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FERRARA ERETICA

A cura del Centro Ricerche Metamorfosi-Aliene

1 - Ferrara, Chiesa di San Cristoforo bassorilievo su base colonna navata centrale Ricostruzione a cura di Angela Bonfatti. METAMORFOSI ALIENE FERRARA CITTA ERETICA PARTE PRIMA FERRARA CITTA ERETICA PARTE SECONDA articolo originale e fonte su: La questione storica ferrarese attende chiarezza: la maggior parte degli storici concorda nel ritenere Ferrara citt di origini medievali. In questo contesto, le nostre ricerche aprono scenari storici decisamente molto complessi. In questa sede pubblichiamo gli esiti di ricerche interdisciplinari, condotte dal nostro gruppo di studio, in merito ad analisi urbanistiche riguardanti, in primo luogo, l'articolazione di opere classificate in epoca rinascimentale. Articolazioni complesse, che hanno imposto ricerche storiche e analisi interdisciplinari la cui durata, nel tempo, ha superato la soglia dei 25 anni. Perch questa complessit e queste tempistiche estese? La storia di Ferrara non un fatto isolato. Come Ferrara, anche altri luoghi manifestano anomalie storiche che richiedono un corpus di indagine idoneo, definito su basi storiche e archeologiche attendibili. L'idea di fondo, che alla base di queste ricerche, nasce da constatazioni di varia natura: se gli storici concordano nell'affermare una reputazione locale, perch esistono elementi stilistici, rintracciabili in vari ambiti, il cui significato lessicale complessivo pone in discussione le teorie storiche consolidate? La nostra ricerca, inedita e condivisa con i lettori di Metamorfosi Aliene, parte da un contesto storico trasversale, complesso e in parte occulto, la cui forza evocativa si manifesta dirompente. 1

Sincretismi e rappresentazioni ermetiche in un contesto creativo: architettura e urbanistica tardo medievale ferrarese e antiche unit di misura in uso presso la civilt egizia - perch questo complesso intreccio? Perch il rinascimento ferrarese parte con questi requisiti? Era forse la ricerca del modello antico, e conseguente attrazione per l'Egitto, tanto caro ai pensatori del Rinascimento? Il mito dell'Egitto, in epoca rinascimentale, ebbe un ruolo di primo piano; la riscoperta di Ermete Trismegisto e della sapienza sacerdotale egizia gioca un ruolo mediato fra paganesimo e monoteismo, magia, alchimia e astrologia. Questi complessi sincretismi, la cui sottile diffusione probabilmente prende avvio nel 1438 a Ferrara, durante il Concilio per la riunificazione delle chiese latina e bizantina, non sono riconducibili esclusivamente ad un percorso intellettuale allegorico-pagano riservato a pochi eletti. La storia di Ferrara affonda le proprie radici in epoche lontane e si intreccia, nei secoli, con civilt e culture inspiegabilmente molto distanti geograficamente; la vocazione al governo della citt, posseduta per secoli, in epoca medievale, da famiglie nobili e di altissimo prestigio (Bendedei), impone agli Estensi, a partire dall'ultimo ventennio del XIV secolo, l'adozione di una strategia politica e intellettuale emulativa, tale da mantenere attiva la linea di connessione con lo straordinario spirito aristocratico della citt. Muoviamo i primi passi con Jurgis Baltrusaitis, autore di Arte Sumera, Arte Romanica, edito da Adelphi, Milano 2006 pag.12: ... Le origini orientali della scultura romanica si possono presentare sotto diversi aspetti. Esiste innanzitutto la coincidenza di alcuni temi e di alcuni motivi, cos come il problema degli stili e della tecnica di composizione. Ogni processo di influenza complesso. Gli elementi di un'arte non si trasmettono in modo meccanico da un gruppo di monumenti all'altro, bens mediante scelta, interpretazione, adattamento. Introdotti in un altro mondo, i motivi non rimangono immutati: si arricchiscono, spesso si trasformano, si aggregano a un altro ciclo. I contatti esterni fra due universi differenti, sono preceduti da legami pi stretti, pi segreti e profondi, che preparano e condizionano la penetrazione delle forme. Non basta quindi constatare la semplice trasmissione di immagini isolate. Ci che soprattutto importa individuare non solo le somiglianze esteriori fra due repertori artistici, ma anche l'analogia e la filiazione dei procedimenti che le hanno generate. Baltrusaitis evidenzia il valore della complessit, riferita ad ogni tipologia di travaso stilistico; queste valutazioni trovano riscontro positivo nella Ferrara del XVsecolo. I progettisti della nuova struttura urbanistica di Ferrara, nata negli ultimi anni del XIV secolo attorno all'attuale asse Porta Po-Biagio Rossetti-Porta Mare, utilizzano precisi riferimenti all'arte costruttiva egizia. Questi riferimenti non sono figli della moda del tempo: essi rappresentano il risultato di ricerche, intraprese da studiosi, architetti e ingegneri, negli anni in cui il tardo gotico italiano raggiunge piena maturit ingegneristica, dando vita a imponenti strutture architettoniche, quali il duomo di Milano e la basilica di San Petronio a Bologna.

