traffic for a noticeable period of time. The grande, potrebbero bloccare il traffico per un tempo first target for a netstrike were the sites of significativo. Il primo obiettivo per un netstrike french government that in that period was stato un sito del governo francese che in quel periodo conducting nuclear tests on Mururoa atoll. conduceva test nucleari nell'atollo di Mururoa. Da Since that time an infinite series of netstrikes quel momento in poi sono stati effettuati infiniti were launched, in some case we promoted netstrike, in alcuni casi da noi promossi, in molti altri, those, in many other by initiative of people all invece, su iniziativa di tutte le persone del mondo around the world. (the netstrike manifest) Alcuni fra i principali netstrike proposti da gruppi di utenti italiani: 1995 - test nucleari francesi
16 E. Menduni, L'abbraccio mediatico al movimento, . il Mulino , a. L, n. 397, settembre- ottobre 2001, pag. 893-901.

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1998 - gli indios del Chiapas 1998 - la campagna Notut 1999 - la guerra in Jugoslavia 2000 - la pena di morte 2001 - il Ministero della Pubblica Istruzione 2008 - nuovamente il Ministero della Pubblica Istruzione 2009 - Il sito www.governo.it

Un netstrike pu avere o meno le seguenti caratteristiche: Tipicamente il bersaglio viene avvisato che, in forma di protesta, un numero considerevole di utenti far accesso al sito in un determinato giorno e in una determinata ora. Questo attacco avviene ripetendo in maniera coatta il refresh della pagina in questione. Altre volte vengono create delle pagine ad-hoc che simulano in maniera ripetitiva quest'azione. In questo modo, le risorse della macchina che ospita il sito-target verranno presto saturate, rendendolo quindi inaccessibile. Limitandosi solamente a interrompere l'accessibilit del sito-traget un attacco di questa tipologia difficilmente pu essere considerato illegale dalla legislazione italiana, anche se l'articolo 617-quater del codice penale, prevede al primo comma: Chiunque fraudolentemente intercetta comunicazioni relative a un sistema informatico o telematico o intercorrenti tra pi sistemi, ovvero le impedisce o le interrompe, punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni. La condotta punita da ravvedere in ogni attivit diretta a far cessare una comunicazione informatica o telematica gi iniziata (interruzione) ovvero in quella diretta a ostacolare linizio della comunicazione (impedimento). Attualmente in Italia nessuno mai stato condannato per aver partecipato a questa forma di protesta in quanto non viene danneggiato il sito ma solo reso irraggiungibile temporaneamente. Avete presente un corteo o un sit-in? Tante persone sfilano lungo una strada o sostano davanti a qualcosa impedendo con i loro stessi corpi il traffico di qualsiasi altra cosa o persona nello stesso tratto urbano. Qualcosa di simile in ambito virtuale...17 Il netstrike o virtual sit-in o corteo telematico esattamente la trasposizione di un sit-in reale e si ha quando migliaia di contestatori si mettono daccordo per collegarsi contemporaneamente allo stesso sito generando problemi tecnici al server che non pu sostenere una tale intensit di traffico. Un'occupazione di "banda" simile ad un corteo fisico che occupa una strada fino a renderla inaccessibile ad altri. Lo scopo di mandare in tilt laccesso a determinati siti e di scoraggiare quindi gli utenti interessati ad accedervi, bloccando la visibilit dei soggetti che stanno dietro al sito web. A differenza di un sit-in tradizionale ognuno vi pu partecipare da casa propria, da lavoro, dalluniversit, ma soprattutto da migliaia di chilometri di distanza. Secondo i fautori del netstrike si tratta di un'azione assolutamente legale perch non mette in atto alcun sistema di boicottaggio: i navigatori si limitano a condurre lazione legittima e legale di navigare sullo stesso sito alla stessa ora, rendendo visibile, tutti insieme, unespressione di dissenso. Gli apologeti del netstrike ricordano inoltre che bloccare un sito con questa pratica assolutamente legittimo perch come se un giornale, una radio o una televisione andassero in tilt perch non sono in grado di soddisfare un improvviso aumento di richieste della propria utenza. E un po come nei raduni dei ciclisti di Critical Mass 18, quando gli attivisti che in una logica di riappropriazione dello spazio pubblico organizzano in massa giri in bicicletta tali da costringere le macchine a fermarsi. Questi ciclisti, a coloro che li accusano di voler bloccare il traffico rispondono noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico19.
17 1 18 Critical Mass un movimento internazionale di protesta nato nel 1992 in America. In Inghilterra i raduni di strada coincidono spesso con quelli di Reclaim The Street. Cit. http://www.netstrike.it/archivio/index.html, la pagina di archivio del sito di Netstrike.

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Da uno scambio e-mail tra un attivista londinese di Critical Mass e Indymedia-list.

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Per facilitare lorganizzazione del corteo telematico vengono costruiti dei siti web dedicati con istruzioni precise o con un software predisposto, mentre gli organizzatori si coordinano in tutto il mondo attraverso gli strumenti tradizionali di comunicazione in rete come le-mail e i canali di chat: veramente emozionante il clima che si respirava dentro il canale irc di coordinamento quando via via veniva verificato in tempo reale il crollo della funzionalit dei siti da bloccare in nome degli indios del Chiapas.20 La prima dimostrazione in assoluto di questa tecnica stata organizzata contro le politiche nucleari del governo francese nel 1995 dal collettivo italiano Strano.net 21: Il 21 dicembre di quellanno persone da tutto il mondo parteciparono allora di netstrike contro 10 indirizzi del governo francese. Alcuni di questi si bloccarono effettivamente per il tempo previsto ma in sostanza il netstrike fall perch nonostante Internet fosse ancora agli albori, gli organizzatori sottostimarono il numero di navigatori necessari a far rallentare un singolo sito.

