Anno 111 n. 6 D1embre 2012 Agor f amul l i a Shn Ni kol l a f amul l i a Shn Ni kol l a f amul l i a Shn Ni kol l a f amul l i a Shn Ni kol l a Viviamo la nostra fede in comunit il nome del nostro programma di attivit 2012-2013, con il qua- le aderiamo allinvito del Santo Padre di incamminarci con la Chiesa nellanno della Fede. In questo numero e nel prossimo racconteremo come anche qui, in Albania, con i nostri giovani e le loro famiglie, cerchiamo di accogliere questo importante messaggio lanciato ad ogni uomo. Siamo infatti tutti invitati ad attraversare la Porta della Fede, quella porta che ci introduce allincontro con una Persona viva che ci permette di rendere nuovi e significativi i nostri incontri quotidiani. Dallesperienza di ogni giorno ci accorgia- mo, allora, che non si tratta di attraversare solo uno spazio, ma di entrare in una dimensione damore in cui tutti sono accolti, amati e perdonati. Proviamo dunque ad oltrepassare quel muro invisibile che divide linterio- re dallesteriore e a dare spazio prima di tutto a noi stessi, raccogliendoci silenziosamente e mettendoci alla- scolto. Questo anche il nostro auspicio di vivere al meglio il tempo della manifestazione della Gloria del Signo- re per mezzo di Suo Figlio. Tempo di Amore in cui Dio si fatto come noi per farci come lui. Teniamo aperta la porta dentro di noi per accogliere lo spirito di Cristo che fa fiorire il deserto e lasciamo che Lui compia il progetto che ha pensato fin dallorigine per ognuno di noi. Non dobbiamo avere timore, ma attraversare fidu- ciosi anche il deserto del nostro cuore e lasciarci guidare dalla luce di Cristo: via, verit e vita. La comunit dei padri e delle suore di Milot augura a tutti un buon Natale e buon anno ricco della Grazia che trasforma!
La porta della fede (At. 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette lingresso nella sua Chiesa sempre aperta per noi. possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. (Benedetto XVI, Lettera apostolica Porta Fidei) Attivit pastorali Anno III numero 6 Pagina 2 FAR PARTE DELLA COMUNIT Come religiosi e religiose impegnati nella vita parrocchiale sappiamo bene che il primo modo per far sentire i giovani appartenenti alla comunit fornire occasioni di incontro e di scambio personale. Seminare la cultu- ra della solidariet e della famiglia quanto cerchiamo di fare proponendo ogni anno diverse attivit che li possa coinvolgere non solo nel gioco, ma anche vivendo attivamente gli spazi della parrocchia attraverso momenti di catechesi ed altre esperienze di vita. La quotidianit di una cittadina come Milot non poi tanto diversa da quella delle altre citt del mondo. I pericoli, ma anche la bellezza delle piccole cose sono comuni ad ogni luo- go e per noi rappresentano occasioni importanti per aiutare tutti ad accre- scere il senso civico e la cultura della persona. Questanno in particolare ci soffermeremo sulla Fede, che per- mette di guardare la vita con occhi diversi. Infatti il nostro lavoro in quali- t di educatori, non riguarda solo lambito prettamente pastorale, ma attraverso la comprensione della Pa- rola, aiutare le persone a vivere me- glio la loro quotidianit. Come sempre il nostro intento di ripartire dai pi piccoli e tramite loro raggiungere gli adulti per costruire insieme una co- munit in cui tutti possano trovare spazio, ascolto ed esprimersi libera- mente, consapevoli di avere una fami- glia, quale la Chiesa, sempre pronta ad accoglierli. LE ATTIVIT 2012-2013 Oltre alle consuete attivit settimanali di catechesi, da qualche anno stiamo favorendo incontri diocesani con altri gruppi e iniziamo a fare le prime esperienze di ritiro non solo a Milot, ma anche in altre localit. La partecipazione dei giovani e il loro desiderio di vivere momenti di gruppo un segnale che ci rincuora e ci spinge a fare sempre qualcosa di pi. Dopo tanti anni abbiamo visto molti dei nostri giovani diventare piccoli uomini e piccole donne, sposarsi e mettere su famiglia. Sono piccoli passi che altrove perdono il loro senso. Per noi invece rappresentano sempre un segno importante della presenza della grazia del Signore che opera a volte in modo incomprensibile, ma che non delude mai! La nostra settimana di catechismo: Marted: I-V elementare. Gioved: VI-IX classe. Sabato: giornata dei giovani; incontro con i ministranti e catechesi nei villaggi della nostra missione. Milot, 8 dicembre 2012: Alcuni ragaz- zi della Parrocchia preparano le riflessioni per la messa dellAvvento. Seconda domenica di Avvento 2012. La comunit di Milot si prepara a vivere il Santo Natale valorizzando la bellezza dello stare insieme in preghiera. di Giovanni Peragine
