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Dagli studi sullisteria alla psicanalisi Di tutte le scuole classiche della psicologia, la psicanalisi che risulta indissolubilmente legata

al nome di Freud, stata quella che ha esercitato il maggior peso nella cultura novecentesca. Infatti, essa ha influito in misura notevole non solo sulla psicologia, ma anche sulla letteratura, sullarte, sulla sociologia, sullantropologia culturale, sulle scienze delleducazione e sulla stessa filosofia. In breve, la rivoluzione psicanalitica, che allinizio sorta come metodo di cura di certe malattie mentali, ha finito per influenzare tutta la cultura del nostro secolo. Sigmund Freud nasce Moravia, nel 1856, da genitori ebrei, che si trasferiscono a Vienna. Laureatosi in medicina, intraprende studi di anatomia del sistema nervoso. Collabora con Charcot, che applica i procedimenti dellipnosi. Tornato a Vienna, perviene alla scoperta dellinconscio e quindi alla fondazione della teoria psicanalitica. Il sia pur lento e contrastato successo delle sue teorie fa s che nel 1910 nasca, a Norimberga, la Societ internazionale di Psicanalisi. Nel 1933 i nazisti, a Berlino, bruciano le opere dellebreo Freud. Nel 1938 lascia Vienna e si reca come esule a Londra, ove muore nel 1939. Delle sue opere ricordiamo: Linterpretazione dei sogni (1900); Psicopatologia della vita quotidiana; Il disagio della civilt La medicina ufficiale ottocentesca si muoveva in un orizzonte teorico di tipo positivisticomaterialistico. Essa tendeva infatti a collegare una malattia mentale con una lesione del cervello). Ci nonostante, ai tempi di Freud, listeria (che non presenta sintomatologie somatiche) aveva attirato lattenzione di un gruppo di medici, fra cui spicca Charcot che era giunto ad usare lipnosi come metodo terapeutico. Collaborando con Breuer, Freud mette a punto il cosiddetto metodo catartico, consistente appunto nel tentativo di provocare una scarica emotiva capace di liberare il malato dai suoi disturbi. Ponendosi il problema delle ragioni dellisteria, Freud, procedendo autonomamente rispetto a Breuer, arriva alla scoperta che la causa delle psiconevrosi da ricercarsi in un conflitto tra forze psichiche inconsce, ossia operanti al di l della sfera di consapevolezza del soggetto, i cui sintomi risultano non derivanti da disturbi organici, bens dalle traversie della psiche stessa. La scoperta dellinconscio segna latto di nascita della psicanalisi, che si configura infatti come psicologia abissale o del profondo. La realt dellinconscio e i modi per accedere ad esso Prima di Freud si riteneva comunemente che la psiche si identificasse con la coscienza. Il medico viennese afferma invece che la maggior parte della vita mentale si svolge fuori della coscienza e che linconscio non costituisce il limite inferiore del conscio, ma la realt abissale primaria di cui il conscio (simile alla punta di un iceberg) solo la manifestazione visibile. Freud divide linconscio in due zone. 1) La prima comprende linsieme dei ricordi che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono, in virt di uno sforzo dellattenzione, divenire consci. Tale il preconscio. 2) La seconda zona comprende quegli elementi psichici stabilmente inconsci che sono mantenuti tali da una forza specifica - la cosiddetta rimozione - che pu venir superata solo in virt di tecniche apposite.

