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La ragazza che non aveva paura

(1999)

di Niccol Ammaniti

Qualche giorno fa ho incontrato una ragazza in treno. Era seduta di fronte a me e aveva davanti un computer. Non alzava mai la testa, quindi riuscivo a vederle i capelli castani, la punta del naso, il mento, ma non gli occhi. Era cos presa che se il treno avesse deragliato, avrebbe sollevato appena il capo e si sarebbe rimessa a battere sulla tastiera. Per cercare di attirare la sua attenzione ho tirato fuori dalla borsa il mio portatile, un vecchio scassone che nonostante tutto fa il suo mestiere, ossia farsi riempire di lettere, frasi, racconti e qualche volta romanzi. Lho messo proprio in faccia al suo in modo che i due schermi si sfiorassero. La ragazza ha alzato finalmente lo sguardo. Aveva due grandi occhi verdi. Ha dato unocchiata preoccupata al mio elaboratore, ha fatto una smorfia e ha detto: un 1400, buona macchina, lenta ma indistruttibile. Se fossi in te lo sostituirei con un G3, il massimo, riesce a fare cose incredibili. Non lo diceva come il commesso di un negozio di computer. Uno che cerca di rifilarti qualcosa come se quella fosse una verit e basta, senza animosit verso il passato obsoleto. Io ho risposto che ci stavo pensando e lei, a quel punto, mi ha sorriso e ha ripreso a battere. Che stai facendo? le ho chiesto. Stai scrivendo? Ha scosso la testa: Sto finendo di organizzare la mia home-page. Smarrimento nei miei occhi. Non sai cos unhome-page? No, non lo so ho dovuto confessare. Capivo che doveva essere grave non sapere cosa fossero le home-page, nel mondo di quella ragazza. Lei si guardata intorno e poi si accesa una sigaretta (eravamo in una zona non fumatori). Lhome-page la tua pagina di Internet. Uno spazio tutto tuo nella rete, dove puoi parlare di te, raccontare chi sei, che cosa ti piace, che cosa ti fa schifo, i film che preferisci o parlare del tuo gatto. E ci puoi mettere le tue fotografie, quelle dei tuoi amici. Puoi fare quello che vuoi. Vuoi vedere la mia? Certo che la volevo vedere. Si spostata per sedersi accanto a me e mostrarmi la sua pagina. Al centro cera una sua foto. Stava al mare con un cappello di paglia in testa e beveva da cannuccia una Coca-Cola. Era felice e soddisfatta. Accanto cerano simboli e scritte. Ho cliccato e sono apparse una serie di foto in ordine cronologico. Marina a un anno, a due... fino a ventisei. Devo finirla e metterla su Internet. Secondo me lhome-page assomiglia a una stanza. La devi rendere bella, invitante. Ci devi mettere dentro le cose importanti che per ti piacciono, tipo fare il giro delle isole greche con la nave. Le ho chiesto perch voleva che degli sconosciuti guardassero le sue foto, giudicassero i suoi piaceri, si facessero unidea della sua persona. strano, non lo so. Ma siamo in tantissimi a farlo. Quando entri in unhome-page ben fatta, con cose divertenti, come se quella persona la conoscessi. E se ti piace veramente, niente vieta di scrivergli e di diventare amici. Io ho un problema: ho paura del buio, la notte devo sempre avere una luce accesa. Ho paura quando se ne va lelettricit, mi sembra di morire. Vedi, per esempio questo lho scritto nella mia home-page. E non sai quante altre persone soffrono della stessa cosa. Mi hanno scritto, continuano a farlo, e io rispondo. Ora sto andando a Ferrara a incontrare alcuni di quelli con cui ho avuto le conversazioni pi assidue, soprattutto di notte. Sono le persone con cui condivido la gran parte delle mie sensazioni, prima avevo difficolt a parlarne ma grazie a questo sistema ho capito di non essere la sola. Stasera abbiamo deciso di dormire tutti insieme e sono sicura che in caso di black-out sapremo come organizzarci. Senza avere paura.

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