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copertina di Giancarlo Breccola Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 26-2-2004 n. 46) art.

1 comma 1 - DCB Centro Viterbo

la

oggetta L
notiziario

di Piansano e la Tuscia

Anno XVII n 3 - LUGLIO / SETTEMBRE 2012

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Fastello
Flavio Frezza

dalla Tuscia

Carissimo amico Filice Ranucci delle Casale

Annotazioni otto-novecentesche su una copia della Vita di S. Isidoro Agricoltore (1756) conservata a Fastello

Localit Ranucci, anni 80: la chiesa rurale, oggi sconsacrata, dedicata a SantIsidoro lAgricoltore (dallarchivio personale di Rinaldo Cordovani)

l culto di SantIsidoro a Fastello (frazione di Viterbo) e la connessa gara del solco dritto (recuperata, sia pure in versione semistorica, in occasione degli scorsi festeggiamenti patronali), sono da tempo oggetto delle attenzioni del sottoscritto, che gli ha voluto dedicare diversi articoli in questa stessa rivista (tutti disponibili allindirizzo www.scribd.com/ffrezza) e, recentemente, una piccola monografia (F. Frezza, Il solco di SantIsidoro a Fastello: una ricerca folclorico-linguistica tra il lago di Bolsena e il Tevere, Montefiascone 2012). La gara dei bifolchi e la devozione al santo protettore dei contadini erano, in realt, originariamente attestate nella contigua borgata Ranucci, nel territorio di Montefiascone, detta popolarmente le Casale. Alla diocesi montefiasconese faceva capo pure la comunit di Fastello, la quale, prima della costruzione della chiesa parrocchiale, intitolata a Santa Lucia Filippini, frequentava la piccola chiesa rurale dedicata a SantIsidoro, sita, per lappunto, in localit Ranucci.

Sia il toponimo ufficiale della borgata che quello dialettale meritano delle osservazioni: se il primo riflette lusanza montefiasconese (con riscontri nella Teverina) di denominare un luogo in base alle famiglie che vi risiedono (Ranucci tuttora un cognome piuttosto diffuso a Montefiascone, a Fastello e in altri centri limitrofi), il secondo fa pensare alla tipologia dellinsediamento, composto da case rustiche, ovvero, in dialetto, casale. Soltanto dopo labbandono della chiesetta di campagna i fastellesi si appropriarono definitivamente sia dei festeggiamenti patronali che della manifestazione contadina, nota come slco de sandIsidro. Nel corso di un recente sopralluogo a Fastello, le signore Cesarina e Teresa Ranucci, sorelle, originarie de le Casale, hanno voluto mostrarmi una copia originale di unantica biografia del santo (S. Canale, Vita di S. Isidoro Agricoltore, Roma 1756), in possesso della propria famiglia da generazioni. Allinterno della copertina e a

margine di alcune pagine sono presenti delle annotazioni (molte, purtroppo, parzialmente o completamente illeggibili, oppure non datate), talvolta vergate in bella calligrafia con penna e calamaio, pi spesso tracciate con veloci tratti di lapis. Alcune di queste note sono di un certo interesse e mi sembrato il caso di riprodurle, commentandole. La barra verticale (|) indica laccapo, mentre la doppia barra (||) segnala il fatto che che le note, tracciate dalla stessa mano, sono suddivise in pi parti della medesima pagina, oppure su due facciate prospicienti. Riporto tra parentesi quadre scioglimenti di abbreviazioni, ricostruzioni di parti illeggibili e brevi integrazioni al testo. La scritta, in gran parte incomprensibile, recante la data pi lontana, recita, tra laltro, in Roma 1756, ma fa verosimilmente riferimento a luogo e anno di stampa. La nota pi antica sar forse la seguente: alli 5: Febraro | Io Giuseppe Giordel-