3.3 Il Defacciamento, ovvero la conquista di un sito


Anche le forme di hacktivismo possono essere viste come lestensione digitale di modalit di protesta reale, ad esempio linterferenza culturale. Una pratica abbastanza diffusa tra gli antagonisti digitali il defacement, vale a dire la manipolazione di un sito web, a volte la sostituzione dello stesso con un altro o con un messaggio critico. Defacing (termine inglese che, come il suo sinonimo defacement, ha il significato letterale di "sfregiare, deturpare", in italiano reso raramente con defacciare) nell'ambito della sicurezza informatica ha solitamente il significato di cambiare illecitamente la home page di un sito web (la sua "faccia") o modificarne, sostituendole, una o pi pagine interne. Pratica che, condotta da parte di persone non autorizzate e all'insaputa di chi gestisce il sito, illegale in tutti i paesi del mondo. Un sito che stato oggetto di questo tipo di deface vede sostituita la propria pagina principale, spesso insieme a tutte le pagine interne, con una schermata che indica l'azione compiuta da uno o pi cracker. Le motivazioni di tale atto vandalico possono essere di vario tipo, dalla dimostrazione di abilit a ragioni ideologiche. Le tecniche utilizzate per ottenere i permessi di accesso in scrittura al sito sfruttano solitamente i bug presenti nel software di gestione del sito oppure nei sistemi operativi sottostanti; pi raro il caso di utilizzo di tecniche di ingegneria sociale. In Italia il defacing si traduce in tre tipi di reato grave previsti dal Codice Penale, quelli di accesso abusivo ad un sistema informatico e di diffamazione: Art. 615 Ter (Accesso abusivo ad un sistema telematico o informatico): "Chiunque abusivamente si introduca in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantenga contro la volont espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo punito con la pena della reclusione fino a tre anni." Art 635 bis (Danneggiamento di sistemi informatici e telematici): Chiunque distrugge, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili sistemi informatici o telematici altrui, ovvero programmi, informazioni o dati altrui, punito, salvo che il fatto costituisca pi grave reato, con la reclusione da sei mesi a tre anni. Se ricorre una o pi delle circostanze di cui al secondo comma dell'articolo 635, ovvero se il fatto commesso con abuso della qualit di operatore del sistema, la pena della reclusione da uno a quattro anni". Art. 595 (Diffamazione): Chiunque comunicando con pi persone, offende laltrui reputazione, punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa sino a lire due milioni (circa 1032 ). Se loffesa consiste nellattribuzione di un fatto determinato, la pena della reclusione fino a due
20 E il commento di un hacktivista a proposito del netstrike promosso dallAnonymous Digital

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Strano Network nasce nel 1993 a Firenze come gruppo sulla comunicazione e la telematica sociale.

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anni, ovvero della multa fino a lire quattro milioni (circa 2065 ). Se loffesa arrecata col mezzo della stampa, o con qualsiasi altro mezzo di pubblicit, ovvero in atto pubblico, la pena della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a lire un milione (circa 516 )." Leggi pi severe sarebbero in fase di studio. I tipi di defacing possono essere svariati. Tra questi vi sono: Truffa: un cracker cambia la pagina del sito in cui esiste il link per una immissione di una carta di credito o similari, reindirizzandola verso una pagina personale allo scopo di carpire le informazioni che consentiranno, ad esempio, il prelievo illegale di denaro. Propaganda: un hacker cambia in parte o tutto la pagina di un sito ideologicamente avverso per screditarlo o denigrarlo. Controllo occulto: la polizia inserisce degli elementi di controllo, per sapere quanti utenti accedono alla pagina del sito, per ottenere elementi utili alla loro identificazione e/o, talvolta, scoraggiarli facendo apparire scritte intimidatorie o facendo cadere la connessione dopo alcuni tentativi. Spamming: si inseriscono ben evidenti elementi pubblicitari, come dei link a siti commerciali. Ricatto: minacciando di perpetrare ripetuti defacing, si tenta di ricattare i proprietari del sito a scopo di estorsione o altro. Burla: soprattutto (ma non esclusivamente) da parte dei pi giovani, si cambia la pagina inserendo frasi o richiami infantili del tipo "pippo stato qua". Come avviso per far notare al webmaster che il sito vulnerabile ed stato bucato. Per poter modificare le pagine di un sito web necessario recuperare le password di accesso al sito, oppure riuscire ad avere i permessi di scrittura in altro modo. L'R57 una shell usata dai defacer per effettuare defacing sfruttando una vulnerabilit del sito, in molti casi il Remote File Inclusion (inclusione di file remoto). Il defacement ricorda molto la pratica di imbrattaggio creativo dei cartelloni pubblicitari o la riappropriazione degli spazi urbani attraverso i graffiti. Ricorda in sostanza la pratica dellinterferenza culturale, o culture jamming una pratica che consiste nel parodiare gli annunci pubblicitari e nel deturpare i cartelloni per alterarne drasticamente il messaggio22. Secondo Naomi Klein, linterferenza culturale stata teorizzata da due ispiratori della rivolta degli studenti nel maggio 1968, che per primi analizzarono il potere di una deviazione intesa come estrapolazione di immagini, messaggi o oggetti dal loro contesto per creare un nuovo significato 23 .Questa pratica ha poi avuto il suo momento di popolarit e di rinascita negli Stati Uniti degli anni novanta, allinterno della rivolta contro labuso del marchio e pi in generale nella condanna alle multinazionali, fino a conquistare un pubblico di veri appassionati con la nascita della rivista e di un sito dedicato soltanto a questo tipo di interferenza culturale: www.adbuster.org. I sabotaggi informatici rientrano tra tanti altri nelle modalit di interferenza colturale. I defacer partono dal presupposto che laccesso agli spazi pubblici dellinformazione limitato a lite economiche e di potere e che lunico modo per avere accesso al dibattito pubblico prendersi con la forza degli spazi sul Web. In pratica come nella vita reale la concentrazione dei mezzi di informazione nelle mani di pochi proprietari mette in crisi il concetto stesso di libert di parola, anche linvasione di Internet da parte di corporation e multinazionali ha svilito la vocazione primordiale di Internet: quella di essere uno spazio libero, antigerarchico, decentrato e gratuito per tutti quelli che vogliano dire la loro. In pi, questo motore ideale unito alla passione per le sfide informatiche di ogni hacker che si rispetti, tanto che i sabotatori sostengono di fare un servizio allumanit semplicemente dimostrando quali e quante falle di sicurezza sono presenti nei siti che conquistano. Infine, come le interferenze culturali non sono semplici contraffazioni ma pretendono di costruire dei contro messaggi, cos gli hacktivisti
22 N. Klein, No logo, Baldini & Castoldi, Milano, 2001, cit. pag. 248.

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N. Klein, No logo, Baldini & Castoldi, Milano, 2001, cit. pag 251.