Pagina 3 COSTRUIAMO PONTI Ci adoperiamo costantemente per abbattere i muri che separano le per- sone. Muri culturali, generazionali o semplicemente costruiti dallegoismo. Muri che sembrano a volte montagne insormontabili, soprattutto in questi luoghi ancora feriti, mentre altrove quasi non esistono pi. Quasi, in quanto persistono, sebbene latenti o a volte nascosti da un perbenismo di costume, forme di negazione dellal- tro, a partire dal rigetto della religione altrui. Nella nostra comunit preferia- mo invece unire pi che distinguere. Siamo consapevoli, infatti, che lAmore passa per la conoscenza e noi siamo tramiti, strumenti che da soli possiamo poco. Levangelizzazio- ne, del resto, non significa operare uno sradicamento della cultura di ori- gine per ripiantarne una nuova, ma portare la buona Novella a tutti, dialogando e soprattutto attraverso unopera costante di accompagna- mento delle persone. Le attivit di formazione: Luned: incontro con i musulmani. Mercoled: lezioni di canto. Venerd: formazione degli adulti. UNESPERIENZA DI COMUNIT Lo avevamo progettato da tempo, poi finalmente loccasione: un ritiro con i nostri giovani presso la localit di Fan (Mirdita). Con quindici giovani, sebbe- ne la neve e il gran freddo, siamo par- titi alla volta della nostra avventura. Il tema scelto viviamo la nostra fede in comunit fa parte del programma pastorale di questanno. Fede come crescita, co- me percorso costante, sebbene le possibili cadu- te. Fede come condivisio- ne, accrescimento perso- nale ma soprattutto co- munitario. La fede, da dono del singolo ad es- senza della comunit: la crescita spirituale, dun- que, non deve essere vissuta solo dal singolo, ma si nutre e trova spazio nella comunit. Attraver- so lesperienza comunita- ria, infatti, possibile riscoprire il dono della fede dato dal Battesimo che ci spalanca la porta della Salvezza.
Kisha n Fan Mirdite, 14-15 dicembre 2012: meditiamo sul nostro rapporto con la Fede. Ritiro di Natale con i giovani della Parrocchia di San Nicola di Milot. stato possibile anche grazie al nuovo pulmino! Altre notizie della Comunit
Agor 2012
Pagina 4 Anno III numero 6 LANNO DELLA FEDE Anno della fede! Una opportunit per tutti i cristiani per rivedere il proprio modo di credere come atto di fede, ovvero atto di testimonianza. Credere perci significa ragionare sulla propria fede ma anche sul modo in cui questa si vive tra la gente vicina e lontana. vero che molti dei giovani che fre- quentano e vivono i nostri campi di lavoro, in Albania o altrove, non sono sempre sono mossi da una tensione di fede; spesso vanno allestero perch desiderano conoscere e capire se pos- sono fare qualche cosa di bello e di buono. Luomo buono in s, ma non sempre riesce a coltivare e celebrare questa sua bont. Avere fede non facile, o meglio, non facile ricono- scere la fede in Dio che abbiamo rice- vuto in dono e coltivarla. Anche io come prete certe volte mi pongo delle domande sulla qualit della mia fede e se talvolta questa mi sembra buona quando considero la sua trasmissione, la sua testimonianza mi accorgo di essere un buono a nulla. Succede allora che la fede vissuta a Milot riesce a smuovere maggiormen- te rispetto alla fede vissuta a Milano, nella quotidianit di una vita cristiana scontata che spesso lascia tiepidi per non dire indifferenti. Questa affermazione di una giovane pu essere vera, mi consola il fatto che la mia esperienza di fede mi fa riconoscere che la fede la stessa a Milano, a Lodi, a Napoli e a Milot: bisogna avere la pazienza che ognuno compia il suo percorso. Una mattina, mentre celebravo la messa a Milot pensavo alla mia lingua e alla fatica degli indigeni a comprenderla ma an- che alla loro lingua e alla mia fatica a comprenderla e ne traevo una rifles- sione. Talvolta ascoltare Dio come ascoltare una lingua straniera: qualco- sa si capisce, qualcosa no e quindi bisogna ricorrere a uninterprete. A- vere fede in Dio, nel Dio di Ges Cristo morto e risorto per noi, significa pro- prio non pretendere di com- prendere tutto subito e affidar- si a un interprete, la Chiesa, perch ti aiuti a comprendere di pi. Un