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Economia Aziendale CAP1

LE PERSONE, LATTIVITA ECONOMICA, LECONOMIA AZIENDALE ATTIVITA ECONOMICA


La centralit delle persone e delle societ umane Le persone perseguono molteplici fini Il perseguimento dei fini suscita bisogni Per soddisfare i bisogni occorrono beni economici Le persone svolgono lattivit economica per produrre e consumare i beni economici Lattivit economica si manifesta prioritariamente nel lavoro Lattivit economica svolta dalle persone e per le persone Persone che sono membri di istituti: le famiglie, le imprese, lo Stato, gli istituti nonprofit. Lattivit economica svolta dalle persone e per le persone, persone che si uniscono in societ umane. La persona umana quindi il centro degli studi che si occupano di economia. I bisogni Lattivit economica viene svolta per il soddisfacimento dei bisogni(si fonda sulla teoria dei bisogni) trae dalle altre discipline la conoscenza delle persone e dei loro bisogni. intendiamo xBisogno =esigenza(senso di mancanza) di1bene necessario agli scopi della vita che provoca insoddisfazione e senso di mancanza. Tipi di bisogni: Bisogni naturali(suscitati dalla componente biologica dl persone) / bisogni sociali, etici, estetici e religiosi(suscitati dl sfera spirituale) Bisogni essenziali (primari) / bisogni voluttuari (secondari) I bisogni si pongono in gerarchia (in relazione ai redditi disponibili, ai gusti, alle preferenze) I bisogni (con i gusti e con le preferenze) sono dinamici Le scelte delle persone il soddisfacimento dei bisogni richiede beni I beni economici*: merci e servizi utili per il soddisfacimento dei bisogni e scarsi rispetto alle esigenze delle persone I beni non economici, o beni liberi: non sono scarsi, sono liberamente disponibili in quantit e qualit sufficienti per tutti *Varie classificazioni dei beni economici: - Primari, voluttuari (come i bisogni Complementari, fungibili
Differenziabili, non differenziabili (commodity) Di consumo, strumentali Ad utilizzo singolo, durevoli

A consumo individuale, a consumo collettivo


Privati, pubblici

Lattivit economica (produzione e consumo di beni economici) si svolge mediante varie classi di operazioni:

1) Operazioni di trasformazione tecnica trasformazione fisica,spaziale, logica delle materie prime, degli impianti, dei dati, delle
conoscenze, (avvegono negli istituti collegati da 1 fittissima rete di scambi-)

2) Operazioni di negoziazione (complementari alle attivit interne) si diversificano in base alloggetto:


beni privati e beni pubblici lavoro capitali coperture di rischi
le negoziazioni si svolgono secondo una molteplicit di condizioni di scambio e di forme contrattuali. Alle condizioni di scambio spesso si sovrappongono relazioni di cooperazione e competizione tra istituti coinvolti. Insiemi omogenei di scambi formano i mercati.

3) Operazioni di configurazione e di governo degli istituti: configurazione dellassetto istituzionale organizzazione rilevazione e informazione Produzione economica di beni e redditi produzione economica= tutte le att svolte da unimpresa (marketing, vendita, organizzazionenon solo fabbricazione) non tutte le imprese producono beni(merci o servizi): Produzione di merci (imprese manifatturiere) Produzione di servizi (imprese di trasporti, turistiche, diconsulenza, della salute, dellistruzione, ecc.) ma ci sono anche imprese commerciali, di assicurazione, di credito la loro produzione economica consiste nello svolgimento di negoziazioni che hanno come oggetto beni(imprese commerciali), di capitali/crediti (banche, altri intermediari finanziari), di rischi(compagnie di assicurazione).

Il fine delle imprese: la produzione di remunerazioni (del lavoro e del capitale di rischio) perch il fine perseguito dai prestatori di lavoro e dai conferenti di capital proprio( categori che def il governo di unimpresa) La produzione economica un mezzo per arrivare al FINE che la produzione di redditi(remunerazioni del lavoro e del cap proprio) le condizioni di produzione ( Lattivit economica (di produzione) si svolge con limpiego di condizioni di produzione (fattori di produzione)
il complessivo insieme delle condizioni di produzione include ogni elemento/circostanza che direttam o indirettam contribuisce a rendere possibile, facilitare o ostacolare la produzione economica dimpresa. Parliamo di elementi materiali e non, elementi dambiente ed elementi interni allazienda.

Nelle combinazioni produttive delle imprese entrano fattori del tipo: Materie prime, componenti e servizi fornite da altre aziende (terzi) gli Immobili, impianti, macchinari, attrezzi, Lavoro (operativo, direttico e di governo economico) Terra Beni pubblici Beni liberi Due condizioni di produzione sono qualificabili come primarie (= a)condizioni di produzione fondamentali per ogni impresa b) condizioni la cui natura e le cui modalit sono tali da suscitare nelle persone che le conferiscono interessi economici primari nei confr dellimpresa) Il lavoro (di ogni specie(operativo, direttivo, di governo)) Il capitale risparmio (conferito a titolo di rischio o capitale proprio).
Le 2 condizioni primarie di produzione fanno capo alle 2 categorie di xsn che in linea di principio compongono il soggetto economico dimpresa (= insieme delle persone che hanno interessi economici primari nellimpresa e che quindi hani il diritto/dovere di governare limpresa stessa

LE PERSONE E I GRUPPI DI PERSONE


La persona umana e luomo oeconomicus le scienze umene studiano le societ umane isolando e analizzando le manifestazioni economiche usando limmagine delluomo oeconomicus. Le azioni delle persone infatti sono soggette a vincoli i reddito, tempo memoria, capacit analitiche opportunit.. Lattivit economica cos come ogni altra att umana comporta continue scelte e decisioni. Bisogna studiare queste persone. O secondo il modello della razionalit assoluta (homo economicus) Persona umana Membro di societ umane (non autonomo e influenzato) Homo oeconomicus Svolge lattivit economica come mezzo, non come fine Autonomo Opera secondo razionalit, ma razionalit limitata Egoista D valore a solidariet, lealt, progresso Motivato solo da redditi e ricchezza In grado di valutare tutto secondo razionalit assoluta Razionalit assoluta ha Problema e obiettiviperfettamente chiari possiede Tutte le informazioni ha chiare le comparabili e Decisore unico e isolato Il decisore sceglie alternativa migliore permette di fare teorie ma ignora molte cose. razionalit limitata Il decisore parte da atteseniziali; una prima ricerca esplorativa che porta a primealternative decisore valuta una prima alternativa In base alla prima analisi,modifica le proprie attese Valuta in sequenza altrealternative; modifica le attese Si ferma e sceglie quandoscadono i tempi, la ricercadiventa troppo costosa, ecc. Sceglie una soluzione soddisfacente

i gruppi sociali, le norme, i ruoli Il comportamento delle singole persone fortemente influenzato dalla loro appartenenza a gruppi sociali e a collettivit umane I membri dei gruppi sociali devono rispettare le relative regole di comportamento (le norme del gruppo) *gruppi sociali caratteristiche: Attorno ad ogni persona che occupa una certa posizione in una collettivit umana piccolo n di componenti si forma spontaneamente (un gruppo sociale, un istituto) si forma un sistema di attese di comportamento: il ruolo. persone che condividono valori di Il comportamento della persona fortemente condizionato da tale sistema di attese fondo
struttura sociale interna processi decisionali collettivi (garbage model) ha det regole di comportamento nel concreto i processi decisionali si svolgono in societ umane dove ci sn pi persone quindi permane nel tempo con un certo CONCORRENZA TRA LE DECISIONI garbage model Le decisioni si prendono in tempi e luoghi chiamati occasioni di decisione e alle quali partecipano le persone che nel loro insieme hanno le necessarie deleghe e autorizzazioni per prendere quelle decisioni. In queste occasioni di decisione le persone portano i problemi ai quali ciascuno attribuisce differenti priorit. Ognuno porta soluzioni. Non e convincente Una certa scelta viene effettuata se 1 soluzione viene presentata in modo compiuto opportunisticiin risposta a un problema urgente e Ipotesi positiva sulla natura delluomo =Y rilevante. Cooperazione, opportunismo, fiducia, altruismo Organizzazioni responsabilizzanti la condizione essenziale per il buon funzionamento delle societ umane la cooperazione tra le persone che ne fanno parte. La cooperazione produce una rendita non ottenibile individualmente. Questa rendita viene poi distribuita, quindi tutti hanno interesse a Comportamenti realmente leali e cooperativi lavorare bene. Le persone hanno comportamenti Conferma teoria Y Opportunistici Ipotesi negativa sulla natura delluomo=X obbiettivo comune+ha una propria

Organizzazioni prescrittive e coercitive Comportamenti realmente restrittivi e opportunistici Conferma e rinforzo teoria X

ECONOMIA AZIENDALE
Principi generali E complementare alleconomia politica (scienze economiche). Le scienze economiche hanno come oggetto comune le attivit di produzione e di consumo dei beni atti a soddisfare i bisogni delle persone. Leconomia politica osserva i fenomeni economici propri dei grandi aggregati Leconomia aziendale li osserva nelle manifestazioni delle singole aziende. E orientata al cambiamento, alla ricerca di modalit migliori di svolgimento dellattiv economica (visione dinamica dei processi economici) oggetto delleconomia aziendale: 1) ordine economico (sistema degli accadimenti economici) di tutti gli istituti nei quali si svolgono significative attivit di produzione e consumo dei beni economici 2) a 4 classi di istituti considerati rilevanti corrispondono 4 classi di aziende (az familiari di consumo, az di produzione, az di pubbliche amministrazioni, az nonprofit 3) configurazione degli assetti istituzionali, trasformazione tecnica, negoziazione, organizzazione, rilevazione, informazione 4) nellottica dellamministrazione dazienda il sistema degli accadimenti riconducibile ai grandi aggregati dei processi di gestione, organizzazione, rilevazione, informazione 5) le operazioni in azienda si attuano col concorso di vasti insiemi di condizioni di produzione. Nelle imprese si def condizioni primarie di produzione il lavoro ed il capitale di risparmio a cui corrispondono prestatori di lavoro e conferenti di capitale di risparmio(i pi impostanti protagonisti del soggetto economico) 6) si distingue in ec aziendale il concetto di produzione di beni da produzione di redditi per la renmerazione dei prestatori di lavoro e conferenti di capitale proprio 7) tra i processi economici dazienda si pongono in evidenza processi di innovazione delle modalit strutturali e tecniche dello svolgimento dellatt. Economica. 8) ..boh Vuole combinare linnovazione economica=individuazione e sperimentazione di modalit di produz e consumo.. e innovaz tecnologica linnovazione economica attuata nellinteresse comune delle societ umane fonte di progresso economico. Il progresso economico una delle basi del progresso civile.

CAP2
GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA GLI ISTITUTI
Le societ umane, il bene comune, le istituzioni e gli istituti Ciascuna persona partecipa a pi societ umane di varia natura( famiglie,Stato, istituti pubblici Chiesa imprese partiti politici sindacati di lavoratori associazioni di beneficenza) per produrre maggiori risultati non ottenibili individualmente o per convenienza e per soddisfare i bisogni di socialit Ogni societ umana persegue il bene comune* dei suoi membri che il prodotto della cooperazione le societ umane k assumono caratteri di istituzioni(sono modelli e regole di comportamento adottati da vaste collettivit umane )sn dette istituti* (le famiglie, le imprese lo Stato, ecc.)
*bene comune prodotto della cooperazione societaria che condiziona i singoli nrlla societ. un bene funzionalmente per tutti inteso come agevolatore dellattivit dei singoli membri. costituito dal compresso di beni che per natura hanno attitudine e fnzione per tutti. un bene per tutti verso lalto fine della persona umana * istituto:complesso di elementi e di fattori di energie e di risprse materiali e personali. duraturo. dinamico sia per i fenomeni interni che per i rapporti con lambiente. ordinato secondo proprie leggi. un unit riolta a un fin comune. E autonomo. La ricerca intorno ad un istituto interdisciplinare

Due fenomeni economici fondamentali che si manifestano a livello di istituto La rendita organizzativa: il frutto della cooperazione intelligente di pi persone volte allo stesso fine; il vantaggio economico ottenuto con lazione organizzata rispetto allazione isolata e opportunistica; in linea di principio, la rendita organizzativa, frutto della cooperazione, deve essere ripartita tra tutti coloro che hanno cooperato. Il risultato residuale: frutto della cooperazione e dellincertezza; quanto residua ex-post dopo aver remunerato tutti sulla base dei patti ex-ante; a chi spetta il risultato residuale (che pu essere positivo o negativo)? Sono possibili varie soluzioni: la risposta influenza direttamente la struttura di governo dellistituto

Gli istituti, le aziende, e gli aggregati di aziende


Leconomia aziendale si occupa delle quattro classi istituti nei quali si svolge rilevante attivit economica: le famiglie le imprese lo Stato e gli istituti pubblici gli istituti nonprofit In particolare, studia lordine strettamente economico degli istituti,= le aziende:= insieme degli accadimenti economici disposti ad unit secondo proprie leggi lazienda di consumo e di gestione patrimoniale familiare lazienda di produzione lazienda composta pubblica lazienda nonprofit tutte accumunate dallo stesso fine: il bene comune per mezzo dellattiit economica.

LE AZIENDE, ORDINE ECONOMICO DEGLI ISTITUTI


Le aziende familiari di consumo e di gestione patrimoniale Listituto__________________________________ La famiglia Lazienda_________________________________Lazienda familiare di consumo e digestione patrimoniale Le finalit dominanti ________________________ Sociali, etiche, religiose Il fine economico immediato__________________ Appagamento dei bisogni dei membri della famiglia I portatori di interessi economici istituzionali______Tutti i componenti della famiglia Portatori di interessi economici non istituzionali ___Altre famiglie legate da parentela; prestatori di lavoro domestico; I processi economici caratteristici______________ Consumi, gestione patrimoniale, lavoro, studio Le aziende di produzione un ist economico sociale con dominanti caratteri e finalit di tipo economico Listituto__________________________________ Limpresa Lazienda_________________________________ Lazienda di produzione Le finalit dominanti_________________________ Economiche Il fine economico Immediato__________________Produzione di remunerazioni monetarie e di altra natura I portatori di interessi economici istituzionali______Di regola: i prestatori di lavoro e conferenti di capitale di rischio(hanno renum) Portatori di interessi economici non istituzionali____Fornitori, clienti, conferenti di capitale di prestito, Stato, Processi economici caratteristici_______________Trasformazioni tecniche; negoziazioni di beni, di credito, di rischi. Le aziende composte pubbliche(bene comune:progresso sociale e spirituale dei suoi membri) Listituto__________________________________ Lo Stato, gli istituti pubblici Lazienda_________________________________ Lazienda composta (di produzione e di consumo) pubblica Le finalit dominanti_________________________ appagamento dei bisogni pubblici delle persone pertinenti alla collettivit politica territoriale Il fine economico Immediato__________________ Produzione e consumo di beni pubblici(e remunerazione del lavoro) I portatori di interessi economici istituzionali______ Tutti i componenti dellentit politica (e i prestatori di lavoro) Portatori di interessi economici non istituzionali____ Fornitori, conferenti di capitale di prestito, altri istituti pubblici, Processi economici caratteristici_______________. Produzione e consumo di beni pubblici;raccolta di tributi

le aziende non-profit Listituto__________________________________ Listituto nonprofit (gamma molto varia) Lazienda_________________________________ Lazienda nonprofit Le finalit dominanti ________________________ Sociali, morali, culturali Il fine economico immediato__________________ Appagamento dei bisogni di: associati /fruitori escludibili / collettivit generale I portatori di interessi economici istituzionali______ Varie combinazioni di associati,donatori, Stato, prestatori di lavoro Portatori di interessi economici non istituzionali ___ Fornitori, conferenti di capitale di prestito, Stato, clienti, I processi economici caratteristici______________ Produzione ( o produzione e consumo)di beni differenziazione degli istituti: i modelli economici alternativi Lattivit economica si svolge in istituti di natura molto varia, fortemente differenziati (le famiglie, le imprese grandi e piccole, le imprese pubbliche e private, gli istituti pubblici di ogni specie,le associazioni, ecc.)Come mai? Cinque domande sulla variet degli istituti; 1. Perch lattivit economica non totalmente svolta allinterno delle famiglie? X la produzione su scala familiare non conveniente se non tecnicamente impossibile (x tecnologie progredite , ma anche imposs produrre tt) 2. Come mai le singole persone tendono ad aggregarsi in istituti anzich operare indipendentemente scambiandosi lavoro,beni e capitali? I costi di transizione sono pi bassi .(quanto riguarda costi per qualsiasi operazione di scambio nel mercato) quindi ci si riunisce sotto una stessa autorit 3. . Perch lintera attivit economica non si svolge nellambito di una sola grande organizzazione che suddivida a coordini lattivit di ciascuno? Si disperderebbero conoscenze e capacit individuali, si adotterebbero soluzioni uniformanti e semplificanti. Ci sarebbe iniquit e poca motivazione al lavoro. Ci sarebbe qualcuno di stragrande responsabilit=iniquit. 4 Perch gli istituti si differenziano in grandi classi quali le famiglie, le imprese, lo Stato gli istituti nonprofit? a) opportunit di sfruttare Lefficienza e le innovazioni tipiche delle imprese che operano nei mercati b) necessit di interventi dello stato quando lazione solo privata inefficiente o iniqua c)opportunit di dare spazio a attivit organizzate ispirate anche da motivazioni altruistiche. 5. Perch le imprese sono cos diverse tra di loro (dimensione, propriet, integrazione, ecc.)? tanti fattoriesdiversi prodotti e mercati che si integrano, ricerca di vantaggi competitivi, modelli alternativi A. Il modello dellautoconsumo (gruppi primari di persone in sostanziale autonomia rispetto ad altri gruppi analoghi. Svolgono al proprio interno tutte le attivit, produz, consumo.. B. Il modello atomistico di mercato( persone singole che svolgono in autonomia la loro attivit) C. Il modello della gerarchia totale (unorganizzaz centrale statale pianifica lintera att economica) D. Il modello della pluralit di istituti specializzati( istituti di varia specie dentro i quali le persone si comportono rispettando un organizzazione gerarchica)

LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA
tre livelli di specializzazione Molte caratteristiche dei sistemi economici moderni sono frutto della specializzazione economica. Un fenomeno pervasivo che si manifesta in tutte le attivit umane a vari livelli: specializzazione delle macroclassi di istituti specializzazione tra gli istituti di ciascuna macroclasse specializzazione allinterno di ciascun istituto economie di specializzazione La specializzazione produce vantaggi (denominati economie di specializzazione) esprimibili in termini di: riduzione dei tempi, degli sforzi e dei costi richiesti per lo svolgimento dellattivit economica miglioramento della qualit degli output dellattivit economica Le economie di specializzazione hanno varie origini, denominate fonti delle economie di specializzazione Lapprendimento da ripetizione (destrezza, scoperta, repertorio di soluzioni) Limpiego ottimale delle limitate e disomogenee competenze individuali La differenziazione degli orientamenti manageriali e tecnici in relazione ad attivit disomogenee (a compiti specializzati si fanno corrispondere persone specializzate per garantire il proseguimento efficace degli obbiettivi prefissati La riduzione dei costi di apprestamento e di passaggio tra le fasi Le migliori performance degli impianti specializzati La motivazione da identificazione (padronanza del lavoro, sensazione di insostituibilit) La specializzazione pu indurre anche svantaggi (diseconomiedi specializzazione) I maggiori costi di coordinamento La rigidit degli investimenti specifici / specializzati (persone e impianti specializzati sono rigidi e quando c da modificare latt da svolgere ci sono tempi e costi di cambiamento) La demotivazione da parcellizzazione (quando ci sono compiti isolati ripetitivi che non portano stima e realizzazione)

Specializazione e dimensioni convenienti Quanto+ grandi sono le unit produttive (stabilimenti, laborat, punti di vendita...) tanto maggiori sn le possibilit di specializ lattivit, il lavoro, gli impianti.. Gli istituti (in particolare le imprese) tendono a crescere dimensionalmente x poter realizz grandi economie di specializzazione (sottins delle econom d scala) specializzazione e ampiezza dei mercati e delle conoscenze Gli spazi di possibile specializzazione crescono al crescere dei mercati (perch le imprese possono diventare pi grandi e specializzarsi maggiormente al proprio interno) e della ricchezza della conoscenza (che pu essere maggiormente articolata in parti specialistiche). Quanto maggiori sono le previste dimensioni del mercato, tanto maggiori sono gli incentivi per gli investimenti in ricerca e sviluppo; si arricchiscono le conoscenze; si ampliano le possibilit di specializzazione.

CAP3
LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DI ISTITUTO IL SISTEMA DEGLI ACCADIMENTI E LE COMBINAZIONI ECONOMICHE
Linsieme delle operazioni economiche svolte dalle persone allinterno di un istituto forma le combinazioni economiche Le combinazioni economiche sono parte del sistema degli accadimenti =insieme delle azioni e fenomeni(econ o non econ) che si manifestano nellazienda e nel suo ambiente (le attivit interne di produzione e di vendita, i comportamenti dei clienti e dei fornitori,con diverse relazioni Una speciale categoria di accadimenti il sistema delle operazioni=sistema delle attivit svolte dalle persone che compongono lorganismo personale dazienda. Tali operazioni nel loro insieme formano le combinazioni economiche, le combinazioni produttive, e le combinazioni di consumo. Per poter capire leconomia degli istituti (come si formano i costi e i ricavi; perch e come si hanno utili o perdite; perch ci si deve indebitare oppure no; ecc.) essenziale saper analizzare larticolazione (ossia la struttura) delle combinazioni economiche che in essi si svolgono.