Introduzione:
Una delle principali attivit del nostro gruppo di ricerca riguarda lo studio e l'analisi metrica di strutture urbanistico-architettoniche tardo medievali e rinascimentali di alcune citt italiane, in particolare Ferrara e Venezia. Essenzialmente questa ricerca, fin dal suo esordio, ha seguito vari percorsi investigativi distanti dai criteri affermati e collaudati tipici della storiografia, trattando argomenti funzionali alla matematica, geometria, scultura romanica, scienza delle costruzioni. Lo studio della storia dell'urbanistica e delle aree geograficamente adiacenti, congiuntamente allo studio della storia delle citt e al fondamentale apporto, anche se limitato, fornito dall'archeologia medievale, ha messo in luce il ruolo centrale del linguaggio costruttivo di edifici ecclesiastici e dei rapporti, di carattere geometrico, esistenti tra realizzazioni architettoniche sviluppate a distanza di secoli. E' molto interessante constatare la complessa vicenda evolutiva dell'urbanistica tardo-medievale ferrarese quale risultante di fenomeni storici, archeologici, politici, economici, ideologico-culturali; sono infatti i fenomeni culturali, da intendersi quale somma di elementi di carattere religioso, ideologico, scientifico, a fornire lo spunto privilegiato per una interpretazione revisionista della storia urbanistica e, in maniera particolare, della storia in senso esteso. In primo luogo le ricerche storiche hanno la funzione di fornire un quadro complessivo dettagliato dell'identit storica di una citt: in questo contesto valutativo strategicamente fondamentale, per il ricercatore, riconoscere le politiche adottate dagli studiosi nel corso degli anni, relativamente all'immagine che era necessario fornire ad un determinato contesto urbano. Non questa una affermazione irriverente, n tantomeno una forzatura priva di basi concrete lo studio della storia di Ferrara e del suo territorio, specie del basso ferrarese, autorizza il ricercatore a ben altre affermazioni, molto forti e incisive. Nel corso degli anni il nostro gruppo di ricerca ha affinato metodi di ricerca interdisciplinare, percorsi di studio simbolico-figurativi, in primo luogo riguardo l'arte medievale, che hanno richiesto, in parallelo, lo sviluppo di ulteriori studi in settori di ricerca distanti dai contesti storici e tecnico-matematici; dunque un incessante intreccio di elementi eterogenei e di innovativi canali di ricerca, identificati dalla cultura occidentale come incompatibili e disgiunti, hanno consentito al nostro gruppo di maturare una buona conoscenza e consapevolezza riguardo realt sottili e sfuggenti, percepibili a livello mentale-intuitivo-creativo. L'approccio multidisciplinare e l'utilizzo di moderne tecnologie informatiche hanno aperto nuove possibilit di ricerca in ambito storico-urbanistico: pertanto possibile estendere il metodo di ricerca ed entrare nel campo delle collaborazioni scientifiche di elevato livello qualitativo; in questi termini la ricerca storico-urbanistica assume una connotazione di tipo investigativo, quindi funzionale al concetto di intuizione richiesto al professionista-ricercatore. Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie informatiche, vissuto negli ultimi 20 anni, ha fornito un supporto strategico determinante per le ricerche storico-urbanistiche l'evoluzione, e la fruibilit, di software CAD professionali ha impresso, a questa tipologia di ricerche, una vera e propria rivoluzione digitale.

Analisi geografica, storica, archeologica di un territorio L'analisi storica urbanistica richiede, quale supporto e complemento, l'analisi storica e geografica del territorio circostante la citt oggetto delle ricerche. Lo studio delle fonti storiche, da intendersi in senso ampio e privo di predefinite azioni chirurgiche, ha lo scopo di definire lo sviluppo antropico conseguente l'evoluzione fisica di un territorio, specie se il territorio morfologicamente complesso e soggetto a trasformazioni storiche importanti. L'area ferrarese e, pi in dettaglio, le aree del polesine veneto, del basso ferrarese e del ravennate, hanno vissuto trasformazioni conseguenti alle alterne vicende di corsi d'acqua quali il brenta, l'adige, il po e le sue diramazioni, il reno, il savio. La storia degli insediamenti umani, in questo territorio alto adriatico, , di conseguenza, una storia complessa, intimamente modellata e focalizzata su alterne vicende che, nel corso dei secoli, hanno interessato luoghi entrati nella leggenda e nella mitologia.

Progettare la citt Rinascimentale - Le intenzioni dei progettisti e le simbologie Progettare complesse strutture urbanistico-architettoniche richiede conoscenze estese. Il concetto stesso di Rinascimento ha profonde implicazioni e richiede conoscenza del retaggio storico del luogo in cui si intende agire. In sintesi, comprendere i percorsi di pensiero dei grandi uomini del XV secolo significa ricostruzione, storicamente attendibile, del reale contesto storico, politico, economico e ideologico in cui essi agivano - e' pertanto necessario orientare la Ricerca in territori insidiosi (1), in cui, spesso, si rischia lo smarrimento. Architetto, storico dell'arte e dell'urbanistica, docente presso l'istituto universitario di architettura di Venezia (IUAV), Bruno Zevi pubblica, nel 1960, una monografia: Biagio Rossetti, architetto ferrarese, il primo urbanista moderno europeo, seguita nel 1971 da Saper vedere l'urbanistica Ferrara di Biagio Rossetti, la prima citt moderna europea. Opera importante, non priva di valutazioni discutibili e incerte, Ferrara di Biagio Rossetti un tema che ha innescato, all'interno del nostro gruppo di ricerca, discussioni e contrasti, risolti grazie ad un fondamentale lavoro di demolizione delle tesi Rossettiane.

2 - Ferrara, Palazzo dei Diamanti Bruno Zevi, Saper vedere l'Urbanistica, Giulio Einaudi Editore, Torino 1971 pag.22: Le leggi e le misure dello spazio rinascimentale. Cambio radicale di marcia sul duplice piano ideologico e pratico. Le regole proporzionali e prospettiche condizionano gli schemi urbanistici di Filarete, Francesco di Giorgio, Serlio, ed operazioni quali la piazza dell'Annunziata a Firenze, la piazza Grande di Vigevano, quelle porticate di Carpi, Faenza, Imola, Ascoli Piceno. Il fervore innovativo del primo Quattrocento si protrae nella seconda met del secolo culminando a Pienza, Urbino e Ferrara Ma lo scisma tra citt ideale radiocentrica o stellare, comunque astratta e anelastica, e citt reale fondata su preesistenze medievali, caratterizza l'umanesimo, la sua coscienza divisa, le sue crisi, le iniziative compensatorie. Leon Battista Alberti teorizza una soluzione mediana: l'inserimento di frammenti nuovi, edifici piazze o strade, nel contesto antico. E' l'unico metodo per evitare che l'atteggiamento razionalista e scientifico agisca contro la storia, e trova perci larga applicazione ... Storico dell'arte e dell'architettura, profondo conoscitore dell'opera di Leon Battista Alberti e Gian Lorenzo Bernini, Franco Borsi esercit la sua professione di docente universitario presso la facolt di Storia dell'architettura di Firenze.