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lasciano spesso, oltre la firma, messaggi chiari di controinformazione. I defacciamenti puntano a creare interferenza nelle attivit di comunicazione dellavversario, che sia esso il sito ufficiale del WTO o la vetrina di una multinazionale. Molti di questi sabotatori hanno infatti deciso di appoggiare le cause No Global, unendo la vocazione competitiva e di sfida alla volont di richiamare lattenzione su temi sociali e politici. Con questo non vero che tutti gli hacktivisti perturbatori siano politicizzati. N vero che quelli politicizzati si servano sempre dei siti conquistati per lasciare esplicite memorie politiche. Linterferenza culturale elettronica fatta anche e soprattutto di parodia, sarcasmo, satira. La politica accanto allo scherzo e alla sfida. Per Mark Dery, lautore dellopuscolo Culture Jamming, Hacking, Slasching and Sniping in the Empire of Sign, pubblicato nel 1993, linterferenza culturale una combinazione di teatro e attivismo, scherzo e politica. Parodiare per decostruire e re-inventare messaggi. Di solito il danno effettivo di un defacement si limita a qualche ora di disagio per gli utenti e qualche ora di mobilitazione dei tecnici per ripristinare il sito. Sta di fatto per che dal 1995, anno dei primi esperimenti di sabotaggio elettronico archiviati, laumento dei casi stato enorme e il numero di questi attacchi passato da 225 in tutto il 1995 ai 3600 soltanto nel mese di maggio 2001, creando il panico sia tra le compagnie sia tra gli apparati militari. Basti pensare che dopo lincidente della bomba lanciata dalla NATO sullambasciata cinese di Belgrado nel maggio 1999, i siti del governo degli Stati Uniti furono rivoltati e riempiti di slogan, come la frase"down with barbarians" che comparve in cinese sulla home page dellambasciata americana in Beijing, o le immagini dei tre giornalisti morti nelloccasione comparsi allinterno dei siti del dipartimento americano24. Luther Blisset uno pseudonimo, un nome colettivo che dalla met degli anni novanta stato usato da decine di persone nel mondo per mettere in atto una sorta di guerriglia ai danni dei media ufficiali: beffe mediatiche, false notizie, ma anche progetti narrativi. Lattrazione di questa pratica sta nella potenziale risonanza che i contro-messaggi possono acquisire fuori dalla Rete. Inoltre anche se le azioni non bucassero i mass media, rimarrebbero i siti di mirror a documentare il lavoro degli hacker a livello globale. Questi siti pubblicano di solito la classifica delle firme pi attive nellambito, fino a costruire una sorta di competizione, di corsa al record per tutti i gruppi che vedono riportato accanto al proprio nome, la storia delle proprie imprese: dal tipo di sistema operativo adottato dal server violato, al tipo di browser, al messaggio e il contenuto dei siti sostitutivi. Infine, questo tipo di pratiche hacker non sono tra le pi complicate ma anzi risultano fattibili anche per informatici relativamente esperti. Il Web rimane ancora un luogo insicuro e facilmente attaccabile. Tempo di svegliarsi... I membri del G8 pensano di dominare il mondo e DI FATTO lo fanno, senza un mandato n legittimazione di alcun trattato o accordo internazionale. Sotto letichetta del G8 si celano le nazioni pi potenti del pianeta ( Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Russia e Stati Uniti) in accordo con LOrganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, con il Fondo Monetario internazionale (IMF), con la Banca Mondiale e con LOrganizzazione Internazionale del Commercio (WTO). Le politiche che applicano ed esportano in tutto il mondo sono subordinate alla dittatura del libero mercato, che significa creare un crescente divario economico fra i paesi e le classi sociali pi ricche (che diventano sempre pi ricche) e i paesi pi poveri (che diventano sempre pi poveri). Per mantenere la loro egemonia, rafforzano le loro forze militari e il loro
24 D.Denning, Hacktivism: An Emerging Threat to Diplomacy

http://www.afsa.org/fsj/sept00/Denning.html

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equipaggiamento . Questa la ragione per cui la NATO ha esteso il suo raggio di operazioni in tutto il mondo... Lespressione Globalizzazione soltanto un mondo di fantasia, la pi conveniente sarebbe la neo-colonizzazione DEFACEMENT DI THELI E SABRINA DEL 12 LUGLIO 2001 AI DANNI DEL SITO DI PROMOZIONE TURISTICA DI GENOVA: www.apt.genova.it, TRADUZIONE PERSONALE. IL DEFACEMENT CONSERVATO ALLA PAGINA: http://www.safemode.org/mirror/2001/07/12/www.apt.genova.it

3.4 Il Videoattivismo
Fra le forme di militanza figlie del nostro tempo c' il videoattivismo, pratica che individua nella comunicazione sia il campo d'intervento, quanto lo strumento d'azione. Videoattivisti sono loro che danno vita a siti internet e mettono in rete filmati, fotografie, videoattivisti sono le migliaia di manifestanti che partecipano al G8 di Genova armati di videocamere e macchine fotografiche; ma videoattivisti sono anche gli ecologisti che dopo aver avvisato i mass media danno luogo ad azioni dimostrative altamente spettacolari, tutte rigorosamente firmate con loghi e simboli, i girotondini che circondano i palazzi della giustizia e del potere sotto gli occhi delle telecamere dei tg, e anche tutti gli italiani che, nella primavera del 2003, espongono sui loro balconi milioni di bandiere della pace. Il nuovo attivista dell'era della comunicazione, compresa l'importanza di inserirsi nel circuito ufficiale dei mass media, non solo fa informazione con video, siti, giornali, ma soprattutto fa per l'informazione, mostrando, rappresentando, mettendo in scena, le sue opinioni. Forme di partecipazione e coinvolgimento (forse) meno totalizzanti, ma altamente visibili e immediatamente comunicabili. I nuovi movimenti, attori e protagonisti della turbopolitica, hanno chiaro che la comunicazione pu essere pi fragorosa di un corteo, pi incendiaria di una molotov, pi contundente di una chiave inglese.25 La miniaturizzazione e l'accessibilit a livello economico della tecnologia video hanno portato in strada i video attivisti. Immagini e suoni hanno il potere di attirare l'attenzione della gente e catturare ci che sta accadendo. I video attivisti utilizzano la videocamera per difendere e promuovere i diritti civili. possibile sfruttare il potere della videocamera anche in favore dei diritti degli animali. Lo si pu fare da freelance o lavorare per le campagne delle organizzazioni animaliste, riprendere le manifestazioni o lavorare su un progetto a lungo termine fissando degli obiettivi e destinandolo ad un pubblico specifico. La missione del videoattivista viene spesso descritta come una lotta un po manichea tra le forze della luce e il regime delloscurit dei media, che fonda il suo potere sul segreto. La videocamera il fuoco prometeico del disvelamento del potere, un occhio che illumina e libera un mondo nuovo che i media vogliono tenere nascosto alle masse 26 Ci che accomuna i videoattivisti lessere consapevoli del potere che ha limmagine e sfruttarlo per sensibilizzare lopinione pubblica. Videoattivista colui che usa telecamera e video come strumenti politici, come mezzi di difesa. Differentemente dai videomakers freelance o dai documentaristi televisivi, lavora principalmente per le esigenze di gruppi ed associazioni e non per la carriera personale. I videoattivisti sono in molti casi attivisti, soggetti che cercano di migliorare il mondo dal basso, allinterno dei movimenti sociali, nei collettivi politici, nellunderground artistico, etc 27
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Novelli Edoardo - La Turbopolitica. Sessantanni di comunicazione politica e di scena pubblica in Italia, cit. pag
( www.rekombinant.org/media-activism/article.php?sid=23)