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Per un certo periodo, Freud pens di usare lipnosi per superare le resistenze. Gli scarsi risultati lo portarono ad elaborare il metodo delle cosiddette associazioni libere. Questo metodo mira a rilassare il paziente (da ci lidea del divano) e consiste nel mettere il paziente in grado di abbandonarsi al corso dei propri pensieri, facendo s che fra le varie parole da lui pronunciate si instaurino delle catene associative collegate con il materiale rimosso che si vuole portare alla luce. In ogni caso, tutto deve essere messo al servizio della cura, compreso quel fenomeno tipico (di cui Freud stato geniale teorizzatore) che il transfert, ossia il trasferimento, sulla persona del medico, di stati danimo ambivalenti (di amore e di odio) provati dal paziente durante linfanzia nei confronti delle figure genitoriali. Scoperto quel nuovo continente scientifico che linconscio, Freud si propose di decodificarne i messaggi tramite lo studio di quelle sue manifestazioni privilegiate che sono i sogni, gli atti mancati e i sintomi nevrotici. La scomposizione psicanalitica della personalit Freud ritiene che la psiche sia ununit complessa costituita da un certo numero di sistemi, dotati di funzioni diverse e disposti in un certo ordine gli uni rispetto agli altri: l Es, lIo e il Super-Io. LEs (termine tedesco che indica il pronome neutro della terza persona singolare: esso) la forza impersonale e caotica - Freud ne parla come di un calderone di impulsi ribollenti che costituisce la matrice originaria della nostra psiche. Per queste sue caratteristiche, lEs non conosce n il bene, n il male, n la moralit ma obbedisce unicamente allinesorabile principio del piacere. Il Super-io ci che comunemente si chiama coscienza morale, ovvero linsieme delle proibizioni che sono state instillate alluomo nei primi anni di vita e che poi lo accompagnano sempre, anche in forma inconsapevole: Il Super-io il successore e rappresentante dei genitori (ed educatori). LIo la parte organizzata della personalit, che si trova a mediare tra lEs, il Super-io e il mondo esterno. LIo deve equilibrare, tramite opportuni compromessi, pressioni disparate e per lo pi in contrasto fra di loro. Nellindividuo normale lIo riesce abbastanza bene a padroneggiare la situazione. Ma se da un lato le esigenze dellEs sono eccessive o se il Super-io troppo debole, o invece troppo rigoroso e poco duttile, allora queste soluzioni pacifiche non sono pi possibili. LIo condotto allora e comportamenti asociali o proibiti: il soggetto diventa un delinquente, oppure qualche volta un perverso. Oppure pu accadere che il Super-io troppo rigido provochi la rimozione: si manifestano allora con sintomi nevrotici. I sogni, gli atti mancati e i sintomi nevrotici In quellopera fondamentale che lInterpretazione dei sogni Freud vede nei fenomeni onirici la via che porta alla conoscenza dellinconscio nella vita psichica. Egli ritiene infatti che i sogni siano lappagamento (camuffato) di un desiderio (rimosso. Per motivare questa tesi Freud distingue, allinterno dei sogni: un contenuto manifesto (la scena onirica, cos come viene vissuta dal soggetto); un contenuto latente (linsieme delle tendenze che danno luogo alla scena onirica). Se i sogni richiamano dei desideri, non lo fanno in forma diretta perch si tratta di desideri inaccettabili dal soggetto, che cadono quindi sotto lazione della censura. In altri termini, il contenuto manifesto dei sogni nientaltro che la forma elaborata e travestita - sotto effetto 2

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della censura - in cui si presentano i desideri latenti. Linterpretazione psicanalitica dei sogni consiste nel cogliere i messaggi segreti dellEs. Nella Psicopatologia della vita quotidiana Freud prende in esame quei contrattempi della vita di tutti i giorni (lapsus, errori, dimenticanze, incidenti banali ecc.) che prima di lui si era soliti attribuire al caso. Freud scopre invece come anche tali fenomeni abbiano un ben preciso significato. In particolare, egli scorge in essi un ennesima manifestazione camuffata dellinconscio, ovvero, in concreto, una sorta di compromesso fra lintenzione cosciente del soggetto e determinati pensieri inconsci che si agitano nella sua psiche. Questo schema risulta facilmente applicabile ai casi di lapsus linguae (come quello del giovane che afferma di aver apprezzato la spogliatezza, in luogo della spigliatezza, di unattrice). Tuttavia, secondo la psicanalisi, esso vale per qualsiasi incidente (ad es., per Freud, noi tendiamo a dimenticare determinati nomi, o a smarrire determinati oggetti, per il fatto che ad essi sono associati sentimenti spiacevoli). Per quanto concerne i sintomi nevrotici, Freud fa un discorso analogo, sostenendo che il sintomo, come il sogno manifesto, rappresenta il punto di incontro fra una o pi tendenze rimosse e quelle forze della personalit che si oppongono allingresso ditali credenze nel sistema conscio. E poich Freud scopr ben presto che gli impulsi rimossi che stanno alla base dei sintomi psiconevrotici sono sempre di natura sessuale, egli fu portato a porre la sessualit al centro della propria attenzione. La teoria della sessualit e il complesso edipico Prima di Freud la sessualit era sostanzialmente identificata con la genitalit, ossia con il congiungimento con un individuo di sesso opposto, ai fini della procreazione. Secondo questo schema la sessualit dovrebbe mancare nellinfanzia, subentrare intorno allepoca della pubert. Ora, se tutto ci fosse vero, resterebbero inspiegate tutte le tendenze psicosessuali differenti dal coito. Di conseguenza, Freud fu condotto ad ampliare il concetto di sessualit, sino a vedervi unenergia suscettibile di dirigersi verso le mete pi diverse e in grado di investire gli oggetti pi disparati. Energia che Freud denomin libido e che pens alla stregua di un flusso migratorio localizzato di volta in volta, in corrispondenza dello sviluppo fisico, su alcune parti del corpo, dette zone erogene (ovvero generatrici di piacere erotico). Parallelamente a questa rifondazione del concetto di sessualit, Freud elabor unoriginale dottrina della sessualit infantile. Infatti, demolendo il pregiudizio secondo cui la sessualit apparterrebbe solo allet adulta, Freud giunse a definire il piccolo uomo come un essere perverso polimorfo, ossia come un individuo capace di perseguire il piacere indipendentemente da scopi riproduttivi (donde la perversione) e mediante i pi svariati organi corporei (donde il polimorfismo). In particolare, Freud sostiene che lo sviluppo psicosessuale del soggetto avviene attraverso tre fasi, ognuna delle quali appare caratterizzata da una specifica zona erogena: 1) La fase orale, che caratterizza i primi mesi di vita e che dura sino ad un anno e mezzo circa, ha come zona erogena la bocca e risulta connessa a quella che, in questo periodo, costituisce la principale attivit del bambino: il poppare. 2) La fase anale, che va da un anno e mezzo circa a tre anni, ha come zona erogena lano ed collegata alle funzioni escrementizie, che per il bambino sono oggetto di particolare interesse e piacere. 3) La fase genitale, che inizia alla fine del terzo anno, ha come fattore erogeno la zona genitale. Essa si articola in due sottofasi: a) La fase fallica, cos chiamata: I) perch la scoperta del pene costituisce oggetto di attrazione sia per il 3

