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Relazione potenza velocit max

Un argomento piuttosto dibattuto tra gli appassionati il seguente: quanta potenza serve per ottenere una certa velocit max; o anche: quanta velocit si pu guadagnare con un determinato aumento di potenza? La risposta semplice e complessa allo stesso tempo: semplice perch non mancano formulazioni matematiche, pi o meno empiriche, che consentono di calcolare luna o laltra variabile con maggiore o minor precisione; complessa perch, purtroppo, queste stesse formule sono piene di coefficienti e parametri che vanno cuciti addosso alla singola situazione; in caso contrario i risultati ottenuti sarebbero troppo generici. Si analizzi la situazione reale: il veicolo non accelera pi, quindi raggiunge la sua velocit max, quando le forze resistenti eguagliano quelle motrici (coppia motrice)generate dal motore che, tramite la trasmissione, applica una forza tra ruote e terreno. La parit delle forze in causa significa anche, considerando che ogni forza F moltiplicata per una velocit v uguale ad una potenza, luguaglianza tra le potenze passive (che si oppongono al moto) e la potenza attiva fornita alle ruote. Per trovare la soluzione matematica si procede proprio uguagliando queste grandezze. Le variabili principali che compaiono sono la potenza del motore (pi correttamente la potenza applicata al pneumatico visto che quella che effettivamente spinge il veicolo e quindi la potenza depurata dal rendimento della trasmissione), la resistenza aerodinamica, la resistenza al rotolamento proporzionale alla massa ed alleventuale deportanza del profilo, leventuale azione dovuta ad una traiettoria non rettilinea e non in piano (curve e/o salite e/o discese) anchessa dipendente dalla massa, tutte moltiplicate per la velocit, per trasformare le suddette resistenze o forze passive in potenze passive. Una delle formule pi complete la seguente:

dove, per una traiettoria rettilinea, si vede che la velocit max, ottenuta in un tempo che qui non compare, proporzionale al peso del veicolo ed alla quinta potenza della velocit. Semplificando ancora si pu ammettere che il termine alla quinta normalmente piuttosto piccolo e, pertanto, i termini principali rimangono funzioni lineari e cubiche della velocit. Cosa significa?

In termini pratici significa, e tutto sommato ce laspettavamo, che la velocit max ottenibile dipende dalla potenza motrice disponibile, dal peso del veicolo e dalla sua portanza e resistenza aerodinamica fattori, questultimi, che crescono assai rapidamente essendo funzioni quadratiche della velocit e, quindi, cubiche in termini di potenza assorbita. Proprio perch funzioni cubiche si comprende facilmente che le potenze necessarie salgono rapidissime allaumentare delle velocit max da raggiungere. La formula soprariportata risolvibile solo per via numerica e non diretta, ma nel seguito sar fornito un semplice strumento di calcolo. Considerato che disponiamo degli strumenti matematici necessari possiamo quindi costruire una galleria del vento virtuale assolutamente verosimile e studiare le grandezze principali. Diciamo anche che sebbene sia possibile tarare il modello matematico per ogni caso specifico, rimane complessa e difficoltosa la determinazione dei coefficienti esatti e quindi la formula non di facile applicazione in assoluto; non sempre si hanno a disposizione, per ogni specifico veicolo, i coefficienti di rendimento della trasmissione, gli attriti del pneumatico, pesi, Cx, Cp, oltre alla potenza esatta Piuttosto il calcolo diventa molto pi semplice e significativo quando si voglia calcolare solo la differenza di velocit ottenibile, per lo stesso veicolo, a causa di una variazione di potenza disponibile oppure, viceversa, quanta potenza, per lo stesso veicolo, occorra fornire per ottenere un aumento di prestazione assoluta, da V1 max a V2 max, disponendo di un rilevamento sperimentale gi effettuato. Infatti in questi casi particolari possibile ammettere che i coefficienti, che non si conoscono con precisione, rimangano comunque quasi costanti e pertanto, ragionando in termini di rapporti incrementali, possibile calcolarli anche in modo pi approssimativo! In questi casi sar sufficiente procedere ad una prima calcolazione variando i coefficienti di attrito e quelli aerodinamici fino ad ottenere un valore approssimato della velocit e/o della potenza che siano compatibili con quelli rilevati sperimentalmente (un lancio sperimentale oppure anche i dati del Costruttore), poi si varier solo la velocit max per ottenere la nuova potenza necessaria per il suo raggiungimento oppure si varier la potenza disponibile verificando la nuova velocit limite. Prima di sperimentare e calcolare occorre per richiamare lattenzione sul fatto che per conseguire una certa velocit max, a parte la potenza il peso e la forma aerodinamica come descritto dalla formula di cui sopra serve, soprattutto per i veicoli terrestri ma anche per quelli navali ed aerei, un giusto rapporto di trasmissione della potenza stessa. Cosa vuol dire? Vuol dire che la formula da per scontato che alla max potenza disponibile si abbiano i giri motore corrispondenti a quella potenza, quindi un corretto rapporto di trasmissione per quella stessa velocit che si vuole ottenere. In altri termini, per conseguire nei casi concreti le velocit max previste dalla formula, oltre le nuove potenze, si devono anche calcolare i corretti rapporti di trasmissione che consentiranno di avere proprio i girigiusti a potenza max per quelle stesse velocit che si vorranno raggiungere. Il concetto sembra semplice, ma non viene quasi mai compreso facilmente nella sua interezza. Innumerevoli confronti tra gli appassionati, specie proprietari di autoveicoli turbodiesel rimappati, dimostrano quanto il profano sia restio a comprendere questa semplice verit: agli aumenti di potenza riscontrati al banco non corrispondono mai proporzionali aumenti di velocit max, per il semplice motivo che non variando con la rimappatura, o variando poco, il regime di potenza max (non la potenza in se stessa) e non modificando nulla sulla trasmissione, il veicolo non riescir a raggiungere le velocit max calcolate per la nuova maggiore potenza semplicemente perch sempre corto di rapporto. La ripresa e laccelerazione migliorano, ma le velocit cambiano poco anche con incrementi di potenza del venti o trenta per cento. Torniamo alla formula illustrata che, se il veicolo rimane lo stesso, il peso e la forma pure, ed abbiamo ottenuto pi potenza da una elaborazione motoristica che ci permette anche una ottimizzazione del rapporto di trasmissione, ci consente di calcolare con una certa precisione la nuova velocit max raggiungibile (sempre senza limite di tempo anche se calcolabile anche quello con altre formule).