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la avendo | Letto questo Libro Con Molto Piacere | di Fede An[no] Domene 1824 || Manno [sic] Propia A distanza di alcuni decenni venne aggiunta in altra pagina la seguente frase: io Salvatore Nasone mano propia Alle 6 agosto 1852 Se il cognome Giordella risulta attualmente sconosciuto a Fastello, il secondo ancora diffuso nella forma Nasoni (ma, in dialetto, Nasone). Dello stesso periodo sar la seguente dedica, ripetuta quasi ossessivamente in pi parti del libro, pur con qualche variazione (ne riporto soltanto un paio): Carissimo amico Filice Ranucci | delle Casale domiciliato | in montefiascone i[o] Salvatore Nasone | Di Fastello mano propia Cariss[imo] amico Filice | Ranucci delle Casale | Soccio di Giovanne Pur avendo stabilito di tralasciare, in questa sede, analisi di tipo linguistico, occorre almeno soffermarsi sullimpiego del sostantivo soccio, in italiano sinonimo di soccidario, ossia colui che, in un contratto detto appunto di soccida, conferisce il lavoro, contrapponendosi al soccidante, conferente il bestiame di cui il soccio dovr avere cura. Nelle parlate della zona la voce, per estensione, significa mezzadro, e viene alternata a contadino e poderante (st ppe ccontadino, infatti, significa lavorare come mezzadro). Alcune pagine pi in l, in una dedica parzialmente illeggibile (anche per via della cancellazione dellannotazione, da parte di altro mano), lo stesso Nasone riveler la propria la condizione di mezzadro al servizio di Francesco Saraca (altro cognome molto diffuso a Montefiascone), e chiarir che il Giovanni di cui sopra appartiene a una nota famiglia di proprietari terrieri, quella dei Tassoni, detta ancora oggi le Tassnie. voi Siete Soccio di Giovanne | tassonie io Sono Soccio di Francesco Saraca Le memorie sono, in genere, piuttosto sbrigative, e consistono, per lo pi, nella firma (a volte sostituita da una sigla), in un breve commento (se presente) e nellindicazione dellanno in cui i lettori del libro hanno lasciato il proprio ricordo, talvolta accompagnato dallanno di nascita.

La copia de La vita di S. Isidoro agricoltore custodita a Fastello

io Carlo antonio Marsiglione di Fastello. | 1852 Grande Scultore || Memoria di RA | Nato 29 Maggio 1875 || E statto [sic] scritto nel 1894 Memoria di Costantino Chiricotto fatta nel | 1894 Nato nel 1850 il 30 Genaro | Fatto da sua | Mano propia Paladino Donato 1898 Se i cognomi Marsiglioni e Chiricotto sono ancora attestati a Fastello, non si pu fare a meno di notare, nellultima memoria, un caso di omonimia con il poeta fastellese Donato Paladino (rispettivamente nome e cognome), autore di ottave in dialetto e, in almeno un paio di occasioni, vincitore della gara del solco dritto! Il Donato in questione era il fratello maggiore di suo padre, scomparso prima che il poeta venisse al mondo. Siamo ormai ai primi del 900, e assiduo annotatore del testo si rivela essere tale Gregorio Olimpieri - altro cognome abbastanza comune nellAlta Tuscia e nellOrvietano -, evidentemente dedito allagricoltura: Gregorio Olimpieri ho fatto questo | mio nome il giorno 15. Aprile del. 1913. | che a Nevicato di seguito 2 giorne di fila e poi | con gelo e brina che arrovinato di molto la campagna Essendo io nel 38tesimo anno non miricordo di | un altro pessimo in questo modo! ma pregheremo il nostro | S. Isidoro che lui ricompenzer de il danno | fattoci d[a] il gelo si se lo meritiamo | G Olimpieri Mio Cari[ssi]mo Santo prega per me adesso ne lora | della mia morte. G.O. Senza data, invece, la seguente memoria, firmata da Cesare Ranucci - nonno di Teresa e Cesarina (questultima deve a lui il suo nome) -, dove si nota una divertente correzione, spia delle condizioni linguistiche del luogo: O! Quanto e Bello questo | Libro [modificato in libbro da seconda mano!] e Scritto propri[a] mano | Cesare | Ranucci Lo stesso Cesare, alcune pagine pi in l, ci fa sapere a quando risale la sua lettura della biografia del santo patrono, ovvero al periodo della I guerra mondiale: Mese di agosto | anno 1917 in guerra. W la pace. | Prega per noi S. Isido-