LE CATEGORIE DI ANALISI DELLECOMBINAZIONI ECONOMICHE delle imprese


Per analizzare larticolazione delle combinazioni economiche si ricorre ad alcuni concetti chiave: Le coordinazioni economiche parziali (dette anchefunzioni) Le combinazioni economiche parziali ed elementari (dette anche, nelle imprese, aree di affari) Le negoziazioni le negoziazioni Tutte le classi di attivit (progettazione degli assetti istituzionali, gestione, organizzazione, rilevazione) comportano lo svolgimento sia di attivit interne sia di attivit esterne, ossia di relazioni con altri istituti. Tra le attivit esterne sono di primaria importanza le negoziazioni che servono per acquisire le condizioni di produzione e per cedere i prodotti e le condizioni di produzione. Le grandi classi di negoziazioni svolte dalle imprese sono: negoziazioni di beni privati negoziazioni di beni pubblici negoziazioni di lavoro negoziazioni di capitale di rischio negoziazioni di capitale di prestito negoziazioni di rischi particolari Le negoziazioni reali non si svolgono mai incondizioni di perfetta trasparenza, conoscenza, lealt e di equilibrio di potere delle parti. In altri termini, non si svolgono in condizioni di razionalit assoluta e di mercati perfetti I concetti essenziali utili per un visione non troppo ingenua delle negoziazioni sono: i costi di transazione lasimmetria informativa - gli investimenti specifici -l a forza contrattuale le coordinazioni parziali Le coordinazioni economiche parziali sono insiemi di processi caratterizzati da una funzione e da un insieme di competenze specialistiche applicate allo volgimento della stessa. Ad esempio, la coordinazione parziale ricerca e siluppo( linsieme delle attivit che hanno la funzione di ideare e di sviluppare nuovi prodotti e nuovi processi produttivi e si svolge utilizzando particolari competenze di progettazione, di calcolo, di prova, e cos via) Correntemente le coordinazioni parziali sonochiamate funzioni (funzione ricerca, funzione vendite, funzione marketing, ecc.) Le coordinazioni parziali di tutte le imprese sono riconducibili alle seguenti classi e sottoclassi: Progettazione (configurazione) dellassetto istituzionale (det il disegno complessivo secondo il quale limpresa nasce, si trasforma, e si svolge. Qui si decidono i fini dellimpresa) Gestione (grande insieme delle operazioni attraverso le quali limpresa attua la produzione economica) Gestione caratteristica (nelle imprese manifatturiere: ricercae sviluppo, acquisti, fabbricazione, vendita, logistica) Gestione finanziaria Gestione patrimoniale Gestione tributaria Gestione assicurativa Organizzazione (si disegna la struttura organizzativa dellimpresa. Si assegnano i compiti e le responsabilit alle persone che vi lavorano e nel gestire i sistemi di ricompensa e d sviluppo delle persone stesse) Rilevazione (queste attivit consistono nella raccolta, elaborazione e diffusione dei dati e delle informazioni necessarie per prendere buone decisioni e per informare tutti i soggetti interessati alla vita dellimpresa)

le attivit di configurazione dellassetto istituzionale Sono le operazioni che determinano la nascita, la configurazione di base, le trasformazioni e la cessazione dellistituto: la costituzione dellistituto la compagine iniziale dei soci e le successive trasformazioni la prima scelta e le trasformazioni di forma giuridica la configurazione degli organi di governo le acquisizioni, fusioni, scissioni la stipulazione di alleanze la liquidazione dellistituto Tutte le altre classi di operazioni (gestione,organizzazione, rilevazione) sono fortemente influenzate dalle scelte di configurazione dellassetto istituzionale. la gestione La gestione il vasto insieme di operazioni attraverso le quali limpresa attua direttamente la produzione economica (progetta, acquista, trasforma, vende). La gestione utilmente scomponibile in cinque insiemi di attivit: Gestione caratteristica Gestione finanziaria Gestione patrimoniale Gestione tributaria Gestione assicurativa la gestione caratteristica E linsieme delle operazioni di gestione che: (a)identificano la funzione economico-tecnica tipica di ciascuna impresa; (b) suscitano la gran parte dei costi e dei ricavi dellimpresa. per le imprese agricole, estrattive e manifatturiere: acquisto di impianti e di materie prime, trasformazione tecnica, vendita; per le imprese commerciali: negoziazioni di acquisto e di vendita di beni privati, operazioni di trasporto e di immagazzinamento; per le banche: negoziazioni di credito di prestito in raccolta e di impiego; per le imprese di assicurazione: assunzione di rischi specifici, investimento dei mezzi disponibili, liquidazione dei sinistri. La gestione caratteristica origina costi e per differenza (quando ben condotta) produce un risultato reddituale positivo :il reddito operativo della gestione caratteristica. Nelle imprese manifatturiere la gestione caratteristica si articola nei seguenti insiemi di operazioni Ricerca e sviluppo Acquisto di merci e di servizi destinati alla produzione Fabbricazione Commercializzazione Logistica Lanalisi della gestione caratteristica per funzioni pu essere integrata allanalisi x processi trasversali=insiemi di operazioni accomunati da un forte obiettivo comune e trasversali alle funzioni nel senso che x il loro perseguimento sono richiesti contributi critici forniti da altre funzioni La gestione caratteristica suscita vari insiemi di negoziazioni: (a) negoziazioni di beni privati (acq e vendita da sogg privati, non dallo stato),si svolgono per scambio monetario,(raramente baratto) con determinate condizioni di scambio (assicuraz..) la gestione finanziaria E quella parte dellatt dimpresa che svolge linsieme delle operazioni volte a coprire il fabbisogno finanziario, ossia il fabbisogno di mezzi monetari necessari per avviare limpresa e per sostenerne lo sviluppo Il fabbisogno finanziario nasce perch di regola nelle imprese gli incassi derivanti dalle vendite si manifestano successivamente ai pagamenti derivanti dagli acquisti Il fabbisogno finanziario si copre ricorrendo a capitale proprio, o capitale di rischio capitale di prestito (mutui, obbligazioni, .) La gestione finanziaria una gestione passiva: comporta interessi passivi sul capitale di terzi e remunerazioni del capitale proprio la gestione finanziaria quindi linsieme di diverse attivit: - previsione e analisi del fabbisogno finanziario (tenendo conto della durata e variabilit nel tempo) - valuta la combinazione ottimale di ricorso al capitale di rischio/proprio ( dato dai conferenti di capitale proprio che danno allimpresa mezzi monetari e prendono soldi in base ai risultati reddituali dellimpresa)e al capitale di prestito( mutui...x un certo tempo con 1 prezzo da pagare) - pianificazione e attuazione delle negoziazioni di capitale di rischio e di prestito - gestione dei contratti (liquidaz dividendi, rimborso debiti, interessi passivi..) la gestione finanziaria attuata mediante il ricorso di materiali di prestito produce costi=interessi passivi(prezzo del prestito). La gestione finanziaria lattivit di copertura del fabbisogno finanziario originato dalla gestione caratteristica (e da tutte le altre gestioni) la gestione patrimoniale Pu accadere che, per un certo periodo di tempo, unimpresa disponga di mezzi monetari eccedenti rispetto a quanto richiesto dalla gestione caratteristica (in generale, dalle altre gestioni); in questi casi, si attiva la gestione patrimoniale che consiste nellinvestimento di tali mezzi monetari al fine di trarne un reddito le negoziaz tipiche sono: ( tipicam attiva ma si potrebbe anche avere una perdita) - negoziazioni di capitale di prestito (titoli d stato..)

- negoziazioni di capitale di rischio(comprare azioni di imprese per un guadagno/perdita proporzionale al loro reddito - negoziazioni di beni privati (acq di beni da reddito e da rivalutazione) (immobili, opere darte.. la gestione assicurativa Consiste nella copertura dei rischi(ogni impresa li ha) particolari dimpresa (furti, incendi, danni a terzi, ecc.) mediante la sottoscrizione di contratti di assicurazione (negoziazioni di rischi particolari). I rischi coperti possono derivare sia dalla gestione caratteristica sia dalle gestioni patrimoniale e finanziaria. E una gestione tipicamente passiva comportando il costo dei premi assicurativi e indennizzi solo a fronte di equivalenti danni. Le negoziazioni tipiche sono chiamate contrati di assicurazione la gestione tributaria Consiste nella liquidazione e nel pagamento della vasta gamma di tributi che le imprese devono corrispondere allo Stato (e ad altri enti pubblici) a fronte dei beni pubblici ricevuti. Gli oneri tributari sono suscitati sia dalla gestione caratteristica sia dalle gestioni patrimoniale e finanziaria Differenti scelte dimpresa (relative, ad esempio, alla forma giuridica, alle modalit di finanziamento, alle localizzazione) determinano differenti combinazioni e livelli di tributi da corrispondere. La gestione tributaria tipicamente una gestione passiva comportando solo oneri tributari. profilo reddituale e monetario delle gestioni analizzare la gestione secondo il profilo reddituale significa indagare i formarsi dei costi e dei ricavi (component positivi e negativi di reddito) di Tutte le gestioni, tutte infatti concorrono a determinare il risultato dellimpresa. Le due gestioni attive (caratteristica e patrimoniale) e le tre gestioni passive (finanziaria, assicurativa, tributaria) possono pesare variamente nel determinare lutile o la perdita. Un risultato reddituale complessivamente positivo si ottiene quando al somma del reddito operativo della gestione caratteristica e della gestione patrimoniale superiore agli oneri complessivi della gestione finanziaria, assicurativa, tributaria, producendo un UTILE in misura giudicata soddisfacente per la enumerazione del capitale di rischio. Il profilo reddituale e il profilo monetario sono strettamente connessi, ma non coincidono. Analizzare il profilo monetario significa invece studiare i flussi di entrate e di uscite (riscossioni e pagamenti suscitati dalle negoziazioni). Si capisce se limpresa in grado di fare fronte con le entrate alle proprie uscite. Non sempre le entrate e le uscite sono det dalle stesse negoziazioni che determinano i costi e i ricavi. Per esempio laumento di capitale o laccensione/rimborso di un mutuo. Oppure ci sono costi che vanno sostenuti prima rispetto al conseguimento dei ricavi e delle relative entrate. Oppure molti pagamenti e riscossioni non avvengono in contanti. Il pagamento dei debiti non necessariamente coincide con la riscossione dei crediti.. ????? organizzazione Si compone di due grandi classi di attivit: Progettazione dellassetto organizzativo: la struttura organizzativa (chi deve fare che cosa, chi dipende da chi, ) e i sistemi operativi (sistemi di programmazione e pianificazione attraverso i quali si definiscono le strategie, per ogni ramo gli obbiettivi da realizzare e le risorse disponibili a tal fine, come si formulano i piani aziendali,come si gestiscono le persone chi entra,con che reddito, come fluiscono leinformazioni, ) Gestione dei prestatori di lavoro, o gestione del personale(messa in atto dei sistemi di ricerca e selezione, di valutazione, di retribuzione, di carriera..)questa gestione lavora in modo tale che limpresa disponga sempre di un organismo personale che per dimensione e competenze sia adatto a svolgere le combinazioni economiche pianificate, e in modo che le persone siano ricompensate secondo equit e siano poste in condizioni crescere personalmente e professionalmente. E la base della motivazione delle persone edellefficienza aziendale le negoziazioni tipiche sono le negoziazioni del lavoro (contartti che limpresa stipula con i prestatori di lavoro rilevazione Le operazioni di rilevazione sono svolte dalle imprese per predisporre dati e info destinati alle persone che operano allinterno dellimpresa(utili per prendee decisioni) e le persone esterne agli istituti, come altri istituti che devono sviluppare raporti con limpresa. Si fa raccolta elaborazione- conservazione diffusione comprende il bilancio di esercizio, le statistiche delle vendite ecc.. dei dati e delle informazioni e servono per supportarele scelte dei decisori sia interni sia esterni allazienda Si compone di parti denominate contabilit generale contabilit analitica sistemi informativi direzionali le combinazioni economiche parziali si stratta delle imprese che nel corso del loro sviluppo hanno compiuto mosse di diversificazionemercato con caratteristiche disomogenee

LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DELLO STATO


Pu essere rappresentata attraversolincrocio di due dimensioni: 1) le aree di intervento combinazioni parziali corrispondenti ad insiemi di bisogni pubblici definibili anche come finalit o prodotti dello Stato 2) le aree di gestione insieme delle attivit di varia natura svolte dallo Stato per il perseguimento delle finalit

IL ruolo dello stato nella produzione di beni economici Lo Stato interviene nei sistemi economici producendo direttamente o indirettamente alcuni beni privati o pubblici, regolamentando la produzione e il consumo di altri beni imponendo tributi di varia specie ridistribuendo ricchezza. Lo stato interviene nella produzione del bene Alfa quando ritiene che: - il bene Alfa sia politicamente critico, ossia debba comunque essere accessibili a certe categorie di cittadini e a certe condizioni di costo e di qualit - lasciando la produzione di Alfa a imprese private operanti secondo le regole del mercato non si otterrebbe leffetto politico desiderato le ragioni della possibile inefficacia : I beni pubblici puri: beni senza rivalit nei consumi un numero illimitato di utenti contemporaneamente) il bene pu soddisfar e non escludibili (nes1 si pu escludere); le imprese private non potrebbero farsi pagare un prezzo; interviene lo Stato che pu imporre i tributi I mercati non concorrenziali, in particolare i monopoli naturali; senza controlli le imprese private ne trarrebbero vantaggi indebiti; interviene lo Stato come produttore o come regolatore Le esternalit positive/negative: sono gli effetti positivi o negativi per il soggetto B derivanti da unazione di A e per i quali B non sostiene un onere / non riceve un indennizzo; le imprese private tendono ad appropriarsi di esternalit positive e a scaricare esternalit negative; interviene lo Stato come produttore o come regolatore I mercati incompleti: spazi di mercato lasciati vuoti dalle imprese che li giudicano non attraenti (troppo piccoli, rischiosi, ) e che invece secondo lo Stato sono critici Le asimmetrie informative: beni complessi difficili da giudicare ex-ante (sanit, istruzione,); il consumatore pu preferire un fornitore pubblico La redistribuzione del reddito; lo Stato rende accessibili beni critici a prezzi non di mercato (incentivisussidi..) I beni di merito; lo Stato incentiva il consumo di beni critici che i cittadini non percepiscono come tali (istruzione elementare, cinture di sicurezza..vaccini) Garantire uno Stato di diritto: in generale, lo Stato interviene con le leggi per far s che lattivit economica si svolga correttamente le combinazioni economiche parziali dello stato=aree di intervento Le tipiche aree di intervento dello Stato sono: Difesa nazionale Giustizia Sicurezza pubblica Relazioni internazionali Istruzione e cultura Assistenza e previdenza Sanit Trasporti e comunicazioni Sviluppo economico In ciascuna di tali aree lo stato offre una pluralit di prodotti destinate a varie categorie di cittadini in relazione alla loro et, salute, posizione lavorative Le combinazioni economiche dello stato sono molto estese e molto articolate. Bisogna usare 3 dimensioni di analisi: prodotti, destinatari, aree geografiche la gestione caratteristica dello stato (modalit di intervento) le modalit fondamentali di intervento sono( la gestione caratt Si svolge combinando tre classi di operazioni): 1) Emanazione di leggi e regolamenti (attivit non delegabile); 2) Trasferimenti di mezzi monetari (a famiglie e imprese);per ridistribuire la ricchezza o x finanz attivit di interesse pubblicoricerca.. 3) Produzione di beni pubblici(i beni pubblici puri sn quelli non escludibili) diretta(produce lo stato) indiretta(impresa posseduta dallo stato, impresa privata o istituto non profit che opera in concessione. I costi sn coperti da imposte o tariffe la gestione tributaria dello stato lo stato svolge 2 funzioni tributarie : (a) passiva=paga i tributi (b)attiva= raccoglie i tributi, raccoglie mezzi monetarivaria non in base allintensit di cui noi usufr uiamo dei beni ma in base alla capacit contributiva. Si compone dei processi di definizione delle caratteristiche e dei livelli dei tributi, di accertamento, di prevenzione e repressione dellevasione fiscale, di riscossione. Pu anche essere vista come parte della gestione caratteristica, costituendo il corrispettivo nelle diverse forme nelle quali si possono classificare i tributi (prezzi, tariffe, imposte) - della produzione ed erogazione dei servizi pubblici. la gestione patrimoniale Si compone di operazioni di investimento e di disinvestimento in beni da reddito e rivalutazione finalizzate alla produzione di ricavi addizionali a quelli della gestione caratteristica.

Di solito lo Stato e gli altri istituti pubblici soni in deficit, ossia non dispongono di risorse da dedicare alla gestione patrimoniale. NB. La gestione dei grandi patrimoni pubblici utilizzati per lo svolgimento delle funzioni tipiche dello Stato fa parte della gestione caratteristica; non gestione patrimoniale la gestione finanziaria dello stato E molto rilevante. Spesso lo Stato e gli istituti pubblici non riescono a coprire i loro costi con le entrate tributarie e devono coprire i loro deficit ricorrendo allindebitamento. Il fabbisogno finanziario dello Stato pu essere soddisfatto con varie forme di debiti di finanziamento. Nel nostro Paese prevalente il ricorso alla emissione di titoli del debito pubblico. la gestione assicurativa dello stato Si svolge con modalit analoghe a quelle delle mprese dovendo coprire numerose classi di rischi particolari. In alcuni casi lo Stato diviene anche lassicuratore a favore di famiglie, imprese, istituti nonprofit a fronte di particolari eventi dannosi quali le calamit naturali. la configurazione dellassetto istituzionale dello stato lo stato molto complesso e quindi deve organizzare e studiare bene la sua configurazione ..Evolve per aggiustamenti successivi quando necessario modificare le risposte a quesiti del tipo: in quali aree intervenire (sanit, assistenza, supporto alle famiglie cultura, ecc.) quali rapporti configurare con i prestatori di lavoro e con i rappresentanti sindacali con quali forme dirette e indirette realizzare la produzione e lerogazione dei beni pubblici, quli parti del sistema privatizzare o nazionalizzare quanto e come interagire con altre pubbliche amministrazioni (eco di scala o agire separatamente?) come impostare il sistema fiscale i rapporti con i conferenti di capitale di prestito e in che forma..prestito bancariottoli come strutturare le relazioni con i cittadini attraverso gli organi elettivi ed amministrativivoto.. la organizzazione e gestione del personale dello stato Sono simili a quelle delle imprese. Due importanti differenze vanno tuttavia sottolineate: 1. Il delicato rapporto tra organi politici eletti dai cittadini e gli organi amministrativi formati da tecnici 2. il prevalere del principio della legalit (applicazione uniforme della legge) rispetto a quello della imprenditorialit (soluzioni varie e sempre nuove) le operazioni di rilevazione e informazione dello stato Sono pi complesse rispetto a quelle delle imprese in quando devono rappresent anche le dimensioni politiche e sociali degli obiettivi e risultati dello Stato.

LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DELLE FAMIGLIE


Il ruolo economico delle famiglie La famiglia listituto nel quale: si compie la gran parte dellattivit economica di consumo; si predispongono le condizioni necessarie per il soddisfacimento dei bisogni delle persone. Nei sistemi economici evoluti, le famiglie esternalizzano molte attivit di produzione precedentemente svolte dai membri della famiglia; si svolgono allinterno della famiglia le attivit che: dal punto di vista morale ed etico sono considerate critiche (educazione, assistenza, ecc.) dal punto di vista tecnico non comportano rilevanti diseconomie di specializzazione e di dimensione. le attivit di gestione della famiglia La gestione caratteristica composta da: attivit di produzione di redditi mediante lavoro esterno; (gest patrimoniale) attivit di lavoro interno alla famiglia; attivit di consumo. La gestione patrimoniale: consiste nellimpiego di risparmio in investimenti (titoli, immobili da reddito, ecc.) destinati a produrre redditi addizionali rispetto a quelli derivanti dal lavoro esterno; dipende fortemente dalle scelte di consumo / risparmio; NB. non riguarda i beni patrimoniali utilizzati direttamente dalla famiglia (appartamento, automezzi, ecc.) nella gestione caratteristica La gestione finanziaria delle famiglie formata dalle operazioni di negoziazione di credito di prestito (mutui, redito al consumo, ecc.) che fanno sorgere i debiti di finanziamento e dai connessi pagamenti di quote capitale ed interessi.crca di coprire i fabbisogni monetari non coperti per altra via La gestione tributaria della famiglia

consiste nella liquidazione e nel pagamento di vari tipi di imposte, tasse contributi a fronte del diritto di accedere ai beni prodotti dallo Stato. La gestione assicurativa sia sulla vita dei singoli membri sia a copertura di danni particolare alle cose (abitazione, furti, responsabilit civile, ecc.) spesso presente nella gestione familiare. La configurazione dellassetto istituzionale della famiglia In quanto istituto sociale e primario, la famiglia non comporta fondamentali scelte di configurazione dellassetto istituzionale. Tuttavia, alcune scelte critiche riguardano: il regime patrimoniale tra i coniugi (separazione o comunione dei beni) le relazioni economiche con le famiglie di parenti e affini eventuali affidamenti e adozioni la suddivisione del lavoro interno ed esterno le relazioni con coloro che prestano lavoro domestico Le operazioni di organizzazione e di rilevazione delle famiglie Dato il numero di persone componenti la famiglia non si presentano particolari problemi di progettazione organizzativa. Relativamente alle rilevazioni possono essere utili per le scelte economiche ,,,solo in casi rari sono necessari processi e strutture specifici, es: un giornale di cassa sul quale si annotano le entrate e le uscite monetarie, ecc.)