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2 27

Di Corinto-Tozzi, Hacktivism. La libert nelle maglie della rete,i 2002, p.7

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Ovviamente abbracciano una causa, investono le loro risorse a sostegno di ideali in primis personali e poi naturalmente condivisi. Il mettersi in gioco allinterno di un gruppo un modo per il videoattivista di sentirsi coinvolto e impegnato in un progetto, anche se questo pu creare dei problemi di identit; il suo ruolo corre sul confine spesso non chiaramente delineato tra attivista e regista. Se avete intenzione di usare la telecamera, dovete agire da videoattivista per tutta la durata di unazione di protesta o di un qualsiasi episodio; se invece sentite di essere un attivista, allora meglio lasciare la telecamera a casa. Naturalmente la motivazione che vi anima la stessa, ma le tattiche da utilizzare quel giorno saranno diverse. 28 Il videoattivista, appunto lavora nellambito di una comunit e di un gruppo, ma proiettato sui grandi temi della giustizia sociale e della difesa dellambiente considerati a livello globale. La presa di coscienza sui problemi del mondo (ecologia, diritti umani, conflitti armati) non pi appannaggio di pochi, ma fa parte della sensibilit di tutti ed un tema oggi veicolato quotidianamente dai massmedia. Il lavorare a livello locale, con comunit che hanno bisogno di risolvere problemi concreti, riporta allidea di vincere tante piccole battaglie per arrivare a vincere la guerra; E sicuramente richiama il famoso slogan: Think Global, Act Local. Inoltre oggi anche le piccole realt possano potenzialmente essere conosciute a livello planetario sia per laumento del flusso informativo, sia per la presenza della rete. Harding presenta esempi concreti di videoattivismo in cui stato possibile filmare situazioni che potevano rimanere sconosciute: tra i tanti la strage nel 1993 del popolo degli Ogoni nel Delta del Niger, le cui riprese furono effettuate dagli Ogoni stessi, inviate di nascosto allestero e trasmesse da CNN e da altre televisioni, scuotendo lopinione pubblica; oppure il video del massacro di Aguas Blancos in Brasile nel 1995, in cui viene mostrato lagguato dei poliziotti a dei contadini: anche in questo caso il video fu trasmesso in tv grazie allintervento di AMNESTY INTERNATIONAL e scaten polemiche e pressioni sul governo messicano. Gli esempi sono numerosi e in tutti si riscontra come la presenza della telecamera sia stata fondamentale per togliere il sopruso e la violenza dellanonimato. Il carattere di globalit che interessa il videoattivismo attuale legato altres alla facilit di spostamento da un paese allaltro, soprattutto nel caso di eventi che catalizzano lattenzione mondiale. un esempio in questo senso lesercito di videoattivisti italiani e non, che si riversarono a Genova nei giorni del G8 e che ebbero il ruolo fondamentale di fornire attraverso le loro telecamere la versione non ufficiale della vicenda. Nella concezione sul video da Faenza ad Harding, sebbene sia rimasta immutata la convinzione nelle forti capacit del mezzo, cambiato profondamente il modo di considerarlo. Per Faenza, come dice in Senza chiedere permesso, il videotape un processo collettivo. Il fattore costo lo rendeva difficilmente accessibile al singolo, un po meno ad un gruppo, che tuttavia non poteva fare a meno, prima di affrontare la spesa, di riflettere sulluso che ne voleva fare. A livello idealistico, era altres decisiva linfluenza del concetto di partecipazione attiva. Porre lattenzione al video, ai modi di usarlo per attuare forme di comunicazione alternative, presupponeva necessariamente un confronto costruttivo sul mezzo stesso. In venti anni la tecnologia si sviluppata a ritmi frenetici. Le telecamere sono diventate davvero pi maneggevoli e compatte, ridisegnando il concetto di qualit. Lavvento del digitale ha ridimensionato i supporti, eliminando in alcuni casi anche i problemi fisici di archiviazione e conservazione del materialepensiamo solo per un attimo alla differenza tra una videocassetta e un file. Soprattutto, le videocamere sono diventate accessibili nel senso pi ampio del termine; non sono pi un prodotto di nicchia, ma un vero e proprio elettrodomestico! Il video quando nasce, destinato unicamente al tempo libero del consumatore, per immortalare la vacanza o la giornata di festa in famiglia. Le ripercussioni di questa situazione sul videoattivismo si riscontrano nella figura descritta da Harding: il videoattivista pu essere un solitario. La collaborazione con un gruppo o una comunit nello stabilire una strategia dazione rimane fondamentale anche nel presente. Harding insiste sul fatto che filmare senza uno scopo, nella maggior parte dei casi inutile. Lindividuo videoattivista emerge con delle caratteristiche proprie dal gruppo; spesso ne fa parte, ma se ne distingue proprio perch il video il suo campo. I rapporti tra il mondo videoattivista e linformazione ufficiale sono profondamente mutati. Nel momento in cui Faenza scriveva, come gi detto, il sistema monopolistico della RAI cominciava a mostrare le prime crepe. La tv di stato era lunica esistente ed era
28 Harding, Videoattivismo. Istruzioni per luso 2003, p. 56

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estremamente blindata a contenuti alternativi. Nel testo di Faenza, la tv larma pi potente del nemico, il sistema, e il conflitto che si innesca punta al video per attuare una comunicazione orizzontale da apporre alla massificazione televisiva. Le possibilit di inserirsi negli spazi istituzionali erano allora utopiche. Per trasmettere nei canali televisivi nazionali le strade possibili erano difficilmente praticabili: del resto non cosa semplice prendere possesso degli studi televisivi e usare il loro trasmettitore o dotarsi di uno pi potente! Pi fattibile poteva risultare il trasmettere nei canali televisivi vuoti (allora ne erano occupati solo due), ma si configurava comunque una situazione di illegalit. A questi limiti allaccesso, si univa la qualit non broadcast dei videoregistratori in commercio, con standard qualitativi inaccettabili. Dal testo di Harding, invece, risulta una penetrazione delle due realt. Far circolare il proprio lavoro sui canali ufficiali unopportunit reale: in questo caso il videoattivista, una volta verificato che luso della televisione risulta funzionale allo scopo della campagna, punter lattenzione a realizzare un video che risponda a determinati canoni. In particolare Harding sottolinea come un video, per essere appetibile per le televisioni, debba essere di qualit professionale e avere immagini uniche. Naturalmente ci non sempre vero in assoluto: se il videoattivista riuscisse a fare delle riprese elusive, anche se il video non fosse perfetto, ci non impedirebbe linteresse da parte della televisione ufficiale. Il problema tenersi in equilibri sulla corda tesa tra luniverso degli attivisti e quello della televisione: da un lato il videoattivista vuole realizzare un servizio che abbia un impatto, ma dallaltro ha bisogno di convincere lazienda a finanziare il progetto. 29 Il mutamento del rapporto videoattivista-tv ha dato vita ad una situazione in cui risulta difficile capire chi tra i due soggetti usa laltro. Se la televisione interessata a video dai contenuti controversi, nella maggior parte dei casi lo fa per unambizione di pluralit informativa volta a raggiungere il maggior numero di utenti. Il videoattivista, a sua volta, conscio del pericolo che il messaggio del suo lavoro possa essere manipolato; il problema che fornire materiale non montato fa perdere il controllo della post produzione. Fondamentale rimane la motivazione personale; bisogna avere chiaro se si lavora con il media televisivo per sfruttare le sue potenzialit al fine di generare una coscienza politica o se si animati dal desiderio di fare carriera. Ma se il videoattivista si mette in gioco in questo senso, lo fa perch comunque consapevole del forte impatto emozionale che le immagini possono avere sullopinione pubblica. Inoltre, la televisione permette di arrivare a fasce di utenza allargate, difficilmente raggiungibili in altro modo. Il problema della visibilit di rilevanza fondamentale per il videoattivismo ieri come oggi. Negli anni Settanta i canali per veicolare i lavori video erano limitati sia numericamente che spazialmente. Il limite di poter raggiungere una cerchia piuttosto ristretta di persone, diventava tuttavia una ricchezza nel favorire laggregazione e il confronto. Oggi il problema opposto: la visibilit viene ricercata in un panorama affollato di informazioni e stimoli prodotti incessantemente dai mass-media. In questo flusso continuo il rischio il contaminarsi di realt e finzione. Con Internet si fatto un passo ulteriore in questa direzione. Il web ha assunto un ruolo ambiguo nel processo di contaminazione tra fiction e informazione, rendendo i confini tra le due sfere sempre pi labili ed incerti. La rete, se da un lato ha permesso laccesso a fonti alternative di informazione rispetto a quelle ufficiali, ha altres concretizzato una realt in cui ogni utente pu trasformarsi in potenziale produttore di informazione. La troppa informazione si rivela essere un limite allinformazione stessa. Cos, nel contesto contemporaneo, pi che un problema di visibilit, il videoattivista deve confrontarsi con un problema di credibilit. Nel condurre il suo lavoro, il videoattivista si trova ad interagire con diverse realt di cui deve tener conto: 1. Con gruppi e movimenti attivisti. In questo caso il rapporto potr essere fruttuoso o controverso. Il videoattivista pu trovare nel gruppo con cui agisce collaborazione nella condivisione di idee e di obiettivi; in altre parole c una comunanza di progetti. Ma non mancano situazioni in cui pu esserci scontro col gruppo stesso. Un primo grosso scoglio appunto la presenza delle telecamere. Un video pu aiutare un movimento, ma in presenza di azioni illegali fatte dai membri del gruppo, pu
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Harding Thomas, Videoattivismo. Istruzioni per luso, pag. 134