ro Cesare Ranucci anno 1917 Buona | Furtuna C Ranucci | A tutti S. Pace per | Sempre Segue unaltra nota, firmata col solo cognome: Viva S. Isidoro ) 2 7ttembre 1917 | Ranucci ( Viva S Isidoro E poi, nel corso dello stesso anno, a firma dellennesimo Ranucci: Oletto tutta la vita del | S. Isidoro e sono rimasto || molto contento | 1917 e sono Vincenzo Ran[ucci] del 1932 lannotazione pi lunga, ossia una preghiera dedicata al protettore dei bifolchi da parte di Sergio Ranucci - padre delle nostre informatrici -, allora ventiduenne: Sergio Ranucci | Casali 3 Marzo 1932 Anno IX Mio ricordo operato dai miei

Memoria del 1824

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piccola testimonianza storica visto che il 10 giugno del 44, a pochi chilometri da Fastello, ebbe luogo la cosiddetta battaglia per Celleno (vedi box qui sotto). Passato il Fronte della grande | guerra il 10 Giugno 1944 Nellultima annotazione, evidentemente del 49 (lanno viene ripetuto per ben tre volte!), Giuseppe Ranucci - fratello di Sergio - ci informa, invece, di una freddissima giornata primaverile: Ranucci Giuseppe giorno | 10 Aprile 1949 1949 | era una giornata | di ghiacio [sic] 1949 Concludo segnalando una memoria anonima, non datata e quasi del tutto incomprensibile, nella quale, per, si legge distintamente lagionimo S. Disidoro. Questa grafia ha chiaramente subto linfluenza della pronuncia dialettale sandIsidro (dove si registra la sonorizzazione di t, cio il suo passaggio a d), intesa come san Disidro. Lantroponimo Disidro era, in effetti, molto diffuso a Fastello, tanto che per distinguere gli individui che portavano tale nome era necessario specificare a quale famiglia appertenessero, indicando lantroponimo o il soprannome con cui erano noti il padre o la madre: Disidro el Capccia, Disidro de la Lina.

Dedica (senza data)

propi | mano. Mio amore, fonte di speranza S[a]n[t]Isidoro prega per me | adesso e nel lora della mia morte. Illumina i miei buoni pensieri | coreggemi nei mali incontri che appongono [?] in questa lotta della mia misera vita. || Nel mio cuore Amore infinito verso S[anto] Dio | verso te miracoloso S[ant]Isidoro Sergio Ranucci Presento, di seguito, le due note pi recenti (almeno tra quelle datate). La prima, non firmata, costituisce una

Un monumento ai caduti nella battaglia per Celleno

o scorso sabato 22 settembre, nella campagna grottana, nei pressi della dismessa fermata ferroviaria cellenese, ha avuto luogo linaugurazione del monumento dedicato ai caduti della cosiddetta battaglia per Celleno, alla presenza delle autorit civili e militari. Il 10 giugno del 1944, a ridosso della linea Viterbo-Attigliano, si scontrarono il XIII British Corps e il I Fallschirm-Korps. Nel corso dei combattimenti persero la vita circa trecento militari, per la grande maggioranza di parte tedesca. A tale battaglia stato dedicato un intero capitolo della recente e accuratissima monografia di Raffaele Moncada (R. Moncada, Un lungo anno di guerra. Alto Lazio luglio 1943 - giugno 1944, Viterbo 2011, pp. 163-219), insegnante alla Scuola Militare Teuli di Milano e cultore della materia. Nel corso della sua indagine sul campo il prof. Moncada ha intessuto un intenso rapporto di collaborazione con la popolazione di Grotte Santo Stefano, la quale ha voluto ricordare questa importante pagina di storia con linstallazione di detto monumento, realizzato grazie allimpegno dellAss. Cult. Ecomuseo della Tuscia e allappoggio dei comuni di Celleno e Viterbo. Lopera reca la seguente iscrizione, tradotta in inglese e in tedesco: In ricordo dei soldati e degli ufficiali del XIII British Corps e del I. FallschirmKorps tedesco caduti in questo luogo il 10 giugno 1944. Nel 68 anniversario della battaglia per iniziativa della comunit di Grotte Santo Stefano. flavio.frezza@gmail.com

Un momento dell'inaugurazione del monumento (fotografia di Paola Paris)

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