po ci che succede quando si va a Milot: italiani e albanesi si capiscono un po si e un po no e devono affidarsi/ fidarsi di un interprete. Questa semplice ma utile esperienza ci fa capire meglio quanto sia importante e necessario avere fede e cosa possa significare avere fede in Dio Padre, Figlio e Spirito santo. Trieste, agosto 2012: Padre Giannicola e i suoi ragazzi a termine di una lunga estate. Missione e Fede di Giannicola Simone VERSO DIO E VERSO IL PROSSIMO IO, LA FEDE E MILOT Incontro dei volontari a Milot nellAnno della Fede In occasione dellAnno della Fede (11 ottobre 2012 - 24 novembre 2013) la Fami- glia Zaccariana si riunisce in un piccolo convegno di due giorni, per approfondire il tema della fede e favorire un incontro e uno scambio culturale, prendendo spunto dallesperienza missionaria svolta in questi ultimi anni in Albania. Lini- ziativa, prevista entro i primi mesi del 2013, ha come obiettivo di far ritrovare alcuni giovani delle comunit barnabitiche italiane ed estere gi sensibili al tema, per riflettere insieme sul valore dellessere testimoni della fede nel mondo, at- traverso lincontro dellaltro inteso come relazione non solo sociale, ma come capacit del singolo di accogliere il dono dell altro-da-s in una dimensione trascendentale. La fede si pone quindi come propulsore che spinge ogni individuo ad accostarsi e rileggere le realt sociali diverse da quelle di appartenenza. Ma intesa anche come esperienza di vita nuova che sopraggiunge, spesso inaspettata, a seguito di attivit di volontariato allestero, pellegrinaggi oppure attivit oratoriali. Il convegno sar aperto a tutti i volontari che in questi anni hanno partecipato alle attivit offerte dalla missione. In questi giorni stiamo allestendo la Segreteria organizzativa. Per maggiori informazioni scriveteci a missionealbania@gmail.com
Pagina 5 da frutto; Dio si aspetta da me che porti frutto. Frutti di gioia, di pace e di amore che mi dilatano il cuore fino a spingermi in Missione a Milot, dove ci si dedica al campo estivo dei bambini, per farli sentire creativamente vivi; per provare ogni giorno tanto entusia- smo e soprattutto far conoscere loro lamore, la gioia che ci ha dato Ges. Mettersi al servizio dei giovani, dei Missionari, degli anziani fa sentire umilmente utile. Nella Missione di Milot, sperimento la gioia di vivere come in una vera famiglia composta da tanti membri: Barnabiti, Angeliche studenti teologi, giovani zaccariani ed altre realt. In quel Paradiso di amore mi annullo, ritrovo la pace interiore arricchendola giorno dopo giorno. Al mio rientro a casa, unita alla mia fami- glia e ai miei fratelli nella fede, sono pi pronta a vivere pi ricca di amore e di carit. Attingiamo noi tutti a quel- la fonte dello Spirito Missionario che lApostolo Paolo e il carisma di Anto- nio Maria: ci sentiremo sempre pi gioiosi di donarci agli altri senza condi- zioni. LA FEDE TRASFORMA LA VITA MADDALENA BALLETTA La verit della fede ha trasformato la mia vita. La fede un dono di Dio, frutto dellazione dello Spirito Santo, che la suscita, la sostiene, laiuta a crescere. La fede ci d la convinzione di essere amati, ci libera dalla solitu- dine e dallangoscia; ci dispone ad amare noi stessi e pi ancora il prossi- mo. La fede credere, aprirsi, uscire da se stessi, fidarsi, obbedire, rischiare e mettersi in cammino verso le realt invisibili seguendo le orme di Ges. Grazie a Dio, che ha posto nel mio cuore il desiderio di conoscerlo. Cono- scendolo infatti lo posso amare e rag- giungere in pieno la mia verit e con- quistare la meta che Lui ha progettato per me. Nel cammino della mia vita ho avuto modo di testimoniare la mia fede in tanti modi diversi, anche se ostacolata da tante sofferenze, tante difficolt, ma anche da tanta gioia. Ora mi trovo a testimoniare il mio Spirito Missionario trasmessomi dall- Apostolo Paolo. Il Signore mi ha dato una vocazione: quella di appartenere ad una grande famiglia: la famiglia Zaccariana. Il Nostro fondatore: Sant- Antonio Maria Zaccaria fond i tre Collegi nel lontano 1500 Chierici re- golari di San Paolo, Angeliche e Mari- tati di Paolo Santo; io faccio parte del terzo collegio. Questo cammino mi entusiasma e mi porta utile come un Parrocchia di San Nicola in Milot. Il frutto dellamore visto con gli occhi della fede. Maddalena, Maria Rosaria, Vito e Moter Violeta con alcuni giovani della Parrocchia di Milot.
