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Periodico informativo della Missione

dei PP. Barnabiti in Albania


Anno 111 n. 6
D1embre 2012
Agor
f amul l i a Shn Ni kol l a f amul l i a Shn Ni kol l a f amul l i a Shn Ni kol l a f amul l i a Shn Ni kol l a
Viviamo la nostra fede in
comunit
il nome del nostro programma
di attivit 2012-2013, con il qua-
le aderiamo allinvito del Santo
Padre di incamminarci con la
Chiesa nellanno della Fede. In
questo numero e nel prossimo
racconteremo come anche qui,
in Albania, con i nostri giovani e
le loro famiglie, cerchiamo di accogliere questo importante messaggio lanciato ad ogni uomo. Siamo infatti tutti
invitati ad attraversare la Porta della Fede, quella porta che ci introduce allincontro con una Persona viva che
ci permette di rendere nuovi e significativi i nostri incontri quotidiani. Dallesperienza di ogni giorno ci accorgia-
mo, allora, che non si tratta di attraversare solo uno spazio, ma di entrare in una dimensione damore in cui
tutti sono accolti, amati e perdonati. Proviamo dunque ad oltrepassare quel muro invisibile che divide linterio-
re dallesteriore e a dare spazio prima di tutto a noi stessi, raccogliendoci silenziosamente e mettendoci alla-
scolto. Questo anche il nostro auspicio di vivere al meglio il tempo della manifestazione della Gloria del Signo-
re per mezzo di Suo Figlio. Tempo di Amore in cui Dio si fatto come noi per farci come lui. Teniamo aperta
la porta dentro di noi per accogliere lo spirito di Cristo che fa fiorire il deserto e lasciamo che Lui compia il
progetto che ha pensato fin dallorigine per ognuno di noi. Non dobbiamo avere timore, ma attraversare fidu-
ciosi anche il deserto del nostro cuore e lasciarci guidare dalla luce di Cristo: via, verit e vita. La comunit dei
padri e delle suore di Milot augura a tutti un buon Natale e buon anno ricco della Grazia che trasforma!

La porta della fede (At. 14,27)
che introduce alla vita di
comunione con Dio e permette
lingresso nella sua Chiesa
sempre aperta per noi. possibile
oltrepassare quella soglia quando
la Parola di Dio viene annunciata
e il cuore si lascia plasmare dalla
grazia che trasforma.
(Benedetto XVI, Lettera apostolica
Porta Fidei)
Attivit pastorali
Anno III numero 6 Pagina 2
FAR PARTE DELLA COMUNIT
Come religiosi e religiose impegnati
nella vita parrocchiale sappiamo bene
che il primo modo per far sentire i
giovani appartenenti alla comunit
fornire occasioni di incontro e di
scambio personale. Seminare la cultu-
ra della solidariet e della famiglia
quanto cerchiamo di fare proponendo
ogni anno diverse attivit che li possa
coinvolgere non solo nel gioco, ma
anche vivendo attivamente gli spazi
della parrocchia attraverso momenti
di catechesi ed altre esperienze di
vita. La quotidianit di una cittadina
come Milot non poi tanto diversa da
quella delle altre citt del mondo. I
pericoli, ma anche la bellezza delle
piccole cose sono comuni ad ogni luo-
go e per noi rappresentano occasioni
importanti per aiutare tutti ad accre-
scere il senso civico e la cultura della
persona. Questanno in particolare
ci soffermeremo sulla Fede, che per-
mette di guardare la vita con occhi
diversi. Infatti il nostro lavoro in quali-
t di educatori, non riguarda solo
lambito prettamente pastorale, ma
attraverso la comprensione della Pa-
rola, aiutare le persone a vivere me-
glio la loro quotidianit. Come sempre
il nostro intento di ripartire dai pi
piccoli e tramite loro raggiungere gli
adulti per costruire insieme una co-
munit in cui tutti possano trovare
spazio, ascolto ed esprimersi libera-
mente, consapevoli di avere una fami-
glia, quale la Chiesa, sempre pronta
ad accoglierli.
LE ATTIVIT 2012-2013
Oltre alle consuete attivit settimanali
di catechesi, da qualche anno stiamo
favorendo incontri diocesani con altri
gruppi e iniziamo a fare le prime
esperienze di ritiro non solo a Milot,
ma anche in altre localit. La
partecipazione dei giovani e il loro
desiderio di vivere momenti di gruppo
un segnale che ci rincuora e ci
spinge a fare sempre qualcosa di pi.
Dopo tanti anni abbiamo visto molti
dei nostri giovani diventare piccoli
uomini e piccole donne, sposarsi e
mettere su famiglia. Sono piccoli passi
che altrove perdono il loro senso. Per
noi invece rappresentano sempre un
segno importante della presenza
della grazia del Signore che opera a
volte in modo incomprensibile, ma
che non delude mai!
La nostra settimana di catechismo:
Marted: I-V elementare.
Gioved: VI-IX classe.
Sabato: giornata dei giovani; incontro
con i ministranti e catechesi nei
villaggi della nostra missione.
Milot, 8 dicembre 2012: Alcuni ragaz-
zi della Parrocchia preparano le
riflessioni per la messa dellAvvento.
Seconda domenica di Avvento 2012.
La comunit di Milot si prepara a
vivere il Santo Natale valorizzando la
bellezza dello stare insieme in
preghiera.
di Giovanni Peragine


