You are on page 1of 12

AMADOU KEITA E LUCA PES UNIVERSITA DEL PIEMONTE ORIENTALE, ALESSANDRIA 2004

PARTE I - ANTROPOLOGIA GIURIDICA, DIRITTO COMPARATO E DIRITTI AFRICANI

1. Antropologia giuridica e diritto comparato: convergenze Per comparare necessaria una grande attenzione per il contesto in cui le regole giuridiche operano. Ci implica un interesse (del giurista!) per la realt sociale e non soltanto per le regole giuridiche astrattamente considerate. Il comparatista che si interessa al diritto africano ha bisogno di strumenti (e di un metodo) che gli consentano di considerare la complessit e larticolazione della realt sociale in cui il diritto vive. In questo ordine di idee si colloca la necessaria apertura metodologica verso altre discipline che studiano il comportamento delluomo, il funzionamento della societ e delle sue istituzioni. In particolare lantropologia si rivela lo strumento pi utile nello studio dei diritti africani. Iniziamo col sottolineare che lantropologia ha forti punti di contatto con il diritto comparato; i principali potrebbero essere: STUDIO DELLA DIVERSITA. Lantropologo studia luomo nella

sua diversit, cerca di tradurre la particolarit e loriginalit di un mondo nel sapere di un altro mondo. Secondo la recente definizione di Etienne Le Roy lantropologia la transcription de laltrit dans le registre scientifique (Le Roy, 1999). Lattivit del comparatista non dissimile. Comparare presuppone delle differenze (cio la diversit culturale, giuridica): non esisterebbe il diritto comparato se non esistessero delle differenze da comparare. Il comparatista cerca di spiegare queste differenze traducendo un diritto in linguaggio scientifico, e rendendolo cos conoscibile e comprensibile. Possiamo concludere che tanto nellantropologia quanto nel diritto comparato l diversit il a principale oggetto di studio.

RIFLESSIVITA CRITICA. Lantropologo viene di continuo rinviato

a se stesso dallo sguardo degli altri. Infatti lantropologia non si occupa solo delle societ diverse dalle nostre. Essa anche, come il riflusso di unonda, unautoanalisi

SISTEMI GIURIDICI COMPARATI ANTROPOLOGIA GIURIDICA E SISTEMI GIURIDICI AFRICANI

dellosservatore e della sua societ (ROULAND, 1988, p.3). Anche nel diritto comparato lanalisi dellaltro rimanda continuamente ad una analisi critica della mentalit e della cultura dellosservatore. Entrambe sono discipline estremamente problematiche e tormentatema non c nulla di cui preoccuparsi, non sono scienze malate (Radbruch, 1969), semplicemente non sono scienze esatte, ma scienze sociali.

CONTESTO CULTURALE. Lantropologia del diritto mira alla

comprensione delle regole di comportamento delle societ. Essa privilegia laspetto giuridico, ma decreta che linsularit del diritto non concepibile: questultimo solo uno degli elementi di un sistema culturale e sociale proprio di ogni societ, e diversamente interpretato e realizzato da ognuno dei suoi sotto-gruppi (ROULAND, 1988, p.5). Secondo lopinione di Rodolfo Sacco I nuovi etnogiuristi [=gli antropologi del diritto] sono antropologi a pieno titolo. Per essi, la formulazione della regola giuridica non tutto. Vorranno sapere quale sia il rapporto tra il fondo e lo spirito dei morti, quali siano le preoccupazioni dei vivi collegate ai poteri e alle aspettative dei morti, quale aiuto riceva la tale soluzione giuridica dal soprannaturale. Inoltre avranno piena coscienza della correlazione fra la scienza giuridica da un lato e la semantica, leconomia, letologia, la psicologia, lepistemologia dallaltro (SACCO, 1996, p.547).