LE COMBINAZIONI ECONOMICHE DEGLI ISTITUTI NON PROFIT


Il ruolo economico degli istituti non profit Nei sistemi economici evoluti una parte rilevante dellattivit economica si svolge in istituti nonprofit. Gli istituti nonprofit sono istituti privati (anche se spesso finanziati anche dallo Stato). NB. Nonprofit non significa che vietato o impossibile realizzare risultati reddituali positivi (profitti); significa invece che vietata la loro distribuzione a favore dei soggetti che la controllano: associati, donatori, amministratori, manager. Un istituto nonprofit nasce quando uno o pi soggetti privati ritengono che sia utile o doveroso che certi insiemi di persone (loro stessi, oppure categorie disagiate, o lintera collettivit) dispongano di beni che gli altri tipi di istituti le famiglie, le imprese, lo stato non offrono nei modi (qualit, prezzi) ritenuti opportuni. Con altra espressione, quando si constata il contemporaneo fallimento delle famiglie, delle imprese private (del mercato) e dello Stato nel garantire certi beni a certe categorie di persone a certe condizioni. agiscono come produttori di beni pubblici per soddisfare la domanda d beni pubblici non coperti dallo stato per prodotti particolarmente critici e complessi da giudicare ex-ante (forte asimmetria informativa), quali ad esempio certe cure mediche, gli utenti possono preferire come fornitore un istituto nonprofit rispetto ad unimpresa privata o allo Stato; perch tutto sotto il controllo diretto del consumatore gli istituti no profit godono di taluni vantaggi normativi e fiscali (lo Stato favorisce il formarsi di istituti nonprofit che con risorse prevalentemente private offrono beni pubblici). La gestione caratteristica degli istituti nonprofit La gestione caratteristica degli istituti nonprofit (INP) molto eterogenea perch gli INP sono di natura molto varia. Si possono distinguere i seguenti casi: INP assimilabili a istituti di produzione (es. sanit, istruzione) nei quali avvengono processi di acquisto - trasformazione - cessione a clienti che pagano corrispettivi assimilabili ai prezzi. Il carattere nonprofit deriva dalla destinazione del risultato reddituale.; INP assimilabili a istituti di produzione e consumo (composti) nei quali i destinatari della produzione sono i membri stessi dellistituto (si pensi ad una associazione culturale che organizza incontri per i suoi associati; coloro che sono membri dellassociazione delegano alcuni di essi alla produzione del bene culturale che viene consumato dagli stessi membri); INP di pura erogazione (enti di beneficenza). In queste prevalgono i processi di trasferimento delle disponibilit finanziarie raccolte rispetto ai processi di trasformazione tecnica. Si pensi al caso Telethon. Si sostanzia in una grande campagna mediatica attraverso la quale si raccolgono La gestione tributaria degli istituti nonprofit E strettamente connessa a quella caratteristica. Lo Stato, infatti, accorda agli INP agevolazioni fiscali sia in termini di minori o nulli carichi fiscali sia in termini di contributi pubblici. La presenza di INP riduce lintervento diretto da parte dello Stato e quindi le agevolazioni fiscali vanno a compensare i costi che altrimenti lo Stato dovrebbe sostenere per la propria presenza diretta. La gestione patrimoniale degli istituti nonprofit Pu essere del tutto trascurabile in diversi INP in quanto difficilmente c un risparmio. Tuttavia alcuni INP godono di importanti patrimoni sia finanziari sia immobiliari. In questi casi la gestione patrimoniale assume grande rilevanza in

quanto capace, se ben gestita, di produrre redditi importanti per lequilibrio economico dellINP.

La gestione finanziaria degli istituti nonprofit Assume caratteri particolari in questi istituti. Lincertezza di redditi costanti infatti limita di molto la loro capacit di assumere debiti di finanziamento che richiedono, come noto, rimborsi tempificati. E strettamente connessa a quella parte della gestione caratteristica che consiste nel fund raising, ossia nella raccolta di contributi non corrispondenti a specifiche prestazioni dellINP. la gestione assicurativa degli istituti nonprofit Assume varia rilevanza in relazione allattivit svolta dagli INP. Si pensi agli INP che svolgono la loro attivit in settori rischiosi quali quello sanitario e ospedaliero, della protezione civile, oppure agli INP proprietari di patrimoni immobiliari di elevato valore artistico. organizzazione degli istituti nonprofit Rispetto allimpresa questa attivit deve tenere conto dei seguenti due fattori: 1) tenere alta la tensione rispetto allefficienza, poich negli INP mancando forti attese di produzione di risultati reddituali; 2) garantire correttezza nei comportamenti al fine di salvaguardare limmagine di affidabilit; se limmagine dellINP si degrada, il fund raising diventa problematico. Le operazioni di rilevazione e informazione degli istituti nonprofit Sono pi complesse rispetto a quelle delle imprese in quando devono rappresentare anche la dimensione sociale degli obiettivi e dei risultati raggiunti. La configurazione dellassetto istituzionale degli istituti nonprofit Rappresenta unattivit particolarmente critica negli INP, soprattutto nei casi nei quali coloro che forniscono contributi non usufruiscono dei servizi erogati. In questo caso nasce lesigenza da parte dei primi di controllare il buon uso delle risorse e diventano problematiche anche le scelte collettive di governo economico. La progettazione degli assetti istituzionali deve tenere presente due finalit: costruire e proteggere limmagine di affidabilit dellistituto; garantire elevati livelli di autonomia.

CAP4
GLI ASSETTI ISTITUZIONALI
Il modello generale per lanalisi dellassetto istituzionale Secondo uno schema di analisi generale ogni istituto visto come un insieme di soggetti, che offrono contributi, e che per tale motivo ricevono ricompense o traggono benefici Nel loro insieme tali soggetti configurano i portatori di interessi Per la vita duratura di un istituto essenziale che si abbia un governo unitario. Il governo dellistituto deve essere unitario in due aspetti: I contributi di tutti i soggetti devono essere combinati secondo un disegno unitario che assicuri la complementariet degllr risorse e dei comportamenti e quindi lefficace perseguimento del bene comune. - La responsabilit delle decisioni ultime deve essere attribuita ad uno ed un solo organo, secondo un principio di unit di comando Cio il governo. Bisogner decidere a quali insiemi di soggetti assegnare il diritto e il dovere di governare Per realizzare un efficace governo di un istituto occorre operare tre insieme di scelte fondamentali: Decidere a quali soggetti assegnare il diritto ed il dovere di governare, direttamente o tramite propri rappresentanti definire il soggetto distituto Esplicitare a quali finalit ed obiettivi debba ispirarsi lazione del soggetto distituto = definire i fini istituzionali Configurare gli organi e i meccanismi di governo che consentano unefficace azione dei soggetti deputati a governare definire la struttura di governo Lassetto istituzionale la configurazione dei portatori di interessi nei confronti dellistituto, dei contributi che tali soggetti forniscono allazienda, delle ricompense e dei benefici che ne ottengono, del soggetto distituto, dei fini istituzionali e delle strutture di governo che regolano in equilibrio dinamico di lungo periodo le relazioni tra i portatori di interessi, i contributi e le ricompense

I SISTEMI DI INTERESSI CONVERGENTI NEGLI ISTITUTI


Lo schema generale lanalisi degli assetti istituzionali consiste nellindividuare i portatori di interesse e vedere che rapporti hanno con listituto. Si pu constatare che attorno a ciascun istituto si configura sempre una vasta gamma di interessi di varia natura: interessi economici, sociali, morali i vari insiemi di interessi sono parzialmente in competizione tra di loro (il pieno soddisfacimento di alcuni pu portare al sacrificio di altri) i contributi provenienti dai vari soggetti sono complementari, ma si possono manifestare anche parziali fungibilit alcune relazioni sono assimilabili e scambi tra specifiche prestazioni reciproche, mentre in altri casi c asimmetria tra ci che il soggetto d e ci che il soggetto riceve (es: destinatari degli interventi di beneficenza) le varie relazioni sono caratterizzate dai rapporti di forza. In particolare nelle relazioni di scambio economico essenziale valutare i rapporti di forza contrattuale che essenzialmente dipendono da: dal grado di concentrazione della domanda e dellofferta, dagli investimenti specifici eventualmente in atto, dallasimmetria informativa tra le parti molte delle attese dei soggetti in gioco sono implicite ossia non dichiarate, ma sottintese ai valori e alle consuetudini in essere. i sistemi di interessi convergenti nellimpresa ciascun raggio dello schema identifica -una classe di soggetti-flussi di contributi -flussi di ricompense- attese reciproche, implicite o esplicite -i tipi di contratti che regolano i rapporti i prestatori di lavoro: conferiscono il loro lavoro qualificabile in termini di tempo, competenze, impegno ed energia, creativit, risultati. In (s)cambio si aspettano dallimpresa una rimunerazione periodica coerente con le rimunerazioni offerte da altre imprese per lavori e risultati analoghi. Limpresa ha nei loro cnfr attese d lealt, obbedienza, sviluppo competenze.. a volte di parla di partecipazione: es: quote su quello che vendi..compensi in base alla qualit del lavoro pi stimolante. i conferenti di capitale di rischio: conferiscono mezzi monetari. Essi hanno diritto agli utili e possono sempre vendere le proprie quote di capitale di rischio. Essi si aspettano: una rimunerazione (a) periodica degli utili conseguiti dalle imprese e (b) un guadagno in conto capitale rappresentato dalla differenza tra quanto conferito e quanto realizzato al momento della cessione delle proprie quote o al momento della liquidazione dellimpresa. incerto..pu esserci utile o perdita. Spesso partecipano (partecipazione) al governo economico dimpresa. Attesa rimun soddisfacente fornitori: apportano allimpresa condizioni di produzione di varia natura secondo una pluralit di condizioni di scambio.. in cambio di una rimunerazione conferenti di capitale di prestito: apportano mezzi monetari che messi a disposizione dellimpresa per un dato periodo di tempo a fronte dellimpegno di rimborso del capitale e di pagamento degli interessi nella misura e nei tempi stabiliti. un rapporto di scambio di denaro le imprese di assicurazione: coprono i rischi particolari delle imprese loro clienti a fronte di premi.scambio. clienti: acquistano i beni prodotti dallimpresa e gestiscono il loro rapporto attraverso le molteplici condizioni dello scambio.(denaro) alleati istituzionali: sono le imprese partner in gruppi di imprese, consorzi, cartelli.. partecipano al governo dellimpresa perch sono alleateeee

i concorrenti: imprese che offrono prodotti analoghi a quelli della ns impresa.. rapporto di concorrenza o cooperazione (es: consorzi per avere una concorrenza temperata per evitare effetti indesiderati..a volte interv lo stato..) lo stato: lo stato produttore ed erogatore di beni pubblici a completamento dellessere precettore di tributi. Lo stato inoltre regola il comportamento delle imprese. Funge da dispensatore di incentivi finanziari ed cliente. Le collettivit locali: instaurano relazioni particolarmente significative con le imprese Soggetto distituto: pu avere differenti soluzioni, di solito sono i conferenti di capitale di rischio e prestatori di lavoro ma anche gli altri possono esserlo.

i sistemi di interessi convergenti nelle famiglie I primari portatori di interessi istituzionali non economici (ma specialmente sociali) in una famiglia sono i membri della famiglia stessa. Il soggetto di istituto padremadre(direttamente) e i figli (indirettamente). (anche i prestatori di lavoro nelle famiglie allargate fanno parte del soggetto distiuto) anche soggetto economico per perch ha anche interessi economici. Le attese economiche consistono nellattuazione di consumi. Il fine immediato dei consumi direttamente connesso a quello del conseguimento di redditi di lavoro e di gestione patrimoniale atti coprire i consumi e i tributi e da consentire un risparmio da destinare allincremento del patrimonio di reddito. La formazione di risparmio un indicatore significativo del soddisfacimento dei bisogni economici della famiglia. Speciali relazioni tra istituti si hanno quando i membri della famiglia stessa sono prestatori di lavoro o conferenti di capitale. i sistemi di interessi convergenti nello stato

Nel caso dello stato i portatori primari di interessi attivi sono i cittadini che si aspettano di poter disporre di beni pubblici per soddisfare i loro bisogni. Lo stato si aspetta che tutti i cittadini contribuiscano alla copertura dei costi di produzione dei beni pubblici secondo le norme del sistema tributario. Tra lo stato e i cittadini si instaurano importanti relazioni economiche anche per ci che riguarda i conferenti di capitale di prestito e debito pubblico per coprire i propri deficit Soggetto distituto: i cittadini+prestatori di lavoro

i sistemi di interessi convergenti negli ist nonprofit gli istituti nonprofit sentono il bisogno di tutelare qualcosa e la collettivit valuta positivamente questi interventi. Lo stato apprezza e fornisce contributi in varie forme. Anche i cittadini vicini alle finalit dellistituto nonprofit contribuiscono sia con mezzi monetari che con lavoro volontario. Soggetto distituto: il soggetto non si appropria in questo caso dei risultati residuali, ha diritto-dovere di governare. Di solito sono i fornitori di contributi che non ottengono ricompene o benefici diretti.

LINTEGRAZIONE DEI CONTRIBUTI: IL SOGGETTO ECONOMICO


lintegrazione dinamica dei contributi come condizione di economicit Lintegrazione tra i diversi portatori di interessi condizione NECessaria per garantire agli istituti una vita economica duratura (lunga vita istituto). Tra tutti i soggetti si devono instaurare relazioni di cooperazione.solo cos i contributi di tutti produrranno ricompense adeguate per tutti i portatori di interessi. Lintegrazione dinamica dei contributi una condizione di economicit. E una condizione che non si attua spontaneamente. Lintegrazione dinamica dei contributi dei vari soggetti si caratterizza per: (schema concettuale generale) vantaggi ottenibili dallintegrazione armonica e dinamica di tutti i soggetti, dei loro contributi e ricompense nel caso in cui vi siano tre i soggetti relazioni di fiducia e cooperazione e sanno che i risultati ottenuti saranno equamente ripartiti in base ai contenuti ( no comportamenti opportunisticiqs produce una diminuizione dei costi aziendali e incrementi dei valori degli output oltre che solide basi per il futuro) bassi costi di transazione con i soggetti esterni; bassi costi di coordinamento interno; bassi prezzi-costo degli input; ( i conferenti di contributi effettuano volentieri investimenti specifici) migliore qualit, personalizzazione e flessibilit degli input; elevato impegno di tutti i soggetti; maggiore soddisfazione dei bisogni di socialit; processi di apprendimento collettivo ostacoli allintegrazione (Lintegrazione tra i soggetti presenta anche ostacoli e leve per realizzarla) obiettivi differenti in merito alla combinazione ottimale di risorse, competenze e attivit; ( la specializzazione fa si che ci siano i contributi di una pluralit di soggetti ciascuno con proprie risorse, competenze, idee e magari poca adesione quindi al disegno complessivo) i soggetti sono in competizione per ottenere le rimunerazioni; si opera in di informazione incompleta e incertezza per il futuro ; molti dei risultati ottenuti sono frutto di un lavoro congiunto, per cui difficile decidere a chi attribuire i risultati residuali; I vari soggetti hanno diverse propensioni al rischio leve per lintegrazione: definizione degli organi massimi di governo; definizione dei soggetti cui attribuire i risultati residuali(ci che rimane dopo aver dato le rimunerazioni in base ai contributi) progettazione attenta dellassetto organizzativo x guidare il comportamento delle persone nellistituto messa in atto di meccanismi di integrazione con soggetti esterni allistituto il soggetto distituto, il soggetto economico e i fini istituzionali In linea di principio, tutti i portatori di interessi dovrebbero partecipare al governo dellistituto. Tuttavia ci determinerebbe: elevati costi di governo, e complessit organizzativa; qualit e tempi delle decisioni inadeguati alla vita dellistituto; mancato riconoscimento della maggiore criticit di alcuni contributi Per tale motivo, una o poche categorie di portatori di interessi partecipano direttamente al governo dellistituto (il soggetto distituto), mentre le altre categorie partecipano attraverso meccanismi indiretti di rappresentanza/controllo Al soggetto distituto fanno capo due insiemi fondamentali di diritti-doveri: il diritto-dovere di governare, ossia di guidare listituto e di prendere le decisioni ultime; il diritto di godere dei risultati residuali positivi, e di farsi carico degli eventuali risultati residuali negativi. il soggetto distituto si assume i rischi generali e deve essere scelto in modo da massimizzare la probabilit che listituto perduri nel tempo autonomamente

I fini istituzionali coincidono con le attese primarie delle persone che compongono il soggetto distituto. Si denominano anche interessi istituzionali Gli interessi degli altri soggetti sono interessi non istituzionali In tutti gli istituti convergono interessi sia economici sia non economici Si configurano pertanto quattro classi di interessi convergenti negli istituti: Interessi istituzionali economici Interessi istituzionali non economici Interessi non istituzionali economici Interessi non istituzionali non economici Linsieme dei portatori di interessi istituzionali (economici e non economici) forma il soggetto distituto Linsieme dei portatori di interessi istituzionali economici forma il soggetto economico Il soggetto distituto la societ umana che lo identifica (insieme delle persone che si associano per realizzare un bene comune)

le prerogative ed i principi di governo economico Il soggetto economico (che di regola coincide con il soggetto distituto) esercita le prerogative di governo economico Le prerogative di governo economico consistono nel diritto-dovere di: fissare gli obiettivi, le strategie e le politiche dellistituto scegliere i soggetti che contribuiranno alla vita economica dellistituto (e stipulare con questi patti e contratti) progettare e mettere in atto le strutture di governo e di controllo sorvegliare il funzionamento dellistituto Il governo economico deve ispirarsi ad alcuni principi generali: economicit (o vita duratura economica), ossia la capacit dellistituto di svolgersi in autonomia economica, senza il ricorso sistematico a coperture di perdite a parte di altre economie contemperamento degli interessi, ossia ladozione di strutture e processi, e soprattutto atteggiamenti e comportamenti, ispirati alla logica della partecipazione e del confronto le strutture di governo economico Quando il soggetto di istituto ed il soggetto economico sono formati da molte persone, si rende necessario configurare strutture e meccanismi che rappresentino adeguatamente tutti gli interessi, e diano luogo a processi decisionali efficienti Nellipotesi che il soggetto economico coincida con una sola categoria di portatori di interessi si avr una struttura di governo economico basata essenzialmente su 3 organi: lassemblea dei membri del soggetto economico quale organo supremo di indirizzo generale e di nomina sia dei membri dellorgano decisionale di governo economico, sia dellorgano di controllo lorgano decisionale di governo economico, composto da una o poche persone con specifiche competenze tecniche e manageriali, che configura e indirizza lattivit della struttura organizzativa un organo di controllo che verifica loperato dellorgano decisionale