Pagina 3
COSTRUIAMO PONTI
Ci adoperiamo costantemente per
abbattere i muri che separano le per-
sone. Muri culturali, generazionali o
semplicemente costruiti dallegoismo.
Muri che sembrano a volte montagne
insormontabili, soprattutto in questi
luoghi ancora feriti, mentre altrove
quasi non esistono pi. Quasi, in
quanto persistono, sebbene latenti o
a volte nascosti da un perbenismo di
costume, forme di negazione dellal-
tro, a partire dal rigetto della religione
altrui. Nella nostra comunit preferia-
mo invece unire pi che distinguere.
Siamo consapevoli, infatti, che
lAmore passa per la conoscenza e
noi siamo tramiti, strumenti che da
soli possiamo poco. Levangelizzazio-
ne, del resto, non significa operare
uno sradicamento della cultura di ori-
gine per ripiantarne una nuova, ma
portare la buona Novella a tutti,
dialogando e soprattutto attraverso
unopera costante di accompagna-
mento delle persone.
Le attivit di formazione:
Luned: incontro con i musulmani.
Mercoled: lezioni di canto.
Venerd: formazione degli adulti.
UNESPERIENZA DI COMUNIT
Lo avevamo progettato da tempo, poi
finalmente loccasione: un ritiro con i
nostri giovani presso la localit di Fan
(Mirdita). Con quindici giovani, sebbe-
ne la neve e il gran freddo, siamo par-
titi alla volta della nostra avventura. Il
tema scelto viviamo la nostra fede in
comunit fa parte del programma
pastorale di questanno.
Fede come crescita, co-
me percorso costante,
sebbene le possibili cadu-
te. Fede come condivisio-
ne, accrescimento perso-
nale ma soprattutto co-
munitario. La fede, da
dono del singolo ad es-
senza della comunit: la
crescita spirituale, dun-
que, non deve essere
vissuta solo dal singolo,
ma si nutre e trova spazio
nella comunit. Attraver-
so lesperienza comunita-
ria, infatti, possibile
riscoprire il dono della
fede dato dal Battesimo
che ci spalanca la porta
della Salvezza.


Kisha n Fan Mirdite, 14-15 dicembre
2012: meditiamo sul nostro rapporto
con la Fede.
Ritiro di Natale con i giovani della
Parrocchia di San Nicola di Milot.
stato possibile anche grazie al nuovo
pulmino!
Altre notizie
della Comunit

