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Articolo per Il Popolo Cattolico, esperienza in Norvegia, Giulia Giubertoni

Tell Norge
Premessa che contestualizza l'esperienza, maturazione della decisioni, perplessit, stimoli

Lidea di partire per un anno mi era sempre piaciuta, ma non mi ero mai informata seriamente allargomento almeno finch nella mia classe, non erano arrivati dei fascicoli di Intercultura (ma certo, il famoso modulo rosso!) che spiegavano in dettaglio di che associazione si trattasse, i vari paesi tra cui si poteva scegliere e le varie recensioni che si facevano a proposito. Frequentavo il terzo anno del mio Liceo (il linguistico a Caravaggio) e mi sembrava il momento giusto per capirne di pi. Laspetto che pi mi attirava di un soggiorno allestero era conoscere nuove persone, nuove culture, e una nuova lingua (last but not the least: le lingue sono la mia grande passione!). Solo dopo infinite letture di tutte le schede di ogni stato, lunico problema che mi rimaneva era fare le mie scelte e, ovviamente, convincere i miei genitori. Inoltre, venni a conoscenza di una borsa di studio totale offerta dalla provincia di Bergamo per un anno in Norvegia (di cui a malapena sapevo quale stato della Scandinavia fosse!): dopo svariate riunioni di famiglia e la prospettiva di poter fare questa esperienza quasi a costo zero, ormai non mi mancava che aspettare la data delle selezioni, presentandomi per questa borsa di studio. Pu sembrare strano, ma laspetto della distanza dalla mia famiglia non mi ha mai preoccupato, anzi, il mio pi grande timore era non riuscire a imparare il norvegese e rischiare di morire congelata! Dopo quasi 4 mesi dalla data del mio colloquio e vari test psicologici assurdi (come disegnare alberi!), mia mamma mi venne a prendere alla fermata del pullman (cosa che non faceva e non fa- mai!) e mi disse che avevano telefonato dalla provincia Ad agosto sarei partita per la Norvegia!! Iniziai cos a informarmi il pi possibile su questo paese nordico, prenotando pi guide turistiche possibili in biblioteca e comprando anche un dizionario di norvegese (che si rivel formidabile!).
Analogie e differenze (sistema scolastico)

Il sistema scolastico norvegese, rispetto a quello italiano, non n meglio n peggio. Infatti, nonostante in Norvegia, paese notoriamente ricco, ogni alunno abbia un computer personale fornito dalla scuola, i professori facciano lezione solo con diapositive power point e film proiettati su immacolati pannelli al muro e tutte le classi siano disposte di persiane funzionanti io rimango del parere che prendere

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appunti su un foglio di carta sfogliando le pagine di un libro non possa avere paragoni! I paesi nordici sono famosi anche per il rapporto diverso che c tra professori e studenti. Infatti, vengono chiamati per nome e le forme di cortesia non vengono n richieste n usate. Devo ammettere che questo aspetto in particolare mi ha spesso messo in impaccio e, anche dopo 10 mesi, non sono mai riuscita a assimilarlo completamente. Una cosa che ho molto apprezzato senza dubbio la concezione dello sport che si ha in Norvegia: lattivit fisica viene davvero valorizzata. Oltre che durante le lezioni di Kroppsving (letteralmente allenamento del corpo), anche le vacanze incitano a darsi allo sport: gli studenti norvegesi hanno sia le vacanze di Natale che le vacanze di Inverno (e di Pasqua, tanto la neve perenne!) per sciare! Adesso lora di ginnastica, che prima quasi detestavo, diventata non solo pi tollerabile, ma anche cos tanto rivalutata che arriva quasi a divertirmi!
Arricchimento esperienza, consigli per ragazzi Galilei

Dal mio ritorno, tra tutte le domande che mi sono state poste, la pi assurda (e frequente!) rimane una e una sola: Adesso linglese lo sai perfettamente dopo averlo parlato per 10 mesi?. La spiegazione del perch la trovo una domanda insensata semplice: in Norvegia la lingua nazionale il Norvegese! Certo, volendo, una persona pu anche decidere di continuare (testardamente) a parlare solo linglese, che, a differenza dellItalia, l viene capito senza la minima difficolt. Ma qui non si tratta pi di farsi comprendere una cultura, ma di comprendere la stessa; e come, se non iniziando a esprimersi nella sua lingua? Dopo i primi due-tre mesi di incomprensione quasi perenne e conversazioni quasi sbiascicate e frasi formulate in ore e ore di riflessioni, ecco che improvvisamente non avevo pi problemi. Non mi posso nemmeno lamentare: il norvegese a confronto con altre lingue quasi un gioco da ragazzi. Niente coniugazione dei verbi, la stessa regola grammaticale che avevo studiato un anno prima per tedesco per cui il verbo va sempre al secondo posto e altre varie somiglianze allinglese. E non tutto: nella zona in qui mi trovavo io, non si parlava il norvegese ufficiale (bokml), bens nordlandisk, ovvero il dialetto tipico del nord: la mia voglia di studiarlo era quindi il doppio! Non sempre facile farsi capire sempre con tutti, ma questo (lo ammetto) mi succede paurosamente spesso anche con la mia linguamadre...! In ogni caso, ne

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sicuramente valsa la pena. Infatti il norvegese una lingua molto simile allo svedese, al danese (cambia leggermente lo spelling) e, anche se un po di meno, al tedesco (buona parte dei testi di letteratura li capisco anche senza controllare le parole sul dizionario soddisfazione ineguagliabile!).
Elementi civilt del paese ospitante (curiosit, anedotti)

Cottage med familien, Helga p hyttaen, Idrett, Fjellan, Jula, Genser, Mat, ARTIKKEL??

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Foto

Uno dei miei ultimi giorni in Norvegia, a Svolvr con la mia famiglia ospitante: Pia, Thea e Reiulf Jessen Ruud.

Io e mia sorella Thea, dal hytta (cottage) di famiglia, a B.

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A Pasqua, momento di pausa con kjeks (biscotti) durante un fantastico skitur (giro in sci).

Una delle foto pi belle che ho della Norvegia, scattata dalla finestra del cottage.

Un altro scatto fotografico tipicamente norvegese!

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