La fede sostanza di cose sperate e convinzione di cose che non si vedono. San Paolo, Lettera agli Ebrei (11,1) Agor 2012 Pagina 6 Anno III numero 6 IL DONO DI S Anche questestate stata ricca di emozioni, incontri e attivit. Grazie ai numerosi volontari che si sono dati appuntamento nella nostra missione, siamo riusciti ad organizzare tre campi estivi: due a Milot e uno a Gallat. Lasciamo spazio ai loro commenti, cercando di restituire le stesse sugge- stioni che solo chi ha visto questi luo- ghi conosce davvero. ALBANIA? NO, GRAZIE! PASQUA PERAGINE Albania? No, grazie! Ecco la risposta che padre Giovanni Peragine (mio zio) si era preparato a ricevere tutte le volte che mi proponeva di partire alla volta di Milot per entrare a far parte dello staff del kampi veror che pun- tualmente organizza ogni anno. Pre- giudizi?! Tanti! Motivo per cui nella mia testa filtravano soltanto immagini negative di quella realt che zio vole- va tanto imparassi a conoscere di per- sona e a non giudicare solo per senti- to dire. Ci aveva gi provato con mia sorella e con successo era riuscito a coinvolgerla per ben due anni. Io inve- ce proprio non volevo schiodarmi dal- la mia saldissima presa di posizione, dal mio categorico NO! Associavo lAl- bania a un altro pianeta per cultura e tradizioni cos poco occidentali, ma soprattutto a causa dei soliti rumores. Insomma, uno strano mondo in cui mai avrei pensato di mettere piede (tantomeno d estate!). Ebbene, mi sbagliavo e mi risulter faticoso ammetterlo. Chi mi conosce da sempre sa bene quanto astio provassi per una societ e una popolazione ancora cos medievali. Tutto iniziato appena terminata la maturit, quando ho deciso di dare una piccola scossa alla mia ormai mo- notona vita e di provare ci che da tempo avevo ingenuamente voluto evitare: un po per scetticismo nei confronti di una realt troppo diversa da quella del mio paese, un po per paura di non essere allaltezza di una missione di volontariato. Per questo ho deciso di partire, senza alcuna a- spettativa, forse con la sola speranza di staccare dalla routine quotidiana per vivere unesperienza nuova e ma- gari ritrovare me stessa dopo lo stres- sante periodo di studio pre-esami! Non ero conscia del fatto che sarei potuta cambiare tanto attraverso una simile avventura, perch alla fine que- sto stato il mio kampi veror: una catena di peripezie e di nuove scoper- te! Non immaginavo di tornare a casa con le lacrime agli occhi dalla tristez- za. Appena ho varcato la soglia del cancello della parrocchia, quel lonta- no 28 luglio, allora ho pensato: <<Ma chi?? Chi mi ha spinto a trascorrere 15 giorni della mia estate in Albania?>>. Ero spaventata. Non conoscevo nessu- no e avevo paura di non riuscire a inserirmi in quel contesto cos nuovo per me. Non riuscivo a non desiderare che tutto finisse presto e sognavo gi di riabbracciare familiari e amici. Il tempo non passava mai nonostante le occupazioni giornaliere e i preparativi per il campo. La nostalgia di casa e delle vecchie abitudini era in costante aumento. Con linizio vero e proprio del campo la situazione cambiata! Ho cominciato a sentirmi parte del gruppo un gruppo fantastico, che si andato compattando con il passare dei giorni. Ho cominciato ad avvicinar- mi ai bambini senza il timore di fare qualcosa di sbagliato, ad entrare nel meccanismo dei compiti di un anima- tore e a socializzare con i volontari (sia italiani che albanesi). stato tutto un crescendo di emozioni! E poi il tempo volato, cos come sono volati gli ae- rei sopra il cielo stellato di Milot, un cielo che - come qualcuno mi ha detto - ha qualcosa di magico e penso rimar- r per sempre scolpito negli sguardi dei protagonisti del kampi veror: persone speciali che non esitano a mettersi in gioco per regalare un sorri- so a quei bambini che si accontentano anche solo di un abbraccio. E finisci per ricevere molto pi di quanto pensi di aver dato! allora che capisci che basta poco per essere felici. Una volta a casa, senti quasi lobbligo di dover tornare a sostenere questa missione, perch magari hai lasciato un segno nel cuore di qualcuno, nel cuore di Milot. Unestate di volontariato del Qendr Agor Milot 2012. Campo estivo Hapi Kra- het Foto di gruppo degli animatori .