Agor 2012

Pagina 4 Anno III numero 6
LANNO DELLA FEDE
Anno della fede! Una opportunit per
tutti i cristiani per rivedere il proprio
modo di credere come atto di fede,
ovvero atto di testimonianza. Credere
perci significa ragionare sulla propria
fede ma anche sul modo in cui questa
si vive tra la gente vicina e lontana.
vero che molti dei giovani che fre-
quentano e vivono i nostri campi di
lavoro, in Albania o altrove, non sono
sempre sono mossi da una tensione di
fede; spesso vanno allestero perch
desiderano conoscere e capire se pos-
sono fare qualche cosa di bello e di
buono. Luomo buono in s, ma non
sempre riesce a coltivare e celebrare
questa sua bont. Avere fede non
facile, o meglio, non facile ricono-
scere la fede in Dio che abbiamo rice-
vuto in dono e coltivarla.
Anche io come prete certe volte mi
pongo delle domande sulla qualit
della mia fede e se talvolta questa mi
sembra buona quando considero la
sua trasmissione, la sua testimonianza
mi accorgo di essere un buono a nulla.
Succede allora che la fede vissuta a
Milot riesce a smuovere maggiormen-
te rispetto alla fede vissuta a Milano,
nella quotidianit di una vita cristiana
scontata che spesso lascia tiepidi
per non dire indifferenti.
Questa affermazione di una giovane
pu essere vera, mi consola il fatto
che la mia esperienza di fede mi fa
riconoscere che la fede la stessa a
Milano, a Lodi, a Napoli e a Milot:
bisogna avere la pazienza che ognuno
compia il suo percorso. Una mattina,
mentre celebravo la messa a Milot
pensavo alla mia lingua e alla fatica
degli indigeni a comprenderla ma an-
che alla loro lingua e alla mia fatica a
comprenderla e ne traevo una rifles-
sione. Talvolta ascoltare Dio come
ascoltare una lingua straniera: qualco-
sa si capisce, qualcosa no e quindi
bisogna ricorrere a uninterprete. A-
vere fede in Dio, nel Dio di Ges Cristo
morto e risorto per noi, significa pro-
prio non pretendere di com-
prendere tutto subito e affidar-
si a un interprete, la Chiesa,
perch ti aiuti a comprendere
di pi. Un po ci che succede
quando si va a Milot: italiani e
albanesi si capiscono un po si
e un po no e devono affidarsi/
fidarsi di un interprete. Questa
semplice ma utile esperienza ci
fa capire meglio quanto sia
importante e necessario avere
fede e cosa possa significare
avere fede in Dio Padre, Figlio
e Spirito santo.
Trieste, agosto 2012: Padre
Giannicola e i suoi ragazzi a
termine di una lunga estate.
Missione e Fede
di Giannicola Simone
VERSO DIO E VERSO IL PROSSIMO
IO, LA FEDE E MILOT
Incontro dei volontari a Milot nellAnno della Fede
In occasione dellAnno della Fede (11 ottobre 2012 - 24 novembre 2013) la Fami-
glia Zaccariana si riunisce in un piccolo convegno di due giorni, per approfondire
il tema della fede e favorire un incontro e uno scambio culturale, prendendo
spunto dallesperienza missionaria svolta in questi ultimi anni in Albania. Lini-
ziativa, prevista entro i primi mesi del 2013, ha come obiettivo di far ritrovare
alcuni giovani delle comunit barnabitiche italiane ed estere gi sensibili al tema,
per riflettere insieme sul valore dellessere testimoni della fede nel mondo, at-
traverso lincontro dellaltro inteso come relazione non solo sociale, ma come
capacit del singolo di accogliere il dono dell altro-da-s in una dimensione
trascendentale.
La fede si pone quindi come propulsore che spinge ogni individuo ad accostarsi
e rileggere le realt sociali diverse da quelle di appartenenza. Ma intesa anche
come esperienza di vita nuova che sopraggiunge, spesso inaspettata, a seguito
di attivit di volontariato allestero, pellegrinaggi oppure attivit oratoriali.
Il convegno sar aperto a tutti i volontari che in questi anni hanno partecipato
alle attivit offerte dalla missione. In questi giorni stiamo allestendo la Segreteria
organizzativa.
Per maggiori informazioni scriveteci a missionealbania@gmail.com


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da frutto; Dio si aspetta da me che
porti frutto. Frutti di gioia, di pace e di
amore che mi dilatano il cuore fino a
spingermi in Missione a Milot, dove ci
si dedica al campo estivo dei bambini,
per farli sentire creativamente vivi;
per provare ogni giorno tanto entusia-
smo e soprattutto far conoscere loro
lamore, la gioia che ci ha dato Ges.
Mettersi al servizio dei giovani, dei
Missionari, degli anziani fa sentire
umilmente utile. Nella Missione di
Milot, sperimento la gioia di vivere
come in una vera famiglia composta
da tanti membri: Barnabiti, Angeliche
studenti teologi, giovani zaccariani ed
altre realt. In quel Paradiso di amore
mi annullo, ritrovo la pace interiore
arricchendola giorno dopo giorno. Al
mio rientro a casa, unita alla mia fami-
glia e ai miei fratelli nella fede, sono
pi pronta a vivere pi ricca di amore
e di carit. Attingiamo noi tutti a quel-
la fonte dello Spirito Missionario che
lApostolo Paolo e il carisma di Anto-
nio Maria: ci sentiremo sempre pi
gioiosi di donarci agli altri senza condi-
zioni.
LA FEDE TRASFORMA LA VITA
MADDALENA BALLETTA
La verit della fede ha trasformato la
mia vita. La fede un dono di Dio,
frutto dellazione dello Spirito Santo,
che la suscita, la sostiene, laiuta a
crescere. La fede ci d la convinzione
di essere amati, ci libera dalla solitu-
dine e dallangoscia; ci dispone ad
amare noi stessi e pi ancora il prossi-
mo. La fede credere, aprirsi, uscire
da se stessi, fidarsi, obbedire, rischiare
e mettersi in cammino verso le realt
invisibili seguendo le orme di Ges.
Grazie a Dio, che ha posto nel mio
cuore il desiderio di conoscerlo. Cono-
scendolo infatti lo posso amare e rag-
giungere in pieno la mia verit e con-
quistare la meta che Lui ha progettato
per me. Nel cammino della mia vita
ho avuto modo di testimoniare la mia
fede in tanti modi diversi, anche se
ostacolata da tante sofferenze, tante
difficolt, ma anche da tanta gioia.
Ora mi trovo a testimoniare il mio
Spirito Missionario trasmessomi dall-
Apostolo Paolo. Il Signore mi ha dato
una vocazione: quella di appartenere
ad una grande famiglia: la famiglia
Zaccariana. Il Nostro fondatore: Sant-
Antonio Maria Zaccaria fond i tre
Collegi nel lontano 1500 Chierici re-
golari di San Paolo, Angeliche e Mari-
tati di Paolo Santo; io faccio parte del
terzo collegio. Questo cammino mi
entusiasma e mi porta utile come un
Parrocchia di San Nicola in Milot. Il
frutto dellamore visto con gli occhi
della fede.
Maddalena, Maria Rosaria, Vito e
Moter Violeta con alcuni giovani
della Parrocchia di Milot.