METODO FUNZIONALISTA. In antropologia il funzionalismo nasce

dallabbandono dei tentativi di spiegare le strutture sociali con la loro origine storica [Maine] e nella loro particolarit geografica ed epocale [Montesquieu], a favore di un tentativo di comprendere le funzioni che tali strutture svolgono a favore della societ o di parti di essa [Malinowski] (Enciclopedia Garzanti di Filosofia). Anche il metodo del diritto comparato, soprattutto dopo Konrad Zweigert, prescrive di comparare non le norme o le declamazioni, ma le funzioni profonde degli istituti giuridici, cio i bisogni sociali che essi soddisfano: il principio metodologico basilare di tutto il diritto comparato [] quello della funzionalit. [] Tale impostazione si basa innanzitutto su di una esperienza basilare per ogni comparatista e cio che ogni societ affida al proprio diritto la soluzione di problemi analoghi, ma che i diversi sistemi giuridici risolvono in modo differente, anche se, a volte, i risultati sono gli stessi. [] il problema sul

AMADOU KEITA E LUCA PES UNIVERSITA DEL PIEMONTE ORIENTALE, ALESSANDRIA 2004

quale bisogna indagare deve essere formulato senza impiegare il sistema concettuale tipico del proprio sistema di diritto (Zweigert-Kotz, 1984).

2. Diritto e antropologia nel XIX secolo: due discipline di ununica scienza sociale Nella storia dellantropologia si fa spesso notare un dato abbastanza curioso (ROULAND, 1988; NADER, 2003): coloro che sono comunemente considerati i padri fondatori dellantropologia attuale (Maine, Bachofen, Morgan), erano quasi tutti giuristi o avevano fatto studi giuridici. Questo dato un interessante punto di partenza per riflettere sui rapporti tra le due discipline. Tra diritto e antropologia si pu evidenziare un altro punto di contatto, pi generale di quelli sopra individuati, e cio una certa contiguit di campo dindagine (il campo delle scienze sociali). Per dirla con le parole di Laura Nader (2003, p.26): diversamente da quanto accade per il diritto e lastronomia, o per lantropologia e gli investimenti bancari, i percorsi di giuristi e antropologi spesso si incrociano: in biblioteca, sul campo, durante le conferenze, alle manifestazioni politiche. I giuristi sono stati fra i primi ad avvicinarsi alletnologia e alletnografia del diritto, nel tentativo di offrire la risposta ai problemi della soggettivit culturale e ai quesiti sulla comparabilit giuridica. Entrambe le discipline si misurano con il tema del potere nel rapporto tra subordinati e sovraordinati, e ci avviene soprattutto in antropologia, dove tradizione e diritto sono stati comunemente utilizzati come strumenti di colonizzazione. Coincidono , in particolare, la portata e lobbiettivo del nostro lavoro. Per dirla con il giurista americano Oliver Wendell Holmes Il diritto un grande documento antropologico. Sir Henry Maine (UK), Lewis Henry Morgan (USA), Johan Bachofen (Svizzero) furono illustri giuristi che si servirono del metodo storico e di quello comparatistico per creare una vera e propria scienza sociale. Sono ovunque citati come padri dellantropologia, che ai loro tempi (fine XIX sec.) era una disciplina in formazione, mentre il diritto vantava gi una storia plurisecolare. Come ricorda ancora la Nader ( 2003, p.28): si trattava di individui che utilizzavano la loro ricerca quale mezzo per comprendere i mutamenti politici del loro tempo e limpatto globale dellindustrializzazione. Erano tempi in cui i pi affermati

SISTEMI GIURIDICI COMPARATI ANTROPOLOGIA GIURIDICA E SISTEMI GIURIDICI AFRICANI

antropologi erano giuristi, che utilizzavano i paradigmi di pensiero storici ed evoluzionisti per spiegare il proprio mondo.

3. Nel XX secolo: il distacco tra le due discipline, le sue cause e le ragioni per riconsiderarlo Nella seconda met del XIX sec. dunque il diritto e lantropologia parevano avanzare di pari passo, almeno nella prospettiva dellindagine storica e comparatistica. Ma nel corso del XX sec. non si pu non constatare un profondo distacco tra le due discipline. Quali sono le ragioni di questo allontanamento? Cercando di elencarle e riflettendoci sopra noteremo che molte di esse possono essere imputate ai giuristi (o, pi correttamente, ad un cambiamento nel loro modo di vedere il diritto in rapporto alla societ).

DIRITTO E STATO. La prima pu essere la crescente identificazione di diritto e Stato, tipica del positivismo giuridico del 900. Lo Stato ha fornito al giurista occidentale, per buona parte del XX secolo, un comodo alibi (dietro il quale possono a volte nascondersi ignoranza e pregiudizio). Questa identificazione tra diritto e stato ha certamente allontanato il giurista dallinteresse per le societ senza stato, considerate barbare, selvagge, primitive e studiate dagli antropologi. Una riconsiderazione di questo punto che ha allontanato i giuristi dagli antropologi necessaria, infatti molti giuristi, oggi, riservano parole severe alla concezione statuale del diritto e non individuano pi nello Stato la fonte unica e suprema del diritto.