Pagina 7 Agor 2012 PARTIRE DI NUOVO SOFIA ROSSI L'Albania stata un esperienza inde- scrivibile. Il nostro gruppo ha poca esperienza: sono solo due anni che partecipiamo al progetto, eppure quando siamo tornati quest'anno stato tutto familiare; ci siamo sentiti parte di una comunit che si forma- ta nel tempo. Lavorare con i bambini stato impegnativo, ma ha regalato ad ognuno di noi un piccolo spaccato d'Albania. Ripartire sempre pi com- plesso perch sappiamo che il lavoro non terminato, sappiamo che dob- biamo tornare, sappiamo che abbia- mo bisogno di tornare. Campo Albania 2013, aspettaci! AL DI L DELLADRIATICO ALICE Prima di questestate tutto ci che sapevo sullAlbania che era stato un paese comunista e che si trova al di l dellAdriatico, in un punto non ben specificato della cartina geografica della mia mente. Nel momento in cui abbiamo deciso con tutto il clan di scegliere proprio lAlbania come meta del nostro campo estivo mi sono mol- to vergognata della mia ignoranza. Nonostante le varie attivit e gli in- contri che avevamo organizzato per conoscere meglio la storia di questo Paese, lAlbania si dimostrata completamente diversa dalle mie a- spettative. Arrivati a Gallat abbiamo capito (o ci siamo rassegnati a crede- re) che la lingua non era fondamenta- le per comunicare con i ragazzi, la voglia di conoscerci era tale che ci esprimevamo a gesti, oppure parlan- do ognuno la propria lingua sperando che laltro capisse. Una delle cose che mi ha stupito di pi di questo villaggio lospitalit dei suoi abitanti, limpe- gno che mettevano per farci sentire a nostro agio, come se fossimo a casa nostra, lentusiasmo con cui i ragazzi ci facevano conoscere i luoghi della loro vita, la scuola, la chiesa di Santa Prena, la diga costruita da loro per poter fare il bagno nel fiume destate, la generosit delle famiglie che ogni giorno ci portavano frutta e verdura dei loro orti. Penso che il tempo tra- scorso con i ragazzi di Gallat mi abbia trasmesso la loro allegria, la loro ener- gia e la voglia di dare sempre il massi- mo, a qualunque costo, per ricevere il meglio. Ora per me lAlbania non pi un punto qualunque oltre lAdria- tico, ma LA, dove spero di poter tornare e di scoprire quel tanto che quel paese e i suoi abitanti hanno ancora da dare! Milot, agosto 2012. momento di riflessione nei gruppi prima di iniziare i giochi a squadre. Gallat 2012: campo estivo organiz- zato in collaborazione con il gruppo scout SandoClan un Clandestino, Milano 45. Anno III numero 6 Pagina 8 UN VILLAGGIO CHIAMATO GALLAT VIOLA Siamo scout da una vita, abbiamo imparato ad affrontare la pioggia e tutti i trucchi per dormire al caldo in tenda. Abbiamo capito il valore di mettersi al servizio degli altri e le gioie che il farlo procura, abbiamo anche avuto la possibilit di vedere molte realt pi o meno vicine a noi, pur- troppo come spesso succede agli scout abbiamo visto tutto e toccato niente. Per mancanza di tempo ed eccesso di curiosit forse, non erava- mo mai riusciti tutti insieme ad im- mergerci completamente in una di quelle situazioni. Poi per arriva lAl- bania e improvvisamente si scopre che al di l del mare c qualcosa da svelare. Quando in cielo non si vede neanche una nuvola e il sole alto, dalla Puglia si riescono a vedere i pro- fili della costa e delle montagne alba- nesi, ma chi ci aveva mai prestato attenzione prima del 30 luglio 2012! Tutto ad un tratto si viene a sapere che nel mondo e tra laltro neanche troppo lontano da casa nostra c un villaggio, chiamato Gallat, in cui la gente in grado di farti comprendere il vero significato del perch si fa ser- vizio. Zaini in spalla e al posto degli scarponi uninfinit di pennarelli e perline, un po di confusione e dubbi ma anche grande entusiasmo. Il servi- zio non stato solo giocare a palla con dei bambini, abbiamo pian piano imparato, o almeno provato, a pensa- re come loro, ad avvicinare i nostri mondi culturali cos paradossalmente lontani, ma in realt separati soltanto da uno stretto fazzoletto di acqua. Inutile dire che il problema della lin- gua ci ha assillati per molto tempo, si rivelato poi essere una sfida in pi e loccasione per capire che non sem- pre necessario riempire un silenzio con mille futili parole ma che a volte basta stare seduti vicini per scambiarsi qualcosa luno