La fede sostanza di cose
sperate e convinzione di
cose che non si vedono.
San Paolo, Lettera agli Ebrei
(11,1)
Agor 2012
Pagina 6 Anno III numero 6
IL DONO DI S
Anche questestate stata ricca di
emozioni, incontri e attivit. Grazie ai
numerosi volontari che si sono dati
appuntamento nella nostra missione,
siamo riusciti ad organizzare tre campi
estivi: due a Milot e uno a Gallat.
Lasciamo spazio ai loro commenti,
cercando di restituire le stesse sugge-
stioni che solo chi ha visto questi luo-
ghi conosce davvero.
ALBANIA? NO, GRAZIE!
PASQUA PERAGINE
Albania? No, grazie! Ecco la risposta
che padre Giovanni Peragine (mio zio)
si era preparato a ricevere tutte le
volte che mi proponeva di partire alla
volta di Milot per entrare a far parte
dello staff del kampi veror che pun-
tualmente organizza ogni anno. Pre-
giudizi?! Tanti! Motivo per cui nella
mia testa filtravano soltanto immagini
negative di quella realt che zio vole-
va tanto imparassi a conoscere di per-
sona e a non giudicare solo per senti-
to dire. Ci aveva gi provato con mia
sorella e con successo era riuscito a
coinvolgerla per ben due anni. Io inve-
ce proprio non volevo schiodarmi dal-
la mia saldissima presa di posizione,
dal mio categorico NO! Associavo lAl-
bania a un altro pianeta per cultura
e tradizioni cos poco occidentali,
ma soprattutto a causa dei soliti
rumores. Insomma, uno strano
mondo in cui mai avrei pensato di
mettere piede (tantomeno d estate!).
Ebbene, mi sbagliavo e mi
risulter faticoso ammetterlo. Chi mi
conosce da sempre sa bene quanto
astio provassi per una societ e una
popolazione ancora cos medievali.
Tutto iniziato appena terminata la
maturit, quando ho deciso di dare
una piccola scossa alla mia ormai mo-
notona vita e di provare ci che da
tempo avevo ingenuamente voluto
evitare: un po per scetticismo nei
confronti di una realt troppo diversa
da quella del mio paese, un po per
paura di non essere allaltezza di una
missione di volontariato. Per questo
ho deciso di partire, senza alcuna a-
spettativa, forse con la sola speranza
di staccare dalla routine quotidiana
per vivere unesperienza nuova e ma-
gari ritrovare me stessa dopo lo stres-
sante periodo di studio pre-esami!
Non ero conscia del fatto che sarei
potuta cambiare tanto attraverso una
simile avventura, perch alla fine que-
sto stato il mio kampi veror: una
catena di peripezie e di nuove scoper-
te! Non immaginavo di tornare a casa
con le lacrime agli occhi dalla tristez-
za. Appena ho varcato la soglia del
cancello della parrocchia, quel lonta-
no 28 luglio, allora ho pensato: <<Ma
chi?? Chi mi ha spinto a trascorrere 15
giorni della mia estate in Albania?>>.
Ero spaventata. Non conoscevo nessu-
no e avevo paura di non riuscire a
inserirmi in quel contesto cos nuovo
per me. Non riuscivo a non desiderare
che tutto finisse presto e sognavo gi
di riabbracciare familiari e amici. Il
tempo non passava mai nonostante le
occupazioni giornaliere e i preparativi
per il campo. La nostalgia di casa e
delle vecchie abitudini era in costante
aumento. Con linizio vero e proprio
del campo la situazione cambiata!
Ho cominciato a sentirmi parte del
gruppo un gruppo fantastico, che si
andato compattando con il passare
dei giorni. Ho cominciato ad avvicinar-
mi ai bambini senza il timore di fare
qualcosa di sbagliato, ad entrare nel
meccanismo dei compiti di un anima-
tore e a socializzare con i volontari (sia
italiani che albanesi). stato tutto un
crescendo di emozioni! E poi il tempo
volato, cos come sono volati gli ae-
rei sopra il cielo stellato di Milot, un
cielo che - come qualcuno mi ha detto
- ha qualcosa di magico e penso rimar-
r per sempre scolpito negli sguardi
dei protagonisti del kampi veror:
persone speciali che non esitano a
mettersi in gioco per regalare un sorri-
so a quei bambini che si accontentano
anche solo di un abbraccio. E finisci
per ricevere molto pi di quanto pensi
di aver dato! allora che capisci che
basta poco per essere felici. Una volta
a casa, senti quasi lobbligo di dover
tornare a sostenere questa missione,
perch magari hai lasciato un segno
nel cuore di qualcuno, nel cuore di
Milot.
Unestate di volontariato
del Qendr Agor
Milot 2012. Campo estivo Hapi Kra-
het Foto di gruppo degli animatori .

