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PURGATORIO I.

Dante e Virgilio, uscendo all'aperto, si trovano nell'isoletta su cui si eleva il monte del Purgatorio: a guardia di essa sta Catone Uticense, che, conosciuta la ragione del loro viaggio, concede ai due poeti di continuare il cammino e ammonisce Virgilio di ricinger Dante con il giunco dell'umilt e di lavargli il viso. Il. I due poeti stando sulla spiaggia dell'isola vedono arrivare una navicella guidata da un angelo, dalla quale discendono molte anime giunte per tal modo al Purgatorio: tra esse Dante riconosce quella del suo amico Casella, che intona il dolce canto d'amore, interrotto da Catone venuto a rimproverare le anime dell'inutile dimora. III. Volgendo i loro passi verso il monte, i due poeti ancora incerti sulla via da seguire, vedono venire una compagnia di anime, con le quali si uniscono procedendo verso il calle per salire al Purgatorio: intanto una di queste anime si manifesta per quella del re Manfredi e parla di s e della sua condizione. IV. Salendo per una stretta via loro additata dalle anime, i due poeti pervengono non senza difficolt sopra un ripiano, ove Virgilio spiega a Dante la posizione del Purgatorio rispetto al sole: poi all'ombra di un masso trovano una schiera di anime, che furono negligenti a pentirsi, e tra esse Dante riconosce quella del suo concittadino Belacqua. V. Allontanandosi dai negligenti, i due poeti incontrano la schiera di coloro che morirono di morte violenta e si pentirono all'estremo della vita: tra gli altri parlano, raccontando o accennando a Dante la propria morte, il fanese Iacopo del Cassero, Buonconte di Montefeltro e la senese Pia. VI. Riconosciute altre anime di morti per forza, Dante e Virgilio continuano il loro cammino finch s'incontrano col mantovano Sordello: la lieta accoglienza dei due concittadini offre a Dante occasione a una nobilissima invettiva contro i mali d'Italia in generale e di Firenze in particolare. VII. Accompagnati da Sordello, Dante e Virgilio visitano una valletta nei fianchi del monte, nella quale sono raccolte le anime di grandi principi e signori: tra essi riconoscono Rodolfo imperatore, i re Ottocaro II di Boemia, Filippo III di Francia, Enrico I di Navarra, Pietro III e Alfonso III d'Aragona, Carlo I d'Angi, Arrigo III d'Inghilterra, e il marchese Guglielmo VII di Monferrato. VIII. Accompagnati da Sordello, i due visitatori scendono nella valletta dei principi, ove incontrano Ugolino de' Visconti pisano, e, osservata la cacciata del serpente tentatore per opera degli angeli, parlano col marchese Corrado Malaspina, che predice a Dante il fu-turo esilio. IX. Dante, addormentatosi nella valle dei principi, trasportato nel sonno alla porta del Purgatorio da Lucia, mentre egli ha di ci una visione simbolica: svegliandosi si trova accanto il solo Virgilio; coi quale, dopo il permesso ottenuto dall'angelo portiere, entra nel Purgatorio. X. Entrati nel Purgatorio, Dante e Virgilio pervengono al primo cerchio, ove si purgano le anime dei superbi camminando sotto gravi pesi; e vedono scolpite, nella tipa del cerchio, rappresentazioni figurate di esempi di umilt: da ultimo incontrano una schiera di anime, che avanzano cantando l'orazione domenicale, XI. Incontrandosi con le anime dei superbi, Dante e Virgilio domandano loro da qual parte sia la scala per salire al secondo cerchio; e mentre tutti insieme procedono verso destra in cerca della scala, due di quei peccatori, il conte Umberto Aldobrandeschi e il miniatore Oderisi da Gubbio, si manifestano ai due poeti. XII. Dante e Virgilio procedono in compagnia delle anime nel primo cerchio e 055cr-vano gli esempi di superbia punita raffigurati nel marmoreo piano sul quale camminano: giunti alla scala, un angelo li accoglie e dalla fronte di Dante toglie il segno della superbia; quindi i due visitatori salgono al secondo cerchio.