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diventare unarma a doppio taglio, usata ad esempio dalle forze dellordine per individuare i responsabili di tale azioni. I dieci comandamenti del dogma Indy stabiliscono proprio come primo comandamento la tutela delle persone e delle azioni in piazza: i videoattivisti non devono riprendere i volti dei manifestanti e devono essere consapevoli della responsabilit che hanno nei loro confronti. Chiunque abbia materiale compromettente per gli attivisti ripresi, deve consegnarlo a Indymedia editato. 30 Forme di scontro interno possono crearsi anche in relazione alle priorit perseguite, perch pu darsi che il lavoro del videoattivista venga frainteso nelle sue finalit ( un gruppo potrebbe accusare il videoattivista di avere come fine il piazzamento del suo lavoro in televisione ). 2. Con le forze dellordine. I rapporti tra videoattivista e forze dellordine sono solitamente tesi. La presenza di telecamere ad una manifestazione o ad un evento pu provocare due reazioni opposte: pu far s che le forze dellordine, sentendosi sotto il potenziale controllo dellobiettivo, moderino il loro atteggiamento evitando abusi di potere o intimidazioni; ma pu anche accadere che vietino di riprendere, se non arrivare addirittura la sequestro delle telecamere e del materiale girato. Unaltra situazione da segnalare la possibilit che le forze dellordine si spaccino per vieoattivisti al fine di usare le riprese fatte per individuare i partecipanti alle manifestazioni, conducendo una vera e propria attivit di sorveglianza. 3. Con il sistema giuridico. In questo caso il videoattivista fornisce ad un movimento implicato in un processo, materiale video che diventa supporto legale per i partecipanti a dimostrazioni ed azioni di protesta. Per essere adatto allo scopo, il filmato dovr essere necessariamente una prova ammissibile e rispondere quindi a determinati requisiti ( il video deve essere stato girato nel momento e nel luogo in cui levento si svolge; non deve essere stato assolutamente manipolato, quindi esclusa ogni forma di montaggio, etc). in questi casi ci che conta il contenuto, rispetto alla qualit ed importante che il video non diventi in sede di processo un elemento a sfavore del gruppo.

I media tattici sono mezzi della crisi, della critica e dellopposizione. Ne sono fonte di potenza. E nello stesso tempo ne sono i limiti. I loro tipici eroi sono: lattivista, il guerriero mediatico nomade, il pranxter, lhacker, il rapper di strada, il videomaker kamikaze, sono i negativi felici, sempre in cerca di un nemico. () Ovviamente pi sicuro rimanere ai classici rituali dellunderground e della scena alternativa. Ma i media tattici sono basati su un principio di risposta flessibile, di lavoro con differenti coalizioni, essendo capaci di muoversi tra differenti entit nel vasto paesaggio dei media senza tradire le proprie motivazioni originali. Il Media Tattico pu essere edonista, o zelantemente euforico. Anche le mode possono avere i loro usi. Ma soprattutto la mobilit che pi caratterizza il professionista tattico. Il desiderio e la capacit di combinare e saltare da un media ad un altro creando una continua riserva di mutanti e ibridi. Attraversare confini, connettendo e ri-collegando una variet di discipline e sempre prendendo pieno vantaggio degli spazi liberi nei media che appaiono continuamente per la velocit del cambiamento tecnologico e lincertezza dei regolamenti Dal sito di Tactical Media Crew: www.tmcrew.org

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www.indymedia.it/editorial/moin.cgi/Videoattivismo

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3.5 Il G8 a Genova: duecento telecamere per Indymedia