GLI ASSETTI DI GOVERNO NEGLI ISTITUTI


lassetto di governo delle famiglie sono membri del soggetto distituto (come anche del soggetto economico) della famiglia tutte le persone che la compongono gli interessi economici di persone di altre famiglie (con rapporti di parentela) devono considerarsi non istituzionali, a meno che non si configuri un gruppo economico di aziende familiari Il governo economico dellazienda familiare comporta un articolato insieme di decisioni complesse poich implicano significati non solo economici (ripartizione del lavoro tra soggetti, lavoro interno/esterno, livelli di consumo e di risparmio, modalit di impiego del risparmio, eredit e donazioni etc.) Le prerogative di governo economico spettano a tutte le persone della famiglia in funzione di et, esperienza e competenza Spesso il governo economico delegato al capofamiglia, anche se molte decisioni avvengono in forma collegiale Non sempre il contemperamento degli interessi risulta agevole

lassetto di governo delle imprese Differenti imprese richiedono differenti assetti di governo Differenti assetti di governo attribuiscono rilevanza a differenti categorie di portatori di interessi la nostra ipotesi di riferimento quella dellimpresa nella quale il soggetto distituto ed il soggetto economico sono formati dallinsieme dei conferenti di capitale di rischio e dei prestatori di lavoro nel mondo occidentale la grande maggioranza delle imprese configurata secondo il modello capitalistico, anche se: la forma e la sostanza non sempre coincidono alcuni ordinamenti (es. Germania) prevedono esplicitamente la partecipazione dei prestatori di lavoro nel governo dellimpresa la disciplina della Societ Europea prevede modalit di partecipazione dei prestatori di lavoro in alcune scelte di governo delle imprese Qualunque sia la scelta sulla struttura di governo, alcuni temi hanno svolgimento uniforme in tutte le imprese: il fine immediato delle imprese rappresentato dalla produzione di rimunerazioni e di altre connesse condizioni per i membri del soggetto economico le prerogative di governo economico nelle imprese riguardano: scelte di assetto istituzionale (organi di governo e loro struttura; scelte di fusioni, scorpori, concentrazioni, accordi; relazioni interaziendali etc.) scelte di configurazione delle combinazioni produttive (oggetto sociale, dimensione, diversificazione, integrazione, internazionalizzazione etc.) scelte di assetto tecnico, assetto organizzativo, organismo personale il soggetto economico unico e unitario il principio generaledi governo quello del contemperamento degli interessi il soggetto economico improprio nella realt accade spesso che linsieme delle persone che dovrebbero esercitare il governo economico (il soggetto economico) non coincide con linsieme di persone che di fatto esercitano il governo economico. I casi pi frequenti nelle imprese sono: il governo esercitato da insiemi di persone che non rappresentano lintero soggetto economico, ma solo una parte di esso (es. azionisti di controllo trascurando quelli di minoranza) Il governo esercitato da insiemi di persone che non fanno parte del soggetto economico (es. esponenti politici che vogliono interferire nelle strategie di unimpresa) nei casi precedenti si parla di soggetto economico improprio si tratta di una situazione potenzialmente pericolosa per limpresa, e certamente iniqua lassetto di governo dello stato Lo Stato si articola in complesse strutture di istituti pubblici, tra cui hanno particolare rilievo le articolazioni territoriali: Stato, Regioni, Province, Comuni Lordine economico di tali istituti definito azienda composta pubblica Sono membri dellistituto e portatori di interessi istituzionali tutti i cittadini membri dello Stato sono membri del soggetto economico tutti i membri della collettivit e coloro che prestano lavoro nelle aziende composte pubbliche I fini economici istituzionali delle aziende composte pubbliche sono: Il soddisfacimento dei bisogni pubblici di tutti i membri della collettivit La rimumerazione del lavoro dei prestatori di lavoro il governo economico si esercita in via indiretta per mezzo di organi collegiali i cui membri sono scelti tramite elezione (ruolo politico) La distinzione e lintegrazione di ruoli politici e ruoli economici si attua A livello di struttura complessiva dellamministrazione pubblica A livello di singoli istituti dellamministrazione pubblica lassetto di governo degli istituti non profit negli istituti nonprofit il soggetto distituto pu far capo a tre categorie di soggetti: Gli associati delle associazioni chiuse ed aperte I donatori privati e pubblici I prestatori di lavoro Sono interessi istituzionali economici: Le attese di soddisfacimento dei bisogni comuni degli associati Le attese di rimunerazione dei prestatori di lavoro non volontario Sono interessi istituzionali non economici quelli dei donatori In definitiva, negli istituti nonprofit linsieme delle persone che compone il soggetto distituto pu essere notevolmente diverso (molto pi ampio) rispetto a quello che compone il soggetto economico

CAP5
LECONOMICITA ECONOMICITA COME PRINCIPIO E COME OBIETTIVO
equilibrio istituzionale Si ha equilibrio istituzionale quando tutti i membri del soggetto di istituto: condividono i valori e gli obiettivi che ispirano la vita dellistituto, le sue strutture e modalit di governo, le logiche organizzative; ricevono ricompense e benefici giudicati equi rispetto ai contributi forniti. Lequilibrio istituzionale di lungo periodo ed caratterizzato da: curabilit-continuit (le persone che partecipano alla vita degli istituti si attendono che listituto perduri nel tempo; gli istituti nel tempo accumulano patrimoni di relazioni e di competenze che sono relativamente indipendenti dalle persone) autonomia (libert di scegliere i propri fini e le proprie modalit di governo) equilibrio istituzionale e equilibrio economico Si ha equilibrio economico, ossia economicit, quando listituto nel suo insieme in grado di attrarre risorse sufficienti per remunerare tutte le condizioni di produzione e di consumo utilizzate per svolgere le proprie combinazioni economiche Equilibrio istituzionale ed equilibrio economico sono interconnessi, ma non sincroni. In quanto condizione di vita degli istituti, leconomicit contemporaneamente un principio ed un obiettivo fondamentale di buon governo degli istituti. durabilit e autonomia DURABILITA Lazienda, ordine economico di istituto, deve svolgersi secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da consentire di durare nel tempo in un ambiente mutevole. La continuit e lo sviluppo di un istituto hanno un valore per i suoi membri attuali, per i suoi membri futuri e per la collettivit in generale. AUTONOMIA Si verifica quando unazienda non ricorre sistematicamente a interventi di sostegno o di copertura delle perdite da parte di altri istituti. Le coperture di perdite e gli interventi di sostegno realizzati anche per via indiretta, (esenzione fiscale, manovre di debito pubblico) sono tutte soluzioni precarie.

economicit come perseguimento di fini e condizioni Il principio di economicit si declina in due forme complementari: 1)perseguimento di fini economici istituzionali imprese: rimunerazioni monetarie e di altra specie per i prestatori di lavoro e per i conferenti di capitale di rischio; famiglie: appagamento dei bisogni delle persone che le compongono; stato: appagamento dei bisogni di beni pubblici dei cittadini e remunerazione dei prestatori di lavoro; istituti nonprofit: appagamento dei bisogni di varie categorie di associati e fruitori e remunerazione dei prestatori di lavoro. 2 rispetto simultaneo di un insieme di condizioni di svolgimento dellattivit economica. Nelle imprese tale principio si declina in quattro condizioni fondamentali da rispettare: equilibrio reddituale efficienza e flessibilit congruit delle remunerazioni equilibrio monetario

ECONOMICITA DELLE IMPRESE


equilibrio reddituale Lequilibrio reddituale (equilibrio tra componenti positivi e negativi di reddito) esprime lattitudine della gestione di rimunerare, con i componenti positivi di reddito, alle condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi compresi il capitale di prestito ed il capitale di rischio. Esso deve essere valutato in funzione: del tempo di riferimento (di breve o di lungo periodo) delloggetto di riferimento (azienda equilibrio aziendale oppure gruppo aziendale equilibrio superaziendale) efficienza e flessibilit Non si ha economicit senza il mantenimento di un livello accettabile di efficienza, espressa in termini di rendimento fisicotecnico dei processi produttivi. Solo in condizioni particolari e temporanee le inefficienze possono essere trasferite allesterno, senza danneggiare lequilibrio reddituale dellazienda (es.monopolio), ma penalizzando altre aziende. In generale, per efficienza sintende la relazione che intercorre tra risultati conseguiti e mezzi impiegati e viene riferito a sfere operative diverse. Una particolare espressione dellefficienza sono i rendimenti fisico-tecnici. Lazienda in economicit quella che ricerca anche flessibilit, ossia la predisposizione di strutture e di combinazioni produttive efficienti in grado di adeguarsi prontamente allambiente.

congruit delle remunerazioniI Non si ha economicit senza congruit dei prezzi-costi sostenuti e dei prezzi-ricavi conseguiti e, in particolare, congruit delle rimunerazioni del capitale-risparmio e del lavoro. In aziende in cui tale congruit non viene rispettata, leconomicit aziendale viene perseguita grazie anche al concorso ed a scapito di altre aziende familiari o di altre aziende di produzione. Il giudizio di adeguatezza o di congruit dei prezzi-costo e dei prezzi-ricavo comporta un esame delle condizioni di ambiente che caratterizzano i diversi mercati in cui le imprese operano. equilibrio monetario leconomicit strettamente correlata al conseguimento dellequilibrio monetario, ossia alla capacit di far fronte agli impegni di pagamento. La diversa manifestazione temporale di costi e ricavi e dei relativi flussi monetari si traduce in fabbisogno finanziario. Compito della gestione finanziaria ricercare la copertura di tale fabbisogno. La gestione finanziaria gioca cos da cuscinetto tra la dinamica reddituale e la dinamica monetaria, compensando i periodi in cui si determinano squilibri monetari con quelli in cui si manifestano eccedenze di cassa. massimizzazione del profitto Il principio di economicit non si identifica con il criterio della massimizzazione del profitto. Il principio di economicit non si identifica con un criterio massimizzante, limitato e rivolto esclusivamente ad una classe di soggetti, quali i conferenti di capitale proprio. Esso si traduce nel rispetto simultaneo delle condizioni favorevoli al mantenimento e allo sviluppo dellazienda, intesa come mezzo per conseguire i complessi fini di istituto.

ECONOMICITA DELLE FAMIGLIE


Nella azienda familiare leconomicit viene conseguita se la produzione di redditi da lavoro e da gestione patrimoniale (al netto dei tributi da corrispondere allo Stato) consente i consumi in misura adeguata alla posizione sociale e al progresso del tenore di vita della famiglia. Questa produzione di redditi dovrebbe anche generare un risparmio in grado di alimentare un conveniente patrimonio. Lequilibrio monetario pu giocare un ruolo importante, anche se si risolve molto spesso con la creazione di un fondo di mezzi liquidi sufficiente a fronteggiare le uscite monetarie concentrate in dati periodi dellanno.

ECONOMICITA DELLO STATO E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE


Si ha economicit dello Stato e degli Istituti della P.A. se si realizzano i fini e si rispettano le condizioni seguenti: la produzione e il consumo di beni pubblici soddisfacenti per il funzionamento e lo sviluppo sociale ed economico di una collettivit; la corresponsione di rimunerazioni adeguate ai collaboratori e ai finanziatori; lelevata efficienza delle combinazioni economiche realizzata mediante ladozione di tecniche progredite di gestione, di organizzazione e di rilevazione; limposizione di tributi che siano ripartiti secondo criteri di equit condivisi dalla collettivit; lattuazione di una gestione patrimoniale che produca redditi convenienti; la realizzazione di un risultato sintetico di risparmio o unndisavanzo contenuto.

ECONOMICITA DEGLI ISTITUTI NONPROFIT


In molte classi di istituti nonprofit solo una parte limitata dei costi coperta da ricavi provenienti da cessione di beni a terzi; lequilibrio reddituale si realizza facendo conto su elargizioni volontarie, donazioni, lasciti, ecc., provenienti prevalentemente da soggetti privati ma anche da enti pubblici. Lo snodo critico in materia rappresentato dalla stabilit nel tempo di tali flussi di contributi. Il difficile equilibrio reddituale rende fragile anche lequilibrio monetario e linsieme di queste condizioni mette a repentaglio la vita dellistituto o la sua autonomia. In particolare, ogni crisi reddituale o monetaria pu diventarennloccasione per il formarsi di soggetti economici impropri o per lalterarsi della natura privatistica dellistituto nonprofit. In molti istituti nonprofit si presentano problematiche complesse con riguardo alla valutazione dellefficienza e alla valutazione del grado di soddisfazione degli utenti. Il divieto di distribuire i risultati reddituali riduce la tensione allanminimizzazione dei costi; ci particolarmente vero quando listituto nonprofit governato da persone che non sono contemporaneamente i finanziatori o gli utenti. Gli istituti nonprofit mostrano una notevole inerzia nel rispondere alla crescente domanda di beni da loro offerti; ci si spiega, oltre che per la mancanza di incentivi connessi al profitto, per le difficolt strutturali nella raccolta di risorse finanziarie. La ricerca di nuove donazioni da parte di un istituto nonprofit equivale ad una campagna di promozione del proprio prodotto.

CAP7
ANALISI DELLECONOMICITA E DEL CAPITALE EONOMICO
LE sintesi di bilancio e gli equilibri delle aziende di produzione il bilancio di fine esercizio oltre ad essere obbligatorio per legge per tutelare gli interessi di quanti entrano in contatto o rapporto con lazienda ma Le sintesi di bilancio permettono di conoscere lo stato di salute dellazienda di esprimere giudizi su: la capacit dellazienda di rispettare il principio di economicit; quali sono le condizioni che potranno favorire leconomicit futura. Per rendere pi efficace la lettura e lanalisi delle sintesi di bilancio si utilizzano due tecniche: (si riscrive il bilancio in modo da evidenziare meglio gli elementi utili e raggrupparli in modo intelligente , non solo storico)

1. la riclassificazione; 2. la costruzione di indici o quozienti sintetici.

1) riclassificazione
La riclassificazione delle sintesi di bilancio consiste nel riesporre le voci e i valori in esse contenute in un ordine diverso, con lobiettivo di ottenere informazioni ulteriori rispetto a quelle offerte dagli schemi originari. La riclassificazione delle voci segue criteri diversi per il conto economico e per lo stato patrimoniale. CONTO ECONOMICO Criterio a ricavi e costo del venduto STATO PATRIMONIALE Criterio finanziario

riclassificazione del conto economico a ricavi e costo del venduto La classificazione delle operazioni di gestione presentata nel capitolo 3 utile a questo scopo. Le diverse gestioni costituiscono le fonti primarie dalle quali scaturiscono i flussi redditualidalla cui analisi possibile formulare un giudizio sulla potenzialit di reddito dellimpresa .La riclassificazione del conto economico secondo il criterio a ricavi e costo del venduto volta a mettere in luce il contributo delle singole gestioni alla formazione del risultato reddituale finale (reddito netto).

i risultati REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA Risultato della gestione caratteristica REDDITO OPERATIVO Risultato della gestione caratteristica + Risultato della gestione patrimoniale REDDITO OPERATIVO Risultato della gestione caratteristica + Risultato della gestione patrimoniale + Risultato della gestione finanziaria una sintesi La riclassificazione del conto economico secondo il criterio a ricavi e costo del venduto consente di: capire i fenomeni che hanno determinato la formazione del risultato reddituale: in particolare i contributi delle singole gestioni; avere informazioni utili per laccertamento della capacit di reddito tendenziale; esprimere giudizi sullequilibrio reddituale e quindi sulleconomicit dellazienda in funzionamento. AZIENDA A: decisivo il contributo della gestione caratteristica. AZIENDA B: il ROGC in gran parte assorbito dagli oneri della gestione finanziaria. AZIENDA C: il risultato reddituale Netto deriva principalmente dalla gestione patrimoniale e da componenti straordinari.

Buona capacit di
reddito tendenziale eccessivo ricorso alla gestione finanziaria

Giudizio negativo circa la capacit di reddito tendenziale

riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario La riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario volta a mettere in luce la solvibilit a breve e a lungo termine dellimpresa. Per classificare le voci dello stato patrimoniale si utilizza: per le voci dellattivo(corrente o fisso) il criterio della liquidit (=attitudine a trasformarsi in tempi pi o meno brevi i mezzi monetari senza danneggiare la gestione operativa) per le voci del passivo e del capitale netto. Si usa il criterio della scadenza (=termine entro il quale si deve fare fronte agli impegni) attivo corrente composto da - liquidit immediate(fond liquidi dellazienda o tenuti presso banche o titoli di stato) - liquidit differite (crediti di regolamento che si realizzano entro il periodo di un anno) - disponibilit (rappresentate dalle varie classi di rimanenzematerie primesemilavorati..prodotti finiti) attivo fisso composto da: - immobilizzazioni finanziarie (crediti esigibili oltre lanno, , partecipazioni e crediti di finanziamento) - immobilizzazioni materiali nette ( espresse in valore contabile residuo=al netto dei fondi di ammortamentocomprende tutti i bini pruliennaliimpianti..) - immobilizzazioni immateriali nette (costi brevetttimarchispese gi sostenute che hanno utilit anche negli esercizi futuri) passivo e del capitale netto comprende: - passivo corrente ( debiti con scadenza inferiore allanno) - passivo consolidato ( debiti con scadenza oltre lanno e fondo di trattamento di fine rapporto

capitale netto o capitale proprio ( capitale sociale, utile dellesercizio..)

la differenza tra attivo corrente e passivo corrente evidenzia il capitale circolante netto che un indiatorew di equilibrio monetario in quanto mette in correlazione investimenti e fonti che esercitano un influsso sulla dinamica monetaria dellanno successivo. Da uno stato patrimoniale riclassificato si possono trarre 3 TIPI DI GIUDIZI: 1) composizione e struttura degli impieghi 2) composzione e struttura delle fonti di finanziamento e consente di apprezzare il rischio finanziario che non determinato solo dai debilti rispetto ai mezzi propri 3) Equilibrio strutturale tra natura e variabilit delle fonti e natura e variabilit degli investimenti. Sintesi riclassificazione stato patrimoniale

i flussi di cassa Il bilancio non esplicita i movimenti monetari manifestatisi nellesercizio. Il rendiconto delle variazioni dei mezzi monetari il documento che permette di mettere in evidenza la dinamica monetaria, dunque di esprimere giudizi circa lEQUILIBRIO MONETARIO dellimpresa. La costruzione di tale documento si effettua partendo dal reddito netto e procedendo a ritroso. Al reddito netto di esercizio vanno sommati algebricamente: i valori che non hanno determinato movimenti monetari; le variazioni di capitale circolante netto (sottraendo le variazioni positive e sommando quelle negative); gli investimenti e le variazioni di capitale proprio e di passivit consolidate. I flussi di cassa: schema di costruzione i flussi di cassa, schema di sintesi

2) indici di bilancio, natura, obbiettivi


oltre allequilibrio reddituale e lequilibrio patrimoniale utile valutare lequilibrio monetario. Sulla base del reddito. Il reddito il risulatato di una serie di misurazioni e di alcune convenzioni adottate nel momento della rilevazioni dei valori derivanti dalle operazioni di scambio. Si inseriscono nelle rilevazioni di reddito - componenti negative di reddito=uscite monetarie - si adotta il criterio di variazione numerariamettendo i ricavi quando si emette la fattura (quando si ha il credito, non quando si ha lentrata di monetastessa cosa x i costi) - si valutano le rimanenze di esercizio - tutto ci nasconde una dinamica monetaria di pagamenti e riscossioni. per risalire dal reddito netto alla sintesi delle variazioni monetarie si segue un procedimento a ritroso. Si somma al reddito con segno opposto quei valori che non hanno determinato movimenti di moneta e credito (come lammortamento). Tle valore ( reddito netto pi ammortamenti e accantonamenti) denominato utile spendibile, esprime la generazione di un flusso che non pu dirsi ancora monetario, ma potenziale monetario che che diventa effettivo solo se nel periodo non si sono manifestate variazioni nette della consistenza dei crediti e e dei debiti di regolamento e del valore delle rimanenz, vale a dire del valore di capitale circolante netto operativo.. se nel periodo il capitale circolante netto cresciuto ( i crediti di regolamento e le rimanenze sono aumentati e i debiti di regolamento si sono contratti,) vuol dire che una parte d tale flusso stat assorbita da questo circolante e che quindi il flusso monetario risulta minore. Se il capotale circolante invece diminuisce il flusso i trasforma in un flusso monetari ancora pi elevato Gli indici di bilancio costituiscono il completamento delle riclassificazioni delle sintesi di bilancio per formulare giudizi sulleconomicit della gestione dellazienda in funzionamento, poich sono quozienti che hanno la capacit di sintetizzare e quantificare fenomeni complessi. Gli indici intendono analizzare tre fenomeni: la redditivit; ossia il rapporto tra una configurazione di reddito e unaltra grandezza a questa correlata la solidit patrimoniale come espressione della solvibilit a lungo termine dellimpresa, cio la capacit di far fronte agli impegni nel medio e nel lungo periodo la liquidit; come indicatore della solvibilit a breve, cio della capacit di far fronte momento per momento ai pagamenti

gli indici di redditivit Gli indici di redditivit misurano la capacit dellazienda di produrre reddito, e quindi di remunerare adeguatamente tutte le condizioni di produzione. I principali indici di redditivit sono: ROE (Return on Equity), che esprime la redditivit del capitale proprio; ROA (Return on Assets), che esprime la reddivit della gestione operativa. ROS (Return on Sales), che esprime il grado di convenienza economica delle vendite effettuate nellesercizio. ROE: Il ROE misura il rendimento del capitale netto, ovvero lincremento potenziale del capitale netto nel periodo, prima delleventuale decisione di distribuire utili. ROE = Reddito Netto / Capitale Netto = RN / CN fattori determinanti del ROE sono: la redditivit operativa (ROA). Il ROA misura la redditivit della gestione operativa, cio il rendimento degli investimenti effettuati nelle attivit produttrici di reddito. ROA = Reddito Operativo / Attivo Netto = RO / AN il rapporto di indebitamento (RI); lincidenza del reddito netto sul reddito operativo (TI);

MI RIFIUTO!!!!!!!!!!!!!!!!