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bambino sia per la bambina, che soffrono entrambi di un complesso di castrazione (il primo perch vive sotto la minaccia di una possibile evirazione, la seconda perch si sente di fatto evirata e prova linvidia del pene); II) perch lorgano di eccitamento sessuale il pene o quel suo equivalente femminile che la clitoride. b) La fase genitale in senso stretto che segue a quella fallica dopo un periodo di latenza (che va dal declino della sessualita infantile - quarto o sesto anno - sino allinizio della pubert) caratterizzata dallorganizzazione delle pulsioni sessuali sotto il primato delle zone genitali. Connessa alla sessualit infantile anche la scoperta del complesso di Edipo. In generale, il complesso edipico - che prende il nome dalla mitica vicenda del personaggio greco, destinato dal Fato ad uccidere il padre e a sposare la madre - consiste in un attaccamento libidico verso il genitore di sesso Opposto e in un atteggiamento ostile verso il genitore di egual sesso. Tale complesso si sviluppa fra i tre e i cinque anni, ossia durante la fase fallica, e, a seconda della sua risoluzione o meno, determina la futura strutturazione della personalit. La religione e la civilt Nellultimo periodo della sua vita Freud si anche espresso originalmente su temi pi generali quali la religione e la civilt. Per quanto riguarda le rappresentazioni religiose, Freud ritiene che esse siano illusioni, appagamenti dei desideri pi antichi dellumanit. E tali desideri sarebbero quelli tipicamente infantili di sentirsi protetti contro i pericoli della vita. A sua volta, la figura di Dio, Padre ultraterreno amato e temuto, sarebbe nientaltro che la proiezione dei rapporti psichici ambivalenti con il padre terreno. Per quanto riguarda la civilt, Freud afferma che essa costretta a porre un argine ad un numero rilevante di desideri e di pulsioni: solo cos possibile produrre lavoro e progredire. Inoltre la societ, proseguendo lopera paterna, d origine a un Super-io sociale, incarnato in una serie di norme e di divieti. Questo non significa che Freud sia contro la civilt. Contro coloro i quali pensano che luomo possa, in qualche circostanza, essere felice, Freud ribatte che la sofferenza componente strutturale della vita, poich siamo costretti a patire nel corpo e nella psiche, a decadere e a morire. Per Freud luomo una creatura molto aggressiva e violenta. Di conseguenza, la civilt un male minore di quello che sarebbe unumanit-senzasociet, che potesse dar sfogo a tutti i suoi desideri. Infatti, in una situazione del genere, non solo luomo non sarebbe felice, ma diventerebbe ancor pi pericoloso per il prossimo. Egli, dunque, favorevole ad una societ che pur non escludendo regole e sacrifici cerchi, nel limite del possibile, di ridurre gli spazi di repressione e di sofferenza. Negli ultimi scritti Freud ha diviso le pulsioni in due specie, quelle che tendono a conservare ed unire. e sono quindi erotiche o genericamente sessuali; e quelle che invece tendono a distruggere e a uccidere, comprese nella denominazione di pulsioni aggressive o distruttive. Nella lotta tra Eros (Amore) e Thanatos (Morte), Freud ha visto condensata lintera storia del genere umano. Per cui, quando Einstein di fronte alla violenza scatenata dal nazifascismo e allincombente pericolo di una guerra mondiale, ha chiesto a Freud se ci sia una possibilit di dirigere levoluzione psichica degli uomini in modo che essi diventino capaci di resistere alla psicosi della distruzione e dellodio. Freud ha risposto che non c speranza di sopprimere totalmente la tendenza aggressiva, ma si pu solo cercare di dominarla al punto che non trovi espressione nella guerra.

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