ORDINE. Unaltra ragione pu essere il conservatorismo a cui tendono quasi naturalmente molti giuristi. Questo fattore ha origini sociologiche, storiche e culturali, che possono essere spiegate. Comparando tradizioni giuridiche molto lontane tra loro (macrocomparazione) risulta che il giurista occidentale ha una sottostante, fortissima idea di ordine e tende quasi naturalmente ad identificare questultimo con regole generali, norme esplicite e chiare, alle quali conseguano sanzioni con le stesse caratteristiche. Al pari della statualit del diritto, anche questa particolare concezione dellordine (che non prende in considerazione fenomeni come lesistenza di ordini spontanei o di una pluralit di ordini)

AMADOU KEITA E LUCA PES UNIVERSITA DEL PIEMONTE ORIENTALE, ALESSANDRIA 2004

un tratto tipico della mentalit giuridica positivista. Gli antropologi ed i sociologi ci insegnano (anche con riguardo alle nostre societ) che esistono delle regolarit e dei modelli di comportamento che garantiscono lordine sociale -in modo del tutto analogo al nostro diritto- pur non essendo chiaramente formalizzabili in regole generali ed astratte dotate di sanzioni automatiche.

AUTONOMIA DEL DIRITTO. Una terza ragione, legata alla precedente, pu essere la c.d. autonomia del diritto. Si tratta dell immagine che il giurista occidentale ha di s e delle regole giuridiche, unimmagine largamente condizionata dalla storia della Western Legal Tradition, la quale -come si studia nel corso di sistemi giuridici comparati- si formata nella radicale separazione tra le regole giuridiche e quelle della morale, della politica e della religione. Il diritto autonomo e neutro rispetto a queste altre sfere della vita sociale ed un fenomeno prevalentemente tecnico, riservato ad un ristretto numero di specialisti rigorosamente formati nello stesso modo (le pi alte manifestazioni di questo modo di pensare sono raggiunte nellInghilterra del XVI sec. con la figura di Sir Edward Coke e sul continente con la rivoluzione francese). Sebbene questa separazione e la conseguente autonomia del diritto sia un dato notevole, che effettivamente caratterizza la WLT rispetto ad altre tradizioni giuridiche, si tratta in larga misura di una declamazione ideale, anchessa enfatizzata nel corso del 900 (culmina infatti con il concettualismo dalla dogmatica tedesca). I sociologi e gli antropologi di oggi ci insegnano che lordine sociale non pu essere garantito dal solo sistema formale delle norme giuridiche secondo il declamato meccanismo: norma generale violazione della norma ricorso al potere statale applicazione dalla sanzione. In qualsiasi societ occorrono degli ideali, delle credenze, delle superstizioni, delle usanze, delle pratiche sociali diffuse, che, pur non essendo strettamente coercitive, orientano comunque il comportamento degli individui, influenzando anche il loro modo di ricorrere agli strumenti giuridici formali (noi non ricorriamo allavvocato per ogni torto subito, n egli ricorre ad un procedimento giudiziario per ogni questione che tratta: il diritto non costituito solo da regole e procedure formali, ed anche se lo fosse queste ultime non sarebbero mai nettamente distinguibili da quelle informali).

