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Bosnia, stretta sui falsi invalidi

Su pressione internazionale, la Federazione musulmano-croata ha deciso di aprire unindagine sui veterani di guerra che hanno frodato lentit e di procedere contro i medici compiacenti. Il lobbying pressante esercitato dal Fondo monetario internazionale, e da molti istituti finanziari mondiali, sul governo della Federazione di Bosnia-Erzegovina (lentit musulmano-croata del Paese), finalmente sta avendo effetto. Il governo federale ha infatti deciso di arginare lemorragia di soldi pubblici che ogni anno vengono sperperati per finanziare le pensioni dinvalidit a migliaia di veterani di guerra che non ne avrebbero il diritto. Da un lato c la tagliola del Fmi: se lesecutivo non vara delle misure per reprimere il fenomeno, dalle proporzioni gigantesche in Bosnia, il prestito, da 410 milioni di euro concesso a settembre, non verr erogato in pieno. Dallaltro c la pressione dellUnione europea, che pone la lotta contro corruzione e criminalit come una condizione fondamentale per la travagliata procedura di adesione bosniaca. Secondo il quotidiano di Sarajevo Dnevni Avaz, il governo della Federazione, dopo unindagine condotta da qualche mese, ha sporto denuncia penale nei confronti di 25 medici sospettati di frode ai danni dello Stato, per aver concesso certificati dinvalidit a ex militari che non ne avevano alcun diritto, in cambio di pesanti buste di denaro. Del resto, il ministro dellentit per i veterani, Zukan Chelez, ha poi annunciato che la stretta del governo contro questo fenomeno soltanto agli inizi: Le incriminazioni contro i medici rientrano sono nella prima fase dellindagine. Tutti i responsabili verranno perseguiti e puniti. Il piano del governo federale contro il fenomeno dei falsi invalidi richieder almeno altri due anni per essere completato, ma i risultati raggiunti finora mostrano quanto dilagante sia tale piaga: 2.500 veterani di guerra in possesso di certificati fasulli, ricevevano sussidi da 50 a 2.500 euro al mese. Secondo le stime dellesecutivo, addirittura il 50% degli ex militari in stato dinvalidit avrebbe ottenuto sussidi e pensioni in modo fraudolento. Con lapprovazione della finanziaria, e con ladozione di misure successive, il governo conta di poter recuperare almeno 5 milioni di euro lanno.

Ismar Causevic un ex soldato che ha dovuto subire lamputazione della gamba destra, lascito degli orrori del conflitto armato bosniaco. Ma Causevic, al contrario di molti suoi ex colleghi, non ha affatto paura del repulisti imposto, dopo anni di trascuranza del fenomeno, dal governo della Federazione. Quando la maggior parte dei veterani contraria a misure del genere - assicura Causevic - c qualcosa che non va e infatti bisogna procedere spediti e senza esitazioni. per questa continua emorragia di denaro che le nostre pensioni, meritate, sono ora a rischio. I dati, del resto, parlano chiaro: il 40% della cassa federale per la previdenza sociale viene sperperato per pagare le pensioni dinvalidit fasulle. Ma Hamdija Zugo, presidente dellAssociazione invalidi di guerra del Cantone di Sarajevo, accusa la politica di non voler fare pulizia in casa propria. coinvolto un sistema intero! - commenta Zugo Le accuse contro i medici sono solo la punta delliceberg. Esploso dopo la guerra bosniaca, il fenomeno stato assolutamente tollerato e coperto dai vertici politici. Il problema effettivamente anche politico. dal 2002 che la comunit internazionale ed europea invita Sarajevo a prendere dei provvedimenti concreti per affrontare la questione. Ma tutti i governi federali finora non hanno voluto procedere con determinazione, per evitare il rischio di provocare disordini sociali nellentit. Tuttavia, secondo alcuni analisti bosniaci i partiti sono sempre stati timidi su questo fronte solo per evitare di perdere consensi allinterno del proprio bacino elettorale.

Crimini di guerra a Visegrad, condannati i cugini Lukic


Il responso del Consiglio dappello del Tribunale penale internazionale dellAja ha confermato la sentenza di primo grado per i due ex paramilitari serbo bosniaci. Il Consiglio d'appello del Tribunale penale internazionale per lex Jugoslavia all'Aia, ha confermato ieri la sentenza di primo grado nei confronti di Milan Lukic, condannato all'ergastolo, e ha diminuito la pena per il fratello, Sredoje Lukic: da 30 anni di reclusione a 27. Il Consiglio ha confermato tutte le conclusioni del processo di primo