XIII. Pervenuti al secondo cerchio, i due poeti sentono ignote voci che celebrano esempi di carit e poi vedono le anime degli invidiosi, che, rivestiti di vile cilicio e con gli occhi cuciti da un filo di ferro, stanno seduti intorno alla costa del monte: tra essi incontrano la senese Sapia dei Saracini. XIV. Dopo aver conversato con due romagnoli, Guido del Duca e Rinieri da Calboli, intorno alle condizioni politiche e morali della Toscana e della Romagna, i due visitatori sentono gridare a voci ignote alcuni esempi d'invidia punita. XV. Arrivati alla scala del terzo cerchio, i due poeti all'invito dell'angelo incominciano a salire, ragionando intorno alla distribuzione dei beni, e pervengono sul ripiano superiore: quivi a Dante appariscono in visione esempi di mansuetudine, finch egli e Virgilio sono avvolti entro a un fumo densissimo. XVI. Tra gli iracondi, avvolti nel fumo del terzo cerchio, Dante e Virgilio incontrano Marco Lombardo; il quale, dopo aver parlato loro del libero arbitrio e della corruzione del mondo, ricorda alcuni signori di Lombardia, esempi- viventi delle antiche virt. XVII. Uscito dal fumo con Virgilio, Dante ha la visione di alcuni esempi d'iracondia punita; poi all'invito dell'angelo della pace i due poeti salgono verso il quarto cerchio: pervenuti sul ripiano di esso, Virgilio espone la teorica dell'amore per spiegare il sistema morale della partizione del Purgatorio. XVIII.Riprendendo la sua esposizione, Virgilio spiega quale sia la natura dell'amore e in quale relazione esso sia con la libert dell'arbitrio: poi i due poeti incontrano anime di accidiosi, che gridano esempi di sollecitudine, e tra essi si manifesta loro l'abate di San Zeno: finalmente, dopo aver sentito ricordare esempi di accidia, Dante si addormenta. XIX. Dante vede in sogno una donna, simbolo dei vizi dell'avarizia, della gola e della lussuria: poi risvegliato da Virgilio sale con lui al quinto cerchio, ove tra le anime che si purificano della colpa dell'avarizia si manifesta e parla a lui il pontefice Adriano V. XX. Continuando il loro cammino per il quinto cerchio, i due poeti sentono celebrare esempi di povert e di liberalit; poi si manifesta loro Ugo Capeto, che parla a lungo dei suoi discendenti e dice quali esempi di avarizia punita siano gridati nella notte: finalmente il monte si scuote per la liberazione dell'anima di Stazio. XXI. Dante e Virgilio proseguendo il loro cammino nel quinto cerchio incontrano l'anima di Stazio, che, compiuta la sua purificazione, sale al cielo: Stazio, richiesto da Virgilio, spiega la ragione del terremoto e del canto, soddisfacendo cos un vivo desiderio di Dante, e si manifesta ai due poeti, coi quali si accompagna. XXII. Mentre i tre poeti salgono insieme verso il sesto cerchio, Stazio ragiona del suo peccato e della sua conversione alla fede cristiana, e Virgilio parla dei suoi compagni del Limbo: pervenuti al sesto cerchio, trovano nel mezzo della via un albero carico di frutti, bagnato da una limpida sorgente, dal quale esce una voce che ricorda esempi di temperanza. XXIII. Nel sesto cerchio i tre poeti incontrano i golosi ridotti per penitenza a un'orti-bile magrezza: tra essi Dante riconosce il suo amico Forese Donati, il quale gli parla di s e dei compagni e prorompe in una violenta invettiva contro gli sfacciati costumi delle donne fiorentine. XXIV. Camminando per il sesto cerchio, Forese indica a Dante molti dei suoi compagni di penitenza e tra essi Bonagiunta Orbicciani lucchese: poi, allontanatosi Forese, i tre poeti arrivano sotto un altro albero, di mezzo al quale una voce ignota ricorda esempi di golosit, finalmente pervengono alla scala che conduce al settimo cerchio. XXV. Mentre salgono verso il settimo cerchio, Stazio per invito di Virgilio espone a Dante la teoria della generazione e formazione del corpo e dell'anima vegetativa e sensitiva, l'origine dell'anima razionale, l'esistenza dell'anima dopo la morte del corpo: poi pervengono nel settimo cerchio, occupato da una fiamma, di mezzo alla quale gli spiriti dei lussuriosi cantano esempi di castit. XXVI. Continuando in compagnia di Virgilio e di Stazio il suo cammino nel settimo cerchio, Dante vede l'incontro delle due schiere in cui sono partiti i lussuriosi; poi trova Guido Guinizelli bolognese, col quale conversa lungamente, e il trovatore Arnaldo Daniello, che gli rivolge la parola in lingua provenzale.

XXVII. All'invito dell'angelo della castit i tre poeti traversano le fiamme del settimo cerchio; poi riposano e Dante vede in sogno Lia, simbolo della vita attiva, che va raccogliendo fiori; finalmente sul far del giorno riprendono il cammino salendo verso il Paradiso Terrestre, ove Virgilio si congeda dal suo discepolo. XXVIII. Entrato nel Paradiso Terrestre, Dante giunge alle sponde del fiume Let e al di l vede Matelda; la quale conversando con lui e rispondendo a una sua domanda espone qual sia la condizione del luogo e qual sia l'origine dell'aria che agita le fronde e dell'acqua che scorre per la deliziosa pianura. XXIX. Dante e Matelda avanzano ciascuno lungo una delle rive di Let, quando, preceduta da un grande splendore e da un dolcissimo canto, appare una mistica processione formata da sette ardenti candelabri, da ventiquattro vecchi coronati di gigli, da quattro animali che circondano un carro trionfale tratto da un grifone, accompagnato alla destra da tre, alla sinistra da quattro donne, e seguito da sette vecchi coronati di fiori vermigli. XXX. Fermatasi la processione, appare tra giulive acclamazioni Beatrice e scompare silenziosamente Virgilio: allora Beatrice si manifesta e rimprovera a Dante piangente i traviamenti e gli errori di lui; e poi, volgendosi agli angeli che dimostrano compassione al penitente, espone loro tutta l'ingratitudine e l'infedelt di lui. XXXI.Beatrice, continuando a rimproverare a Dante i suoi falli, lo induce a confessarli egli stesso e a compiere gli atti necessari alla purificazione: poi Matelda lo immerge nel fiume Let e lo guida in mezzo alle virt cardinali, che lo traggono pi vicino al carro: allora Beatrice, a preghiera delle virt teologiche, si svela del tutto al suo fedele. XXXII. Richiamato dalle virt teologiche, Dante volge la sua attenzione alla processione, la quale si muove verso oriente sino ad un albero che rifiorisce al contatto del carro trionfale: Dante s'addormenta; e svegliato da Matelda assiste alle simboliche vicende del carro, nelle quali sono rappresentate le vicende della Chiesa. XXXIII. Mentre Dante, in compagnia di Beatrice, di Matelda e di Stazio, si allontana dall'albero, Beatrice gli annunzia la prossima venuta di un messo ditino che uccider la meretrice e il gigante, lo esorta a raccontare ci che ha veduto e gli parla della mistica pianta: cos la comitiva perviene al fiume Euno, nel quale Dante immerso da Matelda, uscendone puro e disposto a salire al Paradiso.

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