La sua opera di storico, ampiamente conosciuta all'estero, estesa dal periodo rinascimentale all'architettura contemporanea, si rivela efficace, sintetica, dettagliata: Franco Borsi, L'Architettura del Principe, Giunti Martello Editore, Firenze 1980 pag.20: Certo l'esercizio del potere costituisce di per se stesso un incentivo all'acculturazione nella latitudine dei problemi, delle competenze, sotto la spinta delle necessit economiche, di difesa, delle relazioni diplomatiche, di dignit, di rapporto, di esaltazione e formazione dell'immagine stessa del potere. ... Il rapporto, in altri termini, tra principe ed esercizio del potere pu filtrare attraverso un rapporto tra cultura e potere, della quale proprio l'area dell'architettura una significativa testimonianza, l dove quella specifica della storiografia spesso deformata. ... Ed qui, in questo processo di allargamento dei problemi, in questo salto di scala, che si gioca la convergenza di tante componenti culturali che fanno del principe nuovo un protagonista essenziale della cultura del suo tempo, e insieme il naturale destinatario dell'elaborato della cultura e dell'arte ... Convergenza di tante componenti culturali, fra cui, aggiungiamo, una componente di matrice esoterica, pi precisamente filosofico-teologica. Muovere le ricerche in ambito esoterico richiede una profonda conoscenza della storia e dei percorsi della mente umana; percorsi essenzialmente privi di frontiere ideologiche e geografiche. Questo significa, in primo luogo, disporre i propri studi, e le proprie idee, in aree concettuali in cui il paradosso, anche il pi estremo, diviene propulsore del razionale oltre i limiti. Scrittore e traduttore francese, oltre che artista ed esoterista, Paul Vulliaud indaga due dipinti di Leonardo, fornendo una interpretazione esoterica. Bacco e Giovanni Battista, due opere portatrici del pensiero filosofico di Leonardo, rivelano aspetti apparentemente incongruenti all'immagine scientifica e razionale dell'ingegnere rinascimentale. Presidente e segretario della fondazione Julius Evola, giornalista, saggista, studioso di fantascienza, curatore e consulente editoriale di Edizioni Mediterranee nonch caporedattore ai GR RAI per la cultura, Gianfranco de Turris sintetizza il volume di Vulliaud: Paul Vulliaud, Il pensiero esoterico di Leonardo, Edizioni Mediterranee, Roma 1987 Introduzione all'edizione italiana, a cura di Gianfranco de Turris, pag.10: ...La critica italiana conta, di conseguenza, pochissimi esempi, anche se di un certo livello (limitato, per, dalla formazione culturale degli interessati sul cui fondo alberga sempre il pregiudizio razionalistico), di esame simbolico dell'opera d'arte, un esame che tenga cio presenti il simbolismo mitico e quello esoterico. ...E' significativo a questo punto notare come in tutti gli autori (2), ufficiali o meno, l'attenzione sia stata puntata sul Rinascimento e sul suo aspetto esoterico Ora, su questo periodo della nostra storia, permane un equivoco: poich, di regola, lo si pone in evidenza facendolo primeggiare, quasi fosse un contraltare obbligatorio ad altre epoche, ad esempio il Medioevo, i fautori di quest'ultimo tendono a sminuirlo, quasi per partito preso. E viceversa, naturalmente. Come al solito la verit sta nel mezzo.

E' certo che le opere di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola lasciarono un'impronta nell'arte e nella letteratura dell'epoca; certo anche che l'ermetismo rifior e che una serie di geniali personaggi, in primis Leonardo, ne rimasero influenzati, pure se ufficialmente quasi nulla traspar. Sicch, il voler esaltare a tutti i costi il Medio Evo non deve far criticare a tutti i costi il Rinascimento (e viceversa), nonostante che vi siano differenze anche essenziali di visione del mondo tra questi due momenti della nostra storia e della nostra cultura. Che Leonardo, genio universale, scienziato ed inventore, possa presentare un aspetto esoterico sembrerebbe a prima vista un'eresia, o quanto meno una contraddizione in termini. Eppure non cos, e nuovi studi hanno portato ulteriore materiale e molte prove a sostegno di una simile affermazione, corroborando in tal modo le tesi di Vulliaud. Un Leonardo esoterico (e quindi irrazionale) accanto ad un Leonardo scienziato (e quindi razionale)? A quanto sembra proprio cos. Volendo essere paradossali, si potrebbe intendere Leonardo quasi come uno schizofrenico culturale, cio scisso in due realt: esternava il proprio genio in manufatti del tutto razionali (mezzi volanti e subacquei, dighe, fortezze, armi e progetti di ogni genere) e possedeva una Weltanschaung neoplatonica, pagana, che si esprimeva nel simbolismo pittorico. Esoterismo, ermetismo, neoplatonismo: Ferrara ospita, nel 1438, il Concilio per la riunificazione delle chiese latina e greco-ortodossa. Al seguito dell'imperatore Giovanni VIII Paleologo giungono a Ferrara centinaia di persone, tra cui i filosofi Giovanni Bessarione e Giorgio Gemisto Pletone. Da: http://www.filosofico.net/pletone.htm Pur molto anziano, in Italia tiene lezioni su Platone e sugli Oracoli Caldaici, presentandoli come espressione della dottrina di Zoroastro (Zarathustra), "priscus theologus", considerato la fonte principale di una sapienza solare antichissima che si manifesta per gradi, e della quale Pitagora e Platone risultano essere tra i massimi rappresentanti. In aggiunta, egli ricollega a tale filone tradizionale anche Minosse, Licurgo, Numa, i sacerdoti di Dodona, i Sette Sapienti, Parmenide, Timeo, Plutarco, Porfirio, Giamblico, i Magi e perfino i Brahmani. "Tutti questi, essendo in accordo intorno alla maggior parte delle questioni fondamentali, sembrano aver dettato le loro concezioni, come le migliori, agli uomini pi sensati ... Noi dunque li seguiremo senza cercare novit nostre o altrui ... i sapienti esprimono sempre opinioni in armonia con le convinzioni pi antiche..." (Pletone). A seguito di tali incontri, viene notevolmente rivitalizzato l'interesse per Platone ed il Neoplatonismo in senso spiritualerealizzativo (a differenza degli umanisti italiani alla Bruni, che si limitano a mostrare un interesse pi che altro filologico-eruditivo). L'espressione "Fratelli in Platone", usata da Gemisto, e significativa dell'atmosfera vibrazionale che si avverte nella sua cerchia. ... Pletone, a Mistra aveva gi promosso la restaurazione degli antichi dei; negli incontri fiorentini, in nome di tale restaurazione dal sapore giulianeo annuncia che "il mondo intero avrebbe avuto una sola e identica religione ... Ed avendogli domandato io, se sarebbe stata la fede di Cristo o quella di Maometto, mi rispose: nessuna delle due, ma un'altra non dissimile da quella dei gentili..." (cos testimonia il suo acerrimo avversario Giorgio di Trebisonda). Nel citato Trattato sulle leggi, Gemisto recupera e riadatta vari inni, preghiere e riti solari, precisandone i significati metafisici, capaci di trascendere le limitazioni delle religioni positive, alimentando una vasta letteratura "solare" nel corso dell'et umanistico-rinascimentale. Purtroppo le Leggi vennero "in gran parte distrutte dall'odio teologico" (E. Garin), su istigazione del teologo Gennadio, nemico di Pletone.