dellaltro. NON IL SOLITO VIAGGIO FAMIGLIA MAI Valentina racconta: Ero gi stata a Milot in un paio di occasioni, che non definirei viaggi programmati, ma un impulso, un bisogno. Mi fu chiaro cosa andavo cercando solo quando vidi la Missione e chi umanamente la com- poneva: inevitabile sentirsi parte della comunit, accolti come un dono, ama- ti, accettati. Nei mesi successivi ai primi viaggi, io e le mie compagne di avventura, maturammo lidea di voler creare un campo scuola per i bambini pi piccoli (assecondando le nostre competenze da insegnanti della scuo- la dellinfanzia). Una nuova partenza si avvicinava ed io sentivo sempre pi forte la spinta a condividere queste- sperienza con la mia famiglia: Andrea e i nostri figli, Filippo di nove anni, Camilla sette e Gabriele che in realt ancora nella mia pancia! Fu cos che partimmo, carichi di entusiasmo, atte- sa, ma anche di timori. Anche oggi mi sembra inevitabile condividere questo racconto con i magnifici occhi della mia famiglia, per questo lascio a loro le prossime righe. Filippo racconta: Questa stata la prima volta che par- tivo per lestero, che mi confrontavo con bambini stranieri. Prima di partire avevo paura di non riuscire a comuni- care, poi si aggiustato tutto, comuni- cavamo usando un linguaggio molto strano, bastava uno sguardo per capi- re cosa volessimo dirci. Un giorno ho regalato le mie ciabatte a un bambino E dopo una mattinata di giochi, il gruppo SandoClan pronto per una avventurosa gita..
Agor 2012 Pagina 9 della mia et, ho provato unemozio- ne molto forte! La cosa pi bella stata servire la messa che veniva cele- brata in Albanese. Padre Domingo mi ha coinvolto a partecipare come chie- richetto, anche in questa occasione erano i gesti a parlare prima delle pa- role. Mi sono fatto molti amici veri, non come quelli che dicono: dai, tu sei mio amico poi ti insultano a pi non posso! Camilla racconta: Io prima di partire per Milot non sapevo come comunicare con gli altri, ma l i bambi- ni e i ragazzi capivano un po litaliano e ho fatto amicizia. E stato veramente bello! Andrea racconta: Non stato il solito viaggio, cui la maggior parte ambisco- no: mete tropicali, acqua cristallina, spiagge da sogno e tutti i confort im- maginabili, bens un viaggio che mi ha portato in un paese non molto lonta- no e nemmeno tanto diverso dal no- stro. Da subito stato come entrare in una grande famiglia, le braccia dei padri e delle suore ci hanno avvolti. Il progetto studiato e pianificato in Italia, aveva come fine una stretta collaborazione tra il nostro gruppo, composto da sei adulti e tre bambini e circa dieci, tra ragazzi e ragazze della Missione, con lobiettivo di coinvolgere in un campo estivo bim- bi fino ai dieci anni. Le prime paure, legate alle differenze, sono state im- mediatamente cancellate dalla voglia di fare e dalla curiosit di quegli oc- chietti, che allinizio ci scrutavano quasi con diffiden- za, ma che col pas- sare del tempo ha lasciato il posto a grandi sorrisi, alla voglia di comunica- re, ma pi semplice- mente alla voglia di giocare, ridere, sta- re insieme pur par- lando lingue diver- se. Questo viaggio stato unesperien- za unica ed intensa. I nostri dieci giorni sono trascorsi ad una velocit incredi- bile, non abbiamo fatto in tempo ad arrivare che gi stavamo riparten- do. Abbiamo saluta- to con enorme di- spiacere la famiglia dei Padri e delle Madri, loro pronti a trascurare se stessi per dare alla loro comunitloro che aiutano le famiglie pi bisognose e i giovani ai quali affi- dano il futuro di Milot e dellAlbania, nei quali confidano perch possano dare valore e significato alle loro vite. Tra giochi e disegni i bambini trascor- rono le loro mattinate serenamente in compagnia dei volontari italiani. Milot, 2-6 luglio: primo campo estivo organizzato in collaborazione con il gruppo Senior di Lodi - Istituto San Francesco di Lodi. Pagina 10 Anno III numero 6 STORIE DI ORDINARIA SOLIDARIET Per alcuni la solidariet un semplice sostantivo, ormai anche abusato. Per altri un principio di vita fonda- mentale affermato nella Dottrina Sociale della Chiesa. Per molti unazione concreta a favore di chi ha bisogno e mossa da unesigen- za per lo pi di natura personale. Di fatto, una costante che ritor- na da secoli, unevoluzione del pensiero