grado che hanno stabilito la colpa di Milan Lukic per l'uccisione di 12 civili bosniaci musulmani a Visegrad nel giugno del 1992, per maltrattamenti e pestaggi dei prigionieri del campo Uzamnica nel 1992 e nel 1993 e per avere incendiato due case in cui erano rifugiati i civili a Visegrad. Secondo quanto constatato dal tribunale, il 27 giugno del 1992 sono stati "bruciati vivi 120 donne, bambini e anziani". Il Tribunale ha confermato la partecipazione di Sredoje Lukic nell'incendio delle due case ma lo ha scagionato per il pestaggio dei prigionieri di Uzamnica. Il presidente della Corte, Mehmet Guney, ha respinto la maggior parte delle attenuanti presentate dalla difesa. I cugini Lukic, ex paramilitari serbo-bosniaci, furono rinviati a giudizio nel 1998. Sredoje venne trasferito all'Aia nel 2005, lo stesso anno in cui Milan fu arrestato in Argentina. Entrambi appartenevano alle terribili e sanguinarie formazioni paramilitari chiamate "Vendicatori" e "Aquile bianche". "Le mani dei Lukic sono insanguinate - ha dichiarato, allapertura delludienza, il Procuratore Dermon Grum - in quanto sono responsabili dei crimini pi atroci commessi nel corso dei conflitti armati avvenuti nellex Jugoslavia". Secondo il Procuratore, i Lukic, assieme alle loro formazioni paramilitari "hanno condotto una delle campagne di pulizia etnica pi brutali nella primavera e nell'estate del 1992" e fino al 1994 "hanno commesso centinaia di crimini ai danni dei bosniaci musulmani". Il Procuratore ha anche ricordato che "pi di 13 mila bosniaci musulmani sono stati sfollati o uccisi a Visegrad nella primavera e nell'estate del 1992". "Lex Esercito federale jugoslavo ha aiutato i serbi locali a prendere controllo della citt e a cominciare a scacciare i bosniaci musulmani dalla citt", ha sottolineato, infine, Grum. Ne parla il sito internet Balkan Insight. ricordando che i cugini Lukic si sono sempre definiti completamente innocenti.

Skopje, esplode la tensione: aggredito studente albanese


Il giovane, di 20 anni, della facolt agraria della capitale macedone, stato aggredito e malmenato ieri da un gruppo di teppisti di etnia macedone.

Un giovane studente di 20 anni stato assalito e picchiato a Skopje, la capitale macedone, perch di etnia albanese. E quanto riferisce la versione online quotidiano kosovaro Koha Ditore. Nehat Rexhepi, di 20 anni, studente della facolt agraria di Skopje, stato aggredito da un gruppo di teppisti di etnia macedone, alcuni dei quali sospettati di essere studenti delle scuole superiori, sulla linea del bus 40 a Dracevo, distretto a maggioranza slavomacedone nella periferia sud-est di Skopje. Il ragazzo stato ricoverato presso la clinica medica di Skopje e non in pericoli di vita. Si tratta del secondo caso di violenza in una settimana nello stesso quartiere. Il centenario della proclamazione dellindipendenza dellAlbania, avvenuta il 28 novembre 1912, ha unito tutti gli albanesi che vivono nei Balcani, specialmente quelli del Kosovo e della Macedonia, che hanno riempito le vie della capitale. Latmosfera carica di nazionalismo ha per provocato diversi incidenti. Nelle scorse settimana a Tirana un giovane ha lanciato delle uova contro la macchina del premier macedone Nikola Gruevski, in visita ufficiale nella capitale albanese. Sempre a Tirana stata bruciata una bandiera macedone. I due episodi hanno spinto Skopje ad avanzare una nota di protesta nei confronti di Tirana ed il presidente macedone, Gjorge Ivanov, ha annullato il suo viaggio a Tirana dove era atteso per festeggiare il centenario dellindipendenza albanese. Un gruppo di circa 30 persone albanesi, inoltre, avrebbe aggredito a Skopje alcuni ragazzi slavi: la polizia macedone non ha precisato l'etnia delle persone coinvolte nelle violenze, ma la stampa locale riferisce che gli aggressori sono albanesi e le vittime macedoni. Il 2012 non stato un anno felice per la pacifica convivenza tra la maggioranza slava e la minoranza albanese in Macedonia. Il 13 aprile sono stati rivenuti i corpi di cinque vittime, tutte di etnia macedone, a Smilkovci, nei pressi di un lago artificiale nella periferia nord di Skopje: quattro di loro avevano tra i 18 e i 20 anni. Lomicidio ha nuovamente infiammato le tensioni tra gli slavi e la minoranza albanese, mai veramente sopite dopo il conflitto armato del 2001. Il primo maggio di questanno la polizia ha arrestato una ventina di presunti militanti radicali islamici in relazione all'eccidio in una discussione operazione delle forze speciali. La procura macedone ha formulato lo scorso 30 ottobre le accuse contro altri sei dei sospetti coinvolti nella strage. I quattro uomini gi incarcerati per il delitto rimarranno sotto reclusione fino

allinizio ufficiale del processo. Dopo sei mesi di indagini, il pubblico ministero, parlando ai media, ha dichiarato di aver trovato prove sufficienti per dimostrare di fronte alla corte che i sospetti hanno commesso i reati per i quali sono stati penalmente perseguiti, cio terrorismo e omicidio.

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