Sono rimasti vari frammenti, dai quali possibile ricostruire le linee generali del grandioso programma di riforma politico-spirituale, in favore del quale Pletone oper durante tutta la sua lunga vita, morendo quasi centenario. Pletone alla base delle utopie rinascimentali, che cercavano di immaginare un mondo perfetto sotto il dominio del sapere. Un sapere per occulto, riservato agli iniziati di una nuova religione che avrebbe armonizzato nella pace universale cristianesimo e Islam, divinit dell'Olimpo, della Persia e dell'India, le filosofie di Platone e quelle di Pitagora. Appare del tutto probabile che Sigismondo sia stato uno dei primi "iniziati". Tanto da avere l'inaudita audacia di rivestire una chiesa cristiana, San Francesco, con un involucro che a met '400 apparve a tutti pagano e sacrilego. Nei bassorilievi dove i pianeti e le muse sostituiscono i santi, sono in molti a leggere le visioni del filosofo greco. O meglio, sono in pochi. Perch la lapide in greco che sul fianco del Tempio ricorda la sepoltura del filosofo rimase oscura ai pi. Solo alcuni sapienti - Marsilio Ficino, Pico della Mirandola - approfondirono quegli insegnamenti. E poi furono gli occultisti e infine la massoneria a custodirne gelosamente l'arcano ricordo. Qualcuno pens che Pletone, in realt, si diede il compito di trasferire l'eredit di misteri millenari che risalivano ad Eleusi e Orfeo. Come il tempio Malatestiano di Rimini, in cui il nuovo ingloba il preesistente e ne rinnova integralmente l'assetto iconologico, da opera cristiana a opera neoplatonica-pagana con influssi persiani (culto del sole zoroastrismo): Franco Borsi, Leon Battista Alberti - L'opera completa, Electa Editrice, Milano 1980 pag.136: ...Insomma si fa viva l'ipotesi di un Alberti non estraneo alla cultura ermetica, che ispira un programma iconologico elaborato in una corte a cavallo tra Firenze e Venezia, due poli di platonismo e di orientalismo. Il che poi il clima e il messaggio dell'interno del Malatestiano, partecipe del ponte Ravenna-Venezia-Bisanzio.

Diego Fusaro, Leon Battista Alberti, http://www.filosofico.net/alberti.htm: ... Alberti giunge all'architettura solo dopo i quarant'anni da diverse esperienze letterarie e scientifiche nelle quali si afferma una diversa intuizione dell'uomo, riconosciuto ora come artefice del proprio destino e capace, dall'indagine della natura, di conoscere il vero e creare il bello, di fondare la propria dignit su una base razionale. Per questo, mentre divide la fase di progettazione da quella dell'esecuzione, eleva l'aspetto praticoartistico a operazione intellettuale "separata da ogni materia" (segnando una netta svolta rispetto a Brunelleschi per il quale l'architettura ancora "arte di costruire", fatto sperimentale di tecniche e materiale) e la fa entrare in circolo con l'umanesimo letterario, filosofico, scientifico, con l'etica della nuova vita civile; egli procede a una sistemazione teorica e a una fondazione filologica del classicismo, che incide nella storia della cultura al di l delle alterne fortune delle sue opere architettoniche. Alberti dunque un innovatore; egli separa l'attivit di progettazione di un edificio da quella dell'esecuzione, affidata pertanto ad un Ingegnere o capo cantiere. Non trascuriamo questo aspetto! Il progettista di un edificio (architetto) o di un insieme di strutture architettoniche in stretta relazione assume, con Alberti, identit autonoma dall'Ingegnere responsabile della costruzione e dell'organizzazione cantieristica. Questo implica, da parte dell'architetto progettista, piena conoscenza delle tecniche del disegno classico. Da: Catalogo a cura di Meg Licht, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, L'Edificio a pianta centrale lo sviluppo del disegno architettonico nel Rinascimento, Leo S.Olschki Editore, Firenze, 1984 pagg.13-17: Nel corso del XV secolo le tecniche di disegno architettonico si svilupparono parallelamente ad un nuovo tipo di progettazione basato su principi classici. Le nostre conoscenze sui disegni della prima met del secolo derivano da fonti letterarie, perch i disegni stessi non ci sono giunti. Manetti, il biografo di Brunelleschi, ci dice che Donatello e Brunelleschi insieme levassono grossamente in disegno quasi tutti gli edifici di Roma colle misure di larghezze e altezze In altre parole, Brunelleschi fece dei disegni con notazioni delle relazioni proporzionali. Fu attraverso questi studi che egli svilupp il suo approccio modulare all'architettura, riscoprendo gli ordini classici come parametri per le misure di un edificio. Attraverso la pratica del disegnare architetture svilupp i principi della prospettiva lineare, anche se, alla fine, essa risult pi importante per i pittori che per gli architetti. Alberti, all'inizio del sesto libro del De Re Aedificatoria (1450 c., ed. 1550), dice che Tutti gli edifici dell'antichit che potessero avere importanza, per qualche rispetto, io li ho esaminati, per poterne ricavare elementi utili. Incessantemente ho rovistato, scrutato, misurato, rappresentato con schizzi tutto quello che ho potuto, per potermi impadronire e servire di tutti i contributi possibili che l'ingegno e la laboriosit umana mi offrivano.... Qui, i motivi addotti per lo studio degli edifici antichi vengono ampliati. Le strutture sono osservate per ricavarne elementi che possano essere utilizzati in progetti contemporanei, in quanto rappresentano esempi dell'ingegnosit a cui l'intelletto umano pu aspirare. Alberti esegu gli schizzi per impadronirsi della complessit di quegli edifici. Il disegno architettonico rinascimentale, iniziando con disegni di particolari e planimetrie, progred fino allo schizzo dell'intera struttura. La pratica del disegno dal vero port all'uso del taccuino, in cui l'artista annotava rapidamente planimetria, alzato, sezioni di interno, insieme a dettagli ornamentali, note su particolarit tecniche e, spesso, misure e dimensioni. La trattatistica d'architettura stimol la ricerca di fornire d'illustrazione efficaci per mezzo del disegno. Francesco di Giorgio pensava che un trattato senza illustrazioni avesse poco valore al fine di dimostrare le idee dell'autore 9