CAP9
LA STRUTTURA DELLAZIENDA, LAMBIENTE ECONOMICO, IL SISTEMA COMPETITIVO. IL SISTEMA DELLE SCELTE E LA STRUTTURA DELLE AZIENDE
lazienda come sistema decisionale Lazienda pu essere osservata come un sistema decisionale (quali decisioni vengono prese, da chi, quali tempi e sequenze, quali logiche e procedure) Lesigenza di decidere dettata dal continuo dinamismo interno ed esterno allimpresa. La qualit del governo strategico coincide con la qualit delle decisioni prese. Le decisioni in campo economico: sono soggette al vincolo di scarsit delle risorse. Il vincolo delle risorse scarse pu essere visto come un gioco a somma 0 impongono attente e rigorose analisi di convenienza economica comparata che possono essere svolte ricorrendo a modelli di analisi economica per le decisioni sono adottate in condizioni di incertezza e, dunque, comportano rischi sono intenzionalmente razionali, ma soggette a limiti di razionalit (condizioni di razionalit limitata) e di rischi di ritualizzazione producono conseguenze pi o meno ampie e stabili sulle condizioni di futuro svolgimento dellimpresa sono effettuate seguendo 2 principi: 1) bisogna compiere scelte con flessibilit (capacit di adattamento ai futuri incerti scenari) 2) rinnovare le basi per il futuro 3) la struttura dellazienda come frutto di scelte aziendali le classi di scelte del governo strategico - scelte di configurazione del sistema di prodotto col quale presentarsi ai mercati per suscitare domanda, e fronteggiare i concorrenti - scelte di dimensionamento della capacit produttiva - scelt es di estensione interfunzionale e scelte di estensione verticale(qo)uali att svolgere allint e quali fare svolgere ad altri soggetti) scelte di estensione orizzontale (pi bisness, pi combinazioni prodotto mercato) - scelte di gestione patrimoniale, finanziaria, tributaria - scelte di formazione e sviluppo del patrimonio - scelte relative allassetto organizzativo e allorganismo personale - scelte di assetto istituzionale le 5 macrovariabili: - assetto istituzionale - configurazione delle combinazioni economiche - organismo personale - assetto organizzativo assetto istituzionale: configurazione dei portatori di interesse, dei contributi che questi forniscono allazienda configurazione combinazioni economiche: assetto complessivo delle attivit svolte dallazienda attraverso i suoi membri o prestatori di lavoro patrimonio: formato dalle varie clasi di condizioni produttive materiali e immateriali utilizzate dallistituto per svolgere la propria attivit economica (riscorse monetarie, materiali e immateriali) organismo personale: insieme delle persone che prestano il loro lavoro nellistituto assetto organizzativo: la macrovariabile che definisce la struttra interna e le modalit di svolgimento dei procesi aziendali. Esso risulta dalla configurazione di 3 variabili:

1. 2. 3. 4.

struttura organizzativa distribuzione del potere sistemi operativi decisioni aziendali

Le cinque macrovariabili che compongono il modello sono tra loro collegate da relazioni di interdipendenza e complementariet (coerenza interna): ogni configurazione complessiva ha una propria coerenza interna la variazione di una macrovariabile produce effetti sulle altre componenti del modello ogni intervento di riprogettazione di una macrovariabile pu richiedere adattamenti nelle altre componenti per assicurare nuova coerenza Le cinque macrovariabili sono fortemente influenzate dallambiente nel quale lazienda opera (coerenza esterna) l uniterat degli istituti e del loro governo Ogni istituto una realt unitaria e unitario deve essere il suo governo economico (principio della unitariet del governo economico: tutte le decisioni devono comporsi in un disegno unitario e coerente) Lunitariet del governo economico realizzata con la formulazione e la realizzazione di una strategia aziendale. La strategia aziendale unifica le politiche delle singole aree funzionali. La strategia aziendale si compone di due elementi fondamentali: lorientamento strategico di fondo (OSF) linsieme di idee-guida, di valori e di atteggiamenti che definiscono lidentit, effettiva o ricercata, dellimpresa: che cosa limpresa fa o vuol fare, come e perch fare impresa <8filosofia gestionale e organizzativa). In quali aree competitive limpresa vuole operare, in che modo intende affrontare la concorrenza, quali decisioni strategiche sul piano finanziario..tecnologicodi marketing gli indirizzi strategici in cui lOSF si concretizza( sono rappresentati da scelte strategiche che definiscono in quali arene competitive lazienda intende operare e in che modo intende affrontare la concorrenza, come intende gestire gli attori istituzionali, quali decisioni strategiche prender a livello finanziario, tecnologico, di marketing e cos via ) l uniterat delle combinazioni economiche I caratteri di unitariet delle combinazioni economiche sono: complementariet, che si manifesta tra: fattori produttivi, ad es.: il lavoro complementare allimpiego di impianti nella attivit di trasformazione fisico tecnica insiemi di operazioni, ad es.: le attivit di vendita sono complementari a quelle di trasformazione per lo svolgimento delle combinazioni economiche fungibilit, che si manifesta tra: differenti fattori produttivi, ad es.: nellambito di uno stesso processo di trasformazione fisico tecnica, lavoro e impianti possono essere tra loro fungibili classi di operazioni, ad es.: linvestimento nella qualit pu ridurre lincidenza di attivit di assistenza post-vendita comunanza: uno stesso fattore di produzione o un insieme di operazioni concorrono ad ottenere pi risultati, ad es.: un impianto di produzione pu essere comune a pi linee di produttive congiunzione: da uno stesso processo produttivo escono contemporaneamente e necessariamente pi risultati, detti risultati congiunti, ad. es. processo di distillazione del petrolio uniformit dei fattori di produzione, dei processi produttivi e dei prodotti, che si manifesta nei fenomeni di: standardizzazione, ad es. standardizzazione dei prodotti fabbricati uniformazione, la standardizzazione non riguarda pi una singola azienda, ma tutte le aziende che adottano standard comuni per svolgere certe attivit, ad es. recepimento di norme relative a pesi e misure da adottare nelle attivit di fabbricazione di certi prodotti come la bulloneria modularit, progettazione di componenti (moduli) che possono concorre alla produzione di differenti prodotti complessi, ad es. i pianali delle automobili sono spesso utilizzati per diversi modelli - interdipendenza tra unit che compongono lazienda (organi e persone). Linterdipendenza analizza in termini organizzativi i precedenti caratteri di unitariet delle combinazioni economiche. Tanto pi forti sono questi caratteri, tanto pi elevata sar linterdipendenza tra unit, ad es. lesistenza di un impianto comune a pi processi di fabbricazione richieder una forte interdipendenza tra le unit delle diverse linee produttive, ma anche con quelle che si occupano della vendita dei singoli prodotti

LAMBIENTE ECONOMICO
lambiente economico e non economico l mbiente di un istituto linsieme di condizioni e di fenomeni esterni allo stesso che ne influenzano la struttura e la dinamica Lambiente economico lordine economico dellambiente e si compone di: mercati, insiemi omogenei di negoziazioni di beni privati, di rischi particolari e di credito di prestito strutture di domanda e di offerta di lavoro, di capitale proprio, di beni pubblici settori, insiemi di aziende con combinazioni economiche simili ed operanti negli stessi mercati e nelle stesse strutture di domanda e di offerta politiche economiche, monetarie, finanziarie Lambiente non economico rilevante per la struttura e la dinamica delle aziende composto da fenomeni e condizioni quali: sistemi dei valori e cultura caratterizzanti la collettivit sociale di riferimento normativa giuridica nazionale ed internazionale stato e dinamica delle scienze, tecnologie e tecniche infrastrutture configurazione fisica e climatica del territorio bisogna definire i confini dellazienda rispetto allambiente Per lindividuazione dei confini tra ambiente e istituto si possono impiegare due criteri: della struttura giuridica formale, ossia gli elementi della struttura aziendale che la normativa vigente indica come campo dazione degli organi di governo economico della singola azienda dellinfluenza =fin dove si estende linfluenza degli organi di governo economico dellazienda Ambienti di insiemi di aziende = la definizione di ambiente pu essere articolata non solo per lazienda, ma anche per insiemi di aziende come gruppi economici o aggregati interaziendali Lambiente aziendale pu essere scomposto in sottoambienti rilevanti I confini dellazienda sono modificabili e la loro estensione oggetto delle scelte di governo economico i mercati: non un luogo fisico. il mercato un complesso dinamico di negoziazioni che hanno per oggetto una certa classe di beni e che si manifestano per continuit con caratteri omogenei e con elementi di interazione reciproca. Si ha un mercato quando si hanno molte negoziazioni di un oggetto simile attuate continuativamente e con elevata frequenza da un certo insieme di aziende. Lesistenza di un mercato dipende dalla simultanea verifica di alcune condizioni: presenza di un complesso dinamico di negoziazioni di uno stesso bene che si manifestano con continuit ed elevata frequenza Laddove queste condizioni non sono simultaneamente verificate si in presenza di negoziazioni fuori mercato Uno stesso bene pu essere negoziato in mercati distinti, ad es. mercati localizzati in diverse aree geografiche I mercati sono complessi dinamici ovvero variano nel tempo i loro caratteri distintivi e i loro confini le negoziazioni che formano i mercati sono tipicamente negoziazioni tra aziende In ogni mercato possibile identificare domanda ed offerta che sono funzioni di insiemi articolati di variabili e sono le tradizionali categorie di analisi dei mercati. i settori Un settore inteso come un insieme omogeneo di aziende che hanno uno stesso tipo di attivit economicasono legate da relazioni interdipendenza (di concorrenza o di altro tipo) Esistono diverse prospettive di analisi dei settori: A. delleconomia politica e della politica economica:analisi delle interdipendenze settoriali in termini di flussi di condizioni di produzione e di consumo e di mezzi monetari B. delleconomia industriale:

1. analisi del grado di concentrazione e degli effetti per la collettivit 2. studio del contesto competitivo delle aziende di produzione e del relativo comportamento competitivo Nellambito degli studi del contesto competitivo, particolare importanza ha il modello struttura-comportamento-risultati (esempi di struttura: concorrenza perfetta, oligopolio non differenziato, oligopolio differenziato) In economia aziendale loggetto caratteristico di analisi lazienda . il settore la categoria di osservazione dellambiente di aziende. I settori quindo non sono solo configurati dalle relazioni di concorrenza ma si adotta una visione pi ampia definendo settori insiemi di aziende i cui comportamenti sono connessi da relazioni dinamiche intense per via di combinazioni economiche simili e per loperare diegli stessi mercati, non solo nella posizione di venditori tra loro in concorrenza

pertanto: lanalisi si compie con riferimento ad ogni ordine di azienda (azienda di consumo, azienda composta pubblica), non solo quella di produzione i settori non sono configurati da sole relazionI di concorrenza, bens da relazione complesse, dinamiche e intense come le relazionI di cooperazione ciascuna azienda partecipa a tanti settori quanti sono i mercati in cui essa opera Ne consegue che a ciascun mercato corrispondono uno o pi settori di aziende in posizione di offerta o di domanda 3 interpretazioni dellambiente Le persone che operano nelle aziende mostrano una variet di modalit di interpretazione delle interazioni dinamiche tra lazienda e lambiente (variet delle cd. visioni dellambiente) Le visioni dellambiente sono dunque: modelli cognitivi che spiegano differenti comportamenti concreti delle aziende rappresentazioni schematiche dei valori, degli atteggiamenti e dei comportamenti che caratterizzano contesti economici, politici e sociali differenti nello spazio e nel tempo Le tre principali visioni possono essere distinte in: visione concentrata sullefficienza economica relativa (ambiente inteso come ambiente economico composto da aziende)..lassetto tecnico, organizzativo, patrimonio e organismo personale si configurano con caratteri tali da ottimizzare lefficienza di svolgimento dei processi di produzione e di consumo visione delle relazioni tra azienda ed ambiente concentrata sulla pressione economica reciproca. Lambiente si configura come un campo di forze economiche che premono sulla sutrutura e sul comportamento dellazienda . tutte kle relazioni tra aziende sono relazioni di tipo competitivo. Ciascuna azienda tende a ridurre la pressione subita con strategie istituzionali e organizzative visione che pone al centro il fenomeno dellinterazione multicentrica allarga lanalisi oltre lambiente economico.. linnovazione e la flessibilit prevalgono sullefficienza.

IL SISTEMA COMPETITIVO
Il sistema competitivo : parte dellambiente economico ed rappresentabile in termini di aziende e relazioni interaziendali (di scambio, di cooperazione e di competizione) lo spazio economico popolato di clienti, dai fornitori e dai oncorrenti e nel quale limpresa si presenta con i sistemi prodotto risultato della sua attivit caratteristica La scelta del sistema competitivo nel quale operare una scelta di governo economico Per lanalisi del sistema competitivo si pu utilizzare il modello della concorrenza allargata Nel modello il termine settore (settore in senso stretto) indica le sole imprese in diretta concorrenza, mentre concorrenza allargata tutti gli altri attori che lo compongono LA STRUTTURA del sistema competitivo : il modello della concorrenza allargata il modello della concorrenza allargata uno dei riferimenti pi noti per la rappresentazione della struttura nei sistemi competitivi,. Esso si differenzia dai modlli tradizionali di economia industrilae Teoria di base: In ogni settore la concorrenza non coinvolge solo le imprese appartenenti allo stesso settore (i concorrenti), ma allargata ad altre quattro classi di soggetti: Clienti Fornitori Potenziali entranti Produttori di beni sostitutivi Il termine concorrenza ha un significato ampio identificando le forze esercitate sulle imprese di un settore da ciascuna delle cinque classi di attori (quindi non solodalle imprese stesse nelle nloro relazioni di competizione): Rivalit tra i concorrenti Potere contrattuale dei fornitori (forte potere se il loro settore pi concentrato di quello della concorrenza) Potere contrattuale dei clienti( in funzione alla forza negoziale e alla sensibilit al prezzo) Minacce di ingresso (freno alla redditivit del settore

fungendo da deterrenti e in particolare ai prezzi praticati dai concorrenti del settore stesso)*** Minacce di sostituzione (anche i potenziali entranti pongono limiti alla redditivit del settore perch la presenza di tali beni implica una maggiore sensibilit alla domanda e al prezzo La configurazione delle cinque forze determina la redditivit media di un settore ossia il suo livello di attrattivit Ogni settore pu essere segmentato per raggruppamenti strategici, *** le barriere allentrata hanno varie determinanti quali - il fabbisogno di capitale ( il complesso degli investimentise particolarmente elevato pu costituire una barriera allentrata) - le economie di scala ( chi deve entrare nel settore deve farlo con strutture di grandi dimensioni col rischio di avere prezzi non competitivi) - vantaggi di costo assoluti ( derivati dalla favorevole localizzazione degli impianti rispetto a fornitori e clienti) - differenziazione del prodotto ( difficile se si compete con un marchio famoso) - accesso ai canali distributivi (gli altri hanno gi una posizione consolidata presso canali distributivi. Bisogna fare promozione ancora pi difficile se il produttore concorrente ha strutture distributive proprie) - politiche pubbliche (licenze, autorizzazioni, brevetti) - ritorsioni dei concorrenti (riduzione prezzipubblicit) Le dinamiche del sistema competitivo I principali cambiamenti che possono intervenire nel tempo in un sistema competitivo (prospettiva di analisi dinamica) sono: Dinamiche congiunturali: mutamenti generalmente reversibili nel breve periodo come le variazioni dei prezzi dei prodotti che dipendono per esempio dai tassi di cambio sui mercati Dinamiche strutturali interne ad un sistema competitivo: mutamenti di natura permanente quali: Ciclo di vita del settore Grado di concentrazione e di frammentazione Grado di internalizzazione e di esternalizzazione Grado di internazionalizzazione Ciclo di sostituzione Dinamiche di ricomposizione di pi sistemi competitivi: mutamenti che producono modifiche radicali ai confini dei sistemi competitivi e la nascita di nuovi il successo strategico delle imprese non garantito dal solo fatto di operare in un sistema competitivo che esercita pressioni relativamente deboi, ma il successo strategico dipende anche in almeno ugual misura dalle competenze distintive possedute dallimpresa e dalla capacit dellimpresa di utilizzarle e rinnovarle per sollecitare la domanda dei clienti e per distinguersi dai concorrenti.

CAP10
LE SCELTE DI CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA D PRODOTTO E DELLA FORMULA COMPETITIVA
IL sistema di prodotto Ciascuna impresa si propone ai propri clienti ( e sfida i concorrenti) con uno o pi sistemi di prodotto (SP) Il SP un insieme unitario di beni e di condizioni di scambio interdipendenti In ciascuna relazione di scambio con i clienti limpresa offre sempre una molteplicit di elementi quali le caratteristiche fisiche dei prodotti(merci e servizi), lampiezza della gamma dei prodotti fungibili e complementari proposti, lassistenza tecnica, la notoriet del marchio, il prezzo, le condizioni di pagamento e consegna e cos via Da un lato il sistema di prodotto il complesso con il quale limpresa cerca in consenso dei clienti e dallaltro lato larma utilizzata per sfidare la concorrenza. La progettazione del SP un passaggio cruciale per leconomicit dellimpresa perch da essa dipendono i componenti positivi e negativi di reddito. La progettazione del SP un insieme articolato di scelte, che richiede una visione ampia Il SP impatta direttamente sulla redditivit aziendale la progettazione dellSP e i suoi effetti sulla redditivit aziendale:

la formula competitiva il modello della formula competitiva pone in correlazione 3 macrovariabili - sistema di prodotto - sistema competitivo (spazio abitato dai clienti e dai concorrenti con i quali la nostra impresa dispone per rispondere alle attese dei clienti e dai concorrenti con i quali la nostra impresa si confronta giorno per giornoil ns sistema di prodotto deve essere attraente per i clienti e deve confrontarsi positivamente con lofferta della concorrenza. - la struttura e le risorse aziendali( sono linsieme di condizioni fisiche patrimoniali, personali, relazionali e organizzative di cui limpresa dispone per rispondere alle stesse dei clienti e per fronteggiare le mosse dei concorrenti. Questo modello afferma che il successo di una strategia competitiva dipende dalla consonanza tra le macrovariabili. Limpresa che siesce a produrre una formula originale e coerente ottiene un vantaggio rispetto ai concorrenti e conquista il consenso dei clienti. Limpresa deve configurare un sistema di prodotto che risponda alle attese dei clienti e che possegga vantaggi competitivi rispetto a quelli concorrenti. Limpresa deve sviluppare competenze distintive in modo tale che i concorrenti possano difficilmente imitarle. il sistema competitivo e fattori critici di successo(FCS) per impostare efficacemente la propria strategia competitiva, ciascuna impresa deve analizzare con molta cura quali sono le attese dei clienti attuali e potenziali e quali nuove attese potrebbero essere suscitate dai nuovi sistemi di prodotto, on quale misura gli attuali prodotti propri e della concorrenza soddisfano tali attese e quali spazi si mercato sono destinati a restringersi e quali ad aprirsi. Il sistema competitivo comprende in primo luogo i clienti attuali e potenziali e le loro attese e rappresenta (dovrebbe rappresentare) il punto di partenza per la progettazione del SP Vi sono attese dei clienti che sono particolarmente critiche, queste si definiscono FCS I FCS possono essere diversi per differenti insiemi di clienti I FCS evolvono nel tempo esempi di fcs: La funzionalit tecnica continua e duratura dei prodotti Leconomicit del prezzo di acquisto iniziale e dei successivi costi duso La flessibilit duso Lintegrabilit e la compatibilit con altri beni complementari; le possibilit di personalizzazione Il soddisfacimento di bisogni di prestigio, di status, di ostentazione, di identificazione Lappagamento di bisogni estetici Lappagamento dei bisogni di solidariet e di salvaguardia dellambiente Laffidabilit del fornitore; una controparte unica Laccessibilit, comparabilit e sperimentabilit in fase di acquisto

un alro rischio quello di concentrare lattenzione slo sui fattori critici di successo trascurando gli altri fattori per i queli i clienti si attendono un livello cmq minimo di prestazione. Es: quando si punta sul fattore critico prezzo basso (strategia di costo) necessario ricercare tutte le fonti di efficacia possibili ma non si deve perdere di vista la soglia oltre la quale la qualit percepita si riduce a tal punto da far perdere attivit anche al prezzo pi conveniente e da scoraggiare anche i clienti pi attenti a ridurre i propri costi. Qando invece si punta sulla uqlit distintiva del ns prodotto (strategia di differenziazione) il rapporto quluit/prezzo sempre una leva competitiva di estrema rilevanza. E quindi necessario conoscere bene il mercato di sboco (ossia i clientie le loro esigenze). Esistono vari metodi di conoscenza del mercato di sbocco e uindi di individuazione dei sistemi omogenei di clientela.