sociale che ha origini lontane, ma che caratterizza pro- fondamente la societ civile. Che sia un sentimento laico o legato al trascendente, certamente ci che contraddistingue luomo ren- dendolo appunto umano. In questo caso, pi che soffermarci sullorigine della solidariet o sulle motivazioni che spingono allesserlo, preferiamo raccontare qualche piccolo gesto che ha fatto la differenza. A dire il vero, non necessario andare molto in l per comprendere la ricchezza sostan- ziale di certe azioni. Basta guardarsi intorno, osservare la nostra quotidia- nit. Ci ci spinge a pensare, innanzi- tutto, che la solidariet coincide con una particolare predisposizione della- nimo, ovvero laver compreso le cose importanti della vita, che quasi mai sono associate allopulenza, bens al tesoro delle piccole cose, dei valori che non vanno in disuso, dei gesti che ti lasciano un involontario sorriso sulla bocca. In poche parole spendersi con gioia. avere cura di chi ti ac- canto anche semplicemente rispettan- dolo. riconoscere la dignit di ogni persona in ogni situazione. Ma an- che dire s, fidarsi, affidarsi. non avere timore di rinunciare a qualcosa per qualcunaltro, anche se sconosciu- to. A volte si concretizza in opere di bene, nel sostegno economico di APPENA UN ANNO FA Ricordo che appena un anno fa erava- mo seduti nella saletta della televisio- ne della canonica a confrontarci sulle esperienze di volontariato e sul daffare per aiutare la missione di Milot. Faceva freddo, ma ci scaldava il camino. Era gi dicem- bre e per la prima volta veniva in esplorazione un gruppetto com- posto da quattro giovani maestre e un fotografo per passione pro- venienti da Lodi. Come accade spesso, anche loro rimasero folgorati da questa realt. Chis- s cosa c in questo posto da riuscire a cambiare in poco tempo i cuori e lo sguardo sul mondo. In una- oretta o poco pi di chiacchiere ecco lidea: acquistare un nuovo pulmino per la comunit! A dire il vero allinizio sembrava un po impossibile, ma non al gruppetto di Lodi che subito si messo a pensare al modo di presenta- re la proposta in patria. Detto-fatto, o quasi. Dopo nemmeno un anno, la comunit di Milot ha ricevuto un dono davvero prezioso. Questo pulmino, infatti, rappresenta la possibilit di raggiungere le persone nei villaggi; portare i giovani ai raduni diocesani o in gita, soccorrere chi in difficolt e molto altro ancora, senza avere il ti- more di restare letteralmente a piedi!
Grazie a tutti, grazie per questo gesto di cuore!! vario genere: piccoli gesti che altres dovrebbe essere di semplice civilt. In altri casi si identificano in vite spese per il bene degli altri. Vite intense, che si arrendono solo al volere di Dio. il caso di molte persone: sacerdoti, suore, laici. Rappresentano tutti e- sempi mirabili che fanno venire la pelle doca e ti fanno sentire quasi inutile. Ma appunto, sono esempi, ovvero modi di vivere che si devono replicare. In questo caso il pensiero corre a don Antonio Sciarra, missiona- rio nel nord dellAlbania dal 1993. Oltre ad aver edificato diverse chiese e creato scuole professionali per aiu- tare i giovani ad uscire dalle estreme condizioni di povert, ricordiamo sim- bolicamente la campana della pace, prodotta dalla fusione delle cartucce delle armi da fuoco raccolte nel 97 dai bambini della provincia di Zadrima e segno di rinascita culturale e civile. Per questo e altro, grazie per il tuo esempio don Antonio! Istituto San Francesco di Lodi: grazie allaiuto di molte persone generose abbiamo realizzato un obiettivo davvero importante.. Un nuovo pulmino per le attivit della nostra missione! La rete dei volontari di Gaia Terzani
Per aderire alle nostre iniziative, per par- tecipare ai campi estivi come volontari, sostenere i nostri progetti o per info, contattateci via mail allindirizzo missionealbania@gmail.com