......... L'uso di disegnare progetti si svilupp parallelamente alle diverse tecniche di rappresentazione di edifici esistenti. L'apprendimento del disegno, nel XV secolo come al tempo di Vitruvio, era parte indispensabile dell'educazione dell'architetto. Alberti, parlando della responsabilit dell'architetto, si sofferma a lungo sull'utilit del disegno, in vista della permanenza dell'architettura e del suo influsso su tutto ci che la circonda Tutti i trattati d'architettura insistono sulla necessit di apprendere il disegno. Resta il fatto che pochi disegni architettonici possono essere datati prima del 1460, mentre i disegni preparatori di progetti datano generalmente dopo il 1490. Tuttavia i disegni venivano fatti. La loro esistenza provata non solo dagli scrittori citati sopra, ma anche dalla diffusione di motivi architettonici brunelleschiani ed albertiani.

Il valore della Medietas Lydia Pavan, Il mito della vita in campagna, http://www.filosofico.net/alberti.htm: Lopuscolo Villa - forse una riduzione o un estratto di unopera maggiore, soltanto concepita ovvero perduta stato scritto da Leon Battista Alberti probabilmente nel 1438 ed stato scoperto nel 1953 da Cecil Grayson, nel codice Palatino 267 della Biblioteca Nazionale di Parma. Lopera sinserisce a pieno titolo nella tematica privilegiata dai Rei rusticae scriptores, la cui tradizione, sviluppatasi in epoca classica, approda naturalmente al Quattrocento. Tra i tanti valori, presenti nel testo, ne predomina uno che, da Esiodo delle Opere e i giorni arriva allAlberti, attraverso le meditazioni della filosofia stoico-epicurea e degli scrittori latini, come Virgilio delle Georgiche: il valore della medietas (misura, mediet, equilibrio, saggezza), che si configura come un modello di vita finalizzato ad evitare gli estremi, ad affrontare limprevedibilit della fortuna, a dominare la realt proprio come, nellagricoltura, si deve dominare il campo per ricavarne il meglio per s e per lambiente circostante, nella convinzione che gli eccessi, il poco o il troppo, arrechino dei danni cui difficile rimediare.

Il Maat e l'artefice del buon governo durante il Rinascimento - il concetto di Maat Maat rappresenta l'ordine cosmico e la giustizia presso l'antica civilt egizia. 10

Maat era raffigurata come una donna, a volte dotata di ali, con una piuma di struzzo sul capo; questa piuma era utilizzata da Anubi quale contrappeso al cuore di un uomo defunto, durante il giudizio di Osiride, ovvero nella fase di valutazione-pesatura dell'anima del defunto. La pesatura dell'anima avveniva nel Duat, presso la stanza delle due verit. Giustizia e Verit quindi, ma non solo. Maat tiene in mano l'ankh, che simbolo della vita, o dell'energia vitale, ed il suo nome composto, ed in relazione, all'utilizzo della misura lineare, o cubito. Tramite Maat, Ra mantiene sulla Terra l'equilibrio cosmico in quanto Maat portatrice di luce ed il Sovrano si fregia del titolo di Meri Maat, che significa amato da Maat. Da: http://beautiful41.wordpress.com/2011/01/06/lorigine-della-misura-e-lorigine-del-maat-giustizia-edamore-cosmico-ancora-akhenaten/ 23 L'origine della misura e l'origine del Maat - Giustizia e ordine cosmico Ancora Akhenaten ...... Il concetto del Maat, di cui abbiamo parlato nellarticolo su Akhenaten, un concetto basato su un pensiero filosofico altamente sofisticato e di grande valore morale, spirituale ed intuitivo concernente il vivere nella verit, nellequilibrio, nella giustizia, nellonest e nellarmonia, nellordine e nel rispetto, nellintegrit di propositi e sentimenti, in una centralit equidistante dagli opposti eccessi, secondo una estrema saggezza, comporta che una grande importanza e rilevanza venga attribuita alla Misura. Senza Misura non ci sarebbe n Giustizia, n Verit, n Equilibrio, n Armonia e n Centralit. Insomma senza la Misura non sarebbe esistito il Maat. Il Maat rappresentava anche il supremo ordine cosmico di perfezione ed equilibrio. La felicit sulla Terra poteva essere vissuta solo seguendo il Maat, senza eccessi e nella giusta Misura. E questo Maat non era un qualcosa di irragiungibile, ma era possibile realizzarlo nella vita di tutti i giorni sulla Terra, tanto vero che allorigine del significato della parola Maat vi era proprio una asta per misurare. Questa asta per misurare raffigurata infinite volte nelle immagini pittoriche egiziane principalmente di Iside e Nephtys aventi in una mano lasta misuratrice del Maat e nellaltra mano il simbolo della vita, la ankh. Il Maat era anche un concetto di religione poich quando si moriva si veniva giudicati nella hall, o salone, o stanza, del Maat, presieduta da Osiride, affiancato da Iside e dalla sorella Nephtys, oltre ad altre 42 divinit. Il Maat quindi era un concetto immortale, realizzabile e valevole sia nella vita quotidiana di tutti i giorni e sia nelleternit dopo la morte. La nascita di questo concetto risale alla notte dei tempi perch finanche Akhenaten, vissuto verso il 1350 A.C., ha ripetuto tante volte sulle sue famose stele di confine che lui anelava riferirsi o rifarsi al Maat dei suoi padri. Dal che si deduce che la nostra storia conosciuta non altro che la storia di un progressivo allontanamento dellUomo da questo eterno valore del Maat. Ci spiega anche lapparente stranezza, conosciuta e rilevata dai grandi studiosi di metrologia antica, del fatto che pi si va indietro nel tempo antico e pi si nota una maggiore precisione delle costruzioni, mentali o di monumenti, razionali. Pi era forte, vivo e sentito il sentimento del Maat e pi precisa era la Misura e lUnit di Misura. Perch la Misura era il fondamento della Civilt stessa, civilt che voleva essere, come vorrebbe esserlo tuttora, una semplice espressione del Maat. Se vi Maat vi civilt, ma se non vi Maat c solo la barbarie. Come per dire, civilt amore mentre la barbarie odio e guerre. Lorigine del Maat pertanto anche lorigine della Misura perch nessuno dei due poteva fare a meno dellaltro. Derivando il Maat da un concetto profondo di perfezione e di equilibrio cosmico ed avendo gli arcaici uomini creatori dato a questo concetto di Maat tanta importanza per tante migliaia di anni ne consegue pertanto che sia ragionevole pensare che la pi grande importanza ed il massimo delle loro capacit creative e di sapienza sia stato impiegato nello stabilire un sistema di misure, rappresentative della MISURA, semplice e valido per leternit, come eterno il concetto di Maat. Medietas e Maat, ovvero senso di equilibrio e di saggezza, misura e armonia; concetti fondamentali per comprendere i tratti essenziali del pensiero ideologico che caratterizza il principe rinascimentale.