SISTEMI GIURIDICI COMPARATI ANTROPOLOGIA GIURIDICA E SISTEMI GIURIDICI AFRICANI

M ETODO. Unultima ragione di distacco pu essere una differenza, in gran parte ancora persistente, nel metodo di lavoro. Questa volta se ne pu attribuirne la causa agli antropologi. Fino allopera di Bronislaw Malinowski gli antropologi (allora etnologi), come gli storici ed i giuristi, lavoravano in biblioteca ragionando sui dati etnografici (v. Post, Bonfante, Mazzarella). Essi non consideravano la possibilit di recarsi sul campo e raccogliere informazioni di prima mano (compito svolto dagli assistenti che essi inviavano in tutto il mondo perch elaborassero resoconti etnografici). Da quando gli antropologi si recano sul campo emerge una notevole differenza di metodo rispetto ai giuristi; ed anche lo stile dei loro discorsi diventa molto meno comprensibile reciprocamente: i giuristi troveranno gli antropologi incapaci di generalizzare, legati a descrizioni concrete di piccole societ troppo diverse dalle nostre, viceversa gli antropologi troveranno i giuristi troppo astratti e soprattutto li accuseranno di separare in modo artificioso le regole giuridiche dalla altre regole di comportamento sociale e di occuparsi, come se avessero il paraocchi, soltanto delle prime. Il divario aumenta ancora quando gli antropologi iniziano ad interrogarsi su se stessi, cio a porsi delle domande problematiche su come la loro presenza sul campo e la loro mentalit (cio la loro cultura occidentale) possa deformare la comprensione e lesposizione dei dati etnografici (i giuristi raggiungeranno un grado di raffinatezza equivalente soltanto nella dimensione del diritto comparato). Questo aspetto non facile da riconsiderare. Anche se i metodi dellantropologo e del giurista tendono in certi ambiti ad avvicinarsi, gli stili dei loro scritti e l loro argomentazioni e restano notevolmente diversi. E vero che anche il giurista vive unesperienza sul campo: la sua presenza nelle corti come giudice o avvocato, la vita pratica e non dogmatica del diritto. Tuttavia evidente che esiste una certa schizofrenia tra diritto insegnato e praticato (da un punto di vista sociologico sono quasi due circuiti professionali diversi, infatti il praticante avvocato generalmente non remunerato e durante la sua pratica impara cose molto diverse da quelle che ha studiato alluniversit, dove ha appreso un metodo e un modo di ragionare piuttosto che il diritto sostanziale). Per accorciare la distanza che ancora separa il giurista dallantropologo su questo punto potremmo suggerire che il vero campo del giurista non dovrebbe essere soltanto la prassi dellapplicazione del diritto, ma anche ci che sta a monte (lo studio delle dinamiche di potere e dei rapporti di forza) e a valle (domande sociali, uso che gli utenti fanno del diritto) delle norme.

AMADOU KEITA E LUCA PES UNIVERSITA DEL PIEMONTE ORIENTALE, ALESSANDRIA 2004

PARTE II - I SISTEMI GIURIDICI AFRICANI

Per trattare il diritto delle societ africane tradizionali (I) ed i sistemi giuridici delle societ contemporanee (II) prenderemo come riferimento storico la colonizzazione, poich per societ tradizionali si intendono quelle anteriori alla penetrazione coloniale.

I. Il diritto nelle societ tradizionali africane Si deve parlare di diritto africano al singolare o al plurale (diritti africani)? La questione significativa se pensiamo che esistono pi di 50 paesi nel continente africano e che in ognuno di essi sono presenti molteplici gruppi etnici. Lesistenza di p di 2000 diverse consuetudini in i Africa ha fatto dire a certi autori che esistono molti diritti africani, differenti e senza unit tra di loro. In realt questa opinione pu essere giustificata soltanto se consideriamo il diritto come un insieme di regole (differenti a seconda dei paesi e dei gruppi etnici). Ma nulla ci vieta di adottare unottica pi ampia: quando si parla di diritto africano al singolare, si vuole distinguere il diritto della mera tecnica giuridica e considerarlo come il riflesso di un certo modo di vedere i rapporti tra i membri di una societ e tra questi ed il mondo (DURAND, 1983). Non c dubbio che una visione del mondo e dei rapporti tra le persone sia comune a tutte le societ africane. Dunque queste ultime condividono alcune caratteristiche fondamentali, come: Una visione del mondo basata su di una certa cosmogonia; grande importanza del diritto consuetudinario; debole separazione tra diritto pubblico e privato; tendenze comunitarie forti (importanza della famiglia estesa, restrizione dei diritti dellindividuo il quale protetto dal gruppo); assenza dellappropriazione privata della terra;

Queste caratteristiche generali comuni alle societ africane giustificano una certa unit del diritto africano e ci permettono di parlarne al singolare.