Pagina 7 Agor 2012
PARTIRE DI NUOVO
SOFIA ROSSI
L'Albania stata un esperienza inde-
scrivibile. Il nostro gruppo ha poca
esperienza: sono solo due anni che
partecipiamo al progetto, eppure
quando siamo tornati quest'anno
stato tutto familiare; ci siamo sentiti
parte di una comunit che si forma-
ta nel tempo. Lavorare con i bambini
stato impegnativo, ma ha regalato ad
ognuno di noi un piccolo spaccato
d'Albania. Ripartire sempre pi com-
plesso perch sappiamo che il lavoro
non terminato, sappiamo che dob-
biamo tornare, sappiamo che abbia-
mo bisogno di tornare. Campo Albania
2013, aspettaci!
AL DI L DELLADRIATICO
ALICE
Prima di questestate tutto ci che
sapevo sullAlbania che era stato un
paese comunista e che si trova al di l
dellAdriatico, in un punto non ben
specificato della cartina geografica
della mia mente. Nel momento in cui
abbiamo deciso con tutto il clan di
scegliere proprio lAlbania come meta
del nostro campo estivo mi sono mol-
to vergognata della mia ignoranza.
Nonostante le varie attivit e gli in-
contri che avevamo organizzato per
conoscere meglio la storia di questo
Paese, lAlbania si dimostrata
completamente diversa dalle mie a-
spettative. Arrivati a Gallat abbiamo
capito (o ci siamo rassegnati a crede-
re) che la lingua non era fondamenta-
le per comunicare con i ragazzi, la
voglia di conoscerci era tale che ci
esprimevamo a gesti, oppure parlan-
do ognuno la propria lingua sperando
che laltro capisse. Una delle cose che
mi ha stupito di pi di questo villaggio
lospitalit dei suoi abitanti, limpe-
gno che mettevano per farci sentire a
nostro agio, come se fossimo a casa
nostra, lentusiasmo con cui i ragazzi
ci facevano conoscere i luoghi della
loro vita, la scuola, la chiesa di Santa
Prena, la diga costruita da loro per
poter fare il bagno nel fiume destate,
la generosit delle famiglie che ogni
giorno ci portavano frutta e verdura
dei loro orti. Penso che il tempo tra-
scorso con i ragazzi di Gallat mi abbia
trasmesso la loro allegria, la loro ener-
gia e la voglia di dare sempre il massi-
mo, a qualunque costo, per ricevere il
meglio. Ora per me lAlbania non
pi un punto qualunque oltre lAdria-
tico, ma LA, dove spero di poter
tornare e di scoprire quel tanto che
quel paese e i suoi abitanti hanno
ancora da dare!
Milot, agosto 2012.
momento di riflessione nei gruppi
prima di iniziare i giochi a squadre.
Gallat 2012: campo estivo organiz-
zato in collaborazione con il gruppo
scout SandoClan un Clandestino,
Milano 45.
Anno III numero 6 Pagina 8
UN VILLAGGIO CHIAMATO GALLAT
VIOLA
Siamo scout da una vita, abbiamo
imparato ad affrontare la pioggia e
tutti i trucchi per dormire al caldo in
tenda. Abbiamo capito il valore di
mettersi al servizio degli altri e le gioie
che il farlo procura, abbiamo anche
avuto la possibilit di vedere molte
realt pi o meno vicine a noi, pur-
troppo come spesso succede agli
scout abbiamo visto tutto e toccato
niente. Per mancanza di tempo ed
eccesso di curiosit forse, non erava-
mo mai riusciti tutti insieme ad im-
mergerci completamente in una di
quelle situazioni. Poi per arriva lAl-
bania e improvvisamente si scopre
che al di l del mare c qualcosa da
svelare. Quando in cielo non si vede
neanche una nuvola e il sole alto,
dalla Puglia si riescono a vedere i pro-
fili della costa e delle montagne alba-
nesi, ma chi ci aveva mai prestato
attenzione prima del 30 luglio 2012!
Tutto ad un tratto si viene a sapere
che nel mondo e tra laltro neanche
troppo lontano da casa nostra c un
villaggio, chiamato Gallat, in cui la
gente in grado di farti comprendere
il vero significato del perch si fa ser-
vizio. Zaini in spalla e al posto degli
scarponi uninfinit di pennarelli e
perline, un po di confusione e dubbi
ma anche grande entusiasmo. Il servi-
zio non stato solo giocare a palla con
dei bambini, abbiamo pian piano
imparato, o almeno provato, a pensa-
re come loro, ad avvicinare i nostri
mondi culturali cos paradossalmente
lontani, ma in realt separati soltanto
da uno stretto fazzoletto di acqua.
Inutile dire che il problema della lin-
gua ci ha assillati per molto tempo, si
rivelato poi essere una sfida in pi e
loccasione per capire che non sem-
pre necessario riempire un silenzio
con mille futili parole ma che a volte
basta stare seduti vicini per scambiarsi
qualcosa luno dellaltro.
NON IL SOLITO VIAGGIO
FAMIGLIA MAI
Valentina racconta: Ero gi stata a
Milot in un paio di occasioni, che non
definirei viaggi programmati, ma un
impulso, un bisogno. Mi fu chiaro cosa
andavo cercando solo quando vidi la
Missione e chi umanamente la com-
poneva: inevitabile sentirsi parte della
comunit, accolti come un dono, ama-
ti, accettati. Nei mesi successivi ai
primi viaggi, io e le mie compagne di
avventura, maturammo lidea di voler
creare un campo scuola per i bambini
pi piccoli (assecondando le nostre
competenze da insegnanti della scuo-
la dellinfanzia). Una nuova partenza si
avvicinava ed io sentivo sempre pi
forte la spinta a condividere queste-
sperienza con la mia famiglia: Andrea
e i nostri figli, Filippo di nove anni,
Camilla sette e Gabriele che in realt
ancora nella mia pancia! Fu cos che
partimmo, carichi di entusiasmo, atte-
sa, ma anche di timori. Anche oggi mi
sembra inevitabile condividere questo
racconto con i magnifici occhi della
mia famiglia, per questo lascio a loro
le prossime righe. Filippo racconta:
Questa stata la prima volta che par-
tivo per lestero, che mi confrontavo
con bambini stranieri. Prima di partire
avevo paura di non riuscire a comuni-
care, poi si aggiustato tutto, comuni-
cavamo usando un linguaggio molto
strano, bastava uno sguardo per capi-
re cosa volessimo dirci. Un giorno ho
regalato le mie ciabatte a un bambino
E dopo una mattinata di giochi, il
gruppo SandoClan pronto per una
avventurosa gita..