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Il cubito reale egizio Da: Storia della Tecnologia, a cura di C.Singer, E.J.Holmyard, A.R.Hall, T.I.Williams, Volume I Paolo Boringhieri Editore p.786: .... La necessit di conservare dei campioni di pesi e misure, come unit di riferimento nazionali recanti iscrizioni in nome del re e depositate nei templi principali, fu riconosciuta almeno fin dal 3000 a.C. .... La lunghezza dell'avambraccio divenne il cubito. Il cubito reale egizio di 5245mm, era suddiviso in 7 palmi di 74,9mm e 28 dita di 18,7mm. Da questo cubito si era formato il doppio remen, uguale alla diagonale di un quadrato avente i lati uguali al cubito reale. Cos il doppio remen 1,414x524=740,7mm, diviso in 40 dita di 18,5mm. Misure derivate dal doppio remen di 740,7mm e dal suo dito di 18,5mm erano: a) il cubito olimpico greco = 25 dita = 463mm b) il piede olimpico greco = 2/3 del cubito olimpico greco = 309mm c) il piede romano = 16 dita = 296,25mm Il cubito reale egizio e la serie di misure lineari fondate sul remen, costituivano il sistema generale mediterraneo.

3 - Palazzo dei Diamanti bugnato. Rilievi dimensionali Se non diversamente specificato, i rilievi sono effettuati dal nostro gruppo di ricerca.

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4 - Rilievi su blocchi bugnato di rivestimento Palazzo dei Diamanti. Diagonale piramidi pari a un cubito reale egizio. Ferrara: i diamanti bugnato di rivestimento Palazzo dei Diamanti. Rilievo dimensionale del bugnato di rivestimento fascia inferiore o basamento. Le piccole piramidi, a base quadra, misurano 370mm di lato, la diagonale 523 mm (vedi disegno a lato). La diagonale della base delle piramidi quindi pari a un cubito reale egizio. Il rivestimento databile fine XV sec. - inizio XVI sec.

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5 - Planimetria chiesa San Benedetto, modulata su cubito reale egizio. Ferrara: Chiesa di San Benedetto Planimetria pubblicata in: Bruno Zevi, Saper vedere l'urbanistica, Einaudi. Il progetto planimetrico fondato su uso del cubito reale egizio di 523-524mm. Datazione e progetto: probabile ultimo ventennio XV sec., architetto progettista sconosciuto (il nostro gruppo di Ricerca ha escluso l'attribuzione, data da Bruno Zevi, all'Ingegnere Biagio Rossetti).

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Relazione dimensionale-urbanistica Palazzo dei Diamanti e Chiesa di San Benedetto Riferimento Palazzo dei Diamanti: pozzo nel cortile del palazzo. Riferimento Chiesa di San Benedetto: centro del transetto. Distanza pozzo cortile palazzo dei diamanti - centro transetto di San Benedetto = 530 metri, pari a 1000 cubiti reali egizi, con un errore, in eccesso, di 6 metri. Perch questo errore non trascurabile? Le nostre Ricerche, in riferimento alle planimetrie di chiese, evidenziano l'utilizzo, da parte di architettiurbanisti, di 2-3 punti notevoli nelle configurazioni geometrico-urbanistiche: questi punti corrispondono all'ingresso principale (portale su navata centrale) o al centro planimetrico, se si tratta di un'architettura a pianta centrale; se la planimetria della chiesa non a pianta centrale possibile individuare un ulteriore punto notevole nel centro della cupola maggiore, se presente, o centro del transetto. Dato l'errore rilevato, possiamo ipotizzare un importante intervento architettonico, attuato contemporaneamente allo sviluppo dell'Addizione Erculea (fine XV sec.) su Chiesa di San Benedetto, tale da mutare drasticamente il valore espressivo dell'architettura originaria e che, molto probabilmente, era in relazione urbanistica con il pozzo di Palazzo dei diamanti.

6 - Rilievo distanza centro transetto chiesa San Benedetto - pozzo nel cortile di Palazzo dei Diamanti Verificabile su Google Earth.

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7 - Pozzo nel cortile di Palazzo dei Diamanti.

8 - San Benedetto - Transetto e cupola.