Indymedia segna un punto di rottura con le precedenti esperienze e nello stesso tempo ne ingloba le istanze. Indymedia un simbolo di questo periodo di crescita e di cambiamento, nata per documentare le proteste del Millennium Round a Seattle, si espansa spontaneamente per diventare un network planetario. E il prodotto stesso della globalizzazione movimentista. Traccer lesperienza italiana di Indymedia a Genova durante i giorni del G8. Nel giugno 2001 Indymedia Italia si gi fatta conoscere. Alcuni quotidiani di tendenza dedicano al network intere pagine 31. Il Manifesto riporta una lunga recensione di Rebel colour, un video sulle manifestazioni del 26 settembre 2000 a Praga, durante lincontro di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. Il video prodotto da Indymedia con il contributo di duecento operatori volontari e altrettanti collaboratori, con una rassegna delle tante voci critiche e la ricostruzione delle manifestazioni e delle diverse forme di lotta. Gi a Praga tra i manifestanti erano presenti i gruppi di affinit, il gruppo Pink con la tattica della frivolezza, il gruppo giallo della disobbedienza civile con le Tute Bianche, il gruppo blu dellazione diretta senza compromessi. Il video di Praga il primo lavoro di Indymedia in Europa. Con la rivoluzione digitale e la crescita del movimento antagonista, si moltiplicano i video-attivisti, persone dotate di telecamera maneggevole e digitale che si improvvisano operatori dassalto o semplicemente documentaristi, a volte professionisti che si prestano alla causa politica degli amici manifestanti. Non si tratta di un fenomeno trascurabile. Come lattivismo telematico il frutto della diffusione dellalta tecnologia casalinga, anche il video attivismo il frutto della rivoluzione digitale. Entrambi cambiano il modo di fare politica. Entrambi preoccupano le istituzioni e le costringono al confronto. A preoccupare gli operatori di Indymedia il rapporto con la polizia: a Napoli, durante le mobilitazioni contro legovernment, i poliziotti si sono accaniti contro i manifestanti dotati di telecamere sequestrando sia i video, che le telecamere stesse 32. A sentire i video-attivisti, sono due i loro obiettivi: -il primo la volont di far vedere al mondo, e non solo leggere, non solo sentire, chi sono i manifestanti e perch si trovano l, con lidea (lidea base di Indymedia) che il miglior modo per capire le motivazioni dei manifestanti sentirle e vederle direttamente da loro. Non soltanto con produzioni video postume ma con streaming quasi in tempo reale sul Web. -il secondo si richiama al famoso interrogativo: chi controlla i controllori? I video-attivisti si pongono esplicitamente a fianco dei manifestanti e promettono di filmare ogni fatto e in particolare ogni abuso perpetrato nei loro confronti. Portato allestremo questo concetto richiama lidea di Bernard Koucher Si rischia meno di morire sotto locchio delle telecamere. Senza limmagine non c indignazione(...).33 Come vedremo in seguito questambizione ha avuto delle particolari conseguenze negli eventi di Genova. La forza di Indymedia nel perseguire questi obiettivi sta nella quantit, nel numero di persone comuni, dotate di una telecamera, che almeno fino ad ora hanno collaborato con il Media Center. Tante telecamere, tanti occhi, significano innanzi tutto tanti punti di vista. Significa che, a differenza degli operatori a servizio dei media ufficiali, questi occhi possono mescolarsi tranquillamente con i
31 Il quotidiano dedica una pagina al network e alle sue produzione con due articoli S. Menafra, Piccoli media crescono e B. Vecchi, I colori ribelli della strada, Il Manifesto, 10 giugno 2001, pag.7.

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S. Menafra, Piccoli media crescono, il Manifesto, 10 giugno 2001, cit. pag.7.

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L. Boltansky, Lo spettacolo del dolore, Morale umanitaria, media e politica, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000, pag. 297. La citazione una frase che B. Kouchner, leader di Medici Senza Frontiere e

difensore della politica umanitaria scrive in Le malher des autres, Odile Jacob, Paris 1991, cit., pag.194.

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manifestanti, seguirne le mosse, ognuno da un angolo e con un gruppo diverso, ma soprattutto tutti a servizio della stessa testata. A Seattle, ma ancora di pi e Praga, fino allapice di Genova, stato raccolto una quantit di girato che ha fatto impallidire le agenzie dinformazione di tutto il mondo. Centinaia e centinaia di ore a documentare i controvertici, i vertici, i cortei e, soprattutto le mosse delle forze dellordine nei confronti di manifestanti. Con questo materiale Indymedia ha promosso e distribuito diversi progetti video che, in alcuni casi, come il sopra citato Rebel Colours, hanno fatto il giro del mondo. Tutti progetti collettivi, prodotti con le stesse modalit di lavoro orizzontale e volontario, e firmati dunque con un solo logo: Indymedia.org. La novit tecnica anche qui su due livelli: - la trasformazione del processo creativo di ripresa filmica e montaggio: le riprese provengono da un numero imprecisato di individui senza nome, il montaggio viene fatto da alcuni volontari ma sulla base di idee gi elaborate e condivise via Internet, nelle liste di discussione. Come segnala una recensione in Rete alle produzioni di Indymedia e in particolare di Rebel Colors: Come il VIDEO SU PRAHA :(...) Racconto in fieri, prodotto mai definitivo, aperto al contributo di tutti (come i nostri ipertesti), discusso e progettato in rete, ma cercando di uscirne dai limiti, sia saccheggiando i linguaggi esterni, sia per condizionare i media. Il prodotto della rete indymedia.com una carica di adrenalina, nel quale si avvertono gli echi dei clip pi famosi dei Chemical Brothers, intelligente nella scelta del montaggio, ricco di spunti, il commento sembra affidato alle scelte postproduttive, nonostante la sbandierata "obiettivit" (...)34 - la distribuzione e concessione, a pagamento o non, delle immagini o dellintero montato fatta con un preciso attacco alla politica del Copyright: i video sono distribuiti con unindicazione di No Copyright.35 In pratica i video rimangono pubblici e senza copyright e le tv che acquistano il diritto di trasmetterli sono obbligate a segnalare se il contenuto stato rimontato. In Italia Indymedia ha svolto anche un ruolo atipico e cio quello di fare da "agenzia" in alcuni casi, vendendo del materiale ai media ufficiali e reinvestendo quei fondi in autofinanziamento per eventuali strutture necessarie al suo funzionamento. Una scelta del genere stata presa dopo una discussione interna alla lista e con le dovute precauzioni: una selezione del materiale preliminare per evitare, secondo le intenzioni dei media attivisti, luso di un preciso messaggio indipendetemente dal contesto e possibili ripercussioni dirette sui protagonisti delle manifestazioni. Dopo Genova la Rai ha comprato 20 milioni di lire di immagini a Indymedia, segno che i video-attivisti hanno messo in crisi lo stesso apparato di produzione e distribuzione dei media istituzionali. Al meeting europeo di Indymedia a Bruxelles, il primo nel vecchio continente, i media attivisti si salutano con un see you in Genova. E il giugno 2001 e manca poco pi di un mese e mezzo allincontro del G8 nella cittadina italiana. Genova sicuramente levento pi importante dopo Seattle per il movimento. I manifestanti si appropriano di Internet e nascono decine di nuovi siti dedicati allappuntamento. Per Indymedia Italia levento capitale perch il suo sito rappresenta il punto di raccordo tra lItalia e il mondo. Essendo parte di un network globale ha il compito di fare da vetrina per gli altri nodi, come gli altri nodi sanno che dovranno collegarsi a Indymedia Italia per aggiornare i propri siti. Da New York al Chiapas, da Amsterdam a Israele, gli operatori dellinformazione di movimento sanno che possono contare sul lavoro degli italiani e degli stranieri che si troveranno fisicamente a Genova per avere unidea di quel che succede. Gi mesi prima del G8, nella mailing list generale si discute il da farsi. La maggior parte delle discussioni vertono su problemi pratici, lorganizzazione di un media center, la sede, le attrezzature, la disponibilit delle persone. Gli attivisti si danno appuntamento in chat per snellire le discussioni che poi sono riportate nella lista generale. Il 15 luglio tutto pronto, la lista delle attrezzature disponibili definitiva, i tecnici volontari che anticiperanno gli altri per cablare la sede
34 http://www.cinemah.com/indeditoriale32/dibattit.htm

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www.gnu.org/copyleft/fdl.html