1.1. I caratteri generali del diritto africano

SISTEMI GIURIDICI COMPARATI ANTROPOLOGIA GIURIDICA E SISTEMI GIURIDICI AFRICANI

Il primo carattere del diritto africano -si pu dire il carattere principale- il suo scopo: garantire larmonia della societ (tra le persone e tra il mondo visibile e invisibile). Questo carattere generale del diritto determina gli altri caratteri che sono:

A) La sacralizzazione del diritto derivante dai legami tra il visibile e linvisibile Chi si limitasse ad enunciare le regole consuetudinarie, non prendendo prima coscienza del ruolo notevole che giocano le concezioni metafisiche e religiose, si condannerebbe senzaltro a non capirle i sistemi giuridici africani. Nella visione africana del mondo, il gruppo costituito tanto dai viventi come dai morti. Insieme formano una successione continua ed infinita di generazioni. Perci, il diritto della comunit una eredit che riguarda al tempo stesso gli interessi dei viventi che costituiscono il mondo visibile e quelli dei morti, delle divinit, degli spiriti che appartengono al mondo invisibile. Coloro che vivono devono osservare rigorosamente il diritto, il cui rispetto assicurato dagli abitanti del mondo invisibile. Il carattere sacro del diritto influisce naturalmente sul processo e sulla sanzione. In particolare le forze sopranaturali intervengono nella ricerca della prova del delitto in diversi modi, come la confessione, la testimonianza, la divinazione, il giuramento, lordalia.

B) La predominanza della comunit sullindividuo Nella societ tradizionale africana, lindividuo non mai considerato in modo isolato, ma sempre come membro di una comunit. In qualit di membro della comunit, egli ha dei doveri e delle responsabilit nei confronti di questa. Nello stesso tempo lappartenenza alla comunit gli conferisce dei vantaggi e la protezione del gruppo (CHRTIEN-VERNICOS, 2002). In funzione del posto che lindividuo occupa nella societ, il diritto gli riconosce un certo statuto, che varia in funzione dellet (bambino, adulto, anziano), del sesso (uomo, donna), della nascita e delle funzioni svolte (nobili, persone di casta), ecc In un tale contesto, il diritto non uniforme. Ed piuttosto inegualitario. Ma questa disuguaglianza accettata, poich la societ concepita come il risultato della differenziazione e come un aggregato dei gruppi.

2. Le fonti del diritto tradizionale africano

AMADOU KEITA E LUCA PES UNIVERSITA DEL PIEMONTE ORIENTALE, ALESSANDRIA 2004

La fonte principale del diritto tradizionale africano la consuetudine, alla quale, in alcune societ, possono aggiungersi altre fonti.

A) La consuetudine Una definizione della consuetudine come quella che si utilizza correntemente nel diritto delle societ occidentali, non permette di capire la vera natura di questa fonte del diritto nelle societ africane. In effetti, come abbiamo sottolineato pi sopra, la concezione del mondo per cui i morti e le forze sopranaturali intervengono nel campo del giuridico, fa s che la consuetudine non possa svincolarsi dalla volont divina e da quella degli antenati. Anche nel caso, in cui si considera che la consuetudine sia stata stabilita dai viventi, si pensa che essa sia conforme ai bisogni della societ e che tenga conto degli interessi delle altre forze vitali che ne assicurano lequilibrio.

B) I decreti e regolamenti delle autorit tradizionali In alcune societ le autorit tradizionali hanno (o avevano) il potere di prendere delle decisioni considerate fonti di diritto. Per esempio in Rwanda, il re (Mwami) poteva emanare dei decreti (iteka). Lapplicazione di regole di questo genere richiedeva certe procedure: la divinazione per assicurarsi il favore degli antenati o degli dei, la consulenza degli anziani, ecc (NTAMPAKA, 2002).

II. I sistemi giuridici delle societ africane contemporane e LAfrica conosce oggi una diversit d situazioni per quanto riguarda i sistemi giuridici i adottati dagli stati (ereditati dalla colonizzazione: tradizione di civil law, common law, diritto islamico). Malgrado quella diversit, gli stati hanno in comune tra loro una realt giuridica caratterizzata dal pluralismo giuridico.

2.1. I cambiamenti recenti subiti dalle societ africane Gi cominciata con le penetrazione islamica e cristiana, la rottura delle strutture dei gruppi comunitari si accentuata con linsediamento degli amministratori coloniali.