Agor 2012 Pagina 9
della mia et, ho provato unemozio-
ne molto forte! La cosa pi bella
stata servire la messa che veniva cele-
brata in Albanese. Padre Domingo mi
ha coinvolto a partecipare come chie-
richetto, anche in questa occasione
erano i gesti a parlare prima delle pa-
role. Mi sono fatto molti amici veri,
non come quelli che dicono: dai, tu
sei mio amico poi ti insultano a pi
non posso! Camilla racconta: Io prima
di partire per Milot non sapevo come
comunicare con gli altri, ma l i bambi-
ni e i ragazzi capivano un po litaliano
e ho fatto amicizia. E stato veramente
bello!
Andrea racconta: Non stato il solito
viaggio, cui la maggior parte ambisco-
no: mete tropicali, acqua cristallina,
spiagge da sogno e tutti i confort im-
maginabili, bens un viaggio che mi ha
portato in un paese non molto lonta-
no e nemmeno tanto diverso dal no-
stro. Da subito stato come entrare in
una grande famiglia, le braccia dei
padri e delle suore ci hanno avvolti.
Il progetto studiato e pianificato in
Italia, aveva come fine una stretta
collaborazione tra il nostro gruppo,
composto da sei adulti e tre bambini e
circa dieci, tra ragazzi e ragazze della
Missione, con lobiettivo di
coinvolgere in un campo estivo bim-
bi fino ai dieci anni. Le prime paure,
legate alle differenze, sono state im-
mediatamente cancellate dalla voglia
di fare e dalla curiosit di quegli oc-
chietti, che allinizio ci scrutavano
quasi con diffiden-
za, ma che col pas-
sare del tempo ha
lasciato il posto a
grandi sorrisi, alla
voglia di comunica-
re, ma pi semplice-
mente alla voglia di
giocare, ridere, sta-
re insieme pur par-
lando lingue diver-
se. Questo viaggio
stato unesperien-
za unica ed intensa.
I nostri dieci giorni
sono trascorsi ad
una velocit incredi-
bile, non abbiamo
fatto in tempo ad
arrivare che gi
stavamo riparten-
do. Abbiamo saluta-
to con enorme di-
spiacere la famiglia
dei Padri e delle
Madri, loro pronti a
trascurare se stessi
per dare alla loro
comunitloro che aiutano le famiglie
pi bisognose e i giovani ai quali affi-
dano il futuro di Milot e dellAlbania,
nei quali confidano perch possano
dare valore e significato alle loro vite.
Tra giochi e disegni i bambini trascor-
rono le loro mattinate serenamente
in compagnia dei volontari italiani.
Milot, 2-6 luglio: primo campo estivo
organizzato in collaborazione con il
gruppo Senior di Lodi - Istituto San
Francesco di Lodi.
Pagina 10 Anno III numero 6
STORIE DI ORDINARIA SOLIDARIET
Per alcuni la solidariet un semplice
sostantivo, ormai anche abusato. Per
altri un principio di vita fonda-
mentale affermato nella Dottrina
Sociale della Chiesa. Per molti
unazione concreta a favore di chi
ha bisogno e mossa da unesigen-
za per lo pi di natura personale.
Di fatto, una costante che ritor-
na da secoli, unevoluzione del
pensiero sociale che ha origini
lontane, ma che caratterizza pro-
fondamente la societ civile. Che
sia un sentimento laico o legato al
trascendente, certamente ci
che contraddistingue luomo ren-
dendolo appunto umano. In questo
caso, pi che soffermarci sullorigine
della solidariet o sulle motivazioni
che spingono allesserlo, preferiamo
raccontare qualche piccolo gesto che
ha fatto la differenza. A dire il vero,
non necessario andare molto in l
per comprendere la ricchezza sostan-
ziale di certe azioni. Basta guardarsi
intorno, osservare la nostra quotidia-
nit. Ci ci spinge a pensare, innanzi-
tutto, che la solidariet coincide con
una particolare predisposizione della-
nimo, ovvero laver compreso le cose
importanti della vita, che quasi mai
sono associate allopulenza, bens al
tesoro delle piccole cose, dei valori
che non vanno in disuso, dei gesti che
ti lasciano un involontario sorriso sulla
bocca. In poche parole spendersi
con gioia. avere cura di chi ti ac-
canto anche semplicemente rispettan-
dolo. riconoscere la dignit di ogni
persona in ogni situazione. Ma an-
che dire s, fidarsi, affidarsi. non
avere timore di rinunciare a qualcosa
per qualcunaltro, anche se sconosciu-
to. A volte si concretizza in opere di
bene, nel sostegno economico di
APPENA UN ANNO FA
Ricordo che appena un anno fa erava-
mo seduti nella saletta della televisio-
ne della canonica a confrontarci
sulle esperienze di volontariato e
sul daffare per aiutare la missione
di Milot. Faceva freddo, ma ci
scaldava il camino. Era gi dicem-
bre e per la prima volta veniva in
esplorazione un gruppetto com-
posto da quattro giovani maestre
e un fotografo per passione pro-
venienti da Lodi. Come accade
spesso, anche loro rimasero
folgorati da questa realt. Chis-
s cosa c in questo posto da
riuscire a cambiare in poco tempo
i cuori e lo sguardo sul mondo. In una-
oretta o poco pi di chiacchiere ecco
lidea: acquistare un nuovo pulmino
per la comunit! A dire il vero allinizio
sembrava un po impossibile, ma non
al gruppetto di Lodi che subito si
messo a pensare al modo di presenta-
re la proposta in patria. Detto-fatto,
o quasi. Dopo nemmeno un anno, la
comunit di Milot ha ricevuto un dono
davvero prezioso. Questo pulmino,
infatti, rappresenta la possibilit di
raggiungere le persone nei villaggi;
portare i giovani ai raduni diocesani o
in gita, soccorrere chi in difficolt e
molto altro ancora, senza avere il ti-
more di restare letteralmente a piedi!