Invertendo il ragionamento possiamo utilizzare la formula per il calcolo della nuova potenza ottenuta, avendo misurato la nuova velocit max, simulando un banco prova motore virtuale abbastanza preciso, nei limiti della precisione della velocit rilevata. Facciamo prima dellelaborazione un lancio di taratura che ci consenta di poter fissare, per il nostro specifico veicolo, una potenza max ed una velocit max . Per la potenza, in mancanza di prove al banco, possiamo pure utilizzare quella dichiarata dal Costruttore. La velocit max la misureremo con la maggiore precisione possibile su un tratto rettilineo adeguato, in piano e senza vento, avendo cura di verificare i giri motore max (per essere sicuri di aver raggiunto quelli di potenza max). A questo punto applichiamo la formula e fissando per tentativi i coefficienti aerodinamici (Cx, Cp ed area trasversale) e il coefficiente di attrito pneumatici, otterremmo dal calcolo lo stesso risultato di velocit max che abbiamo rilevato sperimentalmente. In tal modo avremo fissato i vari coefficienti che poi consideremo, in prima approssimazione, invariabili. Ora abbiamo tutto ci che ci serve per stimare la nuova velocit max per un incremento X di potenza oppure quanta potenza totale servir per raggiungere la velocit max ipotizzata! Scoprirete quanto dispendioso ottenere un incremento di soli 10 Km/h quando gi si viaggiava attorno ai 200 Km/hoppure quanto poco si guadagna in velocit max con incrementi sostanziosi di potenza! Solo una annotazione finale: come detto il calcolo si basa sul principio che la velocit max trova un limite, per ogni potenza applicata, nel momento in cui la forza di trazione equilibrata dalla somma delle forze resistenti. Raggiunto questo equilibrio cessa laccelerazione e la velocit non aumenta pi; inutile insistere per chilometrimontando rapporti pi lunghi di quelli giusti ed infatti, nella formula, non compare il rapporto di trasmissione ma solo la potenza Naturalmente laccelerazione, mano a mano che si raggiungono velocit sempre pi elevate, diminuisce e quindi lincremento di velocit lento vicino alle velocit max; in termini matematici si direbbe asintotico ma in termini pratici si tratta pur sempre di secondi non minuti! Per rendervene conto simulate un ulteriore incremento di potenza max, pochi cavalli, e verificate quanto poco cambia la velocit max: significa che laccelerazione residua sarebbe comunque molto piccola, praticamente inavvertibile a fronte di ulteriore potenza fornita Con rapporti anche solo leggermente pi lunghi si penalizza accelerazione e velocit max, viceversa ha senso montare rapporti pi corti per migliorare laccelerazione del veicolo laddove per vari motivi, vedi mancanza di rettilinei adeguati o percorsi tortuosi con velocit media inferiore alla max raggiungibile, si guadagna nel tempo totale di percorrenza. La formula illustrata, una volta tarato il modello, serve anche a verificare se si azzeccata la nuova trasmissione o se laumento di potenza atteso stato proprio quello ottenutooppure nocome spesso succede!

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