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9 - Portale Palazzo Prosperi-Sacrati

10 - Santa Lucia Nuova

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Le due chiese dedicate a Santa Lucia. Santa Lucia di Roncagallo, chiesa e monastero, sorgeva poco distante dall'attuale complesso di S.Cristoforo alla Certosa, ed era ubicata nell'area indicata nell'immagine 11 e 12. La data di fondazione di questo edificio religioso sconosciuta; i documenti storici attestano l'esistenza nel XIII secolo, come riportato da G.A.Scalabrini in Memorie istoriche delle chiese di Ferrara e d suoi borghi, Ferrara, 1773 pag.122. La seconda, e pi recente chiesa, Santa Lucia Vergine e Martire, con annesso Monastero di Monache, edificata in Via Ariosto, fondata nell'anno 1537. (3)

11 - Fotografia aerea di Ferrara con evidenziate distanze in cubiti. Due chiese dedicate a Santa Lucia, distanti poco pi di 1000 metri, ed entrambe nell'area dell'addizione erculea; condizione singolare e degna di massima attenzione! Demolita Santa Lucia di Roncagallo, la valutazione della distanza fra i due edifici religiosi ottenuta mediante ricostruzione della posizione urbanistica della chiesa, sulla base di indicazioni fornite dalla Pianta di Ferrara nell'anno 1597, opera dell'Ing. Filippo Borgatti, composta nel 1892, e dalla Carta topografica della citt di Ferrara ricavata dal catasto pontificio del 1842.

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12 - Stralcio planimetria Ferrara di Borgatti.

13 - Stralcio carta topografica di Ferrara dal catasto pontificio del 1842. In assenza di scavi archeologici, la nostra ricostruzione, per ovvi motivi, attendibile con buona approssimazione ma, in questa indagine, abbiamo alcuni elementi a supporto per la nostra teoria: le porte di ingresso alle due chiese erano distanti 2000 cubiti reali egizi: 2000 = 1000 +1000 cubiti reali egizi, ovvero 524 + 524 metri = 1048 metri.

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Quesiti
In primo luogo: perch il ruolo fondamentale di indicatore simbolico affidato a due edifici religiosi, riferiti ad un soggetto femminile, il cui valore storico-esoterico trascende ampiamente gli esili confini narrativi forniti dalla religione cattolica? E' quindi necessario ricercare un percorso interpretativo in un contesto di forma esoterica: Lucia = luminosa, splendente, associata agli occhi; occhi intesi quali portatori di luce alla mente e luce intesa quale sapienza e conoscenza. Il nostro sospetto conseguenza del particolare numero associato alla distanza fra le due porte di ingresso: si tratta di un linguaggio simbolico, non particolarmente complesso. Le due porte di ingresso, situate a 2000 cubiti, quindi mille pi mille, evidenziano il punto intermedio, anch'esso associato ad una porta di ingresso, ora scomparsa. In secondo luogo: se il punto medio del segmento analizzato identifica la posizione di una porta, significa che, anticamente, esisteva un edificio e quindi, simbolicamente, le due chiese dedicate a Santa Lucia acquisivano un valore che trascendeva la propria funzione primaria di luoghi di culto religioso, divenendo portatrici di un messaggio archeologico forzosamente esoterico ed occulto. Straordinaria conferma: posta di fronte alla chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire, in via Ariosto, sorge una palazzina, la cui facciata esprime anch'essa un linguaggio simbolico singolare e confortante, associato al linguaggio geometrico del 1000 + 1000 cubiti reali egizi.

14 - Prospetto palazzina di Via Ariosto. La facciata della palazzina simmetrica, con porta di ingresso al centro e fascia inferiore destra e sinistra con incastonati 5 + 5 diamanti, simili ai diamanti di rivestimento del noto palazzo in corso Ercole I d'Este, posti in modo da formare due M; quindi una M + porta di ingresso + M, a conferma e rafforzamento del linguaggio espresso dalle due chiese dedicate a Santa Lucia.

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15 - Dettaglio basamento.

16 - Prospetto su Via Ariosto.

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Un semplice esempio del metodo di indagine archeometrica utilizzato dal nostro gruppo di studio: la posizione urbanistica della chiesa dedicata a Santa Monica, edificata nel 1517 (incrocio Via Montebello e Via Monsignor Ruggero Bovelli), associabile alla demolita chiesa di Santa Lucia di Roncagallo; vediamo come: Le porte di ingresso alle due chiese, Santa Lucia e Santa Monica, distano 1000 cubiti egizi (524 metri), ed il segmento di 1000 cubiti perpendicolare, con angolo di 90 estremamente preciso, alla retta che identifica l'asse Via Arianuova-Via Guarini (anticamente detta Strada di Santa Caterina da Siena, nome attribuito dalla presenza, in questa strada, dell'omonima chiesa). Questo messaggio simbolico conferma la posizione, da noi identificata, della chiesa di Santa Lucia di Roncagallo e fornisce ulteriore messaggio archeometrico, associato alla presenza di una strada molto antica (l'attuale asse Via Arianuova-Via Guarini).

17 - Chiesa di Santa Monica. Inoltre la chiesa di Santa Monica (4) custodisce due statue, poste ai lati dell'Altare Maggiore, raffiguranti Santa Rosa e Santa Caterina da Siena; la presenza di quest'ultima costituisce conferma dell'associazione Santa Monica-Santa Lucia-Santa Caterina da Siena. Ulteriore conferma: a breve distanza dal punto medio, compreso fra le due chiese di Santa Lucia, posto il magnifico portale di palazzo Prosperi Sacrati. Portale la cui attribuzione, incerta e controversa, ricondurrebbe alla cerchia di artisti scultori attivi a Venezia nei primi anni del '500.

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I medaglioni di palazzo Prosperi Sacrati

Da catalogo mostra Un Palazzo, un Museo, la pinacoteca nazionale di palazzo dei diamanti Ministero per i beni culturali e ambientali Collana Rapporto della Soprintendenza per i beni artistici e storici per le province di Bologna, Ferrara, Forl e Ravenna, n26, Edizioni ALFA Bologna, 1981, p.110: La storia dei medaglioni, l'autore e il fonditore, sarebbero legati alle vicende del celebre portale dei Sacrati che tutta la storiografia ferrarese ottocentesca e novecentesca riconosce come il pi grandioso fra quanti ornano i palazzi della citt. Questione delicatissima, affrontata anche se parzialmente da Zevi, l'attribuzione del portale, dapprima riferito al Peruzzi, poi al mitico Ercole Grandi, indi a Ercole Roberti e a Cristoforo da Milano, per finire nel 1909 con la proposta attributiva ad Antonio Lombardi attivo a Ferrara per il duca d'Este nel 1506, avanzata dall'Agnelli.