IL SISTEMA DI PRODOTTOE IL VANTAGGIO COMPETITIVO


Analizzato il sistema competitivo e individuati i potenziali fattori critici di successo , occorre configurare il nostro sistema di prodotto. le variabili componenti il sistema di prodotto. Il SP si compone di 4 elementi: le caratteristiche materiali e la gamma dei prodotti offerti dalle aziende (questi si possono dividere in *attributi fisici( elementi immediatamente percepibili da un punto di vista sensoriale e statico di un sistema di prodotto) *tecnico-funzionali (sono le propriet tecnologiche e di lavorazione che consentono al sistema di prodotto di svolgere determinate funzioni duso dal punto di vista dinamico) *ed estetici (gli attributi estetici possono qualificare gli attributi fisici in termini di gamma di colori, di stile, design o packaging) l le caratteristiche materiali di un dato prodotto non riguardano mai un unico bene ma una GAMMA di beni (assortimento tra cui il cliente sceglie a seconda delle sue esigenze) quando la gamma articolata si possono definire sottosistemi o SP multipli;

servizi collegati ai beni offerti pre e post vendita (sono servizi collegati ai benji offeti come fulcro del sistema di prodotto) differenziati considerando i vari tipi di clienti (intermedi e finali) Le caratteristiche immateriali (immagine, reputazione, marca) Il prezzo e le altre condizioni contrattuali

il vantaggio competitivo, : la differenziazione e il costo i sistemi di prodotto devono presentare un vantaggio competitivo che lo renda preferibile ad analoghe offerte dei concorrenti. Si definisce quindi Il vantaggio competitivo linsieme degli elementi che distinguono il SP di una determinata azienda da quello dei concorrenti Esistono due tipi fondamentali di vantaggio competitivo: Il vantaggio di differenziazione, ovvero lofferta di un SP diverso o migliore rispetto a quello della concorrenza in uno o pi aspetti Il vantaggio di costo, quando il SP si caratterizza (grazie a costi di produzione e distribuzione particolarmente bassi) per un prezzo inferiore a quello dei prodotti concorrenti. Leve per la differenziazione: ESEMPI Eccellenza intrinseca dei materiali e delle lavorazioni Efficienza nei consumi (volumi e prezzi) degli input Alta meccanizzazione e automazione Robustezza, capacit di autodiagnosi, disponibilit di cambi Modularit, versatilit, adattabilit Ampia gamma di beni fungibili e complementari offerti Ricchezza di documentazione e informazioni Reperibilit e facilit di prova Servizi pre e post vendita Marche, marchi, insegne, griffe Contratti chiavi in mano Elevato contenuto moda Alto livello stilistico e artistico Contenuto etico, ecologico, salutistico Esclusivit attuata mediante volumi limitati e vendita attraverso canali specializzati e selezionati Le strategie competitive di base: Combinando il tipo di vantaggio competitivo e lampiezza del mercato di sbocco (sistema competitivo) si ottengono 4 strategie di base: Leadership di costo (vantaggio di costo e ambito ampio) dove il leader domina un mercato ampio con i costi, e quindi i prezzi, pi bassi di tut da la concorrenza, ed offre in genere un sistema di prodotto singolo(non gamma, ne articolato in sottinsiemi) Differenziazione (vantaggio di differenziazione e ambito ampio, anche con SP multipli) che possono essere perseguite anche da pi aziende operanti in uno stesso mercato di grandi dimensioni, ciascuna con un sistema di prodotto(singolo o multiplo)caratterizzato da elementi di originalit Focalizzazione orientata ai bassi costi e Focalizzazione orientata alla differenziazione :le

aziende con qs strategia dominano i mercati di dimensioni ridotte di cui spesso i competitori con raggio dazione pi ampio non riescono a soddisfare pienamente i bisogni. le strutture e le risorse aziendali: le competenze distintive per avere un sistema di prodotto con un vantaggio competitivo coerente con i fattori critici di successo nel mercato di sbocco occorrono determinate condizioni e devono essere peculiari dellazienda e non facilmente imitabili dai concorrenti e utili a configurare sistemi di prodotto particolarmente apprezzati dai clienti..=COMPETENZE DISTINTIVE es: Speciali capacit di progettazione dei prodotti (analisi attese clienti..competenze tecnologiche) Strutture produttive particolarmente efficienti Elevata capacit di accumulo e di diffusione delle conoscenze Rapporti di fiducia e cooperazione con i clienti, con le reti distributive, con esperti di varie discipline Patrimonio di immagine e di reputazione, marche e marchi Estese strutture e archivi di documentazione Diffuse strutture logistiche per la distribuzione e la presentazione dei prodotti Qualificate competenze di istruzione dei clienti Affidabili strutture per lassistenza pre-post vendita Relazioni di fiducia e cooperazione con subcontractor e connesse capacit di project management queste competenze distintive danno vita a vantaggi di costo o differenziazione la formula competitiva: sintesi Nelle aziende o nelle combinazioni parziali di successo, la Formula Competitiva presenta le seguenti caratteristiche: Un SP dotato di un vantaggio concorrenziale di costo o di differenziazione Un mercato di cui sono stati compresi a fondo i fattori critici di successo Una struttura dotata di competenze distintive Una relazione di coerenza sistemica tra vantaggio competitivo, fattori critici di successo e competenze distintive, che consente il raggiungimento di buoni e duraturi risultati reddituali e competitivi i punti di forza dellSP( che si fondano su adeguate competenze sviluppate in modo originale dalla struttura) soddisfano la clientela prescelta rispondendo ai bisogni fondamentali di tt il mercato prescelto. Le manifestazione del successo in questione il risultato reddiutuale e i risultati competitivi ( dominanza di mercato).

LA TEORIA DELLA DOMANDA E LA FORMAZIONE DEL PREZZO


relazione prezzo/quantit totali la relazione tra prezzo e quantit domandate e una relazione di tipo inverso. Prezzi elevati per una domanda bassa . prezzi bassi stimolano volumi elevati di domanda (curva di domanda.quantit ordinata e prezzi relativi. Il prezzo un elemento cruciale del sistema di prodotto e in particolare delle condizioni di scambio Il prezzo influenza fortemente i volumi e i ricavi di vendita; tuttavia, i volumi e i ricavi di vendita sono determinati anche da altri fattori quali: I redditi dei consumatori (influenza la domanda) I prezzi dei beni fungibili e complementari (compl:a domanda cn beni collegati di un medesimo sistema di prodotto influenzata dai prezzi degli altri beni collegati. Fungibili: la quantit domandata di un certo bene risente delle variazioni di prezzi degli altri beni fungibili) Gli investimenti in pubblicit (aumento della domanda elasticit della domanda al prezzo E la sensibilit della quantit domandata alle variazioni di prezzo, calcolata relativamente ad un prezzo di partenza (Po ) Si indica con e si misura rapportando la variazione % della quantit domandata in corrispondenza di una variazione % di prezzo. = Q % / P % in valore assoluto Lelasticit di regola varia lungo la curva di domanda Se lelasticit inferiore, a 1 si dice che la domanda anelastica; se superiore a 1, la domanda elastica.
Si pu calcolare lelasticit darco mettendo al denominatore di entrambi i rapporti i l valore medio invece che il valore iniziale

CAP11
LE SCELTE DI STANDARDIZZAZIONE E DI DIMENSIONE STANDARDIZZAZIONE, UNIFORMAZIONE E MODULARIT
standardizzazione e riduzione dei costi quali sono le ragioni economiche che spingono le imprese a standardizzare LA PRODUZIONE(riduce i costi unitari) E ASSUMERE GRANDI DIMENSIONI?=PRODURRE grandi quantit di prodotti fortemente standardizzati (grandi quantit di beni aventi caratteristiche identiche e per periodi di tempo relativamente lunghi) la standardizzazione rende possibile e convenienti le produzioni di massa ed quindi la base per la realizzazione delle economie di scala e di saturazione della capacit produttiva La standardizzazione uno dei pilastri dellefficienza delle economie moderne I caratteri dellimpresa moderna sono: meccanizzazione dei processi parcellizzazione del lavoro standardizzazione dei processi, dei componenti e dei prodotti produzioni in grandissimi volumi La standardizzazione rende possibili e convenienti le produzioni di massa ed la base per la realizzazione di: economie di scala, economie di saturazione della capacit produttiva economie di apprendimento La standardizzazione riguarda prodotti, processi e componenti la standardizzazione dei componenti ha 2 manifestazioni : a)riduzione delle tolleranze di fabbricazione(i componenti si adattano perfettamente gli uni agli altrib)uniformazione dei componenti (uno stesso componente per realizzare prodotti dfferenti Quando i componenti assumono un elevato livello di complessit si chiamano moduli, compatibili e integrabili fra di loro La progettazione dei moduli pu essere compito della singola azienda o di un ente sovraordinato, responsabile dellattivit di uniformazione (le viti, i fogli e le buste, le prese elettriche, ) standardizzazione e le esternalit di rete In molti casi i fenomeni di standardizzazione sono rilevanti non solo per la singola azienda che riduce i propri costi, ma anche per la generalit degli utenti che traggono vantaggio dal fatto che sul mercato siano presenti prodotti standardizzati e tra loro compatibili. Una manifestazione di questi vantaggi collettivi data dalle esternalit di rete che derivano, ad esempio, dal fatto che numerosi utenti utilizzano gli stessi strumenti di comunicazione (telefono, intenet, fax, ); lutilit per ciascuna persona cresce al crescere del numero di utenti collegati alla stessa rete. Oppure lesternalit di rete pu essere dovuta alla presenza di prodotti complementari che per essere compatibili devono condividere gli stessi standard (macchina fotografica e memorie digitali). Una terza fonte di esternalit di ree si presenta quando per un bene sia rilevante la presenza di una rete di assistenza sul territorio (es: elettrodomestico/assistenza) comoda la

standardizzazione in questo caso r lr imprese devono affermare il proprio standard. In assenza o impossibilit di ottenere laffermazione di un proprio standard diventa importante capire quali sono gli stanard destinati ad affermarsi nel settore e definire il proprio posizionamento strategico in materia. In presenza di forti esternalit di rete, le imprese competono per laffermazione del proprio standard. Lo standard che diventa dominante costringe tutti gli utenti (e i concorrenti) ad adeguarsi allo stesso

LE SCELTE DI DIMENSIONAMENTO DELLA CAPACIT PRODUTTIVA:LE ECONOMIE DI SCALA E DI SATURAZIONE


standardizzazione e le scelte di dimensionamento della capacit produttiva PER ALCUNE ATTIVIT LA DIMENSIONE DELLAZIENDA SEMBRA essere determinante per potere operare economicamente in quel particolare settore, mentre per altri contesti competivi la dimensione non la determinante principale del uccesso o della sopravvivenza pur restando una caratteristica distintiva delle combinazioni economiche. Alcuni settori si caratterizzano per la prese.nza di imprese di grandi dimensioni (chimico, farmaceutico, aerospazio..). In altri convivono imprese di grandi e piccole dimensioni (turismo, abbigliamento ) Diventa importante capire quando e perch le grandi dimensioni sono necessarie per essere efficienti e competitivi per le scelte di dimensionamento delle attivit aziendali si fa riferimento ad una grandezza chiamata Capacit Produttiva (CP=n massimo di unit di output producibili in un certo intervallo di tempo considerato e date certe condizioni operativeturni di lavorotasso difettosit output)) Si fa riferimento alla CP per tutte le attivit dazienda (ricerca e sviluppo, vendita, distribuzione, ) e non solo per la produzione CP nominale: valore massimo atteso delloutput, senza interruzioni, soste, ecc. CP teorica (o raggiungibile): valore massimo delloutput ragionevolmente ottenibile = CP La produzione effettiva molto spesso inferiore alla CP perch, ad esempio, il mercato non in grado di assorbire tutta la produzione realizzabile dalla nostra azienda Grado di utilizzo della CP: produzione effettiva / CP lunit di misura della capacit produttiva e i colli di bottiglia A seconda dellattivit svolta dallunit aziendale, la CP si misura in modo diverso; la misura della CP e dei suoi incrementi richiede quindi la definizione dellunit di misura delloutput. Aziende di produzione di beni numero di pezzi Societ di consulenza giornate / uomo Trasporto aereo passeggeri x miglia Non basta strutturare la CP della fabbrica, ma necessario bilanciare le CP di tutte le funzioni (ricerca, vendita, trasporti, ecc.) i colli di bottiglia per evitare che si formino colli di bottiglia (CAPACIT PRODUTTIVA Pi BASSA) le economie di scala ( o di dimensione) Le economie di scala (EDS) sono le riduzioni di costi unitari che si ottengono installando (e utilizzando e saturando) capacit produttive maggiori. Quasi sempre le dimensioni maggiori consentono costi unitari pi bassi. I confronti si devono fare a parit di tasso di utilizzazione e della capacit produttiva insiallata. (EDS=Cu(x)- Cu(y)) . il Cu (costo unitario medio) il costo sostenuto mediamente per la realizzazione di una singola unit di output e si calcola dividendo i costi tootali di produzione per la produzione effettiva _________Cu(x)= CT(x) costi tot sostenuti con limpiantox / Q(x)quantit prodotta con limpianto x Talvolta le EDS sono decisive per poter stare sul mercato, altre volte sono poco rilevanti. Le EDS si misurano confrontando i costi medi unitari di due diverse CP, ipotizzando per entrambe lo stesso grado di utilizzo. Il costo medio unitario si calcola dividendo i costi totali di produzione per la produzione effettiva. le fonti delle economie di scala le condizioni che rendono possibile lottenimento di vantaggi economici corrispondenti ad aumenti della scala produttiva si denominano fonti delle economie di scala e sono i seguenti Indivisibilit di alcuni componenti ( alcuni fattori della produzione non possono essere ridotti come dimensione e costi al di sotto di una scala minima anche se il livello di CP molto basso. Corrispondono cio a elementi che si presentano con le stesse dimensioni e gli stessi costi allinterno di un ampio intervallo di dimensionamento della CP e pertanto i costi ad essi relativi solitamente non aumentano in presenza di aumenti di CP Maggiore produttivit degli input per effetto della specializzazione (se cresc la CP possibile specializzare maggiormente le risorse umane o tecnichequesto porta un vantaggio economico perch svolgono la loro specifica attivit in modo efficiente e con risultati di qualit) Propriet geometriche dei contenitori (laddove la CP legata alle propriet geometriche dei contenitori dove il prodotto deve essere contenuto o lavorato , laumento della capacit si sviluppa con indicatori di potenza3 (metri cubi) mentre i costi legati alla superficie quarata del contenitore stesso si sviluppano con potenza 2 .. Maggior efficienza dei motori e degli impianti di maggiori dimensioni (aumentando la potenza installata molti impianti aumentano lefficienza) Minori costi unitari di acquisto derivanti da una maggiore forza contrattuale (aumentando la CP aumentano anche gli INPUT acquistati quindi spesso ci sono sconti..) non rappresenta fonte di economia di scala il maggiore assorbimento dei costi per effetto di maggiori volumi di produzione data una certa CP. Lazienda aumenta i propri volumi di produzione senza aumentare la CP. La riduzione di costi unitari il semplice effetto matematico della ripartizione di un costo totale su un maggiore n di unitsi chiama economia di volume o economia di assorbimento dei costi fissi o ancora economia di saturazione della capacit produttiva. le economie di saturazione della capacit produttiva I costi dellazienda si dividono in fissi (non variano al variare dei volumi di produzione per un dato intervallodi produzione)

e variabili (variano al variare dei volumi di produzione) Allaumentare del grado di sfruttamento della capacit produttiva, il costo fisso ripartito su un numero maggiore di output e questo determina una riduzione del costo medio unitario Le economie di assorbimento dei costi fissi sono le riduzioni di costo medio unitario derivanti dallaumento dello sfruttamento della capacit produttiva (tenendo costante la CP) Le economie di assorbimento di costi fissi sono tanto maggiori quanto maggiore lincidenza dei costi fissi da un lato conveniente installare grandi capacit produttive per fare un economia di scala,daltro lato al crescere della CP installata crese il rischio di non saturarla completamente e quindi subire diseconomia per il mancato assorbimento dei costi fissi. e economie di scala vs economie di saturazione Avvertenza E errato affermare che le economie di scala sono le riduzioni di costo derivanti da maggiori volumi di produzione. Occorre distinguere tra riduzioni di costi derivanti da: impianti pi grandi -> economie di scala maggiori volumi dato un certo impianto -> economie di saturazione

LE ECONOMIE DI APPRENDIMENTO
le economie di apprendimento ( o di esperienza) Le economie di apprendimento (o di esperienza) sono le riduzioni di costo unitario delloutput prodotto (E miglioramento ella qualit) cheper effetto dellaccumulo di esperienza si realizzano ogni volta che si producono addizionali quantit di beni . le econome di apprendimento dunque dipendono dallincremento dei volumi di produzione cumulata realizzati un un certo tempo (t)in altre parole con laccumulo di esperienza possibil avere riduzioni di costo a parit di qualit e costi. Le economie di esperienza sono riduzioni regolari e prevedibili dei costi unitari delloutput prodotto che si realizzano al cresere del valore di produzione cumulato. Con esperienza si intende il numero cumulato di output prodotti fino alla data considerata. La curva di esperienza si traccia ponendo in ascissa il valore di produzione cumulata (come rappresentativo dellesperienza) e in ordinata i costi unitari di produzione velocit di apprendimento Perch si possa misurare il solo effetto esperienza, occorre che nellintervallo considerato le altre condizioni produttive restino invariate. Linclinazione della curva dipende dalla capacit di imparare, denominata velocit di apprendimento, che si ottiene rapportando i costi relativi a due produzioni che rappresentano un rapporto di esperienza 2 a 1 Lottenimento di riduzioni nei costi e il mantenimento della velocit di apprendimento richiedono uno sforzo mirato. In valori assoluti, i grandi risparmi per effetto dellesperienza si ottengono sui primi lotti di produzione

le fonti delle economie di apprendimento

la fonte primaria di esperienza lapprendimento sviluppato dalle persone questo come gi detto pu manifestarsi in attivit che vengono svolte meglio , pi velocemente e pertanto con costi minori sostanzialmente le economie sono dovute da Crescente abilit nello svolgimento delle attivit n(capacit delle persone a adottar nuovi e migliori modi di lavorare che consentono di svolgere meglio e pi velocemente le attivit assegnate) Migliore selezione delle risorse produttive( lesperienza fa comprendere meglio quali sono le risorse produttive pi opportune e convincenti per lo svolgimento di una data attivit) Coordinamento pi efficiente fra le risorse produttive (le persone nello svolgere lattivit devono interagire tra loro r utilizzare impianti e attrezzature varie ..gli individui con lesperienza imparano a conoscersi e lavorare in gruppoc un apprendimento collettivoche la base dellefficienza e flessibilit e competitivit di molte imprese) Pi elevata programmabilit dellattivit.(lesperienza accresce la prevedibilit degli accadimenti e la capacit di dare risposte rapide e efficienti alle eccezioni) Semplificazioni dei prodotti e dei processi (quando cresce lesperienza si riesce anche a comprendere se esiste la possibilit di semplificare i processi e i prodotti in modo tale da ottenere costi pi bassi e prodotti migliori)

LE STRATEGIE DI REPLICAZIONE
Una combinazione interessante di economie di scala, economie di saturazione, economie di apprendimento, si realizza attraverso le strategie di replicazione. Le strategie di replicazione puntano a sfruttare competenze e routine presenti nel patrimonio aziendale applicandole a pi combinazioni parziali uniformi. Sfruttano economie di apprendimento ed economie di scala. Esempi: Franchising di fast food Catene alberghiere Banche Catene di sale cinematografiche

LE SCELTE DI STRUTTURA DEI COSTI


I volumi prodotti e leconomicit stata llustrata una serie di sclte che modificano in mopdo strutturale la configurazione dellazienda e in particolare il dimensionamento della CP. Ora analizziamo data una certa CP loeffeto dei volumi effettivamente realizzati dallazienda sui costi e sul risultato reddituale. Indaghiamo le relazioni tra volumi effettivi-costi-e risultato economico con un modello modello costivolumi-risultati Il risultato economico influenzato da molteplici fattori: tra questi, la struttura dei costi, ossia il peso relativo dei costi fissi e dei costi variabili I risultati economici di un impresa in un dato periodo possono essere ricondotti a 3 classi fondamentali - gli elementi strutturali (fattori come la Cp , esperienza, specializzazione, estensione verticale e orizzontale sono definiti determinanti strutturali dei costi in quanto il loro configurarsi determina la struttura e le modalit di funzionamento dellazienda . tali caratteri strutturali rappresentano le determinanti prime del livello ESD di scopo e di esperienza che un impresa pu conseguire - il livello dei prezzi costo e dei prezzi ricavo ( la seconda classe di elementi che determina il livello dei ricavi e edei costi in un dato periodo .. rappresentata dail livello dei prezzi costoe dei prezzi ricavo) - i volumi ( a parit di struttura aziendale e livellod ei prezzi la principale determinante dei costi di breve periodo rappresentata dai volumi . data una certa CP e dati i costi fissi e variabili a questa associati, leffettivo ammontare dei costi che limpresa dovr sostener sar infatti legato ai volumi effettivamente prodotti, ovvero al grado di saturazione della CP predisposta. I volumi oltre a influenzare il livello effettivo dei costi, determinano anche il livello effettivo dei ricavi e quindi il reddito operativo conseguito dallimpresa.) LAnalisi dei costi-volumi-risultati consente di illustrar e modellizzare le relazioni che esistono fra i volumi di beni effettivamente prodotti e venduti da un impresa e i risultati operativi da questa conseguiti

gli effetti delle molteplici azioni che si possono intraprendere per migliorare il risultato di unattivit economica possono essere identificati in 3 categorie - variazioni nei volumi - variazioni nei costi - variazione nei prezzi di vendita svolgere unanalisi costi-volumi-risultati quindi significa 1 analizzare il variare del risultato economico al variare dei volumi di vendita e identificare il punto di pareggio dato un certo livello di prezzi di vendita, costi fissi e variabili unitari 2 confrontare diverse ipotesi di configurazione dei prezzi e dei costi al fine di identificare la soluzione migliore in termini di risultato economico atteso 3 configurare diverse ipotesi di internalizzazione/esternalizzazione al fine di identificare la soluzione migliore in termini di grado di integrazione verticale e di estensione delle combinazioni economiche i costi fissi e i costi variabili i costi della gestione caratteristica possono essere fissi o variabili *i costi variabili : sono quei costi direttamente e strettamente collegati al volume di produzione e di vedita. Lanalisi costi-volumi risultati assume lipotesi semplificatrice che fra volumi e costi variabili esista una relazione lineare * i costi variabili: tutti i costi non direttamente e strettamente legati al volume di produzione e di vendita. Lanalisi volumi-costi-risulatti assume lipotesi semplificatrice che i costi fissi rimangano invariati qualsiasi sia il volume realizzato (in realt anche i costi fissi aumentano allaumentare dei volumi) i costi fissi si dividono in 2 tipi - di sstruttur (COSTI FISSI STRETTAMENTE CONNESSI ALLA cp IN ESSERE DELLAZIENDA IN QUEL MOMENTO ..se si recludono riduzione dei prezzi dacquisto delle condizioni di produzione relative, ridurre qs costi significa ridurre la CP (ossia i volumi di produzione edi vendita realizzabili nel breve periodo) - di sviluppo: si tartta di costi fissi che non variano direttamente un relazione al variare dei volumi di produz e vendita. Sono costi che per non dipendono direttamente dalla CP ma sono destinati a sostenere lattivit corrente, e a porre le condizioni di sviluppo dellazionda.. il punto d pareggio in volumi il punto di pareggio operativo( espresso in quantit (QP) rappresenattao dal volume di produzione per il quale i ricavi ( R) sono pari ai costi totali (CT) di gestione caratteristica. R=CT R=CV+CF (costi variabili+costi fissitotali) Sia i ricavi che i costi variabili totali dipendono dalle quantit prodotte Ru (ricavi unitari) x QP=CVu x QP+CF Ru x QP - CVu x QP=CF QPx (Ru- CVu)=CF QP= CF/ (Ru-CVu) = la differenza tra costi unitari e costi variabili unitari viene comunemente denominata margine di contribuzione unitario (MDCu) - Q= CF/ MDCu f il punto di pareggio pu anche essre rappresentato graficamente aggiungendo alla presentazione dei costi la retta che rappresenta i ricavi di vendita . il punto di incrocio il punto di pareggio. La distanza tra le rette dei ricavi e quelli dei costi di gestione caratt totali rappresenta il reddito operativo CT>RE FATTURATO: il margine di contribuzione unitario MDCu dato dalla differenza tra ricavi unitari e costi unitari variabili MDCu= Ru- CVu Analogamente il margine di contribuzione totale MDC dato dalla differenza tra ricavi e costi variabili totali MCD= R-CV