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sono pronti. A disposizione di tutti, dal sito, si accede alle mappe di Genova, le indicazioni logistiche e il vademecum legale per media-attivisti: come comportarsi di fronte alle forze dellordine, quali diritti si hanno e quali no, cosa possibile riprendere con la propria telecamera e i rischi in cui si incorre, come difendersi dai gas lacrimogeni e mettere in salvo i filmati. Esistevano delle necessit da concretizzare a Genova e la comunit (di cui Indy partecipe ma non in maniera esclusiva) ha risposto in maniera fluida soddisfacendo queste necessit (un media center, una copertura estensiva degli eventi, una traduzione simultanea dei materiali, un coordinamento internazionale) con gruppi che si sono presi la responsabilit di dare loro risposta.36 A Genova Indymedia si sistema allultimo piano della scuola Pascoli, la sede adibita al Genoa Social Forum, anche centro stampa sia per i media ufficiali, sia per quelli di movimento. I primi arrivati svolgono il faticoso e difficile lavoro di messa in rete di computer, telefoni, centraline di montaggio video, tutti mezzi tecnici messi a disposizione dai singoli volontari. In due giorni gli attivisti di Indymedia e degli Hacklab italiani, montano, cablano, rendono operativa e connessa lintera scuola, creando una rete interna da 100 megabite con 2 mega diretti verso lesterno. In questo modo, tutti i computer del Genoa Social Forum possono comunicare tra loro e coordinarsi attraverso i singoli terminali. Uninfo-line predisposta per permettere a chiunque abbia un telefono con s di chiamare in qualsiasi momento la sede per dare, confermare e chiedere le ultime notizie. Sono 500 i media-attivisti accreditati dal Network di Indymedia. Un gruppo fisso di persone decide di stare in sede tutto il giorno per risolvere problemi tecnici, rispondere alle richieste di informazioni, aggiornare il sito con le ultime notizie, foto, video, e accogliere e coordinare i nuovi arrivati. Intanto in giro per la citt, almeno duecentocinquanta tra fotografi e videomaker, si apprestano a cogliere ogni istante, a immortalare ogni singolo movimento. Spesso gli operatori portano il proprio girato in sede, dove i montatori si occupano di mettere in rete brevi clip di video, con il risultato che chiunque da tutto il mondo connesso a Internet pu vedere quasi in tempo reale pillole della manifestazione genovese e dei suoi protagonisti. I media attivisti decidono di organizzarsi in squadre per affrontare i momenti caldi, durante i cortei di massa e le azioni programmate per gioved 19, venerd 20 e sabato 21 luglio. Le squadre sono composte da un operatore, un avvocato e un medico del Genoa Social Forum. Domenica 22 luglio una mail tradotta in quattro lingue e dal titolo inquietante inizia a girare per le mailing list di movimento. LItalia verso una dittatura? Diritto alla comunicazione negata!. La mail si riferisce ovviamente allassalto delle forze dellordine al Media Center del Genoa Social Forum, la notte del sabato 22 luglio, mentre dallaltro lato della strada le forze dellordine entravano alla Scuola Pertini Diaz. La mail, inviata da uno degli attivisti telematici di Strano.net37 proseguiva con questo invito: Anche i media ufficiali stanno veicolando le immagini di quanto successo, comunque invitiamo a prendere in considerazione le seguenti fonti d'informazione indipendente per avere riscontro su quanto stiamo per comunicare: www.italy.indymedia.org www.ecn.org/g8 www.tmcrew.org www.carta.org www.genoa-g8.org www.decoder.it Radiogap38 da Genova aveva smesso di funzionare dopo l'irruzione della polizia mentre le ultime
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Da unintervista allindymediano Blicero di REDS, Che cos Indymedia , ottobre 2001, accessibile allindirizzo http://www.ecn.org/reds/glob0110indy.html La comunit telematica di Strano Network nasce nel 1993 a Firenze con lintento di studiare le possibilit della comunicazione telematica legata alla politica. raccoglie attivisti

e hacktivisti della scena italiana. Nasce su BBS. 38 E una radio pirata e fa parte del Global Audio Project che il network composto da sette radio libere italiane e unagenzia di stampa sul web, nato per informare sul G8 di Genova.

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parole in diretta da Genova urlavano "e' come il Cile, e' come il Cile... calma.... seduti e mani alzate... resistenza passiva...". Gli ultimi cinque minuti della trasmissione di Radio Gap prima del blitz fanno il giro del mondo, creando un vero caso mediatico, diffusi dai media alternativi di movimento ma anche ripresi da portali commerciali, come quello di Vitaminic. Le conseguenze materiali del blitz al Media Center non sono molte: dagli uffici IMC vengono confiscate alcune cassette ma lunico sequestro grave e consistente quello dellhard disk dal computer dei legali del Social Forum, materiale che sarebbe potuto servire come documentazione sugli abusi della polizia nei giorni antecedenti. Uno degli avvocati ha affermato: Il blitz della polizia contrario ad uno stato basato sul diritto e scatena un clima di orrore"39. Ma lassalto alla scuola di coordinamento del GSF, colpisce lopinione pubblica internazionale, non tanto per queste perdite materiali, dopo tutto sopravvalutate, ma per il colpo inferto alla stessa libert di pensiero e di stampa. Mai come in questo momento il Media Center assume un valore tanto simbolico, universale: la libert di opinione negata. Si ripropone continuamente l'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: "Ognuno ha il diritto alla libert di opinione ed espressione, un diritto che include la libert di avere opinioni senza interferenze, e di ricercare, ricevere e dare informazioni e idee attraverso ogni tipo di medium senza limiti di frontiera. Durante tutta la giornata di domenica, le pagine di Indymedia Italia, con la grande libert di pubblicazione da parte di tutti, diventano una lunga raccolta di testimonianze. Il diario dei torti subiti. Il bollettino IMC contiene racconti di ripetuti pestaggi della polizia sugli attivisti di Genova, sia nelle strade che in prigione. Alcuni racconti segnalano che molti dei manifestanti feriti hanno paura di recarsi in ospedale per farsi medicare in quanto la polizia ha portato via dall'ospedale alcuni ricoverati con ferite sospette e li ha condotti in carcere. Racconti di testimoni oculari dei raid si diffondono anche tra gli Indymedia in giro per il mondo, a San Francisco, Los Angeles, nelle trasmissioni radiofoniche di Indymedia e nelle pubblicazioni cartacee250. La percezione che ho avuto monitorando le mailing list, che Indymedia fosse stata improvvisamente innalzata, dai mediaattivisti stessi, ma anche da tutti coloro che erano a Genova, al ruolo di martire della libert. "Unazione violenta inaudita e ingiustificata, e per quanto riguarda il Media Center un gravissimo attentato alla libert di pensiero e di stampa. Gi durante i giorni precedenti avevamo subito pi di un sequestro o comunque il tentativo di farci testimoniare il meno possibile. Tutto ci fa pensare che con la nostra azione abbiamo dato molto fastidio e credo sia il miglio riscontro della bont del nostro lavoro40. Domenica 22 viene preparato un comunicato stampa in cui si denunciano i fatti e i danni subiti. Un giornalista inglese del network, conosciuto come Sky si trovava anche nella scuola Pertini Diaz e rimane gravemente ferito. Sky sar inizialmente arrestato con pesanti accuse: (...) Per Indymedia le accuse sono pesanti. Sky stato accusato di essere un esperto di computer con laccusa di aver gestito il sistema usato per coordinare gli attacchi al summit del G8 dai gruppi anarchici. E un chiaro messaggio per tutti.(...) Ciao. javi41. Il raid all'Indymedia Center a Genova soltanto l'ultimo in ordine cronologico di una serie di azioni ordinate contro questo movimento di media indipendenti. Gi dai primi giorni a Seattle nel 1999, secondo la testimonianza dei media-attivisti del posto, Indymedia riceve una carica di lacrimogeni, segno evidente che le autorit hanno identificato il movimento IMC come obiettivo nemico. Al Media Center di Los Angeles nell'agosto del 2000 durante la convention democratica nazionale un raid della polizia fa chiudere il furgoncino con il satellite che era stato programmato per collegare la televisione IMC con un network nazionale di televisioni indipendenti. A Praga, nel settembre 2000, la polizia ceca fa irruzione negli uffici IMC, interrogando e giornalisti e altre persone che si trovavano l. Nei giorni precedenti l'insediamento di Bush, secondo alcuni
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Da un messaggio e-mail dei giuristi democratici.


