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UILCA UIL CREDITO, ESATTORIE E ASSICURAZIONI Aderente a Union Network International - UNI SEGRETERIA NAZIONALE Dipartimento Legale / VC - gennaio 2008

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Patto di non concorrenza

risposte in breve

Sono frequenti i casi in cui le direzioni locali chiedono ad alcuni colleghi la sottoscrizione di un patto di non concorrenza e che, a loro volta, i colleghi interessati si rivolgano ai rappresentanti sindacali UILCA per chiarimenti. A tale scopo in queste brevi note sono raccolti i principali elementi di conoscenza delle norme e degli orientamenti giurisprudenziali in materia, per meglio affrontare questa problematica. Del patto di non concorrenza non si trova riscontro nel vigente CCNL, ma discende da previsioni contenute nel Codice Civile allart 2125 e per certi aspetti allart 2119 ( Obbligo di fedelt). Levoluzione dellorganizzazione del lavoro, tende ad identificare mansioni di particolare natura , come particolarmente strategiche e fondamentali per lattivit dellimpresa: tutto ci a prescindere dalla presenza di altre eccellenze professionali in altri ambiti professionali. Rispetto ai lavoratori addetti a queste mansioni , i cosiddetti core workers, o rispetto ad alcune posizioni lavorative ricoperte allinterno di particolari ambiti produttivi , emersa anche in alcune aziende di credito, lesigenza aziendale di contrastare una possibile concorrenza. Il concetto da collegarsi non gi ad una concorrenza pericolosa derivante direttamente dal lavoratore, quanto a quella che, usufruendo del lavoratore e dellex lavoratore, pu essere svolta dal concorrente che eventualmente assume lex dipendente. Si tratta in buona sostanza di obblighi a non fare attraverso strumenti di fidelizzazione vincolata, come tutela del datore di lavoro contro la concorrenza.

E bene sottolineare la sostanziale diversit tra il patto di non concorrenza di cui allart 2125 e lobbligo di fedelt previsto dallart 2119: in questultima norma, la cui ratio va ricercata nellinconciliabilit della collaborazione con la concorrenza, lobbligo ha natura legale e viene applicato autonomamente a tutti, a partire dal momento in cui il lavoratore viene assunto, indipendentemente dallesistenza di una specifica previsione contrattuale o mansione particolare. Il divieto di non concorrenza di cui allart 2125 invece ha origine negoziale, come vedremo pi sotto. Si tratta di un obbligo non convenzionale quindi, ma che ha vita nella sua portata ed estensione con lo scopo di limitare lattivit lavorativa dellex dipendente, riconoscendogli per particolari garanzie. E comunque si tratta di due norme aventi un oggetto diverso: nella prima, art. 2119, si impone ad un soggetto di non danneggiare la controparte , un dovere questo che altro non se non una specificazione generale del dovere di non arrecare danno (neminem laedere) trasposto sul piano contrattuale. La seconda cio lart 2125 consiste invece nel concordare con un lavoratore la modifica della propria attivit in modo tale che questa non arrechi un qualche possibile danno al suo ex datore di lavoro. Di fatto lart 2125 c.c. si presenta attualmente come una sorta di compromesso che monetizza una parte delle libert economica del lavoratore tutelandone al contempo la parte residua. Il testo dellart 2125 c.c. infatti recita: Il patto con il quale si limita lo svolgimento dellattivit del prestatore di lavoro, per il tempo successivo alla cessazione del contratto, nullo se non risulta da atto scritto, se non pattuito un corrispettivo a favore del prestatore di lavoro e se il vincolo non contenuto entro determinati limiti di oggetto, di tempo, di luogo La durata del vincolo non pu essere superiore a 5 anni se si tratta di dirigenti e a tre anni negli altri casio. Se pattuita una durata maggiore essa si riduce nella misura indicata nel comma precedente La dottrina concorde nel ritenere che le garanzie dellart 2125 sono in grado di mantenere entro limiti tollerabili latto di disposizione del prestatore di lavoro, in modo che esso sia tale da non pregiudicare completamente ogni ulteriore attivit del lavoratore compatibile con la sua qualificazione professionale. E ovvio che nellequilibrio fra interessi contrapposti, anche i principi di correttezza e buona fede impongano al datore di lavoro di non pretendere dal suo dipendente una rinuncia troppo ampia o generica perch lart 2125 precisa appunto che si tratta di limiti determinati quindi con riferimento a criteri concreti e precisi.