Il margine di contribuzione unitario pu essere definito come il contribut o che la vendita di ogni unit di e venduta prodotta porta alla copertura dei costi fissi di gestione caratteristica e alla formazione del reddito operativo. Il reddito operativo a sua volta servir per coprire i costi finanziari e fiscali e eventualmente a formare lutile netto .VEDERE LIBRO PAG 400!!!!!!!!!!!!!!!

il rischio operativo: elasticit operativa: lincidenza pi stretta

legata allincidenza dei costi variabili sui ricavi . maggiore sar la forbice ( ampiezza forbice fra ricavi e costi totali prima e dopo il punto di pareggio) in quanto allaumentare dei volumi aumenteranno anche i costi variabili e sar ridotto il margine di copertura dei costi fissi. Le aziende presentano una struttura dei costi molto rigida ( forbice tra ricavi e costi molto ampia) se invece la struttura dei costi molto flessibile la forbice sar stretta

CAP12
LE SCELTE DI ESTENSIONE VERTICALE E ORIZZONTALE LE SCELTE DI ESTENSIONE DELLE COMBINAZIONI ECONOMICHE: UN QUADRO DASSIEME
La dimensione delle singole produzioni e lestensione delle combinazioni economiche le dimensioni di unimpresa non dipendono solo dalla realizzazione di economie di scala ma sono determinate pi in generale dalle scelte di estensione delle combinazioni economiche: scelte che riguardano: Lestensione interfunzionale: quante e quali funzioni (coordinazioni parziali) si decide di svolgere internamente e quante risorse investire in queste . le scelte di estensione interfunzionale si ispirano essenzialmente ai seguenti criteri: - efficienza ed economicit di produzione (esempio: esternalizzare una funzione a qualcuno a cui possibile realizzare uneconomia di scala non possibili x la nostra azienda..il prezzo da sostenere sarebbe minore di quello che avremmo noi svolgendo questa funzione internamente) - costi di transizione*** : le imprese tendono a mantenere al proprio interno le attivit i cui contenuti e risultati sono scarsamente definibili e controllabili o che necessitano interdipendenza con altre attivit interne (internalizzazione di funzioni che esternalizzate porterebbero costi di transizione) - criticit strategica: le imprese internalizzano le attivit che costituiscono competenze distintive di rilevanza strategica e che devono essere protette dallimitazione esterna. Lestensione verticale: il numero e la disomogeneit delle fasi della filiera produttiva svolte internamente Lestensione orizzontale: il numero e la disomogeneit delle aree strategiche daffari nelle quali si decide di operare le scelte di estensione orizzontale Ogni impresa deve decidere in merito alla numerosit e alla disomogeneit delle ASA (aree daffari) (le aree strategiche di affari, ossia le combinazioni economiche parziali) nelle quali vuole operare, ossia il suo grado di diversificazione In altri termini, deve scegliere il proprio grado di estensione orizzontale, o di diversificazione. Queste scelte dipendono da numerose valutazioniossia ci sono particolari criteri per prendere giuste decisioni a qiusti livelli.. - i flussi di cassa generati e assorbiti (attitudine delle varie asa a generare o assorbire mezzi monetari) bisogna combinare queste 2 categorie per non sbilanciare la struttura patrimoniale dimpresa - i cicli di vita delle ASA (del prodotto delle asa) uno dei fattori che influenza il generare o assorbire finanze . esso poi non influenza solo questo, ma anche il tasso di cambiamento tecnologicoquanto viene sviluppata la domanda(influenzata Dalla competitivit) - il know-how strategico prodotto, Particolarmente importanti per decidere sono le economie di raggio di azione realizzabili con la diversificazione le scelte di estensione verticale

la produzione si pu vedere come una catena di fasi e processi . lestensione verticale ( o integrazione verticale) delle combinazioni economiche di unimpresa esprime il numero e la disomogeneit delle fasi svolte al proprio interno. scarsamente integrata verticalmente unimpresa che svolge una sola fase ( es: vendita allingrosso ed molto integrata una che fa tt le fasi al suo interno) Ogni azienda deve decidere quanto integrarsi (estendersi) a monte e a valle

esse si integrano per - economizzare in termini di costi di transizione e ottimizzare le integrazioni tecnologiche - interiorizzare competenze o risorse strategiche ridurre laccesso ai concorrenti a queste ultime i freni invece sono: - gli investimenti finanziari richiesti difficolt nel fare economie di scala ( disomogeneit di dimensione minima economica) rigidit strategica e concentrazione del rischio ( riduce gli spazi di manovra vs altre strategie daffari)

LE SCELTE DI DIVERSIFICAZIONE E LE ECONOMIE DI RAGGIO DAZIONE


le Economie di raggi dazione (DI SCOPO, SINERGIE) lenstensione dei confini dimpresa ad attivit diverse pu essere fonte di vantaggi economici e competitivi. Produrre due beni dversi tra loro pu produrre vantaggi economici perch le risorse sono condivise, sfruttate efficientemente. Le economie ottenibili grazie alla,mpiament della variet dei beni proditti (allargamento dei confini dimpresa in modo orizzontale) sono chiamate economie raggio dazione o economie di scopo o sinergie Le economie di raggio dazione (o di scopo, o sinergie) si hanno quando producendo unitariamente 2 o pi beni diversi si hanno vantaggi economici (che conseguono alla gestione congiunta di due o pi ASA ) si mette in comune per produrre cose diverse si sottintende lesistenza di risorse non completamente utilizzate o di fattori della produzione con capacit produttiva illimitata (es.: marchi, know how) le strategie di ampliamento della gamma dei prodotti si dicono generalmente strategie di diversificazione per indicare che le combinazioni economiche comprendono la realizzazione di prodotti diversi. Le att produttive utilizzano e condividono risorse materiali presupponendo uneconomia insatura) e immateriali ( il nome dellazienda per esempio..limmaginee non hanno limiti fisici ma possono essere usate potenzialmente allinfinito)( ( diverso dalla azienda differenziatache significa che ha elementi di unicit) possono essere fatte anche tra diverse aziende=aggregati interaziendalicampagne pubbl congiunte anche cosa condividono in sintesi? Condivisione di elementi materiali della struttura produttiva Condivisione di elementi materiali della struttura di vendita Condivisione di risorse immateriali (a capacit produttiva illimitata) quali: know-how tecnologico sfruttabile per pi ASA marchi, immagine commerciale validi per pi linee di prodotti e per pi categorie di clienti prestigio, immagine istituzionale, potere contrattuale per vedere se leconomia raggio dazione funziona si deve confrontare il costo della produzione integrata (condivisione risorse) con la produzione disgiunta). Ovviamente per essere conveniente la produzione integrata di n beni deve essere inferiore alla somma dei costi di produzione di n beni realizzati in n combinazioni disgiunte.

***costi di transizione Per le scelte di internalizzazione / esternalizzazione cruciale lanalisi dei costi di transazione che sempre si sommano ai costi di acquisto e ai costi di produzione interna nel determinare i costi totali Transazione: si manifesta quando un bene o un servizio trasferito attraverso un'interfaccia tecnologicamente separabile Problema: decidere quali transazioni tenere all'interno dell'organizzazione e per quali, invece, ricorrere ad altri operatori.

Internalizzazione
Costi di realizzazione interna
economie di scala economie di scopo economie di apprendimento

Esternalizzazione
Prezzi di acquisto (o di vendita)
costi di realizzazione esterni potere contrattuale interlocutori

Costi di coordinamento interno


direzione e controllo sprechi ed errori

Costi di transazione esterna


raccolta informazioni negoziazione difesa da comportamenti opportunistici danni da comportamenti opportunistici

LE DETERMINANTI DEI COSTI DI TRANSAZIONE


La complessit informativa ( i costi di transizione dono legati alla complessit informativa della transizione stessa La durata e la ripetitivit delle relazioni tra le parti La specificit degli investimenti effettuati (risorse) : si ha quando uno o pi contraenti della transizione devono sostenere dei costi pi o meno rilevanti per cambiare interlocutore. In assenza di specificit delle risorse non vi alcun vincolo allinterruzione della relazione e ciascun contraente potrebbe rimettersi sul mercato eliminando il costo di transizione . La propensione a di comportamenti opportunistici o inadeguati. Molti dei costi di transizione sarebbero inferiori se gli esseri umani non tendessero a comportari in modo opportunistico, ovvero non tendessero a conseguire il proprio interesse a scapito degli altri anche con inganno e astuzia.

CAP14
LE SCELTE DI FORMAZIONE E DI SVILUPPO DEL PATRIMONIO
La formazione di patrimonio in unimpresa
ABCapitolo14lucidiAgo06 Ravasi 25 giu 2006

Il patrimonio di unazienda linsieme delle condizioni di produzione e di consumo di pertinenza ella stessa in un dato momento (ad es. impianti, fabbricati, marchi, brevetti, debiti, crediti, rimanenze, ecc.). esse possono essere - positive( cassa, crediti, immobili, rimanenze) o negative ( debiti, e obbligazioni di vario genere) - materiali ( impianti, macchinari) o immateriali ( competenze tecniche, immagine, relazioni fiducia) monetarie ( disponibilit di cassa, debiti e crediti) - esogene ( acquistate, tratte dallambiente) e endogenene ( prodotte internamente) Nel patrimonio si riflette lintera storia passata dellimpresa e delle circostanze dambiente nelle quali ha operato ed la base della vita futura dellazienda. levidenza attribuita al patrimonio si deve al fatto che da un lato si riflette lintera storia passata dellazienda, dallaltro la base x la vita futura dellazienda. Il concetto di patrimonio richiama il concetto di capitale di azionamento , cio il sistema di valori positivi e negativi che esprimono i valori delle condizioni patrimoniali di unazienda. Il capitale di funzionamento non il patrimonio, ma un arappresentazione del patrimonio sotto forma di valori economici(i valori di cassa, crediti, debiti, impianti, capitale netto). Essa non ci dice nulla sulla qualit delle condizioni patrimoniali . inoltre una rappresentazione parziale perch - i orestataori di lavoro non sono elementi del patrimonio - le condizioni immateriali prodotte allint dellazienda non trovano diretta rappresentazione nella tavola del capitale di funzionamento. Il patrimonio il complesso risultato di processi di acquisizione, trasformazione e ricombinazione di elementi di varia natura Le classi di condizione patrimoniale nelle imprese le condizioni patrimoniali sono osservabili secondo pi criteri ..facciamo una classificazione.. Condizioni materiali: sono gli elementi patrimoniali che hanno una manifestazione fisica (ad es. terreni, fabbricati, computer impianti, macchinari, arredi, ecc.) Condizioni immateriali: elementi patrimoniali che nonoperano sotto forma fisica marchi e brevetti, conoscenze e know how (capitale intellettuale) rete di relazioni esterne (capitale sociale) reputazione e immagine (capitale reputazionale) coesione interna (cultura, identit e identificazione) Condizioni monetarie: elementi patrimoniali che si presentano sotto forma di cassa, debiti, crediti, capitale netto Condizioni dambiente: condizioni patrimoniali in senso allargato (non sono di pertinenza dellimpresa), ma che possono essere fonti di importanti economie esterne infrastrutture di comunicazione e trasporto servizi della pubblica amministrazione tessuto di imprese fisicamente e socialmente vicine (distretto) cultura locale Condizioni patrimoniali esogene: condizioni patrimoniali acquisite dallesterno mediante operazioni di acquisto o di altra specie Condizioni patrimoniali endogene: condizioni patrimoniali prodotte allinterno dellazienda Immobilizzazioni tecniche endogene (ad es. macchinari segreti prodotti allinterno) Immobilizzazioni immateriali endogene (ad es. marchi e brevetti sviluppati sostenendo costi interni di marketing o di ricerca e sviluppo) Le condizioni patrimoniali distintive e centrali Si definiscono condizioni patrimoniali distintive (o risorse / competenze distintive), quelle condizioni patrimoniali che: sono specifiche dellazienda (non sono disponibili sul mercato dei fattori produttivi ma le condizioni patrimoniali specifiche sono quelle uniche, cio possedute da una sola azienda normalmente erch costruite allinterno dellazienda sulla base di idee originali) oppure GENERICHE hanno un alto o un basso impatto sul valore attribuito dal cliente agli output dellazienda sono difficilmente replicabili (o trasferibili) e imitabili da altre imprese, in quanto: pluridisciplinari o monodisciplinari ( conoscenze e capacit di fare (know-how)basati su una sola disciplina scientifica o tecnologica oppue nelle quali si fondono pi saperi ( acustica, elettronica..) frutto di apprendimento collettivo o individuale ( capacit attivabili da singole persone o con necessario apporto di pi persone) basate su conoscenza tacita o codificate in linguaggi particolari (implicite) o esplicite ( meno codificate) pi o meno replicabili e imitabili (facilit di applicare certe competenze a altre attivit nelambito della stessa impresa)..o la facilit di farlo si definiscono condizioni patrimoniali distintive le condizioni che presentano netti caratteri di specificit di alto impatto sulla configurazione dei prodotti e di bassa limitabilit

le core competences(condizioni patrimoniali distintive centrali) soni le condizioni patrimoniali distintive e comuni a tutti i sistemi di prodotto offerti da una stessa impresa non sono solo le competenze distintive comuni alle attuali combinazioni economiche , ma nono anche e soprattutto la fonte per lattivazione e lo sviluppo di nuovi sistemi di prodotto. Le competenze distintive sono la base delle strategie competitive per ogni sistema di prodotto , le strategie core sono la base delle strategie di estensione orizzontale e verticale (diversificaz). Il patrimonio come leva strategica: Dedicando attenzione alle condizioni patrimoniali dimpresa e allindividuazione e analisi delle competenze distintive , si pone in luce il fatto che ciascuna impresa dotata di un patrimonio di risorse differente rispetto a quello di ogni altra.. Imprese che competono sugli stessi mercati sono tra loro differenti, e sono quindi caratterizzate da differenti potenziali di redditivit e di sviluppo Concludiamo che i potenziali di redditivit e di sviluppo delle imprese dipendono da 2 ordini di fattori: - lintensit delle pressioni competitive derivanti dal settore e dal mercato in cui limpresa opera (elemento comune a tt le imprese dello stesso settore) la ricchezza delle condizioni patrimoniali distintive disponibili (elemento differente per ciascuna impresa)

le scelte di formazione e valorizzazione del patrimonio La configurazione del patrimonio frutto di numerose scelte strategiche: le scelte di Integrazione verticale ed estensione orizzontale e interfunzionale (gamma delle competenze sviluppate e integrabili) quando sono scelte di maggiore estensione alcune condizioni patrimoniali gi disponibili trovano impiego nelle nuove combinazioni economiche, inoltre si sviluppano e acquisiscono dallesterno nuove condizioni patrimoniali che arricchiscono limpresa. Con la riduzione dellestensione (in particolare dellest verticale) alcuni sistemi di condizioni patrimoniali escono dallimpresa. Dimensionamento della capacit produttiva (sovente occasione di innovazione tecnica) In generale le scelte di dimensionamento delle capacit produttive comportano laggiunta o la sostituzione di stabilimenti, magazzini, laboratori, punti venditamodificando cos patrimonio e competenze dellimpresa!!! Fusioni, acquisizioni e alleanze con altre imprese (acquisizione di competenze complementari e complessa integrazione di patrimoni)si uniscono a volte anche risorse immateriali ..immagine..a volte ci sono molti conflitti organizzativi.. le scelte invece di aggregati internazionali portano le imprese a godere dei patrimoni di tutte le entit che compongono laggregato le scelte di Localizzazione (accesso a condizioni ambientali)..queste scelte aprono laccesso ai patrimoni ambientali da ,molti vantaggi.. le scelte di Struttura del capitale proprio e di terzi (diversa capacit e propensione a progetti di sviluppo) Gestione del personale e progettazione dellassetto organizzativo (creazione di condizioni di sviluppo e dinamismo) quali indirizzi strategici dovrebbero avere queste scelte? Le scelte di configurazione del patrimonio dellimpresa dovrebbero ispirarsi ai seguenti indirizzi strategici: Basare le scelte di ingresso in nuovi mercati sulle proprie competenze distintive e centralie adorttare strategie di diversificazione correlata Scegliere con cura le modalit di sfruttamento delle competenze distintive possedute Sfruttare a fondo le economie di replicazione ilterna Attuare operazioni di fusione e acquisizione per unire competenze complementari piuttosto che n simili o sovrapposte Internalizzare i processi che producono competenze distintive Puntare su modelli organizzativi originali da cui possono scaturire processi di apprendimento differenti e dunque competenze distintive Impostare strategie esplicitamente orientate allo sviluppo di competenze distintive Evitare eccessi di cambiamento che mettano in crisi i processi apprendimento e sconvolgano le routine che sottostanno alle competenze la dinamica del patrimonio, le scelte di sviluppo adottando lottica delle scelte strategiche il patrimonio visto essenzialmente come un insieme di risorse distintive e risorse centrali (core competence) che sono le basi delle strategie competitive e delle strategie despansione. Le risorse e competenze distintive possono diventare fattore di rigidit Molte condizioni hanno cicli economici e tecnici di lunga durata; le imprese potrebbero cercare di sfruttare di tali risorse il pi a lungo possibile anche quando le condizioni di mercato ne sconsiglierebbero labbandono Le immobilizzazioni tecniche possono avere una destinazione specifica Le routine nelle quali si incorpora il know-how aziendale tendono a permanere nel tempo anche se obsolete si pu affermare, in termini patrimoniali, che la vita duratura economica delle imprese non pu basarsi solo su una buona dotazione di competenze distintive e competenze centrali . ma limpresa deve dotarsi anche di capacit di cambiamento ossia COMPETENZE DINAMICHEle attese dei clienti mutano rapidamentele tecnologie si rinnovano.le competenze distintive usate dallazienda sono facilmente imitabili. Le competenze dinamiche consistono nel la capacit di arricchire, ricombinare, sostituire le competenze distintive esistenti Occorre sviluppare assetti organizzativi che massimizzino la capacit di: Integrare gli elementi che compongono limpresa in competenze solide e distintive Stimolare lapprendimento attraverso la ripetizione e la sperimentazione Rinconfigurare rapidamente ed efficacemente le strutture e le competenze aziendali in forme innovative la base di partenza comunque rappresentata dalla dotazione patrimoniale di ogni tipo. Occorre saper riconoscere le competenze distintive esistenti e valutare il potenziale futuro le opzioni strategiche disponibili sono insiemi di vincoli e opportunit fortemente condizionati dalla storia dellimpresa (path dependance) in alternativa alla strategia di sviluppo di competenze dinamiche si pu seguire la strada dellacquisizione di competenze distintive dallesterno mano a mano che limpresa presenta la necessit o lopportunit

CAP15
LE SCELTE DI ORGANIZZAZIONE LA PROGETTAZIONE DELLASSETTO ORGANIZZATIVO DELLE IMPRESE: UN QUADRO DASSIEME
LASSEtto organizzativo dimpresa linsieme delle variabili che - configurano lorganismo personale, e definiscono, indirizzano e coordinano i comportamenti delle persone che lo compongono. (Si decideqante persone..con che caratteristiche..a che compiticon che retribuzionecon quali obbiettivi.secondo quali modalitutilizzando quali risorse..) tutto questo deve essere deciso in modo tale che i compiti siani svolti in efficienza ed efficacia con massimi livelli di integtrzione, coordinamento, flessibilit e dinamismo.. per attuare n buon sistema organizzativo deve realizzasi un insieme di condizioni congiunte piuttosto articolato che chiamiamo condizioni di efficacia di un sistema organizzativo LE VARIABILI ORGANIZZATIVE che si devono progettare per realizzare lasseto organizzativo sono : 1) La struttura organizzativa: di base e la struttura organizzativa delle singole unit aziendali (si progetta la struttura organizzativa delle singole unit giungendo a definire mansioni e responsabilit delle persone e dei gruppi di persone che formano le unit organizzative elementari 2) La distribuzione del potere (autorit) a chi delegare e in che modo e) I sistemi operativi : - Sistemi di pianificazione strategica, (producono idee, orientamenti, fanno il quadro di riferimento comune) - sistemi di programmazione e controllo ( funzione critica) - sistemi di informazione (raccolgono producono, immagazzinano info) - Sistemi di gestione del personale (sono numerosi e svolgono taaante funzioni.. retribuzionevalutazione delle competenze ..