Grazie a tutti, grazie per questo gesto
di cuore!!
vario genere: piccoli gesti che altres
dovrebbe essere di semplice civilt.
In altri casi si identificano in vite spese
per il bene degli altri. Vite intense,
che si arrendono solo al volere di Dio.
il caso di molte persone: sacerdoti,
suore, laici. Rappresentano tutti e-
sempi mirabili che fanno venire la
pelle doca e ti fanno sentire quasi
inutile. Ma appunto, sono esempi,
ovvero modi di vivere che si devono
replicare. In questo caso il pensiero
corre a don Antonio Sciarra, missiona-
rio nel nord dellAlbania dal 1993.
Oltre ad aver edificato diverse chiese
e creato scuole professionali per aiu-
tare i giovani ad uscire dalle estreme
condizioni di povert, ricordiamo sim-
bolicamente la campana della pace,
prodotta dalla fusione delle cartucce
delle armi da fuoco raccolte nel 97
dai bambini della provincia di Zadrima
e segno di rinascita culturale e civile.
Per questo e altro, grazie per il tuo
esempio don Antonio!
Istituto San Francesco di Lodi:
grazie allaiuto di molte persone
generose abbiamo realizzato un
obiettivo davvero importante..
Un nuovo pulmino per le attivit
della nostra missione!
La rete dei volontari
di Gaia Terzani

Per aderire alle nostre iniziative, per par-
tecipare ai campi estivi come volontari,
sostenere i nostri progetti o per info,
contattateci via mail allindirizzo
missionealbania@gmail.com