SISTEMI GIURIDICI COMPARATI ANTROPOLOGIA GIURIDICA E SISTEMI GIURIDICI AFRICANI

Alcuni cambiamenti relativamente recenti sul piano sociale e culturale (interdizione del culto degli antenati, concezione del matrimonio come ununione tra due individui), economico (introduzione della propriet privata sulla terra), politico (emergenza di una nuova lite distinta da quella tradizionale) hanno avuto come risultato quello di liberare lindividuo d allinfluenza del gruppo e di scuotere i fondamenti del diritto tradizionale, contribuendo a determinare lesistenza di una pluralit di sistemi giuridici.

2.2. Il pluralismo giuridico nelle societ africane Quando si dice che il pluralismo giuridico la caratteristica principale dei sistemi giuridici africani, si intende sottolineare che, contrariamente alle societ occidentali che conoscono una certa unit istituzionale, quelle africane sono caratterizzate da una pluralit di norme che provengono da fonti diverse e sono legittimate da diverse istituzioni. Cosi, i sistemi giuridici dei paesi africani sono costituiti da un certo numero di sottosistemi che sono:

A) Il diritto statale Arrogandosi il titolo di (unico) diritto nazionale, il diritto statale rappresenta leredit della colonizzazione e si fonda sul modello dellex-potenza colonizzatrice. Il suo carattere principale di essere un diritto unificatore. Tale , per esempio, il caso dei diritti delle ex-colonie francesi che hanno adottato codici in molteplici settori. Il diritto statale, sebbene riconosca le norme consuetudinarie, considera quelle prodotte dalle istituzioni statali alla sommit della gerarchia delle norme. Cosi, la consuetudine, come fonte non scritta del diritto dovrebbe essere considerata soltanto secudum legem o praeter legem.

B) I diritti consuetudinari Non ritorniamo sulle loro caratteristiche. Ricordiamo solo che hanno subito dei mutamenti sia a causa degli sconvolgimenti gia evocati, sia per effetto della loro redazione.

C) Il diritto islamico La penetrazione islamica in Africa inizia nel XI secolo in seguito alle invasioni ed alle conversioni alle quali si accompagna ladozione del diritto islamico (o pi esattamente di alcune

10

AMADOU KEITA E LUCA PES UNIVERSITA DEL PIEMONTE ORIENTALE, ALESSANDRIA 2004

delle sue regole) da parte di molte comunit. Ci stato facilitato anche dallesistenza di tipi di organizzazione sociale simili (come quello comunitario). Attualmente, la situazione molto differenziata a seconda dei paesi e delle regioni. Cos, se il diritto islamico ha potuto influenzare il diritto delle persone e della famiglia in certi paesi come il Mali, il Senegal e il Niger, esso ha dovuto adattarsi alle pratiche animiste degli individui e gruppi. Tuttavia, in certe regioni, il sistema giuridico islamico ha potuto influenzare anche il diritto degli affari civili e commerciali (nord del Mali, per esempio), ed anche quello penale (come in certi stati federati della Nigeria).

D) I diritti popolari Questa categoria molto estesa ed il suo contenuto non ancora bene conosciuto a causa del suo carattere non ufficiale. I diritti popolari si formano tanto nelle zone urbane quanto in quelle rurali. Distinti dal diritto dello stato, essi differiscono molto spesso anche dal diritto tradizionale, in quanto sono profondamente innovativi (LE ROY citato da ROULAND, 1988)

11

SISTEMI GIURIDICI COMPARATI ANTROPOLOGIA GIURIDICA E SISTEMI GIURIDICI AFRICANI

BIBLIOGRAFIA

LE ROY, Etienne, Le jeu des lois, Une anthropologie dynamique du Droit, Paris, L.G.D.J., 1999 ROULAND, Norbert, Anthropologie juridique, Paris, PUF, 1988 trad. it a cura di R. Aluffi Beck Peccoz, Antropologia giuridica, Giuffr, 1992 GAMBARO, SACCO, Sistemi giuridici comparati, UTET, 1996 ZWEIGERT, KOTZ, Introduzione al diritto comparato, Giuffr, 1984 NADER, Laura, Le forze vive del diritto, Edizioni Scientifiche Italiane, 2003 DURAND, Bernard, Histoire comparative des institutions, Les nouvelles editions africaines, 1983 CHRETIEN-VERNICOS, Genevive, Les droits originellement africains, www.dhdi.org, 2002 NTAMPAKA, Charles, Introduction aux systmes juridiques africains, 2002, Facut internationale de droit compar, dispense

12

You might also like