LORGANISMO PERSONALE, LE VARIABILI INDIVIDUALI E SOCIALI

UN insieme di persone unitario dinamico, flessibile loganismo personale linsieme unitario delle persone che con il proprio lavoro partecipano allo svolgimento dellattivit aziendale. - Lorganismo personale un complesso dinamico - Deve essere flessibile (adattabilit alle variazioni di contesto nel rispetto dei vincoli dellefficienze e delleconomicit La configurazione del lorganismo personale di unimpresa si qualifica in 2 aspetti: le variabili individuali ( caratteristiche delle singole persone che compongno lorganismo personale le variabili sociali ( caratteristiche degli aggregati di persone) le variabili individuali sono le caratteristiche delle singole persone che compongono lorganismo personale e si possono dividere in 3 grandi categorie Le competenze professionali : Conoscenze e capacit tecniche (contabilit, elettronica, marketing, ecc.) Conoscenze e capacit relazionali (leadership, lavoro in gruppo, ecc.) I valori: le convinzioni e le credenze in generale e, in particolare, relativamente allattivit economica I bisogni in generale e, in particolare, i bisogni che si soddisfano (anche) mediante il lavoro

le variabili sociali Sono le relazioni positive (cooperazione, coesione, ) e negative (conflitto) che si instaurano tra le persone. La cooperazione e la coesione sono essenziali per il buon funzionamento delle organizzazioni La coesione e la cooperazione dipendono anche dalla condivisione di valori comuni: la cultura le condizioni di coesione e collaborazione:: 1. far s che le persone abbiano valori condivisi o almeno compatibili; 2. assicurarsi che in ogni gruppo ci sia un leader forte (e uno solo); 3. adottare incentivi che premino anche i risultati del gruppo. Tre condizioni sono particolarmente importanti per attivare coesione e collaborazione tra i membri di un gruppo: 1. Principio della coerenza dinamica: non esistono assetti organizzativi ottimi ed eterni; ciascuna impresa deve ricercare i propri equilibri in ottica evolutiva. 2. Principio dellorientamento alle persone e ai gruppi di persone: lassetto organizzativo deve motivare le persone al lavoro e alla collaborazione; la motivazione e lefficienza sono complementari, non alternative.

LA SCELTA DELLA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI BASE


La struttura organizzativa di unazienda pu essere definita come la configurazione unitaria e coordinata degli organi aziendali e degli insiemi di compiti e di responsabilit assegnati a ciascuno di tali organi. Il processo di configurazione della struttura organizzativa pu essere sintetizzato cos: la configurazione unitaria e ordinata degli organi aziendali (direzioni, uffici, reparti, ) e degli insiemi di compiti e di responsabilit assegnati a ciascuno di tali organi. la scelta fra 4 forme di base e 2 varianti Per le imprese la progettazione della struttura organizzativa consiste essenzialmente nella scelta di una delle quattro forme di base (pi due varianti) che sono denominate:

Struttura elementare (ossia una struttura nella quale la funzione del governo economico e la funzione di direzione sono svolte da un unico organo di direzione generale. Dalla direzione generale dipendono direttamente le unit operative)

Struttura funzionale pura / mista ( una struttura organizzativa articolata per coordinazioni parziali (per funzioni) . si tratta di na struttura derivante dalla divisione del lavoro secondo il criterio dellomogeneit delle tecniche caratteristiche di ciascuna coordinazione parziale. Dalla direzione generale dipendono le direzioni di funzione. Dalle direzioni di funzione dipendono le gli organi operativi che svolgono sottinsiemi di coordinazioni parziali ) (foto=pura) Struttura divisionale pura / mista a) la struttura divisionale pura bene adottarla quando le varie combinazioni produttive(qui le varie combinazioni prodotto-mercato) sono molto disomogenee tra loro negli aspetti tecnici e commerciali.. opportuno usarla quindi specialmente quando limpresa ha sviluppato una strategia di diversificazione non correlata..qui dalla direzione generale dipendono le direzioni di divisione, dale direzioni di divisione dipendono le unit funzionali, dedicate alla corrispondente combinazione prodottomercato )

b) la struttura divisionale mista invece diversa perch presenta diverse variabili ???????????????????????????????????????????????????????????? Struttura a matrice DIVIDERE E COORDINARE Scegliere la struttura organizzativa significa scegliere: come dividere il lavoro (specializzare) tra le varie unit e persone (per funzioni, per prodotti, per aree geografiche, ecc.); come coordinare le attivit svolte dalle varie unit e persone. Ogni struttura organizzativa ha i suoi vantaggi e svantaggi in termini di specializzazione e di coordinamento

LA STRUTTURA DELLE SINGOLE UNITA ORGANIZZATIVE Data la macrostruttura, occorre decidere come organizzare il lavoro entro ciascuna delle unit organizzative. Qui diventano cruciali le teorie dei bisogni e della motivazione al lavoro. Le tre modalit base di organizzazione del lavoro nelle singole unit organizzative sono: 1. Organizzazione sequenziale parcellizzata 2. Organizzazione per attivit semi-autonome individuali (arricchimento delle mansioni) 3. Organizzazione per gruppi semi-autonomi LA MOTIVAZIONE AL LAVORO la motivazione a prestare il proprio lavoro con impegno e con spirito cooperativo e costruttivo. Una persona motivata al lavoro solo se prevede che tale prestazione le consentir di soddisfare i propri bisogni. In caso contrario, la persona potr decidere di non svolgere lattivit lavorativa o di svolgerla con il minimo livello di impegno necessario per non perdere il lavoro. I BISOGNI CHE SI POSSONO SODDISFARE CON IL LAVORO La scala dei bisogni proposta da Maslow Bisogni elementari (fame, sete, sonno, ) Bisogni di sicurezza (fisica, di stabilit, di regole rispettate) Bisogni di socialit (amicizia, appartenenza, protezione) Bisogni di stima (di s, altrui) Bisogni di autorealizzazione LE REGOLE DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO IN SINTESI Nel mondo doggi, i bisogni da soddisfare per motivare le persone al lavoro sono prevalentemente i bisogni di socialit, di stima e di realizzazione. Di conseguenza, la forma di organizzazione del lavoro da privilegiare quella per gruppi semi-autonomi. Tale forma di organizzazione, infatti: consente interazioni intense e positive tra le persone (socialit); d luogo a risultati osservabili e attribuibili alle persone e al gruppo (stima); consente lesercizio di una gamma ampia di competenze (autorealizzazione). I SISTEMI OPERATIVI Sono strettamente complementari alla struttura organizzativa (macro e delle singole unit) nella funzione di indirizzo dei comportamenti delle persone Due gruppi 1. Sistemi di pianificazione, programmazione, informazione 2. Sistemi di gestione del personale I SISTEMI ID PIANIFICAZIONE, PROGRAMMAZIONE, INFORMAZIONE Sistema di pianificazione strategica: esplicita i fini, le politiche e le strategie alle quali tutti devono ispirarsi (mission, vision). Sistema di programmazione e controllo (budgeting, controllo di gestione): indica per ciascuna unit quali obiettivi di breve realizzare e con quali risorse; le relative performance influenzano la distribuzione dei premi e delle sanzioni; ripartendo con cura gli obiettivi e le risorse si realizza coordinamento. Sistema informativo: produce e distribuisce le informazioni; le persone agiscono anche in base alle informazioni disponibili / non disponibili; linformazione potere; un buon sistema informativo uno strumento potente di coordinamento. I SISTEMI DI GESTIONE DEL PERSONALE Sistema di dimensionamento degli organici. Determina il numero / tipo di persone di ciascuna unit aziendale e i relativi carichi di lavoro. Deve tener conto di molti fattori: orari di lavoro, tecnologie, integrazione verticale, esperienza, ecc. Sistema di ricerca e selezione del personale. Individua e vaglia le persone da inserire. Varie politiche, tra cui: solo ingressi dal basso (persone senza precedenti esperienze di lavoro) o anche laterali persone specializzate o con base ampia

Sistema retributivo. Definisce le politiche retributive e le retribuzioni di ciascuna persona. Tre basi fondamentali: il valore della posizione occupata dalla persona la prestazione realizzata rispetto agli obiettivi i livelli retributivi correnti nel mercato del lavoro Sistema di carriera. Definisce i percorsi professionali (sentieri di carriera) e i relativi criteri. Base fondamentale: la valutazione del potenziale. Varie politiche tra cui: carriere in linea (sempre nella stessa funzione) / carriere con rotazione (passaggi tra funzioni). Sistema di addestramento e di formazione. Stimolano lo sviluppo delle competenze individuali. Svariate modalit: studio, corsi in aula, affiancamento, assegnazioni, ecc. LA GESTIONE DELLA COMPLESSITA Molte scelte di organizzazione sono utilmente osservabili come scelte volte a fronteggiare la omplessit dellimpresa La complessit definita dal volume di informazioni da raccogliere e dal elaborare, ossia dal volume di decisioni da prendere, durante lo svolgimento di unattivit. Schematicamente, si va da un livello di complessit zero (tutto noto e prevedibile) a un livello di complessit altissima (si devono governare molti elementi dinamici, interconnessi e mal conosciuti). I FATTORI CHE DETERMINANO LA COMPLESSITA DI UNIMPRESA 1. La numerosit degli elementi da governare (le linee di prodotto, i mercati, le tecnologie, le aree, ecc.) 2. La disomogeneit degli elementi 3. La variabilit degli elementi 4. Linterdipendenza che lega gli elementi 5. La pressione sui risultati (il livello dei risultati che si devono / vogliono raggiungere) Pressione esterna (derivante dalla concorrenza, dalla capogruppo, dalle leggi, ) Pressione interna (derivante dalle scelte del top management)

CAP16
LE SCELTE DI AGGREGAZIONE INTERNAZIONALE
DUE FENOMENI DIFFUSI La varia estensione dei confini degli istituti: Molti Istituti includo nei propri confini combinazioni economiche che potrebbero essere svolte in altri istituti, o viceversa. Le relazioni istituzionali tra pi istituti: Molte relazioni tra istituti non sono solo relazioni di scambio condotte secondo le regole di mercato. Sono anche relazioni nelle quali si condividono scelte di governo economico e risultati economici. LE FORME DI AGGREGAZIONE IN SINTESI Due (o pi) istituti (M, N, ) possono giudicare vantaggiosa unintegrazione. A seconda delle circostanze, sceglieranno una delle seguenti opzioni : 1. M e N rimangono due unit giuridicamente indipendenti e interagiscono secondo le regole di mercato (non si attua lintegrazione) 2. M e N formano un aggregato: 2.a. formano un aggregato monoaziendale fondendosi in una sola unit giuridica 2.b. formano un aggregato interaziendale dove M e N rimangono unit giuridicamente distinte. Quando M e N scelgono di formare un aggregato interaziendale possono percorrere una delle seguenti vie: 2.b.1. M e N si uniscono mediante relazioni di capitale di rischio (formazione di un gruppo, scambio di partecipazioni, joint ventures, ) 2.b.2. M e N si uniscono mediante contratti e strutture comuni che hanno impatto sui diritti di propriet (consorzi, reti in franchising, alleanze strategiche, ) 2.b.3. M e N non compiono mosse formali, ma adottano taciti comportamenti di forte integrazione che si sovrappongono ai meccanismi di mercato LE FORZE DI AGGREGAZIONE E DI DISAGGREGAZIONE Gli aggregati aziendali (monoaziendali e interaziendali) possono essere spiegati come frutto dellagire di: Forze che spingono le aziende ad aggregarsi Forze che ostacolano laggregazione o che spingono gli aggregati a disaggregarsi Condizioni di contesto che possono fungere da facilitatori o da ostacoli allaggregazione LE FORZE AGGREGANTI Forze aggreganti di tipo economico-tecnico Le economie di scala Le economie di raggio di azione Lintegrazione delle competenze distintive Le economie di transazione La condivisione dei rischi Le rendite monopolistiche Forze aggreganti di altra natura Le reti di relazioni sociali Lorientamento delle persone al dominio Le relazioni di solidariet e di affinit politica LE FORZE DISAGGREGANTI Forze disaggreganti di natura economicotecnica Lultracomplessit organizzativa Il fabbisogno di differenziazione degli orientamenti manageriali Il rischio di erosione delle conoscenze e delle competenze distintive La separazione dei rischi Forze disaggreganti di altra natura Lorientamento delle persone allindipendenza e alla competizione Le divergenze di valori e di interessi I FATTORI AMBIENTALI Possono giocare a favore o a sfavore del formarsi di aggregati aziendali: I sistemi di comunicazione e di trasporto I mercati dei capitali La normativa economica; in particolare la normativa antitrust e la normativa fiscale La cultura economica e politica prevalenti (pi o meno favorevoli alle grandi imprese e ai grandi gruppi)

I TIPI DI AGGREGATI AZIENDALI Gli aggregati interaziendali I gruppi economici Le associazioni formali di aziende Le associazioni informali di aziende Gli aggregati intra-aziendali GLI AGGREGATI INTERAZIENDALI Intese informali varie Distretti Costellazioni Reti di subfornitura Associazioni informali di aziende Associazioni di aziende di consumo Associazioni di categoria Accordi quadro Franchising, licenze, concessioni Cartelli Consorzi Associazioni formali di aziende Gruppi di gestioni patrimoniali familiari Joint ventures Gruppi privati e pubblici di aziende di produzione Gruppi economici GLI AGGREGATI INTRA-AZIENDALI Sono pluralit di combinazioni economiche aggregate in una stessa entit giuridica. Le fattispecie ricorrenti sono: aziende multiunit (pi stabilimenti, filiali, uffici, ecc. relativamente autonomi) aziende integrate verticalmente aziende diversificate

CAP17
LE SCELTE DI ASSETTO ISTITUZIONALE
INCERTEZZA, LIBERT, EQUIT (1) Le scelte di assetto istituzionale determinano la configurazione fondamentale di un istituto, in quanto portano a decidere: chi ha il diritto e il dovere di governare listituto, fissandone gli obiettivi, prendendo le scelte ultime, decidendone leventuale cessazione; chi ha il diritto-dovere di ricevere i risultati reddituali dellistituto e di disporre del patrimonio dello stesso; come si configurano gli organi di governo economico e di controllo del governo economico; se e con quali altri istituti si instaurano relazioni istituzionali. Bisogna affrontare 5 punti: I sistemi economici sono molto complessi, dinamici, incerti, ambigui; in molti aspetti sono sistemi poco trasparenti. In tali contesti impossibile decidere e valutare con precisione quali sono i contributi e quali le ricompense di ciascun soggetto. I vari soggetti si presentano con differenti competenze, valori, energie, propensioni al rischio, patrimoni economici e relazionali, basi di potere. Gli assetti istituzionali devono essere progettati in modo tale che: a. sia favorita la massima libert e variet di espressione delle persone; b. si produca un senso di sostanziale equit; c. il costo delle soluzioni adottate sia contenuto gli assetti istituzionali adottati in un certo paese in un certo momento sono inevitabilmente figi della storia di quel paese . in particolare sono espressione dei valori e degli interessi di chi de iene il potere economico e politico. In questo capitolo si forniscono ulteriori elementi di teoria e si trattano le principali scelte che contribuiscono a configurare lassetto istituzionale. In particolare si tratta - delle scelte di assetto proprietario del singolo istituto - delle scelte di configurazione degli aggregati interaziendali - delle scelte di configurazione degli organi di governo e di controllo I DIRITTI DI PROPRIET NELLE IMPRESE Assegnare i diritti di propriet in un istituto significa decidere a chi spettano i diritti di: governare listituto fissandone gli obiettivi e prendendo le decisioni ultime, inclusa leventuale decisione di cessazione della vita dellistituto; ricevere i risultati reddituali dellistituto e disporne; disporre della destinazione del patrimonio dellistituto nel corso del suo svolgersi e in occasione delleventuale cessazione. Limpresa nella quale i diritti di propriet fanno capo ai conferenti di capitale di rischio viene qualificata come impresa capitalistica. Limpresa capitalistica la forma dominante, ma non mancano insiemi talvolta numerosi di assetti proprietari differenti. I COSTI DEL MERCATO E DELLA PROPRIET Illustriamo la teoria di herry hansmann . essa ha unimpostazione di tipo contingency.(= non esiste un assetto proprietario otimale per qualsiasi tipo dimpresa) = lassetto proprietario ( cio la distribuzione dei diritti di propriet) deve essere scelto in funzione di 2 variabili : i costi di market contracting e i costi di ownership suscitati da ciascun possibile alternativo assetto proprietario conomici residuali dellimpresa. I diritti di propriet di norma fanno capo a una delle categorie di persone che interagiscono on limpresa in quanto forniscono input I proprietari dimpresa hannoil diritto di governare limpresa e di appropriarsi dei risultat.i e o in quanto ne acquistano gli output (clienti). Tali soggetti si possono classificare come patron dellimpresa (noi li chiameremmo portatori dinteressi). Ciascun patron nellattivare e nel gestire le sue relazioni con limpresa sostiene dei costi di market contracting ( per via delle asimmetrie informative, della non uniform distribuzione delle forze contrattuali) ASSEGNANDO I DIRITTI di propriet ad un patron, tale patron di regola riduce i suoi costi di market contracting , ma lesercizio della propriet comporta costi di ownership (tempo e altre risorse impiegate per informarsi e per predere decisioni di governo9 NEL LORO INSIEME COSTI DI CONTRACNTING E OWNWRSIP COMPONGONO I COSTI DI TRANSIZIONE.. LA TESI: : nelle scelte di assegnazione dei diritti proprietari la soluzione pi efficiente quella che minimizza il totale dei costi di transizione sostenuti da tutti i patrons, ossia dei costi di ownership sostenuti dai proprietari e dei costi di market contracting sostenuti da tutti i patroins inclusi i proprietari I diritti di propriet fanno capo ai patron, cio a una delle categorie di persone che interagiscono con limpresa. Ciascun patron sostiene costi di market contracting e costi di ownership. Costi di market + Costi di = Costi di contracting ownership transazione Costi di market contracting.dipendono da forza contrattuale dellimpi dei patrondresa nei confront investimenti specifici effettuati dai patrons asimmetria informativa Costi di ownership costi di monitorino sostenuti dai proprietari per informarsi costo delle decisioni collettive costi di assunzione del rischio La soluzione pi efficiente quella che minimizza il totale dei costi di transazione sostenuti da tutti i patrons, ossia dei costi di ownership sostenuti dai proprietari e dei costi di market contracting sostenuti da tutti i patrons (Inclusi i proprietari).

ARCHETIPI DI ASSETTI PROPRIETARI (1) Si identificano le seguenti classi di imprese distinte per assetto proprietario: imprese ad assetto proprietario capitalistico ( si distinguono importanti fattispecie in relazione al grado di concentrazione del capitale di rischio..., alla natura pubblica o privata dei titolari del capitle di rischio e alla distribuzione dei diritti di voto e rimunerazione) imprese ad assetto proprietario non capitalistico (le imprese nelle quali i diritti di propriet non sono assegnati ai conferenti di capitale di rischio ma ad altre categorie di soggetti) imprese ad assetto proprietario misto imprese con diritti proprietari limitati. (diritti di governo esercitati da sogg esterni allimpres) Nellambito del modello generale delle imprese capitalistiche si distinguono importanti fattispecie in relazione al grado di concentrazione del capitale di rischio, alla natura pubblica o privata dei titolari di capitale di rischio e alla distribuzione dei diritti di voto e rimunerazione. Nelle imprese ad assetto proprietario non capitalistico i diritti di propriet non sono assegnati ai conferenti di capitale di rischio ma ad altre categorie di soggetti (che possono contemporaneamente essere conferenti di capitale di rischio). Fra le imprese ad assetto proprietario misto, si distinguono quelle imprese nelle quali i diritti di propriet sono ripartiti tra i conferenti di capitale di rischio e i prestatori di lavoro. Nelle imprese a diritti di propriet limitati i diritti di governo sono in misura rilevante esercitati da soggetti esterni allimpresa.

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