Da unintervista di Marco Occhipinti a Z: Web e controinformazione, in Studenti.it il magazine degli studenti, numero 3, settembre-ottobre 2001.

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Da un messaggio pubblicato su www.italy.indymedia.org. I seguenti fatti sono il frutto di una ricerca negli archivi dei vari IMC del mondo.

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attivisti, la polizia di Washington DC invia agenti in qualit di spie/provocatori agli incontri tra la polizia e IMC. Nellaprile 2001, durante le proteste contro FTAA42, lFBI si reca all'IMC richiedendo tutti i computer logs 43. L'IMC in Quebec viene attaccato con i gas lacrimogeni. Meno di un mese pi tardi, la polizia fa uningiunzione ad un coordinatore della Ohio Valley Indymedia Center con lordine di presentarsi davanti al Grand Jury, consegnando tape logs e informazioni catalogate. LFBI ritirer le ingiunzioni dopo che The Electronic Frontier Foundation, il Center for Constitutional Rights, e L'Electronic Privacy Information Center saranno intervenuti a sostegno degli IMC. Gli Indymediani sono consapevoli di essere diventati parte del duello tra forze dellordine e movimento antagonista, alcuni lo considerano inevitabile, con fermo pessimismo. Penso che pi si andr avanti pi anche loro si renderanno conto della necessit di controllare maggiormente l'informazione, pena la non possibilit di mantenere gli attuali assetti di potere. Allora l'attacco verr sferrato senza remore. Per ora diciamo che cercano di ostacolare in ogni modo chi pu rendere noto a tutto il mondo che l'ingiustizia un bene planetario.44 La quantit di materiale girato dai videomaker nella settimana di Genova enorme, ma soprattutto enorme il girato che rimane a Indymedia. Alla fine di agosto 2001 il sito Internet di Indymedia mette a disposizione la prima produzione fatta con quel materiale: Aggiornamento#1. Il video viene distribuito capillarmente dai nodi di tutta Italia e anche dai singoli attivisti, arrivando a diffondere almeno 3000 copie con la esclusiva distribuzione a mano e il passaparola. Una cosa mai successa e possibile soltanto grazie alla natura reticolare del network e alla motivazione dei volontari. Chiunque pu inoltre richiedere la videocassetta scrivendo una mail a j21@indymedia.org, magari con una sottoscrizione. A g g i o r n a m e n t o # 1 , come precisa Indymedia, non un documentario. Secondo Blutaz, uno dei media-attivisti che hanno contribuito alla sua realizzazione, " un atto di accusa su alcuni fatti molto precisi accaduti a Genova". E un film di poco meno di mezz'ora interamente dedicato a Genova, ma anche il primo video di movimento con una lunghezza consistente scaricabile direttamente da Internet. Il nome atipico risponde perfettamente al contenuto: Aggiornamento#1 l'insieme di 5 clip su cinque fatti accaduti nei giorni del G8. Episodi salienti che, mettendo assieme immagini e testimonianze raccolte, vogliono restituire il clima respirato nelle strade genovesi. Dietro a questo primo video c in realt un progetto pi grosso: gli attivisti hanno concepito Aggiornamento#1 come il preludio di altri video che sarebbero dovuti uscire dopo il Natale 2001. Lidea iniziale era di dedicare a Genova altri tre "aggiornamenti", tre anticipi di un ancor pi completo lungometraggio in preparazione per lanno seguente. In realt i tre aggiornamenti non sono mai stati fatti ed in produzione un unico lungometraggio. Aggiornamento#1 non solo una produzione collettiva di uno dei nodi locali (lItalia in questo caso) del network globale. Come il progetto complessivo, risulta una piccola rivoluzione a livello formale, riguardo a due particolarit: a livello tecnico, Indymedia adotta degli accorgimenti particolari per garantire la reperibilit del video attraverso la Rete. Come spiega Zombiej, un tecnico esperto di questo genere di cose, "servendoci di una rete di server che si sono messi a disposizione in tutta Europa dovremmo riuscire in poco tempo a mettere a disposizione molti video senza sovraccaricare una sola macchina". Ancora una volta, la presenza di server gemelli in tutta Europa, di una rete, fa la differenza. Aggiornamento#1 rappresenta anche lapplicazione pratica della filosofia No copyright, inteso come libera circolazione dei saperi e dellinformazione al di fuori dello scambio commerciale. "Chiunque spiega ancora Zombiej - pu scaricare dalla rete un video di qualit di poco inferiore a quella delle videocassette Vhs". Le uniche due condizioni che pone Indymedia sono: che il materiale non sia utilizzato a fini commerciali e che la fonte sia sempre citata. La possibilit pi
42 43 Accordo di libero scambio delle Americhe, promosso in occasione del vertice delle Americhe, tra il 20 e il 22 aprile 2001 a Quebec City, Canada. I log sono le registrazioni, le tracce lasciate dagli utenti che si connettono ad un determinato sito..

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www.italy.indymedia.org.

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facilmente attuabile per coloro che sono dotati di una connessione "a banda larga" come l'Adsl ma con alcuni accorgimenti tecnici, come i programmi Wgt che consentono di scaricare il file in pi volte non ricominciando sempre da capo, anche gli altri possono accedere al materiale in poco tempo. Come ci che emerge nettamente dalla visione del popolo di Genova sulla Rete una lettura del mondo fatta di dualismi, opposizioni. Nella forma e nei contenuti. Lo slogan genovese del Social Forum, stampato in centinaia di manifesti, gadget, magliette, penne, segnalibri, siti Internet, chiaro da questo punto di vista: Voi G8, Noi 6.000.000.000. In questa sola frase sono contenute le principali recriminazioni del popolo di Genova. I voi (nemici) vs il noi, i pochi (leader) a decidere delle sorti del mondo vs i molti (tutti gli abitanti della terra) a subirne le conseguenze.

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