18 - Portale palazzo Prosperi-Sacrati. Confutata anche questa tesi dal Padovani (Architetti Ferraresi, Ferrara 1955, p.65) che limita l'intervento del Lombardi alla sola parte scultorea con l'aiuto del figlio Aurelio, assegnando il disegno architettonico al Rossetti, resta il fatto che la <Bella Porta>, come l'ebbe a definire il Lanzi, presenta caratteri ambigui di congiunzione fra Ferrara e Venezia, caso poi non stupefacente dati i contatti stretti fra le citt. Anche le decorazioni ad altorilievo, le statue sulla balconata e i medaglioni nei pilastri dell'arcata, rimandano ai monumenti Vendramin e Marcello a Venezia o alla porta di S.Marco, senza con ci costituire elementi estranei alla cultura estense che ne fa ampio uso nell'architettura d'ambiente dipinta nelle tavole fra quattro e cinquecento. Occorre precisare che le due sculture a soggetto mitologico sono oggi copie delle autentiche, da quando cio il conte Fausto Prosperi, prima dell'agosto 1894, alien abusivamente gli originali ad un museo straniero sostituendoli con copie. Originali sono invece le teste in stagno, raffiguranti uno il profilo dell'imperatore Nerone, l'altro quello di 23

Vespasiano.

19 - Giudizio di Paride, bassorilievo in bronzo, diametro 44 cm.

20 - Scena di battaglia, bassorilievo in bronzo, diametro 44 cm.

21 - Testa dell'imperatore Nerone, bassorilievo in stagno, diametro 31 cm.

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22 - Testa dell'imperatore Vespasiano, bassorilievo in stagno, diametro 31 cm.

Utilizzando questi elementi simbolici e metodi di indagine tipici dal reverse engineering, abbiamo riportato alla luce, grazie a S.Lucia, un'operazione archeologica condotta in epoca Rinascimentale. Incontreremo altri elementi archeologico-geometrici fondati sull'utilizzo del cubito reale egizio, a supporto di questo inconsueto metodo progettuale utilizzato a Ferrara nei sec. XVI e XVII. L'adozione di un linguaggio esoterico associato ad opere architettoniche e urbanistiche, linguaggio portatore di messaggi archeologici, assume una connotazione estesa, molto forte, in quanto rappresentativo di opere di una civilt oscura, vissuta nell'area in cui sorge Ferrara.

23 - Parco Massari, evidenziata ubicazione punto intermedio fra le due chiese di Santa Lucia.

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Note
1. Jurgis Baltrusaitis Arte Sumera, Arte Romanica Adelphi Edizioni, Milano 2006 Jurgis Baltrusaitis - Formazioni, Deformazioni Adelphi Edizioni, Milano 2005 Jurgis Baltrusaitis Risvegli e prodigi Adelphi Edizioni, Milano 1999 2. Maurizio Calvesi - saggio sull'ermetismo di Giorgione - Storia dell'Arte n.7-8, La Nuova Italia Duchamp invisibile, Officina Edizioni, Roma 1975 Maurizio Fagiolo Dell'Arco - Il Parmigianino - Bulzoni, Roma 1970 Claudio Mutti - Pittura e alchimia, Simbolismo e arte sacra - Mystica Vannus, in quaderni del Veltro, Parma 1978 e 1979 Carlo Fabrizio Carli - Architettura e Tradizione - Edizioni del settimo sigillo, Brescia 1982 Ren Guenon, Julius Evola, Titus Burckhardt, Ananda Coomaraswamy, che pi specificatamente hanno affrontato l'argomento dell'interpretazione simbolica dell'arte (pittura e architettura) 3. G.A.Scalabrini - Memorie istoriche delle chiese di Ferrara e d suoi borghi, Ferrara, 1773, pag.104 4. G.A.Scalabrini Op. citata, pag. 162

Bibliografia essenziale
Enrico Guidoni, La citt europea Formazione e significato dal IV all'XI secolo, Electa editrice Enrico Guidoni, Storia dell'Urbanistica Il medioevo Secoli VI-XII, Editori Laterza Enrico Guidoni, Arte e Urbanistica in Toscana (1000-1315), Editore Bulzoni Edith Ennen, Storia della citt medievale, Editori Laterza Vittorio Franchetti Pardo, Storia dell'Urbanistica Dal Trecento al Quattrocento, Editori Laterza Leonardo Benevolo, Storia della citt, Editori Laterza Leon Battista Alberti Descriptio urbis Romae Editore Olschki, Firenze 2005 Leon Battista Alberti L'arte del costruire Bollati Boringhieri, 2010 Stefano Borsi Leon Battista Alberti tra Venezia e Ferrara, le tracce del nucleo antico del De re Aedificatoria, Editore Libria, Melfi 2011 Franco Borsi Leon Battista Alberti, L'opera completa Electa Editrice, Milano 1980 Richard A.Goldthwaite La costruzione della Firenze rinascimentale Societ editrice Il Mulino, Bologna 1984 Eugenio Battisti Filippo Brunelleschi Electa Editrice, Milano Rivista Storia della Citt, Electa Editrice: Angiola Maria Romanini, L'architettura degli ordini mendicanti: nuove prospettive di interpretazione, n9 1978 Graziella La Ferla, Parma nei secoli IX e X: civitas e suburbium, n18 1981 Paolo Micalizzi, Gubbio, l'architettura delle piazze comunali, n18 1981 AA.VV., I Francescani in Emilia, Monografia n26/27 1983 Piero Giusberti, Teatri e anfiteatri romani nelle citt italiane, n38/39 1986 26

E.De Minicis, P.Germoni, Alatri: permanenze archeologiche e continuit d'uso delle mura urbane, n43 1987 Paolo Lodi, Le citt capitali del Giappone (VII-XIX secc.), n44 1987 In rete:

http://www.storiadellacitta.it/ http://www.centrofasoli.unibo.it/ http://www.storiaurbana.org/index.php?option=com_content&view=article&id=82&Itemid=48 http://www.storicamente.org/02_tecnostoria/risorse_online/petrella1.htm http://www.lib.utexas.edu/maps/index.html http://www.giunta-storica-nazionale.it/giunta/deputazioni.htm http://www.castelloestense.it/delizie/ita/carte/vaticana.html Portale Cartografico Nazionale: http://www.pcn.minambiente.it/GN/ Istituto Geografico Militare: http://www.igmi.org/

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