E prevista la sanzione di nullit del patto di non concorrenza nel caso in cui non vengano rispettati determinati requisiti legali posti a tutela della libert lavorativa del prestatore di lavoro Il patto deve avere forma scritta pena la sua annullabilit Il patto non vale in caso di licenziamento illegittimo o dimissioni per giusta causa Il patto di non concorrenza ex art 2125 pu essere stipulato in qualsiasi momento del rapporto di lavoro e solo in caso di rapporto di lavoro subordinato ( non si applica ai rapporti di lavoro parasubordinati).Se il patto di non concorrenza viene stipulato in costanza di rapporto di lavoro e non allatto dellassunzione, in generale

rappresenta una contropartita a miglioramenti di carriera o di affidamenti di nuove responsabilit al lavoratore. Si tratta sempre di un accordo individuale a s stante e pu non essere omogeneo con analoghe iniziative verso altri lavoratori. Tra le previsioni contenute nel patto di non concorrenza, pu esservi il prolungamento del periodo di preavviso previsto nel caso di dimissioni. La riduzione invece del periodo di preavviso in caso di dimissioni non considerata misura accettabile Il vincolo temporale contenuto nel patto non pu superare 5 anni per i dirigenti ( la figura del dirigente in quanto alter ego del datore di lavoro considerata maggiormente insidiosa rispetto alla concorrenza) e 3 anni per i lavoratori delle altre qualifiche. Durate inferiori poste al limite temporali sono considerate valide. Il limite temporale inizia a decorrere dal primo giorno di cessazione. Anche i limiti territoriali vanno composti congiuntamente agli altri limiti ( durata e oggetto): la ratio quella di tutelare il lavoratore garantendogli di continuare a svolgere unattivit confacente alle proprie attitudini e capacit e che il limite territoriale non possa essere definito in astratto, ma caso per caso guardando alla concomitanza dei diversi elementi che concorrono a determinare il contenuto dellaccordo. Il compenso previsto nel patto di non concorrenza di libera determinazione fra le parti. Il corrispettivo stabilito deve avere il requisito della determinatezza e stabilito con riferimento alla diminuita capacit reddituale del lavoratore collegata per esempio al cambiamento delle mansioni , alla necessit di riconversione professionale, allo spostamento geografico.

Le somme previste a titolo di corrispettivo per il rispetti dei limiti previsti nel patto di non concorrenza devono avere carattere di congruit in rapporto alla retribuzione percepita dal lavoratore. In dottrina vengono riportati esempi di corrispettivi valutati congrui dai Giudici e che in linea generale prevedono percentuali della retribuzione annua o somme predefinite. ( Cassazione Sez. lav. n.7835 del 4 aprile 2006 con particolare riferimento allammontare ed alla congruit del corrispettivo dovuto in caso di patto di non concorrenza, ferma restando la possibilit per il prestatore di lavoro di invocare , ove concretamente applicabili le norme di cui agli artt 1448 e 1467 c.c., lespressa previsione di nullit contenuta nellart 2125 c.c. va riferita alla pattuizione non solo di compensi simbolici, m anche di compensi manifestatamene iniqui o sproprorzionati in rapporto al sacrificio richiesto al lavoratore ed alla riduzione delle sue possibilit di guadagno, indipendemente dallutilit che il comportamento richiestogli rappresenta per il datore di lavoro, come dal suo ipotetico valore di mercato) La violazione del patto di non concorrenza da parte de lavoratore, se comprovata, comporta la restituzione del corrispettivo e , se dimostrati, il risarcimento dei danni subiti dal datore di lavoro.

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