Agor 2012 Pagina 11 LE DIVERSE POVERT Dal 2009 ad oggi tutti i Paesi del mon- do stanno vivendo un periodo di forte contrazione economica. Abbiamo im- parato a conoscerla sotto il generico termine di crisi che investe soprat- tutto le fasce pi deboli che non sono pronte a sostenere le diverse mano- vre economiche proposte dai governi. LAlbania, non di meno, stata colpita da questa fase, soprattutto nel finan- ziamento di progetti socio-sanitari ed educativi e nel sostegno diretto da parte delle diverse categorie di bene- fattori. Infine, la crisi ha spinto molti albanesi allestero a rientrare nel pae- se di origine, a seguito della perdita del lavoro e dellimpossibilit di soste- nere la famiglia da fuori. Ma se in Ita- lia si pu parlare di povert momen- tanea, in Albania si tratta ancora di povert cronica, che riguarda sia lassenza di beni di primo conforto (viveri, medicinali, vestiti, materiale didattico), sia laccesso allistruzione o ai servizi sanitari specializzati, man- cando di un sistema sanitario pubblico capace di provvedere ai bisogni della collettivit. Questo evidente stato di indigenza ancora pi marca- to nel periodo invernale, durante il quale molti villaggi, dislocati sulle montagne, restano totalmente isolati per giorni e privi di energia elettrica e rifornimenti di ogni genere. Nel nostro piccolo ci adoperiamo per aiutare i villaggi della nostra Parrocchia, prov- vedendo con i pacchi viveri e soste- nendo le famiglie in particolari situa- zioni di indigenza. Per questo cerchia- mo di portare avanti la nostra opera con laiuto offerto da chi mostra at- tenzione verso la nostra missione. Ancora una volta vi riproponiamo sin- teticamente il nostro progetto Rilin- dja, ovvero Rinascita. Nel box sotto- stante troverete in cifre il costo che sosteniamo per ognuna di queste atti- vit. Infatti, sebbene sia un Paese po- vero, il costo della vita sta crescendo notevolmente. Per coloro che fossero interessati ad aderire ad una delle iniziative di soste- gno da noi promosse, si ricorda che la donazione sempre libera e pu per- venire sia tramite i referenti delle comunit di appartenenza, sia versan- do il contributo sul conto corrente postale che fa riferimento alla nostra Parrocchia. In modo particolare ricor- do limportanza delladozione a di- stanza anche tramite le borse di stu- dio. I nostri giovani e le loro famiglie hanno davvero bisogno di un aiuto concreto. Grazie a molti di voi in que- sti anni siamo riusciti a fare tanto. Stiamo costruendo una comunit ca- pace di guardare avanti, abbiamo of- ferto a molti ragazzi la possibilit di proseguire gli studi. Ma abbiamo an- cora bisogno del vostro aiuto! Infine, ne approfitto per ringraziare a nome della Comunit di Milot, tutte le persone che ci sostengono. Siete in tanti e lo fate in modo diverso. Attra- verso donazioni spontanee, di gruppo, attraverso lopera di volontariato e le spese solidali. Sono davvero piccoli gesti che per noi fanno la differenza. URGENZE Oltre al sostegno scolastico e ai pro- dotti di prima necessit, in questo periodo stiamo aiutando in particolare alcune famiglie per: il rifacimento del tetto della casa la ricostruzione della casa un giovane in attesa di un trapianto di fegato e che ha bisogno di cure particolarmente onerose e di fre- quenti viaggi in Italia un giovane in attesa di un inter- vento a seguito di un incidente provocato da unarma da fuoco. Ogni forma di aiuto per noi importante. Anche piccole donazioni ci permettono di venire incontro a forme di disagio difficilmente risolvibili senza la vostra generosit. Progetto Rilindja Il MiNformo in numeri:
con 25 possibile sostenere un laboratorio didattico del Qendr Agor; con 30 possibile sostenere il trasporto scolastico di un giovane; con 125 possibile sostenere una borsa di studio completa (convitto, scuo- la, acquisto libri e materiale didattico); con 150 sostieni lacquisto dei libri scolastici oppure un giovane al convitto possibile adottare una borsa di studio singolarmente o in gruppo (valore complessivo di 1,500 euro annuali) garantendo ad un giovane di avere per un anno vitto e alloggio in un collegio religioso e l acquisto dei libri di testo e del materiale necessario per affrontare gli studi. I beneficiari delle borse di studio sono individuati dai Padri che conoscono bene la realt in cui operano e seguono costantemente il loro percorso durante lanno.
Il S bashku in numeri: con 25 sostieni una famiglia nellacquisto di medicine; con 25 sostieni un anziano nellacquisto di medicine con 30 sostieni una famiglia (pacco viveri) con 45 assicuri una visita medica specialistica
Per contribuire: C/C postale n. 1240- 1741 intestato a Prov. Napoletana Chierici Regolari Barnabiti Albania - causale MiNformo oppure S ba- shku.