Agor 2012 Pagina 11
LE DIVERSE POVERT
Dal 2009 ad oggi tutti i Paesi del mon-
do stanno vivendo un periodo di forte
contrazione economica. Abbiamo im-
parato a conoscerla sotto il generico
termine di crisi che investe soprat-
tutto le fasce pi deboli che non sono
pronte a sostenere le diverse mano-
vre economiche proposte dai governi.
LAlbania, non di meno, stata colpita
da questa fase, soprattutto nel finan-
ziamento di progetti socio-sanitari ed
educativi e nel sostegno diretto da
parte delle diverse categorie di bene-
fattori. Infine, la crisi ha spinto molti
albanesi allestero a rientrare nel pae-
se di origine, a seguito della perdita
del lavoro e dellimpossibilit di soste-
nere la famiglia da fuori. Ma se in Ita-
lia si pu parlare di povert momen-
tanea, in Albania si tratta ancora di
povert cronica, che riguarda sia
lassenza di beni di primo conforto
(viveri, medicinali, vestiti, materiale
didattico), sia laccesso allistruzione o
ai servizi sanitari specializzati, man-
cando di un sistema sanitario pubblico
capace di provvedere ai bisogni
della collettivit. Questo evidente
stato di indigenza ancora pi marca-
to nel periodo invernale, durante il
quale molti villaggi, dislocati sulle
montagne, restano totalmente isolati
per giorni e privi di energia elettrica e
rifornimenti di ogni genere. Nel nostro
piccolo ci adoperiamo per aiutare i
villaggi della nostra Parrocchia, prov-
vedendo con i pacchi viveri e soste-
nendo le famiglie in particolari situa-
zioni di indigenza. Per questo cerchia-
mo di portare avanti la nostra opera
con laiuto offerto da chi mostra at-
tenzione verso la nostra missione.
Ancora una volta vi riproponiamo sin-
teticamente il nostro progetto Rilin-
dja, ovvero Rinascita. Nel box sotto-
stante troverete in cifre il costo che
sosteniamo per ognuna di queste atti-
vit. Infatti, sebbene sia un Paese po-
vero, il costo della vita sta crescendo
notevolmente.
Per coloro che fossero interessati ad
aderire ad una delle iniziative di soste-
gno da noi promosse, si ricorda che la
donazione sempre libera e pu per-
venire sia tramite i referenti delle
comunit di appartenenza, sia versan-
do il contributo sul conto corrente
postale che fa riferimento alla nostra
Parrocchia. In modo particolare ricor-
do limportanza delladozione a di-
stanza anche tramite le borse di stu-
dio. I nostri giovani e le loro famiglie
hanno davvero bisogno di un aiuto
concreto. Grazie a molti di voi in que-
sti anni siamo riusciti a fare tanto.
Stiamo costruendo una comunit ca-
pace di guardare avanti, abbiamo of-
ferto a molti ragazzi la possibilit di
proseguire gli studi. Ma abbiamo an-
cora bisogno del vostro aiuto!
Infine, ne approfitto per ringraziare a
nome della Comunit di Milot, tutte le
persone che ci sostengono. Siete in
tanti e lo fate in modo diverso. Attra-
verso donazioni spontanee, di gruppo,
attraverso lopera di volontariato e le
spese solidali. Sono davvero piccoli
gesti che per noi fanno la differenza.
URGENZE
Oltre al sostegno scolastico e ai pro-
dotti di prima necessit, in questo
periodo stiamo aiutando in particolare
alcune famiglie per:
il rifacimento del tetto della casa
la ricostruzione della casa
un giovane in attesa di un trapianto
di fegato e che ha bisogno di cure
particolarmente onerose e di fre-
quenti viaggi in Italia
un giovane in attesa di un inter-
vento a seguito di un incidente
provocato da unarma da fuoco.
Ogni forma di aiuto per noi
importante. Anche piccole donazioni
ci permettono di venire incontro a
forme di disagio difficilmente
risolvibili senza la vostra generosit.
Progetto Rilindja
Il MiNformo in numeri:

con 25 possibile sostenere un laboratorio didattico del Qendr Agor;
con 30 possibile sostenere il trasporto scolastico di un giovane;
con 125 possibile sostenere una borsa di studio completa (convitto, scuo-
la, acquisto libri e materiale didattico);
con 150 sostieni lacquisto dei libri scolastici oppure un giovane al convitto
possibile adottare una borsa di studio singolarmente o in gruppo (valore
complessivo di 1,500 euro annuali) garantendo ad un giovane di avere per
un anno vitto e alloggio in un collegio religioso e l acquisto dei libri di testo e
del materiale necessario per affrontare gli studi.
I beneficiari delle borse di studio sono individuati dai Padri che conoscono
bene la realt in cui operano e seguono costantemente il loro percorso
durante lanno.

Il S bashku in numeri:
con 25 sostieni una famiglia nellacquisto di medicine;
con 25 sostieni un anziano nellacquisto di medicine
con 30 sostieni una famiglia (pacco viveri)
con 45 assicuri una visita medica specialistica

Per contribuire: C/C postale n. 1240-
1741 intestato a Prov. Napoletana
Chierici Regolari Barnabiti Albania -
causale MiNformo oppure S ba-
shku.

di Giovanni Peragine

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